A splendid lie

di ElfoMikey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** "Confusion" ***
Capitolo 3: *** "Io, te... e le altre." ***
Capitolo 4: *** “lets say goodbye, the hundredth time and then tomorrow we’ll do it again…?” ***
Capitolo 5: *** "would you kill me in my sleep?" ***
Capitolo 6: *** I want to dead ***
Capitolo 7: *** "Dove ogni cosa comincia... ogni cosa finisce..." ***



Capitolo 1
*** prologo ***






frank si guardò intorno, con quella espressione tipica di una persona che non capisce l’esatto motivo per cui si trova li. Si grattò la testa pensoso e sbuffò sonoramente.
Il buoi di quella via gli faceva venire i brividi alla schiena.
Cominciò a camminare lentamente, cercando inutilmente di orientarsi.

“And if they get me and the sun goes down into the ground?
And if the get me take this spike to my heart and…”

Sentì dei bisbigli nelle tenebre e cominciò a camminare velocemente, guardando dietro di se.
Un’ombra si muoveva nella notte.
Il silenzio era solo rotto dal respiro affannoso di Frank che ha cominciato a correre.

Si nascose in un vicolo e appoggia la testa contro il freddo e logoro muro.

“and if the sun up will it tear the skin right off our bones?
And the as razor sharp white teeth rip out our necks
I saw there…”

Chiuse gli occhi.
Sentiva I suoi passi lenti e dannatamente fastidiosi.
Sentiva il proprio cuore battere forte.
Vide la sua ombra farsi vicina.
Vide le proprie mani tremare.

“someone get me to the doctor, someone get me to church
where they can pump this venom gaping hole..”

era d’avanti a lui, nascosto da un cappuccino nero.
Vide i suoi canini affilati spuntare dalle sue piccole labbra carnose.
“Gerard per favore torna in te…” sussurrò Frank supplichevole. Gerard rise.

“and you must keep your soul like a secret in your throat”

era strano come la notte cambiava Gerard.
Frank chiuse gli occhi, sicuro di morire.
Sentì le mani fredde di Gerard su di lui.
Gli tocco il collo morbido e caldo, dove pulsava sangue dolce e puro.
Gerard si passò la lingua sulle labbra.
Frank tremò al contatto con la sua pelle.
Riaprì gli occhi e vide il colto del vampiro privo di qualsiasi protezione.
I capelli neri gli ricadevano scomposti sulle spalle.
I suoi occhi verdi erano diventati rosso sangue.
“can you take this spike?
Will it fill our hearts with thoughts of endless
Night time sky
Can you take this spike?
Will it wash away this jet black feeling?”

Il suo viso tondo, bello e dolce era stato sostituito da lineamenti duri e attraenti.
Sentì poi le sue labbra sul collo. tremò e capì che era la fine.
Ma in fondo era così che avrebbe voluto morire.

“and the nightclub set the stage for this they come in pairs she said
we’ll shoot back holy water like cheap whiskey they’re always there…”

morso da un vampiro che amava con tutta l’anima.
sentì la pelle del collo perforarsi e il suo sangue passare nella bocca di Gerard.
Sentì le forze sparigli lentamente, mentre si accasciava a terra in quel vicolo
sporco e umido.

“someone save my soul tonight, please save my soul.”

Frank si svegliò di scatto. Sudava. Si guardò intorno e quando capì di essere in camera sua si rilassò. Si passò una mano fra i capelli spettinati e sospirò. Faceva sempre lo stesso sogno da tre mesi a quella parte, da quando un certo Gerard Way era entrato nella sua monotona vita.


Gerard si svegliò lentamente e si stiracchiò. Aprì gli occhi e li spalancò quando notò lo strano disordine in camera: i suoi disegni erano sparsi e strappati per la stanza, la sedia della scrivania era catapultata per terra e la finestra era spalancata, facendo così entrare il tiepido venticello di settembre.
Si alzò i piedi e si grattò la testa. Non capiva perché, ma tutte le volte che si svegliava trovava un casino insostenibile e sempre la finestra aperta, come se fosse uscito da li, ma la cosa la trovava piuttosto strana visto che era al secondo piano. Sospirando cominciò a riordinare.
“Gerard guarda che se non ti sbrighi farai tardi a scuola!” esclamò la signora Rush da dietro la porta.
“si nonna arrivo!!” uscì dalla stanza di corsa e senza aspettare suo fratello più piccolo uscì di casa, verso la High school di Newark. Quel giorno faceva caldo e Gerard si maledisse di avere i capelli così lunghi. Si ficcò le mani in tasca e cominciò a vagare con la mente. Il suo pensiero si rivolse prontamente a Frank. L’aveva sognato quella notte. L’aveva sognato mentre si accasciava a terra e moriva. Represse un brivido di panico, scuotendo la testa piena di lunghi capelli neri.
Gerard odiava se stesso. Non si era mai sopportato. Odiava il fatto di essere associale, odiava il fatto di essere considerato una mezza sega, odiava il suo carattere e il suo aspetto e si odiava ancora di più quando faceva dei sogni che erano capaci di tormentarlo fino all’esaurimento nervoso.
Si distolse dai suoi pensieri quando sentì una voce piacevolmente famigliare chiamarlo.
Era Frank.

Il ragazzo raggiunse Gerard con una piccola corsa, lo salutò con sorriso e senza dire niente, continuarono la loro strada verso la scuola. Frank allungò le dita per afferrare la mano di Gerard. Quest’ultimo gliele strinse prontamente, con un dolce sorriso. Frank si sentiva al sicuro quando lo faceva. Poteva sentire le dita di Gerard accarezzare le sue con lentezza.
Percorsero un lungo viale per poi arrivare d’avanti all’edificio grigio. Li le loro dita si slegarono velocemente, come se avessero toccato il fuoco. Frank lo salutò con uno sguardo di scuse e se ne andò nella direzione opposta che prese Gerard. Erano troppo diversi, erano come due vie opposte.
“Frankie!!!” il ragazzo raggiunse lentamente la ragazza che lo stava salutando da lontano, si avvicinò e si scambiarono un bacio. Gerard fissava la scena con un sorriso strano sulle labbra, sentiva il suo cuore morire, sentiva quel cuore spegnersi come una fiammella estinta dal vento.
Moriva ogni volta che Frank andava in quella direzione. Moriva ogni volta che le sue labbra si posavano su un’altra persona. Entrò nell’edificio con il capo basso, come di consueto.


“Amanda per favore smettila!!!” si lamentò Frank.
“ma che c’è tesoro?” chiese la ragazza in tono mieloso.
“ci guardano tutti…” Frank sperò che la sua fidanzata credesse alla sua bugia. Automaticamente guardò il punto dove lui e Gerard si erano lasciati, lo poteva vedere ancora il lontananza mentre camminava a testa bassa. Il suo cuore batté forte, come se fosse pronto ad esplodere. Perché le cose erano così difficili? Perché la sua vita non riusciva a ridursi a loro due? Sarebbero stati perfetti. Diversi, ma perfetti. Continuare a fingere non serviva a niente. Continuare a credere in false speranze non avrebbe mai fermato quel sentimento che entrambi sapevano di sentire.
Per Frank le sue emozioni vere erano vissute solo con Gerard. Non era amore per Frank, era solo un modo per non pensare al di fuori di quel mondo che si creavano ogni giorno dopo la scuola, in una camera buia fatta di sospiri e promesse inutili, ma che serviva per placare il dolore che entrambi si portavano dietro, come un grosso macigno appeso al collo, stretto con una corda difficile da sciogliere.
E Gerard cercava di credere a quelle splendide bugie che Frank gli regalava.
Cercava di credere a quel rapporto, aggrappandosi ad esso con tutte le forze per cercare di non cadere in basso, verso un baratro vuoto e pauroso dove le splendide bugie di Frank Iero non avevano alcun effetto su Gerard Way.




eccomi con una new storia!!! spero che questo sputo(tanto per cambiare aggettivo) sia di vostro gradimento.. oddio è un po’ sadico…. Fatemi sapere se vi piace o meno!!!
Ps: song: vampires will never hurt you. (la amoooooooooooooooo)


Vorrei dedicarla a:
Daniele,
Tammyna,
Patty,
Linda,
gemelline,
mcr_girl,(ecco a te la Frerard!! Spero ti piaccia)
MiKeYwAy4EvEr,
la mia mamma,
Giorgio
Grazie di tutto vi adoro!!!



Ci vediamo al prossimo capitolo!!!! bacioniiiiii

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Capitolo 2
*** "Confusion" ***



“Gerard!!” Frank chiamò il suo amico, ma Gerard con accennava risposta., camminava veloce tra i compagni di scuola. Non voleva vederlo, tanto meno parlargli. Arrivò d’avanti alla classe, fece per entrare, ma venne bloccato dalle mani di Frank.
“perché scappi?” gli chiese con quello sguardo nocciola che aveva racchiuso tutti i sentimenti del mondo.
“io non scappo” rispose deciso. “ e ora lasciami, devo entrare in classe.”
“Gee, perché scappi da me?” I suoi occhi si riempirono di lacrime. Il più grande seguì una prima lacrima, finchè quella non sparì, lasciando solo un segno umido sulla stupenda faccia di Frank. Si morse un labbro e senza dire una parola entrò in classe, sistemandosi nell’ultimo banco, in fondo. Lui lo osservò. Nel suo cuore tanto dolore, un dolore che poteva essere alleviato solo da una persona, ma quella persona non voleva. Se ne andò, sperando con tutto se stesso di essere fermato da Gerard. Cosa che non avvenne.
Il ragazzo guardò fuori dalla finestra, era affascinato da come i raggi del sole giocavano con il vetro sporco della finestra.
Sorrise amaramente.
Non ce la faceva più.
Non reggeva quella situazione.
Era stanco di essere un burattino. Era stanco di dipendere da quel viso così innocente.
Era stanco di soffrire.
Non avrebbe mai avuto l’amore di Frank e questo lo sapeva.
Era la prima cosa che si ripeteva al mattino. Come un rito. Qualcosa che non bisogna dimenticarsi. Un po’ come lavarsi i denti o fare i compiti.
Era veramente così?


Erano le sei di un pomeriggio di sole e stranamente a Newark la pioggia non aveva tolto la gioia hai bambini di giocare con gli amici nel parco.
Frank era d’avanti a una casa abbastanza grande, con una piccola entrata.
La casa di Gerard.
Non conosceva il motivo preciso per cui era venuto li. Forse l’abitudine.
Forse perchè tutti i giorni a quest’ora si ritrovava a suonare il campanello di casa Way.
Non doveva venire.
Lo sapeva benissimo, ma non aveva saputo resistere a quella forza sconosciuta che gli attanagliava la mente.
Suonò il campanello, con un dito tremolante.
Come al solito un membro della famiglia Way venne ad aprire. Non era mai Gerard.
No, lui lo aspettava in camera, seduto sulla sedia della scrivania oppure sdraiato sul letto.
“Frank!!” il signor Way, gli aprì la porta e lo salutò cordialmente con una stretta di mano.
“ehm, salve cercavo..” disse Frank. Il padre di Gerard sorrise.
“è in camera sua.” Frank ringraziò e salì in fretta le scale. Il ragazzo si ritrovò d’avanti alla porta di Gerard. Odiava e amava quella porta.
La odiava in quel momento perché sapevo che dietro di essa Gerard soffriva.
L’amava perché a momenti i suoi occhi si sarebbero persi in quelli del suo amante.
Strinse la maniglia e prima di aprire, bussò.
Come previsto Gerard non rispose.
Non era come tutte le volte che gli apriva e lo trascinava dentro, baciandolo dolcemente.
Sentiva il freddo attraversagli il corpo.
Decise di entrare lo stesso. Aprì la porta illuminando il buoi che Gerard si era creato nella stanza. Si chiuse la porta alle spalle. Nessuno parlò, ma Frank potè sentire il respiro di Gerard.
“Gee..?” nessuna risposta.
“Gee, per favore..” mosse qualche passo, oramai conosceva quella stanza a memoria. si sedette sul letto e guardò nella direzione dove era sicuro che Gerard si trovasse.
Sentì il materasso muoversi.
“Gee?” ancora silenzio. “cosa ti succede?” trovò la sua mano fredda abbandonata sulle coperte, l’afferrò. Gerard non si tirò indietro, ma non la strinse.
“vuoi veramente sapere che cos’ho?” la sua voce era risultata come una lama pungente in pieno petto.
“si.” Gerard sbuffò. Non disse nient’altro, con la mano libera gli afferrò il viso e lo baciò, feroce, senza la sua solita dolcezza. Con una mossa lo fece stendere sul letto.
Frank sentiva il suo peso di lui, così dolce, così bello che non voleva che finisse.
Fecero l’amore.
Nel buio di quella stanza.
Non ci furono promesse.
Non ci furono anime.
Solo due persone perse nel piacere.
Pianse Gerard.
Pianse senza farsi scoprire, mentre sentiva Frank.
Urlò, senza sapere bene il perché.
Sentì il corpo di Frank sul suo abbandonato.
Sentì lui, che dolcemente gli accarezzava i capelli.
Sentì anche una bellissima, quando perversa voglia di morire.
“Gee, piangi?” gli chiese Frank, teneramente, baciandogli la guancia umida di lacrime, più amare del suo amore non corrisposto.
“perché?” chiese ancora. Il perché? Lo sapeva Gerard? No, non lo sapeva.
“Frank…” lo abbracciò, pentito del suo comportamento, pentito di essere così innamorato.
“scusa per oggi…”
“non piangere per me, non me lo merito…” sussurrò Frank, appoggiando la testa sulla sua spalla. Gerard nascose la sua disperazione baciandolo dolcemente, singhiozzando.
Rifecero l’amore, dolcemente e diversamente da prima.
Gerard gli disse ti amo. Ma Frank non lo udì, e non vide nemmeno le sue labbra muoversi anche se il suo viso era rivolto a quello di Gerard.
Quando furono stanchi, rimasero in silenzio, ognuno con i propri pensieri, abbracciati, sotto le leggere lenzuola.
A un certo punto Frank si allungò dalla parte di Gerard per accendere la piccola lampada sul comodino vicino al letto. Voleva vederlo in viso.
Non l’aveva mai fatto.
Non l’avevano mai fatto.
Non serviva la luce a loro.
Ma quella volta, per la prima volta Frank aveva il bisogno di guardarlo negli occhi.
Osservò il suo viso pallido, i suoi capelli scompigliati, la belle bianca del collo e il petto morbido scoperto. Infine ebbe il coraggio di guardarlo lì, negli occhi. Sentì anche per la prima volte il suo cuore battere veloce. Perché? C’erano tanti perché che il povero Frankie non riusciva a comprendere, perché che prendevano ancora più significato se guardava in quei occhi. Gerard sorrise imbarazzato. Frank decise di non pensare più e quindi si chinò a baciarlo, liberando la mente da pensieri che sicuramente lo avrebbero attanagliato in seguito.
“vai di già?” chiese Gerard in un sussurrò basso, tirandosi su a sedere mentre osservava Frank rivestirsi lentamente. Lo vide annuire.
“si, è tardi.” Freddezza nelle parole di Frank, come se si fosse pentito, ma il ragazzo c’era abituato a questo cambiamento di umore che avveniva dopo ore ed ore che quel letto aveva ospitato le loro perversioni. Sospirò e continuò a guardarlo finchè il più giovane non si girò per dargli un ultimo bacio, prima di uscire da quella stanza.
Gerard si guardò intorno, mordendosi il labbro inferiore, cercando di non buttare fuori le lacrime che spingevano e protestavano per uscire. Fu come una lotta, dove lui ne uscì perdente. Decise di vestirsi, anche se le lacrime gli bagnavano ancora le guance e gli occhi arrossati. Si avvicinò alla scrivania dove alcuni fogli bianchi la ricoprivano. Ne prese uno e come se fosse dettato dalla mente, prese una matita e cominciò a disegnare, senza sapere con certezza cosa. rimase li, chino su quella scrivania fino a che le prime ore buie e paurose della notte non scorsero sull’orologio appeso sopra il letto.
Ore, dove un altro Gerard prendeva possesso di lui.
Un altro Gerard senza alcun sentimento.
Si sentiva bene in quei momenti.
Perché poteva sentire quella bellissima sensazione di ribellione scorrergli nelle vene.
Si sentiva bene
Perché avrebbe fatto provare ad altri ciò che provava lui.
Si sentiva bene
Perché avrebbe sentito ancora quel buonissimo sapore che aveva il sangue.
Ma chissà alla persona a cui prendeva il sangue non era mai quella giusta.
Sentiva sempre che la sua vendetta o ribellione non era completa.
Il vero Gerard sapeva di sbagliare, ma si lasciava domare d’altro senza opporre resistenza.


