Loving him was red.

di Change_Your_Life_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Good bye London, welcome New York! ***
Capitolo 2: *** 1 The notice. ***
Capitolo 3: *** 2 Have you loved him yet? ***
Capitolo 4: *** 3 He was a part of me. ***
Capitolo 5: *** 4 I saw his eyes and my heart stopped of beathing. ***
Capitolo 6: *** 5 Like things never change. ***
Capitolo 7: *** 6 His words really hurt me. ***
Capitolo 8: *** 7 What I really need are these little things. ***



Capitolo 1
*** Good bye London, welcome New York! ***


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Prologo.

 
Quattro anni prima…

Stavo davvero facendo la cosa giusta?
Davvero andare via, era la cosa che avrebbe reso tutti felici?
Ero davvero pronta a lasciare tutto?
La mia famiglia, i miei amici… Harry.
Lui, la causa di tutta questa sofferenza, la causa delle farfalle dentro al mio stomaco, dei battiti accelerati del mio cuore, dei miei sorrisi, ma anche delle mie lacrime e dei sensi di colpa.
Amavo quel ragazzo e proprio per questo lo avrei dovuto lasciare andare, lasciare che stesse con mia sorella, lasciarlo alla sua vita precedente, quella in cui io non ero inclusa.
Ma lo volevo davvero?
No, certo che no, ma era la cosa più giusta da fare.
Non volevo che mia sorella venisse a scoprire ciò che era successo durante quest’anno, non adesso che mi aveva confessato che Harry era la sua vita e che lo amava.
Non sarei stata più la sorella che ti pugnalava alle spalle, quella egoista e traditrice, no, io volevo solo che mia sorella fosse felice.
La mia felicità?
Beh.. Quella era finita, quando mia sorella, per poco, non ci beccava.
Allora capii che quello che stavamo facendo, quello che provavamo, non era affatto giusto, soprattutto per le persone a cui tenevo.
Fortunatamente era arrivata questa proposta di lavoro negli Stati Uniti, a New York precisamente, e io, sapendo che, ormai, la mia vita lì, a Londra, fosse finita, non avevo perso tempo ad accettare.
I miei genitori avevano reagito bene, mia sorella era entusiasta, ma non voleva che me ne andassi e mio fratello..
Beh.. Lui, all’inizio, non aveva reagito molto bene.
Non voleva che me andassi, voleva che fossi felice e che affrontassi la situazione, ma io non ce la facevo proprio, soprattutto se significava vedere la delusione negli occhi dei miei genitori e le lacrime e l’odio in quelli di mia sorella.
Lui lo sapeva, tutti sapevamo che quest’amore avrebbe distrutto tutti, ma mi era stato lo stesso accanto.
Aveva capito che desideravo davvero andare via, cancellare i ricordi e ricominciare, anche se non sarebbe stato facile, io ci avrei provato.

Allora perché non mostravo lo stesso coraggio, nell’affrontare tutti e dichiarare il mio amore per Harry?
Come avevo già detto, la paura di perdere tutti coloro a cui volevo bene era stata più forte e mi aveva fatto prendere una scelta, che, molto probabilmente, avrebbe cambiato completamente la mia vita.
Ma era proprio questo ciò di cui avevo bisogno, un cambiamento.
E, nonostante fossi spaventata da morire, dovevo farlo, per me, per tutti.


L’unica reazione peggiore di tutte era stata quella di Harry.
Si era alzato da tavola, si era congedato, dicendo che doveva scappare, per un impegno urgente, e se ne era andato via, senza neanche guardarmi.
Mia sorella mi aveva chiesto scusa, dicendomi che non si era mai comportato così.
Lo conoscevo anche io, per dire che non solo era incazzato, era deluso, ma consapevole.
Sapeva che prima o poi me ne sarei andata, che non avrei retto più quella situazione.
Ma la cruda realtà era peggio di un pensiero, o di una paura.

Non ci eravamo più parlati, avevo avuto sue notizie solo tramite Louis.
Mi aveva detto che era distrutto, non voleva uscire di casa e non voleva vedere nessuno.

E in quel momento, a una settimana da quel giorno, lui non si era ancora fatto sentire.
Ed io, che tra mezzora sarei partita, speravo ancora che si facesse vivo all’improvviso, correndo verso di me e dicendomi qualsiasi cosa, per farmi capire che mi amava.
Mio fratello, seduto accanto a Lucy, la mia migliore amica da sempre, mio guardò, sbuffando.
-Ti vuoi fermare, adesso? Mi stai facendo girare la testa!-
-Scusa, se sono nervosa, ma è un viaggio lungo e non so cosa aspettarmi.-
Lui alzò un sopracciglio, guardandomi con un’espressione che la diceva lunga.
-Sei sicura che è per questo, che tu sei nervosa?-
Lo guardai male, fermandomi davanti a lui.
-Sai, Lou, mi sto pentendo di averti permesso di venire qui, oggi.-
Lui alzò gli occhi al cielo, sbuffando di nuovo.
Diciamo che avevo chiesto a tutti di rimanere a casa, se no sarebbe stato più difficile andare via e salutare tutti.
Avevo permesso di venire solo a Louis e a Lucy, perché mi erano sempre stati accanto e avevo bisogno solo di loro, in quel momento.
Almeno, se avessi imprecato contro Harry, loro non si sarebbe straniti e chiesti il perchè.
Lucy mi sorrise e si alzò, mettendomi una mano sulla spalla.
-Tranquilla, ok? Lui sa a che ora parti, vedrai che tra poco entrerà da quella porta e ti dirà che ti ama.-
-No, Lù, lui non verrà, ce l’ha con me e non lo posso biasimare, ha ragione, sono io quella che sta scappando da tutti e da tutto, solo perché ha paura di affrontare la realtà, di dire alla sua famiglia: “Scusate tutti, ma mi sono innamorata di Harry, lo so che è sbagliato, ma è successo!”.-
Mentre parlavo, scuotevo in continuazione le mani, facendo innervosire sempre di più mio fratello.
Si alzò e fece cenno a Lucy di sedersi.
-Senti, adesso mi ascolti e non fiati finché non finisco, chiaro?-
Annuii, guardandolo confusa per quel tono duro.
-Harry ti ama, l’unica cosa che vuole è vederti felice e sa che con questo viaggio tutto potrebbe cambiare, allontanandovi definitivamente.
Ma vuole che tu vada, perché sarebbe troppo egoista da parte sua tenerti qua, contro la tua volontà.
E come te lui ha paura. Paura, di deludere tutti, compresa Alex, ma soprattutto di deludere te, ma ha più paura di perderti, Spens.
Sei la prima ragazza che abbia mai amato e con te è felice, ma farebbe carte false, solo per vedere te felice.-
I miei occhi erano completamente pieni di lacrime.
Lacrime che avevo trattenuto sino ad allora.
-Quindi, adesso ti calmi e cerchi di capire anche che per lui non è affatto facile..-

Quelle parole mi avevano sconvolta del tutto, perché anche io volevo solo la felicità di Harry e stavo facendo ciò, per fargli dimenticare di me, per fargli riprendere tutto da capo, senza di me.
Louis mi strinse a sé e io affondai la testa nella sua spalla, mentre tutta la forza e il coraggio, che avevo “avuto” fino a quel momento, scomparvero.

-Si avvisano i gentili signori, che il volo diretto a New York, decollerà tra 15 minuti, quindi si pregano i passeggeri di raggiungere il gate indicato. Grazie.-

La voce dell’Hostess ci riportò alla realtà.
Presi un respiro, capendo che lui non sarebbe venuto.
Louis prese una delle valige e l’altra la prese Lucy, che con l’altra mano prese la mia.
Le sorrisi leggermente, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Arrivammo al check-in e, prima di mettermi in fila, abbracciai di nuovo mio fratello.
-Ciao Lou, mi mancherai tanto, fratellone.-
-Anche tu, piccola peste, non sai quanto.-
Sorrisi tra le lacrime, staccandomi lentamente da lui.
Mi avvicinai a Lucy, che era in lacrime.
Mi abbracciò di scatto, stringendomi forte.
-Promettimi che mi chiamerai e che non ti scorderai della tua migliore amica.-
-Promesso, Lulù, ma, mi raccomando, non dimenticarmi neanche tu.-
Annuì, tirando sù col naso.
-Sicura che non vuoi aspettare altri due minuti?- Mi sussurrò all’orecchio.
Scossi la testa, lasciandola andare.
Lei mi prese la mano e annuì, comprensiva.
Strinsi anche la mano di mio fratello e sorrisi, cercando di non piangere ulteriormente.
-Vi voglio bene..-
Un “anche io” uscì dalle loro bocche, accompagnato da un piccolo sorriso.
Mi girai definitivamente, prendendo le valige.
Passai il check-in e mi diressi al gate, non prima di essermi girata un’ultima volta.
Vidi i due sorridermi, mentre Lucy piangeva, sulla spalla di mio fratello, e lui che cercava di non farlo.
Sorrisi anche io e li salutai con la mano.
Mi rigirai, consapevole che non li avrei rivisti per molto tempo.
Attraversai l’uscita, pronta, o almeno speravo di esserlo, per quella nuova vita che mi aspettava.
Cambiamenti, nuove avventure e soprattutto felicità, era questo quello che avrei voluto per la mia nuova vita.
Non lo avrei più rivisto, di questo ero sicura.
Mi sarebbe mancato?
Più dell’aria, ma era la cosa giusta, si, lo era.





Ehi, ragazze, ecco che ho pubblicato il prologo delle storia! :D
Spero vi piaccia e soprattutto che lasciate una recensione, anche piccolissia, ci tengo davvero! :D
Che dire, spero che continuiate a seguirmi in questa nuova pazzia! xD ;)
Infine, a tutte coloro che seguono "One more Night", il capitolo è quasi pronto e penso che oggi riuscirò a finirlo, spero, quindi presto aggiornerò! *-*
Bene, adesso vi lascio! :D
Ringrazio ancora
__infinity
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Adesso vi lascio..
Baci&Abbracci,
Mary ♥






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Spencer.

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Capitolo 2
*** 1 The notice. ***



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1. The notice.

 

 


Quattro anni dopo…

Ero appena tornata a casa dalla mia solita corsa mattutina a Central Park.
Mi piaceva correre e da quando ero a New York avevo approfittato del fatto di abitare vicino a grandi parchi e ogni mattina mi facevo una mezzoretta di corsa, così per rilassarmi, prima di andare a lavoro.
Entrai nel mio appartamento, posando il telefono e le chiavi sul bancone della cucina.
Aprii il frigo e presi una bella bottiglia d’acqua gelata.
In seguito mi avviai in bagno, pronta per una bella doccia, e come al solito accesi lo stereo.
Subito partì la voce di Demi Lovato con “Heart Attack”.
Adoravo quella canzone, soprattutto per il significato.
Diciamo che un po’ tutte le canzoni della Lovato mi piacevano, forse perché alcune mi rappresentavano.
La adoravo, quella ragazza aveva avuto talmente tante batoste dalla vita, che sarebbe potuta crollare definitivamente da un momento all’altro, ma era sempre rimasta forte e aveva un coraggio e una forza incredibile, un po’ quella che io non avevo mai avuto.

Dopo qualche minuto, accompagnato dalle altre canzoni che si susseguivano, uscii dal box e, dopo essermi asciugata, mi vestii velocemente.
Corsi velocemente verso l’uscita del mio appartamento, cercando contemporaneamente di mettere i tacchi e prendere le chiavi e la borsa.
Come al solito ero in ritardo e se non mi fossi sbrigata, avrei avuto l’ennesimo richiamo dal mio capo.
Fermai il primo taxi che trovai e mi feci portare alla 5th Avenue.
Arrivai in poco tempo e, dopo aver pagato il tassista, entrai nel grande edificio di fronte a me.
Sospirai sollevata, capendo di non essere arrivata in ritardo, almeno quel giorno. Poggiai le mani sulle ginocchia e ripresi fiato.
-Spencer!-
La voce inconfondibile del mio migliore amico mi distrasse dai miei pensieri e alzai subito lo sguardo verso di lui.
-Zayn!- Esclamai, prima di abbracciarlo.
Il suo sorriso scomparve subito, mostrando un’espressione pensierosa e allo stesso tempo preoccupata. Io lo guardai confusa e lui non tardò a darmi spiegazioni.
-Ha chiamato tua sorella…-
Sbiancai di colpo e capii il motivo della sua preoccupazione.
Non mi chiamava, ormai, da un paio di mesi.
Non ci sentivamo spesso, ma se lo aveva fatto, allora c’era qualcosa sotto.
-Ha detto che deve dirti una cosa importante e che vuole essere richiamata al più presto.-
Appunto.
Quelle parole non mi piacquero per niente, perché se centrava mia sorella, centrava pure lui.
Quindi, di qualsiasi cosa mi avrebbe dovuto parlare, probabilmente avrebbe reso il mio umore pessimo.
Non parlavamo più come una volta, mi dispiaceva e tanto anche, ma non avrei saputo cosa dirle.
Di mentirle non potevo, perché era pur sempre mia sorella e l’avrebbe capito, ma non potevo dicerto, neanche, dirle la verità.
Così mi ero sempre limitata a dirle come stavo e come andava il lavoro, e lei faceva altrettanto.

Annuii distrattamente al mio migliore amico, ma lui sembrava non volermi mollare.
Alzai lo sguardo dai fogli, che stavo guardando, e mi concentrai su di lui.
-Senti, Spency.- Lo guardai subito male, perché sapeva quanto odiassi quel soprannome, che lui mi aveva affibbiato. –Lo so che non vorresti sentirti dire le solite cose, ovvero che stanno bene e che sono super innamorati, ma è tua sorella, o forse l’hai dimenticato?
Lei non sa niente di quello che è successo e per ogni cosa c’è sempre stata per te, come tu per lei, e tu adesso, che lei potrebbe avere bisogno di te, non vuoi chiamarla e parlarle?-
Odiavo quando aveva ragione, era una sua dote ed era anche per questo che era il mio migliore amico. Mi capiva sempre, sapeva ogni cosa e soprattutto era stato l’unico a seguirmi in quella pazzia chiamata “Come dimenticare il ragazzo di tua sorella”.

