Filo Rosso

di Andremisia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X- parte prima. ***
Capitolo 12: *** CapitoloX - parte seconda. ***
Capitolo 13: *** Capitolo XI ***
Capitolo 14: *** Capitolo XII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 16: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XV ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVI ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 Questa è la mia prima Dramione. Non vi nascondo che sono parecchio insicura su questa storia, visto che questo paring è molto popolare ed è molto facile cadere in clichè che a me non piacciono quasi per niente. Il mio Draco non è il bello e dannato Dio-del-sesso che fuma sigarette e che conquista tutta la "fauna femminile" di Hogwarts e la mia Hermione non è la ragazza tutta boccoli e occhi d'oro. Ho cercato di rendere i personaggi quanto più possibile simili a quelli della Rowling, anche se (essendo una dramione) saranno inevitabilmente OOC! Spero di avervi incuriositi e fatemi sapere cosa ne pensate e se posso continuarla o se è meglio che termini qui quest'esperienza!





                                                   
                     Filo Rosso

                                    Prologo
                                                          

                                                                                                                                                                                       - Soltanto quelli che sanno odiare sanno anche amare.-

                                                                                                                                                                                                                                                 Pëtr Kropotkin






Era in cima ad una fragile torre di sedie carbonizzate,con le braccia sorreggeva Goyle svenuto.Il suo cuore martellava furioso nel petto e il fumo generato dall'Ardemonio gli seccava la gola. Da lontano scorse Potter in sella ad una scopa. Iniziò a gridare, nella speranza che lo sentisse. Lo vide arrivare e alzò un braccio ma, appena lo afferrò, la mano sudata gli scivolò subito dalla presa. Pochi secondi dopo,vide Weasley e la sanguesporco Granger caricare Goyle sulla loro scopa, dandogli la possibilità di aggrapparsi a Potter. Quando riuscirono ad uscire dalla stanza, cadde dalla scopa e rimase disteso a faccia in giù; rantolava e tossiva, scosso dai conati. La Granger era seduta a terra, ansimante, accanto a Goyle ancora privo di sensi. Lo guardava come non l'aveva mai guardato nessuno. Non sapeva cosa stesse pensando ma, nei suoi occhi, riusciva a scorgere gli stessi sentimenti che pervadevano anche lui: paura,sollievo,rammarico.
«T-Tiger» tossicchiò non appena riuscì a parlare. «T-Tiger...»
«È morto» rispose Weasley.




Si svegliò di soprassalto, aveva la fronte imperlata di sudore. Erano settimane che continuava a sognare quel momento nella Stanza delle necessità. La morte di Tiger l'aveva sconvolto tanto quanto aveva fatto la guerra. Il processo, che vedeva i Malfoy imputati come Mangiamorte, era terminato. Erano stati assolti dal Ministero grazie alla testimonianza di Potter che aveva raccontato a tutti di come Narcissa Black Malfoy l'avesse salvato, mentendo a Voldemort circa la sua morte. Avevano riavuto il Manor, il loro patrimonio e la possibilità di ricominciare, tuttavia si sentiva ancora in gabbia. Braccato da qualcosa a cui non sapeva dare un nome. Si alzò dal letto ansimante, andò in bagno e come tutte le notti, guardandosi allo specchio, pianse lacrime amare.



***



Quella stessa mattina, Draco si era recato a Diagon Alley, per sistemare alcune faccende alla Gringott. Si era fermato,poi, davanti ad una vetrina che esponeva l'ultimo modello della Firebolt, quando aveva visto riflessa nella stessa vetrina la Granger che usciva dal Ghirigoro con un sacco di libri fra le braccia. Improvvisamente riaffiorò nella mente quello sguardo che gli aveva rivolto subito dopo essere usciti indenni dalla stanza delle necessità provocandogli uno spiacevole bruciore all'altezza dello stomaco. Era la stessa di sempre; i capelli crespi e ricci, gli occhi marroni accesi di determinazione e persino quella detestabile aria di supponenza era rimasta tale e quale a come la ricordava ad Hogwarts. E la odiò. La odiò perchè lei aveva vinto. Lei poteva girare a testa alta, ricevendo l'ammirazione e la gratitudine di tutti e guardandola andare via la odiò ancora di più, perchè lui aveva sbagliato a gestire tutta la sua vita, era stato un debole. Nonostante potesse vantare di avere il sangue puro, non era all'altezza di Hermione Granger: sanguesporco ed eroina di guerra.


Quella notte sognò Hermione Granger che,sorridente,gli tendeva una mano.




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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


 Inanzittutto voglio ringraziare tutte le persone che hanno letto, inserito nelle seguite e, soprattutto, tutte quelle che hanno commentato il mio esordio qui. Come vi avevo già detto, sono parecchia insicura su questa storia, ma le vostre recensioni mi hanno dato la carica per continuare e continuare in meglio. Sono euforica e contentissima al punto che ho deciso di pubblicare il primo capitolo!Spero che vi piaccia tanto quanto vi è piaciuto il prologo. In questo capitolo non accade nulla di particolarme entusiasmante, ma ho ritenuto essenziale soffermarmi sullo stato d'animo di Draco, che come vedrete è parecchio in subbuglio. Ho introdotto anche la figura di Narcissa che,seconde me, è la persona più importante per Draco. Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare all'inizio della settimana prossima. Gli aggiornamenti fino a metà Luglio saranno più lenti a causa degli esami ( maledetta sessione estiva!), ma saranno molti più frequenti e veloci dopo.Spero di non deludervi e vi sarei grata se mi diceste cosa ne pensate e se debba migliorare qualcosa! Tengo moltissimo alla vostra opinione e potrete aiutarmi parecchio, visto che è la prima volta che mi dedico a questo paring! Ancora Grazie, buona lettura!



                                                           
                            Filo Rosso





                                                                                                    - Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito.
 [...]se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine.
Se hai il cuore pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca,
 invece, non se ne accorgono neanche. Eppure il dolore dell’anima è una malattia
 molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata,
le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate
 da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non
 guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.-

                                                                                                                                                                                                                                           O. Fallaci






Aveva sognato quella sanguesporco per tutta la settimana.

Quando si svegliava e apriva gli occhi restava a fissare le cortine per almeno 10 minuti pensando alla possibilità di aver perso completamente il cervello se aveva preso a sognare la Granger.
Hermione Granger che gli sorride.

Tutte le mattine alle otto in punto sua madre faceva servire la colazione nella saletta riservata alla famiglia. Si siedeva di fronte a suo padre Lucius e al fianco di Narcissa. Beveva il suo thè, si perdeva con lo sguardo nel vuoto e si alzava, quando gli elfi si affaccendavano per sparecchiare, recandosi nella sua camera, dove vi rimaneva fino all'ora di pranzo. Si stendeva sul letto e pensava. Sentiva di aver bisogno di qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.
Hermione Granger che lo abbraccia.

Si sentiva perso.
Suo padre Lucius l'aveva quasi costretto ad incontrare Asteria Greengrass. Quell'arrogante smorfiosa era antipatica e scorbutica quasi quanto sua sorella Daphne. Non voleva avere nulla a che fare con quella famiglia, nonostante fosse una delle famiglie più antiche e potenti del mondo magico. Lucius confidava nel buon senso del suo unico figlio. Draco, invece, credeva che il suo buon senso fosse andato perduto del tutto.
Hermione Granger che gli porge la mano.

Ogni tanto sembrava che il Marchio Nero gli bruciasse come fuoco rovente sulla pelle, e se non fosse stato del tutto sicuro che Il signore Oscuro, no Voldemort, fosse morto e sepolto, avrebbe creduto di dover fare ancora il Mangiamorte.
Hermione Granger che lo guarda e gli sussurra frasi rassicuranti.


Narcissa aveva notato il cambiamento del figlio.
Era divenuto ancora più pallido di quanto già non fosse e le occhiaie erano il segno evidente di quanto suo figlio stesse soffrendo. Sapeva che la guerra, i morti, i mesi di violenza a cui tutti loro erano stati costretti ad assistere l'avevano segnato profondamente. Lucius credeva che fosse normale, che se la sarebbe cavata. Ma lei non voleva stare ferma a guardare, ad aspettere che passi. Amava suo figlio profondamente, aveva rischiato tutto per lui e avrebbe continuato a farlo, fin quando non lo avrebbe visto felice e sereno. Era disposta a qualsiasi cosa.


***

Il binario era affollato. C'erano bambini ovunque che, accompagnati dai propri genitori, emozionati si apprestavano a prendere per la prima volta l'espresso per Hogwarts.
Draco percorreva il binario accompagnato da sua madre e seguito dal suo elfo personale, Blinky, che trainava il suo baule. Aveva sperato di non tornare mai più in quell'orribile scuola, ma sua madre l'aveva supplicato affinchè terminasse i suoi studi come ogni persona del suo rango che si rispetti e così aveva ceduto non volendo dare a sua madre un ulteriore dispiacere.
«Mi raccomando Draco, abbi cura di te e cerca di ottenere buoni risultati.» così dicendo, Narcissa diede a suo figlio un lungo bacio sulla guancia.
«A presto, mamma.»
Quando poi si chinò su sua madre per abbracciarla, vide, all'altro lato del binario, Hermione Granger salutare affettuosamente i suoi genitori. Un moto di stizza lo costrinse a lasciare le braccia di sua madre, a strappare all' elfo il suo bagaglio e a salire velocemente sul treno. Cercò uno scompartimento vuoto e vi ci si infilò, sbattendo bruscamente la porta e tirando giù la tendina. Il solo pensiero di rivedere di nuovo tutti quella insulsa gentaglia, gli fece venire il vomito. Pregava Salazar di non dover sopportare troppo spesso anche la vista di quell'insopportabile so-tutto-io sanguesporco. Già era abbastanza doverla rivedere nei suoi sogni, incubi, per riuscire a sopportarla anche dal vivo.




«Qualcosa dal carrello, caro??»
«Delle cioccorane.»
«Ecco a te.»
Si era accomodato e con foga aveva scartato la prima cioccorana, aveva afferrato al volo la rana e l'aveva mangiata. Si ricordò della figurina solo dopo, la girò per vedere quale personaggio famoso gli fosse capitato e a momenti aveva rischiato di strozzarsi. La figurina mostrava una Hermione Granger, che imbarazzata si toccava quella sottospecie di cespuglio che aveva per capelli. Sotto, la figurina recitava:
Hermione Jean Granger, salvatrice del mondo magico e studentessa più brillante del suo anno.

Con tutta la forza che aveva nelle braccia, lanciò la figurina il più lontano possibile da lui.


***

 Gli era stata assegnata la stessa camera che aveva avuto per i sei anni precedenti. Appena era entrato, lo stomaco gli si era stretto in una morsa dolorosa alla vista del letto vuoto di Tiger. Anche quello di Goyle era vuoto, ma saperlo vivo e non morto lo rincuorava abbastanza. Si sistemò sul suo vecchio letto, poggiò il baule ai suoi piedi, tirò le tende verdi del baldacchino e si stese a faccia in giù. Un piccolo rumore della porta lo avvertì che qualcun' altro era entrato nella stanza e stava sistemando il suo baule. Sapeva già chi fosse; Blaise Zabini era parecchio silenzioso. Parlava poco e diceva sempre cose sensate, era discreto e di nobile famiglia. Era per questo che aveva fatto amicizia con lui qualche anno addietro. Non si scomodò a salutarlo e Blaise fece altrettanto.



***

Grattastinchi era particolarmente pesante. Da quando, l'anno precedente, l'aveva spedito in Australia insieme ai suoi genitori era diventato un gattone enorme. Mangiava molto e dormiva troppo ed Hermione aveva iniziato a credere che da lì a poco avrebbe spirato.
Sistemò i suoi bagagli e scese in sala comune dove trovò Neville intento a sistemare tutte le sue piantine con cura meticolosa.
«Hanno bisogno di parecchia luce per sopravvivere» disse e lei non ebbe nulla da ridire. Conosceva bene la predilezione che Neville aveva per l'erbologia, l'unica materia in cui era persino più in gamba di lei.
Si accomodò su una delle poltroncine rosse e iniziò a studiare l'orario delle lezioni e una strategia per seguirle tutte nella maniera più efficiente possibile.
Quell'anno ci sarebbero stati i M.A.G.O. e lei aveva tutta l'intenzione di conseguire un ottimo risultato.


***

Era in ritardo per il pranzo e correva a perdifiato scendendo le scale due a due. Tra le braccia aveva libri e pergamene che mandò all'aria non appena si scontrò con qualcuno che stava salendo. L'urto la fece cadere, andando a sbattere con la schiena sulle scale. Alzò il viso verso l'altro per vedere con chi si fosse scontrata e rimase paralizzata nel vedere Draco Malfoy che si alzava massaggiandosi l'osso sacro. Si sarebbe aspettata fiumi di insulti, ma il ragazzo, invece, la guardò, la sorpassò e senza dire nulla se ne andò, lasciandola lì per terra dolorante e con le pergamene disposte tutte intorno a lei.




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Capitolo 3
*** Capitolo II ***



 TaDà! Eccomi qui! Sto pubblicando con due giorni di anticipo perchè non potevo farlo Martedì, per cui ho preferito anticipare piuttosto che posticipare! Come sempre voglio ringraziare kiddoB, Chidory_ e Dear Juliet per le bellissime recensioni. Grazie ragazze, non sapete quanto mi avete fatto bene! Ringrazio inoltre chi ha inserito la storia nelle seguite, preferite e chi ha letto la storia e chi si appresta a leggere ora! Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate,sono troppo curiosa!!!! Buona lettura!








                                                   Filo Rosso





                                                                                                

                                                                                                                                                  

                                                                                                                                                            -Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare -
                                                                                                                                                                 Kierkegaard





Draco se ne stava seduto sulla poltrona in pelle nera della sala comune innanzi all'enorme camino, sgranocchiando sovrappensiero i suoi biscotti preferiti. Sua madre glieli aveva spediti tramite il suo barbagianni quella stessa mattina, insieme ad una lettera dove gli chiedeva come stesse e ricordandogli di impegnarsi per i M.AG.O. Draco aveva riposto la lettera nel cassetto della sua scrivania e aveva risposto a sua madre rassicurandola di stare bene e di impegnarsi nello studio. In realtà non si stava impegnando al massimo, ma le sue capacità intellettive gli permettevano comunque di avere almeno un Ogni Oltre Previsione in tutte le materie, se si escludeva Babbanologia in cui aveva un desolante Troll. La preside McGranitt, infatti, aveva introdotto una regola semplice ma quanto mai innovativa nel programma di studi: Il corso di Babbanologia obbligatorio per tutti. Ella credeva che costringendo i ragazzi a conoscere meglio il mondo non magico, avrebbe eliminato gli antichi pregiudizi di supremazia che ancora circolavano fra i maghi. A Draco non importava minimanente di quella regola; i pregiudizi contro babbani e Nati babbani erano stati l'unica eredità morale che aveva raccolto dai suoi genitori e non sarebbe di certo stata la megera e quelle patetiche lezioni a fargli cambiare idea. Se solo suo padre l'avesse saputo, l'avrebbe certamente spedito a Durmstrang alla faccia delle suppliche e delle lacrime di sua madre. Anche se,ora che ci pensava, molto probabilmente, l'avrebbe di certo ammazzato se avesse saputo dei sogni che faceva continuamente sulla sanguesporco. Come se il destino non fosse già abbastanza crudele, poi, la incontrava praticamente ovunque, visto che la sfortuna aveva voluto che entrambi avessero scelto gli stessi corsi. Lui la ignorava deliberatamente credendo che se non le avesse prestato attenzione, forse sarebbe riuscito a non sognarla più. Ma più la ignorava, più la sognava e più cresceva la sua irritazione. Si sarebbe lanciato persino una fattura se non avesse tenuto così tanto a se stesso.

 

***

 

Aveva ricevuto le lettere di Harry e Ginny ogni settimana, ma nulla dal suo ragazzo. Erano circa due mesi che la scuola era iniziata e non aveva ricevuto un solo, misero bigliettino da Ronald Weasley. Lei gli aveva scritto continuamente, ma non aveva ricevuto risposta. Dopotutto di cosa si meravigliava? Era riuscito ad abbandonarla nella foresta quando tutti e tre - lei, Harry e Ron - erano in cerca degli Horcrux, che speranza c'era che si ricordasse di lei ora? Si era aspettata per lo meno un bigliettino di auguri al suo compleanno, ma niente. Allora aveva atteso per le settimane seguenti, ma niente. Ora attendeva soltanto una cosa: incontrarlo e fargli fare la figura dell'idiota quale era.

 

***

 

Ogni volta che toccava il corrimano della scala che portava alla torre di Astronomia, lo invadeva un senso di angoscia e e paura che l'avevano accompagnato durante tutto il suo sesto anno, quando Voldemort gli aveva ordinato di uccidere Silente. Prese un respiro forte prima di aprire la porta e il fiato gli si mozzò in gola. La sanguesporco era seduta a terra vicino alla ringhiera, singhiozzava rumorosamente e tanti uccellini le svolazzavano intorno. Un senso di gioia e soddisfazione lo pervase alla vista della Granger infelice, tuttavia un sentimento sconosciuto lo portava ad aver voglia di sedersi e piangere insieme a lei.

 

«Malfoy, cosa ci fai qui?» domandò Hermione non appena lo vide, asciugandosi in fretta le lacrime e facendo scomparire gli uccellini.
«Non ho nessuna intenzione di parlare con te, sanguesporco.» e una smorfia distingustata gli apparve in volto. Hermione alzò gli occhi al cielo e gli chiese «Ancora con questa storia? Non mi sembra molto coerente che continui a chiamarmi "sanguesporco" dopo che questa sanguesporco e i suoi amici ti hanno salvato la pelle per ben tre volte, durante l'ultima battaglia. Credi che io ti sia ancora inferiore?» Draco strinse i pugni e serrò la mascella «Non rivolgermi la parola!» il solo fatto di rievocare ancora quei brutti ricordi gli causarono una fitta allo stomaco.
«Perfetto, vorrà dire che resteremo in silenzio.» disse Hermione prima di ritornare a volgere lo sguardo verso il cielo.
«Non ho nessuna intenzione di rimanere qui con te!» disse Draco indignato.
 «Bene. Allora vattene e chiudi la porta,cortesemente.» Il viso pallido di Draco assunse un leggero colorito rosato a causa dell'irritazione che provava per quella stupida e lurida sanguesporco. Prima ancora che se ne rendesse conto, si ritrovò seduto per terra anch'egli, il più lontano possibile da lei. Stettero in silenzio per parecchi minuti prima che Hermione prendesse dalla sua borsa un blocchetto e iniziasse a disegnare le stelle e le costellazioni che si intravedevano nel cielo. A fianco ad ognuna delle stelle scrisse tutto ciò che sapeva al riguardo, fino a quando non sentì un " ignorante " vibrare nell'aria. Si voltò di scatto verso Draco guardandolo truce. Lui non la degnò di un' occhiata e continuò a guardare le stelle «Si può sapere perchè mi hai chiamato ignorante?» chiese Hermione seccata ed infastidita, ma non ebbe risposta.Insoddisfatta e frustrata tornò a fare quello che stava facendo. Subito dopo Draco si alzò, si scrollò la polvere dai pantaloni della divisa e prima di andarsene disse «Il punto non è credere che tu sia inferiore, ma il fatto che tu lo sia realmente. La mia superiorità si evince persino dalle piccole cose. Sanguesporco.» e con questo se ne andò sbattendo rumorosamente la porta.

Hermione Granger non riuscì a capire il significato di quell'affermazione fino alla lezione seguente di Astronomia, dove si accorse che la mappa, che aveva disegnato sulla torre, era completamente sbagliata.

 

***

 

Un grosso gufo atterrò capitolando sulla tavola dei Grifondoro  rovesciando tutto il succo di zucca di Hermione, che ne riconobbe subito la provenienza. Prese delicatamente la lettera dalle zampe e diede un biscotto al gufo che, per la foga, le morse un dito. Tale padrone, tale gufo. Lesse la lettera tutta d'un fiato e una rabbia brutale si impossessò di lei.

Ronald Weasley era un uomo morto.

 


***

 

Blaise Zabini e Theodore Nott svolazzavano sulle scope lungo tutto il campo da quidditch cercando di insegnare a pochi primini come volare. Alcuni erano veramente bravi e sarebbero stati in futuro ottimi giocatori, altri erano terrorizzati, si vedeva dal modo in cui tentennavano e barcollavano sulla scopa. Draco era seduto su uno degli spalti e li guardava. Non aveva più volato su una scopa da quella volta nella stanza delle necessità. A dire il vero erano parecchie le cose che non aveva fatto più da allora. Si stava privando di tutte le cose che prima lo divertivano e che adesso non gli sembravano più così entusiasmanti. Blaise e Theo lo videro da lontano e lo esortarono a unirsi a loro. Cosa avrebbe dovuto fare? Avrebbe pur dovuto ricominciare, no? E si chiese se, invece di ricominciare, la cosa giusta non fosse quella di cominciare da capo.

Tutto.


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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Eccomi ritornata! Finalmente gli esami sono un ricordo lontano e anche io potrò iniziare a godermi l'estate! Ora gli aggiornamenti saranno molto frequenti e non mi darete più per dispersa xD.Vorrei, come sempre, ringraziare tutti quelli che si sono soffermati a leggere fino ad adesso, le persone che hanno inserito la storia nelle seguite e nelle preferite e un grazie di cuore a chi ha commentato! Grazie ai vostri commenti e ai vostri suggerimenti sto cercando di migliorare la storia e quindi vi pregherei di continuare ancora! Il capitolo  è molto breve, tuttavia ho preferito postare questo piuttosto che lasciarvi attendere ancora. Non preoccupatevi, i prossimi saranno più corposi!
Buona lettura!





              Filo rosso


                                   
-Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi…Emozioni.-
                                                                                                                                                                                                                                    
Lucio Battisti.
                           




La pozione del sonno, che aveva chiesto a madama Chips, era stata efficace. Erano circa tre notti che dormiva serenamente e che non sognava più quella Nata Babbana, ma si era presto reso conto che erano anche altrettante mattine che, quando si svegliava da quel sonno senza sogni, si sentiva tremendamente solo.


