Filo Rosso di Andremisia (/viewuser.php?uid=191112)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X- parte prima. ***
Capitolo 12: *** CapitoloX - parte seconda. ***
Capitolo 13: *** Capitolo XI ***
Capitolo 14: *** Capitolo XII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 16: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XV ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Questa è la mia
prima Dramione. Non vi nascondo che sono parecchio insicura su questa
storia, visto che questo paring è molto popolare ed è molto facile
cadere in clichè che a me non piacciono quasi per niente. Il mio Draco
non è il bello e dannato Dio-del-sesso che fuma sigarette e che
conquista tutta la "fauna femminile" di Hogwarts e la mia Hermione non
è la ragazza tutta boccoli e occhi d'oro. Ho cercato di rendere i
personaggi quanto più possibile simili a quelli della Rowling, anche se
(essendo una dramione) saranno inevitabilmente OOC! Spero di avervi
incuriositi e fatemi sapere cosa ne pensate e se posso continuarla o se
è meglio che termini qui quest'esperienza!
Filo Rosso
Prologo
- Soltanto quelli
che sanno odiare sanno anche amare.-
Pëtr Kropotkin
Era in cima
ad una fragile torre di sedie carbonizzate,con le braccia sorreggeva
Goyle svenuto.Il suo cuore martellava furioso nel petto e il fumo
generato dall'Ardemonio gli seccava la gola. Da lontano scorse Potter
in sella ad una scopa. Iniziò a gridare, nella speranza che lo
sentisse. Lo vide arrivare e alzò un braccio ma, appena lo afferrò, la
mano sudata gli scivolò subito dalla presa. Pochi secondi dopo,vide
Weasley e la sanguesporco Granger caricare Goyle sulla loro scopa,
dandogli la possibilità di aggrapparsi a Potter. Quando riuscirono ad
uscire dalla stanza, cadde dalla scopa e rimase disteso a faccia in
giù; rantolava e tossiva, scosso dai conati. La Granger era seduta a
terra, ansimante, accanto a Goyle ancora privo di sensi. Lo guardava
come non l'aveva mai guardato nessuno. Non sapeva cosa stesse pensando
ma, nei suoi occhi, riusciva a scorgere gli stessi sentimenti che
pervadevano anche lui: paura,sollievo,rammarico.
«T-Tiger»
tossicchiò non appena riuscì a parlare. «T-Tiger...»
«È morto» rispose Weasley.
Si svegliò di soprassalto,
aveva la fronte imperlata di sudore. Erano settimane che continuava a
sognare quel momento nella Stanza delle necessità. La morte di Tiger
l'aveva sconvolto tanto quanto aveva fatto la guerra. Il processo, che
vedeva i Malfoy imputati come Mangiamorte, era terminato. Erano stati
assolti dal Ministero grazie alla testimonianza di Potter che aveva
raccontato a tutti di come Narcissa Black Malfoy l'avesse salvato,
mentendo a Voldemort circa la sua morte. Avevano riavuto il Manor, il
loro patrimonio e la possibilità di ricominciare, tuttavia si sentiva
ancora in gabbia. Braccato da qualcosa a cui non sapeva dare un nome.
Si alzò dal letto ansimante, andò in bagno e come tutte le notti,
guardandosi allo specchio, pianse lacrime amare.
***
Quella stessa mattina,
Draco si era recato a Diagon Alley, per sistemare alcune faccende
alla Gringott. Si era fermato,poi, davanti ad una vetrina che esponeva
l'ultimo modello della Firebolt, quando aveva visto riflessa nella
stessa vetrina la Granger che usciva dal Ghirigoro con un sacco di
libri fra le braccia. Improvvisamente riaffiorò nella mente quello
sguardo che gli aveva rivolto subito dopo essere usciti indenni dalla
stanza delle necessità provocandogli uno spiacevole bruciore
all'altezza dello stomaco. Era la stessa di sempre; i capelli crespi e
ricci, gli occhi marroni accesi di determinazione e persino quella
detestabile aria di supponenza era rimasta tale e quale a come la
ricordava ad Hogwarts. E la odiò. La odiò perchè lei aveva vinto. Lei
poteva girare a testa alta, ricevendo l'ammirazione e la gratitudine di
tutti e guardandola andare via la odiò ancora di più, perchè lui aveva
sbagliato a gestire tutta la sua vita, era stato un debole. Nonostante
potesse vantare di avere il sangue puro, non era all'altezza di
Hermione Granger: sanguesporco ed eroina di guerra.
Quella notte sognò Hermione
Granger che,sorridente,gli tendeva una mano.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo I ***
Inanzittutto voglio ringraziare tutte le persone
che hanno letto, inserito nelle seguite e, soprattutto, tutte quelle
che hanno commentato il mio esordio qui. Come vi avevo già detto, sono
parecchia insicura su questa storia, ma le vostre recensioni mi hanno
dato la carica per continuare e continuare in meglio. Sono euforica e
contentissima al punto che ho deciso di pubblicare il primo
capitolo!Spero che vi piaccia tanto quanto vi è piaciuto il prologo. In
questo capitolo non accade nulla di particolarme entusiasmante, ma ho
ritenuto essenziale soffermarmi sullo stato d'animo di Draco, che come
vedrete è parecchio in subbuglio. Ho introdotto anche la figura di
Narcissa che,seconde me, è la persona più importante per Draco. Il
prossimo capitolo dovrebbe arrivare all'inizio della settimana
prossima. Gli aggiornamenti fino a metà Luglio saranno più lenti a
causa degli esami ( maledetta sessione estiva!), ma saranno molti più
frequenti e veloci dopo.Spero di non deludervi e vi sarei grata se mi
diceste cosa ne pensate e se debba migliorare qualcosa! Tengo
moltissimo alla vostra opinione e potrete aiutarmi parecchio, visto che
è la prima volta che mi dedico a questo paring! Ancora Grazie, buona
lettura!
Filo Rosso
- Incredibile come il dolore dell’anima
non venga capito.
[...]se ti rompi una gamba te
la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine.
Se hai il cuore pezzi e sei così
disperato che non ti riesce aprir bocca,
invece, non se ne accorgono
neanche. Eppure il dolore dell’anima è una malattia
molto più grave della gamba
rotta e della gola infiammata,
le sue ferite sono assai più profonde
e pericolose di quelle procurate
da una pallottola o da una
scheggia. Sono ferite che non
guariscono, quelle, ferite che
ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.-
O. Fallaci
Aveva sognato quella
sanguesporco per tutta la settimana.
Quando si svegliava e apriva
gli occhi restava a fissare le cortine per almeno 10 minuti pensando alla
possibilità di aver perso completamente il cervello se aveva preso a
sognare la Granger.
Hermione Granger che gli sorride.
Tutte le mattine alle otto
in punto sua madre faceva servire la colazione nella saletta riservata alla
famiglia. Si siedeva di fronte a suo padre Lucius e al fianco di
Narcissa. Beveva il suo thè, si perdeva con lo sguardo nel vuoto e si alzava,
quando gli elfi si affaccendavano per sparecchiare, recandosi nella sua
camera, dove vi rimaneva fino all'ora di pranzo. Si stendeva sul letto e
pensava. Sentiva di aver bisogno di qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.
Hermione
Granger che lo abbraccia.
Si sentiva perso.
Suo padre Lucius l'aveva quasi
costretto ad incontrare Asteria Greengrass. Quell'arrogante smorfiosa era
antipatica e scorbutica quasi quanto sua sorella Daphne. Non voleva
avere nulla a che fare con quella famiglia, nonostante fosse una delle
famiglie più antiche e potenti del mondo magico. Lucius confidava nel
buon senso del suo unico figlio. Draco, invece, credeva che il suo buon
senso fosse andato perduto del tutto.
Hermione
Granger che gli porge la mano.
Ogni tanto sembrava che il
Marchio Nero gli bruciasse come fuoco rovente sulla pelle, e se non fosse stato
del tutto sicuro che Il signore Oscuro, no Voldemort, fosse morto e
sepolto, avrebbe creduto di dover fare ancora il Mangiamorte.
Hermione
Granger che lo guarda e gli sussurra frasi rassicuranti.
Narcissa aveva notato il
cambiamento del figlio.
Era divenuto ancora più
pallido di quanto già non fosse e le occhiaie erano il segno evidente di
quanto suo figlio stesse soffrendo. Sapeva che la guerra, i morti, i mesi di
violenza a cui tutti loro erano stati costretti ad assistere l'avevano
segnato profondamente. Lucius credeva che fosse normale, che se la sarebbe cavata.
Ma lei non voleva stare ferma a guardare, ad aspettere che passi. Amava
suo figlio profondamente, aveva rischiato tutto per lui e avrebbe continuato a
farlo, fin quando non lo avrebbe visto felice e sereno. Era disposta a qualsiasi
cosa.
***
Il binario era affollato.
C'erano bambini ovunque che, accompagnati dai propri genitori,
emozionati si apprestavano a prendere per la prima volta l'espresso per
Hogwarts.
Draco percorreva il binario
accompagnato da sua madre e seguito dal suo elfo personale, Blinky, che
trainava il suo baule. Aveva sperato di non tornare mai più in
quell'orribile scuola, ma sua madre l'aveva supplicato affinchè
terminasse i suoi studi come ogni persona del suo rango che si rispetti
e così aveva ceduto non volendo dare a sua madre un ulteriore
dispiacere.
«Mi raccomando Draco, abbi
cura di te e cerca di ottenere buoni risultati.» così dicendo, Narcissa
diede a suo figlio un lungo bacio sulla guancia.
«A presto, mamma.»
Quando poi si chinò su sua
madre per abbracciarla, vide, all'altro lato del binario, Hermione
Granger salutare affettuosamente i suoi genitori. Un moto di stizza lo
costrinse a lasciare le braccia di sua madre, a strappare all' elfo il
suo bagaglio e a salire velocemente sul treno. Cercò uno scompartimento
vuoto e vi ci si infilò, sbattendo bruscamente la porta e tirando giù
la tendina. Il solo pensiero di rivedere di nuovo tutti quella insulsa
gentaglia, gli fece venire il vomito. Pregava Salazar di non dover
sopportare troppo spesso anche la vista di quell'insopportabile
so-tutto-io sanguesporco. Già era abbastanza doverla rivedere nei suoi
sogni, incubi, per riuscire a sopportarla anche dal vivo.
«Qualcosa dal carrello,
caro??»
«Delle cioccorane.»
«Ecco a te.»
Si era accomodato e con
foga aveva scartato la prima cioccorana, aveva afferrato al volo la
rana e l'aveva mangiata. Si ricordò della figurina solo dopo, la girò
per vedere quale personaggio famoso gli fosse capitato e a momenti
aveva rischiato di strozzarsi. La figurina mostrava una Hermione
Granger, che imbarazzata si toccava quella sottospecie di cespuglio che
aveva per capelli. Sotto, la figurina recitava:
Hermione Jean Granger,
salvatrice del mondo magico e studentessa più brillante del suo anno.
Con tutta la forza che
aveva nelle braccia, lanciò la figurina il più lontano possibile da lui.
***
Gli era stata
assegnata la stessa camera che aveva avuto per i sei anni precedenti.
Appena era entrato, lo stomaco gli si era stretto in una morsa dolorosa
alla vista del letto vuoto di Tiger. Anche quello di Goyle era vuoto,
ma saperlo vivo e non morto lo rincuorava abbastanza. Si sistemò sul
suo vecchio letto, poggiò il baule ai suoi piedi, tirò le tende verdi
del baldacchino e si stese a faccia in giù. Un piccolo rumore della
porta lo avvertì che qualcun' altro era entrato nella stanza e stava
sistemando il suo baule. Sapeva già chi fosse; Blaise Zabini era
parecchio silenzioso. Parlava poco e diceva sempre cose sensate, era
discreto e di nobile famiglia. Era per questo che aveva fatto amicizia
con lui qualche anno addietro. Non si scomodò a salutarlo e Blaise fece
altrettanto.
***
Grattastinchi era
particolarmente pesante. Da quando, l'anno precedente, l'aveva spedito
in Australia insieme ai suoi genitori era diventato un gattone enorme.
Mangiava molto e dormiva troppo ed Hermione aveva iniziato a credere
che da lì a poco avrebbe spirato.
Sistemò i suoi bagagli e
scese in sala comune dove trovò Neville intento a sistemare tutte le
sue piantine con cura meticolosa.
«Hanno bisogno di parecchia
luce per sopravvivere» disse e lei non ebbe nulla da ridire. Conosceva
bene la predilezione che Neville aveva per l'erbologia, l'unica materia in
cui era persino più in gamba di lei.
Si accomodò su una delle
poltroncine rosse e iniziò a studiare l'orario delle lezioni e una
strategia per seguirle tutte nella maniera più efficiente possibile.
Quell'anno ci sarebbero
stati i M.A.G.O. e lei aveva tutta l'intenzione di conseguire un ottimo
risultato.
***
Era in ritardo per il
pranzo e correva a perdifiato scendendo le scale due a due. Tra le
braccia aveva libri e pergamene che mandò all'aria non appena si
scontrò con qualcuno che stava salendo. L'urto la fece cadere, andando
a sbattere con la schiena sulle scale. Alzò il viso verso l'altro per
vedere con chi si fosse scontrata e rimase paralizzata nel vedere Draco
Malfoy che si alzava massaggiandosi l'osso sacro. Si sarebbe aspettata
fiumi di insulti, ma il ragazzo, invece, la guardò, la sorpassò e senza
dire nulla se ne andò, lasciandola lì per terra dolorante e con le
pergamene disposte tutte intorno a lei.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo II ***
TaDà! Eccomi qui! Sto pubblicando con due giorni di anticipo
perchè non potevo farlo Martedì, per cui ho preferito anticipare
piuttosto che posticipare! Come sempre voglio ringraziare kiddoB,
Chidory_ e Dear Juliet per le bellissime recensioni. Grazie ragazze,
non sapete quanto mi avete fatto bene! Ringrazio inoltre chi ha
inserito la storia nelle seguite, preferite e chi ha letto la storia e
chi si appresta a leggere ora! Spero che questo capitolo sia di vostro
gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate,sono troppo curiosa!!!! Buona
lettura!
Filo Rosso
-Ci
vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare -
Kierkegaard
Draco se
ne stava seduto sulla
poltrona in pelle nera della sala comune innanzi all'enorme camino,
sgranocchiando sovrappensiero i suoi biscotti preferiti. Sua madre
glieli aveva
spediti tramite il suo barbagianni quella stessa mattina, insieme ad
una
lettera dove gli chiedeva come stesse e ricordandogli di impegnarsi per
i
M.AG.O. Draco aveva riposto la lettera nel cassetto della sua scrivania
e aveva
risposto a sua madre rassicurandola di stare bene e di impegnarsi nello
studio.
In realtà non si stava impegnando al massimo, ma le sue capacità
intellettive
gli permettevano comunque di avere almeno un Ogni Oltre Previsione in
tutte le
materie, se si escludeva Babbanologia in cui aveva un desolante Troll.
La
preside McGranitt, infatti, aveva introdotto una regola semplice ma
quanto mai
innovativa nel programma di studi: Il corso di Babbanologia
obbligatorio per
tutti. Ella credeva che costringendo i ragazzi a conoscere meglio il
mondo non
magico, avrebbe eliminato gli antichi pregiudizi di supremazia che
ancora
circolavano fra i maghi. A Draco non importava minimanente di quella
regola; i
pregiudizi contro babbani e Nati babbani erano stati l'unica eredità
morale che
aveva raccolto dai suoi genitori e non sarebbe di certo stata la megera
e
quelle patetiche lezioni a fargli cambiare idea. Se solo suo padre
l'avesse
saputo, l'avrebbe certamente spedito a Durmstrang alla faccia delle
suppliche e
delle lacrime di sua madre. Anche se,ora che ci pensava, molto
probabilmente, l'avrebbe di certo
ammazzato se avesse saputo dei sogni che faceva continuamente sulla
sanguesporco. Come se il destino non fosse già abbastanza crudele, poi,
la
incontrava praticamente ovunque, visto che la sfortuna aveva voluto che
entrambi avessero scelto gli stessi corsi. Lui la ignorava
deliberatamente
credendo che se non le avesse prestato attenzione, forse sarebbe
riuscito a
non sognarla più. Ma più la ignorava, più la sognava e più cresceva la
sua
irritazione. Si sarebbe lanciato persino una fattura se non avesse
tenuto così
tanto a se stesso.
***
Aveva
ricevuto le lettere di
Harry e Ginny ogni settimana, ma nulla dal suo ragazzo. Erano circa due
mesi
che la scuola era iniziata e non aveva ricevuto un solo, misero
bigliettino da
Ronald Weasley. Lei gli aveva scritto continuamente, ma non aveva
ricevuto
risposta. Dopotutto di cosa si meravigliava? Era riuscito ad
abbandonarla nella
foresta quando tutti e tre - lei, Harry e Ron - erano in cerca degli
Horcrux, che
speranza c'era che si ricordasse di lei ora? Si era aspettata per lo
meno un
bigliettino di auguri al suo compleanno, ma niente. Allora aveva atteso
per le
settimane seguenti, ma niente. Ora attendeva soltanto una cosa:
incontrarlo e
fargli fare la figura dell'idiota quale era.
***
Ogni volta
che toccava il
corrimano della scala che portava alla torre di Astronomia, lo invadeva
un
senso di angoscia e e paura che l'avevano accompagnato durante tutto il
suo
sesto anno, quando Voldemort gli aveva ordinato di uccidere Silente.
Prese un
respiro forte prima di aprire la porta e il fiato gli si mozzò in gola.
La
sanguesporco era seduta a terra vicino alla ringhiera, singhiozzava
rumorosamente e tanti uccellini le svolazzavano intorno. Un senso di
gioia e soddisfazione
lo pervase alla vista della Granger infelice, tuttavia un sentimento
sconosciuto lo portava ad aver voglia di sedersi e piangere insieme a
lei.
«Malfoy,
cosa ci
fai qui?» domandò Hermione non appena lo vide, asciugandosi in fretta
le
lacrime e facendo scomparire gli uccellini.
«Non ho nessuna
intenzione di parlare con te, sanguesporco.» e una smorfia
distingustata gli
apparve in volto. Hermione alzò gli occhi al cielo e gli chiese «Ancora
con
questa storia? Non mi sembra molto coerente che continui a chiamarmi
"sanguesporco" dopo che questa sanguesporco e i suoi amici ti hanno
salvato la pelle per ben tre volte, durante l'ultima battaglia. Credi
che io ti
sia ancora inferiore?» Draco strinse i pugni e serrò la mascella «Non
rivolgermi la parola!» il solo fatto di rievocare ancora quei brutti
ricordi
gli causarono una fitta allo stomaco.
«Perfetto, vorrà
dire che resteremo in silenzio.» disse Hermione prima di ritornare a
volgere lo
sguardo verso il cielo.
«Non ho nessuna
intenzione di rimanere qui con te!» disse Draco indignato.
«Bene. Allora vattene e chiudi la
porta,cortesemente.» Il viso pallido di Draco assunse un leggero
colorito
rosato a causa dell'irritazione che provava per quella stupida e lurida
sanguesporco. Prima ancora che se ne rendesse conto, si ritrovò seduto
per
terra anch'egli, il più lontano possibile da lei. Stettero in silenzio
per
parecchi minuti prima che Hermione prendesse dalla sua borsa un
blocchetto e
iniziasse a disegnare le stelle e le costellazioni che si intravedevano
nel
cielo. A fianco ad ognuna delle stelle scrisse tutto ciò che sapeva al
riguardo, fino a quando non sentì un " ignorante " vibrare nell'aria.
Si voltò di scatto verso Draco guardandolo truce. Lui non la degnò di
un'
occhiata e continuò a guardare le stelle «Si può sapere perchè mi hai
chiamato
ignorante?» chiese Hermione seccata ed infastidita, ma non ebbe
risposta.Insoddisfatta e frustrata tornò a fare quello che stava
facendo. Subito dopo Draco si alzò, si scrollò la polvere dai pantaloni
della divisa e prima di
andarsene disse «Il punto non è credere che tu sia inferiore, ma il
fatto che
tu lo sia realmente. La mia superiorità si evince persino dalle piccole
cose.
Sanguesporco.» e con questo se
ne andò sbattendo rumorosamente la porta.
Hermione
Granger non riuscì a capire il significato di quell'affermazione fino
alla lezione seguente di Astronomia, dove si accorse che la mappa, che
aveva
disegnato sulla torre, era completamente sbagliata.
***
Un grosso
gufo
atterrò capitolando sulla tavola dei Grifondoro
rovesciando tutto il succo di zucca di Hermione, che ne
riconobbe subito
la provenienza. Prese delicatamente la lettera dalle zampe e diede un
biscotto
al gufo che, per la foga, le morse un dito. Tale padrone, tale gufo.
Lesse la lettera tutta d'un fiato e una rabbia brutale si impossessò di
lei.
Ronald
Weasley era un uomo morto.
***
Blaise Zabini e
Theodore Nott svolazzavano sulle scope lungo tutto il campo da
quidditch
cercando di insegnare a pochi primini come volare. Alcuni erano
veramente bravi
e sarebbero stati in futuro ottimi giocatori, altri erano terrorizzati,
si
vedeva dal modo in cui tentennavano e barcollavano sulla scopa. Draco
era
seduto su uno degli spalti e li guardava. Non aveva più volato su una
scopa da
quella volta nella stanza delle necessità. A dire il vero erano
parecchie le
cose che non aveva fatto più da allora. Si stava privando di tutte le
cose che
prima lo divertivano e che adesso non gli sembravano più così
entusiasmanti.
Blaise e Theo lo videro da lontano e lo esortarono a unirsi a loro.
Cosa
avrebbe dovuto fare? Avrebbe pur dovuto ricominciare, no? E si chiese
se,
invece di ricominciare, la cosa giusta non fosse quella di cominciare da capo.
Tutto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo III ***
Eccomi
ritornata! Finalmente gli esami sono un ricordo lontano e anche io
potrò iniziare a godermi l'estate! Ora gli aggiornamenti saranno molto
frequenti e non mi darete più per dispersa xD.Vorrei, come sempre,
ringraziare tutti quelli che si sono soffermati a leggere fino ad
adesso, le persone che hanno inserito la storia nelle seguite e nelle
preferite e un grazie di cuore a chi ha commentato! Grazie ai vostri
commenti e ai vostri suggerimenti sto cercando di migliorare la storia
e quindi vi pregherei di continuare ancora! Il capitolo è molto
breve, tuttavia ho preferito postare questo piuttosto che lasciarvi
attendere ancora. Non preoccupatevi, i prossimi saranno più corposi!
Buona lettura!
Filo rosso
-Capire
tu non puoi, tu chiamale se vuoi…Emozioni.-
Lucio Battisti.
