My heart is yours

di Francy_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *Il ricordo unisce ciò che la vita separa* ***
Capitolo 2: *** 1. *Volontà proibite* ***
Capitolo 3: *** 2. *Ardue scelte* ***
Capitolo 4: *** 3. *Ricominciare* ***
Capitolo 5: *** 4. *Strana inquietudine nell'aria* ***
Capitolo 6: *** 5. *Una gradita sorpresa* ***
Capitolo 7: *** 6. *Anime opposte* ***
Capitolo 8: *** 7. *A volte è tutto oro quello che luccica* ***
Capitolo 9: *** 8. *Rivelazioni* ***
Capitolo 10: *** 9. *Emozioni contrastanti* ***
Capitolo 11: *** 10. *La confusione resta, i problemi aumentano* ***
Capitolo 12: *** 11.*Libera di amare* ***
Capitolo 13: *** 12. *Mi stai distruggendo* ***



Capitolo 1
*** *Il ricordo unisce ciò che la vita separa* ***


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Salve a tutti.
Siamo Francesca e Grazia e oggi abbiamo l'onore di pubblicare il prologo della nostra prima storia scritta insieme. Siamo molto emozionate; dovreste vedere Grazia in questo momento... sta letteralmente saltando sulla sedia e tra poco, ne sono sicura, cade!
Speriamo che la storia vi piaccia. Pubblicheremo una volta a settimana (si spera), ovvero il sabato.
Detto ciò, vi lasciamo alla lettura.
Un bacio...
Gra&Fra

 
My heart is yours 

-Prologo-
*Il ricordo unisce ciò che la vita separa*
"Gra"

 
«Kristen, dov’è la mia bambina? Non la vedo! Trovatela, vi prego. Jules, oddio, perché l’hai fatto?» le urla di mio padre e le sue lacrime sono impresse nella mia mente.
Non vogliono abbandonarmi.
Rimangono là a torturarmi.
Sono passati dodici anni da quel giorno ed è come se fosse successo ieri.
Quella notte ero presente; ero nascosta sotto il tavolo della cucina. Fissavo la donna davanti a me spararsi in testa ed io non potevo fare niente. “Perché lo ha fatto?” continuavo a ripetermi da un po’ e non riuscivo a darmi una risposta. Solo adesso riesco a capire il suo folle e assurdo gesto.
Ricordo che ero paralizzata.
Ho sentito lo sparo; ho visto il corpo a terra e il sangue riverso sul pavimento. Esanime, senza vita.
Era la vigilia di Natale dell’anno 1995; avevo cinque anni e il corpo era quello di mia madre.
Quel pomeriggio eravamo da sole in casa. I miei tre fratelli Taylor, Dana e Cameron giocavano a pallone con mio padre in cortile. Lui è sempre stato un tipo antiquato; quel genere di persona che crede che la moglie debba stare in casa ad accudire i figli, mentre gli uomini debbano lavorare.
E così è stato. Mia madre non ha mai lavorato, e anche se in casa avevamo bisogno di denaro, mio padre non le ha mai permesso di trovare un’occupazione.
Si era preso due giorni di ferie dal lavoro, quell’anno, per festeggiare il Natale insieme a noi. Gli anni precedenti aveva lavorato sempre; non era mai in casa e quando c’era lo passava a leggere il giornale o a guardare la televisione.
Possedeva, ed ha ancora adesso, un’azienda tutta sua. Adesso è Cam, mio fratello più grande, che  lavora con lui.
Fatto sta che noi figli, e soprattutto io, l’unica figlia femmina, eravamo abituati alla sua assenza in casa mentre mia madre ne soffriva parecchio.
Un giorno li trovai in camera da letto a discutere animatamente. Mia madre lo accusava di tradirla; ma lui non disse neanche una parola. Mio padre si chiuse in bagno e da quel giorno non seppi più niente. Vedevo mia madre piangere, però. E anche se ero piccola cercavo di consolarla. La sua risposta era sempre la stessa: “Stai tranquilla, Kiki. Vai a giocare”.
«Ehi Kris, tutto bene?» salto per lo spavento quando la mia collega, nonché migliore amica Nikki, mi tocca la spalla.
«Sì sì. Tutto bene. Sto piegando questi pantaloni. Vedi?» e le indico i vestiti che ho in mano.
«Allora perché piangi?» mi chiede lei con dolcezza.
«Io… io non sto piangendo, tranquilla. Sono solo brutti ricordi, comunque» le rispondo asciugandomi la guancia. Non mi ero resa conto di star piangendo. 
«Va bene dai. Cambiamo argomento okay?»
Annuisco e continuo il mio lavoro.
«Oddio! C’è Michael, sta venendo qui» esclama, all’improvviso, la mia amica.
Mi volto a guardare la porta ed è vero. Sta entrando proprio dentro il negozio.
«Oh, cazzo» borbotto e mi rigiro continuando a lavorare come se nulla fosse.

******
 

Fine prologo.
Che ne pensate?!
Abbiamo creato un gruppo dedicato alla storia. "My heart is yours"
Per chi volesse contattarci o far parte dei nostri gruppi su facebook, è il benvenuto.
Francesca Efp e FrancyEFP
Gra Stew Efp e Gra Stew Efp


 

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Capitolo 2
*** 1. *Volontà proibite* ***


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Buon pomeriggio a tutti voi :3
Sono Fra e oggi, insieme alla mia amica, pubblico il primo capitolo della storia.
Senza ulteriori indugi, vi lascio alla lettura.
:*
Francy


My heart is yours
 
-Capitolo 1-
*Volontà proibite*
"Fra"

 

 
Sono uscita proprio adesso dal negozio. La giornata è stata più che spossante e l’incontro con Michael è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Se mio padre continua a parlare di questa cosa giuro che me ne vado di casa.
Stasera ho solo voglia di spegnere il cervello e andare a dormire, perché questa giornata è stata terribile.
Entro in casa e butto le chiavi sul mobiletto dell’ingresso.
«Kristen?» E’ mio padre che mi chiama.
«Si?»
Mi dirigo in cucina con passo lento ed estremamente stanco.
«Com’è andata a lavoro?!» chiede mentre guarda la partita di calcio con Cameron.
«Abbastanza bene» rispondo sorridendo appena. «Vuoi che cucini qualcosa prima che vado a dormire?»
«No, stasera siamo a cena fuori» dice guardandomi.
«Ah ok. Beh, divertitevi. Io salgo in camera»
«Verrai anche tu a questa cena» dice guardandomi di sfuggita. «Diciamo che è obbligatorio che tu venga» aggiunge.
Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo. So dove vuole trascinarmi mio padre e io non ne ho nessuna voglia.
«Non voglio venire, papà»
«Kristen, sai che per la famiglia è importante che tu faccia questa cosa»
«Papà, io non ho nessuna intenzione di obbedire a questo tuo volere»
«E invece dovrai farlo se tieni alla tua famiglia»
«Non puoi costringermi!!» urlo aggrottando le sopracciglia. Sento la gola bruciare per quanto forte ho urlato, ma non mi importa.
Mio padre deve capire che io non sono un burattino con il quale può fare quello che vuole. Non può decidere il mio futuro; non può dirmi quello che devo fare; non può dirmi cosa devo pensare.
Io ho, grazie a Dio, la facoltà di prendere delle decisioni da sola e fin ad oggi ne ho prese tante e lui non si è mai lamentato.
Nonostante sia un tipo all’antica, non mi ha mai ostacolato. Quando ho lasciato la scuola non ha detto nulla; quando ho detto di voler lavorare mi ha appoggiato, forse perché era quello che prima o poi lui si aspettava da me.
Adesso si aspetta qualcosa che io non posso soddisfare. Mi chiede troppo.
«Kirsten, tu sposerai Michael!!» esclama e io per poco non corro in bagno a vomitare.
La prima volta che me lo ha detto sono rimasta di sasso. Credevo scherzasse, infatti mi ero anche messa a ridere; ma davanti le facce serie di mio padre e di mio fratello mi sono resa conto che non ero vittima di nessun tipo di scherzo.
Mi aveva detto che, compiuti diciotto anni, io avrei sposato Michael.
Lui è un bravo ragazzo, è abbastanza carino, ma il problema è che io non sono innamorata.
E poi non ci sono uscita nemmeno una volta. Come faccio a dire se potrei trovarmi bene con lui?
Mio padre dovrebbe proteggermi e non promettermi in sposa ad un perfetto sconosciuto, perché io Michael non l’ho mai frequentato per più di dieci minuti. Da quando i nostri rispettivi padri si sono conosciuti e hanno cominciato a lavorare insieme, hanno decido che io devo sposare Michael, così diventiamo tutti un’unica famiglia e il padre di lui può far diventare suo socio il mio.
Un casino, insomma e in mezzo a questo gran casino ci sono io. Io che vorrei tirarmene fuori, ma non posso.
Mio padre si aspetta molto da me, ma io non posso accontentarlo. Non stavolta.
Da dodici anni, da quando mamma è morta, ho sempre cercato di compiacerlo. Sono l’unica figlia femmina e ho cominciato sin da subito ad occuparmi delle faccende. Ho sempre obbedito; ho sempre rispettato le leggi di mio padre che, essendo uno all’antica, le pretende. Ho davvero fatto quello che lui si è sempre aspettato da me, ma questo è troppo.
È veramente troppo.
Anche mio fratello Cameron ha cercato di dissuaderlo, perché sta sul serio dalla mia parte, e la stessa cosa fanno Taylor e Dana, ma lui resta della sua idea.
«Kristen?!» mi richiama mio padre.
«Papà, sai che ti voglio bene, ma non farmi sposare un ragazzo che nemmeno conosco»
«Ma certo che lo conosci Kristen! E poi è per il bene della nostra famiglia»
Vorrei rispondergli che non è per la famiglia che lo sta facendo, ma poi mi beccherei uno schiaffo e devo ancora riprendermi da quello dell’altro giorno, quindi sto zitta e annuisco.
Accetto di andare a cena solo perché non voglio più sentirlo parlare, non perché ho accettato di sposare Michael.
«Pronta fra dieci minuti» mi dice, infine, e ritorna a guardare la partita insieme a Cam, che mi guarda dispiaciuto.
Almeno ho i miei fratelli dalla mia parte, anche se, con un padre come lui, non valgono molto, nel senso che comunque la pensiamo noi ragazzi, alla fine facciamo quello che vuole lui e ho paura che finirà così anche questa volta.
Non voglio sposare un uomo che non conosco e di cui non sono innamorata.
Voglio sposarmi perché so che è l’uomo giusto; voglio sposarmi perché sono talmente innamorata da voler passare il resto della mia vita accanto a lui e non perché mio padre vuole più soldi.
Ovviamente, questo non è il mio caso e non so davvero come fare per togliere dalla mente di mio padre quest’idea assurda.
Però adesso devo sopportare una cena carica d’imbarazzo perché io e Michael non ci rivolgiamo nemmeno la parola e tutti gli altri ci guardano perché si aspettano che parliamo.
Non succederà, ma a rompere il ghiaccio ci pensa la madre di Michael.
«Quando compirai diciotto anni, Kirsten?!» chiede dolcemente.
Sospiro e scarto quello che ho nel piatto con la forchetta. «Ad Aprile» rispondo.
«In effetti manca poco» interviene mio padre.
«Kristen, possiamo fare un giro per i negozi», continua la madre.
«Un giro per negozi?!» chiedo alzando un sopracciglio.
«Si, non vorrai sposarti in jeans e felpa» dice e mi guarda sorridendo appena.
Ricambio il sorriso, ma è sforzato.
Sto vivendo un incubo; non voglio stare più qui.
Metto le mani sui braccioli della sedia per alzarmi, ma Cameron mi guarda e indica con la testa mio padre. Mi siedo di nuovo e sospiro.
«Scusate, potete lasciarci un attimo da soli?» chiedo e, dopo un paio di minuti, i genitori di Michael e i miei fratelli lasciano la sala.
«Che cosa stai facendo, Kirsten?!»
«Che stai facendo tu, papà?!» urlo alzandomi dalla sedia.
«Kirsten, tu sai che questo matrimonio ci serve»
«Io non voglio sposare Michael. Non voglio sposarmi perché devo fare un favore a te. Non funziona così. Con mamma i vostri genitori avranno voluto questo, ma non farai la stessa cosa con me» urlo ancora e queste parole mi fanno guadagnare un bellissimo schiaffo sulla mia guancia.
Lo guardo sconvolta e con gli occhi lucidi.
Mio padre non mi ha mai picchiata, perché adesso?!
«Non osare parlare di tua madre»
E a quelle parole scoppia tutta la rabbia… «No tu!!! Tu non parlare di lei. La mamma non approverebbe. Non vorrebbe che tu mi vendessi per riuscire a fare più soldi. La mamma vomiterebbe per quello che mi stai facendo: costringere tua figlia a sposarsi con un ragazzo che non ama! Vuoi davvero questo per me?!»
«Io voglio il meglio per la nostra famiglia»
«Tu vuoi il meglio per te stesso. Tu vuoi che io sposi Michael solo per un tuo interesse personale; vuoi entrare in affari con suo padre per risollevare la tua situazione economica. Non vuoi il mio bene, altrimenti non me l’avresti proposto. Non ti sarebbe nemmeno passato per la mente»
«Tu sposerai Michael e non si discute» dice con un tono di voce che non ammette repliche, ma stavolta la replica ci sarà; eccome se ci sarà.
«Michael è un bravo ragazzo, ma non ho intenzione di sposarlo. Fattene una ragione»
Mio padre sta per dire qualcosa, ma qualcuno che bussa lo interrompe. «Scusate» mormora la voce di un ragazzo.
È Michael.
«Scusa Michael, stiamo risolvendo una questione di famiglia»
«No, scusi lei John, ma ho sentito tutto e vorrei parlare un attimo con sua figlia» dice lui calmo.
«Ok» risponde infine mio padre, guardandomi severo dalla testa ai piedi.
Aspetto che esca dalla stanza e prendo la parola.
«Michael, mi dispiace per quello che hai sentito. So che i nostri genitori vogliono combinare questo matrimonio, ma io sul serio non me la sento; semplicemente perché non lo trovo giusto nei nostri confronti…»
«Fermati» dice calmo.
Lo faccio e lo guardo un po’ timorosa. Che vuole adesso?!
Non mi ha mai fatto molta simpatia, ma non è un cattivo ragazzo.
«Che devi dirmi?!» chiedo.
«Senti… so che questo matrimonio non lo vuoi; credimi, non lo vorrei nemmeno io. Non ora almeno»
Aggrotto le sopracciglia «E questo che vorrebbe dire?!»
Sposta il peso da un piede all’altro e comincia a torturarsi le mani. «Vorrebbe dire che… beh si…insomma, ho sempre avuto una cotta per te, quindi speravo un giorno di avere una possibilità con te»
Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Ormai riesco a tranquillizzarmi solo così.
Li riapro e lui è li, preoccupato, che mi guarda.
«Senti» inizio e mi avvicino un po’ a lui «Tu sei un bravo ragazzo, per quel poco che ti conosco, ma io non sono innamorata di te e non ho intenzione di innamorarmi. Questa è tutta una strategia di mio padre per entrare in affari con il tuo e mi dispiace tanto»
«Lo so, anche mio padre lo sa, ma a lui piace quello che ha tuo padre, quindi diciamo che entrambi hanno gli stessi motivi, però, anche se tu non vuoi sposarmi e non vuoi innamorarti di me non credi che dobbiamo esaudire le volontà delle nostre famiglie?!»
 

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Rieccomi qui! ;)
Come vi è sembrato il capitolo?!
E' un capitolo corto, è vero, però spero vi abbia aiutato a capire un pò la situazione di Kristen... Cosa deve sopportare!
Per quanto riguarda il titolo "Volontà proibite", volevo spiegarvi il motivo: Kristen, come tutti, ha dei sogni, delle ambizioni, degli obiettivi, ma la sua situazione con il padre non le permette di fare quello che vuole. Il titolo viene dal fatto che le sue volontà di essere libera di amare chi vuole o sposare, in futuro, chi vuole, vengono proibite dal padre che vorrebbe che lei sposasse Michael. Insomma, un bel problemino, non trovate?!
Sperando che il capitolo vi sia piaciuto, io e Gra, speriamo di sapere cosa ne pensate! ;)
A sabato prossimo.  

 

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Capitolo 3
*** 2. *Ardue scelte* ***


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Buon pomeriggio gente.
Siamo ancora agli inizi, ma io (Fra) e la mia socia ringraziamo davvero di cuore tutti voi per il vostro interesse nei vostri confronti. Grazie davvero di cuore. Speriamo che anche questo capitolo vi piaccia.
Ci leggiamo alla fine.
Un bacio e buona lettura.

My heart is yours
 
-Capitolo 2-
*Ardue scelte*
"Gra"

 
La sveglia suona le sei del mattino.
Mi sono addormentata subito stanotte; non ho fatto neanche in tempo a svestirmi ed è per questo che adesso sono ancora con gli abiti di ieri. Mi alzo con un gran mal di testa e mi dirigo in bagno; la persona che vedo allo specchio non mi piace per niente:  non è la Kristen combattiva di sempre; vedo una persona che si sta lasciando convincere di una cosa che non vuole e si sta lasciando mettere i piedi di sopra.
Anche Nikki mi ha fatto intendere che dovrei aiutare mio padre sposando Michael, e forse è la scelta giusta da fare. Mi spoglio e mi butto sotto il getto dell’acqua calda: ho proprio bisogno di una bella doccia.
Quando esco mi asciugo velocemente e vado in cucina; mi metto ai fornelli e preparo la colazione per mio padre e per i miei fratelli. Ho imparato a fare la donna di casa già da piccola e sono davvero stanca di prendermi cura di tutti, quando a nessuno interessa qualcosa di me.
Forse sposando Michael lui si occuperà di me.
Forse non dovrò più sgobbare dalla mattina alla sera.
Forse potrò avere un po’ di pace.
«Buongiorno Kris» mio fratello Cameron è appena entrato in cucina e mi guarda con aria dispiaciuta. «Tutto bene?» continua ancora. Annuisco e poso la macchinetta del caffè sul tavolo, facendo attenzione a non scottarmi.
«Perché ti sei comportata in quel modo ieri sera?» domanda, ancora, con dolcezza. Abbiamo avuto sempre un buon rapporto io e lui e so che adesso non me lo sta chiedendo per rimproverarmi ma solo perché è preoccupato per me.
«Non lo so. Ero confusa Cam»
«Adesso le idee le hai chiarite?»
«Sì! In effetti devo dirti una… » non riesco a finire di parlare perché mio padre mi ha appena dato uno schiaffo in pieno viso. Barcollo aggrappandomi alla sedia che per fortuna non mi fa cadere a terra. Non mi ero nemmeno resa conto del suo arrivo.
«Cosa devi dirgli signorina? Non puoi fare niente! Sposerai Michael!» afferma arrabbiato.
«Va bene» rispondo con le lacrime agli occhi.
Mio padre e mio fratello sgranano gli occhi increduli per le parole che ho appena pronunciato.
«Ripeti!» mi ordina mio padre.
«Hai capito, cazzo! Sposerò Michael» urlo e un altro schiaffo mi arriva in volto.
«Non urlare e modera il linguaggio».
Fisso Cameron che se ne sta immobile mentre mio padre mi schiaffeggia e in questo momento vorrei davvero sparire.
So che mio fratello non vorrebbe questo ma non può impedirlo.
Annuisco spaventata e scappo fuori.
È presto per andare a lavoro così ne approfitto per fare una passeggiata. Penso e ripenso alla scelta che ho appena annunciato.
 Avevo giurato che avrei fatto sempre e comunque quello che mi piaceva di più e adesso? Sarò la moglie di un uomo che non amo.
Sbuffo mentre mi siedo su una panchina; Mi porto istintivamente le mani ai capelli e scuoto la testa disperata. Ho ancora tutta la vita davanti; posso davvero sposare un uomo che non conosco?
Ed è qui che mi arriva come un altro ceffone la consapevolezza che non posso e non voglio.
Non posso perché nessuno mi può vendere in questo modo e non voglio perché dovrò essere io un domani a scegliere l’uomo che diventerà mio marito. Non me ne importa niente del lavoro e dell’azienda. Se li risolvano da soli i loro problemi finanziari!
Arrivo al negozio giusto in tempo per l’apertura; per qualche ora non penserò a niente.
«Buongiorno Kris»
«Buongiorno a te Nikki»
«Allora hai preso una decisione?» mi chiede la mia amica offrendomi una tazza di caffè: lo facciamo sempre la mattina appena arriviamo.
Annuisco e lei mi fissa aspettando una risposta.
«Lo sposerò» affermo ottenendo una sua risata.
«Hai fatto la scelta giusta» risponde e mi abbraccia. Mi dispiace mentire proprio a lei, ma non ho scelta se voglio che il mio piano vada a segno.
Per fortuna la mattina passa in fretta tra un cliente rompiscatole ed un altro. Ad ogni modo non abbiamo riaffrontato di nuovo l’argomento.
Poiché devo tornare anche di pomeriggio non vado a casa per il pranzo; decido di andare a fare un po’ di shopping e ne approfitto per fare una telefonata.
Chiamo una mia cugina e, nel frattempo, trattengo il respiro. Spero accetti la mia proposta, altrimenti non saprei come fare. Le spiego ciò che succede, mostrandomi decisa e sicura di me. Ho anche un po’ di paura a chiederglielo; infatti, quando lo faccio, chiudo gli occhi. Attendo la sua risposta con il cuore che batte all’impazzata.
«Sì certo. A domani. Ti voglio bene» le dico infine.
 
«Ci vediamo domani Kristen» mi saluta Nikki ed io sorrido debolmente. In realtà vorrei dirle che domani non mi presenterò a lavoro ma ho troppa paura di essere bloccata.
Anche il pomeriggio è passato tranquillo e adesso sono a casa a preparare la cena. L’aria è invivibile a causa dello scontro che abbiamo avuto stamattina io e mio padre.
Se solo sapesse…
«Grazie per la cena» dice Cam per rompere il silenzio. Annuisco e sorrido ma non dico una parola. Appena finiamo mi alzo e sparecchio.
«Scusatemi. Sono molto stanca. Vado a dormire. I piatti li lavo domani mattina, va bene? » mi rivolgo a mio padre naturalmente. È lui che ha la prima e l’ultima parola in casa.
«Buonanotte. Domani mattina non ti preoccupare per la colazione. Dobbiamo andarcene prima» dice soltanto ed io mi ritiro nella mia stanza sospirando.
Apro l’armadio e tiro fuori due valigie. Le riempio con il necessario e con i vestiti che ho comprato oggi. Faccio un rapido calcolo e capisco di avere ancora un’ora prima che tutti vadano a dormire. Mi guardo in giro per  accertarmi di non aver lasciato niente. Per ultimi prendo i miei libri, il cellulare e una collana con una foto.  E’ l’unico ricordo che ho di mia madre e lo custodisco con la massima cura.
Purtroppo qualcuno apre la porta di colpo e non riesco a nascondere la valigia. Mio fratello Cam sgrana gli occhi e si avvicina a passo svelto.
«Cosa diavolo stai facendo?» quasi urla ma io lo blocco tappandogli la bocca.
«Me ne vado. Ho capito che non posso sposare un uomo che non conosco e che non amo. Mi dispiace Cam».
«Ma che cosa stai dicendo? Troveremo una soluzione» cerca di farmi ragionare ma io la mia decisione ormai l’ho presa.
«No! Non c’è nessuna soluzione. O lo sposo o mi ammazza di botte e siccome non mi piace nessuna delle due soluzioni me ne vado. Tra due mesi compirò diciotto anni. So badare a me stessa» gli spiego mentre ci sediamo sul letto. Quando finisco lui mi abbraccia, per infondermi un po’ di forza.
«Ti capisco Kris e hai il mio appoggio» sospira mentre lo dice. Si è rassegnato perché sa che quando mi metto in testa una cosa è difficile che torni indietro.
«Davvero? Grazie fratellino» gli bacio una guancia e qualche lacrima mi riga il viso.
«Perché piangi?»
«Mi mancherai» ammetto tirando su con il naso.
«Oh anche tu. Ma dove andrai? »
«Ho prenotato oggi i biglietti per Londra. Poi là ci sarà Alyssa, nostra cugina, ad attendermi. Mi trasferirò a casa sua per un po’ a Bournemouth finché non troverò un appartamento tutto mio» gli spiego mostrandomi sicura delle mie scelte.
«Stai attenta piccola. Tieni anche questi; ti serviranno» esce dalla tasca dei soldi, molti soldi, e me li porge.
«Non posso accettare. Ho dei soldi da parte già»
Scuote la testa ma non accetta repliche. Li infila nella tasca interna della valigia e mi da un bacio sulla guancia.
«Già ti sto facendo scappare, almeno fatti aiutare per bene» annuisco, mi alzo e finisco di chiudere lo zaino.
«Sono pronta. Devo chiederti un ultimo favore»
«Dimmi tutto»
«Mi aiuti a mettere le valigie in macchina? Poi domani mattina lascerai la seconda chiave sul tavolo così io andrò in aeroporto con quella. Più tardi puoi venire a riprendertela. L’aereo decolla alle nove domani mattina»
«Quindi dobbiamo salutarci ora, giusto?» annuisco triste e scoppio a piangere.
«Vieni qua» apre le sue braccia ed io lo stringo forte a me. Chissà quando lo rivedrò.
«Ti voglio bene sorellina. Potrai contare sempre su di me»
«Grazie Cam. Ti voglio bene anche io»
 
 
Il mattino seguente apro gli occhi alle cinque.
Sono agitata e ansiosa.
Sto per scappare di casa e spero che mio padre non capisca che è stato Cam ad aiutarmi.
Decido di prendere carta e penna e scrivere una lettera di addio.
 
Cari papà, Cam, Taylor e Dana
Vi scrivo questa lettera per dirvi che sono andata via di casa. Quando la leggerete io sarò già, a non so quanti chilometri da voi e finalmente sarò felice.
Mi sono sentita sempre l’ultima ruota del carro, quando invece l’unica cosa che voglio è vivere la mia vita scegliendo quello che ritengo più giusto per me.
Scappo di casa PER COLPA TUA papà. Per le tue botte e per i tuoi ricatti. Per la tua idea di vendere tua figlia al primo che capita. IO NON SONO OGGETTO DI SCAMBIO.
Cam, Dana, Taylor vi voglio bene e ve ne vorrò sempre.
Vostra Kristen
 
Una volta scritta la chiudo e  aspetto che loro se ne vadano per poi posizionarla sul tavolo in modo che la notino una volta rientrati.
Torno nella mia stanza, prendo lo zaino e faccio un rapido tour della casa. Quando finalmente trovo il coraggio, faccio un respiro profondo e apro la porta; la richiudo con la consapevolezza che sarà l’ultima volta che vedrò queste mura.
Per tutto il viaggio non faccio altro che ascoltare musica e dormire e per fortuna passa anche in fretta nonostante le undici ore di volo.
Quando arrivo trovo Alyssa e tre ragazze ad aspettarmi. Abbraccio mia cugina e poi mi presenta le sue amiche.
«Loro sono Jasmine, Sveva e Ines. Ragazze lei è Kristen, mia cugina»
Nonostante non mi conoscano, mi abbracciano e mi baciano sulle guance; io le lascio fare divertita dai loro atteggiamenti. Sono davvero simpatiche e davvero delle belle ragazze. Io al loro confronto mi sento una ragazzina, anzi lo sono!
Jasmine è alta, capelli neri e ha degli occhi molto particolari di colore verde scuro.
Sveva, invece, è la più alta di tutte. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri così come Ines, ma al contrario di Sveva ha i capelli scuri.
Sono tutte belle ma al contempo tutte diverse.
Anche mia cugina, al mio confronto, è davvero una gran figa. Capelli biondi, occhi azzurri e capelli mossi.
Indossano tutte dei mini-vestitini mentre io sono con un paio di jeans e le mie adorate vans.
Sono sicura che non hanno mai portato ai piedi un paio di scarpe sportive, così come io non ho mai indossato, se non rare volte, delle scarpe con il tacco.
Mi torna in mente la prima volta in cui Nikki, la mia amica ed ex collega, mi ha convinta a provarli mentre eravamo a lavoro.
«Dai, Kris indossali. Fallo per me, ti prego… ti prego» mi guarda con gli occhi a cucciolo perché sa che non posso dirle di no. Annuisco e borbotto un “come vuoi” per poi infilarmi le scarpe ai piedi. Riesco a fare un metro, ma sfortunatamente subito dopo cado a terra come una stupida. Siamo in negozio e, mentre noi ridiamo con le lacrime, un ragazzo, un bel ragazzo, apre la porta per entrare. Sbianco dall’imbarazzo. Tolgo le scarpe e mi infilo veloce le mie vans, le mie comode e bellissime scarpe basse. Nikki continua a ridere e accompagna il ragazzo a vedere i vestiti. Lui continua a guardarmi e mi fa l’occhiolino. Sono diventata rossa come un peperone, sicuro. Mi rifugio in magazzino fin quando non lo sento uscire. Che vergogna!
Sorrido al ricordo ma vengo distratta dalle ragazze che stanno parlando tra di loro, di ragazzi ovviamente. Una descrive la notte appena trascorsa, l’altra parla del suo finto ragazzo. Io sbuffo, attirando la loro attenzione. Mi fisso con un ghigno sulle labbra.
«Tu signorina… non ci racconti niente?» aggrotto le sopracciglia, non riuscendo a parlare. Cosa dovrei dirgli? “Mio padre voleva farmi sposare uno sconosciuto contro la mia volontà e così sono stata scappata di casa. Ah si…  non sono mai stata con nessuno”. Che cazzo!
«Cosa volete sapere?» faccio finta di niente e sto al loro gioco.
«Dai… sei stata con qualche ragazzo?» mi chiede Ines. Inspiro e respiro profondamente e poi scuoto la testa. Inutile sembrare esperta; verrei scoperta dopo tre secondi.
«Oh, ah, ok» sono le uniche sillabe che escono dalla loro bocca.
Le guardo imbarazzata non sapendo cosa dire. Loro mi fissano e poi scoppiano a ridere.
«Dai, non ti preoccupare. Con noi ti divertirai» mi abbracciano e rido anche io.
Spero che sia come dicono loro.
Non ho mai fatto caso a questa cosa, però adesso che ci penso ho quasi diciotto anni e non sono mai stata con nessuno. Vorrei tanto innamorarmi e avere un ragazzo con cui poter uscire, scherzare. Vorrei tanto fare l’amore con un uomo che mi ami. Lo troverò mai?
Sbuffo e mia cugina notando che mi sono abbattuta un po’, mi abbraccia e mi fa l’occhiolino.
«Non ci pensare. Hai avuto un passato difficile. Da oggi la tua vita cambierà», annuncia sorridendo.
«Grazie» le dico e ricambio l’abbraccio.
 
