I'll keep my arms wide open. di xstylinsonslove (/viewuser.php?uid=429277)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
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Non alzare gli occhi.
Non alzare gli occhi, per nessuna ragione.
Tengo gli occhi fissi sul vassoio nelle mie mani e faccio attenzione a
mettere un piede dopo l'altro per evitare di inciampare. Cercando di
farmi notare il meno possibile mi siedo nell'unico tavolo vuoto. E
inizio a mangiare.
<< Che cazzo hai fatto? >> Alzo la testa di
scatto pensando che qualcuno ce l'avesse con me. Sarebbe stato
prevedibile. Invece vedo un ragazzo, penso dell'ultimo anno, in piedi
di fronte a un ragazzo più piccolo. Quest'ultimo
tiene gli occhi bassi e cerca di parlare, ma appena lo fa gli viene
rivolta una battuta poco simpatica e la sua voce si affievolisce.
<< Torna indietro, e vai a comprarmi qualcosa di decente.
>> Il ragazzo esce dalla mensa a testa bassa, impaurito
come un cane con i fuochi d'artificio.
Il ragazzo più grande si gira verso il lato della mensa dove
sono seduto io, che giro subito la testa per non farmi notare. Lo
osservo con la coda dell'occhio che si risiede con i suoi amici, che
gli battono il cinque dandogli pacche sulla spalla. Per cosa poi? Per
aver impaurito un ragazzo? In che scuola sono finito?
Scuoto la testa leggermente, mi alzo in piedi per andare a svuotare il
cestino e vado in giardino. Appena esco sento il sole scottare su di
me. Mi dirigo verso un albero all'ombra, e mi ci siedo sotto.
Vedo il ragazzo di prima, quello impaurito tornare verso la mensa e
allora faccio un fischio. Il ragazzo si gira e gli faccio segno di
venire verso di me. Sembra un ragazzo a posto. Normale, capelli corti,
biondi-castani, abbastanza alto e occhi marroni di cui ti puoi fidare
al primo sguardo. O almeno, cosi sembra.
<< S-si? >> Tiene lo sguardo basso anche
con me. Pensa che voglio fargli del male?
<< Tranquillo, non voglio farti niente! Volevo solo
sapere.. chi è quel tipo? E perchè ti tratta
cosi? >> Lui alza la testa di scatto, come scottato.
<< Oh.. Lui.. lui è Louis. Louis Tomlinson. E'
un ragazzo apposto. >> Sgrano gli occhi, ma è
scemo?
<< Dammi la tua definizione di 'apposto' ! Lasciamo
stare, fatti tuoi. Comunque piacere, Harry. >> Gli porgo
la mano che lui stringe cautamente, come avesse pausa che lo prendessi
di forza e lo scaraventassi a terra.
<< Liam Payne. Sei nuovo? Non ti ho mai visto..
>>
<< Sei un osservatore niente male, sai? Si sono nuovo. E
sta scuola mi fa già schifo. >>
<< Non è male come sembra. Devi solo farci
l'abitudine. >> Alzo un sopraciglio.
<< Beh, se lo dici tu, che sostieni che quel Louis sia un
tipo apposto.. allora non mi fido. Ci si vede Payne >>
Non gli do il tempo di replicare, battendogli una mano sulla spalla,
che mi allontano.
Quello deve aver problemi seri. Due minuti prima trema sotto il suo
sguardo, e poi? Dice che è apposto. Vado verso l'armadietto
e prendo i libri per la lezione di geografia.
Che poi non mi serve, la geografia. Voglio dire, non mi
muoverò più da questo schifo di città.
Cioè, ho ancora una piccola speranza di tornare a casa,
nella mia vera casa. Ma non penso sia possibile. Chiudo lo sportello e
mi allontano velocemente vedendo che ormai nel corridoio non
c'è più nessuno.
Anche questa cosa.. tutti puntuali.. che schifo.
E' d'obbligo, che in una scuola, ci sia almeno un terzo degli studenti
in ritardo. Scuoto la testa e mi passo una mano sugli occhi, che sento
stanchi. Arrivo davanti all'aula 203, che da quello che c'è
scritto sul foglio che mi ha dato la segretaria, dovrebbe essere la mia
prossima aula. Scuoto la testa facendo andare i miei capelli in avanti
e con un gesto della mano li riporto al lato della testa, per apparire
un po più in ordine. Non che me ne freghi qualcosa,
però.. Busso piano.
<< Avanti. >> Apro la porta e metto la
testa dentro, guardando tutti gli studenti giù in classe. Il
signore davanti alla cattedra, che presumo sia il professore , mi
guarda con un sopracciglio alzato. Allora faccio entrare anche il mio
corpo, nell'aula.
<< Lei è? >> Non sono mai stato
un tipo timido, ma tutti questi occhi addosso mi mettono un po di
agitazione.
<< Harry. Harry Styles, sono nuovo. >>
Porgo la mano al signore e sorrido.
<< Io sono il professor Deakin. Insegno Geografia e
matematica. >> Da quando in qua un professore insegna
geografia e matematica? Va be, lasciamo stare.
<< Puoi prendere uno dei banchi liberi. >>
Mi guardo intorno, e dopo avergli fatto un cenno con il capo vado a
sedermi in un banco accanto alla finestra.
Tiro fuori il quaderno e inizio a pasticciare, invece di ascoltare
davvero la lezione. Tanto, anche se mi impegno, faccio comunque schifo.
Mi guardo intorno e vedo che c'è ancora qualcuno che mi
fissa.
Qualcuno mi guarda con simpatia.
Qualcuno con superiorità.
Qualcuno con pena, forse perchè sono in una nuova scuola.
Qualcuno invece, mi si mangerebbe con gli occhi. Una bionda, due anzi.
C'è anche una rossa. Si guardano, ridono, mi indicano e
continuano a parlottolare.
Mi dispiace ragazze, mi dispiace davvero.
Ma non rientrate nei miei gusti.
___________________________________________________
Salve. Salve.
Non so, mi frullava in testa già da un po.
Bo, non ho niente da dire.
Baci.
P.s. Se vi interessa, questo è il mio twitter.
@xstylinsonslove xx
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Capitolo 2 *** Capitolo 1. ***
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Il soffitto è cosi bianco. Troppo bianco. Infinitamente
bianco.
Mi fa venire il nervoso. Da piccolo amavo questa casa.
Amavo stare qua, in questa camera. E lo amo ancora adesso, solo che le
cose.. son diverse.
Diciamo che non sarei mai venuto in questa città di mia
spontanea volontà.
Ma in fin dei conti non mi dispiace. Non troppo almeno.
Ho realizzato che quella casa non faceva per me. Che per quanto possa
amare mia madre... non siamo fatti per vivere sotto lo stesso tetto. E
stare con mia nonna, almeno un po, magari mi aiuterà.
Però mi manca. Mamma, intendo. E' una brava mamma, solo
troppo... troppo, ecco.
Lo psicologo diceva che il mio essere 'diverso' poteva venire dal fatto
che lei mi stesse troppo appresso.
E anche se io le dicevo che non c'entrava niente, che io ero contento
di essere cosi, che stavo bene, lei ha preferito mandarmi qua. 'Forse
cosi guarisci'.
Ecco, è questo che mi ha detto. Ed era inutile a quel punto,
dirle che io non mi sentivo malato.
Però non ce l'ho con lei.
Insomma, non penso sia roba da poco avere un figlio che da un momento
all'altro ti dice : ' Oggi ho mangiato le lasagne, ah comunque, sono
gay'.
Si, avrei potuto dirglielo diversamente.
Ma non lo so perchè, mi è uscito così.
Il tatto non è mai stato il mio forte. Diciamo che non penso
quando parlo..
Lei ha fatto tipo mille faccie diverse. E a un certo punto, credetemi,
mi sono spaventato. Allora sono corso a prenderle dell'acqua.
Ma lei non l'ha voluta. Ha voluto il telefono.. e ha fatto mille
chiamate. Chiamava tutti, anche se erano le dieci di sera. Chiedendo
consigli.
Lei pensava che io fossi salito in camera, ma invece ero solo sopra le
scale.
Mi sentivo cosi fuori posto, in quel momento. Io sapevo di non essere
normale, come tutti. Insomma, ho 16 anni, sono gay e so cosa significa.
Però mi sentivo davvero bene con me stesso. Non avevo
problemi a dire: Preferisco i ragazzi.
Era qualcosa che non potevo scegliere, ma che anche se ne avessi avuto
la possibilità, avrei scelto. Mi piacevo in questo modo. Poi
sentivo che chiedeva di qualche dottore che potesse 'aiutarmi'. Sarei
voluto scendere, prendere il telefono, buttarlo fuori dalla finestra e
dirle: 'Sono normale mamma. Lo sono come lo ero venti minuti fa!
Lo sono come lo sono sempre stato. Sono tuo figlio, ti ricordi?.'
Ma era come se avessi.. no anzi, senza se. Avevo paura. Era mia madre,
io la amavo. E pensavo che mi avrebbe accettato.
Il giorno dopo avevo già un appuntamento dallo psicologo.
Ricordo che mi fece troppe domande.Sui miei amici, sul mio modo di
parlare, sul fatto che non avessi un padre, sul come mi sentivo quando
vedevo una ragazza, sui sentimenti che provavo verso i ragazzi... e
altre mille domande. Sentivo la testa scoppiare.
Mi toccavo continuamente i ricci. Riuscivo a fare solo quello, e son
sicuro che lui l'ha notato, perchè mi guardava le mani e
scriveva. Continuavo a ripetermi che andava tutto bene, e di non
strappargli il taquino dalle mani e mangiarlo. E l'unica cosa che
volevo fare..era piangere. Piangere.
Ma non potevo. Mamma mi avrebbe ancora più schifato. E io
non l'avrei sopportato. Allora lo psicologo fece delle domande anche a
mamma.
Sul nostro rapporto, sul perchè io non avessi un padre e se
secondo lei questo aveva influito su questa mia 'cosa'. Parlavano come
se io non ci fossi.
Ed effettivamente era cosi, perchè ad un certo punto, ho
scollegato il cervello. E per i restanti 20 minuti, non sentii
più niente. Ricordo solo che poi mamma mi ha preso per il
braccio trascinandomi fuori.
Mi fece male, come se lo facesse a posta. Come per dirmi: Questo
è quello che fai tu a me. E io la lasciai fare. Arrivammo a
casa e lei corse in soffitta. La sentii trafficare, cercare qualcosa.
Io presi tranquillamente del latte dal frigo e lo versai in una tazza.
Sentii qualcosa sulla mia gamba, e mi accorsi che il mio gatto era
salito sulle mie gambe. Presi ad accarezzarlo con
tranquillità. Fino a quando non vidi mamma scendere dalle
scale con una cosa in mano. Una cosa gigante. Una valigia.
Il latte mi andò di traverso, non capii niente. Cosa voleva
fare? Un viaggio, forse?
<< Cosa fai, mamma? >> Una parte di me mi
diceva: preparati Harry. Stringi i denti, andrà tutto bene.
Ma lo sapevo forse.. forse sapevo già cosa voleva dirmi.
<< Mi dispiace.. >> Teneva gli occhi
abbassati, non riusciva a guardarmi.
Ti faccio cosi schifo, mamma?
<< Ti dispiace.. cosa? >> La voce
iniziò a tremare.
<< Te ne devi andare. >> Il mio cuore li,
proprio in quel metro quadro di spazio in cui ero, su quello sgabello,
mentre tenevo in braccio il gatto, si frantumò in mille
pezzi.. che andarono ovunque. Sotto il frigo, sotto il mobile o sotto
il divano. Semplicemente si persero dappertutto. E si sa, che in un
puzzle, quando lo costruisci, se manca anche solo un pezzo
insignificante, non sarà mai completo, o almeno, non ai tuoi
occhi.
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Buon
salve a tutti.
Si,
lo so, il capitolo è cortissimo.
Questi
primi capitoli saranno cosi, perché sono di passaggio.
Vorrei
sapere un vostro pensiero, ovviamente, se ne avete voglia :)
Ringrazio
chi ha recensito il prologo, chi ha messo tra i preferiti e chi
nelle seguite.
Ora
mi dileguo, ciao. :)
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Capitolo 3 *** Capitolo 2. ***
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Tirai uno schiaffo a quell'affare che suonava
fastidiosamente alla destra della mia testa.
Chi li ha inventati certi aggeggi infernali?Mi girai verso la sveglia
per guardale l'ora e mi accorsi che ero in ritardo. Cazzo.
Tolgo le coperte ma lo faccio troppo velocemente perchè mi
ci arrotolo dentro e finisco per terra.
Mi alzo con molta fatica. Vado in bagno e mi butto sotto la doccia.
Senti i capelli bagnarsi poco a poco, finchè non diventano
fradici.
Li inizio a insaponare, lentamente. Sarò anche in ritardo,
ma ci tengo ai miei capelli. Dopodichè passo al corpo,
insaponandolo.
Son già passate due settimane, da quando sono arrivato. Per
ora va tutto bene. Parlo con molti ragazzi. Forse non hanno ancora
capito chi hanno davanti.
Insomma, non sembro per niente gay. Sembro solo un bimbo con due
fossette enormi sulle guancie. Ma se dovessi andare da una ragazza e
dirle : 'Io, te. Letto.'
Son sicuro che improvviserebbe un letto in mezzo alla strada per poter
stare con me.
No, non è modestia. Davvero. Solo che me lo fanno notare. E
a me dispiace, perchè non posso accontentarle.
Chiudo l'acqua di scatto, se no non mi muovo più.
Mi avvolgo nell'asciugamano e vado in camera a vestirmi. Mi vesto come
sempre: Pantalone nero stretto, maglietta a maniche corte blu scura e
converse bianche.
Infilo un giubbotto di pelle leggero e scendo al piano di sotto.
<< Ciao amore di nonna! >> Cazzo, mi ha
visto.
<< Ciao nonna, ti voglio bene, ma devo scappare!
>> Cerco di svincolarmi da lei, ma per avere quasi 70
anni è più arzilla di me.
<< TU NON VAI DA NESSUNA PARTE! >>
Indietreggio impaurito fino a cadere sul divano dietro di me.
<< N-nonna? C-cosa..? >> Lei tira
semplicemente indietro la sedia da sotto il tavolo e sfoggia un sorriso.
<< Devi fare colazione, Harry caro. >>
Son sicuro che se non fosse mia nonna, l'avrei già mandata a
quel paese.
<< Nonna sono in ritardo.. >> Cerco di
farglielo capire.
<< Non se ne parla. >> Sbuffo e butto per
terra lo zaino prendendo a sedere
. Cerco di finire la colazione il prima possibile, ma non ci metto meno
di 10 minuti. Fantastico, sono in ritardo, decisamente.
<< Ora devo proprio andare! Ti voglio bene
>>
Le do un bacio sulla guancia e scappo, prima che mi rifila
anche il pranzo a sacco.
Sono le otto meno due minuti e vedo il bidello fuori dal cancello che
guarda l'orologio.
Perfetto, ce l'ho fatta.
Sorpasso il cancello con un'aria soddisfatta, nello stesso stile in cui
nei film, l'eroe, esce appena in tempo da un palazzo che esplode in
aria.
Ma alzo comunque il passo verso l'armadietto. Metto la
combinazione e cerco di ricordarmi cosa c'è alla prima ora,
siccome si, ho perso il foglio.
Dovrebbe esserci matematica.. no aspetta, son sicuro che è
informatica.
E se fosse italiano? Dio, ma perchè tutte queste materie?
Tanto non servono a un cazzo.
Ok, son sicuro che c'è francese.
<< Scienze >> Chiudo lo sportello per
vedere chi ha parlato e rimango immobile.
Mi sventola una mano davanti la faccia.
<< S-scusa? >> Sbatto veloce le palpebre e
cerco di riprendermi.
Cazzo, è stupendo. Capelli castani leggermente chiari, occhi
azzurri e meravigliosi come il cristallo e un sorriso che ti fa morire.
<< Hai scienze, ne son più che sicuro!
>>
Lo guardo ancora e capisco dove l'ho già visto.
<< Tu sei quello che ha spaventato a morte quel ragazzo!
>> Gli punto un dito al petto e lui mi guarda un attimo,
prima di scoppiare a ridere.
<< Quale dei tanti? >> Ma cosa...
<< Comunque, sei nuovo? >> Cerco di fare un
sorriso, ma mi sa che esce un'espressione come se mi stessero tirando i
lati della bocca con una pinza.
<< Uhm, si. Harry. >> Mi guarda annuendo,
tenendosi la mano sotto il mento.
<< Beh, sei loquace. Io sono Louis, grazie per avermelo
chiesto! >> Ma perchè mi sta parlando?
Posa lo sguardo sull'armadietto di fianco al mio e mette una
mano sul lucchetto.
<< E' il tuo armadietto? >> Chiedo
titubante.
<< No sherlock, ho la combinazione di tutti i lucchetti e
ogni giorno ne apro uno diverso. Sai, mi piace la sensazione che si
prova. >>
E' impossibile.
<< Non ti ho mai visto per due settimane, a questo
armadietto. >> Son più che sicuro.
<< Non ci sono stato, in queste due settimane, genio.
>> L'avevo detto io.
<< Come sai di scienze? >> Lui riporta lo
sguardo su di me.
Quegli occhi.. son più che sicuro che non esista un paio di
occhi identici a quelli.
<< Cosa? >>
<< Come sai che ho scienze alla prima ora?
>> Lo guardo dall'alto alzando un sopracciglio.
<< Perchè, la mia è solo una
ipotesi eh.. ma la professoressa Caprick sta guardando noi due da
almeno dieci minuti, e son sicuro che io non ce l'ho alla prima ora,
quindi ... penso stia aspettando te. >> Piego la testa di
lato guardandolo. Cosa sta dicendo?
Alza una mano mettendomela sotto il mento e facendomi girare la testa
alla mia destra e vidi la professoressa Caprick squadrami dalla testa
ai piedi.
<< CAZZO! Non potevi dirmelo prima? Porca cavalletta.
>> Mi giro verso l'armadietto, prendo il libro di scenze,
poso lo zaino dentro e sbatto con una botta lo sportello.
Corro verso l'aula e guardo implorante la professoressa.
<< Mi scusi.. ho perso l'orario.. >> Mi
guarda e mi da una pacca sulla spalla.
<< Questa volta te la faccio passare. Su, dentro.
>> E solo una volta che sono dentro l'aula, seduto su
quella sedia scomoda dell'aula di scienze, mi rendo conto che non ho
salutato Louis.
______________________________________________________________________
Holaa
hola.
Come state? Spero bene.
Io si, abbastanza.
A parte che domani i ragazzi saranno in Italia, io non potrò
vederli e la maggior parte delle ragazze che saranno al concerto ci
faranno fare una figura di merda.
Ma va be, sarà per il prossimo tour. Che sarà
fantastico, già lo so. Anche perché non possono
entrare le bambine, scusate, ma ce ne sono troppe.
Passando al capitolo, si lo so, è sempre corto. Hahaha mi
dispiace.
Comunque, grazie a chi recensisce, anche a chi non lo fa, mettendolo
comunque tra le preferite/seguite.
Ma se recensite non mi arrabbio, eh. hahaha
Bo, scappo. Aggiornerò presto, per scusarmi di questo
cortisssssssimo capitolo.
Ma non so quando..
Un giorno di questi, comunque :)
Un bacio a tutte.
Se volete, this is my twitter: @xstylinsonslove
( Dovete fare copia incolla, perchè sono cosi ignorante da
non sapere come si fa il collegamento hahaha)
Vabbe, vado.
Pace, amore & larry stylinson is real. Baci :*
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 3. ***
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<< Ciao! >> Alzo gli occhi dal pranzo e
vedo il ragazzo che quel Louis aveva maltrattato quando sono arrivato
in questa scuola.
<< Uhm, ciao? >> Senza troppi complimenti,
prende la sedia affianco a me e ci si siede sopra, poggiando il suo
vassoio sul tavolo.
Alzo un sopracciglio e lo guardo.
<< Scusa, è che.. ti ho visto solo...e siccome
anche io lo ero.. ho pensato.. si insomma.. >> Lo guardo
abbassare lo sguardo sulle sue mani.
Scoppio a ridergli in faccia, non riuscendo a trattenermi.
<< Va tutto bene, tranquillo! Liam, giusto?
>> Alza gli occhi e mi guarda sorridente.
<< Si, Liam! Tu Harry, giusto? Allora.. come ti trovi in
questa scuola? >>
Prima di rispondere riprendo la mela che stavo mangiando ,prima del suo
arrivo, e la mordo.
Siamo nel cortile, nell'ora di pranzo. E' pieno di gente,
troppa gente.
<< Per ora non è male. Ma non è
passato neanche un mese! >> Rispondo, ma mi rendo conto
che la mia testa si muove a destra e a sinistra per il cortile alla
ricerca di qualcuno.
<< Chi cerchi? >> Perfetto, se
n'è accorto pure Liam. Sto per rispondere quando lo vedo
uscire.
Cazzo, è una meraviglia.
<< Non fissarlo troppo, non gli piace quando la gente lo
fa. >> Mi giro di scatto verso Liam, che mi ha colto sul
fatto.
<< Perchè non gli piace? >> Non
mi preoccupo neanche di giustificarmi, chissene frega.
<< Non lo so, ma ti assicuro che ogni volta che becca
qualcuno fissarlo per troppo tempo, ne paga le conseguenze.
Penso non gli piaccia essere giudicato, sai.. >> Liam
prende a mangiare, sempre se cosi si può chiamare, il pollo
nel suo piatto.
<< Bè, se qualcuno lo giudica è
perché ha fatto qualcosa di male, no? >>
<< Si ma.. non so, secondo me c'è
più di quel che sembra, in lui. >> Come al
solito, abbassa gli occhi.
<< Lo stai difendendo? Ti tratta di merda, e tu lo
difendi? Sei pazzo o semplicemente masochista? >> Lui mi
guarda e io gli sorrido.
<< No, nessuno dei due. Almeno penso. So solo che
è cosi, fidati. >>
<< Ok ok, ti credo. Io vado, Liam. Ci si vede in giro.
>> Mi alzo in fretta dalla sedia, e dopo aver preso il
mio vassoio ormai vuoto, mi dirigo verso l'interno della scuola.
Purtroppo l'unica via da percorrere è quella dove
c'è lui, Louis.
Appena mi vede alza un braccio, in segno di saluto. Io gli sorrido, e
entro nella scuola.
<< ...Una molecola biatomica è una molecola
formata da due atomi. Le molecole biatomiche si distinguono in molecole
omonucleari, composte da atomi dello stesso elemento chimico, ed
eteronucleari, composte da atomi di elementi diversi. Fin qua tutto
chiaro, ragazzi? >> Guardiamo tutti il professore di
fronte a noi, e anche se son più che sicuro che la maggior
parte della classe non abbia capito niente, annuiamo tutti in simbiosi.
Che poi, cosa me ne faccio della chimica? Non mi servirà a
niente, io voglio fare tutt'altro nella vita.
<< La prossima settimana inizieremo con le
interrogazioni, si svolgeranno in ordine alfabetico. >>
Un lamento si alza dalla classe, chi si mette le mani nei capelli -
sicuramente quelli con i cognomi che iniziano per A o per B - chi
invece fa il calcolo delle lettere dell'alfabeto per sapere quando
tocca a lui.
A me sta bene, insomma, prima che si arrivi alla S c'è ne
vuole, di tempo.
Dovrò comunque studiare, che noia.
<< La lezione è quasi fin.. >>
Il trillio della campanella non fa finire il suo discorso.
Un rumore assordante di sedie che strisciano mi arriva alle orecchie,
facendomi venire i brividi. Dio, cosa siete, ippopotami sbizzarriti?
Con lentezza estanuante, prendo tutte le mie cose e mi alzo dalla
sedia.
Faccio per andare verso la porta ma la voce del professore mi ferma.
<< Styles, volevo solo dirti che questa interrogazione la
prenderò molto sul serio. Siamo a inizio anno, è
vero, ma sarà importante lo stesso.
Mi raccomando, mi sembri un ragazzo intelligente. >>
Annuisco dicendo di si e scappo dall'aula.
Ci mancava solo l'ansia da prestazione, grazie.
<< Ehi Harry! >> Due occhi azzurri mi si
parano davanti insieme ad un sorriso mozzafiato.
<< C-ciao. >> Intorno a noi c'è
gente che corre, che urla, canta, o si dispera per la prossima lezione,
e io vedo solo i suoi occhi.
Sono disarmanti. Stupendi, ma non so perchè, tristi al tempo
stesso.
<< Come va? Non ti vedo mai in giro.. >>
Rispondi Harry, non ci vuole tanto. Be-ne. Non è difficile.
Certo, non è difficile rispondere, ma farlo guardandolo
negli occhi, lo è. Per questo distolgo lo sguardo, posandolo
sul libro di chimica che è ancora tra le mie mani.
<< Tutto bene, Louis. Te? >> Bra-vo!
<< Tutto apposto.. volevo solo avvertirti di una cosa..
Vedi quei ragazzi? >> Muove la mano verso la mia destra,
al fondo del corridoio.
Seguo la traiettoria del suo dito e incontro gli occhi di tre ragazzi.
Che mi fissano. Come se fossi un pezzo di carne.
Come se loro fossero dei doberman.
<< Non guardali, cazzo. >> Mi tira per il
polso e io giro il viso verso lui.
<< Sei tu che me l'hai detto! >> Sbuffa
spazentito e rotea gli occhi.
<< Si, ma tu li stavi fissando! Dovevi fare il 'vedo-non
vedo'! >> Incrocio le braccia al petto, per quanto mi
è possibile, per via del libri.
<< Avevi solo da dirmelo! Se tu mi dici 'vedi quei
ragazzi', è ovvio che io li guardo! >> Per
tutta risposta anche lui si porta le braccia incrociate al petto e
sbuffa, di nuovo.
<< Va bene, ok, mea culpa. Ti volevo solo dire.. Tu sei
nuovo, qua, e loro.. beh, se la prendono con i nuovi arrivati.. sai
com'è. Ma stai tranquillo, basta che non li guardi, o non li
nomini.. o non gli tagli la strada.. o non gli rispondi.. o non ...
>> Gli metto una mano davanti alla faccia e lui si ferma
immediatamente.
<< Praticamente non devo venire a scuola, no?
>> Lui si mette a ridere.
Vorrei chiedergli cosa si ride, sopratutto dopo avermi messo tutta
quest'ansia addosso.
<< No, no tranquillo.. Basta solo che fai come ti dico
io. Mi stai simpatico Harry, non so perchè. >>
Non mi da neanche il tempo di rispondere, che se ne va. E vorrei
precisare: se ne va, raggiugnendo quei tre ragazzi che mi fissano.
Si scambiano qualche stretta di mano e qualche pacca sulle
spalle. E cosi, parlando, escono da scuola. Insieme.
Perchè se ne va un'ora prima? Perchè mi ha messo
in guardia da quei ragazzi, che non sono altro che.. suoi amici?
Non pensarci, Harry.
Mi trascino verso l'armadietto, prendo il libro per la prossima e
ultima lezione, e mi dirigo verso l'aula.
<< Sai, hai ragione. Mi costa ammetterlo, ma secondo me,
hai ragione. >> Mi butto di peso sulla panchina.
<< Cosa? Di che stai parlando, Harry? >>
Guardo Liam e capisco di non aver detto il motivo, per cui penso abbia
ragione.
<< Ah, giusto. Dicevo, hai ragione su.. Louis. Secondo me
,è vero, c'è qualcos'altro. Ma quello che
dobbiamo chiederci è : Cos'altro c'è?
>>
Mi porto una mano sotto il mento, mentre con l'altra mi
aggiusto i ricci che mi cadono davanti agli occhi.
<< E' hai dedotto queste cose alle.. 7:47 della mattina?
Caspita Harry. >> Mi tolgo la mano da sotto il mento e
sbuffo.
<< No, scemo. E' che è strano. Sai quei
ragazzi con cui gira sempre? Quelli che ti danno fastidio..
>> Mi guarda annuendo lentamente, facendomi cenno di
continuare.
