Finite incantatem sul cromosoma 22

di N F LEYDEN
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eureca ***
Capitolo 2: *** Verifiche ***
Capitolo 3: *** Toccata e Fuga ***
Capitolo 4: *** Lacrime nella pioggia ***
Capitolo 5: *** ALFIERE IN G-4 ***
Capitolo 6: *** D-Day ***
Capitolo 7: *** GUERRA ***
Capitolo 8: *** Collasso ***
Capitolo 9: *** FINITE INCANTATEM ***
Capitolo 10: *** AURORA ***



Capitolo 1
*** Eureca ***


Premessa

Premessa:

Tutti i dati, malattie o nozioni scientifiche(eccetto quelle palesemente legate alla magia) che troverete in questa ff si attengono al vero.

Per ogni dubbio o chiarimento vi invito a contattarmi liberamente. Sarò felice di rispondervi per quanto le mie limitate conoscenze mi permettono.

Ogni critica o puntualizzazione sulla storia in sé o sul suo valore scientifico è sempre benaccetta.

Buona lettura.

 

 

 

 

                                                                              EURECA

 

 

 

L’uomo aveva uno strano sorriso sul volto, anzi più che strano inspiegabile. Perché trovarsi di fronte a quella palese anomalia genetica dall’esame di un paziente all’apparenza normale era tutto fuorché divertente.

<< Professor Wise >> gli chiese un ragazzo alle sue spalle,<< non potrebbe essere una lieve variazione delle malattia di Huntington? >>

Il professore non si degnò neanche di rispondere.

Fabian Wise era un uomo piuttosto notevole, sulla trentina con un fisico prestante, scompigliati capelli castani e penetranti occhi azzurri.

Diventato professore ordinario da pochi mesi alla Università Isac Newton avrebbe dovuto occuparsi con la sua equipe di trovare correlazioni tra patrimonio genetico e rischio di attacchi cardiaci, ma quel giorno la fortuna gli aveva dato qualcos’altro...e forse non era stata la fortuna.

<< Professore >> intervenne un altro P. S. S.(piccolo studentello sputa sentenze)<< forse... >>

<< Non ora Tom >> lo prevenne il professore, << anzi per favore, uscite dal laboratorio e lasciatemi solo >> non si curò di essere stato scortese, era un momento troppo importante per simili sciocchezze.

Quando se ne furono andati tutti Fabian emise un gran sospiro.

Mio Dio pensò, quanto ho aspettato questo momento.

Eh si, perché quel giorno non era stata la fortuna a tendergli una mano....

 

 

 

Intermezzo uno:

<< Auguri pulce! >>

Il dodicenne Fabian Wise abbracciava il fratellino Robert, di un anno più piccolo, nel giorno del suo compleanno.

<< A settembre quando verrai a Stanford ne combineremo di tutti i colori vedrai! >> disse Fabian.

<< Entrerò nella squadra di calcio >> affermò sicuro il piccolo Robert.

<< Ma se io che sto al secondo anno sono entrato solo tra le riserve, tu che devi fare pulce? >> lo sfotté il fratello.

<< Robert, vatti a preparare che stanno arrivando i tuoi amici >> la voce della mamma salì nitida attraverso la tromba delle scale fino alla camera dei ragazzi, <<  e ricordati di HAAAA! >>

<< Mamma! >> i ragazzini si precipitarono al piano di sotto.

Un grande gufo fulvo era appena entrato dalla finestra aperta della cucina lasciando cadere una lettera sul tavolo.

Fabian tirò fuori la lettera e prese a leggere:

 

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

                            Direttore: Albus Silente

Caro signor Wise…

 

 

<< Ehi Bob, ti hanno fatto uno scherzo >> disse Fabian ridendo, ma si sbagliava.

 

 

Diciotto anni dopo Fabian guardava con interesse lo schermo di un computer.

Entro questa notte pensò, dovrà sparire tutto di questo risultato, dirò che era stato un errore della macchina, ma ora dacci dentro Fabian.

 

 

 

 

Nello stesso momento in un altro luogo…

<< Dottoressa Lewis, a cosa devo questo onore? >> Il direttore sanitario William Holt non era famoso per la sua pazienza, e quella dottoressa Lewis lo stava mettendo a dura prova da quando era entrata a fare parte dello staff del St James Hospital,  circa sei mesi prima.

<< Mi dispiace disturbarla a quest’ora >> rispose la donna, << ma da quando sono venuta ho notato una palese disorganizzazione nei referti clinici. Come sa sto catalogando i parametri di tutti gli pazienti per misurare il valore di colesterolo presente, ma… >> e qui trasse un foglio dalla tasca della giacca, << di trentasette pazienti che sicuramente sono stati qui mancano i dati nell’archivio elettronico… >>

<< Dottoressa >> l’interruppe Holt, << I miei medici hanno priorità ben più importanti che mandarle i dati per questa benedetta inchiesta ministeriale >>.

<< E allora mi permetta di prendere gli originali su carta, così potrei… >>

<< Le ho già detto più volte, la stanza 2B dei referti e delle cartelle cliniche è riservata per motivi di sicurezza al personale autorizzato, e adesso mi scusi, ma ho da fare >>.

A Elizabeth  Lewis non restò che uscire dall’ufficio del direttore.

L’ingresso è vietato al personale non autorizzato eh? Pensava intanto, la vedremo.

Ora, la dottoressa Lewis aveva circa vent’otto anni, un corpo minuto ma ben fatto, e favolosi occhi verdi sotto una cascata di capelli neri. Nel complesso risultava una donna decisamente attraente.

<< Jeremy >> chiamò, << Ehi, Jeremy >>.

Jeremy era un giovane infermiere che lavorava nel reparto di terapia intensiva.

Elizabeth era sicura che avesse un debole per lei, e cosa fondamentale aveva anche l’accesso allo stanzino 2B.

<< Oh, salve dottoressa Lewis >> salutò il ragazzo, << posso esserle d’aiuto? >>

<< Veramente sì >> rispose la donna avvicinandosi più del dovuto al suo interlocutore, << credo di aver dimenticato lo stetoscopio nella 2B >> mostrando così la generosa scollatura della sua camicetta dove si sarebbe dovuto trovare lo strumento, << e ho anche lasciato le chiavi nell’armadietto, sai sono tre rampe di scale a salire e scendere… speravo tanto che tu potessi aiutarmi >> finì con l’aria della fanciulla disperata di fronte  al suo eroe.

<< La stanza 2B? >> chiese il ragazzo attonito, sforzandosi disperatamente di guardare in faccia la donna, << io no…non sapevo che lei ne avesse l’accesso >>

<< Ma certo che ce l’ ho >> disse la donna con voce da cospiratrice, avvicinandosi ancora di più al ragazzo, << solo che il dottor  Holt non vuole che si sappia in giro, manterrai il segreto, vero? >>

Due minuti dopo, Elizabeth varcava la soglia della 2B.

 

 

 

Nello stesso momento in un altro luogo…

Harry si svegliò di soprassalto, tutto intorno a lui era avvolto nel silenzio e nell’oscurità.

Il sogno era stato tremendo, un pericolo enorme minacciava il suo mondo, tutta la loro civiltà rischiava di collassare.

Scese dalla randa con cautela, per non svegliare le altre reclute dell’addestramento auror.

Ron, che dormiva sotto di lui, ronfava ancora alla grande.

Harry si diresse nella stanza attigua dove sapeva c’era il camino di comunicazione, prese un pizzico di polvere marrone e la lanciò nel fuoco.

Dopo circa un minuto una faccia assonnata si presentò dall’altra parte.

<< Professor Silente >> disse, << devo parlarle >>.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Verifiche ***


VERIFICHE

                                                                        VERIFICHE

 

 

“…Si definisce genoma il completo assetto genetico di un organismo o di un virus. Per gli organismi composti di cellule, il gruppo completo di differenti molecole di DNA …”

 

                                                                                                      T. Strachan “Human Molecular Genetics”

 

 

 

Tutt’attorno i palazzi erano grigi e fatiscenti, la strada piccola e fiocamente illuminata portava all’entrata della vecchia stazione della metropolitana, dove decine di barboni dividevano il letto con ratti e cani randagi.

Era un tipico quartiere della zona industriale di Londra, e tutto sommato l’incessante alluvione rendeva un favore al quel luogo, nascondendone in parte lo squallore.

L ‘uomo sedeva spalle al muro, i capelli completamente fradici di pioggia erano attaccati al viso, era palesemente esausto, ma gli occhi azzurrissimi si levavano ancora fieri a squarciare l’oscurità incalzante. A pochi passi giaceva abbandonata una pistola scarica, l’uomo gli lanciò una triste occhiata.

Dalla cortina di pioggia una figura incappucciata avanzò verso di lui.

<< Alla fine mi hai raggiunto, Potter >>.

Harry teneva la bacchetta puntata dritta sull’uomo.

<< Lo facciamo solo per proteggerci >> rispose Harry, l’espressione piena di rammarico.

<< Palle! >> ringhiò l’uomo << voi dite di esservi battuti contro il male, dite di essere buoni, col potere che vi ritrovate avreste potuto evitare immani tragedie, ma non l’avete fatto, mai >>.

Harry non rispose, non sapeva cosa rispondere, alla fine disse: << Non ho l’ordine di ucciderti, nonostante quello che hai fatto, ma ti dovrò cancellare la memoria, tutto quello che sai su di noi >>.

<< La vita di un uomo >> rispose lo sconosciuto, << è fatta di ricordi, brutti o cattivi che siano, essi sono la testimonianza di ciò che siamo. Se mi cancellerai la memoria sarà come uccidermi, e il Signore sa se voi “buoni” non avete il diritto di uccidermi. Non sono stato io a scatenare questo inferno >>.

<< Mi dispiace >> disse Harry sollevando un po’ di più la bacchetta.

<< Sei un fottuto ipocrita Potter >>.

 

Lentamente la visione del pensatoio si dissolse.

<< Quindi questo è quello che hai sognato, vero Harry? >>

<< Si professore >> rispose il ragazzo.

Si trovavano nell’ufficio di Silente.

Harry vide riflessa nella stanza la stessa cupezza che si leggeva ai tempi di Voldemort, o forse era solo il suo particolare stato d’animo a fargliela vedere così.

<< Non lo so Harry, ho una bruttissima sensazione…Dimmi, cosa provavi durante il sogno? >>

Harry guardò un attimo il vecchio preside prima di rispondere, ormai Silente era da tempo confinato nella sua stanza, e sempre più spesso a letto. Dopo la caduta di Voldemort, infatti, la incredibile vigoria che aveva accompagnato Silente nel corso della sua lunga vita, si era improvvisamente dissolta.

Silente era il nemico di Voldemort, e dopo che questi era scomparso, sembrava che anche il primo avesse esaurito la sua missione nel mondo.

C’era chi come Ron, che credeva fosse solo un malessere passeggero, ma Harry più semplicemente, nonostante tutto l’affetto che provava per il vecchio, riteneva che la natura si stesse apprestando a compiere il suo corso.

<< Ecco professore >> rispose infine, << sentivo chiaramente che il futuro del nostro mondo sarebbe dipeso da come avessi agito >>.

<< Bene Harry, fammi un favore, chiamami il ministro e riunisci l’ordine >>.

<< Allora lei non crede che sia un semplice sogno, vero? >> chiese il ragazzo.

<< Non l’ ho mai creduto >> rispose il vecchio.

