Schwarze Tage

di Eleo_Schrei94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


3 aprile 1944 è buio non vedo, sento delle voci che mi chiamano ma non le vedo, sento delle persone vicino a me ma non le vedo sento il rumore assordante degli aerei che passano sopra di me e gettano delle bombe sento persone che urlano, gente che piange, gente che corre poi il silenzio.

Mi chiamo Michelle Müller vengo da Hamburg e ho 17 anni mi trovo nell’ospedale di Hamburg sulla mia cartella clinica c'è scritto “trauma cranico dovuto a bomba aerea, 1 costola rotta e una gamba gessata!” questo è quello che rimane di me. Sono cresciuta con i miei genitori a Halle un piccolo paesino della Germania ho due sorelle una di 20 anni e una di 25 Anja e Teresa i miei genitori sono morti durante la perquisizione della nostra casa. Ah scusate ho dimenticato la cosa più importante sono ebrea. I miei genitori ci hanno salvato da quella perquisizione sono morti per noia ma purtroppo io e le mie sorelle siamo state catturate subito dopo. Ora mi trovo in questo ospedale dopo l’orrore che ho vissuto nonostante la guerra non sia ancora finita io sono qui. Voglio raccontarvi la mia storia.

1 settembre 1943 ore 21.00 io e i miei genitori e le mie sorelle stavamo cenando tipica cena famigliare, stavo raccontando a mia mamma di un ragazzo che avevo conosciuto a scuola e che mi piaceva tanto e volevo avere dei consigli da lei per conquistarlo quando senti qualcuno sbattere la porta fortissimo ci girammo tutti di scatto verso la porta mia padre capì cosa stava succedendo. Mio padre obbligò mia madre e noi di scappare dalla finestra aprì la porta un tedesco lo spostò con la forza e cominciò a perquisire la casa intanto io, mia mamma e le mie sorelle stavamo scappando da quell’inferno quando senti uno sparo mi fermai e girai la testa verso la mia casa. Vidi i tedeschi uscire ma di mio padre neanche l’ombra. Mia madre mi urlava di correre ma non potevo lasciar morire in quel modo mio padre, corsi verso casa mia Sali le scale e vidi la porta aperta e delle gambe, le gambe di mio padre steso li a terra privo di vita con un filo di voce l’ultima che gli era rimasta mi disse SCAPPA E NON TORNARE! MICHELLE la mia vita si spense, senti dei passi salire le scale temetti il peggio poi vidi mia madre e le mie sorelle presi i soldi e andammo via appena uscite dal palazzo dove abitavamo, quando mia madre aprì la porta un tedesco le sparò con un mitra ho visto mia madre morire sotto i miei occhi una cosa orribile le mie sorelle ed io rimanemmo in silenzio nello scuro della notte dentro il palazzo sentimmo i tedeschi parlare e dire di bruciare la casa cercammo di pensare a cosa fare ma io non riuscivo a pensare a niente, io e le mie sorelle cominciammo a correre più forte del vento ma fummo fermate da un carro armato che ci obbligò a salire, un tedesco di disse “ dove andate signorine? È tardi per correre salite forza!” senza obbiettare salimmo su quel carro armato la cosa più stupida che avessimo mai fatto! Durante il tragitto si fermarono varie volte e catturare altre persone io chiesi “ perché lo fate? Dove ci state portando?” e la sua risposta “ tu zitta!” mi rimisi a posto strinsi Anja e Teresa quella sera ci promettemmo di rimanere sempre uniti qualsiasi cosa sarebbe successa. Quella notte l’unica luce che vidi fu quella della luna solo quando aprivano la porta del carro armato, le donne davanti a noi piangevano urlavano le morti dei loro mariti e peggio ancora dei figli, io in tutto quel trambusto non riuscivo a capire perché ci facessero questo e mentre pensavo il carro armato si fermò di colpo ci fecero scendere spingendoci, loro ridevano io ero spaventata a morte, ci misero tutte in fila e ci guardarono. Un uomo con un camice bianco ci analizzava i denti e gli occhi poi la statura alcune venivano ricaricate sui carri armati altre su un treno la via della vita era astratta. Toccò a me il dottore mi sorrise e mi fece cenno di andare sul treno Anja venne con me Teresa andò sul carro armato non volevo separarmi da lei era mia sorella, un tedesco ci disse “ non fare storie tu Sali lei la rivedi! RAUS!” io e Anja salimmo su quel treno tutte donne in piedi, tutte strette mi mancava l’aria entrarono anche degli uomini età tra i 50 e 60 anni poi il treno partì, io feci il viaggio in silenzio tra le braccia di mia sorella Anja la luce che intravedevo dalle mini vetrate del treno mi rassicurava pregavo il mio dio di salvarci da quell’inferno. Guardavo la luna e speravo in un miracolo poi mia sorella mi strinse a se più forte e mi disse.

