I'll keep my arms wide open.

di xstylinsonslove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




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Non alzare gli occhi.
Non alzare gli occhi, per nessuna ragione.
Tengo gli occhi fissi sul vassoio nelle mie mani e faccio attenzione a mettere un piede dopo l'altro per evitare di inciampare. Cercando di farmi notare il meno possibile mi siedo nell'unico tavolo vuoto. E inizio a mangiare.
<< Che cazzo hai fatto? >> Alzo la testa di scatto pensando che qualcuno ce l'avesse con me. Sarebbe stato prevedibile. Invece vedo un ragazzo, penso dell'ultimo anno, in piedi di fronte a un ragazzo più piccolo.  Quest'ultimo tiene gli occhi bassi e cerca di parlare, ma appena lo fa gli viene rivolta una battuta poco simpatica e la sua voce si affievolisce.
<< Torna indietro, e vai a comprarmi qualcosa di decente. >> Il ragazzo esce dalla mensa a testa bassa, impaurito come un cane con i fuochi d'artificio.
Il ragazzo più grande si gira verso il lato della mensa dove sono seduto io, che giro subito la testa per non farmi notare. Lo osservo con la coda dell'occhio che si risiede con i suoi amici, che gli battono il cinque dandogli pacche sulla spalla. Per cosa poi? Per aver impaurito un ragazzo? In che scuola sono finito?
Scuoto la testa leggermente, mi alzo in piedi per andare a svuotare il cestino e vado in giardino. Appena esco sento il sole scottare su di me. Mi dirigo verso un albero all'ombra, e mi ci siedo sotto.
Vedo il ragazzo di prima, quello impaurito tornare verso la mensa e allora faccio un fischio. Il ragazzo si gira e gli faccio segno di venire verso di me. Sembra un ragazzo a posto. Normale, capelli corti, biondi-castani, abbastanza alto e occhi marroni di cui ti puoi fidare al primo sguardo. O almeno, cosi sembra.
<< S-si? >> Tiene lo sguardo basso anche con me. Pensa che voglio fargli del male?
<< Tranquillo, non voglio farti niente! Volevo solo sapere.. chi è quel tipo? E perchè ti tratta cosi? >> Lui alza la testa di scatto, come scottato.
<< Oh.. Lui.. lui è Louis. Louis Tomlinson. E' un ragazzo apposto. >> Sgrano gli occhi, ma è scemo?
<< Dammi la tua definizione di 'apposto' ! Lasciamo stare, fatti tuoi. Comunque piacere, Harry. >> Gli porgo la mano che lui stringe cautamente, come avesse pausa che lo prendessi di forza e lo scaraventassi a terra.
<< Liam Payne. Sei nuovo? Non ti ho mai visto.. >>
<< Sei un osservatore niente male, sai? Si sono nuovo. E sta scuola mi fa già schifo. >>
<< Non è male come sembra. Devi solo farci l'abitudine. >> Alzo un sopraciglio.
<< Beh, se lo dici tu, che sostieni che quel Louis sia un tipo apposto.. allora non mi fido. Ci si vede Payne >> Non gli do il tempo di replicare, battendogli una mano sulla spalla, che mi allontano.
Quello deve aver problemi seri. Due minuti prima trema sotto il suo sguardo, e poi? Dice che è apposto. Vado verso l'armadietto e prendo i libri per la lezione di geografia.
Che poi non mi serve, la geografia. Voglio dire, non mi muoverò più da questo schifo di città. Cioè, ho ancora una piccola speranza di tornare a casa, nella mia vera casa. Ma non penso sia possibile. Chiudo lo sportello e mi allontano velocemente vedendo che ormai nel corridoio non c'è più nessuno.
Anche questa cosa.. tutti puntuali.. che schifo.
E' d'obbligo, che in una scuola, ci sia almeno un terzo degli studenti in ritardo. Scuoto la testa e mi passo una mano sugli occhi, che sento stanchi. Arrivo davanti all'aula 203, che da quello che c'è scritto sul foglio che mi ha dato la segretaria, dovrebbe essere la mia prossima aula. Scuoto la testa facendo andare i miei capelli in avanti e con un gesto della mano li riporto al lato della testa, per apparire un po più in ordine. Non che me ne freghi qualcosa, però.. Busso piano.
<< Avanti. >> Apro la porta e metto la testa dentro, guardando tutti gli studenti giù in classe. Il signore davanti alla cattedra, che presumo sia il professore , mi guarda con un sopracciglio alzato. Allora faccio entrare anche il mio corpo, nell'aula.
<< Lei è? >> Non sono mai stato un tipo timido, ma tutti questi occhi addosso mi mettono un po di agitazione.
<< Harry. Harry Styles, sono nuovo. >> Porgo la mano al signore e sorrido.
<< Io sono il professor Deakin. Insegno Geografia e matematica. >> Da quando in qua un professore insegna geografia e matematica? Va be, lasciamo stare.
<< Puoi prendere uno dei banchi liberi. >> Mi guardo intorno, e dopo avergli fatto un cenno con il capo vado a sedermi in un banco accanto alla finestra.
Tiro fuori il quaderno e inizio a pasticciare, invece di ascoltare davvero la lezione. Tanto, anche se mi impegno, faccio comunque schifo.
Mi guardo intorno e vedo che c'è ancora qualcuno che mi fissa.
Qualcuno mi guarda con simpatia.
Qualcuno con superiorità.
Qualcuno con pena, forse perchè sono in una nuova scuola.
Qualcuno invece, mi si mangerebbe con gli occhi. Una bionda, due anzi. C'è anche una rossa. Si guardano, ridono, mi indicano e continuano a parlottolare.
Mi dispiace ragazze, mi dispiace davvero.
Ma non rientrate nei miei gusti.

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Salve. Salve.
Non so, mi frullava in testa già da un po.
Bo, non ho niente da dire.
Baci.
P.s. Se vi interessa, questo è il mio twitter. @xstylinsonslove  xx

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***



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Il soffitto è cosi bianco. Troppo bianco. Infinitamente bianco.
Mi fa venire il nervoso. Da piccolo amavo questa casa.
Amavo stare qua, in questa camera. E lo amo ancora adesso, solo che le cose.. son diverse.

Diciamo che non sarei mai venuto in questa città di mia spontanea volontà.
Ma in fin dei conti non mi dispiace. Non troppo almeno.
Ho realizzato che quella casa non faceva per me. Che per quanto possa amare mia madre... non siamo fatti per vivere sotto lo stesso tetto. E stare con mia nonna, almeno un po, magari mi aiuterà.

Però mi manca. Mamma, intendo. E' una brava mamma, solo troppo... troppo, ecco.
Lo psicologo diceva che il mio essere 'diverso' poteva venire dal fatto che lei mi stesse troppo appresso.
E anche se io le dicevo che non c'entrava niente, che io ero contento di essere cosi, che stavo bene, lei ha preferito mandarmi qua. 'Forse cosi guarisci'.
Ecco, è questo che mi ha detto. Ed era inutile a quel punto, dirle che io non mi sentivo malato.
Però non ce l'ho con lei.
Insomma, non penso sia roba da poco avere un figlio che da un momento all'altro ti dice : ' Oggi ho mangiato le lasagne, ah comunque, sono gay'.
Si, avrei potuto dirglielo diversamente.

Ma non lo so perchè, mi è uscito così. Il tatto non è mai stato il mio forte. Diciamo che non penso quando parlo..
Lei ha fatto tipo mille faccie diverse. E a un certo punto, credetemi, mi sono spaventato. Allora sono corso a prenderle dell'acqua.
Ma lei non l'ha voluta. Ha voluto il telefono.. e ha fatto mille chiamate. Chiamava tutti, anche se erano le dieci di sera. Chiedendo consigli.
Lei pensava che io fossi salito in camera, ma invece ero solo sopra le scale.

Mi sentivo cosi fuori posto, in quel momento. Io sapevo di non essere normale, come tutti. Insomma, ho 16 anni, sono gay e so cosa significa.
Però mi sentivo davvero bene con me stesso. Non avevo problemi a dire: Preferisco i ragazzi.
Era qualcosa che non potevo scegliere, ma che anche se ne avessi avuto la possibilità, avrei scelto. Mi piacevo in questo modo. Poi sentivo che chiedeva di qualche dottore che potesse 'aiutarmi'. Sarei voluto scendere, prendere il telefono, buttarlo fuori dalla finestra e dirle: 'Sono normale mamma. Lo sono come lo ero venti minuti fa!
Lo sono come lo sono sempre stato. Sono tuo figlio, ti ricordi?.'
Ma era come se avessi.. no anzi, senza se. Avevo paura. Era mia madre, io la amavo. E pensavo che mi avrebbe accettato.

Il giorno dopo avevo già un appuntamento dallo psicologo. Ricordo che mi fece troppe domande.Sui miei amici, sul mio modo di parlare, sul fatto che non avessi un padre, sul come mi sentivo quando vedevo una ragazza, sui sentimenti che provavo verso i ragazzi... e altre mille domande. Sentivo la testa scoppiare.
Mi toccavo continuamente i ricci. Riuscivo a fare solo quello, e son sicuro che lui l'ha notato, perchè mi guardava le mani e scriveva. Continuavo a ripetermi che andava tutto bene, e di non strappargli il taquino dalle mani e mangiarlo. E l'unica cosa che volevo fare..era piangere. Piangere.

Ma non potevo. Mamma mi avrebbe ancora più schifato. E io non l'avrei sopportato. Allora lo psicologo fece delle domande anche a mamma.
Sul nostro rapporto, sul perchè io non avessi un padre e se secondo lei questo aveva influito su questa mia 'cosa'. Parlavano come se io non ci fossi.
Ed effettivamente era cosi, perchè ad un certo punto, ho scollegato il cervello. E per i restanti 20 minuti, non sentii più niente. Ricordo solo che poi mamma mi ha preso per il braccio trascinandomi fuori.

Mi fece male, come se lo facesse a posta. Come per dirmi: Questo è quello che fai tu a me. E io la lasciai fare. Arrivammo a casa e lei corse in soffitta. La sentii trafficare, cercare qualcosa. Io presi tranquillamente del latte dal frigo e lo versai in una tazza. Sentii qualcosa sulla mia gamba, e mi accorsi che il mio gatto era salito sulle mie gambe. Presi ad accarezzarlo con tranquillità. Fino a quando non vidi mamma scendere dalle scale con una cosa in mano. Una cosa gigante. Una valigia.
Il latte mi andò di traverso, non capii niente. Cosa voleva fare? Un viaggio, forse?

<< Cosa fai, mamma? >> Una parte di me mi diceva: preparati Harry. Stringi i denti, andrà tutto bene. Ma lo sapevo forse.. forse sapevo già cosa voleva dirmi.
<< Mi dispiace.. >> Teneva gli occhi abbassati, non riusciva a guardarmi.
Ti faccio cosi schifo, mamma?
<< Ti dispiace.. cosa? >> La voce iniziò a tremare.
<< Te ne devi andare. >> Il mio cuore li, proprio in quel metro quadro di spazio in cui ero, su quello sgabello, mentre tenevo in braccio il gatto, si frantumò in mille pezzi.. che andarono ovunque. Sotto il frigo, sotto il mobile o sotto il divano. Semplicemente si persero dappertutto. E si sa, che in un puzzle, quando lo costruisci, se manca anche solo un pezzo insignificante, non sarà mai completo, o almeno, non ai tuoi occhi.


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Buon salve a tutti.
Si, lo so, il capitolo è cortissimo.
Questi primi capitoli saranno cosi, perché sono di passaggio.
Vorrei sapere un vostro pensiero, ovviamente, se ne avete voglia :)
Ringrazio chi ha recensito il prologo, chi ha messo tra i preferiti e chi  nelle seguite.
Ora mi dileguo, ciao. :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


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Tirai uno schiaffo a quell'affare che suonava fastidiosamente alla destra della mia testa.
Chi li ha inventati certi aggeggi infernali?Mi girai verso la sveglia per guardale l'ora e mi accorsi che ero in ritardo. Cazzo.
Tolgo le coperte ma lo faccio troppo velocemente perchè mi ci arrotolo dentro e finisco per terra.
Mi alzo con molta fatica. Vado in bagno e mi butto sotto la doccia. Senti i capelli bagnarsi poco a poco, finchè non diventano fradici.
Li inizio a insaponare, lentamente. Sarò anche in ritardo, ma ci tengo ai miei capelli. Dopodichè passo al corpo, insaponandolo.

Son già passate due settimane, da quando sono arrivato. Per ora va tutto bene. Parlo con molti ragazzi. Forse non hanno ancora capito chi hanno davanti.
Insomma, non sembro per niente gay. Sembro solo un bimbo con due fossette enormi sulle guancie. Ma se dovessi andare da una ragazza e dirle : 'Io, te. Letto.'
Son sicuro che improvviserebbe un letto in mezzo alla strada per poter stare con me.
No, non è modestia. Davvero. Solo che me lo fanno notare. E a me dispiace, perchè non posso accontentarle.
Chiudo l'acqua di scatto, se no non mi muovo più.
Mi avvolgo nell'asciugamano e vado in camera a vestirmi. Mi vesto come sempre: Pantalone nero stretto, maglietta a maniche corte blu scura e converse bianche.
Infilo un giubbotto di pelle leggero e scendo al piano di sotto.


<< Ciao amore di nonna! >> Cazzo, mi ha visto.
<< Ciao nonna, ti voglio bene, ma devo scappare! >> Cerco di svincolarmi da lei, ma per avere quasi 70 anni è più arzilla di me.
<< TU NON VAI DA NESSUNA PARTE! >> Indietreggio impaurito fino a cadere sul divano dietro di me.
<< N-nonna? C-cosa..? >> Lei tira semplicemente indietro la sedia da sotto il tavolo e sfoggia un sorriso.
<< Devi fare colazione, Harry caro. >>
Son sicuro che se non fosse mia nonna, l'avrei già mandata a quel paese.
<< Nonna sono in ritardo.. >> Cerco di farglielo capire.
<< Non se ne parla. >> Sbuffo e butto per terra lo zaino prendendo a sedere
. Cerco di finire la colazione il prima possibile, ma non ci metto meno di 10 minuti. Fantastico, sono in ritardo, decisamente.
<< Ora devo proprio andare! Ti voglio bene >>
 Le do un bacio sulla guancia e scappo, prima che mi rifila anche il pranzo a sacco.

Sono le otto meno due minuti e vedo il bidello fuori dal cancello che guarda l'orologio.
Perfetto, ce l'ho fatta.
Sorpasso il cancello con un'aria soddisfatta, nello stesso stile in cui nei film, l'eroe, esce appena in tempo da un palazzo che esplode in aria.
 Ma alzo comunque il passo verso l'armadietto. Metto la combinazione e cerco di ricordarmi cosa c'è alla prima ora, siccome si, ho perso il foglio.
 
Dovrebbe esserci matematica.. no aspetta, son sicuro che è informatica.
E se fosse italiano? Dio, ma perchè tutte queste materie?
Tanto non servono a un cazzo.
Ok, son sicuro che c'è francese.

<< Scienze >> Chiudo lo sportello per vedere chi ha parlato e rimango immobile.
Mi sventola una mano davanti la faccia.
<< S-scusa? >> Sbatto veloce le palpebre e cerco di riprendermi.
Cazzo, è stupendo. Capelli castani leggermente chiari, occhi azzurri e meravigliosi come il cristallo e un sorriso che ti fa morire.
<< Hai scienze, ne son più che sicuro! >>
Lo guardo ancora e capisco dove l'ho già visto.

<< Tu sei quello che ha spaventato a morte quel ragazzo! >> Gli punto un dito al petto e lui mi guarda un attimo, prima di scoppiare a ridere.
<< Quale dei tanti? >> Ma cosa...
<< Comunque, sei nuovo? >> Cerco di fare un sorriso, ma mi sa che esce un'espressione come se mi stessero tirando i lati della bocca con una pinza.
<< Uhm, si. Harry. >> Mi guarda annuendo, tenendosi la mano sotto il mento.
<< Beh, sei loquace. Io sono Louis, grazie per avermelo chiesto! >> Ma perchè mi sta parlando?
 Posa lo sguardo sull'armadietto di fianco al mio e mette una mano sul lucchetto.

<< E' il tuo armadietto? >> Chiedo titubante.
<< No sherlock, ho la combinazione di tutti i lucchetti e ogni giorno ne apro uno diverso. Sai, mi piace la sensazione che si prova. >>
 E' impossibile.
<< Non ti ho mai visto per due settimane, a questo armadietto. >> Son più che sicuro.
<< Non ci sono stato, in queste due settimane, genio. >> L'avevo detto io.

<< Come sai di scienze? >> Lui riporta lo sguardo su di me.
Quegli occhi.. son più che sicuro che non esista un paio di occhi identici a quelli.
<< Cosa? >>
<< Come sai che ho scienze alla prima ora? >> Lo guardo dall'alto alzando un sopracciglio.
<< Perchè, la mia è solo una ipotesi eh.. ma la professoressa Caprick sta guardando noi due da almeno dieci minuti, e son sicuro che io non ce l'ho alla prima ora, quindi ... penso stia aspettando te. >> Piego la testa di lato guardandolo. Cosa sta dicendo?
Alza una mano mettendomela sotto il mento e facendomi girare la testa alla mia destra e vidi la professoressa Caprick squadrami dalla testa ai piedi.

<< CAZZO! Non potevi dirmelo prima? Porca cavalletta. >> Mi giro verso l'armadietto, prendo il libro di scenze, poso lo zaino dentro e sbatto con una botta lo sportello.
 Corro verso l'aula e guardo implorante la professoressa.
<< Mi scusi.. ho perso l'orario.. >> Mi guarda e mi da una pacca sulla spalla.
<< Questa volta te la faccio passare. Su, dentro. >> E solo una volta che sono dentro l'aula, seduto su quella sedia scomoda dell'aula di scienze, mi rendo conto che non ho salutato Louis.



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Holaa hola.
Come state? Spero bene.
Io si, abbastanza.
A parte che domani i ragazzi saranno in Italia, io non potrò vederli e la maggior parte delle ragazze che saranno al concerto ci faranno fare una figura di merda.
Ma va be, sarà per il prossimo tour. Che sarà fantastico, già lo so. Anche perché non possono entrare le bambine, scusate, ma ce ne sono troppe.
Passando al capitolo, si lo so, è sempre corto. Hahaha mi dispiace.
Comunque, grazie a chi recensisce, anche a chi non lo fa, mettendolo comunque tra le preferite/seguite.
Ma se recensite non mi arrabbio, eh. hahaha
Bo, scappo. Aggiornerò presto, per scusarmi di questo cortisssssssimo capitolo.
Ma non so quando..
Un giorno di questi, comunque :)

Un bacio a tutte.
Se volete, this is my twitter: @xstylinsonslove
( Dovete fare copia incolla, perchè sono cosi ignorante da non sapere come si fa il collegamento hahaha)

Vabbe, vado.
Pace, amore & larry stylinson is real. Baci :*

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


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<< Ciao! >> Alzo gli occhi dal pranzo e vedo il ragazzo che quel Louis aveva maltrattato quando sono arrivato in questa scuola.
<< Uhm, ciao? >> Senza troppi complimenti, prende la sedia affianco a me e ci si siede sopra, poggiando il suo vassoio sul tavolo.
 Alzo un sopracciglio e lo guardo.
<< Scusa, è che.. ti ho visto solo...e siccome anche io lo ero.. ho pensato.. si insomma.. >> Lo guardo abbassare lo sguardo sulle sue mani.
Scoppio a ridergli in faccia, non riuscendo a trattenermi.

<< Va tutto bene, tranquillo! Liam, giusto? >> Alza gli occhi e mi guarda sorridente.
<< Si, Liam! Tu Harry, giusto? Allora.. come ti trovi in questa scuola? >>
Prima di rispondere riprendo la mela che stavo mangiando ,prima del suo arrivo, e la mordo.
 Siamo nel cortile, nell'ora di pranzo. E' pieno di gente, troppa gente.
<< Per ora non è male. Ma non è passato neanche un mese! >> Rispondo, ma mi rendo conto che la mia testa si muove a destra e a sinistra per il cortile alla ricerca di qualcuno.

<< Chi cerchi? >> Perfetto, se n'è accorto pure Liam. Sto per rispondere quando lo vedo uscire.
Cazzo, è una meraviglia.
<< Non fissarlo troppo, non gli piace quando la gente lo fa. >> Mi giro di scatto verso Liam, che mi ha colto sul fatto.
<< Perchè non gli piace? >> Non mi preoccupo neanche di giustificarmi, chissene frega.
<< Non lo so, ma ti assicuro che ogni volta che becca qualcuno fissarlo per troppo tempo, ne paga le conseguenze.
Penso non gli piaccia essere giudicato, sai.. >> Liam prende a mangiare, sempre se cosi si può chiamare, il pollo nel suo piatto.

<< Bè, se qualcuno lo giudica è perché ha fatto qualcosa di male, no? >>
<< Si ma.. non so, secondo me c'è più di quel che sembra, in lui. >> Come al solito, abbassa gli occhi.
<< Lo stai difendendo? Ti tratta di merda, e tu lo difendi? Sei pazzo o semplicemente masochista? >> Lui mi guarda e io gli sorrido.
<< No, nessuno dei due. Almeno penso. So solo che è cosi, fidati. >>
<< Ok ok, ti credo. Io vado, Liam. Ci si vede in giro. >> Mi alzo in fretta dalla sedia, e dopo aver preso il mio vassoio ormai vuoto, mi dirigo verso l'interno della scuola.
 Purtroppo l'unica via da percorrere è quella dove c'è lui, Louis.
Appena mi vede alza un braccio, in segno di saluto. Io gli sorrido, e entro nella scuola.



<< ...Una molecola biatomica è una molecola formata da due atomi. Le molecole biatomiche si distinguono in molecole omonucleari, composte da atomi dello stesso elemento chimico, ed eteronucleari, composte da atomi di elementi diversi. Fin qua tutto chiaro, ragazzi? >> Guardiamo tutti il professore di fronte a noi, e anche se son più che sicuro che la maggior parte della classe non abbia capito niente, annuiamo tutti in simbiosi.
Che poi, cosa me ne faccio della chimica? Non mi servirà a niente, io voglio fare tutt'altro nella vita.

<< La prossima settimana inizieremo con le interrogazioni, si svolgeranno in ordine alfabetico. >> Un lamento si alza dalla classe, chi si mette le mani nei capelli - sicuramente quelli con i cognomi che iniziano per A o per B - chi invece fa il calcolo delle lettere dell'alfabeto per sapere quando tocca a lui.
A me sta bene, insomma, prima che si arrivi alla S c'è ne vuole, di tempo.
Dovrò comunque studiare, che noia.

<< La lezione è quasi fin.. >> Il trillio della campanella non fa finire il suo discorso.
Un rumore assordante di sedie che strisciano mi arriva alle orecchie, facendomi venire i brividi. Dio, cosa siete, ippopotami sbizzarriti?
Con lentezza estanuante, prendo tutte le mie cose e mi alzo dalla sedia.
Faccio per andare verso la porta ma la voce del professore mi ferma.
<< Styles, volevo solo dirti che questa interrogazione la prenderò molto sul serio. Siamo a inizio anno, è vero, ma sarà importante lo stesso.
Mi raccomando, mi sembri un ragazzo intelligente. >> Annuisco dicendo di si e scappo dall'aula.
Ci mancava solo l'ansia da prestazione, grazie.

<< Ehi Harry! >> Due occhi azzurri mi si parano davanti insieme ad un sorriso mozzafiato.
<< C-ciao. >> Intorno a noi c'è gente che corre, che urla, canta, o si dispera per la prossima lezione, e io vedo solo i suoi occhi.
Sono disarmanti. Stupendi, ma non so perchè, tristi al tempo stesso.
<< Come va? Non ti vedo mai in giro.. >>

Rispondi Harry, non ci vuole tanto. Be-ne. Non è difficile.
Certo, non è difficile rispondere, ma farlo guardandolo negli occhi, lo è. Per questo distolgo lo sguardo, posandolo sul libro di chimica che è ancora tra le mie mani.
<< Tutto bene, Louis. Te? >> Bra-vo!
<< Tutto apposto.. volevo solo avvertirti di una cosa.. Vedi quei ragazzi? >> Muove la mano verso la mia destra, al fondo del corridoio.
Seguo la traiettoria del suo dito e incontro gli occhi di tre ragazzi. Che mi fissano. Come se fossi un pezzo di carne.
 Come se loro fossero dei doberman.

<< Non guardali, cazzo. >> Mi tira per il polso e io giro il viso verso lui.
<< Sei tu che me l'hai detto! >> Sbuffa spazentito e rotea gli occhi.
<< Si, ma tu li stavi fissando! Dovevi fare il 'vedo-non vedo'! >> Incrocio le braccia al petto, per quanto mi è possibile, per via del libri.
<< Avevi solo da dirmelo! Se tu mi dici 'vedi quei ragazzi', è ovvio che io li guardo! >> Per tutta risposta anche lui si porta le braccia incrociate al petto e sbuffa, di nuovo.
<< Va bene, ok, mea culpa. Ti volevo solo dire.. Tu sei nuovo, qua, e loro.. beh, se la prendono con i nuovi arrivati.. sai com'è. Ma stai tranquillo, basta che non li guardi, o non li nomini.. o non gli tagli la strada.. o non gli rispondi.. o non ... >> Gli metto una mano davanti alla faccia e lui si ferma immediatamente.

<< Praticamente non devo venire a scuola, no? >> Lui si mette a ridere.
Vorrei chiedergli cosa si ride, sopratutto dopo avermi messo tutta quest'ansia addosso.
<< No, no tranquillo.. Basta solo che fai come ti dico io. Mi stai simpatico Harry, non so perchè. >>
Non mi da neanche il tempo di rispondere, che se ne va. E vorrei precisare: se ne va, raggiugnendo quei tre ragazzi che mi fissano.
 Si scambiano qualche stretta di mano e qualche pacca sulle spalle. E cosi, parlando, escono da scuola. Insieme.
Perchè se ne va un'ora prima? Perchè mi ha messo in guardia da quei ragazzi, che non sono altro che.. suoi amici?
Non pensarci, Harry.
Mi trascino verso l'armadietto, prendo il libro per la prossima e ultima lezione, e mi dirigo verso l'aula.





<< Sai, hai ragione. Mi costa ammetterlo, ma secondo me, hai ragione. >> Mi butto di peso sulla panchina.
<< Cosa? Di che stai parlando, Harry? >> Guardo Liam e capisco di non aver detto il motivo, per cui penso abbia ragione.
<< Ah, giusto. Dicevo, hai ragione su.. Louis. Secondo me ,è vero, c'è qualcos'altro. Ma quello che dobbiamo chiederci è : Cos'altro c'è? >>
 Mi porto una mano sotto il mento, mentre con l'altra mi aggiusto i ricci che mi cadono davanti agli occhi.

<< E' hai dedotto queste cose alle.. 7:47 della mattina? Caspita Harry. >> Mi tolgo la mano da sotto il mento e sbuffo.
<< No, scemo. E' che è strano. Sai quei ragazzi con cui gira sempre? Quelli che ti danno fastidio.. >> Mi guarda annuendo lentamente, facendomi cenno di continuare.
<< Beh, mi ha messo in guardia da loro. Me ne ha parlato come se non fossero neanche suoi amici.
Diceva cose tipo: Se la prendono con i nuovi arrivati, non devi fare questo, non devi fare quello ecc. E poi mi ha detto che gli sto simpatico.
Dopodichè è uscito da scuola, un'ora prima, con loro. CON LORO, Liam! >> Mi rigiro verso lui, dato che ho tenuto tutto il tempo lo sguardo di fronte a me, come se fossi un pazzo, gesticolando freneticamente.