La pozione del sonno, che
aveva chiesto a madama Chips, era stata efficace. Erano circa tre notti
che dormiva serenamente e che non sognava più quella Nata Babbana, ma
si era presto reso conto che erano anche altrettante mattine che,
quando si svegliava da quel sonno senza sogni, si sentiva tremendamente
solo.
***
Cara Hermione,
lo so che mi hai scritto parecchie
volte, ma non ho mai avuto tempo per risponderti. Il lavoro ai Tiri
Vispi mi ha tenuto molto impegnato fino a ieri mattina, quando ho
ricevuto una lettera dal Ministero. Miseriaccia Hermione! Avevo fatto
richiesta per diventare auror lo scorso mese e ho supertato il test!
Che te ne pare? Anche io ce l'ho fatta a diventare un auror come Harry!
Mi è già stata affidata la prima missione e dovrò partire dopodomani,
quindi non potremo vederci per parecchio tempo. Scusami se non ti ho
detto niente, ma sono sicuro che capirai.
Ron
P.S. non studiare troppo.
Era la centesima volta che
rileggeva quella lettera ed era livida. Non sapeva se essere più
amareggiata o adirata. Come aveva potuto? Come aveva potuto liquidarla
in quella maniera con una misera lettera? Lei era la sua ragazza,
meritava più considerazione! Era... era... un emerito....stronzo!
Le aveva comunicato che aveva fatto richiesta per entrare negli auror e
che sarebbe partito. Non l'aveva resa partecipe di nessuna decisione,
come se lei non contasse nulla, come se non esistesse. Si era
comportato come un ragazzino immaturo, come il Ron dei primi anni e non
come il ragazzo cresciuto e responsabile che era diventato. Lei lo
amava, ma lui? Cominciava a credere che lui non provasse più gli stessi
sentimenti che provava lei e questo le spezzò il cuore.
***
Draco aveva deciso di
andare avanti: aveva ripreso a volare sulla scopa, aveva ripreso a
mangiare regolarmente e aveva ripreso anche a dare fastidio ai primini
Grifondoro. Si aggirava per il castello in compagnia di Blaise e Theo e
parecchie volte si fermava a parlottare con i quadri.Sbuffava e
sonnecchiava a Babbanologia. L'unica cosa che non riusciva a fare era
evitare quella capellona so-tutto-io. Se la ritrovava praticamente
ovunque e sfortunatamente non c'erano pozioni per quello.
***
Il rumore del vento sul
lago Nero la rilassava. Si era seduta sulle sponde del lago per
studiare trasfigurazione avanzata, ma poi i pensieri e la lettera di
Ron avevano preso il sopravvento, così si era ritrovata distesa a
pensare con i libri accantonati ai suoi piedi.
«Quanto vorrei che
la piovra gigante ti facesse fare una brutta fine, sanguesporco. Mi
accontenterei anche solo di guardarla mentre ti sbrana.»
« Alcuni dicono che la
piovra gigante sia Godric Grifondoro in persona, che ha trovato rifugio
nelle profondità del lago sottoforma di animagus per stare per sempre
vicino ad Hogwarts. Per cui non credo che sarebbe interessato ad una
Grifondoro, quando ha la possibilità di sbranare un Serpeverde viscido
e antipatico.» disse Hermione, senza nemmeno aprire gli occhi.
« Per una petulante e
odiosa cespugliona impura potrebbe fare un' eccezione.» disse Draco con
aria schifata. «Soltanto i Grifondoro potrebbero essere animagus così
orrendi ed inutili.» aggiunse in seguito.
«Hai ragione» rise Hermione
« I Serpeverde,invece,si trasfigurano sempre in animali molto carini. I
furetti, poi, sono tra i più eleganti.» e rise sempre più forte,
distendendo le braccia e le gambe sul terreno.
Draco la guardò « Sei di
buon umore oggi. Ridi come un Troll.»
«E tu, invece, sei scemo
come un Troll, direi che siamo pari. »
« Io e te non saremo mai
pari, sanguesporco.» e fu solamente allora che Hermione si girò a
guardarlo. Era lì a due metri da lei, che ostentava una sicurezza che
non aveva. Lei lo sapeva bene, non fingeva sicurezza e indifferenza
anche lei? Dopotutto erano due ragazzini. Due ragazzini che si erano
ritrovati a combattere una guerra a soli 17 anni. Che avevano visto la
morte più di una volta e che per un segno del destino si erano
ritrovati vivi e salvi, ma non sani.
« Ci pensi mai a come
sarebbe potuta andare se non avessimo sconfitto Voldemort?»
Se Draco non fosse stato
certo che non ci fosse nessun'altro oltre loro, avrebbe creduto che
fosse stato vittima di un Pietrificus.
« Cosa vuoi da me?
Cosa ti fa credere che io possa parlare con te di quest'argomento?»
aveva il respiro corto ed era spiazziato. Non si aspettava che il
discorso prendesse quella piega. Quando l'aveva vista distesa in terra
si era avvicinato solo per darle un pò fastidio. Non aveva alcuna
intenzione di parlare con lei, nè tantomeno di parlare con lei della guerra.
«Non credo niente, ti ho
solo fatto una domanda. Io ci penso spesso; tutti quelli come me uccisi
barbaramente, tutti quelli come te ridotti in schiavitù. Nessuna
libertà, il terrore assoluto. Mi capita spesso di sognare tua zia, che
mi uccide e che sevizia il mio corpo davanti a tutti, a casa tua.»
Draco ebbe un colpo al cuore. Non si sarebbe mai aspettato che anche
lei avesse degli incubi esattamente come lui. Che non fosse l'unico a
stare ancora male.
«Perchè mi dici queste
cose?» disse Draco con agitazione.
« Perchè credo che tu
capisca bene.»
Hermione si alzò, prese i
suoi libri e si avviò verso il castello, superando Draco.
« Granger io e te non
saremo mai amici.»
« Lo so. Capisco.»
***
Quella sera Hermione non
scese a cena. Preferì restare in camera sua.
Quella sera Draco Malfoy
non bevve alcuna pozione.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo IV ***
Eccomi qui con un
nuovo capitolo! Ringrazio tutti voi che avete letto e recensito!
Devo ammettere che mi sono divertita moltissimo a scrivere questo
capitolo e spero che piaccia anche a voi! Le cose iniziano a delinearsi
e piano piano Draco ed Hermione iniziano ad avere più contatto. Non
sono sicura che i personaggi siano completamente IC, ma ho cercato di
renderli , come sempre, il più possibile simili ai personaggi della
Rowling. Spero vi piaccia e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne
pensate!!! Buona lettura!
Filo Rosso
-L'occhio vede le cose in maniera più chiara nei sogni di quanto non
riesca a vederle nella veglia-
Leonardo da Vinci
Si trovavano
sulla torre di Astronomia, entrambi seduti vicino. Draco era appoggiato
alla sua spalla e piangeva disperato. Hermione gli accarezzava la
schiena, mormorandogli frasi confortanti e piangendo a sua volta. «
Siamo salvi, Draco. Siamo qui, Insieme. » Si guardarono negli occhi,
prima che Draco le baciasse piano le labbra e le loro lacrime si
mescolassero. «Siamo insieme» ripetè Hermione prima di abbracciarlo.
Draco si svegliò e si
rigirò tra le coperte. Ogni notte da quando aveva avuto quella
discussione sul Lago Nero con la Granger, sognava di baciarla.
Hermione si svegliò di
soprassalto,sudata e con il respiro accellerato. Stava impazzendo ne
era certa, non poteva sognare di baciare Draco Malfoy. Non
poteva.
***
"L'antica arte delle
pozioni" era nello scaffale più alto della biblioteca ed Hermione non
riusciva a raggiungerlo nemmeno con l'aiuto della scala. Necessitava
assolutamente di consultare quel libro se voleva un Eccezionale in
pozioni. Tentò di allungare il braccio, sporgendosi e in una frazione
di secondo si ritrovò penzoloni aggrappata allo scaffale. Aveva la
bacchetta nella tasca destra del mantello, ma se si fosse sporta con la
mano per prenderla, di sicuro sarebbe precipitata. Fu così che Draco
Malfoy la trovò.
«Per la barba di
Merlino,Granger. Non dirmi che finalmente hai dato ascolto ai miei
consigli e ci vuoi liberare della tua ingombrante presenza! Se è così,
ti prego, dammi almeno il tempo di sistemarmi in una posizione migliore
per godere dello spettacolo!» disse con un sorriso di scherno.
« Non cantare vittoria
Malfoy! Non vedrai la mia dipartita molto facilmente!» e con tutta la
forza che aveva, cercò di raggiungere con i piedi la scala.
« Granger, Granger, per
carità!» si
agitò « Non ti muovere oltre se non vuoi
mostrarmi le mutandine! Almeno se non vuoi avverare i miei desideri,
cerca di non avverare i miei incubi! »
« E ALLORA AIUTAMI!» disse urlando Hermione. Era certa che Madama
Prince sarebbe arrivata e li avrebbe cacciati entrambi dalla
biblioteca. Con un pigro movimento del polso, Draco la fece lievitare
sino a terra.
«Mi compiaccio di dire che sei proprio una stupida, sanguesporco. I
tuoi rozzi modi babbani hanno il sopravvento perfino nelle cose più
elementari. Non hai mai pensato che un semplice incantesimo di appello
sarebbe bastato per prendere il libro?» Hermione lo fissò stralunata.
Perchè non ci aveva pensato prima? «Beh... ora se non ti dispiace quel
libro serve a me.» Appellato il libro, Draco uscì dalla biblioteca in
tutta fretta, finalmente soddisfatto di sentirsi per una volta
all'altezza di Hermione Granger.
***
Non aveva risposto alla lettera di Ron, non lo meritava. Non
gliel'avrebbe data vinta e questa volta non avrebbe mostrato nemmeno un
briciolo di compassione per quello zotico del suo ragazzo. Aveva deciso
di non pensarci più e di dedicarsi a cose più importanti come studiare.
***
« Malfoy! Malfoy! » Appena usciti dalla lezione di Trasfigurazione,
Hermione rincorreva Draco per i corridoi. «Malfoy, per Godric! Fermati!
Malfoyyyyyyy!»
« Si può sapere che hai da urlare, sanguesporco?»
«Se ti fossi fermato quando ti ho chiamato la prima volta, non avrei
avuto bisogno di urlare! E fermati, maledizione!» Draco si fermò,
roteando gli occhi.
« Mi serve il libro che hai rubato.»
« Punto primo non ho rubato alcun libro. »
« Certo che lo hai fatto!» lo interruppe Hermione «Non ti sei nemmeno
fermato a registrarne l'uscita da Madama Prince. Questo è Rubare! » disse con aria saccente.
« Il libro è ad Hogwarts, nelle mani di uno studente, quindi non
è stato rubato. Punto secondo... » Draco le lanciò un'occhiataccia «non
ho ancora terminato il tema, per cui... arrangiati! Non eri la studentessa più brillante del suo anno?
» disse scimmiottando con la voce ciò che aveva letto sulla figurina
delle cioccorane.
« Per la precisione, sono certamente più in gamba di te! Ma
questo non significa che non abbia bisogno di quel libro! » Hermione
era sempre più nevrotica
« Come ti ho già detto: Arrangiati! Il libro serve a me, quando
avrò terminato, potrai metterci le tue mani lerce. Fino ad allora...
scordatelo! »
«Andrò a fare rapporto a madama Prince, Malfoy!»
«Come desidera Caposcuola-capellona-petulante- so-tutto-io
Granger!»
Hermione andò via con i nervi a fior di pelle.
***
Stava provando una certa soddisfazione nel torturare la Granger con la
faccenda del libro. Aveva già terminato la sua relazione, ma vederla
soffrire disperata per tentare di riprendersi il libro era un qualcosa
a cui non riusciva proprio a rinunciare.
***
« Malfoy!»
« Oh Merlino, Granger! Questa è una tortura!»
«Innanzitutto 20 punti in meno a Serpeverde» disse severa.
« Che cosa? Perchè mai?» disse Draco alzandosi dal pavimento.
« Ti trovi nel bagno dei prefetti. E non mi risulta che tu sia ancora
un prefetto!» gli disse con un sorrisetto compiaciuto.
«Mi hai pedinato solo per togliermi 20 punti perchè sono nel
bagno dei prefetti?? Granger, razza di...di... sanguesporco!» disse
Draco.
« Ti ringrazio del complimento, Malfoy. No, non sono venuta solo
per toglierti dei punti, ma per ricordarti che sono passati altri
cinque giorni e non mi hai ancora restituito il libro!» disse mettendo
le mani sui fianchi.
«Per Salazar!»
***
« Non ti avvicinare! O giuro che gli lancio un Incendio! »
«Che cosa? Non oserai! Non puoi bruciare un libro che appartiene alla
biblioteca!» disse Hermione allarmata
«E invece si, se non la smetti!»
«Draco, per cortesia, smettila di fare il bambino e dammi il libro! »
Entrambi ebbero un tuffo al cuore.
"Siamo salvi, Draco. Siamo qui,
Insieme. "
« Non azzardarti a pronunciare il mio nome! Ti ho detto che te lo
darò domani. Adesso vattene se non vuoi che il libro finisca in una
brutta situazione!»
Hermione per la prima volta scappò via da lui.
***
«Ottimo lavoro signorina Granger! Ottimo lavoro anche a lei, signor
Malfoy! I vostri temi sono stati i migliori, Eccellente!! » disse
Lumacorno. Hermione guardò in cagnesco Draco che ghignò soddisfatto,
sua madre sarebbe stata contenta di sapere che anche lui ora era il
migliore in Pozioni.
***
Erano due giorni che non vedeva quella sanguesporco. Dove si era andata
a cacciare? Non che gli dispiacesse, ma era tutto molto strano.
Camminando notò da lontano una figura che stava seduta sotto l'ombra
del Platano picchiatore.
«Che accidenti ci fai qui, sanguesporco! » disse prima di accorgersi
che Hermione dormiva beatamente.
«Draco, non è colpa tua... » mugugnò lei nel sonno.
Draco strabuzzò gli occhi guardandosi attorno, appena realizzò che
Hermione aveva chiamato il suo nome e che lo stava sognando, scappò,
sconvolto, a gambe levate.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo V ***
Okey, chiedo venia!!
Non linciatemi per favore... sono ancora molto giovane! Sono in un
imperdonabile ritardo, lo so, ma il destino ha remato contro di me. La
linea ADSL mi ha abbandonata e internet non andava. In compenso mi sono
ritrovata in Corsica a prendere un pò di sole e a godermi il paesaggio
selvaggio. Ora sono qui e spero che il capitolo non vi deluda!
Come sempre ringrazio tutte le persone che hanno letto, recensito,
inserito nelle seguite e nelle preferite, vi adoro! Mi piacerebbe
sapere cose ne pensate, per cui sbizzarritevi con le recensioni, ma non
fatemi troppo male con il lancio di pomodori! xD
Vi lascio e vi auguro Buona Lettura!
Filo Rosso
C'è
nei sogni, specialmente in quelli generosi,
una
qualità impulsiva e compromettente
che
spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli
confinati
nel limbo innocuo della più inerte fantasia.
Alberto Moravia
Non ne poteva più. Era stata una giornata molto difficile, l'unica cosa
che chiedeva era un pò di meritato riposo che le veniva negato da sogni
terribili in cui lei e Draco Malfoy si baciavano. Stralci di ricordi di
guerra si mescolavano a faccende mai accadute.
Nagini,
le scale, lei e Ron mano nella mano che correvano via. I capelli
rossicci di Ron che si trsformavano in un biondo quasi albino. La sua
mano diveniva più ossuta e le sue dita più lunghe. Le scale non erano
più quelle di Hogwarts, ma di villa Malfoy. Avvertiva un dolore
lancinante in tutto il corpo e le ossa scricchiolare: tutti effetti
della maledizione Cruciatus di Bellatrix Lastrange. Draco la sosteneva
e la incitava a resistere. Nagini si trasformava nel suo terribile
padrone ed Harry era accasciato in terra a pochi metri da loro. La
devastazione era visibile in ogni dove e loro, lei e Draco, erano gli
unici sopravvissuti.
«
Draco »
« Ce la faremo, Hermione, corri! »
Aprì gli occhi di scatto. I
capelli sul viso le impedivano di respirare e le coperte le
imprigiovano le gambe. Aveva il respiro affannato e il cuore le batteva
all'impazzata nel petto. Non aveva idea di cosa le stesse succedendo,
ma la cosa iniziava a spaventarla.
***
Era una bella Domenica e i
pancake sembravano più buoni del solito. Aveva dormito tranquillamente,
senza che alcun incubo su guerra e sanguesporco lo disturbasse. In Sala
Grande c'erano pochissimi studenti e il silenzio dominava
incontrastato, interrotto solo da qualche rumore di posate e bicchieri.
Fu facilissimo posare lo sguardo su una testa cespugliosa che sedeva
alla tavolata dei Grifondoro. Da quando l'aveva sorpresa a sognarlo
sotto il Platano Picchiatore, l'aveva evitata. Non voleva aver niente a
che fare con lei, ma la curiosità di spiarla era molto forte per cui si
limitava a guardarla da lontano. In quel momento lei si guardava
intorno insistentemente, come se fosse alla ricerca di qualcosa o di
qualcuno e annusava il succo di zucca e ogni pietanza prima di portarla
alla bocca, quasi come se temesse che fosse avvelenato. Alzò di scatto
lo sguardo verso di lui e lo guardò a lungo, prima di alzarsi e venire
spedita verso la sua direzione.
***
Lo vide sbarrare gli occhi
quando si accomodò sulla panchina accanto a lui.
« Che diavolo ci fai qui,
sanguesporco?» chiese allarmato.
« Ho delle domande da porti
ed ho bisogno di parlare con te. » disse Hermione seria.
«Non ho nessuna intenzione
di parlare con te nè di tollerare la tua presenza alla mia tavolata.» «
Allora ci vediamo alla Torre di Astronomia? Oppure al Lago Nero o sotto
l'ombra del platano picchiatore? » « Come diavolo fai a sape... »
« Quando ho aperto gli occhi ti ho visto scappare via » lo interruppe «
a proposito... perchè scappavi? Mi pare di averti sentito dire che tu
sei superiore... » gli sorrise di sbiego « Non stavo scappando e
non stavo certamente scappando da te » disse indignato per essere stato
scoperto come un allocco « Ah no? Che peccato! Ho avuto parecchio
piacere nel pensare che mi temessi anche quando dormo.» Draco la
guardò « Perchè annusavi tutto ciò che mangiavi, come se fossi un
segugio? La scena è stata raccapricciante... anzi sei tu quella
raccapricciante, ora che ci rifletto...» ghignò, ma Hermione lo
interruppe « Mi piacerebbe continuare questo discorso, soprattutto
quando posso imparare da un maestro furetto, ma... ho cose più
importanti da chiederti.» « ALT! Tu hai cose da chiedere, io non ho
nulla da rispondere. Come vedi, cara sanguesporco segugio, non vi può
essere conversazione tra noi. » disse alzandosi lentamente. Hermione si
alzò anch'essa e lo seguì fuori dalla Sala Grande. « Sogni. Incubi per essere precisi. Sogno la
guerra e cose che nella realtà non sono mai avvenute. Qualche volta mi
è parso di sognare qualcosa che non è ancora accaduto e francamente la
cosa mi spaventa visto che ritengo la Divinazione solo una
sciocchezza.» disse tutto d'un fiato. Draco raggelò sul posto. Non
poteva credere che la sanguesporco Granger potesse confessare a lui una
cosa così privata ed intima e il sospetto che anche lei sognasse di
lui, di loro, gli fece venire la pelle d'oca, soprattutto se pensava a
quello che le aveva sentito dire sotto l'ombra del Platano. «Malfoy,
voglio sapere se mi hai fatto qualche scherzetto.» disse decisa.
***
L'aveva liquidata con un
gesto di indifferenza, dicendo che non aveva la più pallida idea di
cosa stesse parlando anche se, più di un idea, aveva interi ricordi di
sogni a rendergli chiara la situazione. Ci aveva visto giusto, anche la
Granger sognava di lui, lo chiamava per nome e Salazar non volesse,
anche lei sognava di... non voleva nemmeno pensarci. Aveva una paura
matta di scoprire perchè entrambi sognavano le stesse cose e decise di
non volerne sapere nulla.
***
Non era una stupida. Aveva
compreso perfettamente dall'espressione incredula e terrorizzata di
Malfoy, che anche lui sognava le stesse cose. Sapeva che c'era qualcosa
sotto, aveva una paura matta di scoprire perchè entrambi sognavano le
stesse cose e decise che doveva assolutamente venire a capo dell'intera
faccenda.
***
Draco passeggiava
lentamente in direzione dei sotterranei quando vide spuntare una
bacchetta oltre il colonnato. Prima che potesse esaminare la
situazione, si ritrovò sotto l'effetto dell'incantesimo Incarceramus.
« Ho sempre saputo che con
te occorressero misure drastiche.»«TU! Lurida sporca babbana! Diffindo!» e le corde che tenevano
imprigionato Draco si sciolsero all'istante. «Come hai osato? Questa la
paghi! Elettro!» «Protego! Impedimenta! » Draco si
lanciò verso un piccolo colonnato « Rictumsempra!»
« Protego! Volate ascenderai!»
Draco venne sbalzato in alto e poi contro il muro di pietra. Hermione
gli puntò la bacchetta alla gola « Ora, Malfoy, ti conviene seguirmi.»
disse Hermione « Invece, signorina Granger, credo che vi toccherà
seguire me.» Minerva McGrannitt con il cipiglio più severo che avessero
mai visto li guardava con disappunto.
***
« Come avete potuto
duellare in un aula del castello non autorizzata! Sapete perfettamente
che ci sono aule adibite e club appositi per questo genere di cose!
Signorina Granger, mi meraviglio di lei! Signor Malfoy, cosa ha da dire
a sua discolpa?» «Sono una vittima innocente.» « E' una vittima
innocente? Non ha istigato in alcun modo la signorina Granger?» « No,
sono stato attaccato senza alcun motivo. » disse Draco con disappunto.
«Signorina Granger, vuole spiegarci il motivo che l'ha spinta ad agire
in questa maniera? Sa bene che sono costretta a togliere dei punti alla
sua casa per questo indegno modo di agire.» « Sono mortificata, signora
preside. » « Ah, è mortificata, io ci stavo rimettendo la pelle e
lei è mortificata!» borbottò Draco «Signor Malfoy è pregato di far
silenzio. Lei non avrà cominciato il duello, ma vi ha partecipato,
quindi sono costretta a togliere dei punti anche alla sua casa. Non
prenderò ulteriori decisioni al riguardo ma, se questo comportamento
indisciplinato si ripeterà, sarò costretta ad una punizione esemplare.
