Chiedimi se sono felice

di coccinella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I concetti astratti di vincere o perdere ***
Capitolo 2: *** Nasi che si allungano ***
Capitolo 3: *** Indovina chi viene a cena? ***
Capitolo 4: *** Cane,gatto e topo ***
Capitolo 5: *** Tra moglie e marito... ***
Capitolo 6: *** Uno sconosciuto di nome Ron ***
Capitolo 7: *** Scarpe diem ***
Capitolo 8: *** Non esiste peggiore cieco di chi non vuole vedere ***
Capitolo 9: *** Principio di conservazione della vita ***
Capitolo 10: *** C'è sempre un briciolo di logica ***
Capitolo 11: *** Houston abbiamo un problema ***
Capitolo 12: *** E' tutto un equilibrio sopra la follia ***
Capitolo 13: *** Mai dire mai ***
Capitolo 14: *** Va bene così. Senza parole. ***
Capitolo 15: *** Come una piccola, vulnerabile, margherita rotta ***



Capitolo 1
*** I concetti astratti di vincere o perdere ***


ciaoooo!come promesso,rieccomi qua con la continuazione della ff "Chi l'avrebbe mai detto!" ma,anche se i personaggi rimangono quelli, la storia è diversa,per cui potete leggerla tranquillametne anche se non avete letto la parte prima!!

Comunque,ora vi lascio leggere,spero solo che vi piaccia...buona lettura!!!

Salve gente…!

Vi ricordate di me? Si,probabilmente,anche se sono passati 3 mesi e mezzo ormai dalle ultime notizie che avete avuto di me…o forse è meglio rinfrescarvi un po’ la memoria..ma prima di farlo, perdonatemi, ma vi pongo un quesito di fondamentale importanza per la mia salute mentale…

Avete presente i finali delle favole? Quelli smielati al massimo,dove tutto,e dico proprio tutto,va a finire bene? Dove tutti i protagonisti “…vissero per sempre felici e contenti”? Ecco. Quelli.

Io ci ho messo quasi 26 anni a capirlo,ma finalmente ci sono riuscita,quei finali lì,proprio quelli… sono un’immensa cagata!

Ve lo faccio capire in maniera,spero,semplice. Vi siete mai chiesti come mai nelle favole non fanno mai vedere cosa succede dopo la famosa frase “e vissero per sempre felici e contenti”? Come fai ad essere sicuro che la principessa e il principe vissero davvero felici e contenti per sempre? In genere, questa spiegazione ulteriore di quello che succede dopo,non c’è mai…e non è un caso! Perché farebbe crollare in meno di 10 secondi netti tutta la teoria del “vissero felici e contenti”.

Un esempio? Prendiamo la favola di Cenerentola…come mai non fanno vedere la nostra adorata Cenerentola alle prese con i litigi col marito,oppure con la suocera,ammesso che lei avesse una suocera, oppure con l’educazione degli eventuali figli,che avrà avuto di sicuro,perché rientrano del progetto di “vissero sempre felici e contenti”,o ancora con il marito che non spolvera il trono regale nemmeno una volta l’anno?? Semplice. Non lo fanno vedere perché lì ti crolla il mito delle favole. Perché nel post-momento di idillio,prima o poi,arrivi alla fase del dramma casalingo.

E in principe,che,anche se nessuno l’ha mai ammesso,era un Mutaforma,diventa l’essere meno collaborativo e presente che tu abbia mai conosciuto… anche se questo fenomeno può essere più o meno pronunciato a secondi dei soggetti,naturalmente…

Ora,trasferendo tutto questo discorso alla vita reale,e in particolare alla mia vita.…la teoria del “vissero sempre felici e contenti” si fa ad infrangere contro un dato di fatto….

Voi avete mai conosciuto un principe? Immagino di no… Bè,neanche io…ma se per caso vi capitasse di incontrarne uno,ricordatevi di chiedergli se lui sa lavare i piatti. E caricare la lavatrice, e stendere i panni,e spazzare,e rifare il letto e preparare per cena qualcosa di commestibile senza ricorrere alla pizzeria o tirare fuori la bacchetta… 

La risposta standard di qualsiasi uomo alle domande sopra citate può essere riconducibile ad una delle due seguenti: o “No” oppure una,già più articolata ma comunque disarmante, spiegazione di questo tipo: “No,ci pensa mia madre/mia moglie/ la mia fidanzata/mia sorella/la mia convivente/ la mia colf/il mio elfo domestico/il mio robot privato”. Punto e stop. Questo è il massimo che potete riuscire ad ottenere da un uomo in fatto di faccende domestiche.

Ora…questo già succede quando l’uomo in questione è perfettamente in grado di accendere una lavastoviglie e sa come funziona una qualsiasi scopa,con allegato straccio…ma se l’essere di sesso maschile in questione non ha assolutamente idea di come funzioni una lavastoviglie,per non parlare della scopa e dello straccio,che è ancora convinto siano oggetti marziani caduti per sbaglio sulla terra, la questione diventa un tantino più complicata…

E per far cadere altra pioggia sul bagnato,il fatto che questo uomo si chiami Draco Lucius Malfoy complica ulteriormente e notevolmente le cose…

########

Ok,ora che vi ho attaccato i miei dubbi,posso presentarmi…anzi,ri-presentarmi. Il mio nome,come forse già saprete,è Hermione Granger(anni 26)…ma vi faccio un quadro genere della situazione della sottoscritta…sono:giornalista della Gazzetta,amica di Harry e Ginny Potter(anni rispettivamente 26 e 25),madrina della loro figlia Lily(anni 3),migliore amica,per così dire, di Ron Weasley (anni 26),non proprio fan di sua moglie Lavanda(anni 26,ma il cervello di una bambina di 2), collega di Ellie(anni non ben definiti, ma senz’altro meno dei miei), “capo”,si fa per dire,della mia mitica per quanto rompiballe segretaria Betty (non sono autorizzata a rivelarne l’età né a voi né a nessun altro) e,per finire in bellezza, convivente di Draco Malfoy…

Già così il quadro è piuttosto incasinato…per non parlare del fatto che ho una madre che è fissata con le cene,a cui mi obbliga a partecipare,un padre che collezione apparecchi e denti finti(manie di dentistica,non di cannibalismo,chiariamoci),una migliore amica incinta, un migliore amico che mi scongiura di fare compagnia alla mia migliore amica,nonché sua moglie,e,sempre dulcis in fundo,un fidanzato che di faccende domestiche ne sa quanto i principi di prima…

Sapete,quando Malfoy mi propose di vivere insieme,non avevo calcolato che avevo a che fare con un individuo per cui le faccende domestiche,e le cose Babbane in generale,erano chiare quanto a me le regole del Quiddich. So cosa starete pensando…perché non gli hai detto di no?

Già…bella domanda… sarà perché forse voi non sapete quanto è difficile dire di no a Malfoy quanto parte con la sua opera di persuasione,sarà perché alla fine mi faceva pena,con la sua casa allagata, motivo per cui era venuto a vivere da me,anche se ormai è stata sistemata da mesi oppure sarà perché sono completamente e irrimediabilmente innamorata di lui.

Secondo Ginny,esperta mondiale in fatto di convivenza con gli uomini,considerato che ha convissuto con i suoi 6 fratelli,più suo padre,e ora ha un marito,Harry appunto,in merito alle faccende di casa esistono tre tipologie di uomini…:

·  -il super disponibile. È capace di fare tutto lui,tu potresti anche sparire che la casa non se ne accorgerebbe neppure,anche se lui si spera di si… Tipologia assai rara. Vedi esempio,Harry.

