Affari di Hogwarts

di sun ryse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'ultimo primo giorno di scuola! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tutti pensano che i Corvonero siano studiosi, precisini, pidocchiosi, antipatici con la puzza sotto il naso e altre mille cose. In effetti, non hanno tutti i torti, ma non tutti i Corvonero sono uguali. Molti sono un mix tra un corvo e una serpe, molti dolci come i tassi e molti semplici e puri Corvonero vecchio stampo. In quella casata, come in quella delle serpi, i Corvonero puro sangue – ovvero quelli che sono nati da genitori Corvi e la cui famiglia proviene da quella casata- sono i più rispettati, quelli ibridi, vengono dopo e le new entry sono l’ultimo scalino della classe. Nel periodo in cui tutta la prole Weasley e Potter fece il suo ingresso ad Hogwarts ci furono anche altre entrate, Paciock, Malfoy, Scamander, Finnigan, MacMillan, Goldstein e via dicendo. Solo che, ovviamente, questi altri passano in secondo piano rispetto ai figli del salvatore del mondo. Tutti volevano essere amici dei Weasley-Potter, facevano di tutto per passare un po’ di tempo con loro, ma non tutti erano così. I gemelli Goldstein, Arya e Jack, erano cresciuti nella beata ignoranza di chi fossero i figli del salvatore del mondo magico, dei loro parenti, di che nome avessero i loro figli e della loro fama, poiché il padre decise di lasciarsi alle spalle quella storia. Infatti, quando i gemelli presero il treno per Hogwarts, non si erano accorti che tutto quel trambusto era per i figli di Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley. Il padre li conosceva, combatté con loro nella battaglia finale, ma non era loro amico erano solo conoscenti. Il padre salutò i suoi figli con un bacio ciascuno sulla guancia e poi li accompagnò sul treno.

Arya era entusiasta di andare a Hogwarts finalmente, Jack era dispiaciuto di dover lasciare per così tanto tempo la madre. Arrivati a Hogwarts, sulle barche e percorso lo scalone di entrata che portava alla Sala Grande, Jack fece subito amicizia con Jonathan McLaggen e Christian MacMillan, mentre Arya conobbe una ragazzina della quale non ricorda nemmeno il nome. Attraversata la Sala Grande, arrivarono davanti al cappello parlante, dove i due gemelli furono separati. Jack era troppo simile alla madre babbana e quindi venne smistato in Tassorosso, mentre Arya era la versione maschile di Anthony Goldstein e finì a Corvonero. Mentre percorreva il tragitto per arrivare al suo tavolo incrociò gli occhi di un ragazzo della casata dei Grifondoro e per la prima volta da quando arrivò sorrise dolcemente, per poi prendere posto al tavolo. Tutti la conoscevano, suo padre era famoso in quella casata, la cosa la metteva a disagio. Fece qualche sorriso cordiale e forzato a tutti e poi si voltò dall’altra parte, dove si trovo una chioma rossa e riccioluta e sussultò. Batté le palpebre un paio di volte e osservò chi c’era sotto quella chioma, una ragazzina esile, dalla pelle chiara e gli occhi verdi. Sorrise e le porse la mano salutandola con un bel sorriso caloroso.

«Ciao, io mi chiamo Arya! » La ragazzina esile si voltò verso di lei e le sorrise un po’ spaventata da quello che succedeva e le rispose con un filo di voce.

«Piacere Arya. Io sono Rose! » Le due iniziarono a parlare ignare l’una della fama dei genitori dell’altra e forse fu questo ad unirle così tanto, dato che finirono nello stesso dormitorio e passarono insieme tutti i momenti.

Da quel giorno passarono parecchi anni. Ormai Arya era al suo terzo anno quando la figlia di un amico di famiglio iniziò a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Arya e questa ragazza avevano passato parecchie vacanze estive insieme ai loro genitori, anche se le due erano profondamente diverse, Arya in lei vedeva una sorta di sorellina minore e la cosa non le dispiaceva.

