university tales

di Celebien
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo giorno iniziato con i fiocchi ***
Capitolo 2: *** prime conoscenze ***
Capitolo 3: *** Tutto strano... tutto... diverso ***



Capitolo 1
*** primo giorno iniziato con i fiocchi ***



Che fenomeno: oggi è il primo giorno al college e sono in ritardo, non posso essere tanto svitata! Mi chiamo Connie, ho compiuto diciotto anni qualche mese fa e sono una tranquilla ragazza di città senza una vita di particolare rilevanza: non sono popolare e non lo sono stata mai ma non me ne lamento, perché le persone popolari sono più che spesso al centro degli schermi del pettegolezzo e considerato il mio modo di essere, meglio che nessuno sappia troppo di me! Sono alta un metro e settanta, ho un fisico normale, forse con le maniglie dell'amore un po'  troppo pronunciate ma c'è chi dice che un po' di carne faccia bene e preferisco crederci, perché non sono pratica in fatto di diete ed attività fisica data la mia golosità e pigrizia. Uno dei miei più grandi difetti sono i capelli: sono ricci, troppo! E' da quando sono piccola che desidero i capelli lisci e fluenti come quelli delle ragazze pon-pon che passeggiano ancheggiando con dietro una sfilza di ragazzi idioti con la bava alla bocca, invece mi ritrovo questa massa di ricci che scendono a boccoli fin sotto le spalle più o meno, neri da quando ho deciso di tingerli. Comunque a forza di parlare di me si è fatto ancora più tardi, sono sul letto sotto le coperte che non hanno intenzione di lasciarmi andare nemmeno se fossi l'amante più focoso sulla faccia della terra, ma so dentro di me che devo darmi una mossa, ci manca solo che i professori si facciano un'idea sbagliata di me al primo giorno. Lascio il mio amante cuscino mettendomi seduta con  le gambe penzolanti e i ricci scombinati, sbadiglio poi metto la testa in giù e li scotolo non so precisamente per quale motivo, poi alzo di scatto la testa e subito in piedi, mi accorgo però di aver fatto una cretinata perché mi viene un capogiro che mi fa sedere nuovamente sul letto! Ormai tuttavia sono sveglia, e nonostante la mia voglia di abbracciare le coperte sia irresistibile, conosco il mio dovere di studentessa, quindi mi alzo definitivamente e mi avvio verso il bagno per una doccia veloce. Esco dalla doccia emanando vapore acqueo da tutti i pori oltre che dal box e mi accorgo di aver dimenticato le ciabattine post-doccia in camera e che mia madre ha tolto l'accappatoio per metterla nella stanza della lavanderia; ma avvertirmi no? Sbuffo e prendo dall'armadietto degli asciugamani una tovaglia da mare posta nel ripiano più in basso, poi un'asciugamano dove avvolgo i capelli bagnati e tampono per bene i piedi sul tappetino per evitare di seminare impronte bagnate per tutta la casa. Finalmente il miracolo è avvenuto: sono tornata in camera e dramma di tutti i drammi, non so cosa indossare! apro il primo cassetto del comodino dove tengo l'intimo e tiro fuori un reggiseno e uno sleep che non s'intonano di colore ma poco importa in questo momento e perbacco, un paio di calzini spaiati, l'ultimo paio rimasto nel cassetto visto che il resto è in valigia come gran parte dei vestiti. Si perché sono riuscita a vincere una borsa di studio dopo il liceo per il rendimento scolastico e il voto del diploma, ho un alloggio al college insieme ad un mucchio di altra gente che più diligentemente di me sarà già davanti i cancelli mentre io mi scervello per trovare qualcosa di decente da mettermi: probabilmente i calzini giusti delle due coppie spaiate saranno in valigia, che ho preparato ieri sera con una fretta indescrivibile, considerato che avevo dimenticato completamente che il giorno dopo avrei dovuto trasferirmi. Insomma indosso l'intimo e adesso devo pensare al resto. Fa caldo o freddo fuori? Considerato che siamo agli inizi di settembre dovrebbe fare caldo, apro la finestra per sentire l'aria ma dimentico di essere ancora in reggiseno e sleep e che vicino a me abita un ragazzo appiccicoso come la colla per via di una stupida cotta che ha verso la sottoscritta da quando entrambi avevamo circa sei anni, metto il braccio fuori ma guardo dentro la stanza e dallo specchio guardo il riflesso della faccia stupita di quel cretino a petto nudo che sicuramente si stava vestendo e ha visto me, la rincitrullita di turno. mi giro di scatto verso di lui fulminandolo e chiudo la finestra. Beh di sicuro adesso, dopo una figura del genere, fa caldo! torno all'armadio a due ante con cinque cassetti larghi posti sotto: apro l'anta di sinistra e sono rimasti appesi solo un paio di shorts di media lunghezza, non di quelli che ti lasciano il sedere di fuori come se indossassi delle culotte, sono color sabbia con una cintura in quoio intrecciata più scura, li prendo senza cura e con le stesse maniere li lancio sopra il letto; apro poi tutti i cassetti fino a quando non trovo quello delle maglie bianche dove ce ne sono due piegate finemente, dallo stile completamente opposto: una è semplice, con le maniche corte e la scollatura leggera a girocollo leggermente più largo, sul davanti c'è una semplice stampa colorata che dà molto l'idea dell'estate mentre l'altra è un top a monospalla lungo, bianco candido e costituito da cotone trasparente e volant che coprono abbastanza bene. Santo cielo non devo andare ad una festa in spiaggia quindi prendo la maglia semplice e scaravento anche quella sul letto. Indosso il tutto e mi metto davanti al secondo specchio, quello grande che prende tutto. Scarpe? Credo che un paio di ballerine vadano più che bene però rischio che mi facciano male i piedi dopo mezza giornata. Apro la scatola degli stivali e ne tiro fuori un paio neri che fanno al caso mio: sbarazzini, senza tacco, semplici! li indosso e ora che guardo meglio, coprono gli orrendi calzini spaiati. guardo la mia figura riflessa, dovrei essere pronta però manca qualcosa, un tocco finale: di nero ho solo gli stivali (e i capelli ma quello è un dettaglio poco rilevante) dovrei abbinarci qualcosa: apro l'anta destra dell'armadio dove sono appese la giacche e i coprispalla, ne adocchio uno di cui avevo quasi dimenticato l'esistenza e lo provo: non è male, potrebbe andare: è stile tallieur ma sulle spalline ha delle borchie non troppo esagerate, se abbottono il bottone centrale divento un insieme di semplicità e glemour, mi piace può andare! Collana lunga dello stesso colore delle borchiette, un filo di matita nera  e mascara, lucidalabbra corallo e una pruzzata di profumo! Pronta. Oddio manca la borsa, ieri non l'ho preparata! Panico, no Connie niente panico, è tutto sotto controllo: apro il baule delle borse e fortunatamente ho sotto tiro quella a tracolla nera con lo strappo che fa molto università, la prendo al volo e mi dirigo di nuovo verso l'armadio, apro il secondo cassetto dove tengo diverse cosucce che mi porto dietro quando esco come la pochette dei medicinali, fazzoletti, chewingum, spazzolino da denti più dentifricio da viaggio e altre cose, la pochette degli assorbenti per evitare di soccombere a scene ridicole in pubblico, portafogli. Dalla scrivania prendo l'astuccio delle penne, un paio di quaderni e li lancio nella borsa insieme a tutto il resto e questa volta sono pronta veramente!
