Two worlds can collide

di mary_cyrus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Una giornata...storta? ***
Capitolo 2: *** 2 - Sylvia ***
Capitolo 3: *** 3 - Val ***
Capitolo 4: *** 4 - Shock, infarti ed improvvisi mancamenti ***
Capitolo 5: *** 5 - Cos’è l’amore??? ***
Capitolo 6: *** 6 - Risultati non proprio sperati ***
Capitolo 7: *** 7 - Hogsmade ***
Capitolo 8: *** 8 - Il cielo nei tuoi occhi ***
Capitolo 9: *** 9 - Il diavolo ha i capelli biondi ***
Capitolo 10: *** 10 - Il Summit Mondiale dei Maghi ***
Capitolo 11: *** 11 - Pasticcini rosa e torte alla crema ***
Capitolo 12: *** 12 - Punizioni e confessioni ***
Capitolo 13: *** 13 - Nuovi incontri, vecchie conoscenze ***
Capitolo 14: *** 14 - You’re my wishin’ star ***
Capitolo 15: *** 15 - Let yourself fall ***
Capitolo 16: *** 16 - Il segreto di Sylvia ***
Capitolo 17: *** 17 - Per sempre ***
Capitolo 18: *** 18 - Un cuore sincero ***



Capitolo 1
*** 1 - Una giornata...storta? ***


Ciao a tutti! Questa non è la mia prima fanfiction ma è la prima long-fic a capitoli che scrivo :)
Ho impiegato più di un anno a creare questa storia e a scriverla in modo che non risultasse banale ma, al contrario, potesse essere nuova ed interessante! Proprio perchè su Harry Potter si possono inventare infinite storie e noi siamo davvero grati a zia Row per aver creato questo meraviglioso mondo che, almeno per quanto mi riguarda, ha segnato la mia infanzia :)
Non voglio dilungarmi più di tanto, solo una piccola prefazione:
spero innanzitutto che vi piaccia e continuerete a seguire gli altri capitoli, vorrei che recensiste, anche brevemente, per farmi sapere cosa ne pensate, quindi esprimete pareri sia positivi che negativi perchè ho anche bisogno di alcune critiche per migliorare sempre di più ;) Detto ciò metterò un capitolo alla settimana, sono molto puntuale ahah :D

E adesso .... BUONA LETTURA!!!







 

Capitolo 1- Una giornata…storta?

Era una limpida mattina di metà Aprile, il sole stava sorgendo proprio in quel momento ed i suoi raggi, seppur ancora deboli, tingevano di caldi colori le cime dell’imponente castello di Hogwarts. La sveglia, fastidiosa come al solito, suonò puntuale alle sette. Mi rigirai nel letto, fino ad intravedere l’oggetto infernale posato sul comodino accanto a me; decisi di non spegnerla, ma di prenderla e lanciarla direttamente a terra. Così si stava decisamente meglio. Purtroppo, però, sono abituata a prendere le decisioni seguendo la ragione e non dando ascolto alla parte più irrazionale di me stessa. Perciò scesi dal letto ancora assonnata e andai verso il letto a baldacchino della mia amica.

“Gin…alzati, è ora di scendere per la colazione” mormorai, sperando che non facesse troppe storie. La sua risposta, se così si può definire, fu un mugolio che doveva per forza significare qualcosa del tipo ‘lasciami in pace, non lo vedi che sto dormendo?’

“Dai, su, svegliati! Non voglio fare tardi come sempre! Lo sai che poi Ron si mangia tutto il bacon!”

Ginny si tirò su con uno scatto, leggermente accigliata.

“E così è questo il tuo grande problema vitale, di prima mattina. Se mio fratello si mangia tutto il bacon.”

“Non solo, sempre se non vuoi contare che dobbiamo vestirci in fretta, correre su e giù per il castello per arrivare in orario a lezione,…”

“Ok, ok, come vuoi! Basta che non rincominci con la solita storia. Vado a vestirmi…” e così dicendo si diresse verso il bagno.

Lo so, spesso mi capita di essere un po’ troppo puntigliosa e maniaca della precisione, ma cosa posso farci? Dopotutto sono stata cresciuta da genitori babbani e loro non hanno mai usato la magia per arrivare in orario o per volare su una scopa magica fino al posto di lavoro. Aprii le tende e mi affacciai alla finestra. Respirai a pieni polmoni una boccata di aria fresca e mi sentii subito meglio. Passando molto tempo sui libri, non uscivo spesso nell’immenso parco della scuola, anche se Harry e Ron insistevano sempre, sostenendo che ‘troppo studio mi faceva male’. Prendendo una pausa dai miei insensati e sconnessi pensieri, mi resi conto che ero ancora in pigiama. Mi diressi verso l’armadio e lo aprii sconsolata alla vista di quello che c’era dentro. Come se avessi molta scelta! Presi la mia divisa scolastica ‘targata’ Grifondoro e la indossai.

“Ginny ci sei?” chissà perché, ma immaginavo già la sua risposta.

“Ehm…quasi! Tu intanto scendi pure, ti raggiungo subito!”

Come al solito. Quella ragazza non è mai pronta! Non riesco a capire come faccia ad impiegarci così tanto per vestirsi. Ah, no, è vero. Come dice sempre lei ‘guarda che io mi trucco anche!’. Chissà perché poi. Ha solo quindici anni ed è una ragazza bellissima, che bisogno ne ha? Io ho solo un anno più di lei e non mi faccio tutti questi problemi! Devo ammettere che sono fortunata a non avere brufoli ma… boh! Non la comprenderò mai a pieno quella li! E così dicendo tra me e me, arrivai alla sala grande, sperando che ci fosse ancora qualcosa da mangiare.
Vidi Harry e Ron seduti e li salutai con la mano. Mentre, però, mi dirigevo verso il tavolo mi inciampai e caddi come una stupida proprio sotto gli sguardi beffardi dei ragazzi del tavolo di Serpeverde, che scoppiarono in fragorose risate. Accidenti a Ginny e alle sue scarpe! Ha voluto a tutti i costi che indossassi i tacchi, pur sapendo perfettamente che, primo non ci so camminare, secondo non ho alcun bisogno di farmi notare da nessuno. Quando finalmente mi sedei, mi sentii davvero in pace.

“Buongiorno Hermione! Hai già cominciato bene la giornata direi” commentò Harry un po’ sarcastico, mentre Ron ridacchiava. Io mi limitai a lanciargli un’occhiataccia.

“Come mai sei così elegante oggi? A cosa dobbiamo l’onore?” mi chiese Ron senza togliersi dalla faccia quel sorrisetto beffardo. Anche se a mio malgrado, gli risposi.

“È tutta colpa di tua sorella! Da un po’ ha questa fissazione di voler fare la mia personal shopper e dirmi cosa indossare, come, quando e perché! Comincio ad essere leggermente stufa”.

Proprio in quel momento arrivò Ginny.

“Eccomi qua, buongiorno a tutti!” esclamò lei sorridendo.

“Guarda, guarda! Giusto di te, stavamo parlando!” le dissi in tono non proprio amichevole.

“C’è forse…qualche problema?”

“No, figurati! Solo che…” cominciai io.

“Solo che Hermione ha appena fatto la prima di una lunga serie di figuracce assicurate!” rispose per me Ron. Anche se io non avrei detto proprio la stessa cosa.

E così iniziarono a raccontare quanto accaduto poco prima, non senza battute e commenti vari. Non avevo alcuna intenzione di starli ad ascoltare, così mi voltai dalla parte opposta per finire la colazione in santa pace. Mentre sorseggiavo il mio cappuccino, notai una ragazza seduta in disparte pochi posti più in la; aveva i capelli castani scuri e un grosso ciuffo le copriva un occhio. Mi sembrava di non averla mai vista eppure…eravamo nella stessa Casa! Avrei tanto voluto chiederle perché era da sola, poi scorsi il libro su cui era china e non ebbi bisogno di una risposta. Anche io amavo leggere da sola, preferibilmente in un luogo tranquillo e la Sala Grande non rispecchiava proprio queste qualità.
Poiché avevo finito di mangiare, decisi di andare a parlare con lei e vedere quanto avevamo in comune.

“Ciao! Mi chiamo Hermione Granger e sono nella tua stessa Casa! Cosa stai leggendo di bello?”

La ragazza alzò lentamente la testa, come se stesse riemergendo da una lunga e complicata riflessione. Mi scrutò un momento e prese la parola.

“Piacere, io sono Valeria, per gli amici Val”. Ci fu un attimo di silenzio, come se stesse pensando alle parole più adatte da usare.

“A te piace molto leggere, non è vero? Ti vedo spesso in biblioteca”.

Li per li questa domanda mi spiazzò un po’, perché mi resi conto che forse Harry e Ron avevano ragione…passavo davvero troppo tempo chiusa la dentro!

“Ehm, si…leggo molto”. Poi il mio sguardo tornò sul suo libro. “Come hai detto che si intitola?”

“Oh! Hai ragione, non ti ho risposto. È una raccolta delle storie più belle su Sherlock Holmes. Lo avrò riletto mille volte! È uno dei miei libri preferiti!”.

“Davvero?! Anche a me è piaciuto molto!” esclamai felice per aver trovato almeno qualcosa di cui parlare. Per il momento.

“Assolutamente si! E poi Holmes…è semplicemente geniale!”.

Risi davvero di gusto quando disse quella frase. L’aveva pronunciata con un tono così particolare e convincente che le avrei creduto anche se non avessi mai letto il libro!

“Ora capisco perché eri così concentrata mentre lo leggevi!”.

“Già! Mi piace immedesimarmi nei personaggi e riflettere con loro nel corso della vicenda”.

Le rivolsi un sorriso, pensando che forse avevamo più in comune di quanto entrambe potessimo credere.

“Sai, sei davvero simpatica Val! Mi domando come mai non ci siamo incontrate prima d’ora”.

“Di solito preferisco stare per conto mio. Molte volte la gente crede di sapere tutto e invece si sbaglia di grosso! Giudicano ancora prima di conoscermi e poi raccontano in giro un sacco di storie assurde!”

“Ti capisco, e credimi che te lo sta dicendo una che è stata rinominata miss so-tutto-io!”

Ci guardammo un attimo negli occhi e subito dopo scoppiamo a ridere.

“Che lezioni hai adesso?” le domandai.

“Dunque, ora c’è…Trasfigurazione con la McGranit”.

“Fantastico, ce l’ho anch’io! Ti va di andarci insieme?”

“Ovvio che si! Dai, se ci sbrighiamo possiamo sederci vicine!”

E così dicendo ci dirigemmo verso l’aula, lasciando li Harry, Ron e Ginny, che stavano ancora chiacchierando amabilmente.

 

 

 

“I’m kinda like you

you’re kinda like me

we write the same song in a different key

it’s got a rhythm you and me can get along”

 

One and the same - Selena Gomez e Demi Lovato



 




 

 

Eccoci alla fine! Che ne dite? Vi ha invogliato ad andare avanti? ;)

I primi capitoli saranno un po' più brevi rispetto a quelli centrali, sono più che altro introduttivi per far prendere ritrmo alla storia :)

Fatemi sapere, anche brevemente, cosa ne pensate!

Grazie per chi ha letto e per chi recensirà!

Al prossimo capitolo!!!

 

-Mary-


 

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Capitolo 2
*** 2 - Sylvia ***


Capitolo 2- Sylvia

L’aula di Trasfigurazione era ancora semideserta quando arrivammo. C’erano solo quattro o cinque studenti riuniti in un gruppetto in fondo, che avevano l’aria di chi preferirebbe essere da qualche altra parte.

“Va bene se ci sediamo nella terza fila sulla destra? Di solito sono sempre li”. Proposi io

“Ok, tanto per me non fa alcuna differenza”.

“Come te la cavi con gli incantesimi, Val?”

“Non per vantarmi, ma sono piuttosto brava!”

“Meglio, così se studiamo insieme possiamo migliorarci a vicenda! Di solito sono sempre io ad insegnare agli altri”.

“Ti riferisci ai tuoi due amici con i quali formi il terzetto?”

“È così che siamo soprannominati?”

“A volte. Comunque vorrei sapere una cosa: com’è essere amica di Harry Potter?”

“In che senso?”

“Nel senso che vuoi tu”

“Ehm.. se non capisco la domanda, è difficile che io riesca a risponderti”.

“Beh, stando sempre insieme a lui è inevitabile che anche tu sia vittima di assurdi pettegolezzi”.

“Ah quello è sicuro! Pensa che una volta girava voce che io e lui fossimo fidanzati! Incredibile!”

“Infatti! E comunque tu adesso stai con…”.

“Buongiorno, ragazzi!”. Val non riuscì a terminare la frase che la voce altisonante della professoressa McGranit la sovrastò.

“Prego, prendete posto e ascoltatemi”.

“Chissà cosa dovrà dirci…” bisbigliai alla mia compare.

“Da oggi saremo tutti lieti di accogliere nella miglior maniera possibile una nuova studentessa ad Hogwarts. Il suo nome è Sylvia McRinald ed appartiene alla Casa dei Corvonero. Vorrei che la faceste sentire integrata e la aggiornaste sul programma scolastico. Prego signorina McRinald, venga avanti”.

Non appena la McGranit terminò la frase, tutti si voltarono indietro per osservare la nuova ragazza. Era difficile stabilire se la prima impressione fosse buona o pessima. Quello che era certo, però, era il modo elegante con cui entrò in classe: era abbastanza alta, aveva lunghissimi e liscissimi capelli di un biondo dorato lasciati sciolti sulle spalle, gli occhi azzurri brillavano come zaffiri, sul viso, dalla carnagione chiara ma visibilmente truccato, spuntava un mezzo sorrisetto, tra il furbo e il malizioso (o, al contrario, semplicemente innocente?); indossava la divisa dei Corvonero, perfettamente stirata e impeccabile in ogni sua parte, ai piedi portava un paio di ballerine nere di vernice lucida. Si avvicinò alla cattedra, lasciando dietro di sé un intenso profumo fruttato. Giunta al fianco della McGranit si voltò e cominciò a parlare.

“Salve a tutti, mi chiamo Sylvia McRinald e sono felicissima di essere qui ad Hogwarts! Spero proprio di trovarmi bene, ho sentito tanto parlare di questa scuola ed ha un’ottima reputazione. So che non ci si potrebbe iscrivere più in questo periodo, dal momento che tra pochi mesi finisce l’anno scolastico, ma il professor Silente, visti i miei voti superiori alla media e il mio desiderio di poter studiare qui, ha fatto un’eccezione. Spero che per voi non sia un problema avere una compagna in più”. E così dicendo fece un grosso sorriso.
Se pochi minuti fa, quando ha varcato la soglia dell’aula, mi era sembrata un’odiosa snob con la puzza sotto il naso, ora mi appariva molto più normale di quanto potesse essere. Eppure c’era ancora qualcosa che non mi convinceva…

“Ehi, Hermione, tu che ne pensi?” mi domando Val.

“Se devo essere sincera, ho ancora bisogno di conoscerla prima di poter dare un giudizio definitivo. All’inizio sembrava molto antipatica e altezzosa, mentre adesso… mi sembra una ragazza normalissima. A te che impressione ha fatto?”

“Credimi, non c’è molto da dire. Riconosco quelle come lei da lontano un miglio. Esteriormente appaiono come odiose ragazzine ricche e viziate, poi aprono bocca e magicamente diventano le umili ragazze della porta accanto. Ma in realtà non lo sono affatto. Restano sempre e comunque quelle snob e superficiali che il loro stesso aspetto fisico dimostra”.

Val mi sembrava molto convinta delle sue parole. Che avesse avuto qualche brutta esperienza in passato? Forse avrei dovuto ascoltarla, però ero sempre dell’idea che potevo almeno fare un piccolo sforzo per conoscerla. Magari poi non era così male. E se anche lo fosse stata, cosa mi sarebbe costato? Ingenuamente non sapevo ancora quale sarebbe stato il prezzo da pagare.

“Prego, signorina McRinald, si accomodi pure in quel banco libero in prima fila”.

“Subito, professoressa”. Rispose lei un po’ da lecchina.

Mentre si dirigeva al posto assegnatole, il suo sguardo cadde su di me. Esitò un istante, mi rivolse uno strano sorriso dal significato davvero indecifrabile, e poi si sedette.
Incredibile a dirsi, ma per la prima volta in vita mia ero più interessata a studiare la nuova arrivata invece che a seguire la lezione. Pensavo ad un pretesto per poter parlare con lei e conoscerla meglio. Ma da cosa potevo cominciare? Vedendomi così assorta nei miei pensieri, Val mi diede una piccola gomitata sul braccio.

“Ehi, Hermione! Ci sei? Sei sulla terra?!”

“Come? Ah sì, sì, scusa… stavo solo riflettendo sul da farsi”.

“E…cosa ci sarebbe da fare?”

“Te l’ho detto, voglio saperne di più su questa Sylvia”.

“Oh, ma sei proprio fissata! Ti ho già spiegato che quelle come lei è meglio perderle che trovarle!”.

“Fissata?! Ma se l’ho proposto solo una volta!”.

“Comunque dammi retta, lasciala perdere. È meglio per tutti”.

“E tu che ne sai?”

“Istinto”

“Ah beh! Se giudichi le persone in base all’istinto senza neanche provare a conoscerle!”.

“Infatti il mio istinto con te non ha sbagliato” mi rispose prontamente accennando un sorriso.

Certo che Val era proprio brava a confondermi le idee! E ora cosa dovevo fare? Rischiare tutto, come diceva lei, e parlare con Sylvia, oppure continuare la mia vita come se niente fosse?
Fortunatamente ci pensò la campanella a porre fine a questo drammatico dubbio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che ne dite? Come vi sembra Sylvia? Secondo voi ha ragione Val, o Hermione dovrebbe darle una possibilità?

Recensite e fatemi sapere il vostro parere!

See you soon, guys! ;)

 

-Mary-

 

 

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Capitolo 3
*** 3 - Val ***


Capitolo 3- Val

Ero davvero felice di uscire da quell’aula e di smettere di pensare a Sylvia. In quel momento passarono Harry e Ron.

“Ehi, Hermione! Come ci si sente ad avere una nuova rivale?” il sarcasmo di Ron era sempre irritante. Ma io, da persona tranquilla quale che sono, risposi pacatamente.

“Rivale? Ti riferisci a Sylvia? Ma se non ha neanche aperto bocca!”.

“Non ancora! Ma l’hai sentita, no? ‘I miei voti superiori alla media’! Ammettilo, Hermione, ti ha lanciato una sfida!” continuò con aria divertita.

“Una sfida?! Tu hai davvero dei problemi Ronald! Non credo che tu sia sano di mente”.

“Scusate, non vorrei interrompervi, ma dovremmo andare agli allenamenti di Quidditch” esordì Harry.

“Bene, così magari prendi un po’ d’aria e ti rendi conto delle stupidaggini che hai appena detto!” dissi a Ron.

“Niente affatto! Forse lo credi tu, ma hai visto come ti ha guardata prima? Sembrava che sapesse già tutto di te”. Queste sue ultime parole mi lasciarono un po’ interdetta. Infatti non risposi, mi limitai a salutarli e continuai ad aspettare Val, chiedendomi che fine avesse fatto.

“Ciao”. Sussultai appena quando sentii questa voce, incapace di riconoscerla come amica o nemica.

“Ti ho spaventata?” mi voltai e vidi…

“Sylvia?!” era proprio lei, in piedi davanti a me con in mano una pila di libri e sulla spalla reggeva una grossa borsa, evidentemente piena anche quella.

“Non volevo disturbarti, ma mi stavo chiedendo se potessi darmi l’orario delle lezioni”.

Ora la sua voce era molto diversa da quella di quando, poco fa, aveva parlato in classe. Non sembrava più quella ragazza spavalda e sfacciata, al contrario, era timida ed insicura.

“Certo, dovrei averne una copia in borsa” ci guardai e, come avevo detto, ne possedevo una.

“Tieni. Se hai qualche dubbio o hai bisogno di una mano, non esitare a chiedere”.

“Grazie. Beh, se dovessi…”

“Hermione! Andiamo?” non terminò la frase, che Val mi aveva afferrata per un braccio e mi stava trascinando via.

“Aspetta, fermati! Fammi finire di parlare con lei!” Val fece una smorfia, incrociò le braccia e sussurrò tra i denti: “Ti do cinque secondi!”.

“Scusala Sylvia, a volte è un po’ impulsiva. Cosa stavi dicendo?” improvvisamente le tornò sulla faccia quel ghigno-sorrisetto beffardo.

“Uhm, niente. Allora, ci si vede Granger!”. Quel suo cambiamento mi lasciò di stucco. Solo poco dopo riflettei sulle sue parole.

“Ehi, come fai a sapere come mi chiamo?”

“Beh, chi non conosce Hermione Granger, la miglior studentessa della scuola”. E così dicendo se ne andò, lasciandomi ancora più perplessa di prima.

“Vogliamo andare?!” insistette Val.

“Ok, ma…dove?”

“Ti porto nel mio posto segreto! Così possiamo finalmente stare un po’ tranquille!”.

Sinceramente ero troppo confusa per riflettere lucidamente su ciò che aveva appena detto, così annuii senza troppe parole. Uscimmo dal castello e ci dirigemmo verso il giardino; iniziammo a percorrere il vasto prato in direzione del Lago Nero. Ci volle un po’ per arrivare, dal momento che il luogo che Val conosceva non era proprio vicinissimo a dove solitamente stavano tutti gli studenti. Direi che era abbastanza appartato, ma quando fummo arrivate percepii un’insolita tranquillità.

“Eccoci qua! Ti piace?”

Mi guardai intorno per esaminare quel nuovo ambiente e sorrisi quando realizzai quanto fosse meraviglioso. Sulla nostra sinistra iniziava una serie di alberi di ciliegio in fiore profumatissimi ed i petali, talvolta staccati dal vento, cadevano dolcemente sull’erba soffice; di fronte a noi si espandeva l’immenso lago dall’acqua scurissima e, se si faceva sufficiente silenzio, si riusciva ad udire persino il rumore che provocava la brezza leggera alle sue piccole onde.

“Ma…è stupendo!” esclamai estasiata.

“Te lo avevo detto! Io vengo qui molto spesso…c’e pace…tranquillità…un vero paradiso!”

Era impossibile trovare aggettivi che potessero essere adatti a descrivere quel posto. Potevi semplicemente rimanere a contemplarlo per ore…

“Bene, e ora… possiamo dedicare un po’ di tempo a noi due! Sarebbe fantastico conoscerci meglio!” propose Val allegramente.

“Ok…cosa vuoi sapere?” cominciai io un po’ timidamente.

“Mhmmm…bah, vediamo… ah, sì, giusto! Prima ti stavo chiedendo di Ron. Siete fidanzati, no?”

“Sì, esatto. Perchè me lo chiedi?”

“No, così, tanto per dire qualcosa…”

“E tu? Ti piace qualcuno?”

In quel momento Val scoppiò in una fragorosa risata.

“Ahahaha! Ma dai! Mi hai vista bene? Ti sembro una che ha voglia di avere una palla al piede? No, grazie! Assolutamente no! E poi… il mio unico amore è Johnny Depp! E tu lo conosci per forza, sei di origini babbane”.

“Sì, certo che so chi è, ma… non ha leggermente qualche anno più di te?”. Speravo davvero di non averla offesa.

“Certo, ma conosci il detto ‘al cuore non si comanda’?”

Le rivolsi un sorriso e mi sentii davvero felice. Quello fu il giorno più bello della mia vita: avevo trovato una persona fantastica con cui potevo essere totalmente me stessa, avevamo gli stessi interessi e lei era così spontanea… così sfrontata… era davvero unica e nel mio cuore sentivo che questa nostra amicizia ci avrebbe unito in un modo indescrivibilmente particolare. Avremmo potuto aiutarci l’un l’altra perché eravamo molto diverse ma allo stesso tempo ci completavamo a vicenda.
Continuammo a chiacchierare per un bel po’, sperando che l’ora della lezione seguente non giungesse mai. Val mi raccontò molto di sé ed io feci altrettanto. Quel luogo, quell’atmosfera… tutto sembrava surreale… ma era vero… era tutto meravigliosamente vero.

 

 

There’s a place for us,

more than just a prayer or anything we ever dreamed of

so when you feel giving up

cause you don’t fit in down here

fear is crashing in, close your eyes and take my hand”

 

There’s a place for us - Sonhora

 

 

 

 

 

E...eccoci alla fine di un altro capitolo!!! State famigliarizzando con le “new entry” della storia? Spero di sì perchè dal prossimo capitolo in poi non potrete fare a meno di schierarvi con uno dei personaggi.

Nuovi intrecci, colpi di scena e sorprese sono proprio dietro l'anogolo!

Bene, spero che mi lasciate un commentino per sapere se la storia è sempre di vostro gradimento :)

Grazie a tutti!!!

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Capitolo 4
*** 4 - Shock, infarti ed improvvisi mancamenti ***


Scusate per il ritardo, ma sono stata in vacanza ^-^ e li non avevo il pc ma solo l'iphone e direi che era un po' impossibile aggiornare lol

Cooomunque, per farmi perdonare ecco il tanto atteso (?) nuovo capitolo, spero vi piaccia :D














 

Capitolo 4- Shock, infarti ed improvvisi mancamenti

“E quindi Silente quest’anno ha deciso di riassumerlo? Insegnerà Difesa contro le Arti Oscure?”

“Precisamente! Harry, Ron ed io ne siamo entusiasti! È un professore davvero eccezionale!”

“Se lo dici tu, allora mi fido. Peccato non essermi iscritta al suo corso da inizio anno”.

“Già, ti sei persa delle lezioni davvero interessanti! Ma non preoccuparti, mancano ancora due mesi alla fine dell’anno scolastico, il programma non è ancora terminato e, se ti va, posso aiutarti a metterti in pari”.

“Grazie mille, Hermione, sei davvero la migliore!”

“Figurati!” risposi arrossendo leggermente. Nessuna ragazza, o meglio, amica, mi aveva mai fatto un complimento del genere. Forse solo per interesse personale.

Mentre ci dirigevamo verso l’aula in cui si sarebbe tenuta la lezione, sopraggiunsero Harry e Ron.

“Hei, Hermione!” mi salutò Harry. “Ciao anche a te…”

“Valeria, per gli amici Val”

“Piacere, io sono…”

“Harry Potter! E chi non lo sa!”

“E io sono Ron”. Poi si rivolse a me e mi diede un bacio sulla guancia.

“Tutto bene, Herm?”

“Sì, grazie, e voi? Gli allenamenti?”

“Faticosi come al solito” risposero in coro i due ragazzi.

E così dicendo ci accingemmo a prendere posto nei nostri soliti banchi. La lezione non era ancora cominciata, ma il professore era già seduto alla cattedra, intento a sfogliare freneticamente un libro alla ricerca di chi sa cosa solo lui sapeva. In quel momento mi accorsi che Val era rimasta indietro.

“Ehm, Val ci sei?” mi voltai e mi accorsi che era rimasta impalata, in piedi tra due file di banchi e fissava dritta davanti a se.

“Val, ma che…” spostai lo sguardo nel punto esatto in cui i suoi occhi si erano fermati. Speravo di sbagliarmi, anzi, non lo credevo possibile. Sicuramente mi sbagliavo.

“Hermione…” aveva un filo di voce, come se stesse vivendo una specie di visione.

“Chi è…lui?” terminò la frase e a quel punto ebbi la conferma che purtroppo non mi sbagliavo.

“Ehm, lui è l’insegnante di cui ti stavo parlando, il professor R.J. Lupin”

“Davvero, perché non mi sono iscritta subito a questo corso?” sembrava non mi stesse neanche ascoltando. Così le domandai sarcasticamente, tanto per sdrammatizzare la situazione (che più che altro era drammatica per me).

“Non mi dirai che ti sei innamorata di lui a prima vista?!”

“Guarda che è un uomo affascinante!”

La sua risposta mi aveva letteralmente spiazzato. Insomma, non avevo mai pensato una cosa del genere nei confronti di qualcuno molto più grande di me! Decisi di lasciarla perdere per qualche minuto, in modo che si riprendesse da quell’ ‘incontro-shock’. Proprio in quel momento ebbi io uno shock. Pochi banchi più avanti era seduta la mia nuova conoscenza, buona o cattiva, ancora non lo sapevo. Sylvia. Le passai accanto e mi limitai ad un semplice gesto della mano, poi mi sedetti. Forse era quella la cosa migliore da fare: aspettare che fosse lei a cercarmi e non il contrario.

“Salve a tutti ragazzi!” salutò caloroso Lupin.

“Bene, bene, vedo che oggi abbiamo due nuove aggiunte! Come vi chiamate?”

Ovviamente Sylvia si alzò in piedi per prima.

“Mi chiamo Sylvia McRinald e sono entusiasta di prendere parte a questo corso!”

“Ma si è iscritta a tutti i corsi della scuola?!” mi bisbigliò Ron all’orecchio.

“E io sono Valeria…” sì, decisamente non si era ancora ripresa.

“Io sono il professor Lupin e solitamente insegno Difesa contro le Arti Oscure. Ma oggi avevo in mente un’idea migliore. Sì, perché è vero che è importante apprendere gli incantesimi ed essere pronti sul programma scolastico, ma ritengo che sia ancora più importante conoscere sé stessi e capire i veri valori della vita”.

Nessuno fiatava, tutti lo ascoltavano con la massima attenzione, cercando di capire dove volesse arrivare.

“Perciò ho pensato di assegnarvi una ricerca da svolgere in gruppo”.