<< WOW Harry, troppo caffè? Vacci piano. Sarà che gli stai veramente simpatico, e che gli dispiacerebbe vederti con un occhi nero. Tutto qua. >> Dice mentre addenta una brioche.
Vorrei sapere da dove l'ha tirata fuori, siccome fino a due minuti fa non c'era minimamente. Ma non perdo tempo.
<< Dici? E' se fosse solo un trucchetto, e un giorno di questi mi pestasse a sangue? Non è che io abbia paura eh.. anzi.. però, sai com'è.. >> Cazzo, invece ho paura.
Non tanto per l'essere pestato, quello passa. Ma ho paura della reazione di mia nonna. Già si preoccupa quando non mangio la colazione, figurati se torno a casa pestato.
<< Nah. Non avrebbe speso parole con te, fidati. Conosco Louis dalle elementari. >> Fa per alzarsi, ma lo blocco trattenendolo per il polso.

<< .. Posso sapere, perchè ce l'ha con te? >> Non voglio sembrare invadente, insomma, abbiamo parlato poche volte.
<< Non c'è una motivazione concreta. Penso che si diverta e basta, tutto qua. >> Cerca di sorridere, ma risulta un sorriso falso quanto i soldi del monopoli.
<< E non hai mai provato a.. si sai, a ribellarti? >> Decido di lasciargli andare il polso, e lo guardo negli occhi.
<< No, non sono così stupido. Chi ci ha provato è finito peggio di me. Dobbiamo andare Harry, è suonata due minuti fa. >> Cazzo, non me ne ero neanche accorto.
 Faccio un cenno di saluto a Liam e lo supero velocemente. Entro dentro la scuola, vado all'armadietto, prendo di fretta il libro di matematica e corro in aula.

                                                                           **

Secondo me è bipolare. Sicuramente.
Oppure è una ragazza travestita da ragazzo, con la sindrome premestruale. Tutti i giorni.
Non so.. opto per il bipolare. Si, insomma, Louis ha dei tratti un pò femminili, ma non così tanto.
Però è strano.
E' vero, penso che come ha detto Liam, ci sia più di quel che si vede in lui. Ma è strano comunque.
Perchè essere cosi.. strano? L'ho visto maltrattare Liam, altri ragazzi e ridere in faccia a qualche ragazza.. e con me, che neanche conosceva, si è dimostrato fin troppo gentile.
E se fosse sul serio un piano per farmi del male? Succede sempre nei film.

<< Ti conviene ascoltare, sai? >> Alzo la faccia di colpo, girandomi alla mia desta.
Una ragazza si è seduta affianco a me, e ora mi guarda.
<< Eh? >> E' davvero carina. Ha i capelli castani, che le scendono fino a metà schiena in dei dolci boccoli. Gli occhi marroni e le labbra piccole ma gonfie.
Solo il naso, stona un pò.
<< Dicevo.. il professor Holler ogni tanto, nel bel mezzo della lezione, si interrompe e sceglie un ragazzo. E gli fa una sfilza di domande sui capitoli precedenti.
Lo fa sempre, per questo è meglio stare attenti. Si capisce quando sai.. sta per scegliere. Comunque sono Eleanor, piacere! >> Si apre in un sorriso per niente timido.
 Guardo la mano che ha messo tra noi, e con un sorriso la stringo.
<< Harry. >>
<< Sembri simpatico. >> Sorrido sinceramente e mi passo una mano tra i capelli, intimidito. Mi mette agitazione, come se fosse una ragazza che non si ferma davanti a niente.

 E' per questo, che decido, mi piace. Si, vabbè, non in quel senso.  
<< Anche tu! >> Annuisce e torna con lo sguardo sul professore.
<< Bene, ora dovremmo ascoltare la lezione, mi sa! >> Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa.
<< Ma non ho voglia! >> Eleanor si mette a ridere mettendosi una mano davanti alla bocca, e cerca di fare silenzio.
<< Sembri un bambino! Sei così carino! >> Sicuramente, le mie guancie, sono già rosse.
<< Non è vero! >> Incrocio le braccia al petto, come faccio sempre quando sono imbarazzato.
<< Si invece! >> Detto questo, per aggiungere ancora più imbarazzo alla scena, mi prende una guancia tra indice e pollice e me la tira.
<< Ahi! >>
<< Styles, Calder. Di solito interrogo una persona alla volta, ma oggi mi sento... ispirato! >> Sbarro gli occhi, e spalanco la bocca.



Stronzo.
La mia media in storia si è praticamente andata a far fottere. E siamo solo al primo mese.
<< Che hai, tesoro? >> Alzo gli occhi dal piatto e incontro quelli di mia nonna che mi osserva con fare amorevole.
Ha gli occhi cosi calorosi. Come quelli di...
<< Niente nonna, la scuola. >> Riabbasso immediatamente il viso. Guardare quegli occhi, è come guardare mia madre. Mi rendo conto di quanto mi manca..
 So che forse, non dovrebbe mancarmi così tanto. Dopo che mi ha rinnegato come figlio, non dovrei.. però è così. Pagherei anche solo per sentire la sua voce al telefono.
 Anche se quella voce, mi starebbe insultando.

<< Sicuro, Harold? >> Sorrido. E' l'unica, oltre a mamma, a chiamarmi ancora così. E se fosse un mio amico, o un mio compagno di scuola, mi darebbe fastidio. Ma se lo fanno loro.. no.
<< Mi chiedevo... se tu.. se tu hai sentito.. >> Non riesco. Sento la bocca iniziare a tremare. Gli occhi chiedere pietà, perchè li sto stringendo troppo.
 Il naso cercare aria, perchè la gola mi si sta chiudendo. E il cuore.. il cuore batte. Così forte, che sembra fermo.
<< Harry, Harry tesoro! Calmati! >> Le braccia, seppur piccole ma ben forti, di mia nonna mi avvolgono il collo. Poso la mia testa sulla sua spalla e piango. Singhiozzo. Mi libero.
<< Mi- mi ma-anca.. Tro-oppo >> Non riesco a dire una parola che il respiro mi manca. E lei mi accarezza la testa, per un tempo che mi sembra infinito.
Mi fa alzare dalla sedia, trascinandomi sino al divano. Mi ci fa sedere sopra, distendere le gambe e mi fa appoggiare la testa sulle sue gambe. Mi accarezza la guancia con una mano, mentre con l'altra mi pettina i ricci.
<< Stai tranquillo, bambino mio. Andrà tutto bene. >> E con le sue parole, e le sue carezze, il sonno mi invade.





Mi ritrovo fuori da scuola con ben 45 minuti di anticipo. Mi sono svegliato troppo presto, non riuscivo più a dormire. Così mi sono preparato, e sono uscito.
 Non guardando neanche che ora fosse. Non ne avevo voglia.
Mi fa male tutta la schiena, siccome mi sono addormentato sul divano.
Mia nonna non aveva coraggio a svegliarmi, probabilmente, dopo che sono crollato a dormire.
E la capisco, dicono tutti che quando dormo sembro un angelo. Bhè, anche quando sono sveglio.
Il cortile è deserto. Mi sa che neanche il bidello è già dentro.

<< Ehi riccio! >> Oh Dio, questa voce..
<< Louis. >> Mi da una pacca sulla spalla e si siede affianco a me sulla panchina.
Ha solo un giubbottino di jeans addosso, nonostante non faccia proprio caldo.
<< Che ci fai qua? >> Faccio la prima domanda che mi viene in mente.
<< Bhè, io ci studio.. tu non so, cosa vieni a fare a scuola? >> Chiudo gli occhi e annuisco con la testa, dandomi dello stupido.
<< Intendevo a quest'ora! >> Lui in risposta si mette a ridere.

<< Scusa, dai! Non ti imbronciare, però. Sorridi. >> Il suo sguardo è quasi serio, ma non posso fare a meno di sorridere.
<< Ecco, cosi! Hai un sorriso stupendo, sai? Magari ce l'avessi io! Sai quante ragazze stenderei? >> Il mio sorriso si trasforma in una semplice linea.
Sento che le fossette non ci sono più. Questa frase, non so per quale motivo, è stata come un pugno allo stomaco.
<< Già.. comunque non hai risposto. >> Il cambio d'argomento è la cosa che mi riesce meglio.
<< Ah si.. niente, non riuscivo a dormire! >> La linea che avevo sulla faccia scompare e prende posto un sorriso vero.
Sento le fossette tornare e gli occhi tornare a splendere, almeno un pò.

<< Perchè ridi? >> Sul suo viso si forma un'aria interrogativa e questo mi fa ridere ancora di più.
<< No.. è solo che anche io non riuscivo a dormire. Tutto qua! >> Mi sorride anche lui, portandomi una mano dietro il collo e tirandomi verso di lui, mentre con l'altra mano prende a scompigliarmi i capelli.
<< Dai Louis! >> Vorrei lamentarmi sul serio, ma non riesco a smettere di ridere.
<< Ok, ti lascio andare. Allora.. ho visto che hai stretto amicizia con Payne >> Ha un sorriso beffardo sul volto, come a dire: Con che razza di gente stai?
<< Si. E' simpatico. >> La mia risposta fredda. Anche se un pò titubante.
<< Potresti sceglierti di meglio, sai? >> Continua a insultare Liam, anche se indirettamente.
<< Tipo chi? Quei ragazzi da cui ,tu stesso, mi hai messo in guardia, con cui però sei culo e camicia? Oh bhè, molto meglio, si. >> Alza la testa e mi guarda alzando un sopracciglio e sorridendo.

<< Hai le unghie, Harry. Mi piaci. >> Ora ditemi, come fai con un ragazzo come Louis Tomlinson di fronte, che ti guarda con quegli occhi azzuri, quel sorriso che ti mette una gioia immensa e che ti dice queste parole, a non arrossire?
Giro immediatamente la testa, per non farmi vedere, e mi alzo. Arriva una ventata d'aria fredda, che fortunatamente mi colpisce in piena faccia, facendo andare via il rossore.
<< Ehi, dove vai? >> Mi afferra per il polso Louis, e mi giro.
<< A.. a fare colazione. >> Perchè cazzo parlo senza pensare?
<< Oh.. vengo anch'io! >> Si alza e tirandomi per il polso, mi porta in un bar dietro la scuola.
<< Io prendo un cappuccino e una brioche, tu Harreh? >> Rimango imbambolato per un momento, ma mascherò il tutto facendo finta di pensare a cosa ordinare.
<< L-lo stesso. >> Scelta più facile.
Ordina i cappuccini e le brioche, e con un cenno della testa mi indica di seguirlo fino a un tavolino. Mi siedo alla sedia e lo guardo.
Sta zitto per un pò, sentendo il mio sguardo su di lui.
Ma poi alza lentamente gli occhi e li punta nei miei.

<< Che c'è? >> Domanda senza ostilità. Solo voglia di sapere cosa mi passa per la testa.
<< Vorrei sapere... perchè fai cosi con me? Insomma.. maltratti tutti a scuola.. non ti fai scrupoli. Però con me, che neanche conosci, non lo fai.. Solo.. perchè? >>
Domando tutto d'un fiato, senza neanche accorgermene.
Ma non me ne pento. Voglio sapere.
<< Perchè tu.. mi sembri.. bravo. Si bhè, tutti a scuola mi guardando dal basso. Pensando che io sia.. superiore. E questo mi fa arrabbiare.
Voglio dire, sono come tutti. Solo sono stato bocciato un paio di volte. Sembra che tutti abbiano paura di me. E lo capisco, dopo che ho fatto quel che ho fatto..
Invece tu no. Mi hai guardato, un pò impaurito, ma non da me. Dalla nuova scuola, nuovi compagni.. Vorrei semplicemente che la smettesserò di trattarmi così. >>
Tiene lo sguardo fisso sul cappuccino che è arrivato da un paio di minuti e continua a farci girare il cucchiano dentro.

<< Sei stato bocciato? Quindi.. quanti anni hai? >> Tra tutte le domande, la più stupida.
Come se la pensasse come me, si mette a ridere.
<< Si, sono stato bocciato. Ho 19 anni. Tu Harreh? >> Seriamente?
<< Ne dimostri 15. >> Quasi si strozza con il cappuccino che stava bevendo.
<< Co-cosa? 15? >> Gli rido un pò in faccia, beandomi di quel momento in cui quello spiazzato è lui.
<< Si, 15. Io ne ho 16, comunque. Devo farne 17. >> Addenta la brioche e riprende a parlare.
<< Sei piccolo! >> Faccio una smorfia e prendo a mangiare la mia brioche pure io.
<< Non sono piccolo! E comunque, sembro più grande di te! >>


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Ok, è abbastanza lungo.
No?
Penso che d'ora in poi saranno tutti più o meno cosi, o spero.
Se vi da fastidio, invece, basta dirmelo. E li accorcerò :)
Beh,  Louis ed Harry si stanno avvicinando, pian piano.
Io son contenta, voi?
Vi dico già, che sicuramente toccherà i 30 capitoli, questa storia.
Perchè nella mia testa c'è ancora un sacco di strada hahaha.
Bene, ora vado. Che ne dite di lasciarmi un pensiero, qualcosa?
Mi farebbe molto piacere, ed è un'ottimo incentivo per continuare :)
Ringrazio comunque, chi ha recensito fin'ora, chi segue la storia anche senza dire niente, e chi l'ha messa tra preferite/da ricordare/seguite.
RINGRAZIO TUTTI.
Ora vado, un bacio, a presto. :)

This is my twetter. Dovere fare copia e incolla, come ho già detto. Haha.
@xstylinsonslove
Baci.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


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<< Allora.. Perché ti sei trasferito qua? >> Giro il viso verso la mia destra, e punto gli occhi in quelli di Eleanor.
Siamo sdraiati in cortile, nella pausa pranzo.
Nelle ultime settimane mi son legato a molte persone, ma Eleanor è quella con cui mi trovo meglio, fin'ora.
<< Io.. bhè.. varie cose. >>
<< Spiegami, Harry. Mi sembri sempre cosi.. pensieroso. >> Sembra davvero interessata.
Forse mi farebbe bene sfogarmi, ogni tanto.
<< Mia mamma.. Mi ha mandato a vivere qua, da mia nonna. >> Butto li, senza troppe spiegazioni.
<< Uhm, ok. Ma questo è l'inizio della storia, giusto? >> Una volpe, El.
<< Direi. Ok El, le cose stanno cosi. >> Facendomi leva sulle mani mi alzo a sedere, a gambe incrociate.
Eleanor segue i miei stessi movimenti, e punta i suoi occhi nei miei, ansiosa di sapere.
<< Vivevo solo con mia madre. Mio padre se n'è andato quando avevo quattro anni. Sai, siamo sempre stati molto.. legati, io e lei.
Mi raccontava tutto, io la ascoltavo sempre. Eravamo più due amici, che mamma e figlio.
E.. El, io sono gay. >> Lo sputo fuori. Non mi preoccupo più di tanto, non ho paura del giudizio della gente. Solo non mi piace dirlo.
Se una persona pensa che sono etero, quasi tutti, non lo nego.
Se una persona pensa che sono gay, quasi nessuno, non lo nego.
Eleanor spalanca gli occhi, e sta zitta per un paio di minuti.
<< E'.. wow. Sai, non sembra. Io ho un amico gay, ma è diversissimo da te. Insomma, è l'opposto. Peccato, comunque. >> Fa una smorfia con la bocca e incrocia le braccia.
<< Perchè? >>
Fa una faccia per dire: Non è ovvio?
Ma ovvio cosa?
<< Peccato, perchè sei carino, Styles. Davvero tanto. Ma comunque, vai avanti con la storia? >> Arrossisco leggermente e annuisco.
<< Si bhè.. mia madre non lo sapeva. Io pensavo non gli facesse differenza. Insomma, son sempre suo figlio, no? Ma.. non è andata cosi. Una sera, stavo mangiando e gliel'ho buttato la, cosi.
Le ho detto 'Sai mamma, sono gay'. Non volevo dirglielo cosi, sul serio, ma non son riuscito a fermarmi. Penso semplicemente che me ne volevo liberare.
Con gli altri non mi interessa, possono pensare quel che vogliono, davvero. Ma lei è mia madre, no? Aveva il diritto di sapere. Solo che lei.. bhè, in poche parole, mi ha mandato qua. >>
Alzo gli occhi e finisco di torturare quei pezzi d'erba che stavo strappando. La guardo e lei tiene gli occhi bassi.
Ma prende a parlare.
<< E ti ha.. mandato via.. cosi? M-ma sei suo figlio. >> Gli trema la voce.
<< El, stai bene? >> Le poso una mano sulla spalla, e lei alza subito gli occhi. Sono lucidi.
<< No, non sto bene. Non è giusto. Cosa hai fatto di male, per essere trattato cosi da tua madre? Non è giusto. Per niente. >>
<< Io.. è andata cosi. >>
<< Non puoi.. che so.. provare a chiamarla? Ci hai provato? >> Sento il cuore iniziare a battere veloce, al solo pensiero di sentire la sua voce.
<< Io .. n-no. Non penso reagirebbe bene. >>
<< Ma devi provarci, Harry.. >> Sembra pregarmi.
<< Lo farò, te lo prometto.. solo.. non ora. Ok? Andiamo, un minuto e suona. >> Ritiriamo le nostre cose, ci alziamo, e ci dirigiamo dentro.
Ho un solo pensiero..
Dovrei farlo, dovrei chiamarla?


Mi rigiro il telefono tra le mani.
Lo sto facendo da ormai 40 minuti, seduto sul mio letto, nella mia stanza.
E se avesse cambiato numero?
E se sentendomi iniziasse a urlare?
E se non mi rispondesse?
Vale la pena, provarci, per poi rimanere solo più deluso?
Compongo il numero e premo sulla cornetta verde, senza neanche pensarci.
Uno squillo..
Due squilli..
Tre squilli..
Al decimo squillo, quando sto ormai per attaccare, una voce arriva dal telefono.
<< Pronto? >> Il cuore batte forte, come noi mai.
Ho paura che da un momento all'altro mi si chiuda la gola, impedendomi di respirare.
Ma devo farlo, devo parlare.
<< Ma- mamma.. >> Silenzio. Silenzio. Solo il rumore dei miei pensieri. Poi lo sento, il respiro. Sento il suo respiro farsi più veloce, sento un leggero singhiozzo.
E quando mi penso che magari gli manco pure io, inizia a parlare.
<< Perchè mi stai chiamando? >> Fredda.
<< Volevo sentirti, mi mancavi.. >> Un singhiozzo. Il mio.
<< Non devi, Harry. Non devi chiamarmi, non devo mancarti, non devi pensarmi. >>
<< PERCHE'? Perchè, mamma? Sono tuo figlio, il tuo unico figlio! >>
Ho lasciato andare il pianto, che ormai, è diventato insopportabile.
<< Mi dispiace Harry. Ma tu.. Non sei più mio figlio. Non ti sento tale. Sei cambiato, non ei più quello di una volta. Cancella il mio numero. >>
<< Non è giusto, lo sai.. Io-io ti voglio bene.. Parliamone, per fa-favore.. >>
Sento il rumore di un tasto, e la linea che si chiude.
E poi il silenzio.
Non piango neanche più.
Non sento più niente.
Solo un gran freddo.
Ma non proviene da fuori.
E' dal mio cuore.
Perchè, mamma?

**

<< Svegliati, Harry caro. >> Sento il materasso farsi carico di un peso, alla mia destra.
Apro lentamente un occhio, poi l'altro.
<< Nonna.. >> La sua mano mi accarezza la fronte, e vi posa un bacio.
<< Devi andare a scuola, tesoro. Hai saltato già troppi giorni.. >>
Parla con cautela, come avesse paura che da un momento all'altro possa alzarmi e urlare.
<< Non voglio. >> Freddo. Impassibile. So che non dovrei prendermela con lei, ma non riesco.
<< Amore, non risolvi niente cosi. >> Mi tiro su a sedere, sposto la sua mano dal mio viso.
<< Tanto, cosa cambia? Se vado a scuola o no, cosa cambia? Lei mi rivorrà indietro? NO! >> Aveva ragione allora, perchè sto urlando. Senza rendermene conto, urlo.
<< Non cambierà niente! Lei mi schiferà sia che prendo il diploma, sia che non lo prendo! Mi schiferà sempre! E a te cosa frega? Lei è tua figlia, no? Dovresti dare ragione a lei! Dovresti schifarmi pure tu! dovresti mandarmi via, come ha fatto lei. Non dovrebbe importartene nulla di me, nulla! Mandami via, cacciami. Fregatene di me! >> Tiene la testa alta, e con un movimento veloce del braccio, lascia un segno sulla mia guancia.
<< Ora tu ti alzi, la smetti di lagnarti, e vai a scuola. Devi farlo per te, non per lei. Alzati, prendi in mano la tua vita, e fanne qualcosa. ADESSO. >> Si alza e con fretta esce dalla stanza.

**



Guardo l'orologio.
Le otto meno venti.
Sono in anticipo.
Mi sento uno schifo.. aver urlato cosi a mia nonna. Non se lo meritava, non lei.
Sento il telefono vibrare nella tasca. Lo prendo, un messaggio.
 
- Oggi arrivo tardi, ho una visita dal dottore. Ci vediamo in pausa pranzo, ok? Cosi mi racconti perché in sti giorni non ti sei presentato a scuola. Baci xx

Scrivo subito la mia risposta, e la invio.

-Ok, El. A pranzo di dico tutto. Un bacio x

Una mano si posa sulla mia spalla, e quando mi giro per urlare contro chiunque sia, vedo Liam.
<< Che cazzo fai? >> Gli ringhio contro.
<< Ehi, scusa. Ti stavo chiamando da almeno dieci minuti, ma non rispondevi! >>
E' indietreggiato, e tiene lo sguardo basso. Mi sento subito in colpa.
<< Scusa tu, Liam. E' solo che sono un po.. nervoso, diciamo. Tutto apposto? >>
Alza subito la testa e sorride.
<< Si, tutto apposto, grazie! Allora, perchè in sti giorni non sei venuto? >>
Oh, ma dai. Non ti racconterò la mia storia, Payne.
<< Febbre. >>
<< Non dirmi cazzate. >> Sgrano gli occhi. Ma che..?
<< Si bhè, non proprio febbre. Era più un raffreddore. >>
<< Risparmia le bugie per qualcun'altro. >> Ok, non è possibile.
<< Dovevo stare con mia nonna, ok? Sta male. >>
<< Ce la fai ad essere sincero, o vuoi una mano? >> Sbotto.
<< Ok, va bene. Mia madre mi ha mandato qua, perchè le ho detto che sono gay. Non vuole più parlarmi, vedermi, e pretende che mi dimentico di lei.
 Ho provato a chiamarla, ma ho peggiorato solo la situazione. E non ce la facevo a venire a scuola. OK? >> Prendo aria.
<< .. Cosa? Io.. >>
E' decisamente spiazzato.
<< Cosa, cosa? A cosa ti riferivi, quando hai capito che dicevo cazzate? >>
<< Io.. pensavo che.. Louis ti avesse picchiato, o minacciato.. si, qualcosa cosi.. e allora.. avessi paura.. ma io.. ma tu.. sei gay? >>
Louis. In questi giorni, non ci avevo pensato per niente. Chissà come sta.
<< Il mio discorso non te l'ha fatto intendere? Comunque no, non mi ha ne minacciato ne niente. Anzi, l'ultima volta mi ha offerto la colazione. >>
Liam ride. Semplicemente, ride.
<< Non ho fatto battute, Payne. >>
Dopo un po smette, con fatica.
<< No scusa, è che .. ti sei fidato di me. Voglio dire, nessuno mai lo fa! Grazie, Harry. >>
<< E pensare che sei tu che dovresti tirarmi su il morale a me. Ma fa niente, prego. >> Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Grazie, Liam.
<< Harreeeh! >> Mi giro di scatto, trovando Louis dietro di me. Cazzo.
Giro subito il volto dalla parte di Liam, ma noto con dispiacere che se l'è già filata.
<< Ho fatto scappare Liam, oops! >>
Anche se mi spiace per Liam, sorrido.
<< Ciao! Sai, se forse non lo terrorizassi in quella maniera, forse non scapperebbe.. >>
Lui scuote la testa.
<< E' cosi che va Harry, c'è chi è fortunato, come te, che mi sta simpatico e chi è.. come lui. Mi spiace. >>
Mi fa incazzare.
<< E solo perchè non ti è simpatico, merita questo? >> Ecco che il buon umore se n'è andato.
<< Bhè, te l'ho spiagato l'altra volta, no? Se solo non fossero cosi impauriti, e mostrassero un pò di coraggio, probabilmente, non farei cosi. >>
Stronzo lo stesso.
<< Fallo almeno con lui, ti prego. E' mio amico. >>
Lo sto pregando. Sul serio, Harry?
<< Io.. Harry, non posso. >>
<< Si che puoi. >>
<< No. >>
<< Si, Lou. >> Spalanca gli occhi e sorride.
<< Lou? >>
<< S-si.. Non ti piace? >> Inizio a torturarmi le mani.
<< Si, mi piace. >> Sorrido a mia volta, ma torno subito serio.
<< Ti prego. >>
Lo vedo tentennare un po.
<< Io.. ok. Ma solo per te. E solo lui, sia chiaro. >>
Mi butto su di lui e gli stringo le braccia al collo, e lo sento ridere.
Mi ci stacco quasi subito, e punto i miei occhi nei suoi.
<< Grazie, Lou. >> Lui sorride, un sorriso che mi fa tornare il buon umore.



_________________________________________


Salve miei piccoli prodi.
Come state?
Spero bene.
Allora...
Non so che dire, ma voglio dire qualcosa.
Uhm.

Harry ha chiamato Anne, che non l'ha presa bene.
SIA CHIARO, IO AMO ANNE.
E so quasi per certo, che ama il fidanzato di suo figlio.
Come ovviamente ama suo figlio, anche se è gay.
Ma comunque.. bè, l'ha chiamata, ok.
Poi Liam, il mio piccolo e tenero Liam che è contento che Harry si sia fidati di lui.
Aw.
Non c'è molto Larry, e il capitolo è abbastanza corto, sry.


Vorrei dire una coooosa.
Io vi ringrazio tutte/i perchè leggete la mia ff, perchè la mettete tra preferite/seguite/ricordate..
ma un pensiero, me lo lasciate?
Vorrei davvero sapere cosa ne pensate, anche solo con un 'si, mi piace.' o un 'no, non mi piace.'
Ve lo chiedo per favooore.

Ok, basta.
Mi dileguo.
Tra un po, è più lungo lo spazio autore che la ff.
Baci a tutti, love you.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


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Odio chimica. Sul serio.
E' una di quelle materie che ha il potere di farti addormentare.
Scapperei in questo momento.
Sento un piccolo rumore sul mio bianco, abbasso gli occhi e vi trovo un bigliettino.
Mi giro, per vedere chi me l'ha mandato e vedo Eleanor sorridermi.
Lo apro.

- Allora.. Tomlinson, eh? -

Arrossisco subito e mi irrigidisco.