<< Beh, mi ha messo in guardia da loro. Me ne ha parlato
come se non fossero neanche suoi amici.
Diceva cose tipo: Se la prendono con i nuovi arrivati, non devi fare
questo, non devi fare quello ecc. E poi mi ha detto che gli sto
simpatico.
Dopodichè è uscito da scuola, un'ora prima, con
loro. CON LORO, Liam! >> Mi rigiro verso lui, dato che ho
tenuto tutto il tempo lo sguardo di fronte a me, come se fossi un
pazzo, gesticolando freneticamente.
<< WOW Harry, troppo caffè? Vacci piano.
Sarà che gli stai veramente simpatico, e che gli
dispiacerebbe vederti con un occhi nero. Tutto qua. >>
Dice mentre addenta una brioche.
Vorrei sapere da dove l'ha tirata fuori, siccome fino a due minuti fa
non c'era minimamente. Ma non perdo tempo.
<< Dici? E' se fosse solo un trucchetto, e un giorno di
questi mi pestasse a sangue? Non è che io abbia paura eh..
anzi.. però, sai com'è.. >> Cazzo,
invece ho paura.
Non tanto per l'essere pestato, quello passa. Ma ho paura della
reazione di mia nonna. Già si preoccupa quando non mangio la
colazione, figurati se torno a casa pestato.
<< Nah. Non avrebbe speso parole con te, fidati. Conosco
Louis dalle elementari. >> Fa per alzarsi, ma lo blocco
trattenendolo per il polso.
<< .. Posso sapere, perchè ce l'ha con te?
>> Non voglio sembrare invadente, insomma, abbiamo
parlato poche volte.
<< Non c'è una motivazione concreta. Penso che
si diverta e basta, tutto qua. >> Cerca di sorridere, ma
risulta un sorriso falso quanto i soldi del monopoli.
<< E non hai mai provato a.. si sai, a ribellarti?
>> Decido di lasciargli andare il polso, e lo guardo
negli occhi.
<< No, non sono così stupido. Chi ci ha
provato è finito peggio di me. Dobbiamo andare Harry,
è suonata due minuti fa. >> Cazzo, non me ne
ero neanche accorto.
Faccio un cenno di saluto a Liam e lo supero velocemente.
Entro dentro la scuola, vado all'armadietto, prendo di fretta il libro
di matematica e corro in aula.
**
Secondo me è bipolare. Sicuramente.
Oppure è una ragazza travestita da ragazzo, con la sindrome
premestruale. Tutti i giorni.
Non so.. opto per il bipolare. Si, insomma, Louis ha dei tratti un
pò femminili, ma non così tanto.
Però è strano.
E' vero, penso che come ha detto Liam, ci sia più di quel
che si vede in lui. Ma è strano comunque.
Perchè essere cosi.. strano? L'ho visto maltrattare Liam,
altri ragazzi e ridere in faccia a qualche ragazza.. e con me, che
neanche conosceva, si è dimostrato fin troppo gentile.
E se fosse sul serio un piano per farmi del male? Succede sempre nei
film.
<< Ti conviene ascoltare, sai? >> Alzo la
faccia di colpo, girandomi alla mia desta.
Una ragazza si è seduta affianco a me, e ora mi guarda.
<< Eh? >> E' davvero carina. Ha i capelli
castani, che le scendono fino a metà schiena in dei dolci
boccoli. Gli occhi marroni e le labbra piccole ma gonfie.
Solo il naso, stona un pò.
<< Dicevo.. il professor Holler ogni tanto, nel bel mezzo
della lezione, si interrompe e sceglie un ragazzo. E gli fa una sfilza
di domande sui capitoli precedenti.
Lo fa sempre, per questo è meglio stare attenti. Si capisce
quando sai.. sta per scegliere. Comunque sono Eleanor, piacere!
>> Si apre in un sorriso per niente timido.
Guardo la mano che ha messo tra noi, e con un sorriso la
stringo.
<< Harry. >>
<< Sembri simpatico. >> Sorrido
sinceramente e mi passo una mano tra i capelli, intimidito. Mi mette
agitazione, come se fosse una ragazza che non si ferma davanti a niente.
E' per questo, che decido, mi piace. Si, vabbè,
non in quel senso.
<< Anche tu! >> Annuisce e torna con lo
sguardo sul professore.
<< Bene, ora dovremmo ascoltare la lezione, mi sa!
>> Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa.
<< Ma non ho voglia! >> Eleanor si mette a
ridere mettendosi una mano davanti alla bocca, e cerca di fare silenzio.
<< Sembri un bambino! Sei così carino!
>> Sicuramente, le mie guancie, sono già rosse.
<< Non è vero! >> Incrocio le
braccia al petto, come faccio sempre quando sono imbarazzato.
<< Si invece! >> Detto questo, per
aggiungere ancora più imbarazzo alla scena, mi prende una
guancia tra indice e pollice e me la tira.
<< Ahi! >>
<< Styles, Calder. Di solito interrogo una persona alla
volta, ma oggi mi sento... ispirato! >> Sbarro gli occhi,
e spalanco la bocca.
Stronzo.
La mia media in storia si è praticamente andata a far
fottere. E siamo solo al primo mese.
<< Che hai, tesoro? >> Alzo gli occhi dal
piatto e incontro quelli di mia nonna che mi osserva con fare amorevole.
Ha gli occhi cosi calorosi. Come quelli di...
<< Niente nonna, la scuola. >> Riabbasso
immediatamente il viso. Guardare quegli occhi, è come
guardare mia madre. Mi rendo conto di quanto mi manca..
So che forse, non dovrebbe mancarmi così tanto.
Dopo che mi ha rinnegato come figlio, non dovrei.. però
è così. Pagherei anche solo per sentire la sua
voce al telefono.
Anche se quella voce, mi starebbe insultando.
<< Sicuro, Harold? >> Sorrido. E' l'unica,
oltre a mamma, a chiamarmi ancora così. E se fosse un mio
amico, o un mio compagno di scuola, mi darebbe fastidio. Ma se lo fanno
loro.. no.
<< Mi chiedevo... se tu.. se tu hai sentito..
>> Non riesco. Sento la bocca iniziare a tremare. Gli
occhi chiedere pietà, perchè li sto stringendo
troppo.
Il naso cercare aria, perchè la gola mi si sta
chiudendo. E il cuore.. il cuore batte. Così forte, che
sembra fermo.
<< Harry, Harry tesoro! Calmati! >> Le
braccia, seppur piccole ma ben forti, di mia nonna mi avvolgono il
collo. Poso la mia testa sulla sua spalla e piango. Singhiozzo. Mi
libero.
<< Mi- mi ma-anca.. Tro-oppo >> Non riesco
a dire una parola che il respiro mi manca. E lei mi accarezza la testa,
per un tempo che mi sembra infinito.
Mi fa alzare dalla sedia, trascinandomi sino al divano. Mi ci fa sedere
sopra, distendere le gambe e mi fa appoggiare la testa sulle sue gambe.
Mi accarezza la guancia con una mano, mentre con l'altra mi pettina i
ricci.
<< Stai tranquillo, bambino mio. Andrà tutto
bene. >> E con le sue parole, e le sue carezze, il sonno
mi invade.
Mi ritrovo fuori da scuola con ben 45 minuti di anticipo. Mi sono
svegliato troppo presto, non riuscivo più a dormire.
Così mi sono preparato, e sono uscito.
Non guardando neanche che ora fosse. Non ne avevo voglia.
Mi fa male tutta la schiena, siccome mi sono addormentato sul divano.
Mia nonna non aveva coraggio a svegliarmi, probabilmente, dopo che sono
crollato a dormire.
E la capisco, dicono tutti che quando dormo sembro un angelo.
Bhè, anche quando sono sveglio.
Il cortile è deserto. Mi sa che neanche il bidello
è già dentro.
<< Ehi riccio! >> Oh Dio, questa voce..
<< Louis. >> Mi da una pacca sulla spalla e
si siede affianco a me sulla panchina.
Ha solo un giubbottino di jeans addosso, nonostante non faccia proprio
caldo.
<< Che ci fai qua? >> Faccio la prima
domanda che mi viene in mente.
<< Bhè, io ci studio.. tu non so, cosa vieni a
fare a scuola? >> Chiudo gli occhi e annuisco con la
testa, dandomi dello stupido.
<< Intendevo a quest'ora! >> Lui in
risposta si mette a ridere.
<< Scusa, dai! Non ti imbronciare, però.
Sorridi. >> Il suo sguardo è quasi serio, ma
non posso fare a meno di sorridere.
<< Ecco, cosi! Hai un sorriso stupendo, sai? Magari ce
l'avessi io! Sai quante ragazze stenderei? >> Il mio
sorriso si trasforma in una semplice linea.
Sento che le fossette non ci sono più. Questa frase, non so
per quale motivo, è stata come un pugno allo stomaco.
<< Già.. comunque non hai risposto.
>> Il cambio d'argomento è la cosa che mi
riesce meglio.
<< Ah si.. niente, non riuscivo a dormire!
>> La linea che avevo sulla faccia scompare e prende
posto un sorriso vero.
Sento le fossette tornare e gli occhi tornare a splendere, almeno un
pò.
<< Perchè ridi? >> Sul suo viso
si forma un'aria interrogativa e questo mi fa ridere ancora di
più.
<< No.. è solo che anche io non riuscivo a
dormire. Tutto qua! >> Mi sorride anche lui, portandomi
una mano dietro il collo e tirandomi verso di lui, mentre con l'altra
mano prende a scompigliarmi i capelli.
<< Dai Louis! >> Vorrei lamentarmi sul
serio, ma non riesco a smettere di ridere.
<< Ok, ti lascio andare. Allora.. ho visto che hai
stretto amicizia con Payne >> Ha un sorriso beffardo sul
volto, come a dire: Con che razza di gente stai?
<< Si. E' simpatico. >> La mia risposta
fredda. Anche se un pò titubante.
<< Potresti sceglierti di meglio, sai? >>
Continua a insultare Liam, anche se indirettamente.
<< Tipo chi? Quei ragazzi da cui ,tu stesso, mi hai messo
in guardia, con cui però sei culo e camicia? Oh
bhè, molto meglio, si. >> Alza la testa e mi
guarda alzando un sopracciglio e sorridendo.
<< Hai le unghie, Harry. Mi piaci. >> Ora
ditemi, come fai con un ragazzo come Louis Tomlinson di fronte, che ti
guarda con quegli occhi azzuri, quel sorriso che ti mette una gioia
immensa e che ti dice queste parole, a non arrossire?
Giro immediatamente la testa, per non farmi vedere, e mi alzo. Arriva
una ventata d'aria fredda, che fortunatamente mi colpisce in piena
faccia, facendo andare via il rossore.
<< Ehi, dove vai? >> Mi afferra per il
polso Louis, e mi giro.
<< A.. a fare colazione. >>
Perchè cazzo parlo senza pensare?
<< Oh.. vengo anch'io! >> Si alza e
tirandomi per il polso, mi porta in un bar dietro la scuola.
<< Io prendo un cappuccino e una brioche, tu Harreh?
>> Rimango imbambolato per un momento, ma
mascherò il tutto facendo finta di pensare a cosa ordinare.
<< L-lo stesso. >> Scelta più
facile.
Ordina i cappuccini e le brioche, e con un cenno della testa mi indica
di seguirlo fino a un tavolino. Mi siedo alla sedia e lo guardo.
Sta zitto per un pò, sentendo il mio sguardo su di lui.
Ma poi alza lentamente gli occhi e li punta nei miei.
<< Che c'è? >> Domanda senza
ostilità. Solo voglia di sapere cosa mi passa per la testa.
<< Vorrei sapere... perchè fai cosi con me?
Insomma.. maltratti tutti a scuola.. non ti fai scrupoli.
Però con me, che neanche conosci, non lo fai.. Solo..
perchè? >>
Domando tutto d'un fiato, senza neanche accorgermene.
Ma non me ne pento. Voglio sapere.
<< Perchè tu.. mi sembri.. bravo. Si
bhè, tutti a scuola mi guardando dal basso. Pensando che io
sia.. superiore. E questo mi fa arrabbiare.
Voglio dire, sono come tutti. Solo sono stato bocciato un paio di
volte. Sembra che tutti abbiano paura di me. E lo capisco, dopo che ho
fatto quel che ho fatto..
Invece tu no. Mi hai guardato, un pò impaurito, ma non da
me. Dalla nuova scuola, nuovi compagni.. Vorrei semplicemente che la
smettesserò di trattarmi così. >>
Tiene lo sguardo fisso sul cappuccino che è arrivato da un
paio di minuti e continua a farci girare il cucchiano dentro.
<< Sei stato bocciato? Quindi.. quanti anni hai?
>> Tra tutte le domande, la più stupida.
Come se la pensasse come me, si mette a ridere.
<< Si, sono stato bocciato. Ho 19 anni. Tu Harreh?
>> Seriamente?
<< Ne dimostri 15. >> Quasi si strozza con
il cappuccino che stava bevendo.
<< Co-cosa? 15? >> Gli rido un
pò in faccia, beandomi di quel momento in cui quello
spiazzato è lui.
<< Si, 15. Io ne ho 16, comunque. Devo farne 17.
>> Addenta la brioche e riprende a parlare.
<< Sei piccolo! >> Faccio una smorfia e
prendo a mangiare la mia brioche pure io.
<< Non sono piccolo! E comunque, sembro più
grande di te! >>
_________________________________________
Ok,
è abbastanza lungo.
No?
Penso
che d'ora in poi saranno tutti più o meno cosi, o spero.
Se
vi da fastidio, invece, basta dirmelo. E li accorcerò :)
Beh,
Louis ed Harry si stanno avvicinando, pian piano.
Io
son contenta, voi?
Vi
dico già, che sicuramente toccherà i 30 capitoli,
questa storia.
Perchè
nella mia testa c'è ancora un sacco di strada hahaha.
Bene,
ora vado. Che ne dite di lasciarmi un pensiero, qualcosa?
Mi
farebbe molto piacere, ed è un'ottimo incentivo per
continuare :)
Ringrazio
comunque, chi ha recensito fin'ora, chi segue la storia anche senza
dire niente, e chi l'ha messa tra preferite/da ricordare/seguite.
RINGRAZIO
TUTTI.
Ora
vado, un bacio, a presto. :)
This
is my twetter. Dovere fare copia e incolla, come ho già
detto. Haha.
@xstylinsonslove
Baci.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
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:::::::::::::::::::::::::::::
::::::::::::::::::::::::::::::::
<< Allora.. Perché ti sei trasferito qua?
>> Giro il viso verso la mia destra, e punto gli occhi in
quelli di Eleanor.
Siamo sdraiati in cortile, nella pausa pranzo.
Nelle ultime settimane mi son legato a molte persone, ma Eleanor
è quella con cui mi trovo meglio, fin'ora.
<< Io.. bhè.. varie cose. >>
<< Spiegami, Harry. Mi sembri sempre cosi.. pensieroso.
>> Sembra davvero interessata.
Forse mi farebbe bene sfogarmi, ogni tanto.
<< Mia mamma.. Mi ha mandato a vivere qua, da mia nonna.
>> Butto li, senza troppe spiegazioni.
<< Uhm, ok. Ma questo è l'inizio della storia,
giusto? >> Una volpe, El.
<< Direi. Ok El, le cose stanno cosi. >>
Facendomi leva sulle mani mi alzo a sedere, a gambe incrociate.
Eleanor segue i miei stessi movimenti, e punta i suoi occhi nei miei,
ansiosa di sapere.
<< Vivevo solo con mia madre. Mio padre se n'è
andato quando avevo quattro anni. Sai, siamo sempre stati molto..
legati, io e lei.
Mi raccontava tutto, io la ascoltavo sempre. Eravamo più due
amici, che mamma e figlio.
E.. El, io sono gay. >> Lo sputo fuori. Non mi preoccupo
più di tanto, non ho paura del giudizio della gente. Solo
non mi piace dirlo.
Se una persona pensa che sono etero, quasi tutti, non lo nego.
Se una persona pensa che sono gay, quasi nessuno, non lo nego.
Eleanor spalanca gli occhi, e sta zitta per un paio di minuti.
<< E'.. wow. Sai, non sembra. Io ho un amico gay, ma
è diversissimo da te. Insomma, è l'opposto.
Peccato, comunque. >> Fa una smorfia con la bocca e
incrocia le braccia.
<< Perchè? >>
Fa una faccia per dire: Non è ovvio?
Ma ovvio cosa?
<< Peccato, perchè sei carino, Styles. Davvero
tanto. Ma comunque, vai avanti con la storia? >>
Arrossisco leggermente e annuisco.
<< Si bhè.. mia madre non lo sapeva. Io
pensavo non gli facesse differenza. Insomma, son sempre suo figlio, no?
Ma.. non è andata cosi. Una sera, stavo mangiando e gliel'ho
buttato la, cosi.
Le ho detto 'Sai mamma, sono gay'. Non volevo dirglielo cosi, sul
serio, ma non son riuscito a fermarmi. Penso semplicemente che me ne
volevo liberare.
Con gli altri non mi interessa, possono pensare quel che vogliono,
davvero. Ma lei è mia madre, no? Aveva il diritto di sapere.
Solo che lei.. bhè, in poche parole, mi ha mandato qua.
>>
Alzo gli occhi e finisco di torturare quei pezzi d'erba che stavo
strappando. La guardo e lei tiene gli occhi bassi.
Ma prende a parlare.
<< E ti ha.. mandato via.. cosi? M-ma sei suo figlio.
>> Gli trema la voce.
<< El, stai bene? >> Le poso una mano sulla
spalla, e lei alza subito gli occhi. Sono lucidi.
<< No, non sto bene. Non è giusto. Cosa hai
fatto di male, per essere trattato cosi da tua madre? Non è
giusto. Per niente. >>
<< Io.. è andata cosi. >>
<< Non puoi.. che so.. provare a chiamarla? Ci hai
provato? >> Sento il cuore iniziare a battere veloce, al
solo pensiero di sentire la sua voce.
<< Io .. n-no. Non penso reagirebbe bene.
>>
<< Ma devi provarci, Harry.. >> Sembra
pregarmi.
<< Lo farò, te lo prometto.. solo.. non ora.
Ok? Andiamo, un minuto e suona. >> Ritiriamo le nostre
cose, ci alziamo, e ci dirigiamo dentro.
Ho un solo pensiero..
Dovrei farlo, dovrei chiamarla?
Mi rigiro il telefono tra le mani.
Lo sto facendo da ormai 40 minuti, seduto sul mio letto, nella mia
stanza.
E se avesse cambiato numero?
E se sentendomi iniziasse a urlare?
E se non mi rispondesse?
Vale la pena, provarci, per poi rimanere solo più deluso?
Compongo il numero e premo sulla cornetta verde, senza neanche pensarci.
Uno squillo..
Due squilli..
Tre squilli..
Al decimo squillo, quando sto ormai per attaccare, una voce arriva dal
telefono.
<< Pronto? >> Il cuore batte forte, come
noi mai.
Ho paura che da un momento all'altro mi si chiuda la gola, impedendomi
di respirare.
Ma devo farlo, devo parlare.
<< Ma- mamma.. >> Silenzio. Silenzio. Solo
il rumore dei miei pensieri. Poi lo sento, il respiro. Sento il suo
respiro farsi più veloce, sento un leggero singhiozzo.
E quando mi penso che magari gli manco pure io, inizia a parlare.
<< Perchè mi stai chiamando? >>
Fredda.
<< Volevo sentirti, mi mancavi.. >> Un
singhiozzo. Il mio.
<< Non devi, Harry. Non devi chiamarmi, non devo
mancarti, non devi pensarmi. >>
<< PERCHE'? Perchè, mamma? Sono tuo figlio, il
tuo unico figlio! >>
Ho lasciato andare il pianto, che ormai, è diventato
insopportabile.
<< Mi dispiace Harry. Ma tu.. Non sei più mio
figlio. Non ti sento tale. Sei cambiato, non ei più quello
di una volta. Cancella il mio numero. >>
<< Non è giusto, lo sai.. Io-io ti voglio
bene.. Parliamone, per fa-favore.. >>
Sento il rumore di un tasto, e la linea che si chiude.
E poi il silenzio.
Non piango neanche più.
Non sento più niente.
Solo un gran freddo.
Ma non proviene da fuori.
E' dal mio cuore.
Perchè, mamma?
**
<< Svegliati, Harry caro. >> Sento il
materasso farsi carico di un peso, alla mia destra.
Apro lentamente un occhio, poi l'altro.
<< Nonna.. >> La sua mano mi accarezza la
fronte, e vi posa un bacio.
<< Devi andare a scuola, tesoro. Hai saltato
già troppi giorni.. >>
Parla con cautela, come avesse paura che da un momento all'altro possa
alzarmi e urlare.
<< Non voglio. >> Freddo. Impassibile. So
che non dovrei prendermela con lei, ma non riesco.
<< Amore, non risolvi niente cosi. >> Mi
tiro su a sedere, sposto la sua mano dal mio viso.
<< Tanto, cosa cambia? Se vado a scuola o no, cosa
cambia? Lei mi rivorrà indietro? NO! >> Aveva
ragione allora, perchè sto urlando. Senza rendermene conto,
urlo.
<< Non cambierà niente! Lei mi
schiferà sia che prendo il diploma, sia che non lo prendo!
Mi schiferà sempre! E a te cosa frega? Lei è tua
figlia, no? Dovresti dare ragione a lei! Dovresti schifarmi pure tu!
dovresti mandarmi via, come ha fatto lei. Non dovrebbe importartene
nulla di me, nulla! Mandami via, cacciami. Fregatene di me!
>> Tiene la testa alta, e con un movimento veloce del
braccio, lascia un segno sulla mia guancia.
<< Ora tu ti alzi, la smetti di lagnarti, e vai a scuola.
Devi farlo per te, non per lei. Alzati, prendi in mano la tua vita, e
fanne qualcosa. ADESSO. >> Si alza e con fretta esce
dalla stanza.
**
Guardo l'orologio.
Le otto meno venti.
Sono in anticipo.
Mi sento uno schifo.. aver urlato cosi a mia nonna. Non se lo meritava,
non lei.
Sento il telefono vibrare nella tasca. Lo prendo, un messaggio.
- Oggi arrivo tardi, ho
una visita dal dottore. Ci vediamo in pausa pranzo, ok? Cosi mi
racconti perché in sti giorni non ti sei presentato a
scuola. Baci xx
Scrivo subito la mia risposta, e la invio.
-Ok, El. A pranzo di
dico tutto. Un bacio x
Una mano si posa sulla mia spalla, e quando mi giro per
urlare contro chiunque sia, vedo Liam.
<< Che cazzo fai? >> Gli ringhio contro.
<< Ehi, scusa. Ti stavo chiamando da almeno dieci minuti,
ma non rispondevi! >>
E' indietreggiato, e tiene lo sguardo basso. Mi sento subito in colpa.
<< Scusa tu, Liam. E' solo che sono un po.. nervoso,
diciamo. Tutto apposto? >>
Alza subito la testa e sorride.
<< Si, tutto apposto, grazie! Allora, perchè
in sti giorni non sei venuto? >>
Oh, ma dai. Non ti racconterò la mia storia, Payne.
<< Febbre. >>
<< Non dirmi cazzate. >> Sgrano gli occhi.
Ma che..?
<< Si bhè, non proprio febbre. Era
più un raffreddore. >>
<< Risparmia le bugie per qualcun'altro. >>
Ok, non è possibile.
<< Dovevo stare con mia nonna, ok? Sta male.
>>
<< Ce la fai ad essere sincero, o vuoi una mano?
>> Sbotto.
<< Ok, va bene. Mia madre mi ha mandato qua,
perchè le ho detto che sono gay. Non vuole più
parlarmi, vedermi, e pretende che mi dimentico di lei.
Ho provato a chiamarla, ma ho peggiorato solo la situazione.
E non ce la facevo a venire a scuola. OK? >> Prendo aria.
<< .. Cosa? Io.. >>
E' decisamente spiazzato.
<< Cosa, cosa? A cosa ti riferivi, quando hai capito che
dicevo cazzate? >>
<< Io.. pensavo che.. Louis ti avesse picchiato, o
minacciato.. si, qualcosa cosi.. e allora.. avessi paura.. ma io.. ma
tu.. sei gay? >>
Louis. In questi giorni, non ci avevo pensato per niente.
Chissà come sta.
<< Il mio discorso non te l'ha fatto intendere? Comunque
no, non mi ha ne minacciato ne niente. Anzi, l'ultima volta mi ha
offerto la colazione. >>
Liam ride. Semplicemente, ride.
<< Non ho fatto battute, Payne. >>
Dopo un po smette, con fatica.
<< No scusa, è che .. ti sei fidato di me.
Voglio dire, nessuno mai lo fa! Grazie, Harry. >>
<< E pensare che sei tu che dovresti tirarmi su il morale
a me. Ma fa niente, prego. >> Ci guardiamo e scoppiamo a
ridere.
Grazie, Liam.
<< Harreeeh! >> Mi giro di scatto, trovando
Louis dietro di me. Cazzo.
Giro subito il volto dalla parte di Liam, ma noto con dispiacere che se
l'è già filata.
<< Ho fatto scappare Liam, oops! >>
Anche se mi spiace per Liam, sorrido.
<< Ciao! Sai, se forse non lo terrorizassi in quella
maniera, forse non scapperebbe.. >>
Lui scuote la testa.
<< E' cosi che va Harry, c'è chi è
fortunato, come te, che mi sta simpatico e chi è.. come lui.
Mi spiace. >>
Mi fa incazzare.
<< E solo perchè non ti è
simpatico, merita questo? >> Ecco che il buon umore se
n'è andato.
<< Bhè, te l'ho spiagato l'altra volta, no? Se
solo non fossero cosi impauriti, e mostrassero un pò di
coraggio, probabilmente, non farei cosi. >>
Stronzo lo stesso.
<< Fallo almeno con lui, ti prego. E' mio amico.
>>
Lo sto pregando. Sul serio, Harry?
<< Io.. Harry, non posso. >>
<< Si che puoi. >>
<< No. >>
<< Si, Lou. >> Spalanca gli occhi e sorride.
<< Lou? >>
<< S-si.. Non ti piace? >> Inizio a
torturarmi le mani.
<< Si, mi piace. >> Sorrido a mia volta, ma
torno subito serio.
<< Ti prego. >>
Lo vedo tentennare un po.
<< Io.. ok. Ma solo per te. E solo lui, sia chiaro.
>>
Mi butto su di lui e gli stringo le braccia al collo, e lo sento
ridere.
Mi ci stacco quasi subito, e punto i miei occhi nei suoi.
<< Grazie, Lou. >> Lui sorride, un sorriso
che mi fa tornare il buon umore.
_________________________________________
Salve miei piccoli
prodi.
Come state?
Spero bene.
Allora...
Non so che dire, ma voglio dire qualcosa.
Uhm.
Harry ha chiamato Anne, che non l'ha presa bene.
SIA CHIARO, IO AMO ANNE.
E so quasi per certo, che ama il fidanzato di suo figlio.
Come ovviamente ama suo figlio, anche se è gay.
Ma comunque.. bè, l'ha chiamata, ok.
Poi Liam, il mio piccolo e tenero Liam che è contento che
Harry si sia fidati di lui.
Aw.
Non c'è molto Larry, e il capitolo è abbastanza
corto, sry.
Vorrei dire una coooosa.
Io vi ringrazio tutte/i perchè leggete la mia ff,
perchè la mettete tra preferite/seguite/ricordate..
ma un pensiero, me lo lasciate?
Vorrei davvero sapere cosa ne pensate, anche solo con un 'si, mi
piace.' o un 'no, non mi piace.'
Ve lo chiedo per favooore.
Ok, basta.
Mi dileguo.
Tra un po, è più lungo lo spazio autore che la ff.
Baci a tutti, love you.
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5. ***
__________________
__________________
___________________
Odio chimica. Sul serio.
E' una di quelle materie che ha il potere di farti addormentare.
Scapperei in questo momento.
Sento un piccolo rumore sul mio bianco, abbasso gli occhi e vi trovo un
bigliettino.
