Troppo poco coraggio per provarci, troppo poco odio per lasciarti andare.

di Nice Doll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non era il momento giusto per noi. ***
Capitolo 2: *** Pura come un giglio. ***
Capitolo 3: *** Ma quanto ho dormito? ***
Capitolo 4: *** So che tu capirai, perché io e te siamo uguali. ***
Capitolo 5: *** Restare o andare via? ***
Capitolo 6: *** Tutto l'amore che ho tenuto nascosto. ***
Capitolo 7: *** Come attrice faccio schifo. ***
Capitolo 8: *** Sono io che ho voluto negarlo. ***
Capitolo 9: *** La felicità è una trappola. ***
Capitolo 10: *** L'amore è per i deboli, io invece, sono forte. ***
Capitolo 11: *** Pronta ad amarti, fino a consumare il resto. ***
Capitolo 12: *** Come il sangue per i vampiri, come l'ossigeno per gli umani. ***
Capitolo 13: *** ULTIMO CAPITOLO (?) ***



Capitolo 1
*** Non era il momento giusto per noi. ***


1

La distanza può impedire un bacio o un abbraccio, ma non può impedire un pensiero.
Ancora non riesco a rendere concreta l'idea che tu abbia scelto di partire, lasciando qui ogni cosa, o meglio lasciando qui me. 
Mi sembra tutto così semplicemente assurdo, e se penso che tra meno di un anno ci sarà un bambino nella tua vita, sento come una voragine aprirsi nel petto. Non sapevo neppure che fossi stato con quella là e adesso di punto in bianco mi ritrovo col sapere che è rimasta pure incinta. Eppure non posso fare a meno di provare un certo fastidio, nonostante un bambino dovrebbe essere una bella notizia. Non posso parlare di queste emozioni con nessuno, così ho pensato di scriverle. Vorrei cominciare col dire che ho sbagliato. Non so esattamente quante volte l’ho ripetuto da quando te ne sei andato, sto diventando monotona…Avrei dovuto sceglierti quando potevo, avrei dovuto amarti quando potevo! E invece? Invece ora è troppo tardi e tu sei diventato irraggiungibile, letteralmente. Avevo sempre pensato che io e te avessimo due personalità opposte, ma col mio ultimo gesto ho capito che siamo molto più simili di quanto sarei mai riuscita a credere. Risuona nella mia mente una frase
"Tu preferisci chi sei ora alla ragazza che eri una volta. Ti piace essere forte, senza età, senza paura. Siamo uguali, Caroline."  Tu però sei sempre lo stesso...sono io ad esser cambiata. Mi sento così in colpa e stupida. Riesco solo a sentire canzoni che non si possono definire in alcun modo, fuorché deprimenti. Standomene distesa sul letto tenendo vicino, troppo vicino, il tuo disegno. “Stay with me, baby stay with me..” Tutto cambia, tutto passa. E quando dicono carpe diem hanno totalmente, fottutamente ragione. Adesso è troppo tardi. Non ti vedrò mai più. Questa consapevolezza, mi uccide. Io ho bisogno di vederti, ho bisogno di te più di quanto avrei mai creduto di averne. Non dico di pensarti ogni secondo, però quando lo faccio non riesco a non piangere. Vorrei dirtelo, dirti di tornare. Dirti che mi manchi. Ma a cosa servirebbe? Il ‘momento magico’ è finito. Però ti chiedo, senza averne alcun diritto, di esserci. Adesso, stasera. Non voglio essere sola. Perché senza te è questo che sono. “Tonight don’t leave me..alone.” I miei rimpianti sono tanti. Che strano, do sempre consigli su quanto sia meglio una delusione di un rimpianto, però io ho fatto l’opposto. Ho permesso alle mie debolezze di decidere per me, sono proprio una persona incoerente. O forse stupida. O entrambe. Come hai detto tu ‘Se fossi stata più tempo con me.’ Già. Se. Hai colto nel segno, dritto al cuore. Cos’è peggio di un rimpianto? Sentirsi dire che se ci fossi stata, sarebbe andata diversamente. Ed ora non posso più rifugiarmi nell’autoconvinzione. Non posso più ripetermi che non avrebbe mai funzionato, perché ora mi hai sbattuto in faccia la verità. “Walk with me, come and walk with me..” Per questo, vorrei poterti venire a prendere e portarti con me. Anche solo per il tempo di una passeggiata. La più lunga che posso sopportare. Non amo particolarmente camminare, ma farei di tutto pur di stare in tua compagnia. Perché vedo la tua assenza, ma soprattutto la sento. “To the edge of all we’ve ever known.” Nonostante questo, sei così dannatamente presente. Può sembrare una contraddizione, eppure mi basta chiudere gli occhi per vederti. Qui. Noi. E tutto il resto perde importanza. Ogni preoccupazione, dissolta. Ogni dubbio, svanito. Tutto nella dolcezza di un tuo ricordo. “[..]Well I’m not sure what this is gonna be, but with my eyes closed all I see is the skyline, through the window..” Non sono affatto sicura di questo. Ma non sono sicura di niente, perciò sarebbe da imbecilli ignorare la tristezza che mi invade quando ti penso. Anche perché se è vero che le lacrime sono sentimenti, credo, forse…provo qualcosa per te. Ora leggi l’ultima frase, senza credo e forse. Vedi, non so perché faccio così. Non riesco a dirtelo, o meglio non riesco a dirlo. A me stessa, soprattutto. L’unica certezza, l’unica cosa che non è mai cambiata e che ho sempre saputo è che: Tu, sei sempre stato con me. E sappi che non ho dimenticato nulla. Niente, zero. Ogni frecciatina, ogni tuo sostegno, ogni sorriso o ballo. Sapevo quel che volevo e quel che cercavo, volevo un ragazzo che fosse perfetto. Come il principe azzurro che c'è in ogni favola che si rispetti. Volevo accanto un persona che apprezzasse le bellezze che ci sono nel mondo, ed ero convinta di non poterla trovare in un piccolo paesino come il nostro. Scusa, è l’abitudine..volevo dire come il mio. Tu sei così. Sei sempre stato davanti ai miei occhi. Sono io che ho respinto ogni tua avanche e ho rifiutato ogni tuo complimento. Se è vero che l’amore ci rende ciechi, come mai non riuscivo a vederti se non mi accorgevo nemmeno di te? Voglio dire, io non ti amavo eppure non riuscivo a vederti. Lo so, non ha molto senso detto così e non so se hai capito cosa intendo. Ovviamente lo spero…C’eri sempre. “[..]When the days were long and the world was small” Ed era vera, la seconda parte della frase. Il mondo era piccolo quando ero con te, e tu con me. Forse dovrei dire, quando eravamo insieme.  Mentre con la parte iniziale della frase, mi trovo in disaccordo. Quando eravamo insieme, i giorni passavano quasi come fossero caramelle. Una tira l’altra. Peccato che ora non è più così. Ed ecco che diventa vera la prima affermazione.. ‘I giorni erano lunghi’ no. I giorni sono lunghi. Ti sento così distante. E ho paura di dimenticarti. Ho paura di lasciarti andare. “[..]I won’t be the one to let you go.” Ho paura che le nostre promesse di andare a vedere il mondo, rimangano solo parole. Temo di non vederti più, o peggio ancora mi terrorizza l’idea che tu possa dimenticarmi. “Hold my breath, as you’re movin in...taste your lips and feel your skin.” “When the time comes, baby don’t run, just kiss me slowly.” Mi manchi come è impossibile spiegare a parole. Ho capito di tenere a te, solo non era il momento giusto per noi e probabilmente non lo sarà mai. Ma grazie per avermi lasciato questi ricordi meravigliosi. Farò il possibile per conservarli, il più a lungo possibile. Finché non sarò pronta, pronta a lasciarti andare. Ma ricorda, una parte di me sarà tua. Sempre e per sempre. “Always and forever.”

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Capitolo 2
*** Pura come un giglio. ***


2

Gelido, è così che sono tornato ad essere. Senza più quel raggio di sole in grado di scaldare anche un cuore duro come il mio. E sono proprio io la causa. "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso." E pensare che ho persino conosciuto chi disse questa frase...Lei non sa. Lei non saprà mai. Non può immaginare cosa si provi nel vivere l'immortalità a scappare dal proprio padre. Certo, Michael ed io non eravamo legati dal sangue, ma è stato lui a crescermi. E se non mi avesse cresciuto così, probabilmente non sarei stato in grado di ucciderlo. Niente, nessun rimorso. Solo soddisfazione e finalmente, tranquillità. Non devo più scappare e questo perché mio padre non mi dà più la caccia. Io sono il re. Non possono essere ucciso in alcun modo e avendo vissuto per molto tempo ho avuto modo di riflettere. Ed è proprio grazie al rapporto che avevo col mio defunto padre che adesso ho deciso cosa farne di colui che a breve sarò mio figlio. Oh Caroline. Non faccio altro che pensare a te, tu sei stata l'unica donna in grado di farmi mostrare gentilezza. “Ho già fatto più di abbastanza. Ho mostrato gentilezza, perdono, pietà...A causa tua, Caroline. Era tutto per te.”  Hai tirato fuori la parte migliore di me, quella ancora umana. Sentimenti che credevo aver perso, molti, moltissimi anni fa. Nonostante ti sia in un certo senso grato per questo, non riesco a perdonarti di aver portato alla luce la mia unica debolezza, tu. E' così. Se mai qualcuno dovesse farti del male o anche solo pensare di poterti fare del male, lo ucciderei senza pensarci. E poi non rivedrei più il suo volto, come succede con gli altri..Vedi sweetheart io non sono un mostro. Sono solo parecchio bravo a sembrarlo. Ogni volta che mi addormento infatti, sono tormentato dai volti delle persone che ho ucciso. Ma non mi è mai saltato in mente di dirlo a nessuno, sei la prima alla quale lo confido. Anche se mentalmente. Mi dispiace di non averti neppure salutata come si deve, anzi non ti ho salutata affatto. Chissà cosa starai pensando adesso di me..quasi sicuramente mi odi. Non deve essere facile sentirsi dire da chissà chi tutto quello che è successo. Posso solo immaginare come tu possa esserti sentita. Tradita e illusa. Ebbene, mi sbagliavo. So fin troppo bene cosa si prova. Sono del parere che sia molto meglio essere soli,perché se sei solo, nessuno può ferirti. E' per questo che mi porto dietro la mia famiglia nelle bare, li ho vicini ma non possono nuocermi in alcun modo. Perché se loro sono quasi morti, io posso sentirmi quasi vivo. Era tutto perfetto così, almeno finché i tuoi amici non li hanno liberati tutti. E guarda, guarda cosa è successo..mia madre è morta, così come due dei miei fratelli. L'ultimo, Kol, sotto i miei occhi. E' stato terribile non poterlo aiutare, io odiavo Kol ma d'altronde non si sceglie la famiglia, no? Però adesso mi è stata data una seconda opportunità, non posso rinunciare a lui. Capisci? Ogni re ha bisogno di un erede. E comunque, è mio figlio. Non so spiegarti perché, non ho mai provato sentimenti del genere prima, nemmeno quando ero ancora umano. Ma io sento di doverlo proteggere e lo amo già adesso, senza averlo neppure ancora visto. Questo fa di me un debole lo so! Ed è per questo, per orgoglio, l'unico che non mi ha mai lasciato, l'unico che mi ha permesso di sopravvivere fino ad oggi, è per questo che non riesco a prendere una decisione. Una decisione precisa. Se tu ti fossi trovata ad essere Hayley, credo che non mi sarei fatto tutti questi problemi. Sono quasi certo che ti avrei chiesto di sposarmi e ti avrei amata ogni giorno di più ricoprendoti di ogni bellezza che presente nel mondo. Ma adesso, guardiamo in faccia alla realtà. Sono seduto su una panchina gelida quasi quanto il mio animo, in balia di dubbi che un futuro padre non dovrebbe avere. Dovrei già aver deciso di arrendermi, all'inevitabile verità. L'unica verità. Non permetterò mai a nessuno di scalfire la sola cosa buona che ho fatto in questa vita. Lui è mio figlio, e mio figlio non si tocca. Non so di preciso perché ti dico questo, ma una cosa posso dirtela, io tornerò. Tornerò a prenderti, non ti avrei mai lasciata sola. Ma devi capire piccola, che il mondo è un posto oscuro e crudele, tu sei troppo fragile per farne parte. Mi sento più tranquillo nel sapere che sei al sicuro lì. Il dolore si supera mentre dalla morte non si può tornare indietro. Sto solo, cercando di proteggerti nell'unico modo possibile. Lasciandoti vivere la tua vita, tra le persone che ti vogliono bene. Tu conti per loro, ricordalo. E non permettere mai che i tuoi occhi si spengano, sei così bella. Così pura. Pura come un giglio. Emani un'energia che mi ha conquistato sin dall'inizio. Se solo ti avessi conosciuta secoli fa, forse ci sarebbe stata speranza per me. Ma non è stato così, mio malgrado. Ora la mia anima, o quel che ne resta, è dannata. Tu hai appena iniziato a vivere e non meriti altro che gioie. Io ti ho sempre recato solo dolore. E non c'è giorno che non mi maledico per questo. Devo dirlo, perché ho bisogno di dirlo e tu di sentirlo, almeno una volta. Sono innamorato di te, e anche se quella ragazza porta in grembo mio figlio questo non cambierà quello che sento per te. Tu sei il mio raggio di sole, o se non altro lo eri.