Era la prima persona che avevo conosciuto lì a New York, all’inizio ci aveva addirittura provato con me, ma, quando aveva visto che non ero minimante interessata e che avevo alle spalle una storia molto complicata, aveva accettato di diventare mio amico.
Il nostro era un rapporto molto speciale, ci dicevamo ogni cosa, ma passavamo il tempo come se fossimo due pazzi.
Facevamo sempre le cose più stravaganti e divertenti, nonostante avessimo entrambi superato i vent’anni già da un po’.
Ci piaceva essere degli spirti liberi e in questo andavamo perfettamente d’accordo.
Ma non mancavano le liti, i momenti in cui non potevamo completamente vederci, ma, poi, tutto finiva con un abbraccio e una serata passata a vedere film e a mangiare pizza e caramelle.
Era davvero l’amico perfetto.

Lo guardai negli occhi e trovai, ancora una volta, appiglio nei suoi profondi occhi color cioccolato.
Annuii anche sta volta, abbassando lo sguardo.
Un attimo dopo, mi sentii stringere e capii che ci sarebbe sempre stato, mi avrebbe supportata, sempre e comunque.
Lui mi aveva accettata con tutti i miei difetti, con le mie stranezze e io ero grata a chiunque mi avesse mandato una persona così.

-La vuoi chiamare ora?-
Scossi la testa, non era di certo il momento adatto per chiamare mia sorella e poi avevamo ancora un sacco di lavoro da fare.
-No, adesso dobbiamo lavorare, ma alla fine del turno la chiamerò, ok?-
Lui annuì, sorridendomi.
Lo presi sottobraccio e ci avviammo verso il mio ufficio, dove ci aspettava una lunga e stancante giornata di lavoro.

Quando arrivammo nel mio ufficio, vidi già Niall, Jamie, Carlos, Elisabeth e Abby a lavoro sul nostro ultimo progetto.
-Ehi ragazzi!- Esclamò Zayn, salutando tutti e mettendo una mano sulla spalla di Niall.
Quest’ultimo mi sorrise raggiante. Io ricambiai.
Niall era il tipo di ragazzo che non smetteva mai di sorridere, pensava sempre positivo ed era la persona più dolce che conoscessi.
Eravamo amici da quando lavoravo qua e Zayn me lo aveva presentato.
Andavo piuttosto d’accordo con ognuno di loro.
-Allora, a che punto siamo con il fumetto?-
-A buon punto, capo!- Esclamò Niall.
-Allora iniziamo!- Sorrisi a tutti.
Facevamo parte di una delle più famose case editrici di fumetti.
Io, insieme a Jamie e Carlos, ero la responsabile delle storie, Zayn ed Elisabeth si occupavano dei disegni e delle vignette, mentre Niall ed Abby della pubblicazione e delle varie promozioni.
Eravamo un bel gruppo e soprattutto eravamo molto uniti.
In quel periodo, stavamo lavorando ad una storia Manga, totalmente inventata da me.

Tutti ricambiarono il mio sorriso e cominciammo subito a lavorare.


***



Erano le nove di sera e stavo aspettando che Zayn e Niall arrivassero con due mega pizze.
Io ed Abby stavamo parlando della chiamata di mia sorella e anche lei era un tantino sorpresa e confusa.
-Secondo te, cosa vuole dirti di così importante?-
Spostai lo sguardo dalla Tv a lei e scrollai le spalle.
-Non lo so, sinceramente. Ma sicuramente centrerà lui e io non ho molta voglia di sentirle dire ancora una volta che le cose con lui vanno abbastanza bene e che si amano alla follia. Non che mi dia fastidio, ma non è lo stesso facile per me.-
Vidi che la mia amica mi sorrise leggermente, prima di abbracciarmi.
Abby era una ragazza fantastica, dolce e soprattutto comprensiva.
Quando Lucy non poteva parlare con me, Abby era sempre pronta ad ascoltarmi e darmi qualche consiglio.
Di certo non la consideravo la “seconda scelta”, no, lei era una mia amica e le volevo davvero bene.
Una cosa di Abby che sapevo solo io?
La sua enorme cotta per Niall, che, tra l’altro, era a sua volta innamorato di lei.
Ma avevano troppa paura di rovinare la loro amicizia e di non essere ricambiati, quindi si limitavano a nascondere tutto.
Mi ricordai che anche io ed Harry eravamo così all’inizio, ma noi non volevamo ammettere i nostri sentimenti, o almeno io non volevo farlo, per paura di far soffrire mia sorella.

A risvegliarmi dai miei pensieri, fu il suono insistente del campanello, che faceva ben capire chi ci fosse dall’altra parte.
Abby scosse la testa, divertita, e andò ad aprire, ma divenne subito rossa quando davanti le si presentò Niall, anche lui rosso come un peperone, non appena si accorse di chi aveva davanti.
Zayn venne subito da me e mi abbracciò, sorridendomi.
Io ricambiai la stretta e risi, vedendo che quei due erano ancora impalati davanti la porta, con gli occhi incollati l’una in quelli dell’altro.
-Ehi, Niall! Vuoi entrare, o restare a farle la radiografia?-
Diedi una gomitata a Zayn nello stomaco e gli tappai la bocca.
I due arrossirono, se fosse possibile, ancora di più.
Io risi e con me Zayn, poi insieme portammo le pizze in cucina.
Cominciai a tagliarle, sentendo, però, lo sguardo di Zayn puntato su di me.
Sbuffai, sapendo già cosa voleva sapere.
-No, non l’ho ancora chiamata, ok?-
Lui alzò gli al cielo, scuotendo la testa.
Sospirai, posando il coltello sul tavolo e poggiando le mani su di esso.
-Ma lo farò dopo cena, così ci sarete anche voi e sarò in grado di fare una conversazione con lei, senza paura di dirle qualcosa, o di chiederle qualcosa di indiscreto, ok?-
Lui annuì, sorridendomi leggermente, e continuò a tagliare la sua pizza.
Mi conosceva bene e sapeva che quando dicevo una cosa, era impossibile farmi cambiare idea, soprattutto se si trattava di un argomento così importante e delicato.

Una volta che finimmo di tagliarle tutte, ci mettemmo sul divano, insieme ai due, che sembravano essersi ripresi, e cominciammo a ridere e a parlare di cose senza senso.
-Niall, m-ma come hai f-fatto?-
-Amico, fattelo dire, sei proprio un’idiota quando ti ci metti!-
-Che ne potevo sapere io, che quella vecchietta non volesse essere aiutata, il mio era solo un gesto altruistico!-
L’ennesima brutta figura di Niall, che, come al solito, ci stava facendo morire dalle risate.
Ma almeno quella volta non era stata colpa sua.
Ad un tratto, ad interrompere le nostre sane risate, fu la suoneria del mio cellulare.
Io spostai lo sguardo verso di esso e vidi sullo schermo apparire la foto di mia sorella.
Deglutii pesantemente, prima di prendere l’oggetto tra le mani.
I ragazzi mi sorrisero e mi fecero cenno di rispondere, poi Zayn si sedette in ginocchio accanto a me e mi prese la mano.
Ammaccai il tasto verde e attesi di sentire la voce squillante e cristallina di mia sorella.
-Ehi, sorellona!-
Era allegra, anche fin troppo.
-Ciao, Alex.-
Avevo assunto una voce normale e avevo cercato di nascondere il fatto che avessi paura di una qualsiasi notizia.
-Cosa volevi dirmi di così importante, da chiamare persino in ufficio?-
La sentii sospirare, prima di dire quelle parole che non mi aspettavo proprio, ma che fecero spezzare il mio cuore in due, di nuovo.
Sentii la testa girarmi e le mani diventare sudate, il cuore non batteva più e gli occhi pizzicavano.
Zayn mi guardò preoccupato e confuso, così come Abby e Niall.
Il telefono mi era crollato dalle mani, così come tutto il mio mondo.

-Io e Harry ci sposiamo tra tre mesi.-






Eccomi, ho aggiornato subito, dato che il capitolo era già pronto!
Per tutte le lettrici di "One more night" ho un avviso: ultimamente non ho molta ispirazione e penso di fermarmi per un pò, continuando a pubblicare questa storia, ma non preoccupatevi, non appena l'ispirazioen tornerà, aggiornerò! :D
Ringrazio le 9 persone che hanno recensito lo scorso capitolo, davvero, non mi aspettavo tutte queste recensioni! :)
Passando al capitolo, qui avete visto un pò come è la vita di Spencer da quando è partita e poi arriva la notizia shock e nei prossimi capitoli vedrete lo svolgersi della storia! :D
Che mi dite di Abby? Vi piace?
Grazie ancora a tutte, davvero! :3
Alla prossima, Mary! *-*




Abby:

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Capitolo 3
*** 2 Have you loved him yet? ***


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2. Have you loved him yet?




Erano passati due giorni, da quando mia sorella mi aveva dato la notizia del suo matrimonio.
Io ero rimasta per tutti e due i giorni chiusa in casa, senza rispondere alle chiamate o ai messaggi dei ragazzi, che erano molto preoccupati per me.
Avevo persino ignorato quelle di Lucy, che, avendo saputo la notizia, aveva cercato in tutti i modi contattarmi.
 
Quando Zayn, quella sera, mi aveva abbracciata, io non avevo pianto, avevo fatto di tutto per trattenermi e lo avevo fatto fino ad ora.
Non ci riuscivo proprio, era più forte di me; ormai di lacrime, per lui, ne avevo versate fin troppe.
Ma, soprattutto, non volermi mostrami fragile ancora una volta.
Ero stanca di essere sempre la solita Spencer, quella ragazza sensibile, che, sfortunatamente, aveva scelto di amare il ragazzo sbagliato.
Non avevo neanche richiamato mia sorella, lei voleva sapere se ci fossi andata e so che ci teneva, ero sua sorella, infondo.
Le avevo solo detto, dopo essermi ripresa, che ci avrei pensato.
 
Infondo mi avrebbe potuta capire benissimo, data la grande distanza e il fatto che qui avessi un lavoro molto importante.
Ma io non riuscivo a pensare razionalmente e, soprattutto, senza che i sentimenti si mettessero di mezzo, perché, anche se avevo dimenticato Harry, una parte di me, probabilmente molto piccola, sarebbe sempre stata legata a lui.
E vederli felici, con le fedi al dito, non era di certo un grande piacere, soprattutto se uno dei due era stato il tuo primo amore.
Ma non dovevo essere egoista, era di mia sorella che stavo parlando, non di una persona qualsiasi, e, anche se non si meritava una sorella come me, io ci sarei sempre stata per lei.
 
Così, quella mattina, dopo una corsetta, che mi aveva dato un bel po’ di grinta, decisi di andare a lavoro e dopo avrei chiamato mia sorella.
Per prima cosa, non appena rientrai in casa e dopo essermi fatta una bella doccia, chiamai Lucy, avevo bisogno di parlare con lei.
 
-Ehi, Spens, che ti è successo? Sono stata così in ansia, mi hai fatta preoccupare! Non rispondevi al telefono, stavo quasi per chiamare l’FBI!-
Sentivo nella sua voce davvero molta preoccupazione.
Per poco non scoppiai a ridere, ma così l’avrei fatta solo innervosire di più.
-Scusa davvero, Lucy, ma puoi intuire che non stati di certo due giorni fantastici per me.- Il mio sarcasmo era davvero palpabile anche a quella grande distanza e, soprattutto, per telefono: infatti la sentii sospirare. –Lo so, proprio per questo sarei voluta essere lì con te, mi dispiace di non esserci sempre, quando hai bisogno di me..-
Sentii subito il suo tono dispiaciuto, ma io sapevo che lei non aveva nessuna colpa, io le volevo bene, anche se a dividerci fossero stati miliardi di km, o un intero continente.
-Lucy, tu non hai colpe, hai capito? Tu ci sei sempre per me, come io ci sono per te. Anche se non abitiamo più così vicine, non vuol dire mica che il bene che ci vogliamo sia diminuito, o scomparso. Siamo sempre noi, Spens e Lulù.- La sentii sorridere e continuai. -Le due ragazzine, che, a dodici anni, hanno tinto i capelli di Louis di azzurro e arancione!-
Sentii la sua risata cristallina e io mi unii a lei, sentendomi subito meglio.
-E come dimenticarselo?- Cominciò, cercando di non ridere. -Tuo fratello ci ha perseguitato per almeno una settimana, minacciandoci in tutti i modi, ma noi eravamo più furbe, non è vero Spens?-
Risi. –Ovvio, Lulù.-
-Ahhhh! Quanto mi era mancato sentirmi chiamare così da te, nessuno lo fa più, forse perché sono io a non permetterlo.-
Sorrisi e sentii il mio cuore riempirsi di gioia.
-Sai, anche se, ormai, qui tutti mi chiamano “Spens”, sentirlo dire dalla mia migliore amica è sempre un’altra cosa.-
Sentii un suo “Aww” e fece finta di asciugarsi una lacrima.
Era sempre stato così il nostro rapporto, le risate erano la chiave delle nostre chiacchierate e non c’era minuto, o secondo, in cui una non facesse sorridere l’altra.
-Tornando serie, cosa hai intenzione di fare adesso?-
Sapevo che prima o poi ne avremmo dovuto parlare e io, adesso che avevo parlato un po’ con lei, mi sentivo molto meglio.
-Credo che la chiamerò e probabilmente verrò lì per il matrimonio.-
La mia voce era decisa e io volevo davvero esserlo, ma non era così.
Lei lo capì, ma non disse nulla. -Per qualsiasi cosa, io sono qua, lo sai, vero?-
Accennai ad un sorriso. –Certo e io pure… Ti voglio bene, Lulù.-
-Anche io, Spens, ci sentiamo presto!-
Ci salutammo e staccai.
Mi aveva fatto davvero bene parlare con lei, mi conosceva bene e sapeva sempre cosa dire, diciamo che era sempre stato un suo dono.
 