Mi giro, per vedere chi me l'ha mandato e vedo Eleanor sorridermi.
Lo apro.
- Allora.. Tomlinson,
eh? -
Arrossisco subito e mi irrigidisco.
- Cosa stai dicendo, El?
-
Glielo lancio. Apre il bigliettino, lo legge e mi guarda. Scuote la
testa e si rimette a scrivere.
- Non prendermi per
fessa, Styles. Vi ho visti stamattina, mentre parlavate. Ti brillavano
gli occhi. -
- Stamattina? Ma non
c'eri. Eri dal dottore. -
- Il mio dottore
è dietro la scuola, son passata e ti ho visto. Non cambiare
discorso. -
- Si vede tanto? -
- Bhè, diciamo non poco. Ma tranquillo, penso che
io l'ho capito perchè.. so di te. -
- Grazie, adesso non
potrò più parlargli, senza l'ansia addosso. -
- Vai tranquillo, ma
stai attento.. -
- A cosa? -
- Niente, fai solo..
attenzione. -
- ATTENTO A COSA,
ELEANOR? -
- Niente Harry, davvero.
Sai, non so se lui sia.. gay. Solo questo. -
- Ah, ok. Tranquilla. -
<< Styles, la mia lezione non ti piace? >>
Alzo gli occhi dal foglio che stavo scarabocchiando, e mi trovo il
professore davanti al banco.
<< Bhè, diciamo che non è tra le
mie preferite, ma è ok .. >> Il professore
diventa rosso, cos'ho detto di male?
<< FUORI! >>
Mi alzlo, prendo le mie cose e scappo dall'aula. Quell uomo non
è del tutto apposto.
Il corridoio è vuoto, non c'è neanche una
persona. Faccio avanti e indietro una decina di volte,
finchè non sento qualcuno chiamarmi.
<< Lou! Perchè corri? >> Louis
si ferma davanti a me, e si piega in avanti tenendosi le mani sopra i
fianchi.
<< Perchè.. non.. ho.. niente da.. fare
>> Non solo il professore non è normale, mi sa.
<< E corri, perchè non hai niente da fare?
Scusa, ma perchè non hai niente da fare? >>
Finalmente si alza, in quella posizione non era molto facile guardarlo.
<< Ti ho detto che sono stato bocciato, no? Non seguo
tutte le lezioni. Andiamo in cortile dai, c'è il sole.
>>
Mi prende per il polso e si mette di nuovo a correre.
<< Piano Lou, mi fai male! >>
<< Eddai, Harreh! Come sei lagnoso. >>
Corriamo per un paio di minuti, finchè non
arriviamo al cortile e ci andiamo a sedere sotto un albero, all'ombra.
<< Sei voluto venire in cortile perchè c'era
il sole... e ti siedi all'ombra? >>
Non è molto logico.
<< Si, se no poi ho caldo! Che ci fai tu qua, comunque?
>>
<< Mi ci hai portato tu, Louis. >>
<< No, scemo. Dico, che ci facevi in corridoio?
>> E sorride. Come al solito, sorride.
Louis è uno di quei ragazzi che lo fa sempre,
anche se tutto gli va male, sorride.
Ti da coraggio, voglia di vivere. Il mio contrario, forse..
<< Ah.. sono stato sbattuto fuori. >> Mi
scoppia a ridere in faccia. Che c'è di divertente?
<< WOW Harry! Da te non me lo aspettavo. Dai, se vieni
bocciato mi farò bocciare pure io! Cosi ti faccio compagnia!
>>
Mi mette la mano davanti al viso, e tira fuori solo il mignolo. E mi
guarda incoraggiante.
Il cuore inizia a battere forte, e per un attimo dimentico
tutto il resto.
<< Dai, stringi. Prometto che se vieni bocciato, rimango
con te e mi faccio bocciare pure io! >> Alzo la mano
tremante, e faccio scontare il mio mignolo con il suo, fino ad unirli.
Ha la mano calda.
<< Sei gelato Harry! >>
<< Sc-scusa.. >>Mi prende le mani tra le
sue, e le strofina tra le sue.
<< Sai, diventeremo ottimi amici, ci scommetto! Solo,
tira fuori un pò di carattere, a volte sembri cosi a terra..
>>
E solo quella richiesta, mi fa desiderare di essere forte. Di essere
diverso. Cosi, non posso fare a meno di prometterglielo.
Voglio cambiare, Lou. Voglio cambiare per te.
<< Lo farò. >>
**
<< Ciao nonna.. >> Entro in cucina e poso
lo zaino a terra, vicino al frigo. Lo apro e tiro fuori del succo
d'arancia.
<< Ciao Harry.. >> La guardo. Sembra
diversa, stanca.
<< Che hai? >> Mi avvicino e le poso una
mano sulla spalla, guardandola negli occhi.
<< Niente, tesoro. Mi gira solo un po la testa,
tranquillo. Com'è andata a scuola? >>
Mi allontano e mi siedo sulla sedia di fronte a lei.
<< Tutto bene. Senti.. scusa per stamattina. Davvero, non
volevo. Solo che.. ero nervoso, scusa. >>
Lei mi posa una mano sulla guancia, la stessa che ha colpito questa
mattina.
<< Non importa, succede. Perchè non esci un
po? Vai in giro, conosci il paese, non l'hai ancora fatto!
>> Uhm.
Ora che ci penso è vero. Potrei chiamare El.
<< Va bene, ora vedo. Salgo, a dopo. >> Le
stampo un bacio sulla guancia e salgo nella mia stanza.
- Che fai? xx -
- Ehi Harry, niente tu? -
- Idem. Stavo pensando,
ti va di fare un giro? -
- Uhm, certo. Posso
portare un amico? Dovevi vedermi con lui oggi.. -
- Certo El. Basta che
non fate cose davanti a me! -
- Hahaha no, tranquillo.
E' come te! Ci vediamo alle 4 davanti a scuola, ok? A dopo xx -
- Ora sono proprio
curioso. A dopo El xx -
Mi cambio i vestiti, sto un po su twitter e quando mancano 10 minuti
alle quattro, esco di casa.
Fa davvero caldo.Arrivo davanti a scuola e mi siedo sulla solita
panchina, in silenzio.
Tira un po di vento, fortunatamente.
Senza sapere come o perchè, il mio pensiero finisce a Louis.
E' cosi.. bello.
Non dico solo fuori, anche dentro.
Certo, non con tutti ma..
Devi togliertelo dalla testa, Harry.
Perchè?
Non è come te. A lui piacciono le femmine.
Lo so.
No, non lo sai. Tu ci speri, non prenderti in giro.
Non sto facendo nulla di male.
Si invece, lo stai facendo a te stesso.
Lasciami in pace.
<< Harry! >> Mi giro di scatto, trovandomi
El a pochi metri da me, con accanto un ragazzo.
Un gran bel ragazzo. E' alto, quasi quanto me. Castano, occhi marroni e
sorriso che ti tranquillizza. Un gran bel ragazzo.
<< Ehi El.. >> Si ferma davanti a me, e
sorride.
<< Lui è Josh, Josh lui è Harry!
>>
Josh mi sorride, e con il sorriso sul volto, se è possibile,
è ancora più bello.
<< Ciao! Eleanor mi ha parlato un sacco di te, sai?
Praticamente ti conosco già! >> Gli sorrido, e
guardo male Eleanor.
<< Tranquillo, gli ho parlato bene, di te!
>>
<< Si, questo te lo assicuro. Praticamente sei un angelo!
>> Rido, e passo una mano sui capelli di El.
<< Bhè, che ne dite di fare un giro? Harry non
ha ancora visto niente, qua! >> Io annuisco, e Josh
prende la parola.
<< Come se ci fosse qualcosa da vedere. Mi dispiace,
rimarrai deluso, Haz! >>
<< Haz? >> Domando a Josh. Cos'è?
<< Si, mi piace dare soprannomi. Non ti piace? Se vuoi te
ne posso trovare un altro! >> E sorride.
<< No no, mi piace! >> E ci incamminiamo,
tutti sorridenti.
<< Allora, come va a ragazzi? >> Spalanco
gli occhi e abbasso la testa. Come gli viene in mente di fare certe
domande?
<< Oh-oh, Josh! Qualcuno qua si è imbarazzato.
Dai Harry, parla! >> Quindi è uno
schieramento, il loro.
<< Non c'è niente da dire. Rimarrò
zitello e avro 80 gatti in giro per la casa. >>
<< Non ti sembra di esagerare? Di solito se ne hanno 40,
di gatti. >>
Eleanor si mette una mano sotto il mento, con fare pensante.
<< No, io amo i gatti. Ho già pensato a un
nome per tutti loro. Uno Dusty, uno macchia, uno sonny, uno tom, uno..
>>
El mi sventola la mano davanti agli occhi.
<< Harry, se devi dirli tutti e 80 finiremo stasera.
>>
<< Oh, scusate. >> Josh ci tira tutti e due
da un polso e ci porta in un parco.
<< Sediamoci qua! >> Bastava chiedere..
<< Ok. Il discorso non è finito, Harry.
>> Sbuffo.
<< E dai! Hai visto.. Louis? >> Prendo a
giocare con l'erba, strappandola.
<< Oh! E chi è questo Louis? Dai, parlatemene!
>>
<< Non è nessuno. >> Rispondo
subito.
<< Invece si. E' un ragazzo dell'ultimo anno. Sai, mi sa
che l'hai pure visto! e' quello con gli occhi azzurri, castano,
bassino.. >>
<< Ehi, non è bassino! >>
Parlo senza neanche accorgermene.
<< Un pò stronzo.. >>
<< Non è neanche stronzo! >>
<< Anche lunatico, sembra sempre una donna mestruata.
>>
<< Penso che stai sbagliando persona! >>
<< Haz, ti sei preso una bella cotta. >>
Mi giro di scatto verso Josh, che mi guarda con un sorriso sulle labbra.
<< C-cosa? No, d-davvero. >>
<< Stai balbettando! Oddio! Ma lui.. si insomma..
>>
<< E' etero, se è questo che ti chiedi.
>> Josh abbassa la testa, come dispiaciuto, e El mi
accarezza la testa.
<< Sto bene, ragazzi, tranquilli. >> Loro
mi sorridono, ma non ci credono per niente.
Entro con fretta nella scuola, sono in ritardo. Ma non faccio in tempo
ad arrivare all'armadietto per prendere le cose che la campanella suona.
Perfetto. Siccome sono già in ritardo allora,
posso prendermela con calma.
Metto la combinazione all'armadietto e lo apro, ma qualcuno alla mia
destra lo richiude.
<< Ehi, primino. >>
Mi giro con calma, fino a trovarmi tre ragazzi di fronte.
Esattamente, quei tre precisi ragazzi. Di cui Louis mi aveva detto di
fare attenzione.
<< C-ciao.. >> Non so se guardarli negli
occhi o meno. A Louis da fastidio se abbassi lo sguardo, ed
è per questo che si arrabbia, ma a loro?
<< Allora, come ti trovi qua? >> Chiede il
più alto. Che però non è il
più grosso.
Ha i capelli neri rasati ai lati, e tirati su a spazzola nel mezzo. Gli
occhi marroni.
<< Ti ha fatto una domanda. >>
Dice il ragazzo alla sua destra.
Questo è biondo, ha gli occhi verdi. E' basso, ma abbastanza
muscoloso.
<< B-bene. >> E' la mia risposta. Non
riesco a tirare fuori nient'altro. Il bello è che non ho
paura che mi facciano male.
Ma cosa penserà Louis quando mi vedrà
pestato? Proprio lui che mi aveva chiesto di tirare fuori il carattere.
Ed El? E mia nonna poi..
<< Forse perchè non ci siamo mai incontrati
prima. Sai, abbiamo visto che stai facendo amicizia con Louis. Non so
cosa ci trovi in te. Sei solo un sacco di pul- >>
<< Non mi conoscete. >>
Il terzo ragazzo prende a parlare e << Ehi, la mamma non
ti ha insegnato che interrompere chi parla, è maleducazione?
>> dice.
E' il ragazzo che sembra più attaccato a Louis. Capelli
neri, tirati su dal gel. Occhi marroni, con scaglie di caramello. Zayn,
mi pare si chiami.
<< Stai zitto. >> Non so bene cosa sto
facendo, ma di sicuro non mi starò zitto.
<< Senti moccioso, fai attenzione a quello che dici.
>>
Tiro su un sopracciglio e sorrido.
<< Se no? >>
Non faccio in tempo a dire nient'altro, che un dolore acuto allo
stomaco mi fa piegare in due.
<< Se no finisci male. >>
Faccio per rialzarmi, ma una gomitata al centro della spina dorsale mi
fa cadere steso a terra. Cazzo. Apro gli occhi in tempo per vedere
arrivare un calcio, in pieno occhio.
<< Te l'abbiamo detto di fare attenzione. Ciao, moccioso.
>>
Rimango steso la, per un minuto, dieci, non so quanti.
Solo con il dolore e i libri sparsi per terra.
Solo con il dolore.
Solo.
**
<< Tutto bene, Harry? >> Guardo El, e
riabbasso subito gli occhi.
<< Sono stanco, non vedo l'ora di andare a casa.
>> Mi guardo intorno, e con la coda dell'occhio scorgo
Louis. Riporto subito gli occhi su El, che continua a parlare da circa
venti minuti, non capendo che non la sto ascoltando.
Mi fa male lo stomaco, e la schiena.
I professori mi hanno chiesto cosa fosse successo, e io, con molta
educazione, ho detto loro di farsi i cazzi propri.
Per non parlare di Eleanor.
Per convincerla a lasciar perdere le ho dovuto promettere di
accompagnarla a fare shopping.
<< Ci sarà anche Josh?
>> Domando a El. Lei mi guarda e sorride.
<< Posso sempre invitarlo .. >> Mi fa
l'occhiolino.
Aspetta, ma ..
<< NO! Non- non hai capito niente! >>
<< Dai Haz, che male c'è? Ti piace, tutto qua.
>>
<< No, El. Mi sta simpatico, tutto qua. >>
Il punto è che è vero. Insomma, è
simpatico, ed è bello ma .. non è il mio tipo.
Per niente.
<< Ah giusto, tu sei già infatuato di qualcun
altro.. Comunque! Se ti fa piacere lo chiamo, e gli dico di venire.
>>
<< Va bene. >> Ormai non la stavo
già più ascoltando, per cui spero che il mio 'va
bene' vada bene.
<< Hai visto, avevo ragione, su Louis. >>
Sentendo il nome di Louis mi giro immediatamente verso Eleanor, ma lei
se ne sta già andando.
Che cosa voleva dire?
Lezione di matematica.
E chi ci capisce qualcosa?
Sento la tasca del pantalone vibrare, e mi muovo cercando di non farmi
vedere, prendendo il cellulare.
- Cinque e mezza,
davanti scuola. Provate a lamentarvi e vi stendo a tutti e due. xx -
- El, ti prego. -
- Ti prego un corno, tu
mi hai promesso che mi accompagnavi. Fatti trovare puntuale, riccioli
d'oro. -
- Vai a quel paese. Ci
vediamo più tardi, ciao. P.s. NON SONO BIONDO! -
<< Signor Styles? >>
Alzo la testa e la muovo verso la porta, dove c'è il bidello.
<< Si? >>
Rispondo mentre ripongo il telefono in tasca.
<< Potrebbe venire? C'è una cosa che deve
sapere. >>
<< C-certo. >>
Mi alzo, e senza prendere niente esco dall'aula.
<< Cosa.. significa? >>
La preside mi guarda, e abbassa lo sguardo.
<< Mi dispiace Harry. Si riprenderà, ne son
sicura. Per ora, hai qualche posto dove andare? >>
<< Dov'è? Lei.. dov'è?
>>
<< Doncaster Royal Infirmary >> Mi giro, e
esco dalla scuola.
Non ho preso niente, neanche il portafoglio.
Come cazzo ci arrivo?
Paese di merda.
E se arrivo tardi, e lei peggiora? No.
Non ricordo neanche l'ultima cosa che le ho detto.
Ti prego, ti prego, ti prego.. resisti.
Mi siedo sul marciapiede della scuola, e prendo la testa tra le mani.
Appoggio la fronte al ginocchio, e mi muovo avanti e indietro, come se
stessi impazzendo.
Sono solo, completamente solo.
Perchè io? Non ho mai fatto niente di male.
Sono stato un bravo bambino, un bravo figlio.
Non ho mai rubato, mai picchiato, mai fatto nulla di brutto.
Quando succedeva qualcosa di brutto, mi dicevano sempre: 'E' la ruota,
prima o poi girerà.'
Mi sa che la mia, di ruota, ha qualche ingranaggio rotto.
Oppure sono io, ad avere qualcosa di rotto. Qualcosa di inaggiustabile.
Magari è cosi, e io ho sempre pensato che no, non avessi
niente che non andasse.
Magari mia madre ha ragione.
Magari faccio schifo, schifo per davvero.
Magari non troverò mai qualcuno, che mi stia accanto.
Chissà, forse prima o poi troveranno una specie di cura. Una
medicina.
Mi vorrei prendere a schiaffi da solo.
Che cazzo sto pensando? Io non sono malato. Io non faccio schifo. Io
sono solo un ragazzo di 16 anni. Uscirò da tutta questa
merda, avrò il mio momento.
Ma adesso devo andare da lei.
Solo una domanda: Come?
Voglio essere la quando si sveglia. E dirle: Devi guardare dove metti i
piedi, incosciente!
E voglio dirle grazie.
Grazie di prendersi cura di me.
Grazie di non avermi lasciato in mezzo ad una strada.
Grazie per essere contro sua figlia, per me.
Voglio solo dirle questo.. per favore.
Preso dai miei pensieri quasi non mi accorgo che una mano mi tocca la
spalla, e un nome viene pronunciato.
<< Harry?
>>
___________________________________
Ma io so che di sto
angolo autore nessuno se ne frega mai.
Però mi
piace, è divertente.
Hello to everyone!
How are you?
TODAY IT'S A ENGLISH
DAAAYY!
Ok, la smetto.
Sempre se state leggendo.
Io spero di si.
Se stai leggendo, mi fai
un favore?
Me la lasci una
recensione?
Siete in molte ad aver
inserito in ricordate/preferite/seguite (Ed io vi ringrazio una ad una)
ma sapere un pensiero
scritto, sarebbe bello!
Anche per sapere se
c'è qualcosa che non piace.
Ok, tornando a meeeeeeee.
Penso che d'ora in poi
pubblicherò settimanalmente, it's more simple for me.
Basta con questo
inglese, stop.
Ok, now i go.
I love you all, i swear
:*
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
________________________________
_________________________________
__________________________________
<< Harry? >> Alzo lo sguardo, prima sulla
mia spalla, dove una mano vi è poggiata sopra.
E' una mano fine, sottile. Poi guardo il braccio, fine anche
quello, con un paio di tatuaggi sopra.
Salgo verso la spalla, dove si vedono dei leggeri muscoli, non grandi,
ma definiti.
Poi passo al viso.
Un viso leggero, con tratti delicati.
Un viso che potrebbe benissimo appartenere ad una ragazza.
Su questo viso ci sono un paio di labbra, fini. Ma che scommetto, sono
morbide.
Un naso dritto, non troppo grande, non troppo piccolo.
A incorniciare il naso alla fine, o all'inizio, dipende dai punti di
vista, vi sono un paio di occhi.
Non occhi comuni.
Quelli sono occhi rubati dal cielo.
Trasparenti, ma non vuoti.
Limpidi, ma non troppo da leggerci dentro.
Quelli sono occhi rari, che non si vedono ovunque.
<< Lou .. >>
La voce mi esce bassa, e son più che sicuro che se Louis non
avesse letto il labiale, non avrebbe capito.
<< Harry, che succede? >> E' preoccupato,
anche se non vuole darlo a vedere.
<< Devo andare in ospedale, Lou. Ma non so come fare.
Aiutami. >>
Lui sgrana gli occhi e << Non ti senti bene? Cos'hai?
Harry parla! >> esclama.
<< Io sto bene, Louis. E' la nonna.. lei.. lei
è caduta.. e sta male.. >> Tira un leggero
sospiro di sollievo, ma si incupisce quasi subito.
Mi prende per il gomito, spronandomi ad alzarmi.
<< Alzati, qua seduto non vai da nessuna parte.
>> Ubbedisco subito, manco fossi un cane.
<< Lei è l'unica persona che ho, Lou..
>> Gli butto le braccia dietro la schiena, e infilo la
mia testa nel suo incavo del collo.
Sento le sue braccia cingermi i fianchi, leggere. E poi andare a
cingermi completamente la schiena.
<< Starà bene, Harry. Tranquillo. Ora vediamo
di andare all'ospedale. >>
POV LOUIS
<< Se continui cosi non avrai più le unghie,
Harry. >> Continua a tenere lo sguardo basso, mentre si
tortura le dita.
E' come se non mi sentisse, cosi << Harry,
andrà tutto bene! >> dico. Sembra sentire,
perchè si gira verso di me e fa un sorriso.
Tirato, senza fossette.. ma pur sempre un sorriso.
<< Siamo arrivati, sono 17,50 sterline. >>
Cerco di alzarmi in piedi nel taxi, per prendere il portafoglio nella
tasca posteriore del jeans, lo apro e prendo venti sterline.
<< Tenga pure il resto, grazie. >> Scuoto
Harry e gli indico la portiera della macchina, e mentre il tassista mi
ringrazia, scendiamo.
Cammina incerto, vorrebbe correre, ma non lo fa.
Gli metto un braccio intorno alle spalle, per dirgli che
andrà tutto bene, ed entriamo nell'ospedale.
Ci avviamo verso il primo dottore che vediamo, e <<
Scusi, dov'è ricoverata Elizabeth Finker? >>
chiedo io. Non penso Harry riesca a parlare, adesso.
<< Uhm. Aspettate. >> Gira la testa,
probabilmente in cerca di un'infermiera. Ne trova una e le si avvicina,
chiedendole dove si trova la nonna di Harry
. Annuisce e torna verso di noi.
<< Terzo piano, stanza 205. >> Ci indica le
scale che portano al reparto. << Affrettatevi,
l'orario di visite è quasi finito. >> finisce
di dire.
<< Grazie. >> Prendo Harry dal gomito e lo
trascino verso le scale. Odio prendere gli ascensori negli ospedali.
All'inizio vanno velocissimi, e quando sei sul piano, rallentano in una
maniera assurda.
Iniziamo a salire le scale, e harry sta praticamente correndo.
All'ultimo scalino ho il fiatone, mentre lui sembra che non ha fatto
neanche un metro.
<< Ehi campione, vacci piano, non ho più una
certa età! >>
Ed Harry ridacchia. E non posso esserne più felice, di
avergli fatto fare un sorriso, un sorriso vero.
Si ferma improvvisamente, dandomi le spalle.
Penso sia successo qualcosa, quando << Grazie Lou, se non
c'eri tu non sapevo come fare.. si, i-insomma.. grazie..
>> dice.
Sorrido, e gli metto una mano tra i capelli, scuotendoli un po.
<< Ti aiuterò sempre, Harry. >>
Mi guarda negli occhi, che gli son diventati lucidi, e annuisce.
Usciamo dalle scale e ci troviamo nel corridoio del reparto. Inizio a
guardare tutti i numeri delle stanze, e quando vedo la 205 gliela
indico.
<< Ti aspetto qua. >> dico, fermandomi
davanti alla porta.
<< Entra con me, ti prego.. >> Spalanco la
porta, scuoto la testa, e gli faccio cenno di andare, mettendomi al suo
seguito.
Si ferma subito, appena entrato.
Inizia a scuotere le spalle, leggermente. Una mano, lasciata andare
contro i fianchi, inizia a tremare.
Dalla bocca iniziano ad uscire dei singhiozzi.
<< Nonna.. >> Dice, e si butta a fianco del
letto, prendendo la mano dell'anziana signora, che presumo essere la
nonna, che è sdraiata sul letto.
<< Harry caro .. >> Dice la nonna, con
fatica.
<< Cos'è successo? >> Riesce a
chiedere Harry, seppur anche lui con fatica.
<< Sono cosi sbadata, amore.. Mi sono alzata con troppa
fretta.. e.. son caduta. Scusa, se ti ho fatto spaventare, Harry..
>>
Ho una strana sensazione, non so perchè.
Come se non dicesse tutta la verità.
Cerco di scacciarla subito, e penso, che non può mentire al
nipote, no? Non ad una persona come Harry, che ti guarda con quegli
occhi.
<< Come stai adesso? >> Si informa subito
il nipote, nello stesso momento in cui entra un medico.
<< Signorino..? >> Dice il medico guardando
Harry.
<< Harry, Harry styles. Sono il nipote. Come sta?
>> Chiedere al medico è la cosa migliore,
magari toglie anche a me qualche dubbio.
<< Beh, Harry.. ha preso una bella botta. Cadendo ha
riportato una frattura alla testa del femore. E non sappiamo se
possiamo operare.
Vogliamo tenerla in osservazione, per una settimana almeno,
prima di procedere, sia per l'età, sia per vedere se con la
caduta non ha riportato altre complicazioni.
Se cosi sarà, opereremo. Per il resto sta bene, stai
tranquillo. >> Gli posa una mano sulla spalla, e lo
guarda negli occhi.
<< Il fe-femore? E' una cosa.. grave? >>
Chiede subito, spaventato.
<< Non troppo, non ti spaventare. Dopo l'operazione,
dovrà restare qua almeno un mese, per la convalescienza.
>>
Harry spalanca gli occhi, e la bocca.
<< Un mese? Così tanto? >>
Scuote la testa, mettendosi le mani a coppa sulla guance.
<< Si, per forza. Dovrà fare la fisioterapia,
mi spiace. Ora passiamo a lei, Elizabeth! >> Sorride il
medico alla nonna di Harry, e lui lo guarda.
Mi avvicino ad Harry, e gli tocco un fianco.
<< Andrà tutto bene. >> Gli
sussurro in un orecchio. Lui si gira di scatto verso di me, facendomi
arretrare di un passo per la vicinanza dei nostri visi.
Sento improvvisamente il cuore battere, più forte.
Lui sorride, poi si gira verso la nonna e siccome il tempo di visita
è finito, gli da un leggero bacio sulla fronte, e
sussurrando che andrà a trovarla il giorno dopo, si gira
verso di me.
Si avvicina, e mi sussurra all'orecchio.
<< Lou.. ho fame. Tanta fame. >> Sto fermo
un secondo, per la troppa vicinanza, e dopodichè scoppio a
ridere.
Cerco di tenere la risata bassa, siccome tutti si sono girati verso di
me.
<< Andiamo, Harreh. >> Lo prendo da un
braccio, e facendo un cenno con il capo alla gente presente in stanza,
usciamo.
POV HARRY
<< Questa pasta è deliziosa! >>
Alzo lo sguardo verso Louis, che mi sorride.
<< Con quello che mi verrà a costare, ci spero
proprio! >> E ride.
Di quella risata così bella, che per un attimo, mi dimentico
di tutto.
E lo guardo negli occhi, che sembrano blu, ma non lo sono.
No, sono celesti.
E non sono belli, no.
Sono straordinari.
Me ne meraviglio sempre di più.
<< Mi dispiace, oggi stai spendendo un sacco di soldi..
ti ridarò tutto, Lou.. >> Dico abbassando la
testa.
<< Non scherzare. Non ti preoccupare, Harry, davvero.
Prendi ancora quello che vuoi, se non lo fai mi arrabbio.
>>
Mi guarda alzando un sopracciglio, e accenno un sorriso.
<< Ehi.. che succede? >> Scuoto la testa, e
riprendo a mangiare. Quando alzo gli occhi lui mi sta ancora guardando,
aspettando una risposta.
<< Sono un peso per tutti.. Lo ero per mia madre, lo ero
per mia nonna e ora.. o-ora lo sono per t-te.. Sono cosi.. oh.
>>
Smetto di parlare, smetto di pensare. Non voglio piangere, non di
nuovo.. non adesso.
<< tu non sei un peso, Harreh. Cosa te lo fa pensare? E
non lo eri neanche per tua madre, o per tua nonna. Sei una ragazzino di
16 anni, vai bene cosi! >>
Sorrido leggermente, e << Ne ho quasi 17!
