Primo appuntamento...?

di Sherlock Holmes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo un pranzo ***
Capitolo 2: *** Ritardi e anelli mancanti ***
Capitolo 3: *** Illusione ***
Capitolo 4: *** Valgo così poco, per te? ***
Capitolo 5: *** Lei; di nuovo in fuga ***
Capitolo 6: *** E' giunto il momento ***
Capitolo 7: *** Giù la maschera ***



Capitolo 1
*** Solo un pranzo ***


POV IRENE ADLER

Non potevo crederci.
Proprio non riuscivo a capacitarmene!
Sherlock Holmes, il freddo, misogino consulente investigativo di Baker Street… mi aveva invitata a pranzo.
Un semplice e quantomeno cortese biglietto mi era stato recapitato da quel simpatico monello, con in testa perennemente un cilindro sgualcito, che rispondeva al nome di Wiggins.

«Ti prego gentilmente di non rifiutare il mio invito a pranzo presso il Royal Restaurant.
12.30.

Cordialmente,
Sherlock Holmes»

Ti prego.
Gentilmente…
Cordialmente!
Mai aveva usato tali parole con me, lui, che non riusciva nemmeno a pronunciare il mio nome!
 
Donna.
Così mi chiamava. Semplicemente.
 
Ed ora, invece…
Mi aveva riservato una cortesia quasi estrema.
Per quale motivo, di grazia?
Che quell’invito fosse… un appuntamento?
Oddio.
Avevo iniziato a pensare come una ragazzina?!
Preoccupante.
“Insomma, Irene! Smettila!
E’ un pranzo. Solo uno stupido pranzo.
Anzi, magari… Sherlock ha un secondo fine…”
A quel pensiero, mi intristii un poco.
“Probabile. Altamente probabile.”
 
Sospirai, scrollando la testa.
Ed aprii la porta del Cafè Royal.

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Capitolo 2
*** Ritardi e anelli mancanti ***


POV SHERLOCK HOLMES

Non arrivava.
Perché non arrivava?
Diamine!
Ero seduto a quel dannato tavolo da più di mezz’ora, ormai!
Fissai, forse per la quarantesima volta, il mio orologio da taschino.
“L’una e tre.”
Battei nervosamente le dita sul tavolo.
“E se… le fosse accaduto qualcosa?”
Forse, invece… non era voluta venire.
Non era la prima volta che non si presentava ad un incontro fissato.
Con me non l’aveva mai fatto; beh, non ancora, ma, d’altronde…
“C’è sempre una prima volta.”
Intascai la mia cipolla d’argento, sopirando.
Poi, mi alzai dal tavolo, facendo per andarmene…
 
POV IRENE ADLER
 
Chiesi al concierge del signor Holmes. E questi, con un sorriso, mi accompagnò ad uno dei tavoli laterali della sala ovoidale.
 
Lo vidi, in un elegante completo scuro, vestito di tutto punto.
E gli sorrisi.
 
POV SHERLOCK HOLMES
 
Rialzando lo sguardo, però…
I miei occhi incontrarono i suoi.
Mio Dio…
Era… da togliere il fiato.
Il suo vestito rosso la fasciava alla perfezione, ed esaltava le sue meravigliose curve.
Rimasi in piedi, fissandola, estasiato, mentre il maitre la faceva accomodare, tirandole indietro la sedia.
Solo dopo che Irene ebbe preso posto, l’uomo s’inchinò, lasciandoci, così, soli al tavolo.
- Sei… venuta, dunque.- articolai.
Ridacchiò, cristallina.
- Deduzione corretta, Sherlock.-
Mi fissò, senza cancellare il sorriso dal suo volto.
- Guarda che puoi sederti…- mi sussurrò.
Mi imbarazzai, appena.
E mi schiarii la voce.
- Naturalmente.- commentai, facendolo.
Il silenzio che seguì venne rotto da Irene.
- Ti vedo bene…- mormorò.
Io mi schiarii la voce.
- Beh… Sì. Ho… un po’ di carne al fuoco, diciamo. Un paio di casi interessanti.-
Non potetti far a meno di notare che l’anulare della sua mano sinistra era privo di anelli di fidanzamento…
- Aspetto il tuo, Sherlock…- mi sussurrò, notando la mia occhiata…
Di scatto, alzai la nuca, per leggere lo scherno negli occhi della Donna…
Invece… Irene era impassibile.
 