***


Cara Hermione,
lo so che mi hai scritto parecchie volte, ma non ho mai avuto tempo per risponderti. Il lavoro ai Tiri Vispi mi ha tenuto molto impegnato fino a ieri mattina, quando ho ricevuto una lettera dal Ministero. Miseriaccia Hermione! Avevo fatto richiesta per diventare auror lo scorso mese e ho supertato il test! Che te ne pare? Anche io ce l'ho fatta a diventare un auror come Harry! Mi è già stata affidata la prima missione e dovrò partire dopodomani, quindi non potremo vederci per parecchio tempo. Scusami se non ti ho detto niente, ma sono sicuro che capirai.
Ron
P.S. non studiare troppo.

Era la centesima volta che rileggeva quella lettera ed era livida. Non sapeva se essere più amareggiata o adirata. Come aveva potuto? Come aveva potuto liquidarla in quella maniera con una misera lettera? Lei era la sua ragazza, meritava più considerazione! Era... era... un emerito....stronzo!  Le aveva comunicato che aveva fatto richiesta per entrare negli auror e che sarebbe partito. Non l'aveva resa partecipe di nessuna decisione, come se lei non contasse nulla, come se non esistesse. Si era comportato come un ragazzino immaturo, come il Ron dei primi anni e non come il ragazzo cresciuto e responsabile che era diventato. Lei lo amava, ma lui? Cominciava a credere che lui non provasse più gli stessi sentimenti che provava lei e questo le spezzò il cuore.


***

Draco aveva deciso di andare avanti: aveva ripreso a volare sulla scopa, aveva ripreso a mangiare regolarmente e aveva ripreso anche a dare fastidio ai primini Grifondoro. Si aggirava per il castello in compagnia di Blaise e Theo e parecchie volte si fermava a parlottare con i quadri.Sbuffava e sonnecchiava a Babbanologia. L'unica cosa che non riusciva a fare era evitare quella capellona so-tutto-io. Se la ritrovava praticamente ovunque e sfortunatamente non c'erano pozioni per quello.


***

Il rumore del vento sul lago Nero la rilassava. Si era seduta sulle sponde del lago per studiare trasfigurazione avanzata, ma poi i pensieri e la lettera di Ron avevano preso il sopravvento, così si era ritrovata distesa a pensare con i libri accantonati ai suoi piedi.

«Quanto vorrei che la piovra gigante ti facesse fare una brutta fine, sanguesporco. Mi accontenterei anche solo di guardarla mentre ti sbrana.» 
« Alcuni dicono che la piovra gigante sia Godric Grifondoro in persona, che ha trovato rifugio nelle profondità del lago sottoforma di animagus per stare per sempre vicino ad Hogwarts. Per cui non credo che sarebbe interessato ad una Grifondoro, quando ha la possibilità di sbranare un Serpeverde viscido e antipatico.» disse Hermione, senza nemmeno aprire gli occhi.
« Per una petulante e odiosa cespugliona impura potrebbe fare un' eccezione.» disse Draco con aria schifata. «Soltanto i Grifondoro potrebbero essere animagus così orrendi ed inutili.» aggiunse in seguito.
«Hai ragione» rise Hermione « I Serpeverde,invece,si trasfigurano sempre in animali molto carini. I furetti, poi, sono tra i più eleganti.» e rise sempre più forte, distendendo le braccia e le gambe sul terreno.
Draco la guardò « Sei di buon umore oggi. Ridi come un Troll.»
«E tu, invece, sei scemo come un Troll, direi che siamo pari. »
« Io e te non saremo mai pari, sanguesporco.» e fu solamente allora che Hermione si girò a guardarlo. Era lì a due metri da lei, che ostentava una sicurezza che non aveva. Lei lo sapeva bene, non fingeva sicurezza e indifferenza anche lei? Dopotutto erano due ragazzini. Due ragazzini che si erano ritrovati a combattere una guerra a soli 17 anni. Che avevano visto la morte più di una volta e che per un segno del destino si erano ritrovati vivi e salvi, ma non sani.
« Ci pensi mai a come sarebbe potuta andare se non avessimo sconfitto Voldemort?»
Se Draco non fosse stato certo che non ci fosse nessun'altro oltre loro, avrebbe creduto che fosse stato vittima di un Pietrificus.
 « Cosa vuoi da me? Cosa ti fa credere che io possa parlare con te di quest'argomento?» aveva il respiro corto ed era spiazziato. Non si aspettava che il discorso prendesse quella piega. Quando l'aveva vista distesa in terra si era avvicinato solo per darle un pò fastidio. Non aveva alcuna intenzione di parlare con lei, nè tantomeno di parlare con lei della guerra.
«Non credo niente, ti ho solo fatto una domanda. Io ci penso spesso; tutti quelli come me uccisi barbaramente, tutti quelli come te ridotti in schiavitù. Nessuna libertà, il terrore assoluto. Mi capita spesso di sognare tua zia, che mi uccide e che sevizia il mio corpo davanti a tutti, a casa tua.» Draco ebbe un colpo al cuore. Non si sarebbe mai aspettato che anche lei avesse degli incubi esattamente come lui. Che non fosse l'unico a stare ancora male.
«Perchè mi dici queste cose?» disse Draco con agitazione.
« Perchè credo che tu capisca bene.»
Hermione si alzò, prese i suoi libri e si avviò verso il castello, superando Draco.
« Granger io e te non saremo mai amici.»
« Lo so. Capisco.»

***

Quella sera Hermione non scese a cena. Preferì restare in camera sua.

Quella sera Draco Malfoy non bevve alcuna pozione.

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Eccomi qui con un nuovo capitolo!  Ringrazio tutti voi che avete letto e recensito! Devo ammettere che mi sono divertita moltissimo a scrivere questo capitolo e spero che piaccia anche a voi! Le cose iniziano a delinearsi e piano piano Draco ed Hermione iniziano ad avere più contatto. Non sono sicura che i personaggi siano completamente IC, ma ho cercato di renderli , come sempre, il più possibile simili ai personaggi della Rowling. Spero vi piaccia e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!!! Buona lettura!




      
       Filo Rosso










                                                                                                                    -L'occhio vede le cose in maniera più chiara nei sogni di quanto non riesca a vederle nella veglia-
                                                                                                                                                                   Leonardo da Vinci

















Si trovavano sulla torre di Astronomia, entrambi seduti vicino. Draco era appoggiato alla sua spalla e piangeva disperato. Hermione gli accarezzava la schiena, mormorandogli frasi confortanti e piangendo a sua volta. « Siamo salvi, Draco. Siamo qui, Insieme. » Si guardarono negli occhi, prima che Draco le baciasse piano le labbra e le loro lacrime si mescolassero. «Siamo insieme» ripetè Hermione prima di abbracciarlo.


Draco si svegliò e si rigirò tra le coperte. Ogni notte da quando aveva avuto quella discussione sul Lago Nero con la Granger, sognava di baciarla.

Hermione si svegliò di soprassalto,sudata e con il respiro accellerato. Stava impazzendo ne era certa, non poteva sognare di baciare Draco Malfoy. Non poteva.



***


"L'antica arte delle pozioni" era nello scaffale più alto della biblioteca ed Hermione non riusciva a raggiungerlo nemmeno con l'aiuto della scala. Necessitava assolutamente di consultare quel libro se voleva un Eccezionale in pozioni. Tentò di allungare il braccio, sporgendosi e in una frazione di secondo si ritrovò penzoloni aggrappata allo scaffale. Aveva la bacchetta nella tasca destra del mantello, ma se si fosse sporta con la mano per prenderla, di sicuro sarebbe precipitata. Fu così che Draco Malfoy la trovò.
«Per la barba di Merlino,Granger. Non dirmi che finalmente hai dato ascolto ai miei consigli e ci vuoi liberare della tua ingombrante presenza! Se è così, ti prego, dammi almeno il tempo di sistemarmi in una posizione migliore per godere dello spettacolo!» disse con un sorriso di scherno.
« Non cantare vittoria Malfoy! Non vedrai la mia dipartita molto facilmente!» e con tutta la forza che aveva, cercò di raggiungere con i piedi la scala.
« Granger, Granger, per carità!
» si agitò « Non ti muovere oltre se non vuoi mostrarmi le mutandine! Almeno se non vuoi avverare i miei desideri, cerca di non avverare i miei incubi! »
« E ALLORA AIUTAMI!» disse urlando Hermione. Era certa che Madama Prince sarebbe arrivata e li avrebbe cacciati entrambi dalla biblioteca. Con un pigro movimento del polso, Draco la fece lievitare sino a terra.
«Mi compiaccio di dire che sei proprio una stupida, sanguesporco. I tuoi rozzi modi babbani hanno il sopravvento perfino nelle cose più elementari. Non hai mai pensato che un semplice incantesimo di appello sarebbe bastato per prendere il libro?» Hermione lo fissò stralunata. Perchè non ci aveva pensato prima? «Beh... ora se non ti dispiace quel libro serve a me.» Appellato il libro, Draco uscì dalla biblioteca in tutta fretta, finalmente soddisfatto di sentirsi per una volta all'altezza di Hermione Granger.

***

Non aveva risposto alla lettera di Ron, non lo meritava. Non gliel'avrebbe data vinta e questa volta non avrebbe mostrato nemmeno un briciolo di compassione per quello zotico del suo ragazzo. Aveva deciso di non pensarci più e di dedicarsi a cose più importanti come studiare.

***

« Malfoy! Malfoy! » Appena usciti dalla lezione di Trasfigurazione, Hermione rincorreva Draco per i corridoi. «Malfoy, per Godric! Fermati! Malfoyyyyyyy!»
« Si può sapere che hai da urlare, sanguesporco?»
«Se ti fossi fermato quando ti ho chiamato la prima volta, non avrei avuto bisogno di urlare! E fermati, maledizione!» Draco si fermò, roteando gli occhi.
« Mi serve il libro che hai rubato

« Punto primo non ho rubato alcun libro. »
« Certo che lo hai fatto!» lo interruppe Hermione «Non ti sei nemmeno fermato a registrarne l'uscita da Madama Prince. Questo è Rubare! » disse con aria saccente.
 « Il libro è ad Hogwarts, nelle mani di uno studente, quindi non è stato rubato. Punto secondo... » Draco le lanciò un'occhiataccia «non ho ancora terminato il tema, per cui... arrangiati! Non eri la studentessa più brillante del suo anno? » disse scimmiottando con la voce ciò che aveva letto sulla figurina delle cioccorane.
 « Per la precisione, sono certamente più in gamba di te! Ma questo non significa che non abbia bisogno di quel libro! » Hermione era sempre più nevrotica
 « Come ti ho già detto: Arrangiati! Il libro serve a me, quando avrò terminato, potrai metterci le tue mani lerce. Fino ad allora... scordatelo! »
«Andrò a fare rapporto a madama Prince, Malfoy!»
 «Come desidera Caposcuola-capellona-petulante- so-tutto-io Granger!»
 Hermione andò via con i nervi a fior di pelle.

***

Stava provando una certa soddisfazione nel torturare la Granger con la faccenda del libro. Aveva già terminato la sua relazione, ma vederla soffrire disperata per tentare di riprendersi il libro era un qualcosa a cui non riusciva proprio a rinunciare.

***
 
« Malfoy!»
« Oh Merlino, Granger! Questa è una tortura!»
«Innanzitutto 20 punti in meno a Serpeverde» disse severa.
« Che cosa? Perchè mai?» disse Draco alzandosi dal pavimento.
« Ti trovi nel bagno dei prefetti. E non mi risulta che tu sia ancora un prefetto!» gli disse con un sorrisetto compiaciuto.
 «Mi hai pedinato solo per togliermi 20 punti perchè sono nel bagno dei prefetti?? Granger, razza di...di... sanguesporco!» disse Draco.
 « Ti ringrazio del complimento, Malfoy. No, non sono venuta solo per toglierti dei punti, ma per ricordarti che sono passati altri cinque giorni e non mi hai ancora restituito il libro!» disse mettendo le mani sui fianchi.
«Per Salazar!»


***

« Non ti avvicinare! O giuro che gli lancio un Incendio! »
«Che cosa? Non oserai! Non puoi bruciare un libro che appartiene alla biblioteca!» disse Hermione allarmata
 «E invece si, se non la smetti!»
«Draco, per cortesia, smettila di fare il bambino e dammi il libro! » Entrambi ebbero un tuffo al cuore.

"Siamo salvi, Draco. Siamo qui, Insieme. "

 « Non azzardarti a pronunciare il mio nome! Ti ho detto che te lo darò domani. Adesso vattene se non vuoi che il libro finisca in una brutta situazione!»
Hermione per la prima volta scappò via da lui.


***

«Ottimo lavoro signorina Granger! Ottimo lavoro anche a lei, signor Malfoy!  I vostri temi sono stati i migliori, Eccellente!! » disse Lumacorno. Hermione guardò in cagnesco Draco che ghignò soddisfatto, sua madre sarebbe stata contenta di sapere che anche lui ora era il migliore in Pozioni.

***

Erano due giorni che non vedeva quella sanguesporco. Dove si era andata a cacciare? Non che gli dispiacesse, ma era tutto molto strano. Camminando notò da lontano una figura che stava seduta sotto l'ombra del Platano picchiatore.
«Che accidenti ci fai qui, sanguesporco! » disse prima di accorgersi che Hermione dormiva beatamente.
«Draco, non è colpa tua... » mugugnò lei nel sonno.
Draco strabuzzò gli occhi guardandosi attorno, appena realizzò che Hermione aveva chiamato il suo nome e che lo stava sognando, scappò, sconvolto, a gambe levate.
 



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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


Okey, chiedo venia!! Non linciatemi per favore... sono ancora molto giovane! Sono in un imperdonabile ritardo, lo so, ma il destino ha remato contro di me. La linea ADSL mi ha abbandonata e internet non andava. In compenso mi sono ritrovata in Corsica a prendere un pò di sole e a godermi il paesaggio selvaggio.  Ora sono qui e spero che il capitolo non vi deluda! Come sempre ringrazio tutte le persone che hanno letto, recensito, inserito nelle seguite e nelle preferite, vi adoro! Mi piacerebbe sapere cose ne pensate, per cui sbizzarritevi con le recensioni, ma non fatemi troppo male con il lancio di pomodori! xD
Vi lascio e vi auguro Buona Lettura!







        Filo Rosso





C'è nei  sogni, specialmente in quelli generosi,
una qualità impulsiva e compromettente
che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli
confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia.

Alberto Moravia










Non ne poteva più. Era stata una giornata molto difficile, l'unica cosa che chiedeva era un pò di meritato riposo che le veniva negato da sogni terribili in cui lei e Draco Malfoy si baciavano. Stralci di ricordi di guerra si mescolavano a faccende mai accadute.


Nagini, le scale, lei e Ron mano nella mano che correvano via. I capelli rossicci di Ron che si trsformavano in un biondo quasi albino. La sua mano diveniva più ossuta e le sue dita più lunghe. Le scale non erano più quelle di Hogwarts, ma di villa Malfoy. Avvertiva un dolore lancinante in tutto il corpo e le ossa scricchiolare: tutti effetti della maledizione Cruciatus di Bellatrix Lastrange. Draco la sosteneva e la incitava a resistere. Nagini si trasformava nel suo terribile padrone ed Harry era accasciato in terra a pochi metri da loro. La devastazione era visibile in ogni dove e loro, lei e Draco, erano gli unici sopravvissuti.

 « Draco »
 « Ce la faremo, Hermione, corri! »


Aprì gli occhi di scatto. I capelli sul viso le impedivano di respirare e le coperte le imprigiovano le gambe. Aveva il respiro affannato e il cuore le batteva all'impazzata nel petto. Non aveva idea di cosa le stesse succedendo, ma la cosa iniziava a spaventarla.

***

Era una bella Domenica e i pancake sembravano più buoni del solito. Aveva dormito tranquillamente, senza che alcun incubo su guerra e sanguesporco lo disturbasse. In Sala Grande c'erano pochissimi studenti e il silenzio dominava incontrastato, interrotto solo da qualche rumore di posate e bicchieri. Fu facilissimo posare lo sguardo su una testa cespugliosa che sedeva alla tavolata dei Grifondoro. Da quando l'aveva sorpresa a sognarlo sotto il Platano Picchiatore, l'aveva evitata. Non voleva aver niente a che fare con lei, ma la curiosità di spiarla era molto forte per cui si limitava a guardarla da lontano. In quel momento lei si guardava intorno insistentemente, come se fosse alla ricerca di qualcosa o di qualcuno e annusava il succo di zucca e ogni pietanza prima di portarla alla bocca, quasi come se temesse che fosse avvelenato. Alzò di scatto lo sguardo verso di lui e lo guardò a lungo, prima di alzarsi e venire spedita verso la sua direzione.


***

Lo vide sbarrare gli occhi quando si accomodò sulla panchina accanto a lui.
« Che diavolo ci fai qui, sanguesporco?»  chiese allarmato.
« Ho delle domande da porti ed ho bisogno di parlare con te. » disse Hermione seria.
«Non ho nessuna intenzione di parlare con te nè di tollerare la tua presenza alla mia tavolata.» « Allora ci vediamo alla Torre di Astronomia? Oppure al Lago Nero o sotto l'ombra del platano picchiatore? » « Come diavolo fai a sape...  » « Quando ho aperto gli occhi ti ho visto scappare via » lo interruppe « a proposito... perchè scappavi? Mi pare di averti sentito dire che tu sei superiore...  » gli sorrise di sbiego « Non stavo scappando e non stavo certamente scappando da te » disse indignato per essere stato scoperto come un allocco « Ah no? Che peccato! Ho avuto parecchio piacere nel pensare che mi temessi anche quando dormo.» Draco la guardò  « Perchè annusavi tutto ciò che mangiavi, come se fossi un segugio? La scena è stata raccapricciante... anzi sei tu quella raccapricciante, ora che ci rifletto...» ghignò, ma Hermione lo interruppe « Mi piacerebbe continuare questo discorso, soprattutto quando posso imparare da un maestro furetto, ma... ho cose più importanti da chiederti.» « ALT! Tu hai cose da chiedere, io non ho nulla da rispondere. Come vedi, cara sanguesporco segugio, non vi può essere conversazione tra noi. » disse alzandosi lentamente. Hermione si alzò anch'essa e lo seguì fuori dalla Sala Grande. « Sogni. Incubi per essere precisi. Sogno la guerra e cose che nella realtà non sono mai avvenute. Qualche volta mi è parso di sognare qualcosa che non è ancora accaduto e francamente la cosa mi spaventa visto che ritengo la Divinazione solo una sciocchezza.» disse tutto d'un fiato. Draco raggelò sul posto. Non poteva credere che la sanguesporco Granger potesse confessare a lui una cosa così privata ed intima e il sospetto che anche lei sognasse di lui, di loro, gli fece venire la pelle d'oca, soprattutto se pensava a quello che le aveva sentito dire sotto l'ombra del Platano. «Malfoy, voglio sapere se mi hai fatto qualche scherzetto.» disse decisa.


***

L'aveva liquidata con un gesto di indifferenza, dicendo che non aveva la più pallida idea di cosa stesse parlando anche se, più di un idea, aveva interi ricordi di sogni a rendergli chiara la situazione. Ci aveva visto giusto, anche la Granger sognava di lui, lo chiamava per nome e Salazar non volesse, anche lei sognava di... non voleva nemmeno pensarci. Aveva una paura matta di scoprire perchè entrambi sognavano le stesse cose e decise di non volerne sapere nulla.

***

Non era una stupida. Aveva compreso perfettamente dall'espressione incredula e terrorizzata di Malfoy, che anche lui sognava le stesse cose. Sapeva che c'era qualcosa sotto, aveva una paura matta di scoprire perchè entrambi sognavano le stesse cose e decise che doveva assolutamente venire a capo dell'intera faccenda.

***

Draco passeggiava lentamente in direzione dei sotterranei quando vide spuntare una bacchetta oltre il colonnato. Prima che potesse esaminare la situazione, si ritrovò sotto l'effetto dell'incantesimo Incarceramus.
« Ho sempre saputo che con te occorressero misure drastiche.»«TU! Lurida sporca babbana! Diffindo!» e le corde che tenevano imprigionato Draco si sciolsero all'istante. «Come hai osato? Questa la paghi! Elettro!» «Protego! Impedimenta! » Draco si lanciò verso un piccolo colonnato « Rictumsempra!» « Protego! Volate ascenderai!» Draco venne sbalzato in alto e poi contro il muro di pietra. Hermione gli puntò la bacchetta alla gola « Ora, Malfoy, ti conviene seguirmi.» disse Hermione « Invece, signorina Granger, credo che vi toccherà seguire me.» Minerva McGrannitt con il cipiglio più severo che avessero mai visto li guardava con disappunto.

***

« Come avete potuto duellare in un aula del castello non autorizzata! Sapete perfettamente che ci sono aule adibite e club appositi per questo genere di cose! Signorina Granger, mi meraviglio di lei! Signor Malfoy, cosa ha da dire a sua discolpa?» «Sono una vittima innocente.» « E' una vittima innocente? Non ha istigato in alcun modo la signorina Granger?» « No, sono stato attaccato senza alcun motivo. » disse Draco con disappunto. «Signorina Granger, vuole spiegarci il motivo che l'ha spinta ad agire in questa maniera? Sa bene che sono costretta a togliere dei punti alla sua casa per questo indegno modo di agire.» « Sono mortificata, signora preside. » «  Ah, è mortificata, io ci stavo rimettendo la pelle e lei è mortificata!» borbottò Draco «Signor Malfoy è pregato di far silenzio. Lei non avrà cominciato il duello, ma vi ha partecipato, quindi sono costretta a togliere dei punti anche alla sua casa. Non prenderò ulteriori decisioni al riguardo ma, se questo comportamento indisciplinato si ripeterà, sarò costretta ad una punizione esemplare. Sono molto delusa, questo è tutto, potete andare.» Draco ed Hermione si alzarono e si diressero nei corridoi, spintonandosi a vicenda per tutto il tragitto.