Anja: Michelle io sono incinta

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Michelle: come?
Anja: Adrian il mio ragazzo il mio futuro marito, mamma lo sapeva ma adesso come farò mi uccideranno per questo e Teresa dov è? Anja ho paura
Michelle: non ti preoccupare troveremo una soluzione vedrai! Anja: ho paura!
Michelle: si anche io!
Durante quel tragitto il tempo non passava mai, non sapevamo dove ci stessero portando, ne di cosa ne sarebbe stato delle nostre misere vite. Sapevamo solo che volevamo ritornare a casa e rivedere la nostra famiglia, anche se la mia famiglia era stata uccisa in un giorno, i miei genitori ci avevano salvato ma ora stava a noi combattere! Il treno si fermò di colpo per un istante tutte le persone rimasero in silenzio quando aprirono il portone del treno misero delle travi di legno e fecero scendere la gente come se fossero bestiame, io e mia sorella uscimmo, vidi una luce forte che ci illuminava, mi girai e vidi un arco con una stazione di ferrovie. Mi girai verso mia sorella e vidi il suo sguardo sconvolto mi girai e notai miliardi di persone tutte radunate in una piazza e dietro di loro del fumo che usciva da delle taniche ma non riuscivo a vedere perchè c'era un muro troppo alto che le divideva. Mia sorella, io e altre donne venimmo radunate, in un punto davanti a noi altre donne con dei bambini e vidi mia sorella Teresa urlai il suo nome ma un soldati mi diede un colpo con il collo di un fucile sullo stomaco. Mi veniva da vomitare ma resistetti. Non capivo perché così tanta cattiveria, d'altronde cosa gli avevamo fatto di male? Nulla non eravamo ladri, delinquenti eravamo persone rispettabili mio padre possedeva una delle più grandi banche di tutta Halle, lo so è un paesino ma è pur sempre importante e mia madre era una sarta di successo. Mentre mia sorella Teresa era sposata con Andreas Minkel ma di lui non si sapeva nulla da quando era andato a lavorare in Francia, mia sorella sente molto la sua mancanza mentre Anja aiutava mia madre nel suo negozio e io andavo a scuola. Mentre eravamo dentro a quel gruppo di donne vedemmo gli uomini passare molte donne piangevano nel vedere i loro mariti divisi da loro, altre donne svenivano, molti soldati uccidevano delle donne solo perché chiedevano informazioni. Ero sconvolta non riuscivo a credere di essere in quel luogo senza nessuno, avevo mia sorella ma mi sentivo sola. Guardavo gli uomini che passavano molti erano quelli che erano appena arrivati poi fecero passare quelli che erano già qui trasportavano pezzi di ferro, mattoni, attrezzi, cibo erano tutti vestiti con dei strani pigiami a righe e avevano tutti dei numeri sul petto con cappelli e scarpe malmesse. Guardavo quelle facce così stremate così magre mi facevano paura erano come cadaveri viventi. Poi vidi un ragazzo avrà avuto 2 anni in più di me che trasportava dei mattoni sulla schiena alzò gli occhi e mi guardò, io lo guardai mi sorrise ma si chinò subito dal troppo peso che stava trasportando andò avanti ma si girò per rivedermi e io feci lo stesso. Appena passarono i soldati ci fecero cenno di andare avanti facendoci entrare in un grande magazzino, era enorme e buio, un soldato ci disse che avremmo passato qui la notte e che domani mattina saremmo ripartiti. Non avevo pace, mia sorella tremava era più spaventata di me, io volevo sapere chi era quel giovane. Mi colpirono i suoi occhi di quel color nocciola scuro chiedevano pietà e emanavano tanta dolcezza. In quel magazzino eravamo più di 4000 mila tutti provenienti dalla Germania c'erano anche dei polacchi ma nessuno sapeva dove ci avrebbero portato. Mi misi insieme e Anja a dormire con la speranza di ritrovare mia sorella e di risvegliarmi sapendo che avevo fatto solo un brutto sogno. La mattina seguente verso le 5.00 un soldato entrò nel magazzino aprì la porta con forza e ci ordinò di salire sul treno, senza obbiettare salimmo sul treno. Alcune donne vennero separate dai loro bambini non dimenticherò mai quelle grida di disperazione e quei poveri bambini piccoli gridavano 'mamma' ma nessuno aveva pietà di quelle povere anime, fecero salire per primi i bambini in un furgone e poi noi donne e alcuni uomini sul treno. Mia sorella si strinse la pancia, la abbracciai. Salimmo su quel dannato treno che partì subito dopo. Dentro eravamo sempre più stretti questo vuol dire che avevano aggiunto delle donne, la novità era che adesso eravamo non solo in piedi ma non c'erano neanche finestre solo buio pesto e qualche buco. Non vedevo niente non vedevo mia sorella non vedevo nulla. Odio il buio, odio la sua oscurità, odio il terrore che mi suscita, odio le urla di donne distrutte, odio IL BUIO. Il viaggio durò molto penso 5 ore non sapevo che ore fossero ma era tardi e cominciavo ad avere fame ma di cibo non se ne parlava non ci avevano dato niente, dicevano solo che appena arrivati ci avrebbero mandato in un albergo e così ci saremmo riposati. Speravo davvero che fosse così ma sentivo una nota sarcastica nelle loro voci e così mi aspettavo il peggio. Il treno si fermò, sentimmo aprire il portone prima del nostro le persone scendevano, si sentii un urlo poi di nuovo il silenzio aprirono il nostro sportello scesero le prime donne, scesi io e mia sorella vidi una donna per terra con una macchia di sangue sopra la testa scoppiai in lacrime perché tutto questo odio perché? Mi girai verso mia sorella e la strinsi. Ci dividettero subito mia sorella fu portata nel primo gruppo e io rimasi li, così avevo perso anche mia sorella, ora era sola e avevo davvero paura. Mia sorella mi strinse la mano prima di lasciarmi e mi diede l'anello di mamma lo strinsi forte a me e lo nascosi nella gonna. Aprirono un portone e vedemmo altre fabbriche con del fumo, tanto fumo corpi privi di vita in degli angoli, persone che lavoravano a delle strade le stesse che avevo visto nell'altro magazzino. Ci fecero entrare nella fabbrica vedemmo delle donne tedesche, penso sergenti, che dividevano le donne e gli uomini. Le donne a destra e gli uomini a sinistra, rividi quel ragazzo raccogliere i vestiti degli uomini e li buttava nel fuoco, speravo di rivederlo appena uscite da quella stanza. Entrai nella stanza e vidi delle docce. La donna sergente ci ordinò di spogliarci di lavarci e di andare dal ragazzo che avevo rivisto per farci dare dei camici come quello che indossava lui. Cominciammo a spogliarci, una donna si rifiutò di farlo e venne fucilata rimasi sconvolta, con una vergogna immensa mi spogliai presi l'anello di mia mamma e non sapendo dove metterlo lo ingoiai era troppo importante per me era l'ultima cosa che mi era rimasta della mia famiglia. Andai a farmi la doccia e raggiunsi il ragazzo priva di abiti, mi vergognavo di essere guardata da un ragazzo che nemmeno conoscevo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Michelle: scusa puoi darmi il mio camice?
Ragazzo: si tieni
Michelle: grazie
Ragazzo: tieni queste sono le scarpe – poi a bassa voce mi chiese- come ti chiami?
Michelle: michelle tu?
Ragazzo: tom di dove sei?
Michelle: halle tu?
Tom: hamburg un mio amico è di halle ma l'hanno preso e non so dove sia!
Donna sergente: silenzio voi due, tu muoviti ragazzina!
Mi prese un braccio e mi spostò con forza nella fila di quelle che avevano preso gli indumenti. Mi misi quella tunica usata e un paio di scarpe che appartenevano a qualcun altro. Ci dissero di cavare ogni tipo di gioielli, spille e di darli a loro. Io avevo due forcine e gliele diedi poi ci portarono in un'altra stanza dove c'era il dottore che mi aveva sorriso la prima volta, ci dissero di spogliarci ancora e di farci visitare da lui. Rimanemmo nude in piedi mentre lui ci guardava arrossì, lui mi sorrise di nuovo non penso fosse tedesco ma se lo era forse era un tedesco buono. Mi fece cenno di rivestirmi e di andare in una fila. Andai in quella da lui indicata mi dissero di dirgli il mio nome e cognome, data di nascita e cose varie. “Michelle Müller 17 anni nata il 28 ottobre 1923 a halle da genitori ebrei Paul Müller e Amelie Kikgt, due sorelle Teresa Müller e Anja Müller.
Salute: buona
Mansioni: consegnare il cibo e lavori forzati nella costruzione di strada ferrovia
Codice: 78569201
Cabina: 135
Soldato: dimentica chi sei ora tu sei 78569201 non ti chiami più Michelle non hai una famiglia sei solo un numero! Capito?
Michelle: si
mi prese il braccio lo portò verso di se mi tirò su il pezzo di manica e mi impiantò con un ferro bollente quel numero sul braccio urlai dal dolore. E lui rise volevo sputargli in faccia ma quel dolore mi penetrò le vene e mi fece ribollire il sangue. Finita la mia scheda mi portarono in una stanza dove mi tagliarono i capelli, come se non bastasse ora era pelata. Piansi, ero triste tenevo molto ai miei capelli più di ogni altra cosa, mi diedero un cappellino a strisce come il pigiama e me lo misero in testa mi fecero uscire con una spinta e caddi sul fango, mi dissero di andare nella cabina 135 dove avrei trascorso la mia misera vita per il resto di essa. Mi incamminai ci fecero andare in direzione di un arco con inciso ARBEIT MACHT FREI! Entrammo vidi tante cabine di legno con delle finestre mal ridotte, tanta gente tutta uguale vestita come me, altre fabbriche con del fumo che usciva, vidi i bambini anche loro rasati e con dei pigiamini erano piccoli età media 5 anni in giù erano piccole creature che stavano vivendo quell'orrore come me. Vidi mia sorella le corsi incontro ma un soldato mi puntò un fucile addosso in quel momento il cuore mi cominciò a battere fortissimo mi disse “ non correre tu rimanere ferma proseguire piede!” annui con la testa molto probabilmente era un soldato italiano. Cominciai a camminare feci cenno a Anja di rimanere ferma le chiesi in che cabina fosse mi rispose la 135 dove ero io almeno eravamo insieme. Trovammo la nostra cabina entrammo e vedemmo letti a castello a forma quadrata, un tavolo al centro con sopra delle posate e delle pentole e tante persone in cerca di un letto e di riposo. Trovammo un letto lo cedetti a mia sorella, io andai avanti quando mi sentii prendere una spalla era il ragazzo. Tom: ti serve un letto?
Michelle: si lo sto cercando
Tom: se vuoi puoi prendere il mio io dormo con mio fratello, il suo è più grande!
Michelle: oh grazie sei gentile!
Tom: vieni ti faccio vedere dov è! Eccolo è qui
Michelle: ah perfetto è davanti a quello di mia sorella beh grazie ancora.
Tom: niente ci vediamo..
Michelle: ok
Tom: aa che mansioni ti hanno dato?
Michelle: ehm consegnare il cibo e lavori forzati nel costruire la strada per la ferrovia credo
Tom: aa allora sei con me
abbozzò un sorriso, aveva sofferto si leggeva nel viso, un viso stremato privo di vita, sorrideva a fatica era magrissimo. Michelle: ma stai bene?
Tom: si è solo che qui non ci danno molto da mangiare e allora sono così tu invece sei molto carina
Michelle: oh grazie se vuoi puoi tenerlo il letto ne hai più bisogno tu di me
Tom: nono tienilo io dormo con bill è mio fratello è il letto a fianco
Mi girai e vidi in un angolo con le gambe portate al petto un ragazzo uguale a tom triste molto triste stava piangendo. Tom: non badarci piange sempre hanno ucciso nostra madre sul fronte e non si da pace dice che è colpa sua!
Michelle: tu non sembri tanto dispiaciuto
Tom: tanto morirò anche io che senso a deprimersi, ci fanno vivere ma non vivo più io, dentro di me sono morto sono solo un corpo che vaga per le strade fangose di questo lurido posto
Michelle: ma perchè ci hanno preso?
Tom: ma non l'hai ancora capito? Siamo ebrei vogliono ucciderci tutti cosa credi che sia quel fumo che esce da quei forni.
Allora non sono fabbriche ma forni crematori oh mio dio. Michelle: e perchè non ti hanno ancora ucciso allora?
Tom: perchè finché siamo in salute ti sfruttano fino a farti perdere le forze usandoti come vogliono, se gli serve una strada loro te la fanno costruire, se gli serve un forno loro te lo fanno costruire siamo come dei prigionieri rinchiusi qui dentro non abbiamo via di fuga e tutto quello che ci è concesso è una penna e un foglio di carta.
Michelle: oddio devo andare
Tom: dove?
Michelle: devo andare
Corsi verso mio sorella a raccontarle quell'orrore che mi era appena stato detto, volevo morire dopo quelle parole. Raccontai tutto a mia sorella la strinsi forte poi aprirono la porta e un soldato entrò ci disse che avremmo iniziato a lavorare da oggi ma prima ci servirono un pezzo di pane e un bicchiere di acqua il nostro pranzo. Degno di un re. Mangiammo quella miseria, ero preoccupata per mia sorella e la sua gravidanza prima o poi la pancia si sarebbe vista e dopo sarebbe stato un problema. Mia sorella ad un certo punto mi disse: Anja: Michelle devi aiutarmi... Devo perdere il bambino se lo tengo mi uccideranno!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Michelle: ma Anja non puoi dire queste cose non puoi perderlo so che non è proprio il periodo giusto per avere un figlio ma ormai non puoi ucciderlo, ti aiuterò io!
Anja: ma Michelle non posso tenerlo anche quando sarà nato come farò? Non avrei abbastanza latte se questo è il cibo che ci daranno ogni giorno, morirebbe guarda in che condizioni siamo, e chi lo terrebbe non posso davvero non posso mi si spezza il cuore ma non posso!
Michelle: non fare pazzie ma ci penserò io mi verrà in mente qualcosa!
Tornai da tom gli dissi di mia sorella e la sua risposta “ la uccideranno!” cosa che temevo ma non volevo che perdesse il bambino ci doveva essere una soluzione doveva esserci per forza! Mentre parlavo con Tom un soldato ritornò per chiamarci ai lavori io e Tom andammo Bill e Anja rimasero li perchè loro erano addetti a sistemare le cabine e a servire coperte e vestiti alle persone, intanto mentre eravamo lungo la strada fangosa e ad un certo punto cominciò a nevicare. Durante il tragitto parlavo con tom per cercare di conoscerlo.
Michelle: da quant è che sei qui?
Tom: 3 mesi ieri, era il mio compleanno te pensa che bello festeggiarlo qui!
Michelle: oh auguri. Quanti anni hai compiuto?
Tom: 22 anche bill lui è il mio fratello gemello!!
Michelle: aa wow ma eravate solo voi e tua madre qui?
Tom: no ci sono anche due nostri amici ma non sappiamo dove sono saranno morti, non si sa niente! Voglio solo che finisca tu quanti anni hai?
Michelle: io 17
Tom: dio sei giovanissima
Michelle: anche tu!
Soldato: smettila di parlare o ti uccido!
Tom: non le parli in questo modo!
Gli diedero un colpo in testa tanto forte da fargli perdere del sangue e cadde a terra, stavo per chinarmi quando il soldato mi prese e mi porto 4 file avanti. Michelle: tooooom
lo vidi steso a terra e due soldati gli presero le gambe e le braccia lo sollevarono e lo portarono al lato della strada, non potevo lasciarlo li a morire. Dovevo inventarmi qualcosa. Prima di entrare nella fabbrica chiedevano sempre di esibire il codice sul pigiama così lo strappai. Soldati: deine codek?
Michelle: ich habe in die kabine verlassen!
Soldati: raus!! nimm es!!
Michelle: ja! Ich komme!
Era il primo dialogo in tedesco che ebbi con un tedesco molto cattivo parlava solo tedesco di solito parlavo inglese nel campo ma lui volle solo il tedesco. Tornai indietro facendo finta di niente vidi tom steso a terra cominciai a rallentare il passo facendo in modo che i soldati e gli altri svanissero nella nebbia, presi su tom gli misi un braccio sula mia spalla e lo portai alla cabina entrai bill mi aiutò e chiese cosa era successo così gli spiegai la situazione. Cucii il codice nel pigiama e cercai di rianimare tom ma aveva perso troppo sangue. Lo asciugai con un pezzo del mio pigiama me lo strappai e lo inzuppai nella mia acqua premetti forte sulla sua testa per far in modo di bloccargli l' emorragia, poi strappai un'altro pezzo del pigiama e glielo avvolsi in testa mettendogli il cappellino in testa per non far vedere niente ai tedeschi. Feci presto non potevo assentarmi molto altrimenti si sarebbero insospettiti.
Anja: Michelle vai ci penso io a lui dai vai altrimenti vengono a cercarti!
Michelle: ok grazie. Bill anche se non ti conosco ti dico solo questo sii forte!
Bill: ci proverò!
Aprii il portone uscii, c'era la neve sentivo il manto soffice invadermi le scarpe bucate e invadermi le caviglie dove avevo strappato i pezzi del pigiama! Tornai dal tedesco mi guardò mi fece entrare ma vide il pigiama rotto. Soldato: Wo ist? Wo ist?
Michelle: was?
Soldato: stuck!! wo ist?
Michelle: ich weiss nicht!
Mi diede uno schiaffo talmente forte da farmi gonfiare la guancia mi stringeva il braccio e mi minacciava di uccidermi se non gli avessi detto dove fosse quel pezzo di pigiama. Non potevo dirgli di tom così gli dissi che ero caduta e si era rotto, mi diede un'altro schiaffo e mi ordinò di lavorare 3 ore in più. Andai verso la costruzione della ferrovia il mio primo compito indossare una impalcatura di legno dove ci stavano dei mattoni e portarli sulla schiena per un tragitto lunghissimo 8 kg a viaggio con 8 kg per 45 viaggi e visto che dovevo fare 3 ore diventavano 85 viaggi con 8 kg di mattoni. Al 45 ero distrutta caddi varie volte facendo cadere i mattoni mi colpirono molte volte, ero morta ero all' ottantesimo quando caddi stremata e mi lanciarono una pietra addosso per farmi rialzare mi provocò una ferita profonda al polpaccio. Finita quella giornata tornai insieme al mio gruppo nella cabina ero distrutta. Nella neve c'era la scia di sangue proveniente dal mio polpaccio. Entrai andai da tom che si era svegliato ed era seduto sul letto.
Michelle: come stai?
Tom: ho male alla testa ma sto bene grazie per avermi salvato la vita ma tu sanguini fa vedere
Michelle: non è niente
Svenii a terra come un sacco di patate. Caddi a terra, le figure diventavano sempre più opache poi chiusi gli occhi. Mia sorella mi mise sul letto e con una cintura che ci aveva prestato bill, perché noi avevamo un fazzoletto l'unica cosa che ci era permesso di tenere per le donne un fazzoletto di seta e per gli uomini una cintura, mi fermò il sangue mi diede un po' della sua acqua e mi risvegliai. Aprii gli occhi molto lentamente vidi tom che mi asciugava la fronte con un panno bagnato. Mi sorrise, gli sorrisi, era incredibile come un suo sorriso mi facesse stare bene ogni volta. Tom: ehi stai bene?
Michelle: adesso che sei qui con me si!
Tom: oh sono contento almeno una cosa positiva di stare in questo schifo l'ho trovata, ho trovato te
Arrossii. Michelle: grazie sei gentile, come va la tua testa?
Tom: ho avuto giorni migliori ma sto bene
La nostra breve conversazione fu interrotta da un soldato che aprì bruscamente la porta, urlò il mio codice ad alta voce. Soldato: wer ist 78569201?
Mi venne un colpo dopo aver sentito il mio codice, rimasi di pietra facevo fatica ad alzarmi, la gamba mi faceva male ma non potevo rimanere li, appena tentai di alzarmi mia sorella mi fermò all'istante, mi voltai verso tom che mi fece cenno di andare altrimenti sarebbe stato peggio. Mi alzai a fatica e vidi il soldato molto arrabbiato.
Soldato: WER IST???
Michelle: - con voce bassa e spaventata dissi – ich..
Soldato: komm!
Andai verso di lui, tutti mi guardavano con aria triste ma mi dicevano 'ci rivedremo stai tranquilla' ma c'era poco per cui stare tranquilli in quella situazione così assurda. Zoppicavo e avevo paura che mi avessero scoperto e che mi uccidessero li davanti a tutti e non avrei sopportato di morire davanti alle persone a cui volevo bene. Il soldato mi disse che aveva visto il sangue nella neve e che conduceva qui e mi disse di prendere le mie cose e andare nella cabina 200 rimasi scioccata nel vero senso della parola perchè non volevo lasciare i miei amici e mia sorella, non volevo stare sola! Gli risposi "perchè?" la sua risposta? Semplice, fu "fai come ti dico o ti uccido!" Bene era quello che volevo sentirmi dire per rassicurarmi ottimo! Andai verso mia sorella la strinsi forte e strinsi anche tom.
Tom: ti prometto che ti verrò a prendere!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Annuì con la testa e mi cadde una lacrima sul un viso stanco sporco privo di vita, stavo diventando come loro ma mi fidavo di tom, credo di essermi innamorata di lui. Presi la mia coperta, il mio bicchiere e la mia ciotola e andai verso il soldato che guardava tutti noi con disprezzo. Mi prese il braccio e mi accompagnò alla mia futura dimora era lontana molto lontana da tom e Anja a non volevo essere così lontana. Mi lasciò davanti a quella casa tutta di legno con 3 finestra di ferro, la cosa che mi impressionò di più era il fumo dei forni crematori, era sempre più vicino e questo mi spaventava molto, non volevo morire, volevo vivere avere una famiglia ed essere felice ma forse non era ne il luogo ne il momento di avere un sogno. Entrai li dentro, le persone mi guardarono con sguardo curioso come se cercassero di conoscere la mia vita prima di venire qui. Leggevo in molto occhi la speranza di vivere, in altri la disperazione, in alcuni perfino la morte. Poi sentii una voce.
Voce: Michelle oddio sei viva!
Mi voltai era Karen la mia migliore amica, non avrei mai pensato di rivederla.
Michelle: karen oddio grazie a dio sei viva che bello! Come stai?
Karen: come te!
Michelle: A allora da schifo
Karen: esatto che mansioni hai?
Michelle: consegnare il cibo e lavori forzati nella costruzione di strada ferrovia tu?
Karen: io prendere i vestiti degli altri e portarli dai tedeschi e costruire la ferrovia ovest
Michelle: come ne costruiscono un'altra?
Karen: si ne arriveranno altri.
Michelle: come altri? Oddio sai niente di mia sorella Teresa?
Karen: oh teresa l'ultima volta che l'ho vista è stato 2 giorni fa stava bene, lei lavora alla mensa ma ora non so dove sia
Michelle: oh l'importante è che stia bene.
Karen: si senti vicino a me cè un letto puoi metterti li se vuoi
Michelle: oh si grazie vengo subito prendo le mie cose
Karen: ok
Mi voltai chiusero la porta, il vento gelido mi sfiorò il viso, vidi la cabina davanti alla nostra tutta innevata poi il buio. Andai dietro a Karen notai che nel mio letto sotto c'era un buco, si vedevano tutte le cabine erano tutte uguali vedovo il cielo nero oscurato dal fumo dei forni crematori, vedevo il filo spinato che divideva la libertà e la prigione, vedevo delle persone lavorare e un faro che girava e illuminava le cabine per vedere se c'erano degli ebrei intenti a scappare. La mia voglia di scappare era immensa. Mi addormentai piangendo, avevo ripensato alla mia breve vita, alle persone che avevo conosciuto e che avrei perso.

