*inspiration*

di Sarhita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1. PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2, Scommessa, Bet ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3, I Double-T, The Double-T Band ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4, Verità, Truth ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5, Il coraggio di ricordare, Courage to remember ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6, Incontri, meetings ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7, come mai prima d'ora, Like never before ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8, Incubo, nightmare ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9, Rivelazioni e notti insonni, Reveletions and sleepless night ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10, Il serpente e la sua sorpresa, The snake and his surprise. ***
Capitolo 11: *** Capitolo11, Siamo combattenti sognatori, We're fighting dreamers ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12, Ho osservato le nuvole allontanarsi, Watched the clouds drifting away ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13, È appena sotto la pelle, it's Just beneath The skin ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 La tana del serpente, The snake's lair ***



Capitolo 1
*** Capitolo1. PROLOGO ***


Ispiration



< Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti maggiorenni.

 
inspiration


Hai dimenticato, Sasuke? Ti sei pentito, Naruto?


Capitolo1. PROLOGO, Sasuke..

Erano anni che cercavo l’ispirazione per tornare alla luce, rinascere.
Ma lei non aveva proprio voglia di arrivare.
Ma non potevo immaginare che sarebbe arrivata sotto forma di un paio d’occhi che racchiudevano le braci di un falò, braci nere ma una volta ardenti di fuoco rosso.
Chissà quale fiamma arroventata eri, prima di diventare polvere.
Tu hai scavato in me, ora tocca a me scavare nella grigia cenere per ritrovare l’ardente scintilla di ciò che eri.
Per unirla a quella che tu hai risvegliato in me.
Hai dimenticato come si fa a vivere, Sasuke?




Diciamocelo, chi lo aveva costretto a presentarsi alle dieci di sera, al freddo, al buio, a Febbraio, a San Valentino, dinanzi una squallida discoteca?
Ah, si… loro.
Le sue ammiratrici e i suoi “amici”. O meglio, IL suo “amico”.
Anche se “amico” è una parola grossa. L’unico che poteva solo vagamente essere associato a quella parola era Neji Hyuuga.
Un ragazzo alto, castano, capelli squisitamente lunghi, carattere altrettanto squisitamente silenzioso.
Silenzioso, riservato e, più d’ogni altra cosa, si faceva tranquillamente i cazzi propri e non dava a nessuno il privilegio di poter guardare da vicino i suoi occhi chiari, bianchi. Che non sai mai cosa stanno guardando. Iride non definito, che si mescola col resto dell’organo.
Un tipo tranquillo.
Insomma, l’amico perfetto per Sasuke Uchiha.
Anche lui un tipo riservato.
Con dei capelli corti, neri, corvini, precisamente.
Il corvino rende meglio l’idea.
È un colore più vivo. E lascia immaginare come possano essere quei capelli dai riflessi blu notte. Di quel blu che staresti ore ad osservare, quasi più incantevole della stessa luna.
Quegli occhi neri, tranquilli all’apparenza, di un vortice d’emozioni che però solo chi sa scavare a fondo nel suo sguardo riesce a percepire.
Chi ha avuto questo privilegio? Nessuno. Neanche Neji.
Perché “riservato” è un eufemismo.
Sasuke non ama parlare di se, non vuole parlare di se, non deve parlare di se. Non può riaprire quelle ferite che lo stavano portando nel baratro.
Alla ricerca di un fratello perduto in seguito all’omicidio della famiglia. Forse vivo, forse no.
Unico parente rimasto, e purtroppo scomparso.
Sasuke vuole ritrovarlo, per trovare un po’ di pace, e ricostruire le loro vite insieme.
Ma per il resto del mondo non affetto, non odio. Indifferenza.
È riuscito però a trovare una gran passione.
Bassista di una band.
Neji alla chitarra, Kiba Inuzuka, strano tipo con cui parla poco, ma che rispetta, ed è già molto, per un casinista amante dei cani (cose che Sasuke Uchiha non odia, ma non vuole proprio sentirle nominare, devono stare molto lontano dalla sua persona) qual è l’Inuzuka.
Certo manca la vocalist, poiché la loro cantante li ha mollati per sposarsi.
E anche Neji ha deciso di mollare, per prendere le redini dell’azienda di famiglia, insieme alla cugina Hinata.
Ma… dov’eravamo? Ah si… Chi glielo aveva fatto fare a venire alle dieci di sera, al freddo… e bla bla bla, buon San Valentino schifo di locale!
Vestito dannatamente sexy, forse troppo per quello squallido posto, si chiedeva ancora per quale fottutissima ragione stessero aspettando quelle oche.
Perché quello schifo di locale, a San Valentino, faceva entrare le ragazze gratis?
E Neji aveva la ragazza. Forse la più sana del gruppo, insieme alla cugina Hinata.
Ten Ten, tipa seria, magari un po’ inquietante con la sua fissa per qualsiasi cosa che avesse una lama ben affilata, con dei capelli raccolti in due chignon ai lati della testa, vestita in modo sexy e provocante, tanto che Neji aveva deciso di non mollarla nemmeno un secondo. E lei per farlo ingelosire all’inizio ci aveva quasi provato con lui per puro divertimento, ma nonostante facesse l’oca apposta, non era petulante come qualcun’altra.
-    Sas’ke-kun allora hai deciso di venire anche tu! – appunto…
Sakura e Ino.
Ino e Sakura.
Cambiando l’ordine degli elementi il risultato non cambia.
E loro due producevano solo un risultato. Istinto omicida verso tutta la popolazione femminile.
-    Sakura, Ino, lasciatelo respirare. Neji, amore? Entriamo?
Beh magari, poteva risparmiare quella santa della ragazza del suo migliore, e anche l’unico, e nemmeno tanto migliore, amico.
La ragazza dai capelli rosa, vestita di un top rosso con un cerchio rosa sul seno, e le bretelline con le frange e una minigonna bianca con gli stivali dello stesso colore del top, gli occhi verdi dalle ciglia lunghe e sollevate dal mascara, si stacca per un momento dal braccio dell’Uchiha a cui si era ancorata, ma solo per poterlo guardare e con occhi dolci sorridergli e dirgli:
-    Sasuke-kun entriamo!
Affermazione che risveglia l’altra ragazza ancorata all’altro braccio del povero moro. Ino, capelli lunghissimi, biondi, col ciuffo davanti che elegantemente le copre un occhio. Vestita un po’ più sobria dell’amica, con dei jeans scuri e attillati e una camicia viola con varie paiettes. Il tutto perché una volta ha sentito Sasuke commentare che la volgarità era una cosa che odiava. Da allora si è vestita sobria e quasi elegante. E si è tenuta il segreto per non farsi fregare il rampollo dall’Haruno.
Peccato che un altro requisito per Sasuke fosse l’essere uomo.
-    Ehy fronte spaziosa, fatti più in la!
E nessuna delle due poteva immaginare i suoi gusti. Anzi in verità nessuno gliel’aveva mai chiesto…
-    Ehy, Ino-pig non spingere!
E Sasuke non l’aveva rivelato a nessuno. L’avevamo detto che era un tipo riservato, no?


“Meno male che si sono distratte per litigare.” Sasuke, seguendo Neji e la sua compagna, s’infilò tra la folla fuggendo dalle due assatanate.
Si avvicinò subito al bancone del bar. Aveva bisogno di qualcosa di forte.

PROLOGO. Naruto
    


-    Vorremmo che tu tornassi a cantare… o almeno a suonare… infondo hai scartato quei ragazzi dopo averli ascoltati solo un paio di volte, andiamo! Persino questa sottospecie d’alice sott’olio ha detto che erano bravi – una ragazza dai capelli rossi tagliati asimmetricamente, con una giacca grigia e dei pantaloni neri che le fasciavano le gambe, e un paio di stivaletti, si raddrizzò per l’ennesima volta gli occhiali da vista dall’elegante montatura.
-    Alice sott’olio a chi sottospecie di racchia strabica! E poi, Karin, se dice di no, vuol dire che, forse, non è ancora pronto?
-    Taci Suigetsu! – la ragazza ringhiò all’indirizzo del tipo stravaccato su un logoro divanetto rosso nel retro della discoteca, coi capelli azzurro-grigi, gli occhi ambrati e un ghigno da squalo, che mostrava soprattutto quando doveva sfottere la rossa che aveva parlato.
Indossava una canottiera nera e dei pantaloni bianchi, larghi.
Seduto sullo stesso divano, piegato in avanti, vi era una terza persona, che, anche se stavano chiaramente parlando di lui, si era estraniato completamente dalla conversazione. Ad occhi socchiusi se ne stava col viso appoggiato sulle mani lasciando ricadere la frangia bionda sugli occhi.
Pelle abbronzata e tre cicatrici orizzontali per guancia, un piercing sul labbro che con una catenella si univa all’orecchino nell’orecchio destro (ok, forse mi sono ispirata a Shin di Nana… foooorse XD), e le dita piene di anelli, tra cui uno di Vivienne Westwood, jeans chiari strappati, e una maglia arancione con un giubbotto di pelle sopra. Ai polsi una decina di fascette e polsini, alcuni borchiati, non lasciavano scoperto un centimetro della pelle de polsi e dell’avambraccio.
- Naruto sa parlare, me lo dice lui se è pronto o no! Allora, Naruto?
Il ragazzo in questione alzò il viso mostrando i suoi occhi blu, e senza spiccicare una parola si alzò ed attraversando la piccola porticina rientrò nel locale.
-    Questo ti basta come no, Karin? Non cercarlo più per proporgli di tornare alla ribalta. Il cantante e chitarrista dei Red Seduction non esiste più.
-    E il bassista, Suigetsu, dov’è finito?
Suigetsu fece un sorriso amaro. – Un bassista senza onore non ha la forza per riemergere, lo sai.
Dopo questa fredda uscita, Suigetsu seguì il biondo fuori dalla stanzetta.
Karin si ritrovò a fissare gli adesivi e i poster che tappezzavano le pareti, soffermandosi su un’immagine di una band poco conosciuta ma che nei locali faceva sempre il tutto esaurito e i cd si vendevano bene, soprattutto tra i giovani amanti del genere..
Naruto Uzumaki, chitarra elettrica e voce, Sai Hiroshi alla tastiera, Suigetsu Hozuki, basso e seconda voce, Juugo Kirose alla batteria. I Red Seduction ai bei tempi.
Tempi andati.

Orientandosi perfettamente nella folla raggiunse il bancone del bar. C’era solo uno sgabello libero, poco distante da un ragazzo moro seduto col viso rivolto verso la folla, con i gomiti appoggiati al bancone, che ascoltava distrattamene un tipo dai lunghi capelli che teneva stretta per la vita una ragazza. Guardò il moro un secondo. Era un ragazzo alquanto sexy. Quelli che attirano l’attenzione con quell’aria da belli e dannati.
Ma che per lo più sono i soliti bastardi figli di papà…
- Tsk
Assicuratosi che il moro non si fosse accorto che lo stava guardando andò a sedersi sullo sgabello. Nessuno tranne il barista che gli si avvicinò svogliatamente, lo notò.
Appoggiando un gomito al bancone sbuffò stancamente. Era la terza volta che Karin gli proponeva la stessa band di ragazzini illusi, come lui lo era allora. Non era per cattiveria nei loro confronti che non aveva accettato, ma perché non era ancora realmente pronto a riaffrontare il palco, a riaffrontare se stesso.
-    Vuole qualco... ah sei tu, come va? – il barista, un uomo piuttosto… strano. Un tipo svogliato, con pizzetto e una sigaretta perennemente sulle labbra, capelli sempre spettinati l’aria da chi ne sa molto sulla vita, si era avvicinato a Naruto.
-    Ciao Asuma, ti tocca il turno a San Valentino. Non porti fuori Kurenai? – nonostante la frecciatina che imporporò leggermente le guance dell’uomo, non vi era un ghigno o un sorriso di beffa sul viso del biondo, ma solo uno sguardo annoiato.
-    E tu, Naruto? Hai portato qui qualcuno per San Valentino? – cambiò argomento Asuma
-    No, Karin ci ha fatto venire qui per proporci di tornare a suonare. Testarda…

- Ehy, Neji? Quel ragazzo non ti sembra di averlo già visto? – Ten Ten attirò l’attenzione di Neji sussurrandogli all’orecchio quella strana domanda facendo capire a Neji a chi si stesse riferendo.
Neji fece un gesto a Sasuke che scosse la testa.
-    Sicuri? – tento ancora la ragazza, - a me sembra di averlo visto in uno dei tuoi cd, amore.
Neji assottigliò gli occhi e si spostò per poterlo vedere meglio e lo riconobbe e parlando sottovoce illuminò gli amici sull’identità del ragazzo, seppur fosse sorpreso lui stesso.
-    E’ Naruto Uzumaki, detto Kyuubi, il cantante dei…
-    …Red Seduction. -. Finì per lui Sasuke. Forse la sua voce arrivò al ragazzo biondo, forse Sasuke parlò a voce alta, forse fu solo un momento, forse il biondo si era solo sentito osservato, ma fatto sta che appena Sasuke pronunciò quelle parole il biondo si voltò e per una frazione di secondo che apparve come un eternità, l’onice incontrò l’azzurro, incatenandosi. Sasuke Uchiha si accorse che il biondino che aveva davanti era molto, molto più sexy di come appariva in televisione o sui poster dei Red Seduction.
-    Naruto! Dove cazzo eri finito?
Le iridi azzurre si rivolsero verso Suigetsu che si era appena avvicinato al bancone.
-    Calmati Suigetsu. Vuoi qualcosa da bere?
-    No Naruto, ma adesso andiamo. 
Il biondo sbuffò scendendo dallo sgabello e mise le mani in tasca. Sasuke deglutì. In piedi era anche molte volte meglio.
-    Si, mammina, - replicò sarcastico. – ma priiiiima ti fai un goccetto con me… - intanto Sasuke immaginava lo stesso biondino in tutt’altre posizioni…
-    Si, certo, come no,– replicò Suigetsu. Nel frattempo Sasuke si era accorto dell’effetto che aveva avuto su di lui il biondo in quei pochi secondi…
-    Esatto. – ghignò il biondo davanti allo sguardo allibito dell’altro. Ok con un ghigno in faccia il biondo era la seduzione fatta persona… “Merda, Sasuke! Che vai a pensare!”
-    Scusate… - Ten Ten aveva preso Neji per mano e si era avvicinata ai due. – Ma voi siete Naruto Uzumaki e Suigetsu Hozuki, quelli dei Red Seduction, giusto? – anche Sasuke si era avvicinato, ma restava a distanza di un paio di passi dagli altri. Altrimenti anche alla poca luce di quell’angolo di discoteca si sarebbe visto il suo “problemino”…
Detto più semplicemente Sasuke si era eccitato alla vista del biondo. Era una cosa che gli capitava spesso ultimamente, alla vista dei bei ragazzi, ma non per questo c’era abituato.
Suigetsu e Naruto si scambiarono uno sguardo poi il tipo dal sorriso da squalo rispose: - Si, ma ormai i Red Seduction si sono sciolti da un pezzo, quindi se volete un autografo siete un pochino in ritardo!
-    Non volevamo un autografo, infatti. – replicò Neji.
-    Volevamo solo vedere se eravate voi. – fece la ragazza.
Suigetsu scambiò col biondo uno sguardo malizioso sillabando una piccola parola. Quella piccola parola che era capace di riaccendere gli occhi del biondo.
-    “Scommettiamo?”
-    Perché no? – sussurrò il biondo guardando il moro. In fondo l’aveva notato anche prima, con quell’aria annoiata e altezzosa.
L’”altezzoso” Uchiha che se ne stava in silenzio.
-    Volete da bere, per caso? – ghignò Suigetsu. – offriamo noi…
-    Noi no, Neji deve guidare, e io non reggo molto l’alcool. Ma Sasuke se vuoi puoi accettare.
Accettare di bere qualcosa insieme a due membri dei Red Seduction? E per di più con il biondo, di sicuro il più sexy del gruppo?
-    Perché no?
Suigetsu poggiò la mano destra sulla spalla sinistra di Naruto, arrivandogli da dietro e sussurrandogli all’orecchio
-    Scommetto che non riesci a portarti a letto il bel moretto. E se non ci riesci farai la cosa…
Il biondo sgranò gli occhi. Poi ghignò. – Io non perdo mai questo genere di scommesse.
Neji portò Ten Ten sulla pista, dove anche Sakura e Ino stavano ballando con due ragazzi conosciuti quella sera.
Suigetsu si allontanò dall’altro e si riavvicinò al bancone.
-    Come ti chiami moretto? – chiese, col ghignò da squalo.
-    Sasuke, Sasuke Uchiha.
Naruto lo guardò enigmatico mentre Suigetsu gli lanciava un’occhiata eloquente. – Sasuke Uchiha, eh? Bene, Sas’ke, cosa prendi?
Naruto si morse il labbro, non era più sicuro della sua vittoria.
Suigetsu lo notò. Sogghignando si indicò la tasca. – Serve un aiuto?



Non avrei mai creduto che in un posto tanto squallido avrei potuto incontrare niente meno che il sole…
I casi della vita, forse?
Beh, che altro aggiungere. Sono un tipo di poche parole, io. E all’inizio lo sembravi anche tu.
Quasi quasi mi pento di aver voluto conoscere il vero te.
Quasi quasi mi pento di quello che ho appena detto.
E tu, ti sei pentito quel giorno, Naruto?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2, Scommessa, Bet ***


Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti maggiorenni.

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Capitolo1, Scommessa, bet…

Sai, io non sono quel che si dice “un santo”.

L’avrai capito.
Ma la vita che faccio non l’ho scelta io
 I fan vedevano solo Kyuubi, dalla voce suadente e gli occhi azzurri che rubavano il cuore alle ragazze, e dal fisico attraente.
Eh, beh, non sono nemmeno modesto…
Ma nessuno ha mai voluto vedere cosa c’è dietro.
A parte Sui, Sai e Juugo.
Secondo te, la mia maschera era già incrinata a quei tempi?

Fu facile per Suigetsu “correggere” l’alcolico ordinato da Sasuke...
Fu facile convincerlo d’essere troppo ubriaco per bere ancora.
Fu facile fingere di andare ad avvertire i suoi amici, e convincerlo a farsi accompagnare nel retro.
Fu un po’ meno facile evitare Karin e trasportare in due Sasuke a casa del biondo…
Da lì tutto sarebbe stato in discesa…
Peccato che il biondo non avesse il coraggio necessario, una volta che, arrivato a casa con un ragazzo che si stava spogliando da solo, privo di qualsiasi inibizione, grazie alla droga, la sua mente si era snebbiata e l’alcool che aveva ingerito ritirava i suoi effetti…

Aprì stancamente un occhio, quando un raggio maleducato di sole gli sfiorò il viso, svegliandolo.
Sbatte più volte le palpebre per togliere l’assopimento al suo cervello e ricordare quando fosse andato a dormire, e soprattutto perché non avesse assolutamente niente addosso, e di chi fosse quel letto…
Si sedette di forza sul letto, ignorando il mal di testa…
Immagini gli si affollavano nella mente impedendogli di pensare lucidamente.
Mettendosi le mani nei capelli concluse che quella no, non era la sua stanza linda ordinata con vari poster di cantanti e il suo tipico profumo muschiato, no di certo.
Nel disordine più totale e le pareti arancioni, - dio, arancioni! - E sparse nel pavimento riviste, scatole di ramen istantaneo, i suoi vestiti, e i vestiti di un'altra persona… ma chi?
Altre cose dall’aspetto inutile, sparse come coriandoli sulla scrivania, unico mobilio presente oltre il letto sul quale giaceva, completavano il quadro.
Una sola prepotente parola venne fuori dalle labbra socchiuse di Sasuke alla vista di quel caos: sconcertante.
-    Ti sei svegliato, vedo..
Un ragazzo biondo se ne stava appoggiato allo stipite della porta.
“IL” ragazzo.
Non era più vestito come la sera prima, ne aveva il piercing al labbro. Ma nonostante avesse soltanto una maglia arancione larga e i pantaloni neri di una tuta, era sempre lui. Naruto Uzumaki, Kyuubi.
Il cervello di Sasuke iniziò a collegare lentamente tutti i pezzi del puzzle.
Il locale, Neji, Sakura e Ino, Naruto, e tanto alcol… e poi?
Cosa ci faceva lì e in quello stato? Improvvisamente, come una doccia fredda fu tutto più chiaro.
-    Tu… - sibilò Sasuke. – Tu... mi hai... TUUU ! Come hai osato?! Razza di… bastardo… non ricordo niente? Cosa cazzo mi hai fatto?
Leggendo lo sguardo colpevole del biondo, Sasuke capì.
-    Mi avete fatto ubriacare… chissà, magari pure drogato, per… per cosa?
Il biondo abbassò leggermente lo sguardo, per poi rialzarlo e puntarlo su quegli occhi color pece.
-    Una scommessa…
Sasuke lo guardò basito per poi digrignare i denti.
-    Una… una… “scommessa”?… tsk… sei un bastardo, lo sai questo? E…  cos’è questo… posto?
Naruto lo guardò comprendendo lo stato d’animo dell’altro. – è… è la mia stanza. È un intero piano affittato da noi. Senti… non è come sembra noi non… - sospirò profondamente.
-    No no, senti un corno! Io… io ti spacco la faccia! Ora esci, fammi vestire e voglio andarmene il più lontano da qui, chiaro?
Il biondo lo guardò storto – Non abbiamo fatto quel che credi!
Sasuke ricambiò lo sguardo, scettico – Ed è per questo che sono nudo nel tuo letto?
Colpito. Uno a zero per il moro.
-    Senti il bagno è in fondo al corridoio, mettiti qualcosa addosso, poi vai a farti una doccia, poi ti chiamo un taxi, pago io, ok? – si arrese il biondo non riuscendo a far ragionare l’altro, che in risposta lo guardò con astio, ancora – non ricordo nulla, ma non ti credo, altrimenti perché cazzo mi avresti drogato eh? Fottiti Uzumaki! Voi gente famosa siete tutti uguali.
Naruto digrignò i denti – Non parlare di argomenti che non conosci!
-    Ma vuoi andartene, sì o no?
-    Con molto piacere! E non voglio vedere niente di tuo quando rientro, chiaro?
Così uscì sbattendo la porta per poi incamminarsi, furibondo, nel corridoio del palazzo, dove davano le porte delle loro stanze.

-    Naruto-san?
E proprio in corridoio il biondo venne fermato da un uomo con i capelli chiari e un paio di occhiali da vista che scendevano ogni tanto, dispettosi, sul naso.
-    Un'altra conquista, Naruto-san? È per questo che ieri non è andato al luogo dell’incontro?
Il biondo lo guardò storto e s’incamminò ignorandolo deliberatamente lungo il corridoio fino ad entrare in un'altra stanza, seguito, suo malgrado, dall’altro.
- Orochimaru-sama si è alterato, lo sa, Naruto-san?
- Perché mi stai seguendo, Kabuto? – si fermò sulla soglia, notando che l’altro lo aveva seguito fin lì e non aveva intenzione di andarsene.
L’uomo si addrizzò gli occhiali sul naso, con fare sinistro.
-    Oh niente di particolare, Naruto-san. Non ha trovato anche lei un’aria familiare nel ragazzo ubriaco, o forse dovrei dire drogato, che hai portato qui ieri sera, Naruto?
Il suffisso dimenticato e lo smettere di parlare in modo mellifluo erano segni di come la conversazione stesse cambiando tono.
-    Kabuto. Non. Sono. Affari. Tuoi. – sibilò l’altro.
-    Oh, ma come siamo irritabili stamattina, non sarà dovuto al fatto che ieri non è riuscito ad andare fino in fondo con quel… ouch!
La pazienza di un uomo a volte è immensa, a volte un minimo.
Quella di Naruto Uzumaki non era né una né l’altra, ma stranamente alcune persone riuscivano a prosciugargliela con poche parole.
Orochimaru si sarebbe arrabbiato se avesse saputo che aveva sbattuto al muro il suo assistente e mollato un pugno su quella sua sporca faccia ghignante.
-    Yakushi… fottiti, Yakushi… - ringhiò il biondo prima di lasciarlo da solo in quel corridoio a pulirsi il rivolo di sangue dal viso, entrando nella stanza.
Una volta solo Kabuto ghignò – Non dimenticarti Naruto che posso renderti la vita un inferno, come se già non lo fosse… – soffiò l’uomo al silenzio del corridoio.


-    Suigetsu.
Il ragazzo in questione stava sdraiato a pancia sotto sul letto con le braccia e le gambe larghe in modo da occupare tutto il letto ad una piazza e mezzo, con le coperte più sul pavimento che sul letto, e con indosso solo i boxer e una canottiera bianca e un fetido puzzo d’alcool che arrivava prepotente alle narici del biondo.
E russava ancora della grossa…
-    Suigetsu! Niente mica sì sveglia…
Ghignando il biondo si mise a gattoni sul letto, sovrastando l’altro senza appoggiarvisi. Avvicinò la bocca all’orecchio dell’altro per dargli una lappata. Poi prese fiato e…
-    SUIGETSU!
L’altro tirò indietro la testa, quasi sbattendola sul viso di Naruto, iniziò ad agitarsi e inciampando nelle coperte finì a muso per terra.
-    Ahio…
Inutile dire che Naruto iniziò a ridere di gusto – Ahaha Suigetsu come cavolo… ahaha solo tu!
-    Smettila di ridere e abbassa la voce, cretino che ho mal di testa, perché cazzo mi hai svegliato, porca puttana? Sarebbe stato meno doloroso trovarmi Orochimaru nel letto! – ringhiò mettendosi a sedere sul pavimento prendendosi la testa tra le mani.
-    Brivido! – squittì Naruto – non pensavo avessi certe fantasie, Sui. – disse poi con l’espressione di chi la sapeva lunga.
-    Ma cosa cazzo vuoi di prima mattina tu eh? – sbottò l’altro ricordandosi immediatamente del mal di testa e gemendo di dolore.
Naruto gli indicò la sveglia che, eroicamente, resisteva in quel comodino minacciato ogni volta dai bruschi risvegli dell’Hozuki.
-    Le undici? Perché non mi hai svegliato prima?
-    Ah, adesso vuoi che ti svegli, eh? In ogni caso, litigavo con Kabuto.
-    Per forza, ieri sera gli hai dato buca… a proposito! La scommessa?
-    Farò la cosa.
Suigetsu strabuzzò gli occhi – non c’è stato? Pensavo che con la droga…
L’altro scosse la testa. – No, è che sai, non ci sono riuscito…
Il ragazzo dal ghigno da squalo rise – ahah sei impotente ahaha!
E fu subito zittito da un pugno in testa.
-    Non è per quello, idiota!
-    Ah no?
-    No, - rispose serio – non l’hai visto… è…
-    È simile a Sai, e a lui…
Lo sguardo di Naruto s’incupì – Suigetsu, le cose non torneranno mai come prima che formassimo la band, vero?
Suigetsu si alzò e si sedette sul letto al suo fianco, - non credo, Sai è in ospedale, la nostra manager è una racchia odiosa, il nostro affittuario è un pervertito con la lingua viscida che vuole infilarsi nei nostri letti, e nei nostri anfratti…
Il biondo rise alla battuta ma Suigetsu continuò – e Juugo…
Silenzio cadde al nominare il suo nome. – Dovremmo andarlo a trovare. La tomba, intendo… - disse Naruto, abbassando lo sguardo fino a che la frangia non ne coprì l’espressione.
-    Non so, Naruto, non me la sento ancora… - sussurrò Suigetsu.
Il biondo si alzò, bisognoso di cambiare argomento. - vado a chiamare un taxi, Sasuke Uchiha è ancora qui…
-    Naruto…
-    Mh? – si fermò prima di aprire la porta.
-    Puoi anche evitare di fare la penitenza. Orochimaru non è tipo da scherzarci, soprattutto in questo periodo…
Era preparato a tutto ma non all’abbraccio stritolante che gli regalò il biondo – Grazie grazie grazie grazie!
- E mollami!




-    Quel bastardo. E ieri l’avevo trovato anche sexy! Tsk.
Sasuke Uchiha se ne stava davanti l’entrata principale del palazzo, ad aspettare il taxi che il biondo gli aveva chiamato e gli aveva dato anche più soldi del necessario.
Mentre faceva la doccia, in quello schifo di bagno, dove a malapena entrava nel box doccia, si era controllato. Non aveva trovato segni di nessun genere, niente di niente, e la sua “entrata” sembrava a posto.
-    Comunque che dicesse la verità o no, mi ha drogato, fatto spogliare, e tenuto a casa sua contro la mia volontà. La deve pagare! – disse a se stesso - E mi sta facendo anche parlare da solo…
“Certo che” pensò subito dopo “questo posto fa schifo, è una topaia…”
Arrivato il taxi diede il suon indirizzo, e non fu mai più felice di tornare nella sua casa, vuota, triste e piena di fantasmi del passato, come quel giorno….


Non capivo il tuo comportamento.
Prima sbagliavi, perché eri chiaramente dalla parte del torto, e poi mi sbraitavi contro che non capivo.
Che cosa avrei dovuto capire?
Che era tua abitudine scommettere di portarti a letto i primi tipi che vedevi?
E non capivo perché non fossi andato fino in fondo.
Tanto, la figura del bastardo l’avevi già fatta, no?
E preferivo sana rabbia vendicativa ai dubbi e ai perché...

Secondo te, noi, siamo più simili di quello che credevo?










Questo capitolo non mi convince. Questa frase in particolare “Il suffisso dimenticato e lo smettere di parlare in modo mellifluo erano segni di come la conversazione stesse cambiando tono.”
Suggerimenti su come avrei potuto cambiarla? (la frase, intendo)
Beh, passiamo alle recensioni che mi hanno dato una gioia immensa *o*
Risposte alle recensioni:
elisettapersempre: si, per la narrazione mi sono spirata a Nana, e anche per il contesto, ma la trama diciamo che ricorda più quella di Naruto che quella di Nana. Diciamo che in questa storia ho preso la narrazione stile Nana perché l’ho ritrovata anche nel film “Memorie di una Geisha” e ho scoperto che questo stile mi piace e ho voluto cimentarmici. La trama sarà molto diversa, e sarà incentrata su altri fattori. Ma lo scoprirai più avanti. Sono contenta che la storia ti piace, è la mia prima rating rosso e ho paura di rovinarla a ogni capitolo che scrivo. Comunque mi ha fatto molto piacere il tuo commento, spero mi farai sapere cosa ne pensi di questo capitolo…

_u_z_u_
: sono felice che ti piaccia, e concordo con Shin, è stupendo! E hai ragione, Sasuke mi ha fatto ridere anche mentre lo scrivevo. Deve essere stressante essere popolari, neh?

Sasuke_kun_uchiha: non serve che tu conosca Nana, perché di Nana ho preso solo lo stile di narrazione e il contesto, ovvero le band musicali, e l’abbigliamento di Naruto. Di trama non ce n’è molta di simile a Nana, almeno spero. Si le scommesse rendono tutto più eccitante, ma non ho ancora rivelato cos’è “la cosa” che avrebbe dovuto fare Naruto, ma non ti preoccupare, presto qualcuno sarà costretto a far la penitenza… ahaha.  Raccomando fammi sapere che ne pensi!ù

shi_angel: non te lo dico se Naruto si unirà a loro, non lo so ancora, ma se succederà c’è una lista di avvenimenti prima che devono accadere.  Spero che i problemi personali di cui parli nella recensione non siano gravi O_o.  comunque grazie mille dei complimenti! Fammi sapere che ne pensi!

Teme x Dobe: tu hai scritto Just a Day *o* e sei qui a recensire la mia storia +o+… ok mi sono ripresa… davvero il mio stile ti piace? *o*…. Lo so lo so adesso la smetto. Eh si, quando ho visto Shin nella vasca con i capelli bagnati che scendevano giù ho immaginato Naruto nella stessa situazione e ho pensato, mmh Naruto nei panni di Shin sarebbe figo! E da lì…
Beh, se sarà Naruto a cadere nelle braccia del teme o al contrario è ancora da vedere. Mi diverto io stessa a scrivere la storia. Ma presto la tua curiosità sarà ripagata.
PS. Approvo a pieno il tuo nick name!

