I Segreti di Orange Town

di Fuffy91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1:Benvenuti ad Orange Town ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:Il gabbiano ***
Capitolo 3: *** Capitolo3: Il tragico passato di Ruby. ***
Capitolo 4: *** Capitolo4:Scontri e tragedie ***
Capitolo 5: *** Capitolo5:Vigilia di battaglia e lavoro di squadra ***
Capitolo 6: *** Capitolo6:Sensazioni. ***
Capitolo 7: *** Capitolo7:Pic-nic fuori luogo. ***
Capitolo 8: *** Capitolo8: Inviti di sfida e baci innaspettati. ***
Capitolo 9: *** Capitolo9: Partenze con passione, scontri con tenerezza ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Rubber alla riscossa! ***
Capitolo 11: *** Capitolo11: Anche i cattivi provano sentimenti ***
Capitolo 12: *** Capitolo12: La tetra residenza degli Smitt ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1:Benvenuti ad Orange Town ***


Arance. Un odore inconfondibile di arance mature invadeva l'aria che si respirava nella città di Orange Town, che si univa inevitabilmente con la salsedine racchiusa nella brezza portata dall’oceano azzurro. In alto, in cima alla scogliera che come una grande muraglia ,atta a difendere gli abitanti della cittadella, si ergeva sovrana e racchiudeva in una cornice di massi la spiaggia bianca e luccicante, un cappello di paglia sventolava allegramente sollecitato dai leggeri soffi del vento che, amichevole, lo invitava a volare tra le nuvole lattee in sua compagnia, ma questo venne prontamente trattenuto dalla grande mano destra di un giovane ragazzo dai capelli corti e corvini, dal viso angelico illuminato da un grande sorriso di meraviglia, dagli occhi grandi, neri e dolci come quelli di un cerbiatto. Scorto sulla cima della scogliera, ammirava deliziato il panorama che gli offriva la natura generosa, rischiando quasi di perdere l’equilibro e cadere da un momento all’altro, mentre il vento fresco e carezzevole gli entrava negli indumenti, regalandogli un piacevole benessere. Egli indossava una semplice giro maniche rossa con bottoni d’oro luccicanti ai raggi del sole, un bermuda in jeans chiaro e ai polsi aveva un polsino nero come i suoi occhi e un bracciale variopinto, simbolo dell’amicizia. All’apparenza poteva sembrare un ragazzo qualsiasi, e quasi nessuno riusciva a credere che quel gentile giovane fosse un pirata di fama mondiale, conosciuto in tutto il Grande Blu per le sue fantastiche avventure ed i suoi eclatanti combattimenti con avversari degni della loro fama e ricercato per una lauta somma di 150 milioni di danari. Il nome di questo straordinario corsaro, capitano più precisamente, non era altri che…:” Insomma RUBBER vuoi deciderti a scendere da lì?! Guarda che se cadi poi non credere che io o qualcun altro di noi ti venga a prendere, chiaro?!” “ Scusa Nami, ma perché non dovremmo andarlo a riprendere?” Chiese la piccola renna dal nasino blu, medico di bordo della ciurma del nostro capitano, di nome Chopper alla navigatrice avida, ricattatrice, manipolatrice, a volte spietata( parere di Zoro, lo spadaccino dalle tre spade e dai capelli verdi che continuava a sbadigliare e, con occhi assonnati e lo zaino sulle spalle,guardava annoiato le scenate isteriche della sua perfida compagna) ma sempre bellissima( secondo Sanji, il cuoco zelante della ciurma, appiccicoso e mieloso con le sue compagne, ma leale e sempre disponibile con i suoi compagni, dall’aspetto sempre elegante e l’immancabile ciuffo biondo che gli velava l’occhio sinistro che, impegnato come al solito a consumare una delle sue adorate sigarette di marca, con gli occhi adoranti e a cuoricino creando con il fumo dei piccoli cuori, si beava della visione angelica del suo piccolo angelo scarlatto ) con i suoi capelli rosso mandarino, lisci e profumati, mossi dal vento che ribelle minacciava di alzarle la gonna, già abbondantemente corta, e che le fasciava, come una larga striscia di stoffa giallo oro( il suo colore preferito! ) i fianchi torniti, le cui mani dalle dita affusolate vi si poggiavano armoniosamente ma in una stretta ben salda, ed il busto era coperto da un top aderente e scollato di colore azzurro come il mare di mezzo giorno:” Pensala come vuoi Chopper, ma io non rischierò di sporcarmi le scarpe nuove per andare a recuperare uno sciocco come lui, chiaro?!” terminò la sua risposta con una punta di veleno sulle labbra e scrutando il povero malcapitato con uno sguardo di fuoco, che cominciò a sudare freddo e a piangere per la paura di venire colpito da una scarica di pugni impazziti, e mentre la bella rossa ringhiò ancora una volta verso il suo capitano:” Allora, ti muovi o no?! Dobbiamo andare in città per fare rifornimenti, e non per guardare il panorama! Non te lo ripeterò una seconda volta chiaro!!” Ma il giovane ragazzo di gomma continuava ad ammirare la vista spettacolare che lo saziava più di una golosa pietanza del suo cuoco di bordo ignorando completamente i richiami della sua navigatrice, la quale stava seriamente per perdere la pazienza; stava per dirigersi verso di lui per picchiarlo a dovere, ma poi si fermò a riflettere ed un idea brillante le balenò la mente. Infatti sotto lo sguardo sbalordito di tutti i presenti, tra cui anche Usopp, il cecchino bugiardo e fifone del gruppo che si nascondeva il viso con la mano e scuoteva ripetutamente la testa rassegnato ad un evitabile reazione esplosiva della sua compagna, e Nico Robin, l’ex Miss Domenica ora membro effettivo della ciurma che divertita rideva pacatamente, Nami con uno scatto girò tranquillamente su se stessa e ,con uno ghigno perfido che le curvava le labbra sottili e rosse, ammirandosi le unghie disse con tono calmo:” Va bene come preferisci. Vorrà dire che andremo da soli. Forza ragazzi, incamminiamoci, dobbiamo trovare tutto quello che ci serve entro mezzo giorno e poi torneremo alla nave per pranzare, o magari potremmo andare in qualche locanda ed evitare che Sanji ci prepari lui il pranzo, e si riposa per un giorno. Dopotutto ho sentito che si mangia davvero bene, e che i negozi sono graziosi, variopinti di tantissimi colori, i vestiti sono bellissimi e le armi che vendono leggere e resistenti.” “ Però, ti sei informata!” le disse Zoro interessato soprattutto all’argomento delle armi che lei aveva menzionato, e Nami con un sorriso soddisfatto gli rispose:” Certamente! Ho sempre sentito parlare di Orange Town, visto che è una meta molto diffusa tra i pirati!” “ E per quale motivo?” le chiese incuriosito Usopp:” Perché qui la marina non viene quasi mai, perché si produce la più buona birra di tutto il Grande Blu, perché ci veniva molto spesso Gold Roger, il Re dei Pirati,perché…insomma sono molti i motivi!”le rispose Nami stanca di elencare i motivi molteplici che hanno fatto Orange Town la città più famosa al mondo:” Wow, addirittura il Re dei Pirati è stato molto spesso qui!” disse Usopp meravigliato:” Così dicono!” gli disse Nami facendo spallucce, poco interessata a quella leggenda, visto che lei conosceva tutte quelle informazioni non soltanto perché le aveva lette sul suo libro di navigazione, ma anche perché quando era piccola, un giorno mentre aiutava Bellmer a raccogliere i mandarini del suo campo, le raccontò che esisteva una bella isola, lontano nel Grande Blu, dove coltivavano le più buone arance del mondo, e con quelle preparavano e costruivano di tutto, anche delle candele e delle ceste profumate, e le confidò che avrebbe tanto voluto addentare una bella arancia di Orange Town o farci una candela per regalarla a lei, e le promise che un giorno sarebbero andate a visitare quella città tanto amata dai pirati, ma purtroppo quel giorno non sarebbe mai arrivato, e Nami ora ricordava quel giorno lontano con felicità ma anche tristezza, ma quella tristezza svanì all’istante quando sentì il suo capitano abbracciarla con dolce forza da dietro e che tutto sorridente le gridava:” Voglio andare in una bella locanda! Voglio andare a mangiare le arance! Voglio mangiare tante arance!!!” concluse mentre tutti ridevano e il piano di Nami aveva funzionato alla perfezione:” Lo sapevo, quando si tratta di cibo salta come una molla!” pensò ridendo la navigatrice per quel eterno bambino che si spacciava per loro capitano:” D’accordo, d’accordo, ma smettila di urlarmi nelle orecchie scemo!!!” e di nuovo risate. Così si incamminarono verso la cittadella e quando entrarono in centro furono accolti da una massa di gente allegra che percorreva le strade della città con disinvoltura, sorridendo e trasmettendo felicità ai turisti o ai viandanti vicini. Anche loro furono subito contagiati dalla ventata di allegria che caratterizzava quella città: sembrava tutto così perfetto, così impeccabile nella semplicità che regnava sovrana non solo nei luoghi ma anche nelle persone originarie dell’isola, il tutto attorniato da un delizioso profumo di arance, dolci e tenere arance, le quali crescevano sui grandi alberi che torreggiavano come grattacieli in ogni dove. Mentre percorrevano sorridenti e affascinati le vie della cittadella, la magia venne interrotta da una folata di vento polveroso e acre che si abbatté su di loro come una tempesta di sabbia e all’improvviso tutto intorno a loro sembrò mutare; i sorrisi dipinti sui volti dei passanti e le risate allegre sembrarono spegnersi improvvisamente, e si sentì un forte boato di:”Ohhhh!!!” o grida funeste che misero sull’attenti tutti i membri della ciurma del Cappello di Paglia, ancora accecati e attorniati dal gran polverone. In seguito quest’ultimo iniziò a diradarsi e tra il leggero strato di polvere si cominciava a distinguere una sagoma distinta, fin a quando Rubber riaprendo gli occhi completamente e sgranandoli all’istante vide una ragazza a pochi metri da lui che gli sorrideva divertita, infatti subito dopo, quando anche quel leggero strato di polvere scomparve del tutto, la ragazza cominciò a ridere di gusto, lasciando i presenti allibiti e schioccati ancora dall’avvenimento. Quando tutti si riebbero dall’accaduto, mentre Sanji si accertava ancora una volta che i suoi due angeli stessero bene e Rubber guardava ancora stranito la ragazza che rideva ancora, e la sua risata rimbombava tra le vie della città, tutti la guardarono scrutandola: era una ragazza di circa 17 anni, con lunghi capelli castani che le ricadevano sulle spalle scoperte, ricci e morbidi solo guardandoli e leggermente arruffati, quasi elettrici; gli occhi erano grandi, cerbiattosi e di un colore marrone intenso; le labbra, ancora incurvate in un sorriso divertito, erano sottili e rosse; la pelle era bianca come l’avorio, e luccicava sotto i raggi del sole; la sua fisionomia era simile a quella di un dolce angelo, oppure ad una bambina; aveva un fisico slanciato e proporzionato, giusto per la sua età;indossava un pantaloncino corto aderente di jeans, una fascia blu marine e un ciondolo a forma di farfalla pendeva dal suo collo. Insomma, nel complesso, era una bella ragazza, strana forse, ma una bella ragazza:” Oh, che carina!” esclamò immediatamente Sanji, congiungendo le mani in preghiera e trasformando immediatamente i suoi occhi in due bei cuoricini rosa, ma subito Nami gli dette un gran pugno sulla sua testolina bionda, facendolo tornare quasi in se. Intanto Rubber e la ragazza misteriosa continuavano a guardarsi occhi negli occhi, lui perplesso e lei sorridente. Poi finalmente, la ragazza parlò interrompendo il silenzio:” Ciao!” esclamò con aria innocente e sempre sorridendo:” Ciao!” risposero al saluto ed in coro passivamente tutti i membri della ciurma:” Scusate, non volevo investirvi con quella nuvola di polverone. Vi chiedo scusa ancora!” si scusò la ragazza con un inchino mentre tutti la guardavano stupiti, tranne Sanji che continuava a piroettare allegro e felice di aver incontrato un’altra splendida fanciulla:” Scusa ma in che senso? Vuoi dire che lo hai provocato tu?” le chiese Nami interdetta:” Be, si! Perché, non lo avevate capito?” chiese lei stupita:” No!” esclamarono di nuovo tutti in coro, suscitando di nuovo le risa della ragazza:” Ma voi rispondete sempre tutti insieme! Mi siete davvero simpatici! Mi presento: mi chiamo Ruby e sono una piratessa, proprio come voi!” “ Aspetta, come hai fatto a capire che siamo pirati?” le chiese Zoro incuriosito:” Semplice, perché ho riconosciuto lui!” disse sorridente e indicando il capitano Rubber che continuava a guardarla allibito, mentre cercava di capire come avesse fatto a provocare quel polverone prima, poi sentendosi tirato in ballo si riscosse e la sentì dire mentre gli porgeva la mano tutta sorridente:” Piacere di conoscerti Monkey D. Rubber!” e lui ricambiando il sorriso le strinse la mano e gli rispose:” Piacere!” . Poi all’improvviso si sentirono delle grida provenire da lontano e Rubber sentì la mano calda e liscia della sua nuova amica liberarsi improvvisamente dalla stretta e imprecando sotto voce sempre sorridendo si rivolse a tutti loro:” Mi ha fatto davvero piacere conoscervi, ma ora devo proprio andare! Se volete, andate alla locanda” Il gabbiano” qui vicino, è molto famoso e si mangia bene. Potremmo rincontrarci lì, forse! Ciao, ciao! Ah a proposito: Benvenuti ad Orange Town!” e sempre provocando un gran polverone, Ruby corse via più veloce della luce( chissà come aveva fatto!) seguita immediatamente da una banda di marines infuriati ed armati che li oltrepassarono incuranti, mentre loro li guardavano sempre più stupiti e meravigliati per quel nuovo bizzarro incontro:” Strana ragazza, vero?” chiese Usopp, e sempre tutti in coro risposero:”Già!”. Fine! No che dico, non è ancora finita,anzi è solo l’inizio. Mi raccomando, aspetto le vostre recenzioni.Baci Fuffy91!!!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2:Il gabbiano ***


Una colomba bianca spiccò il volo dall’insegna cigolante e ricoperta da un leggero strato di ruggine della locanda più malfamata di Orange Town battezzata con il nome di “Il gabbiano”. Apparentemente può sembrare un nome poco originale ed innocuo, ma questo veniva menzionato con grande rispetto da molti filibustieri e sussurrato con timore dalla restante popolazione del luogo. Appena entrati l’odore inconfondibile di alcol ,fumo di tabacco e di legno stagionato invade le tue narici e tutto di quel locale lascia trasparire un alone di mistero, nonostante il clima fosse schietto ed amichevole, forse a volte violento a causa delle varie liti per una partita di poker truccata, per una porzione o una bibita rubata o magari solo per divertirsi un po’, dopotutto si trattava pur sempre di pirati! Ma quelli che ci interessano, erano seduti comodamente ad un tavolo di medie proporzioni, accanto ad una finestra la cui vetrata era variopinta di tutti i colori dell’arcobaleno e con sopra raffigurato, come i pezzi di un puzzle posti nel giusto ordine, un gabbiano dalle grande ali bianche che volava sull’intera città, come se volesse stringerla in un caloroso abbraccio, ed i suoi sgargianti colori, grazie ai raggi del sole, dipingevano l’interno della locanda, rendendolo simile a quello di una cattedrale, anche se le fattezze erano del tutto diverse. Una deliziosa cameriera dalla chioma bionda più di quella del cuoco Sanji raccolta in due graziosi codini, si avvicinava con passo svelto per il ritardo verso i nuovi clienti, che dall’aspetto sembravano avere all’incirca la sua età e questo la rincuorò. Giunta al loro tavolo, stette ad ammirarli per un po’ prima di chiedere loro le rispettive ordinazioni;infatti avevano tutti la stessa identica espressione interrogativa stampata sul volto, solo i loro atteggiamenti erano diversi: il capitano aveva incrociato le braccia sul tavolo usandole come cuscino per il proprio visino da bambino leggermente crucciato, lo spadaccino accanto a lui stava pulendo distrattamente la lama affilata di una delle sue fedelissime spade, il cuoco stava accendendo l’ennesima sigaretta della giornata con aria assente e pensierosa( doveva essere una cosa davvero seria,visto che non si era nemmeno accorto della bionda accanto al tavolo che li stava osservando! ), il piccolo medico cercava di grattarsi il nasino blu con le sue zampette anch’egli pensoso, il cecchino si teneva il viso con la mano destra con il braccio puntellato sulla legnosa superficie, la navigatrice osservava con poco interesse il log pose il cui ago indicava l’isola dove sorgeva quella strana città , ed infine la bella archeologa che leggeva forse interessata la guida della zona prestatale dalla sua compagna per ammazzare il tempo. A guardarli così e paragonandoli a tutti gli altri pirati che aveva incontrato e conosciuto in tutta la sua vita in quella locanda, e che la riempivano anche in quel momento con i loro schiamazzi di festa, le loro bevute e i loro litigi, la ragazza concluse che sembravano appena usciti da una chiesa dopo una celebrazione funebre. Li osservò di nuovo attentamente, nonostante essi continuavano ad ignorarla, oppure non si erano nemmeno accorti della sua presenza , soffermandosi a lungo sul ragazzo dai capelli corvini e con quel buffo cappello di paglia in testa, ma questa volta la sua espressione così buffa le suscitò una risatina che lei prontamente soffocò sul nascere, ed infine si decise a parlare e a chiedere come una perfetta cameriera:” Che cosa desiderate ragazzi?” e quella inaspettata richiesta fece sobbalzare tutti i presenti che,questa volta, furono loro a soffermarsi a lungo sulla sua persona prima di darle una risposta, soprattutto, come era prevedibile, Sanji che la guardò in un modo molto più intenso degli altri che le stavano rivolgendo, e questo la fece leggermente arrossire, ma subito si riscosse dal suo torpore quando il ragazzino che lei trovava buffo, le disse:” Che bello si mangia!!! Che cosa avete? Mi fai vedere il menù? Anzi no, non voglio saperlo, ho cambiato idea; portamelo tutto!!!” la ragazza rimase un po’ allibita da quella richiesta, in fondo il menù era ricco di molte specialità, e poi quanto ci avrebbe messo a mangiarle tutte? Era una cosa impossibile, come del resto impossibile ed assurda era quella richiesta, ma poi vide la sua amica dai capelli rossi dargli un bel colpo alla nuca, facendolo sbattere con la testa sul tavolo, ed inseguito aggiungere adirata:” Razza di idiota! Come ti vengono in mente certe richieste assurde! Guarda che non voglio spendere i miei soldi solo ed unicamente per il cibo, chiaro?!” “ I tuoi soldi? Vuoi dire i nostri soldi!” specificò lo spadaccino dai capelli di un verde impossibile, mentre la rossa lo fulminava con gli occhi. In seguito, ignorando l’interruzione, la ragazza con uno sguardo meno accigliato e più malleabile le disse:” Non dargli retta, e chiedi pure a noi per le ordinazioni. Allora, cosa c’è nel menù di oggi?” le chiese come se abitasse da sempre in quella città e con un sorriso aggettante che la rilassò e le rispose leggermente imbarazzata per la sua dimenticanza:” Scusate, sono mortificata. Sono venuta così di corsa che ho dimenticato di portarvi il menù. Aspettate ve lo porto subit…” ma quando si rigirò per andarlo a recuperare sul bancone dove lo aveva lasciato, una mano mascolina glielo porgeva con molta gentilezza ed eleganza; il proprietario era un ragazzo molto elegante, vestito da capo a piedi in nero, come del resto anche i suoi capelli corti lo erano, tranne gli occhi e la sua pelle erano chiarissimi, di ghiaccio i primi e bianchissima la seconda. Sedeva comodamente al tavolo di fianco al loro, in una posa elegante e raffinata, come anche il modo in cui ricadeva il suo mantello sulla sedia fino al pavimento in parche, e sempre rivolgendosi alla bionda le disse con voce calma e pacata:” Sei la solita distratta Mary, non cambierai mai!” a quella esclamazione tutti si girarono ad ammirare l’individuo misterioso, ed inseguito rivolsero lo sguardo alla ragazza che per tutto il tempo era rimasta impietrita e a bocca aperta dallo stupore o forse dalla paura, visto che tremava come una foglia, e questo sconvolse non di poco i membri della ciurma di Rubber. Certo all’apparenza quel tipo risultava piuttosto freddo ed inquietante, ma in fondo non suscitava tanto timore, ma la povera biondina rimaneva sempre impietrita, come se all’improvviso si fosse tramutata in una statua di cera. Poi, quando il giovane la guardò dritta negli occhi, rivolgendole uno sguardo di ghiaccio,lei ebbe un sussulto, si morse le labbra fino a farsele sanguinare in un gesto nervoso e si portò le mani al petto come per difendersi da un pericolo imminente, e questo mise sull’attenti i giovani pirati, che lo scrutavano con stupore unito a disgusto:” Per quale motivo la sta guardando in quel modo?” chiese a bassa voce Chopper ad Usopp che era vicino a lui:” Non lo so, ma non mi piace.” Gli rispose quello stringendo i pugni per la tensione; infatti tutti i presenti in quella locanda, da quando avevano sentito la voce fievole di quel ragazzo così inquietante, avevano smesso immediatamente di picchiarsi, di bere, di ridere…ed ora il silenzio assoluto dominava incontrastato:” Che facciamo? Non possiamo stare qui seduti a guardare quella povera ragazza morire di paura!” bisbigliò Sanji ai suoi compagni, come se temesse di rompere lo stato di quiete e di tensione che si era creato senza che nessuno di loro ne fosse consapevole:” Calmati Sanji, non sappiamo con chi abbiamo a che fare. Dobbiamo essere cauti!” gli disse Nami che aveva intuito che quello strano personaggio non prometteva nulla di buono:” A giudicare dal silenzio e dal modo in cui trema quella ragazza alla sua presenza, si direbbe che sia un tipo piuttosto temuto e rispettato da queste parti.” Aggiunse Zoro mentre si riguardava la spada che non aveva smesso di ripulire mentre guardava con la coda nell’occhio quello strano individuo, ed ogni tanto si sentiva ricambiato ed investito da una scarica di gelo provenire da quelle iridi che avevano lo stesso colore del ghiaccio:” Già e anche piuttosto forte!” esclamò Rubber sogghignando sornione, pregustando una nuova sfida e l’inizio di una nuova avventura. All’improvviso la porta della locanda si spalancò con un tonfo, interrompendo quel momento carico di tensione e di religioso silenzio:” Salve a tutti gente! Ah che fame, non vedo l’ora di sedermi e mangiare un bel piattone di spaghetti con il sugo di arance. Mm ne sento già il profumino dalla cucina! Ehi ma che mortorio, su un po’ di vita! Cos’è, per caso è morto il gatto della vicina a tutti?” disse una voce femminile e conosciuta con un tono divertito e di ilarità, infatti a quella ultima affermazione tutti scoppiarono a ridere, tranne i nostri pirati che riconobbero all’istante la ragazza: era Ruby, la moretta sfrontata che aveva consigliato loro di andare in quella locanda e che forse lì la avrebbero rivista. Da allora Rubber aveva insistito nell’andare a visitare questa famosa locanda e pranzare lì, e così alla fine tutti si arresero alle pressanti richieste del loro capitano. Il boato di risate che Ruby aveva scatenato con le sue pungenti battute si arrestarono di colpo quando sentirono il gelo dello sguardo del ragazzo dagli occhi di ghiaccio sulla pelle e divennero di nuovo tutti silenziosi e seri. Poi quegli occhi viaggiarono nella stanza per andare ad incontrare quelli ridenti della moretta, che se ne stava ancora sull’uscio della porta spalancata, con un sorrisino divertito che le curvava gli angoli della bocca. Poi ,con passo deciso, si diresse verso il suo tavolo, mentre tutti la guardavano ad ogni passo e le davano mentalmente della folle, tranne i nostri giovani pirati che invece la osservavano meravigliati ed ammirati allo stesso tempo; anche la biondina con i codini sospirò, si rilassò scrollandosi l’irrigidimento e la paura e che ora le sorrideva grata, e Ruby, ricambiando il sorriso le disse:” Ciao Mary! Carina questa gonna! Cos’è una nuova divisa?” e la ragazza sempre sorridendole le rispose divertita:” No, l’ho comprata ieri in un negozio in centro, e ho pensato di indossarla subito, anche a lavoro.” “Eh si, in effetti ti sta davvero bene.” Le rispose la sua interlocutrice regalandole un altro grande sorriso, poi rivolse lo sguardo verso Rubber e gli altri e disse:” Ehi ciao, alla fine avete seguito il mio consiglio! Ma non avete ancora mangiato?” “ No, a dire il vero no!” disse Rubber sorridendole complice:” Davvero, e vedo che non avete ancora il menù!” esclamò, poi rigirandosi verso il ragazzo inquietante, il suo sorriso scomparve e lo guardò con occhi fiammeggianti, ma che purtroppo, non riuscì a sciogliere il gelo intenso di quegli occhi di ghiaccio. In seguito, cambiando espressione, e sorridendogli sorniona, gli disse:” Ah Rog, ci sei anche tu. In effetti si sente un certo gelo qui dentro. Che strano…eppure fuori fa caldo! Non ti pare?” le chiese con un tono falsamente serio e leggermente divertita, e per la prima volta il ragazzo, di cui ora conosciamo anche il nome, sorrise con poco entusiasmo a quella evidente provocazione e aggiunse:” Già, hai ragione, forse allora è meglio se ti copri per bene Ruby. Non vorrei che prendessi freddo e ti ammalassi.” “ Oh, cos’è Rog, ti preoccupi per la mia salute?” gli chiese iniziando lo scambio di battutine taglienti:” No, mi preoccupo piuttosto di quando dovrò ucciderti, perché lo sai che un giorno ti ucciderò Ruby, vero? E poi non posso rischiare di ammalarmi a causa tua, dopotutto mi dai già molte grane, ed io sono davvero stanco delle tue continue provocazioni, quindi…” “ Quindi mi ucciderai! Si, si storia sentita e risentita caro mio. Ora scusami ma ho fame, quindi vorrei tanto che Mary mi portasse gli spaghetti che mi piacciono tanto con una bella bottiglia di birra!” E Mary sollevata dal suo sorriso e sempre riconoscente alla sua cara amica di infanzia, si congedò e con un “subito” corse in cucina uscendo di scena. Intanto Ruby e Rog, sotto lo sguardo interdetto e ammirato di Rubber e gli altri, si scrutavano di nuovo con tanta ira e risentimento che erano quasi palpabili e misero tutti sull’attenti per una eventuale rissa, ma questa morì sul nascere grazie al sorrisino di sfida e divertito di Ruby che sempre con lo sguardo nocciola intenso incatenato a quello di ghiaccio di lui, gli disse:” Lo sai che è inutile Rog. Non mi fai paura!” e questo con un sorriso velenoso scaturito dalle sue labbra rosate le rispose:” Non ancora Ruby, non ancora!” poi interrompendo ancora una volta la lotta di sguardi che si era venuta a creare tra di loro, si diresse verso l’uscita e, ad ogni suo movimento deciso, il mantello nero come la pece svolazzava allegro da una parte all’altra, ed infine prima di uscire di scena completamente le disse senza voltarsi:” Alla prossima Ruby!” “ Puoi contarci!” le rispose Ruby sempre più elettrica. Alla fine quando anche la porta fu richiusa, Ruby, voltandosi verso i suoi nuovi amici e trovandoli tutti sorridenti e raggianti e pronti per tempestarla di domande curiose, si sentì tirare per un braccio e in un lampo si ritrovò seduta accanto al capitano di quella ciurma speciale, che sorridendole e con le stelline negli occhi per l’ammirazione le urlò quasi contro:” Tu sei davvero fantastica!!!” e lei ridendo:” Si, lo sapevo già, comunque che dite mangiamo?” “ Siiiiiiiiiiiiii!!!!” fu la risposta del capitano, ma subito Nami gli dette un altro pugno in testa dicendogli rassegnata:” E non urlare scemo!!” e tutto tornò alla normalità nella locanda di “ Il gabbiano”…o quasi! Fine secondo capitolo. Spero che vi piaccia. Rimangono ancora molti interrogativi non trovate? Chi era quello strano ragazzo di nome Rog e che cosa avrà contro Ruby? E chi è davvero quest’ultima? Cosa nasconde in realtà? E quale avventura aspetterà ai nostri coraggiosi e svitati pirati? Tutte queste domande otterranno risposta nei capitoli successivi, ringrazio tutti quelli che leggono la mia storia e che mi regalano qualche recensione, ma anche se non me le offrite, non importa. Comunque, spero vi entusiasmerà anche questo nuovo capitolo. Nei prossimi ci sarà più azione e colpi di scena ve lo prometto. Baci Fuffy91!!!;-)))))

