Capitolo 2
Isi si svegliò qualche ora più tardi con un gran mal testa, le fischiavano le orecchie e si sentiva completamente scombussolata.
Si alzò lentamente, tenendosi la testa fra le mani e cercando di fare chiarezza tra i suoi pensieri che in quel momento erano un groviglio senza senso.
-Dove sono??- chiese spaesata non riconoscendo il luogo in cui si trovava, poi si ricordò dell'auto e dello strano odore che in pochi secondi le aveva fatto perdere i sensi.
Si guardò attorno spaventata. Era in una stanza mezza vuota, dove c'era solo un tavolo con dei libri, una lampada e la brandina sulla quale sedeva. Non c'erano finestre alla parete e la porta era grande e robusta, probabilmente chiusa dall'esterno, pensò terrorizzata.
Si alzò in piedi a fatica per paura di svenire, si sentiva debole e con le gambe pesanti, si avvicinò alla porta lentamente e mise la mano sulla maniglia poi dopo un attimo di esitazione, al pensiero di quello che avrebbe potuto trovare all'esterno, si decise ad aprire ma ovviamente la porta era chiusa.
Per la prima volta si rese veramente conto di essere in gabbia e un senso di nausea e puro panico la travolse
-aprite!!!!- urlò più volte con tutto il fiato che aveva in gola -aprite!!!!!!- il panico la invase come un'onda che spazzò via tutto il suo autocontrollo. Iniziò a prendere a calci la porta ma nessuno rispondeva, aumentando lo sconforto che provava. Si girò furiosa lanciando a terra i libri che stavano sulla scrivania.
-Fatemi uscire!!!-urlò ma nessuno rispondeva, facendo crescere la rabbia che già si era annidata in lei. Senza smettere di gridare, lanciò a terra anche la lampada.
Dopo pochi secondi Isi sentì qualcuno mettere la mano sulla maniglia, smise di urlare, istintivamente fece un passo indietro.
Vide la maniglia scendere con lentezza. Una lentezza in pieno contrasto con il ritmo del suo cuore che sembrava pronto a uscirle dal petto.
Un rumore e la porta che si apre.
Il suo rapitore stava entrando e lei si sentì debole come mai in vita sua.
Si svegliò di soprassalto di nuovo sulla sua brandina.
Aprendo gli occhi si trovò di fronte un omone che non aveva mai visto ed improvvisamente ricordò dove si trovava.
-Cosa mi hai fatto??-chiese alzandosi di scatto in piedi ed allontanandosi da lui.
-niente- disse lui con voce roca -sei svenuta-
-dove sono??chi siete??cosa volete da me?? - sputò fuori quelle domande senza mai riprendere fiato.
Una donna bionda e dall'aria decisamente scontrosa entrò lanciandole dei vestiti.
-Stai zitta!!- l'ammonì -o ti faccio stare zitta io-
-Non mi fai paura!!- disse Isi sperando con tutta se stessa che sembrasse vero -cosa volete da me??-chiese altezzosa guardando con disprezzo i suoi rapitori.
L' autista entrò nella stanza con aria minacciosa -mi hai stufato piccola mocciosa viziata!!!adesso ti do una bella lezione-
Isi impallidì all'istante vedendo l' uomo avanzare verso di lei, poi, senza pensarci, si avventò contro di lui colpendolo con tutta la sua forza. Malgrado vicino a lui lei sembrasse ancora più minuta lo colpì ripetutamente, cogliendolo di sorpresa.
Una cosa che aveva imparato nelle poche lezioni che aveva tenuto di autodifesa è: se non puoi scappare e non hai possibilità di difenderti allora sorprendilo.
Tutti, compreso l'uomo, rimasero a bocca aperta, una volta ripreso dalla sorpresa però l' autista si liberò dalla ragazza colpendola in viso e facendola cadere a terra.
-brutta pu...-disse l'uomo che stava per colpirla -mi ha morso!- esclamò incredulo.
Isi rannicchiata a terra teneva con una mano la guancia dolorante. vedendo l'uomo sopra di lei, chiuse gli occhi, aspettando che il suo rapitore si vendicasse. Ma il pugno che stava per colpirla non arrivò.
-basta!!- disse una voce profonda che non aveva mai sentito prima.