- Cosa stai dicendo, El? -
Glielo lancio. Apre il bigliettino, lo legge e mi guarda. Scuote la testa e si rimette a scrivere.

- Non prendermi per fessa, Styles. Vi ho visti stamattina, mentre parlavate. Ti brillavano gli occhi. -

- Stamattina? Ma non c'eri. Eri dal dottore. -

- Il mio dottore è dietro la scuola, son passata e ti ho visto. Non cambiare discorso. -

- Si vede tanto? -

- Bhè, diciamo non poco. Ma tranquillo, penso che io l'ho capito perchè.. so di te. -


- Grazie, adesso non potrò più parlargli, senza l'ansia addosso. -

- Vai tranquillo, ma stai attento.. -

- A cosa? -

- Niente, fai solo.. attenzione. -

- ATTENTO A COSA, ELEANOR? -

- Niente Harry, davvero. Sai, non so se lui sia.. gay. Solo questo. -

- Ah, ok. Tranquilla. -

<< Styles, la mia lezione non ti piace? >>
Alzo gli occhi dal foglio che stavo scarabocchiando, e mi trovo il professore davanti al banco.
<< Bhè, diciamo che non è tra le mie preferite, ma è ok .. >> Il professore diventa rosso, cos'ho detto di male?
<< FUORI! >>
Mi alzlo, prendo le mie cose e scappo dall'aula. Quell uomo non è del tutto apposto.

Il corridoio è vuoto, non c'è neanche una persona. Faccio avanti e indietro una decina di volte, finchè non sento qualcuno chiamarmi.
<< Lou! Perchè corri? >> Louis si ferma davanti a me, e si piega in avanti tenendosi le mani sopra i fianchi.
<< Perchè.. non.. ho.. niente da.. fare >> Non solo il professore non è normale, mi sa.
<< E corri, perchè non hai niente da fare? Scusa, ma perchè non hai niente da fare? >>

Finalmente si alza, in quella posizione non era molto facile guardarlo.
<< Ti ho detto che sono stato bocciato, no? Non seguo tutte le lezioni. Andiamo in cortile dai, c'è il sole. >>
 Mi prende per il polso e si mette di nuovo a correre.
<< Piano Lou, mi fai male! >>
<< Eddai, Harreh! Come sei lagnoso. >>
 Corriamo per un paio di minuti, finchè non arriviamo al cortile e ci andiamo a sedere sotto un albero, all'ombra.

<< Sei voluto venire in cortile perchè c'era il sole... e ti siedi all'ombra? >>
Non è molto logico.
<< Si, se no poi ho caldo! Che ci fai tu qua, comunque? >>
<< Mi ci hai portato tu, Louis. >>
<< No, scemo. Dico, che ci facevi in corridoio? >> E sorride. Come al solito, sorride.
 Louis è uno di quei ragazzi che lo fa sempre, anche se tutto gli va male, sorride.
Ti da coraggio, voglia di vivere. Il mio contrario, forse..

<< Ah.. sono stato sbattuto fuori. >> Mi scoppia a ridere in faccia. Che c'è di divertente?
<< WOW Harry! Da te non me lo aspettavo. Dai, se vieni bocciato mi farò bocciare pure io! Cosi ti faccio compagnia! >>
Mi mette la mano davanti al viso, e tira fuori solo il mignolo. E mi guarda incoraggiante.
 Il cuore inizia a battere forte, e per un attimo dimentico tutto il resto.
<< Dai, stringi. Prometto che se vieni bocciato, rimango con te e mi faccio bocciare pure io! >> Alzo la mano tremante, e faccio scontare il mio mignolo con il suo, fino ad unirli.
Ha la mano calda.
<< Sei gelato Harry! >>
<< Sc-scusa.. >>Mi prende le mani tra le sue, e le strofina tra le sue.
<< Sai, diventeremo ottimi amici, ci scommetto! Solo, tira fuori un pò di carattere, a volte sembri cosi a terra.. >>
E solo quella richiesta, mi fa desiderare di essere forte. Di essere diverso. Cosi, non posso fare a meno di prometterglielo.
Voglio cambiare, Lou. Voglio cambiare per te.
<< Lo farò. >>

**

<< Ciao nonna.. >> Entro in cucina e poso lo zaino a terra, vicino al frigo. Lo apro e tiro fuori del succo d'arancia.
<< Ciao Harry.. >> La guardo. Sembra diversa, stanca.
<< Che hai? >> Mi avvicino e le poso una mano sulla spalla, guardandola negli occhi.
<< Niente, tesoro. Mi gira solo un po la testa, tranquillo. Com'è andata a scuola? >>
Mi allontano e mi siedo sulla sedia di fronte a lei.
<< Tutto bene. Senti.. scusa per stamattina. Davvero, non volevo. Solo che.. ero nervoso, scusa. >>
Lei mi posa una mano sulla guancia, la stessa che ha colpito questa mattina.
<< Non importa, succede. Perchè non esci un po? Vai in giro, conosci il paese, non l'hai ancora fatto! >> Uhm.
Ora che ci penso è vero. Potrei chiamare El.
<< Va bene, ora vedo. Salgo, a dopo. >> Le stampo un bacio sulla guancia e salgo nella mia stanza.

- Che fai? xx -

- Ehi Harry, niente tu? -

- Idem. Stavo pensando, ti va di fare un giro? -

- Uhm, certo. Posso portare un amico? Dovevi vedermi con lui oggi.. -

- Certo El. Basta che non fate cose davanti a me! -

- Hahaha no, tranquillo. E' come te! Ci vediamo alle 4 davanti a scuola, ok? A dopo xx -

- Ora sono proprio curioso. A dopo El xx -

Mi cambio i vestiti, sto un po su twitter e quando mancano 10 minuti alle quattro, esco di casa.
Fa davvero caldo.Arrivo davanti a scuola e mi siedo sulla solita panchina, in silenzio.
Tira un po di vento, fortunatamente.
Senza sapere come o perchè, il mio pensiero finisce a Louis.
E' cosi.. bello.
Non dico solo fuori, anche dentro.
Certo, non con tutti ma..
Devi togliertelo dalla testa, Harry.

Perchè?
Non è come te. A lui piacciono le femmine.
Lo so.
No, non lo sai. Tu ci speri, non prenderti in giro.
Non sto facendo nulla di male.
Si invece, lo stai facendo a te stesso.
Lasciami in pace.

<< Harry! >> Mi giro di scatto, trovandomi El a pochi metri da me, con accanto un ragazzo.
Un gran bel ragazzo. E' alto, quasi quanto me. Castano, occhi marroni e sorriso che ti tranquillizza. Un gran bel ragazzo.
<< Ehi El.. >> Si ferma davanti a me, e sorride.
<< Lui è Josh, Josh lui è Harry! >>
Josh mi sorride, e con il sorriso sul volto, se è possibile, è ancora più bello.

<< Ciao! Eleanor mi ha parlato un sacco di te, sai? Praticamente ti conosco già! >> Gli sorrido, e guardo male Eleanor.
<< Tranquillo, gli ho parlato bene, di te! >>
<< Si, questo te lo assicuro. Praticamente sei un angelo! >> Rido, e passo una mano sui capelli di El.
<< Bhè, che ne dite di fare un giro? Harry non ha ancora visto niente, qua! >> Io annuisco, e Josh prende la parola.
<< Come se ci fosse qualcosa da vedere. Mi dispiace, rimarrai deluso, Haz! >>
<< Haz? >> Domando a Josh. Cos'è?
<< Si, mi piace dare soprannomi. Non ti piace? Se vuoi te ne posso trovare un altro! >> E sorride.
<< No no, mi piace! >> E ci incamminiamo, tutti sorridenti.


<< Allora, come va a ragazzi? >> Spalanco gli occhi e abbasso la testa. Come gli viene in mente di fare certe domande?
<< Oh-oh, Josh! Qualcuno qua si è imbarazzato. Dai Harry, parla! >> Quindi è uno schieramento, il loro.
<< Non c'è niente da dire. Rimarrò zitello e avro 80 gatti in giro per la casa. >>
<< Non ti sembra di esagerare? Di solito se ne hanno 40, di gatti. >>

Eleanor si mette una mano sotto il mento, con fare pensante.
<< No, io amo i gatti. Ho già pensato a un nome per tutti loro. Uno Dusty, uno macchia, uno sonny, uno tom, uno.. >>
El mi sventola la mano davanti agli occhi.
<< Harry, se devi dirli tutti e 80 finiremo stasera. >>
<< Oh, scusate. >> Josh ci tira tutti e due da un polso e ci porta in un parco.

<< Sediamoci qua! >> Bastava chiedere..
<< Ok. Il discorso non è finito, Harry. >> Sbuffo.
<< E dai! Hai visto.. Louis? >> Prendo a giocare con l'erba, strappandola.
<< Oh! E chi è questo Louis? Dai, parlatemene! >>

<< Non è nessuno. >> Rispondo subito.
<< Invece si. E' un ragazzo dell'ultimo anno. Sai, mi sa che l'hai pure visto! e' quello con gli occhi azzurri, castano, bassino.. >>
<< Ehi, non è bassino! >>
Parlo senza neanche accorgermene.
<< Un pò stronzo.. >>
<< Non è neanche stronzo! >>
<< Anche lunatico, sembra sempre una donna mestruata. >>
<< Penso che stai sbagliando persona! >>
<< Haz, ti sei preso una bella cotta. >>

Mi giro di scatto verso Josh, che mi guarda con un sorriso sulle labbra.
<< C-cosa? No, d-davvero. >>
<< Stai balbettando! Oddio! Ma lui.. si insomma.. >>
<< E' etero, se è questo che ti chiedi. >> Josh abbassa la testa, come dispiaciuto, e El mi accarezza la testa.
<< Sto bene, ragazzi, tranquilli. >> Loro mi sorridono, ma non ci credono per niente.




Entro con fretta nella scuola, sono in ritardo. Ma non faccio in tempo ad arrivare all'armadietto per prendere le cose che la campanella suona.
 Perfetto. Siccome sono già in ritardo allora, posso prendermela con calma.
Metto la combinazione all'armadietto e lo apro, ma qualcuno alla mia destra lo richiude.
<< Ehi, primino. >>
Mi giro con calma, fino a trovarmi tre ragazzi di fronte.
Esattamente, quei tre precisi ragazzi. Di cui Louis mi aveva detto di fare attenzione.

<< C-ciao.. >> Non so se guardarli negli occhi o meno. A Louis da fastidio se abbassi lo sguardo, ed è per questo che si arrabbia, ma a loro?
<< Allora, come ti trovi qua? >> Chiede il più alto. Che però non è il più grosso.
Ha i capelli neri rasati ai lati, e tirati su a spazzola nel mezzo. Gli occhi marroni.
<< Ti ha fatto una domanda. >>  Dice il ragazzo alla sua destra.
Questo è biondo, ha gli occhi verdi. E' basso, ma abbastanza muscoloso.
<< B-bene. >> E' la mia risposta. Non riesco a tirare fuori nient'altro. Il bello è che non ho paura che mi facciano male.
 Ma cosa penserà Louis quando mi vedrà pestato? Proprio lui che mi aveva chiesto di tirare fuori il carattere. Ed El? E mia nonna poi..
<< Forse perchè non ci siamo mai incontrati prima. Sai, abbiamo visto che stai facendo amicizia con Louis. Non so cosa ci trovi in te. Sei solo un sacco di pul- >>
<< Non mi conoscete. >>

Il terzo ragazzo prende a parlare e << Ehi, la mamma non ti ha insegnato che interrompere chi parla, è maleducazione? >> dice.
E' il ragazzo che sembra più attaccato a Louis. Capelli neri, tirati su dal gel. Occhi marroni, con scaglie di caramello. Zayn, mi pare si chiami.
<< Stai zitto. >> Non so bene cosa sto facendo, ma di sicuro non mi starò zitto.
<< Senti moccioso, fai attenzione a quello che dici. >>
Tiro su un sopracciglio e sorrido.
<< Se no? >>

Non faccio in tempo a dire nient'altro, che un dolore acuto allo stomaco mi fa piegare in due.
<< Se no finisci male. >>
Faccio per rialzarmi, ma una gomitata al centro della spina dorsale mi fa cadere steso a terra. Cazzo. Apro gli occhi in tempo per vedere arrivare un calcio, in pieno occhio.
<< Te l'abbiamo detto di fare attenzione. Ciao, moccioso. >>
Rimango steso la, per un minuto, dieci, non so quanti.
Solo con il dolore e i libri sparsi per terra.
Solo con il dolore.
Solo.

**

<< Tutto bene, Harry? >> Guardo El, e riabbasso subito gli occhi.
<< Sono stanco, non vedo l'ora di andare a casa. >> Mi guardo intorno, e con la coda dell'occhio scorgo Louis. Riporto subito gli occhi su El, che continua a parlare da circa venti minuti, non capendo che non la sto ascoltando.
Mi fa male lo stomaco, e la schiena.
I professori mi hanno chiesto cosa fosse successo, e io, con molta educazione, ho detto loro di farsi i cazzi propri.
Per non parlare di Eleanor.
Per convincerla a lasciar perdere le ho dovuto promettere di accompagnarla a fare shopping.

<< Ci sarà anche Josh? >>  Domando a El. Lei mi guarda e sorride.
<< Posso sempre invitarlo .. >> Mi fa l'occhiolino.
Aspetta, ma ..
<< NO! Non- non hai capito niente! >>
<< Dai Haz, che male c'è? Ti piace, tutto qua. >>
<< No, El. Mi sta simpatico, tutto qua. >> Il punto è che è vero. Insomma, è simpatico, ed è bello ma .. non è il mio tipo. Per niente.
<< Ah giusto, tu sei già infatuato di qualcun altro.. Comunque! Se ti fa piacere lo chiamo, e gli dico di venire. >>
<< Va bene. >> Ormai non la stavo già più ascoltando, per cui spero che il mio 'va bene' vada bene.
<< Hai visto, avevo ragione, su Louis. >>
Sentendo il nome di Louis mi giro immediatamente verso Eleanor, ma lei se ne sta già andando.
Che cosa voleva dire?

Lezione di matematica.
E chi ci capisce qualcosa?
Sento la tasca del pantalone vibrare, e mi muovo cercando di non farmi vedere, prendendo il cellulare.

- Cinque e mezza, davanti scuola. Provate a lamentarvi e vi stendo a tutti e due. xx -

- El, ti prego. -

- Ti prego un corno, tu mi hai promesso che mi accompagnavi. Fatti trovare puntuale, riccioli d'oro. -

- Vai a quel paese. Ci vediamo più tardi, ciao. P.s. NON SONO BIONDO! -

<< Signor Styles? >>
Alzo la testa e la muovo verso la porta, dove c'è il bidello.
<< Si? >>
Rispondo mentre ripongo il telefono in tasca.
<< Potrebbe venire? C'è una cosa che deve sapere. >>
<< C-certo. >>
Mi alzo, e senza prendere niente esco dall'aula.

<< Cosa.. significa? >>
La preside mi guarda, e abbassa lo sguardo.
<< Mi dispiace Harry. Si riprenderà, ne son sicura. Per ora, hai qualche posto dove andare? >>
<< Dov'è? Lei.. dov'è? >>
<< Doncaster Royal Infirmary >> Mi giro, e esco dalla scuola.
Non ho preso niente, neanche il portafoglio.

Come cazzo ci arrivo?
Paese di merda.
E se arrivo tardi, e lei peggiora? No.
Non ricordo neanche l'ultima cosa che le ho detto.
Ti prego, ti prego, ti prego.. resisti.
Mi siedo sul marciapiede della scuola, e prendo la testa tra le mani. Appoggio la fronte al ginocchio, e mi muovo avanti e indietro, come se stessi impazzendo.
Sono solo, completamente solo.
Perchè io? Non ho mai fatto niente di male.
Sono stato un bravo bambino, un bravo figlio.
Non ho mai rubato, mai picchiato, mai fatto nulla di brutto.
Quando succedeva qualcosa di brutto, mi dicevano sempre: 'E' la ruota, prima o poi girerà.'
Mi sa che la mia, di ruota, ha qualche ingranaggio rotto.
Oppure sono io, ad avere qualcosa di rotto. Qualcosa di inaggiustabile.
Magari è cosi, e io ho sempre pensato che no, non avessi niente che non andasse.
Magari mia madre ha ragione.
Magari faccio schifo, schifo per davvero.
Magari non troverò mai qualcuno, che mi stia accanto.
Chissà, forse prima o poi troveranno una specie di cura. Una medicina.
Mi vorrei prendere a schiaffi da solo.
Che cazzo sto pensando? Io non sono malato. Io non faccio schifo. Io sono solo un ragazzo di 16 anni. Uscirò da tutta questa merda, avrò il mio momento.
Ma adesso devo andare da lei.
Solo una domanda: Come?
Voglio essere la quando si sveglia. E dirle: Devi guardare dove metti i piedi, incosciente!
E voglio dirle grazie.
Grazie di prendersi cura di me.
Grazie di non avermi lasciato in mezzo ad una strada.
Grazie per essere contro sua figlia, per me.
Voglio solo dirle questo.. per favore.
Preso dai miei pensieri quasi non mi accorgo che una mano mi tocca la spalla, e un nome viene pronunciato.

<< Harry? >>

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Ma io so che di sto angolo autore nessuno se ne frega mai.
Però mi piace, è divertente.

Hello to everyone!
How are you?
TODAY IT'S A ENGLISH DAAAYY!

Ok, la smetto.
Sempre se state leggendo.
Io spero di si.

Se stai leggendo, mi fai un favore?
Me la lasci una recensione?
Siete in molte ad aver inserito in ricordate/preferite/seguite (Ed io vi ringrazio una ad una)
ma sapere un pensiero scritto, sarebbe bello!
Anche per sapere se c'è qualcosa che non piace.
Ok, tornando a meeeeeeee.
Penso che d'ora in poi pubblicherò settimanalmente, it's more simple for me.
Basta con questo inglese, stop.

Ok, now i go.
I love you all, i swear :*

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***



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<< Harry? >> Alzo lo sguardo, prima sulla mia spalla, dove una mano vi è poggiata sopra.
 E' una mano fine, sottile. Poi guardo il braccio, fine anche quello, con un paio di tatuaggi sopra.
Salgo verso la spalla, dove si vedono dei leggeri muscoli, non grandi, ma definiti.
Poi passo al viso.
Un viso leggero, con tratti delicati.
Un viso che potrebbe benissimo appartenere ad una ragazza.
Su questo viso ci sono un paio di labbra, fini. Ma che scommetto, sono morbide.
Un naso dritto, non troppo grande, non troppo piccolo.
A incorniciare il naso alla fine, o all'inizio, dipende dai punti di vista, vi sono un paio di occhi.
Non occhi comuni.
Quelli sono occhi rubati dal cielo.
Trasparenti, ma non vuoti.
Limpidi, ma non troppo da leggerci dentro.
Quelli sono occhi rari, che non si vedono ovunque.

<< Lou .. >>
La voce mi esce bassa, e son più che sicuro che se Louis non avesse letto il labiale, non avrebbe capito.
<< Harry, che succede? >> E' preoccupato, anche se non vuole darlo a vedere.
<< Devo andare in ospedale, Lou. Ma non so come fare. Aiutami. >>
Lui sgrana gli occhi e << Non ti senti bene? Cos'hai? Harry parla! >> esclama.
<< Io sto bene, Louis. E' la nonna.. lei.. lei è caduta.. e sta male.. >> Tira un leggero sospiro di sollievo, ma si incupisce quasi subito.
Mi prende per il gomito, spronandomi ad alzarmi.
<< Alzati, qua seduto non vai da nessuna parte. >> Ubbedisco subito, manco fossi un cane.
<< Lei è l'unica persona che ho, Lou.. >> Gli butto le braccia dietro la schiena, e infilo la mia testa nel suo incavo del collo.
Sento le sue braccia cingermi i fianchi, leggere. E poi andare a cingermi completamente la schiena.
<< Starà bene, Harry. Tranquillo. Ora vediamo di andare all'ospedale. >>


POV LOUIS

<< Se continui cosi non avrai più le unghie, Harry. >> Continua a tenere lo sguardo basso, mentre si tortura le dita.
E' come se non mi sentisse, cosi << Harry, andrà tutto bene! >> dico. Sembra sentire, perchè si gira verso di me e fa un sorriso.
Tirato, senza fossette.. ma pur sempre un sorriso.
<< Siamo arrivati, sono 17,50 sterline. >> Cerco di alzarmi in piedi nel taxi, per prendere il portafoglio nella tasca posteriore del jeans, lo apro e prendo venti sterline.
<< Tenga pure il resto, grazie. >> Scuoto Harry e gli indico la portiera della macchina, e mentre il tassista mi ringrazia, scendiamo.
Cammina incerto, vorrebbe correre, ma non lo fa.
Gli metto un braccio intorno alle spalle, per dirgli che andrà tutto bene, ed entriamo nell'ospedale.
Ci avviamo verso il primo dottore che vediamo, e << Scusi, dov'è ricoverata Elizabeth Finker? >> chiedo io. Non penso Harry riesca a parlare, adesso.

<< Uhm. Aspettate. >> Gira la testa, probabilmente in cerca di un'infermiera. Ne trova una e le si avvicina, chiedendole dove si trova la nonna di Harry
. Annuisce e torna verso di noi.
<< Terzo piano, stanza 205. >> Ci indica le scale che portano al reparto. <<  Affrettatevi, l'orario di visite è quasi finito. >> finisce di dire.
<< Grazie. >> Prendo Harry dal gomito e lo trascino verso le scale. Odio prendere gli ascensori negli ospedali.
All'inizio vanno velocissimi, e quando sei sul piano, rallentano in una maniera assurda.
Iniziamo a salire le scale, e harry sta praticamente correndo.
All'ultimo scalino ho il fiatone, mentre lui sembra che non ha fatto neanche un metro.

<< Ehi campione, vacci piano, non ho più una certa età! >>
Ed Harry ridacchia. E non posso esserne più felice, di avergli fatto fare un sorriso, un sorriso vero.
Si ferma improvvisamente, dandomi le spalle.
Penso sia successo qualcosa, quando << Grazie Lou, se non c'eri tu non sapevo come fare.. si, i-insomma.. grazie.. >> dice.
Sorrido, e gli metto una mano tra i capelli, scuotendoli un po.
<< Ti aiuterò sempre, Harry. >>
Mi guarda negli occhi, che gli son diventati lucidi, e annuisce.
Usciamo dalle scale e ci troviamo nel corridoio del reparto. Inizio a guardare tutti i numeri delle stanze, e quando vedo la 205 gliela indico.
<< Ti aspetto qua. >> dico, fermandomi davanti alla porta.
<< Entra con me, ti prego.. >> Spalanco la porta, scuoto la testa, e gli faccio cenno di andare, mettendomi al suo seguito.
Si ferma subito, appena entrato.
Inizia a scuotere le spalle, leggermente. Una mano, lasciata andare contro i fianchi, inizia a tremare.
Dalla bocca iniziano ad uscire dei singhiozzi.

<< Nonna.. >> Dice, e si butta a fianco del letto, prendendo la mano dell'anziana signora, che presumo essere la nonna, che è sdraiata sul letto.
<< Harry caro .. >> Dice la nonna, con fatica.
<< Cos'è successo? >> Riesce a chiedere Harry, seppur anche lui con fatica.
<< Sono cosi sbadata, amore.. Mi sono alzata con troppa fretta.. e.. son caduta. Scusa, se ti ho fatto spaventare, Harry.. >>
Ho una strana sensazione, non so perchè.
Come se non dicesse tutta la verità.
Cerco di scacciarla subito, e penso, che non può mentire al nipote, no? Non ad una persona come Harry, che ti guarda con quegli occhi.
<< Come stai adesso? >> Si informa subito il nipote, nello stesso momento in cui entra un medico.

<< Signorino..? >> Dice il medico guardando Harry.
<< Harry, Harry styles. Sono il nipote. Come sta? >> Chiedere al medico è la cosa migliore, magari toglie anche a me qualche dubbio.
<< Beh, Harry.. ha preso una bella botta. Cadendo ha riportato una frattura alla testa del femore. E non sappiamo se possiamo operare.
 Vogliamo tenerla in osservazione, per una settimana almeno, prima di procedere, sia per l'età, sia per vedere se con la caduta non ha riportato altre complicazioni.
Se cosi sarà, opereremo. Per il resto sta bene, stai tranquillo. >> Gli posa una mano sulla spalla, e lo guarda negli occhi.
<< Il fe-femore? E' una cosa.. grave? >> Chiede subito, spaventato.
<< Non troppo, non ti spaventare. Dopo l'operazione, dovrà restare qua almeno un mese, per la convalescienza. >>
Harry spalanca gli occhi, e la bocca.

<< Un mese? Così tanto? >> Scuote la testa, mettendosi le mani a coppa sulla guance.
<< Si, per forza. Dovrà fare la fisioterapia, mi spiace. Ora passiamo a lei, Elizabeth! >> Sorride il medico alla nonna di Harry, e lui lo guarda.
Mi avvicino ad Harry, e gli tocco un fianco.
<< Andrà tutto bene. >> Gli sussurro in un orecchio. Lui si gira di scatto verso di me, facendomi arretrare di un passo per la vicinanza dei nostri visi.
Sento improvvisamente il cuore battere, più forte.
Lui sorride, poi si gira verso la nonna e siccome il tempo di visita è finito, gli da un leggero bacio sulla fronte, e sussurrando che andrà a trovarla il giorno dopo, si gira verso di me.
Si avvicina, e mi sussurra all'orecchio.
<< Lou.. ho fame. Tanta fame. >> Sto fermo un secondo, per la troppa vicinanza, e dopodichè scoppio a ridere.
Cerco di tenere la risata bassa, siccome tutti si sono girati verso di me.
<< Andiamo, Harreh. >> Lo prendo da un braccio, e facendo un cenno con il capo alla gente presente in stanza, usciamo.


POV HARRY

<< Questa pasta è deliziosa! >> Alzo lo sguardo verso Louis, che mi sorride.
<< Con quello che mi verrà a costare, ci spero proprio! >> E ride.
Di quella risata così bella, che per un attimo, mi dimentico di tutto.
E lo guardo negli occhi, che sembrano blu, ma non lo sono.
No, sono celesti.
E non sono belli, no.
Sono straordinari.
Me ne meraviglio sempre di più.
<< Mi dispiace, oggi stai spendendo un sacco di soldi.. ti ridarò tutto, Lou.. >> Dico abbassando la testa.
<< Non scherzare. Non ti preoccupare, Harry, davvero. Prendi ancora quello che vuoi, se non lo fai mi arrabbio. >>
Mi guarda alzando un sopracciglio, e accenno un sorriso.
<< Ehi.. che succede? >> Scuoto la testa, e riprendo a mangiare. Quando alzo gli occhi lui mi sta ancora guardando, aspettando una risposta.
<< Sono un peso per tutti.. Lo ero per mia madre, lo ero per mia nonna e ora.. o-ora lo sono per t-te.. Sono cosi.. oh. >>
Smetto di parlare, smetto di pensare. Non voglio piangere, non di nuovo.. non adesso.
<< tu non sei un peso, Harreh. Cosa te lo fa pensare? E non lo eri neanche per tua madre, o per tua nonna. Sei una ragazzino di 16 anni, vai bene cosi! >>
Sorrido leggermente, e << Ne ho quasi 17! >> riesco solo a dire.
<< Oh, sei quasi grande! >> Alzo la testa di scatto, indispettito.
<< EHI! Intanto, sono più alto di te! >>
Lui spalanca la bocca, e mi punta un dito contro.
<< Stai dicendo .. stai dicendo che io, Louis Tomlinson, la bellezza in persona, sono... basso?! >>
Cerco di trattenermi dal ridere, mordendomi le labbra.
Ma non ce la faccio, e scoppio.
<< Oddio.. sembri.. sembri.. >> Non ce la faccio neanche a parlare, e lui mi guarda sempre più torvo.
<< Sembro cosa, Harry?! >> Dice guardandomi negli occhi.
<< Una ragazza! >> Non l'avessi mai detto, perchè un pezzo di pane mi arriva dritto in faccia.
Smetto subito di ridere, e lo guardo.
<< Come.. come hai osato? >>
<< Tu mi hai detto che sono basso! E che sembro una ragazza! Te lo meritavi. >> E incrocia le braccia al petto.
Prendo un pezzo di pasta, senza farmi vedere, e glielo butto diritto sulla maglia.
<< E pure infantile! >> Scoppio a ridere, di nuovo.
E lui riprende a lanciarmi cose.
E io rispondo, ovviamente.
Ed è inutile dire, che i camerieri, dopo averci chiesto di pagare subito, ci cacciarono dal locale.