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Capitolo 3
*** Capitolo3: Il tragico passato di Ruby. ***


“Ecco a te Ruby, e questo è per voi ragazzi!” esclamò Mary mentre serviva un bel piatto di spaghetti con la salsa d’arance alla bella moretta e porgeva il menù a Nami, che lo prese rivolgendole un sorriso e ringraziandola con un caloroso:” Grazie molto gentile.” “ E anche bellissima!” aggiunse Sanji rivolgendole di nuovo uno sguardo intenso e stranamente serio, che stupì molto la sua compagna dai capelli scarlatti e anche quella con i capelli simili alla pece, che per un attimo si scambiarono uno sguardo stupito, seguito poi da un sorrisino complice, mentre entrambe pensavano:” Che si stia davvero innamorando?” e a quel complimento la dolce biondina avvampò di colpo e gli rispose un po’ imbarazzata:” Gr-Grazie!” e subito Sanji, deludendo molto le sue compagne, aggiunse trasformando in un lampo i suoi occhi in due cuoricini rosa palpitanti e sfumacchiando cuoricini, come se il tabacco contenuto nelle sue sigarette fosse targato”Love-Love” e con una voce mielosa:” Oh ma figurati mia cara Mary! Oh Mary!” ed era entrato completamente in uno dei suoi sogni irrealizzabili, quando Nami, con un energetico pugno, lo riportò alla realtà, mentre il malcapitato si massaggiava la testa dolorante e la guardava innamorato perso. Tutto questo suscitò una grande risata di Ruby, la quale intanto lottava con il suo vicino di posto, che voleva a tutti i costi appropriarsi dei suoi spaghetti, ma alla fine se li mangiò tutti in una sola forchettata lasciandola allibita e con un sorriso spiazzato sulle labbra:” Tu hai per caso mangiato un frutto del mare?” gli chiese a brucia pelo, mentre Rubber si stava ripulendo l’intero viso sporco di salsa di arance allungando la sua lingua in maniera esageratamente lunga:” Si, il frutto Gom Gom, perché?” e lei sorridendo come al suo solito:” Semplice, amico. Perché anche io ne ho mangiato io!” e a questa affermazione seguirono dei corali:” Davvero?!” “Certo. Si chiama Cur Cur, che mi permette di correre ad una velocità impressionante;non solo, mi rende straordinariamente agile e veloce e…” si interruppe improvvisamente Ruby, come se si fosse accorta di qualcosa che mancava, mentre gli altri la guardavano interrogativi, finché Usopp le chiese esitante:” Qual-Qualcosa non va?” e a questo seguì un urlo acuto di Ruby che si alzò in piedi con uno scatto di reni improvviso, poi si guardò intorno, sul tavolo, dappertutto, finché non si voltò verso Mary che stava servendo ,incurante degli spostamenti continui della sua amica, le ultime porzioni sul tavolo, che Rubber si precipitò ad ingoiare, sempre puntando gli occhi neri verso la sua nuova amica, che sembrava essere più pazza della sua amica navigatrice:”Mary!!!” le urlò contro Ruby, e questa sempre tranquilla le rispose:” Si, cosa c’è Ruby?” le chiese con un sorriso ammiccante:” Dov’è?” si precipitò a chiedere la moretta dai capelli elettrici:” Dov’è cosa?” le chiese anche lei con uno sguardo interrogativo:” La birra! La mia birra! Quella che dovevi portarmi!” e a questa ultima esclamazione, Mary assunse un espressione di disappunto, serrando le labbra e crucciando le sottili sopracciglia, ed inseguito le disse con un tono quasi di rimprovero:”Ruby, quante volte devo ripetertelo?! Tu la birra non puoi berla, sei minorenne. Ti rendi conto che hai solo 17 anni?! Non puoi bere birra a 17 anni! Io non te lo permetto, e scordati che te la serva, chiaro? Non voglio che tu diventi una alcolizzata e che precipiti nel baratro dell’alcol. Io ci tengo a te e alla tua salute. Vuoi che a 30 anni il tuo fegato esploda, eh? È questo che vuoi?” “ No ma…” e Mary con un sospiro, e sorridendo come al solito le disse:” Perfetto, allora eccoti una bella spremuta di arancia. Bevi è tutta vitamina C, e poi fa bene alle tue gambe e corri ancora più veloce!” e Ruby risedendosi ,sconfitta dalle motivazioni incontestabili della sua migliore amica,le disse con le lacrime agli occhi:” Ma io voglio la birraaaa!” “Ruby!” la rimproverò di nuovo la sua amica:” Oh e va bene. Dammi quel maledetto succo d’arancia!” “ Brava così mi piaci!” le disse servendogliela e baciandola sulla guancia aggiunse prima di andare a servire il tavolo successivo:” Vedrai, è tutta vitamina C!” “Si, si ho capito!” e sbuffando rassegnata le rivolse un sorriso e la vide scorrazzare tra i tavoli e la cucina:” Accidenti, è per questo che non vengo molto spesso qui, perché so che Mary non mi lascia bere birra!” “ Però ha ragione sai! In fondo sei minorenne, non puoi bere birra. Per esempio, prendi Rubber, lui è felicissimo di bere tutto tranne che alcolici o non alcolici di ogni genere, ed avete la stessa età!” disse Nami per tirarla un po’ su di morale:” Già e poi Mary ti vuole bene, non te la proibisce di bere per dispetto, lo fa per vederti sempre in salute. L’hai sentita no?” le disse Sanji:” Si, si lo so, lo so!” ed in seguito aggiunse rispecchiandosi nel succo di arancia freddo con aria nostalgica:” Sapete mio padre mi ha insegnato a bere la birra a 12 anni. Diceva che un pirata che non beveva, era come un arancia senza buccia!” e rise al ricordo mentre gli altri la guardavano con un sorriso malinconico e divertito nello stesso tempo, e come al solito Rubber, con la cannuccia in bocca per il succo d’arancia che stava bevendo tra un pasto e l’altro, con una curiosità disarmante, le chiese direttamente:” Chi è tuo padre? Vive qui sull’isola? È un pirata anche lui?” Ruby inizialmente rise a tutte quel flusso di domande che quel bizzarro capitano gli aveva riversato addosso come un onda anomala, mentre gli altri lo trucidavano con gli occhi per la sua invadenza:” Si lui era un pirata. Mi ha trasmesso lui il senso dell’avventura, la fame di tesori nascosti, di risse, combattimenti…insomma mi ha insegnato ad amare la pirateria, nel suo lato buono e in quello cattivo. Era il capitano di una ciurma di pirati svitati e folli fino al midollo. Andavano in giro, senza una rotta precisa e un log pose che funzionasse a dovere- una pausa in cui lei scoppiò in una nuova fragorosa risata, poi a fatica continuò il racconto-a volte, per orientarsi in mare e tracciare una rotta decente, mio padre chiudeva gli occhi, lanciava una moneta e si affidava alla dea bendata: se usciva testa, andavano nella direzione che indicava il log pose, se invece usciva croce, andavano dove decideva lui, e fortunatamente usciva quasi sempre testa, altrimenti chissà per quanto tempo saremmo restati sulla stessa isola, e ad operazione compiuta, i membri della ciurma gli davano dell’idiota o ridevano fino alle convulsioni, o magari rassegnati si battevano una mano sulla fronte e tra sé pensavano” Ma chi me l’ha fatto fare ad imbarcarmi con lui!”…” a quei racconti tutti si sbellicavano dalle risate, finché Chopper tra uno scoppio e l’altro le disse:” Tuo padre è una persona davvero sensazionale! Mi piacerebbe conoscerlo!” e tutti gli altri aggiunsero a ruota:” Si, anche io!” ma le risate si spensero quando una lacrima silenziosa rigò il volto della bella moretta:” A-Abbiamo detto qualcosa di sbagliato?” le chiese esitante e timorosa Nami, e Ruby scuotendo il capo:” No, no affatto, anzi! Il fatto è che mio padre purtroppo è morto cinque anni fa, quindi non potrete incontrarlo. So che è sciocco da parte mia piangere ancora la sua scomparsa dopo cinque lunghi anni ma, davvero è più forte di me!” disse con voce roca per un pianto trattenuto forse troppo a lungo, e Rubber tendendogli un fazzoletto bianco e inghiottendo con fatica un improvviso nodo in gola, che gli si formava ogni volta che qualcuno piangeva, le chiese quasi in un sussurrò:” Come è successo?” e Ruby soffiandosi energicamente il naso gli rispose:” Era una bella notte di luna piena, stavamo festeggiando tutti insieme il bottino che eravamo riusciti a prelevare da una nave mercantile. All’improvviso, una nave della marina militare ci colse di sorpresa. Dopotutto eravamo nei pressi di Orange Town, papà aveva deciso di tornare a casa nostra per trascorrere un po’ di tempo con la mamma che ci aspettava sempre sulla scogliera ogni 10 luglio fino a notte fonda. Era il nostro patto, la nostra promessa…ma quel giorno non potemmo mantenerla. Quel giorno la marina non doveva esserci, non passavano quasi mai le navi della marina da quelle parti, ma quella notte, quella orribile notte di cinque anni fa, ci assalirono tre navi carichi di marines armati fino ai denti. Non erano molto abili nel combattimento, ma erano tanti, tantissimi. Mio padre e tutti i suoi amici combatterono come dei leoni, ma alla fine li arrestarono tutti. Mio padre, difendendo me e i suoi compagni fino alla fine, propose al generale maggiore di prendere lui al posto di tutti i suoi uomini, e gli fece promettere che avrebbe riportato me sana e salva qui, ad Orange Town, da mia madre. Il generale accettò la richiesta di mio padre e rispettò la sua volontà:liberò i suoi compagni e mi imbarcò su un’altra nave della marina diretta in città, ma io non volevo lasciare mio padre, così corsi verso di lui e lo abbracciai stretto, e lui mi disse che dovevo essere forte, che avrei dovuto dare un bacio alla mamma da parte sua e dirle che l’amava tantissimo, poi mi strinse di nuovo a sé e mi disse dandomi un bacio sulla guancia:” Ti voglio bene, Ruby. Piccola mia, sarò sempre con te!” poi i marines sciolsero il nostro abbraccio e lo portarono su un isola adiacente a questa, e lì lo fucilarono. Portarono anche me e tutti i membri della ciurma di mio padre, che impotenti guardavano il loro capitano soccombere. Mi sembrava solo un brutto sogno, il peggiore dei miei incubi, e non riuscivo più a svegliarmi. Un marines disse vicino ad un uomo alto, con la pelle bianchissima e con gli occhi color del ghiaccio che forse era meglio se io non guardassi, ma lui con un sorriso velenoso disse che la figlia di un pirata e di una svergognata meritava di assistere a quella scena.- “ Che bastardo!” pensarono tutti i presenti con rabbia e disgusto, pensando al trauma che avrebbe dovuto subire quella povera bambina vedendo il padre fucilato davanti ai suoi occhi- Poi, quando tutti i marines allineati in una sola fila caricarono i fucili per prepararsi all’esecuzione imminente, mio padre con un dolce sorriso si voltò verso di me che piangevo come una fontana, e mi disse:” Non piangere Ruby! Ricorda sempre che sei una piratessa e le piratesse non piangono mai!” e poi ci fu solo un boato di spari e il corpo di mio padre accasciarsi a terra con tonfo sordo.” Quando Ruby terminò il suo triste racconto, tutti i membri della ciurma erano il ritratto della tristezza e del dolore:Chopper e Usopp non riuscivano a trattenere le lacrime che colavano dai loro occhi arrossati e lucidi in pesanti goccioloni, Nami , Sanji e Zoro avevano abbassato lo sguardo persi nei loro ricordi dell’infanzia, Nico Robin rispecchiava i suoi occhi azzurri e vitrei, velati da un leggero strato di lacrime che minacciavano di sgorgare e rigarle il volto, nel bicchiere di tè ormai diventato freddo, solamente Rubber era rimasto ad osservare la moretta tutto il tempo, mentre quest’ultima continuava a stringersi il fazzoletto che le aveva prestato spasmodicamente al petto con la mano destra e con la sinistra il bicchiere di succo di arancia, il cui ghiaccio si era ormai dissolto:” è morto da capitano.” Disse Rubber all’improvviso interrompendo il flusso di pensieri che affollavano la mente dei suoi amici:” Come?!” gli chiese Ruby tirando su con il naso e volgendo il viso dalla sua parte per guardarlo dritto negli occhi, ma questi le apparvero velati dal suo amato cappello di paglia e da qualche ciuffetto corvino che gli accarezzava la punta del naso, ed egli ripeté ancora una volta con tono più deciso:” Si, è morto da capitano. È morto per salvare te ed i suoi compagni, ha sacrificato la sua vita per voi, per le persone che amava. È da lodare per questo, e tu dovresti essere fiera di essere sua figlia.” Quelle parole colpirono molto Ruby; dalla morte di suo padre, le erano state dette molte parole di conforto,alcuni lo avevano criticato, altri lo avevano ammirato ed altri ancora lo avevano rimpianto, ma mai nessuno gli aveva detto che suo padre era morto da capitano, ed in effetti era vero! Lui era decaduto a testa alta, con il sorriso sulle labbra e rimanendo intatto il suo onore, la aveva rincuorata quando invece doveva essere il contrario. Si, Rubber aveva ragione:suo padre, il suo adorato padre ,era morto da capitano!” Si, Rubber! Hai ragione, è morto da capitano!” “ Già, con onore. Ti confesso che anch’io al suo posto avrei fatto lo stesso. Anch’io avrei sacrificato la mia vita per salvare quella dei miei compagni. Perché loro sono la mia unica vera e grande famiglia.” Aggiunse Rubber con un sorriso e guardandola negli occhi, trasmettendogli un po’ del suo buon umore, mentre i suoi amici lo guardavano anche essi con il sorriso dipinto sulle labbra e grati nei confronti del loro capitano, che a modo suo li aveva salvati e tirati fuori dal baratro dell’angoscia e della solitudine in cui erano precipitati con la forza, ed ora stava facendo lo stesso con Ruby, e questo li sorprese da un lato e gioire dall’altro:” Oh Rubber, sei così caro!” pensò Nami guardando il suo capitano sorridere platealmente ad una sua nuova compagna di sventure. Prima, quando aveva fronteggiato quel tipo inquietante, che le aveva messo i brividi ad un solo sguardo fuggente, l’aveva trovata assolutamente meravigliosa, e l’aveva ammirata per questo. Ma ora, mentre la osservava raccontare il suo triste passato, l’era sembrata così piccola e vulnerabile, trasmettendole solo tristezza e facendole ricordare quel lontano giorno, quando lei e sua sorella avevano visto la loro madre adottiva, Bellmer, morire per mano di quel viscido di Arlong davanti ai propri occhi, e purtroppo ricordava e capiva benissimo quel senso di smarrimento e di impotenza che ti pervade le membra ,come il corso continuo di un veleno nelle proprie vene, quando vedi la persona a te molto cara perdere nell’arco di un secondo la vita e cadere in un sogno eterno. Basta una semplice parola per descrivere quel momento:orribile!. Ed ora Nami voleva anche lei consolare quella minuta ragazzina così simpatica e strana, ma anche così irrimediabilmente triste, che ora se ne stava lì in un angolo a ridere per le battutine e per le smorfie del suo unico e bizzarro capitano, ma ancora con le lacrime agli occhi per un dolore straziante e opprimente covato nel suo candido animo per cinque lunghi anni:” Ascoltami Ruby, voglio dirti una cosa. Tutti noi abbiamo avuto un’infanzia orribile , ognuno ha subito sulla propria pelle le terribile sofferenze portatici da tristi eventi che noi purtroppo, non siamo riusciti a deviare, eppure li abbiamo affrontati e superati. Come del resto hai fatto anche tu. Quindi non sentirti in pena per tuo padre e ricorda sempre che lui sarà sempre con te e ti proteggerà fino alla fine dei tuoi giorni. E non sentirti mai più sola, perché sei circondata da tantissime persone che ti vogliono bene, e poi ora hai anche noi, di cosa vuoi lamentarti?!”le disse la bella navigatrice regalandole un occhiolino e un sorriso sincero, che la fecero sorridere e lacrimare di gioia per questi nuovi e speciali amici che sembravano capirla meglio di chiunque altro, e che non la giudicavano o biasimavano, e che la rincuoravano e le scambiavano degli sguardi pieni d’amore e di comprensione, e tutto questo la commosse:” Grazie ragazzi! Vi ringrazio tantissimo! Siete i migliori amici che abbia mai avuto! A parte Mary naturalmente!” terminò facendoli sorridere tutti:” Naturalmente!” aggiunse tra le risate Sanji:” Su, ora basta piangere!” le disse ancora Nami, e lei la ringrazio di cuore stringendogli la mano che le stava asciugando le ultime lacrime, trovando in lei un’altra cara amica:” E tua madre come prese la notizia della scomparsa di tuo padre?” le chiese Chopper ancora commosso:” Quando ritornai a casa sulla nave di mio padre, guidata dal suo vice- capitano, visto che la marina si riteneva più che soddisfatta e mantenne la promessa di lasciarci andare, lei ci aspettava come ogni 10 luglio sulla cima della scogliera, e appena vide la nostra nave ritornare, corse immediatamente al porto. Appena scesi dalla nave ricordo che mi sentii subito stringere dalla braccia calde di mia madre, a quel punto non trattenni più le lacrime e piansi disperata. Poi corsi a casa e mi chiusi nella mia cameretta, e ancora piangente, mi addormentai. La mattina dopo, mi svegliai udendo nella stanza accanto dei rumori leggeri. Mi precipitai a vedere chi li provocasse, e quello che vidi fu mia madre piangere disperata sul pavimento dopo aver scoperto la notizia che mio padre era morto, quella notte nessuno aveva avuto la forza per riferirglielo. Qualche mese dopo la vita era tornata normale. I compagni di mio padre erano ripartiti per un'altra grande avventura, mentre io rimasi con mia madre, aiutandola a raccogliere le arance nel nostro frutteto. Tutto era tornato sereno, fin ad una bella giornata d’estate. Mia madre mi ordinò di andare in città per delle commissioni, mentre lei raccoglieva le ultime arance sull’albero più grande del nostro campo. Quando tornai però non la trovai nel frutteto. Cercai ovunque, finché non raggiunsi la sua camera da letto. Entrai con molta discrezione, finché non la vidi: mia madre era lì, sdraiata sul letto, pallida come un censo,con i capelli biondi che ricoprivano il suo volto bianco più del dovuto e il resto del letto. Era morta. Si era suicidata accoltellandosi al petto. Tra le mani stringeva ancora il pugnale macchiato del suo sangue scarlatto. Era una scena orribile, raccapricciante. Ingenuamente cercai di svegliarla, ma ormai era troppo tardi. A quell’ora aveva già raggiunto mio padre in cielo. Così piansi disperatamente, stringendomi vicino alla sua ferita mortale. Ma poi mi accorsi di una cosa impensabile in quel tragico momento. Io avevo visto ogni genere di ferita provocata con un pugnale, ma quella sembrava molto più profonda del dovuto e molto più grande per una lama così piccola. In breve scoprii che mia madre non si era affatto suicidata, era stata assassinata. Molto probabilmente la mente malata che aveva commesso il delitto aveva pensato di iscenare il suicidio. A quel punto non ci vidi più dalla rabbia. Mi asciugai rapidamente le lacrime, presi mia madre e dopo averle dato giusta sepoltura accanto alla tomba di mio padre, andai in cerca dell’assassino. passò un anno in cui cercai disperatamente il colpevole di quel atroce delitto, e finalmente, dopo accurate ricerche lo trovai…” “ E chi era?” chiese tentennando Usopp, un po’ combattuto, come del resto tutti, da quella tragica storia, e Ruby alzando lo sguardo e puntandolo dritto verso quello del cecchino gli rispose con tono pieno di una rabbia antica e con un sorriso diabolico:” Ma non altri che il tenente maggiore Roger Smitt, l’uomo che considerava mio padre il peggiore dei pirati e mia madre solo una povera sciocca, nonché padre del ragazzo che avete visto poco fa, Roger Smitt…Junior!” “ Accidenti! Proprio una bella parentela!” esclamò Sanji con ironia:” E per quale motivo aveva ucciso tua madre?” chiese Nami:” Semplice, perché l’aveva rifiutato quando gli ha chiesto di diventare sua moglie…” e a quel punto il volto di Ruby si illuminò di un sorriso di trionfo e continuò:” Peccato che mia madre era già completamente innamorata di mio padre e che ,anzi, aveva accettato di buon grado di sposarlo!” “ Haha, e brava tua madre!” commentò sogghignando Zoro:” Già” aggiunse Ruby ricambiando il sorriso:” Quando venni a conoscenza da uno dei suoi uomini che era stato lui a toglierle la vita, mi diressi dritta verso la sua residenza, mi sbarazzai in un attimo di tutti i suoi stupidi burattini armati e alla fine, quando mi ritrovai faccia a faccia con lui e stavo finalmente per vendicare mia madre e mio padre, Rog, sbucando dal nulla, lo trafisse alle spalle e lo vidi accasciarsi a terra e sorridere al suo stesso assassino, che non era altri che il figlio. Io rimasi profondamente disgustata di quel gesto e stizzita gli chiesi perché avesse ucciso il suo stesso padre e se non si vergognasse per l’atto disumano che aveva commesso senza versare nemmeno una lacrima, e lui girandosi verso di me, mi scrutò dall’alto in basso con quel suo sguardo di ghiaccio ed in seguito, dirigendosi verso il buio corridoio della sua residenza, mi disse con tono piatto e privo di qualsiasi emozione:” Tu sei Ruby, vero? Sappi che i motivi per cui ho ucciso mio padre non ti riguardano, per quanto riguarda noi due, non preoccuparti ci rivedremo molto presto e quando arriverà il momento ti ucciderò.” Sono passati quattro anni da quella minaccia infondata e priva di senso,almeno da parte mia, visto che io non lo conoscevo nemmeno se non di fama, visto che a quel tempo, era conosciuto in tutta Orange Town con l’epiteto di” Rog, l’uomo di ghiaccio” e aveva solo 13 anni all’epoca, immaginate adesso quale monopolio ha su tutti i pirati d’intorno. Tutti lo temono e lo rispettano come un dio malvagio, solamente io non mi sottometto alla sua volontà, e questo per lui risulta molto scomodo. Eppure, ogni volta che ci incontriamo, rimanda sempre il nostro piccolo conto in sospeso. A volte mi da l’impressione di aspettare qualcosa. Chissà!” “ L’importante è che tu conosca le sue intenzioni e che stia all’erta ogni volta che vi scontrate, anche se non con l’uso delle armi.” Le suggerì Nico Robin, e lei annuì rispettando e tenendo in considerazione il suo parere:” Quello che non capisco è perché abbia ucciso suo padre. Insomma, perché non ha lasciato almeno che tu compissi la tua vendetta? Non ha senso!” costatò Usopp, piuttosto preoccupato per quella storia:” A questo non so darti risposta. Ciò che è certo è che vuole togliermi di mezzo.” “ E tu lo affronterai vero?” le chiese Rubber con un sorriso accattivante, sicuro di conoscere esattamente la risposta:” Si, io lo affronterò e lo vincerò!” esclamò Ruby e ricambiando il sorriso. Ad un tratto si sentirono delle grida provenire dalla strada principale e tutti a quel punto si alzarono e si diressero dritti dritti lì per vedere cosa fosse successo e lo stesso fecero loro, incuriositi, e quello che videro li sgomentò. Fine terzo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che seguono il mio racconto con tanto interesse e soprattutto Akela, la mia fan numero uno! Mi dispiace mia cara, non c’è molta azione in questo capitolo, ma in compenso ti ho inquadrato bene il personaggio di Ruby, anche se alcuni enigmi rimangono sempre irrisolti. Fammi sapere se ti piace anche questo. Baci baci Fuffy91!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo4:Scontri e tragedie ***