Marynana89: io e te siamo sulla stessa lunghezza d’onda! Hai indovinato, come vedi. E hai anche indovinato la frase che ha fatto partire il capitolo. Difatto stavo facendo studiare matematica a mia sorella che ha 9 anni e c’era la proprietà delle addizioni, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, e poi, quando ho iniziato a scrivere la storia mi è venuta in mente e l’ho associata a Ino e Sakura. Anche se non le giudico due piattole, ma le vedo solo dal punto di vista di Sasuke, che non può respirare con loro due vicino. Quando lui non c’è sono molto meglio, quelle due XD visto che hai indovinato il sonnifero ti sfido a indovinare il segreto di Naruto! Ahah

cyberprincess: oh la scommessa, vuoi sapere la penitenza ahaha, o si, a breve qualcuno la subirà. Ma non ora, Suigetsu è stato buono, per ora. XD ma mister ghigno da squalo ha sempre qualcosa in mente XD
Comunque concordo, Naruto sembra fatto per stare su un palco. È pure esibizionista nel manga XD
E come si fa a non adorare il piercing di Shin? Beh spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se non mi convince… boh, fammi sapere, e se trovi errori non aver paura e dimmelo, sii senza pietà! XD

Eresseye
: si che sono felice del tuo commento! Ma non ti sei fatta più sentire? Beh nel frattempo io ho scritto questo, che in realtà avevo già scritto prima di postare il primo capitolo. Comunque Itachi stronzo? No no, non fino a questo punto? E poi… chi ti dice che a trovare Itachi sia Sasuke. Mi sa che ho detto troppo… vediamo se qualcuno indovina! E in questa storia mai dare nulla per scontato. Questo capitolo è pieno di indizi XD




Al prossimo capitolo gente!
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3, I Double-T, The Double-T Band ***


Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti maggiorenni.

inspiration
Capitolo 3, i Double-T


Nella mia vita non è mai andato niente come volevo.
A fatica quelli dell’orfanotrofio dove sono cresciuto accettarono di pagarmi la scuola.
Poi tutto cambiò quando incontrai Sai.
Anche lui orfano, e anche lui con la passione per la musica, oltre che per il disegno e l’arte.
Ci innamorammo ma ben presto capimmo che non poteva funzionare.
In compenso giurammo di realizzare il nostro sogno comune, insieme.
E grazie a Suigetsu e Juugo ci siamo riusciti, entrando sotto la protezione di Orochimaru, direttore della OtoSound, la major più importante, che aveva portato al successo gruppi come i Double-T.
Poi tutto è crollato.
Non so se tutto sia iniziato a cambiare dopo quella sera che t’incontrai.
Secondo te, eravamo predestinati?



Era appena passata l’ora di pranzo, a casa Hyuuga, quando il cellulare di Neji suonò sul comodino, mentre il suo proprietario imprecava sottovoce dal bagno contro chi lo disturbasse mentre tentava di prepararsi per fare la doccia.
Solo con i pantaloni addosso e i capelli liberi sulla schiena nuda, rientro nella stanza da letto, perfettamente ordinata e quasi asettica, potremmo dire, e prese il telefono grugnendo quasi quando vide chi lo stava chiamando.
-    Uchiha, ieri sera sei sparito, ti pare l’ora di farsi sentire?
Uno sbuffò provenne dall’altra parte.
-    Tsk, quel dobe mi ha portato a casa sua per i suoi perversi scopi.
Neji rimase leggermente allibito.
-    il… dobe?
-    Ma si, l’Uzumaki. Voleva portarmi a letto quel bastardo…
-    Cosa? – probabilmente se Sasuke avesse potuto vedere l’espressione allibita di Neji avrebbe riso. O forse no, conoscendo il carattere del soggetto in questione. E siccome, in ogni caso, erano al telefono e tale espressione non fu vista da nessuno, tantomeno da Sasuke, l’unica reazione di quest’ultimo fu sbuffare e spiegare la situazione a Neji, con calma. Non che ci fosse stato poi molto da spiegare in effetti, visto che la parte interessante sembrava assente, almeno nei ricordi dell’Uchiha.
Una volta finito il racconto, contornato da minacce di morte verso un certo biondo, e commenti sarcastici di Neji, fu proprio lo Hyuuga a parlare per primo.
-    Beh, c’è da dire che ha occhio.
-    che intendi, Hyuuga?
-    Beh, ha capito che sei gay da subito altrimenti non ci avrebbe provato nemmeno a sbatterti, e poi, obiettivamente è un tipo niente male, l’ha detto anche Ten Ten. E lei è abituata ad alti standard – aggiunse, orgoglioso guadagnandosi uno “tsk” di Sasuke.
Dopo aver chiuso la chiamata Sasuke uscì diretto dal loro supporter e futuro manager in caso di successo, per mettersi d’accordo per cercare nuovi membri.
Da quando la loro vocalist, Anko Mitarashi, aveva deciso che aveva trovato l’uomo per lei, uomo di cui, tra l’altro, nessuno sapeva l’identità tanto da pensare che il matrimonio fosse un’invenzione per lasciare la band, e Hiashi aveva deciso che Neji e Hinata dovevano pensare solo all’azienda di famiglia concedendo a Neji di restare nella band solo per qualche mese, cercavano un chitarrista e un/una vocalist.
O un chitarrista dalla bella voce.
O anche solo un chitarrista. Poteva sempre prendere lezioni di canto, lui.
Figurati se non sapeva cantare, Sasuke Uchiha sapeva anche suonare la chitarra.
Purtroppo non sapeva suonare il basso e la chitarra contemporaneamente.
Altrimenti lui e Kiba sarebbero bastati.
Anzi, se fosse stato per lui avrebbe imparato la batteria e a suonare tre strumenti insieme. Peccato che gli esseri umani siano dotati di soltanto due mani, caro Sasuke.
Quindi in una band altri elementi erano indispensabili se si voleva fare il loro genere di musica e come volevano loro.
Purtroppo questo voleva dire girare per le major, sfogliare annunci, cercare talentuosi in mezzo ai poveracci…
Insomma voleva dire farsi il culo da mattina a sera finchè non avessero trovato qualcuno.
Perché aspettare che qualcuno rispondesse al terzo annuncio pubblicato sul giornale sarebbe stato piuttosto ottimistico…
E lui non si illudeva facilmente…
In quel momento si trovava ora nei pressi di una libreria, la solita libreria dove Kakashi Hatake dava appuntamento ai suoi esordienti, e dove comprava gli ultimi libri della raccolta Icha Icha Paradise.
Avrebbero scritto l’ennesimo annuncio, poi sarebbero andati in giro per le major che facevano mecenatismo, ovvero mantenevano esordienti nonostante non potessero sfondare.
E tra questi forse avrebbero trovato qualche elemento libero.


- Allora prima regola quando si fa il primo live, ricordarsi la cintura. Non c’è niente di peggio di un chitarrista o un vocalist che si perde i pantaloni durante l’esibizione, non trovate?
I presenti risero alla battuta di Gai Maito, il coreografo della major “OtoSounds”, ovvero colui che doveva scegliere le coreografie per il loro prossimo live.
Il live dei Double-T.
Gruppo piuttosto particolare, il loro, in quanto aveva due vocalist donne, che suonavano entrambe la chitarra elettrica.
Un basso e una batteria le accompagnavano.
Forse una band scontata dal punto di vista strumentale, ma il fatto che le due vocalist avessero voci completamente diverse rendeva le loro canzoni un mix perfetto.
Tre di loro erano fratelli.
Gaara aveva i capelli rossi come le fiamme che i fan giuravano di vedere uscire dal basso quando era lui a suonarlo.
Due occhiaie scure come il buio sul palco, e due occhi acquamarina coma la limpidezza della voce della sorella.
Sulla sua fronte vi era tatuato, come se fosse col sangue, il kanji dell’amore, Ai, con un significato tutt’altro che romantico.
Vestito con una semplice canotta nera e dei jeans chiari, Sabaku No Gaara non mostrava emozioni sul suo viso, se non qualche smorfia disgustata, visto il comportamento di Gai.
- Ma possiamo risolvere in qualche modo, no? – continuò Gai pensieroso.
Kankuro invece era castano come tanti se ne trovano in Giappone, con i capelli sempre spettinati come se l’energia che metteva quando suonava la batteria contagiasse anche i suoi capelli.
Il viso solitamente dipinto di viola durante i loro concerti era ora liscio e pulito e il suo sorriso lo illuminava tutto.
Indossava una camicia bianca a maniche corte e dei normalissimi jeans.
-    Per esempio potreste indossare una delle mie fantastiche calzamaglie! – annunciò Gai con un sorriso a trentadue denti che sembrava scintillasse quasi.
-    Cosa? – fece inorridita Temari, la sorella maggiore di Kankuro e Gaara.
Temari era bionda, come sua madre, e aveva gli occhi verdi.
Aveva i capelli raccolti in quattro codini.
Ispirava purezza il suo aspetto, ma anche forza.
Non per niente la paragonavano al vento, quando cantava.
Dolce come una brezza leggera, forte come un uragano.
Indossava una felpa nera con il cappuccio e dei pantaloni rossi.
-    Io non indosserò mai una cosa simile! – disse inorridita l’ultima del gruppo.
Protetta di Orochimaru, ed entrata nel gruppo da relativamente poco, ma già molto affiatata con i suoi membri.
Lei, la fidanzata di Sabaku No Kankuro, Taiyuya, capelli rossi da cui sfuggiva una ciocca che le ricadeva ogni tanto sugli occhi castani.
Con un berretto azzurro scuro con visiera messo al contrario, vestita con una semplice maglietta verde e una salopette di jeans e scarpe da ginnastica.
Ragazzina sboccata quasi quanto brava.
-    Ma come no? Adesso chiamo il mio assistente, Lee e ve ne faccio portare quattro!
Mentre il loro, ahimè, coreografo, era un tipo tutto strano, a cominciare dal fatto che indossasse delle calzamaglie verdi, orrende, sempre e comunque, a qualsiasi ora e a qualsiasi temperatura.
Per poi continuare dai suoi bizzarri capelli a scodella, e dalle sue folte sopracciglia.
-    No no no, Gai, non per sminuire il suo stile, ma non si adatterebbe alle nostre… ehm… alle nostre canzoni… che ne dice se all’abbigliamento pensiamo dopo, eh? – fece Kankuro con tono accomodante.
-    Oh, non vedete l’ora di provare la coreografia! Come siete energici! Bene! E che la forza della giovinezza sia con noi!
Con un gocciolone sulla testa generale, i quattro si prepararono a seguire l’uomo, che per quanto ridicolo potesse essere, era comunque un grande coreografo, a dispetto delle peggiori aspettative.
Sapeva quali mosse suggerire alle vocalist, che suonavano sempre l’una alla volta, in modo da valorizzare la melodia e la loro voce.
Nonostante i movimenti non fossero molti, lui sapeva come renderli “giovanili”, come diceva lui, e armonici.
I Double-T erano esordienti, ma avevano in programma molti concerti, nonostante la loro non fosse musica commerciale, gli amanti del genere erano molti.
Il loro genere andava tra il goth e il Metal, con un pizzico di Rock.
Temari, con una voce potente e quasi da soprano quando si impegnava, potente ma allo stesso tempo limpida e senza stonatura.
Tayuya invece, aveva una voce più frizzante e rock, un misto tra Pink e Avril Lavigne.
E a volte,accompagnava Temari col flauto o con l’acustica. Strumenti che contrastavano col suo carattere, ma che padroneggiava come se fossero parti della sua anima.
Il primo concerto a Tokyo era vicino. E Orochimaru aveva promesso loro di incontrare due “critici d’eccezione” nonché loro vicini di appartamento e loro amici.
E non stavano più nella pelle.
Era un mese che non li sentivano.
Entrati nella stanza delle prove per le coreografie però, vi trovarono Karin e Orochimaru stesso.
-    Cugina, ragazzi, come ve la passate? – fece Karin.
Karin e Tayuya, le cugine, nipoti adottive di Orochimaru, si salutarono con un cenno della testa e un sorriso.
-    Alla grande cugina, anche se quel coglione di Gai ci ha minacciato con le sue tutine – sussurrò senza farsi sentire dal diretto interessato.
Karin fece un risolino poi, mettendosi a posto gli occhiali, si volto verso Orochimaru.
-    Allora vado a chiamare l’alic… ehm Suigetsu e Naruto.
Orochimaru la guardò appena. Alto e chiaro di pelle, con gli occhi gialli, come quelli dei serpenti, leggermente truccati di viola, capelli lunghi, lisci e neri. Un giacchetto in pelle nera che faceva risaltare ancora di più il suo pallore, e i pantaloni dello stesso colore che lo facevano sembrare ancora più alto e slanciato di quel che già era.
Aveva atteggiamenti un po’ equivochi con ogni suo protetto. Maschio o femmina che sia. Ma non era ne gay ne un approfittatore. Solo era il suo carattere ad essere ambiguo e, era proprio il caso di dirlo, serpentino.
-    Allora, ragazzi… - si rivolse invece ai membri dei Double-T – come vanno le prove?
Rispose Gai per loro – Oh alla grande Orochi-sama, questi ragazzi hanno in loro la forza della giovinezza, sa? Quando suonano è un tripudio di emozioni!
-    Gai, lascia ai miei critici migliori decidere. Suigetsu e Naruto saranno qui presto. E sapete che da quando hanno lasciato le scene sono piuttosto ferrei nel giudicare. E lo stesso vale per voi. Anche se li conoscete, essendo tutti voi sotto la mia ala.
“La sia lingua, più che ala, hihihi” aggiunse mentalmente Kankuro.
-    Certo, Orochimaru-sama. – rispose Temari.
-    Questo vuol dire però, - fece lui, bonario – che se vi giudicheranno passabili vuol dire che siete grandi.
-    E si ci giudicano pessimi? – chiese Kankuro
-    Siete pessimi – lo liquidò Orochimaru.





-    Io non capisco perché lo dobbiamo fare… - sbuffò per l’ennesima volta il biondo.
-    Perché altrimenti Orochimaru-devi-fare-ciò-che-ti-dico-sama ci sbatte fuori casa. – spiegò Suigetsu.
Erano in metro, in piedi, in mezzo alla calca di persone, a morire dal caldo, mentre il biondo malediva mentalmente Orochimaru per avergli fatto saltare il suo pranzo di ramen, ramen e ancora ramen.
Quando scesero alla loro fermata decisero quindi di camminare fino al palazzo dell’OtoSound, in mezzo al traffico. Sempre meglio della metro che il biondo aveva chiamato ironicamente fornopolitana.
Camminando si fece silenzioso pensando a quel ragazzo che aveva abbordato in discoteca.
Sasuke Uchiha.
Uchiha.
Il suo volto si frapponeva a quello di un'altra persona, nella sua mente.
Ma non faceva Uchiha di cognome.
Sasuke Uchiha.
“Scoprirò chi sei”
Se fosse riferito a Sasuke o a qualcun altro, forse. nemmeno lui lo sapeva ancora.



I fantasmi che mi perseguitano ogni volta che metto piede nella mia cucina e rivedo mia madre li a terra, quando esco in cortile e rivedo mio padre, freddo, morto, quando in preda al panico cerco mio fratello e non c’è, non lo trovo… sono sempre lì.
Nessuno è mai riuscito a scacciarli.
Finchè qualcuno non ha rotto quella corazza che a lungo mi ero creato.
Io non credo nel destino, tu, invece?





Risposte alle recensioni:
shi_angel: concordo, un modo interessanti per svegliarlo XD, vorrei essere svegliata anche io cosi, magari senza urla XD e non preoccuparti, Kabuto è odioso in questa storia ma avrà ciò che mer... mhpf non spoliero niente XD Per quanto riguarda il tuo ordine, questo capitolo era di transizione per presentare i Double T e far procedere.


marynana89: se ci sei arrivata o no... e stavolta non te lo dico, va be, però sei sulla strada giusta. ehehe XD la scommessa presto si scoprirà, questo era solo un capitolo di transizione, ma dal prossimo... *risata sadica mode ON*, spero che continerai a seguirmi


cyperprincess: Orochimaru qui non è molto vecchio, ma pervertito si U_U sinceramente mi piace questo suo lato, lo trovo accattivante. Ma in questa storia è un tipo pieno di sorprese. Non tutto è come sembra XD spero che questo (noioso e di transizione) ti sia piaciuto.


Eresseye: postato èpresto, contenta? Così puoi leggerlo ^^ mmh sei vicina al "segreto" di Naruto, solo che è più complicato di quello che sembra, e alcune cose devo ancora deciderle bene, ma spero di postare presto il prossimo capitolo, così ciò che tu non vedi l'ora che accada, accadrà XD


Teme X Dobe: uuh che recensione luuuunga, ahaha mi fa piacere XD anche io adoro le frasi in stile Nana, e dopo averla risvista per la trentesima volta ho deciso di usar lo stesso stile. Ahah la vendetta arriverà presto, non subito però, deve succedere ancira una cosa prima che si rincontrino, ma non ci vorrà molto. Cosa è successo a Juugo e Sai si capirà già forse dal prossimo capitolo. E, tanto per la cronaca, Just a Day è s t u p e n d a ! *o* e da brava SasuNaruista non posso che adorarti ^^


_u_z_u_: grazie, vedo che tutti avete quasi indovinato. Non era difficile però, dai. XD Hai vito, ho aggiornato in fretta, così sei contenta e non mi uccidi XD spero che il capitolo ti piaccia


Sasuke_kun_Uchiha: ahaha dai Orochimaru non è così cattivo XD poverino, lo usano tutti per minacciare le persone, io compresa! e la scommessa... mmm, sicura di non voler sapere la penitenza? Perchè, beh, tanto la vedrai comunque! Mwahahaha!


Ora vi lascio, al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4, Verità, Truth ***


Capitolo 4, verità, truth.

Ho passato la mia vita a cercare di capire di più su ciò che era successo alla mia famiglia, su dove fosse finito Itachi, su cosa dovevo fare.
Ed eccoti arrivare con tutte le risposte.
Possibile che basta una singola persona conosciuta per sbaglio per sconvolgerti l’esistenza?





Avevano suonato davvero bene, e l’energia di Tayuya e la forza di Temari si erano fuse insieme come a formare un'unica, nuova voce.
Erano stati fantastici. Né Naruto né Suigetsu avevano mai sentito niente di simile prima d’ora.
Orochimaru, accortosi delle espressioni dei loro protetti ghignò, mentre Kankuro, fremente di aspettativa chiese: - Al-allora siamo andati bene?
Naruto spostò lo sguardo su di lui per poi guardarlo con sufficienza, nascondendo il sorrisetto furbo sotto i baffi. – Bah, siete a malapena passabili ma con un po’ d’impegno…
Certo non s’immaginava che a quell’affermazione si avvilissero e sarebbero andati a tagliarsi le vene o a buttarsi giù da un ponte, ma non poteva certamente immaginare che saltassero di gioia.
Orochimaru sorrise.
- Ha detto che siamo passabili! Quindi siamo grandi! – urlò la rossa.
-    Nani? – la faccia di Naruto era impagabile. E così Orochimaru li aveva avvertiti, pensò Suigetsu, per poi scoppiare a ridere anche lui, insieme a Temari e Tayuya.
Naruto spostò lo sguardo sorpreso su Gaara, che alzò semplicemente le spalle.
Orochimaru offrì da bere a tutti quanti, quella sera stessa.
Il nuovo singolo dei Double-T sarebbe stato un successo, e il concerto che sarebbe avvenuto s Tokyo a breve sarebbe stato grande.
Orochimaru aveva fiutato bene anche questa volta.
Aveva un gran fiuto per gli affari, in qualsiasi campo lavorasse.



Il giorno successivo Naruto stava andando al supermercato a comprare qualche birra, quando passando davanti alla biblioteca gli venne un’idea.
Entrò passando nella porta a vetri e una moderna biblioteca gli si presentò davanti agli occhi.
Quasi rimpiangeva la calda atmosfera e il profumo dei libri antichi nella biblioteca dell’orfanotrofio, quando, ogni volta che il preside lo beccava in giro e lo picchiavano e si rifugiava lì a leggere… beh, aveva detto quasi…
Chiese di poter usare il computer, e la bibliotecaria, o meglio, colei che si stava mettendo lo smalto per passare il tempo che tanto non c’era nessuno, con un gesto della testa gli indicò un tavolo con sei computer.
Dopo averla ringraziata si sedette e aprì il collegamento ad Internet.
Google, oh che meravigliosa invenzione.
Mordendosi il labbro, incerto, decise di scrivere quella fatidica parola.
Era una cosa stupida eppure c’era quella strana sensazione che gli rimaneva dentro e non l’aveva fatto dormire tranquillo.
Doveva assolutamente scoprire se quella sensazione era soltanto una sua impressione.
Eppure…
Ma sì, stupido o no cosa sarebbe potuto succedere? Al massimo avrebbe scoperto che Sasuke era un serial killer ricercato o che fosse un attore di adult video o magari… ehi frena la fantasia Naruto!
Si sbattè una mano in fronte da solo ringraziando che in quel quartiere la popolazione fosse abbastanza impegnata da non andare in biblioteca e vederlo litigare in silenzio a gesti con se stesso, altrimenti sarebbero venuti a prenderlo con la camicia di forza, poco ma sicuro.
Deciso, finalmente, scrisse “Uchiha” e cliccò sul pulsante CERCA.
Ciò che ottenne furono svariati articoli di giornale di qualche anno prima.
Tibutante n’aprì uno.
“Massacro a villa Uchiha. I coniugi Fukaku e Mikoto Uchiha sono stati trovati sgozzati in un bagno di sangue… unico sopravvissuto il figlio, Sasuke, di dodici anni, e il fratello maggiore Itachi Uchiha, diciassette, scomparso… se sia stato proprio Itachi l’autore del massacro o se sia stato rapito…”
-    Itachi… - Naruto guardò lo schermo. – e così c’è un fratello maggiore scomparso. Che adesso dovrebbe avere ventisette anni… oh merda. Foto, foto! Insomma ci DEVONO essere delle foto su questi dannati articoli!
-    Mi scusi, potrebbe stare zitto! Siamo in biblioteca diamine! – fece la signorina di prima.
-    Ma se ci sono solo io!
-    Allora se ne vada così posso finire di mettermi lo smalto!


-    Quella smorfiosa… - Naruto si fermò in mezzo al marciapiede con le mani in tasca. Non aveva nemmeno comprato le birre. - Ventisette anni… non può essere… nah, il suo nome non è Itachi. Ma è così… uguale… a quel ragazzo…
Alzò lo sguardo verso il cielo, si stava annuvolando.
Guardò l’orologio.
Le dieci e mezza.
Sbuffò.
Sicuramente Suigetsu dormiva ancora e aveva scordato le chiavi del portone.
SI sedette alla fermata dell’autobus. I suoi pensieri vagavano nei ricordi e il puzzle si componeva fin troppo facilmente. Prese il cellulare…



Shizune Shiranui, vedova di Genma Shiranui, stava facendo il the, quando il suo telefono di casa squillò. Si diresse in soggiorno, dove vi era, appunto il telefono, e fece rieccheggiare la sua armoniosa e docile voce di donna nella stanza.
-    Pronto? - 
-    Salve Shizune-san!
- Naruto-kun, un un momento...
Un po’ sorpresa di sentire il ragazzo dopo tanto tempo tornò in cucina dove spense il bollitore e si sedette su una sedia riprendendo in mano la cornetta
-    Naruto-kun! Come va? Tutto bene, spero.
-    Si, Shizune-san, tutto apposto… Senta… Shu è in casa?
Shizune sorrise – Si, vuoi che te lo passo?
-    No, no. Posso passare io lì tra un’ora? Sempre se non disturbo…
-    Ma è successo qualcosa? – chiese lei fattasi improvvisamente seria sentendo il tono del ragazzo.
-    No, non è… non si preoccupi. Beh io vado, a dopo, allora.
Shizune sospirò guardando la cornetta, la rimise a posto e salì le scale in legno fino a giungere al piano di sopra.
Bussò leggermente ad una porta chiusa, dalla quale non proveniva alcun suono.
-    Shu… Shu, posso entrare?
Nessuna risposta venne dall’altra parte ma lei entrò lo stesso, abbassando lentamente la maniglia come a dare il tempo al ragazzo all'interno di mandarla via prima di entrare. Non udendo nulla, entrò..
Un ragazzo se ne stava seduto sul letto con il volto verso la finestra, con lo sguardo perso.
-    Shu, tutto bene?
Come se la donna non esistesse e non fosse lì, il ragazzo non si mosse.
-    Shu, devi prendere la medicina…
Il ragazzo non rispose, ancora. Shizune essendoci abituata non si arrese.
-    Sta arrivando Naruto, credo sia importante…
Finalmente una reazione, Shu si voltò verso di lei con gli occhi lucidi. – N-Naruto viene qui?
Shizune sorrise socchiudendo gli occhi – Sì, quindi è meglio se prendi la medicina, non trovi?



Nessuno parlava nella sala prove affittata a poco dei Kans.
Stavano togliendo i loro strumenti e la loro roba da lì, giacché è inutile pagare l’affitto di una sala prove senza poter suonare. Quindi, finché non avessero trovato nuovi membri, avrebbero tenuto gli strumenti da Kiba, che aveva un garage abbastanza grande.
Kiba smontò con grande tristezza la batteria, mentre Neji metteva in una borsa, tutti gli oggetti che erano loro, dai portacenere che si erano portati ai poster per dare un po’ di vita alla stanza, appesi col consenso del proprietario, che era stato fin troppo gentile e accomodante con loro. Anche se questo era dovuto alla profonda amicizia che lo legava al loro manager Kakashi,
Sasuke aveva tra le mani i volantini da attaccare a tutti i bar maggiormente frequentati dai musicisti, e vicino ad ogni sala prova in città.
Lui e Kiba avrebbero avuto la giornata decisamente piena.
-    Allora abbiamo preso tutto, non ci resta che caricarlo sul furgone…
Dopo aver caricato strumenti sul furgone, Neji salì in macchina e li lasciò soli, poiché doveva andare dal suo patrigno.
Dopo qualche minuto arrivò invece Kakashi, che salì sul furgone e lo portò a casa di Kiba, dove vi era Hana ad aspettarlo pronta per aiutarlo a scaricare.
Kiba e Sasuke così andarono in giro ad attaccare quel nuovo annuncio sperando che qualcuno si presentasse.


Naruto fu puntuale, e dopo un’ora era già alla porta della signora Shiranui.
-    Naruto! Lo sai che qui sei sempre il benvenuto!
Il biondo entrò esitante. – Ho fatto la spesa
-    Grazie, non dovevi.
Naruto sapeva che la donna era senza lavoro e la aiutava il più possibile. Era una delle segretarie di Orochimaru, ma si era licenziata per prendersi cura del nipote Shu, e poi Genma era morto e si era trovata da sola, e non voleva tornare a lavorare per non lasciare Shu solo nemmeno un attimo.
Anche perché Shu soffriva spesso di depressione ed era un ragazzo emotivamente instabile anche se stava lentamente guarendo.
Mentre Shizune metteva a posto la spesa, Naruto si guardò intorno. Era una casa piccola e modesta, ma era calda ed accogliente, e Shizune lo trattava sempre come…
-    Figliolo, vuoi qualcosa?
…come una mamma.
-    Mh? No, no grazie. Shu è di sopra?
La donna annuì, poi chiuse il frigorifero dove aveva riposto il latte comprato dal ragazzo e, mentre lui saliva le scale gli rivolse una domanda.
-    Sicuro che sia tutto apposto? Non mi hai ancora fatto un sorriso!
Naruto spalancò gli occhi e quando assimilò la frase sorrise lievemente. Sia per accontentare la donna, sia perché una figura materna che si preoccupava per lui, lo faceva sentire triste e a disagio, ma al contempo estremamente felice.
Shizune sorrise di rimando ed aspettò che il ragazzo finisse di salire le scale prima di sospirare.
-    Quel ragazzo mi preoccupa, ha sempre un’espressione così combattuta.

Bussò alla porta e senza aspettare risposta entrò nella stanza ordinata e pulita.
-    Shu, ciao, come stai?
Il ragazzo puntò i suoi occhi neri su di lui. – Naruto, cono contento di rivederti. Quanto tempo!
L’Uzumaki si grattò la testa sorridendo lievemente. – Beh, sai, Karin ci riempie l’agenda per farci tornare a suonare, mentre Orochi-coso ci fa sudare per meritarci di stare lì con quel misero affitto che paghiamo. Anche se credo lo faccia perché sia affezionato a noi, ma questo non lo ammetterà mai.
Shu lo guardò annuendo. – Cos’è che ti frena, esattamente, dal tornare a suonare? – chiese dopo una pausa.
Naruto abbassò lo sguardo, sedendosi poi sul letto, affianco al più grande – Beh, Juugo è morto, e Sai ha avuto quell’incidente per colpa mia. Non dormivo da giorni, Juugo era morto da solo un paio di settimane, e avevo anche bevuto un po’. Guidare era da pazzi, ma Sai non sapeva guidare quindi…- sospirò – e poi la mia chitarra fu distrutta in quell’incidente, e non me la sono mai sentita di tradirli, cambiando chitarra. So che è una cosa stupida. E poi, ogni volta che suono la chitarra mi aspetto i colpi di batteria di Juugo e l’accompagnamento di Sai, mi rimbombano nella testa e mi blocco. Non so spiegartelo…
Shu annuì pensieroso. – Ti capisco, più di quanto immagini.
Naruto lo fissò, non riuscendo a togliersi dalla testa l’incredibile somiglianza tra lui e Sasuke.
Si alzò, come per andarsene sotto lo sguardo interrogativo di Shu.
Poi si fermò davanti alla porta e, poggiando appena la mano sulla maniglia, volle provare.
Raccogliendo tutto il suo coraggio pronunciò solo poche parole.
-    Al-allora ci vediamo. I-Itachi.
Meno di un secondo ci volle prima che venisse sbattuto al muro dal ragazzo più grande.
Si specchiò nei suoi occhi d’onice così simili a quelli di Sasuke, e si sorprese di non essersene accorto prima. Forse quella sera in cui vide Sasuke in quel locale aveva bevuto abbastanza per non notare la somiglianza…
-    Dove, DOVE HAI SENTITO QUEL NOME?
Naruto deglutì. – Allora Itachi… sei... sei veramente tu?
-    DIMMI DOVE HAI SENTITO QUEL NOME? – urlò ancora il ragazzo dagli occhi scuri.
-    Su- su internet. Ho incontrato… credo… di aver incontrato tuo fratello.
Shu lasciò la presa. – Tu… tu hai incontrato Sasuke?
Questa frase fornì a Naruto la prova che Shu e Itachi erano la stessa persona.
-    Quindi tu sei veramente Itachi… - lo guardò sconvolto, non sapendo cosa dire, -  mi spieghi perché vai in giro con un nome falso? - era tutto così assurdo, la sua era solo una sensazione, doveva restare solo una sensazione, diavolo! - E perché non mi hai ma detto niente? Siamo amici! Da quando sei venuto a vivere da Shizune e ci siamo incontrati abbiamo formato un legame. Tu mi hai mentito! - continuò frustrato dalla situazione.
Shu, cioè… Itachi si sedette di nuovo sul letto mettendo una mano tra i suoi lunghi capelli neri.
-    Shizune sa che il mio nome non è Shu. È stato Genma a scegliere questo nome. Lui sapeva tutta la storia e voleva proteggermi. Era… un mio grande amico. Mi ha tenuto nascosto qui. E Shizune non ha mai fatto domande, anche quando Genma è morto.
-    Ma a me potevi dirlo… - disse Naruto con tono ferito, rimanendo in piedi, appoggiato al muro spoglio.
-    Hai detto… hai detto di aver letto il mio nome su Internet. Quindi hai letto cosa è successo alla mia famiglia. Non potevo dirtelo.
Il biondo abbassò lo sguardo. – Scusa, hai ragione. Ma… ma tuo fratello? – rialzò lo sguardo sul più grande. – tuo fratello lo sa?
-    NO! E non deve saperlo! Sapere la verità lo farebbe soffrire!
Naruto si sedette di nuovo sul letto.
-    Senti Naruto, tu hai incontrato davvero mio fratello? - chiese con voce quasi... supplichevole?
Il più giovane annuì.
- e… e come sta?
Il biondo rise. – Beh, abbastanza bene da mandarmi al diavolo! – poi tornò serio come se niente fosse – Non so se stia bene, l’ho visto per poco diciamo che volevo... volevo portarmelo a letto…
-    COSA? - Naruto era grato del cambio dell'argoomento, ma forse era meglio non far arrabbiare il più grande, anche perchè avrebbe potuto sentirsi male...
-    Ehi, non gli ho fatto niente, alla fine.
Il moro si rilassò. Poi poggiò una mano sulla spalla dell’altro, fissandolo in quei pozzi cristallini. – Naruto tu devi rincontrarlo.
-    Nani?
-    Ti prego… devi dirmi come sta, devi scoprire cosa ha fatto questi dieci anni, se mi ha cercato… io… ti prego Naruto.
-    Ma, ma Shu, cioè Itachi, accidenti! Insomma, io non so se…
Itachi strinse la presa sulla spalla. – Promettimelo.
Il biondo sbuffò. – Va bene... Solo… - deglutì a vuoto, ancora una volta. – solo… posso farti una domanda?
All’annuire dell’altro, il biondo sospirò per calmarsi e assimilare tutte le informazioni, per poi tentare, di nuovo, con una domanda davvero pericolosa, ma che aveva bisogno, almeno per lui, di una risposta...
-    Ad… ad uccidere la tua famiglia… sei… stato tu?


Quel periodo fu uno dei più difficili per me. Prima Juugo, poi l’incidente, poi Sai, il mio migliore amico era tutto una bugia. Non sapevo più cosa fare.
Perché la vita degli esseri umani deve essere sempre così complicata?