“Meno male, è solo una ricerca! E io che pensavo chissà cosa!” Ron tirò un grosso sospiro di sollievo. “Beh, potremmo metterci in gruppo come al solito e magari, Hermione, potresti darmi una mano…”.

“E i gruppi sarò io a sceglierli, Weasley. Non per rovinare i tuoi piani, eh..”. aggiunse prontamente Lupin.

“Accidenti, e ora come farò!” esclamò Ron sconsolato.

“Vediamo di che si tratta, almeno! Magari poi non è così difficile” dissi cercando di incoraggiarlo.

Lupin stava scrivendo alla lavagna e non appena si spostò e vidi le parole scritte, ebbi un improvviso mancamento. ‘AMORE. UNA PAROLA DI SOLE CINQUE LETTERE MA CON UN MILIONE DI SIGNIFICATI. COSA VUOL DIRE PER TE AMORE?’.

L’incredulità non era dipinta solo sulla mia faccia, ma anche su tutte quelle del resto della classe.

“Su, non fate così! Non è poi così drammatica la faccenda! Basterà fare un paio di domande a voi stessi, che vi aiutino a conoscervi davvero. Ma soprattutto, dovrete essere sinceri, aprire completamente il vostro cuore, senza alcuna paura. Forse adesso non ve ne accorgerete subito, ma alla fine della vostra ‘ricerca’ vi sentirete delle persone totalmente nuove. I sentimenti più strani ed incomprensibili, infatti, risiedono in un luogo davvero profondo e ben nascosto, non facile da raggiungere. Solo con la purezza e la sensibilità avrete la chiave di tutto. Detto ciò, avete tre settimane di tempo da domani; i nomi dei gruppi potrete trovarli domani mattina qui in aula. Buona fortuna a tutti!”.


















 

Allora? Vi è piaciuta la sorpresa di Lupin? Secondo voi come reagiranno i nostri (?) amici? Direi che si può percepire l'entusiasmo ahah

Se siete curiosi non perdete i prossimi capitoli!

Grazie a tutti coloro che stanno leggendo la storia, i vostri commenti mi rendono davvero orgogliosa, grazie a tutti :')

 

-Mary-

 

 

 

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Capitolo 5
*** 5 - Cos’è l’amore??? ***


Capitolo 5- Cos’è l’amore???

“No, ma dico, STA SCHERZANDO VERO?????” urlò Ron precipitandosi fuori dall’aula come un pazzo isterico. “Ormai il primo Aprile è passato da un bel po’!”

Sul momento non fiatai, non risposi. A dire il vero non stavo neanche prendendo parte alla conversazione. I suoni che sentivo non formavano parole di senso compiuto nella mia mente. Ero troppo intenta a cercare di capire cosa volesse e soprattutto dove volesse arrivare Lupin. Mi voltai verso Val per scrutare i pensieri sul suo volto. Anche lei non sembrava convinta di quanto successo, e discuteva animatamente con Ron.

“Beh, evidentemente se ha dato questa ricerca un motivo ci sarà!” intervenne lei.

“Evidentemente tu non conosci Lupin!” la zittì Ron. “Non è il tipo che fa queste cose…sicuramente qui c’è lo zampino di Silente…”

“Ma perché Silente vorrebbe dei consigli adolescenziali sull’amore?” s’intromise Harry.

“Forse…” iniziai io, riemersa come da un’altra dimensione. “Forse è una specie di prova…magari ci aspetta qualcosa di simile il prossimo anno e vogliono darcene un assaggio…”

“Hermione, in tutta sincerità…non credo proprio che agli esami finali ci chiederanno una terapia di gruppo sui ‘grandi misteri della vita’” e così dicendo Harry fece il gesto delle virgolette con le dita.

In quel momento passò Sylvia.

“Grandissima lezione! A mio parere, una delle più interessanti finora! Non lo credete anche voi?”

Ai suoi occhi i nostri volti apparvero come dei giganteschi punti interrogativi.

“Beh? Che ho detto di male? Non siete eccitati anche voi di sapere il vostro gruppo domani mattina? Se vi interessa, mi sono fatta dare qualche anticipazione!”

Non la capivo, davvero. Più la conoscevo, più non la capivo…Ora non sembrava né la timida ragazzina di questa mattina dopo Trasfigurazione, né la biondona spavalda.

“Infatti” proseguì lei “il professore mi ha detto che i gruppi non saranno formati esclusivamente da componenti della stessa Casa, in quanto questa ricerca è stata estesa a tutte le Case del sesto anno! Davvero, non vedo l’ora di conoscere nuove persone!” e così dicendo si allontanò rivolgendoci un grosso ‘ciao’ con la mano.

“Comincio a pensare che non sia del tutto a posto quella!” affermò Ron

“E te ne accorgi solo ora?!” rispose Val ironica

 

*

 

Dopo quell’estenuante giornata la sola cosa che desideravo era sdraiarmi sul mio letto e non pensare più a niente. Né alle persone con cui mi sarei potuta ritrovare in gruppo il giorno seguente, né a Sylvia e a quanto Val e Ron avevano detto su di lei, né a cosa avrei scritto in quella ricerca. Perché questa era la verità: io non sapevo assolutamente cosa avrei messo nero su bianco per quella ricerca!
L’amore. Cos’è l’amore? Bella domanda, caro professore! Cercavo di riflettere su quanto aveva detto…“Basterà fare un paio di domande a voi stessi, che vi aiutino a conoscervi davvero. Ma soprattutto, dovrete essere sinceri, aprire completamente il vostro cuore, senza alcuna paura”
Domande a me stessa…cosa dovrei chiedermi? Cos’è questo sentimento per me? È una domanda troppo introspettiva e poco razionale per una come me!
“I sentimenti più strani ed incomprensibili, infatti, risiedono in un luogo davvero profondo e ben nascosto, non facile da raggiungere. Solo con la purezza e la sensibilità avrete la chiave di tutto”
Belle parole, ma dove sarebbe questo posto? Scommetto che non è segnato neanche sulla mappa del Malandrino di Harry!
Ed oltre tutto non so nemmeno con chi capiterò! Uffa!!! Non ne posso più!!! Forse queste ultime parole non le dissi soltanto nella mia mente.

“Hermione! Che succede? Brutta giornata?” infatti Ginny, entrata proprio in quel momento, mi aveva sentita.

“Non te lo immagini neanche…se te lo dicessi, non mi crederesti!”

“Se posso esserti utile, ti ascolto”

E così le raccontai quanto accaduto, senza tralasciare alcun particolare.

“Caspita! Fortuna che io sono ancora al quinto anno!”

“Così non mi aiuti Ginny…”

“Hai ragione, scusa…” sembrò prendersi un attimo per riflettere. “Ci sono! Perché non cominci proprio da te?”

“In che senso?” le domandai confusa

“Ma sì, dalla tua relazione con mio fratello! Potresti iniziare col dire cosa provi per lui, come ti senti quando siete insieme, eccetera”

“Sì, ci avevo pensato, però..”

“Però?”

“Mi sembra un po’ troppo banale, non credo sia questo lo scopo del compito…”

Ginny non mi rispose. Probabilmente stava riflettendo su quanto le avevo appena detto.

“In questo caso, Herm, non so proprio cosa dirti…io avrei fatto a modo mio…”

“Grazie, Gin, mi sei stata preziosissima!” risposi sarcastica.

E per tutta risposta mi beccai un cuscino in faccia.

“Se la metti così…” la guardai con aria di sfida

“GUERRA COI CUSCINI!!!!!!” urlammo in coro

Nonostante l’assurda e mentalmente stancante giornata, nonostante l’estenuante ‘lotta amichevole’ con Ginny, non riuscivo a prendere sonno. Continuavo a rigirarmi nel letto, a coprirmi, a scoprirmi. Tant’è la mia mente tornava sempre ad oggi pomeriggio. Basta! Non voglio più pensarci! A dire la verità, poi, la cosa che mi preoccupava più di tutte era con chi sarei finita. Insomma, non che io avessi qualcosa contro le altre Case, ma se fossi capitata con qualche Serpeverde…allora sì che sarebbe stato un disastro! Sono tutti così…così…viscidi! E falsi. E presuntuosi. E mi odiano.
Più continuavo a pensare e più guardavo la mia sveglia, più mi accorgevo che l’alba si stava avvicinando. Le lancette segnavano le 3:00 in punto. Mi misi il cuscino sulla faccia e trattenei il fiato per qualche secondo.
Basta, dovevo assolutamente riposare qualche ora. E così dicendo, anche se poco convinta, mi girai su un fianco e chiusi gli occhi, sperando di non avere incubi a causa di Lupin e della sua stupida ricerca.



















 

Eccomiiiiiiiii!!!!

Ahaha Sylvia si distingue sempre! ;D

E adesso? Bel dilemma! Ci sarà chi magari avrà le idee più chiare, ma in questo caso sempbra proprio che Hermione non sappia da che parte cominciare.

Soprattutto considerando i membri del suo gruppo!

Secondo voi cosa escogiterà? Dai, fatemi sentire un po' i vostri pareri!

Grazie a chi legge, siete davvero meravigliosi! E un grazie particolare anche a chi recensisce, tra cui

 

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Capitolo 6
*** 6 - Risultati non proprio sperati ***


Capitolo 6- Risultati non proprio sperati

“Buongiorno Hermione, ben alz…AHHH!!!!”

Credo proprio che il rumoroso urlo appena uscito dalla bocca di Val sia dovuto alla mia faccia.

“Lo so, non dirmi niente, non ho chiuso occhio stanotte…”

“Ansiosa per i risultati?” ovviamente conosceva già la risposta. “Dai, andiamo a vederli!”

E così ci dirigemmo verso l’aula di Difesa contro le Arti oscure, di cui non si vedeva neanche la porta a causa della folla ammassata davanti.
Infatti, proprio dirimpetto alla classe, attaccata al muro c’era la bacheca alla quale, presumibilmente, erano stati appesi i nomi degli studenti ed i relativi gruppi.
Tirando un sospiro, non certo di sollievo, mi avvicinai.

“Scusate, permesso…scusa…ci sono quasiiii”

Finalmente. Eccomi. Arrivata a destinazione. Proprio dove volevo essere da più di dodici ore. Adesso, però, temevo il responso di quel pezzo di pergamena.

“Allora, lo guardi o non lo guardi?” mi incalzò Val, che nel frattempo si era fatta strada tra la folla

Va bene.
Tanto prima o poi avrei dovuto leggerli.
Strizzai leggermente le palpebre per assicurarmi di vedere al meglio.
Cercai il mio cognome. Granger, Granger…ah eccolo.
Stavo sudando freddo.

Lessi. ‘Granger Hermione. Brown Lavanda. Ringlet Valeria.’
Ok, fino ad ora non c’è male… Me ne resta ancora uno da guardare.
Non avevo il coraggio.
Dopotutto, anche se fosse stato un Serpeverde, come simpatie (se può valere anche Lavanda…) eravamo tre a uno!
Spostai la mano e visualizzai le lettere che formavano l’ultimo nome.
‘Malfoy Draco’.
Spacciata! Semplicemente spacciata. Mi diressi verso il muro opposto cercando di uscire da quella bolgia. Avevo un sorriso ebete sulla faccia. Si potrebbe definire tra lo ‘spacciato senza via d’uscita’ e ‘questo voto sarà talmente basso da non essere nemmeno classificato tra i voti esistenti’. Mi sedetti per terra a gambe incrociate.

“Ehi, Herm! Su col morale! Poteva andare peggio! Almeno siamo insieme”.

Su quello aveva ragione. Però anche Lavanda non era una cima a scuola. E neppure tutta questa simpatia.

“Cosa ne pensi?”

Alzai la testa e mi resi conto che mentre navigavo tra i miei assurdi pensieri Val mi stava parlando.

“Eh? Scusa non ti stavo ascoltando…”

“Vedo. Comunque, stavo dicendo che potremmo basarci sul nostro operato e a quei due babbei far mettere solo la loro firma. Che te ne pare?”

“È qui che ti sbagli, cara Val. Malfoy non è un babbeo. Passi per Lavanda, ma per lui no. Se lo fosse non ci sarebbe un problema, e se non ci fosse un problema non sarei in crisi non credi?”

“Guarda che lo conosco! So chi è!”

“Appunto, quindi non avresti neanche dovuto dirlo!”

“Scusami tanto se cercavo un barlume di speranza nella sfiga nera!” questa volta aveva alzato la voce ed era anche piuttosto irritata. In effetti aveva ragione lei. Me la stavo prendendo con la persona sbagliata.

“Scusa, Val, mi dispiace…Il fatto è che quando c’è di mezzo quello lì non succede mai niente di positivo! L’ultima volta ci ha fatto finire nell’ufficio della Umbridge e ti assicuro che non è stato affatto divertente! Per non parlare della volta in cui abbiamo dovuto passare la notte nella Foresta Proibita!”

“Ahahah! La Donna In Rosa!”

“Non è divertente!”

“Scusa”

“Non c’è altra soluzione”

“Cosa hai deciso, cara?” si era a sua volta seduta ed aveva incrociato anche le dita delle mani, in attesa che le rispondessi.

“Ovvio, no?! Non mi resta altro da fare se non andare a parlare di persona con Malfoy!”

“Così si fa! Ben detto!” Non sapevo se mi stesse prendendo in giro o dicesse sul serio. Infatti la guardai con una stana faccia inarcando vistosamente le sopracciglia.

“Dico davvero! Solo che…”

“Che?”

“Cosa hai intenzione di dirgli?”

Accidenti è vero! In effetti non sapevo assolutamente cosa gli avrei detto. Non che in questi anni le nostre conversazioni fossero state particolarmente memorabili ed eclatanti. A parte quando mi aveva chiamata ‘Mezzosangue’. Improvvisamente mi rabbuiai e chinai la testa. Probabilmente Val se ne accorse, ma non disse nulla. Mi tornò in mente quella scena, limpidissima cose se fosse accaduta ieri. ‘Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca Mezzosangue” Sentii i miei occhi che si velavano di lacrime e me ne scese una sulla guancia. Mi aveva ferita. Quella volta mi aveva davvero ferita… Sospirai e mi tirai su.

“Tieni” Val mi porse un fazzoletto. La ringraziai con lo sguardo.

“Non ti ho voluta interrompere” proseguì lei “Ho visto che eri in riflessione”

“Più che in riflessione, ero immersa nei ricordi…”

“Non molto allegri a quanto vedo” abbozzò un timido sorriso

“Non molto” ricambiai e mi alzai.

“Allora? Mi aiuti a cercarlo?” proposi io, tentando di scacciare dalla mia mente i pensieri di prima

“Certo!”

 

*

 

Tirai fuori dalla borsa il foglio con gli orari delle lezioni e cominciai a pensare in quale aula potesse trovarsi Malfoy.
Sfortunatamente, oggi che mi serviva, Grifondoro non aveva nessuna lezione con i Serpeverde. Continuammo a procedere a passo spedito per i corridoi del castello, quando all’improvviso Val mi bloccò.

“Ehi, guarda! Non è lui, quello?”

Seguii con gli occhi il punto indicato dalla mia amica ed effettivamente lo vidi. Era in piedi, appoggiato ad uno scaffale che sfogliava le pagine di un libro.

“Ma che ci fa in biblioteca?!” esclamai sorpresa “Ci verrà una volta all’anno, se va bene!” mi stupii.

“Shhh!!! Non urlare, altrimenti ci scopre!”

“Val, non siamo in missione per l’FBI. Tanto ora mi sentirà per forza”

Stavo per varcare la soglia della stanza quando ad un tratto mi bloccai. Non avevo ancora pensato a cosa dirgli.

“Beh? Il capo della ‘missione’ ci ha ripensato?”

Non la ascoltai e procedetti dritta verso di lui. Quel che sarebbe successo, sarebbe successo. Mi voltai solo un attimo e le feci cenno con la testa di andarsene. Mi dava una certa ansia saperla lì ad osservarmi. Ok, piano…piano… Ma che sto dicendo?! Piano? Mica devo attaccare una preda! Piuttosto sarà lui ad attaccare me. Fai un bel respiro e…

“Ciao” Andata! La prima mossa è fatta!

Lui alzò lentamente la testa dal libro e si voltò verso di me, con un’aria un po’ sorpresa. E come biasimarlo?

“Oh, ciao Granger” poi tornò a leggere il libro.

Bene. Ed ora come continuo? Ma scusa, dopotutto che me ne importa della figura che ci faccio, tanto lui mi odia lo comunque, stesso gruppo di ricerca o no! Tanto vale provare!

“Ho notato che siamo nello stesso gruppo per la ricerca del professor Lupin”

“Sì, ho visto. C’è anche quella palla al piede della Brown. Neppure carina, oltretutto” rispose senza neanche distogliere gli occhi dal libro.

“Ehm…già… Cosa stai leggendo?” La buttai lì, non sapevo proprio che dire.

“Occlumanzia. È un’arte affascinante non trovi?”

Sinceramente non era mai stata tra le mie preferite, ma qualcosa dovevo pur rispondere, già che ero riuscita ad intavolare una conversazione. E stranamente Malfoy era anche tranquillo.

“Hai il suo fascino, sì” Una risposta più idiota no, eh?

“Suppongo che tu sia venuta a chiedermi qualcosa…”

“Beh, leggi proprio bene la mente” mi scappò una risatina. Decisamente fuori luogo. Decisamente brutta come battuta.

“Allora sei anche spiritosa. Un lato di te che non conoscevo, Granger”

Era un complimento? Mi stava prendendo in giro? Perché era sempre così difficile capirlo?

“In realtà sono un po’ nervosa…” Pessima mossa mostrarti vulnerabile Hermione, pessima mossa!

“E per quale motivo?” Finalmente chiuse quel dannatissimo libro. “Oh. Ti riferisci alla nostra ostilità? Cose da bambini, ormai siamo grandi”

“Ti ricordo che quando ci hai sbattuti dalla Umbridge era l’anno scorso!” le dissi amaramente ironica.

“Appunto. Tempi passati” Ripose il libro sullo scaffale ed incrociò le braccia al petto. “Perchè sei venuta a cercarmi?”

“Io, beh… volevo parlarti della ricerca”

“Bene. Perché sappi che prima la finiamo, prima posso dedicarmi ad altro”

“E cioè?” quella piccola domanda mi scappò di bocca inconsciamente.

“Da quando ti interessa quello che faccio?” non sembrava arrabbiato, però.

“Hai ragione, scusa” avevo dato ragione a Malfoy. E mi ero anche scusata! Ok, avevo qualche serio problema.

“Comunque…ti andrebbe di vederci questo pomeriggio ad Hogsmade? Potremmo andare ai ‘Tre manici di scopa’ a bere una burrobirra e a buttare giù qualche idea” propose lui.

Rimasi un attimo perplessa, non sapevo bene cosa rispondere. Non ero abituata ad accettare un invito da parte di un Serpeverde. Specialmente se si trattava di Malfoy. Ma lui mi anticipò.

“Ovviamente con tutto il gruppo, era sottointeso”

Che sciocca! Ed io che avevo pensato si riferisse solo a noi due!

“Certo, va bene. Facciamo alle tre?”

“Alle tre ad Hogsmade”

“Ok…allora…a dopo”

“A dopo, Granger”

Mi voltai e mi diressi verso la porta dalla quale ero entrata. Mi guardai intorno per vedere se Val fosse rimasta. No, probabilmente se n’era andata.

“SORPRESA! Allora? Come è andata?”

“Val, MA SEI MATTA? Come ti viene in mente di spuntare urlando alle mie spalle?!”

“Scusa! In realtà è una vita che sono nascosta dietro al muro”

“Val! Non te ne dovevi andare?”

“Cosa vuoi che ti dica? Sono una donna curiosa”

“Non fa per niente ridere!”

“Comunque ho visto che ti sei intesa bene con il Serpeverde. Il tuo fascino l’ho soggiogato!”

“Ma piantala! Tu non sei per niente a posto cara!”

“Non sarò a posto ma ci vedo bene!”

“Ma se porti le lenti a contatto”

“Beh, comunque so quel che ho visto! Quello non era Malfoy! E tu sembravi una balbuziente!”

“Ah davvero? Allora perché non ci parli tu la prossima volta?!”

“Tanto non dobbiamo vederlo oggi?”

“Giusto. E vedi bene di esserci! Anzi, già che hai tanta voglia di parlare, vai a cercare Lavanda ed informala”

“Agli ordini capo!” scherzò lei.

 

 

 

 

 

 

Come potete notare, i capitoli si stanno allungando, siamo entrati nel vivo della storia!

Spero che vi sia piaciuto questo “primo incontro” mooolto ravvicinato :)

Dubbi, impressioni, schieramenti di team? Fatemi sapere tutto in recensione!

Vorrei vostri consigli su come vi sembra fino ad ora e un pronostico di qualche fatto.

Vi sto chiedendo l'impossibile? No, dai, ci mettere meno di 1 minuto ;D

Grazie mille a tutti, chi legge e soprattutto ai miei affezionati recensori!

 

 

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Capitolo 7
*** 7 - Hogsmade ***


Capitolo 7- Hogsmade

Dopo pranzo decisi di prendermi una piccola pausa nella sala comune di Grifondoro. Non feci in tempo a sedermi sul divano che…

“Ehi Hermione! Abbiamo visto i gruppi! Pessime notizie vero?” scherzò Ron

“Già! E non solo per te! Io e Ron non siamo insieme, quindi mi sa tanto che la sua media si abbasserà molto!” fece ironico Harry

“Sta zitto, Harry! Pensa al tuo di gruppo”

I due cominciarono un rumoroso battibecco che mi infastidì non poco, così decisi di salire nella mia stanza.

“Con permesso, io me ne vado”

“Dai, Hermione, stavamo scherzando!” disse Harry interrompendo momentaneamente il dibattito.

“Tanto tra poco devo uscire, quindi vado a prepararmi”

“Non dirmi che inizi già la ricerca! Abbiamo tre settimane!” esclamò Ron.

“Beh, forse bastano per te, ma io voglio fare un lavoro ben fatto!” risposi un po’ seccata.

Ron alzò le mani in segno di scusa. Ma non feci in tempo ad andarmene che Harry mi rivolse l’unica domanda che speravo non mi facesse.

“Quindi ti vedi con Malfoy?”

Strinsi i denti e, senza neanche voltarmi, risposi con un sibilato ‘sì’.

 

 

Erano le due e mezza, avevo giusto il tempo di sistemarmi un po’, prendere qualche foglio di pergamena e dirigermi ad Hogsmade. Sfortunatamente in quel momento entrò Ginny.

“Oh, Herm! Come mai qui?”

“E tu?” Cercai di non risponderle per evitare di riassumerle ogni singolo particolare della vicenda.

“Ero passata a prendere alcuni libri, ho un test di erbologia dopo”

“Ah” Bene, così non si sarebbe trattenuta a lungo. Poi sembrò tornarle in mente la sua domanda.

“Cosa hai detto che facevi tu, invece?” Ormai non avevo scelta, dovevo dirle la verità.

“Devo vedermi con il gruppo di ricerca per mettere a punto qualche idea”

“Quindi ti vedi con Malfoy?!” domandò un po’ ironicamente pur, evidentemente, conoscendo già la risposta. Com’è che era di dominio pubblico questa cosa?! Ah, già. Era appesa in bella vista sul muro della scuola! Accidenti!

“E cosa pensavi di metterti?” proseguì lei.

“Ma non lo so!” risposi nuovamente un po’ seccata. “Un paio di jeans e un maglioncino! Mica devo andare chissà dove!

“Ed è qui che ti sbagli, cara mia” proseguì Ginny con un tono da saputella.

“Tu stai per incontrarti con…” non la feci terminare.

“Con il mio gruppo di ricerca. Per studiare. Siamo tre ragazze più Malfoy. Non vado ad una serata di gala”

Proprio in quel momento entrò un gufo dalla finestra, si posò sul davanzale e notai che aveva un foglietto attaccato alla zampa. Mi avvicinai e lo presi. Lessi:

<<Ciao Herm, sono Val! Ho fatto come mi hai detto ed ho informato Lavanda per oggi, ma ha risposto che aveva già un impegno, quindi non verrà. Pazienza, ci arrangeremo (non che a me dispiaccia!). Baci, Val.>>

“Brutte notizie?” Chiese Ginny.

“Lavanda non può venire”

“Quindi adesso siete due contro Malfoy” disse con aria ‘ingenua’ e gli occhi rivolti verso l’alto.

“Se hai finito, io dovrei prepararmi, sono già in ritardo!”

“D’accordo, allora per farmi perdonare ti darò una mano” speravo proprio che non lo dicesse.

Si diresse verso il mio armadio, lo aprì e lo richiuse subito.

“Assolutamente no! Meglio cercare nel mio!” fece lei sarcastica. Io però non lo trovai divertente.

Tirò fuori un mini dress di un colore giallo intenso, senza maniche e senza spalline.

“Non penserai che io mi metta quel coso!”

“Infatti io no lo penso. Ne sono convinta!”

Me lo lanciò e si ributtò a capofitto nell’armadio per cercare chissà cos’altro. Mi appoggiai il vestito addosso per vedere dove mi arrivava. Almeno dieci centimetri sopra il ginocchio.

“Ehm, Ginny, credo che mi sia un po’ piccolo..” le dissi facendo finta di niente.

“Non è piccolo, va portato corto. Infatti per me è fin troppo lungo. Se lo vuoi te lo regalo”

“Non credo proprio” sussurrai mentre mi infilavo quel ‘coso’

“Oh, guarda come ti sta bene!” esclamò lei tutta contenta. “Però manca ancora un particolare!”

E così dicendo mi mise in vita una cintura di vernice nera con un fiocco al centro.

“E per concludere in bellezza…ballerine nere, anche queste di vernice, e giubbottino di pelle nero!”

“Non ho mai visto un giubbotto così corto! Ma tu hai tutto mini?!” chiesi sarcastica.

Ginny non mi rispose, si limitò ad una linguaccia. Presi la borsa che avevo sul letto e feci per uscire, quando…

“Fermati subito!!!” urlò la mia compagna di stanza. Ma cosa c’è ancora?? Tra poco faccio tardi davvero! E io non arrivo mai in ritardo.

“Dove pensi di andare con quei capelli?!” Mi guardai allo specchio ed effettivamente erano un po’ disordinati. Come al solito, dopotutto.

“Scusa Ginny, non vorrei sembrarti scortese ma devo proprio andare!”

“Tranquilla, ci metto un attimo. Ho imparato un incantesimo fantastico!”

Schioccò le dita ed i miei capelli ribelli e arricciati diventarono liscissimi e lucenti.

“Wow…” esclamai stupita allo specchio. “Non sapevo che fossero così lunghi”. In realtà, essendo scalati, mi arrivavano a metà schiena.

“Non avevi fretta?! Allora smettila di guardarti allo specchio!”

“Hai ragione! Ciao, a dopo! E…grazie”

“Figurati! È stato un piacere!”

 

*

 

Non so come, arrivai ad Hogsmade alle tre in punto e mi diressi verso “I tre manici di scopa”.
Vicino alla porta, appoggiato al muro, c’era qualcuno. Malfoy era già arrivato. Mi morsi il labbro inferiore, indecisa sul da farsi.
Vestita così mi sentivo decisamente a disagio. E comunque, perché Val non c’era ancora?
Decisi di incamminarmi verso di lui, tanto per fargli sapere che ero arrivata, e che Lavanda non sarebbe venuta. Anche se non gli sarebbe dispiaciuto molto.

“Ciao” dissi cercando di sembrare il più naturale possibile, benché non mi fossi mai sentita tanto in imbarazzo come in quel momento, vestita in quel modo. Malfoy si voltò verso di me e sembrò confuso, tanto che non mi rispose subito.

“Granger…?” domandò incredulo.

“In persona” risposi abbassando gli occhi e fissandomi le scarpe.

“Cosa ti è successo? Non sembri nemmeno tu! Se non mi avessi salutato, non avrei mai pensato che quella bella ragazza fossi tu!” appena terminò, però, sembrò a disagio. Probabilmente si era accorto che mi aveva offesa.

“Cioè, volevo dire…non che tu non sia carina…”

“Non ti preoccupare, ho capito” sembrava davvero in difficoltà e sinceramente era la prima volta che mi capitava di vederlo in questa condizione. Se lo avessi raccontato non mi avrebbe creduto nessuno!

“Cosa facciamo? Entriamo?” chiese lui per spezzare il silenzio.

“Ehm, come vuoi. Comunque Lavanda non può venire”

“Non ne sentiremo la mancanza”

Mi scappò un sorriso e notai che anche lui ricambiò.

“Non capisco perché Val sia così in ritardo…ormai sono le tre e venti”. Non mi rispose.

“Beh, intanto andiamo noi, poi semmai ci raggiungerà…” proposi.

Entrammo e prendemmo posto in un tavolo sulla destra vicino alle finestre. Ci sedemmo l’uno di fronte all’altro.

“Prendi qualcosa?” mi chiese gentilmente

“Sì, una burrobirra”. Ne ordinò due.

“Tu hai già in mente qualcosa?” domandò lui.

“In realtà no…non saprei proprio da dove cominciare”. Annuì.

“Non riesco a capire perché ci abbia diviso in gruppi” continuai “dovrebbe essere una ricerca individuale, soggettiva per ognuno di noi”

“Sì, quello non l’ho capito neanche io” Per un momento ci fissammo negli occhi. Era strano parlare con Malfoy come se fossimo amici da sempre. In realtà, era strano parlare con Malfoy e basta.

“C’è qualcosa che non va?” mi chiese risvegliandomi dai miei pensieri. Evidentemente ero rimasta a fissarlo senza pensarci.