Sono molto delusa, questo è tutto, potete andare.» Draco ed Hermione si
alzarono e si diressero nei corridoi, spintonandosi a vicenda per tutto
il tragitto.
***
«Ho bisogno di
sapere.» « Fattacci tuoi. » « Anche tu fai gli stessi sogni.» «
Non so di cosa tu stia parlando. » finse indifferenza « Certo che lo
sai! Non hai mai pensato che forse qui c'è qualcuno che voglia
divertirsi a nostro discapito? » «Sanguesporco, sei paranoica. Io non
faccio alcun sogno o almeno non sogno una come te , quindi la cosa non
mi riguarda. Evidentemente hai dei problemi.» sapeva benissimo che non
c'era nessuno. I suoi incubi erano iniziati prima ancora di Hogwarts,
quando la vide a Diagon Alley. «Io non ho nessun problema. Sei solo un
codardo, ma non preoccuparti, come al solito ci penserò io. » e con
passo marziale Hermione tornò alla sala comune.
Draco non poteva parlare con lei dei suoi sogni, non poteva.
Ancora una volta si sentì inferiore, aspettando che fosse qualcun'altro
a risolvere i suoi problemi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo VI ***
Eccomi
qui! Innanzitutto voglio ringraziare voi che mi state accompagnando in
questa storia, GRAZIE! Sono onorata che la mia storia vi piaccia e che
abbia ricevuto così tante stupende recensioni! Ringrazio anche chi ha
inserito la storia nelle seguite, preferite. I numeri continuano a
salire, così come l'emozione che provo quando leggo i vostri commenti e
quando scrivo questa storia. Come ho già detto nell'altra mia storia,
la parte più importante di una storia siete voi lettori e non sono in
grado di esprimere la mia gratitudine verso di voi se non attraverso
queste poche parole. Grazie Grazie e Grazie! Spero che continuiate a
farmi sapere cosa ne pensate e continuiate a farmi compagnia! Detto
queste cose, che per me sono fondamentalissime, vi lascio al nuovo
capitolo. E' molto introspettivo ed è dedicato soprattutto allo stato
d'animo dei protagonisti. Ho cercato di mantenere come sempre i
personaggi IC, sperando di esserci riuscita. Spero vi piaccia!
P.S. Ho creato un
gruppo su FB, per chiacchierare, per spoiler e per
conoscerci meglio. Chiunque voglia entrare a farne parte è il
benvenuto! Ecco
l'indirizzo che potrete trovare anche nella mia pagina autore:
http://www.facebook.com/groups/109305162551898/
Spero di non avervi
annoiati, vi lascio alla lettura del capitolo, fatemi sapere cosa ne
pensate!
Filo Rosso
Mi domando se le stelle sono
illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.
Antoine
de Saint-Exupéry
Caro Draco, spero che le
tue giornate procedano nel migliore dei modi e che i tuoi risultati
scolastici siano brillanti così come mi raccontasti qualche mese fà.
Qui al Manor le giornate scorrono lente e tuo padre mi lascia spesso da
sola perchè richiamato dal ministero per qualche scocciatura
burocratica. Tuttavia sono sempre allegra perchè penso a te, figlio
mio, e all'avvicinarsi delle vacanze Pasquali. Io e tuo padre verremo a
prenderti alla stazione e se lo desideri puoi portare con te qualche
amico. Nell'attesa che il giorno in cui potrò rivederti si avvicini in
fretta, ti abbraccio calorosamente.
Tua madre,
Narcissa Black Malfoy.
L'avvicinarsi delle vacanze di Pasqua era per Draco un sollievo e al
contempo un enorme peso. Non avrebbe portato nessuno con sè, aveva
voglia di rimanere da solo almeno per le vacanze e per un attimo rise,
immaginandosi l'espressione scandalizzata dei suoi genitori se avesse
portato con sè la sanguesporco. Scacciò subito via il pensiero,
meravigliandosi anche solo di averlo formulato.
Niente sanguesporco per dieci giorni, che Salazar sia lodato!
***
Ginny le aveva scritto una lettera di minacce più che un invito. Aveva
già deciso che sarebbe partita per le vacanze Pasquali per stare in
compagnia dei suoi genitori, ma era stata costretta ad accettare di
partecipare almeno ad un pranzo alla Tana. A dirla tutta non aveva
alcuna voglia di andare dai Weasley, non dopo la lettera di Ron e non
dopo che il ricordo di Fred aleggiasse ancora come il più dolce dei
rimpianti. George ormai gestiva da solo i Tiri Vispi e Angelina gli
faceva compagnia, cercando di non farlo sentire troppo solo. Molly e
Arthur non avevano dimenticato di essere ancora genitori di altri 6
figli e continuavano la loro vita con la morte nel cuore e con il
sorriso sulle labbra. Ginny aveva Harry che la incoraggiava e sosteneva
e Ron... Ron oramai aveva il suo lavoro a distrarlo. Avrebbe tanto
voluto essere per lui ciò che Harry e Angelina erano per gli altri, ma
il destino aveva deciso che lei non avrebbe mai fatto parte di quella
famiglia, non come una Weasley almeno. Aveva preso la sua decisione:
avrebbe lasciato Ron ; sapeva che l'amore non poteva essere egoista e
doveva permettere che entrambi trovassero la vera felicità con altre persone.
Rise pensando che da un pò di tempo, l'unico ragazzo che faceva
realmente parte della sua vita e dei suoi sogni era Draco Malfoy.
***
L'unico scompartimento vuoto era il 2B. Si incamminò velocemente, prima
che qualcun'altro lo precedesse. Entrò, si chiuse la porta alle spalle
e sistemò i suoi bagagli che, sfortunatamente, toccarono altri già
depositati. Sbuffò contrariato all'idea che avrebbe dovuto dividere il
suo scompartimento con un altro e pregò che almeno fosse qualcuno
timido e taciturno che non avrebbe mai osato disturbarlo.
Si era quasi appisolato quando una voce stridula e saccente urlava ad
un primino di non correre nei corridoi e gli toglieva 10 punti. Avrebbe
riconosciuto quella sanguesporco a distanza di chilometri: l'unica che,
anche nell'espresso di ritorno a casa, aveva il brutale coraggio di
esercitare ancora il suo ruolo di Caposcuola. Un conato di stomaco lo
prese quando, si rese conto che, quella voce saccente era appena
entrata nello scompartimento e si era accomodata nel posto di fronte al
suo.
«Questo scompartimento è già occupato, porta le tue luride membra in
qualche altro posto.» disse Draco cercando di convincerla ad andare
via. « Mi dispiace deluderti, ma queste membra luride hanno preso posto
qui prima di te, i miei luridi bagagli sono già posizionati al loro
posto e questa lurida sanguesporco non ha alcuna intenzione di andare
via. Perchè non sposti il tuo sedere purosangue da qualche altra parte,
se ti infastidisce restare con me?» Hermione prese un libro dalla sua
inseparabile borsa di perline e iniziò a leggere. « Se ce ne fossero
altri vuoti lo farei di certo, ma sono tutti occupati. » disse con
espressione disgustata, sapeva che avrebbe dovuto condividere il
viaggio con lei e ringraziò Salazar per averle fatto prendere un libro,
almeno non avrebbero conversato. Sperava.
***
Era seduto sulla panchina vicino all'enorme fontana che dominava il
centro dell'ampio giardino di Villa Malfoy. Uno dei pavoni bianchi di
suo padre gli faceva compagnia svolazzando libero nell'aria.
Sgranocchiava i suoi biscotti preferiti e pensava a quanto casa sua non
fosse più... casa sua. Sua
madre aveva cercato di modificare il mobilio per renderla
diversa da quella di prima, dove i ricordi distrubavano la quiete di
tutta la sua famiglia. Il cancello era ritornato un normale cancello,
senza che si trasformasse in fumo ad ogni passaggio dei mangiamorte e
la porta di ingresso non si spalancava più da sola, ma doveva essere
aperta da un elfo domestico. Il salone dove si tenevano le riunioni dei
mangiamorte era stato chiuso e nessuno vi entrava. I ritratti più
cattivi erano stati spostati in cantina. Tuttavia nonostante questi
cambiamenti, non si sentiva più al sicuro. Ogni rumore lo metteva in
agitazione e i lunghi viali che da piccolo percorreva e le alti siepi
che lo aiutavano a nascondersi da sua madre quando faceva i capricci,
non erano più così rassicuranti. Se avesse preso lui il comando della
casa, le avrebbe fatte tagliare e avrebbe reso il tutto un maesteso
giardino. Inoltre la solitudine non era una compagnia così desiderabile
come aveva immaginato ad Hogwarts, al contrario, lo angosciava e aveva
preso a rimpiangere perfino gli attacchi e le seccature di quella
so-tutto-io. Non l'aveva più sognata, sognava solo di Tiger e della
professoressa Charity Burbage e capì di preferire mille volte la vista
della sua testa cespugliosa e la sua petulanza alla devastazione
d'animo che percepiva.
***
Era nella sua camera e leggeva, stesa sul suo letto, la Gazzetta del
Profeta. Si sentiva triste nonostante fosse Pasqua, una delle festività
che preferiva. I suoi genitori non vedevano l'ora che Hogwarts
terminasse, l'avrebbero voluta lì con loro nel mondo babbano. Ancora
non avevano superato il fatto che la loro unica figlia avesse dovuto
combattere una guerra a soli diciasette anni e che avesse rischiato di
morire. Ancora non le avevano perdonato del tutto che lei avesse
preferito mandarli in Australia facendogli dimenticare di avere una
figlia, piuttosto che permettere loro di fare ciò che ogni genitore
dovrebbe fare: salvare la propria figlia. Il pranzo alla Tana era stato
disastroso, i suoi abitanti avevano addirittura temuto che la magia
applicata alla casa non reggesse quando Hermione diede vita al duro
scontro contro Ron. L'aveva aggredito senza possibilità di replica,
l'aveva umiliato ed era scoppiata in lacrime.Ron aveva tentato di
avvicinarsi, ma uno Stupeficium ben assestato aveva fatto capire che
non gradiva la sua vicinanza. Gli altri l'avevano soccorso e solo dopo
averlo fatto rinvenire, lei lo aveva lasciato definitivamente. Aveva
poi ringraziato e salutato l'intera famiglia Weasley e si era
smaterializzata via. Aveva scoperto che la solitudine, che da piccola
prediligeva così tanto, non si addattava più alle sue esigenze e con
tutte le sue forze sperò che quei sogni che lei definiva incubi non l'abbandonassero proprio
ora.
***
« Draco, caro, posso entrare? » Era disteso supino sul suo letto quando
Narcissa entrò nella sua stanza. « Prego mamma, entra pure» disse
alzandosi e sedendosi su una grossa poltrona di pelle. « Vorrei parlare
con te se non ti dispiace. Ho notato che sei spesso distratto e
malinconico, ultimamente. Cosa ti disturba, tesoro mio?» «Nulla mamma,
non te ne devi preoccupare. Sono molto annoiato, tutto qui.» « Ti avevo
detto che potevi portare qualche amico se ti avesse fatto piacere, ora
sei qui solo e... annoiato»
disse Narcissa capendo perfettamente che il problema di suo figlio non
era per niente la noia. « Non sono stupida. So benissimo che non sei
annoiato, ma che c'è qualcos'altro che ti turba. Ti prego, figlio mio,
dimmi cosa c'è che non va. Prima parlavi con me liberamente di tutto,
perchè non lo fai più?» Draco sbuffò «Semplicemente perchè non ho nulla
da dire, mamma. Non stare in pensiero inutilmente.» Narcissa si incupì
«Sei pallido, smagrito. Pesanti occhiaie circondano i tuoi bellissimi
occhi. Sei insolitamente silenzioso e i tuoi occhi sono cupi. La guerra
ci ha devastato e distrutti tutti, tesoro, ma bisogna andare avanti. Voldemort » represse un brivido «
non è più tra noi. Non è più a casa nostra e noi non siamo più i servi
di nessuno. Hai la possibilità di vivere una nuova vita, di essere
felice. Perchè non vuoi cogliere questa possibilità e ricominciare
tutto da capo? Tuo padre ha condotto il casato dei Malfoy giù
nell'oscurità ma tu, figlio mio, io lo so, tu sarai in grado di
riportare la nostra famiglia verso la luce; I Black e i Malfoy verso la
giusta rotta.» gli occhi di Narcissa risplendevano di una luce nuova,
di speranza. Draco non aveva mai visto lo sguardo di sua madre così
acceso di determinazione, gli sembrava di rivedere un'altra persona con
il suo stesso sguardo e il suo volto di incupì quando pensò di aver
paragonato sua madre ad Hermione Granger. Era sua madre e decise che
fosse ora di dirle cosa lo tormentasse realmente. « Ho continui incubi,
mamma. Sogno la battaglia, Tiger che muore nella stanza delle cose
nascoste e... » esitò prima di parlare « ti... ti ricordi della
sanguesporco, amica di Potter?» Sua madre spalancò gli occhi « Hermione
Granger? » « Si, proprio lei. » « Ebbene? » Era piuttosto curiosa di
capire perchè suo figlio aveva menzionato quella ragazzina «Ebbene...
sogno anche lei. Sono sogni abbastanza reali, come se fossero accaduti
realmente o che potrebbero accadere in futuro. Non riesco a spiegarti.
La cosa che più mi spaventa è che ho scoperto che lei stessa sogna di
me, i sogni sono simili se non addirittura uguali. Lei ha cercato di
parlarmene, ma io ho evitato. Ha detto che avrebbe provveduto lei e che
sono un codardo.» Draco aveva gli occhi bassi temendo una cattiva
reazione da parte di sua madre. « Sognate entrambi stesse cose, che vi
sembrano cose accadute e non ancora accadute? » Narcissa era incredula.
« Si, mamma. Cosa dovrei fare? Continuare ad ignorarla? Credimi, in
alcuni momenti è davvero insopportabile. La sua testardaggine e la sua
voglia di ficcare il naso ovunque mi dà sui nervi ma... questi giorni
lontano da lei, dalla sua voce petulante e saccente, mi sono sembrati...strani. I sogni su di lei, sono
cessati da quando sono qui, ma gli incubi sono così tremendi che ogni
sera spero di sognare lei, piuttosto che della guerra. Credo di stare
impazzendo! Una sanguesporco! Io non posso... non posso! Cosa devo
fare, mamma? Ti prego dimmelo tu!»Draco era sconvolto e devastato.
Narcissa capì che suo figlio stava cercando di combattere tutti i suoi
vecchi pregiudizi senza riuscirvi. Ingoiò il magone che le si era
fermato in gola e disse « Segui il tuo istinto, amore mio, e segui
soprattutto il tuo cuore, non dimenticarti che nelle tue vene scorre
anche il sangue dei Black. La passione è la nostra caretteristica, non
nasconderla sotto lo strato di crudele indifferenza dei Malfoy.» Si
alzò, baciò il capo di Draco e si avvicinò alla porta «Parlale, cerca
di andare d'accordo con lei. Forse insieme riuscirete a trovare la
soluzione. Tu non sei codardo, hai solo bisogno di trovare il coraggio
per cominciare a vivere la tua vita, senza permettere a nessuno di
intromettersi.» disse chiudendo la porta alle sue spalle.
Lucius stava appoggiato al muro adiacente alla porta di suo figlio e i
suoi occhi luccicavano di lacrime represse. Forse per la prima volta in
tutta la sua vita, si era reso conto della portata dei suoi errori e
della reale sofferenza di suo figlio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo VII ***
Con un pò di ritardo, eccomi con il nuovo capitolo! Piano piano le cose
iniziano ad evolversi e la storia prende vita! E' un capitolo
importantissimo perchè getta le basi per il futuro rapporto tra Draco
ed Hermione. Ringrazio come sempre chi segue la storia, chi l'ha
inserita nelle preferite e chi legge in silenzio. Fatemi sapere cosa ne
pensate perchè non sono sicura di aver sviluppato bene il capitolo.
Quindi anche una piccola recensione mi aiuterebbe!
Ora vi lascio al capitolo, Buona lettura!
P.S. come sempre vi
ricordo il gruppo che ho creato su Fb
http://www.facebook.com/groups/109305162551898/
Filo Rosso
“Chi
ha un perché abbastanza forte può sopportare qualsiasi come.”
- F. W.
Nietzsche -
Aveva riflettuto
tutti i giorni a venire su quello che aveva detto sua madre. Parlare
con Hermione Granger. Sarebbe riuscito a superare il pregiudizio e ad
essere finalmente alla sua altezza? Sarebbe riuscito a dimostrare di
poter essere migliore e di mostrarsi a lei in una nuova veste,
cancellando il passato?
Aveva osservato
attentamente gli occhi apprensivi e pentiti di suo padre che lo
guardavano chiedendogli perdono e aveva notato la mano tremolante di
sua madre quando le aveva parlato dei suoi sogni, di lei. Poteva sperare di poter
ricominciare, come aveva detto sua madre? Lo meritava?Aveva guardato il
Marchio Nero sul suo braccio e aveva immaginato lei baciarglielo
teneramente. Avrebbe potuto davvero portare i Malfoy e i Black verso
una luce nuova? Ogni quesito che si poneva, aveva una sola risposta:
Hermione
Granger.
****
Era una insolita giornata
di fine Aprile. Il vento e la pioggia la facevano da padrone ed
Hermione aveva deciso di recarsi sulla Torre di Astronomia per pensare
da sola. Non si aspettava minimamente di trovare Draco Malfoy
aggrappato alla ringhiera bagnato e piangente.
«Draco!» disse non appena
lo vide. Malfoy si girò a guardarla con gli occhi sgranati e rossi di
pianto. «Cosa stai facendo sotto la pioggia?» si avvicinò a lui.
«Pensavo a Silente.»
Hermione perse un battito. «Io non lo avrei mai ucciso, mai. Lui mi
ricattava, ma io non... non » riprese a singhiozzare forte. Hermione
gli tese una mano « Lo so, Draco, lo so. Dammi la mano.» Draco la
guardò e poi rivolse uno sguardo alla sua mano tesa « Sono stato uno
stupido, ma la mia famiglia è tutto per me. Lo capisci?? Io ho dovuto
farlo! Questo... » mostrò il Marchio « per mio padre, per mia madre!
All'inizio credevo di essere in grado... Zia Bella, mio padre,
Severus... io dovevo essere in grado! Silente doveva morire e dovevo
farlo io. Ma come potevo ucciderlo? Mi tremavano le mani solo a
pensarlo. Severus l'ha fatto al posto mio. Poi ho cominciato a vedere
gente torturata e uccisa in casa mia, la professoressa Burbage...ho
capito che non ce l'avrei fatta. Come potevo... » non riusciva a
smettere di parlare e piangere. «Speravo che Potter riuscisse a
compiere la sua missione e poi vi ritrovo a casa mia, catturati e
disarmati. Ho cercato di nascondervi ma...ti hanno riconosciuto, vi
hanno riconosciuti tutti. Quando l'ho visto morto, Voldemort, credevo di stare
sognando. Ognuno aveva perso qualcuno e io ero salvo. Mio padre e mia
madre erano salvi, non potevo crederci. Non posso crederci neanche ora.
E' finita, ma io non riesco a superarlo.» fece una pausa «Ora insieme a
questi stramaledettissimi sogni ci sei anche tu. Non è un incantesimo,
Granger. Nessuno scherzo. I miei sogni su di te sono cominciati prima
di Hogwarts. E' qualcos'altro... ma non so cosa.» Hermione non riusciva
a credere che Draco le stesse dicendo quelle cose. Rimase in silenzio
per un periodo che le parve infinito. Lui la guardava in attesa, mentre
la pioggia scorreva sul suo viso pallido e scarno, sulle spalle ossute,
mentre se ne stava aggrappato alla ringhiera come ad un' ancora di
salvezza. Aspettava che lei dicesse qualcosa, ma non lo fece. Gli tese
nuovamente la mano e si avvicinò a lui. Draco strinse la sua in quella
di lei e le si avvicinò cauto. Lei lo trascinò sulle scale e con un
movimento della bacchetta gli asciugò la divisa e i capelli. La manica
della camicia era ancora alzata mostrando quell'abominio sul suo
braccio. Lo studiò a lungo, ma non osò toccarlo; era spaventoso
esattamente come se lo immaginava e ora se ne stava spento sul braccio
di un ragazzo innocente come lei. « E' la mia pena e la mia dannazione,
Granger. Questo è il simbolo dei miei peccati. Tu sei la luce ed io
solo un'ombra.»Hermione si meravigliò di quelle parole « C'è luce e
oscurità in ogni cosa, Draco. Nella magia, nella Luna, nelle persone.
Siamo fatti di luce ed ombre, tutto sta nello scegliere da che parte
stare. Tu non sei un' ombra, io lo so.» Draco scosse la testa «Tu sei
sempre stata dalla parte giusta. Tu non hai ucciso nessuno. Tu sei una
salvatrice.» «Al diavolo! » sbottò Hermione « Io non sono una
salvatrice, per Merlino! Ho lottato solo per avere un posto in questo
mondo! Per avere un futuro migliore, nemmeno tu hai ucciso nessuno! »
«T- Tiger.. » «Tiger si è ammazzato da solo!» lo interruppe «Lui ha
scelto l' oscurità, ha scelto la morte e noi non possiamo farci
niente.» « Come hai fatto a superare tutto questo schifo, Granger? »
«Semplicemente non l'ho fatto. Ogni mattina, quando mi alzo, penso a
tutto quello che è successo; a Fred, Remus, Ninfadora, Malocchio,
Sirius. Loro sono morti e io devo continuare a vivere. Devo vivere
anche per loro.» Gli strinse la mano «Devi farlo anche tu.» Draco la
guardò negli occhi «Dopotutto non sei così stupida, per essere una
sanguesporco.» Hermione lo guardò scioccata e poi scoppiò a ridere
seguita da Draco «Già, alcuni dicono che io sia la migliore del mio
anno.» continuarono a ridere. «A- Allora... si può ricominciare?»
«Credo di si.» Draco si alzò in piedi e con una nuova determinazione le
porse la mano « Piacere, io sono Malfoy, Draco Malfoy. » Hermione
protese la sua verso di lui «Io sono Hermione Granger, Nata babbana.»
sorrisero.
***
« Dai qua » disse Draco
strappandole i libri di mano ad Hermione « finirai per romperti l'osso
del collo se continui a scendere le scale con tutti questi libri. Sei
una secchiona!»
***
«Signorina Granger, Signor
Malfoy, vedo che le mie parole hanno sortito effetto!» disse la
McGranitt con orgoglio «Si, Preside.» disse Hermione sorridente.
"Vecchia Megera" borbottò Draco, prima di ricevere una gomitata in
pieno petto da una stranamente allegra Granger.