>> riesco solo a dire.
<< Oh, sei quasi grande! >> Alzo la testa
di scatto, indispettito.
<< EHI! Intanto, sono più alto di te!
>>
Lui spalanca la bocca, e mi punta un dito contro.
<< Stai dicendo .. stai dicendo che io, Louis Tomlinson,
la bellezza in persona, sono... basso?! >>
Cerco di trattenermi dal ridere, mordendomi le labbra.
Ma non ce la faccio, e scoppio.
<< Oddio.. sembri.. sembri.. >> Non ce la
faccio neanche a parlare, e lui mi guarda sempre più torvo.
<< Sembro cosa, Harry?! >> Dice guardandomi
negli occhi.
<< Una ragazza! >> Non l'avessi mai detto,
perchè un pezzo di pane mi arriva dritto in faccia.
Smetto subito di ridere, e lo guardo.
<< Come.. come hai osato? >>
<< Tu mi hai detto che sono basso! E che sembro una
ragazza! Te lo meritavi. >> E incrocia le braccia al
petto.
Prendo un pezzo di pasta, senza farmi vedere, e glielo butto diritto
sulla maglia.
<< E pure infantile! >> Scoppio a ridere,
di nuovo.
E lui riprende a lanciarmi cose.
E io rispondo, ovviamente.
Ed è inutile dire, che i camerieri, dopo averci chiesto di
pagare subito, ci cacciarono dal locale.
Stiamo camminando per tornare a scuola, a riprendere la nostra roba,
sperando che qualcuno ci apri.
« Sicuro di stare bene? »
Chiede un Louis preoccupato.
« Anche se può sembrare il contrario, caro Lou, io
sono abbastanza forte. » Louis si ferma, in mezzo alla
strada, e si mette una mano sotto il mento.
« Ah si? Sei forte? » Mi si avvicina e mi guarda in
modo malefico, si può dire.
« Quanto forte? » Detto questo mi si avventa
addosso, mettendomi il piede nella parte dietro al ginocchio, facendomi
piegare le gambe e dopodichè mi mette un braccio davanti al
collo, e tenendo l'altro braccio dietro alla schiena per reggermi, mi
butta per terra. Ma prima di finire in terra gli afferro la maglietta,
cercando di non cadere, ma facendo solo in modo che lui finisce a terra
con me.
Sopra di me.
« Beh, non sei poi tanto forte! » Si tira su a
sedere, sopra il mio bacino.
Rimango immobile per un paio di secondi e poi per mascherare
l'imbarazzo, e anche qualcos'altro, lo spingo alla mia destra,
facendolo finire affianco a me.
« Non vale! Mi hai preso alla sprovvista. »
Incrocio le braccia al petto rimanendo sdraiato in terra, lui si alza
facendo forza sulle mani e dopo essersene pulita una sui jeans, me la
allunga, aiutandomi ad alzarmi.
« Sai, suona tanto come una scusa. » E
ride, come sempre.
E io mi sciolgo, come sempre, ormai.
« Oh, siamo già a scuola. » Guardo sopra
di me il cielo, che ormai si è fatto rosastro.
Il sole sta tramontando, e sta anche scendendo un'aria più
fredda.
« Muoviamoci va, fa freddo! » Dico voltandomi verso
la scuola, ed entrando dentro.
« Ai suoi ordini, capitano! » Esclama Louis, sempre
ridendo.
**
« Grazie per tutto, Lou. »
Dico prima di mettere un piede fuori dal taxi che, con mio rammarico,
pagherà di nuovo lui.
« Aspetta, ti accompagno alla porta. » Esclama, con
la faccia seria.
« uhm.. ok. » Camminiamo in silenzio, per tutto il
giardino. Ho la testa piena di pensieri, ma vuota di parole da
pronunciare.
Chissà se anche lui, non sa cosa dire.
E invece « Son contento di averti accompagnato oggi, Harry. E
davvero, davvero.. non sei un peso. Per qualcunque cosa, io sono qua.
Cioè, non qua qua ma qua la, insomma qua sta per-
» Mi metto a ridere e gli faccio un gesto con la mano per
fargli capire di andare avanti.
« Si vabbè, comunque.. fammi sapere se hai
bisogno. Sicuro di voler dormire solo? » Apro la bocca, ma
non esce niente. Cosi annuisco solo, non capare di fare altro.
Lui annuisce e riprende a parlare.
« Beh allora vado.. stammi bene, Harry! » Pronuncio
un ciao basso, accompagnato da una buona notte che forse, lui, neanche
sente.
E vorrei corrergli dietro, urlare il suo nome e chiedergli di restare
con me.
Ma non solo stanotte.
Vorrei chiedergli di restare per sempre.
Ma so che .. so che non posso.
Siamo amici, niente più.
**
Mi giro verso l'orologio, sono le 3.15 e non riesco a dormire.
Non sono abituato a dormire in una casa da solo, merda.
Potevi accettare
l'offerta di Louis.
Non se ne parlava. Non sarei riuscito a stare fermo, sapendolo dormire
accanto a me.
O forse, non saresti
riuscito a provarci, sapendo che ti avrebbe rifiutato.
Zitta.
Mi dispiace, Harry, ma
è cosi. Devi toglierlo dalla testa. O almeno, non devi
pensarlo in quel modo.
Mi sporgo verso il comodino, senza rispondere a quel nodo di pensieri,
e prendo il telefono.
Cerco anche le cuffie, e quando le ho trovate le attacco al telefono,
mettendo play.
Magari cosi mi addormento.
Magari cosi non penso.
Magari cosi.. non lo
penso.
________________________________
Hiii.
Sono stra puntuale, siate fiere di me.
Come state? Spero tutto bene.
Io si, sono solo mooolto stanca.
Non so che dire, per cui vi dico solo:
Mi lasciate un pensiero?
Anche solo due paroooole!
Se lo fate, mi rendete felice.
Lo giuro.
Va beh, ora vado.
Come ho già detto aggiorno una volta a settimana, per cui,
ci vediamo lunedi.
Sempre qua :)
Un bacio a tutte, e grazie a chi recensisce e chi mette tra
preferite/ricordate/seguite.
Grazie a tutte/i, vi amo.
Manuela.
Ask: http://ask.fm/ManuelaaMarino
Twittah: https://twitter.com/xstylinsonslove
Tumblr: http://larrystylinsonistheanswer.tumblr.com/
Byyyyyyyyyye!
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
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Il comodino vibra.
Non mi interessa.
Il comodino vibra da dieci minuti.
Non mi interessa.
Qualcosa che era sul comodino è caduta per terra.
Non mi interessa.
Il pavimento vibra.
« Ma che cazzo.. » Metto la testa fuori
dal letto, e apro un occhio.
Se aperto si può definire, siccome la luce del mattino mi
acceca completamente.
Guardo in terra, e noto qualcosa che si muove: Il mio telefono.
Cerco di allungarmi per prenderlo, ma niente. Allora tiro
giù una gamba e usando il piede lo sposto verso la mia mano,
e lo afferro.
Premo verde senza vedere chi sia.
« Pronto! » Esclamo a chiunque sia l'altra persona.
« Harry? Sono trenta minuti che ti chiamo! Dove diavolo sei?
» La voce squillante di Eleanor mi costringe ad alzarmi dal
letto, e controllare l'orologio. Le 8.00, merda.
« Perchè non mi hai chiamato prima? El!
» Sbotto infuriato mentre mi alzo dal letto per dirigermi in
bagno. Cazzo, alla seconda ora ho il test.
« Spero che tu scherzi, Harry! Sono trenta minuti che ti
chiamo! »
« Va bene. Ci vediamo tra poco El » stacco il
telefono senza aspettare una risposta, non posso fare più
tardi di cosi.
Perchè non ho messo una sveglia?
Perchè tanto l'avresti spenta senza svegliarti.
Anche questo è vero.
Mi faccio la doccia in un minuto e ventidue secondi, mi vesto in 23
secondi e in un totale di dieci minuti sono fuori casa.
Ovviamente però devo ritornare dentro, siccome ho
dimenticato i libri.
« Finalmente! Lo sai che è un test importante,
vero? » Non sono un tipo violento. Non lo sono. Tranquillo,
Harry.
« Ti prego El, fammi almeno posare i libri! »
La supplico, inutilmente però. Perchè continua ad
assillarmi che rischio la bocciatura, se non mi sveglio mai.
« Una volta! Non mi sono svegliato solo una volta!
» Vi prego, qualcuno la faccia zittire.
« Ehi, ragazzi! » Mi giro, verso chi ha parlato.
« Che Dio ti ringrazi! Levamela di torno, ti prego.
» Imploro, tendendo le mani e prendendo quelle di Liam, che
mi guarda con un sopracciglio alzato.
« Dovrei sapere.. cosa succede? » Domanda, con
innocenza.
« Mi sta urlando dietro, solo perchè non mi sono
svegliato Lee! » Lo tiro dalle mani, e lo supplico con gli
occhi.
« Io sono solo preoccupata per il tuo futuro, ma fai pure il
bambino! »
è la replica di Eleanor.
« Solo perchè sei preoccupata non significa che mi
devi urlare dietro, tu non sei nessuno! E io non sono un bambino!
» Eleanor è visibilmente shoccata. Forse ho
esagerato.
« Sei uno stronzo! » Dopo questa frase, vedo solo
la sua mano muoversi verso il mio viso, ma non ci si abbatte sopra.
« Ehi, che succede? »
Mi giro alla mia destra, dove vedo un Louis che tiene fermo nella mano
il polso di Eleanor.
« Qualcuno mi risponde? » Ribadisce Louis, quando
ancora nessuno gli ha risposto.
«Se mi lasci il polso magari lo faccio! » L'unica a
rispondere è Eleanor, e quando Louis le lascia il polso,
riprende a parlare.
« Ho solo detto al tuo amichetto, che magari, se si degna di
arrivare puntuale a scuola non lo bocciano, e lui si è
riscaldato. » Spiega in fretta, dopodichè prende
le sue cose e se ne va.
Io guardo per terra, e sento una risata dietro di me.
« E ti stavi facendo picchiare da una ragazza? Oh Dio.
» La voce che ha parlato scoppia in una risata senza limiti,
mi giro e vedo un ragazzo vicino a Louis.
E' un ragazzo, abbastanza alto, pelle color cappuccino, capelli neri e
occhi marroni.
Lo fulmino con gli occhi, e apro la bocca solo per dire una parola.
« Fanculo »
Giro le spalle e me ne vado.
« Harry! Harry fermo, aspetta! » Sento la voce
implorante di Liam dietro di me, che mi segue da quando sono corso via.
« Devo andare a lezione Liam, ho il test. »
Rispondo freddo, atono.
« Allora ci vediamo a pranzo, ok? Solito posto. Mi raccomando
Haz. »
Mi guarda implorante, come se mi chiedesse in silenzio di non
allontanarmi da lui. Di continuare a fidarmi.
Cosi lo abbraccio, d'istinto.
Mi stacco e lo guardo negli occhi.
« A dopo Lee. »
E me ne vado, a fare il famoso test.
**
Direi che non è andato male.
Ok, neanche bene se è per questo.
Ma ormai è andata.
Poso le cose nell'armadietto, mettendoci un paio di minuti in
più.
Magari Louis deve posare qualcosa.
Cinque minuti dopo deduco che non deve posare proprio un bel niente, e
mi allontano, dirigendomi in mensa.
Appena Liam mi vede, mi fa un cenno con la mano.
« Com'è andata? » Domanda subito, senza
neanche salutarmi.
« Ciao anche a te! Si sto bene, grazie. Tu? Hai visto che bel
tempo? Potremmo fare una bella scampagnata! Ma sai.. il tempo qua
è pazzo, quindi direi che- »
« Ok, scusa! Ciao Haz, tutto bene? »
Sorrido a Liam, e mi siedo al tavolo.
« E' andato bene, penso. Ma comunque il professore ha detto
che se è andato male lo possiamo recuperare con dei corsi a
parte, niente di preoccupante. »
Dico addentando una mela, non ho molta fame.
« Oh, menomale. Sai, dovresti chiamare El.
» Non mi va. Mi sento uno schifo, per come l'ho
trattata davanti a tutti. Cerco di cambiare discorso, e senza farla a
posta, faccio arrossire Liam chiedendogli « Chi era il tipo
con Lou? ».
Quasi gli va di traverso il pasticcio di patate, mentre si guarda
intorno.
« Non c'è nessuno Lee. » gli dico per
spronarlo a parlare.
« E' solo.. è-è solo Zayn. »
dice tenendo gli occhi fissi sul piatto che ha davanti.
« E perchè io non ho mai visto questo Zayn?
» Domando incuriosito, più che altro da Liam.
« Perchè era in vacanza .. » Non vuole
alzare gli occhi.
« A dicembre? E poi sono in questa scuola da ottobre, e non
l'ho mai visto. »
E' impossibile che si sia fatto due mesi di vacanze.
« Veramente non siamo ancora a dicembre. E comunque
è stato via un mese, è andato via il giorno prima
che arrivassi tu. »
« Tutto apposto, Lee? » Gli chiedo cercando di
guardarlo in faccia.
« Certo! » Alza il viso e sorride, dandomi una
pacca sulla spalla.
Il sorriso non gli arriva agli occhi, ma non voglio insistere.
Se vuole me ne parlerà lui, qualunque cosa sia.
**
« Quindi? Cosa vuoi dirmi? »
Elanor mi guarda dalla testa ai piedi, braccia incociate, stando con
tutto il peso su una gamba, per intrecciarne una all'altra.
« Che mi dispiace, per prima intendo.. non volevo urlarti
dietro in quel modo. Scusa. » Le rispondo guardandola fisso
negli occhi.
Sembra pensarci un paio di secondi, poi sorride e mi mette una mano tra
i capelli, scombinandoli tutti.
« Mi perdoni ? » Le chiedo, anche se so
già la risposta.
« Certo, sei mio amico no? E volevo chiederti scusa anche
io.. insomma.. mi son presa troppa libertà. E poi lo
schiaffo, Dio. Se non ci fosse stato Louis a fermarmi te l'avrei
tirato. Scusa tanto, Haz. » Dice mortificata. Le si legge il
dispiacere negli occhi.
« Tranquilla, anche se non ci fosse stato Lou.. me lo sarei
meritato! » Mi slancio verso di lei e l'abbraccio, mettendo
fine a quel mini litigio.
« Allora.. Lou ti ha difeso! »Tira fuori
l'argomento mentre ci dirigiamo fuori dalla scuola, siccome le lezioni
sono finite.
« Non è stato niente. Si trovava li e basta.
» Rispondo duro.
« Ehi, che ti prende? Dai Haz. » Scuoto la testa e
le faccio un sorriso.
« Perchè non provi.. perchè non provi a
dirglielo? » Io sbarro gli occhi immediatamente, e mi giro di
scatto verso di lei.
« El, devi giurarmi che non dirai niente a nessuno! Lou non
lo deve sapere, non deve sapere niente. Ti prego. » Le prendo
le mani tra le mie, e le stringo.
Trasmettendogli la mia richiesta, ancora più forte.
« Eh.. e va bene. Ma ti si ritorcierà contro,
Harry. Ora scappo, mamma mi aspetta, andiamo a fare shopping!
» Mi da un bacio sulla guancia, e si gira.
« E quando mai! A domani, El. »
La saluto e mi giro anche io, andando alla fermata del pullman per
tornare a casa.
**
Stupida televisione.
E' mai possibile che alle cinque del pomeriggio, ci siano solo stupidi
cartoni?
Mi alzo dal divano, e vado in cucina.
Apro il frigo, riuchiudendolo subito dopo.
E' vuoto.
Allora apro le mensole, richiudendo anche quelle.
Vuote.
Mi dirigo verso lo sgabuzzino, magari la c'è qualcosa.
Lo apro, e non vedo altro che ceci in scatola.
O piselli.
Potrei andare a fare la spesa.
Ok no.
Odio fare la spesa.
Ma ho fame. Tanta. Riapro tutti i cassetti, e alla fine trovo una
bustina di tè e dei biscotti.
Mi farò andare bene quelli.
Metto a scaldare l'acqua, e metto uno strofinaccio sul tavolo, per non
sporcare.
Chissà come sta Louis.
Ma mi tiro subito un leggero schiaffò sulla testa.
Non posso pensare costantemente a lui, non va bene.
Chissà cosa starà facendo.
Cazzo.
Chissà con chi è.
Devo finirla.
Ma qualcuno deve spiegarmi come fare.
Come fai a.. Come fai a dimenticare quel sorriso?
Dio, è sconvolgente.
E quegli occhi?
E' impossibile. Sono qualcosa che ti entra dentro, ma in
profondità. E come fai a liberartene?
E poi.. la sua voce.
Così femminile, con quegli acuti che, probabilmente, non fa
neanche a posta a farli.
E la sua bocca.
Dio, quelle labbra sottili. Cosi sottili che a momenti, neanche si
vedono. Ma scommetto essere morbide. E chissà, cosa potrebbe
farci, con quella bocca.
Devo seriamente finirla.
FInisco il tè e metto la tazza nel lavello, e metto i
biscotti al loro posto.
Dopo che ho riordinato mi dirigo in camera, prendo un paio di boxer e
una tenuta per la casa e vado in bagno.
Una doccia è quello che serve.
Imposto il getto dell'acqua sulla temperatura fredda.
Magari così mi si rinfresca anche il cervello.
Ma niente, il mio pensiero finisce costantemente a lui.
A quel corpo piccolo, ma ben messo.
Quelle braccia esili, ma muscolose.
La statura bassa, ma che appartiene a una persona che ha la forza di un
gigante.
Le mani femminili, come tutti i suoi tratti.
Il minimo di pancetta che ho intravisto un giorno in cortile, quando
stiracchiandosi la schiena, ha scoperto la pancia. Facendo vedere cosi
quei pochi peli vicino all'ombelico, che con una striscia continuavano
fino alla zona pubica.
E quanto avrei dato adesso, per averlo qua, togliergli quei vestiti
inutili.. e fare l'amore.
E cosi, senza neanche accorgermene subito, muovo la mia mano verso il
basso. Verso la mia, di zona pubica.
E senza neanche dare dei comandi esatti, quella si muove.
e nella testa c'è solo il suo volto.
Il suo corpo.
Quello che potrebbe fare in un momento di passione.
Quello che vorrei facesse a me.
Perchè è la sua mano che immagino essere la mia.
Perchè è la sua bocca che, immagino, toglie il
posto a quella mano. Accogliendomi dentro.
Ed è pronunciando il suo nome, che nel giro di pochi minuti,
vengo.
**
Sono appena le sette.
Potrei chiamare la pizzeria e ordinare una pizza.
Salgo su in camera e accendo il computer. Digito su internet il nome
della pizzeria, prendo il numero e chiamo.
Dopo tre squilli il ristorante risponde, ordino la mia pizza e aspetto
sul divano.
Dieci minuti esatti dopo, il campanello suona.
Prendo il portafoglio e mi dirigo verso la porta, contento di poter
mangiare.Il campanello suona di nuovo e urlo un « Arrivo, un
attimo. »
Apro la porta, e quando posso guardare in faccia la persona dietro la
porta, il portafoglio mi cade in terra.
________________________________________________________________________________________________________
Quindi.....
QUESTO CAPITOLO FA SCHIFO.
Lo so, lo so. Chiedo davvero perdono, umilmente.
Solo che.. non so. La parte finale poi, orribile.
PERO'!
Ho aggiornato un giorno prima, u see? Comunque..
Ho voglia di parlare.
I ragazzi sono in america, AMERICA.
Sinceramente non sono incazzata/triste/salice piangente..
E' una cosa bella, per loro. E ne sono felice :)
Poi, oddio, avete sentito cos'hanno detto le messihhhane? Che ieri a
fine concerto Lou ha baciato Harry sul collo.
Roba che se vedo il video giuro che vado fino in mehhhhico ad
abbracciare la ragazza.
Poi bo raga, sto diventiando Ziammissima al massimo proprio.
Ah, avete visto il DM di Lou? HAHAHAHAHAHAHA oh mamma, stavo a
crepà.
No, non sono romana.
Mi sto ammirando le unghie, mi son cresciute un casino e son tutte
lunge, aw.
Faccio finta che vi interessa.
Volevo mettere un banner, sapete? Ma non ho abbastanza voglia, sry.
Ok dai, ora vado.
Vi lascio i miei linkkkkkkkk dove trovarmmmi.
http://flavors.me/xstylinsonslove Se andate
su questo bel sito, trovare il mio ask, tumblr, twitter.
Se
mi seguite e chiedete il back vi seguo tuuuuuuutte.
Ricordate,
se volete commentare le recensioni sono libere e sempre ben accette :D
Mi
sento tanto Zayn quando faccio sta faccina :D :D
Bene.
:D
VI
AMO INCODIZIONATAMENTE, MUAAAA :*
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8. ***
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« Che ci fai qua? »
Louis è di fronte a me.
Ma la cosa strana non è questa.
La cosa strana è il borsone che ha in mano.
Un borsone gigante.
« Ho fame, Haz. Mangiamo? » Detto questo entra in
casa, come se nulla fosse.
Posa il borsone in terra e si guarda intorno.
« Che casa carina! Dai Haz, ho famee! » Sono ancora
sull'entrata, a cercare di capirci qualcosa.
« Lou ... che ci fai qua? » Ripeto con molta calma.
Lui mi guarda tranquillo, e sfodera il suo solito sorriso.
« Ho pensato ti sentissi solo! » Risponde mentre
entra in salotto, e si butta con non molta grazia sul divano.
« E..? » Non ce la fa a dire tutto in una frase?
Dio.
« E ho pensato di farti compagnia! » Accende la
tele, e posa le gambe sul tavolino di fronte al divano.
« E il borsone l'hai portato perchè..? »
Dio, Lou.
« Beh.. tu sei solo, no? Casa mia è troppo
chiassosa, se no ti avrei detto di venire tu da me.
Ma sai, mamma, papà e il compagno, Fizzie, Lottie e le
gemelle.. »
Gira canale, e finisce su uno di quelli dove si fanno le domande, e se
rispondi giusto a tutte, vinci dei soldi.
« Lou, ti prego. Spiegati meglio. » Mi metto di
fronte a lui, che sta urlando alla ragazza in televisione la risposta
giusta. Come se potesse sentirlo e dirgli 'Oh, grazie!'.
« Senti.. voglio solo farti compagnia. Ultimamente sei
giù di morale. E lo capisco, quindi.. starò qua
finchè non dimettono tua nonna, ok? Almeno ti sveglio in
orario per la scuola! » Credo di essere in un sogno. Dove
tutto sembra vero.
« Io.. »
Cerco di dire, ma lui mi stoppa.
« Tranquillo, Harry. Non ti stupro mica! » Tu no,
ma io potrei farlo. Mi mordo la lingua prima di dire qualcosa di
inappropriato.
« Ora, ti prego, mangiamo! »
Senza dire niente vado in cucina, prendo il telefono e chiamo al
ristorante.
Devono aggiungere una pizza.
**
« Wow, è buona! » Sto per tirargli un
cazzotto in testa.
« Si può sapere perchè devi urlare? Non
sono sordo! » Esclamo dopo aver subito venti minuti di urli
vari. 'Harry fa caldo!' 'Harry ma io ho fame!' 'Harry cambia canale!'
E ora, immaginate il tutto con una voce che va sempre più
sull'acuto.
« Non fare l'antipatico, dai. » Mi da un buffetto
sulla guancia, tornando a mangiare.
« Allora.. novità? » Dobbiamo pur
parlare di qualcosa. Anche se il silenzio non è pesante. E'
quasi.. bello.
« niente di niente. Com'è andato il test, alla
fine? Hai fatto pace cona la tua amica? » Chiede interessato,
e stavolta, senza urlare.
« E' andato bene. Penso. E si, ci ho fatto pace. Ero solo
nervoso. » Mi giustifico, in fin dei conti mi sento ancora in
colpa, per aver urlato cosi ad El.
« Pensa se non ci fossi stato io, avresti ancora la faccia
rossa! » E si mette a ridere.
Ormai ce l'ho fissa nella mente, quella risata.
Cristallina, ma decisa al tempo stesso.
E guardando quella bocca, e quelle mani che accompagnano l'ultimo pezzo
di pizza, mi viene in mente quello che è accaduto nella
doccia.
Cazzo, non ora.
Mi alzo di scatto, girandomi verso la cucina trovando qualcosa da fare.
« Che fai, Harreh? »
Si alza anche lui, togliendo i cartoni di pizza dal tavolo e buttandoli
nel cestino.
« Niente, i-io.. avevo finito di mangiare. Tutto qua!
» Rispondo guardando il lavello.
« Mi sembri nervoso.. sicuro di stare bene? Non è
che hai mal di pancia? Magari la pizza ti ha fatto male! Oddio Harry
stai bene? Devo chiamare un'ambulanza, i vigili del fuoco? Oh mio Dio,
chiamo mia madre lei è un infermier- » Gli premo
una mano davanti alla bocca, e non posso fare a meno di sorridergli.
Mi guarda negli occhi, e il cuore si ferma.
Devo parlare.
Parla, Harry.
« Sto bene Lou. Che vuoi fare? Sono solo le otto e mezza.
»
Lui cerca di parlare, ma dopo un po mi accorgo che la mia mano
è ancora sulla sua bocca.
Con tristezza, molta tristezza, la tolgo.
« Voglio conoscerti meglio! »
Quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva, e prendo a tossire.
« Co-cosa vuoi dire, con conoscermi meglio? »
Lui mi guarda ansioso, e prende a battermi la mano sulla schiena, per
farmi smettere di tossire.
« Lou.. cosi mi ammazzi tu, invece della tosse! »
Lui sorride e si scusa, per poi riprendere il discorso.
« Dicevo, non conosco molto di te. Per cui, stasera voglio
conoscerti. Dovremo convivere per un po, no? »
Oh, grande. Annuisco, e lui mi trascina nella mia stanza e si siede a
gambe incrociate nel letto.
« Allora? » Esclamo dopo che passiamo i primi
cinque minuti in assoluto silenzio.
Lui ride, incrocia le mani e inizia a parlare.
« Qual è il tuo colore preferito? » Mi
chiede. Ci penso un po su, non ne ho uno in particolare.
« Uhm.. Non lo so, Lou. Penso il rosa. Si, mi piace il rosa.
» Lui mi guarda fisso per i primi secondi, per poi scoppiare
a ridere.
Lo guardo torvo e gli tiro un cuscino addosso.
« Che cosa ti ridi? Dai, Lou! » Lui continua ancora
a ridere per un minuto, poi cerca di tornare serio.
« Ti dovrei presentare una delle mie sorelle. Anche lei ama
il rosa. » Senza giri di parole lo mando calorosamente a quel
paese. Lui sorride, ovviamente.
« il tuo? » gli chiedo io.
Mi trovo inaspettatamente curioso, davvero curioso. Di sapere ogni
minima cosa, su di lui.
« Mmh, prima era il rosso. Ora.. il verde. »
risponde guardandomi negli occhi.
« Perchè il verde? » Chiedo subito dopo.
« Perchè è il colore dei tuoi occhi. E
loro mi tranquillizzano, Haz. » E sorride.
Io annuisco, felice. Come può una frase di neanche dieci
parole, a farti attanagliare lo stomaco in questa maniera?
« La tua storia d'amore più importante? »
Oh, bella domanda.
« Non.. non ne ho ancora avute.. d-di importanti..
» Non posso mica dirgli dei miei ex. Non cosi.
« Ma come? Non ci credo! » Risponde in fretta, con
la bocca spalancata.
« Proprio cosi, invece. La tua? » Cerco di portare
la domanda su di lui, in modo che si dimentichi.
« Comunque non ci credo. La mia, uhm, Hannah, direi.
»
Inclino la testa di lato, e lo guardo.
« Chi è? » Indago, ma cercando di
sembrare tranquillo, e non geloso di una ragazza che neanche conosco,
ma che ha avuto Lou.. ed essere la sua storia più improtante.
« Una ragazza! » Lo guardo male, e gli tiro uno
schiaffetto sulla testa.
