In my heart there are Light and Dark

di Meiko
(/viewuser.php?uid=95)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Piccola premessa! Questa è la mia prima ff su Sailor Moon, e non spero in un gran risultato!
Che posso dirvi...buona lettura!






“L'universo...miriadi di stelle che nascono, vivono e muoiono...terribilmente affascinante...”
osservò con i suoi occhi di gatto le miriadi di stelle che le apparivano di fronte agl'occhi in quella specie di universo nel quale era immersa, in quegl'istanti di tranquillità amava vedere lo spazio intero, le stelle apparivano ciò che di più bello fosse stato mai creato.
Sorrise, affascinata, tranquilla, serena come non lo era mai stata.
Era tranquillamente sdraiata su quella specie di sdraio fatta di pelle nera con degli spuntoni che incorniciavano la sua affascinante figura di donna matura.
Galassie, miriadi di stelle che formavano le galassie, poi c'erano le costellazioni, le nebulose, i pianeti, i sistemi solari.
Eccone uno interessante.
Il suo sorriso da rilassato si fece più crudele, mentre si metteva seduta, allungando una mano quasi a voler toccare il minuscolo sistema solare che veniva proiettato davanti a lei.
Tutto intorno nebulose e costellazioni sembravano volerlo proteggere.
Voler proteggere quel satellite minuscolo e all'apparenza insignificante che girava intorno alla Terra.
Ci girava intorno...
La sua mano sembrava volersi avvicinare alla Luna, invece toccò qualcosa, come una barriera che sembrò acqua, la mano formò eleganti cerchi nel liquido, che deformò l'immagine dell'universo e del sistema solare, il suo sguardo per un istante venne catturato da un sole deformato ma lucente, facendola così ringhiare di rabbia.
Maledetta...me l'ha portata via...mi ha portato via il mio tesoro...il mio essere...maledetta...
Si calmò a fatica, tornando a guardare l'immagine, ora al posto di pianeti e della luna c'erano dei simboli, simboli dentro a pietre preziose.
E la luna era un diamante, un prezioso diamante con dentro il simbolo di una luna a falce le cui punte andavano verso l'alto.
La donna sorrise, spostandosi delicatamente con una pallida mano fili di capelli neri come l'ebano, fissando quasi ipnotizzata il complesso di pietre e simboli.
Il diamante brillava di una luce pulita, chiara, che però sembrava venir offuscata dai pianeti li vicino, Marte, Mercurio, Giove e Venere.
Invece, i pianeti esterni sembravano inchinarsi alla sua luce.
Sorrise, i suoi occhi dorati fissavano intensamente quello spettacolo di luci, la pepita di vari metalli della Terra sembrava anche lei sovrstare il diamante, ma con delicatezza, quasi senza che il diamante se ne accorgesse.
“Divertente”
le pupille della donna si assottigliarono come quelle di un gatto, osservando la scena, per poi roteare un dito, in risposta il diamante si mosse con delicatezza, raggiungendo il sole, e oscurando la Terra, mentre il diamante si illuminava, diventando persino accecante.
Saturno e gli altri pianeti esterni lampeggiarono in risposta, mentre gli altri venivano quasi investiti da tanta luce.
La donna ridacchiò.
“E se la nostra bella Luna si liberasse di tutta la luce?”
come se il diamante l'avesse ascoltata, il diamante divenne talmente forte di luce da investire tutto, per poi di colpo spegnersi.
La luna-diamante oscura di colpo lanciò una specie di ondata nera che distrusse di colpo il rubino e il simbolo di Marte, alla scena la donna rise di gusto battendo le mani.
-Sapevo che sarebbe stato il primo, e poi?-
le varie ondate successive spazzarono gli altri pianeti con grande divertimento della donna, che batteva le mani come uno spettatore ad uno spettacolo.
Poi la luna fece una cosa che stupì molto la donna: la poca luce che aveva la donò al rubino che si rimodellò, poi la luna scomparve del tutto, e al suo posto apparve una specie di ombra scura.
La donna sembrò ironizzare il sacrificio del satellite.
-Molto commovente, ma non ti lascerò fare questo, piccola luna-
con un dito della donna la luna riapparve più brillante che mai, e all'interno sembrava esserci qualcosa, qualcosa che sembrava avere forme umane, e ancora dentro all'essere qualcosa di brillante.
-Vedi, mia piccola luna, non lo sai, ma ci sono molti segreti attorno a te ancora non svelati...-
la donna si voltò un attimo ad osservare le costellazioni dello zodiaco, una di esse brillava come di riflesso alla Luna, mentre un'altra costellazione rifletteva il sole, questo sembrava voler proteggere luna e le due costellazioni dallo sguardo della donna.
Questa fece una smorfia infastidita, quasi arrabbiata.
-Sei fastidiosa, lo sai?...ma non fa nulla...tanto stavolta vincerò io...cara la mia Solaria...-
la donna ridacchiò, battendo poi le mani e facendo svanire tutta la proiezione, tornando dentro un mondo oscuro illuminato solo da fioche luci di candele che illuminavano delicatamente un palazzo dalle colonne greche elleniche, e li sopra varie deocorazioni in marmo che le univano.
Il pavimento in marmo bianco rifletteva il tutto, mentre la donna si alzava dalla poltrona, rivelando la magra e pallida figura vestita di un lungo abito azzurro, i lunghi capelli neri sottili lasciati sciolti e gli occhi ferini dorati le cui pupille ora si erano distese.
La donna si guardò intorno, per poi alzare le mani al cielo.
-E' giunto il momento! Mostratevi a me!-
dal nulla apparvero degl'ufficiali tra uomini e donne, in più un ragazzo rimase nascosto nel buio, la donna però gli sorrise con dolcezza, allungandogli la mano.
-Vieni da me, figlio mio-
il ragazzo si mostrò alla luce, i capelli grigio argento erano illuminati rilasciando bagliori anche bianchi, la pelle ambrata rispetto a quella della madre, ed occhi rossi osservavano con riverenza la donna, che invece guardava il figlio con sincero amore ed orgoglio, il ragazzo vestiva di un uniforme scura che lo rendevanacora più misterioso ed affascinante.
Il figlio si mise accanto alla madre, che poi tornò ad osservare gli ufficiali, ne erano dieci in tutto, la più giovane aveva qualche anno in più rispetto al principe.
-Miei ufficiali, miei devoti seguaci, è giunto il momento che tutti noi aspettavamo. L'eclissi è ormai vicina, mancano poche settimane.
Voi tutti sapete a cosa mi riferisco...-
gli ufficiali annuirono, mentre la donna li guardava uno ad uno.
Poi osservò di nuovo la ragazza.
Capelli verde pallido e occhi dello stesso colore, vestiva di un'uniforme nera che però non guastava la bellezza semplice e delicata.
La donna sorrise, prima di socchiudere gli occhi e portarsi le mani verso il grembo.
Una bolla rossa apparve dal nulla, e si sollevò in aria, mentre la donna si accasciava sorretta dal figlio, che premuroso la fece sedere verso il trono.
La donna prese un profondo respiro: poche forze, aveva poche forze.
Ma non sarebbe morta, lei non poteva morire! Non lo avrebbe fatto!
-Apopi, a te il compito. Tu sei la più adatta....tu sai...cosa fare...-
la ragazzina sorrise, un sorriso che non prometteva nulla di buono, e afferrò delicatamente la sfera che roteva intorno a lei, per poi svanire con uno strano sibilo, solo i suoi occhi rimasero per qualche istante di più.
La donna socchiuse gli occhi, con una mano congedò gli altri nove ufficiali, mentre il ragazzo le era vicino, e le si sedette accanto, appogiando la testa sul grembo della donna, che sorrise felice, accarezzando i capelli argento del figlio.
-Presto questo via vai si calmerà, e finalmente potremmo stare tranquilli...-
-Resterete con me, madre?-
-Certo tesoro...la mamma non ti lascerà solo...-
la donna baciò il capo del figlio, alzando lo sguardo verso l'oscurità di un soffitto inesistente.
-Non saremo più soli...-


-Che caldo!!-
Bunny si stiracchiò sotto il sole cocente di quel Luglio afoso, si era data appuntamento con le altre al tempio di Rea per la solita giornata-studio, non che a lei andasse a genio l'idea di studiare, ma almeno stava insieme alle sue amiche.
Ormai tutte loro avevano intenzione di prender strade diverse.
E nonostante il futuro che le si prospettava davanti, Bunny aveva deciso di intraprendere la carriera di modella.
Si guardò intorno, per poi tentare di posare lo sguardo verso il sole.
Troppo brillante!
Sorrise, divertita da quel tentativo, mentre una lieve brezza ristoratrice sollevava lievemente i suoi codini biondi, gli occhi socchiusi per il sole.
-Bunny!-
la ragazza si voltò, Rea in veste di sacerdotessa la raggiunse sorpresa dell'anticipo della ragazza.
-Beh, che ci fai qui in anticipo, per caso domani crolla il mondo?-
-Sempre gentile tu-
Bunny fece il broncio per qualche secondo, prima di tornare ad alzare il viso sorridente verso il cielo, tenendo gli occhi chiusi.
Rea la fissò dubbiosa, in quell'ultimo periodo Bunny sembrava essersi fatta più pallida e delicata.
Non che alla ragazza interessasse più di tanto, ma era strano quel comportamento tranquillo, a quest'ora le due avrebberò dovuto cominciare a punzecchiarsi a vicenda come al solito.
A interrompere il filo dei peniseri di Rea furono Amy, Morea e Marta, la seconda aveva preparato anche il pranzo.
In quel momento, però, mentre le cinque amiche erano riunite, si udì una specie di strano sibilo nell'aria, e una sensazione sgradevole attraversò Rea, che si guardò intorno, destando l'attenzione delle altre.
-Che succede?-
-Nemici-
le altre si allarmarono, ma prima di fare qualsiasi cosa la terra cominciò a tremare con violenza, gli alberi per poco non venivano sradicati tanta era la violenza, e le ragazze si accasciarono a terra, per poi riprendersi appena il terremoto si calmò.
-Proveniva da qui vicino-
-Sbrighiamoci!-
le ragazze si trasformarono, in quel momento Luna ed Artemis che non erano con loro cominciarono a correre verso il centro della scossa.
Un enorme, grande bolla rossa si era formata nel punto del terremoto, ed esplodendo rivelò un mostro dalle fattezze umane, sembrava una donna in kimono bianco nascosta da una maschera senza volto.
Il mostro, appena riconobbe le guerriere, si fiondò verso di loro, dividendole in due gruppi.
Le ragazze formarono vari attacchi, riuscendo a stancare il nemico.
Ma prima che potessero dare il colpo di grazie, il nemico lanciò dal nulla vari coltelli, alcuni di questi bloccarono le guerriere lasciando scoperta Sailor Moon, che stava per essere colpita da coltelli affilati.
-Sailor Moon!!-
una figura delle fattezze di Sailor Moon le si parò davanti, allargando le braccia.
Una vampata di luce distrusse i coltelli.
In quel momento, Milord arrivò ad aiutare la figura, che distrusse il mostro con altre scariche elettriche che sembravano serpenti di luce.
Sailor Moon aveva assistito alla scena colpita, la figura era una ragazza della sua età con lunghi capelli verde pallido legati a treccia che si apoggiavano ad una spalla, e occhi dello stesso colore.
Questa osservò il mostro svanire sotto i suoi colpi, prima di avvicinarsi velocemente verso Sailor Moon.
-Principessa! State bene?-
la ragazza fissò stupita la straniera, ed arrossì quando la vide inchinarsi di fronte a lei.
-E-Ehi!-
-Spero che non abbiate ferite-
-N-No, grazie-
-Sailor Moon!-
le altre ragazze le si avvicinarono, mentre l'altra ragazza si metteva in piedi, indossav aun'uniforme scura dai bottoni dorati e un mantello scuro che copriva parte del corpo.
-Amiche, tutto bene?-
-Si-
-Merito di questa ragazza, grazie-
la ragazza sorrise e fece un cenno di ringraziamento con la testa, prima di tornare a rivolgersi a Bunny.
Rea storse il naso, da quella ragazza provenivano strane vibrazioni negative che non le piacevano.
Sailor Moon però sembrava non accorgersene.
-Non so nemmeno il tuo nome...-
-Apopi, mia principessa, questo è il mio nome-
la ragazza fece un altro inchino imbarazzando ancora di più Sailor Moon, ma Rea si fece avanti.
-E perché sei venuta a salvarci?-
-Ho visto la principessa Serenity in difficoltà e sono intervenuta, visto che voi non potevate aiutarla...-
-Come fai a sapere della principessa?-
le sailor erano piuttosto nervose, ma la ragazza tranquillamnete osservava con un sorriso felice la principessa, che rispondeva al sorriso timidamente.
-So quello che mi basta. Principessa, vi devo paralre, è una cosa importante!-
-Mi dispiace, ma adesso se vuoi scusarci non possiamo ascoltarti-
adesso le guerriere sailor stavano trascinando via Sailor Moon, che però si voltò verso la ragazza, che le sorrise, salutandola con un inchino.
“Ci rivedremo presto...Bunny”


-Molto bene Apopi, la cosa più importante adesso è che tu sia riuscita ad avvicinarti alla principessa...
Hai fatto un ottimo lavoro-
-Per voi questo ed altro, mia signora-
-Ora la cosa migliore è agire subito. Sono certa che Solaria si farà viva in queste notti...-
-Vuole che intervenga di nuovo?-
-Si, ma con vesti umane, non voglio rischiare. E Apopi...-
la regina sorrise, avvicinandosi alla ragazza che con un gesto mutò la sua uniforme, questa sembrava sciogliersi, si srotolava come un gomitolo, per poi ricomparire come un jeans e camicetta corta senza maniche, la ragazzina chinò la testa, ma la donna la sollevo con due dita sul mento.
-Voglio da te solo due cose: discrezione e buone notizie-
-Le avrà, mia signora-
la ragazza svanì di nuovo con quel sibilo di sottofondo, mentre la donna sorrideva divertita, tornando sul suo trono, stavolta indossava un vestito rosso sangue, gli occhi tranquilli dorati.
-La nostra piccola principessa, così pura di cuore, avrà delle brutte sorprese in questo periodo...-
ridacchiò, allungando la mano verso davanti a se, e una barriera come d'acqua s'increspò formando sinuosi cerchi, facendo comparire di nuovo l'universo.
La donna mutò l'espressione cattiva in malinconia dolce e leggera.
-Cancer...presto tornerò da te...sarò io a salvarti...-
Socchiuse gli occhi, quasi addormentandosi, mentre il tronò modificava struttura, diventando la sdraio con quegli spuntoni.


Una sfera luminosa brillò di luce, quasi a riflettere quella delle stelle, illuminando anche la donna che la osservava, lunghi capelli candidi con sfumature celeste pallido, gli occhi avevano varie sfumature da blu ad azzurro a celeste a verde acqua.
Una mano elegante si allungò verso la sfera, mentre gli occhi adesso assumevano tinte argentate, il vestito bianco che indossava si sollevava, del vento entrava dal davanzale davanti alla sfera, questa era appoggiata ad una specie di mano ramosa con un sottile fusto che s'impiantava verso terra di colore nero.
Gli occhi tranquilli della donna si piegarono, quasi sofferenti, tristi, mentr eil vento aumentava e la luce lampeggiante diventava sempre più forte.
I lunghi capelli si sollevavano in movimenti eleganti, il diadema che la donna portava in fronte s'illumino al centro, dove c'era una perla incastonata in una pietra bianca.
“Il potere...il potere sta rinascendo...e s'indebolisce...l'eclissi è vicina...abbiamo aspettato abbastanza...ah!”
gli occhi della donna si spalancarono, e la luce della sfera sembrò esploderle davanti.
-MIA REGINA!-
una figura che fino a quel momento era rimasta sull'uscio entrò correndo spaventata verso la figura della donna che però era tranquillamente in piedi, non aveva nulla, a prte un'espressione spaventata sul viso, un misto di paura e tristezza.
-Regina, sta bene?-
-Solaria...-
la ragazza era piuttosto alta, i corti capelli avevano tinte dorate, ambrate che andavano verso il rosso e l'arancio, un lungo abito attaccato a degli spallacci decorati con pietre, i colori erano dorati, sul petto una spilla con come simbolo del sole, e sulla fronte spiccava brillante un cerchio con all'interno un punto.
La donna si voltò verso la ragazza li vicino, sorridendole tristemente, gli occhi però brillavano ancora di quella paura.
La regina si tolse il diadema, rivelando sulla fronte uno strano simbolo, come due nove capovolti uno verso l'altro.
-Cancer, mia signora, cosa ha visto?-
-...problemi...temo che il nostro sigillo sia in pericolo...-
la donna tremava mentre si avvicinava al trono nella stanza, la sfera era sempre sotto controllo delle stelle di quella notte eterna.
-Solaria...io sono debole, mi sto indebolendo sempre di più, e come tu sai questo non è un buon segno...-
la ragazza annuì, restando in piedi di fronte alla regina.
-Quindi dovrai aiutare tu il sigillo a rafforzarsi...devi guidarla fino all'eclissi, ma agisci con discrezione, non possiamo rischiare...-
Solaria annuì, e in quel momento la porta si spalancò, rivelando due figure, un uomo con una ragazza al suo fianco, questa corse verso la donna.
-Mamma, abbiamo visto un lampo di luce!-
-Psiche...-
la ragazza si avvicinò preocupata alla madre, portava capelli cortissimi di colore biondo scuro, sulla fronte anche lei un diadema simile alla madre, ma c'era un'ametista, gli occhi erano uno azzurro e uno verde.
L'uomo era biondo come la figlia, ma il suo era un biondo luminoso, anche lui aveva un diadema, sul suo spiccava del quarzo, e aveva occhi dorati.
L'uomo si risvolse a Solaria.
-Che è successo?-
-Sua moglie ha avuto una premonizione, maestà. Ma ora devo andare-
il re annuì, rivolgendosi poi alla moglie, che lo abbracciò, mentre la figlia li lasciava soli.
Li guardò sofferente, prima di allontanarsi, togliendosi il diadema, rivelando un simbolo un po' sfuocato, due onde.
Le faceva male il cuore vedere quella scena, ricordi tristi si riportavano ala sua mente.