«Allora Kris, questa è casa mia».
 Alyssa parla mentre mi indica un palazzo di quattro piani. Lo osservo e già da fuori è un bella struttura.
Lei abita al secondo piano e quando entro rimango a bocca aperta. È davvero un bell’appartamento.
«E’ davvero bello, complimenti» le dico appoggiando le valigie all’entrata.
«Grazie cugina. Dai, vieni. Ti faccio fare il giro della casa»
Annuisco e la seguo.
Ci sono due camere da letto, una cucina con soggiorno annesso e due bagni.
In ogni camera da letto c’è un letto matrimoniale. Nel soggiorno, invece, c’è un grande divano, un tavolo lunghissimo e una libreria con un televisore al plasma. La cucina è come piace a me. È rossa con la penisola.
«Questa è la tua camera» mi fa entrare in una delle due camere da letto ed è quella un po’ più piccola. Ha toni del bianco e del lilla: è davvero carina.
«Mi piace!» esclamo tutta contenta.
«Mi fa piacere. Fa come se fossi a casa tua» annuisco e la ringrazio ancora. Torno all’entrata  a prendere le valigie in modo da sistemare i vestiti.
«Tu sistemati. Okay? Sarai stanchissima. Riposati e ci vediamo dopo va bene? Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure. Io sono nella mia camera»
«Va bene. Grazie mille Alyssa»
«Figurati tesoro»
Mi fa l’occhiolino e mi lascia da sola.
Inizio subito a disfare le valigie. Riempio l’armadio e poi anche il mobile a cassettoni.
Quando finisco mi spoglio e decido di farmi la doccia. Mi sento sporca; infondo ho viaggiato per troppe ore.
Quando esco, mi asciugo e indosso una maglietta a maniche lunghe e un pantalone della tuta. Mi infilo a letto facendo in modo che i miei muscoli si rilassano all’istante.
Mi addormento poco dopo con in mente il volto di mia madre che mi sorride e con un grosso punto interrogativo.
Avrò fatto la scelta giusta?

 

------
 

Allooooooraaaaa... ^^''
Che ne dite?!
Speriamo davvero che queste righe siano state di vostro gradimento e che continuerete a seguirci! :)
Al prossimo sabato! <3 <3
Un bacio
Fra e Gra

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Capitolo 4
*** 3. *Ricominciare* ***


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Buon pomeriggio a tutte/i siamo qui con due giorni di ritardo... ci perdonate, vero? Siamo malate ed è per questo che abbiamo ritardato. 
Speriamo che il capitolo vi piaccia. 
Buona lettura :3


My heart is yours


-Capitolo tre-
*Ricominciare*
"Fra"

 

 
Abitare in Inghilterra non è come me lo aspettavo, ma sicuramente è molto meglio di come vivevo in America.
Sono passati tre giorni da quando sono qui e non ho fatto altro che cercare un lavoro che mi assicuri una certa stabilità e indipendenza economica. Ne ho trovato uno come cameriera in un piccolo ristorante aperto tutto il giorno, dalla colazione alla cena. Non è chissà che cosa, ma le 150 sterline a settimana ce le ho; posso anche permettermi un appartamento, con il tempo. Alyssa continua a ripetermi che posso stare da lei tutto il tempo che voglio, ma voglio anche la mia libertà e indipendenza.
«Kristen, devi servire il tavolo numero 3» mi urla il mio collega.
«Sì, vado subito» esclamo prendendo l’ultimo piatto sporco dal tavolo che sto pulendo; lascio la vaschetta sul bancone e prendo i due piatti.
«Ecco a voi» dico ai due clienti porgendo le loro ordinazioni «Buon pranzo» esclamo e mi allontano, per prendere altre ordinazioni.
Lavoro dodici ore al giorno. Inizio alle nove del mattino e finisco alle nove di sera. Non faccio il turno serale, ma è spossante. Ho solo tre ore di pausa il pomeriggio che mi permettono di riposarmi un po’ o di esplorare meglio il quartiere.
«Ehi, ciao Kris» esclama qualcuno. Mi volto e vedo Alyssa insieme a Yasmine.
«Ciao Aly» la saluto abbracciandola. «Ciao Yasmine» aggiungo abbracciando anche lei.
«Come sta andando?» mi chiede quest’ultima.
«Ehm… me la sto cavando abbastanza bene. Sedetevi, arrivo subito per le ordinazioni»
«Certo» esclama Alyssa tutta contenta.
Sospiro, per l’ennesima volta questa mattina e poggio la vaschetta dei piatti sporchi sul bancone. Mi volto per guardare mia cugina e la sua amica e non posso non notare quanto siano perfette. Non indossano abiti firmati, ma il loro stile è fantastico anche senza Chanel o Valentino.
Non mi stupisce che abbiano tutte quelle compagnie maschili ogni sera.
Da quando sono qui a casa sono entrati cinque o sei ragazzi diversi. Uno più carino dell’altro devo ammettere.
Io non li ho mai conosciuti di presenza, perché me ne sono sempre stata rinchiusa in camera. Sono sempre stanca quando ritorno a casa e non ho voglia di passare del tempo a chiacchierare. Sento che si divertono insieme, durante una o due cene che hanno organizzato. Si divertono molto anche la notte, sotto le coperte e nelle altre due camere da letto oltre a quella di Alyssa. Lei mi ha chiesto più volte di stare con loro, invece di andare a dormire presto, però non riesco ad accettare. Preferisco starmene per conto mio; è anche per questo motivo che non vedo l’ora di avere i soldi necessari per permettermi una casa. Voglio non dovermi sentire in obbligo nei confronti di mia cugina; perché è come se mi sentissi costretta dall’intera situazione a dover partecipare a queste “riunioni”.
Non credo, comunque, che i loro amici sappiano di me, quindi significherebbe una grande figura di merda davanti a sei persone; e sinceramente preferirei evitarla.
«Eccomi» dico avvicinandomi al loro tavolo.
«Prendiamo due insalate e due bicchieri d’acqua»
«Arrivano subito» esclamo appuntando tutto sul taccuino e ritornando in cucina.
In questi giorni mi è capitato di pensare ai miei fratelli; alla vita che ho lasciato negli Stati Uniti. Penso a mio padre che gli sarà preso sicuramente qualcosa quando avrà trovato soltanto una lettera invece che una figlia. Ma nonostante ciò nessuno ha chiamato o si è minimamente preoccupato di quello che avrebbe potuto succedermi.
So che mio padre vuole farmela pagare. Per questo, probabilmente, non mi ha chiamata e sicuramente avrà costretto i miei fratelli a non farlo, ma so che prima o poi Cameron mi chiamerà. Ne sono sicura.
Un’altra cosa di cui sono sicura è che mio padre non avrà sicuramente avuto il coraggio di parlarne con la famiglia di Michael.
Non è saltato soltanto un matrimonio; è saltato un accordo. Un probabile “aumento” di guadagno per mio padre e questo lui non me lo perdonerà mai.
Ma alla fine, lui ha la sua vita, io ho la mia e ognuno è libero di fare le scelte che ritiene più opportune per il suo futuro. E io adesso, sto veramente pensando al mio.
Devo anche ricordarmi, arrivata a casa, di chiamare Nikki. Ho ricevuto un paio di chiamate da lei, ma non ho risposto perché altrimenti mi avrebbe distratta dal cercarmi un lavoro. Stasera posso anche affrontarla.
Sospiro, per l’ennesima volta e mi metto a lavare i piatti. Ogni tanto sbircio mia cugina che ride e scherza con la sua amica.
«Ehi Kristen! Sei richiesta in sala» esclama Priscilla, una mia collega.
Annuisco e mi asciugo le mani nello straccio.
Quando esco, mia cugina è accanto al tavolo che mi sorride.
«Stai andando via?» le chiedo.
«Si, abbiamo un po’ di cose da comprare per stasera» dice.
«Stasera?»
«Sì! Sto organizzando una cenetta io, tu, le mie amiche e un paio di ragazzi»
«Uhm… Aly, non so quando finisco stasera e non voglio che aspettiate me. Facciamo un’altra volta»
«Ma no, non preoccuparti. Anche i nostri amici faranno un po’ tardi. Non iniziamo mai a mangiare prima delle dieci»
«Ti faccio sapere più tardi» le dico cercando di mettere fine al discorso.
Non credo che mi vada passare del tempo con loro. Non stasera, che devo affrontare l’ira funesta di Nikki, perché sicuramente sarà preso un colpo anche a lei.
 
«Oh dio, finalmente un po’ di riposo» mormora la mia collega all’uscita dal ristorante.
Le sorrido e le auguro una buona serata.
«Ti va di venire a bere qualcosa con noi?» chiede Will, il cuoco.
«Mi stanno già aspettando. Facciamo un’altra volta, ok?» dico cercando di uscire il più velocemente possibile da questa situazione.
«Va bene. Buona serata allora»
«Grazie, anche a voi»
Li saluto con la mano e mi dirigo verso la fermata dell’autobus, che mi porterà a casa.
Qualche minuto più tardi, sul bus, mi investe una forte ondata di ottimismo. Mi guardo intorno e mi piace questa città.
Non è caotica e sento che qui succederà qualcosa di veramente bello. Non so se sarà una soddisfazione nel vivere da sola e cavarmela da sola oppure se troverò il vero amore, quello che sposerò solo perché io voglio che sia così; sta di fatto che qui, adesso, mi sento davvero bene, nonostante non abbia ancora trovato un appartamento per me e che non devo condividere con una cugina e con altri sconosciuti che la notte fanno tutto tranne che dormire. 
Chissà se il vicinato sente gli stessi rumori che sento io o se sono a conoscenza di quello che lei fa per arrotondare qualcosa.
Però, nonostante tutto, non posso lamentarmi, anche perché sto a casa soltanto per la cena, quando mi va di mangiare. Lavoro tutto il giorno e quando sono libera cerco un appartamento. Le ricerche non stanno andando proprio bene perché sono solo due giorni che cerco, ma sono convinta che le cose andranno bene.
So, che nel giro di un paio di mesi, avrò un appartamento tutto mio e non avrò bisogno di nessuno.
Ma adesso che vivo con Alyssa dovrò adeguarmi.
«Ah, sei qui finalmente! Pensavamo che non tornassi più» esclama quest’ultima accogliendomi in casa.
È sempre così?! Con il suo perfetto sorriso sulle labbra?! Mi da quasi ai nervi.
«Si scusa. Abbiamo finito un po’ più tardi»
«Non preoccuparti. Dai, cambiati e vai a sederti a tavola. Tra poco arrivano i ragazzi»
Alle dieci e mezzo?!
«Uhm… Aly, stasera sono davvero molto stanca, non ce la faccio a stare ancora alzata. Ho bisogno di riposo»
«Uh, ok. Mi dispiace che tu sia sempre così stanca»
Le sorrido e l’abbraccio. In fin dei conti è una bella persona; gentile e premurosa. La mattina trovo sempre un sacchetto con un panino, un frutto e un bigliettino con scritto “Buona giornata Kiki. Ti voglio tanto bene”.
Io lo prendo e lo conservo, mentre ne stacco un altro dal block-notes e scrivo “Grazie Aly, per tutto. Ti voglio bene anche io
Se ci incontriamo durante la giornata o quando io torno, la sera, non ne parliamo. È il nostro modo per dirci che teniamo l’una all’altra; ma entrambe non siamo molto brave a mostrare i nostri sentimenti, quindi preferiamo farlo così, in silenzio.
Mi piace!
«Non preoccuparti. Facciamo un’altra volta»
Lei annuisce e mi bacia la guancia, prima di lasciarmi andare.
Nella mia camera, mi disfo immediatamente delle scarpe e dei jeans e mi siedo a gambe incrociate sul letto.
È ora di chiamare Nikki.
Estraggo il cellulare dalla borsa e cerco il suo numero nella rubrica.
Premo il tasto verde di chiamata e tremo.
Non dovrei avere paura della sua reazione. La vita è mia e posso farci quello che voglio, però non saprei… ho un po’ di ansia.
«Pronto?!» risponde a bassa voce.
«Ciao Nikki»
«Kristen?!» chiede cercando conferma.
«Ehm. Sì» rispondo guardandomi intorno. Non so nemmeno che cerco.
«Ma. Dove. Diavolo. Sei. Finita?! Cameron mi ha detto che sei partita, non mi ha detto dove sei andata però! Che cos’è successo?! Si lasciano così gli amici?! Senza uno straccio di spiegazione?! Ma sei impazzita?! Dove sei? Con chi sei?! Sei partita con un ragazzo?»
Oh signore, ma è impazzita in questi pochi giorni?
«Nikki! Calmati un po’  e soprattutto, respira. Ora ti racconto tutto»
«Kristen, mi sono preoccupata tantissimo in questi giorni. Ti ho chiamata ma tu non hai mai risposto. Avevo paura ti fosse successo qualcosa»
«No, sto bene Nikki. Non preoccuparti di questo»
«Bene. Allora, adesso mi dici dove sei?»
«Sono in Inghilterra»
«E che cazzo ci stai a fare in Inghilterra?! Perché sei lì?»
Alzo gli occhi al cielo per il suo linguaggio e prendo un profondo respiro. È il momento di spiegare tutto.
«Alyssa abita qui»
«Alyssa?! Quella tua cugina che va a letto con tanti ragazzi?»
«Sì, lei»
«E perché sei lì?! Non ti sarai messa a fare sesso con gli sconosciuti per guadagnare dei soldi! Lo sai che Michael non ti sposerebbe più»
«Non faccio sesso con gli sconosciuti» dico imbarazzandomi da sola; più per aver pronunciato quella parola con la s che per l’idea di farlo.
E ora questa cosa di Michael?! «E comunque non sposo Michael. Credo che la mia fuga sia stata abbastanza chiara, o no?!»
«Allora sei andata lì per questo»
«Soprattutto per questo e poi ho bisogno di cambiare aria e di stare da sola»
«Fai bene a voler cambiare aria, ma arrivare a scappare perché non vuoi sposare Michael è esagerato»
«Esagerato? La mentalità di mio padre ti dice niente? Non credo di aver fatto qualcosa di avventato. Ci pensavo da giorni prima di partire e alla fine sono arrivata alla conclusione che trasferirmi in Inghilterra può solo salvarmi»
«Ti saresti potuta innamorare di Michael»
«Non credo proprio»
«Perché no?! È un bravo ragazzo. Non è bellissimo, ma non è del tutto da buttare»
«Non sono innamorata Nikki e non voglio essere costretta ad innamorarmi di lui tra qualche anno. So che la mia vita ormai è qui e qui resterò»
«E non pensi a tuo padre o ai tuoi fratelli?»
«Mio padre non ha pensato a me in questi anni; e negli ultimi mesi non si è proprio interessato a quello a cui tengo io e non gliene è mai importato nulla dei miei sentimenti. Perché dovrebbe importarmi qualcosa dei suoi. Probabilmente sarà furioso e potrei anche capirlo, ma io non voglio più vivere con lui e andare via di casa non servirebbe a nulla»
«E trasferirsi in un altro stato invece si?»
«Qui mi sento veramente felice Nikki, come non lo sono stata da tanto tempo»
«Allora, spero per te che troverai la vera felicità lì»
«Grazie»
Accidenti, non ha fatto poi così tante storie. Direi che l’ha presa piuttosto bene.
«Verrai a trovarmi almeno?»
«Poi vedremo, ma anche tu puoi venirmi a trovarmi»
«Si certo» dice ridendo.
«Perché no? Non starò più da mia cugina tra qualche mese»
«E dove?» chiede Nikki. Il suo livello di preoccupazione si sta alzando di nuovo.
«Cercherò un appartamento per me»
«Allora, magari verrò»
«Brava. Dovresti parlare con mio fratello e magari dirgli che sto bene e che ho trovato un lavoro»
«E’ passato qui stamattina. Ma lì che ore sono?»
«Quasi le undici»
«Ah ecco. Qui è pomeriggio ancora»
Sorrido «Si, lo so. Comunque appena lo vedi, diglielo»
«Ma non vi siete sentiti?»
«No e so anche chi glielo impedisce»
«Tuo padre?»
«Proprio lui. Ho l’impressione  che sia lui a dirgli di non farsi sentire con me, così magari sentirò la mancanza della mia famiglia e tornerò a casa»
«E tu non senti la mancanza della tua famiglia?» chiede.
«Mi mancano molto i miei fratelli, questo si, ma non tornerò»
«Sei molto coraggiosa e ne sei consapevole. Ma sei stata anche molto fortunata»
«Indipendentemente dall’aiuto che mi da mia cugina avrei trovato il modo di vivere qui e comunque non preoccupatevi, davvero»
«Va bene. Senti, adesso devo tornare a lavoro. Ci sentiamo presto, ok?»
«Ok. Buon lavoro Nikki»
«Grazie. Buonanotte a te»
Sorrido e riattacco.
Direi che il confronto con Nikki è andato piuttosto bene, anche se so che lei è totalmente contraria.
Problemi suoi! Io qui sto bene.
Sospiro e mi sdraio sul letto, cominciando a guardare il soffitto.
Mi sa che sono arrivati gli ospiti di Alyssa perché sento delle voci.
Credo che sia il caso di andare a fare un bel bagno rilassante, perché ho proprio bisogno di staccare la spina.
Prendo il mio lettore mp3, vecchio almeno quanto mio padre, sperando che sia carico e recupero la biancheria dal cassetto e il pigiama da sotto il cuscino.
Sorrido quando lo faccio, perché è stata mia madre ha insegnarmi a mettere il pigiama sotto il cuscino del mio letto quando ero bambina.
Chissà cosa ne penserebbe lei di tutto questo.
Sarebbe fiera di me?
Ne resterebbe delusa perché ho abbandonato mio padre e i miei fratelli?
Vorrei tanto che mi desse un segno per farmelo capire, ma mi rendo conto di star aspettando qualcosa da qualcuno che non c’è più e che non può dirmi o farmi sapere nulla.
Lo so, ne sono consapevole, ma non c’è minuto o secondo in cui non mi manchi alla follia.
Sospiro di nuovo ed esco dalla mia camera, sperando che la porta della sala da pranzo sia chiusa; così non può vedermi nessuno.
Mi sporgo per guardare ed è chiusa, perfetto!
In punta di piedi mi avvicino alla porta del bagno. Afferro la maniglia, tiro giù e…
«Ahi! Che male!»
Dio, ma chi è?!
«Oh mamma, scusa. Ti sei fatta male?!»
«No, a parte il bernoccolo gigante che spunterà domani»
«Mi dispiace. Credevo dormissi»
«Scusa, ma chi sei tu? Non ti ho mai visto»
«Lo so. Io e il mio amico aspettavamo la cugina di Alyssa. Voleva presentarci a te, ma ci ha detto che eri stanca e sei andata a dormire»
«Ah» mormoro soltanto.
«Comunque, uhm… mi chiamo Tom. È un piacere conoscerti» dice porgendomi la mano. Che vergogna.
«Ehm, si…» mormoro facendo attenzione a non far cadere per terra l’intimo e cercando di coprirmi le gambe nude  «Sono Kristen. Piacere mio» aggiungo stringendo la sua mano.
Accidenti, che stretta.
«Kristen. Bel nome» dice sorridendomi.
È carino.
«Grazie» rispondo sorridendo.
«Mi dispiace per averti colpito sulla testa. Sicura che stai bene?»
«Sì, sì. Non preoccuparti»
«Bene… beh, allora io vado»
«Ok, buona serata» dico mentre lui si volta per tornare nella sala da pranzo.
«Grazie. Spero di incontrarti di nuovo» ribatte sorridendomi di nuovo.
Lo saluto con la mano e mi chiudo in bagno.
Cazzo, cazzo, cazzo, CAZZO!!
Ho incontrato e conosciuto uno degli amici di Alyssa.
Si è portata a letto anche lui?! 


--------
 

Eccoci qua ^^ anche per questa volta ce l'abbiamo fatta ^^
Come vi è sembrato il capitolo? Finalmente Kristen sta ricominciando a vivere la sua vita... Chissà cosa succedera d'ora in poi ihihihih ^^
Al prossimo aggiornamento che sarà lunedì 4 marzo ;)
Baci
Fra&Gra

 
 

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Capitolo 5
*** 4. *Strana inquietudine nell'aria* ***


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Ciao a tutti… anche per questo lunedì io e Fra ce l’abbiamo fatta… Speriamo che il capitolo vi piaccia :3
Buona lettura! Ci rileggiamo alla fine…
 

 
 

My heart is yours

-Capitolo quattro- 
*Strana inquietudine nell’aria*

“Gra”
 

 
Pov’s Tom
 
Da un paio di giorni, precisamente da quando l'ho conosciuta, mi sono messo in testa di voler conoscere Kristen.
Ho voglia di chiederle di uscire e oggi lo farò.
Adesso sono a casa sua e sto cercando le parole giuste per farmi avanti.
«Come mai non ti abbiamo mai visto durante le cene?» le chiedo per spezzare il silenzio.
Sono dieci minuti che siamo seduti senza dire una parola. Beviamo il caffè, ci guardiamo imbarazzati, ma nessuno dice niente.
«Diciamo che non mi va molto. Sono sempre stanca quando torno la sera tardi e poi ho qualche difficoltà a rapportarmi con le persone» ammette lei sorridendo.
«Capisco. Farai un’eccezione?»
Mi guarda e alza le spalle.
Mi fa impazzire.
Indossa un maglioncino a collo alto azzurro e un paio di jeans che le fasciano le gambe magre che si ritrova.
È davvero bella.
«Senti Kristen… ehm… devo chiederti una cosa» respiro profondamente mentre mi massacro le unghie delle mani per il nervosismo.
«Cosa c’è? Stai tranquillo Tom» mormora lei guardandomi negli occhi.
Cazzo! Quegli occhi verdi, che tanto mi piacciono, mi stanno squadrando ed io sento che sto per scappare a gambe levate.
Cosa diavolo mi sta succedendo? Non mi ero mai comportato così prima di adesso.
“Kristen, Kristen, Kristen”.
Il suo nome rimbomba dentro di me, il suono della sua voce non mi lascia un attimo.
È passato qualche giorno da quando ci siamo scontrati accidentalmente e adesso non faccio altro se non pensare a lei.
Possibile che una ragazzina appena conosciuta mi faccia quest’effetto?
«Non so da dove iniziare» sussurro imbarazzato.
«Dall’inizio» mi fa l’occhiolino ed io mi faccio coraggio.
«Dalla prima volta che ti ho vista mi sei piaciuta e quindi vorrei sapere se, si insomma, se ti va di uscire con me»
Faccio un altro respiro profondo e realizzo che ce l’ho fatta. Ecco, l’ho detto!
Lei mi guarda e le sue gote si colorano di rosso.
L’ho fatta imbarazzare; forse c’è una speranza.
Aspetto una risposta che, però, non arriva. Si gira verso l’orologio e sgrana gli occhi.
«E’ tardissimo. Mi dispiace. Devo scappare» esclama alzandosi, impacciata, dalla sedia. Afferra la borsa e se ne va lasciandomi da solo, imbambolato e, a questo punto, davvero senza parole.
Mi alzo portandomi le mani alla testa e impreco tra me e me.
Dannazione!
Mi ha lasciato da solo come un idiota. Probabilmente è anche un modo per evitare di rispondere al mio invito, ma non mi darà buca di nuovo. Nessuno mi ha mai trattato così e nessuno lo farà.
Esco da casa e mi dirigo dal mio amico.
Mi ci vuole una bella birra.
Evito anche di parlarne con lui, tanto non mi sarà sicuramente di aiuto. C’è solo una persona che può aiutarmi e adesso mi sto dirigendo proprio da lei.
Sto andando a casa di Alyssa, perché devo capire delle cose.
Quando arrivo sotto casa, parcheggio e suono il campanello. Il mio cuore inizia a battere in modo frenetico e non so se è per la paura di ricevere una batosta o perché realmente sono imbarazzato.
Non mi è mai capitato che una ragazza mi prendesse così. Ho sempre fatto una vita abbastanza disastrata e ho sempre conosciuto persone uguali a me. Del resto, non mi è mai importato.
Sesso, fumo e alcool.
Ma adesso sento che lei è diversa. Sento che lei potrebbe essere la svolta che cercavo da tanto.
«Sali! È aperto» esclama Alyssa al microfono.
Respiro e salgo le scale che mi dividono dalla verità.
Kristen è come noi? O è una ragazza perbene?
«Ciao Tom. Come mai qui?» chiede sorridendomi mentre entro in casa.
«Ciao Aly. Devo chiederti una cosa» confesso seguendola in cucina e sedendomi su di uno sgabello.
«Dimmi tutto. Vuoi del caffè?»
Annuisco e lei sorride.
«Sei sola?» ne approfitto per chiederle, ma è più che altro per avere una conferma «Sì sì! Mia cugina è al lavoro. Finisce tardi»
«Ah okay. È proprio di lei che vorrei parlarti» ammetto quasi impaurito dalla possibile reazione di Alyssa.
So quanto sono legate e so anche che io non sono il ragazzo giusto per lei; per nessuna.
«Cosa vuoi da lei?» mi chiede in tono quasi minaccioso.
«Stai calma!» esclamo alzando le mani quando vedo che si avvicina.
«Dai, scherzo Tom. Cosa vuoi sapere?» sbuffo, ma poi scoppiamo a ridere.
«Vorrei sapere che tipo è, tutto qua» ammetto guardandola in viso. Deve capire che io ho buone intenzioni e guardarla in modo serio, spero possa aiutarmi.
«Oh mio Dio. Non mi dire che hai subito un bel colpo di fulmine» scoppia a ridere portandosi una mano davanti la bocca.
«Ma quanto sei stronza» dico scuotendo la testa.
Continuo a guardarla esasperato per le sue risate.
«Okay, okay. Perdonami» farfuglia lei mentre si asciuga gli occhi. Ha perfino pianto.
«Non sapevo di essere un pagliaccio» la guardo male mentre glielo dico e lei diventa subito seria. Si avvicina a me e mi lascia un bacio sulla guancia.
«Sai che non lo sei» mi sussurra maliziosa all’orecchio.
«Allora che tipo è?» in questo momento il sesso non mi interessa; magari dopo aver saputo quello che voglio. Le faccio l’occhiolino e lei annuisce.
«Mh allora… è una brava ragazza, ha sofferto molto nella sua vita e si è trasferita qua perché dove abitava non respirava più» dice guardandomi «Tom, lei non è come noi. Non fa sesso con il primo che incontra» aggiunge seria.
Annuisco e bevo un sorso di caffè.
«Era questo che volevo sapere. Voglio anche dirti che ho deciso di invitarla ad uscire con me»
«Non penso accetterà»
«Vedremo» esclamo questa volta baciandola. Presto il bacio si trasforma in altro e dalla cucina ci spostiamo in camera da letto.
Io e Alyssa abbiamo avuto sempre un rapporto bellissimo. Scherziamo, ci prendiamo a male parole ma alla fine cediamo e finiamo sempre a letto. È perenne la cosa e a me per adesso va bene così.
 
 
«Ti ho già detto di no, mi dispiace» sbuffa e mi da le spalle.
«Ma perché?» faccio il giro e mi posiziono davanti a lei.
«Tom, mi spiace, ma non cerco un fidanzato» sbotta Kristen quasi arrabbiata.
«Chi ti ha detto che io voglia esserlo?»
Sto cercando in tutti i modi di convincerla ad uscire con me.
Devo uscirci.
«Senti io ho da fare. Non posso stare qui a parlare con te. Mi dispiace tanto ma non posso» e dicendo così si chiude nel laboratorio.
Ma perché fa così? Dannazione!
Questa è la terza volta che provo ad ottenere una risposta affermativa, ma tutte e tre le volte mi ha soltanto rifiutato.
Lei dice che non uscirà con me, ma io so che cederà.
Decido di rimanere a mangiare qui vista l’ora; ormai sono quasi le sette di sera e ho anche un po’ di fame.
«Posso sedermi?» chiedo ad una ragazza, nonché collega di Kristen.
Lei annuisce sorridendo.
«Arriva la mia collega» esclama lasciandomi il menù.
Bene; sarà lei a servirmi così potrò parlarle ancora.
«Ancora qui?» mi chiede scontrosa Kristen una volta arrivata al mio tavolo.
«Come siamo schizzinose, signorina» mormoro facendole l’occhiolino.
«Sì, come dici tu. Cosa vuoi ordinare?»
«Hamburger con cotoletta di pollo e patatine e da bere una birra, grazie»
Lei segna tutto e poi se ne va lasciandomi ancora una volta da solo.
Non capisco il perché del suo atteggiamento.
Non puoi odiarmi senza neanche conoscermi.
Ci deve essere qualcos’altro sotto.
La vedo tesa e distaccata, mentre sono sicuro che lei non è così in realtà.
«Ecco la tua cena» mi lascia il piatto e la birra davanti e fa per andarsene. La blocco per un polso e lei si gira.
«Mollami per favore»
«Aspetta un attimo»
«Devo lavorare»
«A che ora finisci?» le chiedo guardandola negli occhi.
Sbuffa scuotendo la testa ed io la lascio «alle nove» mormora mentre va ad un altro tavolo.
Mi tocca aspettare solo due ore.
 
«Kristen» la chiamo appena la vedo uscire dalla porta.
«Mi hai aspettata?» sbotta lei incredula.
«Certo»
«Tom, ti prego. Sono stanca. Voglio andare a casa».
«Non mi trattare così, per favore. Sto facendo uno sforzo sovrumano per essere gentile con te. Non è mia abitudine trattare le ragazze in modo garbato» ammetto avvicinandomi a lei.
«Ah si? Come le tratti di solito allora?»
«Diciamo che sono più da una notte e via»
«E cosa vuoi da me? Io non sono così» fa per andarsene ma io la blocco di nuovo.
«Lo so, Kristen. L’ho capito. Tu sei diversa ed io voglio davvero  conoscerti meglio. Sto per chiedertelo per l’ultima volta».
Lei mi guarda e aspetta la domanda.
«Vuoi uscire con me?»
 
 
 
Pov’s Kristen
 
E adesso?
È una delle persone più testarde che io abbia mai conosciuto.
È davvero cocciuto e non credo sia disposto a ricevere un no, ma avermi detto che è più da una ragazza da una notte e via non lo ha di certo fatto entrare tra le mie grazie.
Ma nonostante tutto, devo ammettere che è un bel ragazzo e la cosa mi spaventa, perchè ho paura di iniziare qualcosa che non so neanche io come possa finire.
Non sono mai stata con un ragazzo e non so se ne sarei all’altezza.
Mi sono resa conto di averlo trattato davvero una merda stasera. Cosa devo rispondergli? È qui davanti a me da svariati minuti.
Siamo in silenzio e lui è in attesa di una risposta.
«Non lo so» ammetto guardandolo negli occhi.
«Perché?» mi prende per mano e si avvicina verso di me.
Il mio cuore inizia a battere e le mani a sudare.
«Perché…» non trovo le parole giuste per spiegargli che non so da che parte iniziare. Mi vergogno così tanto che sicuramente sono diventata tutta rossa per l’imbarazzo.
«Kristen, ti prego» ed è così tenero che non posso negargli un appuntamento. Cosa potrebbe mai succedere?
Sospiro e chiudo gli occhi annuendo. «Va bene. Uscirò con te» gli dico.
Sul suo viso si apre un grande sorriso, accompagnato da una grande risata; il tutto mentre mi abbraccia.
Rido anche io, perché alla fine, sono sicura che starò bene.
Dopo avermi circondato le spalle con un braccio, raggiungiamo casa mia.
«Grazie per avermi accompagnata» gli dico una volta arrivati a destinazione.
Lui annuisce e si avvicina per baciarmi.
«No» sussurro scuotendo la testa. Mi guarda e sorride.
«Ho sempre saputo che tu eri diversa» ammette guardandomi negli occhi.
«Buonanotte Tom» mi avvicino e gli lascio un leggero bacio sulla guancia per poi chiudermi il portone alle spalle.
Sospiro e mi appoggio al muro.
Il cuore mi batte forte ma solo perché è la prima volta che un ragazzo mi tratta così. È la prima volta che qualcuno si interessa a me.
A Savannah nessuno mi desiderava. Avrei dovuto sposare un uomo che non amavo. Mi vengono i brividi se penso alla vita che mio padre aveva in serbo per me.
Salgo le scale e quando arrivo dentro vado diritta in bagno. Devo farmi una bella doccia, anzi un bel bagno caldo.
Mi spoglio e dopo aver riempito la vasca mi immergo sentendomi all’istante più rilassata.
Mi vengono in mente tante cose come ad esempio la vita che conducono mia cugina e i suoi amici.
Forse dovrei lasciarmi andare un po’ di più, infondo sono piccola ancora. Se non mi diverto ora quando lo devo fare?
Loro si godono la vita per come viene. Oggi possono essere felici, domani non si sa. Credo che sia questo il loro motto.
Ed io?
Io come vivo? Ho abbandonato tutto per venire qui; un posto che non conosco ma ce la sto facendo tutto sommato. Ho trovato un lavoro e persone che mi vogliono un pochino di bene.
Spero solo di non deludere tutti loro che stanno credendo in me.
Sono sicura che mi sto comportando bene.
 L’unica cosa che dovrò fare è quella di essere più impulsiva.
«Cuginettaaa…»
«Non mi posso rilassare. Ho capito» sbuffo e mi sciacquo per poi uscire dalla doccia. Avvolgo il corpo con un grande asciugamano ed esco dal bagno.
«Sei qui!» esclama Alyssa venendomi incontro.
«Sì certo. Dimmi tutto»
«Tom ha chiamato e mi ha detto che devo darti il suo numero» sorride e mi sventola un bigliettino davanti al viso.
Lo afferro di scatto e arrossendo mi chiudo in camera mia.
Vuole che sia io a chiedergli di uscire?
Lo farò.
Mi siedo sul letto e prendo il cellulare che è sul comodino.
Mossa molto astuta chiamare Alyssa ;)” premo invio e mentre aspetto la risposta mi vesto e mi asciugo i capelli.
“Finalmente posso sentirti sempre. Grazie ;)” mi risponde ed un sorriso spunta sul mio viso.
“Domani sera finisco alle 20, se ti interessa”non glielo chiederò mai in modo diretto. Spero che capisca.
Due minuti dopo arriva la risposta.
“Perfetto. Considerati impegnata”
Oddio! Ho un appuntamento!
“A domani”invio e chiudo il cellulare.
Domani mi aspetta una bella giornata. Una buona dormita è quello che mi serve.
 
