Girl Next Door

di MonyMOFO
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome To California ***
Capitolo 2: *** The wooden house ***



Capitolo 1
*** Welcome To California ***


welcome to california

WELCOME TO CALIFORNIA

Mi sono rotto! Avevi detto che sarebbero state due ore di viaggio, ne sono passate già cinque! Sono sempre più convinto che dovevamo rimanere a New York!
Aaaah sembri un bambino Mike!
A quanto pare il viaggio si era allungato. Io e i miei figli stavamo per  trasferirci ad Huntington Beach in California. Avevo scelto quella città perché volevo trovare pace. Vivere vicino al mare era da sempre stato il mio sogno, fin da piccino.
Ovviamente, come in tutte le famiglie, un componente non era d’accordo. Mio figlio Michael, il più grande dei due, aveva 16 anni. Era un ragazzo ribelle e fingeva di essere un duro, quando sotto sotto era più dolce del miele. Non avevamo mai avuto un grande rapporto, a differenza del più piccolo, Matthew, di 14 anni, con il quale riuscivo a condividere anche le stesse passioni.
Entrai in un vialetto ricoperto di sassi bianchissimi, affiancato da piante e fiori meravigliosi. Sì, il mio reddito era alto, anche se da circa un anno non lavoravo più, riuscivo comunque a portare avanti la mia famiglia ed ero riuscito addirittura a comprarmi questa casa meravigliosa proprio in riva al mare.
Parcheggiai di fronte al garage, inchiodai con il mio Suv tanto che feci alzare un polverone. “Finalmente, siamo arrivati!”, dissi voltandomi verso i miei figli. Matt saltò giù in un battibaleno, mentre Mike con calma, rimise l’iPhone nella tasca dei pantoloni . “Allegria portami via!”, commentai.
Mio figlio mi lanciò un’occhiataccia, dopodiché aprì la portiera e scese dalla macchina. Mi accertai di aver spento i fari e raggiunsi i miei figli. Matt corse subito sul ponticello che portava sul terrazzino di casa nostra. Era felice.
Mi limitai ad appoggiarmi al Suv ed osservare la scena, quasi dimenticandomi di avere un altro figlio a cui badare. Sentii la macchina dondolare piano e voltandomi mi accorsi della presenza di Mike appoggiato di fianco a me. D’istinto, appoggiai il braccio sulle sue spalle, che lui non esitò a scansarmi infastidito. “Andiamo, casa nuova, vita nuova…”, gli dissi. “Fa schifo. Dove sono i negozi? E il campo da basket? Le ragazze? Le auto belle e lussuose?” si lamentò lui. “Andiamo, qua ci sono ragazze a volontà, siamo in California baby! Donne, surf, falò e party sulla spiaggia. Diventerà tutto più facile”.
E’ la tua presenza  che rende tutto più difficile..”, rispose spostandosi e andandosene verso l’entrata di casa. Matt gli corse incontro e lui lo evitò. Non ci rimasi male alla reazione di mio figlio, ormai avevo imparato  a farci l’abitudine perché  solo un miracolo l’avrebbe cambiato:  Il ritorno della madre.
Chiusi la macchina a chiave e corsi dentro la nuova casa. Quando aprii la porta mi soffermai e annusai l’aria. Riuscivo a captare ancora l’odore di vernice fresca, e vedere ancora i mobili imballati mi dava un senso di tristezza. Sì, quella casa l’avevo sempre sognata, ma abitarci senza la presenza di mia moglie, era tutta un’altra cosa. C’era un vuoto in me, un buco nero. Era tutto ciò che desideravamo avere: una famiglia e una casa grande. Avevamo anche pensato di comprare un cane, e il nome l’avevamo già deciso, l’avremmo chiamato… “KELAN! VIENI SUBITO QUI!”. Kelan, esatto. L’avremmo chiamato così. Un piccolo cane entrò velocemente in casa mia e me lo ritrovai addosso. Scodinzolava felice, come se avesse appena fatto una marachella e godeva nel vedere la propria padrone corrergli dietro.