Note dell'autrice: Ciao a tutti e così quella che doveva essere una semplice one-shot è diventata una vera fanfiction..vorrei cercare di mettere un capitolo alla settimana! Cercherò di non deludervi, buonanotte:) un bacio a tutti!

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Capitolo 3
*** Ma quanto ho dormito? ***


3

POV CAROLINE
Decisamente questo non è uno dei miei giorni migliori. Preferirei di gran lunga non alzarmi, visto lo stato in cui mi trovo. Ho quasi paura di guardarmi allo specchio, considerando che avrò dormito si e no quattro ore, i miei occhi saranno sicuramente circondati da orribili occhiaie…Tutta colpa di quegli stupidi incubi. Raggiungo lo specchio che c’è nella mia cabina armadio, scruto attentamente ogni parte del mio viso e stento a riconoscermi...ho delle enormi borse sotto gli occhi, ancora rossi dal pianto. Forse è meglio rimettersi a dormire. Ed ecco che non appena raggiungo il letto sento suonare il campanello, lo ignoro. Dopotutto cosa può essere successo ancora? Klaus se n’è andato e con lui tutti i nostri problemi…anzi i loro problemi. Io non sono mai stata vittima dei suoi ricatti, farfuglio mentre mastico una delle schifezze della sera prima.
- Caroline. -
Quasi mi strozzo nel sentire il mio nome pronunciato da quella voce, sin troppo familiare. Mi precipito verso la porta a velocità disumana, ma a metà strada mi torna in mente l’aspetto che avevo visto in quello specchio pochi minuti prima, il mio. Lui non può certo vedermi così, dopo che l’ho aspettato così intensamente. Rivedermi così potrebbe sconvolgerlo, o addirittura traumatizzarlo. A causa di questi miei pensieri la persona che mi aspetta fuori è costretta a ripetere il mio nome…Io fremo dalla voglia di abbracciarlo ma prima devo darmi una sistemata. Corro sotto la doccia, e in meno di cinque minuti mi sono vestita e truccata, cercando di coprire al meglio i segni della nottataccia appena trascorsa. Manca solo da risistemare tutto il disordine che solo io sono in grado di creare. Riesco a malapena a tirare su le lenzuola mentre sento un rumore di passi in lontananza…si fanno sempre più distanti. Ma perché non gli corro incontro? Perché non gli getto le braccia al collo? Ebbene ormai è troppo tardi, vado ad aprire anche se so benissimo che chi poco prima mi stava aspettando, non c’è più. A mia sorpresa vedo Bonnie davanti a me, strano…non avevo percepito minimamente la sua presenza. Ha il volto coperto da tantissimi libri. Mentre io me ne sto imbambolata nel capire il perché di tanto studio se l’anno scolastico è finito, lei mi spinge frettolosamente verso il divano e inizia a dire qualcosa, troppo strano da capire.
– Bonnie cosa stai facendo? –
Le chiedo, ma lei è troppo presa da quella strana lingua per rispondermi. Le afferro il braccio e la costringo a voltarsi verso di me, resto scioccata nel vederla. Ha un taglio all’altezza del labbro e un occhio gonfio, quasi come avesse appena partecipato ad una rissa.
– Ma cosa..?! Chi ti ha fatto questo? –
Lei non risponde, ma mi abbraccia e d’istinto ricambio il suo abbraccio. Ci capisco sempre meno.
– Bonnie, potresti spiegarmi? Ma per favore adesso calmati..va tutto bene! Ci sono io. –
Mi affretto a dire mentre lei singhiozza sulla mia spalla. Si distacca un poco e mi guarda negli occhi seria.
– Elena. O meglio, Silas. -
- Cosa? Ma perché avrebbe dovuto? Tu sei la bibidi bu di cui ha bisogno per stare di nuovo accanto alla sua ragazza morta?! –
Vorrei provare a sdrammatizzare ma lei non me lo permette, infatti mi afferra un polso tirandolo, mi fa quasi male. Ma da quando è più forte di me?
– Da quando sei più forte di me?! -
- L’espressione mi ha resa più forte. –
Sarà ma a me sembra solo più strana!
– D’accordo..ma mi spieghi come ti hanno ferita se sei così forte? E che stavi facendo prima? E perché sei qui? E.. -
- Caroline! Adesso basta, ora ti dico tutto. Al ballo di fine anno, Elena ha provato ad uccidermi ma io sono stata più forte e stavo per ucciderla a mia volta. Però ho saputo fermarmi...Dopo ciò sono rimasta davvero sconvolta da quello che sono capace di fare. E Silas ha approfittato di questo, presentandosi davanti a me come Elena. Diceva che le dispiaceva e in quel momento ho capito che non poteva trattarsi di lei, lei non ha emozioni..non più.. –
La esortai a continuare non appena vidi lo sconforto nei suoi occhi, so cosa si prova ad essere quasi uccisi dalla tua migliore amica.
– Poi ha detto che se non lo aiuterò, lui ucciderà tutti i miei affetti. E prima stavo facendo degli incantesimi di protezione. Ci siamo appena liberati di Klaus e dobbiamo fare i conti con quest’altro psicopatico! –
Dice con un sorriso, aspettandosi di vederne un altro comparire sul mio volto. Ma sentendo quel nome, non sono in vena di sorridere. La tristezza si impossessa di me, di nuovo. Ricordi ancora troppo vividi, mi tornano a mente. Scorrendo davanti a me, quasi come fossero diapositive.
– Caroline? Stai bene? –
Sono le sue parole a “svegliarmi”
– Oh, si si. Certo! Hai perfettamente ragione. –
Dico accennando un sorriso, cercando di mascherare il dolore, con tutti i denti in mostra e gli angoli della bocca rivolti in su. Ma lei non ne sembra convinta, così cerca nel mio sguardo qualcosa per aiutarla a capire cosa mi era preso inizialmente, ma rapidamente le chiedo
– Allora, vuoi qualcosa da bere? Acqua? Vodka? ..Sangue? –
Lei mi guarda perplessa e io ricambio il suo sguardo. Solo appena capisco di averla appena considerata una vampira, mi correggo dicendo
– Andiamo, scherzavo! Forza ti offro la colazione. –
Maledetto ibrido! Capace di confondermi fino a questo punto. Ma il suo sguardo non sembra cambiare, anzi si fa ancora più confuso, cosa avrò detto stavolta?
– Caroline, ti senti bene? Ti rendi conto che sono le otto di sera? –
Le otto? Ma quanto ho dormito? O meglio, ma quanto tempo ho passato a disperarmi negli incubi peggiori che abbia mai fatto?
– Scusami, in questi giorni non so dove ho la testa. A breve ci consegneranno i diplomi e mi sento molto emozionata. Allora che ne dici se ti offro la cena? –
Da come sorride, questa volta sembro averla convinta. Non posso dirle che il diploma è l’ultimo dei miei pensieri e che il primo è l’ibrido da lei definito psicopatico, poco prima.
– No grazie, ma adesso devo andare, fatti vedere in giro! Non è da te startene rinchiusa in casa. –
Dice mentre si avvia velocemente verso la porta. Ma se prima ha detto di stare attenta a Silas?
– Bonnie adesso sei tu a sembrare strana…Non dovremmo preoccuparci per Silas? –
– Sì hai ragione, scusami. Adesso vado, ciao! –
E mi chiude praticamente la porta in faccia. Anche se sono io a stare dentro. Dove sarà andata così di corsa? Vabbe, la chiamerò domani per chiederglielo. Dopo essermi riempita di sacche di plasma, decido di rimettermi a letto. Sono ancora più confusa di quando mi sono alzata. Ma qualcosa attira la mia attenzione. Un fiore, un giglio. Un fiore sul mio letto? E se me l’avesse portato lui? Mi addormento con la speranza nel cuore, e mi sento realizzata finalmente ho capito cosa fare. La prossima volta che si presenterà davanti alla mia porta, gli aprirò senza pensarci. Mi addormento augurandogli mentalmente una buonanotte… “buonanotte Tyler.”


Note dell'autrice: Caroline pensa che sia stato Tyler a portarle il giglio, ed è convinta che è lui che deve amare. Se lo impone ignorando ancora una volta i suoi sentimenti verso Klaus..il capitolo era pronto già oggi pomeriggio, l'ho messo ora perché prima non ho avuto tempo di caricarlo. Ho esaurito il tempo a correggere i capitoli precedenti. Scusate per queste note..fatemi sapere che ne pensate! Un bacio :)

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Capitolo 4
*** So che tu capirai, perché io e te siamo uguali. ***