 

 

 

Università Isac Newton, 7,30 AM

 

 

 

Fabian era stanchissimo, aveva trascorso tutta la notte a raccogliere dati sulla sua misteriosa e anomala sequenza nucleotidica presente sul braccio lungo del cromosoma 22, come se non bastasse, aveva dovuto reinserire negli analizzatori il campione originale, non quello arbitrariamente sostituito da lui, e rieseguire tutte le analisi per dimostrare che si era trattato di un errore della macchina, ma ora finalmente credeva di avere qualcosa. Tuttavia da buon scienziato aveva bisogno di verificare le sue conclusioni.

In quel momento la porta del laboratorio si aprì.

<< Buongiorno capo, svelato i segreti dell’universo? >> era Gloria, la sua assistente.

<< Haimè >> Fabian tentò di assumere l’aria più delusa possibile, << credo che la macchina abbia preso un abbaglio, ho rieseguito personalmente tutte le analisi, e non rilevano niente di anomalo >>.

La ragazza stava quasi per scoppiare in lacrime.

Fabian si sentì un verme, ma continuò << Ho persino fatto eseguire una spettrometria di massa dal laboratorio di fisica…e niente, tutti i dati confermano che il primo risultato era sbagliato >>.

<< Posso darci un’occhiata? >> chiese la ragazza delusissima.

<< Certo >> rispose l’uomo, << se vai in camera 11, troverai il campione in fase di PCR >>.

La ragazza si avviò.

<< Non credo proprio che troverai qualcosa >> mormorò Fabian…

 

 

 

Intermezzo due

<< Allora Bob, cosa farai ora che hai finito la scuola? >>

Era l’ultimo giorno di vacanza per i Wise. I ragazzi stavano seduti sul dondolo in veranda, mentre il sole calava dietro le colline.

<< Farò lo spezzaincantesimi Fabian, mi mandano in Transilvania per l’addestramento e poi chissà dove. Forse non ci vedremo per molto tempo >>.

I due fratelli si abbracciarono.

<< Ehi Bob, mi presteresti il tuo rasoio per stasera? >>

<< Certo >> rispose il minore. << Fabian, posso sapere una cosa? >>

<< Sicuro >>.

<< Perché hai scelto biologia molecolare? >>

Fabian fece un sorriso triste. << Ma come Bob, non lo sai? >>

Il fratello scosse la testa.

<< E’ per fare magie senza bacchetta >>.

 

 

 

Dieci anni dopo Fabian guardo con tenerezza la provetta che nascondeva in tasca.

E’ proprio un bene pensò, che Robert si taglia sempre quando si fa la barba.

Uscì dal complesso universitario e chiamò un taxi.

<< Qual è l’ospedale più vicino >> chiese al conducente.

<< Il St James >> rispose questo.

<< Mi porti lì >>.

 

 

 

 

 

 

St James Hospital, 9,00 AM

Elizabeth si trovava nel suo minuscolo ufficio, nello stanzino 2B aveva preso le cartelle mancati dal suo archivio e le stava esaminando avidamente.

Tutti i pazienti di quelle cartelle erano miracolosamente guariti da una serie di malattie più o meno gravi, ma comunque incurabili.

Sentì un rumore nel corridoio alle sue spalle, ma non vi fece caso.

Si mise a cercare possibili correlazioni tra i pazienti, tre o quattro di loro erano parenti, ma per il resto non c’era nulla che li collegava.

Avrebbe dovuto vederci chiaro, forse c’era qualche farmaco sperimentale non autorizzato che…, ma le sue congetture finirono lì, il quel momento infatti, due braccia mostruosamente forti l’acchiapparono da dietro premendogli una pezza sulla bocca.

Elizabeth  si dibatte come una furia, ma l’intruso era troppo forte, poi il cloroformio iniziò a fare effetto e tutto divenne buio.

 

 

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Capitolo 3
*** Toccata e Fuga ***


TOCCATA E FUGA

                                   TOCCATA E FUGA

 

 

 

“Precedentemente si riteneva un gene come segmento di cromosoma codificante una singola catena polipeptidica o una molecola di RNA. Oggi questa affermazione non è più vera, non del tutto almeno…”

David L. Nelson “Lehninger Principles of Biochemistry”

 

 

St James Hospital 9,30 AM

 

 

Persino teoricamente quello che Fabian doveva fare era piuttosto complicato.

Il piano nella sua essenza consisteva nell’:entrare in ospedale travestito da medico, dirigersi con aria spavalda e sicura al primo terminale libero, scaricare i dati sugli ultimi, diciamo seicento pazienti, tornare in laboratorio, vedere quali tra questi pazienti presentavano guarigioni non pervenibili con la medicina Babbana, tornare in ospedale, ritravestirsi e rubare almeno un campione di sangue o di tessuto dei suddetti per confrontarlo con la propria sequenza nucleotidica.

<< Una sciocchezza >> sbuffò Fabian ed entrò.

La sala d’accettazione era grande e funzionale, Fabian si guardò in giro in cerca di un indizio.

UFFICI DEL PERSONALE. Diceva un cartello. Fabian sorrise.

Un gracile vecchietto gli si avvicinò in quel momento, probabilmente in cerca di informazioni. Fabian l’incenerì con lo sguardo e proseguì oltre.

Nello stretto corridoio incappò in un giovane medico, dai capelli rossi e lentigginoso che fissava ammaliato un elettrocardiografo.

Fabian lo giudicò inoffensivo e decise di ignorarlo, ma fu proprio il giovane ad avvicinarsi.

<< Scusi >> chiese, << è lei il dottor Holt? >>.

<< No, ma puoi trovarlo su in Rianimazione >> sparò Fabian tanto per toglierselo dai piedi.

<< Grazie mille >> rispose il ragazzo e si allontanò.

 

 

Ron ringraziò il dottore e si diresse verso l’ascensore, tutta quella faccenda stava diventando una gran seccatura, era stato mandato a eseguire un incantesimo di memoria su una certa Elizabeth Lewis, ma questo dottor Holt che avrebbe dovuto condurlo alla donna si stava facendo attendere.

Babbani pensò Ron, non avremmo mai dovuto affidargli questioni di tale sicurezza.

In quel momento la sua radio-pergamena emise un bip.

Appena letto il messaggio emise un’imprecazione e iniziò a tornare velocemente sui suoi passi, la mano stretta intorno alla bacchetta…

 

 

 

Hogwarts, ufficio del preside, ore 9,30 AM

 

<< Albus >> gridò Remus Lupin entrando di gran carriera nell’ufficio del preside, << l’abbiamo trovato, l’uomo del sogno di Harry >>.

<< Come? >> chiese il vecchio dal suo letto.

<< E’ stato facile, abbiamo confrontato l’immagine del pensatoi di Harry con le foto del  nostro archivio principale, quello contente le foto di tutti i membri della comunità magica e i loro parenti. Il risultato è questo >> disse tendendogli un fascicolo.

<< Fabian P. Wise >> lesse il preside, << fratello di Robert Wise, spezzaincantesimi della Grigott >>.

<< La foto >> disse Lupin, << risale a qualche anno fa, ma non ci sono dubbi che sia lui >>.

<< Bene >> disse Silente, << voglio che questo Robert Wise sia in questo ufficio entro cinque minuti, e voglio che mandiate fascicolo e foto a tutti i nostri agenti, con l’ordine di “condurre”  qui il signor Fabian Wise. Priorità assoluta >>.

 

 

 

 

Alaska ore zulu 9,30

 

 

 

L’orso li aveva messi con le spalle al muro, evidentemente quell’antico tempio magico eschimese era diventato la sua tana, e i tre uomini erano indubbiamente degli intrusi.

<< E’ inutile che cacci la bacchetta >> disse Bob Wise a uno dei suoi due atterriti compagni, << non è possibile fare nessuna magia finché si è nell’atrio principale >>.

L’uomo rimise la bacchetta a posto, mentre l’orso muoveva qualche passo verso di loro.

<< Sentite cosa faremo >> disse ancora Robert cercando di usare il tono più sicuro possibile, << io mi farò seguire dal nostro amico fino alla sala dei sacrifici, li potrò smaterializzarmi. Appena inizierà a venirmi dietro, voi dirigetevi verso l’uscita, ci vediamo al campo base >>.

<< Capo >> disse uno dei due guardando pensieroso il lungo tragitto che avrebbe dovuto compiere Bob,<< un orso polare in piena corsa fa i cento metri in sei secondi >>.

Il capo spezzaincantesimi Robert Wise non diede segno di averlo sentito, ma prese a muoversi con decisione verso il salone attiguo.

Inizialmente l’orso prese a seguirlo con cautela, poi vedendo che quel fragile essere non costituiva nessuna minaccia, iniziò ad accelerare il passo.

Robert sapeva che non doveva dare le spalle e scappare, mai mostrare di avere paura, ma CAZZO! Quella bestia lo stava caricando.

Abbandonata ogni sottigliezza psicologica, Robert prese a corre come un forsennato, il sudore che gli imperlava la fronte, e i piedi che rischiavano ad ogni passo di scivolare sul ghiaccio.

Ecco c’era quasi, sentì il suolo tremare sotto il peso dell’animale, ancora un piccolo forzo…e POF.

Si rimaterializzò l’attimo dopo nel campo base.

<< Porca miseria capo! >> gridò uno dei suoi compagni di sventura, << ci ha salvato tutti, non ho mai visto nessuno così coraggioso >>.

Coraggioso io? pensò Bob, no io sono solo un vigliacco.

 

 

Intermezzo tre

 

Decreto legislativo 612 del 1953, Ministero della salute magica

L’aiuto con terapie magiche a pazienti babbani deve essere limitato a chi dei quali possa vantare una parentela di primo grado, non acquisita, con un membro della comunità magica.

Fanno eccezione i coniugi di Streghe o Maghi, che vanno considerati alla stregua di parenti di primo grado.

Pena la violazione di questo articolo, la prigionia ad Azkaban per dieci anni e susseguente espulsione dal mondo magico.

<< E questo cosa diavolo significa >> ringhiò Fabian al fratello posando il foglio.

<< Che non posso aiutarti >> rispose questi.

<< Mary sta morendo, e tu ti tiri in dietro? >> chiese con tono minacciosamente calmo il maggiore.

<< Non mi tiro in dietro >> rispose con voce afflitta Robert, << solo non posso >>

A questa affermazione seguì una lite furiosa che fece tremare tutto il vicinato.

Robert voleva un gran bene a sua cognata, e l’avrebbe aiutata con tutto il cuore se avesse potuto, ma ora…Mio Dio non voleva perdere tutto proprio ora, adesso che le cose per lui stavano iniziando a girare nel verso giusto.

<< Se uscirai da quella porta… >> disse alla fine Fabian.

 << Che farai? >> chiese Robert dirigendosi stancamente verso l’uscio, << distruggerai il mio mondo? >>

<< Quantomeno >> rispose Fabian quando la porta si fu chiusa, <<  lo renderò irriconoscibile >>.

 

 

 

<< Ehi, capo >> chiamò una voce tre anni dopo, << ti vogliono in Inghilterra, sei atteso da Silente in persona >>.

Robert assunse un’aria pensierosa.

 

 

 

 

Fabian aveva scaricato i dati che gli servivano e stava tornando velocemente verso l’uscita, ma appena imboccò il corridoio per la sala d’accettazione si ritrovò davanti il giovane medico dai capelli rossi seguito da tre gorilla della sicurezza.

Non si scambiarono una parola, ma è come se si fossero gridati addosso con un altoparlante.

