Mi sono innamorata di un idiota

di Sotto un cielo di stelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova persona nella mia vita ***
Capitolo 2: *** Non ci posso credere! ***
Capitolo 3: *** Un posto vicino a te! ***
Capitolo 4: *** Da quando un consiglio può rovinare tutto? ***
Capitolo 5: *** Ma perchè tutte le giornate si concludono male? ***
Capitolo 6: *** Stammi vicino ti prego; ho tanto bisogno di te! ***
Capitolo 7: *** Sei una persona fantastica,lo sai? ***
Capitolo 8: *** Un litigio in mia presenza... ***
Capitolo 9: *** Incontri, dolori e strani sospetti ***
Capitolo 10: *** Le sue labbra vicino alle mie. ***
Capitolo 11: *** Un bacio sulla guancia che crea problemi... ***
Capitolo 12: *** Un azione di bene per un'amica. ***
Capitolo 13: *** Sono stanca di star male per te! ***
Capitolo 14: *** Forse un giorno te lo dirò. Forse. ***
Capitolo 15: *** "Non mi piace vederti piangere..." ***
Capitolo 16: *** Troppe parole che non dovevano essere dette... ***
Capitolo 17: *** Ci sentiamo dopo bellissima... ***
Capitolo 18: *** Perché mi vieni in mente proprio adesso? ***
Capitolo 19: *** Per fortuna è finito tutto bene... ***
Capitolo 20: *** Una chiamata da te! ***
Capitolo 21: *** Forse potrei innamorarmi di lui... ***
Capitolo 22: *** Io ti voglio bene, ma... ***
Capitolo 23: *** So che ti perdonerei tutto. ***
Capitolo 24: *** Cose che non dovrei mai fare... ***
Capitolo 25: *** QUella cosa che mi avrebbe fatto bene... ***
Capitolo 26: *** Una... notizia ***
Capitolo 27: *** Troppo dolore e troppa sofferenza... ***
Capitolo 28: *** Il sogno... ***
Capitolo 29: *** Il mio mando si stava spegnendo... ***
Capitolo 30: *** In ospedale. ***
Capitolo 31: *** Sulla terrazza di un ospedale ***
Capitolo 32: *** Mi mancherà dottore! ***
Capitolo 33: *** Tu sarai il mio nuovo fratellone?!?!?! ***
Capitolo 34: *** Nella nuova casa c'è una persona molto problematica. ***
Capitolo 35: *** Non è amore, ma solo pietà.. ***
Capitolo 36: *** Sfogo a scuola ***



Capitolo 1
*** Una nuova persona nella mia vita ***


UNA NUOVA PERSONA NELLA MIA VITA

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<< Che giornata! >> Dissi mentre andavo in stazione a prendere il pullman sotto la pioggia, e perlopiù senza ombrello!
Io sono Chaterina Esposito, frequento la prima liceo delle Scienze Umane,o come si chiamava due anni fa “socio-psico-pedagogico”, precisamente da sedici giorni e già non c'è la faccio più!
Oggi a scuola,mi stavo per addormentare e con due ore di Scienze umane attaccate potevo anche suicidarmi! Quella prof. non sta zitta nemmeno un secondo...
Stavo camminando di tutta fretta per arrivare in stazione perchè ero in ritardo. Infatti appena arrivo trovo già il pullman che di solito viene dopo 5 minuti...
In ogni caso salgo sul pullman e trovo Lara e Lila, due mie amiche.
<< Dov'eri finita? >> Mi chiede Lara. Dopo aver preso fiato ed essermi appoggiata alla finestra le dissi che mi ero fermata a chiacchierare con delle mie compagne di classe. Poco dopo che è partito il pullman,mi chiama Stella chiedendomi se ero riuscita a prendere il pullman.
<< Sì,testa di rapa,il pullman l'ho preso,ma non grazie a te! Ti giuro che la prossima volta che mi fate fare una maratona per prendere un maledetto pullman, ti uccido,anzi peggio: ti salgo in groppa e sarai tu che farai la corsa al mio posto; E sta pure piovendo e io non ho nemmeno l'ombrello! >>
<< Sfigata! >>E cominciamo a ridere.
<< Bhe dai,ci vediamo domani. >>
<< Ok,bella! >>Mi rispose. Lara e Lila stavano parlando; Io e Lila eravamo in classe insieme alle medie,ma non parlavamo molto e so che Lara la odiava..
<< Di cosa state parlando,se posso sapere? >> E Lara mi indica un tipo seduto davanti a noi che stava chiacchierando.
<< Lui. È figo e in più assomiglia a Niall,quello dei One Direction. >>
Era biondissimo, occhi azzurro ghiaccio e magro. Non era molto alto,anzi, e nemmeno bello...
Se la cavava.
<< Beh,non è che sia un granché sinceramente. >> Dico, ma rimango a guardarlo. Nonostante non sia figo,c'era qualcosa di magnetico in lui,qualcosa che m'ipnotizzava...
Lara stava chiacchierando nuovamente con Lila e quindi,solamente perchè non avevo niente da fare, cominciai a guardarlo per un po' cercando di memorizzare ogni particolare: di carnagione era bianchissimo,come se non avesse mai visto il sole,aveva delle labbra rosa-rosse che in contrasto con la pelle lo rendevano...perfetto, anche se aveva il naso leggermente grosso.
Mi giro verso Lara,che è concentrata a non farsi beccare da lui e il suo amico mentre gli sta facendo una foto. Io e lei siamo sempre state così. Mi metto a ridere e mi avvicino.
<< E se ci sgama chissene,giusto? >>
<< Giustissimo! >>Appena gliela fa il suo amico si gira e ci becca. Ci mettiamo a ridere tutte e tre e ci giriamo verso la finestra dando loro la schiena.
<<Come non detto.>> Ma Lara stava già ridendo e parlando con la Vale ignorandomi...
<< Ok... >> Dico tra me e me...Mi giro e vado da un'altra mia ex-compagna di classe, Serena, che è seduta proprio davanti a Niall (d'ora in poi lo soprannominerò così) e la saluto.
<< Ciao Sere! >>
<< Ciao. Come va? >>
<< Bene... Che ascolti? >>
<< Chi ha inventato i sentimenti di... >>
<< Uh,Tony Maiello. Me la invii,please,please,please,please... >>
<< Ok,basta che stai zitta! >> Mi sorride e me la invia.
<< Se vuoi ho anche Fidati di me e Farsi male per sempre. >>
<< Ti adoro,Sere! >> Quando me le invia inizio ad ascoltarle canticchiando a bassa voce. Lara e Lila stanno parlando con una tipa che, da quanto ho capito,è la compagna di classe di Niall, che in realtà si chiama Emanuele. Niall frequenta il primo anno di liceo Classico e abita a Manerbio. Queste sono le uniche due cose che so di lui,e per ora mi bastano. Poi torno a guardarlo. “Già,non è tanto carino. Però...però niente Chate! Smettila di guardarlo!”
<< Beh,ciao Chate. Ci vediamo domani. >> Mi salutano Serena, Lara e Lila.
<< Già,se io andassi a scuola domani,ma siccome non è così ci vediamo Lunedì. >> Anche se Lila la rivedrò Venerdì prossimo perchè... “ Lei fa la scuola di Niall! Oddio,non ci posso credere."
Stavo ribbolendo dalla rabbia... quella ragazza lì mi voleva rovinare la vita!
"Lascia perdere Chate e concentrati sulla musica! "
Cercai di concentrarmi sulle parole della musica, ma sinceramente la mia mente continuava a pensare a Niall,a Lila che mi sta rovinando la vita con Lara e adesso anche con Emanuele,alla sua amica che però,da quanto ho sentito, a lei non piace e trova più carino il suoi amico che si chiama Alessandro,e concordo...
<< Che casino... >> Sussurro tra me e me..
Dopo cinque minuti arrivo alla mia fermata e quando mi alzo mi giro verso Emanuele; sta guardando il suo cellulare con l'amico e stanno ridono. “Che carino quando ride...” E scendo dal pullman con la sua risata che mi rimbomba in testa e continuo a pensarlo per molto.
Alle quattro mi chiama la mia compagna di classe,ma non le racconto di Emanuele. “Perchè dovrei farlo? Tanto non mi piace; è una persona come tutte le altre...”
Finito di parlare con lei faccio i compiti di Lunedì e Martedì poi vado su Internet e, mentre ascolto e scarico canzoni,mi viene in mente che potrei cercarlo su Facebook e infatti lo trovo; almeno credo. << Beh, Chate, speriamo sia lui... >>
E così gli invio la richiesta d'amicizia fiduciosa. Poi vado a letto senza mangiare. Non ho tanta fame.
Il Sabato e la Domenica le passo in compagnia delle mie amiche.




O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o

My space... xP                                                                                  
Hi everyone!
Come state? Spero bene! :) :)
Allora, innanzitutto dico che questo capitolo l'ho pubblicato... beh, non mi ricordo quando comunque non poco tempo fa, ma ho decido di dare una ricontrollatina a tutti i miei capitoli cercando di migliorali in tutto... (speriamo di aver fatto un buon lavoro sta volta...)
Seconda cosa vovevo informarmi che è la prima volta che scrivo qualche commentino in questo... "spazio" dedicato a me e alla mia storia e sinceramente non so cosa scrivere...
In fin dei conti meglio così, almeno non scrivo un poema perché sarei capace di farlo... >.<
Beh, ora vi saluto e ringrazio chiunque abbia letto questo capitolo, chiunque abbia recensito e chiunque abbia aggiunto questa storia nei preferiti/seguite/ricordate...
Beh, credo di aver detto tutto quindi posso anche salutarvi...
CiaoCiao e alla prossima! ^^
Oh, un'ultima cosa e me ne vado... Vi piace il colore in cui ho scritto il "My space" ? Il giallo della scritta sarebbero le stelle e il blu il cielo di notte... :)
In ogni caso... tanti saluti da me, cioé

Sotto un cielo di stelle <3

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Capitolo 2
*** Non ci posso credere! ***


NON CI POSSO CREDERE!
 

Incontrare certe persone può cambiare le nostre giornata;possono renerla migliore o peggiore.... Queste persone hanno un potere e si sa, quando qualcuno riesce fare questo, noi siamo fottuti. già, ma noi cosa possiamo farci? Non molto... Possiamo diminuire il numero di queste persone, ma come? Fregandocene... Forse.

Il giorno dopo,purtroppo,c'era la scuola. Quando mi alzo faccio la stessa routine di tutti le mattine scolastiche,solo che sta volta passo quasi tre quarti d'ora a pensare a Emanuele: “Ma se oggi lo vedo? E se non lo vedo? Mi faccio comunque bella! Ma che cavolate dici, Chate?! Se non ti piace perché dovresti vestirti bene solo per lui?!”
Come tutti i giorni in cui prendo il pullman,anche oggi c'è quello a due piani: di solito io mi siedo di sopra,ma quando salgo intravedo una mia amica,Jessica,e vado da lei. << Non ci posso credere... >> Sorrido tutta felice! “Emanuele prende il mio pullman?!” C'era Manu! Gli passo vicino,ma senza degnarlo di uno sguardo:ho troppa paura; Di che cosa? Non lo so.
<< Ehi Jeka! >>
<< Ciao Chate,come va? >>
<< Bene. Come mai oggi hai preso il pullman? >> E sto in piedi vicino a lei girandomi verso Emanuele che era seduto poco lontano da me.
<< Mio padre non può più accompagnarmi in macchina a scuola e quindi ora prendo il pullman! >>
Le sorrido. << Meglio così,almeno adesso avrò qualcuno con cui chiacchierare. >> E così parliamo un po' di tutto e un po' di niente. Ogni volta che mi giravo verso Emanuele, lui non mi stava guardando: era troppo concentrato a fare i suoi compiti. Arrivati in stazione Jeka mi chiede se mi va di andare con lei in biglietteria perchè aveva appuntamento con delle sue amiche.
<< Sinceramente dovrei andare ora. Mi dispiace Jeka. >>
<< Tranqui. Ci vediamo... Oggi ha che ora finisci? >>
<< Mezzogiorno. >>
<< Ok. Allora ci vediamo domani sul pullman. Io finisco all'una. >> E così me ne andai ascoltando Tony Maiello. Arrivata alla scuola di Lara e di Serena mi fermo per chiacchierare con loro fino a quando devo andare alla mia di scuola, che è di fronte.


o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O

My space...
Ehilà gente, rieccomi qua...
Allora che ne dite di questi due capitoli?
Già, lo so, siamo solo all'inizio e quindi non si può sapere molto.. Ma tranquilli, il prossimo capitolo avrà già qualche sviluppo in più.. :D
In ogni caso ho iniziato con una citazione scritta da me *Già, non è un granché, ma non sono mai stata una poeta...*
Questo capitolo è veramente molto breve... Non me n'ero accorta, ma comunque c'è già il terzo pronto, pronto che vado a modificare subito... Eh già, perché anche questo capitolo è stato leggermente modificato! :)
Beh, ora vi lascio stare e me ne vado. *finalmente urlerà chi legge*
Vi saluto e vi prego ditemi cosa ne pensate!
Vi faccio tanti saluti e vi mando un bacione
Dalla vostra piccola Sotto un cielo di stelle...! <3

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Capitolo 3
*** Un posto vicino a te! ***


UN POSTO VICINO A TE...
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Ma perchè quando ci innamoriamo vogliamo avere molte coincidenze con chi si ama? Non ha senso, ma è così. In teoria si dovrebbe essere se stessi e farsi amare per quel che si è e le solite pappardelle che già tutti conosciamo. Purtroppo se l'uomo è fatto cosìalla fine noi non ci posssiamo fare più di tanto perché siamo così di natura e non si può fare molto per cambiare. C'è un filosofo, di cui ora non ricordo il nome, che dice: “L'uomo è il miglior spettacolo che sia mai esistito e il biglietto è gratis.” Beh, se è così, di sicuro noi non siamo gli spettatori perché noi siamo gli attori di questa lunga recita...

Entro in classe e vado a sedermi vicino a Stella. << Ciao Stella! Un'altra maledetta giornata di scuola da sopportare, vero? Ma almeno iniziamo con Matematica. >> Le dico.
<< Volevi dire purtroppo cominciamo con Matematica! Non sopporto questa maledetta materia! >> Dopo cinque minuti dal suono della campana entra il prof.
<< Buongiorno! >>
<< Ma perchè dobbiamo fare sempre 'sta pappardella? Non ha senso alzarsi ogni volta per dire “buongiorno” e io mi rompo le scatole. >> Sussurro a Stella. Lei mi guarda e mi sorride. Tiro fuori il materiale e cerco di stare attenta alla lezione,ma non ci riesco. Prendo un foglio e comincio a scarabocchiarlo: disegno stelle,cuori e altri scarabocchi senza senso. “Chissà cosa starà facendo ora Eman...”
<< Cioè Lara, sì Lara! >>
Dico.
<< Che hai detto? Chi sarebbe Lara e cosa c'entra ora? >> Mi chiede Stella.
<< È la mia migliore amica e stavo pensando ad alta voce. >> Sospiro.
<< Beh,che succede? È tutto il tempo che non dici niente ed è una cosa stranissima. >> Le sorrido ,alzando le spalle per dire “È la vita. Stai pure tranquilla” e guardo fuori dalla finestra. Il mio sguardo si perde nel magnifico cielo azzurro che c'è fuori...azzurro come i suoi occhi e così prendo il mio quaderno di brutta e scrivo “Ogni volta che guardo il cielo mi vengono in mente i tuoi occhi ed è così che mi perdo in quel cielo infinito.” Rileggo la frase e sorrido orgogliosa di me stessa. Dopo un po' suona la campanella.
<< Chate, vieni a prendere una bottiglia d'acqua con me? >> Mi chiede Stella. La guardo e, dopo aver immagazzinato quello che ha detto e averlo capito, le sorrido e mi alzo.
<< Vamos! Oh,è già suonata la campanella. Oh no,c'è diritto! Io non voglio fare diritto. Stellina mia,ti prego dammi un pugno forte e portami di corsa all'ospedale. Così almeno salterò diritto!! >> Stella ride e mi dice che è solo un'ora e non vale la pena di andare all'ospedale solo per quello. La guardo con sguardo finto-minaccioso e lei ricambia. << Mpuf, solo diritto? >> Dopo un'ora mostruosa di Diritto,le altre due ore passarono velocemente.
<< Ciao Stella,ci si vede domani! >> Saluto la mia amica e mi avvio in stazione con la pacia che brontola dalla fame. Il pullman era già lì e, salendo da dietro, mi blocco. C'era Emanuele e mentre pensavo se sedermi vicino a lui o meno, ero già davanti a lui che gli stavo chiedendo se era libero. << Sì, sì. Siediti pure. >> “Oddio,oddio,oddio,oddio,oddio,oddio!!!”
<< Ti senti bene? Sei un po' pallida e stai tremando come una foglia. >> Mi chiede. “Chate calmati. Chate calmati. Chate calmati. Chate calmati!!”
<< S-sì sto bene, e tu? Cioè...non tu. Nel senso tu,ma... >> Lui mi guarda con uno sguardo che mi diceva “Ma cosa stai dicendo?” e riuscì a calmarmi. “Non ci posso credere? Come hai fatto a calmarmi solo con uno sguardo... se sono agitata ci vuole più di questo... Beh, comunque potrete essere amici, Chate.” Mi dice la vocina nella mia testa che qualche volta sbuca fuori a farmi notare delle cose. “Nel senso, hai tanti amici maschi e quindi? Di che ti preoccupi?” Gli sorrido e rispondo:
<< Sì, grazie. Io sto bene,non preoccuparti e tu? Come stai? >>
<< Bene. Comunque io sono Emanuele,e tu? >> mi dice sorridendo,e che sorriso! << Chaterina, Chate per gli amici. >> “Cosa posso dire?” 
<< Che scuola fai? >>
Mi chiede. << Primo anno delle Scienze Umane, e tu? >>
<< Io faccio il Classico, primo anno anch'io! >>
<< Wow, sono seduta vicino ad un secchione! No, parlando seriamente è una scuola veramente difficile e non è adatta per me. Devi amare l'italiano,la storia e il greco,anche se,a dir la verità, io vorrei fare greco; mi sembra interessante. >>
<< Te lo sconsiglio; non è molto facile, come il latino. >>
<< Io faccio latino e mi piace moltissimo! >>
<< Comunque nemmeno la tua scuola è facile, almeno da quanto dicono. >>
<< Non è vero, basta studiare come tutte le cose e fila liscio. Sinceramente io preferisco le superiori che le medie. >>
<< Ah, con quello sono d'accordissimo anch'io. >> Dice mentre sbadiglia. << Cavoli, che sonno! Ora vorrei proprio essere su un letto. Non ti fa niente se ascolto musica? >> “Sì che mi fa qualcosa! Cioè quindi la musica è più importante di me?!” Vorrei dirgli, ma...
<< Certo, non c'è problema. >> “Potevi dirlo anche con un tono un po' più dolce, Chate!” E così prende gli auricolari dallo zaino e mette un auricolare nel suo orecchio e uno nel mio. Lo guardo sorpresa, ma lui evita il mio sguardo. Sorrido. << Beh,che musica si ascolta? >>
<< Auricolari miei, musica mia! >> Dice sorridendo e mette “Non è mai un errore di Raf”.
Lo guardo, ma anche sta volta evita il mio sguardo. Rimango a fissarlo finchè non si gira verso di me rosso in faccia. “Ma come fa a essere sempre bello?” << È una canzone fantastica,lo sai? Io la adoro. Ma l'hai messa perchè ti piace o per qualche altro motivo? >>
<< Beh, il fatto è che mi piace nonostante sia per femmine e... >>

<< Ma ti sei sentito?>> E lo guardo severamente. << La musica non è né per maschi né per femmine; la musica è solo per il cuore perchè le canzoni che si adorano veramente sono quelle che suscitano in noi delle emozioni e secondo questi sentimenti da dove vengono? Dal cuore! Non puoi dire questa è per femmine, questa è per maschi, quella canzone è bella o brutta. Puoi dire che quella canzone non è fatta per il tuo cuore o che non è riuscita a trovare la strada per esso...>> “Ma che cavolo ho detto?”
<< Questa da dove l'hai tirata fuori? >>
<< Non lo so. È una delle cavolate che ogni tanto mi vengono,ma che io adoro. >>
<< Non è affatto una cavolata. In fin dei conti è vero; se una canzone non ci piace è perchè in noi non suscita nessun sentimento. >>  Lo guardo. Lui mi guarda. Ci sorridiamo. Ci perdiamo nel testo della canzone e nel ritmo della musica. La musica è una delle cose che non può mancare nella vita. Tutto il tragitto lo passiamo così, parlando di musica e scoprendo che i nostri gusti musicali sono molto simili, se non uguali.
<< Beh,ciao. Io ormai sono arrivata alla mia fermata. >> Gli dico col cuore triste.
<< Oh,di già... Beh,ci vediamo domani mattina. >>
“Uh,allora sa che prendiamo lo stesso pullman,o no?”
<< E perchè sei così sicuro che ci vediamo domani mattina? >>
<< Beh,stamattina ti ho vista salire sul mio stesso pullman. >> “Allora mi ha veramente visto! E si è ricordato di me...Non illuderti,Chate. Sei già finita nei casini illudendoti. Avrà solo una memoria lunga.”
<< Che memoria che hai! >> Gli sorrido e scendo.

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Capitolo 4
*** Da quando un consiglio può rovinare tutto? ***


DA QUANDO UN CONSIGLIO PUO' ROVINARE TUTTO?


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<< Non è possibile?! >> Dico guardando l'orologio e alzandomi di tutta fretta in cerca di vestiti. Erano già le 6:45 e il pullman sarebbe arrivato fra pochissimo. Metto gli stessi vestiti di ieri che avevo lasciato sul divanetto in camera mia, mi pettino i capelli e, dopo aver preso il cellulare, gli auricolari e lo zaino esco di casa di corsa. Per fortuna riesco ad arrivare alla mia fermata giusto in tempo.
<< Dio che corsa! >> Cerco Emanuele dov'era seduto ieri, ma non lo trovo. “Non c'è...” Pensai. << Ehilà Chate! >> Guardo alla mia destra e trovo Emanuele seduto con un posto libero vicino. << Ti ho tenuto il posto, ovviamente se ti va? >>
<< Mmm... fammi pensare. >> Dico per tenerlo un po' su per le spine.
<< È una scelta molto difficile, sai? È una scelta che però ha solo una risposta: Ovvio che mi siedo vicino a te, Manu! >> E così dicendo mi siedo accanto a lui. “Non ci posso ancora credere! Mi ha anche tenuto il pos... E allora? Ricordati che tu sei una persona diffidente e che si illude facilmente quindi smettila di pensare a queste sciocchezze... A lui non piaci e nn piacerai mai!"
Un velo di tristezza copre i miei occhi, ma sparisce subito appena lo guardo negli occhi.
<< Grazie per avermelo tenuto; sei stato moloto gentile. >>
<< Di niente. >> Mi giro verso Jeka e la saluto. << Hola! >>
<< Ciao Chate. Senti oggi stai con me in biglietteria? >>
<< No, Jeka. Il punto è che devo andare a scuola e siccome so quanto cammino piano... mi dispiace, ma ti prometto che prima o poi starò in biglietteria con te, ok? >> Mi sorride e annuisce e io mi rigiro verso Emanuele.
<< Era una tua amica? >>
<< Sì. >>
<< Che nome strano che ha.. Jeka... non lo mai sentito,ma mi piace. >>
<< In realtà lei si chiama Jessica, ma sono io che la chiamo così. >> Lui mi guarda e comincia a ridere.
<< Che cosa c'è di tanto divertente? >> Lo guardo con una faccia da bambina imbronciata.
<< Ohhh, non fare così piccola bambina che da strani soprannomi. Ti prometto che ti comprerò un gelato, ma solo se fai la brava! >>
<< Ma come ti permetti? Darmi della bambina? No, non si fa. E comunque oggi il signor Emanuele non farà dei compiti sul pullman? >>
<< No, gli ho fati tutti ieri; almeno così possiamo chiacchierare tutto il tempo che vogliamo. Che ne dici? >> Non gli rispondo, ma continuo solamente a guardarlo. “Perchè? Perchè il cuore batte meno del solito? E come se non ci fosse. Forse me lo sta rapendo lui? Impossibile, il cuore è qui dentro e lì dovrà rimanere.”
<< Ieri ci siamo conosciuti in campo musicale, ora ci conosciamo in altri campi, ok? >>
<< Sì,a me va bene, ma trovami tu dei discorsi da fare. >> Lui mi guarda per dire “Speravo fossi tu a trovargli”
<< Ok,lasciamo stare. Beh, quand'è che compi gli anni? >>
<< Giusto! Il sedici giugno e tu? >>
<< Ti racconto la mia storia. Io sono nata il tre marzo, ma compio gli anni il dieci aprile. Ti chiederai perchè? Beh,semplice: mia mamma mi ha segnato tardi all'anagrafe perchè ha avuto problemi in ospedale con me e quindi... >>
<< Wow. Questa non l'ho mai sentita. È quindi quando ti devo fare gli auguri? >>
<< Quando vuoi tu. >>
<< Perfetto. Allora te li farò sia il tre marzo che il dieci aprile. >>
<< Sei un idiota, lo sai? >> E sospiro. “Già,un idiota.”
<< Qualche problema? >>
<< Cavoli, quando si dice di essere un libro aperto... Comunque niente di preoccupante. Tu sei un tipo che si preoccupa troppo, sai? >>
<< Fammi indovinare: c'entra un ragazzo. >>
<< No,non mi piace nessuno. E poi non credi che sia troppo presto per dare fiducia? >> Dico in tono piatto.
<< E... e a te? Piace qualcuna? >>
<< Sì, una ragazza del mio paese. >> “Ahi, fa male. Ma perchè fa così male? A te non frega niente di lui; hai già capito che l'amore non è fatto per te e che comunque sei troppo giovane. Mondo,dove sei?. E perchè sta diventando tutto appannato? Non ha senso...” E una lacrime mi scese rigandomi il viso. “Oh no,sto piangendo!”
<< È magra,alta. Occhi verdi e capelli marroni. Devi vederla; sembra un angelo caduto dal cielo. È la ragazza più bella che abbia mai incontrat... Ehi, Chate, che succede? Perchè piangi? >> Disse e si avvicinò a me, ma io mi scansai.
<< Niente. Hai un fazzoletto? >>
<< Sì... >>  “In fin dei conti è così, non mi sta succedendo niente. Io non piaccio a lui come lui non piace a me. Fine della storia... fine della storia senza inizio.”
<< Tieni. >> Lo presi e mi asciugai quei maledetti occhi che mi hanno tradito.
<< Grazie, comunque stavi parlando di quella ragazza. Com'è che si chiama? >> Mi guardò per un po' senza parlare, ma sta volta ero io che evitavo il suo sguardo. Quegli occhi avrebbero solo riaperto il rubinetto dei miei occhi.
<< Si chiama Martina. >>
<< E viene a scuola qui a Cremona? >>
<< No, studia a Manerbio. >> Ora che mi sono calmata provo a guardarlo e gli sorrido. << Sei proprio innamorato di questa ragazza. >>
<< Sì, ma lo ero di più l'anno scorso. Mi sta facendo impazzire in tutti i sensi e io non voglio farmi pendere in giro da nessuna. >> E sta volta sembrava un po' triste e arrabbiato.
<< Quindi, da quanto ho capito, siete già stati insieme? >> Quando faccio entrare il mio ruolo da consulente dimentico tutto per riuscire a concentrarmi sui fatti. Per fortuna ci riesco anche con lui.
<< Sì, è da un po' che va avanti questo tira e molla. >>
<< E ovviamente tu, per i sentimenti che provi per lei, non vuoi dirle addio. Giusto? >>
<< Sì. >>
<< Mmm...quindi tu saresti stanco di farti prendere in giro, ma continui a farti prendere in giro. Secondo te di chi è la colpa? >>
<< Ovviamente sua che continua a prendermi in giro. >>
<< E tu sei totalmente innocente? >>
<< Beh,sì... >>
<< Sicuro? Perchè secondo me anche tu sei colpevole in questa storia. Se vorresti veramente non farti prendere in giro dovresti semplicemente far sì che questo non accada, ma se tu continui ad andarle dietro lei si divertirà a prenderti in giro. Tu sei l'unico che qui può cambiare le cose. Senti, il mio consiglio è quello di dirle addio spiegandole i motivi. So che poi starai male, ma pensaci. Se tu la lasciassi ora, ciò che provi per lei sparirà nel tempo e con quello anche il dolore, ma se rimarrai assieme a lei continuerai a soffrire per una persona che non ti merita. Allora Manu,che hai deciso di fare? >> Lui ci pensò un po' e poi decise di seguire il mio consiglio, ma non mi parlò per tutto il resto del tragitto e io ascoltavo la mia musica con i miei auricolari e lui con i suoi.


o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O

My space...
Ed eccomi di nuovo qua...!
Allora, cosa ne pensate di questo capitolo?
Non c'è molto... La nostra Chate scopre che Manu ha una cotta per questa Martina ( >.< ) e lascia sfuggire qualche lacrima! Maledetti occhi traditori!!
In ogni caso spero vi sia piaciuto... Io vado ancora avanti con nuovi capitoli sperando che a voi piacciano...
Beh, sta volta me ne vado subito per due motivi:
1_ Non ho molto da dire... (>///<)
2_ Sono a scuola e quindi vi devo salutare prima che la prof. mi sgami!!
Quindi... CiaoCiao a tutti e tanti baci dalla vostra
Sotto un cielo di stelle... <3

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Capitolo 5
*** Ma perchè tutte le giornate si concludono male? ***


MA PERCHE' TUTTE LE MIE GIORNATE FINISCONO MALE?

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Strano. Molto strano. Ogni mia giornata o inizia bene e finisce male o inizia male e finisce male... Sono troppo pessimista? Probabile. Ma questa giornata, che credevo perfetta, è diventata la peggior giornata che abbia mai vissuto fino ad ora, e non ci sarà mai un'altra giornata peggiore di questa, anche se non sono una veggente, sono sicura che peggio di questa giornata non i sarà mai. Leggete e capirete perchè sono così sicura...