***

«Ho bisogno di sapere.»  « Fattacci tuoi. » « Anche tu fai gli stessi sogni.» « Non so di cosa tu stia parlando. » finse indifferenza « Certo che lo sai! Non hai mai pensato che forse qui c'è qualcuno che voglia divertirsi a nostro discapito? » «Sanguesporco, sei paranoica. Io non faccio alcun sogno o almeno non sogno una come te , quindi la cosa non mi riguarda. Evidentemente hai dei problemi.» sapeva benissimo che non c'era nessuno. I suoi incubi erano iniziati prima ancora di Hogwarts, quando la vide a Diagon Alley. «Io non ho nessun problema. Sei solo un codardo, ma non preoccuparti, come al solito ci penserò io. » e con passo marziale Hermione tornò alla sala comune.
 Draco non poteva parlare con lei dei suoi sogni, non poteva. Ancora una volta si sentì inferiore, aspettando che fosse qualcun'altro a risolvere i suoi problemi.

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***



Eccomi qui! Innanzitutto voglio ringraziare voi che mi state accompagnando in questa storia, GRAZIE! Sono onorata che la mia storia vi piaccia e che abbia ricevuto così tante stupende recensioni! Ringrazio anche chi ha inserito la storia nelle seguite, preferite. I numeri continuano a salire, così come l'emozione che provo quando leggo i vostri commenti e quando scrivo questa storia. Come ho già detto nell'altra mia storia, la parte più importante di una storia siete voi lettori e non sono in grado di esprimere la mia gratitudine verso di voi se non attraverso queste poche parole. Grazie Grazie e Grazie! Spero che continuiate a farmi sapere cosa ne pensate e continuiate a farmi compagnia! Detto queste cose, che per me sono fondamentalissime, vi lascio al nuovo capitolo. E' molto introspettivo ed è dedicato soprattutto allo stato d'animo dei protagonisti. Ho cercato di mantenere come sempre i personaggi IC, sperando di esserci riuscita. Spero vi piaccia!


P.S.  Ho creato un gruppo su FB, per chiacchierare, per spoiler e per conoscerci meglio. Chiunque voglia entrare a farne parte è il benvenuto! Ecco l'indirizzo che potrete trovare anche nella mia pagina autore:
 http://www.facebook.com/groups/109305162551898/


Spero di non avervi annoiati, vi lascio alla lettura del capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate!









     Filo Rosso










Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.

Antoine de Saint-Exupéry



















Caro Draco, spero che le tue giornate procedano nel migliore dei modi e che i tuoi risultati scolastici siano brillanti così come mi raccontasti qualche mese fà. Qui al Manor le giornate scorrono lente e tuo padre mi lascia spesso da sola perchè richiamato dal ministero per qualche scocciatura burocratica. Tuttavia sono sempre allegra perchè penso a te, figlio mio, e all'avvicinarsi delle vacanze Pasquali. Io e tuo padre verremo a prenderti alla stazione e se lo desideri puoi portare con te qualche amico. Nell'attesa che il giorno in cui potrò rivederti si avvicini in fretta, ti abbraccio calorosamente.
Tua madre,
Narcissa Black Malfoy.


L'avvicinarsi delle vacanze di Pasqua era per Draco un sollievo e al contempo un enorme peso. Non avrebbe portato nessuno con sè, aveva voglia di rimanere da solo almeno per le vacanze e per un attimo rise, immaginandosi l'espressione scandalizzata dei suoi genitori se avesse portato con sè la sanguesporco. Scacciò subito via il pensiero, meravigliandosi anche solo di averlo formulato.
Niente sanguesporco per dieci giorni, che Salazar sia lodato!



***


Ginny le aveva scritto una lettera di minacce più che un invito. Aveva già deciso che sarebbe partita per le vacanze Pasquali per stare in compagnia dei suoi genitori, ma era stata costretta ad accettare di partecipare almeno ad un pranzo alla Tana. A dirla tutta non aveva alcuna voglia di andare dai Weasley, non dopo la lettera di Ron e non dopo che il ricordo di Fred aleggiasse ancora come il più dolce dei rimpianti. George ormai gestiva da solo i Tiri Vispi e Angelina gli faceva compagnia, cercando di non farlo sentire troppo solo. Molly e Arthur non avevano dimenticato di essere ancora genitori di altri 6 figli e continuavano la loro vita con la morte nel cuore e con il sorriso sulle labbra. Ginny aveva Harry che la incoraggiava e sosteneva e Ron... Ron oramai aveva il suo lavoro a distrarlo. Avrebbe tanto voluto essere per lui ciò che Harry e Angelina erano per gli altri, ma il destino aveva deciso che lei non avrebbe mai fatto parte di quella famiglia, non come una Weasley almeno. Aveva preso la sua decisione: avrebbe lasciato Ron ; sapeva che l'amore non poteva essere egoista e doveva permettere che entrambi trovassero la vera felicità con altre persone.
Rise pensando che da un pò di tempo, l'unico ragazzo che faceva realmente parte della sua vita e dei suoi sogni era Draco Malfoy.



***


L'unico scompartimento vuoto era il 2B. Si incamminò velocemente, prima che qualcun'altro lo precedesse. Entrò, si chiuse la porta alle spalle e sistemò i suoi bagagli che, sfortunatamente, toccarono altri già depositati. Sbuffò contrariato all'idea che avrebbe dovuto dividere il suo scompartimento con un altro e pregò che almeno fosse qualcuno timido e taciturno che non avrebbe mai osato disturbarlo.
Si era quasi appisolato quando una voce stridula e saccente urlava ad un primino di non correre nei corridoi e gli toglieva 10 punti. Avrebbe riconosciuto quella sanguesporco a distanza di chilometri: l'unica che, anche nell'espresso di ritorno a casa, aveva il brutale coraggio di esercitare ancora il suo ruolo di Caposcuola. Un conato di stomaco lo prese quando, si rese conto che, quella voce saccente era appena entrata nello scompartimento e si era accomodata nel posto di fronte al suo.
«Questo scompartimento è già occupato, porta le tue luride membra in qualche altro posto.» disse Draco cercando di convincerla ad andare via. « Mi dispiace deluderti, ma queste membra luride hanno preso posto qui prima di te, i miei luridi bagagli sono già posizionati al loro posto e questa lurida sanguesporco non ha alcuna intenzione di andare via. Perchè non sposti il tuo sedere purosangue da qualche altra parte, se ti infastidisce restare con me?» Hermione prese un libro dalla sua inseparabile borsa di perline e iniziò a leggere. « Se ce ne fossero altri vuoti lo farei di certo, ma sono tutti occupati. » disse con espressione disgustata, sapeva che avrebbe dovuto condividere il viaggio con lei e ringraziò Salazar per averle fatto prendere un libro, almeno non avrebbero conversato. Sperava.


***


Era seduto sulla panchina vicino all'enorme fontana che dominava il centro dell'ampio giardino di Villa Malfoy. Uno dei pavoni bianchi di suo padre gli faceva compagnia svolazzando libero nell'aria. Sgranocchiava i suoi biscotti preferiti e pensava a quanto casa sua non fosse più... casa sua. Sua madre aveva cercato di modificare il mobilio per renderla diversa da quella di prima, dove i ricordi distrubavano la quiete di tutta la sua famiglia. Il cancello era ritornato un normale cancello, senza che si trasformasse in fumo ad ogni passaggio dei mangiamorte e la porta di ingresso non si spalancava più da sola, ma doveva essere aperta da un elfo domestico. Il salone dove si tenevano le riunioni dei mangiamorte era stato chiuso e nessuno vi entrava. I ritratti più cattivi erano stati spostati in cantina. Tuttavia nonostante questi cambiamenti, non si sentiva più al sicuro. Ogni rumore lo metteva in agitazione e i lunghi viali che da piccolo percorreva e le alti siepi che lo aiutavano a nascondersi da sua madre quando faceva i capricci, non erano più così rassicuranti. Se avesse preso lui il comando della casa, le avrebbe fatte tagliare e avrebbe reso il tutto un maesteso giardino. Inoltre la solitudine non era una compagnia così desiderabile come aveva immaginato ad Hogwarts, al contrario, lo angosciava e aveva preso a rimpiangere perfino gli attacchi e le seccature di quella so-tutto-io. Non l'aveva più sognata, sognava solo di Tiger e della professoressa Charity Burbage e capì di preferire mille volte la vista della sua testa cespugliosa e la sua petulanza alla devastazione d'animo che percepiva.


***


Era nella sua camera e leggeva, stesa sul suo letto, la Gazzetta del Profeta. Si sentiva triste nonostante fosse Pasqua, una delle festività che preferiva. I suoi genitori non vedevano l'ora che Hogwarts terminasse, l'avrebbero voluta lì con loro nel mondo babbano. Ancora non avevano superato il fatto che la loro unica figlia avesse dovuto combattere una guerra a soli diciasette anni e che avesse rischiato di morire. Ancora non le avevano perdonato del tutto che lei avesse preferito mandarli in Australia facendogli dimenticare di avere una figlia, piuttosto che permettere loro di fare ciò che ogni genitore dovrebbe fare: salvare la propria figlia. Il pranzo alla Tana era stato disastroso, i suoi abitanti avevano addirittura temuto che la magia applicata alla casa non reggesse quando Hermione diede vita al duro scontro contro Ron. L'aveva aggredito senza possibilità di replica, l'aveva umiliato ed era scoppiata in lacrime.Ron aveva tentato di avvicinarsi, ma uno Stupeficium ben assestato aveva fatto capire che non gradiva la sua vicinanza. Gli altri l'avevano soccorso e solo dopo averlo fatto rinvenire, lei lo aveva lasciato definitivamente. Aveva poi ringraziato e salutato l'intera famiglia Weasley e si era smaterializzata via. Aveva scoperto che la solitudine, che da piccola prediligeva così tanto, non si addattava più alle sue esigenze e con tutte le sue forze sperò che quei sogni che lei definiva incubi non l'abbandonassero proprio ora.


***


« Draco, caro, posso entrare? » Era disteso supino sul suo letto quando Narcissa entrò nella sua stanza. « Prego mamma, entra pure» disse alzandosi e sedendosi su una grossa poltrona di pelle. « Vorrei parlare con te se non ti dispiace. Ho notato che sei spesso distratto e malinconico, ultimamente. Cosa ti disturba, tesoro mio?» «Nulla mamma, non te ne devi preoccupare. Sono molto annoiato, tutto qui.» « Ti avevo detto che potevi portare qualche amico se ti avesse fatto piacere, ora sei qui solo e... annoiato» disse Narcissa capendo perfettamente che il problema di suo figlio non era per niente la noia. « Non sono stupida. So benissimo che non sei annoiato, ma che c'è qualcos'altro che ti turba. Ti prego, figlio mio, dimmi cosa c'è che non va. Prima parlavi con me liberamente di tutto, perchè non lo fai più?» Draco sbuffò «Semplicemente perchè non ho nulla da dire, mamma. Non stare in pensiero inutilmente.» Narcissa si incupì «Sei pallido, smagrito. Pesanti occhiaie circondano i tuoi bellissimi occhi. Sei insolitamente silenzioso e i tuoi occhi sono cupi. La guerra ci ha devastato e distrutti tutti, tesoro, ma bisogna andare avanti. Voldemort » represse un brivido « non è più tra noi. Non è più a casa nostra e noi non siamo più i servi di nessuno. Hai la possibilità di vivere una nuova vita, di essere felice. Perchè non vuoi cogliere questa possibilità e ricominciare tutto da capo? Tuo padre ha condotto il casato dei Malfoy giù nell'oscurità ma tu, figlio mio, io lo so, tu sarai in grado di riportare la nostra famiglia verso la luce; I Black e i Malfoy verso la giusta rotta.» gli occhi di Narcissa risplendevano di una luce nuova, di speranza. Draco non aveva mai visto lo sguardo di sua madre così acceso di determinazione, gli sembrava di rivedere un'altra persona con il suo stesso sguardo e il suo volto di incupì quando pensò di aver paragonato sua madre ad Hermione Granger. Era sua madre e decise che fosse ora di dirle cosa lo tormentasse realmente. « Ho continui incubi, mamma. Sogno la battaglia, Tiger che muore nella stanza delle cose nascoste e... » esitò prima di parlare « ti... ti ricordi della sanguesporco, amica di Potter?» Sua madre spalancò gli occhi « Hermione Granger? » « Si, proprio lei. » « Ebbene? » Era piuttosto curiosa di capire perchè suo figlio aveva menzionato quella ragazzina «Ebbene... sogno anche lei. Sono sogni abbastanza reali, come se fossero accaduti realmente o che potrebbero accadere in futuro. Non riesco a spiegarti. La cosa che più mi spaventa è che ho scoperto che lei stessa sogna di me, i sogni sono simili se non addirittura uguali. Lei ha cercato di parlarmene, ma io ho evitato. Ha detto che avrebbe provveduto lei e che sono un codardo.» Draco aveva gli occhi bassi temendo una cattiva reazione da parte di sua madre. « Sognate entrambi stesse cose, che vi sembrano cose accadute e non ancora accadute? » Narcissa era incredula. « Si, mamma. Cosa dovrei fare? Continuare ad ignorarla? Credimi, in alcuni momenti è davvero insopportabile. La sua testardaggine e la sua voglia di ficcare il naso ovunque mi dà sui nervi ma... questi giorni lontano da lei, dalla sua voce petulante e saccente, mi sono sembrati...strani. I sogni su di lei, sono cessati da quando sono qui, ma gli incubi sono così tremendi che ogni sera spero di sognare lei, piuttosto che della guerra. Credo di stare impazzendo! Una sanguesporco! Io non posso... non posso! Cosa devo fare, mamma? Ti prego dimmelo tu!»Draco era sconvolto e devastato. Narcissa capì che suo figlio stava cercando di combattere tutti i suoi vecchi pregiudizi senza riuscirvi. Ingoiò il magone che le si era fermato in gola e disse « Segui il tuo istinto, amore mio, e segui soprattutto il tuo cuore, non dimenticarti che nelle tue vene scorre anche il sangue dei Black. La passione è la nostra caretteristica, non nasconderla sotto lo strato di crudele indifferenza dei Malfoy.» Si alzò, baciò il capo di Draco e si avvicinò alla porta «Parlale, cerca di andare d'accordo con lei. Forse insieme riuscirete a trovare la soluzione. Tu non sei codardo, hai solo bisogno di trovare il coraggio per cominciare a vivere la tua vita, senza permettere a nessuno di intromettersi.» disse chiudendo la porta alle sue spalle.

Lucius stava appoggiato al muro adiacente alla porta di suo figlio e i suoi occhi luccicavano di lacrime represse. Forse per la prima volta in tutta la sua vita, si era reso conto della portata dei suoi errori e della reale sofferenza di suo figlio.










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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***






Con un pò di ritardo, eccomi con il nuovo capitolo! Piano piano le cose iniziano ad evolversi e la storia prende vita! E' un capitolo importantissimo perchè getta le basi per il futuro rapporto tra Draco ed Hermione. Ringrazio come sempre chi segue la storia, chi l'ha inserita nelle preferite e chi legge in silenzio. Fatemi sapere cosa ne pensate perchè non sono sicura di aver sviluppato bene il capitolo. Quindi anche una piccola recensione mi aiuterebbe!
Ora vi lascio al capitolo, Buona lettura!

P.S. come sempre vi ricordo il gruppo che ho creato su Fb
http://www.facebook.com/groups/109305162551898/









   

             Filo Rosso

                                                                               







                                                                                   “Chi ha un perché abbastanza forte può sopportare qualsiasi come.
                                                                      - F. W. Nietzsche -




Aveva riflettuto tutti i giorni a venire su quello che aveva detto sua madre. Parlare con Hermione Granger. Sarebbe riuscito a superare il pregiudizio e ad essere finalmente alla sua altezza? Sarebbe riuscito a dimostrare di poter essere migliore e di mostrarsi a lei in una nuova veste, cancellando il passato?
Aveva osservato attentamente gli occhi apprensivi e pentiti di suo padre che lo guardavano chiedendogli perdono e aveva notato la mano tremolante di sua madre quando le aveva parlato dei suoi sogni, di lei. Poteva sperare di poter ricominciare, come aveva detto sua madre? Lo meritava?Aveva guardato il Marchio Nero sul suo braccio e aveva immaginato lei baciarglielo teneramente. Avrebbe potuto davvero portare i Malfoy e i Black verso una luce nuova? Ogni quesito che si poneva, aveva una sola risposta:

Hermione Granger.



****

Era una insolita giornata di fine Aprile. Il vento e la pioggia la facevano da padrone ed Hermione aveva deciso di recarsi sulla Torre di Astronomia per pensare da sola. Non si aspettava minimamente di trovare Draco Malfoy aggrappato alla ringhiera bagnato e piangente.
«Draco!» disse non appena lo vide. Malfoy si girò a guardarla con gli occhi sgranati e rossi di pianto. «Cosa stai facendo sotto la pioggia?» si avvicinò a lui.
«Pensavo a Silente.» Hermione perse un battito. «Io non lo avrei mai ucciso, mai. Lui mi ricattava, ma io non... non » riprese a singhiozzare forte. Hermione gli tese una mano « Lo so, Draco, lo so. Dammi la mano.» Draco la guardò e poi rivolse uno sguardo alla sua mano tesa « Sono stato uno stupido, ma la mia famiglia è tutto per me. Lo capisci?? Io ho dovuto farlo! Questo... » mostrò il Marchio « per mio padre, per mia madre! All'inizio credevo di essere in grado... Zia Bella, mio padre, Severus... io dovevo essere in grado! Silente doveva morire e dovevo farlo io. Ma come potevo ucciderlo? Mi tremavano le mani solo a pensarlo. Severus l'ha fatto al posto mio. Poi ho cominciato a vedere gente torturata e uccisa in casa mia, la professoressa Burbage...ho capito che non ce l'avrei fatta. Come potevo... » non riusciva a smettere di parlare e piangere. «Speravo che Potter riuscisse a compiere la sua missione e poi vi ritrovo a casa mia, catturati e disarmati. Ho cercato di nascondervi ma...ti hanno riconosciuto, vi hanno riconosciuti tutti. Quando l'ho visto morto, Voldemort, credevo di stare sognando. Ognuno aveva perso qualcuno e io ero salvo. Mio padre e mia madre erano salvi, non potevo crederci. Non posso crederci neanche ora. E' finita, ma io non riesco a superarlo.» fece una pausa «Ora insieme a questi stramaledettissimi sogni ci sei anche tu. Non è un incantesimo, Granger. Nessuno scherzo. I miei sogni su di te sono cominciati prima di Hogwarts. E' qualcos'altro... ma non so cosa.» Hermione non riusciva a credere che Draco le stesse dicendo quelle cose. Rimase in silenzio per un periodo che le parve infinito. Lui la guardava in attesa, mentre la pioggia scorreva sul suo viso pallido e scarno, sulle spalle ossute, mentre se ne stava aggrappato alla ringhiera come ad un' ancora di salvezza. Aspettava che lei dicesse qualcosa, ma non lo fece. Gli tese nuovamente la mano e si avvicinò a lui. Draco strinse la sua in quella di lei e le si avvicinò cauto. Lei lo trascinò sulle scale e con un movimento della bacchetta gli asciugò la divisa e i capelli. La manica della camicia era ancora alzata mostrando quell'abominio sul suo braccio. Lo studiò a lungo, ma non osò toccarlo; era spaventoso esattamente come se lo immaginava e ora se ne stava spento sul braccio di un ragazzo innocente come lei. « E' la mia pena e la mia dannazione, Granger. Questo è il simbolo dei miei peccati. Tu sei la luce ed io solo un'ombra.»Hermione si meravigliò di quelle parole « C'è luce e oscurità in ogni cosa, Draco. Nella magia, nella Luna, nelle persone. Siamo fatti di luce ed ombre, tutto sta nello scegliere da che parte stare. Tu non sei un' ombra, io lo so.» Draco scosse la testa «Tu sei sempre stata dalla parte giusta. Tu non hai ucciso nessuno. Tu sei una salvatrice.» «Al diavolo! » sbottò Hermione « Io non sono una salvatrice, per Merlino! Ho lottato solo per avere un posto in questo mondo! Per avere un futuro migliore, nemmeno tu hai ucciso nessuno! » «T- Tiger.. » «Tiger si è ammazzato da solo!» lo interruppe «Lui ha scelto l' oscurità, ha scelto la morte e noi non possiamo farci niente.» « Come hai fatto a superare tutto questo schifo, Granger? » «Semplicemente non l'ho fatto. Ogni mattina, quando mi alzo, penso a tutto quello che è successo; a Fred, Remus, Ninfadora, Malocchio, Sirius. Loro sono morti e io devo continuare a vivere. Devo vivere anche per loro.» Gli strinse la mano «Devi farlo anche tu.» Draco la guardò negli occhi «Dopotutto non sei così stupida, per essere una sanguesporco.» Hermione lo guardò scioccata e poi scoppiò a ridere seguita da Draco «Già, alcuni dicono che io sia la migliore del mio anno.» continuarono a ridere. «A- Allora... si può ricominciare?» «Credo di si.» Draco si alzò in piedi e con una nuova determinazione le porse la mano « Piacere, io sono Malfoy, Draco Malfoy. » Hermione protese la sua verso di lui «Io sono Hermione Granger, Nata babbana.» sorrisero.


***


« Dai qua » disse Draco strappandole i libri di mano ad Hermione « finirai per romperti l'osso del collo se continui a scendere le scale con tutti questi libri. Sei una secchiona!»


***

«Signorina Granger, Signor Malfoy, vedo che le mie parole hanno sortito effetto!» disse la McGranitt con orgoglio «Si, Preside.» disse Hermione sorridente. "Vecchia Megera" borbottò Draco, prima di ricevere una gomitata in pieno petto da una stranamente allegra Granger.