“Che orrore!” esclamò Nami portandosi una mano alla bocca per lo sgomento e per il disgusto:” é…è terribile!” disse Usopp anch’egli stupito:” Chi può essere stato a provocare tutto questo?” si domandò tra se Sanji mentre accendeva un’altra sigaretta per riuscire a calmare il tumulto che aveva nel cuore. Morti, una distesa di corpi insanguinati e privi di vita ricopriva l’intera strada principale di Orange Town, e quella che almeno in apparenza era sembrata la città più bella e pittoresca di tutto il Grande Blu, dove la popolazione era sempre in perpetua allegria e in festa, ora non era altro che un cumulo di cadaveri ammassati e galleggianti in un oceano di sangue purpureo. Urla di madri disperate che abbracciavano i loro bambini, frutto del loro amore per la vita, ormai privi della loro anima innocente e candida ,come i primi fiocchi di neve in una fredda giornata di inverno, fredda come le loro piccole e delicate mani, macchiate delle proprie gocce di sangue unito a quello degli altri. Il dolore primeggiava in quel cupo primo pomeriggio, e ovunque i nostri amici pirati posassero lo sguardo ricolmo d’angoscia, sentivano le grida disperate dei cari addolorati, i gemiti, il suono provocato dalle tante lacrime amare che bagnavano il suolo polveroso e ricoperto da un lugubre e liquido manto rosso Tiziano. Chopper, disperato e con le lacrime agli occhi per quella vista terrificante ed inumana, si gettò in quel mare d’angoscia per cercare di salvare le povere vite di tutti quegli innocenti, lasciandosi guidare dal suo istinto di medico; ma, per quanto si sforzasse, ben presto capì che la Morte aveva già reclutato quelle anime innocenti e condotte verso l’alto dei cieli. Invano cercò di riportare la luce neghi occhi spenti di un bambino di soli cinque anni, che giaceva sotto il corpo esanime del padre che, probabilmente, aveva cercato di proteggerlo fino all’ultimo spasmo di vita, ma invano. Infatti, nonostante gli ultimi tentativi di Chopper, la luce non si rifletté più nei dolci occhi di quel angioletto biondo, e questo portò alla disperazione il piccolo Chopper, che non riuscì più a trattenere i singhiozzi e le lacrime di rancore nei confronti di quella ingiustizia. A quel pianto disperato, si unì anche quello di Nami, che si nascose il viso rigato di lacrime nel petto di Nico Robin, che accarezzandole dolcemente il capo, cercava di calmare i suoi sussulti, mentre Zoro si era precipitato verso il suo compagno e avvolgendolo tra le sue forti braccia, cercando di trasmettergli un po’ della sua forza che ,di fronte a tutto quello orrore, stava anch’essa vacillando,lo riportò tra gli altri e quando riuscì a calmarsi almeno un po’ lo depose gentilmente a terra, mentre questo si asciugava le ultime lacrime salate. Usopp, Sanji e Nico Robin a stento cercavano di scoppiare in singhiozzi di fronte a tutto quel dolore e a quella amarezza; gli unici ad essere pieni di rabbia e all’apparenza impassibili, erano Rubber, Ruby ,che gli era accanto, e Zoro. Il capitano, per contenere la rabbia che lo divorava in quel momento, stringeva intensamente i pugni fino a che le sue nocche non diventarono inevitabilmente bianche come le sue ossa, e un tremore ,che faticava a contenere, lo scuoteva e intensificava la sua collera; questo non sfuggì a Ruby e, per riuscire almeno in parte a smorzare la sua ira, gli strinse la mano destra chiusa a pugno, che a quel tocco leggero, perse vigore e si rilassò ,giusto il tempo per permettere a quella bianca e morbida di lei di unirsi in un dolce e rilassante abbraccio con quella molto più grande e abbronzata di lui, che a quella gentile stretta, calmò il suo animo lacerato dal furore con un pesante sospiro, e incrociando lo sguardo nocciola intenso di lei, le sorrise con gratitudine e il suo dolce sorriso venne ricambiato accompagnato con le parole di conforto e di comprensione:” Non perdere il tuo sangue freddo. Respira a fondo e calmati. Cerchiamo di capire chi ha compiuto questa strage va bene?” e Rubber ,annuendo a quella proposta e regalandole un altro sorriso, scorse vicino alla sua sinuosa figura una più alta e robusta. Era un ragazzo di circa 25 anni dalla pelle olivastra, quasi esotica, che si stava avvicinando al loro gruppo, o più precisamente, verso Ruby, con passo felpato, e raggiungendola la salutò affettuosamente e con po’ di freddezza nella voce profonda, dicendole:” Ciao Ruby. Vedo che ti stai godendo il macabro scenario!” esclamò, come se la tragedia che si era verificata, fosse solo frutto di una visione o di un incubo collettivo, dandole alcun peso rilevante, e questo infastidì molto i presenti, tranne Ruby, che rivolgendo prima un sorriso amaro a tutti i presenti come per dire:” Non prendetevela, è fatto così!” calmandoli almeno in parte, si rivolse verso il suo conoscente e con un tono quasi di rimprovero disse:” Doc, non hai il minimo di tatto, come al tuo solito in queste circostanze. Comunque, tu sai chi è stato a provocare questa orribile strage?” gli chiese conciliante, e questo inarcando le folte sopracciglia di un verde smeraldo come i suoi capelli folti, sbarazzini e corti, e incatenando i suoi occhi dorati e indagatori, mascherati da un paio di occhiali leggermente spessi, di forma rettangolare e trasparenti, con quelli nocciola e intensi di lei, le rispose:” Dovresti saperlo, no? Prova a indovinare! Butta un nome a caso! Chi può condannare a morte centinaia di persone innocenti, uomini, donne e bambini, con due o tre colpi di spada? Chi può essere così malato da fare una cosa del genere? Avanti Ruby, prova a pensarci solo per un momento, e vedi che la risposta viene da se.” Concluse il suo realista amico, con un tono atono e privo di qualsiasi emozione, e Ruby, stringendo la mano di Rubber, fino a quasi provocargli dolore, gli rispose abbassando lo sguardo mentre brividi di rabbia le attraversavano la spina dorsale, e poi il resto del corpo:” Rog Smitt!” “ Indovinato! Congratulazioni, hai vinto una bambolina!” disse sorridendole amaro, anche lui ricolmo d’ira ma che, straordinariamente, riusciva a contenere, cercando di trasmettere alla sua furente amica un po’ della sua forza di volontà:” Sopravvissuti?” gli chiese esitante dopo aver ricambiato il sorriso ringraziandolo mentalmente:” Nessuno, purtroppo! Ho fatto del mio meglio, ma alla fine sono tutti decaduti. Alcuni sono morti sul colpo, altri invece hanno dovuto perire per molto tempo a causa delle laceranti fitte di dolore, i bambini invece sono quelli che hanno sofferto di meno, rientrando nel primo gruppo, per fortuna.” Terminò la diagnosi freddamente Doc, osservando Ruby e poi i suoi nuovi amici che lo guardavano sconcertati e interrogativi:” Amici tuoi?” chiese alla sua amica indicandoli tutti, uno a uno:” Si, scusa, non vi ho nemmeno presentati. Ragazzi, questo è Doc, il giovane e migliore medico dell’intera città, e anche uno dei miei più cari amici.” “ Salve!” “ Ciao!” risposero al saluto di lui tutti con un tono atono e intriso di tristezza:” Però, amichevoli!” fu il suo commento, e a quello Nami, ricolma d’angoscia e di rabbia per quella tragedia, rossa in volto per il furore e anche per il pianto dirotto che aveva appena sfogato consolata dalla sua amica Robin, gli urlò contro:” Ma come puoi pretendere che sprizziamo gioia e allegria da tutti i pori alla vista di questa folle tragedia, me lo spieghi per favore, perché io non ci riesco, e nemmeno tu mi pare visto che stai lì ,immobile, freddo come il ghiaccio accanto a Ruby, che ,poverina, riesce anche a sopportarti,e non so proprio come ci riesca! Almeno lei non è rimasta ferma e impassibile davanti a questo raccapricciante scenario di morte, come invece stai facendo tu! Diamine, sembra che tu non riesca a provare il minimo sentimento!” concluse Nami furente ed amareggiata, che con quello sfogo che aveva riversato contro un ragazzo che conosceva nemmeno da cinque minuti, era riuscita almeno in parte a scaricare tutta l’adrenalina che le stava serpeggiando nelle viscere da un po’, e quello ,continuando a fissarla, le rispose con il suo solito tono atono:” Ascolta ragazzina, voglio farti una domanda. Secondo te, se mi disperassi e cominciassi a prendere a calci tutti quelli che mi passassero per tiro, tipo te ad esempio, credi che cambierebbe qualcosa? Non mi pare! Quindi, invece di formulare accuse infondate e urlarmi contro come una invasata, cerca di renderti utile in qualcosa, come fanno tutti qui del resto. Anche un pezzo di ghiaccio che non prova il minimo sentimento, come hai detto tu, come me!” concluse sorridendole per nulla amareggiato da quello che gli aveva detto Nami, come se avesse inteso il suo vero scopo. In seguito, salutando Ruby e il resto dei suoi amici, anche scambiando una amichevole stretta di mano alla giovane navigatrice, che imbarazzata gli chiese umilmente scusa:” Oh, fa niente, non preoccuparti. Nella mia vita, mi hanno detto anche di peggio. A presto ragazzina!” e scompigliandole i capelli rosso- mandarino, si diresse verso una donna disperata che cercava di sollevare il corpo esanime del suo compagno,e con un solo gesto, l’aiutò a trasportarlo fino alla sua casa, e Nami rimase molto colpita da quel gesto così pieno di tenerezza:” Visto, non è poi così privo di sentimento!” le disse Ruby, che si era avvicinata accanto a lei con passo furtivo, rivolgendole un dolce sorriso:” Si, hai ragione! A modo suo, soffre anche lui, come tutti!” esclamò e Ruby, che era rimasta ad ascoltarla, annuì regalandogli un altro sorriso, che lei prontamente ricambiò:” E adesso, che cosa facciamo?” chiese Usopp rivolto a tutti i suoi compagni:” Semplice, ci dividiamo! Voi rimanete qui ad aiutare tutta questa gente, mentre io e Ruby andiamo a fare una visitina a quel Rog!” disse Rubber con uno insolito tono autoritario, che lasciò i suoi compagni stupiti ma anche ammirati, come sempre in quelle occasioni particolari, mentre Ruby lo guardò un po’ sospetta, e lui accortosi del suo sguardo interrogativo, dopo avergli rivolto un sorriso accattivante e uno sguardo deciso, le disse:” Non vorrai mica che questa sua folle azione rimanga impunita vero?” e lei ,capendo le sue intenzioni, gli rispose con la sua stessa espressione dipinta sul bel volto da bambina:” No, assolutamente!” “ Bene allora, andiamo!” disse prendendola per mano e trascinandosela dall’altra parte della strada, ma prima di allontanarsi del tutto, Ruby incitandolo a fermarsi, e rivolgendosi verso il resto dei suoi amici, disse loro:” Ragazzi, c’è una cosa molto importante che devo dirvi prima di andare a cercare Rog con Rubber. Quel maledetto preferisce agire da solo, ma come ogni malvivente che si rispetti, ha anche lui un gruppo di assassini senza scrupoli che, come il loro capo, si divertono a uccidere persone innocenti o imploranti. Mi hanno attaccato diverse volte. Sono molto forti e leali a Rog, nonostante lui non li consideri minimamente, e li usa solo ed unicamente per i suoi loschi scopi, quando non vuole sporcarsi le mani. Non mi stupirei più di tanto se scoprissi che i responsabili di tutto questo fossero anche loro. Comunque vi consiglio di tenere gli occhi aperti e le vostre armi a portata di mano, perché sono molto, molto pericolosi.” Dopo questo avvertimento, i ragazzi annuirono e gli sorrisero grati, tranne Usopp che cominciò a tremare di paura per tutti quegli eventi inquietanti, e abbracciato a Chopper, cercavano di calmare il tremore che li scuotevano, ma ,nonostante tutto, le sorrisero tremolanti e grati anch’essi. Poi, prendendo Rubber di nuovo per mano, corse a più non posso usando i suoi poteri donatele dal frutto Cur Cur verso la residenza di Rog, ma quando furono ai suoi pressi, vennero sbarrati da due uomini dall’aspetto grossolano e identico( erano due gemelli! ) e, dopo averli osservati accuratamente dall’alto in basso, uno di questi disse loro con ironia:” Dove credete di andare moscerini?” “ Da un certo Rog! Tu lo conosci?” gli chiese con un sorriso provocatorio Rubber, mentre Ruby sghignazzava:” Certo che lo conosco moccioso impertinente, è il mio capo! Peccato che non riuscirai ad incontrarlo!” concluse quest’ultimo con un sorriso grossolano ed orribile che gli incurvava le labbra screpolate dal vento, ma Rubber per nulla intimorito, cominciò a scagliargli una scarica di pugni potenti contro, sotto lo sguardo divertito ed ammirato di Ruby, ma con sua grande sorpresa questi sembravano non sortire alcun effetto, e così si fermò con un’espressione interrogativa rivolta a Ruby, e lei si affrettò a dargli le dovute spiegazioni, mentre i due giganti ridevano a crepapelle:” Sono i fratelli gemelli Fred e Frost. I loro corpi sono così resistenti e robusti, che qualsiasi colpo inferto loro non sortisce alcun effetto, ma in compenso…” una pausa dove Rubber venne scaraventato con un solo possente pugno da parte di Fred, il gigante con cui aveva parlato e combattuto invano, mentre con un tonfo Frost si era steso per terra e si stava sbellicando dalle risate, in una casa adiacente, facendosela crollare a dosso, seppellendolo con le proprie macerie:” Rubber!!!” gridò Ruby e correndo verso di lui per aiutarlo, mentre i due orridi gemelli si contorcevano dalle risate. “Bene, bene Ice! Guarda ci sono dei visitatori!” “ Vedo Jimb, e sembrano anche piuttosto forti! Che dici ci divertiamo un po’?” chiese la donna al suo compagno di omicidi, scrutando con i suoi occhi rossi Zoro, Sanji, Usopp, Nami, Nico Robin e il piccolo Chopper in lontananza, mentre l’uomo più alto e robusto di lei, come risposta si leccò la lama di una delle sue due spade e sorrise velenoso, pronto come lei allo scontro imminente. Fine quarto capitolo. Allora vi è piaciuto? Spero di si. Se avete cuore di me recensite, pleaseeeeeeeee!!!! Saluto ancora tutti quelli che seguono questa storia e mi scuso per il ritardo. Saluto la mia Fan numero 1 Akela e aspetto con ansia di leggere i suoi commenti. Ah, dimenticavo di rispondere alla tua domanda. Mi chiedi se tra Rubber e Ruby sboccierà l’amore? Uhmmmmmmmmmm, bè a dire il vero… ;))) sarò cattiva questa volta, ma se vuoi continua a leggere i miei capitoli e forse, chissà, tutto è possibile!!! Ora vi lascio cari lettori e lettrici! Alla prossima!!!!;))))))))))))))

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Capitolo 5
*** Capitolo5:Vigilia di battaglia e lavoro di squadra ***


“ Tutto bene?” chiese lo spadaccino Zoro ad un uomo che accasciato a terra, con le lacrime agli occhi e gli indumenti insanguinati, ammirava, con sguardo velato e spento, il corpo privo di vita della sua bellissima compagna, tutta ricoperta di sangue e dal volto un tempo roseo e sorridente ora pallidissimo. Zoro aveva già intravisto quella coppia prima di varcare la soglia di “Il gabbiano”, visto che la donna, di cui ora stava ammirando la bellezza incantevole anche dopo la morte, e purtroppo ormai sciupata invano, non solo aveva stregato Sanji, come era prevedibile, ma ricordava che, colta da un’improvvisa euforia, lo aveva travolto con il suo entusiasmo scontrandosi, non intenzionalmente, con lui e tutta sorridente, si era scusata umilmente per poi essere imprigionata dal suo compagno in un caldo abbraccio, che aveva triplicato le sue risate. Li ricordava così felici, lo avevano fatto sorridere con il loro modo di inseguirsi per tutte le vie della città e di manifestare il loro amore in tanti piccoli baci innocenti, ed ora vedeva quel povero uomo in ginocchio ed inerme vicino al corpo della sua donna, e ripensando alla loro felicità sprecata e a quella atroce ingiustizia per la follia di un folle che avrebbe volentieri ucciso, lo fece fremere di rabbia, e per contenerla l’orgoglioso spadaccino dalle tre spade, sospirò pesantemente e stringendo i pugni, si chinò sull’uomo disperato e gli ripeté la domanda di poco prima con un fugace sussurro:” Tutto bene?” e l’uomo, sempre con uno sguardo spento e pieno di amarezza, gli rispose:” E come potrei stare bene?! La mia donna è morta per proteggermi ed io non ho potuto fare niente. Non so nemmeno come sia potuto succedere. Ho sentito solo una grande folata di vento, un colpo sordo sfregiare l’aria e poi…e poi…il corpo del mio amore cadere tra le mie braccia e lacerato da una grandissima e profondissima ferita. Era morta sul colpo. Poi ho visto un uomo, un uomo vestito di nero e dagli occhi di ghiaccio che impugnava una spada di grandi proporzioni e che emanava uno strano bagliore rosso, che, dopo aver fatto strage di molte persone senza nemmeno sfiorarle, è scomparso nel nulla. Non so per quale motivo mi abbia risparmiato, ma in quel momento avrei preferito che non lo avesse fatto.” Concluse l’uomo soffocando i singhiozzi e ricacciando le lacrime che minacciavano di rigargli di nuovo il viso stravolto dal dolore e Zoro, capendo di chi si stava riferendo, rimase piuttosto perplesso; come era possibile che una spada potesse provocare ferite mortali, senza nemmeno sfiorare il proprio avversario? Era assurdo! In tutta la sua lunga carriera da spadaccino professionista non aveva sentito nulla di simile! Ma se le cose stavano così, Rubber e Ruby correvano un grosso pericolo ad affrontarlo corpo a corpo, e visto che la moretta non aveva mai accennato a questa sua innata qualità, o meglio, a quella della sua straordinaria spada, si vedeva che anche lei ne era completamente all’oscuro. In seguito, rivolgendo un ultimo sguardo all’uomo sconvolto, gli chiese senza mezzi termini, come al suo solito, ma cercando di mantenere un certo tatto, vista la situazione:” è sicuro di quello che ha visto?” e l’uomo, risvegliandosi dal suo torpore:” Si, si ne sono sicuro. So che sembra assurdo, ma è la verità, mi creda.” E Zoro sorridendogli conciliante:” Ma certo che la credo, ma ora si rialzi coraggio. È ferito per caso? La sua camicia è…” e l’uomo rialzandosi con l’appoggio di Zoro, si osservò la camicia macchiata i sangue, e accennando un sorriso, gli rispose:” No, no, non è il mio sangue quello che vede, è della mia amata. Non sono ferito, ho solo qualche graffio. Piuttosto, devo riportare il corpo della mia compagna alla sua famiglia, abitano in quel vicolo.” E così dicendo, prese il suo corpo esanime tra le braccia, ma un improvvisa fitta al fianco, lo fece ripiegare su se stesso, e il corpo della sua amata sarebbe caduto sicuramente in terra, se Zoro, prontamente, non l’avesse preso tra le sue forti braccia, un po’ dispiaciuto:” Mi indichi la casa. La porterò io in braccio, se non le dispiace, viste le sue condizioni.” E l’uomo, con un sorriso di gratitudine dipinto sulle labbra, annuendo con il capo e rialzandosi a fatica, lo condusse alla casa della sua amata, e dopo aver assistito per un breve lasso di tempo, la disperazione che dilaniava gli animi piangenti dei suoi cari, salutò con un gesto del capo il suo conoscente, e richiudendo la porta dell’abitazione con discrezione, si diresse ,ricolmo di amarezza mescolata alla rabbia, verso la strada principale, ma quando ritornò, vide i suoi compagni ,prima intenti ad aiutare gli altri, agglomerati in gruppo e sulle difensive, e quando li raggiunse, anche lui aggrottando le sottili sopracciglia e sguainando le spade, si mise sulla difensiva:” Oh, andiamo! È questo il vostro modo di avviare una conoscenza? Che gente sgarbata, non trovi Jimb?” chiese la donna dagli occhi scintillanti e rossi come due rubini, che indossava una giacca rossa come i suoi occhi, una minigonna in pelle nera, un top trasparente dello stesso colore che lasciava intravedere completamente il pus-up rosso ,in tinta con la giacca a vento e le sue iridi che emanavano scintille, mentre i suoi capelli di un biondo platinato le ricadevano sul viso in morbidi ricci sconvolti dal leggero vento polveroso che si era alzato intorno ai presenti. Ormai la strada era completamente sgombra, e molte persone ,in lutto e non, si erano cautamente allontanate dallo scenario della battaglia imminente, e rintanate impaurite e addolorate nelle proprie abitazioni, lasciando gli avversari liberi da ogni ostacolo.” Hai perfettamente ragione Ice. Che dici, cominciamo noi le presentazioni?” le rispose dopo un po’ l’uomo accanto a lei, che lasciava trasparire nel suo sguardo scuro e poco raccomandabile, solo follia e bramosia, la stessa bramosia che reclamavano le sue due spade affilate, che sembravano prontissime a bagnarsi con il loro sangue. Egli indossava una semplice maglietta a giro maniche con i bordi maltrattati e un jeans stretto alle caviglie e che ricadeva negli stivali stile cowboy, con varie catene attaccate ai passaggi della cintura che non portava,entrambi di colore nero, e una collana–catena gli incatenava il collo, mentre i capelli lunghi e dello stesso colore del miele intrecciati in una treccia, gli ricadeva languidamente sulla spalla destra:” Certamente. Sai come si dice: prima conosci il tuo nemico, e poi uccidilo a sangue freddo.” Disse la donna dagli occhi infuocati e rivolgendo a tutti loro un sorriso velenoso e divertito, e Nami, ricambiando il sorriso e componendo il suo fedele bastone in una sola mossa e puntandoglielo contro, le disse:” Cos’è, l’ultima regola del vostro codice senza onore?” e la donna contorcendo di nuovo le labbra in un sorrisetto provocatorio, le rispose a tono:” No, sbagliato. È il galateo di noi assassini professionisti.” E il suo compagno sbuffando:” Già, creato per romperci l’anima!” esclamò sbuffando di nuovo, ed un altro personaggio avvicinandosi, anche lui vestito di nero da capo a piedi, molto più elegante e meno stile punk dei suoi compagni, con i capelli di un rosso accecante e gli occhi chiari, ma macchiati da un macchia di malvagità:” Basta perderci in chiacchiere inutili. Scegliete il vostro avversario e cominciate a combattere.” “ Ha ragione Jacob. Ricordate qual è il vostro compito, e cercate di portarlo a termine, buoni a nulla” esclamò un uomo con il pizzetto grigio come i suoi capelli, alto almeno un metro e cinquanta e vestito di nero anch’egli:” A chi hai dato della buona a nulla, nanetto?” lo fulminò con lo sguardo Ice, togliendosi un guanto merlettato di rose nere, e il suo piccolo compagno sudando freddo, ma con il viso arrossato dall’ira per l’ultima affermazione di lei, gli urlò contro coraggiosamente ma leggermente titubante:” Come…come osi darmi del nanetto?! Maledetta, come hai osato? Me la pagherai amaramente!!!” ma la sua tenacia venne a mancare quando la donna gli porse la mano scoperta in prossimità del viso:” Adesso basta,smettetela! State solo dando spettacolo.” Continuò un’ altra donna con un vestito sempre nero ma lungo ed elegante come quello di Jacob e Karl, il nanetto:” Ah, Nadya, ci sei anche tu! E i gemelli Fred e Frost, dove sono?” le chiese Jacob curioso di conoscere la risposta:” Stanno giocando con due marmocchi che hanno avuto il coraggio di arrivare nei pressi della residenza del nostro signore. Poveri illusi!” terminò sogghignando, e a questo seguì la risata acida del suo interlocutore. A quella affermazione, i loro avversari, nonché il nostro gruppetto di pirati, si scambiarono uno sguardo di intesa e preoccupati, ma Zoro li rassicurò dicendo:” Bè, se loro si stanno divertendo, immaginatevi Rubber alle prese con due giganti da prendere a pugni?!” e a quelle parole tutti si rassenerarono e scoppiarono a ridere in coro, immaginando in contemporanea le parodie del loro capitano, e Nami aggiunse ,con le lacrime agli occhi per gli eccessivi scoppi di risa e cercando di placare il dolore alla milza con la mano sinistra:” E vi immaginate la faccia della povera Ruby che non è abituata a sopportarlo e a tutti i suoi colpi di genio?!” e qui di nuovo sghignazzamenti e risate a crepapelle, mentre i loro avversari li guardavano stupefatti ed increduli:” Ma cos’hanno da ridere tanto?” chiese Nadya:” Non lo so, ma presto non rideranno più così tanto!!!” esclamò Jimb, leccandosi di nuovo la lama di una delle sue due lame. I nostri giovani pirati, ricaricatisi, si misero tutti in posizione di attacco, pronti per la battaglia inevitabile, e poi aggiunsero:” lo spilungone è mio!” disse Zoro, legandosi la bandana dietro il capo:”Va bene, allora io mi occupo del rosso!” continuò Sanji, mentre si accendeva una sigaretta:” Se permettete io combatto contro la bionda platino, visto che mi è proprio antipatica!” esclamò con stizza Nami, mentre tutti la guardavano sorridenti:” Io invece punto sull’ultima arrivata!” disse Robin:” E-E i-io del nanetto, a-allora!” esclamò con poca convinzione e tutto tremante Usopp:” Sei sicuro Usopp?” gli chiese Zoro:” Ehi, sono o non sono il Capitano Usopp?” e lo spadaccino sorridendogli:”D’accordo, come vuoi!” “ E io?” chiese Chopper con un’espressione dolce dipinta sul volto:” Tu aiuterai Usopp, in caso di necessità. Ti va bene?” gli chiese Nami con un sorriso, che fu prontamente ricambiato e la piccola renna, annuendo, disse:” Va bene, d’accordo!” “ Allora coraggio, all’attacco!” esclamò Sanji, ricevendo come risposta un pronto:”Siiiiiiiii!!!” e poi tutti, insieme ai loro nemici, scattarono pronti allo scontro. “ Rubber, ti senti bene?” chiese Ruby al suo amico di gomma, mentre si sgranchiva le spalle e le gambe molli:” Si, non ti preoccupare! In fondo mi è solo caduta una intera casa a dosso, dopo aver ricevuto un bel pugno in pieno viso no?” le chiese sorridendo in modo plateale, e Ruby con una bella gocciolina dietro al capo, in segno evidente di rassegnazione, gli rispose:” Oh, certo. Dopotutto che sarà mai? Sono cose che accadono quotidianamente, giusto?” gli chiese con ironia e lui rispose serio e sempre sorridente:”Bè, a me di solito accade!” e Ruby con una nuova gocciolina dietro al capo, esclamò uno scettico:”Ahhhhh, capisco! Se lo dici tu!” e Rubber annuendo e con un ”Humhum” e un sorriso, si girò verso i suoi nuovi avversari con uno sguardo di sfida:” Non mi piacciono affatto questi giganti. Eppure io ne ho conosciuti molti, ed erano simpaticissimi, dopo averli conosciuti bene!””Ah, si! Bè, non aspettarti tanta simpatia da Fred e Frost! Loro sono molto, molto antipatici e non hanno scrupoli di nessun tipo. Schiacciano, picchiano e uccidono chiunque si avvicini alla residenza degli Smitt. E con noi, credo non faranno nessuna eccezione!” concluse per niente impaurita ma un po’ pensierosa sul come batterli, ma forse…un lampo di genio:” Rubber, che ne dici di unire le forze?” “ Eh, unire le forze?” le chiese guardandola con la sua solita espressione enigmatica:” Ma si, unire le forze! Vedi, se combattiamo singolarmente, non credo che avremo molte probabilità di sconfiggerli. Se invece uniamo i nostri poteri, avremo maggiore probabilità di riuscirci, mi segui?” gli chiese dopo un po’, visto che Rubber continuava a guardarla senza proferire parola ed enigmatico. Poi si voltò verso i due giganti che continuavano a ridere a crepapelle senza mai smettere, se non per riprendere fiato, poi volse di nuovo lo sguardo verso Ruby, che lo osservava speranzosa, ed infine con un sorriso e con un assenso, le rispose:” D’accordo! Facciamolo!” e Ruby sorridendogli grata, gli spiegò il piano. “ Ehi, ragazzi! Invece di ridere perché non provate a prendermi?!” e i due giganti, smettendo all’istante di ridere, cercarono di prendere Ruby, che saltellando qua e là come una molla, e anche su di loro, correva intorno a loro ridendo, facendo innervosire Fred e far girare la testa a Frost. Alla fine, quando Ruby finalmente si fermò davanti ai due colossi, essi nello sporgersi nel prenderla caddero a terra, non perché persero l’equilibro, ma perché Rubber, nel frattempo, aveva legato loro entrambe le loro caviglie. Il resto fu solo una scarica di pugni e calci, che finirono per intontire e far svenire i due fratelli gemelli giganti. Ruby, con uno slancio, abbracciò Rubber e tutta contenta gli disse:” Erano anni che desideravo farlo. Grazie infinite Rubber!” concluse per poi schioccargli un sonoro bacio sulla guancia sinistra,che fece sorridere e imporporare entrambe le gote del capitano, che non aveva mai ricevuto un bacio da una ragazza. In fine, insieme, si avviarono elettrizzati verso la residenza di Rog Smitt. Fine quinto capitolo. Lo so, lo so forse vi aspettavate più azione, però dovete ammettere che la trovata di Ruby è stata molto ingegnosa. Del resto gli attacchi combinati funzionano sempre, come anche il lavoro di squadra. Vi ringrazio sempre e comunque di seguire con tanto entusiasmo la mia storia, e un saluto speciale lo rivolgo ad Akela. Baci baci la vostra Fuffy91!!!;-)))

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Capitolo 6
*** Capitolo6:Sensazioni. ***