Stiamo camminando per tornare a scuola, a riprendere la nostra roba, sperando che qualcuno ci apri.
« Sicuro di stare bene? »
Chiede un Louis preoccupato.
« Anche se può sembrare il contrario, caro Lou, io sono abbastanza forte. » Louis si ferma, in mezzo alla strada, e si mette una mano sotto il mento.
« Ah si? Sei forte? » Mi si avvicina e mi guarda in modo malefico, si può dire.
« Quanto forte? » Detto questo mi si avventa addosso, mettendomi il piede nella parte dietro al ginocchio, facendomi piegare le gambe e dopodichè mi mette un braccio davanti al collo, e tenendo l'altro braccio dietro alla schiena per reggermi, mi butta per terra. Ma prima di finire in terra gli afferro la maglietta, cercando di non cadere, ma facendo solo in modo che lui finisce a terra con me.
Sopra di me.

« Beh, non sei poi tanto forte! » Si tira su a sedere, sopra il mio bacino.
Rimango immobile per un paio di secondi e poi per mascherare l'imbarazzo, e anche qualcos'altro, lo spingo alla mia destra, facendolo finire affianco a me.
« Non vale! Mi hai preso alla sprovvista. »
Incrocio le braccia al petto rimanendo sdraiato in terra, lui si alza facendo forza sulle mani e dopo essersene pulita una sui jeans, me la allunga, aiutandomi ad alzarmi.
« Sai, suona tanto come una scusa.  » E ride, come sempre.
E io mi sciolgo, come sempre, ormai.
« Oh, siamo già a scuola. » Guardo sopra di me il cielo, che ormai si è fatto rosastro.
Il sole sta tramontando, e sta anche scendendo un'aria più fredda.
« Muoviamoci va, fa freddo! » Dico voltandomi verso la scuola, ed entrando dentro.
« Ai suoi ordini, capitano! » Esclama Louis, sempre ridendo.

 

 
                                                         **
« Grazie per tutto, Lou. »
Dico prima di mettere un piede fuori dal taxi che, con mio rammarico, pagherà di nuovo lui.
« Aspetta, ti accompagno alla porta. » Esclama, con la faccia seria.
« uhm.. ok. » Camminiamo in silenzio, per tutto il giardino. Ho la testa piena di pensieri, ma vuota di parole da pronunciare.
Chissà se anche lui, non sa cosa dire.
E invece « Son contento di averti accompagnato oggi, Harry. E davvero, davvero.. non sei un peso. Per qualcunque cosa, io sono qua.
 Cioè, non qua qua ma qua la, insomma qua sta per- » Mi metto a ridere e gli faccio un gesto con la mano per fargli capire di andare avanti.
« Si vabbè, comunque.. fammi sapere se hai bisogno. Sicuro di voler dormire solo? » Apro la bocca, ma non esce niente. Cosi annuisco solo, non capare di fare altro.
Lui annuisce e riprende a parlare.
« Beh allora vado.. stammi bene, Harry! » Pronuncio un ciao basso, accompagnato da una buona notte che forse, lui, neanche sente.
E vorrei corrergli dietro, urlare il suo nome e chiedergli di restare con me.
Ma non solo stanotte.
Vorrei chiedergli di restare per sempre.
Ma so che .. so che non posso.
Siamo amici, niente più.

**

Mi giro verso l'orologio, sono le 3.15 e non riesco a dormire.
Non sono abituato a dormire in una casa da solo, merda.
Potevi accettare l'offerta di Louis.
Non se ne parlava. Non sarei riuscito a stare fermo, sapendolo dormire accanto a me.
O forse, non saresti riuscito a provarci, sapendo che ti avrebbe rifiutato.
Zitta.
Mi dispiace, Harry, ma è cosi. Devi toglierlo dalla testa. O almeno, non devi pensarlo in quel modo.
Mi sporgo verso il comodino, senza rispondere a quel nodo di pensieri, e prendo il telefono.
Cerco anche le cuffie, e quando le ho trovate le attacco al telefono, mettendo play.
Magari cosi mi addormento.
Magari cosi non penso.
Magari cosi.. non lo penso.

________________________________



Hiii.
Sono stra puntuale, siate fiere di me.
Come state? Spero tutto bene.
Io si, sono solo mooolto stanca.

Non so che dire, per cui vi dico solo:
Mi lasciate un pensiero?
Anche solo due paroooole!
Se lo fate, mi rendete felice.
Lo giuro.
Va beh, ora vado.
Come ho già detto aggiorno una volta a settimana, per cui, ci vediamo lunedi.
Sempre qua :)
Un bacio a tutte, e grazie a chi recensisce e chi mette tra preferite/ricordate/seguite.
Grazie a tutte/i, vi amo.

Manuela.

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 Byyyyyyyyyye!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


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Il comodino vibra.
Non mi interessa.
Il comodino vibra da dieci minuti.
Non mi interessa.
Qualcosa che era sul comodino è caduta per terra.
Non mi interessa.
Il pavimento vibra.

« Ma che cazzo..  » Metto la testa fuori dal letto, e apro un occhio.
Se aperto si può definire, siccome la luce del mattino mi acceca completamente.
Guardo in terra, e noto qualcosa che si muove: Il mio telefono.
Cerco di allungarmi per prenderlo, ma niente. Allora tiro giù una gamba e usando il piede lo sposto verso la mia mano, e lo afferro.
Premo verde senza vedere chi sia.
« Pronto! » Esclamo a chiunque sia l'altra persona.
« Harry? Sono trenta minuti che ti chiamo! Dove diavolo sei? » La voce squillante di Eleanor mi costringe ad alzarmi dal letto, e controllare l'orologio. Le 8.00, merda.
« Perchè non mi hai chiamato prima? El! » Sbotto infuriato mentre mi alzo dal letto per dirigermi in bagno. Cazzo, alla seconda ora ho il test.
« Spero che tu scherzi, Harry! Sono trenta minuti che ti chiamo! »
« Va bene. Ci vediamo tra poco El » stacco il telefono senza aspettare una risposta, non posso fare più tardi di cosi.
Perchè non ho messo una sveglia?
Perchè tanto l'avresti spenta senza svegliarti.
Anche questo è vero.
Mi faccio la doccia in un minuto e ventidue secondi, mi vesto in 23 secondi e in un totale di dieci minuti sono fuori casa.
Ovviamente però devo ritornare dentro, siccome ho dimenticato i libri.





« Finalmente! Lo sai che è un test importante, vero? » Non sono un tipo violento. Non lo sono. Tranquillo, Harry.
« Ti prego El, fammi almeno posare i libri! »
La supplico, inutilmente però. Perchè continua ad assillarmi che rischio la bocciatura, se non mi sveglio mai.
« Una volta! Non mi sono svegliato solo una volta! » Vi prego, qualcuno la faccia zittire.
« Ehi, ragazzi! » Mi giro, verso chi ha parlato.
« Che Dio ti ringrazi! Levamela di torno, ti prego. » Imploro, tendendo le mani e prendendo quelle di Liam, che mi guarda con un sopracciglio alzato.
« Dovrei sapere.. cosa succede? » Domanda, con innocenza.
« Mi sta urlando dietro, solo perchè non mi sono svegliato Lee! » Lo tiro dalle mani, e lo supplico con gli occhi.
« Io sono solo preoccupata per il tuo futuro, ma fai pure il bambino! »
è la replica di Eleanor.
« Solo perchè sei preoccupata non significa che mi devi urlare dietro, tu non sei nessuno! E io non sono un bambino! » Eleanor è visibilmente shoccata. Forse ho esagerato.
« Sei uno stronzo! » Dopo questa frase, vedo solo la sua mano muoversi verso il mio viso, ma non ci si abbatte sopra.
« Ehi, che succede? »
Mi giro alla mia destra, dove vedo un Louis che tiene fermo nella mano il polso di Eleanor.
« Qualcuno mi risponde? » Ribadisce Louis, quando ancora nessuno gli ha risposto.
«Se mi lasci il polso magari lo faccio! » L'unica a rispondere è Eleanor, e quando Louis le lascia il polso, riprende a parlare.
« Ho solo detto al tuo amichetto, che magari, se si degna di arrivare puntuale a scuola non lo bocciano, e lui si è riscaldato. » Spiega in fretta, dopodichè prende le sue cose e se ne va.
Io guardo per terra, e sento una risata dietro di me.
« E ti stavi facendo picchiare da una ragazza? Oh Dio. » La voce che ha parlato scoppia in una risata senza limiti, mi giro e vedo un ragazzo vicino a Louis.
E' un ragazzo, abbastanza alto, pelle color cappuccino, capelli neri e occhi marroni.
Lo fulmino con gli occhi, e apro la bocca solo per dire una parola.
« Fanculo »
Giro le spalle e me ne vado.


« Harry! Harry fermo, aspetta! » Sento la voce implorante di Liam dietro di me, che mi segue da quando sono corso via.
« Devo andare a lezione Liam, ho il test. » Rispondo freddo, atono.
« Allora ci vediamo a pranzo, ok? Solito posto. Mi raccomando Haz. »
Mi guarda implorante, come se mi chiedesse in silenzio di non allontanarmi da lui. Di continuare a fidarmi.
Cosi lo abbraccio, d'istinto.
Mi stacco e lo guardo negli occhi.
« A dopo Lee. »
E me ne vado, a fare il famoso test.


**

Direi che non è andato male.
Ok, neanche bene se è per questo.
Ma ormai è andata.
Poso le cose nell'armadietto, mettendoci un paio di minuti in più.
Magari Louis deve posare qualcosa.
Cinque minuti dopo deduco che non deve posare proprio un bel niente, e mi allontano, dirigendomi in mensa.
Appena Liam mi vede, mi fa un cenno con la mano.
« Com'è andata? » Domanda subito, senza neanche salutarmi.
« Ciao anche a te! Si sto bene, grazie. Tu? Hai visto che bel tempo? Potremmo fare una bella scampagnata! Ma sai.. il tempo qua è pazzo, quindi direi che- »
« Ok, scusa! Ciao Haz, tutto bene? »
Sorrido a Liam, e mi siedo al tavolo.
« E' andato bene, penso. Ma comunque il professore ha detto che se è andato male lo possiamo recuperare con dei corsi a parte, niente di preoccupante. »
Dico addentando una mela, non ho molta fame.
« Oh, menomale. Sai, dovresti chiamare El. »  Non mi va. Mi sento uno schifo, per come l'ho trattata davanti a tutti. Cerco di cambiare discorso, e senza farla a posta, faccio arrossire Liam chiedendogli « Chi era il tipo con Lou? ».
Quasi gli va di traverso il pasticcio di patate, mentre si guarda intorno.
« Non c'è nessuno Lee. » gli dico per spronarlo a parlare.
« E' solo.. è-è solo Zayn. »
dice tenendo gli occhi fissi sul piatto che ha davanti.
« E perchè io non ho mai visto questo Zayn? » Domando incuriosito, più che altro da Liam.
« Perchè era in vacanza .. » Non vuole alzare gli occhi.
« A dicembre? E poi sono in questa scuola da ottobre, e non l'ho mai visto. »
E' impossibile che si sia fatto due mesi di vacanze.
« Veramente non siamo ancora a dicembre. E comunque è stato via un mese, è andato via il giorno prima che arrivassi tu. »
« Tutto apposto, Lee? » Gli chiedo cercando di guardarlo in faccia.
« Certo! » Alza il viso e sorride, dandomi una pacca sulla spalla.
Il sorriso non gli arriva agli occhi, ma non voglio insistere.
Se vuole me ne parlerà lui, qualunque cosa sia.




**


« Quindi? Cosa vuoi dirmi? »
Elanor mi guarda dalla testa ai piedi, braccia incociate, stando con tutto il peso su una gamba, per intrecciarne una all'altra.
« Che mi dispiace, per prima intendo.. non volevo urlarti dietro in quel modo. Scusa. » Le rispondo guardandola fisso negli occhi.
Sembra pensarci un paio di secondi, poi sorride e mi mette una mano tra i capelli, scombinandoli tutti.
« Mi perdoni ? » Le chiedo, anche se so già la risposta.
« Certo, sei mio amico no? E volevo chiederti scusa anche io.. insomma.. mi son presa troppa libertà. E poi lo schiaffo, Dio. Se non ci fosse stato Louis a fermarmi te l'avrei tirato. Scusa tanto, Haz. » Dice mortificata. Le si legge il dispiacere negli occhi.
« Tranquilla, anche se non ci fosse stato Lou.. me lo sarei meritato! » Mi slancio verso di lei e l'abbraccio, mettendo fine a quel mini litigio.
« Allora.. Lou ti ha difeso! »Tira fuori l'argomento mentre ci dirigiamo fuori dalla scuola, siccome le lezioni sono finite.
« Non è stato niente. Si trovava li e basta. » Rispondo duro.
« Ehi, che ti prende? Dai Haz. » Scuoto la testa e le faccio un sorriso.
« Perchè non provi.. perchè non provi a dirglielo? » Io sbarro gli occhi immediatamente, e mi giro di scatto verso di lei.
« El, devi giurarmi che non dirai niente a nessuno! Lou non lo deve sapere, non deve sapere niente. Ti prego. » Le prendo le mani tra le mie, e le stringo.
Trasmettendogli la mia richiesta, ancora più forte.
« Eh.. e va bene. Ma ti si ritorcierà contro, Harry. Ora scappo, mamma mi aspetta, andiamo a fare shopping! » Mi da un bacio sulla guancia, e si gira.
« E quando mai! A domani, El. »
La saluto e mi giro anche io, andando alla fermata del pullman per tornare a casa.


**



Stupida televisione.
E' mai possibile che alle cinque del pomeriggio, ci siano solo stupidi cartoni?
Mi alzo dal divano, e vado in cucina.
Apro il frigo, riuchiudendolo subito dopo.
E' vuoto.
Allora apro le mensole, richiudendo anche quelle.
Vuote.
Mi dirigo verso lo sgabuzzino, magari la c'è qualcosa.
Lo apro, e non vedo altro che ceci in scatola.
O piselli.
Potrei andare a fare la spesa.
Ok no.
Odio fare la spesa.
Ma ho fame. Tanta. Riapro tutti i cassetti, e alla fine trovo una bustina di tè e dei biscotti.
Mi farò andare bene quelli.
Metto a scaldare l'acqua, e metto uno strofinaccio sul tavolo, per non sporcare.
Chissà come sta Louis.
Ma mi tiro subito un leggero schiaffò sulla testa.
Non posso pensare costantemente a lui, non va bene.
Chissà cosa starà facendo.
Cazzo.
Chissà con chi è.
Devo finirla.
Ma qualcuno deve spiegarmi come fare.
Come fai a.. Come fai a dimenticare quel sorriso?
Dio, è sconvolgente.
E quegli occhi?
E' impossibile. Sono qualcosa che ti entra dentro, ma in profondità. E come fai a liberartene?
E poi.. la sua voce.
Così femminile, con quegli acuti che, probabilmente, non fa neanche a posta a farli.
E la sua bocca.
Dio, quelle labbra sottili. Cosi sottili che a momenti, neanche si vedono. Ma scommetto essere morbide. E chissà, cosa potrebbe farci, con quella bocca.
Devo seriamente finirla.
FInisco il tè e metto la tazza nel lavello, e metto i biscotti al loro posto.
Dopo che ho riordinato mi dirigo in camera, prendo un paio di boxer e una tenuta per la casa e vado in bagno.
Una doccia è quello che serve.


Imposto il getto dell'acqua sulla temperatura fredda.
Magari così mi si rinfresca anche il cervello.
Ma niente, il mio pensiero finisce costantemente a lui.
A quel corpo piccolo, ma ben messo.
Quelle braccia esili, ma muscolose.
La statura bassa, ma che appartiene a una persona che ha la forza di un gigante.
Le mani femminili, come tutti i suoi tratti.
Il minimo di pancetta che ho intravisto un giorno in cortile, quando stiracchiandosi la schiena, ha scoperto la pancia. Facendo vedere cosi quei pochi peli vicino all'ombelico, che con una striscia continuavano fino alla zona pubica.
E quanto avrei dato adesso, per averlo qua, togliergli quei vestiti inutili.. e fare l'amore.
E cosi, senza neanche accorgermene subito, muovo la mia mano verso il basso. Verso la mia, di zona pubica.
E senza neanche dare dei comandi esatti, quella si muove.
e nella testa c'è solo il suo volto.
Il suo corpo.
Quello che potrebbe fare in un momento di passione.
Quello che vorrei facesse a me.
Perchè è la sua mano che immagino essere la mia.
Perchè è la sua bocca che, immagino, toglie il posto a quella mano. Accogliendomi dentro.
Ed è pronunciando il suo nome, che nel giro di pochi minuti, vengo.


**


Sono appena le sette.
Potrei chiamare la pizzeria e ordinare una pizza.
Salgo su in camera e accendo il computer. Digito su internet il nome della pizzeria, prendo il numero e chiamo.
Dopo tre squilli il ristorante risponde, ordino la mia pizza e aspetto sul divano.
Dieci minuti esatti dopo, il campanello suona.
Prendo il portafoglio e mi dirigo verso la porta, contento di poter mangiare.Il campanello suona di nuovo e urlo un « Arrivo, un attimo. »
Apro la porta, e quando posso guardare in faccia la persona dietro la porta, il portafoglio mi cade in terra.


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Quindi.....
QUESTO CAPITOLO FA SCHIFO.
Lo so, lo so. Chiedo davvero perdono, umilmente.
Solo che.. non so. La parte finale poi, orribile.
PERO'!
Ho aggiornato un giorno prima, u see? Comunque..
Ho voglia di parlare.
I ragazzi sono in america, AMERICA.
Sinceramente non sono incazzata/triste/salice piangente..
E' una cosa bella, per loro. E ne sono felice :)
Poi, oddio, avete sentito cos'hanno detto le messihhhane? Che ieri a fine concerto Lou ha baciato Harry sul collo.
Roba che se vedo il video giuro che vado fino in mehhhhico ad abbracciare la ragazza.
Poi bo raga, sto diventiando Ziammissima al massimo proprio.
Ah, avete visto il DM di Lou? HAHAHAHAHAHAHA oh mamma, stavo a crepà.
No, non sono romana.
Mi sto ammirando le unghie, mi son cresciute un casino e son tutte lunge, aw.
Faccio finta che vi interessa.
Volevo mettere un banner, sapete? Ma non ho abbastanza voglia, sry.
Ok dai, ora vado.
Vi lascio i miei linkkkkkkkk dove trovarmmmi.

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Se mi seguite e chiedete il back vi seguo tuuuuuuutte.
Ricordate, se volete commentare le recensioni sono libere e sempre ben accette :D
Mi sento tanto Zayn quando faccio sta faccina :D :D
Bene. :D
VI AMO INCODIZIONATAMENTE, MUAAAA :*

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


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« Che ci fai qua? »
Louis è di fronte a me.
Ma la cosa strana non è questa.
La cosa strana è il borsone che ha in mano.
Un borsone gigante.

« Ho fame, Haz. Mangiamo? » Detto questo entra in casa, come se nulla fosse.
Posa il borsone in terra e si guarda intorno.
« Che casa carina! Dai Haz, ho famee! » Sono ancora sull'entrata, a cercare di capirci qualcosa.
« Lou ... che ci fai qua? » Ripeto con molta calma.
Lui mi guarda tranquillo, e sfodera il suo solito sorriso.
« Ho pensato ti sentissi solo! » Risponde mentre entra in salotto, e si butta con non molta grazia sul divano.

« E..? » Non ce la fa a dire tutto in una frase? Dio.
« E ho pensato di farti compagnia! » Accende la tele, e posa le gambe sul tavolino di fronte al divano.
« E il borsone l'hai portato perchè..? »
Dio, Lou.
« Beh.. tu sei solo, no? Casa mia è troppo chiassosa, se no ti avrei detto di venire tu da me.
Ma sai, mamma, papà e il compagno, Fizzie, Lottie e le gemelle.. »
Gira canale, e finisce su uno di quelli dove si fanno le domande, e se rispondi giusto a tutte, vinci dei soldi.

« Lou, ti prego. Spiegati meglio. » Mi metto di fronte a lui, che sta urlando alla ragazza in televisione la risposta giusta. Come se potesse sentirlo e dirgli 'Oh, grazie!'.
« Senti.. voglio solo farti compagnia. Ultimamente sei giù di morale. E lo capisco, quindi.. starò qua finchè non dimettono tua nonna, ok? Almeno ti sveglio in orario per la scuola! » Credo di essere in un sogno. Dove tutto sembra vero.
« Io.. »
Cerco di dire, ma lui mi stoppa.
« Tranquillo, Harry. Non ti stupro mica! » Tu no, ma io potrei farlo. Mi mordo la lingua prima di dire qualcosa di inappropriato.
« Ora, ti prego, mangiamo! »
Senza dire niente vado in cucina, prendo il telefono e chiamo al ristorante.
Devono aggiungere una pizza.


**


« Wow, è buona! » Sto per tirargli un cazzotto in testa.
« Si può sapere perchè devi urlare? Non sono sordo! » Esclamo dopo aver subito venti minuti di urli vari. 'Harry fa caldo!' 'Harry ma io ho fame!' 'Harry cambia canale!'
E ora, immaginate il tutto con una voce che va sempre più sull'acuto.
« Non fare l'antipatico, dai. » Mi da un buffetto sulla guancia, tornando a mangiare.
« Allora.. novità? » Dobbiamo pur parlare di qualcosa. Anche se il silenzio non è pesante. E' quasi.. bello.

« niente di niente. Com'è andato il test, alla fine? Hai fatto pace cona la tua amica? » Chiede interessato, e stavolta, senza urlare.
« E' andato bene. Penso. E si, ci ho fatto pace. Ero solo nervoso. » Mi giustifico, in fin dei conti mi sento ancora in colpa, per aver urlato cosi ad El.
« Pensa se non ci fossi stato io, avresti ancora la faccia rossa! » E si mette a ridere.
Ormai ce l'ho fissa nella mente, quella risata.
Cristallina, ma decisa al tempo stesso.
E guardando quella bocca, e quelle mani che accompagnano l'ultimo pezzo di pizza, mi viene in mente quello che è accaduto nella doccia.
Cazzo, non ora.
Mi alzo di scatto, girandomi verso la cucina trovando qualcosa da fare.

« Che fai, Harreh? »
Si alza anche lui, togliendo i cartoni di pizza dal tavolo e buttandoli nel cestino.
« Niente, i-io.. avevo finito di mangiare. Tutto qua! » Rispondo guardando il lavello.
« Mi sembri nervoso.. sicuro di stare bene? Non è che hai mal di pancia? Magari la pizza ti ha fatto male! Oddio Harry stai bene? Devo chiamare un'ambulanza, i vigili del fuoco? Oh mio Dio, chiamo mia madre lei è un infermier- » Gli premo una mano davanti alla bocca, e non posso fare a meno di sorridergli.
Mi guarda negli occhi, e il cuore si ferma.
Devo parlare.
Parla, Harry.

« Sto bene Lou. Che vuoi fare? Sono solo le otto e mezza. »
Lui cerca di parlare, ma dopo un po mi accorgo che la mia mano è ancora sulla sua bocca.
Con tristezza, molta tristezza, la tolgo.
« Voglio conoscerti meglio! »
Quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva, e prendo a tossire.
« Co-cosa vuoi dire, con conoscermi meglio? »
Lui mi guarda ansioso, e prende a battermi la mano sulla schiena, per farmi smettere di tossire.
« Lou.. cosi mi ammazzi tu, invece della tosse! » Lui sorride e si scusa, per poi riprendere il discorso.
« Dicevo, non conosco molto di te. Per cui, stasera voglio conoscerti. Dovremo convivere per un po, no? »
Oh, grande. Annuisco, e lui mi trascina nella mia stanza e si siede a gambe incrociate nel letto.

« Allora? » Esclamo dopo che passiamo i primi cinque minuti in assoluto silenzio.
Lui ride, incrocia le mani e inizia a parlare.
« Qual è il tuo colore preferito? » Mi chiede. Ci penso un po su, non ne ho uno in particolare.
« Uhm.. Non lo so, Lou. Penso il rosa. Si, mi piace il rosa. » Lui mi guarda fisso per i primi secondi, per poi scoppiare a ridere.
Lo guardo torvo e gli tiro un cuscino addosso.
« Che cosa ti ridi? Dai, Lou! » Lui continua ancora a ridere per un minuto, poi cerca di tornare serio.
« Ti dovrei presentare una delle mie sorelle. Anche lei ama il rosa. » Senza giri di parole lo mando calorosamente a quel paese. Lui sorride, ovviamente.

« il tuo? » gli chiedo io.
Mi trovo inaspettatamente curioso, davvero curioso. Di sapere ogni minima cosa, su di lui.
« Mmh, prima era il rosso. Ora.. il verde. »
risponde guardandomi negli occhi.
« Perchè il verde? » Chiedo subito dopo.
« Perchè è il colore dei tuoi occhi. E loro mi tranquillizzano, Haz. » E sorride.
Io annuisco, felice. Come può una frase di neanche dieci parole, a farti attanagliare lo stomaco in questa maniera?

« La tua storia d'amore più importante? »
Oh, bella domanda.
« Non.. non ne ho ancora avute.. d-di importanti.. » Non posso mica dirgli dei miei ex. Non cosi.
« Ma come? Non ci credo! » Risponde in fretta, con la bocca spalancata.
« Proprio cosi, invece. La tua? » Cerco di portare la domanda su di lui, in modo che si dimentichi.
« Comunque non ci credo. La mia, uhm, Hannah, direi. »
Inclino la testa di lato, e lo guardo.