Arrivati in stazione lo salutai, ma lui non mi rispose. “Ma che ho fatto di male. Gli ho solo dato un consiglio e poi è lui che decide cosa fare! Ma vaffanculo!!!” Mi alzai sperando che mi dicesse qualcosa o che mi fermasse,ma non fece niente di tutto questo; e così me ne andai. Scesa dal pullman andai a sbattere contro Jeka. << Wow, piano Chate. Comunque ti va di venire con me in biglietteria? >> << Ma capisci quello che ti dico sì o no? Ho detto che non ho voglia di venire e quindi non vengo!! >> Le dissi arrabbiata e me ne andai. Mi senti afferrare il braccio da dietro e una voce che mi diceva di fermarmi. << Senti Chate, mi dispiace. >> “Alla fine mi è venuto dietro...” << Ti dispiace?! Cosa vuoi che me ne faccia di un tuo “Mi dispiace”? L'unica cosa che ho fatto io è stata quella di darti un consiglio: sei tu che se vuoi seguirlo lo segui! Non capisco proprio perchè tu ti sia arrabbiato con me. >> << Il punto non è il consiglio perchè quello ho intenzione di seguirlo, ma è più il fatto che mi hai sputato in faccia la verità come se niente fosse e mi ha fatto male capire che se mi prendeva in giro era solo colpa mia, mi faceva male non aver capito prima che era colpa mia mentre tu, solo ascoltandomi, sei riuscita a capire quello che né io né gli altri miei amici, che vedevano anche in prima persona la situazione, abbiamo capito. In teoria dovrei ringraziarti e ti dico grazie, sul serio, ma non è facile dire addio e fa molto male. >> << Manu, hai ragione; certe cose, se non le vivi in prima persona,non puoi mai capirle e questa è una di esse. Non ho mai detto addio, e spero di non dirlo mai alle persone a me care, ma quando ci vuole ci vuole. Purtroppo io a dare consigli sono diretta. In quei momenti non penso alla possibilità che con le mie parole potrei ferire qualcuno e se non so dare una risposta lo dico. Secondo me i consigli devono essere sempre sinceri e chiari. >> E così mi sorride. << Se non sbaglio abbiamo in comune un pezzo di strada? >> << Sì,perchè? Vorresti accompagnarmi a scuola? >> << Perchè no. >> << Oggi mi stai trattando troppo da bambina, ma andiamo. E comunque sono ancora arrabbiata con te, che credi?>> E così camminammo insieme fino al P.A.C.L.E., la scuola della Lara. Lei era già lì e quando mi vide con Emanuele rimase a bocca aperta. Le feci l'occhiolino, ma andai avanti. Arrivati alla mia scuola lui rimase con me cinque minuti e poi se ne andò per riuscire ad arrivare in tempo a scuola. Purtroppo oggi non ci vediamo perchè lui finisce a mezzogiorno e io all'una, ma anche domani ha detto che mi avrebbe tenuto il posto vicino a lui e ha anche detto che mi trova molto simpatica. Ma queste cose non bastarono a farmi dimenticare il fatto che lui avesse già una cotta per quella maledetta Martina, ma adesso che ci penso lui ha intenzione di chiudere con lei. E così entrai in classe raggiante. << Ciao Stelluccia mia, come va? Tutto bene? Io sì. Credo, anzi sono sicura che questa è la giornata più bella della mia vita! >> E credevo fosse vero. Fino alle undici e mezza, quando in un momento tutto cambiò perchè in quel momento la giornata più bella della mia vita divenne la peggiore.

O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O

My Space...

Heilà gente, come va? Tutto bene?
Ed eccomi qua, nuovamente senza molte cose da dire...
Allora, sta volta ho deciso di chiudere il capitolo con un po' di suspanse...
Chissà cosa sarà successo alla nostra Chate di così brutto per farle dire che non ci sarebbe stata giornata peggiore di questa... :o
Beh, allora.... Che ne dite dei mei capitoli fin ora?   Recensite, vi prego!!!!! Hahahah :D
Comunque tornando seri, devo ringraziare di cuore tutte le persone che fin ora hanno recensito o hanno anche solamente letto i miei capitoli. :)
Ringrazio anche chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie mille! ^^
In ogni caso ora vedo e vi lascio con i miei prossimi capitoli!
CiaoCiao!
Sotto un cielo di stelle! <3

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Capitolo 6
*** Stammi vicino ti prego; ho tanto bisogno di te! ***


STAMMI VICINO, TI PREGO. HO TANTO BISOGNO DI TE...
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Nei momenti di bisogno ci deve sempre essere una persona molto cara. Se poi è il tipo o la tipa che ti piace, ancor meglio. Quando attraversiamo delle situazione negative, non dobbiamo mai farlo da soli, ma in compagnia delle persone di cui ci fidiamo. Ma come ci si può fidare in questi tempi? Io questo non lo so,ma ho deciso di fidarmi completamente di te quindi non deludermi...

Toc! Toc!
<< Dio, basta se no di questo passò morirò dalle risate >> Dissi ad alta voce mentre entravano la segretaria con la preside. “Cavoli che faccia! Chissà cosa sarà successo.” Ma a me che fregava. Avevo già i miei di problemi; perché preoccuparmi anche di quelli degli altri?
<< Stella, Stella, Stella! Questa lezione di inglese è magnifica,lo sai? >>
<< L'avevo capito dalle tue risate. Sono felice che tu sia felice. Ieri eri totalmente distratta. >>
<< Vero! Distratta, ma non triste. >> E le sorrisi.
<< Chaterina Esposito,potresti venire un secondo fuori con noi? >> Mi disse la prof. “Ok, che cavolo è successo?”
<< Certamente prof. >> E guardo Stella.
<< Tranquilla, non sarà niente di male. >> Ma si capiva che nemmeno lei ci credeva a ciò che ha detto. Mi alzai e seguii la professoressa, la segretaria e la preside fuori dalla classe.
La prof. rientrò appena finito il discorso. Io appena entrai in classe, cioè dopo un quarto d'ora, mi sedetti al mio banco e cominciai a guardare un punto non preciso del mio foglio. In quel momento stavo pensando a tutto e a niente, ma comunque non seguivo i miei pensieri...non seguivo niente.
<< Che cos'è successo Chate? >> Non le risposi, ma non perchè non volevo. Semplicemente perchè non avevo più voce; dopo quel discorso non riuscivo a respirare, a parlare, a capire cosa stesse succedendo attorno a me. Non stavo piangendo né urlando, anche se avrei dovuto. Restare sola al mondo non è bello e dopo che tua madre e tuo fratello sono morti in una sparatoria...
“Sono morti...”
<< Chaterina? Va tutto bene? >> Mi chiese la prof. La guardai.
<< Secondo lei? >> Sussurrai. << Senta io oggi esco a mezzogiorno. Vado in stazione e prenderò il pullman che mi porterà a casa. >>
<< Va bene,. E Chate, mi dispiace. >>
<< E che cosa me ne faccio del suo “mi dispiace” ? >> è la seconda volta che lo ripeto in un giorno. Ora non m'importava di aver risposto male alla mia prof.,ma l'unica cosa che volevo era uscire da quella maledetta scuola!
<< Mio fratello e mia madre sono morti, in una sparatoria. >> Dissi di colpo a Stella così, come se niente fosse.
<< Come sono... Mi dispiace, cioè... Vieni qua e fatti abbracciare, Chate >> E mi abbracciò, ma io non ricambiai; non c'è la facevo, non ne avevo le forze e mi bruciavano gli occhi. Mi supplicavano di aprire il rubinetto, ma non ora; non qui.
<< Chate, in questo caso so che non ci sono parole che possono renderti felice o che riescano a diminuire le tue sofferenze, ma sappi solo che io ti voglio molto bene e che ti starò vicina. >> Disse guardandomi negli occhi. << Non c'è la faccio più...a trattenermi!>> E cominciai a piangere.
<< Chate, non fare così. >> Tutti i miei compagni di classe mi guardavano e le beghe di classe mi criticavano e mi prendevano in giro. Non m'importava come non mi è mai importato di loro, almeno al liceo. Nonostante questo, feci di tutto per smettere e alla fine ci riuscì. Mi staccai dall'abbraccio di Stella e cominciai a mettere apposto lo zaino. “Mancano cinque minuti e potrò andarmene.” Sarei tornata subito a casa e lì avrei deciso cosa fare.
Suona la campanella. Mi alzo. Me ne vado senza pensare a niente. Me ne vado pensando a tutto. Esco dal cancello. Passo dopo passo. Cammino senza fretta in direzione della stazione. Sono arrivata. Il pullman non c'è ancora. C'è molta gente, ma mi sembra che non ci sia nessuno. Guardo tutti. Non guardo nessuno. Meglio guardare per terra. Ho sempre avuto queste scarpe?. Chi è quella gente per me? Chi è la gente per me. Tante persone che si credono chissà chi. L'uomo è la peggior creazione di Dio. Lui esiste? E poi perchè ci ha creati? Anzi, perchè non ci ha ancora distrutto? Tanto il mondo è sempre uguale. Le persone sono sempre uguali. La vita è sempre uguale. Si nasce. Si cresce. Si muore. Si nasce. Si cresce. Si muore. Ormai è così da troppo tempo.
Vedo appannato. Oh oh. Le lacrime sono tornate all'attacco. Andatevene. Tanto siete troppo deboli per me e non uscirete. Non servite a niente. Oh, ho la spalla destra calda. È una mano. Chissà chi è. Non mi giro. Non m'importa. E non dico niente.
<< Chate, credevo che oggi avresti finito all'una. >> Oh no, è lui. Non lo voglio ora. Non è vero. Lo voglio. Mi sembra di essere al mio matrimonio. Lo voglio o non lo voglio.
<< Manu...ciao. >> Gli dico con un filo di voce. Perchè parlo piano. Mi guarda negli occhi. Lo guardo. È la prima volta. Vuole sapere cos'ho. Non gli importa. Gli lancio uno sguardo freddo.
<< Ok, sputa. Che succede? >> Perchè è così bello?
<< Niente. Sono stanca. Tu non sei mai stanco? >>
Mi guarda. Lo guardo. Non c'è la faccio. Distolgo lo sguardo. Sono stanca. Si avvicina. Ha il volto triste. Mi si spezza il cuore. Gli occhi mi si appannano di nuovo. Vinco ancora io.
<< Cosa ti succede, Chate? Credevo che ormai avessi già ottenuto la mia fiducia. >>
<< La fiducia non si può ottenere in due giorni. La fiducia non si può ottenere. Si deve conquistare. >> Il suo volto diventa ancora più triste. Mi dispiace. Lo guardo. Mi guarda. Sta volta è lui a distogliere lo sguardo.
<< Il pullman è arrivato. Vieni?>> E senza aspettare una mia risposta se ne va. Lo seguo. Ho deciso che gliene parlo sul pullman. Se ma ne da la possibilità. Saliamo. Lui trova subito posto e si siede. Una ragazza mi sorpassa e gli chiede se è libero. Lui mi guarda. Io guardo da un'altra parte. Lui le dice che è già occupato e si dispiace. Lei gli sorride e se ne va. Vado vicino a lui. Lo guardo. Mi siedo.
<< Quando sarai pronta parlamene, ok? >> Lo guardai sorpresa. Mi sorride. Vedo ancora appannato. Nemmeno sta volta mi arrendo. Con le lacrime devo sempre vincere io. Sta volta sono io a a tirar fuori gli auricolari e gli feci ascoltare “Atwa” dei System of a down. Non è il mio genere, ma quella canzone mi sa prendere e ipnotizzare.
<< Devo ammetterlo, non è niente male, anche se, sinceramente, non è il mio genere e credevo che tu non le ascoltassi queste canzoni. >> Non gli rispondo. Per tutta la durata della canzone rimasi in silenzio.
<< Questa è “You found me” di The Fray? >> Lo guardo. Mi guarda. Ora.
<< Oggi, alle undici e mezza, stavo facendo inglese. La prof. di quella materia è veramente molto simpatica, infatti non ho fatto altro che ridere in quella mezz'ora. Ma poi entrarono la preside e la segretaria; io le guardai e sai qual'è stata la cosa che ho pensato? >> Distolsi lo sguardo e guardai fuori dalla finestra. << Che faccia che hanno! Ma a me che frega? Cioè ho già i miei di problemi; perchè mi dovrebbe importare qualcosa se hanno dei dilemmi? Parlarono prima con la professoressa, fuori dalla classe, poi la prof. è rientrata e mi ha chiamato fuori. Lì il mio cuore ha quasi smesso di battere, ma quando mi hanno detto quello che dovevano dirmi...il cuore ha cominciato a battere fortissimo,tanto che lo sentivo. In teoria, in quella situazione, il mio cuore doveva smettere di battere, invece  è aumentato. Strano, vero? Però era aumentato solo per smettere di battere pochi secondi dopo.>> Lo guardo. << Mia madre e mio fratello sono morti in una sparatoria. >>


o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.

My Space...
Ehi gente! Come butta?
Allora... Ve lo aspettavate o meno questo problema?
La nostra piccola Chate è rimasta sola, senza una famiglia... Come che farà ad andare avanti? Ci riuscirà grazie a Manu e lui le starà vicino? Chissà... Però devo confessarvi una cosa... Per scoprire tute queste cose basta andare avanti! ^^
Ma ovviamente solo se ne avete voglia, non costringo nadien (nessuno in spagnolo) a continuare a leggere la mia storia!
Ma almeno vi piace? Recensite informandomi! ^^
Beh,che dire... Siamo giunti alla conclusione di questo capitolo e io vi devo salutare, ma non pensate di esservi già liberate di me, eh!! :P
Beh, per ora sì...
CiaoCiao dalla vostra piccola e rompiscatole Sotto un cielo di stelle! ^^

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Capitolo 7
*** Sei una persona fantastica,lo sai? ***


 Sei una persona fantastica, lo sai?

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Certa gente si lamenta troppo perchè pensa solo a quello che non ha. Ma se pensasse a ciò che ha, alla famiglia, agli amici veri, alla casa che ha, il letto e il cibo, un educazione e cose varie smetterebbe di lamentarsi, ma in queste situazioni bisogna fare lo stesso ragionamento del fatto che quando si fa un'azione buona nessuno lo nota,ma quando ne fai una negativa tutti la conoscono.
Il mondo è veramente strano, vero? Sempre pieno di problemi, ma iocredo che le persone siano strane e piene di problemi... Il mondo non fa altro che seguire ciò che dice Madre Natura.
E come ha detto una volta la mia professoressa di latino “In questo mondo bisogna sempre stupirsi.” E sapete cosa mi stupisce oltre le persone? Il cielo... Il cielo è così bello, così perfetto, così infinito che me ne sono innamorata e ogni volta che alzo la testa al cielo rimango lì, imbambolata, a guardarlo!


Il mondo è pieno di tante tipologie di persone. Ci sono le persone gentili, belle, meno affascinanti, simpatiche, ma troppo timide, antipatiche e troppo estroverse e così via. In fin dei conti è vero...Il mondo è veramente un grande spettacolo dove il biglietto è gratis, ma non sempre le persone-attori sono felici e hanno bisogno di persone fantastiche al loro fianco. Io, per fortuna, ho incontrato lui e me lo voglio tenere stretto,e molto!

<< Mia madre e mio fratello sono morti in una sparatoria. >> Lui mi guarda.
<< E tuo padre? >> Non mi ha detto “mi dispiace”...
<< perchè non mi hai detto mi dispiace? >>
<< E che cosa ci fai con il mio “mi dispiace”? >> Fantastico.
<< Impari in fretta. Complimenti. Comunque mio padre è in Spagna. I miei hanno divorziato pochi mesi fa e io e mio fratello siamo restati con mia madre. >>
<< È una brutta storia. E chi c'è a casa tua? >>
<< Nessuno. Solo io e i miei due gatti. >>
<< Senti, oggi ti va di venire a casa mia? >>
<< Grazie, ma preferisco di no. >> Lui si rattristisce.
<< Nel senso non credo tua madre sia d'accordo. >>
<< Mia madre torna tardi e per tornare a casa c'è il pullman. >> Mi guarda speranzoso.
<< In questo caso... >>
<< Domani vai a scuola? >>
<< Certo. Preferisco andarci che rimanere a casa da sola e pensare a quello che è successo... >> Ho ancora la voce debole e stanca... Mi è difficile anche parlare... Sta qualche secondo in silenzio e poi mi dice: << Senti, è meglio che adesso scendiamo dove abiti tu e poi andiamo a casa tua; diamo da mangiare ai tuoi gatti, prendi i compiti che hai per domani e poi prendiamo il prossimo pullman per Manerbio, che ne dici? >>
<< Perchè tu riesci a pensare a tutto? >> Mi sorride.
<< Così. >>
<< Sei una persona fantastica, sai? >> Lui mi guarda, ma poi distoglie subito lo sguardo rosso in faccia. << Grazie, sei molto gentile. >>
<< È la verità. >>
Al ritorno, sul pullman incontro Lara e la Jeka; io, loro due e Manu ci sediamo nei posti a quattro e gli spiego la situazione.
<< Mi dispiace. >> Mi dissero all'usignolo. Io guardai Manu e lui mi guardò. Io sapevo cosa pensava come lui sapeva cosa pensavo: “E cosa me ne faccio del vostro mi dispiace?” Già, ma a loro non lo dissi. Mi appoggiai alla spalla di Manu e lui passò il suo braccio dietro alle mie spalle. Lara mi guardò sorridendo. Io le feci l'occhiolino e le sorrisi. In quel momento anche Jeka capì. “Capì che cosa?  Hanno capito male. Tra di me e Manu c'è solo amicizia. Già, solo quella...” Non parlai per tutto il tragitto e Manu, Lara e Jeka cominciarono a chiacchierare tra loro conoscendosi. Io mi appoggiai al finestrino e cominciai a guardare fuori. C'era un alternarsi di macchine, alberi, supermercati e cielo che mi annullarono la capacità di pensare. “Perchè mi vibra la pancia? Oh,il cellulare!” è Stella.
<< Pronto? >>
<< Ciao,Chate. Come stai? >>
<< Meglio, ma non preoccuparti. >>
<< Sei già a casa? >>
<< No, ho avuto un cambio di programma. Vado a casa si un mio amico. >>
<< L'ultima ora senza te non è stata affatto divertente. >>
<< Ti capisco. Nessuno può vivere se non ci sono io. >> E faccio una breve risata, una risata senza emozione.
<< Ti prego, non ridere così. Chi ti conosce è abituato alla tua strana risata e sentire questa, che non so se si possa definire tale, fa male. >> Occhi appannati.
<< Di questo passo non riuscirò a trattenermi Stellina. >>
<< Scusa, ma è la verità. So che odi sentirtelo dire e che non potrai farci niente, ma mi dispiace moltissimo, Chate ti giuro. Mi dispiace. >>
<< Dispiace molto anche a me e per sta volta te la lascio passare. >>
<< Ok. Beh, ci vediamo... >>
<< Domani. Ci vediamo domani. Non voglio che tu soffra in mia assenza. Ti voglio bene. Ci vediamo, ciao.>>
<< Ciao. >> “Stella...”

 o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.O.o.O.o


My space...

Cucù... Come state? (Credo che tutti i miei My Space inizieranno così, ma vabbé, è già tanto che ho qualcosina da dire! ^.^)
Beh, la storia si sta facendo deprimente, vero? Beh, la mia idea di questa storia è proprio quella...
Ditemi però se sto esagerando e se non vi piace... E' molto importante per me... <3
In ogni caso sta volta sono già arrivata alla fine di questo commento... A quanto pare, più vado avanti e più scrivo meno... Incredibile! ^^
Uh, comunque consiglio a tutti di ascoltare “Atwa” dei Sistem of a down (Canzoni per pazzi, letteralmente!! :D) e “We found love” dei The Fray (Questa invece è dolce e triste... Meravigliosa!! :'( )
Beh, vi saluto e vi mando tanti baci e tante stelle (?)
Dalla vostra Sotto un cielo di Stelle! ^^

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Capitolo 8
*** Un litigio in mia presenza... ***


 Un litigio in mia presenza.
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Ci sono volte in cui non voglio piangere, ma in quelle occasioni non riesco a trattenere le lacrime e altri momenti in cui vorrei piangere tutte le mie sofferenze, ma la fontana che si trova nei miei occhi è intasata e lascia tutto il dolore dentro di me, ad accoltellare il mio povero cuore.


<< Benvenuta a casa mia. >> Cavoli!
<< È bellissima. Casa tua, che è una villa, è dieci mila volte migliore della mia cascina. >> Gli sorrido, ma poi torno a guardarmi intorno... non ci credo.
<< Cosa possiamo mangiare? >>
<< Casa tua, scelta tua. >> Gli sorrido lanciandogli uno sguardo malizioso e lui ricambia. “Chate, stai finendo nella merda! Oddio, ma se mia mamma è morta può leggermi nella testa? Mamma, ti voglio bene. Io non dico parolacce e non mi piace nessuno e non sono da un maschio. Lui, cioè lei assomiglia tanto ad un maschio e se hai sentito una parolaccia te la sarai immaginata. Effetti della morte...”
<< Come mai quella faccia preoccupata? >>
<< Secondo te i morti possono leggere nella testa? Perchè se è così temo che mia madre risusciterò solo per uccidermi! >> Si mette a ridere.
<< Ma...ma da dove cavolo...hahahahah...l'hai tirata fuori questa? Oddio mi ucciderai tu, Chate! >> Idiota!
<< Ma che ti ridi. Io sto parlando seriamente! >> Allora lui smette di ridere, o almeno ci prova senza tanto successo e mi dice: << Tranquilla principessa, in quel caso verrò a salvarti io! >>
<< Oh mio principe. In quel caso va bene ,non mi preoccuperò per la probabilità molto elevata che mia madre sta sera venga a farmi visita sotto forma di fantasma! >> E mi blocco. Anzi tutt'e due ci blocchiamo. “Mi ha chiamata principessa? E io principe...” Tossicchia e mi dice che va a mettere le pizze nel forno.
<< Scusa, ma sai dov'è il bagno? >>
<< Mmm...Fammi pensare... Il bagno...Tu mi stai chiedendo dov'è il bagno? In casa mia? >>
<< Idiota!!!! La vuoi smettere di prendermi in giro?! >> E vado di corsa da lui per prenderlo a schiaffi.
<< Fermati! Ho detto fermati! >> E dopo che mi sono fermata mi disse dove si trovava il bagno indicandomi una porta che si trovava lì in cucina.
<< Oppure... >>
<< Va benissimo questo. >> E entrai. Anche quel bagno era di lusso. Magnifico!
Quando ritornai in cucina c'era un odore di pizza...
<< Mmm... non credevo di avere così tanta fame. >> E mi sedetti a tavola, vicino a lui. Appena mi sedetti, però, mi passò la fame, ma mangiai comunque per rispetto nei suoi confronti.
<< Credevo avessi tanta fame, ma non sembra proprio. >>
<< La mia fame è così; non riesco mai a mangiare tutta la pizza. È già tanto che abbia superato la metà, te lo assicuro. >> Ma si vedeva che non ci credeva nemmeno lui. Finito di mangiare, andammo in salotto e lo aiutai a fare i compiti,ma non perchè ne aveva bisogno, ma solo perchè io per domani non avevo niente. Gli feci Matematica in cinque minuti, lasciandolo a bocca aperta e poi mi diede latino.
<< Senti, io ho la media dell'otto,ma solo perchè ho avuto culo, ok? Quindi se sbaglio qualcosa ti chiedo scusa già da adesso. >>
<< Tranquilla, non c'è problema. Io di solito la sbaglio tutta,ma non è un problema. Se ti faccio leggere le versioni che ho fatto di compiti muori dalle risate. >>
<< Ma non sei l'unico. Anch'io scrivo delle cavolate incredibili, chiedilo a Stella, una mia amica. >>
<< Quella con cui stavi parlando sul pullman? >>
<< Sì, è anche la mia vicina di banco. >> Suona il campanello. Guardo Manu, ma sono totalmente tranquilla. << Vado a vedere chi è. >> Si alzò e andò verso la porta. “Chissà chi è...” Mi alzai e andai all'entrata. C'era una ragazza; era veramente bellissima. Era alta come Manu, occhi azzurro ghiaccio e capelli neri e lisci ed era magra. Sembrava una modella, tranne per l'altezza. “Chissà chi è...” Raddrizzai le orecchie per riuscire a sentire cos'era,ma non ci riuscì. “Uffa!!!” Ma quanto ci mettono. Rimasi a guardarli. “Manu è tranquillissimo e lei...è infuriata! Di questo passo credo che gli tirerà uno schiaf...”
<< Aaaaaaaaaaaaaaaaaa! >> Urlai come non ebbi mai urlato in vita mia. Qualcosa mi aveva toccato la gamba e io caddi pure per terra. Era un gatto stupendo.
<< Che carinooooooo! >>
<< Miao. Miao. >>
<< Vieni qua piccolino. No, non scappare. Ti prego. Tanto ti prenderò, ma non ho voglia di correre. >> Mi ero dimenticata che non ero a casa mia, che Manu stava parlando con quella ragazza stupenda e che avevo urlato.
<< Micio, micio, micio! Vieni qua, ti prego. >> Stava andando contro Manu e io lo stavo seguendo a gattoni.
<< Stupendone, vieni qui, ti prego.... Fatti strapazzare di coccole!! >> Cominciò a fare le fusa alla gamba di Manu, che ignoravo completamente, e saltai contro il gatto.
<< Ta da! Te lo avevo detto che tanto ti prendevo. Uh, fatti accarezzare. >>
<< Chate... >> Guardai Manu.
<< Oh. >> Si mise a ridere e mi diede una mano a rialzarmi.
<< Ehm...ciao? >> Dissi con uno stupido sorriso in faccia.
<< Ti presento Martina, la mia... >> “ragazza. ” Non ascoltai l'ultimo pezzo, ma avevo già capito. Il sorriso mi si congelò in faccia. Mi alzai dopo la stupida figura che ho fatto, lanciai uno sguardo assassino al gatto che venne da me e cominciò a farmi le fusa. “Cavoli. Occhi appannati.” Mi chinai e cominciai ad accarezzare il gatto, che mi stava sniffando.
<< Amore, come mai lei è qui? >>
<< È una mia amica e lo invitata a casa mia, uno e due ci siamo appena lasciati quindi smettila di chiamarmi amore. >> Lei lo guardò con uno sguardo che diceva “Adesso ti uccido!” E stava per farlo, ma si trattenne.
<< Manu, io vado in salotto. Ti aspetto lì. >> “Oh Oh, l'ha appena lasciata! Che goduria!” Presi in braccio il gatto e...
<< A proposito, come si chiama questo gatto? >>
<< Prince. >> Lo guardai e gli sorrisi. << Nome perfetto! Prince, vamos. >>
<< Aspettami, tanto arrivo anch'io. >>
<< Oh, non preoccuparti per me. Tanto ho già un altro Prince che mi protegge, vero? >>
<< Miao. >>
<< È un gatto intelligente! >> E andai in salotto. << Prince, Prince, sei una favola lo sai? >> E mi coricai cominciando ad accarezzarlo. << Sono stanca. >> E chiusi gli occhi, ma non mi addormentai.  << Perchè mi hai abbandonata anche tu, mamma? Già lo faceva l'altra gente... Perché ti sei aggiunta anche te^ Mi avevi promesso che saresti rimasta finchè volevo con me, e io ti voglio ancora, ma tu non ci sei... Perché? >> E così scese la prima lacrima e pensavo che quella sarebbe stata la prima di una lunga serie... Ma speriamo sia solo una sensazione.

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My Space!
Hey, sono ancora qui, sempre a chiedervi come state e cosa ne pensate di questo capitolo. Ma qual'è il vostro giudizio su questi primi otto capitoli? E Martina? Cosa pensate di lei? Non è stupenda com'è l'ho descritta? Per me è divina! :'(
Comunque secondo voi quanti problemi ci creerà in questa storia? Molti, pochi, per niente, di tutto?
Beh, spero che rispondiate a queste mie domande per sapere il vostro parere! ^^
Ora vi saluto e andate avanti così! ^^
Dalla vostra Sotto un cielo di Stelle!  <3

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Capitolo 9
*** Incontri, dolori e strani sospetti ***


INCONTRI, DOLORI E SOSPETTI


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Ci sono situazioni in cui ciò che vedi con i tuoi occhi non basta perchè rischi di farti del male per niente. E vero, si dice : “Non ci credo finchè non lo vedo con i miei occhi”, ma si dice dopo delle parole sentite. A volte anche gli occhi ti possono ingannare... Puoi fidarti completamente delle parole solo dopo che ne hai parlato con chi c'entra in prima persona. (?)
<< Perchè mi hai abbandonata anche tu, mamma? Perchè te ne sei andata? E cosa ci faceva Daniel con te? Non dovevi essere al lavoro e lui a scuola. Ora che non ci sei tu, che fine farò io. Papi di sicuro non mi vorrà e dovrò finire in un'altra famiglia... Ora che non ci sei tu sono rimasta sola in questo universo infinito che cresce ogni secondo che passa.>> Una seconda lacrima mi riga il viso. Non le cancello. Non sta volta. Le lasco lì che si seccano sulla mia pelle. Cominciano a pizzicare.
“Ma che fine a fatto Manu?” Vado a cercarlo, ma appena lo vedo me ne pento. “No, lacrime. Mi avete appena rigato il volto e non lo farete un'altra volta.”Si stavano baciano. Avevo capito che era diventata la ex... “Ma a te che importa, Chate...” Ormai a questa frase non ci credevo più neanch'io.
Andai in bagno. Non a piangere, ma a stare...sola. Mi guardai allo specchio. Capelli mossi, un po' neri e un po' marroni (solo perchè ho fatto la tinta se no sarebbero stati marrone scuro), occhi leggermente a mandorla e marroni scuri, media di statura, pelle abbronzata (mio padre spagnolo e mia madre marocchina), abbastanza magra... non sono bella, è vero, ma neanche tanto bruttina. Perchè non mi vuole mai nessuno? Perchè m'innamoro sempre di un lui che non mi considera? Perchè mi abbandonano tutti, anche la mia famiglia? Mi guardo un ultima volta allo specchio ed esco in bagno. Sono senza forze e mi sento vuota. Quando passo dall'entrata c'è la porta chiusa. “Preparati Chate che c'è la possibilità del 50% che Martina sia in salotto.” Ma quando vado in salotto c'è solo Manu.
<< Che fine hai fatto? >>
<< Ero in bagno. >> Gli rispondo in tono piatto senza guardarlo.
<< Allora era quella la famosa Martina di cui mi parlavi stamattina? >>
<< Sì e ho seguito il tuo consiglio. Ci siamo lasciati, ma lei non l'ha presa molto bene. Sinceramente non me lo aspettavo. Secondo te ho sbagliato? >>
<< Questo lo devi sapere tu. Hai sbagliato? >> Mi guardò in modo profondo, mi sorrise e disse di no.
<< Non me ne sono pentito, anzi è un peso che mi sono tolto. >>
<< Ah, quindi tu i tuoi pesi te li togli baciandoli? >> La frase non aveva tanto senso e non riuscii a trattenermi dal dirlo. “Stupida Chate! Tu e la tua fottuta gelosia!” Lo guardai e pure lui mi stava guardando.
<< Cos'è quel sorrisetto che hai stampato sulla faccia? >> Gli chiesi.
<< Quale sorrisetto? >> Mi disse e io inarcai il sopracciglio.
<< E che sembra che tu sia...ge-lo-sa! >>
<< Perchè ti ho detto del bacio? >> Per fortuna so inventare scuse.
<< Ma anche per come ti sei comportata con me da quando sei entrata in salotto. >>
<< Beh, se mi sono comportata in modo scortese e perchè stavo... Prince,vieni qua! >>
<< Chate,concentrati su di me e non sul gatto. >>
<< Geloso? >>
<< Non quanto te. >> Mi disse sempre con quel sorriso in faccia. “Idiota”
<< Io non ero gelosa. Ho tirato fuori la storia del bacio solo perchè probabilmente Adesso Martina penserà che ci sarà comunque un'altra possibilità! >> E con questo riuscii a togliergli quel sorrisetto dalla faccia, ma adesso c'è lo avevo io.
<< Ho chiarito tutto con lei. >> “Certo, come no.”
<< Chate? >>
<< Si? >>
<< Ho...ho sentito il discorsetto che hai fatto su tua madre... >> Lo guardai. Non sapevo che dire e distolsi lo sguardo. Cominciai a guardare Prince che stava litigando con il tappeto.
<< Tua madre non ti ha abbandonata, si è solamente trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. >>
<< Questo è quello che dicono. >>
<< Che intendi? >>
<< Che io ho un sesto senso da far invidia ai gatti; no aspetta, i gatti hanno sette vite,non il sesto senso...beh, hai capito. Non ha mai fallito e questa storia puzza d'inganno. Mia madre doveva essere al lavoro e mio fratello a scuola. >>
<< Chate, so dove vuoi arrivare, ma temo che tua madre sia veramente... Beh,hai capito. >>
<< Morta? Sì, lo so, ma non è lì che volevo arrivare... >> Mi guardò con uno sguardo per dire “Che cavolo dici?”
<< E allora dove vuoi arrivare? >>
<< Mia madre e mio fratello erano il vero bersaglio di quella sparatoria. >>
<< Che? >>
<< Hai capito bene, Manu. Ma comunque sono solo delle ipotesi. Io non c'ero. >>
<< Appunto, tu non c'eri. >> Sta volta ero io che lo guardavo confusa.
<< Perchè solo tua madre e tuo fratello il bersaglio e non tu? >> “Già, è quello che voglio capire anch'io...”
<< Non c'avevo pensato. Hai ragione. Meglio lasciar perdere. Comunque ora che si fa? >>
<< Boh,ti va di andare su Internet? Però ho la possibilità di connettermi solo con un computer... >>
<< Ho il netbook della scuola se ti va bene? >>
<< No, che non mi va bene! Perchè voi avete i netbook e noi no?! >>
<< Abbiamo anche la lim in classe... >>
<< Vuoi farmi arrabbiare ? >> Rido.
<< Geloso? >> Mi guarda, ma anche lui sta volta ride.
<< Sì, di te moltissimo. Comunque va bene. >> “Ma perché cavolo mi vuoi illudere con le tue frasi?!?! Con te moltissimo? In che senso?”.

o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o

My SpAcE!! :3

Eccomi qua nuovamente per voi... Come state?
Allora, in questo capitolo Chate parla ad alta voce e Manu sente ciò che dice, ma poi lei si alza per andare a vedere che fine ha fatto e lo trova a baciarsi con la modella Martina!! ><
E poi lui che le dice di aver ascoltato il discorso... :/ Povera la nostra Chate, si sente abbandonata da tutto e da tutti... Sola al mondo...
E poi il fatto che Daniel, suo fratello, e sua madre siano stati i bersagli di quella sparatoria? Chissà se sarà vero e se sarà così chi gli avrà voluto vedere morti? E poi perché non hanno ucciso anche lei? Bah, chissà... Queste sono cose che noi non possiamo tutt'ora sapere, ma nel corso della storia scopriremo tutto...
Alla fine c'è la parte della gelosia e Manu che dice alla nostra Indifesa Chate che per lei è gelossissimo!! o.O
In ogni caso ora vi saluto, vi mando tanti, tanti, tanti, tanti baci dalla vostra
Sotto un cielo di stelle! <3

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Capitolo 10
*** Le sue labbra vicino alle mie. ***


Manca poco...ancora un po'...