Note della pazza: aggiornamento anticipato per stavolta, ehehe lo so ho interrotto sul più bello XD non linciatemi...
Risposte alle recensioni:
Eresseye: ed ecco il capitolo, TUTTO PER TE! ho fatto più in fretta che ho potuto. Davvero ti piace il mio stile? Ma siamo in sintonia! Perchè a me piace il tuo XD Anche io voglio strafogarmi come L ma  io diventerei una balena XD
adesso ho risolto qualche tuo dubbio, creandotene altri suppongo. solo una cosa... Jack? O:o
Teme X Dobe: povero Orochimaru. Prestate molta atenzione a tale ambiguo personaggio. Rimarrà un personaggio secondario, ma ha uno scoop enorme! Ahah non indovinerete mai *risata malefica* ovviamente non è ne maniaco ne pedofilo. poverino, mica siamo nel manga. Anche se la sete di potere non gliel'ho tolta del tutto. Itachi si è fatto vivo. Ora manca la storia di Sai. presto sui vostri schermi XD
shi_angel: non è una scuola, ma una casa discografica, capita. XD comunque... sarà più complicata la cosa, ma il nostro Naruto ha una bella sorpresa per sasuke, che non si allontana molto da quello che pensi tu. spero ti sia piaciuto, anche questo capitolo. e che continuerai a commentare.*_* Baci
annamariz: wow, ahah grazie, quanti complimenti, a te va anche un ringraziamento speciale per avermi fatto rispolverare una mia vecchia fic... di cui il nuovo capitolo aggiorno oggi, ed è tutto a te dedicato. Grazie, ormai Arigatou era finita nel dimenticatoio...
vivvinasme: si, questa versione di Naruto piace molto anche a me (e anche a me ndSasu), sono contenta che ti piaccia (*gondola e salta di gioia* una nuova lettrice!) spero continuerai a seguirmi. Sinceramente a me questo capitolo non convince proprio, spero mi farai sapere cosa ne pensi. Grazie dei complimenti anche se non credo di meritarli
mikita: non sapevo ci fossero fan del KankuroXTayuya, felice di averne trovata un altra. e così ti piacciono i Sabaku, peccato che sono personaggi secondari... ma potrei fare qualche Spin-Off, che dici?



E ora non mi resta che dirvi AL PROSSIMO CAPITOLO

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Capitolo 5
*** Capitolo 5, Il coraggio di ricordare, Courage to remember ***


Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti maggiorenni.



Capitolo 5, il coraggio di ricordare,  The courage to remember.

Di una cosa sono sempre stato sicuro, e su questa cosa non cambierò mai idea. La vita cambia, ci trasforma, ci butta giù.
Mentre prima il mio motto era sempre “mai arrendersi”, e vedevo sempre il lato positivo di ogni cosa, adesso vedo ciò che mi circonda con occhi diversi. Più rassegnati forse.
Ho scoperto sulla mia stessa pelle cosa vuol dire aggrapparsi a una convinzione campata in aria, afferrare una mano che non c’è, cercare persone che non ci sono più.
Ora lo so,le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
E non c’è niente di peggio che risvegliarsi un giorno e capire di aver vissuto in una nuvola di fumo.
Il successo, la felicità, a volte sono solo flebili illusioni. Ma perché sono così importanti per noi?
 



Il moro si rilassò. Poi poggiò una mano sulla spalla dell’altro, fissandolo in quei pozzi cristallini. – Naruto tu devi rincontrarlo.
-    Nani?
-    Ti prego… devi dirmi come sta, devi scoprire cosa ha fatto questi dieci anni, se mi ha cercato… io… ti prego, Naruto.
-    Ma, ma Shu, cioè Itachi, oh accidenti! Insomma, io non so se…
Itachi strinse la presa sulla spalla. – Promettimelo.
Il biondo sbuffò. – Va bene... Solo… - deglutì a vuoto, ancora una volta. – solo… posso farti una domanda?
All’annuire dell’altro il biondo sospirò per calmarsi e assimilare tutte le informazioni, per poi tentare, di nuovo, con una domanda davvero pericolosa, ma che aveva bisogno, almeno per lui, di una risposta...
-    Ad… ad uccidere la tua famiglia… sei… stato tu?


Itachi spostò la mano dalla spalla di Naruto per poi spostare lo sguardo alla finestra. Il piccolo giardino che si vedeva da li era diventato così improvvisamente interessante da guardare.
-    Non chiedermelo ti prego. – sussurrò, con una voce tanto lieve e insicura, da essere evanescente.
-    Itachi… io voglio… solo... – Naruto tacque, conscio che con quella domanda aveva riaperto ferite molto profonde, lui ne sapeva qualcosa di frasi buttate li e di coloro che le pronunciano che spesso non sanno di scavare, con parole casuali, nell’animo delle persone. A lui, sarebbe bastato un “suonaci qualcosa” per chiudersi in se stesso. Come poteva pretendere una risposta da Itachi, che già si era aperto fin troppo con lui?
Il moro sospirò per poi alzarsi dal letto e avvicinarsi alla finestra. Carezzò il vetro con la mano destra, soffermandosi su un punto indefinito nel cielo. Lo sguardo perso, come per rivedere davanti agli occhi scene già vissute.
Attese qualche minuto prima di iniziare a parlare.
-    Ho… ucciso mio padre, - fece una pausa, non notando gli occhi azzurri puntati su di lui, ma sentendone il bruciore addosso - nello stesso modo in cui lui… aveva ucciso… mia madre.
L’altro, ancora seduto sul letto, trasalì, iniziando a capire. Stette ancora in silenzio, lasciando ad Itachi la scelta se continuare o meno.
-    Mio padre la picchiava, sempre, e io andavo a prendere Sasuke a scuola e lo portavo al parco, per perdere tempo e non fargli vedere quanto bastardo fosse suo padre… - nessuna lacrima scendeva sul volto di Itachi, nello sguardo, profondo odio verso il genitore, a Naruto venne istintivo tremare, dopo averlo notato, nel riflesso del vetro. - Un giorno, mentre Sasuke era a scuola, io ero tornato a casa prima, dato che avevo chiesto il permesso per uscire, volevo comprare il regalo per il compleanno di mia madre. – ogni volta che invece nominava sua madre, lo sguardo si addolciva, e Naruto tornava a prestare piena attenzione al racconto. - Dopo averlo fatto tornai a casa e la trovai… la trovai… trovai mia madre… - deglutì come per cacciare indietro le lacrime, ripromettendosi di non farle uscire mentre raccontava i fatti a Naruto.
-    Itachi se non vuoi continuare…
Itachi scosse la testa. Voleva parlare con qualcuno, trasformare in voce tutto il dolore che aveva provato. Era la prima volta che ci provava. Doveva andare fino in fondo. Le parole avrebbero portato via con loro parte del suo trauma. – Mia madre, la trovai… sgozzata, in cucina, a terra, in un mare… in un mare di sangue, e c’era un coltello. D’istinto cercai mio padre e lo vidi lavarsi le mani sporche di sangue in bagno. Il sangue di mia madre. – la mano appoggiata al vetro era ora stretta a pugno. - Lo aggredii ma lui era più forte di me, così… così scappai in cucina e lo minacciai con il coltello ancora sporco del sangue di mia madre. Lottammo un po’, cercò di togliermi il coltello dalle mani, ma poi io, non so come, ma, riuscii a ferirlo sulla spalla. Poi fuggii in cortile, ero… ero spaventato, e quando mi raggiunse mi accanii come una furia su di lui. Avevo… le mie mani… le mani sporche del suo sangue, del loro sangue. Corsi, corsi lontano da lì. A mente lucida decisi che non potevo tornare. Preferivo che Sasuke pensasse a qualche assassino inesistente o… ci pensai più tardi a questo in realtà… anche che mi ritenesse responsabile, piuttosto che scoprire con che razza di padre era cresciuto. So che ero molto stupido… - abbassò lo sguardo di fronte all’evidenza. Raccontarlo lo rendeva quasi estraneo alla vicenda, ma il cuore ricominciava a sanguinare.
-    Avevi solo diciassette anni… e non si ragiona lucidamente in certe situazioni…
Itachi guardò il biondo che aveva lo sguardo triste. – Grazie, Naruto per avermi ascoltato. – e per non aver giudicato, aggiunse mentalmente. - Allora lo farai?
Naruto si voltò sorpreso. – Cosa?
-    Lo terrai d’occhio… per me?
-    Io non so… non so nemmeno dove trovarlo…
Itachi tornò a guardare la finestra. – Capisco…
-    ma lo troverò, Itachi. E scoprirò se sta bene e cosa ha fatto in questi anni. Ti porterò la biografia completa. – e sorrise incoraggiante.
Il moro lo guardò con gratitudine, spostando una ciocca dei suoi capelli, lasciati sciolti, che era caduta sull’occhio.
-    Beh, ora vado. È quasi l’una! Accidenti. Itachi, mi dispiace per questa brutta storia, ti prometto… ti prometto che ce la metterò tutta. Ora però devo andare. Sennò finisce che Suigetsu dia di matto… – il biondo si diresse velocemente alla porta.
-    Naruto? – si voltò poi, sentendo il richiamo dell’altro.
-    Grazie. – Naruto sorrise. – Di niente, Itachi… posso chiamarti Itachi?
Itachi annuì - ma solo quando siamo soli. La mia non del tutto innocenza non è stata mai chiarita e non vorrei…
Il biondo capì, - allora manterrò il segreto. E mi dispiace per averti urlato contro prima. Beh, allora… ci vediamo. – e uscì da quella stanza, più confuso di prima su cosa dovesse fare…


Tornato all’appartamento suonò il campanello trovando a rispondergli un Suigetsu tra l’assonnato, l’affamato e l’arrabbiato. Salì le scale lentamente, ricordandosi che alla fine non aveva più comprato le birre, ma fatto la spesa alla signora Shiranui e a Shu, anzi no, a Itachi…
Itachi non usciva mai da quella casa, non senza Shizune, e solo lui e Suigetsu l’avevano visto. Ma anche al suo amico, non avrebbe potuto dire niente. Quindi era meglio continuare a pensarlo come Shu, invece che rischiare di sbagliarsi e combinare qualche disastro.
Una volta che fu salito trovò Suigetsu che cercava di preparare, con scarsi risultati, del ramen istantaneo al fornelletto, e quasi gli venne da ridere alla scena.
Sbuffò e prese in mano la situazione, così poterono mangiare un pasto quasi decente, o almeno non interamente bruciacchiato. Sia mai che Suigetsu osasse bruciare un piatto così sublime come il ramen!
Si misero a sedere a terra, invece che mangiare sul tavolo, mettendo le ciotole sulle gambe, lasciandosi scaldare dal tepore che emanavano le ciotole stesse, assaporandolo mentre scaldava i loro corpi. Naruto ripensava alla storia che gli aveva raccontato Shu. Non poteva che essere triste per lui. Era un suo difetto, o pregio, a seconda dei punti di vista, quello di preoccuparsi per gli altri. Ma a Shu, ormai era legato. E non poteva fare a meno di sentirsi addolorato per il passato dell’amico…
-    Sei silenzioso. – a rompere il silenzio fu la voce un po’ roca dell’Hozuki.
-    Sto mangiando. – rispose con ovvietà allora Naruto, le mitiche risposte ovvie e logiche che dovrebbero fermare una conversazione normale, senza possibilità di repliche.
-    E quando mai questo ti ha frenato? – ma Suigetsu era l’eccezione che confermava la regola.
Naruto sbuffò, di nuovo, e si chiese quante volte lo avesse fatto durante la giornata, posando le bacchette sopra la ciotola, si alzò lasciandola lì a terra. – Vado in bagno. – seconda frase senza possibilità di replica, detta mentre si muoveva nella stanza per raggiungere il bagno, e, questa volta, non ci fu nessun’eccezione.
Suigetsu lo seguì con lo sguardo, poi, quando sparì dalla sua visuale, dietro l’anonima porta del bagno, tornò a concentrarsi sul suo ramen, notando però che Naruto non aveva finito il suo.
-    Allora è grave…
In quel momento bussarono alla porta, così Suigetsu si lasciò alle spalle le sue elucubrazioni mentali, ed andò ad aprire.
-    Kabuto-san, cosa ci fa qui?
Il ragazzo alla porta si raddrizzò gli occhiali, che erano già a posto, minacciando seriamente la pazienza di Suigetsu, che non sopportava l’uomo sin da quando lo conosceva.
-    Orochimaru-sama vuole parlarvi.
L’Hozuki si limitò ad annuire e a fare un cenno di saluto per chiudere docilmente la porta. Poi fece il medio e la linguaccia alla porta ormai chiusa, che se Kabuto l’avesse aperta avrebbe avuto validi motivi per picchiarlo o farlo a pezzi.
-    Chi era? – chiese il biondo rientrando nella stanza.
-    Il lecchino. Ha detto che “Orochimaru-sama-bacio-su-ogni-centimetro-ove-lei-cammini vuole vederci” – rispose Suigetsu scimmiottando il quattr’occhi.
L’altro annuì. – Ok, scendiamo allora…
Suigetsu guardò con tristezza il suo ramen lasciato a metà, fece per proporre di finire prima di mangiare, ma Naruto era già nel corridoio.


Il palazzo dove Orochimaru ospitava i suoi artisti e i suoi “protetti” distava soltanto un paio di fermate di metro e cinque minuti a piedi dagli studi di registrazione e gli uffici della OtoSound. Aveva deciso così per separare un po’ anche la sua vita privata e quella dei suoi inquilini dal lavoro.
Piuttosto che mandarli a dormire in dormitori o simili li teneva tutti vincolati a se. E ovviamente loro, per non perdere un posto sicuro con vitto e alloggio, non firmavano certo contratti con la concorrenza. Aumentando in tal modo il potere di Orochimaru nel settore e il prestigio dell’OtoSound.
Nel palazzo dove alloggiavano i suoi artisti, al primo piano, alloggiava lui, in un bell’appartamento che occupava tutto il piano, e un atrio da far invidia ad alcuni alberghi a quattro stelle. Modesto ma con classe.
Orochimaru se ne stava in piedi davanti ad un quadro di poco valore che era già lì prima che lui acquistasse lo stabile, ma che era rimasto, in quanto risalente alla seconda guerra mondiale. Nonostante fosse un orribile quadro rappresentante una scena di guerra, lui lo trovava ispirante. Era il simbolo di come la sete di potere dell’uomo non avesse limiti.
-    Orochimaru-sama voleva vederci?
Si voltò, notando solo in quel momento che l’Uzumaki e l’Hozuki erano arrivati.
Li invitò a sedersi sul divano amaranto che vi era nell’atrio, mentre lui si sedette sulla poltrona. Appena furono comodi, senza giri di parole, arrivò subito al dunque.
-    Sono due anni che vi mantengo a sbafo – iniziò - e benché la cosa non mi abbia mai creato problemi, volevo chiedervi se avete intenzione di non tornare mai più a suonare, perché in quel caso, - guardò bene i volti dei ragazzi prima di continuare - capite bene che non siamo parenti, ne amici, quindi vi do tre mesi per decidere se restare qui e tornare alla ribalta, o andarvene… – Dette queste parole osservò le loro reazioni. Sperando di averli smossi un po’, infondo in quei due ragazzi rivedeva se stesso. Ma Kabuto aveva ragione, in fondo, anche se non era d’accordo con lui, che voleva cacciarli e basta, ma almeno così zittiva lo Yakushi e spronava, o almeno sperava, i ragazzi, che erano stata una grande fonte di guadagno, e non voleva certo perderli.
Intanto i due ragazzi stavano assimilando il senso delle parole. Naruto non si sentiva pronto a suonare, non ancora. Il solo pensare di toccare la chitarra lo mandava in panico, mentre Suigetsu aveva in parte superato il trauma, ma non era niente senza Naruto, quindi lasciava la decisione a quest’ultimo. Ma Naruto si ostinava a tacere. Suigetsu aveva sperato che si sbloccasse, ma ormai la situazione sembrava con un'unica soluzione. Orochimaru li aveva avvisati per tempo, tre mesi per trovare una nuova sistemazione. Li avrebbero presi tutti. Si sarebbero preso il tempo concesso senza dare una risposta precisa. Aveva tre mesi per aiutare Naruto. In tre mesi può riuscire quello che non è riuscito in due anni?
-    Presto saprà la nostra decisione, ci dispiace arrecargli disturbo Orochimaru-sama. – rispose così Suigetsu, per poi congedarsi e portare Naruto in camera, seguito dallo sguardo un po’ deluso e un po’ carico di aspettative, del padrone di casa.
Naruto lo seguiva silenzioso poi, giunti nel corridoio, si bloccò di colpo.
-    Ti va… ti va di accompagnarmi a cercare una persona?

Suigetsu non capiva perché Naruto fosse voluto tornare alla discoteca dove lavorava Asuma, nel pomeriggio. Non era nemmeno aperta.
Il biondo invece, sperava che avendo incontrato Sasuke in quella discoteca, esso abitasse in zona, quindi si era diretto lì dove avrebbe iniziato le ricerche.
Non disse niente a Suigetsu, il quale se ne stette zitto per tutto il tempo, seguendolo in silenzio, qualità che lui non aveva, l’essere silenzioso, ma sospettava che l’amico avesse qualcosa che non andava.
Controllò l’elenco telefonico, che si era fatto prestare in un bar, mentre Suigetsu si prendeva un gelato, ma non trovo l’Uchiha, così decise di tornare al locale a cercare Asuma, che abitava sopra il locale, per scoprire se magari il fratello di Itachi era un cliente abituale.
Giunti di nuovo al locale notò però un volantino appeso proprio vicino al citofono.
“Cercasi nuovi elementi per una band, già presenti il batterista Kiba Inuzuka, e Sasuke Uchiha, bassista o chitarrista. Contattare il…”
Esultò, urlando in mezzo alla strada come un cretino e segnandosi velocemente il numero sul cellulare sotto lo sguardo sbigottito di Suigetsu ed alcuni passanti.
-    Trovato!
-    Cosa? – chiese l’altro perplesso.
-    Niente… - fece Naruto enigmatico camminando velocemente verso l’appartamento, rincorso da un Suigetsu che non riusciva più a trattenere la curiosità.
Il biondo non rispose alle sue assillanti domande fino a che non fossero giunti nell’appartamento e gli chiese gentilmente di stare da solo, doveva riflettere.
Suigetsu, stroncato sul nascere ogni suo tentativo di protesta dalla porta che gli era stata “molto educatamente” sbattuta in faccia, uscì e se ne andò a bere da qualche parte. Avrebbe chiamato Kankuro, magari gli avrebbe fatto compagnia, era da un po’ che non si ubriacavano insieme, abitudine che avevano preso quando Orochimaru li aveva presentati.
Naruto si sedette sul letto e pensò al fatto che il metodo migliore per avvicinare Sasuke fosse entrare nella band, ma non aveva il coraggio di suonare.
Però lo aveva promesso a colui che da un anno a quella parte era diventato il suo migliore amico…
Avvicinare Sasuke così, senza un motivo, avrebbe voluto dire allontanarlo di più. E in onore dell’amicizia che lo legava a Itachi, non poteva accadere.
Guardò la chitarra, nella sua fodera, sopra l’armadio, con sfida.
-    Juugo, perdonami- - disse prima di tirarla giù.

La luce e l’oscurità non sono due cose distinte. Sono entrambe delle maschere.
La luce è semplicemente la maschera del bene, quando il bene sente di aver commesso peccato, e nell’oscurità si nasconde il male, quando il male si rende conto di aver amato. Tutto ciò che è profondo ama la maschera.
Il dolore che sento, se ne sta al sicuro lì dietro. Ma allora perché, combatte per uscire?







Piccole note: allora Itachi non si chiama Shu perché è il primo nome che mi è venuto in mente. Shu è semplicemente il simbolo dell’anello di Itachi nel manga. Ogni Akatsukino ne ha uno. E così cercando un nome ho pensato a questo… XD
Il trauma di Naruto può manifestarsi in modo strano, ha paura di tornare a suonare. Si è vero, è strano. Ma un mio amico ha perso il padre, che amava suonargli la fisarmonica quando era piccolo, e quando ha visto uno che la suonava a via del corso per Natale ha avuto un attacco d’ansia. Poi col passare del tempo è riuscito ad ascoltare il suono della fisarmonica ma non a suonarla. Anche se più di una volta ci ha provato. È una cosa strana e irrazionale, brutta ma, allo stesso tempo, come un essere umano possa essere shockato e i molteplici modi in cui tale shock, o blocco, si manifesti mi ha sempre affascinato.
Purtroppo non sono dotata di pazienza, altrimenti mi sarebbe piaciuto molto fare psicologia.
Consiglio di leggere qualche libro sull’argomento anche a chi non è interessato. Aprono la mente, anche se a volte possono sembrare difficili.
Tornando alla storia, le frasi “le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità “ e “Tutto ciò che è profondo ama la maschera” sono di Nietzsche, amo molto il suo pensiero a volte tragico a volte positivo. Non è la prima volta che uso sue frasi, sono davvero molto belle anche se non troppo elaborate.
E ora passiamo alle recensioni! *o*
NON AVETE IDEA DELLA GIOIA CHE MI DATE!!!


Eresseye: innanzitutto, ma povera nonna! Insomma, piantata in asso così XD beh sono comunque felice che il capitolo ti sia piaciuto. Ahah comunque aveva i capelli sciolti, contenta? Eheh è molto bello Itachi neh? Spero che tu non muoia perché Itachi soffrirà un po’. Come se non avesse già sofferto abbastanza…  sei M-molto soddisfatta? *piange commossa* davvero? Oh oh la mia vita ora ha un senso! Ahaha XD sul serio, le tue recensioni le aspetto con gioia.
Cono gelato?
Ahaha avevi ragione avevo veramente scritto “cono felice di vederti” ahaha in effetti XD
Non me ne ero accorta!
Beh almeno ti ho fatta ridere XD
Comunque il fatidico dubbio è stato dissipato in questo capitolo.
Haha l’alzaimer XD
Ahaha beh, non scorderò mai più in capelli di Itachi, giuro!
Uh, non credo di avere tutte quelle camicie, credo XD
Dovrò comprare un negozio.
Comunque meglio Jack che scimmia, effettivamente.
Ahaha ne vale sempre la Pain!!! Le tue recensioni ! Vale la Pain leggerle (^_^)
Beh, spero vivamente che anche questo capitolo ti sia di gradimento, e scusa per non averlo postato prima. m(_ _)m sorry

Teme X Dobe: Si, si nascondeva sotto falso nome, ma è colpevole solo a metà. Era troppo incasinata la sua vita per renderlo completamente innocente, ma non potevo renderlo colpevole. Ok ho fatto un ragionamento strano XD Beh, qui ha raccontato tutto. In realtà volevo farlo scoprire un po’ alla volta, ma ho preferito fargli vuotare il sacco ora… perché dopo non sarei riuscita a dargli l’occasione giusta se non con Sasuke, e Naruto aveva bisogno di sapere se Itachi avesse ucciso la sua famiglia, per decidere se aiutarlo o meno. Anche se lo avrebbe aiutato comunque, conoscendo il Naruto del manga. Magari gli avrebbe fatto la predica, il Naruto di Kishimoto. Ma ho preferito evitare. Sai non è morto, come vedi. Non l’ho mai specificato (puoi controllare XD). Ma visto tutti i viaggi mentali che vi siete fatti, ho fatto bene. Io personalmente adoro farmi viaggi mentali sulle fic che leggo. Spero anche tu O_O
Grazie dei complimenti, che son sempre graditi nonostante mi mettano in gran imbarazzo XD
Spero che questo capitolo, anche se è un po’ angoscioso (alleggerirò un po’ nei prossimi). Alla prossima.

vivvinasme: Oh, mia nuova lettrice che bello il suono di codeste parole) ma io amo la sua recensione, mia cara. Anche a me piace recensire le storie perché mi piace leggere i commenti in quanto autrice, e perché mi piace sempre lasciare le mie impressioni su tutto. Infatti non sto mai zitta. Ma questo non c’entra niente con la risposta alla tua recensione. E concorso con quello che dici. Due persone diverse non potranno mai scrivere storie uguali. E non solo. La stessa persona, in due momenti diversi, scriverà la storia in modo leggermente diverso, a seconda delle emozioni e delle idee che vorticano in quel momento. Mi piace da matti il tuo commento, anche perché è così lungo, quindi non preoccuparti di annoiarmi. Commenta pure. Mi fa un enormissimo piacere! E tutti questi complimenti che mi fai, sono strafelice! Sono molto critica sul mio lavoro. Non lo giudico mai all’altezza (anche per questo tendo a ritardare gli aggiornamenti), per esempio il prologo di questa storia l’ho scritto QUATTRO volte.
Ti ringrazio anche per la splendida recensione che mi hai lasciato in Arigatou, fic che ho finalmente spolverato.
Itachi, sinceramente, lo preferisco bastardo, ma visto che nel manga è buono, anche se non si vede, e lo adoro come personaggio… beh si, sarà un personaggio abbastanza buono. Abbastanza, perché è sempre un Uchiha, e un po’ freddino ce lo devo lasciare. Ora si è sfogato, ed è comunque un po’ provato, vedere i suoi genitori così lo ha scosso molto. Ma ha comunque un orgoglio radicato. E lo adoro per questo.
Spero che questo capitolo ti sia gradito. E ancora grazie per la fantastica recensione!

annamariz: innanzitutto AUGURI! Anche se in ritardo. Sorry….
Beh se ti ha sconvolta il precedente capitolo, immagino da ora in poi cosa succederà… XD
E adoro i circoli. Gli avvenimenti che formano un puzzle, i giochi del destino, le casualità, le coincidenze. Questa storia ne è piena e mi diverte scriverla anche per questo. Anche il manga di Nana è pieno di coincidenze e fatti insoliti. Ma anche molti telefilm. E mi piacciono un sacco! Hai già fatto pensieri perversi su di loro? Ahaha e chi non lo farebbe…
Eccoti il prossimo capitolo, e tra un po’ arriverà anche quello di Arigatou. Che ho scritto due volte. Ma spero di postarlò entro la settimana.
Spero che anche questo ti sia piaciuto. Sono contenta che tu abbia recensito!

mikita: Fan di Itachi anche tu eh?
Shizune l’ho sempre vista come una mamma, non so. Forse come si prende cura di Ton Ton… non guardarmi così, non sono matta!
Rimorchiato Itachi? Ma no, come sei perversa?

shi_angel: Sasuke rivaleggiare con Itachi? No spoiler! Mwahaha, ok, non lo so ancora. Non mi mettere strane idee in testa eh! Tranquilla, spiegherò il loro rapporto, e non so… mmmmh *faccia molto molto pensierosa* (scappate finche siete in tempo! Quella faccia vuol dire guai! Nd Suigetsu) e tu che vuoi? (avvertire questo povero ignaro angelo della morte di salvarsi dalle tue idee nd Suigetsu) shi_angel NON è un personaggio della fic, quindi non posso fargli del male. TU invece SI (*trema terma* ndSuigetsu)
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se, a parte la storia di Itachi, non succede ancora molto…
Al prossimo capitolo!

Emylovely: Anche qui! Che bello rivedere nick che non vedevo da un po’ XD
Hai letto tutta la storia oggi?sono contenta che ti sia piaciuta. Per le altre fic… beh, Arigatou l’ho appena ripresa e devo riscrivere i capitoli che avevo da capo, per via del mio cambio di stile, ma soprattutto perché molti sono andati persi per colpa di un maledetto virus…
Per le altre sono in assenza di ispirazione…
Ma spero bene…
Spero che anche questo noioso capitolo ti sia piaciuto. Beh, allora al prossimo. Fammi sapere cosa ne pensi.


E grazie agli 11 temerari che hanno messo questa COSA tra i preferiti, i 9 coraggiosi che l’hanno messa tra le storie da ricordare e 34 fantastici che l’hanno messa tra i seguiti.
E ultimi ma non meno importanti gli 11 che mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti!
Non lo faccio spesso (soprattutto per gli autori preferiti, elenco che non controllo mai, chi mi mette tra i preferiti, visto che non pensavo di finire nell’elenco degli autori preferiti di nessuno… e invece *_*) quindi GRAZISSIME!!!



Ora vi lascio. Al prossimo capitolo!






Bye!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6, Incontri, meetings ***


Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma fortunatamente appartengono al mangaka Masashi Kishimoto, che venero nonostante che a volte lo prenderei a schiaffi e gli farei rileggere alcune cosette… i personaggi hanno più di vent’anni quindi mi pare logico che siano tutti maggiorenni.


Capitolo 6, Incontri.

In fondo tutte le cose e tutti gli uomini sono sempre, gli uni rispetto agli altri, chiunque essi siano, degli sconosciuti, inesorabilmente, e tutte le nostre strade si incrociano sempre per pochi passi e istanti, conquistando la fugace parvenza della comunione, della vicinanza e dell’amicizia.

Ma a volte in quei pochi istanti, qualcuno ha avuto il tempo di deriderti, e, come a prendersi gioco di te, ha intrecciato un filo, tra te e una persona incontrata per caso. E scopri che questo filo c’era già. Ma non sei mai riuscito a vederlo. Perché era appena sotto la superficie.
Ti va di scavare insieme?

Non ricordava quasi, quanto potesse essere piccolo e freddo il plettro, e quanto rigide ma flessibili le corde sotto le dita. Era una chitarra elettrica molto bella, la sua, l’aveva acquistata dopo l’incidente e gliela avevano fatta fare identica a quella precedente, e forse era proprio quello a bloccarlo. C’era una stupenda volpe rosso fuoco con nove code disegnata sopra. Kyuubi, il suo demone protettore. Era da lì che veniva il suo pseudonimo. La leggenda del demone volpe lo aveva sempre affascinato.
Prese coraggio e carezzò il profilo della volpe poi prese bene la chitarra, stando seduto sul letto, e poggiò il plettro sulle corde.
Provò tibutante qualche nota, scoprendola perfettamente accordata. Ringraziando mentalmente Suigetsu provò a suonare un pezzo che ricordava a memoria.
Chiuse gli occhi assaporando la sensazione che, una volta, tanto amava.
Suonò un pezzo semplice, uno di quelli con cui si impara, poi senza accorgersene la canzone divenne un loro pezzo, di cui Sai aveva composto la musica, e lui stesso le parole.
Mentre suonava però gli vennero in mente dei suoni in più, la parte ritmica, per l’esattezza.
Due colpi sul piatto, e le bacchette di Juugo tornarono alla sua memoria…
Improvvisamente, come scottato allontanò la chitarra da se, facendola finire pericolosamente al bordo del letto.
Si mise le mani tra i capelli, in preda a un attacco d’ansia, quasi come a volerseli strappare.
-    Non ci riesco, maledizione! – non aveva mai più avuto il coraggio di provarci, ma sperava che dopo due anni, ora che finalmente aveva un motivo importante per farlo, ed era riuscito a sfiorarla, non ci fosse più il blocco psicologico che c’era prima. E invece si era sbagliato… il fantasma di Juugo e il senso di colpa per Sai lo tormentavano. Calde lacrime iniziarono a bagnargli il volto, scendendo velocemente sulle guance, oltrepassare il mento e cadere nel vuoto. Si accucciò sul letto e iniziò a singhiozzare.
Mezzora più tardi Suigetsu rientrò nella camera e capì con uno sguardo ciò che era accaduto in quella stanza. E Naruto era ancora accucciato sul letto, abbracciando le ginocchia e dondolando leggermente avanti e indietro.
-    Naruto… hai… hai provato a suonare?
Il silenzio che seguì, lo interpretò come una risposta affermativa.
-    E… ci sei riuscito?
Naruto alzò il volto rigato di lacrime su di lui. – Suigetsu… tu puoi… Sui… - deglutì - Torna a suonare Suigetsu.
L’altro sgranò gli occhi rimanendo visibilmente sorpreso dalle parole dell’altro. Si avvicinò, sedendosi anche lui sul letto. – Vuol dire che… ce l’hai fatta?
Il biondo scosse la testa, in segno di diniego, iniziando a singhiozzare più forte. – NO, ma… ma non è giusto… tu… tu potresti unirti a qualche band, oppure anche… solo… suonare qualche album tributo a qualche band scoppiata come noi… non saresti costretto ad andartene e…
-    Sta… zitto… - sibilò l’Hozuki scotendo la testa arrabbiato, facendo tacere immediatamente i lamenti dell’Uzumaki. – Se sono rimasto è perché io credevo veramente nei Red Seduction! – alzò la voce - Credevo in Juugo, ma lui è morto! Credevo in Sai ed è in coma! E credevo in te, dannazione!… Capisci che lotterò per avere ancora i Red Seduction con me? – si alzò sovrastando il biondo che lo guardava stranito. Si morse il labbro come per calmarsi. - E i Red Seduction, ora, siamo solo io e te. Non importa se cambieremo nome, se saremo un duo, un trio, una band famosa o suoneremo sotto i ponti. Non importa nemmeno se non suoneremo mai più. Ma se crolli anche tu, allora sul serio, tra queste mie mani, cosa resta?
Gli occhi azzurri di Naruto rimasero sbarrati a fissare la figura di Suigetsu che si rialzava e si allontanava, andando in bagno. Rimase a fissare il punto in cui prima c’era l’amico, incapace di reagire. Non si accorse che l’altro era rientrato in camera e lo osservava, standosene in piedi, appoggiato al muro, finché Suigetsu non parlò di nuovo. – Non lo faccio solo per te, sono egoista. E non ho il talento che tutti credono. Non so comporre, e non so cantare. So suonare solo passaggi relativamente semplici. Per questo la musica di Sai mi andava bene. La batteria di Juugo copriva i miei difetti. E la tua voce catalizzava l’attenzione. Con un altro gruppo farei schifo. E so fare il coro sotto la tua voce perché la mia è roca e valorizza la tua profondità. E la tua chitarra era semplicemente sublime. Il mio basso moriva d’invidia ogni volta che solo sfioravi quelle corde. So che l’incidente è stato un brutto colpo per te, che avevi già perso i genitori in circostanze simili ma… - fece una pausa avvicinandosi fino a trovarsi davanti al letto, dove Naruto ancora con lo sguardo assente lo stava, almeno sperava, ascoltando. – ma sono passati due anni. Devi lottare. Non ti ho mai messo fretta. Francamente non mi interessa se Orochimaru ci butta in mezzo a una strada. Ma hai preso la chitarra, l’hai sfiorata! Stai vincendo, Naruto. Lentamente, certo, ma stai vincendo. Non arrenderti ora… - ansimò, come se quelle parole, uscite tutte insieme, gli avessero portato via tutto il fiato che aveva in corpo. – ora vado a farmi una doccia…
Naruto annuì distrattamente e Suigetsu lo lasciò solo, chiudendosi in bagno.
Si voltò, osservando la sua chitarra. La volpe, ghignante, sembrava volersi prendere gioco di lui.
-    Vincendo? – sussurrò guardandosi una mano tremante. – Suigetsu qual è il tuo concetto di vincere? Perché io… mi sento sempre più male…



Guardò per l’ennesima volta il cellulare. Nessuna chiamata, nessun messaggio.
-    Sei sicuro di aver scritto bene il numero, Sas’ke?
Erano a casa di Kiba, nel garage, per la precisione, dove la macchina di Tsume, la madre di Kiba, era stata sfrattata per lasciar posto ai loro strumenti.
-    Non sono un idiota, Kiba, so scrivere il mio numero. – rispose Sasuke, togliendosi la sigaretta, ormai finita, di bocca.
Kiba mise il broncio, e si rialzò da terra, dove erano seduti, e si diresse alla batteria. Ne sfiorò le varie parti prima di prendere in mano le bacchette e iniziare a suonare un piccolo passaggio per distrarsi.
Si fermò solo, quando il cellulare di Sasuke squillò.
-    Pronto? Kakashi… hn… …mmh… ok… mh? Si… d’accordo… va bene.
“Accidenti a Sasuke e la sua mania di rispondere a monosillabi, a quest’ora avrei capito anche io se solo parlasse un po’ di più”
-    Era Kakashi.
-    Questo l’avevo capito. – ironizzò Kiba - E ho capito anche “mmh, nh, ok, ahah” e mugolii vari. Ora vorrei sapere cosa ti ha detto!
Sasuke si alzò – Un suo amico gli ha presentato un bassista, Kakashi non l’ha ancora ascoltato. Domani vedremo se è capace.
Kiba sorrise. – Bene! Allora ce le facciamo due birre? – chiese poi, sempre col sorriso stampato sulla faccia.
-    Io vado a casa. – disse invece Sasuke, ignorandolo bellamente.
-    Ma come? Nemmeno una birretta insieme al tuo caro amico Kiba? Daaaaai fammi contento!
Sasuke si voltò guardando male l’Inuzuka. – Noi non siamo amici. – ed uscì, lasciando l’altro a fissare il vuoto.