“Credimi, non sono stata io! Io ti amo!”
“NO! Sei solo una sporca bugiarda!”
“Non mi lasciare!”
“Non voglio più avere niente a che fare con te”
“NO ASPETTA!”

Delle lacrime scivolarono dal volto della ragazza, mentre ripensava a ciò che era accaduto.
-Non mi lasciare...-


Il principe dai capelli argentati osservava il mondo esterno attraverso un lago di liquido rosso che sembrava sangue, riviveva in quel momento ricordi legati a prima che sua madre si ammalasse in quel modo.
Lui...che conosceva l'amore...e il dolore legato a questo...

“NO ASPETTA!”

La rivedeva, in lacrime, mentre tentava di raggiungerlo, allungando una mano, i lunghi capelli biondo scuro, gli occhi pieni di lacrime, la sua voce sofferente.
Sapeva...ma doveva avere un motivo per odiarla, doveva odiarla pur di stare vicino a sua madre.
Nel lago di sangue apparve la figura sorridente della ragazza, che sorrideva chiamandolo.

“Kama!”

-Psiche...-
la mano del ragazzo si allungò verso la figura, però non fece altro che increspare l'acqua rossa.
Tolse la mano con stizza, allontanandosi rabbioso.


-Quella ragazza non mi piaceva, non mi piaceva....-
-Ma perché Rea? A me sembrava a posto, ci ha pure aiutato-
-Bunny a volte sei così ingenua!-
-Come ti permetti?!-
-Mi permetto, quella ragazza poteva essere un servo di nuovi nemici che dobbiamo affrontare!-
-Non sapete nulla di lei a parte il nome?-
Artemis era seduto sul tavolo e si stava rivolgendo ad Amy, che scosse la testa.
-A parte che si chiama Apopi e che sa che Bunny è Serenity no, non sappiamo nient'altro-
-Ma scusate, ci ha salvat la vita, rischiavamo di essere uccise da quel mostro!-
-Scusami Bunny, ma Rea ha ragione, se un'ingenua! Potrebbe essere tutto un complotto per farti del male-
-Morea ha ragione! Alcuni dei nostri nemici che abbiamo affrontato ci hanno ingannato-
-Ma altri sono diventati nostri alleati-
-Basta Bunny! Noi siamo in maggioranza, e comunque ho avvertito delle vibrazioni negative in quella ragazza, perciò la discussione è chiusa!-
la ragazza dai biondi codini strinse i pugni, annuendo sconfitta: possibile che lei non avesse mai ragione? Possibile che lei fosse considerata sempre la stupida e l'ingenua della squadra?
...non era giusto...
hai ragione, non è proprio giusto...
Bunny spalancò gli occhi, e si guardò un attimo intorno.
L'aveva sentito...
Come un sibilo...una voce sussurrata...qualcosa che le aveva parlato...
Bunny si alzò in piedi, atirando l'attenzione delle altre.
-Io torno a casa-
-Ma come Bunny! E la nostra giornata-studio?-
-Scusatemi ragazze, ma non me la sento proprio-
-...va bene...-
la ragazza dai codini biondi si scusò, uscendo poi dalla stanza e chiudendosi dietro la porta scorrevole, restando però un attimo a prendere fiato.
...
-E' una ragazza davvero pigra ed irresponsabile!-
-Dai Rea, non fare così! In fondo si è stancata molto durante il combattimento-
-La verità, Amy, e che la nostra cara Bunny è una sfaticata! A volte mi sembra incredibile che lei sia in realtà la principessa Serenity!-

TU-TUM TU-TUM TU-TUM TU-TUM TU-TUM

-Rea, adesso esageri!-
-Morea ha ragione, Bunny forse è un po' pigra, ma è una ragazza dolce, generosa e pura di cuore-
-Di pure che è anche un ingenua!-
Bunny si strinse una mano al cuore durante il discorso che stava origliando.
Per un istante.
Un solo istante...aveva avvertito che qualcosa non andava.
Sapeva che Rea non diceva quelle cose per cattiveria, ma solo perchè era preoccupata per lei.
...ma allora perchè le faceva così male sentire quelle parole ripetute così tante volte?
La ragazza decise di non ascoltare più.
Lo sapeva, lo aveva sempre saputo.
Cosa credeva Rea, che lei non avesse tentato di cambiare?
Che colpa aveva che li restava quella che era?
Che colpa aveva nell'essere semplicemente se stessa?
...non era giusto, perchè se la prendevano con lei?
Hai ragione, non è giusto...
!!Ancora!!
Bunny si guardò intorno, ma non vedeva niente, solo la strada deserta di quel pomeriggio afoso Luglio, solo una fresca brezza benedetta non rendeva l'aria irrespirabile.
La ragazza si guardò intorno, prima di avviarsi verso casa.
Era debole...si sentiva debole, troppo debole...
Forse era stata la battaglia che aveva affrontato.
Si...forse er ail poco esercizio...
Si...doveva essere così...

“E' una ragazza davvero pigra e irresponsabile!”

Si...era solo la stanchezza delle battaglia...









(Allora...mia primissima ff su Sailor Moon, speriamo in bene!
Scusate l'inizio un po' noioso, prometto che i prossimi capitoli saranno più interessanti!
Fatemi sapere!
Baci!
Meiko)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Oh I am what I am
I'll do what I want
But I can't hide


(Dido, Here with me)


/Principessa...principessa.../
Socchiuse gli occhi, galleggiava, come se fosse immersa nell'acqua, stava piacevolmente immersa nell'universo, il corpo privo di qualsiasi indumento, il simbolo della Luna lucente, brillante, i lunghi codini svolazzanti...
Dov'era?
Era un sogno...
/Principessa...vi prego.../
aprì del tutto gli occhi, guardandosi intorno, qualcuno la stava chiamando.
Non aveva un colore, era come se adesso si fosse mimetizzata con le stelle, ma il suo simbolo era evidente, chiaro sulla sua fronte, così come i suoi occhi che adesso andavano alla ricerca della misteriosa voce che la chiamava con insistenza.
/Principessa Serenity.../
-Chi c'è? Chi è che mi cerca?-
Una vampata di luce accecò per qualche secondo Bunny, e pochi istanti dopo socchiuse gli occhi, ritrovandosi vestita con gli abiti della principessa Serenity.
Davanti a lei una figura in controluce di ragazza le stava parlando.
/Principessa, siete in pericolo! Ascoltatemi, vi prego/
-Non capisco, che succede?-
/Principessa...!!/
la figura di colpo svanì, e Bunny precipitò nell'oscurità, gridando terrorizzata.
-BASTA! AIUTO!!-
Fidati di me...
-Chi sei?-
...l'unica che ti può aiutare...
una mano pallida si allungò verso Bunny, che però avvertì un sinistro brivido dietro la schiena, e si lasciò cadere, il vestito era ormai scomparso lasciando di nuovo il corpo nudo della ragazza con lo stemma della Luna che andava a svanire, ora era solo Bunny.
Solo Bunny...


-AAH!-
-Solaria!-
Psiche entrò nella stanza, Solaria che prima si trovava di fronte al balcone sembrò essere stata spazzata via da qualcosa, una specie di potente ondata di energia che la fece cadere a terra davanti a Psiche, che si affrettò ad aiutarla a rialzarsi, il simbolo sulla fronte della ragazza sembrava essere fatto a fuoco tanto era luminoso.
-Solaria, cosa vi è successo?-
-Principessa...-
Solaria svenne tra le braccia di Psiche, che l'accompagnò a letto, facendola sdraiare su questo, la ragazza più grande era visibilmente stanca e affaticata, respirava a fatica e gocce limpide di sudore stavano scivolando via lungo la fronte e le tempie, il suo simbolo lasciato libero da qualsiasi diadema si stava lentamente spegnendo, mentre prima era luminoso e brillante.
Psiche accarezzò qualche ciuffo biondo della ragazza più grande, doveva avere più o meno diciotto-diciannove anni, lei, la piccola principessa ne aveva sedici.
Lentamente lasciò Solaria nel suo riposo, rifugiandosi sul balcone della stanza della ragazza, un vento fresco accarezzava il viso della sedicenne, che osservava le stelle della notte eterna, stringendosi le mani in petto, sotto la stoffa dell'abito qualcosa di prezioso per la fanciulla, che i tolse il diadema, rivelando il suo simbolo, le onde ora apparivano più chiare e precise di quando era corsa dalla madre, preoccupata.
Adesso sua maestà stava bene, ed aveva avuto una delle sue premonizioni...
Psiche sospirò, lasicando che il vento sollevasse delicatamente il lungo abito, mentre i suoi occhi si rivolgevano al cielo, per poi socchiudersi, il suo simbolo lampeggiò, quasi a mandare un messaggio a qualcuno lontano.
“Ti prego, ti prego...rispondimi...”
...
niente...
Psiche riaprì gli occhi, il suo viso esprimeva sofferenza, era reclusa in quella prigione...
...no, non voleva...
Voleva essere d'aiuto, voleva salvarli tutti e sopratutto...
Voleva cercare lui...
Si!
La ragazza rientrò velcoemente stringendo il diadema in mano.
-Principessa...-
la ragazza si fermò, voltandosi verso Solaria, la sacerdotessa si era svegliata.
-Ti prego Solaria, amica mia, lasciami andare-
-Se ve ne andate i vostri genitori staranno in pena per voi-
-Io voglio salvarvi...e voglio trovarlo...-
-No principessa!-
-No lo dico io Solaria! Ormai ho deciso...-
la diciotenne sopsirò, alzandosi e avicinandosi alla fanciulla, che la guardava ansiosa.
-...vi accompagnerò...devo compiere una missione...e stando qui mi sarà impossibile...-
Psiche sorrise, felice, abbracciando l'amica, per poi allontanarsi velocemente, mentre Solaria sospirava, guardando verso il balcone, la Notte Eterna era meno splendente del solito...
...non era un buon segno...


-Dannata Solaria!!-
una scarica elettrica vibrò nell'aria, frantumando una delle colonne della sala, li il tempo sembrava distorcersi, contorcersi e modificarsi, ore, giorni, secoli erano nulla, passava tutto così in quell'universo oscuro, così come la colonna in un attimo divenne sabbia, per poi essere inghiottita dal pavimento, accanto al trono una donna dai lunghissimi capelli rosso sangue che toccavano terra aspettava in silenzio, l'uniforme nera tradiva il suo sesso, e il viso vagamente maschile la rendeva in qualche modo affascinante, la sua era una bellezza elegante e affascinante.
La donna sul trono si passò una mano fra i capelli neri svolazzanti, con l'altra appoggiata al bracciolo del trono si nascondeva la bocca, per poi nervosamente alzarsi in piedi, scendendo dal trono, mentre la donna ufficiale chinava il capo in segno di rispetto.
-Maestà...-
-Sapevo che avrebbe agito molto presto, ma questo non lo accetto! Dev'essere stata opera di Cancer...-
un lampo di dolore brillò nelle iridi dorate della donna, ripensando a...a ricordi....che ora si perdevano nella sua memoria...
“Perché Cancer, perché mi fai questo?”
il dito che sfiorava le labbra della regina venne racchiuso con el altre quattro dita in un pugno, che si strinse con forza.
Solaria non era mai stata una ragazza stupida, si era infiltrata dei sogni della principessa...
Ma in fondo sono sogni, e la principessa potrebbe anche non credere troppo ai sogni.
Sorrise, per poi farsi seria.
Bisognava accellerare i tempi...
Si voltò, squadrando la donna in uniforme nera.
-Tiamat, sai cosa significa il giorno dell'eclissi?-
-Si mia regina-
-Entrambe non vogliamo che Solaria prenda il Sigillo-
-Si-
-Solaria è forte, d'altronde è la consigliera di sua maestà Cancer, che oltre ad essere regina e indovina...è stata una delle Sailor Zodiac-
-Si mia signora, abbiamo combattuto contro di loro, ma siamo stati battuti e scacciati-
“Questo è quello che pensi tu...se sapessi come stanno veramente le cose...forse non avresti tutta questa fedeltà verso di me...”
-Vedo che hai buona memoria. Quindi capisci che il tempo per noi è prezioso, non possiamo perderne troppo, anche perchè l'eclissi è quasi giunta-
la donna in uniforme annuì, mentre la regina si avvicinava, avvertendo poi una specie di boato nell'aria, voltandosi e allungando una mano, ricreando ancora quella patina d'acqua che s'increspava.
Una città...e sopra il cielo nuvoloso che rombava di pioggia.
La regina sorrise, i suoi occhi dorati erano fissi sull'immagine, le pupille si assotigliarono.
-Bene, sembra che stia per arrivare un bel temporale...Tiamat!-
-Ai suoi ordini-
-Manda un mostro, e seguilo-
la regina si avvicinò velcoemente alla donna, il suo vestito nero di velluto strusciava dolcemente sul pavimento, mentre una mano della regina si allungava verso il viso di Tiamat, afferrando il mento e imponendo all'ufficiale di guardare la donna, ch sorrideva.
-Fai molto rumore...e portami buone notizie...-
-Agl'ordini, mia regina Eris-
Tiamat svanì come se fosse un ciclone la inghiotisse, mentre la regina si voltava verso il cielo tuonante, sorridendo fra se e se.


-Uffa, che sfortuna!-
Bunny sospirò guardando dalla finestra aperta le nuvole grigie sfumate in azzurro che oggi coprivano il sole e il cielo, mentre i suoi pensieri erano rivolti allo strano sogno che aveva fatto quella mattina.
Si era svegliata così, all'improvviso aveva aperto gli occhi, per poi voltarsi e guardare l'orologio, erano le sette.
E dire che di solito si svegliava sempre tardi la mattina!
Era rimasta sdraiata sul letto cercando di riprendere sonno, ma ogni volta la stessa immagine le si parava davanti.
Uno strano cerchio con un punto al centro...e una mano apllida che dal buio si allungava verso di lei, scatenandole un brivido gelido che le scivolava lungo la schiena.
Adesso era li, con canotta e pantaloncini corti, tanto di uscire non se ne parlava con un tempo così.
E poi...si sentiva incredibilmente bene adesso, in quel momento li, da sola...
Era tranquilla, sapeva che nulla l'avrebbe ferita.
Niente, mostri, nemici, incidenti, parole...
AAHH!!!
Perché pensare ancora a quella storia di Rea e delle sue lamentele?
In fondo aveva ragione, Bunny era sempre stata un po' pigra e frignona.
Però...però...

“A volte mi sembra incredibile che lei sia in realtà la principessa Serenity!”

...
Bunny si tastò il petto, cercando il cuore, per un attimo aveva avuto l'impressione che non ci fosse stato, che fosse morto in quell'istante.
Invece lo sentiva, sentiva il pulsare tranquillo, e lentamente quel pulsare le faceva dimenticare tutto.
Aveva ancora il suo cuore, e il suo cuore batteva per i suoi amici...
Per il suo amore...il suo grande amore...
Un alto rombo la indusse a guardare fuori dalla finestra, lentamente cominciò a scender ela pioggia, che interrruppe il canto delle cicale, mentre Bunny osservava il temporale, come uno spettacolo interessante.
Marzio...dall'ultima battaglia contro la Galaxia, le cose non erano troppo cambiate.
Era felice, felice con il suo Marzio, nulla poteva rovinare il loro amore!
Nessuno più li avrebbe divisi.
O almeno...questo sperava...
sei davvero sicura che Marzio non ti lascerà mai?
Bunny si guardò intorno spaventata, stavolta il cuore aveva accellerato i suoi battiti, mentre si guardava intorno nella sua stanza.
Stavolta l'aveva sentita chiaramente, una voce, una voce di donna le aveva parlato.
E le aveva fatto una domanda...
Del quale lei sapeva esattamente la risposta.
-Si, Marzio non mi lascerà mai, io lo amo, e lui mi ama...-
che strano...
All'improvviso quella certezza che Marzio l'amava si era fatta incredibilmente fragile e sottile.
Ma che andava a pensare!!
Non poteva dubitare di Marzio!
Marzio glielo aveva detto tante volte che l'amava!
Perché adesso quei dubbi? Che stupida!
Si diede mentalmente della stupida, per poi avvertire la frescura della pioggia entrare attraverso un timido venticello, facendola così respirare dopo la caluria di quei giorni.
All'improvviso così, senza un motivo, si mise a pensare ad Heles, Milena, Sydia e Ottavia.
Chissà come stavano, era dall'ultima battaglia che non aveva loro notizie...
Perché non andarle a trovare? In fondo sapeva dov'era casa loro!
E poi voleva fare una passeggiata.
Luna si svegliò in quel preciso momento, al contrario di Bunny lei aveva dormito tranquillamente sul morbido letto.
Si guardò intorno sbadigliando, e con sua ovvia sorpresa trovò Bunny in piedi che si stava cambiando, in quel momento si stava pettinando i lunghi capelli biondi sempre tenuti da due codini, per poi velocemente infilarsi un vestito lungo semplice e leggero, nonostante la pioggia infatti era sempre Luglio, e faceva caldo.
-Bunny? Ma piove fuori?-
-Si piove, ma io vado lo stesso da Sydia e le altre-
afferò velocemente l'ombrello che teneva in camera e scese di sotto, seguita da una Luna piuttosto stupita nel vedere Bunny in piedi alle otto e qualcosa di mattina.
-Vengo con te!-
-Mamma, esco!-
la ragazza infilò velocemente i sandali, uscendo di casa, mentre la madre si affacciava un momento, stupita da quella voce, Bunny che usciva a quell'ora?
“Domani grandina...”