***

Si trovava nella piccola libreria di Hogsmade, aveva adocchiato un paio di libri interessanti. Li strinse al petto e continuò il suo giro quando si ritrovò al fianco di Draco, che pareva interessato ad un vecchio libro di Pozioni. Gli si avvicinò e sbirciò la lettura, ma lui con scatto felino strinse il libro tra le braccia, vietandone la vista. Hermione si insospettì, ma non ribattè e insieme si avviarono al bancone per pagare. «Il mio libro e quelli della signorina.» «Sono 30 Galeoni signor Malfoy.» «Cosa? No! Io pago da me i miei libri! » disse agitata «Non essere sciocca.» mormorò Draco poggiando i Galeoni sul vecchio bancone. «Draco, no! Mi metti in imbarazzo.» «Fattelo passare, allora» disse seccato. «Vorrà dire che ti offrirò una Burrobirra ai Tre manici di scopa!» disse Hermione rossa in viso «Certo. Accetto volentieri. » e insieme si diressero al vecchio pub.
Madama Rosmerta aveva storto il naso quando aveva visto Draco Malfoy entrare nel suo locale, ma era accompagnato dalla famosa Hermione Granger e non potè vietare loro l'ingresso. Di certo non aveva dimenticato la maledizione che il giovane le aveva lanciato e con diffidenza si diresse al loro tavolo. Tutti i ragazzi che erano presenti si girarono a guardarli. Bisbigliavano e li indicavano. Draco tenne per sè la rabbia e l'indignazione mentre Hermione lanciava loro sguardi di disapprovazione. Ordinarono due Burrobirre e un intero vassoio di zuccotti, di cui Draco era ghiotto. Parlarono molto:di pozioni, della sua parentela con Andromeda e Ninfadora. «Severus era il mio insegnante preferito. Amo Pozioni grazie a lui, era un vecchio amico di mio padre e ci veniva spesso a trovare. Non sapevamo che facesse il doppio gioco al contrario. Mio padre lo stimava moltissimo e di conseguenza anche io. Poi ho iniziato ad odiarlo... credevo che volesse prendere il posto di mio padre agli occhi del Signore Oscuro e io non ero pronto a lasciarglielo fare. Non avevo capito che lui voleva solo aiutarmi... sono contento che lui sia sempre stato dalla vostra parte. Fa onore alla sua memoria e fa onore a me averlo potuto conoscere e avergli voluto bene.» «Era un uomo coraggioso e leale. Ce ne siamo accorti troppo tardi. Gli dobbiamo parecchio.» disse Hermione con rassegnazione. Negli occhi di Draco scorse un emozione che intuì fosse commozione e gli strinse il braccio sinistro, accarezzando lentamente il Marchio sotto la camicia.


***


Quella notte Draco non dormì, cercando di capire perchè,dopo la carezza di Hermione, quel Marchio non fosse più così oscuro.

Quella notte Hermione si addormentò con il libro aperto su di una pagina che parlava di antiche leggende e fili rossi.






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Capitolo 9
*** Capitolo VIII ***



Eccomi qui con un ritardo stratosferico! Sono stata impegnatissima negli ultimi tempi  e non ho potuto postare. In compenso questo capitolo è più lungo degli altri e scopriamo qualcosa di veramente importante.Come noterete, mi sono concessa una piccola licenza poetica portando nel mondo di Harry Potter un' antica leggenda cinese. Come sempre ringrazio tutti coloro che leggono, che hanno inserito nelle preferite, seguite e soprattutto chi ha commentato! Grazie perchè con le vostre recensioni mi aiutate moltissimo!Anche se credo che il capitolo scorso non abbia riscosso molto successo, visto le poche recensioni...
Vi lascio alla lettura...






       
       Filo Rosso












Si era svegliata all'alba con un grosso libro tra le braccia. Era uno di quelli che le aveva regalato Draco; parlava di antiche leggende Babbane basate su incantesimi ed eventi magici. Terminò la lettura rimasta incompiuta la sera prima e con sconcerto, come un tornado si vestì in fretta e furia e andò alla ricerca di Malfoy.

Aveva la soluzione.


***

«Maledetti sotterranei, maledetti Serpeverde!» borbottò in preda all'ansia. Era più di mezz'ora che gironzolava per i sotterranei alla ricerca della Sala Comune dei Serpeverde senza trovarla. Harry le aveva raccontato che si nascondeva dietro un muro di pietra, ma proprio non riusciva a capire quale fosse. Per un attimo pensò addirittura di urlare a squarciagola il nome di Malfoy, ma ci ripensò subito dopo. Di certo nessuno avrebbe gradito e in più anche se avesse capito dove fosse situato il covo di quelle serpi, non vi avrebbe avuto accesso senza la parola d'ordine. Sconsolata e sconfitta si diresse verso la Torre, promettendosi di parlarne a Draco a colazione.


***

L'insistente rumore di una piuma che scarabocchiava su di una pergamena e le continue imprecazione di colui che intuì fosse Blaise, lo svegliarono all'alba. Si alzò, spostò le cortine e trovò l'amico in uno stato disastroso, circondato da pergamene e con l'inchiostro sulla mani e sulle lenzuola. «Si può sapere, in nome di Salazar, che cosa diamine stai combinando? » chiese con l'umore tipico di chi era stato brutalmente strappato al sonno. «Non lo vedi? Sto terminando il tema di quello stupido di Lumacorno. Cinquanta centimetri di tema, ma dico, è impazzito?» rispose l'altro. «E ti pare il caso di farlo alla cinque del mattino? Almeno avresti potuto evitare di fare tutto quel baccano!» « Beh... si dal caso che io non abbia un' amica secchiona che mi aiuti a fare i compiti! » Blaise aveva un' espressione piena di sottintesi. «Cosa?? La Granger non mi aiuta con i compiti!» disse Draco indignato «No?? E allora cosa fate insieme, eh??» la faccia di Blaise era sempre più divertita mentre quella di Draco assumeva una serie di colorazioni che variavano dal viola intenso al rosso Grifondoro. «Niente di quello che pensi! Siamo soltanto amici e.. e.. e poi sono cose che non ti riguardano!» « Draco, Draco...» «Ehi, voi due! La piantate di fare tutto questo casino? Sono appena le cinque del mattino! Parlare della Granger a quest'ora... siete ammattiti? Mettetevi a dormire!» urlò Nott, mettendosi un cuscino in testa e dando le spalle agli amici. «Theo, calmati! Ti si è per caso annodata la bacchetta?» «No, con questi stupidi discorsi me l'avete proprio rotta!»

***

Stava giocherellando con il cibo, aspettando che Draco entrasse per fare colazione. Doveva assolutamente parlare con lui di quello che aveva scoperto. Non era ancora sicura, ma molto probabilmente con qualche ricerca in più, sarebbero riusciti a capire cosa provocasse quei sogni. Persa nelle sue supposizioni mentali, non si era accorta che Malfoy e i suoi amici erano entrati in Sala Grande e si erano accomodati, iniziando a mangiare. Si alzò e con passo spedito si diresse al loro tavolo. «Granger! Cosa ci fai qui?» chiese Theo stupito e incuriosito « Ho bisogno di parlare con il vostro amico» Draco la guardò, cercando di capire cosa fosse successo «Ma prego, Granger, siediti! Qui, vicino a Draco!» Blaise aveva l'aria di divertirsi un mondo. Hermione corrugò la fronte alzando un sopracciglio «Zabini, quanta gentile cortesia da parte tua. Ti ricordavo maleducato, altezzoso e con la puzza sotto al naso. Mi sono persa qualcosa?» Blaise si zittì abbassando il capo e Draco ghignò soddisfatto «Siediti» disse poi rivolto ad Hermione che si accomodò al suo fianco. «Ho scoperto qualcosa riguardo a quella faccenda e avrei bisogno di parlartene.» «Non qui. Più tardi ne parleremo. Ora mangia, visto che al tuo tavolo non hai toccato cibo.» Le riempì il piatto e mangiarono in silenzio.

***

Hermione passeggiava tranquillamente verso l'aula di pozione quando vide Draco e una biondina parlare animatamente. Si nascose dietro una colonna di pietra, cercando di riuscire ad origliare. «Draco! Come puoi dire una cosa del genere?» la ragazzina si portò le mani alla testa. «Ti ho già detto come stanno le cose,non infastidirmi oltre.» Lo vide girare le spalle e avviarsi nella sua direzione; con il cuore in gola corse via prima che lui la scoprisse ad origliare come una stupida pettegola.


***

Si rigirava nervosamente l'anello dei Black, il fuoco scoppiettava nel grande camino della Sala Comune. Faceva particolarmente freddo quella sera e la camicia e il maglione non lo riscaldavano abbastanza. Il tempo, che avrebbe dovuto portare giornate assolate e sempre più calde, sembrava voler regredire verso la stagione fredda e i Serpeverde erano quelli che ne risentivano maggiormente. Hermione voleva parlargli circa qualcosa che aveva scoperto riguardo ai loro sogni in comune, ma per tutta la giornata non si erano incontrati a parte che per la colazione, il pranzo e la cena dove non avevano avuto modo di parlare a cause di certe orecchie indiscrete che portavano il nome di Blaise Zabini e Theodore Nott. Forse era il caso di andarla a cercare, prima che iniziasse il coprifuoco.


***


Si era perso per ben due volte a causa di quelle maledette scale a cui piaceva cambiare. Per miracolo divino era riuscito a raggiungere la Sala Comune dei Grifondoro, aveva litigato per una buona mezz'ora con quella pazza cicciona nel quadro all'ingresso e si era intrufolato dentro insieme ad un primino. Aveva chiesto informazione - tra lo sconcerto dei Grifoni - dove si trovasse la stanza della Caposcuola Granger e si era quasi rotto l'osso del collo quando aveva cercato di salire le scale che portavano alle stanze femminili. Tutte le ragazze si erano affacciate per vedere cosa fosse successo e solo una si precipitò da lui, quando lo riconobbe. «Draco! Stai bene?? » «Ma che diavolo vi piglia di mettere incantesimi Glisseo sulle scale!» disse toccandosi ripetutamente la testa e il fondoschiena. «In verità... è stata una mia idea. Per evitare che i ragazzi salissero...» disse Hermione tra il divertito e il mortificato. «Che Salazar mi aiuti! Granger... andiamo nella tua stanza.» «Che cosa? Nella mia stanza? A fare cosa??» disse con gli occhi sgranati «Ma che domande sono? A pomiciare no?? » ghignò. Tutte le ragazze che avevano assistito alla scena, diventarono rosse in viso e i ragazzi li guardavano sbalorditi. «Ma cosa stai dicendo? La botta in testa ti ha ammattito? » Draco alzò gli occhi al cielo «Granger, mi sbaglio o sei stata tu a dirmi che dovevi parlarmi? Vogliamo rendere partecipi tutta questa bella gente delle nostre faccende?» « Ehm.. si hai ragione. Dai su vieni.» Le ragazze si rifugiarono nelle loro stanze ridacchiando mentre Draco si guardava intorno. Una volta dentro, Hermione sigillò e impertubò la stanza. « Tutto questo rosso e oro provoca un emicrania bestiale. Come hai fatto a vivere per sette anni in questo posto?» «Nello stesso modo in cui tu hai vissuto per sette anni in un sotterraneo. Comunque leggi qui» Hermione prese il grosso tomo e lo poggiò sul letto. Iniziarono a leggere insieme.

Durante la Dinastia Tang c’era un tale di nome Wei i cui genitori morirono quand’era ancora molto giovane. Una volta diventato grande desiderava ardentemente sposarsi e avere una famiglia, ma purtroppo, per quanto la cercasse, non riusciva a trovare una moglie.
Mentre era in viaggio, giunse un giorno in una città di nome Song, dove trovò alloggio in una locanda. Lì incontrò uno sconosciuto al quale, chiacchierando, espose le proprie difficoltà. L’altro gli disse che la figlia del governatore della città sarebbe stata un buon partito per lui, e si offerse di parlare con il padre della ragazza. Dopodiché i due decisero di rincontrarsi il mattino dopo di buon’ora davanti al tempio vicino alla locanda.
In preda all’ansia, Wei giunse al tempio prima dell’alba, quando la luna era ancora alta in cielo. Sui gradini del tempio, appoggiato con la schiena a un sacco, sedeva un vecchio, intento a leggere un libro alla luce della luna.
Avvicinandosi e data un’occhiata alle pagine da sopra la spalla del vecchio, Wei si accorse di non poterne leggere neppure una parola.
Allora, incuriosito, gli chiese: “Signore, che libro è quello che stai guardando? Fin da bambino ho studiato parecchie lingue e conosco molte scritture, ma mai in vita mia ho visto un libro simile.”
Il vecchio rispose sorridendo: “E’ un libro proveniente dall’Aldilà”.
“Ma se tu vieni da un altro mondo, che ci fai qua?” chiese Wei.
Prima di rispondere il vecchio si guardò attorno, quindi disse: “Ti sei levato molto presto. Di solito non c’è in giro nessuno, tranne quelli come me. Noi dell’Aldilà, incaricati di occuparci delle faccende umane, dobbiamo andare qua e là tra gli uomini, e spesso lo facciamo nella luce crepuscolare dell’alba”
“E di che ti occupi?”
“Dei matrimoni” replicò l’altro.
Allora Wei gli aprì il suo cuore: “Sono solo al mondo fino dall’infanzia, e da molto tempo avrei voluto sposarmi e avere una famiglia. Per dieci anni ho cercato invano una sposa. Adesso spero di sposare la fanciulla del maresciallo. Dimmi, si realizzerà la mia speranza?”
Il vecchio guardò il libro e rispose: “No. Non è la persona a te destinata. In questo momento quella che sarà tua moglie ha solo tre anni, e la sposerai quando ne avrà diciassette.”
Deluso dall’idea di dover aspettare tanto, Wei notò il sacco cui il vecchio si appoggiava e gli chiese cosa contenesse.
“Filo rosso per legare i piedi di mariti e mogli. Non lo si può vedere, ma una volta che sono legati non li si puo’ più separare. Sono già legati quando nascono, e non conta la distanza che li separa, né l’accordo delle famiglie, né la posizione sociale: prima o poi si uniranno come marito e moglie. Impossibile tagliare il filo. Sicchè, visto che sei già legato alla tua futura moglie, non c’è niente da fare” rispose il vecchio.
E alla nuova domanda di Wei il vecchio replicò che la futura sposa non viveva lontana da lì, e che era la figlia della vecchia Chen, che aveva un banco sul mercato.
“Posso vederla?”
“Se davvero lo desideri, te la mostrerò, ma ricordati che il tuo futuro non cambierà.”
Ormai l’alba era spuntata e, visto che l’uomo che attendeva non si vedeva, Wei tutto eccitato seguì il vecchio al mercato.
Dietro la bancarella di frutta e verdura stava una povera vecchia cieca da un occhio, con una bambinetta al collo di circa tre anni, tutte e due vestivano di stracci.
“Ecco tua moglie” fece il vecchio indicando la piccina, e Wei replicò in preda alla delusione: “E se io la uccidessi?”
“E’ destinata a portare ricchezze, onori e rispetto alla tua famiglia. Qualsiasi cosa tu faccia, non puoi cambiare il destino” e così dicendo il vecchio scomparve.
Profondamente deluso e incollerito con il messaggero dell’oltretomba, Wei lasciò il mercato con intenzioni omicide. Trovato un coltello e resolo affilato come un rasoio, lo diede al suo servo dicendogli: “Hai sempre eseguito i miei ordini. Adesso va’ a uccidere quella bambina, e io ti compenserò con cento pezzi di rame.”
Il giorno dopo il servo, nascosto il coltello nella manica, andò al mercato e, celato tra la folla, si fece strada fino alla vecchia e alla bambina. Di colpo cavò il coltello, colpì la piccola, si voltò e scappò via, confondendosi con la folla strillante in preda al panico.
“Ci sei riuscito?” gli chiese Wei quando il servo si presentò.
“Ho cercato di colpirla al cuore, ma invece l’ho colpita tra gli occhi”
Il ragazzo ricevette il compenso pattuito e Wei, sollevato all’idea di essere libero di sposare chi volesse, continuò la sua solita vita, e col tempo si scordò dell’intera faccenda.
Tuttavia i suoi tentativi di trovare moglie furono vani, e così trascorsero quattordici anni. A quell’epoca lavorava in una località chiamata Shiangzhou, e le cose gli andavano molto bene, tanto che il suo superiore, il governatore locale, gli offrì in moglie la propria figlia. Così finalmente Wei ebbe una moglie bella e di ottima nascita, una diciassettenne che amava moltissimo.
Non appena la vide Wei notò che la ragazza portava sulla fronte una pezzuola che non si toglieva mai, neppure per lavarsi e dormire. Non le chiede nulla, ma la cosa non cessava di incuriosirlo. Poi, parecchi anni dopo, si ricordò all’improvviso del servo e della bambina al mercato, e decise di chiedere alla moglie la ragione della pezzuola.
Piangendo lei gli rispose: “Non sono la figlia del governatore di Shiangzhou, bensì sua nipote. Un tempo mio padre era il governatore di una città di nome Song, e la morì. Ero ancora piccola quando morirono anche mia madre e mio fratello. Allora la mia governante, la signora Chen, ebbe pietà di me e mi prese con sé. Avevo tre anni quando mi porto con sé al mercato, dove un pazzo mi accoltellò. La cicatrice non è scomparsa, e per questo la copro con una pezzuola. Circa sette od otto anni fa, mio zio ritornò dal Sud e mi prese con sé, per poi maritarmi come se fossi stata sua figlia.”
“La signora Chen era per caso cieca da un occhio?” chiese Wei.
E la moglie stupita: “Sì, ma come lo sai?”
“Sono stato io a cercare di ucciderti” spiegò Wei profondamente commosso “Com’è strano il destino!”
Dopodiché raccontò l’intera storia alla moglie, e adesso che entrambi sapevano tutta la verità, si amarono più di prima.
Più tardi nacque loro un figlio che divenne un alto funzionario, e godettero di una vecchiaia felice e onorata.

«E questo cosa centra?» domandò scettico. « Leggi tutto!» disse esasperata.

Questa antica leggenda Cinese Babbana si fonda sul più antico rituale magico che coinvolge, molto raramente, due maghi. Ideato da una strega di origine babbana per contrastare i matrimoni combinati tipici dei maghi detti "Purosangue",che recavano ai contraenti fama e ricchezza ma mai amore. Spesso i maghi legati dal filo rosso del destino sono nemici giurati o resi incompatibili per pregiudizi o casta sociale. Essi sono destinati l'uno all'altro per l'eternità da un filo che li lega indissolubilmente. Essi sono detti "anime gemelle". Le anime unite dal filo rosso sono destinate, prima o poi, ad incontrarsi. Potrebbero volerci  anni, decenni, ma prima o poi le circostanze li porteranno vicini: non si può sfuggire al rituale. Neanche le grandi distanze temporali o spaziali potranno impedire alle due persone di incontrarsi. I sintomi manifesti sono: Uguali sogni e premonizioni, incapacità di stare lontani, incapacità di non prestare attenzione all'altro, incapacità di provare indifferenza verso l'altro. Provare strane attrazioni e sentimnti verso l'altro.
Il filo rosso non potrà essere tagliato o spezzato da nessuno: il legame che simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo alla prova.

Draco guardò Hermione con gli occhi sbarrati dall'angoscia e dal terrore. Cosa significava tutto quello che aveva letto?
«Non ho idea se tutto questo può riguardare noi, però ammetterai che i sintomi ci sono tutti.» l'anticipò Hermione. Draco non le disse nulla.


Restarono lì, immobili a fissarsi per un tempo infinito, senza più proferire parola.


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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***



Eccomi qui con un altro capitolo! Dovevo postare ieri, ma non ho potuto. Devo confessarvi che  ho scritto con un pò di preocupazione. Non sono propriamente soddisfatta di come l'ho scritto e il calo di recensioni mi ha fatto dubitare ulteriolmente della storia. Devo dire che sono molto affezionata a questa storia e se c'è qualcosa che non vi piace, vi prego di dirmelo così che io possa riparare! Purtroppo è la prima Dramione e non ho molta dimestichezza, indi per cui sarei molto felice se mi lasciasse una piccola recensione per aiutarmi! Per quanto riguarda il capitolo devo avvertirvi che troverete i personaggi un pò OOC, ma dopo tutto è una Dramione! Ringrazio tutti quelli che leggono, che hanno inserito la storia nelle seguite, preferite e ricordate! E un grazie enorme a chi mi aiuta, recensendo!
Vi ricordo inoltre che chi volesse contattarmi,chiacchiare e avere qualche anticipazione, lo può fare iscrivendosi a questo gruppo: http://www.facebook.com/?sk=welcome#!/groups/109305162551898/
Buona lettura!





 
          Filo Rosso




                                                                                                                     
                                                                                                                                           
                            Preferisco scegliere, perché non fare una scelta con il proprio cuore
 significa farla fare ad altri.
E poi ti trovi con una vita che non è più tua.
                                                                                                                                                                                                                             Stephen Littleword









Era scappato via. Si era dimostrato ancora una volta un perfetto Serpeverde: codardo fino all'osso. Era terrorizzato dall'idea che la scoperta della Granger - la storia del filo rosso - potesse riguardarli. Non ne poteva più che fossero gli altri a scegliere per lui. Prima suo padre, poi Voldemort e ora il destino...voleva fuggire il più lontano possibile da lì.


***


L'aveva abbandonata come una stupida. Era impressionata ed offesa dal comportamento di Draco. Anche lei, certo, era rimasta stupita dalla sua scoperta, ma mai aveva pensato di fuggire. Il coraggio era una caratteristica del suo carattere. Si era dimostrata ancora una volta una perfetta Grifondoro. Ora che aveva trovato una pista, avrebbe cercato più approfonditamente in biblioteca e magari avrebbe anche chiesto alla preside se ne sapesse qualcosa. Aveva un macigno a pesarle sullo stomaco e sul cuore e se non fosse stata così razionale come sempre, forse pure lei sarebbe fuggita via, proprio come aveva fatto lui.