Si accese una sigaretta, tre minuti dopo essere uscito da casa di Kiba, ed aver fatto un pezzo di strada a piedi.
Fu davanti a un bar, che si fermò, guardando il volantino che lui stesso aveva attaccato due giorni prima, venire scarabocchiato da dei ragazzini idioti. Sbuffò. Tanto se, come diceva sempre Neji, se il destino vuole farti suonare, suonerai. Dentro di sé sperò di non finire a suonare i campanelli delle case per vendere biscotti porta a porta. Che poi, chissà perché gli era venuta questa immagine in mente? Lui odiava i biscotti. L’ultima volta che ne aveva mangiato uno li aveva fatti suo fratello ed erano venuti tutti bruciacchiati… suo fratello…
La vibrazione del cellulare lo scosse, era un messaggio dell’idiota che aveva osato definirsi un suo caro amico.
“Ehy! Bastardo che non sei altro! Domani pranzo a casa tua, viene anche Neji, e porta la gnocchetta della cugi! Dopo Hana fa storie se ci provo. Invece te vivi solo! Guarda che sei vuoi suonare col sottoscritto devi essere più educato chiaro principino? Bene Saskestardo, a domani!”
-    Saske-cosa? – strinse convulsamente il telefono. – Non lo uccido solo perché a fatica trovo un chitarrista, figurati cercarmi anche un batterista! Casa mia? Uff… devo fare la spesa…

Non c’erano molte persone al supermercato, fortunatamente. Quindi Sasuke contava di fare in fretta. Adocchiò dei pomodori belli maturi, rossi e profumati, e li stava mettendo in una busta, quando una donna non lo urtò, facendoglieli cadere tutti.
-    O mi scusi signo…re…
-    Non si preoccupi. – disse mentre si chinava a raccoglierli. Quando si tirò su la donna era ancora lì che lo fissava stralunata.
Normalmente si sarebbe disinteressato a certe cose, ma quella li aveva uno sguardo preoccupante.
-    Si sente bene?
La signora si riscosse. – Oh, si, mi scusi. Sai dove posso trovare i cavoli?
Sasuke la guardò, lo sguardo della donna era diventato dal quasi terrorizzato, all’interessato e adesso era normalissimo.
“Tsk, donne…”
-    Shizune, hai fatto?
-    Si Yamato, arrivo! – si fermò un attimo, prima di raggiungere l’altro. – Scusa, ragazzo?
Sasuke si stava allontanando dal reparto frutta e verdura. – Nh?
-    Posso sapere il tuo nome?
-    Perché?
-    Oh niente niente, è che assomigli moltissimo a una persona e…
Sasuke sbarrò gli occhi. – Sasuke…
-    Shizune andiamo! – Yamato la richiamò, con uno sguardo serio.
Shizune lo fulminò con lo sguardo. Yamato era il migliore amico di Genma, e, a differenza di lei, sapeva la storia di Shu, e la aiutava a mantenerlo, nonostante si trovasse spesso fuori città. Ma quando la accompagnava a fare la spesa, le faceva comprare sempre noci e frutta secca… e poi diceva a lei di sbrigarsi! Con che coraggio.
-    Arrivo, arrivo. Arrivederci! – e venne letteralmente trascinata via dall’uomo.
Sasuke sospirò.
“Accidenti ogni volta che la gente mi ferma perché assomiglio a qualcuno che conosce spero sempre di trovarlo, che stupido…”
E dimenticando l’accaduto, mise nel carrello i pomodori, comprò qualche birra, e andò alla cassa.

 


-    Karin… - non aveva ancora capito perché mai avesse chiamato proprio lei, ma quando era uscito dal bagno, ed era tornato in camera, asciugandosi i capelli, e aveva trovato Naruto addormentato, con le guance bagnate, era tornato nella sua stanza, che era comunicante a quella di Naruto, attraverso il bagno in comune. Rimasto solo, gli era venuta una voglia matta di prendere a testate il muro. E questa voglia gli aveva fatto prendere il telefono e digitare il suo numero.
-    Ah, sei tu. scorfano dall’odore di pesce morto! Cosa vuoi?
Non lo sapeva nemmeno lui perché diavolo l’avesse chiamata. Sospirò frustrato, mentre era sdraiato sul letto a fissare il soffitto, con solo i pantaloni di una tuta addosso, e i capelli ancora umidi.
-    Allora? Mi hai chiamata per rimanere in silenzio?
-    Hai ragione, scusa… ora metto giù… non so nemmeno perché ti ho chiamato… - e stava davvero per attaccare ma sentì Karin urlare qualcosa dall’altra parte.
-    SUIGETSU!
-    Mh?
-    C’è… qualcosa che non va?
Suigetsu, chiuse gli occhi. “Si. C’è da troppo tempo, qualcosa che non va. Datemi una gomma da cancellare, che voglio far sparire tutti i problemi una volta per tutte” pensò, ma non lo disse.
-    No, dovrebbe?
-    Sei strano, sei ubriaco?
-    No… sono normalissimo.
-    Non mi hai nemmeno insultata, e questo tu lo chiami normale? – la voce isterica di Karin rimbombava nei timpani, dolorosamente. Gli venne da sorridere.
-    Vuoi che ti insulti, Karin?
-    Sempre meglio che farmi sprecare tempo al telefono senza dirmi niente, no? – era davvero davvero una…
-    Sei un’arpia isterica, perché diamine devi sempre urlare?
-    E tu allora, che telefoni senza motivo? Sei un tonno andato a male!
-    Tonno a chi razza di strega pettinata col frullatore!
-    Suigetsu se vengo li ti ammazzo!
-    Uuuuu che paura, dai che ti aspetto!
-    Ma io ti faccio a fette e poi ti metto nelle vaschette sotto sale!
-    E che so io, un tonno?
-    No, un’alice! Cretino! Guarda quanto tempo mi hai fatto perdere, e sto pure a darti retta! Tsk. – e gli attaccò in faccia.
Suigetsu fissò il cellulare. E si mise a ridere. Da solo. Ora sapeva perché l’aveva chiamata. Karin era il suo muro da prendere a testate. Il suo umore era di nuovo a livelli passabili per affrontare il resto della giornata… gettò un occhiata alla finestra dove il sole stava via via calando, e in mezzora sarebbe tramontato. Pardon. “Il resto della serata.”


Karin si avvicinò a Kankuro che l’aveva chiamata.
-    Karin, senti, la sala prove numero cinque, è libera.
Il suo lavoro nella OtoSound, oltre che ex manager dei Red Seduction, e una dei talent scout della major, spesso prevedeva anche lavoretti da assistente, o segretaria, o similia, un po’ per arrotondare lo stipendio, un po’ perché Orochimaru si fidava di lei, e la metteva a sostituire i dipendenti in ferie o in malattia.
-    Vado a controllare, ma perché non provate nella sala nove?
-    Fuga da Gai. – disse Kankuro ridendo. – vuole convincerci SUL SERIO a metterci quelle tutine orrende. E provando sempre nello stesso posto finisce che assiste alle prove e ci fa il discorsetto…
Karin sorrise, mettendosi a posto gli occhiali, e nascondendo un ghigno quando alla sua mente si affacciarono le immagini di Gaara, Kankuro, Tayuya e Temari sul palco, con tutine verdi, a danzare guidati da Gai e il suo fido assistente Rock Lee.
-    Ok allora vado a vedere. In caso spostiamo gli strumenti, ma la batteria dovrebbe esserci, a meno che Orochimaru-sama non l’abbia fatta spostare. – fece pensierosa.
Una volta sul corridoio, ripensò alla strana telefonata dell’Hozuki. “Sembra che mi abbia usata per sfogarsi quel beota, eh ma gliela farò pagare, poco ma sicuro!” pensò, sogghignante “Però… sembrava triste, sarà successo qualcosa?”
-    Signorina Karin! Signorina Karin!
-    Uh, Shiho? – Shiho, la segretaria, addetta alle telefonate e alle prenotazioni delle sale prove da affittare a gruppi esterni, e a tutte quelle rotture burocratiche che si risolvono stando al telefono e aggiornando i registri che Kabuto le assegnava, invece di lavorare le stava correndo incontro.
-    Shiho, non le fa bene correre così. – disse notando che la segretaria, che soffriva di una leggere asma, stentava a regolarizzare il respiro. Dopo pochi attimi, Shiho si riprese.
-    Allora, mi cercavi?
L’altra annuì. – Ha… ha telefonato l’ospedale. Cercavano Orochimaru-sama ma, ho preso la comunicazione.
-    L’ospedale? – Karin si fece seria e ansiosa. Quella telefonata poteva cambiare il futuro di molte persone…


Gli esseri umani amano vantarsi di avere quei cosiddetti presentimenti. Ma quando questi servono, non ci sono mai. Incontrare anche soltanto una donna per la strada potrebbe cambiarti la vita, ma tu prosegui per la tua strada, incurante di aver perso la possibilità di dare una svolta decisiva alla tua vita.
Coincidenze, sono coincidenze. Eppure sembra che si divertano a prendermi in giro. Queste maledette.
A saper le cose, poi, vien voglia di ammazzarsi.
Hai mai avuto la netta sensazione che qualcosa ti stia fuggendo dalle mani?




“In fondo tutte le cose e tutti gli uomini sono sempre, gli uni rispetto agli altri, chiunque essi siano, degli sconosciuti, inesorabilmente, e tutte le nostre strade si incrociano sempre per pochi passi e istanti, conquistando la fugace parvenza della comunione, della vicinanza e dell’amicizia.” Altra citazione, questa volta di Herman Hesse. ^_^
And Now… RECENSIONI TIME!


vi adoro!
Recensioni alla storia '*inspiration*' - capitolo 5
 mikita 
Risposta alla recensione della fedelissima lettrice che sbuca fuori ad ogni mia storia XD
Si, in effetti gli spunti le prendo dove capita. A volte nele cose più strane XD
Lo spero, di essere originale, intendo. Sono contenta che la pensi così. Ahah grazie dei complimente. XD Come vedi il blocco di Naruto non è cosi facile da sconfiggere, ma si sta impegnando. e ora con tutte queste novità....
Grazzie millissime per avermi aggiunta tra gli autori preferiti ^_^
 vivvinasme 
Risposta al fantastico papir... alla recensione, sempre gradita XD
Le bellissime frasi di Nietzsche non posso non usarle, sono così... *_*, e questa volta ci ho buttato dentro pure Herman Hesse.
"unite alle tue personalissime immagini che sugellano l'atmosfera triste e tragica del brutto passato di Shu/Itachi; per questo il capitolo mi è piaciuto davvero tanto, sia perchè Itachi si rivela buono (eheh), sia per il modo in cui hai saputo esprimere tutto il suo dolore per l'omicidio di suo padre e, per quanto Shu/Itachi possa essere nella ragione moralmente, il dolore per la perdita del padre non può essere cancellato cosi come lo shock e la consapevolezza che il fratello probabilmente lo consideri l'assassino dei propri genitori." wow si può dire che tu abbia capito esattamente l'essenza della storia! O ci son riuscita a fartela arrivare o sei davvero sensibiòle, e legge attentamente. Direi la seconda ipotesi XD Se Naru alla fine gli riveli tutta la verità o no, dovremmo aspettare un po', ma almeno  può tentare di incontrarlo... "completamente d'accordo con il discorso che hai fatto nelle note,"  Meno male, ho sempre paura di cadere nell'inverosimile. Odio l'inverosimile. L'unica cosa che deve esserci in questa storia, di strano, sono le innumerevoli coincidenze. Le adoro *_*
E così anche tu hai vissuto uno shock, accidenti, allora spero di non averti fatto tornare in menti brutti ricordi o_o"
 parlando di cose piu belle e leggere (si, ti sto citando spudoratamente XD) sono contenta che ti sia pèiaciuto il capitolo, mi hai lasciato una recensione che quando l'ho letta mi son quasi commossa! "e ti prometto che continuerò ancora a seguirti perchè (non so il motivo) ti sento simile a me, e lo vedo anche da come scrivi, e ovviamente perchè questa storia mi ha presa", beh nelle tue recensioni fai gli stessi miei ragionamenti in effetti.
Grazie ancora dei complimenti! Spero di non deluderti troppo con sta schifezza. -_-
Al prossimo capitolo
 Emylovely 
Risposta alla recensione della tipa con la curiosità accesa XD
Sono immensamente felice che la storia abbia acceso la tua curiosità, dimmi quando diventa noiosa, perchè non mi piace far accadere le cose troppo velocemente, ma dimmi se rischio di allungare troppo eh! Grazie anche a te dei complimenti XD
"In questo capitolo NAruto mi è piaciuto abbastanza per come si è comportato con Itachi/Shu,si è dimostrato essere un vero amico,nonostante aver ascoltato il suo racconto." è una cosa che non volevo cambiare della personalità di Naruto. l'ho reso un po' più bastardello dell'originale, soprattutto più in la, ma non c'è niente da fare, Naruto è altruista nel manga, e mi piace tanto così XD
Grazie mille per questa e anche le altre recensioni! Spero di non aver spento troppo la tua curiosità con questo scempio di capitolo, ma spero che mi farai sapere cosa ne pensi. Baci e al prossimo capitolo XD
 Eresseye 
Risposta alla recensione del giudece de gara dall'accento russo e Itachimania XD
"NON AVEVO PENSATO AL FIFTY FIFTY!!! 0.0" ahaha, me lo immaginavo XD sorpresa? In fondo Itachi non potevo renderlo del tutto inncente (altrimenti sarebe stato troppo semplice, avrebbe testimoniato, le prove lo avrebbero scagionato, e comunque, avendo la coscienza pulita, non avrebbe avuto motivo di scappare), ma non potevo farlo nemmeno colpevole (non lo è del tutto nemmeno nel manga), per me (e anche per te, visto dalle storie che scrivi) Itachi è nato destinato ad essere manovrato dagli eventi. Poverino.

"Mi garba molto e voglio IL PROSSIMO CAPITOLO ALLA SVELTA! IL MAGGIORE PAIN DICE CHE VALE LA PAIN SE SCATTI E COMINCI SUBITO A SCRIVERE I PROSSIMI 10 COME MINIMO! ( e il bello è che manco so di quanti capitoli è la storia! O.O )" Sai che non lo so nemmeno io? Credo tanti visto che i fatti si svoglono con calma, ma in questo penso di dare una svolta importante alla storia, già dal prossimo capitolo.
Spero chen ti sia piaciuto il capitolo! Prometto che scriverò gli altri a pieno ritmo ^_^
 ryanforever
Risposta alla recensione della studiosa di psicologia (si inchina e bacia i piedi) XD
Sono davvero davvero contenta che la storia ti piaccia!
Davvero studi psicologia all'università? Vorrei farlo anch'io, dal prossimo anno, ma non ch'azzecca molto con l'indirizzo che ho preso. Istituto tecnico per perito elettronico. Che, mi piace, per carità, ma non c'è niente di più affascinante di come ragiona un uomo. è così irrazionale, a volte, che... ok ok la smetto. Anche perchè tu queste cose le sai molto meglio di me XD
Itachi mostra grande coraggio nel manga, e ho voluto riprendere questa cosa anche qui, perchè il suo gesto è qualcosa di così tremendamente irrazionale, dettato dall'affetto del fratello. Nella storia, è rimasto molto ferito perchè non avrebbe mai creduto che il padre potesse arrivare a tanto, e  sua madre ormai era morta. E suo fratello avrebbe spfferto di più, secondo i suoi pensieri di diciassettenne spaventato, se avesse scoperto che uomo fosse suo padre. e ha anteposto il fratello alla verità, non cambiando molto le cose però. Sasuke infatti ha dedicato parte della sua vitya alla sua ricerca chiudendosi in se stesso.
Naruto si impegnerà al massimo, ma essendo molto sadica non avranno vita facile XD
 shi_angel 
Risposta alla recensione di colei che ha sviscerato le basi della storia comprendendo a pieno come è nata XD
XD "ti ringrazio del commento mi ha realmente divertita il tuo bialogo con sui XD anche se mi dispiace per lui, non fargli nulla di male, magari sveglialo come aveva fatto naru, se non sbaglio, due capitoli fa" (Si infatti, non farmi male nDSui)  Va bene, ti farò svegliare come qualche capitolo fa... (fiuuu ndSui) ...da Orochimaru e Kabuto XD (Noooooooooooo! ndSui)  "se si trova un qualcosa collegato a questo la mente umana crea un blocco istintivo per difendersi da un possibile dolore collegato anch'esso a quell'oggetto e quindi aziona un'involontario meccanismo di paura" è proprio intorno a questa cosa che gira la storia di Naruto!  "tutta via spero di essermi spiegata " oh ti sei spiegata davvero bene, non preoccuparti. Vedo che le frasi di Nietsche piacciono a molti. La questione delle maschera è ripresa da molti filosofi e scrittori. E mi piace molto, perchè è una cosa verissima. "per quanto riguarda le frasi piacciono anche a me XD e in fondo è facile comprendere le menti umane, ma allo stesso tempo è ugualmente difficile, le persone indossaso sempre maschere per essere aggettati, per nasconere una parte di se stessi e anche come processo difensivo, non esiste una persona che non usi maschere, ma mi domando: riusciremo mai a togliercele realmente davanti a qualcuno? e questo ci accetterà ancora? la risposta più ovvia è sì per chi amiamo, la nostra "anima gemella", ma non per tutti è così facile trovarla e primo o poi, magari per non farla preoccupare, o per qualche altro motivo, ci creeremo un'altra maschera, di cui magari non riusciremmo più a disparci." davvero, è un capolavoro quetsa recensione O.O  Tornando alla storia, si, il rapporto che hanno Suigetsu e Naruto è di amicizia molto profonda, avendo condiviso il dolore per la perdiata di Juugo, si erano molto avvicinati. e poi ho sempre veramente pensato che il carattere di Suigetsu era adatto al carattere di Naruto. Il mio è un ragionamento strano, ma alla fine la storia nasce anche da questi miei ragionamenti senza capo ne coda,
COsa faranno Naruto e Suigetsu d'ora in poi? Beh se pensiamo che avranno vita facile ci sbagliamo di grosso XD
Sasuke_kun_Uchiha
Risposta alla recensione della curiosona in ritardo XD
Ciao! Dico che sei in ritardo perchè avevo già risposto alle recensioni ieri sera per postare il capitolo oggi e la tua è arrivata dopo, meno male che ho controllato!
Mi ha fatto molto piacere che il capitolo ti sia piaciuto,  e vedo che in molti siete curiosi di sapere la vita del dobe, behm adesso lasciamo un po' di spazio al teme, poverino XD Mi sta minacciando che non lo faccio mai apparire. XD
Non preoccuparti se non riesci a recensire tutti i capitoli, l'importante è che la storia ti piaccia  ^_^
Calcare le scene insieme al teme.... mmmh, chissà XD beh per ora ci vorrà ancora un poì di tempo. Per Naruto già è un problema tornare semplicemente a suonare. XD

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Capitolo 7
*** Capitolo 7, come mai prima d'ora, Like never before ***


Capitolo 7, Come mai prima d’ora, Like Never Before

E proprio quando pensi, “ecco questo è il fondo, peggio di così…”, che qualcosa ti porge una pala e inizi a scavare. Fino alla rassegnazione. È solo quando hai veramente dimenticato come sia fatta la luce del sole, che sbuca una scala da chissà dove, o anche solo una corda, magari non troppo sicura, ma che ti ridona la speranza.
Dimmi, basta davvero così poco per cambiare la sorte delle persone?

E dopo nemmeno un’ora che Karin gli aveva attaccato.
Tempo di vestirsi, bersi una birra, e posare la mano sulla porta per andare a svegliare Naruto per vedere come stava e sapere se gli andava di cenare con gli altri, per distrarsi un po’, che il cellulare, sul comodino, vibrò rumorosamente.
Dopo qualche secondo per chiedersi chi potesse essere, Suigetsu rispose.
-    Suigetsu! Stupida alice sott’olio dall’odore pestilenziale! Non puoi immaginare!
Le cose che Suigetsu odiava erano tre, semplici e coincise.
La prima erano le grida inutili, la seconda erano gli insulti al suo amare tutto ciò che aveva a che fare con l’acqua, e la terza era lei.
Lei, che, tra l’altro, l’aveva chiamato insultandolo e urlandogli contro. Incarnava perfettamente il suo non ideale di persona…
- Cosa diamine vuoi brutta cre-
- Non sai cosa è successo! Sai! Sai si è svegliato dal coma, quattro ore fa! – lo interruppe lei.
- Cos… - Suigetsu non si accorse di essersi seduto sul letto se non quando si rese conto che probabilmente se fosse stato in piedi sarebbe finito per terra, visto come tremava. – Non… non stai scherzando vero?
-    NO! Sai cosa vuol dire questo? Sta bene! È sveglio! Quindi di a Naruto di muovere il culo e smetterla di piangersi addosso e che se ha le palle deve spolverare quelle corde vocali e quella dannata chitarra per fare qualcosa di sensato, e anche tu dovresti, pesce marcio!
L’Hozuki non aveva ascoltato nessuna di queste parole. Si era fermato al “sta bene” che Karin gli aveva urlato tanto da essere pericolosa per il suo udito.
-    Suigetsu? Sei ancora lì? – chiese Karin. Ma Suigetsu c’era ancora?
Oh, c’era il cellulare, abbandonato sul letto, e un ragazzo dai capelli azzurri che svegliava un biondo assonnato e distrutto, sorridendo come un matto e ridendo senza fermarsi.
Il ragazzo che davanti agli occhi azzurri sbarrati dell’amico, sbottava a ridere e a piangere insieme, per poi urlare, felice, con tutto il fiato che aveva in corpo, che il loro amico aveva riaperto gli occhi, ed era sveglio, cosciente, ad aspettarli.
C’era una faccia sorpresa e una crisi di gioia e di pianto condivisa in due, c’era un Orochimaru a cui veniva chiesta in prestito la macchina, che guardava i due suoi protetti con aria sorpresa, per poi sorridere, saputa la buona nuova.
C’era l’asfalto, c’era la strada, c’era il vento che sibilava filtrando nel finestrino aperto a metà.
C’era l’infermiera, quasi travolta da due ragazzi euforici che correvano, verso la riabilitazione.
E una porta, che probabilmente sarebbe stata buttata giù, dalla forza di Naruto, che non poteva aspettare più.
E c’era Karin, che non sentendo più Suigetsu rispondergli, era salita sulla sua auto ed era arrivata prima di loro, e infine c’era Sai, che sorrideva, sul letto, ancora un po’ intontito e spaesato.
E anche un po’ frastornato, per aver appena scoperto di essersi svegliato due anni dopo essersi addormentato.
Non c’erano le parole.
Ma solo sguardi.
Nessun “bentornato tra noi”, nessun “mi sei mancato”, nessun “sono contento che tu stia bene”.
Solo… loro…




-    Sai!
La notizia si era sparsa in fretta, all’OtoSound, e Orochimaru e i Double-T erano andati a trovare il bell’addormentato, come lo definiva, scherzosamente, Tayuya.
-    Orochimaru-sama, non è cambiato affatto. – sorrise Sai – ha sempre quell’orrendo modo di vestire.
-    E Sai tu sei sempre tagliente con quella lingua, ringrazia che sei appena uscito da un coma altrimenti potresti pentirti di ciò che dici. – gli intimò l’uomo, sorridendo mellifluo.
-    Sai, ma lo sai che ci hai fatto preoccupare un casino a tutti quanti? – disse Kankuro, sorridendo anche lui, con sincero affetto.
-    “Sai, ma lo sai.” Che gioco di parole stupido. – lo prese in giro Tayuya – ma come faccio a stare con uno così.
-    State insieme? – chiese Sai. Era seduto sul letto dell’ospedale, e l’orario delle visite era finito da un pezzo, e i pazienti stavano iniziando a ricevere le loro cene nelle loro stanze, ma nessuno dei presenti usciva dalla stanza. Contenti di poterlo sentir parlare.
-    Si, da un anno. Ah! Lo sai che abbiamo sfondato! Siamo famosi, ormai! Siamo i Double-T! E Tem e Tay, sono le nostre vocal! – si vantò Kankuro.
-    Fratello, non urlare. – gli intimò Gaara.
Temari sorrise, semplicemente.
-    e voi invece? – chiese Sai a Suigetsu e Naruto.
-    Beh… noi… - fece Suigetsu, rabbuiandosi.
Naruto, che era seduto sull’unica sedia di fianco al letto, tenendo la mano di Sai, per controllare, ogni minuto, stringendola, prontamente ricambiato dall’amico, che quello non era un sogno, abbassò lievemente lo sguardo.
-    Mi piacerebbe suonare di nuovo con voi. Ho dormito per due anni e mi manca la nostra musica. – sorrise, come se avesse superato una cosa da niente. Ma la gioia di essersi risvegliato e averli trovati ancora tutti lì, era tanta. Aveva perso due anni della sua vita, è vero. Ma l’aveva superato. E si era sentito importante. Perfino Gaara era venuto a trovarlo!
Naruto strinse ancora una volta la sua mano, e Sai sorrise, di nuovo.
-    Suoneremo insieme appena ti dimetteranno. – promise Suigetsu, ignorando lo sgranare preoccupato degli occhi di Naruto.
-    Bene. – fece Sai. –Le mie cose sono ancora nella mia stanza da lei, Orochimaru-sama?
-    Le ho fatte spostare in un’altra stanza, Naruto e Suigetsu hanno cambiato le loro e ho affittato tutto il vostro vecchio piano. Ma è tutto in ordine. E potrai ricominciare l’accademia d’arte appena vorrai. In fondo l’avevi iniziata da poco, quando avevi lasciato la band dopo la morte di Juugo per inseguire il tuo vero talento.
Ci fu un silenzio teso e malinconico per un attimo, ma Sai lo interruppe. – Bene, allora, parlatemi di voi due. Come vi siete fidanzati? – chiese rivolto a Kankuro e a Tayuya.
-    Oh beh, è una storia interessante… Tayu stava facendo la doccia e avevamo finito da poco di provare. Io credendo che ci fosse Tem, così entro e, immagina la sorpresa! Insomma, dietro i felponi e l’aria volgare c’è un vero schianto, ohch Tay perché mi hai colpito! – e così, per più di un’ora, raccontarono a Sai le novità degli ultimi due anni, interrotti a volte dai gemiti dolorosi di Kankuro, colpito dai pugni alternati della fidanzata e della sorella, dalle monosillabiche risposte di Gaara, da Orochimaru che lasciò l’ospedale dopo pochi minuti per lavoro, e dalle sparate di Suigetsu e Naruto, che evitarono però di raccontare di Shu, dello shock di Naruto, e del fatto che nessuno dei due suonasse dal giorno in cui Sai chiuse gli occhi per ben due anni.

Naruto e Suigetsu uscirono dall’ospedale a notte inoltrata, tornando finalmente nelle loro stanze.
-    Come ti senti? – chiese Suigetsu, attraversando la porta del bagno, che fungeva da via di comunicazione per le stanze.
-    Strano. Sono felice. E confuso… sento di non averlo superato, il… blocco… eppure Sai si è ripreso. Ormai pensavo che non si sarebbe più svegliato. – Naruto era sdraiato alla buona sul letto, con un braccio sugli occhi.
Spostando qualche rivista buttata per terra, e qualche vestito qua e la, Suigetsu lo raggiunse, sedendosi ai piedi del letto.
-    Perché non ci provi? O non sei abbastanza motivato?
-    Di motivi ne ho, più di quanto pensi. Ma… ho… io…
Chiuse gli occhi, e ringraziò che il suo sguardo fosse nascosto dal braccio.
-    Non c’è nulla di male. – disse l’Hozuki - Ad aver paura delle proprie reazioni, intendo. – Naruto stette in silenzio, e Suigetsu lo interpretò come un incitamento a continuare. - Hai semplicemente paura di fallire, ancora. Ma vedila così… - e si avvicinò, spostando il braccio dal viso del biondo e guardandolo negli occhi. – Non provarci è un fallimento peggiore, ed è da codardi.
Naruto rise un po’ amaro. – Allora sono un codardo.
Suigetsu si rialzò. – No che non lo sei. Ti lascio solo. Tutte queste emozioni mi hanno distrutto. – fece imitando la vocina di una donna fintamente stremata.


Erano passati quattro giorni dall’ultimatum di Orochimaru, tre giorni dal miracoloso risveglio di Sai, e questi era stato dimesso da due, dopo aver eseguito tutti i controlli del caso.
E Suigetsu e Naruto avevano invitato il convalescente nelle loro stanze, e stavano chiacchierando, quando Sai propose di suonare insieme, prima di dover portar via le sue cose.
Erano seduti tutti e tre a terra, a gambe incrociate, nella stanza di Suigetsu, quella con meno disordine sul pavimento, anche se ce ne era di più sul letto e sui mobili.
-    Un ultima volta, poi sarò impegnato con la scuola d’arte… - terminò sorridendo.
Lo scambio di sguardi tra Suigetsu e Naruto, lo fece accigliare.
-    Ho forse detto qualcosa che non va? – chiese il moro, notando un certo disagio.
Il biondo si morse il labbro prima di rispondere. – No, no niente, Sai. Allora quando vuoi che suoniamo?
-    Per me, adesso sarebbe il momento perfetto, non credete? – Sai non era un tipo ingenuo, e aveva capito che qualcosa non quadrava. Ma mancando da due anni, non poteva certo immaginare la verità. Naruto ebbe un sussulto preoccupato, che cercò di nascondere.
-    Vado a chiedere a Orochimaru-sama se possiamo usare la saletta al terzo piano, perché c’è ancora, la saletta insonorizzata vero?
Suigetsu annuì distrattamente mentre Sai usciva a cercare Orochimaru, elettrizzato all’idea di poter mettere ancora mano sulla tastiera.
-    Naruto… - Suigetsu lo chiamò preoccupato – o glielo dici, o provi a suonare, ma in quel caso, se non ci riesci lo capirà da solo…
-    Lo so, maledizione, lo so, ma non posso dirgli di no, capisci? – il biondo strinse i pugni.
-    Beh, potrebbe anche essere la volta buona. Non hai provato dopo il risveglio di Sai. Magari non avverti nessun cambiamento, ma chi non prova…
Naruto annuì, anche se per nulla convinto.
-    Ragazzi! – Sai aprì la porta rientrando nella stanza – la sala è libera. – disse con un sorrisino allegro.

