Runaway

di Ross_99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forza di volontà ***
Capitolo 2: *** Vergogna. ***



Capitolo 1
*** Forza di volontà ***


1994,  Tempe .
Appena uscito dalla Washington High School , con il mio diploma in mano , i sogni in un cassetto e l’ euforia in testa festeggio con i miei compagni l’ uscita dall’ inferno. Dove i professori avevano pregiudizi , i ragazzi erano stupidi dopati , e le ragazze erano sgualdrine con un pon-pon in mano.
I miei amici festeggiano un nuovo inizio tra le lacrime della nostalgia , mentre io indosso il più falso dei miei sorrisi nascondendo l’ incombente paura del futuro , anche se sono felice di poter iniziare una nuova vita , lontano da mio padre. La fine del liceo significa una sola cosa , feste  con fiumi di alcool e  campi di maria. Ho paura di me stesso e di cosa potrei fare , si sa che l’occasione fa l’ uomo ladro. Mentre sono perso tra i miei pensieri , vedo la sagoma di Marshall avvicinarsi ,  saltellando “ Heii chazy ! Verrai alla mia vesta vero? Ma che te lo chiedo a fare ! alle 9 da me , di al tuo capo che non andrai a lavoro il giorno dopo , se capisci che intendo”  e  corse via , felice che il suo migliore amico chazy verrà , d'altronde non potevo mandarlo a fanculo perché conosce le mie paure .. lui voleva solo farmi divertire.
Torno a casa in autobus , la strada è abbastanza lunga , mi perdo tra i miei pensieri mentre osservo la strada , gli alberi fioriti , le case della parte ricca della città ..Fino ad arrivare al mio quartiere. Scritte sui muri , spazzatura in giro , ragazzini che si picchiano , prostitute che alla luce del giorno  sono totalmente diverse. Cammino a passo lento dalla fermata a casa mia , ovviamente mio padre non è venuto alla cerimonia mentre i miei fratelli , che sono arrivati con quasi 30 minuti di anticipo, dopo essersi congratulati , sono ritornati ai loro rispettivi lavori.
Sono davanti casa mia , dio quanto odio questo posto . Entro e papà  sta dormendo sul divano con una birra rovesciata per terra , lui voleva venire , ci teneva molto ma è fatto così , avrà visto la cassa di birre e non ha resistito. Vado in camera , tolgo i vestiti e mi butto sul letto , sfinito , dormo per circa 6 ore.
Ho la bocca impastata , i capelli che non oso guardare e gli occhi che mi bruciano. Il mio letto non è il più comodo del mondo , anzi , ma faccio così fatica ad alzarmi , è come un campo gravitazionale che ti lega a lui .Mi convinco che devo alzarmi guardo l’ orologio , MERDA. Sono le 8 e 30 e alle nove devo andare da Marshall , questa volta mi uccide sul serio. C’è un biglietto sul comodino è di papà dice “Hei ragazzo ! Scusa se non sono venuto mi dispiacie tantissimo e solo che … lo sai non ce la faccio proprio mi sono steso sul divano e  mi sono addormentato di collpo ! sono andato a lavoro , ci vediamo stasera. Baci papà.
p.s. ho visto quella casa , e perfeta !”
Povero papà , non è mai stato una cima a scuola , gli voglio bene , ma penso che di me non se ne importi molto , altrimenti avrebbe avuto la forza di alzare il culo dal divano e di venire a vedere il figlio che si diploma, come ha fatto mamma , che però non ho voluto vedere.
Mi avvio di corsa verso il bagno , vado a sbattere contro lo spigolo della porta e lancio un “PORCODDIO” che fa tremare le pareti , non avevo mai notato che il mio urlo avesse questa potenza. Mi butto dentro la doccia e le note dei loverboy entrano nella mia testa. Metto la prima cosa che capita e mi avvio alla festa. Sono determinato a non comprare niente per la strada e ci riesco , dico di no a ben 3 spacciatori.  Vado a piedi , casa di Marshall non è molto lontana dalla mia e arrivo con appena 10 minuti di ritardo , non abbastanza per uccidermi , penso.
Fortunatamente c’è gente che  arriva più tardi di me  , il mio migliore amico intanto parla con 3 ragazze del  terzo anno , bel colpo Mar. Dopo una mezz’ oretta e mezza bottiglia di absolute Vodka  arriva Spike ,  l’ amico della “roba buona” e mi porge sorridente una pillola.
P.s. questo è stato abbastanza corto , ma l' ho scritto così solo per sapere sa piaceva

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Capitolo 2
*** Vergogna. ***