Non arrivo a fare colazione, figurati se perdo tempo con il ritardo in cui mi ritrovo: trascino il trolley pesante quasi quanto me verso la porta d'ingresso e solo ora mi rendo conto che la casa è vuota, deserta! Ecco perchè non mi sono svegliata in tempo!  Sbuffo perchè sono rimasta male che nessuno mi accompagni al college per il mio primo giorno, prendo le chiavi della mia bimba e quelle di casa, mi fermo davanti alla porta dove stà attaccato un biglietto giallo canarino con su scritto qualcosa con un pennarello: "Tesoro della mamma e di papà, scusaci se non ti stiamo accompagnando, ho provato a svegliarti anche con le cannonate ma non c'è stato verso. Devo scappare ad accompagnare tuo fratello a scuola e tuo padre è volato a lavoro questa mattina presto ma ti manda un grosso bacione. Siamo tutti fieri di te e non ti preoccupare che ti verremo a trovare quando meno te lo aspetterai! Baci mamma, papà e Nick.
PS: ciambellona alla crema, vedi di non rimpinzarti troppo di schifezze e di non fidanzarti con nessun drogato o futuro terrorista d'America, altrimenti chi li sente questi due vecchi brontolare e disperarsi tutto il tempo, già la paura li rende insopportabili!" Scoppio a ridere rumorosamente, sono tutti matti in questa casa! prendo il foglio e lo metto in borsa, quindi apro la porta, esco di corsa di casa e mi raccomando di chiuderla bene, non si sa mai ai ladri venga la brillante idea di venire a derubare casa proprio oggi! Mannaggia ai vecchietti che perdono un'ora per entrare ed uscire dall'ascensore, non riesco a scendere il trolley per dieci rampe di scale, ho bisogno dell'ascensore adesso! Sento montare l'ansia, sono davvero troppo in ritardo! Finalmente si sono decisi a liberarlo: esco come una furia a cavallo dal palazzo e mi dirigo verso la macchina che apro con il comando a distanza, salgo e via alla volta della città verso la mia nuova casa.

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Capitolo 2
*** prime conoscenze ***


Capitolo secondo: Prime conoscenze.
Il college è a parecchia strada da casa, circa mezz'ora di macchina se si esclude il tempo perso in mezzo al traffico; ringraziando il cielo non c'è la confusione paurosa tipica di questa strade, il che significa che è davvero tardi! Semaforo uno, semaforo due ovviamente tutti rossi quando arrivo io, la vecchietta che passa con la carrozzina e un gruppo di ragazzini che attraversa la strada con lo skateboard, ma non dovrebbero essere a scuola? Boh, non è affare mio. Un altro paio di isolati e ci siamo, sto abbandonando pian piano i vari grattacieli perché questo benedettissimo posto super chic dove i miei genitori hanno deciso di farmi studiare, è stato costruito lontano dalla caotica città, in una specie di zona che sembra il paese delle meraviglie con tutti quei campi e boschetti, per non parlare della strada incorniciata di alberi giganti che la fanno apparire più stretta di quanto lo sia veramente, faccio un'ultima curva ed eccomi finalmente arrivata alla dimora, bella e imponente come una reggia; sono rimasta a bocca aperta quando sono andata all'open day e la stessa espressione ce l'ho anche adesso! Il cancello è aperto per mia speranza, quindi entro e cerco parcheggio subito a sinistra, un posto vicino all'ombra, un po' di fortuna finalmente. Per mio stupore non sono l'unica ad essere arrivata in ritardo, alcuni gruppi di ragazzi stanno facendo adesso l'ingresso dal cancello mentre altri sono sparsi per tutto il giardino oltre il cancello, diviso in quattro prati separati da stradine di ciottoli che convergono tutte verso le porte d'ingresso aperte, sopra un cartello enorme con su scritto "Welcome"; come sono accoglienti! Scendo dalla macchina, apro il bagagliaio e mi preparo a prendere la valigia che poco fa non mi ero accorta fosse così pesante, forse la fretta di essere in ritardo mi ha dato una forza sovrumana limitata di tempo, "Hai bisogno di aiuto?" esclama una voce alle mie spalle che mi fa sussultare leggermente, mi volto e scorgo la figura di un ragazzo dai capelli neri leggermente rasati ai lati e gli occhi verdi, mi sorride e tiene le braccia tese con i palmi delle mani aperte pronto a farsi spazio verso il cofano della macchina da cui mi allontano leggermente portandomi con timidezza una ciocca di capelli dietro l'orecchio, "Ti ringrazio" esclamo e sempre con quel sorriso, il ragazzo afferra la valigia con una mano per il manico laterale e con l'altra quello superiore e la solleva tendendo i muscoli dei bicipiti palestrati messi in risalto dalla camicia aperta da cui traspare una maglia bianca che mette in risalto un fisico scolpito, porta un paio di bermuda verde militare e un paio di scarpe da ginnastica. Appena poggia la valigia a terra gli scappa uno sbuffo e si passa il dorso della mano sulla fronte "Mi chiedo cos'abbiate voi donne da mettere nelle vostre valigie per farle diventare così pesanti" ovviamente sta scherzando perchè ha mantenuto il sorriso, ho ricambiato e risposto alla battuta con: "solo il minimo indispensabile" afferrando il manico del trolley per dirigermi verso l'ingresso, lui soffoca una breve risata, poi mi tende la mano, "comunque piacere, io mi chiamo Josh, frequento il terzo anno. Tu sei una matricola vero?" si vede così tanto? "piacere mio, io sono Connie -esclamo stringendogli la mano- da cosa l'hai notato?" nel frattempo c'incamminiamo, "perché non ti ho mai vista in due anni e perché ho notato la tua espressione quando sei scesa dalla macchina, tipica delle matricole!" mi viene da ridere e sento leggermente avvampare le guance, "Beh ti lascia senza fiato non c'è dubbio! Ma mi stavi spiando forse?" Ho tentato di utilizzare un tono ironico, spero che lo colga e fortunatamente scoppia a ridere "Ma no, ho notato la macchina, la nuova audi bel modello complimenti, poi vabbè ho anche notato la conducente, è ovvio!" mostra i denti candidi del sorriso che ricambio "si, è la mia bimba! Me l'hanno regalata i miei genitori dopo il diploma. Pensavo di essere in ritardo" aggrotto un po' le sopracciglia per il pensiero delle lezioni e anche perché ho il sole puntato in faccia, "Ah non ti devi preoccupare, il primo giorno è sempre molto tranquillo, tutto si svolge lentamente perché un sacco di ragazzi arrivano in ritardo, ormai si sono rassegnati. Il discorso di benvenuto non si svolgerà prima delle undici così voi matricole avete il tempo di girare un po'  e noi che stiamo qui da un po' più di tempo, ci prepariamo psicologicamente al nuovo anno che stà per avere inizio!"