POV IRENE ADLER
 
A Sherlock, la mia parve un’affermazione scherzosa; e come tale la dissi.
Ma… vi era un fondo di verità, in essa…
Io lo aspettavo.
Sì.
Aspettavo che Sherlock Holmes si facesse avanti.
“Già; aspetta e spera, Irene.
Nei tuoi sogni, magari…”
Mi osservò.
Era teso. Stranamente teso…
Risi, ma gli non dissi ciò che lui desiderava udire.
Io, difatti… non smentii.

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Capitolo 3
*** Illusione ***


POV SHERLOCK HOLMES
 
Una sua risata.
Perché mi suonava… falsa?
Che davvero…  lei…?
Scacciai il ridicolo pensiero.
 
Il cameriere ci si accostò, ed ordinai una bottiglia di Borgogna.
Da cavaliere, lasciai che la prima a scegliere il piatto fosse Irene.
- Salmone in salsa verde.- decretò.
- Per due.- feci.
Non appena il cameriere si spostò al tavolo di fianco al nostro, Irene si sporse verso me.
- Vorrei sapere il motivo di quest’invito, Sherlock.-
Ero conscio del fatto che, prima o poi, durante il pranzo, Irene Adler mi avrebbe posto tal domanda a bruciapelo.
Eppure… Non mi ero preparato alcuna risposta.
Già.
Perché, di certo, mai le avrei rivelato la verità.
 
POV IRENE ADLER
 
Sembrò raggelarsi.
Si schiarì la voce, come per… prendere tempo…
Sì! Stava tergiversando!
Allora… Allora non aveva altri motivi, se non il voler restare semplicemente in mia compagnia!
 
Illusione.
Stupida illusione.
Infranta l’istante successivo.
- Mi chiedevo se… la Donna potesse mai divenire una mia agente all’interno dell’organizzazione Moriarty.-






N.d.A.: Mi scuso con tutti i lettori e le lettrici per il ritardo nel pubblicare questo capitolo e, anticipo, anche i seguenti.
Sto organizzando presentazioni ed incontri per promuovere il mio libro (un apocrifo su... indovinate? Sherlock Holmes! XD), e dunque invierò i capitoli di questa mia fic a rilento.
Chiedo ancora perdono!

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Capitolo 4
*** Valgo così poco, per te? ***


POV SHERLOCK HOLMES
 
Scusa inventata su due piedi. Credibile, almeno.
Irene, però… parve indispettirsi.
- Mi basta un sì o un no come risposta…- aggiunsi, abbozzando un sorriso.
La Donna scattò in piedi, stringendo convulsamente fra le sue dita affusolate il tovagliolo accanto al piatto.
- Valgo.. così poco, per te?- mi chiese, tra il mesto e l’irato.
Aggrottai la fronte.
- Come? – mormorai, incredulo.
 
POV IRENE ADLER
 
Fissai i miei occhi verdi, velati di una tristezza difficilmente mascherata, nei suoi, scuri e profondi.
- Sherlock… M-Mi stai… chiedendo di rischiare la mia vita per un paio di sporche informazioni?-
 
Lo sapevo. Lo sapevo…!
 “Stupida, stupida Irene.
Davvero credevi che quell’investigatoruncolo misogino nonché sociopatico potesse avere un vero interesse nei tuoi confronti? Che addirittura provasse qualcosa per te?”
Deglutii, appena.
“Sono solo una pedina. Una pedina della sua scacchiera.”
 
Il consulente investigativo di fronte a me rimase in silenzio. Un istante dopo, abbassò lo sguardo.
 
Adirata con lui e, soprattutto, con me stessa, gettai sul tavolo il tovagliolo che tenevo stretto fra le dita.
Gli diedi le spalle, recuperando la mia borsetta… Muovendo poi i primi passi verso l’uscita.

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Capitolo 5
*** Lei; di nuovo in fuga ***


POV SHERLOCK HOLMES
 
“Mossa sbagliata, Sherlock.” concretizzai, per poi alzarmi di scatto; istintivamente.
 
Lei… stava fuggendo da me! Di nuovo!
Ma, stavolta… stava accadendo per colpa mia.
Non potevo permetterglielo.
No.
 