Guardai bene l’orologio e capii che, se non mi fossi sbrigata, sarei arrivata in ritardo.
Mi vestii velocemente e uscii di casa.
Arrivai in ufficio in perfetto orario, chissà come, e mi diressi direttamente nel mio ufficio.
Non avevo ancora visto Zayn o Niall, ma vidi subito il volto di Abby, che, non appena mi vide, sorrise preoccupata e mi corse incontro, abbracciandomi stretta a sé.
-Come ti senti?-
Abby era sempre stata una ragazza dolcissima e molto comprensiva, ma, quando si ci metteva, diventava la persona più determinata e testarda del mondo.
-Un po’ meglio…-
Lei accennò ad un sorriso e mi accompagnò nel mio ufficio, dove tutti mi aspettavano con il sorriso sulle labbra.
Niall mi abbracciò subito, dicendomi che tutto sarebbe andato bene.
Zayn, invece, all’inizio fece finta di niente, ma poi lo vidi sciogliersi e corse ad abbracciarmi.
-Non sai quanto mi hai fatto preoccupare, non farlo più, ok?-
Nei suoi occhi leggevo tanta di quella preoccupazione, che per poco non scoppiai a piangere.
Annuii semplicemente, stringendomi tra le sue braccia muscolose.
Non appena ci staccammo, mi diedi una scossa e, con un sorriso, incominciai a lavorare.
 
Mentre io e Carlos eravamo impegnati a riscrivere una battuta per il fumetto, il mio telefono prese a squillare.
Lo presi svogliatamente, mentre il ragazzo accanto a me rise per la mia espressione seccata.
Gli feci la linguaccia e guardai chi mi chiamava.
Era il momento di chiarire alcune cose, così risposi alla chiamata di mia sorella Alex.
-Ehi Alex..-
-Sorellona, allora, vieni?- Nella sua voce c’era emozione, ma era mia sorella e riuscii subito a percepire l’ansia.
Vedendomi in ansia, Zayn, Abby e Niall mi vennero vicino.
Presi un respiro profondo, sentendo quel gran peso che, da due giorni a quella parte, mi opprimeva il cuore.
-Si, vengo.-
Sentii un sospiro di sollievo da parte sua, ma poi allontanai il telefono per via delle sue grida.
-Perfetto, adesso, si, che mi sento meglio! Sono così contenta che tu venga, Spens!-
Io feci un piccolo sorriso.
Ma poi ripensai che da sola non c’è l’avrei mai fatta, avevo bisogno dei miei amici.
-Sorellina, posso chiederti una cosa?-
-Dimmi…-
Tutti mi guardarono confusi, attendendo una mia risposta.
-Possono venire anche dei miei amici?-
Zayn spalancò la bocca, Abby si mise le mani davanti la bocca, ma sorrise, mentre Niall. Beh.. Niall aveva una faccia a dir poco strana.
Se prima c’era sorpresa, poi venne un mix tra felicità ed emozione.
Per poco non scoppiai a ridere, ma ci pensò mia sorella a fermarmi.
-Certo, qualche persona in più non fa mai male.. Devi solo dirmi quanti sono, così mi organizzo.-
Sospirai sollevata e continuai a parlare con lei di tutti i dettagli della partenza.
 
-Bene.. Allora ci sentiamo tra due settimane, certo.. Anche io, un bacio.-
Attaccai il telefono e subito venni travolta dalle braccia di Abby e di Niall.
-Okey, ragazzi, capisco che l’idea vi entusiasmi molto, ma così mi strozzate!-
Zayn rise e scosse la testa, spostandomi di dosso il biondo.
Abby rimase al mio fianco, sorridendomi.
-Zayn, tu vieni, vero?-
La mia faccia da cucciolo era inimitabile e Zayn non riusciva mai a resistere.
Alzò gli occhi al cielo, abbracciandomi. -Non ti avrei mai lasciata sola, Spency!-
Io risi e lo spintonai, facendolo ridere insieme agli altri due.
-Quando si parte?- Mi chiese la mia amica, continuando a sorridere.
-Tra due settimane circa.-
Loro sorrisero e iniziarono a parlare del viaggio e di tutto il resto.
Io mi poggiai sulla finestra del mio ufficio, che dava direttamente su Central Park.
Da adesso le cose sarebbero cambiate e, dopo cinque anni, io sarei ritornata nella mia amata Londra.
Tra due settimane avrei rivisto i miei genitori, i miei fratelli, Lucy e anche lui.
Sospirai e cercai di cancellare il pensiero, almeno per quelle due settimane meno ci avrei pensato e meglio sarebbe stato per me e per la mia salute mentale e fisica.
 

***

 
La sera arrivai a casa esausta e non ci misi molto a buttarmi sul letto, con ancora addosso i vestiti.
Ad un tratto, come era successo la mattina, il mio telefono prese a squillare.
Se fosse stata di nuovo mia sorella, avrei iniziato a gridare.
Quando, però, vidi il nome del mittente, un sorriso apparve sul mio volto.
Risposi subito. –Fratellone!- Gridai a gran voce, facendolo lamentare per il forte rumore.
-Ciao anche a te, sorellina. Sai che adesso dovrò andare da Ampliphon, per uno di quei cosi per l’orecchio, vero?-
Lui e il suo solito sarcasmo. Dire che mi erano mancati, era dire poco.
-Comunque, penso che tu sappia già la novità, no?-
-Si, Alex mi ha già chiamata…- Sospirai e lui mi sentì.
-Mi dispiace, sorellina. Ma sapevi anche tu che prima o poi sarebbe successo.-
I miei occhi iniziarono a farsi lucidi, ma risposi comunque.
-Lo so, Lou, ma non mi aspettavo così presto…- Un singhiozzo gli fece intuire che stavo veramente male.
-Oh sorellina, non sai quanto vorrei essere lì con te, ma presto ci rivedremo e ti prometto che staremo sempre insieme, ok?-
Un piccolo sorriso apparve sul mio viso e mi chiesi come riuscisse  sempre a farmi sentire un po’ meglio.
-Certo, Lou.-
Lo sentii sospirare pesantemente dall’altra parte e mi incuriosii.
-Devi dirmi qualcosa, Lou?-
-No, perché?- Aveva usato la sua voce acuta, ovvero quella che aveva quando mentiva.
-Louis William Tomlinson, dimmi subito cosa c’è che non va!-
Lui borbottò qualcosa, probabilmente perché lo avevo chiamato con il suo nome intero, ma non me ne importava più di tanto.
-Non mi ucciderai dopo, per quello che ti sto per chiedere, vero?-
-Louis, per quale motivo ti dovrei uccidere? Che hai combinato?-
-Lo ami ancora?-
Quella domanda mi lasciò spiazzata. Per poco non mi cadde il telefono dalle mani.
Lui sapeva tutto, sapeva di Harry e me, era lui che ci aveva aiutati a nasconderci, era stato lui il primo a capire quello che provavamo.
Era sempre stato il nostro salvatore, mio fratello e il suo migliore amico. Chi meglio di lui?
Il punto, in quel momento, era cosa gli avrei risposto? Amavo ancora Harry?
No.
Forse.
Beh…
No!
-No, Lou, non lo amo più.-
Dall’altra parte sentii solo un piccolo rumore in lontananza e il sospiro di mio fratello.







Sad I had dirty mouth (I got a dirty mouth(, but she kissed me like she meant it! ;)

Eccomi qui! :D
Mi scuso per il ritardo, ma ultimamente sono stata, praticamente, ogni giorno fuori casa e il tempo per aggiornare era poco, anzi, direi pochissimo!
Ma oggi mi sono messa d'impegno ed ecco qui il nuovo capitolo! :)
Spero che vi piaccia, diciamo che non è che mi convinca molto, ma spero che voi mi diate qualche parere! :D
Ecco che conoscete un altro pò Lucy, la sua migliore amica! :)
Spencer ha accettato di andare a Londra, a patto che anche i suoi amici vadano con lei! Voi che dite? Come andrà, una volta arrivata lì?
E che dire della conversazione con Louis? Ovviamente non poteva mancare il suo sarcasmo, ma rimane sempre un fratello eccezionale e io non posso fare a meno di dargli questa "parte"! ^.^
Grazie mille, di cuore, a tutte colore che hanno recensito la storia e l'hanno aggiunta tra le preferite/seguite/ricordate! :)
Vi adoro!
Avete visto i ragazzi ai Teen Choice Awards? Oddio! Io ero emozionata e non ho fatto che saltare per tutto il giorno, soprattutto perché hanno vinto tutti i premi! *-*
Sono sempre più orgogliosa di loro, veramente! :'D
Comunque, adesso non vi annoio più! u.u
Alla prossima e grazie ancora! :D
Baci&Abbracci,
Mary! :)



Lucy:

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E non potevo non mettere questa gif! ^-^

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Capitolo 4
*** 3 He was a part of me. ***


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3. He was a part of me.




Il giorno in cui avevo parlato con mia sorella, avevo chiamato anche Lucy, avvertendola della mia partenza.
Lei mi aveva detto di stare tranquilla e che tutto sarebbe andato per il verso giusto, ma lei lo sapeva meglio di me che le cose non sarebbero andate proprio così.
Però mi rallegrava sapere che da lì a poco avrei rivisto la mia migliore amica e  la mia famiglia, mi erano mancati tutti in una maniera assurda.
 
Avevo, comunque, una strana sensazione e non era di certo positiva.
Ma come sarebbe potuta essere diversamente, se il ragazzo con cui si stava per sposare tua sorella, era anche il ragazzo di cui eri stata perdutamente innamorata per quasi un anno?
Sbuffai, appoggiandomi allo schienale del divano, mettendomi un cuscino sulla faccia e imprecando in chissà quale lingua la mia maledetta boccaccia e il senso fraterno.
Se fossi stata più menefreghista, avrei subito detto di no, ma soprattutto non mi sarebbe importato più di tanto quello che avrebbero pensato gli altri, soprattutto mia sorella.
Ma ero fatta così. Ero troppo buona e dire di no alle persone mi riusciva molto difficile, ancora di più se si trattava di qualcuno a cui tenevo.
 
Mi ricomposi quando sentii il campanello suonare, segno che i miei amici mi erano venuti a prendere.
Chiusi tutta la casa, a New York non si sapeva mai, e chiamai Zayn, che la sera prima aveva dormito da me, dicendogli di uscire dal bagno.
Lui e il suo maledettissimo ciuffo, pensai.
 
Un attimo dopo uscì dal bagno tutto sorridente e mi diede una bacio sulla guancia, prima di prendere la sua valigia e il borsone che si portava sempre dietro.
Cosa c’era dentro? Beh.. Questo lo sapeva solo lui.
Ma avrei scommesso il mio stipendio, che dentro c’erano prodotti per capelli.
Sorrisi, scuotendo la testa. Presi anche io le mie valigie ed e chiusi la porta.
Scendemmo  con l’ascensore, che stranamente quel giorno funzionava, e, una volta arrivati, salimmo nella macchina di Niall.
Salutammo lui ed Abby e il biondo partì.
 
Arrivammo in aeroporto in tempo per fare il check-in e prendere i nostri posti sull’aereo.
Io avevo il posto vicino al finestrino, ma non ci misi molto a convincere Zayn a fare cambio.
Soffrivo di vertigini sin da piccola e dicerto guardare il basso da un aereo non era affatto piacevole.
Niall ed Abby si erano seduti dietro di noi e chiacchieravano animatamente sul viaggio.
Erano sicuramente molto più contenti di me per questo viaggio e non potevo di certo biasimarli.
Abby non era mai stata in Inghilterra, ma mi aveva sempre detto di volerci andare un giorno.
Mentre Niall veniva dall’Irlanda e quindi un po’ la conosceva, ma per lui era sempre una grande emozione ritornarci.
Zayn, invece, sembrava quello più tranquillo fra tutti.
Stava ascoltando la musica, mentre guardava il panorama.
Non volli disturbarlo, così decisi di riprendere le ore di sonno che avevo perso la notte precedente, a causa dell’insonnia pre-partenza.
 
 

***

 
 
Venni svegliata da qualcuno che mi stava scuotendo in un modo dolce.
Aprii gli occhi e vidi davanti a me Abby, che mi sorrideva emozionata.
Mi disse che non aveva resistito a svegliarmi, quando aveva visto Londra in lontananza.
Io le sorrisi, dicendole di non preoccuparsi. E, infondo, la capivo, Londra era davvero fantastica.
Appoggiai la testa sulla spalla del mio migliore amico e lui mi sorrise, mettendo un braccio intorno alle mie spalle.
Ricambiai il sorriso e mi immersi nel paesaggio che si vedeva dal finestrino. Erano passati, ormai, quattro anni da quando ero andata via da Londra ed era impossibile, per me, pensare che, da un momento all’altro, sarei ritornata a casa, avrei rivisto mio padre, mia madre, mio fratello e mia sorella, i miei amici, ma l’unica persona che non volevo proprio rivedere era lui.
Ero andata via proprio per questo, per non vederlo più, per non rivedere i suoi occhi smeraldini che mi fissavano intensamente, le sue grandi mani che si poggiavano delicatamente e possessivamente sui miei fianchi e le sue labbra che si univano perfettamente con le mie.
Non volevo vedere mia sorella soffrire a causa mia, lei era il mio punto di riferimento, la mia guida, e io non potevo portarle via il ragazzo che amava.
 