Fa un'espressione da finto disperato, il che mi fa venire l'ansia "sono molto duri i professori?" Chiedo con voce smorzata, "No, non in maniera esagerata almeno -risponde lui facendo spallucce- si studia abbastanza ma quello che snerva un po' è la serie di avvenimenti che si susseguono durante tutto l'anno. Una vera figata se sei fuori a fare da spettatore, non è la stessa cosa per chi è il protagonista dei pettegolezzi di corridoio!" faccio un sospiro di sollievo per la notizia ricevuta e torna anche il sorriso, "Di questo proprio non mi devo preoccupare, non penso di voler diventare protagonista delle voci del college, non sono una tipa popolare!" sembra quasi che me ne stia vantando e un po' è così, devo ammetterlo perché in questi ambienti tutti o la maggior parte, fanno di tutto per apparire al centro della situazione, come se fosse un prestigio essere sulla bocca di tutti, che dicono verità ma anche moltissime stupidaggini per rendere le notizie più interessanti. Lui mi guarda con aria curiosa, poi volge lo sguardo altrove e scuote la testa sorridendo tra se, "Sei proprio una piccola matricola!" esclama poi "nessuno sfugge, neanche il più secchione di tutti. Prima o poi si diventa protagonisti di una vicenda, è inevitabile!" mi aiuta a salire gli scalini della veranda difronte la porta d'ingresso e senza darmi il tempo di replicare mi chiede: "hai fatto colazione?" che parola splendida, sento l'acquolina in bocca e lo stomaco brontolare, "in effetti no, convinta di essere in ritardo non ho mangiato nulla!"
"Bene, allora ti faccio strada verso uno dei bar del college, il mio preferito!" adesso trascina lui il trolley e io lo seguo per un lungo corridoio che finisce in  un'enorme scala al centro e due corridoi che procedono nelle  due direzioni opposte, svoltiamo a sinistra e appaiono ai due lati del corridoio le porte di alcune aule. In fondo al corridoio, sulla destra, c'è una grande porta finestra che dà su un giardino interno alla struttura, uno dei tanti e una stradina in pietre larghe e grezze conduce verso un piccolo bar al centro, ai due lati sono disposte diverse panche sotto gli alberi mentre sotto al sole, sul prato alcuni ragazzi si sdraiano sui teli o stanno seduti a consumare la colazione. Usciamo e andiamo verso il bancone dove alla destra è posto il piano di vetro che lascia intravedere delle paste dall'aria invitante divise in salate e dolci mentre sulla sinistra ci sono gli stuzzichini come pacchi di patatine; chiediamo al barista, un giovane ragazzo di nome Tom che scopro essere uno studente del secondo anno che ha deciso di dare una mano come attività studentesca, di custodire per una decina di minuti il trolley per evitare di rovinare il terreno con le ruote. Infine ordino per me un caffellatte freddo e una pasta alla crema mentre Josh un caffè macchiato con una sfoglia salata. Portiamo il tutto in una panca posta all'ombra sotto un albero e mentre mangiamo, non sapendo bene cosa dire e notando che lui stesso non dice nulla, riprendo il discorso che abbiamo interrotto poco fa all'ingresso, "comunque sono riuscita a non fare voci al liceo, sono più che sicura che riuscirò anche al college!" addento una pasta e mi lascio coccolare dalla crema, Josh nel frattempo sorride, "se ne sei convinta. La stessa cosa ha detto una ragazza che sta giusto dietro di te, insieme al gruppo di ragazzi"  mi volto ma non riesco a distinguere la ragazza di cui parla Josh perché non è l'unica del gruppo, "di chi parli?" chiedo incuriosita, "dell'unica ragazza dall'aria pensierosa" adesso l'ho inquadrata: stà impiedi poggiata alla panca mentre alcuni ragazzi stanno accomodati a mangiare qualcosa e parlare  ma lei sembra assente da tutto il resto, sta con le braccia conserte a guardare qualcosa d'indefinito davanti a se, porta una camicia bianca a quadri rossi stile bowboy allacciata di lato sul fianco magro e un paio di bluejeans a sigaretta e le converse nere ai piedi, la borsa a tracolla simile alla mia in spalla e i capelli castani lisci le ricadono sulle spalle e le coprono leggermente il viso chinato, ad un tratto una ragazza del gruppo la strattona leggermente e lei sembra tornare con i piedi per terra, sorride lievemente e si mette seduta con il resto del gruppo. "sai cosa le è successo?" chiedo rivolgendo nuovamente lo sguardo verso Josh che riprende anche lui a guardarmi, addenta un pezzo di sfoglia e fa un mezzo sorriso, dopo aver ingoiato riprende a parlare "e chi non lo sa! Il suo ragazzo, cioè ex ragazzo, l'ha tradita quest'estate mentre erano in viaggio con una ragazza che frequenta questo stesso college. O almeno così dicono, se è vero o meno non posso dirlo" rimango sbalordita dalla notizia, "che cosa terribile, non vorrei trovarmi nei suoi panni. Come fai a saperlo? E' successo in estate, hai detto" bevo un sorso di caffellatte mentre lui risponde, "social network, il college ne ha uno tutto suo in cui sono iscritti praticamente tutti gli studenti, lì le voci corrono più veloci di un treno. Che pezzo di.. -si ferma guardando qualcosa davanti a se- merda!" il sorriso è sparito dalla sua faccia lasciando il posto ad un'espressione poco simpatica. Guardo nella sua stessa direzione e scorgo la figura di un ragazzo alto e magro ma dalle spalle larghe, ben impostate, vestito semplicemente con un jeans, scarpe da ginnastica e una polo bianca; ha i capelli biondi leggermente  a spazzola che volteggiano con il vento. Esce dalla porta del corridoio e si avvia verso la panca dove è seduta la ragazza pensierosa e il resto del gruppo. Succede qualcosa di strano perchè non appena si accorgono di lui, tutti i ragazzi presenti smettono di parlare e scherzare, si alzano dal loro posto e vanno via tranne la ragazza pensierosa che adesso lo guarda seria negli occhi, lui fa altrettanto e poi la saluta con un solenne "ciao", lei di risposta si volta e se ne va uscendo dalla porta che dà sul corridoio da dove siamo entrati anche io e Josh. Il ragazzo sospira e si siede sulla panca e viene in fretta raggiunto da Tom che sembra essere un suo amico; tenta di dirgli qualcosa, magari di calmarlo ma il ragazzo biondo scuote la testa con aria nervosa e si lascia andare sulla panca con una mano infilata in mezzo ai capelli. Tom nel frattempo gli da una pacca sulla spalla e torna dietro il bancone per servire due ragazze arrivate in questo momento.