***
Si trovava nella piccola
libreria di Hogsmade, aveva adocchiato un paio di libri interessanti.
Li strinse al petto e continuò il suo giro quando si ritrovò al fianco
di Draco, che pareva interessato ad un vecchio libro di Pozioni. Gli si
avvicinò e sbirciò la lettura, ma lui con scatto felino strinse il
libro tra le braccia, vietandone la vista. Hermione si insospettì, ma
non ribattè e insieme si avviarono al bancone per pagare. «Il mio libro
e quelli della signorina.» «Sono 30 Galeoni signor Malfoy.» «Cosa? No!
Io pago da me i miei libri! » disse agitata «Non essere sciocca.»
mormorò Draco poggiando i Galeoni sul vecchio bancone. «Draco, no! Mi
metti in imbarazzo.» «Fattelo passare, allora» disse seccato. «Vorrà
dire che ti offrirò una Burrobirra ai Tre manici di scopa!» disse
Hermione rossa in viso «Certo. Accetto volentieri. » e insieme si
diressero al vecchio pub.
Madama Rosmerta aveva
storto il naso quando aveva visto Draco Malfoy entrare nel suo locale,
ma era accompagnato dalla famosa Hermione Granger e non potè vietare
loro l'ingresso. Di certo non aveva dimenticato la maledizione che il
giovane le aveva lanciato e con diffidenza si diresse al loro tavolo.
Tutti i ragazzi che erano presenti si girarono a guardarli.
Bisbigliavano e li indicavano. Draco tenne per sè la rabbia e
l'indignazione mentre Hermione lanciava loro sguardi di
disapprovazione. Ordinarono due Burrobirre e un intero vassoio di
zuccotti, di cui Draco era ghiotto. Parlarono molto:di pozioni, della
sua parentela con Andromeda e Ninfadora. «Severus era il mio insegnante
preferito. Amo Pozioni grazie a lui, era un vecchio amico di mio padre
e ci veniva spesso a trovare. Non sapevamo che facesse il doppio gioco
al contrario. Mio padre lo stimava moltissimo e di conseguenza anche
io. Poi ho iniziato ad odiarlo... credevo che volesse prendere il posto
di mio padre agli occhi del Signore Oscuro e io non ero pronto a
lasciarglielo fare. Non avevo capito che lui voleva solo aiutarmi...
sono contento che lui sia sempre stato dalla vostra parte. Fa onore
alla sua memoria e fa onore a me averlo potuto conoscere e avergli
voluto bene.» «Era un uomo coraggioso e leale. Ce ne siamo accorti
troppo tardi. Gli dobbiamo parecchio.» disse Hermione con
rassegnazione. Negli occhi di Draco scorse un emozione che intuì fosse
commozione e gli strinse il braccio sinistro, accarezzando lentamente
il Marchio sotto la camicia.
***
Quella notte Draco non
dormì, cercando di capire perchè,dopo la carezza di Hermione, quel
Marchio non fosse più così oscuro.
Quella notte Hermione si
addormentò con il libro aperto su di una pagina che parlava di antiche
leggende e fili rossi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo VIII ***
Eccomi qui con un
ritardo stratosferico! Sono stata impegnatissima negli ultimi
tempi e non ho potuto postare. In compenso questo capitolo è più
lungo degli altri e scopriamo qualcosa di veramente importante.Come
noterete, mi sono concessa una piccola licenza poetica portando nel
mondo di Harry Potter un' antica leggenda cinese. Come sempre ringrazio
tutti coloro che leggono, che hanno inserito nelle preferite, seguite e
soprattutto chi ha commentato! Grazie perchè con le vostre recensioni
mi aiutate moltissimo!Anche se credo che il capitolo scorso non abbia riscosso molto successo, visto le poche recensioni...
Vi lascio alla
lettura...
Filo Rosso
Si era svegliata all'alba
con un grosso libro tra le braccia. Era uno di quelli che le aveva
regalato Draco; parlava di antiche leggende Babbane basate su
incantesimi ed eventi magici. Terminò la lettura rimasta incompiuta la
sera prima e con sconcerto, come un tornado si vestì in fretta e furia
e andò alla ricerca di Malfoy.
Aveva
la soluzione.
***
«Maledetti sotterranei,
maledetti Serpeverde!» borbottò in preda all'ansia. Era più di mezz'ora
che gironzolava per i sotterranei alla ricerca della Sala Comune dei
Serpeverde senza trovarla. Harry le aveva raccontato che si nascondeva
dietro un muro di pietra, ma proprio non riusciva a capire quale fosse.
Per un attimo pensò addirittura di urlare a squarciagola il nome di
Malfoy, ma ci ripensò subito dopo. Di certo nessuno avrebbe gradito e
in più anche se avesse capito dove fosse situato il covo di quelle
serpi, non vi avrebbe avuto accesso senza la parola d'ordine.
Sconsolata e sconfitta si diresse verso la Torre, promettendosi di
parlarne a Draco a colazione.
***
L'insistente rumore di una
piuma che scarabocchiava su di una pergamena e le continue imprecazione
di colui che intuì fosse Blaise, lo svegliarono all'alba. Si alzò,
spostò le cortine e trovò l'amico in uno stato disastroso, circondato
da pergamene e con l'inchiostro sulla mani e sulle lenzuola. «Si può
sapere, in nome di Salazar, che cosa diamine stai combinando? » chiese
con l'umore tipico di chi era stato brutalmente strappato al sonno.
«Non lo vedi? Sto terminando il tema di quello stupido di Lumacorno.
Cinquanta centimetri di tema, ma dico, è impazzito?» rispose l'altro.
«E ti pare il caso di farlo alla cinque del mattino? Almeno avresti
potuto evitare di fare tutto quel baccano!» « Beh... si dal caso che io
non abbia un' amica secchiona
che mi aiuti a fare i compiti! » Blaise aveva un' espressione piena di
sottintesi. «Cosa?? La Granger non mi aiuta con i compiti!» disse Draco
indignato «No?? E allora cosa fate insieme, eh??» la faccia di Blaise
era sempre più divertita mentre quella di Draco assumeva una serie di
colorazioni che variavano dal viola intenso al rosso Grifondoro. «Niente di quello che
pensi! Siamo soltanto amici e.. e.. e poi sono cose che non ti
riguardano!» « Draco, Draco...» «Ehi, voi due! La piantate di fare
tutto questo casino? Sono appena le cinque del mattino! Parlare della
Granger a quest'ora... siete ammattiti? Mettetevi a dormire!» urlò
Nott, mettendosi un cuscino in testa e dando le spalle agli amici.
«Theo, calmati! Ti si è per caso annodata la bacchetta?» «No, con
questi stupidi discorsi me l'avete proprio rotta!»
***
Stava giocherellando con il
cibo, aspettando che Draco entrasse per fare colazione. Doveva
assolutamente parlare con lui di quello che aveva scoperto. Non era
ancora sicura, ma molto probabilmente con qualche ricerca in più,
sarebbero riusciti a capire cosa provocasse quei sogni. Persa nelle sue
supposizioni mentali, non si era accorta che Malfoy e i suoi amici
erano entrati in Sala Grande e si erano accomodati, iniziando a
mangiare. Si alzò e con passo spedito si diresse al loro tavolo.
«Granger! Cosa ci fai qui?» chiese Theo stupito e incuriosito « Ho
bisogno di parlare con il vostro amico» Draco la guardò, cercando di
capire cosa fosse successo «Ma prego, Granger, siediti! Qui, vicino a
Draco!» Blaise aveva l'aria di divertirsi un mondo. Hermione corrugò la
fronte alzando un sopracciglio «Zabini, quanta gentile cortesia da
parte tua. Ti ricordavo maleducato, altezzoso e con la puzza sotto al
naso. Mi sono persa qualcosa?» Blaise si zittì abbassando il capo e
Draco ghignò soddisfatto «Siediti» disse poi rivolto ad Hermione che si
accomodò al suo fianco. «Ho scoperto qualcosa riguardo a quella
faccenda e avrei bisogno di parlartene.» «Non qui. Più tardi ne
parleremo. Ora mangia, visto che al tuo tavolo non hai toccato cibo.»
Le riempì il piatto e mangiarono in silenzio.
***
Hermione passeggiava
tranquillamente verso l'aula di pozione quando vide Draco e una
biondina parlare animatamente. Si nascose dietro una colonna di pietra,
cercando di riuscire ad origliare. «Draco! Come puoi dire una cosa del
genere?» la ragazzina si portò le mani alla testa. «Ti ho già detto
come stanno le cose,non infastidirmi oltre.» Lo vide girare le spalle e
avviarsi nella sua direzione; con il cuore in gola corse via prima che
lui la scoprisse ad origliare come una stupida pettegola.
***
Si rigirava nervosamente
l'anello dei Black, il fuoco scoppiettava nel grande camino della Sala
Comune. Faceva particolarmente freddo quella sera e la camicia e il
maglione non lo riscaldavano abbastanza. Il tempo, che avrebbe dovuto
portare giornate assolate e sempre più calde, sembrava voler regredire
verso la stagione fredda e i Serpeverde erano quelli che ne risentivano
maggiormente. Hermione voleva parlargli circa qualcosa che aveva
scoperto riguardo ai loro sogni in comune, ma per tutta la giornata non
si erano incontrati a parte che per la colazione, il pranzo e la cena
dove non avevano avuto modo di parlare a cause di certe orecchie
indiscrete che portavano il nome di Blaise Zabini e Theodore Nott.
Forse era il caso di andarla a cercare, prima che iniziasse il
coprifuoco.
***
Si era perso per ben due
volte a causa di quelle maledette scale a cui piaceva cambiare. Per
miracolo divino era riuscito a raggiungere la Sala Comune dei
Grifondoro, aveva litigato per una buona mezz'ora con quella pazza
cicciona nel quadro all'ingresso e si era intrufolato dentro insieme ad
un primino. Aveva chiesto informazione - tra lo sconcerto dei Grifoni -
dove si trovasse la stanza della Caposcuola Granger e si era quasi
rotto l'osso del collo quando aveva cercato di salire le scale che
portavano alle stanze femminili. Tutte le ragazze si erano affacciate
per vedere cosa fosse successo e solo una si precipitò da lui, quando
lo riconobbe. «Draco! Stai bene?? » «Ma che diavolo vi piglia di
mettere incantesimi Glisseo
sulle scale!» disse toccandosi ripetutamente la testa e il
fondoschiena. «In verità... è stata una mia idea. Per evitare che i
ragazzi salissero...» disse Hermione tra il divertito e il mortificato.
«Che Salazar mi aiuti! Granger... andiamo nella tua stanza.» «Che cosa?
Nella mia stanza? A fare cosa??» disse con gli occhi sgranati «Ma che
domande sono? A pomiciare no?? » ghignò. Tutte le ragazze che avevano
assistito alla scena, diventarono rosse in viso e i ragazzi li
guardavano sbalorditi. «Ma cosa stai dicendo? La botta in testa ti ha
ammattito? » Draco alzò gli occhi al cielo «Granger, mi sbaglio o sei
stata tu a dirmi che dovevi parlarmi? Vogliamo rendere partecipi tutta
questa bella gente delle nostre faccende?» « Ehm.. si hai ragione. Dai
su vieni.» Le ragazze si rifugiarono nelle loro stanze ridacchiando
mentre Draco si guardava intorno. Una volta dentro, Hermione sigillò e
impertubò la stanza. « Tutto questo rosso e oro provoca un emicrania
bestiale. Come hai fatto a vivere per sette anni in questo posto?»
«Nello stesso modo in cui tu hai vissuto per sette anni in un
sotterraneo. Comunque leggi qui» Hermione prese il grosso tomo e lo
poggiò sul letto. Iniziarono a leggere insieme.
Durante
la Dinastia Tang c’era un tale di nome Wei i cui genitori morirono
quand’era ancora molto giovane. Una volta diventato grande desiderava
ardentemente sposarsi e avere una famiglia, ma purtroppo, per quanto la
cercasse, non riusciva a trovare una moglie.
Mentre
era in viaggio, giunse un giorno in una città di nome Song, dove trovò
alloggio in una locanda. Lì incontrò uno sconosciuto al quale,
chiacchierando, espose le proprie difficoltà. L’altro gli disse che la
figlia del governatore della città sarebbe stata un buon partito per
lui, e si offerse di parlare con il padre della ragazza. Dopodiché i
due decisero di rincontrarsi il mattino dopo di buon’ora davanti al
tempio vicino alla locanda.
In
preda all’ansia, Wei giunse al tempio prima dell’alba, quando la luna
era ancora alta in cielo. Sui gradini del tempio, appoggiato con la
schiena a un sacco, sedeva un vecchio, intento a leggere un libro alla
luce della luna.
Avvicinandosi
e data un’occhiata alle pagine da sopra la spalla del vecchio, Wei si
accorse di non poterne leggere neppure una parola.
Allora,
incuriosito, gli chiese: “Signore, che libro è quello che stai
guardando? Fin da bambino ho studiato parecchie lingue e conosco molte
scritture, ma mai in vita mia ho visto un libro simile.”
Il
vecchio rispose sorridendo: “E’ un libro proveniente dall’Aldilà”.
“Ma se
tu vieni da un altro mondo, che ci fai qua?” chiese Wei.
Prima
di rispondere il vecchio si guardò attorno, quindi disse: “Ti sei
levato molto presto. Di solito non c’è in giro nessuno, tranne quelli
come me. Noi dell’Aldilà, incaricati di occuparci delle faccende umane,
dobbiamo andare qua e là tra gli uomini, e spesso lo facciamo nella
luce crepuscolare dell’alba”
“E di
che ti occupi?”
“Dei
matrimoni” replicò l’altro.
Allora
Wei gli aprì il suo cuore: “Sono solo al mondo fino dall’infanzia, e da
molto tempo avrei voluto sposarmi e avere una famiglia. Per dieci anni
ho cercato invano una sposa. Adesso spero di sposare la fanciulla del
maresciallo. Dimmi, si realizzerà la mia speranza?”
Il
vecchio guardò il libro e rispose: “No. Non è la persona a te
destinata. In questo momento quella che sarà tua moglie ha solo tre
anni, e la sposerai quando ne avrà diciassette.”
Deluso
dall’idea di dover aspettare tanto, Wei notò il sacco cui il vecchio si
appoggiava e gli chiese cosa contenesse.
“Filo
rosso per legare i piedi di mariti e mogli. Non lo si può vedere, ma
una volta che sono legati non li si puo’ più separare. Sono già legati
quando nascono, e non conta la distanza che li separa, né l’accordo
delle famiglie, né la posizione sociale: prima o poi si uniranno come
marito e moglie. Impossibile tagliare il filo. Sicchè, visto che sei
già legato alla tua futura moglie, non c’è niente da fare” rispose il
vecchio.
E alla
nuova domanda di Wei il vecchio replicò che la futura sposa non viveva
lontana da lì, e che era la figlia della vecchia Chen, che aveva un
banco sul mercato.
“Posso
vederla?”
“Se
davvero lo desideri, te la mostrerò, ma ricordati che il tuo futuro non
cambierà.”
Ormai
l’alba era spuntata e, visto che l’uomo che attendeva non si vedeva,
Wei tutto eccitato seguì il vecchio al mercato.
Dietro
la bancarella di frutta e verdura stava una povera vecchia cieca da un
occhio, con una bambinetta al collo di circa tre anni, tutte e due
vestivano di stracci.
“Ecco
tua moglie” fece il vecchio indicando la piccina, e Wei replicò in
preda alla delusione: “E se io la uccidessi?”
“E’
destinata a portare ricchezze, onori e rispetto alla tua famiglia.
Qualsiasi cosa tu faccia, non puoi cambiare il destino” e così dicendo
il vecchio scomparve.
Profondamente
deluso e incollerito con il messaggero dell’oltretomba, Wei lasciò il
mercato con intenzioni omicide. Trovato un coltello e resolo affilato
come un rasoio, lo diede al suo servo dicendogli: “Hai sempre eseguito
i miei ordini. Adesso va’ a uccidere quella bambina, e io ti compenserò
con cento pezzi di rame.”
Il
giorno dopo il servo, nascosto il coltello nella manica, andò al
mercato e, celato tra la folla, si fece strada fino alla vecchia e alla
bambina. Di colpo cavò il coltello, colpì la piccola, si voltò e scappò
via, confondendosi con la folla strillante in preda al panico.
“Ci sei
riuscito?” gli chiese Wei quando il servo si presentò.
“Ho
cercato di colpirla al cuore, ma invece l’ho colpita tra gli occhi”
Il
ragazzo ricevette il compenso pattuito e Wei, sollevato all’idea di
essere libero di sposare chi volesse, continuò la sua solita vita, e
col tempo si scordò dell’intera faccenda.
Tuttavia
i suoi tentativi di trovare moglie furono vani, e così trascorsero
quattordici anni. A quell’epoca lavorava in una località chiamata
Shiangzhou, e le cose gli andavano molto bene, tanto che il suo
superiore, il governatore locale, gli offrì in moglie la propria
figlia. Così finalmente Wei ebbe una moglie bella e di ottima nascita,
una diciassettenne che amava moltissimo.
Non
appena la vide Wei notò che la ragazza portava sulla fronte una
pezzuola che non si toglieva mai, neppure per lavarsi e dormire. Non le
chiede nulla, ma la cosa non cessava di incuriosirlo. Poi, parecchi
anni dopo, si ricordò all’improvviso del servo e della bambina al
mercato, e decise di chiedere alla moglie la ragione della pezzuola.
Piangendo
lei gli rispose: “Non sono la figlia del governatore di Shiangzhou,
bensì sua nipote. Un tempo mio padre era il governatore di una città di
nome Song, e la morì. Ero ancora piccola quando morirono anche mia
madre e mio fratello. Allora la mia governante, la signora Chen, ebbe
pietà di me e mi prese con sé. Avevo tre anni quando mi porto con sé al
mercato, dove un pazzo mi accoltellò. La cicatrice non è scomparsa, e
per questo la copro con una pezzuola. Circa sette od otto anni fa, mio
zio ritornò dal Sud e mi prese con sé, per poi maritarmi come se fossi
stata sua figlia.”
“La
signora Chen era per caso cieca da un occhio?” chiese Wei.
E la
moglie stupita: “Sì, ma come lo sai?”
“Sono
stato io a cercare di ucciderti” spiegò Wei profondamente commosso
“Com’è strano il destino!”
Dopodiché
raccontò l’intera storia alla moglie, e adesso che entrambi sapevano
tutta la verità, si amarono più di prima.
Più
tardi nacque loro un figlio che divenne un alto funzionario, e
godettero di una vecchiaia felice e onorata.
«E questo cosa centra?»
domandò scettico. « Leggi tutto!» disse esasperata.
Questa
antica leggenda Cinese Babbana si fonda sul più antico rituale magico
che coinvolge, molto raramente, due maghi. Ideato da una strega di
origine babbana per contrastare i matrimoni combinati tipici dei maghi
detti "Purosangue",che recavano ai contraenti fama e ricchezza ma mai
amore. Spesso i maghi legati dal filo rosso del destino sono
nemici giurati o resi incompatibili per pregiudizi o casta sociale.
Essi sono destinati l'uno all'altro per l'eternità da un filo che li
lega indissolubilmente. Essi sono detti "anime gemelle". Le anime unite
dal filo rosso sono destinate, prima o poi, ad incontrarsi. Potrebbero
volerci anni, decenni, ma prima o poi le circostanze li
porteranno vicini: non si può sfuggire al rituale. Neanche le grandi
distanze temporali o spaziali potranno impedire alle due persone di
incontrarsi. I sintomi manifesti sono: Uguali sogni e premonizioni,
incapacità di stare lontani, incapacità di non prestare attenzione
all'altro, incapacità di provare indifferenza verso l'altro. Provare
strane attrazioni e sentimnti verso l'altro.
Il filo
rosso non potrà essere tagliato o spezzato da nessuno: il legame che
simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo
alla prova.
Draco guardò Hermione con
gli occhi sbarrati dall'angoscia e dal terrore. Cosa significava tutto
quello che aveva letto?
«Non ho idea se tutto questo può riguardare noi, però ammetterai che i
sintomi ci sono tutti.» l'anticipò Hermione. Draco non le disse
nulla.
Restarono lì, immobili a
fissarsi per un tempo infinito, senza più proferire parola.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo IX ***
Eccomi qui con
un altro capitolo! Dovevo postare ieri, ma non ho potuto. Devo
confessarvi che ho scritto con un pò di preocupazione. Non sono
propriamente soddisfatta di come l'ho scritto e il calo di recensioni
mi ha fatto dubitare ulteriolmente della storia. Devo dire che sono
molto affezionata a questa storia e se c'è qualcosa che non vi piace,
vi prego di dirmelo così che io possa riparare! Purtroppo è la prima
Dramione e non ho molta dimestichezza, indi per cui sarei molto felice
se mi lasciasse una piccola recensione per aiutarmi! Per quanto riguarda
il capitolo devo avvertirvi che troverete i personaggi un pò OOC, ma
dopo tutto è una Dramione! Ringrazio tutti quelli che leggono, che
hanno inserito la storia nelle seguite, preferite e ricordate! E un
grazie enorme a chi mi aiuta, recensendo!
Vi ricordo inoltre che
chi volesse contattarmi,chiacchiare e avere qualche anticipazione, lo
può fare iscrivendosi a questo gruppo:
http://www.facebook.com/?sk=welcome#!/groups/109305162551898/
Buona lettura!
Filo Rosso
Preferisco scegliere, perché
non fare una scelta con il proprio cuore
significa farla fare ad altri.
E poi ti trovi con una vita che non è
più tua.
Stephen Littleword
Era scappato via. Si
era dimostrato ancora una volta un perfetto Serpeverde: codardo fino
all'osso. Era terrorizzato dall'idea che la scoperta della Granger - la storia del filo rosso - potesse
riguardarli. Non ne poteva più che fossero gli altri a scegliere per lui.
Prima suo padre, poi Voldemort
e ora il destino...voleva fuggire il più lontano possibile da lì.
***
L'aveva abbandonata come
una stupida. Era impressionata ed offesa dal comportamento di Draco.
Anche lei, certo, era rimasta stupita dalla sua scoperta, ma mai aveva
pensato di fuggire. Il coraggio era una caratteristica del suo
carattere. Si era dimostrata ancora una volta una perfetta Grifondoro.
Ora che aveva trovato una pista, avrebbe cercato più approfonditamente
in biblioteca e magari avrebbe anche chiesto alla preside se ne sapesse
qualcosa. Aveva un macigno a pesarle sullo stomaco e sul cuore e se non
fosse stata così razionale come sempre, forse pure lei sarebbe fuggita
via, proprio come aveva fatto lui.
