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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo1. PROLOGO *** Capitolo 2: *** Capitolo 2, Scommessa, Bet *** Capitolo 3: *** Capitolo 3, I Double-T, The Double-T Band *** Capitolo 4: *** Capitolo 4, Verità, Truth *** Capitolo 5: *** Capitolo 5, Il coraggio di ricordare, Courage to remember *** Capitolo 6: *** Capitolo 6, Incontri, meetings *** Capitolo 7: *** Capitolo 7, come mai prima d'ora, Like never before *** Capitolo 8: *** Capitolo 8, Incubo, nightmare *** Capitolo 9: *** Capitolo 9, Rivelazioni e notti insonni, Reveletions and sleepless night *** Capitolo 10: *** Capitolo 10, Il serpente e la sua sorpresa, The snake and his surprise. *** Capitolo 11: *** Capitolo11, Siamo combattenti sognatori, We're fighting dreamers *** Capitolo 12: *** Capitolo 12, Ho osservato le nuvole allontanarsi, Watched the clouds drifting away *** Capitolo 13: *** Capitolo 13, È appena sotto la pelle, it's Just beneath The skin *** Capitolo 14: *** Capitolo 14 La tana del serpente, The snake's lair ***
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Disclaimer:
i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al
mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo
prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi
hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti
maggiorenni.
inspiration
Hai dimenticato, Sasuke? Ti sei
pentito, Naruto?
Capitolo1.
PROLOGO, Sasuke..
Erano anni che cercavo
l’ispirazione per tornare alla luce, rinascere. Ma lei non aveva proprio
voglia di arrivare. Ma non potevo immaginare
che sarebbe
arrivata sotto forma di un paio d’occhi che racchiudevano le braci di
un falò, braci nere ma una volta ardenti di fuoco rosso. Chissà quale fiamma
arroventata eri, prima di diventare polvere. Tu hai scavato in me,
ora tocca a me scavare nella grigia cenere per ritrovare l’ardente
scintilla di ciò che eri. Per unirla a quella che
tu hai risvegliato in me. Hai dimenticato come si
fa a vivere, Sasuke?
Diciamocelo, chi lo aveva costretto a presentarsi alle dieci di sera,
al freddo, al buio, a Febbraio, a San Valentino, dinanzi una squallida
discoteca?
Ah, si… loro.
Le sue ammiratrici e i suoi “amici”. O meglio, IL suo “amico”.
Anche se “amico” è una parola grossa. L’unico che poteva solo vagamente
essere associato a quella parola era Neji Hyuuga.
Un ragazzo alto, castano, capelli squisitamente lunghi, carattere
altrettanto squisitamente silenzioso.
Silenzioso, riservato e, più d’ogni altra cosa, si faceva
tranquillamente i cazzi propri e non dava a nessuno il privilegio di
poter guardare da vicino i suoi occhi chiari, bianchi. Che non sai mai
cosa stanno guardando. Iride non definito, che si mescola col resto
dell’organo.
Un tipo tranquillo.
Insomma, l’amico perfetto per Sasuke Uchiha.
Anche lui un tipo riservato.
Con dei capelli corti, neri, corvini, precisamente.
Il corvino rende meglio l’idea.
È un colore più vivo. E lascia immaginare come possano essere quei
capelli dai riflessi blu notte. Di quel blu che staresti ore ad
osservare, quasi più incantevole della stessa luna.
Quegli occhi neri, tranquilli all’apparenza, di un vortice d’emozioni
che però solo chi sa scavare a fondo nel suo sguardo riesce a percepire.
Chi ha avuto questo privilegio? Nessuno. Neanche Neji.
Perché “riservato” è un eufemismo.
Sasuke non ama parlare di se, non vuole parlare di se, non deve parlare
di se. Non può riaprire quelle ferite che lo stavano portando nel
baratro.
Alla ricerca di un fratello perduto in seguito all’omicidio della
famiglia. Forse vivo, forse no.
Unico parente rimasto, e purtroppo scomparso.
Sasuke vuole ritrovarlo, per trovare un po’ di pace, e ricostruire le
loro vite insieme.
Ma per il resto del mondo non affetto, non odio. Indifferenza.
È riuscito però a trovare una gran passione.
Bassista di una band.
Neji alla chitarra, Kiba Inuzuka, strano tipo con cui parla poco, ma
che rispetta, ed è già molto, per un casinista amante dei cani (cose
che Sasuke Uchiha non odia, ma non vuole proprio sentirle nominare,
devono stare molto lontano dalla sua persona) qual è l’Inuzuka.
Certo manca la vocalist, poiché la loro cantante li ha mollati per
sposarsi.
E anche Neji ha deciso di mollare, per prendere le redini dell’azienda
di famiglia, insieme alla cugina Hinata.
Ma… dov’eravamo? Ah si… Chi glielo aveva fatto fare a venire alle dieci
di sera, al freddo… e bla bla bla, buon San Valentino schifo di locale!
Vestito dannatamente sexy, forse troppo per quello squallido posto, si
chiedeva ancora per quale fottutissima ragione stessero aspettando
quelle oche.
Perché quello schifo di locale, a San Valentino, faceva entrare le
ragazze gratis?
E Neji aveva la ragazza. Forse la più sana del gruppo, insieme alla
cugina Hinata.
Ten Ten, tipa seria, magari un po’ inquietante con la sua fissa per
qualsiasi cosa che avesse una lama ben affilata, con dei capelli
raccolti in due chignon ai lati della testa, vestita in modo sexy e
provocante, tanto che Neji aveva deciso di non mollarla nemmeno un
secondo. E lei per farlo ingelosire all’inizio ci aveva quasi provato
con lui per puro divertimento, ma nonostante facesse l’oca apposta, non
era petulante come qualcun’altra.
- Sas’ke-kun allora hai deciso di venire
anche tu! – appunto…
Sakura e Ino.
Ino e Sakura.
Cambiando l’ordine degli elementi il risultato non cambia.
E loro due producevano solo un risultato. Istinto omicida verso tutta
la popolazione femminile.
- Sakura, Ino, lasciatelo respirare.
Neji, amore? Entriamo?
Beh magari, poteva risparmiare quella santa della ragazza del suo
migliore, e anche l’unico, e nemmeno tanto migliore, amico.
La ragazza dai capelli rosa, vestita di un top rosso con un cerchio
rosa sul seno, e le bretelline con le frange e una minigonna bianca con
gli stivali dello stesso colore del top, gli occhi verdi dalle ciglia
lunghe e sollevate dal mascara, si stacca per un momento dal braccio
dell’Uchiha a cui si era ancorata, ma solo per poterlo guardare e con
occhi dolci sorridergli e dirgli:
- Sasuke-kun entriamo!
Affermazione che risveglia l’altra ragazza ancorata all’altro braccio
del povero moro. Ino, capelli lunghissimi, biondi, col ciuffo davanti
che elegantemente le copre un occhio. Vestita un po’ più sobria
dell’amica, con dei jeans scuri e attillati e una camicia viola con
varie paiettes. Il tutto perché una volta ha sentito Sasuke commentare
che la volgarità era una cosa che odiava. Da allora si è vestita sobria
e quasi elegante. E si è tenuta il segreto per non farsi fregare il
rampollo dall’Haruno.
Peccato che un altro requisito per Sasuke fosse l’essere uomo.
- Ehy fronte spaziosa, fatti più in la!
E nessuna delle due poteva immaginare i suoi gusti. Anzi in verità
nessuno gliel’aveva mai chiesto…
- Ehy, Ino-pig non spingere!
E Sasuke non l’aveva rivelato a nessuno. L’avevamo detto che era un
tipo riservato, no?
“Meno male che si sono distratte per litigare.” Sasuke, seguendo Neji e
la sua compagna, s’infilò tra la folla fuggendo dalle due assatanate.
Si avvicinò subito al bancone del bar. Aveva bisogno di qualcosa di
forte.
PROLOGO.
Naruto
- Vorremmo che tu tornassi a cantare… o
almeno a
suonare… infondo hai scartato quei ragazzi dopo averli ascoltati solo
un paio di volte, andiamo! Persino questa sottospecie d’alice sott’olio
ha detto che erano bravi – una ragazza dai capelli rossi tagliati
asimmetricamente, con una giacca grigia e dei pantaloni neri che le
fasciavano le gambe, e un paio di stivaletti, si raddrizzò per
l’ennesima volta gli occhiali da vista dall’elegante montatura.
- Alice sott’olio a chi sottospecie di
racchia
strabica! E poi, Karin, se dice di no, vuol dire che, forse, non è
ancora pronto?
- Taci Suigetsu! – la ragazza ringhiò
all’indirizzo
del tipo stravaccato su un logoro divanetto rosso nel retro della
discoteca, coi capelli azzurro-grigi, gli occhi ambrati e un ghigno da
squalo, che mostrava soprattutto quando doveva sfottere la rossa che
aveva parlato.
Indossava una canottiera nera e dei pantaloni bianchi, larghi.
Seduto sullo stesso divano, piegato in avanti, vi era una terza
persona, che, anche se stavano chiaramente parlando di lui, si era
estraniato completamente dalla conversazione. Ad occhi socchiusi se ne
stava col viso appoggiato sulle mani lasciando ricadere la frangia
bionda sugli occhi.
Pelle abbronzata e tre cicatrici orizzontali per guancia, un piercing
sul labbro che con una catenella si univa all’orecchino nell’orecchio
destro (ok, forse mi sono ispirata a Shin di Nana… foooorse XD), e le
dita piene di anelli, tra cui uno di Vivienne Westwood, jeans chiari
strappati, e una maglia arancione con un giubbotto di pelle sopra. Ai
polsi una decina di fascette e polsini, alcuni borchiati, non
lasciavano scoperto un centimetro della pelle de polsi e
dell’avambraccio.
- Naruto sa parlare, me lo dice lui se è pronto o no! Allora, Naruto?
Il ragazzo in questione alzò il viso mostrando i suoi occhi blu, e
senza spiccicare una parola si alzò ed attraversando la piccola
porticina rientrò nel locale.
- Questo ti basta come no, Karin? Non
cercarlo più
per proporgli di tornare alla ribalta. Il cantante e chitarrista dei
Red Seduction non esiste più.
- E il bassista, Suigetsu, dov’è finito?
Suigetsu fece un sorriso amaro. – Un bassista senza onore non ha la
forza per riemergere, lo sai.
Dopo questa fredda uscita, Suigetsu seguì il biondo fuori dalla
stanzetta.
Karin si ritrovò a fissare gli adesivi e i poster che tappezzavano le
pareti, soffermandosi su un’immagine di una band poco conosciuta ma che
nei locali faceva sempre il tutto esaurito e i cd si vendevano bene,
soprattutto tra i giovani amanti del genere..
Naruto Uzumaki, chitarra elettrica e voce, Sai Hiroshi alla tastiera,
Suigetsu Hozuki, basso e seconda voce, Juugo Kirose alla batteria. I
Red Seduction ai bei tempi.
Tempi andati.
Orientandosi perfettamente nella folla raggiunse il bancone del bar.
C’era solo uno sgabello libero, poco distante da un ragazzo moro seduto
col viso rivolto verso la folla, con i gomiti appoggiati al bancone,
che ascoltava distrattamene un tipo dai lunghi capelli che teneva
stretta per la vita una ragazza. Guardò il moro un secondo. Era un
ragazzo alquanto sexy. Quelli che attirano l’attenzione con quell’aria
da belli e dannati.
Ma che per lo più sono i soliti bastardi figli di papà…
- Tsk
Assicuratosi che il moro non si fosse accorto che lo stava guardando
andò a sedersi sullo sgabello. Nessuno tranne il barista che gli si
avvicinò svogliatamente, lo notò.
Appoggiando un gomito al bancone sbuffò stancamente. Era la terza volta
che Karin gli proponeva la stessa band di ragazzini illusi, come lui lo
era allora. Non era per cattiveria nei loro confronti che non aveva
accettato, ma perché non era ancora realmente pronto a riaffrontare il
palco, a riaffrontare se stesso.
- Vuole qualco... ah sei tu, come va? –
il barista,
un uomo piuttosto… strano. Un tipo svogliato, con pizzetto e una
sigaretta perennemente sulle labbra, capelli sempre spettinati l’aria
da chi ne sa molto sulla vita, si era avvicinato a Naruto.
- Ciao Asuma, ti tocca il turno a San
Valentino. Non
porti fuori Kurenai? – nonostante la frecciatina che imporporò
leggermente le guance dell’uomo, non vi era un ghigno o un sorriso di
beffa sul viso del biondo, ma solo uno sguardo annoiato.
- E tu, Naruto? Hai portato qui qualcuno
per San Valentino? – cambiò argomento Asuma
- No, Karin ci ha fatto venire qui per
proporci di tornare a suonare. Testarda…
- Ehy, Neji? Quel ragazzo non ti sembra di averlo già visto? – Ten Ten
attirò l’attenzione di Neji sussurrandogli all’orecchio quella strana
domanda facendo capire a Neji a chi si stesse riferendo.
Neji fece un gesto a Sasuke che scosse la testa.
- Sicuri? – tento ancora la ragazza, - a
me sembra di averlo visto in uno dei tuoi cd, amore.
Neji assottigliò gli occhi e si spostò per poterlo vedere meglio e lo
riconobbe e parlando sottovoce illuminò gli amici sull’identità del
ragazzo, seppur fosse sorpreso lui stesso.
- E’ Naruto Uzumaki, detto Kyuubi, il
cantante dei…
- …Red Seduction. -. Finì per lui Sasuke.
Forse la
sua voce arrivò al ragazzo biondo, forse Sasuke parlò a voce alta,
forse fu solo un momento, forse il biondo si era solo sentito
osservato, ma fatto sta che appena Sasuke pronunciò quelle parole il
biondo si voltò e per una frazione di secondo che apparve come un
eternità, l’onice incontrò l’azzurro, incatenandosi. Sasuke Uchiha si
accorse che il biondino che aveva davanti era molto, molto più sexy di
come appariva in televisione o sui poster dei Red Seduction.
- Naruto! Dove cazzo eri finito?
Le iridi azzurre si rivolsero verso Suigetsu che si era appena
avvicinato al bancone.
- Calmati Suigetsu. Vuoi qualcosa da bere?
- No Naruto, ma adesso andiamo.
Il biondo sbuffò scendendo dallo sgabello e mise le mani in tasca.
Sasuke deglutì. In piedi era anche molte volte meglio.
- Si, mammina,
- replicò sarcastico. – ma priiiiima ti fai un goccetto con me… -
intanto Sasuke immaginava lo stesso biondino in tutt’altre posizioni…
- Si, certo, come no,– replicò Suigetsu.
Nel
frattempo Sasuke si era accorto dell’effetto che aveva avuto su di lui
il biondo in quei pochi secondi…
- Esatto. – ghignò il biondo davanti allo
sguardo
allibito dell’altro. Ok con un ghigno in faccia il biondo era la
seduzione fatta persona… “Merda, Sasuke! Che vai a pensare!”
- Scusate… - Ten Ten aveva preso Neji per
mano e si
era avvicinata ai due. – Ma voi siete Naruto Uzumaki e Suigetsu Hozuki,
quelli dei Red Seduction, giusto? – anche Sasuke si era avvicinato, ma
restava a distanza di un paio di passi dagli altri. Altrimenti anche
alla poca luce di quell’angolo di discoteca si sarebbe visto il suo
“problemino”…
Detto più semplicemente Sasuke si era eccitato alla vista del biondo.
Era una cosa che gli capitava spesso ultimamente, alla vista dei bei
ragazzi, ma non per questo c’era abituato.
Suigetsu e Naruto si scambiarono uno sguardo poi il tipo dal sorriso da
squalo rispose: - Si, ma ormai i Red Seduction si sono sciolti da un
pezzo, quindi se volete un autografo siete un pochino in ritardo!
- Non volevamo un autografo, infatti. –
replicò Neji.
- Volevamo solo vedere se eravate voi. –
fece la ragazza.
Suigetsu scambiò col biondo uno sguardo malizioso sillabando una
piccola parola. Quella piccola parola che era capace di riaccendere gli
occhi del biondo.
- “Scommettiamo?”
-
Perché no? – sussurrò il biondo guardando il
moro. In fondo l’aveva notato anche prima, con quell’aria annoiata e
altezzosa.
L’”altezzoso” Uchiha che se ne stava in silenzio.
- Volete da bere, per caso? – ghignò
Suigetsu. – offriamo noi…
- Noi no, Neji deve guidare, e io non
reggo molto l’alcool. Ma Sasuke se vuoi puoi accettare.
Accettare di bere qualcosa insieme a due membri dei Red Seduction? E
per di più con il biondo, di sicuro il più sexy del gruppo?
- Perché
no?
Suigetsu poggiò la mano destra sulla spalla sinistra di Naruto,
arrivandogli da dietro e sussurrandogli all’orecchio
- Scommetto che non riesci a portarti a
letto il bel moretto. E se non ci riesci farai la cosa…
Il biondo sgranò gli occhi. Poi ghignò. – Io non perdo mai questo
genere di scommesse.
Neji portò Ten Ten sulla pista, dove anche Sakura e Ino stavano
ballando con due ragazzi conosciuti quella sera.
Suigetsu si allontanò dall’altro e si riavvicinò al bancone.
- Come ti chiami moretto? – chiese, col
ghignò da squalo.
- Sasuke, Sasuke Uchiha.
Naruto lo guardò enigmatico mentre Suigetsu gli lanciava un’occhiata
eloquente. – Sasuke Uchiha, eh? Bene, Sas’ke, cosa prendi?
Naruto si morse il labbro, non era più sicuro della sua vittoria.
Suigetsu lo notò. Sogghignando si indicò la tasca. – Serve un aiuto?
Non avrei mai creduto
che in un posto tanto squallido avrei potuto incontrare niente meno che
il sole… I casi della vita, forse? Beh, che altro
aggiungere. Sono un tipo di poche parole, io. E all’inizio lo sembravi
anche tu. Quasi quasi mi pento di
aver voluto conoscere il vero te. Quasi quasi mi pento di
quello che ho appena detto. E tu, ti sei pentito
quel giorno, Naruto?
Disclaimer: i personaggi non mi
appartengono ma fortunatamente
appartengono al mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a
volte lo
prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi
hanno
più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti maggiorenni.
Inspiration
Capitolo1,
Scommessa, bet…
Sai, io non sono quel che si dice “un santo”. L’avrai capito. Ma la vita che faccio
non l’ho scelta io I fan vedevano
solo Kyuubi, dalla voce suadente e gli occhi azzurri che rubavano il
cuore alle ragazze, e dal fisico attraente. Eh, beh, non sono
nemmeno modesto… Ma nessuno ha mai voluto
vedere cosa c’è dietro. A parte Sui, Sai e Juugo. Secondo te, la mia
maschera era già incrinata a quei tempi?
Fu facile per Suigetsu “correggere” l’alcolico ordinato da Sasuke...
Fu facile convincerlo d’essere troppo ubriaco per bere ancora.
Fu facile fingere di andare ad avvertire i suoi amici, e convincerlo a
farsi accompagnare nel retro.
Fu un po’ meno facile evitare Karin e trasportare in due Sasuke a casa
del biondo…
Da lì tutto sarebbe stato in discesa…
Peccato che il biondo non avesse il coraggio necessario, una volta che,
arrivato a casa con un ragazzo che si stava spogliando da solo, privo
di qualsiasi inibizione, grazie alla droga, la sua mente si era
snebbiata e l’alcool che aveva ingerito ritirava i suoi effetti…
Aprì stancamente un occhio, quando un raggio maleducato di sole gli
sfiorò il viso, svegliandolo.
Sbatte più volte le palpebre per togliere l’assopimento al suo cervello
e ricordare quando
fosse andato a dormire, e soprattutto perché non avesse
assolutamente niente addosso, e di chi
fosse quel letto…
Si sedette di forza sul letto, ignorando il mal di testa…
Immagini gli si affollavano nella mente impedendogli di pensare
lucidamente.
Mettendosi le mani nei capelli concluse che quella no, non era la sua
stanza linda ordinata con vari poster di cantanti e il suo tipico
profumo muschiato, no di certo.
Nel disordine più totale e le pareti arancioni, - dio, arancioni! - E
sparse nel pavimento riviste, scatole di ramen istantaneo, i suoi
vestiti, e i vestiti di un'altra persona… ma chi?
Altre cose dall’aspetto inutile, sparse come coriandoli sulla
scrivania, unico mobilio presente oltre il letto sul quale giaceva,
completavano il quadro.
Una sola prepotente parola venne fuori dalle labbra socchiuse di Sasuke
alla vista di quel caos: sconcertante.
- Ti sei svegliato, vedo..
Un ragazzo biondo se ne stava appoggiato allo stipite della porta.
“IL” ragazzo.
Non era più vestito come la sera prima, ne aveva il piercing al labbro.
Ma nonostante avesse soltanto una maglia arancione larga e i pantaloni
neri di una tuta, era sempre lui. Naruto Uzumaki, Kyuubi.
Il cervello di Sasuke iniziò a collegare lentamente tutti i pezzi del
puzzle.
Il locale, Neji, Sakura e Ino, Naruto, e tanto alcol… e poi?
Cosa ci faceva lì e in quello stato? Improvvisamente, come una doccia
fredda fu tutto più chiaro.
- Tu… - sibilò Sasuke. – Tu... mi hai...
TUUU ! Come hai osato?! Razza di… bastardo… non ricordo niente? Cosa
cazzo mi hai fatto?
Leggendo lo sguardo colpevole del biondo, Sasuke capì.
- Mi avete fatto ubriacare… chissà,
magari pure drogato, per… per cosa?
Il biondo abbassò leggermente lo sguardo, per poi rialzarlo e puntarlo
su quegli occhi color pece.
- Una scommessa…
Sasuke lo guardò basito per poi digrignare i denti.
- Una… una… “scommessa”?… tsk…
sei un bastardo, lo sai questo? E… cos’è questo… posto?
Naruto lo guardò comprendendo lo stato d’animo dell’altro. – è… è la
mia stanza. È un intero piano affittato da noi. Senti… non è come
sembra noi non… - sospirò profondamente.
- No no, senti un corno! Io… io ti spacco
la faccia! Ora esci, fammi vestire e voglio andarmene il più lontano da
qui, chiaro?
Il biondo lo guardò storto – Non abbiamo fatto quel che credi!
Sasuke ricambiò lo sguardo, scettico – Ed è per questo che sono nudo
nel tuo letto?
Colpito. Uno a zero per il moro.
- Senti il bagno è in fondo al corridoio,
mettiti qualcosa addosso, poi vai a farti una doccia, poi ti chiamo un
taxi, pago io, ok? – si arrese il biondo non riuscendo a far ragionare
l’altro, che in risposta lo guardò con astio, ancora – non ricordo
nulla, ma non ti credo, altrimenti perché cazzo mi avresti drogato eh?
Fottiti Uzumaki! Voi gente famosa siete tutti uguali.
Naruto digrignò i denti – Non parlare di argomenti che non conosci!
- Ma vuoi andartene, sì o no?
- Con molto piacere! E non voglio vedere
niente di tuo quando rientro, chiaro?
Così uscì sbattendo la porta per poi incamminarsi, furibondo, nel
corridoio del palazzo, dove davano le porte delle loro stanze.
- Naruto-san?
E proprio in corridoio il biondo venne fermato da un uomo con i capelli
chiari e un paio di occhiali da vista che scendevano ogni tanto,
dispettosi, sul naso.
- Un'altra conquista, Naruto-san? È per
questo che ieri non è andato al luogo dell’incontro?
Il biondo lo guardò storto e s’incamminò ignorandolo deliberatamente
lungo il corridoio fino ad entrare in un'altra stanza, seguito, suo
malgrado, dall’altro.
- Orochimaru-sama si è alterato, lo sa, Naruto-san?
- Perché mi stai seguendo, Kabuto? – si fermò sulla soglia, notando che
l’altro lo aveva seguito fin lì e non aveva intenzione di andarsene.
L’uomo si addrizzò gli occhiali sul naso, con fare sinistro.
- Oh niente di particolare, Naruto-san.
Non ha trovato anche lei un’aria familiare nel ragazzo ubriaco, o forse
dovrei dire drogato,
che hai
portato qui ieri sera, Naruto?
Il suffisso dimenticato e lo smettere di parlare in modo mellifluo
erano segni di come la conversazione stesse cambiando tono.
- Kabuto. Non. Sono. Affari. Tuoi. –
sibilò l’altro.
- Oh, ma come siamo irritabili
stamattina, non sarà dovuto al fatto che ieri non è riuscito ad andare
fino in fondo con quel… ouch!
La pazienza di un uomo a volte è immensa, a volte un minimo.
Quella di Naruto Uzumaki non era né una né l’altra, ma stranamente
alcune persone riuscivano a prosciugargliela con poche parole.
Orochimaru si sarebbe arrabbiato se avesse saputo che aveva sbattuto al
muro il suo assistente e mollato un pugno su quella sua sporca faccia
ghignante.
- Yakushi… fottiti, Yakushi… - ringhiò il
biondo prima di lasciarlo da solo in quel corridoio a pulirsi il rivolo
di sangue dal viso, entrando nella stanza.
Una volta solo Kabuto ghignò – Non dimenticarti Naruto che posso
renderti la vita un inferno, come se già non lo fosse… – soffiò l’uomo
al silenzio del corridoio.
- Suigetsu.
Il ragazzo in questione stava sdraiato a pancia sotto sul letto con le
braccia e le gambe larghe in modo da occupare tutto il letto ad una
piazza e mezzo, con le coperte più sul pavimento che sul letto, e con
indosso solo i boxer e una canottiera bianca e un fetido puzzo d’alcool
che arrivava prepotente alle narici del biondo.
E russava ancora della grossa…
- Suigetsu! Niente mica sì sveglia…
Ghignando il biondo si mise a gattoni sul letto, sovrastando l’altro
senza appoggiarvisi. Avvicinò la bocca all’orecchio dell’altro per
dargli una lappata. Poi prese fiato e…
- SUIGETSU!
L’altro tirò indietro la testa, quasi sbattendola sul viso di Naruto,
iniziò ad agitarsi e inciampando nelle coperte finì a muso per terra.
- Ahio…
Inutile dire che Naruto iniziò a ridere di gusto – Ahaha Suigetsu come
cavolo… ahaha solo tu!
- Smettila di ridere e abbassa la voce,
cretino che ho mal di testa, perché cazzo mi hai svegliato, porca
puttana? Sarebbe stato meno doloroso trovarmi Orochimaru nel letto! –
ringhiò mettendosi a sedere sul pavimento prendendosi la testa tra le
mani.
- Brivido! – squittì Naruto – non pensavo
avessi certe fantasie, Sui. – disse poi con l’espressione di chi la
sapeva lunga.
- Ma cosa cazzo vuoi di prima mattina tu
eh? – sbottò l’altro ricordandosi immediatamente del mal di testa e
gemendo di dolore.
Naruto gli indicò la sveglia che, eroicamente, resisteva in quel
comodino minacciato ogni volta dai bruschi risvegli dell’Hozuki.
- Le undici? Perché non mi hai svegliato
prima?
- Ah, adesso vuoi che ti svegli, eh? In
ogni caso, litigavo con Kabuto.
- Per forza, ieri sera gli hai dato buca…
a proposito! La scommessa?
- Farò la cosa.
Suigetsu strabuzzò gli occhi – non c’è stato? Pensavo che con la droga…
L’altro scosse la testa. – No, è che sai, non ci sono riuscito…
Il ragazzo dal ghigno da squalo rise – ahah sei impotente ahaha!
E fu subito zittito da un pugno in testa.
- Non è per quello, idiota!
- Ah no?
- No, - rispose serio – non l’hai visto…
è…
- È simile a Sai, e a lui…
Lo sguardo di Naruto s’incupì – Suigetsu, le cose non torneranno mai
come prima che formassimo la band, vero?
Suigetsu si alzò e si sedette sul letto al suo fianco, - non credo, Sai
è in ospedale, la nostra manager è una racchia odiosa, il nostro
affittuario è un pervertito con la lingua viscida che vuole infilarsi
nei nostri letti, e nei nostri anfratti…
Il biondo rise alla battuta ma Suigetsu continuò – e Juugo…
Silenzio cadde al nominare il suo nome. – Dovremmo andarlo a trovare.
La tomba, intendo… - disse Naruto, abbassando lo sguardo fino a che la
frangia non ne coprì l’espressione.
- Non so, Naruto, non me la sento ancora…
- sussurrò Suigetsu.
Il biondo si alzò, bisognoso di cambiare argomento. - vado a chiamare
un taxi, Sasuke Uchiha è ancora qui…
- Naruto…
- Mh? – si fermò prima di aprire la porta.
- Puoi anche evitare di fare la
penitenza. Orochimaru non è tipo da scherzarci, soprattutto in questo
periodo…
Era preparato a tutto ma non all’abbraccio stritolante che gli regalò
il biondo – Grazie grazie grazie grazie!
- E mollami!
- Quel bastardo. E ieri l’avevo trovato
anche sexy! Tsk.
Sasuke Uchiha se ne stava davanti l’entrata principale del palazzo, ad
aspettare il taxi che il biondo gli aveva chiamato e gli aveva dato
anche più soldi del necessario.
Mentre faceva la doccia, in quello schifo di bagno, dove a malapena
entrava nel box doccia, si era controllato. Non aveva trovato segni di
nessun genere, niente di niente, e la sua “entrata” sembrava a posto.
- Comunque che dicesse la verità o no, mi
ha drogato, fatto spogliare, e tenuto a casa sua contro la mia volontà.
La deve pagare! – disse a se stesso - E mi sta facendo anche parlare da
solo…
“Certo che” pensò subito dopo “questo posto fa schifo, è una topaia…”
Arrivato il taxi diede il suon indirizzo, e non fu mai più felice di
tornare nella sua casa, vuota, triste e piena di fantasmi del passato,
come quel giorno….
Non capivo il tuo
comportamento.
Prima sbagliavi, perché eri chiaramente dalla parte del torto, e poi mi
sbraitavi contro che non capivo.
Che cosa avrei dovuto capire?
Che era tua abitudine scommettere di portarti a letto i primi tipi che
vedevi?
E non capivo perché non fossi andato fino in fondo.
Tanto, la figura del bastardo l’avevi già fatta, no?
E preferivo sana rabbia vendicativa ai dubbi e ai perché... Secondo te, noi, siamo
più simili di quello che credevo?
Questo capitolo non mi
convince. Questa frase in particolare “Il suffisso dimenticato e lo
smettere di parlare in modo mellifluo erano segni di come la
conversazione stesse cambiando tono.” Suggerimenti su
come avrei potuto cambiarla? (la frase, intendo) Beh, passiamo alle
recensioni che mi hanno dato una gioia immensa *o* Risposte
alle recensioni: elisettapersempre:
si, per la narrazione mi sono spirata a Nana, e anche per il contesto,
ma la trama diciamo che ricorda più quella di Naruto che quella di
Nana. Diciamo che in questa storia ho preso la narrazione stile Nana
perché l’ho ritrovata anche nel film “Memorie di una Geisha” e ho
scoperto che questo stile mi piace e ho voluto cimentarmici. La trama
sarà molto diversa, e sarà incentrata su altri fattori. Ma lo scoprirai
più avanti. Sono contenta che la storia ti piace, è la mia prima rating
rosso e ho paura di rovinarla a ogni capitolo che scrivo. Comunque mi
ha fatto molto piacere il tuo commento, spero mi farai sapere cosa ne
pensi di questo capitolo…
_u_z_u_: sono felice che ti piaccia, e concordo con Shin,
è stupendo! E hai ragione, Sasuke mi ha fatto ridere anche mentre lo
scrivevo. Deve essere stressante essere popolari, neh?
Sasuke_kun_uchiha:
non serve che tu conosca Nana, perché di Nana ho preso solo lo stile di
narrazione e il contesto, ovvero le band musicali, e l’abbigliamento di
Naruto. Di trama non ce n’è molta di simile a Nana, almeno spero. Si le
scommesse rendono tutto più eccitante, ma non ho ancora rivelato cos’è
“la cosa” che avrebbe dovuto fare Naruto, ma non ti preoccupare, presto
qualcuno sarà costretto a far la penitenza… ahaha. Raccomando
fammi sapere che ne pensi!ù
shi_angel:
non te lo dico se Naruto si unirà a loro, non lo so ancora, ma se
succederà c’è una lista di avvenimenti prima che devono
accadere. Spero che i problemi personali di cui parli nella
recensione non siano gravi O_o. comunque grazie mille dei
complimenti! Fammi sapere che ne pensi!
Teme x Dobe:
tu hai scritto Just a Day *o* e sei qui a recensire la mia storia +o+…
ok mi sono ripresa… davvero il mio stile ti piace? *o*…. Lo so lo so
adesso la smetto. Eh si, quando ho visto Shin nella vasca con i capelli
bagnati che scendevano giù ho immaginato Naruto nella stessa situazione
e ho pensato, mmh Naruto nei panni di Shin sarebbe figo! E da lì…
Beh, se sarà Naruto a cadere nelle braccia del teme o al contrario è
ancora da vedere. Mi diverto io stessa a scrivere la storia. Ma presto
la tua curiosità sarà ripagata.
PS. Approvo a pieno il tuo nick name!
Marynana89:
io e te siamo sulla stessa lunghezza d’onda! Hai indovinato, come vedi.
E hai anche indovinato la frase che ha fatto partire il capitolo.
Difatto stavo facendo studiare matematica a mia sorella che ha 9 anni e
c’era la proprietà delle addizioni, cambiando l’ordine degli addendi il
risultato non cambia, e poi, quando ho iniziato a scrivere la storia mi
è venuta in mente e l’ho associata a Ino e Sakura. Anche se non le
giudico due piattole, ma le vedo solo dal punto di vista di Sasuke, che
non può respirare con loro due vicino. Quando lui non c’è sono molto
meglio, quelle due XD visto che hai indovinato il sonnifero ti sfido a
indovinare il segreto di Naruto! Ahah
cyberprincess:
oh la scommessa, vuoi sapere la penitenza ahaha, o si, a breve qualcuno
la subirà. Ma non ora, Suigetsu è stato buono, per ora. XD ma mister
ghigno da squalo ha sempre qualcosa in mente XD
Comunque concordo, Naruto sembra fatto per stare su un palco. È pure
esibizionista nel manga XD
E come si fa a non adorare il piercing di Shin? Beh spero che questo
capitolo ti sia piaciuto, anche se non mi convince… boh, fammi sapere,
e se trovi errori non aver paura e dimmelo, sii senza pietà! XD
Eresseye: si che sono felice del tuo commento! Ma non ti
sei fatta più sentire? Beh nel frattempo io ho scritto questo, che in
realtà avevo già scritto prima di postare il primo capitolo. Comunque
Itachi stronzo? No no, non fino a questo punto? E poi… chi ti dice che
a trovare Itachi sia Sasuke. Mi sa che ho detto troppo… vediamo se
qualcuno indovina! E in questa storia mai dare nulla per scontato.