Sole Black, la fiamma gialla della scuola fu smistata in Grifondoro e la cosa sembrava entusiasmarla poiché poteva passare il tempo con molte persone come lei. Sole era incerta sul fatto di venire ad Hogwarts, ma i Black erano di famiglia per i Potter e quindi si sarebbe di certo integrata facilmente. Dopo che il capello la smistò a Grifondoro, prese posto al tavolo e salutò tutti e poi si presentò ad una ragazza dai capelli rossi e mossi, con gli occhi chiari e le lentiggini.

«Ciao mi chiamo Sole! » Disse il vulcano biondo sovrastando le urla degli studenti e tendendo la mano verso la rossa. La ragazza si voltò e la guardò storcendo la bocca per poi aprirsi in un sorriso e prendere la sua mano.

« Io mi chiamo Lily! » Da quei primi giorni passarono altri quattro lunghi anni e le ragazze crebbero e insieme con loro arrivò il momento di dirsi anche addio. Di abbandonare quella bella esperienza e di buttarsi nel vero mondo che le stava attendendo. Nessuna di loro sapeva con certezza che fare della loro vita, sapevano solo che avrebbero voluto mantenere le loro amicizie, anche se le loro decisioni le avrebbero divise. E’ il settimo anno per Arya e il quinto per Sole. La giovane Goldstein si trovava davanti ai M.A.G.O. mentre alla piccola Sole toccavano i G.U.F.O. ed oltre a tentare di sopravvivere a quegli esami, ad Arya spettava di prendere una decisione molto importante per la sua vita.

«Non seguirò la scia di mio padre. Andrò a Roma con o senza Adam e Freddie. »

 «Io ho un tirocinio al San Mungo. So solo che non me ne andrei mai da qui. »

Le due erano molto decise su cosa volessero fare nel loro futuro e la cosa che le rassicurava era che l’una poteva sempre contare sull’altra. Il che rendeva il loro legame molto solido e molto unito.

«Arya, ti ho visto parlare con Freddie e la sua nuova ragazza. Non ti sentivi a disagio? »

«Sole non eri qui per le ripetizioni di pozioni? »

 «Sei sempre molto gentile quando si parla di lui. » Alzò gli occhi al cielo la mora e sbuffò sonoramente cercando di mantenere la calma e di sistemare le pergamene.

« Vogliamo parlare per la cotta smisurata che hai per il primogenito dei Potter? Non credo, quindi scrivi. » La bionda abbassò la testa sul foglio e iniziò a scrivere in silenzio pensando ardentemente che Arya commettesse un errore enorme non parlando con lui di cosa provava, ma non erano fatti suoi e non voleva farla infuriare. Durante questi anni, tutto cambiò. Hogwarts era un posto sicuro per tutti, Hogwarts era la loro casa, Hogwarts era il loro rifugio. Una volta lasciata, si sarebbero sentite perse e insicure, molte sarebbero rimaste, tristi poiché mancavano ancora due anni prima di finire la scuola.

Note d'autrice:

La storia tratta di personaggi inventati e non, sarà una serie di storie legate l'una all'altra da un'unica trama. Siamo due autraci e speriamo che questa storia vi piaccia.

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Capitolo 2
*** L'ultimo primo giorno di scuola! ***