4

– Klaus. –
Pronunciò il mio nome quasi come mi stesse implorando, e per quanto mi piaccia essere supplicato non potei fare a meno di provare un po’ di pena verso quella ragazza. E se stesse solo cercando di impietosirmi? E se prima che tutto questo diventasse reale, ci aveva già pensato lei…provando a renderlo ciò che è adesso? Forse lei voleva incastrarmi. Dopotutto sono sempre stato tradito, e mi risulta difficile credere agli imprevisti, alle coincidenze…ma la prova mi è davanti agli occhi. No, non devo lasciarmi incantare da quello sguardo. Devo resistere e continuare ad essere quello che sono sempre stato, quello che sono. Nessuno può osare minacciarmi, tanto meno quella streghetta insignificante. Non ha niente che potrebbe essere considerata una mia debolezza. La mia unica debolezza si trova al sicuro. Ed ora ha anche un simbolo della sua purezza, con sé. Chissà se ha capito chi le ha donato quel fiore. Chissà se ha pensato a me. Hayley, che prima si aspettava una risposta, accorgendosi che non la stavo ascoltando…mi chiede
– Pensi a lei? –
Resto spiazzato da quelle parole, le ha dette senza avere nessuna emozione in volto, per di più come se fossero un’affermazione. E vedendomi titubante nel rispondere, interviene di nuovo
– Come pensavo. –
Subito mi ricompongo
– Cosa credi di sapere tu? Stupida ragazzina! Tu non sai niente, assolutamente niente di me! E comunque stavo pensando a quella cosa dentro di te, è un problema. Sto decidendo cosa farne. –
Detto questo, lei è costretta ad assumere un’aria spaventata e col terrore negli occhi mi chiede
– Quella cosa? E’ questo che è per te? Klaus è tuo figlio. –
Lo so, Hayley. E lo amo più di quanto saprei dire a parole. Ma tu non puoi saperlo, nessuno può. Così la prendo per il collo sollevandola da terra e con un tono minaccioso le intimo
– Ascoltami attentamente perché non amo ripetermi, non voglio più sentire parole da te. Inoltre non sono facile da ingannare, so che sei stata con qualcun’altro. Ma questo essere non ha alcun potere su di me, è bene che tu lo sappia. –
La lascio andare, e riesco a leggere chiaramente nei suoi occhi il terrore, che per orgoglio forse, lascia subito spazio alla preoccupazione di una madre. Mia madre non ha mai avuto quello sguardo, non che io ricordi almeno. Interrompe nuovamente i miei pensieri
- Spesso mi chiedo se ognuno di noi… ha un destino già scritto e quindi, inevitabile…oppure se si può sempre cercare di “sfuggirvi” in qualche modo. Magari anche di cambiarlo…Con questo sto cercando di dirti che non mi importa, puoi fare di me ciò che vuoi…ti chiedo solo di salvare lui. Non è colpa sua, e ti prometto che se non vorrai, usciremo dalla tua vita. Per sempre. Ma ti prego aiutami a salvare mio…nostro figlio. Non posso farlo da sola, loro vogliono il tuo aiuto. Mi rendo conto che per te non significa niente, sono pronta ad offrirti ogni cosa in cambio. Per favore, non ti sto mentendo. Concedimi il tuo aiuto. –
E piange, cercando invano di mascherare le lacrime abbassando il volto. Chiunque avrebbe provato tenerezza, chiunque sì, tranne me.
– Ti ho già detto che non voglio più sentirti e che non amo ripetere quanto ho già detto. Allora perché ti ostini in questo modo? –
Le chiedo, con un’insolita calma che non mi accompagna mai in momenti come questo.
– Ti ho sempre detto la verità. Puoi anche non credermi, e so benissimo che sei innamorato di Caroline, ma questo non significa che… -
Non la lascio finire che le mordo il collo con l’intenzione di provocarle più dolore possibile, per punirla di essere riuscita a vedere quei sentimenti che negavo persino a me stesso. Lei cerca di liberarsi e stranamente glielo permetto sparendo nell'ombra e lasciandola sola. Cerco di correre via il più in fretta possibile, non che abbia qualcosa da temere ma non posso più evitare di affrontare ciò. Devo decidere al più presto. Ma non posso da solo, devo chiedere un suo parere. Devo far fronte alle mie responsabilità certo, e in quanto mie, dovrei essere io a scegliere. Ma come si può trovare una scelta quando si ha tra le mani la vita di…la sua vita? Devo parlare con lei. Devo parlare con Caroline. Penso mentre raggiungo quella piccola cittadina ad una velocità impressionante. Sento il cuore, fermo ormai da secoli, che minaccia di uscire fuori. Sapevo che da lì a poco l’avrei rivista. Che scusa avrei usato per avvicinarla? Ma in fondo non mi preoccupo molto di questo. So che tu capirai…perché io e te siamo uguali. Un altro dubbio mi attraversa la mente: come avrei soppresso il desiderio di stringerla a me? Semplice, dovrò solo resistere. Lei saprà mettere la parola fine ad ogni incertezza. Potrò perdermi di nuovo in quei suoi occhi e potrò salutarla, come si deve stavolta. Finalmente sono arrivato, sono pronto. So già cosa dire, cosa fare, ho già calcolato ogni cosa. Ma quante volte succede che una cosa prevista vada a buon fine? Praticamente mai. Infatti, l’unica cosa che non avevo calcolato si stava riflettendo nei miei occhi. Lei era lì, ma non era sola.


Note dell’autrice: Ciao, so che è abbastanza corto, e anche un po' noioso...ma volevo provare a far avere un dialogo a Klaus e Hayley..l'unico problema è che lui si è dimostrato tenebroso come al solito, celando di nuovo la sua "parte umana". Spero che vi piaccia almeno quanto a me è piaciuto scriverlo..accetto anche critiche, si può sempre migliorare. Bene tutto qui, ciao a tutti! E un grazie speciale a chi recensisce e alle persone che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate!
Un bacio :)

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Capitolo 5
*** Restare o andare via? ***


5
Era con Tyler.
Più volte mi sono chiesto cosa avesse quel ragazzo più di me. Cosa avesse che io non sarei stato in grado di offrirle. Era capace di farmi sentire inferiore. Non abbastanza per lei. O più semplicemente, non abbastanza per essere finalmente felice. Ma questo non avrei mai potuto dirlo a nessuno! Il vero problema qui non è Tyler, ma Caroline. Prima di conoscerla non davo un prezzo alla vita, uccidevo senza provare rimorsi, seppur all’inizio. Con lei intorno poi è cambiato tutto, io ho permesso che le cose cambiassero. Incapace com’ero a sottopormi al giudizio, tutt’altro che silenzioso, dei suoi occhi, mi sono trovato costretto a cercare una soluzione, e in fretta. Sapevo che più tempo passava, più le distanze tra noi non potevano che aumentare. Lei, e quel suo stupido orgoglio! Anche se io non sono da meno, quando c’è da difendere o mostrare l’orgoglio, non ho problemi. Anzi, mi piace sfoggiarlo. Quasi come fosse la più importante delle medaglie. Però non avevo considerato che mi avrebbe infastidito, l’orgoglio di qualcun altro, un giorno. Ciò nonostante ho provato a mostrarle la “parte migliore” di me, senza successo. Ogni volta si è mostrata fredda e irrispettosa nei miei confronti, non riuscivo a spiegarmi perché non le avessi ancora strappato il cuore. Poi ho capito il motivo. L’unica cosa che mi piace di me, è lei. Ma so perfettamente di non poter basare tutto su di lei, infatti non sono mai stato capace di non ferirla, direttamente e indirettamente. Infine, convinto che nessuno mi avrebbe mai amato, ho lasciato correre e mi sono lasciato sfuggire dalle mani, la mia unica salvezza. Lei sì, che mi avrebbe potuto dare tutto. Tutto quello che ho sempre cercato e invidiato. Avrei dato qualsiasi cosa, per ottenerlo. Tuttavia non è stato possibile, e solo ora mi rendo conto che non è il suo ragazzo la causa. Sono io. Ho giocato con la sua vita, non una, ma ben due volte. Anche se poi, alla fine, ha vinto lei. Ha sempre vinto lei e così l’ho salvata. Ho stravolto la sue e le vite dei suoi amici. Ho ucciso molte persone a loro care. Di questo non mi curo molto, la sola cosa che mi preoccupa è che, alcune di quelle persone erano importanti per lei. E attraverso quello che conosco di lei, posso dire che, anche se avesse provato qualcosa per me, non l’avrebbe ammesso mai! Neanche sotto tortura. E’ forte, dopotutto. Finora ha saputo gestire tutto, meglio di quanto avrei saputo fare io. Ed ora si trova lì, in tutta la sua solita bellezza. Al fianco di un altro. Ma come è possibile? Perché è tornato? Gli avevo proibito di farsi vedere, altrimenti le conseguenze sarebbero state terribili. Ora si trovano entrambi poco distanti da me, dovrei ucciderlo. Ed è proprio quello che ho intenzione di fare, nessuno può disubbidire a un mio ordine. La mia parola non si discute ed è ora che quel ragazzino lo capisca. Deve imparare a vedere le cose più chiaramente, non sa contro chi si è messo. E così, la rabbia mi fa da guida, ma ad un tratto tutto cambia. Vedo il sorriso sul suo volto, un sorriso disarmante perché vero. Le mette in risalto tutta la felicità che prova. Come posso portargliela via? No. Non posso…se è questo quello che vuole, non sarò io a toglierglielo. Per quanto odi l’idea di vederla con un ragazzo, che non sia io, odio ancora di più vederla triste. Perciò, se lei è felice di vivere una vita, dove non ci sono io, sarà così. Addio Caroline, ancora una volta hai vinto. Hai piegato la mia personalità rendendomi vulnerabile e influenzabile come un burattino. Devo andare via da qui, lo so, ma qualcosa mi trattiene. Questa è l’ultima volta che ti vedo, ti auguro di riuscire a vederle, tutte le bellezze che il mondo ha da offrire. Anche se, mai nessuna, sarà mai pari al tuo fascino. Mi giro, ormai pronto a lasciarla vivere in pace, sta volta per sempre. Ma una voce, quattro parole, mi bloccano.
– Dove credi di andare? –
Sei lì, o meglio, sei qui. Davanti a me, con lo stesso sguardo di sempre. Incantato più che mai, dalla tua travolgente bellezza, non so che dire. Non so che fare. Per la prima volta, in tutta la mia vita, qualcuno è stato in grado di farmi rimanere senza parole. Così piccola, così bella, così fragile, come puoi avermi conquistato fino a tal punto? Era tutto una sfida all’inizio, una sfida per mettermi alla prova, una sfida come tante…che però ha lasciato il posto ad altre emozioni, che non so spiegare. Mi trovo davanti a due scelte, restare o andare via? Se resto tu farai di me, quel che ho sempre odiato. Ma se vado via, non vedrò più i tuoi occhi. Così azzurri, e profondi come l’oceano. Dimenticare è doloroso, eppure non sapere cosa fare, è peggio di ogni altra cosa.


Note dell'autrice: Ok ok, so che probabilmente vi siete stufati di leggere monologhi interiori e di non aver ancora visto interagire direttamente Klaus e Caroline. Prometto di smetterla, nel prossimo capitolo non metterò tutti questi pensieri, ma volevo far capire bene le loro personalità..nel caso non ci sia riuscita vi faccio un riassunto: Caroline è da sempre convinta di non poter provare niente per Klaus, ma rimane sconvolta quando sa della sua partenza. Klaus invece, sa di provare qualcosa per lei, maha paura che Caroline lo possa cambiare, in meglio. Per lui è difficile, avendo vissuto a lungo con questo suo modo di fare un po' egoista. Detto questo vi saluto, grazie a tutti! Baci :)

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Capitolo 6
*** Tutto l'amore che ho tenuto nascosto. ***