6 giorni dopo...

la vita qui dentro si fa sempre più dura la mia gamba sta migliorando e i tedeschi mi hanno assegnato altre mansioni oltre alla ferrovia devo pulire le docce. Sono arrivati altre persone e hanno avuto lo stesso benvenuto, nella nostra cabina ci sono 5 nuovi arrivati 3 uomini e 2 donne. Penso ad Anja e alla sua situazione non so come fare per aiutarla, il fratello di Karen è molto simpatico nonostante questa situazione lui ride sempre è questo il bello di lui ma dentro soffre molto oggi, mentre consegnavo il cibo alla mensa karen mi ha detto una cosa che non mi sarai mai aspettata. Mentre servivamo il cibo ai tedeschi Karen cominciò a parlare. Karen: Michelle devo parlarti!
Michelle: dimmi
Karen: aspetta
Un tedesco ci stava osservando, poi si girò mentre mettevamo la zuppa nelle ciotole mi disse tutto, ci girammo parlando a bassa voce per non essere scoperte. Karen: mio fratello ha visto un certo tom e gli ha dato una lettera per te
Michelle: davvero? E dov è adesso?
Karen: c'è l'ha mia fratello gliel'ha data prima mentre lavoravano alla ferrovia, dopo quando torna te la darà.
Michelle: oddio grazie non sai quanta felicità mi hai dato
Karen: ma chi è questo tom?
Michelle. È un ragazzo che ho conosciuto qui al campo
Karen: cè non ci credo siamo in piena guerra e tu rimorchi ma guardatela
Rise poi fummo zittite dai tedeschi. Rimanemmo in silenzio e continuammo a servirli. Karen andò a servire la zuppa ai tedeschi uno la fermò e le disse di sedersi sulle sue ginocchia lei mi guardò e si sedette poi il tedesco cominciò a toccarla, lei si dimenava dicendo di smettere poi riuscì a liberarsi ma il tedesco le strappo un pezzo del pigiama facendola rimanere senza una manica si alzò andò verso di lei le prese il viso con la forza e la buttò a terra. Lasciai le mie mansioni per intervenire raccolsi Karen e la portai in cucina, aveva un pesto all'occhio ma stava bene. Michelle: dio quelli non li sopporto adesso vogliono anche approfittarsi di noi! Incredibile
Karen: non dire niente a mio fratello altrimenti farà una pazzia gli diremo che ho sbattuto la testa ok?
Michelle: va bene senti devo parlarti, mia sorella Anja è incinta e di 4 mesi e molto presto la pancia si noterò come facciamo? La uccideranno se la scoprono, lei deve lavorare e la scoprirebbero con la pancia non si può chiedere di cambiare mansioni?
Karen: per cambiare mansioni dovrebbe farsi male, però dipende alcune volta cambiano, lei cosa fa?
Michelle: lei si occupa dei bambini insomma deve tenerli d'occhio e deve pulire la mensa
Karen: allora non la scopriranno i tedeschi non badano ai bambini e le pulizie si fanno alle 17 e i tedeschi alle 16 partono per ritornare a lavoro e prima delle 20 non tornano quindi tua sorella non dovrebbe avere dei problemi.
Michelle: davvero?? beh allora speriamo che non le succeda niente
Il nostro turno era finito tornammo in cabina mi sedetti sul letto guardavo la porta in attesa che entrasse il fratello di Karen, si aprì la porta entrarono molte persone poi lo vidi gli corsi incontro e gli chiesi della lettera me la diede. La lessi.

Cara michelle,
so che è una pazzia, ma che ne dici di scriverci delle lettere almeno ci sentiremo, Lorenz il fratello di Karen si è offerto di fare da trasmettitore tu te la senti di scrivermi? Sai nonostante non ti conosca molto mi manchi forse perchè sei l'unica persona che ho conosciuto qui dentro che mi ha trasmesso una speranza per cui vivere, spero di vederti presto. Aa bill si sta innamorando di Anja nonostante sappia della sua gravidanza, glielo si legge in faccia e anche Anja sembra ricambiare, ha saputo da poco che il suo ragazzo è stato ucciso sul fronte è triste ma bill le sta vicino, come vorrei essere con te adesso. Se non te la senti di scrivermi non importa vorrà dire che pregherò per incontrarti.
Mi manchi
Tom

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quella lettera era così bella, nonostante fosse breve era fantastica, mi dispiaceva un sacco per Anja, decisi di rispondere ma non avevo ne carta ne penna così chiesi al soldato che era di fuori di procurarmeli e la sua risposta fu di dargli il cibo indietro in cambio di una penna e un foglio, gli diedi il pane anche se morivo di fame, ma la fame poteva aspettare. Risposi alla lettera raccontandogli di Anja e di me e del fatto che anche lui mi mancava. Poi entrò un soldato nascosi il foglio e la penna sotto le coperte, il soldato ci disse che dopodomani saremmo partiti per andare a lavorare nelle colline e che saremmo tornati verso la fine di ottobre, volevo morire avevo appena ritrovato tom e già dovevo dimenticarlo, il soldato uscii. Scrissi a tom ciò che ci aveva riferito a malincuore. Triste e sola mi raggomitolai nel mio letto e rimasi in silenzio, avevo un giorno per poter rivedere tom poi non l'avrei visto per un mese. Il giorno dopo verso le 20 di sera decisi di scappare dal buco della mia cabina, i tedeschi sorvegliavano soltanto il davanti, il dietro era sorvegliato dal faro mi addormentai e verso le 3 di notte mi svegliai e senza fare il minimo rumore uscii dalla cabina rischiando la vita ma dovevo rivederlo. Uscii e corsi più in fretta che potevo all'altra cabina, ne avevo molte da raggiungere prima di arrivare alla 135 arrivata alla 133 senza problemi mi accorsi che nella 134 c'era un cane che sorvegliava la cabina, maledizione questa non ci voleva, presi fiato e appena il cane si girò corsi più forte che potevo fino ad arrivare alla 135 il cane cominciò ad abbaiare il soldato della 135 raggiunse quello della 134 ispezionarono la cabina e io entrai nella 135. Mi diressi verso i loro letti. Vidi Anja dormire tranquilla con una mano sulla sua pancia era cresciuta dall'ultima volta, la svegliai tappandole la bocca, mi vide e fece un sorriso immenso si alzò dal letto e mi abbracciò così forte da non sentire più il respiro, le raccontai quello che avevo scritto nella lettera di tom e lei mi disse che gliel'ha aveva riferito, andai verso il letto di tom e feci la stessa cosa. Appena mi vidi diede una botta con la testa contro il letto sopra il suo, feci una risata buffa, scese dal letto lo abbracciai forte, come per dirgli che non l'avevo dimenticato anche lui ricambio l'abbraccio. Poi cominciammo un dialogo a voce bassissima.
Tom: ma come hai fatto a venire qui?
Michelle: sono scappata.
Tom: come sarebbe a dire che sei scappata?
Michelle: si nella mia cabina sotto al mio letto cè un buco così sono uscita e ho corso fino ad arrivare quì
Tom: che cabina sei?
Michelle: la 200
Tom: hai corso fino a qui dalla 200?
Michelle: si perchè?
Tom: sei coraggiosa! Come stai?
Michelle: io bene tu?
Tom: bene finalmente, mi sei mancata tanto in questi 6 giorni allora devi partire?
Michelle: si partiamo domani non potevo partire senza salutarti
Tom: hai fatto bene. Ma allora tornerai a ottobre e come farò io senza di te
Michelle: dovrai resistere. Senti devi promettermi una cosa!
Tom: cosa?
Michelle: che durante la mia assenza non ti succederà niente e che tu vivrai, non voglio tornare sapendo che sei morto chiaro!?
Tom: ok te lo prometto stessa cosa vale per te
Michelle: perchè? Parti anche tu?
Tom: si ci mandano a lavorare in montagna, sui ghiacciai
Michelle: oddio ma anche Anja e gli altri?
Tom: no solo noi uomini
Michelle: aa ok beh allora stai attento
Tom: si te lo prometto quando torni troveremo il modo per rivederci
Michelle: ok lo spero
Tom: aa michelle grazie
Michelle: e di cosa?
Tom: di essere venuta
Michelle: oh è stato un piacere
Tom: vieni qui!
Mi strinse, mi sarebbe mancato moltissimo domani e poi per un mese senza vederlo, sarà stata dura, si era ufficiale mi ero innamorata di lui ma lui sembrava meno innamorato insomma penso che mi ritenesse una amica più amica ma col tempo magari i suoi sentimenti sarebbero cambiati, chissà. Era tardi e dovevo ritornare alla mia cabina strinsi Anja salutai bill che si era appena svegliato abbracciai tom e uscii. I tedeschi erano spariti la cosa mi preoccupava, ma forse erano andati a dormire corsi velocissima fino alle 196 poi un silenzio immenso si sollevò dal campo un silenzio strano, poi un urlo che mi fece rabbrividire e poi ancora il silenzio, rimasi immobile attaccata alla cabina, vedevo i ghiaccioli sul tetto della cabina davanti alla mia poi sentii delle vocine come di bambini. Mi sporsi e vidi una fila di bambini piccoli età dai 4 anni in su con davanti un soldato. Osservai. Soldato: forza bambini cantate una canzone
Bambini: va bene
Si misero a cantare e vidi che il soldato portare i bambini ai forni, rimasi sconvolta volevo piangere, non potevo credere a quello che stavo vedendo i bambini ridevano ignari di quello che stava avvenendo poi si inoltrarono nella nebbia del campo e non li vidi più. Scivolai sulla cabina rimanendo a terra distrutta da quella scena orrenda. Non potevo credere, come si può uccidere? Come si può uccidere dei bambini innocenti? Chi era che ci stava facendo questo? È perchè voleva farlo? Ritornai alla mia cabina non correvo neanche più era freddo, ero stanca e c'era la nebbia a proteggermi, entrai nel buco e mi misi nel mio letto, mi raggomitolai nella mia coperta e rimasi li a piangere in silenzio sentendo le voci dei bambini che urlavano nelle mia mente, un'immagine che avrei voluto cancellare! Ma il dolore era troppo forte, mi addormentai tra le mie lacrime.

La mattina seguente....

Alle 5.30 un soldato venne a prenderci ci fece svegliare di scatto e ci ordinò di prendere le nostre cose e andare alla stazione e salire sul treno, fecimo ciò che ci aveva chiesto. Salimmo su quel treno vidi Karen e la raggiunsi salimmo sul treno tutti ammassati, senza aria, ne acqua, ne cibo, eravamo in delle condizioni penose nemmeno gli animali vivono così male. Il viaggio durò molto dalle 7 alle 9 ore non so dirlo ma so solo che per 7 ore rimanemmo in piedi su quel treno era la cosa più dolorosa del mondo mi sedetti dal male, ma le persone mi schiacciavano allora mi rialzai e rimasi in piedi quando finalmente arrivammo, ma questa volta non c'erano campi o cabine solo due grandissime tende, una centrale e la ferrovia e una collina che nascondeva perfettamente il tutto. Eravamo isolati la cosa che mi sollevò era la mancanza di forni quindi eravamo salvi ma a quanto pare mi sbagliavo osservai la collina era ripida e qualunque cosa ci avessero fatto trasportare non sarebbe stato facile. Ci condussero nelle tende lasciammo i nostri averi e ci diedero dei mattoni (cosa che temevo) dovevamo portarli in cima, li ci sarebbe stata la costruzione. I mattoni erano aumentati dalla dose normali invece di 8 kg erano 10kg e questa volta la salita era davvero davvero ripida. Cominciammo a scalare, i piedi si immergevano nella neve era ancora più faticoso, alcuni mattoni cadevano a causa della ripidità della collina molti cadevano a terra stremati, alcune persone le più anziane erano morte durante il tragitto i tedeschi su dei cavalli raccoglievano i corpi. Delle scene che nessuno potrà mai capire, quello che hanno visto i miei occhi è terribile. Ero arrivata a metà della strada quando sprofondai nella neve e non riuscivo più a emergere avevo troppi mattoni, chiedevo aiuto ma nessuno si fermava ad aiutarmi poi vidi mia sorella Teresa che mi aiutò a uscire, uscii la strinsi a me e continuammo il percorso le chiesi tante cose se stava bene e cose così la sua risposta come quella di tutti gli altri “da schifo!” arrivammo alla cima della collina e vidi il più grande centro di ferrovie mai visto, era enorme più grande di quello che c'era al campo una cosa immensa. I soldati ci fecero cenno di poggiare i mattoni su un punto e di raggiungere la ferrovia, andammo verso la costruzione ci diedero una zappa, del cemento e delle grate da portare ai tedeschi che si trovavano ancora più in su. Cominciammo a salire, le grate erano pensanti ma dovevo resistere l'avevo promesso a tom come lui l'aveva promesso a me.
Chissà come stava facendo ora?