 
 
Tra un’ora finisco di lavorare e Tom è già qui che mi aspetta.
Mi continua a fissare da un bel po’ ed io sinceramente mi sento a disagio.
Non sono abituata e non so come muovermi. Ho paura di sembrare impacciata ai suoi occhi.
È buffo come cambi quando sai che qualcuno è interessato a te. Quando lavoravo a Savannah non mi importava di niente.
Eravamo io e Nikki e ci divertivamo un mondo a scherzare e a prenderci in giro come quando sono caduta davanti a due ragazzi. Ricordo di essermi alzata e messa a ridere. Probabilmente adesso mi nasconderei in un angolino se dovessi cadere davanti a Tom.
«Kristen porta questo al tavolo cinque, per favore» la mia collega interrompe il flusso dei miei pensieri ed io le sono grata.
Mi mancano Nikki e le nostre chiacchierate.
Quando sono quasi le otto Tom si avvicina a me e mi da un bacio sulla guancia.
«Ciao bellissima» sussurra al mio orecchio e il mio cuore perde un battito per poi iniziare a battere veloce.
«Mi hai già salutata» lo rimprovero cercando di smorzare l’atmosfera creatasi.
«Non come ho fatto adesso» mormora facendomi l’occhiolino.
Io scuoto la testa divertita e dopo essermi cambiata usciamo fuori.
«Hai fame?» mi chiede lui.
«Un po’ veramente» mi prende per mano e inizia a camminare.
Io rimango un attimo interdetta e imbarazzata. Cammino ma il mio sguardo è rivolto all’intreccio delle nostre mani.
Lui nota il mio atteggiamento e si ferma per guardarmi.
«Cosa succede?» mi chiede preoccupato.
«Niente… solo…» abbasso lo sguardo e lui capisce cosa voglio dirgli.
«Ops, scusa» dice e molla la mia mano.
«Non sono abituata tutto qua» ammetto imbarazzata.
«Non c’è problema»
Gli sorrido e in silenzio proseguiamo fino ad un pub in centro.
Il posto si chiama  “Cristallo” ed è davvero bello sia fuori che dentro.
Non è molto affollato.
Tom ha scelto un tavolino appartato in modo da poter parlare in tranquillità.
È un ristorante molto carino. I tavoli sono quadrati e bianchi mentre le tovaglie sono tutte rosse.
Sono i colori che prevalgono.
«Parlami un po’ di te»
Mi volto di scatto e Tom è davanti che mi guarda aggrottando le sopracciglia.
«Cos’hai detto?»
«Parlami di te» ride ed io lo seguo.
«Cosa vuoi sapere?» sinceramente non so proprio cosa devo raccontargli. La mia vita non è stata mai interessante.
«Tutto» ammette lui mentre mi passa il menù.
«Fammi pensare» mormoro «abitavo a Savannah e mi sono trasferita qui per cambiare aria. Non riuscivo più a vivere là» ammetto e aspetto una sua risposta.
«Ti manca?»
«Non mi manca quella vita. Ho nostalgia dei miei fratelli e della mia amica. Tutto qui» sorrido per scacciare via il nodo alla gola che si sta formando.
«Quanti anni hai?»
«Lo vuoi proprio sapere?» gli chiedo. Sicuramente non si aspetta la mia età.
«Certo» risponde lui ridendo.
«Diciassette» farfuglio.
«Sei piccolina»
«Non me lo ricordare» abbasso lo sguardo ma lui si alza e viene di lato a me. Mi mette un dito sotto il mento e i nostri occhi si incontrano.
«Sei bellissima» sussurra ma io mi scanso per non illuderlo.
«Grazie» mormoro imbarazzata.
Per fortuna il cameriere arriva per prendere le ordinazioni.
«Per me una chicken salad» dico porgendo il menù al ragazzo.
«Anche per me e due birre, per favore» continua Tom sorridendo.
Io annuisco e dieci minuti dopo ci hanno già serviti.
Nel frattempo Tom ha continuato a farmi domande e io stranamente non mi sono sentita a disagio.
«Eh dimmi, Kristen, quando li fai diciotto anni?» mi chiede dopo aver bevuto un sorso di birra.
«In realtà tra qualche giorno, il nove aprile, per l’esattezza» ammetto ma mi pento subito.
Non ho mai festeggiato il mio compleanno e non intendo farlo neanche quest’anno.
«Che farai?» ecco appunto.
«Niente e non voglio neanche parlarne»
«Perché?»
«Così. Non insistere per favore»
«Okay, scusami»
«No scusami tu» sorrido per gentilezza. Non voglio rovinare la serata.
Lui sorride e mi rilasso all’istante perché capisco che non si è offeso. 
«Ti trovi bene al ristorante?» mi chiede per cambiare argomento, sicuramente.
Sto per rispondere quando il suo cellulare inizia a squillare.
Impreca guardando il display e mi guarda come per dirmi “cazzo”.
Rido mentre lui risponde.
“Oh ciao amico. Dimmi”fa una smorfia mentre ascolta chi sta parlando «non gridare cazzo. Scusa, mi sono dimenticato».
Io continuo a mangiare ma quando sento il mio nome alzo lo sguardo.
Sì, hai capito bene. Sono fuori con Kristen. Non essere scemo. Si, va bene. Ciao” chiude la telefonata e impreca ancora.
«Tutto bene?» gli chiedo.
«Diciamo» ammette lui ispirando forte «non capisce sto coglione»
«Vuoi parlarne?»
«No, tranquilla. Non è niente»
«Okay»
Continuiamo a mangiare scherzando e facendoci domande a vicenda.
Purtroppo ho un tarlo nella testa. Continuo a pensare alla telefonata che ha avuto Tom prima e sono sicura che stesse litigando con qualcuno di importante per lui.
Stava discutendo ed il problema sono io.
Chi può avercela con me?!


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Tadannnn, nuovo capitolo. Qui scopriamo un altro personaggio: Tom. Come vi sembra? Secondo voi le sue intenzioni sono buone? Kristen come si comporterà? Apriamo i sondaggi xD
Vi ricordo che potete trovarci nei nostri gruppi personali su facebook (potete trovare anche le altre nostre storie :3):
GraStewEfp e FrancyEfp e per non farci mancare niente, se vi va, qui c’è il nostro gruppo riguardante la storia “My heart is yours”.
Speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento…
Roby non ci uccidere se anche questa volta non c’è chi dici tu xD
Ti vogliamo bene, ricordalo… ahahahah <3
A lunedì, 10 marzo :3
Gra&Fra

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Capitolo 6
*** 5. *Una gradita sorpresa* ***


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My heart is yours


-Capitolo cinque-
*Una gradita sorpresa*
"Fra"

 

 
 
Non avrei mai immaginato che, arrivata qui in Inghilterra, la mia vita sarebbe cambiata così radicalmente. Certo, era quello che volevo, però… non me lo aspettavo, ecco.
Sono partita dagli Stati Uniti con l’intento di trovare una vita che mi rendesse felice, appagata, libera e indipendente.
Ho trovato un lavoro che mi piace abbastanza e che mi paga per quello che realmente faccio; ho trovato una famiglia, a modo loro, che mi sostiene se ritorno a casa giù di morale; ho trovato un ragazzo che sembra essere interessato sul serio a me e che mi sta accanto solo perché lo vuole e non per i secondi e sporchi fini di qualcun altro.
Alyssa mi sostiene come ha sempre fatto Nikki quando eravamo ancora insieme; forse mia cugina ancora di più. Le sue amicizie sono diventate le mie e, per quanto le loro abitudini si discostino molto dalle mie, sono delle brave persone. Tutti mi trattano come la piccola  sorellina di Alyssa; mi sento al sicuro, perché so che loro mi proteggeranno qualsiasi cosa succeda.
E poi Tom… diciamo che Tom è quel ragazzo che Michael non è mai stato e che non ho mai trovato a Savannah. E, detto molto francamente, è il tipo di persona che non credevo avrei trovato  in futuro.
Adesso lui è tutto per me. È il mio migliore amico, il mio confidente, il mio “sacco da boxe”, come si definisce lui, quando sono arrabbiata e ho bisogno di sfogarmi.
Ci frequentiamo da qualche settimana ormai e le cose sembrano andare di bene in meglio; ma non voglio fare previsioni su questo, perché sono sicura che, dopo averle fatte, qualcosa andrà sicuramente storto.
Tom è molto simile ai suoi amici. Mi ha presentato a Marcus, ad Andrew, Taylor e Peter. Tutti e quattro sono dei bravi ragazzi e, quando li ho conosciuti, mi sono data della scema da sola, per aver avuto paura dei loro atteggiamenti in mia presenza.
Sono dei ragazzi sfacciati, è vero; soprattutto quando ci sono anche le amiche di Alyssa, Sveva, Yasmine ed Ines, ma sono tutti dei grandi e io sono felice di essere diventata loro amica.
Tom mi ha detto che manca ancora il suo migliore amico alla lista, un certo Robert, ma non sono sicura che lui voglia conoscere me; soprattutto non dopo quella telefonata durante il nostro primo appuntamento.
A quanto pare, da quando Tom esce con me, Robert non frequenta più la casa di Alyssa e prima era solito passare giorni e notti in quell’appartamento.
La cosa mi dispiace, perché non voglio che Tom perda questa amicizia, ma vorrei che si trovasse un equilibrio tra le due cose.
Di certo, io non sono la persona che gli porterà via l’amico; mi piacerebbe che lui lo sapesse.
Lui è l’unico ad avere questo problema, perché gli altri, Marcus, Peter, Andrew e Taylor, non se lo sono mai posti e sono stati ben felici di accogliermi nella “famiglia”.
È passato un mese e mezzo da quando sono qui e mi sembra di viverci da sempre. Mi piace e mi trovo bene, anche se spero di trovare in fretta un appartamento tutto mio.
Da Alyssa mi trovo bene, però vorrei avere la mia intimità e i miei momenti di pace e calma che in questa casa non ci sono praticamente mai.
I ragazzi sanno sempre come movimentare una serata; come quando mi hanno presa di peso dal letto e buttata nella vasca da bagno, vestita, solo perché non avevo ancora eseguito il rito di passaggio.
Quella sera ero tornata molto stanca da lavoro; mia cugina aveva organizzato un’altra cena con tutti quanti per farmeli conoscere una volta per tutte, ma io ero davvero troppo stanca per partecipare o anche solo per dire un semplice “Piacere, sono Kristen”.
Mi ero scusata con lei prima che arrivassero i ragazzi ed ero andata a dormire.
Qualche ora dopo avevo sentito che qualcuno mi strappava le coperte e mi prendeva in braccio…
«Ma che sta succedendo?!» esclamo con la voce ancora impastata nel sonno.
«Hai bisogno di un bel bagno!» mi spiega Tom facendomi l’occhiolino. Solo ora mi rendo conto che è lui a portarmi in braccio. Mi guardo in giro e vedo che ci sono proprio tutti che battono le mani e ridono sguaiatamente.
«Tom, ti prego. Mettimi giù»
«No, dolcezza. È il rito di passaggio» mi spiega Alyssa.
«No, davvero. Per favore! Sento freddo!!»
Cerco in tutti i modi di liberarmi, ma con scarsissimi risultati. I ragazzi aprono la porta del bagno e Tom mi butta, il più delicatamente possibile, nella vasca, facendo uscire tutta l’acqua.
Non è fredda, ma mi fa rabbrividire lo stesso.
Odio avere i vestiti fradici d’acqua addosso. Mi alzo velocemente tutta gocciolante e guardo i ragazzi davanti a me. «Assomigli tanto ad un pulcino bagnato» nota Yasmine sorridendo.
«Un bel pulcino bagnato» dice Tom mostrandomi il suo sorriso.
«Ma fate sempre così?» chiedo cercando di togliermi più acqua possibile dai vestiti.
«Per chi lo merita si; ma di solito lo bendiamo e lo portiamo al mare. Con te abbiamo fatto un’eccezione»
«Ah, grazie» dico ridendo. Alla fine sono divertenti e, nonostante la stanchezza mi sono divertita anche io.
«Direi che adesso sono d’obbligo le presentazioni» esclama Alyssa battendo le mani.
Mentre Tom mi aiuta ad uscire dalla vasca i ragazzi cominciano a dire i loro nomi.
«Ok. Credo di riuscire a ricordarmeli» rispondo sorridendo. «Taylor, Marcus, Peter e… Andrew»
«Brava!» mi dice quest’ultimo.
«Ti lascio da sola per asciugarti» mormora Tom, mentre le ragazze escono fuori.
Annuisco e, avvicinandomi, gli lascio un bacio a fior di labbra. «Grazie» mormoro.
Lui mi fa l’occhiolino, un po’ imbarazzato, ed esce fuori.
Quella sera è stato l’inizio di tutto. Mi son resa conto che mi mancava da fare il primo passo per riuscire a passare più tempo con loro, così adesso siamo tutti una “squadra”.
Nonostante il tempo che abbiamo cominciato a trascorrere tutti insieme Robert non ha mai provato a fare il primo passo, così una sera, ho provato a farlo io, cercando di convincere Tom a farlo uscire di casa.
Purtroppo, appena ha capito che ci sarei stata io, si è rinchiuso nella sua stanza. Da quel giorno non abbiamo più parlato di lui, anche se a volte vedo che, quando Tom è con me, incupisce lo sguardo e so che sta pensando che avrebbe potuto passare quel tempo con lui.
«A che pensi?» gli chiedo.
Stiamo guardando una partita di calcio, o quello che è, e io lo sto osservando per capire come cercare di salvare il loro rapporto.
«Al probabile vincitore di questa partita» risponde.
«Hm…» mi volto verso lo schermo.
«Tutto ok?» chiede dopo qualche secondo.
«Sì, tutto bene» mormoro velocemente.
«Kris. Che succede?»
«Niente, sul serio…»
«“Niente sul serio” nel tuo mondo significa “Tom scopri cosa mi sta passando per la mente”»
Accidenti… «Mi conosci già così bene?» chiedo sorridendo e avvicinandomi per baciarlo.
Lui sorride, annuisce e ricambia il gesto.
«Adesso mi dici cosa ti preoccupa?»
Sospiro e confesso «Sono preoccupata per la tua amicizia con Robert»
«Kris, non devi ok?»
«Beh, invece sì, perché tengo a te e non voglio vederti perdere un amico importante, perché lo so che Robert per te lo è»
«Ma io non l’ho perso»
«Però non vi vedete da tanto tempo»
«Non è di certo colpa mia se lui non vuole più venire qui»
«E non credi che questo dovrebbe farti capire che dovresti fare qualcosa a riguardo?»
«Io mi sono mosso tante di quelle volte per farlo smuovere che ho perso il conto; adesso tocca a lui fare il primo passo! Mi dispiace Kris» dice abbracciandomi.
«Mi dispiace più per te. Io non ci perdo nulla. Voi invece siete amici da tanto tempo e non voglio essere la causa del vostro allontanamento. Hai provato a parlargli?»
«Tante volte e…» si ferma lasciando la frase a metà.
«E?»
Mi guarda negli occhi e fa un respiro profondo. Oh oh… devo preoccuparmi?!
«Non pensiamoci ok?»
«Tom, che stavi dicendo?» gli chiedo. «Voglio sapere la verità»
«In un certo senso, sembra odiarti» mormora in difficoltà.
«Ah…»
«Scusa, non avrei dovuto dirtelo»
«No, tranquillo. Non mi fa né caldo né freddo. Il problema è che non mi va che lui provi questo senza nemmeno conoscermi» Anche se ho un’idea piuttosto chiara del perché lui mi stia odiando.
«Sono sicuro che cambierà idea appena ti conoscerà»
«Sì Tom, ma il problema è che non puoi fargli cambiare idea senza che lui mi conosca o che sia disposto a farlo»
«Lo so, mi inventerò qualcosa»
«Tom… non devi forzarlo. Se a lui andrà bene il nostro rapporto allora ok, ma non preoccuparti se continuerà ad odiarmi»
Lui annuisce e sorride debolmente, mentre io mi alzo «Dove vai?» chiede.
«Mi preparo per il lavoro»
«Ma non eri libera?»
«Mi tocca la sera questa settimana»
«Capisco.. Senti, stai cercando ancora un appartamento?»
Annuisco e mi appoggio al muro incrociando le braccia al petto. «Bene» sussurra.
Piego la testa di lato e sorrido «Che hai in mente, Tom?»
«No, niente… vorrei aiutarti nelle ricerche»
«Hm, ok» mormoro e, prima di voltarmi, lo scorgo sorridere.
Che avrà in mente?
 
«Kristen, devi fare il pomeriggio oggi»
«Cosa?!»
«Non discutere e ritorna qui oggi pomeriggio e adesso porta questi piatti al tavolo sei»
Sbuffo ed eseguo gli ordini.
Questa giornata non poteva andare meglio di così. Oggi è il mio compleanno e, come se non bastasse l’intensa giornata di lavoro, nessuno si sta ricordando di questo “evento”. Posso capire i miei fratelli o Nikki, perché da loro la giornata non è ancora cominciata, ma mia cugina e Tom sapevano che oggi avrei compiuto diciotto anni.
Ho sempre detto di non volere né regali né feste, ma almeno un augurio pensavo di riceverlo, invece… invece il giorno del mio compleanno è iniziato male e sta continuando nei peggiori dei modi. Pensavo di avere il pomeriggio libero, e andare a comprarmi qualcosa, invece dovrò lavorare.
Sarebbe il mio regalo di compleanno dalla vita?!
Scappa di casa e non potrai goderti l’unico giorno di cui tu sei la protagonista; anche se io la protagonista non voglio farla. Sono più il tipo che se ne sta in disparte anche il giorno del suo compleanno e la cosa, sinceramente, non mi è mai pesata… ma forse adesso è diverso perché sono lontana dalla mia famiglia ed è come se l’assenza di mia madre scavasse un solco ancora più profondo dentro di me e mi facesse sentire ancora di più la sua mancanza. Più di quanto non succeda ogni singolo giorno da quando è morta; praticamente da sempre.
Lei ad ogni compleanno, quei pochi che abbiamo festeggiato insieme, mi faceva trovare la colazione sul letto, un girasole e, appena capiva che ero sveglia, dal fondo della stanza, cominciava a cantarmi la sua speciale canzone di compleanno. I miei fratelli hanno sempre cercato di non farmi mancare tutto questo, ogni anno, ma oggi… oggi è diverso e io credevo di sopportare sia la distanza che il dolore di non avere mia madre vicina; invece, penso diventi ogni giorno più difficile; soprattutto quando sto vivendo una giornata che lei avrebbe reso speciale e magica, come la sua voce dal fondo della stanza.
Stamattina non c’era nessuna dolce e magica voce e quasi quasi ho anche sperato di sentirla mentre andavo a lavoro.
Ci spero ancora, dopotutto… come spero in una telefonata improvvisa da mio fratello che mi canta quella canzone.
Oh, my little darling… you’ll grow up every single day but today it’s your day. Happy birthday my lovely. You’re special in the world and you’ll be every year, always in my heart. Happy birthday sweet Kristen, beautiful woman everyday but more every year. Happy birthday, sweet honey
Non dimenticherò mai queste parole.
Purtroppo, il suono fastidioso del campanello mi riporta alla realtà che non include più mia madre.
Le parole della sua canzone svaniscono come se non le avessi mai pensate e cantate nella mia mente.
«Scusi, l’hamburger è troppo cotto. Potrei averne un altro?» mi chiede un signore strattonandomi per la divisa.
«Sì, glielo porto subito» rispondo sforzandomi di mostrare il sorriso più cordiale possibile.
«Grazie» mormora infastidito.
Sorrido annuendo e prendo il suo piatto.
Velocemente mi dirigo in cucina, facendo segno di darmi un minuto ad un bel po’ di clienti furiosi per la troppa attesa.
«Il tavolo quattro dice che la carne del suo hamburger è troppo cotta. Me ne serve un’altra»
«Che si fotta» mormora il cuoco.
«Steve! Fagliene un’altra, ti prego. Oggi non è proprio giornata e vorrei non prendermela anche con te. Ti do tre minuti»
«Sì, sì… ho capito»
«Bene, grazie» rispondo velocemente mentre prendo gli altri piatti per consegnarli ai tavoli.
«Scusate l’attesa» aggiungo dopo aver messo il piatto davanti a loro.
L’intera mattinata va avanti così. Con i clienti che sembrano lo facciano di proposito a farmi innervosire. Non ho neanche fatto la pausa pranzo perché c’era il pieno di tavoli e dovevo servire loro invece che pensare a sfamarmi.
Velocemente, ho controllato un paio di volte il mio cellulare, nella speranza di trovare qualche chiamata da parte di  Nikki o anche un semplice messaggio; invece, niente da parte sua, né dei miei fratelli ma nemmeno da parte di Tom o di Alyssa.
È come se fosse un giorno normale e tutti si fossero dimenticati del mio compleanno.
Era quello che volevi, no?” mi ricorda la mia coscienza.
Se potesse parlare di meno ed aiutarmi a servire i tavoli mi andrebbe quasi a genio… sì, volevo che nessuno facesse le cose in grande per il mio compleanno, ma almeno un abbraccio e un augurio me lo aspettavo…
«Ho finito?» chiedo sprofondando su una sedia dopo aver servito l’ultimo cliente.
«Sì, puoi anche andare»
«Grazie Jones»
Lo saluto e mi dirigo verso gli spogliatoi per cambiarmi.
Non vedo l’ora di tornare a casa e sprofondare tra le coperte e lasciarmi andare ad un pianto disperato. Per tutta la giornata ho aspettato quel qualcosa, invece niente!
Devo essere sincera: ne sono rimasta molto delusa.
Chissà se le cose sarebbero state diverse a casa. Molto probabilmente no; avrei trovato la stanza vuota, senza il profumo e la presenza di mia madre, l’astio di mio padre e una giornata lavorativa non diversa da quella che ho appena vissuto. Soltanto i miei fratelli avrebbero fatto la differenza, quindi forse le cose sarebbero state un po’ diverse con la loro presenza.
Beh, in fondo è solo un compleanno, mi dico.
Diciotto anni.
Diciotto stupidi anni e io non ho ancora trovato un senso alla mia esistenza.
Sono scappata di casa, probabilmente non tornerò mai più perché mio padre me le darebbe di santa ragione, non ho una casa tutta per me, vivo in un appartamento con mia cugina e, sporadicamente, con i suoi amici e mi sento come se dovessi andare via da qui da un momento all’altro; come se questo è soltanto un momento di passaggio della mia vita e spero davvero con tutto il cuore che questo momento porti a qualcosa di buono nel mio futuro, perché non voglio più vivere così.
Il ritorno a casa è molto triste. Il mio telefono è muto come un pesce, segno che ancora nessuno si è ricordato del mio compleanno.
Quando arrivo trovo le luci accese della cucina: probabilmente Alyssa sarà in casa con una delle sue amiche.
Inserisco la chiave nella serratura e mi rifugio dentro, riparandomi anche dalla pioggia che ha cominciato a cadere.
«Aly? Sono a casa!» esclamo appendendo la mia giacca all’attaccapanni.
«Ehi, Kris! Vieni, sono in cucina. Sto preparando qualcosa da mangiare. Ti va di farmi compagnia?»
Sbuffo e mi dirigo verso le scale. «No, per stasera passo. Sono stanca e ho bisogno di starmene da sola» mormoro, ma in quel momento vedo spuntare la testa di mia cugina.
«Tesoro, stai bene?» chiede preoccupata. È tutta agghindata e molto probabilmente tra qualche minuto si chiuderà in camera sua con qualche suo amico.
«Sì, tutto ok. Me ne vado a dormire»
«Volevo parlarti di una cosa» insiste, nervosa.
«Non puoi parlarmene domani?»
«No» risponde mortificata.
«Va bene» dico con un sospiro. «Di cosa mi devi parlare?» chiedo mentre scendo i pochi gradini che avevo fatto; ci dirigiamo in cucina, ma lei sembra sempre più nervosa. Probabilmente ciò che mi deve dire è grave.
«Buon compleanno!!!» sento urlare appena varco la soglia della cucina.
Resto immobile per qualche secondo, incerta su quello che stanno vedendo i miei occhi.
Noto Tom vicino il bancone e, quando mi volto verso Alyssa, lei sta saltellando su se stessa e battendo le mani in segno di vittoria, perché sicuramente starà pensando che la sorpresa le è riuscita.
«Ve… ve lo siete ricordati?!» mormoro con le lacrime agli occhi.
«Ma certo, sciocchina! Potevamo dimenticare che oggi la nostra piccolina diventa maggiorenne?» dice Alyssa circondandomi le spalle con un braccio.
Scoppio a piangere e mi libero dalla sua stretta per scappare su in camera mia.
«Kristen!!» Sento la voce di Tom, il quale vorrebbe seguirmi, ma mia cugina lo ferma. «Aspetta. Vado io»
Arrivata in camera mi butto sul letto e lascio libero sfogo alle lacrime che ho trattenuto per tutto il giorno.
«Kristen? Perché stai piangendo?» chiede Alyssa sedendosi accanto a me.
Non le rispondo, ma mi limito a continuare a piangere. Mia cugina mi lascia sfogare per qualche minuto, fin quando io non mi calmo e, asciugando i lacrimoni che hanno solcato le mie guance, mi metto a sedere accanto a lei. «Che succede?» mi chiede con dolcezza.
«Pensavo che… che vi foste dimenticati di oggi»
«Nemmeno per sogno» dice sorridendomi.
«Nessuno dei miei fratelli mi ha chiamata oggi; nemmeno la mia migliore amica. Tom non si è fatto sentire per tutto il giorno e ho pensato davvero che ve ne foste dimenticati»
«E’ stata tutta opera mia. Ho chiamato i tuoi fratelli e ho detto loro di non dirti nulla; la stessa cosa con la tua amica Nikki; anzi, se scendi giù, c’è una sorpresa per te»
La guardo negli occhi e lei mi accarezza la guancia. «I tuoi occhi sono troppo belli per essere velati da questi lacrimoni»
«Mi sono sentita sola oggi, peggio di tutti gli altri giorni»
«Tu non sei mai da sola. Io sono qui per te. Sempre! I miei amici sono i tuoi amici e ti adorano. Tom stesso ti adora ed è veramente preoccupato»
Sorrido e asciugo i residui delle lacrime. «Dai, indossa il mio regalo e scendi giù»
«Indosso cosa?»
«Tieni» dice alzandosi e porgendomi una scatola che non avevo visto.
«E’ per me?» chiedo incredula.
«Ma certo. Oggi è o non è il tuo compleanno?!»
«Grazie» le dico sorridendo.
«Non so se mi ringrazierai appena l’avrai indossato» risponde con malizia, prima di uscire dalla mia camera e ritornare dagli invitati.
Apro la scatola e resto un po’ interdetta. Sono un paio di pantaloncini a vita alta e un top, senza maniche, molto striminzito.
Non so nemmeno se mi entra.
L’unico modo per scoprirlo è indossarlo” mi suggerisce la coscienza.
Già…
Prendo l’occorrente per la doccia e  vado in bagno. Mi spoglio e mi guardo allo specchio.
Sono scheletrica, forse dovrei mangiare un po’ di più; ma questo non è il momento più adatto per pensarci, quindi allontano questi pensieri ed entro nel box.
Mi insapono il corpo che risciacquo velocemente, senza perdere tempo e la stessa cosa faccio con i capelli.
Quando esco e mi asciugo, indosso la biancheria e i due pezzi del mio abbigliamento.
Hm, mi sta.
Indosso anche le scarpe e spero di non cadere con queste zeppe.
Asciugo i capelli e li lascio leggermente mossi. Decido di usare quei pochi trucchi che mi porto sempre dietro ma che non uso quasi mai. Passo la matita nella riga interna dell’occhio e l’ombretto color oro sulla palpebra: ecco, sono pronta!
Un ultimo sguardo allo specchio ed esco. Sento il chiacchiericcio dei ragazzi in cucina e questo mi fa aumentare l’ansia, ma mi impongo di pensare al fatto che si tratta della mia serata, perché è la mia serata.
«Ecco la festeggiata!» esclama Yasmine appena varco la soglia della cucina.
Sorrido imbarazzata e mi porto i capelli dietro le orecchie. «Grazie. Scusate per prima, ma non è stata una giornata facile» mi giustifico guardando tutti.
Mi sorridono e Yasmine mi circonda le spalle con un braccio, rassicurandomi.
A poco a poco tutti mi fanno gli auguri, mentre Alyssa li invita ad assaggiare tutto ciò che ha preparato.
«Auguri, piccola» dice Tom mentre mi avvicino a lui.
«Grazie. Ho avuto paura che vi foste dimenticati del mio compleanno»
«Ma nemmeno per sogno. Stiamo organizzando questa cosa da due settimane» dice sorridendomi.
Gli sorrido anche io e, mentre ci guardiamo, Alyssa richiama la mia attenzione.
«Vai» mi suggerisce Tom.
Mi volto e raggiungo mia cugina che ha in mano un pc portatile. Lo volta verso di me e vedo mio fratello Cameron che mi sorride.
«Ciao sorellina!!»
Resto a bocca aperta per la sorpresa, mentre le lacrime mi si accumulano ai lati degli aocchi..
Mi mancano i miei fratelli. Mi mancano davvero tanto.
«Ciao Cam» lo saluto asciugando una lacrima sfuggita al mio controllo.
«Buon compleanno sorellina» mi dice Dana.
«Grazie. Vi siete messi tutti d’accordo a quanto pare. Non ho ricevuto nessun vostro messaggio»
«Sì, Alyssa ce lo ha categoricamente vietato»
«Ci sono rimasta davvero male»
«Ma adesso ci perdoni?» chiede Alyssa.
Mi volto verso di lei e annuisco, mimandole un grazie.
Mentre la festa continua attorno a me io parlo con i miei fratelli.
«Auguri vecchietta!!» esclama qualcun altro… Una voce femminile e quando Cam si sposta vedo Nikki fare la sua comparsa.
«Ciao amica!» esclamo scoppiando a ridere e a piangere nello stesso momento.
«Buon compleanno»
«Grazie, davvero»
«Ho sentito che pensavi che ce lo fossimo dimenticati»
Annuisco e lei scuote la testa, mentre i miei fratelli scuotono la testa divertiti. «Sei proprio un’idiota»
«Grazie, eh! Oggi non è il mio compleanno?»
«Sì, ma questo non ci vieta di ricordarti che sei un’idiota» risponde mio fratello Taylor. Ecco, mancava soltanto lui.
«Ciao Taylor»
«Buon compleanno Kris»
«Grazie»
«Allora? Come sta andando?» chiede Cameron.
«Sta andando piuttosto bene, grazie. Voi, invece?»
«Qui è sempre la stessa cosa, ma non è importante»
«Non vi ho abbandonato, anzi, appena mi sarà possibile vi manderò dei soldi»
«Non farlo Kristen» mi dice Dana. «Noi qui ce la caviamo bene… A te i soldi servono»
Annuisco, ma non ho intenzione di ascoltarlo.
Chiacchieriamo per qualche minuto; i miei fratelli non accennano a mio padre e, quando la conversazione stava andando troppo sui ricordi del passato, Nikki esclama un apprezzamento più che positivo riguardo il mio abbigliamento.
La conversazione dura per qualche altro minuto, fino a quando mio fratello Cameron non dice «Adesso goditi la tua serata e i nostri regali»
«Quali regali?» chiedo confusa.
«Vedrai. Ti vogliamo bene Kristen. Non dimenticarlo mai»
«Vi voglio bene anche io, tanto»
Dopo un veloce saluto a Nikki, a Taylor e Dana chiudo la conversazione.
Lo stesso faccio con il portatile e resto qualche secondo a guardarlo.
Tutte quelle paranoie durante la giornata…
«Ehi, tesoro… tutto ok?»
Mi volto e Tom mi guarda preoccupata. «Sì, tutto ok» mi allontano dal computer e vado ad abbracciarlo «Grazie per tutto» mormoro.
«Io non ho fatto nulla. Sono state delle idee di Alyssa»
«Grazie lo stesso» dico e alzo lo sguardo verso di lui.
Tom abbassa la testa e le nostre labbra si uniscono. Ci baciamo a lungo, almeno fin quando Alyssa non reclama la mia presenza.
«Sì, andiamo» dice Tom ridacchiando.
La serata passa in tranquillità; Alyssa ha preparato diverse e tante cose da mangiare. Panini, tartine, sfogliatine, sformati; insomma, di tutto e di più.
La torta era magnifica, con un gigantesco “Buon compleanno Kristen”.
«Purtroppo nessuno di noi è dotato della minima bravura in pasticceria, quindi l’abbiamo ordinata» si giustifica Ines.
Scoppiamo tutti a ridere e, dopo aver spento tutte le candeline, parte l’applauso e qui mi sento molto più che in imbarazzo, dopo ovviamente il momento in cui tutti hanno intonato la famosa canzoncina.
Mio dio che imbarazzo….
«Ah, adesso ho capito. Devi essere tu la famosa Kristen. Nessuno ci ha presentati ancora» mormora qualcuno continuando a battere le mani, mentre tutti gli altri si zittiscono. Lui mi guarda con un’occhiata strafottente ed esclama «Auguri, Kristen! Alzate i calici per la principessina!!»
Nessuno fa come gli dice, ma questo non lo ferma. Alza il bicchiere e, guardandomi, beve tutto d’un sorso il liquore.
«Rob, piantala, ti prego» esclama Tom avvicinandosi a lui. «Sei ubriaco» mormora cercando di togliergli il bicchiere e la bottiglia di vodka dalle mani.
Ah, quindi lui è….
«Tu, quindi, sei il famoso Robert» rispondo alzando un sopracciglio.
Mi guarda di sfuggita, borbotta un “Tzè” e beve un altro sorso di vodka.
«Robert, vai a casa» gli consiglia Tom fermandolo, ma lui lo strattona e continua la sua avanzata verso di me.
«Non dirmi quello che devo fare, amico traditore»
«Non rivolgerti così a lui!» esclamo con sguardo truce.
Robert mi guarda e scoppia a ridere «Ma chi ti credi di essere? Arrivi qui, fai la carina con tutti, tutti ti amano, il mio amico perde la testa per te e io rimango solo. TUTTO. PER. CAUSA. TUA! Ritornatene a casa»
«Ma chi ti credi di essere tu!!!» urlo infastidita dal suo comportamento.
Ma insomma chi è? Nostradamus?! «Non deve riguardarti quello che io faccio. Sei geloso, vero?» lo sfido.
«Geloso» mormora e scoppia a ridere «Tu non capisci proprio! Sei solo una stupida ragazzina viziata venuta qui chissà per quale capriccio; cosa c’è, mamma e papà ti hanno messo in punizione e tu ti sei voluta ribellare?!» dice con tono cattivo.
«Rob, fermati» interviene Tom cercando di zittire l’amico, ma quest’ultimo si libera.
Io sento le lacrime inondarmi gli occhi. Magari mio padre e mia madre mi avessero messo in punizione.
Avrei preferito quella piuttosto che non vedere mai mia madre o limitarmi a poggiare la mano sulla sua lapide.
«Papino ti ha detto di ritornare a casa presto e tu volevi restare con il tuo fidanzatino a sbaciucchiarvi?! Per questo sei venuta qui? Per dimostrare che puoi vivere senza di lui? Oppure mammina ti ha sgridato perché non hai sistemato la tua camera…»
Adesso basta!!
Basta con queste parole cattive. Ne ho abbastanza. «Sei solo una stupida americana viziata» continua.
A quelle parole il mio istinto fa agire il cervello, mandando una scarica di adrenalina al mio corpo. Un rumore forte e acuto proviene dal contatto della mia mano con la sua guancia.
«Ti pentirai amaramente di avermi dato questo schiaffo» sibila tra i denti.
«Non ho paura di te» dico guardandolo dritto negli occhi.
Lo spingo via da me e mi volto per tornare in camera mia.
Mi sta minacciando?
È un povero illuso se pensa di potermi spaventare.
Non ho più paura di niente e di nessuno.