"E' lui il ragazzo che l'ha tradita, vero?" chiedo anche se la risposta la conosco, "già, Sean Metkins il ricco figlio di papà di un grande imprenditore!" non ha un tono amichevole, il che mi fa pensare che ci sia stato qualche contrasto tra i due, "non ti va molto a genio, vedo. Avete litigato?" Non voglio apparire indiscreta o ficcanaso ma tanto mi ha detto lui stesso che quello è il luogo del pettegolezzo gratis, tantovale che cominci ad adempiere al mio compito di spettatrice, "non direttamente, semplicemente non mi è andata giù la notizia che abbia tradito Cheroline, non se l'è meritato!"
"Ah si chiama così" esclamo istintivamente perché non mi aveva ancora detto il suo nome, "si, Cheroline Smith. Carina vero?" adesso ha un sorriso imbecille stampato in faccia, "Si,  lo è. Ti sei infatuato di lei, vero? Si vede!" si ricompone immediatamente, "diciamo di si. Tu credi al colpo di fulmine? Io personalmente no, fino all'anno scorso. Quando ho incontrato lei però ci ho creduto. Ma era fidanzata con quel pesce lesso e per rispetto ho lasciato perdere anche perché, per quanto ci potessi provare, gli occhi di Cheroline sono sempre stati puntati su di lui, sono stati insieme per parecchio tempo, sai? Dagli ultimi due anni del liceo e a quanto ho capito non si sono mai lasciati e si vedeva chiaramente che lei era persa per lui, guarda come l'ha ripagata invece!" beve nervosamente l'ultimo sorso di caffè guardando il ragazzo dai capelli biondi intensamente, spero che non si giri sentendosi osservato. Ma per fortuna il momento imbarazzante finisce con la voce di una donna dall'altoparlante che invita tutti gli studenti a recarsi nella sala grande per il benvenuto e tutto il resto; Sean alza la testa dal tavolo, si alza impiedi con la borsa sulla spalla e si avvia verso Tom che lascia il suo posto ad un uomo sulla quarantina e insieme escono dal giardino interno. "dove si trova la sala grande?" chiedo a Josh prendendo la carta della pasta e quella della sfoglia per gettarle in un cestino vicino alla panca, lui si alza impiedi e va a recuperare la valigia, poi mi raggiunge sfoggiando il sorriso di prima come se non fosse successo nulla; "Non è troppo lontano, vieni con me!" quindi insieme torniamo al grande corridoio e percorriamo un pezzo di strada che abbiamo fatto prima fino a raggiungere le scale, lo guardo perplessa "dobbiamo salire? Con il trolley?" sbuffa a ridere, "no non temere, dobbiamo uscire fuori da questo lato" dietro le scale infatti s'intravede una porta antipanico a due ante che fa apri e chiudi per via degli studenti che si dirigono fuori; ci immettiamo anche noi e non appena mettiamo piede fuori ci ritroviamo un altro giardino, quanta vegetazione c'è in questo posto? Adesso mi ricordo, l'open day si è svolta proprio nella sala grande dove dobbiamo andare ma non sapendo che ci fosse quest'uscita, avevo percorso insieme ai miei genitori una strada più lunga facendo il giro dell'intera struttura per raggiungere finalmente il retro. Scesi gli scalini di un'altra grande veranda in pietra bianca con alcuni tavoli disposti con un ordine fluido, ci ritroviamo su un sentiero di mattoni che conduce ad una specie di blocco dello stesso colore e materiale della struttura vera e propria. Le porte sono aperte e una fila di ragazzi procede lentamente verso l'interno, ammoniti da figure adulte che devono essere sicuramente i professori: chi raccomanda di non spingere, chi di affrettarsi ad entrare e prendere posto. Raggiungiamo la fila anche noi e facciamo due passi alla volta e i professori che ci vedono passare cominciano a salutarci con fare educato ma deciso, io ricambio lievemente intimorita soprattutto perché danno tutti l'impressione di essere un po' antipatici, se mi è concesso dirlo e poi sono tutti alti, in confronto mi sto sentendo una bambina. Finalmente entriamo in una grande stanza che somiglia ad un teatro, con il pavimento in legno e le finestre incorniciate da tende sfarzose rosso scuro; le sedie sono disposte in fila dall'ingresso della sala ai posti più avanti che terminano in un piano rialzato anche questo in legno, la parte inferiore è addobbata da bordi decorativi. Il vociare è assurdo, tutti stanno seduti o a cercare posto e nel frattempo parlano e scherzano vivacemente; procedendo quasi a metà sala, intravedo due posti liberi sulla sinistra e decido di fermarmi con Josh per occuparli e faccio per sedermi quando una ragazza dai capelli biondi visibilmente curati come tutto il resto mi punta addosso uno sguardo ostile e provocatorio, lasciando a mezz'aria la spugnetta del fondotinta e nell'altra mano la scatolina con lo specchio aperta: "scusa, ma questi posti sono occupati, vedi di sloggiare!" Santa pace, che maniere non riesco a non ricambiare lo sguardo di questa specie di principessina che riprende a tamponarsi il viso con la spugnetta ma poi sentendosi osservata torna a guardarmi con la stessa espressione di prima: "Non è chiaro qualcosa, forse?" esclama tentando ancora d'intimorirmi ma suppongo che non abbia capito con chi ha a che fare, "non vedo scritto il tuo nome sopra né quello di chiunque si voglia sedere accanto a te. Se ci tenevi tanto ad occuparli ci mettevi sopra qualcosa!" sto per poggiare la borsa sulla sedia quando mi precede lei e con aria smorfiosa catapulta la borsa firmata su una delle due sedie e il cappotto anni settanta all'ultima moda nell'altro, "grazie del consiglio!" esclama poi sfoggiando un sorriso finto e tornando a picchiettare gli zigomi con quella spugnetta che ho voglia di farle ingoiare. Mi sento tirare per un braccio proprio quando sto per tirarle un ceffone e quasi non lo rivolgo a Josh dietro di me che mi riporta nel corridoio centrale della stanza, "Connie ci sono altri due posti più avanti, lasciamo perdere!" Lasciamo perdere? No dico, siamo diventati matti? Sto per riattaccare ma lo sguardo di Josh è talmente serio da farmi intimorire, mi limito a sbuffare rumorosamente, giro i tacchi e torno sui miei passi, non senza aver dato un calcio "per sbaglio" alla sedie di quella specie di vipera che si sta passando il rossetto sulle labbra che per colpa mia si è sbavato; sento il suo sguardo addosso ma non ho intenzione di girarmi.
