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di xMinely
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Skate. ***
Capitolo 2: *** Idioti, idioti ovunque. ***
Capitolo 3: *** Altra possibilità. ***
Capitolo 4: *** Ricordi. ***



Capitolo 1
*** Skate. ***


Everybody screaming! Everybody moving! let's get in started, gotta make a riot now!

 
Il sole picchia forte questa mattina, fa caldo nonostante il vento mi passi  tra i capelli e nei vestiti.
Non c'è mai stata cosa più bella per me oltre questo momento di chiusura in me stessa che capita ogni mattina prima di entrare in classe.
Ogni mattina siamo io, la musica e il mio skate. Niente di più bello ed emozionante per me.

 
If you feel so empty and feel so tired, when I'm so sick of fake smile and fake words, we're all wired.

 
La mia non è la solita vita della ragazza amata da tutti a scuola e a casa, non sono perfetta ne tanto meno voglio esserlo.
Ho pochi amici e sono contenta di poterli definire abbastanza veri. Non ho bisogno di persone temporanee nella mia vita.
Non sono mica un aeroporto che tutti passano e nessuno si ferma.
Una spianta, due, e volo sul marciapiede con il cuore in ecstasy per la velocità e l'emozioni date dalla canzone.

 
I'm going crazy! This is all we got now! I'm not only one just like you, you and I are one make a riot now!

 
Sono ormai vicina a scuola. Incubo peggiore non c'è. Non perché vado male, anzi sono relativamente brava, il problema sono le persone che ci vanno.
Mai vista gente più odiosa e idiota. L'importante è ignorare tutti, così il problema non c'è.
Passo davanti al giornalaio e per poco non investo una ragazza, mentre continuo a correre le urlo: - Scusami!- senza però fermarmi. La mia scuola si trova dopo una discesa, e poco prima di scenderla, vedo la grande quantità di studenti come al solito intenti a fissarmi. Idioti. Saltando sul marciapiede sento i commenti di uno: - ma guarda sta cogliona!- mi fermo un attimo e mi giro. Vedo il tipico coattello che si sente super figo, ridacchiare con gli amici suoi. Di tutta risposta gli alzo il medio e sorrido. Coglione lui forse. Riparto tranquillamente. Questa gente mi urta il sistema nervoso. Sono una persona tranquilla ma questi tipi mi fanno salire l'omicidio.
 

Let me hear you say Hey hey hey

 
Sorrido. Avril Lavigne ha questo effetto su di me.

 
Alright, now let me hear you say hey hey oh, I hate it when a guy doesn't get the door,
even when I told him yesterday and the day before.

 

L'adrenalina che mi da questa canzone è qualcosa che mi manda da un'altra parte con la testa.
Salto giù dal marciapiede e parto giù per la discesa. Forse è anche troppo ripida, ma non importa.
Voglio stare da un'altra parte fino alla fine della canzone.

 
That you're not not not gonna get any better, you won't won't won't you won't get rid of me never,
like it or not even though she's a lot like me, we're not the same


 
Un metro più avanti vedo una buca e la salto abilmente.
Vado veloce, i capelli sono tutti all'indietro e sento di poter quasi volare.

 
And yeah yeah yeah I'm a lot to handle, you don't know trouble but I'm a hell of a scandal

 
E volo. Lo skate salta e vola veloce sul muretto. Amo tutto questo.
Amo il vento, la velocità, la libertà. Questo è lo skateboarding.
 

I'm the best damn thing that your eyes have ever seen




Angolino dell'autrice
Saaaaalve a tutti! e' il primo capitolo
di questa FF, spero che per ora
abbia stuzzicato la vostra
curiosità. Non ho molto da dire,
solo di aspettare il prossimo capitolo, la
storia decollerà piano piano.
Fidatevi di me.
In fede, Minely.




P.s.: Per chi volesse i titoli delle canzoni sono 'Riot!!' degli ONE OK ROCK, e 'The best damn thing' di Avril Lavigne.

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Capitolo 2
*** Idioti, idioti ovunque. ***


 

  Are you aware of what you make me feel, baby
Right now I fell invisible to you like I'm not real, didn't you feel me lock my arms around you.

Scendo quasi in corsa dallo skate.

Ho ancora l'adrenalina per tutto il corpo e quindi vado a passo abbastanza svelto verso le scale.
La musica alta nelle orecchie mi fa sentire leggera.

That's when I decided why should I care, cause you weren't there when I was scared,
I was so alone, you need to listen, I'm startin to grip,
I'm losing my grip and I'm in this thing alone

