Dangerous secrets....innamorarsi del diavolo

di Penelopee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

 

 

 

 

Il suo nome era Isobelle Davis, una ragazza come tante, occhi verdi e capelli castani lungi e mossi, fisico snello e tante piccole lentiggini sulle guance. Studiava a Yale per diventare avvocato, era molto brava nello studio, quasi ossessiva, era abituata fin da piccola ad essere la prima della classe e a dare sempre il meglio in tutto quello che faceva. Accontentarsi non faceva parte del suo carattere.

Amava studiare, imparare le piaceva davvero, forse perché avere il controllo delle cose le dava un senso di sicurezza di cui non poteva fare a meno. Le piaceva avere la situazione sotto controllo, ed era piuttosto brava a capire le persone. Viveva con Amy, la sua migliore amica, una ragazza esuberante e molto dolce, e Ted, uno dei ragazzi più in gamba che avesse mai conosciuto, lui giocava a football a livello agonistico, studiava ed in più faceva molti lavoretti part-time per pagarsi l'affitto. Insieme vivevano in un piccolo ma confortevole appartamento vicino all'università e, a parte qualche lite a causa di un solo bagno da condividere, Isi andava perfettamente d'accordo con i suoi coinquilini che considerava come una seconda famiglia.

L' unica pecca nella sua vita infatti era proprio la famiglia. Suo padre era uno degli uomini più ricchi e potenti di NewYork, a capo della Davis Corporation, e malgrado fosse dipinto come l'uomo migliore del mondo da tutti, per lei era solo un estraneo che vedeva raramente e la riempiva di soldi. Sua madre era morta quando lei era piccola, così era cresciuta da sola in compagnia della tata di turno. La freddezza con cui il padre l'aveva sempre trattava era decisamente in contrasto con il sorriso smagliante che aveva quando appariva sulle foto dei giornali dichiarando un amore sconfinato per i suoi figli: lei e Paul.

Il fratello di Isi, Paul, aveva 5 anni più di lei e lavorava per il padre. Lei aveva sempre ammirato suo fratello, stravedeva per lui, ma con il tempo il loro rapporto si era raffreddato. Paul era diventato completamente succube del padre, incapace di farsi valere e alla continua ricerca della sua approvazione, e se c'era una cosa che Isi aveva imparato nei suoi 23 anni di vita era che cercare di compiacere il padre era come cercare di raggiungere una Ferrari di corsa...per quanto corri veloce, per quanto puoi provarci con tutto te stesso non la raggiungerai mai se non è lei a fermarsi....Ma Richard Davis non si fermava mai, lui accelerava lasciando tutti indietro.

Lei dal canto suo aveva smesso di seguirlo tanto tempo fa e avrebbe voluto fermare anche il fratello, aiutarlo ad uscire dall'ombra opprimente del padre, ma ormai sembrava essere troppo tardi, Isi spesso temeva di aver perso anche lui, come se la freddezza del padre avesse contagiato anche il fratello.

Ironia della sorte Isobelle era fidanzata da tre anni con Bruce, un giovane collega del padre, conosciuto ad una delle tante feste d'affari organizzate dalla compagnia Davis. Bruce era un ragazzo in gamba, proveniente da una famiglia importante, i Rockwood, appassionato al suo lavoro, moderatamente spiritoso, e relativamente interessante, decisamente quello che si definisce un buon partito. Isi ammetteva che tra di loro non si era mai instaurata una passione travolgente o un legame indissolubile ma stava bene con lui, erano in sintonia; lui era capace di lasciarle i suoi spazi ed essere comunque presente, riempendola di piccole attenzioni. E' così che l' aveva conquistata, infatti solo dopo un corteggiamento di sei mesi, Isi aveva deciso di premiare la sua determinazione.

 

 

 

 

Quella mattina Isi era in cucina con una tazza di caffè fumante circondata da libri e appunti.

Aveva trascorso la notte insonne per preparare un esame, ma, malgrado si sentisse spossata, non era particolarmente stanca. Amava l'adrenalina che le mettevano gli esami, mettersi in sfida con se stessa la faceva sentire in vita, dare il meglio di se la faceva stare bene.

 

-Ciao- disse Ted stiracchiandosi mentre entrava in cucina. Ted era un bel ragazzo, alto, con le spalle larghe, i capelli biondo cenere, due occhi castani gentili ed un sorriso solare che metteva le persone a loro agio.

 

-Il caffè è pronto, se vuoi ci sono anche dei croissant che ho comprato prima....e ti è arrivata quella lettera- disse Isi distrattamente indicando una busta su un mobile della cucina, senza però alzare mai gli occhi dal libro.

 

Ted rise -Ma tu non dormi mai??- le chiese avvicinandosi e scompigliandole affettuosamente i capelli con una mano.

 

-Mai- rispose lei sorridendo.

 

-Beata te- esclamò Ami entrando in cucina e stiracchiandosi platealmente -io dormirei tutto il giorno-

 

-Questa sera venite alla festa di Jessica?- chiese Ted sedendosi placidamente su una sedia e giocherellando con la tazza di caffè fumante che teneva tra le mani.

 

-certo!!!- rispose Ami entusiasta con un enorme sorriso, addentando nel contempo un fetta di pane tostato.

 

-Io non posso- ammise Isi con una smorfia -party a casa di papà per festeggiare l'imprenditore dell'anno- fece ironica -un mucchio di adulatori ipocriti che passeranno la serata a baciargli i piedi...per poi passare da me e dirmi quanto sono fortunata ad avere un padre così-

 

Avesse potuto si sarebbe messa in mezzo alla sala, avrebbe preso un microfono e avrebbe raccontato a tutti che razza di persona era sua padre ma sapeva bene che quella sarebbe rimasta solo una fantasia. Per quanto lei disprezzasse suo padre non era mai stata in grado di sfidarlo apertamente, infatti provava nei suoi confronti una strana forma di rispetto mista a timore.

 

-Bruce non ti accompagna??-

 

-No....ha una runione e non sa quando finisce- la frase fu accompagnata da una smorfia.

 

Bruce in quel periodo era sempre al lavoro, per lui sembrava che ormai esistessero solo i suo affari mentre il resto del mondo era diventato un misero sfondo di poca importanza. Spesso lui le ricordava suo padre ma ogni volta Isi scacciava via quel pensiero con la stessa velocità con la quale le era balenato per la mente.

Molti psicologi sostengono che soprattutto quando la figura paterna è particolarmente assente si provi a compensare questa mancanza scegliendo inconsapevolmente un compagno simile al padre assente ma ad Isi questa teoria non solo appariva assurda ma anche piuttosto inquietante.

 

-Non andare, inventati un attacco improvviso di mal di pancia e vieni alla festa con noi- propose Ted con la sua solita disinvoltura. Per lui la vita era così, o bianco o nero, mi piace o non mi piace. Certe volte Isi invidiava il suo modo di vedere il mondo, altre volte invece la irritava.

 

-Magari!!- esclamò -ma ho promesso a mio fratello che ci sarei andata, per lui è una cosa importate, un grande onore-

 

Entrambi risero dell'espressione disgustata di Isi.

 

-Sarà per un'altra volta. e poi le feste di Jess finiscono tutte male- cercò di consolarla Ami, ripensando a quella dell'anno prima che era finita tragicamente con l'intrusione della polizia, una vicina infatti non aveva gradito la confusione.

 

-Almeno non dovrei mettere un abito elegante e delle scarpe scomode solo per far fare bella figura a mio padre- fece sarcastica radunando i libri -ragazzi vado in biblioteca....ci vediamo dopo-

 

Il pomeriggio Isi diede con successo l'esame. Uscendo soddisfatta dall'università si ritrovò nel grande cortile pieno di alberi nel quale si fermò un attimo a respirare l'aria fresca che arrivandole sul viso le diede una piacevole sensazione di benessere.

 

-Sorpresa- la voce di Bruce alle sue spalle la fece sobbalzare.

 

-Ciao- lo salutò titubante dandogli un breve bacio a stampo -pensavo che oggi fossi impegnatissimo-

 

Isi non era abituata al fatto che Bruce la sorprendesse, lui di solito era piuttosto prevedibile. non in senso negativo, semplicemente a Bruce non piaceva uscire dagli schemi ed Isi aveva imparato ad apprezzare questo lato del suo carattere.

 

-La riunione è tra due ore....così ho deciso di venire per congratularmi con te- solo in quel momento Isi si rese conto che in mano lui teneva un enorme mazzo di rose rosse che le passò.

 

Lei le prese sentendosi stranamente a disagio, non sapeva per quale motivo ma aveva un pessimo presentimento.

 

-grazie....ma se fossi andata male??-gli chiese lei scherzando, cercando di alleggerire l'atmosfera -rischiavi che te le lanciassi dietro-

 

-Tu non vai mai male- rispose lui senza stare allo scherzo. Bruce non era famoso per il senso dell'umorismo ma una tale incapacità di stare allo scherzo era preoccupante anche da parte sua. Era molto nervoso e questo non faceva che aumentare l'ansia di Isi.

 

-Grazie- ripeté Isi impacciata -sono bellissime-

 

-Non sono qua solo per questo...- ammise lui. Poi sotto lo sguardo sconvolto di Isi si inginocchiò e mettendo una mano in tasca ne tirò fuori una scatoletta.

 

-Isobelle Davis io ti amo....mi vuoi sposare??- chiese in tono solenne aprendo la scatoletta e lasciando intravedere uno splendido anello.

 

Aveva detto che Bruce non era solito sorprenderla, si sbagliava, questa volta l'aveva sorpresa davvero. Il problema era capire se fosse una sorpresa positiva o negativa.

 

La situazione era quasi perfetta, surreale: erano in un bel parco, c'erano le rose rosse, un ragazzo piuttosto attraente (esatto Bruce era anche piuttosto carino) e un anello meraviglioso con un grosso diamante incastonato sulla cima. Cosa poteva volere di più??

Eppure quella che per molte ragazze sarebbe stata una situazione perfetta ad Isi provocò una reazione quasi isterica. Sentì le gambe cederle ed il cuore iniziò a batterle all'impazzata mentre nella sua testa si faceva largo la confusione più totale.

 

-Cosa???- chiese lei con voce stridula e con un'espressione colma di terrore.