Raggiungiamo finalmente due posti liberi più avanti, nella corsia opposta e ci sediamo ma non sono per niente calma, la scena di qualche secondo fa mi ha messo a dosso una rabbia indescrivibile e come al solito non riesco a non farla trapelare, "devi farti una calmata Connie" esclama Josh accanto a me senza schiodarmi gli occhi da dosso "come faccio a calmarmi? Ma hai visto come mi ha trattata? Chi si crede di essere quella oca?" cerco di controllare il tono di voce per non dare spettacolo, lui sospira, mi mette una mano sulla spalla e con la testa dà uno scatto verso la corsia opposta dove stà seduta lei, "Quella è Tiffany Rosely, la ragazza con cui quel pesce lesso di Sean ha tradito Cheroline quest'estate ed è anche la nipote del vicedirettore di questo college, mettersi contro di lei significa mettersi contro un mucchio di persone che hanno un certo rilievo in questa struttura, e nel mondo di un sacco di lavori fuori di qui. E' una specie di principessa troppo sicura di se e considerata la sua posizione se lo può permettere!" se pensa di calmarmi si sbaglia, la notizia mi fa infuriare peggio di prima "secondo te dovrei calare la testa davanti a quel manico di scopa con i capelli ossigenati? Chi se ne frega se è la nipote del vicedirettore o del presidente degli Stati Uniti d'America? E' soltanto una smorfiosa maleducata per quel che mi riguarda!" sono seria nel tono e nell'espressione ma Josh scoppia a ridere divertito, il che m'indispone ulteriormente "E menomale che non vuoi metterti al centro delle voci di corridoio. Se ci tieni a rimanere invisibile non cacciarti nei guai, specialmente con quella lì. Ignorala semplicemente" forse ha ragione, quanto odio abbassare la testa ma se non lo faccio rischio grossso; mi calmo chiudendo gli occhi e facendo un sospiro, "daccordo da ora in poi la ignorerò completamente" mi da una paccca sulla spalla che mi fa sorridere ma poi guardo davanti a me: sopra il palco c'è una donna vestita elegantemente, con i capelli corti e vaporosi che parla con una donna pù giovane di lei e tiene in mano una serie di fogli, "chi è quella donna?" chiedo incuriosita "E' la direttrice, la signora Martiz. Una donna da prendere molto con le pinze a mio parere. Quella con cui parla invece, è la professoressa Cook che insegna teatro e tecnica della scenografia, una delle attività a scelta per noi studenti. E' molto tranquilla ma pretende parecchio se decidi di partecipare al suo corso" Teatro e tecnica della scenografia, non sembra male come materia; chissà cosa vorra dire riguardo alla direttrice da prendere con le pinze. Non ho il tempo di chiedere spiegazioni perché proprio la donna ha appena fatto due passi avanti, verso il centro del palco dove si trova un legio in ottone da cui spunta un sottile microfono; poggia alcuni dei suoi fogli, ogni tanto mette davanti agli occhi un paio di occhiali da vista per leggere qualche riga ma subito si rivolge a tutti noi con un sorriso caloro. Fa cenno al professore che stà in fondo alla stanza di chiudere le porte. "Benvenuti a tutti -comincia- oggi inizia un nuovo anno nel nostro istituto e come di consueto, discuterò con tutti i voi le regole che vigono, tutte le attività, sia nuove che vecchie per esporle alle matricole e rinfrescarle agli studenti che studiano qui da più tempo!" non so ancora se mi faccia simpatia o antipatia, continuo a guardarla senza soffermarmi su altro "l'istituto qui presente, come sapete è il più grande dello stato e può fare concorrenza per la sua prestigia agli altri college della zona e dintorni, ma non è dell'aspetto economico che ho intenzione di parlare, di quello si occupano per la maggior parte di voi le famiglie, ho intenzione invece di darvi una panoramica generale della struttura, delle materie con gli orari e via discorrendo. Le lezioni hanno inizio alle ore otto e trenta e durano fino alle tredici, ricominciano alle quattordici e trenta con uno spazio di circa un'ora e mezza per il pranzo che potete consumare nella mensa. Gli studenti che studiano da esterni, ovvero coloro che non hanno l'alloggio, possono portare il pranzo da casa, usufruire dei bar oppure possono richiedere la tessera della mensa ricaricabile oppure provvista di un budjet per i borsisti e per chi vuole usufruire del servizio dall'inizio dell'anno fino alla fine, pagando una sovratassa nella retta del valore del budjet reso disponibile sulla tessera. Regola fondamentale è che tutti gli studenti devono consumare i propri pasti all'interno della mensa o nei bar: non è concesso infatti mangiare nelle biblioteche, aule, giardini, sale comuni dei dormitori e stanze di questi utlimi. Le lezioni pomeridiane terminano alle ore sedici e trenta, da quell'ora in poi gli studenti sono liberi. Sono previste attività extrastudentesche e tutti gli studenti sono invitati a sceglierne massimo tre con l'obbligo di prendere parte almeno ad una. Le attività comprendono diversi corsi che vi permettono d'incrementare punti sottoforma di crediti che si addizioneranno ai voti scolastici e alla valutazione comportamentale. Alla fine dell'anno accademico riceverete, oltre alla media, la valutazione dei punteggi e la somma di tutto avrà un valore che dal cinquanta al settanta rientra nella sufficienza mentre il massimo sarà cento; chi ha accumulato valori inferiori al cinquanta avrà l'accesso negato al successivo anno accademico. La lista delle attività la troverete in segreteria con il docente di riferimento a cui dovete rivolgervi. -posa un foglio e ne prende un altro, solito  discorso con gli occhiali da vista, poi ricomincia a parlare:- per gli studenti esterni: siete pregati di presentarvi puntuali all'orario di inizio delle lezioni. E' concesso arrivare in auto e sono disponibili numerosi parcheggi riservati strettamente a voi, sul lato destro della struttura mentre il sinistro è riservato per gli studenti con alloggio e un altro parcheggio staccato completamente è riservato ai docenti; il tutto è necessario per non creare scompiglio all'interno della struttura, dunque tutti gli studenti sono pregati di seguire tale norma. Non sono ammesse assenze dalle lezioni che non siano giustificate da motivi validi o certificati medici.  