Qualcuno mi prende per il cappuccio. Il primo idiota della giornata.
Stavo già caricando un destro, quando girandomi vidi Tyler.
-Pezzo di idiota mi hai fatto prendere un colpo- dissi stizzita togliendo le cuffiette.
-Buongiorno anche a te Aileen, o forse il 'buon' vale solo per me?- fece il suo solito sorriso
a trentadue denti, accentuato dal Labret (piercing) che si è fatto qualche giorno fa.
Gli tengo il muso per lo spavento che mi aveva fatto prendere poco prima,
e di tutta risposta mi spettina i capelli.
-Dai Aily, non sei capace a tenermi il broncio tanto- ride, mettendomi il cappuccio in testa.
Rido a mia volta. È vero, mi è impossibile non ridere con lui. Spingo via il cappuccio dalla testa.
-Sei un vero idiota!- rido dandogli un pugno leggero sul petto. -Comunque lasciando stare
gli scherzi, domani finisce scuola e per festeggiare in anticipo direi di chiamare
gli altri e di andare a fare un giro allo skatepark. È un sacco che non ci andiamo.-
Anche solo pensare di non andare più a scuola per mesi è un festeggiamento,
ma andare allo skatepark dopo settimane è la ciliegina sulla torta.
-Mmh, per me si può fare tranquillamente, mando un messaggio agli altri e vediamo che dicono-
estrasse il cellulare dalla tasca e iniziò a digitare.
L'ora di salire in classe era passata da 10 minuti,contando anche che avevamo saltato le prima due ore, mentre scrive ai ragazzi lo trascino per il corridoio.
-Muoviti, che la prof ci uccide se arriviamo tardi anche l’ultimo giorno di scuola!- Tyler guarda l'ora sull'orologio appeso al muro e spalanca gli occhi.
-Hai ragione, sbrighiamoci!- lascia il telefono nella tasca e ci mettiamo a correre come pazzi verso la classe.
Mi viene da ridere perché è sempre così per circa 4 volte a settimana su 5.
Arrivati sulla porta con un leggero fiatone, Tay bussa alla porta e entra.
–Evans e Pierce, sempre in ritardo! Cercate di essere puntuali almeno domani che è l’ultimo giorno!- la prof fa cenno di entrare dopo la solita ramanzina.
Si è arresa con noi ormai. Ci sediamo vicini come abbiamo fatto per tutto l’anno scolastico, a uno degli ultimi banchi.
-Quella donna ha una pazienza infinita a mio parere- ridacchio pensando a tutti i ritardi e casini che avevamo fatto in precedenza.
-E’ una benedizione che come al solito non fa la battuta sul cappello.-
-Evans per piacere con quel berretto di lana mi fai venire i calori, levalo.- Tyler sorride e si leva il berretto.
–Scusi!-.
-Te la sei chiamata, scemo- lo sfotto, aprendo lo zaino e tirando fuori il quaderno per prendere appunti.
La prof porta avanti la lezione, la sua è una delle poche materie che mi interessano e che studio con piacere.
Tyler mi da una gomitata e mi spinge vicino il suo cellulare.
“Vi aspettiamo fuori a fine lezione, il pranzo offre Kyle.” Il messaggio è di Nate. Sorrido al mio amico e continuo ad ascoltare la lezione.
Le due ore passano veloci anche grazie alla prof e alla sua voglia di scherzare e fare battute parlando dei filosofi e di quanto avessero bisogno di una terapia per uscire dai loro viaggi mentali.
La campanella suona e ci alziamo per andare via.
-Evans e Pierce, puntuali domani mi raccomando, almeno l’ultimo giorno!- la prof sorride, facendoci capire che sa che non arriveremo puntuali.
-Ci proveremo, arrivederci!- dico per poi uscire seguita da Tay.
Corriamo giù per le scale e Tyler si rimette il berretto. I ragazzi erano già giù e quando ci vedono fanno un cenno di saluto con la mano.
Sono due gemelli, Nate e Kyle, ma non si assomigliano per niente, sono uno l’opposto dell’altro.
Uno biondo, l’altro moro, uno più dolce e affettuoso, l’altro abbastanza stronzo e duro quando vuole. Non so se rendo l’idea delle differenze fisico-psicologiche.
Si alza per primo Kyle che con lo skate in mano, mi porge un panino.
-Ecco il pranzo Ails, però mangiamo quando stiamo li- mi saluta con il battipugno e metta il suo panino nello zaino seguito da me e dagli altri.
-Tutti pronti?- chiedo agli altri che danno assenso con la testa. Sorridendo metto lo skate a terra e salgo. Infilo una cuffietta nell'orecchio e con i ragazzi usciamo da scuola. 

I wanna bring it back, we never carry on, seize it somehow, seize it somehow, only think I lose

Nate si mette davanti a me con lo skate così da fare l'apri fila mentre Tyler come sempre è l'ultimo per non lasciare indietro nessuno.
Mi guardo con Kyle che si è avvicinato a me. 
-Ails e se ti faccio cadere?- ridendo porge la mano con fare tentatore.
-Muori Kyle, casca tu se ci tieni a vedere gente che si sfracella.- poggio il piede a terra per diminuire la velocità e gli do uno schiaffetto sulla testa e lo spingo via.
Perdendo l'equilibrio finisce in strada ma non si perde d'animo e con un Ollie si rimette di fianco a me per vendicarsi.
-Non fate i cretini, siamo arrivati!- Nate davanti a noi ci ferma prima che ci ammazziamo per strada. Come detto in precedenza, uno serio e l'altro un idiota.
Alle volte dubito che siano gemelli.
Lo skatepark è proprio davanti a noi, così passiamo attraverso e ci fermiamo in angolo. Ci sono già altri ragazzi ad allenarsi, ma non è un problema.
Mi siedo sullo skate e tiro fuori il panino. Imitata dagli altri, li divoriamo. 
-Per saziarmi avrei bisogno di un frigo intero- esordisce Tyler mentre mastica l'ultimo morso.
-A me non basterebbero manco due frigoriferi- rispondo facendo ridere tutti.
-Alcune volte dubito che tu sia una ragazza, un bambino dell'Africa mangia di meno, cazzo!- Nate mi offre un altro panino, ma declino l'offerta. Non vedo l'ora di allenarmi un po'.
Infilo le ginocchiere e le gomitiere insieme ai guanti. 
-Rega chi comincia prima? Due devono rimanere con le borse.- 
-Dobbiamo rimanere io e te, la scorsa volta abbiamo cominciato noi due.- Tyler mi tira a sedere mentre Kyle e Nate partono sulle piste. 
Nel caso chi legge se lo stia chiedendo, Tyler è il mio migliore amico da anni.
-Mi passi lo zaino?- quando me lo passa, tiro fuori il cappello della NY, e me lo metto, nascondendo i capelli al suo interno.
-Stai meglio senza cappello, o perlomeno con i capelli sciolti. Sembri un ragazzo così.- si accende una sigaretta e fa finta di darmi accidentalmente una botta in testa.
Gli restituisco la botta.
-C'è troppo sole, mi da fastidio. Poi dai, la gente qui rompe le palle se sei una ragazza e sei più brava di loro nei Tricks.-
-Sei troppo modesta, comunque è vero diventano stronzi. Tanto sanno ormai che sei una ragazza, che ti frega.- butta fuori il fumo e mi porge la sigaretta. 
-I nuovi arrivati non lo sanno, quindi meglio preservare in parte.- faccio un tiro e butto fuori. 
-Ti prego, compra sigarette decenti, queste sanno di tabacco scaduto.- faccio una faccia schifata e gli ridò la sigaretta.
-E piantala che non ti fanno così schifo!- ride e mi da una schicchera sulla guancia, la quale cosa sa che mi da tremendamente fastidio.
Gli soffio in faccia ridendo e serrando la mascella mi guarda dall'alto trattenendo la risata. Managgia a lui e al suo metro e settantacinque.
O forse sono io che sono troppo bassa nel mio metro e sessantadue.
Dopo qualche minuto di pausa, mi indica dei ragazzi dall'altro lato del parco.
-Non li ho mai visti quelli, facciamogli vedere che schegge che siamo. Due minuti e tocca a noi.- 
-Ma quanti anni hai che ti metti a fare le sfide a gente a caso?- bevo dalla bottiglietta prima di alzarmi in piedi. 
-La mia non è infantilità, è dimostrazione di bravura.- disse come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo.
-Se lo dici tu, a mio parere rimani un bambino speciale*- chiudo l'iPod nella tasca del pantalone e metto una cuffietta.
I ragazzi vengono verso di noi con un enorme sorriso e il sudore che imperla loro il viso.
Nate mi batte il pugno e così ci diamo il cambio. Partiamo veloci per le rampe e metto play dal filo della cuffietta.
Prima faccio qualche giro di pista senza salire sulle rampe, tanto per vedere Tyler che inizia a correre da una parte all'altra, tra un trick e un altro.
Deeper Deeper inizia e mi sento sempre più carica. Corro verso la prima rampa e salto facendo un Kickflip.

