But I see you.

di Harryhugsme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Feelings ***



Capitolo 1
*** Prologue ***



 



But I see you.
Prologue.

 


Menzogne.
La relazione tra Iris e Jamie era tutta una menzogna. Lei stentava a crederci, aveva dato tutta se stessa, e certamente non si sarebbe mai aspettata una notizia del genere. Quando Richard era corso alla porta di casa dalla mora ancora ansimante, stentava a crederci.
« Iris, Jamie ti tradisce da sei mesi »
Ed era proprio li che il mondo le era caduto a dosso. Al solo ricordo un nodo alla gola si fece più insistente ma non poteva piangere proprio lì, nei corridoi della scuola. Si affrettò ad entrare in classe, pronta ad affrontare una nuova lezione con Mrs Wright. Quest'ultimo entrò in aula sbattendo il registro come d'abitudine, senza alcun vero motivo. Probabilmente la classe non gli andava a genio ma ad Iris non interessava per niente. Come sempre si perse nei suoi pensieri stando attenta a non far andare i pensieri a lui. Si chiese perchè dovesse pensare sempre a lui e se lui avesse dei rimorsi dopo quello che aveva fatto. Ma le sue domande non ebbero risposta e mai ne avrebbero avuta. L’ora di letteratura sembrava non volesse finire più, e Iris aveva decisamente bisogno di aria, come se in quel momento tutto l’ossigeno nella stanza fosse improvvisamente sparita. Il respiro cominciò a divenire irregolare, e il suo cuore aveva cominciato a battere. Chiese impazientemente di uscire, quasi senza respiro. L’asma l’aveva colta di sorpresa e doveva assolutamente utilizzare il suo inalatore. Prese un bel respiro, sentendosi tranquilla non appena il respiro si regolarizzò. Tornò a casa sbattendo furiosamente la porta per quello che i suoi ricordi gli avevano causato. Si chiese perché mai dovesse stare male per quella specie di coglione. Si rinchiuse in camera, presa da un attacco di rabbia, si mise a guardare malinconicamente le loro foto. “Quanto mi manca” questo era il suo unico pensiero, ma non poteva, non dopo quello che aveva fatto. Gli aveva dato l’anima, e lui come l’aveva ripagata? Andando a letto con quella troia della capo cheerleader. Era distrutta nel profondo della sua anima, davvero Dio ce l’aveva con lei in quel modo? Tutto in quella stanza le ricordava lui. Un attacco di rabbia e tutto era sparito, aveva strappato tutte le foto quel pomeriggio, e lei si sentiva libera finalmente. Quella sera scese solo per la cena, sua madre la vedeva strana, ma si convinse che tutto fosse apposto e non le fece domande. Iris mise così il suo pigiama e una volta addormentatasi, lo fece senza i suoi soliti incubi, e sentiva che ci sarebbe stato qualcosa di buono nei prossimi giorni, quasi come una premonizione. La mattina seguente si svegliò stranamente di buon umore, con un sorriso sulle labbra. Fece una doccia veloce, e scese velocemente le scale, sotto lo sguardo sorpreso della madre. Non vedeva sua figlia sorridere da un mese. Ed era davvero così felice, non voleva assolutamente vedere sua figlia stare così. 
« Di buon umore oggi, Iris? »
« Si ho la sensazione che da qui a poco succederà qualcosa di buono »
« Sono così contenta di vederti felice »
« Grazie mamma ti voglio bene »
Le disse la ragazza abbracciando la madre, afferrando lo zaino e avviandosi verso la scuola. Ma ovviamente tutto era contro di lei, quando appena messo piede, Jamie si avviava verso di lei.
« Iris davvero, è un mese che cerco di parlare con te e scusarmi, ma tu mi eviti, ti prego perdonami, è stata una sciocchezza, lei non conta per me davvero »
« E questo è l'ennesimo giorno in cui ti ignoro facendoti capire che non ti voglio vedere, nè sentire mai più e che non ti perdonerò mai, quindi buona vita Jamie »
Davvero pensave che l'avrebbe perdonato facilmente? Iris aveva un carattere forte, uno di quelli orgogliosi e anche se avesse avuto torto non si sarebbe mai scusata, mai. Dovevano tornare strisciando. A volte però era davvero dura stare al suo passo, era completamente lunatica e cambiava umore molto spesso. E questa era soltanto Iris.