Gli studenti esterni non hanno il permesso di accedere alle strutture dei dormitori dei ragazzi che alloggiano al college, se necessitano di un posto letto per un periodo limitato sono invitati a farne richiesta in segreteria e valutata la disponibilità e la motivazione saranno accontentati. Studenti con alloggio: ogni studente sarà provvisto della carta della mensa con un budjeg prestabilito e sono invitati a consumare tutti i pasti che vanno dalla prima colazione alla cena. Gli orari dei pasti sono i seguenti: la prima colazione può essere consumata dalle ore sei del mattino alle ore sette e quarantacinque, in modo che tutti possano avere la possibilità di fare colazione senza rischiare di arrivare in ritardo alle lezioni, il pranzo per tutti gli studenti, si svolge dalle ore tredici alle ore quattordici e la cena può essere consumata dalle ore diciannove alle ore ventuno, sempre all'interno della mensa. Non è consentito a nessuno studente che alloggia nella struttura, di abbandonare la stessa durante i giorni della settimana previa comunicazione formale scritta per eventuali motivazioni, tranne nel week end in cui saranno liberi di tornare a casa, ma siete tutti raccomandati di rientrare la domenica entro le ore ventuno. I dormitori sono divisi per settori in base al sesso e all'anno di corso e a nessuno studente, che non faccia parte di un determinato settore, è permesso di accedervi come allo studente di un settore è proibito ospitare estranei sia nel padiglione assegnato che nelle camere. Siete pregati inoltre di assicurarvi che la camera sia ben chiusa quando uscite e di conservare gelosamente le chiavi, il tutto è indispensabile per preservare l'ordine pubblico dell'istituto. Le feste all'interno dei padiglioni sono ammesse a patto che finiscano entro la mezzanotte, vi ricordo che siete in un luogo di studio, non di divertimento, le feste studentesche verranno organizzate su richiesta dei rappresentanti, uno per ogni padiglione, in determinati periodi dell'anno. Abbigliamento: -prende un altro foglio- dopo le numerose polemiche sorte da alcuni anni a questa parte, il consiglio ha deciso di eliminare l'obbligo di indossare la divisa -esluto di tutti gli studenti che vengono immediatamente zittiti dallo sguardo gelido della direttrice- ma siete tutti pregati di mantenere un abbigliamento sobrio e consono in ogni momento della giornata, ciò vale per gli esterni e per chi possiede l'alloggio; inoltre siete invitati ad acquistare comunque la divisa, per chi non la possegga perché è d'obbligo indossarla solo nelle occasioni formali quali viaggi organizzati dall'istituto, riunioni, partecipazioni ad eventi nazionali e consegna delle lauree. Credo che sia tutto, le matricole sono invitate a raggiungere le segreterie dopo la riunione, per lo smistamento nei padiglioni e la consegna delle chiavi della camera; tutte le camere sono doppie in modo che tutti gli studenti possano interagire ed è concesso il cambio di compagno solo su previa richiesta con allegata la motivazione. Ogni camera è provvista, da quest'anno, di due bagni per mantenere la privacy degli inquilini ed evitare squilibri con gli orari delle lezioni e tutti gli studenti sono liberi di abbellire la propria camera come desiderano senza arrecare danni alla mobilia, pavimenti, soffitti e pareti. L'intera struttura, eccettuate le aule di lezione, è provvista di connessione wi-fi per permettervi di navigare su internet e, a proposito, l'istituto possiede, come già saprete, un social network a cui possono accedere solo gli studenti regolarmente iscritti con il proprio username e password che vi verranno conferiti e nessuno studente ha il permesso di cedere i propri dati d'accesso a colleghi e persone  esterne alla struttura.  Concludo augurandovi un piacevole soggiorno con la speranza, per le matricole, che possiate ambientarvi al meglio e ai più grandi che possano dare delle linee guida su argomenti che avrei potuto tralasciare e per qualsiasi dubbio potete rivolgervi ai docenti o ai rappresentanti d'istituto. Buon inizio d'anno a tutti!".
La direttrice volta le spalle e abbandona il palco, scende le scalette laterali e sfila senza guardare nessuno in faccia, nella corsia centrale della stanza per uscire dalla porta riaperta dal docente che poco fa l'aveva chiusa. Io rimango ad osservarla mentre esce e sento le tempie pulsare fastidiosamente. "Ma cos'è, un essere umano o un automa questa donna?" chiedo a Josh massaggiandomi le tempie, nel frattempo tutti stanno lasciando la stanza, ci alziamo anche noi dal posto e cerchiamo un buco in mezzo alla bolgia dove poterci inserire per uscire anche noi. "Più o meno -risponde lui evitando di prendere a spallate i ragazzi che ci stanno intorno- ma se ci pensi bene, non è una cosa tanto strana. Da parecchi anni lavora come preside di questo istituto e ogni anno deve recitare la stessa parte, dicendo le stesse identiche cose; al suo posto anche io sarei considerato un automa!" Non ha tutti i torti in effetti, dev'essere pesante dover affrontare ogni anno lo stesso identico discorso a un mucchio di facce sempre diverse, tu come ti comporteresti?"

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Capitolo 3
*** Tutto strano... tutto... diverso ***



Appena siamo riusciti ad uscire dalla sala sono andata alla ricerca della segreteria e se non fosse stato per Josh che mi ha guidata, temo che non sarei stata capace di trovarla. E' una struttura talmente grande che sembra impossibile districarsi, ma Josh continua a ripetermi che è soltanto questione di tempo, presto mi abituerò alla vita all'interno del college.
Dopo aver salito due rampe di scale, ci troviamo in un ampio spiazzo da cui si dipartono due corridoi laterali che conducono ad alcune aule mentre dall'altra parte, difronte le scale, si erge una enorme porta di acciaio con su scritto "segreteria" appena sopra il cornicione. -bene, l'abbiamo trovata finalmente!- esclamo esultante. -Io ti aspetto qui fuori- esclama Josh sorridendo ma la cosa mi mette un po' in imbarazzo -non ti preoccupare, se hai altro da fare vai pure, non mi va di farti perdere un'intera giornata- mi fa un sorriso più ampio mostrando i denti ma china leggermente il capo per poi puntarmi nuovamente lo sguardo -non ti preoccupare, non è una perdita di tempo accogliere i nuovi studenti, mi fa piacere farti da guida.- si poggia con la schiena contro il muro, le mani dentro le tasche e una gamba piegata per portare il piede contro il pannello di legno della parete -dai entra, altrimenti si fa la fila infinita- mi dice poi accorgendosi che mi sono incantata... cioè non mi sono incantata, solo che... scuoto la testa, sorrido leggermente ed entro dentro la segreteria ripetendo a me stessa di stare calma.