“No, no, scusa…è che…stavo pensando che non avevamo mai parlato così a lungo. Se contiamo anche ieri”.

“In effetti hai ragione. Si possono scoprire moltissime cose di una persona che prima non si immaginavano neanche”

“Ad esempio? Cosa hai scoperto su di me?” Ero davvero curiosa.

“Beh, tanto per dirne una, che non sei antipatica come pensano tutti”

“Ah sì? È questo quello che dicono di me?” commentai ma ridendoci su.

“Solo i Serpeverde”

“C’era da aspettarselo! E poi?”

“Mhhh…che sai anche essere femminile quando vuoi. Che sei spiritosa. E che sei la prima ragazza che è riuscita a farmi sorridere sinceramente”. Sembrava che dicesse la verità. “E tu?”

Cercai di riordinare le idee. In realtà avevo appreso molto su di lui in questi due giorni. Non sembrava più quello di una volta, era…cambiato.

“Che sei diverso” dissi solo questo.

“In che senso?” sembrava incuriosito dalla mia affermazione.

“Tanto per cominciare non mi tratti più male e non mi offendi. Sembri…cresciuto in un certo senso, non so bene come dire…”

“Tu che ‘non sai come dire’? Anche questa è nuova!”

Mi misi a ridere e lui fece altrettanto.

“Ecco, lo vedi? Sei spiritoso! Prima te ne stavi sempre per i fatti tuoi, sembravi un eremita!”

“Un eremita?! Questo non me lo aveva mai detto nessuno!” continuò sempre col sorriso sulle labbra.

Mi piaceva questo nuovo Malfoy, così insolito e diverso, così ‘umano’ e non indifferente e meschino. Forse questa esperienza non sarebbe andata poi così male come avevo creduto. Insomma, il mio problema principale era lui ma, forse, sembrava essersi risolto.

A fine giornata non avevamo concluso un gran che, la mia pergamena era rimasta vuota. Però potevo dire che ci eravamo divertiti e che il tempo sembrava essere volato.
Si offrì di riaccompagnarmi, benché la strada fosse uguale per entrambi, e durante il tragitto discutemmo del più e del meno, ma senza far mancare le risate.
Mi sentivo davvero tranquilla e in pace con me stessa, soprattutto se ripensavo a quando ero arrivata lì solo poche ore prima.
Forse è stato anche merito del mio nuovo look, o meglio, del look di Ginny, che ci ha permesso di rompere il ghiaccio.
Non lo sapevo, non capivo, ma avevo il presentimento che ogni cosa sarebbe andata per il meglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Primo giorno di ricerca a gruppiiiii vano!

Ahaha chissà però che non sia servito a modificare il corso degli eventi...

Voi che dite? Credete davvero a questo cambiamento di Draco o è tutta una montatura? Fatemi sapere!

Recensori nuovi, vecchi e affezionati, come

 

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Capitolo 8
*** 8 - Il cielo nei tuoi occhi ***


Capitolo 8- Il cielo nei tuoi occhi

“VALERIAAAAA!!!!” urlai di primo mattino dopo aver scassinato la porta della stanza del dormitorio femminile dove c’era la mia amica che, ignara della mia presenza, dormiva sonni tranquilli.

“AHHHIUTOOO!!! Che c’è! Chi è?!” gridò in risposta e, per lo spavento, cadde per terra trascinandosi dietro le coperte che aveva addosso.

“Mah, non lo so!” feci ironica “Chi potrebbe mai essere che all’alba viene dolcemente a svegliarti ricordandoti che il giorno precedente le hai dato buca?!” la fissavo negli occhi e lei tentò di nascondersi dietro un angolo del lenzuolo.

“Ups..! Sì, lo so Herm, avrei dovuto avvisarti…” non terminò a causa mia.

“Non ci sono scusanti! Tu avevi programmato tutto! Scommetto che non ci sei nemmeno andata ad avvisare Lavanda!”

“Ehi, questo non è vero! Era lei che non poteva!”

“E così hai pensato bene di prenderti la giornata libera anche tu!” continuavo a fissarla arrabbiata.

“Perché? È andata male?” tentò di cambiare discorso, ma non ci cascai.

“Questi non sono affari tuoi!”

“Ah-ah! Allora qui c’è sotto qualcosa!” si alzò di scatto e mi puntò l’indice contro.

“Ma che stai dicendo!?” mi scansai dal suo ‘dito inquisitorio’.

“Lo sapevo! Hai abbassato lo sguardo! Non vuoi il contatto visivooo!” e così dicendo socchiuse gli occhi e fece una pessima imitazione di un gesto di sfida.

“Quando hai finito…” incrociai le braccia al petto e mi appoggiai alla finestra. Sbirciai oltre il vetro e mi accorsi che il tempo era cambiato. Il cielo blu dei giorni scorsi aveva lasciato spazio a grosse nubi grigie e nere, che preannunciavano un temporale. Quando c’erano queste giornate tutta la bellezza di Hogwarts sembrava sparire; l’orizzonte si fondeva con il resto del paesaggio e tutto sembrava triste e monotono. Non si vedeva più niente…

“Almeno dimmi cosa è successo! Dai, dai, dai! Sono curiosa!!!” mi stava implorando. Ma io non cedetti. Non volevo raccontarle ciò che era successo ieri, non volevo farle sapere dell’apparente cambiamento di Malfoy, non volevo ammettere che ero stata bene con lui. Sì, perché la verità era questa: io, ieri, mi ero divertita con lui. Presa dai ricordi sul mio volto si formò un sorriso.

“Cos’è quell’espressione inebetita? Sei sotto incantesimo?” scherzò ironica.

“Andiamo a fare colazione! Sto morendo di fame!” sperai di cavarmela.

“Dove scappi? Mi devo ancora vestireee!”

 

*

 

Fortunatamente riuscii ad evitare Val per l’intera mattinata.
Probabilmente, anzi, sicuramente, mi avrà cercata come una disperata, non rassegnata a non essere riuscita a carpirmi alcuna informazione.
Avevo voglia di prendere un po’ d’aria, così ero uscita nell’immenso parco del castello. Inspirai a pieni polmoni la brezza umida e fresca.
C’era odore di pioggia… Passeggiai senza una meta ben precisa, le scarpe che affondavano nel terreno fangoso. I capelli lisci e perfetti del giorno precedente stavano già tornando al loro stato naturale. Mi presi un ricciolo tra le dita e lo osservai.
Mi tornò in mente la faccia stupita di Malfoy quando mi aveva vista arrivare ieri pomeriggio tutta agghindata in quel modo. Sorrisi.
Un momento. Perché avevo pensato a lui? Sì, è vero, il suo cambiamento mi aveva spiazzata ma… Una goccia mi sfiorò la punta del naso.
Alzai lo sguardo al cielo e mi resi conto che aveva iniziato a piovere. Ora che ci pensavo, faceva anche piuttosto freddo ed avevo addosso solo la felpa.
Cercai di scaldarmi come potevo e mi diressi di nuovo verso il castello, quando…

“Granger…” disse in un soffio una voce famigliare. Non feci in tempo a rendermi conto che avevo appena sbattuto contro Malfoy. Ecco, appunto.

“Oh, scusa…io…” dissi io, ma lui si portò l’indice sulle labbra.

“Shh… Non è successo niente.” Aveva una voce stana, molto dolce. Non riuscivo a capire.

“Cosa ci fai qua fuori” riprese lui “con un tempo così?” alzai il viso e i miei occhi incontrarono i suoi. Emisi un gemito di sorpresa.
Erano…colore del cielo. Ma non di un cielo azzurro e terso, di questo cielo, quello che in questo momento sovrastava le nostre teste. Eppure avrei giurato che ieri fossero più azzurri…

“Ma guardati, ti stai bagnando tutta” mi prese una mano. “È gelida…” in effetti avevo freddo. La lasciò e vidi che si stava togliendo di dosso la giacca nera che indossava.

“Tieni, così starai più calda” me la mise sulle spalle e poi mi strinse a sé.
Non sapevo cosa dire, non riuscivo a capire! Malfoy era cambiato, ma era troppo strano da accettare. O magari mi sbagliavo. Forse stava solo fingendo. Forse aspettava che io mi fidassi completamente di lui per poi cogliermi di sorpresa e… E cosa? Cosa avrebbe dovuto farmi?
Non sapevo più cosa pensare, tutto stava sfuggendo alla mia comprensione, non c’era più niente di razionale. Tutto da…da quel giorno!
Ma certo! Dal giorno in cui Lupin ci aveva dato quella stupida ricerca! Forse sono io che mi sono fatta troppo suggestionare vedendo una realtà irreale, solo frutto della mia fantasia. Uffa! Ero stufa sempre di pensare, pensare e pensare! Forse stava per esserci una svolta nella mia vita ed io ero troppo occupata in altre cose per vederla.
Avevo deciso: per queste tre settimane basta razionalità!

Riemersa dalle mie riflessioni mi accorsi che eravamo giunti davanti al portone della scuola.

“Servizio a domicilio, madame!” mi tolse la giacca dalle spalle e se la infilò. Non che servisse a molto ormai, dato che era fradicia.

“Graz…”

“Non devi ringraziarmi. Non sei obbligata” e così dicendo mi sorpassò ed entrò.

Mi lasciò lì, da sola, con l’acqua che dalle punte dei miei capelli mi scivolava sulle guance. Aveva fatto un gesto carino. Per me… Perché? Perché tutto questo stava succedendo a me?

 

 

Drop everything now,

meet me in the pouring rain,

kiss me on the sidewalk,

take away the pain,

cause I see sparks fly

whenever you smile”

 

Sparks fly – Taylor Swift

 

 

 

P.O.V. DRACO

Sentii la pelle attaccarsi ai vestiti bagnati, mi resi conto di avere le dita gelate. Era ora di cena, ma non avevo molta fame.
L’unica cosa che volevo davvero era starmene per conto mio. Ero sulla via del dormitorio dei Serpeverde, quando mi resi conto che lì non avrei trovato la pace che tanto desideravo. Salii un paio di piani e giunsi davanti ad un grande muro vuoto. Mi concentrai intensamente e davanti a me apparve il portale della Stanza delle Necessità.
Dentro era proprio come l’avevo immaginata. Vuota. C’era solo una finestra. Mi diressi proprio lì, e mi sedetti sotto di essa. Avevo bisogno di riflettere, di capire.
Per un attimo mi tornò in mente il suo sorriso, quello sincero del pomeriggio precedente. Granger… Quel nome così famigliare eppure, ad un tratto, completamente nuovo. Non era la stessa ragazza di sempre. O forse.. ero io che non ero più lo stesso? Effettivamente non conoscevo il ragazzo spiritoso e sorridente che era ad Hogsmade ieri.

Da quando ero arrivato ad Hogwarts avevo sempre cercato di darmi un tono, di far capire a tutti chi ero. Ma la verità era… che non lo sapevo nemmeno io chi fossi.
Forse erano gli altri che si aspettavano troppo da me. Uno per tutti, mio padre. Non ne ero certo di voler seguire le sue orme, di diventare come lui.
Fissai il pavimento, la testa china e le braccia incrociate sulle ginocchia. Ormai il sole era calato da un bel po’ e la stanza cominciava a diventare buia.
Ero stato bene in sua compagnia, le ore erano volate… Non sapevo se fosse giusto o sbagliato, sapevo solo che avrei voluto rivederla, parlarle, mostrarle di nuovo quel lato di me che sembrava apprezzare. Dopotutto, nessuna legge ci avrebbe impedito di essere amici, no? D’istinto mi tirai su la manica della camicia.
Quello che vidi mi fece venire una stretta al cuore. Inciso sulla mia pelle, indelebile, c’era ciò di cui andava fiero mio padre…Il Marchio Nero.
Lo coprii subito e volsi lo sguardo altrove. Adesso non ero più così sicuro di volerlo. In realtà, non lo ero mai stato. No. Da oggi in poi le cose sarebbero cambiate.
E finalmente sarei stato io a dettare le regole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Allora??? Questo capitolo è carico di emozioni contrastanti (?)

Ok, se vi ha fatto schifo ditelo sinceramente :)

Scusate ma amo troppo quella canzone di Taylor Swift e non potevo non metterla in quel pezzo ;)

Mi è anche piaciuto interrompere il punto di vista di Hermione per dare un po' di spazio a Draco...

Ovviamente questo è il mio punto di vista, ma voglio sapere le vostre impressioni :)

Come sempre ringrazio i miei affezionati (?) recensori!

 

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THINK PINK GINNY

Fly Away From Here

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Capitolo 9
*** 9 - Il diavolo ha i capelli biondi ***


Capitolo 9- Il Diavolo ha i capelli biondi

Era ormai passata una settimana e il mio candido foglio di pergamena era rimasto tale. Val non mi aveva più chiesto niente del pomeriggio ad Hogsmade.
Non avevo più rivisto Malfoy.
Le lezioni mi sembravano noiose e ripetitive, non avevo più trascorso un pomeriggio con Harry e Ron. Mi avevano giusto accennato i loro partner per la ricerca. A proposito! In effetti c’era una cosa che volevo fare! Sylvia. Volevo saperne di più su di lei. C’era qualcosa in quella ragazza che non mi convinceva.
Non avevo voglia di vagare per tutto il castello, così cominciai ad infrangere la prima di un lunga serie di regole. Mi diressi verso il dormitorio maschile dei Grifondoro ed entrai nella stanza di Harry; sapevo che lì da qualche parte nascondeva la mappa del Malandrino. “Accio mappa!” Niente. “Accio mappa!”
All’improvviso l’oggetto del mio desiderio venne scaraventato da non so dove sulla mia faccia. “Trovata!” esclamai orgogliosa del mio operato.
Puntai la bacchetta al centro.“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”. Come previsto, si aprì alle mie parole e mi mostrò un’ampia visuale del castello e dintorni. Harry e Ron erano nelle serre, dove sarei dovuta essere anche io, a fare lezione con i Tassorosso. Silente era nel suo studio…Piton nei sotterranei… dov’era Sylvia, dov’era… Ad un certo punto sentii una strana presenza dietro di me. Mi voltai e…

“Nessuno ti ha mai detto che è da maleducati frugare tra le cose altrui? Accio!”

No. Non era possibile. Davanti a me c’era proprio lei, Sylvia.

“Ma che ingegnosa Hermione! Una mappa magica! Vediamo un po’ se riesco ad usarla”

Il suo tono era un misto di superbia, accidia, saccenza ed una punta di ironia.

“Fatto il misfatto!” l’inchiostro sparì lentamente dalla superficie e lei la ripiegò. “Dunque suppongo che stessi cercando qualcuno, vero Hermione?”

“Si può sapere come sei entrata? Non sei nemmeno una Grifondoro!”

“Oh, cara e dolce Hermione…ci sono così tante cose che non sai di me…” cominciava a farmi paura. Sul serio. Ormai, della timida e gentile ragazzina di qualche giorno fa, non aveva più niente.

“Smettila!” le intimai “Ridammi la mappa, non è tua!”

“E nemmeno tua. Questa la ridarò io al legittimo proprietario” mi guardava dall’alto, io ero rimasta sul pavimento, immobile. Notai i suoi occhi. Erano di ghiaccio. Non più blu zaffiro.

“Chi sei tu in realtà?” alzai la voce, mi feci coraggio. “L’ho capito dal primo istante che non c’entravi niente con Hogwarts! Come hai fatto ad ingannare Silente? Come sei arrivata qui?” mi alzai in piedi. Volevo sostenere il suo sguardo, volevo farle capire che non avevo paura di lei. Anche se… Un sorriso le si dipinse sul volto. Un sorriso maligno.

“Silente! Tutti credono che contro Silente non si possa far niente. Beh, si sbagliano. Silente è un mago potente e questo è risaputo. Ma anche la mia famiglia è rinomata nel mondo dei maghi e non c’è niente che io non ottenga. Con le buone o con le cattive. E sinceramente mi dispiacerebbe usare le maniere forti con te, Hermione”

“Nessuno ti ha detto che puoi chiamarmi per nome” dissi ferma. Fece una risata sadica ed amara.

“Ma davvero? E il tuo nuovo amichetto come ti chiama? Hermione…Hermy…” pausa “Amore?”

“Che stai dicendo?!” Non capivo, a cosa stava alludendo? Non si trattava per caso di…

“Sul serio? Ti sfugge? Vediamo se ti rinfresco la memoria, tesoro. Un certo biondino di nostra conoscenza, con cui Ron non sarebbe felice di sapere che sei stata bene”

“Cosa c’entra Ron, adesso?” avevo le mani sudate, non sapevo più cosa dire o fare. Ero inerme.

“Oh, centra mia cara! Vedi, c’è un piccolo particolare che non sai di me” volutamente non proseguì.

“E sarebbe?” fui costretta a domandare.

“Io so tutto di te. Ogni tuo piccolo pensiero, ogni singola emozione che provi, ogni dettaglio della tua vita. E, sì, quindi so anche del bel pomeriggio che hai trascorso con lui”.

Ansimavo, non sapevo cosa rispondere, mi aveva letteralmente spiazzata con quella sua affermazione. Com’era possibile? Chi era davvero quella ragazza? Sapeva forse…

“Sì, Hermione. So leggere nella mente”.

Non riuscivo a credere alle sue parole. Non potevo. Quindi sapeva tutto, ogni dettaglio, ogni singolo episodio della mia vita. Cercai di tornare in me, di fronteggiare la situazione che ormai era diventata insostenibile. Accidenti a me e alla mia curiosità! Sylvia era ancora lì, non aveva mosso un solo muscolo.

“Vedi, Hermione, io avevo pensato che saremmo potute diventare buone amiche. Ma, a quanto pare, mi sbagliavo”. Il suo tono era davvero gelido, cercavo di non darlo a vedere ma cominciavo ad essere davvero terrorizzata. Nonostante ne avessi passate di peggiori, nonostante avessi quasi visto la morte in faccia. Sì, Sylvia mi spaventava anche più di Voldemort in persona.

“Adesso che si fa, cara mia? Non posso certo lasciarti andare, così racconterai tutto ai tuoi cari amichetti…” Cercai di pensare in fretta, ma sapevo di essere comunque impotente perché qualunque decisione avessi preso, lei lo avrebbe saputo. Improvvisamente mi portai la mano sulla tasca posteriore dei miei jeans e mi accorsi che forse avrei potuto prendere tempo.

“Eh, si” fece la bionda sospirando “Mi sa tanto che dovrò eliminarti. O se preferisci…possiamo procedere in questo modo…” Mi puntò la bacchetta contro e fu a quel punto che misi in atto il mio piano, se così poteva essere definirlo.

“Obliv...” In quel momento una densa nube di fumo rosa riempì la stanza, impedendo a Sylvia di mantenere il contatto visivo su di me.
Se non poteva guardarmi negli occhi non poteva nemmeno leggermi nel pensiero. Allo stesso tempo si creò anche un diversivo che mi consentì di lasciare quella stanza ed a fuggire dalle grinfie di quella ragazza. Continuavo a correre, non mi fermai nemmeno un istante, non sapevo neanche dove fossi diretta. Sapevo solo che più lontana sarei stata da lei, più a lungo sarei rimasta viva. Volevo trovare Harry e Ron. Dovevo trovarli, loro dovevano sapere.
Ormai era inutile andare alle serre, la lezione era terminata già da un pezzo. Non sapevo dove guardare, ero disperata.
Proprio in quel momento, mentre attraversavo il cortile, li vidi.

“Harry! Ron!” urlai. Si voltarono all’improvviso.

“Oh, Hermione! Cosa ci fai da queste parti, come mai non sei venuta ad…”

“Non è il momento, vi spiegherò più tardi!” ero davvero in preda al panico e loro dovevano essersene accorti.

“Sei sicura di star bene? Qualcosa non va?” mi domandò Harry

“Si tratta di Sylvia!” cominciai io, ma Ron mi interruppe subito.

“Ah, potevi dirlo subito! E cosa sarà mai successo di così grave? È forse più avanti nel compito?”

“Ma che stai dicendo!” mi arrabbiai davvero. Possibile che non capisse mai la gravità delle situazioni?

“Ok, Hermione, rilassati. Dicci cos’è successo” al contrario, Harry sembrava aver intuito che qualcosa non andava.

“Non so se posso parlare qui, potrebbe arrivare da un momento all’altro!” mi guardai intorno.

“Andiamo da Hagrid!” propose Harry. “Lì non potrà di sicuro trovarci”. Aveva avuto una buona idea, certo. Peccato non sapesse ancora di cosa fosse capace quella lì.

Corremmo verso la capanna del nostro amico, già luogo di interessanti conversazioni e, una volta davanti alla porta, bussammo a sei mani.

“Hagrid! Apri! Per favore, è importante!”

“Arrivo, arrivo! Oh, siete voi, ragazzi! Che piacere vederv..” non lo lasciai terminare che mi fiondai in casa. “Presto, chiudete la porta!” dissi.

“Allora, sentiamo cosa c’è di così importante” fece Ron

“Oh, è importante eccome!” cominciai “Sylvia non è davvero quella che tutti credono!” stavo in piedi, con entrambe le mani appoggiate al tavolo sul quale Hagrid era solito offrirci una tazza di tè.

“Cosa intendi dire, Hermione?” mi chiese Harry in tono serio.

“Ne ho avuto la prova poco fa, mentre voi eravate a lezione” si fecero tutti più vicini a me, interessati su quanto avevo da dire. O forse più interessati sul motivo per cui non ero in classe.

“Non sono venuta con voi perché volevo saperne di più su di lei, Val mi aveva detto che non era affatto una brava persona ma io volevo accertarmene con i miei occhi. Così sono salita nel dormitorio maschile..”

“Tu sei salita dove??” fecero Ron e Harry in coro.

“Sì…dovevo cercare la Mappa del Malandrino per sapere dove si trovava Sylvia”

“Tu cercavi cosa?!?” continuarono all’unisono.

“La mia mappa?! Hermione come hai potut…”

“Lo so, mi dispiace Harry… Comunque, l’avevo appena trovata, quando ho avvertito una presenza alle mie spalle. Era lei!” continuai il racconto nei minimi particolari e loro sembravano più increduli ad ogni parola. Perfino Hagrid ascoltava con interesse.

“E poi, fortunatamente mi sono ricordata dei petardi magici che mi avevi dato tu, Ron”

“Te lo avevo detto che un giorno ti sarebbero tornati utili!” fece orgoglioso.

“Sono riuscita a distrarla, ma non credo che durerà a lungo…” poi mi zittii. Aspettavo che qualcuno dicesse qualcosa, proponesse un piano per fronteggiare la situazione.

“Non ci posso credere!” esclamò Harry “Quindi, oltre a te Hermione, il più in pericolo ora è Ron!”

“Perché? Che intendi dire?” non capivo. Cosa centrava Ron?

“Sì, certo!” proseguì “Ron e Sylvia sono nello stesso gruppo per la ricerca!”

Sussultai improvvisamente. Come?! Non era possibile che non lo sapessi! In effetti, non sapevo neanche chi fosse con Harry! Mi ero concentrata troppo su me stessa.

“Ed ora che si fa?” chiesi ormai disperata.

“Per il momento niente” rispose Harry.

“Come niente?!” urlai incredula alle sue parole. “Dobbiamo agire subito!”

“È impossibile! Ricordi?” Harry mi guardava negli occhi come se dovessi esattamente sapere di cosa stesse parlando. Ma non mi veniva in mente proprio niente.

“Domani sera si terrà il tradizionale incontro tra tutti i maghi e streghe provenienti da diversi paesi del mondo. Hermione sei sicura di stare bene? Tu non vedevi l’ora che ci fosse!”

“Ah già, è vero!” tutto mi tornò in mente come un improvviso flash. Il Summit Mondiale dei Maghi! Come avevo fatto a scordarlo!

“Esatto!” proseguì Harry “Perciò non possiamo agire. Saranno presenti le più importanti autorità e non possiamo permetterci di combinare guai. Non appena sarà terminato studieremo qualcosa”.

Ron era rimasto stranamente in silenzio, sembrava quasi non accorgersi della situazione.

“Ron” gli domandai dolcemente “Pensi che sarà un problema averla vicino?” ero davvero preoccupata per lui. Certo, Ron era intelligente, ma non era proprio abilissimo con gli incantesimi.

“Sì, tranquilla Hermione” mi prese le mano “So come affrontare certa gente”. Gli sorrisi e lui fece altrettanto. Salutammo Hagrid e lo ringraziammo per l’ospitalità; tornammo al castello ma nessuno disse più niente.
Ero ormai abituata ad aspettarmi qualcosa di nuovo ogni anno che venivo ad Hogwarts, ma non avrei mai pensato che avrei dovuto vedermela con un’arrogante ragazzina.

E, oltre a tutto questo, c’era sempre quella benedetta ricerca in sospeso. Sì, per una volta avrei davvero voluto cancellarmi la memoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Allora??? Sapevo che aspettavate questo momento da anni (?) Comunque ora forse avrete chiarito un po' di più le idee su Sylvia e sulla sua vera natura ;) O, ancora una volta, forse no! Ahaha

Spero davvero che la storia vi stia piacendo e sia avvincente :D

Fatemi sapere!!! A voi non costa nulla ma per me signinfica tanto!















 

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Capitolo 10
*** 10 - Il Summit Mondiale dei Maghi ***


Capitolo 10- Il Summit Mondiale dei Maghi

Tutta la scuola era in gran trambusto per il Summit. C’era chi preparava le decorazioni, chi ripassava le canzoni per il coro e chi era in cerca dell’abito perfetto.
Ecco, io non stavo facendo nessuna di queste cose. Ero nella Sala Grande, seduta in fondo sulla lunga panca di legno, così che non dessi nell’occhio.
Harry aveva ragione, erano mesi che aspettavo con trepidazione questo evento; mi ero anche candidata per l’organizzazione ma adesso avevo mollato tutto…e per cosa poi? Per lei? Volevo davvero dargliela vinta? Continuavo a contorcermi le mani, a fregarle una sull’altra fino a farle diventare rosse; non ce la facevo proprio a rimanere ferma, sapendo perfettamente che Sylvia avrebbe potuto agire in qualsiasi momento, anche nel bel mezzo del ballo. Oh no. Il ballo!
Accidenti, me ne ero completamente dimenticata! Era dai tempi del Ballo del Ceppo che non pensavo più ad una simile tradizione! No, no e ancora no!
Io non ci sarei assolutamente andata! Ormai era deciso: sarei rimasta in camera a studiare un piano da mettere in atto da domani stesso.
Mentre continuavo a parlare mentalmente da sola, avvertii una presenza accanto a me. Speravo proprio di sbagliarmi e invece…

“Ehi” e invece avevo sfortunatamente ragione.

“Come stai?” insistette “È un po’ che non ci si vede..” continuavo ad ignorarlo, magari si sarebbe stufato e se ne sarebbe andato.

“Ti ho per caso fatto qualcosa? Non mi hai più cercato neanche per il compito..” Come sarebbe a dire ‘neanche’? Io avrei dovuto, se proprio voleva, cercarlo SOLO per il compito!

“Puoi continuare ad ignorarmi, ma sappi che rimarrò qui in piedi finchè non mi degnerai di una risposta” Va bene, tanto peggio di così non sarebbe potuta andare, perciò andiamo fino in fondo.

“Ciao Malfoy..” il mio tono era piatto, speravo si stufasse e mi lasciasse in pace il prima possibile.

“Allora ce l’hai ancora la lingua” non era una battuta ma sembrava amichevole.

“Senti, non c’è niente di personale ma vorrei rimanere da sola. Ho ben altro a cui pensare che stare a parlare con te” mi alzai e feci per andarmene, quando mi disse qualcosa che non mi sarei mai aspettata.

“Come a quel pomeriggio sotto la pioggia?” il cuore mi si fermò in gola e mi paralizzai. Gli davo le spalle, ma immaginavo perfettamente la sua faccia, compiaciuta per avere (ancora una volta) colpito nel segno. Stavo per voltarmi verso di lui, quando un bagliore dorato mi costrinse a guardare davanti a me.
Era Sylvia. Non doveva assolutamente vedermi! Tanto meno con Malfoy qui presente e vicino a me. Feci un gesto impulsivo, che ancora adesso non riesco a spiegarmi. Mi girai di scatto verso di lui e gli afferrai velocemente la mano; dopodichè lo strattonai dietro il muro, per cercare di nascondere entrambi dalla vista di quella creatura malefica.

“Dobbiamo andarcene subito da qui” gli spiegai, il cuore che ancora mi batteva forte, non so se più per lo spavento o ancora per ciò che mi aveva detto lui prima.

“Cosa succede? Perch..”

“Non ora. Se mai ne usciremmo vivi te lo spiegherò” sbirciai dietro all’angolo, per vedere se fosse ancora li. Solo in quel momento realizzai che gli stavo ancora tenendo la mano. La lasciai subito.

“ Scusa..”

“E di cosa?” lui accennò un sorriso e per un momento lo guardai negli occhi anche io.

“Se non mi spieghi da cosa stai scappando, non potrò mai aiutarti” riflettei un momento su quello che aveva appena detto. Azzardai una domanda assurda.

“Conosci un modo per lasciare questa stanza senza che nessuno se ne accorga?”

“Potrei provarci” anche in un momento come questo, Malfoy voleva dimostrare di essere all’altezza della situazione. Cosa che, per evidenti ragioni, era impossibile.

“Ah davvero?” ironizzai “E come?” Sembrò riflettere anche lui.

“Una volta ho letto di un incantesimo..”

“Aspetta un minuto! Non penserai che voglia farmi fare un incantesimo da te!”