***
Draco aveva mandato un gufo
a sua madre per informarla di cosa avesse scoperto. L'aveva pregata di
mandargli qualche libro che approfondisse la faccenda. Narcissa e
Lucius furono sconvolti dalla lettera del figlio e insieme si
impegnarono a trovare qualcosa che potesse aiutarlo. Lucius aveva
subito pensato di ricorrere alla magia nera ma sua moglie, con un'
occhiataccia e un rimprovero, lo persuase ad agire secondo il giusto.
La biblioteca del Manor era ricca di antichi manuali e non fu difficile
trovare ciò che Draco chiedeva loro.
***
Minerva McGrannitt aveva la
sana - o malata - abitudine di osservare con attenzione tutti i suoi
alunni. Conosceva a memoria il nome di ogni studente, la casa di
appartenenza e persino il carattere. Si era meravigliata non poco a
vedere due dei suoi alunni più diversi fare amicizia, mettendo da parte
tutti i disaccordi passati. Ma erano ormai parecchi giorni che c'era
qualcosa di strano tra i due. Di certo non si era aspettata che tra
Hermione Granger - la sua prediletta - e Draco Malfoy nascesse l'amore,
ma vederli di nuovo distaccati e indifferenti l'uno verso l'altro la
lasciò alquanto perplessa. C'era qualcosa che li turbava profondamente
e lei era intenzionata a scoprire cosa.
***
Hermione marciava verso il
cortile dove sapeva avrebbe trovato Draco. L'aveva visto dalla finestra
dell'aula di Trasfigurazione e decise che avrebbe preso lei le redini
della situazione se quel codardo si rifiutava di collaborare. Quando
sbucò nel corridoio a pian terreno incontrò niente meno che Blaise
Zabini e Theodore Nott. Stava quasi per superarli senza degnarli di uno
sguardo, quando Blaise la prese per un braccio e la fermò. «Granger!
Dove scappi così di corsa?» Hermione sbuffò infastidita «Vado in
cortile, posso?» e strappò il braccio dalla presa del Serpeverde. «Ti
accompagnamo» e prima ancora di riuscire ad afferrare il senso di
quello che aveva sentito si ritrovò a braccetto con i migliori amici di
Draco Malfoy. All'ingresso del cortile si bloccò, vedendo ancora una
volta Draco e la biondina parlare. Sembravano piuttosto agitati e
ardeva dalla curiosità di scoprire chi fosse. Theo notando
l'espressione stupita e infastidita della Granger capì immediatamente
quale fosse la ragione. «E' Asteria Greengrass. La sorella di Daphne
Greengrass.» disse ed Hermione sbarrò gli occhi «Non- Non mi i-
interessa.» balbettò confusa. «Lei e Draco erano promessi sposi, ma lui
ha fatto sciogliere il contratto matrimoniale e lei gli sta addosso
come un cagnolino per fargli cambiare idea. Due ragazze giurano di aver
sentito dire che Asteria vorrebbe addirittura propinare a Draco
dell'Amortentia.» continuò lui. «Ti ringrazio dell'informazione, ma non
sono affari miei.» «Granger,
checchè se ne dica, Draco è un bravo ragazzo. Non lasciarlo solo anche
tu.»
disse Blaise. Hermione non seppe cosa rispondere. «Ora
se volete scusarmi, ho da fare. Buona giornata.» Si allontanò
velocemente da quei due, diretta in qualunque posto dove non vi fosse
Draco e quella Asteria.
Avrebbero parlato un altro giorno.
***
Draco vide Hermione
scappare verso il Platano Picchiatore. Sentì una morsa allo stomaco o
un pò più a sinistra.
«Senti Asteria sono stufo di sentirti dire sempre le stesse cose. Non
ho cambiato idea, ne la cambierò mai. Non ho intenzione di sposare
nessuno che io non abbia scelto personalmente e di cui mi sia
innamorato. Faresti bene a guardarti in giro e ad uscire con qualcuno
che ti piaccia, con me non hai nulla da spartire.» «Ma perchè? Perchè?
Non sono abbastanza bella per te? La famiglia Greengrass è una delle
famiglie più prestigiose in Inghilterra, persino più prestigiosa della
tua! Come puoi dire che non ti interesso? Manderò mio padre a parlare
con il tuo!» «Fai pure quello che ti pare, mio padre ha smesso da tempo
di scegliere per me.»
Si allontanò in fretta.
Dove diavolo si era
cacciata quel cespuglio so-tutto-io?
***
«Non hai lezione?» chiese
avvicinandosi a lei
«Ho un' ora libera, prima
di Pozioni.»
«Un' ora libera sprecata a
stare distesa sotto il Platano Picchiatore! Non un libro nelle sue
mani! Melino, Sanguesporco stai male?» nessuna risposta. Si distese
accanto a lei. «Hai intenzione di ignorarmi ancora a lungo?» nessuna
risposta. Sospirò stendendosi vicino a lei. La sua mano prese un
ricciolo che sfuggiva alla crocchia con cui lei cercava di domare i
suoi capelli, senza riuscirci. Se lo arrotolò su un dito, mentre lei,
molto lentamente, si girava nella sua direzione. «Cosa c'è, Draco?» lo
guardò negli occhi. «Avevo voglia di vederti.»disse solo. «Davvero? Mi
hai ignorato tutta la settimana e ora hai voglia di vedermi?» aveva
alzato un pò il tono di voce e Draco si accorse di quanto fosse
nervosa. «Ho mandato un gufo ai miei per scoprire qualcosa in più, ma
non voglio parlare di questo adesso.» «Di cosa vorresti parlare,
allora? » Draco esitò prima di rispondere. «Non voglio parlare.»
Hermione alzò un sopracciglio interrogativa «Non vuoi parlare. Meglio,
perchè io non avevo nessuna voglia di risponderti.»Draco si inumidì le
labbra secche «Sei nervosa, lo sento. » Le toccò ancora una volta i
capelli «Sono più crespi del solito»aggiunse. «Dovrei usare qualche
lozione, ma non ne ho il tempo.» «No, mi piacciono così. Rispecchiano
la tua personalità.» Hermione boccheggiò «Cosa ne sai tu della mia
personalità? » «Ti conosco meglio di quanto pensi.»sospirò. Lei rise
«Se mi conoscessi come dici, sapresti che sono infuriata con te per il
tuo comportamento infantile. Non dovevi scappare in quel modo.» «Lo so.
Hai ragione, sono stato un codardo.» «Si, decisamente.» Hermione voltò
il capo.
Stetterò in silenzio per un pò di tempo. Hermione guardava il cielo e
lui guardava lei.
«Hermione... » lei si girò
a guardarlo «Dimmi»disse seccata, lui si avvicinò ancora «Ti posso
baciare?» la guardò negli occhi. «Mi stai chiedendo il permesso?» era
incredula. «Si, sono un gentiluomo.Ti posso baciare?»ripetè. Ad
Hermione mancò il fiato «No» disse.
Draco non l'ascoltò.
Affondò le mani nei suoi capelli e la baciò, prima delicatamente e poi
con più passione.
La baciò, come non aveva mai baciato nessuna.
La baciò come non avrebbe potuto baciarla nessuno.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo X- parte prima. ***
Dovrei prostarmi
ai vostri piedi e chiedere scusa ininterrottamente per una settimana
intera! Scusateee! Ho avuto problemi con EFP e non riuscivo ad entrare
nel mio account. Ora fortunatamente il problema è risolto, per cui
eccomi quiii! Vi ringrazio immensamente per le bellissime recensioni
che mi avete lasciato. Mi hanno aiutato tantissimo! Ringrazio inoltre
chi ha inserito la storia nelle seguite, preferite e nelle ricordate,
Graziee!! Spero che il capitolo vi piaccia,è diviso in due parti. la
seconda sarà postata entro la fine della settimana. Anche se non è
incentrato sui due protagonosti principali, è importantissimo ai fini
della trama, soprattutto per qualcosa che non scopriremo ora! Inoltre
alla fine del capitolo farà la sua comparsa un nuovo personaggio, chi
sarà??? Mi farebbe piacere leggere le vostre recensioni e quindi capire
chi è per voi questo personaggo! Sbizzarritevi con la fantasia e
provate ad indovinare! Come sempre vi ricordo che chi volesse
iscriversi al gruppo è il benvenuto!
http://www.facebook.com/?sk=welcome#!/groups/109305162551898/
Vi lascio al capitolo,
Buona lettura!!
Filo rosso
L'amore di una madre è forte ed eterno.
"Mi sembra di averti detto di no."
aveva mormorato, prima di dargli uno schiaffo in pieno viso.Per la
seconda volta la sua mano aveva incontrato la guancia scarna e bianca
di Draco. Il rumore aveva zittito entrambi, troppo scossi per capire
cosa fosse successo. Era fuggita via, poi, colpevole e
dolorante.
Draco l'aveva guardata scappare, con una mano distesa sul fianco e
l'altra a toccarsi la guancia rossa.
"Chi è la cordarda ora?" aveva
urlato, ma le parole si erano disperse nel vento.
***
Sin dal terzo anno Blaise
Zabini e Theodore Nott si erano accorti che in Draco Malfoy ci fosse
molto più di quello che lui si prodigava a mostrare. Non era soltanto
un ragazzino viziato e sgorbutico quello che camminava per la Sala
Comune e che si circondava di due gorilla idioti. Si erano accorti che
poteva essere un amico fedele e prezioso. Si era dimostrato un ottimo
compagno, quando seduti sul divano di fronte al camino, aveva
dispensato loro molti consigli o quando li aveva aiutati con i compiti
particolarmente difficili. Non si era lasciato spaventare dal cattivo
umore di Theo, nemmeno quando tutti lo credevano pazzo perchè vedeva le
carrozze trainate da "mostri
disgustosi", come lui stesso si era prodigato a definirli.
All'epoca nessuno gli credeva, eccetto Draco.
I Thestral, ora, li vedevano tutti.
Aveva confortato
Theo quando suo padre, l'unico genitore che gli fosse
rimasto, era stato incarcerato insieme a Lucius. Nonostante anch'egli
soffrisse come un cane, non aveva permesso a nessuno nè di offenderli
nè di denigrarli.
Non aveva avuto alcun
pregiudizio quando Blaise gli aveva detto che non avrebbe voluto avere
a che fare con i Mangiamorte. Anzi, l'aveva guardato e gli aveva
risposto di non esserlo ancora e di preoccuparsi per nulla. Draco
Malfoy si era guadagnato la loro stima e la loro amcizia, nella maniera
più nobile possibile, anche se era un Serpeverde.Il nome dei Black e
dei Malfoy aveva generato una persona misteriosa e al tempo stesso
luminosa. Egli era, con i suoi pari, giusto e generoso. Il problema era
che la persona in questione, non ne fosse stata mai consapevole del
tutto. Ora più che mai, queste sue caratteristiche emergevano se lo si
osservava mentre interagiva con la Granger o quando parlava di lei. Non
avevano saputo spiegarsi come mai soltanto dopo la guerra, l'interesse
perenne di Draco per la mezzosangue Grifondoro si fosse palesato in
maniera così evidente. Non erano nemmeno così stupidi da non notare le
occhiate nascoste e le espressioni di lei. C'era qualcosa che li aveva
avvicinati ed erano intenzionati a scoprire cosa fosse.
L'avrebbero fatto per Draco, l'unico vero amico che avessero.
***
Erano passati tre giorni da
quello schiaffo. Tre giorni in cui Hermione Granger non aveva rivolto
nè una parola nè un solo sguardo a Draco Malfoy. Era ritornato in lei,
lo stesso sentimento che l' aveva pervasa per un intero anno - durante
la ricerca degli Horcrux: L'insicurezza e la paura di aver sbagliato
tutto. Aveva fatto bene a dargli quello schiaffo? Era la cosa giusta da
fare? Come avrebbe dovuto comportarsi ora? Doveva trovare una soluzione
al più presto.
Mentre spilucchiava il cibo nel piatto,un grande e maestoso Barbagianni
Bianco aveva posato le zampe sul suo braccio e con un inchino della
testa, le aveva posato un piccolo biglietto. Intimorita, gli aveva
accarezzato il becco e il Barbagianni era volato via. Si affrettò ad
aprire la missiva sotto gli occhi attenti di parecchi studenti e
soprattutto di quelli di uno in particolare; che conosceva
perfettamente il mittente di quella lettera.
Miss
Hermione J. Granger,
le
scrivo questa mia, per chiederle un incontro ad Hogsmade sabato
prossimo alle 11 am. Possiamo incontraci sulla via principale. Vorrei
discutere con lei di alcune cose di vitale importanza. La pregherei di
confermare in nostro
appuntamento.
Ossequi
Narcissa Black- Malfoy
Hermione rilesse quel
biglietto una decina di volte, prima di decidersi a confermare. Draco
le aveva detto che aveva scoperto qualcosa dai suoi genitori,
sicuramente sua madre voleva parlarle di quello. Sperò con tutto il
cuore che Draco non le avesse raccontato dello schiaffo, era già
abbastanza imbarazzata per gestire anche la ramanzina di una madre
protettiva.
***
Aveva indossato i suoi
vestiti più belli per incontrare la signora Malfoy. Sapeva
perfettamente che donna elegante fosse e non voleva sfigurare per
nessun motivo al mondo. Con la tensione alle stelle, si recò nel luogo
concordato non accorgendosi di tre persone che la seguivano.
***
Draco la seguiva con
parecchia cautela. Se la Granger l'avesse scoperto, molto probabilmente
l'avrebbe schiantato senza remore e abbandonato al suo destino.
***
Si muovevano con passo
felpato, nascondendosi tra i cespugli, non appena Draco si girava a
controllare. A Blaise la situazione ironica non sfuggiva e ogni tanto
si lasciava andare a risate prontamente fermate dal silencio di Theo. Stavano seguendo
Draco che seguiva la Granger, che aveva sicuramente appuntamento con
qualche membro della famiglia Malfoy. Theo avrebbe riconosciuto i loro
Barbagianni anche lontano un miglio.
***
« Signora Malfoy, è un
piacere incontrarla ancora» disse Hermione con la voce roca.
«Signorina Granger, sono felice che lei abbia accettato di incontrarmi.
La prego mi segua» Narcissa le prese un braccio sotto il proprio.
«Proprio dietro l'angolo si trova un locale assai grazioso dove fanno
un ottimo tè. Mi ci recavo spesso in compagnia di Draco, sebbene a lui
il tè non piaccia troppo. Eccoci arrivati.» Si accomodarono ad un
tavolino appartato e si presero alcuni miniti per osservarsi mentre la
cameriera prendeva le ordinazioni. «Hai preso i zuccotti? Anche Draco
ne va matto, quando si trova a casa si ingozza e quando si trova ad
Hogwarts se ne fa mandare una scatola ogni settimana.» disse con gli
occhi e le labbra sorridenti. «Vuole molto bene a suo figlio. L'affetto
con cui ne parla dimostra che lo ama molto.» « E' mio figlio, è
naturale che sia così. Lo amo incondizionatamente e farei qualsiasi
cosa per lui. So bene che, per molti anni, i rapporti tra lei e la mia
famiglia sono stati sempre ben oltre la maleducazione. Io stessa la
osteggiavo apertamente. Mi deve scusare, purtroppo la mia educazione e
di conseguenza quella di mio figlio, non ci permettevano di guardare
oltre le tradizioni. Fin dalla più tenera età, mi insegnarono il
disprezzo per i Babbani, mia sorella Andromeda- esilita e diseredata-
ne è la prova più evidente. Così mio figlio è stato cresciuto con
ideali, ora lo ammetto, completamente sbagliati. E' dura per un
genitore ammettere di aver fallito con il proprio figlio. Soltanto ora,
io e mio marito Lucius, abbiamo compreso quanto nostro Draco abbia
sofferto e quanto ancora stia soffrendo. In nome di tutte le crudeltà
commesse nei suoi confronti, io le chiedo scusa e invoco il suo aiuto.»
Hermione era sbalordita. Non si era aspettata di certo che Narcissa le
parlasse in questo modo e che addirittura chiedesse il suo aiuto.
Balbettò, prima di ricomporsi e rispondere. « Signora, accetto le sue
scuse. Conosco perfettamente il metodo educandi delle famiglie
Purosangue e conosco molto bene con quale disprezzo essi vedono me e le
persone come me. Tuttavia io sono una strega, così come lo è lei e
qualsiasi Purosangue. Non è il nome a fare il mago, ma la magia e la
volontà. Non me ne voglia, signora, ma sono più che consapevole di
avere entrambe le caratteristiche in dosi più che sufficienti. Avevo
smesso da tempo di dare retta ai pregiudizi e gli insulti arrecatemi,
compresi quelli di vostro figlio. Ho imparato a conoscere abbastanza
bene Draco da sapere che la maggior parte che le cose che dice sono il
suo modo di difendersi. E' da parecchio tempo, ormai, che si dimostra
con me un ragazzo gentile ed educato. Dunque, come posso aiutarla? » Narcissa
le sorrise. La ragazza l'aveva stupita oltre ogni immaginazione.
***
Vedeva sua madre parlare
tranquillamente con la Granger. La Sanguesporco pareva sbalordita. Cosa
le stava dicendo? Doveva cercare di avvicinarsi e origliare senza che
lo scoprissero. All'improvviso vide sua madre carezzarle il viso e
tutti i suoi propositi andarono a farsi benedire.
***
«Non so se ha notato, ma
suo figlio ci sta spiando.» disse con una nota di divertimento nella
voce. « Spiando? Dove?» «L'ho visto perdere il controllo, temo
che stia per venire qui.» «Allora faremmo bene a finire il nostro tè.»
ridacchiò Narcissa.
«Mamma, Granger» Draco
cercò di darsi un contegno mentre salutava le due donne, che sedute al
tavolo, bevevano e chiacchieravano come vecchie amiche. Represse un
brivido. «Draco, tesoro, come mai da queste parti?» «Stavo
passeggiando, quando vi ho visto e sono entrato, come mai insieme? »
Hermione non riuscì a nascondere la risata che le nacque a sentire la
bugia di Draco. Offeso la guardò in cagnesco «Ti faccio ridere,
Sanguesporco?»
« Draco!» s'indignò
Narcissa.
« Malfoy, brutto
stronzo! » urlò qualcuno di totalmente inaspettato.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** CapitoloX - parte seconda. ***
Eccomi con la
seconda parte del capitolo! Vi ringrazio infinitamente per le
recensioni, siete state meravigliose! Ringrazio anche chi ha letto,
inserito nelle seguite,ricordate e preferite. Come ho già detto questa
è la seconda parte del capitolo precedente. Qui, scopriamo una cosa
molto importante che sconvolgerà non solo i protagonisti. Fatemi sapere
cosa ne pensate, perchè con i vostri commenti mi invogliate sempre a
scrivere e a fare meglio. Quindi attendo con ansia il vostro parere! Vi
lascio e
Buona lettura!
Filo rosso
-L’insieme
aveva l’essenza degli incubi, senza esserlo, però.
La sensazione d’irrealtà era reale.-
«Malfoy, brutto stronzo!» urlò
qualcuno di totalmente inaspettato.
Ginny Weasley aveva assunto la tipica espressione di chi è pronto ad un
duello all'ultimo sangue. Il colore del viso era di un rosso acceso,
che permetteva alle lentiggini di risaltare. Le sue mani erano chiuse
in due pugni serrati e le tremava vistosamente il labbro inferiore.
Hermione, con gli occhi sgranati e la tazza di tè sospesa verso la sua
bocca, la guardava con terrore. Draco, alla vista della piattola alzò
il sopracciglio destro. Dietro l'ultimogenita dei Weasley, Harry Potter
guardava la scena con un misto di costernazione e incredulità. «Ginny,
per favore, calmati!» disse poi, cercando di allentare la tensione.
«Calmarmi? Calmarmi?? Se non hai sentito, quel brutto stronzo di
Malfoy, ha chiamato la nostra amica "sanguesporco"! Ancora!» Si rivolse
a Draco «Ma come ti permetti?? Brutto viscido!» «Ginny, ora
basta!» Hermione scattò in piedi, facendo cadere la sedia « So
difendermi da sola, senza l'aiuto di nessuno! E poi oramai dovresti
sapere che non mi importa nulla di ciò che pensa la gente, per cui
calmati.» Si rivolse a Narcissa «Le dispiace se invito i miei amici al
nostro tavolo? Draco prendi una sedia anche per te.» Narcissa
acconsentì e Draco sbuffò «Ora mi dai anche ordini?» e con tutta la
compostezza che gli permise la situazione, prese una sedia e si
accomodò vicino ad Hermione. «Io e te dobbiamo parlare» le ringhiò
sottovoce «ero convinto che la codardia fosse una caratteristica tipica
dei Serpeverde e invece...scopro che anche i Grifondoro ne sono
provvisti.» Hermione sorrise amaramente, Harry li guardò con sospetto e
Narcissa nascose un sorriso dietro la propria tazza.
***
«Malfoy, sei sulla mia lista nera!» Urlò Ginny, mentre Draco al braccio
di sua madre si allontanava verso la strada principale. «Cosa c'è tra
te e quel Furetto?» esclamò subito dopo. «Ginny!Credo che dovresti
lasciare in pace Hermione.» Harry si aggiustò gli occhiali. «Io non
lascio stare proprio niente!» « Per carità, Ginny! Non c'è proprio
nulla tra me e Draco» ridacchiò nervosa «Mi chiamo, per caso, Harry Potter? Oppure mi hai
scambiato per quel tonto di Ron?
Non sono stupida!» «Ehi!» «Zitto. Da quando in qua vai a prendere il tè
con i Malfoy? C'era persino la Signora-ho-la-puzza-sotto-il-naso.»
Hermione ed Harry si scambiarono una veloce occhiata «Ti assicuro
Ginny, che non c'è nulla, Narcissa Malfoy voleva soltanto
ringranziarmi. Piuttosto come mai da queste parti?» «Io e Ginny
volevamo incontrarti ad Hogwarts, ma non c'eri e così ti abbiamo
seguito con la Mappa e ti abbiamo trovato. » «Percy si sposa e la mamma
mi ha mandato per invitarti al matrimonio! Ci credi? Percy che si
sposa! Ho sempre saputo che Audrey avesse dei gusti terribili! Verrai?»
«Non lo so,ma ci penserò. Te lo prometto.» e poggiando le braccia sulle
spalle dei suoi amici, si avviarono verso il castello.
***
Aveva salutato sua madre con un bacio sulla guancia. Non era riuscito a
scoprire il perchè aveva voluto incontrare la Granger. Sembrava
piuttosto soddisfatta della conversazione e aveva addirittura parlato
amabilmente con Potter quando si erano accomodati tutti al tavolo. Era
terribilmente adirato con la Granger. Non riusciva a capire cosa
Merlino gli fosse saltato in mente di fare baciandola, in più lei era
pure fuggita a gambe levate. L'aveva rifiutato. Era tutto troppo
assurdo,quella storia era assurda. Eppure ora avrebbe voluto correre da
lei, ancora. Doveva parlarle; doveva dirle ciò che aveva scoperto,
glielo doveva.