***

 
Draco aveva mandato un gufo a sua madre per informarla di cosa avesse scoperto. L'aveva pregata di mandargli qualche libro che approfondisse la faccenda. Narcissa e Lucius furono sconvolti dalla lettera del figlio e insieme si impegnarono a trovare qualcosa che potesse aiutarlo. Lucius aveva subito pensato di ricorrere alla magia nera ma sua moglie, con un' occhiataccia e un rimprovero, lo persuase ad agire secondo il giusto. La biblioteca del Manor era ricca di antichi manuali e non fu difficile trovare ciò che Draco chiedeva loro.


***


Minerva McGrannitt aveva la sana - o malata - abitudine di osservare con attenzione tutti i suoi alunni. Conosceva a memoria il nome di ogni studente, la casa di appartenenza e persino il carattere. Si era meravigliata non poco a vedere due dei suoi alunni più diversi fare amicizia, mettendo da parte tutti i disaccordi passati. Ma erano ormai parecchi giorni che c'era qualcosa di strano tra i due. Di certo non si era aspettata che tra Hermione Granger - la sua prediletta - e Draco Malfoy nascesse l'amore, ma vederli di nuovo distaccati e indifferenti l'uno verso l'altro la lasciò alquanto perplessa. C'era qualcosa che li turbava profondamente e lei era intenzionata a scoprire cosa.


***


Hermione marciava verso il cortile dove sapeva avrebbe trovato Draco. L'aveva visto dalla finestra dell'aula di Trasfigurazione e decise che avrebbe preso lei le redini della situazione se quel codardo si rifiutava di collaborare. Quando sbucò nel corridoio a pian terreno incontrò niente meno che Blaise Zabini e Theodore Nott. Stava quasi per superarli senza degnarli di uno sguardo, quando Blaise la prese per un braccio e la fermò. «Granger! Dove scappi così di corsa?» Hermione sbuffò infastidita «Vado in cortile, posso?» e strappò il braccio dalla presa del Serpeverde. «Ti accompagnamo» e prima ancora di riuscire ad afferrare il senso di quello che aveva sentito si ritrovò a braccetto con i migliori amici di Draco Malfoy. All'ingresso del cortile si bloccò, vedendo ancora una volta Draco e la biondina parlare. Sembravano piuttosto agitati e ardeva dalla curiosità di scoprire chi fosse. Theo notando l'espressione stupita e infastidita della Granger capì immediatamente quale fosse la ragione. «E' Asteria Greengrass. La sorella di Daphne Greengrass.» disse ed Hermione sbarrò gli occhi «Non- Non mi i- interessa.» balbettò confusa. «Lei e Draco erano promessi sposi, ma lui ha fatto sciogliere il contratto matrimoniale e lei gli sta addosso come un cagnolino per fargli cambiare idea. Due ragazze giurano di aver sentito dire che Asteria vorrebbe addirittura propinare a Draco dell'Amortentia.» continuò lui. «Ti ringrazio dell'informazione, ma non sono affari miei.
» «Granger, checchè se ne dica, Draco è un bravo ragazzo. Non lasciarlo solo anche tu disse Blaise. Hermione non seppe cosa rispondere. «Ora se volete scusarmi, ho da fare. Buona giornata.» Si allontanò velocemente da quei due, diretta in qualunque posto dove non vi fosse Draco e quella Asteria.
 Avrebbero parlato un altro giorno.



***


Draco vide Hermione scappare verso il Platano Picchiatore. Sentì una morsa allo stomaco o un pò più a sinistra.
«Senti Asteria sono stufo di sentirti dire sempre le stesse cose. Non ho cambiato idea, ne la cambierò mai. Non ho intenzione di sposare nessuno che io non abbia scelto personalmente e di cui mi sia innamorato. Faresti bene a guardarti in giro e ad uscire con qualcuno che ti piaccia, con me non hai nulla da spartire.» «Ma perchè? Perchè? Non sono abbastanza bella per te? La famiglia Greengrass è una delle famiglie più prestigiose in Inghilterra, persino più prestigiosa della tua! Come puoi dire che non ti interesso? Manderò mio padre a parlare con il tuo!» «Fai pure quello che ti pare, mio padre ha smesso da tempo di scegliere per me.»
Si allontanò in fretta.

Dove diavolo si era cacciata quel cespuglio so-tutto-io?



***


«Non hai lezione?» chiese avvicinandosi a lei
«Ho un' ora libera, prima di Pozioni.»
«Un' ora libera sprecata a stare distesa sotto il Platano Picchiatore! Non un libro nelle sue mani! Melino, Sanguesporco stai male?» nessuna risposta. Si distese accanto a lei. «Hai intenzione di ignorarmi ancora a lungo?» nessuna risposta. Sospirò stendendosi vicino a lei. La sua mano prese un ricciolo che sfuggiva alla crocchia con cui lei cercava di domare i suoi capelli, senza riuscirci. Se lo arrotolò su un dito, mentre lei, molto lentamente, si girava nella sua direzione. «Cosa c'è, Draco?» lo guardò negli occhi. «Avevo voglia di vederti.»disse solo. «Davvero? Mi hai ignorato tutta la settimana e ora hai voglia di vedermi?» aveva alzato un pò il tono di voce e Draco si accorse di quanto fosse nervosa. «Ho mandato un gufo ai miei per scoprire qualcosa in più, ma non voglio parlare di questo adesso.» «Di cosa vorresti parlare, allora? » Draco esitò prima di rispondere. «Non voglio parlare.» Hermione alzò un sopracciglio interrogativa «Non vuoi parlare. Meglio, perchè io non avevo nessuna voglia di risponderti.»Draco si inumidì le labbra secche «Sei nervosa, lo sento. » Le toccò ancora una volta i capelli «Sono più crespi del solito»aggiunse. «Dovrei usare qualche lozione, ma non ne ho il tempo.» «No, mi piacciono così. Rispecchiano la tua personalità.» Hermione boccheggiò «Cosa ne sai tu della mia personalità? » «Ti conosco meglio di quanto pensi.»sospirò. Lei rise «Se mi conoscessi come dici, sapresti che sono infuriata con te per il tuo comportamento infantile. Non dovevi scappare in quel modo.» «Lo so. Hai ragione, sono stato un codardo.» «Si, decisamente.» Hermione voltò il capo.
Stetterò in silenzio per un pò di tempo. Hermione guardava il cielo e lui guardava lei.

«Hermione... » lei si girò a guardarlo «Dimmi»disse seccata, lui si avvicinò ancora «Ti posso baciare?» la guardò negli occhi. «Mi stai chiedendo il permesso?» era incredula. «Si, sono un gentiluomo.Ti posso baciare?»ripetè. Ad Hermione mancò il fiato «No» disse.
Draco non l'ascoltò. Affondò le mani nei suoi capelli e la baciò, prima delicatamente e poi con più passione.
La baciò, come non aveva mai baciato nessuna.

La baciò come non avrebbe potuto baciarla nessuno.




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Capitolo 11
*** Capitolo X- parte prima. ***


Dovrei prostarmi ai vostri piedi e chiedere scusa ininterrottamente per una settimana intera! Scusateee! Ho avuto problemi con EFP e non riuscivo ad entrare nel mio account. Ora fortunatamente il problema è risolto, per cui eccomi quiii! Vi ringrazio immensamente per le bellissime recensioni che mi avete lasciato. Mi hanno aiutato tantissimo! Ringrazio inoltre chi ha inserito la storia nelle seguite, preferite e nelle ricordate, Graziee!! Spero che il capitolo vi piaccia,è diviso in due parti. la seconda sarà postata entro la fine della settimana. Anche se non è incentrato sui due protagonosti principali, è importantissimo ai fini della trama, soprattutto per qualcosa che non scopriremo ora! Inoltre alla fine del capitolo farà la sua comparsa un nuovo personaggio, chi sarà??? Mi farebbe piacere leggere le vostre recensioni e quindi capire chi è per voi questo personaggo! Sbizzarritevi con la fantasia e provate ad indovinare! Come sempre vi ricordo che chi volesse iscriversi al gruppo è il benvenuto!
 http://www.facebook.com/?sk=welcome#!/groups/109305162551898/
Vi lascio al capitolo,
Buona lettura!!






   
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                                                                                                                                                                                              L'amore di una madre è forte ed eterno.












"Mi sembra di averti detto di no." aveva mormorato, prima di dargli uno schiaffo in pieno viso.Per la seconda volta la sua mano aveva incontrato la guancia scarna e bianca di Draco. Il rumore aveva zittito entrambi, troppo scossi per capire cosa fosse successo. Era fuggita via, poi, colpevole e dolorante.                                                                   Draco l'aveva guardata scappare, con una mano distesa sul fianco e l'altra a toccarsi la guancia rossa.  
"Chi è la cordarda ora?" aveva urlato, ma le parole si erano disperse nel vento.





***


Sin dal terzo anno Blaise Zabini e Theodore Nott si erano accorti che in Draco Malfoy ci fosse molto più di quello che lui si prodigava a mostrare. Non era soltanto un ragazzino viziato e sgorbutico quello che camminava per la Sala Comune e che si circondava di due gorilla idioti. Si erano accorti che poteva essere un amico fedele e prezioso. Si era dimostrato un ottimo compagno, quando seduti sul divano di fronte al camino, aveva dispensato loro molti consigli o quando li aveva aiutati con i compiti particolarmente difficili. Non si era lasciato spaventare dal cattivo umore di Theo, nemmeno quando tutti lo credevano pazzo perchè vedeva le carrozze trainate da "mostri disgustosi", come lui stesso si era prodigato a definirli. All'epoca nessuno gli credeva, eccetto Draco.

I Thestral, ora, li vedevano tutti.  

Aveva confortato Theo quando suo padre, l'unico genitore che gli fosse rimasto, era stato incarcerato insieme a Lucius. Nonostante anch'egli soffrisse come un cane, non aveva permesso a nessuno nè di offenderli nè di denigrarli.
Non aveva avuto alcun pregiudizio quando Blaise gli aveva detto che non avrebbe voluto avere a che fare con i Mangiamorte. Anzi, l'aveva guardato e gli aveva risposto di non esserlo ancora e di preoccuparsi per nulla. Draco Malfoy si era guadagnato la loro stima e la loro amcizia, nella maniera più nobile possibile, anche se era un Serpeverde.Il nome dei Black e dei Malfoy aveva generato una persona misteriosa e al tempo stesso luminosa. Egli era, con i suoi pari, giusto e generoso. Il problema era che la persona in questione, non ne fosse stata mai consapevole del tutto. Ora più che mai, queste sue caratteristiche emergevano se lo si osservava mentre interagiva con la Granger o quando parlava di lei. Non avevano saputo spiegarsi come mai soltanto dopo la guerra, l'interesse perenne di Draco per la mezzosangue Grifondoro si fosse palesato in maniera così evidente. Non erano nemmeno così stupidi da non notare le occhiate nascoste e le espressioni di lei. C'era qualcosa che li aveva avvicinati ed erano intenzionati a scoprire cosa fosse.
L'avrebbero fatto per Draco, l'unico vero amico che avessero.

***


Erano passati tre giorni da quello schiaffo. Tre giorni in cui Hermione Granger non aveva rivolto nè una parola nè un solo sguardo a Draco Malfoy. Era ritornato in lei, lo stesso sentimento che l' aveva pervasa per un intero anno - durante la ricerca degli Horcrux: L'insicurezza e la paura di aver sbagliato tutto. Aveva fatto bene a dargli quello schiaffo? Era la cosa giusta da fare? Come avrebbe dovuto comportarsi ora? Doveva trovare una soluzione al più presto.
Mentre spilucchiava il cibo nel piatto,un grande e maestoso Barbagianni Bianco aveva posato le zampe sul suo braccio e con un inchino della testa, le aveva posato un piccolo biglietto. Intimorita, gli aveva accarezzato il becco e il Barbagianni era volato via. Si affrettò ad aprire la missiva sotto gli occhi attenti di parecchi studenti e soprattutto di quelli di uno in particolare; che conosceva perfettamente il mittente di quella lettera.


Miss Hermione J. Granger,
le scrivo questa mia, per chiederle un incontro ad Hogsmade sabato prossimo alle 11 am. Possiamo incontraci sulla via principale. Vorrei discutere con lei di alcune cose di vitale importanza. La pregherei di confermare in nostro appuntamento.                                                
                                                                       Ossequi
                                                              Narcissa Black- Malfoy


Hermione rilesse quel biglietto una decina di volte, prima di decidersi a confermare. Draco le aveva detto che aveva scoperto qualcosa dai suoi genitori, sicuramente sua madre voleva parlarle di quello. Sperò con tutto il cuore che Draco non le avesse raccontato dello schiaffo, era già abbastanza imbarazzata per gestire anche la ramanzina di una madre protettiva.



***


Aveva indossato i suoi vestiti più belli per incontrare la signora Malfoy. Sapeva perfettamente che donna elegante fosse e non voleva sfigurare per nessun motivo al mondo. Con la tensione alle stelle, si recò nel luogo concordato non accorgendosi di tre persone che la seguivano.


***


Draco la seguiva con parecchia cautela. Se la Granger l'avesse scoperto, molto probabilmente l'avrebbe schiantato senza remore e abbandonato al suo destino.


***


Si muovevano con passo felpato, nascondendosi tra i cespugli, non appena Draco si girava a controllare. A Blaise la situazione ironica non sfuggiva e ogni tanto si lasciava andare a risate prontamente fermate dal silencio di Theo. Stavano seguendo Draco che seguiva la Granger, che aveva sicuramente appuntamento con qualche membro della famiglia Malfoy. Theo avrebbe riconosciuto i loro Barbagianni anche lontano un miglio.



***


« Signora Malfoy, è un piacere incontrarla ancora» disse
Hermione con la voce roca. «Signorina Granger, sono felice che lei abbia accettato di incontrarmi. La prego mi segua» Narcissa le prese un braccio sotto il proprio. «Proprio dietro l'angolo si trova un locale assai grazioso dove fanno un ottimo tè. Mi ci recavo spesso in compagnia di Draco, sebbene a lui il tè non piaccia troppo. Eccoci arrivati.» Si accomodarono ad un tavolino appartato e si presero alcuni miniti per osservarsi mentre la cameriera prendeva le ordinazioni. «Hai preso i zuccotti? Anche Draco ne va matto, quando si trova a casa si ingozza e quando si trova ad Hogwarts se ne fa mandare una scatola ogni settimana.» disse con gli occhi e le labbra sorridenti. «Vuole molto bene a suo figlio. L'affetto con cui ne parla dimostra che lo ama molto.» « E' mio figlio, è naturale che sia così. Lo amo incondizionatamente e farei qualsiasi cosa per lui. So bene che, per molti anni, i rapporti tra lei e la mia famiglia sono stati sempre ben oltre la maleducazione. Io stessa la osteggiavo apertamente. Mi deve scusare, purtroppo la mia educazione e di conseguenza quella di mio figlio, non ci permettevano di guardare oltre le tradizioni. Fin dalla più tenera età, mi insegnarono il disprezzo per i Babbani, mia sorella Andromeda- esilita e diseredata- ne è la prova più evidente. Così mio figlio è stato cresciuto con ideali, ora lo ammetto, completamente sbagliati. E' dura per un genitore ammettere di aver fallito con il proprio figlio. Soltanto ora, io e mio marito Lucius, abbiamo compreso quanto nostro Draco abbia sofferto e quanto ancora stia soffrendo. In nome di tutte le crudeltà commesse nei suoi confronti, io le chiedo scusa e invoco il suo aiuto.» Hermione era sbalordita. Non si era aspettata di certo che Narcissa le parlasse in questo modo e che addirittura chiedesse il suo aiuto. Balbettò, prima di ricomporsi e rispondere. « Signora, accetto le sue scuse. Conosco perfettamente il metodo educandi delle famiglie Purosangue e conosco molto bene con quale disprezzo essi vedono me e le persone come me. Tuttavia io sono una strega, così come lo è lei e qualsiasi Purosangue. Non è il nome a fare il mago, ma la magia e la volontà. Non me ne voglia, signora, ma sono più che consapevole di avere entrambe le caratteristiche in dosi più che sufficienti. Avevo smesso da tempo di dare retta ai pregiudizi e gli insulti arrecatemi, compresi quelli di vostro figlio. Ho imparato a conoscere abbastanza bene Draco da sapere che la maggior parte che le cose che dice sono il suo modo di difendersi. E' da parecchio tempo, ormai, che si dimostra con me un ragazzo gentile ed educato. Dunque, come posso aiutarla? » Narcissa le sorrise. La ragazza l'aveva stupita oltre ogni immaginazione.

***

Vedeva sua madre parlare tranquillamente con la Granger. La Sanguesporco pareva sbalordita. Cosa le stava dicendo? Doveva cercare di avvicinarsi e origliare senza che lo scoprissero. All'improvviso vide sua madre carezzarle il viso e tutti i suoi propositi andarono a farsi benedire.


***


«Non so se ha notato, ma suo figlio ci sta spiando.» disse con una nota di divertimento nella voce. « Spiando? Dove?»  «L'ho visto perdere il controllo, temo che stia per venire qui.» «Allora faremmo bene a finire il nostro tè.» ridacchiò Narcissa.

«Mamma, Granger» Draco cercò di darsi un contegno mentre salutava le due donne, che sedute al tavolo, bevevano e chiacchieravano come vecchie amiche. Represse un brivido. «Draco, tesoro, come mai da queste parti?» «Stavo passeggiando, quando vi ho visto e sono entrato, come mai insieme? » Hermione non riuscì a nascondere la risata che le nacque a sentire la bugia di Draco. Offeso la guardò in cagnesco «Ti faccio ridere, Sanguesporco?»
 « Draco!» s'indignò Narcissa.
 « Malfoy, brutto stronzo! » urlò qualcuno di totalmente inaspettato.












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Capitolo 12
*** CapitoloX - parte seconda. ***


Eccomi con la seconda parte del capitolo! Vi ringrazio infinitamente per le recensioni, siete state meravigliose! Ringrazio anche chi ha letto, inserito nelle seguite,ricordate e preferite. Come ho già detto questa è la seconda parte del capitolo precedente. Qui, scopriamo una cosa molto importante che sconvolgerà non solo i protagonisti. Fatemi sapere cosa ne pensate, perchè con i vostri commenti mi invogliate sempre a scrivere e a fare meglio. Quindi attendo con ansia il vostro parere! Vi lascio e
Buona lettura!



   

       Filo rosso





                                                           


                                                                                      

                                                                                                                                                                                  -L’insieme aveva l’essenza degli incubi, senza esserlo, però.
                                                                                                                                                                                                    La sensazione d’irrealtà era reale.-











«Malfoy, brutto stronzo!» urlò qualcuno  di totalmente inaspettato.



Ginny Weasley aveva assunto la tipica espressione di chi è pronto ad un duello all'ultimo sangue. Il colore del viso era di un rosso acceso, che permetteva alle lentiggini di risaltare. Le sue mani erano chiuse in due pugni serrati e le tremava vistosamente il labbro inferiore. Hermione, con gli occhi sgranati e la tazza di tè sospesa verso la sua bocca, la guardava con terrore. Draco, alla vista della piattola alzò il sopracciglio destro. Dietro l'ultimogenita dei Weasley, Harry Potter guardava la scena con un misto di costernazione e incredulità. «Ginny, per favore, calmati!» disse poi, cercando di allentare la tensione. «Calmarmi? Calmarmi?? Se non hai sentito, quel brutto stronzo di Malfoy, ha chiamato la nostra amica "sanguesporco"! Ancora!» Si rivolse a Draco «Ma come ti permetti?? Brutto viscido!» «Ginny, ora basta!»  Hermione scattò in piedi, facendo cadere la sedia « So difendermi da sola, senza l'aiuto di nessuno! E poi oramai dovresti sapere che non mi importa nulla di ciò che pensa la gente, per cui calmati.» Si rivolse a Narcissa «Le dispiace se invito i miei amici al nostro tavolo? Draco prendi una sedia anche per te.» Narcissa acconsentì e Draco sbuffò «Ora mi dai anche ordini?» e con tutta la compostezza che gli permise la situazione, prese una sedia e si accomodò vicino ad Hermione. «Io e te dobbiamo parlare» le ringhiò sottovoce «ero convinto che la codardia fosse una caratteristica tipica dei Serpeverde e invece...scopro che anche i Grifondoro ne sono provvisti.» Hermione sorrise amaramente, Harry li guardò con sospetto e Narcissa nascose un sorriso dietro la propria tazza.



***


«Malfoy, sei sulla mia lista nera!» Urlò Ginny, mentre Draco al braccio di sua madre si allontanava verso la strada principale. «Cosa c'è tra te e quel Furetto?» esclamò subito dopo. «Ginny!Credo che dovresti lasciare in pace Hermione.» Harry si aggiustò gli occhiali. «Io non lascio stare proprio niente!» « Per carità, Ginny! Non c'è proprio nulla tra me e Draco» ridacchiò nervosa «Mi chiamo, per caso, Harry Potter? Oppure mi hai scambiato per quel tonto di Ron? Non sono stupida!» «Ehi!» «Zitto. Da quando in qua vai a prendere il tè con i Malfoy? C'era persino la Signora-ho-la-puzza-sotto-il-naso.» Hermione ed Harry si scambiarono una veloce occhiata «Ti assicuro Ginny, che non c'è nulla, Narcissa Malfoy voleva soltanto ringranziarmi. Piuttosto come mai da queste parti?» «Io e Ginny volevamo incontrarti ad Hogwarts, ma non c'eri e così ti abbiamo seguito con la Mappa e ti abbiamo trovato. » «Percy si sposa e la mamma mi ha mandato per invitarti al matrimonio! Ci credi? Percy che si sposa! Ho sempre saputo che Audrey avesse dei gusti terribili! Verrai?» «Non lo so,ma ci penserò. Te lo prometto.» e poggiando le braccia sulle spalle dei suoi amici, si avviarono verso il castello.