Ma io… Io non avrei dovuto permettermi di mentirle così, solo per stupido orgoglio.
 
Fu grazie a questi pensieri o, forse, alla paura di perderla per sempre che… le presi la mano.
E la chiamai per nome.
- Irene…- sussurrai, appena… dolcemente… - Non andare.-
 
POV IRENE ADLER
 
Il suo gesto.
Forte, deciso… ma dolce.
Il suo tono.
Fermo, eppure… carezzevole.
Il suo pronunciare il mio nome.
Meraviglioso.
 
Mi trovai a perdermi  nell’oscurità dei suoi occhi…
- P-Perché dovrei farlo?-

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Capitolo 6
*** E' giunto il momento ***


POV SHERLOCK HOLMES
 
Dovevo… rivelarglielo?
- Ecco… io… non… ti ho invitata qui per proporti quello che entrambi consideriamo essere un suicidio…-
Mi schiarii la voce .
- Insomma… fare il doppio gioco con Moriarty non può essere considerato altrimenti.- esalai.
La fissai.
E… La voce mi morì in gola.
Come avrebbe reagito?
Sospirai, lievemente.
“Non puoi saperlo, Sherlock, se non tenti…”
Dovevo dirglielo. Ed accettarne le conseguenze.
- Ti ho chiesto di venire qui… per indurti a… stare con me. Anche solo per un giorno.-
Chinai appena lo sguardo.
Per la prima volta in vita mia… mi sentivo insicuro.
Su di lei, su di me… pressoché su tutto ciò che ci aveva portati qui, l’uno di fronte all’altra.
Lei… teneva a me?
E ciò che io sentivo dentro… Ciò che provavo per Irene Adler… era davvero amore?
Mi sfuggì un sorriso.
“Certo. Certo che lo è.”
 
POV IRENE ADLER
 
Stare con me.
Sherlock Holmes voleva solo stare al mio fianco.
Almeno per un giorno.
“Ora mi sveglierò. E tutto questo svanirà.” pensai, amaramente.
Invece…
Lui era davvero lì, accanto a me…!
Mi stava davvero tenendo la mano!
Mi stava davvero rivelando l’irrivelabile.
Sorrisi.
Non potevo fare altrimenti.
Sì, sorrisi di felicità.
 
Strinsi la mia mano nella sua, e quel mio lieve gesto gli fece alzare la nuca.
 
Lui vide.
Lui capì.
Certo. Era Sherlock Holmes, dopotutto.
Lui vedeva tutto. Lui capiva tutto.
E quel giorno comprese quant’io avessi agognato il sentirgli dire quelle parole.

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Capitolo 7
*** Giù la maschera ***


POV IRENE ADLER
 
Sherlock ricambiò il mio sorriso.
- Quindi…- iniziai, rimettendomi seduta.
Non staccai la mia mano dalla sua, sudata.
Il sudore. Unico segno corporeo del suo nervosismo.
-…in sintesi…- continuai – Questo è il nostro… primo appuntamento.-
Sherlock deglutì.
- Beh, possiamo… così definirlo, sì.-
Tirò le labbra, versandoci del Borgogna.
Alzai il calice, fissando poi l’investigatore.
- A noi due, allora.- feci, ammiccandogli.
Sherlock fece tintinnare il suo flute contro il mio.
- A noi due.- sussurrò, appena.
Bevvi un sorso del rosso.
- Vedi di farti perdonare questo scherzetto, Sherlock.-
Ridacchiò.
- Ti darò un po’ di vantaggio al nostro prossimo inseguimento.- mormorò di tutta risposta.
- Già vinco senza vantaggio…- gli sussurrai, sporgendomi verso di lui.
Gli sorrisi.
- Oh, beh, la prossima volta vorrà dire che ti straccerò!- esclamai.
Sherlock ricambiò il mio sorriso.
- Staremo a vedere.-
 
Un pensiero mi si profilò nella mente…
“Lui mi ama, così come io amo lui?”
L’investigatore, per tutta la sera, non staccò la sua mano dalla mia…
E il suo sguardo mi disse più di mille parole.
Già.
Sherlock Holmes si era calato la sua perenne maschera di impassibilità.
Per me. Solo per me.
Almeno per un giorno.
“Sì, Irene. Lui ti ama.
Ti ama di certo.”

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