Primo Settembre 2023, il sole era alto in cielo e risplendeva con mai nello specchio d’acqua vicino alla casa di Anthony Goldstein in Scozia.
Il primo ultimo giorno di scuola era arrivato e il padre dei due gemelli era seduto sulla sedia a dondolo in veranda con il giornale in mano che rifletteva.
Quegli anni erano volati, i suoi figli erano cresciuti e al momento stavano dormendo ognuno nel proprio letto come due angeli.
Si due angeli, ma solo di notte.
Mentre dondolava avanti e indietro, gli vennero in mente tutti i vari spaventi che gli fecero prendere i due figli.
Arya al suo quinto incontrò la sua prima cotta, un greco per cui perse la testa e andò a cercarlo in Grecia per poi tornare col cuore infranto e sparire per qualche mese non andando nemmeno a scuola.
Jack s’innamorò di una donna più grande di lui e tutti gli scherzi che combinavano con i suoi due migliori amici lo avevano messo nella lista nera del preside e in fine di nuovo Arya. Passò un anno intenso l’anno scorso.
S’infatuò di un biondo che faceva parte della famiglia dei Weasley, Louis, con lui ne combinò di tutti i colori tornò che si voleva sposare con lui prima di rompere, poi Freddie il suo vero amo amore e l’unico ragazzo che al padre piaceva, ma anche tra loro finì e Arya non si riprese, anche se si era “consolata” con James facendo litigare i due cugini per poi tornare col biondo e lasciarsi di nuovo.
La sua vita amorosa sembrava una sit - com babbana, ma quello che preoccupava davvero il padre era che Arya non riuscisse a essere felice, infatti, questa estate scappò dalla Spagna, dove partì con Freddie per poi iniziare a girare per l’Europa. Nessuno sapeva che fine avesse fatto, nessuno sapeva dove era finita, che avesse fatto, chi avesse incontrato, ma quando tornò era più bella di prima e più serena e tranquilla.
Era forse ritornata l’Arya di sempre. Quando tornò Sole e Rose la vennero a trovare e anche un ragazzo venne a casa Goldstein, si chiamava Adam.
Il padre conosceva il padre del ragazzo ed era felice che Arya e Adam fossero amici anche se sperava sempre in qualcosa di più, ma i due erano convinti di essere solo amici.
Quando Arya tornò dalla sua vacanza tornò non sapendo che aspettarsi, anche se era più che felice aveva capito chi era, che cosa voleva e cosa doveva fare del suo futuro.
Mentre era in viaggio, aveva perso le notizie su Adam, non sapeva com’erano andati gli esami e se avesse deciso se procedere la sua carriera al ministero come Auror o se dedicarsi a tutt’altro.
Non sapeva perché, ma il pensiero di non sapere più il suo migliore amico continuava ad aleggiare nella sua mente.
Forse centrava anche il fatto che durante l’ultimo loro incontro Adam le disse qualcosa d’importante.
«Quando la smetterai di correre dietro a quei Weasley. Perché non ti accorgi che c’è altra gente che potrebbe amarti e trattarti meglio di loro.
Arya perché non apri gli occhi. Perché sei così cocciuta e ti fissi solo con loro. Non esistono solo loro. Non ti meritano.».
La ragazza chiuse il baule per poi voltarsi e guardarlo sbigottita. Non lo aveva mai visto così arrabbiato, accidenti che gli stava succedendo. Sembra che stesse per scoppiare da un momento all’altro.
«A - Adam. Non mi sono fissata…S - sono solo…».
Non terminò la frase che il ragazzo si avvicinò a lei e la prese per le spalle facendola indietreggiare verso la parete e la guardò negli occhi.
Il cuore della ragazza batteva forte ed erano impaurita della decisione e del desiderio che brillava negli occhi del ragazzo.
Faceva davvero fatica a sostenere il suo sguardo e aveva anche smesso di respirare, mentre lui la fissava, come se volesse leggere dentro di lei.
«Arya.»
Il suo nome pronunciato da lui sembrava così bello che lei chiuse gli occhi e assaporò quelle sensazioni.
«Ti amo.»
Le aprì di scatto gli occhi sbarrati e lo fissò.
Non era possibile, non poteva amarla anche lui, non poteva essere. In quel momento voleva sparire.
Lui si avvicinò e lei non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Era lì inerme e il ragazzo appoggiò le labbra sulle sue per poi iniziare a baciarla con dolcezza e lei ricambiò il bacio chiudendo gli occhi e quando riprese possesso del suo corpo, appoggiò le mani sulle sue spalle e lo allontanò abbassando la testa. Era sbagliato, non poteva succedere in quel momento, lei era sbagliata per lui. Si allontanò da lui, si spostò dal muro senza dire una parola e di fretta prese il baule e lo tirò giù dal letto. Rimase di spalle con gli occhi pieni di lacrime per poi aprire la bocca e richiuderla e poi riaprirla.
«Io sono sbagliata per te. Non puoi amarmi, io non so che voglio e mai lo saprò. Merito la mia infelicità tu meriti di essere amato come meriti ed essere felice. ».
Disse per poi aprire la porta e uscire chiudendosela dietro le spalle. Era stata una decisione sofferta e fu anche l’ultima volta che sentì Adam.
Solo quando tornò i due si incontrarono di nuovo e nessuno dei due capì che cosa volesse dire quel loro incontro, anche se non si toglievano gli occhi di dosso e cercavano ogni scusa per starsene da solo.
 