Questo capitolo è pieno di indizi XD
Capitolo 3 *** Capitolo 3, I Double-T, The Double-T Band ***
Disclaimer: i personaggi non
mi appartengono ma fortunatamente appartengono al mangaka Masashi
Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo prenderei a schiaffi e
gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi hanno più di vent’anni
quindi mi pare logico che siano tutti maggiorenni.
inspiration
Capitolo
3, i Double-T
Nella mia vita non è mai
andato niente come volevo. A fatica quelli
dell’orfanotrofio dove sono cresciuto accettarono di pagarmi la scuola. Poi tutto cambiò quando
incontrai Sai. Anche lui orfano, e
anche lui con la passione per la musica, oltre che per il disegno e
l’arte. Ci innamorammo ma ben
presto capimmo che non poteva funzionare. In compenso giurammo di
realizzare il nostro sogno comune, insieme. E grazie a Suigetsu e
Juugo ci siamo riusciti, entrando sotto la protezione di Orochimaru,
direttore della OtoSound, la major più importante, che aveva portato al
successo gruppi come i Double-T. Poi tutto è crollato. Non so se tutto sia
iniziato a cambiare dopo quella sera che t’incontrai. Secondo te, eravamo
predestinati?
Era appena passata l’ora di pranzo, a casa Hyuuga, quando il cellulare
di Neji suonò sul comodino, mentre il suo proprietario imprecava
sottovoce dal bagno contro chi lo disturbasse mentre tentava di
prepararsi per fare la doccia.
Solo con i pantaloni addosso e i capelli liberi sulla schiena nuda,
rientro nella stanza da letto, perfettamente ordinata e quasi asettica,
potremmo dire, e prese il telefono grugnendo quasi quando vide chi lo
stava chiamando.
- Uchiha, ieri sera sei sparito, ti pare
l’ora di farsi sentire?
Uno sbuffò provenne dall’altra parte.
- Tsk, quel dobe mi ha portato a casa sua
per i suoi perversi scopi.
Neji rimase leggermente allibito.
- il… dobe?
- Ma si, l’Uzumaki. Voleva portarmi a
letto quel bastardo…
- Cosa? – probabilmente se Sasuke avesse
potuto vedere l’espressione allibita di Neji avrebbe riso. O forse no,
conoscendo il carattere del soggetto in questione. E siccome, in ogni
caso, erano al telefono e tale espressione non fu vista da nessuno,
tantomeno da Sasuke, l’unica reazione di quest’ultimo fu sbuffare e
spiegare la situazione a Neji, con calma. Non che ci fosse stato poi
molto da spiegare in effetti, visto che la parte interessante sembrava
assente, almeno nei ricordi dell’Uchiha.
Una volta finito il racconto, contornato da minacce di morte verso un
certo biondo, e commenti sarcastici di Neji, fu proprio lo Hyuuga a
parlare per primo.
- Beh, c’è da dire che ha occhio.
- che intendi, Hyuuga?
- Beh, ha capito che sei gay da subito
altrimenti non ci avrebbe provato nemmeno a sbatterti, e poi,
obiettivamente è un tipo niente male, l’ha detto anche Ten Ten. E lei è
abituata ad alti standard – aggiunse, orgoglioso guadagnandosi uno
“tsk” di Sasuke.
Dopo aver chiuso la chiamata Sasuke uscì diretto dal loro supporter e
futuro manager in caso di successo, per mettersi d’accordo per cercare
nuovi membri.
Da quando la loro vocalist, Anko Mitarashi, aveva deciso che aveva
trovato l’uomo per lei, uomo di cui, tra l’altro, nessuno sapeva
l’identità tanto da pensare che il matrimonio fosse un’invenzione per
lasciare la band, e Hiashi aveva deciso che Neji e Hinata dovevano
pensare solo all’azienda di famiglia concedendo a Neji di restare nella
band solo per qualche mese, cercavano un chitarrista e un/una vocalist.
O un chitarrista dalla bella voce.
O anche solo un chitarrista. Poteva sempre prendere lezioni di canto,
lui.
Figurati se non sapeva cantare, Sasuke Uchiha sapeva anche suonare la
chitarra.
Purtroppo non sapeva suonare il basso e la chitarra contemporaneamente.
Altrimenti lui e Kiba sarebbero bastati.
Anzi, se fosse stato per lui avrebbe imparato la batteria e a suonare
tre strumenti insieme. Peccato che gli esseri umani siano dotati di
soltanto due mani, caro Sasuke.
Quindi in una band altri elementi erano indispensabili se si voleva
fare il loro genere di musica e come volevano loro.
Purtroppo questo voleva dire girare per le major, sfogliare annunci,
cercare talentuosi in mezzo ai poveracci…
Insomma voleva dire farsi il culo da mattina a sera finchè non avessero
trovato qualcuno.
Perché aspettare che qualcuno rispondesse al terzo annuncio pubblicato
sul giornale sarebbe stato piuttosto ottimistico…
E lui non si illudeva facilmente…
In quel momento si trovava ora nei pressi di una libreria, la solita
libreria dove Kakashi Hatake dava appuntamento ai suoi esordienti, e
dove comprava gli ultimi libri della raccolta Icha Icha Paradise.
Avrebbero scritto l’ennesimo annuncio, poi sarebbero andati in giro per
le major che facevano mecenatismo, ovvero mantenevano esordienti
nonostante non potessero sfondare.
E tra questi forse avrebbero trovato qualche elemento libero.
- Allora prima regola quando si fa il primo live, ricordarsi la
cintura. Non c’è niente di peggio di un chitarrista o un vocalist che
si perde i pantaloni durante l’esibizione, non trovate?
I presenti risero alla battuta di Gai Maito, il coreografo della major
“OtoSounds”, ovvero colui che doveva scegliere le coreografie per il
loro prossimo live.
Il live dei Double-T.
Gruppo piuttosto particolare, il loro, in quanto aveva due vocalist
donne, che suonavano entrambe la chitarra elettrica.
Un basso e una batteria le accompagnavano.
Forse una band scontata dal punto di vista strumentale, ma il fatto che
le due vocalist avessero voci completamente diverse rendeva le loro
canzoni un mix perfetto.
Tre di loro erano fratelli.
Gaara aveva i capelli rossi come le fiamme che i fan giuravano di
vedere uscire dal basso quando era lui a suonarlo.
Due occhiaie scure come il buio sul palco, e due occhi acquamarina coma
la limpidezza della voce della sorella.
Sulla sua fronte vi era tatuato, come se fosse col sangue, il kanji
dell’amore, Ai, con un significato tutt’altro che romantico.
Vestito con una semplice canotta nera e dei jeans chiari, Sabaku No
Gaara non mostrava emozioni sul suo viso, se non qualche smorfia
disgustata, visto il comportamento di Gai.
- Ma possiamo risolvere in qualche modo, no? – continuò Gai pensieroso.
Kankuro invece era castano come tanti se ne trovano in Giappone, con i
capelli sempre spettinati come se l’energia che metteva quando suonava
la batteria contagiasse anche i suoi capelli.
Il viso solitamente dipinto di viola durante i loro concerti era ora
liscio e pulito e il suo sorriso lo illuminava tutto.
Indossava una camicia bianca a maniche corte e dei normalissimi jeans.
- Per esempio potreste indossare una
delle mie fantastiche calzamaglie! – annunciò Gai con un sorriso a
trentadue denti che sembrava scintillasse quasi.
- Cosa? – fece inorridita Temari, la
sorella maggiore di Kankuro e Gaara.
Temari era bionda, come sua madre, e aveva gli occhi verdi.
Aveva i capelli raccolti in quattro codini.
Ispirava purezza il suo aspetto, ma anche forza.
Non per niente la paragonavano al vento, quando cantava.
Dolce come una brezza leggera, forte come un uragano.
Indossava una felpa nera con il cappuccio e dei pantaloni rossi.
- Io non indosserò mai una cosa simile! –
disse inorridita l’ultima del gruppo.
Protetta di Orochimaru, ed entrata nel gruppo da relativamente poco, ma
già molto affiatata con i suoi membri.
Lei, la fidanzata di Sabaku No Kankuro, Taiyuya, capelli rossi da cui
sfuggiva una ciocca che le ricadeva ogni tanto sugli occhi castani.
Con un berretto azzurro scuro con visiera messo al contrario, vestita
con una semplice maglietta verde e una salopette di jeans e scarpe da
ginnastica.
Ragazzina sboccata quasi quanto brava.
- Ma come no? Adesso chiamo il mio
assistente, Lee e ve ne faccio portare quattro!
Mentre il loro, ahimè, coreografo, era un tipo tutto strano, a
cominciare dal fatto che indossasse delle calzamaglie verdi, orrende,
sempre e comunque, a qualsiasi ora e a qualsiasi temperatura.
Per poi continuare dai suoi bizzarri capelli a scodella, e dalle sue
folte sopracciglia.
- No no no, Gai, non per sminuire il suo
stile, ma non si adatterebbe alle nostre… ehm… alle nostre canzoni… che
ne dice se all’abbigliamento pensiamo dopo, eh? – fece Kankuro con tono
accomodante.
- Oh, non vedete l’ora di provare la
coreografia! Come siete energici! Bene! E che la forza della giovinezza
sia con noi!
Con un gocciolone sulla testa generale, i quattro si prepararono a
seguire l’uomo, che per quanto ridicolo potesse essere, era comunque un
grande coreografo, a dispetto delle peggiori aspettative.
Sapeva quali mosse suggerire alle vocalist, che suonavano sempre l’una
alla volta, in modo da valorizzare la melodia e la loro voce.
Nonostante i movimenti non fossero molti, lui sapeva come renderli
“giovanili”, come diceva lui, e armonici.
I Double-T erano esordienti, ma avevano in programma molti concerti,
nonostante la loro non fosse musica commerciale, gli amanti del genere
erano molti.
Il loro genere andava tra il goth e il Metal, con un pizzico di Rock.
Temari, con una voce potente e quasi da soprano quando si impegnava,
potente ma allo stesso tempo limpida e senza stonatura.
Tayuya invece, aveva una voce più frizzante e rock, un misto tra Pink e
Avril Lavigne.
E a volte,accompagnava Temari col flauto o con l’acustica. Strumenti
che contrastavano col suo carattere, ma che padroneggiava come se
fossero parti della sua anima.
Il primo concerto a Tokyo era vicino. E Orochimaru aveva promesso loro
di incontrare due “critici d’eccezione” nonché loro vicini di
appartamento e loro amici.
E non stavano più nella pelle.
Era un mese che non li sentivano.
Entrati nella stanza delle prove per le coreografie però, vi trovarono
Karin e Orochimaru stesso.
- Cugina, ragazzi, come ve la passate? –
fece Karin.
Karin e Tayuya, le cugine, nipoti adottive di Orochimaru, si salutarono
con un cenno della testa e un sorriso.
- Alla grande cugina, anche se quel
coglione di Gai ci ha minacciato con le sue tutine – sussurrò senza
farsi sentire dal diretto interessato.
Karin fece un risolino poi, mettendosi a posto gli occhiali, si volto
verso Orochimaru.
- Allora vado a chiamare l’alic… ehm
Suigetsu e Naruto.
Orochimaru la guardò appena. Alto e chiaro di pelle, con gli occhi
gialli, come quelli dei serpenti, leggermente truccati di viola,
capelli lunghi, lisci e neri. Un giacchetto in pelle nera che faceva
risaltare ancora di più il suo pallore, e i pantaloni dello stesso
colore che lo facevano sembrare ancora più alto e slanciato di quel che
già era.
Aveva atteggiamenti un po’ equivochi con ogni suo protetto. Maschio o
femmina che sia. Ma non era ne gay ne un approfittatore. Solo era il
suo carattere ad essere ambiguo e, era proprio il caso di dirlo,
serpentino.
- Allora, ragazzi… - si rivolse invece ai
membri dei Double-T – come vanno le prove?
Rispose Gai per loro – Oh alla grande Orochi-sama, questi ragazzi hanno
in loro la forza della giovinezza, sa? Quando suonano è un tripudio di
emozioni!
- Gai, lascia ai miei critici migliori
decidere. Suigetsu e Naruto saranno qui presto. E sapete che da quando
hanno lasciato le scene sono piuttosto ferrei nel giudicare. E lo
stesso vale per voi. Anche se li conoscete, essendo tutti voi sotto la
mia ala.
“La sia lingua, più che ala, hihihi” aggiunse mentalmente Kankuro.
- Certo, Orochimaru-sama. – rispose
Temari.
- Questo vuol dire però, - fece lui,
bonario – che se vi giudicheranno passabili vuol dire che siete grandi.
- E si ci giudicano pessimi? – chiese
Kankuro
- Siete pessimi – lo liquidò Orochimaru.
- Io non capisco perché lo dobbiamo fare…
- sbuffò per l’ennesima volta il biondo.
- Perché altrimenti
Orochimaru-devi-fare-ciò-che-ti-dico-sama ci sbatte fuori casa. –
spiegò Suigetsu.
Erano in metro, in piedi, in mezzo alla calca di persone, a morire dal
caldo, mentre il biondo malediva mentalmente Orochimaru per avergli
fatto saltare il suo pranzo di ramen, ramen e ancora ramen.
Quando scesero alla loro fermata decisero quindi di camminare fino al
palazzo dell’OtoSound, in mezzo al traffico. Sempre meglio della metro
che il biondo aveva chiamato ironicamente fornopolitana.
Camminando si fece silenzioso pensando a quel ragazzo che aveva
abbordato in discoteca.
Sasuke Uchiha.
Uchiha.
Il suo volto si frapponeva a quello di un'altra persona, nella sua
mente.
Ma non faceva Uchiha di cognome.
Sasuke Uchiha.
“Scoprirò chi sei”
Se fosse riferito a Sasuke o a qualcun altro, forse. nemmeno lui lo
sapeva ancora.
I fantasmi che mi
perseguitano ogni volta che metto piede nella mia cucina e rivedo mia
madre li a terra, quando esco in cortile e rivedo mio padre, freddo,
morto, quando in preda al panico cerco mio fratello e non c’è, non lo
trovo… sono sempre lì. Nessuno è mai riuscito a
scacciarli. Finchè qualcuno non ha
rotto quella corazza che a lungo mi ero creato. Io non credo nel
destino, tu, invece?
Risposte alle recensioni:
shi_angel: concordo, un modo interessanti per svegliarlo XD, vorrei essere svegliata anche io cosi, magari senza urla XD e non preoccuparti, Kabuto è odioso in questa storia ma avrà ciò che mer... mhpf non spoliero niente XD
Per quanto riguarda il tuo ordine, questo capitolo era di transizione per presentare i Double T e far procedere.
marynana89: se ci sei arrivata o no... e stavolta non te lo dico, va be, però sei sulla strada giusta. ehehe XD
la scommessa presto si scoprirà, questo era solo un capitolo di transizione, ma dal prossimo... *risata sadica mode ON*, spero che continerai a seguirmi
cyperprincess: Orochimaru qui non è molto vecchio, ma pervertito si U_U sinceramente mi piace questo suo lato, lo trovo accattivante. Ma in questa storia è un tipo pieno di sorprese. Non tutto è come sembra XD spero che questo (noioso e di transizione) ti sia piaciuto.
Eresseye: postato èpresto, contenta? Così puoi leggerlo ^^
mmh sei vicina al "segreto" di Naruto, solo che è più complicato di quello che sembra, e alcune cose devo ancora deciderle bene, ma spero di postare presto il prossimo capitolo, così ciò che tu non vedi l'ora che accada, accadrà XD
Teme X Dobe: uuh che recensione luuuunga, ahaha mi fa piacere XD anche io adoro le frasi in stile Nana, e dopo averla risvista per la trentesima volta ho deciso di usar lo stesso stile. Ahah la vendetta arriverà presto, non subito però, deve succedere ancira una cosa prima che si rincontrino, ma non ci vorrà molto. Cosa è successo a Juugo e Sai si capirà già forse dal prossimo capitolo.
E, tanto per la cronaca, Just a Day è s t u p e n d a ! *o* e da brava SasuNaruista non posso che adorarti ^^
_u_z_u_: grazie, vedo che tutti avete quasi indovinato. Non era difficile però, dai. XD Hai vito, ho aggiornato in fretta, così sei contenta e non mi uccidi XD spero che il capitolo ti piaccia
Sasuke_kun_Uchiha: ahaha dai Orochimaru non è così cattivo XD poverino, lo usano tutti per minacciare le persone, io compresa! e la scommessa... mmm, sicura di non voler sapere la penitenza? Perchè, beh, tanto la vedrai comunque! Mwahahaha!
Ho passato la mia vita a
cercare di capire di più su ciò che era successo alla mia famiglia, su
dove fosse finito Itachi, su cosa dovevo fare. Ed eccoti arrivare con
tutte le risposte. Possibile che basta una
singola persona conosciuta per sbaglio per sconvolgerti l’esistenza?
Avevano suonato davvero bene, e l’energia di Tayuya e la forza di
Temari si erano fuse insieme come a formare un'unica, nuova voce.
Erano stati fantastici. Né Naruto né Suigetsu avevano mai sentito
niente di simile prima d’ora.
Orochimaru, accortosi delle espressioni dei loro protetti ghignò,
mentre Kankuro, fremente di aspettativa chiese: - Al-allora siamo
andati bene?
Naruto spostò lo sguardo su di lui per poi guardarlo con sufficienza,
nascondendo il sorrisetto furbo sotto i baffi. – Bah, siete a malapena
passabili ma con un po’ d’impegno…
Certo non s’immaginava che a quell’affermazione si avvilissero e
sarebbero andati a tagliarsi le vene o a buttarsi giù da un ponte, ma
non poteva certamente immaginare che saltassero di gioia.
Orochimaru sorrise.
- Ha detto che siamo passabili! Quindi siamo grandi! – urlò la rossa.
- Nani? – la faccia di Naruto era
impagabile. E così Orochimaru li aveva avvertiti, pensò Suigetsu, per
poi scoppiare a ridere anche lui, insieme a Temari e Tayuya.
Naruto spostò lo sguardo sorpreso su Gaara, che alzò semplicemente le
spalle.
Orochimaru offrì da bere a tutti quanti, quella sera stessa.
Il nuovo singolo dei Double-T sarebbe stato un successo, e il concerto
che sarebbe avvenuto s Tokyo a breve sarebbe stato grande.
Orochimaru aveva fiutato bene anche questa volta.
Aveva un gran fiuto per gli affari, in qualsiasi campo lavorasse.
Il giorno successivo Naruto stava andando al supermercato a comprare
qualche birra, quando passando davanti alla biblioteca gli venne
un’idea.
Entrò passando nella porta a vetri e una moderna biblioteca gli si
presentò davanti agli occhi.
Quasi rimpiangeva la calda atmosfera e il profumo dei libri antichi
nella biblioteca dell’orfanotrofio, quando, ogni volta che il preside
lo beccava in giro e lo picchiavano e si rifugiava lì a leggere… beh,
aveva detto quasi…
Chiese di poter usare il computer, e la bibliotecaria, o meglio, colei
che si stava mettendo lo smalto per passare il tempo che tanto non
c’era nessuno, con un gesto della testa gli indicò un tavolo con sei
computer.
Dopo averla ringraziata si sedette e aprì il collegamento ad Internet.
Google, oh che meravigliosa invenzione.
Mordendosi il labbro, incerto, decise di scrivere quella fatidica
parola.
Era una cosa stupida eppure c’era quella strana sensazione che gli
rimaneva dentro e non l’aveva fatto dormire tranquillo.
Doveva assolutamente scoprire se quella sensazione era soltanto una sua
impressione.
Eppure…
Ma sì, stupido o no cosa sarebbe potuto succedere? Al massimo avrebbe
scoperto che Sasuke era un serial killer ricercato o che fosse un
attore di adult video o magari… ehi frena la fantasia Naruto!
Si sbattè una mano in fronte da solo ringraziando che in quel quartiere
la popolazione fosse abbastanza impegnata da non andare in biblioteca e
vederlo litigare in silenzio a gesti con se stesso, altrimenti
sarebbero venuti a prenderlo con la camicia di forza, poco ma sicuro.
Deciso, finalmente, scrisse “Uchiha” e cliccò sul pulsante CERCA.
Ciò che ottenne furono svariati articoli di giornale di qualche anno
prima.
Tibutante n’aprì uno.
“Massacro a villa Uchiha. I coniugi Fukaku e Mikoto Uchiha sono stati
trovati sgozzati in un bagno di sangue… unico sopravvissuto il figlio,
Sasuke, di dodici anni, e il fratello maggiore Itachi Uchiha,
diciassette, scomparso… se sia stato proprio Itachi l’autore del
massacro o se sia stato rapito…”
- Itachi… - Naruto guardò lo schermo. – e
così c’è un fratello maggiore scomparso. Che adesso dovrebbe avere
ventisette anni… oh merda. Foto, foto! Insomma ci DEVONO essere delle
foto su questi dannati articoli!
- Mi scusi, potrebbe stare zitto! Siamo
in biblioteca diamine! – fece la signorina di prima.
- Ma se ci sono solo io!
- Allora se ne vada così posso finire di
mettermi lo smalto!
- Quella smorfiosa… - Naruto si fermò in
mezzo al marciapiede con le mani in tasca. Non aveva nemmeno comprato
le birre. - Ventisette anni… non può essere… nah, il suo nome non è
Itachi. Ma è così… uguale… a quel ragazzo…
Alzò lo sguardo verso il cielo, si stava annuvolando.
Guardò l’orologio.
Le dieci e mezza.
Sbuffò.
Sicuramente Suigetsu dormiva ancora e aveva scordato le chiavi del
portone.
SI sedette alla fermata dell’autobus. I suoi pensieri vagavano nei
ricordi e il puzzle si componeva fin troppo facilmente. Prese il
cellulare…
Shizune Shiranui, vedova di Genma Shiranui, stava facendo il the,
quando il suo telefono di casa squillò. Si diresse in soggiorno, dove
vi era, appunto il telefono, e fece rieccheggiare la sua armoniosa e
docile voce di donna nella stanza.
- Pronto? -
- Salve Shizune-san!
- Naruto-kun, un un momento...
Un po’ sorpresa di sentire il ragazzo dopo tanto tempo tornò in cucina
dove spense il bollitore e si sedette su una sedia riprendendo in mano
la cornetta
- Naruto-kun! Come va? Tutto bene, spero.
- Si, Shizune-san, tutto apposto… Senta…
Shu è in casa?
Shizune sorrise – Si, vuoi che te lo passo?
- No, no. Posso passare io lì tra un’ora?
Sempre se non disturbo…
- Ma è successo qualcosa? – chiese lei
fattasi improvvisamente seria sentendo il tono del ragazzo.
- No, non è… non si preoccupi. Beh io
vado, a dopo, allora.
Shizune sospirò guardando la cornetta, la rimise a posto e salì le
scale in legno fino a giungere al piano di sopra.
Bussò leggermente ad una porta chiusa, dalla quale non proveniva alcun
suono.
- Shu… Shu, posso entrare?
Nessuna risposta venne dall’altra parte ma lei entrò lo stesso,
abbassando lentamente la maniglia come a dare il tempo al ragazzo
all'interno di mandarla via prima di entrare. Non udendo nulla, entrò..
Un ragazzo se ne stava seduto sul letto con il volto verso la finestra,
con lo sguardo perso.
- Shu, tutto bene?
Come se la donna non esistesse e non fosse lì, il ragazzo non si mosse.
- Shu, devi prendere la medicina…
Il ragazzo non rispose, ancora. Shizune essendoci abituata non si
arrese.
- Sta arrivando Naruto, credo sia
importante…
Finalmente una reazione, Shu si voltò verso di lei con gli occhi
lucidi. – N-Naruto viene qui?
Shizune sorrise socchiudendo gli occhi – Sì, quindi è meglio se prendi
la medicina, non trovi?
Nessuno parlava nella sala prove affittata a poco dei Kans.
Stavano togliendo i loro strumenti e la loro roba da lì, giacché è
inutile pagare l’affitto di una sala prove senza poter suonare. Quindi,
finché non avessero trovato nuovi membri, avrebbero tenuto gli
strumenti da Kiba, che aveva un garage abbastanza grande.
Kiba smontò con grande tristezza la batteria, mentre Neji metteva in
una borsa, tutti gli oggetti che erano loro, dai portacenere che si
erano portati ai poster per dare un po’ di vita alla stanza, appesi col
consenso del proprietario, che era stato fin troppo gentile e
accomodante con loro. Anche se questo era dovuto alla profonda amicizia
che lo legava al loro manager Kakashi,
Sasuke aveva tra le mani i volantini da attaccare a tutti i bar
maggiormente frequentati dai musicisti, e vicino ad ogni sala prova in
città.
Lui e Kiba avrebbero avuto la giornata decisamente piena.
- Allora abbiamo preso tutto, non ci
resta che caricarlo sul furgone…
Dopo aver caricato strumenti sul furgone, Neji salì in macchina e li
lasciò soli, poiché doveva andare dal suo patrigno.
Dopo qualche minuto arrivò invece Kakashi, che salì sul furgone e lo
portò a casa di Kiba, dove vi era Hana ad aspettarlo pronta per
aiutarlo a scaricare.
Kiba e Sasuke così andarono in giro ad attaccare quel nuovo annuncio
sperando che qualcuno si presentasse.
Naruto fu puntuale, e dopo un’ora era già alla porta della signora
Shiranui.
- Naruto! Lo sai che qui sei sempre il
benvenuto!
Il biondo entrò esitante. – Ho fatto la spesa
- Grazie, non dovevi.
Naruto sapeva che la donna era senza lavoro e la aiutava il più
possibile. Era una delle segretarie di Orochimaru, ma si era licenziata
per prendersi cura del nipote Shu, e poi Genma era morto e si era
trovata da sola, e non voleva tornare a lavorare per non lasciare Shu
solo nemmeno un attimo.
Anche perché Shu soffriva spesso di depressione ed era un ragazzo
emotivamente instabile anche se stava lentamente guarendo.
Mentre Shizune metteva a posto la spesa, Naruto si guardò intorno. Era
una casa piccola e modesta, ma era calda ed accogliente, e Shizune lo
trattava sempre come…
- Figliolo, vuoi qualcosa?
…come una mamma.
- Mh? No, no grazie. Shu è di sopra?
La donna annuì, poi chiuse il frigorifero dove aveva riposto il latte
comprato dal ragazzo e, mentre lui saliva le scale gli rivolse una
domanda.
- Sicuro che sia tutto apposto? Non mi
hai ancora fatto un sorriso!
Naruto spalancò gli occhi e quando assimilò la frase sorrise
lievemente. Sia per accontentare la donna, sia perché una figura
materna che si preoccupava per lui, lo faceva sentire triste e a
disagio, ma al contempo estremamente felice.
Shizune sorrise di rimando ed aspettò che il ragazzo finisse di salire
le scale prima di sospirare.
- Quel ragazzo mi preoccupa, ha sempre
un’espressione così combattuta.
Bussò alla porta e senza aspettare risposta entrò nella stanza ordinata
e pulita.
- Shu, ciao, come stai?
Il ragazzo puntò i suoi occhi neri su di lui. – Naruto, cono contento
di rivederti. Quanto tempo!
L’Uzumaki si grattò la testa sorridendo lievemente. – Beh, sai, Karin
ci riempie l’agenda per farci tornare a suonare, mentre Orochi-coso ci
fa sudare per meritarci di stare lì con quel misero affitto che
paghiamo. Anche se credo lo faccia perché sia affezionato a noi, ma
questo non lo ammetterà mai.
Shu lo guardò annuendo. – Cos’è che ti frena, esattamente, dal tornare
a suonare? – chiese dopo una pausa.
Naruto abbassò lo sguardo, sedendosi poi sul letto, affianco al più
grande – Beh, Juugo è morto, e Sai ha avuto quell’incidente per colpa
mia. Non dormivo da giorni, Juugo era morto da solo un paio di
settimane, e avevo anche bevuto un po’. Guidare era da pazzi, ma Sai
non sapeva guidare quindi…- sospirò – e poi la mia chitarra fu
distrutta in quell’incidente, e non me la sono mai sentita di tradirli,
cambiando chitarra. So che è una cosa stupida. E poi, ogni volta che
suono la chitarra mi aspetto i colpi di batteria di Juugo e
l’accompagnamento di Sai, mi rimbombano nella testa e mi blocco. Non so
spiegartelo…
Shu annuì pensieroso. – Ti capisco, più di quanto immagini.
Naruto lo fissò, non riuscendo a togliersi dalla testa l’incredibile
somiglianza tra lui e Sasuke.
Si alzò, come per andarsene sotto lo sguardo interrogativo di Shu.
Poi si fermò davanti alla porta e, poggiando appena la mano sulla
maniglia, volle provare.
Raccogliendo tutto il suo coraggio pronunciò solo poche parole.
- Al-allora ci vediamo. I-Itachi.
Meno di un secondo ci volle prima che venisse sbattuto al muro dal
ragazzo più grande.
Si specchiò nei suoi occhi d’onice così simili a quelli di Sasuke, e si
sorprese di non essersene accorto prima. Forse quella sera in cui vide
Sasuke in quel locale aveva bevuto abbastanza per non notare la
somiglianza…
- Dove, DOVE HAI SENTITO QUEL NOME?
Naruto deglutì. – Allora Itachi… sei... sei veramente tu?
- DIMMI DOVE HAI SENTITO QUEL NOME? –
urlò ancora il ragazzo dagli occhi scuri.
- Su- su internet. Ho incontrato… credo…
di aver incontrato tuo fratello.
Shu lasciò la presa. – Tu… tu hai incontrato Sasuke?
Questa frase fornì a Naruto la prova che Shu e Itachi erano la stessa
persona.
- Quindi tu sei veramente Itachi… - lo
guardò sconvolto, non sapendo cosa dire, - mi spieghi perché
vai in giro con un nome falso? - era tutto così assurdo, la sua era
solo una sensazione, doveva restare solo una sensazione, diavolo! - E
perché non mi hai ma detto niente? Siamo amici! Da quando sei venuto a
vivere da Shizune e ci siamo incontrati abbiamo formato un legame. Tu
mi hai mentito! - continuò frustrato dalla situazione.
Shu, cioè… Itachi si sedette di nuovo sul letto mettendo una mano tra i
suoi lunghi capelli neri.
- Shizune sa che il mio nome non è Shu. È
stato Genma a scegliere questo nome. Lui sapeva tutta la storia e
voleva proteggermi. Era… un mio grande amico. Mi ha tenuto nascosto
qui. E Shizune non ha mai fatto domande, anche quando Genma è morto.
- Ma a me potevi dirlo… - disse Naruto
con tono ferito, rimanendo in piedi, appoggiato al muro spoglio.
- Hai detto… hai detto di aver letto il
mio nome su Internet. Quindi hai letto cosa è successo alla mia
famiglia. Non potevo dirtelo.
Il biondo abbassò lo sguardo. – Scusa, hai ragione. Ma… ma tuo
fratello? – rialzò lo sguardo sul più grande. – tuo fratello lo sa?
- NO! E non deve saperlo! Sapere la
verità lo farebbe soffrire!
Naruto si sedette di nuovo sul letto.
- Senti Naruto, tu hai incontrato davvero
mio fratello? - chiese con voce quasi... supplichevole?
Il più giovane annuì.
- e… e come sta?
Il biondo rise. – Beh, abbastanza bene da mandarmi al diavolo! – poi
tornò serio come se niente fosse – Non so se stia bene, l’ho visto per
poco diciamo che volevo... volevo portarmelo a letto…
- COSA? - Naruto era grato del cambio
dell'argoomento, ma forse era meglio non far arrabbiare il più grande,
anche perchè avrebbe potuto sentirsi male...
- Ehi, non gli ho fatto niente, alla fine.
Il moro si rilassò. Poi poggiò una mano sulla spalla dell’altro,
fissandolo in quei pozzi cristallini. – Naruto tu devi rincontrarlo.
- Nani?
- Ti prego… devi dirmi come sta, devi
scoprire cosa ha fatto questi dieci anni, se mi ha cercato… io… ti
prego Naruto.
- Ma, ma Shu, cioè Itachi, accidenti!
Insomma, io non so se…
Itachi strinse la presa sulla spalla. – Promettimelo.
Il biondo sbuffò. – Va bene... Solo… - deglutì a vuoto, ancora una
volta. – solo… posso farti una domanda?
All’annuire dell’altro, il biondo sospirò per calmarsi e assimilare
tutte le informazioni, per poi tentare, di nuovo, con una domanda
davvero pericolosa, ma che aveva bisogno, almeno per lui, di una
risposta...
- Ad… ad uccidere la tua famiglia… sei…
stato tu?
Quel periodo fu uno dei
più difficili per me. Prima Juugo, poi l’incidente, poi Sai, il mio
migliore amico era tutto una bugia. Non sapevo più cosa fare. Perché la vita degli
esseri umani deve essere sempre così complicata?
Note della pazza: aggiornamento
anticipato per stavolta, ehehe lo so ho interrotto sul più bello XD non
linciatemi...
Risposte alle recensioni: Eresseye: ed
ecco il capitolo, TUTTO PER TE! ho fatto più in fretta che ho potuto.
Davvero ti piace il mio stile? Ma siamo in sintonia! Perchè a me piace
il tuo XD Anche io voglio strafogarmi come L ma io diventerei
una balena XD
adesso ho risolto qualche tuo dubbio, creandotene altri suppongo. solo
una cosa... Jack? O:o Teme X Dobe:
povero Orochimaru. Prestate molta atenzione a tale ambiguo personaggio.