----------------- 

 

Buon pomeriggio ragazze :3
Eccoci qui con il quinto capitolo ^^' Qui entra in gioco Robert per la gioia di tutte voi :3 Cosa ne pensate dell'atteggiamento che ha avuto nei confronti di Kristen?
Speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento <3
A lunedì prossimo.
Baci
Fra&Gra

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Capitolo 7
*** 6. *Anime opposte* ***


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Buongiorno a tutti... Come ogni lunedì io e Gra siamo qui per pubblicare il nuovo capitolo di questa storia che spero vi cominci a piacere. Fino ad ora siamo state puntuali, tranne per una volta e spero che il prossimo lunedì possiate leggere il capitolo in orario. Farò del mio meglio, intanto... Buona lettura ;)


My heart is yours
 
-Capitolo 6-
*Anime opposte*
"Gra"

 
Pov Robert
 
Come cazzo si permette a trattarmi così? Chi si crede di essere per darmi uno schiaffo?
È solo una stupida ragazzina venuta qui per rompere le palle a noi.
Non aveva una vita sociale?
Chi se ne frega! Non la tollero proprio.
Crede che tutti siano contenti di averla tra i piedi ma non si rende conto che tutti lo fanno perché é la nuova arrivata. E Tom? Non lo capisco proprio. Cosa ci vede di tanto speciale in lei? Io vedo solo una nana senza curve e per di più antipatica. Potrò sembrare cattivo ma non mi interessa.
Meglio come me, che falsi e ipocriti. Non penso che gli altri  la considerano simpatica, credo che lo facciano solo per far contento Tom perché lui sembra avere una cotta adolescenziale per lei e Alyssa perché ha pensato di ospitare la cuginetta. Lui lo sa che io non sono così. Se una cosa o una persona, come in questo caso, non mi sta bene non mi sforzo neanche di darle una possibilità.
"Coglione. Sei solo geloso"mi urla la coscienza. «Fatti i cazzi tuoi» mormoro a voce bassa.
«Parli solo ora?» mi chiede mia sorella Lizzie riscuotendomi dai pensieri.
«In realtà stavo pensando. Non puoi capire quanto sono incazzato in questo momento» ammetto sotto il suo sguardo inquisitore.
«Perché, scusa? Credevo che il lavoro stesse andando bene. Hai litigato con papà?»
Si accomoda sulla poltrona mentre io fumo una sigaretta. «No, non ho litigato. Anche se lo avessi fatto non mi sarebbe importato. Ormai sono abituato» dico infastidito per il solo pensiero.
«E quindi? Hai litigato con Tom?» continua lei.
«Ma che cazzo é? Un interrogatorio? Come a tuo padre stai diventando!» mugugno a denti stretti.
«Si da il caso che sia anche il tuo e poi non è vero» Mia sorella sbuffa per poi scoppiare a ridere.
Per farmi arrabbiare é la numero uno.
«Dai, non fare lo stronzo con me. Raccontami qual é il problema senza gridare o prendere a calci niente» mi fa l’occhiolino mentre io annuisco. Devo ammettere che lei mi ha sempre aiutato senza mai giudicarmi. Con l’altra mia sorella, Victoria, invece, il rapporto é completamente diverso. Sì, ci vogliamo bene, ma litighiamo per la maggior parte del tempo.
«Si tratta di Tom, hai ragione. Non abbiamo litigato ma mi da fastidio il comportamento che sta avendo in questo periodo»
 «Tipo?» mi chiede alzando un sopraciglio. Capisco il suo gesto: io e il mio migliore amico siamo sempre andati d accordo.
«C’entra una ragazza!» confesso guardandola. Lizzie mi fissa senza dire una parola. «Non é come pensi tu. Non c’è la stiamo contendendo. A lui piace, mentre a me sta letteralmente sul cazzo» continuo attirando sempre di più la sua attenzione.
«Perché?»
«Non c’é un motivo, Liz» scoppia a ridere mentre si alza per venire da me. Mi da una pacca sulla spalla e scuote la testa.
«Sei proprio geloso, fratellino. Scommetto che lui passa più tempo con lei adesso, o mi sbaglio?» mi domanda  continuando a ridere.
Io annuisco abbassando la testa. Forse hanno ragione: sono geloso e basta.
«Forse solo un po’» confesso più a me stesso che a lei.
«Tom ti vuole bene, Robert. Se fai così rischi di perderlo. Per cosa poi? Per una ragazza che forse tra qualche settimana neanche si ricorderà che esiste. Su, non fare il bambino»  mi rimprovera ma nella sua voce non c’è cattiveria o superiorità.
«Mh, sì» brontolo a bassa voce.
«Parlane con lui» mi consiglia lei. Annuisco ancora nonostante dentro di me continuo a pensare che questa qua non porterà nulla di buono.
«E’ proprio così tremenda?» mi chiede dopo un po’.
«Sì! Tu non la conosci, non puoi sapere. Non la tollero proprio» sputo acido.
«Se lo dici tu…» ribatte spazientita dandomi un’altra pacca sulla spalla. Prende la borsa, le chiavi ed esce di casa.
Possibile che nessuno capisce quanto quella ragazzina sia scontata e apatica?
Vorrei davvero andare da Tom e dargli due schiaffi in modo da farlo ritornare quello di un tempo.
«Sei tornata?» chiedo a mia sorella quando la vedo rientrare.
«Ho dimenticato questo» mi dice mostrandomi il telefono.
Annuisco tornando a concentrarmi sul bicchiere di birra che ho in mano. Che poi che cazzo l’ho messa a fare nel bicchiere? Mi fa perdere la lucidità quella stupida di Kristen.
«Rob?» mi chiama ancora Lizzie.
«Che vuoi ancora?»
«L’amore ti cambia… prima lo capisci,  meglio è» La guardo aggrottando le sopracciglia.
Dove vuole andare a parare?
«E quindi? Questo cosa cazzo significa?»
«Sempre molto delicato devo dire…» sbuffa avvicinandosi a me; mi posiziona le mani sulle spalle e mi fissa intensamente «Quando capirai che Tom è innamorato di lei e che tu sei solo geloso? Prova a conoscerla… Non credo che tutti siano dei pazzi e tu, invece, l’unico sano di mente. Conoscendoti credo proprio che sia il contrario. Ti saluto fratellino» mi bacia una guancia per poi andarsene lasciandomi in piedi con le braccia lungo i fianchi; come un idiota, insomma.
Forse dovrei parlare davvero con Tom; in fondo è il mio migliore amico da quando eravamo due nani.
Cazzo! Impreco a me stesso… non voglio rovinare tutto. Forse ha ragione mia sorella…
No, no! Non permetterò a Kristen di rovinarmi la vita.
Non abbiamo mai litigato per una donna!
Come un flashback, il ricordo di quando abbiamo conosciuto Alyssa, arriva prepotentemente.
 
«Possibile che non vuoi mai fare niente di normale?» mi chiede Tom scuotendo il capo rassegnato ormai al mio comportamento.
Scoppio a ridere gustandomi la scena di lui imbronciato.
«Dai, amico. So che anche tu lo vuoi»
«Sei uno stronzo bastardo Robert Pattinson» borbotta il mio migliore amico.
«Sì e tu non sei da meno. Adesso vieni dentro» lo spingo verso l’entrata del night club impaziente di vedere ragazze molto molto altruiste.
Siamo seduti a guardare le ballerine che si muovono contro i pali da un’ora.
«Guarda quant’è figa quella» indico a Tom una ragazza posta a qualche metro da noi. Non è sul palco ma da come è vestita non deve essere una ragazza perbene.
Fisso Tom che ha già capito cos’ho intenzione di fare infatti sta scuotendo la testa divertito.
«Guarda che culo» sussurro alla ragazza mentre glielo palpo.
Si gira e mi fissa seria.
«Che cazzo ti tocchi, eh?» mi molla uno schiaffo in pieno viso per poi rigirarsi verso un altro ragazzo con cui stava già parlando.
«Oh, ma ti sembra il modo?! Dimmi almeno come ti chiami» la afferro per un braccio in modo non poco carino ritrovandomi a terra subito dopo.
«Lascialo Rick» gli ordina lei e lui annuisce.
«Sei davvero uno stupido. Come ti chiami?»
«Robert»
«Ecco Robert, io sono Alyssa. Vedi di andartene a fanculo» mi sorride sarcastica per poi sparire.
 
Lei si che è una ragazza tosta non la cugina verginella e viziata. Sono sicuro che non ha mai neanche scopato… sfigata!
Alyssa è sempre stata una donna forte e cazzuta. Qualche giorno dopo il nostro incontro l’ho incontrata per strada e non so come siamo finiti a letto insieme.
Cazzo… una vera bomba del sesso!
E da allora siamo rimasti buoni amici anche se d’ora in poi non sarà più la stessa cosa, credo.
Tutto gira intorno a quella Kristen… Dio, quanto mi fa incazzare questa cosa!!
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio cellulare che tra le altre cose odio; tutto ciò che è tecnologico non va d’accordo con me.
Guardo il display fissando il nome lampeggiante.
Tom!
Lo lascio suonare un po’ e quando mi decido rispondo.
«Finalmente coglione» borbotta con tono irritato.
«Che vuoi?»
«Dobbiamo parlare»
«Di tutto tranne che di lei, grazie»
«Robert» tuona lui dall’altra parte del telefono.
«Tom»
«Non fare in bambino, cazzo. Lo sai che devo parlarti di lei. Non capisco perché ti ostini ad odiarla» mi dice e anche se non lo posso vedere sono sicuro che sta scuotendo la testa.
«Non devi capire un bel niente. Mi sta sul cazzo e basta. Comprendi?» Sto facendo il sbruffone con il mio migliore amico e questa cosa non mi piace.
Tom sbuffa restando in silenzio quindi ne approfitto per parlare ancora «Senti amico… tu puoi fare quello che cazzo ti pare, davvero. Vuoi stare con lei? Fallo; vuoi scopartela solamente? Fallo; vuoi sposartela? Fai pure ma io non la tollero. Ti voglio bene Tom e mi basta la tua amicizia. Non voglio nient’altro» blatero cercando di essere il più convincente possibile.
«Quindi mi stai dicendo che sei geloso? Cazzo, Robert. Non abbiamo dieci anni… non puoi essere geloso di Kristen perché sai che non devi. Tu sei tu, cazzo! Mi dispiace che tu non riesca a vederla e ad accettarla. Mi perderai facendo così. Tutti ti gireranno le spalle… è questo quello che vuoi?»
«Io non sono geloso proprio di nessuno e non mi importa di quello che pensano gli altri. Io sto bene anche da solo»
«Okay, va bene! Ti saluto» esclama chiudendomi il telefono in faccia.
Dannata Kristen! Te la farò pagare; ti farò tornare dalla tua adorata famigliola… costi quel che costi!
 
Pov Kristen
 
«Qualcosa mi dice che la chiamata non è servita a niente» dico a Tom quando si siede sul mio letto.
«Già» mormora malinconico.
«Mi dispiace dirtelo ma…»
«Okay. Stai zitta» mi ordina facendomi l’occhiolino.
«Okay ma io te l’avevo detto» scoppio a ridere portandomi una mano sulla bocca.
«Non coprirti il viso. Sei bellissima quando ti lasci andare alle risate» sussurra lui venendomi incontro.
Il cuore inizia a battermi all’impazzata mentre si avvicina sempre di più a me.
Inizia ad accarezzarmi un braccio mentre con gli occhi mi supplica di non tirarmi indietro ancora una volta.
È già successo di trovarmi in questa situazione con lui e ho sempre trovato una scusa.
Forse dovrei dirgli tutta la verità; su di me e sulla mia famiglia.
Non sono pronta per lasciarmi andare ed è giusto che lo sappia.
«Kris ti prego» mormora contro le mie labbra.
Lo bacio con passione ma quando sento la sua mano infilarsi sotto la maglia indietreggio.
«Mi dispiace» farfuglio abbassando lo sguardo.
«Non ti preoccupare» dice lui rimettendosi seduto.
Respiro profondamente cercando nel frattempo le parole giuste.
«Sai, Tom, non volevo dare uno schiaffo a Robert solo che…» mi blocco quando i suoi occhi si posano su di me.
«Non voglio sentire niente che abbia a che fare con lui adesso»
«Devo dirtelo, Tom. Ti prego, ascoltami» gli prendo la mano e la stringo forte.
«Okay»
«Ricordi cosa mi ha detto?»
Annuisce aspettando che io continui a parlare.
«Mi ha dato della viziata; ha parlato della mia famiglia a sproposito. Ha toccato il mio punto debole» confesso.
«Continua»
«Mia madre è morta quand’ero piccola e mi sono dovuta rimboccare le maniche essendo l’unica figlia femmina. Ho tre fratelli e un padre che non posso neanche definire tale. Vuoi sapere perché sono scappata?» gli chiedo nonostante conosca già la risposta.
Lui annuisce abbracciandomi.
«Voleva farmi sposare un uomo che non conosco solo per affari. Secondo lui avrei dovuto fare l’amore con un ragazzo con cui a malapena avevo scambiato due chiacchiere»
«Tuo padre?»
«Sì, lui non mi vuole bene»
Tom rimane in silenzio mentre mi accarezza i capelli con la mano.
«E’ difficile ricominciare una nuova vita… Robert non ha nessun diritto di dirmi quelle cose»
«Lo so, piccola. Credimi, lo so» sussurra lui cercando di rassicurarmi.
Sfogo tutte le mie lacrime contro il suo petto mentre le sue braccia mi tengono stretta.
Finalmente mi sento a casa.
«Ma perché? Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? Mi sembra di non so… aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non credo. Cioè, non so più niente» cerco di dire mentre i singhiozzi mi sconquassano il petto per l’intensità.
Tom mi accarezza la schiena con le mani e mi bacia i capelli. «Tesoro, tu sei perfetta. Robert è un coglione, non far caso alle sue parole. Parlerò io con lui» sussurra mentre con le dita mi asciuga il viso.
«Davvero ti metteresti contro il tuo migliore amico per me?»
«Certo! Sta sbagliando, Kris. Se fossi stata tu ti avrei detto le stesse cose»
Annuisco sforzandomi di sorridere.
«Sei così tenera» mi abbraccia ancora più forte mentre io mi rilasso poco poco.
Mi sento al sicuro tra le sue braccia e questa sensazione mi piace.
«Voglio parlare con Robert» esclamo di punto in bianco attirando l’attenzione di Tom che mi guarda con gli occhi spalancati.
«Non credo sia una buona idea» mi dice scuotendo la testa.
«Invece devo farlo. Voglio fargli capire che non sono una minaccia» farfuglio.
«Vedremo»
«Uffa, va bene»
Tom si alza e si dirige in cucina.
Afferra un pacco di patatine e quando ritorna me lo lancia facendomi l’occhiolino.
«Ci diamo all’ingrasso?» gli chiedo mentre apro il pacco.
«Ma va, se sei scheletrica» mi dice ed io mi ritrovo ad annuire.
In effetti è vero!
«Sì, va bene. Vieni qua… aiutami a finire il pacco» scoppio a ridere e dopo aver messo un film mi accomodo accanto a lui.
La serata passa tranquillamente e quando il sonno si impadronisce di me stringo Tom e mi addormento tra le sue braccia.
 
«Buongiorno piccola» mormora Tom stiracchiandosi. Lo fisso pensando a quant’è bello anche di prima mattina.
«Buongiorno» mugugno a bassa voce «Sei rimasto qui?».
«Sì! Non potevo muovermi e così sono rimasto» scoppia a ridere abbassandosi per lasciarmi un bacio sulle labbra.
«Avevo bisogno di te» sussurro imbarazzata.
«Sei bellissima quando ti vergogni. Le tue guance si colorano di rosso e i tuoi occhi luccicano» mi dice facendomi imbarazzare ancora di più.
È la prima volta che un ragazzo mi riserva così tante attenzioni.
«Grazie»
«Ti ho detto solo la verità e comunque  io ci sarò sempre per te» confessa.
Mi slancio verso di lui e lo bacio con tutta la passione che ho in corpo. Mi sembro un po’ imbranata ma il gonfiore che si intravede dai suoi pantaloni mi fa capire che forse non sono così negata.
«Kris»
«Mh»
«Fermati, per favore. Potrei non rispondere delle mie azioni» ammette staccandosi da me.
Lo guardo e capisco che ha ragione perché ancora non sono pronta per fare l’amore con lui, né con nessun’altro ragazzo.
Quello giusto sento che, ancora, non è arrivato.
«O-okay. Scusami tanto» mormoro.
«Non ti devi scusare, scema. Mi fai uno strano effetto» abbassa lo sguardo verso il cavallo dei suoi pantaloni per dare conferma alle sue parole mentre io sono sicura di essere diventata rossa come un peperone.
«Meglio andare in cucina a preparare la colazione che poi devo andare al lavoro» Mi alzo respirando profondamente e con il cuore a mille.
Che situazione imbarazzante!
«Niente colazione… devo parlarti di una cosa» mi dice facendosi subito serio. Mi risiedo sul letto e lo fisso aspettando che lui mi dica qualcosa.
«Non ti è sembrato strano che tutti ti abbiano fatto un regalo per il tuo compleanno ed io no?» mi chiede alzando un sopracciglio.
«In realtà non c’ho fatto caso, Tom. Per me la festa è stata un regalo speciale. Non avrei voluto altro» confesso guardandolo negli occhi.
«Sai le ragazze come sono fatte; sono uscite un giorno e hanno comprato tutto comprese tutte le cose che ti hanno regalato» scoppia a ridere mentre lo dice.
«Immagino che non sia stato facile per te sopportare tanto» gli faccio l’occhiolino mentre lui scuote la testa sorridendo
«E’ stato un piacere, Kris» ammette avvicinandosi a me.
«Grazie» mi slancio e lo abbraccio beandomi della sicurezza e della tranquillità che riesce ad infondermi.
«Di nulla» mormora baciandomi i capelli.
Tom si stacca all’improvviso, scende dal letto e prende la sua giacca da terra. Lo guardo senza dire una parola; è di spalle ma lo vedo che sta cercando qualcosa nelle tasche. Si gira di scatto con un sorriso a trentadue denti stampato in viso.
«Che succede?» gli chiedo stranita dal suo atteggiamento.
«Questo è il mio regalo per te» mi sventola delle chiavi davanti la faccia mentre sono sicura che il mio colorito stia cambiando da rosa, a rosso, a tutti i colori.
«Che vuol dire? Non capisco» ammetto alzandomi e andando davanti a lui.
«Queste sono le chiavi del tuo appartamento, Kristen»
«C-cosa?» quasi urlo per lo sconcerto.
«Non gridare» scoppia a ridere e mi prende per i fianchi facendomi cadere sul letto con lui di sopra.
«Perché, Tom? Non posso accettare» gli dico.
È un folle; mi ha comprato un appartamento!
«Devi, invece. I genitori di Peter avevano questa casetta non molto lontano da qui e così, ho deciso di pagarti i primi quattro mesi di affitto»
«Tu sei pazzo!» esclamo con le lacrime agli occhi.
«Perché piangi, piccola?»
«Nessuno aveva mai fatto questo per me. Tu sei il primo e ti ringrazio, Tom. Ti voglio bene» mormoro stringendomi a lui.
«Te lo meriti, piccola. Ti voglio bene, anche io».
 
Ancora non posso credere che Tom mi abbia pagato quattro mesi di affitto. Questo mi permette di mettermi tutti i soldi da parte per il futuro.
Mi ha anche detto che l’affitto non è esagerato; solamente 250 sterline. Questo perché sono amica di Peter, altrimenti mi sarebbe costato il doppio.
La giornata lavorativa di oggi, per fortuna, sta passando tranquillamente. Forse perché sono così felice che tutto mi scivola via; non ho fatto caso alle lamentele dei clienti per il cibo, né al cuoco che borbotta in continuazione.
Stasera Tom passa a prendermi per andare a casa mia. Suona strano pensarla così; se solo penso che fino a qualche tempo fa non avevo niente mi viene da piangere.
Sto costruendo la mia vita, il mio futuro. È una cosa che mi rende orgogliosa di me stessa; finalmente posso gridare al tutto il mondo che sono felice.
«Per oggi hai finito» mi comunica Jones ridestandomi dai miei pensieri.
«Va bene. Buonanotte, a domani» dirigendomi verso lo spogliatoio.
Non vedo l’ora di uscire da qui dentro. L’adrenalina e la voglia di scoprire dove vivrò non mi lasciano tregua.
«Ciao piccola» esclama Tom una volta uscita fuori.
«Ciao» gli lascio un bacio sulle labbra e afferro la sua mano.
«Andiamo» Ci incamminiamo e quando raggiungiamo un palazzo già da fuori incredibilmente bello, Tom si ferma.
«Il secondo piano è casa tua» mormora stringendomi la mano e sorridendomi.
«Wow» Fisso il palazzo con le lacrime agli occhi.
Saliamo le poche scale che ci sono e adesso siamo proprio davanti la porta. Apro la borsa ed estraggo le chiavi per poi infilarle nella toppa.
«Ma è immenso» mormoro mentre osservo le stanze. «Sì, è abbastanza grande» risponde lui.
«Due camere da letto, due bagni e una cucina immensa… Wow!» dico mentre saltello per tutta la casa felice ed eccitata.
«Grazie, grazie e ancora grazie» mi butto su Tom che mi accoglie tra le sue braccia.
«Sono contento che ti piaccia»
«E’ perfetto»
Il silenzio viene interrotto dalla suoneria del suo cellulare. Lo prende dalla tasca dei jeans e risponde.
«Sì, ciao… Sì, sono con lei…» risponde alla chiamata.
Passa qualche secondo di silenzio, fin quando… «Okay, arrivo» gli sento dire.
«Tutto bene?» gli chiedo riprendendo la borsa da terra e chiudendo la finestra che avevo aperto prima.
«Sì, certo. Era Robert. Vuole vedermi» mormora sorridendo.
«Vengo con te»
«Non mi sembra il caso, Kris»
«Voglio parlare con lui, Tom. Voglio capire perché mi odia; voglio chiarire una volta per sempre questa situazione» ammetto seria.
«Okay… andiamo»
Finalmente questa strana situazione finirà!
 