·  -il super menefreghista. È capace di lasciare lì a marcire le cose in giro finchè non arrivano al soffitto..la polvere,per lui,serve a scrivere i messaggi sulle mensole,ormai ragnatele di legno, altro che mensole. Tipologia fin troppo comune. Vedi esempio,Ron.

·  -il furbo. Di faccende domestiche ne sa poco o niente,ma finge,o a volte,ma solo a volte,lo fa davvero, di aiutarti. Tipologia non troppo rara ma in via d’estinzione. Vedi esempio,Malfoy.

Alla luce di questa divisione in classi,potete capirmi…potete,vero? Forse no… ma del resto nessuno di voi ha mai vissuto con Malfoy…e nessuno di voi lo farà mai,almeno finchè sarò in vita io…

###########

“Sono a casa!” strillai,sbattendomi la porta alle spalle,con il piede e scaricando lì, direttamente sul pavimento,le tre borse di plastiche che stavo portando sul braccio destro,motivo per cui stavo pendendo verso destra. Mi guardai in giro, in cerca del mio fidanzato,che dovrebbe essere in un posto non ben definito del tragitto Ministero della magia-casa.

Niente. L’unica forma di vita presente in casa,è il gatto. Quel coso rosso e peloso così simile al mio vecchio Grattastinchi che si è meritato lo stesso nome. Alla faccia della fantasia. E poi mi stupisco di Harry e Ginny…i quali due hanno chiamato la propria figlia Lily,”grandissima” variazione ai nomi di famiglia,e ora stanno parlando di chiamare l’altro figlio in arrivo,considerato che sua madre era al sesto mese di gravidanza,James… e ditemi voi se questo significa avere inventiva…

Andai subito ad ascoltare la segretaria. 2 messaggi. Con un sospiro,pigiai il tasto di ascolto e mi preparai psicologicamente a sentire le solite lamentele di Betty,la mia segretaria…chi non la conosce non può capire..,oppure il solito,odiatissimo,invito di mia madre ad una delle sue soporifere cene. Roba da spararsi. O buttare la segreteria telefonica giù dalla finestra.

Niente di tutto ciò. O almeno,meglio di quanto mi aspettassi… Un messaggio era di una pubblicità di telefoni. Solo l’altro era di Betty… Lo cancellai senza nemmeno ascoltarlo.

Con un sospiro andai in cucina,con l’unico scopo di bere qualcosa,visto che ero ormai vicina al morire per mancanza di liquidi,quando sul tavolo della cucina mi si aprì il seguente scenario. Il tavolo ricoperto di carte del Ministero. Il colpevole mi venne in mente subito:Malfoy.

Tornai subito nel corridoio,certa che se fossi rimasta lì ancora a lungo,avrei potuto rovesciare il bicchiere che tenevo nell’altra mano “per caso” sopra tutta quella roba che occupava senza permesso il MIO tavolo…

Ma no,troppo perfido…potevo solo aspettare che tornasse il mio caro “principe” e parlare civilmente.. giusto,Herm,mica puoi scendere al livello di Lavanda Brown in Weasley. O no?

In questo preciso istante,con una precisione da fare invidia a Betty,entrò il mio cosiddetto fidanzato.

Mi vide lì piantata in mezzo al corridoio,in piedi,con in mano un bicchiere d’acqua vuoto e mi studiò per qualche secondo prima di scuotere la testa e venirmi a stampare un bacio sulle labbra. In tutta risposta,gli morsi le sue.

Malfoy si allontanò, vagamente stupido e guardò nel mio bicchiere con aria curiosa: “Sicura che fosse acqua quella che hai bevuto?” mi domandò,con quell’aria da schiaffi che poteva fare sparire in meno di 10 secondi tutto quello che non sapeva fare in casa. Ce la faceva sempre. Riusciva sempre a farsi perdonare,in qualche subdolo modo. Ma allora poi non sarebbe stato Draco Malfoy…

“Vorrai dire l’acqua che per poco non è finita dritta sui tuoi documenti del Ministero?” replicai cercando di tirare fuori l’aria bastarda che mi stavo allenando a fare,in risposta alla sua aria disarmante da “tanto alla fine,so già che tu farai quello che voglio io”.

Malfoy aggrottò le sopracciglia ma,con mio immenso dispiacere,non diede altri segni di cedimento.

“Se proprio ci tieni fallo pure…” replicò con un’aria menefreghista che mandò in fumo ogni mio tentativo precedente di ottenere una reazione un minimo offesa o preoccupata,per le sue cose di lavoro. Invece niente. Dovevo aspettarmelo…

Malfoy tentò di baciarmi ma rimasi con le labbra ostinatamente chiuse e girai la testa dall’altra parte con aria offesa da bambina viziata. Aria che avevo imparato a fare da quando uscivamo insieme. Non è poi così difficile. Basta pensare a Lavanda Brown,e provare ad imitarla. Ovviamente, non bisogna considerare la vergogna di imitare la tizia che mi ha fregato da sotto il naso il mio, all’epoca, fidanzato per sposarselo.

Malfoy tentò di guardarmi negli occhi ma io mi girai,decisa. Sapevo che guardare quegli occhi stupendi sarebbe stato come tradirmi da sola..e poi conoscevo questa scena, l’avevo già vista. Anzi, l’avevo già vissuta. Lui insisteva,io facevo resistenza,lui insisteva ancora…alla fine io cedevo. Come da copione. Ma del resto,avete mai provato a resistere a Draco Malfoy? Se come immagino, la risposta è no,evitate di commentare…

“Una domanda…” mi sussurrò lui con un ghigno appena accennato per cui gli lanciai un’occhiata di puro odio,ma fu solo un secondo “…davvero ti importa di più di quello che c’è di là,che di me?”.

Domanda superflua,pensai tra me e me…lui sapeva benissimo quale preferivo tra le due cose, era più che ovvio… ma mi guardai bene da dire la cosa ad alta voce. Mi limitai a girarmi appena dalla sua parte. Grosso errore.

Malfoy mi batté sul tempo e mi ritrovai con le sue labbra sopra le mie neanche 2 secondi dopo… in quella frazione di secondo decisi di lasciare perdere e mi lasciai andare. Mi ero arresa. Di nuovo. Come sempre. Alla fine l’aveva sempre vinta Malfoy…per forza,come potevo resistere??

Ma in quell’istante mi auto-promisi di riuscire a resistere,la prossima volta. E nello stesso instante in cui lo pensavo,sapevo già che la prossima volta le cose sarebbero andate esattamente come questa… e anche la volta dopo,e anche quella dopo ancora…

Questo avrebbe dovuto farmi sentire male…o anche solo impotente di fronte a Malfoy,che alla fine riusciva sempre ad averla vinta…e invece mi sentivo meravigliosamente bene. Alla fine avevo perso si,ma mi sentivo fin troppo bene per essere una perdente… in fondo,vincere e perdere sono concetti astratti,cambiano a secondi dei casi. O almeno è quello che penso io…

E se perdere significava potere stare tutta tranquilla tra le braccia di Malfoy,allora sono felice e fiera di essere una perdente…

ecco qua!finito questo primo capitolo...!spero solo che vi sia piaciuto,anche se,x ora,era solo una specie di introduzione...!

comunque le recensioni sn sempre gradite!!!!!:-)  bacio! 

P.S. Se alcune cose non vi sono chiare e non avete letto Chi l'avrebbe mai detto!,la aprte prima,vi consiglio di farlo..!