Permesso, scusatemi. Mi è scappato il cane…”, una giovane donna dalla media altezza, con capelli castani, corti e mossi ed una tuta da ginnastica sbucò da dietro la porta. Presi in braccio il cane e glielo consegnai:”Dovrebbe legarlo….”, dissi.
Mi dispiace, lo porto qui tutti i giorni a correre sulla spiaggia, l’ho sempre tenuto slegato e non ha mai avuto una reazione del genere, a dir la verità non pensavo che questa casa fosse abitata…
Lo è da oggi, ci siamo appena trasferiti…”.
La donna  a vederla in viso sembrava molto stanca, aveva gli occhi gonfi ed era magrissima.
Beh, piacere, io sono Joel…” dissi allungando la mano.
Lei rimase sorpresa dalla mia reazione, come se non avesse mai incontrato un uomo garbato come me. “Joel Sullivan? Dei Breaking Dawn?”, ecco il perché di quella reazione.
Presente…”, confermai.
Accidenti, non l’avevo riconosciuta, è un anno che non si fa vedere, dopo quello che è successo a… - accorgendosi della gaffe si fermò – insomma, lei è sparito così nel nulla, ha cambiato taglio di capelli. Non li ha più lunghi alla Kurt Cobain, ora sembra Robert Pattinson”, si grattò la testa imbarazzata.
La fissai per qualche secondo poi scoppiai in una forte risata:”Mi sta paragonando ad un vampiro?” – “Solo per il taglio, ecco…e anche il colore di capelli…accidenti, ma perché non imparo a starmene un po’ zitta?!”.
Tutto d’un tratto fummo interrotti dalle grida di  mio figlio Matt provenire dal piano superiore, senza badare alla presenza della donna con scatto veloce mi precipitai di sopra e una volta entrato nella stanza dei miei figli, vidi Michael con un braccio attorno al collo di suo fratello minore.
Michael lascialo immediatamente!”, urlai.
Il maggiore dei due lanciò il più piccolo sul letto che appena si ricompose non esitò a rialzarsi e correre da me:”Lo vedi come fa?! Non lo sopporto più!”, mi urlò.
Si può sapere cosa  è successo?!” chiesi infuriato. Matt cercò di spiegarmi l’accaduto:”Voglio questa stanza, ma lui dice che è sua…”. A volte mi domandavo se avessero veramente 14 e 16 anni. “Mike, lascia questa stanza a tuo fratello. Forza, prendi la tua roba e portala nell’altra qui di fianco…
Cosa?! Ho messo io per primo il piede qua…e qua resto!”.
Sbuffai:”Smettila di comportarti come un bambino. Prendi la tua roba e spostati nell’altra stanza, SUBITO!”.
Oh bene, finalmente ti sei svegliato. E’ un anno che dormi e non fai altro che startene seduto su quella cazzo di poltrona blu a strimpellare la chitarra. Improvvisamente ti sei ricordato di avere due figli? Ti senti in colpa? Pensi che mamma possa rimanere delusa da te?!”, non ci vidi più e schiaffeggiai mio figlio. Non era mai accaduta una cosa del genere, ma dicendomi tutto ciò mi ferì.
Se non vuoi stare alle mie regole, quella è la porta…” dissi indicando l’uscita della sua stanza. Il ragazzo mi fissò per qualche istante negli occhi, uguali ai miei, verdi come l’acqua di una laguna, poi prese il borsone e uscì dalla stanza. Lo bloccai per il braccio, mi accorsi di essere stato troppo severo:”Dove vai?” chiesi.
Dallo zio Chase, a Los Angeles, lui..mi vuole bene…” , strattonò il braccio e si liberò dalla presa, lo osservai scendere le scale:”Michael se esci da quella porta io…io…”, il ragazzo si bloccò dal fondo della scala:”Tu cosa? Se prima mi hai tirato uno schiaffo ora cosa fai? Non me ne fotte un cazzo se sei Joel Sullivan dei Breaking Dawn, io di certo non ti do il contentino in tutto solo perché sei ricco e famoso…”, dopodiché si rivoltò e uscì di casa.
Sentii una presenza di fianco a me, vidi Matt preoccupato:”Tornerà?”, gli misi un braccio sulle spalle:”Certo, quando la rabbia gli sarà passata!
Non voglio perdere anche lui!”, lo strinsi a me:”Non succederà, te lo prometto”.
Lo lasciai solo e scesi a chiedere scusa alla signora per il comportamento scortese, ma di lei nemmeno l’ombra.