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Dalla parte di tom...
Sono venuti a prenderci alla stazione con un furgone verde militare siamo saliti e stiamo percorrendo un tragitto pieno di buche. Siamo arrivati in montagna è tutta innevata e tira aria ghiaccia sarà dura lavorarci ma devo farcela l'ha promesso a Michelle. Andai verso il soldato che dava gli attrezzi, ci diede una corda, un martello e 3 travi. Le travi erano pesantissime tutto sulle spalle e su per la montagna era difficile camminare c'era la neve e si scivolava, vedevo bill non farcela era più magro di me non era mai stato grasso però era sempre stato sottopeso e adesso stava dimagrendo ancora di più. Presi una sua trave me la caricai sopra e a malincuore avanzai, bill era distrutto ma arrivo prima di me, io avanzavo a fatica, arrivai in cima, da li vidi tutto il paesaggio, una distesa di neve copriva le colline vedevo gli altri prigionieri lavorare sembravano formiche da quassù. Cercavo Michelle ma era come cercare un ago in un pagliaio, mentre ero distrutto un soldato mi buttò a terra come per svegliarmi mi rialzai e mi disse di andare dall'altro soldato, andai da lui e mi diede una chiave inglese e dei chiodi e insieme al martello che ci avevano dato cominciai ad aggiustare l'universo ma almeno non era faticoso solo che le mani dopo un po' mi facevano male. Bill mentre batteva i chiodi si sbatteva ogni secondo il martello sulle dita così cambiò e passò a sistemare il motore del treno cosa che gli riuscì egregiamente bene devo dire. Finito il lavoro ci caricarono su un furgone e ci portarono giù, arrivati nella zona bassa della montagna ci misero in delle cabine piccolissime dove dentro dovevano starci 45 persone e noi eravamo 60. Entrammo io e bill riuscimmo a prendere due letti gli altri i meni fortunati dovettero dormire per terra. La mattina seguente stesso lavoro, stessa vita.
Dalla parte di Michelle...
Avevo finito il lavoro ero distrutta, erano le 22 ma a quanto pare i tedeschi volevano farci lavorare anche di notte, una donna chiese se potevamo dormire qualche ora e un soldato le sparo dritto in fronte cadde a terra priva di vita imbrattando tutto il sentiero di sangue, il sangue si divagò raggiungendo il fiume e sporcando l'acqua cristallina illuminata dalla luce della luna in acqua giallastra. Un tedesco, penso, un superiore riprese il soldato che aveva sparato dicendogli di ripulire perchè il sangue sarebbe arrivato a valle a avrebbe provocato dei sospetti, incredibile quanto le persone potessero essere subdole. Andai avanti non volevo vedere quella scena, il tedesco si mise su un sasso e ci ordinò di girarci e di guardarlo ci disse le mansioni che avremmo svolto cioè: pulire la ferrovia dai sassi, chiodi e altre cose
costruire dei pozzi
riparare il motore del treno H158SZ
Raccogliere i corpi di coloro che erano morti durante il tragitto oppure durante i lavori.
Speravo che non mi sarebbe toccato l'ultimo compito e invece mi capitò pulire la ferrovia e raccogliere i cadaveri, ottimo quello che volevo. Cominciai a pulire la ferrovia ma per mia disgrazia era già pulita, cominciai con il raccogliere i corpi, li sollevavo non volevo guardarli in faccia non avrei sopportato quel dolore impresso nei loro visi. Li raccoglievo uno per uno facevo delle piccole mucchie poi i soldati passavano e gli davano fuoco. Mentre raccoglievo quei corpi senza vita mi accorsi di un corpo che non avrei mai voluto vedere li steso a terra immerso nella neve col viso rivolto verso il basso, era quello di mia sorella Teresa appena la vidi li stesa mi si spezzò il cuore, avevo perso anche lei e questo mi distruggeva. La presi la tenni tra le mie braccia e sprofondai nella neve, quella candida bianca neve che mi bagnava il vestito a strisce blu e bianco, odiavo questa vita volevo morire anche io, troppa sofferenza, troppi morti avevo visto troppe cose brutte che mi uccidevano piano piano. Era una vita dura ma che dovevi vivere e se il mio dio aveva deciso che non sarei dovuta morire adesso, allora voleva dire che dovevo lottare più che mai adesso! Misi mia sorella nella mucchia nonostante volessi darle una degna sepoltura. Buttarono la benzina e poi il fuoco, il fuoco che oltre a bruciarli bruciava le loro anime, erano morti senza più un'anima per cui vivere! Tornai alla ricerca di altri corpi ma non ne trovai altri, solo uno di un vecchio ma lo presero e lo misero in una fossa. Ci dissero che potevamo tornare alle cabine che ci avevano costruito per la sera. Scesi la collina con lo sguardo triste ripensavo a tutto quello che era successo in un misero mese, in un mese avevo perso tutta la mia famiglia, ora eravamo rimaste solo io e mia sorella Anja. Pregavo che mia sorella se la cavasse con la gravidanza che non sarebbe dovuta esistere. Entrai nella cabina vidi Karen le corsi tra le braccia e piansi, le raccontai ciò che avevo visto, il fratello di Karen Lorenz venne verso di me e mi porse una lettera, lui lavorava in montagna ma lui e altri uomini erano venuti qui perchè lassù non c'era posto per ospitarli. Lorenz: ciao questa è per te.
Michelle: oh grazie
con le lacrime ancora agli occhi, apri la lettera era di tom come pensavo, l'inchiostro era sbavato.

Cara Michelle,
so che che sei in collina, malgrado io sia a mille km sopra di te sappi che ci sono ti vedo nonostante l'altezza e posso sentirti da quassù e sento che sei triste non so perchè ma lo sento. Spero di sbagliarmi ma ho questo presentimento. Dimmi che sbaglio non sopporto di sentirti così triste se vuoi raccontami. Anja non l'ho più vista da quando siamo partiti ma quando siamo partiti lei stava bene al campo ci sono anche meno tedeschi quindi non avrà problemi, credo che bill si stia ammalando e seriamente penso e da un po' di giorni che ha sempre la febbre poi è dimagrito ancora, penso che non riuscirà a farcela, gli do anche il mio di cibo per aiutarlo ma non gli danno forze sufficienti e io nonostante digiuni e lavori ho la forza, forse è una forza che mi trasmetti tu. Spero di rivederti non vedo l'ora che finisca questo mese per rivederti e spero che questo schifo finisca presto!
Tom

Beh non c'era molto da dire tom mi aveva sentito a quanto pare. Gli scrissi una lettera di risposta e la diedi a Lorenz non so perchè Lorenz lo facesse, rischiava la sua vita per noi e non capivo perchè.
Michelle: senti Lorenz volevo ringraziarti per quello che fai, ma perchè lo fai? Insomma rischi di essere ucciso se ti scoprono.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Lorenz: non importa quello che mi succede, vedi io prima di venire qui avevo una ragazza la volevo sposare, e ci saremmo dovuti sposare a giugno ma la vita è strana a volte, la mia ragazza è stata portata e Bonker e io sono qui. Ci hanno divisi e chissà se la rivedrò, mi manca moltissimo e voi due avete la possibilità di sentirvi e penso che anche tom farebbe lo stesso per me. Lo conosco da molto tempo ormai eravamo amici anche prima di entrare qui, ma spero che usciremo vivi tutti da qui comunque non ho paura della morte non mi spaventa quando arriverà io lo saprò.
Michelle: Lorenz mi dispiace per la tua ragazza ma quanti anni hai tu?? e lei quanti?
Lorenz: io ne ho 24 lei 22 sai com è quando trovi l'amore della tua vita non puoi dirgli di no e tu penso che hai appena detto di si a tom
Michelle: aa ma io..
Lorenz: te lo si legge negli occhi che hai lui in testa!
Michelle: ma non lo conosco neanche molto bene, ci ho parlato poche volte però sento qualcosa per lui.
Lorenz: si chiama amore Michelle
Michelle: mah..
Non sapevo se crederci davvero, magari era solo una cotta quella per tom insomma il ragazzo grande, affascinante non era proprio un'amore il mio, non so come definirlo insomma lo conosco da soli 3 giorni come posso chiamarlo amore, però è un amico. Mentre fantasticavo, un soldato entrò ci ordinò di andare ai bagni. Era il nostro turno, il bagno ci era concesso solo 2 volte al giorno e se in quelle due volte non ne avevi bisogno dovevi farti venire il bisogno. Il mio era un bisogno particolare dovevo ricercare l'anello che avevo ingoiato una volta trovato lo misi all'interno della mia scarpa e per assicurarmi che i soldati non notassero niente di strano cercai di essere più normale possibile. Finito il lavoro duro mi ritrovai ancora nella mia cabina, presi l'anello lo nascosi in mezzo alle assi del letto. Sperando che i tedeschi non l'avessero trovato. Mi misi a dormire e sperai di risvegliarmi nel mio letto di casa mia cosa che speravo sempre.

La mattina seguente...

Quando ci svegliammo Lorenz non c'era, era già partito con gli altri e la mia lettera era in mano sua, speravo che tom l'avesse ricevuta. Oggi ci spettava lavorare al treno ma agli interni almeno questo lavoro era bello io Karen e altre ragazze dovevamo cucire delle coperte non so per cosa, ma questo treno non era per gli ebrei che dovevano trasportare ma sembrava un treno di prima classe per qualcuno. Finito di cucire le coperte ci presero e ci portarono dentro e ci ordinarono di allestire il treno con le cose che trovavamo li. Allestimmo il tutto e ci fecero uscire, ci portarono nelle mense e ci fecero dare il cibo ai nostri simili come ci dissero loro. Presi il mestolo e servi una specie di pappetta liquida marrone, non voglio nemmeno pensare cosa fosse.

Intanto dalla parte di tom...

Lorenz: bill bill mi senti? Apri!
Bill aprii la porta della cabina.
Bill: che ci fai qui?
Lorenz: dai questa a tom è di Michelle, più tardi passerò per la risposta ok? Dagliela
Bill: okok
Bill chiuse la porta e fece come gli aveva detto diede la lettera a tom. -narratore-
Rimasi immobile vedendo quel pezzo di carta nelle mie mani, mi aveva risposto aprii senza pensarci.

Caro tom, hai sentito bene, sono triste oggi ho scoperto che è morta mia sorella Teresa, l'ho dovuta prendere in braccio e buttarla nella mucchia dei cadaveri è stato orribile non sai quanto.. spero che Anja stia bene, mi è rimasta solo lei della mia famiglia e se morirà anche lei sarò sola al mondo e non voglio essere sola. Spero che in qualche modo riuscirò ad uscire viva di qui e spero che ce la faremo insieme. Bill sta ancora male? Digli che si copra bene lassù fa freddo digli che beva molta acqua e tieni questa è una bustina di zucchero gli servirà per dargli un po' di zucchero e per te farò in modo di darti del cibo sto già pensando, domani se mi faranno servire alla mensa prenderò del pane in più per te. A presto
Michelle

Le sue parole erano così forti, la sua firma era scritta tutta tremante, deve essere spaventata e questo mi distrugge vorrei abbracciarla ma non posso questa lontananza è così stupida. Non so cosa provo per lei ma è come un senso di protezione mi sento come il suo fratello maggiore e ho come il dovere di sapere che non le succeda nulla, spero davvero che non le succeda nulla. Le rispondo.

Dalla parte di Michele....

Lorenz era tornato nella cabina ma io non c'ero, c'era solo Karen gli diede la lettera, io ero a lavorare solo che questa volta ci avevano portato in un bosco, dovevamo costruire delle torrette di controllo per i tedeschi. Non so a cosa servissero ma notai che c'era qualcosa di strano, c'era una ferrovia e una casa molto grande e molto lussuosa e queste torrette venivano costruite attorno alla casa. Allora non erano di controllo ma servivano per proteggere la casa o ancora meglio la persone che ci abitava, doveva essere colui o colei che aveva ideato questo orrore e volevo vederlo in faccia! Mentre trasportavo le travi di legno mi voltai per vedere se il soldato mi stava guardando, stava rimproverando un prigioniero ne approfittai per buttare la trave e dirigermi verso la casa maledetta. Era nascosta dalle piante, era grigia e bianca con ampie finestre che si affacciavano al campo e alla montagna, c'erano dei furgoni con scritto “SS” avevo sentito parlare delle SS erano dei soldati di difesa sotto un capo, quello dell'orrore. Mi avvicinai lentamente c'erano delle guardie alla porta andai dietro la casa, mi avvicinai ad una finestra e vidi colui che aveva ideato questo schifo! Un uomo sui 40 anni basso con pochi capelli neri, occhi neri come il carbone dei forni crematori, un naso enorme dei baffetti neri che gli ricoprivano il naso e la bocca. Parlava in modo molto aggressivo non riuscivo a sentire i vetri erano troppo spessi. Vidi che diede ai soldati un foglio con sopra un grosso simbolo erano come delle S incrociate poi urlò il nome SVASTICA. Una svastica, era una svastica, poi li vicino nazista il gruppo erano loro. Volevano ucciderci tutti. Non capivo perchè tutto quell'odio verso di noi. Insomma eravamo solo ebrei cosa volevamo da noi. Poi ebbi la risposta.
“il nostro obbiettivo è sterminare questa razza ebraica, sono inferiori, sono indemoniati, sono coloro che vi porteranno via il lavoro, le famiglie, credono in un dio che non esiste, uccideranno la germania se non facciamo qualcosa noi dobbiamo sterminare questa razza immonda! Mi avete sentito? Dobbiamo ucciderli tutti!”
Le parole di quell'essere mi avevano pietrificato. Sentii dei rumori mi nascosi subito, c'era un contenitore della legna mi misi li dentro e vidi delle gambe rivolte verso il barile. Poi sentii altri passi venire verso di me. Era arrivata la mia fine. Mentre il soldato spostava i pezzi di legno venne richiamato da un sergente, andò da lui voltandosi per vedere se c'era qualcosa. Poi sparì, tirai un sospiro di sollievo. Uscii subito da li guardai se c'era qualcuno e corsi nel bosco. Correvo più forte che potevo non volevo voltarmi non volevo rivedere quella casa dell'orrore, dove avevo sentito quelle parole infernali. Volevo solo sprofondare e non riemergere. Arrivai al punto di lavoro, trovai la trave che avevo buttato la ripresi e la portai alle torri. Finito il lavoro ci portarono alla casa, la rividi e volevo tornare indietro, vidi il killer salire su una macchina lussuosa e sparire nel bosco. Ci fecero entrare e a noi donne ci fecero pulire tutta la casa mentre gli uomini doveva spaccare la legna. Entrai in quella casa notai il clima così freddo e distaccato. Mobili antichi, cose così strane, ci fecero andare nelle camere, entrai in una camera. Era la camera di una donna c'erano dei vestiti molto elegante sul letto e cominciai a pulire. Volevo sputare su ogni cosa che vedevo ma eravamo sorvegliate da dei soldati che stavano sulle porte. Nella mia camera c'era un soldato era giovanissimo penso avesse 18 anni. Gli chiesi molto gentilmente.
Michelle: perchè lo fai? Sai quello che vogliono farci? È ingiusto e voi non vi ribellate! Ci lasciate morire
Mi puntò il fucile addosso dicendomi di stare zitta, poi con aria stanca di una persona che non ne poteva più di vivere così, mi disse.
Soldato: tu pensi che io sia felice a fare questo lavoro? Pensi che mi piaccia minacciarti, pensi che io voglia che migliaia di persone muoiano a causa mia. Pensi che io stia bene mentre vedo uccidere le persone sotto i miei occhi e non possa reagire? Pensi che io voglia? Eh rispondi forza.
Michelle: io non lo so. Ma perchè non fai niente! Sei uno di loro. Puoi ribellarti
Soldato: mi ucciderebbero se facessi qualcosa per voi. Vorrei potervi aiutare ma non posso.
Michelle: come ti chiami?
Soldato: Klaus Schneider di varsavia tu?
Michelle: Michelle Muller di Hamburg
Soldato: rimettiti a lavoro arriva qualcuno
Mi rimisi a lavoro, non erano tutti dei mostri, almeno qualche soldato buono c'era. E forse lui mi avrebbe aiutato con mia sorella Anja. Volevo parlargliene ma non sapevo se farlo o no.
Decisi di dirglielo.
Michelle: senti devo dirti una cosa che riguarda mia sorella posso?
Klaus: non qui ti dirò io dove e quando
Michelle: ok