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Ciao a tutti… Cosa ne dite di questo capitolo? Finalmente sappiamo cosa passa nella testolina bacata di Robert ^^’ Che ne pensate del suo atteggiamento, adesso? Lo giustificate oppure no? Voi cosa fareste in una situazione del genere? Tutti ci siamo passati, credo.
Io anche divento gelosa u.u non a questi livelli però mi da fastidio che l’attenzione posta su di me venga rivolta ad altri xD Mi sembra di essere una bambina di dieci anni ed invece ne ho 22 O.o
E di Tom che mi dite? È troppo dolce lui *w* e Kristen ha bisogno di persone che le vogliono bene…
Okay, meglio finire qui…
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^^’
A lunedì prossimo.
Baci,
Gra&Fra
 

 

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Capitolo 8
*** 7. *A volte è tutto oro quello che luccica* ***


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Buongiorno!!
Siiiii, ce l'ho fatta a pubblicare in tempo *-*
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
Un bacio e buona lettura


My heart is yours
 
-Capitolo 7-
*A volte è tutto oro quello che luccica*

 
Pov Kristen
 
«Sicura che sia una buona idea venire con me?» mi chiede Tom mentre percorriamo insieme la strada che ci sta portando da Robert.
Camminiamo da circa venti minuti e per tutto il tempo non ha fatto altro che chiedermi se ne fossi sicura o se sarebbe stata una buona idea.
Mi ha elencato diversi motivi per cui l’incontro potrebbe finire male, con l’intento di dissuadermi dall’incontrarlo, ma io ho cercato di non badare a tutti quei motivi e ho sempre risposto di volerlo fare. Così, almeno, metto fine a questa… faida?! Lite? Odio?!
No, non credo si possa mettere fine all’odio che io e Robert nutriamo l’uno per l’altro. Ma a me va benissimo così, purché non comprometta il mio rapporto con Tom.
Io non ho nessuna intenzione di allontanarli, non mi permetterei mai, ma non vorrei nemmeno che Robert si comportasse in maniera tale da far allontanare Tom da me, perché so che tra me e lui, quest’ultimo sceglierebbe sempre l’amicizia.
Non puoi esserne certa” mi sussurra la vocina nella mia testa.
No, non posso esserne sicura, è vero; ma l’amore può finire, può sfociare in tradimenti o liti furibonde che non ti fanno più vivere bene il rapporto; l’amicizia, invece, se sincera, ci sarà sempre e so che l’amicizia di Robert e Tom lo è.
Nonostante la voglia che ho di chiarire qualsiasi cosa con Robert, sono molto agitata; ma la curiosità di sapere per quale motivo lui ce l’ha così tanto con me prevale su tutto. Quindi, metto da parte l’agitazione e continuo a camminare a testa alta, pronta ad urlare e usare la violenza se occorre.
«Non preoccuparti Tom. Sono sicura che se chiariamo qualcosa oggi ci stuzzicheremo di meno evitando di fare incazzare l’altro quando ci vediamo e poi, se ci dovessimo scannare sarai tu a fermarci» gli dico facendogli l’occhiolino.
«Hm, va bene; sappi, però, che non so se riuscirò a contenerlo. Non voglio che ti ferisca di nuovo. Robert ha la tendenza a parlare a sproposito quando è nervoso o arrabbiato»
«Me ne sono resa perfettamente conto l’altra sera, ma non preoccuparti. Non mi tocca quello che dice o dirà»
Credo sia una mezza bugia, perché indipendentemente dal soggetto da cui vengano quelle parole sentir parlare di mia madre o sentire qualsiasi cosa sui miei genitori mi ferisce.
Sento qualche lacrima accumularsi agli angoli dei miei occhi, ma mi impongo di non piangere.
Fortuna che indosso gli occhiali e che il sole alto nel cielo me lo permette.
«E’ là» dice Tom indicandomi un punto verso il parco della città.
È seduto su una panchina e già da lontano, e senza che lui mi abbia vista, mi fa incazzare. Beh, certo, se mi riscaldo sin da adesso, non so come potrebbe andare a finire questo incontro. Faccio un respiro profondo e cerco di rilassarmi.
È solo una persona insignificante.
È solo una persona insignificante.
È solo una persona insignificante.
Continuo a ripetermelo come un mantra, cercando di calmarmi mentre le distanze si accorciano sempre di più.
«Rob» lo chiama Tom.
Lui si volta e si alza. Sembra non essere sorpreso di trovarmi lì con il suo amico.
«Ciao» ci saluta lui.
Gli sorrido debolmente per evitare di aprire bocca, perché so che se lo facessi non pronuncerei parole carine.
Lui ricambia con un cenno della testa e si avvicina a salutare Tom, il quale lascia la mia mano per ricambiare il gesto.
«Che succede?» gli chiede sciogliendo l’abbraccio.
«Volevo parlarti e, visto che già ci siamo, parlo pure con te» dice come se fosse infastidito dall’ultima prospettiva.
«Dimmi pure» esclama Tom.
Robert mi guarda. Dovrei forse andarmene?!
Alzo gli occhi al cielo e mi rivolgo a Tom. «Vado a prendere un caffè» gli dico.
Lui annuisce e mi lascia un bacio sulla fronte.
Beh, sì; in fondo posso anche allontanarmi per lasciarli parlare. Magari, Robert vuole confidarsi con il suo migliore amico.
Lancio un’occhiata di sfuggita al mio “nemico” e mi volto.
Mi avvicino al piccolo chiosco per prendere un caffè e, quando mi dirigo ad una panchina lì vicino il mio sguardo cade sui due.
Robert mi sta guardando. Cioè, sta cercando di non farsi beccare da Tom, ma direi che le sue veloci occhiate sono dirette proprio a me.
Ricambio l’occhiata, rendendola più dura possibile, ma non so perché lui ridacchia e distoglie lo sguardo riprendendo a parlare con Tom.
Cazzo!! Adesso lo picchierei volentieri!
Perché mi stava fissando?!
E perché mi ha riso in faccia?!
Chiudo gli occhi e provo a non pensarci. Accidenti!! Mi fa innervosire questo idiota!
La vibrazione del mio cellulare non aiuta di certo la situazione.
Chi diavolo è adesso?!
«Pronto!» rispondo nervosa senza nemmeno guardare da chi proviene la chiamata.
«Ehi, buonasera anche a te!»
«Oh. Ciao Nikki»
«Ciao Kris. Che succede? Sei nervosa»
«Già» borbotto lasciandomi andare allo schienale della panchina e bevendo il mio caffè.
«Ti va di parlarne?»
«Non c’è niente di cui parlare. Un idiota che dice le cose a sproposito non merita che io sprechi il mio fiato per parlare di lui»
«Oh oh… Che cos’è successo Kris?» chiede seria la mia amica e io capisco che è il momento di raccontarle tutto.
Soltanto adesso mi rendo conto che lei non ne sa niente. Non sa di Tom, non sa dell’odio per Robert, non sa praticamente nulla di quello che mi è successo in questi mesi.
«Mi dispiace» sussurro abbassando la testa e cambiando totalmente argomento.
«Per cosa, tesoro?»
«Da quando sono partita non abbiamo più parlato e mi sento come se ti stessi mancando di rispetto. Non chiamo più, non mando più email, ma il fatto è che non ho mai tempo»
«Ehi… tesoro, rilassati. Non me la prendo mica, sai? Nemmeno io mi sto facendo sentire molto, ma entrambe siamo molto impegnate e posso capire come ti senti al momento. Devi badare a te stessa e capisco se non trovi il tempo per scrivere le email»
«Già…» mormoro abbattuta.
Raccontare della mia vita alla mia migliore amica, la persona che più di tutte mi manca, dopo i miei fratelli, potrebbe aiutarmi a superare questo periodo, oppure a non farmi prendere dall’angoscia ogni volta che ripenso a quanto sono lontana da casa o a quanto mi manca mia madre.
«Per questo ho pensato a qualcosa di più pratico» continua la mia amica ridestandomi da quei pensieri tristi.
Sorrido e mi alzo; butto quello che rimane del caffè e passeggio sul prato, attenta a non avvicinarmi troppo a Robert e Tom che sembrano star discutendo animatamente di qualcosa. Io sono troppo lontana da loro per sentirli, ma le occhiate di Robert continuano a perforarmi la schiena. Nemmeno Tom mi ha guardata così tanto.
Mentre Nikki continua a ridacchiare per quello che mi ha detto il mio sguardo si sposta di nuovo verso i due, ma purtroppo vengo intercettata da Robert che mi guarda con un sopracciglio alzato.
Ma Tom non se ne accorge?! Alzo gli occhi al cielo e indurisco lo sguardo mentre chiedo alla mia amica di cosa tratta la sua idea.
«Beh…» inizia «Io ho comprato un pacco di buste da lettera e ogni volta che voglio raccontarti qualcosa lo scrivo, così ogni mese, per esempio, possiamo mandarci una lettera che racconti la nostra vita durante quel mese. Mi rendo conto che non è una grandissima idea, però carta e penna sono più facili da portare in borsa»
«In effetti è una grande idea Nikki. Io non credo di avere molto tempo al ristorante per scrivere, ma durante la pausa potrei abbozzare qualcosa. Avrei veramente tanto da scriverti» dico continuando a guardare Robert.
Non accenna ad abbassare lo sguardo e di certo non sarò io la prima a farlo.
Qualche anno fa, o forse addirittura qualche mese fa, non sarei riuscita a sostenere così a lungo lo sguardo di qualcuno, ma ho imparato che non devo farmi intimorire da nessuno, né da mio padre, né dai miei fratelli, né da un pallone gonfiato che si sta avvicinando insieme a Tom. Entrambi mi guardano, ma il mio sguardo è rivolto a chi non dovrebbe nemmeno ricevere un millesimo della mia attenzione.
Continua a guardarmi con quel suo sorriso a metà, cattivo e sicuramente da pallone gonfiato, perché è certo che lui si sente fighissimo al momento.
Pff…
«Allora ti piace l’idea?» chiede la mia amica dall’altro capo del telefono.
«Ma sì, certo» rispondo ritornando alla conversazione e voltandomi.
«Bene, allora presto ti manderò la mia, ok?»
«Non vedo l’ora di riceverla. Ti racconterò tutto in quella lettera, allora»
«Mi sembra perfetto»
«Kris» mi sento chiamare e mi volto trovandomi davanti i due.
«Nikki, devo andare»
«Certo, ci sentiamo presto, ok?»
«Certo. Ti voglio bene»
«Te ne voglio anche io e non combinare casini, ok?»
«Nemmeno tu» rispondo ridacchiando.
Lei lo fa pure prima di riattaccare.
«Scusate»
«Non preoccuparti. Noi abbiamo discusso di qualcosa, ma purtroppo devo andare da mia madre perché ha bisogno del mio aiuto. Ti accompagno a casa o vuoi restare con… lui?» chiede Tom guardando un po’ me, un po’ il suo amico.
«Uhm…» Beh, devo dire che la mia determinazione sta andando a farsi una passeggiata alle Hawaii perché non credo di essere pronta per affrontarlo da sola.
Sapere che Tom sarebbe stato al mio fianco mentre avrei litigato con Robert mi dava un senso di tranquillità che solo lui può e sa infondermi; invece, adesso, mi sento in caduta libera. Senza paracadute o senza qualsiasi tipo di protezione a darmi quella calma o quella forza necessaria a superare l’incontro con Robert evitando di prenderlo a pugni.
«Kris?» mi chiama Tom accarezzandomi un braccio.
«Certo, ti chiamo più tardi» dico distogliendo lo sguardo da Robert.
«Ok» risponde sorridendo. Si volta verso l’amico e gli punta il dito contro «Mi raccomando. Niente parole pesanti, ok?»
«Vuoi che facciamo giurin giurello?» chiede lui porgendogli il mignolo.
«Sono serio Rob. Ricorda quello che ti ho detto» Tom sembra molto serio.
Aggrotto le sopracciglia, curiosa di sapere che cosa si sono detti i due «Se si comporta male, schiaffeggialo» mi sussurra all’orecchio Tom, prima di lasciarmi un bacio sulla guancia e allontanarsi.
Annuisco e mi volto mentre lo guardo andarsene. Quando Tom scompare dalla mia visuale mi volto verso Robert che ha incrociato le braccia al petto e mi guarda con il suo mezzo sorriso e ancora con quel maledetto sopracciglio alzato «Che vuoi?» chiedo infastidita.
«Io? Proprio niente. Piuttosto tu, sei venuta con lui perché vuoi parlarmi, no?»
«Sì, almeno adesso mi spieghi perché ce l’hai così tanto con me»
«Signorina, non sei al centro di tutti i pensieri»
«Sono al centro dei tuoi però» rispondo alzando un sopracciglio e sorridendo beffarda «Altrimenti non mi odieresti così tanto»
«Oh, quindi adesso credi che io stia sempre seduto a struggermi per te?»
«Io non credo nulla, tanto meno quello che hai appena detto, ma se lo credi tu, beh… mi dispiace per te»
«Stai tranquilla, l’ultima cosa al mondo che farei è struggermi per te, in quel modo. Non sei nemmeno il mio tipo» dice squadrandomi dalla testa ai piedi «Sì, sei…» continua muovendo le mani davanti a me ad indicare le mie forme «…sei abbastanza proporzionata, ma ho visto decisamente di meglio» conclude calcando il “decisamente”.
Idiota!
Lo fulmino con lo sguardo e mi volto di scatto per andarmene. «Questo significa che il nostro incontro è finito qui?» chiede urlando.
Mi fermo in mezzo alla strada e penso che un’occasione del genere non mi ricapiterà più. Preferirei davvero affrontarlo con Tom al mio fianco e concludere questa serata con queste battute di spirito che ci siamo scambiati senza arrivare alle mani, ma so che continuerò ad innervosirmi.
Lentamente mi volto di nuovo verso di lui e mi avvicino «Perché mi odi così tanto?» chiedo senza giri di parole. «Cosa ti ho fatto?»
«Me lo chiedi pure? Mi stai portando via il mio migliore amico!!» esclama serio.
«Io non ti sto portando via proprio nessuno»
«Ah no? È da quando voi due vi siete parlati la prima volta che io non passo una serata con lui. O siete insieme, o parlate al telefono o uscite o qualsiasi cosa»
«Mi pare che non sia mancato né per me né per Tom farti venire a casa di mia cugina per passare le serate insieme» mi difendo.
Io non credo di aver fatto nulla di male. So che il mio rapporto con Tom diventa ogni giorno un po’ forte, ma io non gli avrei di certo impedito di passare del tempo insieme con l’amico.
«Mi hai fatto sentire un emarginato, bambina»
«Non chiamarmi bambina»
«No? Sei una donna adulta adesso, certo… Hai compiuto soltanto diciotto anni, bambina, non ventidue»
«Smettila. Tu non sai nulla di me e non ti ho fatto niente per ricevere le tue cattiverie» Ecco che Kristen parte alla carica. Ora o mai più «Perché sei così cattivo con me? Ti ho già detto che non sarò io ad allontanare Tom da te ma se continuerai a comportarti da idiota sarai tu stesso a perderlo. Se capiterà di stare insieme io non impedirò a nessuno dei due di stare insieme…»
«Ok, stai zitta adesso, bambina!» esclama interrompendomi.
«Non dirmi di stare zitta e non darmi della bambina!» urlo spingendolo.
«Ehi, calmati!» dice afferrandomi per un braccio.
«E tu smettila di comportarti da idiota! E un’altra cosa… non permetterti mai più di nominare qualcuno della mia famiglia. Non sai niente, non conosci me e non ti permetto di sputarmi fango addosso; su di me o su qualcuno a me caro»
Mi guarda, mentre io ho il fiatone per l’intensità con cui le parole sono uscite dalla mia bocca. Non credevo di avere il coraggio di fare una cosa del genere, ma sono contenta di essermi sfogata, almeno adesso smetterà di torturarmi, o almeno spero.
«A proposito di questo…» dice e comincia a camminare, lasciandomi il braccio. Io resto dove sono e quando lui lo nota si ferma, voltandosi e indica di raggiungerlo.
«Non ti piaceva stare là?» chiedo quando lo raggiungo.
«E a te dispiacerebbe stare un po’ zitta così io finisco questo discorso che mi sta torturando da qualche minuto, ormai?»
«Che discorso?» chiedo.
«Se magari stai zitta…»
Lo fulmino con lo sguardo e lo invito a continuare a parlare con un cenno della testa. «Mi dispiace per quello che ti ho detto la sera del tuo compleanno» dice velocemente.
Percepisco un sorriso beffardo sulle mie labbra, ma non voglio ancora dargli la soddisfazione di essersi liberato di questo “peso” «Come scusa?»
«Non fare la finta tonta. Hai capito» risponde lui guardandomi di volata.
«Non faccio la finta tonta e no, non ho capito»
Mi guarda di nuovo e fa un respiro profondo. Mentre parla gesticola nervoso «Mi dispiace per… per quello che ho detto sulla tua famiglia il giorno del tuo compleanno»
«Ti dispiace?» chiedo sorpresa.
«Già. Tom mi ha raccontato quello che ti è successo e mi ha diciamo…ehm, rimproverato»
«Scommetto che tu non sei abituato a ricevere questo tipo di consigli, eh?»
«No, infatti, quindi ti sarei grato se tu accettassi velocemente le mie scuse e ritornassimo a casa tutti felici e contenti»
«Cosa ti ha detto Tom esattamente?» gli chiedo fermandolo.
«Uhm… che hai perso tua madre quando eri piccola»
«Soltanto?»
«E che non vai molto d’accordo con tuo padre e che l’idea di trasferirti qui è stata un’esigenza»
Annuisco e riprendo a camminare, in silenzio.
Vedo Robert seguirmi al mio fianco, mentre percorriamo la strada che ci porta all’uscita del parco.
Nessuno dei due dice niente, ma vorrei che al momento lui non fosse qui mentre ripenso a quella parte miserabile della mia vita.
Chissà se manco a mio padre, chissà se si è chiesto dove sono e quando tornerò, chissà se è preoccupato per l’unica sua figlia femmina.
Nonostante tra di noi le cose non sono mai state splendide, spero ancora di ricevere una sua telefonata, ma so che resterà soltanto una speranza, perché non chiamerà mai.
«Avrai intenzione di ritornare a casa?» mi chiede all’improvviso rompendo il silenzio.
«Ti vuoi liberare di me?» chiedo sorridendo.
«Non sarebbe una cattiva idea» risponde ricambiando il sorriso ma, ovviamente, non è dolce o affettuoso.
«Immagino… comunque non lo so. Non sono cose di cui discuterei volentieri con te»
«Giusto, siamo ancora nella fase “Attento che potrei ferirti”»
«Io avrei detto “Attento, potrei eliminarti”»
Lo sento ridacchiare e dirigersi verso la direzione opposta alla mia «Tu guardati le spalle» mormora e alza la mano per salutarmi.
«Non mi intimorisci Rob!»
«Siamo passati al Rob?» chiede malizioso.
«Robert» mi correggo.
«Ciao, bambina» mi saluta.
Io lo fulmino con lo sguardo e gli volto le spalle, decisa a non ascoltarlo più.
Per tutto il tragitto dal parco a casa mia, la mia vera casa, penso a quello che io e Robert ci siamo detti.
Mi ha chiesto scusa per gli insulti il giorno del mio compleanno, ma non mi ha fatto capire se smetterà di evitare Tom perché sta con me.
Spero davvero che le cose da domani saranno diverse.
 
Sono passati tre giorni da quando Robert mi ha chiesto scusa per quello che ha detto e fatto la sera del mio compleanno.
Da quel momento non l’ho più né rivisto, né sentito.
Stessa cosa con Tom, ma capisco il motivo per cui non ci siamo più visti. Da quello che mi ha raccontato hanno passato del tempo insieme. Sono andati ad un concerto, sono andati a bere qualcosa e parlato come soltanto due amici sanno fare.
Alyssa mi ha detto che Robert ha ricominciato a frequentare la sua casa, per la gioia sua e di Yasmine e Ines.
Io, invece, ho intenzione di dare una festa per inaugurare il mio appartamento.
Ho finalmente finito di portare tutte le mie cose da casa di Alyssa alla mia e, dopo averla personalizzata un po’, credo finalmente di poter dire che ho una casa tutta mia, dove mi sento veramente a… casa.
«Una festa?!»  chiede mia cugina. Stiamo parlando al telefono e, per fortuna, ne ho ancora per poco visto che sto per arrivare a lavoro.
«Si. Per inaugurare il mio appartamento. Credi non sia il caso?»
«No, mi sembra perfetto, però ecco… beh, è strano sentire la parola festa uscire dalla tua bocca»
«Si, posso immaginarlo» mormoro ridendo.
«Ok, senti… quando vorresti darla?»
«Mah, non saprei, fra due giorni?»
«Vuoi dire mercoledì?»
«Si. È l’unico giorno che ho disponibile»
«Ok, con un po’ di fretta messa alle ragazze si può fare»
«Ma no, Aly, penserò a tutto io»
«Ma non ci penso nemmeno e non perché io non mi fidi, ma perché deve essere una festa di inaugurazione memorabile»
«Entro i limiti consentiti, però ok? Ah, e le camere da letto restano chiuse»
«Si, capo!» mormora Alyssa scoppiando a ridere il secondo dopo.
«Bene, quindi mi occupo delle cose da mangiare, mentre tu puoi dirlo alle ragazze?»
«Ma certo. Vuoi che mi occupi di portare qualcosa?»
«Soltanto le cose da bere. Per la musica chiederò a Tom»
«Sarà fatto»
«Grazie»
Discutiamo degli ultimi dettagli della festa, prima che io entri al ristorante e il caos mi avvolga. Saluto velocemente mia cugina e mi dirigo, correndo, negli spogliatoi per cambiarmi.
Che la giornata caotica abbia inizio.
 
«Ho intenzione di dare una festa qui, nel mio nuovo appartamento» annuncio felice e contenta a Tom che sta portando alla bocca una forchettata di insalata.
Alza lo sguardo verso di me e mi guarda dubbioso. Poggia la forchetta sul piatto e mi dice «Chi sei tu e che cosa ne hai fatto della mia Kristen!»
Scoppio a ridere e mi siedo di nuovo accanto a lui, porgendogli la birra. «Sono io, non sono posseduta»
«E da dove ti è venuta l’idea della festa?»
«Anche mia cugina era piuttosto sorpresa di sentirmi parlare di questo, ma voglio davvero inaugurare questa casa»
«Wow… beh, allora… grandioso! Ti serve una mano?»
«Mi servirebbe che invitassi tutti i ragazzi io non so come rintracciarli»
«Tutti, proprio tutti?»
«No» mormoro.
«Non vuoi dirlo a Robert? Scusa, ma non mi sembra una grande idea. La festa è la tua e la casa pure, ma secondo me dovresti dirglielo…»
Sorrido e lo interrompo «Voglio invitarlo di persona»
«Ah» dice soltanto Tom.
«Magari posso riuscire a fargli cambiare idea. Anche se non la cambia mi è indifferente, però ci terrei ad avere tutti voi come amici e che quando siamo tutti insieme mi piacerebbe che nessuno venga escluso»
«Lo sai che sei un amore?» mormora sporgendosi verso di me per baciarmi.
«No, sono soltanto l’ultima arrivata. Non voglio sconvolgere le vostre abitudini»
«E sei un amore» ripete ancora accarezzandomi la guancia.
Gli sorrido timida e mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Grazie» mormoro sperando di non arrossire come un pomodoro maturo.
«E sei un amore anche quando arrossisci per i complimenti che ti vengono fatti»
Alzo gli occhi al cielo e prego tutti i santi affinché lo facciano smettere.
Lui scoppia a ridere, addirittura tenendosi la pancia e io incrocio le braccia al petto sbuffando «Me lo dai l’indirizzo di casa di Robert?»
«Vuoi andare fino a casa sua?»
«Ti ho detto che voglio invitarlo di persona, quindi si»
«Ok, allora te lo scrivo prima di andare via»
«Lavori oggi pomeriggio al negozio?»
Tom lavora in un negozio che vende solo ed esclusivamente cd in vinile. Dalla musica classica a quella metal, dal rock a qualsiasi cosa preferisca ogni tipo di cliente.
«Si» borbotta irritato. Il negozio è di suo padre, che a sua volta era stato di suo nonno.
«Beh, avevo pensato che potresti aiutarmi tu con la musica» propongo guardandolo.
«Ma certo. Un momento…»
«Che c’è?» chiedo preoccupata.
«Quando hai detto che sarà questa festa?»
«Domani sera» dico sperando che non abbia problemi.
«Ok, domani pomeriggio porterò tutti i cd di cui ha bisogno Andrew»
«Farà il dj?» chiedo sorridendo.
«Si, se la cava»
«Grande!!» esclamo. Sono felice che l’organizzazione della mia festa non si stia rivelando così tanto difficile.
«Sarà una bella festa, non preoccuparti»
«Grazie a voi»
Tom mi sorride e, avvicinandosi, mi stampa un bacio sulle labbra, prima di dirigersi verso l’ingresso «Ti lascio l’indirizzo di Rob. Ci vediamo stasera»
«Grazie» urlo.
Scendo dallo sgabello della cucina e vado a recuperare il biglietto che mi ha lasciato Tom.
Adesso spero soltanto di non perdermi e di riuscire a convincere il mio nemico a venire alla festa.
Ho l’impressione che mi prenderà in giro per la mia idea; Alyssa e Tom erano molto sorpresi, quindi niente e nessuno impedirà a Robert di prendermi in giro.
Le liti fra me e lui si sono placate, ma ancora non andiamo d’amore e d’accordo e non mi aspetto nemmeno che un giorno accada, perché so che non succederà e mi va bene così; l’importante è che non rovina il mio rapporto con Tom e stiamo tutti felici e contenti.
 
Hm, credo di aver trovato l’appartamento di Robert.
Credo anche di non essere più tanto sicura di voler bussare alla sua porta e chiedergli di venire domani sera.
«Dai, Kristen…» mi dico cercando di farmi coraggio da sola.
Attraverso la strada e mi avvicino al portone. Vedo una signora che sta cercando di portare dentro la spesa appena fatta, quindi, mi avvicino per aiutarla.
«Grazie signorina. La ringrazio veramente tanto»
«Si figuri. La aiuto a portare tutta questa roba dentro casa»
«Oh no… abito al pianterreno»
«Ah bene» dico sorridendole.
«La ringrazio ancora» continua stringendomi le mani.
«Di nulla. Senta… posso chiederle una cosa?»
Magari chiedo se qui abita veramente Robert.
«Ma certo»
«Sa se in uno di questi appartamenti abiti un certo Robert?»
«Oh, intende quel ragazzo alto, biondo e occhi azzurri?»
Purtroppo si” penso alzando mentalmente gli occhi al cielo. Annuisco e lei mi indica il secondo piano primo appartamento a destra.
La ringrazio e salgo le scale.
Quando arrivo davanti la sua porta mi accorgo subito del suo cognome sul campanello.
Pattinson.
Robert Pattinson.
Sospiro incrocio le dita dietro la schiena e busso.
La porta si spalanca all’improvviso, spaventandomi e facendomi fare un passo indietro. «Ciao!» esclamo alzando una mano indecisa se essere furiosa con lui per il modo con cui ha aperto la porta o passarci sopra.
«Che ci fai qui?» chiede senza troppi giri di parole.
«Certo…» mormoro. Pensavo di trovarlo un po’ più gentile di prima.
«Come hai avuto il mio indirizzo?!»
«Tom» spiego.
«Beh?! Che cosa vuoi?»
«Certo che potresti essere un po’ più gentile, però eh!»
Lui alza un sopracciglio e incrocia le braccia sul petto «Ero venuta per invitarti alla mia festa per inaugurare il nuovo appartamento»
«Alla tua festa?» chiede incredulo scoppiando a ridere.
«Si. Non c’è niente da ridere»
Come previsto mi sta prendendo in giro. «Si invece…» dice e continua a ridere «Tu che dai una festa è come la regina Elisabetta che lava i pavimenti»
Lo fulmino con lo sguardo e mi volto per andarmene «Aspetta, bambina» dice smettendo di ridere.
Mi volto di nuovo e spalanco le braccia «Verrai o no?» chiedo esasperata.
«No, non mi va» mi risponde alzando le spalle e cercando di trattenere le risate.
«Ok» mormoro e mi volto.
Beh, ci sono rimasta male. Alla fine che cos’ha la mia festa che non va?
O forse lui si sente troppo superiore per partecipare ad una festa con tutti i suoi amici?!
Comunque sia non mi importa più di tanto.
Io ho fatto la mia. Sono venuta fin qui, a casa sua, per invitarlo personalmente; mi sono messa in gioco, in un certo senso, e lui ha scelto di non partecipare. Bene! Se ne starà da solo a rimuginare sulla sua “fantastica” vita! A me non importa.
La mia festa sarà stupenda e tutti si divertiranno anche senza la sua presenza.
 
«Allora?» mi chiede Tom mentre sorseggio un po’ di punch.
«Allora cosa?» chiedo a mia volta non capendo cosa voglia.
«Sei andata da Robert ieri?»
«Si» dico.
«E allora? Che ti ha detto? Io sono stato impegnato al negozio e non l’ho sentito»
«E allora ha fatto lo stronzo come sempre»
«Non viene, vero?»
«No, dice che ha di meglio da fare»
«Non badare a lui Kristen. Per il momento prova piacere a farti innervosire secondo me»
«Che si fotta. Sto bene quando lui non è nei paraggi. L’ho invitato soltanto per essere carina con lui, invece essere gentili con tipi del genere non serve proprio a niente»
Tom mi sorride prendendomi per mano «Andiamo a ballare e dimentichiamoci di Robert, ti va?»
Annuisco e mi alzo, ma Alyssa mi urla che all’ingresso hanno bisogno di me; dico a Tom di aspettare e mi allontano «Che succede ragazzi?» chiedo ad Andrew e Ines.
«Penso stiano arrivando altri ragazzi, ma non so se dobbiamo farli entrare»
«Tranquilli, andate a divertirvi. Ci penso io» rispondo sorridendo.
Mentre loro ritornano a ballare io apro la porta e mi trovo davanti chi non mi sarei mai aspettata di vedere.
«Sei qui» dico e dandomi dell’idiota perché la cosa è molto ovvia.
«Già, eccomi»
«Dicevi che non saresti venuto. Che ci fai qui? Sei venuto a prendermi in giro»
È qui per rovinarmi la serata? Magari con le sue battutine acide e cattive?
Lo butterò fuori da casa mia a calci nel sedere se si permette di nuovo.
«Nah… non avevo niente da fare» risponde alzando un sopracciglio e sorridendomi.
Bastardo!
Alzo un sopracciglio anche io e, con un sorriso beffardo sulle labbra, lo faccio entrare.

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Eccoci qui...
Così Robert si è presentato alla festa di Kristen... Ve lo aspettavate?
Che ne pensate del loro incontro/scontro?
Un bacio e alla prossima! :)
Fra.
 