Another step up, it’s takin’ takin’ takin’ takin’ long
Always digging, it’s gettin’ gettin’ gettin’ gettin’ get it on
Wherever you stand just start to walk, everywhere you go goes round and round

Qualcosa di sfreccia davanti e mi ruba la rampa che avevo puntato. Era uno dei ragazzi di cui parlava prima Tyler.
Aumento la velocità e sfreccio lo stesso sulla rampa. Appena arrivo su il tipo riparte velocemente ed esegue un Disaster. Vedo Tay su una rampa vicina e lo raggiungo.
-Quell'idiota ti sta sfidando.- mi dice mentre guardo il ragazzo fare altri trick abbastanza complicati.
Ero capace di fare quegli stessi trick con più classe e bravura di lui. 
-mi stai ascoltando Aileen?- mi ero distratta e non lo stavo ascoltando.
-Cosa?-
-Non farti provocare, se ti fai coinvolgere finisce male fidati.-
-Sti cazzi, sono 20 molte più brava di lui, vediamo di fargli abbassare la cresta. Poi poco fa non volevi dimostrargli la nostra bravura?- non lo faccio nemmeno parlare e scendo giù. Non è un novellino però io sono molto più capace di lui. Se lancia una sfida io la raccolgo volentieri.
Salto su una ringhiera ed eseguo un Rail Stuff e prima di toccare terra faccio un doppio Ollie.
Mentre sto per andare su un'altra rampa, il tipo mi spinge a terra mentre scende da essa.
Casco violentemente a terra e sbatto il culo. Quel pezzo di idiota. Lo skate è partito in avanti e io sto a terra come fossi una scema.
Mi levo il cappello e mi alzo per andare verso il coglione che mi ha fatto cascare. Stava girato a parlare con un suo amico, quando sta per girarsi gli tiro un pugno.
-Ma che cazzo di problemi hai? Cretino!- con faccia sconcertata mi guarda a bocca aperta. 
-Tu sei una ragazza?-
-Non so vuoi verificare?!- gli do una spinta e lui continua a guardarmi shoccato. Gli altri arrivano e si mettono distanti un metro da me. 
-Quanti anni hai che ti metti a spingere la gente giù per le rampe?!-
-Mi hai dato un pugno..- dice tenendosi la guancia.
-Se vuoi te ne do un secondo, tu mi hai fracassato il culo, cazzo!-
-Hey hey, calmiamoci perfavore- il suo amico si mette in mezzo. Un metro e settanta di colore, con dei modi comunque gentili.
-Pensavo fossi un ragazzo- si giustifica ridacchiando.
-Pure se fossi stata un ragazzo ma come ti viene in mente di buttarmi giù?!- 
Nate si mette tra me e lui, -Vediamo di placare gli animi.- 
-Un cazzo, momenti mi sfracello a terra!- 
-Hai raccolto la provocazione, e hai sbagliato e lui è un coglione perché ti ha buttato giù. Fine.- mi zittisco e vado via a riprendere lo skate.
Mentre me ne sto andando quel tipo continua a dire:- ma è una ragazza!-.
In nervoso è a mille, se non fosse che gli farei davvero male, tornerei indietro e gli darei un altro pugno. Raccolgo la skate e vado a prendere lo zaino.
Mentre mi siedo a terra e bevo un sorso d'acqua, lo vedo venire verso di me con il mio cappello in mano.
-Hai dimenticato il cappello- me lo porge e lo riprendo. -Senti scusa, sono stato idiota. Va meglio ora?- alzo un sopracciglio.
Strano che un ragazzo si scusi. - Si sto bene, evita di farmi cascare la prossima volta.- si gratta la nuca e si siede a terra.
Ha degli occhi scuri e profondi, che purtroppo non rispecchiano il suo grado di intelligenza.
Tira fuori un pacchetto di sigarette e quando se la sta per accendere me ne offre una: -Vuoi?-
-Stai cercando di comprarti il mio perdono con una sigaretta?- la presi insieme all'accendino. 
-Anche se lo stessi facendo non credo che tu stia disprezzando così tanto. Non sono mai stato picchiato da una ragazza.-
Piccolo stronzo, 1 a 0 per te.
-Magari ti sto sfruttando e tu non te ne rendi nemmeno conto. Ricorda, c'è una prima volta a tutto- dissi divertita facendo un tiro. Queste sono sigarette come Dio comanda.
Ah, 1 a 1 per me.
-Allora dimmi come ti chiami, così so da chi mi sto facendo sfruttare- sorride per poi guardarmi. Capelli ricci e neri. Mmh, passabile, ma non per questo gliela do vinta subito. Sono ancora in fase vendicativa.
-E se non te lo volessi dire? D'altronde mi hai quasi ucciso prima. Perché dovrei dirti il mio nome?-
1 a 2 per me.
-Ah già ti chiami Aileen.- la situazione si blocca un attimo. Come diavolo sa il mio nome?
Va bene, 2 a 2 per lui.
-Visto che fai lo spavaldo e sai già come mi chiamo, dimmi come ti chiami tu,no?- lo voglio uccidere. 
-Alex- sorride con fare di sfida e noto che ha lo Smiley. Cazzo, lo voglio anche io.
-Bhe piacere, ma a mai più.- mi alzo prendendo le mie cose e vado verso i ragazzi che mi stavano aspettando vicino all'uscita del parco.
3 a 2 per me.