“Altrimenti possiamo saltare dalla finestra, decidi tu” mi sporsi leggermente per vedere l’altezza che ci separava dal terreno sottostante. Eravamo abbastanza in alto. Mi arresi.

“E va bene, fai questo incantesimo” mi sorrise.

Cominciò a borbottare qualcosa sottovoce, non riuscivo a distinguere bene le parole. So solo che dopo pochi attimi sentii una strana scossa percorrere tutto il mio corpo.

“Wow!” esclamò lui con una strana aria divertita “Sai, il rosso ti dona molto”

Non riuscivo a capire a cosa stesse alludendo; mi guardai i vestiti ed erano esattamente gli stessi che avevo indossato quella mattina.
Alzai la testa per vedere la sua faccia e scrutare il suo sguardo per comprendere dove stesse mirando. Un momento. Malfoy era…sparito!
Nel preciso istante in cui pensai ciò, dovevo aver assunto un’espressione stranissima perché il ragazzo di fronte a me scoppiò a ridere.

“Ma come? Non hai riconosciuto l’incantesimo?” fece divertito il tizio davanti a me. Eppure aveva la stessa voce di…

“Sono sempre io! E anche tu sei sempre te stessa! Beh…forse con qualcosa di diverso” dal momento che mi fissava i capelli, ne presi una ciocca tra le dita e la osservai. Accidenti, aveva ragione! Erano…rossi! Allora studiai meglio il, se così si può dire, ‘nuovo’ Malfoy. Aveva i capelli neri, un po’ più lunghi del solito, e non erano per niente in ordine, erano tutti scompigliati e leggermente ricci; anche gli occhi erano diversi, brillavano di un verde bellissimo.
Solo dopo mi accorsi che anche la sua divisa era diversa: portava i colori dei Tassorosso.

“Ci conviene sbrigarci, non dura molto l’effetto di questo incantesimo”

Procedette in direzione della porta che conduceva fuori dalla Sala Grande e io lo seguii.

“Mostrati naturale, nessuno potrà riconoscerti”

Certo, il tragitto era breve, ma io continuavo a guardarmi in giro in cerca di Sylvia. Si era appena seduta al tavolo e sembrava davvero non essersi accorta di me. Quando finalmente fummo fuori dalla sua vista, mi appoggiai con la schiena al muro e tirai un grosso sospiro di sollievo.

“Allora? Mi dici cosa sta succedendo?” sembrava essersene ricordato.

“Sinceramente? Ancora non lo so” risposi io.

“Ma allora perché sei scappata? E da chi?”

“Scusa ma sono davvero stanca. Ne riparliamo un’altra volta” feci per andarmene e speravo con tutto il cuore che il suo interrogatorio fosse terminato.

“Scusa se mi preoccupo per te!” ora il suo sorriso era scomparso.

“Sai una cosa? Nessuno te lo ha chiesto!” ribattei con il suo stesso tono.

“Bene! Allora arrangiati la prossima volta!” e così dicendo se ne andò.

Questo episodio mi aveva ulteriormente confuso. Era davvero colpa mia questa volta? Non era mia intenzione rivolgermi così, ma non mi aveva dato altra scelta.

 

*

 

Raggiunsi il mio dormitorio e mi buttai sul letto con un sonoro tonfo, facendo sobbalzare il materasso a molle. Avevo la testa immersa nel morbido cuscino di piume e ad un tratto percepii un brivido freddo sulla guancia. Una lacrima. Una goccia salata che presto scese a posarsi sulle mie labbra, facendomene assaporare il gusto. Amaro. Inconsciamente, ma allo stesso tempo con tutta la consapevolezza del mondo, conoscevo la ragione di quel sapore: stavo piangendo per lui, per quell’essere che fino a pochissime settimane fa disprezzavo, di cui non riuscivo nemmeno a tollerare la vista. Perché? Perché sprecavo il mio tempo e le mie energie per lui? Perché mi ero fatta abbindolare da quel suo lato totalmente diverso? È solo un’illusione, Hermione! Sei solo accecata dall’amor.. Ma che sto dicendo? Amore?! Io non provo nemmeno amicizia per lui! Figuriamoci amore! E poi io volevo bene a Ron. Ecco, appunto, ho detto ‘volevo bene’ non ‘amavo’. Perché non mi veniva naturale chiamarlo in quel modo? Da persona razionale quale ero, vedevo un’unica soluzione a questo ‘apparente’ problema: buttarmi a capofitto nell’organizzazione del Summit.
Così cominciai a riflettere sulle idee più disparate per renderlo un evento indimenticabile, e a forza di pensare e pensare, caddi in un sonno profondo, accompagnato dall’evidente traccia che la lacrima di prima aveva lasciato sulla mia pelle.

Non molto più tardi, o almeno così sembrava a me, avvertii uno scossone sulla spalla. Per niente stupita, aprendo gli occhi mi ritrovai davanti Ginny, tutta pimpante e sorridente.

“Che vuoi Ginny, non vedi che sono occupata?” la precedetti prima che potesse aggiungere qualunque cosa di cui certamente, in questo momento, non me ne sarebbe importato niente.

“A meno che dormire non sia un compito assegnato per una nuova materia, SVEGLIATI!”

“Punto primo, stavo riflettendo. Secondo..”

“Sì, sì, va bene, come vuoi! Se proprio vuoi saperlo, e sono certa che tu lo voglia, ho qualcosa di davvero importante da dirti!” Ancora mezza stordita dal mio pisolino non programmato le risposi

“E di cosa si tratta, sentiamo” Assicuratasi di avere tutta l’attenzione possibile su di sé (per quanto la mia potesse definirsi tale) estrasse da dietro la schiena un abito appeso ad una gruccia.

“Allora? Che ne pensi? Ti piace?” aggiunse con un sorriso a quarantadue denti

Mi stropicciai gli occhi per mettere meglio a fuoco ciò che teneva in mano. Era un abito lungo in raso che terminava con uno strascico, di un rosso scuro, quasi bordeaux; la scollatura a ‘V’ era adornata di un motivo traforato in oro, che richiamava quello dei bordi delle maniche a tre quarti.
Solo dopo realizzai che nella mano libera teneva sospese anche un paio di scarpette in vernice dorata, il tacco ricoperto di diamantini dello stesso colore.

“Beh, che dire…è…notevole! Di certo non passerai inosservata!”

“Era proprio quello che volevo sentire!” poi si sedette accanto a me sul letto “Sai, speravo proprio di sfruttare l’occasione del ballo per invitare Erik!” la guardai perplessa, cercando di abbinare quel nome ad una faccia nota. Accorgendosi che ero nel vuoto torricelliano mi schioccò le dita davanti agli occhi.

“Pronto? Erik! Erik Polaski!” ancora niente. “Serpeverde!”

“Quell’Erik Polaski?!” improvvisamente avevo capito chi fosse il ragazzo in questione.

“Perché, quanti Erik Polaski conosci tu?” fece ironica

“N-no, uno, ma non pensavo volessi uscire con lui!”

“E perché no? Mica ce l’hai solo tu l’esclusiva per i Serpeverde!” quella frecciatina non era stata per niente gradita dalla sottoscritta.

“Senti, ‘Miss Spirito Facile 2012’, diamoci un taglio con questa storia!”

“Sei tu che te la sei cercata! Comunque, se il tuo egocentrismo non mi avesse interrotta, sarei arrivata alla parte che ti riguardava” esordì con (finto) fare altezzoso

“E cosa avrei in comune con Erik?” chiesi incrociando le braccia, rimanendo esattamente dove ero.

“Lascia perdere Erik! Volevo semplicemente darti questa” e così dicendo estrasse da non so dove una bustina di carta color panna. La teneva gelosamente tra le dita con fare ironico.

“Per me?” anche se evidentemente era ovvio

“No, per la mia decima sorella! Mentre la qui presente Bella Addormentata riposava dolci sonni, un gufo ha picchiettato il vetro per entrare e ha lasciato questa” Tese la mano per darmela. “Non l’ho nemmeno aperta per sbirciarla, sono stata brava?” aggiunse con aria innocente

“Grazie, Ginny. Sì, mi hai davvero sorpresa!” mi concentrai sulla busta, cercando di capire chi fosse il mittente. La girai sottosopra ma non c’era alcun nome, nemmeno un’iniziale. La aprii per estrarne il contenuto, quando all’improvviso mi resi conto che Ginny era ancora li in piedi davanti a me.
Alzai la testa e la fissai un momento.

“Oh, scusa! Toglierò il disturbo!” si avviò verso la porta ma prima di scomparire del tutto fece ancora una volta capolino ed aggiunse sghignazzando “Deve essere una cosa importante!!!”

Le tirai il cuscino su cui avevo dormito ma lei fu più svelta e non la sfiorai nemmeno. Rimasta finalmente sola, potevo accingermi alla lettura del misterioso contenuto. La pergamena che estrassi, una volta aperta, rivelò una grafia perfetta ed accuratamente scritta in corsivo con l’inchiostro nero.
Non mi sembrava di averla mai vista prima…Lessi.

 

<< “Solo il tuo nome mi è nemico:

tu sei tu, anche se non fossi una Grifondoro.

Che cosa vuol dire Grifondoro? Non è una mano, un piede,

né un brccio né un viso, nessuna parte del corpo.

Prendi un altro nome! Cosa c’è in un nome?

Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome

avrebbe comunque il suo profumo.

Rinuncia al tuo nome, e per il nome, che non è parte di te,

prendi me stesso”.

William Shakespeare, in collaborazione con Draco Malfoy


Non sono bravo con le parole, ho preferito che qualcuno che se ne intende di più parlasse al posto mio…
Con questo voglio scusarmi per oggi, non avrei dovuto prendermela con te. Evidentemente anche tu avevi le tue ragioni…
Spero che tu possa accettare questa lettera come un segno di pace e tornare ad essere amici, o come ci definivamo prima della lite di questa mattina.

P.S: Avrei una proposta da farti, se sei interessata e mi hai perdonato vediamoci nella Sala dei Trofei alle 8, stasera.

 

Draco. >>

 

 

Per tutto il tempo in cui la lessi mi si dipinse sul volto un sorriso che Ginny avrebbe definito ebete, ma non potei farne a meno!
Citare il mio poeta preferito per scusarsi! Che mossa scorretta! Però aveva funzionato…improvvisamente non ero più arrabbiata con lui.
Non ero nemmeno certa che prima lo fossi, ma questa è un’altra storia. Ormai era deciso. Lo avrei incontrato quella sera.

 

*

 

Scesi le scale che conducevano alla minuscola Sala dei Trofei e, come ogni volta, battei la testa su un palo di ferro che si trovava nel soppalco sopra di me.
Mi massaggiai la tempia e, cercando di scorgere qualcuno nella penombra del luogo, strizzai leggermente gli occhi.

“Sei venuta, vedo!”

“Oddio, ma sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un colpo!” infatti Malfoy era sbucato all’improvviso alle mie spalle, facendomi sussultare.

“Scusa, non era mia intenzione” lo guardai con una smorfia, ma vedendolo così allegro non riuscii a fingermi arrabbiata.

“Sono stato davvero un stupido” iniziò “Ci tengo davvero alla nostra amicizia” e così dicendo mi prese entrambe le mani e le unì alle sue. Involontariamente mi ritrassi.

“S-scuse accettate” le misi entrambe nelle tasche

“Non mi sembri convinta…” mi squadrò da capo a piedi

“Invece ti dico di sì. Mettimi alla prova!”

“Ok. In questa maniera hai anticipato il motivo per cui ti ho chiesto di incontrarci” accennò un ilare ghigno, che mi fece iniziare a far palpitare il cuore. Cosa voleva da me? “Tu sei tra gli organizzatori del Summit, non è vero?”

“Sì, e quindi?”

“Beh mi chiedevo se anche gli organizzatori potevano, come dire, prendersi una pausa” mi fece l’occhiolino. Adesso ero seriamente preoccupata.

“Dipende cosa vuoi che io faccia…”

“Ma è semplice” mi afferrò i polsi, costringendo le mani ad uscire dalle tasche, dove fino a quel momento erano state benissimo. “Vorrei che venissi al ballo con me”

Ok, pausa. Che??? Ma era impazzito o cosa? Come gli era venuto in mente di farmi una proposta simile?! In quei pochi istanti che intercorsero tra la sua domanda e le mie considerazioni mentali ero certa di aver assunto un’espressione assurda, tanto che Malfoy aggiunse

“Come amici, ovviamente” Non sapevo che dire, ma ormai avrei dovuto rispondere.

“Non so…io…Ron..”

“Oh” sentendo il suo nome sembrò deluso “Certo, che sciocco! Come ho fatto a non pensarci prima! Era ovvio che tu andassi con il tuo…fidanzato!”

“Non volevo dire quello!” cercai di parare la situazione, non volevo che finisse come quella mattina.

“Ti capisco” mi voltò le spalle e si avviò verso le scale. Dovevo fermarlo! Non potevo ferirlo di nuovo! Improvvisai la prima cosa che mi venne in mente.

“IL FATTO È CHE NON SO COSA INDOSSARE!” forse, per una volta in vita sua, Ginny mi aveva salvato.

“Era questo il problema?” si girò verso di me con un’espressione stupita, accennando un sorriso

“Ehm, sì, proprio questo!” tornò indietro, mi raggiunse e mi guardò dolcemente negli occhi

“Qualunque abito indosserai, sarai comunque la più bella” mi sfiorò la guancia con una carezza, la stessa su cui, poche ore prima, era scesa la lacrima che avevo versato per lui. Evidentemente anche lui si accorse del gesto che aveva appena fatto e si ritrasse imbarazzato.

“Allora..” proseguì lui “ci si vede Venerdì sera” mi sorrise, e io ricambiai, facendogli intuire la mia risposta affermativa. Venerdì. Equivaleva a dire due giorni. Due giorni per preparare tutto: addobbi, scenografie, musica, banchetto e…me stessa! Complimenti Hermione, ti sei creata due problemi nello stesso giorno!

Lasciammo entrambi la Sala dei Trofei, nessuno disse più niente, ognuno pensava per conto suo.

 

 

 

Say you’re sorry, that face of an angel

comes out just when you need it to

as I placed back and forth all this time

cause I honestly believed in you

holding on and days drag on

stupid girl, I should have known”

 

White horse – Taylor Swift

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bonjour popolo di efp! Miei cari recensoriiii e lettori!

Che ne pensate? È un capitolo molto contrastante per i sentimenti dei nostri due protagonisti :) In un certo senso, sembra che nemmeno loro sappiano cosa stanno facendo: prima si aiutano, poi si odiano, poi si pensano...

Insomma, le cose non sono mai facili nemmeno per chi è dotato di poteri magici quando si tratta di amore!

Spero che anche voi siate in trpidante attesa per il capitolo del ballo perchè ci sarà davvero da ridere!

Fatemi sapere le vostre impressioni anche in due righe ma fatelo perfavore, ne ho bisogno, siete voi che mandate avanti il mio lavoro!

Grazie a tutti, in particolare

 

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Capitolo 11
*** 11 - Pasticcini rosa e torte alla crema ***


Capitolo 11- Pasticcini rosa e torte alla crema

Venerdì. La fatidica data era giunta. Tutto, o quasi, era pronto per il Summit. Gli ospiti sarebbero stati accolti nei migliori dei modi, con tutte le cerimonie che l’occasione richiedeva; il banchetto avrebbe contato specialità provenienti da ogni parte del mondo; la musica passava dal genere classico a quello rock.
Sì, tutto era pronto e indiscutibilmente perfetto. Solamente una cosa mancava all’appello. Un’insignificante, piccola cosa. Io! Mi morsi il labbro inferiore.
Non avevo cercato né il vestito né le scarpe né una scusa per non andare all’ultimo minuto. Venni interrotta dal gorgoglio del mio stomaco.
Questa mattina mi ero alzata alle 5 per controllare che tutto fosse a posto, perciò era logico che avessi fame. Mi pregustai mentalmente le frittelle con lo sciroppo d’acero colante, accompagnate da una tazza di cioccolata calda. Senza ulteriori indugi presi la borsa a tracolla e mi diressi verso la Sala Grande.
Non molto più tardi, però, qualcosa turbò quella che sembrava essere incominciata come una mattinata perfetta. Attraversato il passaggio segreto che portava giusto giusto a due passi dalla Sala dei banchetti, mi si parò davanti agli occhi una vista straziante. Malfoy era appoggiato con i gomiti al corrimano dell’imponente scalinata di marmo, vestito di tutto punto con la sua divisa. Ma non era solo. Accanto a lui c’era una ragazza, capelli nerissimi a boccoli fermati da un fiocco verde dietro la testa e occhi color nocciola, anch’essa con la divisa dei Serpeverde. Benché fossi abbastanza vicina, non riuscivo a sentire cosa dicessero.
Lei stava ridendo di gusto, lui sembrava accennare un sorriso, non troppo convinto però. Mi acquattai per star certa di non essere vista e mi sporsi per vedere meglio.
La ragazza gli portò le braccia al collo e lui, in risposta, le cinse i fianchi. Si guardarono negli occhi, specchiandosi l’uno in quelli dell’altro. Poi lei si alzò in punta di piedi e lo baciò. Sì, proprio sulla bocca. Sentii i miei occhi gonfiarsi e riempirsi di lacrime, non sbattei le palpebre per evitare che quelle scendessero a bagnarmi il viso.
Con il palmo della mano cercai di asciugarmele il meglio possibile, perché volevo tornare a guardare, nonostante sentissi un magone in gola.
Erano sempre lì, non riuscivo a vedere l’espressione di Malfoy, ma sicuramente non doveva essere dispiaciuto dal momento che le era sempre incollato.
Basta, non ce la facevo più, ormai avevo osservato abbastanza! Invece di svoltare a sinistra per andare a fare colazione, tirai dritto di corsa, sperando che non si accorgesse della mia presenza, e uscii dal castello.

Corsi, corsi con tutte le forze che avevo, volevo soltanto scappare da quel luogo. Non mi fermai a prendere fiato, continuai a percorrere l’immenso prato fino ad una meta ancora sconosciuta. Mi buttai a terra, sbucciandomi le ginocchia, da cui cominciò a sgorgare un rivolo di sangue. I singhiozzi erano aumentati, tanto da impedirmi di prendere fiato. ‘Stronzo!’ pensai senza dirlo ad alta voce ‘come hai potuto prenderti gioco di me? Dopo che ti avevo dato la mia fiducia, dopo che ti avevo aperto il mio cuore!
Dopo che…avevo creduto che potessi essere diverso!’ Chiusi gli occhi cercando invano di far cessare le lacrime, stringevo i pugni per la rabbia.
Mi alzai in piedi e mi guardai le gambe ‘Che pasticcio!’ e in quel momento mi accorsi che mi era caduta una cosa ‘Il mio i-pod!’ Non mi ero resa conto di averlo nella tasca della gonna. Lo accesi, mi sedetti nuovamente sull’erba a gambe incrociate e mi infilai le cuffiette. Partì a random una canzone, e non mi ci volle molto a riconoscerla.
‘When I look at you, proprio quello che ci voleva’ auto-commentai sarcasticamente. Mi venne d’istinto cominciare a canticchiarla ‘There is no guarantee that this life is easy, when my world is falling apart and there’s no light to break up the dark, that’s when I, I look at you…I see forgiveness, I see the true’ Mi tolsi le cuffie.
Non ce la facevo ad ascoltarla. In questo momento, Miley Cyrus stava dicendo delle stupidaggini per me. Certo! Nei tuoi occhi vedo il perdono e la verità.
Io ci ho visto solo bugie e falsità! Mi sdraiai sulla schiena portando le mani dietro la testa e chiusi nuovamente gli occhi sperando che quanto accaduto potesse cancellarsi per sempre dalla mia mente.

 

 

*

 

 

“Sapevo che ti avrei trovata qui!” Una voce più che familiare mi risvegliò bruscamente dal mio stato comatoso, se così può essere definito gergalmente.

“Cosa fai? Dormi? Tra poche ore cominceranno i festeggiamenti!” mi incitò, ironicamente.

“E allora perché non ti conci come un pasticcino alla fragola e vai a divertirti?” le risposi sarcasticamente, sapendo che non lo avrebbe mai fatto

“Hermione, cosa ti succede?” il suo tono si fece più dolce e preoccupato e si sedette vicino a me

“Niente Val, niente..” mi ridestai anche io, ma non volevo incontrare il suo sguardo, non volevo che, astuta com’era, potesse leggermi dentro, scorgere anche un minimo particolare che l’avrebbe portata alla giusta soluzione del dilemma della condizione in cui mi trovavo.

“D’accordo, facciamo a modo tuo. Provo a indovinare, tu mi farai solo un cenno” ci risiamo. Ma perché Val doveva sempre fare questi giochetti? Non avevo voglia di parlare, punto!

“È per Sylvia?” scossi la testa

“Allora per la ricerca? Sai neanche io ho più fatto niente da quella volta a Hogsmade!” affermò ridendo, ma questa volta non feci alcun gesto con la testa, presa da un’improvvisa rabbia scattai in piedi e le urlai dall’alto, dal momento che lei era rimasta a terra.

“A Hogsmade? Ma se neanche sei venuta! Diciamo che tu non hai ANCORA fatto niente!” le stavo urlando in faccia e lei era rimasta stranamente calma, impassibile. Mi fissava negli occhi.

“Dunque” fece lei, come se fosse appena giunta ad una conclusione frutto di anni di ricerche “Si tratta di Malfoy” Improvvisamente i miei occhi si spalancarono, increduli che ancora una volta avesse centrato il punto. Le diedi le spalle.

“Ti sbagli di grosso!” ribattei

“Ah davvero? Allora te ne stavi qua tutta sola a piangere per la mia mancanza?” commentò ironica ma decisa “Non credo proprio” aggiunse seria. Mi voltai di scatto, urlando tutto ciò che tenevo represso dentro di me.

“Va bene! Stavo piangendo! Ma non voglio parlane, ok?” avevo di nuovo gli occhi pieni di lacrime.

“Ora va meglio. Come vuoi. Voglio solo che su sappia che per qualunque cosa sono qui per te, ricordatelo. Sempre.” Le rivolsi un mezzo sorriso sincero che sostituiva un ‘grazie’ altrettanto di cuore.

“E adesso ripulisciti per bene, c’è la riunione degli studenti per il solito discorso pre-evento. Le solite cose del tipo ‘siate educati’, ‘portate onore alla scuola’, ‘non uccidetevi tra voi!’” Val mimò in modo molto divertente tutte le espressioni dei professori mentre proferivano quelle sentenze.

Mi appoggiò una mano sulla spalla e insieme percorremmo la ripida salita per tornare al castello.

 

*

 

“Bene, ora che siamo tutti qui riuniti, possiamo dare inizio..” la McGranit, con la sua voce altisonante e pungente, aveva incominciato uno dei suoi abituali discorsi infiniti.
E terribilmente noiosi. Ci avevano disposti seduti ai banchi, forse per evitare disordine e caos, sistemati come un’aula universitaria scalati verso il basso.
Mi ero messa vicino a Val, con la testa appoggiata al palmo della mano, assumendo una posizione da persona interessata a ciò che stava accadendo.
Ovviamente sono molto retorica. Le sue parole nemmeno mi sfioravano il padiglione auricolare, ero tutta immersa in me stessa. Ad un certo punto, qualcosa catturò la mia attenzione. Quattro banchi più giù, proprio nella mia traiettoria, scorsi un fiocco verde. Non poteva essere. Boccoli neri. Deglutii il nodo che mi si stava formando in gola e, cercando di essere il più naturale possibile per non dare nell’occhio domandai a Val

“Ehi, sai chi è quella ragazza con il nastro verde tra i capelli?” sembrava un’innocentissima domanda qualunque. Nessun fine, nessuno scopo personale.

“Quella Serpeverde?” annuii “Beh cara mia, quella è niente meno che Grace Solìs!”

“C-cosa verrebbe dire ‘niente meno’?” domandai per colmare questa mia ignoranza, che evidentemente aveva scandalizzato e allo stesso tempo stupito la mia amica.

“Grace Solìs è una delle ragazze più belle tra tutta la casata dei Serpeverde! Frequenta il quinto anno, ma sembra già molto più grande, probabilmente è vero che non abbiamo mai avuto occasione di una lezione insieme, però dovresti conoscerla!”

“Evidentemente no!” feci di rimando un po’ stizzita

“Perché ti interessa saperlo?” chiese fingendo di non conoscere, almeno in parte, il motivo.

“Ti ricordi l’ultima risposta che ti ho dato? Ecco, vale anche adesso” Val sembrò acquietarsi, ma fingendo un improvviso sbadiglio, che poi sarebbe anche stato credibile data la situazione, sibilò un’unica parola che bastava a darmi sui nervi: Malfoy.

Dopo tre intensi quarti d’ora, l’assemblea pareva essere giunta al termine. Tutti gli studenti stavano lasciando la loro postazione e io seguii con lo sguardo Grace.
Era così aggraziata nei gesti, così elegante nel portamento, così…diversa da me. Non c’era motivo per cui Malfoy non dovesse preferire lei a me.
Uscì dall’aula leggiadra e sorridente, un sorriso bellissimo e contagioso, non falso. Altri tre o quattro ragazzi della sua stessa Casa le stavano attorno, scherzando simpaticamente con lei. Lui no. Era ancora intento a ripiegare il rotolo di pergamena con il programma serale che ci aveva consegnato la McGranit.
Alzò lo sguardo e mi colse in flagrante a fissarlo, credendo che pensassi chissà cosa. Non feci in tempo a voltarmi dall’altra parte che Val mi strattonò.

“Hai visto?! Sylvia! È appena uscita! Però non mi sembrava così strana” sulla sua faccia si disegnò un punto interrogativo, quasi delusa che non fosse accaduto il contrario. “Ehi? Mi stai ascoltando?” poi notò Malfoy alle mie spalle, che stava visibilmente prendendo tempo per restare in quella stanza, magari sperando che Val uscisse senza di me.

“Vieni, andiamo” disse Val risoluta “Restare qui ancora a lungo non ti farà di certo bene” così mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori dall’aula, io che seguivo con lo sguardo basso il profilo del Serpeverde, lui che faceva altrettanto.

Una volta fuori dalla portata e, soprattutto, dalla vista di Malfoy, Val mi fermò e mi guardò dritta negli occhi.

“Senti, Hermione, rispetto la tua decisione di non proferire una singola parola su quanto ti è accaduto, ma permettimi di aiutarti comunque! Non ce la faccio più a vederti in questo stato. Non voglio rievocare il tuo dolore, ma dimmi solamente una cosa: vuoi vendicarti?”

“Vendicarmi?” lì per lì non capivo a cosa stesse alludendo

“Vuoi vendicarti per ciò che ti ha fatto? Qualunque cosa sia?”

“Parli di Malfoy?” mi accertai di aver capito bene

“Ti sei risposta da sola” fece Val alzando le spalle, come a dimostrare di aver avuto ragione un'altra volta.

“E va bene, facciamo a modo tuo!” mi arresi alla sua proposta, forse perché in fondo era davvero ciò che volevo. Sì, volevo fargliela pagare per come si era comportato con me. Nessuno si prende gioco di Hermione Granger! Forse solo Valeria”

“Perfetto! Ho già in mente un piano che passerà alla storia!” e così dicendo mi rivolse un sorriso perfido, colmo di cattiveria ma in un certo senso…positiva!

“Sono tutta orecchie!” esclamai entusiasta.

“Fantastico, mia cara! Ma non possiamo discuterne qui, urge un luogo più tranquillo”

 

*

 

Erano ormai le otto in punto di sera, gli ospiti stavano cominciando ad arrivare, scendendo chi da lussuose carrozze, chi da mezzi di trasporto più assurdi.
La maggior parte degli studenti, per lo più quella femminile, era ancora nei dormitori per terminare gli ultimi preparativi. Anche io e Val, a modo nostro, ci stavamo preparando. E aveva proprio ragione: l’evento di oggi sarebbe certamente passato alla storia come il più…memorabile! Pronte a mettere in atto il nostro piano, scendemmo dalla scalinata principale. Per fare in modo di passare inosservate, ci eravamo comunque dovute mimetizzare con il resto degli studenti, vestendoci, quindi, a festa. Indossavamo entrambe un corpetto argentato e un’ampia gonna di tulle che toccava il pavimento, i capelli raccolti in uno chignon. Avremmo solamente dovuto attendere il momento giusto, poi avremmo davvero dato inizio alle danze. La situazione era simile a quella del Ballo del Ceppo: ragazzi e ragazze a braccetto, altri che provavano i passi per il valzer, altri ancora che attendevano ansiosi che la loro bella facesse capolino dalla scalinata. Proprio in quel momento scorsi Ginny tra la folla.
Beh, sarebbe stato difficile non notarla, dato l’abito che indossava.

“Ciao Ginny!” la salutai “Caspita, ti sta ancora meglio addosso!”

“Hermione!” sembrava stupita ma allo stesso tempo felice di vedermi “Alla fine sei venuta, che bello! Oh, ciao…ehm, come ti chiami più?” si rivolse verso Val

“Valeria, piacere di conoscerti!” la calma di Val mi metteva ancora più ansia. Come faceva a non far trapelare neanche un minimo di impazienza per ciò che stavamo per compiere?

“Giusto!” esclamò Ginny portandosi una mano alla testa. Poi si voltò verso il suo accompagnatore

“Voglio presentarvi Erik Polaski, il mio cavaliere!” Il ragazzo tese la mano prima verso di me e poi verso Val

“Buonasera, madame. Incantato di fare la vostra conoscenza” non parlava benissimo la nostra lingua, aveva un accento nordico, ma Ginny non perse occasione di illuminarci sul motivo di ciò.