Rimarrà un personaggio secondario, ma ha uno scoop enorme! Ahah non
indovinerete mai *risata malefica* ovviamente non è ne maniaco ne
pedofilo. poverino, mica siamo nel manga. Anche se la sete di potere
non gliel'ho tolta del tutto. Itachi si è fatto vivo. Ora manca la
storia di Sai. presto sui vostri schermi XD shi_angel:
non è una scuola, ma una casa discografica, capita. XD comunque... sarà
più complicata la cosa, ma il nostro Naruto ha una bella sorpresa per
sasuke, che non si allontana molto da quello che pensi tu. spero ti sia
piaciuto, anche questo capitolo. e che continuerai a commentare.*_* Baci annamariz:
wow, ahah grazie, quanti complimenti, a te va anche un ringraziamento
speciale per avermi fatto rispolverare una mia vecchia fic... di cui il
nuovo capitolo aggiorno oggi, ed è tutto a te dedicato. Grazie, ormai
Arigatou era finita nel dimenticatoio... vivvinasme:
si, questa versione di Naruto piace molto anche a me (e anche a me
ndSasu), sono contenta che ti piaccia (*gondola e salta di gioia* una
nuova lettrice!) spero continuerai a seguirmi. Sinceramente a me questo
capitolo non convince proprio, spero mi farai sapere cosa ne pensi.
Grazie dei complimenti anche se non credo di meritarli mikita: non
sapevo ci fossero fan del KankuroXTayuya, felice di averne trovata un
altra. e così ti piacciono i Sabaku, peccato che sono personaggi
secondari... ma potrei fare qualche Spin-Off, che dici?
Capitolo 5 *** Capitolo 5, Il coraggio di ricordare, Courage to remember ***
Disclaimer:
i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al
mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo
prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi
hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti
maggiorenni.
Capitolo
5,
il coraggio di ricordare, The courage to remember.
Di una cosa sono sempre
stato sicuro, e su questa cosa non cambierò mai idea. La vita cambia,
ci trasforma, ci butta giù. Mentre prima il mio
motto era sempre “mai arrendersi”, e vedevo sempre il lato positivo di
ogni cosa, adesso vedo ciò che mi circonda con occhi diversi. Più
rassegnati forse. Ho scoperto sulla mia
stessa pelle cosa vuol dire aggrapparsi a una convinzione campata in
aria, afferrare una mano che non c’è, cercare persone che non ci sono
più. Ora lo so,le
convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità. E non c’è niente di
peggio che risvegliarsi un giorno e capire di aver vissuto in una
nuvola di fumo. Il successo, la
felicità, a volte sono solo flebili illusioni. Ma perché sono così
importanti per noi?
Il moro si rilassò. Poi poggiò una mano sulla spalla dell’altro,
fissandolo in quei pozzi cristallini. – Naruto tu devi rincontrarlo.
- Nani?
- Ti prego… devi dirmi come sta, devi
scoprire cosa ha fatto questi dieci anni, se mi ha cercato… io… ti
prego, Naruto.
- Ma, ma Shu, cioè Itachi, oh accidenti!
Insomma, io non so se…
Itachi strinse la presa sulla spalla. – Promettimelo.
Il biondo sbuffò. – Va bene... Solo… - deglutì a vuoto, ancora una
volta. – solo… posso farti una domanda?
All’annuire dell’altro il biondo sospirò per calmarsi e assimilare
tutte le informazioni, per poi tentare, di nuovo, con una domanda
davvero pericolosa, ma che aveva bisogno, almeno per lui, di una
risposta...
- Ad… ad uccidere la tua famiglia… sei…
stato tu?
Itachi spostò la mano dalla spalla di Naruto per poi spostare lo
sguardo alla finestra. Il piccolo giardino che si vedeva da li era
diventato così improvvisamente interessante da guardare.
- Non chiedermelo ti prego. – sussurrò,
con una voce tanto lieve e insicura, da essere evanescente.
- Itachi… io voglio… solo... – Naruto
tacque, conscio che con quella domanda aveva riaperto ferite molto
profonde, lui ne sapeva qualcosa di frasi buttate li e di coloro che le
pronunciano che spesso non sanno di scavare, con parole casuali,
nell’animo delle persone. A lui, sarebbe bastato un “suonaci qualcosa”
per chiudersi in se stesso. Come poteva pretendere una risposta da
Itachi, che già si era aperto fin troppo con lui?
Il moro sospirò per poi alzarsi dal letto e avvicinarsi alla finestra.
Carezzò il vetro con la mano destra, soffermandosi su un punto
indefinito nel cielo. Lo sguardo perso, come per rivedere davanti agli
occhi scene già vissute.
Attese qualche minuto prima di iniziare a parlare.
- Ho… ucciso mio padre, - fece una pausa,
non notando gli occhi azzurri puntati su di lui, ma sentendone il
bruciore addosso - nello stesso modo in cui lui… aveva ucciso… mia
madre.
L’altro, ancora seduto sul letto, trasalì, iniziando a capire. Stette
ancora in silenzio, lasciando ad Itachi la scelta se continuare o meno.
- Mio padre la picchiava, sempre, e io
andavo a prendere Sasuke a scuola e lo portavo al parco, per perdere
tempo e non fargli vedere quanto bastardo fosse suo padre… - nessuna
lacrima scendeva sul volto di Itachi, nello sguardo, profondo odio
verso il genitore, a Naruto venne istintivo tremare, dopo averlo
notato, nel riflesso del vetro. - Un giorno, mentre Sasuke era a
scuola, io ero tornato a casa prima, dato che avevo chiesto il permesso
per uscire, volevo comprare il regalo per il compleanno di mia madre. –
ogni volta che invece nominava sua madre, lo sguardo si addolciva, e
Naruto tornava a prestare piena attenzione al racconto. - Dopo averlo
fatto tornai a casa e la trovai… la trovai… trovai mia madre… - deglutì
come per cacciare indietro le lacrime, ripromettendosi di non farle
uscire mentre raccontava i fatti a Naruto.
- Itachi se non vuoi continuare…
Itachi scosse la testa. Voleva parlare con qualcuno, trasformare in
voce tutto il dolore che aveva provato. Era la prima volta che ci
provava. Doveva andare fino in fondo. Le parole avrebbero portato via
con loro parte del suo trauma. – Mia madre, la trovai… sgozzata, in
cucina, a terra, in un mare… in un mare di sangue, e c’era un coltello.
D’istinto cercai mio padre e lo vidi lavarsi le mani sporche di sangue
in bagno. Il sangue di mia madre. – la mano appoggiata al vetro era ora
stretta a pugno. - Lo aggredii ma lui era più forte di me, così… così
scappai in cucina e lo minacciai con il coltello ancora sporco del
sangue di mia madre. Lottammo un po’, cercò di togliermi il coltello
dalle mani, ma poi io, non so come, ma, riuscii a ferirlo sulla spalla.
Poi fuggii in cortile, ero… ero spaventato, e quando mi raggiunse mi
accanii come una furia su di lui. Avevo… le mie mani… le mani sporche
del suo sangue, del loro sangue. Corsi, corsi lontano da lì. A mente
lucida decisi che non potevo tornare. Preferivo che Sasuke pensasse a
qualche assassino inesistente o… ci pensai più tardi a questo in
realtà… anche che mi ritenesse responsabile, piuttosto che scoprire con
che razza di padre era cresciuto. So che ero molto stupido… - abbassò
lo sguardo di fronte all’evidenza. Raccontarlo lo rendeva quasi
estraneo alla vicenda, ma il cuore ricominciava a sanguinare.
- Avevi solo diciassette anni… e non si
ragiona lucidamente in certe situazioni…
Itachi guardò il biondo che aveva lo sguardo triste. – Grazie, Naruto
per avermi ascoltato. – e per non aver giudicato, aggiunse mentalmente.
- Allora lo farai?
Naruto si voltò sorpreso. – Cosa?
- Lo terrai d’occhio… per me?
- Io non so… non so nemmeno dove trovarlo…
Itachi tornò a guardare la finestra. – Capisco…
- ma lo troverò, Itachi. E scoprirò se
sta bene e cosa ha fatto in questi anni. Ti porterò la biografia
completa. – e sorrise incoraggiante.
Il moro lo guardò con gratitudine, spostando una ciocca dei suoi
capelli, lasciati sciolti, che era caduta sull’occhio.
- Beh, ora vado. È quasi l’una!
Accidenti. Itachi, mi dispiace per questa brutta storia, ti prometto…
ti prometto che ce la metterò tutta. Ora però devo andare. Sennò
finisce che Suigetsu dia di matto… – il biondo si diresse velocemente
alla porta.
- Naruto? – si voltò poi, sentendo il
richiamo dell’altro.
- Grazie. – Naruto sorrise. – Di niente,
Itachi… posso chiamarti Itachi?
Itachi annuì - ma solo quando siamo soli. La mia non del tutto
innocenza non è stata mai chiarita e non vorrei…
Il biondo capì, - allora manterrò il segreto. E mi dispiace per averti
urlato contro prima. Beh, allora… ci vediamo. – e uscì da quella
stanza, più confuso di prima su cosa dovesse fare…
Tornato all’appartamento suonò il campanello trovando a rispondergli un
Suigetsu tra l’assonnato, l’affamato e l’arrabbiato. Salì le scale
lentamente, ricordandosi che alla fine non aveva più comprato le birre,
ma fatto la spesa alla signora Shiranui e a Shu, anzi no, a Itachi…
Itachi non usciva mai da quella casa, non senza Shizune, e solo lui e
Suigetsu l’avevano visto. Ma anche al suo amico, non avrebbe potuto
dire niente. Quindi era meglio continuare a pensarlo come Shu, invece
che rischiare di sbagliarsi e combinare qualche disastro.
Una volta che fu salito trovò Suigetsu che cercava di preparare, con
scarsi risultati, del ramen istantaneo al fornelletto, e quasi gli
venne da ridere alla scena.
Sbuffò e prese in mano la situazione, così poterono mangiare un pasto
quasi decente, o almeno non interamente bruciacchiato. Sia mai che
Suigetsu osasse bruciare un piatto così sublime come il ramen!
Si misero a sedere a terra, invece che mangiare sul tavolo, mettendo le
ciotole sulle gambe, lasciandosi scaldare dal tepore che emanavano le
ciotole stesse, assaporandolo mentre scaldava i loro corpi. Naruto
ripensava alla storia che gli aveva raccontato Shu. Non poteva che
essere triste per lui. Era un suo difetto, o pregio, a seconda dei
punti di vista, quello di preoccuparsi per gli altri. Ma a Shu, ormai
era legato. E non poteva fare a meno di sentirsi addolorato per il
passato dell’amico…
- Sei silenzioso. – a rompere il silenzio
fu la voce un po’ roca dell’Hozuki.
- Sto mangiando. – rispose con ovvietà
allora Naruto, le mitiche risposte ovvie e logiche che dovrebbero
fermare una conversazione normale, senza possibilità di repliche.
- E quando mai questo ti ha frenato? – ma
Suigetsu era l’eccezione che confermava la regola.
Naruto sbuffò, di nuovo, e si chiese quante volte lo avesse fatto
durante la giornata, posando le bacchette sopra la ciotola, si alzò
lasciandola lì a terra. – Vado in bagno. – seconda frase senza
possibilità di replica, detta mentre si muoveva nella stanza per
raggiungere il bagno, e, questa volta, non ci fu nessun’eccezione.
Suigetsu lo seguì con lo sguardo, poi, quando sparì dalla sua visuale,
dietro l’anonima porta del bagno, tornò a concentrarsi sul suo ramen,
notando però che Naruto non aveva finito il suo.
- Allora è grave…
In quel momento bussarono alla porta, così Suigetsu si lasciò alle
spalle le sue elucubrazioni mentali, ed andò ad aprire.
- Kabuto-san, cosa ci fa qui?
Il ragazzo alla porta si raddrizzò gli occhiali, che erano già a posto,
minacciando seriamente la pazienza di Suigetsu, che non sopportava
l’uomo sin da quando lo conosceva.
- Orochimaru-sama vuole parlarvi.
L’Hozuki si limitò ad annuire e a fare un cenno di saluto per chiudere
docilmente la porta. Poi fece il medio e la linguaccia alla porta ormai
chiusa, che se Kabuto l’avesse aperta avrebbe avuto validi motivi per
picchiarlo o farlo a pezzi.
- Chi era? – chiese il biondo rientrando
nella stanza.
- Il lecchino. Ha detto che
“Orochimaru-sama-bacio-su-ogni-centimetro-ove-lei-cammini vuole
vederci” – rispose Suigetsu scimmiottando il quattr’occhi.
L’altro annuì. – Ok, scendiamo allora…
Suigetsu guardò con tristezza il suo ramen lasciato a metà, fece per
proporre di finire prima di mangiare, ma Naruto era già nel corridoio.
Il palazzo dove Orochimaru ospitava i suoi artisti e i suoi “protetti”
distava soltanto un paio di fermate di metro e cinque minuti a piedi
dagli studi di registrazione e gli uffici della OtoSound. Aveva deciso
così per separare un po’ anche la sua vita privata e quella dei suoi
inquilini dal lavoro.
Piuttosto che mandarli a dormire in dormitori o simili li teneva tutti
vincolati a se. E ovviamente loro, per non perdere un posto sicuro con
vitto e alloggio, non firmavano certo contratti con la concorrenza.
Aumentando in tal modo il potere di Orochimaru nel settore e il
prestigio dell’OtoSound.
Nel palazzo dove alloggiavano i suoi artisti, al primo piano,
alloggiava lui, in un bell’appartamento che occupava tutto il piano, e
un atrio da far invidia ad alcuni alberghi a quattro stelle. Modesto ma
con classe.
Orochimaru se ne stava in piedi davanti ad un quadro di poco valore che
era già lì prima che lui acquistasse lo stabile, ma che era rimasto, in
quanto risalente alla seconda guerra mondiale. Nonostante fosse un
orribile quadro rappresentante una scena di guerra, lui lo trovava
ispirante. Era il simbolo di come la sete di potere dell’uomo non
avesse limiti.
- Orochimaru-sama voleva vederci?
Si voltò, notando solo in quel momento che l’Uzumaki e l’Hozuki erano
arrivati.
Li invitò a sedersi sul divano amaranto che vi era nell’atrio, mentre
lui si sedette sulla poltrona. Appena furono comodi, senza giri di
parole, arrivò subito al dunque.
- Sono due anni che vi mantengo a sbafo –
iniziò - e benché la cosa non mi abbia mai creato problemi, volevo
chiedervi se avete intenzione di non tornare mai più a suonare, perché
in quel caso, - guardò bene i volti dei ragazzi prima di continuare -
capite bene che non siamo parenti, ne amici, quindi vi do tre mesi per
decidere se restare qui e tornare alla ribalta, o andarvene… – Dette
queste parole osservò le loro reazioni. Sperando di averli smossi un
po’, infondo in quei due ragazzi rivedeva se stesso. Ma Kabuto aveva
ragione, in fondo, anche se non era d’accordo con lui, che voleva
cacciarli e basta, ma almeno così zittiva lo Yakushi e spronava, o
almeno sperava, i ragazzi, che erano stata una grande fonte di
guadagno, e non voleva certo perderli.
Intanto i due ragazzi stavano assimilando il senso delle parole. Naruto
non si sentiva pronto a suonare, non ancora. Il solo pensare di toccare
la chitarra lo mandava in panico, mentre Suigetsu aveva in parte
superato il trauma, ma non era niente senza Naruto, quindi lasciava la
decisione a quest’ultimo. Ma Naruto si ostinava a tacere. Suigetsu
aveva sperato che si sbloccasse, ma ormai la situazione sembrava con
un'unica soluzione. Orochimaru li aveva avvisati per tempo, tre mesi
per trovare una nuova sistemazione. Li avrebbero presi tutti. Si
sarebbero preso il tempo concesso senza dare una risposta precisa.
Aveva tre mesi per aiutare Naruto. In tre mesi può riuscire quello che
non è riuscito in due anni?
- Presto saprà la nostra decisione, ci
dispiace arrecargli disturbo Orochimaru-sama. – rispose così Suigetsu,
per poi congedarsi e portare Naruto in camera, seguito dallo sguardo un
po’ deluso e un po’ carico di aspettative, del padrone di casa.
Naruto lo seguiva silenzioso poi, giunti nel corridoio, si bloccò di
colpo.
- Ti va… ti va di accompagnarmi a cercare
una persona?
Suigetsu non capiva perché Naruto fosse voluto tornare alla discoteca
dove lavorava Asuma, nel pomeriggio. Non era nemmeno aperta.
Il biondo invece, sperava che avendo incontrato Sasuke in quella
discoteca, esso abitasse in zona, quindi si era diretto lì dove avrebbe
iniziato le ricerche.
Non disse niente a Suigetsu, il quale se ne stette zitto per tutto il
tempo, seguendolo in silenzio, qualità che lui non aveva, l’essere
silenzioso, ma sospettava che l’amico avesse qualcosa che non andava.
Controllò l’elenco telefonico, che si era fatto prestare in un bar,
mentre Suigetsu si prendeva un gelato, ma non trovo l’Uchiha, così
decise di tornare al locale a cercare Asuma, che abitava sopra il
locale, per scoprire se magari il fratello di Itachi era un cliente
abituale.
Giunti di nuovo al locale notò però un volantino appeso proprio vicino
al citofono.
“Cercasi nuovi elementi per una band, già presenti il batterista Kiba
Inuzuka, e Sasuke Uchiha, bassista o chitarrista. Contattare il…”
Esultò, urlando in mezzo alla strada come un cretino e segnandosi
velocemente il numero sul cellulare sotto lo sguardo sbigottito di
Suigetsu ed alcuni passanti.
- Trovato!
- Cosa? – chiese l’altro perplesso.
- Niente… - fece Naruto enigmatico
camminando velocemente verso l’appartamento, rincorso da un Suigetsu
che non riusciva più a trattenere la curiosità.
Il biondo non rispose alle sue assillanti domande fino a che non
fossero giunti nell’appartamento e gli chiese gentilmente di stare da
solo, doveva riflettere.
Suigetsu, stroncato sul nascere ogni suo tentativo di protesta dalla
porta che gli era stata “molto educatamente” sbattuta in faccia, uscì e
se ne andò a bere da qualche parte. Avrebbe chiamato Kankuro, magari
gli avrebbe fatto compagnia, era da un po’ che non si ubriacavano
insieme, abitudine che avevano preso quando Orochimaru li aveva
presentati.
Naruto si sedette sul letto e pensò al fatto che il metodo migliore per
avvicinare Sasuke fosse entrare nella band, ma non aveva il coraggio di
suonare.
Però lo aveva promesso a colui che da un anno a quella parte era
diventato il suo migliore amico…
Avvicinare Sasuke così, senza un motivo, avrebbe voluto dire
allontanarlo di più. E in onore dell’amicizia che lo legava a Itachi,
non poteva accadere.
Guardò la chitarra, nella sua fodera, sopra l’armadio, con sfida.
- Juugo, perdonami- - disse prima di
tirarla giù.
La luce e l’oscurità non
sono due cose distinte. Sono entrambe delle maschere. La luce è semplicemente
la maschera del bene, quando il bene sente di aver commesso peccato, e
nell’oscurità si nasconde il male, quando il male si rende conto di
aver amato. Tutto ciò che è profondo ama la maschera. Il dolore che sento, se
ne sta al sicuro lì dietro. Ma allora perché, combatte per uscire?
Piccole
note: allora
Itachi non si chiama Shu perché è il primo nome che mi è venuto in
mente. Shu è semplicemente il simbolo dell’anello di Itachi nel manga.
Ogni Akatsukino ne ha uno. E così cercando un nome ho pensato a questo…
XD Il trauma di Naruto può
manifestarsi in modo strano, ha paura di tornare a suonare. Si è vero,
è strano. Ma un mio amico ha perso il padre, che amava suonargli la
fisarmonica quando era piccolo, e quando ha visto uno che la suonava a
via del corso per Natale ha avuto un attacco d’ansia. Poi col passare
del tempo è riuscito ad ascoltare il suono della fisarmonica ma non a
suonarla. Anche se più di una volta ci ha provato. È una cosa strana e
irrazionale, brutta ma, allo stesso tempo, come un essere umano possa
essere shockato e i molteplici modi in cui tale shock, o blocco, si
manifesti mi ha sempre affascinato. Purtroppo non sono dotata
di pazienza, altrimenti mi sarebbe piaciuto molto fare psicologia. Consiglio di leggere
qualche libro sull’argomento anche a chi non è interessato. Aprono la
mente, anche se a volte possono sembrare difficili. Tornando alla storia, le
frasi “le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della
verità “ e “Tutto ciò che è profondo ama la maschera” sono di
Nietzsche, amo molto il suo pensiero a volte tragico a volte positivo.
Non è la prima volta che uso sue frasi, sono davvero molto belle anche
se non troppo elaborate.
E ora passiamo alle recensioni! *o* NON
AVETE IDEA DELLA GIOIA CHE MI DATE!!!
Eresseye:
innanzitutto, ma povera nonna! Insomma, piantata in asso così XD beh
sono comunque felice che il capitolo ti sia piaciuto. Ahah comunque
aveva i capelli sciolti, contenta? Eheh è molto bello Itachi neh? Spero
che tu non muoia perché Itachi soffrirà un po’. Come se non avesse già
sofferto abbastanza… sei M-molto soddisfatta? *piange
commossa* davvero? Oh oh la mia vita ora ha un senso! Ahaha XD sul
serio, le tue recensioni le aspetto con gioia. Cono
gelato? Ahaha
avevi ragione avevo veramente scritto “cono felice di vederti” ahaha in
effetti XD Non
me ne ero accorta! Beh
almeno ti ho fatta ridere XD Comunque
il fatidico dubbio è stato dissipato in questo capitolo. Haha
l’alzaimer XD Ahaha
beh, non scorderò mai più in capelli di Itachi, giuro! Uh,
non credo di avere tutte quelle camicie, credo XD Dovrò
comprare un negozio. Comunque
meglio Jack che scimmia, effettivamente. Ahaha
ne vale sempre la Pain!!! Le tue recensioni ! Vale la Pain leggerle
(^_^) Beh,
spero vivamente che anche questo capitolo ti sia di gradimento, e scusa
per non averlo postato prima. m(_ _)m sorry
Teme
X Dobe: Si, si nascondeva sotto falso nome, ma è colpevole solo a metà.
Era troppo incasinata la sua vita per renderlo completamente innocente,
ma non potevo renderlo colpevole. Ok ho fatto un ragionamento strano XD
Beh, qui ha raccontato tutto. In realtà volevo farlo scoprire un po’
alla volta, ma ho preferito fargli vuotare il sacco ora… perché dopo
non sarei riuscita a dargli l’occasione giusta se non con Sasuke, e
Naruto aveva bisogno di sapere se Itachi avesse ucciso la sua famiglia,
per decidere se aiutarlo o meno. Anche se lo avrebbe aiutato comunque,
conoscendo il Naruto del manga. Magari gli avrebbe fatto la predica, il
Naruto di Kishimoto. Ma ho preferito evitare. Sai non è morto, come
vedi. Non l’ho mai specificato (puoi controllare XD). Ma visto tutti i
viaggi mentali che vi siete fatti, ho fatto bene. Io personalmente
adoro farmi viaggi mentali sulle fic che leggo. Spero anche tu O_O Grazie
dei complimenti, che son sempre graditi nonostante mi mettano in gran
imbarazzo XD Spero
che questo capitolo, anche se è un po’ angoscioso (alleggerirò un po’
nei prossimi). Alla prossima.
vivvinasme:
Oh, mia nuova lettrice che bello il suono di codeste parole) ma io amo
la sua recensione, mia cara. Anche a me piace recensire le storie
perché mi piace leggere i commenti in quanto autrice, e perché mi piace
sempre lasciare le mie impressioni su tutto. Infatti non sto mai zitta.
Ma questo non c’entra niente con la risposta alla tua recensione. E
concorso con quello che dici. Due persone diverse non potranno mai
scrivere storie uguali. E non solo. La stessa persona, in due momenti
diversi, scriverà la storia in modo leggermente diverso, a seconda
delle emozioni e delle idee che vorticano in quel momento. Mi piace da
matti il tuo commento, anche perché è così lungo, quindi non
preoccuparti di annoiarmi. Commenta pure. Mi fa un enormissimo piacere!
E tutti questi complimenti che mi fai, sono strafelice! Sono molto
critica sul mio lavoro. Non lo giudico mai all’altezza (anche per
questo tendo a ritardare gli aggiornamenti), per esempio il prologo di
questa storia l’ho scritto QUATTRO volte. Ti
ringrazio anche per la splendida recensione che mi hai lasciato in
Arigatou, fic che ho finalmente spolverato. Itachi,
sinceramente, lo preferisco bastardo, ma visto che nel manga è buono,
anche se non si vede, e lo adoro come personaggio… beh si, sarà un
personaggio abbastanza buono. Abbastanza, perché è sempre un Uchiha, e
un po’ freddino ce lo devo lasciare. Ora si è sfogato, ed è comunque un
po’ provato, vedere i suoi genitori così lo ha scosso molto. Ma ha
comunque un orgoglio radicato. E lo adoro per questo. Spero
che questo capitolo ti sia gradito. E ancora grazie per la fantastica
recensione!
annamariz:
innanzitutto AUGURI! Anche se in ritardo. Sorry…. Beh
se ti ha sconvolta il precedente capitolo, immagino da ora in poi cosa
succederà… XD E
adoro i circoli. Gli avvenimenti che formano un puzzle, i giochi del
destino, le casualità, le coincidenze. Questa storia ne è piena e mi
diverte scriverla anche per questo. Anche il manga di Nana è pieno di
coincidenze e fatti insoliti. Ma anche molti telefilm. E mi piacciono
un sacco! Hai già fatto pensieri perversi su di loro? Ahaha e chi non
lo farebbe… Eccoti
il prossimo capitolo, e tra un po’ arriverà anche quello di Arigatou.
Che ho scritto due volte. Ma spero di postarlò entro la settimana. Spero
che anche questo ti sia piaciuto. Sono contenta che tu abbia recensito!
mikita:
Fan di Itachi anche tu eh? Shizune
l’ho sempre vista come una mamma, non so. Forse come si prende cura di
Ton Ton… non guardarmi così, non sono matta! Rimorchiato
Itachi? Ma no, come sei perversa?
shi_angel:
Sasuke rivaleggiare con Itachi? No spoiler! Mwahaha, ok, non lo so
ancora. Non mi mettere strane idee in testa eh! Tranquilla, spiegherò
il loro rapporto, e non so… mmmmh *faccia molto molto pensierosa*
(scappate finche siete in tempo! Quella faccia vuol dire guai! Nd
Suigetsu) e tu che vuoi? (avvertire questo povero ignaro angelo della
morte di salvarsi dalle tue idee nd Suigetsu) shi_angel NON è un
personaggio della fic, quindi non posso fargli del male. TU invece SI
(*trema terma* ndSuigetsu) Spero
che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se, a parte la storia di
Itachi, non succede ancora molto… Al
prossimo capitolo!
Emylovely:
Anche qui! Che bello rivedere nick che non vedevo da un po’ XD Hai
letto tutta la storia oggi?sono contenta che ti sia piaciuta. Per le
altre fic… beh, Arigatou l’ho appena ripresa e devo riscrivere i
capitoli che avevo da capo, per via del mio cambio di stile, ma
soprattutto perché molti sono andati persi per colpa di un maledetto
virus… Per
le altre sono in assenza di ispirazione… Ma
spero bene… Spero
che anche questo noioso capitolo ti sia piaciuto. Beh, allora al
prossimo. Fammi sapere cosa ne pensi.
E
grazie agli 11 temerari che hanno messo questa COSA tra i preferiti, i
9 coraggiosi che l’hanno messa tra le storie da ricordare e 34
fantastici che l’hanno messa tra i seguiti. E
ultimi ma non meno importanti gli 11 che mi hanno aggiunta tra gli
autori preferiti! Non
lo faccio spesso (soprattutto per gli autori preferiti, elenco che non
controllo mai, chi mi mette tra i preferiti, visto che non pensavo di
finire nell’elenco degli autori preferiti di nessuno… e invece *_*)
quindi GRAZISSIME!!!
Disclaimer:
i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al
mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo
prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi
hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti
maggiorenni.
Capitolo 6, Incontri.
In fondo tutte le cose e
tutti gli uomini sono sempre, gli uni rispetto agli altri, chiunque
essi siano, degli sconosciuti, inesorabilmente, e tutte le nostre
strade si incrociano sempre per pochi passi e istanti, conquistando la
fugace parvenza della comunione, della vicinanza e dell’amicizia. Ma a volte in quei pochi
istanti, qualcuno ha avuto il tempo di deriderti, e, come a prendersi
gioco di te, ha intrecciato un filo, tra te e una persona incontrata
per caso. E scopri che questo filo c’era già. Ma non sei mai riuscito a
vederlo. Perché era appena sotto la superficie. Ti va di scavare insieme?
Non ricordava quasi, quanto potesse essere piccolo e freddo il plettro,
e quanto rigide ma flessibili le corde sotto le dita. Era una chitarra
elettrica molto bella, la sua, l’aveva acquistata dopo l’incidente e
gliela avevano fatta fare identica a quella precedente, e forse era
proprio quello a bloccarlo. C’era una stupenda volpe rosso fuoco con
nove code disegnata sopra. Kyuubi, il suo demone protettore. Era da lì
che veniva il suo pseudonimo. La leggenda del demone volpe lo aveva
sempre affascinato.
Prese coraggio e carezzò il profilo della volpe poi prese bene la
chitarra, stando seduto sul letto, e poggiò il plettro sulle corde.
Provò tibutante qualche nota, scoprendola perfettamente accordata.
Ringraziando mentalmente Suigetsu provò a suonare un pezzo che
ricordava a memoria.
Chiuse gli occhi assaporando la sensazione che, una volta, tanto amava.
Suonò un pezzo semplice, uno di quelli con cui si impara, poi senza
accorgersene la canzone divenne un loro pezzo, di cui Sai aveva
composto la musica, e lui stesso le parole.
Mentre suonava però gli vennero in mente dei suoni in più, la parte
ritmica, per l’esattezza.
Due colpi sul piatto, e le bacchette di Juugo tornarono alla sua
memoria…
Improvvisamente, come scottato allontanò la chitarra da se, facendola
finire pericolosamente al bordo del letto.
Si mise le mani tra i capelli, in preda a un attacco d’ansia, quasi
come a volerseli strappare.
- Non ci riesco, maledizione! – non aveva
mai più avuto il coraggio di provarci, ma sperava che dopo due anni,
ora che finalmente aveva un motivo importante per farlo, ed era
riuscito a sfiorarla, non ci fosse più il blocco psicologico che c’era
prima. E invece si era sbagliato… il fantasma di Juugo e il senso di
colpa per Sai lo tormentavano. Calde lacrime iniziarono a bagnargli il
volto, scendendo velocemente sulle guance, oltrepassare il mento e
cadere nel vuoto. Si accucciò sul letto e iniziò a singhiozzare.
Mezzora più tardi Suigetsu rientrò nella camera e capì con uno sguardo
ciò che era accaduto in quella stanza. E Naruto era ancora accucciato
sul letto, abbracciando le ginocchia e dondolando leggermente avanti e
indietro.
- Naruto… hai… hai provato a suonare?
Il silenzio che seguì, lo interpretò come una risposta affermativa.
- E… ci sei riuscito?
Naruto alzò il volto rigato di lacrime su di lui. – Suigetsu… tu puoi…
Sui… - deglutì - Torna a suonare Suigetsu.
L’altro sgranò gli occhi rimanendo visibilmente sorpreso dalle parole
dell’altro. Si avvicinò, sedendosi anche lui sul letto. – Vuol dire
che… ce l’hai fatta?
Il biondo scosse la testa, in segno di diniego, iniziando a
singhiozzare più forte. – NO, ma… ma non è giusto… tu… tu potresti
unirti a qualche band, oppure anche… solo… suonare qualche album
tributo a qualche band scoppiata come noi… non saresti costretto ad
andartene e…
- Sta… zitto… - sibilò l’Hozuki scotendo
la testa arrabbiato, facendo tacere immediatamente i lamenti
dell’Uzumaki. – Se sono rimasto è perché io credevo veramente nei Red
Seduction! – alzò la voce - Credevo in Juugo, ma lui è morto! Credevo
in Sai ed è in coma! E credevo in te, dannazione!… Capisci che lotterò
per avere ancora i Red Seduction con me? – si alzò sovrastando il
biondo che lo guardava stranito. Si morse il labbro come per calmarsi.
- E i Red Seduction, ora, siamo solo io e te. Non importa se cambieremo
nome, se saremo un duo, un trio, una band famosa o suoneremo sotto i
ponti. Non importa nemmeno se non suoneremo mai più. Ma se crolli anche
tu, allora sul serio, tra queste mie mani, cosa resta?
Gli occhi azzurri di Naruto rimasero sbarrati a fissare la figura di
Suigetsu che si rialzava e si allontanava, andando in bagno. Rimase a
fissare il punto in cui prima c’era l’amico, incapace di reagire. Non
si accorse che l’altro era rientrato in camera e lo osservava,
standosene in piedi, appoggiato al muro, finché Suigetsu non parlò di
nuovo. – Non lo faccio solo per te, sono egoista. E non ho il talento
che tutti credono. Non so comporre, e non so cantare. So suonare solo
passaggi relativamente semplici. Per questo la musica di Sai mi andava
bene. La batteria di Juugo copriva i miei difetti. E la tua voce
catalizzava l’attenzione. Con un altro gruppo farei schifo. E so fare
il coro sotto la tua voce perché la mia è roca e valorizza la tua
profondità. E la tua chitarra era semplicemente sublime. Il mio basso
moriva d’invidia ogni volta che solo sfioravi quelle corde. So che
l’incidente è stato un brutto colpo per te, che avevi già perso i
genitori in circostanze simili ma… - fece una pausa avvicinandosi fino
a trovarsi davanti al letto, dove Naruto ancora con lo sguardo assente
lo stava, almeno sperava, ascoltando. – ma sono passati due anni. Devi
lottare. Non ti ho mai messo fretta. Francamente non mi interessa se
Orochimaru ci butta in mezzo a una strada. Ma hai preso la chitarra,
l’hai sfiorata! Stai vincendo, Naruto. Lentamente, certo, ma stai
vincendo. Non arrenderti ora… - ansimò, come se quelle parole, uscite
tutte insieme, gli avessero portato via tutto il fiato che aveva in
corpo. – ora vado a farmi una doccia…
Naruto annuì distrattamente e Suigetsu lo lasciò solo, chiudendosi in
bagno.