Ora...

Bunny passeggiava tranquilla per le strade deserte di Tokio, sembrava essere l'unica persona che era ancora li, la poca gente che non era scappata verso mare o montagna preferiva stare chiusa in casa che uscire sotto la pioggia, che ora profumava di strada calda bagnata, di terra e di vento, odori che Bunny stava annusando, continuando a camminare verso la casa delle ragazze, sorridendo all'idea di rivederle.
Accanto a lei Luna lanciava ogni tanto qualche occhiata a Bunny, in qualche modo era preoccupata per lei, e non per la storia dell'anticipo di quella mattina.
Dopo aver sentito la conversazione delle ragazze involontariamente e sopratutto dopo la battaglia di qualche giorno prima, la ragazza sembrava apparire più debole e indifesa.
E poi era d un po' di tempo che Artemis avvertiva qualcosa di strano nell'aria.

“Sembra che ci dobiamo preparare a qualcosa di serio”

Forse le Sailor esterne ne sapevano qualcosa di più di lei e Artemis, di sicuro Rea aveva avvertito energie negative, ed Amy spesso ne parlava con Luna, così come Morea e Marta tenevano sempre gli occhi bene aperti.
Insomma, l'unica ad essere all'oscuro di tutto forse era proprio Bunny.
Eppure era proprio lei che più di tutti doveva preoccuparsi della situazione.
-Bunny, secondo me hai la testa troppo volte sulle nuvole-
la ragazza si bloccò, sentendo le parole di Luna, che aprofittando che la ragazza si era femrata si era messa seduta.
-Che vuoi dire?-
-Che tutte le Sailor si sono accorte che in questo periodo c'è qualcosa che non va, e che dobbiamo affrontare nuovi nemici, a giudicare dal mostro che è apparso.
Rea, Amy, Morea e Marta hanno gia cominciato a prepararsi, mentre tu stai tranquillamente passeggiando sotto la pioggia quando forse dovresti andare da Rea-
Bunny ascoltava in silenzio, preparandosi ad incassare i colpi che avrebbe ricevuto, quasi sicura che Luna avrebbe detto qualcosa che l'avrebbe colpita duramente.
-A volte è incredibile a quanto tu sia sbadata o abbia come ho gia detto la testa fra le nuvole. Ci sono nuovi nemici, Bunny! Vuoi svegliarti?-
...stupida...
...Bunny era una stupida sbadata che non capiva niente, era questo che voleva dire...
...ma ci si crede di essere quella gatta che ti dice quello che sei? Lei sa come sei veramente?

Bunny sussultò
La voce...la voce aveva di nuovo parlato...aveva parlato molto...
E le ha gelato il sangue con quelle parole...
...dubbio...
Un dubbio s'insinuò nella mente di Bunny...
Luna sa come sono fatta?
Guardò quasi smarrita la gatta, che stupita si aspettava le lamentele di Bunny, mentre invece la ragazza la guardava spaventata, come si trovasse di fronte uno straniero o un nemico.
La ragazza nel frattempo stava affrontando il terrore che lei fosse sbagliata, che tutto quello che faceva fosse sbagliato...
O forse...che le altre erano sbagliate....
NO! NO! Non ci doveva pensare!!
Di colpo, mentre si calmava, una figura le andò addosso, facendole cadere a terra l'ombrello.
-Mi dispiace!! Scusami, ero in mezzo!!-
Bunny spaventata si scusò con la figura, che si fermò, afferrò l'ombrello e si avviicnò alla bionda, sorridendo.
-Non fa nulla, non mi hai fatto male...-
Bunny spalancò gli occhi.
Ma quella era...
-Apopi!-
-Sono felice che voi mi abbiate riconosciuto, principessa-
-Come fai a sapere che sono io la principessa?-
-Lo so...-
Apopi sorrise, e Bunny felice afferrò l'ombrello, rispondendo al sorriso con sincera felicità.
Almeno quei pensieri erano svaniti dalla sua testa.
-Adesso che so che sei Apopi, ti prego, chiamami Bunny quando non sono la principessa o Sailor Moon-
-Va bene Bunny. Dove andavi?-
-Da delle mie amiche. Vuoi venire con me?-
...
ecco...
All'improvviso un vento si alzò violentemente, così, dal nulla, rischiando di spazzare via le due ragazze, Bunny si lasciò scappare via l'ombrello, reggendosi con una mano ad Apopi che più veloce di lei si era aggrappata ad un palo.
Bunny afferrò Luna, stringendosela a se.
Apopi osservò a scena in silenzio, per poi guardare verso dove proveniva il vento, stringendo gli occhi a fessure.
Questo vento...
Il vento, così com'era cominciato svanì, lasciando a Bunny il tempo di respirare, per poi correre in direzione della sorgente del vento, seguita da Apopi e Luna.
Un nemico, c'era un nemico!!
Era una strada abbastanza grande il campo di battaglia, da una parte il fiume e dall'altra dei palazzi, negozi vari, e sotto la figura la strada ora aveva un enorme cratere, mentre la donna dai capelli rossi sorrideva divertita, alzando poi una mano verso il cielo.
Con una specie di POP apparve dal nulla una sfera trasparente, dentro c'era una specie di scheggia di metallo, poi la sfera si oscurò, ingrandendosi, fino a raggiungere l'altezza di due metri, plasmandosi, in modo da creare un mostro dal busto lungo e poco largo con tanti tentacoli come se fossero rami d'albero.
Bunny si fermò ad osservare il mostro, trasformandosi, dietro di lei Apopi osservò per qualche istante Tiamat, le due si scambiarono un'occhiata complice, mentre Sailor Moon dopo la presentazione passava all'attacco, ma il mostro era veloce, e più che attaccare Sailor Moon evitava i vari “schiaffi” che il mostro lanciava con i suoi tentacoli.
Ad un certo punto però il mostro si bloccò, stupendo Sailor Moon, Apopi restava in silenzio, mentre Tiamat scendeva, per poi inchinarsi a Sailor Moon, che rimase stupita da quella contraddizione.
-Principessa, io non ho nessuna intenzione di combattere contro di lei con il mio mostro-
-Eh?-
-Io...sono qui per conto della mia sovrana. Sailor Moon, venga con noi...-
-Cosa? Non capisco...-
-Non deve capire molto, ma deve sapere che se verrà con noi lei sarà molto felice. Non dovrà più soffrire-
ma che razza di richiesta era mai quella?
Sailor Moon si voltò verso Apopi, che con un gesto lasciò “srotolare” i suoi abiti, tornando con l'uniforme che anche l'altra donna aveva.
-Apopi, cosa...-
-Principessa, dovete credere alle nostre parole. La nostra regina non ha nessuna intenzione di fare del male a voi, ne alla Terra-
-Vorrebbe solo che la principessa Serenity fosse felice...-
-Vorrebbe che il Sigillo scegliessedi venire dalla nostra parte...-
-Il Sigillo? E' tutto confuso, non capisco-
-Non c'è più molto tempo, principessa, presto ci sarà l'eclissi. La prego, venga con noi-
-Io...-
-NON LO FACCIA!-
un'ombra da un'edifico saltò giù sulla strada, parandosi tra Bunny e Tiamat, che di colpo si trovò un vento gelido in faccia, che l'allontanò da Sailor Moon, mentre un bagliore illuminava Apopi, facendola arretrare.
In quell'istante arrivarono anche le altre guerriere, tra di loro anche quelle del Sistema Solare Esterno.
Sailor Moon osservò le due guerriere, una doveva avere sedici anni al massimo, l'altra la sua stessa età.
L'uniforme di entrambe erano molto simili a quella delle guerriere sailor, solo che su una delle due sul fiocco c'era un fiore e sul diadema brillava una specie di pietra preziosa.
L'altra invece, a parte il corpetto bianco, era di vari colori dall'oro all'arancio al rosso che sfumavano in più punti, non aveva il diadema, e in mano teneva un lungo scettro che toccava terra.
-Il Sigillo non vi seguirà mai!-
-Sailor Moon!!-
-Stai bene?-
la ragazza, che fino a quel momento era rimasta in silenzio troppo sorpresa dalle novità, annuì alle altre Sailor, mentre una delle due ragazze balzava via, gridando.
-ATTENTE!-
alcuni tentacoli si mosserò, evitando apposta Sailor Moon, tentando invece di colpire le altre guerriere.
La ragazza che era balzata via atterrò dolcemente a terra, unendo le mani a preghiera, una piccola sfera apparve tra di esse con un simbolo, mentre il diadema con la pietra e il fiore lampeggiavano.
-TI PREGO URANO, CON LA TUA FORZA AIUTAMI A SCONFIGGERE IL NEMICO!-
Heles si voltò verso la ragazzina, di colpo sotto lo sguardo sorpreso di tutti sulla fronte di Sailor Uranus apparve il simbolo, e sentì che parte della sua forza si spostava verso la sfera, la ragazza che fino a quel momento era rimasta ad occhi chiusi ad attendere guardò il nemico.
-VENTO DEL NORD, ABBATTILO!-
la sfera con una vampata scomparve, mentre invece da dietro la ragazza una vento gelido formava stalattiti di ghiaccio, colpendo in pieno il mostro, mentre Tiamat osservava la scena ringhiando infastidita, per poi aprire una mano verso la ragazza, lanciando un tornando di vento e sabbia.
La ragazza non si fece trovare impreparata.
-SCUDO DI VENTO!-
il ciclone fu fermato a fatica dalla ragazza, che lo respinse, dal nulla apparve nelle mani della ragazza due pugnali dalla lama curva, e con un balzo la ragazza si fiondò contro la donna.
Apopi invece tentava di evitare i colpi dell'altra Sailor, lo scettro lanciava raggi di luce.
Uno colpì Apopi, che la fece cadere a terra.
In quel momento Sailor Moon si riscosse, fino a quel momento era stata evitata dagl'attacchi, ma vedere Apopi in pericolo la spinse a correre verso la ragazza, proteggendola con il corpo, mentre la Sailor stava per colpirla.
-TI PREGO NON FARLO!!! NON COLPIRLA!!!-
la Sailor si fermò in tempo, il gesto di Sailor Moon fermò anche l'ufficiale donna e l'altra guerriera, mentre le altre Sailor distruggevano il nemico, prima di correre verso Sailor Moon, che guardava tristemente Apopi, che le sorrideva felice.
-Sailor Moon, ma che stai facendo?-
-Apopi non ci ha fatto niente di male, vi prego non prendetevela con lei. Mi ha anche salvato la vita-
-Principessa Serenity...-
Sailor Moon si voltò a guardare la Sailor dall'uniforme dorata, che si avvicinò verso la ragazza dai codini biondi, facendo un inchino con la testa in segno di rispetto, stupendo tutti tranne Tiamat e l'altra guerriera, che si tenevano d'occhio.
-Principessa, la prego, non vada con la regina Eris...-
-La tua voce...sei quella del sogno!-
la sailor annuì, tenendo con una mano lo scettro, il bastone era bianco, mentre in cima c'era una sfera dorata decorata di rubini.
-Il mio nome è Solaria, e vi chiedo di venire con me e Acquarius-
-Acquarius?-
-Si, io-
la guerriera si avvicinò, i capelli cortissimi biondo chiaro, un occhio verde ed uno azzurro.
-Principessa Serenity, venga con noi. Con noi sarebbe al sicuro...-
-Aspettate un momento!!-
Sailor Moon vide le Sailor accerchiarla, era Rea a parlare.
-Cos'è questa storia?-
-La principessa resta con noi-
-Noi abbiamo il compito di proteggerla-
Solaria osservò Sailor Mars, Uranus e Venus.
Sailor Saturn invece stava fissando corrisposta Acquarius, la ragazza era tranquilla, mentre osservava gli occhi scuri e tranquilli di Saturn.
La scena era tenuta d'occhio da Pluton, che stupita si rendeva conto che Saturn sembrava conoscere la ragazza.
Solaria sospirò, Sailor Moon teneva ancora tra le braccia Apopi leggermente ferita.
-Principessa, io non posso imperdirvi di fare ciò che desiderate, ma vi avverto: fatti terribili cominceranno dal giorno in cui il sole e la luna formeranno l'eclissi.
Voi dovrete fare una scelta molto difficile che porterà ad influenzare il futuro...unirvi a noi e a sua maestà Cancer...o andare con la regina Eris-
Sailor Moon guardò stupita il viso tranquillo di Solaria, fino a quel momento nulla sembrava scalfire la tranquillità di quel viso, gli occhi sembravano ambra rossa, i capelli a caschetto erano di un biondo melassa sfumato, e sulla fronte quel cerchio con un punto al centro.
Solaria battè lo scettro, per poi voltarsi.
-Andiamo Acquarius-
-Ma...-
-Non temete, non abbiamo fallito-
Acquarius si voltò preoccupata a guardare Sailor Moon poi Saturn, ed annuì, scomparendo in un vortice d'aria fresca, mentre Solaria veniva colpita da un fascio di luce, svanendo.
Tiamat, che fino ad allora era rimasta in silenzio, guardò Sailor Moon.
-Principessa...-
e svanì anche lei in un vortice d'aria.
Sailor Moon guardò preoccupata Apopi.
-Come stai?-
-Bene, non mi è successo nulla. Grazie, principessa...-
la ragazza dai capelli verde pallido si fece aiutare ad alzarsi, e guardò la ragazza dai codini dorati.
-Principessa, spero farete la scelta giusta-
poi fece un'inchino, e svanì seguita da quel sibilo.


I giochi...sono iniziati...




(Ecco il nuovo capitolo! Spero di non avervi deluso!
Fatemi sapere!!
Baci!
Meiko)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Quando quel pomeriggio Bunny aveva appuntamento con Marzio, la ragazza non era affatto di buon umore.
Si poteva dire tranquillamente che era triste.
Dopo quella che Rea definì “una bravata” tutte le Sailor escluse Pluton e Saturn diedero una bella lavata di capo alla ragazza, persino Heles e Milena alzarono la voce.
La definirono una pazza incosciente, un'ingenua che cascava in qualsiasi trappola del nemico, e nemmeno Milord stesso, che con le Sialor aveva assistito alla scena, si era risparmiato un commento poco carino nei confronti della Sailor, che adesso che passegiava con il ragazzo si sentiva ancora avvolta da un profondo senso di insofferenza.
Si, lo ammetteva, adesso gli er ainsofferente dopo il commento che aveva fatto.

“Se tu fossi meno bambina! Persino Chibiusa è più matura di te!”

Eh no! Questa non gliela perdonava!
Sulle prime aveva persino pensato di dargli buca a quell'appuntamento, ma poi qualcosa era scattato, ma non era il suo buon cuore.
Oddio, un po' era anche qul quello, ma fu anche un brivido gelato che le aveva percorso la schiena, un brivido sensuale di crudeltà che la terrorizzò per quanto era...appagante.
Hai ragione tu, lui non ti merita. Fai bene a non andare all'appuntamento
Quel maledetto sussurro, mentre la mente di Bunny aveva strillato sconvolta e terrorizzata.
“MA TU CHI SEI? COSA VUOI DA ME!!”
E così, pur di non obbedire a quella voce che le sctenava quelle orribili sensazioni che non aveva mai provato, aveva deciso di andare con Marzio a quell'appuntamento, anche se la voglio di vedere quella faccia era talmente poca che se avrebbe potuto in quel momento sarebbe scappata via.
O mio dio...ma che stava dicendo?!
Lei amava da impazzire Marzio! Come poteva pensare certe cose?
Ma una parte di se, che per molti anni era stata sigillata, adesso si stava facendo valere.
Lei diceva quelle cose perché cazzo! Quel ragazzo non gli ha mai dimostrato amore se non nelle occasioni di massima necessità.
Fin dal loro primo incontro i due erano opposti, troppo diversi persino per poter parlare.
Eppure erano legati, il filo rosso del destino li legava insieme fino al futuro, e il futuro era infinito!
“Allora...io sono imprigionata nel destino scelto da altri?
E' questo quello che voglio?”
E' questo quello che tu vuoi?
Di nuovo...
Quel brivido...
-Bunny, ma che cos'hai? Sei così silenziosa oggi-
pezzo di scemo! Neanche ti ricordi quello che mi hai detto?
-No, non è nulla, sono solo stanca-
-Ci credo, hai affrontato un bel problema. Però...-
Marzio le prese la mano, stupendola di quel gesto, e facendole alzare la testa, incontrando gli occhi azzurri del ragazzo e il suo sorriso dolcissimo.
Bunny non poté fare a meno di perdersi in quel cielo, lasciando nascere un sorriso.
Ma al diavolo tutto!
Io lo amo, non potrei amare nessun'altro.
Sentì all'improvviso che tutto intorno a lei prendeva una piega di inaspettata gioia, si sentiva serena, tutta la rabbia di quella mattina era stata spazzata via in un colpo, bastava incontrare il viso di Marzio e lei era serena, perché aveva la nscosta impressione che nessun'altra avrebbe potuto avere tutta per se lo sguardo azzurro-blu di lui.
Si, Marzio era suo, e lei era di Marzio, non c'era di nulla di più perfetto.
E stringendosi di più al ragazzo, che si sollevò nel vedere che adesso accanto a lui c'era la solita Bunny, la ragazza continuò a passeggiare, anche se di colpo la sua felicità (o almeno in parte) svanì, ricordandosi di vecchissime parole di qualche anno fa pronunciate dalla bocca di una gatta a lei fin troppo familiare.