 

Lui stizzito dalla reazione inaspettata della ragazza si alzò in piedi -stiamo insieme da tre anni...io ti amo....non è una proposta assurda- disse con calma e razionalità come se quella fosse una proposta d'affari più che di matrimonio.

 

Isi era sotto shock, sapeva infondo che lui aveva ragione, ma in quel momento cercava solo di ricordarsi come si faceva a respirare, impresa che le apparve straordinariamente ardua,

 

-Isi!!- la richiamò lui dal suo stato catatonico -Allora?? mi vuoi sposare??- le chiese spazientito.

 

Addio al romanticismo!

 

-Io...-balbettò lei cercando nella sua mente una scappatoia per guadagnare tempo -ci devo pensare-

 

-Pensare????- questa volta era lui ad essere incredulo, anzi arrabbiato.

 

-Ho solo bisogno di chiarirmi le idee....io non me l'aspettavo-disse la ragazza, sentendosi completamente in trappola, sarebbe voluta fuggire ma le sue gambe erano come inchiodate al terreno.

 

-Bene- fece lui freddo -allora chiamami quando avrai le idee più chiare- detto questo Bruce girò i tacchi lasciando Isi sola.

 

Finalmente sola.

 

Isi tornò di corsa a casa a cambiarsi, per colpa di Bruce e della sua proposta era davvero in ritardo. Si mise rapidamente l'abito rosso DeG con schiena nuda e un leggero scollo sul davanti. Era lungo fino ai piedi, dove indossava un paio di sandali dorati. Si truccò svogliatamente e con molte difficoltà, era ancora sotto-shok.

Possibile che una proposta di matrimonio del suo fidanzato l'avesse tanto turbata?

 

-Sei magnifica-disse Ted entrando e sorprendendola da dietro.

 

Isi si girò sorridendo timidamente al suo amico.

 

Le lentiggini quella sera erano più evidente e gli occhi verdi erano come smeraldi, mentre il vestito le ricadeva splendidamente addosso, eppure si sentiva estremamente fuori luogo.

 

-Grazie- rispose con una smorfia -sembro una cretina-

 

-Ma se sei una figa da paura!-fece Amy entrando e avvicinandosi all'amica poi la fece girare e le mise a posto i capelli.

 

-Grazie- Isi cercò di sorridere malgrado in quel momento stesse solo pensando ad una scusa per non andare a quella stupida festa.

 

-meglio che vada prima che cambi idea- fece sarcastica salutando i suoi amici poi uscì di casa.

 

La limousin l'aspettava fuori, posteggiata subito di fronte al loro cortile. Come sempre lei aveva proposto di andare con la sua auto ma suo padre aveva detto con ribrezzo che non era appropriato per una Davis. Neanche fossero una casata reale, pensò Isobelle infastidita mentre con passo indeciso si incamminò fino alla vettura, aprì lo sportello riluttante ed entrò nell'auto.

 

-Ciao Bob- salutò distrattamente l'autista mettendosi comoda, accorgendosi solo in un secondo momento che quello al volante non era il solito autista ma un omone di una certa età, pelato e grosso.

 

-Tu non sei bob- disse sottolineando l' ovvio.

 

-Bob era malato. lo sostituisco- si giustificò frettolosamente l'uomo avviando l'auto ed iniziando a guidare in silenzio.

 

Isi lo stava studiando, c'era qualcosa in quell'uomo che la insospettiva, l'aspetto poco curato forse, il personale di suo padre era sempre impeccabile, quell'uomo invece aveva un aria malandata e la divisa che indossava era tutta in disordine.

Isi provò una strana irrequietezza che però collegò alla proposta di matrimonio, decisa a non farsi rovinare ulteriormente la serata anche dalle sue paranoie si abbandonò sul sedile cercando di rilassarsi, l'auto in questo l'aveva sempre aiutata fin da quando era bambina.

Lungo il tragitto però si rese conto che la strada che stavano percorrendo non era la solita, anzi aeva decisamente sbagliato strada -Non dovrebbe svoltare per Newyork?- gli chiese educatamente Isi, guardando fuori dal finestrino.

-Lasciami fare il mio lavoro ragazzina- fece l'uomo brusco.

-Scusi?????...questa non è la strada giusta....torni immediatamente sulla strada principale!!-

-Zitta!!-urlò lasciando Isi senza parole. Odiava essere sgridata, era sempre stato così da quando era bambina forse perché, dopo la morte di sua madre, anche quando faceva i capricci, nessuna tata aveva il coraggio di sgridarla per paura del padre, l'unico al contrario che la poteva sgridare e che lo faceva sempre per i motivi sbagliati. "Isobelle la smetti con quello stupido disegno...stò lavorando" "incredibile una B!!!tu sei mia figlia devi essere la migliore....la B è mediocre...vai in camera tua!" "se tua madre ti vedesse ora....che dispiacere le daresti"

Isi era diventata tutta rossa in viso per il nervoso, stava per inveire contro quell'uomo, quando si accorse che l'uomo stava borbottando qualcosa ad un auricolare. In quel momento la sensazione d'ansia, che aveva provato subito vedendo quell'uomo, crebbe dentro di lei fino a diventare vero e proprio panico nel momento in cui lui, con un sorriso maligno sul viso, fece scendere la parete divisoria.

-Apra immediatamente!!- urlò prima che uno strano odore invadesse l'abitacolo lasciandola senza fiato. Nel giro di pochi istanti, la testa cominciò a pesarle, le palpebre divennero pesanti e i suoi pensieri confusi.....il resto è buio....

 

 

 

Quello fu il momento esatto in cui la vita di Isi cambiò per sempre.

 

 

 

 

NOTE:

 

Avevo iniziato questa storia un po' di tempo fa ed ora mi sono decisa a pubblicarla.

 

In questo capitolo non succede molto, ho presentato la vita della protagonista, nel prossimo inizierà la vera storia, ovviamente se a voi fa piacere...Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

Grazie a chi è arrivato a leggere fino qui e che quindi si è letto questo capitolo -ora fila a recensire!!!- Scherzo ovviamente, però mi farebbe TANTO piacere conoscere la vostra opinione!!!

 

A presto!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

 

 

 

 

 

 

Isi si svegliò qualche ora più tardi con un gran mal testa, le fischiavano le orecchie e si sentiva completamente scombussolata.

 

Si alzò lentamente, tenendosi la testa fra le mani e cercando di fare chiarezza tra i suoi pensieri che in quel momento erano un groviglio senza senso.

 

-Dove sono??- chiese spaesata non riconoscendo il luogo in cui si trovava, poi si ricordò dell'auto e dello strano odore che in pochi secondi le aveva fatto perdere i sensi.

 

Si guardò attorno spaventata. Era in una stanza mezza vuota, dove c'era solo un tavolo con dei libri, una lampada e la brandina sulla quale sedeva. Non c'erano finestre alla parete e la porta era grande e robusta, probabilmente chiusa dall'esterno, pensò terrorizzata.

 

Si alzò in piedi a fatica per paura di svenire, si sentiva debole e con le gambe pesanti, si avvicinò alla porta lentamente e mise la mano sulla maniglia poi dopo un attimo di esitazione, al pensiero di quello che avrebbe potuto trovare all'esterno, si decise ad aprire ma ovviamente la porta era chiusa.

 

Per la prima volta si rese veramente conto di essere in gabbia e un senso di nausea e puro panico la travolse

 

-aprite!!!!- urlò più volte con tutto il fiato che aveva in gola -aprite!!!!!!- il panico la invase come un'onda che spazzò via tutto il suo autocontrollo. Iniziò a prendere a calci la porta ma nessuno rispondeva, aumentando lo sconforto che provava. Si girò furiosa lanciando a terra i libri che stavano sulla scrivania.

 

-Fatemi uscire!!!-urlò ma nessuno rispondeva, facendo crescere la rabbia che già si era annidata in lei. Senza smettere di gridare, lanciò a terra anche la lampada.

 

Dopo pochi secondi Isi sentì qualcuno mettere la mano sulla maniglia, smise di urlare, istintivamente fece un passo indietro.

 

Vide la maniglia scendere con lentezza. Una lentezza in pieno contrasto con il ritmo del suo cuore che sembrava pronto a uscirle dal petto.

 

Un rumore e la porta che si apre.

 

Il suo rapitore stava entrando e lei si sentì debole come mai in vita sua.

 

 

 

 

 

Si svegliò di soprassalto di nuovo sulla sua brandina.

 

Aprendo gli occhi si trovò di fronte un omone che non aveva mai visto ed improvvisamente ricordò dove si trovava.

 

-Cosa mi hai fatto??-chiese alzandosi di scatto in piedi ed allontanandosi da lui.

 

-niente- disse lui con voce roca -sei svenuta-

-dove sono??chi siete??cosa volete da me?? - sputò fuori quelle domande senza mai riprendere fiato.

 

Una donna bionda e dall'aria decisamente scontrosa entrò lanciandole dei vestiti.

 

-Stai zitta!!- l'ammonì -o ti faccio stare zitta io-

 

-Non mi fai paura!!- disse Isi sperando con tutta se stessa che sembrasse vero -cosa volete da me??-chiese altezzosa guardando con disprezzo i suoi rapitori.

 

L' autista entrò nella stanza con aria minacciosa -mi hai stufato piccola mocciosa viziata!!!adesso ti do una bella lezione-

 

Isi impallidì all'istante vedendo l' uomo avanzare verso di lei, poi, senza pensarci, si avventò contro di lui colpendolo con tutta la sua forza. Malgrado vicino a lui lei sembrasse ancora più minuta lo colpì ripetutamente, cogliendolo di sorpresa.

 

Una cosa che aveva imparato nelle poche lezioni che aveva tenuto di autodifesa è: se non puoi scappare e non hai possibilità di difenderti allora sorprendilo.

 

Tutti, compreso l'uomo, rimasero a bocca aperta, una volta ripreso dalla sorpresa però l' autista si liberò dalla ragazza colpendola in viso e facendola cadere a terra.

 

-brutta pu...-disse l'uomo che stava per colpirla -mi ha morso!- esclamò incredulo.

 

Isi rannicchiata a terra teneva con una mano la guancia dolorante. vedendo l'uomo sopra di lei, chiuse gli occhi, aspettando che il suo rapitore si vendicasse. Ma il pugno che stava per colpirla non arrivò.