“La saletta del terzo piano”, come la chiamavano tutti lì, non era una sala prove, ma era insonorizzata, non era una stanza da letto, ma c’era un materasso e un divanetto. Era semplicemente la stanza di chi voleva suonare fino a notte, completamente gratis, e senza rompere a nessuno con prenotazioni e tutto.
Orochimaru conquistava anche così, i giovani artisti, che in quattro e quattr’otto si ritrovavano con un contratto vincolante. Però ottenevano sempre successo, accrescendo i guadagni dell’uomo.
Nella saletta, c’era sempre una batteria, offerta dalla direzione, il divanetto, il materasso, un amplificatore e un tavolino. Era abbastanza spaziosa, anche se la porta era priva di serratura, da quando un ragazzo era rimasto tre giorni chiuso lì dentro, in quanto da fuori nessuno lo sentiva, grazie all’insonorizzazione e al fatto che su quel piano non c’erano stanze affittate.
Ora nella saletta vi era anche la tastiera di Sai, adagiata sul supporto pieghevole fatto apposta, una chitarra e un basso, che venivano tirati fuori dalle loro custodie, dai rispettivi padroni.
Naruto deglutì quando prese in mano la chitarra, ma si fece coraggio guardando Sai, che sfiorava i tasti del suo strumento, tutto eccitato.
“Andiamo, ce la posso fare” si disse, convinto davvero.
Collegarono nella giusta maniera gli strumenti all’amplificatore, e Suigetsu chiese: - Allora cosa suoniamo?
-    Un nostro pezzo va bene, che ne dite di “You’ll be mine in this night of fire”, mi piacevano molto le parole.
-    Le aveva scritte Naruto. – aggiunse Suigetsu. Il biondo annuì.
-    Però non la cantiamo, concentriamoci sulla musica. – fece Suigetsu conscio dello sguardo di gratitudine che gli aveva lanciato Naruto.
Sai alzò le spalle e si preparò a suonare. – Certo che, senza la batteria, sarà un po’ diversa… - commentò, mettendosi alla tastiera.
Suonò alcune note leggere, sfiorando lentamente i tasti, deciso, ma delicato, note acute e frizzanti, per poi scendere grave, piano, piano, quando fece la nota più bassa, iniziò il basso, a dare una scossa alla melodia, così come doveva essere. Quando attaccò, quasi subito dopo, la chitarra, fu fantastico. Rallentavano solo quando ci sarebbe dovuta stare la voce di Naruto. Ma proprio nel bel mezzo dell’ultimo ritornello, come d’incanto, la magia finisce, e la chitarra svanisce.
-    Naruto, come mai hai smesso? – chiese Sai, che essendosene accorto, così come Suigetsu, qualche nota più tardi, non si era fermato subito.
La mano del biondo, quella che ancora reggeva il plettro tra le dita, aveva cominciato a tremare.
-    Fermiamoci qui. – disse Suigetsu posando il basso sul materasso, e avvicinandosi a Naruto. – ti senti bene?
Si preoccupò quando notò gli occhi del biondo, che erano leggermente più aperti del normale, e il respiro era accelerato. – Ehy? Naruto?
Naruto si tolse meccanicamente la chitarra, attento a non farla cadere, e la poggiò vicino al basso. – Sc-scusate, vado… vado in bagno… - disse prima di correre via, lasciando la porta aperta.
-    Ma che ha? Sta male? – chiese Sai piuttosto preoccupato.
-    Ecco… vedi… lui… - Suigetsu si morse il labbro, incerto su cosa e quanto dire, o se inventare.



Molte cose non osiamo farle non perché sono difficili, ma sono difficili perché non osiamo.
Ma spesso osare significa affrontare qualcosa più grande di te. Ma se non sei pronto, sei spacciato.
La vita segue la legge del più forte. E a volte, la belva feroce nascosta tra gli alberi, sei tu stesso.
Perché vivere è così difficile?






Molte cose non osiamo farle non perché sono difficili, ma sono difficili perché non osiamo.
Ennesima citazione, questa volta Seneca ^_^
And Now...    RECENSIONI TIME! *parte la sigla*

Purtroppo non posso dilungarmi molto nelle risposte, connessione scrausa, non vorrei che mi cancellasse quel che ho scritto O_O

A ryanforever: ne approfitterò per farti domande allora quando me ne verranno in mente. Mi dirai se esco dal verosimile, vero? *faccina pucciosa* perchè anche se sono appassionata di queste cose non studio psicologia. Mi hai messo voglia di tentare l'esame. Male che vada... Sono contenta che il capitolo ti piaccia ^_^ ora scusa, vorrei scrivere di èpiù ma dannata connessione.

A vivvinasme: scusa, questo capitolo si è fatto attendere. Cosa importantissima... SEI DI ROMA? Oh non siamo tanto lontane. Io ci studio a Roma *o* Comunqe contenta che il capitolo ti piaccia. La chitarra la adoro anche io! Ne voglio una così!!!

A Eresseye: Sorry sorry sorry sono in ritardooooo! SCUSA SCUSA! Beh spero che il capitolo ti piaccia, e di non averti deluso... anche perchè Itachi non ci sarà per altri due capitoli, ma non dovrai attendere a lungo.

A Emylovely; e mi sa che dovrai ancora lavorare di immaginazione perchè per l'incontro di Sasuke e Naruto ci vuole ancora un po'. Deve succedere solo una cosa, ma accadrà presto e già dal prosmmmh! *Naruto attappa la bocca all'autrice" no spoiler XD

A Sasuke_kun_Uchiha: beh, sono contenta che stai seguendo la storia con tanta passione purchè tu non muoia dall'ansia, non voglio averti sulla coscienza. Sarai felice di sapere che il rpossimo capitolo è già pronto ^^

A annamariz: io e te con la connessione ci litighiamo spesso eh? Io ho la chiavetta internet wind e qui non c'è mai campo... immagina! L'importantge è che la storia ti piaccia, anche se devo dire che i tuoi fantastici commenti mi fanno sempre un piacere che non immagini!

A mikita: scherzi? Anche io. Io amo il ragazzo squalo! con karin poi! una delle mie coppie preferite XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8, Incubo, nightmare ***


Capitolo 8, Incubo, nightmare

L’uomo conquista le cose a piccoli passi, va per tentativi, teorie.
E perseverando ottiene ciò che vuole.
Lo potevo sentire tra le mie mani, c’ero così vicino.
Bastava sconfiggere la paura, ancora una volta.
Basta scappare.
Devo trovare il coraggio di affrontare me stesso.
E poi manterrò tutte le promesse che ho fatto
 A me, a Shu, a Juugo.
Chiudere gli occhi e buttarsi.
In fondo non ci vuole molto, non credi?

Attraversò fulmineo il terzo piano, senza fermarsi nemmeno per riprendere fiato, raggiungendo l’ascensore.
Soltanto una volta che l’ebbe chiamato, premendo l’apposito pulsante, si fermò appoggiandosi al muro, facendo entrare più ossigeno possibile nei polmoni.
Le sue mani erano scosse entrambe da piccoli tremiti, e non riusciva a regolarizzare la respirazione.
Le porte dell’ascensore si spalancarono, con un leggero rumore, e un piccolo scampanellio metallico.
Naruto si fiondò all’interno, pigiando con trepidazione il pulsante del piano terra, e le porte si richiusero intanto che l’ascensore, con un piccolo sobbalzo, iniziò a scendere.
Avvertiva come un impellente bisogno di uscire da lì, di cambiare aria e dimenticare per un po’ tutto il resto.
Le aveva sentite, come se fossero state davvero lì, e non esclusivamente nella sua mente, le bacchette di Juugo.
L’aveva sentita, rimbombare nella sua testa, come un fastidioso eco dal passato, la parte ritmica, suonata come solo il rosso sapeva fare.
L’aveva rivisto, come se fosse stato davvero davanti ai suoi occhi, privo di vita in un bagno d’albergo, per colpa dei suoi insulsi farmaci per la depressione.
Aveva visto il bagliore emanato dai fari della macchina che gli veniva incontro, senza possibilità di fermarsi, il giorno dell’incidente.
Tutto questo l’aveva rivissuto, come se nel suo cervello ci fosse stato un proiettore e qualcuno di sadico e maligno, si fosse divertito a rimandare quella dolorosa pellicola ancora una volta, nello schermo bianco dei ricordi, in quei pochi minuti che aveva suonato insieme a loro.
Il respiro, già irregolare, si fece ancora più pesante, neanche avesse un macigno sullo stomaco, che si contorceva da far male.
Con la schiena interamente appoggiata al freddo della parete dell’ascensore, scivolò piano fino a ritrovarsi seduto a terra.
L’ascensore ci mette, solitamente, pochi secondi ad arrivare da un piano all’altro, ma a lui in quel momento sembravano un’eternità.
Si sentiva senza aria, come claustrofobico, sebbene non lo fosse, e quelle dannate porte non si volevano proprio aprire.
“Non riesco a respirare bene, maledizione!”
Finalmente il tanto atteso “plin” che segnalava che era arrivato al piano, risuonò nell’ascensore.
Non appena le porte si aprirono, però, si rese di non riuscire ad alzarsi, e di avere il respiro troppo accelerato.
“Dan…dannazione” si mise una mano sul collo, come se si sentisse soffocare, cercando di togliere un immaginario cappio che voleva strozzarlo.
-    Ehy, Naruto! Cosa ci fai lì, ma stai bene? – fortuna che qualcuno stesse aspettando l’ascensore proprio in quel momento. La voce di donna gli arrivò ovattata e ci mise qualche secondo prima di realizzare chi aveva davanti.
-    K…Karin… - sussurrò faticosamente non appena la riconobbe, cercando inutilmente di calmarsi.
La rossa, capita la situazione, con polso fermo reagì.
Entrò nell’ascensore, inginocchiandosi vicino al biondo. – Rilassati altrimenti non riesci a respirare. – disse con voce seria ma infondendovi tutta la calma possibile. - Chiudi gli occhi e respira piano, piano.
-    F..fa male…
-    Ssssh, pensa a respirare, su. – lo zittì lei, cercando da distrarlo. A lei la situazione non era nuova, e sembrava di essere tornato al giorno in cui in ospedale il dottore li informò che il loro amico non sarebbe andato a casa con loro, che era in coma. Naruto era nello stesso stato di quel giorno, e per quasi tre mesi aveva una crisi al giorno. C’era voluta pazienza, e loro gli erano stati sempre vicini, e, almeno quello, l’aveva superato. Fino a quel momento.
Naruto aveva chiuso gli occhi e stava cercando di rilassarsi, erano sensazioni già provate, e non era la sua peggiore crisi, ne aveva passate di peggio. Ripetendoselo mentalmente e pensando a qualsiasi cosa che non fosse la mancanza di aria, riuscì finalmente a placare un po’ il respiro.
Rimase fermo alcuni minuti, sapendo che se si fosse agitato avrebbe peggiorato la situazione.
Karin mise la borsa che portava, a bloccare le porte dell’ascensore in modo che restassero aperte, per evitare che ricominciasse a mancargli il respiro, e continuò a cercare di far rilassare l’amico.
-    Non avevi una crisi da quasi un anno, che è successo? – chiese, una volta che Naruto aveva riaperto gli occhi e aveva ripreso a respirare normalmente.
-    C’ero quasi riuscito, Karin, avevo suonato. – sussurrò - Quasi un intera canzone! Ma… ma…
-    Ho capito, - lo interruppe lei - senti, aspettami nell’atrio. Porto questo materiale a Orochimaru-sama e torno, così andiamo mangiarci del ramen, che ne dici?
Naruto annuì, alzandosi lentamente e uscendo dall’ascensore donandole un lieve sorriso. – Stai bene? Posso lasciarti da solo?
Naruto puntò i suoi occhi azzurri su di lei, - Ci vuole ben altro per mettermi K.O., non preoccuparti, è passata.
Karin gli sorrise e fece un sospiro di sollievo.
- Suigetsu ha ragione. – disse il ragazzo, prima che lei schiacciasse il bottone del primo piano.
-    Riguardo a cosa? – chiese lei, incuriosita e sospettosa.
-    Sul fatto che sai essere gentile quando vuoi.
Karin sbarrò gli occhi arrossendo un po’. – Ha… ha detto davvero così?
Il biondo fece per annuire, poi ghignò, notando l’imbarazzo dell’altra e non perdendo l’occasione di divertirsi un po’ a spese dell’Hozuki - No, scherzavo. Ha detto che sei solo acida.
Gli ci voleva. Gli ci voleva proprio, vedere Karin sbuffare come un cinghiale imbizzarrito e i suoi rossi capelli che iniziavano a volare come animati di vita propria.
Vederla schiacciare con tutta la forza possibile il pulsante del primo piano e sentirla sputare maledizioni e dichiarazioni di guerra fino al chiudersi delle porte.
Le sue labbra, irrimediabilmente, si stirarono in un piccolo sorriso, e, con il morale un po’ più sollevato, si accomodò scomposto sul divanetto dell’atrio.
-    Sono fatti proprio l’uno per l’altra. – sussurrò più a se stesso che a qualcuno di preciso, non riuscendo a fermare in tempo il suo cervello dal proporgli un’immagine del suo amico e della sua manager intento ad imboccarlo un’insalata di tonno, mentre Suigetsu tutto rosso e felice apriva la sua boccuccia con gli innocui dentini da predatore dei mari.
Inorridì maledicendo la natura per avergli donato una fervida immaginazione.
A proposito di Suigetsu, si chiese se Sai avesse sospettato qualcosa o se Suigetsu l’avesse coperto ancora. Ritornò a guardarsi le mani, con in gola il groppo dell’autocommiserazione.. – “Solo un’intera canzone.” Strinse il pugno. “…o ancora un’intera canzone… spero di fare in tempo a mantenere la promessa, Shu…”. Nuova determinazione brillò nei suoi occhi, conscio cha anche arrancando a piccoli passi, il suo obiettivo non sarebbe cambiato. E finché avesse avuto qualcosa in cui lottare, lo avrebbe fatto.


Karin recapitò i nuovi poster dei Double-T freschi di tipografia a Orochimaru, o meglio a Kabuto, non riuscendo a reprimere una certa smorfia data dall’atteggiamento dell’uomo, poi, invece di tornare subito nell’atrio, decise, vista la crisi a cui aveva appena assistito, di cercare Suigetsu.
Non lo trovò nella sua stanza, ma nel corridoio del terzo piano, dove c’era la saletta per suonare, che parlava a voce molto bassa con Sai, non nascondendo un’espressione affranta che lei si sorprese di poter ancora osservare nel volto sempre apparentemente spensierato e arrogante del ragazzo.
Dal volto del moro, che, cavolo se lei lo sapeva, era in grado di tradire una sorta di espressione solamente se si trattava della vita di Naruto, o al massimo di Suigetsu o Juugo, capì l’argomento della conversazione, così, decise di non farsi vedere e tornare da Naruto.
Lo ritrovò nell’atrio, stravaccato sul divano, apparentemente rilassato, ma, soprattutto, con un bel sorriso stampato in faccia.
“Il potere di un ramen scroccato” pensò la ragazza, malignamente, sorridendo a sua volta all’indirizzo del biondo.
Lui, con la sua forza di volontà e l’incredibile energia di sempre, se dovuta allo stomaco che cantava di vittoria per il ramen che avrebbe presto digerito o da qualche rinnovato proposito positivo del ragazzo, Karin non seppe dirlo, la trascinò per un braccio fino a che non giunsero in un parco, dove la città aveva risparmiato soltanto quel piccolo spazio verde, come un’oasi nel deserto.
Era un giardino a dir poco fantastico che seduceva l’organo della vista con i suoi tenui colori allo stesso tempo invernali e primaverili, con tutti quegli alberi di ciliegio ancora spogli, ma che sembravano pronti a fiorire in breve, buttando giù un sipario rosa in quel palco naturale.
Difatti anche se febbraio non era ancora finito, lasciando il posto all’aria giocherellona del mese di marzo, visto il caldo anticipato che stava facendo in quel periodo, probabilmente la fioritura dei ciliegi ci sarebbe stata con un piccolo anticipo.
Magari si sarebbero viste le prime chiazze rosa tra i rami già a metà marzo, anziché ai primi di Aprile, come se avessero fretta. Chissà… alla Natura ogni tanto piace spezzare la routine, un po’ come agli uomini, del resto.
Al centro di questo piccolo e affascinante parco, esattamente al centro dell’unica radura, tra quattro di questi stupendi alberi tipici del Giappone che facevano da insolita cornice, c’erano delle panchine, e un chioschetto molto carino, che sembrava venire da un altro mondo, anziché dalla città.
Il proprietario era un uomo molto simpatico, un uomo d’altri tempi sempre col sorriso sulle labbra e la parole giusta per ogni persona, ma anche la figlia era di una gentilezza unica, anche se un po’ più impicciona di suo padre.
Questi due altri non erano che Teuchi Ichiraku e sua figlia, Ayame Ichiraku.
-    Aaaaaah, mi ci voleva proprio… altro che il ramen precotto del supermercato! – Naruto, con la faccia soddisfatta e la pancia piena, posò le bacchette sulla ciotola vuota, sotto gli occhi sbarrati dell’amica, ancora alla sua prima ciotola, che lo fissò stralunata distraendosi e facendo riscivolare nella ciotola gli spaghetti che aveva raccolto con le sue bacchette, prima che questi potessero raggiungere la bocca e finire ingloriosamente tritati e digeriti.
-    Ma… ma… ma dico, - iniziò esterrefatta - come diamine hai fatto a mangiare cinque, no dico, C-I-N-Q-U-E, ciotole di ramen in meno di dieci minuti? – Karin iniziava a sudare freddo.
Oh, non perché aveva appena scoperto che Naruto, vista la sua voracità e velocità, sarebbe stato perfettamente in grado di mangiarsi pure lei, oh, nemmeno perché la stava fissando come se avesse fatto una domanda talmente stupida da non meritarsi nemmeno una degna risposta.
No, neanche per quello. Sudava freddo per il conto, che nella sua mente aveva assunto la forma di un palloncino giallo che lentamente si stava gonfiando fino a raggiungere le dimensioni di una mongolfiera, prima di esplodere inevitabilmente con un sonoro “pop”.
Perché lei aveva coraggiosamente offerto del legno a una termite, e lei doveva pagare, finendo in un mare di segatura.
E cinque ciotole di ramen, pardon, sei ciotole di ramen più da bere, non costavano proprio pochino…
-    Il conto. – col un sorriso amichevole sul volto, la giovane Ayame porse quel dannato e maledetto fogliettino a Naruto, e Karin deglutì, sperando in un miracolo per non rimanere al verde, appuntandosi mentalmente di non offrire MAI più qualcosa a quel pozzo senza fondo.
“Ho solo pochi spicci con me, accidenti, chi se lo immaginava che avrebbe mangiato così tanto, non è nemmeno grasso, accidenti! Come cazzo fa?” e già si immaginava al lavoro come lavapiatti, con un orrendo grembiule e dei guanti gialli, asciugandosi di tanto in tanto il sudore dalla fronte, mentre Naruto se la spassava come assaggiatore ufficiale del chiosco, quando proprio il ragazzo tirò fuori un buono sconto del cinquanta per cento.
Karin aveva gli occhi lucidi per la tragedia scampata, e pagò la metà, per cui li aveva tranquillamente, i soldi, fortunatamente.

-    Sei un pozzo senza fondo lo sai, rospetto? – berciò mentre stavano tornando all’appartamento, lei che ancora non riusciva a credere di essersela cavata.
Naruto, come risposta, rise come un idiota, neanche si fosse trovato davanti Orochimaru seduto su un seggiolone con un orrendo bavaglino verdognolo legato al collo, sporco di pappa e ogni genere di macchia, mentre veniva imboccato dalla sua baby sitter, che, nella sua mente, prese l’inquietante forma di un occhialuto Kabuto.
-    Non è divertente! – Karin sbuffò, aggiustandosi gli occhiali scacciando quell’immagine dalla mente e tentando di far smettere l’altro di ridere fulminando con mille occhiate truci.
-    Karin, secondo te – Naruto si fermò improvvisamente, fissando un punto indefinito davanti a se, facendo arrestare anche la rossa, a un passo davanti a lui, che si voltò a guardarlo incuriosita da quel cambio repentino, e si chiese se il biondo non avesse le sue cose, prendendosi in giro da sola per averlo pensato, era un uomo mica una ragazzina. Ma passare da una crisi al prenderla in giro, per poi strafogarsi e tornare serio in un battito di ciglia, non lo faceva nemmeno lei quando era in quei giorni. E allora perché lo faceva lui. Visto che non sembrava deciso a continuare, inclinò la testa leggermente di lato, aspettando la domanda. – Secondo te, - continuò allora il ragazzo - io posso tornare a suonare con un po’ di impegno?
Karin sorrise, comprendendo quali pensieri assillassero l’Uzumaki, e tentando di alleggerirgli un po’ il carico, e sdrammatizzare la situazione, rispose, senza traccia di esitazione. – Assolutamente sì, sei o non sei Kyuubi? Il rompi palle, cretino, fastidioso-
-    Kariiiiiiiiiinnnnn! – lui mise il broncio, facendola sorridere ancora di più, così continuò “senza pietà”
-    Ribelle scocciatore e, soprattutto com-bat-ti-vo?  - enfatizzò l’ultima parola come se volesse scolpirla nella fronte ora aggrottata del biondo - Quando mai ti sei arreso? Muovi il culo e torna sul palco, poppante!
Naruto fissò la schiena di Karin che si era voltata e si stava lentamente allontanando, e sorrise determinato a non mollare… poi analizzò ciò che Karin gli aveva appena detto…
-    EHY TU RAZZA DI CRETINA SENZA CERVELLO A CHI HAI DATO DEL POPPANTE EH? – urlò, alzando un pugno come un ragazzino arrabbiato, pronto a chissà quale scontro.
-    A te, poppante! – rispose lei senza scomporsi, ma accelerando leggermente il passo.
-    Ma io ti ammazzooooooooo ‘ttebayo!!! – fu l’ultima cosa che sentì prima di iniziare a correre inseguita da quell’uragano biondo che, diamine se era veloce!


“Era un pomeriggio tranquillo e soleggiato, con qualche nuvola che salutava dal cielo, come a volersi prendere gioco del tempo, come a voler dire “goditi il sole che se mi gira faccio piovere”.
I suoi passi incuranti riecheggiavano nel vialetto alberato della residenza, coperti qualche secondo dal cigolio del cancelletto che si apriva, e dal clank di quando si richiuse.
Celò quello che portava in mano dietro la schiena, entrando, come se avesse timore che qualcuno lo beccasse con le mani nel sacco, o nel pacchetto, che dir si voglia..
Entrò, senza alcuna fretta, guardandosi intorno con aria piuttosto allegra, e chiamò per essere sicuro che ci fosse qualcuno o meno in casa, pronto a nascondere l’oggetto in qualsiasi posto non potesse essere visto. Era di vitale importanza che non fosse visto da sua madre.
-    Mamma?
Il suono della sua voce risuonò nel soggiorno, dove era appena entrato, anche se non aveva alzato eccessivamente la voce, era stata abbastanza udibile da essere sentita almeno in tutto il piano di sotto..
Meno male, si disse, sospirando di sollievo e ravvivandosi la coda bassa dei suoi neri capelli, con una mano sola.
Sua madre doveva essere uscita, altrimenti anche avesse solo sussurrato sarebbe corsa alla porta e lo avrebbe assillato su come era andata a scuola e tutte le solite domande di una mamma forse eccessivamente apprensiva, almeno con i figli, dato che dal marito riceveva soltanto percosse e ingiustizie.
Depose il sacchetto avente dentro il prezioso regalo per la sua meravigliosa mamma, sul tavolino dell’ingresso, in attesa di un posto più sicuro, allorché un aroma di cavoli gli pervenne alle narici, come la musica suonata dal flauto di un incantatore di serpenti, e lui era il rettile da ipnotizzare. Adorava quell’odore, ma era un po’ troppo pungente per i sui gusti e ci mise solo qualche secondo per decifrarlo.
C’erano i cavoli sul fuoco, e stavano anche bruciando.
Sua madre aveva preparato il suo cibo preferito.
Di conseguenza era in casa e non era uscita, ma non l’aveva udito, ma non era stata attenta al cibo, però.
“Probabilmente è in bagno, o di sopra” si disse, fiducioso.
Nascose la busta all'interno della credenza, dietro ad alcuni oggetti e si diresse flemmaticamente in cucina, con le orecchie tese.
Aprendo l’uscio, però, non era pronto a quello che vide.
Sua madre, talmente bella, una graziosità delicata e luminosa, era a terra, con il suo incantevole viso chiaro coperto di macchie vermiglie.
Il sangue era ovunque.
Sul corpo di lei, sul pavimento, sulle mani, nei capelli.
Come un velo carminio che la ricopriva crudelmente sotto il suo freddo colore.
Un grido sgomento gli si spense in gola allorquando adocchiò cosa c’era a terra vicino a lei. Un coltello.
Lo riconobbe.
Lui stesso ci aveva spesso tagliato i meloni che piacevano tanto alla madre.
Chi aveva osato fare la stessa cosa sul collo della donna che lo aveva fatto venire alla luce?
Percepì un rumore smorzato provenire dal bagno.
Vi si diresse speditamente col cuore in gol, sperando di cancellare mentalmente l’odore del sangue che impregnava la cucina.
Pronto a tutto.
Spalancò la porta di scatto e trovò suo padre.
Si sciacquava le mani.
Le sue mani imbrattate di sangue.
Il sangue che sporcava il viso di sua madre.
Sua madre a terra morta.
Morta uccisa da suo padre.
Suo padre che era di fronte a lui.
Lui che ora aveva mollato un pugno su quel viso d’assassino.
-    Cos’hai fatto…! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola, riscoprendolo però poco, data l’agitazione.
-    Non volevo Itachi, ascoltami….
-    Io… io ti ammazzo! – riuscì ad urlare, scagliandosi contro il suo stesso padre.
Suo padre lo prese per il braccio. – Ammazzarmi? Tu? Ma sta zitto!
-    Perché l’hai fatto bastardo!
-    L’ha voluto lei!
Questa frase gli guadagnò un altro pugno ma che questa volta fu schivato, e Fugaku ghermì il braccio di Itachi e con la gamba lo fece crollare a terra, tuttavia il più giovane fu svelto ad alzarsi e corse verso la cucina, rincorso dall’uomo.
Quando Fugaku lo raggiunse lo trovò col coltello che aveva ucciso sua madre in mano…”
Si destò, di soprassalto, con la fronte imperlata di sudore freddo, la finestra, leggermente lasciata aperta, fece svolazzare un po’ la tenda bianca, che in quel buio sembrava un fantasma venuto a prenderlo. Lui non se ne accorse, aveva ancora il cuore che martellava forte. Era da tempo che non sognava più la notte, e proprio quell’incubo doveva fare?
Si passò una mano sul viso avvertendolo umidiccio di pianto, e non se ne era nemmeno reso conto, doveva averlo fatto inconsciamente mentre dormiva, non ricordava neanche più quando era stata l’ultima lacrima. Si asciugò in fretta ed aprì il cassetto del comodino, trovando i sonniferi.
Da sopra di esso prese il bicchiere con l’acqua che gli aveva lasciato Shizune, e prese una dose di sonnifero. Almeno avrebbe fatto sogni tranquilli.
- Buona notte mamma, buona notte Sasuke. – sussurrò finalmente, al buio della stanza, prima di assopirsi sul serio, mentre dalla finestra ancora aperta, entrò un ultimo soffio gelido, a mo di saluto.


Conquistare la meta che mi sono prefissato. Non posso farlo da solo. Anche se lo vorrei, con tutto me stesso.
Il passato mi ha reso ciò che sono, plasmandomi come se fossi stato creta nelle sue mani.
Il presente me lo prendo come viene, senza farmi troppe domande, cercando solo di ricostruire quelle rovine ormai perdute.
E il futuro me lo prendo come dico io, perché mi sono fottutamente stufato di stare allo sporco gioco del destino, che sembra non aver ancora deciso cosa farne di me.
In fondo basta poco, non credi?



Bene, ricordo solo a chi seguiva la fic che ho in mente di cancellare quell'esperimentuccio intitolato "Verso la fine", e che riscrivero da capo "Provng Ground" e toglierò "Senza memoria", forse affidandola ad Hanabi2000, mia sorellina che a soli dieci anni già pubblica su questo sito *si commuove*, e pensare che alla sua età non sapevo nemmeno cosa fosse un manga, figuriamoci una fanfic! invece lei trafuga la mia collezione, e legge anche yaoi (a rating massimo giallo, sono protettiva io XD (ma da che pulpito, eh, dillo che hai paura della mamma XD)).
Poi ricordo la mia SasoDei, appena iniziata, I'm Back For..., un esperimento strambo di cui vorrei davvero avere dei commenti, visto che forse la posterò al concorso esterno di cui si parla tanto, e il recente aggiornamento di "La leggenda della succubus e il miracolo di Ai...".
Per quanto riguarda "Arigatou..." è pronto il nuovo capitolo.


E ora....

Risposte alle recensioni fantasmamitiche XD
ryanforever: ojjashin avevi addirittura le mani termanti? Non immagini la gioia che mi pervade sapendo di essere riuscita a trasmetterti le emozione del capitolo *o*
Per sapere di Juugo non ci sarà da aspettare molto, dato che i prossimi due capitoli sono in fase di stesura ma sono già praticamente pronti, posso dirti che qualcuno avrà un amara sorpresa, una volta scoperta la verità su Juugo. Partono scommesse.
Intanto è riapparso Itachi per un breve momento, ma poi tornerà, molto presro.
Per quanto riguarda Naruto, i traumi che si superano velocemente li trovo inverosimili. Spero di essere abbastanza realistica più in là, anche se Naruto ha ancora qualche brutta sorpresa da rivelare. Spero che non mi sfugga iol personaggio dalle mani, già è leggermente OOC per via della crisi, non vorrei esagerare... avvertitemi se succede!
annamariz: se Shu, o meglio dire, Itachi era uno dei tuoi preferiti, rientrerà in scena a breve, dopo questo incubo. Per quanto riguarda Sai e juugo, dovrai aspettare ancora il prossimo capitolo e Sai spiegherà un paio di cosucce che sconvolgeranno una persona a lui molto vicina. Vediamo chi indovina a chi mi riferisco. (questa è dura eh!).
Naruto è ancora bloccato per via di juugo, ma lui stesso inizia a capire che il suo blocco è senza senso, ma è dovuto al fatto che teme le sue reazioni, ma come vedi sta tornando il nostro Naruto, combattivi, come dice Karin. Da adesso in poi il suo carattere inizierà a tornare solare, a meno che non gli metta qualche altro imprevisto... mmmh, chi lo sa.
Poi, se invece è Sasuke uno dei tuoi preferiti, non ti preoccupare, la stroria dopo un periodo passato con Naruto, passa a Sasuke. mmmh dal capitolo nove, credo. uh ma guarda, è il prossimo XD
vivvinasme: stavolta hai aspettato un po' di più l'aggiornamento, spero almeno di non averti deluso anche col capitolo. Ma lo sai che il risveglio di Sai me lo sono tipo sognato e mi sono svegliata sorridendo? Solo che poi non mi ricordavo il sogno e l'ho dovuto reinventare, ma vedo che l'effetto è lo stesso. Ogni volta che leggo una fic, rido, piango, sorrido da sola. E dentro di me segretamente invidio un po' le autrici o gli autori che riescono a farmi vivere tali emozioni, quindi averti fatto sorridere al risveglio di Sai, beh, non sai quanta gioia mi hai dato!
Daltronde si scrive per sfogo, per piacere personale, e per comunicare emozioni.
Quindi non posso fare altro che essere super felice della recensione che mi hai lasciato e ringraziarti di tutto cuore ^_^
Eresseye: non ti preoccupare, la prossima volta ti avviso con un sms, o un piccione viaggiatore, e magari anche tu mi avvisi dato che la mia chiavetta si fa attendere. Tra un po' devo prenotare la connessione. La accendo e posso connettermi solo due ore dopo quando ho trovato il raro punto dove c'è campo nella mia casa.
In questo capitolo c'è Shu! E ci sarà anche nei prossimi. Non il nono, ma presto, molto molto molto presto XD
Orochimaru ha un sacco di sorprese gente! Solo perchè per un po' non si fa vivo, non abbassare la guardia su di lui. Per quanto riguarda Sai, personalmente non mi sta simpatico, quindi spero di averlo reso bene.
Naruto è scappato a metà canzone, è vero... chissà come andrà la prossima volta (*si fa domande come se non fosse lei l'autrice*)
Emylovely: hu, è vero, Sai si è ripreso bene, mi sono ispirata a un fatto realmente accaduto, e il tipo in questione dopo un anno e mezzo di coma è rimasto solo una settimana in ospedale e poi ha iniziato la sua nuova vita. E poi non mi sono voluta soffermare più di tanto sul risveglio in termini medici ma su quello che comportava riguardo a scombussolamenti di emozioni, soprattutto di Naruto e Sasuke. Per quanto riguarda Naruto, lui sperava di poter riprendere a suonare con uno schiocco di dita, ma evidentemente no. Beh, più è deciso a superare il trauma e più le possibilità che incontri Sasuke aumentano XD
Spero che ancjhe questo capitolo ti piaccia.
Sasuke_kun_Uchiha:  credo sia passata ben più di una settimana dallo scorso capitolo, purtroppo. Ma posso spiegare, vedi mi è apparso Don Abbondio e insieme ai tre moschettieri mi ha detto: questo capitolo non s'ha da fa! Poi hanno detto un ritardo per tutti! Un ritardo per uno!
Ok ok tornando seri, chiedo perdono per averti fatto aspettare. La storia si struttura così: qualche capitolo su Naruto, una scena con Itachi, qualche capitolo con Sasuke, e poi magari qualche capitolo con due di loro alla volta, e poi chissà. Quindi puoi ben immaginare che Sasuke arriverà presto, dato che ora tocca a lui. Per il resto, spero che il capitolo ti sia piaciuto, e mi suguro di aggirnare in fretta stavolta ^^
mikita: e certo adesso sarebbe colpa mia se Karin adesso ti sta simpatica? E lo stesso vale per Orochimaru e Sai? CHe poi povero Orochimaru, io lo trovo un personaggio affascinante. Molto più di altri. Vedi yamato per esempio. Almeno Oro ha stile XD
Ma lo sai che hai indovinato. Era proprio un attacco. Sei esperta? Non è che vuoi fare il medico o cose del genere?
Era per sapere.
Spero che il capitolo ti piaccia, anche perchè è riapparso Itachi, e so che non aspettavi altro, tu e quella matta della recensione giallo chiaro XD
Beh, alla prossima tua recensione, visto che quando inizi una mia storia la recensisci tutta O_O, dall'inizio anche se è gia iniziata e sta al tercentomillesimo capitolo O_O GRAZIE GRAZIE E ANCORA GRAZIE!