“Sei troppo volubile! Se continuerai di questo passo passerò il comando ad un'altra Sailor”

-Ripeti, Apopi-
-...Solaria e Acquarius hanno raggiunto la terra-
la voce tremava, per poi venire soffocata dal terrore, un altro lampo nero frantumò l'ennesima colonna, stavolta però si ricompose, lentamente ma si ricompose, il palazzo infondo rischiarava di crollare se almeno le parti più importanti non si fossero rigenerate.
Eris non era arrabbiata per l'insucesso, quanto che Solaria alla fine aveva deciso di scendere sulla terra per parlare di persona alla principessa.
Eris sembrava trovarsi davanti ad una scacchiera, con Solaria come avversaria che muoveva il suo pedone verso la regina, una regina che però non era ne bianca ne nera, ma di un bel grigio perla.
Eris sembrò sbollirsi dalla rabbia, anche perché aveva lanciato una bella scossa, ed era esausta con un mal di testa che le svuotava la testa e non l'aiutava a pensare.
E lui intervenì in tempo.
-Apopi, Tiamat, andate, mia madre è stanca, continuate la vostra missione-
a parlare era il Principe, apparso dal nulla, agl'occhi delle due bello e terribilmente meraviglioso, con quei capelli argentati, un ciuffo delicatamente copriva in parte l'occhio rosso, la pelle vagamente color ambra, illuminata strategicamente dalle candele, e quell'uniforme nera che lo rendevano un po' più adulto.
....meraviglioso...
-Obbediamo, Principe Kama-
le due scomparverò, e la donna tese la mano al figlio, che l'afferrò, lasciandosi accarezzare poi una guancia, aiutando la madre nell'impresa.
-Madre, è inutile che vi arrabbiate. Secondo le predizioni di Cancer, sarete voi a vincere-
-Ah, figliolo, non credere a tutto quello che Cancer ci ha rivelato. Ricorda che le predizioni non sono mai precise, e qualsiasi cosa può cambiare il futuro.
Una scelta o un gesto qualsiasi può cambiare l'intera storia-
la donna sorrise al figlio, facendogli appoggiare la testa sul grembo della donna, i capelli del ragazzo scivolarono dolcemente come spuma argentata del mare.
-Ma adesso sono tranquilla, e so cosa fare...
Skoll!
Hati!-
dal nulla, seguiti da degl'ululati apparverò due ragazzi, più grandi del Principe.
Entrambi simili di viso e aspetto fisico, due gemelli dai capelli neri come la notte più nera, uno li portava corti mentre l'altro legati in una codina, gli occhi castano scuro senza la minima brillantezza, erano opachi e crudeli.
Eris li osservò sorridendo divertita, avrebbe fatto una bella sorpresa ad Acquarius e Solaria.
Acquarius...
La sua presenza non era affatto sgradevole, ma Eris non voleva averla tra i piedi.
Stavolta non avrebbe perso il suo figlio, non lo avrebbe perso tra le braccia di Psiche...
-Voglio che cerchiate Solaria e le facciate una bella sorpresa tenendo anche impegnata Acquarius, mentre Apopi si occuperà della principessa.
Ma mi raccomando: sfinitele, ma le voglio entrambe vive-
“Non voglio perdere Cancer...anche se temo di averla gia persa...”
-Obbediamo!-
i due svanirono, mentre il Principe alzava lo sguardo verso la madre, che gli sorrideva, accarezzandogli il volto delicato.
-Cosa c'è Kama?-
-...mi chiami con il mio vero nome, madre?-
negl'occhi del ragazzo no ntrasparivano odio o sentimenti negativi così come il padre pensava che pian piano sarebbero cresciuti nel cuore del ragazzo, ed Eris dentro di se si sentì sollevata.
Non voleva perderlo, non voleva perdere...
-...va bene...Amore...-

(E' tempo di fare un po' di mitologia! Perché i nomi dei malvagi non sono inventati!
Kama è il dio dell'Amore nell'induismo, mentre per i greci è Amore, o Cupido come lo si voglia chiamare.
Eris è la dea del caos per i greci
Apopi era il dio del caos per gli egizi
Tiamat invece era la dea del caos in Mesopotamia
Skoll e Hati, invece, fanno parte delle creature che distuggeranno il mondo nel Ragnarok secondo le leggende nordiche, se non ricordo male hanno sembianze di lupi, se mi sono sbagliata scusatemi!
Skoll avrebbe mangiato il sole, Hati la luna)


Psiche si lasciò affondare nella morbidezza del divano di quella stanza, avevano affitato un appartamento, prendendo le sembianze di due studentesse, anche se Solaria ormai doveva sere una donna, Psiche al contrario doveva frequentare ancora il liceo.
L'appartamento era grande e spazioso, e Psiche lo aveva trovato molto bello, anche se fosse non ci avrebbero abitato per molto.
-La nostra missione è solamente quello di seguire il Sigillo-
-Si, lo so, ma non sarebbe più facile dirgli tutto?-
-No, sai anche tu che in questo periodo la linea del futuro è più fragile che mai, se tentiamo di fare qualche sciocchezza, come rivelargli cosa averrà, potrebbe avverarsi la predizione di vostra madre Cancer.
Non dobbiamo ripetere gli stessi errori...dobbiamo agire con discrezione...-
-Senti Solaria...tu vuoi molto bene a mia madre vero?-
la ragazza dai capelli color ambra si voltò verso la ragazza, che ora si teneva appoggiata allo schienale della poltrona, con le gambe piegate e tenute con una mano.
La ragazza annuì, al posto della solita aria di totale tranquillità, apparve un sorriso dolcissimo, intriso di malinconia, mentre riportava di nuovo la sua attenzione verso il mondo esterno alla finestra della terrazza, il pomeriggio stava lentamente andando a finire, e ormai le nuvole erano state spazzate via, lasicando il magico momento del tramonto, pian piano l'influenza sulla Terra sarebbe diventata più debole, e lei si sarebbe indebolita.
Ora più che mai doveva stare attenta, ma i suoi pensieri erano vagamente distratti dai dolci ricordi di Cancer.
-E' stata...come una madre per me...non potrò mai ringraziarla di avermi preso con se e di avermi fatto diventare la sua sacerdotessa...-
-Si, mia madre ci teneva a te, sapevi cosa eri, ma eri anche in pericolo. Eri sola...-
Psiche s'ammutolì, non doveva far riemergere ricordi a Solaria, sua madre aveva fatto tanta fatica a nasconderli alla diretta interessata, il cui sorriso ora stava assumendo sfumature di tristezza.
-Non voglio sapere cos'ero in passato. Non ancora...-
lentamente, il sorriso morì, il viso tornò tranquillo disteso, sembrava che nulla potesse scalfirla, la sua serenità era qualcosa di misterioso per chiunque, persino per Psiche, Cancer invece ogni volta che vedeva il viso steso e rilassato di Solaria non poteva far che sorridere.
-Invece...credi che la regina Cancer manderà qualcuno a contllarci?-
-Probabile Psiche, tua madre si preoccupa per te, anche se sa benissimo che te la sai cavare, in fondo sei una guerriera-
Psiche annuì, mentre si spostava lievemente, qualcosa tintinnò sul suo petto, accanto alla spilla che la trasformava, e la ragazza socchiuse gli occhi.


La giornata era passata così, tranquilla, le ore sono tascoarse piacevoli, mentre Bunny e Marzio si tenevano ancora mano nella mano, avviandosi verso il parco, affacciandosi sul lago, i cui riflessi delle sfumature del rosso, rosa e arancio fecero ricordare a Bunny lo stran oincontro con Solaria e Acquarius, le due le avevano fatto una richiesta ben precisa.

“La prego, non vada con la regina Eris”

Chi era Eris? E quelle due ragazze?
E Apopi, con quell'altra donna?
Cosa volevano tutti da lei?
Perché non doveva andare da questa regina?
Non capiva...era confusa...
Un leggero mal di testa la colse, ma cercò di nasconderlo, adesso era apoggiata sul balconcino che sporgeva verso il lago, Marzio sopra di lei le trasmetteva il calore del suo corpo, facendo sentire Bunny leggera e protetta, una protezione che però in qualche modo la faceva sentire soffocata.
Le parole di Artemis e Luna tornavano nella sua memoria.

“La principessa è di nuovo in pericolo. Dobbiamo proteggerla”

Non lo accettava! Tutti a trattarla come una mocciosa, una bambina che non era capace di cavarsela.

“Persino Chibiusa è più saggia di te”

Eh no!
-Senti, Marzio...riguarda a quello che mi hai detto stamattina-
-Bunny, so che ti sei offesa, e mi dispiace, ma cerca di capire-
oddio, quando faceva così non lo sopportava!
A dire la verità non sopportava nessuno che conosceva quando gli diceva così!
“Cerca di capire”
CAPIRE COSA?!
Ma mi prendete per cretina?
-Noi facciamo questo solo per il tuo bene-
offendere vuol dire voler bene? Allora mi amate!!
Bunny si limitò a distaccarsi leggermente dalle braccia di Marzio, in quelle situazioni la linea che li univa era molto fragile.
-Vogliamo ch tu capisca che non potrai per sempre fare come ti dice il cuore! A volte i tuoi atteggiamenti sono quelli di una bambina, quando adesso ormai sei donna. Tu hai delle responsabilità-
-Credi che non sappia di avere delle responsabilità, Marzio? Io so chi sono, so cosa sarò.
E...sinceramente...-
Bunny si voltò, allontanandosi da Marzio e gurdandolo tristemente, con gli ultimi raggi di sole che illuminavano il suo viso e i suoi capelli.
-...sinceramente...sto cominciando a non accettare più questo...-
ma perché doveva essere la principessa, o meglio doveva diventare la regina Serenity di Cristal Tokio, senza che lei potesse esprimere giudizio di verso.
No, per tutti quanti lei era destinata a questo, basta! Troppo imbranata per pensare a qualcos'altro, vero?!
Marzio, nel frattempo, la stava guardando con fare stralunato, ma quella era la Bunny che conosceva? Quella un po' bambina con la testa un po' tra le nuvole?
-Bunny, ma che stai dicendo? Questo è il nostro futuro! Mio e tuo-
forse era solo un'impressione, ma Marzio sembrava aver calcato quel “mio”, e questo alla pareva un po' strano.
Il ragazzo, intanto, le si era avvicinato, e l'aveva scossa gentilmente.
-Ti rendi conto di quello che hai detto? Questo futuro è giusto per noi, è quello giusto-
-E chi lo dice?-
-Tutti-
-Oh, certo, tutti. Ma qualcuno mi ha mai chiesto veramente come la pensavo?-
il ragazzo si bloccò nel vedere l'espressione accigliata di Bunny, e sembrò agitarsi ancora di più.
Cavolo, e dire che Bunny aveva detto solamente che non era sicura di que futuro.
Però...a pensarci bene...era la prima volta che ci pensava...
Forse era a causa di Apopi e Solaria.
Entrambe le davano altri due futuri diversi da quello predestinato.
E che la stavano...attraendo...
-Bunny, cosa...-
-Scusa Marzio, ma adesso me ne torno a casa. Non c'è bisogno che mi accompagni, grazie...-
Bunny si staccò dal ragazzo, e iniziò ad allontanarsi, senza nemmeno salutarlo, semplicemente andandosene, e anche di corsa, non sapeva perché ma voleva stare il più lontano possibile da lui, e se era possibile anche dalle altre ragazze.
Aveva cominciato a dire no a Marzio, come si sarebbe comportata con le altre?
Il pensiero la fece rallentare, non sembrava che Marzio l'avesse seguita...
Meglio così, non voleva vederlo, non voleva parlarci ancora.
Però non era tornata a casa...
Eh gia, sarebbe incappata in Luna.
Tutti grandi esperti su quello che doveva fare della sua vita.
Bunny si guardò intorno, senza accorgersene era finita in mezzo a negozi e vetrine, però il cielo sopra di lei era tornato a rannuvolarsi...
Peccato...
La ragazza, però, convinta più che mai che non voleva tornare a casa, iniziò a incamminarsi per le vie della città, affascinata dalla luce e dalle muschette che venivano da supermercati e negozi, le vetrine erano uno spettacolo interessante, e da alcuni negozi di dolciumi uscivano degli odori buonissimi.
Per la prima volta, la ragazza dai codini dorati era serena, incredibilmente serena.
Intorno a lei nessuno che gl idiceva che era una perditempo, una sfaticata, una pigrona, una mangione, una bambina capricciosa.
Non è bellissimo? Nessuno che ti dice cosa devi fare o cosa sei...
Tu...decidi...la tua...vita...

Bunny si appoggiò alla parete, una mano sul petto si stringeva con forza il cuore, di colpo aveva avvertito il battito mancare e poi accellerare, di nuovo quel brivido di crudele piacere.
E la voce...la sottile e vellutata voce di donna che sembrava andare d'accordo con lei...
Ma lei chi era, chi era?
Bunny ansimò , si sentiva di colpo come se il l'aria le mancasse, una sensazione orribile che la stava lentamente stancando, gia da temp accusava quei sintomi.
E poi...poi qualcosa si muoveva dentro di lei...qualcosa di terribile...
Mai prima d'ora aveva avvertito sensazioni così, era un misto di tristezza e crudele gioia, sete di vendetta e paura, sentiment iche si mescolavano, spossandola.
E dentro di lei...il cristallo d'argento lampeggiava quasi come se chiamasse aiuto.
NO!!
Se chiamerà le altre, vorrà dire che non sei nemmeno in grado di cavartela da sola!!
Le altre ti diranno che sei un'incapace!
E tu...non vuoi che le altre ti dicano cosa fare...vero Bunny?

...vero...
Bunny si rialzò in piedi, staovlta però i suoi occhi apparivano lggermente più opachi, stavolta avrebbe ascoltato la voce, e ignorato i segnali di chiamata del cristallo d'argento, facendolo zittire in un secondo.
Lei stava bene, se la cavava benissimo da sola, nessuno gli doveva dire cosa fare!!
Bunny riprese la sua passeggiata, stringendosi meglio la giacca intorno alla vita sotile, tornando sorridente, anche se un piccolo spiffero e un tuono in lontananza minacciava di tornare a piovere.


-Si è mosso!-
-Lo so, lo avvertito anch'io-
-Dobbiamo intervenire?-
Solaria guardò verso Pisiche, che di colpo era scattata, alzandosi dal divano e passandosi una mano nervosa tra i corti capelli biondo ossigenato, gli occhi si guardarono intorno, mentre annuiva a Solaria, che si limitava a far comparire dalla mano parte dello scettro che aveva utilizzato il giorno prima.
C'era qualcosa che le stava osservando.
Psiche tenne la spilla tra le mani, tenendo gli occhi socchiusi, per poi avvertire qualcosa alla sua sinistra, evitando all'ultimo secondo una mano che bucò il pavimento, un ragazzo dai capelli neri corti e da un'aura grigia che pareva nebbia o fumo la stava osservando sorridendo e rivelando delle zanne ben fatte, mentre Solaria velocemente ma mantendendo la sua tranquillità dipinta sul viso usciva per il balcone e con un balzo saltava di balcone in balcone, mentre dietro di lei una seconda figura la seguiva, anche questa avvolta da quello che sembrava fumo, che ora assumeva i tratti di un lupo furioso, le zanne ben in mostra e gli occhi assetati di voglia di uccidere.
Solaria raggiunse il tetto dell'edificio, e li alzò lo scettro in aria.
-SUN POWER UP!-
in una luce che accecò il ragazzo e il “lupo” attorno a lui Solaria si trasformò, rivelando la sua figura di guerriera, sotto di lei si sentiva il grido di Psiche che richiamava a se il suo potere, poi una raffice di vento raggiunse Solaria, la sailor del vento ora era spalla a spalla con Solaria, il cui scettro si era notevolmente allungato, e poggiava tranquillamente a terra.
-Questi sono inviati da Eris-
-Evidentemente la mia presenza non è ben gradita alla regina-
i due attaccarono simultaneamente, mentre le due balzavano contro di loro, Acquarius con i due pugnali.
-Tagli!-
la ragazza fece due affondi, e di colpo fu come il vento fu stato tagliato, una corrente investì in pieno il lupo e il ragazzo (Ok, qui ho scopiazzato un po' Inuyasha, ma voi chiudete un occhio, per favore! ^^; n.d.Meiko), allontanandoli da se, la raazza però avvertì subito una presenza dietro di lei, e parò in tempo il colpo del ragazzo, ricevendo però un bel colpo degl'artigli affilati, la guancia era graffiata e scivolava un po' di sangue.
Solaria invece andava sulla difensiva, le sue energie erano diminuite data la mancata presenza del sole, e cercava di utilizzare pochi colpi possibili, ricevendo però delle batoste dal suo avversario.
Merda!
La ragazza stava per ricevere l'ennesimo colpo, quando una figura rapidissima la portò via da li.
Era un uomo, o meglio un ragazzo di una ventina d'anni, molto carino, che appoggiò delicatamente la ragazza a terra.
-Taurus, che ci fai qui?-
-Ordini di Cancer. LEVATI!-
i due si spostarono in tempo, evitando un colpo di Hati, Skoll era impegnato con Acquarius, che però gridò il nome del ragazzo con un pizzico di fastidio.
-Taurus!-
-Principessa...-
evitò ancora un colpo, per poi anche lui unire le mani in segno di preghieria.
-VENERE, DAMMI FORZA!-
nello stesso istante Marta avvertì chiaramente parte della sua energia venire aspirata e portata via, era rimasta senza fiato, mentre Artemis la osservava stupito.
-Marta, cosa...-
non poté dire nulla, perché Rea chiamò Marta, avvertendo che c'era un combattimento che si stava scatenando sul tetto di un'edificio.
Nel frattempo Taurus aveva imagazzinato l'energia, e aveva sferrato un cazzotto a terra, scatenando un tremendo boato, dalla strada pezzi d'asfalto spuntarono, e sotto il comando di un sorriso arrogante di Taurus si schiantarono contro Hati, che precipitò giù dall'edificio, Solari si sporse a guardare.
-Sarà morto?-
-Improbabile, andiamo giù, qui non è adatto-
-Andate! Io me la sbrigo da sola!-
Acquarius stava ferocomente aggredendo l'avversario che ormai sembrava allo strmeo delle forze, e Taurus non disobbedì agl'ordini della sua principessa.
Il ragazzo balzò giù, i capelli castani abbastanza corti si agitarono frenetici, e la corta codina che aveva dietro si sollevò, il ragazzo vestiva di un'uniforme come quella di un liceale (giacca a collo alto con bordino e sotto una camicia o una maglietta non so di preciso n.d.Meiko) di colore blu notte, al cuore un disegno bianco di una rosa e al centro della rosa un rubino abbastanza grosso che luccicava.
Il suo simbolo splendeva come non mai sui dorsi delle mani, in qualche modo lottare lo eccittava, lo faceva sentire potente.
Nel frattempo era comparsa in scena Sailor Moon, che era la più vicina al quartiere, e stava affrontando il mostro evitando vari colpi.
-PRINCIPESSA!-
il mostro, nel sentire questo s'immobilizzò, giusto per avvertire un bastone sbatterlo via, un ragazzo castano dagl'occhi blu aiutò Sailor Moon a rialzarsi in piedi.
-Tutto ok principessa?-
-Si...-
la ragaza si rialzò un po' stupita, ma quanta gente sapeva di lei!
Nel frattempo Milord era appena arrivato, e poco dopo arrivarono le Sailor.
Il mostro cominciò ad attaccarle, più feroce che mai, sembrava impazzito, però spesso e volentieri alcuni suoi attacchi li dirigeva a Solaria, ed evitava volutamente Sailor Moon.
-Taurus!-
-VENERE! DAMMI FORZA!-
di nuovo
Marta stavolta cadde a terra, stupendo tutte, mentre il ragazzo la guardava per un momento, dovevano avere la stessa età.
-Perdonami-
il ragazzo disse solo questo, prima di scaricare di nuovo le energie verso terra, questa tremò con un feroce boato, e dal nulla si aprì una voragine che il ragazzo-lupo evitò facilmente.
Sopra di lui, però, Acquarius stava cadendo giù dall'edificio, i pugnali pronti, e affondarono nella schiena di Hati, che con un sinistro ululato svanì in fumo.
Acquarius si rialzò in piedi, era un po 'ammaccata, Tarus le si fece incontro.
-Tutto ok Acquarius?-
-Si, grazie Taurus-
-Dovere, la sovrana mi manda a tenerla d'occhio-
-Non li ho ammazzati, ma almeno per un po'...-
-Sailor Moon. Ci rincontriamo...-
Solaria si fece avanti verso la ragazza, che ora appariva forte e sicura, ma di colpo si vide di nuovo protetta dalle altre Sailor, il cielo sopra di loro tuonava come quella mattina.
-Lasciala in pace!-
-Non ho alcuna intenzione di farle del male-
-Non ci fidiamo di te-
Acquarius stava per controbattere, ma Solaria sembrò ammonirla con un'occhiata, l'attenzione della ragazza poi si rivolse di nuovo a Sailor Moon.
-Non abbiamo motivo per volerti fare del male. Anzi, siamo qui per proteggerti-
-A questo ci pensiamo noi-
-Voi non c'entrate nulla, tornatevene da dove siete venuti-
-Bastiamo noi per lei-
-BASTA!!!!!-
un urlo riecheggiò più forte del tuono, facend obalzare tutti, ad esclusione di Solaria, Taurus e Acquarius, questa passandosi una mano tra i capelli disse “Ecco, lo sapevo”
Sailor Moon di colpo spinse via le Sialor, le allontanò con violenza, facendo acnhe cascare Rea e Morea.
-Ma Sailor Moon-
-Sei impazzita?-
-...in pace...-
-Come?-
Amy si fece avanti cautamente, apoggiando una mano sulla spalla di Bunny, chiamandola dolcemente per nome.
-Bunny-
la ragazza dai codini schiaffeggiò via la mano, facendo anche male ad Amy e spaventando tutte, mentre la pioggia comcinciava a cadere violente.
Una cosa...veniva trattata come un oggetto...come un essere incapace di difendersi...
Basta...adesso basta...
Hai visto? Visto come ti trattano?
Diglielo, diglielo chiaro e tondo
Urlalo...