« Ma dai? Intendevo chi è lei, deficiente.
»
Forse ho usato un tono troppo duro, non so. Ma lui risponde tranquillo.
« Non viene a scuola da noi.. ci sono stato insieme l'anno
scorso. L'ho conosciuta quando lavoravo in un ristorante, e lei era una
cliente. Cosi iniziai a parlarle, e lei mi piaceva sempre di
più. Cosi quando se ne andò dal ristorante mi
sentii un completo deficiente, per non averle chiesto il numero.
Dopo quasi due settimane, in cui non facevo che pensare a lei,
tornò.
E appena entrò, mi fiondai da lei e senza salutarla, le
chiesi il numero.
Lei sorrise e mi disse: 'Finalmente!' Cosi me lo diede.
Siamo stati insieme un anno, più o meno. E' la ragazza
più incredibile che abbia mai incontrato. » Oltre
a sentirmi geloso il doppio, mi sentii anche un completo deficiente
masochista.
Perchè ho dovuto chiedere chi era?
Lui mi osserva, aspettando una qualche risposta.
Cosi, « E perchè vi siete lasciati? »
chiesi. Tanto vale andare in fondo.
Lui sembrò pensarci un po su, ma poi rispose.
« Perchè.. le volevo troppo bene. Ma.. era quello
il punto. Le volevo bene, ma non l'amavo. Penso che io pensavo di
amarla, all'inizio. E forse era cosi. Insieme a lei stavo cosi bene.
Ridevamo, scherzavamo.. facevamo tutto insieme. Feci l'amore con lei,
per la prima volta. E non me ne pento tutt'ora. Perchè lei
è lei.
E le voglio ancora bene, ma appunto, come amica. »
Finì con un sospiro, e con un mezzo sorriso sul volto.
Wow.
« Io.. la senti.. la senti ancora? Si insomma.. c-come
amica.. » Chiedo con lo sguardo rivolto alle coperte.
« Ovvio. Mi chiama sempre quando c'è una qualche
novità, e io faccio lo stesso con lei. Sai.. è
stata lei a consigliarmi di venire qua, quando le ho raccontato di te.
»
Il cuore salta un battito.
« Le.. le hai parlato di me? » Domando io,
guardandolo negli occhi.
« Certo! Sei un mio amico, adesso. E sei in
difficoltà! Ad Hannah racconto tutto, per cui anche di te,
è ovvio! » Risponde sorridendo, ricambiando lo
sguardo.
« Uhm beh.. ok. Comunque mi piace, questa Hannah. »
Ed è vero, mi piace. Anche se non la conosco.
« Ah si? Neanche la conosci, Haz. » Io annuisco.
« Lo so. »
Penso che adesso come adesso, Louis sappia più cose di me
che io stesso.
Ha passato le ultime due ore a farmi domande di qualunque tipo.
'Come si chiamavano le maestre delle tue elementari?'
'Quanti animali hai avuto, e come sono morti?'
'Boxer o slip?'
E via dicendo, per due ore intere.
Parla, parla e parla.
E non gli direi mai di fermarsi, perchè la sua voce
è qualcosa di speciale.
Anche se avessi un male insopportabile alla testa, non gli direi di
smettere di parlare.
Ma quando mi giro verso l'orologio, devo dirglielo, purtroppo.
« Lou. » Lo stoppo, dal suo monologo su quando ha
recitato in grease per la scuola.
Lui mi domanda cosa c'è, e io gli faccio vedere l'orologio.
« E' tardi, andiamo a dormire? » Gli dico,
alzandomi per andare all'armadio. Lo apro prendendo le coperte e un
cuscino, e faccio per andare verso la stanza di mia nonna.
Ma Louis mi ferma.
« Dove vai? » Mi chiede, mettendosi in ginocchio
sul letto.
« A.. fare il letto nella stanza di mia nonna. Cosi tu dormi
qua, e io dormo la. »
Ma lui fa no con la testa, e socchiude gli occhi.
« C'è spazio per entrambi qua, è un
letto a due piazze! »
E adesso?
E adesso niente, vai la e dormi.
« Ma.. » Cerco di obbiettare, in qualche modo.
« Ma niente, dai. Non russi, vero? Io non lo so, se lo faccio.
Non ho dormito con molte persone, tranne che Hannah e qualche ragazza,
ma nessuno ha mai detto niente. Mia sorella dice che lo faccio, ma sai,
Lottie tende sempre a insultarmi e trovare pretesti per stuzzicarmi,
quindi non so quanto sia affidabile. Insomma, se russo mi dispiace, ok?
» Finisce con un sorriso sulle labbra.
Quelle labbra, cazzo.
« Uhm .. ok. » Riposo coperte e cuscino
nell'armadio, e mi avvicino titubante al letto.
Scosto la coperta, e mi ci sdraio sopra.
« 'Notte Haz! » Esclama Lou, alla mia destra.
« Notte Lou. » Rispondo.
_______________________________________________________________
E' un capitolo non
corto.. di più.
Mi spiace, taaaaaanto.
Però
c'è da dire che son sempre puntuale, dai.
Alloooora.
LOUIS SI è
TRASFERITO DA HARRY, CI RENDIAMO CONTO?
Io sono emozionata, voi
non so.
So che comunque,
può sembrare una storia banale e già risentita,
magari, però vi assicurò che ce la sto mettendo
tutta per riportare nero
su bianco quello che ho in testa -che nella mia testa vi assicuro,
è decisamente 20000 volte meglio-
però si sa,
non esce mai come nella propria testa!
AAAAAAAAAAAAAAAAAH,
giusto.
Ho cambiato il titolo!
Quello di prima non mi
è mai piaciuto, l'ho sempre odiato.
E be, penso abbiate
sentito tutti don't let me go, per cui..
Ci tengo a dire, che mi
sto facendo le meglio depressioni(?) con quella canzone.
Ogni volta che la sento,
è un dolore in più.
Vabbè,
comunque.
Mi lasciate un pensiero?
Grazie sempre a chi
legge, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e, ovviamente, a chi
recensisce.
Ok, scappo.
Vi amo, come Niall ama
dire cccccrazie.
un bacio, Manuela :)
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
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Qualcosa di caldo sul mio collo mi fa aprire gli occhi lentamente.
Cerco di girarmi, ma non riesco.
Sono intrappolato.
Perchè cazzo sono intrappolato?
Mi guardo il corpo, o meglio cerco di guardarlo siccome c'è
poca luce nella stanza, e vedo qualcosa sulla mia pancia.
Qualcosa di rosa.
Un braccio.
Giro di scatto la testa, e me ne pento quasi subito quando mi ritrovo a
neanche un centrimetro dal viso di Louis.
Il suo respiro caldo ora si infrange contro il mio naso.
Rigiro la testa, prima di fare qualcosa per cui mi pentirò a
vita, e sveglio Lou, siccome sono già le cinque e mezza.
Lo scrollo dal braccio che ha ancora sulla mia pancia, e nel frattempo
lo chiamo con calma.
« Hmm. » E' l'unico verso che esce dalla sua bocca.
« Lou, svegliati! » Ora inizio ad alzare la voce.
« Se non ti alzi arriviamo in ritardo, è
già tardi! »
Ma niente, anzi aumenta la presa sulla pancia.
« Lou, ti prego. Almeno lasciami andare, così
inizio a prepararmi. »
Louis piano piano apre gli occhi, e quando si accorge del suo braccio
che mi intrappola, lo toglie con calma.
« Scusa, di solito dormo con le mie sorelle, e loro vogliono
che le abbraccio. » Uhm. Mi fa piacere. « Che ore
sono? » Chiede, aprendo sempre più gli occhi.
« Le cinque e mezzo, è già tardi!
» Rispondo veloce, alzandomi dal letto.
« HARRY! Mi hai svegliato alle cinque e mezzo del mattino ?
»
Si tira su a sedere, e si appoggia allo schienale del letto.
« Certo, a che ora pretendevi che ti svegliavo, alle nove?
Dobbiamo prendere un pullman e due metro, Lou. »
Lui spalanca gli occhi, e alza una mano.
Dopodichè, fa scontrare la sua mano con la mia testa in un
leggero schiaffo.
« Ho la macchina! »
Ricambio lo schiaffo di pochi secondi prima e lo guardo male.
« Non me l'hai mai detto! » Replico.
« Tu me l'hai mai chiesto?!»
« Ma non lo immaginavo neanche. Insomma, almeno ci arrivi ai
pedali? »
Cerco di trattenere una risata mentre vedo i suoi occhi ingrandirsi e
le guance gonfiarsi.
« RIPETILO. » Socchiude gli occhi, e tiene le
braccia lungo i fianchi.
« Dai, che hai capito. »
Senza nessun preavviso mi si butta addosso e dalla sorpresa cado
all'indietro nel letto, con lui sopra.
Per la seconda volta.
Mette le mani a tenermi i polsi, di fianco alla testa.
E tiene le ginocchia strettissime sopra il mio bacino.
Mi sento girare la testa.
« Ripetilo, Harreh. »
Sussurra contro il mio orecchio, e in quel momento nella mia mente
passa di tutto, tranne il fatto di ripetergli quella frase.
E con di tutto, intendo proprio di tutto. T U T T O.
Mi metto a ridere per mascherare il tutto, e cerco di spintonarlo con
il bacino, ma finisco per peggiorare la situazione, perchè
sento qualcosa svegliarsi.
La sotto.
Allora faccio una cosa.
Urlo.
Urlo più forte che posso, cosi che lui è
obbligato a togliere le mani dai miei polsi per tapparsi le orecchie, e
ne approfitto per buttarlo giù da me.
« Harreh! » Esclama Louis, sconvolto.
« Che c'è? Dai, scommetto che ci metti una vita a
prepararti, muoviti. »
Dopo avermi guardato male, si alza e si dirige verso il suo borsone.
Prende un paio di pantaloni,una canottiera e un boxer, e si dirige
verso il bagno.
« Non pensare che me ne sia dimenticato .. »
Il mio cuore perde un battito, e inizio a sudare freddo.
« Co-cosa.. »
Lou ride.
« Ci arrivo ai pedali, stronzo! » Tira fuori la
mano e mi indica il dito medio, e dopodichè si chiude in
bagno.
Cazzo.
**
« Ripeti, non ho capito niente! » E'
l'escalamazione di Eleanor, dopo che ho cercato di spiegargli la
situazione a casa mia.
« Che palle! Ho detto che .. Louis vive a casa mia.
Cioè, non è che ci vive vive, ma ci .. vivecchia,
diciamo. Solo temporaneamente, ha detto che gli dispiace lasciarmi
solo. » Spiego per la, pressopoco, quindicesima volta.
« E tu..? » Chiede, mentre si raccoglie i capelli
in una coda di cavallo, seduta su una panchina fuori da scuola.
« Io cosa? » domando.
« Come ti senti? » Mi fermo a pensare.
Già, come mi sento?
Da una parte sono contento, l'averlo vicino a cena, a guardare un film
la sera insieme.. dormire nello stesso letto, è una bella
sensazione.
Ma se penso che il motivo per cui è a casa mia, è
perchè la nonna è in ospedale, beh.. la
contentezza mi passa quasi subito.
« Ancora non lo so, quando ci capisco qualcosa te lo dico.
» Mi alzo, prendendo lo zaino e le lascio un bacio sulla
guancia.
« Devo andare in ospedale, ora. Casomai ti scrivo
più tardi, ciao El! »
« Voglio sapere ogni cosa di quello che succede, Styles!
» La sento urlare mentre mi allontano.
Tiro su il braccio, e anche se di schiena gli faccio l'ok con la mano.
**
Scendo dal pullman, e mi dirigo verso l'ospedale, che è a
circa dieci minuti da qua.
Son passati tre giorni, da quando è successo tutto.
Vengo ogni giorno qua, sto un'oretta, mi faccio dire qualcosa da i
medici e torno a casa.
Puntualmente, trovo Louis ai fornelli - Si è fatto persino
una copia delle chiavi di casa- intento a bruciare qualcosa.
Che sia pollo, pasta, verdura o pentole.
Si, pentole.
Perchè quando ieri son tornato, lui era bellamente coricato
sul divano a guardare una partita di calcio, quando appena sono entrato
ho sentito un odore strano.
Odore di bruciato.
Ed è stato in quel momento che mi son reso conto, che Louis
genioincompreso Tomlinson, aveva lasciato la pentola, vuota, sul fuoco.
Ed è stato la, che mi sono messo a urlare cosa stesse
succedendo, che l'unica sua risposta fù 'Oops!'
'Oops un cazzo' , gli ho risposto.
Ho dovuto buttare la pentola, lavare da cima a fondo la cucina -siccome
l'odore si era impregnato nei mobili- e tenere le finestre aperte tutta
la notte, con la costante paura che entrasse qualcuno.
Ed è stato per quello che ho attaccato un cartello gigante
alla cappa della cucina con scritto 'Se sei Louis, e ti stai
avvicinando per cucinare qualcosa.. SPARISCI.'
Ha avuto pure il coraggio di lamentarsi, oltretutto.
Entro nell'ospedale, e saluto qualche medico che ho già
visto.
Mi dirigo al terzo piano, come al solito ormai.
Stanza 205.
Varco la soglia e vedo mia nonna sveglia, guardare la televisione
« Ehi, nonna. » Lei si gira subito verso di me, e
mi sorride.
« Oh, Harry caro! Senti, senti che bravo questo ragazzo!
» Giro la faccia verso il televisore, dove c'è un
ragazzo che canta.
The x-factor, si chiama il programma.
Ed Sheeran, si chiama il ragazzo.
Canta una canzone dolce, ma sicura di se.
Sicura come sembra lui.
« E' davvero bravo. Come stai? »
Mi avvicino al letto, e mi siedo sulla sedia affianco.
Le prendo la mano, e lei spegne il televisore, non lasciando al ragazzo
il tempo di finire la canzone.
« Io bene, tesoro. E tu? Come va a casa? » Io le
sorrido, e prendo parola.
« Va tutto bene, nonna. E' venuto questo mio amico, Louis..
sai, quello che mi ha accompagnato qua l'altro giorno? Bhe.. ha detto
che gli dispiaceva lasciarmi solo, cosi è venuto a stare a
casa. Non c'è problema, vero? » Le chiedo. In
fondo è sempre casa sua.
« Si, tranquillo.. anzi è meglio, cosi non stai
solo e mi preoccupo di meno. Ma dimmi... è solo un amico, o
altro? » Mi sento prendere fuoco il fico, e spalanco la bocca.
« No-nonna! E'.. un amico, tutto qua. » Rispondo,
tenendo gli occhi bassi.
Lei fa un sorrisetto di chi la sa lunga, e annuisce.
« Harry caro, mi andresti a prendere una bibita alle
macchinette? Ho la gola secca, e qua oltre all'acqua non ti danno
niente! » Annuisco alla sua domanda, e faccio dietro front
per tornare in corridoio.
Sono già andato alle macchinette, quindi conosco la strada.
Quando sono arrivato davanti, un altro ragazzo è
già intento a prendere qualcosa.
Qualcosa è riduttivo.
Ha il camice dell'ospedale, quindi penso sia un paziente.
Ha un cestino, affianco a lui.
« Stai facendo la spesa, per caso? » Dico, al
biondino davanti a me.
Lui si gira, e scopro un volto quasi angelico.
Emette una risata leggera, quasi che gli pesasse, ridere.
Mi incanto a guardargli gli occhi.
Sono azzurri, ma non come quelli di Lou.
I suoi sono più sul blu, sembra quasi ci sia un oceano
dentro, quasi fossero liquidi.
« Scusa, è che sai.. qua il cibo fa schifo! Cosi,
quando il dottore non passa, vengo sempre a fare rifornimenti, per poi
nascondere tutto nel cassetto! » Dice a voce bassa, quasi un
sussurro.
« Ooh, capisco.. ma non ti farà male, tutto sto
cibo? E' tantissimo! » Gli dico sorridendo.
Lui si apre in un sorriso ancora più grosso, e mi guarda
come chi la sa lunga.
« Oh, fidati.. non mi farà male. E non
è neanche tantissimo! Comunque piacere, Niall! »
Mi tende la mano, e io gliela stringo.
E' fredda, freddissima.
Si sente come la mano cerchi di stringere di più, per fare
risultare la stretta di mano, una buona stretta.
Ma invece risulta come la stretta di un bambino di appena 3 anni.
« Sono Harry, io .. » In quel momento si rigira,
prende il suo cestino e si rivolta.
« E' stato un piacere, Harry. Sai, è sempre bello
parlare con gente nuova! » Detto questo mi sorride, e se ne
va. Senza neanche lasciarmi il tempo di replicare.
« Oh, eccoti, finalmente. Temevo ti fossi perso! »
Esclama mia nonna, quando sono di ritorno.
Le cedo la bibita, e la guardo pensieroso.
Lei mi chiede cos'ho, e io ci penso su un attimo.
« Alle macchinette.. c'era un ragazzino. Avrà
avuto la mia età. Biondino, con gli occhi azzurri. Era..
strano. » Le dico, non so neanche perchè, ma quel
ragazzo mi è rimasto dentro. Era cosi.. delicato.
« Oh, Niall! L'ho conosciuto la sera in cui sono arrivata.
Sai, io per ora non posso camminare.. ma lui è sempre in
giro. Ogni sera controlla tutte le stanze, per vedere se c'è
qualche viso nuovo.
E quando ne vede uno, giovane o vecchio che sia, si ferma a parlare e a
conoscerlo.
Non so bene il motivo per cui sia qui, ma ogni tanto durante la
conversazione, si chiude in se stesso. E gli occhi gli si spengono. In
quei momenti di solito, il primo dottore che passa e lo vede, lo
tranquillizza e lo porta nella sua stanza. Non so dirti nient'altro,
Harry caro. » Finisce accarezzandomi la mano.
Sai, è sempre bello parlare con gente nuova!
Ecco perchè l'ha detto, è una specie di..
passatempo, il suo?
Guardo sopra il letto di mia nonna, cercando l'orologio.
Sono quasi le sette, l'orario di visita sta per finire.
« Devo andare, nonna. Torno domani, ok? Ti voglio bene.
» Le stampo un bacio sulla fronte, e mentre lei mi saluta
dicendo che mi vuole bene anche lei, esco dalla stanza.
Poco distante da me vedo il dottore.
Cosi gli vado in contro, fermandolo.
« Oh, salve Harry! »
Mi saluta, posando la penna nel taschino del camice.
« Salve dottore.. Volevo chiederle.. come sta andando mia
nonna? » Chiedo con un filo di voce, sempre con la paura che
possa succedere qualcosa.
« Oh, va tutto bene! Penso che nel giro di due o tre giorni,
opereremo. Ti faremo sapere, comunque. »
Annuisco, contento.
« Grazie mille, dottore. » Faccio per girarmi, ma
mi fermo e mi rimetto davanti a lui.
« Ti serve altro? » chiede gentile.
« Vorrei sapere.. Ho conosciuto un ragazzo, prima. Si chiama
Niall, è biondo con gli occhi azzurri. Può
dirmi.. cosa ci fa qua ? » Chiedo, sperando mi venga data una
risposta.
« Sai Harry.. noi non possiamo dire cose su altri pazienti.
Diciamo che.. Niall è qua da un po, qualche mese. Non ha
malattie, se è questo che ti stai chiedendo. Solo che il suo
è un caso molto delicato, per cui è meglio che
stia qua. Se vuoi conoscerlo, e sapere tutto.. perchè non ci
parli? E' un bravissimo ragazzo, ama conoscere gente nuova. »
Spiega il dottore. Annuisco e improvviso un leggero sorriso.
« si beh.. credo si possa fare. Ora devo andare, arrivederci
dottore! » Lo saluto e mi incammino verso l'uscita,
mettendomi sciarpa e cappotto.
Appena esco dall'ospedale un'aria gelida mi investe in pieno.
_____________________________________________________
Ciao,
ciao e ciao.
Sapete
cosa mi è successo?
L'altra
sera, ero in balcone.
Avevo
il pc appoggiato sulle gambe, e la testa appoggiata al muro.
Ho
visto volare un insetto, e poi non l'ho più visto.
Quando
ho messo la mano nei capelli, me lo son trovata in testa.
A
parte l'urlo, l'ho tolto.
Ma
lo stronzo, aveva le ali! cosi si è messo a volare e io
avevo paurissima.
Poi
si è poggiato sul pc, e mi sono spaventata cosi per
toglierlo il computer è caduto.
Si
è staccato il tasto della N, quindi ora è
un'impresa, schiacciarlo.
Per
finire, siccome era buio, mi ero dimenticata che avevo un tatuaggio sul
polso, e quando ho visto
una
macchia nera, mi son presa a schiaffi il polso pensando fosse un
insetto.
HAHAHAHA
vabbe.
Comuuuuuuuunque.
Un
capitolo corto come al solito haha non è colpa mia!
Abbiamo
conosciuto Niaaaaaaaall angelobiondo Horan.
Che
amore.
C'è
anche Ed :))
Bene,
sto capitolo è una merda, quasi vuoto.
Però
tutti i capitoli merdina servono :)
Vabbè,
vado che devo prepararmi.
Si
gente, ho ripreso ad avere una vita sociale.
YUPPI.
Son
già stanca.
Vabbe
hahahah
ringrazio
chi recensisce, e chi mette tra preferite/seguite /ricordate e devo
dire che siete TANTISSIME.
Quindi,
magari, fatevi sentire :)
Ringrazio
anche ci legge solamente, ovviamente :)
Un
bacio, vi amo tutti :*
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
______________________
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________________
____________
« Credo di doverti ringraziare. » Mi giro verso la
voce che ha parlato, e vedo Liam che cammina al mio fianco.
«Beh, prego. » rispondo, risoluto.
Liam mi guarda male, per un paio di secondi.
« Ma non sai neanche per cosa! » Soffoco una
risata, guardando Liam lagnarsi.
«Ok, Payne. Per cosa devi ringraziarmi? » Liam
diventa tutto d'un tratto rosso.
E boccheggia un po, in cerca delle parole.
« Beh.. sai.. Louis. So che gli hai parlato. E non capisco
neanche come abbia potuto dare retta a te e non a.. » Si
blocca subito, quasi avesse detto qualcosa di irriparabile.
« A chi? » chiedo curioso, guardando Liam con gli
occhi abbassati.
« Eh? No, niente. A nessuno. Grazie, ok? Davvero. »
Gli metto un braccio attorno al collo e porto la sua testa vicino alla
mia spalla per poi mettere la mano del braccio libero a pugno, e
premerla sulla testa di Liam.
E sorrido, un po fiero, un po divertito.
Dopo un po di pugni sul petto da parte sua, decido di lasciarlo andare.
« Prenditi gioco dei più deboli! Comunque, come va
la convivenza? »
mi chiede, mentre siamo arrivati ormai fuori dalla palestra.
« Tutto bene. Domani operano nonna, comunque. Quindi un
mesetto e dovrebbe tornare .. » Spiego, guardando la palestra.
« Ah, ho capito. Beh, non ti abituare troppo, allora.
»
« Io non mi ci sto abituando! » replico, seccato.
« Come ci vieni la mattina a scuola? » chiede.
« In macchina. » Rispondo con un'alzata di spalle.
« E come torni a casa? »
« Sempre in macchina. »
Mi gratto un sopracciglio, pensieroso.
« Come dormi la notte?»
« Mi metto nel letto, chiudo le palpebre e... dormo?
»
« No, devo dirmi come. »
« Beh.. quando Louis si addormenta, mi mette un braccio
intorno alla vita. Io lo guardo un po, e pochi secondi dopo prendo
sonno.. »
« Haz, ti stai abituando a lui. Capisci? Una dipendenza non
è mai bella.
Che siano sigarette, che sia caffè o che sia Louis
Tomlinson. Specialmente, Louis Tomlinson. » Finisce
guardandomi serio negli occhi.
« Io.. non mi abituerò, Liam. Stai tranquillo.
» Cerco di rassicurarlo, ma la verità è
che, un poco, mi sono già abituato alla presenza di Louis a
casa mia.
Dal risveglio alla mattina, la colazione insieme, andare a scuola e
tornare, lui che vuole cucinare ma ogni sera devo correre
più veloce di lui, per fermarlo.
Quando poi ci mettiamo sul divano, e litighiamo per cosa vedere.
E io gli dico: 'casa mia, tv mia.'
E lui si gira beffardo, e dice: 'Città mia, tv mia.'
E quando io gli chiedo cosa significa,siccome non ha minimamente senso,
lui mi frega il telecomando dalle mani e mette quello che vuole lui.
Di solito mette una partita, allora io prendo dal tavolino a fianco del
divano un cruciverba e mi metto a farlo.
Ma dopo un po mi addormento, cosi quando la partita è
finita, lui mi sveglia piano.
E mi dice di andare a letto.
E ci andiamo insieme, ci mettiamo nel letto e io aspetto solo che lui
si addormenta. Anche se sto morendo di sonno. Perchè quando
avvolge il braccio intorno a me, anche se lui pensa che sia sua
sorella, è una sensazione indescrivibile.
In quel momento lo sento mio, anche se non è giusto.
Per cui penso che Liam abbia ragione.
Una dipendenza non è mai una cosa buona.
Mai.
« Buongiorno a tutti! Ci siete tutti, giusto? Oggi giochiamo
a basket, ragazzi. » Delle ragazze emettono dei versi
contrariati, mentre i ragazzi si battono il cinque.
Io non faccio nulla di tutto ciò, guardo Liam e alzo le
spalle.
« Ah, con noi oggi ci saranno dei ragazzi del quarto anno.
»
I miei occhi vanno verso la porta, dove stanno entrando i ragazzi che
il mister ha chiamato.
I miei occhi si scontrano subito con due pezzi di cielo, e sorrido.
Louis ricambia il sorriso, mentre da una pacca sulla spalla a qualche
suo amico.
Dietro di lui ci sono i suoi amici, quelli che mi hanno picchiato.
Mi lanciano un occhiata, e io guardo altrove.
Dopo un po il mister fischia, e la partita comincia.
Sono caduto 17 volte, ho ricevuto 9 falli e mi sono preso 23 pallonate
in faccia e in varie parti del corpo.
Credo che da chi siano avvenute tutte queste cose, sia scontato.
So solo che ogni volta Louis mi guardava un po triste, si girava verso
i suoi amici e diceva 'dai, smettetela' ma, questi, non lo ascoltavano
mai.
Cosi all'uscita, riesco a camminare a malapena.
Ho lo zaino su una spalla, che mi chiede pietà.
Non ho neanche soldi per il taxi, per cui devo andare in ospedale a
piedi.
Mi viene quasi da piangere, per il dolore alle ossa.
Penso che i lividi si siano già quasi formati.
Sento il telefono in tasca vibrare, lo prendo e rispondo senza neanche
guardare.
« Haz? Dove sei? » Allontano il telefono
dall'orecchio e guardo la schermata.
Poi lo riappoggio all'orecchio.
« Louis? Sto andando all'ospedale. » Cerco di
continuare a camminare senza far uscire versi di dolore dalla bocca, ma
ne esce uno comunque.
« Harry fermati e dimmi dove sei. » Louis tira
fuori una voce autoritaria mai sentita prima, cosi gli dico l'indirizzo
di dove sono e lui mormora un basso 'stai fermo la' e riattacca.
Dopo cinque minuti la macchina nera di Lou si ferma esattamente di
fronte a me, un finestrino si abbassa e da dentro un ragazzo con gli
occhi color cielo mi fa segno di entrare.
Apro la portiera della macchina e dopo aver buttato lo zaino dietro mi
siedo sul sedile del passeggiero, in silenzio.
« Stai bene, Harry? » domanda, con il motore della
macchina ancora spento.
Io annuisco solo, continuando a guardare davanti a me.
So benissimo che appena la macchina partirà e
sorpasserà delle buche, proverò dolore.
Dieci minuti e tanti istanti di sofferenza dopo, arriviamo di fronte
all'ospedale.
« Ti passo a prendere tra un'ora, va bene? Lo zaino lo porto
io, tranquillo. » Annuisco di nuovo, e scendo dalla macchina.