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Capitolo 2
*** Nasi che si allungano ***


salve genteee!eccomi qua con il secondo capitolo!! ma prima,volevo già cominciare con i ringraziamenti,perchè ve li meritate proprio!! Grazie a tutte le persone che hanno letto,che hanno messo tra i preferiti(già 20!)e,ovviamente,a quelle che hanno recensito,ossia: 

Hermione 17(ma graziee!!sono felice che ti abbia continuato a leggere anche la continuazione dopo avere letto anche tutta la ff Chi l'avrebbe mai detto..grazie davvero! comunque spero che vorrai commentare anche questo chappy..!kiss!)

tinkerBLOOD(thanksss!mi fa davvero piacere che tu abbia deciso di seguire anche questa altra ff!!e grazie anche x la recensione all'ultimo chappy di Chi l'avrebbe mai detto! Ora spero solo che questo pezzo ti piaccia..fammi sapere!!kisses)

potterina_88_(ciauuu!grazie x avere continuato a seguirmi!!e grazie anche x la recensione finale a Chi l'avrebbe mai detto! comunque anche io invidio Herm con tutto il mio cuore..chi non vorebbe un cenerentolo così?? XD spero che questo chappy ti piaccia!besitos!)

...pallina...(bè mi fa davvero piacere che tu abbia deciso di continuare a recensire..!!ora spero solamente che anche la continuazione dell'altra ff ti piaccia..fammelo sapere!) 

witchmelanie(sorrami,nei personaggi avevo dimenticato d mettere Draco-herm..comunque si,è ancora una dramione!!ovviamente!! Xd comunque..ma come hai fatto a collegarti ogni 5 minuti per aspettare il seguito??accidenti che pazienza...!meriti un mega-super- bacioneee!! spero che ora tu vorrai continuare a recensire..!kiss!)

fragola1991(grazieee!mi fa piacere che ti sia piaciuto l'inizio..!spero che anche la continuazione non sia da meno...! aspetto un tuo parere!!  grazie ancora per continuare a segurimi..!bacioni!)

Ok,ora vi lascio leggere...un bacio grosso a tutti!:-)

Ok,ora facciamo un giochino… Pensate alla parola “convivenza”. Qual è la prima cosa che vi viene in mente?

Credo di saperlo.. una serie di parole di questo tipo: armonia,amore,felicità,aiutarsi a vicenda…e via dicendo. E,in teoria, potrei anche darvi ragione. In teoria. Ma in pratica…bè,la pratica è tutta un’altra cosa. E, in genere è anche molto,ma molto molto molto peggio.

La realtà è che ti ritrovi in una serie di situazioni da manuale dell’incazzatura al limite del ragionevole.. ad esempio,tornare a casa,dopo 1 giornata alla Gazzetta,con il nervosismo a livelli paurosi,e devi anche fare da mediatrice tra il tuo gatto e il tuo fidanzato,che si giocano il posto migliore sul divano. E,nella migliore delle ipotesi,dopo circa 3 ore di ringhi(del felino ma non solo) ti tocca mettere il gatto,che intanto ti ha graffiata a sangue,nella sua gabbietta…per quanto riguarda il fidanzato… bè,lui ti tocca lavorartelo come puoi…anche se questa,in genere,è la parte migliore della manovra di pace… Ma non solo…

Ti ritrovi anche a dover spostare la tua libreria preferita,delle 10 che hai in casa,in questo caso particolare un pezzo insostituibile della mia vita, perché “qualcuno” vuole mettere al suo posto la tv… anche se, se tu non glielo avessi spiegato circa 2 mesi fa,quel qualcuno non avrebbe mai scoperto nemmeno cos’è una tv… ma non è finita qui…

Perché mentre sposti la libreria,devi stare attenta a non incasinare le carte di lavoro di un certo altro “qualcuno” o poi rischi di ritrovarti quella sera stessa a litigare in cucina, brandendo un mestolo come arma di difesa. E dopo aver litigato,per un tempo che oscilla dalle 2 alle 3 ore,uno dei due,o anche tutti e due(anche se poi,in quel caso,il problema non esiste)vorrete fare la doccia,e vi ritroverete, per l’ennesima volta, a discutere di fronte al box della doccia, in bagno… che non è esattamente il massimo del romanticismo.

Per non parlare delle discussioni su chi pulisce,chi cucina,chi fa tutto…e la risposta,in genere,è molto simile a qualcosa tipo. “Lo fai tu,vero?” con allegati quei due occhioni che ti fissano come nel cartone Bambi. E tu non puoi dire di no. Cioè,potresti,volendo…ma non lo fai. Non ci riesci.

E poi parlano di parità tra i sessi… No. Noi donne siamo molto più furbe degli uomini,ma siamo anche molto più sensibili. E quel punto di furbizia che ci eravamo guadagnate,va a farsi benedire, distrutto da quello di sensibilità. E l’hanno sempre vinta gli uomini. Tanto per cambiare.

Alla fine io mi arrendo a fare tutto…al massimo,uso la bacchetta,quando Malfoy non c’è,tanto perché lui non lo sappia. Tanto per non dirglielo. Tanto per farlo sentire un po’ in colpa.

Vi chiederete perché lo faccio,immagino…già..me lo chiedo pure io. Per amore,credo. O per stupidità. Che poi,è quasi la stessa cosa…

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Da quando Ginny è incinta,veramente incinta voglio dire,ossia da quando il suo pancione ha raggiunto una grandezza considerevole, ha cominciato a dare i numeri. Chiariamoci: ha sempre dato i numeri,ha sempre avuto le sue piccole manie,che vanno dalla cioccolata alla musica,ma ora le ha elevate a potenza e poi ancora duplicate.

E quindi eccomi qua,alle 6 del pomeriggio,a suonare il campanello di casa Potter ormai ininterrottamente da almeno 20 minuti,per vedere oggi che sta combinando. Sono arrivata persino a suonare facendo delle canzoni.. non so, pigiare mentre pensi ad una canzone e rifare la melodia. Finalmente,dopo altri 5 minuti di Jingle Bells, totalmente fuori stagione tra l’altro , Harry si degna di venirmi ad aprire.

“Oh ciao…” mi borbotta,con una faccia da film dell’orrore “Ginny è di là…con Ron. Adesso te la chiamo…”. Altro che manie..molto peggio.

“No” rispondo subito,secca,più precipitosa di quanto sia di solito “non serve..non volevo disturbare..”.

“Raccontane un’altra…” replica lui con un sorrisino che raramente ho avuto la sfortuna di vedergli fare “non sono mica nato ieri…”. E così lo seguo in casa sua con un sospiro rassegnato. 

Con Ron le cose non sono cambiate. Lo sopporto giusto il minimo indispensabile,tanto per non far troppo capire a Ginny e ad Harry,che però ormai l’ha capito ugualmente,che ancora non sono riuscita a superare il trauma. Loro non se ne rendono conto. Non possono rendersene conto,di cosa significa stare con una persona che conosci praticamente da sempre,e poi scoprire che ti ha piantato per sposare la tua ex compagna di stanza. Il fatto che ora ci sia Malfoy aiuta,certo,ma alla fine non posso,e nemmeno lui può,cancellare un pezzo della mia vita… posso solo stare zitta,entrare e sopportare.

“Ohi…ciao!” mi borbotta Ron,seduto accanto a sua sorella in salotto,quando mi vede entrare. Io saluto entrambi con un gesto distratto della mano e vado a sedermi accanto ad Harry quasi inconsciamente. Era stato l’unico a capirmi,almeno in parte,quando mi ero categoricamente rifiutata di vedere Ron,per un po’. Ginny,all’epoca,aveva liquidato tutto dicendo che lei lo sopportava da 23 anni…ma,del resto, cosa potevo aspettarmi? È sempre sua sorella..

“Come va con Malfoy?” mi chiede Ron,subito dopo,interrompendo il silenzio. Alzo la testa e lo fisso sorpresa. Non aveva mai avuto il coraggio,o forse la faccia tosta,di chiedermi apertamente qualcosa su Malfoy…come se non mi fossi accorta che chiedeva poi tutto a Harry e Ginny.