Si voltò, osservando la sua chitarra. La volpe, ghignante, sembrava
volersi prendere gioco di lui.
- Vincendo? – sussurrò guardandosi una
mano tremante. – Suigetsu qual è il tuo concetto di vincere? Perché io…
mi sento sempre più male…
Guardò per l’ennesima volta il cellulare. Nessuna chiamata, nessun
messaggio.
- Sei sicuro di aver scritto bene il
numero, Sas’ke?
Erano a casa di Kiba, nel garage, per la precisione, dove la macchina
di Tsume, la madre di Kiba, era stata sfrattata per lasciar posto ai
loro strumenti.
- Non sono un idiota, Kiba, so scrivere
il mio numero. – rispose Sasuke, togliendosi la sigaretta, ormai
finita, di bocca.
Kiba mise il broncio, e si rialzò da terra, dove erano seduti, e si
diresse alla batteria. Ne sfiorò le varie parti prima di prendere in
mano le bacchette e iniziare a suonare un piccolo passaggio per
distrarsi.
Si fermò solo, quando il cellulare di Sasuke squillò.
- Pronto? Kakashi… hn… …mmh… ok… mh? Si…
d’accordo… va bene.
“Accidenti a Sasuke e la sua mania di rispondere a monosillabi, a
quest’ora avrei capito anche io se solo parlasse un po’ di più”
- Era Kakashi.
- Questo l’avevo capito. – ironizzò Kiba
- E ho capito anche “mmh, nh, ok, ahah” e mugolii vari. Ora vorrei
sapere cosa ti ha detto!
Sasuke si alzò – Un suo amico gli ha presentato un bassista, Kakashi
non l’ha ancora ascoltato. Domani vedremo se è capace.
Kiba sorrise. – Bene! Allora ce le facciamo due birre? – chiese poi,
sempre col sorriso stampato sulla faccia.
- Io vado a casa. – disse invece Sasuke,
ignorandolo bellamente.
- Ma come? Nemmeno una birretta insieme
al tuo caro amico Kiba? Daaaaai fammi contento!
Sasuke si voltò guardando male l’Inuzuka. – Noi non siamo amici. – ed
uscì, lasciando l’altro a fissare il vuoto.
Si accese una sigaretta, tre minuti dopo essere uscito da casa di Kiba,
ed aver fatto un pezzo di strada a piedi.
Fu davanti a un bar, che si fermò, guardando il volantino che lui
stesso aveva attaccato due giorni prima, venire scarabocchiato da dei
ragazzini idioti. Sbuffò. Tanto se, come diceva sempre Neji, se il
destino vuole farti suonare, suonerai. Dentro di sé sperò di non finire
a suonare i campanelli delle case per vendere biscotti porta a porta.
Che poi, chissà perché gli era venuta questa immagine in mente? Lui
odiava i biscotti. L’ultima volta che ne aveva mangiato uno li aveva
fatti suo fratello ed erano venuti tutti bruciacchiati… suo fratello…
La vibrazione del cellulare lo scosse, era un messaggio dell’idiota che
aveva osato definirsi un suo caro amico.
“Ehy! Bastardo che non sei altro! Domani pranzo a casa tua, viene anche
Neji, e porta la gnocchetta della cugi! Dopo Hana fa storie se ci
provo. Invece te vivi solo! Guarda che sei vuoi suonare col
sottoscritto devi essere più educato chiaro principino? Bene
Saskestardo, a domani!”
- Saske-cosa? – strinse convulsamente il
telefono. – Non lo uccido solo perché a fatica trovo un chitarrista,
figurati cercarmi anche un batterista! Casa mia? Uff… devo fare la
spesa…
Non c’erano molte persone al supermercato, fortunatamente. Quindi
Sasuke contava di fare in fretta. Adocchiò dei pomodori belli maturi,
rossi e profumati, e li stava mettendo in una busta, quando una donna
non lo urtò, facendoglieli cadere tutti.
- O mi scusi signo…re…
- Non si preoccupi. – disse mentre si
chinava a raccoglierli. Quando si tirò su la donna era ancora lì che lo
fissava stralunata.
Normalmente si sarebbe disinteressato a certe cose, ma quella li aveva
uno sguardo preoccupante.
- Si sente bene?
La signora si riscosse. – Oh, si, mi scusi. Sai dove posso trovare i
cavoli?
Sasuke la guardò, lo sguardo della donna era diventato dal quasi
terrorizzato, all’interessato e adesso era normalissimo.
“Tsk, donne…”
- Shizune, hai fatto?
- Si Yamato, arrivo! – si fermò un
attimo, prima di raggiungere l’altro. – Scusa, ragazzo?
Sasuke si stava allontanando dal reparto frutta e verdura. – Nh?
- Posso sapere il tuo nome?
- Perché?
- Oh niente niente, è che assomigli
moltissimo a una persona e…
Sasuke sbarrò gli occhi. – Sasuke…
- Shizune andiamo! – Yamato la richiamò,
con uno sguardo serio.
Shizune lo fulminò con lo sguardo. Yamato era il migliore amico di
Genma, e, a differenza di lei, sapeva la storia di Shu, e la aiutava a
mantenerlo, nonostante si trovasse spesso fuori città. Ma quando la
accompagnava a fare la spesa, le faceva comprare sempre noci e frutta
secca… e poi diceva a lei di sbrigarsi! Con che coraggio.
- Arrivo, arrivo. Arrivederci! – e venne
letteralmente trascinata via dall’uomo.
Sasuke sospirò.
“Accidenti ogni volta che la gente mi ferma perché assomiglio a
qualcuno che conosce spero sempre di trovarlo, che stupido…”
E dimenticando l’accaduto, mise nel carrello i pomodori, comprò qualche
birra, e andò alla cassa.
- Karin… - non aveva ancora capito perché
mai avesse chiamato proprio lei, ma quando era uscito dal bagno, ed era
tornato in camera, asciugandosi i capelli, e aveva trovato Naruto
addormentato, con le guance bagnate, era tornato nella sua stanza, che
era comunicante a quella di Naruto, attraverso il bagno in comune.
Rimasto solo, gli era venuta una voglia matta di prendere a testate il
muro. E questa voglia gli aveva fatto prendere il telefono e digitare
il suo numero.
- Ah, sei tu. scorfano dall’odore di
pesce morto! Cosa vuoi?
Non lo sapeva nemmeno lui perché diavolo l’avesse chiamata. Sospirò
frustrato, mentre era sdraiato sul letto a fissare il soffitto, con
solo i pantaloni di una tuta addosso, e i capelli ancora umidi.
- Allora? Mi hai chiamata per rimanere in
silenzio?
- Hai ragione, scusa… ora metto giù… non
so nemmeno perché ti ho chiamato… - e stava davvero per attaccare ma
sentì Karin urlare qualcosa dall’altra parte.
- SUIGETSU!
- Mh?
- C’è… qualcosa che non va?
Suigetsu, chiuse gli occhi. “Si. C’è da troppo tempo, qualcosa che non
va. Datemi una gomma da cancellare, che voglio far sparire tutti i
problemi una volta per tutte” pensò, ma non lo disse.
- No, dovrebbe?
- Sei strano, sei ubriaco?
- No… sono normalissimo.
- Non mi hai nemmeno insultata, e questo
tu lo chiami normale? – la voce isterica di Karin rimbombava nei
timpani, dolorosamente. Gli venne da sorridere.
- Vuoi che ti insulti, Karin?
- Sempre meglio che farmi sprecare tempo
al telefono senza dirmi niente, no? – era davvero davvero una…
- Sei un’arpia isterica, perché diamine
devi sempre urlare?
- E tu allora, che telefoni senza motivo?
Sei un tonno andato a male!
- Tonno a chi razza di strega pettinata
col frullatore!
- Suigetsu se vengo li ti ammazzo!
- Uuuuu che paura, dai che ti aspetto!
- Ma io ti faccio a fette e poi ti metto
nelle vaschette sotto sale!
- E che so io, un tonno?
- No, un’alice! Cretino! Guarda quanto
tempo mi hai fatto perdere, e sto pure a darti retta! Tsk. – e gli
attaccò in faccia.
Suigetsu fissò il cellulare. E si mise a ridere. Da solo. Ora sapeva
perché l’aveva chiamata. Karin era il suo muro da prendere a testate.
Il suo umore era di nuovo a livelli passabili per affrontare il resto
della giornata… gettò un occhiata alla finestra dove il sole stava via
via calando, e in mezzora sarebbe tramontato. Pardon. “Il resto della
serata.”
Karin si avvicinò a Kankuro che l’aveva chiamata.
- Karin, senti, la sala prove numero
cinque, è libera.
Il suo lavoro nella OtoSound, oltre che ex manager dei Red Seduction, e
una dei talent scout della major, spesso prevedeva anche lavoretti da
assistente, o segretaria, o similia, un po’ per arrotondare lo
stipendio, un po’ perché Orochimaru si fidava di lei, e la metteva a
sostituire i dipendenti in ferie o in malattia.
- Vado a controllare, ma perché non
provate nella sala nove?
- Fuga da Gai. – disse Kankuro ridendo. –
vuole convincerci SUL SERIO a metterci quelle tutine orrende. E
provando sempre nello stesso posto finisce che assiste alle prove e ci
fa il discorsetto…
Karin sorrise, mettendosi a posto gli occhiali, e nascondendo un ghigno
quando alla sua mente si affacciarono le immagini di Gaara, Kankuro,
Tayuya e Temari sul palco, con tutine verdi, a danzare guidati da Gai e
il suo fido assistente Rock Lee.
- Ok allora vado a vedere. In caso
spostiamo gli strumenti, ma la batteria dovrebbe esserci, a meno che
Orochimaru-sama non l’abbia fatta spostare. – fece pensierosa.
Una volta sul corridoio, ripensò alla strana telefonata dell’Hozuki.
“Sembra che mi abbia usata per sfogarsi quel beota, eh ma gliela farò
pagare, poco ma sicuro!” pensò, sogghignante “Però… sembrava triste,
sarà successo qualcosa?”
- Signorina Karin! Signorina Karin!
- Uh, Shiho? – Shiho, la segretaria,
addetta alle telefonate e alle prenotazioni delle sale prove da
affittare a gruppi esterni, e a tutte quelle rotture burocratiche che
si risolvono stando al telefono e aggiornando i registri che Kabuto le
assegnava, invece di lavorare le stava correndo incontro.
- Shiho, non le fa bene correre così. –
disse notando che la segretaria, che soffriva di una leggere asma,
stentava a regolarizzare il respiro. Dopo pochi attimi, Shiho si
riprese.
- Allora, mi cercavi?
L’altra annuì. – Ha… ha telefonato l’ospedale. Cercavano
Orochimaru-sama ma, ho preso la comunicazione.
- L’ospedale? – Karin si fece seria e
ansiosa. Quella telefonata poteva cambiare il futuro di molte persone…
Gli esseri umani amano
vantarsi di avere quei cosiddetti presentimenti. Ma quando questi
servono, non ci sono mai. Incontrare anche soltanto una donna per la
strada potrebbe cambiarti la vita, ma tu prosegui per la tua strada,
incurante di aver perso la possibilità di dare una svolta decisiva alla
tua vita. Coincidenze, sono
coincidenze. Eppure sembra che si divertano a prendermi in giro. Queste
maledette. A saper le cose, poi,
vien voglia di ammazzarsi. Hai mai avuto la netta
sensazione che qualcosa ti stia fuggendo dalle mani?
“In fondo tutte le
cose e tutti gli uomini sono sempre, gli uni rispetto agli altri,
chiunque essi siano, degli sconosciuti, inesorabilmente, e tutte le
nostre strade si incrociano sempre per pochi passi e istanti,
conquistando la fugace parvenza della comunione, della vicinanza e
dell’amicizia.” Altra citazione, questa volta di Herman Hesse. ^_^
And Now… RECENSIONI TIME!
vi
adoro!
Recensioni alla storia '*inspiration*' - capitolo 5
Risposta
alla recensione della fedelissima lettrice che sbuca fuori ad ogni mia
storia XD
Si, in effetti gli spunti le prendo dove capita.
A volte nele cose più strane XD
Lo spero, di essere originale, intendo. Sono contenta che la pensi
così. Ahah grazie dei complimente. XD Come vedi il blocco di Naruto non
è cosi facile da sconfiggere, ma si sta impegnando. e ora con tutte
queste novità....
Grazzie millissime per avermi aggiunta tra gli autori preferiti ^_^
Risposta al fantastico
papir... alla recensione, sempre gradita XD
Le bellissime frasi di Nietzsche non posso non
usarle, sono così... *_*, e questa volta ci ho buttato dentro pure
Herman Hesse. "unite alle
tue personalissime immagini che sugellano l'atmosfera triste e tragica
del brutto passato di Shu/Itachi; per questo il capitolo mi è piaciuto
davvero tanto, sia perchè Itachi si rivela buono (eheh), sia per il
modo in cui hai saputo esprimere tutto il suo dolore per l'omicidio di
suo padre e, per quanto Shu/Itachi possa essere nella ragione
moralmente, il dolore per la perdita del padre non può essere
cancellato cosi come lo shock e la consapevolezza che il fratello
probabilmente lo consideri l'assassino dei propri genitori."
wow si può dire che tu abbia capito esattamente l'essenza della storia!
O ci son riuscita a fartela arrivare o sei davvero sensibiòle, e legge
attentamente. Direi la seconda ipotesi XD Se Naru alla fine gli riveli
tutta la verità o no, dovremmo aspettare un po', ma almeno
può tentare di incontrarlo... "completamente
d'accordo con il discorso che hai fatto nelle note,"
Meno male, ho sempre paura di cadere nell'inverosimile. Odio
l'inverosimile. L'unica cosa che deve esserci in questa storia, di
strano, sono le innumerevoli coincidenze. Le adoro *_*
E così anche tu hai vissuto uno shock, accidenti, allora spero di non
averti fatto tornare in menti brutti ricordi o_o"
parlando di cose piu belle e leggere (si, ti sto citando
spudoratamente XD) sono contenta che ti sia pèiaciuto il capitolo, mi
hai lasciato una recensione che quando l'ho letta mi son quasi
commossa! "e ti prometto
che continuerò ancora a seguirti perchè (non so il motivo) ti sento
simile a me, e lo vedo anche da come scrivi, e ovviamente perchè questa
storia mi ha presa", beh nelle tue recensioni fai gli
stessi miei ragionamenti in effetti.
Grazie ancora dei complimenti! Spero di non deluderti troppo con sta
schifezza. -_-
Al prossimo capitolo
Risposta alla recensione
della tipa con la curiosità accesa XD
Sono immensamente felice che la storia abbia
acceso la tua curiosità, dimmi quando diventa noiosa, perchè non mi
piace far accadere le cose troppo velocemente, ma dimmi se rischio di
allungare troppo eh! Grazie anche a te dei complimenti XD "In questo
capitolo NAruto mi è piaciuto abbastanza per come si è comportato con
Itachi/Shu,si è dimostrato essere un vero amico,nonostante aver
ascoltato il suo racconto." è una cosa che non volevo
cambiare della personalità di Naruto. l'ho reso un po' più bastardello
dell'originale, soprattutto più in la, ma non c'è niente da fare,
Naruto è altruista nel manga, e mi piace tanto così XD
Grazie mille per questa e anche le altre recensioni! Spero di non aver
spento troppo la tua curiosità con questo scempio di capitolo, ma spero
che mi farai sapere cosa ne pensi. Baci e al prossimo capitolo XD
Risposta alla recensione
del giudece de gara dall'accento russo e Itachimania XD
"NON
AVEVO PENSATO AL FIFTY FIFTY!!! 0.0" ahaha, me lo
immaginavo XD sorpresa? In fondo Itachi non potevo renderlo del tutto
inncente (altrimenti sarebe stato troppo semplice, avrebbe
testimoniato, le prove lo avrebbero scagionato, e comunque, avendo la
coscienza pulita, non avrebbe avuto motivo di scappare), ma non potevo
farlo nemmeno colpevole (non lo è del tutto nemmeno nel manga), per me
(e anche per te, visto dalle storie che scrivi) Itachi è nato destinato
ad essere manovrato dagli eventi. Poverino.
"Mi garba
molto e voglio IL PROSSIMO CAPITOLO ALLA SVELTA! IL MAGGIORE PAIN DICE
CHE VALE LA PAIN SE SCATTI E COMINCI SUBITO A SCRIVERE I PROSSIMI 10
COME MINIMO! ( e il bello è che manco so di quanti capitoli è la
storia! O.O )" Sai che non lo so nemmeno io? Credo tanti
visto che i fatti si svoglono con calma, ma in questo penso di dare una
svolta importante alla storia, già dal prossimo capitolo.
Spero chen ti sia piaciuto il capitolo! Prometto che scriverò gli altri
a pieno ritmo ^_^
Risposta alla recensione
della studiosa di psicologia (si inchina e bacia i piedi) XD
Sono davvero davvero contenta che la storia ti
piaccia!
Davvero studi psicologia all'università? Vorrei farlo anch'io, dal
prossimo anno, ma non ch'azzecca molto con l'indirizzo che ho preso.
Istituto tecnico per perito elettronico. Che, mi piace, per carità, ma
non c'è niente di più affascinante di come ragiona un uomo. è così
irrazionale, a volte, che... ok ok la smetto. Anche perchè tu queste
cose le sai molto meglio di me XD
Itachi mostra grande coraggio nel manga, e ho voluto riprendere questa
cosa anche qui, perchè il suo gesto è qualcosa di così tremendamente
irrazionale, dettato dall'affetto del fratello. Nella storia, è rimasto
molto ferito perchè non avrebbe mai creduto che il padre potesse
arrivare a tanto, e sua madre ormai era morta. E suo fratello
avrebbe spfferto di più, secondo i suoi pensieri di diciassettenne
spaventato, se avesse scoperto che uomo fosse suo padre. e ha anteposto
il fratello alla verità, non cambiando molto le cose però. Sasuke
infatti ha dedicato parte della sua vitya alla sua ricerca chiudendosi
in se stesso.
Naruto si impegnerà al massimo, ma essendo molto sadica non avranno
vita facile XD
Risposta alla recensione
di colei che ha sviscerato le basi della storia comprendendo a pieno
come è nata XD
XD "ti
ringrazio del commento mi ha realmente divertita il tuo bialogo con sui
XD anche se mi dispiace per lui, non fargli nulla di male, magari
sveglialo come aveva fatto naru, se non sbaglio, due capitoli fa" (Si
infatti, non farmi male nDSui)
Va bene, ti farò svegliare come qualche capitolo fa... (fiuuu ndSui)
...da Orochimaru e Kabuto XD (Noooooooooooo! ndSui) "se si trova un qualcosa
collegato a questo la mente umana crea un blocco istintivo per
difendersi da un possibile dolore collegato anch'esso a quell'oggetto e
quindi aziona un'involontario meccanismo di paura" è
proprio intorno a questa cosa che gira la storia di Naruto! "tutta via spero di essermi
spiegata " oh ti sei spiegata davvero bene, non
preoccuparti. Vedo che le frasi di Nietsche piacciono a molti. La
questione delle maschera è ripresa da molti filosofi e scrittori. E mi
piace molto, perchè è una cosa verissima. "per quanto riguarda le frasi
piacciono anche a me XD e in fondo è facile comprendere le menti umane,
ma allo stesso tempo è ugualmente difficile, le persone indossaso
sempre maschere per essere aggettati, per nasconere una parte di se
stessi e anche come processo difensivo, non esiste una persona che non
usi maschere, ma mi domando: riusciremo mai a togliercele realmente
davanti a qualcuno? e questo ci accetterà ancora? la risposta più ovvia
è sì per chi amiamo, la nostra "anima gemella", ma non per tutti è così
facile trovarla e primo o poi, magari per non farla preoccupare, o per
qualche altro motivo, ci creeremo un'altra maschera, di cui magari non
riusciremmo più a disparci." davvero, è un capolavoro
quetsa recensione O.O Tornando alla storia, si, il rapporto
che hanno Suigetsu e Naruto è di amicizia molto profonda, avendo
condiviso il dolore per la perdiata di Juugo, si erano molto
avvicinati. e poi ho sempre veramente pensato che il carattere di
Suigetsu era adatto al carattere di Naruto. Il mio è un ragionamento
strano, ma alla fine la storia nasce anche da questi miei ragionamenti
senza capo ne coda,
COsa faranno Naruto e Suigetsu d'ora in poi? Beh se pensiamo che
avranno vita facile ci sbagliamo di grosso XD
Risposta alla recensione della
curiosona in ritardo XD
Ciao! Dico che sei in ritardo perchè avevo già
risposto alle recensioni ieri sera per postare il capitolo oggi e la
tua è arrivata dopo, meno male che ho controllato!
Mi ha fatto molto piacere che il capitolo ti sia piaciuto, e
vedo che in molti siete curiosi di sapere la vita del dobe, behm adesso
lasciamo un po' di spazio al teme, poverino XD Mi sta minacciando che
non lo faccio mai apparire. XD
Non preoccuparti se non riesci a recensire tutti i capitoli,
l'importante è che la storia ti piaccia ^_^
Calcare le scene insieme al teme.... mmmh, chissà XD beh per ora ci
vorrà ancora un poì di tempo. Per Naruto già è un problema tornare
semplicemente a suonare. XD
Capitolo 7 *** Capitolo 7, come mai prima d'ora, Like never before ***
Capitolo
7, Come mai prima d’ora, Like Never Before
E proprio quando pensi,
“ecco questo è il fondo, peggio di così…”, che qualcosa ti porge una
pala e inizi a scavare. Fino alla rassegnazione. È solo quando hai
veramente dimenticato come sia fatta la luce del sole, che sbuca una
scala da chissà dove, o anche solo una corda, magari non troppo sicura,
ma che ti ridona la speranza. Dimmi, basta davvero
così poco per cambiare la sorte delle persone?
E dopo nemmeno un’ora che Karin gli aveva attaccato.
Tempo di vestirsi, bersi una birra, e posare la mano sulla porta per
andare a svegliare Naruto per vedere come stava e sapere se gli andava
di cenare con gli altri, per distrarsi un po’, che il cellulare, sul
comodino, vibrò rumorosamente.
Dopo qualche secondo per chiedersi chi potesse essere, Suigetsu
rispose.
- Suigetsu! Stupida alice sott’olio
dall’odore pestilenziale! Non puoi immaginare!
Le cose che Suigetsu odiava erano tre, semplici e coincise.
La prima erano le grida inutili, la seconda erano gli insulti al suo
amare tutto ciò che aveva a che fare con l’acqua, e la terza era lei.
Lei, che, tra l’altro, l’aveva chiamato insultandolo e urlandogli
contro. Incarnava perfettamente il suo non ideale di persona…
- Cosa diamine vuoi brutta cre-
- Non sai cosa è successo! Sai! Sai si è svegliato dal coma, quattro
ore fa! – lo interruppe lei.
- Cos… - Suigetsu non si accorse di essersi seduto sul letto se non
quando si rese conto che probabilmente se fosse stato in piedi sarebbe
finito per terra, visto come tremava. – Non… non stai scherzando vero?
- NO! Sai cosa vuol dire questo? Sta
bene! È sveglio! Quindi di a Naruto di muovere il culo e smetterla di
piangersi addosso e che se ha le palle deve spolverare quelle corde
vocali e quella dannata chitarra per fare qualcosa di sensato, e anche
tu dovresti, pesce marcio!
L’Hozuki non aveva ascoltato nessuna di queste parole. Si era fermato
al “sta bene” che Karin gli aveva urlato tanto da essere pericolosa per
il suo udito.
- Suigetsu? Sei ancora lì? – chiese
Karin. Ma Suigetsu c’era ancora?
Oh, c’era il cellulare, abbandonato sul letto, e un ragazzo dai capelli
azzurri che svegliava un biondo assonnato e distrutto, sorridendo come
un matto e ridendo senza fermarsi.
Il ragazzo che davanti agli occhi azzurri sbarrati dell’amico, sbottava
a ridere e a piangere insieme, per poi urlare, felice, con tutto il
fiato che aveva in corpo, che il loro amico aveva riaperto gli occhi,
ed era sveglio, cosciente, ad aspettarli.
C’era una faccia sorpresa e una crisi di gioia e di pianto condivisa in
due, c’era un Orochimaru a cui veniva chiesta in prestito la macchina,
che guardava i due suoi protetti con aria sorpresa, per poi sorridere,
saputa la buona nuova.
C’era l’asfalto, c’era la strada, c’era il vento che sibilava filtrando
nel finestrino aperto a metà.
C’era l’infermiera, quasi travolta da due ragazzi euforici che
correvano, verso la riabilitazione.
E una porta, che probabilmente sarebbe stata buttata giù, dalla forza
di Naruto, che non poteva aspettare più.
E c’era Karin, che non sentendo più Suigetsu rispondergli, era salita
sulla sua auto ed era arrivata prima di loro, e infine c’era Sai, che
sorrideva, sul letto, ancora un po’ intontito e spaesato.
E anche un po’ frastornato, per aver appena scoperto di essersi
svegliato due anni dopo essersi addormentato.
Non c’erano le parole.
Ma solo sguardi.
Nessun “bentornato tra noi”, nessun “mi sei mancato”, nessun “sono
contento che tu stia bene”.
Solo… loro…
…
…
…
- Sai!
La notizia si era sparsa in fretta, all’OtoSound, e Orochimaru e i
Double-T erano andati a trovare il bell’addormentato, come lo definiva,
scherzosamente, Tayuya.
- Orochimaru-sama, non è cambiato
affatto. – sorrise Sai – ha sempre quell’orrendo modo di vestire.
- E Sai tu sei sempre tagliente con
quella lingua, ringrazia che sei appena uscito da un coma altrimenti
potresti pentirti di ciò che dici. – gli intimò l’uomo, sorridendo
mellifluo.
- Sai, ma lo sai che ci hai fatto
preoccupare un casino a tutti quanti? – disse Kankuro, sorridendo anche
lui, con sincero affetto.
- “Sai, ma lo sai.” Che gioco di parole
stupido. – lo prese in giro Tayuya – ma come faccio a stare con uno
così.
- State insieme? – chiese Sai. Era seduto
sul letto dell’ospedale, e l’orario delle visite era finito da un
pezzo, e i pazienti stavano iniziando a ricevere le loro cene nelle
loro stanze, ma nessuno dei presenti usciva dalla stanza. Contenti di
poterlo sentir parlare.
- Si, da un anno. Ah! Lo sai che abbiamo
sfondato! Siamo famosi, ormai! Siamo i Double-T! E Tem e Tay, sono le
nostre vocal! – si vantò Kankuro.
- Fratello, non urlare. – gli intimò
Gaara.
Temari sorrise, semplicemente.
- e voi invece? – chiese Sai a Suigetsu e
Naruto.
- Beh… noi… - fece Suigetsu, rabbuiandosi.
Naruto, che era seduto sull’unica sedia di fianco al letto, tenendo la
mano di Sai, per controllare, ogni minuto, stringendola, prontamente
ricambiato dall’amico, che quello non era un sogno, abbassò lievemente
lo sguardo.
- Mi piacerebbe suonare di nuovo con voi.
Ho dormito per due anni e mi manca la nostra musica. – sorrise, come se
avesse superato una cosa da niente. Ma la gioia di essersi risvegliato
e averli trovati ancora tutti lì, era tanta. Aveva perso due anni della
sua vita, è vero. Ma l’aveva superato. E si era sentito importante.
Perfino Gaara era venuto a trovarlo!
Naruto strinse ancora una volta la sua mano, e Sai sorrise, di nuovo.
- Suoneremo insieme appena ti
dimetteranno. – promise Suigetsu, ignorando lo sgranare preoccupato
degli occhi di Naruto.
- Bene. – fece Sai. –Le mie cose sono
ancora nella mia stanza da lei, Orochimaru-sama?
- Le ho fatte spostare in un’altra
stanza, Naruto e Suigetsu hanno cambiato le loro e ho affittato tutto
il vostro vecchio piano. Ma è tutto in ordine. E potrai ricominciare
l’accademia d’arte appena vorrai. In fondo l’avevi iniziata da poco,
quando avevi lasciato la band dopo la morte di Juugo per inseguire il
tuo vero talento.
Ci fu un silenzio teso e malinconico per un attimo, ma Sai lo
interruppe. – Bene, allora, parlatemi di voi due. Come vi siete
fidanzati? – chiese rivolto a Kankuro e a Tayuya.
- Oh beh, è una storia interessante… Tayu
stava facendo la doccia e avevamo finito da poco di provare. Io
credendo che ci fosse Tem, così entro e, immagina la sorpresa! Insomma,
dietro i felponi e l’aria volgare c’è un vero schianto, ohch Tay perché
mi hai colpito! – e così, per più di un’ora, raccontarono a Sai le
novità degli ultimi due anni, interrotti a volte dai gemiti dolorosi di
Kankuro, colpito dai pugni alternati della fidanzata e della sorella,
dalle monosillabiche risposte di Gaara, da Orochimaru che lasciò
l’ospedale dopo pochi minuti per lavoro, e dalle sparate di Suigetsu e
Naruto, che evitarono però di raccontare di Shu, dello shock di Naruto,
e del fatto che nessuno dei due suonasse dal giorno in cui Sai chiuse
gli occhi per ben due anni.
Naruto e Suigetsu uscirono dall’ospedale a notte inoltrata, tornando
finalmente nelle loro stanze.
- Come ti senti? – chiese Suigetsu,
attraversando la porta del bagno, che fungeva da via di comunicazione
per le stanze.
- Strano. Sono felice. E confuso… sento
di non averlo superato, il… blocco… eppure Sai si è ripreso. Ormai
pensavo che non si sarebbe più svegliato. – Naruto era sdraiato alla
buona sul letto, con un braccio sugli occhi.
Spostando qualche rivista buttata per terra, e qualche vestito qua e
la, Suigetsu lo raggiunse, sedendosi ai piedi del letto.
- Perché non ci provi? O non sei
abbastanza motivato?
- Di motivi ne ho, più di quanto pensi.
Ma… ho… io…
Chiuse gli occhi, e ringraziò che il suo sguardo fosse nascosto dal
braccio.
- Non c’è nulla di male. – disse l’Hozuki
- Ad aver paura delle proprie reazioni, intendo. – Naruto stette in
silenzio, e Suigetsu lo interpretò come un incitamento a continuare. -
Hai semplicemente paura di fallire, ancora. Ma vedila così… - e si
avvicinò, spostando il braccio dal viso del biondo e guardandolo negli
occhi. – Non provarci è un fallimento peggiore, ed è da codardi.
Naruto rise un po’ amaro. – Allora sono un codardo.
Suigetsu si rialzò. – No che non lo sei. Ti lascio solo. Tutte queste
emozioni mi hanno distrutto. – fece imitando la vocina di una donna
fintamente stremata.
Erano passati quattro giorni dall’ultimatum di Orochimaru, tre giorni
dal miracoloso risveglio di Sai, e questi era stato dimesso da due,
dopo aver eseguito tutti i controlli del caso.
E Suigetsu e Naruto avevano invitato il convalescente nelle loro
stanze, e stavano chiacchierando, quando Sai propose di suonare
insieme, prima di dover portar via le sue cose.
Erano seduti tutti e tre a terra, a gambe incrociate, nella stanza di
Suigetsu, quella con meno disordine sul pavimento, anche se ce ne era
di più sul letto e sui mobili.
- Un ultima volta, poi sarò impegnato con
la scuola d’arte… - terminò sorridendo.
Lo scambio di sguardi tra Suigetsu e Naruto, lo fece accigliare.
- Ho forse detto qualcosa che non va? –
chiese il moro, notando un certo disagio.
Il biondo si morse il labbro prima di rispondere. – No, no niente, Sai.
Allora quando vuoi che suoniamo?
- Per me, adesso sarebbe il momento
perfetto, non credete? – Sai non era un tipo ingenuo, e aveva capito
che qualcosa non quadrava. Ma mancando da due anni, non poteva certo
immaginare la verità. Naruto ebbe un sussulto preoccupato, che cercò di
nascondere.
- Vado a chiedere a Orochimaru-sama se
possiamo usare la saletta al terzo piano, perché c’è ancora, la saletta
insonorizzata vero?
Suigetsu annuì distrattamente mentre Sai usciva a cercare Orochimaru,
elettrizzato all’idea di poter mettere ancora mano sulla tastiera.
- Naruto… - Suigetsu lo chiamò
preoccupato – o glielo dici, o provi a suonare, ma in quel caso, se non
ci riesci lo capirà da solo…
- Lo so, maledizione, lo so, ma non posso
dirgli di no, capisci? – il biondo strinse i pugni.
- Beh, potrebbe anche essere la volta
buona. Non hai provato dopo il risveglio di Sai. Magari non avverti
nessun cambiamento, ma chi non prova…
Naruto annuì, anche se per nulla convinto.
- Ragazzi! – Sai aprì la porta rientrando
nella stanza – la sala è libera. – disse con un sorrisino allegro.
“La saletta del terzo piano”, come la chiamavano tutti lì, non era una
sala prove, ma era insonorizzata, non era una stanza da letto, ma c’era
un materasso e un divanetto. Era semplicemente la stanza di chi voleva
suonare fino a notte, completamente gratis, e senza rompere a nessuno
con prenotazioni e tutto.
Orochimaru conquistava anche così, i giovani artisti, che in quattro e
quattr’otto si ritrovavano con un contratto vincolante. Però ottenevano
sempre successo, accrescendo i guadagni dell’uomo.