Il vampiro uscì dalla sua camera usando la finestra.
Si aggirò per un’intera ora in una via vuota e desolata, finchè non vide passare una donna.
Gerard sentiva la felicità di quella donna e allora le si avvicinò, con uno strano sorriso, i denti che gli sporgevano.
Le si parò d’avanti. Vide negli occhi della donna la paura e la voglia di urlare. Gerard le mise un dito sulle labbra truccate di rosso.
“ssht…” le scostò i lunghi capelli biondi, la donna era rimasta pietrificata dal quello sguardo, così pauroso, ma così bello. Il vampiro senza indugiare le affondò i denti nei collo, mentre un urlo penetrò la lunga via deserta.
Quando fu sazio, lasciò la donna priva di sangue sul marciapiede andandosene tranquillo, in cerca di un’altra vittima a cui stroncare la vita e la felicità.
Ritornò a casa quando le prime ore del mattino cominciarono a farsi strada in quella giornata. Gerard si mise tranquillamente nel letto chiudendo gli occhi.
Quando si svegliò guardò come al solito il disordine. Sbuffando andò alla scrivania e li notò il disegno che aveva fatto ieri. Era stato strappato a metà. Sorrise amaro.
Già quel disegno non sarebbe mai stato la realtà.
Ritraeva lui e Frank che si tengono per mano. Il foglio era strappato a metà proprio per far si che le mani si dividessero. Si sentiva stupido. Un ragazzino idiota e innamorato. Prese la matita con un mezzo sorriso e al fianco di Frank ci disegnò una ragazza, bella con lunghi capelli biondi. Amanda.
Invece di fianco a lui ci disegnò un’ombra, triste, disperata e sconsolata. Scese le scale e si diresse in cucina dove sua nonna le porse una grande tazza di caffè.
“buon girono caro!” Helena Rush si sporse per stampare un dolce bacio sulle fronte di suo nipote. Gerard sorrise, vinto da quella naturale dolcezza.
Frank si aggirava, come il giorno prima, d’avanti all’abitazione dei Way. Decise di suonare il campanello, ma quando stava per suonare la porta si aprì e ne uscì Gerard assonnato e svogliato.
Sussultarono entrambi.
“ehm, sono passato a vedere se eri ancora a casa…” gerard annuì
“grazie per il pensiero.” Si chinò a baciarlo, togliendosi con una mano i capelli dal viso. Frank non se lo aspettava e sussultò, poi ricambiò quel bacio, come se fosse uno degli ultimi che si sarebbero scambiati. Quando si staccarono Gerard gli sorrise, poi cominciarono a camminare, come ogni mattina. Arrivati a scuola Frank gli lasciò la mano, come di consueto, ma non se ne andò, anzi lo seguì fino al suo armadietto.
“come mai non sei andato da Amanda?” chiese Gerard sorpreso. Frank sorrise, mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.
“volevo stare con te.” Rispose semplicemente. Ed era vero. Non mentiva. Frank sentiva che qualcosa era cambiato, sentiva che il loro rapporto era diverso, ma non sapeva spiegarsi se in modo positivo o negativo. Sapeva solo che voleva passare tutto il tempo affianco di quel ragazzo, che ogni pomeriggio alle sei gli donava se stesso. O forse tutti i giorni donava un po’ di se, a quel ragazzo basso, con la fissa della chitarra, con la fissa di essere vegetariano e anche con la fissa di un ragazzo che non si meritava uno come lui.





Ciaoooooooooooooooooo capitolo un po’ così così… che però serviva a spiegare meglio la situazione di Gee e Frankie. Spero sia piaciuto!!!!!!!!!!!!!sia a chi legge e a chi commenta! Cavolo ho una fifa!!! scusate gli errori atroci!!!
Vi amo tutti!!! XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD XD


Tante tante recensioni che bello!!!!!!!!!! Sono contentissimissima:

mcr_girl: davvero ti piace???? Oh che bello ci tenevo tanto al tuo commento!!! Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento, anche se beh, siamo solo agli inizi!!!!! Ah, TI ADORO ANCHE IO DEAR!!!!!!!!!! BACIONI GRANDISSIMI!!!!!

guidus: beh, si Gee è un vampiro… si ma vedrai che si aggiusta tutto!!! (oh, cacchio sto dicendo troppo sulla storia =P) spero che la storia ti piaccia lo stesso e che continuerai a seguirmi, mi ha reso troppo contenta il tuo commento!!! Bacio grande!!^^

chemical_kira: grazie, beh la canzone mi sembrava la più appropriata!!!! ^^ si Frank è uno stronzo con la S maiuscola!! Ma infondo è così dolceeeeeee…… comunque, grazie per i complimenti e spero davvero che anche questo ti piaccia!!! Baci ^^

MiKeYwAy4EvEr. Ah che bello!! Me lusingata!!!!!!!!! Ci tenevo anche al tuo commento davvero tanto!!!!! Spero che questo ti sia piaciuto come il precedente e fammi sapere okay? Baci!

ElfoMikeyILoveYou: il solito scemo!!!!!!!! Quella frase ti ha colpito ma non sai il perché… come al solito!!! Grazie honey SEI FONDAMENTALE!!!!!!!!!!!!

You’re my “big friend” and you don’t know…: ma Linda sei tu vero? Vero? Vero? Vero? Vero? Oh, amore mio grazie mi hai fatto commuovere sei fantastica!!!!!!!!!!!! Lo sai vero? Ti adoro!!! E figurati se voglio perdere una ragazza così speciale!!! Grazie mia grande amica!!! Ti voglio bene!! ^^ kiss!!

Ringrazio anche :
Isult
mcr_girl( e per avermi messo tra gli autori preferiti che dolce grazie)
Pogo
per aver messo la storia tra i preferiti!! Oh, che carine!!!!! Grazie mille!!

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Capitolo 3
*** "Io, te... e le altre." ***



“suonate sta sera?” chiese Gerard aspirando la sua sigaretta, tranquillo.
“si, mi piacerebbe che ci fossi.” Rispose Frank, guardando i movimenti fluidi del ragazzo accanto a lui.
Gerard gli sorrise.
“Okay.” Disse solo.
Erano sulla via di casa da un pezzo oramai, però nessuno dei due aveva voglia di andare nelle proprie abitazioni, infatti si erano rifugiati in un parco del quartiere, per fumare con calma, seduti su una panchina sgangherata.
“ci sarà anche lei vero?” chiese il più grande con la sigaretta fra le labbra, oramai arrivata a metà.
“si, ci sarà anche lei.” Affermò Frank guardando il suo amico annuire distratto.
“va bene così infondo.” Sussurrò Gerard. Frank lo guardò stranito.
“intendo, tu con lei e io… dietro di voi.” Disse con un mezzo sorriso.
“è tutto un grande gioco, il tuo.” Puntò gli occhi in quelli nocciola del più giovane.
“la verità Frankie, è che io starò sempre dietro di te, come un’ombra, come un modo per sfogarsi, come un burattino da utilizzare a tuo piacimento, ma vedi, il bello di tutto questo è che io non riesco a fare a meno di questo tuo manovrarmi, perché quando lo fai io sono felice.” Gerard si alzò in piedi, rosso in viso, lasciando Frank sconvolto ancora seduto su quella fredda panchina, finchè non lo raggiunse.
“vuoi finire tutto?” chiese, afferrandolo per un polso. Gerard scosse il capo, ancora imbarazzato dalle parole dette poco prima.
“forse è meglio vero?” continuò Frank. Gerard sorrise tristemente, gli si avvicinò facendo aderire le loro fronti.
“no. Lo sai che non potrei fare a meno di te.” Frank sorrise.
“nemmeno io ci riuscirei.” Era la prima volta che diceva una cosa come quella.
Gerard lo baciò.
Lo baciò per non pensare. Non aveva voglia di pensare se quello che lui gli aveva sussurrato era la verità oppure una delle sue tante, ma splendide bugie.


La sera, verso le dieci, Frank era nel piccolo, e sporco backstage del locale con la sua band, i “Pencey Prep”. Mentre si sgranchiva il collo, si chiese se Gerard sarebbe venuto.
Scosse la testa.
Quella sera Frank Anthony Iero aveva un solo scopo.
Suonare e basta.
Senza le sue odiose domande e le sue improbabili risposte senza senso.
Per due ore, forse, non avrebbe pensato.
Lo sperava tanto.
Salì sul palco con gli altri del gruppo, si posizionò davanti al microfono, impugnando la chitarra.
Vide Amanda seduta ad un tavolo con qualche sua amica pettegola. Cercò Gerard, ma non c’era. Probabilmente non voleva neanche vederlo, mica erano fidanzati!
Salutò il pubblico e cominciò a cantare.
Perfetto, non c’era riuscito.
Pensava a lui anche quando, le note di “Lloyd Dobbler” si levavano nell’aria intossicata dal fumo.
Sentì il cuore fermarsi, quando lo vide entrare nel locale.
Gerard gli sorrise, spostandosi i lunghi capelli dal viso.
Si sedette al bancone ed ordinò l’immancabile birra.
Neil, dovette riportare Frank nel locale, perché si era incantato in un mondo dove esistevano solo i lenti, quando attraenti movimenti di Gerard. Ritornò a cantare, senza smettere di guardarlo.
Era peggio di una droga, il chitarrista non sapeva più come comportarsi.
Cos’era Gerard per lui?
Un compagno di scuola?
Un amico?
Un amante?
O semplicemente la persona che era destinata ad amare con tutto se stesso?


Gerard sorseggiava la sua birra guardando costantemente i movimenti veloci ed esperti di lui. Gerard piaceva tanto quando Frank suonava la sua chitarra.
Era bellissimo, perso nella sua concentrazione. Sorrise e aspettò paziente che la esibizione finisse.
Quando successe Frank lasciò immediatamente gli strumenti e corse da Gerard. Si fermò quando lo vide a pochi passi da se. Sentiva lo sguardo di Amanda seguirlo costantemente. La ignorò e lentamente accarezzo la spalla di Gerard che si era voltato per pagare la sua birra. Il ragazzo più grande si girò di scatto, sorridendo amorevolmente quando incontrò gli occhi nocciola di Frank.
“bella esibizione!” commentò senza salutarlo.
“beh, grazie…” disse imbarazzato grattandosi dietro la nuca. Poi, si avvicinò a Gerard.
“pensavo che non saresti venuto… non ci speravo più oramai…” gli sussurrò all’orecchio. Gerard lo guardò prima di accarezzargli la guancia dolcemente.
“sono qua…” disse solo. Frank gli sorrise e annuì contento che quella fosse la realtà. Ordinarono un’altra birra, chiacchierando come due normali amici.
“ti va di venire da me?” chiese Gerard in un sussurrò seducente, accompagnato da un sorriso malizioso. Frank si morse il labbro, stuzzicato dalla proposta. Guardò Amanda che lo osservava, accompagnata dalle sue amiche, innervosita dal suo comportamento.
“mi piacerebbe, Gee, ma…” Gerard alzò una mano, per zittirlo.
“non preoccuparti. Mi devo accontentare,no? È già tanto che abbiamo parlato sta sera…” disse.
“non dire così. Lo sai che vorrei venire con te.. solo che, diamo troppo nell’occhio.. e-“ Gerard sorrise scuotendo il capo.
“lo so Frank, lo so… scusa non dovevo proporti questa cosa… va beh, a domani allora? Solita ora?” chiede, mettendosi, frettolosamente la giacca di pelle nera.
“si, solita ora.” Lo abbracciò, perdendosi nel suo profumo, poi Gerard lo lasciò da solo nel locale. Frank raggiunse la sua fidanzata, che lo guardava con le mani sui fianchi. Frank sapeva come farsi perdonare, con Amanda era semplice, bastava andare nel bagno e fare l’amore. Era sempre così, una cosa insopportabile per il ragazzo, che pur di non farsi scoprire faceva cose che nè il suo cuore, nè la sua mente volevano.