I dottori mi guardano camminare male, qualcuno di loro mi ha pure
chiesto se avessi bisogno di aiuto, ma nego ogni tipo di aiuto e mi
dirigo da mia nonna.
Prima di entrare nella stanza scorgo il ragazzino biondo, Niall, con la
coda dell'occhio.
Sta saltellando in giro per l'ospedale, cosi lo chiamo a gran voce,
facendo girare tutti verso di me, e ricevendo occhiatacce dai dottori.
Sussuro delle scuse, e mi rigiro verso Niall.
« Harry! Che bello vederti! » Mi sorride, e
improvvisamente mi abbraccia.
Rimango un attimo sulle mie, poi ricambio l'abbraccio.
« Come stai? » Chiede, con un'euforia assurda.
« Io bene Niall, e tu? » ricambio la domanda,
gentilmente.
« Hm, è stata una giornata un po stancante.. ma
tutto bene, dai! Vuoi venire a fare due passi? » Ha gli occhi
da cucciolo.
Hanno sempre detto che i miei occhi ti potrebbero far fare quello che
voglio, ma scommetto che lui mi supera.
Rido e annuisco.
« Certo, ma non ho molto tempo, mi spiace.. » Ci
rimane un po male, ma sorride subito dopo.
« Verrai a trovarmi? Quando non dovrai più venire
qua.. verrai? Ci divertiremo, insieme. »
E come fai a dire di no a due occhi come quelli?
« Certo Niall, te lo prometto. » Passai una mano
tra i suoi capelli, morbidi al tatto.
« Mi racconti un po di te? » La domanda mi spiazza
un po, inclino la testa da un lato, e gli chiedo cosa vuole sapere,
precisamente.
La sua risposta è chiara, quasi che non volesse obbiezioni.
« Tutto. » Dice.
Boccheggio un po, e nel frattempo che penso a cosa dire cerchiamo delle
sedie, e vi ci sediamo sopra.
« Non c'è molto da dire, sai.. Ho sedici anni,
vengo da holmes chapel, presente? E' un po sconosciuto, non che
Doncaster sia meglio.. ma sai.. Hm, vivo con mia nonna, che
è il motivo per cui sono qua in ospedale. Ho un paio di
amici, pochi ma buoni, no? Dove abitavo prima non ne avevo molti. Sono
sempre stato.. per i fatti miei, non so perchè.. uhm.. non
so, avevo un gatto, Dusty. Ora è con mia madre. Ho una
sorella, Gemma. Va all'università, studia medicina. E'
davvero brava, dovresti conoscerla.. Io.. penso che non ci sia altro da
dire. » Concludo.
Ma lui sembra non esserne particolarmente contento, infatti «
E i tuoi genitori? » chiede.
Rimango fermo un attimo, sapendo che cosa dire.
« Loro.. sono divorziati. Non vedo mio padre da quando ero
piccolo, e non lo sento neanche. Ma non mi pesa, sai.. alla fine
è come se non ne avessi mai avuto uno, quindi, come fa a
mancarmi?
Mamma.. beh, si, lei mi manca.. ma ci sto facendo un po l'abitudine.
»
Sembra un po più contento, ma non del tutto.
So qual è la domanda che mi vuole fare, lo sento.
Infatti è la frase che pronuncia due minuti dopo.
« Ma non mi hai detto perchè sei venuto qua. A
vivere. »
Mi infilo una mano tra i ricci, prendendo a giocarci.
« Sei nervoso? Scusa, io non volevo. Se non vuoi parlarne
è ok! » Mette subito le mani in avanti, e le
sventola, per sottolineare la frase.
Mi fa sorridere, cosi inizio a raccontargli tutto.
« Tranquillo. E' una domanda lecita, nulla di grave.
Io.. avevo un bel rapporto con mia madre. Davvero bello. Le raccontavo
tutto, stavamo serate sdraiati nel letto abbracciati, sentendo un po di
musica o guardando un film. Mi diceva sempre tutto quello che gli
passava per la testa. Sopratutto dopo che Gemma se n'è
andata di casa. Sai, erano molto legate, loro. Ma non come me e mia
madre, comunque.
Un giorno le dissi una cosa..
Su di me- »
« Che sei gay? » Mi giro di scatto verso Niall,
spalancando gli occhi.
Come l'ha capito?
« Oh beh, ho una dote particolare, nell'osservare la gente.
Mia madre lo chiamava 'dono'. » Disse, come avendomi letto
nel pensiero.
Mi sorride, cosi decido di andare avanti.
« Uhm, si.. Non ti da fastidio, vero? » Lui scuote
la testa, e mi indica di andare avanti.
« Un giorno glielo dissì. Penso che lei non se lo
sarebbe mai aspettato, perchè ne uscì fuori di
testa. Il giorno dopo ero su un'aereo per venire qua. Fine della
storia. » Mi girai nuovamente verso lui, e lo guardai egli
occhi.
« Mi spiace, Harry. Ma sai, quando succede qualcosa di
brutto, in agguato c'è sempre qualcosa di bello. »
« Che frase! Posso chiederti.. perchè sei qua?
» Azzardo come domanda.
Lo vedo spalancare la bocca, e guardare di fronte a se.
« Ehi, Niall. Va tutto bene, se non vuoi dirmelo non importa.
Stai tranquillo, ok? Dai, vieni.. ti accompagno alla stanza.
Tranquillo. » Lo tiro delicatamente per un braccio, e
chiedendo ad un'infermiera quale fosse la stanza di Niall, ci dirigiamo
piano verso la 216. Appena dentro noto che non c'è nessuno,
che la stanza ha solo un letto, al contrario di molte qua presenti.
Sul comodino non ci sono fiori, ne peluches.
Solo una bottiglietta d'acqua, e una mela.
Tutti i dolci saranno nel cassetto, di sicuro.
Tenendolo lo faccio sdraiare nel letto, e dopo avrgli fatto una leggera
carezza sulla fronte, esco dalla stanza.
Dopo aver salutato, o averci provato, Niall, mi dirigo verso la stanza
di mia nonna.
Entro nella stanza, e mia nonna è di nuovo a guardare la
tele. Di nuovo quel programma, the x-factor.
« Ti sei fissata, eh? »
Nonna sobbalza, e si gira verso di me dopo aver spento la televisione.
« Harry caro! Stai bene? Hai un aspetto davvero brutto!
»
Le sorrido, cercando di mostrare anche le fossette che ama tanto,
quelle che ha anche sua figlia e che aveva suo marito.
« Si, tranquilla. Tu, piuttosto? Sei pronta per domani?
»
Inizio a sentirmi un po agitato, al pensiero che domani la opereranno.
« Io si, e tu? » Piego la testa di lato, non
capendo.
« Cosa..? » Lei mi guarda, mi accarezza la guancia
e mi prende le mani tra le sue.
« Harry, tesoro.. non ho più una certa
età. Il dottore non te l'ha detto, per non farti preoccupare
ma.. non tutto potrebbe andare bene. Sai, l'anestesia, i farmaci.. non
si sa niente di certo. » Mi si spalancano gli occhi, e la
bocca inizia a tremare leggermente. Cerco di parlare, ma lei mi blocca.
« Ti voglio bene, Harry. Lo sai, no? Se le cose non dovessero
andare come previsto.. ho firmato dei fogli, in cui ti lascio la casa e
i miei soldi.. So che non saranno abbastanza, ma mi raccomando, tieni
duro. »
riesco solo a pensare ad una cosa, e dopo qualche minuto di aprire la
bocca e richiuderla, riesco a parlare.
« la.. la mamma.. lei lo sa? » Tiro su con il naso,
e mi impongo di non sbattere le palpebre. Se lo facessi, le lacrime
inizierebbero a scendere. E lei non vuole vedermi piangere.
« Si, l'ho chiamata stamattina.. Ma le ho detto di non
venire, Harry. Mi dispiace. »
« Perché? E' giusto che stia con te, anche lei,
oggi. »
Dimmi che non l'hai fatto per me, ti prego.
Dimmelo.
« Era meglio cosi, Harry caro. Allora, come sta il tuo amico?
» Alzo subito gli occhi verso lei, e cerco di trattenere il
sorriso che mi si sta formando sulla bocca al solo pensare a lui.
E' assurdo, che durante tutto questo, se penso a lui sorrido.
Terrificante e spaventosamente bello, allo stesso tempo.
« Il mio piccolo si sta innamorando, che cosa bella!
» Inizio a tossire la saliva che ho appena mandato
giù,e la guardo male.
« Nonna! » la sgrido, anche se scoppio a ridere due
secondi dopo.
« Quindi domani non devo venire.. » Abbasso la
testa, gli occhi improvvisamente troppo bagnati.
Sento una mano tra i ricci, segno di una carezza.
« Devi stare tranquillo, Harry. Non è mia
intenzione lasciarti, comunque. Farò il possibile, te lo
prometto. » Alzo la testa, e dopo aver tirato su con il naso
mi abbasso verso lei, stringendola in un leggero abbraccio.
« Ti voglio bene.. tantissimo! Se non ci fossi stata tu, come
avrei fatto? Ti voglio bene nonna, te ne voglio tanto! »
Per tutta risposta lei mi stringe, delicatamente, a se.
« Shh, va tutto bene. » Annuisco, tenendo la testa
nell'incavo del suo collo.
_____________________________________________________________________________________________
E'
cortissimo, HAHAHAHA.
E fa anche schifo, forse
uno dei più schifosi che ho mai scritto.
Ma prendiamola sul
ridere, dai hahah.
Poi, dai, ho pure
aggiornato un giorno prima.
Oggi non so che dire.
PIOVE. FA FREDDO.
Che palle.
Vabbbbe. Comunque,
perdonate anche gli errori, gli sbagli verbali o temporali, ma ogni
volta che rileggo qualcosa salta.
Comunque, ringrazio
sempre tutti.
Eeeeeeee, siccome siete
tipo una sessantina, ad aver messo tra le seguite, qualcuno mi lascia
una recensiore? :D
Vi amo tutti.
Un bacio :*
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
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« Harreeeh, ho fame! » Louis sta facendo avanti e
indietro dalla cucina al salotto da almeno venti minuti, martellando
Harry dicendo che ha fame.
Nel frattemopo, il riccio, che si muove convulsamente nella cucina per
cercare di tenere a bada tutto e di non fare movimenti troppo azzardati
-i lividi sono tutti freschi, chi lo direbbe mai che giocare a basket
possa fare cosi male?- sta versando la pancetta nella padella, e
preparando le uova.
Apre una mensola dalla quale tira fuori un pacco di spaghetti, tira su
il coperchio della pentola e li butta dentro l'acqua.
« invece di lamentarti, potresti apparecchiare la tavola?
» Harry non è dell'umore giusto, oggi. E Louis se
n'è accorto, ma lo guarda semplicemente e si avvia verso i
cassetti, per prendere tovaglia e forchette.
« D'accordo, ma potresti essere più gentile.
» Borbotta il castano, ed Harry preferisce non rispondere,
perchè se lo facesse gli urlerebbe dietro.
Non ce l'ha con Louis, per carità.
E' semplicemente in ansia per l'operazione della nonna.
« Non avvicinarti troppo, Louis! » Harry gli mette
una mano davanti la faccia, appena vede che Louis ha provato ad
avvicinarsi ai fornelli.
« Ho 19 anni! Voglio solo assaggiare la pasta! Dai Haz!
»
« Ti ricordi cos'è successo ieri quando ti ho
permesso di assaggiare la pasta? »
Louis abbassa la testa e « è caduta per terra..
tutta..» dice a voce bassissima, quasi per non darla vinta al
riccio.
« E quindi..? » Domanda ancora Harry.
« E quindi è meglio se non mi ci avvicino
più .. » Harry gli accarezza i capelli, e gli
sorride.
« E' quasi pronto, Lou. » Louis punta gli occhi in
quelli verdi di Harry, e il riccio ci prova davvero, davvero, a tenere
alta la testa.
Ma dura poco, appena tre secondi e gira la testa prendendo come scusa
che deve scolare la pasta.
E' solo che Louis ha quegli occhi cosi.. limpidi.
Che Harry sente che se si facesse guardare troppo, ci si potrebbe
perdere dentro. Come in un labirinto.
Ed ha potuto appurare che, Louis, è intelligente.
Per questo ha paura che capisca che sta iniziando a sentire qualcosa,
allo stomaco, ogni volta che Louis lo guarda.
E' per questo che ha deciso, che quella notte, dormirà nel
letto della nonna.
Deve fare qualcosa, deve allontanarsi.
**
« Dimmi che hai. » E' l'esclamazione di Louis,
cercando di tirare fuori qualche parola dalla bocca di Harry.
Ma niente, non parla.
E' per questo che si allunga leggermente sopra il tavolo verso la parte
di Harry, e con una mano tira uno schiaffetto leggero sulla testa di
quest'ultimo.
« Ehi! Ma che fai? » Harry ha gli occhi spalancati,
cercando di capire perchè Louis gli abbia tirato uno
schiaffo.
« Dimmi che cosa hai!! » Il castano inizia a
sbattere i pugni sul tavolo, come farebbe una delle sue sorelle di
cinque anni.
Quando lo fa Phoebe funziona sempre, perchè con lui non
dovrebbe?
« Non ho niente, Lou.. sono solo un po stanco.. e un po in
ansia, per domani, sai.. »
Allora Louis capisce, e annuisce lentamente.
Cerca un modo per tirare su di morale il suo amico,e dopo un po ha un
illuminazione.
« Stasera scegli te cosa guardare in tv! » Esclama
felice, pensando che questa fosse la migliore idea al mondo.
« Cosa? » Harry si gratta leggermente la testa,
cercando di capire perchè Louis se ne fosse uscito con
quella proposta.
« Di solito scelgo sempre io, e so che le partite non ti
piacciono molto.. Perciò, stasera scegli tu! Non sei
contento? » E anche se Harry pensa che sia una sciocchezza, e
non capisce perchè dovrebbe esserne contento, ma a vedere
quel sorriso sulle labbra di Louis non può fare a meno che
annuire e tirare fuori un sorriso, con tanto di fossette.
Quel che Harry non sa, è che Louis non lascia mai, mai,
scegliere a qualcuno il programma da vedere.
**
« Sul serio? »
« Certo. »
« Ma ti prego! »
« Perchè? »
« Non puoi scegliere questo film! »
« Mi hai dato tu il permesso! »
« Si ma.. pensavo che .. si insomma... QUESTO? »
Harry è in piedi, davanti al divano con un dvd in mano.
E Louis è seduto, sul divano, con le gambe stese lungo il
tavolino e le braccia incrociate sul petto.
Il dvd che Harry tiene in mano è uno di quel film d'amore
che, Louis, ha sempre odiato.
« E' bello, ed è il mio film preferito! »
« Non preferiresti.. che so .. un cartone? » Cerca
di fargli cambiare idea il castano, ma non sa che se Harry si mette in
testa una cosa, quella cosa sarà.
« No, mi spiace. Ora shh. »
Harry si abbassa davanti al televisore, tira fuori il cd dalla scatola
di plastica e lo infila dentro il lettore dvd.
Preme qualche tasto sul telecomando e inizia a partire una scena del
film.
Si va a sedere sul divano, ma al contrario di Louis si mette in una
posizione più consona, senza gambe sui tavolini.
« Harreh! »
Harry prende una manciata di pop corn dal contenitore, e si stende sul
divano per arrivare fino a Louis che lo guarda con un sopraciglio
alzato cercando di capire cosa vuole fare, quando il riccio alza la
mano con i pop corn e centra la bocca di Louis, mettendoglieli tutti
dentro, mentre sullo schermo compaiono i titoli di testa, con il nome
del film: 'Love actually'.
**
Harry, con il sorriso stampato sulla faccia, si gira verso Louis per
dirgli 'Hai visto? E' stupendo!' ma non può, dato che il
castano al suo fianco si è addormentato.
E' a guardarlo cosi, mentre i colori dei titoli di coda dalla
televisione si riflettono su di lui, che ha gli occhi chiusi e la bocca
semiaperta per far entrare l'aria, il cuore perde un battito.
E si chiede se è vero.
Perchè come può un semplice ragazzo essere cosi
perfetto?
Allora Harry si alza, e si dirige a fianco del divano. Si abbassa sulle
ginocchia, non pensando al dolore che gli fanno le ossa, e lo osserva.
E' a solo mezzo metro dal suo volto, e allunga piano una mano.
Un dito.
Due dita.
Tre dita.
Gli accarezza piano la guancia, prima con le dita e poi direttamente
con il palmo della mano.
E la sua pelle è cosi liscia, per Dio.
E' cosi liscia che Harry, giura, non smetterebbe mai di accarezzarlo.
Ed Harry vorrebbe solo che Louis fosse sveglio, che lo stesse guardando
negli occhi e che piano piano si avvicinasse al volto del riccio per
posare le sue labbra sulle sue in un dolce bacio.
Ed Harry immagina tutto.
Le immagini si sovrappongono nel suo cervello come se fosse un film.
Quando il suo pollice arriva al labbro inferiore del liscio, e lo
accarezza piano, Harry capisce che è al limite. Deve
togliere la mano, subito.
E cosi fa, con il cuore dolorante.
Si avvicina al televisore per spegnerlo, poi torna da Louis e facendo
attenzione a non svegliarlo mette un braccio sotto le sue ginocchia, e
uno sotto le spalle per poi tirarlo su, seppur con fatica.
Per via dello spostamento Louis gira la faccia verso il petto di Harry,
e allaccia un braccio al suo collo mentre mette l'altra mano sulla
maglietta di Harry, chiudendola a pugno e tirando la stoffia.
La maglia si è un po abbassata, siccome è
sgualcita e adesso il viso di Louis è perfettamente sulla
pelle di Harry.
E sembra un cucciolo di cane quando preme il naso sul suo petto e lo
passa su e giu, come per annusarlo.
E sembra un bambino felice quando dopo aver annusato Harry, e
probabilmente riconosciuto il suo odore, sorride beato.
Quando è quasi convinto di stare per impazzire, per via
della bellezza del castano, Harry si dirige verso le scale per salire
in camera.
E con un po di fatica ci arriva.
Entra dentro e facendo davvero molta attenzione posa Louis sul letto, e
con delicatezza scosta da sotto di lui le coperte, per poi mettergliele
addosso e coprirlo fino al mento.
E dopo avergli lasciato un piccolo bacio sulla guancia, che lui chiama
innocentemente 'bacio della buonanotte', si dirige verso l'altra
stanza, ma non prima di avergli lanciato un ultima occhiata.
**
Anche se è piena notte, la casa è illuminata.
Sembra che tutte le luci siano accese, ma non sono luci.
Sono lampi.
Lampi e fulmini causati da un temporale, uno dei più forti
di quell'interno anno.
In una camera al secondo piano si sente un respiro regolare,
proveniente da un castano che dorme beato, come se avesse dei tappi
nelle orecchie.
In un'altra stanza, invece, si sente un leggero ticchettio, come se dei
denti stessero sbattendo tra loro.
Dopo un po, si iniziano a sentire anche dei leggeri singhiozzi.
E il riccio si sta maledicendo, perchè se fosse rimasto a
dormire con Louis magari adesso non avrebbe tutta questa paura.
E vorrebbe anche chiamarlo, ma proprio non riesce a muoversi dal letto.
Non sa cosa lo spaventa tanto di un temporale, forse il suono
proveniente da quei tuoni, cosi spaventoso.
Oppure la luce che emette un lampo che, bianca, illumina tutta la
stanza che fino a un secondo prima era nera.
Ed Harry si ripete 'hai 17 anni quasi, non puoi piangere per un
semplice temporale!' ma subito dopo, un tuono torna a dargli il
tormento.
Continua a tremare finchè non nota la porta aprirsi
lentamente, ed è qui che i suoi piccoli singhiozzi diventano
un pianto vero e proprio.
Guarda la porta mettendosi sempre più sotto le coperte,
spaventato.
Ma quando vede due piccoli occhi blu, tira un sospiro di sollievo.
« Harry, sei tu? » Domanda il castano, entrando
sempre di più nella stanza.
Quando si è svegliato nel letto, si è girato per
abbracciare il più piccolo trovando solo uno spazio vuoto.
Allora si è alzato, chiedendosi dove fosse e se fosse ancora
sveglio.
E' stato allora che ha sentito dei singhiozzi provenire dalla camera
della nonna di Harry.
Ed appena Harry tira fuori la testa da sotto le coperte, Louis incontra
due grandi occhi verdi.
Sono tutti gonfi e lucidi, e guardandoli a Louis prende un colpo al
cuore.
Va a passo spedito verso il letto, scostando le coperte e sedendosi
dietro il riccio.
Si sdraia, allargando le gambe e facendo sdraiare harry nel mezzo, per
fargli posare la testa sul suo petto.
Harry passa un braccio dietro la schiena di Louis e con l'altra mano va
ad allacciare il braccio, per tenere Louis in una presa ferrea.
Il castano inizia ad accarezzargli dolcemente i capelli, e dopo qualche
minuto in silenzio prende parola.
« Mi dici perchè piangevi? E sopratutto..
perchè mi son trovato solo nel letto? »domanda il
più grande, cercando di far tirare su la testa al riccio per
guardarlo negli occhi, senza però riuscirci.
« I-io.. i lampi.. »
« Harry, hai paura dei temporali? » Chiede con
calma, quasi avesse paura che Harry possa scappare, se parlasse un po
più veloce.
« S-si.. io.. scusa.. » E Louis si chiede se Harry
sia ubriaco o cosa, perchè non vede alcun motivo per cui
debba scusarsi.
« Scusa per cosa, esattamente? » Sta continuando ad
accarezzargli i capelli, e nel frattempo con l'altra mano è
arrivato alla schiena del più piccolo, prendendo ad
accarezzargliela lentamente.
E Louis non immagina neanche lontanamente i brividi che provoca al
più piccolo.
« Ti ho svegliato.. » Risponde Harry alla domanda
posta in precedenza da Louis.
« Mi sono svegliato da solo, non è stato per te,
tranquillo. Solo che poi non ti ho visto, e ti son venuto a cercare
pensando fossi ancora sveglio. Perchè sei venuto qua, harry?
» Chiede di nuovo, non dimenticandosi.
Ed Harry vorrebbe dirgli la verità.
Vorrebbe dirgli che ad averlo cosi vicino, come in quel momento, gli
procura solo dolore.
Però lo fa anche stare bene.
Ormai ha capito che la sola vicinanza di Louis, sebbene conosca da
più o meno due mesi, lo fa stare bene.
Vorrebbe dirgli che anche se stanno insieme senza dirsi niente, ad
Harry non da fastidio.
Vorrebbe dirgli che lo abbraccerebbe sempre, tutto il giorno e tutta la
notte.
Vorrebbe dirgli che lo bacerebbe, sopratutto quando parla tanto.
E c'è da dire che se cosi fosse, Harry lo bacerebbe in
continuazione. Perchè, si sa, Louis parla senza sosta.
E vorrebbe anche dirgli che lui sarebbe capace di farlo felice.
Perchè si sa, Harry è la persona più
buona sulla terra. Non farebbe del male a nessuno, neanche ad una mosca.
Ed harry, sopratutto, vuole
che Louis sia felice.
Forse è per questo che risponde semplicemente «
Volevo farti dormire comodo, mi sembravi tanto stanco. » .
E Louis sente che c'è qualcos'altro sotto perchè,
lo sanno tutti, Harry non è un bravo attore.
Ma dice a se stesso che se Harry non dice la verità un
motivo ci sarà, per cui decide di lasciar perdere.
Allora semplicemente toglie una mano dai suoi capelli e la fa finire
dietro la schiena, raggiungendo l'altra.
E dando un piccolo bacio sui capelli riccioli dell'altro «
Ora dormi, ci sono io con te, non aver paura. » sussurra.
E, strano pensa Harry, ma è da quando Louis è
entrato in camera che non ha più sentito neanche un tuono, o
visto un lampo.
Allora guarda fuori dalla finestra, e si accorge che il temporale
è ancora in corso.
E si accorge anche che con Louis affianco, non lo sente minimamente, e
che la paura se n'è andata completamente.
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Sciao beli, sciao.
Il mare mi sta
rovinando e, a setire quei vucumprà, sto parlando cosi.
Pensate che, l'altro
giorno, uno di loro mi ha invitata a pranzo fuori
e io gli continuavo a
dire no e questo mica se ne andava.
Puah.
Coooomunque.
Questo capitolo
è concentrato interamente su loro due, senza nessuno in
mezzo.
Secondo me è
carino :3
Poi bu, non lo so.
Aaaaaaaaaaaaah, ho cambiato il point of wiev. Yep. Cosi mi piace di
più :3
Son molto stanca.
Mi ero persino
dimenticata che oggi fosse domenica, e stavo dimenticando di aggiornare.
Ma poi... Tadaaaan.
Ed io so
pure che ci saranno tipo 1234569 errori, ma ho ricontrollato 12345678
volte.
Come
seeeempre, ringrazio chi recensisce e, ultimamente, siete aumentate e
questo mi fa davvero davvero davvero davvero piacere.
Su
serio, vi amo.
Ringrazio
anche ci mette in preferite/ricordate/seguite, e siete davvero tanti.
Ringrazio
anche chi legge solamente, ma mi farebbe piacere sapere un vostro
pensiero :D
Bene,
qui è Manuela, che vi lascia per andarsi a preparare.
La
mia vita sociale ultimamente sta tornando ad essere vigorosa, e sto
già odiando questa cosa.
Ok,
vi amo, un bacio. :*
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 ***
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"Vai da tua nonna, oggi?" Il maggiore stava sistemando i suoi libri,
anche se la maggior parte non li usava, nel suo zaino e con la coda
dell'occhio guardava Harry, aspettando una risposta.
"Uhm, si. Tornerò per le sette. E Louis..." Il maggiore si
girò completamente verso di lui, per sentire cosa aveva da
dirgli. "Non toccare la cucina, ti prego." Louis sembrò
pensarci su dieci secondi, poi con un leggero sbuffare annuì.
"Tranquillo, riccio. Andiamo, è tardi."
Preserò le loro cose e uscirono di casa, e dopo che Harry
chiuse la porta a chiave entrarono in macchina il più veloce
possibile siccome stava iniziando a piovere.
Appena entrarono Louis accese subito il riscaldamento e la radio.
"Sicuro che non vuoi un passaggio, oggi?" Il riccio si girò
verso di lui, e sorridendo scosse la testa.
"No, tranquillo. Devo pur sfruttare l'abbonamento del bus, no?"
"Se lo dici tu.."
Il riccio annuì, e si mise a canticchiare quello che passava
per la radio, e Louis non potè fare altro che fargli i
complimenti, per la bravura.
Aveva la voce un po roca, ma al tempo stesso dolce.
Ed era intonato come pochi.
"Hai studiato canto?" Fece qualche manovra per parcheggiare la macchina
nel parcheggio dell'istituto, ma vide chiaramente Harry scuotere la
testa. Si chinò a prendere lo zaino, buttato da qualche
parte nei sedili posteriori e "Dovresti farlo, sei bravo."
Ed Harry non potè fare altro che arrossire, uscendo di
fretta dall'auto.
**
Mentre aspetta la professoressa di inglese, Harry sta disegnando degli
orribili scarabocchi.
Dei cuori, qualche stellina, un ciao e due occhi. Anche se non era il
massimo a disegnare, infatti appena posò la matita qualcuno
vicino a lui "Fai schifo a disegnare, Styles." dice a voce bassa.
Il riccio si girò di scatto, e quando incontrò un
paio di dolci occhi marroni si rilassò quasi subito.
"Mi hai fatto prendere un colpo, El."
Lei rise, una risata leggera.
Era tanto che non si vedevano, se non nei cambi d'ora.
"Si può sapere perché in questa settimana non ti
ho vista per niente?"Chiese infatti alla mora a fianco a lui.
"Ho avuto delle lezioni di recupero, scusa Harry. Piuttosto, come va
con-"
"Shh! Non urlare!"
"Ehm, Harry?" Gli arrivò un leggero schiaffo sulla testa, se
leggero si può chiamare. "Non stavo urlando, e non ti
permettere più di interrompermi!"