« Chi è? » Indago, ma cercando di sembrare tranquillo, e non geloso di una ragazza che neanche conosco, ma che ha avuto Lou.. ed essere la sua storia più improtante.
« Una ragazza! » Lo guardo male, e gli tiro uno schiaffetto sulla testa.
« Ma dai? Intendevo chi è lei, deficiente. »
Forse ho usato un tono troppo duro, non so. Ma lui risponde tranquillo.
« Non viene a scuola da noi.. ci sono stato insieme l'anno scorso. L'ho conosciuta quando lavoravo in un ristorante, e lei era una cliente. Cosi iniziai a parlarle, e lei mi piaceva sempre di più. Cosi quando se ne andò dal ristorante mi sentii un completo deficiente, per non averle chiesto il numero.
Dopo quasi due settimane, in cui non facevo che pensare a lei, tornò.
E appena entrò, mi fiondai da lei e senza salutarla, le chiesi il numero.
Lei sorrise e mi disse: 'Finalmente!' Cosi me lo diede.
Siamo stati insieme un anno, più o meno. E' la ragazza più incredibile che abbia mai incontrato. » Oltre a sentirmi geloso il doppio, mi sentii anche un completo deficiente masochista.
Perchè ho dovuto chiedere chi era?

Lui mi osserva, aspettando una qualche risposta.
Cosi, « E perchè vi siete lasciati? » chiesi. Tanto vale andare in fondo.
Lui sembrò pensarci un po su, ma poi rispose.
« Perchè.. le volevo troppo bene. Ma.. era quello il punto. Le volevo bene, ma non l'amavo. Penso che io pensavo di amarla, all'inizio. E forse era cosi. Insieme a lei stavo cosi bene.
Ridevamo, scherzavamo.. facevamo tutto insieme. Feci l'amore con lei, per la prima volta. E non me ne pento tutt'ora. Perchè lei è lei.
E le voglio ancora bene, ma appunto, come amica. » Finì con un sospiro, e con un mezzo sorriso sul volto.
Wow.
« Io.. la senti.. la senti ancora? Si insomma.. c-come amica.. » Chiedo con lo sguardo rivolto alle coperte.
« Ovvio. Mi chiama sempre quando c'è una qualche novità, e io faccio lo stesso con lei. Sai.. è stata lei a consigliarmi di venire qua, quando le ho raccontato di te. »
Il cuore salta un battito.
« Le.. le hai parlato di me? » Domando io, guardandolo negli occhi.
« Certo! Sei un mio amico, adesso. E sei in difficoltà! Ad Hannah racconto tutto, per cui anche di te, è ovvio! » Risponde sorridendo, ricambiando lo sguardo.
« Uhm beh.. ok. Comunque mi piace, questa Hannah. » Ed è vero, mi piace. Anche se non la conosco.
« Ah si? Neanche la conosci, Haz. » Io annuisco.
« Lo so. »



Penso che adesso come adesso, Louis sappia più cose di me che io stesso.
Ha passato le ultime due ore a farmi domande di qualunque tipo.
'Come si chiamavano le maestre delle tue elementari?'
'Quanti animali hai avuto, e come sono morti?'
'Boxer o slip?'
E via dicendo, per due ore intere.
Parla, parla e parla.
E non gli direi mai di fermarsi, perchè la sua voce è qualcosa di speciale.
Anche se avessi un male insopportabile alla testa, non gli direi di smettere di parlare.
Ma quando mi giro verso l'orologio, devo dirglielo, purtroppo.
« Lou. » Lo stoppo, dal suo monologo su quando ha recitato in grease per la scuola.
Lui mi domanda cosa c'è, e io gli faccio vedere l'orologio.
« E' tardi, andiamo a dormire? » Gli dico, alzandomi per andare all'armadio. Lo apro prendendo le coperte e un cuscino, e faccio per andare verso la stanza di mia nonna.
Ma Louis mi ferma.
« Dove vai? » Mi chiede, mettendosi in ginocchio sul letto.
« A.. fare il letto nella stanza di mia nonna. Cosi tu dormi qua, e io dormo la. »
Ma lui fa no con la testa, e socchiude gli occhi.
« C'è spazio per entrambi qua, è un letto a due piazze! »
E adesso?
E adesso niente, vai la e dormi.
« Ma.. » Cerco di obbiettare, in qualche modo.
« Ma niente, dai. Non russi, vero? Io non lo so, se lo faccio.
Non ho dormito con molte persone, tranne che Hannah e qualche ragazza, ma nessuno ha mai detto niente. Mia sorella dice che lo faccio, ma sai, Lottie tende sempre a insultarmi e trovare pretesti per stuzzicarmi, quindi non so quanto sia affidabile. Insomma, se russo mi dispiace, ok? » Finisce con un sorriso sulle labbra.
Quelle labbra, cazzo.
« Uhm .. ok. » Riposo coperte e cuscino nell'armadio, e mi avvicino titubante al letto.
Scosto la coperta, e mi ci sdraio sopra.
« 'Notte Haz! » Esclama Lou, alla mia destra.
« Notte Lou. » Rispondo.

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E' un capitolo non corto.. di più.
Mi spiace, taaaaaanto.
Però c'è da dire che son sempre puntuale, dai.

Alloooora.
LOUIS SI è TRASFERITO DA HARRY, CI RENDIAMO CONTO?
Io sono emozionata, voi non so.

So che comunque, può sembrare una storia banale e già risentita, magari, però vi assicurò che ce la sto mettendo
tutta per riportare nero su bianco quello che ho in testa -che nella mia testa vi assicuro, è decisamente 20000 volte meglio-
però si sa, non esce mai come nella propria testa!

AAAAAAAAAAAAAAAAAH, giusto.
Ho cambiato il titolo!
Quello di prima non mi è mai piaciuto, l'ho sempre odiato.
E be, penso abbiate sentito tutti don't let me go, per cui..
Ci tengo a dire, che mi sto facendo le meglio depressioni(?) con quella canzone.
Ogni volta che la sento, è un dolore in più.

Vabbè, comunque.
Mi lasciate un pensiero?
Grazie sempre a chi legge, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e, ovviamente, a chi recensisce.
Ok, scappo.
Vi amo, come Niall ama dire cccccrazie.

un bacio, Manuela :)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


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Qualcosa di caldo sul mio collo mi fa aprire gli occhi lentamente.
Cerco di girarmi, ma non riesco.
Sono intrappolato.
Perchè cazzo sono intrappolato?
Mi guardo il corpo, o meglio cerco di guardarlo siccome c'è poca luce nella stanza, e vedo qualcosa sulla mia pancia.
Qualcosa di rosa.
Un braccio.
Giro di scatto la testa, e me ne pento quasi subito quando mi ritrovo a neanche un centrimetro dal viso di Louis.
Il suo respiro caldo ora si infrange contro il mio naso.
Rigiro la testa, prima di fare qualcosa per cui mi pentirò a vita, e sveglio Lou, siccome sono già le cinque e mezza.
Lo scrollo dal braccio che ha ancora sulla mia pancia, e nel frattempo lo chiamo con calma.
« Hmm. » E' l'unico verso che esce dalla sua bocca.
« Lou, svegliati! » Ora inizio ad alzare la voce.
« Se non ti alzi arriviamo in ritardo, è già tardi! »
Ma niente, anzi aumenta la presa sulla pancia.
« Lou, ti prego. Almeno lasciami andare, così inizio a prepararmi. »
Louis piano piano apre gli occhi, e quando si accorge del suo braccio che mi intrappola, lo toglie con calma.
« Scusa, di solito dormo con le mie sorelle, e loro vogliono che le abbraccio. » Uhm. Mi fa piacere. « Che ore sono? » Chiede, aprendo sempre più gli occhi.
« Le cinque e mezzo, è già tardi! » Rispondo veloce, alzandomi dal letto.
« HARRY! Mi hai svegliato alle cinque e mezzo del mattino ? »
Si tira su a sedere, e si appoggia allo schienale del letto.
« Certo, a che ora pretendevi che ti svegliavo, alle nove? Dobbiamo prendere un pullman e due metro, Lou. »
Lui spalanca gli occhi, e alza una mano.
Dopodichè, fa scontrare la sua mano con la mia testa in un leggero schiaffo.
« Ho la macchina! »
Ricambio lo schiaffo di pochi secondi prima e lo guardo male.
« Non me l'hai mai detto! » Replico.
« Tu me l'hai mai chiesto?!»
« Ma non lo immaginavo neanche. Insomma, almeno ci arrivi ai pedali? »
Cerco di trattenere una risata mentre vedo i suoi occhi ingrandirsi e le guance gonfiarsi.
« RIPETILO. » Socchiude gli occhi, e tiene le braccia lungo i fianchi.
« Dai, che hai capito. »
Senza nessun preavviso mi si butta addosso e dalla sorpresa cado all'indietro nel letto, con lui sopra.
Per la seconda volta.
Mette le mani a tenermi i polsi, di fianco alla testa.
E tiene le ginocchia strettissime sopra il mio bacino.
Mi sento girare la testa.
« Ripetilo, Harreh. »
Sussurra contro il mio orecchio, e in quel momento nella mia mente passa di tutto, tranne il fatto di ripetergli quella frase.
E con di tutto, intendo proprio di tutto. T U T T O.
Mi metto a ridere per mascherare il tutto, e cerco di spintonarlo con il bacino, ma finisco per peggiorare la situazione, perchè sento qualcosa svegliarsi.
La sotto.
Allora faccio una cosa.
Urlo.
Urlo più forte che posso, cosi che lui è obbligato a togliere le mani dai miei polsi per tapparsi le orecchie, e ne approfitto per buttarlo giù da me.
« Harreh! » Esclama Louis, sconvolto.
« Che c'è? Dai, scommetto che ci metti una vita a prepararti, muoviti. »
Dopo avermi guardato male, si alza e si dirige verso il suo borsone.
Prende un paio di pantaloni,una canottiera e un boxer, e si dirige verso il bagno.
« Non pensare che me ne sia dimenticato .. »
Il mio cuore perde un battito, e inizio a sudare freddo.
« Co-cosa.. »
Lou ride.
« Ci arrivo ai pedali, stronzo! » Tira fuori la mano e mi indica il dito medio, e dopodichè si chiude in bagno.
Cazzo.





**



« Ripeti, non ho capito niente! » E' l'escalamazione di Eleanor, dopo che ho cercato di spiegargli la situazione a casa mia.
« Che palle! Ho detto che .. Louis vive a casa mia. Cioè, non è che ci vive vive, ma ci .. vivecchia, diciamo. Solo temporaneamente, ha detto che gli dispiace lasciarmi solo. » Spiego per la, pressopoco, quindicesima volta.
« E tu..? » Chiede, mentre si raccoglie i capelli in una coda di cavallo, seduta su una panchina fuori da scuola.
« Io cosa? » domando.
« Come ti senti? » Mi fermo a pensare.
Già, come mi sento?
Da una parte sono contento, l'averlo vicino a cena, a guardare un film la sera insieme.. dormire nello stesso letto, è una bella sensazione.
Ma se penso che il motivo per cui è a casa mia, è perchè la nonna è in ospedale, beh.. la contentezza mi passa quasi subito.
« Ancora non lo so, quando ci capisco qualcosa te lo dico. » Mi alzo, prendendo lo zaino e le lascio un bacio sulla guancia.
« Devo andare in ospedale, ora. Casomai ti scrivo più tardi, ciao El! »
« Voglio sapere ogni cosa di quello che succede, Styles! » La sento urlare mentre mi allontano.
Tiro su il braccio, e anche se di schiena gli faccio l'ok con la mano.


**




Scendo dal pullman, e mi dirigo verso l'ospedale, che è a circa dieci minuti da qua.
Son passati tre giorni, da quando è successo tutto.
Vengo ogni giorno qua, sto un'oretta, mi faccio dire qualcosa da i medici e torno a casa.
Puntualmente, trovo Louis ai fornelli - Si è fatto persino una copia delle chiavi di casa- intento a bruciare qualcosa.
Che sia pollo, pasta, verdura o pentole.
Si, pentole.
Perchè quando ieri son tornato, lui era bellamente coricato sul divano a guardare una partita di calcio, quando appena sono entrato ho sentito un odore strano.
Odore di bruciato.
Ed è stato in quel momento che mi son reso conto, che Louis genioincompreso Tomlinson, aveva lasciato la pentola, vuota, sul fuoco.
Ed è stato la, che mi sono messo a urlare cosa stesse succedendo, che l'unica sua risposta fù 'Oops!'
'Oops un cazzo' , gli ho risposto.
Ho dovuto buttare la pentola, lavare da cima a fondo la cucina -siccome l'odore si era impregnato nei mobili- e tenere le finestre aperte tutta la notte, con la costante paura che entrasse qualcuno.
Ed è stato per quello che ho attaccato un cartello gigante alla cappa della cucina con scritto 'Se sei Louis, e ti stai avvicinando per cucinare qualcosa.. SPARISCI.'
Ha avuto pure il coraggio di lamentarsi, oltretutto.

Entro nell'ospedale, e saluto qualche medico che ho già visto.
Mi dirigo al terzo piano, come al solito ormai.
Stanza 205.
Varco la soglia e vedo mia nonna sveglia, guardare la televisione
« Ehi, nonna. » Lei si gira subito verso di me, e mi sorride.
« Oh, Harry caro! Senti, senti che bravo questo ragazzo! » Giro la faccia verso il televisore, dove c'è un ragazzo che canta.
The x-factor, si chiama il programma.
Ed Sheeran, si chiama il ragazzo.
Canta una canzone dolce, ma sicura di se.
Sicura come sembra lui.
« E' davvero bravo. Come stai? »
Mi avvicino al letto, e mi siedo sulla sedia affianco.
Le prendo la mano, e lei spegne il televisore, non lasciando al ragazzo il tempo di finire la canzone.
« Io bene, tesoro. E tu? Come va a casa? » Io le sorrido, e prendo parola.
« Va tutto bene, nonna. E' venuto questo mio amico, Louis.. sai, quello che mi ha accompagnato qua l'altro giorno? Bhe.. ha detto che gli dispiaceva lasciarmi solo, cosi è venuto a stare a casa. Non c'è problema, vero? » Le chiedo. In fondo è sempre casa sua.
« Si, tranquillo.. anzi è meglio, cosi non stai solo e mi preoccupo di meno. Ma dimmi... è solo un amico, o altro? » Mi sento prendere fuoco il fico, e spalanco la bocca.
« No-nonna! E'.. un amico, tutto qua. » Rispondo, tenendo gli occhi bassi.
Lei fa un sorrisetto di chi la sa lunga, e annuisce.
« Harry caro, mi andresti a prendere una bibita alle macchinette? Ho la gola secca, e qua oltre all'acqua non ti danno niente! » Annuisco alla sua domanda, e faccio dietro front per tornare in corridoio.
Sono già andato alle macchinette, quindi conosco la strada.
Quando sono arrivato davanti, un altro ragazzo è già intento a prendere qualcosa.
Qualcosa è riduttivo.
Ha il camice dell'ospedale, quindi penso sia un paziente.
Ha un cestino, affianco a lui.
« Stai facendo la spesa, per caso? » Dico, al biondino davanti a me.
Lui si gira, e scopro un volto quasi angelico.
Emette una risata leggera, quasi che gli pesasse, ridere.
Mi incanto a guardargli gli occhi.
Sono azzurri, ma non come quelli di Lou.
I suoi sono più sul blu, sembra quasi ci sia un oceano dentro, quasi fossero liquidi.
« Scusa, è che sai.. qua il cibo fa schifo! Cosi, quando il dottore non passa, vengo sempre a fare rifornimenti, per poi nascondere tutto nel cassetto! » Dice a voce bassa, quasi un sussurro.
« Ooh, capisco.. ma non ti farà male, tutto sto cibo? E' tantissimo! » Gli dico sorridendo.
Lui si apre in un sorriso ancora più grosso, e mi guarda come chi la sa lunga.
« Oh, fidati.. non mi farà male. E non è neanche tantissimo! Comunque piacere, Niall! » Mi tende la mano, e io gliela stringo.
E' fredda, freddissima.
Si sente come la mano cerchi di stringere di più, per fare risultare la stretta di mano, una buona stretta.
Ma invece risulta come la stretta di un bambino di appena 3 anni.
« Sono Harry, io .. » In quel momento si rigira, prende il suo cestino e si rivolta.
« E' stato un piacere, Harry. Sai, è sempre bello parlare con gente nuova! » Detto questo mi sorride, e se ne va. Senza neanche lasciarmi il tempo di replicare.


« Oh, eccoti, finalmente. Temevo ti fossi perso! » Esclama mia nonna, quando sono di ritorno.
Le cedo la bibita, e la guardo pensieroso.
Lei mi chiede cos'ho, e io ci penso su un attimo.
« Alle macchinette.. c'era un ragazzino. Avrà avuto la mia età. Biondino, con gli occhi azzurri. Era.. strano. » Le dico, non so neanche perchè, ma quel ragazzo mi è rimasto dentro. Era cosi.. delicato.
« Oh, Niall! L'ho conosciuto la sera in cui sono arrivata. Sai, io per ora non posso camminare.. ma lui è sempre in giro. Ogni sera controlla tutte le stanze, per vedere se c'è qualche viso nuovo.
E quando ne vede uno, giovane o vecchio che sia, si ferma a parlare e a conoscerlo.
Non so bene il motivo per cui sia qui, ma ogni tanto durante la conversazione, si chiude in se stesso. E gli occhi gli si spengono. In quei momenti di solito, il primo dottore che passa e lo vede, lo tranquillizza e lo porta nella sua stanza. Non so dirti nient'altro, Harry caro.  » Finisce accarezzandomi la mano.

Sai, è sempre bello parlare con gente nuova!

Ecco perchè l'ha detto, è una specie di.. passatempo, il suo?
Guardo sopra il letto di mia nonna, cercando l'orologio.
Sono quasi le sette, l'orario di visita sta per finire.
« Devo andare, nonna. Torno domani, ok? Ti voglio bene. » Le stampo un bacio sulla fronte, e mentre lei mi saluta dicendo che mi vuole bene anche lei, esco dalla stanza.
Poco distante da me vedo il dottore.
Cosi gli vado in contro, fermandolo.
« Oh, salve Harry! »
Mi saluta, posando la penna nel taschino del camice.
« Salve dottore.. Volevo chiederle.. come sta andando mia nonna? » Chiedo con un filo di voce, sempre con la paura che possa succedere qualcosa.
« Oh, va tutto bene! Penso che nel giro di due o tre giorni, opereremo. Ti faremo sapere, comunque. »
Annuisco, contento.
« Grazie mille, dottore. » Faccio per girarmi, ma mi fermo e mi rimetto davanti a lui.
« Ti serve altro? » chiede gentile.
« Vorrei sapere.. Ho conosciuto un ragazzo, prima. Si chiama Niall, è biondo con gli occhi azzurri. Può dirmi.. cosa ci fa qua ? » Chiedo, sperando mi venga data una risposta.
« Sai Harry.. noi non possiamo dire cose su altri pazienti. Diciamo che.. Niall è qua da un po, qualche mese. Non ha malattie, se è questo che ti stai chiedendo. Solo che il suo è un caso molto delicato, per cui è meglio che stia qua. Se vuoi conoscerlo, e sapere tutto.. perchè non ci parli? E' un bravissimo ragazzo, ama conoscere gente nuova. » Spiega il dottore. Annuisco e improvviso un leggero sorriso.
« si beh.. credo si possa fare. Ora devo andare, arrivederci dottore! » Lo saluto e mi incammino verso l'uscita, mettendomi sciarpa e cappotto.
Appena esco dall'ospedale un'aria gelida mi investe in pieno.


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Ciao, ciao e ciao.
Sapete cosa mi è successo?
L'altra sera, ero in balcone.
Avevo il pc appoggiato sulle gambe, e la testa appoggiata al muro.
Ho visto volare un insetto, e poi non l'ho più visto.
Quando ho messo la mano nei capelli, me lo son trovata in testa.
A parte l'urlo, l'ho tolto.
Ma lo stronzo, aveva le ali! cosi si è messo a volare e io avevo paurissima.
Poi si è poggiato sul pc, e mi sono spaventata cosi per toglierlo il computer è caduto.
Si è staccato il tasto della N, quindi ora è un'impresa, schiacciarlo.
Per finire, siccome era buio, mi ero dimenticata che avevo un tatuaggio sul polso, e quando ho visto
una macchia nera, mi son presa a schiaffi il polso pensando fosse un insetto.
HAHAHAHA vabbe.
Comuuuuuuuunque.

Un capitolo corto come al solito haha non è colpa mia!
Abbiamo conosciuto Niaaaaaaaall angelobiondo Horan.
Che amore.
C'è anche Ed :))
Bene, sto capitolo è una merda, quasi vuoto.
Però tutti i capitoli merdina servono :)
Vabbè, vado che devo prepararmi.
Si gente, ho ripreso ad avere una vita sociale.
YUPPI.
Son già stanca.
Vabbe hahahah
ringrazio chi recensisce, e chi mette tra preferite/seguite /ricordate e devo dire che siete TANTISSIME.
Quindi, magari, fatevi sentire :)
Ringrazio anche ci legge solamente, ovviamente :)
Un bacio, vi amo tutti :*

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


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« Credo di doverti ringraziare. » Mi giro verso la voce che ha parlato, e vedo Liam che cammina al mio fianco.
«Beh, prego. » rispondo, risoluto.
Liam mi guarda male, per un paio di secondi.
« Ma non sai neanche per cosa! » Soffoco una risata, guardando Liam lagnarsi.
«Ok, Payne. Per cosa devi ringraziarmi? » Liam diventa tutto d'un tratto rosso.
E boccheggia un po, in cerca delle parole.
« Beh.. sai.. Louis. So che gli hai parlato. E non capisco neanche come abbia potuto dare retta a te e non a.. » Si blocca subito, quasi avesse detto qualcosa di irriparabile.
« A chi? » chiedo curioso, guardando Liam con gli occhi abbassati.
« Eh? No, niente. A nessuno. Grazie, ok? Davvero. »
Gli metto un braccio attorno al collo e porto la sua testa vicino alla mia spalla per poi mettere la mano del braccio libero a pugno, e premerla sulla testa di Liam.
E sorrido, un po fiero, un po divertito.
Dopo un po di pugni sul petto da parte sua, decido di lasciarlo andare.
« Prenditi gioco dei più deboli! Comunque, come va la convivenza? »
mi chiede, mentre siamo arrivati ormai fuori dalla palestra.
« Tutto bene. Domani operano nonna, comunque. Quindi un mesetto e dovrebbe tornare .. » Spiego, guardando la palestra.
« Ah, ho capito. Beh, non ti abituare troppo, allora. »
« Io non mi ci sto abituando! » replico, seccato.
« Come ci vieni la mattina a scuola? » chiede.
« In macchina. » Rispondo con un'alzata di spalle.
« E come torni a casa? »
« Sempre in macchina. »
Mi gratto un sopracciglio, pensieroso.
« Come dormi la notte?»
« Mi metto nel letto, chiudo le palpebre e... dormo? »
« No, devo dirmi come. »
« Beh.. quando Louis si addormenta, mi mette un braccio intorno alla vita. Io lo guardo un po, e pochi secondi dopo prendo sonno.. »
« Haz, ti stai abituando a lui. Capisci? Una dipendenza non è mai bella.
Che siano sigarette, che sia caffè o che sia Louis Tomlinson. Specialmente, Louis Tomlinson. » Finisce guardandomi serio negli occhi.
« Io.. non mi abituerò, Liam. Stai tranquillo. » Cerco di rassicurarlo, ma la verità è che, un poco, mi sono già abituato alla presenza di Louis a casa mia.
Dal risveglio alla mattina, la colazione insieme, andare a scuola e tornare, lui che vuole cucinare ma ogni sera devo correre più veloce di lui, per fermarlo.
Quando poi ci mettiamo sul divano, e litighiamo per cosa vedere.
E io gli dico: 'casa mia, tv mia.'
E lui si gira beffardo, e dice: 'Città mia, tv mia.'
E quando io gli chiedo cosa significa,siccome non ha minimamente senso, lui mi frega il telecomando dalle mani e mette quello che vuole lui.
Di solito mette una partita, allora io prendo dal tavolino a fianco del divano un cruciverba e mi metto a farlo.
Ma dopo un po mi addormento, cosi quando la partita è finita, lui mi sveglia piano.
E mi dice di andare a letto.
E ci andiamo insieme, ci mettiamo nel letto e io aspetto solo che lui si addormenta. Anche se sto morendo di sonno. Perchè quando avvolge il braccio intorno a me, anche se lui pensa che sia sua sorella, è una sensazione indescrivibile.
In quel momento lo sento mio, anche se non è giusto.
Per cui penso che Liam abbia ragione.
Una dipendenza non è mai una cosa buona.
Mai.





« Buongiorno a tutti! Ci siete tutti, giusto? Oggi giochiamo a basket, ragazzi. » Delle ragazze emettono dei versi contrariati, mentre i ragazzi si battono il cinque.
Io non faccio nulla di tutto ciò, guardo Liam e alzo le spalle.
« Ah, con noi oggi ci saranno dei ragazzi del quarto anno. »
I miei occhi vanno verso la porta, dove stanno entrando i ragazzi che il mister ha chiamato.
I miei occhi si scontrano subito con due pezzi di cielo, e sorrido.
Louis ricambia il sorriso, mentre da una pacca sulla spalla a qualche suo amico.
Dietro di lui ci sono i suoi amici, quelli che mi hanno picchiato.
Mi lanciano un occhiata, e io guardo altrove.
Dopo un po il mister fischia, e la partita comincia.




Sono caduto 17 volte, ho ricevuto 9 falli e mi sono preso 23 pallonate in faccia e in varie parti del corpo.
Credo che da chi siano avvenute tutte queste cose, sia scontato.
So solo che ogni volta Louis mi guardava un po triste, si girava verso i suoi amici e diceva 'dai, smettetela' ma, questi, non lo ascoltavano mai.
Cosi all'uscita, riesco a camminare a malapena.
Ho lo zaino su una spalla, che mi chiede pietà.
Non ho neanche soldi per il taxi, per cui devo andare in ospedale a piedi.
Mi viene quasi da piangere, per il dolore alle ossa.
Penso che i lividi si siano già quasi formati.
Sento il telefono in tasca vibrare, lo prendo e rispondo senza neanche guardare.
« Haz? Dove sei? » Allontano il telefono dall'orecchio e guardo la schermata.
Poi lo riappoggio all'orecchio.
« Louis? Sto andando all'ospedale. » Cerco di continuare a camminare senza far uscire versi di dolore dalla bocca, ma ne esce uno comunque.
« Harry fermati e dimmi dove sei. » Louis tira fuori una voce autoritaria mai sentita prima, cosi gli dico l'indirizzo di dove sono e lui mormora un basso 'stai fermo la' e riattacca.
Dopo cinque minuti la macchina nera di Lou si ferma esattamente di fronte a me, un finestrino si abbassa e da dentro un ragazzo con gli occhi color cielo mi fa segno di entrare.
Apro la portiera della macchina e dopo aver buttato lo zaino dietro mi siedo sul sedile del passeggiero, in silenzio.
« Stai bene, Harry? » domanda, con il motore della macchina ancora spento.
Io annuisco solo, continuando a guardare davanti a me.
So benissimo che appena la macchina partirà e sorpasserà delle buche, proverò dolore.
Dieci minuti e tanti istanti di sofferenza dopo, arriviamo di fronte all'ospedale.
« Ti passo a prendere tra un'ora, va bene? Lo zaino lo porto io, tranquillo. » Annuisco di nuovo, e scendo dalla macchina.