Il lunedì successivo, Gerard camminava lentamente verso scuola, affiancato dai suoi pensieri. Quella notte aveva fatto lo stesso identico sogno, che oramai faceva da anni.
Già anni.
Sognava di Frank ancora prima di conoscerlo.
Camminò a testa bassa, come di consueto, finchè non sbattè la spalla contro qualcuno e allora alzò lo sguardo verde e triste. Si guardò intorno infastidito e notò che una ragazza era rovinata a terra, con tutti i libri sparsi intorno a lei.
Gerard si scusò porgendole la mano. La ragazza sussurrò qualche bestemmia e poi si tirò su, massaggiandosi la schiena.
“scusa non ti ho proprio visto” disse Gerard raccogliendole i libri, glieli porse e la ragazza li infilò in fretta nella sua tracolla verde bottiglia, scuotendo i lunghissimi capelli ricci.
“non preoccuparti…” sussurrò lei, sorridendo. Il ragazzo la guardò meglio. Sembrava famigliare.
“scusa ma io e te ci conosciamo?” chiese guardandola in quei occhi neri che gli erano tanto famigliari.
“ci stai provando?” chiese la ragazza provocatoria, Gerard diventò di una bella sfumatura rossa. Ci furono alcuni minuti di silenzio rotti, poi dalla ragazza.
“oh, ma Gerard sei tu?!” il ragazzo la guardò negli occhi e sorrise, si ricordava di lei.
Era tornata.
La sua migliore amica dell’infanzia era lì, con quei capelli ricci più lunghi di quanto se li ricordava e con quei occhi neri, grandissimi.
“Karol!” si abbracciarono ridendo.
“cosa ci fai qui?” chiese Gerard “e l’Inghilterra?”Karol rise.
“quattro anni di noia pura e mortale, ho convinto papà e mamma a tornare qua, anche se oramai è inutile, ma adesso che so che sei ancora vivo non sarà così male il mio ritorno nel Jersey!” il suo solito spirito allegro non l’aveva abbandonata.
Gli vennero in mente tutte le cose belle fatte con lei in quei anni.
Si ricordò dei loro castelli di sabbia, fatti su una spiaggia deserta.
Si ricordò delle notti passate in tenda, a dormire in giardino.
Si ricordò quella bambina, con quei ricci tutti per aria.
Si ricordò dell’amore che provava per quella bambina.
Si ricordò del loro primo bacio, avvenuto dopo la festa dei suoi quattordici anni.
E si ricordò quando l’amicizia era stata sostituita da un amore innocente che non ferisce.
E infine si ricordò anche della sua partenza e della decisione di non sentirsi più.
“cavolo i tuoi capelli sono più lunghi!” esclamò entusiasta, toccando con le dita i capelli morbidi di Gerard.
Cominciarono a camminare e a parlare cercando di recuperare nell’arco di pochi minuti parole che si erano estinte quattro anni prima.
Arrivati a scuola, Gerard accompagnò Karol in segreteria, dove scoprirono di essere in classe insieme.
“ma allora c’è anche mio fratello?!?” esclamò scocciata e sconvolta. Gerard sorrise, scuotendo la testa.


Un ragazzo, poco lontano, osservava la scena, con un sopraciglio inarcato e l’’espressione strana, ma forse era solo gelosia. Frank aveva seguito tutta la scena, con una voglia matta di tirare, a quell’ochetta che stava con Gee, i capelli. Rimase interdetto però vedendo il sorriso di Gerard, così raro, spuntare sul suo viso pallido.
Guardò Amanda, per un attimo.
Non provò nulla.
Neanche la più remota emozione.
Si maledisse.
Per quale motivo non riusciva più a fingere? Perché non riusciva più a nascondere e reprimere i sentimenti che teneva chiusi a chiave dentro?
Tutte queste domande continuavano ad ucciderlo.
Gerard gli passò vicino, si girò e lo guardò. Frank sostenne il suo sguardo, il ragazzo più grande lo salutò, ma Frank non accennò risposta e si girò a parlare con Amanda.
Il sorriso di Gerard si spense in un attimo.

Karol venne affidata alla signora Martin, della segreteria, mentre Gerard si dirigeva in classe.
Dopo minuti interminabili la porta della sua classe si aprì e Karol entrò con fare timido. Vide suo fratello, ridere sotto i baffi.
“ragazzi, questa è la vostra nuova compagna, salutate Karol Kathleen Toro Ortiz.”
Ci fu un saluto generale, mentre Karol si aggirava tra i banchi, Ray, suo fratello, l’accolse con una battutina poco carina, prontamente ricambiata.
Ray e Karol avevano solo una cosa in comune: i lunghi capelli voluminosi. Ovviamente quelli della ragazza erano molto più curati. Gerard si rivide a dieci anni, quando si copriva le orecchie con le mani, per non sentire le grida tra i due fratelli, mentre litigavano. Sorrise tra se, spostando la cartella dal banco di fianco al suo, quando Karol gli si avvicinò. La ragazza si sedette e inaspettatamente, baciò la guancia del moro.
“ciao!” esclamò. Gerard rise, forte. Non era per niente cambiata, aveva sempre quella meravigliosa allegria e dolcezza che a Gerard piaceva tanto.
“non sei cambiata per niente!!” esclamò, ricevendo un grande sorriso. Lui le scompigliò i capelli con fare dolce.
La giornata passò veloce, tra chiacchiere, test di letteratura e merendine al cioccolato.
Gerard non aveva visto più Frank. Inutile dire che c’era rimasto male, quando la mattina, il ragazzo non l’aveva salutato., dopotutto era normale, con lui c’era Amanda. Anche se a Gerard bastava un semplice saluto, quel saluto che gli faceva vedere la giornata in un modo migliore.


Le sei. Ora tanto agognata da Frank. Rimase a fissare la finestra chiusa della camera di Gerard. Lui non c’era. Era chissà dove. Frank non lo sopportava questo. Frank aveva bisogno di Gerard, ma lui non era li. Si mise seduto sui gradini all’entrata e aspettò. Lo aspettò finchè non si fece notte, finchè il cielo non venne ricoperto da stelle luminose. Qualcuno lo scosse. Aprì gli occhi che aveva chiuso da qualche ora. Gerard era li, davanti a lui.
Non ci furono parole. Ci fu solo un bacio. Entrarono nella casa buia e silenziosa, dove i genitori e il fratello di Gerard dormivano beati. Erano le dieci passate. Frank seguì il ragazzo fino in camera. Si chiuse la porta alle spalle.
“dove sei stato?” chiese Frank, brusco, geloso, offeso. Gerard non gli rispose.
“ti ho aspettato Gerard…”
“Amanda non era disponibile?” chiese freddo. Frank sgranò gli occhi. Cosa gli succedeva? Dov’era Gerard in realtà?
“chi era la ragazza di sta mattina?” chiese Frank, serrando i pugni, geloso marcio di quella persona che gli stava accanto e che probabilmente l’aveva fatto anche quella sera, mentre Frank lo aspettava sotto casa sua.
“dimmi Frankie, sei venuto per fottermi?”
“ma che stai dicendo?” si avvicinò, ma Gerard lo allontanò bruscamente.
“senti non sono il tuo burattino da usare a tuo piacimento. Cosa credi? Che basta una scopata per farti perdonare il fatto che oggi non mi hai degnato nemmeno di uno sguardo?!?” urlò, fregandosene dei suoi genitori. Frank abbassò lo sguardo.
“ non sono un distributore a gettoni, Frank! Non puoi mettere la moneta e aspettare che cambi umore e farmi dimenticare il modo in cui mi tratti!!” si portò le mani hai capelli esasperato. Era al limite Gerard Way.
“basta.” Sussurrò solamente. Frank lo guardò negli occhi, spaventato.
“si Frank, basta. Finiamola con questa storia.”
“no, Gee, non puoi.” Disse. Gli posò le mani sulle spalle.
“dimmi che non dici sul serio?” sussurrò. Gerard distolse lo sguardo, lasciandosi scappare qualche lacrima. Frank gli prese il viso fra le mani.
“ti prego…” supplicò il chitarrista. Gerard lo abbracciò, colpendo più forte che poteva, il petto dell’amante, con i pugni serrati.
“perché non capisci Frankie?” urlò, con le lacrime che gli cadevano copiose dal viso.
“capire cosa?” Urlò anche Frank, prendendo tra le mani i polsi del ragazzo. Gerard si riprese. Non poteva digli le cose come stavano realmente. Se lo avesse fatto, sarebbe franato, avrebbe fatto cadere quella parete, già fragile e traballante che aveva costruito nel tempo. Nella disperazione, così folle e improbabile, Gerard baciò Frank e per l’ennesima volta, senza nessun motivo, gli chiese scusa.




SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ECCOMI QUA GUYS!!!!!!!!!!!!!!!!! Scusate il mega ritardo!!!!!!!! Il ritmo di aggiornamento tornerà normale!!!! Altro capitolo moooltooo triste, mi dispiace, ma vedrete che tra poco Gee si ripiglierà un po’!!!
lo spunto mi è venuto due sabati fa… ero dal parrucchiere. mia zia (è il grande capo la dentro) ha messo su uno dei miei cd misti, tanto per farmi piacere mentre il colore mi bruciava il cuoio capelluto in una maniera allucinante!!! Ho ascoltato di tutto e di più, cantando come una matta!! Ovviamente mia zia faceva finta di non conoscermi…comunque arrivando al punto: è partita “I’m like always with the way I’m always trying to get you off (me & you)” dei “FOB”(amo PatricK^^) poi “join me” dei “HIM” (CAVOLACCIO QUANTO ADORO QUELLA CANZONE), “Power kiss” dei “MSI” e infine “drugs or me” dei “Jimmy eat the world”(troppooooo sadica e dolceee la amo!!) una dietro l’altra e mi è venuta di botto l’ispirazione, tanto che ho dovuto scrivere su un pezzo di giornale, se non mi dimenticavo tutto quanto!!
Certo non centravano molto le canzoni, ma comunque ecco il capitolo!!
mannaggia sono una chiacchierona!! Scusatemi!!


notuzzole: allora… introduzione di un nuovo personaggio che segnerà la storia(come nonna Helena):
karol è nata dalla mia mente malaticcia!! Non è veramente la sorella di Ray (Ray torosaurus RULEZ!!) come tutti sapete!! Solo che mi piaceva vederla in questo modo!!!^^
Amanda è una troia…nella realtà è stata una ex fiamma(chiamiamola così…) di Frankie, prima della bellissima e unica e spettacolare Jamia!!! Quindi non mi andava di inserire Jamia per poi spezzarle il cuore!!!


Mille ringraziamenti a:

Chrystal: aah grazie..... mi piace la tua decisione!!!(e anche quella di Bob) spero che questo ti piaccia come gli altri!!! baci!!! XD XD

Mcr_girl: ammmoooraaaa ciao!!!!!!grazie infinite dei complimenti e sono contenta che ti piaccia!!!!^^ non so ma pensare Gerard vampiro è wow… non so se mi spiego…. Comunque sei io sono un mito, Honey, tu sarai leggenda!!! Anzi facciamo così: we’re a leggend… ah ah!!(non so perché rido) grazie ancora dal cuore!!! baci baci!!! Ti adoro<3 e ti prego sposami. (anche se ho già una decina di mogli)

MiKeYwAy4EvEr: grazieeeee la tua fan 1 uno(sempre e comunque) ti ringrazia dal profondo del suo cuoricino chimicoso!!!(altro aggettivo inventato dal mio criceto)spero che ti sia piaciuto!! KISSONI

FaKe_RoMaNcE. Spero che ti sia piaciuto anche il seguito!!! GRAZIE MILLE!!! Baci!!!^^

Ringraziamento speciale a Dani dal cuore!!!!!!!!!!!

grazie anche a legge soltanto e chi recensirà questo capitolo grazie dal cuore!!<3 <3 bye!!>_<

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Capitolo 4
*** “lets say goodbye, the hundredth time and then tomorrow we’ll do it again…?” ***


“lets say goodbye, the hundredth time and then tomorrow we’ll do it again…?”