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Capitolo 9
*** Capitolo 9, Rivelazioni e notti insonni, Reveletions and sleepless night ***



A Vivvinasme, per le sue splendide parole,
a Luca, perché esiste, e il personaggio di Naruto ruota un po' intorno a lui,
e infine a voi, che commentate sempre e leggete sempre, vi darei una medaglia al valore per aver resistito.
Non siamo nemmeno a metà, forse, e già mi commuovo.
Ecco, mi serve un fazzolettino...
Oggi ero giù, ma come al solito è su EFP che trovo consolazione.
Ancora GRAZIE.

Uaho, su questo sito mi capita di ringraziare moltissime persone ultimamente...




Capitolo 9, Rivelazioni e notti insonni, Revelations and sleepless night.


Spesso domande che non hanno risposta, devono rimanere tali.
Spesso i dubbi che non fanno dormire, devono essere dimenticati.
Spesso sono le risposte a fare male.
Spesso è la verità a far soffrire.
Se è dolorosa, la realtà, preferisco restarmene in questo castello di carte, a vivere di illusioni.
La musica è il mio mondo.
La mia distrazione, la mia via di fuga.
L'ho perduta questa via, ho abbandonato il mio mondo, ma intendo tornarci.
E farò qualsiasi cosa.
Vuoi venire anche tu?

Da quel lontano giorno di San Valentino, col gelo che avvolgeva tutto col suo freddo abbraccio, in cui Naruto e Sasuke si erano incontrati in discoteca la prima volta, era passato un po’ di tempo e ci trovavamo ormai nella prima settimana di marzo. Nell’aria c’era già quel dolce e leggero sapore della primavera che annunciava felice il suo arrivo.
Dall’ultimatum di Orochimaru era trascorsa ormai più di una settimana, e ancora la situazione non si era sbloccata.
Avevano ancora tempo, ma più i fogli del calendario scorrevano più sembrava non bastare. Eppure Suigetsu aspettava fiducioso, confidando nel recupero del biondo.
“Ancora” più di due mesi, o “solo” poco più di un paio di mesi.
La prospettiva da cui si guardano le cose fa sempre la differenza.
Sai aveva portato via le sue cose dall’appartamento, ma, lo stesso, aveva tempo per stare con Naruto e Suigetsu, anche perché la scuola d’arte aveva soltanto lezioni di mattina e a volte pomeridiane, quindi, la sera, gli piaceva godersela con i suoi amici di sempre.
Però si era reso conto che più stava con loro, più capiva che questi due anni li avevano profondamente segnati.
Suigetsu lo aveva messo al corrente, seppur senza farlo sapere al biondo, della situazione di Naruto, e lui desiderava aiutarlo, ma non sapeva proprio da dove cominciare.
Per lui i sentimenti erano già difficili da capire.
Lui che era riuscito a stento a dividere l’amore dall’amicizia, si interrogava ogni giorno su quale elemento abbia potuto bloccare il biondo in quel modo.
I libri che da sempre lo aiutavano a comprendere il comportamento delle altre persone, ora sembravano completamente inutili, e nemmeno i testi di psicologia che aveva trovato in biblioteca gli avevano suggerito qualcosa.
Intanto, il concerto dei Double-T era stato fissato per il quindici marzo, e il gruppo provava costantemente alla saletta, non appena era libera, e ogni volta che Naruto si ritrovava a passare di lì, chiudendo gli occhi, riscopriva l’energia di Juugo in Kankuro e si domandava ogni volta se la sua chitarra fosse ancora in grado di sprigionare una tale energia come quella di Temari. Oh meglio, se LUI ci sarebbe potuto riuscire ancora.
-    Kankuro, hai sbagliato un passaggio, dovevi aspettare prima di partire. – lo rimproverò Temari, con voce seria, ma allo stesso tempo dolce, senza evitare però di alzare un pugno come a minacciare la testa del povero malcapitato batterista, ed avvertirlo che doveva riuscire a finire la canzone senza errori altrimenti sarebbe diventato parte della batteria, e sua sorella non aveva bisogno di alcuna bacchetta per suonargliele.
-    Uffa, Tem, quel pezzo non mi riesce proprio! – si lamentò Kankuro, colpendo il piatto della batteria con una bacchetta, per enfatizzare la sua irritazione.
Erano nella saletta, come ogni giorno, a provare quella dannata canzone, e Naruto assisteva alle prove, mentre Suigetsu era con Sai a bere qualcosa.
Si sfiorò il piercing sul labbro che aveva indossato di nuovo, giocherellando distrattamente con la catenella che lo congiungeva all’orecchino, rimanendo seduto a terra a guardare i suoi amici provare.
-    Tayuya, - la voce di Gaara si fece sentire, calma e pacata, senza un’intonazione particolare - prova a coprire la parte ritmica con la voce in quel pezzo, visto che a lui non riesce, aggiungiamo una frase alla canzone... qui...
Gaara mostrò allora lo spartito alle due vocal, che curiose gli si avvicinarono mentre lui, armato di  matita e gomma, modificava di poco una parte.
-    Potesti ripetere l’ultima frase del ritornello, - continuò guardando la rossa che annuiva, - sfumando la voce mentre la chitarra di Temari raggiunge questa nota e poi riprendere quando attacca di nuovo Kankuro, in questo punto.
Le sue idee arrivavano sempre all’improvviso, e, la maggior parte delle volte, risultavano essere delle trovate vincenti.
La nuova canzone doveva essere perfetta, e Gaara era un grande negli arrangiamenti.
“Coprire la parte ritmica con la voce?” pensò Naruto, appuntandosi mentalmente di provarci, anche se la sua parte ritmica era dentro la sua testa. Forse avrebbe dovuto semplicemente suonare con un altro batterista, ma sentendo Kankuro, con uno stile così simile a quello di Juugo, e con anche gli stessi difetti, si disse che non era possibile con uno come lui.
Gli stessi sbagli di Juugo, come le pause lunghe.
Juugo le sbagliava spesso dato che non era molto esperto, almeno all’inizio, e Sai era riuscito a comporre in modo da evitare pause troppo lunghe nella batteria, o fare attaccare Juugo dopo qualche nota, facendone una più riconoscibile delle altre come un segnale. Solo dopo molte prove era riuscito a non fare più nessun errore, come del resto anche lui, Suigetsu e Sai non erano un granché all’inizio. Soltanto dopo aver trovato la combinazione vincente dei loro pregi e difetti, erano riusciti a diventare il gruppo che erano.
Anche Kankuro sbagliava come Juugo, ma Gaara risolveva la questione in modo diverso. Far attaccare batteria e voce insieme, così se sbagliava uno veniva corretto dall’altro. Un elemento del gruppo aiuta l’altro, come dovrebbe essere in una band unita. In una famiglia, come nel loro caso. Cambiare quella parte, pensò, era una grande idea, accendeva il ritmo e quando entrava Gaara col suo basso, iniziava a sfumare la voce di Tayuya, roca e forte, ed entrava Temari, più pulita e acuta.
La risuonarono ancora, perfezionandola, e il biondo dovette ammetterlo. Erano semplicemente grandi.
-    Che ne pensi? – a fine canzone, Kankuro posò le bacchette e lo guardò, senza alzarsi dal suo posto dietro la batteria, aspettando il responso del loro unico spettatore.
Sorrise, senza tenere troppo sulle spine il Sabaku, e non avrebbe potuto dire qualcosa di diverso, così affermò con convinzione: – Siete grandi.
Quando lo disse, gli altri, ricordando l’avvertimento di Orochimaru, seppero di essere davvero forti, e rimasero un po’ spiazzati, prima che Tayuya abbracciò Kankuro urlando e mandando al creatore l’udito di quasi tutti i presenti.

 
Quella sera stessa, gli ex Red Seduction, l’avevano consumata davanti a pizza e videogiochi, come facevano un tempo.
Spegnendo la console, data l’ora tarda, pressoché le due del mattino, Sai prese una birra e, accomodandosi sul divano, gettò uno sguardo al biondo.
Naruto era esausto. Appena uscito da una maratona di videogiochi durata per ben quattro ore, seduto ai piedi del piccolo divanetto, tra riviste e scatole vuote di pizza e qualche bottiglia di birra.
Erano nella sua camera, nella quale era stato portato il televisore, collocato, a suo rischio e pericolo, sul pavimento, in balia di due pazzi giocatori di playstation quali erano Suigetsu e Naruto.
-    Naruto, ti capita mai di ripensare a Juugo? – sussurrò io moro dopo aver ponderato bene su come iniziare il discorso.
Quella domanda colse il biondo un po’ alla sprovvista e Suigetsu, che stava entrando nuovamente nella camera dal bagno, sentendola, ritornò sui suoi passi, lasciando i due da soli, senza che loro si accorgessero della sua presenza.
-    Si, a volte. – rispose, con sincerità, l’Uzumaki.
-    Sai, credo che lui vorrebbe vederci suonare ogni giorno pensando a lui. - continuò Sai, socchiudendo gli occhi come per cercare le parole giuste - Amava la musica. Anche io, - aggiunse - anche se non a tal punto da mettermi in gioco. Lui invece... lo faceva sempre.
Il biondo chiuse gli occhi, volgendo leggermente la testa all’indietro, e nel momento in cui lì aprì nuovamente, il soffitto era ciò che vedeva. – Eh, infatti si è ammazzato. Si si, amava la musica e anche la vita. – replicò amareggiato più che sarcastico, subito interrotto da una frase del moro.
-    Non te ne ha mai parlato, vero? – mormorò, con il tono di chi ha appena confermato qualcosa che già si immaginava, e la frase aveva l’aria di essere più un affermazione che una domanda.
Affermazione che ebbe il potere di far voltare il biondo verso Sai, che ebbe la sua più completa attenzione.
-    Di cosa? – chiese l’altro, sorpreso.
-    Del perché l’avesse fatto. Di uccidersi con quei farmaci, intendo. – spiegò dunque il moro.
Naruto spalancò gli occhi, rialzandosi in piedi, ritrovandosi a fronteggiare l'amico, ancora seduto sul divano. – E tu... lo sapevi? – mormorò,  per poi continuare, alzando la voce: - E non me l’ha mai detto!?
Sai scosse la testa. – L’ho saputo dopo. - spiegò - Il giorno prima dell’incidente. Volevo parlartene ma… sai… dormendo era un tantino difficile – concluse con un falso ghignetto ironico, e forse un po' triste.
Il biondo si avvicinò ancora e lo afferrò per le spalle, costringendolo ad alzarsi, senza mollare la presa.
– Dimmelo!
-    No, se non te l’ha voluto dire lui, no. – il biondo strinse inconsapevolmente la presa sulle spalle dell’altro.
-    Devo saperlo! Devo…
-    Mi fai male, Naruto. - la voce atona e fredda di Sai fece scostare immendiatamente il ragazzo da lui.
Appena Naruto si rese conto della sua reazione esagerata, si diede dello stupido. Abbassando lo sguardo in segno d scuse, si mise seduto sul divano. – Scusa… ma io devo saperlo, Sai. Ne ho bisogno.
-    E io non posso dirtelo, però posso dirti che non c’entriamo niente noi. Che era un problema suo. Quindi non devi pensare di aver contribuito alla sua depressione. Ne di tradirlo in qualche modo suonando di nuovo. – disse guardandolo negli occhi, così intensamente da far male.
Il biondo sgranò gli occhi e fissò l’altro con espressione perplessa sul viso. – Su-Suigetsu te l’ha detto. – sussurrò Naruto, sentendosi in qualche modo tradito ma allo stesso tempo sollevato.
-    Non agitarti, se lo senti suonare insieme a te, succede anche a me quando suono. Suona con lui, Naruto. Ma d'altronde, mi ero innamorato di te per questo. Sei duro e sensibile, e sai mostrare i tuoi sentimenti, cosa che io non sono in grado di fare. Non nasconderli, ora.
Naruto non disse una parola, solo quando Suigetsu rientrò silenziosamente nella stanza si rialzò silenziosamente, sotto lo sguardo bruciante di Sai, diretto in bagno a schiarirsi le idee, e a riflettere sulle parole che l'altro gli aveva detto. Non capitava solo a lui, dunque. Anche gli altri erano stati segnati da quei dolorosi avvenimenti. Si sentì egoista, e in colpa, per non aver pensato a loro. Per non reagire come gli altri…


-    Hai sentito tutto vero? – Sai lo guardava con un sorriso senza significato, ma che Suigetsu interpretò come ammonitore e divertito.
-    Posso sapere perché Juugo è morto o non puoi dirlo nemmeno a me? – l’Hozuki era tremendamente serio, invece. Se ne era stato zitto e buono, ma se Sai sapeva qualcosa sul suo migliore amico, lui aveva il diritto di scoprirla, o no?
-    Non lo immagini? – fece l’altro - L’amore non corrisposto fa questo e altro. Soprattutto se la persona di cui sei innamorato è del tuo stesso sesso, è eterosessuale convinto e ti confida le sue cotte, non trovi? – il sorriso di Sai, a detta di Suigetsu, stava risultando maligno.
-    C-cosa stai cercando di dirmi, Sai? – l’Hozuki aveva un’intuizione ma sperava che non fosse quella giusta. 
-    Io? Assolutamente niente. Non sto incolpando nessuno… tanto meno te. In fondo le persone sono cieche, non c’è niente da fare. Ora è meglio che vada. – e così dicendo uscì, lasciando un Suigetsu alquanto tormentato.
Naruto entrò nuovamente all’interno della stanza poco più tardi e lui era ancora lì impalato.
-    Suigetsu? – Naruto lo guardò stranito, tentato dal colpirlo per farlo tornare in se, visto che sembrava assente.
-    Nh? Ah, Naruto… senti… io… vado nella mia stanza ora, allora a domani, ok? Ci- ci vediamo… - Suigetsu, ripresosi dalle sue tormentate riflessioni, velocemente, si diresse verso la porta, fermato dal richiamo dell’altro proprio mentre stava abbassando la maniglia.
-    Suigetsu? – la debole voce dell’altro gli giunse alle orecchie ma lui non si voltò.
-    Dimmi… - si limitò a rispondere.
-    Domani voglio suonare con te e Sai, ce la metterò tutta! – il biondo sorrise, e, anche se non si era voltato, Suigetsu lo percepì benissimo.
-    Ok, ti vedo combattivo, sei sulla buona strada, ora… però vado a dormire ok?
-    Wow quanto entusiasmo… - brontolò l’altro mettendo il suo solito, tenero e infantile, broncio.
-    Scusami Naruto, . disse, sinceramente dispiaciuto, ma il bisogno di stare solo era troppo - sono stanco, a domani. – e uscì, senza voltarsi né dire una sola altra misera parola.
-    Ho detto qualcosa che non va? – chiese l’Uzumaki, alla porta, ormai chiusa.




Una volta che fu ricomparso nella propria camera, Suigetsu si mise una canotta e dei boxer puliti e si buttò sul letto ancora sfatto, premendosi una mano sul volto, e si girò su un fianco.
“Non può essere…” chiuse gli occhi per rendersi estraneo da tutto quello, ma gli risultò praticamente impossibile.
Provò a cambiare posizione e si sistemò steso sul dorso, questa volta con il volto rivolto verso l’alto, intento a fissare il soffitto. Deglutì, certo che quella notte non avrebbe chiuso occhio.
“Juugo non può… no, maledizione” non era capace di ignorare quei pensieri che erano spietatamente germogliati nella sua mente dopo che Sai gli aveva rivelato indirettamente la verità.
Si sentiva sprofondare e malediva l’altro per avergli svelato cose che non desiderava conoscere, e che in quel momento desiderava solo mettere in un angolino della sua mente, e farle ricoprire dallo spesso strato di polvere della dimenticanza.
Arreso all’impossibilità di dormire con quel concerto di dubbi in testa, si mise seduto, per riflettere meglio.
“Lui… innamorato… di me? Non ci credo… ma se fosse vero…”
Dopo qualche attimo passato ad ascoltare i sommessi rumori della stanza, il ticchettare lento delle lancette della sveglia, il rumore leggero e slontano del vento, si alzò nuovamente, aprendo la piccola finestra, attendendo che l’aria piacevolmente fredda trasportasse lontano le sue domande e gli liberasse la mente.
Ma anche questo tentativo fu inutile.
Ritornò vicino al comodino, e prese dal cassetto un vecchio pacchetto di sigarette e un accendino.
Ne estrasse una, e, portandosela alla bocca si affacciò alla finestra, socchiudendo gli occhi nel momento in cui gli pervenne un po’ di vento gelido in faccia.
Guardò distrattamente l’accendino, con un paio di manette incise sopra. Ne richiamò alla memoria la provenienza e si ricordò di averlo comprato ad una fiera due anni e mezzo prima, non era nemmeno vero argento…
Si accese la sigaretta inalando quel fumo velenoso, riconoscendone la sensazione graffiante sulla gola.
Tossì un po’, per poi tirare un’altra boccata.
“Tsk, patetico, adesso ricomincio pure a fumare, dopo un anno passato a smettere”, probabilmente se avesse potuto, e se avesse avuto abbastanza auto-ironia, si sarebbe preso in giro da solo.
“Se Juugo fosse stato veramente innamorato di me, e se si è ammazzato per questo, la colpa è solo mia, non mi sono accorto di niente!" pensava, sentendosi tremendamente vuoto "E da grande imbecille quale sono, gli raccontavo le mie avventure con la ragazza di turno. Dicendo quanto fossi innamorato di una che magari dopo essermi fatto mollavo il giorno dopo. Per non parlare di quello che gli ho detto prima che… ” sgranò gli occhi, rivivendo scene passate su cui aveva già rimuginato, anche se non vedendole da quell’ottica. Serrò il pugno che non sorreggeva la sigaretta, desiderando quasi di colpirsi da solo.
Tirò l’ennesima boccata, e restò in silenzio a guardare la luna, quasi interamente coperta da una nuvola.
-    Accidenti… non posso credere di essere stato tanto stupido! – si accusò ancora una volta, poi, adocchiando il cellulare sul comodino, gli venne quasi da chiamare il suo muro personale, ma, tornando a guardare il cielo, con la luna che risplendeva ignorando le preoccupazioni degli inutili esseri che abitavano al di sotto della volta celeste, si disse che era tardi, e si colpì la fronte con una mano, per aver solo osato pensare di telefonarle ancora.
Però, si ripromise, aveva bisogno di sfogarsi, e perché no, prendere a testate il muro…


Itachi… Madre… Padre…
Vi penso costantemente, cercando le verità.
Cerco risposte, che mi diano finalmente pace.
I dubbi mi stanno divorando, basta, basta!
Per quanto dolorosa sia le verità, io devo sapere come stanno le cose, per poter dare finalmente uno scopo alla mia esistenza.
Il resto è nulla.
Mi aggrappo a questo sogno, e alla musica, per non crollare.
Cos’è per te la musica?

Prossimo capitolo: Sasuke e Kiba in fuga... e un caos generale, perchè se Orochimaru muove un dito, se ne accorgono tutti... XD

Scusate la brevità delle risposte alle recensioni. Ma causa problemi connessione e un dolore alla gamba tremendo, ho poco tempo.

  mikita 
grazie mille cara! mi fa piacere!  Spero vivamente che ti sia oiaciuto anche questo.
Contenta? Il tuo Gaara si è fato vivo e Sauigetsu ha scoperto qualcosa di sconvolgente! Continua a seguirmi!
  annamariz  
Sasuke tornerà nel prossimo capitolo. Prima Suigetsu doveva scoprire la verità... uhghuh se penso a cosa accadrà nel prossimo capitolo mi viene la tentazione di spolierare tutto!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e grazie dei tuoi complimenti. Mi riempie sempre di nun immensa gioia leggere i tuoi commenti!
  Sasuke_kun_Uchiha 
Infatti Naruto non si arrende, e già dal prossimo capitolo ci sarà una grande sorpresa. Uhhhh che tentazione di dirvelo subito!
Sper che anche questo capitolo ti piaccia.h, e ricordatin di aggiornare anche tu la tua fic!
  Eresseye  
Ciauuuuu! Quanto tempo.... eh, i messaggi gratis son finiti.. vabbeh, spero continuerai a leggere comunque questa storia, e ad aggiornare la tua.
Sì, Itachi soffre molto, e lo rivedrai presto, molto molto molto presto XD Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. è la cosidetta "quiete" (non per Suigetsu) prima della tempesta.
  Emylovely 
Karin la stimo anche io. Non so perchè ho scelto lei, sinceramente, ma credo che sia stata una buona scelta.
Spero che anchen questo capitolo ti sia piaciuto. Scusa se sono sintetica, oggi. Continua a seguirmi e perdona il ritardo!
  vivvinasme 
Ma grazie! Però sono in ritardo di nuovo... ma il capitolo successivo a questo non mi veniva. (credo sia il più difficile della storia, visto che lì in poi.... XD)
Dopo questa rivelazione anche Suigetsu è giù, mentre Naruto sta cercando di tirarsi su... chi indovinerà quale sarà il personaggio che sconvolgerà le cose?
Comunque ci tenevo ancora aringraziarti per le tue bellissime parole, e, se davvero le mie storie sono così importanti per te, allora devo aggiornare in fretta! Sono davvero felice di poter leggere finalmente qualcosa di tuo. E devo dire che la tua storia mi ha davvero colpito. Sei brava, e spero che coltiverai questo talento. Anche tu farai emozionare le persone che leggeranno le tue parole. Almeno, a me mi hai già fatto emozionare. Continua a scrivere. Non perdere mai la voglia di plasmare parole. Ti ringrazio dal più profondo antro del mio cuore, vivvi. Grazie.
  ryanforever 
"qualcuno avrà un'amara sorpresa una volta scoperta le verità su Juugo"... mistero svelato. Non era Naruto (povero, non sono arrivata a questi livelli di sadismo XD, per ora....) ma era Suigetsu. QUesta cosa lo ha sconvolto... e lo sta portando a voler sempre più incontrare una persona... hihi ma nel prossimo capitolo * non trattiene la risata *.... Continua a seguirnìmi, spero che anchq questo non ti abbia deluso.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10, Il serpente e la sua sorpresa, The snake and his surprise. ***


Chiedo perdono per l'immenso ritardo, ma questo capitolo e quello successivo sono stati davvero difficili da scrivere...
Non vi trattengo oltre. Ecco questo... capitolo? Chiamiamolo così XD



Capitolo 10, Il serpente e la sua sorpresa, The snake and his surprise.


Hai mai sentito il detto “le disgrazie non arrivano mai sole”?
Oppure “non tutti i mali vengono per nuocere”? Io sì, e ho sempre pensato che fossero le solite frasi fatte a cui nessuno da più ascolto.

E invece mi son dovuto ricredere…




-    No, Kakashi, un altro ragazzino, no!
Sasuke era decisamente furioso, e il suo manager sembrava non aver afferrato bene il concetto dato che continuava a squadrarlo con quell’occhio da pesce lesso che si trovava, mentre l’altro era nascosto da una maschera che serviva a coprirgli una brutta cicatrice, e contribuiva, fasciandogli anche la parte inferiore del volto, a conferirgli un’aria ambigua e poco raccomandabile, e un po’ imperscrutabile, nonostante chiunque lo conosceva, sapeva che era una persona su cui si poteva contare.
Evidentemente non secondo Sasuke Uchiha.
Ogni persona che era stata proposta da Kakashi, o si era rivelato essere un incapace, o era un ragazzino.
Così, dopo una psicopatica isterica con la voce di una tacchina inseguita da una faina affamata, un tipo che pesava probabilmente qualche tonnellata che pretendeva di suonare la chitarra agitandosi come una danzatrice del ventre, Sasuke aveva degradato Kakashi da “manager del gruppo” a “scovatore di fenomeni da baraccone”
-    Beh almeno è bravo, Sasuke. – fece l’altro, con voce seria e calma, chiudendo l’occhio visibile e annuendo energicamente.
-    Avrà si e no tredici anni, Kakashi, sarà anche un fenomeno ma io non ce lo voglio! – ribattè il più giovane, acidamente, sperando dal dissuadere l’Hatake dall’insistere.
Era davvero stufo, spontaneamente non si era presentato nessuno, i suoi annunci erano stati inutili, e non parliamo dell’ultimo moccioso scovato da Kakashi, con ancora la puzza di latte addosso e le guance paffute da ragazzino.
Dopo aver fatto colazione insieme, per discutere proprio di quell’impiastro scelto dall’Hatake, stavano tornando, ed erano arrivati ad un incrocio dove l’Hatake avrebbe dovuto svoltare a destra mentre lui avrebbe dovuto proseguire dritto.
Si incamminò dunque in quella direzione raggiungendo una costruzione piuttosto piccola, dove si era trasferito da qualche anno, da solo.

Non era male. Non era grande e la vernice di fuori era un po’ scrostata. Di certo non era una casa che ispirava ricchezza, ma non gli serviva molto. Si era abituato a quel nuovo stile di vita, dimenticando tutti gli agi che aveva quando la sua famiglia era ancora con lui. Si era permesso solo una piccola tv e uno stereo, sudati con piccoli lavori. E poi… c’era il suo basso.
Era fiero e orgoglioso del suo strumento.

Kakashi lo aveva seguito fin lì, anziché svoltare, e lo seguì persino fin davanti alla porta, con tutta l’intenzione di continuare la discussione anche all’interno.
Sasuke lo guardò e i suoi occhi dicevano tutto.
Ovviamente non era un invito ad entrare ma era un chiaro messaggio. “Se non vuoi morire sparisci.”
Per quanto l’altro era un uomo che capiva bene i sentimenti delle altre persone, e più di tutti sapeva decifrare il silenzioso linguaggio dell’Uchiha, fece finta di non capire, e mettendo le mani nelle tasche dei neri pantaloni, chiese con voce tranquilla – Non mi fai entrare, Sasuke?
A quel punto l’Uchiha sfoderò il suo miglior sguardo omicida del suo vasto repertorio di sguardi assassini, ma, a quanto pare, aveva perso di efficacia perché Kakashi si avvicinò ancora di più all’uscio e con logica disarmante proruppe con questa frase: - Se non apri la porta, in casa non si entra, a meno che tu non creda di essere un fantasma, Sasuke. – e iniziò a grattarsi il mento coperto dalla maschera con aria seriamente pensierosa, facendo dubitare a Sasuke della sua sanità mentale.
Aprì la porta, quasi rassegnato a tale demenza. Era sì vero che Kakashi, a poco più di trent’anni aveva già un’invidiabile chioma argentata, ma non pensava che l’anzianità si facesse già sentire portandolo a perdere il suo già scarso raziocinio.
Ovviamente Kakashi lo seguì all’interno, guardandosi intorno con aria critica, anche se non disse nullz sulle pessime condizioni della casa.
-    Scusa il disordine. – si sentì quasi in dovere di dire il più giovane, anche se questo era il massimo dell’ospitalità che riusciva a dare.
L’altro annuì distrattamente, e si sedette su una poltrona dai braccioli consumati.
-    Vado a fare una doccia, fai come se fossi a casa tua. – pronunciò l’Uchiha andando nell’unico bagno della casa.
L’Hatake, appena il moro fu sparito, andò a perlustrare il frigo, non rimanendo nemmeno troppo sorpreso a trovarlo quasi del tutto vuoto. C’era solo qualche pomodoro avanzato, e uno non del tutto commestibile, una scatola di uova e tre bottiglie di birra. Si appuntò mentalmente di offrire il pranzo a Sasuke il giorno successivo, e anche a Kiba altrimenti l’orgoglio dell’Uchiha avrebbe fiutato che l’avesse fatto per farlo mangiare qualcosa di decente. Kiba gli aveva riferito che ad un pranzo con Neji e Hinata, in quella piccola e inospitale casa, avevano mangiato soltanto un’insalata di pomodori, con pane e formaggio.
Però a pensarci bene, a invitare l’Inuzuka, le sue finanze ne avrebbero risentito eccessivamente.
Un rumore proveniente dall’altra stanza lo avvertì che Sasuke stava tornando dalla sua cortissima doccia.
Potrebbe entrare nel guinness dei primati per la doccia più breve della storia, pensò divertito, tornando nella sua poltrona con aria indifferente.
L’Uchiha, infatti, entrò qualche secondo dopo, già vestito con una maglia scura e dei semplici pantaloni di una tuta, che si stava asciugando i capelli con un asciugamano.
-    Vuoi una birra? - Chiese al suo ospite, che, ricordandosi che ce ne erano solo tre bottiglie in frigo, rifiutò cortesemente, dicendo di non aver sete.
-    Cosa aveva questo ragazzo che non andava? – chiese invece, deviando l’argomento dove voleva.
-    Ragazzino vuoi dire. – lo corresse - È troppo giovane, non reggerebbe il nostro ritmo, figuriamoci il nostro stile di vita. Non voglio mocciosi tra i piedi. – spiegò.
L’Hatake assentì pensieroso. – Beh, se non si presenterà nessuno, avremo ben poche speranze di formare un nuovo gruppo, non credi?
L’Uchiha strinse i pugni, appoggiando l’asciugamano sul tavolo e voltandosi verso l’Hatake, con aria di sfida..
-    Io-non-mollo. – sibilò, facendo sorridere l’altro.
Era esattamente quello che voleva sentire.
Lo guardò, restando comodamente seduto sulla poltrona.
Sasuke impugnò il telecomando e accese il televisore, dove, in un notiziario, stavano annunciando il prossimo concerto dei Dounle-T, una band che aveva sfondato l’anno prima, e che continuava ad andare forte.
Kakashi si chiese se i Kans, se non si fossero sciolti, e Anko fosse stata ancora lì con loro, avrebbero ottenuto un successo paragonabile al loro.
La notizia successiva riguardava, invece, il matrimonio tra il proprietario di una major e…
-    Oh, cazzo, Kakashi, non ci credo! Quella si sposa davvero!