Harry sgranò gli occhi, e poi si lasciò andare ad
una roca risata.
"Va tutto bene.. Sai, è bravo. Più di quel che
sembra."
"Si? Ma.. non è successo niente? Voglio dire.." Harry la
interruppe subito, scuotendo la testa.
"El.. non capisci. Io non voglio che lui sappia niente, di
quel che sono."
Eleanor lo guardò fisso negli occhi, finché
l'amico non li abbassò.
"Perché? Cosa c'è di male?"
Harry si portò una mano nei capelli, e l'altra a stringere
il setto nasale con il pollice e l'indice.
"E'.. complicato. Sto bene con lui, sto davvero bene. E anche se non
sembra, perché nascondo più della metà
di me stesso, riesco a sentirmi.. a mio agio. E anche se vorrei
costantemente abbracciarlo, attaccarmi a lui e baciarlo, mi faccio
andare bene come stanno le cose ora. Se lui lo venisse a sapere..
certo, potrebbe non cambiare nulla.. ma se invece cambiasse tutto? Io..
io non voglio."
Eleanor non seppe che dire perché si, era sua amica certo,
ma non si trovava nella situazione.
Non poteva sapere quanto ad Harry questa cosa faceva male.
Guardò triste il ragazzo a fianco a lei, e in quel momento
la professoressa fece ingresso nell'aula, facendo zittire tutti.
Ed Eleanor si sentì un po sollevata, perché
davvero, non sapeva che dire.
**
"Che si dice?" Harry si gira verso Liam, che è appena
arrivato alla loro solita panchina fuori scuola, con una mela in bocca.
"Che sono stanco. Estremamente stanco!" Harry era sdraiato sulla
panchina, con la testa sopra lo zaino.
Per questo non vide due figure avvicinarsi a Liam e lui, e sopratutto
non vide gli occhi di Liam abbassarsi e le guance diventare leggermente
rosse, mentre batteva una mano sul ginocchio del riccio per richiamarlo.
"Che c'è, Li? Sono stanco, lasciami riposare due secondi.."
Quando poi sentì una risata cristallina, quel tocco di
femminilità nella voce, balzò a sedersi dritto.
"Lou.." Esclamò Harry.
"Haz!" Rispose Louis.
"Louis.." Liam si mette in mezzo, anche se un po timoroso, con lo
sguardo puntato però al ragazzo dietro Louis.
"Liam!" La risposta di Louis, accompagnata da un sorriso sincero.
"Zayn!"
Tutti e tre scoppiarono a ridere, all'espressione di Zayn, che vedendo
che nessuno gli ha rivolto un saluto, si salutò da solo.
"Dai Zay. Allora Harry, sicuro che non vuoi un passaggio? Non mi costa
niente, lo sai."
"No, davvero. Poi mi accompagna Liam, ha preso il motorino e io non
sono mai salito su un motorino!"
Anche se guardava in faccia tutti, non si rese probabilmente conto
della faccia preoccupata e spaventata di Liam, quella un po arrabbiata
di Zayn, e quella leggermente infastidita di Louis.
"Andiamo, Lou? Ho finito le sigarette, muoviti." E con uno spintone a
Louis si incammina, non salutando nessuno.
"Scusa Harry, ci vediamo dopo a casa. Ciao Liam"
Ed Harry sorride, al sentire 'a casa'. Mentre Liam guardava in basso.
"Che gli prende?" Liam scatta in piedi, facendogli segno di avvicinarsi
a lui per andare a prendere il motorino.
L'avrebbe accompagnato sul serio, all'ospedale.
"A chi?" Chiede Liam, infilandosi il casco e passando quello del
passeggero al riccio, che è un po riluttante ad indossarlo.
"Devi metterlo per forza, Harry. Su." Il riccio, sapendo di aver perso
già, neanche a battaglia iniziata, si infila il casco
appiattendosi tutti i ricci.
"Zayn. Prima era tranquillo, poi ha preso e ha spintonato Louis per
andare via. Era.. strano."
Liam si era già posizionato sul motorino, e stava aspettando
che il riccio salisse.
"Non lo so, davvero."
**
"Lui è Niall, Niall, lui è Liam!"
Il castano, senza neanche essersene accorto, si ritrovò
premuto contro il muro dell'ospedale.
"Sono cosi felice, di conoscerti! Harry mi parla spesso di te, e gli
amici di Harry sono anche amici miei!"
Liam faticò un po, prima di riuscire a liberarsi
dall'abbraccio del biondo, dopo averlo ricambiato.
"Sono felice di conoscerti anche io, Niall. Anche a me, ha parlato
molto bene di te. Allora, mi fai fare un giro? Così ci
conosciamo meglio!"
Il sorriso di Niall si espande da un orecchio all'altro, tanto che
Harry pensa quasi che gli si possa rompere. E quando Niall accetta,
Harry ringrazia Liam con un occhiata, per averlo fatto felice.
Lascia i due nel giardino dell'ospedale, a ridere e scherzare, mentre
si dirige verso sua nonna.
E' decisamente ansioso, ma non vede l'ora di abbracciarla.
Nel frattempo pensa a Niall, che era felice, davvero felice.
E' assurdo, come in poco tempo ti affezioni ad una persona.
Per Harry, il biondino, è come quel fratello minore mai
avuto, anche se in realtà è più grande
di lui.
L'unica cosa che Harry vede in Niall, è bontà.
La bontà d'animo, la cosa più importante.
E il riccio pensa già che ha intenzione di presentarlo a
Louis.
Si, Louis lo adorerebbe.
"Oh, tesoro!" Harry alza gli occhi verso il letto, e vede sua nonna
sdraiata nel letto d'ospedale.
"Nonna!" Inutile a dirsi, il ricciolino gli si è tuffato
dritto tra le braccia.
"Ehi, piccolo, con calma. Tua nonna sta ancora un po male, per via
dell'operazione!"
Harry si gira verso il dottore, già pronto per fargli
più domande possibili.
Ma lui gli mette una mano davanti al viso, avendo già capito.
"Sta bene. Ovviamente è stanca, e debole, ma sta bene. Gli
ci vorrà circa un mese di convalescenza,come già
accennato. Ti assicuro che la convalescenza, qua, è una
delle più grandiose. Abbiamo medici straordinari, palestre
fornitissime e piscine termali per i muscoli. Poi,la signora, ha
già fatto molte amicizie, vero Lizzie?" Harry squadra il
dottore, per il soprannome usato, e si gira verso la nonna.
" Oh si, son tutti stupendi qua dentro, Harry caro. Quasi mi
dispiacerà lasciare questo posto!"
Il piccolo si lasciò scappare una leggera risata, che
coprì con la mano.
"Mi spiace nonna, ma dovrai farlo! Non vorrai lasciarmi solo per
sempre?"
"Per ora ci sono io, con te."
Harry si gira verso la voce che ha parlato, rimanendo di stucco e con
gli occhi sbarrati.
"L-Lou.."
Il castano lo guarda, e si dirige verso la nonna di Harry.
"Come sta, signora? Sarei voluto venire a trovarla prima, ma vari
impegni me lo impedivano. Penso che sappia, che ora mi sono
temporaneamente trasferito a casa sua, per fare compagnia a Harry. E
spero non le dispiaccia!"
Louis finisce il tutto con un sorriso sfacciatamente bello stampato
sulla faccia, e la signora non potè fare a meno che
sorridere a sua volta.
"Si, me lo ha detto Harry. Ti ringrazio molto, sai.. anche se ha quasi
17 anni.. a proposito, hai pensato a come festeggiare?" Si gira
temporaneamente verso Harry, che boccheggia per cercare una risposta,.
ancora shoccato per essersi trovato li Louis.
"Comunque, dicevo.. sai, è ancora un bambino! Per esempio,
ha paura dei temporali. Assurdo, no?" Louis ride, e non dice
niente sul fatto che ormai lo sa.
La nonna fa un cenno al castano di abbassarsi, per farsi dire una cosa
nell'orecchio, e Louis lo fa.
"Mi raccomando, Louis caro.. prenditi cura di lui, è quasi
solo al mondo."
Louis si sente mancare per un attimo, a quelle parole. Gira di scatto
la testa verso il riccio, guardandolo fisso negli occhi e sentendo i
suoi inumidirsi, al solo pensiero che quell'angelo possa essere solo.
"Lo farò, glielo prometto."
**
"Perché sei venuto all'ospedale?"
Louis si gira di scatto verso Harry, che appende con fare non curante
il giubbotto sull'appendiabiti.
"Il ragazzo dai capelli ricci e morbidi ha parlato!!"
Il castano si butta in terra, rotolandosi su se stesso e alzando le
braccia al cielo ringraziando qualcuno.
"Smettila dai!" Non può fare a meno di ridere, Harry, a
vedere quella scena. E' vero, che da quando ha visto Louis
all'ospedale, non ha più aperto bocca.
Dopo essersi spogliato, si dirige in cucina e apre il frigo.
"Cosa vuoi per cena?"
Quasi si butta dentro il frigo quando, dal nulla, sente due braccia ai
fianchi e la schiena attaccata al petto di qualcuno.
Louis, proprio non ne poteva fare a meno.
Da quando la nonna di Harry gli ha detto quella frase, la sua testa
pensa solo a quello.
"L-Lou?" Il cuore di Harry probabilmente si è fermato, o
forse sta correndo troppo forte, perché quasi non
lo sente.
"Volevo venire a trovare tua nonna, e sapere che stesse bene. Vorrei la
pasta con la carbonara, Harreh."
E dopo aver posato un leggero bacio sui capelli del riccio, si scosta.
"cer-certo.."
"Allora.. sei contento? Si, insomma, che sta bene. Tua nonna, intendo."
Harry, ancora scombussolato per l'abbraccio ricevuto, non sa bene come
parlare. O meglio, non si ricorda, come parlare.
"I-io.. si, di-direi di si.."
"Diresti?Che hai, Haz? Dovresti essere felice."
Il riccio si gira di scatto, verso Louis.
" Io.. lo sono, Lou. Ho solo altri pensieri in testa." Ed in effetti
è vero. Sta pensando a sua madre. E si sta chiedendo se
sarebbe giusto chiamarla, per dirle che la nonna sta bene. Ma sa
già, che non lo farà.
Ormai ha capito, Harry, che la madre ha bisogno di tempo. E ogni giorno
continua a pensare che, magari, un giorno busserà a quella
porta e gli chiederà scusa.
Ma, per il momento, è meglio non fare niente.
"Dove sono i tuoi genitori?" Louis è appoggiato al muro
della cucina, con le braccia incrociate e lo sguardo serio.
Deve saperlo. Deve sapere il motivo per cui la nonna gli abbia detto
quella frase.
Harry, dal canto suo, ha fatto cadere per terra un uovo con cui doveva
fare la carbonara.
Ed ora è immobile, ad osservare le piastrelle davanti a lui.
Che sia questo, il momento della verità?
Andare avanti con la bugia, o meglio verità non detta,
oppure sputare tutto fuori?
Ed Harry pensa solo un 'non posso'
"Son separati. Son venuto da mia nonna, per stare più
tranquillo."
Louis annuisce, e si incammina verso Harry.
Lo prende dai fianchi e lo fa girare, cosi da poterlo guardare negli
occhi.
"E la parte in cui mi dici la verità, dov'è?"
Harry è spiazzato, non sa più che pensare.
Che Louis abbia capito tutto?
"Perché?"
Louis non capisce.
"Perché cosa?" chiede, guardando il riccio che si tortura le
labbra.
"Perché me lo stai chiedendo."
Il castano spalanca leggermente gli occhi, e stringe di più
la presa sui fianchi del più piccolo.
"Perché ti voglio bene, Harry. Perché, anche se
temporaneamente, viviamo insieme. Perché tu sei solo, e io
non capisco il perché."
Harry le può vedere benissimo.
Tutte le sfumature degli occhi di Louis. Tutti i filetti, intorno alla
pupilla ora leggermente ingrossata.
Può vedere benissimo anche le rughette intorno agli occhi di
Louis, che sta stringendo.
Fa un solo passo avanti, la distanza è minima.
Mette le braccia attorno al collo di Louis, e lo stringe.
Si abbassa con la testa, fino a poggiarla nell'incavo del suo collo.
Louis, inutile dirlo, rimane immobile.
Quando poi, Harry, inizia a strofinare il naso contro il suo collo,
come un gatto in cerca di attenzioni, toglie le braccia dai fianchi e
le fa andare dietro la schiena del riccio, stringendola più
forte che può.
E quando sente che Harry inizia a singhiozzare, comincia a fargli delle
leggere carezze sulla schiena.
"va tutto bene.. shh.. ci sono io qua, Harry. Non ti
lascerò."
Hanno entrambi gli occhi chiusi.
Come se quel momento fosse musica, e quindi andasse solo ascoltato e
vissuto, e non guardato.
"Promettimelo, ti prego."
"Ci sarò sempre. Sarò sempre qui. Per te, solo
per te. Te lo prometto, piccolo."
**
Harry si avvicinò alla porta bianca, con su scritto il
numero che gli aveva precedentemente indicato il dottore.
Bussò piano e appena sentì un leggero 'avanti' la
aprì.
"Ehi.." Sorrise al ragazzo di fronte a lui, che appena lo vide
allargò gli occhi e gli si buttò addosso.
"Harry! Pensavo non venissi più.." Appena il biondino si
staccò, Harry gli mise una mano tra i capelli per scuoterli
un po e gli sorride.
"Ti avevo promesso che sarei passato! Solo che è stata una
settimana un po.. piena. Ti va di fare un giro in cortile?
C'è il sole!"
Niall si aprì in un sorriso radioso, e annuendo si
aggrappò al braccio di Harry, uscendo dalla stanza.
"Prima posso prendere qualcosa da mangiare alla macchinetta?" Il riccio
rise, e scuotendo la testa lo portò la davanti.
Niall si impegnò a inserire le monete e con la fronte
corrugata dall'attenzione nello scegliere il dolce che doveva
mangiare, "Come sta tua nonna?" chiese ad Harry.
Il riccio sapeva che l'aveva conosciuta precedentemente,
perché gli piaceva girare per l'ospedale facendo amicizia
con tutti.
Sorrise, e mentre Niall scelse un muffin al cioccolato "Sta bene,
però deve fare la convalescenza. Starà qua ancora
un bel po.." gli rispose.
Niall annuì, un po sollevato e si incamminano verso il
cortile.
C'era davvero un sole caldo, quel giorno.
E si sa, in Inghilterra è raro.
Chissà perché, poi. Harry se lo chiedeva sempre.
"Sai.. stare qua è una noia." Harry si girò verso
Niall, e lo scrutò in volto.
Il biondino si era rattristito improvvisamente, senza un motivo
visibile.
E' forse per questo, che Harry non riesce a frenarsi dal fare la
domanda successiva.
"Niall.. tu.. perché sei qua?"
Niall si irrigidì nel giro di due secondi, e
lasciò cadere a terra il muffin.
Gli occhi vuoti, improvvisamente di qualche tonalità
più scura.
"Ehi, ehi.. tranquillo. Non me ne devi parlare per forza, okay? Va
tutto bene Niall, va tutto bene!" Con una mano gli accarezzava piano
una spalla, per paura che il biondo si sarebbe tirato violentemente
indietro. Ma non lo fece, anzi, prese parola.
"E'.. sai, io sono solo. Dico.. proprio solo. So che ti sarai chiesto
perché vado sempre in giro per l'ospedale, parlando con
tutti e conoscendo tutti.. Sai, mia mamma mi diceva sempre 'Sii buono
con tutti, loro lo saranno con te.'. Loro.. si insomma, mamma,
papà e Greg, mio fratello, non ci sono.. non ci sono
più. Io non sono malato, lo sai no? Voglio dire,
fisicamente.
Forse son più sano di te!" si concesse un attimo di risata,
mentre Harry non poteva fare altro che guardarlo serio, con
preoccupazione. "E' emotivamente.. che non sto bene. Non sono pazzo,
è per questo che non sono in manicomio, tranquillo. Noi..
avevamo una casa, poco distante da qua, vicino al bosco. Era una bella
casa, bianca, in legno con un giardinetto dietro. Greg non viveva
più con noi, era fidanzato, e viveva con la sua fidanzata a
Londra.
Solo che quel fine settimana venne a trovarci, con la scusa che non ci
vedeva da tanto.
La fidanzata restò a Londra, doveva lavorare..
Era un sabato, e io ero andato da mio cugino a prendere dei cd che gli
avevo imprestato, siccome Greg voleva sentirli. Mio cugino abitava a
cinque minuti da casa nostra, solo che mi fermai un po di
più, perché mi aveva invitato a giocare alla play
station.
Rimasi la circa.. non so, 40 minuti? Quando mi resi conto che fuori era
già buio, decisi di tornare.
Appena misi piede fuori casa.. sentì quell'odore. Ne ero
sicuro, lo riconobbi subito.
Odore di bruciato.
Alzai la testa, e vidi del fumo nero che si espandeva..
Veniva... la direzione.. era quella di casa mia..
Non ci pensai più di cinque secondi, e iniziai a correre.
Correvo velocissimo, sentivo la gola bruciare e il cuore batteva cosi
forte che lo sentivo nel cervello.
Quando arrivai.. io .. le sentì. Le urla, Harry. Urla
agghiaccianti, paurose..
Erano le loro urla, di loro che.. che stavano.. loro stavano.." Harry
lo prese di peso e lo fece girare, per abbracciarlo forte. Niall ormai
era in singhiozzi, il corpo tremava.
Il riccio si pentì di avergli chiesto di parlarne, vedendolo
cosi tra le sue braccia.
"Shh, Niall shh.. va tutto bene, tu sei qua, tu stai bene e loro
avrebbero voluto questo.. tranquillo.." Parlava a voce bassa, quasi
pauroso che se avesse alzato la voce Niall sarebbe corso via.
Piano piano si calmò, e si stacco dalle braccia grandi di
Harry.
"Io.. li vedo, a volte. Sai, sogni.. oppure cosi, mentre sto parlando..
Mi tengono qua perché dicono che sono ancora troppo sotto
shock, che potrei avere delle crisi e commettere qualcosa di.. brutto. "
Harry annuì piano, mentre continuava ad accarezzarlo.
"Quanto.. quanto è passato?"
"Qualche mese.. vorrei uscire. Di qua, sai.. Ma ho paura. Cosa farei?
Io.. io non lo so, Harry. E' solo che.."
Harry lo zittì, e riprese ad abbracciarlo, facendogli
mettere la testa nel suo incavo del collo.
"Andrà tutto bene, Niall. Ora ci sono io, Liam e anche
Louis. Sai, piaci molto a loro."
Niall si tirò indietro dall'abbraccio, ed asciugando le
ultime lacrime sorrise apertamente.
"Davvero?" Ad Harry si riempì il cuore di gioia, nel vedere
gli occhi di Niall illuminarsi.
"Si! Facciamo una cosa? Più tardi andiamo dal dottore, e gli
chiediamo se un giorno di questi possiamo portarti fuori. Andiamo.. non
so, al cinema? O a mangiare fuori! Ti andrebbe?"
"Nando's!" Niall era scattato in piedi, e Harry si chiese chi fosse
questo Nando.
"Chi è Nando?"
Il biondino scoppiò a ridere, e alzò le braccia
al cielo.
"Scusalo, se non conosce Nando's! E' un ristorante! Andavo sempre con i
miei genitori. Mi porti li? ti prego!"
Harry si alzò in piedi, ridendo, e mentre gli passava una
mano tra i capelli annuì.
"Ovunque tu voglia andare, Niall."
Il resto successe tutto nel giro di dieci secondi neanche.
Harry, davanti a Niall, era leggermente piegato su di lui per guardarlo
negli occhi.
Per Niall, quel piegarsi verso di lui significava tutt'altro.
Harry quasi non se ne accorse, quando sentì le labbra de
biondo poggiarsi sulle proprie.
Rimase fermo per due secondi, e quando capì cercò
di togliere Niall, con maggior calma possibile.
Quando il biondo si rese conto di quello che aveva fatto,
sentì gli occhi inumidirsi.
Ed il riccio se ne accorse.
"Ehi Niall, è tutto apposto."
Il biondo intanto faceva no con la testa.
" io.. scusa, Harry. Non volevo, davvero. Io ti voglio bene, ma.. non
come.. si insomma.. come.. "
Harry sorrise, e lo tirò dai fianchi per abbracciarlo.
"Ho capito, stai tranquillo. Non cambia niente. Ora andiamo dal
dottore, cosi gli chiediamo quella cosa?"
E staccando l'abbraccio, si girarono tutti e due verso l'entrata.
"Grazie, Harry."
_______________________________________________________________________________________________________________
Uhm, ciao a tutti.
Mi sta scoppiando la testa, davvero tanto.
Volevo dire una cosa.
A tutte le persone che mi chiedono di passare dalla propria ff e
recensire:
Mi dispiace se non passo, ma la mia connessione è qualcosa
di.. catastrofico.
Non sono a casa mia, sono in un paesino in Puglia fino a settembre, e
ho la chiavetta ma qua dire che non prende bene è un
eufemismo.
Per cui, io ci provo a leggerle, ma la connessione mi dura due minuti
contati e poi mi fa 'ciao!'.
Prometto che ci proverò, davvero!
Come sempre dico grazie a chi recensisce.
Siete sempre stupende, e anche se non vi rispondo (Il motivo l'ho detto
qua sopra) sappiate che vi amo e amo le cose che mi scrivete.
Grazie anche a chi mette in seguite/preferite/ricordate e siete
TANTISSIME, avete superato le 80 persone!
Per cui, magari, vi chiedo di lasciarmi un pensiero, voi che potete
HAHAH
Spero solo che la connessione mi faccia aggiornare, lol.
Bene, uhm.
@xstyliinson è il mio twitter, e se volete seguitemi e
chiedete il fback, cosi quando entrerò (quando la chiavetta
vorrà) vi seguirò :D
Sono anche un casino fuori da tutto quello che sta succedendo
ultimamente, che palle.
Ah, ho saputo di Cory.
Mi spiace tipo troppo.
RIP CORY.
Era un bravissimo ragazzo, povera pure Lea.
Vabbè, mi dileguo.
Chissà perchè ogni volta che aggiorno io piove.
E' stra-assurdo.
Okay, one kiss for everyone, I love you all.
Your sincerely, Manuela. <3
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Capitolo 14 *** Capitolo 13 ***
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_kj
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"Perché non me l'hai detto?"
Appena Harry mette piede in casa, deve tapparsi subito le orecchie.
L'urlo di Louis è stato quasi inumano, ed Harry inizia a
tremare.
"D-di cosa..p-parli?"
E' impossibile che lo
sa.
E' se l'avesse scoperto?
Ti prego Lou.
"Ti rendi conto che l'ho dovuto sapere da Zayn, che gliel'ha detto Liam
che l'ha saputo a sua volta da Niall a cui l'ha dovuto dire tua nonna?"
Il riccio è sempre più agitato, e può
benissimo sentire le gocce di sudore scivolargli sulla fronte, mentre
il corpo trema di paura.
"Lou.. io.. io te l'avrei v-voluto dire.. ma..ma..-"
"Ma cosa? Ti avrei preso una torta più bella, e avrei
invitato qualcuno! Invece mi sono dovuto arrangiare con quello che ho
trovato in casa!"
Harry crede di aver sentito male, e quando Louis si precipita su di lui
abbracciandolo e urlandogli all'orecchio "Auguri!" capisce di aver
frainteso tutto.
"C-cosa?" Il castano si stacca, e prendendogli un polso lo trascina
verso la cucina, dove sul tavolo c'è una cosa che
sembrerebbe una torta.
Ma Harry sa già che non avrà lo stesso sapore.
"Stai proprio crescendo, ometto!" Fa finta di catturare una lacrima
sotto l'occhio, e si poggia una mano sul cuore.
Poi, dopo aver spento le luci, tira fuori dal cassetto della cucina un
accendigas, e accende la candela su cui è scritto '17', e
sprona Harry a spegnerla.
"Esprimi un desiderio!"
'Stammi sempre vicino,
Louis.'
Poco dopo, seduti sul divano a guardare 'Il re Leone', Harry pensa alle
parole pronunciate dal castano poco prima di dargli gli auguri.
'L'ho saputo da Zayn,
che l'ha saputo da Liam'
Scatta subito in piedi, e mette pausa al film risedendosi sul divano e
catturando l'attenzione del più grande.
"Harry?"
"Come mai Liam ha parlato a Zayn del mio compleanno?"
Anche se al buio, vede Louis sbiancare leggermente.
"c-cosa?"
"Perché balbetti, Louis?" Il riccio si porta le braccia al
petto, e le incrocia. Mentre Louis posa lo sguardo su ogni oggetto
presente nella sala, meno che su Harry.
"Di che vai blaterando, riccio?"
"Non prendermi per scemo. Liam non parla con Zayn. Perché
avrebbe dovuto dirgli del mio compleanno?" Louis si ricompone un
attimo, e si mette seduto come il più piccolo.
"Avrai capito male. Zayn non parla con gente come Liam."
Ma Harry risulta contrariato. Sa benissimo cosa le sue orecchie hanno
sentito.
"Ho detto di non prendermi per scemo, Lou. Cosa nascondi?"
Louis, in risposta, si alza e va verso il televisore rischiacciando il
tasto play, e tornando sul divano si rimette comodo.
"Niente, Harry. Io niente."
Quella è una
frecciatina? pensa il più piccolo.
"Tu no? E chi è, che nasconde qualcosa?" Il più
grande non lo degna di uno sguardo, tenendo gli occhi sul televisore.
"Non lo so, dimmelo tu."
Harry si alza di nuovo, e rimette il film in pausa.
"ce la fai a farlo scorrere normalmente? Vorrei vedere come finisce!"
Harry torna sul divano, e sorridendo "Mufasa muore. Ora dimmi, chi
è che nasconde qualcosa?"
Louis si gira verso Harry, stavolta, e lo fulmina con lo sguardo.
"Tu mi hai detto il finale del film!"
Allunga il braccio e tira uno schiaffo sul braccio del più
piccolo.
Harry spalanca la bocca, e ricambia lo schiaffo sulla gamba del castano.
"Lo sanno tutti come finisce!"
Louis si avvicina ad Harry, e lo colpisce sulla mano.
"Tu non mi tiri schiaffi! E io volevo vederlo da solo, senza che tu mi
rovinassi niente!"
Harry si gira verso Louis, che è seduto a mezzo metro
neanche di distanza da lui, e lo colpisce piano sulla nuca.
"Ho detto che lo sanno tutti, come finisce! E di sicuro lo sapevi anche
tu!"
Il più grande prende con le due mani i due polsi di Harry, e
li stringe per non farlo muovere, mentre avvicina il viso a quello del
più piccolo.
"E se io non lo sapevo?"
Harry può benissimo sentire il respiro caldo di Louis
direttamente sulle labbra, e lo guarda negli occhi.
"Ora lo sapresti."
"Potevi tenertelo per te, penso che tu sia bravo con i segreti."
"Anche tu, a quanto pare." La vicinanza, in un'altra situazione,
avrebbe fatto gelare Harry sul posto.
Ma in quel momento, voleva solo avere la situazione chiara.
"Io non ho segreti." Louis torna al suo posto, rimettendo distanza tra
lui e il riccio.
"Sicuro?" Louis ci pensa un attimo, e quando si gira di scatto verso
Harry, il più piccolo scorge nei suoi occhi un'indecisione.
"E' un segreto non mio per cui, si, io non ho segreti." E' la sua
risposta.
Harry lo guarda, sta zitto per un secondo e poi "Che segreto pensi
nasconda, io?" chiede.
Voleva sapere fino a che punto, Louis, aveva imparato a conoscerlo.
"Non lo so, è questo il punto. Io.. io voglio solo
conoscerti. Voglio solo starti accanto. Ma come faccio, se non so cose
su di te? Pensavo tu ti fidassi, di me. Invece non mi hai neanche detto
che oggi era il tuo compleanno! Non mi hai detto la verità
sui tuoi genitori. E ora, hai questo segreto, che non mi vuoi dire."
Harry notò che durante il suo discorso, il più
grande si era avvicinato di nuovo a lui.