Suonò il campanello con le dita tremanti.
Gerard non sapeva il perché si trova lì, davanti a quella casa.
Aveva chiesto a Karol, poche settimane fa, di uscire insieme e lei aveva accettato.
Ma per cosa lo faceva?
Dimenticare?
Vendicare?
O forse perché lo voleva veramente?
La porta si aprì e Ray Toro fece la sua comparsa, con quei capelli vaporosi e ricci.
“Gerard che ci fai qui?! A tuo fratello gli si è di nuovo rotto l’amplificatore?” Chiese sorpreso di vederlo li, davanti a casa sua.
“ehm, no… cioè… io sono venuto per… ehm..” farfugliò, tormentandosi le dita. A salvare la situazione fu la sorella di Ray che spuntò da dietro la sua spalla, con il suo solito sorriso solare.
“eccomi Gee, possiamo andare!” esclamò avvicinandosi al ragazzo, prendendolo a braccetto. Ray aprì la bocca un paio di volte, totalmente sconvolto.
“ci vediamo domani a scuola Ray!” riuscì ad esclamare Gerard, mentre Karol lo trascinava verso la macchina.
Durante il tragitto la ragazza non fece altro che parlare. A Gerard piaceva il suo chiacchiericcio allegro.
Karol era molto bella quella sera, era vestita elegantemente con i lunghi capelli ricci legato in una coda di cavallo.
Si fermarono davanti ad un locale, però nessuno dei due scese. Karol si sporse verso Gerard per posagli un piccolo bacio sulle belle labbra screpolate. Il ragazzo non si mosse, le sorrise solamente. Quel bellissimo sorriso dolce e imbarazzato, quello che riservava a Frank nei loro momenti di vita insieme. Le lasciò una carezza sul collo, calda e dolce.
“mi sembra di tornare indietro… oh, Gee mi sei mancato così tanto…” sussurrò Karol, prima di abbracciarlo.
“anche tu…” le soffiò all’orecchio, poi le scoprì la parte destra del collo, con movimenti lenti, vi passò le dita delicatamente, sentiva le vene del suo collo pulsare lentamente. Le guardò e senza pensarci più di tanto, la baciò lì, dove quelle vene sembravano chiamarlo.
Karol sospirò. Gerard per tutta risposta, le passò la punta della lingua su quel piccolo pezzo di pelle. Si riprese quando sentì la sua amica stringergli forte i capelli fra le dita.
Gerard appoggiò la fronte sulla sua spalla.
Odiava i suoi istinti. Perché sapeva chi era veramente.
Si, Gerard aveva capito tutto.
Aveva sentito sua nonna parlarne al telefono. Parlava concisa, con quella che sembrava una persona fidata.
“Gerard sta male. Bisogna procuragli del sangue senza che lui uccida altra gente innocente...”aveva detto.
Solo queste parole gli avevano fatto capire la verità, quella verità che nonna Helena sembrava nascondere così gelosamente.
Aveva capito il motivo della finestra aperta, del disordine in quella camera dove si rinchiudeva ogni santo giorno, aveva capito il motivo della sua strana stanchezza, dei suoi canini più lunghi del normale e soprattutto aveva capito chi aveva sabotato quel disegno.
Era stato lui.
Quel disegno era stato strappato da un Gerard disperato.
Tornò a guardare Karol, le sorrise lasciandole un bacio a lato della bocca.
“andiamo?” chiese nel tono più dolce che sapesse fare. Karol annuì e uscì dalla vettura. Gerard la seguì cercando di lasciarsi alle spalle il pensiero che toccava quella parte di lui che apparteneva a Frank.
La cosa peggiore di tutto questo era che, più cercava di non pensarci, più Frank era attorno a lui. Lo trovò seduto al bancone, con qualche amico e con Amanda, che gli stava attaccata con una piovra.. lo ignorò, facendo finta di non averlo visto prese Karol per mano ed entrambi si sedettero ad un tavolo.
Ascoltò i discorsi vivaci di Karol, sorseggiando la sua immancabile birra. Rise alle sue battute. Circa un’ora dopo, lasciò Karol da sola per dirigersi in bagno, li con sua sorpresa trovò Frank che insieme a qualche altro ragazzo, si fumava tranquillo una sigaretta.
Frank gli sorrise. Si osservarono mentre l’ultimo ragazzo uscì dal bagno.
Il più giovane buttò la sigaretta e dopo averlo afferrato per il colletto della camicia fece scontrare le loro labbra. Un bacio passionale che faceva dimenticare ogni proposito di scordarsi l’uno dell’altro.
“sono fottutamente geloso…” gli sussurrò Frank, lasciandolo con un sorriso soddisfatto sulle labbra e mentre il ragazzo gli baciava il collo, Gerard sospirò queste parole:

"we could be perfect one last night… And die like star crossed lovers when we fight And we can settle this affair If you would shed your yellow take my hand…”

Affannando si lasciò andare alle labbra esperte di Frank, dimenticandosi per un fottuto momento, tutto quanto.

Uscirono dal bagno alternati, facendo finta di niente. Karol non si accorse del colorito acceso di Gerard e ripresero il loro discorso lasciato a metà.
Quando il ragazzo la riaccompagnò a casa, davanti all’uscio si scambiarono un bacio.
Per Karol era emozione, un’emozione che si prova solo con il grande amore.
Per Gerard invece era uno dei tanti tentativi di dimenticare Frank, ma anche quando la sua lingua cercò quella della ragazza, Gerard vide il viso di Frank che lo accompagnava come un’ossessione.

Tornato a casa si stese sul letto, aspettando l’ora in cui sarebbe diventato un vampiro. Aspettando quella parte di se che lo faceva vivere di vendetta.
Non c’era modo di scappare…
Se non essere felice, ma per davvero.


Frank si rigirò nelle coperte, agitato.
Tormentato dallo stesso sogno di tutte le sante notti…

Gerard incombeva su di lui, trattenendolo per una spalla. Frank sudava freddo e sentiva la paura trasmodarsi in lunghi e continui brividi sulla schiena. Guardò gli occhi rossi del vampiro e trattenne il respiro quando egli parlò.. “mi nutrirò di te, pallido e felice essere umano. Sarai tutto, ma allo stesso tempo niente, davanti a me, perfida creatura con il potere di toglierti la vita, di succhiarti il sangue fino a farti accasciare in questo vicolo buio e sporco. Ti lascerò qui, morto, freddo, senza più parole.” Il giovane chiuse gli occhi mentre Gerard lo mordeva.

Frank urlò spaventato e sudato.
Si scompigliò i capelli bagnati dal sudore, mentre una lacrima viaggiava solitaria sulla sua guancia.
Si portò una mano al cuore, stringendolo in una morsa, impaurito e stanco del suo perenne incubo.
Avrebbe preferito che fosse realtà.
Voleva finirla.
Si sdraiò sul letto, scosso dai singhiozzi.
Non voleva riaddormentarsi.
Si alzò dal giaciglio e cominciò a infilarsi le scarpe da ginnastica, senza preoccuparsi di togliersi il pigiama e che fossero le cinque di mattina.
Aveva bisogno di lui.
Non riusciva più a resistere.
Non si preoccupò neanche di ascoltare sua madre, che preoccupata gli chiedeva dove andava.
Uscì di casa.
Arrivò a casa di Gerard, suonò il campanello ripetutamente producendo un rumore fastidioso e continuò finchè l’uscio di casa Way non si aprì.
“Frank cosa ci fai qui?” la signora Rush guardava il ragazzo davanti a se, sorpresa, coprendosi la camicia da notte come poteva con una vestaglia.
“devo vedere Gerard. Ora.”
“caro, Gee dorme adesso.” In realtà non era così. Helena non sapeva se il ragazzo era tornato dalla sua spietata caccia.
“la prego… è importante…” Frank non aveva ancora finito di piangere, le sue iridi erano grandissime e belle.
“aspetta qui.” Disse Helena, si era accorta del reale bisogno di Frank. La donna salì le scale, ma a metà di esse incontrò il nipote.
“che succede?” chiese strofinandosi gli occhi con la mano, assonnato.
Per un attimo Helena ebbe paura che suo nipote fosse ancora posseduto, ma sospirò di sollievo, quando vide gli occhi verdi di Gerard. Quei occhi uguali ai suoi.
“frank cosa ci fai qui?” chiese Gerard sorpreso di vedere l’amico. Osservò il più giovane, avvicinandosi a lui stranito e spaventato, vedendo le lacrime scendere dalle sue guance rosee.
“vi lascio soli…” disse Helena, sparendo su per le scale.
Gerard gli passò le dita sotto gli occhi, cercando di cancellare il dolore che scorreva a fiumi su quella pelle così bella e morbida.
Era la prima volta che lo vedeva piangere. Era come una lacerante morsa nel petto, proprio nel punto più debole, il cuore.
“oh, gee…” sussurrò. Lo abbracciò stretto, stringendo le mani sulla sua schiena.
“honey che ti succede?” chiese dolcemente in un sussurro appena udibile.
“sono stanco Gee. Stanco di vivere, di mentire agli altri e a me stesso. Sono stanco di farti del male.”
Fece un piccola pausa,sospirando.
“la verità l’ho sempre saputa Gee…” si staccò da lui per osservarlo. Gli accarezzò il viso con entrambe le mani.
Gerard lo guardò attentamente.
“sono passati mesi, ma quello che ho provato per te non è cambiato. È così da quando ti ho incontrato ed è così ora.” Lo baciò dolcemente per qualche secondo.
“ Io ti amo Gerard.” Glielo disse in uno dei suoi sussurri imbarazzati e stupendi.
Gerard lo guardò, cercando di trovare le parole giuste, ma in questo caso non esistono parole giuste o sbagliate.
Sorrise.
Non era uno dei suoi sorrisi felici.
Frank se ne accorse. Qualcosa non andava in quello che aveva detto.
“Frank io…” sospirò cercando di guardarlo negli occhi.
“mi dispiace io…” sussurrò ancora.
“cosa…?” chiese Frank, sperando con tutto se stesso di non aver capito le sue parole confuse.
“non ti amo Frank.” Serio. Troppo serio per sperare in uno scherzo.
Frank rise, disperato, si toccò il cuore convinto che questo non battesse più. Si morse il labbro abbandonandosi al dolore e alle lacrime.
Si voltò verso la porta e uscì da essa sbattendola forte.
Gerard si portò i capelli all’indietro con entrambe le mani, in un chiaro gesto disperato.
“Perché hai mentito Gerard?” Helena stava sulle scale, appoggiata alla balaustra.
“scusami se ho ascoltato, ma non ho fatto a meno di sentirvi.” Si scusò. Gerard scosse la testa.
“perché tesoro?” lo raggiunse toccandogli il braccio.
“non lo so nonna.” Chiuse gli occhi e rivisse la scena di pochi minuti fa.
“lo amo così tanto…” Helena lo accolse fra le sue braccia.
“sarebbe stato tutto perfetto... ma tutto così sbagliato…” sussurrò, lasciando cadere le lacrime dai suoi occhi.
“avrebbe rischiato la vita se sarebbe rimasto.” Helena lo guardò.
“non fare domande nonna. Lo so e basta.” La donna annuì. Più tardi avrebbero parlato con calma del difficile problema di Gerard.
“sei una persona fantastica, lo sai questo?” la sua adorata nonna, gli prese il viso fra le morbide mani rugose. Gerard scosse il capo.
“no. Quale persona fantastica fa soffrire la persona che ama?!” esclamò il ragazzo. Helena sorrise.
“tesoro, tu gli stai evitando una vita di inferno lo sai questo si? Una vita che non si sa nemmeno quanto sarebbe durata se tu cominciassi a perdere il controllo.” Gerard si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.
“hai ragione. Ora soffrirà, ma quando si sarà dimenticato di me, più niente gli farà male.” Disse, mentre Helena gli asciugava le lacrime.
“è così ingiusto…” il silenzio lasciò che Gerard si sfogasse e piangesse tutte le sue lacrime.


Frank respirò a pieni polmoni l’aria di Newark. Con le mani nelle tasche della sua felpa si diresse nel parco della scuola.
Salutò i suoi amici con un sorriso per poi abbassare lo sguardo e perdersi in se stesso.
Non ascoltava altro che la sua anima che piangeva e piangeva, senza mai fermarsi, senza mai smettere di lamentarsi e soffrire.
“Frankie che hai?” chiese Amanda, accarezzandogli il braccio. Frank scosse il capo, accennando un sorriso.
Niente andava per il verso giusto.
Ogni cosa nella vita di Frank aveva preso una piega sbagliata e ingiusta.
Una di queste era che suo padre era andato via di casa.
Era scappato, lasciando sua madre a piangere, abbandonata sul divano.
Suo padre l’aveva lasciato senza parole. Guardandolo negli occhi, mentre con la sua valigia usciva di casa.
Per sempre.
Uscì per schiarirsi le idee e puntualmente si ritrovò come sempre davanti a quella casa, dopo una estenuante corsa per le strade di Newark.
Si ricordava di Gerard seduto alla sua scrivania, chino su alcuni fogli.
Si ricordava delle belle note che uscivano dal suo stereo.
“Today” degli Smashing Pumpkins
Quella stupenda canzone ascoltata mille volte insieme.
Anche se Gerard d non era lì, Frank si accontentò di osservarlo da lontano, riuscendo a tranquillizzarsi.
Frank tornò alla realtà guardando il cielo grigio.
Finché il suo sguardo non si posò su di lui, commettendo il più grande errore.
Sapeva che c’era lei.
Sapeva che oramai quelle labbra non lo avrebbero più sfiorato.
E moriva di invidia vedendo le labbra di Gerard posarsi su un’altra persona.
Quelle labbra che lo avevano tormentato giorno e notte.
Le voleva solo per lui.
Era egoista.
Lo sapeva.
Tuttavia non riusciva a reprimere quei sentimenti così forti verso di lui.
E non riusciva ad essere contento per Gerard e per quella ragazza che aveva la capacità di renderlo felice.
Erano passati due mesi da quella fatidica confessione.
Due mesi senza parlarsi.
Due mesi senza guardarsi.
Due mesi senza avere la possibilità di vivere nemmeno per un breve istante.
Senza dire una parola si diresse all’interno della scuola ritrovandosi, senza un preciso motivo, sulla alta terrazza della scuola.
Si affacciò aggrappandosi alla balaustra di marmo.
Il vento era piacevole su di lui.
Come se fosse dettato da una strana forza si mise in piedi sulla ringhiera.
Guardò in basso.
Sorrise.
Quanto poteva avere senso la vita, senza di lui?
Voleva porre fine alla sua esistenza e gettarsi nel vuoto.
Aprì le braccia.
Alcune urla gli fecero capire che tutti stavano guardando in su, verso di lui, un pazzo che vuole farla finita.
Gerard era lì e lo guardava spaventato.
Tempo di un attimo e lo vede sfrecciare dentro la scuola.
Frank pensava che non sarebbe servito a nulla.
“frank!” la sua voce. Frank si inebriò del suo suono.
“ti prego…” piangeva, lo sentiva singhiozzare.
“nulla ha senso…” sussurrò.
“Si invece, scendi da lì…”
“tu non mi ami…” pazzo innamorato. Gerard non disse nulla, si limitò a stringergli la mano, finchè
Frank non scese da lì, cadendo all’indietro. Finì addosso a Gerard che lo consolava, assorbendo ogni goccia di dolore.
“ci stiamo dicendo addio per la centesima volta Gee?” sussurrò, aggrappandosi alla felpa del ragazzo.
“promettimi che domani lo faremo ancora…” concluse. Gerard si morse il labbro, perso in un dolere profondo.
“mi dispiace Frankie…” quanto contavano quelle parole? Niente, perchè niente aveva significato.
E Gerard lo sapeva bene.