“Prendi questo!” urlò Nami contro la sua avversaria che, nonostante gli sforzi e le potenti scariche di bastonate della navigatrice, riusciva a schivare i suoi veloci e decisi colpi con una rapidità e agilità sorprendenti, e questo non faceva che alterare il delicato equilibro della pazienza della rossa, e i suoi sorrisini beffardi la rendevano ancora più irascibile: se c’era una cosa al mondo che Nami non sopportava, era essere sottovalutata dal proprio avversario!.” Si può sapere che cosa hai da ridere tanto?” le chiese con l’affanno unito alla stizza quando si decise a fermarsi dopo una serie di colpi sprecati e andati a vuoto, e la bionda platino le rispose per nulla affaticata, sempre con un sorrisetto divertito e velenoso dipinto sulle labbra e accompagnando la parola portandosi una ciocca di ricci ribelli dietro l’orecchio:” Bè, possono essere molteplici le cose che mi creano ilarità nei tuoi riguardi. Primo: la tua totale mancanza di stile; Secondo: la poca resistenza che manifesti, visto che dopo soli pochi colpi sei già sfinita; e Terzo: i tuoi capelli, che se posso dirlo sono davvero orrendi!” e dopo quest’ultima affermazione, la bionda cominciò a ridere a crepapelle in una risata diabolica. Quelle ultime parole per Nami, come del resto tutto il suo discorso accusatorio, risultarono la solita goccia che fece traboccare il vaso” Eh no, tutto tranne i miei adoratissimi capelli!” esclamò tra se, in preda ai tremori per cercare, invano, di contenere la rabbia e il furore nei riguardi di quella vipera travestita da strega, ed inseguito, urlandole contro tutto la sua ira, stringendo il suo bastone con entrambe le mani e con un’espressione alquanto spaventosa che faceva sciogliere dalla paura all’istante Usopp e Chopper, innamorare Sanji , infastidire Zoro , far sorridere Nico Robin e ridere Rubber, le disse:” Tu…Maledetta, come osi affermare che i miei capelli sono orrendi?! Sono bellissimi chiaro!!! E poi, ti sei vista i tuoi?! Quelli si che si possono definire orrendi! Biondo platinato, bleah! Un’altra cosa, ti informo che l’abbinamento rosso-nero, è superato ormai, e poi, anche se fosse, a te non sta di certo bene!” concluse con un sorrisetto soddisfatto la bella cartografa, e pensando tra se:” Ed ora, vediamo come controbatti biondina! Hehe!” ma la biondina ,come la definiva Nami, era immobile ed impassibile, e continuava a torturarsi i ricci attorcigliandoseli tra le dita sottili e ricoperte da uno strato di merletto nero con delle rose dello stesso colore ricamate(i guanti). Dopo un attimo in cui i loro occhi si rispecchiarono a vicenda, incatenando i loro sguardi di fuoco, rossi quelli di Ice e a mandorla quelli di Nami, fu la prima delle due a distogliere il suo, socchiudendo gli occhi e abbassando leggermente il capo, e fu allora che un altro sorriso velenoso e per niente divertito come i precedenti,incurvò le sue labbra sottili e rosee. Poi rialzando lo sguardo verso quello di Nami, la quale ebbe un sussulto a quella espressione, visto che questa si presentava per niente amichevole e rassicurate e solo per un attimo le provocò un brivido di terrore, ma in seguito, raccolto tutto il suo coraggio, lo affrontò a testa alta e si preparò all’attacco imminente, infatti Nami aveva compreso che la sua avversaria, con quello sguardo minaccioso e con quel sorriso velenoso come prologo, stava per contrattaccare. E così fu, anche se in modo insolito che ,per un certo lasso di tempo, lasciò interdetta Nami. Infatti Ice si era semplicemente sfilata il guanto di pizzo nero dalla mano destra e, inginocchiandosi con lentezza sul suolo polveroso, l’appoggio con noncuranza, ignorando per un istante la sua avversaria, che intanto la osservava inerme,non riuscendo a comprendere le sue intenzioni:” Ma che cosa vuole fare? Non riesco a capire!” pensò intanto. Poi sentì che l’aria, in quel periodo estivo afosa e caldissima, si caricò di una piacevole frescura che ben presto divenne gelo, un pungente gelo simile a quello trasportato dal vento invernale le invase le membra e sembrava provenire dal punto in cui Ice aveva riposto la sua delicata ma minacciosa mano. All’improvviso, il gelo si fece più intenso, e con sbigottimento della bella rossa, il suolo dapprima polveroso divenne ghiacciato, non solo intorno alla sua avversaria, ma minacciava di raggiungerla inesorabilmente. E così accadde, e, nonostante i tentativi di Nami di allontanarsi, questo le avvolse le sottili caviglie, immobilizzandola. Ancora con la bocca aperta per lo stupore, Nami si guardò prima le caviglie ghiacciate ed in seguito Ice, che la osservava con un’espressione soddisfatta ma diabolica dipinta sul bel volto trasfigurato dall’istinto omicida:” Come puoi vedere e sentire il mio non è solo un nome per identificarmi dalla massa. È piuttosto un avviso di morte.” Quelle ultime parole vennero sibilate con un orribile sarcasmo, che in seguito scoppiò in un’altra fragorosa, isterica e velenosa risata beffarda, che fece innervosire ulteriormente Nami:”Maledetta, giuro che me la pagherai molto cara!” esclamò al limite della rabbia, mentre Ice sembrava triplicare il suo scoppio di risa,ed intanto la sensazione di gelo cominciava a pervadere non solo le caviglie, ma anche le restanti membra di Nami, e la cosa le risultò insopportabile. Intanto, sullo scenario di un altro scontro, nello stesso momento, tre lame famose in tutto il Grande Blu, si scontrarono in una sonora scoccata con altre due grandi lame, mentre il proprietario di tali spade sogghignava divertito da quel contesto, il suo avversario dai capelli di un verde impossibile ed abbagliante, era il ritratto della concentrazione e della bravura, ma sembrava che questa da sola non bastasse per sconfiggere il suo strano, ignoto e purtroppo abile avversario. Ma, dopotutto, la cosa le lasciava uno strano e sublime senso di compiacimento; infatti, nonostante il suo avversario lasciava intendere solo follia e bramosia di potere, doveva ammettere che quel combattimento lo stimolava e in un certo senso, lo divertiva. Da molto tempo, ormai, Zoro non si scontrava con un avversario valido almeno quanto lui e, nonostante quest’ultimo usasse solo due spade per difendersi, egli riusciva benissimo a parare tutti i suoi colpi. Ma lo spadaccino dalle tre spade doveva ancora sfoderare le sue tecniche migliori, e questo in parte lo risollevò e lo incuriosì, visto che non vedeva l’ora di scoprire come quel folle con la treccia e vestito in modo alquanto stravagante si sarebbe difeso. Infatti, da abile spadaccino del suo calibro, Zoro sapeva che anche lui si stava solamente, come dire,riscaldando, e questo aumentava la sua curiosità e la sensazione di trionfo imminente che lo avrebbe subito invaso, quando alla fine lo avrebbe sconfitto. Ma prima doveva carpire il suo punto debole e colpirlo nel momento giusto, e sapeva anche che in nessun momento doveva sottovalutarlo e perdere la concentrazione( e quella di certo non gli mancava!). All’improvviso, quando il riscaldamento sembrò essere arrivato al suo limite, Jimb si fermò e, sotto lo sguardo attento di Zoro, alzò entrambe le sue spade puntandole verso il cielo e in seguito, con un sorrisino fugace come la goccia di un veleno potentissimo che gli oltrepassò le labbra, le fece roteare come se volesse squarciare l’aria ed infine allargando le braccia a mo di croce, sotto lo sguardo attonito di Zoro, esclamò:” Ali del cigno nero!!!” e con questa esclamazione aprì e chiuse le braccia con violenza e con una velocità sorprendente si scaglio contro Zoro che, impegnato a difendersi dalla violenza dell’aria che con quel gesto gli aveva scagliato contro, e che per poco non lo scaraventò in aria, non si accorse che il suo avversario gli si stava avvicinando inesorabile e, con le sue ineguagliabili difese, riuscì solo a ferirgli una spalla e a spostarlo di qualche metro dalla sua posizione di difesa:” Maledizione!” esclamò Zoro accortosi della ferita piccola ma profonda che gli aveva inferto una delle lame delle spade di quel pazzo. Quest’ultimo, compiaciuto del risultato del suo colpo, si leccò la lama sporca di sangue e curvò le sue labbra in un altro sorrisino beffardo e velenoso più del primo:” Bleah, ma sei disgustoso! Fai venire il voltastomaco!” esclamò disgustato Zoro, mentre si rimetteva in posizione di attacco, e quello, facendo spallucce, gli rispose non curante:” Ma perché ti lamenti tanto?! Devo dire che il tuo sangue ha un sapore niente male, me ne compiaccio. Non vedo l’ora di assaggiarne un altro po’!” e quella ultima affermazione provocò una sua imminente risatina diabolica e il nascere di una grande gocciolina dietro la testa verde di Zoro che,inarcando un sopraciglio e con aria alquanto disgustata, gli rispose:” Bè, ho paura che non potrò accontentarti, perché vedi non ho alcuna intenzione di concederti il bis!” esclamò con un sorrisetto divertito e di sfida che venne ricambiato da uno sempre più divertito e piuttosto forzato. E subito dopo quello scambio di battutine, il combattimento riprese a suon di colpi potentissimi e spettacolari, con un’alternazione di incassamenti e di ferite inferte da entrambi le parti. “ Che cosa c’è? Sei già stanco?” chiese il rosso Jacob al cuoco Sanji che, asciugandosi un rivolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro inferiore, si rimise in piedi dopo un potentissimo calcio alla milza, che gli lasciò una terribile sensazione di dolore interno ma anche esterno, visto che intorno alla parte indolenzita stava per formarsi un grande e violaceo livido, ma Sanji non se ne curò e, approfittando di quella piccola pausa, si accese una nuova sigaretta, visto che quella che aveva acceso poco prima dell’inizio della battaglia, l’aveva già completamente consumata:” Stai già fumando la tua ultima sigaretta? Ho andiamo, un po’ di ottimismo! La tua misera vita potrebbe durare anche qualche altro minuto, se io vorrò. In fondo ,sai, ti confesso che mi sto divertendo molto a prenderti a calci come un pallone da calcio.” “ Ah si?! Bè, mi dispiace tanto per te, ma ti informo che quella che sto fumando non è e non sarà di certo l’ultima sigaretta che fumerò, la mia vita non è affatto misera e visto che ti piace così tanto giocare a calcio, tra poco ti trasformerò io in un bel pallone, stanne certo!” concluse con un sorriso e portandosi le mani nelle tasche della sua elegante giacca nera, e Jacob, sorridendo anch’egli per quell’affermazione, gli rispose:” Sai una cosa, è un vero peccato che debba farti fuori. In fondo mi sei simpatico. Ma come ben saprai gli ordini sono ordini. Quindi…” caricando un altro calcio e sfregiando l’aria afosa, si diresse per colpirlo in pieno viso, ma la sua mossa fulminea venne prevenuta dal cuoco, che lo bloccò con la sua gamba destra:” Dì un po’, ma per caso tu hai mangiato un frutto del mare?” gli chiese con un sorrisino dipinto sulle labbra mentre il dolore alla milza stava man man diminuendo, cedendo il posto ad un leggero fastidio:” Non sarei obbligato a rispondere alla domanda di un cadavere che cammina e parla, ma visto che mi trovo…ebbene si, ho mangiato il frutto Cal Cal, che mi permette di scagliare calci potentissimi ad una velocità sorprendente, ma immagino che tu lo abbia già capito.” Concluse con un sorrisino sardonico e aumentando la pressione della sua gamba destra verso quella dolorante di Sanji, il quale, con un rivolo di sudore che gli rigava la bella fronte larga, gli rispose sostenendo la sua potenza e non accennando a cedere:” Già, me ne sono accorto! Ma come puoi vedere me la cavo benissimo anche io, quindi…” e cedendo falsamente alla potenza del colpo di Jacob, e continuando il suo discorso:” …non intendo…” e scagliandogli un colpo velocissimo e ben centrato nello stomaco e poi, usando il ginocchio, lo colpì in pieno viso con una potenza inaudita che lo scagliò contro una fontana al centro della piazza adiacente alla strada principale di Orange Town, che lo bagnò completamente da capo a piedi, lasciandolo leggermente stupito e dolorante e Sanji con un relativo affanno concluse esclamando”…arrendermi!”. Petali. Ultimi petali di fiori d’arancio appena sbocciati riempivano l’aria incandescente di un dolcissimo profumo di arance, che entrando dalle narici in modo pungente e punzecchiando gli occhi spalancati e di un azzurro vitreo puntati verso il proprio avversario, trasmetteva nell’animo di Nico Robin un senso di quiete e pace assoluta, pace che stava per essere rotta ,come un sasso che increspa le quiete acque di un lago, da un colpo deciso di Nadya che, stanca di aspettare, attaccò la propria avversaria per prima, ma il suo colpo venne prontamente fermato da una delle tanti mani delicate di Robin, e così facendo i petali di ciliegio da lei scaturiti si unirono in modo armonioso con quelli d’arancio, lasciandola compiaciuta e soddisfatta. Ma la bella avversaria dai capelli più neri della pece e di quelli dello stesso colore di un cielo notturno e senza stelle di Nico Robin, si liberò della sua stretta fredda, come se per un attimo fosse diventata liquida e si scagliò contro di lei regalandole un pugno in pieno viso, facendola per un attimo vacillare e Nadya, pienamente soddisfatta, la colpì alla milza con un preciso e potentissimo calcio, lasciandole nemmeno il tempo di reagire e facendola cadere del tutto al suolo. Questo innervosì non poco Robin, che rialzandosi con sbigottimento di Nadya, unì le sue mani di nuovo sul petto formando una X, e creando di nuovo un fantastico gioco di petali di ciliegio e d’arancio, creò una catena di mani che la immobilizzarono completamente da capo a piedi, e in seguito la strinse in una morsa d’acciaio, provocandole dei gridolini di dolore, ma Robin doveva ammettere che la sua avversaria era un osso duro e difficile da sconfiggere:” Non intendo mollare, capito? Ti consiglio carina di non sotto valutarmi!” e con un sogghigno improvvisamente, Robin vide che i sottilissimi capelli della sua avversaria, cominciarono ad allungarsi a dismisura fino a legarle le caviglie ed i polsi in quattro lunghissime ciocche e con una potenza inimmaginabile, Nadya strinse più che poté, finché Robin, quasi al limite, lasciò la stretta delle sue mani che scomparvero all’istante trasformandosi in tanti piccoli petali di ciliegio e accasciandosi a terra ancora con entrambi i polsi e le caviglie legati dai terribili capelli di quella bellissima strega nera, perse i sensi per il dolore lancinante, e a questo seguì la sonora risata di Nadya. “ Avanti scendi da lì, nasone!” urlò Karl ad Usopp, che si era arrampicato in cima ad un albero di arance in un breve attimo di vigliaccheria, insieme a Chopper che intanto, seduto su un gradino di una casa, si sbatteva una zampetta sulla fronte pelosa , come per dire:” Non cambierà mai!” ma poi coraggiosamente, Usopp scagliò una sfera di fuoco con la sua fionda sulla testolina grigia del nanetto Karl, che per il dolore, si rantolò per il dolore lancinante sul suolo polveroso mentre Usopp, anzi come si definiva lui, il Grande Usopp, si pavoneggiava e schermiva il nanetto dolorante che, riprendendosi, con un solo salto, raggiunse il povero e sfortunato Usopp, e cominciò ad inseguirlo per tutta la folta cima dell’albero, mentre Chopper sospirava rassegnato; di tutti e cinque, infatti, Karl era il più debole ma in compenso il più permaloso del gruppo, per via della sua altezza, molto probabilmente! Inoltre anche lui, come Ice, Jacob e Nadya, aveva ingoiato un frutto del mare: il frutto Boing Boing, che gli permetteva di saltare raggiungendo altezze inimmaginabili, ma in un certo senso il suo, a differenza degli altri tre, era il più innocuo; ma nonostante tutto, Karl si vantava di essere il più indispensabile del gruppo e non mancava mai di schermire gli errori degli altri e di torturarli con le sue risatine isteriche e le sue battutine pungenti. I suoi compagni ammiravano la sua predisposizione a torturare la gente e la sua sete di potere, trattandolo un po’ come la loro mascotte, ma l’unica che non lo sopportava sembrava essere proprio la bella Ice, che molte volte minacciava di congelarlo( come è successo anche nel precedente capitolo, ora capite perché si è spaventato tanto! ), ma grazie ai provvisori interventi di Jacob o di Nadya, riusciva sempre a salvarsi per un pelo. Ora lo vediamo alle prese con Usopp, che scagliandogli di rado alcune delle sue micidiali sfere di fuoco, riusciva a scampare ai suoi tentativi di imprigionarlo nelle sue piccole ma resistenti braccia. Intanto Chopper era salito anche lui sull’albero e, accecando Karl con le sue zampette, facilitava la mira infallibile di Usopp che come sempre, ad ogni colpo, perdeva tempo a fare la telecronaca delle sue azioni, facendo perdere la pazienza non solo alla piccola renna dal nasino blu, ma anche allo stesso Karl, che in quel contesto doveva essere il bersaglio! Insomma, di tutti e cinque gli scontri, il loro si poteva classificare come il più comico e il meno serio, il che in quel momento era in parte rassicurante. Intanto, in un’altra zona della città profumata d’arance, due amici camminavano in silenzio, fianco a fianco sfiorandosi di tanto in tanto o con le braccia o con il dorso delle loro mani. Mentre camminava silenziosamente al fianco della sua nuova amica, Rubber si accarezzò impercettibilmente la sua guancia destra, dove poco prima Ruby aveva posato un dolce e sonoro bacio di pura gioia. Al solo ricordo, senza nemmeno accorgersene, le gote del ragazzo si dipinsero di un tenero colorito roseo, rendendolo ancora più tenero di quanto già non fosse e, voltandosi con lo sguardo verso la sinuosa figura che camminava accanto a lui, a pochi centimetri di distanza, e rispecchiandosi nelle sue iridi nocciola intensi che sembravano contenere l’infinito dentro, e posando poi le sue iridi nere sulle sue labbra rosse come due petali di rosa e calde come i tenui raggi del primo sole mattutino, si ritrovò a pensare che avrebbe tanto voluto che il bacio di poco prima si ripetesse anche una seconda volta. Questo pensiero lo sgomentò e lo meravigliò allo stesso tempo: lui non aveva mai pensato una cosa del genere in tutta la sua vita nei confronti di nessuna delle ragazze che aveva incontrato nei suoi innumerevoli viaggi, ed erano state molte e doveva ammettere che erano anche molte belle e affascinanti. Basti pensare alla sua cara e fidata navigatrice Nami, alla sua affascinante ed intelligente archeologa Nico Robin,o magari a Bibi, la dolce e tenera principessa di Alabasta, o ancora il piccolo angioletto con le treccine bionde Codis dell’isola del cielo, ma nessuna sembrava averlo colpito come aveva fatto Ruby. In effetti, ora che ci pensava bene, già dal primo momento che l’aveva scorta tra le nubi di polvere, che lei stessa aveva causato fermandosi improvvisamente e con slancio, mentre veniva rincorsa a per di fiato da un gruppo di marines, e dalla loro prima stretta di mano, aveva sentito come una scarica elettrica pervaderlo interamente solo con un solo piccolo sfioramento di palmi. E se ora la mente raggiunge il momento preciso in cui ha sentito la stessa elettricità pervadergli le membra tese a quello scenario di morte e dolore a cui lui e i suoi fedeli compagni hanno dovuto assistere, ancora non riesce a crederci che con una semplice stretta di mano, in cui lui ha potuto ammirare il candore della sua pelle di pesca da vicino, è riuscita a placare la sua ira e il suo furore nei confronti del responsabile di quella strage. Non riuscirà mai a dimenticare la soddisfazione e l’ammirazione che ha provato nei suoi confronti quando a “Il gabbiano” ha difeso la sua amica Mary e ha sostenuto lo sguardo di ghiaccio di quel tipo strano e misterioso, che lui stesso non era riuscito a sostenere e a non provare un brivido di gelo lungo la spina dorsale, rispondendolo anche per le rime alle sue esplicite minacce di morte. Invece il suo animo puro era stato bombardato da uno stato di malessere interiore e da una tristezza totale, che subito si è tramutato in rabbia al racconto della sua difficile e tragica infanzia; in quel preciso istante, ad ogni sua lacrima di amarezza, avrebbe fatto di tutto per far cessare quel pianto disperato e trattenuto forse troppi anni, cancellando dalla faccia della Terra la causa della sua tristezza e del suo dolore. Tutto per lei. All’inizio questi pensieri non lo stupirono più di tanto. Dopotutto lo aveva fatto anche con i suoi compagni, ma ora, dopo quel bacio inaspettato,era stato come una rivelazione, che lo aveva lasciato e tutta ora lo lasciava stordito e confuso. Confusione. Si, era questo il sentimento che predominava nel suo animo in quel momento. Ora era diventato tutto diverso nei confronti di Ruby. Dopo aver sconfitto quei due giganti, insieme, come una vera squadra, era stato felicissimo sia per se stesso che per il sorriso e la gioia che aveva reso il volto da bimba della sua amica ancora più bello e sorridente. Ma la sensazione che lo ha pervaso quando lo ha stretto tra le braccia morbide e calde, e quel bacio infuocato, frettoloso si, ma infuocato, visto che le sue stesse labbra erano incandescenti, era stata idilliaca, bellissima, si era sentito calmo,in pace, imbarazzato forse, ma rilassato in una amena contraddizione, visto che le sue guance si erano subito imporporate, giustamente. Ogni volta che l’ammirava in tutta la sua fresca e giovane bellezza, non riusciva a frenarsi nell’arrossire, e ogni qualvolta le loro mani, inconsapevolmente, si sfioravano con il dorso, non riusciva a trattenere il bisogno di intrecciare le sue dita abbronzate con quelle sottili, delicate e candide di lei:” Ma in fondo l’ho già fatto tre volte, perché ora non potrei farlo. Però se non vuole e mi respinge? E se poi si offende? E se poi…Oh, basta Rubber finiscila. In fondo ora siete amici, no? Che motivo avrebbe di respingerti? Però…” all’improvviso, durante il flusso dei suoi pensieri sconnessi, gli ritornò alla mente in cui un giorno, mentre giocava a nascondino sulla Merry con Usopp e Chopper, decise di nascondersi nella stanza di Nami, visto che lì nessuno, tranne lei e Robin, ci entrava per paura che Nami li avrebbe picchiati e sgridati, come minimo” L’intimità di una donna è sacra!” gli disse Sanji quando, per l’ennesima volta, trasgredendo quella piccola regola non scritta che tutti conoscevano e che solo Rubber trasgrediva, come al suo solito, facendo di testa sua, era entrato di soppiatto spalancando la porta e trovando Nami intenta in uno dei suoi complicati disegni che, come era prevedibile, dopo averlo pestato per benino lo cacciò fuori a calci, ma quella volta Nami non c’era o, per lo meno, lui così pensava, e così senza troppi ripensamenti, entrò senza bussare e lì trovò Nami, con sua grande sorpresa, che era appena uscita dal bagno ed era tornata in camera sua che, ricoperta solo da un corto asciugamano rosa, si stava asciugando i capelli scarlatti con il phon. Rubber, ingoiando rumorosamente e strascicando uno “Scusami” si stava già preparando alla solita scarica di pugni, ma quel giorno, stranamente, Nami lo invitò ad entrare senza sgridarlo o picchiarlo e facendolo sedere sul suo letto gli spiegò per chiarire:” Senti Rubber, visto che ormai mi sono stancata ogni volta di sgridarti e picchiarti quando entri, senza permesso, in camera mia, ti spiegherò una cosa. Noi due siamo amici giusto?” e lui annuendo:” Si giusto!” “ Bene, allora essendo amici, quando vuoi entrare in camera mia per non so quale assurdo motivo…” “ Dovevo nascondermi. Sai, stavo giocando a nascondino con Usopp e Chopper e…” “ Non interrompermi!” ordinò Nami, quasi al limite della pazienza, poi continuò:” Dunque, stavo dicendo, quando vuoi entrare in camera mia, prima ricordati di bussare e poi chiedimi se puoi entrare. Ma questo non solo per questo, ma anche per tutte le altre cose, quando occorre che tu chieda il permesso. Mi hai capito?” gli chiese sperando in un “si” di approvazione, che arrivò, fortunatamente, e per quel giorno lo fece nascondere in camera sua. Da allora Rubber ricordò sempre quella conversazione, e decise di mettere in pratica il suggerimento di Nami, riflettendo:” Se quel giorno Nami mi ha permesso di nascondermi nella sua stanza solo perché glielo chiesto, senza farla arrabbiare, allora forse, visto che siamo amici, posso chiedere a Ruby se posso stringerle la mano per un po’! Solo per un po’, non per tutto il tragitto! In fondo, credo che siamo quasi arrivati ormai. Va bene, ora glielo chiedo. Coraggio Rubber un bel respiro e…” “ Ruby!” la chiamò ,riscuotendola dai suoi pensieri e rompendo il silenzio che era calato tra di loro, visto che da quelle parti non passava anima viva:” Si, dimmi Rubber cosa c’è?” le rispose questa con un sorriso dolcissimo, che per un attimo fece rabbrividire e imbarazzare Rubber, ma poi riprendendo coraggio le rispose anche lui sorridendo per sciogliere la sua tensione:” Senti Ruby, noi due siamo amici ormai vero?” le chiese ansioso di conoscere la risposta; per lui era un “si” definitivo, ma prima di porle la fatidica richiesta, voleva averne una certezza:” Ma si certo, Rubber. Siamo ottimi amici direi!” aggiunse sempre sorridendo e accennando una risatina divertita e Rubber sospirando rassenerato, continuò dicendole:”Bene, allora posso farti una domanda?” e Ruby sempre sorridendo tranquilla:” Certo, anche due se vuoi!” e intanto pensava divertita e sorridente:” è proprio dolcissimo questo ragazzo. Credo di non aver mai conosciuto un ragazzo più dolce e tenero come lui. Lo riempirei sempre di baci, da mattina a sera!”. Se Rubber avesse saputo che cosa Ruby stava pensando, di certo non sarebbe stato così spedito e diretto nel chiederle con una semplicità e un candore disarmanti:” Posso stringerti la mano mentre camminiamo?”. A quella richiesta Ruby dovette un attimo fermarsi e ragionare sulla risposta, creando una certa sospinse nel cuore di Rubber, che ad ogni sbattimento di ciglia di Ruby, il suo cuore mancava inevitabilmente di un battito. Infatti il poverino cominciava a sudare freddo mentre aspettava la risposta di Ruby che tardava ad arrivare, e intanto pensava afflitto:” Oh, no! Ho rovinato tutto, come al solito! Ma perché non imparo a stare zitto! Eppure quella volta con Nami ha funzionato, sono riuscito a non farla arrabbiare, e stiamo pur sempre parlando di Nami! Ma Ruby non è come Nami! Ho paura di aver fatto il più grande errore della mia vita!” e mentre rimuginava sui suoi ipotetici sbagli, Ruby decise finalmente ad aprir bocca per esclamare un:”D’accordo!”. Rubber ebbe un attimo di smarrimento, poi ripeté esitante la sua risposta:” D-D’accordo?” e Ruby sorridendogli ammiccante e dolcemente gli sussurrò:” Si, va bene Rubber. Puoi stringermi la mano mentre camminiamo. Hai il mio consenso, tranquillo!” esclamò contenta e sorridente, mentre il sole ritornava a splendere nell’animo di Rubber con quel sorriso. Poi, dopo aver ricambiato il sorriso, tutto contento stava per prendere la mano di Ruby nella sua, ma dopo solo averla sfiorata, un improvviso imbarazzo lo assalì completamente, imporporando le sue gote di un rosso acceso, che cercò di nascondere con la visiera del cappello, cercando di evitare lo sguardo di Ruby. Ma questa si accorse del suo imbarazzo improvviso e con un nuovo sorriso dipinto sulle belle labbra rosse, gli alzò la visiera del suo amato cappello di paglia, scoprendo il suo visino arrossato e carico di tenerezza. Poi, presa da quella sensazione di dolcezza che li avvolgeva e l’avvolgeva, si alzò in punta di piedi e gli regalò un altro tenerissimo e incandescente bacio su una delle sue guanciotte rosse, quella sinistra questa volta, facendolo sussultare e fremere, e infine il colpo di grazia: incatenò le sue piccole dita bianche come l’avorio, con quelle più lunghe e abbronzate di lui. Inseguito lo trascinò verso la residenza di Rog Smitt, che purtroppo, era ancora molto lontana, e ben presto sapeva che un nuovo ostacolo stava per presentarsi sul loro cammino. Poi, improvvisamente, sentì la stretta delle dita di Rubber farsi più salda, e voltandosi lo vide tutto sorridente accanto a lei. Era riuscita a toglierlo dallo stato di vergogna in cui era sprofondato inesorabilmente. Ricambiando il sorriso, vide il sole tramontare dietro le cime delle colline lontane, mentre l’ultimo tenue raggio di sole rossastro illuminò le loro mani ancora incatenate l’una con l’altra. La prima giornata di battaglia stava per arrivare al suo culmine. Fine sesto capitolo. Accidenti, già il sesto, ancora non ci posso credere amici. Allora vi è piaciuto? Spero di si! Continuate a seguire la mia storia. Come al solito saluto tutti quelli che seguono la mia storia, e un saluto speciale lo rivolgo alla mia fan numero uno, Akela, accompagnato con un big kiss. Fammi sapere se ti è piaciuto mi raccomando, soprattutto dopo gli ultimi sviluppi sulla piccola e dolce coppia Rubber/ Ruby! Nascerà l’amore? Chissà! XD Sono stata piuttosto sentimentale questa volta, lo ammetto! Baci baci dalla vostra Fuffy91!!!;//D

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Capitolo 7
*** Capitolo7:Pic-nic fuori luogo. ***