***
Voldemort levò la
bacchetta di suo padre, la puntò sulla sagoma che roteava lenta sopra
il tavolo e la agitò appena. Il corpo tornò in vita con un gemito e
prese a lottare contro lacci invisibili.
«Riconosci la
nostra ospite, Severus?» chiese Voldemort.
Piton osservò il
viso capovolto. Tutti i Mangiamorte ora guardavano la prigioniera, come
se avessero avuto il permesso di dare sfogo alla loro curiosità. Quando
si trovò rivolta verso il fuoco, la donna implorò, con voce rotta e
piena di terrore: «Severus! Aiutami!»
«Ah, sì» disse
Piton, mentre la prigioniera rigirava lentamente.
«E tu, Draco?»
continuò Voldemort, accarezzando il muso del serpente con la mano
libera. Draco scosse il capo di scatto. Ora che la donna si era
svegliata, non riusciva più a guardarla.
«Ma tu non avrai
seguito le sue lezioni» osservò Voldemort. «Per coloro che non lo
sanno, questa sera è tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa
insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts».
Da vari punti del
tavolo si levarono mugolii di assenso. Una donna grossa e gobba coi
denti appuntiti ridacchiò.
«Sì... la
professoressa Burbage insegnava tutto sui Babbani ai figli di maghi e
streghe... spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...»
Uno dei
Mangiamorte sputò per terra. Charity Burbage si ritrovò di nuovo di
fronte a Piton.
«Severus... ti
prego... ti prego...»
«Silenzio» le
intimò Voldemort, con un altro piccolo movimento della bacchetta di suo
padre, e Charity tacque, come imbavagliata. «Non contenta di corrompere
e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la
professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei Babbani
sulla Gazzetta del Profeta. I maghi, ha dichiarato, devono accettare
questi ladri della loro conoscenza e della loro magia. La diminuzione
dei Purosangue è, sostiene la professoressa Burbage, una circostanza
assai auspicabile... Se fosse per lei, ci farebbe accoppiare tutti con
i Babbani... o con i lupi mannari...»
Nessuno rise: la
rabbia e il disprezzo nella voce di Voldemort erano inequivocabili.
Draco di voltò di nuovo a guardarla. Piano,le sembianze di
Charity Burbage si modificarono. I suoi capelli divennero crespi e il
suo viso divenne quello di una ragazza giovanissima. Le lacrime le
colavano dagli occhi nei capelli. Piton le restituì lo sguardo,
impassibile, mentre lei continuava a girare lentamente. Il cuore di
Draco prese a battare fortemente mentre riconosceva in lei Hermione.
Non ebbe il tempo di fare nulla, prima di sentire Voldemort pronunciare
un
«Avada Kedavra»
Il lampo di
luce verde illuminò ogni angolo della sala. Hermione crollò con uno
schianto sul tavolo, che vibrò e cigolò. Molti dei Mangiamorte
balzarono indietro nelle sedie. Draco si lanciò verso di lei, finendo
disteso sul tavolo e urlando a squarciagola.«La cena, Nagini» sussurrò
dolcemente Voldemort, e l'enorme serpente strisciò giù dalle sue spalle
sul legno lucido, spalancando la grossa bocca verso loro due.
«Nooooooooo»
Blaise e Theo balzarono dai propri letti. L'urlo terrificante di Draco
rimbombò per i sotterranei in tutto il suo orrore. «Per Salazar! Draco,
amico mio, cosa ti è successo??» Draco, matido di sudore e tremante si
accorse appena della mano sanguinante. «Come diavolo te lo sei
procurato quel-quel morso?»
Theo aveva riconosciuto quei morsi.
«E' la maledizione, è la maledizione» singhiozzò Draco, prima che i due
lo trascinassero verso l'infermeria.
***
Hermione boccheggiò. Aveva gli occhi spalancati e il corpo rigido.
Sentiva dolore là dove l' Avada Kedavra di Voldemort l'aveva colpita.
Le lacrime bagnavano ancora il suo volto. Doveva essere un incubo di
Draco, quell'incubo doveva essere un suo ricordo. Era quasi sicura che
quella fosse casa sua e che al suo posto ci fosse stata un' altra
persona. Il suo cuore batteva all'impazzata mentre la mano sinistra
pulsava dolorosamente. Il sangue stava imbrattando le lenzuola
bianche.Guardò attentamente la sua mano, che si apriva da un punto
inprecisato del polso e coinvolgeva tutte le falangi. Era orripilante.
Di corsa, con la mano al petto, corse verso i corridoi.
***
«Granger!» urlarono sorpresi. «Per Merlino anche tu??» Draco volse lo
sguardo verso l'alto, vedendo Hermione, che con la vestaglia imbrattata
di sangue, scendeva le scale. Si erano incontrati a metà via e Theo
corse subito verso di lei, prendendole la mano. «Fammi vedere!» osservò
con attenzione la stessa ferita che aveva visto sulla mano del suo
amico. «Cosa cazzo state combinando??»disse, pieno d'agitazione e con
la voce tremante. «Theo, non c'è tempo. Dobbiamo portarli in
infermeria.» Blaise pareva il più razionale. «No! Non possiamo andare
in infermeria, Madama Chips farebbe troppe domande. Conosco parecchi
incantesimi di guarigione. Stavo andando verso la vostra Sala Comune,
ero sicura che anche Draco l'avesse.» «E' la maledizione, Granger.»
disse come se fosse fuori di sè «è quello che ancora non ti ho detto.»
Nei suoi occhi, Hermione vi lesse lo stesso terrore che vi aveva visto
in sonno.
***
«Ora voi due mi dite che state combinando o vi giuro su Salazar, che vi
denuncio alla preside!» «Theo, per favore » Blaise fece accomodare sia
Draco che Hermione sul letto di Malfoy. Quest'ultima prese la bacchetta
dalla tasca della vestaglia e iniziò a sciorinare una serie di
incantesimi di guarigione, senza tuttavia riuscire a richiudere le
ferite. «Epismendo!»
pronunciò ancora senza risultato. «Perchè non funzionano? Tutti i miei
incantesimi hanno sempre funzionato perchè ora non ci riesco??» «Io
conosco quella ferita! Draco! Quello
è... » venne interrotto da Draco che prendendo la sua bacchetta
pronunciò come una lenta litania «Vulnera
Sanentur...Vulnera Sanentur... » «Che incantesimo è? Non lo
conosco!» le ferite si rimarginarano lasciandosi dietro una lunga
cicatrice. «Che incantesimo è?» ripetè Hermione. «Ferula» e grosse bende fasciarono
la mano di entrambi. «Draco, ora dimmi come diavolo avete fatto a
procurarvi quel morso.» Draco, Hermione e Blaise si voltarono verso
Nott che si teneva la testa fra le mani. «Io conosco quel morso, Draco.
E' la bestia di Voldemort, è il morso di Nagini.» « COSA??» urlò Blaise.
Draco si voltò verso Hermione «E' magia nera, Granger.»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo XI ***
Eccomi qui con il nuovo capitolo! Devo essere assolutamente sincera con
voi, il capitolo non mi soddisfa per niente, non è venuto come volevo.
Ho provato a riscriverlo più e più volte, ma invece di migliorare,
peggiorava.Per cui ho preferito pubblicare questo, piuttosto che
pubblicare con un ulteriore ritardo. Ringrazio tutti quelli che hanno
recensito,inserito la storia nelle seguite, preferite e ricordate.
Aspetto con ansia i vostri commenti, anche se so di meritare il lancio
dei pomodori! Vi lascio al capitolo.
Buona Lettura.
Filo Rosso
-Se non si ha scelta,almeno
si abbia coraggio.-
«MAGIA
NERA?» urlarono contemporaneamente Blaise Zabini ed Hermione Granger
«Hai praticato la Magia Nera per guarirci? Sei, per caso, impazzito??
Potremmo essere espulsi, Draco!» « Granger, questo è il problema minore
al momento!» si voltò verso Nott, vedendolo pallido e scarmigliato
«Abbiamo un grosso problema e forse tu ci puoi aiutare» gli disse poi.
«Non vi aiuterò, finchè non mi dite cosa state combinando. Questa è
roba pericolosa! E' male!Nessuno meglio di me e te lo può capire. Vi
aiuterò, ma solo dopo aver valutato la cosa, Malfoy!» Draco si sistemò
meglio sul letto, pronto a raccontare tutto ciò che aveva scoperto. «Io
e la Granger...» «Per Merlino, ho un nome io! Potresti utilizzarlo, per
favore?Quel "Granger" mi fa venire i nervi!» lo interruppe Hermione,
stremata e impaurita. «Io ed... HERMIONE» calcò forzatamente il nome
«alcuni mesi fà abbiamo scoperto di fare sogni molto simili, se non gli
stessi. Dopo accurate ricerche abbiamo capito che si trattava di un
rituale che prende il nome di "Filo Rosso". Esso lega due persone
indissolubilmente... Ho scritto ai miei genitori e loro hanno scoperto
che non è un semplice rituale» si voltò verso Hermione, guardandola
negli occhi « ma si tratta di Magia Nera, così potente da non avere
contro-incantesimi.» Nott si coprì il volto con le mani e Blaise fece
due passi indietro. «COSA? Non è possibile! Sul libro che ho letto, non
faceva alcun riferimento alla magia nera! Non può essere, devono
essersi sbagliati!» «Non c'è nessuno più esperto di mio padre in Magia
Nera, dovresti saperlo. I miei genitori non si sono sbagliati.» «Ma ci
deve essere una soluzione! Ogni Magia ha un contro-incantesimo!»
Hermione cercò di non permettere al panico di prendere il sopravvento.
«E' questo il punto, Gr-Hermione. Dobbiamo trovarlo noi.»
«E questo segno? Non mi
pare che vi sia già capitato.» Theo sembrava determinato a conoscere
ogni cosa. «Questo è un effetto collaterale. Mio padre aveva
accennato a ciò, ma io non gli ho dato peso, almeno fino ad adesso.» «
Come posso aiutarvi?» «La biblioteca dei Nott è vasta almeno quanto
quella dei Malfoy. Tuo padre era un Mangiamorte come il mio e potremmo
trovare qualcosa in più. Qualcosa che ci aiuterebbe a capire il
contro-incantesimo o qualsiasi cosa per fermare il rituale.»
***
«Vulnera
Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
***
Draco ed Hermione si
recavano ogni giorno in Biblioteca, con la speranza di trovare
qualcosa, anche la più banale sciocchezza, che gli avrebbe permesso di
spezzare il rituale. Madama Prince li osservava da lontano, sperando
che anche il più testardo dei Purosangue avesse messo la testa a
posto.
***
«Vulnera
Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»
***
Come temeva, il gufo dei
Weasley era arrivato a reclamare la risposta all'invito del matrimonio
di Percy. Era combattuta, voleva andarci perchè i Wealsey erano
stati la sua famiglia "magica" per moltissimo tempo e doveva molto a
tutti loro. Non voleva andarci perchè l'ultima volta che si era recata
alla Tana, era stato terribile. Aveva lasciato Ron, aveva urlato come
quella pazza di Bellatrix e per poco non aveva distrutto la loro casa.
In più, questa storia del rituale la stava distruggendo. Non riuscivano
a venire a capo di nulla e almeno due notti su sette, lei e Draco si
incontravano nel bagno dei Prefetti per curarsi le ferite che gli
incubi provocavano. Quelle provocati dai ricordi di Draco, erano le più
terribili. No, non ci sarebbe andata. Come avrebbe potuto spiegare
quelle ferite, inferte dagli incubi?
Come
avrebbe potuto lasciare Draco da solo?
***
«Ho trovato! Ho trovato
quello che cercavate!» Theo scaraventò un libro grosso e nero sulla
scrivania dove si trovavano Draco ed Hermione. «Hai capito come porre
fine al rituale?» domandò speranzosa Hermione. «No, ma ho scoperto cosa
provoca quelle ferite. Si chiama "La maledizione del sonno". E' un
effetto collaterale del rituale. Quando qualcuno ne è colpito, le anime
viaggiano verso un altro mondo, fatto di ricordi di uno delle due
vittime, e lì restano fino a quando le vittime non si risvegliano.
L'incubo è molto reale e ripercorre le vostre vicessitudini passate. In
questo caso, gli eventi traumatici della guerra. Se nell'incubo venite
feriti, venite feriti anche nel mondo reale.» «Avevamo capito che si
trattava di ricordi, Theo! Dacci la soluzione!» «Draco...qui è scritto
chiaramente che... n-non esiste soluzione.»
Tutto quello che si trovava
sulla scrivania fu scaraventato per terra.
***
«Vulnera
Sanentur... Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»
«Perchè?»
***
Era salita sulla Torre di
Astronomia e vi aveva trovato Draco affacciato alla ringhiera ed
esposto alla brezza serale. Il vento gli scompigliava i capelli e la
luce della luna li faceva sembrare ancora più chiari. I tratti del viso
era induriti dalla stanchezza e dalla rassegnazione.
«Cosa ci fai qui da solo?»
«Da solo? Noi siamo soli!
Non vedi?? Siamo soli, Granger!» urlò «Siamo dannatamente soli!»
***
«Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...
Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»
«Perchè?»
«Non voglio che tu pratichi
questo schifo, nè che tu venga espulsa se ci dovessero scoprire.»
***
Era seduta sul davanzale
della finestra, nel bagno dei Prefetti. Draco se ne stava appoggiato al
lavandino, guardandosi allo specchio. Il silenzio era diventato
assordante, ma nessuno aveva voglia di parlare. Mirtilla Malcontenta li
osservava da uno dei water e stranamente, anche lei non aveva nulla da
dire.
«Non saremo mai soli, se
restiamo insieme, Draco.»
***
«Vulnera Sanentur... Vulnera Sanentur...
Vulnera Sanentur...»
«Devi insegnarmelo, Draco.»
«No.»
«Perchè?»
«Non voglio che tu pratichi
questo schifo, nè che tu venga espulsa se ci dovessero scoprire.»
«Draco...vieni qui»
***
«C'è
qualcosa lì» sussurrò suo padre, «potrebbe essere la cicatrice, molto
tirata... Draco, vieni qui, guarda bene! Che cosa ne dici?» «Non so»
dichiarò e se ne andò verso il camino dove sua madre, in piedi,
osservava la scena.«È meglio esserne sicuri, Lucius» disse Narcissa al
marito con la sua voce fredda e chiara. «Completamente sicuri che sia
Potter, prima di convocare il Signore Oscuro... Dicono che questa è
sua» continuò, studiando la bacchetta di prugnolo, «ma non corrisponde
alla descrizione di Olivander... Se ci sbagliamo, se chiamiamo il
Signore Oscuro per niente... ti ricordi cos'ha fatto a Rowle e
Dolohov?»
«E la
Nata Babbana, allora?» ringhiò Greyback. Draco si voltò di scatto.
Hermione era inginocchiata sul freddo pavimento, esposta alla luce del
lampadario. «Un momento» fece Narcissa brusca. «Sì... sì, era da Madama
McClan con Potter! Ho visto la sua foto sul Profeta! Guarda, Draco, non
è quella Granger?» «Io non... io non sono sicuro» rispose con terrore
Draco. «Ma osservala bene, dai! Avvicinati!» Si avvicinò ad Hermione,
chinando il viso alla sua altezza e guardandola terrorizzato. Lei si
sporse fino ad arrivare al suo orecchio
«Non
saremo mai soli, se restiamo insieme, Draco.»
L'incubo svanì così come
era venuto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo XII ***
Inanzitutto voglio augurarvi , anche se in ritardo,un felicissimo 2013
e che tutti i vostri desideri possano avverarsi! Ok, detto questo, vi
starete chiedendo dove sono stata... bè vi dico soltanto che
il mio pc mi ha abbandonata di punto in bianco! Ho cercato di
aggiustarlo, ma alla fine ho dovuto comprare uno nuovo. Ho
perso tutto il capitolo che avevo già scritto e quindi ho
dovuto riscriverlo, con mio sommo dispiacere e disperazione. Detto
questo, ho cercato di seguire il consiglio di Tomoyo che
mi ha chiesto di distaccare i dialoghi per rendere
più agevole la lettura. Spero che così vada bene,
altrimenti fatemelo sapere e io provvederò! Un grandissimo
ringraziamento va a tutte le persone che hanno recensito e chi ha
inserito la storia nelle preferite, seguite e ricordate. Siete in
tantissimi e vi ringrazio di tutto cuore! Fatemi sapere cosa ne pensate
di questo nuovo capitolo! Vi lascio alla lettura!
Filo Rosso
-Quando si decide di conoscere,bisogna essere pronti a
tutto.-
«Non saremo mai soli, se restiamo insieme,
Draco.»
«Hermione!
Granger!» gridò.
Gli aveva
detto le stesse cose che gli aveva ripetuto nel bagno dei prefetti.
Come accidenti era possibile?
****
Se avesse
potuto gli avrebbe detto quelle parole e nel momento in cui si era
presentata l'occasione aveva potuto dirle.
«Non
saremo mai soli, se restiamo insieme, Draco.»
****
«Possiamo
controllare i sogni! Io volevo dirti quelle cose e tu le hai ascoltate!
Potremmo cavarcela in questo modo, quando ci capiterà di
nuovo di fare questi brutti incubi. Devo cercare meglio fra i libri che
ci ha portato Nott, deve esserci sicuramente qualche riferimento a
questa possibilità di riuscire a comunicare.»
«Sei spaventata?» domandò Draco
guardandola intensamente. Aveva completamente ignorato quello che gli
aveva detto.
«Non lo so. Alcune sere fatico a prendere sonno
perchè ho paura di quello che potrei vivere in questi sogni,
ma d'altra parte...»
« D'altra parte?» la incalzò
«d'altra parte... quando sogno so di non essere
più sola.»
Draco
chiuse gli occhi.
****
Erano seduti
all'ombra del Platano Picchiatore. Hermione consultava un vecchio libro
di Pozioni di Draco per completare il tema di Lumacorno e Malfoy
sonnecchiava sulle sue gambe. Ogni tanto sentiva Draco lamentarsi nel
sonno, altre volte chiamava il suo nome e quello di Narcissa. Aveva
riso forte quando lo aveva sentito dire "Blincky preparami un vassoio
di zuccotti" Di certo, Draco era più loquace nel sonno che
durante il giorno! Si sentiva stranamente tranquilla in quella
posizione e in quella compagnia. «Credi che per cena
serviranno anche gli zuccotti, stasera?» le aveva chiesto,
con la bocca ancora impastata di sonno e con gli occhi socchiusi,
facendola sobbalzare dallo spavento.
Lo guardò a lungo prima che una risata fragorosa
risuonasse nell'aria.
****
«Quello
stupido di Lumacorno non è affatto obiettivo!»
brontolò salendo due scalini in una volta sola.
«Non è uno stupido, è un professore
molto qualificato.»
« E' uno stupido, così come lo è quel
suo stupido LumaClub!»
«Soltanto perchè non ti ha chiesto di farne parte.
E poi se è così stupido perchè ti
importa del suo giudizio?»
«Non è del suo giudizio che mi importa,
Granger.» Si bloccò quando si ritrovò
di fronte all'arazzo di Barnaba il Babbeo.
Hermione troppo occupata nel sorreggere la pila di libri che aveva in
mano non aveva visto Draco bloccarsi, andandogli a sbattere contro.
«Che cosa c'è?» domandò
cercando di tenere in equilibrio i libri uno sopra l'altro.
«Non è niente Sanguesporco, andiamo.»
« Aspetta! E' per la Stanza delle
necessità?»
«Non dire scemenze, Granger.» sbuffò.
«Credi che si stata ricostruita insieme al castello? D-dico
dopo l'incendio...»
Draco la guardò per un pò, poi volse lo sguardo
in giro e infine all'arazzo. « Qui siamo nel mondo magico,
tutto è magia. Deve essere stata per forza ricostruita. Ti
pare?» «Allora, proviamolo.»
«No! No! Granger non essere stupida! Per quele motivo
dobbiamo aprirla?»
Hermione iniziò a pesseggiare lentamente avanti e
indietro.
«Granger! Maledizione, dobbiamo studiare! Non vorrai fare
tardi, vero?» iniziò ad agitare le mani e le
braccia.
Hermione, però, parve non averlo sentito affatto e con passo
fermo aprì la porta apparsa,entrò. La stanza era
immensa come la ricordava e piena di cianfrusaglie di ogni tipo. Era
illuminata soltanto da vecchie candele consumate che rendevano
l'ambiente tetro. La polvere ricopriva quasi tutti gli oggetti che
lì vi si trovavano.Riconobbe subito il busto di marmo su cui
era poggiata la Tiara di Priscilla Corvonero. Guardandosi intorno
notò un' accetta insanguinata, quadri vecchi e tele vuote,
un vecchio tavolo piene di antiche pergamene, un camino spento e un
sacco di sfere, che intuì fossero vecchie profezie della
Cooman. Bottiglie rotte, scope da corsa buttate in un angolo e un
vecchio straccio con lo stemma dei Serpeverde.Un enorme lampadario di
cristallo impolverato pendeva dal soffitto. Al centro della stanza,
però, si trovava un enorme armadio finemente intarsiato.
Aveva una particolare forma triangolare con due grosse ante su cui vi
erano incise parole di cui non conosceva la lingua. Era affascinata da
tutto ciò che vedeva, ma la sua piena attenzione era rivolta
all'armadio. Si avvicinò con cautela e con i polpastrelli
seguì le venature del legno e le incisioni. « Cosa
hai pensato per far apparire questa stanza?» la voce di Draco
le fece ritirare il braccio dall'anta. «Lo sai cosa ho
pensato.» disse con voce stranamente bassa. Draco
posò una mano sugli occhi, aveva l'aria stanca e distrutta.
Il silenzio regnava indisturbato. Draco prese a girare tra le
cianfrusaglie prendendo una tela e spostandola, girando intorno al
tavolo e prendendo una vecchia poltrona che portò in
direzione dell'armadio. Si sedette e prese ad osservare l'armadio.
«Quando
ad Hogwarts si formò la squadra d'inquisizione, Montague, il
nostro caposquadra di Quidditch, era solito togliere punti ai
Grifondoro senza motivo, solo per divertimento. In un corridoio isolato
trovò i gemelli Weasley, voleva divertirsi un pò
con loro togliendogli dei punti, ma i gemelli lo rinchiusero in uno
strano armadio. Quando riuscì ad uscirne, ci
raccontò che era rimasto bloccato in un tunnel a
metà strada tra Hogwarts e Magie Sinister. Il suo racconto
interessò pochi, ma intrigò me. Poco dopo, il
Signore Oscuro mi ordinò di uccidere Silente e riuscire a
fare entrare i Mangiamorte nel castello. Non c'era alcun problema nel
fare la prima cosa, ma la seconda era alquanto difficile. Sapevo che
Silente aveva posto protezioni così potenti intorno al
castello che nessuno vi poteva accedere dall' esterno. Allora come
potevo fare? Come potevo far entrare i Mangiamorte?»