-uscite- ordinò svogliato - non sapete neanche tenere a bada una ragazzina-
Isi sentì tutti uscire dalla stanza, lei però non aveva nessuna intenzione di muoversi, rannicchiata a terra con gli occhi chiusi si sentiva un po' più al sicuro.
Sentì qualcuno inchinarsi accanto a lei -prima distruggi tutti i miei libri, poi svieni, ti riprendi ed aggredisci i miei amici....sei una vera pianta grane, cosa faremo con te?- le chiese un ragazzo, che dalla voce sembrava quasi divertito -guardami prometto di non mangiarti-
Lei titubante aprì gli occhi senza dire una parola. Trovandosi di fronte quel ragazzo provò una strana sensazione, aveva i capelli scuri abbastanza corti e leggermente spettinati e i due occhi più belli che avesse mai visto, di un marrone scuro e profondo.
Si riprese subito di quel pensiero.
-Perché mi avete rapita??- chiese arrabbiata.
Lui ignorò la sua sua domanda, sfiorandole con una mano il punto in cui l'aveva appena colpita l'altro uomo. Dal suo sguardo sembrava la stesse studiando, i suoi occhi era come se la stessero penetrando.
-non è niente- disse poi con un sorrisetto sghembo che la fece arrossire.
-lasciami- urlò lei, allontanandosi dal ragazzo che però non sembrò affatto disturbato dal suo gesto, anzi sembrava sempre divertito.
-cosa volete da me??-
-potresti essere più gentile principessa- fece lui sarcastico sempre con quel sorrisetto sul viso -se non fosse stato per me, Von avrebbe fatto a pezzi il tuo bel visetto-
-dovrei ringraziarti??- chiese acida.
-decidi tu- rispose con noncuranza il ragazzo andando verso la porta -rimarrai con noi per un po', ti conviene cambiare atteggiamento- il suo tono era sempre ironico come se qualunque cosa dicesse nascondesse un significato che solo lui poteva capire.
-perché sono qui??- chiese Isi.
-destino crudele....vecchie leggende.....antichi rancori...a te la scelta- disse con un ghigno maligno poi si girò e chiuse la porta lasciando Isi di nuovo sola con se stessa.
Rimasta sola iniziò a sfogliare nervosamente i libri, ma era troppo agitata per concentrarsi su qualcosa che non fosse la sua assurda situazione, guardandosi intorno vide i vestiti che le aveva lasciato la bionda. Quella ragazza le incuteva un certo timore. Aveva un fisico statuario, le spalle larghe e leggeri muscoli che risaltavano sulle braccia, lasciate nude dalla canottiera nera ed aderente. Gli occhi azzurri per quanto belli avevano una terribile luce che le dava un' aria decisamente pericolosa, neanche l'ombra di un sorriso sul suo viso, inoltre si muoveva con una sicurezza invidiabile ma quasi innaturale.
Isobelle titubante prese i vestiti, una semplice maglia bianca e un paio di jeans e li indossò, qualunque cosa era meglio dell'abito da sera che indossava, e che le stringeva il busto causandole un vago senso di nausea.
Si mise a sedere a terra. chissà cosa stavano facendo in quel momento Ted ed Ami??
Era mattino e non vedendola tornare si sarebbero dovuti accorgere della sua assenza.
Magari pensavano fosse andata da Bruce. non aveva neanche detto ad Ami della proposta e pensare che a lei diceva sempre tutto, ma questa volta non aveva veramente idea di quando avrebbe potuto parlare con la sua amica. Quando e se l'avrebbe rivista.
Un lato positivo di essere tenuta in ostaggio c'era in fondo: almeno non doveva confrontarsi con Bruce. Rendendosi subito conto di quanto risultasse patetico da parte sua pensare una cosa del genere.
La mattinata trascorse lenta fino a quando qualcuno non entrò nella sua cella. Era un omone grosso che aveva già visto prima, anche se non riusciva a capire bene quando.
-Ti ho portato da mangiare- disse lui quasi timidamente -comunque io sono Stub.-
Isi gli sorrise incerta -grazie- non si era accorta di avere fame prima di vederlo entrare con un invitante hamburger, a quel punto si rese conto che era dal giorno prima che non toccava cibo.
Lui gli passò il panino e lei dopo un attimo di esitazione iniziò a mangiarlo voracemente.