6
POV CAROLINE
Ma che mi è saltato in mente? Fermarlo così? E ora che gli dico? Sicuramente penserà che sono pazza, l’ho sempre allontanato ma con queste mie ultime e apparentemente insignificanti parole, ho dimostrato che non voglio più averlo distante. Ho dimostrato l’unica cosa che non avrebbe dovuto sapere mai! Accidenti, devo imparare a riflettere prima di fare qualcosa! Se avessi contato fino a dieci prima di parlare, ora non mi troverei in questa situazione. E lui se ne sta lì a guardarmi come se niente fosse mai successo. Evito il suo sguardo più a lungo che posso, anche se ogni mio muscolo vorrebbe stringerlo forte. Ma non resisto più di trenta secondi che lui mi ha risposto ed io, ingenua, incontro quei suoi occhi. Così magnetici, ogni volta ne resto ammaliata. Non ho mai visto niente di più bello...è davvero...
– Caroline? Mi dispiace interrompere i tuoi pensieri su quanto mi trovi affascinante, ma hai sentito cosa ti ho detto? –
Che cosa ha detto? Ma come si permette? Maledetto ibrido, riesce sempre a mandarmi il cervello in tilt. Devo trovare una soluzione, una cosa qualsiasi da dire e in fretta.
– Non credo tu sappia a cosa io stessi pensando, ma ti assicuro che non riguardava in alcun modo te e poi… -
Ma non mi lascia finire perché interviene, come al solito
– Si diciamo pure così! –
E mostra quel suo sorriso divertito che ha quando sa di aver ragione, purtroppo ha ragione! Ma non mi lascio zittire
– Non ti hanno insegnato le buone maniere? E’ maleducazione interrompere qualcuno che sta parlando, soprattutto se quel qualcuno è una donna. Ad ogni modo, ti stavo per dire che i miei amici hanno bisogno del tuo aiuto per fermare tuo fratello Kol, psicopatico quasi quanto te. –
Dico tutto d’un fiato con un tono piuttosto sopra le righe, quasi come a voler affermare la mia superiorità. Mi guarda in modo strano. Sembra… “triste”.
– Non ho alcun interesse nell’aiutarvi né tanto meno nel rispettare una bambina come te! –
Sottolinea un po’ troppo la parola bambina, facendomi sbottare!
– Ma chi ti credi di essere? Cosa ti dà il diritto di sentirti superiore a tutti gli altri?! –
Bene, non avrei saputo essere più contraddittoria. Pochi minuti prima ho affermato mentalmente la mia superiorità e adesso lo accuso di fare lo stesso. “Non giudicare se non vuoi essere giudicato” dovrei ricordarlo più spesso. Tuttavia lui non sembra per niente scomposto dal mio insulto, beh effettivamente potevo fare di meglio…
- Devo ricordarti che non posso essere ucciso. O il fatto che sono un ibrido? Un vero ibrido. Non come quel pupazzo che continui a portarti dietro, è soltanto un esperimento mal riuscito. Non posso credere di aver pensato che tu avresti potuto capire, sei soltanto un’immatura. –
Capire? Capire cosa? Oh mio Dio, era venuto qui per me. Che sciocca, certo che era qui per me! E per chi sennò? Voleva il mio aiuto!
– Capire cosa? –
Accenno con un filo di voce. Mi vergogno un po’ a rendere così evidente le mie due parti eternamente in conflitto. Una parte di me vorrebbe sopprimerlo, ma l’altra spera ancora in un abbraccio. – Niente, non importa. – Pronuncia quelle parole con un’intensità di ghiaccio mentre i suoi occhi gridano tutt’altro. Esattamente come i miei. Ma lui non mi dà il tempo di formulare un pensiero o una risposta, è già svanito nel nulla. Non posso crederci, l’ho lasciato andare via. Ancora. Per l’ennesima volta non sono riuscita a dirgli quanto tengo a lui. Sento riemergere la parte che si è affezionata a quell’ibrido psicotico. Psicotico e maniaca del controllo. Stanno bene insieme. Adesso è finita, potevo parlargli per mettere a posto le cose, o almeno usare la scusa di Kol per passare un po’ di tempo con lui. Imparare a conoscerlo meglio, senza rendere evidente che io voglia conoscerlo meglio. Immediatamente torno in me, il suo profumo abbandona i mie sensi. Sto oltrepassando il limite da me segnato, devo dimenticarlo. Devo assolutamente dimenticarlo! Mi ripeto crollando a terra, in mezzo agli alberi che fino a pochi istanti fa non avevo neanche notato. Sento gli occhi gonfi, pesanti come l’ultima volta. Come quando mi ha abbandonata per la prima volta. Non ho saputo fermarlo, né quella né questa volta. Sento le lacrime scivolare sulle guance, sembrano gocce di fuoco. Per quanto impossibile può apparire, mi sento davvero bruciare gli occhi, poi il viso e il collo. Tutte piccole scie bagnate e bollenti. Quasi come contenessero tutto l’amore che ho tenuto nascosto, finora. Tutti i sentimenti ignorati, tutte le parole non dette, tutti gli sguardi evitati. Tutto insieme, è impossibile da sopportare. Dammi solo un motivo, non andartene, non lasciarmi più. Non riesco più a pensare lucidamente sento tutto perdere importanza in un attimo. Il tempo di un respiro, il tempo di un sospiro. Dammi solo un motivo, non abbandonarmi ancora.


Note dell'autrice: Ciao gente c: finalmente ho terminato buona parte delle interrogazioni, e sperando che non me ne fissino altre, posso dirvi che adesso ho più tempo per scrivere! Perdonatemi se con questo vi ho un po' illusi, era una "presentazione" per annunciarvi che (come ho detto più volte) metterò un capitolo a settimana, più precisamente ogni lunedì. Infine spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto e a breve cercherò di sistemare spazi, frasi da evidenziare e cose varie. Un bacio alle persone che recensiscono, adoro leggere e rispondere a ognuno. Un altro ringraziamento va a chi ha inserito la storia nelle seguite ricordate e preferite. A presto c:

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Capitolo 7
*** Come attrice faccio schifo. ***


7
Squilla ancora. E’ sempre lui. E’ di nuovo Tyler a chiamarmi. Ma non mi decido a rispondere, nemmeno questa volta. Sono troppo stanca per fingere che vada tutto bene. E poi ormai il “problema” è lontano. Potrò uscire con Tyler un’altra sera. Insomma, ora lui non è più obbligato a scappare e andare a nascondersi. Uscirò con lui non appena mi sarò liberata del problema creato dal “problema”. Devo prima riprendermi. Decisamente assurdo…sentirmi depressa per una storia che non c’è mai stata! Decisamente assurdo…continuare a pensare una persona che mi ha abbandonata. E non per la prima volta. Decisamente assurdo…piangere per il “problema”. Ma che sto dicendo, uscirò con lui, stasera. Devo uscire con lui, stasera. Che il mio umore lo voglia o no, Tyler ha bisogno di me. E io di lui. Noi ci amiamo, la nostra è una relazione fantastica e lui per me non è affatto un pupazzo, come affermato dal “problema”. Ha smesso di squillare, finalmente si è deciso a lasciarmi un messaggio in segreteria
– Ehi Care, che fine hai fatto? Ti chiamavo per dirti che passo a prenderti alle 20:00. Ti prometto che sarà la serata più romantica che tu abbia mai vissuto. A stasera. –
Si sta impegnando così tanto..e io non mi degno neanche di rispondergli. Continuo a pensare al “problema”. E chissà di cosa avrebbe voluto parlarmi! Non gliene ho dato la possibilità..non gliene ho dato il tempo. Tempo? Oh, ma che ore sono!? Le 19:27. Meno male pensavo peggio. Ho ancora tempo, dopotutto da quando sono una vampira riesco a fare le cose nella metà della metà del tempo che impiegavo prima. Mancano appena 20 minuti all’arrivo del mio ragazzo, il mio ragazzo, il mio ragazzo…forse continuare a ripetermelo mi aiuterà nel togliermi dalla testa il “problema”. Beh, provare non costa niente. Comunque forse è meglio iniziare a prepararmi, opto per un vestito semplice color panna, lungo e stretto fino alla vita. I capelli raccolti in una treccia piuttosto elaborata, e un copri spalle di seta dello stesso colore del vestito..forse un po’ più scuro. Il tutto con un trucco abbastanza leggero. Sono pronta. Pronta fisicamente, ma la mia mente si rifiuta di collaborare. Considerando che sono in anticipo di dieci minuti, sfrutto il tempo per provare a pensare a qualcos’altro che non riguardi il “problema”. A dir poco impossibile. Nonostante i miei sforzi non ci riesco, ma i miei pensieri vengono interrotti dalla suoneria del mio cellulare. Bonnie. Che cosa diamine sarà successo ancora?
– Dimmi. –
Dico facendo trasparire un po’ troppo il mio pessimo umore. E se non fossi riuscita a mascherarlo neppure a Tyler? Che spiegazione avrei potuto dargli? Forse per adesso è meglio concentrarsi su Bonnie, sono già sembrata troppo disinteressata
– ..Tu che cosa ne pensi? –
Troppo tardi. Ha già finito di parlare, e ora? Che mi invento? Vengo interrotta nuovamente dal campanello, ne approfitto per tagliare la conversazione con Bonnie.
– Scusa ma è arrivato Tyler, abbiamo un appuntamento e devo andare. Ti richiamo io. –
Non le do un istante per rispondere. Brava Caroline, bel comportamento. Proprio da frigida stronza. Apro con un’espressione scocciata a causa del mio auto insulto mentale. Cerco di sembrare sorridente e lui ne sembra convinto, visto che mi bacia, neanche il tempo di chiudere la porta. Provo a rispondere al bacio, lo stesso bacio che vorrei terminasse il prima possibile. No no, Caroline ricorda. Il mio ragazzo, lui è il mio ragazzo. Oh accidenti, la serata non è iniziata per niente bene!
– Che ti prende? –
Bene. Come attrice faccio schifo.
– Assolutamente niente, perché lo chiedi? –
E sorrido, ancora. Non mi ero mai accorta di quanto fosse stancante sorridere…una volta ho letto che per fare un sorriso si devono usare diciassette muscoli. Perché dovrei fare un simile sforzo? Forse è per questo che i sorrisi come il mio, vengono definiti sorrisi forzati.
– Mi stai ascoltando? –
Ops.
– Ma sì, certamente! –
Mento.
– Oh ma davvero, allora che ho detto? –
Perché diavolo deve fare così!?
– Non lo so. –
Dico un po’ rattristata dal non prestargli nemmeno un briciolo dell’attenzione che merita.
– Si tratta di lui vero? Ti dispiace che sia partito. E ti manca. –
Ma che assurde verità sta dicendo?!
– Tyler no! Non è come pensi. Non è assolutamente così. Non me ne importa niente di lui. Né di dove si trovi. E non mi manca affatto! –
Lui sembra essersi accorto che mento, è ufficiale: come attrice faccio schifo.
– Tu provi qualcosa per lui. Ammettilo Caroline. –
Adesso basta. La devono smettere tutti con questa maledettissima frase, del tutto vera.
– Dovete smetterla di pensarlo, ma soprattutto di dirlo! Non sopporto quando ti comporti così, pretendi di sapere quel che provo ma non è così. Io so cosa provo, e ti assicuro che non mi importa di quello che fa o di dove si trova Nicklaus Mikaelson. –
Scandisco bene il suo nome con un’espressione infastidita dipinta sul volto. Mi fermo un secondo per riprendere fiato, non perché i miei polmoni ne avessero bisogno. In quanto morta, non ho bisogno di respirare. Ho sentito l’aria mancare perché ho pronunciato il suo nome. E sento già tutto quello che ho intorno ardere. Ma non importa, continuo a parlare
– Mi sono stancata di ripeterlo, non mi sembra di aver mai fatto niente con quel maledettissimo ibrido, e mai mi sognerei nemmeno di farlo! Mi è del tutto indifferente, anzi forse hai ragione. Provo qualcosa, io lo odio! Non voglio più sentire parlare di lui, sono quasi morta per causa sua, due volte! E tu lo sai molto bene. Però dato che non riesci a capire la verità e visto che io mi sono stufata di ripetertela, credo sia meglio smetterla. Ah e grazie per la sera più romantica che io abbia mai vissuto! –
Non ho mai detto tutte queste bugie, in una volta sola.
– Mi stai lasciando? –
Accenna con un filo di voce. Forse intimorito dal mio precedente tono di voce. Non riesco a rispondergli, il problema è che non lo so nemmeno io. Inizio a sentire gli occhi pesare e improvvisamente mi accorgo che siamo riusciti a litigare ancora prima di arrivare alla sua auto. D’istinto mi giro e me ne vado, lasciandolo lì, solo e senza una risposta. Chiudendomi la porta alle spalle, in tutti i sensi. Non arrivo fino alla mia camera, crollo a terra in lacrime, mi capita un po’ troppo spesso ultimamente. Non ben sicura per cosa o meglio per chi io stia piangendo, ma non riesco a smettere. Credo che questo sia diventato il mio nuovo modo per sfogarmi.