Fabian si girò di scatto, correndo fece scattare l’interruttore dell’allarme antincendio su una parete. Sentiva già i passi degli uomini che lo raggiungevano, poi però avvenne quello che aveva sperato, da ogni sala, bagno o reparto dell’ospedale, cominciò a riversarsi gente nei corridoi, che correva in preda al panico verso l’uscita.

 

 

 

L’uomo girò un angolo e scomparve alla vista, Ron gridò ai tre gorilla di seguirlo, mentre lui stesso si gettava all’inseguimento, ma quando girò anche lui l’angolo si trovò una marea di bambini e medici che venivano dalla pediatria.

<< Dov’è? >> gridò il rosso , << dov’è? >>

Gli uomini della sicurezza scossero la testa.

Una porta delle uscite di sicurezza era spalancata.

<< Maledizione >> disse Ron, l’<< abbiamo perso >>.

 

 

 

Fabian tornò a respirare dopo che i quattro uomini se ne furono andati.

Si era rifugiato in una piccola stanza appena uscito dalla vista degli inseguitori e adesso aspettava col cuore in gola che se ne andassero dalla sala per poter uscire e scappare liberamente.

<< Dove sono? >> chiese una assonnata voce di donna dal buio della camera dove si era rifugiato.

A Fabian quasi venne un colpo.

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Capitolo 4
*** Lacrime nella pioggia ***


LACRIME NELLA PIOGGIA

                                                        LACRIME NELLA PIOGGIA

 

 

 

 

“Per  mutazione si intende una modificazione ereditabile nella sequenza nucleotidica di un cromosoma”

                                                                   B.Lewin  “Genes VI”

 

 

 

 

Tu-Tum, Tu-Tum.

La macchina, una vecchia utilitaria di un improponibile colore verde pisello, viaggiava a velocità sostenuta sulla fatiscente e ormai quasi dimenticata statale A6 che portava dalla capitale verso l’interno dell’isola, e da qui dritta sulla costa atlantica.

<< Non si potrebbe accelerare un po’? >>

Fabian guardò con interesse la donna  al suo fianco sul sedile dei passeggeri, prima di scuotere impercettibilmente la testa.

<< Ho troppo da dare al mondo >> rispose con un sorriso, << per morire in un banale incidente d’auto >>.

Elizabeth inarcò un sopracciglio. Non sapeva ancora se aveva fatto bene a seguire lo sconosciuto per andare chissà dove, ma dato che l’alternativa era essere narcotizzata e rapita dai propri colleghi di lavoro, non aveva avuto molta scelta.

<< Dottor Wise >> iniziò la donna in tono deciso, << lei ha ascoltato la mia storia e del perché credo mi abbiano rapito, mi ha chiesto di seguirla, e io sono venuta senza chiedere né dove né perché, ma adesso credo di avere diritto a una spiegazione.

<< A cosa sono dovute quelle misteriose guarigioni? Perché sono così segrete? E soprattutto, chi è che protegge così accanitamente la cosa? >>.

Fabian trasse un gran sospiro.

<< Si metta comoda >> disse, << è una storia lunga >>.

 

 

 

<< Harry >> disse piano Lupin uscendo insieme a un medimago dall’alloggio del preside, << vieni dentro per favore, ha chiesto espressamente di te >>.

La prima cosa che colpì Harry quando entrò nella stanza, fu l’odore. L’acre e insopportabile tanfo di morte e necrosi che aleggiava per tutta la camera.

Silente era sdraiato sul letto, due cuscini dietro la testa per aiutarlo a stare dritto.

<< Harry, ragazzo mio >> disse con voce flebilissima, << entra per favore, e chiudi la porta >>.

A Harry si strinse il cuore a vedere il vecchio in quelle condizioni.

<< Coma sta preside? >> chiese con voce roca.

<< Harry >> rispose debolmente Silente, << credo proprio che tu ora possa darmi del tu >>.

<< Come stai Albus? >> chiese allora il ragazzo.

Per tutta risposta il vecchio preside si scoprì il petto con le poche forze rimaste. Dallo sterno fino alla cintura pelvica, la pelle era interamente ricoperta di pustole brunastre, che minacciavano adesso di estendersi fino alla base del collo.

Harry assunse un’espressione inorridita, aveva studiato abbastanza del corso di infermeria all’addestramento auror per riconoscere in quello sfogo il “flagello degli stregoni” o in termini più scientifici la sindrome di “Mongammer”.

Era una malattia facilmente curabile in condizioni normali, ma il sistema immunitario di Silente non aveva più la forza ormai neanche di opporsi a quella semplice patologia, e arrivati a quello stadio nessuno poteva più fare niente.

<< Stai male >> disse il ragazzo. Era un commento stupido e lo sapeva.

 << No ragazzo mio >> rispose il preside a voce bassa, << sono morto >>.

Le ore che seguirono furono un autentico calvario, entrarono a trovare il vecchio preside tutte le persone che avevano lavorato, combattuto o studiato con lui, ed era incredibile quante fossero.

Vennero i Weasly, al completo, Hermione Granger, Severus Piton. Venne Sibilla Cooman con gli occhi inondati di lacrime, e vennero tanti altri, maghi e streghe che Harry non aveva mai visto prima.

Quando tutti se ne furono andati, solo Harry rimase col vecchio.

<< Harry >> disse Silente all’improvviso, << figlio mio, ti prego ascoltami >>.

<< Sono qui Albus >>.

<< Devi fermarlo Harry >>.

<< Chi? >> chiese il ragazzo anche se credeva di sapere già la risposta.

<< Wise >> disse il preside, << Devi fermare Fabian Wise, o tutto ciò per cui avremo lottato in questi anni sarà reso vano, bloccalo Harry. Ad ogni costo >>.

Il triste canto di Fanny svegliò Harry nel cuore della notte.

La lampada sul comodino stava per spegnersi. Il ragazzo si avvicinò lentamente al giaciglio del preside. Sapeva che la fenice non si sbagliava.

Questi magici animali hanno la strana capacità di intuire queste cose.

Il vecchio guardava ancora faccia al muro, ma quando Harry gli toccò la guancia, questa era fredda. L’indomabile spirito di Silente se ne era andato.

 

 

 

 

 

L’oceano atlantico si infrangeva tempestoso contro la costa frastagliata.

Avevano viaggiato ininterrottamente per più di un giorno, ed adesso si trovavano di fronte a un grande complesso di edifici recintato.

DIPARTIMENTO RICERCA E SVILUPPO DELL’ ESERCITO. INGRESSO VIETATO AI NON AUTORIZZATI

<< E’ qui che andiamo? >> chiese Elizabeth piuttosto sorpresa.

<< Ho un amico nelle alte sfere dell’esercito >> rispose Fabian.

<< Non credevo ti fidassi dei militari >>.

<< No >> disse ancora l’uomo, << non mi fido né di militari né di politici, ma ormai non ci rimane altra scelta >>.

Ingranò la prima e si diresse con riluttanza verso il grande cancello elettrico.

 

 

 

 

La pioggia cadeva fine sul grigio cimitero dei maghi.

Remus Lupin come nuovo preside di Hogwarts stava tenendo il discorso in onore di Silente.

La tomba del vecchio preside non era stata posta, per sua stessa volontà, tra quelle dei grandi ministri e presidi del passato, ma risiedeva nella grande area riservata ai membri dell’ordine caduti nella guerra contro Voldemort.

Harry piangeva senza freni attraversando la lunga lista di nomi che portavano infine alla tomba del preside.

James Potter, Lily Potter, Sirius Black, Rubeus Hagrid, Minerva Mc Grannit.

Da ognuna delle lapidi Harry parve sentire quieti mormorii di omaggio al gran uomo.

Albus Silente diceva infine l’ultima tomba.

<< Buongiorno professore>> disse il ragazzo inginocchiandosi a fianco alla tomba, l’acre sapore delle lacrime in bocca, << sono venuto a dirti addio, per l’ultima volta >>. << Ho portato queste due cose, semmai dovessero tornarti nuovamente utili >>. E così dicendo trasse dalla tasca dell’abito una piuma di Fanny e la gloriosa bacchetta del preside la spezzò e la mise sulla tomba.

<< Addio mio capitano >> disse, << sono più ricco perché ti ho conosciuto >>.

 

 

 

 

 

Harry non era sicuro che fosse giusto perseguitare Fabian Wise, ma non poteva disubbidire all’ultima richiesta di Silente.

Trovò Ron che parlava con Bob Wise vicino a un pioppo.

<< Venite >> disse, << andiamo a caccia >>.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** ALFIERE IN G-4 ***


ALFIERE IN G

                                      ALFIERE IN G-4

 

“ Per vettore di clonaggio si intende un plasmide o un fago usato per veicolare un inserto di DNA estraneo all’interno di un ospite ”

B. Lewin “ Gene VI ”

 

 

 

<< Non ne posso più >> disse Elizabeth passeggiando nervosamente per lo stanzino, erano due giorni infatti che erano confinati in una minuscola camera nell’ala nord del complesso,<< quanto tempo hanno intenzione di farci stare qua dentro? >>

<< Non ne ho idea >> rispose Fabian, << ma se proprio non sai come passere il tempo… >>

<< Non crede di correre un po’ troppo dottor Wise? >> chiese Elizabeth.

<< Veramente intendevo proporle una partita a scacchi >> rispose Fabian sorridendo, << ma sono lusingato che abbia pensato a qualcos’altro >>.

Elizabeth inarcò lievemente un sopracciglio.

 

 

 

 

Harry camminava malinconicamente per i corridoi della scuola.

Lupin il nuovo preside, gli aveva chiesto il favore di sgomberare l’ufficio di Silente dagli affetti  personali del vecchio.

In molti avrebbero preso quella richiesta come una seccatura, ma Harry sapeva che il lupo mannaro aveva voluto dargli quell’ultima occasione per dire addio a Silente.

Passò attraverso i due Gargoyle, moggi e indifferenti ormai, ed entrò nell’ufficio.

Si agirò con il cuore colmo di ricordi e commozione tra i vecchi scaffali e strani congegni del vecchio preside fino a fissare sconsolato il trespolo dove era solita riposare Fanny, l’Araba Fenice era scomparsa come fiamma nell’oscurità la notte della morte di Silente.

Lo sguardo di Harry fu infine attirato dalla vecchia scacchiera del preside, su quegli stessi pezzi, tre anni addietro, si era fatta la storia.

 

Intermezzo 4

 

 

<< Allora, cosa posso fare per il nuovo comandante dell’ordine della fenice? >> chiese Silente da dietro la grande scrivania di mogano.

<< Potrebbe concedermi una partita >> rispose Harry indicando la scacchiera poggiata su una mensola, aveva preso l’abitudine sfidare il preside a scacchi quando si sentiva troppo teso o troppo preoccupato, e in quel periodo era quasi impossibile non sentirsi tesi e preoccupati.

<< Sai Harry, sei diventato un giocatore di tutto rispetto ultimamente >>. Disse il preside iniziando a muovere.

<< Beh, per forza >>rispose il ragazzo << non è questo che stiamo facendo contro Voldemort? Una interminabile partita a scacchi >>.

Silente non rispose, non diede segno di aver sentito, ma per un attimo sembrò che il suo nobile volto si fosse adombrato alle parole del ragazzo.

<< Ho dato un’occhiata al tuo piano per attaccare la fortezza di Voldemort >> disse invece, << molto audace >>.