I dottori mi guardano camminare male, qualcuno di loro mi ha pure chiesto se avessi bisogno di aiuto, ma nego ogni tipo di aiuto e mi dirigo da mia nonna.
Prima di entrare nella stanza scorgo il ragazzino biondo, Niall, con la coda dell'occhio.
Sta saltellando in giro per l'ospedale, cosi lo chiamo a gran voce, facendo girare tutti verso di me, e ricevendo occhiatacce dai dottori. Sussuro delle scuse, e mi rigiro verso Niall.
« Harry! Che bello vederti! » Mi sorride, e improvvisamente mi abbraccia.
Rimango un attimo sulle mie, poi ricambio l'abbraccio.
« Come stai? » Chiede, con un'euforia assurda.
« Io bene Niall, e tu? » ricambio la domanda, gentilmente.
« Hm, è stata una giornata un po stancante.. ma tutto bene, dai! Vuoi venire a fare due passi? » Ha gli occhi da cucciolo.
Hanno sempre detto che i miei occhi ti potrebbero far fare quello che voglio, ma scommetto che lui mi supera.
Rido e annuisco.
« Certo, ma non ho molto tempo, mi spiace.. » Ci rimane un po male, ma sorride subito dopo.
« Verrai a trovarmi? Quando non dovrai più venire qua.. verrai? Ci divertiremo, insieme. »
E come fai a dire di no a due occhi come quelli?
« Certo Niall, te lo prometto. » Passai una mano tra i suoi capelli, morbidi al tatto.
« Mi racconti un po di te? » La domanda mi spiazza un po, inclino la testa da un lato, e gli chiedo cosa vuole sapere, precisamente.
La sua risposta è chiara, quasi che non volesse obbiezioni.
« Tutto. » Dice.
Boccheggio un po, e nel frattempo che penso a cosa dire cerchiamo delle sedie, e vi ci sediamo sopra.
« Non c'è molto da dire, sai.. Ho sedici anni, vengo da holmes chapel, presente? E' un po sconosciuto, non che Doncaster sia meglio.. ma sai.. Hm, vivo con mia nonna, che è il motivo per cui sono qua in ospedale. Ho un paio di amici, pochi ma buoni, no? Dove abitavo prima non ne avevo molti. Sono sempre stato.. per i fatti miei, non so perchè.. uhm.. non so, avevo un gatto, Dusty. Ora è con mia madre. Ho una sorella, Gemma. Va all'università, studia medicina. E' davvero brava, dovresti conoscerla.. Io.. penso che non ci sia altro da dire. » Concludo.
Ma lui sembra non esserne particolarmente contento, infatti « E i tuoi genitori? » chiede.
Rimango fermo un attimo, sapendo che cosa dire.
« Loro.. sono divorziati. Non vedo mio padre da quando ero piccolo, e non lo sento neanche. Ma non mi pesa, sai.. alla fine è come se non ne avessi mai avuto uno, quindi, come fa a mancarmi?
Mamma.. beh, si, lei mi manca.. ma ci sto facendo un po l'abitudine. »
Sembra un po più contento, ma non del tutto.
So qual è la domanda che mi vuole fare, lo sento.
Infatti è la frase che pronuncia due minuti dopo.
« Ma non mi hai detto perchè sei venuto qua. A vivere. »
Mi infilo una mano tra i ricci, prendendo a giocarci.
« Sei nervoso? Scusa, io non volevo. Se non vuoi parlarne è ok! » Mette subito le mani in avanti, e le sventola, per sottolineare la frase.
Mi fa sorridere, cosi inizio a raccontargli tutto.
« Tranquillo. E' una domanda lecita, nulla di grave.
Io.. avevo un bel rapporto con mia madre. Davvero bello. Le raccontavo tutto, stavamo serate sdraiati nel letto abbracciati, sentendo un po di musica o guardando un film. Mi diceva sempre tutto quello che gli passava per la testa. Sopratutto dopo che Gemma se n'è andata di casa. Sai, erano molto legate, loro. Ma non come me e mia madre, comunque.
Un giorno le dissi una cosa..
Su di me- »
« Che sei gay? » Mi giro di scatto verso Niall, spalancando gli occhi.
Come l'ha capito?
« Oh beh, ho una dote particolare, nell'osservare la gente. Mia madre lo chiamava 'dono'. » Disse, come avendomi letto nel pensiero.
Mi sorride, cosi decido di andare avanti.
« Uhm, si.. Non ti da fastidio, vero? » Lui scuote la testa, e mi indica di andare avanti.
« Un giorno glielo dissì. Penso che lei non se lo sarebbe mai aspettato, perchè ne uscì fuori di testa. Il giorno dopo ero su un'aereo per venire qua. Fine della storia. » Mi girai nuovamente verso lui, e lo guardai egli occhi.
« Mi spiace, Harry. Ma sai, quando succede qualcosa di brutto, in agguato c'è sempre qualcosa di bello. »
« Che frase! Posso chiederti.. perchè sei qua? » Azzardo come domanda.
Lo vedo spalancare la bocca, e guardare di fronte a se.
« Ehi, Niall. Va tutto bene, se non vuoi dirmelo non importa. Stai tranquillo, ok? Dai, vieni.. ti accompagno alla stanza. Tranquillo. » Lo tiro delicatamente per un braccio, e chiedendo ad un'infermiera quale fosse la stanza di Niall, ci dirigiamo piano verso la 216. Appena dentro noto che non c'è nessuno, che la stanza ha solo un letto, al contrario di molte qua presenti.
Sul comodino non ci sono fiori, ne peluches.
Solo una bottiglietta d'acqua, e una mela.
Tutti i dolci saranno nel cassetto, di sicuro.
Tenendolo lo faccio sdraiare nel letto, e dopo avrgli fatto una leggera carezza sulla fronte, esco dalla stanza.





Dopo aver salutato, o averci provato, Niall, mi dirigo verso la stanza di mia nonna.
Entro nella stanza, e mia nonna è di nuovo a guardare la tele. Di nuovo quel programma, the x-factor.
« Ti sei fissata, eh? »
Nonna sobbalza, e si gira verso di me dopo aver spento la televisione.
« Harry caro! Stai bene? Hai un aspetto davvero brutto! »
Le sorrido, cercando di mostrare anche le fossette che ama tanto, quelle che ha anche sua figlia e che aveva suo marito.
« Si, tranquilla. Tu, piuttosto? Sei pronta per domani? »
Inizio a sentirmi un po agitato, al pensiero che domani la opereranno.
« Io si, e tu? » Piego la testa di lato, non capendo.
« Cosa..? » Lei mi guarda, mi accarezza la guancia e mi prende le mani tra le sue.
« Harry, tesoro.. non ho più una certa età. Il dottore non te l'ha detto, per non farti preoccupare ma.. non tutto potrebbe andare bene. Sai, l'anestesia, i farmaci.. non si sa niente di certo. » Mi si spalancano gli occhi, e la bocca inizia a tremare leggermente. Cerco di parlare, ma lei mi blocca.
« Ti voglio bene, Harry. Lo sai, no? Se le cose non dovessero andare come previsto.. ho firmato dei fogli, in cui ti lascio la casa e i miei soldi.. So che non saranno abbastanza, ma mi raccomando, tieni duro. »
riesco solo a pensare ad una cosa, e dopo qualche minuto di aprire la bocca e richiuderla, riesco a parlare.
« la.. la mamma.. lei lo sa? » Tiro su con il naso, e mi impongo di non sbattere le palpebre. Se lo facessi, le lacrime inizierebbero a scendere. E lei non vuole vedermi piangere.
« Si, l'ho chiamata stamattina.. Ma le ho detto di non venire, Harry. Mi dispiace. »
« Perché? E' giusto che stia con te, anche lei, oggi. »
Dimmi che non l'hai fatto per me, ti prego.
Dimmelo.
« Era meglio cosi, Harry caro. Allora, come sta il tuo amico? » Alzo subito gli occhi verso lei, e cerco di trattenere il sorriso che mi si sta formando sulla bocca al solo pensare a lui.
E' assurdo, che durante tutto questo, se penso a lui sorrido.
Terrificante e spaventosamente bello, allo stesso tempo.
« Il mio piccolo si sta innamorando, che cosa bella! » Inizio a tossire la saliva che ho appena mandato giù,e la guardo male.
« Nonna! » la sgrido, anche se scoppio a ridere due secondi dopo.


« Quindi domani non devo venire.. » Abbasso la testa, gli occhi improvvisamente troppo bagnati.
Sento una mano tra i ricci, segno di una carezza.
« Devi stare tranquillo, Harry. Non è mia intenzione lasciarti, comunque. Farò il possibile, te lo prometto. » Alzo la testa, e dopo aver tirato su con il naso mi abbasso verso lei, stringendola in un leggero abbraccio.
« Ti voglio bene.. tantissimo! Se non ci fossi stata tu, come avrei fatto? Ti voglio bene nonna, te ne voglio tanto! »
Per tutta risposta lei mi stringe, delicatamente, a se.
« Shh, va tutto bene. » Annuisco, tenendo la testa nell'incavo del suo collo.

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E' cortissimo, HAHAHAHA.
E fa anche schifo, forse uno dei più schifosi che ho mai scritto.
Ma prendiamola sul ridere, dai hahah.
Poi, dai, ho pure aggiornato un giorno prima.
Oggi non so che dire. PIOVE. FA FREDDO.
Che palle.

Vabbbbe. Comunque, perdonate anche gli errori, gli sbagli verbali o temporali, ma ogni volta che rileggo qualcosa salta.
Comunque, ringrazio sempre tutti.
Eeeeeeee, siccome siete tipo una sessantina, ad aver messo tra le seguite, qualcuno mi lascia una recensiore? :D
Vi amo tutti.
Un bacio :*



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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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« Harreeeh, ho fame! » Louis sta facendo avanti e indietro dalla cucina al salotto da almeno venti minuti, martellando Harry dicendo che ha fame.
Nel frattemopo, il riccio, che si muove convulsamente nella cucina per cercare di tenere a bada tutto e di non fare movimenti troppo azzardati -i lividi sono tutti freschi, chi lo direbbe mai che giocare a basket possa fare cosi male?- sta versando la pancetta nella padella, e preparando le uova.
Apre una mensola dalla quale tira fuori un pacco di spaghetti, tira su il coperchio della pentola e li butta dentro l'acqua.
« invece di lamentarti, potresti apparecchiare la tavola? » Harry non è dell'umore giusto, oggi. E Louis se n'è accorto, ma lo guarda semplicemente e si avvia verso i cassetti, per prendere tovaglia e forchette.
« D'accordo, ma potresti essere più gentile. » Borbotta il castano, ed Harry preferisce non rispondere, perchè se lo facesse gli urlerebbe dietro.
Non ce l'ha con Louis, per carità.
E' semplicemente in ansia per l'operazione della nonna.
« Non avvicinarti troppo, Louis! » Harry gli mette una mano davanti la faccia, appena vede che Louis ha provato ad avvicinarsi ai fornelli.
« Ho 19 anni! Voglio solo assaggiare la pasta! Dai Haz! »
« Ti ricordi cos'è successo ieri quando ti ho permesso di assaggiare la pasta? »
Louis abbassa la testa e « è caduta per terra.. tutta..» dice a voce bassissima, quasi per non darla vinta al riccio.
« E quindi..? » Domanda ancora Harry.
« E quindi è meglio se non mi ci avvicino più .. » Harry gli accarezza i capelli, e gli sorride.
« E' quasi pronto, Lou. » Louis punta gli occhi in quelli verdi di Harry, e il riccio ci prova davvero, davvero, a tenere alta la testa.
Ma dura poco, appena tre secondi e gira la testa prendendo come scusa che deve scolare la pasta.
E' solo che Louis ha quegli occhi cosi.. limpidi.
Che Harry sente che se si facesse guardare troppo, ci si potrebbe perdere dentro. Come in un labirinto.
Ed ha potuto appurare che, Louis, è intelligente.
Per questo ha paura che capisca che sta iniziando a sentire qualcosa, allo stomaco, ogni volta che Louis lo guarda.
E' per questo che ha deciso, che quella notte, dormirà nel letto della nonna.
Deve fare qualcosa, deve allontanarsi.

**


« Dimmi che hai. » E' l'esclamazione di Louis, cercando di tirare fuori qualche parola dalla bocca di Harry.
Ma niente, non parla.
E' per questo che si allunga leggermente sopra il tavolo verso la parte di Harry, e con una mano tira uno schiaffetto leggero sulla testa di quest'ultimo.
« Ehi! Ma che fai? » Harry ha gli occhi spalancati, cercando di capire perchè Louis gli abbia tirato uno schiaffo.
« Dimmi che cosa hai!! » Il castano inizia a sbattere i pugni sul tavolo, come farebbe una delle sue sorelle di cinque anni.
Quando lo fa Phoebe funziona sempre, perchè con lui non dovrebbe?
« Non ho niente, Lou.. sono solo un po stanco.. e un po in ansia, per domani, sai.. »
Allora Louis capisce, e annuisce lentamente.
Cerca un modo per tirare su di morale il suo amico,e dopo un po ha un illuminazione.
« Stasera scegli te cosa guardare in tv! » Esclama felice, pensando che questa fosse la migliore idea al mondo.
« Cosa? » Harry si gratta leggermente la testa, cercando di capire perchè Louis se ne fosse uscito con quella proposta.
« Di solito scelgo sempre io, e so che le partite non ti piacciono molto.. Perciò, stasera scegli tu! Non sei contento? » E anche se Harry pensa che sia una sciocchezza, e non capisce perchè dovrebbe esserne contento, ma a vedere quel sorriso sulle labbra di Louis non può fare a meno che annuire e tirare fuori un sorriso, con tanto di fossette.
Quel che Harry non sa, è che Louis non lascia mai, mai, scegliere a qualcuno il programma da vedere.


**


« Sul serio? »
« Certo. »
« Ma ti prego! »
« Perchè? »
« Non puoi scegliere questo film! »
« Mi hai dato tu il permesso! »
« Si ma.. pensavo che .. si insomma... QUESTO? »
Harry è in piedi, davanti al divano con un dvd in mano.
E Louis è seduto, sul divano, con le gambe stese lungo il tavolino e le braccia incrociate sul petto.
Il dvd che Harry tiene in mano è uno di quel film d'amore che, Louis, ha sempre odiato.
« E' bello, ed è il mio film preferito! »
« Non preferiresti.. che so .. un cartone? » Cerca di fargli cambiare idea il castano, ma non sa che se Harry si mette in testa una cosa, quella cosa sarà.
« No, mi spiace. Ora shh. »
Harry si abbassa davanti al televisore, tira fuori il cd dalla scatola di plastica e lo infila dentro il lettore dvd.
Preme qualche tasto sul telecomando e inizia a partire una scena del film.
Si va a sedere sul divano, ma al contrario di Louis si mette in una posizione più consona, senza gambe sui tavolini.
« Harreh! »
Harry prende una manciata di pop corn dal contenitore, e si stende sul divano per arrivare fino a Louis che lo guarda con un sopraciglio alzato cercando di capire cosa vuole fare, quando il riccio alza la mano con i pop corn e centra la bocca di Louis, mettendoglieli tutti dentro, mentre sullo schermo compaiono i titoli di testa, con il nome del film: 'Love actually'.



**


Harry, con il sorriso stampato sulla faccia, si gira verso Louis per dirgli 'Hai visto? E' stupendo!' ma non può, dato che il castano al suo fianco si è addormentato.
E' a guardarlo cosi, mentre i colori dei titoli di coda dalla televisione si riflettono su di lui, che ha gli occhi chiusi e la bocca semiaperta per far entrare l'aria, il cuore perde un battito.
E si chiede se è vero.
Perchè come può un semplice ragazzo essere cosi perfetto?
Allora Harry si alza, e si dirige a fianco del divano. Si abbassa sulle ginocchia, non pensando al dolore che gli fanno le ossa, e lo osserva.
E' a solo mezzo metro dal suo volto, e allunga piano una mano.
Un dito.
Due dita.
Tre dita.
Gli accarezza piano la guancia, prima con le dita e poi direttamente con il palmo della mano.
E la sua pelle è cosi liscia, per Dio.
E' cosi liscia che Harry, giura, non smetterebbe mai di accarezzarlo.
Ed Harry vorrebbe solo che Louis fosse sveglio, che lo stesse guardando negli occhi e che piano piano si avvicinasse al volto del riccio per posare le sue labbra sulle sue in un dolce bacio.
Ed Harry immagina tutto.
Le immagini si sovrappongono nel suo cervello come se fosse un film.
Quando il suo pollice arriva al labbro inferiore del liscio, e lo accarezza piano, Harry capisce che è al limite. Deve togliere la mano, subito.
E cosi fa, con il cuore dolorante.
Si avvicina al televisore per spegnerlo, poi torna da Louis e facendo attenzione a non svegliarlo mette un braccio sotto le sue ginocchia, e uno sotto le spalle per poi tirarlo su, seppur con fatica.
Per via dello spostamento Louis gira la faccia verso il petto di Harry, e allaccia un braccio al suo collo mentre mette l'altra mano sulla maglietta di Harry, chiudendola a pugno e tirando la stoffia.
La maglia si è un po abbassata, siccome è sgualcita e adesso il viso di Louis è perfettamente sulla pelle di Harry.
E sembra un cucciolo di cane quando preme il naso sul suo petto e lo passa su e giu, come per annusarlo.
E sembra un bambino felice quando dopo aver annusato Harry, e probabilmente riconosciuto il suo odore, sorride beato.
Quando è quasi convinto di stare per impazzire, per via della bellezza del castano, Harry si dirige verso le scale per salire in camera.
E con un po di fatica ci arriva.
Entra dentro e facendo davvero molta attenzione posa Louis sul letto, e con delicatezza scosta da sotto di lui le coperte, per poi mettergliele addosso e coprirlo fino al mento.
E dopo avergli lasciato un piccolo bacio sulla guancia, che lui chiama innocentemente 'bacio della buonanotte', si dirige verso l'altra stanza, ma non prima di avergli lanciato un ultima occhiata.

**

Anche se è piena notte, la casa è illuminata.
Sembra che tutte le luci siano accese, ma non sono luci.
Sono lampi.
Lampi e fulmini causati da un temporale, uno dei più forti di quell'interno anno.
In una camera al secondo piano si sente un respiro regolare, proveniente da un castano che dorme beato, come se avesse dei tappi nelle orecchie.
In un'altra stanza, invece, si sente un leggero ticchettio, come se dei denti stessero sbattendo tra loro.
Dopo un po, si iniziano a sentire anche dei leggeri singhiozzi.
E il riccio si sta maledicendo, perchè se fosse rimasto a dormire con Louis magari adesso non avrebbe tutta questa paura.
E vorrebbe anche chiamarlo, ma proprio non riesce a muoversi dal letto.
Non sa cosa lo spaventa tanto di un temporale, forse il suono proveniente da quei tuoni, cosi spaventoso.
Oppure la luce che emette un lampo che, bianca, illumina tutta la stanza che fino a un secondo prima era nera.
Ed Harry si ripete 'hai 17 anni quasi, non puoi piangere per un semplice temporale!' ma subito dopo, un tuono torna a dargli il tormento.
Continua a tremare finchè non nota la porta aprirsi lentamente, ed è qui che i suoi piccoli singhiozzi diventano un pianto vero e proprio.
Guarda la porta mettendosi sempre più sotto le coperte, spaventato.
Ma quando vede due piccoli occhi blu, tira un sospiro di sollievo.
« Harry, sei tu? » Domanda il castano, entrando sempre di più nella stanza.
Quando si è svegliato nel letto, si è girato per abbracciare il più piccolo trovando solo uno spazio vuoto.
Allora si è alzato, chiedendosi dove fosse e se fosse ancora sveglio.
E' stato allora che ha sentito dei singhiozzi provenire dalla camera della nonna di Harry.
Ed appena Harry tira fuori la testa da sotto le coperte, Louis incontra due grandi occhi verdi.
Sono tutti gonfi e lucidi, e guardandoli a Louis prende un colpo al cuore.
Va a passo spedito verso il letto, scostando le coperte e sedendosi dietro il riccio.
Si sdraia, allargando le gambe e facendo sdraiare harry nel mezzo, per fargli posare la testa sul suo petto.
Harry passa un braccio dietro la schiena di Louis e con l'altra mano va ad allacciare il braccio, per tenere Louis in una presa ferrea.
Il castano inizia ad accarezzargli dolcemente i capelli, e dopo qualche minuto in silenzio prende parola.
« Mi dici perchè piangevi? E sopratutto.. perchè mi son trovato solo nel letto? »domanda il più grande, cercando di far tirare su la testa al riccio per guardarlo negli occhi, senza però riuscirci.
« I-io.. i lampi.. »
« Harry, hai paura dei temporali? » Chiede con calma, quasi avesse paura che Harry possa scappare, se parlasse un po più veloce.
« S-si.. io.. scusa.. » E Louis si chiede se Harry sia ubriaco o cosa, perchè non vede alcun motivo per cui debba scusarsi.
« Scusa per cosa, esattamente? » Sta continuando ad accarezzargli i capelli, e nel frattempo con l'altra mano è arrivato alla schiena del più piccolo, prendendo ad accarezzargliela lentamente.
E Louis non immagina neanche lontanamente i brividi che provoca al più piccolo.
« Ti ho svegliato.. » Risponde Harry alla domanda posta in precedenza da Louis.
« Mi sono svegliato da solo, non è stato per te, tranquillo. Solo che poi non ti ho visto, e ti son venuto a cercare pensando fossi ancora sveglio. Perchè sei venuto qua, harry? » Chiede di nuovo, non dimenticandosi.
Ed Harry vorrebbe dirgli la verità.
Vorrebbe dirgli che ad averlo cosi vicino, come in quel momento, gli procura solo dolore.
Però lo fa anche stare bene.
Ormai ha capito che la sola vicinanza di Louis, sebbene conosca da più o meno due mesi, lo fa stare bene.
Vorrebbe dirgli che anche se stanno insieme senza dirsi niente, ad Harry non da fastidio.
Vorrebbe dirgli che lo abbraccerebbe sempre, tutto il giorno e tutta la notte.
Vorrebbe dirgli che lo bacerebbe, sopratutto quando parla tanto.
E c'è da dire che se cosi fosse, Harry lo bacerebbe in continuazione. Perchè, si sa, Louis parla senza sosta.
E vorrebbe anche dirgli che lui sarebbe capace di farlo felice.
Perchè si sa, Harry è la persona più buona sulla terra. Non farebbe del male a nessuno, neanche ad una mosca.
Ed harry, sopratutto, vuole che Louis sia felice.
Forse è per questo che risponde semplicemente « Volevo farti dormire comodo, mi sembravi tanto stanco. » .
E Louis sente che c'è qualcos'altro sotto perchè, lo sanno tutti, Harry non è un bravo attore.
Ma dice a se stesso che se Harry non dice la verità un motivo ci sarà, per cui decide di lasciar perdere.
Allora semplicemente toglie una mano dai suoi capelli e la fa finire dietro la schiena, raggiungendo l'altra.
E dando un piccolo bacio sui capelli riccioli dell'altro « Ora dormi, ci sono io con te, non aver paura. » sussurra.
E, strano pensa Harry, ma è da quando Louis è entrato in camera che non ha più sentito neanche un tuono, o visto un lampo.
Allora guarda fuori dalla finestra, e si accorge che il temporale è ancora in corso.
E si accorge anche che con Louis affianco, non lo sente minimamente, e che la paura se n'è andata completamente.


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Sciao beli, sciao.
Il mare mi sta rovinando e, a setire quei vucumprà, sto parlando cosi.
Pensate che, l'altro giorno, uno di loro mi ha invitata a pranzo fuori
e io gli continuavo a dire no e questo mica se ne andava.
Puah.
Coooomunque.
Questo capitolo è concentrato interamente su loro due, senza nessuno in mezzo.
Secondo me è carino :3
Poi bu, non lo so.
Aaaaaaaaaaaaah, ho cambiato il point of wiev. Yep. Cosi mi piace di più :3

Son molto stanca.
Mi ero persino dimenticata che oggi fosse domenica, e stavo dimenticando di aggiornare.
Ma poi... Tadaaaan.

Ed io so pure che ci saranno tipo 1234569 errori, ma ho ricontrollato 12345678 volte.
Come seeeempre, ringrazio chi recensisce e, ultimamente, siete aumentate e questo mi fa davvero davvero davvero davvero piacere.
Su serio, vi amo.
Ringrazio anche ci mette in preferite/ricordate/seguite, e siete davvero tanti.
Ringrazio anche chi legge solamente, ma mi farebbe piacere sapere un vostro pensiero :D
Bene, qui è Manuela, che vi lascia per andarsi a preparare.
La mia vita sociale ultimamente sta tornando ad essere vigorosa, e sto già odiando questa cosa.

Ok, vi amo, un bacio. :*

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


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"Vai da tua nonna, oggi?" Il maggiore stava sistemando i suoi libri, anche se la maggior parte non li usava, nel suo zaino e con la coda dell'occhio guardava Harry, aspettando una risposta.
"Uhm, si. Tornerò per le sette. E Louis..." Il maggiore si girò completamente verso di lui, per sentire cosa aveva da dirgli. "Non toccare la cucina, ti prego." Louis sembrò pensarci su dieci secondi, poi con un leggero sbuffare annuì.
"Tranquillo, riccio. Andiamo, è tardi."
Preserò le loro cose e uscirono di casa, e dopo che Harry chiuse la porta a chiave entrarono in macchina il più veloce possibile siccome stava iniziando a piovere.
Appena entrarono Louis accese subito il riscaldamento e la radio.
"Sicuro che non vuoi un passaggio, oggi?" Il riccio si girò verso di lui, e sorridendo scosse la testa.
"No, tranquillo. Devo pur sfruttare l'abbonamento del bus, no?"
"Se lo dici tu.."
Il riccio annuì, e si mise a canticchiare quello che passava per la radio, e Louis non potè fare altro che fargli i complimenti, per la bravura.
Aveva la voce un po roca, ma al tempo stesso dolce.
Ed era intonato come pochi.
"Hai studiato canto?" Fece qualche manovra per parcheggiare la macchina nel parcheggio dell'istituto, ma vide chiaramente Harry scuotere la testa. Si chinò a prendere lo zaino, buttato da qualche parte nei sedili posteriori e "Dovresti farlo, sei bravo."
Ed Harry non potè fare altro che arrossire, uscendo di fretta dall'auto.

**


Mentre aspetta la professoressa di inglese, Harry sta disegnando degli orribili scarabocchi.
Dei cuori, qualche stellina, un ciao e due occhi. Anche se non era il massimo a disegnare, infatti appena posò la matita qualcuno vicino a lui "Fai schifo a disegnare, Styles." dice a voce bassa.
Il riccio si girò di scatto, e quando incontrò un paio di dolci occhi marroni si rilassò quasi subito.
"Mi hai fatto prendere un colpo, El."
Lei rise, una risata leggera.
Era tanto che non si vedevano, se non nei cambi d'ora.
"Si può sapere perché in questa settimana non ti ho vista per niente?"Chiese infatti alla mora a fianco a lui.
"Ho avuto delle lezioni di recupero, scusa Harry. Piuttosto, come va con-"
"Shh! Non urlare!"
"Ehm, Harry?" Gli arrivò un leggero schiaffo sulla testa, se leggero si può chiamare. "Non stavo urlando, e non ti permettere più di interrompermi!"
Harry sgranò gli occhi, e poi si lasciò andare ad una roca risata.
"Va tutto bene.. Sai, è bravo. Più di quel che sembra."
"Si? Ma.. non è successo niente? Voglio dire.." Harry la interruppe subito, scuotendo la testa.
"El.. non capisci.  Io non voglio che lui sappia niente, di quel che sono."
Eleanor lo guardò fisso negli occhi, finché l'amico non li abbassò.
"Perché? Cosa c'è di male?"
Harry si portò una mano nei capelli, e l'altra a stringere il setto nasale con il pollice e l'indice.
"E'.. complicato. Sto bene con lui, sto davvero bene. E anche se non sembra, perché nascondo più della metà di me stesso, riesco a sentirmi.. a mio agio. E anche se vorrei costantemente abbracciarlo, attaccarmi a lui e baciarlo, mi faccio andare bene come stanno le cose ora. Se lui lo venisse a sapere.. certo, potrebbe non cambiare nulla.. ma se invece cambiasse tutto? Io.. io non voglio."
Eleanor non seppe che dire perché si, era sua amica certo, ma non si trovava nella situazione.
Non poteva sapere quanto ad Harry questa cosa faceva male.
Guardò triste il ragazzo a fianco a lei, e in quel momento la professoressa fece ingresso nell'aula, facendo zittire tutti.
Ed Eleanor si sentì un po sollevata, perché davvero, non sapeva che dire.