Vidi farsi, sotto di noi, sempre più vicini i grandi palazzi di Londra.
Quanto mi era mancata la mia città, ogni sua singola strada, ogni singolo negozio, ogni giornata trascorsa con Lucy e la sua grande passione per lo shopping.
Ricordavo mio fratello e tutte le volte che mi aveva portata al London Eye, oppure le mille scorpacciate che ci facevamo io e mia sorella da Starbucks. Ogni singolo momento era ancora impresso nella mia mente, come se non se ne volesse andare via.
O, forse, ero io quella che non ero pronta a lasciar andare via tutto, ma questi dubbi li avevo avuti anche prima di partire e adesso ero una persona nuova, avevo dimenticato tutto ciò che mi aveva fatta soffrire, o almeno avevo sepolto tutto infondo ai miei pensieri e al mio cuore.
Presi il telefono e andai nella cartella delle foto, quelle foto.
Cominciai a riguardarle, dopo tutti quegli anni, in cui erano rimaste sepolte nella memoria del telefono.
Una in particolare attirò la mia attenzione.
Eravamo io ed Harry, solo io e lui.
Ricordavo così bene quel giorno…
 
Flashback
 
Stavo tranquillamente guardando la TV, quando il campanello di casa suonò.
All’inizio  fui tentata di non aprire, ma quel qualcuno non ne voleva proprio sapere di andarsene via.
Mi alzai svogliatamente dal divano e andai ad aprire.
Davanti a me si presentò il ragazzo più bello che avessi mai visto e non lo dicevo solo perché era il mio ragazzo.
Lui mi sorrise ed entrò in casa, chiudendo la porta alle sue spalle.
Si avvicinò a me e mi prese una mano, intrecciando le nostre dita.
-Sei sola?-
Annuii, sorridendogli, e un attimo dopo fui tra le sue braccia.
Mi baciò, lasciando che le sue labbra morbide si unissero perfettamente con le mie.
Ricambiai il bacio, mettendo le mani fra i suoi ricci e avvicinandolo ancora di più a me.
Quando ci staccammo, poggiò la fronte sulla mia e mi sorrise, chiudendo gli occhi.
-Sei capace di farmi perdere il controllo, con un solo bacio, piccola.- Aveva il fiato corto, ma la sua voce era lo stesso roca e terribilmente sexy.
Sorrisi, mordendomi un labbro. –Davvero? E se non te ne dessi più di baci?-
Lui sbuffò, ma non si mosse.
-Devi sempre rovinare i momenti più belli, Spens…-
Io risi leggermente e mi avvicinai a lui, facendo sfiorare le nostre labbra.
-Mmm… Così non mi aiuti, sai che sto facendo di tutto pur di resisterti.-
-E chi ti ha detto di resistermi?- Gli sorrisi maliziosamente.
Alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
-Comunque ha interrotto il mio pomeriggio rilassante, devi ritenerti fortunato che non ti abbia cacciato fuori a calci!-
La sua espressione mutò subito in una divertita, ma sapevo che stava escogitando qualcosa.
-L’hai voluto tu!- Detto questo, mi prese di peso e cominciò a salire le scale, incurante delle mie lamentele e dei pugni che gli davo sulla schiena.
Appunto.
-E dai, lasciami andare!- Lo sentii ridacchiare, ma smise quando gli diedi un calcio nello stomaco.
Lo sentii piegarsi in due e mi lasciò andare subito.
Si buttò a terra e incrociò le braccia intorno allo stomaco, per via del dolore.
Lo guardai preoccupata e mi inginocchiai accanto a lui, poggiando una mano sulla sua spalla.
-Har, dimmi che stai bene! Scusami tanto, non volevo!-
Lui sembrava non avermi sentito e continuava a gemere.
-Hazza, dai non è divertente, su alzati!
Ma lui non mi rispose, finché non scoppiò a ridere, lasciandomi spiazzata.
-D-dovevi vedere la tua faccia!- Continuò a ridere, mentre io mi arrabbiai sempre di più.
-Sei un vero idiota!- Detto questo, mi alzai e mi diressi in camera mia, chiudendo la porta  chiave.
Sentii che si era alzato e adesso era sicuramente davanti la mia porta.
-Dai, Spens, era solo uno scherzo.-
I miei occhi si fecero ancora più pieni di rabbia, che poi si trasformò in lacrime.
-Forse sarà stato uno scherzo per te, coglione!-
Non lo avevo mai chiamato così in quel modo, ma, quando lo facevo con qualcuno, significava che ero davvero incazzata.
Forse stavo reagendo in modo eccessivo e, magari, potevo sembrare una bambina, ma lui non poteva proprio immaginare come mi fossi sentita in quel momento.
-Spens?- Non risposi, sentendo una lacrima scendere dai miei occhi.
-Spencer, ci sei?- Provò di nuovo, ma non risposi, continuando a piangere in silenzio.
Mi scappò un singhiozzo e sperai con tutto il cuore che non lo avesse sentito, ma il fato non era proprio dalla mia parte.
-Ehi, piccola, che succede?-
Decisi di alzarmi e mi asciugai le lacrime, con la manica della maglietta.
Aprii la porta e lo vidi con un’espressione a dir poco preoccupata.
Mi abbracciò di scatto, portando la mia testa sul suo petto.
Cercai di oppormi, ma ogni volta che mi stringeva tra le sue braccia, io mi sentivo subito protetta, sicura.
Quando sentì le mie lacrime bagnargli il maglione, mi prese il volto tra le mani e puntò i suoi occhi smeraldini nei miei azzurri.
-Mi spieghi perché piangi?-
-Perché sei un’idiota, Harry, un’idiota.-
-Okey, ho capito di essere un’idiota, ma mi vuoi dire perché stai piangendo? E non dire di nuovo che sono un’idiota.-
-Non lo capisci? Vederti steso a terra, mi ha fatto sentire malissimo. Ho costantemente la paura di perderti, Harry, perché so che questa nostra storia porterà sofferenza, so che qualcuno ci starà male. Non lo capisci che vederti stare male, sapere di poterti perdere, mi distrugge?!-
I suoi occhi si addolcirono all’istante e mi strinse ancora di più a sé.
-Anche io ho paura, piccola, ma non devi preoccuparti, perché io non ti lascerò mai, hai capito? Saremo sempre Spencer ed Harry, contro tutti. Io e te, piccola.-
Alzai lo sguardo verso il suo e vidi solo sincerità nei suoi occhi.
Annuii e gli concessi un piccolo sorriso, che venne subito ricambiato.
Poggiai la testa sul suo petto e strinsi il suo maglione tra le mani.
-Ti amo, Harry.-
Si bloccò di scatto e io riuscii a sentire il suo cuore cominciare a battere furiosamente dentro al suo petto.
Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi brillare. Mi sorrise, spostando una ciocca dei miei capelli da viso.
-Ti amo anche io, Spencer, e avrei voluto dirtelo per primo, ma come al solito mi precedi sempre!-
I miei occhi ridivennero lucidi, posai una mano sul suo petto, proprio dove c’era il cuore, e sentii il suo battito accelerato, proprio come il mio.
Mi avvicinai piano al suo viso, guardando sempre i suoi occhi.
-Beh… Sarà sempre così, no?-
-Si, è per questo che ti amo.-
Non ebbi il tempo di rispondere, che le sue dolci labbra erano di nuovo unite alle mie.
 
 

***

 
Una lacrima scese al ricordo di quel giorno così dannatamente perfetto.
Quel giorno ci eravamo detti “Ti amo” per la prima volta, nonostante tutto quello che era successo un attimo prima, e proprio per quello Harry volle farsi una foto.
Io non volevo, dato che avevo gli occhi rossi, per via del pianto, e il trucco tutto sbavato, ma lui diceva che questo mi rendeva ancora più bella, perché ero me.
Forse avevo esagerato, comportandomi da bambina, ma la nostra non era mai stata una situazione facile.
Ed avevo ragione ad avere paura, quello che era successo era accaduto per un motivo.
 
Zayn mi vide e mi guardò preoccupato.
-Emozione..- Mentii io, cercando di sorridere. Anche se, a dirla tutta, era anche per quello.
Lui ricambiò il sorriso e mi prese la mano, stringendola forte.
Ero ritornata a Londra, ero di nuovo a casa.











Ed eccomi di nuovo, dopo un ritardo abenorme, da voi! :D
Mi dispiace così tanto, davvero, ma sono stata impegnata con mia madre per tutto il tempo... Abbiamo un matrimonio domani e potete immaginare che caos che c'è a casa mia, soprattutto perchè devono venire dei parenti da me e mia madre è tutta "devo fare questo e questo!" e da ordini anche a me e a mia sorella! Ah! Odio i matrimoni solo per questo! u.u
Comunque, dopo avervi annoiate abbastanza, passiamo alle cose veramente importanti! :D
é uscito "This Is Us", anche se non qui, però ci credete che, tra poco, potremo vederli anche al cinema? Io sono contentissima e mia madre non può più di sentirmi parlare, solo per questo! :D
Non vedo l'ora!! *__________*
E poi, avete visto gli spot dei ragazzi per il loro profumo? Qual'è quello che preferite?
Devo dire che li adoro tutti, ma quello di Harry mi ha lasciata così :O e poi *_*!
Voglio il loro profumo, assolutamente!! :D
Allora... Come potete vedere i quattro partono e, finalmente, stanno per arrivare a Londra! E c'è anche un piccolo momento della storia tra Harry e Spens.. So che certe cose che ho scritto possono sembrare sciocche, ma mi sono sembrate quelle più giuste! :)
Comunque, volevvo ringraziarvi tutte di cuore per le recensioni e per il grande sostegno che mi date ogni volta! Siete fantastiche e unice, davvero, non saprei cosa fare senza di voi! :')
Grazie mille, davvero, a tutte! ^.^
Adesso vi lascio e spero che il capitolo vi sia paiciuto! *-*
Alla prossima..
Baci&Abbracci,
Mary! :)



Ed ecco il nostro Hazza/sexy/chubby bunny! :D


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Capitolo 5
*** 4 I saw his eyes and my heart stopped of beathing. ***


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4. I saw his eyes and my heart stopped of beathing.


 
Quando atterrammo era, ormai, pomeriggio. La mia mano era rimasta sempre unita a quella di Zayn; avevo bisogno del mio migliore amico. Quando scendemmo, andammo subito a prendere le nostre valige. Quelle arrivarono quasi subito e, senza perdere tempo, ci avviammo verso l’uscita.
Non appena uscimmo dall’aeroporto, presi un gran respiro, sentendo l’aria di Londra, che si insinuava dentro di me. Mi guardai intorno, rivedendo il posto in cui avevo detto addio al mio passato. Il posto in cui avevo detto addio ad Harry.
-Spencer!- Mi girai di scatto al suona di quella voce molto familiare e vidi una chioma castana sbracciarsi nella mia direzione e quella, senza dubbio, era mia sorella. Un sorriso spuntò sul suo volto, quando si accorse che l’avevo vista. Non potei non sorridere a mia volta, sentendo dentro di me una grande felicità.
Le corsi incontro e, una volta di fronte l’una all’altra, mi abbracciò forte. Erano quattro anni che non la vedevo e mi era mancata. Mi erano mancati i suoi abbracci strangolatori, i suoi sorrisi e il suo profumo alla pesca, che a quanto pare amava ancora mettere. Ci staccammo lentamente, solo per vedere i nostri occhi pieni di felicità. Azzurro nell’azzurro, una combinazione perfetta.
-Non sai quanto mi sei mancata! Sei diventata ancora più bella!- Io sorrisi leggermente. -Guarda che quella bellissima qui sei tu, sorellina.- Le sorrisi dolcemente e vidi che piano piano qualche lacrima cominciava a scendere dai suoi occhi. -Oh, diamine!- Esclamò all’improvviso. –Non mi hai neanche presentato i tuoi amici!- Esclamò. Ma prima che potessi chiamare i miei amici, mi interruppe. -Ma prima ho una sorpresa per te!- Concluse, battendo le mani felice. La guardai curiosa, sperando dentro di me che non si trattasse di Harry. Fortunatamente, per una volta, le mia preghiere furono ascoltate e dalla sua macchina uscì un ragazzo abbastanza alto, con i capelli castani corti e gli occhi color caramello. Mi sorrise dolcemente, aprendo le braccia, pronto ad accogliermi. Non ci misi molto ad andargli incontro e ad abbracciarlo.
-Liam!- -Piccola Spencer, quanto sei cresciuta!-
-Vedo che sei cresciuto anche tu, Liam, e vedo anche che non ti sei dimenticato le cose che odio di più.- Lui scoppiò a ridere, contagiando pure mia sorella. Io li guardai male, sentendomi presa in giro. Le due cose che odiavo di più, oltre al rosa e alle bionde cotonate, era il fatto che molti mi chiamassero “piccola Spencer”, perché ero piccolina e magra, e che mi dicessero “ Oh! Quanto sei cresciuta!” ogni volta che mi rivedevano dopo tanto tempo. -Nessuno poteva accompagnarmi, così, sapendo che ti avrebbe fatto piacere, gli ho chiesto di accompagnarmi. E vedo che ho fatto bene.- Annuii e sorrisi ancora di più.
Allora, mi girai verso i miei amici, che nel mentre ci guardavano curiosi e sorridenti. Feci loro segno di raggiungerci. -Allora… Alex, loro sono Zayn.- Le indicai il moro. –Niall.- Lo indicai. -E Abby.- Dissi infine, indicando la mia amica. -Ragazzi, lei è mia sorella Alex e lui Liam Payne, uno dei miei vecchi amici.- Dissi, sottolineando la parola “vecchi”. Lui mi guardò male e come risposta ottenne una linguaccia.
Tutti e cinque si presentarono, stringendosi la mano e concedendosi sorrisi. -Bene, ora che ci siamo presentati tutti, possiamo pure andare!- Esclamò la mia sorellina, indicando la macchina.
In realtà un po’ ci rimasi male del fatto che Harry non si fosse presentato.
Ma che diamine dici, Spencer? Tu non devi pensare a lui!
Giusto, lui doveva l’ultimo dei miei pensieri, soprattutto adesso. Dovevo solo concentrarmi su mia sorella e sulla sua felicità.