 

-basta!!- disse una voce profonda che non aveva mai sentito prima.

 

-uscite- ordinò svogliato - non sapete neanche tenere a bada una ragazzina-

 

Isi sentì tutti uscire dalla stanza, lei però non aveva nessuna intenzione di muoversi, rannicchiata a terra con gli occhi chiusi si sentiva un po' più al sicuro.

 

Sentì qualcuno inchinarsi accanto a lei -prima distruggi tutti i miei libri, poi svieni, ti riprendi ed aggredisci i miei amici....sei una vera pianta grane, cosa faremo con te?- le chiese un ragazzo, che dalla voce sembrava quasi divertito -guardami prometto di non mangiarti-

 

Lei titubante aprì gli occhi senza dire una parola. Trovandosi di fronte quel ragazzo provò una strana sensazione, aveva i capelli scuri abbastanza corti e leggermente spettinati e i due occhi più belli che avesse mai visto, di un marrone scuro e profondo.

 

Si riprese subito di quel pensiero.

 

-Perché mi avete rapita??- chiese arrabbiata.

 

Lui ignorò la sua sua domanda, sfiorandole con una mano il punto in cui l'aveva appena colpita l'altro uomo. Dal suo sguardo sembrava la stesse studiando, i suoi occhi era come se la stessero penetrando.

 

-non è niente- disse poi con un sorrisetto sghembo che la fece arrossire.

 

-lasciami- urlò lei, allontanandosi dal ragazzo che però non sembrò affatto disturbato dal suo gesto, anzi sembrava sempre divertito.

 

-cosa volete da me??-

 

-potresti essere più gentile principessa- fece lui sarcastico sempre con quel sorrisetto sul viso -se non fosse stato per me, Von avrebbe fatto a pezzi il tuo bel visetto-

 

-dovrei ringraziarti??- chiese acida.

 

-decidi tu- rispose con noncuranza il ragazzo andando verso la porta -rimarrai con noi per un po', ti conviene cambiare atteggiamento- il suo tono era sempre ironico come se qualunque cosa dicesse nascondesse un significato che solo lui poteva capire.

 

-perché sono qui??- chiese Isi.

 

-destino crudele....vecchie leggende.....antichi rancori...a te la scelta- disse con un ghigno maligno poi si girò e chiuse la porta lasciando Isi di nuovo sola con se stessa.

 

 

 

 

 

Rimasta sola iniziò a sfogliare nervosamente i libri, ma era troppo agitata per concentrarsi su qualcosa che non fosse la sua assurda situazione, guardandosi intorno vide i vestiti che le aveva lasciato la bionda. Quella ragazza le incuteva un certo timore. Aveva un fisico statuario, le spalle larghe e leggeri muscoli che risaltavano sulle braccia, lasciate nude dalla canottiera nera ed aderente. Gli occhi azzurri per quanto belli avevano una terribile luce che le dava un' aria decisamente pericolosa, neanche l'ombra di un sorriso sul suo viso, inoltre si muoveva con una sicurezza invidiabile ma quasi innaturale.

 

Isobelle titubante prese i vestiti, una semplice maglia bianca e un paio di jeans e li indossò, qualunque cosa era meglio dell'abito da sera che indossava, e che le stringeva il busto causandole un vago senso di nausea.

 

Si mise a sedere a terra. chissà cosa stavano facendo in quel momento Ted ed Ami??

 

Era mattino e non vedendola tornare si sarebbero dovuti accorgere della sua assenza.

Magari pensavano fosse andata da Bruce. non aveva neanche detto ad Ami della proposta e pensare che a lei diceva sempre tutto, ma questa volta non aveva veramente idea di quando avrebbe potuto parlare con la sua amica. Quando e se l'avrebbe rivista.

 

Un lato positivo di essere tenuta in ostaggio c'era in fondo: almeno non doveva confrontarsi con Bruce. Rendendosi subito conto di quanto risultasse patetico da parte sua pensare una cosa del genere.

 

La mattinata trascorse lenta fino a quando qualcuno non entrò nella sua cella. Era un omone grosso che aveva già visto prima, anche se non riusciva a capire bene quando.

 

-Ti ho portato da mangiare- disse lui quasi timidamente -comunque io sono Stub.-

 

Isi gli sorrise incerta -grazie- non si era accorta di avere fame prima di vederlo entrare con un invitante hamburger, a quel punto si rese conto che era dal giorno prima che non toccava cibo.

 

Lui gli passò il panino e lei dopo un attimo di esitazione iniziò a mangiarlo voracemente.

 

-Tieni- disse l'omone passandole una bottiglietta d'acqua. Isi l'accettò poi si soffermò a guardare l'uomo davanti a lei. Il suo aspetto era decisamente ambiguo. ad un primo sguardo incuteva sicuramente paura, grande e grosso com'era. Anche gli occhi piccoli e scuri potevano sicuramente incutere timore, osservandolo meglio però sembrava solo il classico omone grande e grosso ma con un cuore d'oro, anche se forse visto che si stava parlando di uno dei suoi rapitori questa descrizione diventava un po' azzardata, eppure nel suo modo di fare c'era qualcosa di terribilmente goffo che lo rendeva buffo, senza contare i tanti riccioli che gli incorniciavano disordinatamente il viso e la panciotta che spingeva per uscire dalla maglia troppo stretta.

 

-ancora fame??-gli chiese una volta che lei ebbe finito.

 

-no grazie- disse lei prendendo un altro sorso d acqua -era buonissimo- aggiunse sorridendo.

 

Aveva deciso che se con le cattive non era riuscita ad avere informazioni magari le avrebbe ottenute con le buone.

 

-il mio nome è Isobelle comunque- fece lei gentile.

 

-lo so- rispose goffamente Stub.

 

-per il bagno??- chiese Isi -ho davvero bisogno di una doccia- disse cercando di fare gli occhi da cerbiatto. Non era mai stata una di quelle ragazzine che facevano le civette per ammaliare gli uomini, ma sapeva bene che i suoi occhioni verdi circondati da folte ciglia lunghe avevano un certo fascino, e quella era sicuramente una di quelle occasioni in cui bisognava utilizzare tutte le armi di cui si dispone.

 

-non lo so- fece lui grattandosi la testa con aria confusa, si vedeva che stava per cedere, solo che aveva paura che qualcuno potesse arrabbiarsi.

 

-andiamo-disse poi deciso -ti accompagno io-

 

Isi soddisfatta seguì Stub fuori dalla sua cella. superato un corridoio pieno di porte chiuse arrivarono in un salone spazioso, con due grossi divani, e due belle finestre da cui entrava la luce.

 

Isi fece appena in tempo a fare due passi per guardare fuori che qualcuno la strattonò per un braccio facendola inciampare. era davvero stanca di cadere a terra quel giorno.

 

-ahi- esclamò cercando di rimettersi in piedi mentre l'autista le stringeva con forza un braccio, mettendo a dura prova il suo precario equilibrio.

 

-cosa ci fa questa fuori??-

 

-questa ha un nome!!- protestò Isi ma entrambi gli uomini la ignorarono.

-la stavo solo portando in bagno- rispose Stub mettendosi sulla difensiva.

 

-le abbiamo dato un catino-

 

-che schifo!!!-fece Isi incapace di trattenersi -usalo tu!!-

 

-ragazzetta viziata!!- urlò l'uomo strattonandola.

 

-basta!!- esclamò qualcuno entrando nella sala. Isi si girò riconoscendo subito il ragazzo di prima e senza motivo arrossì incontrando i suoi occhi.

 

-voi andate a lei ci penso io- i due uomini se ne andarono subito, lasciandola sola con il ragazzo. Lui rimase a guardarla in silenzio con quel suo sorrisetto stampato sul volto.

 

-voglio farmi una doccia- fece lei rimettendosi goffamente in piedi.

 

-tu sai di non essere un ospite??- chiese lui sarcastico.

 

-ho chiesto un bagno, non una festa di benvenuto- rispose lei offesa -e comunque anche in prigione ti concedono di andare ai servizi- gli fece notare con una punta di ironia.

 

Lui sembrò pensarci su, la guardava in silenzio, doveva ammettere che il suo sguardo la metteva piuttosto a disagio, non si capiva mai cosa gli stesse passando per la mente. Lui le sorrise. Un sorriso stupendo quasi quanto i suoi occhi, pensò imbarazzata guardandolo meglio.

 

Indossava una camicia azzurra, leggermente stropicciata e dei jeans scuri, i capelli scompigliati e un leggero accenno di barba sul viso. Aveva un aspetto non curato eppure perfetto.

 

-io ti accompagno in bagno se tu però la smetti di litigare con Von? ti avverto che inizio ad essere stufo di salvarti- disse iniziando a camminare.

 

lei si affrettò per seguirlo -tu comunque non mi hai salvata, mi hai rapita-disse puntualizzando la situazione.

 

-è di questo che parlavo.....hai la lingua troppo lunga-

 

-se vi irrito lasciatemi andare- lei stessa si stupì della sua audacia.

 

Il ragazzo si fermò davanti ad una porta poi si girò verso di lei con un sorrisetto sghembo -mi dispiace principessa sarai nostra ospite ancora per un po'-

 

-io non conosco il tuo nome- fece la ragazza bloccandosi sulla porta.

 

Lui esitò prima di rispondere -Erik- disse allontanandosi e lasciandola sola.

 

 

 

 

 

Isi era appena uscita dal bagno, dopo una doccia lunga e rilassante, non vedendo nessuno nei paraggi pensò di fare un giro per la casa ma una voce dietro di lei rovinò i suoi piani sul nascere.

 

-Mi ha detto di controllarti-

 

-Eccomi- fece Isi girandosi verso Stub e sorridendo. Tante piccole gocce le scendevano dai capelli scuri ancora bagnati. Si asciugata velocemente con un asciugamano ma non aveva trovato il phone, quindi i suoi lunghi capelli erano ancora bagnati.

 

-Bell..la la doccia??-chiese lui goffo.