Orange Town era sempre stata considerata una città ricca, fiorente e famosa, popolata da persone di tutti i generi e sempre con il sorriso sulle labbra. Meta ambita da molti pirati, commercianti, mercenari o magari semplici turisti che volevano trascorrere le loro vacanze, staccando per qualche giorno dalla normale routine lavorativa, all’insegna del divertimento e dell’euforia, circondati dall’inconfondibile magia del dolce sapore e profumo delle arance appena colte da un grande albero. Ma questa era stata completamente estirpata ,come erbaccia che cresce in un giardino ricco di fiori variopinti, dai membri della famiglia Smitt. Per molte generazioni, infatti, gli Smitt sono stati la causa principale del terrore e della sete di potere che dominavano incontrastati come dei crudeli tiranni sull’intera città di Orange Town. Da molti anni ,ormai, gli abitanti di questa magnifica cittadella che sorgeva tranquilla nei pressi del Grande Blu sono stati costretti a sottostare alle richieste e a sopportare con masochistica apprensione i capricci della famiglia più crudele e spietata che il mondo abbia mai partorito dal suo grembo materno. I loro e quelli dei suoi sadici e malvagi seguaci, che nonostante venissero considerati la feccia dell’umanità ed erano privi di qualsiasi ideale, onore ed amor proprio, se no per il denaro e, stranamente, per il loro attuale signore, padrone e capo assoluto, a cui hanno donato e giurato la loro massima fedeltà la quale, se mal riposta, veniva pagata con la vita. Il nome di quest’ultimo non era altro che Roger Smitt, conosciuto e temuto con l’epiteto di “ L’uomo di ghiaccio”. Egli era l’ultimo discendente degli Smitt, ma non per questo il meno malvagio, anzi. Rog, infatti, veniva considerato il membro più sadico, malvagio, avido, spietato e affamato di potere che l’intera famiglia abbia mai avuto il piacere di procreare. I suoi occhi dello stesso colore del ghiaccio avevano, e continuavano, a terrorizzare e congelare all’istante, con un solo sfuggevole sguardo molti suoi ipotetici nemici, i quali erano solo dei poveri disperati che cercavano con i pochi mezzi a loro disposizione, di ribellarsi e liberarsi della sua tirannia. Ma tutti i loro sforzi vennero sempre e puntualmente soffocati nel loro stesso sangue. La sua bellezza ingannevole era pari alla sua malvagità. Quel uomo, inoltre, sembrava privo e svuotato di ogni minimo sentimento umano, quelli che riscaldano il cuore e sciolgono in un lago di emozioni indescrivibili, la propria anima traboccante e desiderosa d’amore. Amore. Sentimento inutile ed iniquo agli occhi gelidi e spietati di Rog Smitt. L’amore, a parer suo, rendeva deboli e sciocchi. E lui di certo non si rispecchiava e non veniva rispecchiato in nessuno dei due aggettivi qualificativi. Era un uomo tutto di un pezzo e la sua unica soddisfazione era quella di terrorizzare le persone, piccole o grandi che fossero, e farsi rispettare. Ma questi suoi due semplici desideri venivano prontamente ostacolati da una piccola, saccente e sfrontata mocciosetta che portava il nome di Ruby. La sua dannazione, la sua spina nel fianco di cui lui non riusciva mai a liberarsi, quando invece avrebbe tanto voluto schiacciare sotto la suola delle sue costosissime scarpe il suo piccolo visetto sanguinante e dolorante. Ma non poteva, per qualche motivo ancora a noi ignoto, non poteva. Non ancora, per lo meno. Sovrastato da questi pensieri, e sorseggiando un calice di vino rosso di antica data, accanto alla finestra spalancata dell’immenso terrazzo, il cui ostello offriva la visione idilliaca dell’intera città, ora illuminata dai bagliori rossastri e arancio del cielo serale e del disco di fuoco che stava per celarsi alla vista grazie alle cime delle colline che circondavano, come una cornice verdeggiante, il dipinto che rappresentava una città ricoperta e profumata di alberi d’arancio. Perso in quello scenario impressionistico, improvvisamente venne riscosso dal suo maggiordomo di fiducia, il quale forse era l’unica persona che tenesse davvero a lui, come persona, non come padrone o capo da rispettare. Nel suo impeccabile smoking, che Rog aveva fatto confezionare a posta per la sua taglia, e arricciando uno dei suoi baffi grigiastri, molto simili a quelli di un messicano, con fare inquieto, dopo aver richiuso la porta stile barocco discretamente, gli si avvicinò con passo lento e misurato:” Che cosa succede Filippe?” e questi portandosi al suo fianco e dopo un sommesso ed educato inchino, prese parola rispondendo al suo quesito:” Signore, perdoni la mia intrusione nelle vostre stanze senza permesso, ma vi porto notizie dai vostri seguaci!” esclamò Filippe con tono pacato e, dopo un sospiro di rassegnazione da parte di Rog, e un suo incolore:”Ebbene?” , continuò riferendogli:” Il signor Jacob ha incaricato un messaggero di riferirgli che lui e i suoi compagni si sono imbattuti in un gruppo di visitatori, pirati molto probabilmente, che hanno…come dire…accettato i loro impliciti messaggi di sfida aperta.” “ In poche parole si stanno divertendo con quei bambocci! Ah, non so proprio come fare con loro. Mi danno troppi pensieri. Spero almeno che facciano in fretta e non combinino qualche danno. Oggi sono piuttosto irascibile, e tutto per colpa di quella ragazzina impertinente!” esclamò non senza una punta di astio il freddo Rog, stringendo così forte tra le mani il calice di cristallo, che minacciava quasi di romperlo in mille pezzi, ricordando l’incontro poco amichevole che aveva avuto quel primo pomeriggio nella sua locanda preferita e, tra l’altro, di sua esclusiva proprietà:” Un'altra cosa signore. Il messaggero, poco fa, durante il tragitto, giura di aver visto la sagoma di due giganti di una somiglianza impressionante stesi e privi di sensi al suolo. Temo purtroppo che si riferisca ai fratelli gemelli Fred e Frost. Signore questo vuol dire solo una cosa, a mio parere.” “ Si, Filippe. Credo che i tuoi timori e i tuoi sospetti siano ben riposti. Vuol dire che la cara Ruby sta venendo qui e credo inoltre che non sia da sola, dico bene?” chiese sempre con tono pacato Rog al suo maggiordomo, e questi annuendo alla sua domanda:” Il messaggero dice di aver visto la ragazza in questione in compagnia di un ragazzo con un capello di paglia, credo che…” e Filippe tirando fuori dalla tasca del suo elegante smoking un volantino mal ridotto, glielo porse al suo padrone con fare misurato e controllato, poi continuò:” si riferisca a questo giovane pirata!” esclamò con un sorrisino divertito ,celato dai suoi baffi ben curati, per quella vicenda che si stava facendo molto interessante. Rog, dopo aver scrutato il volantino da ricercato di Rubber e scrutando con un certo disgusto e raccapriccio il viso sorridente del giovane pirata, privo di espressione esclamò:” Monkey D. Rubber! Si, ho già incontrato questo ragazzino. Credevo fosse innocuo, ma a quanto pare mi sbagliavo. Se ha sconfitto con l’aiuto di Ruby Fred e Frost, vuol dire che non è affatto innocuo come pensavo, anzi…” e dopo un attimo di soprappensiero, continuò:” Filippe, dì all’elemento 6 di entrare in azione e sbarazzarsi di questo tipo, ma dirgli di non eliminare Ruby. Lei la voglio viva. Intesi?” e Filippe raccogliendo il volantino di Rubber dalle mani del suo padrone, gli rispose reclinando il capo in avanti:” Sarà fatto signore!” e poi si diresse verso la porta richiudendo la porta alla sue spalle, lasciando il suo giovane padrone all’intimo dei suoi pensieri:” Un bel colpo di fortuna!” esclamò il misterioso Rog, risedendosi comodamente ed elegantemente sulla propria poltrona di velluto rosso e continuando a sorseggiare il suo vino di antica data, ammirando per l’ultima volta il panorama dell’immensa ma piccola città. “ Che fame!” esclamò Rubber con la bava alla bocca e portandosi la mano sinistra sul suo stomaco brontolante, visto che quella destra stringeva ancora timidamente quella di Ruby, e quest’ultima sorridendo divertita:” Ancora? Ma Rubber, saranno passate solo poche ore dall’ultima volta che hai pranzato!” gli disse accennando una lieve risata:” Si, ma io ho ancora fame!” esclamò di nuovo Rubber questa volta guardandola e rispecchiandosi nelle sue iridi nocciola intenso e provando un brivido inaspettato lungo la spina dorsale ogni qualvolta incontrava il suo sguardo, ma con un’espressione che tradiva le sue vere emozioni: voglia di cibo! E Ruby, non riuscendo più a trattenere uno scoppio di risa, gli rispose:” D’accordo, d’accordo, ho capito! Non mi resta che accontentarti allora!” concluse lasciando per un attimo la mano grande e abbronzata del suo simpatico ed ora affamato amico, per tirar fuori dal suo piccolo zainetto blu-jeans, due bei panini farciti avvolti accuratamente in due lindi fazzoletti di carta. A quella vista gli occhi neri di Rubber emanarono tantissime stelline di approvazione e la bava alla bocca si triplicò, e quell’espressione fece scoppiare dal ridere per la seconda volta di seguito Ruby che, prima di consegnarglielo, gli indicò di aspettare un istante, nel quale tirò fuori dal suo zainetto porta tutto, una grande tovaglia a strisce di tutti i colori dell’arcobaleno, che dopo aver steso accuratamente in un piccolo prato di un parco vicino, sotto un grande albero d’arance, disse tutta contenta ad un Rubber meravigliato e stupito:” Bene. Prego, accomodatevi signore!” esclamò ironicamente e regalandogli un altro meraviglioso sorriso. Il giovane, dopo aver tinteggiato per alcuni attimi, si sedette al fianco della moretta tutta pepe, che intanto aveva preso anche due bicchieri di plastica e una bottiglietta di aranciata, regalatale da Mary lo stesso giorno, che depose accuratamente accanto ai due panini e dopo un ultimo sguardo soddisfatto alla sua improvvisata tavola imbandita, sospirò soddisfatta e riflettendo il suo sguardo tentatore in quello dolce e curioso di Rubber, gli chiese sempre sorridente:” Allora, mangiamo?” e lui ricambiando il sorriso, allungò la mano destra per prendere il panino più grande, ma questa si scontrò inevitabilmente con quella sottile e piccola di Ruby che, leggermente imbarazzata e con le guance colorate di un lieve colorito roseo, ritrasse immediatamente la mano e distolse lo sguardo da quello indagatore di lui, e un po’ turbata gli disse:” Scusami, credevo prendessi l’altro.” E lui, sorpreso e intenerito da quella inaspettata reazione, visto che gli era sembrato che Ruby fosse una ragazza molto espansiva nell’esprimere le proprie emozioni, non credeva possibile che si imbarazzasse per un semplice e non intenzionale sfioramento di mani. In un certo senso, da parte sua, era un po’ contraddittoria. Ma poi, osservando attentamente e in modo quasi studiato il suo improvviso imbarazzo, simile a quello che aveva avuto lui poco tempo fa, prima di stringerle la mano candida, la trovò così tenera e dolce che avrebbe tanto voluto stringerla a se e magari stamparle un bacio su una di quelle guance rosee, come aveva fatto lei per toglierlo dall’imbarazzo, ma lui sapeva di non esserne capace, e così si limitò a sorriderle complice e a stringerle di nuovo la mano,provando di nuovo quella strana ma splendida scossa elettrica, che provava ogni qualvolta la sfiorava, aggiungendo:” Non preoccuparti. Se vuoi puoi mangiarlo tu questo. Io invece prendo l’altro, d’accordo?” e lei ricambiando il sorriso e immergendosi nei suoi occhi dolci come quelli di un cerbiatto, gli rispose:” No, non importa. Prendo io l’altro. Ti cedo volentieri questo. Dopotutto, sei tu l’ospite no?” e lui scoppiando in una fragorosa risata, una di quelle irresistibili e coinvolgenti, le rispose tra le risate:” Si, si giusto!” e prendendo ognuno i rispettivi panini, li addentarono in contemporanea. Dopo averli completamente divorati, i due ragazzi si stesero entrambi sulla tovaglia, a qualche centimetro di distanza l’uno dall’altro, ammirando il gioco di luci rossastre ed arancione che creavano gli ultimi raggi del timido sole nascosto dalle colline, tra la folta cima dell’albero d’arance:” è bellissimo!” esclamò Ruby e Rubber, voltandosi verso il suo profilo longilineo e bellissimo ai suoi occhi, ammirando i capelli castani, sciolti e fluenti che ricadevano come una raggiera perfetta sulla tovaglia colorata di mille colori, e a volte qualche boccolo lungo e ribelle fuoriusciva dalla sua cornice variopinta per incontrare dei fili d’erba che sembravano giocare con esso. E Rubber, continuando ad ammirare quella stupenda visione, pensò:” In tutta la mia vita non ho mai visto nulla di più bello!” e poi commentò con voce leggermente ovattata per l’emozione del momento:” Si, è bellissimo!”. Ruby, notando il suo cambiamento, voltò lo sguardo per incontrare di nuovo quello dolce ed intenso di lui, che questo trovò invece intensissimo ed evanescente, e per allentare la tensione che si era creata, sorrise come al suo solito, sorriso che venne prontamente ricambiato ed apprezzato. Lo sguardo intenso di Rubber percorse il suo profilo per poi fermarsi verso il ciondolo che lei portava al collo:una bella farfalla argentata. Attirato dai suoi luccichi rossastri e gialli, non poté fare a meno di avvicinarsi un po’ di più verso il suo candido corpo, notando affascinato il delicato contrasto tra la sua pelle abbronzata e quella simile all’avorio di lei, e trattenendo il respiro quando le sue dita sfiorarono quella meraviglia incatenata al suo collo:” Dove l’hai presa? È bellissima!” esclamò interessato e sorridente, e lei gli rispose:” è un regalo di mio padre. La donò a mia madre il giorno prima di sposarsi, e lei l’ha ceduta a me. È il mio piccolo tesoro!” concluse sorridendogli. A quell’ultima frase, non poté fare a meno di ricambiare il sorriso e prendere il suo amatissimo cappello tra le mani, e tendendolo verso l’alto le rivelò:” Questo invece è il mio tesoro! Il più prezioso che possiedo! Me lo regalò un amico e con esso suggellammo la nostra promessa!” e mentre lui era perso nel ricordo più prezioso ed importante della sua vita, il momento in cui Shanks il Rosso gli consegnò il cappello e gli fece promettere di diventare il re dei pirati ,prima di partire verso una nuova avventura, Ruby non poté frenarsi nel chiedergli incuriosita ed avvicinandosi un po’ di più verso di lui, sfiorandogli la spalla destra con il viso:” Quale promessa?” e Rubber, riscuotendosi dai suoi lontani ricordi, si voltò e trasalì alla visione del viso di Ruby così vicino al suo, ma poi, imbarazzato e con le guance imporporate di un rosso acceso, le rispose tremante:” Que-Quella di diventare il Re dei Pirati trovando il One Piece.” E Ruby, sorridendogli e meravigliandosi allo stesso tempo, gli disse:” Davvero?! È una promessa impegnativa!” e lui annuì e cercò di scrollarsi quell’improvviso imbarazzo, mentre lei continuò accarezzandogli i ciuffetti corvini della frangetta:” Ma sono sicura che la manterrai!” e gli sorrise conciliante. Dopo qualche attimo di silenzio in cui si sentivano solo i respiri regolari di entrambi, Ruby giocherellando sempre con i capelli di Rubber, gli chiese:” Rubber, posso abbracciarti?” e lui, sussultando e arrossendo a quella richiesta inaspettata, le rispose annuendo:” Va…Va bene!” e lei ,sorridendogli soddisfatta, si accoccolò serenamente sul suo petto. Rubber sembrava pietrificato tra le braccia di Ruby, forse a causa della tensione e l’imbarazzo di sentirla così vicina a lui, ma bastò ammirare il suo visino rilassato e sorridente che si intravedeva sotto quella morbida cascata di capelli, che con un gran sospiro, cominciò a riacquistare il controllo di se e a rilassarsi. Con suo grande stupore,si accorse che Ruby, che intanto si era completamente lasciata rapire dall’avvolgente calore che emanava il petto del suo simpatico e dolce amico gommoso, aveva socchiuso gli occhi, come colta da un’improvvisa stanchezza, e stringeva con la sua piccola e delicata mano destra, quella appoggiata delicatamente sul suo ampio petto,la sua maglietta a giro-maniche rossa, in un gesto che voleva intendere dolcezza e tenerezza insieme. E fu proprio quest’ultimo gesto a spingere Rubber ad accarezzarle a sua volta i capelli, quei boccoli ondulati, castani, morbidi e profumati d’arance che lui tanto adorava in lei. A quell’inaspettata carezza, Ruby prima sgranò gli occhi, in segno di ovvio stupore, facendo per un attimo irrigidire Rubber per paura di averla in qualche modo infastidita, ma poi lei sorrise socchiudendo di nuovo le palpebre e abbandonando il capo di nuovo sul suo petto. Rubber sospirò rassenerato e nello stesso tempo pensò contento:” Si fida di me come io mi fido di lei!” e ,incoraggiato da quel pensiero, chiese a una Ruby quasi addormentata ,con grande meraviglia di se stesso:” Ruby?” la chiamò per avere la conferma che non si fosse addormentata per davvero, e il suo volto si illuminò quando sentì un impercettibile:” Hm?” proveniente dalle sue rosse labbra serrate ma dipinte in un perpetuo sorriso, e a quel punto Rubber fece la sua richiesta, che più una richiesta vera e propria, era un bisogno,un desiderio che stava crescendo in lui da quando la teneva tra le braccia così teneramente:” Potrei…” cominciò un po’ impacciato, ma poi riprendendo coraggio e attorcigliando delicatamente tra le dita un suo boccolo ondulato, riprese:” Potrei avere un altro bacio?”. E Ruby, sorridendo ancora di più fuori e dentro di lei per la semplicità e la dolcezza immensa che Rubber manifestava di avere da quando era in sua compagnia, aprì gli occhi nocciola e avvicinandosi al suo visino d’angelo, si chinò per dargli un terzo e caldo baco sulla guancia destra, mentre lui arrossiva e sorrideva per i boccoli di lei che gli inondarono il viso come una lenta cascata. Il suo cuore mancò per la terza volta di un battito, quando Ruby posò le sue rosse e incandescenti labbra sulla sua pelle e il suo viso parve di nuovo andare a fuoco quando incontrò la sue iridi nocciola intenso. Poi con sua grande sorpresa, invece di riabbassarsi sul suo petto, Ruby scrutò il suo visino arrossato in ogni piccolo particolare, mentre lui, imbarazzatissimo, sudava freddo e inghiottiva rumorosamente per la gola diventata inaspettatamente secca. In seguito Ruby percorse con l’indice della mano destra la cicatrice che aveva sull’occhio destro, prima da un lato e poi da un altro, facendolo fremere e sussultare per i brividi che lo percorsero da capo a piedi. Nessuna ragazza lo aveva abbracciato, baciato e toccato così tanto in vita sua e nell’arco di una giornata, e si ritrovò a pensare se accettare passivamente quelle dolci carezze o ribellarsi e staccarsela di dosso. In fondo come biasimarlo, lui era abituato ai corteggiamenti mielosi e appiccicosi di Sanji nei confronti di Nami e di Nico Robin, e sulla nave, tra le loro chiacchiere di ragazzi, l’argomento ragazze era radicalmente scartato, e poi lui non ne era mai stato particolarmente interessato…fin ad ora! Ruby, stranamente, riusciva a scatenare in lui reazioni e sensazioni mai provate prima e, a volte, lo coinvolgevano così tanto da rimanerne stordito e impaurito:” Eppure…eppure…è così bello lasciarsi andare con lei, soprattutto con lei! Ruby è la ragazza più dolce, gentile, bella e simpatica che abbia mai incontrato in tutta la mia vita, senza togliere nulla alla mie migliori amiche, si intende. Ma loro sono mie amiche e mie compagne di viaggio e…nulla più! Invece Ruby è mia amica e…e…non so cos’altro! Strano! Di solito inquadro bene le persone che incontro nei miei viaggi, invece ora con Ruby…perché con lei tutto risulta sconvolto e confuso? Non capisco! Però, è così bella e poi sorride sempre e non mi giudica mai da quando la conosco e mi accontenta in ogni mia richiesta, sempre sorridendomi! Adoro il suo sorriso! E poi i suoi capelli, sono così lunghi e morbidi…e la sua pelle è così bianca, delicata e profumata…chissà se anche lei prova le stesse sensazioni che provo io? E se glielo chiedo? No! Non credo sia opportuno chiedere una cosa del genere! O si? Ma, chissà, meglio non pensarci, anche se…Uff, che confusione!” “ Come te la sei procurata?” le chiese Ruby sempre accarezzando la sua cicatrice e interrompendo bruscamente il flusso di coscienza del ragazzo, che ritornando alla realtà, ci pensò un attimo su per pensarci e darle una risposta e quando questa arrivò, sbalordì molto Ruby. Infatti, Rubber fece spallucce e disse semplicemente:” Non mi ricordo!” e subito seguì la risata fragorosa di Ruby, la quale tra le risate repentine e lo sbigottimento di Rubber alla sua reazione, gli chiese:” Ma come non te lo ricordi?” e lui ancora frastornato dalle sue risate:” Bè, ero piccolo quando me la procurai, quindi ora non mi ricordo come me la sono procurata!” esclamò lui e Ruby, cessando di ridere con relativa difficoltà, concluse con un laconico:” Capisco!”. Nello scoppio di risa e per continuare quella piccola parentesi, Ruby si era riseduta portandosi le ginocchia al petto e racchiudendole con le sue morbide braccia, mentre Rubber era ancora steso ma si puntellava sui gomiti. Erano di nuovo distaccati e questo non piacque molto a Rubber, che ormai si era abituato al calore del suo corpo caldo stretto al suo. Così, istintivamente e con un sorriso dipinto sulle labbra, la prese per un braccio e le fece reclinare di nuovo il capo sul suo petto, ed infine si ristese con un sospiro di soddisfazione sulla tovaglia colorata, trascinandosela con se. A quel gesto inaspettatamente possessivo, Ruby non potè fare a meno di trasalire e rimanere rigida tra le sue braccia, ora lei nel panico e carica di imbarazzo. Questo suo improvviso mutamento non sfuggì a Rubber, che per cercare di tranquillizzarla e farla rilassare come lei aveva fatto con lui molte volte, cominciò ad accarezzarle di nuovo i capelli. Ma questo purtroppo servì solo di poco, così Rubber iniziò a riflettere su un’altra soluzione. Pensa e ripensa, un’illuminazione. La prese tra le braccia completamente, alzandosi di poco, stringendola a se ancora di più e deliziandosi del suo corpo caldissimo, e la baciò per la prima volta sulla tenera guancia leggermente arrossata per l’imbarazzo di quel intimo contatto dei loro corpi. Per lui era semplicissimo:per toglierla dall’imbarazzo, bastava semplicemente baciarla come aveva fatto inizialmente lei. Più semplice di così?! Ma questo sconvolse completamente Ruby, che a dirla tutta, non si sarebbe mai aspettata tanta audacia da Rubber. Ma infondo era solo un bacio sulla guancia, nulla di che, infondo. Ma ci credeva davvero!? Dopotutto era piacevole sentire le labbra morbide e sottili di Rubber sulla sua guancia, ed era anche dolce sentire il suo corpo stretto al suo, era come se fosse fatto per essere stretto da lui! Questi improvvisi pensieri sconvolsero non di poco la piccola Ruby, che si sentì improvvisamente avvampare, proprio nel preciso istante in cui Rubber si staccò da lei e con aria innocente, rimanendo sempre inginocchiato, le chiese soddisfatto:” Allora, ti sei rilassata adesso?” e lei, rimanendo di stucco a quell’improvvisa domanda, gli sorrise e gli rispose:”No” e a quella risposta Rubber si rabbuiò, ma poi lei, avvicinandosi di più a lui e con un sorriso un po’ malizioso, continuò:”Però, forse se mi stringi di più forse mi rilasso così tanto da addormentarmi!” esclamò e Rubber immediatamente si sentì avvampare in viso, mentre Ruby rideva. Poi, con un sorriso che per Ruby non prometteva nulla di buono, la prese e cominciò a farle il solletico dappertutto, facendola ridere come una matta e ridendo a sua volta. Infine stanchi dei loro piccoli giochi infantili, si stesero di nuovo sulla tovaglia variopinta e stanchi si addormentarono stretti l’uno a l’altra e pensando contemporaneamente:” Si, così va meglio!”. Fine settimo capitolo. Allora, spero vi sia piaciuto, soprattutto a te Aky. Fatemi sapere se vi è piaciuta, mi raccomando. Ecco i nuovi sviluppi della coppia Rubber/ Ruby. Spero vi piaccia!!!Baci Baci dalla vostra e sempre presente Fuffy91!!!XDDDD

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Capitolo 8
*** Capitolo8: Inviti di sfida e baci innaspettati. ***