 
***

Il viaggio in macchina fu tranquillo, mia sorella ci chiese come fosse andato il viaggio e tutti rispondemmo con un semplice –Bene.-. Poi fece alcune domande ai ragazzi, riguardo il nostro lavoro, e fortunatamente tutto andò bene.
Arrivammo in venti minuti. La casa dei miei genitori era sempre la stessa. Una grande villa bianca, con tanto di giardino davanti e sul retro, sempre pieno dei fiori, che mia madre amava coltivare. C’era ancora il grande dondolo, che i miei avevano comprato quando io e i miei fratelli eravamo piccoli. Il ferro del dondolo era un po’ arrugginito, ma aveva ancora un ottimo aspetto. Magari dopo ci avrei fatto un salto. Liam mi aiutò con le valigie e io gli sorrisi riconoscente. Era sempre stato un ragazzo dolce e gentile: infatti mi ero sempre chiesta perché non mi fossi innamorata di lui, invece che di Harry. Beh.. forse perché lui non aveva i suoi occhi smeraldini, o i suoi, sempre scompigliati, ricci, o quel fantastico sorriso, incorniciato da quelle adorabili fossette.
Basta, Spencer! Avevi detto che non ci avresti più pensato, ricordi?
La mia coscienza aveva ragione, dovevo smetterla di farmi condizionare dai ricordi e, soprattutto, da lui.

Prima di entrare, presi un gran respiro. Quella era l’aria di casa. La mia casa. Arrivati davanti il portone di casa, mia sorella suonò il campanello. Neanche il tempo di allontanarsi, che la porta venne aperta e mia madre fece la sua comparsa. Guardò i visi di tutti, prima di soffermarsi sul mio. Sorrise, come non mai, e corse ad abbracciarmi. La strinsi a me e piano piano i miei occhi ritornarono lucidi, ma non erano i soli. -Tesoro mio, non sai quanto tu mi sia mancata!- -Anche tu, mamma, tanto!- Mi accarezzò i capelli e mi baciò la fronte, come faceva sempre quando ero piccola. Mi guardava con dolcezza e felicità, sicuramente contenta di avere, finalmente, tutti i suoi figli sotto lo stesso tetto. Poi si presentò a tutti i miei amici, poi abbracciò Zayn, che aveva già avuto modo di conoscere, quando lei e mio padre mi erano venuti a trovare due anni dopo la mia partenza. -Bene! Adesso vi sistemerete tutti nelle camere e poi scenderete per la cena!- Tutti sorridemmo e annuimmo, soprattutto Niall.
Il solito mangione, pensai. Un attimo dopo, entrai dentro casa e sentii, finalmente, il calore familiare e dovevo ammettere che mi era mancato più di quanto pensassi.
Gli altri mi seguirono a ruota e posarono le loro valige all’entrata. -Allora, vi ho divisi nelle camere. Tesoro, tu dormirai con Abby nella tua camera, mentre Niall e Zayn dormiranno nella camera di fronte, quella degli ospiti.- Tutti noi annuimmo e, una volta ripresi i bagagli, ci avviammo verso le scale. Quando arrivammo al piano di sopra, indicai a Zayn e Niall la loro camera, poi Abby mi seguì nella mia. Posai la valigia sul letto e mi buttai su di esso, esausta.
Abby mi imitò, buttandosi accanto a me. Restammo qualche secondo in silenzio, finché non ci alzammo e iniziammo a sistemare le nostre cose. -Allora, devo dire che come inizio, non è stato poi così male, no?- Alzai lo sguardo verso di lei e annuii, sorridendo. -Già.. Ma solo perché lui non è ancora arrivato!- Lei rise e mi mise un braccio intorno alle spalle. -Vedrai che andrà tutto bene.. Infondo non dovrai vederlo sempre, no?- Annuii, se pur titubante.
Dopo qualche secondo, qualcuno bussò alla porta e io ed Abby gridammo un “Avanti”. Dalla porta sbucò Zayn, che ci sorrise. -Tua madre ha detto che la cena è pronta e mi ha chiesto di dirvi di scendere, perché tra poco dovrebbero arrivare tuo padre, tuo fratello e…- Lasciò la frase in sospeso, facendomi intendere chi fosse la terza persona. Entrambe annuimmo, ma prima che potessi scendere, Zayn mi fece segno di aspettare e disse ad Abby che poteva scendere. Lei ci sorrise, capendo, e andò via.
-Stai bene?- Mi chiese, una volta che la porta fu chiusa. Era serio, il che voleva dire che era preoccupato per me, visti i miei numerosi sospiri. Presi un gran respiro. –Si, diciamo che mi aspettavo andasse peggio.- Lui si avvicinò a me e mi abbracciò. -Tranquilla, vedrai che andrà tutto bene. E per qualsiasi cosa, io sono qua.- Mi sorrise e io non potei non ricambiare. -Scendiamo?- Gli chiesi, poi. Lui annuì e insieme ci avviammo alla porta, senza staccarci.
Arrivati di sotto, corsi verso mio padre, che a quanto pare era appena arrivato e mi aspettava a braccia aperte. -Papà!- Esclamai, buttandomi tra le sue braccia. -Bambina mia!- Mi strinse a sé, facendomi alzare di poco da terra. -Mi sei mancato, pà!- Lui mi sorrise ancora di più e notai i suoi occhi farsi lucidi. Gli accarezzai una guancia e sorrisi anche io. Avevo sempre avuto un buon rapporto con mio padre e gli raccontavo sempre tutto, per questo, quando “stavo” con Harry, stavo male a non poterlo guardare negli occhi e a non potergli dire niente. Lui e mio fratello erano sempre stati i miei punti di riferimento, i miei uomini.
-Vieni, ti presento i miei amici.- Lui annuì e mi seguì. -Lui è Niall e lei Abby.- Loro due sorrisero a mio padre e gli strinsero la mano educatamente. -Mentre Zayn lo conosci già.- Mio padre annuì e, inaspettatamente, lo abbracciò, lasciando sorpreso il mio migliore amico, che ricambiò senza dire niente.
Sorrisi a quella scena e mi avvicinai ad Abby, che aveva il mio stesso sguardo. -Sembra che a tuo padre stia molto simpatico Zayn, chi lo sa…- Le diedi una leggere spinta, ma non potei non scoppiare a ridere, contagiata da lei. Nel mentre mio padre si era staccato da Zayn ed era andato ad aiutare mia madre, quindi eravamo rimasti solo noi giovani.
-Perché ridevate tu e Abby?- Io e la bionda ci guardammo e sorridemmo innocentemente. Lui capì al volo e si buttò di noi, facendoci il solletico. Niall si unì a lui e si occupò della mia amica, mentre Zayn continuava a muovere le mani sulla mia pancia e sui miei fianchi. Nel mentre, mia sorella e Liam erano scoppiati a ridere, prima di andare anche loro ad aiutare mia madre. Ad un tratto, la porta di casa si aprì e in quel momento Zayn si distrasse, cadendo sopra di me e smettendo di farmi il solletico.
Ancora ridevamo e non ci accorgemmo delle due persone che erano appena entrate.
-Vedo che la mia cara sorellina, nonostante tutto questo tempo, non mi considera proprio!- Disse una voce, con scherzoso. La riconobbi subito e smisi ridere, girandomi di scatto. Incontrai due occhi azzurri e mi alzai di scatto, correndo, poi, verso di lui. Gli saltai in braccio e lui mi strinse a sé, facendomi girare. -Fratellone, non sai quanto mi sei mancato!- Lui rise. –Lo so, è impossibile non pensare a me.- Risi e annuii, staccandomi lentamente da lui. Ci guardammo negli occhi e l’ vidi tutto ciò che mi era mancato.
Il mio mito, la mia roccia era di nuovo lì, di fronte a me.
Poi, però, feci l’errore di girarmi alla sua destra. Il mio sorriso si spense di scatto. Quegli occhi che avevo sognato molto notti. Quegli occhi che mi avevano amata come nessun altro. Quegli occhi che mi avevano aiutata nei momenti più difficili, ma anche che mi avevano fatta soffrire tantissimo, erano, di nuovo, di fronte ai miei. Ancora una volta, mi fecero perdere completamente la cognizione del tempo e dello spazio. Erano lucidi e sorpresi, così come i miei. Mi guardava attentamente.
Bum! Il mio cuore, in quel momento, aveva cessato di battere.










*Schiva i pomodori, le sedie e i tavoli*

Lo so, lo so.. Sono in un terribile ritardo e non sapete quanto mi dispiace! Ma non ho potuto aggiornare prima! Tra la preparazione per la scuola e il resto, non ho avuto tempo!
Spero, comunque, che continuiate a leggere e a recensire la storia, perchè ci tengo tantissimo alle vostre parole; riescono sempre a strapparmi un sorriso e non vi ringrazierò mai, mai abbastanza! :'D
Mi dispiace anche che il capitolo non sia molto lungo, ma con il prossimo mi farò perdonare! :)
Allora.. Ecco che Spencer incontra sua sorella e anche un vecchio amico.. Vedrete che Liam avrà un ruolo importante nella storia, ma non vi dico altro! :)
Incontra tutta la sua famiglia e anche Harry.. Diciamo che la prima impressione l'ha lasciata sopresa!
Ringrazio tutte colore che hanno recensito lo scorso capitolo, che hanno aggiunto la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, davvero, vi adoro! *.*
Grazie mille! :D
Alla prossima!
Baci&Abbracci,
Mary! :)


Alex:
 
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Capitolo 6
*** 5 Like things never change. ***


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5. Like things never change.



Scesi dalle braccia di mio fratello, il quale aveva subito cambiato espressione.
Voltai subito lo sguardo verso i miei amici, in particolare su Zayn, e li vidi guardarmi con preoccupazione.
Mi sentivo di nuovo debole, sotto il suo sguardo.
-Che c’è? Non abbracci più il tuo migliore amico?- Al suono della sua voce non potei non girarmi verso di lui e lo vidi, a braccia aperte, pronto ad accogliermi.
Oh quanto mi era mancata la sua voce!
Ma non poteva farmi questo. Non poteva chiedermi di abbracciarlo, chiamandosi pure il mio migliore amico, dopo tutto quello che era successo.
Ma forse lui era andato avanti, aveva già cancellato ogni cosa, e io avrei dovuto fare lo stesso. Ma, allora, perché il solo pensiero di me, tra le sue braccia, mi faceva sentire, ancora, quella diciottenne innamorata?
Probabilmente non sapeva se i miei amici lo sapessero o no, così aveva preferito chiamarsi, nel modo in cui lo chiamavo io quattro anni prima.
Ma, ormai, quell’aggettivo non gli apparteneva più. Lui non era stato più il mio migliore amico, nel momento in cui io mi ero innamorata di lui e non lo sarebbe stato neanche adesso, dopo che tutto era finito.
 
Se pur indecisa, gli andai incontro e lo abbracciai, legando le braccia intorno al suo collo. Dovevamo fingere? E allora lo avrei fatto.
Un sensazione strana mi invase, facendomi ricordare quanto i suoi abbracci riuscissero, ogni volta, a farmi dimenticare tutto il resto, a farmi perdere il controllo e a farmi sentire bene.
Affondai la testa nell’incavo del suo collo e sentii il suo profumo. Quello della sua pelle. Quel profumo che tanto avevo sognato di risentire, ma anche di dimenticare, e che adesso mi stava facendo provare quella sensazione di essere di nuovo al posto giusto.
Mi sentivo a casa, tra le sue braccia.
Ma, all’improvviso, sentimmo la voce di mia sorella e in un lampo mi staccai da lui, allontanandomi di qualche passo.
Lui sospirò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
Sentii dentro di me lo stesso vuoto che avevo provato quattro anni prima, quando avevo deciso di andare via, quando avevo lasciato Londra, quando avevo lasciato lui.
-Ragazzi, siete arrivati, finalmente!- Qualche secondo dopo mia sorella arrivò e in un attimo fu tra le braccia di Harry e lui, se pur irrigidito, ricambiò.
Abbassai lo sguardo, sentendo ogni fibra del mio corpo crollare.
Sentii una presa salda e familiare sulla mia mano e mi accorsi che Zayn era accanto a me e mi aveva presa per mano.
Mi accarezzò le dita, cercando di darmi conforto.
Sorrisi, scuotendo la testa, anche se sapevo bene che non si sarebbe convinto.
Sentii uno sguardo, ma non mi girai, perché sapevo perfettamente di chi fosse.
Mi ripresi, vedendo mio fratello sorridermi.
-Oh! Che sbadata! Louis, Harry… Loro sono Abby, Zayn e Niall, gli amici di Spencer. Mentre, ragazzi, loro sono Louis, mio fratello, e Harry, il mio fidanzato.-
Quest’ultimo alzò il capo alle parole di mia sorella, puntando i suoi occhi smeraldini nei miei.
I miei erano lucidi. Sentirle pronunciare, di nuovo, dopo quattro anni, quelle parole non mi aveva lasciata indifferente come pensavo, tutt’altro. Adesso avevo solo voglia di scomparire.
Mio fratello sorrise a tutti e li abbracciò ad uno ad uno, come era solito fare.
Harry, invece, sorrise e accennò ad un saluto.
A salvarci da quel momento, fu mia madre, che ci chiamò per andare a tavola.
Ci avviammo in sala, mentre Niall e Abby parlavano insieme di qualcosa, mio fratello e Liam di calcio e mia sorella ed Harry si tenevano per mano.
Zayn mise un braccio intorno al mio collo e mi baciò la guancia, sorridendomi. Gli sorrisi anche io, ringraziandolo.
Il mio migliore amico si sedette accanto a me a destra, mentre dall’altro lato si sedette mio fratello. Accanto a lui c’era Liam, poi mia sorella ed Harry accanto a mia madre e a mio padre.
Quindi, di fronte a me, bene, perfetto, grandioso.
Si vede che ero ironica, vero?
Accanto a Zayn c’era Abby e poi Niall, seduto accanto a mio padre.
 