Note dell'autrice: Ciao gente! Devo dire che non è stato per niente facile scrivere questo capitolo..non avevo alcuna idea!! Sono arrivata a domenica senza aver scritto nemmeno una riga e ho pensato "E adesso?" Comunque non l'ho riletto, ma appena avrò un po' di tempo sicuramente cambierò delle parti. La scelta sta a voi, come sempre! Fatemi sapere se vi piace così, oppure se anche voi pensate che questo capitolo necessita di modifiche. Ovviamente finisco sempre con i ringraziamenti..che vanno a tutte le persone che hanno inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Ma anche a chi recensisce! Adesso vado, un bacio c:

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Capitolo 8
*** Sono io che ho voluto negarlo. ***


8

“Caroline, questo è il terzo messaggio che ti lascio in segreteria, oggi. Comincio a preoccuparmi, appena hai tempo chiamami. Ti amo. Tyler.” …Non ne posso più di starmene qui, senza fare niente. Mi sembra tutto così maledettamente sbagliato! Ho ignorato la realtà, troppo a lungo. Ora devo fare i conti con quella parte di me che ho sempre soffocato, sempre sì, ma non posso negare che, nell’ultimo periodo è stato ininterrottamente più problematico. Sarà stato aver vicino il “problema”.
Adesso però, pensiamo al mio attuale ragazzo, se ancora così posso definirlo.
Tyler dice di amarmi e avrei detto lo stesso anch’io…Ma quel che credevo fosse un sentimento vero e profondo, si sta rivelando, a mano a mano, sempre di più, implacabile per quello che è realmente.
Mi decido a chiamarlo, non si può più smentire l’evidenza. Faccio sempre più fatica a controllare i miei sentimenti.
Le emozioni che prima mi trasmetteva, anche solo standomi accanto, sono svanite. Il mio cuore che assumeva un battito irregolare, quando i nostri visi erano vicini, non c’è più. E’ tempo di accettarlo, Caroline. Sono io che ho voluto negarlo.
Bisogna accettare quel che si prova per davvero, perché da quel che ho capito, non sono in grado di passarci sopra. E ultimamente mi capita un po’ troppo spesso di piangere. Ma piangere per cosa? Non si può, non si può. Devo farlo. Devo chiamarlo.
– Caroline, finalmente! Ho bisogno di parlarti, di spiegarti e soprattutto di.. –
Se continua così, non riuscirò mai a dirgli quello che sento.
– Tyler, lo so…lo so. Anch’io devo parlarti, possiamo vederci oggi…se..non hai altri impegni. –
A giudicare dal mio tono distaccato, mi sembra di parlare con uno di quei parenti che non vedi mai, con il quale non hai alcun tipo di rapporto. O più semplicemente con un vero e proprio sconosciuto.
– Ma stai scherzando? Certo che possiamo! Ci vediamo al grill, d’accordo? –
E lui invece, sembra così solare. Forse ancora non è consapevole della marea di dubbi e insicurezze che sono piombati sul nostro rapporto. O meglio, che sono piombati su di me.
– Veramente pensavo a qualcosa di un po’ più riservato.. –
Lo sento sorridere maliziosamente dall’altro lato del telefono, ma che ha capito?
– Ho capito perfettamente cosa hai in mente! Ci vediamo da me allora, ti aspetto! Un bacio e ti amo. –
Riattacca senza darmi il tempo di rispondergli. Non ci posso credere. Non ha capito proprio niente! Forse dovrei richiamarlo, ma a cosa servirebbe? A breve andrò da lui e gli spiegherò come stanno le cose.
Il display del mio cellulare si illumina, è un messaggio di Bonnie. “Ciao Care, ricorda che oggi ci sarà la consegna dei diplomi e dobbiamo andare a compare un vestito! Ci vediamo in centro alle 4. Ti voglio bene.” Oh mio Dio, Bonnie! L’altra sera non l’ho più richiamata! E ha ragione, il diploma! Me ne ero completamente dimenticata. Meglio scrivere dei post-it, ora però non posso pensarci. Devo sistemare molte situazioni irrisolte. E devo cominciare dal mio rapporto con Tyler.
Motivata più che mai, inizio a dirigermi verso casa Lockwood, lui, probabilmente mi ha sentita arrivare.
Infatti mi apre prima di darmi il tempo di arrivare davanti alla porta.
– Care! –
Esclama, con una felicità disarmante. E si precipita verso di me, per stamparmi uno di quei baci di cui, sinceramente, non ne posso più. Ecco perché mi tiro indietro e lui mi guarda sorpreso. Immediatamente il suo sguardo è cambiato. Dapprima che era così allegro, ha assunto un’aria così interrogativa. Faccio un bel respiro. E’ il momento Caroline. Non posso più rimandare. Raccolgo tutto il coraggio possibile e inizio a parlare, dicendo verità che hanno aspettato fin troppo a lungo per essere dette.
– Qualcosa non funziona più Tyler. Io non provo più le stesse cose. Mi sembra così assurdo, perché adesso che FINALMENTE posso vivere la vita che sempre ho desiderato, non credo di volerla davvero. Voglio dire…ho sempre tenuto a te e non desideravo altro che restare qui con te, ma ora mi rendo conto che non è il sogno mozzafiato che speravo. Non mi basta più, questa piccola cittadina. E non sono più la ragazza che ero. Non è in alcun modo colpa tua…forse l’unica persona che può essere definita responsabile.. –
Mi blocco un instante. Non devo mettere in mezzo Klaus, non ora. E così mi autoimpongo di restare forte e determinata.
– Sono io. Lo so che sembra una frase fatta, ma è davvero quello che sento e per questo non pensare, che io ti voglia meno bene… -
Sto iniziando a sentirmi strana, inizio ad avvertire le conseguenze per aver pensato a lui.
Devo resistere, almeno il tempo necessario per parlare con Tyler. Proseguo. Anche se so benissimo che tra poco il mio umore si sgretolerà del tutto. Fragile com'è in questo momento. Paragonabile ad un castello di carte.
– Perché non è così. Tu sei..fantastico. Ma io non sono la ragazza giusta per te. Non più almeno. –
Non ci riesco. La vista inizia a tradirmi, così come il coraggio che credevo di avere poco prima. Segni evidenti che i miei occhi stanno diventando lucidi. E così in meno di un secondo, mi ritrovo col piangere disperata. Come una bambina piccola, che fa i capricci.
Ma lui non si scompone minimamente, reagisce in modo così appropriato da confondermi. Sento stringermi dalle sue braccia. Le stesse, che mi hanno strette mille e mille volte. Ma questa volta è diverso, è....rassicurante.
E mi sussurra, l’unica cosa che non mi sarei mai aspettata di sentire.
– Non mi importa, Care. –
Ma come? Io che ci credevo, io che..
Adesso è il mio sguardo ad esser cambiato. Le sue parole mi hanno ferita...tuttavia non riesco a concentrarmi sui i miei pensieri perché lui continua a parlare, e voglio ascoltarlo.
– Non piangere, so che hai ragione. So che hai ragione tu. Qualcosa si è rotto, molto tempo fa. E da lì ci siamo staccati, pian piano. E’ stato inevitabile. E so che non sarà semplice, ma sono certo che riusciremo a tornare amici come un tempo, che adesso mi pare così lontano. Avanti calmati, va tutto bene. Resti sempre la mia migliore amica, non posso vederti così. –
Le lacrime si attenuano così come i singhiozzi irregolari di poco prima..Sto iniziando a calmarmi e mi sento così sciocca. Così immatura, meriterei proprio di essere sgridata. Ma non è quel che ricevo da lui, anzi..mi sorprende di nuovo.
– Sai..la verità è una cosa che pochi dicono, ma che molti pretendono di sapere. E tu sei riuscita a dirmela, non sentirti in colpa per questo…smettila di piangere. –
Ho appena scoperto un lato di lui che non conoscevo. Mi sento meglio grazie alle sue parole e per ringraziarlo, gli stampo un bel bacio sulla guancia. Un gesto del tutto naturale, e non forzato come i nostri ultimi baci. Un vero segno d’affetto, d’amicizia.
Dato con la consapevolezza di un amore finito.


Note dell'autrice: Ed eccomi con un nuovo capitolo, spero non sia stato deludente. Scusate, ma ultimamente il mio umore non è dei migliori. L'unica cosa che mi consola è la Lazio che ha vinto ieri sera, ye. Scusate ancora sto divagando... Grazie a tutti, aspetto di leggere le vostre recensioni per capire e, in futuro evitare, eventuali errori. Un bacio!

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Capitolo 9
*** La felicità è una trappola. ***


9

Sono passate tante settimane, forse mesi, dall’ultima che mi sono soffermata a pensare a tutte le cose che mi circondano.
Credevo di aver sistemato tutto, di poter finalmente tornare a sorridere ignorando la sofferenza che il mio cuore cela.
Ma ancora una volta, la vita mi ha resa incapace di affrontare tutti questi avvenimenti inaspettati.
Faccio fatica a ricordarmi l’ultima volta che mi sono sentita davvero felice.
Forse durante il giorno del diploma, quel giorno fatidico che ha cambiato molte delle nostre vite.
Risento ogni emozione vissuta in quelle ore, ogni brivido sulla pelle e sì, ne sono convinta: ero totalmente allegra.
Seppur solo durante gli inizi della giornata. Ora al contrario, tutto sembra essere grigio e spento, come il mio umore che cambia con il mal tempo. Ma più di tutto, con i temporali. I temporali.
Li vedo come portatori di tristezza, li avverto come se fossero gli uccelli del malaugurio. In questo momento ce n'è uno fuori, uno di quelli prepotenti, con dei fulmini che abbattono gli alberi e con un vento molto forte.
E io qui dentro, al caldo, mi sento vuota. Né triste né felice, semplicemente a metà strada. Una fastidiosissima via di mezzo tra una lacrima ed un sorriso. Perché, di questi tempi, ho finito le lacrime e con gli ultimi eventi non sono la persona più adatta per sorridere. Così, non piango ma non accenno ad un sorriso. Un ibrido, in un certo senso anch’io mi sento un ibrido adesso.
Non riesco a trovare una motivazione sufficientemente importante per la quale vivere. Non riesco a dare un senso a niente.