Un leggero vento smuoveva le foglie verdi dell’albero d’arance più grande di tutto il parco di Orange Town. Sotto quest’ultimo, due giovani pirati, colti entrambi da un’improvvisa stanchezza, sdraiati languidamente su una tovaglia variopinta di tantissimi colori, dormivano meravigliosamente avvinghiati in un dolce abbraccio, mentre un vivace alito di vento estivo giocava con i loro ciuffetti ribelli che ricoprivano le loro fronti distese. Essi, rapiti e inglobati dai loro privati mondi dei sogni, risultavano del tutto ignari del pericolo imminente che si stava avvicinando ,come un’ improvvisa tempesta che agita le acque insidiose dell’oceano immenso, a grandi passi verso di loro, e che presto, molto presto, avrebbe sconvolto la loro dimensione di quiete, pace e dolcezza. Infatti, uno strano individuo dalla statura alta e possente li osservava ,ormai da un po’, poco lontano e con un sorrisino per niente raccomandabile dipinto sulle labbra violacee e sottilissime, mentre il suo mantello nerissimo svolazzava ribelle intorno alle sue gambe leggermente divaricate ed ogni tanto vi si appiccicava come un adesivo. I capelli, lunghi fino all’altezza delle spalle e di un castano scuro, quasi vicino al nero, sempre per colpa del venticello afoso, gli scoprivano la nuca, rivelando un tatuaggio con la scritta visibile e di medie proporzioni:” Elemento 6”. Egli scrutava con i suoi grandi occhi color dello zenzero, divertito, le figure distinte dei due ragazzi, e così, oltrepassando le nubi polverose ,che si erano inevitabilmente formate per le numerose capriole del vento, si diresse con passo lento ma deciso verso i suoi nuovi e giovani avversari, pensando tra se:” Sarà più facile di quanto immaginassi!”. Nello stesso tempo, lo stesso venticello, oltrepassando strade e borghi, si arrestò, deliziosamente bloccato dalla rossa chioma della bella navigatrice Nami, la quale si confondeva con il cielo dipinto, per la scomparsa del sole dietro le cime montuose dell’isola, con un meraviglioso color arancio, perdendo le sfumature rosse e gialle che ne aveva fatto un degno quadro da impressionista. La sua espressione era il ritratto dell’ira mista alla concentrazione; infatti, la bella rossa, con la mente leggermente offuscata dal furore per la bionda platino dagli occhi di un rosso rubino,che continuava ad osservarla divertita e soddisfatta, si arrovellava per escogitare un modo per liberarsi dalla morsa di ghiaccio in cui l’aveva imprigionata, con la sola mano destra:” Non oso immaginare cosa possa fare usando entrambe le mani! Mi sembra evidente che abbia mangiato un frutto del mare, grazie al quale riesce a congelare ogni minima cosa che sfiora. La scoperta non è molto confortante, devo ammetterlo! Ciò nonostante, devo escogitare un modo per liberarmi da queste indesiderate corde fatte di ghiaccio, e alla svelta anche, visto che dalla sua odiosa espressione, mi da tutta l’aria che voglia tramutarmi in un bel ghiacciolo gigante.” Il flusso dei pensieri di Nami venne interrotto dalla vocina acuta e decisa di Ice, la quale, con tono provocatorio accompagnato ad uno dei suoi sorriseti velenosi, le disse:” Cos’è, il mio ghiaccio ti ha congelato la lingua oltre le caviglie?” e Nami, ricambiando il sorriso velenoso e provocatorio, le rispose falsamente seria:” No, a dire il vero mi stavo godendo la frescura. Sai, in fondo mi hai fatto un favore. Dopotutto, oggi fa così caldo, e ti confesso che un genuino gelo mi ci voleva proprio!”ed Ice, sempre più divertita per la resistenza,per lei, del tutto patetica della sua pungente avversaria, le rispose iniziando nuovamente una guerra, non solo con l’uso delle armi, ma anche verbale:” Bé, se ti piace così tanto, non vedo perché non posso accontentarti. Ti dirò, oggi mi sento particolarmente generosa, e la cosa è molto rara, te l’assicuro, mia cara!” terminò, ma questa volta invece di poggiare la mano destra al suolo, la puntò direttamente verso il viso crucciato di Nami, ma sempre rimanendo nella sua posizione di attacco, e con un nuovo irritante sorrisino che le curvò gli angoli della bocca, esclamò:” Congelamento totale!”. Dopo quell’urlo che fece sussultare la bella navigatrice,che ovviamente si era aspettata una reazione del genere,vide con i suoi occhi simili a due mandorle acerbe, un alone di gelo intenso circondare come una cornice la candida mano della bionda platino, e subito dopo il fuoriuscire dal suo palmo aperto di un velo di ghiaccio scintillante, che la stava raggiungendo molto velocemente. Ma proprio quando tutto sembrò preannunciare la fine della bella rossa, con lo sbigottimento di Ice, il cui sorriso si raggelò come il resto del suo corpo, alla vista del suo attacco che aveva imprigionato il tronco di un albero di arance poco distante dalla figura di Nami e quest’ultima…sembrò essere scomparsa nel nulla!”Devo dire che il tuo attacco non era niente male, ma mi rincresce informarti che io sono ancora qui, tutta intera e finalmente…libera!” esclamò Nami con un sorrisino di soddisfazione dipinto sulle labbra, scaturito alla vista dell’espressione sbigottita della biondina, la quale, ammirandola dal basso, visto che la rossa, dopo essersi misteriosamente liberata, con un agile salto, aveva raggiunto il muretto che circondava una casa adiacente allo scenario del loro combattimento e che ora, ricambiava il suo sguardo ,seduta comodamente con le gambe elegantemente incrociate e il suo fedelissimo bastone poggiato verticalmente su di esso, che usava come sostegno per la sua furba testolina scarlatta:” Co-Come hai fatto a liberarti? Nessuno prima di adesso c’era mai riuscito!” e Nami le rispose sempre sorridendo sfidandola:”Semplice, usando questo!” esclamò indicando il suo bastone con l’indice della mano destra che lo impugnava saldamente, e poi, con slancio, ricadde nuovamente a terra, e continuando le sue spiegazioni, ad ogni parola, con passi decisi, tornava alla sua posizione di partenza, facendolo roteare come una majorette:” Devi sapere che il mio non è un bastone come gli altri. È un bastone speciale. Vedi questi pallini di ferro, questi non esistono solo per abbellirlo, eh no, tutt’altro! Sono indispensabili per il mio scopo!” “ E quale sarebbe, sentiamo?” domandò con stizza Ice, e Nami sempre sorridendole diabolica le rispose, passando dalla posizione di difesa in quella di attacco, dividendo in due piccoli bastoni l’originale:” Quello di trasformarti in una bella granita, ghiacciolina bionda!”. E così dicendo, fece scaturire da ambedue le metà del suo bastone delle bolle di fuoco che con violenza scaraventò contro la sua incredula avversaria che era rimasta troppo sconvolta per difendersi dal suo, a parer suo, incomprensibile attacco, e così venne scaraventata contro un altro albero d’arance, e dopo aver emanato un grido acuto di dolore, scivolò lungo la ruvida superficie legnosa del tronco, e cadendo a terra in ginocchio quasi svenuta per le fitte lancinanti alla schiena e all’addome, a causa dei colpi di Nami, la quale tutta soddisfatta e con un gridolino di gioia, fece roteare in aria le due metà che impugnava e prendendole al volo, ricostruì immediatamente il bastone e infine ammirò la sua avversaria apparentemente sconfitta. Ma il suo trionfo durò nell’asso di qualche minuto, perché immediatamente Ice si rimise in piedi e, sorridendole per niente amichevolmente, sbatté le mani sonoramente e con lentezza, sbalordendo Nami che, rimanendo sulla difensiva, la guardava sconcertata e intanto pensava che di tutti gli avversari che aveva avuto la sfortuna di incontrare durante le sue numerose avventure, lei li superava egregiamente sia in pazzia che in diabolicità. “ I miei complimenti, sei davvero in gamba! Non solo ti sei liberata dalle mie catene di ghiaccio, ma mi hai anche messo ,seppur per un breve attimo, in difficoltà! Sai, all’inizio credevo che tu fossi un incapace che si divertiva a darsi un mucchio di arie, ma devo ammettere che ora devo ricredermi. Bè, tutto sommato il vostro arrivo ad Orange Town, nonostante abbia infastidito non di poco il mio magnifico signore, è stato…come dire…provvidenziale e stimolante!” concluse la bionda platino sorridendo velenosa e lasciando Nami un po’ perplessa; infatti, subito dopo, la rossa aggiunse:” Che intendi dire con provvidenziale?” e Ice sorridendo ancor più velenosamente, le rispose:” Lo capirai molto presto!” lasciandola di nuovo interrogativa. Poi Nami, sogghignando, continuò chiedendole:” Il tuo magnifico signore è per caso quel pazzo che ha ucciso senza alcun motivo quei poveri innocenti? Lo stesso che perseguita Ruby e che io e i miei compagni abbiamo avuto la sfortuna di incontrare a “Il gabbiano”?” ed Ice, stavolta infastidita dalle parole accusatorie della sua avversaria, le rispose irritata:” Come osi definire il mio signore Rog un pazzo?! E soprattutto come osi giudicarlo e deriderlo in mia presenza?!” e Nami sogghignando ancora di più:” Oh scusa, non sapevo che fosse tanto importante per te! Anzi, se devo essere sincera, non me ne frega un accidenti! E poi, se fossi in te, non terrei così a cuore la sua sorte, visto che il mio capitano a quest’ora lo avrà già ridotto in fin di vita!”. A quell’affermazione, Ice iniziò a ridere di gusto e in modo agghiacciante, irritando ancora di più Nami, che non vedeva l’ora di farla fuori una volta per tutte, ma lei sembrava per nulla interessata al loro combattimento, ed infatti continuò tra le risa:” Il tuo capitano?! Oh, ma per favore! Nessuno può competere con il mio signore, figuriamoci il primo pirata che sbarca sulla nostra isola!” “ La vostra isola?! Ora fammi tu il favore di non dire idiozie! Quest’isola non è vostra,appartiene solo a coloro che la abitano, come questa meravigliosa città di cui porta il nome!” concluse Nami furiosa, ricordando amaramente che anche ai tempi in cui gli uomini pesce sbarcarono sulla sua meravigliosa isola, Arlong proclamò che quest’ultima gli apparteneva, e da allora iniziò il suo incubo. In un certo senso, la tenacia e l’opposizione di Ruby nei confronti di quel tiranno e la sua sete di vendetta, gli ricordavano lei durante quei terribili anni di tirannia, e forse era anche per questo motivo che cominciava a volerle bene come ad una sorellina minore e combatteva al suo fianco, per il trionfo della giustizia e della libertà. Ma un’altra improvvisa e raggelante risata della sua avversaria la scrollo dai suoi lontani ricordi e dai suoi pensieri, ed inseguito questa aggiunse ancora più velenosa:” Mi dispiace deluderti, ma non è più così da molto tempo ormai! Comunque adesso basta chiacchierare. È il arrivato il momento per me di congedarmi!” quest’ultima esclamazione lasciò Nami ancora più interdetta e interrogativa, e accompagnò la sua espressione di stupore con un:” Cosa?!” ed Ice voltandole le spalle e facendo frusciare ai suoi piedi la bella giacca rosso fiamma, si diresse nella direzione opposta a quella della sua avversaria, la quale continuava a capirci sempre di meno, ma prontamente, quasi leggendole nel pensiero, Ice mentre si infilava il guanto dalle rose di pizzo nero, le disse senza voltarsi e continuando a camminare, mentre un lampo di sfida scintillava nei suoi occhi simili al rubino:” Tu sai dove si trova la residenza del mio signore vero?” e senza attendere la risposta continuò:” Ebbene ti aspetto domani mattina lì, e una volta arrivata, dirigiti alla stanza numero quattro, da sola. Consideralo un appuntamento con la morte!” e dopo aver lanciato l’aperto invito di sfida alla sua rossa avversaria, la sua figura scomparve nel nulla, lasciando solo l’eco assordante della sua odiosa risata isterica. “ La stanza numero due?” disse Zoro al suo avversario, dopo una serie di interminabili colpi in cui le sue tre infallibili spade e quelle temibili di Jimb si erano ripetutamente scontrate, una, due, tre…molte volte, infliggendo da ambedue i lati tanti colpi una volta schivati, talvolta andati a segno. Lo spadaccino dai capelli verdi osservava il suo acerrimo avversario dagli occhi ricolmi di follia,ed ora, improvvisamente di sfida. Mentre stavano combattendo, all’improvviso, proprio quando Zoro stava per sferrare uno dei suoi colpi micidiali, Jimb aveva riposto le sue spade nelle apposite fodere, spiazzandolo, e ravviandosi i ciuffi color del miele che gli fuoriuscivano dalla treccia e gli ricadevano sulla fronte, gli aveva offerto lo stesso identico invito alla residenza di Roger Smitt:” Domani mattina all’alba, nella stanza numero due. È lì che ti aspetterò spadaccino per concludere il nostro, come dire, conto in sospeso!” e questo ci riconduce al punto in cui li abbiamo trovati. Infatti dopo aver ripetuto le tre parole più importanti che il suo avversario gli avesse riferito, Zoro con un sogghigno e riallacciandosi la bandana verde smeraldo sul suo braccio destro subito dopo aver rinfoderato anch’egli le spade aggiunse:”Ci sarò!” “ Ne ero certo!” disse Jimb e dopo avergli rivolto un sorrisino diabolico, si diresse alla residenza del suo capo. La risata velenosa e malefica di Nadya si espanse in tutti i dintorni mentre teneva sotto la sua salda presa il corpo inerme di Nico Robin. Ma proprio quando questa sembrò ormai sconfitta, facendo credere alla sua perfida avversaria di tenerla ormai in scacco, in un attimo sgranò i suoi bellissimi occhi azzurro vitreo e in un lampo la fece ricadere al suolo, usando il ginocchio destro e con un colpo ben assestato alle sue gambe sottili, ma poco resistenti. Con questa improvvisa manovra di difesa, del tutto inaspettata, Nadya, ricadendo a terra con la schiena, lasciò per un attimo la presa delle sue ciocche sui polsi e le caviglie della bella archeologa che, con un scatto fulmineo, ne approfittò per liberarsi dalla sua morsa e usare la sua catena di mani per legarla nuovamente in una stretta più forte della precedente. Ma Nadya, prevedendo la mossa, con un salto riuscì a allontanarsi ed atterrare sul lato opposto della sua avversaria:” Sei davvero brava occhi di cristallo, ma questo non ti basterà per sopravvivere. Senti, visto che si sta facendo buio, propongo di rimandare a domani mattina il nostro accattivante combattimento, ci stai? Molto bene,allora ti aspetto nella stanza numero cinque del palazzo del mio signore, tu sai sicuramente dov’è.” E dopo averla salutata con un gesto della mano destra, scomparve nel nulla, aiutata dal buio crescente della notte imminente, lasciando Nico Robin interdetta e dubbiosa:” Ha voluto rimandare il nostro combattimento, ma non certo per il buio della notte. Quella donna è troppo furba e folle per aver paura dei mostri notturni.” Rifletté sorridendo Robin, e mentre si incamminava verso la locanda, dove sapeva che avrebbe incontrato i suoi compagni, leggermente dolorante per i vari ematomi sul corpo, una gocciolina apparve sul suo capo color della pece, pensando:” Occhi di cristallo?!Bhà!”e venne inglobata anche lei dall’oscurità avvolgente della sera. “Ahhh!!!” gridarono in contemporanea Usopp e Chopper ad un nuovo energetico attacco di Karl, che diede due calci in testa ai due malcapitati avversari con un solo grande salto, facendoli cadere entrambi dall’albero di arance sul quale fino ad ora si era svolto il loro strano combattimento:” Hahahaha!!! È inutile, non potrete mai battermi! Rassegnativi!! Hahahahaha!!!” “ Quanto mi è antipatico!” ringhiò Chopper ai limiti della sopportazione e tramutandosi in un uomo renna gigante, che raggelò la risata di Karl e fece sogghignare Usopp, che subito esclamò compiaciuto:” Haha! Ora non potrai nulla contro il mio leale seguace! Avanti, stritola quel nanetto dai capelli grigi!” “ A chi hai dato del nanetto, brutto nasone?!” Ma la sua audacia venne soppressa da Chopper che, dopo averlo fatto cadere dall’albero scuotendolo, lo sollevò dal suolo con una sola mano. Ma proprio mentre lui si dimenava dalla sua presa, un brontolio improvviso scosse l’atmosfera:” Ehm, scusate! È che da questa mattina non ho toccato cibo, sapete com’è, ho una linea da mantenere!” si scusò Karl grattandosi la nuca e provocando un tonfo sordo da parte di Usopp e lo sbigottimento di Chopper, il quale cominciò sorridendogli e da buon dottore:” Fai bene a mantenerti in salute, ma non devi trascurare i pasti quotidiani. Sono importanti per il fabbisogno dell’organismo!” “ Eh già ha ragione Chopper. Quando torni a casa mangia qualcosa!” esclamò Usopp incrociando le braccia al petto e con aria di chi la sa lunga, ma in fondo era solo un altro dei suoi blef!.” Eh si, farò così!” esclamò Karl preso dal momento, ma poi scuotendo la testa e infuriandosi mentre gli altri due sorridevano compiaciuti e annuivano soddisfatti dei loro consigli, vennero portati alla realtà da uno dei suoi sbraiti d’ira, e tutto rosso in volto, dimenandosi contro la stretta salda del buon Chopper, questi lo lasciò colto alla sprovvista e atterrato con la faccia al suolo, si alzò immediatamente e tossendo per darsi un contegno, proseguì:” A-ehm! Molto bene credo sia giunto il momento di farvi la richiesta definitiva! Se avete abbastanza fegato, venite al palazzo del mio padrone, Roger Smitt, e recatevi alla stanza numero sette!” “E perché?” chiesero in coro Usopp e Chopper ancora in dimensioni di uomo renna, e Karl alterandosi di nuovo urlò loro contro:”Perché così è deciso. Quindi vedete di non mancare o verrete ricordati come dei codardi a vita!” e detto questo si dileguò nel nulla lasciandoli sconvolti, e mentre Chopper ritornava nelle sue dimensioni originali, Usopp con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata come il suo amico per la sorpresa, aggiunse:” Piuttosto suscettibile il nanetto, vero?” e Chopper accanto a lui:” Si, e anche lunatico!” esclamò con la sua piccola vocina tenera e dolce. Era da un po’ che Sanji era steso a terra inerme, incapace di muovere un solo muscolo. Era ricoperto di lividi e di varie ferite che il suo avversario, con i suoi potenti e mirati calci, che lui aveva cercato e a volte rapidamente parava con i suoi e glieli infliggeva, gli aveva inferto un po’ dappertutto. Ricordava ancora le sue acide parole, pronunciate con il suo tono maledettamente atono che lo imbestialiva, gli aveva detto dopo un altro calcio potentissimo allo stomaco che lo aveva piegato in due e che non era riuscito a parare, purtroppo, ma che non lo aveva costretto ad inginocchiarsi ai suoi piedi e quindi essere un facile mirino per altri ancora più micidiali. Ma Jacob, invece di approfittarne, si era portato le mani nelle tasche della sua giacca del suo vestito elegante e nero, e con un movimento fluido, si girò verso se stesso e gli disse:” Ascolta, visto che sta calando l’oscurità, che ne dici di rinviare il nostro scontro a domani, all’alba, nella stanza numero tre della residenza di Rog, ci stai?” E Sanji rialzandosi gli rispose:” Certamente, che razza di domande. Non vedo l’ora di farti a pezzi!” esclamò stringendo i pugni con rabbia e il rosso acceso, sorridendo sardonico, si incamminò verso la direzione prefissatagli sussurrando:” Lo vedremo,biondo, lo vedremo!” e come i suoi compagni prima di lui, si dileguò nel buio imminente. A quel punto Sanji, dopo essersi acceso l’ennesima sigaretta, si era accasciato a terra per la stanchezza. Anche se accennato, il suo era stato un incontro duro. Da allora non si era più rialzato. Improvvisamente, una fitta all’addome lacerante, gli fece perdere i sensi, e l’unica cosa che riuscirono i suoi sensi furono solo delle voci, tante voci che si mischiavano a vicenda come un mazzo di carte da gioco, e il cigolio di una porta che si apriva, e dopo che la sigaretta appena accesa cadde dalle sue labbra socchiuse, il nulla lo avvolse. Quando riaprì nuovamente gli occhi, venne accecato dalla luce della lampada che penzolava dal soffitto in legno di un luogo a lui apparentemente sconosciuto. Quando costrinse a riaprire gli occhi, sentii lo sgocciolare di qualcosa di fluido, forse acqua, si , acqua che cadeva in una bacinella o qualcosa del genere, riempita dello stesso liquido. Poi sulla sua fronte sentì al tatto un fazzoletto di lino candido e fresco, che gli trasmetteva un certo refrigerio. Subito pensò al suo medico fidato Chopper, che magari trovandolo steso al suolo, lo aveva trasportato al sicuro e curato, ma immediatamente si ricredette quando costatò la morbidezza di lunghi capelli lisci che ricadevano come una tiepida pioggia sul suo viso e sulla spalla nuda ma ricoperta da uno strato di bende. Sorrise a quel contatto, ma poi sgranò immediatamente gli occhi facendo sussultare la sua improvvisata infermiera dai capelli biondi più dei suoi e raccolti in due graziosi codini. Quel visino e quegli occhi azzurri come due pezzi di cielo lo rassicurarono e dopo un sospiro di sollievo le sorrise rassicurante; ora ricordava:era Mary, la dolce cameriera di “ Il gabbiano” che lo stava medicando. La ragazza, sospirando anch’ella per il sollievo di vederlo di nuovo aprire gli occhi, anche se di soprassalto, la rassicurò, complice anche il suo sorrisino teneramente beffardo!. “ Finalmente ti sei svegliato! Come ti senti?” gli chiese sussurrando e a pochi centimetri dal suo viso. Anche Sanji si compiacque di questa improvvisa vicinanza, visto che era così vicina da poterle benissimo scorgere sulla punta del suo nasino appuntito e un po’ sparse qua e là sulle guance delle piccole lentiggini marroncine, che le conferivano un non so che di esotico, tanto che esclamò affascinato, senza pensarci:” Lentiggini!” provocando una risatina divertita da parte dell’oggetto della sua ammirazione:” Cosa?! Lentiggini?!” chiese divertita Mary, approfittando della situazione per sistemargli il fazzoletto di lino umido sul suo capo e scompigliandogli la frangetta con le dita durante l’operazione. Quel tocco fu come balsamo per i nervi tesi del ragazzo che socchiuse gli occhi un istante per poi riaprirli subito dopo per studiare di nuovo i lineamenti della biondina affaccendata e sempre vicina al suo viso. In seguito aggiunse come in estasi:” Hai dei bellissimi capelli, sai?” disse accompagnando le parole con il gesto della mano destra che sollevò molto silenziosamente per accarezzare i capelli di seta della biondina, ed era stranamente serio e non aveva i soliti cuoricini agli occhi che gli si formavano ogni volta che faceva un complimento ad una ragazza carina. Con lei, sarà la stanchezza,o la magia del momento e di quell’isola misteriosa, si comportava in modo differente rispetto alle altre, ed i suoi erano complimenti sinceri, dettati dal suo cuore che, come impazzito, cominciò a battere molto più forte del previsto. E Mary arrossendo teneramente a quel complimento inaspettato, gli disse:” Si, me lo dicono spesso. Soprattutto Ruby, sai lei dice sempre che vorrebbe fare cambio di vita con me, solo per avere i capelli del mio stesso colore. Che scocchina che è! Non sa quanto è fortunata ad avere quella chioma fluente e castana. Adoro i suoi capelli castani, tutti li adorano! Ma io più degli altri.” Continuò Mary per scrollarsi quel improvviso imbarazzo che le imporporava sempre di più l’intero viso, non solo perché Sanji continuava ad accarezzargli i capelli, talvolta improvvisando dei ricci, attorcigliandoseli tra le dita, ma anche per lo sguardo ricolmo di tenerezza e ammirazione che le stava rivolgendo così sfacciatamente. Mary, per togliersi da quella situazione insostenibile, fece il tentativo di alzarsi e rimettersi in posizione eretta, ma Sanji la trattenne non accennando a volersi staccare dai suoi capelli così lisci e morbidi, non riuscendo a capire come lei potesse preferire il castano di Ruby ,scartando il dorato dei suoi capelli naturali. Per lui era completamente assurdo! Dal canto suo, li adorava, forse nello stesso modo in cui cominciava ad adorare lei, anzi, forse anche di più! “ Forse…” iniziò Mary schiarendosi la voce per continuare e inumidendosi le labbra diventate improvvisamente aride, poi continuò mentre Sanji continuava ad osservarle le labbra e il viso arrossato sfacciato oltre i confini:” Forse è meglio se chiamo i tuoi amici. Vorranno sapere come ti senti. Ti hanno trovato loro, svenuto al suolo e ricoperto di ferite. Quella dolce renna ti ha curato e medicato e io gli ho dato una mano, visto che anche il resto dei tuoi compagni aveva qualche ferita sul corpo. Tu e lo spadaccino eravate i peggiori, ma ora lui sta meglio e tu? Non mi hai ancora detto come stai!” concluse chiedendogli preoccupata e per cercare di alleggerire la tensione che si era creata in quella stanza, la sua stanza, per essere precisi! Sanji le era grato per avergli esposto i fatti recenti e per lui del tutto all’oscuro. Era sollevato nel sentire che Nami e Robin stavano bene e che solo lui e Zoro risultavano i feriti più gravi. Zoro aveva la pelle dura, quindi non c’era da preoccuparsi, in quanto a lui aveva delle fitte allo stomaco, visto che quel dannato rosso lo aveva scambiato per un pallone da calcio, ma in quel momento proprio non riusciva a sentirle…era troppo bella e dolce quella vicinanza con quella ragazza così tenera e cara che gli faceva da infermiera e lo accudiva. Voleva rivedere i suoi compagni, ma non in quel momento, non ancora…desiderava stare ancora un po’ con quella biondina che lo guardava tutta rossa in volto e con gli occhi di un azzurro scintillante, che aveva tutta l’aria di sapere la risposta alla sua domanda, e lui la accontentò regalandogli un altro sorriso e curioso di scoprire la sua reazione quando le disse:” Ora sto molto meglio. Grazie Mary, sei davvero un angioletto e un’infermiera perfetta direi!” esclamò e poi fece una cosa che Mary davvero non se lo sarebbe aspettato. Infatti Sanji lasciò andare una ciocca dei suoi capelli biondi e poggiò delicatamente la mano destra sulla sua guancia arrossata per l’imbarazzo, facendola sussultare, e accarezzandogliela; poi si sporse leggermente e le posò un leggero ma tenero bacio sulle labbra che, Sanji costatò di persona, sapevano di ciliegia. Poi con un sospiro di beatitudine, si lasciò cadere sul cuscino e si addormentò vinto dalla stanchezza, mentre Mary aveva il cervello per un momento fuori servizio! Sussultò quando sentì la porta aprirsi e l’entrata inaspettata di Chopper che sorridendole le disse:” Allora Mary, novità? Sanji si è ripreso?” e Mary tornando alla realtà le rispose tremante per l’imbarazzo e ricordando il bacio inaspettato:” Si, ora sta molto meglio. Si è ripreso per un attimo, ma poi si è subito riaddormentato.” “ Ah, bene! Questo vuol dire che è fuori pericolo. Grazie mille Mary per il tuo aiuto!” le disse Chopper con un nuovo sorriso e felice delle ultime novità sulla salute dell’amico:” Figurati, è stato un piacere!” poi i due si avviarono verso il salone della casa di Mary, che si trovava nei pressi della locanda, dove si stava verificando una seria conversazione. Fine ottavo capitolo! Buon Ferragosto a tutti amici e amiche lettori e lettrici!!! Ragazzi, che caldo! Sto morendo, aiutatemiiiii!! Voglio il mare!!!! Comunque, un saluto speciale ad Aky, come sempre ovviamente e aspetto con ansia una sua recensione, ma anche le vostre però!!! Baci baci la vostra mitica( e soprattutto modesta!!!=D) Fuffy91!!!XD

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Capitolo 9
*** Capitolo9: Partenze con passione, scontri con tenerezza ***