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Capitolo 9
*** 8. *Rivelazioni* ***


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Cucù... eccoci qua con un nuovo capitolo :3 Non abbiamo molto da dirvi, se non buona lettura :*

 
 
 

My heart is yours
 
-Capitolo otto-
*Rivelazioni*
“Gra”

 
 
 
È venuto! Alla fine non ha resistito e si è presentato alla mia porta; Kristen 1- Robert 0. Non avrei mai creduto che si decidesse a venire, non che mi importa ma almeno abbiamo fatto un leggero passo avanti.
«Tom dov’è?» mi chiede facendomi sussultare.
«Vieni con me»
«Agli ordini bambina»
«Non mi chiamare così. Non sono una bambina!» lo rimprovero mentre lui scoppia a ridere scuotendo la testa. Che nervi che mi fa! Sa che mi da fastidio eppure mi prende in giro ugualmente.
«Guarda chi è venuto» borbotto quando finalmente sono tra le braccia di Tom.
«Oh! Il mio migliore amico che viene qui… a casa della mia ragazza»
«Non fare il coglione, Tom. Non avevo altro da fare» blatera Robert guardandomi.
«Sì, come no! Se sei venuto fin qui per rovinare tutto te ne puoi anche andare» puntualizza Tom fissando il suo amico negli occhi. Quest’ultimo alza le mani in segno di resa e scoppia a ridere.
«Finiscila; voglio solo divertirmi» dice mentre Sveva ci passa di lato. Seguo lo sguardo di Robert che finisce sul sedere della nostra amica e quando alzo lo sguardo gli occhi di lui, questa volta, sono posati su di me. Mi fa l’occhiolino cercando di non farsi vedere da Tom.
Ma allora è proprio coglione; non c’è salvazione per i tipi stronzi come lui.
Li guardo parlare ma quando capisco che sono di troppo decido di fare qualcos’altro.
«Io vado da Sveva che mi deve far conoscere delle persone. Ci vediamo dopo okay?» dico a Tom mentre mi alzo sulle punte per baciarlo.
«Okay piccola» mormora al mio orecchio facendomi venire i brividi.
«Parla un po’ con lui; è da tanto che non lo fate» farfuglio guardando Robert.
«Grazie» dice Tom. Sorrido e mi dirigo dalla mia amica, la quale mi presenta altre tre ragazze. Si chiamano Mary, Jenny e Caroline. Sono simpatiche ma la mia attenzione viene attirata da Tom e Robert. Stanno chiacchierando mentre bevono una birra e sono felici.
Sorridono e si spingono ogni tanto; spero che quel testone capisca che non sono un problema!
«Kris tesoro puoi venire un attimo?» mi chiede Ines toccandomi il braccio.
Annuisco, sorrido alle ragazze e seguo la mia amica in cucina.
«C’è un problema, Kris» esclama Alyssa avvicinandosi a me.
«Che succede?» le chiedo cercando di stare calma.
«è finita la roba da mangiare» mormora dispiaciuta.
«Cosa? Non ci credo» scuoto la testa perché è umanamente impossibile che sia terminata. Abbiamo comprato valanghe di cose.
«Hai controllato bene?» le domando iniziando ad aprire tutti gli sportelli.
«Sì»
Mi rilasso immediatamente quando aprendone uno noto tre buste di cibo.
«Non benissimo. Ecco qui» le prendo porgendole a mia cugina.
«Grande cugi. Per fortuna che ci sei tu» scoppiamo a ridere ma un movimento brusco da parte di Ines fa cadere tutta la vodka che c’è nel suo bicchiere addosso a me.
«Cazzo!» impreco guardandomi i pantaloncini.
«Scusa, scusa, scusa. Non l’ho fatto di proposito» mi dice la mia amica dispiaciuta.
«Se non fossi stata a casa mi sarei arrabbiata ma sono qui quindi torno subito» le faccio l’occhiolino e mi dirigo verso la mia camera.
Le zona notte è divisa da un enorme porta così non ho problemi con gli altri. Sto per entrare in camera mia quando qualcuno attira la mia attenzione. Mi volto e Robert è appoggiato allo stipite di una porta.
«Che ci fai qui? La festa è di là» mormoro entrando in camera mia.
«Stavo cercando il bagno ma ho trovato te»
«Che vuoi Robert? Non ho tempo per le tue accuse» gli dico aprendo l’armadio per cercare qualcosa da mettermi e la mia scelta ricade su di un vestitino nero.
«Non voglio niente da te»
«Perfetto perché neanche io voglio qualcosa da te. Adesso per favore vattene che mi devo cambiare» gli dico avvicinandomi a lui.
«Bene» mormora.
«Bene» ribatto incrociando le mani sul petto mentre aspetto che lui decida di andarsene. «Te ne vuoi andare? O devo chiamare Tom?» sbuffo mentre lui scoppia a ridere.
«Vado vado. Ottima scelta, comunque» mi dice indicandomi con la testa il vestito che ho tra le mani. Chiude la porta lasciandomi da sola a pensare al suo strano comportamento.
Non lo tollero, questo è sicuro ma… niente ma! Scuoto la testa cambiandomi di fretta per poi raggiungere gli altri che si stanno scatenando.
La musica viene interrotta proprio sul più bello da Andrew.
Aggrotto le sopracciglia e mi dirigo da lui per domandargli se tutto vada bene.
«Sì, sì… Mi è venuta un’idea» annuncia a tutti mentre prende una bottiglia da terra.
«Ho pensato che potremmo giocare ad obbligo e verità. Io faccio girare la bottiglia; il primo che capita dovrà fare la domanda alla seconda persona puntata dalla bottiglia. Ci state?» ci chiede sorridendo. Tutti scoppiano a ridere e gridano di sì mentre io guardo Tom che scuote la testa.
«Io e Tom passiamo… voi giocate pure» dico ma Andrew, stronzo com’è, non mi lascia scelta.
«Tu sei la padrona di casa e quindi anche tu devi giocare. Ci divertiremo dai» esulta mentre io e Tom ci ritroviamo ad accettare senza voglia.
Ho sempre odiato questi giochi perché mi sono sempre trovata in imbarazzo; tutti ti fanno fare gesti che non avresti mai pensato di poter compiere o ti estorcono i tuoi segreti più intimi.
Siamo tutti messi in cerchio e la bottiglia gira ininterrottamente. Ovviamente non tutti stanno giocando; mi guardo intorno notando un gruppetto di persone scherzare tra di loro comodamente seduti sul divano e un’altra coppietta si sta sbaciucchiando in un angolo della stanza.
«La prima domanda la farà Alyssa a…» Andrew, come capitano del gioco, lascia in sospeso la frase fin quando la bottiglia non si ferma davanti allo sbruffone «Robert!» esclama battendo le mani. Quest’ultimo sorride e indica verità come sua scelta.
«Bene bene! Perché sei venuto stasera?» gli chiede mia cugina mentre il suo sguardo è rivolto a me.
«Non avevo niente di meglio da fare» borbotta lui.
Tutti battono le mani e il giro inizia di nuovo. Adesso è il momento di Taylor che deve annunciare un obbligo da far fare a Ines.
«Mh… bacia Andrew» dice lui mentre lei non se lo lascia ripetere due volte. Si alza e lo bacia davanti a tutti senza vergogna e senza pudore.
Tutti fischiano finchè loro non si staccano e riprendono i loro posti.
«Come fanno?» mormoro guardando Tom che mi tiene per mano.
«In questo gioco non puoi tirarti indietro, Kris» mi risponde mentre Taylor che ha sentito la conversazione annuisce divertito. Lo guardo e ricambio il gesto con un movimento impercettibile delle labbra.
Comincio ad odiarlo questo stupido gioco!
«Tom tocca a te…» Andrew gira la bottiglia e proprio Robert esce come seconda scelta.
«Verità» dice l’amico guardandolo.
Il mio ragazzo ci pensa un attimo, mi fissa e poi guarda lui.
«Davvero odi Kristen?» gli chiede mentre io mi blocco. Il cuore inizia a battere in modo frenetico e le mani inziano a sudare.
Cosa diavolo gli viene in mente… disgraziato!
Robert mi fissa e un semplice “no” esce dalla sua bocca; ovviamente, l’ha detto così a bassa voce che Tom ne approfitta per fare lo stronzo.
«Scusa non ho sentito. Puoi ripetere?»
«Hai sentito, cazzo!» borbotta Robert indispettito dal comportamento di Tom.
«No, in realtà» lo dice con una calma davvero urtante.
«NO» urla fissandomi. Il mio respiro si blocca e sono costretta ad abbassare lo sguardo per non diventare rossa più di quanto io non lo sia già.
«Andiamo avanti» dice Andrew interrompendo il momento di imbarazzo «Sveva tocca a te. La seconda scelta è…». Guardo la bottiglia girare e fermarsi lentamente nella mia direzione.
E adesso?
«Kristen cosa scegli?» mi chiede Andrew mentre tutti restano in silenzio.
«Verità» mormoro cercando di rimanere calma.
«Baceresti qualche altro ragazzo qui dentro oltre Tom?» domanda la mia amica. La fisso con gli occhi di fuori cercando comunque di rimanere tranquilla.
«No, certo che no» blatero con la voce spezzata. Perché mi tradisce così? Davvero non bacerei nessun altro! Sposto lo sguardo verso i presenti e noto Robert guardarmi intensamente.
Che diavolo sta succedendo qui dentro?
«Va bene, va bene. Continuiamo» dice Andrew salvandomi dall’imbarazzo della situazione.
Io annuisco mentre Tom si avvicina chiedendomi se vada tutto bene. Sorrido e faccio segno di sì con la testa anche se dentro di me qualcosa non va.
Faccio caso alla bottiglia che si ferma prima da Marcus e poi Robert. Quest’ultimo, inaspettatamente, sceglie obbligo.
Marcus guarda Tom, poi me e poi Robert. Non capisco cosa voglia dire tutto ciò fin quando non sento due semplice parole che mi fanno accapponare la pelle: «Bacia Kristen!», esclama mentre nella stanza cala il silenzio.
Guardo Marcus scuotendo la testa; cerco di ribellarmi ma, come ha detto prima Tom, in questo gioco bisogna sottostare alle scelte degli altri.
«Non voglio!» esclamo alzandomi. Tutti mi guardano scioccati non rendendosi conto del rapporto che c’è tra me e Robert.
Non ci possiamo vedere, figuriamoci se possiamo baciarci!
«Cazzo, Marcus! Perché?» chiede Tom arrabbiato.
«Perché è un gioco! Rilassati amico. Dovranno solo baciarsi con la lingua per qualche secondo, niente di che» risponde l’amico tranquillo e sereno.
«COSA?» quasi urlo dopo aver sentito le sue parole.
«Dai, Kristen. Vai» mi dice Tom facendomi l’occhiolino «non è niente di che. Tu sei mia» mi dice mentre io cerco di convincermi che ha ragione.
Mi avvicino a Robert che mi guarda con uno strano luccichio negli occhi. Per la prima volta mi fermo ad osservarlo: gli occhi azzurri come il mare, la barba che spunta biondiccia, i capelli spettinati fanno da cornice ad un bel viso tutto sommato… peccato che sia uno stronzo!
«Veloce» mormoro mentre lui si impossessa delle mie labbra.
Insinua la sua lingua dentro la mia bocca come se fosse una cosa semplice e naturale per lui. Il mio cuore, invece, batte ad un ritmo davvero esagerato.
Non avrei mai creduto di poter baciare Robert. Non ci siamo potuti vedere fin dall’inizio e adesso, che mi sta baciando, non riesco a pensare a ciò che è stato. Forse perché lo sta facendo in un modo talmente delicato che non riesco ad accomunare il ragazzo stronzo e bastardo a questo di ora.
Quando Robert si stacca mi guarda sorridendo mentre io, sono talmente sconvolta, da non riuscire a fare niente. Mi sento come un automa; i miei muscoli non rispondono e neanche il mio cervello. Mi siedo accanto a Tom senza proferire parola mentre gli altri iniziano a giocare di nuovo.
Il mio ragazzo mi guarda cercando di non farmi pesare l’accaduto anche se dentro di me qualcosa è cambiato.
Ho capito che Robert non può essere il ragazzo dolce che mi piacerebbe che fosse; sì, perché vorrei che mi fosse amico arrivati a questo punto ed invece mi rendo conto che non potrà esserlo.
Volto la testa e noto che lui mi sta guardando. Perché fa così? Mi manda in confusione il cervello!
«Okay, basta con questo gioco» sentenzia Tom mentre tutti gli altri sbuffano e imprecano contro di lui.
Solo a me e a lui non è piaciuto.
Credo che Tom sia geloso ma, non ha motivo di esserlo e glielo dimostrerò stanotte.
Poi, soprattutto con Robert… un sorriso spunta sul mio viso per l’assurdità della situazione.
«Andrew rimetti la musica» dice Alyssa, lui annuisce mentre gli altri iniziano a ballare appena le note di un famoso cantante invadono la stanza.
«Marcus è un coglione» borbotta Tom guardando l’amico ballare con Sveva.
«Già»
«Come cazzo ha potuto farti baciare Robert… che nervi! L’avrei ammazzato di botte» dice stringendo i pugni.
«Lascialo perdere»
«Ma non ti da fastidio? Che cazzo ti prende?».
«Di cosa stai parlando, Tom? Per me non ha contato niente quel bacio!» quasi urlo attirando l’attenzione di mia cugina Alyssa che era a pochi centimetri da noi.
«Lo spero» brontola lui mentre io lo guardo sgranando gli occhi.
«Non avere dubbi, Tom. A me piaci tu e nessun altro. Robert può andare anche a fanculo per quanto mi riguarda» gli dico passandomi nervosamente una mano nei capelli.
«Vieni qui» mi afferra per la vita e i nostri corpi si scontrano facendomi rabbrividire. Mi bacia mentre la sua lingua si insinua nella mia bocca. Lo lascio fare e mi aggrappo a lui accarezzandogli i capelli.
«Andiamo in camera tua» ansima contro la mia bocca facendomi arrestare di colpo. «Ti voglio» mormora ancora guardandomi.
Sono pronta per concedermi a lui?
La risposta arriva da sola quando dal mio basso ventre si espande un calore sconosciuto.
Annuisco e gli lascio un altro bacio sulle labbra.
«Avverto Alyssa… un attimo» sussurro staccandomi da lui.
Mi volto e cerco di riprendere la lucidità necessaria per affrontare mia cugina che nel frattempo si è allontanata da noi.
«Aly» la chiamo urlando. Sta baciando un ragazzo in un angolo buio della stanza; mi dispiace interromperla ma, devo proprio. Si stacca da lui e viene verso di me.
«Che… che vuoi?» mi chiede imbarazzata.
«Scusa se ti ho disturbata» le dico divertita mentre lei scoppia a ridere.
«Tranquilla… dimmi pure»
«Ho deciso! Io e Tom… Sì, insomma… puoi occuparti tu degli ospiti?»
«Oddio, oddio… Non ci credo!» inizia a saltellare come una scema mentre io non riesco a spiccicare parola. «Vai, vai. Voglio sapere tutto, poi» mi dice facendomi l’occhiolino.
Annuisco e sorrido.
«Ah, Aly…» la richiamo e lei si volta di nuovo.
«Sì»
«Stasera puoi rimanere qui» le dico indicando il ragazzo misterioso che è rimasto di spalle.
«Ehm, io non credo che sia una buona idea» mormora lei di nuovo imbarazzata.
«Insisto!» esclamo per poi ritornare da Tom che mi aspetta con un sorriso stampato sulla faccia.
Lo prendo per mano e mi incammino verso la mia stanza con il cuore che batte all’impazzata e con mille pensieri in testa.
Lui, sicuramente, l’avrà fatto mille volte mentre io mai.
Sono inesperta e ho davvero paura di fallire.
Quando siamo dentro Tom chiude la porta a chiave e viene verso di me; mi guarda intensamente e mi bacia di nuovo. Lo lascio fare e in breve tempo mi toglie il vestitino lasciandomi in biancheria.
«Sei bellissima, piccola» mormora mentre con una mano mi accarezza le braccia e il ventre.
«Non l’ho mai fatto Tom» dico all’improvviso facendolo arrestare.
«Lo so piccola. Vuoi farlo con me?» mi dice portando una mano all’altezza del mio cuore.
«Sì» sussurro e lui si impossessa delle mie labbra.
Lo spoglio con il suo aiuto e qualche attimo dopo siamo sdraiati sul mio letto.
Lentamente entra dentro di me ed un dolore acuto mi fa mancare il respiro.
«Scusa, piccola» mi dice Tom mentre io scuoto la testa.
Mi bacia e inizia a muoversi dentro di me; mi lascio completamente andare alle emozioni e alle sensazioni che sto provando al momento: gioia, felicità, completezza.
Quando raggiungiamo il piacere, Tom si accascia di lato a me e mi abbraccia.
«è stato bellissimo» mormora al mio orecchio facendomi ridere.
«Anche per me» rispondo baciandolo.
Mi accoccolo di più contro di lui lasciandomi andare al sonno.
 
 
 
Pov’s Robert
 
Possibile che mi sia piaciuto? Sono davvero un’idiota, non ho dubbi! Mi guardo intorno per cercare Tom ma non lo vedo.
«Cerchi qualcuno?» mi chiede Alyssa riscuotendomi dai miei pensieri.
«No… perché?» le chiedo scuotendo la testa.
«Pensavo cercassi una certa ragazza bassa, occhi verdi, capelli castani» insiste lei facendomi l’occhiolino.
«Ma che cazzo dici, Aly» sbotto irritato dalle sue congetture inutili e prive di senso.
«Beh, in ogni caso, non è affar tuo dov’è»
«Non me ne fotte niente di lei» esclamo urlando.
«Non ti scaldare, Rob»
«E tu smettila di sparare minchiate, per favore».
Alyssa alza le spalle e ridendo si dirige verso un gruppo di ragazzi che sta per lasciare l’abitazione. Guardo l’orologio e mi meraviglio dell’orario; sono quasi le quattro del mattino e la casa è praticamente vuota.
Siamo rimasti solo io, Alyssa, Andrew e Sveva.
Gli ultimi due stanno sistemando tutti i cd e le varie attrezzature in due borsoni e quando finiscono mi fanno un cenno della mano e lasciano l’appartamento.
Io e Aly ci guardiamo e scoppiamo a ridere senza motivo; è strano trovarsi in casa di Kristen mentre lei a quanto ho capito è chiusa in camera con Tom.
Sto cercando in tutti i modi di non pensare a lei, al bacio che ci siamo dati e al profumo della sua pelle.
Mi sento un’idiota in tutti i senti ma non riesco a scacciare dalla mia mente il suo viso e i suoi occhi.
Sono di un verde così acceso che farebbero ingelosire lo smeraldo più prezioso e bello.
Basta, Robert!
Scuoto la testa in modo impercettibile ma, la furba di Alyssa, mi sgama come niente.
«A che pensi?» mi chiede mentre butta in un sacco nero tutte le bottiglie e i vari piatti sparsi per la stanza.
«A niente, perché?»
«Ti conosco fin troppo bene, Rob. Non puoi mentirmi» mi dice sarcastica.
«Sì, certo! Secondo te a cosa starei pensando? Sono proprio curioso di saperlo» mormoro alzandomi e avvicinandomi a lei.
«Beh… secondo me ad una certa coppia chiusa in una certa camera» dice facendomi arrestare di colpo.
«Non è vero» affermo cercando di essere molto convincente.
«Ma ti senti quando parli di Kristen e soprattutto quando discuti con lei? Nessuno ti crede, Robert» insiste lei mentre io mi innervosisco solamente.
Possibile che tutti siano scemi?
«Non dire cazzate… Okay, forse, non la odio più e mi sono reso conto di aver sbagliato con lei…» ammetto alzando il tono della voce di un’ottava.
«Direi che hai esagerato parecchio»
«Sì, lo so. Basta, ti prego» dico mentre la afferro per la vita.
Ci guardiamo come facevamo le prime volte; attrazione allo stato puro.
La bacio insinuando la mia lingua dentro la sua bocca, la stringo a me toccandole il sedere sodo che si ritrova.
Lei, sapendo il fatto suo, mi prende per i capelli e mi spinge verso il divano.
Le mie mani, fameliche, toccano ogni punto del suo corpo e quando sto per toglierle la maglietta si blocca facendo arrestare anche me.
«Non vuoi?» le chiedo ansimante.
«Certo, Rob. Non qui, però. Vieni con me» mi prende per mano e ci dirigiamo verso una camera da letto. Mi fermo di scatto quando noto la porta della stanza di Kristen chiusa.
Lo stomaco mi si attorciglia e non riesco a togliere gli occhi dalla maniglia.
«Non è quella la camera» mormora Alyssa baciandomi il collo.
Annuisco e la seguo; la sbatto contro il muro non appena la chiave gira due volte nella serratura. Non voglio pensare a niente, non voglio che la mia mente viaggi su percorsi non tracciabili.
Desidero solamente perdermi tra le braccia della bellissima ragazza che ho davanti senza dovermi porre mille domande.
Alyssa è come un cavallo indomabile, non si stanca mai e ci credo che tutti i ragazzi vorrebbero portarsela a letto. È uno spirito libero al contrario di… No, no… Cazzo! Non posso pensare a lei proprio ora che sto gemendo dal piacere!
È ridicola e assurda questa situazione. Continuo a pensare a lei tra le braccia di Tom e… nervosismo a mille!
«Ehi» mormora Alyssa contro il mio collo.
«Ehi»
«Tutto bene?»
«Sì, perché?»
Alza le spalle e sorride a malapena.
«Che succede piccola?» le chiedo alzandomi su di un gomito.
«Niente, Rob»
«Dimmi la verità! Tu conosci me, ma anche io so tutto di te» le faccio presente mentre le accarezzo la guancia.
«C’è qualcosa che non sai»
«Ah sì? Cosa?»
«Non sono sicura che sia il momento giusto per dirtelo»
«Spara»
«Credo di essere innamorata di un ragazzo»
Sgrano gli occhi e scoppio a ridere.
«Vaffanculo Robert» sbotta lei irritata.
«Okay, okay… scherzo, dai» le dico cercando di fare il serio, cosa che ovviamente mi riesce molto male.
«Stronzo» continua lei indispettita.
«Non me l’aspettavo tutto qua» le rispondo tranquillamente.
«Lo so. Diciamo che l’ho tenuto sempre per me ma, siccome, lui sta con un’altra… non voglio rompere nessuna coppia».
Aggrotto le sopracciglia pensando a chi possa essere il ragazzo misterioso. Poi, eccolo, il lampo di genio arriva inaspettatamente.
«Sei innamorata di Tom?» le chiedo quasi urlando.
«Non urlare, coglione! Non è lui»
«Non ti credo»
«Robert ma sei scemo? Non è lui» continua a dirmi guardandomi negli occhi.
Devo crederle o no?
«Okay, okay» alzo le mani in segno di resa e mi accascio sul letto con un sorriso stampato in faccia.
«E finiscila di scopare con me solo per non pensare ad altre» continua Alyssa facendomi la linguaccia.
«Non penso a nessuna e comunque posso dire la stessa cosa di te; scopi con me solo perché non puoi avere il ragazzo misterioso»
«Lasciamo perdere. Ricominciamo?» mi chiede schiacciandomi l’occhio.
«Agli ordini, signorina»
La bacio e ci uniamo di nuovo in un unico corpo.
 
Quando apro gli occhi, Alyssa, ha la testa appoggiata al mio petto. Sposto lo sguardo verso una piccola sveglia posta sul comodino e sbuffo quando noto che non sono neanche le cinque e mezza.
Ho una sete pazzesca e devo andare in bagno; mi alzo cercando di non svegliare la mia amica e quando sono in piedi mi stiracchio osservando la piccola camera in cui sono.
Ha un letto ad una piazza e mezza, un armadio, una scrivania e un comodino. È semplice… come lei.
Lei che ho insultato  senza motivo, lei che ho reputato una persona squallida, lei che… con un semplice sguardo è riuscita a far crollare tutte le mie certezze.
Apro la porta ed esco la testa di fuori per controllare se il corridoio è libero; non vorrei mai che mi vedesse in boxer.
Arrivo in cucina e cercando di fare silenzio apro il frigo in cerca dell’acqua. Afferro una bottiglietta e svito il tappo per bere.
Mi giro e ancora con l’acqua in bocca salto per lo spavento spruzzando il liquido proprio in faccia a Kristen.
Non ci posso credere!
«Che cazzo fai? Ti sei bevuto il cervello» sbotta cercando di asciugarsi.
«Rilassati bambina»
«ROBERT PATTINSON dimmi immediatamente cosa diavolo fai ancora a casa mia, in mutande per giunta!» mi dice urlando.
Le posiziono una mano sulla bocca e le intimo di stare zitta.
«Robert ti prego,  non rovinarmi questa giornata» mi chiede avanzando verso il lavandino.
La osservo e sbianco quando noto che indossa una semplice canottiera striminzita e un paio di slip.
«Adesso mi guardi anche il culo?» mi chiede alzando un sopracciglio.
«Beh… in realtà non c’è molto da vedere, bambina»
«Sei uno stronzo» sbotta portandosi una mano nei capelli.
«E tu sei una stupida» le dico avvicinandomi a lei.
«Che vuoi, Robert?»
«Solo questo» sussurro prima di baciarle una guancia.
Non so perché l’ho fatto ma mi andava.
Kristen mi guarda con i suoi grandi occhioni verdi e scoppia a ridere. «Mi prendi per il culo» dice sghignazzando.
Scuoto la testa arrabbiato per le sue supposizioni; non mi crede, ovviamente.
«Sono serio»
«Sì, certo! Ed io sono la regina Elisabetta»
«Stronza»
«Coglione! Non sai fare altro che prendermi in giro»
«Non sono io che lo faccio, bambina»
«Non mi chiamare così, cazzo»
«Oh sì, scusa… ormai sei grande»
«Vaffanculo Robert. Chi dovrebbe prendermi in giro?» mi chiede con tono arrabbiato.
Occhio per occhio, dente per dente.
«Tom»
Cazzo, l’ho detto! Mi spaccherà la faccia il mio amico…
«Che vuoi dire?» mi chiede incrociando le braccia sotto il seno.
«Hai scopato con lui?»
«Perché cambi discorso? E comunque io non sono una di quelle amichette che ti porti a letto tu»
«Quello che ti ho detto è attinente, bambina»
«Spiegati»
«Tom ti sta usando e tu non lo capisci». Perché, cazzo, sto dicendo queste cose?
“Forse li vuoi allontanare?” mi fa notare la mia fottuta coscienza.
«Tu come fai a saperlo?»
«Bambina lui è il mio migliore amico»
«Non è vero! Sei uno stronzo, bugiardo» urla avvicinandosi a me mentre mi punta un dito davanti al viso. «Perché dici tutte queste cazzate? Perché mi vuoi fare male? Che ti ho fatto? Vaffanculo» mi chiede ad alta voce.
«Sei una bambina, Kristen. NON TI RENDI CONTO CHE TOM TI STA PRENDENDO PER IL CULO!»
«NON è VERO!».
Si scaglia contro di me con una rabbia mostruosa e inizia a colpirmi il petto con i pugni.
Le blocco i polsi facendola arrestare di colpo; ha il fiato corto e qualche lacrima riga il suo viso.
Come faccio a spiegarle che sono solo un coglione che si è inventato tutto? Come le dico che l’unico che la sta prendendo in giro sono io?
Non posso… quel che fatto è fatto!
“Puoi rimediare”insiste la mia coscienza.
No, mi odierà ancora di più.
«Che cazzo succede qui dentro?» ci chiede Alyssa osservando la scena. Io e Kristen in mutande; lei piange mentre io la tengo ferma.
«Robert che lei hai fatto? Che le hai detto?» mi domanda mentre si avvicina alla cugina.
«Solo la verità»
«E quale sarebbe, Rob?»
«Tom la sta usando»
«Tu sei pazzo» sbotta Alyssa guardandomi male. Lei sa che non è vero, tutti lo sanno.
Devo cercare di difendermi.
«Kristen tu lo sai che all’inizio della tua relazione con Tom, lui ha fatto sesso con la qui presente Alyssa?».
Non ci posso credere che ho detto anche questo!
«Vaffanculo, Robert» sputa acida Alyssa.
«è la verità?» chiede all’improvviso Kristen
«Avanti diglielo» sprono la mia amica a confessare il misfatto conscio del fatto che sto rovinando la vita di tre persone.
«Ha ragione, Robert?» chiede ancora la più piccola.
«Sì» mormora Alyssa abbassando la testa.
Kristen scuote la testa e scoppia a piangere; cammina come una furia verso la sua stanza ed io e la mia amica, anzi credo ex a questo punto, la raggiungiamo.
La scena che abbiamo davanti non è delle migliori.
Kristen sta radunando i vestiti di Tom e glieli sta buttando sul letto.
«Alzati, cazzo! Svegliati!» urla contro il suo ragazzo.
«Che succede?» dice lui guardando lei ridotta in uno stato pietoso.
«Non ti voglio più, Tom. È finita! Esci da casa mia e porta con te la mia cara cuginetta. Scommetto che vorrai fare del sesso anche con lei. Abbiamo scopato, contento? Hai raggiunto il tuo scopo» urla mentre le lacrime rigano il suo viso.
Tom aggrotta le sopracciglia e mi guarda scuotendo la testa.
«Rob»
«Lui non c’entra niente, Tom. Hai avuto quello che volevi…adesso fuori da casa mia».
«Io… non è vero» cerca di ribattere ma Kristen lo zittisce ancora.
Tom si alza, si veste e dopo aver guardato per l’ultima volta me e Kristen lascia l’appartamento.
«Contento, Robert?» mi chiede Alyssa mentre si riveste.
«No»
«Vaffanculo!» esclama per poi uscire anche lei.
Torno in salotto e trovo Kristen piegata in due sul divano mentre piange. Se solo penso che tutto questo l’ho creato io mi viene da vomitare.
Cosa sono diventato?
Davvero sono stato in grado di distruggere i due rapporti di amicizia più belli della mia vita?
Davvero sono così cattivo?
Kristen alza lo sguardo verso di me e mi indica lo spazio di lato a lei; mi siedo e lei, inaspettatamente, poggia la testa sul mio petto mentre con le braccia si aggrappa a me.
«Grazie per avermi fatto aprire gli occhi»
No, non mi ringraziare!
Ti sto rovinando la vita e non merito nulla.
 
 
 

--------

 
 
 

Okay… ce l’ho fatta e non so neanche io come! So solo che questo capitolo è stato un parto… :/ ne succedono di cose, eh? Kristen bacia Robert, fa sesso con Tom e poi Robert le dice una bugia… è proprio uno str***o u.u
E adesso che succederà? Cosa vi aspettate nel prossimo capitolo?
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto :3
Buona Pasquetta e buon inizio di aprile :3 <3
Io e Fra ringraziamo tutte le persone che recensiscono e che seguono la storia <3 Vi adoriamo <3
Vi ricordiamo che potete trovarci qui:
GraStewEfp e FrancyEFP:3 Sono i nostri gruppi su facebook :3
A lunedì prossimo, se tutto va bene xD
Gra&Fra
 

 

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Capitolo 10
*** 9. *Emozioni contrastanti* ***


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Salve a tutti... :)
Sono Fra e finalmente, insieme alla mia amica, stiamo pubblicando il nono capitolo.
Avrei dovuto scriverlo io e pubblicarlo lo scorso lunedì, ma purtroppo sto attraversando un periodo non proprio bello, quindi lo ha scritto Grazia e adesso siamo pronte a farvi leggere! ;)
E' un capitolo un pò più corto del solito, ma ciò che conta è il contenuto, no?
Non ne resterete delusi, questo è garantito! :)
Un bacio e a lunedì prossimo!
Fra


My heart is yours
 
-Capitolo 9-
“Emozioni contrastanti”
“Gra”

 
Che delusione!
Sono quattro giorni che mi chiedo come sia stato possibile cadere così in basso; come ho fatto a non notare le sue falsità, il suo doppio gioco?
Mi sono lasciata andare alle emozioni permettendo al mio cuore di sbriciolarsi in mille pezzi. Mi sono donata a lui credendo di star facendo la cosa giusta; in realtà, lo volevo… non posso negarlo!
Ed è questo che mi fa arrabbiare ancora di più; io a lui ci tenevo mentre io ero sono una sfida contro se stesso.
“Portiamo a letto, Kristen, la nuova arrivata”!Si è preso gioco di me e dei miei sentimenti; mi sono aperta con lui e mi ha pugnalato alle spalle.
Perché?
Cos’ho fatto di male nella mia vita per meritare tutta questa sfortuna? Ho solo diciotto anni e le cose mi vanno schifosamente.
Sono quattro giorni che non mangio un pasto decente e che lavoro mattina e sera; non riesco a stare a casa mia perché rivedo tutte le scene di quella maledetta notte.
Migliaia di pensieri si accavallano e non mi lasciano respirare.
Mi chiedo come Alyssa mi abbia potuto tenere nascosta una cosa del genere e mi domando il perché dei gesti di quello squilibrato di Robert.
Ci siamo baciati quella sera e il mio cuore non smetteva più di battere; ho dato per scontato che fosse perché c’erano i ragazzi davanti a noi ma, a distanza di qualche giorno, mi rendo conto che mi è  piaciuto.
Ogni volta fa sempre qualcosa che mi lascia spiazzata; perfino la mattina successiva al casino me lo sono ritrovato sul divano che dormiva: io ero con lui.
Come un fulmine, il flashback di quel giorno mi squarcia il petto, distraendomi da quello che sto facendo.
 
“Mi appoggio allo stipite della porta portandomi le mani ai capelli; mi accascio a terra mentre i singhiozzi non mi lasciano respirare bene.
Robert è di lato a me, non dice una parola; il silenzio è spezzato solo dal mio pianto disperato.
«Kristen…» mormora lui piegando le ginocchia e avvicinandosi a  me. «Alzati, dai» mi porge una mano che io non accetto, ovviamente.
«Lasciami stare» borbotto infastidita e irritata dalla sua presenza.
«Non fare la stupida… alzati» continua a dirmi con un tono dolce, non è il solito strafottente. Forse vedermi in questo stato pietoso lo ha fatto cambiare, forse ha pena per me.
Io non la voglio però, non voglio più niente da nessuno. Sono stanca di dovermi preoccupare degli altri… voglio una vita tranquilla.
«Rob lasciami… va’ via» gli dico ancora con lo sguardo rivolto verso il basso.
Lui sbuffa e si alza e quando credo di non averlo più davanti alzo la testa e… quello che vedo mi lascia di stucco.
È seduto sul divano e mi guarda sorridendo.
«Che diavolo fai? Ti ho chiesto di andartene» mormoro mettendomi in piedi.
«Quello che vuoi tu non è quello che desidero io» mi dice lasciandomi totalmente spiazzata.
Possibile che sia cambiato veramente?
«Che vuoi dire?» gli chiedo trattenendo il respiro.
«Niente, Kristen. Voglio solo che tu mi raggiunga; sei stravolta».
Annuisco e qualche secondo dopo mi siedo accanto a lui.
Rimaniamo in silenzio perché davvero non so cosa dirgli e anche perché i pensieri che ho in testa non mi permettono di dire niente.
«Come ti senti?» mi chiede ad un certo punto.
«Uno schifo; non capisco come ho fatto ad essere così stupida. Mi sento davvero una pezza vecchia, ma non dovrei parlarne con te» ammetto guardandolo.
Appena penso a Tom le lacrime ritornano incuranti di tutto.
«Mi dispiace, Kristen»
«Per cosa?»
«Per tutto» mormora e inaspettatamente mi stringe forte a lui accarezzandomi i capelli.
Mi irrigidisco all’istante sentendo le sue braccia cingermi la vita e la sua mano sulla mia pelle. Lui se ne accorge e la toglie subito, ma io lo blocco. «Ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto ora» mormoro guardandolo e soprattutto, piangendo.
«Sfogati, Kristen» farfuglia facendomi riavvicinare a lui. Io ascolto il suo consiglio e inizio a piangere tra le sue braccia.”
 