 

-perfetta....ne avevo davvero bisogno-

 

-mia nonna diceva sempre che niente meglio di....un bel bagno ci aiuta a guardare le cose dalla giusta prospettiva-

 

Isi gli sorrise -Stub- iniziò poi chiamandolo timidamente per nome -cosa ne farete di me??-

 

-sempre a fare domande- la voce sarcastica di Erik li sorprese dal dietro -vai pure Stub alla ragazzina curiosa ci penso io-

 

-ok Erik- fece Stub poi sorrise ad Isobelle che ricambiò ed uscì dalla sala, lasciandola nuovamente sola con Erik.

 

-vieni ti accomapagno nelle tue stanze- fece lui beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza che però decise di provare a stare al suo gioco sperando di ottenere qualche risposta.

 

-allora....per quanto sarò tua ospite??- chiese cercando di ostentare disinvoltura.

 

Erik rise del suo tentativo -per un po'-

 

-Sei sempre così evasivo??-gli domandò irritata.

 

-Sei sempre così curiosa??-

 

-Solo quando vengo rapita- borbottò lei, poi si bloccò -mi farete del male??-

 

Erik divenne serio e fece un passo nella sua direzione, rimanendo a pochi centimetri da lei.

 

-Hai paura di me??-

 

L'intensità del suo sguardo e la profondità della sua voce la fecero rabbrividire, ma non seppe mai se fosse a causa della paura o di altro.

 

-Dipende...dalle tue intenzioni- biascicò lei cercando di sostenere il suo sguardo.

 

-Non voglio farti del male- disse Erik mentre ad Isi scappò un piccolo sospiro di sollievo udendo quelle parole -non ho detto che non lo farò- aggiunse lui con voce ferma e minacciosa.

 

Rimasero in silenzio ad osservarsi mentre la durezza delle sue parole, si faceva strada nella mente di Isi.

 

Quel ragazzo era pericoloso, le sue parole, i suoi occhi, tutto confermava quella consapevolezza eppure lei non aveva paura, non in quel momento, non....di lui.

 

-Erik!!!!-la voce della bionda, Rose, richiamò prepotentemente l'attenzione del ragazzo.

 

-Eccoti...LUI è al telefono!!ti vuole parlare....subito!!-

 

Il tono con cui Rose pronunciò quelle parole provocò un brivido che percosse Isi. Quelle parole sembravano nascondere qualcosa, e quello che vide apparire negli occhi della bionda non era più indifferenza o sicurezza ma sembrava proprio terrore.

 

Anche Erik sembrò innervosirsi -portala nella cella- fece rivolto a Rose poi si allontanò.

 

 

Chiunque fosse LUI, Isi sperò di non doverlo mai incontrare.

 

 

 

 

NOTE:

 

Di solito sono molto veloce ad aggiornare le storie ma per postare questo secondo capitolo ho aspettato molto tempo, non volevo...scusate ma ero un po' scoraggiata dalla completa mancanza di recensioni =(

Vorrei sapere cosa ne pensate di questa storia, la devo continuare o fa schifo????

Se riuscite fatemi sapere ve ne sarei infinitamente grata!!!!

Ringrazio tutte voi per aver letto questo capitolo!!!

A prestoooo

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3







Isi era di nuovo sola nella sua cella, mille pensieri si facevano prepotentemente strada nella sua mente.

Decise di mettersi a dormire cercando con tutta se stessa di scacciare i cattivi pensieri. Cercò di immaginarsi nel suo letto, a casa, lontano da quel luogo, da quella piccola camera spoglia che era diventata la sua prigione.

Immaginò la voce di Ted che ripeteva Economia, Ami che sbraitava al telefono con la madre, il ticchettio ripetitivo della sveglia sul suo comodino.
 
Questi ricordi accompagnarono Isi nel sonno.

Il momento peggiore arrivò al mattino. Conoscete il momento in cui si riprende conoscenza, l'attimo in cui sei ancora stordito dal sonno, per quei brevi momenti Isi era convinta di essere al sicuro nel letto, ma le bastò aprire gli occhi per ricordare la sua situazione.

Gli incubi peggiori sono quelli che non scompaiono con l'arrivo del mattinoperchè infondo non esiste incubo peggiore della realtà..
,
Quel giorno Stub le portò la colazione, una tazza di caffè e alcuni biscotti.

Finito di mangiare la invitò a seguirlo fuori dalla sua camera.

Percorsero un corridoio fino ad arrivare in un ampio salone.

L'arredamento era essenziale, non c'erano quadri alle pareti, ne soprammobili o tappeti, ma le finestre aperte lasciavano passare la luce che infondeva a quell'ambiente spoglio un'aria più confortevole.

Osservando di sfuggita fuori dalle finestre Isi si rese conto di non trovarsi più in città: fuori c'erano alberi verdi e lunghi prati che si estendevano a perdita d'occhio.

 Probabilmente erano in una villa circondata da un ampio giardino.

Un dettaglio spaventò molto Isi, infatti al di là del giardino non si vedevano atre abitazioni.

Ovviamente aveva pensato più volte alla possibilità di fuggire ma se si fossero trovati in mezzo al nulla, come avrebbe fatto a ritrovare la via di casa?? A chi avrebbe chiesto aiuto se là fuori non abitava nessuno??

Fortunatamente Isi non ebbe molto tempo per indugiare nei suoi pensieri, infatti Stub l'accompagnò da una strano strano ragazzo di nome Flinn, un biondino che avrà avuto appena vent'anni e vestito in modo assurdo.

Indossava una camicia verde prato con dei pantaloni blue ed un papion rosso.

Il ragazzo era seduto difronte ad una scrivania ed era indaffarato a lavorare al computer. La stanza in cui si trovava era colma di oggetti elettronici a cui Isi non sapeva dare un nome.

 Il ragazzo le mise una strana cavigliera spiegandole che con quel coso poteva girare liberamente per casa, almeno durante il giorno e nelle stanze indicate da loro, infatti c'era una porta che Isi aveva il divieto di varcare.

 Fino a quel punto le parve tutto accettabile contando che era prigioniera, e poi l'idea di non dover passare le sue giornate chiusa in una cella la rincuorò, almeno fino che Flinn non aggiunse un dettaglio che la fece rabbrividire.

 Lui le disse che se fosse provata a scappare, sarebbe suonato un allarme, poi aggiunse, senza troppi convenevoli, che gli bastava schiacciare un pulsante per farla fuori.

Quella cavigliera portava in se un ordigno esplosivo.

La luce negli occhi del ragazzino le fece sospettare che quello fosse solo un tranello, un minaccia fasulla che serviva solo a tenerla buona.

Ma la sola idea di poter esplodere bastava a terrorizzare Isi più di quanto fosse mai stata in vita sua.



Superato quel momento di terrore, passò il resto della giornata con Stub che risultò essere davvero simpatico.

Le raccontò tantissime cose sulla sua infanzia e sui suoi mille fratelli. Stub veniva da una famiglia davvero numerosa, erano in otto fratelli, lui era il più piccolo, il cocco di mamma, come si definì lui stesso, aggiungendo con orgoglio di essere però la peggiore delle pesti.

 Isi rideva dei suoi racconti strampalati e si ritrovò anche ad invidiare la sua strana famiglia.

Nel pomeriggio conobbe anche un altro ragazzo, Max. il fisico da giocatore di rugby, spalle larghe, alto e pieno di muscoli, capelli castani rasati alla militare e occhi nocciola. I lineamenti del viso  regolari ed una piccola cicatrice sul sopracciglio destro di cui andava molto fiero.

 "La mia ferita di battaglia" l'aveva chiamata con orgoglio, raccontando di essersela procurata durante la sua prima “missione”.

Quando Isi gli chiese di che missione stesse parlando, lui le rispose con un sorriso furbetto ed allusivo ricordandole all'istante che stava parlando con uno dei suoi rapitori e facendola arrossire.

La missione aveva sicuramente a che fare con qualcosa di “poco legale”.

Il ragazzo rendendosi conto del suo disagio si divertì a provocarla tutto il pomeriggio, facendo velati riferimenti alla sua “carriera” da criminale.

 A parte questo però Isi dovette ammettere con se stessa che la compagnia di Stup e Max non era male come pensava, al contrario loro l'aiutarono a distrarsi da quella sua assurda situazione.


La sera però venne rinchiusa nuovamente nella sua cella dove i brutti pensieri e la paura tornarono a torturarla fino a che non si addormentò.

I due giorni seguenti trascorsero così, con Stub e le sue storielle e Max, entrambi si rivelarono piuttosto simpatici, data la situazione.

Era pur sempre un ostaggio.

 Isi dopo vani tentativi di scoprire cosa ne sarebbe stato di lei si arrese, almeno per il momento.

Nessuno aveva intenzione di dirle niente, inoltre Stub le aveva confessato che loro non sapevano esattamente quale fosse il piano.

 Isi allora pensò ad Erik. Era certa che lui invece sapesse, non lo vedeva da tre giorni, da quando aveva ricevuto la misteriosa chiamata. La cosa positiva era che anche Rose e Von erano scomparsi ed Isi non ne sentiva assolutamente la mancanza.


Le giornate passavano tranquillamente e spesso Isi durante il giorno sembrava dimenticare che era tenuta in ostaggio, la notte invece le sue paure tornavano e si facevano sempre più forti ed opprimenti.


Cosa volevano da lei?? Se era per i soldi perché non avevano ancora fatto lo scambio???


Anche quella notte Isi fece il solito incubo che ormai da più notti la perseguitava.


 Un uomo vestito di nero la seguiva, lei correva con tutte le sue forze, era in un labirinto e ogni volta che svoltava l'angolo si ritrovava davanti un altro lungo corridoio uguale a quello precedente.

Continuava a correre sentendo la presenza dell'uomo alle sue spalle, cercava di urlare ma la voce non usciva, le gambe le facevano male, e sentiva il cuore uscirle dal petto.

 Ad una certo punto inciampava, cercava di rialzarsi ma come sempre non ci riusciva così si girava e l'uomo nero appariva dietro di lei, nascosto nell'ombra. A quel punto si svegliava di soprassalto.

Quella notte però Isi non si svegliò, lei rimase immobile mentre l'uomo nero le si avvicinava. Solo una volta che l'uomo nero la raggiunse lei lo riconobbe.

Era Erik.

Lui la guardava con quel suo sorrisetto che lei ricordava bene.