Ritardooooooooo sorry!!!
Dopo vari tira e molla i due ciccioli hanno fatto molla….
Spero vi piaccia!!! Davvero davvero!!
Vi dico che non sarà lunga come fic… mi è venuto in mente un finale perfetto e mi sembra adatto così… comunque non dico nullaaa!!
Grazie infinite a chi legge!!

Grandissi ringraziamenti a:

my chemical vavvy: waaaaaaaa!!! Ciao!!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!! Fammi sapere okay? Grandi kisses!!!

mcr_girl: sugar!!!!!!!!!!!!!!!! Mia compagna di avventure!!!!!! So che avevi letto un pezzetto del capitolo… e spero tantissimo Honey che ti piaccia tutto intero!!!!!!!!! Non mi odiare però….. BACIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII GRANDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! I LOVE YOU!!!!

MiKeYwAy4EvEr: non mi ammazzi vero…? Mi dispiace per il tuo cuoricino, anche il mio piangeva quando scrivevo queste cose!!! Me perfida lo so… perdonoooooooooooooooooooooo spero ti piaccia!!!!BIG kisses <3



Bye genteeeeeeee!!!!<3

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Capitolo 5
*** "would you kill me in my sleep?" ***


“Perché?” Amanda era furibonda, sul suo pallido viso arrabbiato c’erano tracce di lacrime calde che le cadevano come corsi d’acqua in piena.
Frank cominciava a stufarsi ed a innervosirsi.
“quattro anni Frank, quattro!!” urlava disperata, in mezzo a quella via abitata, dove donne e uomini e bambini si erano fermati per osservare quella conversazione decisamente fuori luogo.
“mi hai preso in giro in tutti questi anni?” Frank negò con il capo.
L’aveva amata. Era vero, ma da quando Gerard era entrato nella sua vita, nulla aveva senso, se non l’amore per lui.
“no ti giuro, ti ho amata Amanda, tanto… solo che non ti amo più…” la ragazza si passò una mano sul volto, passandola, successivamente la passò fra le lunghe ciocche bionde.
“è per lui vero?” disse piano, con la rabbia nel cuore.
“è per lui che fai questo?” lo prese per le spalle e lo scosse come se volesse farlo tornare in sé.
“è per lui che ti stavi per suicidare?!” Frank la guardava negli occhi, ferito.
“mi vuoi lasciare per Way?!”lo sguardo duro del ragazzo trafisse Amanda come una grossa lama.
“Frank renditi conto che siete sbagliati!!” il giovane si ribellò dalla presa di Amanda che gli stringeva le spalle con le dita sottili.
“tu non sai nulla! Non capirai mai niente di me, di lui, di noi!!” urlò, prima di correre via, lasciando
Amanda da sola a piangere.
Nessuno capiva quello che provava.
Nessuno si rendeva conto della sua anima che straziata urlava un solo nome e del suo cuore che lasciava pezzi di se.
Si fermò in un bar. Li ordinò una birra, bevendola come se fosse acqua.
Stava talmente male che non riusciva a sentire il peso dell’alcol, neanche dopo il quinto bicchiere.
Dopo qualche ora si diresse verso casa, ma non la sua.
Quella casa che lo attirava come una calamita.
Come tutte le sere, i giorni, le ore, guardò quella dannata casa, ma invece di abbassare lo sguardo e cambiare via, si diresse davanti alla porta e con un colpo di pugno, bussò.
Un ragazzino di tredici anni aprì l’uscio di casa, osservando Frank con un sorriso.
Mikey, era il fratello minore di Gerard.
Un tipo strano, alto e molto magro.
“Frank!!! Che bello vederti!!” esclamò abbracciandolo calorosamente.
“ehi!! È da tanto eh?” rispose dandogli una fraterna pacca sulle spalle.
“tuo fratello?” Mikey, ci pensò un attimo.
“è uscito con Karol, dovrebbe tornare tra qualche minuto comunque!” il più grande si morse il labbro, nascondendo la delusione e la folle gelosia che pian piano si stava impadronendo di lui.
“se ti va, puoi aspettarlo in camera sua.” Propose il ragazzino. Frank sorrise annuendo, salendo le scale.
In camera di Gerard aspettò per vari minuti, seduto sul grande tappeto, di fronte al letto e dopo quelle che sembravano ore, Gerard entrò nella sua camera e il suo bel sorriso si spense.
Frank alzò la mano in segno di saluto, sorridendo falso.
“cosa ci fai qui?” chiese, chiudendo lentamente la porta alle sue spalle.
“voglio parlare”
“cosa c’è da dire Frank? Gerard si mise davanti al ragazzo, guardandolo dall’alto.
Era così bello Frank, con quei occhi nocciola, quel naso piccolo, e quelle labbra socchiuse che bramavano le sue.
“potremmo almeno recuperare la nostra amicizia…” disse Frank. Non voleva stargli lontano, era quella la verità.
E pur di non farlo, sarebbe rimasto un semplice amico.

Quale amicizia?
Gerard non capiva, non capiva proprio!
“quale amicizia? Fra di noi c’era tutto, ma l’amicizia era l’unica cosa che non ci legava.” Esclamò serio, e pungente.
“allora per favore...Gee, cerchiamo di crearla…” Gerard lo guardò e restarono così a fissarsi, mentre la sera calava dietro di loro.
“non si può…” frank lasciò che le sue guance si bagnassero di lacrime.
Gerard si inginocchiò davanti a lui e lo sentì parlare, con la voce incrinata dal pianto e dall’emozione che gli faceva battere forte il cuore.
“io ti amo…” gerard era riuscito a dire cose che si era ripromesso di mantenere per sé.
E frank non sapeva che fare e che cosa dire se non sperare .
Oh, Frank non credeva affatto alle sua parole.
Come poteva?
Si sarebbe illuso se per un solo attimo avrebbe sperato alla realtà.
“non voglio le tue bugie, non so che farmene!” si alzò, ma Gerard lo trattenne.
“è la verità…”sussurrò, cercando di abbracciarlo, ma il ragazzo si divincolò.
“io ci ho provato Gee, ma ora… voglio dimenticare te. Voglio lavarmi dal tuo sapore…” Gerard gli cinse le spalle, abbracciandolo e Frank lo lasciò fare, abbandonandosi alle lacrime, insieme a lui.
Cercava una via d’uscita Frank, ma ovunque guardava, Gerard era sempre li.
“dammi te stesso solo per questa notte…” disse Gerard, facendo crollare ogni cosa,
ogni sentimento,
ogni paura.
Gli prese le labbra, baciandole come se fosse il suo ultimo giorno di vita.
Si lasciarono cadere a terra, ancora le labbra unite.
“ti amo…” ripeté Gerard, più deciso facendolo stendere sotto di lui.
“ti prego non mentirmi…” sussurrò Frank, invaso da uno stato di ansia.
“mai più amore.” Il più giovane lo baciò, accarezzandogli i capelli.
Ci credeva ora,
ci credeva ciecamente.
Gerard gli baciò il collo lentamente, respirando il suo profumo.
“toglimi il suo profumo Frank, invadimi…” il ragazzo lo trasportò sulle sue labbra, divorandole.
Si tolsero lentamente i vestiti, sfiorandosi.
Gerard lo guardò, con le guance rosse carminio.
Adora lo sguardo di Frank che gli accarezzava il volto.
Adorava le sue belle mani strette nelle sue, in una morsa violenta, ma così dolce.
E adorava le sue sottili labbra sulla sua pallida pelle che lo sfioravano, con carezze delicate ed esperte.
“sei così bello Frankie…” il giovane sorrise, lasciandosi sfiorare il corpo e levarsi l’ultimo indumento.
E mentre Frank lasciava che Gerard entrasse dentro di lui per la prima volta, parlò e disse quel che provava, forse per l’ultima volta.
“Gee?” il più grande gli baciò la spalla umidiccia, in un chiaro invito a continuare.
“Ti amo…” Gerard sorrise abbracciandolo stretto, aumentando il ritmo della loro passione
“ti amo anche io… ti prego di credermi…”sussurrò Gerard, con il respiro mozzato.
Tutte le emozioni di Gerard erano racchiuse nei suoi occhi verdi e profondi.
Frank si nutriva di essi come ninfa vitale.
Gerard strinse la mano nella sua, baciandola ripetutamente, mentre entrambi raggiungevano il limite, urlando il loro piacere, gemendo insieme.
Rimase ore ed ore sul pavimento a fare l’amore,
per l’ultima volta.
Finchè stanchi, non si misero nel letto e si addormentarono.


Passate alcune ore, Gerard aprì gli occhi di scatto, il respiro accelerato.
Avvertì una brutta sensazione di morte.
Sentì i suoi canini allungarsi. Soffocò un urlo, sollevando il busto, accecato dal dolore.
Strinse le lenzuola aspettando la fine e quando successe, osservò il corpo steso accanto al suo, come se fosse una calamita.
Frank dormiva, ignaro di ogni cosa.
Gli occhi rossi di Gerard accarezzavano la pelle rosea del ragazzo, che dormiva a pancia in sotto, con un dolcissimo sorriso e le lenzuola che gli ricopriva le natiche, lasciandogli la schiena liscia, scoperta.
Il vampiro l’accarezzo con le pallide dita fredde, facendolo rabbrividire.
Gli osservò il collo scoperto passando le labbra su di esso, senza morderlo.
“Gee, fa freddo…” sussurrò il giovane, senza svegliarsi.
Gerard si alzò lentamente e cominciò a vestirsi, senza distogliere lo sguardo da Frank.
Si mise il cappuccio della sua felpa nera e uscì, come di consueto, dalla finestra.
A passo lento si diresse per le strade di Newark, guardandosi intorno in cerca di qualcuno di cui sfamarsi.
Si nutrì di poche persone quella sera, dentro di sé sentiva un insaziabile sete di sangue.


Frank si svegliò nel pieno della notte, disturbato dal freddo vento che gli accarezzava la pelle.
Allungò il braccio alla sua destra, accarezzando la coperta fresca e non sentendo il corpo di Gerard vicino al suo si alzò a sedere, confuso.
“Gee?”si guardò intorno e non trovandolo si alzò dal letto velocemente, grattandosi la testa spaesato.
“Gee sei in bagno?” si diresse nel bagno attiguo alla stanza, ma non lo trovò.
Cominciò a preoccuparsi realmente.
Percorse la camera a grandi passi fino a trovarsi davanti alla finestra spalancata. Rabbrividì di freddo e mentre si vestiva il suo pensiero toccò cose orribili.
Decise di andarlo a cercare, scese le scale di corsa, notando che la famiglia Way era riunita intorno al tavolo del salotto.
Gerard non era lì.
Vide la signora Way, abbracciata al marito, con un espressione sconvolta e impaurita.
Mikey, bianco in volto, guardava Helena Lee Rush con attenzione.
Quando Frank fece il suo ingresso, la famiglia prese a fissarlo.
“Frank…” la signora Rush guardò il ragazzo, non sapendo che altro dire.
Gerard era sparito.
“vado a cercarlo.” Dissi il ragazzo, infilandosi il giubbino, appeso all’ingresso.
“Frank fermo!” Helena lo agguantò per le spalle. “non andare.” Frank scosse il capo. “qualunque cosa sia successa, lo riporterò qua, a casa.” Deciso aprì la porta ed Helena non ebbe forza di fermarlo.
“stai attento.”
Frank non capiva la situazione.
Perché erano così preoccupati per lui?
Cazzo, Gerard era sparito.
Chiuse la porta alle sue spalle, incamminandosi nel buio.
“l’hai lasciato andare, nonna?” chiese il piccolo Mikey.
“non avrei potuto trattenerlo.” Spiegò.
“ma mamma, non pensi che Gerard possa aggredirlo?” Helena guardò Donna, sua figlia.
“è di questo che ho paura. Frank non conosce l’altra parte di Gerard.” Mikey sbuffò, contrariato.
“ma perché non l’hai fermato?!” esclamò.
“prova a fermare l’amore tesoro e dimmi se ci riesci.” Disse.


Gerard si aggirava per le strade da qualche ora, oramai, con la sua inseparabile sete di sangue.
Faceva vagare i suoi occhi rossi, sulle strade illuminate dalla luce fioca dei lampioni.
La fredda brezza gli accarezzava i capelli che dolcemente gli erano finiti sul viso pallido.
Con un ghigno osservò una ragazza che, barcollando camminava verso di lui, palesemente ubriaca.
Il sorriso del vampiro si allargò di più, diventando qualcosa di inquietante.
Osservò meglio l’immagine della vittima perfetta, quella vulnerabile, incosciente.
Le si avvicinò, fino ad averla davanti a sé. La ragazza lo guardava ammaliata, lasciando cadere la bottiglia che reggeva fra le deboli mani.
Era persa in quell’uomo così bello che con le mani fredde le sfiorava il collo. Un brivido le percorse la schiena. Voleva quelle labbra per se, voleva quell’uomo per se, sentirlo suo.
“Amanda…” Gerard disse il suo nome, prima di posarle le labbra sulle sue per rilassarla, poi lentamente le passò sul collo, ignara della morte che piano le si avvicinava.
Il vampiro morse lentamente, gustando quel caldo sangue che nelle vene pulsava.
Amanda urlò e cercò di divincolarsi, ma la presa di Gerard era forte e non aveva scampo.
Urlò di dolore, mentre non contento, lui le accarezzava le forme generose, finchè Amanda non cadde a terra, morta.
Il vampiro si leccò le labbra con un ghigno contento, scavalcò il corpo privo di sangue e anima di Amanda, continuando la sua passeggiata insieme alla morte, che vagava di fianco a lui.
Ma c’era qualcosa che rendeva Gerard insoddisfatto, mancava ancora qualcosa che avrebbe reso la notte perfetta.
E quel qualcosa camminava a qualche silometro da lui.
Sentiva l’odore della sua perfezione.
Sentiva l’odore del suo sangue penetrarli le narici.