“Benissimo” rispondo con un sorriso,e non è una bugia,ma mi sento in colpa ugualmente. Sembra quasi che voglia fare pesare tutto a Ron,che voglia farlo sentire in colpa o non so che altro,perché sono felice anche senza lui,sembra che sia una sfida a chi è più felice…bè,non dovrebbe esserlo. La felicità non è una gara. Non si misura in chili,su una bilancia. È felicità punto. E poi,alla fine.. io che ne so?

“In che senso benissimo?” insiste lui,mentre vedo Ginny,da dietro di lui,aprire la bocca per ribattere, ma io sono più svelta di lei: “In tutti i sensi”. E mi sento ancora in mezzo ad una sfida. Mi sento come se dovessi dimostrare a qualcuno che sono felice,che sto bene così…e io odio dimostrare le cose alla gente. Le cose sono come sono. E le possono vedere tutti. Cos’altro dovete controllare?

“Ron,io sto bene. Sono felice” replico e prima che qualcuno possa dire qualcos’altro li anticipo “in tutti i sensi. E tu invece?” attacco poi,cercando di distogliere l’attenzione da me,anche se mi sento ancora ben 3 paia di occhi più la televisione che mi fissano.

Ginny,da dietro il mio ex migliore amico,fa una strana smorfia,con l’aria di chi vorrebbe sapere più di quello che sa. Harry si limita ad aggrottare la sopracciglia. Ne sa quanto me,lui. Ma non è affatto consolante. “Benissimo” replica Ron e poi tace.

E,sarà perché alla tv,davanti alla quale Lily sta dormendo, baluginano le immagini del film di Pinocchio, o sarà perché il mio sesto senso è in crescita…ma mi sembra quasi di vedere il naso di Ron allungarsi dopo aver pronunciato la parola “Benissimo”.

E non ci vuole un genio a capire che non è affatto così…

#########

Tra le tante cose di Malfoy che ho dovuto,causa forza maggiore,accettare quella a cui non mi abituerò mai,tra le tante,sono i suoi orari da vampiro. Lui è capace di alzarsi la mattina alle 5 per lavorare, andare a letto ad orari da discoteca ed essere sempre sveglio,perfettamente lucido,con la stessa aria terribilmente sexy di prima. Lui,appunto. Io no.

Così mi ritrovo certe mattine in piedi alle 5 suonate della mattina,alla Gazzetta ,cercando di inghiottire quanta più caffeina possibile. E al diavolo le manie salutiste. E al diavolo il boss che se ci becca a bere qualcosa o mangiare al lavoro ci lincia.

“ ‘giorno Herm!” mi saluta Ellie,tutta allegra,facendo la sua solita entrata discreta in ufficio. Eppure non riesco a non notare i riflessi color caramello che le passano svelti tra i lunghi capelli castani. “Bet?” mi chiede poi lei,con un sorrisetto.

“Già arrivata e pure parecchio arrabbiata…” replico restituendole il sorriso che lei sostituisce con una risata stentata mentre si va a sedere. A volte vorrei capire cosa nasconde Ellie dietro quelle risatine. Non è possibile che sia sempre allegra…o si?

“Come va,El?” le chiedo,poi,mandando al diavolo ogni dubbio. Se c’è una cosa che ho capito, è che i dubbi sono inutili. Servono solo a complicare la vita. Basta tagliare la testa al toro.

El si gira verso di me,lentamente,e dalla sua espressione capisco che l’ho spiazzata. Non si aspettava che le facessi questa domanda. Non se lo aspettava da me,la sempre orgogliosa, libromane, romantica, testona e con la testa sempre tra le nuvole,Hermione Granger.

“Così così…” ammette poi con una smorfia “ma non mi lamento…”. Ma non mi incanta. “Non mi lamento” è una frase classica,che vuole dire esattamente il contrario del significato letterale. Vuol dire che di cosa di cui lamentarti ne avresti eccome,però non lo fai.

E non so perché,ma per associazione di idee,mi viene in mente Ron. “Benissimo”,ha detto,ma tutti avevamo capito che non era vero. Anche Ellie è come lui. E io non li capisco. Ditelo,se le cose non vanno bene. Ditelo e basta. Io ero la prima a lamentarmi,quando non andavano bene a me..che bisogno c’è di fare finta che sia tutto ok quando non lo è?

E mentre Ellie si gira,sempre per associazione di idee,mi sembra quasi di vedere il suo,di naso,che si allunga…

########

Casa. Finalmente casa. Sbatto la porta con tutta la rabbia repressa che ho costretto a rimanere incastrata nei miei nervi,da sta mattina,senza farla nemmeno vedere. Rabbia,che poi,non è nemmeno la mia. Che poi,alla fin fine,è pure peggio. Se sei arrabbiato per qualcosa di tuo è un conto, e hai tutte le ragioni per esserlo..ma esserlo per qualcosa che è capitato a qualcun altro,che poi neanche sai cos’è, è tutta un’altra storia…

Certo che se poi,quando si torna si trova anche una doccia che perde da mettere a posto con la bacchetta,senza sapere assolutamente come fare,le cose non migliorano.. così eccomi qua, davanti alla doccia,armata di bacchetta,senza la minima idea di che incantesimo usare…

“Tutto bene?” mi strilla Malfoy dall’altra parte dell’appartamento con una vaga punta di divertimento. E io,in tutta risposta,gli urlo dietro: “Si,certo…”.

E,come da copione,visto che ormai questa giornata è andata così,anche a me sembra di vedere il mio naso che si allunga,riflesso nel coso di plastica che racchiude la doccia…

Ma io non sono come Ron e Ellie…se ho bisogno,come ora,lo chiedo aiuto. Seee come no. Infatti. Si vede. Malfoy me l’ha appena chiesto,e gli ho detto di no…

Ok,ora proviamo con l’incantesimo… preparo la bacchetta,la punto con cura verso il punto dove perde e pronuncio le parole.. nell’istante dopo che ho fatto questo mossa un fiume d’acqua, rigorosamente gelida,ovviamente,si è riversato su di me…per la prima volta cominciavo a capire cosa significa essere “fradici”…e non è esattamente piacevole.

Ok,sono annegata d’acqua..e ora che faccio??Mi pare ovvio che non sono assolutamente in grado di riparare sto coso da sola.. io chiedo a Malfoy…e al diavolo i nasi che si allungano.. Ma no,non posso… non posso farmi aiutare da lui,nemmeno se ora stiamo insieme..è una questione di principio…

Ma alla fine aprii la bocca,e senza che lo volessi,ne uscì un’unica parola:  “Maaalfooooy!”

et voilà! finito anche il secondo chappy..!spero che vi sia piaciuto,anche se siamo ancora all'inizio..la vera storia deve ancora arrivare! Comunque fatemelo sapere,che mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate!! bacionii!