Hermione lo ascoltava ipnotizzata, ma Draco sembrava in trance.
«Mi ricordai improvvisamente del racconto di Montague. Ero
sicuro che esistesse un passaggio tra Magie Sinister e Hogwarts,
così mi resi conto quasi immeditamente che l'armadio in
questione era un armadio svanitore. Non lo dissi a nessuno, feci le mie
ricerche e mi recai da Sinister. Mi disse che il passaggio era bloccato
e che l'armadio gemello fosse rotto. Mi accordai con lui
perchè mi aiutasse e non appena misi piede qui, cercai
l'armadio. Pix, tra un delirio e l'altro, mi disse che l'armadio era
stato portato nella Stanza delle cose nascoste.Venni in questa stanza
ogni giorno, riparai l'armadio e lo collaudai. Ogni volta che pensavo a
cosa sarebbe servito e cosa ancora mi aspettava, la mia anima si
distruggeva in piccoli pezzetti. Dovevo riuscirci, dovevo salvare i
miei genitori. Ero invidioso di Potter, di te. Voi eravate gli eroi e
io solo uno stupido burattino nelle mani di un pazzo. Ci
riuscì, Granger. Riparai l'armadio, feci entrare i
Mangiamorte ad Hogwarts e feci liberare mio padre da Azkaban.»
La guardò con una tale intensità che
Hermione fece almeno due passi indietro poi si voltò e
cercò di aprire l'armadio.
«No,
Ferma! Non aprirla!»corse a chiudere l'anta.
« Ero semplicemente curiosa, Draco. Non mi sarebbe capitato
nulla. Non questa volta...» disse appoggiandosi con
le spalle tremanti all'anta dell'armadio.
Draco avvicinò il suo viso a quello di Hermione
«Tu non capisci...E' pericoloso... tutto qui dentro lo
è.»
«E tu? Tu lo sei, Draco?» Draco si
avvicinò con cautela alle sue labbra, ma questa volta non le
chiese il permesso.
La baciò con una tale intensità che le
spalle di Hermione cozzarono violentemente contro l'armadio, le mani di
lui strinsero gli spigoli di legno dell'armadio e quelle di lei
percorsero il profilo delle braccia e la clavicola di lui.
Draco si staccò da lei per guardarla negli occhi, mentre
Hermione lo esaminava con la minuzia di un estimatore di opere d'arte.
Le dita scivolarono piano sul suo collo e sul volto pallido e
spigoloso, verso le labbra scarne ma rosse come ciligie mature, si
soffermarono sul naso aguzzo e poi sulle sopracciglie quasi invisibili.
Con cautela, poi, le fece scivolare tra i capelli sottili ma setosi e
con un movimento improvviso dirottò il volto di Draco verso
il suo per un nuovo bacio. Sentiva il suo cuore pompare il sangue
velocemente e stranamente sentiva anche quello di Draco. Sentiva le
mani tremanti di lui sui suoi fianchi e la maldestra
voracità con cui lui cercava di avvicinarla ancora di
più. Quando si staccarono di nuovo per riprendere fiato
Draco le mormorò
«Non mi lascerai di nuovo solo,vero?»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo XIII ***
Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo. Onestamente non
è un capitolo che mi piace molto, non succede nulla di
importante, tuttavia non ne ho potuto fare a meno. Sono stata troppo
tentata a far fare a quei due i piccioncini, che le cose mi sono
sfuggite di mano. Non preoccupatevi, dal prossimo capitolo si ritorna
col fare i seri xD Spero che vi piaccia ugualmente. Stavo, poi, anche
vagliando l'ipotesi di scrivere una sorta di raccolta di piccoli
momenti che qui nella storia sono stati solo accennati. Questo,
però, richiederebbe del tempo in più, per cui
vorrei sapere se a voi potrebbe piacere. Se siete un bel gruppetto che
apprezzano quest'idea, fatemelo sapere che mi metto all'opera,
altrimenti lascerò stare! Ringrazio come sempre tutte le
persone che hanno recensito, inserito la storia nelle seguite,
preferite e ricordate! Fatemi sapere cosa ne pensate di
questo capitolo anche se non è il massimo! Vi lascio alla
lettura!
Filo Rosso
«Credi
che quei due verranno a patto con la realtà?»
«Draco
ed Hermione? Credo che l'abbiano già fatto, solo non
vogliono rendersene conto.»
«Riflettendoci
però... sembra una barzelletta! Draco con la Granger! Vorrei
avere una giratempo, andare indietro di otto o nove mesi e dirglielo!
Sai che faccia avrebbe fatto??». Risero.
«" Io con una lurida
Sanguesporco? Che Salazar ti fulmini! Combatteremo di nuovo i Troll
prima che una scemenza del genere accada! »
Blaise imitò Draco, andando avanti e indietro per la stanza.
Risero a crepapelle.
«Cosa
Merlino avete da ridere come due scimmioni senza cervello?»
li interruppe Draco, entrando in camera, facendoli sobbalzare dallo
spavento e facendo cessare del tutto le risa.
«Niente
Draco!» Theo si ricompose.
«Stavamo
raccontando barzellette...» aggiunse Blaise con tono
mellifluo, trattenendosi dal ridere.
«Che
Salazar vi fulmini!» sbottò Draco.
Lo scoppio di
risate che seguì, avrebbe spaventato persino la Piovra
Gigante.
«Idioti.»
***
«Hermione!
Cosa ti è successo? Sembri sconvolta!»
esclamò Neville, vedendola entrare al Grifondoro con i
capelli scompigliati e la bocca arrossata.
«Non
è nulla, Neville. Ho solo dimenticato di dar da mangiare a
Grattastinchi.»con passo svelto si incamminò verso
le scale.
«Non
essere così precipitosa! Quel gattone è una
bomba, se non mangia è meglio!»
«Hai
ragione!» urlò Hermione
«Dovrò porterlo in giardino il pomeriggio,
così farà un pò di
movimento!»
«Moriremo
tutti, prima che quel gatto si rimetta in forma.»
bisbigliò Neville.
***
«Hermione,
ti stavo cercando dappert- che diavolo è quella cosa che hai
fra le gambe?» Draco sbarrò gli occhi.
«Ti
stai per caso riferendo a Grattastinchi?»
ridacchiò.
«Grattastinchi?Intendi
la palla di pelo "rosso
Weasley" che ti portavi sempre dietro?»
«
Rosso Weasley? Certo che ne hai di fantasia con le parole tu... Nel
mondo Babbano potresti fare lo scrittore, sai? »
Draco fece una
smorfia eloquente mentre Hermione si faceva più in
là per fargli posto.
«Granger,
IO nel mondo Babbano?» si accomodò all'ombra,
vicino a lei.
«Nella
vita tutto è possibile, Draco.» disse accarezzando
il gatto.
«Allora
è possibile anche che questa palla di pelo scoppi un giorno
o l'altro.» Guardò attentamente Grattastanchi
risposare beatamente sulle gambe di Hermione, facendo le fusa.
«Draco!
Smettila!»
«Hermione
guardalo! E' una bestia! Non ho mai visto un gatto così
brutto in tutta la mia vita. E poi quello è il mio
posto!» con un gesto fulmineo, scaraventò il gatto
giù dalle gambe di Hermione, facendolo ruzzolare per un paio
di metri. «Ora va meglio!» si protese verso di lei
« Me lo dai un bacio?»
«No!
Hai maltrattato Grattastinchi come se fosse un sacco di patate. Sei
stato molto cattivo.» finse un cipiglio.
«
Questa non me la bevo, Granger!»
Non le diede
il tempo di rispondere che le sue labbra erano già incollate
a quelle di Draco.
***
«Guardalo!
Vedi come mi guarda? E' malvagio!»
«Non
dire idiozie» Hermione rise
«Ha
gli occhi gialli! E quando ci sono io affila sempre gli artigli, non
vede l'ora di farmi a pezzetti. Ti costringerò a fare una
scelta, se non fai qualcosa!»
«Quanto
sei melodrammatico!Come quando Fierobecco ti graffiò il
braccio e tu andavi per la scuola dicendo di aver quasi perduto il
braccio.»
«Cosa?
Io ho realmente rischiato
di perdere il braccio! Chiedilo a Madama Chips! Tutta colpa di quel
mezzogigante e delle sue bestiaccie!»
Hermione
alzò gli occhi al cielo. «Comunque Grattastinchi
è un gatto buono e pacifico.»
«
Granger! Continui ancora a difenderlo? Sono io il tuo preferito, non
lui! »
« E
questo chi te l'ha detto?»
***
Stava
passeggiando tranquillamente verso l'aula di Trasfigurazione, quando
venne brutalmente presa per un braccio e portata in un angolino
nascosto all'interno del corridoio. Mani sottili e ossute le coprirono
gli occhi e una bocca - che aveva imparato a riconoscere - le
baciò prima la guancia destra, poi quella sinistra e infine
si soffermò sulla bocca. Quando le permise di riprendere il
respiro le domandò «Ci vediamo in biblioteca,
dopo?»
«
Draco!» bisbigliò « facevi sempre
così con le tue ragazze?»
«Quali
ragazze?» le baciò il collo.
«
Quelle che avevi prima di me.» disse seccamente.
«Ti
sembrerà strano, ma prima non ho mai avuto tempo per le
ragazze.Tu sei la mia prima conquista.» disse baciandole la
punta del naso.
«A
si? E allora cos'era Pansy -faccia da carlino- Parkinson,
eh?»
Draco rise
«Salazar, Hermione! Credevi che Pansy fosse la mia ragazza?
E' lesbica! E' vero, stava con noi, ma ti posso assicurare che delle
volte si comportava da vero uomo! Fingeva di essere interessata a me
solo perchè non voleva che si sapesse in giro.»
«Le-
lesbica? Io ho sempre pensato che fosse la tua ragazza!»
Hermione era sbalordita e anche stranamente sollevata.
«Ti
sei sempre sbagliata. Allora ci vediamo in biblioteca?»
«Va
bene.» Uscirono dal piccolo nascondiglio «e
comunque non sareste stati una bella coppia: Carlini e Furetti non
vanno d'accordo!»
Scappò
prima che Draco potesse reagire.
***
Hogwarts
era completamente distrutta. I muri erano crollati e schegge di vetro e
calcinacci rendevano ostico passare tra i corridoi, ora pieni di
polvere. Le scale erano distrutte in vari punti, immobili. L'aria era
irrespirabile, di un nero intenso che celava alla vista quasi tutto. Un
silenzio irreale li avvolgeva mentre cercavano di trovare un rifigio
sicuro. Riuscirono a raggiungere il punto più alto di una
torre a cui oramai mancava il tetto.
«
Hermione...» tossì Draco
«
Draco, stai bene?» disse coprendosi la bocca con la manica
della divisa.
«Cos'è
successo?»
«Credo
che siamo nel castello dopo essere stato distrutto dalla guerra. Ti
ricordi cosa mi hai detto stamattina, a colazione?»
«Ti
ho detto che hai una sottospecie di cespuglio al posto dei
capelli.» cercò di ghignare senza riuscirci.
«Bene.
Direi soltanto che dobbiamo aspettare che il sogno cessi.»
Hermione alzò la bacchetta e mormorò un Lumus
Maxima in direzione del Marchio Nero che faceva bella mostra di
sè nel cielo. Piano piano la tetra oscurità
causata dalla Magia Nera scomparve, lasciando il posto alla flebile
luce della luna.
Draco
si protese verso di lei, esaminando attentamente la bacchetta tra le
mani di Hermione. Quando la riconobbe, un brivido percorse la sua
schiena e ricordò che aveva imparato moltissimi incantesimi,
vedendoli scaturire con maestria proprio da quella bacchetta.
«Ma
quella è... »
«
Si. E' lei. »
«
Come fai ad averla?»
«Quando
siamo fuggiti da casa tua. Avevamo preso la tua e quella di tua zia.
Harry ha iniziato ad utilizzare quella di Biancospino ed io
questa.» Se la rigirò tra le dita. «
Orripilante vero? E' mia ora, risponde solo a me, ho fatto delle
prove.»
«
Perchè non ne hai comprata un' altra dopo la
guerra?»
Hermione
sollevò la bacchetta di fronte a loro e la guardò
attentamente.
«Questa
bacchetta ha torturato fino alla pazzia i genitori di
Neville, ha ucciso barbaramente babbani, ha ucciso Sirius
Black, ha ucciso Ninfadora Tonks, ha torturato me. Perchè
non ne ho comprata un' altra? Perchè avere questa mi ricorda
che sono stata io la migliore. Mi ricorda che sono stata più
forte di Bellatrix Lestrange. Mi ricorda chi sono io e dov'è
lei ora. Una Sanguesporco con la bacchetta di un Black.» La
protese verso di lui. «Vuoi toccarla?»
«No.»
Il sogno
lì separò prima che Draco potesse aggiungere
alcunchè.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Capitolo XIV ***
Sono tornata! Finalmente sono riuscita a trovare un pochino
di tempo per pubblicare questo capitolo. Sono commossa ed estremamente
grata a voi, che con il vostro sostegno e i vostri incoraggiamenti, mi
avete dimostrato un grande affetto. Non so cosa dire se non Grazie. Le
vostre recensioni mi hanno rincuorata e aiutata in un momento
particolarmente difficile e di questo io vi sono debitrice
infinitamente. Ringrazio poi, tutte le persone che hanno pazientato e
che hanno creduto in questa storia. Vi ripeto, non basterebbero tutte
le parole di questo mondo, per cui spero che un semplice ed umile
Grazie sia sufficiente. Sono molto ansiosa di sapere cosa ne pensate di
questo nuovo capitolo, che svela qualche altarino. Volevo avvisarvi
inoltre, che la raccolta di Filo rosso verrà pubblicata
questa settimana sotto il nome di : Intrecciando un Filo rosso.
Vi lascio alla lettura, attendendo i vostri pareri!
Filo
rosso
- La magia ha sempre un prezzo. -
Dodici pollici e tre quarti, legno di
Noce e nucleo di Corda di cuore di Drago.
Inflessibile.
«Vieni
avanti, Draco.»
«Ti
insegnerò tutto quello che un Mangiamorte esperto deve
sapere.»
«
Guarda. Guarda la mia bacchetta Draco.»
«
Prova ancora. E' divertente!»
«Sii
degno del Signore Oscuro.»
«Deve
essere onorato Cissy! Lo ha scelto a soli diciasette anni. Mostra il
marchio Draco.»
«Senti
il potere della Magia Oscura. Sentila scorrere nelle vene. »
«Lucius
sarà fiero di te, nipote mio.»
***
«Porta
questi prigionieri nel sotterraneo, Greyback».
«Aspetta»
fece Bellatrix brusca. «Tutti tranne... tranne la
Mezzosangue».
Greyback
emise un grugnito soddisfatto.
«Stai
mentendo, sudicia Mezzosangue, lo so! Siete stati nella mia camera
blindata alla Gringott! Dimmi la verità, la
verità!»
Un
altro urlo terribile...
«Che
cos'altro avete rubato? Che cos'altro avete? Dimmi la verità
o giuro che ti trapasso con questo pugnale!»
«Che
altro avete preso, che altro? RISPONDIMI! CRUCIO!»
Le
urla di Hermione echeggiarono tra le pareti.
«Come
avete fatto a entrare nella mia camera blindata?»
udì Bellatrix strillare.
«Quel
sudicio piccolo folletto che c'è giù in cantina
vi ha aiu-tato?»
«L'abbiamo
incontrato solo stasera» singhiozzò Hermione.
«Non siamo mai stati nella sua camera... quella non
è la vera spada! È una copia, solo una
copia!»
«Una
copia?» strillò Bellatrix. «Ah, questa
è buona!»
«Ma
possiamo scoprirlo facilmente!» suggerì Lucius.
«Draco, va' a prendere il folletto, lui saprà
dirci se la spada è vera o no!»
....
«La
mia bacchetta! Hanno preso la mia bacchetta! Sporchi sudici ragazzini,
me la pagheranno!»
***
«Hanno
distrutto la Gringott! Hanno saccheggiato la mia camera
blindata!»
«Quella
sudicia mezzosangue sarà la prima che
ammazzerò.»
«La
mia bacchetta. Ha la mia bacchetta. L'ammazzerò con le mie
stesse mani.»
***
«Professore,
mi hanno rubato la bacchetta.»
«Rubata,
Draco? Ti hanno disarmato?»
«Si.»
«Allora
non hanno rubato. La bacchetta non ti appartiene
più.»
«Com'
è possibile?»
«E'
la regola, Draco. Tieniti lontano da tutto questo. Pensa con la tua
testa, non lasciare scegliere gli altri.»
Con
uno svolazzo del mantello, poi, se n'era andato.
***
Erano quattro
giorni che non vedeva Draco. Aveva intercettato Nott e Zabini che le
avevano riferito di non preoccuparsi; Draco era stato colpito solo da
un banale raffreddore e che si sarebbe ripreso in fretta. Quando aveva
domandato loro la parola d'ordine per entrare a Serpeverde, i due
l'avevano guardata male e poi se n'erano andati.
***
«La
tua Granger ci sta dietro come uno squalo.»
«Non
sono ancora pronto a rivederla.»
Con un agile
movimento di bacchetta chiuse le cortine escludendo, ancora una volta,
i suoi amici.
***
Ne
aveva abbastanza di queste sciocchezze. Draco non aveva un bel niente.
Si nascose nella rientranza della pietra, che faceva da corridoio per
le serpi e da labirinto per tutti gli altri, quando sentì
delle voci. Il primino le aveva detto che la stanza di Malfoy era la
seconda a destra, ma non aveva specificato quale destra. Con
coraggio tutto Grifondoro decise di bussare ad una seconda porta a caso.
«Zabini
ti ho detto di no!» Draco.
Con tutta la
forza che aveva nel braccio, spalancò la porta,
precipitandosi all'interno.
«Che
Salazar ti fulmini Zab- »
Se
ne stava davanti alla porta, con le mani ai fianchi e i capelli
scompigliati, una Hermione Granger decisamente adirata che lo guardava
come se lei
avesse voluto fulminarlo.
«Come
hai fatto ad entrare qui?»
«Nello
stesso identico modo in cui tu sei entrato nella mia Sala Comune.
»
«Avevo
dimenticato quanto tu apprenda in fretta.» disse con un
sorrisino amaro.
Hermione
si avvicinò al letto.
«Come
mai ti nascondi, Malfoy?»
«Vedo
che siamo tornati al Malfoy, adesso, Granger.»
«Sono
otto giorni che non ti fai vedere. Credi che sia stupida? Mi stai
evitando! Puoi avere almeno un minimo di coraggio nel dirmi il
perchè?» chiese Hermione, alzando di due ottave la
voce.
« Il
coraggio è per i Grifondoro, noi serpi scegliamo la fuga.
»
«Parla!
Oppure ti trasfiguro realmente in un serpente!»
urlò, puntandogli la bacchetta alla gola.
«Posso
continuare a chiamarti Hermione oppure fra poco dovrò
chiamarti Bellatrix?»
Hermione
spalancò gli occhi, facendo due passi indietro.
«E'
questo il problema... la mia bacchetta.» sussurrò.
«Tu
non hai idea di cosa significhi... è oscura. Tu non sai cosa
ho visto e cosa ho fatto con quella. Sono diventato un Mangiamorte con
la tua bacchetta. Se sei davvero migliore di lei, allora buttala
via.»
«Io-
Io...» balbettò con la bacchetta a mezz'aria
«Vai
via Hermione. Toglimi dalla sua vista.»
***
C'erano alcuni
incantesimi che la bacchetta non eseguiva. Se n' era accorta quando,
volendo mandare un rapido messaggio a Neville, la bacchetta non aveva
prodotto l'incanto desiderato. Il Patronus non aveva generato nemmeno
le più piccole scintille. Aveva riprovato almeno una decina
di volte, prima di arrendersi. Poi aveva provato a generare gli
incantesimi più banali; l'incantesimo rallegrante, il Lumus
Solem. Gli unici incantesimi che riusciva a produrre erano incantesimi
di difesa e attacco, e le maledizioni senza perdono. Aveva teso la
bacchetta innanzi a sè e poi l'aveva scaraventata contro
l'armadio. Draco aveva ragione: La
bacchetta era oscura.
***
Minerva
McGranitt aveva volentieri concesso una breve uscita ad Hermione
Granger. Non poteva certamente negare che tutti loro avessero un grosso
debito verso di lei e i suoi amici. Nulla che lei avesse chiesto, le
sarebbe potuto essere rifiutato.
«Signor
Olivander»
«Signorina
Granger! E' un onore per me averla nel mio negozio. Cosa posso fare per
lei?» Il signor Olivander appariva ancora più
invecchiato e debole di quanto già non avesse costatato a
Villa Conchiglia, almeno tredici mesi addietro.
«Volevo
chiederle qualcosa riguardo alle bacchette. Lei... disse alcune cose
sulla magia delle bacchette, quando Harry Potter glielo chiese, se
ricorda. Ecco... volevo farle alcune domande a proposito di questa in
particolare.» Hermione poggiò, con mano salda, la
bacchetta sul vecchio bancone.
«Dodici
pollici e tre quarti, legno di Noce e nucleo di Corda di cuore di
Drago. Inflessibile. Questa bacchetta appartieneva a Bellatrix
Lastrange, come mai ne è ancora in possesso?»
«La
bacchetta è ora mia, signore.»
«Oh
no, signorina Granger, la sua lealtà non è
cambiata.»
«Ma,
ma come è possibile? Ho fatto delle prove! La bacchetta
risponde solo a me!»
«Risponde
a lei, alla sua vera padrona e a tutti coloro i quali l'hanno usata
prima di lei. E' la principale caretteristica della bacchetta. Si
tratta di un bel legno, insolitamente versatile e adattabile, non
difficile da dominare e, una volta assoggettata, assolverà
qualsiasi compito le venga affidato se chi la usa è
sufficientemente brillante ma, posta nelle mani di una strega o un mago
senza scrupoli può risultare letale, perché il
mago e la bacchetta possono alimentarsi a vicenda in modo malsano. Ed
è il caso proprio di Bellatrix Lastrange. Questo legno, poi,
unito alle corde di cuore di drago, genera una tra le
bacchette più potenti, che tendono ad imparare
più in fretta delle altre e anche se possono cambiare
lealtà legano in maniera molto forte con chi le possiede.