Nella saletta, c’era sempre una batteria, offerta dalla direzione, il
divanetto, il materasso, un amplificatore e un tavolino. Era abbastanza
spaziosa, anche se la porta era priva di serratura, da quando un
ragazzo era rimasto tre giorni chiuso lì dentro, in quanto da fuori
nessuno lo sentiva, grazie all’insonorizzazione e al fatto che su quel
piano non c’erano stanze affittate.
Ora nella saletta vi era anche la tastiera di Sai, adagiata sul
supporto pieghevole fatto apposta, una chitarra e un basso, che
venivano tirati fuori dalle loro custodie, dai rispettivi padroni.
Naruto deglutì quando prese in mano la chitarra, ma si fece coraggio
guardando Sai, che sfiorava i tasti del suo strumento, tutto eccitato.
“Andiamo, ce la posso fare” si disse, convinto davvero.
Collegarono nella giusta maniera gli strumenti all’amplificatore, e
Suigetsu chiese: - Allora cosa suoniamo?
- Un nostro pezzo va bene, che ne dite di
“You’ll be mine in this night of fire”, mi piacevano molto le parole.
- Le aveva scritte Naruto. – aggiunse
Suigetsu. Il biondo annuì.
- Però non la cantiamo, concentriamoci
sulla musica. – fece Suigetsu conscio dello sguardo di gratitudine che
gli aveva lanciato Naruto.
Sai alzò le spalle e si preparò a suonare. – Certo che, senza la
batteria, sarà un po’ diversa… - commentò, mettendosi alla tastiera.
Suonò alcune note leggere, sfiorando lentamente i tasti, deciso, ma
delicato, note acute e frizzanti, per poi scendere grave, piano, piano,
quando fece la nota più bassa, iniziò il basso, a dare una scossa alla
melodia, così come doveva essere. Quando attaccò, quasi subito dopo, la
chitarra, fu fantastico. Rallentavano solo quando ci sarebbe dovuta
stare la voce di Naruto. Ma proprio nel bel mezzo dell’ultimo
ritornello, come d’incanto, la magia finisce, e la chitarra svanisce.
- Naruto, come mai hai smesso? – chiese
Sai, che essendosene accorto, così come Suigetsu, qualche nota più
tardi, non si era fermato subito.
La mano del biondo, quella che ancora reggeva il plettro tra le dita,
aveva cominciato a tremare.
- Fermiamoci qui. – disse Suigetsu
posando il basso sul materasso, e avvicinandosi a Naruto. – ti senti
bene?
Si preoccupò quando notò gli occhi del biondo, che erano leggermente
più aperti del normale, e il respiro era accelerato. – Ehy? Naruto?
Naruto si tolse meccanicamente la chitarra, attento a non farla cadere,
e la poggiò vicino al basso. – Sc-scusate, vado… vado in bagno… - disse
prima di correre via, lasciando la porta aperta.
- Ma che ha? Sta male? – chiese Sai
piuttosto preoccupato.
- Ecco… vedi… lui… - Suigetsu si morse il
labbro, incerto su cosa e quanto dire, o se inventare.
Molte cose non osiamo
farle non perché sono difficili, ma sono difficili perché non osiamo. Ma spesso osare
significa affrontare qualcosa più grande di te. Ma se non sei pronto,
sei spacciato. La vita segue la legge
del più forte. E a volte, la belva feroce nascosta tra gli alberi, sei
tu stesso. Perché vivere è così
difficile?
Molte cose non osiamo farle non perché sono difficili, ma sono
difficili perché non osiamo.
Ennesima citazione, questa volta Seneca ^_^
And Now...
RECENSIONI TIME! *parte
la sigla*
Purtroppo non posso dilungarmi molto nelle risposte, connessione scrausa, non vorrei che mi cancellasse quel che ho scritto O_O
A ryanforever: ne approfitterò per farti domande allora quando me ne verranno in mente. Mi dirai se esco dal verosimile, vero? *faccina pucciosa* perchè anche se sono appassionata di queste cose non studio psicologia. Mi hai messo voglia di tentare l'esame. Male che vada... Sono contenta che il capitolo ti piaccia ^_^ ora scusa, vorrei scrivere di èpiù ma dannata connessione.
A vivvinasme: scusa, questo capitolo si è fatto attendere. Cosa importantissima... SEI DI ROMA? Oh non siamo tanto lontane. Io ci studio a Roma *o*
Comunqe contenta che il capitolo ti piaccia. La chitarra la adoro anche io! Ne voglio una così!!!
A Eresseye: Sorry sorry sorry sono in ritardooooo! SCUSA SCUSA! Beh spero che il capitolo ti piaccia, e di non averti deluso... anche perchè Itachi non ci sarà per altri due capitoli, ma non dovrai attendere a lungo.
A Emylovely; e mi sa che dovrai ancora lavorare di immaginazione perchè per l'incontro di Sasuke e Naruto ci vuole ancora un po'. Deve succedere solo una cosa, ma accadrà presto e già dal prosmmmh! *Naruto attappa la bocca all'autrice" no spoiler XD
A Sasuke_kun_Uchiha: beh, sono contenta che stai seguendo la storia con tanta passione purchè tu non muoia dall'ansia, non voglio averti sulla coscienza. Sarai felice di sapere che il rpossimo capitolo è già pronto ^^
A annamariz: io e te con la connessione ci litighiamo spesso eh? Io ho la chiavetta internet wind e qui non c'è mai campo... immagina! L'importantge è che la storia ti piaccia, anche se devo dire che i tuoi fantastici commenti mi fanno sempre un piacere che non immagini!
A mikita: scherzi? Anche io. Io amo il ragazzo squalo! con karin poi! una delle mie coppie preferite XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!!!
Capitolo 8, Incubo,
nightmare L’uomo
conquista le cose a piccoli passi, va per tentativi, teorie. E perseverando ottiene
ciò che vuole. Lo potevo sentire tra le
mie mani, c’ero così vicino. Bastava sconfiggere la
paura, ancora una volta. Basta scappare. Devo trovare il coraggio
di affrontare me stesso. E poi manterrò tutte le
promesse che ho fatto A me, a Shu, a
Juugo. Chiudere gli occhi e
buttarsi. In fondo non ci vuole
molto, non credi?
Attraversò fulmineo il terzo piano, senza fermarsi nemmeno per
riprendere fiato, raggiungendo l’ascensore.
Soltanto una volta che l’ebbe chiamato, premendo l’apposito pulsante,
si fermò appoggiandosi al muro, facendo entrare più ossigeno possibile
nei polmoni.
Le sue mani erano scosse entrambe da piccoli tremiti, e non riusciva a
regolarizzare la respirazione.
Le porte dell’ascensore si spalancarono, con un leggero rumore, e un
piccolo scampanellio metallico.
Naruto si fiondò all’interno, pigiando con trepidazione il pulsante del
piano terra, e le porte si richiusero intanto che l’ascensore, con un
piccolo sobbalzo, iniziò a scendere.
Avvertiva come un impellente bisogno di uscire da lì, di cambiare aria
e dimenticare per un po’ tutto il resto.
Le aveva sentite, come se fossero state davvero lì, e non
esclusivamente nella sua mente, le bacchette di Juugo.
L’aveva sentita, rimbombare nella sua testa, come un fastidioso eco dal
passato, la parte ritmica, suonata come solo il rosso sapeva fare.
L’aveva rivisto, come se fosse stato davvero davanti ai suoi occhi,
privo di vita in un bagno d’albergo, per colpa dei suoi insulsi farmaci
per la depressione.
Aveva visto il bagliore emanato dai fari della macchina che gli veniva
incontro, senza possibilità di fermarsi, il giorno dell’incidente.
Tutto questo l’aveva rivissuto, come se nel suo cervello ci fosse stato
un proiettore e qualcuno di sadico e maligno, si fosse divertito a
rimandare quella dolorosa pellicola ancora una volta, nello schermo
bianco dei ricordi, in quei pochi minuti che aveva suonato insieme a
loro.
Il respiro, già irregolare, si fece ancora più pesante, neanche avesse
un macigno sullo stomaco, che si contorceva da far male.
Con la schiena interamente appoggiata al freddo della parete
dell’ascensore, scivolò piano fino a ritrovarsi seduto a terra.
L’ascensore ci mette, solitamente, pochi secondi ad arrivare da un
piano all’altro, ma a lui in quel momento sembravano un’eternità.
Si sentiva senza aria, come claustrofobico, sebbene non lo fosse, e
quelle dannate porte non si volevano proprio aprire.
“Non riesco a respirare bene, maledizione!”
Finalmente il tanto atteso “plin” che segnalava che era arrivato al
piano, risuonò nell’ascensore.
Non appena le porte si aprirono, però, si rese di non riuscire ad
alzarsi, e di avere il respiro troppo accelerato.
“Dan…dannazione” si mise una mano sul collo, come se si sentisse
soffocare, cercando di togliere un immaginario cappio che voleva
strozzarlo.
- Ehy, Naruto! Cosa ci fai lì, ma stai
bene? – fortuna che qualcuno stesse aspettando l’ascensore proprio in
quel momento. La voce di donna gli arrivò ovattata e ci mise qualche
secondo prima di realizzare chi aveva davanti.
- K…Karin… - sussurrò faticosamente non
appena la riconobbe, cercando inutilmente di calmarsi.
La rossa, capita la situazione, con polso fermo reagì.
Entrò nell’ascensore, inginocchiandosi vicino al biondo. – Rilassati
altrimenti non riesci a respirare. – disse con voce seria ma
infondendovi tutta la calma possibile. - Chiudi gli occhi e respira
piano, piano.
- F..fa male…
- Ssssh, pensa a respirare, su. – lo
zittì lei, cercando da distrarlo. A lei la situazione non era nuova, e
sembrava di essere tornato al giorno in cui in ospedale il dottore li
informò che il loro amico non sarebbe andato a casa con loro, che era
in coma. Naruto era nello stesso stato di quel giorno, e per quasi tre
mesi aveva una crisi al giorno. C’era voluta pazienza, e loro gli erano
stati sempre vicini, e, almeno quello, l’aveva superato. Fino a quel
momento.
Naruto aveva chiuso gli occhi e stava cercando di rilassarsi, erano
sensazioni già provate, e non era la sua peggiore crisi, ne aveva
passate di peggio. Ripetendoselo mentalmente e pensando a qualsiasi
cosa che non fosse la mancanza di aria, riuscì finalmente a placare un
po’ il respiro.
Rimase fermo alcuni minuti, sapendo che se si fosse agitato avrebbe
peggiorato la situazione.
Karin mise la borsa che portava, a bloccare le porte dell’ascensore in
modo che restassero aperte, per evitare che ricominciasse a mancargli
il respiro, e continuò a cercare di far rilassare l’amico.
- Non avevi una crisi da quasi un anno,
che è successo? – chiese, una volta che Naruto aveva riaperto gli occhi
e aveva ripreso a respirare normalmente.
- C’ero quasi riuscito, Karin, avevo
suonato. – sussurrò - Quasi un intera canzone! Ma… ma…
- Ho capito, - lo interruppe lei - senti,
aspettami nell’atrio. Porto questo materiale a Orochimaru-sama e torno,
così andiamo mangiarci del ramen, che ne dici?
Naruto annuì, alzandosi lentamente e uscendo dall’ascensore donandole
un lieve sorriso. – Stai bene? Posso lasciarti da solo?
Naruto puntò i suoi occhi azzurri su di lei, - Ci vuole ben altro per
mettermi K.O., non preoccuparti, è passata.
Karin gli sorrise e fece un sospiro di sollievo.
- Suigetsu ha ragione. – disse il ragazzo, prima che lei schiacciasse
il bottone del primo piano.
- Riguardo a cosa? – chiese lei,
incuriosita e sospettosa.
- Sul fatto che sai essere gentile quando
vuoi.
Karin sbarrò gli occhi arrossendo un po’. – Ha… ha detto davvero così?
Il biondo fece per annuire, poi ghignò, notando l’imbarazzo dell’altra
e non perdendo l’occasione di divertirsi un po’ a spese dell’Hozuki -
No, scherzavo. Ha detto che sei solo acida.
Gli ci voleva. Gli ci voleva proprio, vedere Karin sbuffare come un
cinghiale imbizzarrito e i suoi rossi capelli che iniziavano a volare
come animati di vita propria.
Vederla schiacciare con tutta la forza possibile il pulsante del primo
piano e sentirla sputare maledizioni e dichiarazioni di guerra fino al
chiudersi delle porte.
Le sue labbra, irrimediabilmente, si stirarono in un piccolo sorriso,
e, con il morale un po’ più sollevato, si accomodò scomposto sul
divanetto dell’atrio.
- Sono fatti proprio l’uno per l’altra. –
sussurrò più a se stesso che a qualcuno di preciso, non riuscendo a
fermare in tempo il suo cervello dal proporgli un’immagine del suo
amico e della sua manager intento ad imboccarlo un’insalata di tonno,
mentre Suigetsu tutto rosso e felice apriva la sua boccuccia con gli
innocui dentini da predatore dei mari.
Inorridì maledicendo la natura per avergli donato una fervida
immaginazione.
A proposito di Suigetsu, si chiese se Sai avesse sospettato qualcosa o
se Suigetsu l’avesse coperto ancora. Ritornò a guardarsi le mani, con
in gola il groppo dell’autocommiserazione.. – “Solo un’intera canzone.”
Strinse il pugno. “…o ancora un’intera canzone… spero di fare in tempo
a mantenere la promessa, Shu…”. Nuova determinazione brillò nei suoi
occhi, conscio cha anche arrancando a piccoli passi, il suo obiettivo
non sarebbe cambiato. E finché avesse avuto qualcosa in cui lottare, lo
avrebbe fatto.
Karin recapitò i nuovi poster dei Double-T freschi di tipografia a
Orochimaru, o meglio a Kabuto, non riuscendo a reprimere una certa
smorfia data dall’atteggiamento dell’uomo, poi, invece di tornare
subito nell’atrio, decise, vista la crisi a cui aveva appena assistito,
di cercare Suigetsu.
Non lo trovò nella sua stanza, ma nel corridoio del terzo piano, dove
c’era la saletta per suonare, che parlava a voce molto bassa con Sai,
non nascondendo un’espressione affranta che lei si sorprese di poter
ancora osservare nel volto sempre apparentemente spensierato e
arrogante del ragazzo.
Dal volto del moro, che, cavolo se lei lo sapeva, era in grado di
tradire una sorta di espressione solamente se si trattava della vita di
Naruto, o al massimo di Suigetsu o Juugo, capì l’argomento della
conversazione, così, decise di non farsi vedere e tornare da Naruto.
Lo ritrovò nell’atrio, stravaccato sul divano, apparentemente
rilassato, ma, soprattutto, con un bel sorriso stampato in faccia.
“Il potere di un ramen scroccato” pensò la ragazza, malignamente,
sorridendo a sua volta all’indirizzo del biondo.
Lui, con la sua forza di volontà e l’incredibile energia di sempre, se
dovuta allo stomaco che cantava di vittoria per il ramen che avrebbe
presto digerito o da qualche rinnovato proposito positivo del ragazzo,
Karin non seppe dirlo, la trascinò per un braccio fino a che non
giunsero in un parco, dove la città aveva risparmiato soltanto quel
piccolo spazio verde, come un’oasi nel deserto.
Era un giardino a dir poco fantastico che seduceva l’organo della vista
con i suoi tenui colori allo stesso tempo invernali e primaverili, con
tutti quegli alberi di ciliegio ancora spogli, ma che sembravano pronti
a fiorire in breve, buttando giù un sipario rosa in quel palco naturale.
Difatti anche se febbraio non era ancora finito, lasciando il posto
all’aria giocherellona del mese di marzo, visto il caldo anticipato che
stava facendo in quel periodo, probabilmente la fioritura dei ciliegi
ci sarebbe stata con un piccolo anticipo.
Magari si sarebbero viste le prime chiazze rosa tra i rami già a metà
marzo, anziché ai primi di Aprile, come se avessero fretta. Chissà…
alla Natura ogni tanto piace spezzare la routine, un po’ come agli
uomini, del resto.
Al centro di questo piccolo e affascinante parco, esattamente al centro
dell’unica radura, tra quattro di questi stupendi alberi tipici del
Giappone che facevano da insolita cornice, c’erano delle panchine, e un
chioschetto molto carino, che sembrava venire da un altro mondo,
anziché dalla città.
Il proprietario era un uomo molto simpatico, un uomo d’altri tempi
sempre col sorriso sulle labbra e la parole giusta per ogni persona, ma
anche la figlia era di una gentilezza unica, anche se un po’ più
impicciona di suo padre.
Questi due altri non erano che Teuchi Ichiraku e sua figlia, Ayame
Ichiraku.
- Aaaaaah, mi ci voleva proprio… altro
che il ramen precotto del supermercato! – Naruto, con la faccia
soddisfatta e la pancia piena, posò le bacchette sulla ciotola vuota,
sotto gli occhi sbarrati dell’amica, ancora alla sua prima ciotola, che
lo fissò stralunata distraendosi e facendo riscivolare nella ciotola
gli spaghetti che aveva raccolto con le sue bacchette, prima che questi
potessero raggiungere la bocca e finire ingloriosamente tritati e
digeriti.
- Ma… ma… ma dico, - iniziò esterrefatta
- come diamine hai fatto a mangiare cinque, no dico, C-I-N-Q-U-E,
ciotole di ramen in meno di dieci minuti? – Karin iniziava a sudare
freddo.
Oh, non perché aveva appena scoperto che Naruto, vista la sua voracità
e velocità, sarebbe stato perfettamente in grado di mangiarsi pure lei,
oh, nemmeno perché la stava fissando come se avesse fatto una domanda
talmente stupida da non meritarsi nemmeno una degna risposta.
No, neanche per quello. Sudava freddo per il conto, che nella sua mente
aveva assunto la forma di un palloncino giallo che lentamente si stava
gonfiando fino a raggiungere le dimensioni di una mongolfiera, prima di
esplodere inevitabilmente con un sonoro “pop”.
Perché lei aveva coraggiosamente offerto del legno a una termite, e lei
doveva pagare, finendo in un mare di segatura.
E cinque ciotole di ramen, pardon, sei ciotole di ramen più da bere,
non costavano proprio pochino…
- Il conto. – col un sorriso amichevole
sul volto, la giovane Ayame porse quel dannato e maledetto fogliettino
a Naruto, e Karin deglutì, sperando in un miracolo per non rimanere al
verde, appuntandosi mentalmente di non offrire MAI più qualcosa a quel
pozzo senza fondo.
“Ho solo pochi spicci con me, accidenti, chi se lo immaginava che
avrebbe mangiato così tanto, non è nemmeno grasso, accidenti! Come
cazzo fa?” e già si immaginava al lavoro come lavapiatti, con un
orrendo grembiule e dei guanti gialli, asciugandosi di tanto in tanto
il sudore dalla fronte, mentre Naruto se la spassava come assaggiatore
ufficiale del chiosco, quando proprio il ragazzo tirò fuori un buono
sconto del cinquanta per cento.
Karin aveva gli occhi lucidi per la tragedia scampata, e pagò la metà,
per cui li aveva tranquillamente, i soldi, fortunatamente.
- Sei un pozzo senza fondo lo sai,
rospetto? – berciò mentre stavano tornando all’appartamento, lei che
ancora non riusciva a credere di essersela cavata.
Naruto, come risposta, rise come un idiota, neanche si fosse trovato
davanti Orochimaru seduto su un seggiolone con un orrendo bavaglino
verdognolo legato al collo, sporco di pappa e ogni genere di macchia,
mentre veniva imboccato dalla sua baby sitter, che, nella sua mente,
prese l’inquietante forma di un occhialuto Kabuto.
- Non è divertente! – Karin sbuffò,
aggiustandosi gli occhiali scacciando quell’immagine dalla mente e
tentando di far smettere l’altro di ridere fulminando con mille
occhiate truci.
- Karin, secondo te – Naruto si fermò
improvvisamente, fissando un punto indefinito davanti a se, facendo
arrestare anche la rossa, a un passo davanti a lui, che si voltò a
guardarlo incuriosita da quel cambio repentino, e si chiese se il
biondo non avesse le sue cose, prendendosi in giro da sola per averlo
pensato, era un uomo mica una ragazzina. Ma passare da una crisi al
prenderla in giro, per poi strafogarsi e tornare serio in un battito di
ciglia, non lo faceva nemmeno lei quando era in quei giorni. E allora
perché lo faceva lui. Visto che non sembrava deciso a continuare,
inclinò la testa leggermente di lato, aspettando la domanda. – Secondo
te, - continuò allora il ragazzo - io posso tornare a suonare con un
po’ di impegno?
Karin sorrise, comprendendo quali pensieri assillassero l’Uzumaki, e
tentando di alleggerirgli un po’ il carico, e sdrammatizzare la
situazione, rispose, senza traccia di esitazione. – Assolutamente sì,
sei o non sei Kyuubi? Il rompi palle, cretino, fastidioso-
- Kariiiiiiiiiinnnnn! – lui mise il
broncio, facendola sorridere ancora di più, così continuò “senza pietà”
- Ribelle scocciatore e, soprattutto
com-bat-ti-vo? - enfatizzò l’ultima parola come se volesse
scolpirla nella fronte ora aggrottata del biondo - Quando mai ti sei
arreso? Muovi il culo e torna sul palco, poppante!
Naruto fissò la schiena di Karin che si era voltata e si stava
lentamente allontanando, e sorrise determinato a non mollare… poi
analizzò ciò che Karin gli aveva appena detto…
- EHY TU RAZZA DI CRETINA SENZA CERVELLO
A CHI HAI DATO DEL POPPANTE EH? – urlò, alzando un pugno come un
ragazzino arrabbiato, pronto a chissà quale scontro.
- A te, poppante! – rispose lei senza
scomporsi, ma accelerando leggermente il passo.
- Ma io ti ammazzooooooooo ‘ttebayo!!! –
fu l’ultima cosa che sentì prima di iniziare a correre inseguita da
quell’uragano biondo che, diamine se era veloce!
“Era un pomeriggio tranquillo e soleggiato, con qualche nuvola che
salutava dal cielo, come a volersi prendere gioco del tempo, come a
voler dire “goditi il sole che se mi gira faccio piovere”.
I suoi passi incuranti riecheggiavano nel vialetto alberato della
residenza, coperti qualche secondo dal cigolio del cancelletto che si
apriva, e dal clank di quando si richiuse.
Celò quello che portava in mano dietro la schiena, entrando, come se
avesse timore che qualcuno lo beccasse con le mani nel sacco, o nel
pacchetto, che dir si voglia..
Entrò, senza alcuna fretta, guardandosi intorno con aria piuttosto
allegra, e chiamò per essere sicuro che ci fosse qualcuno o meno in
casa, pronto a nascondere l’oggetto in qualsiasi posto non potesse
essere visto. Era di vitale importanza che non fosse visto da sua madre.
- Mamma?
Il suono della sua voce risuonò nel soggiorno, dove era appena entrato,
anche se non aveva alzato eccessivamente la voce, era stata abbastanza
udibile da essere sentita almeno in tutto il piano di sotto..
Meno male, si disse, sospirando di sollievo e ravvivandosi la coda
bassa dei suoi neri capelli, con una mano sola.
Sua madre doveva essere uscita, altrimenti anche avesse solo sussurrato
sarebbe corsa alla porta e lo avrebbe assillato su come era andata a
scuola e tutte le solite domande di una mamma forse eccessivamente
apprensiva, almeno con i figli, dato che dal marito riceveva soltanto
percosse e ingiustizie.
Depose il sacchetto avente dentro il prezioso regalo per la sua
meravigliosa mamma, sul tavolino dell’ingresso, in attesa di un posto
più sicuro, allorché un aroma di cavoli gli pervenne alle narici, come
la musica suonata dal flauto di un incantatore di serpenti, e lui era
il rettile da ipnotizzare. Adorava quell’odore, ma era un po’ troppo
pungente per i sui gusti e ci mise solo qualche secondo per decifrarlo.
C’erano i cavoli sul fuoco, e stavano anche bruciando.
Sua madre aveva preparato il suo cibo preferito.
Di conseguenza era in casa e non era uscita, ma non l’aveva udito, ma
non era stata attenta al cibo, però.
“Probabilmente è in bagno, o di sopra” si disse, fiducioso.
Nascose la busta all'interno della credenza, dietro ad alcuni oggetti e
si diresse flemmaticamente in cucina, con le orecchie tese.
Aprendo l’uscio, però, non era pronto a quello che vide.
Sua madre, talmente bella, una graziosità delicata e luminosa, era a
terra, con il suo incantevole viso chiaro coperto di macchie vermiglie.
Il sangue era ovunque.
Sul corpo di lei, sul pavimento, sulle mani, nei capelli.
Come un velo carminio che la ricopriva crudelmente sotto il suo freddo
colore.
Un grido sgomento gli si spense in gola allorquando adocchiò cosa c’era
a terra vicino a lei. Un coltello.
Lo riconobbe.
Lui stesso ci aveva spesso tagliato i meloni che piacevano tanto alla
madre.
Chi aveva osato fare la stessa cosa sul collo della donna che lo aveva
fatto venire alla luce?
Percepì un rumore smorzato provenire dal bagno.
Vi si diresse speditamente col cuore in gol, sperando di cancellare
mentalmente l’odore del sangue che impregnava la cucina.
Pronto a tutto.
Spalancò la porta di scatto e trovò suo padre.
Si sciacquava le mani. Le sue mani imbrattate di sangue. Il sangue che sporcava il viso di sua madre. Sua madre a terra morta. Morta uccisa da suo padre. Suo padre che era di fronte a lui.
Lui che ora aveva mollato un pugno su quel viso d’assassino.
- Cos’hai fatto…! – urlò con tutto il
fiato che aveva in gola, riscoprendolo però poco, data l’agitazione.
- Non volevo Itachi, ascoltami….
- Io… io ti ammazzo! – riuscì ad urlare,
scagliandosi contro il suo stesso padre.
Suo padre lo prese per il braccio. – Ammazzarmi? Tu? Ma sta zitto!
- Perché l’hai fatto bastardo!
- L’ha voluto lei!
Questa frase gli guadagnò un altro pugno ma che questa volta fu
schivato, e Fugaku ghermì il braccio di Itachi e con la gamba lo fece
crollare a terra, tuttavia il più giovane fu svelto ad alzarsi e corse
verso la cucina, rincorso dall’uomo.
Quando Fugaku lo raggiunse lo trovò col coltello che aveva ucciso sua
madre in mano…”
Si destò, di soprassalto, con la fronte imperlata di sudore freddo, la
finestra, leggermente lasciata aperta, fece svolazzare un po’ la tenda
bianca, che in quel buio sembrava un fantasma venuto a prenderlo. Lui
non se ne accorse, aveva ancora il cuore che martellava forte. Era da
tempo che non sognava più la notte, e proprio quell’incubo doveva fare?
Si passò una mano sul viso avvertendolo umidiccio di pianto, e non se
ne era nemmeno reso conto, doveva averlo fatto inconsciamente mentre
dormiva, non ricordava neanche più quando era stata l’ultima lacrima.
Si asciugò in fretta ed aprì il cassetto del comodino, trovando i
sonniferi.
Da sopra di esso prese il bicchiere con l’acqua che gli aveva
lasciato Shizune, e prese una dose di sonnifero. Almeno avrebbe fatto
sogni tranquilli.
- Buona notte mamma, buona notte Sasuke. – sussurrò finalmente, al buio
della stanza, prima di assopirsi sul serio, mentre dalla finestra
ancora aperta, entrò un ultimo soffio gelido, a mo di saluto.
Conquistare la meta che
mi sono prefissato. Non posso farlo da solo. Anche se lo vorrei, con
tutto me stesso. Il passato mi ha reso
ciò che sono, plasmandomi come se fossi stato creta nelle sue mani. Il presente me lo prendo
come viene, senza farmi troppe domande, cercando solo di ricostruire
quelle rovine ormai perdute. E il futuro me lo prendo
come dico io, perché mi sono fottutamente stufato di stare allo sporco
gioco del destino, che sembra non aver ancora deciso cosa farne di me. In fondo basta poco, non
credi?
Bene,
ricordo solo a chi seguiva la fic che ho in mente di cancellare
quell'esperimentuccio intitolato "Verso la fine", e che riscrivero da
capo "Provng Ground" e toglierò "Senza memoria", forse affidandola ad
Hanabi2000, mia sorellina che a soli dieci anni già pubblica su questo
sito *si commuove*, e pensare che alla sua età non sapevo nemmeno cosa
fosse un manga, figuriamoci una fanfic! invece lei trafuga la mia
collezione, e legge anche yaoi (a rating massimo giallo, sono
protettiva io XD (ma da che pulpito, eh, dillo che hai paura della
mamma XD)).
Poi ricordo la mia SasoDei, appena iniziata, I'm
Back For...,
un esperimento strambo di cui vorrei davvero avere dei commenti, visto
che forse la posterò al concorso esterno di cui si parla tanto, e il
recente aggiornamento di "La leggenda della succubus e il miracolo di
Ai...".
Per quanto riguarda "Arigatou..." è pronto il nuovo capitolo.
E ora....
Risposte alle recensioni fantasmamitiche XD ryanforever: ojjashin avevi addirittura le
mani termanti? Non immagini la gioia che mi pervade sapendo di essere
riuscita a trasmetterti le emozione del capitolo *o*
Per sapere di Juugo non ci sarà da aspettare molto, dato che i prossimi
due capitoli sono in fase di stesura ma sono già praticamente pronti,
posso dirti che qualcuno avrà un amara sorpresa, una volta scoperta la
verità su Juugo. Partono scommesse.
Intanto è riapparso Itachi per un breve momento, ma poi tornerà, molto
presro.
Per quanto riguarda Naruto, i traumi che si superano velocemente li
trovo inverosimili. Spero di essere abbastanza realistica più in là,
anche se Naruto ha ancora qualche brutta sorpresa da rivelare. Spero
che non mi sfugga iol personaggio dalle mani, già è leggermente OOC per
via della crisi, non vorrei esagerare... avvertitemi se succede! annamariz:se Shu, o
meglio dire, Itachi era uno dei tuoi preferiti, rientrerà in scena a
breve, dopo questo incubo. Per quanto riguarda Sai e juugo, dovrai
aspettare ancora il prossimo capitolo e Sai spiegherà un paio di
cosucce che sconvolgeranno una persona a lui molto vicina. Vediamo chi
indovina a chi mi riferisco. (questa è dura eh!). Naruto
è ancora bloccato per via di juugo, ma lui stesso inizia a capire che
il suo blocco è senza senso, ma è dovuto al fatto che teme le sue
reazioni, ma come vedi sta tornando il nostro Naruto, combattivi, come
dice Karin. Da adesso in poi il suo carattere inizierà a tornare
solare, a meno che non gli metta qualche altro imprevisto... mmmh, chi
lo sa. Poi,
se invece è Sasuke uno dei tuoi preferiti, non ti preoccupare, la
stroria dopo un periodo passato con Naruto, passa a Sasuke. mmmh dal
capitolo nove, credo. uh ma guarda, è il prossimo XD vivvinasme:
stavolta hai
aspettato un po' di più l'aggiornamento, spero almeno di non averti
deluso anche col capitolo. Ma lo sai che il risveglio di Sai me lo sono
tipo sognato e mi sono svegliata sorridendo? Solo che poi non mi
ricordavo il sogno e l'ho dovuto reinventare, ma vedo che l'effetto è
lo stesso. Ogni volta che leggo una fic, rido, piango, sorrido da sola.
E dentro di me segretamente invidio un po' le autrici o gli autori che
riescono a farmi vivere tali emozioni, quindi averti fatto sorridere al
risveglio di Sai, beh, non sai quanta gioia mi hai dato! Daltronde
si scrive per sfogo, per piacere personale, e per comunicare emozioni. Quindi
non posso fare altro che essere super felice della recensione che mi
hai lasciato e ringraziarti di tutto cuore ^_^ Eresseye:
non ti
preoccupare, la prossima volta ti avviso con un sms, o un piccione
viaggiatore, e magari anche tu mi avvisi dato che la mia chiavetta si
fa attendere. Tra un po' devo prenotare la connessione. La accendo e
posso connettermi solo due ore dopo quando ho trovato il raro punto
dove c'è campo nella mia casa. In
questo capitolo c'è Shu! E ci sarà anche nei prossimi. Non il nono, ma
presto, molto molto molto presto XD Orochimaru
ha un sacco di sorprese gente! Solo perchè per un po' non si fa vivo,
non abbassare la guardia su di lui. Per quanto riguarda Sai,
personalmente non mi sta simpatico, quindi spero di averlo reso bene. Naruto
è scappato a metà canzone, è vero... chissà come andrà la prossima
volta (*si fa domande come se non fosse lei l'autrice*) Emylovely: hu, è vero, Sai si è ripreso
bene, mi sono ispirata a un fatto realmente accaduto, e il tipo in
questione dopo un anno e mezzo di coma è rimasto solo una settimana in
ospedale e poi ha iniziato la sua nuova vita. E poi non mi sono voluta
soffermare più di tanto sul risveglio in termini medici ma su quello
che comportava riguardo a scombussolamenti di emozioni, soprattutto di
Naruto e Sasuke. Per quanto riguarda Naruto, lui sperava di poter
riprendere a suonare con uno schiocco di dita, ma evidentemente no.
Beh, più è deciso a superare il trauma e più le possibilità che
incontri Sasuke aumentano XD
Spero che ancjhe questo capitolo ti piaccia. Sasuke_kun_Uchiha:
credo sia passata ben più di una
settimana dallo scorso capitolo, purtroppo. Ma posso spiegare, vedi mi
è apparso Don Abbondio e insieme ai tre moschettieri mi ha detto:
questo capitolo non s'ha da fa! Poi hanno detto un ritardo per tutti!
Un ritardo per uno!
Ok ok tornando seri, chiedo perdono per averti fatto aspettare. La
storia si struttura così: qualche capitolo su Naruto, una scena con
Itachi, qualche capitolo con Sasuke, e poi magari qualche capitolo con
due di loro alla volta, e poi chissà. Quindi puoi ben immaginare che
Sasuke arriverà presto, dato che ora tocca a lui. Per il resto, spero
che il capitolo ti sia piaciuto, e mi suguro di aggirnare in fretta
stavolta ^^ mikita: e certo adesso sarebbe colpa mia
se Karin adesso ti sta simpatica? E lo stesso vale per Orochimaru e
Sai? CHe poi povero Orochimaru, io lo trovo un personaggio
affascinante. Molto più di altri. Vedi yamato per esempio. Almeno Oro
ha stile XD
Ma lo sai che hai indovinato. Era proprio un attacco. Sei esperta? Non
è che vuoi fare il medico o cose del genere?