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Capitolo 3
*** Indovina chi viene a cena? ***


salve gente! scusate il ritardo..ma ecco qua il nuovo chappy!Tutto da leggere,e tutto per voi..!:-) 

Ma prima,i soliti doverosi ringraziamenti..! Alle persone che continuano a leggere,prima di tutto,poi a quelle che hanno messo la ff tra i preferiti..e sopratutto a quelle che hanno recensito,in particolare lo scorso chappy! ossia:

Hermione17(ma grazieee!per i complimenti e anche perchè mi hai un po' dato un'idea di come cominciare questo chappy.. ovviamente vicino alla doccia che perde..!:-) thanksss!! e grazie anche per i tuoi complimenti...sono davvero felice che la ff ti piaccia..!!ti aspetto a recensire questo chappy!besitos!)

witchmelanie(wow..grazie!!davvero!sono proprio felice che la ff continui a piacerti..ma ormai siamo all'inizio vero e proprio della storia.. aspetto un tuo commento!bacio!)

fragola1991(thanks!e ora eccoci qua al primo vero problema per la nostra Herm..ma ti lascio leggere in pace il capitolo! e dopo averlo letto,spero vorrai farmi sapere cosa ne pensi..!a presto!smak)

potterina_88_(ecco qua il nuovo chappy!ormai la storia comincia sul serio..ma andiamo con ordine..! intanto,grazie x i tuoi complimenti!! che mi fanno sempre troppo piacere! e poi per quanto riguarda Ellie e Ron..bè...di Ron ne sentirai parlare abbastanza in questo ma sopratutto nei prossimi chappy..per Ellie..bè...per ora,vi lascio solo immaginare cosa succederà,poi toccherà anche a lei..:-) aspetto una tua recensione..!besos!)

tinkerBLOOD(hihi si proprio povero Ron..!Ma vedrai cosa combinerà il "Povero Ron" in questo chappy..sempre che Herm non lo uccida prima...XDXD spero che recensirai anche questo chappy..!bacio!)

Ok,ora vi lascio leggere...buona lettura!ci sentiamo in fondo..!

Avete mai chiesto aiuto ad un maschio? Non necessariamente il vostro fidanzato,va bene anche uno qualsiasi,non stiamo a formalizzare.. Ecco,quello che avrete ottenuto,dopo un’attesa di circa 20-30 minuti,sarà senz’altro una frase di questo tipo: “Sicura che ti serva aiuto?”.

Nooo. Ma va là. Mica mi serve aiuto. Ti chiamo così,per sport. Per dare aria alla bocca. Perché sai, non sapevo cosa fare, allora ti sto chiamando isterica da 20 minuti…

Ma certo che mi serve aiuto,testa da calderone …! Ma questo preferisci non dirglielo.. e gli urli solo un, sempre più isterico,ormai vicino ad un ultrasuono: “Si!”.

E,finalmente,lo vedrete arrivare,piano piano..che sembra l’inizio di una favola..stile “..cammina cammina…”. Ma l’importante è che arrivi. Con passo da bradipo,ma che arrivi. E lì c’è la fregatura.

Perché se fosse stata una tua amica,le avresti già mangiato la faccia..alla tua amica,però. A lui no. Perché lo vedi arrivare,con quell’aria da cane bastonato…e non ce la fai a prenderla con lui. Neanche sta volta. Tanto per cambiare.

“Tutto bene?” ti domanda lui,affacciandosi alla porta. Tu non replichi. La scena basta,come risposta. Sono tutta bagnata, con un pezzo rotto di doccia in mano...fai un po’ tu,caro il mio Malfoy... secondo te,va bene? E,per una volta,miracolo,lui capisce.

“Evidentemente no…” borbotta lui,facendo il suo ingresso asciutto nel bagno che sembra uscito da una scena del Titanic. La tua smorfia di risposta la nascondi dietro alla spalla,voltando il busto a metà, ma sperando che lui la noti e ti chieda come mai quella faccia,con aria possibilmente preoccupata e/o ansiosa di rassicurarti. E ovviamente,come da copione,lui non se ne accorge. Ma è un maschio,cosa volevo pretendere?

Ragazze,rassegnatevi, i maschi viaggiano sul pianeta terra con fette e fette di prosciutto sugli occhi, non c’è verso. A parte quando si tratta di qualcosa che ha a fare con uno o più dei seguenti argomenti: calcio,Quiddich,tv o qualsiasi altra cosa interessi al lui in questione. Lì tirano fuori occhi al laser. Il prosciutto? Non ho ancora ben capito dove se lo nascondano,in quei casi…forse in tasca…

Malfoy si siede accanto a me. Apre la mano e la schiaffa contro una pozzanghera d’acqua,quasi divertendosi a bagnarsi da solo. Sorride. E bam. I venti minuti passati a strillare contro una porta,tra parentesi chiusa, spariscono,frantumati dai suoi denti. Tu neanche ti ricordi perché sei bagnata. E perché hai un pezzo rotto di doccia in mano. Hai completamente rimosso le ultime 2 ore delle tua vita.. Black out totale. In testa non hai più niente. Solo buio. E bagnato.

“Quello l’hai ridotto così tu?” mi domanda lui,guardando con aria divertita il pezzo rotto che ho in mano. Annuisco e lo butto lì per terra,non lo faccio nemmeno apposta.. o quasi. E lui ghigna e mi borbotta: “Accidenti…la Granger che ripara un pezzo di doccia…che roba…!”.

“Se qualcuno si fosse dato una mossa prima,non avrei dovuto farlo io…” replico,secca,ma la mia aria offesa va a sgretolarsi dritta dritta contro la sua aria dolce. E tanti saluti all’arrabbiatura.

“Mi dispiace averti costretta ad usare le tue intoccabili manine sulla doccia…” insiste lui,con quell’aria strana che non riesco a capire se mi sta prendendo in giro o no. Poi sorride. E la domanda resta. Mi sta prendendo in giro o no? Ma,con Malfoy,a volte,anzi,praticamente sempre,è difficile capirlo…

“Non fa niente…” replico dopo un po’, simulando indifferenza,e cercando di non pensare a come è ridotto il mio bagno “gentile da parte tua preoccuparti…”. La domanda torna a farsi sentire, prepotente e insistente. Lo sto prendendo in giro o no?? Booo. Ma alla fine..che cosa cambia? E intanto che ci sono,insisto: “Vedi che sotto sotto anche tu hai un lato sentimentale?”.

Malfoy si volta verso di me,come se nulla fosse. Come se quel bagno pieno d’acqua,che, tra l’altro, continua ad uscire dalla doccia rotta a fiotti,non esistesse. Come se fossimo solo io e lui. E basta. Si toglie una ciocca di capelli che gli svolazza davanti agli occhi,e ghigna divertito: “Molto sotto sotto…”.

Alzo le spalle,stando al gioco,e neanche sta volta riesco a capire se scherzo o no,mentre replico: “No problem. A me piace scavare..”. Malfoy ridacchia,schiaffando ancora la mano destra sulla pozzanghera d’acqua, giocandoci,come un bambino che non ha mai visto un po’ d’acqua in vita sua.

“Allora siamo a posto..” lo sento borbottare mentre uno schizzo d’acqua mi arriva dritto dritto in faccia. Ma stranamente lo schizzo in questione non proviene dalla doccia rotta…bensì da Malfoy. O almeno credo..non sono ancora molto convinta. Ma Malfoy ora mi guarda con la mano ancora dentro quella maledetta pozzanghera,e l’aria da furbetto. Basta quella per convincermi.

Passo al contrattacco. Gli sasso contro l’intero contenitore d’acqua che avevo riempito quando ancora ne cadeva poca. Praticamente,gli faccio la doccia. Malfoy neanche prova a ripararsi,la prende tutta,in piena faccia,senza muovere un muscolo. Forse aveva capito che,comunque,non aveva scampo.

“Finito?” chiede poi,ironico,dopo che anche l’ultima goccia gli è arrivata in faccia. Io lo guardo e non so bene come rispondere. L’unica cosa che so,è che abbiamo la doccia rotta. E che messo così è troppo strepitoso per essere un essere umano. Troppo strepitoso per essere qui con me…

“Si…” concedo poi,mio malgrado,tirando via il secchio che ho svuotato addosso al mio fidanzato e rimettendolo sotto la doccia,sperando che possa contenere i danni “tu?”.

“Non ancora…” sussurra lui e mi si avvicina con in mano l’altro secchio. Oddio. Mi ero scordata che ce n’era un altro. Chiudo gli occhi. Pronta a sentire l’acqua scorrermi addosso. Bè,pronta…più o meno. Ma non sento niente. Anzi..quasi niente.