Si...
-Dovete lasciarmi in pace, io non sono un'oggetto, non sono un'incapace, non sono una bambina che non sa difendersi-
si allontanò da tutti quanti, gridando disperata, urlando.
-LASCIATEMI IN PACEEEE!!!-
di colpo, un fulmine si scagliò dietro di lei, e per un solo istante un'immagine apocalittica si rivelò ai loro occhi, spaventando Taurus e Acquarius, mentre Solaria pareva una statua di ghiaccio.
...si stava rivelando...
Dopo questo urlo, Sailor Moon, ancora in lacrime, scappò via lontano...
E in quel momento, Eris sapeva di aver la mossa per lo Scacco Matto...

(Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Tranquilli, ci vorrà ancora un po' prima che Eris faccia lo Scacco Matto
Ci vediamo!
BACI!
Meiko)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Quando Bunny era tornata a casa era zuppa, silenziosa e in procinto di scoppiare in lacrime.
La madre l'aveva guardata con stupore, per poi affettuosamente dargli un'asciugamano e aspettare che la ragazza le scoppiasse in lacrime, abbracciandola affettuosamente.
Non chiedeva nulla, semplicemente aveva fatto poggiare il capo di Bunny in grembo e l'aveva lasciata sfogarsi, senza sapere nulla, voleva semplicemente che la sua piccola bambina tornasse tranquilla e sorridente.
Una volta che la figlia si fosse sfogata, la mandò a farsi una doccia e a cambiarsi.
Ed ora Bunny era li, seduta sul letto, restando a guardare il temporale notturno, con lampi e tuoni che facevano tremare la terra lievemente, mentre Bunny con l'asciugamano bbaondanto li, vicino a se, stava riflettendo quello che era accaduto.
L'incontro con Apopi, la scoperta che qualcuno voleva che venisse con lei, Solaria, Acquarius, nuovi avversari che però volevano che lei venisse chi da una parte chi dall'altra, senza ferirla o farle del male.
Poi le improvvise sensazioni di solitudine, di sofferenza, di rabbia, di crudeltà.
Qualcosa che lei non si spiegava, erano sensazioni viscide ma che lei in qualche modo trovava piacevoli, e si sentì incredibilmente sporca di odio e rabbia.
Era arrabbiata con tutte quelle persone che non vedevano in lei che una deficiente, una incapace di pensare, di sapersela cavare, come se fosse un neonato.
Bunny sentì il corpo tremare a quelle parole, a quelle parole sprezzanti, dette in momenti di poca lucidità che però...
...ferivano...come coltelli...
...facevano male...lasciavano sanguinare un cuore...
Hai sempre dato il tuo cuore agl'altri, hai dimostrato il tuo affetto, il tuo altruismo, la tua generosità.
E come sei stata pagata?
Con la moneta del fastidio, ti hanno detto che eri sciocca, ti hanno detto che eri infantile, ti hanno detto che non sei capace di cavartela da sola, ti hanno detto che sei ingenua.
Tanto amore, ma non ne hai avuto allo stesso modo...

“Non è vero, non è vero!!”
Bunny scosse la testa, avvertì di nuovo il cristallo d'argento dentro di lei lampeggiare avvertendo segnale di pericolo, le mani premute sulle tempie, cercando di controllare quelle valanga di emozini negative.
Rabbia, dolore, tristezza, vendetta, crudeltà.
Ripensò ad istanti felici con le sue amiche, quando chiacchieravano allegre, ridevano, si divertivano, erano insieme, erano felici.
Quando poi stava con Marzio, quanto amore scorreva tra loro.
“Io amo e ricevo amore! Non mi farai cambiare idea!”
Certo...ma molta acqua scorre sotto i ponti, cara la mia dolce Bunny...
I tempi felici sono finiti...loro non vedono in te ciò che vedo io...
Ormai i loro occhi sono coperti dalla...gelosia...e dall'invidia...

-P-Perché?-
Bunny sussurrò quelle parole, Luna stava dormendo sul letto, quando l'aveva vista tornare a casa la gattina saggiamente avev apreferito allontanarsi, aspettando che l'amica si calmasse.
Nel frattempo le mani della biondina si erano scostate dalle tempie, gli occhi prima chiusi che si stringevano adesso erano aperti in un'espressione di stupore.
Tu possiedi cose che loro non hanno, e loro ne sono gelose...
Per questo ti trattano così...per invidia...
Ma loro non capiscono...non capiscono...
Poi...ti trattano così anche perché si sentono più mature di te...credono che tu sia infantile...

“NON LO SONO! Perché tutti lo pensano? Perché non posso essere me stessa?”
Bunny adesso aveva ridotto gli occhi a due fessure, lasciando scivolare via le lacrime di tristezza, ripensando a tutti i momenti felici e a queli tristi.
La voce sembrò svanita, dato che non rispondeva a questa domanda, ma riprese poco dopo, più convinta che mai.
Visto che mi dai ragione?
Loro non ti permetteranno di essere te stessa...
Ascoltami: manifesta il tuo dolore, la tua rabbia, la tua tristezza.
Sfogati, mostrati.
Avanti...so che lo vuoi...

Bunny adesso sussultò, spaventata, il cristallo d'argento lampeggiava più convinto che mai, il cuore era accellerato, quella sensazione di voler gettare fuori di se un'ondata di sensazioni negative era forte, così com'era la tentazione.
...no...
Non poteva, non doveva rinunciare così!
Doveva stirngere i denti!
Le cose si sarebbero risolte, com sempre!
“No, non ti permetterò di farlo! Io non lo voglio!”
Oh si che lo vuoi, lo desideri con tutta te stessa...
Una strana aura avvolse bianca, era un'aura scura come la notte costellata di spruzzi d'argento come saette, i codini si erano sollevati dolcemente dal letto, danzando leggiadri.
Doveva resistere!
Resistere!!
Bunny stirnse i denti, una mano sul petto e l'altra che si reggeva al letto, di colpo avvertì qualcosa scatenarsi nella mano appoggiata al letto, e con suo terrore vide il marchio della sua mano sul tessuto del lenzuolo, spaventandola e facendola alzare in piedi, per poi cadere in ginocchio, trattenendosi.
“NO! NO!”
la voce non parlò, mentre lentamente Bunny si calmava, la vampata di energia svaniva, lasciando Bunny stremata dalla fatica, mentr ela voce sussurrava tentatrice.
So che hai paura, ma come vedi è stato facile...
La prossima volta...c'è la farai... niente ti fermerà...



In quello stesso istante, ben dieci persone avvertirono l'aura che aveva avvolto Bunny in quei minuti.
Le prime tre furono Psiche, Solaria e Taurus, il ragazzo si era addormentato sul divano, ma ora aveva spalancato gli occhi, sussultando, Solaria era ancora di fronte a quel balcone a fissare la notte stellata, mentre Pische usciva dalla stanza.
-Si è mosso-
-Stavolta era un segnale forte-
-Significa che dobbiamo sbrigarci. Il Sigillo temo che non resisterà a lungo. Sopportare un peso del genere per tutti questi anni da solo è stato faticoso. Ma adesso avrà bisogno del nostro aiuto-
-O di quello di Eris, se si schiererà dalla sua parte-
-Ehilà, Psiche, da quanto siamo così pessimisti?-
-Non scherzare Pek! La situazione è seria! Speravo che non si muovesse fino all'Eclissi, invece...-
-Gli stimoli esterni fanno si che si muovi prima...-
Solaria aveva spostato la sua attenzione verso Psiche e il ragazzo, che si passò una mano tra i capelli spettinatissimi, trattenendo uno sbadiglio, mentre Psiche pensava a quello che stava accadendo, prima di rivolgersi alla ragazza che osservava il mondo fuori da quel balcone.
-Cosa consigli di fare?-
-...ho appena tentato di comunicare telepaticamente con vostra madre, ma non ho ricevuto nessun segnale...
Dovremmo cavarcela da soli...anche se sono sicura che vostra madre ha sentito il movimento...-
Psiche annuì con Pek, tornando poi a tentare di riprendere sonno, mentre il ragazzo gia si addormentava.
Solaria osservò il ragazzo, con gli occhi socchiusi, ma non avvertiva la stanchezza, tornando poi a guardare la Via Lattea sopra di lei.


Le altre tre persone che avvertirono il movimento erano Eris, Kama e un uomo di aspetto affascinante e misterioso, sembrava avere una trentina d'anni, i lunghi capelli di un colore nero, più nero dela notte, gli occhi invece erano di un celeste pallido da sembrare bianco, un sorriso soddisfatto, arrogante per Kama e sicuro di se, l'aspetto signorile anche grazie al mantello che portava dietro di se, di tutti e dieci gli ufficiali era il più importante, e in quel momento Eris lo aveva richiamato a se, lasicandolo un poco nel silenzio della sala, mentre la regina avvertiva chiaramente muoversi la cosa...
-Lo hai sentito Tartaro?-
-Si mia signora-
la sua voce era impostata, conturbante e ipnotica, chiunque avrebbe perso la ragione verso quell'uomo, che però era il più pericoloso degl'ufficiali, e quello che più si avviicnava al potere di Eris.
Ma nessuno di loro, però, avrebbe mai potuto sconfiggere la loro signora, troppo potere circolava in lei.
La donna socchiuse gli occhi, squadrando l'uomo che era chinato verso sua maestà.
-Tartaro, dimmi, porti buone notizie?-
-Sfortunatamente Skoll e Hati hanno fallito, anche perché pare che Taurus abbia raggiunto Solaria e la principessa Psiche-
Kama lanciò uno sguardo carico di disprezzo verso l'uomo che lasciò che il nome della principessa scivolasse dolcemente dalle sue labbra: da sempre l'ufficiale Tartaro avrebbe voluto mettere mani sulla dolce e aggraziata figura della figlia di Cancer, ma Eris lo sguadrò di nuovo, per poi sorridere, alzandosi, i capelli neri volteggiavano sciolti lungo il viso e la sua figura.
-Apopi!-
dal nulla, con dietro di se un sibilo, Apopi apparve in alta uniforme, inchinandosi alla regina.
-Maestà, mi ha chiamato?-
-Si, voglio che tu e Tartaro scendiate sulla terra. Voglio che Solaria, Psiche e Taurus soffrano! Non voglio che si avvicinino alla principessa. Egli si muove, si muove velocemente, e il Sigillo presto farà la Scelta.
Ora andate!-
-Si!-
Tartaro svanì facendo un passo indietro e scomparendo nell'oscurità della stanza, mentre Apopi veniva accompagnata da un sibilo, Eris si passò una mano a voler nascondere le labbra increspate in un sorriso, mentre Kama restava in silenzio dietro alla madre, ripensando a quel viso sorridente.
Strinse gli occhi, avvertendo quel calore e allo stesso tempo quella stilettata raggiungere il cuore, i suoi pugni si strinsero, dalla rabbia e dalla tristezza.
“Psiche....Psiche...”


Altre tre persone che avvertirono i movimenti di Egli erano Cancer, Leo e un'altra figura, messa in ombra, che attendeva istruzioni dalla maestà, che sussultò un secondo avvertendo per un solo istante l'influenza della cosa e la debolezza della principessa.
Leo si voltò verso la sua sposa, osservando con fare triste il viso dellla regina tinto di un'espressione turbata e triste, stringendole affettuosamente la mano a volerle donare un po' del suo calore, che aiutò la donna a far nascere un sorriso tra le sue labbra, per poi voltarsi verso la figur ain ombra.
-Voglio che Sagitter, Virgo e Pisce raggiungano Solaria, Acquarius e Taurus. Oggi stesso-
la figura fece un'inchino silenzioso, allontanandosi poi dalla stanza, mentre la donna si appoggiava al marito, avvertendo una profonda stanchezza e la debolezza che si insinuavano in lei.
-Se continuerà a muoversi così il potere della principessa andrà presto a dissolversi...ho paura...-
Leo strinse nel suo caldo e confortevole abbraccio la moglie, accarezzandole la lunga chioma candida, baciandole il capo, tenendola stretta a se, cercando quasi di tenerla nascosta dal pericolo di perderla.
“Non ti porteranno via da me...”


L'ulima persona ad avvertire una presenza strana, dalle strane onde era Rea, che in quel momento era in meditazione davanti al fuoco, aveva avvertito chiaramente per qualche minuto una presenza che non era ne benigna ne maligna, ma che comunque fece venire a Rea un brivido gelato di paura, mentre spalancava gli occhi avvertendola.
Era qualcosa di incompatto, non aveva forma precisa, ma era in qualche modo grande, enorme.
Immenso...infinito...
E allo stesso tempo era concentrato, minuscolo, in qualche modo Rea avvertì questa presenza epsandersi per poi regredire fino a scomparire.
Rea sospirò, ripensando ai nemici che si facevano avanti verso la principessa offrendole protezione e sicurezza.
Lo ammetteva, Rea si sentiva in colpa, come tutte le altre Sailor.
In quei giorni stava trattando in modo davvero terribile Bunny, va bene che di solito con la ragazza Rea ci litigava sempre, ma era comunque qualcosa di poco offensivo, non come la sfuriata quando Bunny aveva difeso il nemico.
E poi...il ricordo di quegl'istanti...

“LASCIATEMI IN PACEEEE!!”

Rea avvertì di nuovo quel brivido, in quei momenti aveva visot una Bunny furente, rabbiosa, offesa, disperata, che si allontanava da loro, scatenando poi la sua rabbia in quel comando chiaro e preciso.
Non voleva più vederle.
Però la ragazza sacerdotessa agrottò la fronte, domani stesso avrebbe chiesto scusa a Bunny, non poteva perdere la sua migliore amica, oltre alla sua principessa.
No, non poteva, non se la sarebbe mai perdonata...