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Non avete mai visto degli occhi dove avreste voluto entrarci e cominciare a nuotare? Dove avreste voluto perdervi senza aver paura perchè tanto sapevate che c'era lui o lei che vi avrebbe aiutato a ritornare fuori? Beh, io gli ho trovati ed è la sensazione più bella che ci sia...

<< Quando mi hai mandato l'amicizia? >> “Verità o bugie?”
<< Venerdì. >> “Meglio dire la verità”
<< Mi avevi già notato? >>
<< Una mia amica, Lara. Adesso che ci penso ti ho notato io per prima. >>
<< No, sono stato io. >> Lo guardai confusa. Sapeva sia sorprendermi molto che confondermi e pochi riuscivano a fare queste due cose.
<< Appena sei salita sul pullman ti ho vista. Eri bagnata dalla pioggia e...adesso che ci penso, non ti sei pigliata nessun raffreddore né nient altro? >>
<< Ha-ha, bella battuta. Ci vuole molto, ma molto di più per far sì che io mi ammala. >>
<< Ah...Comunque ritorniamo a Venerdì. Avevi una felpa blu con la faccia di una tigre bianca e i leggins azzurri; poi mi ricordo anche che ti sei seduta davanti a me, vicino a una tipa e le hai chiesto di inviarti quelle tre canzoni di Tony Maiello. Però non sapevo come ti chiamassi. Tu come hai fatto a scoprirlo? >>
<< La tua compagna di classe, non so come si chiama,l'ha detto alla Lara e alla Lila. >>
<< Ah. Ma perchè lo volevano sapere? >>
<< Assomigli un casino a Niall, quello dei One Direction. >>
<< Io adoro i One Direction. >> Lo guardai stupita.
<< Io adoro te. >> Mi sorrise e io arrossai.
<< Adesso che hai nominato Lara e quell'altra... come hai detto che si chiama? >>
<< Lila. >> “Non credo che abbia notato anche quello...”
<< Ho notato che ti sentivi un po' triste e in disparte. >> Stupita di nuovo.
<< Temo che dovrò abituarmi al fatto che tu riuscirai a stupirmi sempre. Comunque sì, hai ragione. Io e Lila eravamo in classe insieme alle medie ed eravamo molto amiche,o almeno sembrava a me, solamente che poi si è comportata da s*****a con me,sopratutto in seconda media; in pratica un giorno mi ha incolpato di aver detto al tipo che le piaceva che lei aveva una cotta per lui: innanzitutto lo sapeva già tutta la scuola e poi io con quello non ho mai parlato. In ogni caso Lara era nell'altra sezione e l'otto marzo, quando ormai eravamo già in terza, è venuta nella nostra classe e siccome i prof. sapevano che eravamo molto amiche l'avevano fatta sedere vicino a me e per tutti quei mesi continuava a lamentarsi del fatto che Lila era una stronza e che non la sopportava e cose del genere. Quest'estate sono diventate migliore amiche ed è da quando ci siamo riviste che la Lara m'ignora in presenza della Lila... >>
<< Mi dispiace... cioè si sono comportate veramente male. Devi fare la stessa cosa che ho fatto con la Marti. >>
<< Col cavolo! >> Lui mi guardo stupito e deluso.
<< Io non voglio baciare Lila per dirle “Guarda non voglio più...” Ehi,Manu! >> Mi aveva lanciato un cuscino addosso. Ne presi anch'io uno e glielo lanciai beccandolo in piena faccia. << Così impari! >> Ma lui mi si avvicinò e cominciò a farmi il solletico. << Manu, il solletico no, ti prego! Lo soffro da morire >> E urlai continuando a scalciare. Ma poi riuscì anch'io a farglielo e per fortuna lo soffriva anche lui. Alla fine mi trovai sotto di lui con il fiatone e le lacrime agli occhi dalle risate. << No...Non osare farmi mai più il solletico, chiaro? Dio, senti che fiatone! >>
<< E chi mi fermerà dal farti il solletico? Tu? >>
<< Sì! AAAAAAAAAAAAAAA! Smettila ti prego. >> E smise dal farmi il solletico. Né io né lui avevamo ancora notato la nostra posizione. Lo guardavo in quegli occhi che mi stavano fissando e dove volevo perdermi nuotandoci dentro. Riuscivano a tranquillizzarmi in una maniera fantastica.
<< Hai degli occhi stupendi, lo sai? >> Dissi senza capire ciò che dicevo.
<< E tu hai una bocca e dei capelli meravigliosi, lo sai? >> Questo invece lo capii e fu la cosa più bella che abbia mai sentito...
<< Sai, la tua bocca mi sta dicendo “Baciami”... >> Ritiro quello che ho detto: questo è la cosa più bella che le mie orecchie abbiano sentito. Non volevo che mi baciasse,ma...
“Oddio,si sta avvicinando...Aspetta un attimo,ma mi sto avvicinando anch'io! Manca poco...ancora un po'...”

o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O

My Space!
Oddio, si stanno per baciare!!!!!!!!
Dio, ma perché aspettare fino al prossimo capitolo per leggere del magnifico bacio che c'è tra due magnifiche persone? Voglio sapere come va avanti!!!! ^^
Ok, dopo questo momento di sclero cerco di parlare serio, cosa molto difficile per me. :P
In ogni caso questo sì che è un capitolo confessionario (?)
Beh, non molto, ma la chiacchierata che hanno avuto Chate e Manu... Troppo bella! ^^ Io penso che in una coppia bisogna essere sì fidanzati, ma anche amici... In una coppia possiamo parlare tranquillamente senza paura che quello ci tradisca o ci abbandoni, ma purtroppo questo potrebbe succedere, o no? :/
In ogni caso (uso troppo questa parola!) ora vi saluto, oh, e ricordatevi di recensire, sempre se ne avete voglia! ^^
CiaoCiao gente!
Sotto un cielo di Stelle! <3

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Capitolo 11
*** Un bacio sulla guancia che crea problemi... ***


UN BACIO SULLA GUANCIA CHE CREA PROBLEMI


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“Manca poco...ancora un po'...”

DRIIIIN! DRIIIN!

<< Cos'è? >> Chiese.
<< E lo chiedi a me? Mi sembra... >>
<< Il mio cellulare. >>
<< A quanto pare. >> Dissi tristemente.
<< Oh, scusa. Alzati. >> Non mi aiutò nemmeno. Meglio così sinceramente. Eravamo tutt'e due rossi come pomodori, e non è un modo di dire. “Ma perchè cavolo hanno inventato i telefoni?” Stupida domanda.
<< Pronto Ale, che vuoi? ... No, oggi non posso ... Ho detto che non posso e basta ... Ci vediamo domani ... Sì, tranquillo ... Ciao. >> E si volta nuovamente verso di me.
<< Era un mio amico. >>
<< Se hai un impegno puoi andare. Io prenderò il primo pullman che ci sarà subito dopo. A proposito sai gli orari del pullman? >>
<< Sì, tranquilla. L'ultimo pullman e alle undici di sera in punto e tu prenderai quello. >>
<< Ma... >>
<< Niente ma! >>
<< Oh, mmm... se la metti così! >>E gli sorrisi.
<< Ah, a che ora torna tua madre? >>
<< È in viaggio, per lavoro. >>
<< Oh. E tuo padre? >>
<< Anche lui in viaggio. >>
<< E tu? >>
<< Sono qui davanti a te. >> Lo guardai con sguardo minaccioso e lui ricambiò.
<< No, serio. Tu che fai? Rimani a casa da solo? >>
<< Sì. >>
<< Capito... Che figata! Vorrei anch'io rimanere a casa da sola!>> Dissi sorridendo e dimenticandomi che anch'io d'ora in poi, per un po', sarei rimasta a casa da sola. Infatti Manu mi guardava con tenerezza, ma io ero concentrata su quel fantastico gatto!
<< Posso rapirti Prince? >>
<< Certo,fai pure. >> Mi girai di scatto verso di lui.
<< Non puoi dire una cosa del genere. Non tieni al tuo magnifico gatto? >>
<< No, cioè sì tengo al gatto, ma non è quello che intendevo io. Nel senso che se vuoi qualcosa prendila pure, Ciò che è mio è anche tuo. >>
<< Mi stai prendendo in giro? >>
<< Sì! >>
<< Idiota! >> E mi sedetti sul divano.
Quella giornata in sua compania era passata benissimo; grazie a lui avevo dimenticato ciò che era successo. Ero felice.
Avevamo passato il tempo in giro per Manerbio e mi ha fatto visitare qualcosina.
<< Sai, mio fratello è nato qui. Poi ci siamo trasferiti quando io avevo tre anni, quasi quattro. >> Lui mi guardava.
<< Hm, bella questa! Quindi c'era la possibilità che ci conoscessimo molto prima. In ogni caso alla fine ci siamo incontrati ed è questa la cosa importante, no? >> Ma perchè mi diceva quelle cose? Cioè, non che non mi facessero piacere, anzi, ma poi m'illudevo e sapevo già che sarebbe finita male questa storia...
<< Già... >> Lui mi guardò e io gli sorrisi per dirgli "Tranquillo, io sto bene."
Arrivate le undici meno un quarto partimmo in direzione della stazione. << Che peccato. Questa giornata è già finita... >> "Lo so."
<< Sei stato molto gentile con me; grazie. >> E gli diedi un bacio sulla guancia. Lui mi guardò stupito poi voltò la faccia, guardando per terra e si mise le mani in tasca. Cominciai a vedere appannato. "Cazzo! Comunque me la sono cercata! Ma perchè cavolo gli ho dato quel bacio?" E continuammo a camminare con me che continuavo a darmi della stupida e lui silenzioso. Salì sul pullman e lo salutai, ma lui si girò senza dire niente. Mi sedetti nel primo posto vuoto che trovai. "Non avrei pianto per lui!" Hem, ditelo alle lacrime che già mi rigavano il volto. "Ma perchè rovino sempre tutto?! Perchè sono così stupida?"
<< Ciao, è libero questo posto? >> Mi disse qualcuno.
<< Sì. >> Cercai un fazzoletto nelle tasche, ma non lo trovai.
<< Scusa hai un fazzoletto? >> Chiesi al mio vicino di posto senza guardarlo in faccia. << Sì, tieni. >> Sentivo che mi stava fissando, ma lo ignorai. Mi asciugai gli occhi e mi soffiai il naso. "Non succederà più, Chate. Non piangerai più per lui. Non piangerai più per nessuno." Il tipo mi stava ancora guardando, ma non ne ero sicura e quindi mi voltai verso di lui. "Cazzo!" Era veramente figo... "Giusto Chate. Parlaci un po'; tanto che male fa?". Era alto e magro. Aveva gli occhi neri, come i capelli e aveva un ciuffo fantastico. Di pelle era abbastanza abbronzato; sembrava d'oro.
<< Grazie per il fazzoletto. >> Lui mi sorrise, e che sorriso. Dovrebbe fare le pubblicità dei dentifrici.
<< Niente. Perchè stavi piangendo, se posso sapere ovviamente? >> Lo aveva notato. "E secondo te perchè ti stava guardando"
<< La vita non mi sta sorridendo. Ma si notano ancora le... lac...lacrime? >>  Non mi è mai piaciuto parlare dei miei sentimenti, anzi dei sentimenti in generale, con nessuno. Per me dire sofferenze, tristezze, lacrime o cose del genere mi faceva male. Non so perchè, ma era così.
<< Una volta ho letto un magnifico libro che diceva "Niente macchia gli occhi come le lacrime". >> Lo conoscevo quel libro.
<< “Cose che nessuno sa” di Alessandro D'Avenia. Lo conosco e lo adoro. >> Mi guardò e sorrise. << Già, proprio quello. Comunque io sono Marco>> E mi diede la mano. Io la strinsi. << E io Mi chiamo Chaterina, Chate per gli amici? >>
<< E quindi io posso chiamarti Chate? >> Disse tenendomi sempre la mano.
<< Secondo te? >> Chiesi.
<< Comunque devi ancora tenermi la mano? >> Lui mi guardò e sorrise imbarazzato dando fine al contatto tra le nostre mani. << Scusa, ma...non me n'ero nemmeno accorta. >>
<< Tranquillo. Nemmeno io me n'ero accorta fino ad ora. >> E così parlammo del più e del meno fino a quando arrivammo a Quinzano, dove lui scese. La mia fermata era a dieci minuti di distanza. Quando arrivai davanti alla porta di casa mia mi venne in mente tutto ciò che era successo quel giorno... Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto senza fermarsi. “Mia madre e mio fratello sono morti... E io cos'ho fatto per dimostrare loro il mio affetto?! Niente. Mi sono divertita come una stupida dimenticandomi di loro. MI SONO DIMENTICATA DI LORO! FACCIO SCHIFO! FACCIO SCHIFO!” Urlavo nella mia testa inginocchiata per terra piangendo. “Faccio schifo...” Apro la porta e, continuando a piangere, entro in casa. Vado direttamente nel letto dei miei genitori dove ci sono coricati Axel e Sophie, i miei due gatti. M'infilo nel letto con loro due, sotto le calde coperte, ma continuando a tremare e piangere. Non riuscii più a dormire per tutta la notte. Il giorno dopo, alle 6.30, mi alzai e mi vestii. Avevo gli occhi rossi e due occhiaie... Ero un mostro. Poi presi il mio zaino e andai alla fermata del pullman ascoltando “Atwa” dei Sistem Of a Down. Quella canzone non rappresentava il mio genere, per niente, ma mi piaceva: c'era molta energia e dolore in quella canzone che per me era perfetta. Quando venni alla mia fermata tutti cominciarono a dirmi cose del tipo “Mi dispiace. Se hai bisogno ci sarò” e così via. Non me ne fregava niente di ciò che dicevano. Mi faceva solo incavolare! Avevo nuovamente gli occhi appannati. “E basta! Ho già pianto tutta la notte fino a questo mattino. Com'è possibile che ci siano ancora delle lacrime nei miei occhi? ”. Penso salendo sul pullman; quando vedo Manu lo saluto. << Ciao... >> Lui si volta verso di me. << Ciao. >> Disse secco. “Che cazzo ha? “ << Scusa amico di Emanuele, ma io e lui dobbiamo parlare. >>
<< Abbiamo già parlato ieri. Che altro vuoi? Non posso passare del tempo con i miei amici,ora? >> “Ma...?????”
<< Che ti prende? >>
<< Niente. >>
<< Come niente? Mi stai trattando male, se non te ne sei accorto e NON è per il fatto che tu sia con i tuoi amici perchè a me va benissimo! >> Dissi tutto d'un fiato prima che m'interrompesse. Mi passò dietro qualcuno che mi diede un bacio sulla guancia; mi stavo girando pronta a tirare un pugno quando...
<< Bellezza, come va? >> Era Marco.
<< Cazzo Marco, stavi per ritrovarti un pugno in faccia. >>
<< Sei contro i baci sulla guancia? >> Mi voltai verso Manu di scatto e dico sottolineando ogni parola. << No, non sono contro i baci sulla guancia anche perchè non sono niente di male. Però io gli do solo ai miei veri amici e non perchè ho una cotta o qualcosa del genere. >> Mi girai nuovamente verso Marco che mi guardava confuso e gli feci l'occhiolino. << Su dai andiamo che qui non sono desiderata. >>
<< Chate... >> Mi disse Manu con un tono che sembrava arrabbiato. Presi per mano Marco e lo portai in fondo al pullman. “Oh, non c'è Jeka. Che peccato...”
<< Allora, cos'è successo prima che non ho capito molto. >>
<< Niente, stavo cercando di mandare un messaggio vocale al tipo biondo. >>
<< A momenti stava per dare un pugno anche lui. C'è...ehm, c'è qualcosa tra...tra di voi, dico...? >> “E a te che frega? Però...”
<< Sì, perchè? >> Lui divenne un po' triste e borbottò qualcosa del tipo << No, niente di che... >> E poi si mise le mani in tasca e guardò fuori dal finestrino.   “Ma che prende oggi a tutti?!”
<< E tu come stai? Adesso che ci penso non te l'ho chiesto prima... >> Non mi rispose. Mi alzai in piedi e abbastanza ad alta voce dissi: << E no caro mio. Adesso basta! Ma che cazzo vi prende oggi a tutti? >> Lui mi guardò poi il suo sguardo si posò nuovamente fuori. << Ma che ti prende? >>
<< Niente. >>
<< Ah, bella questa! Tutti cominciate ad ignorarmi e poi dite “Non ho niente!” Sentite, andate a fanculo tutti! >> Presi il mio biglietto che avevo dimenticato di timbrare e feci il corridoio del pullman per timbrarlo. Purtroppo questo significava passare due volte vicino a Emanuele, ma è meglio che prendersi una multa anche perchè passarli vicino era un piacere per me. Andai a testa alta e non lo guardai. Purtroppo, ritornando al mio posto, il pullman fece una frenata super e caddi sulle gambe di Emanuele. “Cazzo!”
<< Stai bene? >> Mi chiese. Mi alzai e me ne andai via senza dirgli niente. E cosa avrei dovuto dirgli?
<< Idiota! >> Sussurrai a bassa voce. Mi sedetti vicino a Marco che non mi rivolgeva la parola.
<< Scusa. >> Mi disse Marco. << Perchè? >>
<< Perchè avevo dei problemi e me la sono presa con la persona sbagliata. >>
<< Oh, allora tranquillo. >> Gli dissi sorridendo. << Credevo avessi detto qualcosa di sbagliato... >>
<< No, no è... ma che vai a pensare? >> Gli sorrisi. “Forse un po' di gelosia... Ma Chate! Lui è un figo e avrà mille ragazze attorno a sé.” Poi ritornai a guardare Manu. “E lui? Lui che avrà con me?”
<< Chissà... >>Dissi sospirando.
Quando arrivammo in stazione, Marco se ne andò dicendo di dover andare dai suoi amici. E così ci separammo. Volevo tanto che Emanuele mi parlasse, ma si stava comportando da stupido. Arrivata a scuola andai da Stella e da Camilla.
Abbiamo cominciato a parlare finchè non sentii una mano toccarmi la spalla. Mi girai e vedi lui. Emanuele.
<< Ciao. >> Mi dice. Non gli dico niente. Perchè non sapevo se parlargli o no...
<< Come va? >> “Di qualcosa Chate!”
<< Vado avanti,tu? >>
<< Bene... >>
<< Che vuoi? >> Gli chiesi in attesa di sapere cosa voleva.
<< … Oggi credo che ci siano dei problemi tra di noi. Per caso ho fatto qualcosa che non dovevo? >> “Io lo uccido!”
<< E hai anche il coraggio di venire a chiedermi qual'è il problema?! >> Sussurrai con le lacrime che mi rigavano il volto e molti ragazzi si girarono verso di noi.
<< Forse se mi spieghi qual'è il problema... >>
<< Stamattina ti sei comportato da stronzo e ieri? Che ti è preso? Quando sono salita sul pullman ti ho salutato, ma tu non mi hai cagato minimamente!! Non mi sembrava che ti avessi rotto le palle. >>
<< Niente e che... quel bacio che mi hai dato... credevo che tu potessi avere una cotta per me, ma io ti vorrei solo come amica... Io e Martina ci siamo appena lasciati e non voglio storie d'amore per molto tempo. >>
<< Uno: Il bacio che ti ho dato sulla guancia era per ringraziarti per ciò che hai fatto per me. Due: non ho una cotta per te! Tre: Non puoi rovinarti la vita solo per una stronza che ti ha preso in giro perchè non tutte le ragazze sono così, ma tu non sei stato fortunato con lei. >> Lui mi stava guardando con un mezzo sorriso. << Già... sono stato uno stupido, mi dispiace e sc... >>
<< Ti ho già detto che la parola “Mi dispiace” non la sopporto. Ora che me l'hai detto è cambiato qualcosa? >>
<< No, ma in ogni caso mi dispiace veramente e scusa per stamattina se non ti ho salutato. >> “Perchè? Perchè lo sto perdonando?”
<< Va bene! Sei perdonato. >> Dissi quando aprirono i cancelli della scuola.
<< Beh, ora devo andare che sono già in stra ritardo. E comunque oggi a che ora finisci? >> Mi disse.
<< All'una. >>
<< Allora ci vediamo sul pullman. >> E così se ne andò e io entrai a scuola incavolata con me stessa e con lui. Con me perchè l'ho perdonato e con lui perchè dice che tra noi due non ci può mai essere niente più dell'amicizia! “Niente più dell'amicizia...”Continuai a pensare. Entrai in classe e gettai lo zaino per terra dando un qualcosa alle beghe della classe per sparlare e andai in bagno. Stella mi seguii senza dire niente; andai davanti ai rubinetti e gli aprii tutti! Mi lavai la faccia con acqua gelata in uno di quelli, sperando che congelasse il mio cervello, ma senza successo. Entrava e usciva gente guardandomi come se fossi una pazza, ma io gli ignorai. Dopo dieci minuti dal suono della campanella io e Stella rientriamo in classe e ci sediamo ai nostri posti. C'era già la prof. E vedendomi non disse niente; “Sarà per mamma e Daniel...” Sospirai. Mi mancavano già molto... e papà che non veniva a prendermi... so che ha un'altra famiglia in Spagna, ma ho tanto bisogno di lui in questo momento... “Papà, sei uno dei più grandi stronzi che abbia mai incontrato!” Le lacrime avevano ancora intenzione di rigarmi il volto, ma non piansi. Avevo detto basta, e doveva dire basta. Prima mi sono lasciata andare, ma è stata l'ultima volta. Almeno spero.
Cercavo di stare attenta durante la lezione, ma la mia mente cominciava a viaggiare per i fatti suoi e ogni cinque-sei minuti dovevo lottare con lei per riuscire a tornare concentrata.

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My Space:

Hola mi amigos, Que tal?
Todo bien?
Avete visto, parlo spagnolo!! :D Nah, scherzo... So qualche parola, ma niene di più... Magari sapessi parlare spagnolo, cavolacci marci! (?)
Ma lasciamo stare il mio spagnolo e parliamo della storia... Ma secondo voi è normale che una persona si arrabbi per un bacio sulla guancia? Era solo un bacio!!
E poi come vi sentireste se la persona che vi piace vi dicesse che vi considera solo un'amica? Beh, io mi sentirei di merda, ma purtroppo...
Lasciamo stare i miei problemi e concentriamoci su quelli della nostra cara amica Chate...
Beh, che dire... Devo ringraziarvi, seriamente, per le così tante persone che hanno solo letto i miei capitoli, per chi ha recensito e per chi ha aggiunto questa mediocre storia tra i preferiti/le ricordate/le seguite! Grazie davvero! ^^
Ah proposito... Pensate davvero che questa sia una storia mediocre? :o
Ditemelo, pleaseeeee!!! =O
CiaoCiao sempre da me, cioè Sotto un cielo di Stelle! <3

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Capitolo 12
*** Un azione di bene per un'amica. ***



Un'azione di bene per un'amica

<< Finalmente è finita 'sta ora! Non c'è la facevo più a combattere contro il mio cervello. Sai, in palio c'era la mia attenzione. >> Dissi.
Stella rise; ormai ha imparato a capire le cavolate che dico. Purtroppo la risata che fece era...triste. Non aveva allegria... La guardai, ma lei distolse subito lo sguardo; gli occhi erano diventati lucidi.
<< Ok, ora vado a spaccargli la faccia! Dimmi cos'ha fatto? Ti ha già mollata? Ti ha preso in giro? Lo devo uccidere. Nessuno può prendere in giro la mia Stellina! >> E l'abbracciai. Stavo parlando di Robert, il suo ragazzo. Stanno insieme da poco e lui ha sette anni in più; già sette, ma sono innamoratissimi, o almeno lo pensavo prima di questo!
<< No,non è quello. Il fatto è che ieri sera io e Robert avevamo un appuntamento ; eravamo in una collinetta e si vedevano le stelle e... >>
<< Oh, che amore che è! >>
<< Già. >> E sorrise al ricordo. Il ricordo ha un potere enorme: basta pensare a qualcosa di divertente che ti porta il sorriso.
<< In ogni caso ci stavamo baciando quando sentii una mano scaraventarmi per terra e ha cominciato a picchiare Robert dicendo di starmi alla larga. Era mio fratello! E ora non so se Robert mi  vorrà più parlare. >> Disse e una lacrima sfuggì al suo controllo. “Ma perchè le lacrime sono solo un lusso che i deboli si possono permettere?” Mi chiesi pensando a quante volte avevo bloccato le mie per non piangere né da sola né in presenza di altri...
<< Stella... >> Dissi abbracciandola nuovamente. << Mi dispiace, ma per tuo fratello non ti preoccupare più; ci penserò io a prenderlo a mazzate quella testa di cazzo! Ma chi si crede di essere, oltre a tuo fratello maggiore? Tu puoi stare insieme a chi vuoi. >> Ma fummo interrotti dal prof. di matematica. Stella passò sia quest'ora che quella di Scienze Umane con gli occhi lucidi e la tristezza in volto. Avevo deciso cosa fare! All'intervallo la costrinsi a salire dalla Camilla dicendole che volevo stare un po' da sola.
<< Allora ti piace veramente? >>
<< Chi??? >>
<< Il ragazzo di stamattina! >> Disse sorridendo.
<< Emanuele, no... ma che dici. Senti, è meglio che tu vada! >> Dissi ridendo imbarazzata. Quando se ne andò e io non la vidi più scesi alla ricerca di Robert. Dovevo parlargli di Stella. Andai nella sua classe, ma trovai solo un suo amico soprannominato da noi Masino perchè era tanto tenero, ma in realtà si chiama Alberto.
<< Ciao! Per caso hai visto Robert? >>
<< No,m-i dispiace. Prova a chiedere a Tommaso, il suo,ehm, il suo miglior amico. >> “Oddio!”
<< Ehm, sì va bene e grazie. >>
<< Di niente! >> Disse sorridendomi. In questo momento avrei fatto i salti di gioia se non fosse stato per il fatto di dover chiedere a Tommaso di Robert. Pochi giorni fa, uscendo da scuola, ci aveva lanciato uno sguardo pieno d'odio, ma non sappiamo ancora il perchè e comunque a me non importa più di tanto; l'importante è che Robert e Stella stiano insieme. Nonostante non m'interessasse il motivo per cui quella volta ci aveva lanciato quello sguardo, cercai prima Robert per tutta la scuola. Alla fine, non avendolo trovato, andai da lui.
<< Ehm,ciao! Sono Chaterina e... volevo sapere se sai dove si trova Robert? >> Lui mi guardò nuovamente, con uno sguardo assassino e mi disse: << Fatti i cazzi tuoi! >>
“Ma che cavolo c'entra?”
<< Di sicuro non mi sto facendo i tuoi di cazzi quindi non mi rompere. Ora mi dirai dov'è Robert. >> Mi sorrise, ma era un sorriso malefico. “Ma quanto è odioso!!”
<< E se non te lo dico cosa mi farai?? >> “E io che ne so?!”
<<  Niente. Come tu non puoi farmi niente. Ora te lo richiedo gentilmente: Mi potresti dire dove si trova Robert, per piacere? >> “Ok, Chate, vai avanti così e tra poco costruiranno una tomba...” Non riuscì nemmeno a terminare il pensiero che mi ritrovai la sua mano attorno al collo e io contro il muro. “Cazzo!”
<< Sentimi bene ora! >> Notavo che cercava di trattenersi, ma non ci riusciva per niente...
<< Tu e la tua cara amichetta dovete stare alla larga da lui, chiaro? Se provate a riavvicinarvi a lui o se provate a contattarlo in qualunque modo, finirai nei guai, chiaro?! Te lo ripeto un'altra volta:>> "Non sono sorda, scemo!"
<< Finirai tu nei guai! >> "Oh, per fortuna la ripetuto. Quindi sarò solamente io che finirò nei guai." Avevo gli occhi lucidi per il dolore, mi sembrava che i polmoni fossero trafitti da migliaia di aghi e il cuore rallentava il suo battito. << Lasci...lasciami ora! >>
<< Ho detto, hai capito? >> E cominciò a stringere ancor di più. Per fortuna suonò la campana e lui mi lasciò cadere per terra. << Stai attenta a quello che fai! >> E se ne andò. “Cazzo!” Dissi mentre cominciavo a respirare con fatica. I polmoni mi bruciavano da matti! Dopo un quarto d'ora mi rialzo e vado in classe. Quando entro trovo già la prof. di Latino, ma, ovviamente, non mi dice niente. Meglio per me. << Dove sei stata? >>
<< Ero in bagno e quando è suonata la campanella sono uscita, ma ho incontrato...la prof. di Diritto che mi ha fermato per parlare del mio futuro. >>
<< E cosa ti ha detto? >>
<< Niente di che. Ora fammi seguire la lezione. >> Per fortuna c'era cascata. Ora, però, devo riuscire a parlare con Robert. << Come mai sei così pallida? >>
<< Io? N-non lo so. >> “...”
Ovviamente non seguii nemmeno questa di lezioni. Quando suonò l'ultima campana Stella salì di sopra dalla Camilla perchè avevano giornalino insieme e, scendendo, incontrai Robert da solo. “Uh, il destino è dalla mia parte! Come non detto!” Dietro a lui c'era L'Orso Grigio, che sarebbe il soprannome di Tommaso (lo chiamiamo così perchè anche lui è tenero, da fuori, e si è fatto i capelli grigi!!).
“E chissene!” << Robert! >> Dissi andando da lui.
<< Ciao. Tu sei l'amica di Stella. Sai come sta? >> Sorrisi. Anche lui era preoccupato per lei.”Che amori che sono...”e sospirai.
<< Tommaso, che bello rivederti! Tu come stai? >>
<< Credo molto meglio di te. Che cosa vuoi da lui? >>
<< Gli devo parlare. In privato. >> E gli lanciai uno sguardo di sfida che scomparse appena mi riguardò con quegli occhi da MOSTRO! << Ah, quindi voi vi conoscete? >>
<< Ci siamo conosciuti all'intervallo. Ma ora dobbiamo parlare e sbrigati perchè sono in ritardo! >> E lo presi per mano e andammo nella sua classe che era vuota. << In ogni caso io sono Chaterina, Chate per gli amici. Uh, mi dispiace per il labbro. Stella mi ha parlato di cos'è successo e non sai quanto è dispiaciuta per tutto questo! Suo fratello è uno stronzo e con lui ci parlerò io, non preoccuparti per questo. Tanto un casino in più nella mia vita non mi farà né caldo né freddo. La domanda fondamentale che ti voglio fare è: Tu hai intenzione di chiudere con Stella? >> Lui mi guardò e sorrise. << No, non m'importa un cazzo di suo fratello, anche se ha ragione, ma io non le farei mai del male. So di essere troppo grande per lei, ma io...la... beh, mi piace e... anche se ci sono tanti problemi da risolvere, io non la voglio lasciare.>>
<< Benissimo, ma queste cose dille a lei, ok? Ma sai che cazzo ha il tuo amico Tommaso? >>
<< Non lo so, ma non vuole che io stia assieme a Stella. Tu sai se per caso se lei gli ha fatto qualcosa? >>
<< No, ma una volta io e lei siamo uscite e le ha lanciato uno sguardo pieno d'odio. Dovresti parlarci. >>
<< Lo farò. >>
<< Bene, ora devo andare proprio. Ciao! >> E lo salutai.
<< Ciao ed è stato un piacere parlarti. Domani tu e Stella venite giù all'intervallo. Vi aspetto. >>
<< Ok e ciao! >> E me ne andai felice. Che azione di bene che ho fatto. “Ma che ore sono?” E guardai il cellulare. << Cavoli! >> E cominciai a correre verso la stazione.