Era per sapere.
Spero che il capitolo ti piaccia, anche perchè è riapparso Itachi, e so
che non aspettavi altro, tu e quella matta della recensione giallo
chiaro XD
Beh, alla prossima tua recensione, visto che quando inizi una mia
storia la recensisci tutta O_O, dall'inizio anche se è gia iniziata e
sta al tercentomillesimo capitolo O_O GRAZIE GRAZIE E ANCORA GRAZIE!
Capitolo 9 *** Capitolo 9, Rivelazioni e notti insonni, Reveletions and sleepless night ***
A Vivvinasme,
per le sue splendide parole,
a Luca, perché esiste, e il personaggio di Naruto ruota un po' intorno
a lui,
e infine a voi, che commentate sempre e leggete sempre, vi darei una
medaglia al valore per aver resistito.
Non siamo nemmeno a metà, forse, e già mi commuovo.
Ecco, mi serve un fazzolettino...
Oggi ero giù, ma come al solito è su EFP che trovo consolazione.
Ancora GRAZIE.
Uaho, su questo sito mi capita di ringraziare moltissime persone
ultimamente...
Capitolo
9, Rivelazioni e notti insonni, Revelations and sleepless night.
Spesso domande che non
hanno risposta, devono rimanere tali.
Spesso i dubbi che non fanno dormire, devono essere dimenticati.
Spesso sono le risposte a fare male.
Spesso è la verità a far soffrire.
Se è dolorosa, la realtà, preferisco restarmene in questo castello di
carte, a vivere di illusioni.
La musica è il mio mondo.
La mia distrazione, la mia via di fuga.
L'ho perduta questa via, ho abbandonato il mio mondo, ma intendo
tornarci.
E farò qualsiasi cosa.
Vuoi venire anche tu?
Da quel lontano giorno di San Valentino, col gelo che
avvolgeva tutto col suo freddo abbraccio, in cui Naruto e Sasuke si
erano incontrati in discoteca la prima volta, era passato un po’ di
tempo e ci trovavamo ormai nella prima settimana di marzo. Nell’aria
c’era già quel dolce e leggero sapore della primavera che annunciava
felice il suo arrivo.
Dall’ultimatum di Orochimaru era trascorsa ormai più di una settimana,
e ancora la situazione non si era sbloccata.
Avevano ancora tempo, ma più i fogli del calendario scorrevano più
sembrava non bastare. Eppure Suigetsu aspettava fiducioso, confidando
nel recupero del biondo.
“Ancora” più di due mesi, o “solo” poco più di un paio di mesi.
La prospettiva da cui si guardano le cose fa sempre la differenza.
Sai aveva portato via le sue cose dall’appartamento, ma, lo stesso,
aveva tempo per stare con Naruto e Suigetsu, anche perché la scuola
d’arte aveva soltanto lezioni di mattina e a volte pomeridiane, quindi,
la sera, gli piaceva godersela con i suoi amici di sempre.
Però si era reso conto che più stava con loro, più capiva che questi
due anni li avevano profondamente segnati.
Suigetsu lo aveva messo al corrente, seppur senza farlo sapere al
biondo, della situazione di Naruto, e lui desiderava aiutarlo, ma non
sapeva proprio da dove cominciare.
Per lui i sentimenti erano già difficili da capire.
Lui che era
riuscito a stento a dividere l’amore dall’amicizia, si interrogava ogni
giorno su quale elemento abbia potuto bloccare il biondo in quel modo.
I libri che da sempre lo aiutavano a comprendere il comportamento delle
altre persone, ora sembravano completamente inutili, e nemmeno i testi
di psicologia che aveva trovato in biblioteca gli avevano suggerito
qualcosa.
Intanto, il concerto dei Double-T era stato fissato per il quindici
marzo, e il gruppo provava costantemente alla saletta, non appena era
libera, e ogni volta che Naruto si ritrovava a passare di lì, chiudendo
gli occhi, riscopriva l’energia di Juugo in Kankuro e si domandava
ogni volta se la sua chitarra fosse ancora in grado di sprigionare una
tale energia come quella di Temari. Oh meglio, se LUI ci sarebbe potuto
riuscire
ancora.
- Kankuro, hai sbagliato un passaggio,
dovevi aspettare prima di partire. – lo rimproverò Temari, con voce
seria, ma allo stesso tempo dolce, senza evitare però di alzare un
pugno come a minacciare la testa del povero malcapitato batterista, ed
avvertirlo che doveva riuscire a finire la canzone senza errori
altrimenti sarebbe diventato parte della batteria, e sua sorella non
aveva bisogno di alcuna bacchetta per suonargliele.
- Uffa, Tem, quel pezzo non mi riesce
proprio! – si lamentò Kankuro, colpendo il piatto della batteria con
una bacchetta, per enfatizzare la sua irritazione.
Erano nella saletta, come ogni giorno, a provare quella dannata
canzone, e Naruto assisteva alle prove, mentre Suigetsu era con Sai a
bere qualcosa.
Si sfiorò il piercing sul labbro che aveva indossato di nuovo,
giocherellando distrattamente con la catenella che lo congiungeva
all’orecchino, rimanendo seduto a terra a guardare i suoi amici provare.
- Tayuya, - la voce di Gaara si fece
sentire, calma e pacata, senza un’intonazione particolare - prova a
coprire la parte ritmica con la voce in quel pezzo, visto che a lui non
riesce, aggiungiamo una frase alla canzone... qui...
Gaara mostrò allora lo spartito alle due vocal, che curiose gli si
avvicinarono mentre lui, armato di matita e gomma, modificava
di poco una parte.
- Potesti ripetere l’ultima frase del
ritornello, - continuò guardando la rossa che annuiva, - sfumando la
voce mentre la chitarra di Temari raggiunge questa nota e poi
riprendere quando attacca di nuovo Kankuro, in questo punto.
Le sue idee arrivavano sempre all’improvviso, e, la maggior parte delle
volte, risultavano essere delle trovate vincenti.
La nuova canzone doveva essere perfetta, e Gaara era un grande negli
arrangiamenti.
“Coprire la parte ritmica con la voce?” pensò Naruto, appuntandosi
mentalmente di provarci, anche se la sua parte ritmica era dentro la
sua
testa. Forse avrebbe dovuto semplicemente suonare con un altro
batterista, ma sentendo Kankuro, con uno stile così simile a quello di
Juugo, e con anche gli stessi difetti, si disse che non era possibile
con uno come lui.
Gli stessi sbagli di Juugo, come le pause lunghe.
Juugo le sbagliava spesso dato che non era molto esperto, almeno
all’inizio, e Sai era riuscito a comporre in modo da evitare pause
troppo lunghe nella batteria, o fare attaccare Juugo dopo qualche nota,
facendone una più riconoscibile delle altre come un segnale. Solo dopo
molte prove era riuscito a non fare più nessun errore, come del resto
anche lui, Suigetsu e Sai non erano un granché all’inizio. Soltanto
dopo aver trovato la combinazione vincente dei loro pregi e difetti,
erano riusciti a diventare il gruppo che erano.
Anche Kankuro sbagliava come Juugo, ma Gaara risolveva la questione in
modo diverso. Far attaccare batteria e voce insieme, così se sbagliava
uno veniva corretto dall’altro. Un elemento del gruppo aiuta l’altro,
come dovrebbe essere in una band unita. In una famiglia, come nel loro
caso. Cambiare quella parte, pensò, era una grande idea, accendeva il
ritmo e quando entrava Gaara col suo basso, iniziava a sfumare la voce
di Tayuya, roca e forte, ed entrava Temari, più pulita e acuta.
La risuonarono ancora, perfezionandola, e il biondo dovette ammetterlo.
Erano semplicemente grandi.
- Che ne pensi? – a fine canzone, Kankuro
posò le bacchette e lo guardò, senza alzarsi dal suo posto dietro la
batteria, aspettando il responso del loro unico spettatore.
Sorrise, senza tenere troppo sulle spine il Sabaku, e non avrebbe
potuto dire qualcosa di diverso, così affermò con convinzione: – Siete
grandi.
Quando lo disse, gli altri, ricordando l’avvertimento di Orochimaru,
seppero di essere davvero forti, e rimasero un po’ spiazzati, prima che
Tayuya abbracciò Kankuro urlando e mandando al creatore l’udito di
quasi tutti i presenti.
Quella sera stessa, gli ex Red Seduction, l’avevano consumata davanti a
pizza e videogiochi, come facevano un tempo.
Spegnendo la console, data l’ora tarda, pressoché le due del mattino,
Sai prese una birra e, accomodandosi sul divano, gettò uno sguardo al
biondo.
Naruto era esausto. Appena uscito da una maratona di videogiochi durata
per ben quattro ore, seduto ai piedi del piccolo divanetto, tra riviste
e scatole vuote di pizza e qualche bottiglia di birra.
Erano nella sua camera, nella quale era stato portato il televisore,
collocato, a suo rischio e pericolo, sul pavimento, in balia di due
pazzi giocatori di playstation quali erano Suigetsu e Naruto.
- Naruto, ti capita mai di ripensare a
Juugo? – sussurrò io moro dopo aver ponderato bene su come iniziare il
discorso.
Quella domanda colse il biondo un po’ alla sprovvista e Suigetsu, che
stava entrando nuovamente nella camera dal bagno, sentendola, ritornò
sui suoi passi, lasciando i due da soli, senza che loro
si accorgessero della sua presenza.
- Si, a volte. – rispose, con sincerità,
l’Uzumaki.
- Sai, credo che lui vorrebbe vederci
suonare ogni giorno pensando a lui. - continuò Sai, socchiudendo gli
occhi come per cercare le parole giuste - Amava la musica. Anche io, -
aggiunse - anche se
non a tal punto da mettermi in gioco. Lui invece... lo faceva sempre.
Il biondo chiuse gli occhi, volgendo leggermente la testa all’indietro,
e nel momento in cui lì aprì nuovamente, il soffitto era ciò che
vedeva. – Eh, infatti si è ammazzato. Si si, amava la musica e anche la
vita. – replicò amareggiato più che sarcastico, subito interrotto da
una frase del moro.
- Non te ne ha mai parlato, vero? –
mormorò, con il tono di chi ha appena confermato qualcosa che già si
immaginava, e la frase aveva l’aria di essere più un affermazione che
una domanda.
Affermazione che ebbe il potere di far voltare il biondo verso Sai,
che ebbe la sua più completa attenzione.
- Di cosa? – chiese l’altro, sorpreso.
- Del perché l’avesse fatto. Di uccidersi
con quei farmaci, intendo. – spiegò dunque il moro.
Naruto spalancò gli occhi, rialzandosi in piedi, ritrovandosi a
fronteggiare l'amico, ancora seduto sul divano. – E tu... lo sapevi? –
mormorò, per poi continuare, alzando la voce: - E non me l’ha
mai detto!?
Sai scosse la testa. – L’ho saputo dopo. - spiegò - Il giorno prima
dell’incidente. Volevo parlartene ma… sai… dormendo era un tantino
difficile – concluse con un falso ghignetto ironico, e forse un po'
triste.
Il biondo si avvicinò ancora e lo afferrò per le spalle,
costringendolo ad alzarsi, senza mollare la presa.
– Dimmelo!
- No, se non te l’ha voluto dire lui, no.
– il biondo strinse inconsapevolmente la presa sulle spalle dell’altro.
- Devo saperlo! Devo…
- Mi fai male, Naruto. - la voce atona e
fredda di Sai fece scostare immendiatamente il ragazzo da lui.
Appena Naruto si rese conto della sua reazione esagerata, si diede
dello
stupido. Abbassando lo sguardo in segno d scuse, si
mise seduto sul divano. – Scusa… ma io devo saperlo, Sai. Ne ho bisogno.
- E io non posso dirtelo, però posso
dirti che non c’entriamo niente noi. Che era un problema suo. Quindi
non devi pensare di aver contribuito alla sua depressione. Ne di
tradirlo in qualche modo suonando di nuovo. – disse guardandolo negli
occhi, così intensamente da far male.
Il biondo sgranò gli occhi e fissò l’altro con espressione perplessa
sul viso. – Su-Suigetsu te l’ha detto. – sussurrò Naruto, sentendosi in
qualche modo tradito ma allo stesso tempo sollevato.
- Non agitarti, se lo senti suonare
insieme a te, succede anche a me quando suono. Suona con lui, Naruto.
Ma d'altronde, mi ero innamorato di te per questo. Sei duro e
sensibile, e sai mostrare i tuoi sentimenti, cosa che io non sono in
grado di fare. Non nasconderli, ora.
Naruto non disse una parola, solo quando Suigetsu rientrò
silenziosamente nella stanza si rialzò silenziosamente, sotto lo
sguardo bruciante di Sai, diretto in bagno a schiarirsi
le idee, e a riflettere sulle parole che l'altro gli aveva detto. Non
capitava solo a
lui, dunque. Anche gli altri erano stati segnati da quei dolorosi
avvenimenti.
Si sentì egoista, e in colpa, per non aver pensato a loro. Per non
reagire come gli altri…
- Hai sentito tutto vero? – Sai lo
guardava con un sorriso senza significato, ma che Suigetsu interpretò
come ammonitore e divertito.
- Posso sapere perché Juugo è morto o non
puoi dirlo nemmeno a me? – l’Hozuki era tremendamente serio, invece. Se
ne era stato zitto e buono, ma se Sai sapeva qualcosa sul suo migliore
amico, lui aveva il diritto di scoprirla, o no?
- Non lo immagini? – fece l’altro -
L’amore non corrisposto fa questo e altro. Soprattutto se la persona di
cui sei innamorato è del tuo stesso sesso, è eterosessuale convinto e
ti confida le sue cotte, non trovi? – il sorriso di Sai, a detta di
Suigetsu, stava risultando maligno.
- C-cosa stai cercando di dirmi, Sai? –
l’Hozuki aveva un’intuizione ma sperava che non fosse quella
giusta.
- Io? Assolutamente niente. Non sto
incolpando nessuno… tanto meno te.
In fondo le persone sono cieche, non c’è niente da fare. Ora è meglio
che vada. – e così dicendo uscì, lasciando un Suigetsu alquanto
tormentato.
Naruto entrò nuovamente all’interno della stanza poco più tardi e lui
era ancora lì impalato.
- Suigetsu? – Naruto lo guardò stranito,
tentato dal colpirlo per farlo tornare in se, visto che sembrava
assente.
- Nh? Ah, Naruto… senti… io… vado nella
mia stanza ora, allora a domani, ok? Ci- ci vediamo… - Suigetsu,
ripresosi dalle sue tormentate riflessioni, velocemente, si diresse
verso la porta, fermato dal richiamo dell’altro proprio mentre stava
abbassando la maniglia.
- Suigetsu? – la debole voce dell’altro
gli giunse alle orecchie ma lui non si voltò.
- Dimmi… - si limitò a rispondere.
- Domani voglio suonare con te e Sai, ce
la metterò tutta! – il biondo sorrise, e, anche se non si era voltato,
Suigetsu lo percepì benissimo.
- Ok, ti vedo combattivo, sei sulla buona
strada, ora… però vado a dormire ok?
- Wow quanto entusiasmo… - brontolò
l’altro mettendo il suo solito, tenero e infantile, broncio.
- Scusami Naruto, . disse, sinceramente
dispiaciuto, ma il bisogno di stare solo era troppo - sono stanco, a
domani. – e uscì, senza voltarsi né dire una sola altra misera parola.
- Ho detto qualcosa che non va? – chiese
l’Uzumaki, alla porta, ormai chiusa.
Una volta che fu ricomparso nella propria camera, Suigetsu si mise una
canotta e dei boxer puliti e si buttò sul letto ancora sfatto,
premendosi una mano sul volto, e si girò su un fianco.
“Non può essere…” chiuse gli occhi per rendersi estraneo da tutto
quello, ma gli risultò praticamente impossibile.
Provò a cambiare posizione e si sistemò steso sul dorso, questa volta
con il volto rivolto verso l’alto, intento a fissare il soffitto.
Deglutì, certo che quella notte non avrebbe chiuso occhio.
“Juugo non può… no, maledizione” non era capace di ignorare quei
pensieri che erano spietatamente germogliati nella sua mente dopo che
Sai gli aveva rivelato indirettamente la verità.
Si sentiva sprofondare e malediva l’altro per avergli svelato cose che
non desiderava conoscere, e che in quel momento desiderava solo mettere
in un angolino della sua mente, e farle ricoprire dallo spesso strato
di polvere della dimenticanza.
Arreso all’impossibilità di dormire con quel concerto di dubbi in
testa, si mise seduto, per riflettere meglio.
“Lui… innamorato… di me? Non ci credo… ma se fosse vero…”
Dopo qualche attimo passato ad ascoltare i sommessi rumori della
stanza, il ticchettare lento delle lancette della sveglia, il rumore
leggero e slontano del vento, si alzò
nuovamente, aprendo la piccola finestra, attendendo che l’aria
piacevolmente fredda trasportasse lontano le sue domande e gli
liberasse la mente.
Ma anche questo tentativo fu inutile.
Ritornò vicino al comodino, e prese dal cassetto un vecchio pacchetto
di sigarette e un accendino.
Ne estrasse una, e, portandosela alla bocca si affacciò alla finestra,
socchiudendo gli occhi nel momento in cui gli pervenne un po’ di vento
gelido in faccia.
Guardò distrattamente l’accendino, con un paio di manette incise sopra.
Ne richiamò alla memoria la provenienza e si ricordò di averlo comprato
ad una fiera due anni e mezzo prima, non era nemmeno vero argento…
Si accese la sigaretta inalando quel fumo velenoso, riconoscendone la
sensazione graffiante sulla gola.
Tossì un po’, per poi tirare un’altra boccata.
“Tsk, patetico, adesso ricomincio pure a fumare, dopo un anno passato a
smettere”, probabilmente se avesse potuto, e se avesse avuto abbastanza
auto-ironia, si sarebbe preso in giro da solo.
“Se Juugo fosse stato veramente innamorato di me, e se si è ammazzato
per questo, la colpa è solo mia, non mi sono accorto di niente!"
pensava, sentendosi tremendamente vuoto "E da
grande imbecille quale sono, gli raccontavo le mie avventure con la
ragazza di turno. Dicendo quanto fossi innamorato di una che magari
dopo essermi fatto mollavo il giorno dopo. Per non parlare di quello
che gli ho detto prima che… ” sgranò gli occhi, rivivendo scene passate
su cui aveva già rimuginato, anche se non vedendole da quell’ottica.
Serrò il pugno che non sorreggeva la sigaretta, desiderando quasi di
colpirsi da solo.
Tirò l’ennesima boccata, e restò in silenzio a guardare la luna, quasi
interamente coperta da una nuvola.
- Accidenti… non posso credere di essere
stato tanto stupido! – si accusò ancora una volta, poi, adocchiando il
cellulare sul comodino, gli venne quasi da chiamare il suo muro
personale, ma, tornando a guardare il cielo, con la luna che
risplendeva ignorando le preoccupazioni degli inutili esseri che
abitavano al di sotto della volta celeste, si disse che era tardi, e si
colpì la fronte con una mano, per aver solo osato pensare di
telefonarle ancora.
Però, si ripromise, aveva bisogno di sfogarsi, e perché no, prendere a
testate il muro…
Itachi…
Madre… Padre… Vi penso costantemente,
cercando le verità. Cerco risposte, che mi
diano finalmente pace. I dubbi mi stanno
divorando, basta, basta! Per quanto dolorosa sia
le verità, io devo sapere come stanno le cose, per poter dare
finalmente uno scopo alla mia esistenza. Il resto è nulla. Mi aggrappo a questo
sogno, e alla musica, per non crollare. Cos’è per te la musica?
Prossimo capitolo:
Sasuke e Kiba in fuga... e un caos generale, perchè se Orochimaru muove
un dito, se ne accorgono tutti... XD
Scusate la brevità delle risposte alle recensioni. Ma causa problemi
connessione e un dolore alla gamba tremendo, ho poco tempo.
grazie mille cara! mi fa piacere! Spero
vivamente che ti sia oiaciuto anche questo.
Contenta? Il tuo Gaara si è fato vivo e Sauigetsu ha scoperto qualcosa
di sconvolgente! Continua a seguirmi!
Sasuke tornerà nel prossimo capitolo. Prima
Suigetsu doveva scoprire la verità... uhghuh se penso a cosa accadrà
nel prossimo capitolo mi viene la tentazione di spolierare tutto!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e grazie dei tuoi
complimenti. Mi riempie sempre di nun immensa gioia leggere i tuoi
commenti!
Infatti Naruto non si arrende, e già dal prossimo
capitolo ci sarà una grande sorpresa. Uhhhh che tentazione di dirvelo
subito!
Sper che anche questo capitolo ti piaccia.h, e ricordatin di aggiornare
anche tu la tua fic!
Ciauuuuu! Quanto tempo.... eh, i messaggi gratis
son finiti.. vabbeh, spero continuerai a leggere comunque questa
storia, e ad aggiornare la tua.
Sì, Itachi soffre molto, e lo rivedrai presto, molto molto molto presto
XD Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. è la cosidetta "quiete"
(non per Suigetsu) prima della tempesta.
Karin la stimo anche io. Non so perchè ho scelto
lei, sinceramente, ma credo che sia stata una buona scelta.
Spero che anchen questo capitolo ti sia piaciuto. Scusa se sono
sintetica, oggi. Continua a seguirmi e perdona il ritardo!
Ma grazie! Però sono in ritardo di nuovo... ma il
capitolo successivo a questo non mi veniva. (credo sia il più
difficile della storia, visto che lì in poi.... XD)
Dopo questa rivelazione anche Suigetsu è giù, mentre Naruto sta
cercando di tirarsi su... chi indovinerà quale sarà il personaggio che
sconvolgerà le cose?
Comunque ci tenevo ancora aringraziarti per le tue bellissime parole,
e, se davvero le mie storie sono così importanti per te, allora devo
aggiornare in fretta!
Sono davvero felice di poter leggere finalmente qualcosa di tuo. E devo
dire che la tua storia mi ha davvero colpito. Sei brava, e spero che
coltiverai questo talento. Anche tu farai emozionare le persone che
leggeranno le tue parole. Almeno, a me mi hai già fatto emozionare.
Continua a scrivere. Non perdere mai la voglia di plasmare parole. Ti
ringrazio dal più profondo antro del mio cuore, vivvi. Grazie.
"qualcuno avrà un'amara sorpresa una volta
scoperta le verità su Juugo"... mistero svelato. Non era Naruto
(povero, non sono arrivata a questi livelli di sadismo XD, per ora....)
ma era Suigetsu. QUesta cosa lo ha sconvolto... e lo sta portando a
voler sempre più incontrare una persona... hihi ma nel prossimo
capitolo * non trattiene la risata *.... Continua a seguirnìmi, spero
che anchq questo non ti abbia deluso.
Capitolo 10 *** Capitolo 10, Il serpente e la sua sorpresa, The snake and his surprise. ***
Chiedo perdono per l'immenso ritardo, ma questo capitolo e quello
successivo sono stati davvero difficili da scrivere...
Non vi trattengo oltre. Ecco questo... capitolo? Chiamiamolo così XD
Capitolo 10, Il serpente e la sua sorpresa, The snake and his surprise.
Hai mai sentito il detto
“le disgrazie non arrivano mai sole”?
Oppure “non tutti i mali vengono per nuocere”? Io sì, e ho sempre
pensato che fossero le solite frasi fatte a cui nessuno da più ascolto. E invece mi son dovuto
ricredere…
- No, Kakashi, un altro ragazzino, no!
Sasuke era decisamente furioso, e il suo manager sembrava non aver
afferrato bene il concetto dato che continuava a squadrarlo con
quell’occhio da pesce lesso che si trovava, mentre l’altro era nascosto
da una maschera che serviva a coprirgli una brutta cicatrice, e
contribuiva, fasciandogli anche la parte inferiore del volto, a
conferirgli un’aria ambigua e poco raccomandabile, e un po’
imperscrutabile, nonostante chiunque lo conosceva, sapeva che era una
persona su cui si poteva contare.
Evidentemente non secondo Sasuke Uchiha.
Ogni persona che era stata proposta da Kakashi, o si era rivelato
essere un incapace, o era un ragazzino.
Così, dopo una psicopatica isterica con la voce di una tacchina
inseguita da una faina affamata, un tipo che pesava probabilmente
qualche tonnellata che pretendeva di suonare la chitarra agitandosi
come una danzatrice del ventre, Sasuke aveva degradato Kakashi da
“manager del gruppo” a “scovatore di fenomeni da baraccone”
- Beh almeno è bravo, Sasuke. – fece
l’altro, con voce seria e calma, chiudendo l’occhio visibile e annuendo
energicamente.
- Avrà si e no tredici anni, Kakashi,
sarà anche un fenomeno ma io non ce lo voglio! – ribattè il più
giovane, acidamente, sperando dal dissuadere l’Hatake dall’insistere.
Era davvero stufo, spontaneamente non si era presentato nessuno, i suoi
annunci erano stati inutili, e non parliamo dell’ultimo moccioso
scovato da Kakashi, con ancora la puzza di latte addosso e le guance
paffute da ragazzino.
Dopo aver fatto colazione insieme, per discutere proprio di
quell’impiastro scelto dall’Hatake, stavano tornando, ed erano arrivati
ad un incrocio dove l’Hatake avrebbe dovuto svoltare a destra mentre
lui avrebbe dovuto proseguire dritto.
Si incamminò dunque in quella direzione raggiungendo una costruzione
piuttosto piccola, dove si era trasferito da qualche anno, da solo.
Non era male. Non era grande e la vernice di fuori era un po’
scrostata. Di certo non era una casa che ispirava ricchezza, ma non gli
serviva molto. Si era abituato a quel nuovo stile di vita, dimenticando
tutti gli agi che aveva quando la sua famiglia era ancora con lui. Si
era permesso solo una piccola tv e uno stereo, sudati con piccoli
lavori. E poi… c’era il suo basso.
Era fiero e orgoglioso del suo strumento.
Kakashi lo aveva seguito fin lì, anziché svoltare, e lo seguì persino
fin davanti alla porta, con tutta l’intenzione di continuare la
discussione anche all’interno.
Sasuke lo guardò e i suoi occhi dicevano tutto.
Ovviamente non era un invito ad entrare ma era un chiaro messaggio. “Se
non vuoi morire sparisci.”
Per quanto l’altro era un uomo che capiva bene i sentimenti delle altre
persone, e più di tutti sapeva decifrare il silenzioso linguaggio
dell’Uchiha, fece finta di non capire, e mettendo le mani nelle tasche
dei neri pantaloni, chiese con voce tranquilla – Non mi fai entrare,
Sasuke?
A quel punto l’Uchiha sfoderò il suo miglior sguardo omicida del suo
vasto repertorio di sguardi assassini, ma, a quanto pare, aveva perso
di efficacia perché Kakashi si avvicinò ancora di più all’uscio e con
logica disarmante proruppe con questa frase: - Se non apri la porta, in
casa non si entra, a meno che tu non creda di essere un fantasma,
Sasuke. – e iniziò a grattarsi il mento coperto dalla maschera con aria
seriamente pensierosa, facendo dubitare a Sasuke della sua sanità
mentale.
Aprì la porta, quasi rassegnato a tale demenza. Era sì vero che
Kakashi, a poco più di trent’anni aveva già un’invidiabile chioma
argentata, ma non pensava che l’anzianità si facesse già sentire
portandolo a perdere il suo già scarso raziocinio.
Ovviamente Kakashi lo seguì all’interno, guardandosi intorno con aria
critica, anche se non disse nullz sulle pessime condizioni della casa.
- Scusa il disordine. – si sentì quasi in
dovere di dire il più giovane, anche se questo era il massimo
dell’ospitalità che riusciva a dare.
L’altro annuì distrattamente, e si sedette su una poltrona dai
braccioli consumati.
- Vado a fare una doccia, fai come se
fossi a casa tua. – pronunciò l’Uchiha andando nell’unico bagno della
casa.
L’Hatake, appena il moro fu sparito, andò a perlustrare il frigo, non
rimanendo nemmeno troppo sorpreso a trovarlo quasi del tutto vuoto.
C’era solo qualche pomodoro avanzato, e uno non del tutto commestibile,
una scatola di uova e tre bottiglie di birra. Si appuntò mentalmente di
offrire il pranzo a Sasuke il giorno successivo, e anche a Kiba
altrimenti l’orgoglio dell’Uchiha avrebbe fiutato che l’avesse fatto
per farlo mangiare qualcosa di decente. Kiba gli aveva riferito che ad
un pranzo con Neji e Hinata, in quella piccola e inospitale casa,
avevano mangiato soltanto un’insalata di pomodori, con pane e formaggio.
Però a pensarci bene, a invitare l’Inuzuka, le sue finanze ne avrebbero
risentito eccessivamente.
Un rumore proveniente dall’altra stanza lo avvertì che Sasuke stava
tornando dalla sua cortissima doccia.
Potrebbe entrare nel guinness dei primati per la doccia più breve della
storia, pensò divertito, tornando nella sua poltrona con aria
indifferente.
L’Uchiha, infatti, entrò qualche secondo dopo, già vestito con una
maglia scura e dei semplici pantaloni di una tuta, che si stava
asciugando i capelli con un asciugamano.
- Vuoi una birra? - Chiese al suo ospite,
che, ricordandosi che ce ne erano solo tre bottiglie in frigo, rifiutò
cortesemente, dicendo di non aver sete.
- Cosa aveva questo ragazzo che non
andava? – chiese invece, deviando l’argomento dove voleva.
-
Ragazzino vuoi dire. – lo
corresse - È troppo giovane, non reggerebbe il nostro ritmo,
figuriamoci il nostro stile di vita. Non voglio mocciosi tra i piedi. –
spiegò.
L’Hatake assentì pensieroso. – Beh, se non si presenterà nessuno,
avremo ben poche speranze di formare un nuovo gruppo, non credi?
L’Uchiha strinse i pugni, appoggiando l’asciugamano sul tavolo e
voltandosi verso l’Hatake, con aria di sfida..
- Io-non-mollo. – sibilò, facendo
sorridere l’altro.
Era esattamente quello che voleva sentire.
Lo guardò, restando comodamente seduto sulla poltrona.
Sasuke impugnò il telecomando e accese il televisore, dove, in un
notiziario, stavano annunciando il prossimo concerto dei Dounle-T, una
band che aveva sfondato l’anno prima, e che continuava ad andare forte.
Kakashi si chiese se i Kans, se non si fossero sciolti, e Anko fosse
stata ancora lì con loro, avrebbero ottenuto un successo paragonabile
al loro.
La notizia successiva riguardava, invece, il matrimonio tra il
proprietario di una major e…
- Oh, cazzo, Kakashi, non ci credo!
Quella si sposa davvero!
Naruto era bloccato dinanzi al televisore, fissando lo schermo, non
riuscendo ancora a metabolizzare ciò a cui avevano assistito i suoi
occhi color cielo.
Si era svegliato tardi, e prima di pranzare, aveva deciso di guardare
un po’ di Tv, approfittando del fatto che il televisore era rimasto lì
sul pavimento dalla sera prima, sopravvissuto alla maratona di
videogiochi, ma il notiziario lo aveva sconvolto.
- SUIGETSU SBRIGATI! – iniziò ad urlare
non appena i suoi pochi neuroni riuscirono a mettere in fiola qualche
parola di senso quasi compiuto - Vieni a vedere dai dai dai corri!-
aggiunse in preda a una mezza crisi isterica.
- Arrivo! – gli giunse in risposta -
Razza di deficiente, tu guarda se si deve mettere a urlare, io lo
ammazzo, poco ma sicuro! – gli improperi e i borbottii sommessi
anticiparono l’entrata poco delicata dell’Hozuki, già vestito e con un
paio di profonde occhiaie.
- Guarda guarda guarda lì in tv chi si
sposa! – sgomento, Suigetsu fissò Naruto, seduto a terra con solo i
pantaloni neri addosso, e una camicia bianca sbottonata, che si
sbracciava a indicargli l’apparecchio in questione.
L’Hozuki, per salvarsi i timpani, seguì il “consiglio” dell’altro, e si
ritrovò a fissare due occhi gialli nello schermo.
- O-Oh oh cazzo. - commentò al massimo
delle sue facoltà cerebrali.
- Oro-coso si sposa! Si accasa! Si
accoppia! È etero, cazzo, e tra qualche anno qui intorno gireranno
tanti Orociocchini! E poi conquisteranno il mondo! E lui non ci ha
detto niente!
- N-Naruto… - mormorò Suigetsu ripresosi
dallo shock.
- Che c’è?
- FINISCILA DI DELIRARE! Oh merda, - si
spalmò una mano in faccia - l’immagine di tanti Orochimaru in miniatura
che vogliono mangiarmi non mi si toglierà più dalla mente! – gemette
seccato, mollando successivamente un pugno sulla testa ricoperta dalla
spettinata zazzera bionda.
- Io me ne vado a prendere a testate un
muro. – bofonchiò, aprendo la porta, ritrovandosi il muro davanti. No,
non il muro inteso come tale. Il muro inteso come “lei”…
Karin stava per bussare alla stanza di Naruto, quando la porta le si
aprì davanti.
- Sgorbio bluastro dal ghigno orribile,
dov’è Naruto? – salutò molto educatamente lei, ignorata dal ragazzo che
la stava fissando come se lei fosse stata l’ultima persona al mondo che
avrebbe potuto bussare a quella porta in quel momento – allora
Sushigetsu, vuoi rispondere? – incalzò stranita dal mutismo del ragazzo.
- Sono qui! – chiamò la squillante voce
del biondo in questione, da dietro le spalle dell’Hozuki.
Hozuki che aveva appena capito cosa le avesse detto il muro, no cioè,
la ragazza.
- Sushi-cosa? Abominio della natura non
ti permetto di storpiare il mio splendido nome, chiaro? – urlò con una
vena pulsante sulla fronte.