Un sorriso stupendo in contrasto con la luce oscura dei suoi occhi.

Bello e dannato. Era tanto bello quanto terrificante.

Isi rimase immobile mentre lui le puntava la pistola alla testa.

Lui la fissò un attimo prima di premere il grilletto.....solo allora Isi si svegliò urlando.

Il cuore le batteva all'impazzata, e la sua fronte era tutta sudata.

Era un sogno eppure la paura che aveva provato era tanto reale da farle mancare il fiato.

-Aprite- iniziò ad urlare presa da un attacco di panico sbattendo pugni contro la porta -aprite!!!!!!-

Dopo pochi secondi qualcuno aprì la porta prendendola di sorpresa, e facendola indietreggiare.

-Erik- sussurrò lei ritrovandosi davanti il ragazzo, poi come se fosse ancora nel sogno provò una paura irrazionale e si allontanò da lui camminando all'indietro.

-Cosa succede??- chiese lui assonnato.

Era appena sveglio, i capelli spettinati e la camicia stropicciata tenuta aperta su dei pantaloni della tuta ne erano la prova.

-Stammi lontano- fece Isi ancora preda del sogno -non ti avvicinare-

Lui la guardò confuso -non voglio farti del male- fece con voce calma avvicinandosi lentamente a lei.

-tu....tu...mi hai sparato- ammise lei sentendosi immediatamente una stupida.

Lui a quel punto si avvicinò a lei con maggiore decisione appoggiandole le mani sulle spalle -era un incubo- la sua voce era ferma e rassicurante, anche se lei notò lo smarrimento attraversare il suo viso per un istante.

Solo allora si accorse che dalla camicia di lui si vedeva un fisico perfetto. Era asciutto ma con i muscoli ben definiti...Isi non potè fare a meno di fissarlo per poi arrossire.

La vicinanza di quel ragazzo la stordiva in un modo che non le era mai capitato.

Abbassò il viso sperando che lui non notasse il suo evidente imbarazzo e probabilmente fu così visto che non accennò ad allontanarsi da lei.

-non voglio farti del male- disse inchiodando i suoi occhi profondi a quelli verdi della ragazza.

-non questa notte- aggiunse poi trattenendo un sorriso di scherno.

Umorismo macabro!!!

-Rassicurante- borbottò Isi facendolo ridere.

Lui finalmente si allontanò lasciandole il suo spazio e si appoggiò svogliatamente con le spalle alla parete.

-Non sono bravo a tranquillizzare le ragazzine impaurite-

-ti viene più facile minacciarle- fece Isi acida.

Lui rise prima di squadrarla per qualche secondo -Hai delle occhiaie terribili-

-Grazie- borbottò lei -ho difficoltà a dormire-

-Paura del buio??- gli chiese lui con sarcasmo -Non sei un po' grande per avere paura dei mostri sotto il letto??-

-Non sono i mostri a spaventarmi-

Lui la fissò e per qualche istante entrambi rimasero in silenzio. Un silenzio carico di tensione.

-Dovresti tornare a dormire-

-Non ci riuscirei- ammise lei.

-Non vorrai che io mi metta a cantarti la ninna nanna....non sei più a casa tua principessa, ben venuta nel mondo reale-

Lei sbuffò di fronte all'arroganza di quel ragazzo.

Eppure non voleva che lui se ne andasse, non voleva rimanere sola.

-Ho fame- disse lei improvvisamente -ti piacciono le frittelle al cioccolato?? ho visto in cucina della nutella.....devi sapere che le mie frittelle sono famose in tutto il mondo-

Lui la guardò confuso facendola sentire ancora una volta una vera stupida poi le regalò uno dei suoi sorrisi sghembi che le fece tremare le gambe.

 Maledizione il suo corpo sembrava non voler collaborare.

-Lo sai di essere assurda??- gli chiese sempre con sarcasmo ma questa volta il suo sorriso sembrava sincero.

-Allora vuoi o no le frittelle?-

lui annuì -non avrai intenzione di avvelenarmi lentiggini??-

-non oggi-





Erano in cucina, lui seduto su uno sgabello mentre lei trafficava con i fornelli.

-ti piace cucinare?- chiese lui rompendo il silenzio che si era creato.

-credo di si- ammise lei incerta -sono brava-

-non ti ho chiesto se sei brava ma se ti piace- insistette lui con un tono che lasciava aperti molti sottintesi.

-non lo so....si- rispose lei, quasi balbettando.

-Non ti vedo molto convinta- sottolineò lui con sarcasmo.

Perché la risposta ad una domanda così semplice per lui sembrava tanto importante??

-Si, mi piace cucinare...ora sei contento??-
 
Lui ignorò lla sua provocazione e proseguì con le domande -Fai Legge, giusto??-

 Isi fece cenno di si rimanendo concentrata sull'impasto.

 -perchè?- chiese lui spiazzandola di nuovo.

E poi sono io quella curiosa, pensò Isi irritata. Più che una conversazione sembrava un interrogatorio e chissà perchè lei si sentiva impreparata.

-mia madre...lei aveva studiato giurisprudenza-

-allora??-chiese lui come se gli sfuggisse il senso.

Isi era certa che dietro quella domanda ci fosse una provocazione che non riusciva a cogliere ma a cui aveva intenzione di rispondere.

-Lei amava studuare legge ma dopo che sono nata io ha dovuto smettere, sognava di riprendere un giorno ma poi c'è stato l'incidente...- Isi si rese conto di quanto risultasse triste la sua voce così cercò subito di mascherarla con un sorriso -voglio finire quello che lei ha iniziato....lo faccio per lei...sono certa che la renderebbe felice-

-stronzate!- sbottò Erik dietro di lei.

Isi si girò di scatto verso di lui, boccheggiando. Ma come si permetteva??

Lei gli aveva fatto una confessione a cuore aperto e lui le rispondeva così. Quel ragazzo era incredibile!!

-Lei vorrebbe vederti felice...cosa vuoi che gliene freghi di quello che fai??...sei davvero infantile-  disse lui come se stesse sgridando una bambina capricciosa che non riusciva a capire.

Isi lo guardò sconcertata arrossendo per la rabbia -io sono felice!!!!chi sei tu per giudicare la mia vita? Non mi conosci!!!-

-io so chi sei....brava ragazza, ottimi voti, sportiva quanto basta, sorridente, perfetta in ogni occasione, un bel appartamento pagato da papà....fai anche volontariato??- chiese sarcastico.

-che male c'è a dare il meglio??-

-niente....se lo fai per te stessa e non per compiacere gli altri....ti prego sei gentile anche con i tuoi rapitori....sei assurda-

-tu non sai niente di me!!!! non sai nulla....mi hai rapita, chiusa in una cella, minacciata, e non ho la minima idea di cosa vuoi farmi ma non ti permetterò di giudicarmi! quindi levati quello stupido sorriso dal viso!!!-

 Isi si fermò cercando di riprendere fiato.

Lui la guardò serio ma con la sua solita espressione arrogante stampata sul viso poi in silenzio si alzò e le si avvicinò.

Lei rimase immobile, sconcertata.

Lui la superò con disinvoltura e lei si ritrovò a trattenere il respiro nel momento esatto in cui la schiena di lui le sfiorò il seno.

 -vuoi mandare a fuoco la cucina??- chiese ironico chiudendo il fornello e levando la padella dal fuoco -le brave principesse non bruciano i palazzi-

Il sorrisetto arrogante ed il tono provocatorio con cui la riprese le fecero perdere completamente la pazienza.


-Tuu...- Isi rossa in viso per la rabbia non trovava le parole. Anzi ne aveva molte in testa ma era troppo educata per pronunciarle ad alta voce!

-sai cosa ti dico...vattene al diavolo!!- detto questo Isi lasciò la cucina per tornarsene nella sua cella.

Una volta chiusa la porta alle sue spalle riuscì di nuovo a respirare, era come se fosse rimasta in apnea per tutto il tempo.

Sarebbe andata ovunque per liberarsi di lui. presuntuoso ed arrogante, cosa ne sapeva lui della sua vita???

Irritata e stanca si mise sotto le coperte.

Era prigioniera, non sapeva per quanto lo sarebbe stata o cosa ne sarebbe stato di lei ma la cosa che più terrorizzava Isi da sempre era perdere il controllo.
E per la prima volta in vita sua sentiva di non avere il controllo di se stessa.



Note:

Ciao!!!! Ecco il nuovo capitolo!! Cosa ne pensate?? Vi piace la storia oppure risulta noiosa?? Mi piacerebbe tanto conoscere la vostra opinione!!!

Per prima cosa volevo ringraziare le tre ragazze, _Malvine_ , ChockyLawliet , S_baker94, che hanno recensito lo scorso capitolo spingendomi a portare avanti la storia. GRAZIE MILLE!!!!!speravo di aggiornare prima ma non ci sono riuscita spero comunque che il capitolo possa piacervi almeno un po'!!!! Se avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate!!  =)

Poi volevo fare un ringraziamento speciale a MissKatherine che mi segue sempre e che adoro tanto!!!!!!!!Grazie tesoroo!!!!!!!

Ringrazio anche tutte le ragazze che leggono, quelle che hanno messo la storia tra le preferite, tra le ricordate e tra le seguite!!!
GRAZIEE A TUTTE!!!!

( Il prossimo capitolo arriverà entro la fine di questa setimana...promesso!!)

A pesto!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4




Stranamente dopo la litigata con Erik, Isi riuscì a dormire, quel ragazzo era davvero sfinente.

Lei si era sempre consideata una persona paziente, essere la figlia di Richard Davis l'aveva sicuramente aiutata in questo, ma quel ragazzo era davvero impossibile.

Lei stessa si stupì dei suoi pensieri, era prigioniera e tutto ciò a cui riusciva a pensare era un ragazzo, peggio era ad uno di loro.

Ma forse questo era solo un modo per concentrare la sua attenzione su qualcosa che non fosse il suo destino. Ancora non capiva cosa volessero da lei, se volevano semplicemente del denaro, perchè era ancora lì??

Suo padre non era un santo ma per riavere sua figlia avrebbe dato dei soldi??

Ma se non fossero i soldi?? Cosa volevano da lei??

L'arrivò di Stub la distolse dai suoi "leggeri" pensieri mattutini.