***


Aveva salutato sua madre con un bacio sulla guancia. Non era riuscito a scoprire il perchè aveva voluto incontrare la Granger. Sembrava piuttosto soddisfatta della conversazione e aveva addirittura parlato amabilmente con Potter quando si erano accomodati tutti al tavolo. Era terribilmente adirato con la Granger. Non riusciva a capire cosa Merlino gli fosse saltato in mente di fare baciandola, in più lei era pure fuggita a gambe levate. L'aveva rifiutato. Era tutto troppo assurdo,quella storia era assurda. Eppure ora avrebbe voluto correre da lei, ancora. Doveva parlarle; doveva dirle ciò che aveva scoperto, glielo doveva.


***


Voldemort levò la bacchetta di suo padre, la puntò sulla sagoma che roteava lenta sopra il tavolo e la agitò appena. Il corpo tornò in vita con un gemito e prese a lottare contro lacci invisibili.
«Riconosci la nostra ospite, Severus?» chiese Voldemort.
Piton osservò il viso capovolto. Tutti i Mangiamorte ora guardavano la prigioniera, come se avessero avuto il permesso di dare sfogo alla loro curiosità. Quando si trovò rivolta verso il fuoco, la donna implorò, con voce rotta e piena di terrore: «Severus! Aiutami!»
«Ah, sì» disse Piton, mentre la prigioniera rigirava lentamente.
«E tu, Draco?» continuò Voldemort, accarezzando il muso del serpente con la mano libera. Draco scosse il capo di scatto. Ora che la donna si era svegliata, non riusciva più a guardarla.
«Ma tu non avrai seguito le sue lezioni» osservò Voldemort. «Per coloro che non lo sanno, questa sera è tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts».
Da vari punti del tavolo si levarono mugolii di assenso. Una donna grossa e gobba coi denti appuntiti ridacchiò.
«Sì... la professoressa Burbage insegnava tutto sui Babbani ai figli di maghi e streghe... spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...»
Uno dei Mangiamorte sputò per terra. Charity Burbage si ritrovò di nuovo di fronte a Piton.
«Severus... ti prego... ti prego...»
«Silenzio» le intimò Voldemort, con un altro piccolo movimento della bacchetta di suo padre, e Charity tacque, come imbavagliata. «Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei Babbani sulla Gazzetta del Profeta. I maghi, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia. La diminuzione dei Purosangue è, sostiene la professoressa Burbage, una circostanza assai auspicabile... Se fosse per lei, ci farebbe accoppiare tutti con i Babbani... o con i lupi mannari...»
Nessuno rise: la rabbia e il disprezzo nella voce di Voldemort erano inequivocabili. Draco di voltò di nuovo a guardarla. Piano,le sembianze di  Charity Burbage si modificarono. I suoi capelli divennero crespi e il suo viso divenne quello di una ragazza giovanissima. Le lacrime le colavano dagli occhi nei capelli. Piton le restituì lo sguardo, impassibile, mentre lei continuava a girare lentamente. Il cuore di Draco prese a battare fortemente mentre riconosceva in lei Hermione. Non ebbe il tempo di fare nulla, prima di sentire Voldemort pronunciare un
«Avada Kedavra»

Il lampo di luce verde illuminò ogni angolo della sala. Hermione crollò con uno schianto sul tavolo, che vibrò e cigolò. Molti dei Mangiamorte balzarono indietro nelle sedie. Draco si lanciò verso di lei, finendo disteso sul tavolo e urlando a squarciagola.«La cena, Nagini» sussurrò dolcemente Voldemort, e l'enorme serpente strisciò giù dalle sue spalle sul legno lucido, spalancando la grossa bocca verso loro due.


«Nooooooooo»

Blaise e Theo balzarono dai propri letti. L'urlo terrificante di Draco rimbombò per i sotterranei in tutto il suo orrore. «Per Salazar! Draco, amico mio, cosa ti è successo??» Draco, matido di sudore e tremante si accorse appena della mano sanguinante. «Come diavolo te lo sei procurato quel-quel morso?» Theo aveva riconosciuto quei morsi. «E' la maledizione, è la maledizione» singhiozzò Draco, prima che i due lo trascinassero verso l'infermeria.



***



Hermione boccheggiò. Aveva gli occhi spalancati e il corpo rigido. Sentiva dolore là dove l' Avada Kedavra di Voldemort l'aveva colpita. Le lacrime bagnavano ancora il suo volto. Doveva essere un incubo di Draco, quell'incubo doveva essere un suo ricordo. Era quasi sicura che quella fosse casa sua e che al suo posto ci fosse stata un' altra persona. Il suo cuore batteva all'impazzata mentre la mano sinistra pulsava dolorosamente. Il sangue stava imbrattando le lenzuola bianche.Guardò attentamente la sua mano, che si apriva da un punto inprecisato del polso e coinvolgeva tutte le falangi. Era orripilante. Di corsa, con la mano al petto, corse verso i corridoi.



***


«Granger!» urlarono sorpresi. «Per Merlino anche tu??» Draco volse lo sguardo verso l'alto, vedendo Hermione, che con la vestaglia imbrattata di sangue, scendeva le scale. Si erano incontrati a metà via e Theo corse subito verso di lei, prendendole la mano. «Fammi vedere!» osservò con attenzione la stessa ferita che aveva visto sulla mano del suo amico. «Cosa cazzo state combinando??»disse, pieno d'agitazione e con la voce tremante. «Theo, non c'è tempo. Dobbiamo portarli in infermeria.» Blaise pareva il più razionale. «No! Non possiamo andare in infermeria, Madama Chips farebbe troppe domande. Conosco parecchi incantesimi di guarigione. Stavo andando verso la vostra Sala Comune, ero sicura che anche Draco l'avesse.» «E' la maledizione, Granger.» disse come se fosse fuori di sè «è quello che ancora non ti ho detto.» Nei suoi occhi, Hermione vi lesse lo stesso terrore che vi aveva visto in sonno.


***


«Ora voi due mi dite che state combinando o vi giuro su Salazar, che vi denuncio alla preside!» «Theo, per favore » Blaise fece accomodare sia Draco che Hermione sul letto di Malfoy. Quest'ultima prese la bacchetta dalla tasca della vestaglia e iniziò a sciorinare una serie di incantesimi di guarigione, senza tuttavia riuscire a richiudere le ferite. «Epismendo!» pronunciò ancora senza risultato. «Perchè non funzionano? Tutti i miei incantesimi hanno sempre funzionato perchè ora non ci riesco??» «Io conosco quella ferita! Draco! Quello è... » venne interrotto da Draco che prendendo la sua bacchetta pronunciò come una lenta litania «Vulnera Sanentur...Vulnera Sanentur... » «Che incantesimo è? Non lo conosco!» le ferite si rimarginarano lasciandosi dietro una lunga cicatrice. «Che incantesimo è?» ripetè Hermione. «Ferula» e grosse bende fasciarono la mano di entrambi. «Draco, ora dimmi come diavolo avete fatto a procurarvi quel morso.» Draco, Hermione e Blaise si voltarono verso Nott che si teneva la testa fra le mani. «Io conosco quel morso, Draco. E' la bestia di Voldemort, è il morso di Nagini.» « COSA??» urlò Blaise.
Draco si voltò verso Hermione «E' magia nera, Granger.»




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Capitolo 13
*** Capitolo XI ***




Eccomi qui con il nuovo capitolo! Devo essere assolutamente sincera con voi, il capitolo non mi soddisfa per niente, non è venuto come volevo. Ho provato a riscriverlo più e più volte, ma invece di migliorare, peggiorava.Per cui ho preferito pubblicare questo, piuttosto che pubblicare con un ulteriore ritardo. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito,inserito la storia nelle seguite, preferite e ricordate. Aspetto con ansia i vostri commenti, anche se so di meritare il lancio dei pomodori! Vi lascio al capitolo.

Buona Lettura.








       Filo Rosso





                                                                                                                                                                                         -Se non si ha scelta,almeno si abbia coraggio.-







«MAGIA NERA?» urlarono contemporaneamente Blaise Zabini ed Hermione Granger «Hai praticato la Magia Nera per guarirci? Sei, per caso, impazzito?? Potremmo essere espulsi, Draco!» « Granger, questo è il problema minore al momento!» si voltò verso Nott, vedendolo pallido e scarmigliato «Abbiamo un grosso problema e forse tu ci puoi aiutare» gli disse poi. «Non vi aiuterò, finchè non mi dite cosa state combinando. Questa è roba pericolosa! E' male!Nessuno meglio di me e te lo può capire. Vi aiuterò, ma solo dopo aver valutato la cosa, Malfoy!» Draco si sistemò meglio sul letto, pronto a raccontare tutto ciò che aveva scoperto. «Io e la Granger...» «Per Merlino, ho un nome io! Potresti utilizzarlo, per favore?Quel "Granger" mi fa venire i nervi!» lo interruppe Hermione, stremata e impaurita. «Io ed... HERMIONE» calcò forzatamente il nome «alcuni mesi fà abbiamo scoperto di fare sogni molto simili, se non gli stessi. Dopo accurate ricerche abbiamo capito che si trattava di un rituale che prende il nome di "Filo Rosso". Esso lega due persone indissolubilmente... Ho scritto ai miei genitori e loro hanno scoperto che non è un semplice rituale» si voltò verso Hermione, guardandola negli occhi « ma si tratta di Magia Nera, così potente da non avere contro-incantesimi.» Nott si coprì il volto con le mani e Blaise fece due passi indietro. «COSA? Non è possibile! Sul libro che ho letto, non faceva alcun riferimento alla magia nera! Non può essere, devono essersi sbagliati!» «Non c'è nessuno più esperto di mio padre in Magia Nera, dovresti saperlo. I miei genitori non si sono sbagliati.» «Ma ci deve essere una soluzione! Ogni Magia ha un contro-incantesimo!» Hermione cercò di non permettere al panico di prendere il sopravvento. «E' questo il punto, Gr-Hermione. Dobbiamo trovarlo noi.»

«E questo segno? Non mi pare che vi sia già capitato.» Theo sembrava determinato a conoscere ogni cosa. «Questo è un effetto collaterale. Mio padre aveva accennato a ciò, ma io non gli ho dato peso, almeno fino ad adesso.» « Come posso aiutarvi?» «La biblioteca dei Nott è vasta almeno quanto quella dei Malfoy. Tuo padre era un Mangiamorte come il mio e potremmo trovare qualcosa in più. Qualcosa che ci aiuterebbe a capire il contro-incantesimo o qualsiasi cosa per fermare il rituale.»


***


«Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»


***

Draco ed Hermione si recavano ogni giorno in Biblioteca, con la speranza di trovare qualcosa, anche la più banale sciocchezza, che gli avrebbe permesso di spezzare il rituale. Madama Prince li osservava da lontano, sperando che anche il più testardo dei Purosangue avesse messo la testa a posto. 


***

«Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»


***

Come temeva, il gufo dei Weasley era arrivato a reclamare la risposta all'invito del matrimonio di Percy. Era combattuta, voleva andarci perchè  i Wealsey erano stati la sua famiglia "magica" per moltissimo tempo e doveva molto a tutti loro. Non voleva andarci perchè l'ultima volta che si era recata alla Tana, era stato terribile. Aveva lasciato Ron, aveva urlato come quella pazza di Bellatrix e per poco non aveva distrutto la loro casa. In più, questa storia del rituale la stava distruggendo. Non riuscivano a venire a capo di nulla e almeno due notti su sette, lei e Draco si incontravano nel bagno dei Prefetti per curarsi le ferite che gli incubi provocavano. Quelle provocati dai ricordi di Draco, erano le più terribili. No, non ci sarebbe andata. Come avrebbe potuto spiegare quelle ferite, inferte dagli incubi?

 Come avrebbe potuto lasciare Draco da solo?


***


«Ho trovato! Ho trovato quello che cercavate!» Theo scaraventò un libro grosso e nero sulla scrivania dove si trovavano Draco ed Hermione. «Hai capito come porre fine al rituale?» domandò speranzosa Hermione. «No, ma ho scoperto cosa provoca quelle ferite. Si chiama "La maledizione del sonno". E' un effetto collaterale del rituale. Quando qualcuno ne è colpito, le anime viaggiano verso un altro mondo, fatto di ricordi di uno delle due vittime, e lì restano fino a quando le vittime non si risvegliano. L'incubo è molto reale e ripercorre le vostre vicessitudini passate. In questo caso, gli eventi traumatici della guerra. Se nell'incubo venite feriti, venite feriti anche nel mondo reale.» «Avevamo capito che si trattava di ricordi, Theo! Dacci la soluzione!» «Draco...qui è scritto chiaramente che... n-non esiste soluzione.»

Tutto quello che si trovava sulla scrivania fu scaraventato per terra.


***


«Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»
«Perchè?»



***

Era salita sulla Torre di Astronomia e vi aveva trovato Draco affacciato alla ringhiera ed esposto alla brezza serale. Il vento gli scompigliava i capelli e la luce della luna li faceva sembrare ancora più chiari. I tratti del viso era induriti dalla stanchezza e dalla rassegnazione.
«Cosa ci fai qui da solo?»
«Da solo? Noi siamo soli! Non vedi?? Siamo soli, Granger!» urlò «Siamo dannatamente soli


***

«Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»
«Perchè?»
«Non voglio che tu pratichi questo schifo, nè che tu venga espulsa se ci dovessero scoprire.»




***

Era seduta sul davanzale della finestra, nel bagno dei Prefetti. Draco se ne stava appoggiato al lavandino, guardandosi allo specchio. Il silenzio era diventato assordante, ma nessuno aveva voglia di parlare. Mirtilla Malcontenta li osservava da uno dei water e stranamente, anche lei non aveva nulla da dire.
«Non saremo mai soli, se restiamo insieme, Draco.»


***


«Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»
«Perchè?»
«Non voglio che tu pratichi questo schifo, nè che tu venga espulsa se ci dovessero scoprire.»
«Draco...vieni qui»


***

«C'è qualcosa lì» sussurrò suo padre, «potrebbe essere la cicatrice, molto tirata... Draco, vieni qui, guarda bene! Che cosa ne dici?» «Non so» dichiarò e se ne andò verso il camino dove sua madre, in piedi, osservava la scena.«È meglio esserne sicuri, Lucius» disse Narcissa al marito con la sua voce fredda e chiara. «Completamente sicuri che sia Potter, prima di convocare il Signore Oscuro... Dicono che questa è sua» continuò, studiando la bacchetta di prugnolo, «ma non corrisponde alla descrizione di Olivander... Se ci sbagliamo, se chiamiamo il Signore Oscuro per niente... ti ricordi cos'ha fatto a Rowle e Dolohov?»
«E la Nata Babbana, allora?» ringhiò Greyback. Draco si voltò di scatto. Hermione era inginocchiata sul freddo pavimento, esposta alla luce del lampadario. «Un momento» fece Narcissa brusca. «Sì... sì, era da Madama McClan con Potter! Ho visto la sua foto sul Profeta! Guarda, Draco, non è quella Granger?» «Io non... io non sono sicuro» rispose con terrore Draco. «Ma osservala bene, dai! Avvicinati!» Si avvicinò ad Hermione, chinando il viso alla sua altezza e guardandola terrorizzato. Lei si sporse fino ad arrivare al suo orecchio
«Non saremo mai soli, se restiamo insieme, Draco.»

L'incubo svanì così come era venuto. 




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Capitolo 14
*** Capitolo XII ***






Inanzitutto voglio augurarvi , anche se in ritardo,un felicissimo 2013 e che tutti i vostri desideri possano avverarsi! Ok, detto questo, vi starete chiedendo dove sono stata... bè vi dico soltanto che il mio pc mi ha abbandonata di punto in bianco! Ho cercato di aggiustarlo, ma alla fine ho dovuto comprare uno nuovo. Ho perso tutto il capitolo che avevo già scritto e quindi ho dovuto riscriverlo, con mio sommo dispiacere e disperazione. Detto questo, ho cercato di seguire il consiglio di  Tomoyo che mi  ha chiesto di  distaccare i dialoghi per rendere più agevole la lettura. Spero che così vada bene, altrimenti fatemelo sapere e io provvederò! Un grandissimo ringraziamento va a tutte le persone che hanno recensito e chi ha inserito la storia nelle preferite, seguite e ricordate. Siete in tantissimi e vi ringrazio di tutto cuore! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo! Vi lascio alla lettura!

 







     Filo Rosso



                                                                                                                                      -Quando si decide di conoscere,bisogna essere pronti a tutto.-


 


«Non saremo mai soli, se restiamo insieme, Draco.»


«Hermione! Granger!» gridò.
Gli aveva detto le stesse cose che gli aveva ripetuto nel bagno dei prefetti. Come accidenti era possibile?


****

Se avesse potuto gli avrebbe detto quelle parole e nel momento in cui si era presentata l'occasione aveva potuto dirle.
 «Non saremo mai soli, se restiamo insieme, Draco.»


****

«Possiamo controllare i sogni! Io volevo dirti quelle cose e tu le hai ascoltate! Potremmo cavarcela in questo modo, quando ci capiterà di nuovo di fare questi brutti incubi. Devo cercare meglio fra i libri che ci ha portato Nott, deve esserci sicuramente qualche riferimento a questa possibilità di riuscire a comunicare.»
«Sei spaventata?» domandò Draco guardandola intensamente. Aveva completamente ignorato quello che gli aveva detto.
«Non lo so. Alcune sere fatico a prendere sonno perchè ho paura di quello che potrei vivere in questi sogni, ma d'altra parte...»
« D'altra parte?» la incalzò «d'altra parte... quando sogno so di non essere più sola.»

Draco chiuse gli occhi.


****


Erano seduti all'ombra del Platano Picchiatore. Hermione consultava un vecchio libro di Pozioni di Draco per completare il tema di Lumacorno e Malfoy sonnecchiava sulle sue gambe. Ogni tanto sentiva Draco lamentarsi nel sonno, altre volte chiamava il suo nome e quello di Narcissa. Aveva riso forte quando lo aveva sentito dire "Blincky preparami un vassoio di zuccotti" Di certo, Draco era più loquace nel sonno che durante il giorno! Si sentiva stranamente tranquilla in quella posizione e in quella compagnia. «Credi che per cena serviranno anche gli zuccotti, stasera?» le aveva chiesto, con la bocca ancora impastata di sonno e con gli occhi socchiusi, facendola sobbalzare dallo spavento.
 Lo guardò a lungo prima che una risata fragorosa risuonasse nell'aria.


****


«Quello stupido di Lumacorno non è affatto obiettivo!» brontolò salendo due scalini in una volta sola.
«Non è uno stupido, è un professore molto qualificato.»
« E' uno stupido, così come lo è quel suo stupido LumaClub!»
«Soltanto perchè non ti ha chiesto di farne parte. E poi se è così stupido perchè ti importa del suo giudizio?»
«Non è del suo giudizio che mi importa, Granger.» Si bloccò quando si ritrovò di fronte all'arazzo di Barnaba il Babbeo.
Hermione troppo occupata nel sorreggere la pila di libri che aveva in mano non aveva visto Draco bloccarsi, andandogli a sbattere contro. «Che cosa c'è?» domandò cercando di tenere in equilibrio i libri uno sopra l'altro.
«Non è niente Sanguesporco, andiamo.»
« Aspetta! E' per la Stanza delle necessità?»
«Non dire scemenze, Granger.» sbuffò.
«Credi che si stata ricostruita insieme al castello? D-dico dopo l'incendio...»
Draco la guardò per un pò, poi volse lo sguardo in giro e infine all'arazzo. « Qui siamo nel mondo magico, tutto è magia. Deve essere stata per forza ricostruita. Ti pare?» «Allora, proviamolo.»
«No! No! Granger non essere stupida! Per quele motivo dobbiamo aprirla?»
 Hermione iniziò a pesseggiare lentamente avanti e indietro.
«Granger! Maledizione, dobbiamo studiare! Non vorrai fare tardi, vero?» iniziò ad agitare le mani e le braccia.
Hermione, però, parve non averlo sentito affatto e con passo fermo aprì la porta apparsa,entrò. La stanza era immensa come la ricordava e piena di cianfrusaglie di ogni tipo. Era illuminata soltanto da vecchie candele consumate che rendevano l'ambiente tetro. La polvere ricopriva quasi tutti gli oggetti che lì vi si trovavano.Riconobbe subito il busto di marmo su cui era poggiata la Tiara di Priscilla Corvonero. Guardandosi intorno notò un' accetta insanguinata, quadri vecchi e tele vuote, un vecchio tavolo piene di antiche pergamene, un camino spento e un sacco di sfere, che intuì fossero vecchie profezie della Cooman. Bottiglie rotte, scope da corsa buttate in un angolo e un vecchio straccio con lo stemma dei Serpeverde.Un enorme lampadario di cristallo impolverato pendeva dal soffitto. Al centro della stanza, però, si trovava un enorme armadio finemente intarsiato. Aveva una particolare forma triangolare con due grosse ante su cui vi erano incise parole di cui non conosceva la lingua. Era affascinata da tutto ciò che vedeva, ma la sua piena attenzione era rivolta all'armadio. Si avvicinò con cautela e con i polpastrelli seguì le venature del legno e le incisioni. « Cosa hai pensato per far apparire questa stanza?» la voce di Draco le fece ritirare il braccio dall'anta. «Lo sai cosa ho pensato.» disse con voce stranamente bassa. Draco posò una mano sugli occhi, aveva l'aria stanca e distrutta. Il silenzio regnava indisturbato. Draco prese a girare tra le cianfrusaglie prendendo una tela e spostandola, girando intorno al tavolo e prendendo una vecchia poltrona che portò in direzione dell'armadio. Si sedette e prese ad osservare l'armadio.