***

Ciaoooo :D eccomi alla prova con la mia prima FF sugli Emblem3, vi avverto che prima di incontrarli ci vorrà un po', volevo solo rendere la storia diversa dalle altre. Spero vi piaccia il banner con tutti i personaggi, l'ho fatto così potete farvi un'idea di come sono i personaggi, gli Emblem3 non ci sono perchè sapete già come sono fatti ahah
Come potete vedere nel banner non c'è il fratello Matthew perchè mi sembra un personaggio irrilevante, se poi capiterà di usarlo un po' più spesso di quel che ho in mente metterò una fotografia più avanti.
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo!!

Alla prossima!

Mony

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Capitolo 2
*** The wooden house ***


welcome to california

THE WOODEN HOUSE

Mi svegliai con una voglia matta di fare qualcosa. Era strano, perché ultimamente la pigrizia regnava sovrana. Una volta vestito e lavato, mi precipitai in giardino e decisi di tirare fuori il falegname che c’era in me. Dovevo tirare l’orario in cui Chase mi avrebbe riportato a casa Michael, l’avevo chiamato la sera prima chiedendo conferma che lui fosse lì, e dopo aver  tentato di farmi una ramanzina (ma bloccata in tempo) mi disse che me l’avrebbe riportato lui a casa proprio questa mattina. Cercai un punto con la terra un po’ più morbida, e ci piantai un asse, dopodiché appoggiai in vita le mani e guardai con soddisfazione il buon inizio del mio progetto. Mi guardai attorno con aria circospetta, mi sentivo osservato. Infatti, nella villa vicina, una signora di mezza età se ne restava appoggiata alla ringhiera del balcone e mi osservava interdetta. “Buongiorno signora! Sono il nuovo vicino!”, urlai portandomi una mano in fronte per non venire accecato dal sole. “Buongiorno a lei!”, rispose e continuò ad osservarmi da lontano.  Presi il grande foglio con il disegno che avevo fatto durante la notte e osservai il tutto. Bene, era  più complicato di quel che pensassi. Raccolsi il martello nella valigetta e cominciai a martellare su di un chiodo, che sfortunatamente al primo tentativo mancai e mi calpestai il dito:”Porca puttana!” urlai. La signora mi guardò disgustata e rientrò in casa per evitare di dover andare a confessarsi una volta di più del previsto. Alla finestra della camera di Matt, vidi mio figlio osservare tutta la scena, che sparì poco dopo scuotendo la testa. Accidenti, mi ero messo in testa di fare quella cosa e dovevo concluderla. Non amavo lasciare le cose a metà.

Nel frattempo arrivò Chase che entrò in casa seguito da Mike, il quale non aveva l’aria di essere molto felice. “Zio Chase!”, urlò Matt andandogli incontro e facendo il loro saluto rapper.
Cosa sta facendo vostro padre?!” chiese sorpreso guardando fuori dalla finestra.
Si sta rendendo ridicolo di fronte al vicinato…” rispose il più piccolo dei fratelli.
Torno subito..” aggiunse poi lo zio.
Hey è mia, l’avevo già presa io!”, urlò Matt a Michael.
Non rompere!”.
Chase risbucò da dietro la porta:”Hey! Hey! Sto quasi pentendomi del discorso che abbiamo fatto ieri sera…mi stai dimostrando di non avere l’età adatta!”, gli lanciò una frecciatina al maggiore dei nipoti che in men che non si dica si zittì e ridiede l’ultima mela rimasta al fratello.
Così va meglio!”, ribattè poi lo zio.