<< Si infatti >>rispose Harry con un sorriso e movendo l’alfiere in G-4.

<< Solo >> disse il preside prima che il ragazzo potesse togliere la mano dal pezzo, << gli uomini, le persone che parteciperanno con te all’attacco, non sono i pezzi di una scacchiera che una volta finita la partita ritornano al loro posto pronti per una nuova sfida, sono esseri umani con le loro vite e i loro sogni. Quanto sei disposto a osare per vincere? Se quell’alfiere che muovi con tanta sicurezza per mettermi sotto scacco fosse uno dei Weasley, o la signorina Granger, saresti ancora disposto a sacrificarlo per una vittoria? >>.

Il ragazzo non rispose subito, la mano ferma sul pezzo, poi i suoi occhi si indurirono, alzò fieramente la testa e completò la mossa.

 

 

 

<< Sai Albus >> disse tre anni dopo all’ufficio vuoto, << mi trovo nuovamente in una situazione simile e credo anche che mi comporterò in maniera analoga, perché non vedo altra maniera >>.

Un’ora dopo la caserma Auror passava ad allerta 1.

 

 

 

 

 

 

<< George Burt al vostro servizio signori >>.

<< Credevo fosse il colonnello Speaker a dirigere questo posto >> disse Fabian con diffidenza.

<< Ahimè, il colonnello è rimasto disperso in azione circa tre mesi fa, non posso dirle altro lei capisce vero… >>

Quello che Fabian non capiva è come avrebbe potuto trattenersi dal tirare un cazzotto sul naso a quel piccolo, Borosio  burocrate.

Perché George Burt non era un soldato, se per questo non era neanche uno scienziato, era invece il figlio di un facoltoso farmacista di provincia.

Quando era venuto il momento di scegliere che strada intraprendere nella vita, il giovane George si era fatto uno scrupoloso esame dei propri limiti.

Eliminata ogni possibile velleità sportiva, visto il fisico ridicolamente minuto ed esile che madre natura gli aveva donato, non rimanevano che due strade da intraprendere, o seguire le orme paterne e rassegnarsi ad una vita di paese, o andare in città.

Ovviamente scelse la seconda possibilità, entrò nella facoltà di economia dove grazie a un misto di lecchinaggio e di intelligenza riuscì ad entrare nelle grazie dei professori assicurandosi il master in una prestigiosa università statunitense. Quindi tornato in patria aveva iniziato la personale scalata al potere nell’esercito e nei servizi di sua maestà, ed ora a meno di trent’anni si trovava a dirigere il più importante centro di ricerca e sviluppo di tutto il nord Europa.

<< Non credo che lei abbia la competenza per capirmi >> disse invece Fabian.

<< Io no, certo >> rispose Burt, << ma credo che un mio amico che dovrebbe essere qui a momenti ce l’abbia >>.

In quel momento qualcuno bussò alla porta dell’ufficio.

<< Questo deve essere lui. Avanti, avanti >>.

La porta si aprì

Elizabeth non riuscì a soffocare un gemito di disgusto.

<< Signori vi presento il professor Edward Chin, ma forse >> aggiunse vedendo l’espressione di Fabian, << già vi conoscete >>.

<< Si >>rispose Fabian, il viso tetro, << Ho questo piacere >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Capitano Potter, c’è una visita per lei >>.

Harry si trovava nella sala strategica degli auror dove insieme agli altri ufficiali stava coordinando le fasi per l’attacco al centro militare dove Wise si era rinchiuso.

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo confuso.

<< Vengo subito >> rispose il ragazzo.

Uscì dalla sala dirigendosi al varco civili.

Un attempato sergente lasciò entrare una giovane donna dai folti capelli castani che scrutò Harry con aria timorosa.

<< Che cosa vuoi? >> le chiese Harry, la voce gelida come una lama.

Hermione per poco non scoppiò a piangere.

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Capitolo 6
*** D-Day ***


D

                                            D-Day

 

 

 

 

“…Poco più del 4% del DNA umano codifica per proteine, c’è dunque da chiedersi che cosa faccia il restante 96%…”

                                                                         Roberto Di Lauro

 

 

 

 

<< Professor Wise >>

<< Professor chine, mi permetta di presentarle la dottoressa Lewis >>.

<< Incantato signora >>

Elizabeth fece un sorriso molto tirato, forse quell’uomo era davvero leggenda nel campo scientifico, ma era anche la cosa più raccapricciante che avesse mai visto.

Edward Chin tuttavia non era noto per la sua bruttezza, o almeno non solo per quella, a compensare infatti un corpo esile e orrendamente ingobbito e un viso che sembrava una caricatura, dove spiccava un mento di dimensioni epiche, la natura aveva provvisto a donargli un QI di 215 con tutti i vantaggi che questo comportava.

Laureatosi a dodici anni in scienze naturali, prima dei venti aggiunse anche le lauree in matematica e fisica.

A ventiquattro anni aveva qualcosa come venticinque offerte di cattedra come professore ordinario.

A ventisei vinse il suo primo premio Nobel, in chimica, prima dei quaranta aveva aggiunto quelli in fisica e in medicina. E ora a quarantadue guardava  con apprezzamento l’attraente dottoressa davanti a se.

<< Ora vi lasciamo soli >> disse George Burt, << il professor Chin vorrà riposare, passeremo tra due ore per scortarvi in laboratorio >>.

 

<< Così quello è Chin >> disse Elizabeth quando la porta si fu chiusa.

<< Già >> rispose Fabian tetro, << lavoravo per lui qualche anno fa, quel bastardo mi ha rubato il progetto sui ricostituenti distrofinici >>

<< Ma quello è il lavoro col quale ha vinto il Nobel in Medicina  >> disse Elizabeth.

<< Esatto >>.

<< Aspetta un attimo >> fece la donna con un sorriso, << mi stai dicendo che Chin ti ha rubato l’idea? Non per offendere ma ti credi al suo livello intellettivo? >>

<< Ovviamente no >> rispose l’uomo, << lui è un genio, io sono solo brillante >>.

<< Però >> fece Elizabeth, << io più che altro avrei detto modesto >>.

<< Pensa quel che vuoi, ma quel lavoro era mio >> rispose Fabian irato e si girò dall’altra parte.

<< Ehi >> disse dolcemente Elizabeth posando il mento sulla sua spalla, cosa tra l’altro che le costò il doversi mettere in punta dei piedi, << io ti credo OK?  Ti credo >>.

 

 

 

 

 

<< Che cosa vuoi? >>

Hermione per poco non si mise a piangere, ma poi si riprese, era stanca di essere trattata così erano tre anni ormai che da Harry riceveva solo disprezzo, alzò quindi fieramente la testa quando rispose.

<< Sono la nuova tattica della seconda squadra auror, ovvero la tua, quindi volente o nolente lavorerò con te al caso Wise >>.

<< Scordatelo, non ti voglio >> rispose il ragazzo.

<< Protesta pure con le alte sfere se vuoi, intanto io entro in servizio effettivo da adesso >> e si diresse verso la sala operativa.

<< Hermione >> disse Harry prendendole un braccio, << deludimi ancora e te la farò pagare >>.

<< Stia tranquillo capitano >>, rispose Hermione divincolandosi , << non accadrà >>.

 

 

Intermezzo 5

 

<< Perché non posso partecipare all’attacco Harry? >>

<< Perché >> rispose il ragazzo baciandola, << non sei pronta per questa …per questa violenza, la dentro la vita di ognuno dipende dagli altri, io voglio solo gente che al momento opportuno non si farà scrupoli. Gente a cui è morta qualcosa dentro da molto tempo, la pietà >>

Hermione però si rivolse a Silente che le diede il permesso di partecipare, si sentiva pronta ma nel momento decisivo…

<< Uccidila Hermione! >>

Bellatrix Lestrange era spalle al muro, perdeva sangue, non era una minaccia, << Uccidila >>

Hermione esitò un attimo di troppo, la mangiamorte sollevò la bacchetta schiantò la ragazza e uccise Hagrid e la Mc Grannit che si trovavano lì vicino, prima di essere a sua volta finita da Harry.

 

<< Non accadrà >> disse Hermione voltandosi, << non più >>.

 

 

 

 

 

<< Mi esponga la sua teoria Fabian >> disse Chin nel più avanzato laboratorio di biologia molecolare del nord Europa.

<< L’ultima volta che l’ho fatto non mi è andata benissimo >>.

<< Suvvia, basta rancori >> disse Chin.

Fabian trasse un sospiro, << benissimo iniziamo >>

<< Come lei saprà molte malattie genetiche sono causate da ripetizioni anomale di determinate terzette nucleotidiche all’interno di particolari sequenze di DNA, se queste ripetizioni sono causate all’interno di un esone per una determinata proteina questa risulterà sovraespressa >>

Chin fece un cenno d’assenso e invitò Fabian a continuare.

<< Ovviamente questo è un fatto patologico, ma se a essere sovraespressa fosse una proteina a noi ignota fino ad adesso, i risultati potrebbero essere diversi >>

<< Cosa ha in mente? >> chiese Chin

<< Ho isolato in questi anni >> rispose Fabian, << una proteina che ho chiamato NAS, questa stimola le zone del cervello scarsamente utilizzate dall’uomo, solitamente è presente in bassissime concentrazioni negli individui normali, ma in alcune persone è sovraespressa. Pochi giorni fa ho trovato la prova che nel genoma dei maghi, sul cromosoma 22, vi è una grande sequenza ALU nell’esone per la NAS >>.

<< Notevole Wise >>

 

 

 

 

0re 18 PM, Quartiere generale dello Special Air Service.

Driiiin

<< Qui colonnello Roberts >>

<< Jack >> disse la voce dall’altra parte, << sono George Burt, mi serve una squadra dei tuoi ragazzi migliori, priorità assoluta >>.

 

 

 

Ore 18.05, Caserma seconda squadra Auror.

 

<< E questo è tutto signori >> concluse il capitano Potter, << l’attacco sarà per giovedì, tra tre giorni, spero che per allora non abbiate preso impegni >>.

 

 

 

<< E ora signori >> disse Chin a Fabian ed Elizabeth, << lasciate che sia io a mostravi qualcosa >> e si diresse verso il grande microscopio elettronico, << l’ ho chiamato Anubi, come la divinità egizia a guardi a del regno dei morti, e sono estremamente fiero di lui >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** GUERRA ***


GUERRA

                                           GUERRA

 

 

 

“ …Con il termine imprinting si indica un cambiamento genetico che avviene nello spermatozoo o nell’uovo, tale che DNA paterno e materno hanno proprietà differenti nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. La causa può dipendere dalla metilazione  del DNA… ”

                                                              B. Lewin Genes VI

 

 

 

 

<< Anubi non è solo un virus, è un capolavoro >> iniziò Chin, << l’ ho reso aerobico, poco soggetto a mutazioni, altamente persistente nell’organismo infettato, provvisto di bassissima immunogenicità e quello che più importa dieci alla settima volte più infettivo del comune virus influenzale >>.

<< Rischi per i comuni babbani ? >> chiese Fabian.

<< Assolutamente nessuno  il sito da colpire è assolutamente programmabile >>

<< In definitiva ? >>

<< E’ capace di indurre la metilazione di un gene qualsiasi >>

<< In parole povere >> chiese Elizabeth alla fine della piccola conferenza di Chin, << ha creato una specie di adenovirus programmabile >>.