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My Space...
Non vi è mai capitato di correre come fossennati per raggiungere la stazione prima che il vostro pullman parta? Io sì, ma per fortuna solo una volta! ^^
Ho sempre vergogna di correre per prendere un pullman e non chiedetemi perché, ma sinceramente non lo so nemmeno io... :)
In ogni caso in questo capitolo la nostra Cahte mostra la sua testardaggine! Poteva anche stare un po' più calma in sua presenza, flirtare un po', che ne so... Cose che non avrebbero avuto come conseguenza un “quasi strangolamento da parte sua!!” Bah, certa gente non la capisco proprio! u.ù''''
In ogni caso voi avete qualche idea sul perché Tommaso ci odia così tanto?
Aspetto vostre risposte! ^^
Uh, e un'ultima cosa... Per l'immagine... Beh, so che fa schifo, ma vi giuro che non ho trovato niente di meglio!!!!! :(
CiaoCiao dalla vostra Sotto un cielo di Stelle! <3

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Capitolo 13
*** Sono stanca di star male per te! ***


SONO STANCA DI STARE MALE PER TE!
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Arrivai in tempo in stazione e salii sul pullman. C'erano Lara, Mattia, il suo ragazzo e un altro tipo... “assomiglia un po' troppo ad Emanuele da dietro”, pensai. Erano seduti nei posti a quattro e io mi sedetti vicino al tipo,che poi era Emanuele. “Ma che cazzo... Ah, già. È vero che oggi doveva finire all'una”.
<< Ciao a tutti. >> Dissi guardando solo quest'ultimo.
<< Ciao Chate! >> Mi salutò Lara. << Come stai? >> Mi chiese Manu. << Come sempre... tu?>>
<< Bene. >> Lara e Mattia se ne stavano a chiacchierare ignorandoci.
<< Com'è andata la giornata? >> Manu stava cercando di attaccare un discorso con me. “Mah sì, perdonalo Chate.” << Mi è successo di tutto e di più. >> Lui mi guardò e sorrise; forse aveva capito che non volevo perderlo come amico... Io ricambiai nonostante tutto. << Cosa ti è successo? >>
<< Te lo dico solo se mi prometti che non lo dirai a nessuno! >>
<< Ok! >> E così comincio a raccontarle della storia tra Robert e Stella, di quando sono andata a cercare Robert per parlargli, ma ho trovato Tommaso, il suo amico; gli ho detto anche di quando mi ha quasi strangolato, e che faccia a fatto appena glielo detto...; ci ho messo molto per convincerlo, ma alla fine sono riuscita a fargli capire che non era una cosa “grave” e che non sarebbe più successa di nuovo; ma fui costretta a promettergli che in caso contrario ne avrei parlato con un adulto... << E a te? Cos'è successo oggi? >> Lui mi guardò serio. << N-I-E-N-T-E! In confronto a te non è successo niente! Ma le tue giornate sono sempre così piene? >>
<< Non ho giornate piene, forse momenti, cioè quando vedo i miei fighi o faccio figure di merda. >> E gli sorrisi.
<< I tuoi fighi?! In che senso? >>
<< Sarebbero tutti i fighi che vedo di solito e ognuno di loro ha un suo soprannome! >> “Chissà se questo la reso geloso?” Lo guardai, ma non era per niente geloso. Lui mi considerava solo un'amica. Niente di più. “Cosa ti aspettavi, Chate?!”
<< Ciao Chate, ciao Emanuele. >> Ci salutarono Mattia e Lara interrompendo il nostro discorso che dimenticai subito. Per il momento. <> “Che peccato!” pensai. << Che peccato! >> Disse Manu dando vita ai miei pensieri. Lo guardai per un secondo, ma poi distolsi lo sguardo e guardai fuori dalla finestra. Sbadigliai. << Stanca? >>
<< Da morire. >>
<< Dormi un po'. >>
<< Ormai è troppo tardi; fra un po' sarò già arrivata a casa e poi ho sempre paura di non svegliarmi in tempo per scendere. >>
<< La prossima volta dormi pure. Ci sarò io vicino a te. >> E sorrisi a queste sue parole. Non sapeva quanto male e bene mi facessero. “Chate, finirai nella merda e rovinerai solamente la vostra amicizia...” Già, innamorandomi di lui avrei solo rovinato le cose soffrendo... Appoggiai la testa alla sua spalla e lui mi cinse con le sue braccia. Quanto mi sentivo bene, quanto mi sentivo...a casa... Credevo fosse una cazzata quella del fatto che con la persona che ami veramente (Non che io ami Manu...!) ti sentissi a casa, ma adesso ho capito cosa voleva dire. “Beh, è vero! Certe cose non le potrai mai capire se non le vivi in prima persona...”
<< Il mondo sa essere veramente ingiusto,vanzi il destino sa essere veramente ingiusto, e a volte fin troppo! >> Dissi.
Arrivata a casa la tristezza mi travolse e le lacrime tornarono all'attacco, ma non piansi. Avevo detto basta e volevo andare avanti. Credo che mia madre e Daniel non avrebbero voluto vedermi piangere... Sorrisi tra me e me a questo pensiero. “E io cosa posso sapere di ciò che avrebbero voluto io facessi?”
Non mangiai. Non avevo fame. Decisi di andare a fare i compiti ascoltando della musica.

Il giorno dopo

Mi svegliai alle sei e mezza. Purtroppo nemmeno quella notte avevo dormito più di tanto, come massimo tre orette. Mi svegliai più stanca di prima e con tutte le ossa doloranti; in più mi sembrava di avere dei granellini in tutto l'occhio per quanto mi bruciavano. << Stasera andrò a nanna presto. >> E feci uno sbadiglio che avrebbe fatto invidia ad un ippopotamo! Mi vestii indossando i miei jeans neri preferiti, una maglietta a maniche corte nera con un emoction sorridente e la mia felpa della paul friend e le mie solite scarpe marroni con il pelo all'interno! Anche se non erano di marca, le adoravo. Non ero una tipa che seguiva la moda, per niente e non mi truccavo, anche se mi piaceva mettere la matita, soprattutto perchè mi stava benissimo.
Scesi per fare colazione, ma alla fine bevvi solo mezzo bicchiere di latte. Misi apposto lo zaino e alzai la musica al massimo cominciando a ballare e a cantare sulle note di “My reason” dei Linkin Park. Cominciavo ad amarli, anche se non era il mio genere. Ma in fin dei conti io non ho dei generi preferiti, basta che una canzone mi piacesse e basta. Alle sette andai di corsa alla fermata: avevo perso la nozione del tempo e il pullman sarebbe arrivato fra tre minuti. Riesco ad arrivare qualche secondo prima della partenza dell'autobus, ma ho un fiatone incredibile! Vedo Jeka seduta vicino ad Ale concentrata a chiacchierare con lui nei posti da quattro. Di fronte ad Ale c'era Manu e io mi sedetti vicino a lui. << Ciao gente! >> Dissi sorridendo. << Ciao! >> Mi risposero in coro.
<< Ma...sono io stupida o...tra Jeka ed Ale sta nascendo qualcosa? >> sussurrai a Manu. Ma non ebbe il tempo di rispondere che fummo interrotti da Marco. << Ehilà bellezza! >> Mi salutò dandomi un bacio sulla guancia, ma un po' troppo vicino all'angolo della bocca. Manu s'irrigidì contro di me,ma io non me ne accorsi nemmeno. << Ciao. >> Gli dissi sorridendo timidamente. “Avrà solo sbagliato? Voleva darmelo sulla guancia, ma...in qualche modo la bocca si è spostata un po' verso la mia...” Ok, non stava in piedi quest'ipotesi; era troppo stupida, ma a me andava benissimo in quel momento. << Allora, come stai? >>
<< Bene, e tu? Non hai dei problemi che causeranno un... “litigio” come ieri? Tutto ok? >> Gli dissi.
<< Sì,ieri sono stato solo un po' stupido e... >> si avvicinò a me sussurrandomi all'orecchio << un po' geloso... >> “Come un po' geloso”
<< Geloso di che? >> Gli chiesi all'orecchio. << Del tuo vicino di posto. Si capisce un miglio che sei totalmente presa da lui! >> Disse tristemente. << Ma che cavolate dici! Siamo solo amici, niente di più ed è totalmente impossibile che tra di noi ci sia qualcosa. >> Dissi, ma stavolta ad alta voce e, infatti, Manu mi guardava cercando di capire di chi stavo parlando. << Lui di te non ancora, ma tu di lui? >>
<< Dovresti tapparti quella fogna se non vuoi che non ti riempia di botte! >> Dissi seriamente, ma solo per nascondere la tristezza. “Lui di te non ancora...E quando mai si potrà prendere una cotta per me, anche piccola?” E lo guardai. << Che c'è? >> Mi chiese Manu.
<< Non c'è niente. Proprio niente come non ci sarà mai. >> E mi guardai le mani rimettendomi gli auricolari e iniziando ad ascoltare musica.  Manu e Marco cominciarono a presentarsi; non credo che sarebbero diventati molto amici. In aria c'era troppa puzza di tensione...
“Da lui non ancora...che significava non ancora? Oh...Chate, lascia stare! Così rischi solo di perdere la testa!” Perchè per lui non l'avevo ancora persa, o no? E così mi concentrai sulle parole della canzone e cominciai a cantare sottovoce finchè, piano piano, i miei occhi non si chiusero, ma non stavo dormendo. Riuscivo ad ascoltare, ma non a vedere. “Che strana stanchezza che mi è presa...”
<< Si è addormentata poverina... >> Disse Manu togliendomi gli auricolari e abbracciandomi. Non mi stancherei mai dei suoi abbracci, ma prima o poi termineranno perchè già so che anche lui come tutti, se ne andrà, lasciandomi sola. Anche se avevo gli occhi chiusi, una lacrima riuscì a sfuggirmi e purtroppo la notarono tutti. << Questa lacrima non ti dice niente? >> Chiese Marco; non so a chi, ma potevo immaginarlo! “Chate interagisci.” << Non ti sei accorto che Chate da te non vuole solo una semplice amicizia. Lei è totalmente innamorata di te, ma  non lo ha ancora ammesso, come te in fin dei conti. >> Sentii la mano di Manu tremare per poi smettere di abbracciarmi. “Noooooooooooooo!” Urlava la mia mente, sentendo già la mancanza di quelle braccia esili, ma nello stesso momento energetiche. “Manu...” Non riuscivo a capire cosa mi succedeva: riuscivo a sentire, a pensare, ma non ad aprire gli occhi, anche se adesso avrei preferito non aprirgli; avevo paura delle conseguenze di ciò che ha detto quell'imbranato! “Paura delle conseguenze...” detto così mi faceva schifo e mi diede sui nervi, tanto che piano piano riuscì ad aprire gli occhi.
<< Si sta risvegliando! >> Disse Jeka; lo avrà detto per avvertire Marco e Manu!
<< Sì... mi ero addormentata. >> Non volevo guardare né Manu né Marco, ma il mio sguardo prima andò da Marco e poi da Manu. Marco mi guardava con la sua faccia da solito figo! E Manu...Manu non mi guardava. << C'è qualche problema? >> Dissi fingendo uno sbadiglio.
<< No, perchè? >> Disse Jeka e, guardando Manu, dissi: << Non so, forse sarà il mio sesto senso o qualcos'altro solo che...c'è veramente qualcosa che non va. Non so vi siete detti qualcosa mentre dormivo, avete fatto qualcosa? >>
<< Niente di che, io e Manu ci siamo presentati. >>
<< In quel momento ero ancora sveglia, ma dopo? >> E sottolinei la parola dopo. Nessuno rispose. << Appunto. Preferirei che le cose me le diceste in faccia mentre ho la possibilità di ascoltarvi. In ogni caso lasciamo stare! >> E mi rimisi gli auricolari e ascoltai My darkest days- Goodbye. Mi dava forza quella canzone e in quel momento ne avevo bisogno. Tanto. Ero stanca di star male per Manu. Non ce la facevo più! E le lacrime ritornarono all'attacco, ma non volevo dargliela vinta e così me le asciugai in fretta. Guardai Jeka che mi guardava con tenerezza e poi richiusi gli occhi.

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My Space room (?)
Uehilà! Come va?
Avete visto, ho dato un nuovo nome al mio “My space”! Ora si chiama “My space room!” Me gusta!
In ogni caso che ne dite di questo capitolo? Ficoso vero? (Ficoso sta per fico o qualcosa del genere ;) )
Mi sembra lungo, ma non volevo dividerlo... Mi piace così! ^^
Comunque io vado avanti a scrivere per voi e per me!
Voi non dimenticatevi di recensire... :)
Comunque sia ora vado a fare merenda! Ciò una fame...
Vi mando tanti baci e vi saluto! Oh, e vi consiglio di ascoltare My Darkest day, Goodbye... E' veramente stupenda, ma ognuno ha i suoi gusti ovviamente! ^^
Beh, CiaoCiao da ME, Sotto un cielo di stelle! <3

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Capitolo 14
*** Forse un giorno te lo dirò. Forse. ***


                            FORSE UN GIORNO TE LO DIRO'. FORSE.

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Arrivati in stazione lanciai uno sguardo deluso a Manu, presi il mio zaino e me ne andai senza salutare nessuno. Tanto sapevo che Manu non mi avrebbe fermato. E per quanto riguarda gli altri... A Jeka manderò un messaggio dove le spiego tutto. Ale non lo conosco più di tanto e Marco...Marco mi avrebbe fermato e, infatti, fu quello che fece. Mi avvicinai a lui tanto che le nostre facce erano distanti un millimetro e gli dissi: << Lasciami. Ora. >> E staccai il mio braccio dalla sua presa e me ne andai. “Gente del cazzo!” Non riuscivo a capire perchè Marco ha detto tutte quelle cose e perchè Manu non mi ha più detto niente, anche se, in fondo, lo sapevo. Se non mi ha parlato per il bacio che gli avevo dato sulla guancia... perchè mi dovrebbe parlare quando qualcun altro gli ha detto che io ho una cotta per lui? "Il bacio..." Sorrisi solo al ricordo. Il contato delle mie labbra con una parte del suo corpo mi riscaldò tutta. Era così bello che aumentava la mia voglia di baciare quelle labbra sottili e perfette. Sospirai. In fin dei conti cosa aveva detto di male Marco, se non la verità? Niente, ma il punto era che io non volevo ammetterlo. Camminavo di tutta fretta e furia per arrivare a scuola, non che fossi in ritardo,anzi, ma ogni volta che ero arrabbiata camminavo con il razzo in culo! Risi con le lacrime agli occhi... << Chate! >> Era Stella. Mi asciugai di fretta gli occhi e mi girai sorridente verso di lei. << Cia... Ciao. >> Dietro a lei c'era Manu. Mi guardò, ma distolse subito lo sguardo. Io no invece. Non lo distolsi finchè non mi superò senza dire niente. Mi sfiorò anche la felpa... << Vaffanculo Manu! >> Gli dissi. Lui mi guardò con un mezzo sorriso e se ne andò. “Vaffanculo!” << Ma cos'è successo tra te e Manu? >> << Niente. Invece tra te e Robert? >> Il suo bel volto sempre radioso si spense. Mi faceva male vederla così, ma in un modo o l'altro le dovevo dire cos'era successo. << Niente. Ieri non mi ha né chiamato, né scritto né nient altro. >> << Tranquilla. Oggi io e te dobbiamo andare in quinta all'intervallo. >> << E perchè? >> Mi chiese confusa. Io la guardai sorridendo. << Semplice. Ci ha invitato lui. Ieri, quando siamo usciti, l'ho visto e ci ho parlato; non è affatto arrabbiato con te e dice che non gli frega un cazzo di tuo fratello, anche se ha ragione, ma lui non ti farà mai del male o qualcosa del genere, beh l'importante è che lui non ti vuoe perdere! >> Lei mi guardò e il suo volto tornò radioso! “Stellina mia...” << Sei fantastica, Chate! >> E mi saltò addosso abbracciandomi. Poi mi guardò seria. << Eri andata a cercarlo anche all'intervallo, vero? >> La guardai, ma non le risposi. << Come immaginavo. Ecco perchè mi hai costretto ad andare dalla Camo! Per parlare da sola con lui. >> << Già! >> Le dissi con un sorriso imbarazzato grattandomi la testa. Rimanemmo un po' fuori a parlare di scuola finchè non suono la campanella. Le prime ore passarono lentissime, soprattutto per Stella che non aspettava più l'ora di vedere Robert e chiarire tutto con lui. Suonata la campanella dell'intervallo respirammo per due volte per calmarci e ci alzammo. << Pronta? >> Le chiesi. << Prontissima! >> E così andammo al piano terra dove si trovava la casse di Robert. Entrai prima io perchè Stella era agitatissima. Per sua fortuna lo trovai in classe. << Ehilà Robert! Come va? >> Gli dissi e lui si girò subito da me. << Ehi Chate. Io sto bene e tu? >> << Fantasticamente bene! >> E gli sorrisi. Poi il suo sguardo mi superò andando a finire dietro le mie spalle. Non mi serviva girarmi per capire chi era: la mia piccola Stella... << Ciao. >> Le disse. << Ciao. Come va? >> << bene, tu? >> << Bene... >> Non sapevano più che dirsi e nemmeno io sapevo che dire. "Bah!" << Voi due dovreste parlare se non mi sbaglio. >> Tutte e due mi lanciarono un occhiataccia. << Beh, è la verità! >> Poi Robert tornò a guardare Stella e fece due respiri. << Ehm, ecco io...beh,volevo sapere se...tipo ti va, non so, cioè...volevo chiederti, se...tipo io e te stiamo ancora insieme cioè,nel senso...hai capito, no? >> L'ultima frase la disse tutta attaccata, ma si capì. << Se per te va bene e non ti da fastidio mio fratello... per me va bene. >> Lo disse con una tale calma che mi rese felicissima! Appunto stavo facendo piccoli saltelli di gioia. Cominciarono ad avvicinarsi finchè le loro bocche non si unirono... Questo mi faceva pensare a Manu e sospirai distogliendo lo sguardo e guardando fuori dalla porta. C'era L'Orso Grigio che gli guardava con odio, ma quando mi guardò capì che odiava più me di tutto. Mi alzai e lo seguii. Lo so, sono pazza, ma volevo capire. Dovevo capire. << Ehi, Tommaso. Aspetta un attimo. >> Dissi tenendolo per mano. Si voltò verso me. << Cazzo vuoi? >> Mi faceva paura, ma dovevo parlargli. << capire perchè c'è l'hai tanto con me e Stella? Se non sbaglio tu e Robert siete molto amici e dovresti essere felice se lui è felice, o no? >> << Sì, ma... Tu non puoi capire. >> << Ovvio! Se tu non mi spieghi come stanno le cose come pretendi che io possa capire? >> Lui mi guardò, ma l'odio presente nei suoi occhi cominciò a diminuire finchè non mi disse: << Dirtelo non cambierebbe niente! >> << Provaci almeno. >> Mi sorrise. un sorriso triste. "Ma che ha?" << Ho capito. Sei gay? Ma tranqui, io non ho niente contro di loro, anzi, non sai quanto gli stimi. >> Lui rise e che dolce risata che aveva. Non me lo sarei mai aspettata dal tipo che appena ieri mi ha strangolata! << No, non sono gay. Il motivo è un altro. >> Poi mi squadrò e aggiunse dopo pochi secondi di silenzio. << Mah sì, forse un giorno te lo dirò. Forse. >> E se ne andò. << Ok... >> E mi girai. "Vado da loro o li lascio soli?" Decisi di lasciarli soli,se lo meritavano in fondo e così andai in cortile. Lì trovai Masino che quando mi notò mi sorrise e io ricambiai. Era un ragazzo molto tenero e io lo adoravo, ma in questo momento non avevo molto da fare e andai a sedermi in una panchina vuota che c'era.

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Capitolo 15
*** "Non mi piace vederti piangere..." ***


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Mi sentivo sola. Terribilmente sola e non mi piaceva. Mi faceva paura. Sentii un mano appoggiarsi sulla mia spalla destra. Mi voltai con gli occhi lucidi per vedere chi era. Masino. << Ehi bellezza, che ti prende? >> Disse continuando a guardarmi. << Niente, tranquillo. >> Dissi asciugando le mie lacrime e facendo un sorriso. << Non mi piace vederti piangere. Sa, tieni. >> E mi diede un fazzoletto. Lo presi e mi asciugai gli occhi cercando di fermare queste lacrime senza successo. "Oddio, ma che mi prende." E Masino mi abbracciò, come se avesse letto nel profondo del mio cuore che quell'abbraccio era ciò di cui avevo bisogno e che ho sempre desiderato: due braccia grandi che mi avvolgessero e mi tenessero al caldo e al sicuro, e in quel momento era così che mi sentivo. Lo stavo ringraziando silenziosamente con tutta me stessa finchè non suonò quella maledetta campanella che indicava la fine dell'intervallo, ma sta volta anche la fine di quella magnifica emozione e ci riportò nel mondo schifoso facendoci arrossire per quello che era appena successo. << Mmm... scusa. >> Mi disse. Non era proprio quello che volevo sentire dirmi, ma nella vita non succede tutto quello che vuoi... << Tranquillo, mi sei stato davvero d'aiuto. Grazie. >> << L'ho fatto con piacere. >> Mi sorrise e io ricambiai, poi mi girai per andare in classe dimenticandomi che un pezzetto di strada lo dovevamo fare insieme; alla fine, quando ci salutammo, mi diede anche un bacio sulla guancia e io notai Stella che ci guardava con un sorriso a ventiquattro denti. "Perfetto..." Quando mi raggiunse, prima che mi cominciasse a parlare di Masino "è meglio che cominci a chiamarlo per nome.", le chiesi com'è andata con Robert. << Benissimo. Abbiamo parlato e ci siamo baciati. Abbiamo parlato e ci siamo baciati e così via!! Chate, sono la persona più felice di questo mondo!! >> La guardai e il suo viso era tornato raggiante, bello più che mai! << Sono felice per te, Stella! >> E la abbracciai. Lo ero veramente. << Dai spostiamoci da qui che stiamo intasando le scale, anche se non c'è nessuno. >> E mi girai. "Come non detto." Davanti a noi c'era L'Orso Grigio con una ragazza. << Ciao Chate. >> Disse ignorando completamente Stella. "Fanculo! Se ignori lei devi ignorare anche me." << Dai Stella, è meglio andare in classe prima di arrivare in ritardo. >> E mi feci strada fra loro due. "Cazzo, potevo farmelo amico e capire che ha e invece, stupida come sono, lo ignoro!"

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Capitolo 16
*** Troppe parole che non dovevano essere dette... ***


               Troppe parole che non dovevano essere dette...

                   
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P.S. NELL'IMMAGINE C'è SCRITTO "DOES SHE... HATE ME?". VOI NON LO CONSIDERATE... HO PROVATO A TOGLERLO CON PAINT, MA POI NON RIESCO A CARICARLO! :/ 
AL POSTO DI QUELLA FRASE LEGGETE TIPO: "I'M TIRED..."
GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE E PER LEGGERE QUESTO CAPITOLO! ;)



Quando entriamo in classe troviamo già la prof di Scienze naturali, che ci sgrida per il nostro ritardo di... due minuti, nemmeno!! "La odio!" è la peggior prof. che si possa avere. Andai a sedermi al mio posto. << Chaterina, quando ti parlo devi guardarmi negli occhi! >> E, guardandola con odio, le dissi: << Non sono l'unica che non la guardava negli occhi e comunque stavo andando a sedermi; non avevo possibilità di guardarla. >> E cominciai a fissarla. In fondo è quello che voleva, no? << Solo perchè la tua famiglia ti ha abbandonata non credere di fare quello che vuoi! >> "Fanculo troia!" Questa se la doveva tenere per lei. << Lei non è nessuno per nominare la mia famiglia, chiaro? E poi la mia famiglia non mi ha abbandonata, ma è morta... >> Dissi alzandomi in piedi e facendo casino con la sedia. "Tranne mio padre..." Tutta la classe mi guardava. Loro non lo sapevano e non volevo che lo sapessero. Avevo i pugni stretti sul tavolo e gli occhi lucidi che lanciavano saette d'odio. Solo in quel momento mi accorsi che c'erano anche Masino, l'Orso Grigio e Robert alla porta."Da quanto tempo erano lì?" << Scusi prof., ma eravamo venuti a darle la lista dei partecipanti per il concorso di scienze... siamo in otto. >> Disse Masino, guardandomi. Io gli sorrisi, ma si sa, quando dentro si è distrutti è difficile sorridere. "Basta..." Questa era l'unica parola che continuava a rimbombarmi in testa. Non c'è la facevo più a essere debole, a dover sopportare tutto e tutti senza dire niente, o quasi. Volevo scappare, ma questo mi avrebbe reso più debole e io odiavo sentirmi debole... Non avevo più un futuro e non sapevo cosa mi sarebbe successo. Non sapevo niente. Misi la testa fra le mani e chiusi gli occhi. << Mi dis... >> Cercò di dire una mia compagna di classe, ma non la lasciai finire. << No, ti prego. Non ho bisogno di sentirmi dire "mi dispiace" perchè non serve a niente! Mi fa solo incavolare più di quello che già sono! Non voglio che mi diciate niente, anzi, preferirei che mi lasciaste in pace, vi prego...>> Masino, l'Orso Grigio e Robert mi guardavano anche loro dispiaciuti. Entrò la preside che chiese alla prof. di parlare in privato. << Io esco un attimo; voi aspettatemi qui e non fate casino. >> E così uscii. Masino, L'orso grigio, Robert e Stella mi vennero subito vicino. Io abbracciai Masino: avevo bisogno delle sue braccia che già mi mancavano da matti. Per fortuna lui ricambiò. << È una stronza. La detesto, la detesto! Ti giuro, sono stanca...stanca di sopportare... >> << Lasciala perdere, piccola. È sempre stata una grande stronza... Te lo dico io che la conosco da cinque anni! >> "Mi ha chiamata piccola." Lo guardai e sta volta gli feci un sorriso che veniva dal cuore e lui ricambiò. Sarei rimasta sempre lì a vedere quel sorriso..." Ma poi mi venne in mente Manu. "Fregatene di lui! Hai davanti a te un magnifico principe azzurro e tu pensi a quell'idiota?! Sei proprio matta Chate." Ma, quando mi venne in mente Manu, sentii il mio cuore cominciare a battere a mille. Sospirai e mi staccai da Masino guardando gli altri: Robert e Stella stavano parlando vicini vicini mentre L'Orso Grigio gli guardava con odio e, quando incontrò il mio sguardo sospirò e mi fece l'occhiolino che non sfuggì a Masino che s'irrigidì; "Sarà stata la mia immaginazione.". Poi lanciò un occhiata all'Orso Grigio che ricambiò. Invece, le beghe di classe guardavano Robert e Stella con invidia. Io mi misi a ridere per quella scena lì! << Chate, stai impazzendo? >> Mi chiese Stella. << Poi ti spiego. >> E entrò la prof. Quando i ragazzi se ne andarono e la stronza cominciò a spiegare, raccontai a Stella degli scambi di sguardi e rise; la prof. ci chiese cosa c'era di tanto divertente che faceva ridere. Io le risposi dicendo: << La vita è diventata una barzelletta. Se vuole piango. >> << Smettila di fare la spiritosa. >> La guardai inarcando le sopracciglia per dire: "Ehi, troia del cazzo! Guarda che non sto facendo la spiritosa." ed era quello che pensavo. Poi continuò a spiegare. Non aspettavo altro che suonasse la campanella così me ne sarei andata dall'inferno. << Beh, forse Masino ha veramente una cotta per te; cioè ti aiuta, ti da baci sulla guancia ed è geloso... >> << Smettila di dire cavolate. è solo... gentile. >> Dissi sorridendole, ma da qualche parte, dentro di me, sperava che quelle parole corrispondessero alla verità.