**


"Che si dice?" Harry si gira verso Liam, che è appena arrivato alla loro solita panchina fuori scuola, con una mela in bocca.
"Che sono stanco. Estremamente stanco!" Harry era sdraiato sulla panchina, con la testa sopra lo zaino.
Per questo non vide due figure avvicinarsi a Liam e lui, e sopratutto non vide gli occhi di Liam abbassarsi e le guance diventare leggermente rosse, mentre batteva una mano sul ginocchio del riccio per richiamarlo.
"Che c'è, Li? Sono stanco, lasciami riposare due secondi.."
Quando poi sentì una risata cristallina, quel tocco di femminilità nella voce, balzò a sedersi dritto.
"Lou.." Esclamò Harry.
"Haz!" Rispose Louis.
"Louis.." Liam si mette in mezzo, anche se un po timoroso, con lo sguardo puntato però al ragazzo dietro Louis.
"Liam!" La risposta di Louis, accompagnata da un sorriso sincero.
"Zayn!"
Tutti e tre scoppiarono a ridere, all'espressione di Zayn, che vedendo che nessuno gli ha rivolto un saluto, si salutò da solo.
"Dai Zay. Allora Harry, sicuro che non vuoi un passaggio? Non mi costa niente, lo sai."
"No, davvero. Poi mi accompagna Liam, ha preso il motorino e io non sono mai salito su un motorino!"
Anche se guardava in faccia tutti, non si rese probabilmente conto della faccia preoccupata e spaventata di Liam, quella un po arrabbiata di Zayn, e quella leggermente infastidita di Louis.
"Andiamo, Lou? Ho finito le sigarette, muoviti." E con uno spintone a Louis si incammina, non salutando nessuno.
"Scusa Harry, ci vediamo dopo a casa. Ciao Liam"
Ed Harry sorride, al sentire 'a casa'. Mentre Liam guardava in basso.
"Che gli prende?" Liam scatta in piedi, facendogli segno di avvicinarsi a lui per andare a prendere il motorino.
L'avrebbe accompagnato sul serio, all'ospedale.
"A chi?" Chiede Liam, infilandosi il casco e passando quello del passeggero al riccio, che è un po riluttante ad indossarlo.
"Devi metterlo per forza, Harry. Su." Il riccio, sapendo di aver perso già, neanche a battaglia iniziata, si infila il casco appiattendosi tutti i ricci.
"Zayn. Prima era tranquillo, poi ha preso e ha spintonato Louis per andare via. Era.. strano."
Liam si era già posizionato sul motorino, e stava aspettando che il riccio salisse.
"Non lo so, davvero."

**

"Lui è Niall, Niall, lui è Liam!"
Il castano, senza neanche essersene accorto, si ritrovò premuto contro il muro dell'ospedale.
"Sono cosi felice, di conoscerti! Harry mi parla spesso di te, e gli amici di Harry sono anche amici miei!"
Liam faticò un po, prima di riuscire a liberarsi dall'abbraccio del biondo, dopo averlo ricambiato.
"Sono felice di conoscerti anche io, Niall. Anche a me, ha parlato molto bene di te. Allora, mi fai fare un giro? Così ci conosciamo meglio!"
Il sorriso di Niall si espande da un orecchio all'altro, tanto che Harry pensa quasi che gli si possa rompere. E quando Niall accetta, Harry ringrazia Liam con un occhiata, per averlo fatto felice.
Lascia i due nel giardino dell'ospedale, a ridere e scherzare, mentre si dirige verso sua nonna.
E' decisamente ansioso, ma non vede l'ora di abbracciarla.
Nel frattempo pensa a Niall, che era felice, davvero felice.
E' assurdo, come in poco tempo ti affezioni ad una persona.
Per Harry, il biondino, è come quel fratello minore mai avuto, anche se in realtà è più grande di lui.
L'unica cosa che Harry vede in Niall, è bontà.
La bontà d'animo, la cosa più importante.
E il riccio pensa già che ha intenzione di presentarlo a Louis.
Si, Louis lo adorerebbe.
"Oh, tesoro!" Harry alza gli occhi verso il letto, e vede sua nonna sdraiata nel letto d'ospedale.
"Nonna!" Inutile a dirsi, il ricciolino gli si è tuffato dritto tra le braccia.
"Ehi, piccolo, con calma. Tua nonna sta ancora un po male, per via dell'operazione!"
Harry si gira verso il dottore, già pronto per fargli più domande possibili.
Ma lui gli mette una mano davanti al viso, avendo già capito.
"Sta bene. Ovviamente è stanca, e debole, ma sta bene. Gli ci vorrà circa un mese di convalescenza,come già accennato. Ti assicuro che la convalescenza, qua, è una delle più grandiose. Abbiamo medici straordinari, palestre fornitissime e piscine termali per i muscoli. Poi,la signora, ha già fatto molte amicizie, vero Lizzie?" Harry squadra il dottore, per il soprannome usato, e si gira verso la nonna.
" Oh si, son tutti stupendi qua dentro, Harry caro. Quasi mi dispiacerà lasciare questo posto!"
Il piccolo si lasciò scappare una leggera risata, che coprì con la mano.
"Mi spiace nonna, ma dovrai farlo! Non vorrai lasciarmi solo per sempre?"
"Per ora ci sono io, con te."
Harry si gira verso la voce che ha parlato, rimanendo di stucco e con gli occhi sbarrati.
"L-Lou.."
Il castano lo guarda, e si dirige verso la nonna di Harry.
"Come sta, signora? Sarei voluto venire a trovarla prima, ma vari impegni me lo impedivano. Penso che sappia, che ora mi sono temporaneamente trasferito a casa sua, per fare compagnia a Harry. E spero non le dispiaccia!"
Louis finisce il tutto con un sorriso sfacciatamente bello stampato sulla faccia, e la signora non potè fare a meno che sorridere a sua volta.
"Si, me lo ha detto Harry. Ti ringrazio molto, sai.. anche se ha quasi 17 anni.. a proposito, hai pensato a come festeggiare?" Si gira temporaneamente verso Harry, che boccheggia per cercare una risposta,. ancora shoccato per essersi trovato li Louis.
"Comunque, dicevo.. sai, è ancora un bambino! Per esempio, ha paura dei temporali. Assurdo, no?" Louis ride, e  non dice niente sul fatto che ormai lo sa.
La nonna fa un cenno al castano di abbassarsi, per farsi dire una cosa nell'orecchio, e Louis lo fa.
"Mi raccomando, Louis caro.. prenditi cura di lui, è quasi solo al mondo."
Louis si sente mancare per un attimo, a quelle parole. Gira di scatto la testa verso il riccio, guardandolo fisso negli occhi e sentendo i suoi inumidirsi, al solo pensiero che quell'angelo possa essere solo.
"Lo farò, glielo prometto."

**


"Perché sei venuto all'ospedale?"
Louis si gira di scatto verso Harry, che appende con fare non curante il giubbotto sull'appendiabiti.
"Il ragazzo dai capelli ricci e morbidi ha parlato!!"
Il castano si butta in terra, rotolandosi su se stesso e alzando le braccia al cielo ringraziando qualcuno.
"Smettila dai!" Non può fare a meno di ridere, Harry, a vedere quella scena. E' vero, che da quando ha visto Louis all'ospedale, non ha più aperto bocca.
Dopo essersi spogliato, si dirige in cucina e apre il frigo.
"Cosa vuoi per cena?"
Quasi si butta dentro il frigo quando, dal nulla, sente due braccia ai fianchi e la schiena attaccata al petto di qualcuno.
Louis, proprio non ne poteva fare a meno.
Da quando la nonna di Harry gli ha detto quella frase, la sua testa pensa solo a quello.
"L-Lou?" Il cuore di Harry probabilmente si è fermato, o forse sta correndo troppo forte, perché quasi  non lo sente.
"Volevo venire a trovare tua nonna, e sapere che stesse bene. Vorrei la pasta con la carbonara, Harreh."
E dopo aver posato un leggero bacio sui capelli del riccio, si scosta.
"cer-certo.."
"Allora.. sei contento? Si, insomma, che sta bene. Tua nonna, intendo."
Harry, ancora scombussolato per l'abbraccio ricevuto, non sa bene come parlare. O meglio, non si ricorda, come parlare.
"I-io.. si, di-direi di si.."
"Diresti?Che hai, Haz? Dovresti essere felice."
Il riccio si gira di scatto, verso Louis.
" Io.. lo sono, Lou. Ho solo altri pensieri in testa." Ed in effetti è vero. Sta pensando a sua madre. E si sta chiedendo se sarebbe giusto chiamarla, per dirle che la nonna sta bene. Ma sa già, che non lo farà.
Ormai ha capito, Harry, che la madre ha bisogno di tempo. E ogni giorno continua a pensare che, magari, un giorno busserà a quella porta e gli chiederà scusa.
Ma, per il momento, è meglio non fare niente.
"Dove sono i tuoi genitori?" Louis è appoggiato al muro della cucina, con le braccia incrociate e lo sguardo serio.
Deve saperlo. Deve sapere il motivo per cui la nonna gli abbia detto quella frase.
Harry, dal canto suo, ha fatto cadere per terra un uovo con cui doveva fare la carbonara.
Ed ora è immobile, ad osservare le piastrelle davanti a lui.
Che sia questo, il momento della verità?
Andare avanti con la bugia, o meglio verità non detta, oppure sputare tutto fuori?
Ed Harry pensa solo un 'non posso'
"Son separati. Son venuto da mia nonna, per stare più tranquillo."
Louis annuisce, e si incammina verso Harry.
Lo prende dai fianchi e lo fa girare, cosi da poterlo guardare negli occhi.
"E la parte in cui mi dici la verità, dov'è?"
Harry è spiazzato, non sa più che pensare.
Che Louis abbia capito tutto?
"Perché?"
Louis non capisce.
"Perché cosa?" chiede, guardando il riccio che si tortura le labbra.
"Perché me lo stai chiedendo."
Il castano spalanca leggermente gli occhi, e stringe di più la presa sui fianchi del più piccolo.
"Perché ti voglio bene, Harry. Perché, anche se temporaneamente, viviamo insieme. Perché tu sei solo, e io non capisco il perché."
Harry le può vedere benissimo.
Tutte le sfumature degli occhi di Louis. Tutti i filetti, intorno alla pupilla ora leggermente ingrossata.
Può vedere benissimo anche le rughette intorno agli occhi di Louis, che sta stringendo.
Fa un solo passo avanti, la distanza è minima.
Mette le braccia attorno al collo di Louis, e lo stringe.
Si abbassa con la testa, fino a poggiarla nell'incavo del suo collo.
Louis, inutile dirlo, rimane immobile.
Quando poi, Harry, inizia a strofinare il naso contro il suo collo, come un gatto in cerca di attenzioni, toglie le braccia dai fianchi e le fa andare dietro la schiena del riccio, stringendola più forte che può.
E quando sente che Harry inizia a singhiozzare, comincia a fargli delle leggere carezze sulla schiena.
"va tutto bene.. shh.. ci sono io qua, Harry. Non ti lascerò."
Hanno entrambi gli occhi chiusi.
Come se quel momento fosse musica, e quindi andasse solo ascoltato e vissuto, e non guardato.
"Promettimelo, ti prego."
"Ci sarò sempre. Sarò sempre qui. Per te, solo per te. Te lo prometto, piccolo."


**




Harry si avvicinò alla porta bianca, con su scritto il numero che gli aveva precedentemente indicato il dottore.
Bussò piano e appena sentì un leggero 'avanti' la aprì.
"Ehi.." Sorrise al ragazzo di fronte a lui, che appena lo vide allargò gli occhi e gli si buttò addosso.
"Harry! Pensavo non venissi più.." Appena il biondino si staccò, Harry gli mise una mano tra i capelli per scuoterli un po e gli sorride.
"Ti avevo promesso che sarei passato! Solo che è stata una settimana un po.. piena. Ti va di fare un giro in cortile? C'è il sole!"
Niall si aprì in un sorriso radioso, e annuendo si aggrappò al braccio di Harry, uscendo dalla stanza.
"Prima posso prendere qualcosa da mangiare alla macchinetta?" Il riccio rise, e scuotendo la testa lo portò la davanti.
Niall si impegnò a inserire le monete e con la fronte corrugata dall'attenzione nello scegliere il  dolce che doveva mangiare, "Come sta tua nonna?" chiese ad Harry.
Il riccio sapeva che l'aveva conosciuta precedentemente, perché gli piaceva girare per l'ospedale facendo amicizia con tutti.
Sorrise, e mentre Niall scelse un muffin al cioccolato "Sta bene, però deve fare la convalescenza. Starà qua ancora un bel po.." gli rispose.
Niall annuì, un po sollevato e si incamminano verso il cortile.
C'era davvero un sole caldo, quel giorno.
E si sa, in Inghilterra è raro.
Chissà perché, poi. Harry se lo chiedeva sempre.
"Sai.. stare qua è una noia." Harry si girò verso Niall, e lo scrutò in volto.
Il biondino si era rattristito improvvisamente, senza un motivo visibile.
E' forse per questo, che Harry non riesce a frenarsi dal fare la domanda successiva.
"Niall.. tu.. perché sei qua?"
Niall si irrigidì nel giro di due secondi, e lasciò cadere a terra il muffin.
Gli occhi vuoti, improvvisamente di qualche tonalità più scura.
"Ehi, ehi.. tranquillo. Non me ne devi parlare per forza, okay? Va tutto bene Niall, va tutto bene!" Con una mano gli accarezzava piano una spalla, per paura che il biondo si sarebbe tirato violentemente indietro. Ma non lo fece, anzi, prese parola.
"E'.. sai, io sono solo. Dico.. proprio solo. So che ti sarai chiesto perché vado sempre in giro per l'ospedale, parlando con tutti e conoscendo tutti.. Sai, mia mamma mi diceva sempre 'Sii buono con tutti, loro lo saranno con te.'. Loro.. si insomma, mamma, papà e Greg, mio fratello, non ci sono.. non ci sono più. Io non sono malato, lo sai no? Voglio dire, fisicamente.
Forse son più sano di te!" si concesse un attimo di risata, mentre Harry non poteva fare altro che guardarlo serio, con preoccupazione. "E' emotivamente.. che non sto bene. Non sono pazzo, è per questo che non sono in manicomio, tranquillo. Noi.. avevamo una casa, poco distante da qua, vicino al bosco. Era una bella casa, bianca, in legno con un giardinetto dietro. Greg non viveva più con noi, era fidanzato, e viveva con la sua fidanzata a Londra.
Solo che quel fine settimana venne a trovarci, con la scusa che non ci vedeva da tanto.
La fidanzata restò a Londra, doveva lavorare..
Era un sabato, e io ero andato da mio cugino a prendere dei cd che gli avevo imprestato, siccome Greg voleva sentirli. Mio cugino abitava a cinque minuti da casa nostra, solo che mi fermai un po di più, perché mi aveva invitato a giocare alla play station.
Rimasi la circa.. non so, 40 minuti? Quando mi resi conto che fuori era già buio, decisi di tornare.
Appena misi piede fuori casa.. sentì quell'odore. Ne ero sicuro, lo riconobbi subito.
Odore di bruciato.
Alzai la testa, e vidi del fumo nero che si espandeva..
Veniva... la direzione.. era quella di casa mia..
Non ci pensai più di cinque secondi, e iniziai a correre.
Correvo velocissimo, sentivo la gola bruciare e il cuore batteva cosi forte che lo sentivo nel cervello.
Quando arrivai.. io .. le sentì. Le urla, Harry. Urla agghiaccianti, paurose..
Erano le loro urla, di loro che.. che stavano.. loro stavano.." Harry lo prese di peso e lo fece girare, per abbracciarlo forte. Niall ormai era in singhiozzi, il corpo tremava.
Il riccio si pentì di avergli chiesto di parlarne, vedendolo cosi tra le sue braccia.
"Shh, Niall shh.. va tutto bene, tu sei qua, tu stai bene e loro avrebbero voluto questo.. tranquillo.." Parlava a voce bassa, quasi pauroso che se avesse alzato la voce Niall sarebbe corso via.
Piano piano si calmò, e si stacco dalle braccia grandi di Harry.
"Io.. li vedo, a volte. Sai, sogni.. oppure cosi, mentre sto parlando.. Mi tengono qua perché dicono che sono ancora troppo sotto shock, che potrei avere delle crisi e commettere qualcosa di.. brutto. "
Harry annuì piano, mentre continuava ad accarezzarlo.
"Quanto.. quanto è passato?"
"Qualche mese.. vorrei uscire. Di qua, sai.. Ma ho paura. Cosa farei? Io.. io non lo so, Harry. E' solo che.."
Harry lo zittì, e riprese ad abbracciarlo, facendogli mettere la testa nel suo incavo del collo.
"Andrà tutto bene, Niall. Ora ci sono io, Liam e anche Louis. Sai, piaci molto a loro."
Niall si tirò indietro dall'abbraccio, ed asciugando le ultime lacrime sorrise apertamente.
"Davvero?" Ad Harry si riempì il cuore di gioia, nel vedere gli occhi di Niall illuminarsi.
"Si! Facciamo una cosa? Più tardi andiamo dal dottore, e gli chiediamo se un giorno di questi possiamo portarti fuori. Andiamo.. non so, al cinema? O a mangiare fuori! Ti andrebbe?"
"Nando's!" Niall era scattato in piedi, e Harry si chiese chi fosse questo Nando.
"Chi è Nando?"
Il biondino scoppiò a ridere, e alzò le braccia al cielo.
"Scusalo, se non conosce Nando's! E' un ristorante! Andavo sempre con i miei genitori. Mi porti li? ti prego!"
Harry si alzò in piedi, ridendo, e mentre gli passava una mano tra i capelli annuì.
"Ovunque tu voglia andare, Niall."
Il resto successe tutto nel giro di dieci secondi neanche.
Harry, davanti a Niall, era leggermente piegato su di lui per guardarlo negli occhi.
Per Niall, quel piegarsi verso di lui significava tutt'altro.
Harry quasi non se ne accorse, quando sentì le labbra de biondo poggiarsi sulle proprie.
Rimase fermo per due secondi, e quando capì cercò di togliere Niall, con maggior calma possibile.
Quando il biondo si rese conto di quello che aveva fatto, sentì gli occhi inumidirsi.
Ed il riccio se ne accorse.
"Ehi Niall, è tutto apposto."
Il biondo intanto faceva no con la testa.
" io.. scusa, Harry. Non volevo, davvero. Io ti voglio bene, ma.. non come.. si insomma.. come.. "
Harry sorrise, e lo tirò dai fianchi per abbracciarlo.
"Ho capito, stai tranquillo. Non cambia niente. Ora andiamo dal dottore, cosi gli chiediamo quella cosa?"
E staccando l'abbraccio, si girarono tutti e due verso l'entrata.
"Grazie, Harry."


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Uhm, ciao a tutti.
Mi sta scoppiando la testa, davvero tanto.

Volevo dire una cosa.
A tutte le persone che mi chiedono di passare dalla propria ff e recensire:
Mi dispiace se non passo, ma la mia connessione è qualcosa di.. catastrofico.
Non sono a casa mia, sono in un paesino in Puglia fino a settembre, e ho la chiavetta ma qua dire che non prende bene è un eufemismo.
Per cui, io ci provo a leggerle, ma la connessione mi dura due minuti contati e poi mi fa 'ciao!'.
Prometto che ci proverò, davvero!
Come sempre dico grazie a chi recensisce.
Siete sempre stupende, e anche se non vi rispondo (Il motivo l'ho detto qua sopra) sappiate che vi amo e amo le cose che mi scrivete.
Grazie anche a chi mette in seguite/preferite/ricordate e siete TANTISSIME, avete superato le 80 persone!
Per cui, magari, vi chiedo di lasciarmi un pensiero, voi che potete HAHAH
Spero solo che la connessione mi faccia aggiornare, lol.
Bene, uhm.
@xstyliinson è il mio twitter, e se volete seguitemi e chiedete il fback, cosi quando entrerò (quando la chiavetta vorrà) vi seguirò :D
Sono anche un casino fuori da tutto quello che sta succedendo ultimamente, che palle.
Ah, ho saputo di Cory.
Mi spiace tipo troppo.
RIP CORY.
Era un bravissimo ragazzo, povera pure Lea.

Vabbè, mi dileguo.
Chissà perchè ogni volta che aggiorno io piove.
E' stra-assurdo.

Okay, one kiss for everyone, I love you all.
Your sincerely, Manuela. <3

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***



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_kj
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"Perché non me l'hai detto?"
Appena Harry mette piede in casa, deve tapparsi subito le orecchie.
L'urlo di Louis è stato quasi inumano, ed Harry inizia a tremare.
"D-di cosa..p-parli?"
E' impossibile che lo sa. 
E' se l'avesse scoperto?
Ti prego Lou.
"Ti rendi conto che l'ho dovuto sapere da Zayn, che gliel'ha detto Liam che l'ha saputo a sua volta da Niall a cui l'ha dovuto dire tua nonna?"
Il riccio è sempre più agitato, e può benissimo sentire le gocce di sudore scivolargli sulla fronte, mentre il corpo trema di paura.
"Lou.. io.. io te l'avrei v-voluto dire.. ma..ma..-"
"Ma cosa? Ti avrei preso una torta più bella, e avrei invitato qualcuno! Invece mi sono dovuto arrangiare con quello che ho trovato in casa!"
Harry crede di aver sentito male, e quando Louis si precipita su di lui abbracciandolo e urlandogli all'orecchio "Auguri!" capisce di aver frainteso tutto.
"C-cosa?" Il castano si stacca, e prendendogli un polso lo trascina verso la cucina, dove sul tavolo c'è una cosa che sembrerebbe una torta.
Ma Harry sa già che non avrà lo stesso sapore.
"Stai proprio crescendo, ometto!" Fa finta di catturare una lacrima sotto l'occhio, e si poggia una mano sul cuore.
Poi, dopo aver spento le luci, tira fuori dal cassetto della cucina un accendigas, e accende la candela su cui è scritto '17', e sprona Harry a spegnerla.
"Esprimi un desiderio!"
'Stammi sempre vicino, Louis.'


Poco dopo, seduti sul divano a guardare 'Il re Leone', Harry pensa alle parole pronunciate dal castano poco prima di dargli gli auguri.
'L'ho saputo da Zayn, che l'ha saputo da Liam'
Scatta subito in piedi, e mette pausa al film risedendosi sul divano e catturando l'attenzione del più grande.
"Harry?"
"Come mai Liam ha parlato a Zayn del mio compleanno?"
Anche se al buio, vede Louis sbiancare leggermente.
"c-cosa?"
"Perché balbetti, Louis?" Il riccio si porta le braccia al petto, e le incrocia. Mentre Louis posa lo sguardo su ogni oggetto presente nella sala, meno che su Harry.
"Di che vai blaterando, riccio?"
"Non prendermi per scemo. Liam non parla con Zayn. Perché avrebbe dovuto dirgli del mio compleanno?" Louis si ricompone un attimo, e si mette seduto come il più piccolo.
"Avrai capito male. Zayn non parla con gente come Liam."
Ma Harry risulta contrariato. Sa benissimo cosa le sue orecchie hanno sentito.
"Ho detto di non prendermi per scemo, Lou. Cosa nascondi?"
Louis, in risposta, si alza e va verso il televisore rischiacciando il tasto play, e tornando sul divano si rimette comodo.
"Niente, Harry. Io niente."
Quella è una frecciatina? pensa il più piccolo.
"Tu no? E chi è, che nasconde qualcosa?" Il più grande non lo degna di uno sguardo, tenendo gli occhi sul televisore.
"Non lo so, dimmelo tu."
Harry si alza di nuovo, e rimette il film in pausa.
"ce la fai a farlo scorrere normalmente? Vorrei vedere come finisce!"
Harry torna sul divano, e sorridendo "Mufasa muore. Ora dimmi, chi è che nasconde qualcosa?"
Louis si gira verso Harry, stavolta, e lo fulmina con lo sguardo.
"Tu mi hai detto il finale del film!"
Allunga il braccio e tira uno schiaffo sul braccio del più piccolo.
Harry spalanca la bocca, e ricambia lo schiaffo sulla gamba del castano.
"Lo sanno tutti come finisce!"
Louis si avvicina ad Harry, e lo colpisce sulla mano.
"Tu non mi tiri schiaffi! E io volevo vederlo da solo, senza che tu mi rovinassi niente!"
Harry si gira verso Louis, che è seduto a mezzo metro neanche di distanza da lui, e lo colpisce piano sulla nuca.
"Ho detto che lo sanno tutti, come finisce! E di sicuro lo sapevi anche tu!"
Il più grande prende con le due mani i due polsi di Harry, e li stringe per non farlo muovere, mentre avvicina il viso a quello del più piccolo.
"E se io non lo sapevo?"
Harry può benissimo sentire il respiro caldo di Louis direttamente sulle labbra, e lo guarda negli occhi.
"Ora lo sapresti."
"Potevi tenertelo per te, penso che tu sia bravo con i segreti."
"Anche tu, a quanto pare." La vicinanza, in un'altra situazione, avrebbe fatto gelare Harry sul posto.
Ma in quel momento, voleva solo avere la situazione chiara.
"Io non ho segreti." Louis torna al suo posto, rimettendo distanza tra lui e il riccio.
"Sicuro?" Louis ci pensa un attimo, e quando si gira di scatto verso Harry, il più piccolo scorge nei suoi occhi un'indecisione.
"E' un segreto non mio per cui, si, io non ho segreti." E' la sua risposta.
Harry lo guarda, sta zitto per un secondo e poi "Che segreto pensi nasconda, io?" chiede.
Voleva sapere fino a che punto, Louis, aveva imparato a conoscerlo.
"Non lo so, è questo il punto. Io.. io voglio solo conoscerti. Voglio solo starti accanto. Ma come faccio, se non so cose su di te? Pensavo tu ti fidassi, di me. Invece non mi hai neanche detto che oggi era il tuo compleanno! Non mi hai detto la verità sui tuoi genitori. E ora, hai questo segreto, che non mi vuoi dire."
Harry notò che durante il suo discorso, il più grande si era avvicinato di nuovo a lui.
Come se non volesse stargli distante.
"Dimmelo."
Voce bassa.
"Ti prego."
Vicinanza.
"Ho bisogno di saperlo."
Disperazione.
"Non penso saresti felice di saperlo."
Il riccio si torturava le mani, evitando in tutti i modi di guardarlo negli occhi.
"Non puoi saperlo, se non me lo dici."
Harry era tentato. Harry era davvero, davvero, tentato.
Dirglielo, liberarsi.
Quanto può essere difficile,
Dire ad un'altra persona i propri sentimenti?
Per Harry non è mai stato difficile. Insomma non che abbia avuto tutte queste relazioni, in fondo ha solo 17 anni, ma non è mai stato cosi frenato.
Ragione e sentimento.
"Io .."
Louis, d'altra parte, sente che è quasi fatta. Che magari è la volta buona.
Vuole solo poter far confidare il più piccolo.
Ma quando lo guarda negli occhi, quei grandi occhi verdi che pensa di non aver mai visto da un'altra parte, si sente quasi mancare.
Sono lucidi, di lacrime, e forse è proprio per quella lucidità che risultano mille volte più belli.
Forse è per la bellezza di quegli occhi che avvicina una mano al viso di Harry, per accarezzargli una guancia.
"Non piangere."
Harry pensa che da quando conosce Louis, non fa altro che piangere.
E' forse per questo, che sta cercando di non sbattere le palpebre da ormai troppi secondi, per evitare di far scendere qualche lacrima.
Ma le palpebre arrivate ad un certo, si chiudono da sole, e la prima lacrima fugge da quei bellissimi smeraldi.
"Ti prego, ti prego, non piangere."
E' l'ultima cosa che vuole al mondo.
Vedere gli occhi di Harry versare lacrime.
E' la cosa più brutta, è non saperne il motivo.
"Sono.. stanco di piangere"
La voce di Harry, resa ancora più roca dall'imminente pianto, fa scattare qualcosa nel corpo del più grande.
Un leggero formicolio, subito alla bocca dello stomaco.
"Forse se.. forse se me ne parli, Harry.. forse tu.."
Louis non riesce a mettere su una frase completa, quasi si fosse perso tutti gli anni di scuola.
Si dice che deve abbassare gli occhi, perché quel verde lo sta catturando.
Quel verde si sta prendendo tutto il suo azzurro.
Si stanno mischiando, lo può sentire.
Gli occhi possono legarsi? Perché lui lo sta sentendo.
"Lou..?" Harry è immobile, lo sguardo di Louis è uno sguardo che mai ha visto, sul suo viso.
E'.. di ghiaccio.
Sembra caduto in una sorta di trance, e non toglie lo sguardo dal suo.
Ed Harry, come Louis, sente che l'azzurro dei suoi occhi si sta prendendo tutti il verde dei propri.
E, arrivati troppo in la, Louis si prende anche le sue labbra.
E' un bacio ad occhi aperti, Harry dalla sorpresa, e Louis dalla paura.
Non osano neanche respirare, dal momento in cui le loro labbra sono entrate in contatto.
Harry le può sentire, fredde e lisce, senza un ombra di screpolatura.
Tutto il contrario delle sue, che Louis sente calde e screpolate, segno di tutti i morsi che si da.
Dopo e primi secondi iniziali, il più grande socchiude gli occhi, ed inizia a far modellare le proprie labbra a quelle del più piccolo, che con un po di paura lo segue.
E' un bacio lento, carico di incertezze e paure.
Ma è dolce, come mai ne ha ricevuti Harry.
Louis, che aveva ancora la mano sulla guancia del riccio, la toglie per posarla sui capelli, che prende piano e tira leggermente dalle punte, mentre con l'altra mano va ad accarezzare la guancia.
Harry, invece, posa entrambe le sue mani sulla base del collo del più grande, cercando di acquisire maggiore sicurezza.
Ed entrambi si chiedono se, questo, sia l'inizio o la fine.