<< No >> rispose Fabian che suo malgrado aveva lo sguardo ammirato, << ha fatto di più, molto di più, ha creato il primo prototipo di terapia genica capace di agire sulla linea germinale di un individuo cambiandone lo schema di metilazione >>.

<< Il gene da colpire, inoltre, >> soggiunse Chin << è assolutamente programmabile, a nostra unica discrezione >>.

<< Questo vuol dire >> disse Elizabeth con aria spaventata, << che se metteste questo virus in circolo programmato per metilare il gene codificante la NAS… >>

<< Ogni mago infettato, ovvero quasi tutti, avrebbe figli perfettamente Babbani >> concluse per lei Fabian.

<< A questo punto credo che dovremmo brindare >> disse Chin riempiendo tre bicchieri di gassosa, era infatti notoriamente astemio, << spero che tra noi stavolta non ci saranno incomprensioni dottor Wise >>.

<< Spero di no >> rispose secco Fabian.

<< A cosa brindiamo se mi permettete? >> chiese Elizabeth prendendo in mano il suo bicchiere.

<< Non è ovvio mia cara? >> rispose Chin con un sorriso sgradevole, << brindiamo alla fine della magia >>.

Mentre celebravano il brindisi Fabian e Chin si guardarono dritti negli occhi come a suggellare il patto di lealtà espresso poco prima.

Un patto che nessuno dei due intendeva rispettare.

 

 

 

Quartiere generale auror, 9,30 AM

 

<< Troppo giovani Harry, sono troppo giovani dannazione! >>

Harry e Ron stavano passando in rassegna alle truppe che quella sera avrebbero sferrato l’attacco al centro ricerche dell’esercito di sua maestà.

<< Smettila Ron, hanno solo tre anni meno di te, e poi devono vedersela con dei semplici Babbani mica con sanguinari mangiamorte >>

<< Sai Harry, >> disse Ron con la voce piena di amarezza, << non avrei mai creduto di poter sentire da te una simile risposta >>.

<< Ora basta tenente, non intendo discutere ancora sull’ argomento, il rendez-vous è alle sette in punto nella sala dell’armeria, puoi andare >>.

<< Si signore >> rispose Ron, la voce era inespressiva, ma fu il viso dell’amico a colpire Harry, non vi era traccia di rabbia ne di risentimento, ma solo una profonda delusione.

Quando Ron se ne fu andato, Harry tornò nuovamente a rivolgere la sua attenzione alle truppe, erano in tutto duecento, di cui cinquanta erano collaudati auror, mentre i restanti centocinquanta erano stati prelevati direttamente dalla scuola di addestramento, giovani inesperti aspiranti auror, troppo giovani, forse.

 

 

 

 

 

Centro ricerche e sviluppo dell’esercito britannico, ore 11 AM

 

<< Signor Burt, c’è un certo maggiore Mc Arthy che l’attende di sotto insieme a un migliaio di giovanotti in tenuta militare >>.

George Burt venne disturbato dal suo lavoro alla scrivania dalla petulante voce della sua segretaria, signorina Watson.

<< Grazie signorina Watson, dica alle guardie di provvedere ad accoglierli, io scendo subito, dica a Chin e Wise di raggiungermi in sala grande >>.

Nel grande cortile centrale erano schierati i settecento uomini dei due battaglioni del SAS.

<< Il signor Burt, presumo >> lo salutò un giovane ufficiale col classico accento di chi ha frequentato le migliori scuole ed è abituato a frequentare i più alti gradi dell’esercito e della società.

<< Maggiore >> rispose col solito freddo sorriso Burt, << l’aspettavo con ansia, venga le mostro il complesso >>.

Burt fece starda all’interno dell’edificio, non era sicuro di trovare simpatico questo giovane ufficiale, alto ed elegante, ma ne sapeva abbastanza di soldati da capire che le mostrine di istruttore paracadutista e tiratore scelto, unite alle diverse medaglie in bella mostra appuntate sul petto erano un segno indiscutibile di una perfetta macchina da guerra, a dispetto dei modi freddi e distaccati, ….o forse proprio per questo.

Quando raggiunsero la sala conferenze, Fabian e Chin erano già arrivati.

<< Benissimo >> disse Burt dopo le dovute presentazioni, << voglio che sappiate che quello che sentirete qua dentro è assolutamente top secret >>.

<< E’ qualcosa di simile al caso Black >> chiese Mc Arthy

<< Non del tutto maggiore >> rispose Burt, << vede in questo caso ci aspettiamo un massiccio attacco da parte di forze regolari magiche >>.

<< E’ impossibile che ci abbiano già individuato >> esclamò Fabian, << a meno che non ci sia stata una fuga di notizie >>.

<< Oh, ma la fuga c’è stata >> rispose Burt con un sorriso, << ho provveduto personalmente a farla avvenire >>.

La faccia di Fabian era incredula.

<< Suvvia dottor Wise >> continuò Burt, << a cosa serve nel grande gioco del potere, avere un’arma formidabile se il nemico non sa che la si possiede? >>.

<< Ma così ci piomberanno addosso >> intervenne allibito Chin.

<< Esatto amico mio, esatto ed è proprio ora che entra in scena il nostro buon maggiore >> Burt lanciò un esplicita occhiata al militare.

<< Dunque >> iniziò Mc Arthy, << dal caso Black i nostri reparti tecnici si sono messi al lavoro nel caso i rapporti con i nostri fatati vicini fossero deteriorati, così hanno creato le MBF, ovvero fotocellule leganti la magia, con questi rilevatori siamo in grado di individuare la minima traccia di magia nel raggio di cinquecento metri, ho già provveduto affinché siano disposte in tutto il complesso, ogni uomo inoltre porterà uno di questi congegni portatili al polso, siamo più che pronti a ricevere un attacco >>.

<< Dottor Wise, Professor Chin >> disse Burt, << io, voi e tutti i civili ci rifugeremo nel sottolivello sette in caso di attacco >>.

<< Niente affatto >> rispose arrabbiato Fabian, << sicuramente non sarò addestrato come uno di questi ragazzi, ma non correrò a nascondermi come un bambino quando c’è gente che rischia la vita per qualcosa di cui sono il responsabile, ho fatto regolarmente il servizio militare, voglio una pistola e uno di quei rilevatori e li voglio ora >>.

Henry Mc Arthy come suo solito non diede segno di emozioni alla sfuriata di Fabian, eppure chi lo conosceva bene avrebbe intuito che sotto il lievissimo fremito del labbro perfettamente rasato, si nascondeva un piccolo sorriso di ammirazione.

 

 

 

 

<< Hei, posso entrare? >>

Ron era solo, disteso sulla sua lettiga, quando la voce della sua migliore amica lo destò dal mare di pensieri in cui era sprofondato.

<< Certo >>

<< So che oggi hai avuto un litigio con Harry >> disse Hermione.

<< A volte >> rispose il rosso, << è come se… come se non fosse più lui, forse ha subito troppi dolori e la morte di Silente è stata l’ultima goccia. Dovevi sentirlo oggi come parlava dei Babbani, il tono che usava… >>

<< Cosa farai? >>

<< Lascerò il corpo, questa è la mia ultima missione >>

<< Ron >> disse l’amica << non lasciare che il risentimento guidi le tue azioni >>

Il ragazzo non rispose.

<< Ron ? >>

<< Andiamo >> disse questi, << è l’ora del rendez-vous >>.

 

 

 

 

 

 

Ore 12,00 PM Centro Ricerche, cortile esterno

 

<< Guardie al cancello messe a nanna >> comunicò Bob Wise alle dodici in punto.

<< Pronti a muovere >> ordinò Harry, << ricordate non uccidete per primi >>.

<< Irruzione! >>.

 

 

 

 

Ore 12,00 PM Centro ricerche e sviluppo, perimetro interno

 

 

<< Dica un po’ maggiore com’è che ha fatto il militare? >>

Fabian e Henry Mc Arthy stavano chiacchierando in sala mensa quando ci fu l’esplosione.

Automaticamente Fabian si buttò a terra, << tutto bene ? >> chiese, ma l’altro era già scattato a difesa delle postazioni.

 

 

<< Aprite il fuoco >> gridò Henry nel frastuono, l’aria satura di raggi colorati.

<< Signore >> fece un sergente a fianco, << il primo posto di guardia è stato spazzato via >>

<< Era prevedibile sergente >> fece Henry, << coprite bene il fianco sinistro ora, appena entrano investiteli con fuoco incrociato >>.

Dannazione, pensò intanto tra se sono ancora più pericolosi del previsto.

Bip.

In quel momento la sua MBF portatile segnalò la presenza di un mago di fronte alla porta apparentemente vuota.

<< Bene amico mio >> disse Henry poggiando l’occhio sul mirino del suo fucile di precisione, << vediamo se anche il tuo sangue è invisibile >> e fece fuoco.

 

 

 

<< Ron, Hermione Tutto bene? >> gridò Harry agli amici, la prima parte era stata fin troppo facile se tutto fosse continuato così…

<< Ok >> continuò il ragazzo diretto ai suoi uomini, << ora superiamo il blocco tre e poi  dritto fino ai laboratori >>. << William >> grido a un esperto auror, << fa strada >>. << tutti invisibili >>

Il mago aprì con un incantesimo la porta e entrò nel complesso, un attimo dopo del rosso, caldo e perfettamente visibile sangue schizzò in faccia ad Harry.

<< Merda >> gridò possono vederci.

 

 

 

 

 

 

 

Fabian si era portato verso il frastuono dell’ingresso, pronto ad agire, ma lo spettacolo che gli si parò davanti agli occhi lo lasciò di sasso.

L’aria era piena di raggi di ogni colore e del fischiare delle pallottole, inizialmente sembrava che i militari combattessero contro il vuoto, ma man a mano che i maghi cadevano gli altri rinunciavano all’invisibilità ormai inutile e si concentravano sulla battaglia.

Sembrava che dopo un primo momento di sbigottimento, dove avevano lasciato a terra diverse vittime gli auror avevano ripreso a far valere la loro intrinseca superiorità.

Ora c’erano diversi soldati gabbani che cadevano sotto le maledizioni senza perdono, mentre i maghi avanzavano.

Il maggiore Mc Arthy non era tuttavia un novellino, inchiodò gli auror nel centro del complesso sotto un micidiale fuoco incrociato, costringendo  i maghi a ripararsi dietro una serie di casse da imballaggio.

Fabian si rese conto di essere del tutto inutile in quella situazione, lì non poteva fare niente, col cuore gonfio di vergogna lasciò la battaglia e corse verso i laboratori.

 

 

 

Harry era rifugiato dietro un enorme montacarichi, << Bob >> gridò, << raduna i tuoi >>.

Hermione era a fianco a lui.

<< Ron >> gridò cercandolo con lo sguardo, poi lo vide, l’amico stava trascinando via un giovane soldato paralizzato dalla paura fuori da una zona esposta,<< Ro… >> tentò di chiamare, ma il cuore gli si fermò in petto.

 

 

 

 

Henry Mc Arthy stava scaricando un caricatore dopo l’altro nella speranza di tenere il nemico in stallo per più tempo possibile, poi inquadrò nel mirino la faccia di un giovane mago, << sta fermo ancora un attimo >> disse, ma poi prima di premere il grilletto il ragazzo fu buttato via da un ufficiale dai corti capelli rossi. “ ancora meglio ” pensò.

 

 

 

 

 

 

Ron si era battuto come un leone per tutta la battaglia, pensava di rifiatare un attimo prima di riprendere l’offensiva, ma poi vide una giovane recluta paralizzata dalla paura e completamente esposta al fuoco nemico, gli corse incontro e la spinse di lato, poi qualcosa gli perforò il petto e si accasciò al suolo.