Quando Mary entrò nel salone della sua piccola e modestia casa, preceduta da Chopper, guardò attentamente ognuno dei suoi nuovi amici pirati:c’era Nami che, giocherellando con sua ciocca di capelli ribelle come il suo animo infuocato, aveva dipinta sul bel volto longilineo un’espressione pensierosa; accanto a lei c’era lo spadaccino Zoro che, con le gambe incrociate e con i piedi poggiati sul tavolino in legno, stava ripulendo una delle sue fedelissime spade, mentre il piccolo Chopper, avvicinatosi, cercava di sistemargli la fasciatura sul petto, intimandogli di stare fermo solo per qualche minuto; Usopp e Nico Robin, anche lei con alcuni cerotti e fasciature qua e là come il suo amico cecchino, erano anche loro fermi e seduti l’uno accanto all’altra, entrambi con la stessa espressione pensosa. Fu Nami a rompere quel silenzio carico di tensione: “ Chopper, Mary, come si sente Sanji? Si è ripreso?” E Mary, ricordando in un lampo il dolce e tenero bacio inaspettato che il cuoco dal ciuffo biondo le aveva regalato, arrossendo lievemente e abbassando il capo verso il pavimento, con occhi lucidi e socchiusi le rispose: “ Si, sta molto meglio adesso! Si è ripreso per un attimo, ma poi è sprofondato di nuovo in un sonno profondo.” “ Meglio così! Almeno potrà riprendersi completamente prima della battaglia!” Esclamò Zoro, ricominciando a ripulire la seconda delle sue spade, mentre Mary lo guardava con aria interrogativa e sorpresa dopo le sue ultime parole: “ Ba- Battaglia? Di cosa parli? Non capisco?” “ I cagnolini di quel pazzo di Rog ci hanno invitato a prendere un tè con loro domani all’alba!” Le spiegò metaforicamente la bella navigatrice alzandosi e sgranchendosi le gambe ancora indolenzite dopo il combattimento contro la bionda platinata, mentre Mary continuava a capirci sempre di meno, tanto che Robin le disse molto più concisa della sua compagna dalla chioma rosso tramonto: “ Ognuno dei seguaci di Rog ci hanno lanciato una sfida. Domani all’alba dovremo recarci alla residenza del loro folle padrone e combattere con i nostri rispettivi avversari, nelle camere che ci hanno riferito.” “ Scusa, e io che cosa ho detto?!” Le disse Nami con un sorriso, mentre Zoro sbuffando le diceva in sottofondo: “ Frequenti troppo Rubber! Cominci addirittura a ragionare come lui!”e Nami, adirata come c’era da immaginarsi, con un calcio per poco non gli spezzava le gambe per la potenza che ci aveva messo, tanto che Zoro, massaggiandosi il ginocchio dolorante, le urlò: “ MA SEI PAZZA OLTRE CHE ISTERICA, MOCCIOSA?” “ Sta zitto, e non ripetere più quelle assurdità! Per diventare come Rubber ci vorrebbero anni di impegno, e poi la mia era solo una metafora scherzosa, cosa che il tuo cervello da scimmione non può capire!”gli disse terminando con un sorrisino diabolico e ravviandosi i ciuffetti scarlatti con una mano, mentre Zoro, ignorandola, ricominciò a ripulire la sua spada, ritornando nella sua solita posizione, come se nulla fosse successo o non avesse la benché minima importanza, cosa che infastidì non di poco Nami, la quale, con stizza, si risedette di nuovo accanto a lui, incrociando le braccia al petto, offesa oltre ogni limite. A quella scena tutti ricominciarono a ridere tranquilli, tranne Mary, che rimase impassibile e ripensava a Sanji che, anche se si sarebbe ripreso, subito dopo avrebbe dovuto ricominciare a combattere contro uno di quei folli assassini, e puntò il suo sguardo preoccupato verso la sua cameretta dove, nel suo lettino, giaceva quel simpatico cuoco, ed in seguito scrutò uno ad uno i suoi amici pirati che, nonostante le circostanze, continuavano a ridere ed a scherzare felici, e il pensiero di non poterli più rivedere, le gonfiò il cuore di tristezza, tanto che alcune lacrime cominciarono a rigargli il bel volto da angioletto dalla chioma dorata. Tutti immediatamente smisero di ridere ed osservarono stupiti la piccola cameriera di “Il Gabbiano” scoppiare in singhiozzi davanti a loro: “ Mi dispiace tanto ragazzi. Non volevamo coinvolgervi in questa brutta storia. State rischiando molto pur di liberarci dalla tirannia di quel cattivo di Rog e dei suoi perfidi complici. Ed ora…ora non vorrei che rischiate la vostra vita per salvarci. Non ne varrebbe la pena. In fondo…siamo sempre vissuti così, quindi basterà solo sperare che tutto prima o poi finisca o che magari Rog metta la testa a posto ,anche se…” “Sciocchezze!!!” esclamò con furore Nami che, alzatasi improvvisamente dalla sedia una seconda volta, la fece addirittura cadere per l’impeto: “ Quello che dici sono solo assurdità! Credi davvero che quel tizio, che uccide senza motivo un mucchio di gente innocente, possa cambiare da un giorno all’altro?! Non so te, ma io non lo credo affatto possibile!” “ Ma…” disse senza voce Mary, stupita da tutta quella franchezza da parte della sua amica navigatrice, che la guardava con sguardo deciso e sicuro: “ Nami ha ragione!” esclamò Usopp, con la stessa espressione di Nami dipinta sul volto abbronzato: “ La malvagità di Rog e dei suoi alleati non finirà mai finchè qualcuno non gli darà una battuta d’arresto, sconfiggendola per sempre! Credimi, io, come i miei compagni, lo sappiamo bene!” “ Si e si da il caso che quel qualcuno di cui parla Usopp siamo proprio noi!” affermò con decisione Zoro alzandosi a sua volta dalla sedia, dopotutto lui non rifiutava mai una sfida lanciatagli da uno dei suoi avversari e, se sarebbe bastato ad aiutare qualche innocente, non se lo faceva ripetere due volte! “ Non devi preoccuparti per noi Mary! Siamo abituati ai pericoli e ti informo che li abbiamo sempre superati, tutti insieme!” continuò Nico Robin incrociando le gambe elegantemente e regalandogli un sorriso pacato ma sereno: “Si, si! E poi, se si fanno male, ci sono sempre io a curarli. Non preoccuparti!”le disse Chopper saltellando allegro ed elettrizzato: “ E se ti fai male tu Chopper?” Gli chiese Mary accennando un sorriso ed asciugandosi le ultime lacrime: “ Uhm, beh mi curo da solo ovvio!” le rispose con sincerità e con un sorrisino dolcissimo, tanto che tutti scoppiarono a ridere per quell’affermazione: “ Che c’è? Perché ridete?” disse incredulo Chopper. Improvvisamente Mary sentì una mano calda sfiorarle la spalla e il profumo di tabacco, misto deliziosamente a quello di colonia, pervaderle le narici e i sensi e una voce calda e profonda, ancora un po’ impastata di sonno, sussurrarle: “ Non piangere per noi, angioletto biondo! Abbiamo affrontato e vinto moltissimi combattimenti. Ti prometto che torneremo sani e salvi, e poi festeggeremo tutti insieme la vostra liberazione. D’accordo?” E Mary, arrossendo un po’ imbarazzata e senza voltarsi verso il suo interlocutore, gli rispose: “ D- D’accordo!” “ Sanji!” “ Come stai?” “Ti senti meglio ora?” “ Ti ha conciato piuttosto male quel rosso assatanato!” Commentò Zoro dopo le domande d’ansia per la sua salute poste dai suoi compagni, sogghignando provocatorio, e incassando lo sguardo di fuoco di Sanji che, infuriato, ma non in modo eccessivo, gli disse: “ Si Zoro, sto bene!!! Grazie per la tua preoccupazione!” E lo spadaccino, contento di sapere che il suo amico-nemico cuoco stesse bene, continuò a sogghignare ed aggiunse: “ Figurati! E poi dici che non mi preoccupo per te! Visto?!” E di nuovo risate da parte di tutti, ma questa volta fu Usopp a non ridere: “ Che cosa c’è Usopp?” Gli chiese il piccolo Chopper accanto a lui: “ Sono preoccupato per Rubber e Ruby! È da questo pomeriggio che non abbiamo loro notizie. Chissà se stanno bene!” “E se Rog li avesse catturati?” chiese con orrore Mary, immaginando i suoi due cari amici in pericolo e a quello che il perfido signore di Orange Town avrebbe potuto fare alla sua migliore amica , visto che la odiava così tanto. “ No, è da escludere! Finché c’è Rubber insieme a Ruby, puoi stare tranquilla che non le succederà nulla.” La rassicurò Sanji stringendola un po’ di più verso il suo petto caldo, per trasmetterle un po’ del suo calore al fine di tranquillizzarla. “ Giusto, senza contare che stai parlando del nostro capitano. Sono sicura che sarà già nella residenza di Rog a dargliene di santa ragione!” Esclamò Nami, facendole l’occhiolino in segno di complicità e per cercare, anche lei come il suo compagno, di trasmetterle un po’ della sua calma; quella ragazza così sensibile era anche così tremendamente buona, tanto da preoccuparsi anche di loro che, in fin dei conti, conosceva solo da poco. Solo per questo dolce lato del suo carattere, le era simpatica ed era contenta di averla come un’altra sua amica. “ Sarà meglio avviarci, adesso! Tra poco sorgerà il sole!” Suggerì Nico Robin alzandosi dalla sedia, seguita a sua volta da Usopp, gli unici ad essere ancora seduti. In segno evidente di approvazione, tutti i membri della ciurma del Cappello di Paglia, con l’assenza del loro capitano, si diressero verso l’uscita, salutando cordialmente e ringraziando Mary per la sua gentile ospitalità: “ No, sono io a dovervi ringraziare. Spero che tornerete sani e salvi da questa assurda guerra, vincitori ed insieme a Rubber e Ruby!” Rispose loro la dolce Mary, che venne ricambiata da tutti loro con un sorriso e un:” Contaci!” esclamato con forza e decisione. In seguito, con la velocità con cui erano entrati le prima volta, così scomparvero rapidamente, e proprio mentre Mary si accinse a seguirli, per vederli per l’ultima volta raggiungere la residenza degli Smitt, la sua strada venne sbarrata da Sanji che, senza neanche darle il tempo di capire cosa stesse succedendo, l’abbracciò con impeto e la strinse a sé appassionatamente, facendola quasi morire per l’emozione. Poi, accarezzandole i capelli dorati, le sussurrò in un orecchio con voce avvolgente: “ Ti prometto che tornerò presto, tesoro. Fin ad allora, aspettami. Promesso?” “ Si, promesso!” gli bisbigliò con un soffio di voce Mary, con gli occhi lucidi e stringendosi ancora di più a lui. Dopo attimi che parvero non finire mai per entrambi, Sanji a malincuore dovette staccarsi da quel abbraccio dolcissimo ed intenso, e costringendola ad annegare nel suo sguardo scuro e travolgente come un mare in tempesta, rossa in volto per l’emozione e con gli occhi azzurri velati di lacrime, la baciò di nuovo, ma stavolta fu un bacio più profondo e passionale, oltre ad essere dolce e tenero insieme: “ Devo andare. A presto, mia dolce Mary!” Gli bisbigliò con voce roca Sanji e, richiudendosi la porta alle spalle, scomparve nell’oscurità ancora presente ma non del tutto avvolgente, raggiungendo i suoi compagni, ignari del suo primo vero amore che gli avvolgeva il cuore pieno di passione: ma per questo, stavolta, si sarebbe battuto. Un gelido venticello notturno fece rabbrividire il giovane capitano della Going Merry, che nel dormiveglia si mosse un po’ e si accorse con stupore che la sua gamba sfiorò quella più morbida e lisca della sua giovane amica Ruby che, stringendo spasmodicamente con la mano destra un lembo della camicia del suo amico, era avvinghiata a lui in un stretto e tenero abbraccio. Aprirono entrambi gli occhi: quelli nocciola di lui si fusero con quelli scuri di lui. Si sorrisero contemporaneamente, ma, quando Ruby si accorse in che situazione si trovavano, arrossì e si stacco da lui con pudore, rimanendo in ginocchio e cercando accuratamente di non incrociare i suoi occhi, imbarazzatissima. Rubber non capiva il motivo del suo imbarazzo; per lui era stato molto carino dormire e svegliarsi abbracciato a lei. Nella sua innocenza, si chiedeva che cosa poteva averla turbata così tanto; in fondo avevano solo dormito insieme, abbracciati, sotto quel enorme albero d’arance, che ora, avvolto dall’oscurità, sembrava una grande sagoma scura dalle foglie rese argentate dai raggi lunari. Si sentiva ancora accaldato e la sua camicia aveva assorbito il profumo dolcissimo d’arance che provieniva dai morbidi capelli di Ruby. Com’era bella tutta rossa in volto ed imbarazzata, e non poté fare a meno di osservare attentamente il suo profilo perfetto e incantarsi ad ammirare i bagliori luccicanti che emanava il suo ciondolo a forma di farfalla, alla luce della luna lattea. Con un sorriso tenerissimo, si avvicinò di più a lei, anch’egli in ginocchio, e le baciò la guancia arrossata, dicendole sempre sorridente: “ Buongiorno Ruby! Anche se, sembrerebbe notte. Forse perché è notte. Cosa notte? Ma, abbiamo dormito così tanto? Accidenti, di solito è Zoro quello che dorme come un ghiro tutto il tempo! Vabbè, poco male! Si vede che eravamo stanchi entrambi! Non trovi?” E Ruby, dopo aver ascoltato il suo lungo monologo, ricomponendosi, decise di rispondergli con un sorriso: “ Si, evidentemente! Ma ora dovremo incamminarci. Anche se tra poco sarà l’alba! Che dici, aspettiamo che sorga il sole per avviarci?” “ Si, va bene!” Si sedettero di nuovo sul prato fiorito, aspettando il sorgere del sole, appoggiando la schiena sul tronco robusto dell’albero. Il vento filtrava dai suoi possenti rami, e ribelle, giocherellava con i riccioli castani di Ruby e i ciuffetti corvini di Rubber. L’umidità della notte fece rabbrividire Ruby, che cercò di riscaldarsi con le mani, strofinandole sulle sue braccia nude e dalla pelle d’oca. Nude si, visto che indossava una fascia dal colore blu intenso, che le aderiva il seno e la vita. “ Hai freddo?” Le chiese Rubber, che durante le ronde notturne sulla Going Merry, si era abituato al gelo portato dall’oscurità. A volte, cullato dalle onde del mare, si addormentava senza nemmeno coprirsi con la coperta che Chopper gli dava, per prevenire eventuali malanni. Anche se Rubber ,fin da piccolo, vantava di avere una salute di ferro: “ Un po’. Sai, a quest’ora di solito sono nel mio lettino,al calduccio, sotto una bella copertina tutta colorata e caldissima. Ma, per la salvezza della mia isola e la libertà dei miei concittadini farei questo e…Brrrrrrr…a-a-altroooo!” E tremava davvero da capo a piedi, per una folata di vento un po’ più gelida del solito. Rubber, ridendo a crepapelle, le disse mentre lei gli intimava di non ridere delle sue disgrazie: “ Ho capito, allora sarà meglio prevenire eventuali malanni, come dice sempre il mio medico di bordo.” E tirandosela a sé per la seconda volta, la strinse forte contro il suo petto, sempre rimanendo seduto e solleticandole il collo scoperto dai ricci ribelli con il suo respiro regolare e caldo: “ Stai calda adesso?” Le chiese con il solito tono innocente e sorridente, mentre Ruby inghiottiva nervosa e diventava di nuovo rossa per l’imbarazzo. Ma Rubber interpretò quel rossore come segno che il suo corpo si stava riscaldando e così disse sorridendo soddisfatto: “ Si, direi proprio di si!” e poi scoppiò di nuovo a ridere, mentre Ruby sentiva i sussulti delle sue risate e sorrideva a sua volta. Non c’era nessuna malizia in quel gesto così tenero e dolce da parte di Rubber, e di questo Ruby ne fu rincuorata. Cominciò a rilassarsi grazie al calore che il petto del giovane pirata e le sue braccia ,che la cingevano quasi senza toccarla, emanavano. Si strinse di più a lui e cominciò a pensare che la sua cara copertina, che fino a qualche momento fa aveva rimpianto, era stata del tutto surclassata! Come era dolce e caldo quel abbraccio con il quale nessuna stoffa poteva competere. Iniziò ad aspirare a pieni polmoni il profumo di pulito e di bagnoschiuma alla menta che Rubber emanava,tremendamente avvolgente e pungente. Sentì il piccolo rumore di paglia che provocava il suo capello ogni qualvolta veniva stuzzicato da un soffio di vento gelido, che Ruby ora non percepiva più e l’impercettibile rialzamento del suo petto ad ogni suo respiro regolare. Tutto risultava così tremendamente dolce, che pensava che nulla poteva turbare quel momento di completa tenerezza. Ma all’improvviso, a malincuore, Ruby sentì che le braccia di Rubber la stavano lasciando, quasi bruscamente, e in quel mentre, riuscì solo a percepire il suo battito che da regolare divenne agitato. Venne scaraventata sull’erba, e quando si riebbe, vide, con occhi sgranati dalla sorpresa, Rubber che prontamente aveva schivato un pugnale di medie proporzioni, dalla lama molto affilata che, mancando il suo obbiettivo, si era andato a conficcare nella corteccia di quel albero che, fino a quell’attimo, aveva costituito il loro rifugio. Entrambi osservarono con stupore ed orrore quella che poteva essere stata facilmente l’arma che avrebbe potuto togliere la vita ad uno di loro due, ignari di tutto. Meno male che Rubber aveva avuto i riflessi pronti e l’aveva scostata da sé, spostandosi a sua volta velocemente. Ma, mentre lo osservava piena di ammirazione, vide colare dalla sua guancia un rivolo di sangue rossastro, e cominciò a preoccuparsi: “ Rubber stai bene? Sei ferito?” fece per avvicinarsi, ma Rubber , puntando una mano verso di lei, le intimò: “ No, non avvicinarti a me! Potrebbe essere pericoloso! Per favore, rimani lì, per il momento!” e mentre pronunciava queste parole, aveva stranamente lo sguardo rivolto davanti a sé, tanto che Ruby, imitandolo, guardò a sua volta nella stessa direzione e quello che scorse nell’oscurità ,che stava molto velocemente cedendo il posto ai primi tenui raggi del sole, le fece sgranare gli occhi una seconda volta. C’era uno strano individuo dall’aria sinistra che li osservava con sguardo diabolico. All’inizio Ruby non riuscì a capire chi fosse, ma poi, quando il sole finalmente sorse, ed i suoi caldi raggi illuminarono la sua alta ed oscura figura, lo riconobbe all’istante: era il sesto elemento dei seguaci di Rog Smitt! Solo perché era il sesto, non era di certo il meno pericoloso o il meno diabolico, anzi, al contrario. Era il Più pericoloso ed il Più diabolico di tutti loro messi insieme! Aveva già avuto, se si può dire, il piacere indiscusso di affrontarlo, e non era stata un’esperienza esaltante, anzi, per poco non moriva dissanguata per le ferita al fianco che le aveva inferto con uno dei suoi coltelli: Jack Il Lanciatore di Coltelli, così lo definivano, oltre che con l’epiteto di Elemento 6 della banda di Rog. Forse era venuto lì per ucciderla o magari portarla da Rog, ma perché coinvolgere anche Rubber se voleva solo lei? Non aveva alcun senso!: “ Rubber, stiamo attenti! Questo tipo è pericoloso forse quasi quanto Rog! Non sottovalutarlo!” “ Ah si?!, Forte quasi quanto Rog?! Benissimo, non potevo sperare di meglio!” Disse sogghignando, pregustando una nuova sfida all’ultimo respiro, proprio come piacevano a lui! Ruby lo guardava sconcertata, come poteva dire una cosa del genere?! Ma del resto, era pur sempre un pirata che valeva 100 milioni di danari, e di certo non per caso! Infatti Rubber, sempre sogghignando provocatorio, sotto lo sguardo di Ruby, gli disse: “ Ciao!” “ Ehhhhh?! Ciaoooooooo?! Ma che fa? Lo saluta?” pensò al limite dell’esasperazione, guardandolo con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite. E quello di rimando, stando al gioco: “ Ciao, piacere di conoscerti Rubber Cappello di Paglia! Ti informo che sono venuto per ucciderti!” A quell’esclamazione, Ruby lo guardò interrogativa, mentre Rubber pronunciava un laconico: “ Oh, davvero?! Ma dai, non l’avevo capito!” E detto questo, accennò ad una risatina ancora più provocatorio: “ Aspetta un attimo! Io non ci capisco più niente! Rog vuole me, non Rubber! Allora, perché vuole ucciderlo per mano tua?! Tutto questo è ridicolo! Lui non c’entra niente in questa storia! Battiti con me Jack, e facciamola finita una volta per tutte!” “ Ruby…” bisbigliò Rubber colpito da quel gesto da parte di quella speciale ragazza: per una volta, era qualcun altro che voleva proteggere lui, ma certamente non poteva permetterglielo! Così avvicinandosi a lei con un sorriso, le mise una mano sulla spalla scoperta e le disse, mentre lei sussultava a quel tocco, troppo presa a scrutare con astio Jack, che le sorrideva disgustato da tutto quel patetico eroismo: “ Ti ringrazio Ruby, ma lascia che me occupi io, visto che la sfida ,quello spilungone, l’ha lanciata a me!” e sogghignò ancora, facendola sorridere a sua volta. Ma poi, riscuotendosi, gli disse di rimando: “ Ma Rubber…io…voglio aiutarti!” “ No, stavolta niente lavoro di squadra!” e a quelle parole Ruby si rattristò abbassando il capo in segno di resa: “ Forse non mi crede all’altezza di fronteggiarlo?” si domandava dispiaciuta. Ma, come se le avesse letto nel pensiero, le sorrise e le baciò la fronte con un sonoro bacinetto, facendola ridere un po’. Poi si guardarono negli occhi come se si stessero parlando con lo sguardo, capendosi, e con un: “ Ora vado! Tu mettiti vicino all’albero e fammi il tifo!” le disse sorridente come non mai: “ Contaci!” “ Allora iniziamo o no?” disse Jack pronto a menare le mani, anzi, a lanciare coltelli contro Rubber, il quale schioccandosi le nocche delle mani, gli rispose avanzando verso di lui: “ Certamente, quando vuoi!” Inizia così un nuovo scontro! Ciaoooooooooooooo!!! Sono tornata visto! Che capitolo ragazzi! Spero vi piaccia! Innanzitutto, mi scuso per l’eccessivo ritardo, ma sapete com’è…tra inizio scuola, libri, compiti, ecc….Quando scrivevo! Cmq ora sono ritornata con un nuovo capitolo all’insegna del romanticismo e un po’ d’azione anche se il prossimo in programma…eh, quello si che è all’insegna dell’action!! Leggete, leggete, mi raccomando!! Commentate anche, se volete! Tantissimi big kiss a tutti voi cari lettori e lettrici e, a presto dalla vostra Fuffy91!!!XD

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Rubber alla riscossa! ***


Il vento soffiava energicamente quando i primi raggi del sole splendente come un disco infuocato illuminarono il profilo minaccioso di Jack il Lanciatore di Coltelli e il viso da bambino di Rubber, che in quel momento appariva concentrato al massimo, pronto a scontrarsi contro quella belva dagli occhi color dello zenzero, ma non per questo meno minacciosi. Come leggendogli nel pensiero, Jack con un sogghigno velenoso, cominciò a lanciargli coltelli a non finire, come se si volatilizzassero dal nulla. Ma Rubber, prontamente, li schifò uno ad uno, fino ad avvicinarsi poco a poco alla sua possente figura; con un grugnito di insoddisfazione, l’uomo si scansò all’ultimo momento, prima di essere colpito e lanciato chissà dove da un’arrestabile pugno allungabile di Rubber, che appena lo vide spostarsi agilmente, lo seguì con lo sguardo e ritirando il braccio velocemente, fece una capriola in aria per evitare due coltelli affilati, ma che comunque gli graffiarono superficialmente la schiena, e come per ricambiargli il favore, allungò la gamba destra e con la forza di un calcio ben assestato, lo fece capitolare nel terreno polveroso, ma proprio mentre stava per regalargli un bel pugno in pieno viso, questo gli lanciò un altro coltello più affilato dei precedenti, che Rubber riuscì a schivare per un pelo abbassandosi come una molla sulle gambe inchiodate al terreno, e che riuscì solo a tagliargli le punte dei suoi ciuffi corvini e ribelli. Jack, approfittando della sua momentanea distrazione, lanciò un altro coltello, lo inchiodò ad un albero con la manica della camicia rossa e gli assestò un pugno alla bocca dello stomaco e alla guancia destra, a cui Rubber rispose con uno dei suoi più potenti colpi in pieno viso e un calcio alle caviglie che lo fece scivolare e un secondo che lo lanciò lontano da lui. Purtroppo però, Jack si riprese quasi subito e spolverandosi indifferente il cappotto nero pece, e scostandosi un ciuffo ribelle dalla fronte, si rialzò in tutta la sua altezza, sorridendogli provocatorio. A quel sorrisetto odioso, Rubber ricambiò con uno ancora più provocatorio del solito e Ruby sconcertata, che stringeva i pugni ansiosa, osservando lo scontro ricolmo di suspance dalla sua postazione, sotto la chioma folta dell’albero d’arance, notò, quasi, divertito?! Incredibile, le sembrava incredibile che quel ragazzo così dolce e buono nella sua ingenuità, potesse essere così forte e che riuscisse a tener testa ad un combattente di grande resistenza e temuto come Jack, il Lanciatore di Coltelli. “ Niente male. Ci sai fare ragazzino! Me ne compiaccio! E io che pensavo che fossi un buono a nulla!” Esclamò compiaciuto dall’esito del suo esame di dieci muniti passati a combattere contro Rubber, che sorridendo ancora di più, e accompagnando le parole con il gesto della mano sinistra di afferrare l’impugnatura del coltello che l’aveva immobilizzato contro la corteccia piacevolmente ruvida di quell’albero e massaggiandosi la spalla leggermente ferita, gli disse: “ Beh, sai com’è! Mai giudicare le persone dalle apparenze! E poi, devo farti i complimenti anche io…non sei da buttare nemmeno tu!” “Ah, ti ringrazio! Avrò un buon ricordo di te quando ti ucciderò, hai la mia solenne promessa!” Sogghignò maligno Jack, e facendo roteare uno dei suoi coltelli, da una mano all’altra: “ Oh, sono lusingato! Ma credo che invece sarò io ad avere questo onore!” E sogghignò anche lui, levandosi il cappello e lanciandolo a Ruby, che lo prese al volo: “ Ti dispiace tenermelo, Ruby? Non vorrei che venisse trafitto da un coltello e si rovinasse!” E lei, confusa da quel gesto: “ Certo, come vuoi!” “Grazie!” La ringraziò Rubber sorridendole tranquillo, come se stesse per andare in vacanza, che lei ricambiò un po’ preoccupata per la sua sorte, anche se una parte di lei le sussurrava che sarebbe andato tutto bene. “Continuiamo?” Gli chiese spazientito Jack, rivolgendo uno sguardo alla ragazzina che intralciava sempre i piani del suo signore, notando che non era poi così speciale. Sembrava una ragazza come tutte le altre, di bello aspetto, rompiscatole, strana, ma pur sempre poco interessante. Chissà cosa ci trovava Rog in lei, e come mai, a volte, sembrava temerla! Ma mentre rimuginava sui suoi pensieri, vide il suo avversario sgranchirsi le gambe come se si fosse solo riscaldato in quei dieci minuti di combattimento e asciugandosi un rivolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro inferiore, sorridendo minaccioso ed accattivante, gli rispose: “ Certamente! Ora, si fa sul serio!” “ Concordo!” E detto questo, gli lanciò una cascata di coltelli, che Rubber riuscì a schivare agilmente quasi tutti, aiutandosi con vari salti acrobatici, ma che comunque lo sfiorarono, lo graffiavano e gli strappavano le vesti. Per non venire colpito ulteriormente, si gonfiò come un pallone e riuscì a farli rimbalzare sulla sua pancia gommosa e a farli tornare indietro al proprio proprietario, che proprio non se lo aspettava e meravigliato, riuscì a schivarne solo alcuni, ma altri lo colpirono in alcuni punti. Doveva ammettere che il ragazzino di gomma aveva dei colpi di genio niente male, ma sarebbe stato lo stesso lui il vincitore! Rubber, per niente stanco, gli lanciò una scarica di pugni incredibili, che Jack riuscì a schivare quasi tutti e a parare egregiamente. Rubber, sbuffando per la resistenza di quel tizio maniaco dei coltelli, gli lanciò un’altra serie di pugni accompagnati da qualche calcio, che Jack anche se subiva, riusciva sempre ad alzarsi senza difficoltà, come del resto anche Rubber quando veniva trafitto da qualche coltello, ma non in profondità, fortunatamente, si rialzava tenacie e pronto a ricominciare da dove si era fermato. “ Ma tu, non muori mai!” Esclamò ad un tratto infastidito il Lanciatore di Coltelli, e scagliandogli dei coltelli rotanti che funzionavano come un bumerang. Rubber digrignando i denti, cominciò a correre velocissimo per riuscire a schivare quei coltelli affilatissimi, che minacciavano di farlo letteralmente a fette e intanto urlava: “ Accidenti! Ma quanti coltelli ha quel bastardo!!” E intanto ,infaticabile, correva inseguito dal vibrare di quei coltelli affilatissimi, a pochi centimetri dalla sua nuca. Poi un’illuminazione: si diresse, dando mentalmente ragione ai suoi compagni, quando affermavano che avvolte si comportava da pazzo sconsiderato, verso Ruby che ,sbigottita, vedeva Rubber correre come una saetta verso di lei, che lo guardava con la bocca spalancata e il cappello di paglia stretto al petto: “ Spostati Ruby!” E lei, ridestandosi grazie al suo urlo di avvertimento, si spostò velocemente dall’albero, e quando atterrò sull’erba ancora ricoperta di brina, vide con occhi socchiusi il suo amico gommoso, atterrare accanto a sé e i coltelli rotanti, confusi dai suoi improvvisi spostamenti, si conficcarono ai lati del tronco di quel immenso albero di arance, che vibrarono sui rami, oscillando leggermente, quando l’urto dei coltelli ferirono il loro perno portante. “ Mi dispiace, ma non avevo scelta! Non mi è venuto in mente nient’altro!” Le sussurrò vicino Rubber, ancora steso in terra accanto a lei, e Ruby sorridendo: “ Tranquillo! L’importante, è che stai bene!” Poi il suo sorriso si spense alla vista delle sue ferite e dei suoi abiti lacerati: “ Sei ricoperto di ferite!” Gli disse dispiaciuta, e Rubber come riscuotendosi quando sentì la sua voce con una nota triste, con espressione interrogativa, le disse tranquillo: “ Oh, tranquilla, sto bene! Sono solo dei graffi! E poi, ho altri vestiti sulla nave, quindi…” Terminò con uno dei suoi sorrisi plateali, facendole tornare il suo sorriso naturale che gli piaceva tanto. Poi dopo una breve risata, si rivolse serio alla figura del suo odioso avversario: “ Lo odio quel tizio!” Disse deciso e leggermente seccato: “ Si, anch’io! Odio soprattutto il suo sorrisino beffardo!” Esclamò adirata Ruby di rimando: “ Già…” Bisbigliò Rubber guardandolo pulire un coltello, pronto a lanciarlo nella loro direzione: “ Ascolta Ruby! Dopo che l’ho finito, ci dirigiamo dritti alla residenza di Rog! È lontana da qui?” “No, non è lontanissima! Ci arriveremo dopo quindici minuti massimo! Ma perché me lo chiedi?” “ Non so…ho come uno strano presentimento. Credo che i ragazzi siano già lì a combattere, e voglio andare ad aiutarli!” Esclamò deciso e sicuro di sé, e Ruby ammirò il suo senso del dovere. Pensava ai suoi compagni anche mentre era lui in prima persona a rischiare la vita. Eh già: Rubber era davvero un bravo capitano! “Certo! Allora…sbarazzati di quel maniaco dei coltelli!” E lui sorridendole : “ Contaci!” E scambiandosi un altro sorriso, Rubber tornò sulla scena a disputare il suo ultimo atto. “ Beh, vi siete scambiati l’addio definitivo, tu e la tua fidanzatina?” Gli chiese beffardo Jack giocherellando con il suo pugnale preferito, quello che usava prima di finire il suo avversario, pensò Ruby mentre una goccia di sudore le scorreva dalla fronte, per l’ansia accumulata da quando Rubber era disceso di nuovo in campo: “ Non è la mia fidanzata, e comunque, anche se lo fosse, non sono affari tuoi!” Gli rispose di rimando Rubber, preparandosi anch’egli al colpo finale: “ Ok, ok, non agitarti ragazzino! Credo che ora siamo giunti al termine della storia ragazzino!” “ Si lo credo anche io!” Gli disse schioccandosi le nocche della mani: “ è stato divertente ragazzino, ma ora è arrivata la tua fine!” Questa volta Rubber non gli rispose e si limitò a guardarlo serio. Ci fu un folata di vento gelido, che attraversò le membra tese di Ruby e mosse i suoi capelli mossi e castani, che le coprirono il viso preoccupato, mentre si stringeva il cappello di Rubber spasmodicamente al petto, trattenendo il respiro al momento cruciale e decisivo della battaglia. I due combattenti si mossero contemporaneamente, uno con il coltello affilato tra le mani e l’altro con la mano destra stretta a pugno e diretto verso di lui. Quando avvenne lo scontro, Ruby non riuscì a tenere gli occhi nocciola spalancati e li chiuse strettamente, per impedirsi di guardare oltre. Sentì solo lo squarcio di qualcosa e le urla di incoraggiamento dei due spegnersi all’unisono e il gemito soffocato di dolore da parte di uno di loro. Fu proprio quest’ultimo a costringerla ad aprire gli occhi e lì vide Rubber in piedi ansimante con il coltello di Jack conficcato nel fianco e il suo avversario steso in terra, privo di sensi e sanguinante lontano dal suo amico, immerso in un cumulo di polvere e chiazze di sangue purpureo, con il vento che gli scostava i capelli dalla nuca, rilevando il tatuaggio con la scritta “Elemento 6”. “ Rubber!” Urlò di gioia Ruby correndo in suo soccorso, mentre Rubber si sfilava l’ultimo pugnale del Lanciatore di Coltelli e lo faceva cadere in terra come il suo padrone, macchiato del suo sangue. “Stai bene? Sei ferito gravemente? Fammi vedere!” Cercò di scostare la sua mano sulla ferita sanguinante, mentre prendeva già il necessario dal suo zainetto-porta tutto e cercava di medicarlo, nonostante le sue proteste. Passarono alcuni minuti sotto il grande albero d’arance, mentre Ruby finiva di medicarlo bene quasi quanto Chopper e quando terminò il suo operato gli sorrise ed esclamò contenta: “ Ecco fatto! Ora sei pulito e medicato accuratamente!” “Ti ringrazio, Ruby!” “ Ma figurati, anzi, non dirlo neppure!” Ed infine, ridendo gli depose il cappello sulla testa corvina, coprendogli scherzosamente gli occhi, come una bambina dispettosa: “ Sarà meglio che lo tenga tu, il tuo tesoro!” “ Si, grazie di avermelo tenuto!” “Oh, vuoi finirla con questi ringraziamenti! Coraggio, andiamo adesso! Dobbiamo dirigersi verso la residenza di Rog!” “ Chi? Ah già, si andiamo!” Gli disse rimettendosi già in piedi, per niente stanco: “Ma forse vuoi riposare!” “No, non ce ne è bisogno! Forza andiamo, i nostri amici hanno bisogno di noi!” E detto questo corsero il più possibile verso la battaglia decisiva, quella che avrebbe segnato l’inizio di una nuova vita ad Orange Town. E dopo tantissimo tempo, riscrivo questa bellissima storia!!! Spero che vi piaccia e che apprezzerete questo nuovo cap!!!Mi raccomando, recensite!! Baci baci Fuffy91!!!XDXDXDXD