Naruto era bloccato dinanzi al televisore, fissando lo schermo, non riuscendo ancora a metabolizzare ciò a cui avevano assistito i suoi occhi color cielo.
Si era svegliato tardi, e prima di pranzare, aveva deciso di guardare un po’ di Tv, approfittando del fatto che il televisore era rimasto lì sul pavimento dalla sera prima, sopravvissuto alla maratona di videogiochi, ma il notiziario lo aveva sconvolto.
-    SUIGETSU SBRIGATI! – iniziò ad urlare non appena i suoi pochi neuroni riuscirono a mettere in fiola qualche parola di senso quasi compiuto - Vieni a vedere dai dai dai corri!- aggiunse in preda a una mezza crisi isterica.
-    Arrivo! – gli giunse in risposta - Razza di deficiente, tu guarda se si deve mettere a urlare, io lo ammazzo, poco ma sicuro! – gli improperi e i borbottii sommessi anticiparono l’entrata poco delicata dell’Hozuki, già vestito e con un paio di profonde occhiaie.
-    Guarda guarda guarda lì in tv chi si sposa! – sgomento, Suigetsu fissò Naruto, seduto a terra con solo i pantaloni neri addosso, e una camicia bianca sbottonata, che si sbracciava a indicargli l’apparecchio in questione.
L’Hozuki, per salvarsi i timpani, seguì il “consiglio” dell’altro, e si ritrovò a fissare due occhi gialli nello schermo.
-    O-Oh oh cazzo. - commentò al massimo delle sue facoltà cerebrali.
-     Oro-coso si sposa! Si accasa! Si accoppia! È etero, cazzo, e tra qualche anno qui intorno gireranno tanti Orociocchini! E poi conquisteranno il mondo! E lui non ci ha detto niente!
-    N-Naruto… - mormorò Suigetsu ripresosi dallo shock.
-    Che c’è?
-    FINISCILA DI DELIRARE! Oh merda, - si spalmò una mano in faccia - l’immagine di tanti Orochimaru in miniatura che vogliono mangiarmi non mi si toglierà più dalla mente! – gemette seccato, mollando successivamente un pugno sulla testa ricoperta dalla spettinata zazzera bionda.
-    Io me ne vado a prendere a testate un muro. – bofonchiò, aprendo la porta, ritrovandosi il muro davanti. No, non il muro inteso come tale. Il muro inteso come “lei”…




Karin stava per bussare alla stanza di Naruto, quando la porta le si aprì davanti.
-    Sgorbio bluastro dal ghigno orribile, dov’è Naruto? – salutò molto educatamente lei, ignorata dal ragazzo che la stava fissando come se lei fosse stata l’ultima persona al mondo che avrebbe potuto bussare a quella porta in quel momento – allora Sushigetsu, vuoi rispondere? – incalzò stranita dal mutismo del ragazzo.
-    Sono qui! – chiamò la squillante voce del biondo in questione, da dietro le spalle dell’Hozuki.
Hozuki che aveva appena capito cosa le avesse detto il muro, no cioè, la ragazza.
-    Sushi-cosa? Abominio della natura non ti permetto di storpiare il mio splendido nome, chiaro? – urlò con una vena pulsante sulla fronte.
-    A-Abominio a me? Razza di idiota con acqua salata al posto del cervello come osi?
-    Oso eccome, BA-KArin! Sei così strabica che non ti accorgi nemmeno della forma dei tuoi capelli, che sembrano pettinati con un frullatore.
-    Insulto vecchio, merdoso gambero putrido e voce da tacchino che ha ingoiato una noce con gli occhi a girella, ti ricicli?
Naruto non sapeva se fermarli o godersi la scena, solo quando Karin iniziava ad andarci giù pesante, provo a interromperli con un “Ragazzi, state calmi, ok?”, ma proprio non riuscì a fermarli, presi com’erano dall’insultarsi, finché Suigetsu non cominciò a ridere di gusto senza nessun motivo apparente.
-    E ora perché stai ridendo, razza di idiota? – Karin lo stava guardando come se fosse un alieno, un alieno con le pinne e le branchie.
Suigetsu si stava letteralmente scompisciando dalle risate, lasciandosi andare a quello sfogo liberatorio. – ahahahaha meglio di ahaha, Karin… sei impossibile ahaha. – biascicò a fatica mentre rideva.
-    Cosa? – chiese lei non avendo capito cosa l’altro avesse detto.
-    Sei meglio di un muro… ahaha sei meglio di un muro dove sbattere la testa ahaha!
Naruto e Karin si scambiarono uno sguardo preoccupato, credendo che il loro amico avesse bisogno di uno psichiatra.
-    Questa voleva essere un offesa? – chiese Karin, mettendo a posto i suoi occhiali che le erano scivolati sul naso – perché io non l’ho capita…
Suigetsu smise di ridere, senza però togliersi il sorriso dalle labbra e iniziò a scrutarla con uno strano sguardo. Lei lo fissò di rimando, ma l’intensità con cui la guardava l’altro, la fece voltare, rompendo il contatto tra i loro occhi, a disagio.
Fu il biondo a illuminarsi, come se si fosse ricordato qualcosa solo in quel momento. – Ah, Karin, come mai sei qui?
Mentalmente ringraziò il biondo per averglielo ricordato. Tornando seria, chiese ai due ragazzi: - Credo che voi abbiate visto il notiziario, visto che la tv è accesa…
I due annuirono ricordando la notizia che li aveva sorpresi poco prima. – è per Orochimaru? – chiese Naruto.
-    Esatto, ragazzi. I giornalisti hanno assaltato gli studi, non sono ancora arrivati al dormitorio, ma Orochimaru vuole chiederci un favore. – disse Karin riacquistata la serietà.
-    Odio i giornalisti… - sbuffò Suigetsu.
-    Fanno solo il loro lavoro. – rispose secca Karin, con la precisa intenzione di contraddirlo.
-    Ma sono fastidiosi… e insaziabili e spietati.
-    Ahaha da come li descrivi sembrano assassini. – rise Naruto, prima di venir gelato sul posto dalle parole dell’annunciatrice televisiva.

“E la ragazza che sposerà il direttore dell’OtoSound è Anko Mitarashi, ex vocal di una piccola band che non ha mai raggiunto il livello professionistico, formata da Anko Mitarashi, l’erede della Hyuuga Eletronics, Neji Hyuuga, Kiba Inuzuka e Sasuke Uchiha, il famoso superstite della sua famiglia, sterminata anni fa…”

-    Naruto, hai sentito?
Il biondo aveva un’espressione incredula sul volto. – Non ci credo…


Hai mai sentito il detto “Aiutati che Dio ti aiuta”? B TOrneh, diventare famoso perché amico della moglie di un discografico, e grazie al mio oscuro passato non è mai stato il mio obiettivo, anzi…
Ma a quanto pare non devo essere nato sotto una buona stella…










Visti i miei problemi di internet faccio un ringraziamento veloce a chi ha commentato.
Mi dispiace non potervi rispondere come si deve, non succederà più, I promise!

ryanforever: qui Sui si sfoga eheh, tra un po' avranno molto tempo da passare insieme lui e Karin... E intanto si avvicina l'incontro di quuuaaaalcuuunoooo XD Spero che piaccia anche quest capitolo che nonostante ho riscritto 8 volte sembra scritto di fretta, e invece è un mese che non riesco ad andare avanti... help!
vivvinasme: a te sarebbe doversoso un poema, davvero.,.. ma internet mi fa proprio cilecca, oggi... e temo che mi si cancelli tutto da un momento all'altro. Beh, che dire, ho risolto con yahoo... e appena ho finito di fare una cosa qui ti mando una mail... Intanto spero che ti sia piaciuto anche questo, mia cara. Questa storia è piena di coincidenze eh!  Ecco spiegatra la storia di Anko che aveva lasciaot la band, sembrava un dettaglio insignificante eh? XD
Akasuna no Hime: Salve principèssa della sabbia rossa. Sono contenta che la storia ti piaccia. Opening ed Ending? WOw, si possiamo definirle così XD Che lo scorpione sia con te, e punga chi ti ostacola il cammino, nuova lettrice ^^
Eresseye: Ora che ho anche io i messaggio gratis è una pacchia XD Come vedi ho aggiornato oggi, come promesso. Sono quasi uscita del tutto dal blocco dello scrittore... eh, avvisami se trovi errori eh! E scrivi che voglio leggere la tua fic!
Emylovely: è proprio su Shin che mi sono ispirata per il piercing... è mucho sexxxy XD anche tu adori Shin, eh? Siamo in due! Suigetsu ha trovato il suo sfogo, ma anche per lui non finisce qui... Spero cge anchew questo capitolo ti piaccia!
Sasuke_kun_Uchiha: è arrivato Ottobre alla fine... beh, meglio tardi che mai XD Cavoli quanto è passato! Suigetsu complessato? Nah, ha il suo muro lui XD Povero Sai, tutti gli vanno contro, ma poi si spiegherà anche il suo comportamento. Spero di non averti deluso con questo capitolo.
annamariz: Mi-mi hai chiesto se mi intendo di musica? Magari! Mi on documentata semplicemente. E la batteria mi piace molto XD  Sai cattivo? Può sembrare ma non lascio nulla a caso. Se ha detto certe cose ha i suoi motivi, anche se l'ho reso in modo che si vedesse che prova del risentimento... Poi vedremo perchè... XD Tu continua a scrivere! Seguo la tua storia con ansia (ancher se ultimamente fatico a trovare il tempo di connettermi...)
Beatrix91: cioè... grazie! Ben nove recensioni tutte insieme mi hai lasciato! Non immagiini la sorpresa... nei prossimi capitoli si spiegheranno un po' di cose... quindi spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che continui a seguirmi...  in effetti hai recensito in una data triste... visto quello che è successo... morire così...
Comunque, in effetti mi sono stupita del fatto che le recensioni distavano tutte 2 minuti. Ho pensato fossi una aliena XD Poi hai spiegato tutto XD Al prossimo capitolo e grazie XD
Alips: aad aggiornare aggiorno sempre, alla fine... solo che il blocco dello scrittore non mi era mai venuto, e questa volta ha beccato me XD Grazie della recensione... ahaha non temere i due faranno un incontro insolito ma si incontrano... e molto presto... Non per niente c'è scritto lemon tra le note XD E si, questa storia è molto molto lunga... anche perchè sono molto introspettiva quindi i fatti seguiranno i loro tempi di maturazione... grazie ancora!



E ora vi lascio... speor di non dover MAI più far passare tanto tempo tra un capitolo e l'altro...


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Capitolo 11
*** Capitolo11, Siamo combattenti sognatori, We're fighting dreamers ***


Capitolo 11, Siamo combattenti sognatori, We’re fighting dreamers

Dolce la solitudine, amaro il dolore. Acida la vita.
Connubio violento di sapori e sentimenti.
La quiete…

- Non posso crederci, prima mi dici di non dire nulla, poi fai un annuncio in una rete nazionale, ma dico ti sei impazzito del tutto!? – sbraitava parecchio, quella ragazza. Irritante, così poteva sembrare.
- E ora agli altri cosa dico? Sasuke mi farà a pezzi… e Neji mi lancerà contro tutte le maledizioni possibili, lui e la sua fissa per il destino! - Ma Orochimaru aveva le orecchie allenate e i timpani di ferro. Capace di riconoscere una nota stonata tra mille ma allo stesso tempo di difendersi da voci come quella della sua futura moglie.
- Non ho detto nulla a nessuno. Deve essere sfuggito a qualcuno… - si, a qualcuno con una coda e un paio di occhiali, pensò Orochimaru. Kabuto diventava quasi geloso se lui dedicava attenzioni a qualcuno come i suoi pupilli, le sue nipoti o, peggio, la sua ragazza. E quello aveva l’aria di essere un “dispetto by-Yakushi”.
La sua ragazza lo guardava ancora dubbiosa. Lei, la sua personalità vivace, sadica, perversa, decisa e vagamente malvagia, lo avevano conquistato. Doveva restare tutto segreto fino al matrimonio, non volevano stampa tra i piedi, almeno così sperava.
Ed ecco che Shiho lo chiama alle cinque di mattina chiedendogli di non uscire dal palazzo dove alloggiava perché agli studi c’era l’invasione di giornalisti. Della serie: le ultime parole famose…
Con quel visino di donna, la sua coda alta, i suoi occhi castani penetranti, la sua espressione arrabbiata e seccata, Anko Mitarashi stava nervosamente battendo il piede a terra, con la precisa intenzione di far irritare colui che tanto diceva di amare, e odiare, a seconda dei momenti.
- Fossi in te farei a fettine questo qualcuno. No, lo voglio fare io. Dammi solo il suo nome… - e quando lei si leccava le labbra ghignando con fare sensuale e sadico, proprio come stava facendo in quel momento, gli veniva voglia di strapparle i vestiti e dare il via a tutti quei pensieri perversi che gli passavano per la mente.
Il fatto che l’avesse fatta venire lì di corsa, ancora in pigiama e pantofole, coprendosi solo con una giacca marrone, lunga, non lo aiutava.
Ma proprio quando i suoi occhi gialli stavano già spogliando con gli occhi la sua viperetta preferita, la voce di Karin lo raggiunse, salvando quindi quel poco di dignità che gli era rimasta, che sarebbe andata tranquillamente nello scarico del water se l’avessero pure beccato a farsi Anko in corridoio.
- Orochimaru.sama, Naruto e Suigetsu sono qui – avvisò la rossa, esitando quasi al nome dell’Hozuki, in quanto lei stessa aveva appena constatato che lui non era decisamente in sé.
Naruto era a dir poco sconvolto. Se negativamente o positivamente non sapeva dirlo. Ma, cavolo, sapere che il tuo affittuario nonché produttore discografico si sposa con la vocal della band di Sasuke alla quale lui contava di unirsi appena si sarebbe sentito pronto… insomma, quante coincidenze del genere capitano a questo mondo? A lui fin troppe…
Suigetsu invece si sentiva stranamente bene. Stava preparandosi per andare da Karin, strano ma vero, nemmeno lui si riconosceva più, ed ecco che Naruto lo chiama e, matrimonio shock a parte, quella giornata stava prendendo una piega divertente. Si era trovato Karin davanti alla porta e, diamine, quella ragazza lo faceva stare bene!
Era troppo divertente punzecchiarla. Ora avrebbe fatto qualsiasi cosa per Orochimaru, se gli avesse dato l’occasione di dare ancora qualche craniata sul muro di insulti di Karin. “Mmmh mi sa che sto diventando un tantinello masochista…” pensò divertito Suigetsu, infinitamente grato al mondo di avergli mandato una tale racchia che gli fungesse da scaccia pensieri.
- Ragazzi vi presento la mia futura sposa. Anko questi sono Suigetsu e Naruto.
Si strinsero la mano. Anko sembrava una tipa strana, ma simpatica e disponibile, almeno a prima vista. Anche se presentarsi in pigiama non la aiutava ad accumulare punti-simpatia…
Suigetsu lanciò una sfuggente occhiata a Karin, che però lei non notò, dato che stava guardando da un'altra parte.
“Sta evitando il mio sguardo?”
- Ragazzi miei, mi fareste un favore? – tagliò corto Orochimaru, calmo ma comunque molto seccato della situazione.
Quando Orochimaru iniziava le frasi con tono mellifluo e quel sorrisetto, perfino i buoni propositi di Suigetsu vacillavano.
- Di-dica pure… - rispose esitante allora l’Hozuki.
Orochimaru lanciò un’occhiata ad Anko che lo guardò come ad esortarlo, o come ad ordinargli di parlare immediatamente.
- Andreste a prendere tre amici della mia ragazza, prima che se li mangi la stampa, e li portereste qui?



- O porca miseria – Yamato non sapeva se buttarsi da una finestra o prendere la pistola e fare una strage. In tutti gli anni passati a lavorare come investigatore privato, non si era mai trovato in una situazione così surreale.
Anni passati a cercare scappatoie, a proteggere Itachi alla quale sia lui che Genma si erano affezionati molto, ad insabbiare la vicenda, ed ecco che boom! Per colpa di uno stupido matrimonio tra una sconosciuta e un discografico, la vita di Sasuke, e di conseguenza il suo passato veniva spiattellato in televisione! Certo non era l’argomento principale, ma comunque qualcuno avrebbe ricominciato a parlarne…
Se quella ragazza, Anko, non aveva niente di interessante, allora lo scoop andava cercato nelle persone che frequentava…
Se avesse avuto un giornalista per le mani si sarebbe sfogato per bene!
Oh, non che odiasse i giornalisti. I giornalisti veri denunciavano verità, informavano, argomentavano, protestavano contro le ingiustizie…
Ma i giornalisti di gossip proprio non li sopportava, pronti a distruggere chiunque pur di fare carriera…
Il suo telefono squillò. Ecco. Shizune avrà sicuramente visto la televisione, in fondo è una donna senza lavoro, come biasimarla?
E di sicuro anche Itachi, povero ragazzo, chissà come starà.
Era quello che lo preoccupava maggiormente… Che Shizune scoprisse la verità non lo preoccupava più di tanto, in fondo era una donna buona e si era affezionata a Shu, quindi non c’era pericolo che lo abbandonasse in un momento del genere, ma poteva sempre fare una pazzia… Per esempio contattare Sasuke per fargli incontrare Itachi!
La cosa preoccupante restava comunque il ragazzo. Rivedere il suo passato, anche se in poche scene marginali di un servizio dedicato a tutt’altro, poteva riaccendere i ricordi. Non voleva nemmeno pensare se in un servizio un giornalista avesse modificato leggermente la notizia asserendo, per esempio, che l’assassino dei suoi genitori fosse Itachi. Affermazione vera solo per metà.
Col groppo in gola andò a rispondere sapendo già che la voce che avrebbe sentito dall’altra parte sarebbe stata quella di Shizune.
E infatti il numero che apparve sul display era proprio quello di casa Shiranui.
Invece di rispondere, però, alla fine preferì uscire e dirigersi lì, e alla svelta. Si prospettava una giornata dura. Molto dura…




- Andreste a prendere tre amici della mia ragazza, prima che se li mangi la stampa, e li portereste qui? – ovviamente era più che altro un ordine, non un favore.
Anko temeva che la notizia potesse creare qualche problema ai suoi ex compagni.
Doveva essere un matrimonio tranquillo e lontano da sguardi indiscreti… tant’è che per sposarsi avevano deciso una città Europea... Parigi, con tanto di luna di miele a Roma, e magari una capatina in Grecia…
Nel frattempo Naruto aveva compreso che tra quei tre amici c’era un moro con gli occhi d’onice che lui avrebbe dovuto sorvegliare, anche se non l’aveva nemmeno visto di striscio…
Che l’avesse incontrato una volta arrivato lì era una cosa, ma andargli incontro…
Suigetsu interruppe i suoi arzigogolati pensieri con la sua, stranamente allegra, voce.
- Beh, se mi presta la sua auto potremo andare io e sta racchia qui! – esordì indicando Karin.
Karin ebbe un sussulto sorpreso e indignato per il soprannome poco carino affibbiatole davanti a Orochimaru, e si chiese da cosa mai potesse derivare tanto entusiasmo.
- Prendete l’auto di Kabuto.
- Ehi, occhio giallo, non sanno dove sono, e non mi hai fatto prendere il cellulare per la fretta! – protestò Anko. – Mi spieghi come faranno?
Il suo futuro marito rispose a denti stretti – Sei tu che hai voluto che gli chiedessi di portarteli qui, potevi pensarci prima no? Se vai a prenderli tu e un giornalista ti riconosce come farai?
- I-io ho il numero di uno dei due – iniziò a dire Naruto, sotto gli sguardi sorpresi degli altri, soprattutto quello di Karin, che non sapeva nulla dell’incontro tra Sasuke e Naruto.
Il ragazzo porse il suo cellulare ad Anko, che lo guardò scettica, ma sorpresa quando riconobbe il numero di Sasuke, di certo non il tipo di ragazzo famoso per i suoi rapporti sociali. Comunque fu discreta e in silenzio compose il numero.
Orochimaru stava forse per fare una domanda ovvia, del tipo “come fai ad avere il numero di una persona di cui non dovresti aver mai nemmeno sentito parlare?” ma, non ne ebbe il tempo perché Anko iniziò a sbraitare al telefono…
- Sasuke! Sono Anko! Se se… Lascia perdere il mio matrimonio, è una lunga storia. Ora, dimmi dove sei e fai esattamente quello che ti dico, chiaro?



Ancora non poteva crederci. Era da sola, in macchina con Suigetsu. E lui se ne stava in silenzio a guidare. Un religioso silenzio. Decise di spezzarlo sbuffando sonoramente.
Concentrato sulla strada il ragazzo la ignorò bellamente, così fece un sospiro ancora più forte, dato che la strana quiete creatasi la metteva alquanto a disagio.
- Che c’è? – ghignò lui in risposta all’ennesimo sospiro della ragazza - Avresti preferito restare lì a vedere Orochimaru e quella tipa lasciarsi andare a tutte quelle smancerie? – chiese lui, divertito.
Lei inorridì al solo pensiero, e, per una volta si ritrovò quasi d’accordo con l’altro.
- Allora dov’è che ha detto di andare Anko? – fece allora lui, grattandosi distrattamente la testa.
In quel momento tutti gli strani pensieri di Karin lasciarono il posto alla sola speranza: con tutto il cuore sperò che quell’idiota non si fosse già perso…




- Dai Sasuke, Anko non vuole che la stampa indaghi su di te e faccia riaffiorare troppo del
tuo passato…
Non poteva sopportarlo. Essere tirato in mezzo alle chiacchere a causa di Anko e del suo stupido matrimonio. E per giunta aveva fatto la santa e generosa, al telefono, anche se in modo arrogante e con tono imperativo, e aveva perfino costretto Orochimaru a mandare due dei suoi a prenderli.
E per giunta uno dei due era Suigetsu Hozuki. La tentazione di ucciderlo e farlo a pezzi era molto alta. E se lo trovava davanti. L’unica cosa che lo frenava era il fatto che strangolando chi guidava avrebbero rischiato di andare a sbattere da qualche parte. Di sicuro!
Lui e Kakashi erano seduti dietro, mentre davanti, tra l’Hozuki e la ragazza con gli occhiali, c’era uno strano silenzio, rotto solo quando lui le chiedeva dove andare e lei le leggeva le indicazioni scritte da Anko…
- Ecco, casa Inuzuka è quella laggiù…
- Bel giardino, è enorme! – commentò Suigetsu prima di scendere, seguito da Kakashi.
- Vado io, che sono un viso amico. – disse sorridendo Kakashi, sotto lo sguardo dell’Hozuki.
“Occhio amico, forse Perché parlare di –viso- quando ciò che mostri è solo quell’occhio tonto mi pare eccessivo” pensò Suigetsu guardando la schiena dell’Hatake allontanarsi verso il cancello.
Non risalì in macchina, ma si appoggiò con la schiena al fianco di essa, dalla parte di Karin che aveva il finestrino abbassato.
- Si può sapere cos’hai? – chiese piano lei, ignorando completamente il silenzioso Uchiha seduto dietro, a cui, comunque, non importava nulla.
Suigetsu si ritrovò impreparato alla domanda, posta senza arroganza e con tono sinceramente interessato. Così stette in silenzio, abbassando impercettibilmente lo sguardo come a voler trovare le parole incise sull’asfalto.
Karin scrutava la schiena di Suigetsu, appoggiata allo sportello, cercando di trovare un motivo al suo comportamento, inutilmente.
Non potè chiedere di più perché Kakashi, con grande sollievo da parte di Suigetsu, era tornato con un ragazzo dall’aspetto selvaggio, vestito con una tuta dall’apparenza costosa, e due segni rossi sulle guance.
- Yo! Sas’kestardo!
Sembrava più loquace dell’Uchiha almeno…



Itachi ora non sapeva cosa fare. Sua “zia” aveva dapprima spalancato gli occhi davanti allo schermo, e poi si era agitata all’inverosimile, e aveva cercato di nascondergli il servizio del telegiornale.
Ma ormai lo aveva ascoltato. Certo era scombussolato, e spaventato dalla reazione di Shizune, ma dopo anni di cura, sentiva che era più forte. Così aveva calmato Shizune e lei lo aveva abbracciato piangendo, dicendo che era fiera di lui per aver superato i suoi traumi, e si era addirittura offerta come confidente per parlare, così lui le aveva raccontato tutto. Si era sfogato. Sentiva ancora gli occhi pizzicare, ma non aveva pianto. Anche perché non era sicuro di avere alte lacrime da sprecare.
La donna aveva ancora una volta dimostrato grandi forza e bontà d’animo, promettendogli che non lo avrebbe lasciato da solo, nonostante tutto.
Aveva quasi sorriso quando lei timidamente gli aveva chiesto con quale nome preferiva essere chiamato, e se gli mancava essere chiamato Itachi…
Mentre aspettava che lei avvisasse Yamato, se ne stava seduto sul suo letto in quella che da anni era diventata la sua stanza, aspettando una chiamata da un certo idiota che non si era fatto più vivo dopo la promessa che gli aveva fatto.






Avrebbe rivisto Sasuke Uchiha. Da quando l’aveva saputo e Suigetsu e Karin erano usciti, si era chiuso nella saletta del terzo piano.
Con la sua chitarra.
Solo.
Si schiarì la voce, tossendo leggermente e prendendo tutto il coraggio che aveva.
Si scrocchiò le dita, per prendere tempo.
Prese un respiro profondo…
Rammentò le parole di Sai, “suona con lui, non temerlo”. La batteria di Juugo…
Parole in contrasto con la praticità di Gaara. Coprire la parte ritmica con la voce…
Si era scervellato su una possibile soluzione, ma l’unica cosa che aveva ottenuto era un mal di testa tremendo. Suonare con Juugo, la voce…
Juugo…
Si illuminò.
Un ampio sorriso comparve sul suo viso.
Ora sapeva cosa fare…
…doveva solo…
soltanto…
provarci…

Dolci i sorrisi, amara la solitudine, acido il dolore.
Sapori distinti, unico assaggio.
…la tempesta













*sbuca da un'angolino*
Ritardo. Grosso, spaventoso ritardo.
Piano piano risponderò alle recensioni, intanto vi chiedo in ginocchio: GOMENASAI!
Non era assolutamente mia intenzione abbandonare la fic per così tanto tempo, ma sapete, ci sono cose che capitano nella vita che stravolgono le tue priorità.
Poi ritrovare l'ispirazione dopo molto tempo è dura...
E qusto undicesimo capitolo non vale nemmeno la vostra attesa. Forzato, ecco com'è. ma dovevo dare una svolta. Evidentemente non sono stata in grado di andare per gradi, e il matrimonio era la scossa per arrivare all'incontro...
Beh, alla prossima....!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12, Ho osservato le nuvole allontanarsi, Watched the clouds drifting away ***


Capitolo 12, Ho osservato le nuvole allontanarsi, Watched the clouds drifting away

Ho osservato le nuvole allontanarsi.
Il sole non riesce ancora a scaldare il mio viso.
Sapevo che era destinato ad andare male.
Stavi cercando la grande fuga per scacciare i tuoi demoni…


Il viaggio in macchina era stato abbastanza tranquillo. Non erano riusciti a trovare Neji Hyuga, certo, ma avevano portato a termine due terzi della “missione” in fondo, no? Anzi tre quarti, se contiamo che si erano pure caricati quel tizio strano, Kakashi Hatake…
La prima cosa che l’Inuzuka e l’Uchiha avevano fatto una volta arrivati era stata quella di commettere un tentato omicidio, ma Anko si era difesa bene, e i due erano seduti in silenzio sul divanetto dell’ufficio di Orochimaru, uno più malridotto dell’altro.
Orochimaru aveva parlato con Kakashi, che gli aveva raccontato qualcosa sui Kans e del loro talento. Orochimaru si era reso perfettamente conto che Kakashi voleva approfittare della situazione per tentare di rimettere in sesto la band, e quale modo migliore se non ingraziarsi il discografico, nonché marito della cantante? Sorrise. In fondo l’Hatake ci sapeva fare nel campo. Sarebbe stato un ottimo manager. Chissà, magari anche lui ne avrebbe approfittato e li avrebbe ascoltati. Sapeva che Anko era brava, e lei gli aveva parlato bene del gruppo. Magari avrebbe chiuso il contratto a breve. Prima di farlo però avrebbe voluto tanto punire una certa persona… il suo assistente l’avrebbe pagata.
Sasuke e Kiba avevano ascoltato tutto il discorso, restando il più seri possibile quando Kakashi sottolineava quanto erano bravi, esagerando a volte. O meglio, l’Uchiha  ci riusciva perfettamente, mentre l’altro non poteva fare a meno di gasarsi e sorridere come uno scemo.
Kakashi rifiutò l’offerta di restare a dormire lì, e promise a loro due che gli avrebbe portato gli strumenti entro la sera stessa.
Karin accompagnò Kakashi fino all’atrio, mentre i due rimasero con il proprietario dello stabile.
Anko era seduta sulla scrivania, mentre nella sua poltrona in pelle troneggiava colui che era conosciuto da tutti come “il serpente”, e il motivo principale non era per il semplice fatto che “Orochi” in giapponese vuol dire pitone, e i due ospiti se ne accorsero presto…
Sasuke infatti non poté trattenere un brivido quando il suddetto iniziò a parlare. Anche la voce dava l’idea di un serpente che si appresta a mordere la sua vittima… eppure quando parlava con Kakashi non aveva sortito lo stesso effetto…
-    Allora, ragazzi. E così voi siete i Kans… per un po’ potrete stare qui. Ringraziate la mia donna per questo. Riposatevi e schiaritevi le idee. Suigetsu vi farà fare un giro.
Fu tutto ciò che disse prima di rivolgersi ad Anko. – Che sai dov’è finito Hozuki?

Dopo continui e improvvisi sbalzi di umore, Suigetsu sentiva una voglia irrefrenabile di dormire, magari dopo una chiacchierata con il suo migliore amico con il preciso intento di sfogarsi e di fare chiarezza su un paio di questioni irrisolte. Quando però, entrato nella sua stanza, l’unica traccia del passaggio dell’altro ragazzo era la fodera della chitarra, vuota, ai piedi del letto, sbuffò deluso. Addio chiacchierata.
Il suo cervello ci mise qualche secondo ad elaborare le immagini che gli occhi gli mostravano, prima di farlo arrivare alla conclusione che c’era qualcosa che mancava.
-    E la chitarra?!
Così, quando arrivò alla saletta e non sentì nulla provenire dalla porta socchiusa, si aspettava già di dover, di nuovo, dar fondo al suo repertorio di frasi consolatorie e di incoraggiamento.
Inimmaginabile fu il suo sollievo quando, entrando, trovò Naruto seduto a terra, con la chitarra ancora in braccio, addormentato e il volto rilassato con ancora traccia di uno splendido sorriso…

Gli aveva sfilato delicatamente la chitarra dalle mani e l’aveva appoggiata con cura sul divanetto, sedendosi poi sul pavimento vicino a Naruto.
Passarono solo pochi minuti quando Karin aprì la porta con la grazia di un coyote affamato.
- Ehi, stronzo, Anko mi ha mandato a chiamarti…
- Sshh! Fa silenzio! – la ammonì questo, alzandosi senza far rumore.
- Beh? Che fa? Dorme? – chiese lei, riferendosi al biondo abbandonato sul pavimento, con la testa appoggiata al muro, cercando di guardare oltre la spalla di Suigetsu che le si era parato davanti.
- Si, non lo svegliare. Guarda là…
Karin si voltò a guardare cosa stava indicando l’Hozuki e capì. Con un cenno del capo impose all’altro di seguirla e socchiusero leggermente la porta, lasciando Naruto sotto le cure di Morfeo. Il sonno non lo abbandonò nemmeno quando il cellulare, appoggiato sul tavolinetto, iniziò a vibrare senza sosta. Squillò a vuoto per un paio di minuti, poi smise. Sul display un numero conosciuto. Casa Shiranui…



Una nuvola nera aleggiava silenziosa sulla testa del povero Sasuke. Nonostante il suo viso non esprimesse molte emozioni, la sua irritazione era percepibile a distanza. Questo da quando Karin e Suigetsu li avevano informati che avrebbero dovuto dividere la stanza, o almeno così pensava Kiba. In ogni caso lui aveva iniziato a fiutare il malumore dell’altro da quel momento.
Erano seduti ognuno sul proprio lettino. Inutile dire che con una sola occhiata truce Sasuke era riuscito ad accaparrarsi il letto migliore.
-    Dai Sas’ke, non è la prima volta che dividiamo una stanza… - si arrischiò a dire, ottenendo in risposta uno sguardo tagliente.
-    Ah, ho capito… hai paura di non riuscire a resistere al mio fascino! – gli istinti suicidi dell’Inuzuka dovevano aver preso il sopravvento – d’altronde io con le ragazze ho sempre avuto molto successo ahahah…
Non può esserci altra spiegazione. Kiba Inuzuka aveva appena deciso di morire sotto le torture del suo compagno di stanza.
Stranamente però, l’altro lasciò correre. Ribattendo persino alle fantasie senza capo ne coda dell’Inuzuka.
-    Non è per te, razza di imbecille. È la situazione. Non ti da fastidio che quella lì abbia deciso di sposare quello lì, e che quell’altro lì, il migliore amico di quel coso lì che voleva fare quella cosa lì con me, sia qui e che quindi ci sia anche quel coso lì?
...
Una decina di muti secondi dopo, ci fu la reazione di Kiba.
Si era buttato sul letto simulando uno svenimento, ricevendo un cuscino lanciato violentemente sulla sua povera faccia.
-    Che cazzo vuoi da me? – si rialzò di botto, restituendo amorevolmente il colpo – pretendi che io capisca quel cazzo di discorso senza senso?
-    Scusa tanto, ho preteso che una persona con il tuo esiguo quoziente intellettivo potesse reggere un discorso normale. – ancora più irritato di prima, l’Uchiha si alzò dal letto, con tutta l’intenzione di andare a farsi un giro.
-    Normale? Normale? Quello tu lo chiami un discorso NORMALE?! – urlò Kiba notando che l’altro stava uscendo – ehi aspetta, aspetta? Cosa cazzo significa esiguo!?