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Capitolo 17
*** Ci sentiamo dopo bellissima... ***


                    Ci sentiamo dopo bellissima...                                                                                       

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Suonata la campanella salutai Stella, che doveva andare da Robert, e uscii da scuola. 
<< Ciao. >> Sento una voce salutarmi alle mie spalle, ma non mi serve girarmi per capire chi è. Sorrisi
<< Ehi, Masino come va? >> Lui mi guardò confuso. "Ho fatto una domanda diff... Cazzo! L'ho chiamato Masino."
<< Ehm.. per caso mi hai chiamato masino? >>
<< Sì, cioè... Il punto è che ti ho soprannominato così perchè sei tenero e quindi... Masino... >> Lui mi guardò sorridendo. << Ch-che c'è? >Perchè sorridi? >> E mi si avvicinò. Un po' troppo per i miei gusti, ma non mi dava fastidio. << Mi piace che tu mi trovi... tenero. >> Disse sottolineando la parola "tenero."
<< Beh, è la verità. >> Dissi sorridendo. "Chate, sveglia!! Stai flirtando con lui se non te ne sei accorta." Continuava a ripetere la vocina nella mia testa, ma io non la ascoltavo. I nostri visi erano vicini e lui si era abbassato per riuscire ad essere... alla mia altezza! Lo stavo guardando negli occhi e avevo voglia di baciarlo... 
"Vi siete appena conosciuti."
"Ma tu l'hai notato dall'inizio della scuola."
"Ma non ti piaceva."
"Appunto, piaceva! Ma ora? Vuoi continuare a stare male per Manu? Lui che non ti vuole nemmeno."
"Adesso Manu è solo confuso e se lo baci è come se lo stessi prendendo in giro perchè tu sei innamorata di Manu."
"E chi ti dice che sei innamorata di lui?" Bastaaaaa. Non ce la facevo più! << Beh,allora tu da che parte vai. >> Mi guardò confuso come se anche lui, in quel momento, era in un altro mondo.
<< Mmm.. Volevo accompagnarti in stazione, se ti va ovviamente. >> Disse tornando alla sua normale altezza. "è veramente alto." E, sorridendogli, gli dissi che per me andava bene. E così andammo insieme in stazione parlando del più e del meno cercando di conoscerci meglio. 
<< Sai suonare la chitarra?! >> Dissi.
<< Sì. A quanto pare ti piace molto? >>
<< Io la adoro, anche se preferisco il pianoforte! >>
<< Se vuoi qualche giorno ti faccio sentire come suono la chitarra. 
<< Mi piacerebbe moltissimo! >> Dissi facendo i salti di gioia. E continuammo a parlare finchè non arrivammo in stazione. C'era già il mio pullman e quindi salutai Masino.
<< Ciao, ci vediamo domani. >>
<< Ti chiamo dopo semmai. >> Ci eravamo scambiati i numeri di telefono. << Per me va bene. >> E così mi diede un bacio sulla guancia e uno sulla fronte. << Ci sentiamo dopo bellissima. >>
<< Ciao... >> Gli risposi sognante. Quando si girò per andarsene feci letteralmente i salti di gioia, ma appena lo vidi mi bloccai. C'era Manu che mi stava guardando. "Chate, non arrabbiarti con lui. Fregatene!" Pensai mentre stavo salutando Manu che, stranamente, ricambiò. Sali lui per primo sul pullman e riuscì a trovare due posti liberi e vicini, ma uno non era per me,bensì per la ragazza che si trovava davanti a lui. Era bassa, capelli lisci e marroni, occhi verdi con sfumature marroni. Era bassa e molto tenere e, ovviamente, era più bella di me. "Lascialo perdere..."

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Capitolo 18
*** Perché mi vieni in mente proprio adesso? ***


           PERCHE' MI VIENI IN MENTE PROPRIO ADESSO?


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<< Chate... >> Non è possibile. Mi fermai alla destra dei posti in cui era seduto Manu e mi girai

cercando di non fare i salti di gioia. << Albi... già ti manco? >>

<< Chiamami pure Masino >> Disse sorridendomi << E sì, già mi manchi. >> Disse avvicinandosi a

me. Sentivo lo sguardo di Manu su di me. "Non m'importa
nada di lui!" Certo, e chi ci crede!

<< Senti, oggi hai qualcosa da fare? >>

<< No, perchè? >>

<< Ti va se facciamo un giro per Cremona e poi non so, vieni a casa mia così ti faccio sentire

anche come suono. >> E non resistetti. Gli saltai addosso e lo abbracciai saltellando. << Lo

prendo come un sì? >> Annuii. Volevo veramente andarci, ma una parte molto in fondo a me

sapeva che quell'abbraccio lì era solo per far ingelosire Manu. << Beh, dai scendiamo prima che il

pullman parta. >> Gli dissi e lui mi diede la mano. << Ciao Chate. >> Mi disse Manu che stava

guardando Masino con odio. Lo guardai, ma non risposi. Sorrisi e basta.

<< Dove andiamo a mangiare? >> Mi chiese.

<< Conosco un posto fantastico. Si trova più o meno dietro la nostra scuola e si chiama "Pane e

Amore". >>

<< Sì, ho capito qual'è! >> E così ci avviammo mano nella mano verso il "Pane e Amore"

 

A casa di Masino

 

<< Beh, io abito qui. >> Era una casa fantastica e abbastanza grande. L'arredamento era

semplice; La cucina era gialla come il salotto. La sua stanza era azzurra mentre quella dei

genitori era arancione salmone. Mi piaceva. Io e lui andammo nella sua stanza dopo aver salutato

la madre.

<< Mi piace sia la casa che tua madre. >>

<< E tu piaci a mia madre. >>

<< E chi te lo dice? >>

<< Io. La conosco bene e ti assicuro che ti adora. Meglio per te. >> E mi venne in mente mia

mamma, ma la cancellai subito dalla testa. Non volevo né rattristirmi né rattristire Masino. <<

Allora, dov'è la chitarra? >> Chiesi. Lui andò verso l'armadio e da lì tirò fuori la chitarra che si

trovava dentro la custodia. Era una chitarra classica fatta di legno. Si sedette vicino a me sul

letto e cominciò ad accordarla. Dopo di che cominciò a suonare. "Questo ritmo mi è familiare..."

Pesai cercando di decifrare di quale canzone si trattasse. Lo capì solamente quando cominciò a

cantare e io mi aggiunsi a lui. Non avevo la voce da cantante, ma devo ammettere che quando mi

ci metto,ho una voce stupenda. E così cercai di cantar con la miglior voce che abbia mai usato e

ci riuscì.


La canzone era
“My reason” dei Linkin Park.

Non avevo mai cantato in presenza di qualcun altro, mai. Questa era la prima volta e mi piaceva

molto. E anche lui non aveva una brutta voce. Cantavamo guardandoci negli occhi e la vergogna se

n'era andata.

Nonostante avessimo finito di cantare continuammo a vederci negli occhi... Era come se i nostri

occhi fossero legati da un filo invisibile, come se i nostri occhi fossero l'unica cosa che c'era in

questo mondo... “Sei bellissimo...”pensai tra me e me e, senza accorgermene, mi stavo

avvicinando a lui. Ormai i nostri visi erano vicino e avevo il respiro affannato. << Hai una voce

bellissima... >> Mi disse con voce roca. << Grazie. >> Ma in quel momento non volevo parlare,

volevo solo sentire il sapore di quelle labbra. “Manu...Ma perchè mi vieni in mente adesso?

Perchè quella volta mi hai quasi baciato? E perchè adesso mi fai stare così male?”

Erano domande di cui, purtroppo, non avevo risposta.

 

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Capitolo 19
*** Per fortuna è finito tutto bene... ***


Per fortuna è finito tutto bene...

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<< Chaterina, Alberto, volete qualcosa...da mangiare? Ho interrotto qualcosa? >> Disse mentre

io e Masino ci allontanammo rossi in faccia! “Sempre qualcuno o qualcosa ad interrompere”

<< No, niente di che. Io e Masi...cioè Alberto stavamo cantando. >> Dissi io. Notai che Masino

s'irrigidì, ma non riuscì a capire.

<< Comunque potresti anche bussare prima di entrare. >> Disse Masino, ma con un tono

totalmente diverso da quello che ho sempre sentito. “Si è arrabbiato così tanto solo perchè ci ha

interrotto? ”

<< Anche se non facevamo niente di che... >> “Ops, adesso ho capito!”

<< Ok, comunque se volete qualcosa da mangiare sono in cucina. >>

<< Ok, ma sinceramente io non ho tanta fame. Ho mangiato come una balena prima. Tu Albi? >>

Dissi sorridendo alla madre poi guardando Masino che in quel momento mi dava le spalle. <<

Nemmeno io. >>

<< Ok. Io vado. >>

<< Ci si vede dopo signora. >> e se ne andò sorridendomi. Quando richiuse la porta nessuno dei

due parò. “Che gli dico? Guarda che non volevo dire che il bacio non sarebbe stato importante

per me perchè in fin dei conti tu mi piaci anche se mi sto innamorando di un altro?”

<< Ehm... >> Cercai di tossire.

<< A che ora hai il pullman? >> Mi chiese con un tono freddo. “Ma...?”

<< Che ore sono? >> Se mi voleva fuori sarei andata con il primo pullman che ci sarebbe stato.

<< Le quattro. >>

<< Bene, il primo pullman che ci sarà è quello delle quattro e mezza. >>

<< Bene. >> “Testa di cazzo. Tutti i maschi sono degli idioti. Prima Manu che si offende per un

bacio sulla guancia e per Marco che gli ha detto che io ho una cotta per lui, poi adesso Masino

che fa l'idiota solamente perchè volevo che sua madre non capisse che io e lui ci stavamo per

baciare.”

<< Siete tutti strani voi maschi, lo sai?! Dov'è il bagno? >>

<< Difronte camera mia. >> E così andai in bagno. Ero davanti allo specchio con il rubinetto

aperto. L'acqua continuava a scorrere libera... “libera finchè io non chiuderò il rubinetto.” Quegli

occhi leggermente a mandorla e marroni, quella bocca non sottile, ma nemmeno da star rifatte,

quei capelli marroni e mossi. Molti mi dicono che sono bella. Molti ancora dicono che dono brutta.

Io... io non lo so. Non sono brutta, ma nemmeno bella...diciamo che me la cavo. Una lacrima mi

riga il viso e io la asciugo subito e comincio a lavarmi la faccia. “Per fortuna che non mi trucco

altrimenti questi ultimi giorni sarei stata presa per un panda.” Feci un mezzo sorriso. “Dai

Chate, vai la fuori e fatti valere.” E così uscii. Quando entrai in camera di Masino, lui stava

rimettendo la chitarra nell'armadio. Io ero indecisa sul dafarsi. Lui si girò e mi guardò. Io

inarcai un sopracciglio senza accorgermene. << Che c'è? >> Non mi rispose. Sbuffai e andai a

sedermi sul letto con le gambe incrociate. Ero un letto matrimoniale con le coperte blu. Lo

adoravo e poi era così morbido. “Che palle. Che palle. Che palle. Che palle.” Continuavo a

ripetere tra me e me. Cominciai a guardarmi intorno e il mio sguardo si fermò sulla biblioteca. Mi

alzai e andai a sbirciare fregandomi di Masino che mi stava ancora fissando! Mi dava sui nervi.

<< Uh, ci sono le tue foto di quando eri piccolo. E ci sono anche L'Orso... cioè Tommaso e

Robert. Siete degli amori e Tom non ha i capelli grigi!! Ma tu sai perchè se gli è fatti così? >>

<< Perchè gli piaceva così. >> Mi sussurrò all'orecchio. Io dallo spavento feci un mezzo urlo e mi

girai dandogli uno schiaffo involontariamente. << Scusa, non volevo, ma mi hai spaventato!

Credevo fossi infondo e poi ti ritrovo dietro di me! >> Lui sorrise e io mi sciolsi. “Forse mi ha

perdonata” Pensai. Poi mi si avvicinò e con una mano prese la mia e cominciò a farci dei giri

circolari “Ma perchè sono sempre cerchi?” e con l'altra cominciò ad accarezzarmi la guancia.

Senza accorgermene cominciammo ad andare verso il letto. L'unica cosa che vedevo erano i suoi

occhi e la sua bocca. “E come quella di Manu... Non ciò mai fatto caso, anzi non l'ho mai vista

attentamente.” Sorrisi a questo pensiero. Mi coricò sul letto e lui su di me e lentamente cominciò

ad avvicinarsi. Il fiato diventava sempre più affannato e la temperatura stava aumentando.

“Saliva, dove sei finita?” Avevo sia bocca che gola secche e continuavo a deglutire di continuo.

Ormai i nostri nasi si toccavano e io chiusi gli occhi automaticamente. Lui si era fermato, non

stava più avanzando allora feci io l'ultimo passo. Cominciammo a baciarci. Aveva delle labbra

morbidissime ed era bravo a baciare. Non me lo sarei mai immaginato, sinceramente. Socchiusi

leggermente la bocca e così cominciò una danza fra le nostre lingue. Intanto cantavo mentalmente

Lullaby” di Nickelback senza motivo. La danza fra le nostre lingue divenne una battaglia dove si

aggiunsero anche le nostre bocche. Era come se poi non si sarebbero più riviste e in quel

momento si stavano dicendo addio. Poi ci staccammo pochi secondi per riprendere fiato, guardarci

negli occhi e sorridere come due ebeti. Poi ricominciammo a baciarci, ma stavolta dolcemente,

come se avessimo avuto tutto il tempo del mondo. Per fortuna tutto è finito bene. Masino sta

cominciando a piacermi e credo proprio che anch'io piaccia a lui. Già, è proprio vero che nella vita

bisogna imparare ad avere pazienza e credere nel futuro e io credo in lui, nel mio Masino.

Per fortuna, alla fine, è finito tutto bene...

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Capitolo 20
*** Una chiamata da te! ***


 

Una chiamata da te!
 

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A casa tornai alle sei con il pullman di cinque e mezza. La prima cosa che feci fu una doccia bella

calda. Era l'unica cosa che volevo in quel momento. Misi la musica a massimo volume e cominciai ad

ascoltare “
How to save a life” di Fray e cominciai a cantare. Rimasi un'ora sott'acqua e poi andai

a vestirmi. Alla fine decisi di riscaldare la pizza surgelata. Mi stavo annoiando a casa da sola e il

fatto che non fossero ancora arrivati gli assistenti sociali mi confondeva. Volevano che vivessi da

sola o stavano cercando una famiglia che mi potrebbe adottare?

Drin! Drin!

Era un messaggio da parte di Masino!

Da: Masino

 

Ehilà amore, come stai?

Io bene. Mi manchi moltissimo.

Ci vediamo domani, ok? Oppure ti chiamo...

Come vuoi tu, ciao! <3 <3

<< Mi ha chiamato amore! >> Dissi ad Axel, il mio gatto, che si stava leccando il pelo. << E poi

so che mi ha mandato questo messaggio solo perchè vuole chiamarmi. >>

 

A: Masino

 

Ehi amore, io sto bene.

Anche tu mi manchi moltissimo.

Mi piacerebbe molto se tu mi chiamassi...

<3

 

Dopo neanche un minuto dall'invio del messaggio, mi chiama. Risposi ridendo.

<< Ciao amore, come mai ridi? >>

<< Rido perchè sei strano forte. >>

<< Perché? >>

<< Senti, se vuoi chiamarmi fallo pure. Non mi dai fastidio e non mi serve un tuo messaggio con

scritto se ti va ti chiamo. >> Dissi. << E non osare dire che il tuo scopo non era quello! >>

Aggiunsi.

<< Beh...il mio scopo non era quello, cioè... Ok, va bene. Non sapevo se ti avrebbe fatto

piacere sentire la mia voce. >> “Piccolo...”


<< Mi ha fatto molto piacere sentire la tua voce, Masi! Non devi avere paura di chiamarmi o di

mandarmi messaggi! >>

<< Sai che sono capace di richiamarti appena ci salutiamo? >>

<< Fallo. >> E così continuammo a parlare per quasi un ora su come stavamo, su cosa aveva

domani e cose del genere.

<< Ti va di venire a casa mia domani dopo scuola? >> Gli chiesi.

<< Serio? Certo che vengo, amo... Mi dispiace, ma adesso che ci penso domani non posso proprio.

Ho il ripasso per gli esami a scuola. >>

<>

<< Ok, ciao bellissima e fai sogni d'oro. >>

<< Questo significa che dovrò sognarti? >>

<< Capisci in fretta, complimenti! >> Disse ridendo.

<< Ciao idiota! >>

<< Ciao amore. >> E così fini la chiamata e io mi addormentai subito pensando ai miei genitori.

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Capitolo 21
*** Forse potrei innamorarmi di lui... ***


            Forse mi potrei innamorare di lui...



                                                                                              Facebook

 


Il giorno dopo mi svegliai di buon umore, anche se non avevo sognato Masino, almeno credo.

Sinceramente non mi ricordo cos'ho sognato.

Mi alzai e indossai dei jeans strettissimi blu, con una felpa con scritto “I love you,baby!”.

Ovviamente non potevano mancare le mie scarpe color terra di Siena con il pelo bianco dentro. Le

adoravo e sono state le ultime scarpe che mi comprò mia madre, proprio quattro giorni prima di

morire...

Andai davanti al suo specchio e decisi di mettermi la matita. Mi è sempre piaciuta e dicevano che

stavo bene. Il risultato, infatti, era soddisfacente. Scesi saltellando le scale e andai in cucina a

mangiare una ciotola di cereali al cioccolato.

A sette meno cinque uscii per prendere il pullman e quando salii trovai Manu che mi aveva tenuto

il posto e mi sedetti vicino a lui.

<< Ciao. >> Gli dissi sorridendo.

<< Ciao. Siamo felici oggi,eh? >>

<< Io si, ma tu? Non sembri molto allegro. >>

<< Non posso essere sempre felice. >>

<< Ok. >>

<< Comunque si può sapere cos'è che ti rende così felice. >>

<< Mi sono messa assieme ad un tipo che mi piace. Quello di ieri, hai presente. >> S'irrigidì e

non mi rispose.

<< Abbiamo mangiato fuori insieme, poi abbiamo fatto un giretto e alla fine sono andata a casa

sua e... >>

<< Non m'importano i particolari, anche se non ti credevo una tipa facile! >>

<< Sai che sei uno stronzo. Se sei triste o arrabbiato puoi parlami dei tuoi problemi che ti

ascolto volentieri, ma non prendertela con me! In ogni caso non l'abbiamo fatto. Sono ancora

vergine e non ho ancora intenzione di farlo, chiaro? >>

<< Scusa è solo che... non so. Hai ragione, me la sto prendendo con te per niente. >> Dopo poco

gli dissi che sembrava geloso. Lui mi guardò.

<< Io, geloso? Forse un po'. Tu sei mia la mia migliore amica ed è normale che sia geloso. >>

“Già, la sua migliore amica...”



Drin! Drin!


Un messaggio. “è da Masino...” Il fatto che Manu mi considerasse solo l sua migliore amica mi

rattristava perché essendo "migliore amica", tra di noi non ci potrà mai essere niente.

 

Da: Masino

 

Ciao amore, come stai? <3

Mi manchi già tanto.

Se ti va io ti aspetto davanti alla biglietteria, ok?

 

 

Chate, tu stai con Masino, chiaro?"

 

A: Masino

Ehi, come va amore?

Io sto bene e anche tu mi manchi molto...

Comunque per me va benissimo.

Ci vediamo in biglietteria. <3

 

E inviai il messaggio. Non ero abituata a dire o scrivere “amore”; ogni volta che lo facevo mi

sentivo in agitazione...

“Spero solo che non se ne accorgi!”

<< Era lui? >>

<< Già. Mi aspetta in biglietteria! >> E gli sorrisi, un sorriso tirato. Poi distolsi il mio sguardo da

lui e iniziai a guardarmi le mani. Sapevo benissimo che avrei preferito diecimila volte Manu da

Masino, ma ora c'era lui e io dovevo concentrarmi solo su il mio Masino. "È o non è il mio

ragazzo? Però... forse è vero... Forse lo sto prendendo in giro. Lo sto usando per dimenticare

Manu facendo la stronza... Non mi avresti mai voluta vedere così, vero mami? Ma guarda un

po'... senza te sono niente. Senza te sono uno schifo. Dove sarai ora? Starai bene e mi starai

guardando da lassù?” E così, per tutto il viaggio continuai a parlare con mia madre cercando aiuto

e conforto...

Arrivata in stazione, salutai di fretta Manu, ma lui mi fermò. Mi girai verso di lui che mi disse:

<< Sai, stai molto bene con la matita, ma sei bella anche senza... >> Io lo guardai stupita e poi

gli sorrisi mentre la Chate nella mia testa faceva i salti di gioia e le capriole. << Gr-grzie, sei

molto gentile a dirmi questo e sinceramente non me lo aspettavo... >> Dissi.

<< È la semplice verità! >> E mi lasciò andare e io m'incamminai verso la biglietteria continuando

a pensare al complimento ricevuto da Manu. C'era già Masi che mi aspettava... con un nuovo e

fantastico taglio di capelli!

<< Quando ti sei tagliato i capelli? >>

<< Beh... mia madre di professione è una parrucchiera e quindi, ieri sera, mi ha tagliato i

capelli... Lo so, faccio schifo... >>

<< Ma ti sei visto allo specchio? >> Gli dissi sorridendo.

<< Appunto! >>

<< Appunto! Stai da Dio! Sono molto fortunata ad avere un ragazzo come te! >> Dissi

abbracciandolo. Lui mi strinse forte e mi persi nel suo profumo. "Forse mi potrei innamorare di

lui..." E così andammo mano nella mano a scuola.

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Capitolo 22
*** Io ti voglio bene, ma... ***


Io ti voglio bene, ma...

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Quelle cinque ore di lezioni passarono veloci. :asino rimase a scuola perché aveva il ripasso per

l'esame. Io andai da sola in stazione ascoltando della musica.


Mi faceva bene; la musica, ormai, era una parte di me.


Salii sul pullman e vidi la Lara che mi aveva tenuto il posto. “Non ci saranno né Mattia né Lila...”

Andai vicino a lei e mi disse che mi aveva tenuto il posto.


<< Come mai? Non hai voglia di rimanere sola? >> Lei mi guardò confusa: << Semplicemente

perché volevo passare un po' di tempo con te. >>


<< Ci vediamo cinque volte alla settimana sul pullman e, solo ora che non ci sono Lila e Mattia, ti

è venuto in mente che esistevo anch'io? Non mi piace essere il rimpiazzo di nessuno Lara e tu,

ogni volta che ci sono quei due, non mi caghi nemmeno! Non eravamo così io e te, non so se te lo

ricordi. >>

<< Che c'è ora, devo passare del tempo solo con te? >> “Questa cosa me l'aveva detta anche

Manu!!”

<< Non intendevo quello, dicevo solo che potresti passar del tempo anche con me, siccome io ho

bisogno di te in questo periodo! >>

<< Non usare come scusa la morte dei tuoi genitori! È comunque non è vero che t'ignoro. >>

<< Senti, tu non puoi sapere cosa provo quando sono in tua presenza e poi mio padre mi ha

abbandonata mentre mia madre e mio fratello sono morti! >> Disse con le lacrime agli occhi.

<< In pratica non c'è nessuno vicino a me, se non Manu. >>

<< Siccome c'è, perché non vai da lui. >> Lo disse con una tranquillità incredibile, come se di me

non le fosse mai fregato niente... e forse era così.

<< Bene. Ah, prima di andare volevo dirti una cosa: io ti voglio un mondo di bene, ma tu hai

voluto distruggere tutto. Tu non mi hai più voluta. Mi dispiace... >> Lei mi guardò, come se solo

adesso si accorse di ciò che aveva fatto, ma era troppo tardi, oltre al fatto che non fece niente

per fermarmi o scusarsi. Mi girai andando in cerca di Manu, ma quando li vidi, il cuore mi si

bloccò. Desiderai con tutta me stessa di risvegliarmi, di correre via, di lasciar questo mondo...

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Capitolo 23
*** So che ti perdonerei tutto. ***


SO CHE TI PERDONEREI TUTTO

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  Volevo non essere mai nata, o almeno di non essere in quel posto in quel momento. Vedere lui e

lei, così vicini e con le bocche a contatto... quella bocca che desideravo tanto baciare, quella

bocca che desideravo tanto fosse mia, quella bocca che racchiudeva il più bel sorriso che abbia

mai visto. Le lacrime cercavano di uscire dagli occhi.

Ah, no, le lacrime già uscivano dagli occhi, bollente e veloci e non credo smetteranno molto presto

di rigarmi il volto...


Avevo bisogno di lei, della mia migliore amica, ma avevamo appena litigato...


Mi sentivo in trappola e totalmente sola... Non c'è la facevo più, ma sapevo che dovevo andare

avanti a testa alta, anche se non sapevo come fare...


Abbassai la testa, quando questa era l'ultima cosa che dovevo fare, e andai in cerca di posto.

Purtroppo incontrai Michele, un mio amico, che mi fece, anzi mi costrinse a sedere vicino a lui e

dov'era seduto lui se non davanti alla bella coppia che continuava a baciarsi. Il mio cuore era a

pezzi. Io ero a pezzi.

<< Cavoli, è un sacco di tempo che non ci vediamo e non mi saluti nemmeno come si deve?! >>

<< Scusa Miki, ma ti giuro non sono in vena di risate, ma per te proverò a fare un eccezione

siccome ti voglio bene sfigatone! >> E lo abbracciai. “Non volevi andare avanti a testa alta? Beh,

fregatene di lui e dimostragli che anche se sei distrutta da dentro, puoi sorridere ancora.”


<< Bene, bene, ma ti prego non soffocarmi! Ho bisogno d'ossigeno! >> Disse sorridendomi.

<< Scusa. Beh, come stai? >>

<< Io bene, ma tu? Ti ho vista litigare con la Lara e poi, quando ti sei girata, hai iniziato a

piangere non so perché.>> Io abbassai lo sguardo guardandomi le mani.

<< Tranquillo, non è niente di grave. È stato solo un momento di debolezza... >>

<< Sono tuo amico ormai da tre anni e ti conosco troppo bene. E per un ragazzo. >>

<< Sono fidanzata da due giorni. >> Dissi fingendo un sorriso, un sorriso che non avrebbe

convinto nessuno, ma nonostante tutto Miki fece finta di crederci.

<< E quando aspettavi a dirmelo? >>

<< Ti ho detto che ci siamo messi insieme due giorni fa... e da quel giorno non ti ho proprio

visto... Mi dispiace. E invece tu? Come va con le ragazze? >> Lui mi guardò e sorrise, un sorriso

spento. Lo guardai con tristezza chiedendogli di raccontare tutto.

<< L'altro ieri Lara e Mattia si sono lasciati e io ho le ho confessato ciò che provo per lei, sì mi

piace. >> Disse prima che potessi interromperlo.

<< E beh, lei... non ricambia ovviamente... >>

<< Mi dispiace Miki e so bene cosa vuol dire non essere ricambiati. In ogni caso la devi lasciar

perdere... Purtroppo per te, è totalmente persa per Mattia e del fatto che si fossero lasciati

non ne sapevo niente. Sai, abbiamo appena litigato perché ormai lei non mi cercava più, non ci

teneva più a me e quando stavamo insieme mi ignorava e quindi non potevo più andare avanti così

facendomi prendere in giro da lei. Per troppo tempo mi sono fatta prendere in giro dalle persone

a me care e per troppo tempo sono rimasta lì a vederle andarsene via, così come sono arrivate.

Di tutta fretta. Sono stanca di dover stare male per ogni cavolo di cose che ho deciso di

parlarne con lei e questo è servito a farmi capre che ormai lei non è più affezionata a me... >>

Dissi tutto d'un fiato con gli occhi che mi pizzicavano.

Miki mi abbracciò e io rimasi lì, tra le sue braccia, a pensare quando tutto questo sarebbe

finito, a pensare quando la nostra amicizia sarebbe finita perché sapevo che sarebbe successo la

stessa cosa con lui...

<< Ehi Chate... Non ti avevo visto! >> “Cazzo!”

<< Forse non mi avrai visto perché eri concentrato a fare altro! >> “Chate così sembri gelosa!”

<< Beh...ecco...lei è Veronica, Vero lei è Chate. >>

<< Piacere. Manu mi ha parlato tanto di te. >> Non le risposi perché per me non era un piacere.

La guardai inarcando il sopracciglio destro e lei capii che era cominciata una guerra tra noi due,

una guerra che aveva come trofeo Emanuele.

Lei decise di cominciare subito la prima battaglia, facendomi ingelosire, e ci riuscii alla grande

finché Manu non la fermò.

<< Dai Vero, non è il momento. Comunque cos'hai, Chate? >> Disse alzandosi e venendo verso di

me. Mi sentivo stanca per risponderli, ma forse...

<< Niente di che. È solo un po' di tristezza. >>

<< Ti va di parlarne? >> “Mi va di passare il mo tempo con te.”

<< Ok. >>

<< Vero ti puoi sedere al posto di Chate? Dai, fallo per me! >> Disse con quel faccino

d'angioletto.

<< Miki, per te va bene? >> Lui mi guardò e capii ciò che provavo per lui e mi sorrise.

<< Per me va benissimo. >> Poi guardò Manu e gli fece l'occhiolino.

<< Tratta bene la mia principessa o ti spacco il culo, chiaro? >> Detta questa frase diedi un

bacio sulla guancia a Miki; è stata la prima volta che lo fatto, ma comunque sapevo che era solo

un bacio amichevole. << Ti voglio bene, mio principe. >> E io mi sedetti vicino a Manu.

<< Siamo solo amici. Non fare quella faccia lì! >> Disse Miki a Manu, che infatti aveva una faccia

tesa e i pugni stretti.

<< Lo so. >> Fu l'unica cosa che disse Manu.

Non riuscivo a stare arrabbiata con lui più di tanto, mi era impossibile.

Per lui averi fatto di tutto, e non è un modo di dire, e questo mi faceva paura.


Ero disposta a fidarmi ciecamente di lui ed ero sicura che non mi avrebbe tradito, ma cosa

potevo saperne io di lui? Niente. E così mi appoggiai sul suo petto con mille domande in testa,

mille domande che non avevano risposta, mille affermazione che non avevano “se...ma...forse”.

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Capitolo 24
*** Cose che non dovrei mai fare... ***


COSE CHE NON DOVREI FARE...


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"Nella vita ci sono tante cose che non si dovrebbero fare. Tante cose di cui non si dovrebbe

parlare. Tante cose che non si dovrebbero nemmeno pensare. Nonostante questo la gente le fa,

anche se dannose, come fumare... Sì sa, è una cosa pericolosa, ma la gente fuma. Come guidare

a velocità massime, rischiando di fare incidenti, uccidendo delle persone. Come bere, ma comunque

la gente lo fa. Ci sono cose che non dovrebbero essere fatte, ma sono uguali per tutti? No...

Per qualcuno rubare è qualcosa che non bisogna fare, ma per altra gente è il contrario. Si

diverte a farlo. Cosa c'è di divertente vi chiederete... Beh, non lo so nemmeno io, ma loro lo

sanno."