-Tieni- disse l'omone passandole una bottiglietta d'acqua. Isi l'accettò poi si soffermò a guardare l'uomo davanti a lei. Il suo aspetto era decisamente ambiguo. ad un primo sguardo incuteva sicuramente paura, grande e grosso com'era. Anche gli occhi piccoli e scuri potevano sicuramente incutere timore, osservandolo meglio però sembrava solo il classico omone grande e grosso ma con un cuore d'oro, anche se forse visto che si stava parlando di uno dei suoi rapitori questa descrizione diventava un po' azzardata, eppure nel suo modo di fare c'era qualcosa di terribilmente goffo che lo rendeva buffo, senza contare i tanti riccioli che gli incorniciavano disordinatamente il viso e la panciotta che spingeva per uscire dalla maglia troppo stretta.
-ancora fame??-gli chiese una volta che lei ebbe finito.
-no grazie- disse lei prendendo un altro sorso d acqua -era buonissimo- aggiunse sorridendo.
Aveva deciso che se con le cattive non era riuscita ad avere informazioni magari le avrebbe ottenute con le buone.
-il mio nome è Isobelle comunque- fece lei gentile.
-lo so- rispose goffamente Stub.
-per il bagno??- chiese Isi -ho davvero bisogno di una doccia- disse cercando di fare gli occhi da cerbiatto. Non era mai stata una di quelle ragazzine che facevano le civette per ammaliare gli uomini, ma sapeva bene che i suoi occhioni verdi circondati da folte ciglia lunghe avevano un certo fascino, e quella era sicuramente una di quelle occasioni in cui bisognava utilizzare tutte le armi di cui si dispone.
-non lo so- fece lui grattandosi la testa con aria confusa, si vedeva che stava per cedere, solo che aveva paura che qualcuno potesse arrabbiarsi.
-andiamo-disse poi deciso -ti accompagno io-
Isi soddisfatta seguì Stub fuori dalla sua cella. superato un corridoio pieno di porte chiuse arrivarono in un salone spazioso, con due grossi divani, e due belle finestre da cui entrava la luce.
Isi fece appena in tempo a fare due passi per guardare fuori che qualcuno la strattonò per un braccio facendola inciampare. era davvero stanca di cadere a terra quel giorno.
-ahi- esclamò cercando di rimettersi in piedi mentre l'autista le stringeva con forza un braccio, mettendo a dura prova il suo precario equilibrio.
-cosa ci fa questa fuori??-
-questa ha un nome!!- protestò Isi ma entrambi gli uomini la ignorarono.
-la stavo solo portando in bagno- rispose Stub mettendosi sulla difensiva.
-le abbiamo dato un catino-
-che schifo!!!-fece Isi incapace di trattenersi -usalo tu!!-
-ragazzetta viziata!!- urlò l'uomo strattonandola.
-basta!!- esclamò qualcuno entrando nella sala. Isi si girò riconoscendo subito il ragazzo di prima e senza motivo arrossì incontrando i suoi occhi.
-voi andate a lei ci penso io- i due uomini se ne andarono subito, lasciandola sola con il ragazzo. Lui rimase a guardarla in silenzio con quel suo sorrisetto stampato sul volto.
-voglio farmi una doccia- fece lei rimettendosi goffamente in piedi.
-tu sai di non essere un ospite??- chiese lui sarcastico.
-ho chiesto un bagno, non una festa di benvenuto- rispose lei offesa -e comunque anche in prigione ti concedono di andare ai servizi- gli fece notare con una punta di ironia.
Lui sembrò pensarci su, la guardava in silenzio, doveva ammettere che il suo sguardo la metteva piuttosto a disagio, non si capiva mai cosa gli stesse passando per la mente. Lui le sorrise. Un sorriso stupendo quasi quanto i suoi occhi, pensò imbarazzata guardandolo meglio.
Indossava una camicia azzurra, leggermente stropicciata e dei jeans scuri, i capelli scompigliati e un leggero accenno di barba sul viso. Aveva un aspetto non curato eppure perfetto.
-io ti accompagno in bagno se tu però la smetti di litigare con Von? ti avverto che inizio ad essere stufo di salvarti- disse iniziando a camminare.
lei si affrettò per seguirlo -tu comunque non mi hai salvata, mi hai rapita-disse puntualizzando la situazione.