Quella mattina Artemis aveva deicso di allontanarsi da Marta, che ronfava tranquilla nel suo letto, uscendo dalla finestra della stanza e optando per una passeggiata in città, fra i terrestri che erano rimasti in città, o che partivano o che tornavano, mentre il caldo sembrava aver ceduto il passo ad una frescura piacevole che metteva un po' di buonumore.
Il gatto dal mant candido passeggiava tranquillamente per le vie di negozi, guardandosi un po' intorno, ascoltando vagamente il chiacchiericcio sommesso della gente che passeggiava, entrava o usciva dai negozi, mentre i suoi pensieri riflettevano gli istanti delle varie battaglie che avevano affrontaot, e gli strnai incontri con i vari guerrieri.
In particolare lo aveva colpito l'ultimo incontro con Solaria, Acquarius e il nuovo venuto, un ragazzo che a quanto aveva capito e aveva visto nello scorrere della battaglia, prendeva energia da Marta, o meglio da Venere, Marta ne faceva solo da tramite con il potere del pianeta.
Il gatto superò una signora grassa, e agilmente superò una massa di gambe, una di queste però lo spinse verso la strada, facendolo quasi rischiare di farsi mettere sotto da un'auto in corsa, con un agile balzo Artemis evitò per un pelo la tragedia, tirando un sospiro di sollievo, tornando poi a passeggiare sul marciapiede, evitando di imbattere in qualche gamba che lo avrebbe di nuovo spintonato verso il ciglio della strada.
Era chiaro che l'oggetto dei desideri di quelle che parevano fazioni opposte era Bunny, o meglio la principessa Serenity.
Artemis lo ammetteva, si era spaventato la notte prima, quando Bunny avev aurlato che dovevano lasciarla stare, ed era preoccupatio per lei.
Non aveva più visto Luna, forse la gatta era rimasta con la ragazza.
...
Artemis stava ancora pensando, quando avvertì delle braccia afferrarlo delicatamente, facendolo sobbalzare, ma prima di sfoderare gli artigli alzò lo sguaro verso colui (perché era un lui) che lo aveva abbracciato.
Era un ragazzino, doveva avere l'età di Ottavia, i capelli di uno strano colore che ricordava il bianco, era qualcosa di grigio metallo chiaro, e dalle sue mani proveniva un piacevole profumo di Lavanda, gli occhi del ragazzetto erano di un colroe verde acqua sfumato in azzurro, la pelle un po' pallida.
-Che bello! Callisto, possiamo prenderlo?-
dalla folla apparve una ragazza, una ragazza bellissima secondo giudizio di Artemis, che rimase affascinato dal viso sorridente della ragazza, doveva avere l'età di Marta, gli occhi erano di un bdefinito colore grigio però brillante e bellissimo, i capelli lunghi fino alla vita lgeati in una treccia erano di un vivace castano chiaro quasi biondo, la ragazza dal corpo sottile sorrise divertita dal deisderio delragazzino, per poi scuotere la testa in senso di diniego.
-Ebisu, questo gatto potrebbe avere un padrone, e magari il padrone preoccupato lo starà cercando. Forza, mettilo giù-
il ragazzino annuì, dando ragione alle parole della ragazza, che prima che il ragazzino appoggiasse a terra il gatto accarezzò questo.
-Scusalo, a lui piacciono le cose belle-
sorrise, poi lasciò che Ebisu mettesse a terra Artemis, che dopo un attimo di stupore per l'atteggiamento della ragazza corse via tra la folla, seguito dallo sguardo dal bambino, che avvertì poi una mano arruffargli i capelli, accanto a Callisto si formò una terza figura un ragazzo della stessa età della ragazza e forse un po' più grande, dai capelli color rosso scuro che si guardava intorno, indossava una maglietta senza maniche che rivelava il fisico non troppo muscoloso, ad un braccio aveva un tatuaggio nero.
-Forza, andiamo piccolo amante dei gatti, dobbiamo raggiungere gli altri-
il ragazzino annuì, cominciando poi a farsi strada tr ala gente, per poi vedere qualcuno di familiare, e fiondandosi tra la folla seguito con lo sguardo da Callisto e l'altro ragazzo, che poi sorrise, avviandosi con la ragazza verso la figura, il ragazzino le era corso incontro abbracciandola.
-Sorellona!-
-Ebisu! Che ci fai qui?-
-Signorina Psiche...-
la ragazza alzò allibita lo sguardo verso le altre due persone, poco più in la Pek la stava raggiungendo.
-Callisto, Kutz! Ma che ci fate qui?-
-Vostra madre ci ha mandato per dervi una mano-
-Come sta?-
la domanda ansiosa e preoccupata della ragazza fece nascere un sorriso sul vlto della ragazza, che le appoggiò gentilmente una mano sulla spalla.
-Non ti preoccupare, tua madre sta bene-
-Kutz! Callisto! Ben arrivati! Ciao campione!-
-Pek!!-
Ebisu saltò verso Pek, che lo sollevò in aria, per poi riappoggiarlo a terra.
-Dov'è Solaria?-
-E' rimasta a casa nella sua stanza, voleva assolutamente comnicare con sua maestà Cancer-
i ragazzi si guardarono intorno, optando poi per una passeggiata fra la gente terrestre, osservando con aria divertita le persone che si muovevano freneticamente nei marciapiedi e per i negozi.
I cinque si guardavano intorno, sembravano davvero dei ragazzi normali, Kutz superava tutti e cinque in altezza, mentre Ebisu era il più piccolo, e si teneva mano per mano con Psiche, apparivano davvero, sarebbero stati identici se il ragazzino non avesse avuto quell'assurdo colore di capelli, la ragazza invece era di un bel biondo chiarissimo, con quei due occhi di colori diversi.
Il castano pareva il più tranquillo e il più normale, con quello sguardo tranquillo e l'aria un po' assonnata.
Invece la seconda ragazza si faceva notare, era davvero molto bella, i suoi capelli non erano rporpio lisci, infatti qualche ciocca sfuggita alla treccia appariva vagamente riccioluta, gli occhi di quella strana pigmentazione grigia.

Nel frattempo, al tempio di Rea, Amy, Morea, Marta e Rea stavano parlando con Bunny, che dopo lo sfogo con la madre e dopo una chiacchierata con Luna nel quale si erano in qualche modo chiarite adesso ascoltava le scuse delle amiche.
-Ci dispiace Bunny, ti abbiamo tratta malissimo-
-Ha ragione Amy, non dovevamo comprotarci così-
-Ti, prego, non essere arrabbiata con noi-
-Scusaci!-
Bunny le fissò stupita, prima di sorridere e di abbracciarle con forza, serena.
-Non vi preoccupate, vi ho gia perodnato tutto, tutto! Scusatemi voi per il mio comportamento...-
un sospiro di sollievo venne fuori dalle quattro, che abbracciarono affettuosamente la ragazza dai biondi codini, nel frattempo Luna si stava guardando intorno, per poi rivolgere la parola a Marta.
-Ma Artemis non è con te?-
-No, credo che sia andato a fare una passeggiata, è da quando mi sono svegliata che non lo vedo. Ma sta tranquilla Luna! Mica s'innamora di qualche gatta!-
a questa affermazione di Marta Luna arrossì di botto, facendo scoppiare a ridere le ragazze, che poi videro altre quattro figure con loro.
-Possiamo unirci alle risate?-
erano Heles, Milena, Sydia e Ottavia, le prime due porsero le scuse a Bunny, che le perdonò con un sorriso sulle labbra, proponendo poi alle ragazze di avviarsi per i negozi per far passare la giornata.
Così in quel momento di ritrovavano per le vie dei negozi, Bunny e Marta dimostravano il loro apprezzamento per meravigliosi vestiti costosissimi, mentre Amy optava per le librerie li attorno.
In quel momento Bunny avvertì qualcuno cozzarle contro, e si ritrovò sotto di lei un ragazzino della stessa età di Ottavia, dai capelli grigio metallizzato bianco e gli occhi verde acqua.
Questo fece un sorriso furbesco a trentadue denti, allontanandosi di qualche passo da Bunny e chinando il capo in segno di scuse.
-Mi dispiace-
-Figurati, però sta più attento-
-Ebisu!-
il ragazzino si voltò, tornando verso un gruppo di ragazzi, tra di loro spiccav auna figura familiare a Bunny, una ragazza di quindici-sedici anni che la fissò stupita, insieme a lei e al bambino due ragazzi e una ragazza che fece un cenno del capo in segno di saluto.
-Scusatelo, è un po' birbante. Mi chiamo Psiche, sono la sorella-
-Piacere, Bunny, e queste sono le mie amiche-
-Anche loro sono miei amici. Bene, adesso scusateci-
Marta nel frattempo che le due si presentavano e si presentavnao a vicenda le sue compagnie aveva addocchiato il ragazzo castano, le sembrava terribilmente familiare, mentre lui nel vedere gli occhi della biondina fissi su di lui arrossì un pochino timido e si avvicinò al compare dai capelli rossi, la sua aria allegra non passavano inosservate per le ragazze, Morea in testa, mentre la ragazza dai capelli vagamente biondi aveva attirato la curiosità di Amy, Heles, Milena e Sydia.
Ottavia invece aveva ricomincito ad osservare il coetaneo, corrisposta, lui però sorrideva allegro ed era ance aorristo un pochino.
Pishce si allontanò con gli altri, mentr eBunny li salutava sorridendo, per poi rivolgersi alle altre, Heles aveva storto il naso con fare sospettoso.
-Non mi piaceva la ragazza dai capelli castani-
-Avanti Heles! Non cominciamo a sospettare di tutti i ragazzi che ci passano davanti!-
Bunny sorrise, ricominciando a girovagare, mentre Psiche parlava con la sua comitiva.
-L'avete riconosciuta?-
-Quella con i codini dinque?-
-Bene, adesso che so chi devo proteggere, dovrò pensare ad un piano per la situazione-
-Il tuo cervello è gia in movimento, Callisto?-
-Al contrario del tuo, Kutz-
-Non cominciate voi due-
-Comunque, Pek, ho notato che la biondina dietro alla nostra principessa ti stava tenendo d'occhio. Hai fatto colpo caro mio!-
il ragazzo castano arrossì, mentre il rosso si metteva le mani dietro la nuca.
-Invece io ho trovato tutte le ragazze carine-
-Sempre il solito Kutz! Non perdi mai occasione di fare il Casanova-
-Ma se stavolta non ho proferito parola!-
-A me piaceva la ragazzina!-
-Ti riferisci alla tua coetanea Ebisu?-
-A proposito, Psiche...-
la ragazza si voltò, Callisto si era fermata turbata.
-Quella ragazzina è...-
-Si, è la nostra cara Sailor Saturn-
-QUELLA RAGAZZINA?-
Kutz aveva dimostrato il suo stupore, mentre Psiche annuiva, rimettendosi poi a camminare con gli altri dietro ed Ebisu che continuava a tenerle la mano.
-Non avrei immaginato che Sailor Saturn fosse una bambina-
-Beh, ricorda che si è reincarnata. Prima er auna neonata, e poi man mano è cresciuta. Presto raggiungerà la mia età, come farà Ebisu-
i ragazzi annuirono, continuando poi a godersi la mattinata, per poi avviarsi verso l'appartamento dove li attendeva Solaria.

(Capitolo corto, ma il prossimo sarà un po' più succoso!
Abbiate pazienza!
Spiegazione dei nomi! Allora, Tartaro è il buio che secondo i greci esisteva prima della terra, poi nacque la terra e il cielo, e il buio venne sconfitto e imprigionato, e si chiama Tartaro.
Poi....Pek secondo i Maya è il cane! Infatti, secondo lo zodiaco Maya dal 21 Aprile a mi sembra il 21 Maggio i nati sono del segno del cane.
La stessa cosa vale per Kutz, che è il pavone per i Maya, i nati dal 16 Novembre al 13 Dicembre sono del segno del pavone.
Callisto, invece, è per la mitologia Greca la ninfa che s'innamorò di Ulisse, il suo nome significa Bellezza!
E infine Ebisu, che è simpaticamente una delle sette divinità della Felicità per i Cinesi, e cioé quella della pesca!
Spero di avervi spiegato bene da dove vengono questi nomi!
Un saluto!
BACI!
Meiko)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


Quando Psiche e compagnia tornarono all'appartamento, Solaria era immobile sul divano, tra le mani la sfera dorata tempestata di rubini che di solito era attaccata all'asta della ragazza, la sfera volteggiava di fronte alla ragazza, che teneva gli occhi chiusi, i suoi poteri davano un'iridescenza dorata al globo dorato.
Ebisu fu trattenuto da Psiche, gli altri ragazzi rimanevano in silenzio ad attendere che la ragazza finisse.
In quel momento il balcone spalancato lasciava entrare i raggi del sole fino alla ragazza, il simbolo sulla fronte di questa era più vivido che mai, e si poteva notare facendo attenzione che le labbra di questa si stavano muovendo impercettibilmente.
I capelli volteggiavano, mentre adesso un'aura la stava avvolgendo.
I ragazzi rimasero in silenzio sull'uscio della casa, la porta si era chiusa con il massimo del silenzio, Psiche in quel momento aveva gli occhi fissi contro Solaria, che di colpo cominciò a lampeggiare come un faro nella notte.
La sfera adesso era più brillante che mai, ormai le mani sotto di lei si erano mosse verso i lati della sfera, i rubini lampeggiavano intensamente, per poi di colpo rilasciare una vampata di luce rossa che accecò i ragazzi tranne Psiche ed Ebisu, il ragazzino stringeva le mani alla sorella, che lo teneva stretto a se.
Lentamente, Solaria riaprì gli occhi, mentre la sfera si alzava ancora un po', continuando avolteggiare e a girare su se stessa copiando il moto della Terra, la ragazza adesso si era rialzata in piedi, i suoi occhi avevano perso lucentezza e la pupilla, era ancora in stato di trance, la sua figura ancora luminosa, mentre il globo continuava a girarle attorno.
Poi, il globo si fermò di fronte a lei, e il rubino più grande liberò un fascio rosso, che poi cambiò colore, diventando bianco, dal raggio ne uscì una figura tridimensionale.
Solaria, in quel momento, riprese coscienza di quello che le stava attorno, e fissò i nuovi arrivati, per poi chinare il capo alla figura di uomo.
-Maestà-
< Finalmente siamo riusciti a contattarti Solaria >
-PAPA'!-
Ebisu corse verso la figura che restava immobile ma sorrideva, mentre il ragazzino correva verso Solaria, gli altri man mano si avvicinavano, Psiche e il fratello in prima fila.
< Figli miei, per fortuna state bene a quanto vedo >
-Papà, come sta mamma?-
Ebisu fu di nuovo trattenuto da Psiche che non fiatava, sapeva che quello era solo un ologramma, merito della concentrazione di Solaria che non fiatava mantenendo attivo il suo potere di Sailor del sole.
Il re Leo sospirò pesantemente, il che non era un buon segno.
-Vostra madre si sta indebolendo, figli miei...come di sicuro avete gia avvertito, Egli si muove...-
-Ma padre, per ora abbiamo le mani legate! Non possiamo fare nulla fino a quando la principessa non avrà fatto la Scelta-
< Forse, ma fino a quel momento avete il compito di proteggere la principessa da eventuali nemici...e da se stessa... >
Il re avvertì chiaramente la stanchezza di Solaria, e con un cenno di saluto svanì, la sfera dorata cadde a terra con un pesante tonfo, mentre Solaria veniva sorretta da Kutz, Callisto preoccupata prese la sfera ancora rovente tra le mani, sembrava non avvertire il calore che proveniva da essa.
-Sua maestà sta peggiorando...-
Pek sbuffò, annuendo all'affermazione di Callisto, mentre Ebisu si avvicinava a Solaria, che gli accarezzò la fronte recuperando un po' le energie, per poi rivolgersi alle altre persone nella stanza.
-Dobbiamo di nuovo tentare di comunicare con la principessa-
-Le sue guerriere non c'è lo permetteranno-
-Ma lei si...-
Psiche si alzò in piedi, chiudendo il balcone ma tenendo le tende semi aperte, per poi guardare un Kutz poco convinto.
-Forse lei si, ma hai visto come le sue guerriere la proteggevano? No, sarà dura-
-E chi l'ha detto che lei vuole ancora farsi proteggere? Dopo la sfuriata a cui abbiamo assistito, sono sicura che ci concederà almeno di rivolgerle la parola-
-Ma ha fatto pace con le sue compagne, non credi che questo possa rivelarsi un'imprevisto spiacevole?-
Psiche sorrise, un sorriso che sapeva di un po' di crudeltà...e di amarezza, un'amarezza che la principessa stava scoprendo in quei giorni.
-Pek, sai perché la principessa ha fatto pace con le sue amiche?-
il ragazzo non si azzardò a rispondere, perché sapeva che la sua era la risposta sbagliata.
Psiche scostò la tenda con delicatezza, sorreggendola tra le dita, facendo svanire il sorriso, negl'occhi ancora l'amarezza di quello che stava per dire.
-Ella non le ha perdonate, non lo farà facilmente.
Se le ha perdonate...e solo per paura...
La paura...che loro le si ritorcano contro...
Non vuole affrontarle, e allora...le lascia fare...-
Pek annuì, mentre Kutz che era appoggiato dall'altra parte del divano, le braccia incrociate sorrise divertito.
-Tzé! Non è scema!-
-Non lo è mai stata! Sono le guerriere le vere sciocche!
Basti pensare a quanto tempo ci hanno messo a capire che quella terrestre era la principessa!
Noi, al contrario, ci abbiamo messo il tempo di uno sguardo-
-Psiche, non arrabbiarti con loro-
la ragazza scosse il capo, mentre Ebisu la guardava triste, e Solaria accarezzava il capo del ragazzino, annuendo a quella sua affermazione.
-Ebisu ha ragione! Ti ricordo che i loro ricordi non si erano destati, e stavano lentamente acquistando consapevolezza dei loro poteri.
Non essere severa-
la ragazza annuì di malavoglia, passandosi la mano nella testa dai cortissimi capelli
-Scusami Solaria, hai ragione, ma non riesco ancora ad accettare il fatto che mia madre sta male, così come la principessa stia affrontando Egli, e le sue “protettrici” non stanno muovendo un dito!-
-Psiche ha ragione-
Callisto si avvicinò alla ragazza, Kutz poté solo sbuffare passandosi la mano tra i capelli rosso porpora, il taglio a testa di riccio gli dava un'aria allegra e ottimista, mentre Pek stava tormentando la codina.
Le persone nella stanza restarono in silenzio, mentre fuopri si preannunciava un temporale molto potente, che però destò le attenzioni di Psiche, che teneva lo sguardo fissò sulle nuvole nere che si stavano radunando.