“Vedete, Erik è originario della Norvegia” cominciò, come se lo conoscesse da una vita “Ma la cosa curiosa è che la sua famiglia è nobile! È una sottospecie di principe!” Erik la strinse a sè cingendole le spalle.

“Tesoro, te l’ho già spiegato, mio cugino è un principe, io appartengo solo alla famiglia reale” la corresse dolcemente.

“Lo so, ma tu per me sei il principe più bello che esista!”

“Ci fa molto piacere per voi” intervenne Val, chiaramente scocciata da tutte le smancerie della mia amica e del relativo compare “Ma noi avremmo una certa fretta. Sai, Hermione è nel gruppo amministrativo, deve ancora fare gli ultimi controlli, non è vero?” mi allungò una gomitata.

“Ehm, sì, ha ragione, devo proprio andare!”

“Allora” si congedò Erik “Buona serata a entrambe!” e con molta nonchalance si allontanarono.

“Ma ti pare il momento di metterti a fare conversazione?!” mi redarguì Val.

“Se non l’avessi salutata, sarebbe risultato sospetto, non ti pare?” ribattei alzando le sopracciglia.

“Oh no!” esclamò lei all’improvviso. Seguii dove portava il suo sguardo e notai Harry e Ron.

“Scusa tanto, Hermione, ma non abbiamo tempo anche per loro!” e per l’ennesima volta da quando la conosco, mi trascinò via per un braccio.

Il Summit procedette nel migliore dei modi senza alcuna interruzione per circa un’ora. Quando giunse il momento di aprire le danze, Val mi fece cenno che c’eravamo quasi: tra non molto saremmo entrate in azione. Nel frattempo, il lungo tavolo adibito al buffet si stava nuovamente riempiendo magicamente, questa volta con ogni tipo di dolci; c’erano torte multistrato di ogni forma, torte a più piani di colori diversi, un’infinità di pasticcini, biscotti e specialità provenienti da ogni parte del mondo.

“Procede tutto secondo il piano” disse Val entusiasta come una bambina che non vedeva l’ora di assalire quel tavolo pieno di leccornie. Ma ovviamente non mirava a quello.

“Ora dobbiamo trovare il nostro uomo. Anzi, le nostre vittime!” proseguì guardandosi attorno.

“Adesso cominci davvero a spaventarmi” le ribattei.

Nascoste in un angolo dove nessuno ci avrebbe notato, ma dal quale, allo stesso tempo, noi avevamo una visione chiara di tutta la sala, cercavamo con lo sguardo Malfoy.

“A proposito” chiesi a Val “Perché hai detto ‘le nostre vittime’? Non ne cerchiamo solo una?”

“Mia cara, tu vuoi vendicarti di Malfoy, io ho i miei interessi” e così dicendo capii subito a chi stesse alludendo.

“Trovata!” esclamò. Sapevo di non essermi sbagliata, e il suo indice mi condusse alla conferma: Sylvia. Indossava un meraviglioso abito azzurro anice, con alcuni toni di argento; aveva raccolto i capelli in un una sorta di ‘muccio’ proprio sopra la testa, tenuto fermo da una piccola tiara di diamanti, che richiamavano perfettamente i tacchi tempestati dalle stesse pietre; aveva giocato sul contrasto visivo della sua pelle chiara applicando un rossetto rosso e una leggerissima linea di eye-liner, compensata però da moltissimo mascara, che le aveva reso le ciglia lunghissime e nerissime.

“Adesso la brutta copia di Cenerentola non vivrà un altrettanto lieto fine” proferì decisa Val.

Mentre la ascoltavo provare frasi ad effetto per quando si sarebbe trovata faccia a faccia con Sylvia, i miei occhi non riuscivano a fare a meno di fissare Malfoy, così inusualmente elegante. Aveva tirato indietro i capelli e indossava un papillon a chiudere la camicia bianca, unico elemento che dava luce al completo nero e alle scarpe di vernice lucida.

“Tutto chiaro, quindi?” Val si voltò verso di me.

“S-sì…” proferii cercando di sembrare convincente, dal momento che non avevo seguito una parola di quello che aveva appena detto. Val indagò su cosa ci fosse di tanto importante da distogliermi per non prestarle attenzione e quando scorse Malfoy tirò un respiro tutt’altro che di sollievo, e mi rispiegò daccapo come agire.

“Quindi vai da lui, inizi a parlare con una scusa e, ricevuto il segnale, farò la stessa cosa con Sylvia! Si comincia!!!” ci dividemmo, ognuna per la sua strada, a ognuna la sua vendetta.

Partii verso colui che fino a pochi attimi fa era stato oggetto della mia attenzione. Notai che era da solo, nessuna ragazza ad accompagnarlo, nessuna Grace Solìs in mezzo ai piedi. Percepii un caldo improvviso e, inspirando profondamente e convincendomi che sarebbe andato tutto bene, cominciai.

“Ehi Malfoy” volevo rimanere piuttosto fredda, obbligarlo a chiedermi spiegazioni per questo mio comportamento. Si voltò e mi sorrise, ma sembrava un sorriso deluso.

“Allora sei venuta…perché non me lo hai detto? Pensavo che alla fine avessi rifiutato il mio inv..”

“Io non ti ho mai detto che sarei venuta”

“Ma, nella Sala dei Trofei..” sembrava essere confuso, e anche parecchio. Proprio la reazione che volevo ottenere.

“Tu credi di poter avere tutto, non è vero? Schiocchi le dita e ogni cosa arriva ai tuoi piedi!” cominciai la mia messa in scena che, poi, un fondo di verità lo aveva.

“Ma cosa?” non lo lasciai terminare. No, stasera l’avrei avuta vinta io.

“Niente ma! Tu hai fatto un grave errore, Malfoy! Sappi che nessuno si prende gioco di me!” stranamente rimase in silenzio, forse aveva capito che sarebbe stato meglio per lui non interrompermi; quindi allungai la mano verso il tavolo del buffet alla mia sinistra e, aiutandomi con l’altra mano, presi una torta cosparsa di panna. “Ti piacciono le torte alla crema?” gli domandai innocentemente, cambiando da un momento all’altro il mio stato d’animo.

“Sì, ma…non vedo cosa centri in questo moment…”

“PRONTA VALE?! 1, 2, 3 VIAAAA!!!!” al mio tre strappammo entrambe il velcro laterale della gonna che, una volta caduta a terra, rivelò i jeans e le Converse che indossavamo.

“La vendetta è così dolce, Malfoy!” e gli tirai in faccia la torta rimasta sospesa nella mia mano. Val fece altrettanto con Sylvia, che cominciò ad urlare con voce stridula “Il mio vestito! I miei capelli!”.

“Granger, ma sei impazzita?!” sbraitò la mia vittima levandosi la panna dagli occhi.

“Impazzita? Ma se ho appena cominciato! Assaggia quanto sono buoni questi pasticcini!” e così dicendo, fatta scorta di sei o sette ‘bombe’ rosa, gliele lanciai una dietro l’altra, non consentendogli di ribattere una singola parola.

“Sei uno stronzo! Come hai osato approfittare di me! Ti avevo sempre odiato? Beh, facevo bene! Ho addirittura sprecato il mio tempo prezioso stando ad ascoltare le tue bugie! Ma non hai una coscienza?” Non si sa come, nel caos più totale che si creò in sala, Malfoy trovò la forza di bloccarmi le braccia.

“Stammi a sentire, io non ho la benché minima idea di quello che tu stai dicendo!”

“Lasciami andare! Toglimi le mani di dosso!”

“Non ci penso minimamente! Prima mi dici cosa ti è preso, poi deciderò sul da farsi!”

“Ma ti senti?! La tua presunzione passa ogni limite!” mi accorsi che Val mi chiamava e la cercai con lo sguardo

“COME PROCEDEEE??? Io l’ho quasi annientata!”

Nel frattempo, suppongo attirata dall’eccessivo rumore creatosi, la McGranit si intromise a rovinare i nostri piani “Ma cosa sta succedendo qui?”

Sfuggita alle grinfie di Val, Sylvia non perse occasione per portare la situazione a suo favore “È tutta colpa della Granger e della sua amichetta! Sono loro che hanno dato inizio a questo scempio!”

“Non mi importa di chi sia la colpa!” poi puntò le sue ossute dita contro di me, Val e, inaspettatamente, anche contro Sylvia e Malfoy. “Voi quattro, subito nel mio ufficio! ORA!”

Nonostante il suo intervento, la lotta dei dolci non cessò, anzi, vi presero parte tutti, maghi di Hogwarts e non, senza neanche sapere loro stessi il motivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi tornataaaa!

Che ne pensate del capitolo? A mio parere è uno tra i più divertenti! Ahah però adesso cosa accadrà ai nostri protagonisiti? Hermione avrà davvero la sua vendetta? Sylvia potrebbe architettare nuovamente qualcosa?

Molte di queste domande troveranno risposta nel prossimmo capitolo :)

Io invece spero di trovare tante vostre belle recensioni <3

Un grazie speciale ai miei recensori veterani ;)

 

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-Mary-

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Capitolo 12
*** 12 - Punizioni e confessioni ***


Capitolo 12- Punizioni e confessioni

“Dico, ma si può sapere cosa vi è preso?!” come se non ci fosse bastata la ramanzina di quel pomeriggio, la McGranit stava per cominciarne una nuova, peggiore se possibile. “Signorina Granger, data l’importanza della situazione avevo confidato in lei, ma evidentemente mi sono sbagliata non poco!” Sembrava davvero alterata, ma come darle torto del resto; avevamo rovinato quello che sarebbe stato ricordato per secoli come un evento unico, irripetibile, che avrebbe apportato grande lustro alla scuola.

“Noi…” tentai di giustificarmi

“Non ci pensare neanche! Non provare a mettermi in mezzo a questa storia assurda! Io non ho fatto niente, sono un’alunna modello da quando ho messo piede in questa scuola!” poi Sylvia si rivolse alla McGranit “Se proprio deve incolpare qualcuno, si rivolga alla Granger, a quella matta della sua amica e al suo amore represso!” Non appena udii quell’ultima frase sussultai, mi voltai inconsciamente verso il soggetto in questione e vidi, a mio malgrado, che mi osservava anche lui cercando una spiegazione razionale. Cosa che, evidentemente, non avevo.

“È così, signorina Granger?” la donna alzò un sopracciglio interrogativa, ma dopo quanto aveva detto Sylvia non riuscivo a proferire parola, stavo sudando freddo. Avrei voluto scomparire. Val cercò di aiutarmi prendendo in mano la situazione.

“Le posso assicurare che la qui presente signorina McRinald è coinvolta eccome! Lei non è la ragazza che tutti credono! Glielo assicuro!” Ok, forse Val aveva osato troppo. Era ovvio che nessuno le avrebbe creduto! Men che meno in quella situazione. Malfoy era l’unico che era rimasto in silenzio, forse ancora troppo frastornato da quello che aveva detto Sylvia. Giurai che, appena sistemate le cose con lui, l’avrei uccisa!

“Basta così! Ho sentito abbastanza! Da questo momento siete tutti e quattro in punizione!” si era alzata dalla sedia della sua scrivania “E per evitare che roviniate del tutto questa serata, Gazza vi farà la guardia!” fece per uscire dal suo studio, quando aggiunse “Ovviamente non pensiate che questo vostro sciocco e sconsiderato gesto non venga punito! Saranno sottratti 150 punti a testa dalle rispettive case. Questo è tutto, ed ora aspettate che arrivi Gazza” detto ciò se ne andò definitivamente, lasciandoci tutti e quattro nel suo studio.

“Centocinquanta punti?!” gridò Val “Ma io e te siamo della stessa casa, il che significa…”

“Che ce ne sottrarranno 300!” conclusi io per lei

“È assurdo che io debba pagare per qualcosa che non ho fatto!” si lamentò Sylvia

“Ascoltami bene, perché non avrai una seconda occasione di ri-sentirlo: se non taci all’istante, io e Hermione ti sopprimiamo, e credo che Malfoy non abbia nulla in contrario!”

Mentre Val stava per azzuffarsi con la bionda antipatica, Malfoy cercava di capire, almeno in parte, cosa fosse accaduto.

“Ti prego, dimmi cosa sta succedendo” mi guardava dritto negli occhi, ma non riuscivo a sostenere il suo sguardo. Dov’era finita l’Hermione risoluta e combattiva di poco fa? Era svanita insieme al suo segreto o, meglio, insieme a qualcosa più grande di lei di cui non riusciva a trovare spiegazione.

“Lasciami in pace!” lo scansai, ma sembrava determinato a sapere la verità

“Non finchè non mi spiegherai perché la biondina ha detto quelle cose!”

Proprio in quel momento sopraggiunse Gazza e mai come allora lo amai così tanto per aver interrotto quella conversazione.

“Punizione anche durante le festività eh?” esclamò con il suo solito tono “Seguitemi in silenzio” Anche per quel ‘in silenzio’ lo considerai il mio eroe. Solo poco dopo mi sarei ricreduta su quanto pensato. Ci scortò in un’ala del castello in cui non ero mai stata, assomigliava vagamente ai Sotterranei, ma non potevano essere poiché eravamo abbastanza in alto. Da una tasca della sua logora giacca estrasse un mazzo di chiavi d’ottone e si stanziò davanti a due celle che mi ricordavano molto quelle delle prigioni medievali.

“Tu e tu qui, voi altre due in questa” e così dicendo sbattè me e Malfoy in una di esse, Val e Sylvia nell’altra

“Potrete uscire domani mattina, ordini della professoressa McGranit. Notte notte!” si allontanò, ma qualcuno o, meglio, qualcuna non sembrava averla presa bene.

“Come osi lasciarci qui, in questa topaia! Vieni subito a tirarci fuori, capito?!” Val si attaccò con tutte le sue forze alle sbarre della cella, implorando Gazza, senza alcun risultato, di tornare indietro.

“E ora che facciamo?” mi domandò. Purtroppo un muro abbastanza spesso divideva i due ambienti, potevo solo sentire la sua voce, ma non vederla in faccia. Percepii il panico che cresceva dentro di me, non so se dovuto più a quanto era successo o al fatto che ero stata divisa da Val e adesso entrambe eravamo costrette a dividere il poco spazio vitale con il nostro più acerrimo nemico. O, perlomeno, con la persona che credevamo tale, la quale sembrava cambiata ma in realtà non lo era affatto. I miei pensieri erano sempre molto contorti. Troppo.

“Non possiamo fare niente, Val…Solo aspettare” mi ero avvicinata anche io alle sbarre, sperando invano di scorgere il volto della mia amica, di poter trovare un conforto nel suo sguardo, di ricevere la conferma che ‘sì, sarebbe andato tutto bene’. Ma non accadde niente di tutto ciò, udii solamente i suoi pugni che sbattevano forte contro il ferro. Sconsolata e ormai rassegnata mi lasciai cadere a terra, il pavimento composto da grandi blocchi di pietre era gelido. Avrei voluto riflettere sui miei errori, capire cosa mi aveva portata a quella situazione ma, evidentemente, il destino non voleva che lo facessi.

“Alzati, o ti prenderai un bel raffreddore”

“So badare benissimo a me stessa da sola, non ho bisogno del tuo aiuto!” Neanche a dirlo, era ovviamente di Malfoy la voce che avevo sentito.

“Scusa se mi preoccupo per te!” ribattè con lo stesso tono di quella volta.

“Ah davvero?! Tu ti preoccupi per me?! Non direi proprio dal momento che eri tanto ‘preoccupato’ a baciare quella tizia!” e così dicendo feci uno scatto con il braccio come ad indicare la ragazza che, però, non era presente”

“Baciare chi?! Ah, Grace!”

“Esatto! Grace, Trace, come si chiama!” poi assunsi un aria più seria e un tono inaspettatamente calmo anche per me “Avrei dovuto saperlo che razza di persona sei. Come ho potuto credere che tra noi…”mi bloccai.

“Tra noi?” mi incalzò lui.

“Tra noi niente! Tu la tua decisione l’hai già presa, no? A questo punto che te ne fai di me? Non penserai di certo che io voglia fare la stupida di turno, eh!” abbassai lo sguardo “Ti avevo dato la possibilità della mia amicizia, ma a quanto pare non era quello che volevi”

Mi afferrò entrambe le braccia, rimaste lungo i fianchi e, con uno sguardo serio come non lo avevo mai visto, mi fissò negli occhi. Sentivo il cuore accelerare i battiti e le labbra che si stavano seccando. Avevo la tentazione di passarci la lingua sopra, come facevo abitualmente, ma realizzai di avere tutti i muscoli contratti, non riuscivo quasi a deglutire.

“Hermione, tra me e Grace non c’è niente, mi dispiace che tu abbia frainteso la situazione…”

Avrei voluto rispondergli, urlargli in faccia quanto era falso e bugiardo, ma non lo feci. Mi aveva chiamata per nome. Per la prima volta lo avevo sentito pronunciare il mio nome. Non ero più ‘Granger’. Adesso per lui ero ‘Hermione’. Rimasi sempre immobile, incapace di fare qualsiasi cosa. Non riuscivo a capacitarmi di questo mio comportamento, non era da me. Ma lui mi faceva quest’effetto. Sempre, da quella volta ad Hogsmade. E il fatto che istintivamente avesse pronunciato quelle parole, aveva peggiorato ancora di più la mia situazione emotiva.

“Non so cosa tu abbia visto, ma…” lui proseguì ma io trovai la forza di rispondergli.

“Basta. Smettila con queste bugie. So bene quello che ho visto, perché ti è tanto difficile ammettere la verità? Ho capito che volevi ingraziarmi solo perché dobbiamo fare quel compito assieme, magari speravi che in questo modo sarebbe stato più semplice. Ma vuoi sapere una cosa? Domani stesso andrò dal professor Lupin a dire che io mi ritiro, che non voglio proseguire”

“Ma, questo significa che..” lo interruppi nuovamente.

“Sì, mi assegnerà il voto più basso della storia, un compito non classificato” assunsi un aria da finta disperazione, poi tornai seria “Ma farei di tutto pur di mettere fine a questo”.

Detto ciò mi voltai di nuovo verso la porta sbarrata della cella in cui ci trovavamo, prendendo coscienza che ormai si era fatto davvero tardi ed era diventato buio. Lui sembrò essersi rassegnato alle mie parole e rimase in piedi, la testa abbassata rivolta al pavimento. Forse stava meditando su quanto gli avevo appena detto, forse aveva davvero capito di aver sbagliato. Poco dopo si diresse dalla parte opposta alla mia della cella, si sedette a terra e non proferì parola.

 

 

And there’s two more lonely people

in the world tonight

baby you and I.

And just two more lonely people

who gave up the fight

yeah I’m alright.

Well you know my heart is aching

you don’t have to break it

if love don’t change your mind

then there’s two more lonely people tonight”

 

Two more lonely people – Miley Cyrus

 

 

 

Cadde un silenzio insolito, percepito da ognuno di noi in maniera diversa. Perfino Sylvia si era acquietata, dopo non pochi urli striduli di protesta.
Val probabilmente si era immersa col pensiero in uno dei suoi mondi, così da illudere l’attesa. Malfoy era sveglio, nella medesima posizione, lo sguardo rivolto in basso. E poi c’ero io, in piedi, con il viso appoggiato alle sbarre, posizione oltremodo scomoda, ma che almeno mi impediva di vederlo. La situazione rimase tale per gran parte del tempo, poi qualcuno decise di interromperla, benché io la ritenessi perfetta.

“Facciamo una tregua?” mi domandò con un filo di voce il mio compagno di cella. Non mi voltai, non gli risposi.

“So che stai morendo di freddo, stai tremando” in effetti non aveva tutti i torti, mi stavo congelando. Avevo indosso solamente il corpetto argentato che avevo messo per la festa, ma qui la temperatura era notevolmente scesa. Continuai a dargli le spalle, troppo orgogliosa per ammettere che aveva ragione.

“E’ molto tardi, dovresti provare a dormire” senza lasciare la posizione in cui si trovava ormai da molto, si sfilò la giacca dell’abito da sera e rimase in camicia. “Se proprio non vuoi venire qui, almeno metti questa, non voglio essere accusato di averti lasciata morire assiderata” proseguì con il tono piatto che aveva sempre. Lo stesso che mi rivolgeva prima che…ci conoscessimo meglio.

Mi voltai un istante per capire a cosa stesse alludendo e quando notai il suo braccio proteso per tendermi la sua giacca, nella mia mente riaffiorarono i ricordi di quel pomeriggio di pioggia…“Ma guardati, ti stai bagnando tutta” quando mi aveva riparata con la sua giacca, con quel gesto così protettivo…“Tieni, così starai più calda” mi aveva detto dolcemente. Adesso stava per ripetersi la stessa scena, stavo per cadere di nuovo nella sua trappola. Se prima non mi aveva degnata di uno sguardo, adesso aveva alzato gli occhi per capire cose stessi facendo.

“Allora? La vuoi o no?” continuò con più insistenza.

Mi avvicinai, con un gesto furtivo gliela stappai dalle mani e la misi sulle spalle. Decisamente meglio. Sentii i brividi di freddo scomparire lungo la schiena e pian piano ripresi colorito sul viso. Malfoy tornò nella sua posizione originaria e io rimasi in piedi, lontana da lui.

“Malfoy…” gli sussurrai con un filo di voce. Lui alzò la testa e mi guardò stupito.

“Sì?”

“Posso sedermi vicino a te?” la mia voce si era addolcita più di quanto avessi voluto. Mi rivolse un sorriso sincero, per poi rispondermi “Certo”.

Mi misi sul pavimento accanto a lui, il quale, con mio grande stupore, mi cinse le spalle con un braccio e mi attirò più vicina a sè.

“Va meglio adesso?” mi domandò dolcemente.

Sì, ora stavo decisamente bene, mi sentivo tranquilla come non lo ero mai stata, tutte le preoccupazioni di poco prima sembravano essersi volatilizzate. Per tutta risposta lasciai cadere la mia testa sulla sua spalla e mi strinsi nel suo abbraccio.

“Sì, meglio…” sussurrai, ma riuscì comunque a sentirmi e mi avvicinò ancora di più a lui.

“Adesso cerca di dormire un po’, va bene?” e così dicendo, mi abbandonai completamente a lui, dimenticando tutto ciò che era accaduto fino a poco fa, non pensando a quello che gli avevo urlato contro, senza considerare le conseguenze del piano che avevamo organizzato io e Val, senza riflettere troppo su cosa sarebbe accaduto il giorno seguente. Quello che contava davvero era il fatto che fossi lì, con lui, tra le sue braccia.
E niente e nessuno avrebbe potuto portarmi via quel momento.

 








Scusate del ritardo ma non trovavo mai tempo per pubblicare, benchè i capitoli fossero già pronti lol SORRYYYYYY!!!

Comunque, spero di farmi perdonare con questo capitolo che mi è venuto in mente una sera dopo un bel po' che non scrivevo. A me sinceramente ispira, voi che dite??

Dai, dai, dai, lasciate una recensione, anche corta ma fatelo perfavoreeeeeee

Grazie a tutti <3

mistake

mi55 rixxy

MagicRainbow_

hjsmileniall'

ILoveZioVoldy

NooneButADreamer

Vale_san

SecsyStyles

niallsguitar

Camy_Cassidy

dolce_smile

Pleasebemywill

LunaBlu Noir

afterallthistime

YourSmileIsMySmile_

stay_strong_hope

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0mgisbiebs

Camils

I follow my dreams

potteraddicted

michaelcookiess

angeltofly_

Dees

 

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Capitolo 13
*** 13 - Nuovi incontri, vecchie conoscenze ***


Capitolo 13- Nuovi incontri, vecchie conoscenze

Un rumore metallico e cigolante mi ridestò, facendomi bruscamente riprendere coscienza della situazione. Il braccio di Malfoy circondava ancora le mie spalle, facendo in modo che la sua giacca aderisse sul mio corpo il più possibile, così da non farmi percepire il freddo.

“Buongiorno…hai dormito bene?” la sua voce, così pacata e serena, mi fece capire di non aver sognato, di essere realmente sveglia. Tra le sue braccia.

“S-sì, bene” con uno scatto mi alzai in piedi, lasciando cadere a terra la giacca nera.

“Forza, galeotti, tutti fuori” le parole di Gazza mi impedirono di analizzare meglio la situazione, di tornare indietro con la memoria alla sera precedente.

“Hermione!!!” Val corse ad abbracciarmi e il suo impeto per poco non mi fece cadere.

“Ehi!” fu tutto quello che uscì dalla mia bocca.

“Stai bene? Cosa ti ha fatto quell’essere?” mi domandò lanciando un’occhiata fulminea contro Malfoy, che era rimasto in piedi appoggiato al muro.

“Niente, Val, sto bene. È tutto a posto” le rivolsi un sorriso, ma evidentemente si notava benissimo quanto fosse falso. Capii che se ne accorse, ma non disse nulla.

“Ok, vogliamo andare? A mio parere abbiamo passato anche fin troppo tempo qui dentro!” mi prese la mano e insieme ci avviammo verso la Sala Grande per fare colazione.
Mi girai un’ultima volta indietro e cercai con lo sguardo il ragazzo che fino a poco prima mi teneva stretta a lui. Fece la stessa cosa anche lui, ma subito abbassò il volto per evitare di incrociare i miei occhi.

Percorsi la strada insieme alla mia amica, nessuna delle due proferì parola. Mi sentivo vuota, confusa, non riuscivo a pensare lucidamente; ogni volta che ci provavo, altri ricordi intervenivano a impedirmi di giungere ad una conclusione logica. Dopotutto, non c’era una spiegazione razionale. Tornai con la mente al mondo reale e mi accorsi che Val aveva deviato strada.

“Dove stiamo andando?” le domandai spontaneamente.

“In un posto in cui tu possa dirmi in maniera chiara ciò che sta succedendo”

Mi spinse dentro una stanza vuota, che solo poco dopo riconobbi come l’aula in disuso dove precedentemente il professor Piton teneva il suo corso di pozioni.

“Basta girarci intorno, sono stufa!” Val sembrava arrabbiata e sinceramente non mi andava molto di contraddirla.

“Pensavo che mi considerassi un’amica, credevo ti fidassi di me!” teneva il suo sguardo fisso nei miei occhi, voleva costringermi a non distoglierlo dal suo.

“Val…”

“Ascoltami, qualunque cosa mi dirai, io ti sarò vicina, non ti abbandonerei mai”

Basta. Era finalmente giunto il momento di sfogarmi, non riuscivo più a tenermi dentro tutto quello che stavo provando, tutti quei sentimenti contrastanti giunti così all’improvviso dentro di me.
Aveva ragione lei, dovevo smetterla di fingere. Per lo meno con chi era sempre stata sincera con me. Val non aveva segreti con me, potevo fidarmi totalmente di lei. Ma, forse, il problema ero io.
Infatti non sapevo neanch’io cosa mi stesse succedendo, perché cambiassi umore così facilmente, perché… il centro di tutto fosse sempre lui.

Le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento scesero lente a rigarmi le guance, non potei più soffocare i singhiozzi, tentai di asciugarmi gli occhi con il braccio nudo. Val mi attrasse a sé, mi cinse in un abbraccio e cominciò a canticchiare delle parole bellissime.

 

Oh, why you look so sad? Tears are

in your eyes come on, and come to me now.

Don’t be ashamed to cry, let me see you through,

cause I’ve seen the dark side too. I’ll stand by you…”

 

 

 

“Calmati, Hermione…” mi tese un fazzoletto e mi asciugai gli occhi. “Sono qui con te e non ti abbandonerei per nessuna ragione al mondo” si sedette su un banco e io feci lo stesso. “Adesso raccontami cosa succede” mi teneva la mano e mi trasmetteva una calma indescrivibile. Raccolsi tutto il poco coraggio che avevo dentro di me e incominciai a parlare.

“Non so cosa mi stia succedendo, mi sento strana, ogni volta che…ogni volta che…” non riuscivo a parlarle di lui. Avevo troppa paura, temevo la sua reazione sentendo il suo nome.

“Ti piace, è naturale” le sue parole mi colpirono come se una lama mi avesse trafitto il corpo.

“N-non mi piace! O almeno…non ne sono sicura…” non volevo negarlo, ma davvero non ne ero certa. Come potevo essermi innamorata di lui? Come? In tutti questi anni a malapena ci siamo salutati! E le rare volte in cui questo accadeva non mancavano gli insulti.

“Va bene, allora consideriamo l’ipotesi che questo possa accadere” Val tentava di aiutarmi, ma io non sapevo davvero cosa dirle, perché la situazione non era chiara a me per prima!

“Io so solo” cominciai senza soppesare troppo ciò che dicessi “che quando sono con lui sto bene, mi fa sentire bene. Però…” mi incupii leggermente “allo stesso tempo sto anche male, perché non riesco a capirlo a fondo, non so quando mente e quando è sincero!”

“Ti riferisci a Grace, vero?” annuii con la testa.

“Ma ti ha detto che non c’è niente tra di loro, no?”

“E tu come fai a saperlo?!” domandai stupita.

“Vi ho sentiti litigare ieri. Sai, quando sei confinata tra quattro mura, non ci sono molti passatempi”

“Oh. E che ne pensi?”

“Credo che fosse sincero. L’ho capito dalla sua voce. E poi, che motivo avrebbe di mentirti?”

Guardavo la mia mano in quella di Val. Già, che motivo avrebbe di mentirmi? In realtà, molti… Approfittarsi di me, prendersi gioco di me…Le motivazioni di certo non mancherebbero.