Arya aveva dato sempre molti problemi al padre, ma era così fiero di lei che qualche problema poteva anche sopportarlo se alla fine sua figlia tornava felice e sicura di sé.
Si alzò dalla sedia e ripiegò il giornale mettendoselo sotto il braccio mentre si avviava verso la porta finestra, afferrò la maniglia e la piegò per poi far scorrere la porta ed entrare e raggiungere la moglie in sala da pranzo.
Arrivato, appoggiò il giornale sulla console attaccata al muro per poi prendere la sua sedia tirarla indietro e sedersi.
«Li ho svegliati ora, tra poco scendono.»
Disse la moglie mentre finiva di portare in tavola le pietanze in tavola per poi sedersi accanto al marito.
«Sembra ieri che correvano per il giardino giocando alle spie e ora sono quasi maggiorenni a tutti gli effetti.»
Il marito prese la mano della moglie e la strinse guardandola dolcemente.
«Stiamo invecchiando mia cara. Tra poco saremo soli nella speranza che i nostri figli ci diano dei nipoti da curare.»
I due risero e si baciarono, quando i ragazzi, vestiti, scesero e fecero colazione tutti insieme.
 
Il viaggio verso il castello non durò molto, anche perché passare il viaggio con Jack e i suoi due amici, Rose Sole era stato parecchio gradevole, anche se Arya passava la maggior parte a fissare fuori dal finestrino a pensare che questo fosse il suo ultimo primo giorno di scuola e che non ci sarebbe stato Adam con lei.
Dopo la solita cena di benvenuto, Rose e Arya erano nella loro stanza intente a sistemarsi per la notte. Le
due erano cambiate fisicamente ormai, erano sbocciate e avevano più curve degli anni precedenti.
Arya si spazzolava i capelli dopo essersi infilata i pantaloni del pigiama, mentre Rose era in bagno e sbucò dalla porta guardandola.
«Arya che è successo con Adam la sera che me ne sono andata.».
Arya inciampò, rischiando di cadere col viso sul letto.Infilò i pantaloni e si mise eretta e guardò la ragazza.
«Nulla.Che doveva succedere.Abbiamo parlato e… Abbiamo parlato.».
Disse arrossendo, per poi voltarsi e prendere un elastico dalla borsetta per poi legarsi i capelli in una coda alta e raggiungere la Rossa in bagno.
«Non è vero sei arrossita.» Disse per poi sputare nel lavandino e sciacquarsi la bocca una volta asciutta guardò Arya.
«Vuoi dirmelo con le buone o con le cattive.».
Arya alzò gli occhi al cielo sbuffando e poi sorrise.
Diede un colpetto al fianco al fianco della ragazza ridendo.
«Ci siamo baciati e siamo andati da lui.
Abbiamo passato la notte insieme e poi siamo partiti per Malta.
Poi l’ultima settimana ci siamo visti come potevamo, io dovevo preparare tutto per Hogwarts e lui iniziava l’apprendistato al Ministero con tuo cugino.» Alzò le spalle per poi prendere il dentifricio e ne strizzò un po’ sullo spazzolino.
«Come vi vedrete ora.».
«Non lo so. Io non posso scappare e lui ha detto che quando potrà verrà a trovarmi. Poi c’è sempre Hogsmead.» Alzò nuovamente le spalle iniziando a spazzolarsi i denti e guardando il riflesso a Rose nello specchio.
« Sarà strano quest’anno, come ogni con te. »
Disse ridendo per poi andare nel letto e mettersi sotto le coperte prendendo il suo libro preferito e aprirlo alla pagina in cui lo aveva lasciato e prosegue.Arya finisce di lavarsi i denti per poi sciogliere i capelli e mettersi nel letto abbracciando il cuscino.
«Buonanotte Rose.».
«’Notte Arya.».

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