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Klaus avevo lo sguardo spaventato, turbato, perso dentro un mondo dove non riusciva a ritrovare la strada per il ritorno. Mi prese il braccio per entrare nella parte del cattivo e mi fece uscire dalla casa disse ai soldati che mi avrebbe portato al fiume per farmi lavorare al ponte. L'altro soldato senza dire nulla acconsentì con un gesto della testa. Appena fummo un po' lontani dalla casa cominciò a parlarmi sempre di spalle, allentò la presa del braccio fino a staccarsi definitamente da me. Andammo dietro ad un cespuglio e li raccontai la mia storia. Mentre gli raccontavo tutto osservavo il suo viso, era stanco, aveva due occhiaie da far paura, era piuttosto magro, aveva due occhi blu come il cielo, un nasino alquanto piccolo, una bocca sottile e rosastra, i capelli biondi ricci coperti dal cappello della divisa. Eravamo inginocchiati dietro al cespuglio e quando finì la mia storia, mi guardò con due occhi scandalizzati poi iniziò a parlare.
Klaus: tua sorella è incinta?? ma sei pazza? Anzi siete pazze?? la uccideranno.
Michelle: si lo so, ma lei lavoro alla mensa e li i soldati non ci sono mai quindi non la vedono, e di conseguenza non noterebbero il pancione.
Klaus: di quanti mesi è?
Michelle: ormai sono 3 perchè era incinta già prima di venire qui
Klaus: allora dobbiamo portarlo via, è troppo rischioso per lei stare qui, sia per lei che per il bambino. Una volta che sarà nato li uccideranno entrambi, dobbiamo fare in modo che scappi da qui
Michelle: e come? Non è facile!
Klaus: ascoltami dopodomani cè un furgone che porta i prigionieri destinati alle camere a gas, li portano in un campo e si deve passare per la francia, quel camion lo guido io. Tua sorella la farò scendere io senza problemi e poi lei scappa va da qualcuno trova un modo. tu riesci a riferirglielo?
Michelle: si non cè problema.. senti puoi portare via anche qualcun'altro?
Klaus: massimo un'altra persona non di più
Michelle: ok ti ringrazio hai fatto anche troppo. Allora dopodomani dove ci troviamo??
Klaus: qui per te va bene? Ci troviamo qui e porta tua sorella e l'altra persona ok?
Michelle: ok perfetto! Ti ringrazio
Sentimmo dei passi, mi riprese il braccio e mi trascinò fuori.
Soldato: che state facendo qui dietro?
Klaus: la ragazza è caduta e l'ho tirata su con la forza signore
Il soldato mi squadrò bene, poi mi guardò in faccia i suoi occhi neri mi perforavano il viso pallido, erano così neri da mettere paura. Il soldato fece un cenno come per dire portala via e Klaus rispose all'ordine.
Quando ritornammo alla casa, era tornata la macchina lussuosa Klaus mi fece cenno di andarmene e di correre. Non chiesi perchè ma scappai qualcosa mi diceva che non era una cosa buona. Appena cominciai a correre dopo aver percorso pochi metri sentì degli spari. La mia prima paura era che avessero sparato a Klaus, volevo tornare indietro ma gli spari si ripetevano. 1 2 3 4 5 aumentavano sempre di più poi il silenzio. Non seppi mai cosa successe quel giorno, speravo tanto che i soldati avessero sparato all'ideatore di questo inferno. Ma invece mi sbagliavo, quegli spari erano stati sparati verso anime innocenti, persone buone come me, lavoratori, ebrei. E l'uomo malvagio ordinò ai soldati e quindi anche a Klaus di sparare a tutti coloro che trovava in casa sua. Ci odiava, eravamo animali per lui, ci considerava spazzatura, eravamo la vergogna di tutta la società come urlò. Volevo tornare indietro e ucciderlo. Non gli permettevo di parlare così di noi. Eravamo ebrei e con questo? Non eravamo inferiori, eravamo tutti uguali che senso aveva uccidere delle persone solo perchè credono in un dio diverso? Questa faccenda non riuscivo a capirla. Arrivai al campo dopo aver corso un sacco mi ritrovai stremata a tal punto da gettarmi nella neve dalla disperazione, le gambe mi facevano male, avevo le scarpe bagnate, avevo freddo e la cabina era lontana cercavo di resistere ma il dolore era troppo grande. Caddi a terra stremata dalla corsa. Rimasi li stesa immobile per 2 ore penso. Mi risvegliai e mi accorsi che stava nevicando e stava venendo il buio. Ricominciai a correre la neve mi offuscava la vista, non vedevo niente si era innalzata una forte nebbia e mi impediva di vedere dove stessi andando. Poi vidi una luce decidi di seguire quella direzione, non l'avessi mai fatto.. era un camion delle SS mi nascosi subito ma mi sentirono. Mi nascosi dietro un albero un soldato scese dal camion venne verso l'albero mi vide e mi prese con forza e mi mise sul camion insieme a tutti i soldati. Avevano tutti con una espressione arrabbiata e mi guardavano con disprezzo. Ero spaventata a morte, non sapevo che fare. Poi il camion si fermò un soldato mi fece scendere e mi mise contro un muro di una casa abbandonata, mi puntò il fucile contro, chiusi gli occhi sentì lo sparo, aprì gli occhi e vidi il soldato davanti a me per terra immobile, un cumolo di sangue irrompe sulla neve. Alzai gli occhi sconvolta e vidi Klaus che mi sorrise. Poi il generale scese. Cominciò a urlargli di tutto in tedesco non capivo parlava troppo veloce, Klaus rispose che io ero una lavoratrice e che il capo aveva ordinato di non ucciderla. Era un balla ovviamente. In quel momento avrei voluto stringerlo forte a me e ringraziarlo di avermi salvato la vita. Il generale smise di parlare e mi riportò insieme a due soldati nella cabina. Quel tragitto con i due soldati fu il tragitto più silenzioso che ebbi mai fatto. Non una parola, non un respiro, nulla solo il silenzio e il rumore delle scarpe che foravano la neve. Arrivai al campo, corsi verso la cabina, i soldati tornarono indietro si accertarono che fossi entrata poi chiusero la porta.
Corsi verso Karen, la abbracciai non vidi Lorenz e mi preoccupai molto. Aveva la faccia molto preoccupata chiesi spiegazioni.
Michelle: dov è Lorenz?
Karen: non è ancora tornato, gli altri sono tornati ma lui e un suo amico ancora no, ho paura Michelle
Michelle: non temere arriveranno, si vede che li hanno trattenuti per altri lavori
Karen: lo spero. Lo spero davvero
Lo speravo anche io, era l'unica forma di vita che poteva vedere tom e avevo bisogno di lui. Mentre pregavo che tornasse aprirono la porta non si vedeva niente solo la tormenta di neve, due soldati buttarono a terra Lorenz e il suo amico. Lorenz aveva una brutta ferita alla testa e il suo amico alla gamba. Mi occupai di Lorenz tamponai la ferita non era grave ma quella del suo amico si, aveva perso molto sangue, non pensavo che sarebbe stato in grado di superare la notte. Comunque cercai di bloccare l' emorragia. Lorenz era stranito, si guardava intorno come se non capisse dove fosse. Poi mi allungò la lettera di tom e chiuse gli occhi. Era svenuto lo portammo nel letto di Karen per fare in modo che riposasse. Mi sedetti guardai quella lettera era imbrattata di sangue, c'era scritto Michelle. La apri cominciai a leggere.

Cara Michelle,
ti ringrazio per le cose che ci hai mandato, bill si è ripreso e Anja sta bene. Ho detto di tua sorella a Anja e ora è triste come te, mi dispiace molto per tua sorella. Se hai bisogno di sfogarti io sono qui. Quassù è molto freddo, poi è iniziato a nevicare presto scenderà anche da voi penso. Per il resto stiamo bene, non vedo l'ora di rivederti, questa lontananza mi uccide! A prestissimo!
Tom

Ora dovevo dirgli dell'evasione, e sarebbe stato durissimo trovare il modo per far venire Anja e Bill quaggiù. Ma dovevo inventarmi qualcosa! Cominciai a scrivere qualcosa ma le parole non venivano, tremavo perchè avevo paura che potesse succederli qualcosa per colpa mia. Cominciai a scrivere qualcosa.

Caro Tom,
ho conosciuto un soldato si chiama Kluas è buono non temere, è disposto ad aiutarci, riuscirebbe a far evadere Anja e un'altra persona, avevo pensato Bill, così potrà starle vicino. Klaus mi ha assicurato che non li succederà niente però ho un po' di fifa sinceramente, perchè se gli dovesse succedere qualcosa non lo sopporterei ma mi fido di lui. Che facciamo?? li mandiamo allora? Dovrebbero partire dopodomani e devi fare in modo di venire qui con Bill oppure solo loro. Anja va a prenderla Klaus. Ci stai? Io voglio aiutare mia sorella qui è in pericolo ed è meglio che se ne vada anche Bill visto che ha la salute messa maluccio. Io e te possiamo resistere ancora partiremo più tardi se Klaus riesce. Fammi sapere presto tue notizie.
Michelle

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


ok ora però Lorenz era ferito e non sarebbe riuscito a portare la lettera. Però mi assicuro di dargliela domani, ma volevo rischiare di perdere anche lui. Ma insistette allora decisi di credergli. Andai a dormire ero stanca, stavo finendo la carta dovevo sacrificare altro pane, in questo periodo non avevo mangiato niente solo bevuto acqua e la fame cominciava a farsi sentire. Andai dal soldato che ci faceva la guardia e chiesi della carta lui mi chiese il pane glielo diedi e in cambio ebbi la mia carta. Mentre tornavo alla mia branda vedevo tutto appannato, non mi sentivo più le forze avevo troppa fame. Vidi Karen venire verso di me con un pezzo di pane, me lo diede da mangiare, non me lo feci ripetere due volte e lo inghiottì tutto. Tornai alla mia branda, mi misi la coperta fino al naso era fredda quella sera, la tempesta era fortissima e il freddo si sentiva. La mattina seguente Lorenz stava molto meglio, ripartì per andare a lavorare. Io e Karen fummo portate in una riserva dove c'erano altri ebrei il nostro compito era quello di dare i pasti e almeno eravamo al sicuro. Finita la giornata di lavoro tornammo alla cabina c'era Lorenz con una busta in mano, me la diede sorridendo e mi abbracciò, non capì perchè l'avesse fatto. Ma non diedi importanza a quel gesto, apri la busta.

Cara Michelle,
la giornata si è svolta bene, io ci sto e anche bill, bill non è molto d'accordo perchè non vuole lasciarmi qui ma non mi importa riuscirò a scappare comunque. Anja spero che stia bene. Klaus è venuto qui oggi ha chiesto di me e mi ha illustrato il piano di fuga. Ce la faranno non temere mi ha assicurato che non ci sarà nessun pericolo. Partono questa sera. Spero di rivederti ormai manca poco, voglio abbracciarti. Sento la neve scendere giù e il vento soffia incessante, non so ma ti sento vicina. Spero di vederti presto. Ti voglio bene!
Tom

Era la prima volta che tom mi scriveva che mi voleva bene, era strana quella frase forse era per quello che Lorenz mi aveva abbracciato. Ero felice di sapere che Anja e Bill sarebbero scappati almeno sarebbero sopravvissuti e questo era l'importante. Lorenz si avvicinò a me, si sedette vicino a me e mi fissò.
Michelle: ma che hai oggi??
Lorenz: vi state innamorando!
Michelle: ma cosa hai bevuto oggi? Mi abbracci? Mi dici ste cose? Ma che hai?
Lorenz: perchè vuoi negarlo? Mentiresti a te stessa e lo sai. Ti ho abbracciato perchè sono felice per te.
Michelle: ma figurati se lui si innamora di me, sono più piccola e poi non credo di piacergli!
Lorenz: a no? Vedremo
Michelle: tu sai qualcosa vero?
Lorenz: chi io? No no niente
Michelle: Lorenz attendo spiegazioni.
Lorenz: tieni!
Mi porse un pezzetto di stoffa lo aprì, dentro c'era una scritta e un ciondolo a forma di angioletto. Sul pezzo di stoffa c'era scritto DU BIST MEIN ENGEL! Michelle: E questo?
Lorenz: bella vero? Me l'ha data tom è per te, era di sua madre.
Michelle: oddio ma è bellissima e perchè me l'ha data?
Lorenz: indovina? È innamorato di te stupida
Rimasi in silenzio ad osservare quel piccolo ciondolo a forma di angioletto, era così carino. Come era possibile, non ci conosciamo nemmeno però sento qualcosa di veramente forte per lui, e a questo punto penso sia lo stesso per lui. Mi misi la catenina e andai a dormire. Lorenz sorrideva.
Oggi sarebbe avvenuta la fuga. Klaus venne nella cabina e mi portò via dicendo al soldato che doveva perquisirmi. Mi portò nello stesso posto dell'altra volta. Vidi Anja e Bill, corsi verso Anja e la strinsi a me così forte da sentire il pancione. Salutai bill e lo abbracciai lui fece lo stesso. Ringraziai tantissimo Klaus per quello che stava facendo, rischiava la vita per loro e io gli dovevo tutto. Klaus mi riportò alla cabina e mi disse che la prossima settimana avrebbe potuto farci uscire però solo io. Gli risposi di no, non potevo andarmene lasciando tom. Questo mai! O insieme oppure niente. Mi sorrise e mi disse che mi avrebbe fatto sapere se ci fossero stati altri carichi. Lo salutai e tornai dentro la cabina. Quel giorno ci portarono più a nord dovevamo vangare la terra per spianare l'arrivo del treno. Quel giorno era freddissimo e la neve ricopriva tutto, era difficile spianare delle terra che era acqua. Mentre camminavamo i piedi sprofondavano in quel manto bianco, gli alberi sembravano di cristallo, il sole brillava tutto il campo sembrava un vastissimo manto di cristallo. Il sole illuminava le gocce di rugiada che scendevano dalle foglie degli alberi e illuminavano tutto. Arrivati in cima cominciammo a vangare, caddi varie volte, era fango e melma quella terra acquosa. I soldati dopo essersi accorti che era impossibile vangare la terra ci dissero di smettere e uno preso dalla furia uccise un ragazzo. Quel gesto mi fece così infuriare che gli urlai contro. Mi puntò la pistola alla testa mi guardò negli occhi e mi portò nel bosco. In quel momento capì che la mia fine era giunta. La morte, non ci avevamo mai pensato, una morte dolce, lenta non molto dolorosa avrebbe fatto in modo di portarmi via dal mio mondo. Uno sparo e tutto diventò buio, ero morta. Vedevo una luce così bianca verso di me, ma nient'altro poi vidi il viso di tom per l'ultima volta e poi il buio. Rimasi in quel bosco per oltre 3 giorni, non era morta avevo solo perso tanto sangue. Il tedesco furioso mi aveva colpito alla spalla e quella ferita mi era costata cara. Cercai di alzarmi ma era impossibile, mi appoggiavo agli alberi, ai sassi ma non riuscivo a stare in piedi. Poi arrivai alla mia cabina, riuscivo a malapena a sorreggermi. Poi aprì il portone e caddi lì. Karen mi soccorse, mi presero in 3 e mi portarono sul letto, avevo perso moltissimo sangue era un miracolo che fossi ancora viva dopo 3 giorni. Karen mi fasciò la spalla e mi fasciò anche la testa aveva una ferita che mi ero fatta sbattendo contro un masso. Il giorno seguente non mi svegliai, il giorno dopo nemmeno. E fu così per oltre 2 settimane. Ero caduta in un dolce coma. Le lettere di tom erano sempre di più e le mie risposte non ce n'erano, così Lorenz decise di raccontargli tutto. Tom quando lo scoprì impazzì si era preso tutta la colpa dicendogli che doveva proteggermi e che non ci era riuscito. Passarono 3 settimane, dopodichè mi svegliai, Karen era vicino a me, appena mi vide con gli occhi aperti le notai una piccola luce negli occhi. Mi abbracciò e mi strinse a se così forte da farmi sentire il male alla spalla. Come avevo fatto a passare 3 settimane immune dai soldati? Era l'unica cosa che mi premeva in testa la sua risposta? Mi avevano nascosta sotto il letto ogni volta che i tedeschi facevano le ispezioni. Ero scioccata ma gli dovevo la vita. Presi la catenina che avevo al collo la strinsi e come di impatto mi venne in mente tom, mi alzai dal letto, in quel momento fui presa da una forza immensa chiesi a Lorenz le sue lettere.. erano tantissime... quella che mi colpì di più fu quella del 26 settembre 1940.