-Acccidenti!! Che razza di sfortuna!!-
-Forza, cerchiamo un riparo!-
Heles prese il controllo della situazione, e guidò con Milena le ragazze verso l'ingresso di un centro commerciale molto grande, le ragazze si erano un po' bagnate, ma Bunny sorrideva, sentiva il cuore incredibilmente sollevato, e per ora quella maledetta voce non l'aveva tormentata, così come quella sensazione di mancamento.
Con sorpresa di tutte arrivò anche Marzio, che quella mattina aveva cercato Bunny per scusarla.
Un'altro...
-Guarda che non è colpa tua...-
bugiarda, ma pur di non sentire quella maledetta voce era disposta anche a perdonarli.
Oddio, in fondo, guardando in faccia a se stessa, piuttosto che scusarli li avrebbe volentieri mandati a quel paese e magari li avrebbe ripagati con la stessa monate.
Ma aveva il terrore...il terrore di restare sola, di affrontare quella voce...quella voce che sussurrava cose crudeli...e maledettamente attraenti...
No! Non poteva permettersi di arrendersi a queste sensazioni!
Lei era la principessa Serenity, destinata a regnare su Cristal Tokio!

“...sinceramente...sto cominciando a non accettare più questo...”

Quelle parole...parole pronunciate da lei stessa...
Cominciava a non accettarlo più...cominciava seriamente ad avere dei dubbi su questo, su quello che aveva passato e che forse le sarebbe accaduto...
Avrebbe sposato Marzio, avrebbe avuto una bambina di nome Chibiusa, avrebbe regnato sulla Terra.
Ma era quello che voleva lei?
Insomma, pensandoci bene, l'idea di avere gia un futuro non le aveva permesso di avere dei sogni suoi, sogni legati ad altri futuri, altre vie da percorrere.
L'aveva rinchiusa in una sola strada percorribile.
Ma era quello che voleva lei?
...lei voleva veramente questo futuro senza via d'uscita?
Non poté pensarci ancora molto, perché di colpo un tuono cadde in mezzo alla strada, spaventando le ragazze, in quel momento arrivò Artemis, Luna lo accolse con aria accusatoria, ma il gatto bianco sembrò ignorarlo.
-Ragazze! Nemici!-
Il tuono nel frattempo era come bloccato sulla strada, e all'interno di qusto si formò una strana sfera, che si lasciò passare da scosse elettriche, per poi di colpo irraddiare una fortissima luce che accecò il gruppo, da questa apparì un gigantesco mostro, intorno a loro la situazione era di puro caos, e aprofittarono di un angolo buio per trasformarsi, andando poi ad affrontare il mostro.
Questo stava vomitando scariche elettriche, che fecero esplodere i lampioni del marciapiede in una pioggia di scintille che circondava l'essere che lanciava strilli e grida.
Le Sailor tentarono di abbatterlo, mentre Jupiter proteggeva la principessa, in quanto i suoi fulmini non avrebbero provocato che l'effetto contrario, ovvero rinforzare la creatura, che sembrava avere la peggio con le guerriere che lo attaccavano da più parti, Sailor Moon dava anche lei il suo contributo, questo però attirò l'attenzione del mostro verso di lei.
Con un'ondata elettrica il mostro spazzò via le guerriere, che cadderò a terra, ora erano rimaste Jupiter e Sailor Moon, che fissava sbalordita il mostro, stavolta quello la voleva morta.
Invece, con suo stupore, dopo aver allontanato via Jupiter con una potente scossa che la paralizzò a terra, il mostro vomitò quello che era un vero e proprio tuono e si fiondò sulla figura di Sailor Moon, che gridò all'inizio, per poi stupirsi, l'elettricità non l'aveva nemmeno sfiorata, al contrario adesso era protetta da una cupola di fulmini e scosse elettriche che però secondo suo parere la imprigionavano, dato che adesso non poteva aiutare le altre guerriere, che affrontavano indebolite il guerriero, Milord si avvicinò alla ragazza imrpigionata, ricevendo però una forte scossa elettrica che lo sbalzò via.
-MILORD!-
-Che botta...-
la ragazza si voltò, terrorizzata, incrociando la sguardo gliaciale di un affascinante uomo, che le si fece vicino, facendole un baciamano lungo e delicato, sembrava che l'uomo stesse assaporando la delicatezza della mano della Sailor, che però lo allontanò, non potendo però avvicinarsi alle scosse elettriche, dietro l'uomo si materializzò la figura di Apopi.
-Apopi!-
-Qui nessuno ci potrà disturbare, principessa, potremmo finalmente parlare tranquillamente-
-Ti prego Apopi, salva le mie amiche!-
-Principessa, non vi preoccupate per loro, ascoltate noi-
la voce dell'uomo era suadente e delicata come un a carezza, ipnotizzava Bunny, che però scosse la testa, non poteva, non poteva.
Si voltò verso le altre, tentando di sfuggire a quella barriera, ricevendo solo una scarica elettrica che la fece finire dritta verso le braccia del misterioso uomo, che le accarezzò sensualmente il corpo, facendole venire un brivido, ferocemente Sailor Moon si discostò dalle braccia dell'uomo, che però sorrideva, avvertendo ancora la fraganza della principessa tra le mani, mentre Apopi si faceva avanti.
-Mi ascolti, principessa, la questione è improtante.
Lei dentro di se contiene un potere molto grande, donatole alla sua nascita.
Questo potere si sta risvegliando, e le concede un'altra vita a quella che vi è gia stata predetta-
Sailor Moon sussultò, spalancando stupita gli occhi a quello che Apopi le stava rivelando.
Ricordi, ricordi che le non conosceva?
Perché non conosceva questa verità?
La ragazza, lentamente, stava perdendo la sua posizione di difesa contro l'uomo, che sorridendo le si avvicinò, parlandole con dolcezza.
-Noi vi diamo la possibilità di perdere le spoglie della principessa Serenity, di fare vostro quel potere e utilizzarlo per scopi che riguardano non solo il vostro sistema solare, ma tutto l'universo-
-L'universo?-
Sailor Moon sembrò avvertirlo, avvertire la sensazione piacevole di perdersi nell'universo, mentre l'uomo continuò a parlare con voce suadente.
-Noi siamo al servizio del caos, ma non per questo i nostri scopi sono malefici.
Noi vogliamo solo il rinnovamento dell'universo, vogliamo che rinasca, che tutta la malvagità e le impurità svaniscano.
Ci pensi, il caos...la grande tranquillità del caos...e la sensazione di gioia nell'avere la possibilità di far rinascere un'universo più bello e meraviglioso.
Questo lei può farlo...principessa...-
l'uomo le si era fatto vicino, suadendola con la sua voce, Bunny lentamente si stava perdendo in una possibile sensazione d'infinità pace.
Niente più guerre, malvagi, niente, solo il caos....il dolce e tranquillo caos che la cullava serena.
E poi...un nuovo futuro che non aveva previsto...una nuova via da attraversare...la possibilità...di scegliere, scegliere quello che sarebe stato il suo futuro...
Meraviglioso, meraviglioso...
Sailor Moon sorrise impercettibilmente, mentre lasciava che l'uomo l'abbracciasse di nuovo, da dietro, tenendola stretta a se e accarezzandola dolcemente, continuando a sussurrare al suo orecchio, ogni rumore all'infuori di quella voce ora era troppo sfuocato per poter essere sentito dalla ragazza.
-Lei...dominerebbe il caos...ricrerebbe un'universo pulito, puro, niente più malvagità, ne pericoli.
Solo l'universo...e noi al vostro fianco...io al vostro fianco...-
Sailor Moon spalancò gli occhi, giusto in tempo per avvertire una presenza li vicino, l'immagine da sfuocata apparve di colpo nitida come una secchiata gelida.
-SAILOR MOON!-
Era una ragazza, che brillava di luce, e sfondava la barriera di elettricità, penetrando con violenza e strappando dalle braccia di Tartaro Sailor Moon, che si affosciò tra le braccia della sua salvatrice, mentre Solaria le si avvicinava, lo scettro e lei stessa brillavano prepotentemente, mentre l'uomo appariva circondato dal buio e l'oscurità più feroce, le labbra dell'uomo si distorsero in un soriso ferino.
-Solaria, ma che sorpresa-
-Risparmiati il sarcasmo, Tartaro. Ciò che hai fatto è imperdonabile-
Solaria fu accanto a Virgin, che si limitò ad annuire, Sailor Moon lentamente riprendeva coscienza di se, ritrovandosi tra le braccia di una bellissima ragazza semi-vestita che le sorrideva, la teneva in piedi con un braccio attorno alla vita, sorridendole, i capelli ricci castano chiaro erano tenuti sciolti, incorniciandole due occhi indefinibili.
-Tutto bene principessa?-
-Sailor Moon...-
la ragazza si voltò , incrociando lo sguardo tranquillo di Solaria, che si limitò ad aumentare la sua aurea luminosa, voltandosi verso Tartaro, che però era distratto da altro.
La figura veloce e aggraziata di Acquarius lo aveva fatto voltare da quella parte, sul suo volto un sorriso di piacere.
Proprio in quell'istante Acquarius con i suoi pugnali tagliava l'aria, proteggendo Sailor Mars e Uranus da un fulmine che le avrebbe colpite, mentre Taurs si occupava di Venus che era ferita, di Mercury e di Nettuno, sbalzate via dal mostro, ancora in piedi Saturn e Pluto, che sfogavano i loro attacchi contro il mostro, mentre Jupiter assorbiva i fulmini grazie “all'antenna” che aveva sul diadema, arrivando però al rischio di esplodere per la potenza che possedeva dentro di lei, il suo corpo era attraversato da sottili e percettibili scariche elettriche.
Non avrebbe resistito troppo a quella situazione.
-IO SAGITTER INVOCO IL POTERE DI GIOVE! DAMMI FORZA!-
Jupiter avvertì qualcosa uscirle dal petto, una bolla di energia si allontanò dal suo corpo ora svuotato di tutta quella energia, mentre un tatuaggio si faceva intravedere nella piccola parte tra i pantaloni e la maglietta attilata senza maniche del ragazzo, un sottile lembo di pelle chiara si faceva notare dietro sulla schiena, mentre un ragazzo dagl'occchiali da pilota e i capelli a riccio sorrideva alla ragazza, che si limitò ad evitare un altro fulmine, mentre il ragazzo si toglieva dalla schiena un arco e dalla faretra prendeva una freccia, soffiandoci sopra le diede fuoco, per poi prendere bene la mira, colpendo il mostro li dietro.
La freccia rimase impiantata nel corpo del mostro, e il ragazzo chiuse il pugno, stringendolo, per poi gridare.
-SCATENATEVI, FIAMME!-
la freccia di colpo esplose, liberando alte fiammate che inglobarono l'essere, mentre un ragazzino correva verso il mostro, schioccando le dita.
-NETTUNO, IN MIO SOCCORSO!-
Sailor Nettuno vide parte della sua energia trasferirsi al ragazzino, che prese un profondo respiro e fece un balzo, il mostro nel frattempo stava cercando di resistere alle fiamme.
Il ragazzino sembrò pregare, e dalle nuvole la pioggia formò una bestia fatta d'acqua, che si avvicinò al ragazzino, che puntò il mostro.
-Vai...-
la besta d'acqua colpì in pieno il mostro, che tra fiamme e scosse che si ritorcevano contro eplose, mentre i ragazzi si occupavano delle Sailor, tutte in qualche modo ferite, anche Saturn e Pluto si accasciavano a terra stremate.
Il ragazzino era vestito di un colore lavanda con pantaloni e giacca di tuta questa legata in vita a rivelare una maglietta. e corse verso Saturn, la ragazzina lo fissò meravigliata, facendosi aiutare, Pisci la superava in altezza, ma i due erano coetanei, mentre Taurus che fino a quel momento aveva protetto Nettuno, Mercury e Venus ora si occupava di quest'ultima che era seriamente ferita alla gamba, mettendo le mani sul taglio e concentrandosi.
-Io Taurs, ridò a te, Venere, la forza che mi hai concesso...-
con un calore intenso e un bagliore dorato, i due tatuaggi sui dorsi del ragazzo si illuminarono, stupendo Venus che si sentì rinvigorirsi, mentre il taglio scompariva come se non fosse mai esistito.
Il ragazzo barcollò lievemente, tenendo una mano appoggiata sulla strada, cercando di recuperare un po' per potersi sollevare in piedi, mentre Venus gli si faceva accanto, in fondo l'aveva aiutata!
-Tutto bene?-
il ragazzo si lasciò aiutare, un po' imbarazzato, mentre Sagitter allungava una mano verso Jupiter, che accettò, mente Acquarius ricevette solo le occhiataccie di Mars e Urano, limitandosi a sbuffare e ad avvicinarsi a Solaria, mantenendo però i pugnali ben in vista, un brivido di paura le attraversò il corpo riconoscendo lo sguardo di Tartaro, quell'uomo era un incubo, il peggiore.
Questo fece un'inchino alla ragazza.
-Maestà-
-Tartaro, ti consiglio di sloggiare, o assaggerai le mie lame-
-Oh, ma Psiche, come puoi trattare così un tuo vecchio amico?-
-NON SIAMO AMICI!-
era nervosa, troppo nervosa, il solo pensare a Tartaro e a quello che le aveva fatto le faceva venire ribrezzo mentre l'uomo sorrideva, Apopi era tenuta sotto controllo da Virgin e Solaria, Sailor Moon adesso si teneva aggrappata alla ragazza dai capelli ricci, che teneva una mano aperta davanti a fare da schermo.
Solaria prese in mano la situazione, parlando alla ragazza dai codini biondi.
-Sailor Moon, quello che Apopi e Tartaro vi hanno detto è vero, voi possedete un potere immenso, in grado di controllare l'universo.
Ma siete proprio sicura di volerlo utilizzare per cancellare ciò che per millenni si è creato con fatica?
Sacrificare vite innocenti per il caos?
E' vero, il male è un'entità che verrebbe cancellata.
Ma con essa anche ciò che vi è più caro andrà perduto-
Bunny spalancò gli occhi, mentre Virgin la teneva ancora stretta a se difendendola, ma anche Sailor Moon si aggrappava alla ragazza, mentre davanti a lei sfilavano volti a lei cari.
I suoi genitori...le sue amiche...anche se non le aveva perdonate, le amava ancora...dall'inizio della sua avventura, della scoperta della sua vera se stessa...loro gli eran ostate accanto aiutandola e affrontando insieme i pericoli...
E poi Marzio...il suo amore...
E perdere Chibiusa, la sua bambina!!
Non poteva, non voleva!
Aspetta!!!
Se cedi a questo, tutto tornerà come sempre.
Sarai sempre la solita sciocca Bunny, l'infantile, l'ingenua, la stupida mocciosa destinata a sposarsi e a generare un'erede.
Sarai costretta ad un futuro che tu stessa hai detto di non accettare più!
E' questo quello che vuoi?

-Lasciami...-
di nuovo quella orribile sensazione, un potere che proviene da dentro e si sprigiona, il crtistallo d'argento che lampeggia, Rea che avverte quell'aura strana, tutto che vortica, il cuore batte, il respiro è affaticato, ansima.
Sta ansiamndo, non ce la fa.
Non resiste, è un'impulso terribile, come il bisogno di bere, mangiare.
Ma è forte, più forte.
Solaria urla qualcosa a Virgin, ma tutto ormai è ovattato, non c'è più rumore, solo il silenzio del suo respiro affaticato.
Milord corre verso di lei, tutti corrono verso di lei, Apopi la guarda stupito, mentre Tartaro tenta di avvicinarsi ad Acquarius che però lo allontana con violenza, correndo verso Bunny, che ora galleggia.
Galleggia, non c'è più nulla, ma lei non vuole, vede il cristallo lampeggiare, e la voce ora è un urlo, l'urlo della sua anima.
Un'anima congelata dagl'avvenimenti, dalla realtà che le veniva sbattuta in faccia, i suoi pensieri, i suo no, quello che non la convinceva ora si stava rivelando, ora che più di prima aveva bisopgno di aiuto.
Adesso...adesso che qualcosa dentro di lei si muoveva.
Ti sento...
Lo vuoi, lo vuoi, è un bisogno insistente.
Io lo so, e ti aiuto.
Con questo potere, questo potere che è nascosto in te puoi fare quello che vuoi.
Sfoga il tuo odio, il tuo dolore, la tua paura.
E' semplice...
Fallo...so che lo desideri...