 

 

 

 

<< Noooo! >> Harry corse verso l’amico trascinandolo al riparo, Hermione era al suo fianco.

<< Ron >> gridò.

L’amico mosse un attimo gli occhi verso di lui, le lacrime gli rigavano il volto, fece per dire qualcosa, ma un fiotto di sangue gli coprì le parole.

<< Vedrai ti salveremo >> disse Harry

<< Mamma >> sussurrò Ron, stranamente ora sembrava molto più giovane, ricordava lo stesso bambino che dodici anni prima attendeva con ansia l’esito del cappello parlante, poi in un attimo morì.

Hrry e Hermione si guardarono devastati dalla tristezza.

<< Capitano >> gridò qualcuno molto lontano << abbiamo preso il piazzale li abbiamo respinti >. Ma Harry non ci pensava, non pensava a niente.

Ancora una volta gli uomini si erano battuti contro il diverso, l’inferiore, eppure il sangue del giovane SAS accasciato pochi metri più avanti, che colava dal corpo esanime del soldato scorrendo tra le mattonelle in piccoli, macabri rivoletti sembrava del tutto uguale a quello dell’amico.

<< Harry >>

Il ragazzo voltò lentamente le testa.

<< Harry >> disse Hermione, il viso rigato di lacrime, << dobbiamo andare, la battaglia non è finita >>. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Collasso ***


Nuova pagina 1

-2 alla fine, ovvero questo è il terz'ultimo chap della storia, in strettissima connessione col precedente e col seguente.

Vi è anche una piccola, voluta forzatura, forse i più attenti se ne accorgeranno...

Dovuto ringraziamento a : eurogiorgio, enricop, DarkSirius, Pietro90  e Caillean

PS: rinnovo l'invito a chiedermi qualsiasi cosa non sia chiara dal punto di vista scientifico.

Buona lettura!                  

 

 

 

 

 

                  COLLASSO

 

“… Col termine denaturazione si indica quel processo di trasformazione di un acido nucleico o una proteina, da una forma fisiologica ad una inattiva, nel caso del DNA…”

 

                                       H. Lodish “Molecular Biology of Cell”

 

 

 

 

<< Ha gli occhi aperti >> Harry era ancora chinato sul corpo di Ron.

<< Harry, dobbiamo andare >> implorò Hermione.

<< Guarda Hermione, non si chiudono…gli occhi, si muore con gli occhi aperti >>.

Ma ormai non c’era molto da fare, i pochi soldati Babbani ancora in grado di reggersi in piedi si andavano rapidamente arrendendo.

In mancanza di un comandante Hermione prese in mano la situazione.

<< Curate i curabili, cancellate la memoria ai superstiti e rispediteli a casa >> << Robert >> chiamò, << dov’è Robert Wise >>.

<< E’ sceso di sotto con due, tre ragazzi >> rispose un’auror, << circa dieci minuti fa >>.

<< Dannazione >> esclamò Hermione, << prendi dieci uomini e raggiungilo >>.

<< Si, signora >>.

<< Ad essere onesto >> si intromise una voce arrogante, << anche il dottor Chin è scomparso, ma come vedete io sono rimasto >>.

<< E lei chi diavolo sarebbe? >> chiese Hermione all’uomo.

<< Il mio nome è George Burt signora e sono qui per servirla >>.

 

 

 

Devo fare presto!

Fabian entro come un tornado nel laboratorio di Chin.

Bassissimo tasso di mutazione eh? Pensava intanto, e bravo Edward, pensi sempre a tutto.

Raggiunse il terminale del professore e si mise a digitare freneticamente sulla tastiera.

<< Eccoti qua >> disse a un certo punto.

-         INSERIRE PASSOWORD

<< Dannazione >> ruggì Fabian, << OK, con calma >>.

-         NOBEL, scrisse.

-         PAROLA NON VALIDA

<< Cazzo >>

 

 

 

 

 

Robert Wise doveva trovare suo fratello, e lo doveva fare prima degli altri.

<< Signor Wise >> bisbigliò uno dei due ragazzi che l’avevano accompagnato, << Qui inizia un altro livello, forse è meglio aspettare rinforzi >>.

Robert Andrew Wise, spezzaincantesimi capo della Gringott si girò lentamente a osservare le due reclute tremanti di paura che si era portato in avanscoperta.

Sono poco più che bambini, pensò.

<< Ottima idea soldato >> disse, << voi aspettate qui rinforzi, io mi spingo un po’ più avanti >> e senza aspettare risposta iniziò a scendere le lunghe scale.

LABORATORI, diceva un cartello con un’esplicita freccia verso il basso.

Robert tirò un respiro di sollievo.

 

 

 

 

Fabian era snervato, aveva provato ogni combinazione possibile dalla data di nascita di Chin,scritta in ogni modo, a tutti i nomi dei suoi titoli, a tutte le sue scoperte…e niente, lo schermo continuava a mostrare quel dannatissimo PAROLA NON VALIDA.

<< Pensa Fabian, pensa >>

 

INTERMEZZO 6

<< Sai chi è stato il più grande scienziato della storia, Fabian? >>.

<< No Professor Chin, ma immagino che si aspetti un “ Ma è stato lei professore!” >>.

<< Indubbiamente >> riprese Chin, << sarebbe stata una risposta plausibile, ma a mio modesto parere la risposta è un'altra >>.

Fabian restò in silenzio.

<< Guardi quel quadro, dottor Wise >>.

Fabian volse la testa verso il dipinto, l’immagine mostrava un’aquila che dilaniava le viscere di un uomo incatenato ad una sporgenza…

<< Esatto, Dottor Wise, il più grande scienziato fu il primo uomo a non temere il fuoco, a non temere l’ignoto ed a sfruttarne le potenzialità >>.

 

 

 

 

<< Prometeo >> mormorò Fabian davanti allo schermo.

-         PAROLA VALIDA. ACCESSO CONSENTITO.

Fabian diede il comando di stampa.

 

 

 

 

 

Il rumore della stampante proveniva da dietro la porta.

<< Ahlomora >> sussurrò Robert.

Nella fioca luce del laboratorio, intento a raccogliere i fogli che uscivano rapidamente da una stampante, c’era una figura alta e imponente. Già dalla sua posizione, si potevano scorgere la barba incolta e i capelli arruffati. Robert non poté trattenere un sorriso di nostalgia mentre guardava suo fratello.

<< Fabian >> chiamò a voce alta.

L’uomo si girò di scatto portando mano alla pistola.

<< Io non lo farei >> disse il fratello alzando la bachetta.

<< Tu che vuoi? >> chiese arcigno Fabian.

<< Voglio che ti fermi Fabian, questa storia è andata avanti troppo a lungo >>.

<< E se non ti ascoltassi? >>.

<< Sarei costretto a schiantarti e ti ritroveresti ad Azkaban in attesa di un processo che quasi sicuramente si concludere con una condanna a cancellazione sommaria di tutti i tuoi ricordi su di noi, senza andare troppo per il sottile, se hai capito che intendo, il tuo cervello potrebbe uscirne danneggiato >>.

<< Invece che proponi? >> fece Fabian.

<< Una cancellazione mirata delle tue scoperte scientifiche su di noi, la tua vita continuerebbe normale e non avresti il minimo danno al cervello. Sono sicuro che si potrebbe ottenere se ti arrendessi adesso spontaneamente >>.

<< Le scoperte potrei rifarle  >>.

<< Non credo >> rispose Robert, << adesso ti conosciamo, saremmo molto più attenti >>.

Fabian non rispose.

<< Allora? >>.

<< Allora abbassa la bacchetta se non vuoi un proiettile nella nuca >> disse una gelida voce di donne da dietro le spalle del minore dei fratelli.

<< Va via, Elizabeth >> disse Fabian.

<< Uno tu non mi dai ordini >> rispose la donna, << e due io questo l’ammazzo >>.

Robert non sapeva che fare, era stato imprudente e ora Fabian rischiava di scappare.

<< Parliamone prima >> disse per guadagnare tempo.

<< Niente giochetti signor mago, se non butti subito la bacchetta verso Fabian, sei un uomo morto, conterò fino a tre >>.

<< Uno >>.

Robert non si mosse.

<< Due >>.

Una goccia di sudore gli cadde dal viso.

<< Tre >>

Robert buttò la bacchetta al fratello.

 

<< Bene >> disse Fabian prendendo fogli, bacchetta e pistola, << possiamo andare >>.

<< Grazie signor mago, è stato un piacere >> disse sorridente Elizabeth raggiungendo Fabian verso la porticina sul retro, uscendo e chiudendosela dietro.

Robert aveva il volto terreo, perché l’unica cosa che la donna stringeva in mano, erano le chiavi di una macchina.

 

 

 

 

 

 

<< Allora >> iniziò Hermione  nella sala interrogatori, << Cosa ha da offrirci >>.

<< Innanzitutto >> rispose Burt, << vediamo cosa vi ho già offerto >> << Per prima cosa vi ho riferito delle scoperte di Wise. Poi vi ho detto dove si trovava e ultima cosa vi ho fornito i dettagli dell’operazione medusa che partirà tra meno di sei ore se non mi darete ciò che voglio >>.

<< Deve aver parlato con qualcun’ altro, mi ridica in breve in che consiste questa operazione >>. Fece la ragazza.

<< Vede >> iniziò l’uomo con un sorriso rilassato, << quando Wise e Chin mi riferirono delle concrete possibilità di creare un virus anti-mago se così si può dire, il segretario di sicurezza di stato decise di far scattare l’operazione medusa, ovvero nel caso di danno alle infrastrutture dell’edificio dove era contenuto il virus, dai terminali del laboratorio sarebbero partite e-mail a tutti i centri di intelligence del mondo con la formula e le istruzioni per ricreare un altro virus analogo. Era una specie di assicurazione. Ora la particolarità stava nel fatto che le e-mail vengono “conservate”, mi perdoni il gergo poco tecnico, ma non sono un ingegnere informatico, dicevo vengono conservate in un nodo della rete per otto ore, di cui due già trascorse >>.

<< Scommetto >>fece Hermione, << che ha lei la chiave per disattivare la fase finale della spedizione >>.

<< Esatto mia cara, vede è stato creato da un equipe di psicologi uno speciale gioco logico che solo il mio cervello può risolvere in meno di un ora >>.

<< Potremmo obbligarla >> disse la ragazza con un sorriso maligno.

<< Non parlerò sotto tortura, mentre se vorrete farmi qualche magia di imposizione della volontà, sappiate che mi sono sottoposto a infinite sedute di ipnosi, proprio per un momento del genere. Non saprò risolvere il gioco senza tutte le mie facoltà, ma potete tentare se volete >>.

<< Tenteremo >> rispose Hermione, << IMPERIO >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Sei stata eccezionale prima >>.

Fabian ed Elizabeth si allontanavano velocemente in macchina dal laboratorio, la costa atlantica faceva da panorama a questa sorta di fuga a mezzanotte.

<< Grazie >> rispose la donna, ma tremava visibilmente. Lo shock ora iniziava a farsi sentire.

<< Tu stai male >>, disse Fabian portando la macchina in un’isolata stradina laterale, nascosta tra le scogliere.

<< Ho freddo >>disse lei, ora tremava come una foglia,<< e…e  paura >> le lacrime iniziarono a rigargli il volto.