Cara Michelle,
scusami! scusami tanto ma davvero tanto se non sono con te in questo momento, da quando è successo non riesco a darmi pace, per non averti aiutato. Vorrei essere li con te adesso ma non posso, odio tutto questo. Odio il fatto di non poterti dire quanto ti voglia con me. Sai in queste settimane dove tu non c'eri più ho capito quanto tu sia importante per me. Anche se ti ho conosciuto da poco so che sei importante per me, sei l'unica persona che mi ha fatto capire quanto sia importante vivere, mi hai dato una speranza che non posso dimenticare. Mi hai fatto capire cosa voglia dire amare, perchè si Michelle io credo di amarti. Non mi sono mai innamorato, ma se questo sentimento così forte che sento dentro di me si chiama amore allora io ti voglio adesso! Voglio stringerti forte, voglio farti capire che io ci sono, adesso, domani, oggi, fra 30 anni. Io sono con te e se tu vorrai potremmo stare insieme. Michelle ti amo!
Tom

Ero ancora in coma, non ci sono ragioni. Tom mi ha detto che mi ama non riesco a crederci. Sono felicissima adesso ho solo voglia di vederlo e manca pochissimo poi finalmente ci rivedremo. Oggi è il 29 non mi ha più scritto, non capisco perchè comunque dopodomani tornerò all'accampamento e finalmente lo rivedrò. Chiesi a Lorenz il motivo delle lettere e lui mi rispose che non lo vedeva più. In quel momento i miei sogni, le mie speranze, il mio tutto era stato distrutto.
Michelle: Lorenz mi stai dicendo che non sai che fine abbia fatto tom?
Lorenz: no non lo so Michelle, l'ultima volta che l'ho visto è stata il 26 da allora non so dove sia, forse l'hanno già portato all'accampamento non temere vedrai che starà bene dai
Michelle: lo spero tanto Lorenz lo spero tanto!
Quel giorno era stato ricco di eventi, mi ero svegliata, avevo scoperto che tom mi amava e poi che l'avrei potuto perdere. La giornata si concluso in un lampo. Andai a dormire stringevo a me quell'angioletto che mi ricordava il suo sorriso poi caddi in un sonno profondo. Il giorno dopo ci fecero partire con un giorno di anticipo, salimmo sui treni, e tornammo giù, arrivai al campo. Cercavo il volto di tom ma niente, andai nella sua cabina ma non c'era. Cominciai a preoccuparmi davvero. Vidi Klaus lo fermai non poteva fermarsi doveva eseguire gli ordini e allora non sapevo come fare, Klaus si fermò di colpo mi prese e mi portò in una cabina vuota.
Klaus: che è successo? Stai bene? Cos è quella? Chi è stato?
Michelle: sono caduta ma non è importante ho perso tom non ho più sue notizie dal 26 Klaus sono preoccupata.
Klaus: sai il suo numero?
Michelle: no non lo so, aiutami ti prego
Klaus: come si chiama?
Michelle: Tom Kaulitz
Klaus: a Kaulitz l'hanno portato al fronte
Michelle: cosa?
Klaus: si gli servivano dei soldati e hanno preso anche lui

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Scoppiai a piangere, Klaus mi chiuse fra le sue braccia, scoppiai in un pianto pieno di dolore di fronte a morte certa.
Sarebbe morto e non l'avrei più rivisto.
Michelle: Klaus ti prego so che è chiedere molto ma riportalo qui ti prego puoi farlo?
Klaus: no non posso ammenochè non sia ferito e possa soccorrerlo per ucciderlo, ma deve essere ferito. Non temere ti riporterò il tuo amato.
Michelle: oddio grazie Klaus grazie davvero
Gli baciai una guancia e con mia stupore mi baciò anche lui ma non sulla guancia sulla bocca. Rimasi immobile e lui se ne andò. Non riuscivo a capire mi girava la testa, Klaus, io, Tom? Che stava capitando al mondo? Mi sentivo strana, mentre ritornavo alla cabina ripensavo a quello che aveva fatto Klaus. perchè una reazione del genere? Siamo amici perchè baciarmi? Non capisco.
Entrai nella cabina e trovai Karen stesa per terra e Lorenz sul lettino privo di vita. Sgranai gli occhi e ritornai alla vita reale.
Oddio!
Michelle: Karen Karen ti prego rispondimi, Karen!
Apri gli occhi e mi guardò, era solo svenuta mentre Lorenz non dava segno di vita. Karen si alzò piano e andò verso Lorenz che con mio stupore si svegliò lentamente. Lorenz l'avevano colpito alla testa e alle gambe, mentre Karen l'avevano scaraventata contro il tavolo. Nella cabina non c'era nessuno, eravamo in 100 li dentro ed ora eravamo solo in 3, chiesi a Karen cosa fosse successo, la sua risposta fu "non lo so." Sapeva solo che volevano prendere Lorenz e che lei gli si era lanciata contro e l'avevano spinta contro il tavolo poi avevano picchiato Lorenz e buttato sul letto.
Lorenz: non mi hanno picchiato per caso, devono aver scoperto delle lettere! Forse hanno preso Tom e le hanno viste, forse cercavano te. Non lo so.
Karen: non dire stupidaggini, volevano ucciderci, dove pensi che li abbiamo portati tutti gli altri? A pascolare? Io non credo! Li hanno ammazzati tutti e noi siamo gli unici sopravvissuti della cabina non possiamo stare qui dobbiamo cercarne un'altra se ci trovano ci fanno fuori subito.
Lorenz: si bella idea peccato che mi abbiamo spezzato le gambe.
Michelle: ti portiamo noi, dai sali andiamo.
Prendemmo su Lorenz e ci avviammo alla cabina vicina, non c'era nessuno, neanche in quella dopo e quella dopo ancora. Non c'era più nessuno erano spariti tutti. Tornammo indietro e dopo 5 cabine trovammo le persone. Erano tutte radunate in un posto vicino alla stazione. Arrivò il treno e altra gente scese, ci avevano radunati tutti, quelli delle nostre cabine e gli altri non c'erano, nel frattempo un soldato passò e urlò che dalla cabina 200 alla 300 erano stati uccisi tutti. Rimanevano gli altri cioè noi e quelli delle cabine. Rimasi sconvolta avevano ucciso tantissime persone, in me una profonda tristezza emerse. I soldati presero i nuovi arrivati e senza benvenuti e cose varie, li portarono negli stessi posti dove avevano portato pure me. Dopo lo stesso trattamento furono portati alle cabine. Andammo nella cabina dove c'erano Bill Tom e Anja, trascorremmo li le nostre giornate. Poi mi venne in mente dell'anello di mia madre che avevo nascosta nel mio letto.
MALEDIZIONE! Dovevo recuperarlo, andai alla cabina con molta disinvoltura i soldati non c'erano quel giorni, feci in fretta, nel mio letto c'era una bambina di appena 5 anni. Che destino crudele le attendeva, presi l'anello. E le indicai il buco sotto il letto nel caso volesse scappare. Uscii e tornai alla cabina. Intanto i soldati stavano entrando altre persone, mi mischiai con loro. Mi sentii prendere un braccio mi girai e vidi Klaus che mi portò nella mensa. Senza dire una parole, cominciai a preoccuparmi. Entrammo eravamo soli, si accertò che non ci fosse nessuno. Poi mi disse di sedermi e di ascoltarlo attentamente.
Klaus: Michelle senti Tom è vivo sta bene, ha una costola rotta ma sta bene, lo riportano qui dopodomani. Non ho potuto fare prima mi dispiace!
Michelle: oddio grazie, non ti preoccupare va benissimo.
In quel momento volevo spiegazioni.
Michelle: Klaus senti ma perchè mi hai baciato?
Lui arrossì si alzò e mi disse che dovevo andare.
Michelle: no adesso me lo dici, non me ne vado finchè non me lo dici.
Klaus: mi sono innamorato di te.
Michelle: allora vuoi dirmelo! Cosa?
Klaus: si mi sono innamorato di te, fin dalla prima volta che ti ho visto, sennò pensi che saresti ancora viva?
Michelle: io..io non so cosa dire.
Klaus: non ti preoccupare so che ami tom, te lo si legge negli occhi. Però non dimenticarmi, ti chiedo solo di riservare nel tuo cuore uno spazio anche per me.
Michelle: Klaus io non potrò mai dimenticarti, tu mi hai aiutato tantissimo, ti devo la vita mia e di mia sorella. Tu sei una persona speciale per me.
Sentimmo una porta aprirsi era un soldato. Klaus mi prese e fece finta di essersi impossessato di me. Il soldato sorrise malizioso. Appena usci Klaus mi lasciò.
Klaus: scusa ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.
Michelle: ok
Eravamo vicinissimi, troppo vicini, si stava avvicinando sempre di più quando mi prese la testa con le sue mani morbidi. Mi scansai e uscii dalla mensa, lui rimase immobile.
Non ci potevo credere l'avrebbe rifatto. Devo pensare a Tom in questo momento, non posso avere distrazioni di questo tipo. Andai nella cabina Karen dormiva Lorenz pure, mi misi nel mio letto e chiusi gli occhi. Il giorno seguente ebbi molte occasioni di incontrare Klaus ma lo evitai, mi distruggeva evitarlo ma non volevo potesse risuccedere di nuovo. Lavorai tutto il giorno, tornai alla cabina esausta e caddi in un sonno profondo. Il giorno dopo sarebbe arrivato Tom e non vedevo l'ora.

IL SUO ARRIVO...
oggi sono felice, so che nella mia situazione dovrei solo piangere, ma sono felice perchè finalmente lo vedrò. Andai alla stazione per aspettarlo ma un soldato mi ordinò di tornare ai miei lavori, non dovevo lavorare quel giorno dovevo occuparmi della mensa, andai li. Cominciai a servire da mangiare ai soldati.
Poi senti il treno arrivare, mi saltò il cuore in gola tanto che mi cadde la zuppa. Entrò un gruppo nella mensa, cercavo il suo viso ma non c'era. Diedi da mangiare a queste persone. Il mio turno era finito ma lui non c'era. Tornai alla mia cabina, vidi arrivare un altro treno, non potevo avvicinarmi allora aspettai nella cabina, fecero entrare delle persone. Poi lo vidi, era li in piedi, appena mi vide si fermò, era tutto sporco, era sfinito.
Con le sue poche forze mi fece un sorriso immenso, gli corsi incontro e gli saltai addosso fece una smorfia di dolore. Tom: scusa ma ho una costola rotta
Michelle: oddio scusa
Tom: abbracciami forte
Michelle: oh tooom mi sei mancato un sacco.
Tom: stai bene? Non sai quanto mi sono sentito male quando ho saputo quello che ti era successo, stai bene adesso?
Michelle: si sto bene, tu ti fa male?
Gli toccai il torace, ansimò un po'. Mi prese la mano.
Tom: ora che sei con me non sento più dolore.
Mi prese mi avvicinò a se e finalmente dopo tutto quel dolore, quella sofferenza, quell'attesa. Ci baciammo. Un bacio così voluto, così sentito, così bello. Mi senti benissimo. Era lui che volevo, mi batteva il cuore fortissimo. Lo abbracciai e lo strinsi a me. Tom mi abbracciò e mi sussurrò.
Tom: ti amo Michelle!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Rimasi immobile, poi mi uscirono subito le parole spontanee.
Michelle: anche io ti amo!
Gli presi gli attrezzi e lo abbraccia di nuovo e lo portai nel mio letto. Lo feci sedere, lui mi tirò dietro e mi strinse. Avrei voluto che il tempo si fermasse.
Tom: tu dormi con me vero?
Michelle: eh si non ci sono più letti.
Tom: vieni qui allora.
Mi prese fra le sue braccia e ci addormentammo insieme. Il giorno seguente, lui era li finalmente non mi sembrava vero, vederlo li vicino a me era un sogno. Si svegliò lo baciai e poi ci alzammo.
Tom: ehy ti è arrivata la collana?
Michelle: si la porto al collo guarda.
La tirai fuori e gliela feci vedere, sorrise.
Tom: sai è molto importante per me questa collana, mia mamma mi disse che quando avrei conosciuto una persona speciale avrei dovuta dargliela. E io ho voluta darla a te. Ehy ma oggi non è il 28 ottobre?
Michelle: si
Tom: allora auguri tesoro mio!
Michelle: come fai a saperlo?
Tom: me l'ha detto Anja quando eravamo nella cabina insieme, speriamo che stiano bene.
Michelle: oooh si stanno bene, comunque grazie tommy!
Tom: prego. Che regalo vuoi?
Michelle: desidero che non ti succeda niente.
Tom: non temere starò sempre con te, non ti abbandonerò mai te lo prometto ci sarò sempre!
Michelle: bene!
Ci portarono a lavorare, il lavoro con lui era diverso mi sentivo bene vicino a lui. Mi preoccupava la sua costola vedevo che faceva fatica, prendevo io le cose più pesanti, non volevo che potesse peggiorare. Dovevo chiedere a Klaus di curarlo. Lo incontrai proprio li, allora decisi di parlargli gli spiegai la situazione e con freddezza mi disse ok. Anche se avrebbe preferito di no, glielo leggevo negli occhi. Lo curò il giorno stesso. Tom lo ringraziò e stava meglio.

