Un'altra generazione

di SamanthaWinchester
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Transizione inaspettata ***
Capitolo 2: *** Il ritorno ***



Capitolo 1
*** Transizione inaspettata ***


Seduta accanto ad un masso polveroso che doveva appartenere da secoli a quella terra amata e allo stesso tempo odiata, ma soprattutto vissuta da intere generazioni della sua famiglia, Elle iniziò a domandarsi se non sia davvero tutto troppo assurdo per essere vero.

Nella banalità di questa domanda, i suoi occhi color caramello si persero tra le nubi cariche di pioggia che minacciavano la cittadina, ormai abituata ad essere colpita da fenomeni di ogni genere.

No, i suoi pensieri non potevano sempre raggrupparsi in un unico grande dubbio che iniziava a pesare troppo per permettere ai suoi muscoli di rilassarsi.

Strinse i pugni sull'erba, pronti a strappare con forza i fili sottili...affondò le unghie nella terra umida e compatta.

La mascella si contrasse, iniziò a mordersi nervosamente le labbra e chiuse le palpebre con forza. Una lacrima le scese dall'occhio destro e l'unico pensiero che si affacciò timidamente nella sua mente fu: se solo i vampiri reali fossero come quelli di alcuni racconti moderni. Almeno le lacrime, forse avrebbe potuto risparmiarsele. O forse nemmeno quelle, considerando che Elle, non era nemmeno un vampiro.

Cosa diavolo era? Chi era? Non si era mai presentato il problema, non aveva mai avuto...sete.

E invece da poche settimane era diventata ancora più irritabile, aggressiva e addirittura violenta.

Aveva bisogno di qualcosa che non avrebbe mai avuto il coraggio di ammettere.

Nulla aveva più senso.

Aveva sempre saputo che Mystic Falls aveva assistito a lotte continue, a passaggi improvvisi e a vite distrutte per mano di persone diverse. Anche se ora si chiedeva se potessero essere effettivamente considerate delle persone. Di segreti ce n'erano sempre stati tanti, ma d'altra parte lei era la prima a tentare di nasconderli. Ma questo no. Non se l'aspettava. Non capiva.

Avrebbe dovuto parlarne con Bruce, lui avrebbe cercato di aiutarla. Però le sembrava ridicolo.

Innanzitutto nessuno l'aveva morsa o almeno se qualcuno l'avesse fatto, era certa che se ne sarebbe accorta. E allora, come...?

Persa nelle sue riflessioni e terrorizzata da ciò che stava diventando, non si accorse della presenza di un corvo. Un corvo spaventoso, per giunta.

Di un nero così cupo da sembrare quasi blu. Con due occhi minuscoli che sembravano scrutarle l'anima. Un brivido elettrico le scosse le spalle. Il corvo...quel corvo.

Aveva letto da qualche parte di un corvo che doveva avere un certo significato, ma la memoria tendeva ad ingannarla in quel periodo privo di sonno.

Sarebbe andata in biblioteca, aveva bisogno di sapere, di chiarirsi un po' le idee.

Da bambina le leggende di Mystic Falls le facevano compagnia durante le ore di ricreazione. Non che avesse badato più di tanto alle storie di vampiri, streghe e licantropi prima di averli incontrati nella vita reale. Ma in quel momento sembrava che le mancasse una tessera del puzzle.

Risultava difficile credere senza alcuna riserva che si riducesse tutto alla semplice esistenza di creature mitiche.

Doveva esserci sotto qualcos'altro e lei aveva intenzione di scoprirlo; considerando che la sua voglia stava diventando insostenibile. L'idea di andare a scuola, di camminare tra tutte quelle persone, quegli ammassi di vene pulsanti...le si strinse un morso alla gola. Aprì in fretta e furia la tasca anteriore della sua borsa e ne estrasse una mela rosata, la addentò con foga.

Sapeva che non sarebbe servito a molto, ma l'illusione allentava di poco il laccio che sembrava torturarle la bocca dello stomaco. Scattò in piedi, lanciò un'ultima occhiata torva al corvaccio e si diresse verso il centro pregando di non incontrare nessuno.

Ovviamente, le sue preghiere non vennero minimamente calcolate.

“Hey, Elle!” urlò una voce squillante sfortunatamente familiare “Jenny...”. L'amica paffutella dai riccioli color miele osservò Elle con aria preoccupata “Tesoro, quand'è stata l'ultima volta che hai messo la testa su un cuscino? O piuttosto, da quanto tempo non usi un correttore?!” il suo tatto è una qualità apprezzabile, pensò Elle già pentita di aver preso la strada principale. “Beh, in ogni caso, ti avrei chiamata di qui a poco...ho una novità da raccontarti! Lo so, lo so, Mystic Falls e le novità non sono mai andate molto d'accordo, ma questa volta...è una bomba!” Elle alzò un sopracciglio e sorrise involontariamente nel vedere l'amica così eccitata “E di che si tratta?”, Jenny fece un respiro profondo e sillabò: “L-O-U-I-S”. In effetti, che altro poteva aspettarsi dalla ben 4 volte reginetta del ballo di primavera?! “E chi diavolo sarebbe?” rispose acidamente Elle infastidita da tutto questo interesse per questioni così futili; e lei che doveva far fronte ad una trasformazione in piena regola ormai in atto...”Ma come? Louis Salvatore! Insomma, Bruce te l'avrà detto che aveva un fratello, no? Forse però si sarà dimenticato di specificare quanto sia attraente” e scoppiò in una fragorosa risata.