Mi accoglie all'interno una signora sulla quarantina con i capelli biondo tinti leggermente abbombati sulle spalle, un paio di occhiali da lettura, che sfoggia un sorriso di cortesia e mi chiede subito il mio nome, -Connie Brown- rispondo io cercando di assumere un tono di voce deciso ma che non risulta del tutto tale, l'emozione di cominciare quest'avventura è talmente grande che mi sta sormontando, forse sarebbe il caso che mi dessi una calmata!
Tuttavia la segretaria sembra non aver fatto caso al mio stato d'animo, mi passa un foglio con un sacco di righe da compilare, -mettiti comoda in una delle sedie, quando hai terminato me lo riconsegni e io ti darò la chiave della camera e tutte le altre cose che ti serviranno come il nome della tua coinquilina.- Prendo in mano il foglio e mi dirigo verso una delle sedie blu attaccate alla parete posta accanto alla porta d'ingresso della segreteria.
Mi siedo e accavallo la gamba destra in modo da servirmene come tavolino improvvisato e comincio a leggere il modulo; credo che un test d'ingresso come quello che ho svolto per entrare in questo college abbia meno domande; c'è di tutto: quando e dove sono nata, e fin qui va tutto bene, quali scuole ho frequentato, se sono mai stata rimandata in qualche materia o direttamente bocciata, nome e cognome dei miei genitori con allegato il numero dei loro cercapersone, la professione di entrambi e se in famiglia ci sono altri figli con allegata l'età e il tipo di scuola che stanno frequentando.... Da pazzi! Ma le domande che mi hanno fatta rimanere a bocca aperta sono state: se sono allergica a qualche alimento, farmaco o agenti chimici e pollini... e poi, quali siano i miei gusti musicali preferiti, mi ha fatto seriamente pensare di aver sbagliato posto ed essere capitata ad un'audizione per qualche talent show o direttamente in una candid camera di quelle dove piazzano le telecamere nascoste, i produttori organizzano degli scherzi alla gente comune per vedere la loro reazione... la mia sarebbe davvero comica.
Tuttavia non ho voglia di chiedere spiegazioni anche perché la stanza ha cominciato ad affollarsi di ragazzi e la segretaria che mi ha accolto qualche minuto prima ha dovuto chiamare rinforzi e sembra che siano immerse in un lago di pesci carnivori in questo momento, per non parlare delle ragazzette che stanno attendendo che le sedie, in cui sono seduta anche io, si liberino e sembrano puntarle con avidità mentre chi è seduto con un'espressione che metterebbe ansia a chiunque; quindi decido di non farmi più domande, finisco di compilare il modulo e mi alzo dalla sedia, non faccio nemmeno in tempo che ci si sono catapultate due biondine che sembrano in vena di cercarsi briga l'un l'altra per ottenere il posto, sono sempre più convinta di essere capitata in un manicomio! Comunque torno al bancone di prima, in mezzo alla bolgia e mi sento chiamare da una delle segretarie che sta più in disparte, mi avvicino e leggo in alto la scritta: "consegne" il che mi fa sospirare di sollievo perché non reggerei all'idea di dover sopportare una tale fila come quella che si è formata dall'altra parte. -Ha compilato tutto il modulo?- esclama la signora prendendolo dalle mie mani e sistemandosi gli occhiali, -si almeno credo- rispondo io con un tono di voce sempre meno convinto; la donna comincia a sfogliarlo tutto, leggendo con attenzione ogni risposta che ho dato con aria seria, quindi lo poggia sulla scrivania e raggiunge un punto poco lontano dalla sua postazione, in cui si trovano i classici mobili di acciaio in cui sono custoditi numerosi schedari divisi per ordine alfabetico o altro. Apre il secondo cassetto e comincia a sfogliare tra le schede racchiuse fino a quando non trova quella che stava cercando; quindi mi raggiunge. -Allora, sei stata assegnata al padiglione "E", stanza numero venti e la tua compagna di stanza sarà-segue con gli occhi il foglio della scheda- Reny King, ovviamente anche lei è al primo anno, eccoti la chiave e non dimenticare questi fogli: ci sono tutte le indicazioni per trovare l'alloggio e le diverse aule e zone dell'istituto, è talmente grande che se non hai qualcuno che ti guidi o queste indicazioni, districarti sarà molto difficile. Bene, è tutto per qualsiasi problema rivolgiti pure alla nostra segreteria e buon inizio anno!-
Non mi ha dato il tempo né di ringraziarla, né di fare qualche domanda che ha fatto cenno con la mano ad un ragazzo appena dietro di me che si è fatto avanti costringendomi a dovermi spostare, quindi sempre più perplessa, cerco di dirigermi verso l'uscita della stanza dove trovo Josh ancora lì ad aspettarmi.