Ed eccomi qui, eccoci qui. L’ultimo mio traguardo da “umana”.
Io, Elena, Bonnie, Stefan e Matt. Insieme, come pochi anni fa, che adesso a ripensarci, sembra essere passato un secolo.
Siamo così diversi.
La più diversa sono io, non sono più la pozzanghera di un tempo. La mia vita è cambiata. E beh, come si dice?
Se la tua vita ti appare diversa, magari sei tu che non sei più la stessa.
Devo ammettere che ne ero spaventata, all’inizio. E’ più che normale considerando che mi ritrovo a vivere una vita che non volevo.
Una vita che non ho scelto, ma che qualcun altro ha scelto per me. Anche se..non è sempre così?
Nessuno decide di vivere, però tutti possiamo decidere come vivere.
Questo pensiero mi è stato trasmesso da Stefan. Nonostante odiassi l’idea di poter ferire gli altri, ho capito, grazie a lui, che non conta che io sia un vampiro o meno, l’importante è non dimenticare chi sono senza le zanne.
Tutto sommato per questo, mi piace la mia nuova vita. E’ imprevedibile. (?)
Scuoto la testa in segno di disapprovazione, gesto dettato da quella parte di me che mi ostino a reprimere. Però, ha ragione. Non è imprevedibile, no, non lo è più. Ormai anche l’essere una vampira è diventato abbastanza monotono.
Non c’è più quel soffio di vento che smuoveva le cose, quella leggera brezza appena percettibile, ma che, comunque, riusciva a cambiare tutto, quel sorriso sadico che faceva accelerare qualsiasi battito e faceva aumentare la preoccupazione, perché a questo punto si sa, quel sorriso per quanto ammaliante non prometteva mai niente di buono. Il tuo sorriso, ovviamente.
– Care sei pronta? –
la mia Petrova preferita, con tanto di emozioni, mi sta aspettando assieme agli altri, tutti pronti a dire addio, chi per la prima e chi per l’ennesima volta, alla vita da liceali. E anch’io lo sono, sono pronta.
– Sì, scendo subito! –
Dico leggermente emozionata ma più che altro radiosa, mentre scendo le scale. E’ così che mi sento, solare.
Bello fare allusioni riguardo l’unica cosa, la quale mi è dispiaciuto dover rinunciare. Il sole.
E’ fastidioso a volte, essere vincolati. Meno male che con me ho questo, orrendo e completamente privo di gusto, anello.
– Facciamo una foto? –
sorride anche Matt, poverino. L’unico umano in mezzo a tutti questi esseri soprannaturali per di più lui ha perso molte persone care negli ultimi anni. Nonostante l’affetto con cui il quarterback ha formulato la richiesta di immortalare questo momento, tutti gli altri si sono dimostrati contrari. Tranne Bonnie, che ha abbassato lo sguardo un po’ malinconica. Forse so perché.
Che sciocchi! Non riescono a capire che per loro due sarà impossibile ripetere la scuola che stiamo per lasciare?
Per loro questo sarà un addio definitivo.


Ma mai avrei immaginato che tali pensieri si sarebbero rivelati così vicini a quel che in realtà, i loro occhi nascondevano. Mai avrei saputo prepararmi a sentire segreti tanto grandi, che non credevo fosse possibile portare dentro.
Ecco che la mia natura torna a galla, le emozioni che pensavo aver perso insieme a loro, non sono scomparse.
Diversamente dai miei affetti, purtroppo.
Una lacrima mi scende silenziosa, inarrestabile come la sofferenza che mi pervade seguita da una catena di ricordi.


- Si, per me è ok! Facciamoci questa foto in toga, SARA’ UN RICORDO RESISTENTE AL TEMPO, E QUANDO LA GUARDEREMO NEGLI ANNI CI RICORDEREMO DELL’AMICIZIA CHE CI UNIVA, E CHE SARA’ RIMASTA IMMUTATA, INDUBBIAMENTE. QUESTA SARA’ UNA FOTO INDELEBILE! UNA FOTOGRAFIA INDISSOLUBILE. –
Affermo con un sorriso talmente ampio da far vedere tutti i denti e forse urlando un pochino,
lanciando un’occhiataccia a quella ex coppia di vampiri davanti a me.
- Sta calma Barbie, sei stata cristallina. Hai reso evidente che ti piacciono le parole che iniziano con la "i". Ma ti prego non scaldarti tanto, faremo qualsiasi cosa deciderai di imporci. Siamo tutti burattini nelle tue mani. Sei tu a comandare i fili. Faremo questa foto se ci tieni così tanto. Ma ti scongiuro non chiamare il tuo Ken, tremiamo già nel sentire il tuo tono. –
Damon. Il solito fastidiosissimo Damon. Si crede anche divertente?
– Damon, eccoti. In effetti mi ero accorta che mancava qualcosa..aspetta cos’era? Ah ecco. Si stava fin troppo bene prima che tu arrivassi. Vorrei ricordarti che non sei mai il benvenuto. Comunque sì, hai ragione adoro le parole con la "i" per esempio, idiota.–
Dico sogghignando abbastanza.
Ma lui non si lascia intimidire dal mio, ormai reso noto, fastidio nel vederlo presente in un momento così importante.
– Mi stai forse dicendo che avresti preferito qualcun altro? Magari..che ne so, un tipetto con i capelli biondo cenere e gli occhi verdastri…mhh..un ibrido del genere o giù di lì? –
Spiazzata da quell'ovvia descrizione..troppo, sin troppo superficiale. Ha dimenticato di menzionare i suoi adorabili zigomi leggermente sporgenti, le sue labbra pronunciate e rosse, più del sangue..così dannatamente invitanti, quel suo accenno di barba e la definizione dei suoi occhi lascia parecchio a desiderare.
Non sono verdastri, sono magnetici. E il colore cambia spesso, proprio come la sua personalità. La tonalità delle sue iridi balza da un azzurro ad un blu fino ad arrivare alle diverse gradazioni del verde, esattamente come lui.
Chissà da cosa dipende il colore, chissà da cosa dipende il suo umore.
Credi di poter descrivere i suoi occhi, ma non puoi.
Così come non puoi affermare di conoscere la colorazione dei suoi occhi, non puoi dire di conoscere lui.
Puoi solo dire che i suoi occhi sono cangianti, anche se non sai cos'è a determinarne il colore. Puoi dire che è un sadico, ma non puoi sapere perché e le sofferenze che ha dovuto affrontare per diventare così.
Oppure lui è sempre stato così, ma tu non lo sai con certezza. Tu non puoi saperlo.
Perché lui è come il tempo, è sempre pronto a cambiare. Al massimo puoi cercare di prevederlo, di prevedere le sue variazioni, ma mai puoi essere sicuro che accadrà quel che hai previsto.
E non pensare di controllarlo, non pensare, nemmeno per una volta di averlo in pugno. Perché il tempo fa come vuole. Si diverte nel metterti in difficoltà mentre lui ha già elaborato mentalmente un piano preciso, e se questo, dovesse in rari casi fallire, ne avrà già un altro pronto e poi un altro e un altro ancora.
E poi non so, nessuno sa. Perché nessuno è mai riuscito ad impedire un suo volere più di una volta.
Lui è come il clima mite che c’è in primavera. Lui è come le temperature di marzo, lui è come il caldo d’inverno e il freddo d’estate, verrebbe da pensare che è una cosa impossibile, ma lui può. Lui può tutto perché è improvviso ed inaspettato. Lui è pieno di sfumature, lui è così. E tu non hai valutazione in capitolo, non puoi cambiarlo, devi semplicemente accettarlo.
Come quando piove e apri un ombrello.
Come quando lui uccide la madre del tuo ragazzo e chiudi un occhio.
So che tra queste due cose ci passa un abisso, ma è quello che ho fatto io. E lo rifarei, mille e mille volte. Nonostante mi abbia lasciata sola in più occasioni, nonostante mi ha causato più sofferenze che piaceri...
perché io ho capito una cosa, Damon: che alla fine non è tanto importante etichettare ogni cosa quanto sapere bene di cosa si tratta.
Non è necessariamente d’obbligo che lui sia perfetto, perché nessuno lo è. Ho imparato ad accettarlo per com’è, per i difetti soprattutto. Ho imparato a tenere sinceramente a quell’ibrido dalle labbra rosso sangue.
Mi scappa un mezzo sorriso che prontamente blocco per provare a ricordare le ultime parole di Damon, sono quasi certa che fosse una domanda..ma lui non me ne da il tempo.
– Che c’è Barbie? Non ti piace sentire la verità oppure c’è dell’altro? O..se vuoi..potresti sempre spiegarci cos’era quel sorriso appena visibile che poco fa ha attraversato il tuo volto? –
Ma guarda che razza di stronzo!
– Non era niente, stavo solo pensando alla foto che dobbiamo fare e a quanto sarebbe bello vederti con un paletto nel cuore! –
Sono costretta a fermarmi dopo uno sguardo sbriciolante rivoltomi da Elena, ma Damon sa difendersi da solo.
– A quanto pare avevo ragione, non ti piace sentire la verità. –
Irittata e visibilmente confusa mi avvio verso l’auto che ci porterà alla consegna dei diplomi. Non ho sentito neppure il bisogno di rispondergli, sta volta. Ho lasciato che le sue parole mi scivolassero addosso, senza residui.
E in un istante tutto cambia diventando lieve ed io, con uno sguardo leggero come una una farlalla, mi blocco un istante girandomi sorridente verso di loro, che al contrario, sembrano preoccupati per una mia possibile reazione aggressiva…che però io sapevo non ci sarebbe stata.
– Andiamo dai, non vedo l’ora di poter lanciare in aria questa specie di cappello, mi sta rovinando la piega! –
Mi rivolgo a loro con tutto l’entusiasmo che si è fatto spazio in me, prendendo il sopravvento su ogni altro sentimento.
E loro convinti della mia sincera allegria mettono da parte quelle espressioni difensive e tormentate per lasciarsi travolgere da quell’aria frizzante che c’è oggi. Per abbandonarsi all’essere felici.


Avrei dovuto capirlo, che era tutto un trucco. La felicità è una trappola.
Un inganno col fine di rivelarsi, sì, ma solamente quando ormai sei troppo vulnerabile per difenderti a dovere.
Una finzione che si beffa di te e del tuo cuore rimasto scoperto da ogni protezione, per fare posto alla gioia che c’era poco prima.
Una bugia che ti lascia privo di tutte le cose belle che ti circondavano, prima.
Una menzogna che ti strappa improvvisamente dalle certezze che ti rendevano contento della vita che vivi.
Ho imparato a non essere felice, perché l’essere felici comporta sempre una doppia, se non tripla, sofferenza futura.


Note dell'autrice: Ciao gente, ho molte cose da dirvi e spero di riassumere tutto brevemente perché sicuramente non vi va di leggere queste note.
Vorrei, in primo luogo, scusarmi con voi perché nel capitolo precedente sono stata un po' scontrosa..è stato un periodaccio!
E anche perché la settimana scorsa non ho aggiornato, mi dispiace ma non sono riuscita a scrivere..
Comunque ho scritto un capitolo così lungo (anche se non sembra è molto più lungo rispetto ai precedenti) per provare a farmi perdonare e so che non ho alcuna pretesa né tanto meno diritto di dirvelo, ma se vi va potete recensire perché mi fa piacere rispondervi e soprattutto leggere le vostre impressioni.
Ora, passando al capitolo..avrete capito che le scritte in corsivo si riferiscono al giorno del diploma e che è successo qualcosa di cui parlerò nel prossimo capitolo.
Spero che sia stato abbastanza chiaro e scorrevole e che non vi abbia annoiato! Infine, grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate e tra le preferite.
Ah un'ultima cosa, (prometto che è sul serio l'ultima) dedico questo capitolo a lovesuks_ c:
Si lo so che avevo detto che ti avrei dedicato una fanfiction però spero che anche questo vada bene, non ho un motivo particolare per aver scelto proprio questo...
Adesso vi saluto un bacio a tutti! c:

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Capitolo 10
*** L'amore è per i deboli, io invece, sono forte. ***