Stavamo mangiando, quando a mia madre venne la brillante idea di farci delle semplici domande, ma io lo chiamavo “interrogatorio, per metterti in imbarazzo”.
-Allora, tesoro, come va al lavoro?-
Io mi ritrovai nove paia di occhi a fissarmi e sorrisi imbarazzata.
-Tutto bene, mamma. Adesso ci stiamo concentrando su un progetto molto importante e devo dire che sta venendo bene, soprattutto per la parte artistica.-
Feci un occhiolino a Zayn, che fece una piccola risatina, come Niall ed Abby.
-Quindi lavorate tutti insieme?- Continuò, sorridendo.
Io annuii. –Si, io mi occupo delle storie, Zayn dei disegni e Niall e Abby delle varie promozioni, poi ci sono molti altri ragazzi che ci aiutano in tutte le altre cose. Diciamo che siamo una grande squadra.-
Mia madre annuì, sorridendo orgogliosa, così come mio padre.
Quest’ultimo spostò subito lo sguardo su Zayn. -Dimmi ragazzo, dato che voi state, da come mi ha detto Spencer, sempre insieme. C’è stato, come dire… Qualche ragazzo che si è avvicinato alla mia bambina? Oltre te e Niall, ovviamente.-
Io sbarrai gli occhi, mentre Zayn per poco non si strozzò con la carne.
Abby gli diede una pacca sulla schiena e lui la ringraziò, sorridendo leggermente.
Ma ci fu qualcuno che reagì molto peggio. C’è bisogno di dirlo?
Lo vidi stringere i pugni sotto al tovagliolo, in modo che nessuno lo vedesse, mentre fingeva totale indifferenza.
Mi lanciò un’occhiata ed io abbassai subito lo sguardo.
-Beh.. Io credo che lei dovrebbe parlarne direttamente con sua figlia, signore. Sono cose piuttosto personali e non vorrei immischiarmi in affari non miei.-
Mio padre lo guardò per un attimo seriamente, poi riprese a sorridere e annuì comprensivo.
Io gli sorrisi, come un buon amico non aveva detto niente e io gli ero davvero grata.
 
Il resto del pranzo procedette in silenzio.
Quando finimmo, aiutai mia madre a sparecchiare e a pulire, nonostante i suoi richiami.
-Sei sempre stata così cocciuta, tesoro.-
Io le feci la linguaccia e l’abbracciai.
Lei mi accarezzò piano i capelli.
-Sai..- Disse all’improvviso, dopo che riprendemmo a lavare i piatti.
–Zayn mi sembra davvero un bravo ragazzo, soprattutto per il fatto che ha preferito mantenere i tuoi segreti per sé, si vede che ci tiene a te e alla tua felicità. Ho visto come ti ha abbracciato e come ha cercato di tranquillizzarti.-
Mia madre che mi parlava di ragazzi e cercava di mettere una buona parola per Zayn?
Prima che potessi rispondere, sentii dei passi pesanti farsi più lontani e capii che qualcuno aveva appena ascoltato la nostra conversazione, o almeno fino a quel momento.
Mia madre non li sentì nemmeno, ma si vedeva che aspettava una mia risposta.
-Mamma! Ma che stai dicendo? Zayn è come un fratello per me, non potrei mai.. Oddio! M-ma che vai a pensare?!-
Lei mi guardò in confusione e alzò le sopracciglia.
Presi un respiro e ripresi a lavare i piatti.
-Senti, mamma, sai che non ho mai avuto problemi a parlarti dei ragazzi, ma posso assicurarti che io e Zayn siamo solo buoni amici, io gli voglio davvero un bene dell’anima, è come un fratello per me e non posso proprio immaginare me e lui in quel senso, è davvero strano!-
Lei annuì, capendo cosa volessi dire.
-Scusa, tesoro, è solo che entrambi i tuoi fratelli sono impegnati e vorrei vedere anche te felice, con qualcuno accanto. Voglio solo la tua felicità, sappilo.-
Le sorrisi e l’abbracciai.
-Mamma, ma io sono felice. Ho tutto quello che una ragazza possa desiderare. Una bella famiglia, degli amici stupendi e un lavoro a dir poco fantastico, quindi un fidanzato non è proprio quello che cerco al momento, ma se capiterà te lo dirò, promesso.-
Lei mi sorrise e mi strinse a sé.
-Ehi! Cos’è questa? Una riunione di famiglia senza il sottoscritto?-
Io e mia madre ci girammo verso quella voce.
Era mio fratello, appoggiato allo stipite della porta, insieme a mia sorella.
-Ohhh! Il bambino ha paura che la sua sorellina gli rubi la mamma?-
Lui mi guardò male e andò ad abbracciare nostra madre, facendomi la linguaccia.
Io ed Alex scoppiammo a ridere, ma poi ci unimmo anche noi all’abbraccio.
-Oww! I miei bambini!-
A quell’affermazione ci staccammo tutti di scatto e guardammo nostra madre male.
Lei alzò le spalle, sorridendo, e continuò ad asciugare i piatti.
Io le diedi un bacio sulla guancia e andai via. Tanto avevo già finito di fare il mio lavoro.
Mia sorella ci sorrise e andò in camera sua, mentre io e Louis ci sedemmo sul divano.
Lui mi mise un braccio intorno al collo e mi strinse a sé.
-Sai, mi erano mancati questi momenti familiari, di solito c’eravamo solo io ed Alex e non era la stessa cosa, mi mancava la mia carotina.-
Le mie labbra si aprirono in un enorme sorriso.
-Anche tu mi sei mancato, Boo.-
Lui scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli.
Ad un tratto si fece serio e mi guardò negli occhi, scrutandomi attentamente.
-Sei mancata a tutti, Spens, davvero.-
Sottolineò quel tutti, facendomi intuire che non parlava solo dei nostri genitori, di lui e di Alex.
-Beh… Liam me lo ha detto che gli sono mancata.- Lui mi guardò male, prima di posare la testa sulla testiera del divano.
-Sai bene che non parlavo affatto di lui.-
Abbassai la testa verso le mie ginocchia, colta in fragrante.
Mio fratello prese ad accarezzarmi la schiena dolcemente, come faceva sempre quando ero giù di morale.
-So bene che non è un argomento di cui ti piace parlare, ma ricordati che adesso lo dovrai vedere mattina e sera e so per certo che non sarà facile.-
Voleva per caso buttarmi giù di morale? No, perché se era così, ci stava riuscendo alla grande.
Lo guardai male, ma prima che potessi dire qualcosa, continuò.
-Fammi finire! Voglio dire, so che per te non è affatto facile, ma sappi che io sono qui, per qualsiasi cosa. Certo, dovrei venire dal centro fino a qui, ma è uno sforzo che posso pure fare per la mia sorellina.-
All’inizio lo guardai di nuovo male, ma poi assunse quella sua faccia da cucciolo alla Tomlinson, a cui nessuno sapeva resistere, tanto meno la sottoscritta, e fui capace solo di abbracciarlo.
-Grazie, Lou, sei il miglior fratello del mondo.-
Lui sorrise, pavoneggiandosi, ma poi mi strinse a sé.
-Dimmi una cosa…- Mi chiese, all’improvviso, facendosi serio.
Io annuii, se pur confusa.
-Hai avuto dei ragazzi mentre eri lì?-
 
Io arrossii all’instante, guardando le mie scarpe. In realtà ero uscita con qualche ragazzo, ma quella era una parte che non raccontavo a molti. Ma lui era mio fratello e potevo raccontargli ogni cosa, senza la paura di essere giudicata.
-Beh.. Due.-
Mio fratello mi intimò di continuare e io sbuffai per la sua grande curiosità.
-Il primo si chiamava Steven, ci sono uscita più di una volta, ma si è dimostrato il solito giocatore di football montato.- Lui rise, capendo perché avevo lasciato perdere.
-L’altro si chiamava Todd. Era molto più carino di Steven ed era un ragazzo dolcissimo.
Siamo stati insieme per quasi sei mesi, poi ad un tratto mi ha lasciata, dicendomi che aveva capito che io non ero affatto interessata a lui e che nei miei occhi vedeva solo tristezza. Aveva capito che il mio cuore apparteneva ancora ad un altro.-
Todd era stato davvero importante per me, gli volevo bene, ma aveva capito subito che il mio cuore non era suo e gli ero grata per non avermi lasciata, come un altro avrebbe potuto fare, ovvero tradendomi.
 
Louis mi guardò dolcemente, prima di stringermi in un altro dei suoi fantastici abbracci.
-Ma scusa, tu non eri quella innamorata persa dei giocatori di football?-
Fece un’espressione vaga, ma sapevo bene a cosa si riferisse.
Gli diedi un pugno sul braccio, che non gli fece proprio niente, ma poi scoppiai a ridere, per il suo broncio da finto offeso, che finì per farmi stare meglio.
Mi veniva spontaneo stare meglio quando ero con lui, era il mio fratellone e come riusciva lui a farmi stare meglio, non ci riusciva nessuno.
C’era sempre per me e mi chiedevo sempre come fosse riuscito a mantenere segreta la mia relazione con Harry, ma lo aveva fatto per me, perché sapeva quanto fosse importante per me e per il suo migliore amico, ma soprattutto aveva capito quanto quella storia mi stesse rendendo, nonostante tutto, felice.
Era Louis, il mio fratellone e il mio eroe, come lo chiamavo quando ero piccola.
E si, anche adesso, era sempre il mio grande eroe, che amava le carote e la magliette a righe.








Scusate, scusate, scusate!
Mi dispiace dell'enorme ritardo, non sapete quanto! Voi fate tantissimo epr me e io non riesco mai ad aggiornare in tempo, ma la scuola, neanche il tempo di iniziare, già mi ha, praticamente, riempita di compiti! :S
Comunque, non voglio annoiarvi con i miei problemi! :)
Allora.. Ecco che arriva il "famoso" incontro con Harry.. Spero di non avervi deluse, ma ci voleva l'effetto shoccante! Se non vi è piaciuto, ditemelo, non me la prendo, per me l'importante sono i vostri pareri! :D
Spencer e Louis parlano un pò, come ai vecchi tempi, e devo dire che adoro il loro rapporto! :D
Grazie mille a tutte coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e che mi hanno fatta sorridere con le loro dolci parole, davvero! :3
 Vi adoro ragazze! :D
Alla prossima!
Baci&Abbracci,
 Mary :D


Per farmi perdonare, vi lascio un piccolo spiler del prossimo capitolo! :D




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"-Che c’è Zayn, ti sei dimenticato qualcosa?- Feci una piccola risata, sapendo quanto fosse sbadato alle volte.
Ma non ricevetti risposta, così, curiosa di sapere chi fosse, aprii gli occhi, ma me ne pentii un attimo dopo.
Harry era di fronte a me, con un’espressione indecifrabile sul viso."

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Capitolo 7
*** 6 His words really hurt me. ***


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6. His words really hurt me.



Dopo la chiacchierata con mio fratello, decisi di ritornare in camera.
Avevo bisogno di stare un po’ con i miei amici, nonostante la stanchezza.
Arrivai nella mia camera e trovai Abby al telefono. Niall stava mangiando un pacchetto di patatine, mentre ogni tanto lanciava qualche occhiatina alla bionda, ma di Zayn nessuna traccia.
Sorrisi a quella scena, prima che Niall si accorgesse di me e mi concedesse un sorriso.
-Ehi Nialler, dove è Zayn?-
Lui parve rifletterci qualche secondo, poi mi guardò.
-È andato a fumarsi una sigaretta, è uscito due minuti fa.-
Io annuii e guardai prima lui e poi Abby.
-Stai tranquillo, non ha un ragazzo, se è quello che ti stai chiedendo, ma farai meglio a fare quel passo, se non vuoi che accada, intesi?.-
Lui mi guardò negli occhi e annuì semplicemente, abbassando lo sguardo per un attimo, forse per pensare a ciò che gli avevo detto, poi ritornò a guardare la TV.
Prima che uscissi dalla stanza, però, mi sorrise. Aveva capito.
Ricambiai il sorriso e scesi velocemente le scale.
Arrivai in giardino, dove vidi il mio migliore amico intento a fumarsi la sua sigaretta.
Rimasi un attimo indietro, pensando a cosa gli avrei potuto fare.
Potevo chiamarlo e avvicinarmi piano a lui, o arrivargli da dietro e fargli prendere un bello spavento.
La mia mente decise subito per la seconda opzione e, senza perdere altro tempo, mi avvicinai a lui senza farmi sentire.
Lo abbracciai da dietro, facendolo spaventare. Lui si girò verso di me, guardandomi male.
-Ma sei per caso impazzita? Mi vuoi far morire di infarto? Sai ho venti tre anni, sono ancora troppo giovane per morire!- Lui e i suoi momenti teatrali.
Alzai gli occhi al cielo e scoppiai a ridere, mentre mi sedevo sul mio amato dondolo. Lui mi imitò poco dopo.
-D-dovevi vedere la tua f-faccia!-
Non riuscii proprio a trattenermi e questo mi costò una sua occhiataccia.
Per farmi perdonare gli mandai un bacio e lui fece finta di prenderlo, mettendoselo in tasca.
Riscoppiammo a ridere entrambi, come se non riuscissimo proprio a fare altro.
Avevo il presentimento che mia madre avesse messo qualcosa di strano nella carne. Si, era di sicuro così!
Ritornammo seri dopo qualche minuto; adoravo scherzare con lui in quel modo, perché sapevo che lui non mi avrebbe mai giudicata per la mia stranezza. O forse perché lui era esattamente come me.
 