 

 

<< Vuoi dirmi cos'hai? >> Mi chiese mentre mi accarezzava i capelli ed io ero appoggiata al suo

petto.

<< Sai, io non sono molto fortunata in amicizia. Ho appena litigato con la mia migliore amica, la

persona con cui avrei giurato che non avrei mai litigato. La persona di cui mi fidavo ciecamente.

La persona a cui volevo più bene dopo la mia famiglia. La persona di cui sarei stata disposta a

fare tutto. Una persona come te... >> E so che in quel momento mi stava guardando stupido,

anche perché smise di accarezzarmi i capelli per poi ricominciare poco dopo.


<< Quindi saresti disposta a fare tutto per me? Ti fidi così tanto? >>

<< Purtroppo sì, e lo capito solo adesso. >> E lo guardai.

<< Ti ricordi? Il giorno in cui ti ho dato quel bacio sulla guancia e mi hai trattato male? Ti ricordi


che ti ho perdonato. Come altre volte, ma io voglio parlare di quel giorno lì.

Tu mi hai trattato male perché pensavi che io avessi una cotta per te e tu non volevi metterti

con nessuno perché eri stato troppo male per Martina, ma Veronica? È così diversa da me? Mi

avevi detto che non volevi nessuna relazione amorosa e ti sei buttato subito tra le sue braccia

quando te la permesso. >> Continuavo a guardarlo in quei magnifici occhi, ma lui distolse lo

sguardo e non disse più niente. Io mi staccai e appoggiai la testa al finestrino nascondendo il

volto con i capelli e cominciando a piangere. Sapevo di aver rovinato anche questo, ma doveva

sapere. Anzi, dovevo sapere perché ha accettato lei e non me. “Non ricordi Chate? Sei la sua

migliore amica
” E come posso dimenticarmene. C'ero stata malissimo per quelle sue parole.

Intanto le lacrime continuavano a scendere rigandomi il volto. Non avevo forza per trattenerle.

Non avevo forza per vivere. Non avevo forza e basta.


Avevo capito che per tutto il tragitto non avremmo parlato, e forse nemmeno i giorni seguenti.

Allora mi alzai e dissi a Veronica di ritornare dal suo ragazzo. Prima di sedermi mi girai verso

Lara, che mi stava guardando. Distolsi lo sguardo da lei. Distolsi lo sguardo dal mondo e chiusi gli

occhi ascoltando “The kill” dei 30 seconds to Mars. Sentivo lo sguardo di Michele su di me.

Sentivo lo sguardo della Lara su di me. Sentivo il telefono che vibrava e che aveva interrotto la

mia musica. Guardai chi era. Stella. Non volevo parlare con lei. Non volevo parlare con nessuno e

così decisi di riattaccare. Mi chiamò per altre setto-otto volte, ma non accettai mai. Poi si

decise e la smise di tormentarmi di chiamate a cui non avrei risposto. Arrivata a casa non

mangiai. Non avevo fame. Non avevo niente. Allora, continuando sempre ad ascoltare la stessa

canzone per mille volte, andai in camera mia, nel mio letto e mi sedetti lì, al buio. Molta gente

aveva paura del buio, me compresa perché se c'è buio non c'è la luce dell'amore. Ma è della

notte che sono innamorata, delle sue stelle fantastiche, del suo universo infinito blu come la

notte. Continuavo a guardarmi le mani in silenzio e a pensare finchè non mi venne in mente una

cosa che dicevano. Una cosa che avevo già fatto alle medie. Una cosa che avrei giurato di non

rifare mai per quanto pericolosa. Una cosa che dicevano facesse sentire meglio.

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Capitolo 25
*** QUella cosa che mi avrebbe fatto bene... ***


QUELLA COSA CHE MI AVREBBE FATTO BENE

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Andai in camera di mia madre, come se fossi uno zombie. Cercavo quella cosa. Quella cosa che mi avrebbe fatto bene, o almeno così dicevano. Perchè quando lo feci quell'estate non sentii sollievo, ma solo dolore. Un dolore lancinante. Andavo alla ricerca di quella Cosa e l'avrei trovata. La dovevo trovare. Mi serviva. Ne avevo bisogno. << Eccola... >> Sussurrai nella notte. La presi e comincia a guardarla. Aveva una bellezza tutta sua che non credevo potesse farmi male. Ma anche le rose sono belle, solo che hanno le spine che fanno male. Con le spine pungono. Invece La Cosa non pungeva, no... La Cosa tagliava. La lametta di ferro tagliava. Più la guardavo più la adoravo. Non sapevo come usarla, e non m'importava. La guardavo avvicinarsi sempre di più al braccio. Più si faceva vicina e più mi sentivo bene. “Forse è vero.... Forse dopo mi sarei sentita meglio...” E così tracciai un taglio sul polso, un taglio orizzontale. Qualcosa di caldo cominciò ad uscire. Era molto piacevole quel pizzico che sentivo, quel bruciore. “No, non è abbastanza...” E così cominciai a farmene altre. Due tagli. Tre. Quattro. Ora sì, ora mi sentivo meglio. Ora avevo tolto sporco da me. Il sangue continuava a sporcare il pavimento e le mie mani. Fu così che mi addormentai sul pavimento: guardando le mie ferite perdere sangue e sporcare terra. Ne avevo proprio bisogno. Mi alzai di sera con il braccio e la mano destra tutta rossa. Ci misi un po' a capire. Solo quando mi ricordai di tutto sorrisi soddisfatta tra me e me. “Mi ero tagliata... E fa un po' male...” Non volevo disinfettarmi le ferite... Non ancora. Erano così belle... Così rosse. Il telefono suonava. Era Stella. Le risposi. << Ciao.... >> Dissi con voce sognante. << Non dirmi che ti eri addormentata?! >> << Sì, avevo sonno, ma sinceramente sono ancora stanchissima. >> Era vero, mi sentivo stremata. << Perché prima hai riattaccato? >> << Senti, ci vediamo domani, ok. Poi i spiego. Ci vediamo. >> E senza aspettare risposta riattaccai. Mi alzai, ma appena lo feci il mondo cominciò a girarmi attorno. Dovevo mangiare, ma avevo lo stomaco chiuso. Allora scesi in bagno e mi lavai tutto quel sangue. Quando l'acqua toccò le ferite sentii bruciare. << CAZZO! Potevano anche dire che faceva così male. >> E sentii bussare la porta. “E ora? Chi cavolo sarà?” mi asciugai di fratta il polso, ci misi velocemente il disinfettante e avvolsi tutto l'avambraccio in una garza. Poi corsi ad aprire la porta. “Merda! Potevo anche tagliarmi la mano sinistra...” La destra mi faceva troppo male e allora aprii col la sinistra. << Cazzo.... >> Dissi appena vidi chi era. Fra tutti i giorni che c'erano, proprio oggi dovevano venire?!

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Capitolo 26
*** Una... notizia ***


Una... notizia



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<< Cazzo... cioè Buongiorno prof, che ci fa qui? >> Chiesi alla mia prof. Di diritto che era

accompagnata da due signori, di cui uno era veramente figo, e un poliziotto. “Che ho fatto?!”Mi

chiesi spaventata e, come se mi avesse letto nel pensiero, la prof. Mi disse di stare pure

tranquilla che non avevo fatto niente di male.

<< Allora, non ci fai accomodare? >>

<< SìSì, entrate pure. Scusate, ma la casa è un po' in disordine. >> Dissi accendendo le luci che

mi accecarono. Ero stata troppo al buio!

<< Mmm...volete qualcosa da bere o da mangiare? >>

<< Non so, hai qualche succo? >>

<< Sì, aspettate qua. >> E andai in cucina. Presi cinque bicchieri e la bottiglia e gli portai di la

in salotto. “Cazzo, mi gira la testa...” Dissi barcollando e rischiando di far cadere tutto. Misi di

fretta tutto sul tavolo e andai a sedermi prima che notassero i miei giramenti di testa.

<< Allora, se non ho fatto niente di male. >> E guardai il poliziotto che mi sorrise, ma io non

ricambiai.

<< Dovrete essere qua per il mio... per la mia situazione, diciamo. >>

<< Sì... Tu sei minorenne e quindi non puoi vivere da sola perché ci vuole qualcuno che provvedi

alle tue necessità. >>

<< So cavarmela anche da sola e mi piace vivere senza nessuno. >>

<< Ma la legge non lo permette. >>

<< E allora? Le leggi non ti permettono di fare niente, sinceramente, e pure i politici le

trasgrediscono, se non mi sbaglio. Quindi perché bisogna fare differenze?>>

<< Perché non vogliamo correre il rischio che anche i giovani diventino come quelle persone. In

ogni caso noi ti abbiamo già trovato una sistemazione. >> Mi disse la prof. Di Diritto.

E qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire sperando di trovare un angelo. Aprii la porta con la

mano destra dimenticandomi delle ferite e feci una smorfia di dolore che non passò inosservata

agli occhi degli altri, curiosi anche loro di sapere chi era. << Mi fa un po' male la mano... >>

Dissi giustificandomi. Allora aprii la porta e davanti mi trovai il diavolo in persona.

<< Oh doppio cazzo! >> E richiusi la porta.

<< Chi era? >> Mi chiesero in coro il poliziotta, la prof. Vezzoni, di diritto e i due tipi, che dovevano essere gli assistenti sociali.

<< Il diavolo in persona. Bisogna scappare prima che ci acchiappi. >> Dissi seriamente. Loro mi

guardarono confusi finché non si senti il diavolo dire : << Esposito, apri immediatamente questa

porta! >> E così la Vezzoni, non vedendomi aprire, si alzò e aprii la porta facendo entrare il

diavolo, che non era altro che Lei, la stronza di turno: La prof. Di Scienze Naturali, l' Altieri!

“Aiutooooo!!”

<< Che ci fa lei qua? >>

<< Mi hanno invitata. >> Disse con tono altezzoso e si andò a sedere. “Stronza!”

<< In ogni caso Chaterina, stavamo dicendo che abbiamo trovato una famiglia che ha i requisiti

adatti per mantenerti ed è anche qui vicina così non dovrai dire addio alle persone a te care. >>

Continuò il figo, che comunque avrebbe dovuto avere sui ventitré anni o qualcosa del genere. Mi

sedetti e cominciai a pensare. E a cosa? L'unica domanda che mi ronzava alla testa era... Beh,

sinceramente non avevo una domanda...

<< Allora che ne dici? >>

<< Perché? Ho la possibilità di scegliere? >> Il figo mi sorrise e mi disse. << Sì in fin dei conti

non hai scelta, ma almeno ti piace l'idea del fatto che la famiglia con cui andrai a vivere è qui

vicina? Così almeno non dovrai abbandonare tutto. >>

Il mio scopo invece era quello di chiudere con il mio passato cominciando a vivere lontano da tutti

e da tutto, imparando a vivere fregandomi degli altri perché prima o poi mi avrebbero

abbandonato...

Sospirai e inarcai il sopracciglio sinistro. << È indifferente, ma grazie per... le fatiche che

avete fatto. >> Dissi sorridendo, un sorriso falso. Stavo diventando molto brava a fargli...

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Capitolo 27
*** Troppo dolore e troppa sofferenza... ***


TROPPO DOLORE E TROPPA SOFFERENZA...


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Quando se ne andarono mi coricai sul divano del salotto e cominciai a pensare a come sarebbe stato vivere con la mia nuova famiglia domandandomi molte cose su di loro immaginandomi molte scene. Sabato questo dovevo andare a trovargli e mi avrebbe accompagnato solamente il figo. 
“Wow...” Dissi senza entusiasmo. Volevo tanto dire “Ehi Chate, ma che cavolo stai dicendo?! Tu vivi per i fighi!! Loro sono la tua vita!” … 

Già, mi sarebbe piaciuto molto dirlo, ma io non vivevo più per i fighi... Io non vivevo più e basta... Mi mancava la mia vita dove avevo appena imparato a sorridere nonostante tutte le mie sofferenze, nonostante il mio passato... oppure... tutto quello che ero era solo una maschera e ora, stanca di doverla tenere, lo gettata e sono tornata me stessa?
Prima o poi dovrò capire perché mi pongo sempre domande senza risposte. Ero stanca di dover sopportare tutto quello. Alzai la manica della mano e guardai la ferita...
“Ma che cavolo ho fatto? Che mi sta succedendo? Perché mi sta succedendo tutto questo? Perché...?” Dissi cominciando a sentire lacrime bollenti rigarmi il viso. Continuavano a scendere e a scendere, senza voler fermarsi. Adoravano essere libere e ogni volta che capitava si davano da fare per esserlo (?)
Andai davanti allo specchio continuando a piangere e facendo un passo dopo l'altro come se stessi appena imparando a camminare, ma senza nessuno che mi avrebbe tenuto in caso di caduta. Mi specchiai guardando quel mostro che continuava a piangere senza sosta lacrime salate, quegli occhi spenti e gonfi, quei capelli spettinati... Urlai prendendo lo specchio e lo buttai contro il muro tanto che si ruppe e alcuni frammenti di vetro mi andarono addosso senza ferirmi. Ora le lacrime si trasformarono in singhiozzi rumorosi. Mi portai una mano alla bocca e continuai a piangere e singhiozzare ridendo di me stessa finché non mi addormentai sul freddo pavimento. Mi svegliai alle tre e mezza del mattino seguente. Rimasi per non so quanti minuti coricata su quel pavimento, poi andai a farmi una doccia cercando di non bagnare la ferita e cominciai a pensare al giorno prima... Poi accesi la musica cominciando a cantare e sperando che mi avrebbe aiutato. Mi asciugai i capelli e mi li piastrai. Decisi che quel giorno mi sarei messa la matita. Quelle lacrime mi avevano fatto molto bene... Ora mi sentivo meglio, anche se affrontare la gente non rientrava nella mia giornata “ok”. Finii alle sette meno un quarto, dieci minuti prima di uscire e decisi di cantare ballando sulle note di “The kill” dei 30 Seconds to Mars. Ultimamente ascoltavo solo quella canzone, ma mi andava bene così. Quando salii sul pullman andai dritta in cerca di un posto senza guardare nessuno in volto.
<< Ehi Chate! >> Era Jeka... “Perfetto.” Penasi ironica.
<< Ehi, come va? >>
<< Io bene, ma tu? >>
<< Bene. >>
“Certo, come no. Sto benissimo se non consideriamo la morte di mio fratello e di mia madre, del fatto che mio padre mi ha abbandonato, dell'essere rimasta sola, senza nessuno, nemmeno il tipo che mi piace e la mia migliore amica. Oh, dimenticavo, per stare bene devo anche non considerare tutte le lacrime versate e le ferite che mi sono fatta.”
Pensai ascoltando la mia cara musica, l'unica che mi stava vicino in quei tempi e l'unica che volevo vicino...

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Capitolo 28
*** Il sogno... ***


 

Il sogno

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Dopo dieci minuti dalla partenza sentii una mano sulla mia spalla. Era una mano calda e sapevo a

chi apparteneva. Fu per questo motivo che feci finta di dormire.

<< Ehi, so che non stai dormendo e che mi stai ascoltando. Io e te dovremmo parlare quindi ti va

di venire sopra? >> Mi chiese.

“Col cazzo che faccio ciò che mi dici tu!” Pensai.

<< Va bene... >> Dissi.

E mi alzai seguendolo di sopra. Avevamo il pullman a due piani e lui aveva tenuto un posto anche

per me.

<< Allora, di cosa dovremmo parlare? >>

<< Del perché ho scelto lei e non te. >>

Lo guardai inarcando un sopracciglio.

<< Non fare quella faccia e ascoltami perché mi è difficile dire ciò che devo dirti. >>

<< Ok. >> Dissi sentendo il mio cuore cominciando a battere più forte.

“Oh, guarda un po'... Ho ancora un cuore che batte...”

Ma non fece in tempo a dirmi quello che doveva perché purtroppo fummo interrotti dalla sua

ragazza che mi fece innervosire come una zanzara in estate! (?).

“Ma che cazzo vogliono questi due da me?!”

<< Senti Manu, se vuoi ne parliamo un'altra volta senza la tua ragazza tra le palle. Ora vado,

ciao! >> E me ne andai prima che riuscisse dire qualcosa o fermarmi. “Vaffanculo idiota. Ti odio.

Ti odio. Ti odio.” Continuavo a ripetermi con gli occhi che mi diventavano lucidi, ma sta volta non

avrei pianto, soprattutto non per lui.

Mi sedetti nuovamente davanti a Jeka che non mi disse niente, o se lo fece non la stavo

ascoltando. “Concentrati sulle parole della musica e lascialo stare. Per te lui non esiste più,ok?

Per te c'è solo Masi e nessun altro. ” Adesso che ci penso perché non mi ha più chiamato?

E incomincia a temere che anche lui mi avrebbe abbandonato, ma non mi importava più di tanto.

Ormai stavo perdendo l'interesse per la vita... Ormai mi chiedevo che senso aveva vivere...

Ormai incominciavo a chiedermi perché non raggiungere la mia famiglia... E fu così che mi

addormentai sul pullman.


 

<< Ehi, ciao Manu. Allora, come è andata prima? >> Disse Jeka a Manu.

<< Purtroppo è venuta Veronica a rovinare tutto e Chate se ne andata. >> Disse volando verso di me, che

mi trovavo in una bolla blu con un fantastico vestito blu e circondata da tanti fiori anch'essi bianchi,  

mettendomi una mano sulla guancia. In quel momento ci trovavamo... al mare? Già, eravamo al mare al

tramonto.

<< Mi dispiace, ma ti assicuro che avrai un'altra opportunità per parlarle. Oggi poi era distrutta. >>

Disse Jeka con un volto così triste.

<< Lo so. L'ho notato anch'io. Aveva uno sguardo spento, senza vita. Ultimamente sta troppo male e ho

paura che faccia qualche cazzata... >> Disse Manu, non sapendo che una cazzata lo già fatta.

<< Ma è vero che lei e la Vika hanno litigato? >>

<< Sì... Sai che ho lasciato veronica dicendole che per lei non provo niente?>>

<< Così si fa! Sappi che quando lo scoprirà Chate farà i salti di gioia. In ogni caso sarebbe meglio che tu

la svegliassi così andiamo. >>

<< Aspetta un attimo. >> Disse Manu sempre con la mano sulla mia guancia e si avvicinò a me finchè le

nostre bocche non vennero a contatto. Fu un bacio a fior di labbra, un magnifico bacio che finii subito,

purtroppo.

<< Io vado e tu non dirle niente, ok! >>

<< Signor sì, signore! >> Disse portandosi una mano alla testa come nell'esercito e sorridendo come se

avesse appena ricevuto un milione di euro. E lui se ne andò uscendo dalla mia bolla e andandosene via con

una parte di me e bucando quella bolla che mi proteggeva dal mondo esterno facendomi precipèitare

nell'infinito, che divenne tutto nero e non c'era nessuno...


 

E fu così che mi svegliai. Era solamente un sogno del cazzo. “Però...” Pensai portandomi una mano

sulle labbra, un gesto che non sfuggì a Jeka e che mi guardò con uno sguardo incuriosito.

<< Ti eri addormentata? >>

<< Sì... Ho fatto uno strano sogno... Ma lasciamo perdere. Su andiamo che è meglio. >> Dissi a

Jeka alzandomi. Continuavo a pensare a quel maledetto sogno che, devo ammettere, aveva

riportato in me un po' di... “felicità? Forse...” Pensai e un sorriso mi spuntò in volto.

<< Come mai sorridi? Cosa ti ha detto Manu sul pullman? >>

<< Niente perché la sua ragazza è arrivata a romperci le scatole. >>

<< Uh, mi dispiace. >>

“Chate, ma che cedevi? Che quel sogno fosse vero? Sé certo, come no. Non siamo in un film o in

libro bella mia, questa è la realtà, questa è la vita! ”

Dopo questo pensiero mi misi le mani in tasca e andai a scuola.

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Capitolo 29
*** Il mio mando si stava spegnendo... ***


 

      Il mio mondo si sta spegnendo...        






Quando venni trovai Lara. “Ma perché mi cercano tutti oggi?”

<< Ehi, Chate! Come va? >> Mi disse come se non fosse successo niente.

<< Cosa vuoi? >> Sospirò e poi mi disse:

<< Mmm... Sì certo, è normale che tu sia arrabbiata con me... Ieri ho detto troppe cose che

non avrei dovuto dire... In ogni caso volevo chiederti scusa, ma non solo per questo, ma anche

per ciò che ti ho fatto... Purtroppo io non riesco a parlare sia con te che con la Vale

contemporaneamente... >>

<< Sé, certo! Bella questa. Ma ti sei sentita? Sarebbe come parlare con me e la Gemma, o con

me e qualsiasi altra persona e tu lo fai. Con lei mi ignoravi e basta quindi non inventarti scuse che

non stanno né in terra né in cielo, ok?! >>

<< Beh, questa non è una scusa, ma è semplicemente la verità. >>

<< E con ciò che hai detto cosa credi di fare? >>

<< Volevo solo che tu sapessi che mi dispiaceva e volevo anche chiederti una seconda possibilità

dove ti avrei dimostrato che so essere una buona amica... >> Sta volta fui io che sospirai. Dopo

un po' di minuti che continuavamo a guardarci negli occhi le dissi:

<< In fin dei conti tutti sbagliano, no? >> le dissi sorridendo e lei mi saltò addosso

abbracciandomi!

<< Scusa se ti ho fatto stare male... >>

<< L'importante che tu non mi faccia stare male nuovamente. Sai che sono in una fase... “K.O.”

e ho bisogno di persone a cui tengo che mi stiano vicine senza farmi del male... >> E in quel

momento mi passò vicino Manu e ripensai al bacio del sogno e involontariamente mi ritrovai a

sorridergli.

<< Ciao. >> Mi disse.

<< Ciao, come va? >>

<< Bene, tu? >>

<< Beh... Non è che stia tanto bene. >> Gli dissi con un sorriso triste ripensando a questi ultimi

giorni, soprattutto a ieri.

<< Senti, per stamattina... >>

<< Tranquillo, non c'è nessun problema, sul serio! >>

<< No,no invece per me c'è e ora che voglio dirti come stanno le cose tu devi per forza

ascoltarmi. >>

<< Ok... >>

<< Bene, innanzitutto quel giorno che tu mi hai dato un bacio sulla guancia, un po' prima ti avevo

detto che avevo voglia di baciarti, giusto? Giustissimo. Il punto è proprio questo. Il fatto è che

io mi stavo... cioè tu stavi iniziando a piacermi e sai che a causa di Martina io non volevo nessuna

relazione, soprattutto con te che non sapevo cosa provavo... Poi però, quando ti ho visto con quel

tipo lì avrei voluto alzarmi e spaccargli il culo e ho capito di essere spacciato perché tu mi piaci e

tanto Chate. >> Notavo che voleva continuare a parlare, ma non c'è la faceva... E io non sapevo

che dire, che fare. Lui mi piaceva, anzi di lui ero innamorata. In quel momento volevo saltargli

addosso, riempirlo di baci e urlargli che lo amavo con tutta me stessa, dal primo giorno che lo

avevo visto, seduto vicino al suo amico che rideva guardando il cellulare...

Volevo farlo e forse lo avrei fatto... Questo non si può sapere perché fu lui che mi si avvicinò

lentamente e cominciò a baciarmi, un bacio più lungo che io non ricambiai, ma non perché non

volevo, ma semplicemente perché non ci potevo credere, semplicemente perché avevo le labbra

immobilizzate, come tutto il corpo. Poi lui smise, cosa che non avrei mai voluto facesse e se ne

andò con il volto che esprimeva dolore...

“Manu...” Volevo inseguirlo, ma non poté perchè mi accorsi che Masi aveva visto tutto, perché mi

accorsi della lacrima che gli scese dall'occhio, perché mi accorsi di quanto male gli ho fatto... Lui

si girò e fece per andarsene, ma io dovevo spiegargli come stavano le cose, dovevo!

<< MASI, aspetta ti prego! >> E andai correndo nella sua direzione, ma lui non si voltò, non si

fermò. “Masi...” Il mondo cominciava a girare e diventare appannato, poi divenne tutto nero. Il

mio mondo si stava spegnendo. Sentii il clacson di una macchina e qualcuno che gridava il mio

nome...

“Manu...”

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Capitolo 30
*** In ospedale. ***


In ospedale

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Mi svegliai in una stanza verde schifo sentendo subito l'odore amaro degli ospedali... Lo avrei riconosciuto ovunque... Detestavo gli ospedali... Pensare che in quel edificio dove mi trovavo c'erano molte persone ferite, in fin di vita o già morte. Persone che soffrono, che piangono... Era una cosa che odiavo e mi ricordavo che mia madre desiderava così tanto che facessi il medico in ospedali...
Ma io decisi di fare la psicologa e così sarà.
Quando ritornai nel mondo comune, lontano da quei ricordi, mi chiesi cosa facevo qui, chi mi aveva portato, se era la realtà e ero in un sogno, anzi un incubo giudicando dal luogo. 
A farmi capire che tutto questo non era un incubo fu un dottore che assomigliava molto a quello di “Grey's Anatomy”. Involontariamente gli sorrisi e lui ricambiò, ma era un sorriso triste e stanco che spense il mio. Non volevo vedere quei sorrisi rivolti a me, non mi piacevano, soprattutto se erano fatti dai medici perché loro dovevano ispirare simpatia, fiducia, forza... e l'unica cosa che mi trasmesse lui fu dolore, infelicità, sfiducia.
<< Allora signorina Chaterina, come va? >>
<< Bene... grazie. >> Risposi con un filo di voce.
“Non credevo di essere così debole. E poi che bella voce calda che ha... Credo che m'innamorerò del dottore!” E iniziai a ridere, ma quella risata mi faceva solo male al petto e mi rendeva gli occhi lucidi tanto che smisi di ridere...
Il medico se ne accorse e cercai subito di pensare ad altro chiedendogli come si chiamasse.
<< Paolo, Paolo Aluisa. >>
<< Piacere, anche se il luogo dove ci siamo conosciuti non è in granché. >> E tossi.
<< Dovresti riposarti ancora un po' >>
<< Ma cosa è successo? >>
<< Sei svenuta in strada e hai rischiato di farti investire... >> 
Poi mi ricordai di aver sentito gridare il mio nome e il clacson di una macchina e Manu e Masino... Avrei dovuto spiegare a entrambi come stavano le cose...
<< Chaterina? >> Questo tono invece non mi piaceva... 
<< Sì? >>
<< Non mi chiedi il motivo del perché sei svenuta? >> E mi guardò dritto negli occhi... Sembrava tanto che mi guardasse l'anima con quei magnifici occhi grigi...
Stavo per chiedergli di dirmelo, ma la risposta mi balenò in testa come un fulmine che spezza il cielo in due e fece la stessa cosa con il mio cuore, anzi con tutta me stessa... Distolsi gli occhi cominciando a coprirmi il braccio in cui c'erano i tagli, anche se, ormai, l'aveva già vista...
<< Allora? Non me lo chiedi? Oppure l'hai già capito? >> Le lacrime cominciarono ad appannarmi la vista, ma non volevo piangere, ma lui non facilitava la situazione con le sue cazzo di domande...
<< Dovrei riposare come ha detto lei. Arrivederci. >> E nascosi la testa sotto le coperte. Sapevo che Paolo era ancora lì, ma se ne andò subito dopo. Appena chiuse la porta dietro di se, tirai fuori la testa da sotto le coperte continuando a guardare il soffitto. “Te lo meriti Chate. Tu non hai mai meritato amore, amicizia, felicità... Tu non hai mai meritato le cose positive come non le meriti ora e come non le meriterai mai. È una cosa semplice e tu la devi accettare. So che ammetterlo sarà difficile per te, ma nel profondo del tuo cuore lo sai. Ecco perché ti hanno abbandonata tutti...amici e genitori, tutti. Apri gli occhi e dai fine a tutto questo...”
Non mi sentivo bene, né fisicamente né emotivamente. Mi alzai e andai in direzione della finestra, ma caddi per terra sbattendo la fronte...
<< Ahi, che male! >>
Cercai di rialzarmi, ma non ce la feci... Ero troppo debole.
Strisciai fino al letto dove mi appoggiai per rialzarmi. La testa girava da matti e la pancia brontolava come mai aveva fatto. << Cibo. Devo. Avere. Cibo. Ora. >> Era l'unica cosa che avevo in mente in quel momento. Io non sapevo resistere alla fame... In quest'ultimo periodo avevo semplicemente perso l'appetito.

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Capitolo 31
*** Sulla terrazza di un ospedale ***


Sulla terrazza di un ospedale

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Avevo bisogno di cibo, ma come facevo? Riuscivo a camminare a mala pena...

<< Cibooo. Ho bisogno di ciboo >> Continuavo a lamentarmi distesa su quel cavolo di lettino, che

devo ammettere era comodo.

<< Ciboo. >>

<< Ehi, sei sveglia? >> Era Manu. Lo guardai sognante per poi ripetergli che avevo fame...

<< Mmm... E che cosa vorresti di buono? >> "Te."

<< Allora... In questo momento vorrei una pizza, di quelle gigante al tonno o una mega lasagna

come quelle che preparava mia madre... >> Dissi rattristandomi un po', ma cercando subito

l'allegria che esisteva in me...

<< E da bere vorrei un the alla pesca... E come dolce aggiungerei anche qualcosa che sia pieno di

cioccolato! Basta. >>

<< Basta?! E per fortuna! Comunque ricordati che siamo in un ospedale e cose da fuori non te le

posso portare quindi dimmi quanti tramezzini con il tonno, l'insalata e maionese vuoi. >> Disse

sorridendomi, e che sorriso.

Comunque i tramezzini non era la stessa cosa della pizza né delle lasagne, ma in questo momento

mi andava bene qualsiasi cosa.

<< Mmm... Quindici! >> Dissi battendo la mani.

<< Quindici?! Ma ha sempre mangiato così tanto? >>


<< Ultimamente non ho mangiato niente e ho bisogno di nutrimento... >> E in quel momento, da

come mi guardava, capì che era a conoscenza di ciò che mi ero fatta...

<< Beh... che aspetti? >> Dissi con finta allegria.

<< Dai, vado. Tu aspettami qua... >> E così se ne andò continuando a guardarmi con quel

maledetto sguardo deluso e triste... “Non era mia intenzione deluderti Manu...”

"Ma perché deludo sempre le persone? Soprattutto quelle a cui sono affezionata?!?!" Dissi

guardandomi i tagli, ma gli occhi cominciarono ad appannarsi e diventare lucidi...

<< Adesso basta! >> Dissi ricacciando indietro le lacrime.

Poi decisi di alzarmi e andare a fare una passeggiata in ospedale, anche se ero un po' troppo

debole... E poi come si fa a diventare deboli solo per dei stra maledetti tagli?!?! Aggiungendo

anche il fatto che non avevo più toccato cibi da... Beh, non sa da quanto.

Mi alzai, ma appena lo feci i miei occhi cominciarono a vedere le stelle...

<< Guarda un po' Chate, hai gli occhi che brillano! >> Dissi sorridendo leggermente.

Salii in una cosa che sembrava una terrazza, o almeno speravo fosse quella e aprii la porta e,

desiderando che non ci fosse nessun altro, entrai.