Essa è la più facile da convertire alle Arti
Oscure. Con questo voglio dirle che oltre lei, potrebbe esserci
qualcun' altro a poterla utilizzare. Stia attenta, questo
può divenire un dispositivo assai pericoloso
signorina.»
Hermione
riflettè a lungo, prima di esporgli la domanda
più importante, quella che l'aveva portata proprio
lì quel giorno
«Può
una bacchetta generare un maleficio?»
***
«Draco,
ho bisogno di parlarti.» Rimase in piedi, accanto
al tavolo dei Serpeverde, in attesa che Draco le prestasse la giusta
attenzione.
«Hai
ancora quella cosa
con te?» le lanciò uno sguardo carico di
tensione.
«Si,
ma non è come credi. Forse ho capito tutto, se mi
aiuti.»
Draco
alzò un sopracciglio con l'aria di chi non crede a nulla.
«Draco!»
si abbassò verso il suo volto, cercando di moderare il tono
di voce « vieni con me e ti prometto che me ne
libero.»
Lui si
alzò, si aggiustò la divisa e indossò
il mantello, con una calma, che lei sapeva bene, non gli apparteneva in
quel momento. La seguì per tre piani, in un' aula ormai in
disuso.
«Tu
hai usato la sua bacchetta, non è vero? »
«Te
l'ho già detto una volta, mi pare. Si, certo.»
«
Puoi eseguire un incantesimo con questa?» gli tese la
bacchetta.
«Ti
ho detto che non voglio nemmeno vederla. Granger! Figuriamoci
toccarla!»
«Vuoi
uscire da tutto quest' imbroglio, Draco? Vuoi risolvere la situazione?
Allora fai questo dannato incantesimo!» urlò.
«Quale
incantesimo vuoi che esegua?» disse prendendole la bacchetta
dalla mano destra.
«Qualsiasi
tu voglia.»
«Incarceramus»
e sottili catene si avvolserò sul corpo di Hermione.
«Ora
cosa devo fare, Hermione? » le chiese non appena le si fece
vicino.
«Liberami.»
« E
se non volessi farlo?» le soffiò dritto in faccia.
«Allora
dovrei essere io a chiamarti Bellatrix.»
Draco sorrise
di un sorriso amaro e pieno di tristezza, appoggiò la
fronte a quella di Hermione e con un sussurro la
liberò.
«Cosa
hai capito con questo?»
Hermione
ebbe l'impressione che lui non le stesse chiedendo soltanto del motivo
per cui erano lì, ma che le stesse anche domandando se
avesse capito che lui non era mai stato come loro - un Mangiamorte, come sua zia.
«Tu
puoi utilizzare la bacchetta proprio come me, ma la sua
fedeltà non è cambiata. E' ancora rivolta a lei. Sono stato da
Ollivander ieri e so cosa ha generato la maledizione del Filo Rosso e
quella del sonno.» si fermò aspettando una
reazione di Draco, che però immobile aspettava che lei
continuasse. « Tua... zia aveva una specie di predilezione
per te. Tu eri il suo unico nipote e aveva un odio profondo per me, una
lurida sanguesporco. Il suo odio poi è peggiorato quando mi
ha torturato e quando, poi, siamo fuggiti, portando via con me la sua
bacchetta.»
Si
guardarono per lungo tempo prima che lei aggiungesse
«Predilezione e ossessione.»
Alzò la bacchetta verso di lui
«E'
questa. Questa ha generato la maledizione, Draco.»
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo XV ***
Lo
so. E' una vita che non aggiorno, ma i problemi familiari che
credevo risolti, si sono ripresentati, senza sapere che il peggio
doveva ancora venire. Non ho potuto dedicarmi alla scrittura e di
conseguenza vi ho abbandonati. Sono desolta, oltre che mortificata e
chiedervi scusa so che non basta. Non posso promettervi
aggiornamenti costanti almeno fin quando la situazione non si
sarà risolta del tutto, vi prego di capirmi e magari anche
sostenermi, come avete fatto fino ad adesso. Non posso fare
altro che ringraziarvi, sperando che questo capitolo vi piaccia. Siamo
oramai alla svolta! Vi ringrazio per le bellissime recensioni e
ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite,
scelte e ricordate! Grazie infinite!
Filo rosso
“E
poi non c’è più né piacere,
né dolore, ma solo buio che cede alla luce.”
I corpi erano
distesi l’uno ai piedi dell’altro,
privi di qualsiasi mobilità. La stanza era cosparsa da una
polvere sottile che
dominava l’aria e riempiva i polmoni. Tutto era immobile e
apparentemente privo
di vita.
Hermione Granger e Draco Malfoy erano privi di qualsiasi cosa.
Minerva
McGrannitt si inginocchiò ai loro piedi,
mentre il suo Patronus raggiungeva Madama Chips.
***
«Non ho idea di cosa sia accaduto,
Minerva. Le loro condizioni sono gravi, ma proprio non riesco ad
intuire cosa
possa aver dato vita a tutto questo. I danni più seri sono
al cervello. Credo
che entrambi riscontreranno una grave amnesia, se dovessero farcela.
Dubito che
ci potranno aiutare a capire.»
«Come è potuto accadere?
Nella mia scuola,
sotto i miei occhi! Che Godric mi perdoni! Come ho potuto essere tanto
negligente?
Avrei dovuto intuire che c’era qualcosa sotto!»
«Dovremmo avvisare i familiari, nel
caso…Dobbiamo
farlo.»
«Avviserò i Malfoy e i
signori Granger.»
***
La lettera della preside l’aveva
distrutta. Narcissa Malfoy perse tutto il suo aplomb, nel momento in
cui lesse
le poche righe che comunicavano cosa era accaduto al suo unico figlio.
Lucius
la sorresse, mentre le sue ginocchia toccavano il costoso tappeto
persiano
dello studio e le lacrime e il dolore deturpavano il suo viso.
Draco, il suo unico amore.
Il signor Granger aveva il petto bagnato
dalle lacrime di sua moglie, che piangeva disperata nel suo abbraccio.
La lettera
della preside aveva devastato loro l’anima, mentre leggevano
cosa fosse
accaduto alla loro unica figlia. L’abbracciò
ancora più forte, quando sua
moglie urlò disperata invocando ripetutamente il nome di sua
figlia.
Hermione, il
loro unico amore.
***
L’infermeria era buia e silenziosa. La
signora Granger era accasciata sul corpo immobile di sua figlia. A
nulla
valevano le nozioni di medicina in quel caso. Era la magia la
colpevole, anche
questa volta. Narcissa era seduta composta sulla sedia accanto al letto
di suo
figlio e gli stingeva forte la mano. Ogni tanto guardava il viso
pallido di
quella ragazzina e i riccioli scuri adornare il suo volto come una
corona di
fiori.
L’Hermione di
Draco.
***
Per la prima volta, la codardia di Blaise
Zabini e Theodor Nott fu messa da parte in nome di un sentimento forte
e
indissolubile: l’amicizia. Raccontarono tutto ciò
che sapevano su Draco ed
Hermione, della maledizione, delle ferite. Raccontarono del particolare
attaccamento che entrambi avevano sviluppato l’uno con
l’altro e l’improvvisa
ritrosia di Draco verso Hermione.
Quando
se ne andarono, Minerva McGrannitt si
accasciò sulla grande poltrona senza forze. Aveva degli
indizi, ora occorreva
una soluzione.
***
« Mi compri
quella?» Draco interruppe suo padre, indicando una mano
avvizzita su un
cuscino.
«Ah! La mano
della Gloria!» esclamò Sinister abbandonando
l’elenco di Malfoy e avvicinandosi
a Draco. «Se vi inserite una candela fa luce, ma solo a chi
la regge! E’ l’amica
fidata di ladri e scassinatori, suo figlio ha molto gusto,
signore!»
«Spero bene che
mio figlio riesca a fare qualcosa di meglio, che non il ladro o lo
scassinatore.» disse Malfoy freddamente. Sinister si
affrettò ad aggiungere « Ma
certo, signore! Non volevo certamente offendere…»
« Però se i suoi
voti non migliorano, quella potrebbe essere l’unica
attività adatta a lui…»
disse ancora più freddamente.
« Non è colpa
mia!» lo rimbeccò Draco «Tutti quegli
insegnati hanno i loro prediletti… Quella
Hermione Granger…»
«Avrei creduto
che ti fossi vergognato a farti superare in tutti gli esami da quella
ragazzina
proveniente da una famiglia di Babbani!» sbottò
Malfoy.
La squadra dei
Serpeverde scoppiò a ridere.
«Per lo meno,
nessuno della squadra di Grifondoro si è dovuto comprare
l’ammissione.»
commentò Hermione aspra. «Loro sono stati scelti
per il talento.»
L’aria
soddisfatta di Malfoy vacillò.
«Nessuno ha
chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue.»
«Una cosa però
la so: l’ultima volta che è stata aperta la camera
dei segreti, un mezzosangue
è morto. Perciò scommetto che è
soltanto una questione di tempo….uno di loro ci
rimetterà la pelle. Spero proprio che sia la
Granger…»
***
«Vi credete essere superiori,
perché maneggiate
una bacchetta. Siete voi i puri? I vostri pregiudizi hanno rischiato di
ammazzare nostra figlia, nella vostra ultima guerra. E ora, la sta
ammazzando la
magia! Il vostro mondo è il migliore? Vostro figlio
è nelle stesse condizioni
della mia! Vostro figlio è superiore? Il suo sangue
è più forte?» la voce
gelida della signora Granger rimbombò nella stanza,
raggiungendo le orecchie
dei coniugi Malfoy, che si voltarono a guardarla.
«Sin dal primo momento mia figlia si
è
dimostrata di essere più che degna di fare parte di questo
mondo. Lei è mille volte
migliore di tutti voi messi assieme. Vostro figlio l’ha
disprezzata e umiliata,
come se fosse la più infima tra le creature. Mia figlia vi
ha salvato!» sbottò
con la voce tremante.
«Ho già posto le mie scuse a
sua figlia,
signora. Non è il momento delle accuse. Anche mio figlio sta
morendo! Cosa
crede? Che io stia bene? Che il mio cuore non si sia spezzato entrando
qui?
Queste recriminazioni sono fuori luogo, se le risparmi.»
Narcissa ostentava una
calma che non le apparteneva.
Poi
si diresse verso il comodino, bagnò una pezzuola fresca e la
passò sul volto pallido
di suo figlio.
«A dispetto delle apparenze, mio figlio
ama Hermione. E’ migliore di me e di mio marito, ha superato
tutte queste
idiozie per lei. Non le permetterò di dire neanche una sola
parola su di lui.
Mi ha capito?»
La signora Granger abbassò il viso,
guardando verso sua figlia. Cosa sapeva di lei? Anche lei amava quel
ragazzo?
Hermione non aveva raccontato più nulla sulla sua vita
magica, dopo essere
ritornati dall’ Australia. Il rimorso corrose quel poco di
cuore che le era
rimasto; aveva già perso sua figlia, molto tempo addietro.
***
Piangeva, senza
riuscire a frenare i singhiozzi. Lacrime calde bagnavano il cuscino. Si
trovava
a metà fra due mondi, a nessuno dei quali lei apparteneva
veramente. Non era
una babbana, ma non era nemmeno completamente una strega. Draco Malfoy
non
smetteva mai di ricordarglielo.
Gli aveva dato
un bel pugno sul naso, così avrebbe imparato a non essere
sempre il solito
sbruffone. Poteva usare la bacchetta, ma la soddisfazione di una
scazzottata
alla babbana era impareggiabile.
Draco Malfoy non
era più lo stesso. Era successo qualcosa, se lo sentiva. Non
la insultava più
per i corridoi, non la spintonava facendole cadere tutti i libri. Era
più
pallido del solito e molto distratto. I suoi occhi erano perennemente
rossi e
il suo respiro pesante era udibile fin dai primi posti. Giocherellava
con il
cibo, mentre fissava il vuoto. Non rispondeva alle domande dei suoi
amici. Si
stava isolando, La Torre di Astronomia era diventato il suo
rifugio…Suo padre
era ad Azkaban, ma era davvero questo il suo solo problema?
***
« Minerva sei venuta a capo di qualcosa?
Come possiamo salvare i nostri ragazzi?» chiese madama Chips
con ansia.
I Malfoy e i Granger si protesero verso la
professoressa.
«I ragazzi erano vittime della
maledizione
del Filo Rosso. Non conosco ancora quale sia il fattore scatenate. Non
possiamo
fare niente per loro, tranne che aspettare. Dovranno salvarsi da soli,
temo.»
***
Hermione è
seduta sul grosso davanzale del bagno dei Prefetti. I piedi penzolano,
muovendosi al ritmo di una canzone che suona solo nei suoi pensieri.
Draco ha i
capelli scarmigliati, di un biondo molto più vivace del
solito. Con la
bacchetta ha pulito il pavimento, prima di sedersi appoggiando la
schiena
contro il muro, di fronte a lei.
Si guardano senza
proferire parola.
Draco le sorride
e poi guarda altrove. Hermione ricambia, guardandolo fisso.
Si sentono
felici, leggeri. E’ una bella giornata e nessuno dei due
sente il bisogno di
qualcos’altro. Si bastano a vicenda.
«Stiamo bene
qui. Non andiamo via.» E’ Draco a parlare,
guardandola negli occhi.
«Non possiamo stare
qui in eterno. Non è reale, lo sai.» dice lei con
fare saccente.
«Non voglio. Non
voglio ritornare indietro. Se lo facciamo, ci perderemo. Non voglio
perderti.»
Hermione saltà
giù e corre verso di lui. Lo abbraccia e appoggià
il viso nell’incavo del suo
collo.
«Neanche io
voglio perderti, Draco. Dovevamo farlo, dovevamo spezzare la
maledizione. E’
stata la scelta giusta. Ci ritroveremo, io lo so! Questa cosa che
c’è fra di
noi, sarà più forte di tutto. Fidati di me, ti
prego.»
«Solo un altro po’,
Hermione. Concedimi solo un altro po’ di tempo insieme a
te.» disse, trovando
le sue labbra.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo XVI ***
Mi
dispiace moltissimo per aver aggiornato soltanto ora e con un capitolo
che non mi piace per niente. Vi ringrazio per il sostegno che mi
mostrate ogni giorno e per non aver abbandonato ne me, nè la
storia. Vi sono grata anche per le bellissime recensioni e ringrazio
tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite, scelte e
ricordate! Grazie infinite! Fatemi sapere cosa ne pensate, vi lascio
alla lettura!
Filo rosso
Dove men si sa,
più si sospetta.
-Niccolò Machiavelli,
Aprì gli
occhi piano.
Una luce
soffusa e debole attraversava le spesse tende che coprivano tutte le
finestre.
Le costole le
dolevano, così come le braccia e le gambe. Guardando meglio
nella stanza si accorse di non essere sola. Il letto accanto
al suo era occupato da un altro paziente. Il colorito del suo viso si
confondeva a quello delle lenzuola candide. Non riusciva a
riconoscerlo. Cercò di alzarsi, ma tutto ciò che
riuscì a fare, fu emettere un debole gemito di dolore.
Cosa le era
accaduto?
***
Era entrato
nella Sala Grande con l'intenzione di mangiare un boccone, ma la fame
era svanita non appena aveva poggiato la forchetta nel piatto.
Disgustato dal continuo chiacchiericcio e dalle bocche piene dei suoi
vicini, si alzò con l'intenzione di andare via. Stava
salendo i gradini della scala col capo chino, quando urtò
violentemente contro qualcuno. Cercò inutilmente, con le
mani, di attutire il colpo. Alzò il capo e vide l'altra
persona stesa sui gradini della scala, nella sua identica posizione.
Aveva il viso dolorante e i suoi libri erano sparsi tutt'intorno.
Hermione Granger, cercò di alzarsi senza risultato. Per un
attimo pensò di aiutarla, ma l'idea lo paralizzò
e lo fece rabbrividire. Come gli era venuto in mente di aiutare la
Sanguesporco? Silenziosamente si alzò e salì le
scale rapidamente, lasciandola lì per terra.
***
Confuso.
Era
terribilmente confuso.
Quei
mendecatti di Zabini e Nott gli nascondevano qualcosa. Si era svegliato
in infermeria, non ricordava nulla.
Un incidente,
avevano detto. E in un attimo si era ritrovato senza il ricordo di gran
parte del suo settimo anno, senza il ricordo di niente eccetto del
dolore. Un dolore strano, pungente. Sogni confusi e guerre e morti e
disperazione.
Prima di
ritornare al Manor sua madre, in un abbraccio, gli aveva sussurrato "Vivi. Ama."
La voce si era persa nel vento e nella sua testa.
Vivi. Ama.
Draco non fece
altro che chiedersi come
avrebbe potuto vivere di nuovo e chi
avrebbe dovuto, potuto amare.
***
I M.A.G.O. si
avvicinavano e lui non riusciva a studiare. L'unica cosa che gli
riusciva, era starsene seduto sulla Torre di Astronomia a guardare le
stelle. Narcissa gli aveva insegnato a distinguere le costellazioni e i
nomi di ciascuna stella. Sorrise al pensiero che l'unica Black che non
aveva il nome di una stella fosse proprio sua madre; lei era bella e
delicata come il fiore di cui portava il nome. Sentì il
rumore di passi toccare le scale e incosciamente sapeva già
a chi appartenevano.
«Granger»
«Malfoy»
***
«Malfoy,
cosa ti hanno raccontato dell'incidente?» domandò
Hermione non appena lo vide fermarsi sul porticato del cortile.
«Cosa
ti fa credere che voglia parlare con te, sanguesporco?» la
guardò inespressivo.
«Stronzo.»
brofonchiò prima di stringere la tracolla piena di libri e
andare via.
«Superficiale.»
mormorò Draco, ma la sua voce non la raggiunse mai.
***
"Io sono molto
più interessante di questo libro."
« Ma
che diavolo...» Hermione rigirò la pagina almeno
una decina di volte e almeno per una ventina ne lesse la scritta. Non
riconosceva la grafia e non ricordava di averla vista prima.
Sicuramente era lo scherzo idiota di qualcuno che voleva prendersi
gioco di lei. Con la bacchetta nuova cercò di cancellare la
scritta, ma senza risultato. Riconobbe l'incanto e un moto di rabbia si
impossessò di lei; solo chi aveva scritto, poteva
cancellare...
***
«Che
Salazar mi aiuti! Come ho fatto a prendere Eccezionale in
Trasfigurazione?» Draco si rivolse a Blaise e Theo
«Insomma, sono sempre stato grandioso, ma Eccezionale... Sono
diventato una specie di... di... Granger,
per caso?»
Theo e Blaise
si guardarono e si spalleggiarono incitandosi l'un l'altro a rispondere.
«Beh...
non proprio... diciamo che...ehm...si...» Blaise guardava
ovunque tranne che nella direzione di Draco e Nott capì che
se non fosse intervenuto, la storia non si sarebbe mai conclusa.
«
Semplicemente, hai fatto i compiti con
la Granger. In verità, credo che tu ti sei fatto anche la Granger,
oltre ai compiti, ma non ne sono ancora sicuro.»
«Nott!»
«COSA?»
urlò Draco.
Ma Theodore
Nott era già sparito.
***
«Sanguesporco!»
«Sanguesporco,
fermati immediatamente!»
Draco la stava
rincorrendo nei corridoi, ma Hermione dava segni di non averlo affatto
sentito.
«Sanguesporco!
Sangu-Granger!»
«Si,
Malfoy?» disse con finta gentilezza e un falso sorriso.
«E'
da un quarto d'ora che ti chiamo, per Salazar!»
«Davvero?
A me è sembrato che tu mi chiamassi soltanto una
volta»
Draco
roteò gli occhi al cielo. « Sei arrogante e pure
petulante oltre ai centomila difetti che ti caratterizzano.»
«Hai
ragione...ho tutti i difetti tranne uno: La codardia. Quella te la sei
presa tutta tu!»
«Brutta
castora malefica!»
«Stupido
furetto spelacchiato!»
«Orripilante
megera!»
«Orrido
Avvincino!»
«Stomachevole
Doxy!»
«Idiota
d' un Troll!»
«Acrumantola!»
«Gnomo!»
«E
allora tu sei un Lepricano!»
«ORA
BASTA!» McGrannitt.
***
«
Senti Sa-Granger...»
Erano in
biblioteca. Vitato fare rumori. Vietato urlare. Vietato fare tutto. Era
al sicuro.
«Che
vuoi?» voce aggressiva.
«Sei
di buon umore oggi...eh?»
«Arriva
al dunque! Ho da fare.»
«Per
caso, ti ricordi di avermi aiutato con i compiti qualche volta prima
del'incidente?»
«Io?
Aiutare te? No. Perchè me lo chiedi? Ti pare possibile che
io e te possiamo fare i compiti insieme, civilmente?»
«Lo
so. Ma Nott ha detto che abbiamo fatto i compiti insieme. E ha pure
aggiunto che ci siamo fatti a vicenda. Che schifo.»
«COSA?»
riuscì ad urlare, prima che entrambi fossero sbattuti fuori
dalla biblioteca.
***
«Malfoy.»
Hermione si diresse a passo di marcia verso la panchina dove si trovava
il Serpeverde.
«Sanguesporco!
Quale disgrazia ti porta da me?»
Hermione
aprì il libro dove si trovava la scritta e la
mostrò a Draco. «Riconosci questa
grafia?»
«Certo.
E' la mia. Come mai ho scritto sul tuo libr.. un momento! Che cosa ho
scritto??» Draco si sporse di più per
leggere meglio.
«Oh
Salazar! Oh Salazar! Oh Salazar!»
«Per
Godric! Il tuo amico aveva ragione!»
«Oh
porco Godric! Oh porco Godric! Oh porco Godric!»
«Che
schifo!»
«Oh
che schifo! Oh che schifo! Oh che schifo!»
«Malfoy!
Piantala!»
«Piantala?
Devo piantarla? Mi sono insudiciato! Capisci? In-su-di-ci-a-to! Oh
Salazar, fulminami! Fulminami qui e adesso!»
« Oh
Salazar!» Hermione si rivolse al cielo «Ti prego,
ascoltalo!»
***
Neville
osservava Hermione sfogliare libro su libro in cerca di qualcosa che
solo lei sapeva. La sentiva imprecare a bassa voce, darsi della
stupida. La vedeva riordinarsi i capelli in continuazione, come se non
riuscisse a sopportare nulla, nemmeno la sua chioma ribelle.
«
Hermione, cosa cerchi? Magari potrei aiutarti.»
«
No, Neville. Ma ti ringrazio, anzi! Forse potresti aiutarmi! Per caso,
mi hai visto in giro con Malfoy, quest'anno?»
«Hermione!»
rise Neville « Quest'anno sei stata esclusivamente con
Malfoy!»
«Merda!»
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1141723
|