10

– Adesso hai delle responsabilità! Non puoi continuare a comportarti in questo modo infantile! –
Gridò a pochi centimetri dal mio volto, Elijah. Non curandosi minimamente che io avrei potuto ucciderlo, molto ma molto facilmente.
Ma decido di contenermi, almeno sta volta. Vorrei provare ad evitare altri drammi per motivi così futili.
– Non permetterti di usare quel tono con me! Voi tutti dovete rispettarmi, io sono il re di questa città! Sono il primo ibrido originale!
Tu, come il resto del mondo, devi temermi! E ti consiglio vivamente di non stuzzicare mai più, e sottolineo, mai più la mia calma.
Questo tuo particolare interesse nei confronti della creatura mi rende piuttosto irascibile. Non ti riguarda. E in quanto a me, non me ne importa niente, Elijah! Fattene una ragione, e lasciami in pace! –
Ebbene questo è il massimo della calma che sono riuscito a mantenere. E lo considero già un grande traguardo.
Mi giro e faccio per andarmene, è ora che questa storia finisca. Sono stufo di discutere con mio fratello, questo problema deve essere risolto al più presto. Sta solo peggiorando le cose. La nostra non è mai stata una famiglia unita, solo in rari casi ci siamo comportati da fratelli..ma ultimamente sembriamo aver dimenticato tutti cosa significa far parte di una famiglia.
– Tu non vai da nessuna parte. –
Si posiziona davanti a me, rigido e deciso. Ma non mi interessa ciò che dice, non sarà in grado di fermarmi.
Il mio volere però, non può essere messo in discussione e soprattutto contraddetto da nessuno! Rinuncio al mio autocontrollo, mostrandogli i canini affilati e gli occhi gialli.
– Non osare. –
Gli intimo con tono minaccioso e lui indietreggia di un passo ma subito si ricompone.
Probabilmente si è reso conto che senza un paletto di quercia bianca, o al limite, un pugnale d’argento..per lui non sono una grande minaccia. Come potrei dissuaderlo dal salvare quella cosa che ormai è diventata la sua ossessione?
– Sto solo cercando di salvare la tua anima, e tuo figlio. –
– Non capisci? Non voglio essere salvato, e per quanto riguarda quell’essere me ne sbarazzerò io stesso, ma nel frattempo considerando la tua impertinenza…qualcun altro…dovrà….morire. –
Lui non mostra nemmeno un briciolo di paura, il ché alimenta ancora di più la mia rabbia. E’ insopportabilmente impassibile. Di nuovo cerco di non esagerare, e, senza degnarlo di ulteriore importanza proseguo ma lui, ancora una volta mi intralcia.
– Nicklaus, ascoltami. –
Sbuffo alzando gli occhi al cielo, e per un attimo mi perdo in quelle costellazioni che conosco sin troppo bene. Le stesse che questa sera mancano a dipingere il cielo, il quale manca a sua volta di quel tocco di luce che lo fa essere, prodigioso.
Adoro le stelle, l’astrologia. Forse come la pittura.
– Lui non lo merita. Non ha fatto niente! –
E’ così irritante.
– Molte delle persone che ho ucciso non avevano fatto niente, la maggior parte non aveva persino colpa..poveretti! –
Si sente volutamente un accenno di sarcasmo nelle mie parole, ma non me ne preoccupo minimamente. Avverto nei suoi occhi un pizzico di preoccupazione, segno evidente che non sa fino a dove potrei spingermi. Mettiamolo alla prova.
– Magari per farti smettere..questa volta dovrebbe essere Katerina a morire, non credi? –
Lo provoco intenzionalmente e sorrido derisorio.
– Non toccarla. –
Come può la sua voce apparire compassionevole e nel contempo il suo volto sembrare così rilassato?
– Non voglio toccarla, voglio ucciderla. E sarà quel che farò! Per punirti della tua stupidità! A presto, Elijah. –
Lo guardo beffandomi di lui e di quel suo ridicolo amore, io non provo amore per nessuno!
Sparendo nell'oscurità di questa notte, tetra come poche, senza stelle.
L’amore è per i deboli, io invece, sono forte!
Ora devo solo strappare il cuore della prima dopplegänger della Petrova. E so già dove poterla trovare!

POV CAROLINE
John Albrecht..
Mi sembra tutto così incredibile. Al punto da non riuscire a crederci! Sta accadendo? Sono così tesa, sarò io a tenere il discorso a fine celebrazione, non so se ce la faccio. So già che inizierò a balbettare, mi conosco troppo bene. Non ce la farò mai.
E Bonnie sembra avermi letta nel pensiero poiché mi sorride rassicurante.
– Sta tranquilla, andrà tutto bene! –
Le credo. Dopotutto lei sembra aver sempre ragione.
– Grazie. –
Le dico sinceramente sorridendo a mia volta, ma non posso fare a meno di notare una leggera tristezza nel suo sguardo. Una tristezza che non le appartiene, e che, non capisco neanche. A cosa sarà dovuta?
– Bonnie senti ma..è successo qualcosa? –
Lei ci pensa un po’ prima di rispondermi, come se volesse trovare le parole più giuste da dire.
David Bance..
Ogni nome mi fa salire sempre di più l’agitazione. E se dovessi dimenticare qualche parola? O peggio ancora, addirittura qualche frase? O quel che è ancora peggio..
– No Care, non preoccuparti è solo che vorrei che tu avessi questa. –
Guardo la lettera che mi porge, e non posso evitare di essere sorpresa, lei non era il tipo da lettere. Cosa poteva esserci scritto? Faccio per aprirla ma lei mi blocca quasi immediatamente. Allora le rivolgo un’occhiata alquanto interrogativa.
Sarah Beasley..
– Non devi aprirla per il momento.. –
Ma io mi intrometto, sempre più confusa.
–E quando dovrei aprir.. –
Sta volta è lei a rubarmi la parola, però.
– Potrai aprirla solo quando avrai raggiunto la vera felicità. –
E sorride ancora una volta, solo che, questa volta il suo sorriso non è forzato. E’ esattamente come quello di una vera amica.
Ma cosa diavolo intendeva per “vera felicità”? E io come facevo a capirlo?
– Bonnie senti ma.. –
Bonnie Bennett..
Lei appare stranamente tranquilla.
– Calmati, sono sicura che mi hai capita benissimo. Devo andare. –
On no! Deve prima spiegarmi, non ho capito un bel niente! E lei si volta improvvisamente!
Menomale, forse si è resa conto del mio evidente caos mentale.
– Ah, e sono sicura che il tuo sarà un discorso bellissimo! –
Sta scherzando? Il discorso? Sul serio? Oh mio Dio ha ragione! Dovrò tenere un discorso tra pochi minuti.
– Resta calma e concentrata, io vado e torno. –
E riesce nuovamente a tranquillizzarmi. La seguo con lo sguardo e sono io ad essere triste adesso, la vedo abbracciare suo padre.
Lo abbraccia con affetto sincero, lo abbraccia proprio come io non posso più fare con il mio.


Note dell'autrice: Ehi bella gente! E' tardi lo so, ma domani non avevo proprio tempo per postarlo così sono rimasta sveglia e dopo averlo revisionato al meglio (o come meglio potevo) come vedete, l'ho messo! Come al solito vi chiedo un'opinione, e ringrazio chi mi segue! Perdonate tutti i miei "come". Ah e lo so che avevo detto che in questo aggiornamento avrei spiegato cosa era successo, ma mi sono resa conto che era un po' che non scrivevo di Klaus. Spero abbiate apprezzato..Tuttavia ho aggiunto un altro ricordo di Caroline, nel giorno del diploma e spero di avervi incuriositi con la lettera..non è niente di quel che pensate. Comunque tornando a Klaus, lui come avete visto, non pensa nemmeno per un attimo a Caroline, ma si concentra molto sul suo problema. E sulla sua famiglia..e ora vuole uccidere Katherine..presto però gli farò rincontrare la barbie, ma non ho ancora deciso come e quando. Un bacio a tutti! c:
Ps. Non c'è niente da fare purtroppo adoro i "come" ..buonanotte a tutti!

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Capitolo 11
*** Pronta ad amarti, fino a consumare il resto. ***


11

Una, due, tre, quattro volte...bussano alla mia porta senza sosta.
Che sia un umano, visto che un vampiro sarebbe già prepotentemente entrato di sua volontà?
Considerando che casa mia ormai è aperta a tutti, Silas compreso. Tuttavia non posso continuare a rinchiudermi come una fuggitiva in camera mia, cosa che, invece mi rende una bambina incapace di affrontare le cose.
Ma il dolore è ancora troppo, e visto che da là fuori provengono solo problemi non me la sento di aprire e buttarmi a peso morto in un altro diverso da quelli che ho già. Però...potrebbe essere importante.
Finita un'apparentemente interminabile lotta interiore senza pace tra le mie due parti emotive, decido di aprire. Dopotutto Bonnie è morta, così come Matt. Cosa può esserci di peggio?
Mi tiro via dal letto con alquanta fatica.
Prima potevo vedere in anticipo chi fosse, ma ora grazie alla brillante idea di mia madre di mettere una fastidiosissima tenda davanti la porta, non vedo nulla. E poi sono troppo pigra per tornare a letto, ormai. Chi cazzo è però?
– Spero che chiunque tu sia abbia una buona scusa per essere qui, di domenica... –
O almeno credo sia domenica. Non trattengo uno sbadiglio e inizio a stropicciarmi gli occhi, rovinando il trucco.
– a disturbarmi. –
Apro lentamente gli occhi e alzo lo sguardo per incrociare quello del mio scocciatore. Sobbalzo leggermente.
– Oh, sei tu! –
Dico con un po' troppa enfasi. Avverto già il mio cuore battere più forte e più velocemente.
– Ciao Caroline. –
Dice sensualmente scandendo ogni lettera del mio nome. Ma quanto amo il mio nome pronunciato da lui?
In un attimo i sentimenti negativi mi abbandonano lasciandomi in paradiso. Un paradiso diverso da quello che si dice di solito, dove ha accesso solo non chi ha vissuto per aiutare il prossimo, ma chi ha incontrato i suoi occhi.
Klaus era, ancora una volta lì davanti a me e io incapace di parlare in modo sgarbato come mio solito, o anche solo di dire qualsiasi cosa. Così per un secondo, permisi inconsapevolmente, o forse consapevolmente, al mio lato innamorato di dominare e feci l’unica cosa che riuscivo a pensare di fare.