«Quando ad Hogwarts si formò la squadra d'inquisizione, Montague, il nostro caposquadra di Quidditch, era solito togliere punti ai Grifondoro senza motivo, solo per divertimento. In un corridoio isolato trovò i gemelli Weasley, voleva divertirsi un pò con loro togliendogli dei punti, ma i gemelli lo rinchiusero in uno strano armadio. Quando riuscì ad uscirne, ci raccontò che era rimasto bloccato in un tunnel a metà strada tra Hogwarts e Magie Sinister. Il suo racconto interessò pochi, ma intrigò me. Poco dopo, il Signore Oscuro mi ordinò di uccidere Silente e riuscire a fare entrare i Mangiamorte nel castello. Non c'era alcun problema nel fare la prima cosa, ma la seconda era alquanto difficile. Sapevo che Silente aveva posto protezioni così potenti intorno al castello che nessuno vi poteva accedere dall' esterno. Allora come potevo fare? Come potevo far entrare i Mangiamorte?»
Hermione lo ascoltava ipnotizzata, ma Draco sembrava in trance.
«Mi ricordai improvvisamente del racconto di Montague. Ero sicuro che esistesse un passaggio tra Magie Sinister e Hogwarts, così mi resi conto quasi immeditamente che l'armadio in questione era un armadio svanitore. Non lo dissi a nessuno, feci le mie ricerche e mi recai da Sinister. Mi disse che il passaggio era bloccato e che l'armadio gemello fosse rotto. Mi accordai con lui perchè mi aiutasse e non appena misi piede qui, cercai l'armadio. Pix, tra un delirio e l'altro, mi disse che l'armadio era stato portato nella Stanza delle cose nascoste.Venni in questa stanza ogni giorno, riparai l'armadio e lo collaudai. Ogni volta che pensavo a cosa sarebbe servito e cosa ancora mi aspettava, la mia anima si distruggeva in piccoli pezzetti. Dovevo riuscirci, dovevo salvare i miei genitori. Ero invidioso di Potter, di te. Voi eravate gli eroi e io solo uno stupido burattino nelle mani di un pazzo. Ci riuscì, Granger. Riparai l'armadio, feci entrare i Mangiamorte ad Hogwarts e feci liberare mio padre da Azkaban.»
 La guardò con una tale intensità che Hermione fece almeno due passi indietro poi si voltò e cercò di aprire l'armadio.

«No, Ferma! Non aprirla!»corse a chiudere l'anta.
« Ero semplicemente curiosa, Draco. Non mi sarebbe capitato nulla. Non questa volta...» disse appoggiandosi con le spalle tremanti all'anta dell'armadio.
 Draco avvicinò il suo viso a quello di Hermione «Tu non capisci...E' pericoloso... tutto qui dentro lo è.»
 «E tu? Tu lo sei, Draco?» Draco si avvicinò con cautela alle sue labbra, ma questa volta non le chiese il permesso.
 La baciò con una tale intensità che le spalle di Hermione cozzarono violentemente contro l'armadio, le mani di lui strinsero gli spigoli di legno dell'armadio e quelle di lei percorsero il profilo delle braccia e la clavicola di lui. Draco si staccò da lei per guardarla negli occhi, mentre Hermione lo esaminava con la minuzia di un estimatore di opere d'arte. Le dita scivolarono piano sul suo collo e sul volto pallido e spigoloso, verso le labbra scarne ma rosse come ciligie mature, si soffermarono sul naso aguzzo e poi sulle sopracciglie quasi invisibili. Con cautela, poi, le fece scivolare tra i capelli sottili ma setosi e con un movimento improvviso dirottò il volto di Draco verso il suo per un nuovo bacio. Sentiva il suo cuore pompare il sangue velocemente e stranamente sentiva anche quello di Draco. Sentiva le mani tremanti di lui sui suoi fianchi e la maldestra voracità con cui lui cercava di avvicinarla ancora di più. Quando si staccarono di nuovo per riprendere fiato Draco le mormorò
«Non mi lascerai di nuovo solo,vero?»





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Capitolo 15
*** Capitolo XIII ***


Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo. Onestamente non è un capitolo che mi piace molto, non succede nulla di importante, tuttavia non ne ho potuto fare a meno. Sono stata troppo tentata a far fare a quei due i piccioncini, che le cose mi sono sfuggite di mano. Non preoccupatevi, dal prossimo capitolo si ritorna col fare i seri xD Spero che vi piaccia ugualmente. Stavo, poi, anche vagliando l'ipotesi di scrivere una sorta di raccolta di piccoli momenti che qui nella storia sono stati solo accennati. Questo, però, richiederebbe del tempo in più, per cui vorrei sapere se a voi potrebbe piacere. Se siete un bel gruppetto che apprezzano quest'idea, fatemelo sapere che mi metto all'opera, altrimenti lascerò stare! Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno recensito, inserito la storia nelle seguite, preferite e ricordate!  Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo anche se non è il massimo! Vi lascio alla lettura!








       
         Filo Rosso











«Credi che quei due verranno a patto con la realtà?»
«Draco ed Hermione? Credo che l'abbiano già fatto, solo non vogliono rendersene conto.»
 «Riflettendoci però... sembra una barzelletta! Draco con la Granger! Vorrei avere una giratempo, andare indietro di otto o nove mesi e dirglielo! Sai che faccia avrebbe fatto??». Risero.
«" Io con una lurida Sanguesporco? Che Salazar ti fulmini! Combatteremo di nuovo i Troll prima che una scemenza del genere accada! » Blaise imitò Draco, andando avanti e indietro per la stanza.
Risero a crepapelle.

«Cosa Merlino avete da ridere come due scimmioni senza cervello?» li interruppe Draco, entrando in camera, facendoli sobbalzare dallo spavento e facendo cessare del tutto le risa.
«Niente Draco!» Theo si ricompose.
«Stavamo raccontando barzellette...» aggiunse Blaise con tono mellifluo, trattenendosi dal ridere.
«Che Salazar vi fulmini!» sbottò Draco.
Lo scoppio di risate che seguì, avrebbe spaventato persino la Piovra Gigante.

«Idioti



***


«Hermione! Cosa ti è successo? Sembri sconvolta!» esclamò Neville, vedendola entrare al Grifondoro con i capelli scompigliati e la bocca arrossata.
«Non è nulla, Neville. Ho solo dimenticato di dar da mangiare a Grattastinchi.»con passo svelto si incamminò verso le scale.
«Non essere così precipitosa! Quel gattone è una bomba, se non mangia è meglio!»
«Hai ragione!» urlò Hermione «Dovrò porterlo in giardino il pomeriggio, così farà un pò di movimento!»
«Moriremo tutti, prima che quel gatto si rimetta in forma.» bisbigliò Neville.



***


«Hermione, ti stavo cercando dappert- che diavolo è quella cosa che hai fra le gambe?» Draco sbarrò gli occhi.
«Ti stai per caso riferendo a Grattastinchi?» ridacchiò.
«Grattastinchi?Intendi la palla di pelo "rosso Weasley" che ti portavi sempre dietro?»
« Rosso Weasley? Certo che ne hai di fantasia con le parole tu... Nel mondo Babbano potresti fare lo scrittore, sai? »
Draco fece una smorfia eloquente mentre Hermione si faceva più in là per fargli posto.
«Granger, IO nel mondo Babbano?» si accomodò all'ombra, vicino a lei.
«Nella vita tutto è possibile, Draco.» disse accarezzando il gatto.
«Allora è possibile anche che questa palla di pelo scoppi un giorno o l'altro.» Guardò attentamente Grattastanchi risposare beatamente sulle gambe di Hermione, facendo le fusa.
«Draco! Smettila!»
«Hermione guardalo! E' una bestia! Non ho mai visto un gatto così brutto in tutta la mia vita. E poi quello è il mio posto!» con un gesto fulmineo, scaraventò il gatto giù dalle gambe di Hermione, facendolo ruzzolare per un paio di metri. «Ora va meglio!» si protese verso di lei « Me lo dai un bacio?»
«No! Hai maltrattato Grattastinchi come se fosse un sacco di patate. Sei stato molto cattivo.» finse un cipiglio.
« Questa non me la bevo, Granger!»
Non le diede il tempo di rispondere che le sue labbra erano già incollate a quelle di Draco.

***
«Guardalo! Vedi come mi guarda? E' malvagio!»
«Non dire idiozie» Hermione rise
«Ha gli occhi gialli! E quando ci sono io affila sempre gli artigli, non vede l'ora di farmi a pezzetti. Ti costringerò a fare una scelta, se non fai qualcosa!»
«Quanto sei melodrammatico!Come quando Fierobecco ti graffiò il braccio e tu andavi per la scuola dicendo di aver quasi perduto il braccio.»
«Cosa? Io ho realmente rischiato di perdere il braccio! Chiedilo a Madama Chips! Tutta colpa di quel mezzogigante e delle sue bestiaccie!»
Hermione alzò gli occhi al cielo. «Comunque Grattastinchi è un gatto buono e pacifico.»
« Granger! Continui ancora a difenderlo? Sono io il tuo preferito, non lui! »
« E questo chi te l'ha detto?»
 


***


Stava passeggiando tranquillamente verso l'aula di Trasfigurazione, quando venne brutalmente presa per un braccio e portata in un angolino nascosto all'interno del corridoio. Mani sottili e ossute le coprirono gli occhi e una bocca - che aveva imparato a riconoscere - le baciò prima la guancia destra, poi quella sinistra e infine si soffermò sulla bocca. Quando le permise di riprendere il respiro le domandò «Ci vediamo in biblioteca, dopo?»
« Draco!» bisbigliò « facevi sempre così con le tue ragazze?»
«Quali ragazze?» le baciò il collo.
« Quelle che avevi prima di me.» disse seccamente.
«Ti sembrerà strano, ma prima non ho mai avuto tempo per le ragazze.Tu sei la mia prima conquista.» disse baciandole la punta del naso.
«A si? E allora cos'era Pansy -faccia da carlino- Parkinson, eh?»
Draco rise «Salazar, Hermione! Credevi che Pansy fosse la mia ragazza? E' lesbica! E' vero, stava con noi, ma ti posso assicurare che delle volte si comportava da vero uomo! Fingeva di essere interessata a me solo perchè non voleva che si sapesse in giro.»
«Le- lesbica? Io ho sempre pensato che fosse la tua ragazza!» Hermione era sbalordita e anche stranamente sollevata.
«Ti sei sempre sbagliata. Allora ci vediamo in biblioteca?»
«Va bene.» Uscirono dal piccolo nascondiglio «e comunque non sareste stati una bella coppia: Carlini e Furetti non vanno d'accordo!»

Scappò prima che Draco potesse reagire.


***


Hogwarts era completamente distrutta. I muri erano crollati e schegge di vetro e calcinacci rendevano ostico passare tra i corridoi, ora pieni di polvere. Le scale erano distrutte in vari punti, immobili. L'aria era irrespirabile, di un nero intenso che celava alla vista quasi tutto. Un silenzio irreale li avvolgeva mentre cercavano di trovare un rifigio sicuro. Riuscirono a raggiungere il punto più alto di una torre a cui oramai mancava il tetto.
« Hermione...» tossì Draco
« Draco, stai bene?» disse coprendosi la bocca con la manica della divisa.
«Cos'è successo?»
«Credo che siamo nel castello dopo essere stato distrutto dalla guerra. Ti ricordi cosa mi hai detto stamattina, a colazione?»
«Ti ho detto che hai una sottospecie di cespuglio al posto dei capelli.» cercò di ghignare senza riuscirci.
«Bene. Direi soltanto che dobbiamo aspettare che il sogno cessi.» Hermione alzò la bacchetta e mormorò un Lumus Maxima in direzione del Marchio Nero che faceva bella mostra di sè nel cielo. Piano piano la tetra oscurità causata dalla Magia Nera scomparve, lasciando il posto alla flebile luce della luna.
Draco si protese verso di lei, esaminando attentamente la bacchetta tra le mani di Hermione. Quando la riconobbe, un brivido percorse la sua schiena e ricordò che aveva imparato moltissimi incantesimi, vedendoli scaturire con maestria proprio da quella bacchetta.
 «Ma quella è...   »
« Si. E' lei. »
« Come fai ad averla?»
«Quando siamo fuggiti da casa tua. Avevamo preso la tua e quella di tua zia. Harry ha iniziato ad utilizzare quella di Biancospino ed io questa.» Se la rigirò tra le dita. « Orripilante vero? E' mia ora, risponde solo a me, ho fatto delle prove.»
« Perchè non ne hai comprata un' altra dopo la guerra?»
Hermione sollevò la bacchetta di fronte a loro e la guardò attentamente.
«Questa bacchetta ha torturato fino alla pazzia i genitori di Neville,  ha ucciso barbaramente babbani, ha ucciso Sirius Black, ha ucciso Ninfadora Tonks, ha torturato me. Perchè non ne ho comprata un' altra? Perchè avere questa mi ricorda che sono stata io la migliore. Mi ricorda che sono stata più forte di Bellatrix Lestrange. Mi ricorda chi sono io e dov'è lei ora. Una Sanguesporco con la bacchetta di un Black.» La protese verso di lui. «Vuoi toccarla?»
«No.»

Il sogno lì separò prima che Draco potesse aggiungere alcunchè.





 














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Capitolo 16
*** Capitolo XIV ***


Sono tornata! Finalmente sono riuscita a trovare un pochino di tempo per pubblicare questo capitolo. Sono commossa ed estremamente grata a voi, che con il vostro sostegno e i vostri incoraggiamenti, mi avete dimostrato un grande affetto. Non so cosa dire se non Grazie. Le vostre recensioni mi hanno rincuorata e aiutata in un momento particolarmente difficile e di questo io vi sono debitrice infinitamente. Ringrazio poi, tutte le persone che hanno pazientato e che hanno creduto in questa storia. Vi ripeto, non basterebbero tutte le parole di questo mondo, per cui spero che un semplice ed umile Grazie sia sufficiente. Sono molto ansiosa di sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, che svela qualche altarino. Volevo avvisarvi inoltre, che la raccolta di Filo rosso verrà pubblicata questa settimana sotto il nome di : Intrecciando un Filo rosso.
Vi lascio alla lettura, attendendo i vostri pareri!






                         Filo rosso


                                                                                                                                                                                   




                                                                                                                                                                                       - La magia ha sempre un prezzo. -











                             Dodici pollici e tre quarti, legno di Noce e nucleo di Corda di cuore di Drago.
                                                                       Inflessibile.






                




«Vieni avanti, Draco.»


«Ti insegnerò tutto quello che un Mangiamorte esperto deve sapere.»


« Guarda. Guarda la mia bacchetta Draco.»


« Prova ancora. E' divertente!»


«Sii degno del Signore Oscuro.»


«Deve essere onorato Cissy! Lo ha scelto a soli diciasette anni. Mostra il marchio Draco.»


«Senti il potere della Magia Oscura. Sentila scorrere nelle vene. »


«Lucius sarà fiero di te, nipote mio.»




***



«Porta questi prigionieri nel sotterraneo, Greyback».
«Aspetta» fece Bellatrix brusca. «Tutti tranne... tranne la Mezzosangue».
Greyback emise un grugnito soddisfatto.



«Stai mentendo, sudicia Mezzosangue, lo so! Siete stati nella mia camera blindata alla Gringott! Dimmi la verità, la verità!»

Un altro urlo terribile...

«Che cos'altro avete rubato? Che cos'altro avete? Dimmi la verità o giuro che ti trapasso con questo pugnale!»
«Che altro avete preso, che altro? RISPONDIMI! CRUCIO!»

Le urla di Hermione echeggiarono tra le pareti.

«Come avete fatto a entrare nella mia camera blindata?» udì Bellatrix strillare.
«Quel sudicio piccolo folletto che c'è giù in cantina vi ha aiu-tato?»
«L'abbiamo incontrato solo stasera» singhiozzò Hermione. «Non siamo mai stati nella sua camera... quella non è la vera spada! È una copia, solo una copia!»
«Una copia?» strillò Bellatrix. «Ah, questa è buona!»
«Ma possiamo scoprirlo facilmente!» suggerì Lucius. «Draco, va' a prendere il folletto, lui saprà dirci se la spada è vera o no!»


....


«La mia bacchetta! Hanno preso la mia bacchetta! Sporchi sudici ragazzini, me la pagheranno!»



***



«Hanno distrutto la Gringott! Hanno saccheggiato la mia camera blindata!»

«Quella sudicia mezzosangue sarà la prima che ammazzerò.»

«La mia bacchetta. Ha la mia bacchetta. L'ammazzerò con le mie stesse mani.»



***


«Professore, mi hanno rubato la bacchetta.»
«Rubata, Draco? Ti hanno disarmato?»
«Si.»
«Allora non hanno rubato. La bacchetta non ti appartiene più.»
«Com' è possibile?»
«E' la regola, Draco. Tieniti lontano da tutto questo. Pensa con la tua testa, non lasciare scegliere gli altri.»

Con uno svolazzo del mantello, poi, se n'era andato.



***


Erano quattro giorni che non vedeva Draco. Aveva intercettato Nott e Zabini che le avevano riferito di non preoccuparsi; Draco era stato colpito solo da un banale raffreddore e che si sarebbe ripreso in fretta. Quando aveva domandato loro la parola d'ordine per entrare a Serpeverde, i due l'avevano guardata male e poi se n'erano andati.


***


«La tua Granger ci sta dietro come uno squalo.»
«Non sono ancora pronto a rivederla.»
Con un agile movimento di bacchetta chiuse le cortine escludendo, ancora una volta, i suoi amici.


***


Ne aveva abbastanza di queste sciocchezze. Draco non aveva un bel niente. Si nascose nella rientranza della pietra, che faceva da corridoio per le serpi e da labirinto per tutti gli altri, quando sentì delle voci. Il primino le aveva detto che la stanza di Malfoy era la seconda a destra, ma non aveva specificato quale destra. Con coraggio tutto Grifondoro decise di bussare ad una seconda porta a caso.

«Zabini ti ho detto di no!» Draco.
Con tutta la forza che aveva nel braccio, spalancò la porta, precipitandosi all'interno.
«Che Salazar ti fulmini Zab- »
Se ne stava davanti alla porta, con le mani ai fianchi e i capelli scompigliati, una Hermione Granger decisamente adirata che lo guardava come se lei avesse voluto fulminarlo.
«Come hai fatto ad entrare qui?»
«Nello stesso identico modo in cui tu sei entrato nella mia Sala Comune. »
«Avevo dimenticato quanto tu apprenda in fretta.» disse con un sorrisino amaro.

Hermione si avvicinò al letto.

«Come mai ti nascondi, Malfoy?»
«Vedo che siamo tornati al Malfoy, adesso, Granger
«Sono otto giorni che non ti fai vedere. Credi che sia stupida? Mi stai evitando! Puoi avere almeno un minimo di coraggio nel dirmi il perchè?» chiese Hermione, alzando di due ottave la voce.
« Il coraggio è per i Grifondoro, noi serpi scegliamo la fuga. »
«Parla! Oppure ti trasfiguro realmente in un serpente!» urlò, puntandogli la bacchetta alla gola.
«Posso continuare a chiamarti Hermione oppure fra poco dovrò chiamarti Bellatrix?»

Hermione spalancò gli occhi, facendo due passi indietro.

«E' questo il problema... la mia bacchetta.» sussurrò.
«Tu non hai idea di cosa significhi... è oscura. Tu non sai cosa ho visto e cosa ho fatto con quella. Sono diventato un Mangiamorte con la tua bacchetta. Se sei davvero migliore di lei, allora buttala via.»
«Io- Io...» balbettò con la bacchetta a mezz'aria
«Vai via Hermione. Toglimi dalla sua vista.»



***


C'erano alcuni incantesimi che la bacchetta non eseguiva. Se n' era accorta quando, volendo mandare un rapido messaggio a Neville, la bacchetta non aveva prodotto l'incanto desiderato. Il Patronus non aveva generato nemmeno le più piccole scintille. Aveva riprovato almeno una decina di volte, prima di arrendersi. Poi aveva provato a generare gli incantesimi più banali; l'incantesimo rallegrante, il Lumus Solem. Gli unici incantesimi che riusciva a produrre erano incantesimi di difesa e attacco, e le maledizioni senza perdono. Aveva teso la bacchetta innanzi a sè e poi l'aveva scaraventata contro l'armadio. Draco aveva ragione: La bacchetta era oscura.


***


Minerva McGranitt aveva volentieri concesso una breve uscita ad Hermione Granger. Non poteva certamente negare che tutti loro avessero un grosso debito verso di lei e i suoi amici. Nulla che lei avesse chiesto, le sarebbe potuto essere rifiutato.


«Signor Olivander»
«Signorina Granger! E' un onore per me averla nel mio negozio. Cosa posso fare per lei?» Il signor Olivander appariva ancora più invecchiato e debole di quanto già non avesse costatato a Villa Conchiglia, almeno tredici mesi addietro.
«Volevo chiederle qualcosa riguardo alle bacchette. Lei... disse alcune cose sulla magia delle bacchette, quando Harry Potter glielo chiese, se ricorda. Ecco... volevo farle alcune domande a proposito di questa in particolare.» Hermione poggiò, con mano salda, la bacchetta sul vecchio bancone.

«Dodici pollici e tre quarti, legno di Noce e nucleo di Corda di cuore di Drago. Inflessibile. Questa bacchetta appartieneva a Bellatrix Lastrange, come mai ne è ancora in possesso?»
«La bacchetta è ora mia, signore.»
«Oh no, signorina Granger, la sua lealtà non è cambiata.»
«Ma, ma come è possibile? Ho fatto delle prove! La bacchetta risponde solo a me!»
«Risponde a lei, alla sua vera padrona e a tutti coloro i quali l'hanno usata prima di lei. E' la principale caretteristica della bacchetta. Si tratta di un bel legno, insolitamente versatile e adattabile, non difficile da dominare e, una volta assoggettata, assolverà qualsiasi compito le venga affidato se chi la usa è sufficientemente brillante ma, posta nelle mani di una strega o un mago senza scrupoli può risultare letale, perché il mago e la bacchetta possono alimentarsi a vicenda in modo malsano. Ed è il caso proprio di Bellatrix Lastrange. Questo legno, poi, unito alle  corde di cuore di drago, genera una tra le bacchette più potenti, che tendono ad imparare più in fretta delle altre e anche se possono cambiare lealtà legano in maniera molto forte con chi le possiede. Essa è la più facile da convertire alle Arti Oscure. Con questo voglio dirle che oltre lei, potrebbe esserci qualcun' altro a poterla utilizzare. Stia attenta, questo può divenire un dispositivo assai pericoloso signorina.»