 
Il suo comportamento mi destabilizza sempre. Se un giorno è felice di vedermi, il seguente mi odia. Non capisco il suo cambio d’umore.
Dovrebbero chiamarlo: “Robert il lunatico!”.
«Kristen porta questo al tavolo cinque, per favore» mi dice Jones facendomi saltare per lo spavento. Mi porto una mano sul cuore per cercare di placare i battuti facendo ridere il cuoco.
«A che pensavi?» mi chiede diretto.
«Ad una mia amica» mento spudoratamente.
«Sì, sì» sogghigna ritornando a fare il suo lavoro «ah… le ragazze!» esclama scuotendo la testa.
Scoppio a ridere mentre prendo il piatto da portare al tavolo.
Un gruppo di ragazzi  attira la mia attenzione; stanno entrando dentro il locale scherzando tra di loro.
Li invidio; vorrei anche io aver un bel gruppetto con cui uscire e divertirmi. C’ero quasi, ma ormai non posso considerarli miei amici.
Tutti mi erano vicini perché stavo con Tom, ha ragione Robert.
Da quando è successo tutto quel casino nessuno si è fatto sentire; neanche Rob. 
Mi mancano perché nonostante tutto con loro stavo bene e anche alla festa, ci siamo divertiti alla grande.
Sbuffo cercando di non pensarci per non rovinare l’ultima ora di lavoro.
Faccio accomodare i ragazzi e dopo averli serviti con panini e birre, guardo l’orologio notando che ho sforato il mio orario di quasi un’ora.
Passa così velocemente il tempo?
«Puoi andare, Kristen» mi dice il mio datore lavoro.
«Okay» mormoro stanchissima; mi cambio velocemente ed esco per raggiungere casa mia.
Mi blocco quando noto mia cugina Alyssa appoggiata al muro proprio di lato la porta del locale. Mi incammino incurante di lei, ma quest’ultima mi chiama quasi urlando.
«Kristen vuoi fermarti? Devo parlarti!»
«No, ho fretta e sono stanca» mormoro spazientita dai suoi continui richiami.
«Per favore» mormora piangendo.
Mia cugina che piange? Wow! Questa situazione sta facendo cambiare tutti…
«Che vuoi?» le chiedo girandomi di scatto.
«Parlare con te»
«Andiamo a casa mia» mormoro iniziando a camminare nuovamente.
Sento Alyssa dietro di me, ma non dice una parola…
Quando arriviamo davanti il portone respiro profondamente e apro, facendo entrare mia cugina per prima.
«Che diavolo è successo qua dentro?» mi chiede guardandosi intorno.
«Perché?»
«Questa casa è uno schifo» sentenzia puntando il suo sguardo su di me.
«La pulizia e l’ordine, in questo momento, non rientrano nelle mie necessità» sibilo appoggiandomi la giacca e la borsa sul tavolo.
«Mah»
«Sei venuta qui per giudicare?» le domando infastidita dalle sue parole.
Le sono grata per tutto l’aiuto che mi ha dato, ma non doveva mentirmi.
«No, Kristen… Non mi trattare come una sconosciuta. Ti ho accolta a casa mia come una sorella, non merito tutto ciò»
«Ed io, Aly? Io merito le vostre menzogne?»
«Certo che no. Voglio sapere cosa ti ha detto Robert» mi dice incrociando le braccia intorno al petto.
«Non sono cose che ti riguardano»
«Ah no? Quello che ti ha detto ha rovinato il nostro rapporto» urla avvicinandosi a me.
«Non gridare. Vuoi saperlo davvero?»
«Sì»
Annuisco e mi siedo indicando a mia cugina il posto accanto al mio.
«Mi ha detto che Tom mi ha usata; ha voluto fare sesso con me solo per sfida. Era questo il suo scopo» farfuglio cercando di non piangere ancora.
«Allora sei davvero scema, Kris. Secondo te, Tom ha fatto tutto per portarti a letto? Ma sai quante ragazze sono disposte a farlo con lui? Perché ti avrebbe regalato quattro mesi di affitto o si sarebbe messo contro Robert? Pensaci, Kristen»
«Non lo so, Alyssa. Credo che lo abbia fatto solo perché ero la nuova arrivata»
«Tom ti vuole bene, davvero» sussurra posizionando una mano sulla mia. «Anche io te ne voglio tanto e mi manchi» mormora con le lacrime agli occhi.
«Sì, però sei stata a letto con lui, giusto?»
Mia cugina rimane spiazzata e si ritrova ad annuire senza poter dire o fare niente.
«Lasciami sola, per favore» le chiedo.
«Ma…»
«Niente ma…»
«Okay» mormora alzandosi e raggiungendo la porta. Esce di casa lasciandomi ancora una volta da sola.
Ho trattenuto le lacrime fino adesso, ma non riesco più a farlo.
Scoppio in un pianto disperato e mi abbandono al dolore degli ultimi anni.
Mi alzo dieci minuti dopo decidendo di fare una doccia veloce…
L’acqua calda mi rende sempre meno nervosa, mi aiuta a stirare i muscoli stanchi per via del lavoro faticoso.
Esco dalla doccia e avvolgo il corpo, sempre più magro, in una grande tovaglia. Mi guardo allo specchio e quello che vedo non mi piace; le occhiaie evidenti, gli occhi rossi, gli zigomi scavati.
Il campanello suona proprio mentre mi friziono i capelli con un’altra tovaglia.
Chi sarà mai?!
Guardo lo spioncino e rimango sconcertata quando noto la figura di Robert fare capolino sulla porta.
La apro  tenendomi ben stretta la tovaglia in modo da non farla cadere.
«Ciao» gli dico ritrovandolo a pochi centimetri da me.
Il cuore inizia a battere forte, ma non capisco il perché.
«Ciao» mormora lui guardandomi da capo a piedi.
Mi sento davvero in imbarazzo per il suo sguardo famelico; mi sta mangiando con gli occhi.
«Che ci fai qui?»
«Volevo solamente sapere come ti senti»
«Bene, grazie»
«Non direi. I tuoi occhi mentono»
«Anche i tuoi» alzo un sopracciglio mentre lo dico e Robert scoppia a ridere.
«Non mi fai entrare?» mi domanda con un ghigno sul volto.
«Sì, sì. Vieni» mi sposto di lato per farlo passare e quando lo fa il fiato mi si blocca in gola.
Il suo profumo è davvero magnifico; mi inebria la mente e non mi fa ragionare.
«Kristen… ehi, ci sei?» mi chiede schioccandomi due dita davanti la faccia.
«Sì, scusa» brontolo chiudendo la porta.
«Forse è meglio se vai a vestirti» brontola Robert guardandomi le gambe nude. In effetti la tovaglia copre ben poco.
Il mio viso inizia a diventare bollente segno che sono rossa come un peperone.
«Vado» borbotto, scappando via mentre lui ride divertito.
Entro in camera e mi lancio sul letto chiedendomi il perché del suo essere qui. Tom non si è presentato, Alyssa sì… Allora ha ragione Robert; il suo amico mi ha solamente usata.
Inizio a piangere di nuovo, per l’ennesima volta in questi giorni, pensando a tutto ciò che è successo.
Sono una vera stupida…
«Kris, tutto bene?» mi chiede all’improvviso Robert da dietro la porta. Mi asciugo le lacrime alla meglio e mormoro un “sì” con voce tremante.
«Sto entrando» continua a dirmi. Lo sento respirare profondamente e girare la maniglia.
«Non sono vestita ancora» dico con voce strozzata.
«Non ti faccio niente» insiste lui con tono serio.
«Okay, entra».
Lui lo fa e quando mi vede in lacrime si avvicina velocemente prendendomi il viso con le mani in modo da guardarmi negli occhi.
«Perché piangi?» mi domanda aggrottando le sopracciglia.
«Per tutto. Stavo pensando a Tom, ad Alyssa e continuo a darmi delle stupida» ammetto continuando a piangere.
Possibile che ogni volta che penso a loro sento una fitta al cuore lancinante?
Scuoto la testa emotivamente distrutta e abbraccio Robert con tutta la forza che ho in corpo. Non so perché, ma ho bisogno di sentirmi protetta.
Lui, inaspettatamente, mi circonda il corpo con le sua braccia e mi bacia i capelli dolcemente.
Come siamo arrivati a tutto questo?
Mi stacco nervosamente passandomi una mano nei capelli, proprio dove c’erano le sue labbra. Sento il cuore battere velocemente e le vene pulsare intensamente.
Abbasso lo sguardo mordendomi il labbro inferiore per l’imbarazzo.
«Rob»
«Sì»
«Come siamo arrivati a tutto ciò? Fino a qualche giorno fa mi odiavi» constato questa volta guardandolo negli occhi.
Lui alza le spalle e sorride. «Non lo so, ma sto bene» mormora passandosi una mano tra i capelli. Ho notato che lo fa quando è particolarmente nervoso.
«Anche io» farfuglio mentre mi dirigo verso l’armadio per trovare qualcosa da indossare.
«Anche a te, cosa?»
«Anche a me piace la tua vicinanza» mormoro al limite dell’imbarazzo.
«Non…»
«Che vuoi dire, Rob?» gli chiedo voltandomi dopo aver preso una canotta e un paio di pantaloncini.
«Non dovrebbe piacerti»
«Perché?» domando con il cuore in gola.
«Perché, dannazione, non è giusto. Tutto questo non è onesto, ma…» mi dice aprendo le braccia per indicare noi due chiusi in una camera a confessarci le nostre emozioni.
«Ma cosa? Non capisco, Robert»
«Ma… mi piaci Kristen, dannazione» urla avvicinandosi a me. Me lo ritrovo a pochi passi da me e non so cosa dire; mi ha spiazzata.
«Io…»
«Non dire niente» mormora e mi bacia.
Robert Pattinson mi sta baciando per la seconda volta, ma adesso siamo da soli. Mi cinge la vita con le braccia e mi assapora così dolcemente che mi lascio andare al suo tocco bollente.
Gli afferro i capelli e lo spingo verso di me facendo scontrare i nostri petti.
Che mi sta succedendo?
Non provo nessun fastidio, anzi mi piace in un modo che non credevo possibile.
Robert si stacca da me lentamente e mi prende il viso tra le mani lasciandomi piccoli bacetti sulle labbra.
«Ricorda che tutto questo è puro. Non so cos’è cambiato, ma voglio vederti ogni giorno e sentire la tua voce sempre. Ricorda che ti farò soffrire in un modo o nell’altro, ma questo bacio è stato dettato dal cuore. Non lo dimenticare, Kris… okay?» mi dice guardandomi intensamente negli occhi.
Perché mi dice tutte queste cose? Perché pensa che mi farà soffrire? Non ci capisco più niente!
«Perché?»
«Lo capirai, Kristen. Adesso vestiti e chiama Tom»
«COSA?» urlo esasperata dai suoi continui sbalzi di umore.
«Fallo, Kristen. Digli di venire qui da te. Io ti aspetto di là. Dobbiamo parlare noi tre» e così dicendo mi lascia da sola a rimuginare sulle sue parole.
Cosa c’entra Tom?
Decido di fare come dice Robert e lo chiamo. Risponde al primo squillo; gli chiedo di raggiungermi a casa e lui accetta.
Il momento della verità e degli scontri sta per arrivare…
Ho paura!
 

------


Allora? Cosa ne pensate?! :)
Speriamo vivamente vi sia piaciuto!
Vi è piaciuto il bacio tra Kristen e Robert e il modo in cui entrambi hanno reagito ad esso? *_*
Personalmente lo trovo fantastico e non perchè sono in parte autrice di questa storia, ma perchè la mia amica, Grazia, è veramente in grado di descrivere questo tipo di emozioni.
Beh, detto questo, vi do appuntamento a lunedì prossimo ;)
Un bacio
Fra

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Capitolo 11
*** 10. *La confusione resta, i problemi aumentano* ***


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My heart is yours
 

-Capitolo 10-
*La confusione resta, i problemi aumentano*

“Gra”

 
Seduta sul divano in salotto guardo Robert che è appoggiato al muro con gli occhi chiusi. Non riesco a pensare niente al momento se non al fatto che ci siamo baciati e alle sue parole.
Il cuore mi batte velocemente solo al ricordo delle sue labbra su di me, del suo tocco bollente e dei suoi occhi fissi su di me, gli stessi che adesso mi stanno guardando.
Robert ha aperto gli occhi e mi sta sorridendo leggermente. Non capisco cosa gli passi nella testa; vorrei avere i superpoteri per poter leggere il pensiero. Non ha detto una sola parola da quando Tom ha acconsentito di venire a casa mia per parlare. Non sa che c’è anche Robert e non oso immaginare la sua reazione.
L’ansia che avevo cercato di non mostrare fino a questo momento prende il sopravvento e mi manda in confusione.
«Cosa pensi che dirà Tom vedendoti qua?» domando alzandomi dal divano e stiracchiandomi la schiena.
«Cosa dovrebbe pensare?» ribatte senza rispondere.
«Non hai risposto alla mia domanda, Robert. Tu lo conosci meglio di me, questo è sicuro. Che idea si farà?»
«Penso che si chiederà il perché, ma lui è un tipo relativamente tranquillo, al contrario di me»
«Sì, l’ho capito che sei molto istintivo»
Alza le spalla e si avvicina a me sorridendo.
«Ti ricordi cosa ti ho detto prima?» sussurra accarezzandomi una guancia. Fiamme di calore invadono il mio viso e istintivamente abbasso lo sguardo troppo imbarazzata.
«Sì» mormoro a bassa voce.
«Ricordatelo, Kris. Per favore» mugugna lui alzandomi il viso con un dito. Il fiato mi si blocca in gola, così come la saliva. Tutto si arresta tranne il mio cuore che continua a battere senza tregua.
«Sì» sussurro solamente prima che le sue labbra si scontrino con le mie. È tutto un susseguirsi di cose; io che afferro i suoi capelli, lui che mi cinge la vita, noi che cadiamo sul divano.
Non avrei mai creduto che sarei potuta arrivare a questo punto con lui. Prima non ci potevamo vedere e adesso cos’è successo? Allora è vero il detto “chi disprezza vuol comprare”!
Mi stacco da lui e lo guardo senza dire una parola, vorrei davvero capire cosa gli passa nella testa.
«A cosa pensi?» gli chiedo con la voce tremante.
Lui si siede e cingendomi la vita con una mano mi fa avvicinare a lui. La sua vicinanza e il suo profumo mi fanno trattenere il fiato.
Perché con Tom non sentivo tutto queste cose?
«Lo scoprirai tra un po’» mi dice mandandomi ancora di più in confusione.
«Basta bugie, basta sotterfugi. Voglio la verità. Su tutto» scandisco bene le parole mentre le pronuncio. Sono davvero stufa di tutte fesserie.
«Tra un po’, tra un po’» continua a ripetere lui, facendomi innervosire ancora di più, ovviamente.
Il campanello mi fa sussultare. Mi alzo e prima di aprire guardo Robert che annuisce serio.
Respiro profondamente e mi preparo ad affrontare il mio ex ragazzo. Non lo vedo da quattro giorni, cioè da quella sera.
“Tre, due, uno… apro” mi dico mentalmente.
Quando lo faccio mi ritrovo Tom e Alyssa sulla porta.
«Ciao» mormoro spostandomi per farli entrare. Come robot si dirigono verso la cucina senza dire una parola.
Mi schiarisco la voce e inizio a parlare. «Lui mi ha chiesto di chiamarti» sentenzio indicando Robert, che si sta passando una mano tra i capelli segno che è molto nervoso.
«Per quale motivo?» gli chiede Tom posizionandosi davanti a lui. «Per quale fottuto scopo hai fatto tutto questo gran casino?» continua a domandargli alzando il tono della voce.
Guardo Alyssa che scuote la testa evidentemente combattuta, non sa se parlare o stare in silenzio.
Chiude gli occhi un secondo per poi sedersi sulla sedia.
Il mio sguardo si sposta su Tom che ancora aspetta una risposta da parte di Robert.
«Tom…» mormoro spezzando il silenzio.
«Con te parlo dopo, Kristen» borbotta spazientito senza neanche voltarsi per guardarmi.
Annuisco ricevendo un’occhiata da parte di Robert. Il suo sguardo è cupo e quasi tenebroso. Le parole che mi ha detto prima mi ritornano in mente mettendomi in agitazione.
«Che diavolo sta succedendo? Qualcuno mi vuole spiegare cosa sta succedendo?» domando esasperata dai loro comportamenti.
«Certo, Kristen. Adesso Robert ci spiega tutto» mugugna Tom alterato.
«Okay… sedetevi, per favore. Kris ricordati le mie parole» mormora guardandomi. Faccio segno di si con la testa e mi accomodo sul divano seguita da Tom.
Rob rimane in piedi come se stesse sostenendo un esame.
«Ho preso in giro tutti voi. Vi chiedo umilmente scusa. Sono stato un coglione e ho agito d’impulso. Quella sera ho capito delle cose e il tutto si è amplificato data la mia gelosia. Non volevo che Tom stesse sempre con Kristen e ho cercato un metodo per dividervi. Non l’ho fatto solo per questo, però. Ho capito una cosa e sto male per avervi mentito» dice guardando ognuno di noi.
Aggrotto le sopracciglia non riuscendo a capire nemmeno una delle sue parole. Che diavolo significa? Decido di chiederglielo.
«Spiegati meglio» bofonchio alzandomi.
Lui annuisce e si schiarisce la voce prima di parlare.
«Ti ho presa in giro. Ti ho detto che Tom voleva approfittare di te per portarti a letto. Ti ho fatto credere che era quello il suo scopo, ma non è vero. Lui ti vuole bene davvero e ci tiene a te. Ero geloso e…». Non lo faccio finire di parlare dato che mi scaravento contro di lui colpendolo al petto.
«Sei un coglione, uno stronzo. Come hai potuto? Stavo iniziando a fidarmi, coglione» impreco continuando a colpirlo.
Lui non fa niente, rimane immobile a guardarmi.
«Ricordati, Kristen» mormora all’improvviso. Le sue parole, ora come ora, fanno ancora più male. Come posso davvero credere a ciò che mi ha detto se mentre le pronunciava mi stava comunque omettendo la verità?
«Hai visto in che stato ero! Perché, Robert? Per quale motivo l’hai fatto?» gli chiedo scoppiando a piangere.
«Perché… ho capito che mi piaci e perché sono egoista e ti volevo tutta per me» ammette lui lasciandomi di stucco.
In effetti mi ha baciata anche oggi e si è comportato davvero bene.
«Cazzo, Robert!» esclama Tom alzandosi di scatto e scagliandosi contro l’amico, o forse ex a questo punto.
Un pugno arriva sul naso di Rob, che si accascia a terra sanguinante.
«Eri come un fratello per me. Conoscevi i sentimenti che provavo per lei e te ne sei fottuto. Vaffanculo» urla Tom colpendolo allo stomaco con un calcio.
«No… basta Tom» urliamo disperate io e Alyssa all’unisono. Lei raggiunge Tom bloccandolo mentre io mi abbasso verso Robert.
«Lasciami Aly» urla Tom cercando di colpire nuovamente l’amico. Io mi metto in mezzo e uno schiaffo mi arriva dritto in faccia.
Porto la mano verso la guancia dolorante mentre il mio ex si abbassa scusandosi.
«Non ti volevo colpire, Kristen. Scusa, scusa» mormora portandosi una mano ai capelli.
«Esci da casa mia, Tom. Ora. Fuori» urlo esasperata.
«Ma…»
«VAI. VIA» sputo acida guardandolo negli occhi.
Lui annuisce e Alyssa si precipita verso di me abbracciandomi. «Lo accompagno. Torno dopo» mormora al mio orecchio.
Alzo le spalle e rimango in silenzio.
Quando entrambi escono fuori dall’appartamento mi piego verso Robert.
«Stai bene?» gli chiedo realmente preoccupata.
«Sì, non ti preoccupare» mi dice alzandosi lentamente.
«Perché l’hai fatto, Robert? Stavo iniziando a fidarmi di te e adesso hai rovinato tutto» mormoro con le lacrime agli occhi.
«Te l’ho spiegato il motivo» bofonchia toccandosi il naso ormai livido.
«Bene» dico indispettita, arrabbiata e confusa.
«Bene» ribatte.
«Puoi lasciarmi da sola adesso? Ho bisogno di rifarmi una doccia per allentare la tensione» gli dico e lui annuisce.
«Se hai bisogno, chiamami» mormora prima di uscire.
«Si come no. Ciao Robert» mi giro di spalle in attesa che lui chiuda il portone, cosa che avviene qualche minuto dopo.
Tutto quello che è appena successo è davvero qualcosa di surreale. Non mi sono fidata di Tom, del ragazzo con cui ho fatto l’amore per la prima volta.
Non ho creduto alle sue parole preferendo quelle del ragazzo che mi odiava e che ha fatto di tutto per farmi stare male e cosa ho ricevuto in cambio?
Mi ha pugnalata alle spalle nel modo più crudele e spietato possibile. Mi ha fatto credere di provare qualcosa di diverso dall’odio che provava all’inizio, mi ha baciata e rassicurata tutto per uno scopo. Forse era il suo quello di portarmi a letto e non di Tom.
Sono stata una cretina a non fidarmi del mio ex. Cosa posso fare per cancellare questi ultimi giorni? Tom mi ha sferrato un ceffone in pieno viso senza farlo apposta ed io non credevo possibile che potesse essere così manesco. Ha picchiato Robert senza ripensamenti, ma forse non dovrei rimanere scioccata di tutto ciò.
Cosa so realmente di Tom? Lo conosco così poco, ma quel poco mi bastava qualche tempo fa.
Sono troppo confusa. Ho bisogno di schiarirmi le idee; un bagno caldo è quello che mi serve per rilassarmi.
Domani penserò a cosa fare.
 
Pov Robert
 
Che cazzo mi è passato nella mente quando ho baciato Kristen? Quando l’ho incoraggiata a chiamare Tom? Quando le ho detto che tutto quello era vero?
Sono davvero così coglione da aver rovinato l’amicizia più bella che avessi mai potuto avere?
L’ho fatto veramente? Ho mandato tutto a puttane per una ragazza?
Chi sono diventato? Cosa mi sta facendo quella nana dagli occhi magnetici?
Ho rovinato il mio rapporto con Tom senza un motivo. La cosa che mi chiedo è perché non riesco a togliermi dalla testa Kristen.
Lasciarla da sola in quella casa con una guancia arrossata e con le lacrime agli occhi mi ha totalmente destabilizzato.
Vederla in quello stato mi ha fatto una tenerezza assurda e l’unica che avrei voluto fare era abbracciarla e poggiare le mie labbra sulle sue.
Chi cazzo sto diventando?
Le apparenze ingannano, hanno ragione.
Il mio cellulare squilla proprio mentre sto per entrare nella doccia. Sbuffo sonoramente e lo afferro rispondendo di scatto.
«Pronto»
«Ciao fratellino… puoi rispondere anche in modo più garbato, eh»mormora mia sorella scoppiando a ridere. Lizzie è il tipo di persona sempre pronta a sfotterti, ma è anche l’unica a sapermi consigliare.
«Ti serve qualcosa? Non sono in vena oggi» blatero sedendomi sul water.
«Stai attento che stai sputando veleno» bofonchia evidentemente infastidita dal mio comportamento.
«Okay, scusa. Dimmi tutto sorellina» cerco di fare il simpatico, ma non credo di esserci riuscito perché sento Lizzie sbuffare.
«Volevo solo sapere se stai bene o no, se hai chiarito la situazione con Tom e con quella ragazza» mi dice facendomi innervosire ancora di più.
Avrei dovuto immaginarlo che fosse questo il motivo.
«Hai chiamato proprio nel momento giusto. Da oggi io e Tom non siamo più amici. Ho combinato un bel casino, Liz» confesso.
«Vuoi parlarne?»mi chiede con tono dolce e preoccupato.
«Mh, in realtà ne avrei bisogno. Non so cosa devo fare. Sono confuso e… cazzo, sono un coglione Liz» ammetto facendola ridere.
«Beh, su questo non avevo dubbi. Comunque spara fratellino. Sono brava a risolvere i tuoi casini, soprattutto quelli con Tom»dice diventando seria.
«Okay» mormoro e le racconto tutto ciò che è successo in questi giorni. Lei non dice una sola parola aspettando che finisca di parlare.
«Ma a te questa Kristen piace? Cioè, da come dici,sembra quasi che sei innamorato»mi dice mia sorella.
«No, Liz. Non la odio più, ecco»
«Mh, se lo dici tu. Comunque stai tranquillo che Tom ti vuole bene e sono sicura che ti perdonerà. Ne avete passate tante insieme e non sarà questo a farvi separare. Certo, sei stato uno stronzo ed io ti avrei ammazzato di botte ancora di più di quanto ha fatto lui perché diciamo la verità, Rob, te le sei meritate. Che hai intenzione di fare adesso?» mi domanda la mia saggia sorella.
«Niente»
«Certo come no, Robert. Devi andare assolutamente da Tom e chiedergli scusa di persona senza Kristen e senza nessun altro. Tu e lui, come una volta. Sai benissimo che lui non può stare senza di te, compagno di avventure e di bevute. Ricordi quante volte avere litigato in passato?»
«Certo, ma abbiamo sempre chiarito tornando più uniti di prima». Mi ritornano in mente vecchi screzi dovuti all’ubriachezza o alla gelosia e scoppio a ridere perché capisco che ha ragione mia sorella. Devo assolutamente andare da lui dopo avermi fatto una doccia ed essere andato a comprare due birre.
«Hai ragione, Liz. Adesso mi sbrigo così lo raggiungo. Grazie sorellina»
«Figurati, Rob. Ti voglio bene»
«Anche io» le dico e stacco la chiamata per poi entrare dentro la doccia.
 
«Ehi ciao» sento dire ad una voce femminile. Non ci faccio molto caso dato che dentro il locale c’è un via di gente davvero impressionate; neanche fosse venerdì sera.
Ho deciso di affrontare Tom e di prendermi le responsabilità delle mie azioni.
«Bellissimo dimmi» mi dice la ragazza al bancone. Mi guarda con uno strano luccichio negli occhi, uno di quelli che dovrebbe farmi intendere che vorrebbe conoscermi al di fuori delle quattro mura che ci ospitano al momento.
Scuoto la testa e alzo le spalle mentre lei inarca un sopracciglio infastidita per il mio rifiuto. «Spiacente bellezza. Sei birre da portare via» ordino e qualche minuto dopo sono già fuori dal bar.
Era una bella ragazza eppure non mi è balenata, neanche per un secondo, l’idea di approfittare della situazione per una sana scopata.
Da quant’è che non faccio sesso? Non mi ricordo neanche. Sto cambiando e questa cosa mi fa realmente paura perché devo fare i conti con un Robert diverso da quello che è sempre stato.
«Ehi» sento ancora dire dalla stessa voce di prima.
Mi volto e una vecchia amica si presenta davanti ai miei occhi. «Jennifer?» le chiedo aggrottando le sopracciglia.
«Certo, Pattinson. Sono proprio io» mi dice baciandomi le guance. Ci conosciamo da qualche anno ed eravamo davvero ottimi amici, a tal punto da finire sempre a letto. L’attrazione che c’era tra noi due era un qualcosa di assurdo.
Non avevo occhi per nessun’altra e la desideravo sempre e costantemente.
«Come stai, Robert?» domanda con voce sensuale. Da quant’è che non ci vediamo?
«Bene, bambola. Tu?»
«Ora meglio. Speravo di incontrarti, ma non sapevo dove poterti trovare» sostiene avvicinandomi a me come un gattina in cerca di fusa.
Mi bacia sulle labbra mordendomi il labbro inferiore. In passato mi faceva perdere il senso delle cose e sono sicuro che stia per farlo anche adesso.
La afferro dalle natiche e la avvicino a me baciandola con forza, come per rivendicare il passato.
«Vieni da me» mormora con voce roca. Mi ritrovo ad annuire aprendo gli occhi, ma mi scanso all’improvviso perché ciò che vedo non è quello che in realtà dovrei osservare.
Due grandi occhi verdi mi si parano davanti facendomi battere il cuore improvvisamente. Che diavolo succede? Jennifer ha gli occhi castani, maledizione!
«Rob tutto bene?» mi chiede la mia amica ed io annuisco sorridendo a malapena.
«Sì, sì… devo andare. Mi dispiace» farfuglio prendendo da terra la busta con le birre.
«Ehi… perché?» insiste mentre io mi allontano.
«Non posso… non posso» ribatto svoltando l’angolo e respirando. Mi appoggio contro il muro gelido e mi porto una mano davanti agli occhi. Li riapro e ancora quegli occhi verdi mi perseguitano.
Kristen…
Sto impazzendo, cazzo!
Scuoto la testa e mi incammino di nuovo e qualche minuto dopo mi trovo davanti casa del mio ex migliore amico.
Respiro profondamente ed entro. Non sono mai stato un tipo che pensa prima di agire, ma qualcosa in me sta cambiando.
Anche prima con le ragazze; qualche tempo fa non avrei avuto pensieri e me le sarei scopate senza problemi.
Mentre aspetto con Tom si decida ad aprirmi mando un messaggio a Kristen per sapere se sta bene. Come può cambiare tutto da un giorno all’altro?
Davvero la odiavo prima o ero solo accecato dalla gelosia? Ma che cazzo ne so… quello che voglio ora è chiarire con Tom questa situazione di merda che ho creato.
«Che cazzo vuoi, Rob?» inveisce contro di me lui prima ancora di mettere un piede dentro casa sua.
«Chiarire» dico solamente facendogli vedere le birre che ho in mano. Qualche tempo fa funzionava tutto ciò e spero anche adesso.
«Ah sì? Che devi dirmi?»
«Devo chiederti scusa, amico. Mi sono comportato come un coglione e ho rovinato tutto»
«Che sei coglione non ho dubbi… perché mi chiedo solamente»
«Ero geloso e…»
«E Kristen ti piace» conclude per me la frase lasciandomi spiazzato.
Annuisco e alzo le spalle senza proferire parola mentre lui sbuffa e si siede sul divano rubandomi una birra dalla busta.
«Amico che intenzioni hai con lei?» mi chiede serio.
«Ho sbagliato tutto, Tom. Dovevo dirtelo che da quel bacio è cambiato tutto. Non lo so! Se tu decidessi di riprovarci, mi metterei da parte. Non voglio più sbagliare» ammetto bevendo un sorso di birra.
«Credo che lei provi qualcosa per te, Rob. Ho visto come ti guarda e quando ti ho colpito lei si è abbassata da te, non da me. Lei mi vuole bene, ma non mi ama e non vuole stare con me» sentenzia risoluto.
«E quindi?»
«Quindi io mi faccio da parte. Se lei vorrà, resteremo amici»
«Sei sicuro?»
«Amico non abbiamo mai litigato per una donna. Non voglio peggiorare le cose e comunque non ci pensiamo per adesso. Beviamo, ubriachiamoci e godiamoci il momento» propone lui mentre io scoppio a ridere.
Qualche ora dopo sono sdraiato a pancia in su sul divano del mio migliore amico mentre lui si sta dando da fare con due amiche. Li sento scopare e ora come ora non lo invidio per niente.
So cosa voglio e sono disposto ad aspettare.
Nonostante tutto sono convinto che riuscirò nel mio intento. Sento che sarà la prima vera svolta che prenderà la mia vita.
L’unica cosa da fare è farglielo sapere e vedere cosa ne pensa.
Prendo il giubbotto, il telefono ed esco di casa con un sorriso stampato sul viso.
Sono ottimista!