- A-Abominio a me? Razza di idiota con
acqua salata al posto del cervello come osi?
- Oso eccome, BA-KArin! Sei così strabica
che non ti accorgi nemmeno della forma dei tuoi capelli, che sembrano
pettinati con un frullatore.
- Insulto vecchio, merdoso gambero
putrido e voce da tacchino che ha ingoiato una noce con gli occhi a
girella, ti ricicli?
Naruto non sapeva se fermarli o godersi la scena, solo quando Karin
iniziava ad andarci giù pesante, provo a interromperli con un “Ragazzi,
state calmi, ok?”, ma proprio non riuscì a fermarli, presi com’erano
dall’insultarsi, finché Suigetsu non cominciò a ridere di gusto senza
nessun motivo apparente.
- E ora perché stai ridendo, razza di
idiota? – Karin lo stava guardando come se fosse un alieno, un alieno
con le pinne e le branchie.
Suigetsu si stava letteralmente scompisciando dalle risate, lasciandosi
andare a quello sfogo liberatorio. – ahahahaha meglio di ahaha, Karin…
sei impossibile ahaha. – biascicò a fatica mentre rideva.
- Cosa? – chiese lei non avendo capito
cosa l’altro avesse detto.
- Sei meglio di un muro… ahaha sei meglio
di un muro dove sbattere la testa ahaha!
Naruto e Karin si scambiarono uno sguardo preoccupato, credendo che il
loro amico avesse bisogno di uno psichiatra.
- Questa voleva essere un offesa? –
chiese Karin, mettendo a posto i suoi occhiali che le erano scivolati
sul naso – perché io non l’ho capita…
Suigetsu smise di ridere, senza però togliersi il sorriso dalle labbra
e iniziò a scrutarla con uno strano sguardo. Lei lo fissò di rimando,
ma l’intensità con cui la guardava l’altro, la fece voltare, rompendo
il contatto tra i loro occhi, a disagio.
Fu il biondo a illuminarsi, come se si fosse ricordato qualcosa solo in
quel momento. – Ah, Karin, come mai sei qui?
Mentalmente ringraziò il biondo per averglielo ricordato. Tornando
seria, chiese ai due ragazzi: - Credo che voi abbiate visto il
notiziario, visto che la tv è accesa…
I due annuirono ricordando la notizia che li aveva sorpresi poco prima.
– è per Orochimaru? – chiese Naruto.
- Esatto, ragazzi. I giornalisti hanno
assaltato gli studi, non sono ancora arrivati al dormitorio, ma
Orochimaru vuole chiederci un favore. – disse Karin riacquistata la
serietà.
- Odio i giornalisti… - sbuffò Suigetsu.
- Fanno solo il loro lavoro. – rispose
secca Karin, con la precisa intenzione di contraddirlo.
- Ma sono fastidiosi… e insaziabili e
spietati.
- Ahaha da come li descrivi sembrano
assassini. – rise Naruto, prima di venir gelato sul posto dalle parole
dell’annunciatrice televisiva.
“E la ragazza che sposerà il
direttore dell’OtoSound è Anko Mitarashi, ex vocal di una piccola band
che non ha mai raggiunto il livello professionistico, formata da Anko
Mitarashi, l’erede della Hyuuga Eletronics, Neji Hyuuga, Kiba Inuzuka e
Sasuke Uchiha, il famoso superstite della sua famiglia, sterminata anni
fa…”
- Naruto, hai sentito?
Il biondo aveva un’espressione incredula sul volto. – Non ci credo…
Hai mai sentito il detto
“Aiutati che Dio ti aiuta”? B TOrneh, diventare famoso perché amico
della moglie di un discografico, e grazie al mio oscuro passato non è
mai stato il mio obiettivo, anzi… Ma a quanto pare non
devo essere nato sotto una buona stella…
Visti i miei problemi di internet faccio un ringraziamento veloce a chi
ha commentato.
Mi dispiace non potervi rispondere come si deve, non succederà più, I
promise!
ryanforever: qui
Sui si sfoga eheh, tra un po' avranno molto tempo da passare insieme
lui e Karin... E intanto si avvicina l'incontro di quuuaaaalcuuunoooo
XD Spero che piaccia anche quest capitolo che nonostante ho riscritto 8
volte sembra scritto di fretta, e invece è un mese che non riesco ad
andare avanti... help! vivvinasme: a
te sarebbe doversoso un poema, davvero.,.. ma internet mi fa proprio
cilecca, oggi... e temo che mi si cancelli tutto da un momento
all'altro. Beh, che dire, ho risolto con yahoo... e appena ho finito di
fare una cosa qui ti mando una mail... Intanto spero che ti sia
piaciuto anche questo, mia cara. Questa storia è piena di coincidenze
eh! Ecco spiegatra la storia di Anko che aveva lasciaot la
band, sembrava un dettaglio insignificante eh? XD Akasuna no Hime: Salve
principèssa della sabbia rossa. Sono contenta che la storia ti piaccia.
Opening ed Ending? WOw, si possiamo definirle così XD Che lo scorpione
sia con te, e punga chi ti ostacola il cammino, nuova lettrice ^^ Eresseye: Ora
che ho anche io i messaggio gratis è una pacchia XD Come vedi ho
aggiornato oggi, come promesso. Sono quasi uscita del tutto dal blocco
dello scrittore... eh, avvisami se trovi errori eh! E scrivi che voglio
leggere la tua fic! Emylovely: è
proprio su Shin che mi sono ispirata per il piercing... è mucho sexxxy
XD anche tu adori Shin, eh? Siamo in due! Suigetsu ha trovato il suo
sfogo, ma anche per lui non finisce qui... Spero cge anchew questo
capitolo ti piaccia! Sasuke_kun_Uchiha: è arrivato Ottobre alla fine...
beh, meglio tardi che mai XD Cavoli quanto è passato! Suigetsu
complessato? Nah, ha il suo muro lui XD Povero Sai, tutti gli vanno
contro, ma poi si spiegherà anche il suo comportamento. Spero di non
averti deluso con questo capitolo. annamariz: Mi-mi hai chiesto se mi intendo
di musica? Magari! Mi on documentata semplicemente. E la batteria mi
piace molto XD Sai cattivo? Può sembrare ma non lascio nulla
a caso. Se ha detto certe cose ha i suoi motivi, anche se l'ho reso in
modo che si vedesse che prova del risentimento... Poi vedremo perchè...
XD Tu continua a scrivere! Seguo la tua storia con ansia (ancher se
ultimamente fatico a trovare il tempo di connettermi...) Beatrix91: cioè...
grazie! Ben nove recensioni tutte insieme mi hai lasciato! Non
immagiini la sorpresa... nei prossimi capitoli si spiegheranno un po'
di cose... quindi spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che
continui a seguirmi... in effetti hai recensito in una data
triste... visto quello che è successo... morire così...
Comunque, in effetti mi sono stupita del fatto che le recensioni
distavano tutte 2 minuti. Ho pensato fossi una aliena XD Poi hai
spiegato tutto XD Al prossimo capitolo e grazie XD Alips: aad
aggiornare aggiorno sempre, alla fine... solo che il blocco dello
scrittore non mi era mai venuto, e questa volta ha beccato me XD Grazie
della recensione... ahaha non temere i due faranno un incontro insolito
ma si incontrano... e molto presto... Non per niente c'è scritto lemon
tra le note XD E si, questa storia è molto molto lunga... anche perchè
sono molto introspettiva quindi i fatti seguiranno i loro tempi di
maturazione... grazie ancora!
E ora vi lascio... speor di non dover MAI più far passare tanto tempo
tra un capitolo e l'altro...
Dolce la solitudine,
amaro il dolore. Acida la vita. Connubio violento di
sapori e sentimenti. La quiete…
- Non posso crederci, prima mi dici di
non dire nulla, poi fai un annuncio in una rete nazionale, ma dico ti
sei impazzito del tutto!? – sbraitava parecchio, quella ragazza.
Irritante, così poteva sembrare.
- E ora agli altri cosa dico? Sasuke mi
farà a pezzi… e Neji mi lancerà contro tutte le maledizioni possibili,
lui e la sua fissa per il destino! - Ma Orochimaru aveva le orecchie
allenate e i timpani di ferro. Capace di riconoscere una nota stonata
tra mille ma allo stesso tempo di difendersi da voci come quella della
sua futura moglie.
- Non ho detto nulla a nessuno. Deve
essere sfuggito a qualcuno… - si, a qualcuno con una coda e un paio di
occhiali, pensò Orochimaru. Kabuto diventava quasi geloso se lui
dedicava attenzioni a qualcuno come i suoi pupilli, le sue nipoti o,
peggio, la sua ragazza. E quello aveva l’aria di essere un “dispetto
by-Yakushi”.
La sua ragazza lo guardava ancora dubbiosa. Lei, la sua personalità
vivace, sadica, perversa, decisa e vagamente malvagia, lo avevano
conquistato. Doveva restare tutto segreto fino al matrimonio, non
volevano stampa tra i piedi, almeno così sperava.
Ed ecco che Shiho lo chiama alle cinque di mattina chiedendogli di non
uscire dal palazzo dove alloggiava perché agli studi c’era l’invasione
di giornalisti. Della serie: le ultime parole famose…
Con quel visino di donna, la sua coda alta, i suoi occhi castani
penetranti, la sua espressione arrabbiata e seccata, Anko Mitarashi
stava nervosamente battendo il piede a terra, con la precisa intenzione
di far irritare colui che tanto diceva di amare, e odiare, a seconda
dei momenti.
- Fossi in te farei a fettine questo
qualcuno. No, lo voglio fare io. Dammi solo il suo nome… - e quando lei
si leccava le labbra ghignando con fare sensuale e sadico, proprio come
stava facendo in quel momento, gli veniva voglia di strapparle i
vestiti e dare il via a tutti quei pensieri perversi che gli passavano
per la mente.
Il fatto che l’avesse fatta venire lì di corsa, ancora in pigiama e
pantofole, coprendosi solo con una giacca marrone, lunga, non lo
aiutava.
Ma proprio quando i suoi occhi gialli stavano già spogliando con gli
occhi la sua viperetta preferita, la voce di Karin lo raggiunse,
salvando quindi quel poco di dignità che gli era rimasta, che sarebbe
andata tranquillamente nello scarico del water se l’avessero pure
beccato a farsi Anko in corridoio.
- Orochimaru.sama, Naruto e Suigetsu sono
qui – avvisò la rossa, esitando quasi al nome dell’Hozuki, in quanto
lei stessa aveva appena constatato che lui non era decisamente in sé.
Naruto era a dir poco sconvolto. Se negativamente o positivamente non
sapeva dirlo. Ma, cavolo, sapere che il tuo affittuario nonché
produttore discografico si sposa con la vocal della band di Sasuke alla
quale lui contava di unirsi appena si sarebbe sentito pronto… insomma,
quante coincidenze del genere capitano a questo mondo? A lui fin troppe…
Suigetsu invece si sentiva stranamente bene. Stava preparandosi per
andare da Karin, strano ma vero, nemmeno lui si riconosceva più, ed
ecco che Naruto lo chiama e, matrimonio shock a parte, quella giornata
stava prendendo una piega divertente. Si era trovato Karin davanti alla
porta e, diamine, quella ragazza lo faceva stare bene!
Era troppo divertente punzecchiarla. Ora avrebbe fatto qualsiasi cosa
per Orochimaru, se gli avesse dato l’occasione di dare ancora qualche
craniata sul muro di insulti di Karin. “Mmmh mi sa che sto diventando
un tantinello masochista…” pensò divertito Suigetsu, infinitamente
grato al mondo di avergli mandato una tale racchia che gli fungesse da
scaccia pensieri.
- Ragazzi vi presento la mia futura
sposa. Anko questi sono Suigetsu e Naruto.
Si strinsero la mano. Anko sembrava una tipa strana, ma simpatica e
disponibile, almeno a prima vista. Anche se presentarsi in pigiama non
la aiutava ad accumulare punti-simpatia…
Suigetsu lanciò una sfuggente occhiata a Karin, che però lei non notò,
dato che stava guardando da un'altra parte.
“Sta evitando il mio sguardo?”
- Ragazzi miei, mi fareste un favore? –
tagliò corto Orochimaru, calmo ma comunque molto seccato della
situazione.
Quando Orochimaru iniziava le frasi con tono mellifluo e quel
sorrisetto, perfino i buoni propositi di Suigetsu vacillavano.
- Di-dica pure… - rispose esitante allora
l’Hozuki.
Orochimaru lanciò un’occhiata ad Anko che lo guardò come ad esortarlo,
o come ad ordinargli di parlare immediatamente.
- Andreste a prendere tre amici della mia ragazza, prima che se li
mangi la stampa, e li portereste qui?
- O porca miseria – Yamato non sapeva se
buttarsi da una finestra o prendere la pistola e fare una strage. In
tutti gli anni passati a lavorare come investigatore privato, non si
era mai trovato in una situazione così surreale.
Anni passati a cercare scappatoie, a proteggere Itachi alla quale sia
lui che Genma si erano affezionati molto, ad insabbiare la vicenda, ed
ecco che boom! Per colpa di uno stupido matrimonio tra una sconosciuta
e un discografico, la vita di Sasuke, e di conseguenza il suo passato
veniva spiattellato in televisione! Certo non era l’argomento
principale, ma comunque qualcuno avrebbe ricominciato a parlarne…
Se quella ragazza, Anko, non aveva niente di interessante, allora lo
scoop andava cercato nelle persone che frequentava…
Se avesse avuto un giornalista per le mani si sarebbe sfogato per bene!
Oh, non che odiasse i giornalisti. I giornalisti veri denunciavano
verità, informavano, argomentavano, protestavano contro le ingiustizie…
Ma i giornalisti di gossip proprio non li sopportava, pronti a
distruggere chiunque pur di fare carriera…
Il suo telefono squillò. Ecco. Shizune avrà sicuramente visto la
televisione, in fondo è una donna senza lavoro, come biasimarla?
E di sicuro anche Itachi, povero ragazzo, chissà come starà.
Era quello che lo preoccupava maggiormente… Che Shizune scoprisse la
verità non lo preoccupava più di tanto, in fondo era una donna buona e
si era affezionata a Shu, quindi non c’era pericolo che lo abbandonasse
in un momento del genere, ma poteva sempre fare una pazzia… Per esempio
contattare Sasuke per fargli incontrare Itachi!
La cosa preoccupante restava comunque il ragazzo. Rivedere il suo
passato, anche se in poche scene marginali di un servizio dedicato a
tutt’altro, poteva riaccendere i ricordi. Non voleva nemmeno pensare se
in un servizio un giornalista avesse modificato leggermente la notizia
asserendo, per esempio, che l’assassino dei suoi genitori fosse Itachi.
Affermazione vera solo per metà.
Col groppo in gola andò a rispondere sapendo già che la voce che
avrebbe sentito dall’altra parte sarebbe stata quella di Shizune.
E infatti il numero che apparve sul display era proprio quello di casa
Shiranui.
Invece di rispondere, però, alla fine preferì uscire e dirigersi lì, e
alla svelta. Si prospettava una giornata dura. Molto dura…
- Andreste a prendere tre amici della mia
ragazza, prima che se li mangi la stampa, e li portereste qui? –
ovviamente era più che altro un ordine, non un favore.
Anko temeva che la notizia potesse creare qualche problema ai suoi ex
compagni.
Doveva essere un matrimonio tranquillo e lontano da sguardi indiscreti…
tant’è che per sposarsi avevano deciso una città Europea... Parigi, con
tanto di luna di miele a Roma, e magari una capatina in Grecia…
Nel frattempo Naruto aveva compreso che tra quei tre amici c’era un
moro con gli occhi d’onice che lui avrebbe dovuto sorvegliare, anche se
non l’aveva nemmeno visto di striscio…
Che l’avesse incontrato una volta arrivato lì era una cosa, ma andargli
incontro…
Suigetsu interruppe i suoi arzigogolati pensieri con la sua,
stranamente allegra, voce.
- Beh, se mi presta la sua auto potremo andare io e sta racchia qui! –
esordì indicando Karin.
Karin ebbe un sussulto sorpreso e indignato per il soprannome poco
carino affibbiatole davanti a Orochimaru, e si chiese da cosa mai
potesse derivare tanto entusiasmo.
- Prendete l’auto di Kabuto.
- Ehi, occhio giallo, non sanno dove sono, e non mi hai fatto prendere il cellulare
per la fretta! – protestò Anko. – Mi spieghi come faranno?
Il suo futuro marito rispose a denti stretti – Sei tu che hai voluto
che gli chiedessi di portarteli qui, potevi pensarci prima no? Se vai a
prenderli tu e un giornalista ti riconosce come farai?
- I-io ho il numero di uno dei due –
iniziò a dire Naruto, sotto gli sguardi sorpresi degli altri,
soprattutto quello di Karin, che non sapeva nulla dell’incontro tra
Sasuke e Naruto.
Il ragazzo porse il suo cellulare ad Anko, che lo guardò scettica, ma
sorpresa quando riconobbe il numero di Sasuke, di certo non il tipo di
ragazzo famoso per i suoi rapporti sociali. Comunque fu discreta e in
silenzio compose il numero.
Orochimaru stava forse per fare una domanda ovvia, del tipo “come fai
ad avere il numero di una persona di cui non dovresti aver mai nemmeno
sentito parlare?” ma, non ne ebbe il tempo perché Anko iniziò a
sbraitare al telefono…
- Sasuke! Sono Anko! Se se… Lascia
perdere il mio matrimonio, è una lunga storia. Ora, dimmi dove sei e
fai esattamente quello che ti dico, chiaro?
Ancora non poteva crederci. Era da sola, in macchina con Suigetsu. E
lui se ne stava in silenzio a guidare. Un religioso silenzio. Decise di
spezzarlo sbuffando sonoramente.
Concentrato sulla strada il ragazzo la ignorò bellamente, così fece un
sospiro ancora più forte, dato che la strana quiete creatasi la metteva
alquanto a disagio.
- Che c’è? – ghignò lui in risposta
all’ennesimo sospiro della ragazza - Avresti preferito restare lì a
vedere Orochimaru e quella tipa lasciarsi andare a tutte quelle
smancerie? – chiese lui, divertito.
Lei inorridì al solo pensiero, e, per una volta si ritrovò quasi
d’accordo con l’altro.
- Allora dov’è che ha detto di andare Anko? – fece allora lui,
grattandosi distrattamente la testa.
In quel momento tutti gli strani pensieri di Karin lasciarono il posto
alla sola speranza: con tutto il cuore sperò che quell’idiota non si
fosse già perso…
- Dai Sasuke, Anko non vuole che la
stampa indaghi su di te e faccia riaffiorare troppo del
tuo passato…
Non poteva sopportarlo. Essere tirato in mezzo alle chiacchere a causa
di Anko e del suo stupido matrimonio. E per giunta aveva fatto la santa
e generosa, al telefono, anche se in modo arrogante e con tono
imperativo, e aveva perfino costretto Orochimaru a mandare due dei suoi
a prenderli.
E per giunta uno dei due era Suigetsu Hozuki. La tentazione di
ucciderlo e farlo a pezzi era molto alta. E se lo trovava davanti.
L’unica cosa che lo frenava era il fatto che strangolando chi guidava
avrebbero rischiato di andare a sbattere da qualche parte. Di sicuro!
Lui e Kakashi erano seduti dietro, mentre davanti, tra l’Hozuki e la
ragazza con gli occhiali, c’era uno strano silenzio, rotto solo quando
lui le chiedeva dove andare e lei le leggeva le indicazioni scritte da
Anko…
- Ecco, casa Inuzuka è quella laggiù…
- Bel giardino, è enorme! – commentò
Suigetsu prima di scendere, seguito da Kakashi.
- Vado io, che sono un viso amico. –
disse sorridendo Kakashi, sotto lo sguardo dell’Hozuki.
“Occhio amico, forse Perché parlare di –viso- quando ciò che mostri è
solo quell’occhio tonto mi pare eccessivo” pensò Suigetsu guardando la
schiena dell’Hatake allontanarsi verso il cancello.
Non risalì in macchina, ma si appoggiò con la schiena al fianco di
essa, dalla parte di Karin che aveva il finestrino abbassato.
- Si può sapere cos’hai? – chiese piano
lei, ignorando completamente il silenzioso Uchiha seduto dietro, a cui,
comunque, non importava nulla.
Suigetsu si ritrovò impreparato alla domanda, posta senza arroganza e
con tono sinceramente interessato. Così stette in silenzio, abbassando
impercettibilmente lo sguardo come a voler trovare le parole incise
sull’asfalto.
Karin scrutava la schiena di Suigetsu, appoggiata allo sportello,
cercando di trovare un motivo al suo comportamento, inutilmente.
Non potè chiedere di più perché Kakashi, con grande sollievo da parte
di Suigetsu, era tornato con un ragazzo dall’aspetto selvaggio, vestito
con una tuta dall’apparenza costosa, e due segni rossi sulle guance.
- Yo! Sas’kestardo!
Sembrava più loquace dell’Uchiha almeno…
Itachi ora non sapeva cosa fare. Sua “zia” aveva dapprima spalancato
gli occhi davanti allo schermo, e poi si era agitata all’inverosimile,
e aveva cercato di nascondergli il servizio del telegiornale.
Ma ormai lo aveva ascoltato. Certo era scombussolato, e spaventato
dalla reazione di Shizune, ma dopo anni di cura, sentiva che era più
forte. Così aveva calmato Shizune e lei lo aveva abbracciato piangendo,
dicendo che era fiera di lui per aver superato i suoi traumi, e si era
addirittura offerta come confidente per parlare, così lui le aveva
raccontato tutto. Si era sfogato. Sentiva ancora gli occhi pizzicare,
ma non aveva pianto. Anche perché non era sicuro di avere alte lacrime
da sprecare.
La donna aveva ancora una volta dimostrato grandi forza e bontà
d’animo, promettendogli che non lo avrebbe lasciato da solo, nonostante
tutto.
Aveva quasi sorriso quando lei timidamente gli aveva chiesto con quale
nome preferiva essere chiamato, e se gli mancava essere chiamato Itachi…
Mentre aspettava che lei avvisasse Yamato, se ne stava seduto sul suo
letto in quella che da anni era diventata la sua stanza, aspettando una
chiamata da un certo idiota che non si era fatto più vivo dopo la
promessa che gli aveva fatto.
Avrebbe rivisto Sasuke Uchiha. Da quando l’aveva saputo e Suigetsu e
Karin erano usciti, si era chiuso nella saletta del terzo piano.
Con la sua chitarra.
Solo.
Si schiarì la voce, tossendo leggermente e prendendo tutto il coraggio
che aveva.
Si scrocchiò le dita, per prendere tempo.
Prese un respiro profondo…
Rammentò le parole di Sai, “suona con lui, non temerlo”. La batteria di
Juugo…
Parole in contrasto con la praticità di Gaara. Coprire la parte ritmica
con la voce…
Si
era scervellato su una possibile soluzione, ma l’unica cosa che aveva
ottenuto era un mal di testa tremendo. Suonare con Juugo, la voce…
Juugo…
Si illuminò.
Un ampio sorriso comparve sul suo viso.
Ora sapeva cosa fare…
…doveva solo…
soltanto…
provarci…
Dolci i sorrisi, amara
la solitudine, acido il dolore. Sapori distinti, unico
assaggio. …la tempesta
*sbuca da un'angolino* Ritardo. Grosso, spaventoso ritardo.
Piano piano risponderò alle recensioni, intanto vi chiedo in ginocchio:
GOMENASAI!
Non era assolutamente mia intenzione abbandonare la fic per così tanto
tempo, ma sapete, ci sono cose che capitano nella vita che stravolgono
le tue priorità.
Poi ritrovare l'ispirazione dopo molto tempo è dura...
E qusto undicesimo capitolo non vale nemmeno la vostra attesa.
Forzato, ecco com'è. ma dovevo dare una svolta. Evidentemente non sono
stata in grado di andare per gradi, e il matrimonio era la scossa per
arrivare all'incontro...
Beh, alla prossima....!
Capitolo 12 *** Capitolo 12, Ho osservato le nuvole allontanarsi, Watched the clouds drifting away ***
Capitolo
12, Ho osservato le nuvole allontanarsi, Watched the clouds drifting away
Ho osservato le nuvole allontanarsi. Il sole non riesce ancora a scaldare
il mio viso. Sapevo che era destinato ad andare
male. Stavi cercando la grande fuga per
scacciare i tuoi demoni…
Il viaggio in macchina era stato abbastanza tranquillo. Non erano
riusciti a trovare Neji Hyuga, certo, ma avevano portato a termine due
terzi della “missione” in fondo, no? Anzi tre quarti, se contiamo che
si erano pure caricati quel tizio strano, Kakashi Hatake…
La prima cosa che l’Inuzuka e l’Uchiha avevano fatto una volta arrivati
era stata quella di commettere un tentato omicidio, ma Anko si era
difesa bene, e i due erano seduti in silenzio sul divanetto
dell’ufficio di Orochimaru, uno più malridotto dell’altro.
Orochimaru aveva parlato con Kakashi, che gli aveva raccontato qualcosa
sui Kans e del loro talento. Orochimaru si era reso perfettamente conto
che Kakashi voleva approfittare della situazione per tentare di
rimettere in sesto la band, e quale modo migliore se non ingraziarsi il
discografico, nonché marito della cantante? Sorrise. In fondo l’Hatake
ci sapeva fare nel campo. Sarebbe stato un ottimo manager. Chissà,
magari anche lui ne avrebbe approfittato e li avrebbe ascoltati. Sapeva
che Anko era brava, e lei gli aveva parlato bene del gruppo. Magari
avrebbe chiuso il contratto a breve. Prima di farlo però avrebbe voluto
tanto punire una certa persona… il suo assistente l’avrebbe pagata.
Sasuke e Kiba avevano ascoltato tutto il discorso, restando il più seri
possibile quando Kakashi sottolineava quanto erano bravi, esagerando a
volte. O meglio, l’Uchiha ci riusciva perfettamente, mentre
l’altro non poteva fare a meno di gasarsi e sorridere come uno scemo.
Kakashi rifiutò l’offerta di restare a dormire lì, e promise a loro due
che gli avrebbe portato gli strumenti entro la sera stessa.
Karin accompagnò Kakashi fino all’atrio, mentre i due rimasero con il
proprietario dello stabile.
Anko era seduta sulla scrivania, mentre nella sua poltrona in pelle
troneggiava colui che era conosciuto da tutti come “il serpente”, e il
motivo principale non era per il semplice fatto che “Orochi” in
giapponese vuol dire pitone, e i due ospiti se ne accorsero presto…
Sasuke infatti non poté trattenere un brivido quando il suddetto iniziò
a parlare. Anche la voce dava l’idea di un serpente che si appresta a
mordere la sua vittima… eppure quando parlava con Kakashi non aveva
sortito lo stesso effetto…
- Allora, ragazzi. E così voi siete i Kans… per un
po’ potrete stare qui. Ringraziate la mia donna per questo. Riposatevi
e schiaritevi le idee. Suigetsu vi farà fare un giro.
Fu tutto ciò che disse prima di rivolgersi ad Anko. – Che sai dov’è
finito Hozuki?
Dopo continui e improvvisi sbalzi di umore, Suigetsu sentiva una voglia
irrefrenabile di dormire, magari dopo una chiacchierata con il suo
migliore amico con il preciso intento di sfogarsi e di fare chiarezza
su un paio di questioni irrisolte. Quando però, entrato nella sua
stanza, l’unica traccia del passaggio dell’altro ragazzo era la fodera
della chitarra, vuota, ai piedi del letto, sbuffò deluso. Addio
chiacchierata.
Il suo cervello ci mise qualche secondo ad elaborare le immagini che
gli occhi gli mostravano, prima di farlo arrivare alla conclusione che
c’era qualcosa che mancava.
- E la chitarra?!
Così, quando arrivò alla saletta e non sentì nulla provenire dalla
porta socchiusa, si aspettava già di dover, di nuovo, dar fondo al suo
repertorio di frasi consolatorie e di incoraggiamento.
Inimmaginabile fu il suo sollievo quando, entrando, trovò Naruto seduto
a terra, con la chitarra ancora in braccio, addormentato e il volto
rilassato con ancora traccia di uno splendido sorriso…
Gli aveva sfilato delicatamente la chitarra dalle mani e l’aveva
appoggiata con cura sul divanetto, sedendosi poi sul pavimento vicino a
Naruto.
Passarono solo pochi minuti quando Karin aprì la porta con la grazia di
un coyote affamato.
- Ehi, stronzo, Anko mi ha mandato a chiamarti…
- Sshh! Fa silenzio! – la ammonì questo, alzandosi senza far rumore.
- Beh? Che fa? Dorme? – chiese lei, riferendosi al biondo abbandonato
sul pavimento, con la testa appoggiata al muro, cercando di guardare
oltre la spalla di Suigetsu che le si era parato davanti.
- Si, non lo svegliare. Guarda là…
Karin si voltò a guardare cosa stava indicando l’Hozuki e capì. Con un
cenno del capo impose all’altro di seguirla e socchiusero leggermente
la porta, lasciando Naruto sotto le cure di Morfeo. Il sonno non lo
abbandonò nemmeno quando il cellulare, appoggiato sul tavolinetto,
iniziò a vibrare senza sosta. Squillò a vuoto per un paio di minuti,
poi smise. Sul display un numero conosciuto. Casa Shiranui…
Una nuvola nera aleggiava silenziosa sulla testa del povero Sasuke.
Nonostante il suo viso non esprimesse molte emozioni, la sua
irritazione era percepibile a distanza. Questo da quando Karin e
Suigetsu li avevano informati che avrebbero dovuto dividere la stanza,
o almeno così pensava Kiba. In ogni caso lui aveva iniziato a fiutare
il malumore dell’altro da quel momento.
Erano seduti ognuno sul proprio lettino. Inutile dire che con una sola
occhiata truce Sasuke era riuscito ad accaparrarsi il letto migliore.
- Dai Sas’ke, non è la prima volta che dividiamo una
stanza… - si arrischiò a dire, ottenendo in risposta uno sguardo
tagliente.
- Ah, ho capito… hai paura di non riuscire a
resistere al mio fascino! – gli istinti suicidi dell’Inuzuka dovevano
aver preso il sopravvento – d’altronde io con le ragazze ho sempre
avuto molto successo ahahah…
Non può esserci altra spiegazione. Kiba Inuzuka aveva appena deciso di
morire sotto le torture del suo compagno di stanza.
Stranamente però, l’altro lasciò correre. Ribattendo persino alle
fantasie senza capo ne coda dell’Inuzuka.
- Non è per te, razza di imbecille. È la situazione.
Non ti da fastidio che quella lì abbia
deciso di sposare quello lì,
e che quell’altro lì, il
migliore amico di quel coso lì che
voleva fare quella cosa lì
con me, sia qui e che quindi ci sia anche quel coso lì? ...
Una decina di muti secondi dopo, ci fu la reazione di Kiba.
Si era buttato sul letto simulando uno svenimento, ricevendo un cuscino
lanciato violentemente sulla sua povera faccia.
- Che cazzo vuoi da me? – si rialzò di botto,
restituendo amorevolmente il colpo – pretendi che io capisca quel cazzo
di discorso senza senso?
- Scusa tanto, ho preteso che una persona con il tuo
esiguo quoziente intellettivo potesse reggere un discorso normale. –
ancora più irritato di prima, l’Uchiha si alzò dal letto, con tutta
l’intenzione di andare a farsi un giro.
- Normale?
Normale? Quello tu lo chiami un discorso NORMALE?! – urlò Kiba notando
che l’altro stava uscendo – ehi aspetta, aspetta? Cosa cazzo significa
esiguo!?
- No spiegamelo di nuovo…
Con la lattina di coca cola a mezz’aria, stravaccato su uno di quei
divanetti del Fast Food, Kankuro continuava a fissare la faccia della
sorella come se fosse una di quelle statue enormi dell’isola di Pasqua
intenta ballare il Tip Tap su piedi invisibili. La sua ragazza, al suo
fianco, con il cheese burger ormai abbandonato sul tavolo, era anche
lei a bocca aperta…
- Per tutta la sabbia del deserto, ma ci senti?
- La sabbia ce l’ha nelle orecchie, Tem.
Se persino Gaara iniziava a fare battute sarcastiche allora gli alieni
avevano preso il controllo dei suoi fratelli, se non del mondo intero!
Oh no! Probabilmente lui era l’unico umano sano di mente rimasto sulla
terra! Forse anche la sua ragazza era una spia venuta dal futuro per
fregarlo!
- Quel film aveva ragione, moriremo tutti! –
pronunciò sofferente in balia di questi ragionamenti.
Gaara inarcò l’assente sopracciglio, Temari era sul punto di lanciare
un tavolino sul cranio del suo povero (?) fratello, mentre Tayuya che
si era già ripresa, essendo sempre stata sulla stessa lunghezza d’onda
dell’altra, aveva già agito, mollando un pugno sulla testa del ragazzo.
E poi avevano anche il coraggio di chiedersi perché ogni tanto gli si
inceppava qualche rotella, pensò Gaara.
- Si può sapere di che diavolo parli? Qui si tratta
di cose serie! Sai cosa vuol dire per noi il matrimonio di Orochimaru a
poco più di una settimana prima del concerto? Eh?
- Ahi ahi ahi… che male! …. No non lo so illuminatemi!
- Allora vedi che non ascolti!? Studi occupati dalla
stampa, giornalisti che ti fermano, e soprattutto Orochimaru molto
molto stressato… - spiegò la sorella.
- Stressato di brutto! – aggiunse con enfasi la rossa.
- E quindi? – ebbe il coraggio di chiedere Kankuro.
- Ma hai le marionette nel cervello? – sbottarono le
due.
Gaara nel frattempo aveva ordinato e si era accaparrato un bel posto
lontano dal chiasso di quelli li e iniziò a mangiare in silenzio. Tanto
quella sembrava essere una lunghissima spiegazione.
Lui non credeva che la notizia del matrimonio avrebbe potuto influire
in qualche modo con la loro band, ma sua sorella credeva che la stampa
si sarebbe messa in mezzo. E chi più di lei poteva saperlo, dato che il
suo ex ragazzo aveva lavorato per una rivista scandalistica? A
proposito, chissà dov’era finito quel tizio…
Itachi guardò deluso il telefono quando per l’ennesima volta il suono
elettronico del cellulare diede il segnale di nessuna risposta. Segno
che no, proprio Naruto non lo voleva sentire quel fottuto telefono.