**


"parche l'hai fatto?" il riccio aveva il fiato corto, le labbra ormai screpolate e bollenti, quando Louis posò sulla sua guancia una mano, per accarezzarla piano. "non lo so."
Louis, vedendo che il riccio lo fissava ancora in cerca di una risposta più adeguata, aprì la bocca per spiegare, ma Harry ci si tuffò quasi fosse la sua ancora di salvezza.
Un bacio lento, calmo e pieno di sentimento. Che sentimento fosse, ancora non era chiaro. Il più grande portò una mano sul fianco del piccolo, e dopo averlo pizzicato leggermente per far aprire le labbra ad Harry, approfondì il bacio facendo passare la lingua oltre i denti. Harry allacciò le sue braccia al collo del castano e questo portò le sue braccia dietro la schiena di Harry. Alzò una gamba e facendosi forza con l'altra la passò intorno alle gambe del riccio, finendo con il sedersi sopra le sue cosce.
 Il piccolo, seppur con fatica, si staccò dal bacio E fissò Louis negli occhi. "Lou.." il castano, restituì lo sguardo e accarezzandogli una guancia "non lo so.." disse.
 "non lo sai.. O non lo vuoi sapere?" Harry si disse che in quel momento doveva dire tutto ciò che gli passava per la testa, anche se aveva un groppo in gola e gli occhi erano lucidi ancora di lacrime, un po per la felicità e un po per la paura. Felicità perché l'aveva baciato. L'aveva accarezzato, tenuto tra le braccia e avuto il suo sapore sulla lingua.
 Paura perché 'se tutto ciò fosse sbagliato, per Lou? E se domani se ne pentisse e non mi parlasse neanche più?'.
 Pensava che non ce l'avrebbe fatta, senza la sua risata, il suo broncio e i suoi occhi. Senza quelle pieghe che si formavano vicino i suoi occhi quando qualcosa lo faceva ridere davvero tanto.
Non ce l'avrebbe fatta senza il suo 'buongiorno riccio' e il suo braccio attorno alla vita durante la notte. "non so neanche questo.. Io..non l'ho mai..fatto.. Harry, tu.."
Harry era ancora immobile, senza saper bene cosa dire. E se avesse detto qualcosa di troppo?
 E se invece non dicesse niente, e Louis scapperebbe lo stesso, per la paura?
"Lou, calmati.. possiamo.. parlarne?"
Louis si scostò maggiormente da Harry, fino a scendere dalle sue gambe e sedersi al suo fianco.
"E' sbagliato, vero?" Harry, che nel momento aveva osservato tutti i movimenti lenti del castano, spalancò gli occhi.
"Come? No, Louis. Niente è sbagliato, se vuoi farlo. Il punto..è.." Prese un grosso respiro, e si girò verso il più grande. "Tu, mi piaci. Mi piaci da quando ti ho visto per la prima volta. Mi piaci perché ti sei preso cura di me, neanche conoscendomi. Mi piaci per quello che sei. Scontroso, bambino e permaloso.
 Mi piaci perché sei più grande di me, ma al tempo stesso sei più basso. Mi piace la tua pancetta, e mi piacciono i tuoi fianchi. Mi piace quando fai un discorso serio, anche se cerchi di mascherarlo con l'ironia. Mi piace il fatto che tu ti sia trasferito qua, solo per starmi accanto senza neanche chiederlo perché, probabilmente, se l'avessi fatto ti avrei risposto di no. Mi piaci perché mi hai fatto una torta e, anche se fai schifo a cucinare, era piuttosto buona. Mi piace quando la notte mi abbracci, anche se pensi sia tua sorella.
Mi piace dormire con te, perché posso bearmi di guardarti cosi tranquillo, come se fossi un bambino. E io .. io non sono niente di tutto ciò. Io non sono niente di bello, se messo in confronto a te. Io sono quello sbagliato, io sono quello di cui nessuno si prenderebbe cura. Ma tu si. E' per questo che mi piaci." Harry finì il suo discorso con gli occhi puntati verso il basso, torturandosi le mani.
Louis si era perso. Si era letteralmente perso nelle parole del riccio. Cercava qualche forma di scherzo, o cose simili, nei suoi occhi. Ma nelle iridi si poteva vedere solo sincerità. E paura.
Era terrorizzato. E Louis lo capiva. Aveva paura di un rifiuto, di un qualche tipo di urlo e qualche brutta parola, che pensava il più grande gli avrebbe detto.
Tutto quello che il più grande fece, invece, fu alzarsi dal divano.
Camminava avanti e indietro, davanti ad Harry.
Aveva ancora tutte quelle parole che rimbombavano nelle orecchie.
Gli piaceva.
Louis piaceva ad Harry.
"Io.. lo sapevo."
Harry guardò Louis, con la testa piegata verso destra, non capendo la frase.
"Cosa.. sapevi?"
Louis prese un respiro forte, e dopo essersi inginocchiato per terra ai piedi del più piccolo, lo buttò fuori.
"Non lo so, io.. lo sentivo, possibile? Ogni volta che mi guardavi, o mi parlavi.. io.. Posso dire che mi piaci, Harry. Che mi interessi, o quello che vuoi.
 Posso dirti che provo per te qualcosa di davvero strano. Tu sei.. un maschio, no?Io anche. Ho sempre pensato che i maschi fossero... attraenti. Ma finiva la.
Voglio dire, non ho mai baciato un ragazzo, anche se pensavo fosse carino. Pensavo fosse normale, pensarlo, no? Quando ti ho visto, nel corridoio, affianco al mio armadietto.. ho pensato fossi bello. Bello, Harry, non carino! Tu sei qualcosa che.. Comunque, volevo conoscerti. Sai, quando senti come se qualcuno ti spingesse a fare una cosa?
 Ecco, io dovevo conoscerti.
Era qualcosa a cui non potevo fare a meno. Ho pensato che, magari, se lo facevo ti avrei considerato un amico, e non più 'bello'. Ma..
E' successo il contrario, penso.
Ho smesso di considerarti bello." In questa pausa, sfoderò un sorrido beandosi della smorfia che Harry aveva messo sul volto, a sentire le ultime parole.
"Ho smesso di farlo ma.. ho iniziato a pensare che fossi perfetto. Forse tu non te ne rendi conto.. Hai questi occhi che .. esprimono tutto.
 Ed il punto, è che dentro di te ci son solo cose belle, per cui esprimono solo bellezza. Poi le fossette, che ti fanno sembrare sempre un bambino di quattro anni, quando le mostri mi viene una voglia incontrollabile di prenderti e tenerti stretto a me. I tuoi capelli, una massa indefinita, che mi ci perderei ad accarezzarli per ore intere.
La tua altezza, nonostante tu sia più piccolo di me. Harry.."
Harry, in risposta, scese dal divano e si inginocchiò anche lui, mettendosi di fronte al maggiore che riprese a parlare.
"Sai, io penso che .." Harry era in attesa, di un verdetto buono o cattivo.
Se solo Louis si muovesse a parlare, pensò.
Niente, era come imbambolato.
"Pensi cosa, Lou?"
Louis, che aveva tenuto gli occhi abbassati, li alzò facendoli balzare dentro quelli di Harry.
"Possiamo provarci. Io e te. Saremmo una bella coppia, non trovi?" Tirò su un sorriso, e prima che Harry parlò lo bloccò con la mano.
 "Ma te lo dico, io non mi faccio inculare."
Il volto di Harry aveva assunto minimo 50 sfumature di rosso, viola e blu.
Non gli piaceva parlare di quelle cose, non con il ragazzo che gli piaceva.
Si sentiva tremendamente in imbarazzo, pauroso di non essere all'altezza del discorso.
"Ok, potremmo parlarne, ma ti avverto: non sono un tipo facile a cui far cambiare idea!"
Harry riuscì a far uscire solo un "Lou!" con gli occhi spalancati, e Louis scoppiò a ridere portando la faccia ad un centimetro da quella del riccio.
"Allora, che dici.. potremmo.. provarci?" Louis, negli occhi, aveva solo speranza.
Voleva sentire un basso si, uscire dalla bocca di Harry.
"Vorresti che.. io.. si insomma.. tu saresti il .. sai.."
"Vuoi essere il mio ragazzo, Harold?"
Ed Harry se ne fregò pure del nome usato, che sicuramente gli aveva detto sua nonna, e si portò in avanti fino a far scontrare le loro labbra, ma non baciandosi.
E con le labbra su quelle di Louis, che muoveva su e giù per accarezzarle, sussurrò un piccolo "Si, Louis."

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CIAO.
Sapete no, che non ho la connessione funzionante?
Ecco, per aggiornare oggi ho tipo dovuto fare tarzan, arrampicandomi dappertutto.
Fino a trovare un punto in cui prendesse, anche solo due secondi.

Passiamo al capitolo.
Vorrei dirvi una cosa:
L'ho scritto interamente dal telefono perché, non so se ricordate, il mio pc ha perso la N ed è davvero fastidioso scrivere.
Per cui ho dovuto scrivere dal cell, passarlo al pc per l'html e fare tarzan.
E' STATA UN'IMPRESA, OK?
Io,, non so.
Amo questo capitolo, da una parte.
Dall'altra mi sembra una GIGANTESCA schifezza.
Che dite?
Però, dai, è arrivato finalmente ad un punto certo :)

Vorrei dire una cosa su Louis-mio. (mio in senso della storia, puah.)
Lui ha paura, ve lo assicuro.
Sembrerà affrettato, tutto questo del baciarsi e mettersi assieme.
Ma Louis.. vabbè, lo capirete.
Ok? :)
Detto questo, siete liberissime di recensire con un bel commento o brutto, ringrazio comunque :)
Ma fatemi sapere qualcosa, per favore.
E' angosciante vedere tutte quelle persone che la seguono, ma non sapere cosa ne pensino.
Ok, ora vado.
Fa caldo, troppo.
Un bacio e, come sempre, GRAZIE A TUTTI!

Manuela :)

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

LO AMO TANTISSIMO HAHAHA 

CIAO :)

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


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Provare a dormire e non riuscirci e già difficile, per di più, pensa Harry, lo è con un telefono che non smette di vibrare.
Ed Harry avrebbe già risposto al telefono da almeno cinque minuti, se lo trovasse. E mettendo un piede dopo l'altro, facendo attenzione a non fare troppo rumore per non svegliare Louis, tasta tutta la superficie della camera finché non arriva vicino al cestino della carta e, alzandolo, lo trova la sotto. Lascia le domande per dopo, e preme il tasto verde.
"hm?" provare a dire pronto sembrava troppo difficile, con la bocca ancora impastata dal sonno.
"Harry?" il ragazzo ci mette almeno un paio di secondi, per connettere quella voce cosi familiare ad un volto.
E quando la connette, sente il cuore trepidare. "Gemma? Gemma!"
Non si accorge neanche che urlando il nome di sua sorella a voce troppo alta, l'altro ragazzo ancora addormentato sotto le coperte, fa un mugolio infastidito e gli tira - o almeno cerca di tirare- un cuscino in faccia.
"Harry, esci!" ed Harry esce dalla stanza, neanche troppo dispiaciuto di aver svegliato Louis, dalla contentezza di sentire la voce di sua sorella.
"mi manchi." trattiene a stento le lacrime, sentendo pronunciare quelle parole dalla sorella.
"Non sai quanta fatica ho fatto, per riuscire a chiamarti. Perché hai cambiato numero, stupido?!" il riccio si lascia scappare una risatina leggera, e sente il cuore più leggero.
"Anche tu, Gemma. Non sai quanto.. Dovresti passare di qua! Non so se mamma ti ha detto della nonna, e dell'incidente. Ma vorrei vederti. Tanto."
Ha un po d'ansia, mentre si posa su una sedia attorno all'isola della cucina. E se Gemma gli dicesse di no? Che l'ha chiamato cosi, per sapere se era vivo o meno?
"Che ne dici del prossimo fine settimana? All'università non ho esami per qualche periodo, e potrei venire. Però prima devo sistemare le cose qua, e mettermi avanti con le lezioni. Che ne dici, fratellino?"
"si! Si! Non vedo l'ora, Gemma!" ed è immensamente felice.
 È sempre stata importante, per lui, Gemma. Una parte fondamentale di lui.
Avrebbe voluto chiamarla, tempo indietro. Ma si faceva troppe domande, ogni volta.
 Aveva paura di metterla contro alla madre, aveva paura di sentirsi schifato anche da lei.
E no, non ce la poteva fare, se Gemma gli avesse detto quelle brutte cose. "Ora devo andare, ho una lezione tra poco.
Ti richiamerò, cosi ci mettiamo d'accordo. Ti voglio bene stupido!" Harry si alza in piedi, quasi fosse la e dovesse salutarla di persona.
 "non vedo l'ora di risentirti, ti voglio bene Gemma." Qualche minuto dopo la chiamata, era ancora nella stessa posizione a guardare il telefono.
 Si senti toccare piano una spalla, e si girò piano.

 si trovò due pezzi di cielo a guardarlo. Due pezzi di cielo gonfi, e con delle chiazze quasi nere sotto. "perché piangi?" chiese il castano. 

Harry si portò subito due dita sotto gli occhi, dove trovò due gocce d'acqua salate. Dalla foga del momento, non si era neanche accorto di aver versato delle lacrime.

E non si muoveva neanche a dare una risposta al più grande, che lo guardava con ansia e paura, che fosse successo qualcosa. 

Ma quando il più piccolo gli buttò le braccia al collo, e fece uscire una risata roca dalle labbra, capì che non poteva essere nulla di brutto.

E legando le braccia dietro la sua schiena, ripetè la domanda, stavolta con più enfasi. "Harry, per favore, mi dici perché piangi?"

slegò le braccia che aveva legato intorno alla sua schiena e, tirandosi indietro, aveva poggiato le mano sulle sue guance e puntato gli occhi nei suoi. 

"Lou.. La vedrò. Vedrò mia sorella, dopo mesi interi!" Louis, sebbene pieno di stanchezza per il risveglio appena effettuato, non potè non sorridere di fronte al riccio. 

Varie volte aveva sentito Harry dire che gli mancava la sorella, quando lui parlava delle sue, ma non aveva mai capito il perché non potesse vederla.

"Son contento, Harry. Quando la vedrai? Voglio conoscerla! Però prima.. Vorrei che mi spiegassi tutto, Haz." Harry strinse gli occhi e, annuendo, stampò un dolce bacio sulle sue labbra.

"Ora prepariamoci, è tardi." e quando Harry fece per staccarsi, Louis prontamente lo riportò indietro, tra le sue braccia dandogli un'altra sequenza di baci.

"Non vengo a scuola, oggi. Mia madre mi ha mandato un messaggio, una delle gemelle sta male e non ha nessuno che può tenerla. Però, se ti sbrighi, ti porto a scuola, dai." 

ed Harry, un po triste al pensiero di non vederlo per la giornata, si staccò per andare a prepararsi velocemente.

**

Appena fermò la macchina, Harry volle tornare a trenta minuti prima per baciare ed abbracciare Louis, sapendo che adesso non poteva. 
Ed il castano, notando ciò, portò una mano sul ginocchio di Harry, stringendolo piano. "Ci vediamo oggi, ok? Non so se posso passare a prenderti, ti mando un messaggio.
Mi raccomando, fai attenzione." Harry annuì leggermente, e fece per aprire lo sportello. Dopo qualche tentativo, si accorse che era inserito il blocco, e si girò verso Louis. "potresti..?" 
Ma Louis, che aveva ancora la mano sul suo ginocchio, stava guardando fuori dalla macchina. "ti spiace aspettare due minuti?"
Harry corrugò le sopracciglia, non capendo il perché Louis non lo faceva scendere. "È che.. Sta arrivando Zayn. Quando arriva ti faccio scendere, ok?" 
Harry, che capiva sempre meno, lo guardò ancora più stralunato. "Lou? Cosa c'entra Zayn?" "Tu aspetta solo, ok?" il riccio annuì, anche se non capiva proprio la situazione. 
"ok, ma vorrei una spiegazione, se permetti." Ma Louis ingrandì gli occhi, per mettere a fuoco qualcosa fuori dal finestrino. E suonando il clacson, fece scattare le sicure della macchina.
"puoi andare, ora." Harry guardò fuori dal finestrino, e notò che Zayn era arrivato e guardava verso Louis. E senza fare domande, facendo una carezza alla mano di Louis, uscì dalla macchina.

"Styles."
"Malik." 
Harry è leggermente intimidito, da Zayn. 
Sopratutto perché non sa il motivo di tutta questa sceneggiata.
E quando apre la bocca per chiederlo, sente qualcuno chiamarlo a gran voce.
"Lì." E quando si trova sia Liam che Zayn davanti, che guardano per terra, gli vengono in mente un po di cose. 
Per cui, alzando il braccio e puntando il dito verso di loro, "Voi due." Zayn è quello che risponde per entrambi, alzando un sopracciglio. 
"Cosa.. Cosa nascondete? So che c'è qualcosa, smettetela di prendermi in giro. Lì, noi siamo amici, no?"
Liam, vedendo gli occhi vispi di Harry, non può fare a meno che fare dei passi all'indietro per entrare nella scuola. 
E, magari, sarebbe andato tutto bene, se non fosse per i cerchi dove si legano le biciclette, su cui Liam inciampa. 
Ed Harry lo vede. Vede come Zayn si precipita verso lui, prendendolo dolcemente da un gomito ed aiutandolo ad alzarsi, chiedendogli se si fosse fatto qualcosa e tastandolo dalle spalle alle ginocchia per vedere se gli faceva male qualcosa. "Sto bene, Zay. Tranquillo." 'Zay'? 'Tranquillo'? "Dovresti usare gli occhi, qualche volta.
Va a finire che ti rompi di nuovo una gamba, ma sappi che non ti farò più da infermiere!" 
una risata leggera di Liam mentre, Harry, sgranava sempre più gli occhi. "Dai, è stato divertente, ammettilo."
Zayn fece roteare gli occhi, per riposarli di nuovo sul moretto. "Ok, un po. Ma tranne quando ti ho dovuto lavare, le prime volte. 
Sembravi un cane, da quanto mi hai bagnato!" Liam ormai era in preda alle risate, avendo in mente quei ricordi.
È per questo che Harry iniziò a tossire, uno dei modi più vecchi, ma anche funzionanti, per attirare l'attenzione. 
"Harry.." Il riccio posò lo sguardo su Liam, che lo guardava supplicante. 
"Fanculo." La voce di Harry suonò aspra, esattamente come voleva lui. 
"Ehi! Vacci piano, riccio." Liam posò una mano sul petto di Zayn, per dirgli di calmarsi.
"Harry, io..-" "Io mi sono fidato di te. Io ti ho detto tutto, di me. Ti ho detto di mia madre, della mia sessualità. Ti ho detto di Louis. E tu sei cosi stronzo da..-"
Harry fu interrotto da Zayn, di nuovo. "Non è colpa sua, Harry. Davvero, credimi. Prenditela con me, ma lui non voleva fare nulla di male." 
Ma Harry si sentiva tradito, e guardò sprezzante entrambi, ma parlando si rivolse solo a Liam. 
"Pensavo fossimo amici." e abbassandosi a prendere lo zaino, alzò il passo verso la scuola.
"Harry!" cercò di ignorare i richiami da parte di Zayn, ma all'ottavo pronunciare del duo nome, si innervosì. 
"Che diamine vuoi, adesso?" e si, rimane stupefatto che Zayn non avesse tentennato ad abbassare gli occhi neanche un secondo ma, anzi, lo guardava dritto nelle pupille. 
"Credimi, se ti dico che non vorrei essere qua. Ma puoi farmi il favore di dirmi i tuoi orari?" Harry si portò una mano sotto il mento, e corrugò le sopracciglia.
"Perché mai dovrei darti il mio orario, Malik?" Zayn sembrò non sapere che dire, ma si riprese quasi all'istante, guardandosi in torno e vedendo sempre più ragazzi. 
"Fallo per Louis, e dammi il tuo orario. Ok?" Harry tentennò qualche secondo, indeciso sul da farsi, quando sentì vibrare la tasca dei pantaloni.
Infilò due dita nella tasca stretta, cercando di tirare fuori il telefono. 

Louis:

'Daglielo, Harry. Per favore.'

Il riccio guardò per un minuto buono il cellulare, per poi esclamare "Ma che caz-" 
Interrotto da Zayn, per la ventesima volta, quella mattina. 
"Conosce proprio bene il suo ragazzo." "Tu sai..?"
Zayn mosse la testa su e giu, piano. "È ovvio, che lo so! È il mio migliore amico. Ora me lo dai, o vuoi aspettare un altro messaggio?"

**

'penso che tu debba spiegarmi qualcosa, Lou. H.''

La giornata di Harry proseguì in maniera strana. 
Ogni volta che cambiava classe, lo vedeva puntato con gli occhi verso di lui. 
Quando andava a sbattere contro qualcuno, lo sentiva perfino sbuffare.
Quando ha messo male i piedi inciampando nel bel mezzo del corridoio, davanti a tutti, lo sentì perfino esclamare un 'stupido imbranato'.
Non ne poteva davvero più, di ricevere le sue occhiate tutto il tempo, perciò, alla campanella che annunciava il pranzo si chiuse nel bagno del secondo piano, sperando di levarselo di torno.
Si mise seduto sulla tavoletta del wc, alzando le gambe e puntando i piedi contro il muro ed estrasse il cellulare dalla tasca posteriore di quel jeans troppo stretto.
Andò subito alla rubrica, ignorando i messaggi e le poche chiamate perse e inoltrò subito la chiamata. "Ehi piccolo Haz!" La voce che proveniva dal telefonò era bassa, più bassa del solito almeno.
"Mi sta facendo impazzire, dico sul serio. Stanotte lo sognerò, e probabilmente avrò gli incubi." Il riccio aveva la voce quasi disperata, a tal punto che il ragazzo dall'altra parte del telefono emise una leggera risata.
"vieni a trovarmi, oggi?" La voce di Louis era cosi calda e dolce, che il riccio non potè fare a meno di arrossire, felice che non possa vederlo.
"Dove..?" quasi un sussurro.
"A casa mia. Mia sorella sta ancora male, e la mamma arriva alle otto, e le altre sorelle non possono avvicinarsi a lei. A proposito, l'hai fatta la varicella, tu?"
"uhm, si, mi sembra di si." Harry può giurare di aver sentito un sospiro di sollievo uscire dalle labbra di Louis, e sorrise spontaneamente.
"Allora a più tardi, ok?"
"ok, a più tardi, Lou." Harry attaccò il telefono, e si accorse che non aveva chiesto a Louis di Zayn.

_____________________________________________________________________

Sono stata circa un'ora e mezza, cercando di prendere la connessione.
Per cui, mi scuso, ma non sono neanche riuscita a rispondere alle recensioni.
Ma le ho lette tutte, e giuro vi ringrazio a tutte quante, perché fa davvero piacere ricevere tutti quei complimenti!

Bene, molti di voi sospettavano su Zayn e Liam.
No? Beh, avevate ragione uahuahaha.
No, comunque, bo.
Sono stanchissima e ho la testa vuota di idee, in questo periodo.
Sarà che sono al mare da mattina a sera, e poi esco tornando a tarda notte e son davvero stanca per scrivere.
Quindi mi scuso se il capitolo fa schifo.
Scusate, davvero.
Mi scuso anche se ci sono errori, come verbi ecc, ma non ho nessuno che mi fa da 'controllore' (?) e allora bo, 
a me molte cose saltano.
 


Come al solito ringrazio chi recensisce, chi mette tra preferite/seguite/ricordate e anche chi legge in silenzio, e siete davvero tanti.
Per cui bo, vi amo.
Un bacio enorme, ci vediamo domenica. <3

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