In effetti Bruce non le aveva mai detto nulla a proposito di un fratello...

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Capitolo 2
*** Il ritorno ***


Elena sentì quasi mancarle il terreno sotto i piedi appena vide, qualche chilometro più avanti, la scritta familiare “Bevenuti a Mystic Falls”, dipinta sul solito vecchio cartello malandato.

E chi aveva pianificato di tornarci.

Dopo tutto quello che era accaduto, appariva assurdamente normale quel senso di appartenenza che invase la bellissima e giovane vampira. Si era ripromessa di non avere più nulla a che fare con quell'antica cittadina che l'aveva cullata, cresciuta e che aveva assistito alla sua trasformazione.

Dell'Elena di diciassette anni prima non sembrava rimasto poi molto. O almeno, questo era quello che era costretta a ripetere a se stessa , poiché se solo avesse permesso ad un qualsiasi ricordo della vecchia Elena di riaffiorare, tutto il dolore che aveva con forza represso per tutto quel tempo, sarebbe divenuto insostenibile. Eppure, a vederla sembrava l'Elena di sempre. I suoi lunghi capelli castani, sempre perfettamente ordinati e lucenti, le ricadevano ondeggiando lungo la curva della schiena. Il suo fisico atletico era rimasto immutato e il suo viso appariva come di porcellana appena scalfita da qualche ruga leggermente accennata, a causa del suo sguardo corrucciato.

Ecco, il suo sguardo. Solo lui poteva essere davvero cambiato. Quella luce che aveva sempre illuminato i suoi occhioni color nocciola, non era più visibile. Aveva invece lasciato il posto ad uno sguardo grigio, quasi rassegnato.

Osservando i boschi che costeggiavano la strada provinciale, appena prima dell'ingresso nella città, si ritrovò per l'ennesima volta a domandarsi se le scelte che aveva dovuto prendere, fossero davvero state quelle giuste, quelle che fanno soffrire, sì, ma che poi si rivelano le uniche possibilità di risoluzione.

Eppure, in diciassette anni, non era mai stata capace di convincersene. Nessuno si era sentito meglio dopo, né lei, né Stefan, né Dam...Perfino nei suoi pensieri, faticava ad immaginare il suo nome.

Nemmeno la repressione della sua umanità risultava forte abbastanza, per impedire ad ogni singola parte sensibile del suo corpo di tremare e scuotersi in profondità al solo vago accenno di lui.

Sapeva di aver sbagliato a respingerlo nel momento in cui lui si era rivelato disposto a starle accanto. Nemmeno da innamorata era stata in grado di concederglielo.

Forse insieme sarebbero riusciti ad affrontare tutto, a superare quella sorta di...abbandono. Perchè in fondo di questo si trattava. Lasciarla libera di vivere una vita normale. Allontanare la loro figlia da un mondo in cui la sopravvivenza è un lusso. Ogni giorno che passava risultava sempre più ridicolo pensare a quella parola. Cosa significava davvero? Elena era una vampira. Ma era anche la doppelganger. E nessuno fino a diciassette anni prima si era mai chiesto, quale parte della sua umanità le sarebbe rimasta per sempre marchiata a fuoco nel dna.

Scoprirlo a fatto compiuto non fu di certo la svolta che lei o Damon stavano aspettando.

Ma perchè si ostinava ancora a rifletterci? Che coraggio aveva ancora di considerare quella cosa qualcosa di più di un semplice..errore? Era ingiusta, lo sapeva. L'aveva amata nei primi attimi di vita. Ma poi aveva subito realizzato che non poteva permettersi di rovinarle la vita più di quanto avesse già fatto mettendola al mondo.

Non poteva di sicuro essere il primo mezzo-vampiro nella storia di Mystic Falls e Elena in realtà aveva sempre sperato che non lo fosse affatto. Vivendo in una famiglia normale, forse il gene aveva più probabilità di rimanere recessivo. Diciassette anni vissuti nel dubbio, nella paura e nella colpa, sola e lontana da chi amava, le erano sembrati un'eternità. Per questo aveva deciso di tentarle tutte per accettare una scelta della quale non aveva ancora smesso di pentirsi e per riportare la sua vita a com'era un tempo.

Non voleva riavvicinarsi alla sua vecchia vita, non voleva sapere nulla dei vivi e dei morti.

Aveva solo bisogno di conferme per poter prendere in mano la sua esistenza e renderla migliore.

Egoista, certo. Ma nella sua ipocrisia vedeva l'unico barlume di speranza per alleviare il dolore e per lasciar cicatrizzare le ferite che lei stessa aveva inferto a molte persone, in nome della solita convinzione di sempre, che scegliendo la via per la sofferenza ogni cosa avrebbe ritrovato il suo equilibrio.

Troppo tardi Elena capì che la via non può mai essere una sola.

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