-non esci oggi??- gli chiese affacciandosi alla porta.

-sono stanca- borbottò la ragazza rigirandosi nel letto.

-smettila di fare la bambina ed alzati!!- la voce giocosa di Max preruppe nella stanza -c'è la pizza!!-

-a colazione??- chiese Isi con un tono di voce che risultò petulante anche alle sue stesse orecchie..

-non fare la principessina!!- la rimproverò scherzoso.

Lei si alzò irritata puntandogli il dito contro con aria minacciosa, o almeno era così che sperava di apparire -non chiamarmi mai più così!!!!!!!- sbottò prima di uscire dalla stanza.

-dove vai??-chiese Stub.

-a mangiare la pizza!!!!- sbottò irritata mentre i ragazzi ridendo la seguirono

Nel giro di pochi minuti le fecero passare il cattivo umore.

-Ammettilo- la sfidò Max -la pizza a colazione è il massimo-

-Non è niente male- fece Isi ridendo -ma continuo a sostenere che i peperni non si accompagnino bene con il caffè-

-principiante- borbottò lui addentando ancora una fetta di quella cosa disgustosa che lui chiamava pizza -se cambi idea posso concederti una fetta della mia-

-sto bene così, grazie-

-Com'è andato il surf ieri??- chiese Stub rivolto a Max.

-Benissimo-

-E' per questo che non ti ho visto ieri?? sei andato al mare??-

lui rise dell'espressione esageratamente stupita della ragazza -Cosa pensavi che uscissi solo per rapinare le vecchiette??-

-A dire la verità...si- ammise lei.

-Ed invece ho anche altri hobbie, sorpresa-

-Se è per questo anch'io avevo una vita- le parole uscirono amaramente dalla sua bocca.

Max abbassò lo sguardo mentre Stub le lanciò un'occhiata carica di pietà che fece alterare ulteriormente Isi. odiava essere compatita.

-Cambiamo argomento- propose Stub.

-E' solo che mi manca la mia vita...mi manca svegliarmi e poter decidere che fare della mia giornata...mi manca il sole e l'aria aperta...-

-ti assicuro che in spiaggia ero intento a guardare le ragazze in bikini -disse Max malizioso cercando di farla ridere -al cielo neanche ci ho fatto caso-

Isi fece una risatina ma poi rimise il broncio in automatico.

-Perchè sono qui?? Cosa vogliono da me?? Mi lascerete andare?? Perchè mio padre non viene a salvarmi????- Tutte le domande uscirono dalla sua bocca senza che lei potesse fermarle, lei voleva apparire forte ma certe volte era difficile.

Certe volte non sapere cosa accadrà è la cosa che spaventa di più.

-Sempre a fare domande- una voce sarcastica proruppe dietro di lei attirando l'attenzione dei tre ragazzi.

Erik era dietro di loro, aveva ascoltato in silenzio tutta la conversazione.

-Forse smetterei di fare domande se ricevessi qualche risposta-

Il ragazzo la guardò in silenzio per qualche istante.

-alzati- disse lui con un tono che non ammetteva repliche ed Isi si ritrovò ad ubbidire in silenzio a quel pazzo ragazzo.

 lui le si avvicinò e la prese per mano tirandola via e lei senza fare domande si lasciò trascinare.

Percorsero un lungo corridoio, fino ad arrivare di fronte alla porta vietata.

-cosa fai??- sbottò Isi quando Erik la invitò ad oltrepassarla.

-vuoi uscire lentiggini??-chiese lui con un sorrisetto indecifrabile ma che bastò comunque a convinere Isi a seguirlo.

 Uscire era diventata la sua nuova parola preferita.

Superato un corridoio, presero l' ascensore.

-dove mi porti??-chiese lei diffidente allontanandosi da lui. L'ascensore era molto piccolo e la vicinanza con quel ragazzo la metteva seriamente a disagio.  

-vedrai- rispose il ragazzo armeggiando con il cellulare.

-ma non è che Rose mi farà esplodere con la cavigliera...- disse pensando ad alta voce poi fece un passo indietro come se avesse avuto un'illuminazione -stai tentando di uccidermi???-

lui rise dell'espressione scioccata di Isi -se ti volessi uccidere lo farei mentre dormi....almeno mi risparmierei le tue continue lamentele- rispose lui alzando gli occhi al cielo.

-rassicurante- borbottò Isi.

-non preoccuparti principessa, sei con me- anche quella frase seguita da un'occhiata strana sembrò nascondere chissà quale segreto. Perchè quel ragazzo era tanto criptico??


Nel giro di pochi minuti si ritrovarono fuori dalla villa.

Isi si guardava intorno esterefatta. Il giardino che circondava la villa era stupendo.

-Muoviti- disse Erik scorbutico trascinandola avanti lungo un sentiero che in pochi secondi li condusse davanti ad un laghetto.

Era bellissimo, possibile che il suo inferno assomigliasse tanto al paradiso??

Se quello era l'inferno Erik era sicuramente il divolo tentatore, Il sorrisino con cui la stava guardando non lasciava dubbi.

Lui era il peccato in persona, in tutta la sua proibita bellezza.

-Allora non è male??- gli chiese compiaciuto.

-non avrai intenzione di uccidermi??Magari annegandomi nel laghetto?-chiese lei prendendolo di nuovo alla sprovvista.

-inizio a pensare che quella con la mente criminale sia tu- disse lui andandosi a sedere su un muretto.

Isi lo seguì -grazie- sussurrò senza guardarlo in faccia. Lui non rispose ma lei lo sentì sorridere al suo fianco -perchè mi hai portata qui??-

-quando sono nervoso io vengo qui....e tu dopo la scenata stile the ring di questa notte sembravi averne davvero bisogno-

-del resto io sono solo una bambina viziata senza carettere- sentenziò lei acida.

-non ho detto che sei una bambina viziata senza carattere....anche se un pò bambina lo sei...- aggiunse divertito.

-stai cercando di chiedermi scusa??-chiese lei sarcastica con una piccola nota di trionfo nella voce.

-se pensarlo ti fà stare meglio- disse lui con un'alzatina di spalle.

Stupido arrogante!!!pensò Isi ma si limitò a sbuffare.

Poi lui si allontanò per tornare dopo pochi secondi con due birre, Isi lo guardò stupita.

-non mi dire che sei astemia???- chiese lui con un ghigno - poi papà si arrabbia??-

-dammi- disse lei strappandogli la birra dalle mani.

E' vero che non beveva molto, anche perchè reggeva assai poco, ma una birra quando usciva se la concedeva, ogni tanto.

Portò la bottiglia alla bocca e con aria di sfida iniziò a bere avidamente.

Peccato che dopo pochi secondi la birra le andò di traverso, strozzandola e facendola tossire.

 Perchè doveva sempre fare la figuara della stupida in sua presenza??

-fai piano ubriacona!!! se credi di strozzarti per farmi dispetto sei sulla cattiva strada- la derise lui facendola arrossire.

-lo sai che sei la persona più arrogante e sfinente che io abbia mai conosciuto??-

-non sei la prima a dirmelo- rispose sicuro di sè. quasi compiaciuto.

-tu lo sai che non è un complimento??-

Lui rise per poi rimanere in silenzio qualche secondo preso da chissà quale pensiero.

-hai detto che non ti conosco- iniziò lui serio.

-esatto- fece Isi spronandolo a continuare. Era davvero curiosa di capire dove volesse arrivare.

-allora sorprendimi....chi sei??- chiese con un sorrisino sghembo che lasciò Isi senza fiato.

-ma che domanda è??- sbottò non sapendo come rispondere ad una domanda tanto assurda.
.
-è questo il punto tu non sai chi sei- ribattè deciso come se lei avesse appena confermato la sua assurda tesi.

-allora sentiamo sapientone, tu che sembri sapere tutto di tutti, dimmi chi sono-

-Sicura di voler conoscere la risposta??- la provocò lui.

-non mi spaventano le tue offese-

-E chi ti ha detto che voglio offenderti??-

-Dimmi chi sono- fece Isi incantata dallo sguardo deciso di quel perfetto sconosciuto.

lui la scrutò qualche secondo poi guardandola fissa negli occhi cominciò a parlare.

-sei imbranata ma coraggiosa, determinata ma hai paura di mostrarti davvero....dai il meglio di te sotto pressione forse perchè nella vita hai vissuto situazioni difficili ed hai imparato ad affrontarle...hai bisogno di compiacere gli altri ma ti accottenti di quello che ti danno forse perchè pensi di non meritare di più...-continuò serio senza staccare gli occhi da lei -sei bellissima ma non te ne rendi conto..-

 Isi rimase immobile stregata dal suo sguardo e dalle sue parole.

-allora?? ci sono andato vicino?- chiese lui con una strana luce negli occhi che la fece arrossire.

La sua voce non aveva perso il suo solito tono strafottente ma c'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa a cui Isi non sapeva dare un nome.

-ti sei dimenticato una cosa- disse Isi una volta ripreso fiato e ritrovato il controllo delle sue facoltà mentali.

-cosa??-

-non mi lascio conquistare da un bel discorsetto- fece furba.

-non volevo conquistarti- sentenziò lui con decisione.

Quel ragazzo ea impossibile, era come se fosse circondato da un muro invalicabile.

Isi si ritrovò a fissarlo come un ebete, mentre cercava di elaborare la situazione.

Lui sorrise allontanandosi da lei per poi sdraiarsi a terra sul prato

Lei lo seguì, rimanendo però in piedi a guardarlo.

-Che fai??- chiese sarcastica rendendosi conto che lui non aveva più intenzione di rivolgerle la parola.

-mi godo il sole- fece lui tranquillo -sdraiati!!- le ordinò -mi metti ansia-

-non sono un cane- protestò lei.

-fai come vuoi-

Lei a quel punto decise di seguirlo e sbuffando sonoramente si sdraiò accanto a lui, lasciando comunque una ragionevole distanza di sicurezza tra i loro corpi.

Il sole le accarezzava il viso e c'era una leggera brezza infondo l'inferno non era così male.