Frank si guardava intorno cercando disperatamente Gerard.
Era passata più di un’ora, ma di lui neanche l’ombra.
Era preoccupato e aveva paura.
Una paura fottuta.
Il New Jersey non era certo famoso per le sue notti tranquille e prive di criminali.
Si fermò per guardare un vicolo cieco. Si grattò la testa pensoso e sbuffò sonoramente.
Il buio di quella via gli faceva venire i brividi alla schiena.
Cominciò a camminare lentamente, cercando inutilmente di orientarsi.
La sua mente ricordava quei gesti.
Cominciò a sudare freddo.
No.
Era impossibile.

“And if they get me and the sun goes down into the ground?
And if the get me take this spike to my heart and…”

Sentì dei bisbigli nelle tenebre e cominciò a camminare velocemente, guardando dietro di se.
Un’ombra si muoveva nella notte.
Il silenzio era solo rotto dal respiro affannoso di Frank che ha cominciato a correre.
Si nascose in un vicolo e appoggia la testa contro il freddo e logoro muro.

“and if the sun up will it tear the skin right off our bones?
And the as razor sharp white teeth rip out our necks
I saw there…”

Chiuse gli occhi.
Sentiva I suoi passi lenti e dannatamente fastidiosi.
Sentiva il proprio cuore battere forte.
Vide la sua ombra farsi vicina.
Vide le proprie mani tremare.

“someone get me to the doctor, someone get me to church
where they can pump this venom gaping hole..”

era davanti a lui, nascosto da un cappuccino nero.
Vide i suoi canini affilati spuntare dalle sue piccole labbra carnose.
“Gerard per favore torna in te…” sussurrò Frank supplichevole. Gerard rise.

“and you must keep your soul like a secret in your throat”

Frank chiuse gli occhi, sicuro di morire.
Sentì le mani fredde di Gerard su di lui.
Gli tocco il collo morbido e caldo, dove pulsava sangue dolce e puro.
Gerard si passò la lingua sulle labbra.
Frank tremò al contatto con la sua pelle.
Riaprì gli occhi e vide il volto del vampiro privo di qualsiasi protezione.
I capelli neri gli ricadevano scomposti sulle spalle.
I suoi occhi verdi erano diventati rosso sangue.

“can you take this spike?
Will it fill our hearts with thoughts of endless
Night time sky
Can you take this spike?
Will it wash away this jet black feeling?”

Il suo viso tondo, bello e dolce era stato sostituito da lineamenti duri e attraenti.
Sentì poi le sue labbra sul collo. tremò e capì che era la fine.
Ma in fondo era così che avrebbe voluto morire.
“and the nightclub set the stage for this they come in pairs she said
we’ll shoot back holy water like cheap whiskey they’re always there…”

Morso da un vampire che amava con tutta l’anima.
sentì la pelle del collo perforarsi e il suo sangue passare nella bocca di Gerard.
Sentì le forze sparigli lentamente, mentre si accasciava a terra in quel vicolo sporco e umido.
“Would you kill me in my sleep, Gee?.” Disse Frank, lasciandosi scappare un’altra lacrima.

“Gerard…” sussurrò, mentre il vampiro non la smetteva di succhiare il suo sangue.
“ti prego, torna in te…” gli strinse i capelli, scuotendolo.
“ti prego, guardami…”
Gerard lo guardò, spaesato.
Frank vide per un attimo i suoi occhi ritornare verdi e brillanti.
“Frank…” subito dopo scosse la testa, tornando vampiro.
“no… Gee, amore ti prego.. smettila…” il vampiro tornò a morderlo, disturbato dalle sue parole.
Era come se ci fosse una battaglia dentro di se, che gli impediva di svolgere il suo compito.
Il vampiro smise di succhiare dal collo di frank e si accasciò a terra, ansimante.
Frank gli si sedette accanto, guardando la sua trasformazione che cambiava ripetutamente.
Gerard lo guardava in viso, impaurito e sofferente.
Si stringeva il petto con le mani, dolorante.
“aiuto… Frankie….” Frank lo guardò e senza pensarci troppo lo baciò.
Gerard si ricordava di quel profumo, di quel sapore così sublime e rispose piano, affaticato.
Frank si staccò dal ragazzo e osservò i suoi occhi verdi che oramai non cambiavano più colore.
il più grande tremava e cercò calore nell’abbraccio di Frank.
“vieni, ti porto a casa…”




eccomiiiiiiiii quiiiiiiiiiiiiiii!!!! Scusate l’immenso ritardo….. ehm…. Non avevo ispirazione…. Ehm ehm.. comunque… il nostro Frank ha finalmente scoperto il segretoccio di Gerard…scusate per il colpo di scena… alora qua ho messo il pezzo del sogno che Frank fa nel prologo...
Okay, tra poco, (non ho idea d quando) posto il penultimo capitoletto….
Chissà che succede??????? Bhoooooooo!!!!
Allora passiamo hai ringraziamenti… grazie infinite a chi legge so che ci siete, grazie
Un grazie particolare va a:

MiKeYwAy4EvEr: grazie, spero che anche questo ti piaccia….. ovviamente non è un granchè…!!!!!!!!!!!! Bacioni e dimmi cosa ne pensi!!! <3

mcr_girl: sugar!!!!!!!!!!!!! Mio genioooooooooo!!!!!! Ecco, lo so tu hai letto l’inizio… e spero tanto che anche il resto ti piaccia!!!!!!!!!!!!! È vero a me piace immedesimarmi e capire a modo come si potrebbe sentire una persona. Thank you for all my big friend!!!!!!!!! Ti voglio un bene immenso!!!! Baciiiiiiiiii!!!!!!

my chemical vavvy: hola tesoro! Spero che anche questo capitolo ti abbia emozionato e grazie per i complimenti!! Alla fine in qualunque modo(…………….) l’amore tra quei due trionfa! Kisses!!!!! <333333


Da Ser Mikey è tutto… a voi la parola…!!!!!!!!!!!

Bacioniiiii Grè<3

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Capitolo 6
*** I want to dead ***






Frank bussò freneticamente alla porta di casa Way.
Sulle spalle aveva caricato un esausto Gerard che annaspando diceva cose insensate.
Stava male e Frank non poteva vederlo così dolorante, voleva che tutto finisse e lo voleva in fretta.
Fece un movimento brusco e il ragazzo su di lui quasi cadde,emettendo un debole gemito.
“siamo arrivati amore, un attimo di pazienza…” sospirò mentre la porta si aprì.
“chi…? Oh Dio!” Donna Way si portò le mani alla bocca, reprimendo un urlo.
Li fece passare.
Gli altri della casa raggiunsero Donna e i ragazzi trafelati.
“vi prego, aiutatemi a portarlo in camera.!” Il padre di Gerard, Donald prese in braccio suo figlio maggiore e lo trasportò in camera. Gli occhi di Frank si riempirono di malinconia vedendo le membra abbandonate del ragazzo. Li seguì entrando subito dopo di loro nella stanza buia, dove si proiettavano ancora le immagini del loro amore. Si sedette vicino al vampiro, prendendogli la mano abbandonata sul letto.
Odorò il profumo che emanavano le lenzuola.
Sapevano di loro.
Gerard annusò il cuscino e con un debole sorriso riuscì ad sussurrare:
“sanno di te…” Frank sorrise a sua volta, lasciando cadere piccole lacrime dai suoi occhi stanchi.
“sono un mostro Frank..” Gerard cominciò a piangere lasciando che le lacrime si confondessero con i suoi capelli corvini.
“non dire assurdità!”
“quante persone avrò ammazzato?” chiese con tono arrabbiato.
“e pensare che avrei potuto ucciderti…” chiuse gli occhi lasciandosi ai singhiozzi.
Frank lo abbracciò perdendosi in lui.
“vai via, ti prego scappa, lontano, scordati di me.” Frank si morse il labbro. Non poteva chiedergli questo.
No.
Lui non avrebbe mai fatto.
Perché abbandonare la persona che si ama, alla quale si vuole dare ogni cosa?
Perché abbandonarla nel momento in cui tutto sta cadendo a pezzi?
Glielo disse e baciandogli il palmo della mano aggiunse:
“so che hai bisogno di me. Io sono qui Gee.” Gli sussurrò.
“sei pazzo!” sussurrò di rimando, Gerard. Frank rise cogliendo la sottile ironia del ragazzo.
Gli lasciò la mano, per permettergli di stendersi meglio.
Il più piccolo lo coprì bene con le lenzuola stropicciate.
Gerard chiuse gli occhi ancora una volta, abbandonandosi al silenzio.
Frank guardò Helena, Mikey e i genitori di Gerard. Donna piangeva, ancora incredula.
Ma per cosa?
Perché Gerard era un vampiro?
O per la delusione di avere un figlio diverso, con un amore diverso?
Frank non lo seppe mai.
Uscirono dalla stanza di comune accordo, scendendo le scale e fermandosi in salotto, dove Frank sfogò la sua rabbia un su tavolino di quercia davanti al divano.
Helena fermò Donald, che tentando di fermare il ragazzo. Si era mosso verso di lui.
“com’è possibile? Chi cazzo l’ha ridotto così?” nessuno rispose e Frank tiro un calcio potente alla vetrina del salotto, frantumando i vetri.
Si girò verso Helena, senza smettere di guardarla.
“voglio una cazzo di risposta!!” ansimava, con gli occhi lacrimanti.
“allora? Avete una fottuta risposta?!?”
“nessuno gli ha fatto del male Frank, è solo nato nel giorno sbagliato.”
“è assurdità…io…” si portò le mani ai capelli, disperato.
“da quanto lo sa Gee?”
“due mesi.” Rispose la signora.
Frank sgranò gli occhi.
Ecco perché gli aveva detto di non amarlo.
Ecco perché quella sera tutto sembrava così falso, così programmato.
Aveva preferito il dolore, piuttosto che stare con lui e condannarlo a una vita paurosa, sempre allerta con la morte che gli viaggiava a fianco.
Si sedette sul divano, l’unico oggetto del salone ancora intatto.
“è così assurdo…”
Helena si sedette a fianco e gli accarezzo i capelli.
“ l’ha fatto per te e lo fa ancora per te.” Gli disse, interrompendosi e guardando davanti a se per qualche secondo.
Frank la guardò, aspettando che continuasse.
“tutto questo…non…” sospira, lasciando che i suoi occhi verdi gli si riempissero di lacrime.
“non doveva succedere…il mio errore è stato quello di non averglielo detto. E quando l’ha scoperto era troppo tardi per lasciarti andare, ma lui ci ha provato lo stesso. Lo sai che ti ama e l’ha fatto solo per te! Lo sai che ti allontanerà di nuovo, finchè tu non capirai che…” Helena fu interrotta bruscamente da Frank, che alzandosi in piedi cominciò ad urlarle addosso.
“capire cosa? Eh? Lei mi sta dicendo che dovrei fregarmene? Uscire da quella cazzo di porta e dimenticare che esiste? Che senza di lui nella mia vita non riesco a vivere??” urlò, stanco del dolore che provava. Stanco di tutto.
Guardò helena deluso.
Sperava ancora che almeno lei potesse capire.
Le sue speranze si sciolsero quando la vide annuire.
“ma cosa ne sa lei?!” lacrime disperate solcavano le guance rosse del ragazzo.
“cosa ne sa di che cosa proviamo? Cosa ne sa dei miei sentimenti? Lei non c’è quando io e Gerard siamo insieme, non c’è quando parliamo fra di noi, quando ci baciamo o quando facciamo l’amore!!! Non po’ sperare che esca di qui. Perché non lo farò!”
Chiuse gli occhi lasciando che la sua voce creasse un grande eco nella casa.
Sospirò.
“io amo Gerard.” Disse, posandosi una mano sul petto, parlando con più calma.
“e non mi interessa se è un vampiro, se può uccidermi, se in quei momenti non lui. Io ci sarò, sempre. Anche se le mi dice che non è la cosa giusta o se lui tenterà di cacciarmi via. Lui ha bisogno di me e lei lo sa.” Vide alcune lacrime scendere dal volto segnato dal tempo, di Helena.
Sapeva che non avrebbe detto più nulla. Così si avviò su per le scale, nuovamente dal vampiro.
Si ritrovò nella stanza buia di Gerard e constatando che il ragazzo non si era destato dopo le sue urla. si sdraiò al suo fianco, passandogli il dito sul suo profilo, sorridendo.
“perché a noi Gee?” gli baciò tempia, desiderando di finirla.
Stare lì e lasciarsi guidare insieme dalla morte.
“ti ricordi quando ci siamo incontrati, Gee?” non aspettò la sua risposta, il vampiro continuava a dormire.
“Io si, sei stato il mio peccato più dolce, sei stato travolgente. In confronto a te, Amanda non era nulla.” Frank sposò la mano sui suoi capelli neri, notando il sorriso beato di Gerard per le carezze che il ragazzo gli stava regalando.
“sono stato stupido lo so…” il vampiro si votò e lo abbracciò sospirando nel sonno.
Frank si inebriò di quel contatto e seppe nel profondo che quella sarebbe stata una delle ultime volte in cui lo avrebbe stretto a se.