Avevo già  assemblato diverse assi assieme, e sfoggiavo il petto nudo ricoperto da gocce di sudore:”Hey!” urlò Chase distraendomi.
Hey bro!” mi avvicinai ed abbracciai mio fratello.
Che cazzo stai facendo?”.
Mi asciugai la fronte con il braccio e mi tolsi i guanti gettandoli a terra.
Sto costruendo una casetta in legno…”, Chase mi guardò perplesso:”A che pro?
Michael a volte preferisce starsene solo, e piuttosto che vederlo fuggire e rifugiarsi da te, ho pensato che questa potrebbe essere la soluzione a molti dei suoi problemi…”.
Mio fratello mi fissò in silenzio, probabilmente non si aspettava un tocco d’arte così ad alto livello, ero solito scrivere testi degni di successo, ma con il legno non avevo mai avuto a che fare.
Ma sei scemo?
Cosa?! Perché?!”, non capii per quale motivo se ne saltò fuori con una esclamazione del genere.
Joel, tuo figlio, di 16 anni, è scappato di casa. Ha preso due treni, due metropolitane e 4 bus per arrivare da me incazzato come una bestia urlando quanto fosse stanco di questa situazione…e tu pensi a costruire una cazzo di casetta in legno che nemmeno uno scoiattolo di merda ci andrebbe a vivere?!”.
Rimasi di stucco di fronte a quelle parole. Cosa stava dicendo mio fratello? Che forse non ero degno di fare il padre?
Ieri sera tuo figlio mi ha fatto un sacco di domande sul sesso. Cazzo, sei suo padre Joel, dovresti essere tu quello a consigliare, non io!
Mio figlio fa sesso?!”.
Chase prese a calci i guanti gettati a terra poco prima.
Ascoltami, capisco quello che stai provando. Dopo quello che vi è successo è normale che tu reagisca così. E’ vero, per colpa dei tour non ti sei goduto abbastanza la famiglia, ma ricordati che fare un errore non vuol dire non poter ricominciare…
Sto facendo del mio meglio…ma ho bisogno anche della collaborazione di Mike per migliorare….”.
Chase mi appoggiò una mano sulla spalla:”Ci vuole tempo, lascialo fare. Vedrai che incontrerà degli amici, comincerà ad uscire e il rapporto tra di voi cambierà”. Mio fratello riusciva ad essere sempre positivo, nonostante l’avessi lasciato nella merda con Gale, il chitarrista della nostra band, mi era sempre stato vicino. Fin da piccoli ci eravamo promessi che ci saremmo stati l’un per  l’altro, nel bene e nel male. “Grazie -  dissi abbracciandolo - Fa proprio schifo come progetto?” chiesi poi.
Beh, non ho mai fatto sesso in una casetta di legno, potrebbe essere una nuova esperienza!” mi disse facendomi l’occhiolino.
Non hai più l’età bro!
Non c’è mai fine al sesso!” ribattè ritornandosene in casa.
Lui non aveva una famiglia, non l’aveva mai desiderata. SI definiva come ‘Un uccello viaggiatore’, in effetti il suo apparato genitale ne aveva ‘visitati’ di posti stranieri.
Continuai a picchiettare sulle assi, sperando che questo ‘regalo’ potesse aprire un pochino il cuore di Michael  verso me.

***

Ciaoooo :D ecco il secondo capitolo, spero di avere più lettori in futuro :)

Alla prossima!

Mony

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