Harry's corner.

Salve, poche cose da dire. Innanzi tutto so che come prologo è corto, ma volevo descrivere i sentimenti della mia Iris. 
Ho incentrato il prologo su di lei. 
Per cui ringrazio chi la metterà nelle Preferite, Ricordate e seguite.
Ringrazio anche chi mi inserirà negli autori preferiti.

Ringrazio le recensioni , e anche tutti i lettori silenziosi.
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Un bacio,
Beatrice.




 



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Capitolo 2
*** Feelings ***



 



But I see you.
Feelings

 

“Ma certe sere erano tutte uno spreco; e certi giorni, e certi
anni.”
— Charles Bukowski

Iris si sentiva confusa, e in quel momento si sentiva abissata. In quel momento tutto il buon umore che aveva quella mattina era improvvisamente scomparso, lasciando posto al turbamento. Voleva solo piangere fino a non riuscire a versare altre lacrime. Ma era a scuola e di certo lei non voleva farsi vedere vulnerabile. Era ancora, a distanza di due mesi, scioccata da quello che aveva pronunciato Richard, l'amico di Jamie. Dove erano finite tutte le loro promesse? I loro piani? Il loro futuro. Tutto andato in fumo per colpa sua, e Iris si sentiva profondamente in colpa, perché se lui l'aveva tradita un po' era anche colpa sua. A lui aveva donato tutta se stessa in cambio di cosa poi? Di un tradimento. Gli aveva consegnato la sua purezza e a lui non era bastato. Lei ora si sentiva lacerata dentro. La sua amica Effy le aveva detto che lui non le meritava le sue lacrime. Quando un ragazzo ti giura che ti ama più della tua stessa vita, tu sei così cieca da crederci. Ed era proprio quello che aveva fatto Iris, si era completamente abbandonata ad un ragazzo che credeva di conoscere, ma che era solo un estraneo. Il professore di fisica continuava a spiegare, qualcosa legato alla termodinamica, ma Iris era completamente chiusa nella sua sfera di cristallo, stando attenta a non ricevere altre batoste. Ma purtroppo se avrebbe continuato così, avrebbe rischiato di perdere l'anno, così si diede una scossa cercando anche di minimamente acchiappare e capire l'argomento della lezione. Fortunatamente il tempo per studiare l'aveva trovato e quindi rispose bene alle domande del professore.

«Vediamo un po' Iris White, dimmi di cosa si occupa la termodinamica?» chiese indisturbato il professore.

«La termodinamica ha come oggetto la descrizione macroscopica dell'interazione fra corpi che possono scambiare energia per effetto dell'azione di forze, e cioè del lavoro, o in conseguenza di differenze di temperatura, cioè il calore.» rispose con nonchalance , degna di una persona che aveva studiato perché, si, quella volta Iris aveva studiato per bene.

«Molto bene signorina White! Cosa si intende, invece, per sistema termodinamico e cosa per ambiente?  »

«In generale, un sistema termodinamico è una data quantità di materia racchiusa all'interno di una superficie chiusa, mentre l'ambiente è l'insieme dei corpi con cui il sistema interagisce. Per esempio un sistema termodinamico è il gas contenuto in una bombola e l'ambiente esterno  la stanza in cui è collocata.»

L'interrogazione andò tutto sommato bene, tanto che Iris era riuscita per un momento ad accantonare l'argomento Jamie. Aveva preso un bell'otto ed era molto soddisfatta di se stessa. Iris non si definiva una ragazza studiosa, ma almeno il minimo da sapere lo sapeva, con qualche approfondimento.  La campanella della fine dell'orario scolastico e lei si sentiva libera. Spesso dopo scuola le piaceva andare a sedersi nel parco vicino alla scuola. E così fece anche quel giorno. con se il suo immancabile libro di Sparks, di cui era follemente innamorata. Amava tutti i libri di Nicholas. La libreria della sua stanza era piena, ma per lei era come se non fossero abbastanza. Iris non leggeva i libri, no,  li divorava ed ogni volta finito un libro, quel senso di vuoto nello stomaco appariva prepotente come a dire "cosa farò io?". Ma a lei leggere le piaceva più di qualunque altra cosa, si rifugiava nel parco per ore senza mai stancarsi, anzi a volte non si accorgeva nemmeno di quanto facesse tardi, e tornava a casa con il buio, tanto che la mamma la sgridava ogni volta. Come anche questa volta, era rientrata a casa tardi.