Qualche frazione di secondo dopo qualcosa,e io ho un’idea molto precisa di cosa,si poggia sulle mie labbra. E poi bagnato. Sento l’acqua che mi casca sui capelli. Ovvio. Non può baciarmi e basta? No, deve anche farmi la doccia… Ora comincio a capire come si dovevano sentire i passeggeri del Titanic…e non è piacevole. Il bacio,invece,quello si che è piacevole.

Quando riapro gli occhi mi trovo davanti Malfoy che mi fissa,senza dire nulla. “Ti odio…” mi scappa detto mentre mi strizzo i capelli,ormai più bagnati della doccia stessa. Malfoy ghigna. E mi domanda: “In superficie o solo sotto sotto?”.

“In superficie..”  gli rispondo e non si capisce chi è il più pazzo. Se lui che mi ha fatto la domanda,o io che gli ho anche risposto. So solo che lo vedo ghignare ancora e lo sento borbottare: “E invece sotto sotto cosa c’è?”.

Lo guardo alzando un sopracciglio e ci penso su. Giusto…se in superficie lo odio..cosa c’è sotto sotto? Alzo le spalle: “Non saprei…”.

Malfoy sorride e lì mi scordo totalmente e definitivamente della doccia,mentre lui mi prende ulteriormente in giro,citando le mie parole: “Non c’è problema…tanto a me piace scavare”.

Ma io mi rispondo da sola. Lui dice che in superficie c’è l’odio…mah…forse. Ma in profondità… bè, a me viene in mente solo a frase. Amo et odio. E come risposta,può bastare.

########

“Io lo uccido!”. L’urlo di Ginny mi arriva anche dall’altra parte della casa,come un eco lontano, intriso di rabbia. La potenza della rabbia non ha confini. Almeno finchè la casa non crolla.

Il tutto per un maledetto messaggio in segreteria…la parte incriminata del messaggio,che Ginny ha intercettato prima che arrivasse a suo marito,è la seguente: “…Grazie,sei davvero un amico…ma taci con tua moglie”. E dal di lì si era scatenato l’inferno. No,non quello di Dante..molto peggio.

“Magari c’è una spiegazione…” tento di rispondere,sperando che la mia amica senta,strillando forte. Ma non abbastanza forte,a quanto pare…

“Io lo uccido!” ribadisce lei,attraversando il corridoio al piano di sopra con foga. Sento tremare il soffitto e pure la poltrona su cui mi sono appollaiata. E sotto il quale si è nascosto il gatto.

“Magari non è quello che pensi tu…” azzardo,sempre strillando,con voce incerta. Troppo incerta perché serva a qualcosa.

“Io lo uccido!” Ginny non sembra calmarsi mentre scende le scale due gradini alla volta, con passi pesanti.

“Harry non è il tipo da nasconderti delle cose,lo sai…” insisto sempre strillando mentre la mia amica scende dalle scale e rifila un’occhiata rabbiosa alla segreteria telefonica.

“Io lo uccido!” strilla ancora lei,incrociandosi le braccia a metà tra il petto e il pancione e sottolinea la sua rabbia con un calcio isterico alla sedia del salotto.

Mi arrendo. “E allora uccidilo…”.

“Però lo amo..” bela Ginny lasciandosi cadere sulla poltrona di fianco alla mia con aria devastata. La rabbia ha lasciato spazio all’indecisione. Tipico. Noi donne,sempre a farci duemila problemi… mai una volta che facciamo quello che avevamo detto.

Ma mentre vedo la mia amica lì,a piagnucolare per uno stupido messaggio in segretaria che,già me lo posso immaginare,di certo sarà di Ron che non voleva far sapere qualcosa alla sorella,a me viene in mente solo una frase.. Amo et odio. E misteri.

########

Ore 19.27. Momento orrido della giornata. Tutti  due scazzati dopo il lavoro,tutti e due esagitati per cose che non centrano nulla con l’altro,tutti e due che cerchiamo di farci i cavoli nostri con l’altro. Che non ha senso,però è così. Uno squillo del campanello alleggerisce ulteriormente l’atmosfera..

“Herm vai tu?” bela Malfoy dall’altra parte della casa. Mi alzo sbuffando. Ma certo. Herm solo quando hai bisogno. E,per quanto non possa sembrare vero,quasi quasi mi dispiace che mi avesse strillato qualcosa tipo “Ehi Mezzosangue vado io alla porta perché non mi fido di una non Purosangue”. Che,lo so,non l’avrebbe mai detto,ma almeno sarebbe stato meno ipocrita…

Comunque io vado ad aprire. Comunque. E non sapevo che quello che mi sarei trovata davanti sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe complicato parecchio la vita,già abbastanza complicata di suo…

“Tu??” ho esalato trovandomi il mio ex migliore amico,o ex e basta,sul pianerottolo,con la stessa faccia di un profugo scappato a malapena da una catastrofe mondiale. Insomma,la sua faccia solita.

“Io” ha ribattuto Ron alzando le spalle,con una tranquillità che sfociava nel menefreghismo. Come ha sempre fatto. E allora che ci fa a casa mia a quest’ora senza che io ne sapessi nulla?

“Che ci fai qui?” ho domandato,cercando di far sembrare di volerlo cacciare via. Anche se poi,alla fine,era così. Così ho cercato di ammorbidire un po’ quella frase che mi era scappata: “Bè vedi sono molto impegnata con il lavoro…è successo qualcosa?”.

Ron mi ha guardata per qualche secondo,con una faccia ancora più ebete della sua naturale. Stavo giusto per controllargli il polso per vedere se respirava,quando ha sputato finalmente la verità. Ha esalato solo,con l’aria di un condannato a morte:“Lavanda è incinta”.

Ehhhhhhh?????????????

Lavanda..quella Lavanda che conosco io..e Ron..quello che credevo di conoscere io..aspettano un bambino. E lui è suo mio pianerottolo alle 7 passate della sera solo per dirmi questo? No. Qui c’è qualcos’altro sotto…già…ma cosa??

“Bè,non dici nulla?” ha incalzato lui,piantandosi le mani in tasca. Io,così,d’istinto senza sapere bene il perché,mi sono voltata indietro,verso il corridoio. Di Malfoy nessuna traccia. Ma insomma,una volta che mi serve non c’è…questa me la paga..

“Accidenti…” mi è sfuggito prima che riuscissi a collegare il cervello alla bocca,e ho cercato di rimediare in corner borbottando,come un’idiota “..cioè..congraturazioni!Davvero,Ron!”.

Lui ha fatto una smorfia che solo vista distorta poteva avere qualcosa a che fare con un sorriso e ha borbottato: “Credo che Accidenti fosse più azzeccato,come commento…ma vedi di tacere. A parte Harry,sei l’unica a saperlo”.

Oddio. Una lampadina ha illuminato il mio cervellino come un lampo. Oddio. Era Ron..avevo ragione a pensare che fosse lui quello del messaggio ad Harry…quello per cui Ginny voleva farlo fuori. Era lui..! E allora non c’era motivo di preoccuparsi..! Bè..insomma..ce lo vedete Ron.. padre?? Voglio dire.. riuscite ad immaginare Ron,il “mio” Ron che conosco da quando pensava che Hogwarts fosse una squadra di Quiddich,che ha un figlio??Per non parlare di Lavanda…quel povero bambino,o bambina,da grande,o sarà una velina o un protagonista di Uomini e Donne…

“Ok…” ho commentato,con particolare presenza di spirito,e ho concluso con un,a di poco geniale: “E io che centro?”.