 


Angolino dell'autrice
Eccomi qui come promesso con il nuovo capitolo!
Ci ho messo 2 giorni e spero vi piaccia.
Se volete seguirmi su Twitter, sono @xMinely_
Cercherò di scrivere il più velocemente
possibile il prossimo capitolo,promesso!

Sempre in volo, Minely
.



P.s.: Le canzoni sono 'No Scared' degli One Ok Rock, 'Losing grip' di Avril e 'Deeper deeper' sempre degli OOR.
  

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Capitolo 3
*** Altra possibilità. ***


Altro sole e altro vento sul viso. Come sempre, io e lo skate. Vado incontro a Tyler, mi ha mandato un sms dicendomi di aspettarlo vicino al bar.
Da li sono 5 minuti in skate. Lo vedo in lontananza con il solito berretto sulla testa e le cuffiette alle orecchie.
Sta seduto su un muretto, distratto a ritmare con le mani la canzone che sta sentendo. Arrivo velocemente, mi fiondo praticamente addosso a lui.
L’intento è quello di spaventarlo, mi sento stranamente in vena di scherzare questa mattina.
Quando arrivo davanti a lui alza lo sguardo e sorride.
-Ti avevo già vista, non sono affatto spaventato se quello era il tuo intento.- mette lo skate a terra.
-Volevo solo fare un’entrata insolita, lasciami la mia gloria.- rido cercando i pezzi della mia dignità a terra.
-Dai andiamo scema, almeno oggi arriviamo puntuale, te la senti di fare una gara?- mi sta provocando con quella sua ignobilissima aria di sfida.
-Ci sto, idiota!- non gli do il tempo di dare il via che parto a gran velocità sull’asfalto. Su queste sfide non ci sono regole, il più sleale sei meglio è con Tyler.
Dopo poco me lo ritrovo vicino, ha la mascella serrata per la concentrazione.
-Sei dannatamente infida, sappilo- da due spinte forti e mi supera. -purtroppo sono più veloce di te!-
Mi ha superata e la scuola è ormai vicina, se recupero un po’, mi gioco tutto sulla discesa.
-Non fare lo spavaldo, posso ancora vincere!- urlo mentre aumento la velocità con un paio di spinte. Sono dietro di lui, che come sempre non mostra segni di cedimento.
Un metro e siamo sulla discesa.
 
Hear the sound of the falling rain, coming down like an Armageddon flame, the shame, the ones who died without a name
 
E’ poca discesa, ma posso recuperare. Ci siamo, siamo uno vicino all’altro, ma il mio peso è minore così lo supero subito.
Il distacco è poco ma con qualche spinta sono ancora più veloce e taglio il traguardo.
Mi fermo e Tyler mi segue subito dopo.
-Sei partita in anticipo!- protesta non volendo ammettere la sconfitta.
-Si ma eri in vantaggio. Se dimagrisci forse potrai fare le discese e battermi!- gli faccio la linguaccia e tiro giù la palpebra inferiore con l’indice.
–Su! Si un po’ sportivo, non sai perdere con stile.- rido e lo sfotto un po’.
-Va bene facciamo che lascio la vittoria ai baroni, hai bisogno di sentirti forte.-
-Si grazie, modestamente parlando sono meravigliosa.-
-La modestia in persona, eh!- ci incamminiamo verso le scale.
Arrivati al nostro piano il bidello, Simon, ci ferma: -ragazzi fate solo un’ora, poi dopo un’ora di buco facciamo uscire tutti. Fate poco casino, lasciate le aule pulite, non mi va di sistemare il vostro porcile.- si da il cinque con Tyler che scherzando risponde: -ma se noi non sporchiamo come ti guadagni da vivere? Noi lo facciamo per te, così puoi portare lo stipendio a casa.-
si finge commosso e asciuga le lacrime immaginarie.
–Non serve che mi ringrazi, ti voglio bene amico.- Simon sta per dargli uno schiaffo sulla testa, ma Tyler lo evita e scappa via ridendo. Entra in classe per prendere il posto.
-Lascialo perdere Simon, li costringo io a tenere pulito, promesso.- gli dico sorridendo. Forse lui e la prof di filosofia sono gli unici adulti a starmi simpatici.
-Grazie Aileen, ora entra in classe, la prof ti aspetta. Ciao!- faccio un cenno con la mano e corro in classe.
La prof sorride e mi fa cenno di sedermi. Solito posto con Tyler.
-Ci avete onorato della vostra puntualità oggi! Quale onore signori Evans.- scoppio a ridere.
-Prof io e Tay siamo amici, nada di più.- Tyler ride e non dice nulla.
-Si si, stavo giocando ragazzi, suvvia.- Cambia discorso e io e Tay continuiamo a ridere. Ci dicono sempre questo genere di cose quando la gente ci vede insieme.
–Ragazzi, visto che è l’ultimo giorno non vi assillerò con nessuna spiegazione o interrogazione. Basta che state buoni e vi lascio pure liberi.-
Ecco perché adoro questa prof. Ha carisma e sa farsi amare. La classe è contenta ovviamente e tutti cominciano a parlare per conto loro.
-Oddio ma oggi ci sono i gavettoni! Ho fatto la piega proprio ieri pomeriggio, e ora come faccio?- una delle tante oche della mia classe si lamenta e gesticola come solo uno stupido volatile dotato di scarsa intelligenza saprebbe fare. Le faccio i versi e Tay ride.
-Sai che tornerai a casa bagnata oggi?- un brivido mi scorre lungo la schiena.
-Non osare Tyler, sai che odio i gavettoni.- lo guardo un po’ fulminea. Non voglio farli davvero, anche se è divertente.
-Che c’è? Hai paura di romperti le unghie?- ride e fa un’imitazione di me con voce femminea mal riuscita.
-Sembri un travestito, smettila – rido immaginandolo con le ciglia finte, ombretto viola e il rossetto. Delizioso, davvero.
–Si, in effetti le mie nuove unghie potrebbero staccarsi e visto che l’estetista ci ha messo parecchio, mi rifiuto!- scandisco le ultime parole e scoppiamo a ridere sul banco, beccandoci sguardi di odio dalle oche.
L’unica ora di lezione passa così, tra un’imitazione e l’altra. Quando suona la campanella, la prof se ne va augurandoci buone vacanze.
Noi scendiamo giù a fumare una sigaretta. Seduti sulle scalette parliamo un po’ di tutto. Dai tricks che dobbiamo imparare, alle scadenti sigarette che si fuma, all’imminente ballo scolastico.
-Tu ci vai?- chiede Tay facendo un tiro.
-Si, mi vestirò con un bellissimo vestito rosa di tull e andrò saltando ovunque con un cestino di fiori che tirerò in aria in segno di amore universale.
Poi però do fuoco alla sala.- ridiamo immaginando la scena.
-Voglio vederti con un vestito del genere, poi mettere le tue foto per tutto lo skatepark e per il quartiere.-
-Ma nemmeno morta e sotto tortura metterò mai un vestito del genere. Nemmeno da svenuta, mi alzerei come uno zombie e inizierei a picchiare chiunque tenti di fare tale cosa.- butto la cicca a terra e la schiaccio con il piede.
-Prima o poi ti costringo a metterlo. Sono disposto a comprarlo io stesso!- si alza e mi porge una mano per alzarmi. La prendo ed è sempre calda.
-Si poi do fuoco anche a me stessa oltre che al vestito. Saliamo,mancano 10 minuti.- Torniamo in classe e aspettiamo la campanella. Gli ultimi 5 minuti di scuola, poi basta compiti, interrogazioni e professori acidi.
Suona. Urla di gioia ovunque.
 