-non è per i soldi- iniziò lui rompendo il silenzio -non mi chiedere di più....ma volevo che sapessi che tuo padre stà facendo di tutto per salvarti-

-non ci conterei- ammise Isi con una risata amara -sai quando si dice che per i genitori i figli non hanno prezzo....bhè mio padre è l'eccezione-

lui si girò verso di lei che presa dai suoi pensieri aveva gli occhi puntati verso l'alto -non so cosa volete da lui, ma lui odia qualunque tipo di compromesso, non vi darà di più di quello che vuole darvi..-

-pensi davvero di non essere importante per lui??- quella domada posta con una sincera curiosità la stupì al punto che si ritrovò a rispondere.

-no...io sono importante, è solo che non lo sono nel modo in cui dovrei esserlo. probabilmente mi vuole bene come io ne voglio a lui, ma avvolte questo non basta.-

-continua- la incoraggiò lui. mettendosi su un fianco per guardarla.

-non so come spiegarmi-

-provaci-

-allora- fece lei mettendosi come lui su un fianco -nel suo schema delle priorità lui è in cima e sotto c'è tutto il resto, il suo lavoro, la sua immagine, la Davis Corporation poi infondo, insieme ai panini con il tacchino e al suo film preferito, il padrino, ci siamo io e mio fratello......probabilmente ci ama ma mai quanto tiene a sè stesso-

 lui rise -lo sai che è davvero triste....ti sei appena paragonata ad una panino al tacchino- disse sarcastico facendola ridere.

-mio padre va matto per il panino al tacchino.....forse dovevate rapirne uno....avreste avuto più possibilità-

-Lo sapevo....avevo proposto di prenderne uno, ma essuno mi da mai ascolto-

-Wow...hai fatto una battuta-

-Perchè sembri tanto stupita??-

-E' che di solito non sei....divertene-

-Io sono sempre divertente-

-No tu sei sarcastico...ma il tuo umorismo è spesso macabro-


Il battibecco continuò ma l'atmosfera si fece più leggera ed iniziarono a parlare, anche se per essere precisi era Isi a parlare mentre Erik la riempiva di domande, limitandosi a qualche commento ironico.

Dopo un lasso di tempo imprecisato Rose, la bionda di ghiaccio, venne ad interromperli.

-E' per te- disse semplicemente rivolta ad Erik che si era alzato per andarle incontro.

-E' LUI??- chiese Erik e lei si limitò ad annuire -portala dentro- disse poi indicando con un gesto svogliato isi che era in piedi dietro di lui.

-veloce- aggiunse rivolto alla bionda senza degnare Isi di uno sguardo. Rose ubbidì ed in silenzio condusse Isi all'interno della villa.



-Pronto- disse Erik portandosi il telefono all'orecchio, una volta accertatosi di essere rimasto solo.

" come procede con la ragazza?" chiese una voce profonda dall'altra parte.

-Va tutto secondo i piani, credo che abbia una cotta per me-

"Bene, cerca di guadagnare la sua fiducia, se suo padre non ci darà quello che vogliamo avremo bisogno di lei"

-Lo consideri fatto-




Note:

Ciao!!!!!!! Allora cosa ne pensate del capitolo???

Lo so, siamo all'inizio e la storia è un po' monotona ma ci sono ancora molte cose da scoprire!!! Spero che la storia non risulti noiosa, vedo poche recensioni e questo mi preoccupa un pò.

Comunque ringrazio le gentilissime ragazze che hanno recensito aiutandomi a portare avanti la storia!!!

Quindi un grazie speciale a:
ChockyLawliet
 S_baker94
MissKatherine

Ringrazio anche tutte le altre ragazze, quelle che semplicemente leggono, quelle che hanno messo la storia tra le preferite, tra le ricordate e tra le seguite!!!


A presto!!!!!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Quella sera Isi era stranamente su di giri, assurdo contando la situazione in cui si trovava eppure la giornata passata con Erik l'aveva riempita di vita. Si sentiva rilassata, in pace con se stessa e con il mondo. Sdraiata sul divano con Stub stava guardando “27 volte in bianco”. Il film era nel momento in cui la protagonista si ritrovava a baciare il suo capo, del quale era stata segretamente innamorata per anni, rendendosi così conto con quel gesto che quello che aveva provato per lui durante tutto quel tempo non era amore ma solo un'illusione. Certe volte riconoscere l'amore non è semplice, capire quando la persona che si ha davanti è quella giusta è davvero difficile. Sull'onda di queste considerazioni non potè fare a meno di pensare a Bruce. In un attimo tutto il suo buon umore scomparve. Il pensiero di Bruce le metteva addosso sempre una certa ansia, non aveva ancora deciso cosa rispondergli. Perché era così difficile? Infondo non dovrebbe esserlo per due persone che si amano e stanno insieme da tre anni. Dovrebbe essere del tutto naturale pensare al matrimonio.

Se solo avesse potuto parlare con Ami, lei aveva sempre il talento di tramutare quello che per Isi sembrava un problema irrisolvibile in una questione semplice. Ami era in grado di far sentire Isi una scema per essersi fatta troppe turbe mentali.

Presa dai suoi pensieri Isi non si era resa conto che fosse arrivata la fine del film.

-Film mediocre....la Heigl fantastica- disse Stub dopo che apparvero i titoli di coda.

Non ottenendo una risposta dalla ragazza, Stub si voltò verso di lei -Isi!- la chiamò per attirare la sua attenzione.

-Fantastica- borbottò lei distrattamente.

-Chi?- chiese Stub intuendo che la ragazza non lo stava ascoltando.

-Cosa??- Isi si girò confusa incontrando lo sguardo offeso di Stub.

Dopo un attimo di silenzio entrambi scoppiarono a ridere -Ok, ero distratta- ammise lei con un sorriso -Perdonami-

-Forse ma la prossima volta scelgo io il film-

-Ne avevo ancora tanti da farti vedere....belli quasi quanto questo- fece Isi sbattendo gli occhioni tristi.

-Non ti lasciare fregare- disse Max entrando nella stanza con un'espressione accigliata -le donne sono tutte streghe!- sentenziò lanciandosi sul divano.

-Come mai tanto acido?-chiese Isi rivolta al ragazzo.

-L'unica cosa peggiore di una donna bella ma scema....è una bella ed intelligente!- pronunciò lui irritato -incredibile!! Come se la tirava...-

-Eppure noi donne belle ed intelligenti siamo sempre molto richieste- fece Isi ridendo mentre squoteva una ciocca scura con fare civettuolo.

Max rise alzando gli occhi al cielo. Poi adagiandosi più comodamente sul divano si rivolse a lei con maggiore interesse -Allora dimmi come si fa a conquistarvi?-

Isi si grattò il mento pensierosa -Devi essere affascinante ma non presuntuoso...divertente ma non volgare- continuò sottolineando questo punto sotto lo sguardo divertito di Max -parlare di cose interessanti...Essere disponibile ma non invadente...e non provare a portarci a letto ancora prima di averci chiesto il nome. -

A quel punto Max la interruppe -Fesserie! Questo non è un uomo, è un damerino senza palle. A te piacciono i tipi così?- le chiese inarcando un sopracciglio in maniera sfrontata -I tipi così non sanno soddisfare le donne...Sarà per questo che sei tanto acida?-

Isi gli tirò una cuscinata alzandosi -Torna a provarci con le oche!-

Max rise -Affare fatto!- rispose lui compiaciuto pensando alla sua prossima “vittima”.

Lei alzò gli occhi al cielo esasperata -Buona notte pervertito! Notte Stub!- Ridendo Isi uscì dal salotto per dirigersi nella sua stanza.

Mentre avanzava una scena, al di là del corridoio, attirò la sua attenzione.

Rose stava baciando appassionatamente un uomo spingendolo contro il muro e ricoprendolo con il suo corpo snello ed affamato. Per un attimo Isi provò pena per il poveretto che si era lasciato accalappiare da quell'arpia. Probabilmente lo stava soffocando con l'entusiasmo che stava mettendo in quel bacio, sembrava volesse mangiarlo. Quando però la bionda si allontanò per levare a lui la camicia, Isi potè vedere il viso del ragazzo. Si bloccò di colpo. L'uomo al quale Rose stava strappando di dosso i vestiti era infatti Erik. Il suo Erik. Il suo Erik? Da quando lo chiamava così? Lo stronzo che l'aveva rapita era sicuramente più appropriato! Malgrado sapesse quanto poco fosse opportuno rimase a fissarli, imbambolata. Erik ricambiava il bacio con passione. Aveva una mano immersa nei capelli biondi di lei mentre l'altra vagava sul suo corpo scolpito. Lo vide afferrarle la coscia per poi dedicarsi al suo collo. Prima che Isi potesse riprendere coscienza di se Rose aveva già attirato Erik dentro quella che doveva essere la sua stanza.

Isi rimase immobile, mentre il suo cuore batteva all'impazzata senza che lei ne capisse il motivo. Poi, dopo un primo attimo di smarrimento, si allontanò, sperando che nessuno la vedesse. Arrivata in camera si mise a letto cercando di scacciare dalla sua mente quelle immagini. Perché era rimasta a guardare? Cosa aveva nel cervello? E perché il suo cuore non la smetteva di battere mentre la sua mente pensava a dieci possibili modi per liberarsi di Rose. Affondò la testa nel cuscino dimenticandosi pure della paura di dover affrontare un'altra notte di incubi. dopo pochi minuti in cui cercò di distrarsi si addormentò.

Anche quella notte si alzò urlando. Non ne poteva più, era sfinita. Questa volta non ricordava quale fosse l'incubo, si era semplicemente svegliata con in bocca il sapore amaro della paura. Rimase raggomitolata nel letto per un po' senza però avere il coraggio di chiudere occhio e rischiare di sognare. Decise di andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Quella notte la cavigliera le dava particolarmente fastidio. C'era un gran caldo ed un pezzo di ferro intorno alla caviglia non era il massimo.

Arrivata in cucina aprì il frigo e prese una bottiglia d'acqua gelata. Stava per tornare in camera quando decise di sedersi al tavolo qualche minuto per rimandare il momento in cui sarebbe tornata in quella maledetta stanza. un senso di malinconia terribile la invase, lasciandola senza fiato per qualche secondo. Le mancava la sua vita, la sua casa, il suo letto. Le mancava svegliarsi e decidere come passare il resto della giornata, le mancava l'odore del parco vicino a Yale, il sapore del caffè del chiostro, il mormorio dei passanti per le strade....Le mancava sentirsi padrona di se stessa. Voleva davvero tornare a casa, poter riabbracciare Ami e Ted, anche la prospettiva di dover affrontare Bruce non era poi così terribile, non peggio che essere rapita e fare incubi spaventosi ogni notte.