-Allora, come mai sei venuta a cercarmi? Che c’è, già ti mancavo?- Ammiccò verso di me, ricevendo in risposta solo un’occhiataccia.
-Si, guarda, non vedevo l’ora di buttarmi tra le tue braccia!- Dissi ironica, facendolo ridere.
-Comunque, volevo stare davvero un po’ con i miei amici. Che c’è, ti dispiace?-
Lui mi sorrise, scuotendo la testa. Lo abbracciai e restammo così per qualche minuto.
Con Zayn non c’era bisogno di parole, lui mi capiva al volo e sapeva che in quel momento avevo davvero bisogno di un abbraccio da un amico.
All’improvviso si staccò e si alzò dal dondolo. –Io salgo, tu che fai?-
-Resto un altro po’, poi vi raggiungo. Sta sera facciamo un pigiama party!- Gli feci l’occhiolino e lui rise, annuendo.
-Avverti tu quei due?- Annuì di nuovo, poi mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso casa.
Sorrisi e chiusi gli occhi, godendomi quegli attimi di completo silenzio e di pace.
Era raro che a New York riuscissi a trovare quei pochi attimi di calma, soprattutto perché il lavoro mi teneva impegnata gran parte del tempo e poi, lì, era impossibile non sentire il continuo suonare dei clacson e il gridare delle persone. New York era un gran caos, ma non si poteva dire che non l’adorassi.
Qualche minuto dopo, sentii il peso di qualcuno sul dondolo, ma non aprii gli occhi.
-Che c’è Zayn, ti sei dimenticato qualcosa?- Feci una piccola risata, sapendo quanto fosse sbadato alle volte.
Ma non ricevetti risposta, così, curiosa di sapere chi fosse, aprii gli occhi, ma me ne pentii un attimo dopo.
Harry era di fronte a me, con un’espressione indecifrabile sul viso.
Erano davvero poche le volte in cui lo avevo visto così serio, di solito sorrideva sempre, non lo era quasi mai.
Ma da quando lo avevo rivisto, avevo capito subito che era cambiato, non era più lo stesso Harry di prima.
Lanciai un’occhiata al giardino. Perfetto, eravamo soli.
Allora mi alzai dal dondolo e mi voltai per andarmene; non avevo la minima intenzione di rimanere lì con lui, soprattutto da sola.
Ma un braccio mi fermò.
Capii subito che era stato lui, ma non mi mossi e non mi girai, volevo proprio sapere cosa avrebbe fatto.
Si mise proprio dietro di me e mi fece girare verso di lui, guardandomi negli occhi.
Mi abbracciò di scatto, stringendomi davvero forte a lui.
Era come se, fino a quel momento, si fosse trattenuto dal farlo e adesso non vedesse l’ora di abbracciarmi, nonostante l’abbraccio di qualche ora prima.
Ma non poteva farlo, non poteva farmi perdere di nuovo il controllo, non poteva farmi sentire di nuovo in colpa, non poteva farmi stare di nuovo bene con un suo abbraccio, non poteva farlo e basta.
Mi staccai lentamente da lui, allontanandolo il più possibile.
Ma lui non me lo permise, posò le sue mani sui miei fianchi e in un attimo fui di nuovo vicina a lui.
Mi guardò negli occhi: quegli occhi che mi erano mancati in una maniera incredibile, quegli occhi che erano in grado di perforarmi l’anima, quegli occhi che avevo amato tanto.
Doveva smetterla di guardarmi in quel modo, o non avrei retto.
Ma che cosa stai dicendo, Spencer, tu lo hai dimenticato!
-Harry, ti prego, lasciami andare!-
Tentai di levarmi dalla sua presa salda, ma era più forte di me e di certo lui non aveva le mie stesse intenzioni.
-Dimmi cosa c’è tra te e Zayn!-
Sbarrai gli occhi a quella sua domanda. Ma era, forse, impazzito?
-Non sono affari tuoi e, per favore, adesso lasciami andare!-
-Rispondimi!- Duro, freddo, come una pietra. Quello non era il ragazzo che ricordavo io, quello non era il mio Harry.
Scossi la testa, cercando inutilmente di staccarmi da lui.
Lo guardai negli occhi e capii che era lui la persona che aveva sentito me e mia madre parlare. Mi infuriai, perché non poteva permettersi di dirmi certe cose, non più almeno.
-Harry, non sono affari tuoi, almeno non più.-
Mi aspettavo una risposta, una qualsiasi frase, anche un silenzio sarebbe andato bene, ma lui disse qualcosa che mi lasciò completamente senza parole, un qualcosa che mi spezzò letteralmente il cuore.

-Di certo non è stata colpa mia...-
Era stato un sussurro, ma era arrivato forte e chiaro alle mie orecchie.
La sua voce fredda e dura, la sua espressione piena di dolore e amarezza mi fecero provare un senso di colpa ancora maggiore.
Ma non potevo dire altro, non ce l’avrei fatta, non quella volta, non davanti a lui.
Mi aveva ferita, ma forse mi ero sempre sbagliata a credere che lui potesse capirmi. Ero stata stupida, ancora una volta.
Lo guardai un’ultima volta i suoi occhi e mi allontanai da lì, con il cuore in gola e le lacrime agli occhi.
Lo sentii chiamarmi, ma lo ignorai. Ormai il danno era stato fatto.
Rientrai in casa e mi diressi velocemente in camera mia, chiudendo la porta a chiave.
Fortunatamente i ragazzi erano tutti nell’altra stanza e almeno non mi avrebbero vista in quello stato.
Mi poggiai alla porta e lì potei dare, finalmente, libero sfogo alle mie lacrime.
Strinsi le ginocchia al petto e mi poggia su di esse, continuando a piangere.
Stavo sfogando tutte le emozioni che avevo provato da quando avevo saputo di questo matrimonio.
Da quando avevo rimesso piede a Londra, da quando avevo rivisto mia sorella e i miei genitori, da quando avevo rivisto Louis e poi i suoi occhi.
Oh, i suoi occhi. Quelli che erano in grado di perforarmi l’anima, di scavare a fondo e percepire ogni mia emozione.
Quelli che mi avevano amata e fatta sentire tale, quegli occhi che mi trasmettevano sempre tanta sicurezza, cosa che, però, quella volta non avevano fatto.
Ma non avrei permesso che succedesse di nuovo, sta volta sarei stata più forte, avrei affrontato tutto e mi sarei lasciata alle spalle il passato.
Dovevo pensare alla felicità di mia sorella, solamente a quello e a nient’altro, dovevo mettere di lato quella parte di me che voleva ancora Harry, perché sapevo che c’era ancora una piccola, e forse insignificante, parte di me che lo voleva ancora.
Ma che potevo farci se era stato il mio primo amore?
 
 
 
***
 
 
-Spens, vuoi fermarti una buona volta? Mi stai facendo girare la testa!-
Mi fermai al richiamo di Abby. Non mi ero neanche accorta di aver fatto avanti e indietro per la stanza dei ragazzi per circa cinque minuti.
Niall mi guardava confuso, mentre mangiava un pacchetto di patatine. Abby era seduta accanto a lui e mi guardava preoccupata, mentre Zayn mi osservava attentamente.
-Scusatemi, ragazzi, è che—Che cosa? Cosa gli avrei detto adesso?
Abbassai lo sguardo e lo puntai sui miei piedi scalzi, lasciando la frase in sospeso.
L’immagine di Harry, di quel pomeriggio, mi si piazzò davanti.
I suoi occhi tristi, la sua presa salda sui miei fianchi e il suo abbraccio.
Mi ero sentita troppo bene per i miei gusti e di certo questo non andava affatto bene.
E poi le sue parole. Mi avevano fatto più male di quanto pensassi.
Aveva gettato su di me tutta la sua rabbia, senza rendersi conto di avermi ferita.
Ma, probabilmente, me lo meritavo, ero stata io a lasciarlo, a rinunciare alla nostra storia per la felicità di qualcun altro a cui tenevo molto.
 
I ragazzi si accorsero che qualcosa non andava e si guardarono tra loro, confusi. Poi mi fissarono per qualche secondo, forse cercando di capire qualcosa dal mio sguardo.
Sospirai, capendo che non potevo più tenermi quella cosa per me.
-Oggi ho parlato con...- Non riuscii nemmeno a pronunciare il suo nome. Ma dovevo imparare ad avere più coraggio, ad essere più forte e se continuavo a non pronunciarlo, non ci sarei mai riuscita. -…Harry.- Non riuscii a rialzare lo sguardo, troppo imbarazzata.
Ma sapeva che mi stavano guardando, se pur sorpresi.
Così gli raccontai ogni cosa, da quando lui mi aveva abbracciata, lasciandomi senza parole, alla sua domanda e alla sua risposta.
Loro continuarono a guardarmi, i loro occhi esprimevano sorpresa e preoccupazione.
Sapevano quanto ci ero stata male, soprattutto Zayn, e non piaceva neanche a loro vedermi così combattuta.
Perché stavo veramente così. Da un lato c’era la mia testa, che mi diceva che avevo fatto una cazzata a tornare a Londra, a parlare con lui e a lasciare che mi colpisse dentro, ferendomi come mai aveva fatto.
Mentre dall’altro c’era il mio cuore, che mi diceva che avrei dovuto ascoltarlo, lasciargli dire tutto quello che provava e non avrei dovuto lasciarlo solo, magari dicendogli quello che provavo davvero.
Ma il punto era proprio questo. Cosa provavo davvero?
Non lo sapevo e questo mi rendeva le cose ancora più difficili.
Non avevo dato ascolto al mio cuore, ma neanche tanto al mio cervello.
Ero in un bivio e non riuscivo a proseguire, almeno finché non avrei trovato le risposte, che, al momento, mi mancavano.
Zayn, una volta ripreso dallo shock, mi abbracciò.
Si vedeva che era arrabbiato; in quel momento avrebbe volentieri preso Harry a pugni.
Abby mi fece sedere accanto a sé e mi prese una mano.
-Lo so che questa situazione non sarà facile affatto per te, so che vederlo tutti i giorni non ti aiuterà, ma noi siamo qui per questo, per starti accanto ed evitare che tu.- Disse indicandomi. –Combini qualche casino.-
Per un attimo ebbi l’istinto di guardarla male e dirgliene quattro, ma aveva ragione, e capii che anche Zayn e Niall la pensassero così.
Allora, preso un gran respiro, mi alzai in piedi e sorrisi, o almeno ci provai.
-Bene! Forza, abbiamo un pigiama party da fare e non dobbiamo demoralizzarci così!-
Loro sorrisero, contenti che fossi riuscita a riprendermi.
Quella sera ci divertimmo come pazzi.
Ci prendemmo a cuscinate, mangiammo tantissimo e ci parlammo delle prime cose che ci erano venute in mente.
Avevo sorriso tutto il tempo e il pensiero di Harry non mi aveva sfiorata minimamente.
Stavo meglio, ma avevo una strana sensazione dentro e questo perché sapevo che ancora il peggio doveva venire.














*Si nasconde dietro la sedie, per evitare i pomodori!*

Okay, premettendo che sono in un ritardo pazzesco, vi chiedo scusa davvero, ma la scuola mi sta dando davvero il tormento e arrivo la sera troppo stanca anche solo per alzarmi dalla sedia e andarmene a letto!
Ma non voglio annoiarvi con i miei problemi e passiamo al capitolo! :)
Spero che vi piaccia, ci ho messo un per finirlo di scrivere e spero di non averli deluse! :)
Allora.... Non poteva mancare una piccola conversazione, se la vogliamo chiamare così, tra Harry e Spens, ovviamente non poteva andare bene e i due hanno litigato e la risposta finale di Harry ha lasciato Spencer molto male... Nei prossimi capitoli capirete meglio e le cose cambieranno totalmente! u.u
Ringrazio tutte coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, che hanno aggiunto la storia tra preferite/seguite/ricordate! :D
Vi adoro ragazze! :D
Avete visto Story of my life? Non è assolutamente, fantasticamente, magicamente meraviglioso? *.*
Mi sono commossa circa ventimila volta, lo amo! :D è un capovolare quel video! *-*
Vi lascio... Alla prossima! ;D
Baci&Abbraccia,
Mary :D


PS: Presto ci sarà una sorpresa per tutte coloro che seguivano *One more night*! ;D




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Capitolo 8
*** 7 What I really need are these little things. ***


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7. What I really need are these little things.


 
“-Dai Harry, smettila! Qualcuno potrebbe arrivare!- Il mio ragazzo continuò a farmi il solletico, nonostante le mie lamentele.
-Nah.. Non stiamo facendo niente di male, no?-
Lo guardai male. Ma che cosa gli passava per la mente? Eccome se stavamo facendo qualcosa di male, ma a lui non sembrava proprio entrare in testa.
-Certo, perché secondo te essere mezzi nudi, sul mio letto, mentre tu mi stai sopra e mi fai il solletico, è normale, no?-
Piccolo dettaglio omesso: avevamo appena fatto l’amore ed Harry, dato che non lo avevo voluto baciare, mi stava facendo il solletico, incurante del fatto che, da un momento all’altro, qualcuno sarebbe potuto rientrare.
-Dettagli, piccola…- Mi guardò negli occhi e ancora una volta mi persi nel mare infinito dei suoi occhi. Un leggero brivido mi percorse la schiena, facendomi sorridere. Come facevano i suoi occhi a lasciarmi sempre senza fiato? A leggermi dentro come nessun altro?
E riuscì ancora una volta a farmi dimenticare tutto il resto.
Subito le mie labbra furono catturate dalle sue, iniziando una nuova danza.
Ogni volta che le sue labbra incontravano le mie un’emozione indescrivibile prendeva a far parte di me. Mi sentivo viva e completa.
Ci staccammo, quando ormai eravamo senza fiato.
Harry mi sorrise. Un sorriso mozzafiato, che mi lasciò a bocca aperta ancora una volta.
-Ti amo, Spencer.- Disse, con tutta la semplicità che solo Harry poteva avere nel dirmi certe cose.
Sorrisi. –Ti amo anche io, Harry.-
Fu un attimo, ma bastò per far si che il mio cuore smettesse di battere.
Tutto perse significato, tutto finì.
-Spencer…- Alzai lo sguardo, conoscendo perfettamente il proprietario di quella voce.
I miei occhi si spalancarono e mi sentii morire dentro.
Mia sorella era lì, che ci guardava sorpresa e le lacrime pronte a scendere dai suoi grandi occhioni azzurri.
Una mano poggiata alla maniglia della porta e l’altra sulla sua bocca.
Cercai Harry e vidi che non era più sopra di me, ma vicino mia sorella, che cercava di avvicinarsi a lei per spiegarle, ma lei si allontanò di scatto, come se fosse stata scottata.
Allora mi alzai anche io, avvicinandomi a lei.
Sentivo dentro di me un vuoto mai provato. Stavo per perdere mia sorella, non potevo davvero averle fatto tutto quello. Ma che razza di sorella ero?
-Ti odio! Vi odio!- Spalancai gli occhi e scossi la testa, sentendo le lacrime che spingevano per uscire dai miei occhi. Cercai di convincermi che non fosse vero, che mia sorella non ci avesse mai visto, che non aveva sul serio pronunciato quelle parole.
Cercai di prenderle una mano, ma lei subito la sottrasse e scappò via, finché non scomparve dalla mia vista e, forse, anche dalla mia vita.”