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Capitolo 11
*** Capitolo11: Anche i cattivi provano sentimenti ***


“Uff! Ma quando arriva quella vipera arancione! Mi sto annoiando!” Esclamò Ice tamburellando le dita sul suo braccio sinistro incrociato con il destro, spazientita ma allo stesso tempo compiaciuta, perché si vedeva che la ragazzina con cui si era scontrata non era poi così coraggiosa come pensava! “Un po’ di pazienza Ice! Avviverà, vedrai, arriveranno tutti e allora ci divertiremo!” Disse Jacob accendendosi l’ennesima sigaretta, con tono pacato e quasi indifferente, mentre Nadya lo ammirava con occhi scintillanti e con un sorrisino strano dipinto sulle labbra, torturandosi i capelli lucenti e neri più di quelli di Robin, la sua prossima avversaria e, a parer suo, vittima! “ Sono curioso di vedere che cosa si inventerà lo spadaccino questa volta!” Interruppe per un attimo il silenzio che si era creato in quel momento Jimb, il più euforico e folle di tutti, mentre ripuliva con energia una delle sue due lame affilate e spesse, pregustando lo scontro con Zoro: “ Mi dite come fate ed essere così tranquilli? E se qualcosa andasse storto e se…” Ipotizzò preoccupato il piccolo Karl dai capelli a spazzolino grigiastri, mentre si torturava la barbetta appuntita con la mano destra e con la sinistra ascoltava il battere impazzito del suo cuoricino prossimo all’infarto: “ Smettila nanetto! Mi rendi ancora più irritata con i tuoi se e ma inutili!” Gli disse spazientita al massimo Ice rivolgendogli uno sguardo glaciale nonostante la brace delle sue iridi e intanto si torturava frustrata i capelli biondo platino, scostandoseli dal viso cadaverico, nonostante la sua bellezza deformata da una folle mania omicida. “Come osi chiamarmi nanetto, maledetta, stolta, sanguinaria vipera bionda!” Si difese rosso in volto per la rabbia Karl, saltellando irritato: “Finiscila o ti congelo per benino…nanetto insignificante!” “ Bastaaaa, non chiamarmi cosììììì!!!” Esclamò il “nanetto” al limite della sottostazione e saltellando ancor più energicamente: “ Cos’è tutto questo baccano?” Chiese una figura altera e tetra che avanzava elegantemente nella penombra della stanza, scostando le pesanti tende rosso Tiziano che incorniciavano la sua entrata, e rivelandosi in tutta la sua ghiacciale immagine alla luce brillante che filtrava dalla grande finestra che affacciava sul cortile di quella immensa residenza quasi regale. A quelle flebili parole, Ice si girò di scatto con un sorriso di ammirazione e con occhi luccicanti di profondo rispetto verso la persona che le aveva pronunciate, Jacob ruotò semplicemente calmo il capo verso di lui, Karl rimase pietrificato dalla sorpresa, Nadya seguì l’esempio di Jacob e Jimb, ormai perso nel suo regno di follia, continuò a ripulire la sua lama insanguinata ancora: “ Oh, mio signore…quale onore!” Esclamò subito adorante Ice inchinandosi alla sua presenza e poi rialzandosi quasi subito per incrociare immediatamente i suoi occhi simili al giacchio più freddo e resistente al più rovente sole estivo. “ Ho fatto una domanda, esigo una risposta!” Proseguì Rog, ignorandola, e rivolgendosi a Jacob, che si stava avvicinando un po’ di più a lui, con passo lento, le mani in tasca e la sigaretta fumante fra le labbra, mentre i raggi del primo sole investivano anche la sua chioma rossa, provocando dei riflessi quasi dorati: “ Niente, Ice e Karl davano di matto, come al solito! Non preoccuparti!” Gli rispose rivolgendogli del “tu”, un privilegio che solo lui poteva avere, a discapito dei suoi colleghi, chissà per quale motivo sconosciuto. “Ah, capisco! Ho sentito che tra poco arriveranno quei ragazzini della ciurma di Cappello di Paglia!” “Si, esatto! Ma niente di serio, solo per divertirci un po’, tutto qui!” Gli disse di rimando Jacob, facendo spallucce, ancora più indifferente alla cosa in questione: “ Niente di serio, eh?” Gli chiese scettico Rog, attraversandolo con il suo sguardo di ghiaccio, ma sembrò che Jacob non ne risentì, mentre tutti gli altri deglutirono tesi, tranne Jimb. “ Si.” Rispose tranquillo Jacob, non riuscendo a capire dove volesse arrivare il suo capo, che con passo elegante come sempre e facendo svolazzare la sua giacca nera, si avvicinò alla finestra, dove Ice, emozionata, si spostò immediatamente, cedendogli generosa la sua posizione e seguendolo con sguardo adorante: “ Io, invece, credo che questo non sia affatto un divertimento!” “ Cosa?” Disse scettico ora Jacob, ricacciando le mani grandi dalle tasche del pantalone di seta nera, e guardandolo interrogativo: “ Hai capito bene, Jacob! Voglio che non prendi troppo alla leggera questi mocciosi del mare, perché potrebbero darti del filo da torcere, come il loro capitano, del resto!” E voltandosi a scrutare tutti i suoi collaboratori con uno sguardo ancora più penetrante nella sua calma estenuante e da mettere i brividi: “ Oh, si, non lo sai? Il loro capitano ha sconfitto l’Elemento 6 cinque minuti fa, ed ora sta accorrendo qui per dare man forte ai suoi compagni, insieme a quella rompiscatole di Ruby!” “ Cosa? Jack, Jack il temibile Lanciatori di Coltelli ucciso da un…un ragazzino qualunque?” Chiese stupefatta Nadya alzandosi di scatto con gli occhi sgranati, non riuscendo a credere alle sue orecchie e avvicinandosi timorosa a Jacob, cercando il conforto della sua presenza a quella scioccante notizia: “ Esatto, proprio così.” Confermò atono Rog, voltandosi di nuovo a guardare l’alba ormai passata e il cielo tinto di rosa, azzurro e sfumature di giallo simile alloro dell’aurora: “ Non può essere! È terribile!” Esclamò spaventato Karl scuotendo la testa, come a voler cancellare la violenza di quella rivelazione, dopotutto Jack era stato molte volte un suo collaboratore e confidente e un sentimento simile al dolore di una perdita lo stava invadendo, fino ad allora sconosciuto. “ Che cosa c’è di così sconvolgente? Jack è sempre stato un buona annulla. Io l’ho sempre detto! Uno così è meglio perderlo che guadagnarlo!” Concluse acida e velenosa Ice, sorridendo diabolica: “Come puoi dire una cosa del genere? Jack era uno dei nostri!” Esclamò inviperito Karl stringendo i pugni per la rabbia: “ Per quanto mi riguarda, io l’ho sempre detestato e la sua morte non può farmi che piacere!” E non riuscì a trattenere una risatina di schermo, cattiva più del solito, mentre Karl continuava a guardarla oltraggiato e colto da un improvviso tremore dovuto alla rabbia che stava crescendo in lui come un fiume in piena: “ Tu, sei senza cuore, maledetta!” Esclamò pieno d’ira Karl: “ Concordo…” Disse ad un tratto Rog, e la sua voce lieve fece raddolcire Karl e sorprendere il resto dei presenti: “ …con Ice, ovviamente! Hai ragione, mia cara, quando dici che uno come Jack è meglio perderlo adesso che in un secondo momento!” Le disse con un tono quasi dolce nella voce mentre la guardava sorridendo lievemente, facendole esplodere il cuore rabbioso che si ritrovava e scaturire un sorriso raggiante che le veniva dall’anima insanguinata e lacerata dalla passione segreta che provava per lui: “ Tuttavia…” Iniziò raggelandola con il tono della sua voce improvvisamente duro e dal suo sguardo gelido: “ …non ti permetto di dire che Jack era un buona annulla, anzi, al contrario! Era spaventosamente efficiente nel suo lavoro e non mi ha mai deluso…fin ad oggi! Quindi, se ci ha lasciato la pelle questa volta, vuol dire che qualcosa è andato storto, che quel ragazzino dal cappello di paglia non deve sopravvivere, insieme a quella dannata mocciosa sua complice,e li distruggerò io, uno dopo l’altro, personalmente!” Tutti rimasero allibiti a quelle parole ed Ice rimase impietrita al lampo di luce rossastra che attraversò i suoi bellissimi ma tremendi occhi di ghiaccio che solo quella mocciosa odiosa riusciva a sostenere, ma che lei non riuscì a decifrare: “ Ma come fa, quella dannata, a sopravvivere solo cinque minuti a questi occhi raggelanti! Io stessa non ci riesco e lei invece si! Maledetta, la odio!” Pensò al limite della rabbia Ice, mentre sentì un colpo provenire dall’esterno e quando si affrettò ad avvicinarsi alla finestra, i suoi occhi rossastri divennero ancora più follemente divertiti e un sorriso carico di eccitazione si dipinse sulle sue labbra. Il cancello era saltato al colpo secco di Usopp ed ora lui, Chopper, Nami, Zoro , Sanji e Nico Robin erano tutti lì, carichi e pronti a combattere. Rog a quel punto si girò di scatto verso di loro e scrutandoli con uno sguardo che era tutto tranne che incoraggiante, disse loro: “ Andate e non deludetemi!” A quelle parole tutti si diressero pronti a combattere, anche per vendicare il loro collega Jack, nelle loro rispettive stanze, tutti tranne Ice che rimanendo indietro apposta, si avvicinò a Rog e con occhi scintillanti, gli sussurrò in un sorriso, anche se lui continuava a rivolgere il suo sguardo ai suoi visitatori: “ Io non vi deluderò mai, mio signore, mai!” Esclamò decisa e detto questo, si sporse timorosa verso la guancia del suo adorato signore e la baciò con ardore, rabbrividendo a contatto con quella pelle fredda come i suoi occhi. Poi, si diresse verso l’uscita, contenta ma non del tutto e, speranzosa, prima di richiudersi la porta alle spalle, sperò in una sua parola, in un suo sguardo o in una sua attenzione ma, come era prevedibile, nessuno di tutto ciò avvenne e dispiaciuta, sbatté lievemente la porta e si diresse rabbiosa verso la sua stanza aspettando e pronta a scaricare il suo dispiacere contro la coraggiosa Nami. Rimasto solo, Rog bisbigliò quasi tra sé: “ Ti aspetto…Ruby!” Capitolo dedicato alla banda di Rog, tanto per rinfrescarvi la memoria, amici e amiche di OP!!! Ma nel prossimo inizieranno gli scontri!!!! Non perdetelo mi raccomando!!XDXDXD NaMaho87: Sorella OP!!! Da quanto tempo!!! Tranquilla commenterò con piacere i tuoi capitoli di Insieme a te sempre!!! Quanto adoro quella storiaaaaaaaaaaaaaaa!!! Cmq, grazie per il tuo immancabile commento e lo aspetto con ansia anche sta volta!!! Baci baci Fuffy91!!!XDXD Bacioni speciali anche a voi che mi seguite sempre così numerosi, mi commuovo!!! Baci baci Fuffy91 e alla prossima!!!XDXDXD

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Capitolo 12
*** Capitolo12: La tetra residenza degli Smitt ***


Il sole era ormai sorto e ,il suo grande occhio infuocato e luminoso, dominava incontrastato il cielo sgombro da nubi e di un azzurro intenso. I suoi raggi si irradiavano ovunque e il suo riflesso si confondeva fra le onde del mare lontano e si rispecchiava anche in una piccola pozza d’acqua, piccolo ostacolo di una stretta strada polverosa. Le sue acque tranquille e fangose vennero scosse, confondendo per un attimo il riflesso del sole, dal calpestio frettoloso di una velocissima Ruby che, a tutta velocità, con un Rubber trascinato per la manica della camicia a giro maniche rossa, ormai lacerata per il combattimento di poco prima, e quasi privo di sensi per la troppa velocità acquisita così all’improvviso dalla sua compagna. Arrivati a destinazione, Ruby si fermò di botto, provocando un leggero polverone e, stupita, vide davanti a sé le porte del cancello in ferro battuto del maestoso palazzo di Roger Smitt, rovinosamente abbattuto e l’entrata libera all’accesso. “Oh, come è possibile! Il cancello è sempre stato chiuso all’entrata!” All’improvviso, la ragazza si ricordò del suo compagno e quando si voltò vide un Rubber accasciato al suolo con la testa che le girava vorticosamente: “ Mi dispiace, mi ero dimenticata di regolarizzare la velocità! Però, avevi detto che potevo andare il più veloce possibile, allora…!” Cercò di giustificarsi Ruby cercando di far rinvenire ad ogni parole il povero malcapitato , scuotendolo leggermente. Rubber rinvenne quasi subito e con stupore di Ruby, balzò in piedi sorridente: “ Tranquilla, niente di grave! Ah, allora è questa la residenza di Rog!” Esclamò guardando con interesse il cancello abbattuto e il palazzo in tutta la sua maestosità: “Sì, è questa!” Le confermò Ruby, eccitata alla solo idea di poter competere con il suo acerrimo avversario. “Bene, allora andiamo! Disse di rimando Rubber schioccandosi le nocche delle mani, carico più che mai. “Si, certamente! Ma, c’è una cosa che non capisco…” “Sarebbe?” Chiese Rubber incuriosito e voltandosi con un sorriso meravigliato a scrutare con attenzione ogni piccolo particolare dell’ampio giardino decorato con siepi, fiori e alberi di ogni sorta. “ è strano che il cancello fosse aperto! Anzi, in realtà, è distrutto, come se qualcuno lo avesse forzato con una potente esplosione!” “Ah, si?!” Disse Rubber voltandosi indietro a guardare ciò che rimaneva dell’alto cancello che, senza accorgersene, aveva superato privo d’interesse. In effetti, doveva ammettere che Ruby aveva ragione; sembravano proprio segni di esplosione quelli riportati sulle rifiniture di entrambe le porte. Improvvisamente, il giovane pirata si ricordò di quel pomeriggio, prima che attraccassero ad Orange Town, che Usopp, agitato, era corso sul ponte tutto carbonizzato per mostrargli eccitato una delle sue ultime invenzioni: la Pillola Bom Bom! Rubber la considerò subito graziosa; era piccolissima come una caramella o una biglia, di un colore azzurrino che se scagliata con forza, poteva provocare una grande e forte esplosione, grazie ad una sostanza speciale contenuta al suo interno( tutte formule chimiche e fisiche che Usopp gli illustrò ma che lui, ovviamente, non riuscì a capire!). Subito, ricordando quell’episodio, come un flash back durato circa un tre secondi nella sua mente, gli balenò in mente il pensiero, la supposizione o forse la certezza che i suoi compagni erano arrivati prima di lui e che in questo momento stessero combattendo insieme. Mancava solo lui, il loro capitano. Così, senza pensarci, mentre Ruby in quegli attimi lo guardava interrogativa e preoccupata per l’espressione del suo viso diventata improvvisamente tra il serio e l’enigmatico, si girò ad osservarla e sempre con la medesima espressione, le disse: “ Andiamo, forza! Non perdiamo altro tempo!” “Si, va bene! Vieni, per di qua!” E correndo lo condusse verso la porta principale del palazzo quasi regale, attraversando il labirinto velocemente, ricordando esattamente l’uscita, le varie fontane su cui torreggiavano delle splendide statue di angeli, ninfe ed animali acquatici vari, fino ad arrivare al portone principale dove in tutta calma, con lo sgomento ma la gioia dei due nuovi giovani ospiti, videro le sagome di sei persone conosciute: “Lo sapevo, sono loro, sono i ragazzi!” Esclamò esultante Rubber, al limite della gioia, alla vista dei suoi compagni: “Si, sono loro! Allora ce l’hanno fatta! Rubber, guarda sembrano feriti! Forse hanno incontrato la banda di Rog!” E Rubber,a quelle parole, pronunciate con una nota preoccupata nella voce, aguzzò la vista per scorgerli meglio. Doveva ammettere che non avevano una bella cera, soprattutto Zoro e Sanji, che presentavano più bende sul corpo rispetto agli altri: “Si, in effetti, sembrano feriti! Presto Ruby, raggiungiamoli!” “Certo, tranquillo! Aggrappati a me!” E porgendogli una mano, lo invitò ad afferrarla e Rubber, con un sorriso, accolse il suo invito con entusiasmo stringendo la mano più piccla di lei fra la sua più grande ed abbronzata, avvertendo anche in quella circostanza una leggera scossa, e lei ,ricambiando il sorriso, corse più veloce possibile, trascinandoselo di nuovo dietro. Il risultato fu che in un attimo guadagnarono un metro di distanza da loro e fu allora che Rubber e Ruby iniziarono ad urlare per attirare la loro attenzione: “RAGAZZI!! SIAMO QUI! FERMI, ASPETTATECI!” E tutti loro, si voltarono a quel grido, riconoscendo in esso delle voci familiari: “Sono Rubber e Ruby! Sono arrivati anche loro!” Esclamò Nami felice di vederli sani e salvi: “ Si, è Rubber e c’è anche Ruby!” Aggiunse Usopp: “ Wow, guardate come corre! È velocissima!” Continuò Chopper allargando gli occhi e la bocca stupito: “ Già, supera anche Rubber!” Disse Sanji accendendosi un’altra sigaretta. Zoro si limitò a sogghignare alla vista del suo amico trascinato da una ragazza pazza più di lui e a quel sogghigno si unì anche quello più dolce di Robin che a suo parere erano davvero una bella coppia quei due ragazzini! Ma all’improvviso, successe una cosa inaspettata. Una botola nascosta si aprì ai piedi di Nami e quest’ultima, con un urlo di sorpresa, si ritrovò a scivolare nel nulla. Zoro, dai riflessi pronti, cercò di afferrarla trovandosi vicino a lei, ma purtroppo non ci riuscì e Nami fu avvolta nel buio più totale. Rubber e Ruby li raggiunsero proprio in quell’istante, e lasciando la mano della sua nuova amica, il capitano dal cappello di paglia allungò quella stessa mano verso la sua navigatrice ancora visibile in quel tunnel ostile ed oscuro: “NAMI, AFFERRA LA MIA MANO!” Urlò a pieni polmoni Rubber, e lei ,anche se allarmata, riuscì ad afferrarla e ad aggrapparvisi con tutta la forza di cui disponeva. Sentendola, Rubber con un sorriso la riportò alla luce, dove adagiata al terreno, ancora un po’ scossa, cercava di riprendersi: “ Grazie Rubber!” Esclamò con un filo di voce, e lui sorridendole platealmente: “ Figurati! Nessun problema!” “Nami, stai bene?” Le chiese premuroso Chopper, con cerotti giù fra le zampette, pronto a medicarla ma lei sorridendogli: “No, non è necessario Chopper, sto bene, non sono ferita!” “Davvero?! Che peccato!” Esclamò sogghignando lo spadaccino, fulminato all’istante dalla sua compagnia dai capelli rosso-mandarino: “Ma cosa è successo?” Chiese preoccupato Usopp, rigirandosi la fionda fra le dita tremanti: “ Sono le trappole piazzate da Rog per eventuali intrusi! State attenti, ce ne potrebbero essere delle altre!” Avvertì Ruby con un tono fermo. Cautamente li guidò verso il portone d’entrata, mentre i membri della ciurma raccontavano al loro capitano ed anche a Ruby, naturalmente, gli scontri scoppiati fra i sei membri della banda di Rog e i loro strani inviti a raggiungerli al più presto alla sua residenza.. Seguendo il loro esempio, anche Rubber raccontò animatamente i loro scontri con i due fratelli giganti e quello contro “quello strano tizio che lanciava coltelli”, come lo chiamava Rubber, mentre Ruby ridendo, si affrettò a spiegare: “ Jack il Lanciatore di coltelli, alias l’Elemento 6!” “Si, insomma quello!” Puntualizzò Rubber, un po’ accigliato per le frequenti interruzione dei suoi compagni, che non riuscivano a seguirlo fra un discorso ed un altro, e adesso anche di Ruby, ma stranamente si rivolse a lei con tono più gentile e meno brusco: “ E poi Ruby ed io abbiamo anche mangiato sotto un bellissimo albero d’arance!” “ Scroccone! Come al solito, scommetto che hai mangiato tutto tu lasciandolo questa dolcissima fanciulla senza nemmeno un sorso di succo d’arancia!” Esclamò irritato Sanji, ma Rubber gli disse: “ Non è vero! Ci siamo divisi i panini equamente!” “è vero, Rubber ha ragione! È stato anche così gentile da cedermi quello più grande!” “COSA?! NO, NON Può ESSERE!” Esclamarono in coro tutti, stupiti e sbalorditi a quella rivelazione: “ Ma si, invece, ve lo garantisco!” Aggiunse Ruby non capendo perché si stupivano così tanto, come se non stessero parlando della stessa persona. Abbandonarono il discorso per un attimo e, con i cuori emozionati che battevano all’unisono, con mani tremanti, Ruby ebbe l’onore di aprire la porta che conduceva verso i loro destini. Quando lo scricchiolio sinistro cessò quando il portone principale fu completamente spalancato, Ruby vide che l’interno, come l’esterno, non era proprio cambiato dall’ultima volta che vi era entrata: bello e quasi perfetto il primo e tetro e in penombra ,grazie ad alcune candele attaccate alle pareti, il secondo. Meravigliati e curiosi, i membri della ciurma di Rubber la seguirono verso il corridoio d’ingresso che portava al salone principale. Nami, con espressione birichina e furtiva, si avvicinò al suo capitano e accostandosi vicino alla sua persona, gli bisbigliò: “E così, tu e Ruby avete combattuto e pranzato insieme, vero Rubber?” “Uhm…si, perché?” Gli chiese Rubber leggermente preoccupato per il tono di voce della sua compagnia, come quando esigeva qualche pagamento anticipato: “ No, niente, così, chiedevo solamente!” E sghignazzò senza motivo, secondo Rubber che la osservava ancora più preoccupato: “ E dimmi solo una cosa. Per curiosità, forse sarà una sciocchezza la mia ma, non posso fare a meno di notare come tu, insomma, sembri diverso nei suoi confronti.” “Diverso? Come diverso?” “Ma si, il modo di come la guardi, la difendi, il tono di voce che assumi quando le rivolgi la parola, il fatto che le hai ceduto il pranzo più ghiotto…piccole cose che, in effetti, non sembrano da te!” A quella verità sbattuta così tumultuosamente in faccia e il fatto che i suoi mutamenti non fossero solo frutto della sua immaginazione, lo colpirono più delle pugnalate ricevute da quel tizio tutto matto che Rog gli aveva scagliato contro. Rimase così colpito, che non disse nulla alla sua navigatrice, mentre lei continuava a guardarlo sorridente e certa delle sue supposizioni: “ Un’ultima cosa, poi ti lascio in pace, ma devi rispondermi sinceramente: te ne sei innamorato?” E a quelle parole, Rubber divenne improvvisamente rosso, tanto che dovette nascondere il viso nel suo cappello di paglia, per non farsi prendere in giro ulteriormente. E Nami, contenta e sorridente, gli scompose i capelli corvini in prossimità della nuca e gli disse infine: “ Ok, credo che la tua reazione mi basti!” E con una nuova risata tornò al suo posto, vicino alla sua “sorellona” Robin che sorridendo, le domandò: “Cosa c’è? Come mai quell’aria così soddisfatta?” E Nami ridendo allegra: “ Rubber versione innamorato è davvero spassoso!” E Robin sussultando un attimo a quella rivelazione e guardando Ruby e Rubber a pochi centimetri di distanza che le camminava accanto, sorridendo pacata, disse: “ Eh si, in effetti hai ragione!” E risero entrambe facendo voltare il resto dei loro compagni che scrollarono le spalle senza capire. Arrivati nel salone principale, tutto stile barocco e le pareti in velluto rosso Tiziano, il tutto illuminato da un grande lampadario di cristalli splendenti veri, che torreggiava su di loro come un secondo ma tenue sole in quella casa buia e tetra. “Benvenuti, vi stavamo aspettando!” Disse fredda e velenosamente ironica Ice, scendendo tranquillamente le scale in marmo dorato che conduceva ai piani superiori, con un sorriso gelido e velenoso dipinto sulle labbra sottili. All’improvviso tutto mutò e tutti vennero divisi e portati da speciali aggeggi di metallo sbucati chissà dove in luoghi diversi e l’unica cosa che risuonò in tutto il palazzo furono le urla di stupore dei malcapitati che vennero sovrastata dalle risa isteriche e divertite della donna di ghiaccio dagli occhi e dall’animo rossi. Spero vi sia piaciuto amici e amiche di OP!!! Una piccola premessa su ciò che sarà l’inizio degli scontri più sensazionali di tutti!!! Saluti speciali alla mia carissima Sorella OP, alias Maho87 e salutissimi anche a voi cari lettori e lettrici fedeli, ammiratori e compagni di viaggio in questa bellissima avventura!!! Alla prossima e baci bacini e bacioni dalla vostra Fuffy91!!!XDXDXD

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