Come se non volesse stargli distante.
"Dimmelo."
Voce bassa.
"Ti prego."
Vicinanza.
"Ho bisogno di saperlo."
Disperazione.
"Non penso saresti felice di saperlo."
Il riccio si torturava le mani, evitando in tutti i modi di guardarlo
negli occhi.
"Non puoi saperlo, se non me lo dici."
Harry era tentato. Harry era davvero, davvero, tentato.
Dirglielo, liberarsi.
Quanto può essere difficile,
Dire ad un'altra persona i propri sentimenti?
Per Harry non è mai stato difficile. Insomma non che abbia
avuto tutte queste relazioni, in fondo ha solo 17 anni, ma non
è mai stato cosi frenato.
Ragione e sentimento.
"Io .."
Louis, d'altra parte, sente che è quasi fatta. Che magari
è la volta buona.
Vuole solo poter far confidare il più piccolo.
Ma quando lo guarda negli occhi, quei grandi occhi verdi che pensa di
non aver mai visto da un'altra parte, si sente quasi mancare.
Sono lucidi, di lacrime, e forse è proprio per quella
lucidità che risultano mille volte più belli.
Forse è per la bellezza di quegli occhi che avvicina una
mano al viso di Harry, per accarezzargli una guancia.
"Non piangere."
Harry pensa che da quando conosce Louis, non fa altro che piangere.
E' forse per questo, che sta cercando di non sbattere le palpebre da
ormai troppi secondi, per evitare di far scendere qualche lacrima.
Ma le palpebre arrivate ad un certo, si chiudono da sole, e la prima
lacrima fugge da quei bellissimi smeraldi.
"Ti prego, ti prego, non piangere."
E' l'ultima cosa che vuole al mondo.
Vedere gli occhi di Harry versare lacrime.
E' la cosa più brutta, è non saperne il motivo.
"Sono.. stanco di piangere"
La voce di Harry, resa ancora più roca dall'imminente
pianto, fa scattare qualcosa nel corpo del più grande.
Un leggero formicolio, subito alla bocca dello stomaco.
"Forse se.. forse se me ne parli, Harry.. forse tu.."
Louis non riesce a mettere su una frase completa, quasi si fosse perso
tutti gli anni di scuola.
Si dice che deve abbassare gli occhi, perché quel verde lo
sta catturando.
Quel verde si sta prendendo tutto il suo azzurro.
Si stanno mischiando, lo può sentire.
Gli occhi possono legarsi? Perché lui lo sta sentendo.
"Lou..?" Harry è immobile, lo sguardo di Louis è
uno sguardo che mai ha visto, sul suo viso.
E'.. di ghiaccio.
Sembra caduto in una sorta di trance, e non toglie lo sguardo dal suo.
Ed Harry, come Louis, sente che l'azzurro dei suoi occhi si sta
prendendo tutti il verde dei propri.
E, arrivati troppo in la, Louis si prende anche le sue labbra.
E' un bacio ad occhi aperti, Harry dalla sorpresa, e Louis dalla paura.
Non osano neanche respirare, dal momento in cui le loro labbra sono
entrate in contatto.
Harry le può sentire, fredde e lisce, senza un ombra di
screpolatura.
Tutto il contrario delle sue, che Louis sente calde e screpolate, segno
di tutti i morsi che si da.
Dopo e primi secondi iniziali, il più grande socchiude gli
occhi, ed inizia a far modellare le proprie labbra a quelle del
più piccolo, che con un po di paura lo segue.
E' un bacio lento, carico di incertezze e paure.
Ma è dolce, come mai ne ha ricevuti Harry.
Louis, che aveva ancora la mano sulla guancia del riccio, la toglie per
posarla sui capelli, che prende piano e tira leggermente dalle punte,
mentre con l'altra mano va ad accarezzare la guancia.
Harry, invece, posa entrambe le sue mani sulla base del collo del
più grande, cercando di acquisire maggiore sicurezza.
Ed entrambi si chiedono se, questo, sia l'inizio o la fine.
**
"parche l'hai fatto?" il riccio aveva il fiato corto, le labbra ormai
screpolate e bollenti, quando Louis posò sulla sua guancia
una mano, per accarezzarla piano. "non lo so."
Louis, vedendo che il riccio lo fissava ancora in cerca di una risposta
più adeguata, aprì la bocca per spiegare, ma
Harry ci si tuffò quasi fosse la sua ancora di salvezza.
Un bacio lento, calmo e pieno di sentimento. Che sentimento fosse,
ancora non era chiaro. Il più grande portò una
mano sul fianco del piccolo, e dopo averlo pizzicato leggermente per
far aprire le labbra ad Harry, approfondì il bacio facendo
passare la lingua oltre i denti. Harry allacciò le sue
braccia al collo del castano e questo portò le sue braccia
dietro la schiena di Harry. Alzò una gamba e facendosi forza
con l'altra la passò intorno alle gambe del riccio, finendo
con il sedersi sopra le sue cosce.
Il piccolo, seppur con fatica, si staccò dal bacio
E fissò Louis negli occhi. "Lou.." il castano,
restituì lo sguardo e accarezzandogli una guancia "non lo
so.." disse.
"non lo sai.. O non lo vuoi sapere?" Harry si disse che in
quel momento doveva dire tutto ciò che gli passava per la
testa, anche se aveva un groppo in gola e gli occhi erano lucidi ancora
di lacrime, un po per la felicità e un po per la paura.
Felicità perché l'aveva baciato. L'aveva
accarezzato, tenuto tra le braccia e avuto il suo sapore sulla lingua.
Paura perché 'se tutto ciò fosse
sbagliato, per Lou? E se domani se ne pentisse e non mi parlasse
neanche più?'.
Pensava che non ce l'avrebbe fatta, senza la sua risata, il
suo broncio e i suoi occhi. Senza quelle pieghe che si formavano vicino
i suoi occhi quando qualcosa lo faceva ridere davvero tanto.
Non ce l'avrebbe fatta senza il suo 'buongiorno riccio' e il suo
braccio attorno alla vita durante la notte. "non so neanche questo..
Io..non l'ho mai..fatto.. Harry, tu.."
Harry era ancora immobile, senza saper bene cosa dire. E se avesse
detto qualcosa di troppo?
E se invece non dicesse niente, e Louis scapperebbe lo
stesso, per la paura?
"Lou, calmati.. possiamo.. parlarne?"
Louis si scostò maggiormente da Harry, fino a scendere dalle
sue gambe e sedersi al suo fianco.
"E' sbagliato, vero?" Harry, che nel momento aveva osservato tutti i
movimenti lenti del castano, spalancò gli occhi.
"Come? No, Louis. Niente è sbagliato, se vuoi farlo. Il
punto..è.." Prese un grosso respiro, e si girò
verso il più grande. "Tu, mi piaci. Mi piaci da quando ti ho
visto per la prima volta. Mi piaci perché ti sei preso cura
di me, neanche conoscendomi. Mi piaci per quello che sei. Scontroso,
bambino e permaloso.
Mi piaci perché sei più grande di me,
ma al tempo stesso sei più basso. Mi piace la tua pancetta,
e mi piacciono i tuoi fianchi. Mi piace quando fai un discorso serio,
anche se cerchi di mascherarlo con l'ironia. Mi piace il fatto che tu
ti sia trasferito qua, solo per starmi accanto senza neanche chiederlo
perché, probabilmente, se l'avessi fatto ti avrei risposto
di no. Mi piaci perché mi hai fatto una torta e, anche se
fai schifo a cucinare, era piuttosto buona. Mi piace quando la notte mi
abbracci, anche se pensi sia tua sorella.
Mi piace dormire con te, perché posso bearmi di guardarti
cosi tranquillo, come se fossi un bambino. E io .. io non sono niente
di tutto ciò. Io non sono niente di bello, se messo in
confronto a te. Io sono quello sbagliato, io sono quello di cui nessuno
si prenderebbe cura. Ma tu si. E' per questo che mi piaci." Harry
finì il suo discorso con gli occhi puntati verso il basso,
torturandosi le mani.
Louis si era perso. Si era letteralmente perso nelle parole del riccio.
Cercava qualche forma di scherzo, o cose simili, nei suoi occhi. Ma
nelle iridi si poteva vedere solo sincerità. E paura.
Era terrorizzato. E Louis lo capiva. Aveva paura di un rifiuto, di un
qualche tipo di urlo e qualche brutta parola, che pensava il
più grande gli avrebbe detto.
Tutto quello che il più grande fece, invece, fu alzarsi dal
divano.
Camminava avanti e indietro, davanti ad Harry.
Aveva ancora tutte quelle parole che rimbombavano nelle orecchie.
Gli piaceva.
Louis piaceva ad Harry.
"Io.. lo sapevo."
Harry guardò Louis, con la testa piegata verso destra, non
capendo la frase.
"Cosa.. sapevi?"
Louis prese un respiro forte, e dopo essersi inginocchiato per terra ai
piedi del più piccolo, lo buttò fuori.
"Non lo so, io.. lo sentivo, possibile? Ogni volta che mi guardavi, o
mi parlavi.. io.. Posso dire che mi piaci, Harry. Che mi interessi, o
quello che vuoi.
Posso dirti che provo per te qualcosa di davvero strano. Tu
sei.. un maschio, no?Io anche. Ho sempre pensato che i maschi
fossero... attraenti. Ma finiva la.
Voglio dire, non ho mai baciato un ragazzo, anche se pensavo fosse
carino. Pensavo fosse normale, pensarlo, no? Quando ti ho visto, nel
corridoio, affianco al mio armadietto.. ho pensato fossi bello. Bello,
Harry, non carino! Tu sei qualcosa che.. Comunque, volevo conoscerti.
Sai, quando senti come se qualcuno ti spingesse a fare una cosa?
Ecco, io dovevo conoscerti.
Era qualcosa a cui non potevo fare a meno. Ho pensato che, magari, se
lo facevo ti avrei considerato un amico, e non più 'bello'.
Ma..
E' successo il contrario, penso.
Ho smesso di considerarti bello." In questa pausa, sfoderò
un sorrido beandosi della smorfia che Harry aveva messo sul volto, a
sentire le ultime parole.
"Ho smesso di farlo ma.. ho iniziato a pensare che fossi perfetto.
Forse tu non te ne rendi conto.. Hai questi occhi che .. esprimono
tutto.
Ed il punto, è che dentro di te ci son solo cose
belle, per cui esprimono solo bellezza. Poi le fossette, che ti fanno
sembrare sempre un bambino di quattro anni, quando le mostri mi viene
una voglia incontrollabile di prenderti e tenerti stretto a me. I tuoi
capelli, una massa indefinita, che mi ci perderei ad accarezzarli per
ore intere.
La tua altezza, nonostante tu sia più piccolo di me. Harry.."
Harry, in risposta, scese dal divano e si inginocchiò anche
lui, mettendosi di fronte al maggiore che riprese a parlare.
"Sai, io penso che .." Harry era in attesa, di un verdetto buono o
cattivo.
Se solo Louis si muovesse a parlare, pensò.
Niente, era come imbambolato.
"Pensi cosa, Lou?"
Louis, che aveva tenuto gli occhi abbassati, li alzò
facendoli balzare dentro quelli di Harry.
"Possiamo provarci. Io e te. Saremmo una bella coppia, non trovi?"
Tirò su un sorriso, e prima che Harry parlò lo
bloccò con la mano.
"Ma te lo dico, io non mi faccio inculare."
Il volto di Harry aveva assunto minimo 50 sfumature di rosso, viola e
blu.
Non gli piaceva parlare di quelle cose, non con il ragazzo che gli
piaceva.
Si sentiva tremendamente in imbarazzo, pauroso di non essere
all'altezza del discorso.
"Ok, potremmo parlarne, ma ti avverto: non sono un tipo facile a cui
far cambiare idea!"
Harry riuscì a far uscire solo un "Lou!" con gli occhi
spalancati, e Louis scoppiò a ridere portando la faccia ad
un centimetro da quella del riccio.
"Allora, che dici.. potremmo.. provarci?" Louis, negli occhi, aveva
solo speranza.
Voleva sentire un basso si, uscire dalla bocca di Harry.
"Vorresti che.. io.. si insomma.. tu saresti il .. sai.."
"Vuoi essere il mio ragazzo, Harold?"
Ed Harry se ne fregò pure del nome usato, che sicuramente
gli aveva detto sua nonna, e si portò in avanti fino a far
scontrare le loro labbra, ma non baciandosi.
E con le labbra su quelle di Louis, che muoveva su e giù per
accarezzarle, sussurrò un piccolo "Si, Louis."
___________________________________________
CIAO.
Sapete no, che non ho la
connessione funzionante?
Ecco, per aggiornare
oggi ho tipo dovuto fare tarzan, arrampicandomi dappertutto.
Fino a trovare un punto
in cui prendesse, anche solo due secondi.
Passiamo al capitolo.
Vorrei dirvi una cosa:
L'ho scritto interamente
dal telefono perché, non so se ricordate, il mio pc ha perso
la N ed è davvero fastidioso scrivere.
Per cui ho dovuto
scrivere dal cell, passarlo al pc per l'html e fare tarzan.
E' STATA UN'IMPRESA, OK?
Io,, non so.
Amo questo capitolo, da
una parte.
Dall'altra mi sembra una
GIGANTESCA schifezza.
Che dite?
Però, dai,
è arrivato finalmente ad un punto certo :)
Vorrei dire una cosa su
Louis-mio. (mio in senso della storia, puah.)
Lui ha paura, ve lo
assicuro.
Sembrerà
affrettato, tutto questo del baciarsi e mettersi assieme.
Ma Louis..
vabbè, lo capirete.
Ok? :)
Detto questo, siete
liberissime di recensire con un bel commento o brutto, ringrazio
comunque :)
Ma fatemi sapere
qualcosa, per favore.
E' angosciante vedere
tutte quelle persone che la seguono, ma non sapere cosa ne pensino.
Ok, ora vado.
Fa caldo, troppo.
Un bacio e, come sempre,
GRAZIE A TUTTI!
Manuela :)
WAIT A MOMENT
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo
tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di
scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio,
può copia-incollarlo dove meglio crede)
LO
AMO TANTISSIMO HAHAHA
CIAO
:)
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
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Provare a dormire e non riuscirci e già difficile, per di
più, pensa Harry, lo è con un telefono che non
smette di vibrare.
Ed Harry avrebbe già risposto al telefono da almeno cinque
minuti, se lo trovasse. E mettendo un piede dopo l'altro, facendo
attenzione a non fare troppo rumore per non svegliare Louis, tasta
tutta la superficie della camera finché non arriva vicino al
cestino della carta e, alzandolo, lo trova la sotto. Lascia le domande
per dopo, e preme il tasto verde.
"hm?" provare a dire pronto sembrava troppo difficile, con la bocca
ancora impastata dal sonno.
"Harry?" il ragazzo ci mette almeno un paio di secondi, per connettere
quella voce cosi familiare ad un volto.
E quando la connette, sente il cuore trepidare. "Gemma? Gemma!"
Non si accorge neanche che urlando il nome di sua sorella a voce troppo
alta, l'altro ragazzo ancora addormentato sotto le coperte, fa un
mugolio infastidito e gli tira - o almeno cerca di tirare- un cuscino
in faccia.
"Harry, esci!" ed Harry esce dalla stanza, neanche troppo dispiaciuto
di aver svegliato Louis, dalla contentezza di sentire la voce di sua
sorella.
"mi manchi." trattiene a stento le lacrime, sentendo pronunciare quelle
parole dalla sorella.
"Non sai quanta fatica ho fatto, per riuscire a chiamarti.
Perché hai cambiato numero, stupido?!" il riccio si lascia
scappare una risatina leggera, e sente il cuore più leggero.
"Anche tu, Gemma. Non sai quanto.. Dovresti passare di qua! Non so se
mamma ti ha detto della nonna, e dell'incidente. Ma vorrei vederti.
Tanto."
Ha un po d'ansia, mentre si posa su una sedia attorno all'isola della
cucina. E se Gemma gli dicesse di no? Che l'ha chiamato cosi, per
sapere se era vivo o meno?
"Che ne dici del prossimo fine settimana? All'università non
ho esami per qualche periodo, e potrei venire. Però prima
devo sistemare le cose qua, e mettermi avanti con le lezioni. Che ne
dici, fratellino?"
"si! Si! Non vedo l'ora, Gemma!" ed è immensamente felice.
È sempre stata importante, per lui, Gemma. Una
parte fondamentale di lui.
Avrebbe voluto chiamarla, tempo indietro. Ma si faceva troppe domande,
ogni volta.
Aveva paura di metterla contro alla madre, aveva paura di
sentirsi schifato anche da lei.
E no, non ce la poteva fare, se Gemma gli avesse detto quelle brutte
cose. "Ora devo andare, ho una lezione tra poco.
Ti richiamerò, cosi ci mettiamo d'accordo. Ti voglio bene
stupido!" Harry si alza in piedi, quasi fosse la e dovesse salutarla di
persona.
"non vedo l'ora di risentirti, ti voglio bene Gemma." Qualche
minuto dopo la chiamata, era ancora nella stessa posizione a guardare
il telefono.
Si senti toccare piano una spalla, e si girò piano.
si
trovò due pezzi di cielo a guardarlo. Due pezzi di cielo
gonfi, e con delle chiazze quasi nere sotto. "perché
piangi?" chiese il castano.
Harry
si portò subito due dita sotto gli occhi, dove
trovò due gocce d'acqua salate. Dalla foga del momento, non
si era neanche accorto di aver versato delle lacrime.
E non si muoveva neanche a dare una risposta al più grande,
che lo guardava con ansia e paura, che fosse successo
qualcosa.
Ma
quando il più piccolo gli buttò le braccia al
collo, e fece uscire una risata roca dalle labbra, capì che
non poteva essere nulla di brutto.
E legando le braccia dietro la sua schiena, ripetè la
domanda, stavolta con più enfasi. "Harry, per favore, mi
dici perché piangi?"
slegò le braccia che aveva legato intorno alla sua schiena
e, tirandosi indietro, aveva poggiato le mano sulle sue guance e
puntato gli occhi nei suoi.
"Lou..
La vedrò. Vedrò mia sorella, dopo mesi interi!"
Louis, sebbene pieno di stanchezza per il risveglio appena effettuato,
non potè non sorridere di fronte al riccio.
Varie
volte aveva sentito Harry dire che gli mancava la sorella, quando lui
parlava delle sue, ma non aveva mai capito il perché non
potesse vederla.
"Son contento, Harry. Quando la vedrai? Voglio conoscerla!
Però prima.. Vorrei che mi spiegassi tutto, Haz." Harry
strinse gli occhi e, annuendo, stampò un dolce bacio sulle
sue labbra.
"Ora prepariamoci, è tardi." e quando Harry fece per
staccarsi, Louis prontamente lo riportò indietro, tra le sue
braccia dandogli un'altra sequenza di baci.
"Non vengo a scuola, oggi. Mia madre mi ha mandato un messaggio, una
delle gemelle sta male e non ha nessuno che può tenerla.
Però, se ti sbrighi, ti porto a scuola, dai."
ed
Harry, un po triste al pensiero di non vederlo per la giornata, si
staccò per andare a prepararsi velocemente.
**
Appena
fermò la macchina, Harry volle tornare a trenta minuti prima
per baciare ed abbracciare Louis, sapendo che adesso non
poteva.
Ed il castano, notando ciò, portò una mano sul
ginocchio di Harry, stringendolo piano. "Ci vediamo oggi, ok? Non so se
posso passare a prenderti, ti mando un messaggio.
Mi raccomando, fai attenzione." Harry annuì leggermente, e
fece per aprire lo sportello. Dopo qualche tentativo, si accorse che
era inserito il blocco, e si girò verso Louis.
"potresti..?"
Ma Louis, che aveva ancora la mano sul suo ginocchio, stava guardando
fuori dalla macchina. "ti spiace aspettare due minuti?"
Harry corrugò le sopracciglia, non capendo il
perché Louis non lo faceva scendere. "È che.. Sta
arrivando Zayn. Quando arriva ti faccio scendere, ok?"
Harry, che capiva sempre meno, lo guardò ancora
più stralunato. "Lou? Cosa c'entra Zayn?" "Tu aspetta solo,
ok?" il riccio annuì, anche se non capiva proprio la
situazione.
"ok, ma vorrei una spiegazione, se permetti." Ma Louis
ingrandì gli occhi, per mettere a fuoco qualcosa fuori dal
finestrino. E suonando il clacson, fece scattare le sicure della
macchina.
"puoi andare, ora." Harry guardò fuori dal finestrino, e
notò che Zayn era arrivato e guardava verso Louis. E senza
fare domande, facendo una carezza alla mano di Louis, uscì
dalla macchina.
"Styles."
"Malik."
Harry è leggermente intimidito, da Zayn.
Sopratutto perché non sa il motivo di tutta questa
sceneggiata.
E quando apre la bocca per chiederlo, sente qualcuno chiamarlo a gran
voce.
"Lì." E quando si trova sia Liam che Zayn davanti, che
guardano per terra, gli vengono in mente un po di cose.
Per cui, alzando il braccio e puntando il dito verso di loro, "Voi
due." Zayn è quello che risponde per entrambi, alzando un
sopracciglio.
"Cosa.. Cosa nascondete? So che c'è qualcosa, smettetela di
prendermi in giro. Lì, noi siamo amici, no?"
Liam, vedendo gli occhi vispi di Harry, non può fare a meno
che fare dei passi all'indietro per entrare nella scuola.
E, magari, sarebbe andato tutto bene, se non fosse per i cerchi dove si
legano le biciclette, su cui Liam inciampa.
Ed Harry lo vede. Vede come Zayn si precipita verso lui, prendendolo
dolcemente da un gomito ed aiutandolo ad alzarsi, chiedendogli se si
fosse fatto qualcosa e tastandolo dalle spalle alle ginocchia per
vedere se gli faceva male qualcosa. "Sto bene, Zay. Tranquillo." 'Zay'?
'Tranquillo'? "Dovresti usare gli occhi, qualche volta.
Va a finire che ti rompi di nuovo una gamba, ma sappi che non ti
farò più da infermiere!"
una risata leggera di Liam mentre, Harry, sgranava sempre
più gli occhi. "Dai, è stato divertente,
ammettilo."
Zayn fece roteare gli occhi, per riposarli di nuovo sul moretto. "Ok,
un po. Ma tranne quando ti ho dovuto lavare, le prime volte.
Sembravi un cane, da quanto mi hai bagnato!" Liam ormai era in preda
alle risate, avendo in mente quei ricordi.
È per questo che Harry iniziò a tossire, uno dei
modi più vecchi, ma anche funzionanti, per attirare
l'attenzione.
"Harry.." Il riccio posò lo sguardo su Liam, che lo guardava
supplicante.
"Fanculo." La voce di Harry suonò aspra, esattamente come
voleva lui.
"Ehi! Vacci piano, riccio." Liam posò una mano sul petto di
Zayn, per dirgli di calmarsi.
"Harry, io..-" "Io mi sono fidato di te. Io ti ho detto tutto, di me.
Ti ho detto di mia madre, della mia sessualità. Ti ho detto
di Louis. E tu sei cosi stronzo da..-"
Harry fu interrotto da Zayn, di nuovo. "Non è colpa sua,
Harry. Davvero, credimi. Prenditela con me, ma lui non voleva fare
nulla di male."
Ma Harry si sentiva tradito, e guardò sprezzante entrambi,
ma parlando si rivolse solo a Liam.
"Pensavo fossimo amici." e abbassandosi a prendere lo zaino,
alzò il passo verso la scuola.
"Harry!" cercò di ignorare i richiami da parte di Zayn, ma
all'ottavo pronunciare del duo nome, si innervosì.
"Che diamine vuoi, adesso?" e si, rimane stupefatto che Zayn non avesse
tentennato ad abbassare gli occhi neanche un secondo ma, anzi, lo
guardava dritto nelle pupille.
"Credimi, se ti dico che non vorrei essere qua. Ma puoi farmi il favore
di dirmi i tuoi orari?" Harry si portò una mano sotto il
mento, e corrugò le sopracciglia.
"Perché mai dovrei darti il mio orario, Malik?" Zayn
sembrò non sapere che dire, ma si riprese quasi all'istante,
guardandosi in torno e vedendo sempre più ragazzi.
"Fallo per Louis, e dammi il tuo orario. Ok?" Harry tentennò
qualche secondo, indeciso sul da farsi, quando sentì vibrare
la tasca dei pantaloni.
Infilò due dita nella tasca stretta, cercando di tirare
fuori il telefono.
Louis:
'Daglielo,
Harry. Per favore.'
Il
riccio guardò per un minuto buono il cellulare, per poi
esclamare "Ma che caz-"
Interrotto da Zayn, per la ventesima volta, quella mattina.
"Conosce proprio bene il suo ragazzo." "Tu sai..?"
Zayn mosse la testa su e giu, piano. "È ovvio, che lo so!
È il mio migliore amico. Ora me lo dai, o vuoi aspettare un
altro messaggio?"
**
'penso
che tu debba spiegarmi qualcosa, Lou. H.''
La
giornata di Harry proseguì in maniera strana.
Ogni volta che cambiava classe, lo vedeva puntato con gli occhi verso
di lui.
Quando andava a sbattere contro qualcuno, lo sentiva perfino sbuffare.
Quando ha messo male i piedi inciampando nel bel mezzo del corridoio,
davanti a tutti, lo sentì perfino esclamare un 'stupido imbranato'.
Non ne poteva davvero più, di ricevere le sue occhiate tutto
il tempo, perciò, alla campanella che annunciava il pranzo
si chiuse nel bagno del secondo piano, sperando di levarselo di torno.
Si mise seduto sulla tavoletta del wc, alzando le gambe e puntando i
piedi contro il muro ed estrasse il cellulare dalla tasca posteriore di
quel jeans troppo stretto.
Andò subito alla rubrica, ignorando i messaggi e le poche
chiamate perse e inoltrò subito la chiamata. "Ehi piccolo
Haz!" La voce che proveniva dal telefonò era bassa,
più bassa del solito almeno.
"Mi sta facendo impazzire, dico sul serio. Stanotte lo
sognerò, e probabilmente avrò gli incubi." Il
riccio aveva la voce quasi disperata, a tal punto che il ragazzo
dall'altra parte del telefono emise una leggera risata.
"vieni a trovarmi, oggi?" La voce di Louis era cosi calda e dolce, che
il riccio non potè fare a meno di arrossire, felice che non
possa vederlo.
"Dove..?" quasi un sussurro.
"A casa mia. Mia sorella sta ancora male, e la mamma arriva alle otto,
e le altre sorelle non possono avvicinarsi a lei. A proposito, l'hai
fatta la varicella, tu?"
"uhm, si, mi sembra di si." Harry può giurare di aver
sentito un sospiro di sollievo uscire dalle labbra di Louis, e sorrise
spontaneamente.
"Allora a più tardi, ok?"
"ok, a più tardi, Lou." Harry attaccò il
telefono, e si accorse che non aveva chiesto a Louis di Zayn.
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Sono stata circa un'ora
e mezza, cercando di prendere la connessione.
Per cui, mi scuso, ma
non sono neanche riuscita a rispondere alle recensioni.
Ma le ho lette tutte, e
giuro vi ringrazio a tutte quante, perché fa davvero piacere
ricevere tutti quei complimenti!
Bene, molti di voi sospettavano
su Zayn e Liam.
No? Beh, avevate ragione
uahuahaha.
No, comunque, bo.
Sono stanchissima e ho
la testa vuota di idee, in questo periodo.
Sarà che sono
al mare da mattina a sera, e poi esco tornando a tarda notte e son
davvero stanca per scrivere.
Quindi mi scuso se il
capitolo fa schifo.
Scusate, davvero.
Mi scuso anche se ci sono errori, come verbi ecc, ma non ho nessuno che
mi fa da 'controllore' (?) e allora bo,
a me molte cose saltano.
Come al solito ringrazio
chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e anche chi
legge in silenzio, e siete davvero tanti.
Per cui bo, vi amo.
Un bacio enorme, ci
vediamo domenica. <3
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