Quasi un anno prima…



Solito Bar, solita compagnia di amici e la solita birra. Forse l’unica che ti tiene veramente compagnia.
Frank si guardava intorno accarezzando svogliato i capelli chiari di Amanda, mentre la ragazza rideva, bevendo allegramente la sua vodka alla fragola.
Il ragazzo avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di avere qualcosa con cui distrarsi, si annoiava a morte.
La sua vita era solo una pallida versione della felicità. Quella felicità creata solo per dare un senso a quei giorni contorti e insulsi.
Voleva un brivido.
Quel brivido che da sollievo alle cose pensanti di tutti i giorni.
Posò un bacio leggero sui capelli di Amanda,poi alzando lo sguardo trovò quello che cercava da tempo.
Due occhi verdi lo fissavano.
Non erano due occhi comuni.
Il loro verde era penetrante, puro e tremendamente eccitante.
Si, eccitante.
E lo colpì brutalmente lasciandogli sulle labbra un sorriso sfacciato.
Gerard a pochi metri da lui, lo osservava.
E chi non notava quel ragazzo?
Era la versione sputata di un angelo peccatore.
Annegò nel suo sguardo nocciola per poi passare ad accarezzagli, con gli occhi furbi, il collo fino al petto con devozione.
I rumori pareva ovattati e come se potesse sentire il suo respiro anche a metri di distanza.
“ehi Gee?” il ragazzo moro non rispose neanche al suo amico Matt, impegnato com’era nella perlustrazione della tentazione.
Gerard gli sorrise.
Era malizioso, furbo ed eccitante.
Frank ebbe un lungo brivido che gli risaliva lentamente la colonna vertebrale.
Osservò il suo sorriso tirato e non lo perse di vista neanche, quando con gesti lenti uscì dal locale lasciando a Frank l’ultimo sguardo.
Quest’ultimo aspettò qualche minuto prima di prendere una sigaretta dal suo pacchetto e uscire dal quel bar che era diventato troppo stretto per lui.
Non disse nulla ai suoi amici, ne tanto meno ad Amanda.
Non lo trovò subito, ci mise un po’ per capire che il ragazzo stava appoggiato alla parete del locale, resa buia dal lampione che era fulminato.
Aveva una sigaretta fra le labbra e lento e peccatore la consumava con un sorrisetto beffardo.
Scrutò da capo a piedi facendo sentire Frank quasi in imbarazzo.
Il più giovane si avvicinò, lento.
“hai da accendere?” Gerard annuì nell’oscurità, avvicinando l’accendino alla sigaretta, che Frank si era portato alle labbra.
Aspirò il tabacco, buttando fuori il fumo da un lato delle labbra.
“sono Gerard.” Il ragazzo gli porse la mano che Frank afferrò prontamente.
“Frank.”
“si, so chi sei.” E gli sorrise, lasciandolo spiazzato, senza difese, con solo una grande voglia di baciarlo.
“ti vedo sempre a scuola.” Frank si maledì.
Possibile che non l’avesse mai visto?
O era talmente cieco da non riuscire ad individuare la perfezione?
Perso nelle sue riflessioni, non si accorse che Gerard gli si era avvicinato pericolosamente.
Era così vicino che il giovane poteva sentire il respiro regolare e caldo dell’altro sul viso.
Gerard sorrise beffardo mentre si avvicinava di più, lasciando che i loro corpi si sfiorassero e che i loro nasi si toccassero.
“ci ritroveremo all’inferno lo sai?”chiese Gerard. Frank fece un sorriso strafottente e loro agguantò piano per i capelli scuri, fino a fare aderire i loro corpi.
“non mi interessa.” Gli soffiò all’orecchio.
Si scostarono l’uno dall’altro dirigendosi successivamente vero la macchina di Frank.
Salirono nella vettura in silenzio.
Senza scambiarsi uno sguardo…o una parola.
Gerard abbassò il finestrino dell’auto portandosi sulla testa il cappuccio della sua felpa grigia, sorridendo mentre il vento gli schiaffeggiava la faccia.
Nel silenzio la vettura si fermò davanti ad un edificio isolato e rozzo.
Frank spense il motore ed entrambi scesero dalla macchina, sbattendo le portiere e lasciando che i rumore echeggiasse in quel posto desolato.
Erano davanti ad un motel.
Gerard cominciava a sentirsi sporco.
Sapeva che quello che stava facendo era sbagliato e non da lui, ma era talmente attratto da quel ragazzo che quel pensiero fu subito accantonato in una parte remota del suo cervello.
Entrarono nell’edificio e Frank senza indugiare si diresse alla reception dove richiese una camera.
Gerard a l suo fianco, guardava il pavimento, di un orrendo verde.
Il cappuccio gli copriva interamente il viso, nascondendo la fisionomia alla grassa signora dietro al bancone che curiosa li fissava.
Senza dire niente si incamminarono per il lungo corridoio e si fermarono davanti a una camera, precisamente la 314.
Gerard fu sicuro che non se la sarebbe mai scordato quella stanza, ma soprattutto di loro.
Frank varcò la porta entrando subito nella stanza e percorrendola a grandi passi.
Era nervoso.
Posò le chiavi sul comodino vicino al letto, per poi ispezionare la stanza.
Era veramente squallida.
Con quel copriletto marrone e quelle tendine a pallini.
Il più grande non si era mosso dall’uscio e stava a testa china guardandosi le mani, poi lentamente lo guardò e sorrise divertito alla sua espressione schifata rivolta alle tende. Infondo, dovevano solo scopare.
Tutto il resto non c’entrava.
Il più grande fece alcuni passi verso Frank che prontamente lo guardò negli occhi, per poi calargli il cappuccio da quei capelli neri fino ad accarezzagli la guancia rossa e calda.
Continuarono a non parlarsi e non lo fecero nemmeno dopo che le loro labbra si scontrarono in un timido bacio.
Fu un lento scontrarsi di labbra, dolcemente.
Gerard aspettò che Frank riaprisse gli occhi e quando lo fece, lesse tutto quello che voleva sapere per convincersi che non stavano sbagliando.
Ricapitolò di nuovo su quelle labbra, gustando il sapore di Frank, lasciando che la lingua sfiorasse la sua per qualche dolce attimo, prima di lasciar spazio alla passione, alla lussuria. Il moro lo trattenne per il capo facendo aderire il loro corpi frementi. Frank mugugnò soddisfatto, facendo scivolare le sue mani sul corpo del ragazzo, tracciando una mappa calda, fatta di sospiri. Gerard si tolse velocemente la felpa,buttandola a terra senza premura. Per poi andare di nuovo a catturare le labbra del ragazzo che lento si slacciava la camicia nera.
Gerard sospirò frustrato, vedeva la sua pelle bianca scoprirsi lentamente, mettendo a dura prova la sua resistenza. Frank va scivolare la camicia a terra, guardandolo con un sorriso beffardo sulle belle labbra. Gerard morse le sue, sapeva che non avrebbe retto a lungo. Si chinò a baciarlo ancora, giocando con quel piercing al lato del labbro inferiore, poi dirigersi verso il collo e riempirlo di baci e morsi, Gerard gli accarezzò la schiena con la punta delle dita, mentre il più giovane gli aveva sollevato la maglia per poi levargliela e lanciarla su gli altri vestiti a terra.
Si baciarono ancora, la lingua che richiamava l’altra a se con una forza sconcertante.
Mossero qualche passo, fino a buttarsi sul letto, dalle lenzuola ruvide.
Gerard osservava Frank sotto di lui, che gli sorrideva sornione. Tornò a baciargli il collo, sentendo deliziato i suoi sospiri che lentamente si trasformavano in qualcosa di più. Scese più giù tracciando una scia sul petto fino a fermasi all’ombellico. Frank tremò sotto quel tocco, lo sentì risalire e posare il suo petto caldo contro il suo.
“credi che…dovremmo fermarci?” chiese il moro. Frank scosse il capo.
“se...se siamo arrivati fino a qui...io non ho intenzione...di fermarmi…” detto questo, il giovane ribaltò la situazione, sedendosi su Gerard.
“allora piccolo Gee…cosa vogliamo fare...?” gli disse suadente. Gerard represse un brivido di eccitazione. La risposta arrivò chiara a Frank quando, il ragazzo sotto di lui prese ad armeggiare con la sua cintura a borchie. Sospirò lasciandosi sfilare i jeans scuri.
“ecco cosa voglio fare…” gli disse, alzandosi quel poco che bastava per sussurraglielo all’orecchio. Si stesero meglio sul letto, spogliandosi completamente ed accarezzandosi per scoprire lembi di pelle ancora celati dalle vesti. E quando furono uno di fianco all’altro quella sicurezza scomparve in un attimo.
Frank gli accarezzo il petto, nel piccolo passaggio fra i loro corpi.
“posso fare io?” chiese il più giovane,incerto. Gerard si morse le labbra per poi annuire e ritrovarselo su di sé. Frank gli baciò il collo in una muta promessa, scese poi fino all’ombellico, lasciando Gerard tremante con il respiro corto.
Quest’ultimo lo sentì muoversi insicuro. Finchè non guidò i suoi movimenti sul suo corpo. Lasciando entrambi senza parole e si ritrovarono a gemere incontrollati.
Gerard sentì dolore. Sentì una lunga fitta che pian piano si andava a spegnere contro le carezze decise di Frank, che si era fermato, ascoltando il suo lieve gemito di dolore. Fu quando il ragazzo sotto di sé alzò il capo per buttarlo all’indietro, che Frank decise di continuare.
Quando le forze cominciavano ad affievolirsi, si abbandonarono con ansiti decisi sul letto.
Frank lo guardò mentre ad occhi chiusi si mordeva il labbro inferiore e lo trovo bellissimo. Ancor più di quella persona che lo aveva attratto fisicamente. Era unicamente bello. Con quei occhi, che ora si erano aperti e lo fissavano con un leggero sorriso soddisfatto.
Frank si chiese se avrebbe mai provato quelle sensazioni con qualcun altro e sorridendo si abbandonò accanto a lui, sulle lenzuola umide e ruvide. Gerard si permise di accarezzagli lento i impregnati di sudore.
Fu solo uno sguardo.
Uno sguardo che diceva tutto o semplicemente niente.
Gerard lo baciò, dolce. E fu così che ricaddero nella passione.
Il mattino seguente dopo una lunga notte fatta di soli gemiti e ansiti, Frank si svegliò e scoprì di essere solo.
Gerard se ne era andato. Si alzò a sedere, guardandosi intorno. I suoi vestiti non c’erano più accanto ai suoi. Sospirò finchè non trovò un pezzo di carta abbandonato sul comodino di legno scadente. Sorrise.


“Just me and you, we’re here alone…again…”




Gerard si svegliò quando il sole era già alto e brillante nel cielo. Si stiracchiò mugugnando e sentendo dolore per tutto il corpo, accompagnato da un brutto senso di vomito. Guardò Frank che dormiva accanto a se, mentre delicato lo teneva stretto fra le braccia. Lasciò cadere sul lenzuolo una lacrima.
Cosa aveva fatto?
L’aveva uccisa.
Ed era sicuro che Frank non sarebbe più riuscito a guardarlo negli occhi.
Singhiozzò sussurrando delle scuse.
Frank aprì gli occhi, disturbato dai lievi lamenti che si levavano a fianco a lui. Quando si accorse di Gerard, lo strinse a sé ancora più stretto cercando di consolarlo.
“io…non…volevo...io…” diceva parole sconnesse Gerard, mentre si aggrappava al suo petto.
“cosa?” Frank non capiva.
“lei era lì…e…”trovò la forza di guardarlo negli occhi.
“io non volevo Frankie, te lo giuro non volevo…” frank gli accarezzò una guancia.
“l’ho uccisa…io…Amanda…” frank sgranò gli occhi. Guardò nei suoi occhi, insistente. Non era per la sua confessione, ma per il fatto che a Frank non importava.
“shht, non importa, davvero.” Era meschino pensare a questo, ma Frank non riusciva a provare pena per la sua morte.
“ma tu…tu l’amavi.” Frank scosse il capo.
“non ha importanza ora.” Disse, baciandogli le labbra inumidite dalle lacrime. Era una cosa brutta da dire lo sapeva, ma non riusciva ad addolorarsi. E fu solo per questo che gli dispiacque.
Gerard gli si svincolò piano, per girarsi e tirare fuori dal cassetto un oggetto. Frank sgranò gli occhi.
“dove l’hai presa Gee? Sei impazzito?” esclamò mettendosi a sedere.
“è di papà. La tiene sotto il suo letto.” Disse con voce candida, mentre osservava la canna delle pistola che teneva fra le mani tremanti.
“ho pensato tanto Frankie e questo per me sarebbe il modo migliore per uscire di scena.” Disse, annuendo alle sue stesse parole.
“no Gee!” Frank disperato si portò la mano al cuore.
“ti prego…amore è meglio così…io… sto facendo del male a troppe persone, sto uccidendo la bella persona che sei Frankie ed io non voglio.” Disse vicino alle sue labbra, prima di posarvi un leggero bacio. Frank lo guardò disperato, poi posò la mano sulla sua, che reggeva ancora la pistola.
“voglio venire con te.” Gerard ricominciò a piangere, scuotendo il capo.
“non rendere le cose difficili Frank.” Un attimo dopo, la mano di Frank raggiunse violenta la guancia del più grande.
“non essere egoista…io…ti amo…” frank pianse e lo abbracciò ripetendogli il suo amore.
“vuoi davvero venire con me…?” chiese incerto, Gerard. Il ragazzo accanto a lui annuì accarezzandogli la guancia rossa.
“non ti ricordi più Gee?” il ragazzo sorrise, fra le lacrime che non avevano smesso di cadere dai suoi occhi verdi.
“fino all’inferno…” sussurrò. Frank annuì e lo baciò, dolce lento, come una promessa e cominciarono a fare l’amore, come segnati dal destino.
“Fino all’inferno Gee…” sussurrò Frank, fra i respiri corti. Gerard gli strinse la mano sudata, in una muta richiesta.
Si persero in un ultimo bacio, mentre il piacere di quell’amplesso li portava ad accasciarsi sul letto sfiniti.




salveeeee!!me tornata!!!
ho deciso di aggiornare anche perché era da mooooooolto che non lo facevo!!! Spero che questo capitolo via sia piaciuto!!!!! Infondo devo ammettere(per soddisfazione di Rò.) che questo capitolo mi piace particolarmente…. Spero che la scena di sesso sia venuta come speravo perché…non scrivo quasi mai così come dire dettagliato… okay ora passo ai ringraziamenti:


Chemical Lady: JESS!!!!!!! Tesora!!! Ciao!!(mein got da quanto….) ich liebe dich!!! E non preoccuparti si sa che sei un po’ pazzerella no?ihihihihi grazie per il commento!! Davvero mi ha fatto troppo piacere e spero che questo capitolo ti sia piaciuto come gli altri!!!!! Ti voglio beneeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!! A presto!!!bacioni stratosferici!!!!(non sono maiala)

mcr_girl: nooooooooooooooooooooo non mi morireEEEEEEEEE!!! Lo sai che poi muoio anche io!!!!eh!!! visto ho aggiornato!!!!!!! Spero che il finale ti piaccia!! Adoro quando mi dici queste cose!!lo sai no? La solita nuvoletta rosa….!!!!! Grazie davvero per tutto ciò che fai sempre!!ti voglio tanto, ma tanto bene!!!!!!! Sempre!!!! Bacioni moglieeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!

my chemical vavvy,: oh dei davvero ti ho fatto emozionare?????MEIN GOT!!!!!!!!!! Che bello!!!! Però ora non mi piangere eh???lo so è un po’ triste…. Ma spero ti piaccia!!!!!!!!!! Grazie per i complimenti!!! E perché mi segui con questa storia!!!!!!! Davvero mille grazie!!!! Tanti baciiiiiii!!!!!