I beg to dream and differ from the hollow lies, this is the dawning of the rest of our lives on holiday!
 
Ci uniamo al casino anche noi. Tutti giù nell’atrio stanno cantando e urlando. E si lanciano i temuti palloncini d’acqua. Tiro il braccio di Tay per farlo uscire da un’altra porta, per evitare quella guerra.
-Vieni di qua, evitiamo l’acqua che è meglio.- appena fuori, sento una botta sulla schiena e in seguito acqua fredda fino al sedere. E uno, due e altri tre palloncini addosso. Uno in faccia, uno direttamente sulla testa. Spalanco la bocca, ma ho ancora gli occhi chiusi. Li apro e vedo Tyler, Kyle e Nate con buste e buste di palloncini.
-Chi ha cominciato?!- Si indicano l’un l’altro. -Ora siete morti!- li rincorro e loro continuano a tirarmi palloncini e palloncini freddi addosso. Afferro la busta di Kyle e mi butto a terra tra le risate di tutti, nella speranza di fermarlo e prendere qualche munizione. Invece no. Sarebbe facile. Invece mi svuotano un secchio gelato in faccia. Mi alzo.
–Fottetevi, me la pagherete! Amaramente, direi!- Tyler mi prende per le braccia e gli altri continuano a tirarmi gavettoni su gavettoni. Scappo dalla sua presa e prendo una busta lasciata incustodita.
–Vendetta!- urlo e li inizio a colpire mentre scappo via. Mi nascondo dietro una colonna e mi accorgo di aver finito le munizioni. Esco fuori con le mani in alto, segno universale di pace. Non soddisfatti, mi danno un’altra secchiata d’acqua. Non mi lamento.
-Ora stop, vi prego.- ridiamo tutti. Siamo bagnati da capo a piedi, ma non ci importa.
-Andiamo allo skatepark? Vediamo che fanno gli altri.- Nate ha i capelli biondi schiacciati sulla fronte per colpa dell’acqua. Scuote la testa e con la mano li manda indietro.
-Si andiamo ma non mi va di allenarmi.- Tyler si leva il berretto, lo strizza e si leva la maglietta inzuppata.
Un ‘Ooooh’ di gruppo, provoca il sorriso di Tay. Uno di quei sorrisi che farebbe esplodere il mondo. Mi domando come mai non abbia la ragazza, non gli si può dire nulla. Alto, moro e un sorriso fantastico. Le ragazze lo guardano, ma lui non se le fila. Potrei pensare che sia gay se non fosse che con i ragazzi commenta sempre culi di la e culi di qua. Quindi l’opzione ‘amico gay’ è da escludere.
Sfrecciamo via sugli skate e con poco tempo arriviamo allo skatepark.
Solito angolino con gli altri. Mangiamo il nostro solito panino per il pranzo e vediamo le solite facce. Sam è appena scesa dalla rampa, è facile vederla con i capelli arancioni.
Definirei il colore ‘arancio sparafleshato’. Sam è più grande di me,ha fatto l’ultimo anno. Povera lei che ha gli esami. Spesso mi chiede di fare parte della sua squadra alla gare di skate. E’ un po’ il capo dello skatepark. Tutti le portano rispetto, anche se è una ragazza, essendo alta un metro e settanta, i ragazzi sono spesso intimoriti. E’ una dura, ma ci sa fare.
Le faccio un cenno con la mano per salutarla e lei ricambia, venendomi incontro.
-Ehi Sam!- ci salutiamo dandoci il pugno.
-Aily, come te la passi?- le sue lentiggini sono meravigliose. Incuterà pure terrore, ma è una bellissima ragazza.
-Bene, grazie a dio abbiamo finito scuola. Gli esami?- mi accendo una sigaretta mentre parliamo e ci sediamo a terra.
-non male, meglio di quanto mi aspettassi, mi manca solo l’esame orale ed è fatta- era evidentemente soddisfatta. Le sorrido e in lontananza vedo l’idiota di ieri.
-Ehm, Sam una domandina: conosci quei due?- le indico i ragazzi.
-Sono Alex Rivera e Hunter qualcosa. Si sono trasferiti da poco. Non so molto, solo che sono abbastanza bravi. Perché vuoi saperlo?- mi chiede incuriosita, non ho mai fatto una domanda del genere infatti.
-Quell’idiota di Alex ieri mi ha fatto cascare giù dalla rampa. Quando si è accorto che sono una ragazza è rimasto di sasso. Niente di più, mi sembra un po’ un cretino.- faccio una faccia indifferente. Sam mi guarda un po’ dubbiosa, ma non insiste.
-Senti ora io vado, devo studiare un po’ e mi sono allenata abbastanza per oggi. Ci vediamo in giro.- mi sorride e scappa via. Mentre parlavo con Sam non mi sono accorta che gli altri sono già sulle rampe ad allenarsi.
Sto per raggiungerli ma l’idiota mi corre incontro.
-Ehi!- tutto sorridente mi saluta, anche con troppa allegria. Di tutta risposta cerco di rimanere abbastanza fredda.
-Chi non muore si rivede.- cerco di essere sarcastica e acida il più possibile. Sono capace di amarmi e diventare parecchio narcisista quando faccio così.
-Non dirmi che ce l’hai ancora con me per via della caduta!- mi guarda sempre troppo allegro e con un pizzico di sorpresa.
-Ma no! Perché dovrei odiare chi per poco non mi ha sfracellato il culo? Io adoro le persone che mi fanno cadere col culo a terra, sono le mie preferite!- mi sento al quanto masochista in questa frase.
-Come sei sadica, cazzo!- ride. È sinceramente divertito l’idiota. Questo vuole morire sul serio.
-Potrei sapere il motivo per cui mi stai parlando?- sono schietta. Se volessi gli darei un pugno, ma sono troppo curiosa di sapere che vuole.
-Mi hai beccato…- si avvicina. –volevo chiederti di ricominciare da capo. Non abbiamo cominciato nel migliore dei modi e vorrei avere una seconda possibilità.-
-Mi hai quasi ucciso.- ribatto stizzita.
-Si ma non credevo fossi una ragazza. Pensavo fossi un pivello che si stava dando troppe arie. Potrai mai perdonarmi?-
Avevo due semplici scelte:
1.       Perdonarlo davvero e lasciar perdere l’accaduto.
2.       Dargli un pugno per il dolore al culo del giorno prima.
Gli do un pugno in faccia. Queste sono soddisfazioni. Quando si rigira, fa una faccia semi-rassegnata.
-Ok, me lo meritavo, anche se mi avevi già colpito ieri. E’ la seconda volta che una ragazza mi picchia, per giunta sempre la stessa.- Sorride e la sua guancia diventa un poco rossa.
-Bene ora possiamo ricominciare. Piacere Aileen, ma chiamami Aily.- gli porgo la mano e con l’altra butto la cicca a terra. Dubbioso la stringe.
-Alex Rivera, mi sono trasferito da poco qui con il mio migliore amico, Hunter.- indica l’armadio di colore che si allena sulle rampe.
-Sappi che se mi fai incazzare ancora, non ti darò un semplice pugno.- sorridendo furbamente, lascio la sua mano.
-Allora la prossima volta arriverà presto, sono una persona difficile da controllare.- si passa la mano tra i capelli.
-Quindi devo darti un altro pugno? Dai, sono in vena se vuoi.-
-No grazie, è già stato tutto abbastanza umiliante. Stavolta salto.- mi fa l’occhiolino. Lo fulmino con lo sguardo, ma quell’occhiolino mi ha fatto venire una strana sensazione allo stomaco.
Kyle arriva tutto sudato.
-Aily tocca a te, non hai fatto nulla oggi. Ti lascio il posto, vai!- si scola tutta la bottiglietta.
-E’ ora che vada, ci si becca in giro, Alex.-
-Sarà un piacere, Aileen.-
Mi avvicino a Jade, ha sempre le casse portatili appresso.
-Metti questa Jade.- gli do l’iPod e salgo sulla rampa.
 