“So a cosa stai pensando. Ma fidati, il mio sesto senso non sbaglia mai” mi strizzò l’occhio. “Dai, adesso andiamo a mangiare, sto morendo di fame!”.

Uscimmo dall’aula. Dopo questa chiacchierata almeno non avrei più dovuto fingere con lei. Mi ero tolta un gran peso, mi sentivo come se potessi finalmente tornare a respirare.

“E comunque” continuò Val “Non credere che non stia riflettendo sul tuo problema” mi scappò un sorriso quasi stupito.

“Adesso è diventato addirittura un problema?”

“Piuttosto una missione!” rise anche lei.

Dopo non molto che camminavamo, Val si bloccò improvvisamente.

“Matt!!!” esclamò rivolta ad un ragazzo che aveva appena svoltato l’angolo.

“Val!!! Finalmente ci incontriamo!” il ragazzo le diede un bacio sulla guancia.”Come stai?”

“Si va avanti. Tu?”

“Bene, dai. Sai che avevo proprio voglia di vederti? Hai lezione adesso?”

I due si misero a parlare molto amabilmente come se si conoscessero da una vita, cosa che, evidentemente, doveva essere. Il ragazzo era abbastanza alto, aveva i capelli neri corti, quasi a spazzola, gli occhi di un bellissimo verde smeraldo e indossava la divisa dei Serpeverde. Probabilmente dovevo essermi soffermata troppo a studiarlo, perché si rivolse a me come se volesse darmi spiegazione di quanto stessi osservando.

“Lo so, incredibile, vero? Serpeverde! E pensare che tutta la mia famiglia, da intere generazioni, sono sempre stati Grifondoro! Il Cappello Parlante ha davvero commesso l’errore più clamoroso di tutta la storia!” scoppiò in una risata.

“Ma lascialo perdere quel logoro pezzo di stoffa!” riprese Val “Piuttosto, facciamo un po’ di presentazioni! Lui è Matt, il mio migliore amico da quando sono arrivata qui. È un vero artista, scrive poesie e poi le canta suonando la chitarra. Un genio!” poi si rivolse verso di me “E lei è Hermione, la mia migliore amica da poco” mi lanciò uno sguardo d’intesa.

“Piacere” Matt mi strinse la mano. “Purtroppo io e Val non riusciamo a passare molto tempo insieme…” sembrava sinceramente dispiaciuto. “Se non hai lezioni, possiamo fare qualcosa, abbiamo circa due ore prima di storia della magia”

Val mi scrutò come a cercare una conferma di permesso per la sua libertà.

“Certo, andate pure! Io ho alcune cose da sbrigare” sorrisi a entrambi. Val corse ad abbracciarmi.

“Grazie, grazie, grazie!!! Sai che ti adoro, vero? Ti prometto che appena torno studiamo un piano!”

“Vai tranquilla e divertiti. Io me la caverò benissimo da sola”

“Sei la migliore, lo sai?” annuii orgogliosamente.

“Ci vediamo dopo!” mi salutò con la mano mentre con lo sguardo li seguii allontanarsi insieme.

 

 

Non mi restava che andare a far colazione da sola, benché ormai fosse abbastanza tardi e, molto probabilmente, non sarebbe avanzato un gran che.La Sala, nonostante l’ora, era comunque gremita di gente; c’era chi finiva di mangiare, chi leggeva la Gazzetta del Profeta, chi ripassava qualche materia. Mi feci avanti lungo le panche per trovare un posto libero dove sedermi.

AHHH! Con un sonoro tonfo caddi a terra.

“Scusami!” sentii da una voce dispiaciuta. “Mi dispiace, non volevo farti cadere”. Una mano mi aiutò a rialzarmi. “Perdonami, stavo leggendo con le gambe accavallate e non mi ero accorta che stessi passando!”

Alzai gli occhi per realizzare a chi apparteneva la voce, e non mi ci volle molto per capirlo.

“Grace!” mi lasciai sfuggire il suo nome.

“Si…” sembrava confusa e allo stesso tempo stupita che conoscessi il suo nome. “Come fai a sapere chi sono?” mi colse impreparata, fui costretta ad inventare sul momento.

“Beh…sei famosa tra i Serpeverde! Chi non ti conosce!” era davvero poco credibile come motivazione.

“Ancora con questa storia! Ma perché non posso vivere in pace e nell’anonimato?” sbuffò sedendosi nuovamente sulla panca. Notai il libro che era caduto a terra. Lo raccolsi e glielo porsi.

“Astronomia” commentai ad alta voce.

“Oh, grazie!” lo prese con dolcezza dalle mie mani “Adoro questa materia, non mi stancherei mai di studiarla!”. Esclamò entusiasta. Per un momento ci fu silenzio, poi Grace riprese a parlare.

“Tu devi essere Hermione, vero?” anche io ero abbastanza sorpresa del fatto che conoscesse il mio nome. Annuii con la testa.

“Lo considereresti stupido se ti facessi la stessa domanda?” le chiesi

“Come faccio a sapere chi sei?” mise nuovamente le gambe una sull’altra, aprì il libro nel punto in cui era arrivata e, senza distogliere lo sguardo dalle pagine, proseguì. “Beh, non è difficile! Draco parla sempre di te” fece con noncuranza. Percepii un tonfo al cuore, come se si fosse bloccato improvvisamente. Lui…le parlava di me? Sempre? Poiché ero profondamente convinta di aver assunto un’espressione sbalordita, Grace chiuse il libro e si rivolse verso di me.

“Sì, sei così fortunata Hermione…” disse con una punta di amarezza nella voce.

“P-per cosa?” a cosa stava alludendo?

“Sai, è da molti anni che sono innamorata di lui, ma non mi ha mai degnata di uno sguardo. Solo quest’anno siamo diventati, per così dire, amici. Ho fatto davvero tanti sforzi perché mi notasse, ma non sono serviti ad un gran che. Lo avevo capito che c’era un’altra nella sua testa” stavo seguendo con estrema attenzione ogni sua minima parola, quasi non respiravo per non perdermi una sillaba.

“E poi…ho capito che quel qualcuno eri tu” mi rivolse un sorriso, ma non di disprezzo o gelosia, molto dolce. “Ogni volta che lo vedevo sorridere, capivo che eri tu la causa di ciò. E ogni volta che lo vedevo triste o arrabbiato, ero convinta che fosse comunque dovuto a te”. Si alzò in piedi e ci trovammo l’una di fronte all’altra. “L’amore è così. Ti fa compiere cose che non immagineresti mai. Ti porta alla pazzia, a non riconoscere più te stessa guardandoti allo specchio. È un po’ quello che è successo a lui, in un certo senso”.

Fino a quel momento avevo taciuto, avevo voluto ascoltare tutto quello che aveva da dire quella ragazza che, apparentemente, avevo giudicato male. O, meglio, sulla quale neanche mi ero soffermata per esprimere un giudizio in particolare.

“Come fai ad esserne certa?” domandai tutto d’un fiato.

“Di cosa? Del fatto che lui sia completamente perso di te?” la sua domanda mi rese, se è possibile, ancora più difficile continuare quella conversazione. Le feci nuovamente un cenno di affermazione con la testa.

“È abbastanza ovvio, credimi. Lo conosco da tanto tempo e ha cominciato a comportarsi in maniera sospetta da quando avete cominciato quella ricerca a gruppi”

“Però…ho visto che ti ha baciata l’altro giorno” sapevo di rischiare molto con quell’affermazione, ma ormai ero giunta in fondo, stavo quasi per scoprire una verità assurda.

Grace sorrise volgendo lo sguardo in alto, come se nella sua mente stesse rivivendo quel momento.

“Sono stata io a baciarlo. Mi sono spinta troppo oltre, ho azzardato troppo. Infatti, da quella volta non mi ha più rivolto la parola”. Continuava a sorridere, ma si percepiva benissimo che le faceva male ricordare quell’episodio.

“Ascolta, Hermione. Io non so in che rapporti siate, ma tu a Draco piaci davvero, di questo ne sono certa. E credimi che non è mai stato tanto innamorato di una ragazza come lo è di te. Se io ne avessi l’opportunità, non me la lascerei scappare. Ma, ovviamente, io sono io, e sono sempre stata innamorata di lui, per te è una questione diversa. Sta solo a te decidere cosa fare”.

Grace mi parlava come se fossimo migliori amiche da sempre, nonostante fosse la prima volta che ci scambiassimo parola. Mi morsi il labbro inferiore, prendendo tempo per pensare a cosa risponderle.
Mi aveva appena fatto una confessione sconvolgente! Quindi…c’era davvero la possibilità che io gli piacessi. Almeno un po’, comunque. Ma che stavo dicendo? Io ero fidanzata con Ron, quel pensiero non avrebbe neanche minimamente dovuto sconvolgermi la testa. Eppure lo stava facendo. Nonostante questa mia consapevolezza, non potevo fare a meno di pensare alla possibilità che avrei potuto avere con lui.

“Non devi rispondermi ora, e neanche sei obbligata a farlo” le parole della Serpeverde mi ridestarono dai miei pensieri. “Mi sembrava solo giusto informarti” si mise a ridere “E ci siamo anche incontrate per caso! Certo che il destino è proprio in vostro favore!” non potevo esserne certa, ma credetti fermamente di arrossire.

“Mi fa piacere averti conosciuta, Grace. Sei una ragazza molto simpatica” dissi sinceramente.

“Grazie, Hermione, anche tu. Purtroppo io sono più ‘famosa’ per il mio aspetto, a quanto pare…” pronunciò quell’ultima frase con un velo di tristezza.

“Non dire così…è vero, sei una bellissima ragazza, ma questo non implica necessariamente che le persone non debbano conoscerti per quella che sei veramente! Me per prima.” Grace sembrò confortata dalle mie parole e, alla sua espressione sconsolata, si sostituì un sorriso.

“Grazie. Ci siamo appena conosciute, ma ho già capito che sei un persona fantastica”

“Anche tu, e forse ti avevo giudicata male…” tornai con la mente alla prima volta che l’avevo vista. Non mi era piaciuta, avevo sentito di odiarla a pelle. E neanche avevo provato a conoscerla.

“Tutti fanno degli errori, tutti diventano ciechi nel momento in cui sentono che qualcuno sta portando via loro qualcosa di caro. L’importante è chiarire, no?” si stava evidentemente riferendo a Malfoy, ma cercai di non dare troppo peso alla cosa e far finta di niente.

“Ne sono convinta anch’io. Adesso però dovrei andare, ho lezione” mentii. Dovevo assolutamente trovare Val. Doveva sapere cosa era successo in sua assenza. Probabilmente sarebbe svenuta.

Grace mi tese la mano “Ci rivedremo presto, promesso?” gliela strinsi. “Promesso!”.

Ci guardammo negli occhi per qualche istante, dopodichè ognuna tornò alla sua vita di sempre. Sbaglio, probabilmente nessuna delle due sarebbe mai più tornata alla vita di sempre, dopo quella mattina.
Lei, forse, aveva trovato una nuova amica; io, di certo, ero intenzionata come non mai a scoprire la verità, a chiarire una volta per tutte con Malfoy se le cose fossero davvero come aveva detto Grace.
In quel caso… Ottima domanda, in quel caso che avrei fatto? Non lo sapevo, ma non mi importava. Prima avrei dovuto accertarmi della situazione, in seguito, eventualmente, riflettere.
Solamente dopo quella mia affermazione mentale compresi a fondo le parole di Grace: sì, quel ragazzo mi aveva davvero cambiata.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Allora, allora, alloraaaa????

Sono certa che aspettavate questo capitolo da un bel po' (?)

Anyway, la parte centrale è molto intima e personale, mette completamente a nudo l'animo di Hermione. Poi entra in scena Matt. Che ne pensate? Nei prossimi capitoli ve lo descriverò meglio eheh! E in ultimo Grace, anche questa è una parte importante della storia!

Quindiii, vorrei i vostri pareri e impressioni, c'mon!!!

 

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Capitolo 14
*** 14 - You’re my wishin’ star ***


Capitolo 14- You’re my wishin’ star

Avevo percorso ogni singolo centimetro quadrato del castello e dintorni, ma Val sembrava essersi volatilizzata. Proprio adesso che avevo un estremo bisogno di lei. Percepivo il fiato corto dovuto alla corsa ininterrotta che durava ormai da una buona mezzora. Nonostante ciò non mi arresi: dovevo assolutamente trovarla. Proprio mentre la stavo maledicendo mentalmente, con la coda dell’occhio scorsi lei e Matt che sghignazzavano sonoramente. ‘Eccola finalmente’ pensai irritata ma allo stesso tempo immensamente grata per averla trovata. Impiegai le poche forze che mi erano rimaste per raggiungere entrambi. Avevo il fiatone e probabilmente Val non capì molto di quello che dissi.

“Val! Fi-finalmente…ti ho…ti ho trovata! Ma si può…sapere…dove…dove eri?!”

“Ero insieme a Matt, no? Ma…tutto a posto?”

“Sì! Cioè, no! Devo assolutamente parlarti!” e, proferita la mia ultima sentenza vitale, tentai di far diminuire i battiti cardiaci. Matt mi guardava senza ben comprendere la situazione, cosa che Val, invece, fece all’istante.

“Scusa Matt…problemi in vista, devo proprio andare” ero veramente molto dispiaciuta di aver interrotto le poche ore libere che avrebbero dovuto passare insieme, ma avevo troppo bisogno di lei, ormai era diventata il mio punto di riferimento e io le volevo moltissimo bene. Si era dimostrata un’amica leale, sincera, senza pregiudizi. Solo lei avrebbe potuto salvarmi dalla condizione in cui ero precipitata.

“Andiamo, Hermione” il volto di Val si era incupito, era diventata estremamente seria. Benché non glielo avessi chiesto, sapevo esattamente dove ci stessimo recando: nel nostro posto segreto, dove niente e nessuno avrebbe potuto interromperci.

Una volta giunte lì le spiegai quanto era successo, l’incredulità appariva evidente in lei.

“Quindi?” mi domandò alla fine del resoconto “Cosa intendi fare?”

“Non lo so…secondo te cosa dovrei fare?” speravo davvero che lei potesse risolvere i miei dubbi.

“Ami Ron?” la sua domanda fu molto schietta, quasi impercettibile. Ma la mia risposta non lo fu altrettanto.

“Cosa? Che domanda è?” cercai di apparire indignata, ma la verità era che cercavo solo di prendere tempo, di pensare rapidamente a qualcosa di sensato da rispondere. Qualcosa che, evidentemente, non sapevo neanche io.

“Una domanda molto semplice, a mio parere. Lo ami o no?”

“Draco?” non avevo riflettuto, si capiva. Oltre a non rispondere a quanto chiesto dalla mia amica, avevo peggiorato ancora di più la situazione chiamandolo per nome. Per la prima volta. Come aveva fatto lui. ‘Hermione, tra me e Grace non c’è niente’ .

“Come hai detto, prego?” Anche la finta sorpresa di Val nel sentire il nome sbagliato era palesemente sarcastica. Era ovvio che lo aveva fatto apposta, che aveva studiato ogni minima mossa per arrivare a farmi dire cose che neanche pensavo! Cercai di rimediare all’irreparabile.

“Ron!” esclamai convinta. Ma contro Val era impossibile fingere.

“No, no, cara! Non sono mica sorda, io! So bene quello che ho sentito e, oltre ad aver menzionato la persona sbagliata, l’hai anche chiamata per nome. Dobbiamo aspettarci il peggio?” l’umorismo della ragazza non era affatto gradito dalla sottoscritta.

“E va bene, hai vinto tu, l’ho chiamato per nome! E con questo? Non vorrai mica tirare conclusioni affrettate!”

“Ma neanche per sogno, mia cara! Anche perché sarai tu a raccontarmi il finale di questa storia”

“Che sarebbe?” assunsi un falsa aria confusa, anche se davvero non avrei saputo come terminare questa conversazione.

“Ascolta, ho un’idea” ecco, la frase che speravo con tutto il cuore di non sentire. Aveva un’idea. Il che equivaleva a prepararsi al peggio.

“Sentiamo. Tanto, peggio di così non potrebbe andare…”

“Stai dubitando delle mie capacità? Comunque, io e Matt stavamo giusto parlando di stasera e…” evidentemente si aspettava che io sapessi concludere quella frase da sola ma, come da un po’ di tempo a questa parte, le certezze che avevo erano notevolmente diminuite.

“E?” le feci coro.

“E stasera per la prima volta dopo 122 anni sarà nuovamente visibile la ‘pioggia di stelle cadenti’! Accidenti, Hermione, sei caduta più in basso di quanto mi aspettassi! Ti ha ridotta proprio male!”

In tutta risposta le feci una linguaccia, ma poi mi soffermai meglio su quanto aveva detto. Collegai tutto. Ecco perché Grace aveva quel libro in mano! Forse è per questo motivo che mi ha detto ‘Ci rivedremo presto, promesso?’. Sapeva che ci saremo incontrate di nuovo?

“Allora?” Val interruppe i miei ragionamenti.

“Allora cosa?” ripetei, rimanendo però con la mente ancora ai pensieri di poco prima.

“Cosa pensi di fare stasera?” mi rispose con tono ovvio.

“Ma se neanche ti ho detto che verrò stasera! Per qualsiasi cosa voi abbiate deciso di fare”

“Hermione, ma ti devo sempre spiegare tutto? Ora ascoltami bene, ti enuncerò come mettere in atto il mio piano” e con quelle ultime parole che furono in grado di distogliermi completamente da ciò su cui riflettevo per conto mio, ci sedemmo sull’erba e la mia amica diede inizio a quella che sarebbe stata, di certo, una lunga ed impegnativa conversazione.

 

*

 

Con molta noncuranza gettai un paio di jeans sul letto e, a seguire, anche le Converse rosse. Indossavo la camicia della divisa, perciò scelsi solo un cardigan e, dopodichè, chiusi l’armadio. ‘Fatto’ pensai tra me e me. Dovevo stare comoda e sentimi a mio agio, quindi niente vestiti alla Ginny Weasley.
Ero certa che Val avrebbe apprezzato totalmente il mio look. Non avrei avuto dubbi nell’affermare che lei fosse l’unica ragazza sulla Terra a provare un odio tanto profondo per gli abiti femminili; mi aveva perfino raccontato di aver organizzato una protesta per portare i pantaloni maschili come divisa scolastica ma, purtroppo per lei, non era andata a buon fine. Tirai un respiro profondo. ‘Ok, sono pronta’. Val mi aspettava nella Sala Comune, saremmo andate insieme a prendere Matt nei Sotterranei, dopodichè mi avrebbe lasciata sola. Mi spaventava un po’ quella parola, ora che la facevo risuonare nella mia testa.
Non dovevo pensarci, dovevo rimanere calma. Mi infilai il cardigan a righe e scesi di sotto.

“Oh, ben arrivata!” Val era seduta sul bracciolo della poltrona e sembrava piuttosto allegra.

“Come mai tutto questo entusiasmo? A cosa è dovuto?” domandai con tono piatto, probabilmente dovuto alla troppa agitazione che ancora provavo dentro di me.

“Ma che domande fai? Al tuo trionfo! Per la bottiglia di Champagne, però, aspetto ancora un po’”

“Ah, ah” feci io di rimando.

“Parlando di cose serie, ti ricordi tutto? Hai ripassato il piano?”

“Cosa vuoi che ci sia da ripassare?” improvvisamente sentii un nodo in gola e gli occhi gonfiarsi di lacrime. Val si alzò e venne verso di me, mi mise un braccio intorno alle spalle.

“Hermione, perché fai così…cerca di rimanere calma, andrà tutto bene” mi sorrise.

“Come fai ed esserne certa?” sentii di non potermi trattenere oltre.

“Qualsiasi cosa succederà, qualunque cosa ti dirà, voglio che tu tenga sempre a mente questo: sei una persona meravigliosa, dentro e fuori. Non permettere mai a nessuno di farti stare male, di versare le tue preziose lacrime per qualcuno che, se non ti apprezza, vale meno di zero” fece una piccola pausa “specialmente per quel ‘mollusco’..”. le sue ultime parole mi fecero sorridere. “Quando sorridi così, poi, sei ancora più bella”.

“No Val, sei tu che sei fantastica. Senza di te non sarei mai diventata quella che sono adesso”.

Ci abbracciammo, poi ci avviammo verso i sotterranei.

 

 

Il tempo impiegato a raggiungere Matt mi sembrò pochissimo, quasi come se ci fossimo smaterializzate lì. Il ragazzo si trovava davanti alla porta del dormitorio dei Serpeverde, appoggiato ad una colonna di marmo; indossava un paio di jeans strappati abbastanza aderenti, le nike rosse e una felpa blu scuro con la zip davanti. Completavano il look un paio di grossi occhiali da vista con la montatura quadrata nera. Val gli corse incontro abbracciandolo.

“Sai di essere ancora più sexy con gli occhiali?” scherzò lei.

“E tu lo sai che sei più orba di me, ma non lo dai a vedere perché usi le lenti a contatto?” ribattè lui ironicamente.

“Sta’ zitto, Matt!” concluse Val ridendo, dandogli una gomitata.

Mentre loro scherzavano come se non si vedessero da una vita, io mi guardavo intorno, constatando che moltissimi altri Serpeverde si stavano avviando verso il parco del castello per ammirare il fenomeno astronomico. Per qualche assurda ragione mi venne in mente la professoressa Cooman e le sue lezioni; era una persona davvero bizzarra!

“Hermione!” mi sentii chiamare alle mie spalle, mi voltai e…

“Grace!” come sempre, era molto carina: portava una gonna scozzese verdone e blu con due bottoni sull’anca, una maglioncino blu da cui sotto spuntava il colletto della camicia bianca, un paio di calzettoni blu fin sopra al ginocchio e le ballerine dello stesso colore; aveva infine raccolto i capelli a boccoli in una mezza coda con un fermaglio dorato.

“Che bello vederti qui!” proseguì lei.

“Bene” ci interrupe Val “Vedo che sei in buona compagnia, io e Matt andiamo a cercare dei buoni posti, ci vediamo dopo” mi strizzò l’occhio come gesto d’intesa e io la salutai con la mano.

“Avete fatto pace tu e…” le domandai, senza ben sapere perché le avevo posto quella domanda. Grace si incupì e spostò lo sguardo altrove.

“No, purtroppo…” poi tornò a sorridere, come se volesse lasciarsi tutto alle spalle “Ma adesso pensiamo ad altro, tu sei da sola stasera?” mi morsi il labbro, non sapendo bene cosa rispondere. Non potevo dirle del piano di Val…

“Diciamo di si” ma la ragazza comprese che non ero totalmente sincera. Era una Serpeverde, dopotutto!

“Sicura? Non è che tenti di nascondermi qualcosa?” mi guardò negli occhi.

Proprio in quel momento, Malfoy varcò la porta del dormitorio. Sembrò non accorgersi della nostra presenza, ma poi mi lanciò uno sguardo. Durò una frazione di secondo, un gesto quasi impercettibile, eppure contribuì a far cambiare espressione sul mio viso. Se ne andò.

“Oh” Grace emise un sospiro, come se fosse giunta ad una conclusione. “Capisco”.

“Capisci cosa?” Speravo non si riferisse davvero a quanto in realtà avessi intenzione di fare. Mi rivolse un’occhiata complice e un sorriso compiaciuto.

“Volevi rimanere sola con lui stasera” tentai di negare, ma la realtà era troppo palese.

“Se proprio vogliamo dirla tutta, non è stata un’idea mia…” tentai di giustificarmi.

“Ovvio, non hai una mente così diabolica” fece una pausa. “Ma la tua amica sì!” rise di gusto.

“Conosci Valeria, perché?” ero un po’ sorpresa che Val non me ne avesse parlato.

“Non personalmente, ma abbastanza per affermare quanto ho detto” ci guardammo in un gesto d’intesa. “Stai tranquilla, ti aiuterò io ad avvicinarlo”.

Abbracciai Grace, felicissima perché ormai eravamo diventate davvero amiche.

 

 

Il cielo, nella sua oscurità, era limpidissimo. Gli studenti di tutte le case occupavano l’enorme prato, seduti in attesa che si verificasse la ‘pioggia di stelle cadenti’. Grace ed io eravamo appena arrivate e ci mettemmo subito all’opera. Scorgemmo subito Val e Matt, ma non riuscii a vedere dove fossero Harry e Ron.
In quegli ultimi giorni li avevo un po’ trascurati, come avevo fatto anche con la ricerca. Sentii una mano afferrare il mio polso.

“L’ho trovato! È laggiù!” non c’era da stupirsi, Malfoy era in disparte sotto un grande albero, immerso in chissà quali pensieri.

“Perfetto, è anche da solo! Adesso vai da lui!” anche Grace non vedeva l’ora che andassi da lui a parlare. Ma perché erano tutti così entusiasti di questa cosa? Era normale che solo io volessi tornare subito in camera a finire di leggere il mio libro così interessante?

“Ma non so neanche cosa dirgli!” ribattei io.

Grace mi condusse vicino al luogo in questione. Ero a pochi passi da lui, ma poiché ci dava le spalle non poteva vederci.

“Oh, non ti preoccupare” fece la ragazza con voce troppo pacata “A questo ci penso io!” e così dicendo mi diede uno spintone e, come naturale che fosse, persi l’equilibrio e inciampai. Caddi proprio davanti ai suoi piedi.

“Granger!” esclamò lui sorpreso “Anche tu qui?” lo guardavo dal basso, non sapevo bene cosa rispondergli “Cosa ci fai lì per terra?” proseguì con una punta di ironia nella voce, ma non in maniera antipatica. Mi voltai indietro per vedere se Grace fosse ancora nel punto di qualche secondo fa, ma era sparita.
Quando mi voltai nuovamente verso di lui, mi sorpresi a trovare la sua mano tesa verso di me. Non aveva bisogno di parlare, il suo sguardo lo faceva per lui.
La afferrai e mi misi nuovamente in piedi.

“Grazie..” sussurrai.

“Come mai sei qui da sola?” mi parlava come se non ci vedessimo da qualche ora, come se tutto quello che era accaduto nei Sotterranei non fosse mai successo, come se avesse dimenticato di avermi offerto la sua spalla, di avermi chiamata per nome…

“Io…” ecco, lo sapevo! Avevo detto a Grace che non avrei saputo portare avanti la conversazione.

“Beh, se hai voglia, ti faccio vedere un giochetto. Siediti.” gli fui eternamente grata per non aver approfondito la domanda, a volte la sua discrezione era una delle caratteristiche che più amavo in lui. Perfetto, stavo di nuovo pensando cose che non avrei dovuto. Val aveva ragione, ero davvero caduta in basso. Malfoy estrasse dalla tasca dei pantaloni una penna rossa.

“Mi presti il tuo polso?” mi domandò, come se quella fosse la cosa più normale del mondo. Ma decisi di non fare domande, di vedere fino in fondo dove voleva arrivare. Tirai su la manica del cardigan e feci come aveva chiesto. Prese il mio braccio con delicatezza e lo appoggiò sul suo ginocchio. Cominciò a scrivere.
La pressione della penna, seppur leggera, mi solleticava la pelle. Non riuscivo a capire bene cosa stesse facendo, ma dopo poco terminò, lasciandomi così esaminare il risultato della sua ‘opera’. Lessi le tre lettere che aveva marcato in stampatello sul mio polso.

“RED?” esclamai confusa. Lui mi guardò compiaciuto e allo stesso tempo divertito.

“Sai qual è l’anagramma di questa parola?” mi chiese, sapendo benissimo che io non conoscevo la risposta.

“Non lo so perché te lo sei inventato tu!” dissi risoluta e anche un po’ infastidita da quella sua aria di superiorità che i suoi occhi lasciavano trapelare.

“Ma come siamo arrendevoli…usa un po’ di fantasia” adesso era diventato davvero fastidioso.

“Non lo so, va bene? Hai vinto tu…” sperai davvero che si fosse stufato anche lui.

“Ma non c’è un vincitore…Ti do un indizio: la E sta per ‘Endless’. Quante cose possono essere senza fine?”

“Sai di essere fastidioso, Malfoy?” ma non mi diedi per vinta, volevo provare ad arrivarci comunque “Fammi pensare…” Cosa poteva essere senza fine? La prima cosa che mi venne in mente fu l’amicizia. Quella vera era infinita. Tentai. “L’amicizia?”

Malfoy scosse la testa. “Non sei abbastanza attenta, Granger” si lasciò scappare un sorrisetto.

“Mi arrendo! Cos’è?” forse, in questo modo, avrei potuto raggiungere Val, Matt e Grace e finire questa interminabile giornata.

“Come vuoi tu” mi afferrò nuovamente il polso e riprese a scrivere. Questa volta fu più rapido, percepii che stava operando in verticale, dal polso verso il braccio. “Fatto”.

Quando fui libera dalla sua presa, guardai nuovamente e lessi. Da ognuna delle tre lettere in stampatello partiva una parola in corsivo.

“Real Endless Dream

“Era tanto difficile?” commentò lui contemplando il mio viso.

“Ma che significa?” ero confusa. Cosa voleva dirmi?

“Mi stupisco che tu non lo sappia! Vuol dire ‘un sogno reale senza fine’”.

“Non in quel senso, genio! Fin lì ci arrivo anche io!” lo interruppi bruscamente.

“E in quale altro senso lo vuoi sapere?” si era fatto più serio.

“Beh, tanto per cominciare, perché lo hai scritto sul MIO braccio!”

Non mi rispose. Il sguardo era basso e fra noi era calato il silenzio.

“Ti prego, dimmi qualcosa” dissi io con la voce spezzata.