Mi sveglio con il rumore incessante della sveglia che martella la mia mente facendola soffrire più di quanto soffrisse già, la lancio nel bagno mentre continua a suonare , ha un rumore orribile come 300 piatti che si fracassano tutti insieme. Sento un bambino fuori dalla finestra che canticchia una canzone di Jesse Mccartney e lo rispondo con un “ shut up ! fuck*ng are u listen me !” urlato con tutto il fiato che ho nei polmoni. Non sento più nessuno rumore a parte quella fottutissima sveglia che continua a suonare in bagno. Decido di alzarmi. Mi guardo allo specchio , mi faccio schifo da solo. Sono un povero fallito , i capelli sporchi di birra , gli occhiali rotti , un occhio nero , maglia stracciata , i pantaloni che non trovo da nessuna parte , spero di non essere tornato a casa in mutande , mi dico , e intanto una lacrima scorre sul mio viso partendo dall’ occhio non-nero tutto gonfio e rosso , una.. due mi ritrovo 10 minuti dopo in una pozza di lacrime , schifato da me stesso , steso a terra , stanco di questa vita miserabile. Mi guardo allo specchio di nuovo , mi faccio così schifo da solo. Do un pugno al riflesso di me stesso , sperando , in qualche modo , di far male alla parte peggiore di me. Invece ottengo solo uno specchio rotto e un pezzo del mio stesso riflesso conficcato nella mano che la sera prima aveva portato alla bocca quella pillola. Passo per il salotto , mio padre , che tra l’ altro è un poliziotto , non si accorge nemmeno del figlio tossico dipendente che passa dietro di lui piangendo con un pezzo di vetro conficcato nella mano, come sempre- mi convinco- prendo la garza che stava appoggiata in cucina senza sapere il perché stesse lì. Torno in bagno a medicarmi alla bell’ e meglio e a mettermi dei vestiti decenti addosso. Ho bisogno di stare da solo , di urlare , di andarmene da questo buco dimmerda. “Ciao papà eh !” dico , sperando in una sua risposta fuori dalla porta , seduto sullo scalino. Passano cinque minuti e non ho avuto ancora una risposta , non credo proprio che arriverà. Mi scende una lacrima mentre corro verso il vecchio palazzo abbandonato. Non guardo avanti , non guardo indietro , mentre corro verso l’ unico posto in cui io sia mai stato veramente me stesso la mia mente è persa nei miei pensieri e nell’ odio verso me stesso e chi mi vuole bene , così non mi accorgo di essere inciampato su un ragazzino ferito a terra , che guardava i suoi aggressori correre via e ridere con mazze da baseball incollate alle mani malefiche. Mi fermo , siamo tutti e due stesi per terra al centro della strada , i suoi occhi verdi e pieni di lacrime mi guardano , i miei occhi da tossico lo guardano , o almeno cercano di farlo , il pianto e il pugno che ho ricevuto da non so chi mi impediscono di vedere bene il suo viso , ma riesco a vedere la sua sofferenza nitidamente come non ho mai visto niente. Accenno un timido “ciao piccolo , tutto bene?” lui mi guarda con l’aria di chi è abituato a dire questo , a ripetizione, come una canzone. “ si. Tu ?” “Forse dovremmo alzarci da qui non credi?” gli dico , ma lui si perde nel vuoto mentre delle lacrime gli scendono sul volto , e mentre i nostri muscoli non si sono mossi di un millimetro. “e per quale motivo dovrei alzarmi , mi ributteranno per terra, forse sono destinato a strisciare per il resto della vita.” Disse il ragazzino , a quelle parole , rimasi totalmente spiazzato , tanto che mi ci volle abbastanza tempo per dargli una risposta , eravamo nella stessa situazione , destinati a strisciare. “ Piccolo non devi dire così , devi solamente trovare il modo per non essere buttato giù , il tuo modo per alzarti da terra , e levarti sopra gli altri , la cosa che ti rende speciale sarà la mano che ti alzerà da terra e ti porterà in cielo , tra le stelle. Dove gli altri non possono nemmeno raggiungerti per buttarti giù.” Il bambino pensieroso si rialza e mi guarda con aria totalmente assente , uno sguardo che conosco bene. Mi alzo e mi pulisco , lui mi tende una mano e mi dice “ il mio nome è Cory.” Io gli rispondo “ piacere, io sono Chester , Chester Bennington.” Lui comincia a fare domande sui miei tatuaggi , su che significano , soprattutto dalle fiamme che partono dal polso per poi alzarsi fino a metà braccio. Io gli spiego la storia dei miei tatuaggi , arrivando anche alla mia. Certo , omettendo parti come ‘sono un tossico dipendente , lo sapevi?’ Lui pensa che io sia il suo eroe, vuole diventare come me. Si che bella cosa essere un fallito pieno di tatuaggi che passa le sue giornate a parlare con un ragazzino , come si fa a vedermi come un idolo ? Io Chester Bennington un idolo. Pff , quant’è bella l’ ingenuità dei bambini. Lui pensa che la mia vita sia fantastica. Appena se ne va incomincio a piangere e mi avvio lentamente verso il vecchio palazzo abbandonato , dove sputo fuori tutto l’ odio che ho dentro , urlando , sputando le mie sofferenze mi rendo conto che non ho mai urlato più forte, che riesco a tenere la stessa tonalità mentre urlo e che ho fatto scappare i topi che mangiavano schifezze lasciate da ragazzi che popolano quel posto il sabato sera. Tornando a casa incontro Spike per la strada , no , non ho bisogno di quella roba mi ripeto , prenderò solamente un po’ d’erba per calmarmi. Mio padre non c’è come al solito , mi chiudo in camera e fumo, tengo lo spinello con la mano con cui ho cercato di far male al riflesso di me. Mi butto sul letto , non è tardi , domani devo andare a guadagnarmi il pane.

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