Ormai il sole stava calando e il cielo era tinto di un rosso mischiato al giallo, arancione e anche

rosa... Era stupendo...

Rimasi impalata a fissare quel magnifico cielo desiderando con tutta me stessa saper volare...

Decisi di fare il giro della terrazza e dall'altra parte c'era un ragazzo, ma non un ragazzo

qualunque... C'era lui...

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Capitolo 32
*** Mi mancherà dottore! ***


Mi mancherà, dottore!
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Mi avvicinai lentamente sperando che non mi sentisse.
Ormai gli ero dietro le spalle, ma non avevo ancora il coraggio di dirgli che ero dietro a lui... con tutte quelle domande che mi giravano per la testa e le lacrime che ormai mi rigavano il volto senza sosta...
“E per fortuna che avevi detto basta, Chate altrimenti a questo punto avresti fatto invidia a mari e oceani!!”
Lo sentii sospirare e dire a bassa voce Chate e poi si girò verso di me e rimase sorpreso nel vedermi...
<< Masi... C-Come va? >>
<< Mi chiamo Alberto comunque sto meglio di una che si taglia, o no? >> Dopo queste parole qualcosa dentro di me si ruppe e io non riuscii più a mantenere lo sguardo... Chiusi gli occhi stringendoli il più possibile e mi girai per andarmene sperando che lui mi fermasse, ma non fece niente di tutto questo...
“Non piangerò mai più per nessuno. Basta!” Quante volte avevo ripetuto quelle frasi ormai? Molte, vero?
Stringendo i pugni gli dissi: << Ero venuta a spiegarti come stavano le cose, ma tu non me lo permetti. Sei solo un'idiota. >> La voce che uscii non la riconobbi come mia, ma sapevo che a parlare ero io... Era così fredda e tranquilla, priva di emozioni che da me non me lo sarei mai aspettata...
<< Te la sei cercata. Come stanno le cose già lo so, non sono stupido... >>
<< Certo, hai ragione... >> Gli dissi girandomi di scatto.
<< Dimenticavo che il mondo gira solo attorno a te e che tu sai cosa provano le persone che sono vicino a te... Sai quan... >>
<< Senti, nessuno è al centro del mondo e non rimanere qui a rompermi con le solite frasi già fatte, ok?! >> E così se ne andò lasciandomi sola con il mio vuoto; lasciandomi sola come sono sempre stata...
Ormai non riuscivo a reggermi in piedi e così mi sedetti contro la parete appoggiando la schiena contro il freddo muro. Credevo che non pensare a qualcosa fosse difficile, ma in quel momento non pensavo a niente... Ero rotta, senza emozioni. Le mie orecchie, che ormai funzionavano per conto loro come tutto il resto del corpo, ascoltava il leggero battito del mio cuore, i miei occhi guardavano il vuoto totale, le mie mani tenevano le gambe strette al mio petto cercando di far smettere il mio tremore... Appoggiai la testa sopra le mie gambe e chiusi gli occhi, ormai doloranti dalle tante lacrime versate.
Fu così che mi addormentai, su quella terrazza nel freddo di quel pomeriggio...
Quando mi svegliai ero ritornata nuovamente in quel letto comodo e caldo di quella schifo di stanza e capì che purtroppo tutto questo non era un maledetto incubo... Vicino a me, sul comodino, c'erano i panini che mi aveva portato Manu, ma ormai non avevo neanche più fame... Mi facevano solamente venire la nausea...
Gli presi e li buttai fuori dalla finestra senza il rimorso che poco tempo fa avrei provato nel fare quest'azione... Senza il rimprovero di me stessa che mi ricordava che c'era gente che stava morendo di fame...
<< Tutti prima o poi moriranno... >> Fu la mia risposta e ritornai nel mio bel letto caldo...
Per mezz'ora continuai a guardare il soffitto finché non entrò il dottore con altri infermieri a farmi una visita...
<< Hai mangiato? >> No.
<< Sì. >>
<< Bene. Si vede che avevi fame... Non hai lasciato niente, neanche le plastiche dei tramezzini! >>
<< Gli ho buttati. >> E questa non era una bugia...
<< Ok, ma la prossima volta non alzarti da questo letto senza il nostro permesso. >> E mi girai dandogli le spalle. Sentì il suo sospiro.
<< Comunque domani potrai andare dalla tua nuova famiglia e dalla prossima settimana andrai dalla psicologa per ciò che ti è successo e anche perché soffri leggermente di depressione... >> L'ultima parola mi colpì in pieno petto e mi girai di scatto guardandolo, ma ora era lui che mi dava le spalle, ma solo perché stava scrivendo qualcosa su un foglio.
“Beh, almeno adesso si può spiegare perché sono svenuta...”
Volevo dire qualcosa, ma non sapevo cosa.
<< Potrei avere il mio telefono? >> Il dottore si girò a mi guardò confuso.
<< Vorrei ascoltare della musica e mi servirebbero anche degli auricolari. >> E così mandò un'infermiera a prendere ciò che le avevo chiesto. Quando l'infermiera uscì Paolo, il dottore, mi chiese cosa stavo facendo su in terrazza.
<< Mi stavo annoiando e ho visto che il cielo era magnifico e allora sono salita di sopra sperando che ci fosse la terrazza. Tutto qui. >>
<< E perché ti sei addormentata? >>
<< Ero stanca e mi ero seduta per riposare un po', ma il sonno ha avuto la meglio. >> Dissi facendogli un mezzo sorriso. Avevo notato che stava cercando di... Chiacchierare un po' con me e di questo ne fui grata.
<< Ok, ma il tuo ragazzo era veramente preoccupato, sai? Quando è ritornato con i panini e ha visto che non c'eri ha preso proprio un bello spavento. >>
“Il mio ragazzo?”
<< Oh, Manu... Sì,ma non stiamo insieme... È solo un amico... >> E lui mi guardò con quei suoi occhi grigi che adoravo.
<< Sì, certo. Amici... >> E cominciò a ridere. Era la prima volta che rideva e aveva una risata troppo dolce... Mi stavo affezionando anche lui...
<< Mi sto affezionando a lei, sa? Mio padre è ancora vivo, ma mi ha abbandonato... ci ha abbandonati per un'altra famiglia e ora non è nemmeno venuti a vedere come stavo, a chiedere di me... Niente. Avrei tanto voluto che mio padre fosse stato come lei, sia dentro che fuori. >> E gli sorrisi...  
<< Ma ormai ti abbiamo già trovato un'altra famiglia... E comunque anch'io mi sono affezionato a te... Sai, ho due figli ormai grandi, una di diciott'anni e l'altro diciannove... >> E sorrise per non so quale motivo.
<< Credo che come persone ti piacerebbero. Dai, ora riposati, ok che domani dovrai essere in forma perfetta. >>
<< Verrai a salutarmi? >> Lui mi sorrise e venne ad abbracciarmi.
<< Mi dispiace, ma non posso però ci vedremo verso le sette di domani a casa della tua nuova famiglia... Ah proposito, cosa pensi di questa nuova famiglia, nel senso come ti comporterai con loro e come vorresti che si comportassero con te? >> Ma perché tutte queste domande...
<< Ma sì, vorrei che si comportassero con me come farebbero con tutti i loro figli perché non voglio essere trattata come se fossi fatta di porcellana! So che sono rimasta senza famiglia e che ho tutti questi problemi e... >> Poi mi bloccai chiedendomi se sapessero dei miei tagli...
<< Sì, sanno tutto, ma dovevano saperlo... Loro ti dovranno aiutare e quindi dovevano sapere e... >> Fummo interrotti dalla dottoressa di prima che mi diede il mio telefono con dei magnifici auricolari che non erano i miei.
<< Dovrò andare dalla psicologa e questo costa... >>
<< Non preoccuparti per i prezzi... >> “Non preoccuparti per i prezzi?? Questo significherà che sono ricchi?”
<< Magari.... >> Conclusi il mio pensiero ad alta voce e il dottor Gray's Anatomy  mi guardò inarcando un sopracciglio e sorridendo come se avesse già capito i mie pensieri.
<< Ehm... Magari... Cioè, mi piacerebbe tanto trovarmi bene con questa nuova famiglia. >>
<< Ti assicuro che loro faranno il possibile per renderti felice... >> E io credetti a quelle semplici parole.
<< Grazie dottor. Gray's Anatomy! >>
<< Che? >> “Oh, l'ho chiamato con il soprannome...”
<< Ehm... Quello è il soprannome che gli ho affidato... Mi ricorda troppo il tipo di gray's Anatomy, solo con gli occhi grigi. >>
<< Hahahaha... Tu sei matta, sai? >>
<< Grazie. >>
<< Dai, ora ti lascio così ascolti la tua cara musica. >> E mi arruffò i capelli prima di andarsene...
<< Osi farlo un'altra volta e gli spaccherò la faccia!!! >> Dissi rimettendomi apposto i capelli.
<< E tu dammi del tu! >>
<< Mi mancherà dottore! >> Urlai.
<< Ma mi rivedrai molto presto! >> Rispose.
 Quando non lo vidi più iniziai ad ascoltare la mia cara musica lasciandomi trasportare dalle parole. Non notai nemmeno che la stanza si era svuotata e che alla porta c'era una vecchia conoscenza. Chiusi gli occhi con il sorriso sulle labbra e quando gli riaprii me lo trovai davanti.
<< Ciao... >>
<< Ciao. Che ci fai qui? >>

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Capitolo 33
*** Tu sarai il mio nuovo fratellone?!?!?! ***


TU SARAI IL MIO NUOVO FRATELLONE?!?!?!?!

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<< Ciao... >>
<< Ciao, che ci fai qui? >>
Chiesi al ragazzo alto che avevo davanti a me con quel ciuffo grigio che si era fatto e che non avevo ancora capito il motivo.
<< Sono venuto a vedere come stavi. Quando quel giorno sei svenuta ero vicino a te... Ed ero un po' preoccupato... E poi sono stato io a portarti giù dalla terrazza... >>
<< Oh... Ehm.. Wow, non me lo sarei mai aspettata... Dopo quello che è successo. >> Ma poi chi se lo sarebbe immaginato che proprio lui, Tommaso, il ragazzo che mi aveva quasi strangolato per la storia tra Stella e Robert, sarebbe venuto qui a vedere come stavo.
<< Beh, com'è che ti senti adesso? >> Male.
<< Male. >> Non so perché gli dissi la verità.
<< Sto male e sono totalmente distrutta. Ho una schifo di vita e tutto quello che mi sta succedendo me lo merito perché anch'io faccio schifo e sai una cosa? Alla fine le persone migliori sono quelle che mi hanno abbandonato perché hanno capito che genere di persona sono, hanno capito che io non posso dare niente di positivo a loro... >> Dissi tutto d'un fiato.
<< No, non credo sia questo il motivo... Son sicura che ormai avrai già capito che le persone non sono perfette e proprio per questo noi cerchiamo sempre qualcosa di nuovo... Comunque ognuno di noi ha degli aspetti positivi e degli aspetti negativi e le persone che ti hanno abbandonato si sono soffermati su quest'ultimi non considerando invece quelli positivi, che poi sono i migliori...> Mi disse sorridendomi.
<< No, non credo sia così... Nel senso è vero, tutti i miei rapporti si sono chiusi, ma la maggior parte sono durati un anno e in un anno si capisce, anche se non del tutto, come è fatta una persona... Loro lo hanno capito... Hanno capito che faccio schifo, che non gli so aiutare, che sono impacciata quando parlo, quando scrivo, che non ho la capacità di creare dei rapporti come se mi mancasse quel pezzo di anima che si incastra con quello delle altre persone, come nei puzzle o nei lego... Loro lo hanno capito subito e mi hanno abbandonato senza però pensare che io ci starei stata male, e tanto, senza pensare che questo avrebbe causato dei cambiamenti in me, senza pensare che questo mi avrebbe reso una persona diffidente, e troppo...>>
<< Ma per piacere! Tu sei una persona meravigliosa... Tu per le persone, soprattutto a quelle a cui tieni molto, faresti qualsiasi cosa, anche metterti nei guai. E tutto quello che è successo a te è stato ingiusto, ma si sa che le cose peggiori succedono sempre a chi non se le merita... beh, quasi sempre, ma la vita è ingiusta. Non devi dire mai più queste cose perché le bugie fanno crescere il naso, sai? >> "Ma quanto è scemo questo ragazzo?!" Ma riuscì a farmi sorridere, anche se per poco.
<< Tu sei tutto matto! Comunque grazie per avermi... "fatto sorridere">> Gli dissi facendogli l'occhiolino.
<< Ma tu sei più matta di me... Altrimenti non avresti affrontato la mia ira. >>
<< Già... Ma sei sicuro di essere qui solo così? Perché sinceramente non ci credo... >>
<< Ecco.. In teoria sono qui anche per un altro motivo... Sai, d'ora in poi io sarò il tuo fratellastro. >> Lo guardai sbattendo più volte le palpebre stupita... Per poi mettermi a ridere come una matta
<< Oddio... Ti giuro che in un primo momento ci ho anche creduto! Ti prego non dire più cose del genere, ok! >> Purtroppo il suo sguardo diceva tutt'altro..
<< Tu stai scherzando, vero? >>
<< Speravo che l'avresti presa un po' meglio... Anche se dopo quello che è successo...>>
<< Oh, no, non è quello il problema... Il punto è... che non me lo sarei mai immaginata, tutto qui. Cioè, dovevo andare con quel tipo a vedere la mia nuova “famiglia”, ma dopo quello che è successo... E poi non ho nemmeno chiesto il cognome, dati, delle informazioni... Mi hai lasciato a bocca aperta... Però, non mi dispiace. >> Gli dissi sorridendo e in fondo era la verità, anche se non si è comportato tanto bene con me...
<< Aspetta un attimo! Adesso che ci penso non mi hai mai detto il perché non volevi che Stella e Robert stessero insieme, fratellastro... >> Lui mi sorrise e nei suoi occhi brillarono per il divertimento.
<< Sicura? >>
<< Sì, e non prendermi in giro! Tanto prima o poi lo scoprirò. >>
<< Non ora... Su dai, ora vado, ok? E tu stammi bene sorellina. >> “Mio fratello non mi chiamava mai sorellina...”
<< Ciao, si sentiamo. >> Dissi facendogli un sorriso tirato. Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò, ma prima di scomparire completamente dalla mia vista si girò e mi disse che domani mattina sarebbe venuto lui a prendermi.
Quando se ne andò mi girai verso il letto cercando di dormire, ma non ci riuscii. Per tutta la notte. Continuavo a pensare a tutto ciò che è successo, a perché mia madre e mio fratello sono morti lasciandomi sola, al perché non sono morta con loro, al perché mio padre non era venuto a prendermi, mi chiedevo se sapesse almeno della loro morte... Pensai alla mia famiglia adottiva, a Tommaso, a perché non voleva vedere Stella e Robert insieme, mi chiesi se non aveva una cotta per lei, ma era molto improbabile, mi chiesi se avesse altri fratelli o sorelle e cominciai a immaginarmi la nuova famiglia, la casa, degli ipotetici animali e alla fine, quando ormai il sole era sorto, pensai a Manu e a Masino e a cosa avrei dovuto fare con loro due...

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Capitolo 34
*** Nella nuova casa c'è una persona molto problematica. ***


NELLA NUOVA CASA CON UNA PERSONA PROBLEMATICA
 

<< Ehi, bellezza! Svegliati che è ora di andare a casa! >> Sobbalzai nel

mio lettino girandomi di scatto.

<< Fanculo stronzo! Mi hai fatto prendere un quasi infarto, cazzo! E poi

che ore sono?!?! >>

<< Le sette e mezza e se tu non ti sbrighi io non riuscirò ad arrivare

puntuale a scuola! Comunque ha
che ora sei andata a dormire ieri? Hai

gli occhi iniettati di sangue e delle occhiaie da far invidia ai panda! >>

Cercai di ignorare il suo commento “poco offensivo” e gli risposi.

<< Sai, avevo intenzione di dormire adesso, ma qualche grande testa di

cazzo non me lo ha permesso...! >>

<< Adesso?!?!?! Ma cosa cavolo hai fatto tutta la notte? >> Disse

appoggiando sul mio lettino delle buste.


<< Beh, il mio cervello ha voluto fare un allenamento notturno e io l'ho

accontentato. Qualche problema? >>


<< A dire il vero sei tu che avrai problemi, ma vabbè... lasciamo

perdere... In queste buste ci sono le cose che ti dovrai mettere e quindi


sbrigati!! >>

<< Ok, ok, ma calmati orsetto! Sai... Preferirei che tu uscissi ora... Non

ho mai fatto la spogliarellista e non ci penso nemmeno morta di farlo

quindi... Bye Bye >> Gli dissi salutando e sorridendo.


<< Molto divertente! >> E se ne andò. Appena uscì dalla camera...

ehm... Dalla stanza mi alzai per vestirmi, ma appena i miei piedi

toccarono terra, il mio mondo esplose. Mi venne un mal di testa di quelli

che spaccava il cranio e provai un male che mai avrei immaginato potessi

provare. Non riuscivo più a vedere ciò che avevo intorno a me... Tenevo

la mia testa schiacciata fra le mie mani, come se realmente da un

momento o l'altro avrei potuto vedere le due parti del mio cranio a metà e

chiusi gli occhi... Il dolore continuava a consumarmi e ad un certo punto

passò, così com'era venuto... Sentivo i miei muscoli rilassarsi e delle mani

circondarmi. Erano le mani di Tommaso che mi stringevano a se e

continuava a guardarmi terrorizzato e confuso...

<< Chate, stai bene? >> Mi disse più che preoccupato.

<< Tommaso... >> Dissi debolmente.

<< Che cosa è successo? Senti, aspettami qui che vado a chiamare un

dottore... >>


<< No, aspetta, ti prego... Non è niente di grave... non è la prima volta

che mi succede... Sta volta era solo un po' più forte, ma niente di grave.

Ti prego, non dire niente ai dottori... >>

<< Come è peggiorata?!?! Tu mi stai prendendo in giro... >>

<< Tommaso, cazzo! Ascoltami, ti prego... lascia perdere, solo per

questa volta... Se mi sentirò nuovamente male, potrai parlarne, ma non

ora... ti prego. >> Lo vidi riflettere, pensare a cosa fare e alla fine

accettò, anche se non era molto convinto della mia idea... non so perché

non volevo parlarne... Probabilmente non volevo sapere se avevo

qualcosa di grave o forse semplicemente perché non volevo passare un

secondo di più in questa cazzo di posto. Quel che sapevo e che per ora

nessun altro oltre Tommaso avrebbe saputo di ciò che mi era appena

successo, o almeno così speravo.

Cercai di rialzarmi e per fortuna ci riuscì...

<< Puoi anche uscire e ti ringrazio per il fatto che ora terrai chiusa la

bocca... >> E così cominciai a vestirmi e a pettinarmi. In quelle borse

c'era di tutto e sospettavo che non fosse stato lui a metterla apposto...

Quando uscì da quella stanza, e averla salutata per bene, notai Tommaso

che parlava con Paolo,e mi spaventai.

Gli raggiunsi il più velocemente possibile, ma la mia testa girava ancora e

quindi fui costretta a rallentare... “Cazzo, in fin dei conti Tom non ha tutti

i torti... Dovrei proprio parlarne con qualcuno...” Sospirai e quando gli

raggiunsi gli sentì chiacchierare tranquillamente e capì che Tom aveva

mantenuto la sua promessa...

<< Ehi Paolo, come va? >> Gli dissi debolmente.

<< Ciao Principessina, io sto bene e tu? Dall'aspetto direi che non hai

dormito tutta la notte... Sei anche molto pallida... >> E mi sfuggì uno

sguardo in direzione di Tommaso, che mi guardò serio.

<< Sì Sì, dai sto abbastanza bene! >> Dissi facendo il miglior sorriso che

in quel momento potessi fare.

<< Bene... Dai, ora è meglio che voi ve ne andate, anche perchè tu sei in

ritardo per la scuola Tom e devi portare ancora a casa Chate! Noi ci

vediamo lì a sette e mezza, ok? >>

<< ma perché devi venire anche tu? >> Per un momento non capì cosa

dissi, ma poi, guardando Tom, mi disse che ne avremmo parlato sta sera.

<< Ah, quindi io sono l'inca a non sapere cosa c'è che non va...?! >>

Dissi incrociando le braccia al petto e guardando prima tom e poi Paolo e

viceversa...

<< Su, andiamo Tommasino, che è meglio... CiaoCiao Paolo, a dopo...

>> E ce ne andammo.

<< Cazzo! >> Dissi guardando una porche grigia metallizzata... Non ero

esperta di macchine sinceramente, ma mi piacevano quelle di corsa... E

la Mini...

<< Guarda quella macchina! Non è meravigliosa?!?!?! Quanto vorrei


averne una così... >>

<< E difetti ora c'è l'hai... >> Lo guardai confusa...

<< Io non ho una.... Oh Dog! (?) Non puoi... Cioè, mi stai dicendo che

quella... No, non è tua... Cioè, è impossibile... >>

<< Ehi sorellina... Respira... Comunque è veramente mia..>> Disse

ridendo... E poi pensai a ciò che mi disse Paolo... “Non preoccuparti per

i soldi...” Voleva veramente dire “Tranquilla, tanto sono dei fottuti ricconi

pieni di soldi!”

<< Se rimani a fissarmi così, mi toccherà prenderti di peso e portarti in

macchina! >> Ma io non mi mossi... Non ci volevo e non ci potevo

credere... In questo caso la mia vita cambierà completamente... Iniziai a

guardarmi le scarpe come per dare coraggio ad ogni mio passo...

“Dove avrei cominciato a vivere? Come diventerà la mia vita?”

Continuavo a farmi domande che peggioravano solo il mio stato d'animo

e per tutto il tragitto non dissi niente, neanche una parola.


<< Ehi Chate, tutto bene? >>

<< Sì, tranquillo... Sono solo stanca. >>

<< Credevo che quando saresti salita sull'auto avresti continuato a parlare

per tutto il tempo e invece... Sei più silenziosa di quando avessi mai

immaginato... >>

<< Non ho niente. >> Ed era vero... Non avevo più niente... La mia

famiglia, la mia casa, la mia vecchia vita... Niente... Era tutto sparito e io

mi sentivo come... come... come se in questo mondo non ci fosse più il

sole, o la luna o il mare... come se, avendo perso tutto questo, mi sono

persa anch'io... continuando a sparire sempre di più...

Sospirai.

Anche le mie emozioni, come me, stanno sparendo lentamente, senza

che nessuno se ne accorgesse.

<< Ehi, hai voluto di fare radici lì? Guarda che siamo già arrivati.. >>

<< Eh? Ah, ehm... Sì, ok... >> Scesi dalla macchina e...

<< Cazzo! Adesso che ci penso l'idea di fare radici in macchina non era

brutta... >> Quella non poteva definirsi “casa”.... Quella era una reggia,

una cosa enorme!!! Una villa da Re...

Non ci potevo credere e cominciai a sentirmi ancor più a disagio...

Quello non era il mio mondo... Volevo solo andare nella camera che

avevano preparato per me e chiudermi dentro eternamente fino a morir

di fame e di sete...

<< Allora ti piace? >>

<< Non vedo l'ora di vedere la mia stanza! Mi ci porti subito e poi questa

sera mi farai fare il giro turistico... Ora sono troppo stanca e non riesco

nemmeno a stare in piedi...! >> Dissi con finto entusiasmo. Quando

entrai in casa non riusci a tenere la bocca chiusa... Era meravigliosa,

semplicemente stupenda... le solite ville da film che viste dal vero, però,

fanno tutto un altro effetto! Guardai tutto il salotto e me ne innamorai e

quando arrivai alle scale, capii cos'era l'amore vero (?). Erano quelle che

piacevano a me, quelle a girandola e tutte di porcellana.

<< Sarebbe decisamente meglio che tu chiudessi quella bocca! E questa

sarebbe la nostra nuova sorellina?! Un'animale che sbava? Mi fa schifo.

>> Senti dire da una voce... Mi girai e mi ritrovai una ragazza abbastanza

alta, magra, con i capelli marroni e mossi, gli occhi un po' a mandorla;

era una ragazza bellissima.

<< Marta, non iniziare ora con le tue bambinate, ok? E' appena

arrivata... lasciala in pace. >>

<< No, ha ragione... Scusate, mi sono fatta prendere troppo la mano

quando era l'ultima cosa che volevo fare... Tom, mi puoi dire dov'è la mia

stanza che ho sonno? >> Dissi con un filo di voce.

<< Ti acc... >>

<< No, grazie... Basta che mi dici la strada e io andrò. >>

<< Smettila di dire cazzate e non ascoltare Marta! Ora seguimi. >> Disse

lanciando uno sguardo malefico a Marta, che ricambiò. Io lo seguì in

silenzio continuando a guardare in basso, come per dare coraggio ad ogni

mio passo, perchè in quel momento me ne serviva molto.

<< Ehi Chate, ci sei?! >>

<< Eh, oh.. mmm... Sì, ci sono e ora, con permesso vado a dormire. >>

Cercai di entrare in quella camera, ma Tom mi prese per un braccio...

<< Chate, lascia perdere ciò che ha detto Marta... l'ha fatto solo perchè..

beh, ci sono dei motivi, ma non posso dirteli però ti prometto che lo

farò... Di me ti puoi fidare. >>

 

Ok, come discorso è molto “bello”, ma certi termini se li poteva tenere

come ad esempio “ti prometto che...” e “DI me ti puoi fidare”.



Ma non tutti sono delle persone che non mantengono promesse e

che non sono degne di fiducia. E' Vero, in tutta la sua vita è stata

abbandonata, ma è stata solo sfortunata.



Non esiste né la fortuna né a sfortuna. Le cose, se capitano, succedono

per un motivo molto preciso, che nel nostro profondo sappiamo qual'è.




Beh, se non esiste né la fortuna né la sfortuna, allora non dovremmo esistere anche noi...

 

Ma infatti noi non esistiamo. Noi siamo solo una parte della testa di Chate.

 

E questo significa che esistiamo.

 

<< Lasciami, mi stai facendo male. >>

<< Ma se non sto nemmeno stringendo.... >>

<> Dissi completamente fredda. Lui mi guardò confuso, ma almeno mi lasciò e io potei entrare in quella

camera e buttarmi sul letto. Non volevo piangere di nuovo, ma stavolta avevo gli occhi asciutti per fortuna. Appoggiai la

testa sul cuscino prendendo quel magnifico mega peluche-panda tutto peloso e morbido e mi addormentai in un batti

baleno.


La porta si apre. La sento. Cerco di aprire gli occhi, ma non ci riesco. Mi sta succedendo la stessa cosa dell'altra volta.

 

Sento odor di nuove notizie...

 

Per una volta siamo d'accordo...

 

Mi venne vicino e si sedette sul letto cominciando ad accarezzarmi i capelli.


<< Chate... Mi dispiace un botto per ciò che ti sta succedendo e mi dispiace anche per come temo ti tratterà Marta, ma ti

assicuro che tutto quello che dirà non sarà vero... >>


Uh, prevede il futuro... Non lo sapevo...


Lui conosce sua sorella imbranato!

 

<< E' una storia in cui tu non c'entri niente, ma questo... >>

<< Ma questo non è vero. >> Disse un'altra voce... la voce di Marta.

<< Dimmi il perchè? >>

<< Perchè lei è l'amica di Stella, è stata lei a parlare con Robert quella volta lì che tu l'hai strangolata... >>

<< La vuoi smettere! Sono tutte sciocchezze quelle che stai dicendo tu! Lei non ha colpe. Robert era già innamorato, e

sottolineo la parola innamorato da tempo di Stella. Sì, è vero... Mentre stava con te stava anche con Stella, e questo non è

giusto perchè ha preso in giro entrambe.... Ma lui la AMA, ok? Ciò che prova per lei è amore puro e tu devi accettalo, andare

avanti per la tua strada e soprattutto non prendertela con Chate che non c'entra un cazzo. Ma vuoi capire che lei ha già troppi

problemi per conto suo? >> E poi non sentii più niente perchè mi ero riaddormentata.


 o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o

  
My Space Room (?)

Salve a tutti! So che ho pubblicato questo capitolo dopo 10 mila anni, ma serio... Ho avuto un po' i porblemi personali che mi hanno

tolto la voglia di scrivere assieme alle idee. Poi aggiungiamo il fatto che ormai pronta per pubblicare il nuovo capitolo, mi si cancella

tutto (e vi assicuro che era decisamente un po' più lunghino di questo...) In ogni caso ora sono qui con questo lungo capitolo e spero

vi piaccia...!


Ora vi saluto e vi auguro buona lettura!

CiaoCiao da Sotto un cielo di stelle! <3 ^_^ 

 

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Capitolo 35
*** Non è amore, ma solo pietà.. ***


NON E' AMORE, MA PIETA'...

Tumblr






Quando mi svegliai ero ancora stremata. All'inizio non riuscivo a capire dove mi trovassi,


ma poi mi ricordai di essere a casa... di Tommaso, mi ricordai di Marta e della

conversazione che avevano avuto in camera mia...

“E quindi Marta è la ex di Robert...” Non avrei mai pensato che Robert centrasse qualcosa

e che abbia fatto una cosa del genere...

 

Devi dirglielo a Stella

Ma lei è felice così

Ma ha il diritto di saperlo

Ma Tommaso ha detto che lui la ama con tutto se stesso

Ma lascia perdere quello! Lui l'ha detto per aprire gli occhi alla sorella

Tsé... E questa da dove l'hai tirata fuori?!?!?

Senti Chate, tu non dire niente a Stella e lascia perdere quella lì che non capisce

niente!


Io capisco più di te testa vuota!!!


<< Basta, vi prego! Decido io e io ho scelto di parlargliene poi lei sceglierà cosa fare. >>

 

Tié, ho vinto io!

Ma fa sito!

 

<< Avete vinto entrambe! Tu perché hai ragione su fatto che devo dirlo a Stella, e tu invece

mi hai fatto notare una cosa che avevo dimenticato.... Robert ama Stella con tutto se

stesso... >> E sorrisi. "E poi è da tanto che non parlo con Stella..."

Decisi di alzarmi e scendere... ormai erano già le otto e Paolo, il dottore, doveva già essere

venuto qui.

<< Chissà se posso ancora trovarlo qui... >> Quando andai in salotto c'erano Tommaso,

Marta, quella che doveva essere la loro madre e il dottore!!

<< Paolooooo!! >> Gli dissi andandogli incontro e abbracciandolo!

<< Ehi dormigliona! Come va? Ti senti meglio? >> Ripensai a ciò che mi disse Marta e mi

chiesi cosa cavolo ci facevo in quella casa... io non ero parte della loro famiglia. Il dottore

corrugò la fronte e solo in quel momento mi ritornò in mente la domanda che mi aveva

fatto...

<< Sì, decisamente meglio! >> E sorrisi per rendere più credibile la mia affermazione, ma

non ci cascò...

<< E comunque non sono una dormigliona... Cioè sì, lo sono, ma oggi sono andata a letto

all'una e mezza più o meno e ieri sera... >>

<< Come all'una e mezza?! >> Mi chiese Tommaso allarmato... “Ah, già... la discussione che

avevano avuto...”