-    No spiegamelo di nuovo…
Con la lattina di coca cola a mezz’aria, stravaccato su uno di quei divanetti del Fast Food, Kankuro continuava a fissare la faccia della sorella come se fosse una di quelle statue enormi dell’isola di Pasqua intenta ballare il Tip Tap su piedi invisibili. La sua ragazza, al suo fianco, con il cheese burger ormai abbandonato sul tavolo, era anche lei a bocca aperta…
-    Per tutta la sabbia del deserto, ma ci senti?
-    La sabbia ce l’ha nelle orecchie, Tem.
Se persino Gaara iniziava a fare battute sarcastiche allora gli alieni avevano preso il controllo dei suoi fratelli, se non del mondo intero! Oh no! Probabilmente lui era l’unico umano sano di mente rimasto sulla terra! Forse anche la sua ragazza era una spia venuta dal futuro per fregarlo!
-    Quel film aveva ragione, moriremo tutti! – pronunciò sofferente in balia di questi ragionamenti.
Gaara inarcò l’assente sopracciglio, Temari era sul punto di lanciare un tavolino sul cranio del suo povero (?) fratello, mentre Tayuya che si era già ripresa, essendo sempre stata sulla stessa lunghezza d’onda dell’altra, aveva già agito, mollando un pugno sulla testa del ragazzo. E poi avevano anche il coraggio di chiedersi perché ogni tanto gli si inceppava qualche rotella, pensò Gaara.
-    Si può sapere di che diavolo parli? Qui si tratta di cose serie! Sai cosa vuol dire per noi il matrimonio di Orochimaru a poco più di una settimana prima del concerto? Eh?
-    Ahi ahi ahi… che male! …. No non lo so illuminatemi!
-    Allora vedi che non ascolti!? Studi occupati dalla stampa, giornalisti che ti fermano, e soprattutto Orochimaru molto molto stressato… - spiegò la sorella.
-    Stressato di brutto! – aggiunse con enfasi la rossa.
-    E quindi? – ebbe il coraggio di chiedere Kankuro.
-    Ma hai le marionette nel cervello? – sbottarono le due.
Gaara nel frattempo aveva ordinato e si era accaparrato un bel posto lontano dal chiasso di quelli li e iniziò a mangiare in silenzio. Tanto quella sembrava essere una lunghissima spiegazione.
Lui non credeva che la notizia del matrimonio avrebbe potuto influire in qualche modo con la loro band, ma sua sorella credeva che la stampa si sarebbe messa in mezzo. E chi più di lei poteva saperlo, dato che il suo ex ragazzo aveva lavorato per una rivista scandalistica? A proposito, chissà dov’era finito quel tizio…



Itachi guardò deluso il telefono quando per l’ennesima volta il suono elettronico del cellulare diede il segnale di nessuna risposta. Segno che no, proprio Naruto non lo voleva sentire quel fottuto telefono.
Rischiare di uscire e andare da lui con il caos che si era venuto a creare era rischioso. Decise che avrebbe provato a telefonare l’indomani, e che in un modo o nell’altro avrebbe trovato un modo per vedere di persona suo fratello per accertarsi sulla sua salute… detto semplicemente, da quando Naruto gli aveva detto di averlo incontrato, non vedeva l’ora di rivedere suo fratello, perché, cazzo sì!, gli mancava da morire...
Sapeva però che Naruto in quel momento doveva avere i suoi bei grattacapi, all’OtoSound. Non poteva pensare a Sasuke. E poi chissà dov’era suo fratello. Magari lui e Naruto non avrebbero più avuto occasione di incontrarsi. A quanto pare anche per Sasuke infatti, sarebbe stato più consono non farsi vedere nell’ambiente musicale per qualche settimana…
Shizune giunse dalla cucina.
-    Ah, I-Itachi, sei qui. – La donna si avvicinò tibutante al tavolo da pranzo, dove lui si era appena appoggiato, seguita da Yamato.
-    Yamato deve parlarti di una cosa, una cosa molto importante…
Si accese la sua attenzione…




Orochimaru si massaggio le tempie, dopo l’ennesima telefonata che poi si era rivelata un mero tentativo di intervistarlo. In più, aveva telefonato allo Yakushi pochi minuti prima, che aveva giurato, ovviamente, che lui non c’entrava niente sul fatto che improvvisamente senza che avessero fatto nulla, i riflettori erano stati puntati su di lui. Quello che non capiva era il motivo. Si la stampa era fastidiosa, lo stressava, lo mandava al manicomio, diciamo. Ma a conti fatti, avrebbero ottenuto pubblicità. A meno che Kabuto non sapesse qualcosa riguardante il suo passato o quello della sua compagna, e aveva volontariamente fatto trapelare la notizia sperando che questa cosa venisse a galla.
Anko iniziò a tirargli una guancia. – Quando ti preoccupi ti vengono le rughe, e bianco come sei assomigli di più ad uno spettro, con il viso tutto tirato…
Sorrise lasciando credere alla Mitarashi di averlo distratto, anche se bastava guardarla per non pensare più a niente… Chissà se quelli della band della ragazza l’avevano mai vista vestita così…
A proposito…
-    E così senza di te i Kans mancano di vocalist… - Orochimaru era davvero curioso di sapere qualcosa di più sui componenti della band in cui cantava Anko. D'altronde era soprattutto curioso di scoprire per quale strano motivo Kyuubi avesse il numero di quel Sasuke. Anko se ne stava stravaccata sulle sue gambe, con il braccio appoggiato alla scrivania del suo ufficio. Stava indossando in quel momento alcuni vestiti che le aveva gentilmente prestato Karin, anche se, in effetti, il suo chiedere in prestito poteva essere tranquillamente paragonato a un’aggressione vera e propria.
Insomma, indossava indumenti di Karin, che, ovviamente, le stavano un tantino stretti. Soprattutto la canottiera, come non aveva potuto fare a meno di notare Orochimaru, mentre quei pantaloncini ricordavano più degli slip. Se già sul corpo minuto della sua rossa assistente dal taglio asimmetrico, quell’abbigliamento risultava provocante, indosso alla figura decisamente più prosperosa della Mitarashi diventava devastante, per i suoi gusti.
Quel distogliere l’attenzione sui Kans era quindi per lui indispensabile a livello fisico.
-    Non solo, anche Neji, il nostro chitarrista, o meglio, il loro, dovrà lasciare la band per portare avanti l’azienda di suo padre, insieme a sua cugina.
-    Ah, sì, giusto, la Hyuuga Electronics… - e così, ragionò, ai Kans mancava un vocalist e un chitarrista… i Red Seduction erano rimasti in due, guarda caso un vocalist e un chitarrista. Trattenne una risata. Doveva esserci sotto uno strano gioco del destino, per creare una situazione del genere. E solo lui pareva essersene reso conto. Anko lo guardò curiosa. Quel sorriso furbo era inquietante, ma soprattutto ogni volta che appariva sul volto del serpente significava guai…

Quello che Orochimaru non poteva sapere era che il gioco del destino era molto più complesso di quello che pensava…


Chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato dall'anima dell'universo.
E quando tu desideri qualcosa, tutto l'universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio.







L’ultima frase in corsivo è di Paolo Coelho!
La prima parte in corsivo è stata tratta dalla canzone: FORGIVEN – WHITIN TEMPTATION



IL Testo Della Canzone:
Couldn’t save you from the start
Love you so it hurts my soul
Can you forgive me for trying again?
Your silence makes me hold my breath
All the time has passed you by
For so long, I’ve tried to shield you from the world
You couldn’t face the freedom on your own
Here I am
Left in silence
You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You’ll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven
Watched the clouds drifting away
Still the sun can’t warm my face
I know it was destined to go wrong
You were looking for the great escape
To chase your demons away
For so long, I’ve tried to shield you from the world
You couldn’t face the freedom on your own
Here I am
Left in silence
You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You’ll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven
I’ve been so lost since you’ve gone
Why not me before you?
Why did fate deceive me?
Everything turned out so wrong
Why did you leave me in silence?
You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You’ll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven

Traduzione:
Non potevo salvarti fin dal principio
Amarti così ha ferito la mia anima
Puoi perdonarmi perché ci provo ancora
Il tuo silenzio mi fa trattenere il respiro
Il tempo ti ha ignorato
Oh, così a lungo ho tentato di proteggerti dal mondo
Oh, non potevi affrontare la libertà da sola
Eccomi, abbandonato nel silenzio
Ti sei arreso alla lotta
Mi hai lasciato indietro
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sarai sempre mia
Lo so nel profondo
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Ho osservato le nuvole allontanarsi
Il sole non riesce ancora a scaldare il mio viso
Sapevo che era destinato ad andare male
Stavi cercando la grande fuga
Per scacciare i tuoi demoni
Oh, così a lungo ho tentato di proteggerti dal mondo
Oh, non potevi affrontare la libertà da sola
Ed eccomi, abbandonato nel silenzio
Ti sei arreso alla lotta
Mi hai lasciato indietro
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sarai sempre mia
Lo so nel profondo
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sono così perso da quando te ne sei andata
Perché non io prima di te?
Perché il destino mi ha ingannato?
Tutto si è rivelato così sbagliato
Perché mi hai lasciata nel silenzio?
Ti sei arreso alla lotta
Mi hai lasciato indietro
Tutto quello che è stato fatto è perdonato
Sarai sempre mia
Lo so nel profondo
Tutto quello che è stato fatto è perdonato



Da Marzo... no dico, non aggiorno questa cosa da cinque mesi... O.o
Cavolo! Rispondo alle recensioni dello scorso in capitolo in giornata.
Ringraziamenti:
grazie mille a
le 18 anime pie che hanno messo Inspiration tra i preferiti
le 10 persone che hanno avuto la grazia di inserire inspiration tra le ricordate
le 62 persone che hanno aggiunto la storia nella loro lista delle seguite
le 21 (wow!) perone che hanno aggiunto me tra gli autori preferiti
un grazie a Eresseye, che ogni volta mi chede quando aggiorno (almeno lei aggiorna le sue fic... xD)
un grazie a mia sorella, che mi ascolta mentre leggo e rileggo i capitoli tanto da stare male...
un grazie a Da-kun e a Sasuke, che il 23 luglio hanno festeggiato il compleanno...
grazie a mio zio che con il suo essere brillo mi ha fatto tornare l'ispirazione (?)

>PS. ho abbassato il rating fino a che non ce ne è bisgono... a breve tornerà rosso (xD)


Ja nee!




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Capitolo 13
*** Capitolo 13, È appena sotto la pelle, it's Just beneath The skin ***


Capitolo 13. È appena sotto la pelle, It’s just beneath the skin.

A questo mondo siamo come attori sciolti dalla catena per andare alla ricerca di un fantasma, alla ricerca interminabile dell'ombra semi dimenticata della nostra realtà perduta.

Yamato gli consigliò di sedersi, e forse fu proprio questo a renderlo un po’ più teso.
Aveva uno sgradevole presentimento. Non uno di quelli apocalittici, ma neanche uno di quelli allegri…
Il suo sesto senso questa volta non lo tradì. Yamato era convinto che fosse giunto il momento di andarsene. Non sapeva che Sasuke fosse vicino, o molto probabilmente da bravo investigatore qual’era lo sapeva ma non aveva informato né l’Uchiha né la donna… in ogni caso, era una decisione che andava comunque presa, prima o poi. Gli eventi ne avevano solo accelerato i tempi.
In realtà Itachi non aveva ascoltato più di tanto le motivazioni, le parole di conforto o le spiegazioni, si era soffermato sul concetto dell’intero discorso.
Sloggiare, andarsene, sparire, fuggire… ma mentre per Yamato significava soltanto traslocare e cambiare aria, per Itachi, in vista delle ultime scoperte, significava allontanarsi da Naruto, e dall’unica possibilità di rivedere suo fratello...
Cosa poteva fare? Accettare la situazione? Andarsene?
Nessuno gli aveva chiesto se lui fosse stato d’accordo, tutti si preoccupavano per lui, ma di scegliere qualcosa non se ne parlava.
Genma era stato come un fratello per lui. E gli era immensamente grato per essere andato contro la legge per aiutarlo, così come Yamato.
Shizune, che era stata messa in mezzo senza sapere né come né perché, più di tutti lo aveva amato. Di quell’amore così materno. Sapeva essere una madre per chiunque ne avesse bisogno. Era intrinseco nella sua natura. Forse perché non poteva avere figli.
Avevano un paio di giorni per preparare tutto e partire. Yamato lo aveva avvertito…

Dopo quel fatidico giorno in cui sua madre morì, Itachi era stato portato da Genma in giro per il Giappone. Lasciare il paese infatti è quasi più rischioso che restarci, quando la tua faccia è sulle prime pagine del giornale come, a seconda dell’opinione del giornalista di turno, ragazzo scomparso, o principale sospetto. Ad acque calme, lo avrebbero aiutato a iniziare una nuova vita. Genma lo aveva promesso alla dolce Mikoto.
“Questo uomo forse non troverò mai la forza di lasciarlo. Sono ancora innamorata del Fukaku di un tempo. Ma se mai questo uomo dovesse farci del male, ti prego aiutami a proteggere i miei figli. In nome dell’amicizia che ci lega…”
Genma gli aveva raccontato più volte di come Mikoto fosse divisa tra l’immenso amore per i suoi figli, e la testardaggine nel cercare di recuperare un amore che ormai era a senso unico, e di come lui avesse cercato in tutti i modi di convincerla a prendere la scelta giusta. Se solo ci fosse riuscito…
Quando Genma lo presentò a sua moglie, Shizune, non le raccontò mai la sua vera storia. Ma Itachi ritrovò in lei una persona amorevole come sua madre. Docile ma allo stesso tempo testarda. Era andata avanti per lui, come se fosse stato davvero suo figlio, quando Genma morì.
Yamato cercò di aiutarli in tutti i modi, ed era ancora lì, instancabile.

Il conoscere Naruto non era previsto…
 
Shizune lavorava all’OtoSound, come segretaria di Orochimaru. Un giorno una notizia che sconvolse tutti arrivò agli studi. Il batterista dei Red Seduction si era suicidato.
Shizune l’aveva visto di rado, ma era comunque molto dispiaciuta per l’accaduto. Quella sera all’uscita dal lavoro incontrò un ragazzo, che aveva appena saputo la notizia al telefono. Era talmente pallido che accese l’istinto materno della donna, che decise di portarlo a casa, nonostante Yamato le aveva raccomandato di non far entrare estranei in casa. Ma Shizune conosceva, seppur non molto, il ragazzo. Suonava nello stesso gruppo del batterista che si era ammazzato, non poteva lasciarlo per strada in quello stato.

Fu così che lo incontrò.

Era sceso non appena aveva sentito dei rumori frenetici in cucina.
Shizune stava preparando una camomilla mentre un ragazzo sconosciuto se ne stava seduto a tavola con la testa appoggiata sulle braccia, come se stesse dormendo.
Mentre scendeva gli ultimi gradini, questi lo sentì, alzando gli occhi su di lui.
-    Shu, scusami, ti ho svegliato?
Non rispose a Shizune, piuttosto le fece un’altra domanda.
-    Chi è?
-    Un ragazzo che ho conosciuto al lavoro. Sii gentile, soffre.
Nessun’altra spiegazione se non “soffre”. A lei bastava sapere questo per farlo entrare in casa sua e dargli tutto il conforto che poteva donargli.
Il ragazzo tornò dopo qualche tempo, insieme a un amico, per sapere come il perché lei si fosse licenziata, dato che non la vedevano più agli studi.
Fu così che lei lo presentò ai due venuti.

La discussione che ebbe con Yamato, quando lui lo venne a sapere, fu molto lunga, e le fu tassativamente vietato di farli rincontrare. Ma ogni volta che Naruto, il ragazzo che aveva ospitato la prima volta, e il suo amico Suigetsu bussavano alla porta, era come se lei si dimenticasse di ogni divieto e li faceva entrare.

-    Come mai ti sei affezionata a loro? – le chiese, un giorno.
-    In poco tempo hanno perso due loro amici, stanno soffrendo molto, e nessuno sembra capirli come dovrebbe. Se posso aiutarli lo farò, come faccio con te, Shu.
Si rese conto di essersi affezionato così tanto a quella donna in quel momento. Sua madre avrebbe detto le stesse esatte parole…

Fu proprio ricordando queste parole che prese la sua decisione. Non poteva partire. Perché suo fratello stava soffrendo, da molto tempo. E lui poteva aiutarlo. E l’avrebbe fatto… ormai non aveva più diciassette anni… non era più il ragazzo spaventato di dieci anni prima. le sue mani erano ancora sporche di sangue, ma ciò non lo fermava più.




- Shu? Shu, sei in camera? …Yamato! Non lo trovo da nessuna parte!




Alla fine quel palazzo non era poi cosi male. Per lo meno l’atrio era arredato con gusto. E l’ufficio di Orochimaru aveva un non so che di elegante. Certo, i corridoi erano spogli, e quel via vai di giovani musicisti gli aveva permesso di intravedere l’interno di alcune stanze. Chissà dov’era quella stanza disordinata dalle pareti arancioni… così si sarebbe tenuto alla larga da quella porta.
Il cellulare lo avvisò dell’arrivo di un messaggio.
-    Mh, Sakura. C’era da aspettarselo…
A quanto pare avevano saputo la notizia. Fottuta Anko, non poteva prendersi un imbianchino qualunque? O un gelataio? No, lei doveva far le cose in grande…
La sua stanza era al secondo piano. Se non ricordava male, l’ultima volta che era stato in quel palazzo, era finito al quarto…
Probabilmente avrebbe incrociato Kyuubi, prima o poi, ma non era poi così probabile.
Proprio mentre ci passava accanto, l’ascensore si aprì, e ne uscirono quattro ragazzi che riconobbe subito. I poster del loro prossimo concerto tappezzavano le strade di Tokyo. I Double-T.
Non lo degnarono di uno sguardo. Erano abituati a vedere sempre gente nuova, e continuarono tranquillamente la loro conversazione.
Sasuke non poté fare a meno di notare lo sguardo glaciale del ragazzo dai capelli rossi. Uno sguardo che ricordava mostruosamente quello che vedeva allo specchio ogni mattina.
-    Spero almeno che quella Anko sia una tipa apposto – stava dicendo l’altro ragazzo, il batterista, forse…
Ne approfittò per infilarsi nell’ascensore. Visto che era in una specie di palazzo-dormitorio per musicisti, perché non approfittarne per suonare?
L’ora di pranzo inoltre era passata da un pezzo e non aveva messo nulla sotto i denti.
Arrivato al piano incrociò quella ragazza… com’è che si chiamava? Katy… Katrine... Karin… si era Karin.
-    Salve, Sasuke. Dove vai?
-    A mangiare. – rispose laconico – non posso?
-    Sai questo palazzo era una specie di motel, prima che lo comprasse Orochimaru-sama. Ha una cucina e anche una sala da pranzo. Di solito tutti preferiscono mangiare fuori. Comunque quando Orochimaru mi manda a fare la spesa, rifornisco sempre la cucina. Seguimi…
Dopo avergli spiegato queste cose, che a lui non importavano gran che, gli fece strada.
Al pianoterra vi era una porta leggermente più grande delle altre, che, come aveva detto Karin, dava in una media cucina, dove vi erano anche due grandi tavole da una dozzina di posti.
-    La maggior parte delle persone che vivono qui preferiscono cucinare qualcosa in camera, con i fornelletti da campeggio. Ci sono molte rivalità come puoi immaginare, per poter mangiare tutti insieme . O anche perché non si ha tempo di cucinare. In ogni caso qui ci sono sempre cibi in scatola, e cibi che non scadono in fretta, e qualche conserva. – gli mostrò dov’erano le varie cose e lo lasciò lì ad arrangiarsi da solo.
Non che non sapesse cucinare, ma proprio non ne aveva voglia. Anche se in effetti di mangiar fuori non se ne parlava. Non dopo che la sua faccia era finita in televisione quella mattina stessa.
Dopo che ebbe mangiato, fece un giro del piano e incontrò Anko che lo avvertì che gli strumenti erano arrivati e che l’Inuzuka aveva già portato la batteria, ovviamente smontata, in camera a controllare che non si fosse danneggiato nulla nel trasporto. Il suo basso invece era nell’atrio.
-    Orochimaru mi ha anche detto che se vuoi suonare, quando è libera, c’è una stanza al terzo piano. La riconoscerai subito. È l’unica con la porta bianca da cui è stata smontata la serratura. È completamente insonorizzata ed è disponibile a qualsiasi ora…
Annuì. Ci avrebbe fatto un salto. Perché no?


Si guardò intorno. Doveva essersi addormentato.
La sua chitarra non era più tra le sue braccia ma era appoggiata sul divanetto.
Dopo una bella stiracchiata si sollevò da terra e prese la chitarra. Ora non faceva più paura. Sai aveva ragione. Doveva lasciarlo suonare nella sua testa.
Più volte mentre suonava gli era salito il forte impulso di smettere, ma era riuscito a cacciarlo via cantando.
Quei due anni passati ad autocommiserarsi sembravano svaniti nel nulla.
Suonò di nuovo quella canzone, suonò come se non avesse mai smesso veramente di farlo, e pianse.
A canzone finita imbracciò la chitarra e prese il cellulare. Accendendolo però si rese conto che l batteria era completamente scarica. Sbuffando, ma senza perdere un grammo della sua allegria, si incamminò nel corridoio.
L’ascensore, come spesso capitava, era occupato. Ma non avrebbe fatto le scale con la sua kitsune in braccio. Suigetsu lo prendeva sempre in giro per i nomignoli che rifilava agli oggetti, soprattutto alla sua chitarra. Ma non gli importava gran che…
Una volta aperte le porte si trovò davanti Gaara, che gli sembrava volesse fargli la radiografia dall’intensità del suo sguardo.
-    Naruto… hai suonato.
Uno splendido sorriso si illuminò alla non-domanda dell’altro e, dopo aver delicatamente posato la chitarra a terra, appoggiata al muro, di slancio abbracciò il rosso senza riuscire a trattenere qualche lacrima.
-    Si, Gaara… ce l’ho fatta.


…non sono in sintonia con i miei giorni e le mie notti.
Sono una nube, una nube che si confonde con gli oggetti, ma ad essi mai si unisce.
Sono una nube, e nella nube è la mia solitudine, la mia fame e la mia sete.
La calamità è che la nube, la mia realtà, anela di udire qualcun’altro che dica:”Non sei solo in questo mondo ma siamo due, insieme, e io so chi sei tu. 





Non mi piace, non mi piace... ma meglio di così non riuscivo a fare. Quando avrò la mente un po' più lucida forse lo correggerò... Se mi segnalate qualche errore vi sarei davvero grata.


Un'altra cosa... mi direste la parte che vi piace di più da usare come introduzione? Si, insomma, la parte che secondo voi riassume meglio la storia. Non c'è bisogno che lo citate, farmi capire più o meno quale. Quella che c'è ora non la trovo adatta... boh...
Dovuti credits:
A questo mondo siamo come attori sciolti dalla catena per andare alla ricerca di un fantasma, alla ricerca interminabile dell'ombra semi dimenticata della nostra realtà perduta. (Jim Morrison)
L’ultima poesia invece: Kahlil Gibran

La poesia completa.

Ho trascorso i miei giorni scrivendo e dipingendo,
ma non sono in sintonia
con i miei giorni e le mie notti.
Sono una nube,
una nube che si confonde con gli oggetti,
ma ad essi mai si unisce.
Sono una nube,
e nella nube è la mia solitudine,
la mia fame e la mia sete.
La calamità è che la nube, la mia realtà,
anela di udire qualcun’altro che dica:
Non sei solo in questo mondo
ma siamo due, insieme,
e io so chi sei tu

Aggiornamento veloce come promesso!!! Per il prossimo capitolo dovrete pazientare un po’ di più (non arriverò a cinque mesi stavolta giuro!)
Grazie a tutti!




 




L'ho ripostato perché ieri modificando direttamente da qui ho fatto un casino con un tag html e non riuscivo a trovarlo con tutto quel casino... Ho provato a modificare il capitolo ma il mio browser non mi dava la pagina e ho dovuto fare così -.-

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 La tana del serpente, The snake's lair ***


Capitolo 14. La tana del serpente, The snake's lair.

Ciò che per una persona è un evento normalissimo, per un’altra rappresenta uno sconvolgimento tale da mettere per sempre in dubbio ogni sua più profonda convinzione.
Ogni persona è un piccolo pianeta a parte.
Io non ho neanche finito di esplorare il mio!

♫Cultivate your hunger, before you idealize.
Motivate your anger, to make them all realize.
Climbing the mountain, never coming down!
Break into the contents, never falling down!♫

Wind – Akeboshi


"Grandi scombussolamenti nel mondo della
musica stanno avvenendo in questi giorni.
Una vera e propria scossa di magnitudo otto!Sarà un altro capriccio di qualche rockstar?  Una bravata di qualche band? Una canzone offensiva da sottoporre alla censura? Nulla di tutto questo. Stavolta la scossa arriva direttamente dall'alto: stiamo parlando di Orochimaru, il serpente, che ha deciso di costruire finalmente la sua tana. No, non ci riferiamo all'OtoSound, ma alla tana vera e propria. Insomma: un’incantatrice di serpenti ha conquistato il cuore del boss. Una ragazza senza gloria e senza fama, sbucata apparentemente nel nulla: Anko Mitarashi, vocalist di una band poco conosciuta, ovvero I KANS. Già ci si domanda chi dirigerà la baracca ora che fonti indiscrete hanno rivelato che i due faranno ben tre mesi di luna di miele in giro per il mondo, e la concorrenza ha preparato nuovi album e concerti, contratti e pubblicità per approfittare del periodo morto della Oto. Periodo poi non tanto morto visto che il concerto dei Double-T è previsto a breve. Se la concorrenza riuscisse a ribaltare i vertici delle major, grandi somme di denaro potrebbero uscire da qualche tasca per entrare in un altra. E le azioni della Oto potrebbero anche finire in perdita."

Temari sbatté più volte gli occhi leggendo l'articolo e notando l'autore
- Shikamaru, - commentò - ti sei ridotto a scrivere gossip...? La pigrizia ti tiene incollato alla sedia, non è vero? Meglio questo che fare l'inviato, eh? Sei sempre il solito, Shikamaru.
La ragazza ripose il giornale sul tavolinetto di fronte al rosso divano. Accavallò le gambe e iniziò a tamburellare col piede a tempo di una vecchia canzone country. Un ragazzo entrò nell'atrio spaesato e curioso come un bambino di prima elementare che entra nella sua classe per la prima volta, dopo aver vinto la paura del primo giorno di scuole. Temari sorrise divertita.
- Salve! - attirò l'attenzione del nuovo venuto.
 - Sì salve...ahem io starei cercando un ragazzo... – iniziò lui, un po’ a disagio, come se avesse timore di commettere errori, o essere riconosciuto.
- Sei un giornalista? - chiese Temari partendo prevenuta.
- No...
- Un musicista? Fai parte di qualche band? Se uno di quelli del retroscena? - domandò innervosendosi, e forse anche divertita.
- No io, sono... Un amico di Naruto.
Lei esitò un attimo, socchiudendo gli occhi e squadrandolo dal basso verso l'alto e viceversa. - Come sei entrato? - chiese infine per vederci chiaro. Lui su frugò le tasche come in cerca di qualcosa. Dopo qualche attimo di attesa in cui si sentiva soltanto il frusciare della stoffa che veniva sbattuta dalle mani del ragazzo mentre verificava che nelle tasche della giacca vi fosse o meno quello che stava cercando, trovo l'oggetto, e lo porse alla Sabaku. Era un foglio plastificato che le sembrava familiare. - Ho mostrato questo al custode. - disse con voce ferma dopo aver riacquistato un po' di sicurezza. Temari lesse con attenzione il foglio. - Questo è un passi per i dipendenti, ma è scaduto. Shizune Shiranui si è licenziata da un pezzo. Perché ha conservato il passi? Doveva restituirlo. – disse tra sé e sé. – E poi come mai ce l’hai tu?
Itachi sforzò la memoria per ricordarsi qualcosa un nome. - Orochimaru glielo ha fatto tenere. – rispose alla prima domanda. Temari storse il naso alla mancanza del suffisso sama, anche se immaginava che il ragazzo non lo avesse fatto apposta.
- Sarà. Ma dovrei parlarne con Orochimaru in persona. Tu sei? Come hai avuto il passi? Non mi hai risposto! – rimproverò.
Itachi fu combattuto per un secondo. Ma poi rispose, rassegnato - Shu. Sono Shu Shiranui. Il nipote di Shizune.


Un bussare alla porta interruppe il suo profondo conteggio. Guardò un’ultima volta il foglio del rendiconto trimestrale, giudicando che le uscite erano decisamente troppe per i suoi gusti. Ripose il foglio in un cassetto metallico nell'archivio. Chiuse attentamente il cassetto a chiave prima di dire "avanti" con voce cupa. Lo strafottente sorriso di Kabuto Yakushi fece capolino nella porta. L'uomo avanzò senza l'invito di Kakuzu, il direttore de "La Maschera" giornale di informazione e scandalistico. Soprannominato il tesoriere, per il suo attaccamento verso il denaro, Kakuzu era un uomo dagli occhi verdi incavati, e dal viso pieno di cicatrici, soprattutto sulle labbra, che lo facevano sembrare una bambola di pezza.
Kabuto stette in silenzio come in attesa di qualcosa.
- Cosa vuoi Yakushi? - chiese spazientito il tesoriere.
L'uomo con gli occhiali spostò il peso da una gamba all'altra, cercando di far intendere qualcosa che l'altro, evidentemente, non voleva intendere. - Le informazioni su Orochiamaru-sama hanno portato al giornale del prestigio, - iniziò mellifluo - e lo scoop del mese é uno dei più letti. Mi dispiace rovinare il vostro scarso buon umore ma.... - aggiustata di occhiali allusiva - noi avevamo un accordo.
- Non so a cosa alludi, Yakushi. - finse l'altro, con tanta sfrontatezza da far ribollire il sangue al più giovane.
- Ma..... Signore noi... 
Kabuto non ottenne nulla.



Orochimaru continuava a squadrare il volto del sedicente Shu. C'era qualcosa che bussava alla sua mente. Ma non capiva cosa. Il suo intuito voleva dirgli qualcosa ma proprio non riusciva a decifrare ed. Anko, senza volerlo, gli venne in aiuto.
- Scusa se ti sentì osservato, ragazzo, ma sei identico a Sas'ke!
Orochimaru notò il sussulto del ragazzo, e socchiuse gli occhi pensieroso. Poi si rivolse alla ragazza sulla porta.
- Temari, chiameresti Naruto? 



Sasuke Uchiha voleva evitare quel ragazzo, però non si spiegava il motivo per cui lui, mai stato affetto da quella malattia chiamata curiosità, continuasse a girare senza meta per quell'edificio. Aveva persino acconsentito ad accompagnare l'Inuzuka alla, a quanto pare famosa, saletta del terzo piano. "È per passare il tempo, visto che non ho un cazzo da fare" si disse.
Quindi, basso in spalla, anche se la voglia di suonare in quel momento era quasi pari a zero, ed eccitato canide pulcioso al fianco giunse al terzo piano.
Il cane, o meglio, Kiba, non vedeva l'ora di metter mano alla batteria. La porta della sala però era socchiusa, e, dallo spiraglio, proveniva una melodia dai contorni rock. La curiosità non è solo donna, come si suol dire, ma anche cane, come amaramente scoprì Sasuke in quel momento. Anche se lui stesso era leggermente curioso di sapere chi stesse suonando, visto che il pezzo non era affatto male. Forse un po' più di leggermente curioso. Ma questo Sasuke non lo avrebbe ammesso mai. Neanche sotto tortura.
La porta si spalancò dunque sotto il peso dell'Inuzuka, che vi si era appoggiato per sbirciarvi dentro, e rivelò ai presenti nella stanza, i due curiosoni. Come poteva Sasuke non riconoscere Uzumaki Naruto dopo quello che era successo? L'altro ragazzo, che riconobbero subito come Gaara dei Double-T, li guardò freddamente, poi, come se loro non ci fossero, si rivolse a Naruto. - Devi riprendere la mano. Orochimaru sarà contento che ti sei ripreso. Ora vado dai miei fratelli. - e così dicendo si dileguò, lasciando i due a fissarsi.
 Durante questo silenzioso scambio di sguardi, Kiba si sentì di troppo, e, reclamando attenzioni, si avvicinò al biondo, "scannerizzandolo" con lo sguardo, - Dove ti ho già visto....? Tu sei.... Kyuubi!
Naruto spostò la sua attenzione da Sasuke a Kiba e rispose, un po' imbarazzato. - Si. Sono io.
Kiba sembrava essere ormai partito. Troppe persone famose in poco tempo. I l’Hozuki, i Double-T, Orochimaru, e ora anche l’Uzumaki! Sasuke, invece, continuava a guardare freddamente la scena. Il biondo abbassò lo sguardo, sentendosi di nuovo in colpa per quel San Valentino in cui aveva accettato la scommessa con Suigetsu, complice la confusione mentale di cui gli aveva fatto dono l'alcool, e, contemporaneamente, sollevato per averlo finalmente li davanti. Aveva una promessa da mantenere. Avrebbe voluto chiarire. Avrebbe voluto chiedere scusa a quel ragazzo che per lui continuava ad essere uno sconosciuto, nonostante sapesse la sua storia anche meglio del diretto interessato.
Dopo aver risposto docilmente alle domande agitate di colui che aveva scoperto chiamarsi Kiba, una voce di interruppe i pensieri dei tre. Sasuke, che era il più vicino alla porta, si ritrovo senza saperne il motivo ad essere squadrato da un paio di occhi verdi.
- Naruto! - chiamò la donna entrando, notando l'Uchiha al fianco dello stipite e azzittendosi di colpo. Naruto osservò con attenzione la scena per poi risvegliare la ragazza.
- Cosa volevi Temari?
La ragazza ebbè un sussulto come se si fosse ridestata in quel momento e rispose. - C'è un tuo amico nell'ufficio di Orochimaru-sama. Shu Shiranui se non sbaglio.
L'Uzumaki dentro di se ebbe un principio di attacco di panico. - S-Shu? - biascicò, per poi scattare verso la porta, e imboccare il corridoio a tutta birra.
I tre ancora nella stanza rimasero per qualche secondo a fissare la porta dalla quale la furia bionda era uscita,
Sasuke inarco un sopracciglio, poi sbuffò uno "sticazzi" e uscì anche lui, con passo annoiato verso l'ascensore, sempre col basso in spalla, per tornare ella sua stanza a farsi i cazzi suoi.
Per spezzare il silenzio per lui imbarazzante che si viene a creare quando persone che non si conoscono stanno in una stessa stanza senza emettere un fiato, L'Inuzuka si presentò quasi urlando: Salve, io sono Kiba Inuzuka! Tu devi essere Sabaku No Temari!

Siamo stati i re e le regine delle promesse, siamo stati vittime di noi stessi.
Forse i figli di un dio minore, tra inferno e paradiso.
Nei tuoi occhi, senza speranza e rubati. Abbiamo rubato la nostra nuova vita, attraverso il sangue e il dolore.


Scusate l’immenso ritardo, l’ispirazione sta tornando piano piano. Il blocco dello scrittore più lungo di sempre, lol. Sto anche tentando di portare avanti Arigatou e le altre.
Sì, sono tornata. Non linciatemi. Questo capitolo fa schifo. Ma chi mai (ri)comincia…
(L'ultima frase è dei 30 Seconds To Mars, penso che se li conoscete, non avete nemmeno bisogno che vi dica il titolo...See you)


 

 

 

 

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