Serenity si era trasformata sotto lo sguardo di tutti, ed ora si stringeva la testa tra le mani, le pulsava, ma non voleva.
-NO! NO!-
-Serenity!-
-Principessa!!-
varie fazioni si muovevano verso la principessa, che adesso era a qualche metro da terra.
Serenity strinse ancora la testa, prima di scoppiare, esplodere ed urlare in un sfavillare di lampi e fulmini, il temporale adesso si stava scatenando in uno spettacolo di fulmini che stavano seminando distruzione sulla strada e li attorno ai vari negozi, facendo saltare un po' tutto, mentre Serenity sembrava piangere, piangere angosciata, terrorizzata, i suoi occhi spalancati ora erano privi di pupilla e barlume di vita.
Milord la guardò sconvolto, e gridò il suo nome con tutte le sue forze.
-SERENITY!!!!!!-
la ragazza sussultò, come se una luce trafigesse l'oscurità nel quale il suo inconscio si era perso, allungando una mano verso la figura di luce.
-Mi...Milord...-
Milord....il mio amore...la mia salvezza...io lo amo, lo amo.
Questa è la mia unica certezza.
Lo amo come Marzio, come Milord, qualsiasi forma lui ha o avrà lo amo e lo amerò.
Sempre...
Serenity tornò Bunny, una Bunny zuppa di pioggia che fu afferrata in tempo da Milord evitando di cadere sull'asfalto ormai rovinato dai fulmini che erano caduti li intorno.
Milord tornò Marzio, e la stirnse a se, coprendola in parte con la giacca che aveva portato con se quella giornata, tenendola stretta a se, mentre Apopi e Tartaro svanivano, quest'ultimo accarezzando con un sussurro il viso di Acquarius, che sferzò l'aria, non riuscendo a colpire l'uomo, rabbrividendo e digrignando i denti, mentre Solaria si avvicinava a Bunny, guardandola, prima di fissare le altre guerriere, il suo volto impassibile sembrava tingersi di tristezza, voltandosi poi verso le altre Sailor.
-Perdonateci...ma noi lo facciamo per il suo bene, e quello dell'intero universo...-
-Ma perché, che significa?!-
-E' ancora presto...adesso...adesso dobbiamo andare...-
Solaria, Psiche e gli altri tornarono al loro aspetto terrestre, stupendo le ragazze riconoscendo il gruppo che aveva incontrato quella giornata, Solaria in testa si allontanò seguito dagl'altri, mentre Marzio si svegliava per primo dal torpore portando Bunny al sicuro.

(Spero di aver fatto un buon lavoro!
Ci viediamo al prossimo capitolo!
Baci!
Meiko)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Quando Bunny si risvegliò, avvertì un sottile brivido di freddo scivolare lungo il corpo, i suoi vestiti erano fradici, ed in quel momento era avvolta da un grande asciugamano e da una coperta, sdriata su un letto un po' spartano con accanto una vetrata che in quel momento mostrava le luci notturne dei palazzi che brillavano nella sera, la luna in cielo era una falce delicata e argentata, attirando, calamitando su di se l'attenzione della ragazzina, i capelli un po' spettinati scivolarono via lungo una guancia, un ciuffo biondo a voler nascondere un occhio di colore azzurro.
La luna...com'era bella quella sera...
Il temporale era cessato, non c'erano più nuvole nere...ne tuoni...
Il temporale...
Lentamente, la sua mente rinvangò gli avvenimenti di quella giornata, dalla passeggiata, a quell'incontro casuale, all'arrivo del temporale, alla bestia....alla prigione...all'uomo... Quell'uomo...che la stava lentamente facendo scivolare in un baratro di follia e desiderio.
Poi il ricordo.
Che ricordo?
Forse era il suo nome urlato da quella ragazza.
Una specie di angelo.
Qualcuno ancora si preoccupava per lei...
Poi Solaria..i suoi amici in pericolo.
Milord...
E poi...cosa?
L'idea di perdere Chibiusa...Marzio...le sue amiche...quella voce, quella voce che le sussurrava di non credere, di non credere alle parole di Solaria, quella voce che le metteva in testa quelle idee.
Che...che la convinceva a sfogarsi...
Un dolore allucinante alla testa, un'universo nero che l'avvolgeva, la voce che ora sembrava urlare, l'urlo di lei, Serenity, la sua disperazione.
E poi...poi quel nome...quella voce...

“-SERENITY!!!!!!-”

Milord...Milord l'aveva chiamata.
Milord l'aveva tirata fuori dalle tenebre.
Marzio...Marzio che l'aveva chiamata con la paura in corpo...
L'aveva afferrata, e stretta a se.
Ma lei non ricordava.
Dopo quel nome, non ricordava più nulla...
Solo il sapore delle lacrime, il riflesso del dolore alla testa.
Il sussurrare di quella voce.

Ha chiamato Serenity...ha chiamato Serenity...

Bunny cercò di mettersi seduta, i codini spettinati scivolarono in un'ondata dorata, cercando di nascondere il viso stanco e pensieroso di Bunny, che piegò una gamba, abbracciandola e stringendola a se.
La ragazza cercò di non pensare a quella voce, ricordando il calore di Marzio, a quell'amore che lui le offriva così, con dolcezza.
Marzio l'amava, amava lei.
No, la voce aveva torto.
Aveva torto.
-Ah, finalmente ti sei svegliata!-
l ragazza alzò la testa, incrociando lo sguardo rasserenato e felice di Marzio, il ragazzo le si avvicinò, baciandole la fronte e avvicinandosela a se.
-Come stai?-
-...sono un po' stanca...e confusa...-
-Non ti preoccupare. Adesso va a farti un bagno caldo, e prendi pure dei miei vestiti-
la ragazza sorrise, sorrise felice al ragazzo, fissandolo a lungo in volto.
Lui l'amava, l'amava.
Ne era sicura.
Bunny cercò le labbra di Marzio, che rispose dolcemente al bacio, prima di staccarsi e intimandola con un gesto ad alzarsi, un po' barcollando Bunny si allontanò, mentre lui lentamente lasciava svanire via il sorriso, un'espressione preoccupata ora appariva sulla sua faccia.
Che cos'era sucesso a Bunny? Cosa le stava accadendo?
Bunny...
Marzio scosse il capo, si era fatto la doccia, e nonostante si fosse un po' asciugato i capelli qualche piccola goccia scivolava lungo il collo, finendo però sull'asciugamano che si era tenuto sulle spalle, indossava una maglietta a maniche corte con queste rimboccate, lasciando ben in mostra le braccia.
Era successo tutto in fretta, non aveva potuto prendere Bunny e allonntarla da quella prigione elettrica, e poi lui era troppo lontano.
Colpa sua, era colpa sua.
Gia una volta, anzi più volte aveva fatto lo sbaglio di lasciarla sola ad affrontare nemici e pericoli.
Più volte l'aveva lasciata sola.
Ma più di tutte, la ferita più grave, la sua colpa più grave.
Quell'incubo...quell'incubo che per giorni, forse mesi aveva invaso la sua mente.
Quel viso...quel viso colmo di dolore, lacrime che minacciavano di scivolare via da quel volto.
Adesso ritornava in mente, dopo che qualcosa del genere lo aveva fulminato più dei tuoni che avevano rischiato di colpirlo.
Ricordava viva nella sua mente, come in una fotografia.
Quegl'occhi colmi di terrore e dolore, le lacirme scivolavano, scorrevano lungo le guance impazzite, quella bocca spalancata in un urlo di dolore, la paura che faceva tremare quel corpo.
Dolore, Marzio un'intenso dolore nel ricordare, mentre un viso più calmo ma ugualmente triste si era impossessato della sua mente.
Aveva avuto paura...paura di vederla morire li, davanti a lui, senza che lui potesse fare niente.
Si era sentito impotente anche adesso, e aveva fatto l'unica cosa che gli neiva in mente. Urlare, urlare il suo nome, invocarla.
Urlò, e lei lo aveva sentito, le lacrime fermarono la loro corsa, mentre lei sveniva, e lui l'afferrava stringendosela a se.
Serenity...Bunny...
Marzio si guardò intorno, il letto un po' sfatto, l'asciugamano e la coperta messi li.
Istintivamente li accarezzò, cercando il calore del corpo della ragazza, per poi sdraiarsi.
Avvertì chiaramente il profumo di Bunny, un profumo delicato, dolce, leggero.
Quel profumo di pulito e di buono che la seguiva sempre.
Ora era li, impregnato in quelle coperte, mentre vari flashback apparivano e scomparivano nella mente di Marzio, come la nebbia del mattino che andava svanendo.
Nonostante la sua ferma decisione di smetterla di amarla per salvarla da quella visione, non poteva fare a meno di aiutarla e soccorrerla quando era in pericolo.
(Adesso quello che sto per scrivere si riferisce alla puntata della seconda serie, parte seconda della serie, dove Bunny se non sbaglio era stata colpita dal nemico, e stava avendo degl'incubi, mentre le veniva succhiata via tutta l'energia, e a salvarla è milord che l'abbraccia e le da un bacio, mentre Chibiusa dice che sembra come la favola della Bella Addormentata. Spero di aver chiarito)
Poi...quando aveva quasi rischiato di morire.
Anche lui si sentiva che stava morendo con lei.
Sailor Moon era li, svenuta, le sue energie andavano man mano svanendo, il suo viso impallidiva, e i suoi occhi rischiavano di non aprirsi mai più.
No, non voleva, non voleva che andasse a finire così.
Era stata colpa sua.
Ma poi, quando l'aveva salvata, l'aveva lasciata di nuovo.
Era troppo vicina quella visione.
Poi...quando lei era andata a cercarlo, quando aveva capito il perché lui l'avesse lasciata.
No...non poteva permetterlo.
L'aveva fatta soffrire, se ne vergognava.
Lui più di tutti moriva vedendola piangere.
Lei lo aveva salvato quando era stato portato dala parte del male.
Lei più di tutti adesso soffriva.
E lui era sempre stato cieco.
Marzio si passò una mano sugl'occhi, quasi vergognandosi di mostrare il suo sguardo ad una persona li invisibile, la sua coscienza.
Nel frattempo, Bunny si era cambiata, il lungo bagno caldo l'aveva riscaldata e le aveva fatto recuperare parte delle energie, ed ora camminava per l'appartamento di Marzio, ricordando che non era la prima volta che veniva li.
Sorrise, sorrise felice, ricordando delle volte che andava a prendere Chibiusa, o quando lui l'aveva invitata.
Quando...
Il sorriso morì, mentre ricordava quella scena.
Dio, come si era sentita male!
Lui che continuava a dire che nonostante lei aveva avuto lo stesso sogno, nonostante questo. Tra loro era finita.
Aveva temuto di morire li, in quel momento, quando lui le sbatté la porta in faccia.
Non era la prima volta che succedeva una cosa simile, più di una volta il destino li aveva allontanati, e loro con sforzi sovraumani avevano sconfitto questa barriera, riabbracciandosi.
L'ultima volta con Galaxia, lui era morto, quella maledetta gli aveva portato via il seme di stella, la vita...
E lei capì perché non gli aveva mai risposto alle sue lettere, perché non l'avesse più sentito.
Bunny sentì il cuore stringergli, perché con Marzio i ricordi felici venivano messi a tacere da quegl'istanti?
Possibile che non era destino che stessero insieme?
Bunny cercò di ricordare, ricodare ancora il tempo addietro.
Anche quando si erano conosciuti, quando lei aveva scoperto che lui era Milord, li avevano separati.
Lui era passato dalla parte del male, e lei lo aveva salvato.
Dopo...quando avevano perso la memoria, lui non si ricordava più di lei...
Poi l'incubo...
E altro ancora.
Bunny scosse la testa, mentre avvertiva qualcosa pizzicarle gli occhi, qualcosa le picchiò in testa.
Il destino non li voleva insieme, anche quando erano Serenity ed Endimion il male li aveva divisi.
Ma non era giusto.
Lei lo amava...
Lo amava da morire, non voleva lasciarlo, non avrebbe mai voluto.

Siamo sicure che sei TU ad amarlo? Ricordi quando vi siete conosciuti la prima volta?

Di nuovo, di nuovo lei.
Maledetta, maledetta!
Però...
Bunny spalancò gli occhi, ricordando.
Quando lo aveva conosciuto, tra i due non si erano instaurato un rapporto pacifico.
Anzi, lei lo odiava.
Poi aveva cominciato a sopportarlo, ma in quel periodo.
In quel periodo...
Bunny sentì qualcosa scivolarle via lungo il viso senza la sua volontà.
In quel periodo stava con Rea, e sembrava soddisfatto di quella relazione.
Solo quando aveva scoperto che Marzio era Milord, che la persona che amava era la stessa che non sopportava, era cambiato tutto.
Ma...allora...
Forse...forse non lo amava...
Forse si stava illudendo, forse il cuore l'aveva illusa che lo astava amando...
Infondo...lei era Serenity, e Serenity amava Endimion...
Possibile che quell'amore che provava fosse quello di Serenity?
No, non lo accettava...
Per così tanto tempo...
Bunny si accasciò a terra, appoggiandosi al muro li accanto, lasciando gli occhi spalancati che poi si socchiusero lasciassero scivolare via delle lacrime.
Per tutto questo tempo...si era illusa di amare Marzio...quando invece...
E se non l'avesse mai capito? Se non avesse mai scoperto che lui e Milord/Endimion erano la stessa persona?
Avrebbe continuato la sua vita...non avrebbe mai scoperto nulla...avrebbe salvato Milord...ma non avrebbe amato Marzio.
E Marzio...
Marzio sarebbe rimasto con Rea...
Bunny non ce la fece: lentamente si nascose il viso sulle ginocchia.
“Un pochino...solo per qualche istante, vi prego...”
I codini biondi scivolarono via, mentre la ragazza piangeva, piangeva di fronte alla verità, la verità che la stava uccidendo, mentre la voce, la voce sembrava prendere forma, come una se stessa adesso gentile, che le accarezzava la testa, vestita di una tunica color panna, che sorrideva gentile come una mamma.
Piangi...piangi pure...ora che lo sai...ora che lo hai capito...forse...prenderai la scelta giusta...
E sappi, che qualunque scelta farai...io sarò qui...accanto a te...piccola Bunny...

La ragazza sussultò, alzando la testa.
No, no!!NO!
Si alzò, si alzò con foga, allontanandosi da quella figura che ora era svanita come neve al sole, camminando frettolosamente verso Marzio, che l'aspettava, l'aspettava sorridente, tranquillo.
Ignaro di ciò che lei in quegl'istanti aveva vissuto.
La ragazza si strinse a lui, stupendolo, lasicando scivolare qualche altra lacrima.
Marzio non poté fare a meno di stirngerla, moriva dalla voglia di sentirla accanto a se, il suo corpo freddo veniva scaldato solo da lei, e le sue labbra secche reclamavano la pelle di lei e le labbra di lei.
Marzio la baciò, la baciò dolcemente, facendo dimenticare a Bunny quella voce, lasciandola trasportare, coccolare da quelle emozioni.
Voleva essere cieca, per non vedere più l'evidenza dei fatti.
Solo...per quella...notte...
Voleva illudersi.
“Ti prego...lasciami illudere...”

Tartaro stava camminando lungo i corridoi di quella reggia che appariva infinita, tanto l'oscurità la rendeva tale, quando avvertì qualcosa che era ferma, accanto lui, e sorrise, fermando i suoi passi.
-Mio principe...-
-Tartaro, dimmi, com'è andata la missione?-
l'uomo sorrise, divertito da quella domanda, tenendo il capo chino, nonostante odiasse Kama con tutte le sue forze doveva rispettarlo in quanto suo principe.
-Bene, mio signore. Il nostro obiettivo non è mai stato così vicino.
Se posso poi esprimere un mio parere personale, la principessa Psiche sembra più bella del solito...-
Kama strinse i pugni, ringhiando, la sola idea che quell'essere si fosse avvicinato alla ragazza gli faceva ribollire di rabbia il sangue.
Come...come aveva potuto lui, quell'essere, toccarla?
-...è stata una gioia rivederla-
no, non resisteva!
Afferrò serramente il bavero della giacca di Tartaro, sbatacchiandolo contro una colonna che si crepò a quella violenza, Kama sembrava furioso alle notizie del generale, che sorrideva divertito da quella reazione.
-Tartaro...maledetto...-
-Cosa vi succede principe? Non siete contento della riuscita della missione?-
Kama si calmò, anche se tutti sapevano che lui e la principessa Psiche erano molto amici, non poteva lasciarsi andare alle emozioni, e sorrise divertito all'affermazione del generale, che lasciò il viso un'espressione seria e stupita a quella reazione del ragazzo.
-Compimento della missione? Ma non farmi ridere! La tua signora vi ha chiesto di far soffrire Solaria e gli altri, non di tentare di portare la principessa dalla nostra parte. Come vedi, oltre ad aver disubbitdito alla signora, hai anche fatto di testa tua, Tartaro-
l'uomo avvertì la furia salirgli in corpo, il sorrisetto divertito di Kama veniva storpiato in un principio di risata dalla rabbia dell'uomo, che si tratteneva nel dargli un pungo, se, l'avesse toccato Eris lo avrebbe ucciso senza neanche pensarci.
Kama sentiva il sapore della sua rivincita, e diede un'altra stoccata all'uomo, voltandosi e apparendo più severo e divertito che mai.
-Vedi di non disubbidire più alla mia signora. Puoi anche nascondergli questa tua bravata, ma io posso tranquillamente farti punire...-
-Maledetto!-
Tartaro allungò una mano, lanciando una folata nera, come un manto oscuro, che però venne respinto con lo sguardo dal ragazzo, che lo guardò infastidito.
-Tu non puoi toccarmi, anche perché Eris...non te lo perdonerebbe-
Kama si avviò verso il corridoio, passando accanto a Tartaro, ch ancora ringhiava infastidito, sussurrandogli con vendetta.
-Puoi anche fare del male a me...ma ricordati che io...posso distruggerti...perciò...bada a come ti comporti con mia madre...e con chi sai chi...- (battuta alla Harry Potter! ^^; n.d.Meiko)
Tartaro avvertì il gelo in quelle parole, e sentì il principe svanire dietro di lui, permettendogli di sfogare il suo odio verso la colonna gia creapta di suo, mandandola in frantumi, per poi allontanarsi, lasciando che questa si ricomponesse.

(Capitolo breve.
Vi chiedo scuse, tantissime scuse per nn averla più aggiornata, da quando è finito Sailor Moon e non hanno continuato le altre serie non riuscivo più a scrivere.
Spero che non siati arrabbiati con me!
Vi saluto, spero di aggiornare al più presto!
BYE!
Meiko)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=15950