 
Mi svegliai improvvisamente, aprii gli occhi di scatto e mi misi a sedere.
Il mio respiro era irregolare e mi sentivo strana. Mi toccai la fronte e notai di essere stranamente sudata.
Mi guardai intorno e notai Abby addormentata a terra accanto a me, Zayn dal lato opposto a Niall, mentre quest’ultimo tra lui e Abby.
C’era un casino enorme, quindi tutto era normale, o almeno lo era intorno a me, cosa che, invece, non era dentro di me.
Mi poggiai una mano sul cuore e lo sentii battere furiosamente.
No, non poteva essere successo di nuovo. Non potevo aver rifatto, dopo quattro anni, di nuovo quel sogno, o forse era meglio dire incubo.
Ma cosa avevo fatto di male?
Cercai di respirare regolarmente, ma mi sentivo sempre più male. Quell’incubo ancora una volta era riuscito a farmi sentire male, come se, da un momento all’altro, ciò che avevo sognato si sarebbe avverato. Non volevo che mia sorella scoprisse tutto ora che era davvero tutto finito tra me ed Harry, ora che era veramente felice.
Scossi la testa: di certo facendo così non avrei risolto niente.
Capendo, poi, che non sarei riuscita ad addormentarmi molto facilmente, mi alzai, cercando di non fare rumore, e uscii dalla camera dei miei amici.
Mi guardai intorno e notai che tutte le camere erano chiuse, almeno tutti dormivano.
Scesi le scale lentamente e arrivai in cucina. La prima cosa che cercai fu un bicchiere d’acqua. Dovevo calmarmi, o l’indomani avrei iniziato la giornata nel peggiore dei modi.
Bevvi tutto d’un sorso, sentendo subito i miei muscoli rilassarsi.
Mi poggiai al mobile della cucina e guardai in alto, chiudendo gli occhi, come per cercare di calmare il respiro e, soprattutto, il battito accelerato del mio cuore.
Qualche attimo dopo il respiro tornò regolare, come i battiti del mio cuore, ma quel peso che tenevo dentro da quattro anni, quel peso che ero riuscita ad accantonare in fondo al mio cuore… Be quello c’era ancora ed era più forte di prima.
Mi sedetti sulla prima sedia che mi capitò davanti e poggiai la testa tra le mani.
Non potevo sentirmi così male a neanche un giorno dal mio arrivo. Non avrei resistito a lungo e cominciavo a pensare che quel viaggio fosse stato l’ennesimo errore dettato dal cuore e dai sensi di colpa.
Ci tenevo troppo a mia sorella per essere consapevole di averla delusa, non potevo fare la sorella maggiore egoista, non era da me, non che negli anni precedenti mi fossi comportata proprio da tale, ma adesso dovevo recuperare il tempo perduto con la mia famiglia, soprattutto con Alex, e quei preparativi, se pur faticosi, mi potevano avvicinare molto a mia sorella.
A quel punto la decisione era una: avrei continuano come se nulla fosse, avrei ignorato Harry e mi sarei comportata da sorella maggiore quale ero.
Niente ripensamenti, decisioni affrettate e sensi di colpa che avrebbero peggiorato ancora di più il mio umore.
Era ciò che avrei fatto per i prossimi mesi, il passato me lo dovevo lasciare alle spalle, per quanto difficile fosse.
Annuii a me stessa, come per infondermi coraggio, e mi alzai, ritornando subito nella camera dei ragazzi.
Mi sdraiai accanto a Abby e, come se non fosse successo niente, caddi tra le braccia di Morfeo, sinceramente più sollevata, o almeno speravo.
                                                  
 
***
 
 
La mattina venni svegliata da un continuo e stridulo suono del campanello.
Mi chiesi perché mia madre non avesse ancora aperto.
Proprio a quel pensiero la mia mente elaborò tutto e aprii gli occhi, rendendomi conto di ciò che stava succedendo.
Mi guardai intorno, cercando l’orologio appeso alla parete, che mi rivelò fossero già le undici.
Mi sbattei una mano in fronte e scattai in piedi. Corsi giù per le scale, cercando di non ruzzolare per terra come una deficiente.
Sentii delle voci fuori dalla porta e non potei proprio trattenere un risolino avendo riconosciuto a chi appartenessero.
-Si, Sam, te l’ho detto! Deve essere per forza in casa, è arrivata ieri! Sai come è pigra quando si tratta di dormire. Sono sicura che—
Ma la ragazza non poté finire la frase perché aprii la porta di casa di scatto e il suo sguardo si posò sul mio dopo quattro lunghissimi anni.
I suoi occhi color cioccolato incontrarono i miei azzurri, la sua bocca si spalancò e dopo qualche attimo vidi un enorme sorriso farsi spazio sul suo volto piccolo e grazioso.
-Lulù!-

Non fece neanche tempo a realizzare il tutto, che mi buttai tra le braccia della mia migliore amica e mi sentii subito felice e completa.
Lucy era sempre stata la mia metà, la migliore amica che una ragazza potesse desiderare.
La sentii soffocare un grido sulla mia spalla e successivamente tante piccole e copiose lacrime uscirono dai nostri occhi.
La mia migliore amica era lì e non mi potevo sentire più felice.
Ci staccammo dopo qualche minuto, ma già avevo voglia di stringerla di nuovo a me.
Avevamo entrambe gli occhi lucidi e due enormi sorrisi stampati in faccia.
-Mi sei mancata così tanto, amica mia!-
Sorrisi ancora di più, vedendo la sua espressione da bambina.
-Anche tu, Lulù, tantissimo.-
Due secondi ed ero di nuovo tra le sue braccia, bagnando con le mie lacrime il suo giacchino e lei con le sue la maglietta del mio pigiama.
Ad un tratto una voce fin troppo conosciuta ci interruppe, facendomi sorridere di sottecchi.
-Non ci credo, Spencer Tomlinson, dopo quattro anni, ci degna della sua presenza!-
Avrei riconosciuto quella voce ovunque.
Lucy rise e io alzai lo sguardo verso quel cretino del mio amico Sam.
-E Sam Morris ci degna ancora delle sue interruzioni fuori luogo!-
Lui mi guardò male, ma un sorriso spuntò sul suo volto. Anche se avrei voluto ucciderlo, mi lasciai stringere dalle sue braccia muscolose.
-È pugno al mio orgoglio ammetterlo, ma mi sei mancata, Tomlinson.-
Sorrisi, alzando un sopracciglio. -Anche tu, Morris, devo ammetterlo.-
Alzai lo sguardo verso di lui e gli strinsi le guance, come facevo sempre da quando ci conoscevamo.
-Sei sempre la stessa, non c’è che dire!-
-E tu sei sempre il solito bambino, non c’è che dire!- Lo imitai, facendogli l’occhiolino e staccandomi da lui.
Quando mi accorsi che eravamo ancora fuori e che io ero in pigiama, li feci accomodare in casa e dissi loro di fare come se fossero a casa loro, prima di sparire al piano di sopra. Tanto sapevo che lo avrebbero fatto comunque.
Entrai velocemente nel bagno e ne uscii cinque minuti dopo lavata e vestita.
Corsi a svegliare i miei amici, che, a quanto pare, non avevano minimamente sentito il campanello, e dissi loro si sbrigarsi.
Ritornai di sotto e vidi i miei due amici chiacchierare tranquillamente.
Mi sedetti tra di loro e sorrisi come non facevo da quattro anni.
Sam prese qualcosa da dietro le sue spalle e mi mostrò un sacchettino che conoscevo fin troppo bene.
Il mio sorriso si allargò ancora di più e miei occhi si illuminarono come quelli di una bambina che aveva davanti un lecca-lecca. –Non mi dire che sono i cornetti di Alfredo?!-
Lui annuì e mostrò il suo bellissimo sorriso, ammiccando, ovviamente, come suo solito.
-Oh ma io ti adoro, Morris!-
Sam era un ragazzo bellissimo, occhi nocciola e sguardo ammaliante.
Eravamo diventati amici perché una volta lui ci aveva provato con me, ma, sin da subito, il mio caratteraccio e la sua sfacciataggine non erano andati d’accordo e ogni volta che ci incontravamo diventavamo come cane e gatto.
Poi, un giorno, ci eravamo ritrovati insieme in punizione, per colpa sua, sottolineo, e da lì avevamo iniziato a parlare e a conoscerci meglio e da quel giorno eravamo diventati amici, anche se i nostri caratteri ci mettevano molto spesso in disaccordo.
In quel momento, però, lo avrei solo riempito di baci per avermi portato i miei cornetti preferiti.
Mi limitai, invece, a ringraziarlo con un sorriso e feci accomodare entrambi in cucina, dove inizia a preparare la colazione per tutti.
-Allora, Spens, che ci racconti di bello?-
Lanciai uno sguardo alla mia migliore amica, ma prima che potessi rispondere, vidi la sua espressione mutare da curiosa a sorpresa e successivamente sentii due braccia posarsi sui miei fianchi e un profumo di dopobarba e tabacco mi invase.
Sorrisi e poggiai le mani su quelle del mio migliore amico.
-Buon giorno, Malik. Ben svegliato!-
Lui mi fece uno di quei suoi sorrisi beffardi e mi baciò una guancia, ricambiando il mio saluto.
La mattina, di solito, non era di molte parole, soprattutto quando veniva svegliato e buttato fuori dal letto come avevo fatto io qualche minuto prima.
Il mio amico in questione si accorse degli ospiti e mi guardò curioso.
-Zay—Ma, come era accaduto prima, non potei neanche iniziare la frase, che una voce superò la mia, facendo sussultare i miei ospiti e facendo ridere me e Zayn.
-Buooooon giornoooooo Londra!- La voce inconfondibile del biondo irlandese riecheggiò per tutta la stanza, prima che lui spuntasse dalla porta con il suo solito sorriso a quaranta due denti, accompagnato da un’assonnata Abby.
Entrambi mi baciarono la guancia e, come Zayn prima, si accorsero dei miei due amici.
-Come stavo dicendo, prima che qualcuno mi interrompesse bellamente.- E lì lanciai un’occhiataccia al mio amico biondo, il quale se ne fregò e mi sorrise. –Ragazzi, loro sono Lucy, la mia migliore amica; e lui Sam, un amico.- Iniziai le presentazioni, indicando i miei due amici, che alzarono una mano in segno di saluto.
-Sam, Lucy, loro sono Niall, Abby e Zayn, i miei amici che sono venuti qui con me da New York.-
I miei amici sorrisero cordiali e da lì iniziò la nostra colazione, a base di sorrisi, cornetti al cioccolato e amicizia.
Ecco, questo era tutto ciò che mi faceva stare bene… Tutto ciò che a New York mi era mancato: avere tutti i miei migliori amici riuniti insieme, scherzando e mangiando a più non posso.








Okay, sono come al solito in un tremendo ritardo e non come facciate sempre a sopportarmi! Ma non vi ringrazierò mai abbastanza per tutto, sappiatelo! :D
Le vostre recensioni riescono sempre a risollevarmi da ogni brutta giornata e di questo vi sarò sempre grata! *.*
Avete sentito Midnight Memories? Non lo trovate fantastico? Io lo adoro e tipo pianto dieci mila volte ascoltando You and I! :'D
E a voi qualcuno a colpito di più? Ovviamente, premettendo che sono tutte meravigliose! :D
Passando al capitolo... Come avete visto, Spens ha sognato qualcosa che non le è sconosciuto, anzi, quel qualcosa sarà importante nella storia, perchè.. Beh poi lo scoprirete! u.u
E poi prende una decisione importante, anche se sa che sarà difficile, è pronta a tutto pur di riallacciare il rapporto di sua sorella!
E infine abbiamo l'arrivo di due vecchi amici, molto importanti per Spencer! :D
Prima di salutarvi, vorrei dedicare questo capitolo, anche se non penso lo saprà, alla mia amica e lettrice Marie... Lo so che non leggerai, probabilmente, presto questo capitolo e questo angolo autrice, ma io vorrei ringraziarti per TUTTO! Sei stata e so che sarai un'amica fantastica e spero che all'università ti vada tutto bene, perchè te lo meriti davvero, Marie! Sappi solo che ti voglio bene e spero che presto ritornerai tra noi di EFP! *.*
Un ringraziamento a tutte voi che recensite sempre, vi adoro, ragazze! :D
Ci vediamo alla prossima e spero che lascerete, anche se piccola, una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, accetto tutto, davvero! :D
Baci&Abbracci,
Change_your_life_ ♥




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Sam

Okay, so benissimo che lui e Nina recitano insieme in "The Vampire Diaries", ma non potevo non metterlo, è bellissimo! *.*

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