(http://www.youtube.com/watch?v=sXd2WxoOP5g)
 
Singing Radiohead at the top of our lungs, with the boom box blaring as we're falling in love
I got a bottle of whatever, but it’s getting us drunk

Singing here's to never growing up
 
La musica inizia altissima dalle casse. Sono al massimo. Sfreccio giù dalla rampa. Non chiedo nulla di meglio.
Siamo tutti in visibilio.
Faccio un 360. Viene benissimo.
 
Say, won't you stay forever stay,
If you stay forever hey
We can stay forever young.

 

Angolino dell'autrice.
Eccomi come promesso!
Ci ho lavorato duramente,
anche perchè ho più idee
per il prossimo capitolo.
Cercate di recensire,
non vi cascano le manine <3
Vi lascio twitter: https://twitter.com/xMinely_
Il prossimo mi sbrigo.
Tanti baci!
Sempre in volo, Minely.


P.s.: Le canzoni sono Holiday dei Green Day, e Here's to never growing up di Avril Lavigne.
 

ATTENZIONE!!
La storia qui  sopra scritta è affiliata a un'altra fanfiction di una mia amica,
ambientata però in archi temporali leggermente differenti.
Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2024858&i=1

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Capitolo 4
*** Ricordi. ***


 

-A domani Aily!- sorrido ai ragazzi che se ne vanno. Vanno a mangiare un boccone fuori, hanno chiesto anche a me di andare ma devo tornare a casa.
Max è solo tutti i giorni e almeno la sera devo portarlo fuori.
Max è il mio cane, un bovaro del bernese. Un cane da montagna, di quelli che come i San Bernardi portano i barili con il whisky per riscaldare chi si perde nella neve.
Peccato che è uno dei cani più pigri mai visti.
In parte è un vantaggio, almeno non devo portarlo a fare passeggiate infinite, usciamo e tempo 10 minuti possiamo tornare a casa.
Salto sul marciapiede con lo skate. La sera è bello passeggiare, i lampioni illuminano quel che basta e mi sembra tutto così calmo.
Manca poco a casa.
Un gatto mi passa davanti improvvisamente e sono costretta a fermarmi bruscamente.
Si ferma e mi fissa con occhi gialli. Mi piego sulle ginocchia e lo chiamo. È un cucciolo nero come la notte, e quegli occhi gialli e grandi sembrano due enormi stelle.
Si avvicina timoroso, e mi gira intorno un paio di volte prima di sfregare la testa e il muso sulla mia mano.
Lo accarezzo dietro le orecchie e lui mi lecca le dita mettendo una zampina sulla mia scarpa.
-E tu che fai tutto solo qui, eh?- mi diverto a parlare con i gatti ora.
Lo prendo in braccio e il micetto non protesta. Mi lecca la guancia e si accoccola tra le braccia. Noto che non ha il collare.
'E se lo prendessi?' domando a me stessa.
Lo infilo nella felpa e riparto sullo skate.
Max non abbaia mai quando vede i gatti, non è aggressivo. È solo un pigrone cronico, come me d'altronde.
Arrivo davanti alla porta di casa e vedo che le luci sono spente.
Tiro fuori le chiavi. Sembro un albero di Natale, con lo skate sotto il braccio, il micio nella felpa e le chiavi in mano.
L'equilibrio precario è uno stile di vita.
Giro la chiave nella serratura ed entro. C'è silenzio ovunque. Poso le chiavi sul tavolo e vado in cucina per dare un po' da mangiare al micio,
che da quando ero entrata aveva cominciato a miagolare in modo quasi tenero.
Nel buio della cucina trovo il frigorifero aperto, tappi di bottiglie e le bottiglie di birra stesse ovunque.
Sospiro e la rabbia inizia a farsi largo dentro di me. Prendo un sacco della spazzatura e butto le bottiglie che sono nel lavandino.
Metto il micio li con un bicchiere d'acqua, così da farlo stare buono mentre pulisco.
Raccolgo tutto da terra e chiudo il frigo. Metto il sacco fuori dalla porta e torno in cucina. Il micetto miagola disperatamente nel lavandino.
Quando mi vede si placa e lo prendo in braccio di nuovo. Vado in salone e la tv è accensa. Papà è buttato sul tavolino basso davanti al divano, addormentato, con la solita bottiglia di birra in mano. Bottiglie ovunque anche qui. Predo la coperta sul divano e gliela poggio sulle spalle, spegnendo la tv. A terra oltre le bottiglie ci sono cocci e cocci di vasi rotti, ha scaraventato a terra anche qualche cornice, rompendone i vetri.