1 anno dopo....
Siamo sempre chiusi qui dentro, molti dicono che essere vivi dopo un anno sia una fortuna. Io e Tom siamo vivi per miracolo, abbiamo passato un anno orribile, malgrado tutto però siamo ancora insieme. Lorenz è stato portato al fronte è morto 5 giorni fa. Karen invece sta bene, vive la sua vita almeno quella che le rimane con grande forza, lei è sola ora, d'altronde come lo sono io ma io ho Tom. Tom ed io stiamo insieme da due anni, oggi è il 18 Agosto 1945 nonostante sia piena estate qui è freschino sembra primavera. Trascorriamo i nostri giorni di vita, lavorando e pregando in qualcosa che possa salvarci. Klaus in questo periodo mi sta molto vicino, prova ancora qualcosa per me glielo si legge negli occhi quando mi guarda. Devo trovare la forza per dirgli che non lo amo, cosa che lui stesso crede, ma è difficile.
Michelle: tom ti devo parlare.
Tom: dimmi
Michelle: senti non te l'ho mai detto perchè non significa niente però due anni fa quando Klaus ti ha tirato fuori dal fronte. Lui mi ha baciato, ovviamente io non provo nulla per lui e voglio dirglielo.
Tom: ti ha che cooosa?
Michelle: dai tom a me non interessa Klaus è solo un amico.
Tom: quel bastardo
Michelle: vuoi aiutarmi o no!
Tom: si dimmi
Michelle: lo vedrò da SOLA e gli parlerò
Tom: no non se ne parla, da sola no. Vengo anche io
Michelle: no andrò da sola, se devo parlargli voglio che non ti veda. Dai cerca di capire.
Tom: ok va bene ma se ti tocca, se ne pentirà.
Michelle: va bene... a comunque a me interessi solo tu
Tom: e vorrei anche vedere -mi fece un sorrisone dei suoi più belli-
Andai fuori dalla cabina Klaus era di sorveglianza gli dissi che dovevo parlargli mi portò nella mensa.
Klaus: dimmi ci sono problemi?
Michelle: no dobbiamo parlare di noi
Klaus: ecco si appunto io Michelle quando riuscirò a farti uscire da qui voglio sposarti.
Michelle: Klaus non rendere tutto più difficile, senti io non ti amo. Sei solo un mio carissimo amico ma fra noi non ci sarà mai niente io amo tom capisci?
Nei suoi occhi vidi quella luce sparire piano, piano e il suo volto morire. Ero a pezzo l'avevo ferito così tanto da toglierli quell'amato sorriso che aveva solo quando mi guardava.
Klaus: ok ho capito
Usci con la testa bassa, il vento mi sfiorò il viso, vidi in contro luce una lacrima scendere dal suo viso, in quell'istante rimasi di ghiaccio. Entrò Tom e mi vide.
Tom: che hai fatto amore hai una faccia
Michelle: mi ha chiesto di sposarlo e io gli ho detto che non lo amo è tristissimo
Tom: wow
Michelle: già, senti andiamo via voglio rimanere da sola
Tom: ok
Andai nella cabina, mi misi nel mio letto, mi raggomitolai tutta mi girai dalla parte del muro e sprofondai in un pianto triste.
Anche se non mi piaceva mi dispiace per lui, Klaus è una persona davvero davvero speciale e avergli spezzato il cuore in questo modo mi uccide, non avrei mai voluto farlo. Tom si misi accanto a me mi mise una mano sulla schiena e si avvicinò a me mi diede un tenero bacio sulla testa e mi addormentai tra le sue braccia. La mattina seguente dei soldati fecero irruzione nella cabina, e vennero verso di noi. Mi alzai di scatto e anche Tom. Presero Tom con la forza e lo portarono via, presero anche me e da li iniziò l'inferno. Klaus prese Tom vidi l'ira nei suoi occhi. In quel momento capì che voleva fargli qualcosa di orribile, cominciai a urlare. Tenni forte a me Tom ma riuscirono a dividerci, gli tenni stretta la mano poi mi diedero un calcio talmente forte da farmi cadere a terra, lasciai la presa e Tom svanì. Rimasi a terra in quel fango dove avevo camminato per tutti questi anni. Alzai lo sguardo vidi Klaus sorridere mentre portavano via Tom. Mi scaraventai su di lui... mi diede uno schiaffo caddi a terra e mi imbrattei ancora di quel fango schifoso. Klaus mi alzò mi portò via. Mi fece salire su un camion e mi portò fuori dal campo.
Mentre ero li seduta nell'angolo del camion ripensavo a Tom. A quello che gli avrebbero fatto, a quello che avrebbe subito per causa mia. Io che avevo detto no a Klaus ora me ne stavo pentendo. Klaus mi fece scendere. Eravamo in una zona desolata della campagna.
Michelle: dov è Tom?
Klaus: ora starà bene!
Michelle: che vuoi dire?
Klaus: non dovrà più soffrire.
Michelle: che significa che non dovrà più soffrire.
Klaus: certo ti ha fatto del male ed è giusto che ora paghi per quello che ha fatto
Michelle: ma cosa stai dicendo! Tom non mi ha mai fatto niente.
Klaus: è proprio chiesto il problema non ha mai e MAI fatto niente per te. Io invece? Io cosa ho fatto per te? Ho salvato tua sorella, suo fratello. E il tuo ringraziamento? Quale è stato? Rifiutarmi!
Michelle: Klaus ascoltami so che sei sconvolto e lo sono anche io, io non smetterò mai di dirti quanto tu sia importante per me, ma io amo un'altra persona che non sei tu. E ora scagliare la tua ira su Tom, non è la cosa migliore.. ora ti prego dimmi cosa gli hai fatto!
Klaus: no mai
Michelle: ti prego Klaus cosa gli hai fatto?

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Klaus: mi odierai dopo che lo saprai preferisco non dirtelo.
Michelle: ti odierò ancora di più se non mi dirai cosa gli hai fatto
Klaus: e va bene...l'ho fatto portare ai forni.

...

Caddi a terra, rimasi in silenzio per pochi istanti, portai le mie mani alla testa, cominciai a piangere. Mi alzai cominciai a picchiare Klaus talmente forte da non rendermi conto di quanta forza avessi.
Michelle: sei uno bastardo! L'hai ammazzato.... ME L'HAI AMMAZZATO! E ora pretendi che io ti ami? Klaus ti ordinò di riportarmi da lui e di fermare ciò che stai facendo. Klaus Klaus guardami mi hai sentito??? FALLO!
Klaus: ma è troppo tardi, ormai è finita
Michelle: HO DETTO CHE DEVI PORTARMI DA LUI!
Non volevo credere a quello parole, non volevo, se Tom era morto non sarei mai riuscita a perdonarmelo. MAI. Un mio errore gli avrebbe fatto perdere la vita. Klaus prese il camion lo accese e cominciò ad andare. Arrivammo al campo vidi il fumo, dentro di me cominciavo a sentire un vuoto che avrei voluto non sentire mai. Klaus mi fece scendere, fece uscire i soldati che erano dentro ai forni e disse che doveva farmi fuori anche a me e che l'avrebbe fatto da solo. I soldati straniti uscirono. Appena se ne andarono corsi verso quel dannato forno che aveva ucciso migliaia di persone, Klaus spense il fumo. Entrai vidi tom a terra....

Michelle: noooooooooo tom tom, ti prego noooooo!! oddio noooooo!
Rimasi li a fissarlo, aveva un viso talmente pacifico che sembrava un'angelo. Entrò Klaus mi mise una mano sulla spalla ma lo respinsi subito. Presi Tom fra le mie braccia lo abbracciai. Klaus gli tirò dell'acqua addosso, aspettai qualche suo cenno. Ma nulla. Lo strinsi a me poi sentii un suo respiro, non ero pazza l'avevo sentito davvero. Tom aveva respirato.
Michelle: tom mi senti? Tom mi senti? Ti prego rispondi.
Lo guardavo intensamente, poi aprì lentamente gli occhi. Scoppiai a piangere, cominciai a ringraziare il mio dio di averlo salvato da quella morte orrenda. Tom aprì gli occhi e ancora una volta gli vidi quei meravigliosi occhi che rappresentavano il mio tutto. Le mie paure, le mie insicurezze, la mia forza, il mio amarlo così forte, il mio volerlo vicino. Tom mi sorrise, cercò di alzarsi ma non ci riuscì. Rimase a terra sentimmo delle voci, Klaus mi disse di stendermi e fare finta di essere morta. Feci come mi disse, entrarono dei soldati ci videro, uno urlò.
Soldato: meno due!! altri due sporchi ebrei fatti fuori.
Klaus sorrise, uscirono e mi rialzai.
Klaus: Michelle, dovete scappare, vi hanno visto non potete più rimanere qui adesso dovete fuggire, ti darò il mio furgone e scapperete con quello. Senti Michelle mi dispiace, davvero non so cosa mia sia preso ma l'ira e l'odio mi avevano offuscato la mente, potrai mai perdonarmi un giorno?
Michelle: ora come ora no... in un lontano futuro forse. Come facciamo? Tom non sta in piedi.
Klaus: lo carico sulle mie spalle e lo metto nel furgone e anche tu verrai con me, mi porterò fino al confine con la francia poi da li proseguirete ok?
Michelle: ok grazie Klaus
Klaus raccolse Tom da terra poggiandolo sulla sua schiena, uscì e mi fece notare che nel furgone non c'era più benzina e che nessuno l'avrebbe mai venduta ad una ebrea. Quindi portò me e Tom in un posto dove nessuno ci avrebbe mai trovato, era un dipartimento d'armi situato nel bosco. Mi disse che nessuno ci andava perchè dicevano che fosse infestata dai fantasmi. Ovviamente non me ne fregava niente dei fantasmi io sarei fuggita con Tom. Entrai dentro, era molto piccolo, presi Tom con me e ci nascondemmo dietro a dei carri armati.
Klaus mi disse che sarebbe andato a fare il pieno e che sarebbe tornato il giorno dopo. Rimanemmo li tutta la giornata, cercai di curare Tom. Verso sera aveva ripreso un po' di forze.
Michelle: amore come stai? Dio che paura che mi hai fatto prendere
Tom: s-sto bene dai, ho un po' di freddo
Michelle: vieni qui dai ti stringo un po'
Tom: questa scena l'avevo immaginata diversa ma non importa.
Michelle: quello che importa è che sei qui con me adesso.
Si alzò e venne verso di me, mi baciò. Poi tornò al suo posto, poi si rialzò e venne verso di me.
Tom: senti ma tu vorrai avere dei figli con me?
Michelle: tom ma certo però adesso è un po' presto non trovi?
Poi in questo periodo no di certo, non voglio far passare al mio bambino quello che stiamo vivendo.
Tom: ma ovvio però sai il mio sogno è di avere una famiglia un giorno e volevo sapere se anche tu volevi averla.
Michelle: certo che voglio averla, ma stai bene?
Tom: sisi, è solo che ho respirato troppo fumo e ogni tanto mi si appanna la vista e mi manca il respiro
Michelle: vuoi dell'acqua?
Tom: si grazie
Tom era sfinito crollò nel sonno quasi subito, gli rimasi accanto e lo fissai dormire. Era così bello, con quello sguardo tanto dolce, era come un bambino sperduto che voleva solo tornare a casa, beh come me dopo tutto. A volte la vita è difficile, ti gioca brutti scherzi, brutti percorsi, mentre altre volte è meravigliosa. Nonostante io stia vivendo questo terrore io sono felice perchè vicino a me ho lui. Se non ci fosse sarei già morta! Mentre lo fissavo mi addormentai anche io.

La mattina dopo...

Questa mattina nessuna notizia di Klaus ci siamo svegliati abbiamo guardato le armi, una cosa incredibile non so come facessero a rimanere vivi i nemici, c'erano armi che erano talmente imponenti da distruggere un esercito. Verso il tardo pomeriggio Klaus arrivò.
Klaus: ho brutte notizie, il camion non sarà pronto prima di 2 mesi
Michelle: coosa! Due mesi? Oddio
Tom: ma non cè proprio speranza?
Klaus: no purtroppo mi hanno sequestrato il veicolo perchè serviva al fronte me lo riportano fra 2 mesi
Michelle: e adesso?
Tom: adesso aspettiamo.
Michelle: va bene allora Klaus devi portarci del cibo e delle coperto qui non cè nulla..
Klaus: la cè una dispensa cè tutto quello di cui avete bisogno, le cose non sono scadute sono qui da pochi giorni le hanno portate i soldati.
Michelle: ok grazie allora aspettiamo tue notizie fra 2 mesi
Klaus: sisi
Uscì e rimanemmo li, in quella trappola infernale, senza niente, c'eravamo solo noi e tante armi. Tom mi fissò e sorrise.
Michelle: perchè mi sorridi?
Tom: 2 mesi insieme e al sicuro, posso chiedere di meglio?
Michelle: Sei proprio fuori di testa, dai andiamo a vedere che c'è di buono
Tom: ok!
Ci avviammo verso la dispensa quando sentimmo un rumore assordante provenire verso di noi. Un tonfo poi un silenzio così silenzioso da farmi pulsare le orecchie. Tom mi strinse. Cominciò a parlarmi sottovoce.
Tom: vado a vedere cos'è stato!
Michelle: no sei pazzo, se sono i tedeschi ti ammazzano sul colpo.. tom ti prego resta qui con me!
Tom: va bene ma apro solo la porta per controllare
Michelle: stati attento perfavore...
Tom: sisi non temere.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Si avvicinò alla porta molto cauto, la molto lentamente quando fu aperta del tutto rimasi immobile davanti alla cosa più maestosa che avessi mai visto. Andai vicino a lui e vidi un carro armato enorme, verde militare alto più di 4 metri, era la cosa più grande che avessi mai visto Come era finito qui un carro armato? E se dentro c'era qualcuno? Era meglio tornare dentro e non fiatare. Tom mi portò via da li e ci nascondemmo dentro a delle scatole che contenevano delle coperte. Sentimmo entrare qualcuno, guardai dalla fessura del legno vidi delle gambe e un uniforme. Erano dei tedeschi, se ci avessero trovato ci avrebbero ucciso senza pensarci. Era la fine, mi strinsi a Tom pregando che non ci trovassero. Poi sentimmo dei passi, prese delle armi, delle provviste e anche della polvere da sparo. Rimanemmo in silenzio. Poi se ne andarono, rimise in moto quel veicolo mortale, cominciò a partire. Un rumore assordante vagava per tutto l'edificio e un tremolio assurdo faceva vibrare il terreno. Poi finalmente il silenzio. Tom mi teneva stretta, talmente stretta da farmi male.
Michelle: tom mi fai male lasciami!
Tom: scusa, ma mi sono promesso che non ti sarebbe mai successo niente dall'ultima volta.
Michelle: ma sto bene. Dai vieni qui.
Lo presi e ci demmo un bacio, adoravo sentire il suo adoro addosso a me, sentire il suo respiro che a volte a fatica si tratteneva su di me, sentire il suo sapore, sentire lui. Finalmente era con me e mai e poi mai l'avrei mai abbandonato, questa volta saremmo sopravvissuti insieme e nessuno ci avrebbe diviso. Volevo lui fin dall'inizio e ci sono riuscita. Tom mi teneva stretta a lui, finito quel bacio meraviglioso, mi baciò la testa e mi raggomitolai vicino a lui. Sentivo il suo cuore che batteva forte, sentivo il suo respiro su di me. Finalmente era con me. Uscimmo da quella scatola, ci mettemmo nel nostro punto dove eravamo prima e rimanemmo li. Il tempo era tranquillo, stavamo bene eravamo noi due soli in quel luogo. Finalmente la pace era cominciata a vivere.