«Iris ti pare questa l'ora di rientrare? Mi hai fatto prendere uno bello spavento »

Stessa solita scena.

«Mamma ho perso la cognizione del tempo leggendo, scusami, e poi non sono una bambina riesco a badare a me stessa, stai tranquilla. » disse Iris cercando di calmare la madre, estremamente preoccupata per lei. Infondo lei non era più una bambina, e infondo sua madre questo lo sapeva.

« La cena è quasi pronta. »

« Okay, vado solo a fare una doccia mi sento terribilmente stanca » 

« Okay, amore ti aspetto qua giù »

Iris salì velocemente le scale per poi avvicinarsi alla porta della sua camera, e aprirla. Prese il suo pigiama l'intimo e si chiuse nella doccia per una buona mezz'ora. Con quella doccia volva che, i suoi problemi, scivolassero via, come l'acqua sulla propria pelle. Perché era stanca di soffrire. Rimase immersa sotto il getto dell'acqua tiepida almeno fino a quando la madre la riscosse dai suoi pensieri, e in un battibaleno, si era cambiata e asciugata i capelli. Scese giù per cenare, ma vide il tavolo apparecchiato solo per due.

« Anche stavolta papà non torna a cena? »

« No, amore mi dispiace » così rispose la madre di Iris.                                     

« Fa niente, ormai ci ho fatto l'abitudine » disse cercando di mascherare quella punta di delusione ogni volta che vedeva, il posto occupato dal padre, sempre più spesso vuoto. Ma Marie, madre di Iris, se ne accorgeva tutte le volte. In fondo l'aveva portata in grembo nove mesi
Dentro di lei era triste. Era da tanto che la loro famiglia non si sedeva insieme per la cena, e a Iris mancava terribilmente, le mancava quando ridevano e scherzavano fino a sera tardi, quando poi il padre si accorgeva che era tardi, le mancano i suoi abbracci, le mancavano anche i baci sfuggenti dei suoi genitori, anche se aveva sempre avuto una faccia schifata. Ma ormai aveva più importanza? Iris non sapeva rispondersi a questa domanda. Finito di mangiare aiutò sua madre con i piatti e insieme si avviarono per le scale. E davanti alla sua stanza improvvisamente l'abbracciò perché per Marie, lei era come un petalo di una rosa, bello ma anche fragile. Perché Iris aveva proprio bisogno dell'abbraccio di sua madre in quel momento, ma si sentiva forte, decidendo che Jamie era il passato e lei doveva pensare ora al suo futuro.









Harry's corner.

SCUSATEMI!
Davvero non sono perdonabile per un ritardo del genere, ma davvero l'ispirazione era scomparsa ed oggi ha bussato di nuovo alla mia porta. Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se non vi ho ancora introdotto il personaggio di Harry, ma volevo ancora intravedere le varie sfaccettature di Iris. Spero che non ci siano molti errori, perché scrivendo con WordPad non me li da gli errori.  Poi che dire...
Ringrazio le persone che hanno recensito il capitolo scorso.
Ringrazio le persone che hanno inserito questa storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Ringrazio chi mi ha inserito tra gli autori preferiti, ossia quattordici se non ricordo male.
Ringrazio anche le/i lettrici o lettori silenziosi.
Il prologo ha avuto duecentosessantacinque visualizzazioni grazie mille!

Anche la mia vecchia One - Shot ha avuto ottocentonovantacinque visualizzazioni! CIOE' QUASI NOVECENTO. GRAZIEEEE!
vi lascio i miei link.

One - Shot / Rossa.

I hated my life but you change it.
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Un bacio,
Beatrice.




 



  

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