<< Ehi >> Fabian la prese dolcemente tra le braccia, asciugandole le lacrime con il polsino della camicia, << andrà tutto bene >> disse. Ora i loro visi erano vicinissimi.

Fu un bacio lungo e tenerissimo.

Quando finalmente si staccarono, lei alzò lo sguardo verso il suo.

<< Va meglio? >> chiese Fabian.

<< Spegni il quadro >> rispose Elizabeth con un sorriso.

Fabian girò le chiavi verso sinistra, mentre l’oscurità li avvolgeva.

 

 

 

 

 

 

SAN MUNGO Ore 3,00 AM

 

<< Harry, ci sono i Weasley >>.

Harry si scosse dai pensieri che lo attanagliavano, aveva temuto quel momento, ma sapeva anche che era inevitabile.

Salì a capo chino le scale che portavano dall’obitorio alla sala accettazione.

Ecco la famiglia che unica tra tutte, lo aveva accolto come un figlio, senza considerarlo inferiore, come tra i babbani, o comunque diverso.

La signora Weasley e Charlie erano gli unici membri della famiglia in piedi, tutti gli altri erano seduti su lunghe panche subito dietro.

Ginny, la piccola Ginny aveva il volto nascosto sulla spalla del padre.

Bill stringeva al petto un distrutto Percy, mentre i gemelli un po’ in disparte avevano la testa appoggiata al muro e fissavano il soffitto senza vederlo.

Dirigendosi verso di loro, Harry pensò che avrebbe voluto essere ovunque tranne che in quella squallida stanza d’ospedale.

<< Harry! >> gridò la sigora Weasley quando finalmente lo vide, << Harry ti prego, dimmi che non è vero >>.

<< Mi dispiace Molly >> disse semplicemente il ragazzo.

<< No >>, la signora Weasley lo abbracciò piangendo disperatamente.

Harry le diede qualche colpetto sulle spalle, il viso della poveretta arrivava a stento al suo sterno.

<< Mi dispiace >> disse ancora, << mi dispiace >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** FINITE INCANTATEM ***


FINITE INCANTATEM

                                                         FINITE INCANTATEM

 

 

“ …Col termine cromosoma si indica una unità discreta del genoma contenete molti geni. E’ visibile come unità morfologica distinta…”

                                            B. Lewin “Genes VI”

 

 

<< Che stai facendo? >> chiese Elizabeth.

Quando quella mattina si era svegliata, sul sedile posteriore della vecchia utilitaria, non aveva trovato nessuno al suo fianco, così si era alzata, vestita ed era uscita.

Fabian stava ritto su uno scoglio, gli occhi azzurrissimi sembravano scrutare qualcosa fuori dalla portata dei comuni mortali, mentre il mare, metri sotto di lui, si infrangeva vivace sulle bianche scogliere, come ad augurargli il buon mattino.

<< Che stai facendo ? >> chiese Elizabeth.

<< Cerco il mio destino >> rispose sorridendole l’uomo.

<< Hai paura di fallire ? >>

<< Si. >> rispose Fabian, << sto provando a fare qualcosa di grande, di mai tentato e per questo ho paura, ma è questo il bello, l’averci tentato, ancora prima dell’esserci riuscito, l’essersi eretto  come ora, su una bianca scogliera con di fronte  le immensità del creato e il poter lanciare, con tutta l’aria che si ha nei polmoni, la propria sfida al mondo >>.

Fece una piccola pausa, si girò verso l’oceano portandosi le mani a coppa davanti alla bocca e gridò, << Ehi!  Mondo, mi hai sentito? Farò qualcosa di grande, darò ogni parte del mio essere per riuscirci, adesso … adesso prova a fermarmi >>.

Per un attimo non accadde niente, poi un’onda molto più grande delle precedenti si andò a infrangere contro la scogliera dove si trovava Fabian bagnandogli la faccia e la bionda barba.

Il mondo aveva raccolto la sfida.

 

 

 

 

Hermione era a dir poco frustrata, a quanto pareva Burt aveva detto la verità, doveva essere nel pieno delle sue facoltà per risolvere il gioco e bloccare le e-mail.

<< D’accordo signor Burt, mi dica cosa vuole in cambio >>.

<< Per prima cosa, mi serve che mi modifichiate l’aspetto permanentemente, dopotutto  rivelandovi queste informazioni mi farò diversi nemici >>.

<< Questo si può fare >> rispose la ragazza.

<< Poi voglio questi >> scrisse una cifra su un taccuino.

<< Ma è una cifra assurda! >> obbiettò la ragazza.

<< Non trattabile >>.

<< Dovrò chiedere autorizzazione >>. Rispose depressa Hermione.

<< Lo faccia >> disse Burt, << ha meno di un’ora, ma credo che sa essere molto persuasiva se lo vuole >>.

 

 

 

 

<< Cosa c’è in quella valigetta? >> chiese Elizabeth.

<< Appunti e il virus >> rispose Fabian.

 Si trovavano in quello che Fabian amava definire, il suo piccolo mondo, era questo un piccolo e in verità piuttosto sprovveduto laboratorio privato, segreto ai più.

<< Come hai intenzione di diffondere Anubis? >> chiese la donna.

<< Ancora non lo so >> rispose Fabian, << forse…forse >>.

<< Forse >> lo aiutò Elizabeth.

<< Non lo so >> rispose l’uomo, << ma tu perché sorridi? Hai forse un’idea migliore? >>

<< Veramente >> rispose la donna che stringeva in mano un maltrattato volantino, << si >>.

 

 

 

 

 

<< La finale di coppa del mondo di Quidditch? >> chiese Harry a Robert Wise, << andiamo come pensi che lo sappia tuo fratello >>.

Per tutta risposta lo spezzaincantesimi trasse dalla tasca posteriore dei pantaloni un volantino spiegazzato.

 

 

 

                                    QUIDDITCH

                         Finale di coppa del mondo

Non perdere questo favoloso evento, l’Irlanda, campione in carica, ospiterà per la prima volta nella sua storia la finale del più importante evento sportivo del mondo magico, nel nuovo avveniristico stadio al chiuso. Vola anche tu fino a Cork e goditi dal vivo questa straordinaria giornata!

 

 

<< Un paio di ragazzi hanno ammesso di essersi portati questo volantino dietro in missione,… e di averlo perso >>.

<< Cazzo! >> imprecò Harry.

 

 

 

 

 

 

<< Ecco qui >> disse Fabian, << ho preso tutto quello che ci occorre: barba e baffi finti, per entrambi, scarponi con suola di dieci centimetri per te, una pistola, sempre per te, due biglietti aerei andata e ritorno per Cork e abbastanza denaro magico da poter comprare i biglietti sotto lo stadio >>.

<< Ehi, come hai fatto a procurarti il denaro magico? >>

<< Mia madre ne conservava ancora un po’ in cantina, nel caso Robert fosse stato in difficoltà, così sono entrato di nascosto e l’ ho rubato >>.

<< Hai rubato a casa dei tuoi? >>.

<< Esatto >>.

Lei scosse divertita la testa.

<< Senti Elizabeth >>, disse Fabian con tono di voce improvvisamente serio.

Lei gli rispose con aria interrogativa.

<< Quando farai quello che devi fare… cioè quando ti troverai…insomma se dovessi… >>

Lei si alzò e lo baciò.

 << Starò attenta disse >>.

 

 

 

 

 

 

 

Cork, Irlanda, stadio di Quidditch, ore 8,00 PM

 

 

<< Abbiamo auror disseminati in tutto lo stadio >> disse Robert Wise ad Harry, << ora non ci resta che aspettare >>.

<< Robert >> fece Harry, << tu sei Babbano di origine, cos’è che accomuna un nostro stadio a uno vostro? >>.

<< Praticamente niente >> rispose  l’uomo girando la testa a guardare il grande stadio al chiuso, << niente eccetto l’impianto idrico e l’impianto di aerazione >>.

I due si guardarono con aria spaventata.

 

 

 

 

Fabian ed Elizabeth, camminavano fianco a fianco nella calca che portava allo stadio, erano entrambi vestiti in maniera sciatta e trasandata secondo il tipico modo dei maghi di imitare i  gabbani.

Cme previsto i biglietti erano esauriti, e così dovettero comprarli a prezzo molto più elevato da un bagarino, un  tipo grande, grosso e rozzo soprannominato in maniera palesemente ironica, il conte di Cork.

Quindi si diressero verso lo stadio.

<< Aspetta Fabian >> disse improvvisamente Elizabeth, quando erano ormai quasi in vista dello stadio, << Devo fare una cosa importantissima, devo tornare indietro >>.

Fabian se l’aspettava, si chiedeva solo i cosa consistesse, << E’ solo un trucco, ho anche io la stressa sensazione, ma non devi cascarci >>.

<< No, io devo andare >> rispose la donna.

<< Elizabeth! >> Fabian la prese per un braccio e le voltò la testa verso di lui, << Calma, è solo un trucco, OK? Ora noi andiamo >>.

Lentamente lei annuì col capo e ripresero ad avanzare.

 

 

 

 

 

<< Guarda quello >>

<< Chiama il capitano, io gli vado incontro >>.

<< Scusi signore, può fornirmi un documento >> fece una giovane guardia ad Elizabeth travestita da uomo.

<< Certo >> rispose la donna contraffacendo la voce, << ecco >> trasse dalla tasca la pistola , colpì l’auror sulla fronte col calcio e sparò due colpi in aria.

 

 

Elizabeth prese a correre disperatamente, le suole alte rischiavano ad ogni momento di farla cadere.

 

 

 

<< Capitano, c’è Wise, sta dirigendosi verso l’impianto idrico >>

<< Tutti gli uomini si dirigano lì >> gridò Harry precipitandosi per le lunghe scale, dietro di se sentiva il respiro e i passi pesanti di Wise fratello, corsero per sette rampe di scale senza fermarsi un attimo.

<< L’abbiamo preso, capitano l’abbiamo preso >>.

Erano appena arrivati all’impianto idrico, una enorme calca di Auror e guardie si era fatta attorno al corpo schiantato dell’uomo.

<< Toglietegli cappello e baffi >>.

Un ragazzo tolse via il lungo cappello a tesa larga rivelando una splendida cascata di capelli neri.

<< E’ la donna >> un mormorio stupefatto si propagò tra i maghi.

<< Signore fa che non sia così >> mormorò Harry, << all’impianto di aerazione, veloci >>.

Fu una corsa eroica e disperata, quegli uomini non correvano per una medaglia o per un pallone, correvano per il loro mondo e la sua sopravvivenza.

<< E’ qui disse Harry >> sfondando una porta.

L’interno era completamente buio.

<< Lumus >> disse il ragazzo, il raggiò di luce, poco a poco, mostrò a terra dei guanti e  una provetta ormai vuota, poco più su, sopra uno squallido muro di mattoni, era appeso un foglio spiegazzato.

Harry lo prese, sopra vi erano solo due parole:

SCACCO MATTO

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 Ringraziamento speciale ad eurgiorgio e Caillean.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** AURORA ***


Così finisce la mia prima storia

Così finisce la mia prima storia, nello sperare che vi sia piaciuta, e nel ringraziare chi l' ha letta, chiedo anche a chi arriverà a fine capitolo di lasciare un commento, che vi sia piaciuta o meno.

Faccio ora questa preghiera, perché come già detto, questo è l'ultimo capitolo, più oltre non si va .

Buona lettura.