Grazie infine a chi leggerà e recensirò questo capitolo!!!!
Vi adoro.
Grè<3

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Capitolo 7
*** "Dove ogni cosa comincia... ogni cosa finisce..." ***


def

ATTENZIONE! Capitolo finale!

Buona lettura=)

Le ore passavano in quella stanza e passavano lente e inesorabilmente piene di dolore.

Gerard si riscosse dal suo dormiveglia, accarezzando a mano aperta la schiena umida di Frank.

Erano appena le otto e a Gerard gli balenava in testa un’idea.

Che avrebbe potuto essere folle.

Svegliò Frank con tutta la delicatezza che era a disposizione e si beò del sorriso rilassato che gli rivolse.

Quando Frank aprì gli occhi ogni contatto con la fantasia fu spazzato via dalla feroce realtà.

Il suo sorriso scomparve.

“senti, ho un’idea…” cominciò il ragazzo moro.

Frank si alzò sui gomiti, guardandolo con un sopraciglio inarcato.

Senza una parola, Gerard si alzò dal letto, diretto verso la sua scrivania, dove da un cassetto tirò fuori dei fogli.

Li posò in disordine sul legno, cercando quello a qui lui si interessava.

Quando lo trovò fece un piccolo sorriso soddisfatto.

Ritornò dal suo amate che lo guardava curioso.

Glielo porse.

Frank lo osservò con le mani tremanti.

“l’ho sempre immaginato così.” Sussurrò. Frank distolse lo sguardo dal disegno per puntarlo in quello di Gerard e annuì.

“Si sarebbe perfetto.”

Le parole di Frank echeggiavano nell’aria anche quando i due presero a vestirsi.

La parola “perfetto” per loro, era quasi come un’utopia, difficile da raggiungere.

Ma quella che gli accoglieva davanti era un’occasione unica e rara di quella perfezione tanto sognata.

Gerard, senza farsi vedere da Frank nascose la pistola sotto gli abiti, poi lo raggiunse alla porta con un sorriso stanco.

Uscirono di casa, senza aver incontrato nessuno durante il tragitto.

In auto, nessuno dei due parlò.

Il silenzio carico di pensieri impediva i due ragazzi di esprimere il benché minimo suono.

Il motore arrugginito della macchina di Gerard si spense, lasciando i due in silenzio.

Una scena già vista.

Solo che quella volta, tutto era chiaro.

Ogni cosa che stavano per fare era premeditata.

Frank fece scivolare i suoi occhi nocciola sul lurido edificio verdognolo, con fare malinconico.

Si riscosse quando la portiera venne chiusa violentemente da Gerard, che da fuori gli sorrideva.

Uscii lentamente dall’auto e prese la mano che Gerard gli offriva fra la sua, in un morbido contatto.

Erano lì.

Dove tutto era iniziato.

Entrarono nel motel circospetti.

Come la prima volta, una donna grassoccia stava dietro a un consunto bancone.

Gerard le si avvicinò posando il gomito sul legno.

“la 314” disse solo, fissando con disgusto la vecchia donna che masticava una gomma.

“è già stata presa.” Disse solamente, tornando a sfogliare il suo giornale di gossip.

Gli occhi verdi di Gerard scrutarono con insistenza il grande portachiavi diviso per numeri.

La 314 era lì.

Ringhiò.

La vecchiaccia se ne accorse e posò il giornale appena prima che Gerard potesse puntarle la pistola sotto la grassa gola.

La signora si lamentò sbiancando.

Il vampiro tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans un mazzetto di dollari. Glielo butto sulla faccia porcina, dopo aver riposto la rivoltella.

La donnaccia tremante consegnò le chiavi a un Gerard piuttosto innervosito.

Si voltò verso il suo amante che lo guardava di sottecchi, poggiato al muro di fianco.

Entrambi lasciarono la donna sola, incerta se chiamare la polizia o meno.

Davanti quella porta i due ragazzi si scambiarono un bacio passionale e pieno d’amore.

Entrarono qualche secondo dopo, riconoscendo la stanza. Esattamente a come l’avevano vista la prima volta.

Si sorrisero prima di buttarsi sul letto e fare ancora e ancora l’amore, sempre come se fosse la prima volta.

Si sfiorarono e si graffiarono.

Risero e piansero.

Sussurrarono e urlarono

Nacquero e morirono in quella vecchia camera di motel.

Fu quando le tre di notte scoccarono che Gerard cominciò a trasformarsi.

Frank lo osservava, tenendosi a mente ogni espressione, ogni urlo, ogni fremito di dolore.

Vide i bianchi canini di Gerard affilarsi ed allungarsi.

No, non ebbe paura.

L’unica cosa, che quella notte rimase di Gerard furono gli occhi.

E a Frank bastò.

Frank uscendo dal motel si diresse direttamente a scuola.

Non aveva voglia di sorbirsi le urla isteriche della madre.

Entrato nel grande edifico scolastico scorse Amanda che con sguardo arrabbiato si avvicinava a lui pericolosamente.

“Frank! Si può sapere dove cazzo eri finito?”non la degnò di uno sguardo, i suoi occhi erano catturati da un verde elettrizzante.

Lo stesso contatto della sera prima, lo stesso trasporto.

Gerard Way lo osservava appoggiato al suo armadietto, con le braccia conserte.

Frank era sicuro quanto se stesso che mai si sarebbe scordato di quei occhi.

Che mai avrebbe scorto visuale migliore per i suoi occhi.

Gerard era il suo angelo tentatore.

“potremmo esseri perfetti sta notte…” disse il vampiro, con lo sguardo languido. Frank annuì freneticamente.

“mordimi…” sussurrò.

Gerard gli accarezzò il collo nudo e i pettorali lievemente visibili, con le mani fredde ed esperte.

Frank si inarcò sotto il suo tocco.

“hai paura?” chiese il vampiro.

Frank lo osservò per bene prima di sorridere.

“di te?” Gerard annuì, un po’ indeciso.

“mai, Gee.” Lo abbracciò stretto, sentendo le labbra del moro che finalmente sfioravano il collo caldo.

Lo riempì di dolci baci, lasciandolo sorridente.

Poi, sussultò.

I denti di Gerard affondavano nel suo collo e sentiva succhiare.

Non faceva male.

Era piacevole.

Il vampiro gli cercò la mano e la strinse forte, forte.

Si staccò da Frank.

“ho paura…” disse. Il più giovane aveva gli occhi leggermente annebbiati e lo guardava, senza capire.

“perché? È tutto perfetto Gee. Tutto.” Sussurrò, stanco.

Gerard annuì convinto, notando anche che Frank stava chiudendo gli occhi.

“no, amore ti prego, resta sveglio ancora un po’…” Frank si riscosse alle sue parole e annuì, mentre Gerard ricominciava a prelevargli il sangue.

I minuti, le ore, passarono e Frank non era ancora sicuro di riuscire a tenere gli occhi nocciola aperti.

“ci siamo amore mio…” disse Gerard pulendosi le labbra con la lingua.

“dove tutto è cominciato… tutto finisce…” sussurrò Frank e il vampiro annuì a quelle parole dette debolmente.

Si sporse verso il comodino.

La luce della lampada faceva luccicare il nero della rivoltella posata sul legno.

La prese con una mano tremante.

“non…non avere paura…” Frank gli sorrise e lui ricambiò.

Le prime luci dell’alba si scontrarono con la pelle nuda di entrambi.

Era ora.

Gerard attese che il suo aspetto tornasse normale e quando fu così, capì che Frank era a un passo dalla morte.

Si puntò la pistola alla tempia, ansimando stanco.

Frank cercò le sue labbra e le baciò, senza chiudere gli occhi e fissare quelli verdi del suo amore.

Era tutto perfetto ora.

Avrebbero potuto essere felici ora.

Gerard, rispose al bacio, lasciando cadere qualche lacrima sul viso del più giovane, mischiandole con quelle di quest’ultimo.

“ti amo…” un sussurro detto da entrambi, mentre l’ultimo battito pulsò nel cuore di Frank, mentre la pallottola viaggiava indisturbata nel cervello di Gerard.

Era tutto perfetto.

Ora ogni cosa sarebbe andata per il meglio.

Frank e Gerard morirono lo stesso istante.

Uniti perfettamente da qualcosa che era più dell’amore stesso.

EPILOGO…

“Gerard!Frank!” nonna Helena bussò ripetutamente alla camera di suo nipote e non ottenendo risposta, entrò pian piano.

La stanza era vuota.

Il letto era disfatto e odorava di sesso appena consumato.

Sulle lenzuola sgualcite, un disegno.

Uno dei tanti disegni che suo nipote adorava fare.

Lo prese fra le mani.

Il disegno raffigurava due corpi, avvolti in una coperta, teneramente abbracciati, il viso sporco di sangue e le federe fecero capire ad Helena che ciò che rappresentava erano due ragazzi morti suicidi.

Notò la pistola abbandonata sul lenzuolo e sul comodino, la chiave di una porta.

Sul porta chiavi era disegnato un numero.

314.

Non guardò oltre.

Lasciò cadere il disegno a terra, insieme alle sue lacrime.

“nonna! Come stanno i ragazzi?” Mikey la osservava dall’uscio, preoccupato.

Helena si girò sorridendo appena.

“ora bene, Mikey. Ora stanno bene.”

I corpi dei due ragazzi furono trovati poco tempo dopo dalla polizia, che la grassa signora si era decisa di chiamare dopo il rumore provocato dalla pistola.

Una frase sola, sembrava volteggiare nell’aria piena di sorpresa, tristezza e disgusto.

qui, dove ogni cosa è cominciata…qui ogni cosa finisce…”

End.

E così siamo alla fine… ehm.. scusate se nello scorso capitolo non ho avvertito che questo sarebbe stato il capitolo conclusivo!=)

Sinceramente sono un po’ soddisfatta di questo capitolo finale, beh ovviamente sono stata sadica e oscenamente perfida… quindi se fa schifo, scusateeeeeeeee!!!!eheh!!!

Mi piacerebbe sapere che ne pensate, anche le dieci persone che l’hanno messa fra i preferiti!!=)

Mi dispiace abbandonare questa storia…ma penso che il finale tragico ci stava a pennello!!!no?

Vi ringrazio enormemente per avermi seguita fino a qui. Sono tanto felice!!!!!!

Vi ringrazio anche per aver letto e per aver recensito,

vi adoro!!!

Ora passo ai ringraziamenti finali:

Chemical Lady: meine liebe!!! Ciao!!! Ecco qua… l’ultimo capitolo…!!! Dimmi che ne pensi e se fa cagare dimmelo bitte!!!! Sono contenta che ti piaccia, anzi contentissima!!!!! Wowo!!!!!=) grossi e grassi(ehm..)bacioni!!!! Ti amo di bene baby!!!!! (e vedi che non sono solo io maiala!!!!!!!!!!)

mcr_girl: sugar!!! Waaa tu mi fai emozionare!! Poi divento rossa e deliro!!! =) mille grazie per quello che hai scritto per me è importante!!!! Mi manchi tanto tantoooooooooooooooooo=(

spero che sia di tuo gradimento!! Alla fine la nonna non li ha scoperti in camera nel motel!!! Ho fatto un po’ diverso come avevi detto tu non era poi bellissimo!! Spero che così possa andare bene!!! A presto sugar!! Come l’infinito e più<3

my chemical vavvy: oddio davvero???O.O una delle più belle?????? Cacchiarola sono contentaaaaaaaaaa!!!! So che forse ti farò piangere anche con questo, me ovviamente spera di no, dimmi che ne pensi tesoro!!!!!! Baciotti!!!!!<3

ioamolacocacola: Fre, tranquilla che ho capito benissimo!!! E ti ringrazio!!!!! Tantooooooooooo!!!!!! Ti ringrazio anche per la recensione di second life!!! Tranquilla… ho la bocca sigillata!!!!sisi!! spero riuscirai a superare la pigrizia nel scrivere recensioni e farmi sapere che ne pensi!! *sorrisino dolce e affabile* bacioni<3

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