<< Sì, mi sono addormentata proprio dopo che tu e Marta avevate avuto quella

discussione in camera mia e dopo che tu sei uscito e sì, ho ascoltato tutto! >> Tommaso

divenne prima bianco poi rosso e io sorrisi.

<< Ti diverti a fare la spiritosa e “quella che non si fa i cazzi suoi”? >> Mi disse Marta.

<< Marta, non trattare... >> Cercò di dire Paolo, ma io lo interruppi.

<< Beh... Sai, io in quel momento mi stavo addormentando, e ci sarei riuscita se due

persone molto intelligenti non fossero entrate in camera mia, dove mi trovavo, a parlare di

cose private! >>

Lei mi guardò male, ma non aggiunse niente. In fin dei conti non è colpa mia se ho

ascoltato ciò che secondo lei non dovevo ascoltare...

<< Ehm, allora gente... Andiamo a cenare? >> “Cena? E chi voleva mangiare?”

<< Mi dispiace, ma io non ho tanta fame... Ho già mangiato prima di dormire e... >>

<< E niente! Tu hai bisogno di mangiare e quindi ora ti metti a tavola a mangiare con noi!

>> Mi disse Paolo.

<< Ah, allora rimani anche tu qui a mangiare? >>

<< Sì... Mi vuoi mandare via da casa mia? >> Disse sorridendomi.

<< No, non è quello il problema, è solo che boh... pensavo tu fossi venuto solo per vedere

se stavo meglio e... >> “Aspetta, aspetta, aspetta!!”

<< Come casa tua?!?! >>

Tutta la famiglia, tranne Marta si mise a ridere. “Sono pazzi...”

<< No, Chate... Non siamo pazzi... >> Mi disse Tommaso. “Ah, avevo parlato ad alta voce...”

<< Come papà, non glielo hai ancora detto? >>

<< Papà? Quindi... quindi tu sei suo papà, e suo, e suo marito? E se loro mi hanno adottato

lo hai fatto anche tu? Nel senso tu sarai il mio papà adottivo? >>

<< Molto perspicace la ragazza... >> Mi disse Marta.

<< Mi gira la testa... >> Dissi cadendo sul divano. E cominciava pure a farmi un po' male...

<< Ehi Chate, va tutto bene? >>

<< Sì, sì... E' solo che questa notizia mi ha turbato... nel senso non me lo aspettavo... >> E

guardai il viso di Paolo un po' triste e un po' preoccupato e gli sorrisi correndogli verso e

abbracciandolo.

<< Non potevo aver padre migliore di te, Paolo! Ti voglio bene! >> Gli dissi sincera.

<< Anch'io piccolina! >> E mi strinse ancora più forte. La testa continuava a martellare, ma

ora più debolmente. “Che cazzo mi succede?” pensai tra me e me preoccupata.

 

Devi dirglielo!

Non è niente... Tanto passerà.

Ma se invece è qualcosa di grave?!?!

Deve solo riprendersi. O vuoi già preoccuparli adesso? Pensa, e se non fosse niente di

grave?


Ripeto! E se invece è qualcosa di grave? Devi fare solo un controllo!


“Smettetela! Glielo dirò solamente quando penso IO che sia qualcosa di grave! E ora non è

il momento!”

Ed ecco che le mie vocine sono ritornate. Quando ero piccola non avevo molti amici e

quindi me ne sono creata due miei personali, di cui potevo fidarmi ciecamente senza

dovermi preoccupare di un loro tradimento, di un loro abbandono, come mi è sempre

successo con le persone reali. Loro erano me e io loro... Eravamo tre cose diverse, ma nello

stesso momento una cosa e so che non potrei mai avere degli amici migliori di loro... mi

sono sempre stati vicino , anche quando non volevo, ma so che gli amici immaginari non

possono sostituire le persone, il calore che emanano loro, gli abbracci, i sorrisi, gli sguardi,

le lacrime, i loro dolori, i loro momenti di gioia assoluta... Tutto quello che ho sempre

desiderato sono dei rapporti solidi con delle persone a me care, ma ormai è un po' difficile

per me fidarmi della gente... Ormai mi è difficile e mi sto sempre chiudendo più in me

stessa.

“Non pensarci Chate... Vai avanti a vivere come hai sempre fatto e lascia perdere il mondo

intero... Tu hai loro, e loro hanno te.”


Oh, così ci commuovi...

Già.. Guarda.. Io sto già piangendo. Ti vogliamo bene anche noi, Chate! <3


Quando ritornai nel mondo reale mi ritrovai in cucina, chissà come e c'era anche Marta. Io

stavo apparecchiando la tavola mentre lei finiva di cucinare la pasta.

<< Che hai da guardare? >> Mi disse in modo più brusco.

<< Niente. >>

<< Allora voltati! >> E fu quello che feci. Non volevo litigare con lei... Anche se io non avevo

nessuna colpa di quello che era successo tra lei e Robert.

<< Senti una cosa. Siccome ora viviamo nella stessa casa, la MIA casa, dovremmo chiarire

un po' di cose; innanzitutto tu non centri un cazzo con questa famiglia; secondo, quella

gente in salotto, è la MIA di famiglia, non la tua; terzo, tu dovrai stare alla larga da me;

quarto, cerca di non romperci il cazzo perché loro non hanno il coraggio di dirtelo, ma ti

hanno adottata solamente perché non hanno trovato nessuna famiglia per te e a mio

padre facevi pena... Quindi non immaginarti chissà che, ok?! Ricordati bene ciò che ti ho

detto. >> E così se ne andò lasciandomi sola in cucina con i miei pensieri e le mie lacrime.

Spensi il fuoco da sotto la padella e andai di corsa in bagno cercando di non farmi vedere

da nessuno.

<< Ehi Chate, dove vai? >> Mi disse Michela, la madre di quella famiglia, non della mia.

<< Vado in bagno... >> E così me ne andai di corsa e mi chiusi dentro forzandomi di

trattenere lacrime silenziose e ci riuscì, ma alla fine ero stremata e volevo solo una cosa...

Volevo quella cosa... Sì, quella maledetta lametta.... Mi serviva e dovevo trovarla. Iniziai a

cercarla e alla fine l'ho trovata e un sorriso involontario mi si disegnò in volto... La presi tra

le mani e feci qualche taglio.


Avevo il polso tutto insanguinato e, appena sentì chiamare il mio nome, mi lavai di fretta

la mano, lo avvolsi in una garza e scesi coprendola bene.

<< Eccomi, scusate il ritardo. >>

<< Tranquilla. Su dai, vieni a tavola e mangia qualcosa. >>

<< No, grazie, ma non ho fame. Preferirei andare in camera, se non vi da fastidio. >>

<< Non vuoi passare del tempo con noi? >>

<< No, preferirei non infastidirvi, ma grazie della proposta. >>

<< Va bene, se ti senti ancora stanca vai pure in camera tu. Semmai avrai fame ti lasciamo

la tua parte nel microonde, ok? >>

<< Siete molto gentili, ma non credo mangerò. Non mi sveglio mai la sera per andare a

mangiare, un abitudine, quindi per me non preoccupatevi e mangiate anche la mia parte.

>>

<< Fantastico, meglio per la mia pancina. Allora ciao. >> Disse Marta.

<< Con permesso. >> E mi girai, ma Paolo mi disse che potevo anche essere meno formale.

<< Arrivederci e buonanotte a tutti. >> Sia Tommaso che Paolo mi guardavano confusi e

salutarono con un filo di voce. “Erano molto bravi a recitare. Perché il mondo si diverte a

prendermi in giro?! Perchè? Avrò fatto qualcosa di maleper meritarmi tutto questo! E io

non volevo la pena di nessuno!” E non riuscii a trattenere uno sbuffo.

<< C'è qualcosa che non va? >> Mi chiese Tommaso. Lo guardai con uno sguardo gelido, o

almeno era così che mi sentivo da dentro, e gli dissi: << Stavo pensando a quanto certa

gente sa recitare bene. >> E me ne andai rendendolo ancor più confuso.

Salì le scale ed entrai in camera mia. Mi sedetti e cominciai a guardarmi intorno. Pochi

minuti dopo qualcun bussò alla porta.

<< Permesso... >> Era Tom. “Ma che cazzo vuole dalla mia vita?!”

<< Che vuoi? >> Dissi nuovamente con quella voce che non riconoscevo mai come mia, ma

a cui dovevo fare l'abitudine a quanto pare. Tommaso si fermò di colpo e cominciò a

scrutarmi dall'alto verso il basso e viceversa. Riuscivo a a notare pure la confusione nei

suoi occhi,ma sapevo che non dovevo fidarmi.

<< Cosa ti sta succedendo? Prima salti addosso a mio padre e poi lo tratti come un

estraneo? >> “Mio padre... Non nostro.” Sorrisi, ma sapevo che ciò che vedeva lui era solo

una smorfia.

<< Perché devo per forza aver qualcosa se cambio il modo di trattare tuo padre. Mi sono

semplicemente resa conto che tuo padre mi ha... “procurato” un abitazione, del cibo, dei

vestiti e tutto quello di cui ho bisogno... >> “Tranne l'amore di una famiglia...”

<< E siccome gli dovrò essere grata per sempre ho pensato di dargli del “Lei”. In fin dei

conti, se non avesse avuto pietà per me, non mi sarei ritrovata qui e quindi Lo ringrazio

molto per questo. >>

<< Sai, mio padre come lavoro fa il dottore... >>

<< Ma davvero? Non lo sapevo! Grazie d'avermelo detto. >> Dissi e lui sorrise.

<< Stavo dicendo... Mio padre è un medico. Nel corso della sua vita lavorativa a visto tante

persone, anche più giovani di te, senza genitori, ma tu sei la prima, e l'ultima persona, che

abbia mai adottato... E' vero, gli è sempre DISPIACIUTO, non provato pietà, per quelle

persone, ma lui non poteva fare molto. Con te non c'era solo dispiacere, ma anche affetto.

Non so perché, ma mio padre si è affezionato a te dal primo momento che ti ha vista. Sai,

tu dovevi andare a vedere un'altra famiglia, non noi, ma mio padre a parlato con quella

famiglia e l'ha convinta a non adottarti cosicché tu potessi vivere con noi e quindi ora ti

ritrovi con persone che ti vogliono bene... tranne Marta, ma ormai sai già anche i motivi.

Quindi non pensare che noi non ti vogliamo bene e che proviamo per te solo pietà, ok? I

miei genitori.... I Nostri genitori si sono affezionati a te e con il tempo ti vorranno pure

bene, sempre di più... Ok, bellissima? >> Disse sorridendomi. Ormai si trovava a pochi

centimetri dal mio viso e si era abbassato alla mia altezza siccome ero ancora seduta suol

letto. “Sembra così convincente...”

<< Sai bravissimo a mentire! >> Gli dissi e mi coricai sul letto dandogli le spalle. Ad un

certo punto sentì il suo peso sul letto e mi fece girare tanto da averlo di fronte e mi

abbracciò.

<< Perché mi fai questo... Perché continui a prendermi in giro e basta? Non sai che poi io ci

sto male? Sii uomo e dimmi la verità senza preoccuparti di ferirmi, ti prego. Dimmelo che

mi avete preso solo per pietà, dimmelo! Dimmi quella cazzo di verità... >> Gli sussurrai

continuando a stringere sempre più forte la sua maglia tra le mie mani.

<< Tu mi hai detto di dirti la verità e io l'ho fatto, ma se vuoi sentirti dire bugie, allora ti

dirò che noi ti abbiamo “preso” solo per pietà, che sinceramente non me ne frega un cazzo

di te, che sei una persona che fa schifo, che in realtà noi ti odiamo e invece è Marta quella

che ti vuole bene, che... >>

<< Ok, ma adesso smettila. >> Sapevo di avere le lacrime agli occhi e un nodo alla gola che

mi faceva male, ma avevo detto basta alle lacrime e così sarebbe stato. Sentì la mano di

Tommaso prendermi il mento e alzarmi il viso per guardarmi negli occhi... occhi che io

avevo chiusi.

<< Aprigli... >> E feci così. Una lacrima mi rigò il volto, una sola che lui asciugò con il suo

pollice e mi sorrise.

Io mi appoggiai al suo petto e fu così che mi addormentai.

Il giorno dopo mi svegliai alle sette.

<< Cazzo, sono in ritardo! >> E mi alzai di corsa per cercare in un quarto d'ora cosa

mettere. Il prossimo pullman era alle sette e un quarto e sarebbe stato l'ultimo!

<< Ma perché cazzo non è suonata la sveglia?!?! >> Mi spogliai e rimasi in mutande e

reggiseno.

<< Ok Chate, ora calmati e pensa cosa mettere.... >> Presi i primi jeans che trovai, la prima

maglietta e la prima felpa e buttai i vestiti sul letto senza girarmi. Andai a prendere di

corsa le mie scarpe che erano sotto il tavolo, le presi e le misi vicino al...

<< Ma ogni cazzo di volta che ti svegli fai questo umore? >> E urlai.

<< Ehi, ehi Chate che ti prende? >> Lo guardai e mi ritornò alla mente ciò che era successo

il giorno, anzi i giorni primi. Sentì la porta aprirsi e vidi Michela e Paolo entrare di corsa

seguiti da Marta. Vedi i loro sguardi andare da me a Tom finché quest'ultimo non disse: <<

Non è come può sembrare! >> Io non capì subito.

<< Ah davvero? E allora come mi spieghi tutto questo? >> Disse Paolo leggermente

arrabbiato. Mi alzai e chiesi a loro di spiegarmi cos'è che non è come sembra...

<< Ehm... Guardati... >> Mi disse Tom e così feci.

<< Oh... Serio, non è come sembra!!! >> Dissi cercando di coprirmi.

<< In pratica mi sono svegliata e ho visto che erano già le sette e... Beh, alla fine credevo di

essere a casa e di avere il pullman alle sette e un quarto e quando ho visto Tommaso ho

urlato perché mi chiedevo cosa ci facesse lui a casa mia... Tutto qui, ma serio, non è come

sembra... >> Tutti mi guardarono e cominciarono a ridere, me compresa e sta volta era una

risata vera, una risata che mi fece venire le lacrime agli occhi così andai all'armadio a

cercarmi qualcosa di decente.

<< Beh, con permesso io vorrei vestirmi... Non so voi, ma non lo faccio in presenza di altri

di solito... >>

<< Oh, sì certo cara, noi andiamo. Ti aspettiamo... >>

<< Ti devo parlare un secondo in privato Chaterina. >> Mi disse Paolo fissandomi negli

occhi. Era ancora leggermente arrabbiato e non capivo il perché. Forse non aveva creduto a

ciò che gli avevo detto.

<< Vestiti in fretta e quando avrai finito dimmelo che sono qui fuori. Andiamo. >> E fece

segno agli altri di andarsene e lui uscì dopo di loro. Mi vestì e, quando finì, dissi a Paolo

che poteva entrare, ma ormai avevo capito cosa voleva dirmi. Avevo capito cosa aveva

visto.

<< Allora? >> Volevo rendere la cosa veloce e quindi decisi di dirgli l'ovvio.

<< E' stato più forte di me. >> Sussurai..

<< Ma perché lo hai fatto? Cos'è che ti ha spinto a farlo? >> “Tua figlia.”

<< Alcune cose che pensavo, ma ormai e tutto passato, serio, cioè seriamente. >>

<< Chate... >> Mi disse con un tono di voce così dolce e deluso che mi spezzò ancor più di

quanto già ero. Mi guardai le scarpe e gli dissi che mi dispiaceva, anche se come parola la

odiavo.

<< Cerca di non farlo mai più, ok? E se ci sarà qualche problema vieni a parlarne con me e

non fare tutto di testa tua... >> E mi abbracciò stringendomi forte a lui. Ad interromperci fu

Marta che chiese a suo padre di lasciarsi soli.

<< Ok, e Marta... non fare la stronza. >> E se ne andò lasciando entrambe a bocca aperta.

<< Wow, mio padre che dice una parolaccia. Questa me la devo segnare! >>

<< Allora, che cosa vorresti da me? >> Mi guardò per un po' e poi mi chiese scusa.

<< Perché scusa? >>

<< Per come mi sono comportata... Ti ho trattata veramente male quando avevi già troppi

problemi. Ieri ti ho sentito parlare con Tom e adesso con mio padre... >> E mi guardò il

polso che nascosi dietro alla schiena.

<< In fin dei conti tu non hai colpe e io me la sono presa ingiustamente... Volevo solo

chiederti scusa per come ti ho trattata e che d'ora in poi cercherò di fare il mio possibile

per aiutarti e per trattarti... come una sorella. In fin dei conti devo ammettere che ho

sempre desiderato averne una. >> E mi sorrise, un sorriso che io ricambiai.

<< Per me va bene... Iniziamo nuovamente tutto dall'inizio, come se fosse la prima volta

che ci vediamo, ti va? > >

<< Ok! >> Si alzò e mi abbracciò.


<< Oh, comunque non si dovrebbe ascoltare i discorsi degli altri, ricordi? >> E le sorrisi

facendole capire che scherzavo. In cambio ricevetti un pugno leggero sulla spalla.

<< Già, ricordo! Non sono mica 'na vecchia io...! A differenza di qualcuno di mia

conoscenza che sono sicurissima sia dietro alla porta a d ascoltare. E così mi fece

l'occhiolino e insieme andammo ad aprire la porta. Infatti trovammo Paolo e gli saltammo

addosso arruffandolo e continuando a ridere come matti. Ora sì che mi sentivo in

famiglia...! Ma devo ammettere che avevo paura... paura che tutto questo sarebbe finito..

Che tutto questo fosse solo un sogno e che prima o poi mi sarei risvegliata e mi sarei

trovata nuovamente a casa mia con i miei due amati gatti...

“ I miei gatti..”

<< Oddio Paolo! I miei gatti!! Dobbiamo portargli qua a casa, ti pregoooo!!! >>

 

 o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O

 

 

My Space Room! <3

Hey gente, come va?

Avete visto quanto è lungo questo capitolo?!?! Ci ho messo un po' a scriverlo,

ma alla fine sono riuscita a finirlo! ^^

Beh, che dire... Se avete dei consigli da fare, delle critiche fatele pure.

Aspetto molto volentieri delle vostre recensioni. In ogni caso ora vi lascio

questo capitolo che spero vi piaccia... :)


Ci si sente alla prossima! ^^

CiaoCiao! <3

Da Sotto un cielo di stelle! ^^ :*

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Capitolo 36
*** Sfogo a scuola ***



SFOGO A SCUOLA




<< Chateeeeeeee!!!! Sbrigati altrimenti arriviamo in ritardo a scuola! >> Mi urlò

Tommaso!

<< Aspetta, sto finendo di mettere apposto la zaino, cazzo! >>

<< Niente parolacce in questa casa! >> Urlò Paolo.

<< Ma se ne hai appena detta una stamattina? >>

<< Taci! Se ho detto niente parolacce significa niente parolacce. >>

<< Dittatore dei miei stivali! >> Gli dissi ora che ero dietro a lui e gli saltai addosso

dandogli un bacio sulla guancia.

<< Che bello avere un'altra femmina in casa! Significa un bacio in più! >>

<< Ha-ha, molto spiritoso, signor Dittatore! >>

<< Non volevo fare lo spiritoso. Stavo parlando “serio”, come dici tu. >>

<< E' bello dirlo! >> E gli feci l'occhiolino.

<< Chate, sbrigati! >> Mi urlò contro Tommaso. Sbruffai.

<< Arrivo, arrivo! >> E cominciai a camminare lentamente per infastidire Tom, ma

otteni come risultato solo delle mie grida

<< Mettimi giù, Tom! Mettimi giù, ho detto, ti prego. Giuro che correrò in macchina, te

lo giuro, ma tu mettimi giù. >> E continuavo a scalciare anche se mi stavo divertendo

un sacco.

<< Marta, parla con tuo fratello, ti prego! Parlaci perchè io non lo sopporto più. >> Lei

mi guardò e cominciò a ridere.

<< Bellezza, guarda che quello è anche tuo fratello! >> E se ne andò verso l'auto.


<< Grazie dell'aiuto sorellona! >> Dissi ironica. Alla fine smisi di muovermi perchè

tanto 
non avevo più possibilità di liberarmi di quell'orso gigante.

<< Scemo! >>

<< Ti voglio bene anch'io sorellina... >>

Quando arrivammo alla macchina, un opel normalissima, mi mise giù e io salii in

auto senza rivolgergli parola. Non me l'ero presa veramente, ma volevo tenerlo un

po' sulle 
spine.

<< Ehi, Chate... Non mi dirai che sei arrabbiata con me? >>

Mi misi gli auricolari alle orecchie e incomincia ad ascoltare musica a massimo

volume 
ignorandolo. Vedevo le sue labbra muoversi, ma poi mi voltai verso il

finestrino dandogli 
le spalle. Quando la macchina parti, mi venne in mente Manu...

Era tanto che non lo 
vedevo.. Avevo pure perso la nozione del tempo!

Ehi, Chate.. Non so se lo hai notato, ma se sei stata cieca...

Smettila! Lasciala stare poverina.

Io la voglio solo aiutare... Le voglio aprire gli occhi.

Ho detto smettila!

Nessuno ti ha cercata... Nessuno ti ha più chiamata. Secondo te ti vogliono

veramente 
bene? Ti stanno prendendo solo in giro... Devi stare attenta e non fidarti.

Sai com'è la 
gente! Non te lo hanno già dimostrato abbastanza? Quante volte ancora

devi essere 
abbandonata per capire che la gente non cambia mai, che ti deluderà

sempre, che 


sempre ti prenderà in giro, che non ti puoi fidare di loro e che ti faranno solo soffrire?

Ma tu sai che il per sempre non esiste... Troverai una persona che a te ci tiene

veramente... la troverai basta aver pazienza..!


Sì, sì certo... Lascia a casa le frasi fatte.

Ma...

 

<< Oddio santo, ma smettetela! >> Sapevo che oramai era tardi e che quei pensieri 

mi avrebbero perseguitati per tutta la giornata!

<< Dobbiamo smetterla di far cosa? >> Tom e Marta mi stavano guardando confusi,

senza capire il
senso di ciò che avevo appena detto, ma in fin dei conti come

potevano...?


<< Intendevo dire.. Smettetela con questo silenzioso fastidioso e.. Oh, ho fatto pure

rima... >>

<< Tu sei fuori di testa sorellina...! >>

<< Si vede che non mi conoscete! >>

E così calò nuovamente il silenzio... un silenzio assordante però.

Quando arrivammo a scuola eravamo tutti felici di scendere da quell'auto.

<< Eccoci arrivati! >> Disse Tom.

<< Non lo avevo notato...! >> Ribattei io.

<< Era per dire, scema! >>

<< Sì, sì, certo... >> Gli sorrisi e scesi dall'auto. Per tutto il tragitto pensai a come

avrei dovuto affrontare le persone, i professori... Chi diceva di essermi amico... Non

sapevo cosa fare.

Arrivata davanti alla porta aspettai a bussare. Non c'è la facevo, anche se ormai ero

entrata mille volte in quella maledetta classe. Feci due, tre, quattro respiri profondi,

ma
poi smisi perchè cominciò a girarmi la testa. Questa era una cosa normale per

me. 
Chiusi gli occhi e bussai.

<< Avanti. >> Mi rispose il prof. di Matematica.

<< Avantiii. >> Entrai.

<< Buongiorno. >>

<< Chaterina, ben tornata! Come va? >> Mi sorrise e il suo “come va?” non era per

sapere se stessi realmente bene, era così per dire.

<< Grazie. >> Dissi solamente, ma fredda. Ultimamente usavo troppo questo tono e

quando mi girai verso la classe alla ricerca di un posto libero, non ne trovai

nemmeno
uno.

<< Oh, già felici di mandarmi via a quanto pare. >> E me ne usci da quella cazzo di

classe con il prof. che continuava a chiamarmi. Andai nei giardinetti della scuola

dove,
per fortuna, non c'era nessuno. Mi sedetti sulla panchina, quella dove per la

prima volta 
parlai assieme a Masino, ma sta volta non c'era... Mi coricai sul freddo

marmo e chiusi 
gli occhi ascoltando un po' di musica spagnola...

Lo spagnolo... l'amore della mia vita. Io lo adoravo... Io lo adoro e dovevo per forza

imparare a pararlo.

Sospirai. Ero ancora stanca, sentivo la mancanza di qualcosa... o di qualcuno. E

sembrava quasi che ci fosse una mano che mi stesse stringendo forte forte il cuore

fino
a sentire un dolore fisico e anche respirare era diventato difficile.. Volevo solo

riuscire a 


non pensare a quel male che sentivo.. Volevo solo smettere di provare emozioni...

Quello era diventato il mio più bel sogno

Mi misi a cantare senza rendermene conto. Mi stava venendo pure la voglia di

ballare.

<< E da quando tu canti così? >> Mi girai di scatto e vidi Marta.

<< Ehi, sorellina! >> Le dissi con un filo di voce e con le lacrime che ormai mi

rigavano
il volto senza sosta.

<< Ehi, amore... che succede? >> E venne a sedersi vicino a me e io la abbracciai di

scatto perchè avevo proprio bisogno di due braccia che mi tenessero stretta a loro.

Non riuscivo a dire nemmeno una parola e continuai solo a singhiozzare.

<< Ehi, che succede? Non piangere, dai piccolina. E' il tuo “primo giorno di scuola”,

per
così dire... Non devi piangere. >>

E mi arrabbiai. In quel momento ero molto vulnerabile e ogni cosa mi feriva, ogni

cosa 
mi faceva male e avevo un bisogno incredibile di sfogarmi. Mi alzai di scatto e

la guardai con rabbia, una rabbia che non aveva 
senso, una rabbia che non sapevo

nemmeno da dove venissi.


<< Credi che io non sappia che piangere e per deboli? Credi che mi diverta a non

riuscire a controllare 'ste cazzo di lacrime? Sì, non riesco a essere forte... Non lo

sono, e allora? Non tutti possono essere forte, ma tranquilla. Lo diventerò. C'è la farò.

Non piangerò più... Per niente e nessuno. Quindi ora vattene pure e lascia stare

questa d
ebole e inutile Chaterina. A lei non è successo niente di così grave... Non ha

perso la 
madre e il fratello, il padre non l'ha abbandonata.. no, no è successo niente    

di tutto 
questo. Chaterina non pensa ad ogni giorno a loro, a quanto vorrebbe essere

morta lei 
piuttosto che suo fratello e sua madre. Lei non sta male. Sta benissimo. Ma

questo è 
solo ciò che lei vuole far vedere alla gente perchè lei c'è, cazzo... eccome

se c'è... Ma
non esiste... Non esiste più,e questa è un cosa diversa. Tu non mi

conosci... Tu non 
conosci Chaterina e quindi non devi giudicarla... L'hai odiata fino

dall'inizio e quindi non 
puoi conoscerla. Nessuno la conosce... Nemmeno lei sa più

chi è... La senti... 


Qualche volta senti come parla? Con quella voce così fredda che le fa tanta paura,

che le fa
paura da sola? Lei non c'è la fa più... Lei vuole rivedere il viso di sua madre

così 
bello,così giovane, vuole risentire i suoi abbracci, i suoi baci... La rivuole... E

Chaterina
vuole raggiungerla... Vuole raggiungere sua madre e suo fratello... Gli

mancano tanti. 


Tu non la puoi capire... >> Dissi crollando per terra e continuando a piangere 

stringendomi tra le mie braccia, come per sparire e in fin dei conti era quello che

volevo... Sparire da questo cazzo di mondo che non mi voleva. Nessuno mi voleva,

nessuno mi aveva cercata quando stavo male. Dicono tutti che mi vogliono bene, ma

non me lo dimostrano mai. Non mi cercano mai, tranne quando fa comodo a loro.

<< La verità è che nessuno più mi vuole qui... nessuno! >>

Continuai a piangere, senza sosta... Singhiozzando fino a star male. Sentivo che

l'aria

cominciava a mancarmi e i singhiozzi mi facevano male al torace e ai polmoni.

<< Ehi, sorellina.. Non fare così, ti prego. Calmati. Non intendevo dire che piangere

è
per deboli e tu non lo sei per niente. Io non sarei riuscita a muovere un passo se 

fossi stata al tuo posto. Hai solo bisogno di tempo per superare tutto questo, e non è 

facile... Purtroppo non so come ti senti realmente... Sai.. ho letto alcune tue frasi che

erano scritte sul cellulare.. Scusa se l'ho fatto.. Comunque.. Una di quelle diceva...

“Se 
una cosa non la vivi in prima persona, difficilmente potrai capirla veramente”.. E

ora so 
perfettamente cosa vuol dire.. Io sono circondata da persone che mi vogliono

bene.. 


Non lo dico per vantarmi, davvero.. Lo dico per dirti che sto cercando di capirti, che

mi
è difficile perchè è vero, non ti conosco.. E mai ho fatto lo sforzo di farlo... Però

devi 
sapere una cosa... Tu ora non sei sola, dico davvero.. Non lo sei.. Ci sono io,

C'è Tom, c
i sono papà e mamma... La tua Nuova famiglia e.. >>

<< No, aspetta! Voi siete la mia famiglia ADOTTIVA, non la mia NUOVA famiglia...

L'unica vera e nuova famiglia che ho sono mamma e mio fratello, basta! >>

Sussurrai
guardando per terra e continuando a stringermi le gambe al petto.

<< Sì, scusa.. hai ragione.. La tua famiglia adottiva.. una famiglia che ti vuole bene..

per davvero... Io so che non ti fidi facilmente delle persone, questo l'ho capito... E

ho 
capito anche che ti senti abbandonata, sola... Ma ora non lo sei più.. Ti ci vorrà

del tempo per notarlo, per capirlo e accettarlo, ma quel giorno arriverà, te lo

assicuro.. >>

E io ci credevo a quelle parole.. Ci credevo davvero finchè..

<< Certe volte mi sento davvero bene con voi, ma... Quando mi sento bene penso

che stia sbagliando.. Che non è giusto esserlo.. Mi sento in colpa perchè mia madre

e mio
fratello sono morti e io divento felice con altra gente? No... Non va bene... Io

non posso 
essere felice con voi.. non posso! >>

“Non posso.. Non Posso!”

<< Chate, non è così.. >>

<< Invece sì.. Non posso! Mi dispiace.. Ma io non posso.. Non posso.. >>

<< Chaterina, Marta! Cosa fate qua fuori durante le ore di lezione? >> Ci chiese la

professoressa di Scienze Umane..

"Dio Santo, fra tutti i professori proprio lei mi doveva capitare!!" Non che avessi

qualcosa contro di lei, ma lei era come un'altra madre.. Per lei provavo un affetto

sincero e molto grande.. E ho sempre pensato che fosse lo stesso per lei.

<< Niente, stavamo proprio rientrando. >> 


<< Va tutto bene Chaterina? >> "Appunto. Avrà visto le mie lacrime."

<< Tutto bene, professoressa. Con permesso.. >> E andai di corsa verso i bagni 

delle ragazze, mi lavai la faccia, mi rifeci il trucco e, suonata la campanella, andai di 

nuovo in classe. Camminavo come uno zombie in trans..
 E fu così che

passai tutta la mia giornata scolastica... In trans seduta al mio banco.. Senza

ascoltare, senza parlare e senza vedere veramente qualcuno.. Nemmeno Stella, la 

mia amica..

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