-Com'è andata? Dalla tua faccia si direbbe "bene ma non troppo"- esclama Josh ridendo sommessamente, mantenendosi con la schiena contro il  muro e le mani in tasca, io sorrido di rimando -Più o meno come hai detto tu adesso, è una bolgia lì dentro... poi quel modulo pieno di domande assurde... non vedevo l'ora di uscire!- senza rendermene conto ho parlato a raffica e a voce alta dall'esasperazione e questo non ha fatto che incrementare il divertimento di Josh che adesso ride quasi sguaiatamente, -capita a tutti il primo anno, non ti preoccupare! Allora in che padiglione sei stata spedita?- mi porto una mano sulla testa e mi do una calmata, poi rispondo -E! Sarò in camera con una certa Reny King- esclamo ma probabilmente non era la risposta che voleva sentire lui: sgrana gli occhi e rivolge lo sguardo altrove, poi china la testa e sorride con una mano a coprire gli occhi, -Oddio sei finita nel padiglione degli sfigati!- esclama con un tono di voce tra l divertito e il disperato, lo guardo con aria interrogativa -Scusami?- chiedo sempre meno convinta -ti hanno messo nel padiglione degli studiosi a livello dei secchioni, che non fanno altro che studiare e parlare come tanti intellettualoidi... se chiedi loro di, non so partecipare a qualche festa, ricevi un insulto se ti va bene... credimi se ti dico che peggio non ti poteva andare!- esclama  e mi sta venendo una gran voglia di ringraziarlo ironicamente per il supporto morale che mi sta dando, poi cambia espressione diventando per un momento pensierosa e mi rivolge nuovamente la parola: -davvero non sei mai stata rimandata a qualche materia? E non sei mai stata bocciata?- adesso è davvero sconvolto, cosa c'è di male ad andare bene a scuola? -Ehm.. si, cioè una volta sono stata rimandata in matematica ma siccome si trattava di una materia al secondo anno del liceo non mi sembrava importante, così ho messo direttamente no!-  scoppia di nuovo a ridere e la cosa comincia a darmi sui nervi, -insomma hai detto una balla, per guinta una balla sbagliata!- Perché adesso esistono le balle sbagliate e quelle giuste? Non ho il tempo di chiederglielo perché mi prende per un polso mentre con l'altra mano afferra il trolley, -andiamo a parlare in un altro posto e ti spiego meglio come funzionano le cose!-
Siamo usciti in giardino dal retro della struttura, poco distante c'è una pineta che raggiungiamo in fretta. E' molto ampia e la perenne ombra che gli alberi gettano sul terreno, la rendono un posto ideale dove ripararsi dal caldo del sole di inizio settembre. Come ogni pineta, il terreno è sormontato da un tappeto di aghi di pino secchi che scricchiolano ad ogni nostro passo, l'hanno attrezzata bene quasi come un campo estivo di scout con panchine e tavoli di legno ricavati interamente dai tronchi, ci sediamo su uno di essi e Josh non perde tempo ad iniziare il discorso: -Prima regola, non bisogna mai dire troppo la verità quando ti consegnano il modulo da compliare, anche se sei stata una studentessa modello, se non sei una secchiona o una di quelle che entrano a far parte dei club "perfettini" delle scuole, non è il tuo caso mi sembra di capire. Quindi abbiamo già sbagliato in larga scala! Ma un po' è colpa mia, pensavo che sapessi già queste cose-
-Non capisco quale sia il problema!- esclamo sempre meno convinta di quello che mi stia dicendo:
-Il problema, cara la mia Connie, è che in questo college selezionano e distinguono gli studenti in base alla media scolastica di tutto il periodo di studio prima di arrivare al college, in base ai gusti musicali e di altro genere, quindi abbiamo una specie di divisione in classi dove alle estremità ci sono gli ultra secchioni e dall'altra parte... beh quelli che frequentano il college per fare tutto tranne che studiare! Nelle "classi intermedie" c'è, in una sola parola, il paradiso!- gli occhi gli stanno brillando o è una mia impressione? -in quale classe sono finita io?- chiedo pur sapendo la risposta, -indovina un po'!- mi aspettavo una risposta del genere da parte sua. Guardo per un momento al trove con l'intenzione di ragionare a fondo, poi mi volto in fretta, troppo in fretta  e mi succede quando divento stizzita, ma non mi conviene agire così d'impulso davanti ad uno sconosciuto... beh ormai la cattiva figura l'ho fatta, quindi continuo sulla stessa rotta! -Senti, l'obiettivo principale per cui sono entrata al college è di studiare, non di dover buttare all'aria tutto per passare questi anni a divertirmi e fare pettegolezzo, okay? Quindi sono del parere che la sezione in cui mi hanno collocata sia quella perfetta per le mie aspettative!- sono convinta? Si, ne sono sicura? Si, cioè no... credo che questo dilemma interiore stia sbucando da tutti i pori del mio viso perché ha un'espressione molto poco convinta: Okay, forse non hai capito bene che tipo di ambiente sia quello in cui stai per andarti a cacciare ma ti propongo un accordo: Oggi fai il tuo primo giorno al padiglione E con i compagni perfettini, stasera invece verrai ad una festa organizzata nel mio padiglione, G così potrai confrontare i due ambienti!- L'idea è allettante, ma mi sorgono una serie di dubbi che non tardo ad esplicare: -Ma la direttrice ha detto che chi non fa parte di un padiglione non può essere ospitato né può partecipare alle feste, come faccio a venire?- fa un sorriso smagliante di chi ha la risposta pronta, -non ti devi preoccupare di questo perché, seconda lezione: non tutte le regole che ha elencato la nostra amata direttrice vengono rispettate, è una semplice routine!- sgrano gli occhi perché mi sembra una cosa totalmente assurda, -Ma se vi scoprono?- altra risata ed altro sguardo malandrino, -i controlli vengono fatti periodicamente, ma ormai abbiamo capito quando avvengono quindi siamo prevenuti, per i controlli speciali c'è bisogno di una vera e propria richiesta da parte di uno studente, ma qui nessuno ha intenzione di crearsi dei problemi con gli altri studenti, pensa che fine farebbe uno che fa interrompere una festa nel padiglione G perché ci sono degli imbucati del padiglione H... farebbe bene a scavarsi la fossa da solo, fidati. Comunque se non sei convinta, lascia fare a me. Allora, affare fatto?- mi tende la mano sempre con il solto sorrisetto. La guardo e rifletto su cosa sia meglio fare, i rischi che correrei e le conseguenze che ne deriverebbero, ma alla fine gli stringo la mano e... -affare fatto!- esclamo decisa. -Bene, allora. Adesso ti accompagno al tuo amato padiglione, senza entrare ovviamente. Quindi ci vedremo stasera ma , rammenta bene quello che ti sto dicendo: Non dire alla tua coinquilina né agli altri ragazzi del tuo padiglione che stasera ti imbucherai, okay? E' di vitale importanza!- questa volta lo sguardo è serio, niente più sorrisetto; mantendo il suo steso sguardo per quanto mi è possibile, quindi rispondo: -Okay, nessun problema!- quindi ci alziamo e ci dirigiamo verso il padiglione dove dovrò alloggiare; l'ansia mi sta mangiando viva, ho il cuore in gola, mannaggia a lui e a tutte le assurdità che mi ha detto riempendomi la testa di segatura!
Arriviamo alla struttura staccata dall'edificio dove si svolgono le lezioni, ma facente sempre parte dell'intero nucleo del college. E' una sorta di palazzina molto semplice di mattoni rosso bruciato, tante finestre e una porta bianca con una grossa E in ottone al centro; tre gradini danno l'accesso alla piccola veranda e la porta è una di quelle che si aprono senza la chiave -Okay, sei arrivata a destinazione. Questa sera alle 21 c'incontriamo nella pineta dove siamo stati poco fa!- esclama senza chiedermi nulla, annuisco con la testa, quindi lui fa per andarsene mentre io mi volto verso la porta chiusa, faccio un respiro profondo ed entro.

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