Tengo il micio sulle gambe, per evitare che si faccia male in mezzo alle schegge, e raccolgo i pezzi grandi da terra. Mi allontano dai cocci e lascio il gatto a terra che mi segue in cucina. Prendo un'altra busta e la scopa.
-Rimani qui tu, non voglio che ti fai male.- dico al gattino mettendolo sul tavolo. Si sdraia sul tavolo e si lecca una zampina come per dire 'capito'.
Tornata in salone, alzo le cornici dal pavimento. Nemmeno le guardo e le riposo sulla mensola. Spazzo via tutto e il sacchetto si riempie.
Getto lo guardo a mio padre, ancora dormiente sul tavolino.
Guardo le foto. Siamo io, lui e la mamma, sorridiamo. L'avevamo fatta in occasione dell'arrivo di Max a casa.
Ci sono io che lo tengo in braccio, a quel tempo era ancora possibile, la mamma mi accarezza la testa e papà sorride dando un bacio sulla guancia a mamma.
Io e lei abbiamo gli stessi capelli biondi, solo che i miei si sono un po' scuriti crescendo. Gli occhi li ho preso da papà, scuri quasi neri.
Lascio il sacchetto con i vetri vicino alla porta e prendo il gattino in cucina, che da bravo non si era mosso.
Salgo in camera mia. Davanti alla porta del bagno, Max è sdraiato e quando mi vede inizia a scodinzolare.
Si alza in piedi e mi arriva al bacino e allunga la testa. Ha riconosciuto un odore diverso dal solito così, incuriosito, con la zampa spinge sulla mia coscia.
Mi siedo a terra e gli mostro il micetto. La macchietta nera che tengo in mano miagola flebilmente e odora l'aria, mentre Max avvicina il muso a quello del gatto.
Anche Max lo odora ma non si mette ad abbaiare. Ciel, così ho deciso di chiamare il gatto, gli lecca il naso e Max fa lo stesso.
Con al sottile differenza che gli ha fatto mezzo bagno con la sua lingua enorme.
-Bravo Max, lui è Ciel e starà con noi da adesso.- lo accarezzo e poggio Ciel a terra.
Max va in camera e torna con il guinzaglio in bocca. Me lo lascia in mano e glielo metto.
Appena finito di allacciarlo corre giù alla porta. Sorrido e prendo Ciel mettendolo sempre nella felpa per non fargli prendere freddo.
Scesa giù apro la porta e prendo le chiavi. Con Max al guinzaglio facciamo una breve passeggiata. Mi fermo a una panchina dopo 10 minuti. Mi metto a gambe incrociate e mi riposo un pochino.
Accarezzo Ciel che si muove dentro la felpa. Max abbaia quando vede una figura avvicinarsi a noi. Vedo Tyler in skate che torna verso casa.
-In giro a quest'ora?- mi chiede sedendosi accanto a me.
-Dovevo portare Max a spasso.- rispondo e lui nota il movimento nella mia felpa. Tiro fuori Ciel e glielo porgo.
-Perché ti metti ad adottare animali a caso? L'ultimo gatto è scappato ti ricordo.- ride mentre Ciel gli lecca la mano.
-Finché hanno bisogno di me possono stare quanto vogliono, poi se si rompono possono andare via, nessuno li costringe a restare.- mi trema la voce a queste ultime parole e spero che Tay non se ne sia accorto. Mando giù un po' di saliva.
Cade il silenzio. Max lo interrompe mettendo il muso sulle mie gambe e iniziando a piagnucolare.
-Il pigrone qui è stanco, noi torniamo a casa.- mi alzo dalla panchina e Tyler fa lo stesso.
-Si andiamo, è tardi.-
Tyler è il mio vicino di casa. Quindi tiene Ciel in braccio fino a quando non arrivo davanti alla porta.
-Ci vediamo domani mattina?- chiede lasciandomi Ciel in braccio.
-Si, solita ora al bar. La colazione offro io.- mi batte il pugno e va verso la porta di casa sua.
Apro la porta e Max entra prima di me. Non faccio in tempo a posare le chiavi sul tavolo che è già su in camera.
Prendo un po' del pesce che avrei dovuto mangiare a cena, e dopo averlo messo in un piattino, lo porto in camera.
Lascio il piattino accanto alla scrivania e Ciel si precipita a mangiare.
Doveva essere affamato, a differenza di me che ho lo stomaco chiuso.
Mi levo i vestiti e metto un magliettone extra large. Max è sul letto, sdraiato ed intento a mordicchiare un pupazzo comprato apposta per lui. Mi ero stancata di camminare scalza, così gli comprai quel pupazzo da mordere e torturare. Almeno le ciabatte rimanevano a me.
Attacco l'iPod alle casse e accendo un po' tenendo il volume basso.