Possibile che paragonasse la proposta di matrimonio di Bruce con l'ansia di un rapimento? Perchè amare per lei era così difficile? In fondo bastava solo un "si lo voglio! Infondo non poteva essere così difficile da dire.

-Si lo voglio!!!- esclamò ad alta voce prima di potersi fermare. Non era stato difficile.

-Adesso parli pure da sola-

Isi si girò terrorizzata trovandosi di fronte Erik -Mi vuoi far morire di paura?- chiese arrabbiata portandosi una mano al petto. Almeno era riuscita a non mettersi ad urlare.

-Non passo le mie giornate a pensare a come ucciderti- rispose lui sarcastico.

Isi non potè evitare al suo sguardo di esplorare l'attraente figura del ragazzo. Era a torso nudo, con i capelli in disordine ed il viso assonnato. La barba era sfatta e due occhiaie non troppo marcate segnavano i suoi occhi scuri come la notte. Era dannatamente bello. Arrossì pensando alla scena intima che aveva spiato nel corridoio solo poche ore prima.

-Cosa fai in giro a quest'ora?- chiese lei stizzita abbassando lo sguardo per evitare che lui leggesse nei suoi occhi il turbamento che le provocava. Perché doveva farle quell'effetto?

-Non si vede?- chiese il ragazzo inarcando un sopracciglio mentre con un cenno le mostrava la bottiglia d'acqua che teneva in mano -Tu piuttosto, che fai? Oltre a parlare da sola, ovviamente...-

Lei arrossì risentita per la sua precedente figuraccia -Non stavo parlando da sola, pensavo....dovresti provarci ogni tanto- ribattè acida.

Un sorriso sincero comparve sul viso di Erik -Vuoi compagnia?-chiese sedendosi sulla sedia accanto a lei.

Rimasero in silenzio qualche minuto. La casa era stranamente silenziosa, tutti dormivano, si sentiva solo il rumore del vento, il ticchettio regolare dell'orologio da cucina e il rumore dei loro respiri. Quello di lui era lento e regolare. Isi si trovò a deglutire a disagio.

-E la tua amica?-si lasciò scappare Isi, un po' per curiosità, un po' per rompere il silenzio. Si rese subito conto d'essere stata indiscreta e d'aver fatto capire a lui che li aveva visti. Quello che c'era tra Erik e Rose erano solo affari loro.

-Dorme- rispose lui tranquillamente. Non sembrò turbato dalla domanda e Isi ne approfittò per lasciar cadere l'argomento.

-Beata lei- sbottò la ragazza lasciando cadere la testa sul tavolo.

-Sapevo di essere affascinante ma non devi disperarti per me- fece lui con tono malizioso.

-Cosa?- Isi si alzò di scatto puntando gli occhi in quelli del ragazzo.

-Scherzavo principessa- disse lui guardandola come se fosse pazza -Ma da quanto non dormi?- le chiese lui con un tono divertito e preoccupato allo stesso tempo.

-Da quando mi avete...- s'interruppe -"invitata" a casa vostra- aggiunse con tutta l'ironia di cui era capace -..sai essere tenuta prigioniera senza sapere quando mi libererete non mi aiuta a dormire bene....inoltre continuo a fare incubi terribili così ho deciso di non dormire più...anche se più che una decisione si potrebbe definire un meccanismo di difesa- Lui rise senza riuscirsi a trattenere di fronte al bizzarro sfogo della ragazza -E non ridere!!!- lo ammonì stizzita -sognare mentre mi punti contro una pistola non è stato piacevole...nei miei sogni sei piuttosto terrificante- aggiunse incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio come una bambina.

-Sei ancora più acida quando non dormi- Le fece notare lui con un sorrisetto ironico -ed hai un aspetto orribile- aggiunse il ragazzo fissandola con disarmante intensità.

-Sei qui per insultarmi?-chiese lei stizzita.

-Hai davvero bisogno di dormire-

-Per fortuna ci sei tu a ricordarmelo- sbottò lei irritata ma lui sembrava troppo preso dai suoi pensieri per fare caso alle proteste di lei.

-Vieni- ordinò improvvisamente alzandosi in piedi.

-Cosa?...Dove?- Lei lo guardava perplessa mentre lui si limitava a porgerle la mano -Fidati di me-

-Perché dovrei?- Lo sfidò lei con sicurezza, cercando di non farsi ammaliare da lui, di nuovo.

-Non dovresti infatti- rispose lui con sincerità sorprendendola-...eppure ti sto chiedendo di farlo-

Lei lo guardò esitante, divisa tra un vago senso d'eccitazione e la paura, non di lui ma di ciò che era capace di scatenare in lei -Corri il rischio, principessa. Fidati-

Non aveva nessun motivo di fidarsi si lui, anzi ne aveva almeno un milione per non farlo. Eppure si trovò ad ubbidire in silenzio. La sua mano raggiunse quella del ragazzo. Il suo tocco era caldo e gentile. Provò uno strano brivido nel sentire il contatto tra di loro. Lui l'aiutò ad alzarsi con decisione per poi condurla al di fuori della cucina mentre lei lo seguiva ubbidiente, come fosse vittima di un incantesimo.

Erik la condusse nella sua cella. Quando Isi se ne rese conto si girò verso di lui perplessa -Ti ho detto che non riesco a dormire e che non voglio andare a letto....cosa non ti è risultato chiaro del mio discorso?- gli chiese ironica.

-Sdraiati!-

Qualcosa nel suo tono autoritario la irritò.

-Ti ripeto che non sono un cane! E non voglio dormire!- protestò lei.

Lui non la degnò di alcuna risposta mentre, sotto lo sguardo stupito della ragazza, si sdraiava comodamente sul suo letto.

-Che fai?-

Un sorriso ironico storpiò furbamente le labbra del ragazzo -Dormo principessa, che ti sembra?-

Sdraiato sul suo letto, mentre la fissava con intensità, era davvero bellissimo. Bellissimo ed invitante. Lei stava per rispondere, boccheggiava, quando lui con un movimento fluido la tirò facendola atterrare accanto a sé.

-Ci penso io a proteggerti dal mostro che vive nell'armadio- mormorò ironico mentre lei si contorceva accanto a lui a disagio.

-Cosa vuoi fare?- borbottò lei mettendosi comoda al fianco di lui. Si era sistemata sul lato del letto in modo da non sfiorare corpo del ragazzo eppure ne avvertiva la vicinanza.

-Cosa ti aiuta a dormire? Devo raccontarti una storia?- le chiese lui, sussurrando a pochi centimetri dal viso di lei.

Il cuore di Isi batteva all'impazzata -Che tipo di storie conosci?-

Un sorriso malizioso comparve sulle labbra del ragazzo -Non lo so, di solito non faccio certe cose-

-Ossia? Stare nel letto con una ragazza a parlare?- chiese lei con un sorriso -E' facile, parlami di te- lo spronò lei con dolcezza.

-Non sono bravo in queste cose- Lui si mosse a disagio, mettendosi a pancia in su per guardare il soffitto liberando Isi dal peso del suo sguardo penetrante su di lei.

-Tu non sembri cattivo- osservò lei mentre con gli occhi studiava il profilo di lui che spiccava nella semioscurità della stanza.

-E come ti sembro?-

Lei esitò un attimo prima di rispondere -Sembri solo...perso-

-Perso?- chiese lui soffocando una risata.

-Sembra che tu stia cercando qualcosa- continuò lei con sicurezza, lasciandosi prendere dalle sue riflessioni.

-E cosa starei cercando?- chiese lui lanciandole uno sguardo di sottecchi.

-Quello che cerchiamo tutti: un po' di pace-

Lui non rispose rimase a fissare quel viso innocente che lo stava studiando con un po' troppa attenzione.

-Non sono una brava persona, lentiggini- mormorò amaramente. Non era la solita minaccia, questa volta sembrava volerla mettere in guardia. Lui era pericolo, tutto in lui lo lasciava intendere e lui non aveva problemi a nasconderlo. Eppure lei vedeva di più in lui, anche se ancora non sapeva dire cosa fosse esattamente.

-Forse stai solo cercando nel posto sbagliato-

Lui sospirò tornando a guardare il soffitto. Sembrava a disagio. Non gli piaceva parlare di lui -Ora devi dormire-

-E tu?- chiese lei senza riuscire a trattenere uno sbadiglio infantile che lo fece sorridere.

-Io veglierò sul tuo sonno, questa notte niente incubi-

-Grazie- disse lei in un soffio mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso.

-Chiudi gli occhi ora- sussurrò lui con il suo solito tono autoritario velato di dolcezza, mentre con una mano sistemava meglio il lenzuolo su di lei. Isi si ritrovò a chiudere gli occhi. Percepiva la vicinanza di quel ragazzo assurdo sdraiato accanto a lei. Ascoltava il suo respiro regolare mentre una strana sensazione le invadeva il corpo. Provava uno strano senso di sicurezza, come se finalmente qualcuno la stesse proteggendo, come se non fosse più sola.

Probabilmente stava impazzendo ma di una cosa era certa, con lui accanto non aveva più paura. Dopo pochi minuti si rilassò e finalmente, dopo tanti giorni, quella notte non fece incubi.

NOTE:
Ciaoooo!!!Probabilmente vi sarete scordate di me e ne avete tutte le ragioni...ma, a causa di un problema tecnico, avevo perso tutti i capitoli della storia quindi presa dallo sconforto l'avevo abbandonata. Adesso il mio vecchio computer è risorto grazie all'intervento di un mio amico ed ho ritrovato questa vecchia storia. Quindi dopo aver moificato un po' il capitolo ho deciso di pubblicare. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere conoscere la vostra opinione (anche se non lo merito =D ). Se avete voglia potrei pubblicare il prossimo già domani? Non lo so, l'avevo scritta talmente tanto tempo fa che mi fa strano rivederla.
Ora vi saluto e la smetto di annoiarvi, Grazie per l'attenzione!!

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