“Hai presente quando inizi a fare dei pensieri che non dovresti su una persona in particolare?” Oh, se avevo presente! “Una che avevi sempre creduto di odiare?” Sembrava leggermi nel pensiero. “Beh, quello che ho scritto è ciò che penso di te, Hermione”. Lo aveva rifatto. Mi aveva di nuovo chiamata per nome. Dovevo mantenere la calma.

“Quindi…mi trovi simpatica?” giusto, mancava la mia sentenza idiota!

“Molto più di questo” Non riuscivo a crederci che stesse accadendo davvero “Provo qualcosa di molto più profondo nei tuoi confronti”

“Anch’io…” mi lasciai sfuggire ma, evidentemente, aveva sentito.

“Sul serio?” non riuscì a terminare la frase, rimase a fissarmi negli occhi ma non ressi il suo sguardo e voltai la testa.

“Sì, ma non credo sia giusto…cioè” feci una pausa “viviamo in due mondi diversi, ognuno ha la sua vita…” non sapevo davvero come proseguire.

“Perché sono un Serpeverde, vero? Perché tutti mi odiano” lo interruppi.

“No. Perché è così e basta. E poi…non potrei mai tradire Harry e Ron” era la verità.

“Ah, giusto. Tu stai con Weasley” pronunciò il suo nome con una smorfia.

Perfetto, avevo rovinato tutto. Come al solito. Avevo un’opportunità e l’ho buttata vita. Complimenti Hermione. Volevo rimediare con tutta me stessa. Dovevo. Senza pensarci troppo gli gettai le braccia al collo e mi abbandonai tra le sue braccia. Anche se non potevo vedere la sua espressione, doveva essere sinceramente confusa.

“Però non smetterò mai di provare questi sentimenti nei tuoi confronti” sentii una lacrima scendere dai miei occhi. Draco mi aveva stretta a sé, ancora incerto su cosa dire. Proprio in quel momento, notai un’abbagliante scia luminosa. Alzai lo sguardo e realizzai quanto stava accadendo. Una dopo l’altra, come una pioggia dorata, le stelle cadenti illuminavano il cielo. Piccoli puntini seguiti da un arco non ben definito sfrecciavano da un punto del cielo fino a ricadere giù. Sembravano quasi fuochi d’artificio in miniatura. Ma decisamente più belli.

“Hai visto?” mi sussurrò Draco, senza lasciarmi andare dalle sue braccia.

“Sono bellissime…” commentai estasiata. Sentii le sue dita sul mio viso, mi stava asciugando la scia lasciata dalla lacrima di poco fa.

“Hai espresso un desiderio?”

“L’ho fatto già molto tempo fa” risposi “E credo che si sia avverato” sorrisi.

“Perciò hai cambiato idea?” chiese speranzoso.

“Diamoci una possibilità. Ma non subito”. Non disse niente, ricambiò solo il sorriso. Forse aveva capito che avevo ancora bisogno di tempo. Tempo per decidere. Tempo per fare la mia scelta. Per sempre.

 

 

Don’t you see the starlight?

Don’t you dream impossible things?”

 

Starlight – Taylor Swift

 

 















Ok, ok, ok! Questo è uno dei miei capitoli preferiti quindiiii spero che sia piaciuto anche a voi! Lasciatemi un commentino, una recensionuccia, insomma una traccia del vostro passaggio <3 Per me è molto importante e a voi costa solo pochi secondi!
Grazie a tutti coloro che hanno sempre seguito la storia, a quelli nuovi e...a tutti insomma!
Ormai mancano pochi capitoli alla fine e spero abbiate ancora abbastanza curiosità per continuare ;)

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Capitolo 15
*** 15 - Let yourself fall ***


Capitolo 15- Let yourself fall

Era ormai trascorsa una settimana da quella sera nel parco. Una parte della mia mente stava ancora rivivendo quei meravigliosi ed inaspettati momenti, mentre un’altra era rivolta a qualcosa di più concreto. I miei occhi, infatti, erano posati sul foglio di pergamena bianco di fronte a me.
Mi ero chiusa nella mia stanza, avevo avvisato tutti di lasciarmi tranquilla per qualche ora, che mi sarei fatta viva io non appena avessi terminato.
Dopotutto, in un modo o nell’altro, qualcosa avrei dovuto scrivere in quella maledetta ricerca! Val, ovviamente, sperava che io potessi fare la maggior parte del lavoro, non perché lei non ne avesse voglia, ma perché in quanto a idee era messa anche peggio di me. Il fatto che Lavanda fosse nel nostro stesso gruppo mi era tornato alla mente giusto quella mattina. E Malfoy…beh, da quella sera non ci eravamo più parlati. Con la penna tra i denti fissai il soffitto. E va bene, Lupin voleva quella ricerca?
Aveva detto che dovevamo essere ‘sinceri, aprire completamente il nostro cuore, senza alcuna paura’? Perfetto, gli avrei dato quanto chiedeva.
Cominciai a scrivere di getto e non mi fermai fino alla fine.

“Troppo spesso usiamo la parola ‘amore’ senza dargli il giusto significato, senza soppesare troppo il suo valore.
A volte chiamiamo ‘amore’ una persona cara, anche un amico, in maniera affettuosa. Lo usiamo come aggettivo, per esempio ‘guarda che amore quel vestito’.
La verità è che nessuno di questi casi giustifica l’utilizzo del termine. ‘Amore’ dovrebbe essere usato solo quando una persona è davvero cosciente e sente realmente la necessità di esprimere un concetto con questa parola. Cos’è l’amore. Moltissime volte ci siamo posti questo quesito senza però provare a rispondere seriamente.
Io non so con certezza cosa sia e non credo nemmeno che esista una risposta razionale a ciò. Perché l’amore non è razionale. Anzi, tutto il contrario!
È un sentimento contrastante, che ci attacca di sorpresa e ci coglie impreparati, non è uno scontro ad armi pari e il più delle volte non sappiamo come affrontarlo.
Ti fa stare bene, male, ti fa sorridere, ma anche soffrire. E tutto questo avviene nel caos più totale! Non c’è un ordine, non puoi prevedere in quale stato d’animo ti troverai per primo o quanto durerà. Puoi credere di essere giunto all’apice della felicità e subito ricadere nella depressione più profonda.
Non è in nostro potere controllarlo, siamo noi quelli in suo possesso. Non siamo noi a dettare le regole, perché neanche ci sono.
Ogni volta è una scoperta nuova, maturi nuove esperienze e convinzioni. Chi rifiuta l’amore semplicemente ha paura.
Ma il problema è che nemmeno l’interessato in questione saprebbe spiegare il perché. Questo perché non ci sono risposte giuste o sbagliate, semplicemente ci sono dei ‘se’, che possono essere letti come possibilità o rimpianto per qualcosa che ci siamo lasciati sfuggire.
Se avessi agito prima….se gli avessi parlato quel giorno…se sono sincero, magari…Infiniti ‘se’. Alla domanda ‘cos’è l’amore?’ ognuno risponderà diversamente, in base alla propria esperienza, al proprio vissuto. Per quanto mi riguarda, posso dire che l’amore è qualcosa di inaspettato.
Non sei tu a decidere quanto ti innamorerai, capita e basta. Non puoi neanche prevedere o scegliere tu chi sarà la persona per cui il tuo cuore inizierà a battere.
Capita tutto all’improvviso, e da un giorno all’altro ti ritrovi così, con lo sguardo perso nel vuoto, intento a domandarti ‘perché?’ Perché lui? Oppure, perché a me?
Magari una persona che consideravi il tuo migliore amico, adesso lo vedi sotto una luce diversa. O, peggio, quello che credevi il tuo peggior nemico.
Avevi sempre sottovalutato questa possibilità, avevi sempre detto ‘Io? Non diciamo assurdità! Io non potrei mai innamorarmi!’
E invece scopri che è andata diversamente, che anche tu sei caduto vittima di quel sentimento che nemmeno il più razionale degli uomini può controllare, a cui sempre dobbiamo, volendo o nolendo, sottometterci. E l’aspetto ancora più curioso di tutta questa faccenda è che la persona che ci farà impazzire, in termini sia positivi che negativi, non sarà assolutamente come ce l’aspettiamo! Nel 99% per dei casi sarà il nostro opposto, o perlomeno avrà alcuni aspetti che magari non abbiamo mai considerato la possibilità che potessero attrarci. Magari chi ha un’indole più tranquilla e pacata, che è rispettoso delle regole e non esce mai dagli schemi si accorge di essere perdutamente innamorata di quel ragazzaccio che vuole sempre avere l’ultima parola, che non perde occasione di stare zitto, che deve sempre farsi notare in un modo o nell’altro, che ha quel sorriso arrogante ma che al tempo stesso ti fa sciogliere, quello con cui sai di non avere minimamente una possibilità ma nonostante ciò continui ad amarlo ogni giorno, e non ascolti per niente i consigli delle persone accanto a te, che ti dicono che sei cambiata, che quando c’è lui nei dintorni non capisci più niente e assumi quell’espressione un po’ inebetita, persa nel vuoto –dicono loro- ma che tu sai perfettamente che invece era persa nei suoi occhi. Al quale annuisci ogni volta che ti parla, al quale dai ragione anche se non hai nemmeno la più pallida idea di cosa abbia detto, a fianco del quale ti schiereresti anche per una battaglia persa in partenza.
Ma il momento peggiore è quando perdi la testa per una persona che palesemente non potrebbe vederti nemmeno con un’amica, figurarsi di più!
Perché ha già fatto la sua scelta, ha già ‘la persona della sua vita’ accanto a sé. E tu impulsivamente provi odio all’istante per ‘quella là’, cominci a vederla nel peggiore dei modi e a dire ‘lui merita molto di più’. Perché alla fine è questo il tuo unico pensiero, l’unica considerazione logica (?) che il tuo ultimo neurone rimasto è riuscito a fare.
A te importa solo del suo bene, del bene di quel ragazzo che invece ha occhi solo per quell’altra che tu hai ‘cassato’ in partenza.
Ti importa solo che lui sia felice e non puoi sopportare che lui soffra, non ce la fai a vederlo triste. Matematicamente se lui è giù di morale lo sei anche tu, vivi in una sorta di simbiosi di cui però solo tu conosci l’esistenza. E lui è all’oscuro di tutto questo. La sua vita va avanti, anche senza di te, la quale, invece, non può fare a meno di lui.
Ma questo non implica necessariamente che non ci siano momenti in cui senti di non sopportarlo più, in cui ti prendi la libertà di chiamarlo con nomi come ‘idiota’, ‘stronzo’; ma il tutto, ovviamente, traducendolo nella tua testa con un ‘amore’, ‘vita mia’. O, ancora peggio, inventare nomi collegati a vicende della sua vita.
Perché, ammettiamolo, quando capisci di essere completamente persa di lui cominci a diventare una sorta di stalker, e in brevissimo tempo ti accorgi di conoscere ogni singolo dettaglio sulla sua vita che, probabilmente, nemmeno lui stesso sa.”

Feci una pausa e lessi da capo quanto avevo scritto senza mai fermarmi. Niente male. Sincero, coinciso, veritiero. Adesso serviva solo una buona conclusione. Ripresi a scrivere.

“In conclusione, quindi, l’amore è soggettivo, ogni persona lo vedrà sempre in modo diverso, in base al proprio carattere e al suo personale modo di affacciarsi al mondo, a nuove esperienze. Personalmente credo che tutti dovrebbero dargli una possibilità, accoglierlo nel migliore dei modi e… chi lo sa, magari un giorno non troppo lontano potrebbe riservarci inaspettate sorprese. Se dovessi scegliere una definizione per esso, direi che è un salto nel vuoto, che può far paura, ma se spieghi le ali e ti liberi da ogni incertezza, sarà un meraviglioso volo che mai ti saresti aspettato”.

Guardai soddisfatta ai fogli di pergamena finalmente coperti di inchiostro nero. Curvai le mie labbra in un’espressione di orgoglio e soddisfazione per il mio operato.
Non vedevo l’ora che fosse il giorno seguente, così da mostrare al professor Lupin quanto ero riuscita a creare tutta da sola. Proprio in quel momento realizzai che avrei dovuto aggiungere anche i nomi degli altri componenti del gruppo. Ancora una piccola aggiunta in fondo, accanto al mio nome, e il lavoro sarebbe stato finalmente completato.

 

 

But if you spread your wings

you can fly away with me

but you can’t fly unless it lets ya,

you can’t fly unless you let yourself fall”

 

Fall – Justin Bieber

 

 














Eccomi di nuovo da voi gente!!! So che sono due mesi che non aggiorno e non vi annoio nemmeno più con le scuse. Allora, mancano davvero pochissimi capitoli alla fine e questa volta sarò costante ad aggiornare, per non farvi restare col fiato sospeso.
Scherzi a parte, tengo davvero a questa storia e spero che il finale non vi deluda :)
Questo capitolo è molto introspettivo e scritto un po' di tempo fa in un momento della mia vita che, beh, rispecchia ciò che ha scritto Hermione.
Fatemi sapere aspettative, critiche e apprezzamenti, grazie a tutti voi, davvero, siete voi che tenete in vita la mia storia!

-Mary

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Capitolo 16
*** 16 - Il segreto di Sylvia ***


Capitolo 16- Il segreto di Sylvia

Il fatidico giorno era arrivato. Nel porticato della scuola, proprio fuori dalla classe di Lupin, con la ricerca stretta tra le braccia, aspettavo il suono della campanella insieme al mio gruppo.
E anche che Malfoy si materializzasse lì puntuale. Non feci in tempo a voltarmi verso l’arcata principale, che una Ginny trafelata e con il fiatone si attaccò al mio braccio.

“Herm-Hermione ti devo parlare…” riuscì a dire.

“Proprio adesso, Ginny? Tra pochi minuti dobbiamo esporre la nostra ricerca, sono settimane che ci lavoriamo!” davvero non riuscivo a comprendere come la mia amica, pur sapendo quanto tempo avessi impiegato in questo lavoro, mi chiedesse di assentarmi proprio quel giorno.

“Lo so perfettamente, e credimi che se non fosse davvero importante non te lo direi!” sembrava sincera ma notai il suo sguardo troppo preoccupato. Esitai un istante, poi cedetti.

“E va bene, ma ti concedo solo cinque minuti!” porsi a Val la pergamena e seguii la mia amica che, afferrando la mia mano in modo deciso, mi condusse in disparte.

“Ascolta Hermione, sei una delle mie amiche più care e non potrei mai mentir..” la interruppi.

“Si, si, Ginny, arriva al punto per favore” non avevo davvero tempo.

“D’accordo, scusa se non volevo essere così indelicata! Comunque, ieri sera sono uscita con Erik e mentre passeggiavamo ho visto mio fratello…”

“E che c’è di strano? Magari non aveva sonno” non riuscivo a capire dove volesse arrivare.

“Era con Sylvia”. Improvvisamente il cuore mi si bloccò e le mie mani divennero gelide.

“C-come hai detto?” ero serissima.

“E…” la ragazza si bloccò improvvisamente e la sua espressione si fece triste.

“Ti prego, Ginny, continua” esitai un momento “Di qualsiasi cosa si tratti”.

“Si stavano baciando” abbassò subito lo sguardo, volendo evitare il mio. Non potevo credere alle sue parole, non volevo crederci. Come era potuto accadere, forse Ron pensava che tra me e…. no, impossibile, anche perché tra me e lui non c’era niente! Trattenei a stento le lacrime, ma dovevo essere forte, non volevo farla sentire in colpa per qualcosa di cui lei non era nemmeno responsabile. La abbracciai e le sussurrai dolcemente:

“Grazie per avermelo detto, sei davvero la migliore amica che si possa desiderare”.

“Quindi…non sei arrabbiata con me?” mi domando con la voce un po’ tremante.

“Perchè dovrei?” accennai appena un sorriso, che lei ricambiò all’istante e poi mi disse

“Adesso vai e stendili tutti!”.

Tornai sui miei passi diretta verso l’aula, notando che gli altri erano stati costretti ad entrare (il che, quindi, presupponeva che Lupin fosse già arrivato), quando mi accorsi di Malfoy che, con il tipico passo rapido di chi è in ritardo, stava raggiungendo a sua volta la classe.

“Scusa per il ritardo” disse prontamente in tono normale.

“Non fa differenza” ribattei con la sua stessa voce, ma facendo l’errore di alzare il volto verso di lui.

“Stai… piangendo?” adesso la sua voce era preoccupata e anche la sua espressione era diversa.

“No…sto bene” tentai di coprirmi con la manica della camicia, ma lui fu più rapido e mi prese il braccio. Era in piedi davanti a me, i suoi occhi si specchiavano nei miei.

“Hermione, qualsiasi cosa sia successa, non permettere che rovini questo giorno. Hai lavorato tanto e sappiamo tutti che sei stata l’unica a fare il lavoro, senza di te saremmo stati persi. Quindi non ci pensare, adesso è il tuo momento” con un tocco leggero, prese sul suo dito la piccola lacrima che mi ero lasciata sfuggire poco prima. “Niente e nessuno deve sciupare un viso così bello…”

Varcammo insieme la soglia dell’aula e subito non mancò il richiamo sarcastico del professore.

“Oh, bene! Anche i nostri ultimi ritardatari si sono materializzati!” prendemmo posto nei banchi abituali, concedendoci però un ultimo sguardo.

“Vediamo un po’ chi viene a parlarci per primo della sua ricerca…” Lupin finse, non senza celare una finta disinvoltura, di scorrere l’elenco dei gruppi “Granger! Ti va di renderci partecipi del vostro lavoro?” Mi alzai in piedi, per niente sorpresa che avesse chiamato me. Del resto, lui odiava i ritardatari e io e Malfoy eravamo dello stesso gruppo. Val, accanto a me, mi passò la ricerca e raggiunsi Lupin davanti agli altri studenti.

“Esponi brevemente di cosa avete trattato principalmente” Lupin, comodamente seduto alla cattedra, incrociò le dita delle mani, ansioso di sentire quanto avessi da dire.

Feci una rapida panoramica delle persone presenti e notai che, come se nulla fosse, Ron e Sylvia erano presenti. Spostai poi lo sguardo sul ragazzo che poco prima mi aveva detto che quello era il mio momento e nessuno avrebbe dovuto rovinarmelo. Colsi un suo sorriso di incoraggiamento e cominciai a parlare.

 

*

 

Terminate le due ore di lezione ed esposte tutte le ricerche dei gruppi, ero felice di tornare a respirare aria fresca. Ma c’era ancora un piccolo dettaglio di cui mi dovevo occupare.
Attesi che l’interessato uscisse dall’aula e non appena mise piede fuori, non ebbi pietà.

“TU!” strattonai il ragazzo dai capelli rossi che ero stata solita considerare prima ‘il mio migliore amico’ e poi ‘il mio fidanzato’. “Pensi che io sia stupida?!”

“Hermione! Ma che ti prende? Di cosa stai parlando?” sembrava confuso, forse fingeva, forse lo era realmente. Non mi importava. Volevo giustizia. Eccome se ne volevo.

“Sai perfettamente di che parlo! Quindi, a meno che tu non sia diventato un lupo mannaro, cosa ci facevi fuori l’altra sera, eh?”

“Mi spii per caso? E comunque avevo bisogno di riflettere”

“Ah si? Per questo eri in bella compagnia? Smettila Ronald, sai benissimo che odio essere presa in giro”

“Tu non hai prove per accusarmi di ciò!” Ron stava sulla difensiva, ma sembrava comunque serio.

“Oh, eccome se ne ho. Ma non importa, vedila così: tra noi è finita”. Gli diedi le spalle e feci per andarmene, quando avvertii una mano che mi afferrò violentemente.

“Tu non vai proprio da nessuna parte, chiariamo questa faccenda da persona mature”

“Io non ho niente da dirti, e non voglio ascoltare le tue patetiche scuse”

“Semplicemente non vuoi sentirti dire che io sono migliore di te” una voce femminile fin troppo familiare si intromise tra noi. Sylvia.

“Capiti a proposto!” esclamai. Era giusto il tassello mancante. “Ti ringrazio di avermi aperto gli occhi invece. Adesso vedo tutto in maniera molto più chiara! E sai una cosa? Lui è tutto tuo!” a questa mia ultima sentenza, la ragazza non riuscì a trattenere un ghigno compiaciuto, arricciando tra le dita una ciocca bionda.

“Per favore Hermione, stai fraintendendo tutto! Davvero vuoi… far finire tutto in questo modo?” adesso Ron sembrava tornato quello di un tempo, il ragazzo umile che conoscevo.

“Mi dispiace Ron, sei stato tu a porre fine a tutto” ero decisa a lasciarli e procedere per la mia strada senza offrire ulteriori spiegazioni.

“Dai Ron” Sylvia aveva teso il braccio verso di lui per accarezzargli una guancia “Non te la prendere troppo, evidentemente non capisce cosa si sta lasciando scappare. Ormai sembra essersi abituata…alle basse categorie” e pronunciando quelle ultime parole mi scoccò un’occhiata d’intesa. Certo, non aveva perso occasione.

“Che intendi dire?” domandò allora Ron con aria interrogativa e confusa. E la ragazza, come se non aspettasse altro che quel momento, si affrettò a rispondere maliziosa.

“Perché non lo chiedi direttamente a lei?”

Il ragazzo che avevo conosciuto cinque anni fa, sul mio primo espresso per Hogwarts, e che non riusciva a compiere un incantesimo per stupire quello che sarebbe poi diventato il mio migliore amico, alzò il suo sguardo verso di me, come a cercare una spiegazione, come se si aspettasse di vedere che io sapessi perfettamente a cosa stesse alludendo la perfida biondina. E in effetti lo sapevo. Ma non potevo farla vincere, non dopo essere giunta fin qui.

“Allora?” incalzò lui “Sai di cosa sta parlando Sylvia?”

“No, Ron, e se avessi un briciolo di intelligenza in più, non perderesti troppo tempo a darle retta”.

“Bugiarda” sibilò la ragazza. Ma Ron riuscì a udirla comunque

“Pensavo fossi diversa, Hermione” disse lui con una punta di amarezza nella voce.

“Lo stesso vale per te” mi affrettai a dire. Continuammo a fissarci negli occhi per alcuni secondi, fino a quando notai che Sylvia avvinghiò la sua mano in quella del ragazzo che credevo di amare e, a quel tocco, Ron si volse verso di lei.

“E questo che significa?!” urlò una voce alle mie spalle.

“Cosa ci fai tu qua? Non intrometterti, sorellina!” rispose a tono Ron.

“Innanzitutto tu non mi rispondi, e poi io so tutto! Solamente che pensavo non fossi così spudorato da rivelarti alla luce del giorno!” Ginny era arrabbiata, e non poco.

“Questa faccenda riguarda solo me e Hermione, non impicciarti!”

“E invece lo faccio eccome, lei è mia amica!” il suo volto era teso e serio come non l’avevo mai vista prima. “Pensavo di conoscerti, ma mi sbagliavo”

“Smettetela di dire tutti la stessa cosa! Sono libero di decidere della mia vita, chiaro?!”

“Si, ma senza far soffrire chi non se lo merita” improvvisamente ci voltammo tutti verso chi aveva pronunciato questa frase irrompendo nella discussione ‘famigliare’.

“Malfoy…” mi lasciai sfuggire con un soffio di voce e i battiti del cuore che cominciarono a crescere ritmicamente. Probabilmente era stato attirato da tutto il chiasso creatosi dalla litigata.

“Sparisci Malfoy, nessuno ti ha interpellato!” lo zittì Ron.

“Chiudi quella boccaccia Weasley” esitò un istante. Forse avrebbe voluto aggiungere altro, molto probabilmente un insulto, ma non lo fece a causa della mia presenza, per non ferirmi ulteriormente.

“Il Serpeverde ha perso la lingua?” lo stuzzicò Sylvia. “O forse, la presenza di qualcuno, o meglio, qualcuna, lo mette in soggezione?” si passò la lingua sul labbro superiore e incrociò le braccia al petto, soddisfatta del suo operato.

“Quindi…è vero, Sylvia aveva ragione!” Per quanto Ron potesse sembrare maldestro o sbadato, sembrava aver compreso fin troppo bene la situazione, giungendo però in modo troppo affrettato ad una conclusione tutta sua.

“Adesso prendi per buono tutto quello che dice lei?!” mi stupii.

“Vuoi negare che fra te e Malfoy ci sia qualcosa? Miseriaccia, mi fa solo ribrezzo il pensiero!”

La situazione sembrava irrisolvibile e questa conversazione altrettanto infinita. Decisi quindi di agire d’astuzia e, chissà, forse di seguire in parte anche il mio cuore.
Feci qualche passo verso Malfoy e gli presi la mano. Lui rimase immobile, non proferì parola.

“Al contrario di te, non voglio mentirti. Sì, siamo diventati amici e…” mi interruppe.

“E lo ammetti pure! Incredibile!” Ron era notevolmente scioccato. “Perfetto, allora è deciso, ognuno per la sua strada!” Sylvia fece per parlare ma un’ennesima voce ci interruppe ancora.

“Taci!” Questa volta non la riconobbi all’istante, ma qualcun altro invece sì.

“Erik!” gridò Ginny

“Sylvia, Sylvia…mia carissima Sylvia. Perché mi costringi a ciò? Perché? tu sai che io non sarei mai voluto giungere a questo punto” Erik sembrava molto sicuro di quello che stava dicendo.

“Polaski. È sempre un piacere vederti” rispose la bionda con una smorfia di ovvio disappunto.

“Vedi, c’è una cosa che forse ancora non sai di me” il ragazzo avanzava sicuro di sé nella direzione della sua interlocutrice. “Se per la mia ragazza farei di tutto…sappi che anche per le sue amiche farei altrettanto!” Ginny, in un’altra occasione, sarebbe corsa a gettargli le braccia al collo, ma invece rimase pietrificata, mordicchiandosi l’unghia del pollice.

“Tu non oseresti, Polaski!” sibilò la bionda. Ron, con sguardo interdetto, passò da lei a Erik.

“Fermami” ribattè in tono di sfida il norvegese, alzando le sopracciglia e schioccando le dita.

“Ma che?” esclamò confusa Sylvia. Improvvisamente le sue gambe divennero come due colonne di marmo e aderirono perfettamente a terra, impedendole di muoversi.
Lo stesso avvenne poco dopo alle sue mani, che non avevano più la facoltà di piegare o stendere le dita. “Ti odio Erik Polaski, con tutto il mio cuore!” riuscì a pronunciare solo queste poche parole.
Eravamo tutti basiti, increduli di fronte a ciò che stava accadendo, tutti gli occhi erano puntati sulla ragazza Corvonero davanti a noi.

“Signori e signore” riprese Erik in maniera molto teatrale ma, forse, dovuta al fatto che fosse stato educato così a causa delle sue origini nobili “Adesso vi presenterò Sylvia McRinald. La vera Sylvia McRinald!” Passeggiò con una lentezza esasperante avanti e indietro di fronte a lei.

“Non proferire un’altra parola Polaski, ti avverto!” la ragazza digrignò i denti, impossibilitata però dal compiere qualunque azione.

“E invece è giusto che sappiano che razza di persona sei” noncurante di quanto avesse appena detto la bionda, Erik procedette nel suo sermone epidittico. “Ebbene, amici miei, la qui presente non è a Hogwarts per chissà quale merito ottenuto o perché la sua famiglia sia una delle più rinomate ed influenti. Al contrario, è solo grazie a mio padre se è stata accettata in questo periodo dell’anno, a iscrizioni ormai chiuse” il volto di Sylvia era sempre più teso, ma in parte anche rassegnato dal fatto che non avrebbe potuto evitarlo “È davvero con rammarico che vi dico che questo è accaduto in quanto lei è la figlia del segretario di mio padre e quindi… potete capire”.

“Senti, senti! Quindi non sei né più né meno di noi, giusto?” ironizzò Ginny.

“Non avreste mai dovuto saperlo!” gridò Sylvia. Proprio in quel momento finì l’effetto dell’incantesimo e potè tornare a muoversi. Vacillò un istante poi si rimise sui suoi passi e, con la compostezza che la caratterizzava, si aggiustò la divisa e proseguì “Ebbene, avete scoperto il mio piccolo segreto, ma questo non cambia la situazione attuale”.

Ron ed Hermione si fissarono entrambi negli occhi, nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare per primo. Sylvia aveva ragione, la situazione, per loro, non era cambiata.

“Ascolta Hermione, non so te ma ultimamente ti sento distante e… con Sylvia sto bene…”

“Non dire altro” sorrisi dolcemente e soprattutto sinceramente. Questa ultima rivelazione di Sylvia aveva apportato una svolta decisiva alla situazione attuale.
Era chiaro che, quindi, non era pericolosa, che non stava progettando chissà quale piano malefico nei confronti della scuola. Era solo una persona che trovava divertimento nel creare scompiglio nelle vite altrui ed abituata ad ottenere sempre tutto ciò che voleva. Solo una cosa volevo ancora chiarire, ma prima decisi di concludere la conversazione con Ron. “Ti capisco e penso che tu abbia ragione” mi guardò con un evidente stupore in volto “Ormai non siamo più dei bambini e sappiamo cosa è meglio per noi e se senti che con lei stai bene, allora è giusto che non vi separiate”

“Hermione, sei seria?” incalzò lui.

“Si, dobbiamo seguire i nostri sentimenti, non hai imparato niente dal compito che abbiamo appena fatto? Solo… ci terrei a non perdere la nostra amicizia”

Ron ricambiò il sorriso che gli avevo rivolto io prima, venne verso di me e mi abbracciò.