Rischiare di uscire e andare da lui con il caos che si era venuto a
creare era rischioso. Decise che avrebbe provato a telefonare
l’indomani, e che in un modo o nell’altro avrebbe trovato un modo per
vedere di persona suo fratello per accertarsi sulla sua salute… detto
semplicemente, da quando Naruto gli aveva detto di averlo incontrato,
non vedeva l’ora di rivedere suo fratello, perché, cazzo sì!, gli
mancava da morire...
Sapeva però che Naruto in quel momento doveva avere i suoi bei
grattacapi, all’OtoSound. Non poteva pensare a Sasuke. E poi chissà
dov’era suo fratello. Magari lui e Naruto non avrebbero più avuto
occasione di incontrarsi. A quanto pare anche per Sasuke infatti,
sarebbe stato più consono non farsi vedere nell’ambiente musicale per
qualche settimana…
Shizune giunse dalla cucina.
- Ah, I-Itachi, sei qui. – La donna si avvicinò
tibutante al tavolo da pranzo, dove lui si era appena appoggiato,
seguita da Yamato.
- Yamato deve parlarti di una cosa, una cosa molto
importante…
Si accese la sua attenzione…
Orochimaru si massaggio le tempie, dopo l’ennesima telefonata che poi
si era rivelata un mero tentativo di intervistarlo. In più, aveva
telefonato allo Yakushi pochi minuti prima, che aveva giurato,
ovviamente, che lui non c’entrava niente sul fatto che improvvisamente
senza che avessero fatto nulla, i riflettori erano stati puntati su di
lui. Quello che non capiva era il motivo. Si la stampa era fastidiosa,
lo stressava, lo mandava al manicomio, diciamo. Ma a conti fatti,
avrebbero ottenuto pubblicità. A meno che Kabuto non sapesse qualcosa
riguardante il suo passato o quello della sua compagna, e aveva
volontariamente fatto trapelare la notizia sperando che questa cosa
venisse a galla.
Anko iniziò a tirargli una guancia. – Quando ti preoccupi ti vengono le
rughe, e bianco come sei assomigli di più ad uno spettro, con il viso
tutto tirato…
Sorrise lasciando credere alla Mitarashi di averlo distratto, anche se
bastava guardarla per non pensare più a niente… Chissà se quelli della
band della ragazza l’avevano mai vista vestita così…
A proposito…
- E così senza di te i Kans mancano di vocalist… -
Orochimaru era davvero curioso di sapere qualcosa di più sui componenti
della band in cui cantava Anko. D'altronde era soprattutto curioso di
scoprire per quale strano motivo Kyuubi avesse il numero di quel
Sasuke. Anko se ne stava stravaccata sulle sue gambe, con il braccio
appoggiato alla scrivania del suo ufficio. Stava indossando in quel
momento alcuni vestiti che le aveva gentilmente prestato Karin, anche
se, in effetti, il suo chiedere in prestito poteva essere
tranquillamente paragonato a un’aggressione vera e propria.
Insomma, indossava indumenti di Karin, che, ovviamente, le stavano un
tantino stretti. Soprattutto la canottiera, come non aveva potuto fare
a meno di notare Orochimaru, mentre quei pantaloncini ricordavano più
degli slip. Se già sul corpo minuto della sua rossa assistente dal
taglio asimmetrico, quell’abbigliamento risultava provocante, indosso
alla figura decisamente più prosperosa della Mitarashi diventava
devastante, per i suoi gusti.
Quel distogliere l’attenzione sui Kans era quindi per lui
indispensabile a livello fisico.
- Non solo, anche Neji, il nostro chitarrista, o
meglio, il loro, dovrà lasciare la band per portare avanti l’azienda di
suo padre, insieme a sua cugina.
- Ah, sì, giusto, la Hyuuga Electronics… - e così,
ragionò, ai Kans mancava un vocalist e un chitarrista… i Red Seduction
erano rimasti in due, guarda caso un vocalist e un chitarrista.
Trattenne una risata. Doveva esserci sotto uno strano gioco del
destino, per creare una situazione del genere. E solo lui pareva
essersene reso conto. Anko lo guardò curiosa. Quel sorriso furbo era
inquietante, ma soprattutto ogni volta che appariva sul volto del
serpente significava guai…
Quello che Orochimaru non poteva sapere era che il gioco del destino
era molto più complesso di quello che pensava…
Chiunque tu sia o qualunque cosa tu
faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio
è nato dall'anima dell'universo. E quando tu desideri qualcosa, tutto
l'universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio.
L’ultima frase in corsivo è di Paolo Coelho!
La prima parte in corsivo è stata tratta dalla canzone: FORGIVEN –
WHITIN TEMPTATION
IL Testo Della Canzone: Couldn’t save you from the start Love you so it hurts my soul Can you forgive me for trying
again? Your silence makes me hold my
breath All the time has passed you by For so long, I’ve tried to shield
you from the world You couldn’t face the freedom on
your own Here I am Left in silence You gave up the fight You left me behind All that stands forgiven You’ll always be mine I know deep inside All that stands forgiven Watched the clouds drifting away Still the sun can’t warm my face I know it was destined to go wrong You were looking for the great
escape To chase your demons away For so long, I’ve tried to shield
you from the world You couldn’t face the freedom on
your own Here I am Left in silence You gave up the fight You left me behind All that stands forgiven You’ll always be mine I know deep inside All that stands forgiven I’ve been so lost since you’ve gone Why not me before you? Why did fate deceive me? Everything turned out so wrong Why did you leave me in silence? You gave up the fight You left me behind All that stands forgiven You’ll always be mine I know deep inside All that stands forgiven
Traduzione: Non potevo salvarti fin dal
principio Amarti così ha ferito la mia
anima Puoi perdonarmi perché ci provo
ancora Il tuo silenzio mi fa
trattenere il respiro Il tempo ti ha ignorato Oh, così a lungo ho tentato di
proteggerti dal mondo Oh, non potevi affrontare la
libertà da sola Eccomi, abbandonato nel silenzio Ti sei arreso alla lotta Mi hai lasciato indietro Tutto quello che è stato fatto
è perdonato Sarai sempre mia Lo so nel profondo Tutto quello che è stato fatto
è perdonato Ho osservato le nuvole
allontanarsi Il sole non riesce ancora a
scaldare il mio viso Sapevo che era destinato ad
andare male Stavi cercando la grande fuga Per scacciare i tuoi demoni Oh, così a lungo ho tentato di
proteggerti dal mondo Oh, non potevi affrontare la
libertà da sola Ed eccomi, abbandonato nel
silenzio Ti sei arreso alla lotta Mi hai lasciato indietro Tutto quello che è stato fatto
è perdonato Sarai sempre mia Lo so nel profondo Tutto quello che è stato fatto
è perdonato Sono così perso da quando te ne
sei andata Perché non io prima di te? Perché il destino mi ha
ingannato? Tutto si è rivelato così
sbagliato Perché mi hai lasciata nel
silenzio? Ti sei arreso alla lotta Mi hai lasciato indietro Tutto quello che è stato fatto
è perdonato Sarai sempre mia Lo so nel profondo Tutto quello che è stato fatto
è perdonato
Da Marzo... no dico, non aggiorno questa cosa da cinque mesi... O.o
Cavolo! Rispondo alle recensioni dello scorso in capitolo in giornata.
Ringraziamenti:
grazie mille a
le 18 anime pie che hanno messo Inspiration tra i preferiti
le 10 persone che hanno avuto la grazia di inserire inspiration tra le
ricordate
le 62 persone che hanno aggiunto la storia nella loro lista delle
seguite
le 21 (wow!) perone che hanno aggiunto me tra gli autori preferiti
un grazie a Eresseye, che ogni volta mi chede quando aggiorno (almeno
lei aggiorna le sue fic... xD)
un grazie a mia sorella, che mi ascolta mentre leggo e rileggo i
capitoli tanto da stare male...
un grazie a Da-kun e a Sasuke, che il 23 luglio hanno festeggiato il
compleanno...
grazie a mio zio che con il suo essere brillo mi ha fatto tornare
l'ispirazione (?)
>PS. ho abbassato il rating fino a che non ce ne è bisgono... a
breve tornerà rosso (xD)
Capitolo 13 *** Capitolo 13, È appena sotto la pelle, it's Just beneath The skin ***
Capitolo
13. È appena sotto la pelle, It’s
just beneath the skin.
A questo mondo siamo
come attori sciolti dalla catena per andare alla ricerca di un
fantasma, alla ricerca interminabile dell'ombra semi dimenticata della
nostra realtà perduta.
Yamato gli consigliò di sedersi, e forse fu proprio questo a renderlo
un po’ più teso.
Aveva uno sgradevole presentimento. Non uno di quelli apocalittici, ma
neanche uno di quelli allegri…
Il suo sesto senso questa volta non lo tradì. Yamato era convinto che
fosse giunto il momento di andarsene. Non sapeva che Sasuke fosse
vicino, o molto probabilmente da bravo investigatore qual’era lo sapeva
ma non aveva informato né l’Uchiha né la donna… in ogni caso, era una
decisione che andava comunque presa, prima o poi. Gli eventi ne avevano
solo accelerato i tempi.
In realtà Itachi non aveva ascoltato più di tanto le motivazioni, le
parole di conforto o le spiegazioni, si era soffermato sul concetto
dell’intero discorso.
Sloggiare, andarsene, sparire, fuggire… ma mentre per Yamato
significava soltanto traslocare e cambiare aria, per Itachi, in vista
delle ultime scoperte, significava allontanarsi da Naruto, e dall’unica
possibilità di rivedere suo fratello...
Cosa poteva fare? Accettare la situazione? Andarsene?
Nessuno gli aveva chiesto se lui fosse stato d’accordo, tutti si
preoccupavano per lui, ma di scegliere qualcosa non se ne parlava.
Genma era stato come un fratello per lui. E gli era immensamente grato
per essere andato contro la legge per aiutarlo, così come Yamato.
Shizune, che era stata messa in mezzo senza sapere né come né perché,
più di tutti lo aveva amato. Di quell’amore così materno. Sapeva essere
una madre per chiunque ne avesse bisogno. Era intrinseco nella sua
natura. Forse perché non poteva avere figli.
Avevano un paio di giorni per preparare tutto e partire. Yamato lo
aveva avvertito…
Dopo quel fatidico giorno in cui sua madre morì, Itachi era stato
portato da Genma in giro per il Giappone. Lasciare il paese infatti è
quasi più rischioso che restarci, quando la tua faccia è sulle prime
pagine del giornale come, a seconda dell’opinione del giornalista di
turno, ragazzo scomparso, o principale sospetto. Ad acque calme, lo
avrebbero aiutato a iniziare una nuova vita. Genma lo aveva promesso
alla dolce Mikoto.
“Questo uomo forse non troverò mai la forza di lasciarlo. Sono ancora
innamorata del Fukaku di un tempo. Ma se mai questo uomo dovesse farci
del male, ti prego aiutami a proteggere i miei figli. In nome
dell’amicizia che ci lega…”
Genma gli aveva raccontato più volte di come Mikoto fosse divisa tra
l’immenso amore per i suoi figli, e la testardaggine nel cercare di
recuperare un amore che ormai era a senso unico, e di come lui avesse
cercato in tutti i modi di convincerla a prendere la scelta giusta. Se
solo ci fosse riuscito…
Quando Genma lo presentò a sua moglie, Shizune, non le raccontò mai la
sua vera storia. Ma Itachi ritrovò in lei una persona amorevole come
sua madre. Docile ma allo stesso tempo testarda. Era andata avanti per
lui, come se fosse stato davvero suo figlio, quando Genma morì.
Yamato cercò di aiutarli in tutti i modi, ed era ancora lì,
instancabile.
Il conoscere Naruto non era previsto…
Shizune lavorava all’OtoSound, come segretaria di Orochimaru. Un giorno
una notizia che sconvolse tutti arrivò agli studi. Il batterista dei
Red Seduction si era suicidato.
Shizune l’aveva visto di rado, ma era comunque molto dispiaciuta per
l’accaduto. Quella sera all’uscita dal lavoro incontrò un ragazzo, che
aveva appena saputo la notizia al telefono. Era talmente pallido che
accese l’istinto materno della donna, che decise di portarlo a casa,
nonostante Yamato le aveva raccomandato di non far entrare estranei in casa. Ma Shizune conosceva, seppur
non molto, il ragazzo. Suonava nello stesso gruppo del batterista che
si era ammazzato, non poteva lasciarlo per strada in quello stato.
Fu così che lo incontrò.
Era sceso non appena aveva sentito dei rumori frenetici in cucina.
Shizune stava preparando una camomilla mentre un ragazzo sconosciuto se
ne stava seduto a tavola con la testa appoggiata sulle braccia, come se
stesse dormendo.
Mentre scendeva gli ultimi gradini, questi lo sentì, alzando gli occhi
su di lui.
- Shu, scusami, ti ho svegliato?
Non rispose a Shizune, piuttosto le fece un’altra domanda.
- Chi è?
- Un ragazzo che ho conosciuto al lavoro.
Sii gentile, soffre.
Nessun’altra spiegazione se non “soffre”. A lei bastava sapere questo
per farlo entrare in casa sua e dargli tutto il conforto che poteva
donargli.
Il ragazzo tornò dopo qualche tempo, insieme a un amico, per sapere
come il perché lei si fosse licenziata, dato che non la vedevano più
agli studi.
Fu così che lei lo presentò ai due venuti.
La discussione che ebbe con Yamato, quando lui lo venne a sapere, fu
molto lunga, e le fu tassativamente vietato di farli rincontrare. Ma
ogni volta che Naruto, il ragazzo che aveva ospitato la prima volta, e
il suo amico Suigetsu bussavano alla porta, era come se lei si
dimenticasse di ogni divieto e li faceva entrare.
- Come mai ti sei affezionata a loro? –
le chiese, un giorno.
- In poco tempo hanno perso due loro
amici, stanno soffrendo molto, e nessuno sembra capirli come dovrebbe.
Se posso aiutarli lo farò, come faccio con te, Shu.
Si rese conto di essersi affezionato così tanto a quella donna in quel
momento. Sua madre avrebbe detto le stesse esatte parole…
Fu proprio ricordando queste parole che prese la sua decisione. Non
poteva partire. Perché suo fratello stava soffrendo, da molto tempo. E
lui poteva aiutarlo. E l’avrebbe fatto… ormai non aveva più diciassette
anni… non era più il ragazzo spaventato di dieci anni prima. le sue
mani erano ancora sporche di sangue, ma ciò non lo fermava più.
- Shu? Shu, sei in camera? …Yamato! Non lo trovo da nessuna parte!
Alla fine quel palazzo non era poi cosi male. Per lo meno l’atrio era
arredato con gusto. E l’ufficio di Orochimaru aveva un non so che di
elegante. Certo, i corridoi erano spogli, e quel via vai di giovani
musicisti gli aveva permesso di intravedere l’interno di alcune stanze.
Chissà dov’era quella stanza disordinata dalle pareti arancioni… così
si sarebbe tenuto alla larga da quella porta.
Il cellulare lo avvisò dell’arrivo di un messaggio.
- Mh, Sakura. C’era da aspettarselo…
A quanto pare avevano saputo la notizia. Fottuta Anko, non poteva
prendersi un imbianchino qualunque? O un gelataio? No, lei doveva far
le cose in grande…
La sua stanza era al secondo piano. Se non ricordava male, l’ultima
volta che era stato in quel palazzo, era finito al quarto…
Probabilmente avrebbe incrociato Kyuubi, prima o poi, ma non era poi
così probabile.
Proprio mentre ci passava accanto, l’ascensore si aprì, e ne uscirono
quattro ragazzi che riconobbe subito. I poster del loro prossimo
concerto tappezzavano le strade di Tokyo. I Double-T.
Non lo degnarono di uno sguardo. Erano abituati a vedere sempre gente
nuova, e continuarono tranquillamente la loro conversazione.
Sasuke non poté fare a meno di notare lo sguardo glaciale del ragazzo
dai capelli rossi. Uno sguardo che ricordava mostruosamente quello che
vedeva allo specchio ogni mattina.
- Spero almeno che quella Anko sia una
tipa apposto – stava dicendo l’altro ragazzo, il batterista, forse…
Ne approfittò per infilarsi nell’ascensore. Visto che era in una specie
di palazzo-dormitorio per musicisti, perché non approfittarne per
suonare?
L’ora di pranzo inoltre era passata da un pezzo e non aveva messo nulla
sotto i denti.
Arrivato al piano incrociò quella ragazza… com’è che si chiamava? Katy…
Katrine... Karin… si era Karin.
- Salve, Sasuke. Dove vai?
- A mangiare. – rispose laconico – non
posso?
- Sai questo palazzo era una specie di
motel, prima che lo comprasse Orochimaru-sama. Ha una cucina e anche
una sala da pranzo. Di solito tutti preferiscono mangiare fuori.
Comunque quando Orochimaru mi manda a fare la spesa, rifornisco sempre
la cucina. Seguimi…
Dopo avergli spiegato queste cose, che a lui non importavano gran che,
gli fece strada.
Al pianoterra vi era una porta leggermente più grande delle altre, che,
come aveva detto Karin, dava in una media cucina, dove vi erano anche
due grandi tavole da una dozzina di posti.
- La maggior parte delle persone che
vivono qui preferiscono cucinare qualcosa in camera, con i fornelletti
da campeggio. Ci sono molte rivalità come puoi immaginare, per poter
mangiare tutti insieme . O anche perché non si ha tempo di cucinare. In
ogni caso qui ci sono sempre cibi in scatola, e cibi che non scadono in
fretta, e qualche conserva. – gli mostrò dov’erano le varie cose e lo
lasciò lì ad arrangiarsi da solo.
Non che non sapesse cucinare, ma proprio non ne aveva voglia. Anche se
in effetti di mangiar fuori non se ne parlava. Non dopo che la sua
faccia era finita in televisione quella mattina stessa.
Dopo che ebbe mangiato, fece un giro del piano e incontrò Anko che lo
avvertì che gli strumenti erano arrivati e che l’Inuzuka aveva già
portato la batteria, ovviamente smontata, in camera a controllare che
non si fosse danneggiato nulla nel trasporto. Il suo basso invece era
nell’atrio.
- Orochimaru mi ha anche detto che se
vuoi suonare, quando è libera, c’è una stanza al terzo piano. La
riconoscerai subito. È l’unica con la porta bianca da cui è stata
smontata la serratura. È completamente insonorizzata ed è disponibile a
qualsiasi ora…
Annuì. Ci avrebbe fatto un salto. Perché no?
Si guardò intorno. Doveva essersi addormentato.
La sua chitarra non era più tra le sue braccia ma era appoggiata sul
divanetto.
Dopo una bella stiracchiata si sollevò da terra e prese la chitarra.
Ora non faceva più paura. Sai aveva ragione. Doveva lasciarlo suonare
nella sua testa.
Più volte mentre suonava gli era salito il forte impulso di smettere,
ma era riuscito a cacciarlo via cantando.
Quei due anni passati ad autocommiserarsi sembravano svaniti nel nulla.
Suonò di nuovo quella canzone, suonò come se non avesse mai smesso
veramente di farlo, e pianse.
A canzone finita imbracciò la chitarra e prese il cellulare.
Accendendolo però si rese conto che l batteria era completamente
scarica. Sbuffando, ma senza perdere un grammo della sua allegria, si
incamminò nel corridoio.
L’ascensore, come spesso capitava, era occupato. Ma non avrebbe fatto
le scale con la sua kitsune in braccio. Suigetsu lo prendeva sempre in
giro per i nomignoli che rifilava agli oggetti, soprattutto alla sua
chitarra. Ma non gli importava gran che…
Una volta aperte le porte si trovò davanti Gaara, che gli sembrava
volesse fargli la radiografia dall’intensità del suo sguardo.
- Naruto… hai suonato.
Uno splendido sorriso si illuminò alla non-domanda dell’altro e, dopo
aver delicatamente posato la chitarra a terra, appoggiata al muro, di
slancio abbracciò il rosso senza riuscire a trattenere qualche lacrima.
- Si, Gaara… ce l’ho fatta.
…non sono in sintonia
con i miei giorni e le mie notti. Sono una nube, una nube
che si confonde con gli oggetti, ma ad essi mai si unisce. Sono una nube, e nella
nube è la mia solitudine, la mia fame e la mia sete. La calamità è che la
nube, la mia realtà, anela di udire qualcun’altro che dica:”Non sei
solo in questo mondo ma siamo due, insieme, e io so chi sei
tu.
Non mi piace, non mi piace... ma meglio di così non riuscivo a fare.
Quando avrò la mente un po' più lucida forse lo correggerò... Se mi
segnalate qualche errore vi sarei davvero grata.
Un'altra cosa... mi direste la parte che vi piace di più da usare come
introduzione? Si, insomma, la parte che secondo voi riassume meglio la
storia. Non c'è bisogno che lo citate, farmi capire più o meno quale.
Quella che c'è ora non la trovo adatta... boh... Dovuti credits:
A questo mondo siamo come attori sciolti dalla
catena per andare alla ricerca di un fantasma, alla ricerca
interminabile dell'ombra semi dimenticata della nostra realtà perduta.
(Jim Morrison)
L’ultima poesia invece: Kahlil Gibran
La poesia completa.
Ho trascorso i miei
giorni scrivendo e dipingendo,
ma non sono in sintonia
con i miei giorni e le mie notti.
Sono una nube,
una nube che si confonde con gli oggetti,
ma ad essi mai si unisce.
Sono una nube,
e nella nube è la mia solitudine,
la mia fame e la mia sete.
La calamità è che la nube, la mia realtà,
anela di udire qualcun’altro che dica:
Non sei solo in questo mondo
ma siamo due, insieme,
e io so chi sei tu
Aggiornamento
veloce come promesso!!! Per il prossimo capitolo dovrete pazientare un
po’ di più (non arriverò a cinque mesi stavolta giuro!) Grazie
a tutti!
L'ho ripostato perché ieri modificando direttamente da qui ho fatto un casino con un tag html e non riuscivo a trovarlo con tutto quel casino... Ho provato a modificare il capitolo ma il mio browser non mi dava la pagina e ho dovuto fare così -.-
Capitolo 14 *** Capitolo 14 La tana del serpente, The snake's lair ***
Capitolo 14. La tana del
serpente, The snake's lair.
Ciò
che per una persona è un evento normalissimo, per un’altra rappresenta
uno sconvolgimento tale da mettere per sempre in dubbio ogni sua più
profonda convinzione. Ogni persona è un
piccolo pianeta a parte. Io non ho neanche finito
di esplorare il mio!
♫Cultivate
your hunger, before you idealize. Motivate
your anger, to make them all realize. Climbing
the mountain, never coming down! Break
into the contents, never falling down!♫
Wind
– Akeboshi
"Grandi scombussolamenti nel mondo della
musica stanno avvenendo in questi giorni.
Una vera e propria scossa di magnitudo otto!Sarà un altro capriccio di
qualche rockstar? Una bravata di qualche band? Una canzone
offensiva da sottoporre alla censura? Nulla di tutto questo. Stavolta
la scossa arriva direttamente dall'alto: stiamo parlando di Orochimaru,
il serpente, che ha deciso di costruire finalmente la sua tana. No, non
ci riferiamo all'OtoSound, ma alla tana vera e propria. Insomma:
un’incantatrice di serpenti ha conquistato il cuore del boss. Una
ragazza senza gloria e senza fama, sbucata apparentemente nel nulla:
Anko Mitarashi, vocalist di una band poco conosciuta, ovvero I KANS.
Già ci si domanda chi dirigerà la baracca ora che fonti indiscrete
hanno rivelato che i due faranno ben tre mesi di luna di miele in giro
per il mondo, e la concorrenza ha preparato nuovi album e concerti,
contratti e pubblicità per approfittare del periodo morto della Oto.
Periodo poi non tanto morto visto che il concerto dei Double-T è
previsto a breve. Se la concorrenza riuscisse a ribaltare i vertici
delle major, grandi somme di denaro potrebbero uscire da qualche tasca
per entrare in un altra. E le azioni della Oto potrebbero anche finire
in perdita."
Temari sbatté più volte gli occhi leggendo l'articolo e notando
l'autore
- Shikamaru, - commentò - ti sei ridotto a scrivere gossip...? La
pigrizia ti tiene incollato alla sedia, non è vero? Meglio questo che
fare l'inviato, eh? Sei sempre il solito, Shikamaru.
La ragazza ripose il giornale sul tavolinetto di fronte al rosso
divano. Accavallò le gambe e iniziò a tamburellare col piede a tempo di
una vecchia canzone country. Un ragazzo entrò nell'atrio spaesato e
curioso come un bambino di prima elementare che entra nella sua classe
per la prima volta, dopo aver vinto la paura del primo giorno di
scuole. Temari sorrise divertita.
- Salve! - attirò l'attenzione del nuovo venuto.
- Sì salve...ahem io starei cercando un ragazzo... – iniziò
lui, un po’ a disagio, come se avesse timore di commettere errori, o
essere riconosciuto.
- Sei un giornalista? - chiese Temari partendo prevenuta.
- No...
- Un musicista? Fai parte di qualche band? Se uno di quelli del
retroscena? - domandò innervosendosi, e forse anche divertita.
- No io, sono... Un amico di Naruto.
Lei esitò un attimo, socchiudendo gli occhi e squadrandolo dal basso
verso l'alto e viceversa. - Come sei entrato? - chiese infine per
vederci chiaro. Lui su frugò le tasche come in cerca di qualcosa. Dopo
qualche attimo di attesa in cui si sentiva soltanto il frusciare della
stoffa che veniva sbattuta dalle mani del ragazzo mentre verificava che
nelle tasche della giacca vi fosse o meno quello che stava cercando,
trovo l'oggetto, e lo porse alla Sabaku. Era un foglio plastificato che
le sembrava familiare. - Ho mostrato questo al custode. - disse con
voce ferma dopo aver riacquistato un po' di sicurezza. Temari lesse con
attenzione il foglio. - Questo è un passi per i dipendenti, ma è
scaduto. Shizune Shiranui si è licenziata da un pezzo. Perché ha
conservato il passi? Doveva restituirlo. – disse tra sé e sé. – E poi
come mai ce l’hai tu?
Itachi sforzò la memoria per ricordarsi qualcosa un nome. - Orochimaru
glielo ha fatto tenere. – rispose alla prima domanda. Temari storse il
naso alla mancanza del suffisso sama, anche se immaginava che il
ragazzo non lo avesse fatto apposta.
- Sarà. Ma dovrei parlarne con Orochimaru in persona. Tu sei? Come hai
avuto il passi? Non mi hai risposto! – rimproverò.
Itachi fu combattuto per un secondo. Ma poi rispose, rassegnato - Shu.
Sono Shu Shiranui. Il nipote di Shizune.
Un bussare alla porta interruppe il suo profondo conteggio. Guardò
un’ultima volta il foglio del rendiconto trimestrale, giudicando che le
uscite erano decisamente troppe per i suoi gusti. Ripose il foglio in
un cassetto metallico nell'archivio. Chiuse attentamente il cassetto a
chiave prima di dire "avanti" con voce cupa. Lo strafottente sorriso di
Kabuto Yakushi fece capolino nella porta. L'uomo avanzò senza l'invito
di Kakuzu, il direttore de "La Maschera" giornale di informazione e
scandalistico. Soprannominato il tesoriere, per il suo attaccamento
verso il denaro, Kakuzu era un uomo dagli occhi verdi incavati, e dal
viso pieno di cicatrici, soprattutto sulle labbra, che lo facevano
sembrare una bambola di pezza.
Kabuto stette in silenzio come in attesa di qualcosa.
- Cosa vuoi Yakushi? - chiese spazientito il tesoriere.
L'uomo con gli occhiali spostò il peso da una gamba all'altra, cercando
di far intendere qualcosa che l'altro, evidentemente, non voleva
intendere. - Le informazioni su Orochiamaru-sama hanno portato al
giornale del prestigio, - iniziò mellifluo - e lo scoop del mese é uno
dei più letti. Mi dispiace rovinare il vostro scarso buon umore ma....
- aggiustata di occhiali allusiva - noi avevamo un accordo.
- Non so a cosa alludi, Yakushi. - finse l'altro, con tanta
sfrontatezza da far ribollire il sangue al più giovane.
- Ma..... Signore noi...
Kabuto non ottenne nulla.
Orochimaru continuava a squadrare il volto del sedicente Shu. C'era
qualcosa che bussava alla sua mente. Ma non capiva cosa. Il suo intuito
voleva dirgli qualcosa ma proprio non riusciva a decifrare ed. Anko,
senza volerlo, gli venne in aiuto.
- Scusa se ti sentì osservato, ragazzo, ma sei identico a Sas'ke!
Orochimaru notò il sussulto del ragazzo, e socchiuse gli occhi
pensieroso. Poi si rivolse alla ragazza sulla porta.
- Temari, chiameresti Naruto?
Sasuke Uchiha voleva evitare quel ragazzo, però non si spiegava il
motivo per cui lui, mai stato affetto da quella malattia chiamata
curiosità, continuasse a girare senza meta per quell'edificio. Aveva
persino acconsentito ad accompagnare l'Inuzuka alla, a quanto pare
famosa, saletta del terzo piano. "È per passare il tempo, visto che non
ho un cazzo da fare" si disse.
Quindi, basso in spalla, anche se la voglia di suonare in quel momento
era quasi pari a zero, ed eccitato canide pulcioso al fianco giunse al
terzo piano.
Il cane, o meglio, Kiba, non vedeva l'ora di metter mano alla batteria.
La porta della sala però era socchiusa, e, dallo spiraglio, proveniva
una melodia dai contorni rock. La curiosità non è solo donna, come si
suol dire, ma anche cane, come amaramente scoprì Sasuke in quel
momento. Anche se lui stesso era leggermente curioso di sapere chi
stesse suonando, visto che il pezzo non era affatto male. Forse un po'
più di leggermente curioso. Ma questo Sasuke non lo avrebbe ammesso
mai. Neanche sotto tortura.
La porta si spalancò dunque sotto il peso dell'Inuzuka, che vi si era
appoggiato per sbirciarvi dentro, e rivelò ai presenti nella stanza, i
due curiosoni. Come poteva Sasuke non riconoscere Uzumaki Naruto dopo
quello che era successo? L'altro ragazzo, che riconobbero subito come
Gaara dei Double-T, li guardò freddamente, poi, come se loro non ci
fossero, si rivolse a Naruto. - Devi riprendere la mano. Orochimaru
sarà contento che ti sei ripreso. Ora vado dai miei fratelli. - e così
dicendo si dileguò, lasciando i due a fissarsi.
Durante questo silenzioso scambio di sguardi, Kiba si sentì
di troppo, e, reclamando attenzioni, si avvicinò al biondo,
"scannerizzandolo" con lo sguardo, - Dove ti ho già visto....? Tu
sei.... Kyuubi!
Naruto spostò la sua attenzione da Sasuke a Kiba e rispose, un po'
imbarazzato. - Si. Sono io.
Kiba sembrava essere ormai partito. Troppe persone famose in poco
tempo. I l’Hozuki, i Double-T, Orochimaru, e ora anche l’Uzumaki!
Sasuke, invece, continuava a guardare freddamente la scena. Il biondo
abbassò lo sguardo, sentendosi di nuovo in colpa per quel San Valentino
in cui aveva accettato la scommessa con Suigetsu, complice la
confusione mentale di cui gli aveva fatto dono l'alcool, e,
contemporaneamente, sollevato per averlo finalmente li davanti. Aveva
una promessa da mantenere. Avrebbe voluto chiarire. Avrebbe voluto
chiedere scusa a quel ragazzo che per lui continuava ad essere uno
sconosciuto, nonostante sapesse la sua storia anche meglio del diretto
interessato.
Dopo aver risposto docilmente alle domande agitate di colui che aveva
scoperto chiamarsi Kiba, una voce di interruppe i pensieri dei tre.
Sasuke, che era il più vicino alla porta, si ritrovo senza saperne il
motivo ad essere squadrato da un paio di occhi verdi.
- Naruto! - chiamò la donna entrando, notando l'Uchiha al fianco dello
stipite e azzittendosi di colpo. Naruto osservò con attenzione la scena
per poi risvegliare la ragazza.
- Cosa volevi Temari?
La ragazza ebbè un sussulto come se si fosse ridestata in quel momento
e rispose. - C'è un tuo amico nell'ufficio di Orochimaru-sama. Shu
Shiranui se non sbaglio.
L'Uzumaki dentro di se ebbe un principio di attacco di panico. - S-Shu?
- biascicò, per poi scattare verso la porta, e imboccare il corridoio a
tutta birra.
I tre ancora nella stanza rimasero per qualche secondo a fissare la
porta dalla quale la furia bionda era uscita,
Sasuke inarco un sopracciglio, poi sbuffò uno "sticazzi" e uscì anche
lui, con passo annoiato verso l'ascensore, sempre col basso in spalla,
per tornare ella sua stanza a farsi i cazzi suoi.
Per spezzare il silenzio per lui imbarazzante che si viene a creare
quando persone che non si conoscono stanno in una stessa stanza senza
emettere un fiato, L'Inuzuka si presentò quasi urlando: Salve, io sono
Kiba Inuzuka! Tu devi essere Sabaku No Temari!
Siamo stati i re e le
regine delle promesse, siamo stati vittime di noi stessi. Forse i figli di un dio
minore, tra inferno e paradiso. Nei tuoi occhi, senza
speranza e rubati. Abbiamo rubato la nostra nuova vita, attraverso il
sangue e il dolore.
Scusate
l’immenso ritardo, l’ispirazione sta tornando piano piano. Il blocco
dello scrittore più lungo di sempre, lol. Sto anche tentando di portare
avanti Arigatou e le altre.
Sì, sono tornata. Non linciatemi. Questo capitolo fa schifo. Ma chi mai
(ri)comincia… (L'ultima frase è dei 30 Seconds To Mars,
penso che se li conoscete, non avete nemmeno bisogno che vi dica il
titolo...See you)