-è di questo che parlavo.....hai la lingua troppo lunga-
-se vi irrito lasciatemi andare- lei stessa si stupì della sua audacia.
Il ragazzo si fermò davanti ad una porta poi si girò verso di lei con un sorrisetto sghembo -mi dispiace principessa sarai nostra ospite ancora per un po'-
-io non conosco il tuo nome- fece la ragazza bloccandosi sulla porta.
Lui esitò prima di rispondere -Erik- disse allontanandosi e lasciandola sola.
Isi era appena uscita dal bagno, dopo una doccia lunga e rilassante, non vedendo nessuno nei paraggi pensò di fare un giro per la casa ma una voce dietro di lei rovinò i suoi piani sul nascere.
-Mi ha detto di controllarti-
-Eccomi- fece Isi girandosi verso Stub e sorridendo. Tante piccole gocce le scendevano dai capelli scuri ancora bagnati. Si asciugata velocemente con un asciugamano ma non aveva trovato il phone, quindi i suoi lunghi capelli erano ancora bagnati.
-Bell..la la doccia??-chiese lui goffo.
-perfetta....ne avevo davvero bisogno-
-mia nonna diceva sempre che niente meglio di....un bel bagno ci aiuta a guardare le cose dalla giusta prospettiva-
Isi gli sorrise -Stub- iniziò poi chiamandolo timidamente per nome -cosa ne farete di me??-
-sempre a fare domande- la voce sarcastica di Erik li sorprese dal dietro -vai pure Stub alla ragazzina curiosa ci penso io-
-ok Erik- fece Stub poi sorrise ad Isobelle che ricambiò ed uscì dalla sala, lasciandola nuovamente sola con Erik.
-vieni ti accomapagno nelle tue stanze- fece lui beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza che però decise di provare a stare al suo gioco sperando di ottenere qualche risposta.
-allora....per quanto sarò tua ospite??- chiese cercando di ostentare disinvoltura.
Erik rise del suo tentativo -per un po'-
-Sei sempre così evasivo??-gli domandò irritata.
-Sei sempre così curiosa??-
-Solo quando vengo rapita- borbottò lei, poi si bloccò -mi farete del male??-
Erik divenne serio e fece un passo nella sua direzione, rimanendo a pochi centimetri da lei.
-Hai paura di me??-
L'intensità del suo sguardo e la profondità della sua voce la fecero rabbrividire, ma non seppe mai se fosse a causa della paura o di altro.
-Dipende...dalle tue intenzioni- biascicò lei cercando di sostenere il suo sguardo.
-Non voglio farti del male- disse Erik mentre ad Isi scappò un piccolo sospiro di sollievo udendo quelle parole -non ho detto che non lo farò- aggiunse lui con voce ferma e minacciosa.
Rimasero in silenzio ad osservarsi mentre la durezza delle sue parole, si faceva strada nella mente di Isi.
Quel ragazzo era pericoloso, le sue parole, i suoi occhi, tutto confermava quella consapevolezza eppure lei non aveva paura, non in quel momento, non....di lui.
-Erik!!!!-la voce della bionda, Rose, richiamò prepotentemente l'attenzione del ragazzo.
-Eccoti...LUI è al telefono!!ti vuole parlare....subito!!-
Il tono con cui Rose pronunciò quelle parole provocò un brivido che percosse Isi. Quelle parole sembravano nascondere qualcosa, e quello che vide apparire negli occhi della bionda non era più indifferenza o sicurezza ma sembrava proprio terrore.
Anche Erik sembrò innervosirsi -portala nella cella- fece rivolto a Rose poi si allontanò.
Chiunque fosse LUI, Isi sperò di non doverlo mai incontrare.
NOTE:
Di solito sono molto veloce ad aggiornare le storie ma per postare questo secondo capitolo ho aspettato molto tempo, non volevo...scusate ma ero un po' scoraggiata dalla completa mancanza di recensioni =(
Vorrei sapere cosa ne pensate di questa storia, la devo continuare o fa schifo????
Se riuscite fatemi sapere ve ne sarei infinitamente grata!!!!
Ringrazio tutte voi per aver letto questo capitolo!!!
A prestoooo
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