Quanto è lento il tempo. Ma quando mi toglierò il pensiero per questo maledetto discorso? Posso riuscirci.
Nel mentre mi riassicuro mentalmente per la centesima volta vengo chiamata a tenere il discorso che tanto aspettavo quanto temevo.
Salgo sul palco e do un’occhiata alla folla di persone davanti a me. E per un istante mi sembra di vedere Klaus, in disparte vicino gli alberi, ma basta sbattere incredula le ciglia per farlo scomparire, e quasi certamente era solo la mia immaginazione.
Ero solo io a volerlo lì in un momento così importante per me.
– Buonasera a tutti, come prima cosa grazie di essere qui. E così, ce l’abbiamo fatta! Dopo tante avventure in questi anni di liceo, ognuno di noi ha imparato a conoscere meglio se stesso. Ad accettare e diminuire le proprie debolezze e a incrementare e migliorare le proprie capacità. Io stessa ho lavorato molto sulla mia superficialità e sulla mia irrefrenabile mania di tenere tutto e tutti sotto controllo. Ho smesso di inseguire la perfezione, e adesso, voglio dire a tutti voi, che non si giudica qualcuno dagli sbagli che fa, bisogna tenere conto soprattutto delle sue buone azioni. Perché siamo tutti umani e come tali possiamo sbagliare. E vi invito a sbagliare più che potete, così da poter imparare dai vostri errori, come io cerco di fare coi miei. Beh...che dire? Auguro a ciascuno di noi di realizzare i propri sogni. Così da poterci sentire, realizzati. –
Sento l’applauso, segno che il mio discorso è piaciuto.
E scendo le scale del palco per trovarmi di fronte ad un Elena molto confusa ma allo stesso tempo raggiante.
– Cosa c’è? –
Le chiedo curiosa. E lei sorride.
– Oh, non è niente! Solo che mi hai fatto leggere il tuo discorso una trentina di volte, tanto da imprimermelo nella mente fino alla morte! E non c’era neppure una parola del discorso che hai appena fatto. Ah, ci tengo a dirti che, è stato fantastico. Perciò non preoccuparti, è piaciuto molto. Ora vado un attimo da Damon, non è stato carino il tuo comportamento di stamattina, lo sai vero? –
Faccio spallucce mentre lei si allontana lasciandomi pensierosa...però ha ragione. Non ho pensato a niente se non a Klaus, e pensando a lui mi sono sentita sicura di me e di quel che dicevo.
Ma perché è andata così? Ero pronta. Pronta ad amarti, fino a consumare il resto.
Fino a consumare tutta me stessa per darti l’amore che meriti, l’amore di cui hai estremamente bisogno, perché i miei sentimenti impediscono alla mia mente di formulare pensieri precisi e sicuri, perché io odio i ragazzi come te:
Odio il fatto che tu sia un assassino a sangue freddo, odio come sorridi quando qualcuno soffre a causa tua, odio il dolore che hai portato in tante vite, odio il tuo orgoglio, odio quando ti comporti da saccente e beh...praticamente sempre!
Io odio con tutto il cuore gli stronzi ibridi originali come te, ma nonostante questo…nonostante tutto amo te.
Ti amo con tutta l’anima. L’anima che non ho più, ma che se avessi, probabilmente venderei al diavolo per te.
Rischierei tutto, punterei tutto. Come in una partita a poker, pronta a perdere ma con la forza necessaria per vincere.
Perché sotto la tua maschera c’è un ragazzo ferito.
Io lo so, perché l’ho visto. Ho visto il tuo lato umano, e me ne sono innamorata.
Ma non nego, che anche la tua parte senza emozioni è dannatamente irresistibile.
Tu sei l’incarnazione perfetta di una di quelle divinità greche.
All'improvviso un dolore lancinante mi colpisce alla testa, è sicuramente un aneurisma. E qualcosa mi punge il collo. Di certo, un ago.
Che mi lascia agonizzante piegata in due dal dolore e riesco a seguire la scena a malapena, un cappello decapita la strega che mi stava torturando e che, per giunta, ero sicura di aver già ucciso.
Provo a rialzarmi ma non ci riesco e crollo ancora a terra, ma qualcuno è così veloce da prendermi. Sicuramente non un umano, è lui.
La mia salvezza, la mia maledizione.
Ma perché non guarisco? Perché sono sempre più debole. Appena lo riconosco però, non mi curo di questo. Anzi mi sento sollevata e gli rivolgo un sorriso sincero.
– Sei qui. –
Sussurro con un filo di voce appena percettibile.
– Allora…no. Non mi ero sbagliata. –
Lui sorride anche se abbastanza confuso.
– Sbagliata su cosa? –
Vorrei spiegarti, ma non ce la faccio e mi abbandono dolorosamente e allo stesso tempo dolcemente tra le tue braccia protettive. Chiudo gli occhi, stanca.
– Caroline? Cos’hai? –
Chiede preoccupato. Non sono cosa disse poi, ma avvertii solo un pizzico e poco dopo una sostanza inebriante scendeva giù dalla mia gola dissetandomi e rendendomi sempre più avida di quel sangue così ipnotizzante.
Mi rinvigorisce, mi guarisce e mi riporta alla realtà.
Lui sorride e si tranquillizza, era in pensiero per me. Non mi ero accorta che quello non era un ago ma una siringa o qualcosa del genere che mi aveva iniettato del veleno di licantropo. Ma lui mi ha salvata.
– Mi hai salvata… –
Ride divertito. Rovinando completamente la dolcezza di quel momento. E poi, mi guarda serio..uno sguardo che mano a mano diventa più leggero fino a diventare sarcastico.
– E ti sorprendi? Non è mica la prima volta che ti cacci in situazioni del genere. Dovresti stare più attenta, sweetheart. –
Non mi importa dell'orgoglio, del fatto che in circostanze normali ti avrei già risposto che so badare a me stessa. Non mi importa di nient'altro se non di te. Sei così bello, vorrei stringerti.
– Grazie, sei un amico. –
Un amico? Diciamo pure che lo mangi con gli occhi anche quando non c’è. Fantastico ora ci mancava solo la vocina interiore.
Lui mi aiuta a rimettermi in piedi anche se adesso ce la faccio da sola. E una volta perso il contatto con il suo corpo perfetto, mi rendo conto dell’accaduto.
Divento inevitabilmente preoccupata, molto preoccupata.
– Ma che sta succedendo?! Dove sono gli altri?! –
Klaus si guarda intorno così come me, non riuscendo ad individuare nessuno. Cosa diamine succede?


Note dell'autrice: Ebbene sono in anticipo sul ritardo! So che sono passate...quanto 2? 3 settimane? Dall'ultimo aggiornamento e mi scuso! Avevo smarrito l'ispirazione e quel che è peggio non ho avuto molto tempo quando tornava. Ho un paio di piccole precisazioni su capitolo:
1 - Bonnie e Matt sono morti, ecco cosa era successo. E successivamente spiegherò meglio.
2 - All'inizio Klaus si presenta da Caroline e ci tengo a ricordarvi che quello che è scritto alla fine è successo prima, ovvero nel giorno del diploma di Care.
Grazie a tutti per tutto, e ho visto che siete aumentati a seguire la storia e questo mi fa veramente piacere! Alla prossima, un bacio grande! c:

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Capitolo 12
*** Come il sangue per i vampiri, come l'ossigeno per gli umani. ***


12

Era un bacio inatteso e allo stesso modo tanto aspettato.
Un bacio carico di incertezza e di impazienza.
Il nostro è stato un bacio a fior di labbra, ma è sicuramente il più importante e il più emozionante che abbia mai dato.
E’ stato intenso.
Un bacio quasi tormentato, pieno di sensi di colpa e di amore.
Vorrei non staccarmi mai da quelle labbra, che ho bramato così a lungo, ma è quel che faccio, con una grazia pari a zero appena concretizzo il mio gesto. E lentamente alzo lo sguardo fino ad incrociare il suo, e come avevo già realizzato mentalmente, lui non è sorpreso. Non più almeno. Anche perché, ho aspettato troppo per osservare il suo volto e così me la sono persa, la sua espressione. Sarà stata fantastica, ma il sorriso che ha adesso su quelle stesse labbra è decisamente meglio.
Ma ora come lo spiego il mio comportamento? Che cosa starà pensando?
I secondi scorrono svelti, non dando neanche il tempo di pensare.
Lui non si muove, così come me. Siamo rimasti vicini, ma nessuno dei due osa proferire parola...anche se, lo so, spetterebbe a me. Dopo tutto sono io ad averlo baciato! Oh mio Dio, l’ho baciato!
– Wow…addirittura le guance rosse! –
E con questo cosa vorrebbe dire? E perché sta sorridendo in quel modo sghembo?
– Che? –
– Il tuo viso, sei imbarazzata? –
Imbarazzata? Per un bacio? Sì. Sì, lo sono!
– No, ma certo che no! –
– E perché sei arrossita? –
Io che cosa?
– Avrai visto male, quel bacio non era niente. –
Caroline perché ti ostini a negare l’evidenza? Non è sbagliato se ti fa stare così bene. Stai zitta tu! Cosa vuoi saperne? Sei soltanto una vocina fastidiosa, sei la parte infantile di me. E non ne capisci di queste cose.
E’ stato uno sbaglio, tutta colpa dell’istinto.
E’ stata colpa della mia natura di vampira, è tutto amplificato…non ho saputo controllare i miei impulsi.
Lui nel frattempo ha assunto un’aria ferita, forse delusa. Invisibile agli occhi di tutti, ma non ai miei.
Ma che sto facendo? Magari è il caso di dover dire qualcosa..
– S-scusami non volevo dire c-così.. –
Sto addirittura balbettando?
Faccio un respiro profondo ad occhi chiusi e quando li riapro mi ritrovo le sue labbra troppo poco distanti dalle mie.
– So che non sei pronta, che vuoi che io cambi, ma tu mi ami ugualmente. Mi ami anche se io sono quello che sono. –
Soffia sulle mie labbra prima di baciarmi ancora, e io non capisco più niente.
Che devo fare? Lasciarmi andare o resistere? Respingerlo? No, no non posso. Non posso più mandarlo via da me. E’ vero io lo amo.
Lo amo più di quanto si possa immaginare. Più di quanto io potessi mai immaginare.
Gli porto le mani al collo mentre le sue hanno già raggiunto i miei capelli, per approfondire quel bacio che vorrei durasse per sempre.
Mi erano mancate così tanto le sue labbra in questi pochi minuti, è diventato un bisogno indispensabile. Come il sangue per i vampiri, come l’ossigeno per gli umani.
Mi stacco a fatica per un secondo, solo per un secondo..
– Sì, io ti amo. Ti amo e so che anche tu mi ami. Non importa cosa è successo in passato, quel che hai fatto..ormai è passato.. –
Gli sussurro guardandolo negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo.
Lui si avvicina ancora, per baciarmi nuovamente. Con più passione, con un vigore sempre maggiore. Quasi con prepotenza mi afferra per i fianchi, come per affermare che io sono sua.
E questo non mi da fastidio, perché io so di appartenere a lui.
Così lo lascio fare, mentre quel bacio si stava rivelando per quel che era realmente, il migliore. Il migliore in assoluto.
Quel bacio che sarebbe stato poi uno dei primi, che si sono susseguiti per tutta la notte.
Non c’era spazio per la vergogna o il rimorso, quella notte era tempo di amarsi. C’era solo tempo per noi.


Note dell'autrice: Ok sono in ritardo. Di nuovo. Mi dispiace sono stata al mare e non avevo la connessione, comunque ho iniziato già il prossimo capitolo in modo da rispettare i tempi. Detto ciò, ammetto che questo capitolo non mi piace. Non mi piace proprio per niente, non l'ho riletto e sicuramente quando lo farò cambierò qualcosa. Oltretutto è anche breve! Fatemi sapere voi cosa ne pensate e se dovrei aumentare il rating (?)
Poi, visto che è un po' che non lo faccio, voglio ringraziare ognuno di voi che ancora mi segue, chi recensisce, chi ha la storia tra le preferite..Se non fosse per voi, la storia non andrebbe avanti. E non sarebbe proprio continuata. Un bacio a tutti! <3

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Capitolo 13
*** ULTIMO CAPITOLO (?) ***


Buonasera, anche se è molto tardi sia di ora che di fatto. Vorrei scusarmi per la lunghissima attesa, mi è successo di tutto davvero, credo di aver vissuto in un anno una vita intera ma penso comunque che, appunto, le scusa siano d'obbligo. Insomma, la storia termina qui, o almeno per il momento è così. Non voglio darvi (di nuovo) false speranze, anche se non nascondo che mi piace molto scrivere di loro, solo che mi sto scoprendo essere una persona che scrive di cose che ha vissuto o comunque visto da vicino, e colgo l'occasione per dirvi un'altra cosa: a breve quasi sicuramente comincerò una nuova storia, con protagonisti reali con nomi inventati che se volete potrete scegliere voi mandandomi un messaggio o recensendo o in qualsiasi modo vogliate. Comunque dicevo, la nuova storia sarà appunto una storia tangibile e prenderà spunto dalla quotidianità, sarà ovviamente una storia d'amore che toccherà punte di drammaticità e beh, basta dai, mi sono dilungata abbastanza, invito chiunque apprezzi il mio modo di scrivere a seguirla. Tornando alle scuse, non so come spiegare al meglio quanto mi dispiaccia anche solo immaginare la vostra delusione, ah un'ultima cosa: mi scuso anche per il fatto che non ci sono spazi devo riprenderci la mano, buonanotte a tutti. Un bacio grande, Luana.

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