L’espressione di Ron,d’improvviso,si era rabbuiata. Come quando mi chiedeva di copiare tutti gli appunti a scuola. E non è un bel flashback…

“Bè ecco…” ha attaccato lui con una faccia da idiota che non sto a spiegarvi.. “io e Lavanda abbiamo litigato..e visto che Harry lo sa e Ginny no…insomma..posso stare a dormire da te per un po’?”.

“Un po’?” ho ripetuto come un pappagallo un po’ stupido spalancando la bocca.

“Un po’…che ne pensi?” ha domandato lui,pure lui esagitato come me. E io,sempre istintivamente, come prima,mi sono voltata indietro verso il corridoio. E con una precisione estrema,con un tempismo perfetto da film si è sentita una voce,piuttosto conosciuta,che ha strillato: “Herm chi è?”.

Bingo. Adesso siamo davvero a posto. Io ghignai. Ron impallidì. E sentivo Malfoy percorrere il corridoio a grandi passi. L’esplosione stava per avere luogo. In casa mia. Figurarsi.

Quando Malfoy arrivò,prima che uno qualsiasi di loro due avesse il tempo di dire qualsiasi cosa, riuscì a strappare la prima battuta..e domandai solo,al mio fidanzato: “Indovina chi viene a cena?”.

Non so perché,ma ho la sensazione che questa “cena” sarà molto,ma molto,lunga…

povera la nostra Herm...la aspetta una "cena" lunga e penosa con Malfoy e Ron..!chissà che succerà..ve lo lascio immaginare prima che posti..!:-)
comunque spero che recensirete in molti,che mi fa sempre torppo piacere..! bacioni! alla prossima!

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Capitolo 4
*** Cane,gatto e topo ***


salve!!perdonate la lunga assenza,ma con la scuola faccio quello che si può..:-) comunque,ne approffito per farvi i migliori auguri di buona pasqua!!!(un po' in ritardo..XD) e vi posto questo nuovo chappy come regalino pasquale!!

Ma prima,i soliti ringraziamenti!!intanto,a tutte le pers che hanno la mia storia nei preferiti(davvero tante!),e poi a tutte quelle che la leggono in silenzio e aspettano ogni volta i miei aggiornamenti..!e infine,a chi ha recensito lo scorso chappy,ossia:

potterina_88_: ma grazieee!!la scena della doccia l'ho riscritta quasi 3 volte..non riscivo a farla venire bene come volevo..chissà se adesso ci sono riuscita..!XD comunque tranquilla per il ritardo,anche io,ultimamente,sono parecchio in ritardo ad aggiornare..ma mi farò perdonare..:-) però,che brava!!avevi intuito che centrava una gravidanza,vedo!!!:-) mah..sulla reazione di malfoy ti lascio leggere il chappy..per quanto rigaurda Herm...bè..ormai,poveretta,gliene sono capitate talmetne tante..:-) ciau un bacione!

Hermione17: thanks per tutti i complimenti,più o meno meritati..!!!XD la scena della doccia è stata dura da scrivere,ci ho messo un bel po', ma spero che ne sia valsa la pena..:-) e spero anche che questo nuovo chappy ti piaccia!!fammi sapere!!kissone!

tinkerBLOOD: grazie x i tuoi complimenti!mi fa sempre piacere sentire i vostri commenti..:-) per la scena della doccia,come dicevo anche prima,ci ho messo una vita a scrivere qualcosa che mi piacesse..alla fine,spero di esserci riuscita..! per quanto rigaurda il litigio tra Ron e Lavlav,si scoprirà qualcosa di più nei prossimi chappy..ciau un kiss!

Cicci 12: hihi non ti preoccupare,anzi,sono felice che tu abbia deciso di seguire anche la seconda parte della storia!:-) bè..tra Ron e Malfoy non è mai corso buon sangue,quindi aspettati di tutto..:-) spero che continuerai a recensire,comunque!a presto!

Ok,e ora vi lascio leggere!!buon chappy!!

Ma che ho fatto di male nella mia vita per meritarmi tutto questo??

Non bastavano due genitori che tengono più a qualche apparecchio e ad uno stupido gatto che a me, non bastavano due migliori amici che sono felici,contenti e sposati e farebbero venire dei complessi di inferiorità sulla felicità persino a Cenerentola dopo il famoso happy ending,non bastava un capo odioso e menefreghista,non bastava neanche una quasi-collega che è stata appena piantata e che ci ammorba con le sue lamentele,non bastava neppure una segretaria fuori come un balcone che,dei cavoli degli altri,ormai ne ha fatto una professione e non bastava neppure un fidanzato come Draco Malfoy,con tutto ciò che comporta…no. A quanto pare,non bastava.

Per cui,ecco qua tornare alla carica il mio ex migliore amico/ex fidanzato,che ha appena scoperto che diventerà padre e ha avuto la grandiosa idea di litigare con la futura madre,e poi quella di trasferirsi da me. E pensare che questa è la prima volta che lo vedo pensare sul serio…

Oh ma chi sono io??Una specie di jolly da giocare quando la gente non sa più dove sbattere la testa?

“Tu che ci fai qui?” ha esordito Malfoy quando l’ha visto cincischiare sulla soglia di casa mia, trapassandomi da parte a parte con lo sguardo. Fantastico,pure lui se la prende con me??

“Lui vuole rimanere qui. Per un po’.” ho replicato io,cercando di mantenere la calma. Ron,dietro di me,sembrava essersi trasformato in una statua di sale. Tipico. Lascia fare a me il lavoro sporco. Stupido vigliacco che non sei altro...

“Qui?Per un po’?” ha ripetuto Malfoy con voce vacua fissando prima me poi Ron con l’aria di chi si aspetta che sbuchi fuori qualcuno da dietro l’angolo strillando “Sei su Scherzi a parte!”.

“Solo per un po’..” ha replicato Ron riacquisendo finalmente la capacità di parlare e fissando Malfoy come se si aspettasse un’esplosione.

“Ah,solo per un po’…” ha ripetuto ancora l’ex Serpeverde fissando Ron che sembrava trovare estremamente interessante una ciocca dei suoi capelli,senza degnare di uno sguardo me. Mi sentivo di botto trasparente,come se avessi indossato il mantello di Harry senza essermene accorta.

Ma dal canto mio,non potei fare altro che fissarli entrambi, dal mezzo,sentendomi piuttosto stupida. Fu solo in quel momento che capii davvero l’espressione “Trovarsi tra due fuochi”. E fu solo in quel momento che sentii di dover infondere alla conversazione un po’ di sano buonsenso femminile.

“Lui vuole solo rimanere qui un po’…solo un po’..” ripetei guardando Ron con aria ammonitrice e sperando che fosse davvero così e poi precisai,voltandomi verso Malfoy “per motivi personali che adesso non ci interessano. E visto che questa,dopotutto,è casa mia,è inutile che stiate a fare tutto questo tira e molla, che tanto sono io a decidere cosa fare”.

“Grazie per il riassunto” commentò Malfoy con un sorrisetto ironico,lo sguardo sempre fisso su Ron ma poi finalmente si degnò di guardarmi con l’aria di chi aspetta un verdetto importante “ergo??”.

Sospirai,ringraziando il fatto che,grazie al cielo,casa mia era dotata di due stanze per gli ospiti. Ora il problema stava nel far convivere insieme la sottoscritta,il suo attuale fidanzato e il ex fidanzato. Roba che neanche Beautiful si sarebbe mai sognato…ma chissà come mai,capitava a me. A qualche sceneggiatore Hollywoodiano sarei piaciuta da pazzi.

“Ergo,adesso filate tutti e due dentro casa. Ron tu dormi nella stanza degli ospiti,l’ultima a destra. Mettitela a posto da solo. Malfoy,tu vai a sparecchiare e lava i piatti. Io devo finire di lavorare”.