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Capitolo 12
*** 11.*Libera di amare* ***


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Buongiorno e buona domenica <3 vi ricordate di noi e della nostra storia? Spero di sì ç.ç faccio un piccolo riassunto per chi non si ricordasse:
Kristen sta insieme a Tom e va a letto con lui; Robert, geloso, cerca in tutti i modi di separarli sia perché è geloso del loro rapporto sia perché crede di provare qualcosa per Kristen. Robert litiga di brutto con Tom e con Alyssa, Kristen lascia Tom ma bacia Robert. In realtà lei sente che tra loro due c’è qualcosa, ma non sa cosa. Un rapporto di odio e amore, ecco! Robert decide di chiarire con Tom, il quale confessa all’amico che non vuole stare più con Kristen perché ha capito che lei è innamorata di un altro. Robert pensa a tutto ciò ed esce da casa di Tom con il sorriso stampato in viso.
Detto ciò, vi lasciamo alla lettura del capitolo sperando che vi piaccia.
 
 

My heart is yours
 
-Capitolo undici-
 
*Libera di amare*
“Gra”

 
 

 
Fisso il soffitto della mia camera da letto da credo mezz’ora mentre in televisione due persone si baciano con passione. Non ho seguito il film e sinceramente non so neanche chi siano gli attori; so solo che mi fanno innervosire. Tutto ciò che è romantico e smielato, in questo periodo, non fa per me.
Penso a tutto ciò che è successo e non riesco a spiegarmi come abbia fatto a cadere così in basso. La ragazza di Savannah è scomparsa e con lei anche la dolcezza, la pazienza e l’onestà.
Non mi ricordo neanche il giorno in cui tutto è iniziato, perché è successo tutto così in fretta che mi sembra che sia trascorso solo qualche giorno, invece sono passati mesi.
Mesi in cui non ho fatto altro se non portare sofferenza nella vita delle persone appena conosciute.
Tramite me, Tom e Robert hanno litigato, io l’ho fatto con Alyssa e lei con Robert. È tutta una catena e la colpevole sono soltanto io.
Io che ho iniziato una relazione con Tom lasciandomi andare anche intimamente; io che ho baciato Robert e che mi sono invaghita di lui nonostante tutto mi portasse ad odiarlo. Forse è proprio così che avvengono queste cose: ti innamori della persona che ti fa soffrire e non di quella che ti porta su un piatto d’argento.
Robert però si sta dimostrando un’altra persona ed io lo sto rivalutando nonostante mi abbia mentito spudoratamente.
Ho capito che infondo non ce l’aveva con me, ma con la situazione creatasi. La gelosia ha preso il sopravvento e l’ha portato a compiere scelte azzardate.
Il segnale di Skype mi avverte di una chiamata in arrivo. Spulcio il computer e il nome Nikki lampeggia sullo schermo. Non ho nessuna voglia di stare al pc ma, allo stesso tempo, ho bisogno di sfogarmi e parlare con lei è l’unica soluzione possibile. Solo lei è estranea a tutto e quindi è la sola a potermi dare i giusti consigli.
«Ciao Kris» esclama tutta contenta vedendomi sullo schermo, «come stai?», continua aggiustandosi i capelli.
È sempre in fissa con l’essere truccata e sistemata, al contrario mio che esco sempre in scarpe da ginnastica.
«Ciao Nikki, sto bene e tu?» le chiedo mentre mi sistemo sul divano.
«Benissimo. Mi manchi tanto, però. Che mi racconti?».
«Mh… allora, fammi pensare da dove devo iniziare. Robert mi ha mentito e Tom l’ha picchiato. Ora non parlo con nessuno dei due e… Robert mi ha baciata di nuovo e…» mi fermo e un sorriso spunta sul mio viso notando la sua faccia sconvolta.
«Continua» mi ordina ed io annuisco.
«Credo di provare qualcosa per Robert» mormoro spostando lo sguardo. Ho paura della sua reazione che non tarda ad arrivare.
«Cosa? Ti sei impazzita Kristen? Ti ricordo che ti ha trattata male e poi non stavi con Tom?» mi chiede sbuffando.
«Sì, Nikki. Le cose sono cambiate negli ultimi giorni. Robert si è ritagliato un piccolo spazio dentro di me e non te lo so spiegare, ma quando sono con lui sto bene nonostante tutto. Cosa posso farci? Devo trascurare questa cosa per stare ancora più male? Sono venuta in Inghilterra per cambiare vita e tutto ciò è arrivato all’improvviso» le confesso chiudendo gli occhi per un istante. Il viso di Robert mi si presenta davanti facendomi sobbalzare. Nikki se ne accorge e mi chiede il motivo delle mie guancie rosse.
Maledetta linea che prende alla perfezione!
«Niente, lascia stare».
«Stavi pensando a Robert? Oddio! Sei proprio innamorata» esclama la mia amica battendo le mani tutta contenta.
«Non dire idiozie».
«Ammettilo Kristen. Non puoi tenerlo nascosto».
Scuoto la testa e decido di cambiare discorso.
«Tu che mi racconti? Qualche ragazzo all’orizzonte?» le chiedo curiosa. Ogni volta parliamo sempre di me e mai di lei e dei suoi problemi.
«Beh, veramente sì. Ho conosciuto un ragazzo, ma non sono sicura di niente ancora».
«Raccontami tutto» dico e lei non se lo lascia ripetere due volte. Inizia a parlare di John, così si chiama, e di come si sono conosciuti. Sembra felice e sono davvero contenta per lei.
Incrocio le gambe in modo da cambiare posizione e con un movimento brusco faccio cadere un tubetto di rossetto rimasto tra due cuscini del divano chissà da quanto tempo. Mi piego per raccoglierlo e lo apro per vedere la tonalità. Non me lo ricordo neanche.
«Cos’è?» mi chiede Nikki curiosa.
«Solamente un rossetto. Mi è appena caduto a terra».
«Robert ti pensa, mia cara» esclama lei facendomi l’occhiolino.
«Cosa?»
«Non sai che se ti cade un oggetto, qualcuno ti pensa? In questo caso ti è caduto il rossetto, inizia per R… pensaci» mormora scoppiando a ridere.
Che strane credenze!
«Non credo a queste cose» sbuffo mentre poso il rossetto sul tavolino.
«Io sì».
«Non capisco come facciamo ad essere amiche. Ci piacciono cose diverse e anche noi non siamo uguali».
«Semplice, Kristen. Ci vogliamo bene. Adesso devo andare, tesoro. Ci sentiamo presto»
«Va bene. Ciao Nikki»
Mi schiocca un bacio e chiude la conversazione.
E adesso che faccio?
Sono sola e non so cosa diavolo fare. È il mio giorno libero e sono a casa in pigiama a rimuginare sulle mie scelte.
Ho diciotto anni e non posso continuare così.
Decido di chiamare Alyssa per chiederle di uscire. Risponde al primo squillo riempiendomi di domande, senza neanche darmi il tempo di salutarla.
«Stai calma, Aly. Va tutto bene. Ti ho chiamata per sapere se possiamo vederci» le dico sperando in una risposta affermativa.
«Ovvio, tesoro. Sono al pub, quello vicino casa di Tom» mi dice bloccandosi di colpo, «lui non c’è e neanche Robert. Sono con le ragazze» mi spiega e un sorriso aleggia sul mio viso. Mia cugina che si preoccupa per me è uno spasso.
«Tranquilla. Mezz’ora e arrivo. Senti per la faccenda dei ragazzi, possiamo mettere una pietra sopra almeno noi due?».
«Tutto passato. Mi raccomando, Kris. Vestito corto e tacchi» dice facendomi sorridere e sbuffare allo stesso tempo. Annuisco e chiudo fiondandomi in bagno. Per fortuna i capelli li ho lavati stamattina, devo solo vestirmi e truccarmi.
Venti minuti dopo sono pronta sia psicologicamente e sia esteticamente.
La possibilità di incontrare Tom e Robert è davvero altissima, ma non mi interessa. Anche io devo divertirmi, non sono una monaca di clausura!
 
«Wow!» esclamano Alyssa e le ragazze vedendomi. Ho optato per un vestito blu scuro molto corto e con una scollatura davvero esagerata. Le scarpe sono davvero alte e non so quanto i miei piedi potranno reggere questa tortura immane.  
«Sei bellissima» dice mia cugina avvicinandosi e baciandomi la guancia. Lo stesso fanno le ragazze e dopo qualche domanda inopportuna, la conversazione si sposta su argomenti molto più piacevoli.
Sveva sta flirtando con il barman e mia cugina con il cameriere. In effetti i due ragazzi sono davvero dei gran fighi. Le guardo all’opera e mi rendo conto di essere invidiosa del loro carattere così disinvolto. Vorrei poter essere tranquilla come loro ed invece il peso delle mie scelte mi tortura ogni singolo giorno.
«Ciao» sento dire alla mie spalle. È la voce di un uomo, ma non la riconosco. Mi volto ed in infatti un ragazzo che non conosco mi sorride sornione.
«Ciao… ci conosciamo?» chiedo gentilmente.
«Da questo momento sì. Sono Brian, piacere» mormora porgendomi la mano, che afferro prontamente.
«Kristen» sussurro a bassa voce.
«Sei sola, Kristen?».
«No, spiacente amico. Sta con me» sento dire da colui che tartassa i miei pensieri da qualche giorno.
Robert sfoggia un sorrido beffardo a Brian, il quale mi guarda per avere conferma.
Io alzo le spalle e lui sbuffando va via lasciandomi sola con Rob.
Alla fine l’ho incontrato… non avevo dubbi!
«Ciao» mormora accarezzandomi una guancia.
«Ciao Robert».
«Come stai?».
«Bene e tu?».
«Bene, grazie. Ti va di fare due passi?» mi chiede dolcemente prendendomi dalla mano. Annuisco con il cuore in gola e lo seguo fuori dal locale non curante degli sguardi stupefatti dei nostri amici.
Credo che siano increduli nel vedere Robert così dolce. A quanto sembra prima non lo era per niente. Mi sento potente, in questo momento!
«L’altra sera volevo tornare da te» mi dice facendomi ritornare con la mente a quando l’ho cacciato da casa mia.
«Perché?»
«Sono andato da Tom. Abbiamo chiarito alcune cose e…»
«E cosa?»
«E mi ha detto che vuole rimanere solo amico con te, perché crede che tu sia innamorata di un altro» dice fermandosi di scatto.
«Cosa?» mormoro con il cuore che batte a mille.
«Kristen».
«Sì».
«Non so come comportarmi. Per me è tutto nuovo» dice guardandomi negli occhi. E lo vedo: noto un Robert diverso, una persona totalmente cambiata.
I suoi occhi non ammettono scuse, mi sta chiedendo cosa provo per lui.
«Non c’è un metodo, Rob»
«Sì, ma io sbaglio sempre».
Scuoto la testa sorridendo leggermente. «Tutti sbagliamo, ma l’importante è capire gli errori e non commetterli più. Io ti perdono» sussurro prendendogli la mano.
Un coraggio mai avuto prima prende il sopravvento e mi spinge verso le sue braccia che mi accolgono impazienti.
Mi stringe forte e rimaniamo in questa posizione per qualche minuto.
«Ho capito una cosa» mormora prendendomi il viso tra le mani.
Ingoio a fatica e respirando profondamente decido di domandargli l’unica cosa che può migliorare la situazione, la stessa che potrebbe mandare tutto a puttane. «Mi vuoi, Robert?» chiedo con la voce tremante.
«Sì, Kristen. Ti voglio, ti desidero con tutto me stesso» sussurra fissandomi così intensamente da farmi venire le lacrime agli occhi.
«Piangi?» mi domanda mentre asciuga il mio viso con l’indice.
«Sì, ma di felicità. Anche io ti voglio, Robert. Voglio stare con te» ammetto baciandolo sulle labbra. Lui mi lascia fare e in breve il bacio si trasforma in pura passione.
Mi prende per mano e camminando velocemente raggiungiamo casa mia. Fatico a recuperare le chiavi dalla borsa, per via dei baci che Robert mi lascia sul collo.
Quando apro la porta mi imprigiona tra le sue braccia accarezzandomi ogni lembo di pelle scoperta.
«Sei bellissima e questo vestito ti sta perfettamente» mormora contro le mie labbra mentre le sue mani iniziano a salire rapide dalle mie cosce fino ad arrivare alle mie mutandine. Un calore improvviso si impadronisce del mio basso ventre facendomi fremere. Robert continua a baciarmi finché non ci ritroviamo ansanti sul mio letto.
Robert mi vuole, io lo desidero e questo mi basta.
Quando mi sveglio sono le dieci del mattino e sono sola a letto, di Robert nemmeno l’ombra e un senso di smarrimento e di delusione mi pervade all’istante. Possibile che si sia pentito? Non voglio credere ad una cosa del genere. Ha giurato che non mi avrebbe fatto più del male e voglio crederci.
Mi alzo con il cuore che batte a mille e quando arrivo in cucina lo vedo.
Sta armeggiando tra i fornelli e sembra davvero indaffarato.
Mi schiarisco la voce facendolo voltare. «Buongiorno. Dormito bene?» mi chiede venendomi incontro. Cinge la mia vita con le braccia e mi lascia un dolce bacio sulle labbra. Sa di cioccolato.
«Meravigliosamente. Tu? Che cucini?».
«Anche io. Uova e bacon, ci sono anche i croissant al cioccolato. Tua cugina mi ha detto che ti piacciono».
«Sì, grazie». Mi avvicino al tavolo e non posso che essere felice per la sua apprensione e per il suo voler essere perfetto.
«Sono stato benissimo ieri sera» mormora al mio orecchio facendomi sorridere.
«Anche io. Da rifare assolutamente» farfuglio facendogli l’occhiolino.
«Ora mangia».
«Agli ordini capo».
Tra una battuta ed un'altra consumiamo la colazione e l’atmosfera creatasi mi piace abbastanza, oltre al limite del consentito.
«Vieni qua ora». Robert mi prende la mano e si avvicina a me prepotentemente. Mi bacia con passione e quando sta per togliermi la canotta, il campanello suona facendoci sobbalzare. Chi diavolo sarà a quest’ora?
Robert mi bacia di nuovo e con il sorriso ancora stampato in viso apro la porta. Rimango impietrita.
Quello che vedo mi lascia di stucco. Non è possibile…
«Cosa ci fate qui?» chiedo con la voce tremante.
«Siamo venuti a prenderti, Kristen».
Scuoto la testa indietreggiando vistosamente.
No, non è umanamente possibile. Il sorriso di prima scompare lentamente e un moto di rabbia si appropria del mio corpo e del mio cuore.
 
 

 
****

 
 
Sì, okay… non dite niente! Ahahahah sappiamo che stiamo pubblicando con un ritardo mostruoso, ma e dico ma l’importante è essere riuscite a farcela. Abbiamo passato un periodo senza ispirazione e ieri, misteriosamente, è tornata.
In questo capitolo succede una cosa bellissima, vero? *w* finalmente Robert e Kristen si danno da fare xD Purtroppo, però, qualcuno ha bussato alla porta di Kristen. Chi sarà? Non è difficile, dai!
Niente ragazze, io e Fra speriamo che il capitolo vi piaccia. Un bacione
Gra&Fra

 

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Capitolo 13
*** 12. *Mi stai distruggendo* ***


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My heart is yours

*Mi stai distruggendo*

-capitolo dodici-
*Gra*

 

 
Fisso con sguardo truce i due uomini davanti a me, mentre con la mano massaggio la mia guancia dolorante. Sono sgomenta e inorridita per il coraggio di questo essere chiamato John Stewart, ossia mio padre. Si è presentato alla mia porta senza il benché minimo preavviso e mi ha schiaffeggiata e aggredita appena ho aperto la porta.
Mio fratello mi osserva senza dire una sola parola, so che lui non vorrebbe tutto questo per me. Cameron è un ragazzo d’oro, mi vuole bene veramente e non vorrebbe vedermi soffrire ma nello stesso tempo non può ribellarsi per proteggermi.
Mi chiedo cos’abbia fatto di male per meritarmi tutti questi soprusi… sono sempre stata una ragazza con i piedi a terra, ho accudito i miei fratelli sebbene io non fossi la più grande e ho sempre lavorato per non dipendere da mio padre. Cos’ho risolto? Un bel niente, dannazione!
Impreco contro di loro, contro mio padre particolarmente perché non voglio che entri in casa mia e incontri Robert. Lui non ha nessuna colpa e sono sicura che mio padre se la prenderebbe anche lui e non voglio.
«Kristen sono tuo padre! Fammi entrare!», mi dice urlando, facendomi capire che non ammette repliche. Pensa che sono sempre la solita ragazzina che acconsente a tutto, ma è qui che si sbaglia. Abitando da sola ho capito che niente e nessuno può mettermi i piedi in testa.
«NO!». Ribatto cercando di chiudere la porta, dopo aver dato un ultimo  sguardo a Cam, che è addolorato e mortificato.
Mio padre, essendo più forte di me, allunga il piede in modo da non chiudere la porta.
«Questo è il rispetto che mi porti? Vai a fare subito le valigie, signorina. Si torna a casa. Ora!», scandisce bene l’ultima parola facendomi alterare ancora di più.
«Rispetto? Tu mi parli di questo? Ma come ti permetti a venire qui ad obbligarmi? Non sono più una bambina, non puoi comandare la mia vita. Non verrò con te e non sposerò Michael».
«Oh sì, lo farai altrimenti…», lascia cadere la frase a metà quando vede Robert attraversare la stanza e posizionarsi accanto a me.
«Tutto bene?», mi chiede accarezzandomi il fianco. Annuisco cercando di non dare nell’occhio quanto invece io stia soffrendo per questa situazione così assurda.
«No, non va bene per niente mio caro. Sono John Stewart e lui è mio figlio Cameron», dice mio padre serio porgendogli la mano.
«Io sono Robert, il ragazzo di sua figlia. No, perché  non so se lei se lo ricorda, ma Kristen è sua figlia», ribatte acido Rob.
«Come ti permetti ragazzino? Chi ti credi di essere? È per lui che sei venuta qui? Eh, disgraziata? Ti faccio vedere io», sbotta mio padre avvicinandosi pericolosamente a me.
Robert prontamente si posiziona davanti proteggendomi dallo schiaffo che mi sta per arrivare e che invece si becca lui.
«Và di là, Kristen», farfuglia mio fratello cercando di mettersi tra Robert e mio padre.
Annuisco e mi allontano di qualche metro.
«Sei solo un farabutto. Scommetto che la lascerai a breve, disgraziato. Te la sei scopata, vero?».
«Non sono affari suoi quello che succede nella camera da letto di sua figlia. È maggiorenne e lei non ha nessun diritto. Come si permette a dire questo? Che razza di padre tratterebbe la propria figlia così? E tutto per cosa? Soldi? Mi fa schifo, con tutto il rispetto», sputa acido Robert contro colui che mi ha dato la vita.
«Ti faccio vedere io» borbotta mio padre colpendo il mio ragazzo allo stomaco. Rob si piega a terra ed io inizio a urlare di andarsene, ma mio padre si avvicina a me e mi afferra dal braccio. Mi guarda con odio e mi schiaffeggia ancora fin quando qualcuno non lo blocca da dietro. Scorgo Robert dargli un pugno in pieno stomaco e mio padre cadere a terra. Cameron ci raggiunge e aiuta nostro padre ad alzarsi.
Continuano a darsi colpi su colpi fin quando Robert non cade a terra. Singhiozzo per la scena squallida a cui mi hanno fatto assistere; mi piego sul mio ragazzo ma mio padre mi prende di forza e mi porta via.
«Ora te ne torni a Savannah».
«No! Robert… no!» urlo scalciando e guardandomi indietro. Non posso lasciarlo così… «Sei un bastardo!Robert ti prego…» urlo contro mio padre e contro ormai il nulla.
*
 
Sull’aereo diretto all’inferno, faccio finta di dormire pur di non vedere e sentire mio padre. Mi ha delusa più di quanto non lo fossi già, mi ha privato di quel briciolo di felicità che mi ero creata.
Mi ha fatto perdere Robert e questo, giuro su Dio, non potrò mai perdonarglielo. Posso sposare un altro, cercare di convivere con questa situazione ma io sono orfana. Da oggi Kristen Stewart è senza genitori.
Sento mio fratello toccarmi il braccio delicatamente, ma non voglio parlare neanche con lui.
«So che sei sveglia, Kris. Con me non vale questo trucchetto» sussurra al mio orecchio. «Apri gli occhi» continua imperterrito.
Faccio come dice e me lo ritrovo a qualche centimetro di distanza, credo che non voglia farsi sentire dal tiranno.
«Che vuoi?» sbotto girandomi di scatto.
«Mi dispiace per come sia andata».
«Lo so».
«Robert sa dove trovarci. Gli ho mandato un messaggio. Verrà a riprenderti e nel frattempo troveremo una soluzione insieme», mi spiega sorridendomi.
«Sta bene? Oddio! Grazie Cam… ti voglio bene» sussurro abbracciandolo. La mia preoccupazione più grande era la salute di Robert. Mio padre l’ha massacrato di botte e non ho potuto neanche vedere come stava.
«In realtà non mi ha risposto».
Sento il mondo crollare sotto di me e i singhiozzi uscire prepotentemente dalla mia gola.
Mi sento come se vi avessero appena detto di avere un giorno di vita, mi sento vuota senza anima e senza forze.
«Non piangere, piccola. Vieni qua» Cam mi abbraccia e cerca di consolarmi in tutti i modi possibili, facendo battute e raccontando di qualche episodio buffo capitato a Dana.
Tutto ciò mi fa stare ancora più male, perché mi sento in colpa nel  non voler rivedere i miei fratelli.
Gli voglio bene, ma in Inghilterra ho lasciato la mia casa, la mia famiglia, la mia vita.
«Fammi sapere quando ti risponde. Io non ho il cellulare, tuo padre me l’ha confiscato» gli chiedo una volta arrivati a casa.
Il viaggio è stato tranquillo, se non fosse che ho pianto per tutto il tempo. Dana e Taylor sono stati felici di vedermi ed io ho cercato di essere più carina possibile con loro. Dopotutto sono dalla mia parte, ma come Cam non possono ribellarsi.
I giorni a seguire il mio arrivo sono stati devastanti.
Mio padre mi  fa sgobbare dalla mattina alla sera e quando cerco di riposarmi un attimo trova sempre qualcosa da farmi fare. Non ci parliamo più ed io non gli rispondo neanche. Annuisco e faccio ciò che mi dice.
Robert non ha risposto a mio fratello ed io sono terrorizzata dall’idea di non rivederlo più. Ho pensato a trentamila ipotesi, anche di una sua possibile morte  dopo tutti quei colpi ricevuti. Inutile dire che sono stata male giorni interi con l’ansia a mille e con i singhiozzi sempre pronti ad uscire. Non mangio più e non faccio nient’altro che non siano pulizie.
Mi fa lucidare ogni singola argenteria tutti i giorni e mi fa potare l’erba una volta ogni due giorni.
Ai miei fratelli, invece, non ordina di fare niente.
Loro vorrebbero aiutarmi, ma ad ogni minimo accenno lui li guarda minacciandoli.
Sono arrivata al punto di voler morire.
Ho pensato più volte ad un modo veloce ed indolore, ma l’immagine di Robert mi ha sempre fatto ricredere.
Il suo sorriso, il suo accento mi accompagnano giorno per giorno. È lui che mi mantiene in vita.
 
*
 
«Oggi viene Nikki a trovarti, in via eccezionale. Solo perché me l’ha chiesto Cameron altrimenti con il cavolo che ti avrei fatto vedere la tua amica» sbotta mio padre a tavola.
Annuisco e afferro il suo piatto ma,  per colpa del destino crudele, cado facendo rovesciare il contenuto addosso a mio padre che si affretta ad alzarsi gridando.
«Sei una buona a nulla. Da chi cazzo hai preso? Non sai fare niente. Guarda che casino che hai combinato. Pulisci!» ordina colpendomi alla testa e facendomi cadere a terra.
«Pulisci!» sbraita.
Mi affretto a farlo e dopo aver finito mi lavo le mani e torno a sedermi. Un’altra cosa che mi ha vietato è quella di alzarmi fin quando non è lui ad averlo fatto. Se lui decidesse di rimanere seduto per tutta la giornata, io dovrei farlo pure.
Mio padre continua a blaterare insulti contro di me senza sosta. Ormai non lo ascolto neanche più.
«Papà non pensi di stare esagerando?» lo rimbecca Cameron guardandomi triste e dispiaciuto.
«Pensa a mangiare tu e anche voi, che avete da guardare?» ribatte osservando i miei fratelli. Loro scuotono la testa e continuano a divorare il pranzo.
Ed io mi rendo conto di essere sola, completamente sola.
«Oggi li faccio io i piatti, papà. Nikki sarà qui a momenti, va bene?». È mio fratello Cameron a parlare. Mio padre lo guarda e dopo qualche minuto annuisce senza dire una sola parola. Ringrazio Cam con lo sguardo e come per miracolo il campanello suona. Mi affretto ad andare ad aprire e quando lo faccio la mia amica mi salta addosso riempiendomi di baci. Sorrido per la tenerezza che mi dimostra ogni volta e anche perché mi era mancata. Saliamo in camera mia e la mia amica chiude la porta.
«Tesoro come stai?» mi chiede lanciandosi su di me.
«Ho vissuto giorni migliori e tu?».
«Non pensare a me. Raccontami di te, Kris. Cos’è successo? Perché sei qua? Robert, Tom e Alyssa?».
Mi accomodo sul letto e inizio a raccontarle tutto quello che non sa. Le dico di me e Robert e del fatto che stiamo insieme, di come mio padre ha fatto irruzione in casa mia portandomi via e lasciando Robert a terra. Le racconto di come mi sono sentita male, del dolore che ho in corpo e del fatto che sicuramente dovrò sposare Michael.
Sfogo ogni piccolo frammento di tensione accumulata contro la mia amica come se lei fosse la causa di tutto il mio male. Le confesso di aver pensato di farla finita ma che mi ha salvato il viso di Robert. Le chiedo aiuto, un aiuto che però lei non può darmi. Mi aggrappo a lei cercando di non svenire per tutti i singhiozzi che sto versando.
«Kristen troveremo una soluzione. Stai calma che altrimenti tuo padre ti sente» mormora Nikki sorreggendomi con un braccio. Mi fa sedere sul letto nuovamente e mi passa la bottiglietta dell’acqua, che era sul comodino.
«Non capisci! Sono rovinata…mi ha rinchiusa in queste quattro mura».
«Robert verrà presto. Verrà… chiamiamo Alyssa? Chiamiamo chi vuoi».
Mi porge il cellulare per poi attraversare la stanza fino ad arrivare alla porta; la apre lentamente e guarda a destra a sinistra per vedere se mio padre sia nelle vicinanze. Richiude e sorride scuotendo la testa.
Compongo il numero di Robert due, tre volte ma niente. Non risponde. L’ansia mi perfora anche i timpani, la vista mi annebbia e le mani iniziano a tremare.
Ho paura che gli sia successo qualcosa di male, ho paura che lui non voglia più avere niente a che fare con me. Ho paura anche della mia ombra in questo momento.
«Dammi a me e stai calma» esclama Nikki seria. Mi prende il cellulare dalle mani e inizia a comporre il numero di Alyssa che le sto dettando io balbettando.
«Squilla».
Rimango in trepidante attesa finchè la mia amica sorride segno che mia cugina ha risposto.
«Ciao Alyssa sono Nikki, l’amica di Kristen. Lei è qui… te la passo» mormora ed io mi affretto a prendere il telefono per parlarle.
«Sono io. Robert… dov’è? Sta bene? Ti prego» scoppio a piangere per l’ennesima volta mentre ascolto Alyssa parlare.
Mi dice che è in ospedale per sua madre. Mi spiega che è stata male all’improvviso e che Tom è con lui, che sta bene e che verrà a riprendermi.
«Mi stai dicendo la verità? Aly, ti prego. Sono rinchiusa in casa mia, ho bisogno di sapere» sussurro con il cuore in gola.
Sento che è titubante, sento che mi sta nascondendo qualcosa.
«Tranquilla tesoro. Robert sta bene. Ci sentiamo presto. Okay? Ti prego, stai tranquilla Kris».
«Okay… digli che lo amo tanto. Digli che mi dispiace di non averlo capito prima. Digli che mi manca e che non posso stare senza di lui. Digli che ho bisogno di lui… mi manca così tanto» mormoro con le lacrime che mi rigano il viso.
Mi chiedo quanto ancora io possa piangere… non ho versato già abbastanza lacrime?
«Sono sicura che anche lui ti ama tanto. Risolveremo questa situazione… Ti voglio bene» dice e chiude la chiamata.
Sento la sua voce spezzata dal pianto e non capisco perché.
«Allora?» mi chiede Nikki vedendomi piangere.
«Mi ha detto che sta bene».
«Perché piangi allora?».
«Mi è sembrata strana… piangeva, Nikki».
«Beh per te, sciocchina. Stai tranquilla» cerca di rassicurarmi senza riuscirci purtroppo. Mi prende il cellulare dalle mani appena in tempo dato che la porta della mia stanza si spalanca all’improvviso. Mio padre è proprio davanti che ci guarda con occhi severi.
«Nikki devi andare adesso. Potrai venire un altro giorno, adesso la signorina ha un appuntamento» ci spiega lui mentre si sistema la cravatta.
Indossa il suo vestito migliore e non capisco il perché.
La mia amica annuisce intimorita dal tiranno e dopo avermi baciata sulla guancia esce lasciandomi da sola con lui.
«Cosa dobbiamo fare?» chiedo quasi a bassa voce.
«Mettiti il tuo vestito più bello. Dobbiamo cenere a casa del tuo futuro marito. I tuoi suoceri ti hanno dato un’altra opportunità e questa volta vedi di non fare cazzate. Intesi?»
Annuisco cercando di mantenere quel poco di dignità che mi è rimasta, cercando di apparire tranquilla mentre dentro di me sento che mi sto distruggendo ogni giorno di più.
 
 
 
 

***

 
 
Loooool… ciao a tutti :3 siamo ritornate con il penultimo capitolo di questa storia. Ci dispiace averci messo così tanto tempo, ma ora eccoci qui con un capitolo troppo triste. Mi sono sentita male mentre lo scrivevo çwç Francesca mi è stata di grande aiuto dicendomi cosa c’era di sbagliato e cosa invece andava bene :3 Vi è piaciuto? Che ne pensate? A voi la parola <3
Un bacione e grazie di essere ancora qui <3
Gra&Fra

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