Non c'è un'anima, si è spenta l'allegria, resta un mare che va e ha già spazzato via la tua, la mia perduta eternità che ormai non è che sabbia a raffiche ..

Mi siedo a terra e mi immergo nei miei pensieri, nei miei ricordi.

Ricordami, se non ti sembra strano rivivere quegli attimi con me
e ritorno naufraga nella stessa camera
e dormo qui senza di te come una stupida..

Inizio a piangere, stringendo le gambe al petto.
Singhiozzo come un'idiota, ma le lacrime non ne vogliono sapere di smetterla di scendere.
Sento il muso di Max sul braccio, così apro le braccia e lo abbraccio mentre continuo a piangere seduta per terra. Ciel con i suoi occhioni mi guarda e si sdraia accanto alla mia coscia.

Ricordami,non senti che ti chiamo?
non chiedermi di non amarti più
e mi sveglio naufraga nella stessa camera
e scappo via lasciando qui, quest'alba splendida.

Mi manca lei. Non posso farci niente. Vorrei che fosse qui, ma non è possibile.
Sento bussare alla finestra. Tyler è sulla scala antincendio, e mi guarda preoccupato. Max si scansa e apro la finestra.
Tay entra senza proferire parola mentre io chiudo la finestra.
Sento le gambe cedere e mi rimetto a terra, senza che le lacrime avessero smesso anche solo un secondo di rigarmi il viso.
Max prende Ciel con la bocca senza fargli male e lo mette nella cuccia con sè. Si addormentano dopo poco.
Tyler si siede accanto a me e mi abbraccia. Continuo a piangere sulla sua spalla e mi sento sempre più idiota.
Non dice nulla. Sa come mi sento. Non è la prima volta che corre in mio aiuto così.
-Ci avevo visto giusto prima, quando mi sembravi triste..- dice lui accarezzandomi la schiena.
Nessuno mi ha mai visto in questo modo, così fragile. Solo lui.
Non rispondo e continuo a piangere, stringendo la sua maglietta nella morsa della mia mano.
La musica continua leggera a suonare sotto i miei singhiozzi.

And in the morning, I’ll be with you but it will be a different kind
‘Cause I’ll be holding all the tickets and you’ll be owning all the fines

Come una bambina tra i singhiozzi riesco a dire solo 'mamma' e sento Tyler che lí immobile intento ad abbracciarmi, si sente impotente davanti al mio dolore.
Quelle sue braccia mi ricordano un po' quelle di mia mamma.
Quella sensazione di quiete, di serenità, di calore.
È successo 3 anni fa. Un cancro l'ha portata via. L'ha prosciugata delle sue forze fino a ridurla tutti i giorni a letto.
Era sempre stanca, affaticata. Andavo ogni giorno a svegliarla, portandole la colazione a letto, alcune volete la imboccavo anche. Le rimboccavo le coperte prima che si addormentasse, anche se sarebbe dovuto essere il contrario.
Ero convinta nella mia ingenuità che sarebbe stata meglio, che ce l'avrebbe fatta. Perché lei era la mia forza, perché era forte e quel sorriso era capace di farmi andare giusta anche la giornata peggiore. Credevo che ce l'avrebbe fatta perché è la mia mamma. Un giorno non si è semplicemente svegliata più. È volata via da me così, sotto i miei occhi, senza che potessi fare nulla. Senza che le potessi dire addio. Nessuno è più stato capace di rendermi felice come faceva lei.
Da lì papà non si è più ripreso. Ha perso la donna che amava. Lasciando sola me. Per questo anche se è mio padre e gli voglio bene, non riesco a perdonarlo.

'Ferma Aileen, dove corri? Tanto non puoi scappare!'
La voce dolce della mamma e i ricordi di quando giocavamo si riversano nella mia mente.
'Mamma! Dai tanto non riesci a prendermi, sono troppo veloce.'
A quelli della mia infanzia si sostituiscono altri.
'Tesoro, oggi sono un po' stanca, ti va di farmi compagnia? Prometto che giocheremo domani a nascondino'.

Lacrime e solo lacrime.
Tyler mi prende in braccio e mi poggia sul letto, continuando ad abbracciarmi.
Dopo un po' le lacrime si fermano e al loro posto ho solo un senso di vuoto nello stomaco e gli occhi gonfi e caldi, con la sensazione di lacrime asciutte sulle guance.
Mi sento idiota a piangere così, come una bambina.
-Tua mamma non vorrebbe saperti triste, Aileen- la voce di Tay filtra come uno spiraglio di luce nella mia mente, vuota anche questa.
-vorrebbe che tu andassi avanti, e che fossi forte.- si mette a sedere e lascio la mia testa sulle sue gambe, mentre mi accarezza i capelli.
Non riesco a guardarlo, ho paura di vedere il suo sguardo.
-Quando ci fu il funerale, mi ricordo ancora quanto tu piansi buttata a terra, quanto mi sentii stupido per non poter far nulla per rimediare a quello successo. Tua madre manca a me, mi piaceva passare i pomeriggi con te, lei e mia madre. Quel giorno promisi a me stesso di essere la tua forza, perché vederti così mi fa male.- lo sento così vicino in questo momento, come un cuscino ad attutirmi sempre la caduta.
Lentamente mi addormento mentre Tyler continua a dire: -Ci sono io con te, non abbatterti così.-

Durante il sogno io e la mamma siamo sul letto a parlare, come facevamo sempre. Era un sogno bellissimo.



Angolino dell'autrice
Buonasera a tutti, eccomi con questo nuovo
e commovente capitolo. La sera prima di
dormire penso sempre a che cosa scrivere nei
nuovi capitoli e oggni pomeriggio ho scritto questo
(a parer mio) splendore.
Avete letto la ff della mia amica? Quella che è affiliata alla mia ff?
Se non avete letto correte a leggere:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2024858&i=1

Twitter: https://twitter.com/xMinely_

Domani parto, spero di riuscire a pubblicare i capitoli da qualche pc.
Scriverò con il cuore i prossimi capitoli.
Grazie alle poche personcine che hanno recensito.
Significa tanto.
Sempre in volo, Minely.

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