“Non potrei mai permettere di perdere un’amica come te, sarei davvero uno stupido. Mi dispiace che fra noi non sia funzionata, ma credo che l’amicizia rimanga comunque il sentimento più puro e reale, molto più dell’amore”. Ora sì che riconoscevo il Ron di una volta.

“Sono completamente d’accordo con te!”

Gli altri erano rimasti ad osservare la scena senza dire niente. Fu Ginny poi a spezzare il silenzio andando ad abbracciare Erik.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
























Tadannnnn!
Un vero colpo di scena vero? Non so neanche io come mi sia venuto in mente, so solo che sono stata molto indecia tra le varie possibilità di cosa potesse capitare a Sylvia ;)
Diciamo che ho scelto la meno peggio ahah
Cooooomunque, beh ormai siamo proprio alla fine fine perchè il prossimo capitolo, ovvero il 17, sarà l'ultimo in termini di trama, mentre nl 18, che è proprio l'ultimo definitivo, sarà più una specie di epilogo, quindiiii spero di non duludere nessuno!!!
Vi aspetto numerosi con le recensioni! Anche i lettori silenziosi, dai siamo alla fine <3
Un bacio!

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Capitolo 17
*** 17 - Per sempre ***


Capitolo 17- Per sempre

Libertà. Non riuscivo ancora a crederci che tutto era davvero finito. La ricerca, Sylvia, Ron…Ron. Già, con lui era realmente finito, nel vero senso della parola.
Nella mia testa suonavano ancora strane quelle parole. Ma come poteva essere accaduto? Forse, gli ultimi avvenimenti avevano leggermente cambiato le cose.
Un intenso profumo di fiori di ciliegio inebriò le mie narici, distogliendomi per un momento dai miei pensieri. Quel luogo era veramente meraviglioso, ero molto grata a Val per avermelo fatto scoprire; qui riuscivo a trovare una pace che nessun altro posto era capace di darmi. Seduta sull’erba morbidissima e perdendo lo sguardo nelle piccole increspature che il vento creava sulla superficie del Lago Nero, mi strinsi le ginocchia al petto e rimasi a fissare l’orizzonte, senza badare troppo ai molteplici e contrastanti pensieri nella mia testa.

All’improvviso avvertii un tocco leggero sulla mia spalla. Mi voltai e non riuscii a trattenere un’esclamazione di sorpresa.

“Ehi…” bastarono quelle tre lettere a farmi perdere tutte le mie numerose facoltà intellettuali, a mettermi agitazione, a farmi sentire caldo nonostante indossassi il giubbotto. Accidenti, quel ragazzo mi faceva davvero un effetto devastante!

“Cosa ci fai qui?” la domanda più banale e insensata che potesse esistere l’avevo fatta io. Sì, Hermione Granger brillava davvero in quanto a conversazioni a due!

“Ti stavo cercando” la sua voce era calma, pacata. E il dolce mezzo sorriso che accennava mi stava davvero facendo impazzire. Non ero sudata, di più!

“Cercavi me? Ma il compito lo abbiamo già consegnato” volevo risultare spiritosa, ma la verità era tutt’altra: ero nel panico più totale!

“Volevo parlarti, Hermione” disse deciso, come se non avesse neanche sentito quanto detto prima. Mi voltai verso di lui e gli feci capire che aveva la mia attenzione.

“Ecco…quello che è successo prima mi ha colpito, insomma…Weasley che dice quelle cose, io pensavo ti amasse!”

“Evidentemente pensavamo male in due…o magari eravamo entrambi confusi…” non riflettei molto sulle mie parole, e anche lui rimase interdetto.

“Ma tu…lo ami?” mi domandò molto schiettamente.

“Ti sembra una domanda da farmi, Malfoy?” sembrare indignata non era decisamente una delle mie specialità e a lui questo di certo non sfuggì.

“Sono serio, Hermione, per me è davvero importante saperlo” si era abbassato alla mia altezza, dal momento che ero rimasta seduta sull’erba, e i suoi occhi erano fissi nei miei.
Non mi sentivo più il cuore, era come se fossi stata catapultata in un’altra dimensione, in un sogno bellissimo ma che allo stesso tempo era anche un incubo, dal quale volevo svegliarmi ma nel quale, al contempo, sarei voluta rimanere per sempre.

“Io…credo di essere innamorata” non so bene per quale assurdo motivo risposi in quel modo.

“Di chi, Hermione, di chi?” aveva pronunciato quell’ultima domanda con molta più insistenza, quasi con angoscia e disperazione, avrei quasi giurato di avergli visto gli occhi lucidi.

“Di te!” basta, non ce la facevo più, ero giunta al limite. Non appena mi resi conto di quanto avevo detto, lasciai scivolare sul mio viso tutte quelle lacrime che per troppo tempo avevo trattenuto.

Ma, probabilmente, il più sorpreso fu lui, a giudicare dall’espressione sul suo volto dopo la mia risposta. Mi lasciai cadere nelle sue braccia che, seppur sorprese dalla stranezza della situazione, risposero pronte al mio gesto e mi avvolsero in un abbraccio che sembrò infinito. Avevo la testa ricurva sulla sua spalla e le dita della sua mano destra stavano delicatamente giocando con i miei capelli, arricciando un piccolo boccolo, per poi farlo ricadere sulla schiena. Percepivo la sua guancia che mi sfiorava la tempia, lasciandomi un leggerissimo bacio su di essa.

“Non avrei mai pensato di dirlo in vita mia” spezzò il silenzio lui “Ma sento di provare qualcosa di davvero forte per te…non so spiegartelo bene ma, ho bisogno di te”.

Sollevai il viso, volevo guardarlo negli occhi e perdermi nel mare che la sua iride era in grado di creare. Gli sorrisi, con ancora la pelle bagnata dalle lacrime.

“Anche io, e forse è stato proprio grazie a questo compito se ho avuto la possibilità di conoscerti meglio, e capire chi sei davvero. Sei una persona meravigliosa e la gente dovrebbe conoscerti di più per questo tuo aspetto”.

“No, Hermione, è merito tuo se sono così, sei tu che mi hai permesso di cambiare. Tu hai creduto in me, e sei stata la sola a farlo”

“Io non ho fatto niente di speciale, ho solo visto il vero Draco che si nascondeva dietro a una maschera di falsità e bugie. Quel ragazzo non eri davvero tu, non lo sei ma stato”.
Non avrei mai creduto che dentro di me si potessero nascondere pensieri di tal genere, ma dovevo aver colpito nel segno perché il mare racchiuso negli occhi del Serpeverde liberò una goccia salata, che il ragazzo tentò all’istante di far scomparire. Anche se in modo impercettibile, mi allontanò leggermente da sé e mi accarezzò una guancia con la mano.

“Sai una cosa?” mi domandò sorridente.

“Dimmela!” feci di rimando.

“Prima però devi chiudere gli occhi” non ebbe bisogno di dirmelo due volte, lo assecondai.

Inutile dire che non sentivo il mio cuore già da un bel pezzo, ma avvertii che il suo viso si faceva sempre più vicino al mio. Non ci volle molto prima di realizzare il tocco delicato delle sue labbra sulle mie. Probabilmente durò pochi secondi, ma per me fu un’eternità, cercai di assaporare ogni singolo istante di quel momento e fissarlo per sempre nella memoria.
Quando dolcemente si staccò da me, rimasi a guardarlo, a studiare ogni suo minimo particolare. Ancora non riuscivo a credere che tutto questo stesse accadendo davvero.

All’improvviso, però, fui colta da uno strano vuoto allo stomaco che indirettamente fece anche mutare l’espressione sul mio viso. Draco se ne accorse ed era sul punto di domandarmi cosa mi stesse accadendo, ma un mio gesto della mano lo anticipò.
Sollevai il mio sguardo nella sua direzione e lui parve cogliere all’istante i miei pensieri.

“Non devi dirglielo per forza se non ti senti ancora pronta” fece lui cauto.

“Draco, sono i miei migliori amici, non potrei mai nascondere loro una parte della mia vita”

“Lo capisco, ed è giusto… Però voglio che ti prendi il tempo che ti serve. Io sono qui, Hermione, e ti aspetterò per sempre, non importa quanto ci vorrà. Per sempre”

“Per sempre sempre?”

“Sempre”.

 

 

“Well you stood there with me

in the doorway

my hands shake

I’m not usually this way but

you pull me in & I’m a little more brave

it’s the first kiss, it’s flawless, really somethin’, it’s fearless”

 

Fearless – Taylor Swift

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

Afferrai la sciarpa rossa e oro con lo stemma della mia Casa e scesi le scale del dormitorio. Questa volta non c’era nessuno ad aspettarmi, avevo detto a tutti che li avrei raggiunti da sola al campo da Quidditch. Alle 15 in punto si sarebbe disputata la gara finale tra Grifondoro e Serpeverde. Ovviamente speravo con tutto il cuore che la mia Casa vincesse la coppa anche quest’anno, in modo particolare perché c’erano sia Harry che Ron a lottare per la vittoria.
Nonostante fossimo quasi in estate, il tempo degli ultimi giorni era sempre uggioso e il cielo minacciava spesso pioggia. Avevo optato per i miei jeans più comodi e una camicia a quadretti, le mie amate Converse e i capelli al loro stato naturale fermati solamente da una molletta laterale.

Procedevo lentamente, quasi come se il tempo non passasse mai e camminassi da un’eternità. Il terreno era in alcuni tratti più umido e fangoso e contrastava con il resto del giardino cosparso di fiori che conduceva fino al campo.
Gli spalti erano gremiti di studenti e professori, e si poteva percepire un certo clima che si divideva tra il teso e l’euforico. C’era una netta linea di separazione di colori, da una parte rossi-oro, dall’altra verdi-argento. Non impiegai molto a scorgere l’imponente figura del mio amico Hagrid, accanto al quale riconobbi subito quella dell’esile Ginny con la sciarpa Grifondoro legata intorno alla vita. Mi feci spazio tra gli studenti urlanti e li raggiunsi.

“Hermione, finalmente! La partita sta per cominciare!” gridò Ginny ponendo fine alla mia quiete interiore.

“Ciao Hermione, che piacere rivederti!” esclamò Hagrid. Sorrisi ad entrambi e poi chiesi la prima cosa che mi passò per la mente, giusto per non subire le mille domande che mi avrebbe fatto la mia amica poiché non avevamo più parlato.

“Tra quanto inizia?”

“Direi che mancano pochi secondi ormai” rispose prontamente Hagrid “Si preannuncia una partita impegnativa, entrambi lotteranno spietatamente per aggiudicarsi la coppa”.

“Speriamo bene…” sospirai, senza neanche soppesare troppo quando aveva appena proferito.

“C’è solo da augurarsi che i Serpeverde giochino onestamente, sappiamo di cosa sono capaci quelli pur di raggiungere i loro obiettivi!” continuò lui.

“Già…” e in quel momento il mio sguardo si spostò sulle due squadre che entravano in campo e si schieravano l’una di fronte all’altra, attendendo il fischio d’inizio per contendersi la Pluffa.

Solo pochi istanti dopo realizzai che Harry era faccia a faccia con Draco, essendo entrambi Cercatori. Accidenti, a quello non avevo pensato!
La mia reazione doveva essere stata molto evidente, in quanto Ginny si volse verso di me con aria perplessa domandandomi se andava tutto bene e io accennai prontamente con la testa.

Ma non andava tutto bene Proprio per niente.
Udii il fischio acuto che segnava l’inizio di una lunga partita, e percepii il fremito delle ali del Boccino che si liberò nell’aria in maniera quasi impercettibile.
Da quel momento in avanti, i miei occhi restarono fissi in una sola direzione: quella dei Cercatori.
Non mi perdevo una singola mossa, sia da parte di Harry che di Draco.
La partita andò avanti per un’ora circa, si alternavano punti di vantaggio tra i Gifondoro e i Serpeverde, ma sulla cattura del Boccino non c’era ancora nessuna notizia.
Percepii una goccia sul mio naso. Alzai lo sguardo e capii che aveva cominciato a piovere, il cielo era diventato scuro e coperto da dense nubi. Presto, senza quasi che ce ne rendessimo conto, un vento forte avvolse tutto lo stadio e si trasformò in una sorta di ciclone.
Silente si era alzato in piedi, soppesando l’idea di sospendere la partita, ma la sua decisione si fece attendere forse un po’ troppo, in quanto la violenza del vento disarcionò molti componenti di entrambe le squadre e alcuni altri sparirono nella nebbia creatasi.
Non ci volle molto, invece, perché il panico cominciasse a dipingersi negli occhi dei presenti. Me compresa. Avevo perso di vista i miei amici e avevo perso di vista anche lui.
Gli insegnanti si erano accordati per creare una cupola che isolasse la tempesta, ma ci avrebbero impiegato alcuni minuti. Senza conoscerne bene il motivo, sentii una forza dentro di me che mi spinse a correre, lasciando Ginny e Hagrid senza parole, solo con l’eco delle loro voci che urlavano il mio nome.
Correvo, contrastavo il vento e strizzavo gli occhi per cercare di vedere qualcosa. Ma la direzione che avevo inconsciamente deciso di prendere era una sola: il campo.
Quando finalmente mi trovai al centro, procedendo a grandi passi riuscivo solamente a scorgere delle sagome scure avvolte nella nebbia. Inciampai in un manico di scopa spezzato in due e non impiegai molto a riconoscerlo. “Harry!” pensai. Poco più in là, infatti, il mio migliore amico era sdraiato sull’erba, reggendosi solo sui gomiti.

“Harry! Oh mio Dio, come stai? Cosa è successo?” ero agitatissima, mi era venuto il fiatone e il cuore mi batteva all’impazzata per l’ansia.

“Hermione…sono caduto per il vento, ma non ti preoccupare…sto bene”

“Ma stai sanguinando!” e così dicendo gli passai un dito sul labbro rotto.

“Ne ho passate di peggio, davvero, sto bene. Dovresti tornare da Ginny e gli altri”

“Sei impazzito vero che io ti lasci qui?” doveva aver preso una bella botta per parlare in quel modo.

“Sono serio. Se proprio sei così testarda da voler restare, cerca gli altri e assicurati che stiano bene”

“Ron! Draco!” Aveva ragione! Dovevo trovarli.

“Draco..?” disse Harry con un tono quasi di sorpresa, ma io non mi soffermai molto in quanto ero già partita e gridavo a gran voce i loro nomi.

Dopo non molto, scorsi una figura a terra, completamente immobile. Mi buttai in ginocchio per capire di chi si trattasse e quando fui abbastanza vicina al suo volto mi scappò un grido di terrore.

“Draco!” mi portai le mani alla bocca per reprimerlo ma non potei fare altrettanto con le lacrime. Ero paralizzata, non si muoveva. “No, no, no! Non puoi farmi questo, no!” Gli posai una mano sul cuore e fortunatamente sentii il suo battito, seppure con una frequenza lentissima. “Ti prego, apri gli occhi, ti prego!” Lo baciai sulle labbra, sperando di avvertire una sua reazione, ma non accadde niente. Solo dopo notai che le protezioni che indossava sulla gamba destra erano state completamente lacerate e quel che rimaneva della divisa ridotta a brandelli era ricoperta di sangue.
L’orrore affiorò nei miei occhi ma non potevo assolutamente farmi prendere dal panico. Provai con tutti gli incantesimi che conoscevo ma la situazione non sembrava migliorare. Decisi allora di agire in maniera più tradizionale. Mi strappai un lembo della camicia e gli improvvisai una fasciatura sulla gamba, giusto per fermare parte del sangue.
In quel momento mi sembrò di udire la sua voce.

“Herm…ione..” Mi voltai di scatto e mi avvicinai al suo viso.

“Draco! Draco, sono qui, parlami per favore!” sussurrò nuovamente il mio nome e io gli diedi un altro bacio intenso. Avevo la pelle bagnata, un misto di lacrime e pioggia, ma dovevo essere forte.

“Adesso ti portiamo in infermeria e vedrai che tutto passerà. Tornerai a giocare come nuovo” aggiunsi anche un sorriso, benché stessi morendo dentro.

“Sei bellissima..” i suoi occhi non abbandonarono più i miei e a tentoni raggiunse la mia mano.

“Ti amo tanto…Hermione”. Non riuscii a trattenere le lacrime e strinsi forte la sua mano.

“Anche io, davvero tanto”.

Rimanemmo così per un tempo che sembrò infinito, ma furono solo pochi minuti, senza sapere cosa fare, aspettando che magari tutto passasse. Lo vidi poi contorcersi nello sforzo di infilare una mano in tasca.

“Non dovresti muoverti, peggiorerai le cose” tentai di convincerlo, ma sapevo benissimo che tipo testardo fosse. Digrignò i denti per il dolore ma parve riuscire nel suo intento. Estrasse la mano, nella quale stringeva un oggetto d’oro. Poi lo diede a me e mi chiuse la mano a pugno.

“Questo…avrei voluto dartelo dopo la partita…è molto speciale” lo sforzo sul suo volto era evidente. Aprii leggermente le dita per intravedere cosa fosse e una lunga catena sottile mi scivolò da esse. Alla sua estremità era attaccato un cuore, abbastanza grosso, tutto d’oro con alcune incisioni più scure. Notai che non era un pezzo unico ma aveva una riga lungo il perimetro. Provai allora ad aprirlo ma senza alcun successo.

“Non riuscirai a aprirlo…” lo guardai perplessa “È magico…si apre solo se…” urlò per il dolore. “Mettilo al collo…” Non esitai un solo istante e obbedii.

In quel momento le nubi si diradarono e la tempesta cessò. L’incantesimo di protezione doveva essere riuscito. Sempre con la mia mano nella sua, mi guardai attorno e quello che fino ad un’ora prima era stato il campo di Quidditch sembrava essere diventato un campo di battaglia. Molti dei giocatori di entrambe le squadre erano riversati a terra, alcuni in condizioni visibilmente peggiori di altri. Non lontano da me vidi Ron e urlai a gran voce il suo nome. Alzò un braccio e sorrise, segno che stava bene, più o meno come Harry.
La mia preoccupazione tornò dunque su Draco, che nel frattempo aveva chiuso gli occhi. “Ti prego devi resistere…per me, per noi…”.

Non ci volle molto tempo perché si mobilitassero i soccorsi per gli studenti feriti, che velocemente furono trasportati all’interno del castello.

“Mi dispiace signorina Granger, ma non può seguire il suo amico”. Fui obbligata a lasciargli la mano e vederlo allontanarsi da me. Sentii un crollo psicologico, non avrei potuto sopportare l’idea che gli accadesse qualcosa. Strinsi forte il cuore che mi aveva dato e mi chiusi in me stessa. Non volevo vedere nessuno, nessuno avrebbe potuto capirmi.

Rimasi da sola, nel campo fangoso e pieno di gente, ma che a me pareva deserto.

 



























Salve a tutti!!! Non vi aspettavate un aggiornamente così in anticipo vero??
Beh, come ho già detto più volte la storia l'ho gia scritta da anni ormai quindi non sono riuscita a resistere alla tentazione di offrirvi già l'ultimo-ma-non-ultimo capitolo!
Ci siamo, al prossimo sarà davvero la fine di questa storia...
Un po' mi rende triste l'idea, ma dall'altra parte, ogni volta che la rileggo, mi accrogo di quanto della mia vita ci sia qui dentro quindi spero sia piaciuta anche a voi tanto quanto piace a me :)
Ringrazio tutti coloro che sono stati con me in queest'avventura, nuovi e vecchi <3
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 18
*** 18 - Un cuore sincero ***


Salve a tutti!!!
Sì, di solito non faccio mai lo spazio autore all'inizio ma questa è' un'occasione speciale. L'ultimo capitolo!
Ho impiegato più di quanto avessi pianificato a postare tutti i capitoli (nonostante la storia fosse già bella pronta da un secolo ahah)
Mi voglio scusare per questo ma voglio soprattutto ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnata in quest'avventura, recensori o semplicemente lettori.
GRAZIE. Vi devo molto. Ho messo il cuore e l'anima in questa storia e spero di avervelo trasmesso.
Spero anche di aver un po' "sfatato" il mio della "Dramione" e di aver fatto capire come noi di questo fandom intendiamo questa coppia e mi dispiace se alcune (molte) storie non rendono giustizia a questa OTP.
Bene, che dire, per ora non ho progetti ma non si può mai dire cosa ci può riservare la vita!
Grazie, grazie e grazie a tutti <3

-Mary














 

Trascorsero due settimane e io non ebbi più alcuna notizia di lui. Gli studenti feriti in maniera più grave, infatti, erano tenuti costantemente sotto sorveglianza e non era possibile fare loro visita. Harry e Ron si erano ripresi in fretta, giusto qualche ferita qua e là. Probabilmente avevano notato il mio strano comportamento ma non mi domandarono niente. Sapevano bene quanto fosse controproducente forzarmi a fare qualcosa, così, da veri amici, mi concessero tutto il tempo di cui avessi bisogno.
Perfino Ginny non parlò più di quel giorno al campo.
Alla fine la partita era stata sospesa fino a nuovo ordine e i professori erano ancora visibilmente scossi da quanto successo, nessuno era riuscito a trovare una spiegazione logica.

Tra le brutte notizie degli ultimi giorni, ce n’era stata una anche riguardo Val. Aveva infatti ricevuto una lettera in cui si diceva che la sua richiesta di trasferimento all’AMIA (Accademia della Magia e Incantesimi Antichi) era stata accolta in modo positivo. Non appena ne fu a conoscenza venne subito da me e mi comunicò la notizia.
Era felice, certo, ma avevo colto anche una nota di dispiacere perché, dopotutto, quest’anno c’eravamo molto affezionate l’un l’altra. Sarebbe partita proprio questa settimana e avrebbe dato gli esami finali nella nuova scuola che sarebbero serviti anche come test di ammissione.

Quando mi cercò per parlarmi della lettera avevo accettato di vederla solamente perché lei era l’unica a capire davvero cosa stessi passando.
So che è dura” mi aveva detto “Ma io ho imparato a conoscerti e ho capito che sei una ragazza davvero forte e tutto quello che vuoi, prima o poi lo ottieni”.
Aveva saputo anche lei delle gravi condizioni in cui si trovava Draco e mi disse che si odiava per dovermi lasciare proprio in questo momento.
Ormai devo partire, ma tu fammi questa promessa: appena finita la scuola verrai a trovarmi e non sarai sola. Ci sarà anche lui perché voi starete insieme, capito?
A queste sue parole ero crollata, avevo pianto senza vergogna. Avevo paura, davvero tanta. Temevo che non avrei potuto mantenere la promessa, che Draco non si sarebbe più ripreso. Ero preoccupata come non lo ero mai stata. “Tutto si sistemerà, è il vostro destino, mi credi?” Volevo crederle ma non ero così fiduciosa. Però accettai comunque la sua promessa.
Ci terremo sempre in contatto, voglio che tu mi scriva sempre! Ti voglio davvero tanto bene, Hermione, sei una persona splendida! Sono stata davvero fortunata a conoscerti ed averti come amica!
Anche io. Davvero. E purtroppo dovevamo già separarci. Aveva detto che tutto questo era solo un nuovo capitolo della nostra vita, che a volte le cose belle capitano anche perché abbiamo rischiato e ci siamo staccati dalle abitudini. Mi ha fatto l’esempio della nostra ricerca scolastica e mi è scappato un sorriso. In effetti, da quel giorno, erano cambiate molte cose.
E in maniera proprio inaspettata!

Sapevo che avrei dovuto essere forte, che la vita mi avrebbe presentato molte altre sfide e questo ne era solo un piccolo assaggio. Decisi quindi di infrangere nuovamente le regole, ormai ci avevo preso abbastanza gusto (tutto merito, o colpa, di Val!).

 

 

I’m gonna risk it all like I’ve never lost

Gonna give it all I’ve got

I will love you, I will love, like I’ve never been hurt”

 

Never been hurt – Demi Lovato

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

Stando ben attenta che non ci fosse nessuno e trattenendo il respiro per fare ancora meno rumore, entrai di soppiatto in infermeria. Sapevo che a quell’ora, per all’incirca 15 minuti, non vi era la sorveglianza. Con gli occhi passavo rapidamente in rassegna i letti e i relativi ragazzi ricoverati, finchè quasi in fondo, sotto la finestra, lo vidi. Stava dormendo, come la maggior parte in quel momento, ma apparentemente mi sembrava che stesse meglio.
Presi una sedia lì vicino e la misi accanto a lui. La sua mano era immobile ma morivo dalla voglia di stringerla nella mia. Con molta delicatezza gliela accarezzai e gli sfioravo le dita con tocchi leggeri. Sembrava, però, non accorgersi di niente. Mi ritrovai, così, a fare un monologo con lui.


“Certo che la fortuna non sia proprio dalla nostra parte” sul mio volto si creò un sorriso amaro “appena siamo riusciti a conoscerci meglio, a creare forse qualcosa insieme, tu mi lasci in questo modo…” non riuscivo a smettere di guardarlo, aveva come un effetto ipnotico su di me. “spero davvero che tu apra presto gli occhi perché ho molte cose da dirti…sai, ho fatto una promessa a Val e dobbiamo andare a trovarla insieme, capito? E io mantengo sempre la parola data” continuavo a sorridergli, ma questa volta con dolcezza. “e poi, credo che Harry e Ron la prenderanno bene. Forse un po’ meno Ginny, ma col tempo imparerà a conviverci” risi prefigurandomi la sua espressione ‘da stai scherzando vero, perché se è uno scherzo sappi che è di cattivo gusto’. “mi hai fatta morire di paura quando ti ho visto a terra, solo in quel momento ho davvero capito che i miei sentimenti, quelli che non sono mai riuscita a comprendere a fondo, erano sinceri. Non potrei mai immaginare cosa farei senza di te”. In quel momento sentii un ‘click’ che risuonò nella grande stanza. Non impiegai molto a capire che proveniva da…me. Il cuore che avevo messo al collo e che da quel giorno non avevo più tolto si era aperto. Ero ancora incredula ma lo presi tra le mani e lo osservai meglio. All’interno, sul lato destro, comparve lentamente una scritta ‘Solo un amore sincero apre le porte di ogni cuore’. Ecco perché non riuscivo ad aprirlo manualmente.
Mentre cercavo di capire con quale incantesimo fosse stato sigillato, avvertii la sua mano muoversi. Alzai prontamente lo sguardo e vidi che si era voltato verso di me. Stava aprendo gli occhi. Trattenei nuovamente il fiato, questa volta per l’ansia e l’emozione. Percepii la risposta della sua mano, che stinse la mia, e poi mi sorrise.

“Buongiorno, bellissima” alle sue parole mi promisi di non piangere, così mi buttai su di lui per abbracciarlo.

“Finalmente, sei qui, stai bene!”

“In realtà, non ti ho mai lasciata. Ho continuato a vivere nel tuo cuore”

“Il cuore!” esclamai all’improvviso tornando con la mente al fatto straordinario verificatosi poco prima.

“Allora hai scoperto come funziona” rispose lui facendo ricomparire il suo sorrisetto da Malfoy.

“Sì…più o meno” ribattei io perplessa, studiando ancora una volta l’oggetto.

“Vedi, questo cuore è magico” cominciò con la sua aria da chi ne sa sempre di più “e nessuno lo può aprire, se non la persona che lo ha ricevuto e per farlo deve amarla davvero sinceramente, altrimenti resterà chiuso”

“Quindi in un certo senso tu mi hai ingannata” lo squadrai con finta indignazione.

“E perché mai?” fece divertito.

“Per avere la certezza che io fossi sincera con te”

“Ti sbagli, non avevo bisogno di nessun cuore. L’ho sempre saputo.”

E così dicendo si sollevò leggermente e mi diede un bacio bellissimo. Dentro di me pregai che quel momento non finisse mai e il pensiero che qualcuno potesse entrare da un momento all’altro non mi sfiorò nemmeno. Sì, ero davvero cambiata, lui mi aveva cambiata. Ma in meglio.

 

 

 

 

The day I first met you

you told me you never fall in love”

 

Give your heart a break – Demi Lovato

 

 

 

*

 

14 Agosto – Londra

 

Harry! Ron! Ho appena ricevuto la vostra lettera e non vedo l’ora di raggiungervi alla Tana! Mi fa davvero piacere che alla fine abbiate preso bene la notizia di me e Draco…scusate, Malfoy! Ho promesso di chiamarlo per cognome in vostra presenza, ahaha! In questo momento siamo a Londra, è davvero una città splendida, dobbiamo tornarci tutti insieme, però sempre in vacanza!
Mi mancate davvero moltissimo e ho tanta voglia di cominciare questo nostro ultimo anno a Hogwarts. Credo proprio che ci riserverà innumerevoli sorprese!

Come sta Ginny? Si è ripresa dallo shock? Mi dispiace davvero tantissimo per lei.
Ho sentito anche Val, sta bene e la scuola le piace moltissimo! Ha detto che i suoi corsi cominciano ad Ottobre, così può fare il viaggio con noi fino alla scuola!
Ci sono state notizie anche riguardo a Sylvia e pare sia stata mandata in un riformatorio femminile per ragazze difficili con piccoli precedenti penali su al nord. Vi mando un grosso bacio e un abbraccio ad entrambi!
Saluti anche a Fred, George, Molly e Arthur.

 

Vi voglio bene, Hermione. ”













Vi lascio qui i link di altre mie due storie, la prima una dramione, la seconda una one shot sui 5 Seconds of Summer.
Se passate a leggere e recensiere mi fareste molto felice, grazie :)


- "Love will remeber"
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2211592&i=1

- "Sk8er boi"
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2285625&i=1

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