Hermione riflettè a lungo, prima di esporgli la domanda più importante, quella che l'aveva portata proprio lì quel giorno

«Può una bacchetta generare un maleficio?»



***


«Draco, ho bisogno di parlarti.»  Rimase in piedi, accanto al tavolo dei Serpeverde, in attesa che Draco le prestasse la giusta attenzione.
«Hai ancora quella cosa con te?»  le lanciò uno sguardo carico di tensione.
«Si, ma non è come credi. Forse ho capito tutto, se mi aiuti.»
Draco alzò un sopracciglio con l'aria di chi non crede a nulla.
«Draco!» si abbassò verso il suo volto, cercando di moderare il tono di voce « vieni con me e ti prometto che me ne libero.»
Lui si alzò, si aggiustò la divisa e indossò il mantello, con una calma, che lei sapeva bene, non gli apparteneva in quel momento. La seguì per tre piani, in un' aula ormai in disuso.

«Tu hai usato la sua bacchetta, non è vero? »
«Te l'ho già detto una volta, mi pare. Si, certo.»
« Puoi eseguire un incantesimo con questa?» gli tese la bacchetta.
«Ti ho detto che non voglio nemmeno vederla. Granger! Figuriamoci toccarla!»
«Vuoi uscire da tutto quest' imbroglio, Draco? Vuoi risolvere la situazione? Allora fai questo dannato incantesimo!» urlò.

«Quale incantesimo vuoi che esegua?» disse prendendole la bacchetta dalla mano destra.
«Qualsiasi tu voglia.»
«Incarceramus» e sottili catene si avvolserò sul corpo di Hermione.
«Ora cosa devo fare, Hermione? » le chiese non appena le si fece vicino.
«Liberami.»
« E se non volessi farlo?» le soffiò dritto in faccia.
«Allora dovrei essere io a chiamarti Bellatrix.»

Draco sorrise di un sorriso amaro e pieno di tristezza, appoggiò la fronte a quella di Hermione e con un sussurro la liberò.

«Cosa hai capito con questo?»

Hermione ebbe l'impressione che lui non le stesse chiedendo soltanto del motivo per cui erano lì, ma che le stesse anche domandando se avesse capito che lui non era mai stato come loro - un Mangiamorte, come sua zia.

«Tu puoi utilizzare la bacchetta proprio come me, ma la sua fedeltà non è cambiata. E' ancora rivolta a lei. Sono stato da Ollivander ieri e so cosa ha generato la maledizione del Filo Rosso e quella del sonno.» si fermò aspettando una reazione di Draco, che però immobile aspettava che lei continuasse. « Tua... zia aveva una specie di predilezione per te. Tu eri il suo unico nipote e aveva un odio profondo per me, una lurida sanguesporco. Il suo odio poi è peggiorato quando mi ha torturato e quando, poi, siamo fuggiti, portando via con me la sua bacchetta.»

Si guardarono per lungo tempo prima che lei aggiungesse «Predilezione e ossessione.»
Alzò la bacchetta verso di lui

«E' questa. Questa ha generato la maledizione, Draco.»


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Capitolo 17
*** Capitolo XV ***


Lo so.  E' una vita che non aggiorno, ma i problemi familiari che credevo risolti, si sono ripresentati, senza sapere che il peggio doveva ancora venire. Non ho potuto dedicarmi alla scrittura e di conseguenza vi ho abbandonati. Sono desolta, oltre che mortificata e chiedervi scusa  so che non basta. Non posso promettervi aggiornamenti costanti almeno fin quando la situazione non si sarà risolta del tutto, vi prego di capirmi e magari anche sostenermi, come avete fatto fino ad adesso.  Non posso fare altro che ringraziarvi, sperando che questo capitolo vi piaccia. Siamo oramai alla svolta! Vi ringrazio per le bellissime recensioni e ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite, scelte e ricordate! Grazie infinite!









         Filo rosso

                                               E poi non c’è più né piacere, né dolore, ma solo buio che cede alla luce.
 — Henry Miller





I corpi erano distesi l’uno ai piedi dell’altro, privi di qualsiasi mobilità. La stanza era cosparsa da una polvere sottile che dominava l’aria e riempiva i polmoni. Tutto era immobile e apparentemente privo di vita.

 Hermione Granger e Draco Malfoy erano privi di qualsiasi cosa.

Minerva McGrannitt si inginocchiò ai loro piedi, mentre il suo Patronus raggiungeva Madama Chips.

 

                                                                                                          ***

«Non ho idea di cosa sia accaduto, Minerva. Le loro condizioni sono gravi, ma proprio non riesco ad intuire cosa possa aver dato vita a tutto questo. I danni più seri sono al cervello. Credo che entrambi riscontreranno una grave amnesia, se dovessero farcela. Dubito che ci potranno aiutare a capire.»

«Come è potuto accadere? Nella mia scuola, sotto i miei occhi! Che Godric mi perdoni! Come ho potuto essere tanto negligente? Avrei dovuto intuire che c’era qualcosa sotto!»

«Dovremmo avvisare i familiari, nel caso…Dobbiamo farlo.»

«Avviserò i Malfoy e i signori Granger.»

 

                                                                                        ***

La lettera della preside l’aveva distrutta. Narcissa Malfoy perse tutto il suo aplomb, nel momento in cui lesse le poche righe che comunicavano cosa era accaduto al suo unico figlio. Lucius la sorresse, mentre le sue ginocchia toccavano il costoso tappeto persiano dello studio e le lacrime e il dolore deturpavano il suo viso.

 Draco, il suo unico amore.

 

Il signor Granger aveva il petto bagnato dalle lacrime di sua moglie, che piangeva disperata nel suo abbraccio. La lettera della preside aveva devastato loro l’anima, mentre leggevano cosa fosse accaduto alla loro unica figlia. L’abbracciò ancora più forte, quando sua moglie urlò disperata invocando ripetutamente il nome di sua figlia.

Hermione, il loro unico amore.

 

                                                                            ***

L’infermeria era buia e silenziosa. La signora Granger era accasciata sul corpo immobile di sua figlia. A nulla valevano le nozioni di medicina in quel caso. Era la magia la colpevole, anche questa volta. Narcissa era seduta composta sulla sedia accanto al letto di suo figlio e gli stingeva forte la mano. Ogni tanto guardava il viso pallido di quella ragazzina e i riccioli scuri adornare il suo volto come una corona di fiori.

L’Hermione di Draco.

 

                                                                                 ***

Per la prima volta, la codardia di Blaise Zabini e Theodor Nott fu messa da parte in nome di un sentimento forte e indissolubile: l’amicizia. Raccontarono tutto ciò che sapevano su Draco ed Hermione, della maledizione, delle ferite. Raccontarono del particolare attaccamento che entrambi avevano sviluppato l’uno con l’altro e l’improvvisa ritrosia di Draco verso Hermione.

 Quando se ne andarono, Minerva McGrannitt si accasciò sulla grande poltrona senza forze. Aveva degli indizi, ora occorreva una soluzione.

 

                                                                                    ***

« Mi compri quella?» Draco interruppe suo padre, indicando una mano avvizzita su un cuscino.

«Ah! La mano della Gloria!» esclamò Sinister abbandonando l’elenco di Malfoy e avvicinandosi a Draco. «Se vi inserite una candela fa luce, ma solo a chi la regge! E’ l’amica fidata di ladri e scassinatori, suo figlio ha molto gusto, signore!»

«Spero bene che mio figlio riesca a fare qualcosa di meglio, che non il ladro o lo scassinatore.» disse Malfoy freddamente. Sinister si affrettò ad aggiungere « Ma certo, signore! Non volevo certamente offendere…»

« Però se i suoi voti non migliorano, quella potrebbe essere l’unica attività adatta a lui…» disse ancora più freddamente.

« Non è colpa mia!» lo rimbeccò Draco «Tutti quegli insegnati hanno i loro prediletti… Quella Hermione Granger…»

«Avrei creduto che ti fossi vergognato a farti superare in tutti gli esami da quella ragazzina proveniente da una famiglia di Babbani!» sbottò Malfoy.

 

 

 

La squadra dei Serpeverde scoppiò a ridere.

«Per lo meno, nessuno della squadra di Grifondoro si è dovuto comprare l’ammissione.» commentò Hermione aspra. «Loro sono stati scelti per il talento.»

L’aria soddisfatta di Malfoy vacillò.

«Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue.»

 

 

«Una cosa però la so: l’ultima volta che è stata aperta la camera dei segreti, un mezzosangue è morto. Perciò scommetto che è soltanto una questione di tempo….uno di loro ci rimetterà la pelle. Spero proprio che sia la Granger…»

                                                                                                     ***

«Vi credete essere superiori, perché maneggiate una bacchetta. Siete voi i puri? I vostri pregiudizi hanno rischiato di ammazzare nostra figlia, nella vostra ultima guerra. E ora, la sta ammazzando la magia! Il vostro mondo è il migliore? Vostro figlio è nelle stesse condizioni della mia! Vostro figlio è superiore? Il suo sangue è più forte?» la voce gelida della signora Granger rimbombò nella stanza, raggiungendo le orecchie dei coniugi Malfoy, che si voltarono a guardarla.

«Sin dal primo momento mia figlia si è dimostrata di essere più che degna di fare parte di questo mondo. Lei è mille volte migliore di tutti voi messi assieme. Vostro figlio l’ha disprezzata e umiliata, come se fosse la più infima tra le creature. Mia figlia vi ha salvato!» sbottò con la voce tremante.

«Ho già posto le mie scuse a sua figlia, signora. Non è il momento delle accuse. Anche mio figlio sta morendo! Cosa crede? Che io stia bene? Che il mio cuore non si sia spezzato entrando qui? Queste recriminazioni sono fuori luogo, se le risparmi.» Narcissa ostentava una calma che non le apparteneva.

 Poi si diresse verso il comodino, bagnò una pezzuola fresca e la passò sul volto pallido di suo figlio.

«A dispetto delle apparenze, mio figlio ama Hermione. E’ migliore di me e di mio marito, ha superato tutte queste idiozie per lei. Non le permetterò di dire neanche una sola parola su di lui. Mi ha capito?»

La signora Granger abbassò il viso, guardando verso sua figlia. Cosa sapeva di lei? Anche lei amava quel ragazzo? Hermione non aveva raccontato più nulla sulla sua vita magica, dopo essere ritornati dall’ Australia. Il rimorso corrose quel poco di cuore che le era rimasto; aveva già perso sua figlia, molto tempo addietro.

                       

                                                                            ***

 

Piangeva, senza riuscire a frenare i singhiozzi. Lacrime calde bagnavano il cuscino. Si trovava a metà fra due mondi, a nessuno dei quali lei apparteneva veramente. Non era una babbana, ma non era nemmeno completamente una strega. Draco Malfoy non smetteva mai di ricordarglielo.

 

Gli aveva dato un bel pugno sul naso, così avrebbe imparato a non essere sempre il solito sbruffone. Poteva usare la bacchetta, ma la soddisfazione di una scazzottata alla babbana era impareggiabile.

 

 

Draco Malfoy non era più lo stesso. Era successo qualcosa, se lo sentiva. Non la insultava più per i corridoi, non la spintonava facendole cadere tutti i libri. Era più pallido del solito e molto distratto. I suoi occhi erano perennemente rossi e il suo respiro pesante era udibile fin dai primi posti. Giocherellava con il cibo, mentre fissava il vuoto. Non rispondeva alle domande dei suoi amici. Si stava isolando, La Torre di Astronomia era diventato il suo rifugio…Suo padre era ad Azkaban, ma era davvero questo il suo solo problema?

 

                                                                             ***

« Minerva sei venuta a capo di qualcosa? Come possiamo salvare i nostri ragazzi?» chiese madama Chips con ansia.

I Malfoy e i Granger si protesero verso la professoressa.

«I ragazzi erano vittime della maledizione del Filo Rosso. Non conosco ancora quale sia il fattore scatenate. Non possiamo fare niente per loro, tranne che aspettare. Dovranno salvarsi da soli, temo.»

 

                                                                                ***

Hermione è seduta sul grosso davanzale del bagno dei Prefetti. I piedi penzolano, muovendosi al ritmo di una canzone che suona solo nei suoi pensieri.

Draco ha i capelli scarmigliati, di un biondo molto più vivace del solito. Con la bacchetta ha pulito il pavimento, prima di sedersi appoggiando la schiena contro il muro, di fronte a lei.

Si guardano senza proferire parola.

Draco le sorride e poi guarda altrove. Hermione ricambia, guardandolo fisso.

Si sentono felici, leggeri. E’ una bella giornata e nessuno dei due sente il bisogno di qualcos’altro. Si bastano a vicenda.

«Stiamo bene qui. Non andiamo via.» E’ Draco a parlare, guardandola negli occhi.

«Non possiamo stare qui in eterno. Non è reale, lo sai.» dice lei con fare saccente.

«Non voglio. Non voglio ritornare indietro. Se lo facciamo, ci perderemo. Non voglio perderti.»

Hermione saltà giù e corre verso di lui. Lo abbraccia e appoggià il viso nell’incavo del suo collo.

«Neanche io voglio perderti, Draco. Dovevamo farlo, dovevamo spezzare la maledizione. E’ stata la scelta giusta. Ci ritroveremo, io lo so! Questa cosa che c’è fra di noi, sarà più forte di tutto. Fidati di me, ti prego.»

«Solo un altro po’, Hermione. Concedimi solo un altro po’ di tempo insieme a te.» disse, trovando le sue labbra.

 

 


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Capitolo 18
*** Capitolo XVI ***







Mi dispiace moltissimo per aver aggiornato soltanto ora e con un capitolo che non mi piace per niente. Vi ringrazio per il sostegno che mi mostrate ogni giorno e per non aver abbandonato ne me, nè la storia. Vi sono grata anche per le bellissime recensioni e ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite, scelte e ricordate! Grazie infinite! Fatemi sapere cosa ne pensate, vi lascio alla lettura!

                     


       Filo rosso


                                                     

                                                                                                                                                                                 Dove men si sa, più si sospetta.

                                                                                                                                                      -Niccolò Machiavelli,








Aprì gli occhi piano.
Una luce soffusa e debole attraversava le spesse tende che coprivano tutte le finestre.
Le costole le dolevano, così come le braccia e le gambe. Guardando meglio nella stanza si accorse di non essere sola.  Il letto accanto al suo era occupato da un altro paziente. Il colorito del suo viso si confondeva a quello delle lenzuola candide. Non riusciva a riconoscerlo. Cercò di alzarsi, ma tutto ciò che riuscì a fare, fu emettere un debole gemito di dolore.
Cosa le era accaduto?


                                                  ***


Era entrato nella Sala Grande con l'intenzione di mangiare un boccone, ma la fame era svanita non appena aveva poggiato la forchetta nel piatto. Disgustato dal continuo chiacchiericcio e dalle bocche piene dei suoi vicini, si alzò con l'intenzione di andare via. Stava salendo i gradini della scala col capo chino, quando urtò violentemente contro qualcuno. Cercò inutilmente, con le mani, di attutire il colpo. Alzò il capo e vide l'altra persona stesa sui gradini della scala, nella sua identica posizione. Aveva il viso dolorante e i suoi libri erano sparsi tutt'intorno. Hermione Granger, cercò di alzarsi senza risultato. Per un attimo pensò di aiutarla, ma l'idea lo paralizzò e lo fece rabbrividire. Come gli era venuto in mente di aiutare la Sanguesporco? Silenziosamente si alzò e salì le scale rapidamente, lasciandola lì per terra.
 

                                                 ***


Confuso.
Era terribilmente confuso.
Quei mendecatti di Zabini e Nott gli nascondevano qualcosa. Si era svegliato in infermeria, non ricordava nulla.
Un incidente, avevano detto. E in un attimo si era ritrovato senza il ricordo di gran parte del suo settimo anno, senza il ricordo di niente eccetto del dolore. Un dolore strano, pungente. Sogni confusi e guerre e morti e disperazione.
Prima di ritornare al Manor sua madre, in un abbraccio, gli aveva sussurrato "Vivi. Ama." La voce si era persa nel vento e nella sua testa.
Vivi. Ama.
Draco non fece altro che chiedersi come avrebbe potuto vivere di nuovo e chi avrebbe dovuto, potuto amare.


                                                  ***


I M.A.G.O. si avvicinavano e lui non riusciva a studiare. L'unica cosa che gli riusciva, era starsene seduto sulla Torre di Astronomia a guardare le stelle. Narcissa gli aveva insegnato a distinguere le costellazioni e i nomi di ciascuna stella. Sorrise al pensiero che l'unica Black che non aveva il nome di una stella fosse proprio sua madre; lei era bella e delicata come il fiore di cui portava il nome. Sentì il rumore di passi toccare le scale e incosciamente sapeva già a chi appartenevano.
«Granger»
«Malfoy»

                                          
                                               ***


«Malfoy, cosa ti hanno raccontato dell'incidente?» domandò Hermione non appena lo vide fermarsi sul porticato del cortile.
«Cosa ti fa credere che voglia parlare con te, sanguesporco?» la guardò inespressivo.
«Stronzo.» brofonchiò prima di stringere la tracolla piena di libri e andare via.
«Superficiale.» mormorò Draco, ma la sua voce non la raggiunse mai.


                                             ***


"Io sono molto più interessante di questo libro."
« Ma che diavolo...» Hermione rigirò la pagina almeno una decina di volte e almeno per una ventina ne lesse la scritta. Non riconosceva la grafia e non ricordava di averla vista prima. Sicuramente era lo scherzo idiota di qualcuno che voleva prendersi gioco di lei. Con la bacchetta nuova cercò di cancellare la scritta, ma senza risultato. Riconobbe l'incanto e un moto di rabbia si impossessò di lei; solo chi aveva scritto, poteva cancellare...



                                           ***



«Che Salazar mi aiuti! Come ho fatto a prendere Eccezionale in Trasfigurazione?» Draco si rivolse a Blaise e Theo «Insomma, sono sempre stato grandioso, ma Eccezionale... Sono diventato una specie di... di... Granger, per caso?»
Theo e Blaise si guardarono e si spalleggiarono incitandosi l'un l'altro a rispondere.
«Beh... non proprio... diciamo che...ehm...si...» Blaise guardava ovunque tranne che nella direzione di Draco e Nott capì che se non fosse intervenuto, la storia non si sarebbe mai conclusa.
« Semplicemente, hai fatto i compiti con la Granger. In verità, credo che tu ti sei fatto anche la Granger, oltre ai compiti, ma non ne sono ancora sicuro.»
«Nott!»
«COSA?» urlò Draco.
Ma Theodore Nott era già sparito.


 
                                                  ***



«Sanguesporco!»
«Sanguesporco, fermati immediatamente!»
Draco la stava rincorrendo nei corridoi, ma Hermione dava segni di non averlo affatto sentito.
«Sanguesporco! Sangu-Granger
«Si, Malfoy?» disse con finta gentilezza e un falso sorriso.
«E' da un quarto d'ora che ti chiamo, per Salazar!»
«Davvero? A me è sembrato che tu mi chiamassi soltanto una volta»
Draco roteò gli occhi al cielo. « Sei arrogante e pure petulante oltre ai centomila difetti che ti caratterizzano.»
«Hai ragione...ho tutti i difetti tranne uno: La codardia. Quella te la sei presa tutta tu!»
«Brutta castora malefica!»
«Stupido furetto spelacchiato!»
«Orripilante megera!»
«Orrido Avvincino!»
«Stomachevole Doxy!»
«Idiota d' un Troll!»
«Acrumantola!»
«Gnomo!»
«E allora tu sei un Lepricano!»
«ORA BASTA!» McGrannitt.



                                      ***


« Senti Sa-Granger...»
Erano in biblioteca. Vitato fare rumori. Vietato urlare. Vietato fare tutto. Era al sicuro.
«Che vuoi?» voce aggressiva.
«Sei di buon umore oggi...eh?»
«Arriva al dunque! Ho da fare.»
«Per caso, ti ricordi di avermi aiutato con i compiti qualche volta prima del'incidente?»
«Io? Aiutare te? No. Perchè me lo chiedi? Ti pare possibile che io e te possiamo fare i compiti insieme, civilmente?»
«Lo so. Ma Nott ha detto che abbiamo fatto i compiti insieme. E ha pure aggiunto che ci siamo fatti a vicenda. Che schifo
«COSA?» riuscì ad urlare, prima che entrambi fossero sbattuti fuori dalla biblioteca.

 
                                           ***

«Malfoy.» Hermione si diresse a passo di marcia verso la panchina dove si trovava il Serpeverde.
«Sanguesporco! Quale disgrazia ti porta da me?»
Hermione aprì il libro dove si trovava la scritta e la mostrò a Draco. «Riconosci questa grafia?»
«Certo. E' la mia. Come mai ho scritto sul tuo libr.. un momento! Che cosa ho scritto??»  Draco si sporse di più per leggere meglio.
«Oh Salazar! Oh Salazar! Oh Salazar!»
«Per Godric! Il tuo amico aveva ragione!»
«Oh porco Godric! Oh porco Godric! Oh porco Godric!»
«Che schifo!»
«Oh che schifo! Oh che schifo! Oh che schifo!»
«Malfoy! Piantala!»
«Piantala? Devo piantarla? Mi sono insudiciato! Capisci? In-su-di-ci-a-to! Oh Salazar, fulminami! Fulminami qui e adesso!»
« Oh Salazar!» Hermione si rivolse al cielo «Ti prego, ascoltalo!»
     
                                                                                                        ***

Neville osservava Hermione sfogliare libro su libro in cerca di qualcosa che solo lei sapeva. La sentiva imprecare a bassa voce, darsi della stupida. La vedeva riordinarsi i capelli in continuazione, come se non riuscisse a sopportare nulla, nemmeno la sua chioma ribelle.
« Hermione, cosa cerchi? Magari potrei aiutarti.»
« No, Neville. Ma ti ringrazio, anzi! Forse potresti aiutarmi! Per caso, mi hai visto in giro con Malfoy, quest'anno?»
«Hermione!» rise Neville « Quest'anno sei stata esclusivamente con Malfoy!»
«Merda!»

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