 

 

                                           AURORA

 

“ …Dobbiamo rivoluzionare il nostro modo di pensare, rivoluzionare il nostro modo di agire, e dobbiamo avere il coraggio di rivoluzionare le relazioni fra le nazioni del mondo… >>.

                                                                             Albert Einstein

 

 

 

<< Così è finita? >>

<< Finita? Si, si può dire che sia finita, e non certo nel migliore dei modi, ma secondo me, vi è ancora una parte da recitare in questa storia >>.

<< Ancora una parte? Come può esserci ancora una parte dopo tutto quello che è successo? >>.

La risposta fu il silenzio.

 

 

 

 

Nove giorni prima, ( due giorni prima della tragedia )

 

<< Ecco, ho avuto l’autorizzazione signor Burt >> disse Hermione, << avrà i suoi soldi, ma ora risolva il gioco >>.

<< Sarà un piacere mia cara >> rispose l’uomo.

Trenta minuti dopo il gioco era risolto e le e-.mail bloccate.

<< Ecco >> disse Hermione, << ingoi questa pillola, in quarantotto ore il suo aspetto sarà cambiato secondo parametri casuali, sarà irriconoscibile per chiunque >>.

<< Mille grazie >> rispose l’uomo ingoiando la pillola.

<< E questo è il suo assegno >> continuò la ragazza.

<< Ha fatto la cosa giusta >> disse l’uomo intascandolo.

<< Lo spero >>.

<< Addio >> Burt si avviò verso la porta.

<< Signora >> entrò un giovane mago con una busta gialla, << è arrivato questo per lei >>.

Hermione aprì la busta, conteneva un tipico cellulare Babbano.

Driiin

<< Pronto? >> fece incerta Hermione.

<< Sono il segretario alla difesa del Regno Unito >>.

<< Finalmente ci incontriamo di persona >>  disse la ragazza.

 

 

Burt doveva fare presto, aveva appena sentito la voce di uno degli uomini che aveva tradito, asciugandosi la fronte di sudore, accelerò il passo.

 

 

 

Hermione aveva appena chiuso la chiamata, era sconvolta, il babbano gli aveva appena rivelato che non era mai esistita nessuna operazione medusa, anzi che non erano mai stati al corrente di nessun virus sperimentale, Burt aveva provveduto a non far avere sentore alle alte sfere di questa arma eccezionale, aveva fregato tutti…La battaglia era stata inscenata al solo scopo di far spaventare i maghi, tutti quei ragazzi erano morti solo per i suoi loschi piani di potere, aveva giocato tutti, Ron era morto per niente.

Una rabbia ceca e furente l’invase.

Uscì di corsa dall’ufficio, << Dov’è il capitano Potter? >>.

<< E’ appena partito per Cork >> le rispose una guardia.

<< Avete visto il signor Burt? >>

<< E’ uscito circa dieci minuti fa >>

Dannazione pensò, l’aveva perso.

Driiin.

Il cellulare babbano squillò nuovamente. << Pronto >>

<< Sono ancora il segretario alla difesa >> disse la voce, << ho forse un’informazione che potrebbe esserle utile, appena giunta da una chiamata anonima >>.

<< L’ascolto >> rispose Hermione.

 

 

 

 

Gerge Burt aveva vinto, anzi stravinto, doveva solo aspettare due giorni per divenire irriconoscibile e allora avrebbe avuto un potere senza eguali, i soldi erano solo il primo passo.

Ma per prima cosa doveva nascondersi, fortunatamente, aveva un posto segreto, consiglio di un amico, introvabile per chiunque, maghi compresi.

Rise sommessamente entrando nel suo lussuoso nascondiglio, praticamente al centro di Londra.

Buttò sul letto la valigia di soldi prontamente intascata, e si avviò verso la doccia.

<< Buonasera, Signor Burt >> una gelida, glaciale voce di donna venne dalle sue spalle.

Hermione aveva il volto contratto in un’espressione di puro disprezzo.

 << Come mi ha trovato? >> chiese incredulo Burt.

<< Abbiamo una amico in comune >>.

Burt capì due cose:

La  prima, era di essere stato tradito. La seconda era che la sua fine era giunta.

<< Addio, signor Burt >>.

 

 

 

 

 

 

Cinque giorni prima, ( due giorni dopo la tragedia )

 

<< Abbiamo ricevuto una segnalazione di intensa attività magica non registrata in un edificio della Londra babbana >>

<< Volo >> rispose Robert Wise.

L’edificio era in tipico stile vittoriano, forse un po’ fatiscente, ma ancora ampiamente in grado di fare la sua figura.

Robert iniziò con circospezione a salire l’ampia rampa di scale, il suo magitometro segnava ancora scariche provenire da uno dei saloni nel piano superiore.

Aprì magicamente una porta ed entrò, la camera era completamente a soqquadro, sedie e tavoli rivoltati, lo schermo di un computer scaraventato a terra, libri e appunti sparsi dappertutto.

Poi vide l’uomo, la gobba prominente rendeva il cadavere di Edward Chin inconfondibile.

Robert si inginocchiò a fianco del corpo del professore, il volto era una maschera di sofferenza.

<< Ma cosa è successo qui dentro? >> si chiese il mago, poi cominciò a capire, tutti gli appunti dello scienziato sembravano improntati a trovare un modo per riattivare il gene della NAS.

Chin aveva provato a invertire il processo di Anubi, operando però questa volta sulla linea somatica invece che su quella germinale, era un progetto teoricamente impossibile, alla portata del suo genio.

<< Ma anche i migliori possono sbagliare >> disse Robert coprendo con un lenzuolo il corpo esanime dello scienziato, << e questa volta l’errore ti è costato la vita >>.

 

 

 

 

 

Un giorno prima, ( sette giorni dopo la tragedia )

 

Fabian aveva lavorato senza soste per sette giorni, aveva seguito scrupolosamente le istruzioni scaricate dal terminale di Chin.

Quella mattina preparò il pacco e uscì in strada, al primo ufficio postale spedì il pacco allo studio legale Ian & Tomilnson.

Poi riuscì in strada, e fu allora che si sentì seguito. 

 

Tutt’attorno i palazzi erano grigi e fatiscenti, la strada piccola e fiocamente illuminata portava all’entrata della vecchia stazione della metropolitana, dove decine di barboni dividevano il letto con ratti e cani randagi.

Era un tipico quartiere della zona industriale di Londra, e tutto sommato l’incessante alluvione rendeva un favore al quel luogo, nascondendone in parte lo squallore.

L ‘uomo sedeva spalle al muro, i capelli completamente fradici di pioggia erano attaccati al viso, era palesemente esausto, ma gli occhi azzurrissimi si levavano ancora fieri a squarciare l’oscurità incalzante. A pochi passi giaceva abbandonata una pistola scarica, l’uomo gli lanciò una triste occhiata.

Dalla cortina di pioggia una figura incappucciata avanzò verso di lui.

<< Alla fine mi hai raggiunto, Potter >>.

Harry teneva la bacchetta puntata dritta sull’uomo.

<< Lo facciamo solo per proteggerci >> rispose Harry, l’espressione piena di rammarico.

<< Palle! >> ringhiò l’uomo << voi dite di esservi battuti contro il male, dite di essere buoni, col potere che vi ritrovate avreste potuto evitare immani tragedie, ma non l’avete fatto, mai >>.

Harry non rispose, non sapeva cosa rispondere, alla fine disse: << Non ho l’ordine di ucciderti, nonostante quello che hai fatto, ma ti dovrò cancellare la memoria, tutto quello che sai su di noi >>.

<< La vita di un uomo >> rispose lo sconosciuto, << è fatta di ricordi, brutti o cattivi che siano, essi sono la testimonianza di ciò che siamo. Se mi cancellerai la memoria sarà come uccidermi, e il Signore sa se voi “buoni” non avete il diritto di uccidermi. Non sono stato io a scatenare questo inferno >>.

<< Mi dispiace >> disse Harry sollevando un po’ di più la bacchetta.

<< Sei un fottuto ipocrita Potter >>.

<< Sarà, ma tu hai distrutto il nostro mondo, cosa ti aspetti da noi? >> chiese il ragazzo.

<< Che riflettiate sui vostri errori e sulle vostre mancanze >> rispose Fabian guardando dritto la bacchetta, << e poi, non ho distrutto il vostro mondo e forse, dopo tutto questo, sarà migliore >>.

<< Oblivion >> fece Harry, che dopotutto voleva solo finirla.

 

 

 

 

<< Alla fine di tutto, Wise è ancora vivo? >> riprese Hermione

<< Non ricorda niente di noi, ma per il resto sta bene, dirige un laboratorio di ricerca in California e vive con la donna >>. Rispose Harry.

<< Incredibile >> sbuffò la ragazza, << avrà pure una vita invidiabile >>.

<< Questo >> rispose semplicemente Harry, << non lo so >>.

<< Forse >> disse la ragazza guardando Harry dritto negli occhi, anche noi possiamo migliorare la nostra >>.

Harry non rispose, ma per la prima volta da giorni sorrise.

 

 

 

 

 

 

Dieci anni dopo.

 

Il postino, palesemente babbano, bussò quella sera di un martedì primaverile, alla casa dei coniugi Potter.

<< Buonasera >> disse una bambina intorno ai sei anni che venne ad aprire la porta.

<< Ciao piccola >>rispose l’uomo, << posso parlare con i tuoi genitori? >>.

<< Lily? Chi è? >> un uomo col classico abbigliamento dei professionisti di successo venne alla porta.

<< Buonasera signor Potter >> disse il postino, devo consegnarle questo pacco da parte dell’ufficio Ian & Tomilnson >>.

<< Oh, grazie >> fece Harry un po’ incerto.

<< Chi era >> chiese Hermione entrando in salotto, con in braccio un’altra bambina di poco più di un anno.

<< Ho ricevuto questo pacco >>  rispose Harry aprendolo, ma appena levi le alette di cartone, da un grande cilindro metallico scaturì un impalpabile fumo bianco che riempì la camera.

<< Apriti le finestre >> gridò Hermione, ma il fumo sembrava non avere nessun attributo tossico, e così l’episodio, dopo i dovuti controlli cadde nel dimenticatoio.

 

 

 

Un anno dopo.

<< Signor Potter, ancora un pacco per lei >> fece il postino.

Anche questo veniva dallo studio Ian & Tomilnson, ma consisteva in un semplice foglio bianco.

<< Cosa vuol dire >>chiese Hermione.

Harry non rispose, gli erano appena venute in mente le parole di Wise “ non ho distrutto il vostro mondo, e forse dopo tutto questo sarà migliore ”.

<< Ci ha salvato >> mormorò il ragazzo, << Un anno fa ci ha spedito un antidoto, vaccino, cura o come diavolo si chiama e ci ha guarito, credo sia una specie di anti-virus che noi abbiamo trasmesso anche agli altri >>.

<< Vuoi dire che potremo avere figli non gabbani? >> chiese Hermione.

<< Esatto >>.

<< E cosa significa il foglio bianco? >>

<< Ci dice che potremo riscrivere daccapo il nostro futuro, un futuro più giusto, spero >> poi lo sguardo andò alle sue due bambine, più importanti di ogni altra cosa, ed entrambe babbane, << maghi e babbani saranno molto più uniti adesso che tante famigli avranno già figli non maghi, sarà un futuro diverso >>.

In quel momento nella notte riecheggia il pianto indignato di una nuova vita, è un pianto alto e ruggente, inconfondibilmente sano, inconfondibilmente magico.

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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