1 mese dopo....

E' passato un mese i soldati sono tornati due volte per prendere delle merci, in questo periodo vengono sempre più spesso e la cosa mi preoccupa perchè questo vuol dire pericolo di vita per noi due. Verso metà mese io e Tom abbiamo avuto il nostro primo rapporto. Diciamo che non so nemmeno come raccontarvelo perchè è stata una cosa talmente bella che non ho parole, Tom è la persona più dolce del mondo ed essendo stata la prima volta per me è stato davvero bellissimo. Amo questo ragazzo così tanto che non so descriverlo a parole, so solo che per me è tutto.
Tom: amore abbiamo un problema
Michelle: oddio cosa?
Tom: abbiamo finito il cibo
Michelle: cosa? Oddio e adesso Klaus torna fra un mese come faremo a mangiare? Non c'è niente niente?
Tom: solo cetrioli sottaceto, due bottiglie di acqua e una melanzana
Michelle: siamo rovinati
Tom: dai ce la faremo abbiamo patito la fame per non so neanche più quanto, queste cose a confronto non sono nulla
Michelle: si hai ragione!
Tom: vieni qui? Stai bene?
Michelle: sisi ma non vedo l'ora di andarmene da qui e di riabbracciare Anja, Karen, Bill e tutti gli altri.
Tom: anche io. Bill mi manca tantissimo spero stia bene
Michelle: Bill starà bene vedrai. Sssh arriva qualcuno
Tom: nasconditi lì presto...
Michelle: e tu dove vai?
Tom: troverò un posto.
Mi misi dentro una scatola porta fucili, sentivo i tedeschi parlare di un bombardamento che sarebbe avvenuto qui vicino questo mese, e che c'era bisogno di uomini al fronte.. presero il carro armato. Tremava tutto tanto che mi cadde un asse addosso, cominciava a mancarmi l'aria, non sentivo più niente, solo un cumolo di polvere nella mia gola, la vista annebbiata dal fumo e il silenzio che mi rimbombava nelle orecchie. Sentii tom che mi chiamava.
Tom: micheeeelle adesso ti tiro fuori... mi senti?
Risposi con un si flebile, cominciò a cavare la trave ma era troppo pesante, allora prese un fucile e lo usò come leva. Partì un colpo rimasi li ferma, saltai fuori vidi Tom steso a terra. In quel momento pensai al peggio, poi lo vidi alzarsi e tenersi stretto il ginocchio e mi abbracciò.
Michelle: ma sei pazzo? Potevi morire
Tom: per te questo e altro
Michelle: fammi vedere... mmh non è grave ti ha preso di striscio per fortuna. Tom cerca di stare più attento la prossima volta, non voglio che ti fai male per colpa mia
Tom: scusa ma volevo aiutarti
Michelle: lo so e lo apprezzo, grazie
Tom: stai bene?
Michelle: si adesso si, mi mancava l'aria ma adesso sto bene.

Fine mese...

Eravamo in quel capannone da non so più quanto ormai, l'unica fonte di vita era la metà di un cetriolo ammuffito. Tom stava dormendo, mi alzai poi senti dei passi avvicinarsi al capannone svegliai Tom. Ci mettemmo dietro a delle casse entrò Klaus urlai il suo nome, mi sorrise. Rimasi normale, non l'avevo ancora perdonato del tutto.
Klaus: ci sono buone notizie il furgone è pronto. Partirete stasera
Michelle: Davvero?
Klaus: si dovrete farvi trovare al torrente io verrò li.
Michelle: ok grazie
Tom: hey amico grazie
Klaus: si si! A stasera

la sera stessa....

Finalmente me ne sarei andata, avrei lasciato quell'inferno quello schifo, quel posto orribile, pieno di dolore, di sofferenza, pieno di troppe cose... erano le 21 io e Tom cominciammo a prendere le nostre poche cose compreso il cetriolo ammuffito. Andammo al torrente, vidi Klaus col furgone.
Klaus: salite presto
Salimmo sul furgone, partì io e Tom ci stringevamo pregando che quel folle piano funzionasse, lo speravo così tanto da sentirlo. La luce della luna illuminava la strada Klaus era agitato, qualcosa mi spaventava. Andai vicino a Klaus mi disse di andare dietro e al prossimo blocco di nascondere me e Tom perchè ci sarebbero state delle sentinelle. Il mio cuore si fermò, adesso avevo paura. Arrivare così vicino alla libertà per poi morire. Ma volevo crederci fino in fondo riferii a Tom ciò che aveva detto. Ci nascondemmo sotto a delle casse che contenevano dell'esplosivo. Giunti al blocco i soldati ci fermarono, Klaus mostrò il distintivo, i soldati guardarono la merce, Tom stava per starnutire cercò di trattenersi.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Gli misi una mano davanti alla bocca. Lo stavo per soffocare Klaus ripartì una volta giunti più avanti, lasciai Tom starnutì e sorrise istericamente. Sorrisi insieme a lui per allentare la tensione che mi stava divorando. Fino al confine della Germania tutto liscio ci fece scendere. Notammo una truppa di SS, Klaus ci urlò di scappare. Tom ed io cominciammo a correre fortissimo, il sole stava tramontando quando sentii degli spari. Mi girai vidi Klaus cadere a terra, i tedeschi urlargli traditore e cominciare a correre verso di noi. Correvamo fortissimo nemmeno il vento riusciva a starci dietro, entrammo in un bosco, inciampai. Tom mi soccorse quando i soldati scagliarono i cani, ci rincorrevano. Avevo paura di morire. Cominciai a rivivere i momenti della mia vita, la mia ultima cena con i miei genitori, il mio arrivo al campo, quando avevo conosciuto Tom, Klaus, il nascondiglio, la fuga. Era triste come potesse riassumersi tutta qui. Tom correva forte e io non riuscivo a stargli dietro. Raggiungemmo il confine e entrammo nella Francia, i tedeschi non potevano sparare ai francesi così ci salvammo per fortuna.
Cominciammo a rallentare e vedere l'ampia campagna, nessuna fonte di civiltà, solo aperta campagna. Poi vidi una casa in lontananza.
Michelle: tom andiamo lì chiederemo aiuto
Tom: e se sono tedeschi?
Michelle: dobbiamo correre questo rischio
Tom: ok andiamo
Ci avvicinammo alla casa, lo oche ci invasero, le galline pure. C'era un grosso cane che ci corse incontro e cominciò a leccarci tutta la faccia. Vidi una bimba sull'altalena avrà avuto si o no 2 anni. Poi una donna.
Michelle: scusi signora potrei...
Si girò... non potevo crederci era Anja....
Michelle: Anjaaaaa oddio...
Le corsi addosso, cominciai a piangere, un pianto che mi tenevo dentro da troppo dentro, finalmente cominciai a sentire i miei polmoni più leggeri. Appena mi riconobbe fece cadere il cesto di panni che aveva in mano e mi corse incontro.
Anja: michelleeee oddiooo non ci posso credere.... tesoro mio... sei viva.. grazie signore grazie.. come stai?
Michelle: non lo so come sto, siamo scappati, il mio amico soldato è morto per salvarci, sono così in pena per lui. Non avrei mai voluto che gli succedesse questo. Io ti trovo bene e quella piccoletta è tua figlia?
Anja: sisi ha 2 anni la famosa sopravvissuta
Michelle: non ci posso credere come si chiama?
Anja: Rosalie... ah c'è una novità. Sono incinta DI NUOVO
Michelle: e di chi?
Anja: bill, ci siamo sposati quest'anno.
Michelle: oddio che bello.. toooom vieni qui
Tom: Anjaaa oddio come stai?? senti scusa ma bill dov è?
Anja: è andato a prendere la legna torna tra poco.. anzi pare che sia arrivato guarda
Vidi Bill con un mucchio di legna sulle spalle, era in gran forma. Si era ripreso era in carne, era davvero bello. Vidi il suo sguardo quando vide Tom. Rimase incredulo per qualche secondo poi buttò la legna a terra e si avvicinò a lui. Appena lo riconobbe lo strinse forte a se. Tom pianse e subito dopo Bill lo seguì. Eravamo di nuovo uniti...

3 mesi dopo....

Sono passati 3 mesi e io mi sento strana in questo periodo. Io e Tom viviamo con mia sorella e Bill, andiamo molto d'accordo. Rosalie è una bambina meravigliosa assomiglia tanto a Anja, Bill la tratta come se fosse sua è bellissimo tutto questo.
Quel giorno stavo raccogliendo i panni quando vidi degli aerei poi qualcosa che scendeva. Poi del fumo. Quando capì che quella famosa esplosione di cui parlavano i tedeschi sarebbe avvenuta qui. Cominciai ad urlare di mettersi in salvo. Portai tutti nel capanno anti bombe che avevamo costruito da poco. Quando feci entrare tutti fui colpita da una bomba che cadde vicino a me. Mi scaraventò lontano. Caddi a terra priva di forze.
Tom: micheelleeeeeee
Bill: tooom no, non puoi andare morirai...
Tom: morirò lo stesso se lei non sarà con me...
Bill: toooom noooo
Uscii dal capanno, corse verso di me, mi prese e mi portò dentro al capanno. Ero immobile sul terreno, sentii delle voci che mi chiamavano ma non vedevo nessuno. Sentivo delle persone vicino a me ma non le vedevo, sentivo il rumore assordante degli aerei che passavano sopra di me e gettavano delle bombe, sentivo persone che urlavano, gente che piangeva, gente che correva poi il silenzio. In quel momento di pura amnesia ero in un mondo bellissimo, ero insieme a Tom con i nostri bambini. In un mondo senza guerra, senza odio, senza dolore, dove esisteva solo la felicità e il sorriso.
Finalmente dopo tantissimo tempo ero felice.
Mi chiamo Michelle Muller oggi 5 maggio 1945 mi trovo nell'ospedale di Nency, paese vicino ai miei cari. Sono in coma da diversi giorni, i medici non sanno nulla della mia situazione continuano a dire che ci sono buone probabilità che mi risvegli ma io non ne sono tanto sicura. Non sono sicura di voler lottare ancora, sono stufa. Voglio quell'amato mondo che ho sognato per tanto tempo.
Tom: Michelle se puoi sentirmi io ti chiedo solo... - gli scese una lacrima- di svegliarti, perchè io ho bisogno di te, non puoi lasciarmi hai capito? Ricordi tutte le cose che ti ho detto di noi, della nostra famiglia.. ecco io voglio quella famiglia la voglio, e la voglio con te.. michelle ti prego svegliati... ti prego signore aiutala...
Dr. Syirt: signor Kaulitz può venire un attimo
Tom: oh si mi dica allora si sveglierà?
Dr. Syirt: ehm.. non so come dirglielo ma la signorina è...
Tom: oddio nooo, la prego NO
Dr. Syirt: nono si calmi è solo che dalle analisi effettuate risulta che la signora sia incinta
Tom: come? No scusi non ho capito bene
Dr. Syirt: si beh dalle analisi risulta che è incinta da 2 settimane...
Tom rimase senza parole, guardò il dottore scioccato poi di nuovo me, poi di nuovo il dottore poi il vuoto.
Quel giorno 5 giungo 1945 mi svegliai Tom mi venne incontro. Sconvolto come non mai mi rivelò la notizia che presi con stupore ma allo stesso tempo gioia. Stavo così bene da non sentirmi nemmeno viva. Ero così felice, quel senso di felicità che mi era stato privato da così tanto tempo ora finalmente era vero.

9 mesi dopo....
Oggi 25 dicembre 1945 è nata la mia bellissima Melody pesa 3,5 kg e 100 grammi è alta 54 cm ha due occhioni color nocciola ed è mora. È la bambina più bella del mondo. Quando mi svegliai e vidi Tom con quel piccolo esserino fra le sue braccia scoppiai a piangere. Tom si mise vicino a me e mi porse quel fagottino tanto indifeso e piccolo.
Tom: sei stata bravissima amore... ti amo!
Michelle: anche io ti amo!

3 anni dopo....

Io e Tom siamo felici, la guerra è finita la mia piccolina è ormai cresciuta ora è grande, abbiamo comprato casa in Francia precisamente Parigi. Melody parla tedesco come noi, il francese non fa per noi. Vogliamo tornare in Germania più avanti ma non ora. Siamo molto felici, Anja e Bill hanno avuto due gemellini Erik e Helly sono un maschio e una femmina sono bellissimi. Per la prima volta nella mia vita sono felice, ho sofferto come non mai, ho perso la mia famiglia, la mia libertà, la mia dignità e i miei valori. Ma in tutto questo ho trovato Tom, è stato uno dei regali più belli che la vita potesse regalarmi, certo la vita ci pone degli ostacoli ma se affrontati nel modo giusto e con le persone giuste si rivelano momenti unici e improponibili. Ora sono viva e sono felice. Beh che posso dire... ah già sono di nuovo incinta.


FINE.



Volevo ringraziare tutte coloro che hanno letto la mia fan fiction, spero tanto che vi sia piaciuta. Un bacione a tutte/i voi!!

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