Entrambi mi rivolsero uno sguardo scettico e non si mossero di un millimetro. A quanto pare, nessuno dei due aveva ancora capito che,qui dentro, a comandare ero io. Non l’avevano nelle corde di prendere ordini da una donna,stupidi maschilisti trogloditi. Ma adesso la musica cambia.

E per quanto fosse strano dare ordini a destra e a manca mi ritrovai a borbottare,come una caricatura, piuttosto feroce,della Mc.Granitt: “Andate dentro e fate quello che vi ho detto. Adesso”.

Ron azzardò un sorrisetto mentre mi sfilava davanti diretto alla sua stanza e aprì la bocca per parlare, ma lo feci tacere con un gesto della mano. Ormai ero decisa a far valere la mia supremazia lì dentro. Ma insomma,ero o non ero la padrona di casa?? “E ricordati che posso spedirti in qualsiasi momento dritto da Lavanda…o da Ginny…o da tua madre” gli borbottai minacciosa.

Ron sembrò perdere la voglia di parlare e mi passò davanti in silenzio. Chissà come mai,la minaccia di farlo andare dritto da una a caso delle sue donne,lo aveva improvvisamente ammutolito.

Mentre lui raggiungeva la sua stanza con l’aria di un cane bastonato Malfoy si voltò verso di me con aria spossata: “E’ proprio necessario?” domandò guardandomi fisso e aggiunse “voglio dire, non c’è un’altra alternativa?Avere lo sfregiato qui rischia di essere una tragedia…”.

“Ti ricordo che sei un ospite pure tu…” fu tutto quello che riuscii a dire guardando Ron che si chiudeva la porta alle spalle,evitando accuratamente il suo sguardo. Non sapevo cosa mi aveva spinto a dire di si. Ron mi aveva fatto soffrire tanto, troppo…e io lo aiutavo. Ma sarebbe stato giusto sbattergli la porta in faccia? Mi avrebbe reso davvero felice vederlo andare via,nei guai? Ovviamente no. Ovviamente,come sempre, ero troppo buona. Ovviamente,come sempre,tutti se ne approfittavano. Ovviamente,come sempre,l’unica a perderci ero io.

“Quanto a te,cerca di controllarti..” ribattei,rivolta a Malfoy,visto che ormai Ron era fuori portata d’orecchio “posso sempre sbatterti fuori di casa..o farti dormire nell’altra camera degli ospiti..” borbottai sperando di sembrare decisa e quasi minacciosa. Ma con Malfoy non mi riusciva.

Malfoy ghignò divertito cercando di reprimere una risata e mi si avvicinò lentamente, aprendo le braccia nella mia direzione.  Mi piazzò le mani sulla schiena e mi strinse contro di lui,e infine borbottò, più ai miei capelli che a me: “Non lo faresti mai…”.

“Scommettiamo?” gli sibilai a mezza bocca cercando di divincolarmi. Ma Malfoy nemmeno mi stava ascoltando. Si limitò a ghignare e provò ancora a acciuffarmi con stesso abbraccio che avevo schivato poco prima. Prevedibilmente,questa volta non mi allontanai. 

Mi lasciai catturare dalle sue braccia,mi ci aggrappai quasi,come se fosse l’unica ancora di salvezza che mi veniva offerta. Mi lasciai stringere come una bambina e accoccolai la mia testa sul petto di Malfoy,lì,in piedi,sul mio pianerottolo. E non riuscii a reprimere un sorriso. A me stessa non potevo non ammetterlo. Era vero,non l’avrei mai fatto di sbattere Malfoy fuori di casa. Ora il problema stava solo nel far convivere senza traumi me,lui e Ron. E chiamalo solo.

Eppure mia madre chiamava “affettuosamente” me e Malfoy,cane e gatto,perché diceva che litigavamo sempre ma alla fine ci volevamo bene come i cani e i gatti. Ma ora cane e gatto stavano crescendo… ora cos’eravamo? La risposta la trovai prima del previsto e ci sorrisi su. Semplice. Cane,gatto e topo. Sotto lo stesso tetto.

Questa,Lavanda me la paga…

#########

Quella notte non fu molto riposante. Mi svegliai 16 volte,4 delle quali per un brutto sogno. Mi ritrovavo ad avere gli incubi,come una bambina. Cos’era quest’improvviso ritorno al passato?? Cosa mi stava prendendo?

La mia vita andava bene,fino a ieri sera. Avevo un lavoro che adoravo..bè..più o meno. Avevo ancora i miei amici di sempre...più o meno. Avevo due genitori che mi volevano bene...molto più o meno. Avevo due colleghe che non avrei mai voluto cambiare...sempre più o meno. E soprattutto avevo un fidanzato con cui andavo d’amore e d’accordo. Più o meno. Ma tirando le somme,la mia vita stava andando bene.

Poi di botto si torna al passato. Mi ritrovo a dover ospitare il mio ex a casa mia,a vederlo condividere la casa con il suo,anzi,nostro,ex-peggior nemico e via dicendo. Fu quando arrivai a questa parte del ragionamento,circa sulle 3 di notte,che mi riaddormentai.

Feci un altro strano sogno…più che strano,era decisamente orribile. Ero alla Gazzetta,ma i 13 gemelli figli di Ron e Lavanda(perché proprio 13,poi?Portava pure sfiga..)mi rincorrevano pregandomi di ospitarli tutti e 13 a casa mia. E dietro di loro,Ginny mi inseguiva roteando una padella, per non averle detto che suo fratello aspettava un bambino…che poi erano 13.

“Herm!Herm!”. Ma quelle voci erano loro o qualcun altro?? Nel dubbio mi rigirai di scatto e cominciai a mollare calci all’aria.,muovendo anche le mani avanti e indietro. “Herm!Svegliati!” All’improvviso la mia mano destra urtò qualcosa e smisi di scalciare come un cavallo impazzito. “Ahi!!Ma insomma,svegliati..!”.

Di botto aprii gli occhi. Mi ritrovai a fissare un soffitto conosciuto con gli occhi spalancati. Alla mia destra,un cuscino giaceva dimenticato. Lo riconobbi per quello che avevo visto sotto la testa di Malfoy tutte le volte che mi ero svegliata. Una voce mi raggiunse da sinistra. Sembrava vagamente preoccupata. E divertita. “Oh,finalmente…ma lo sai che picchi duro anche nel sonno?”.

Guardai da dove veniva la fonte di rumore e mi lasciai sfuggire un sorrisetto. “Malfoy…” borbottai guardando il biondo che si massaggiava la guancia sinistra. Improvvisamente capii. Ecco cosa aveva urtato la mia mano. Mentre aprivo bocca per ribattere Malfoy borbottò sempre tenendosi la mano sulla guancia: “Lo sai?Dall’ultima volta che mi avevi preso a schiaffi,mi ricordavo che facesse meno male…” poi ghignò e si tolse la mano mostrando una guancia piuttosto arrossata “Ma da chi hai imparato a mollare dei ceffoni così?”.

“Talento naturale…” riuscii a sussurrare con un sorriso aggrappandomi alla sua spalla per alzarmi del tutto dalla posizione scomoda che avevo assunto “fa molto male?” gli chiesi poi,preoccupata.

“Più o meno…ma immagino di riuscire a sopravvivere…” replicò lui,con una smorfia “tu piuttosto che stavi sognando per metterti a fare un’imitazione distesa di una scena di Million dollar baby?”. 

Ridacchiai e scossi la testa mentre mi tiravo su a sedere. Da quando Malfoy sa cos’è Million dollar baby? Ignorai la domanda,era troppo presto per i miei giri mentali,e mi guardai allo specchio allungando il collo. Avevo un’aria a dir poco devastata dopo la nottata praticamente in bianco,ma decisi di rispondere alla domanda di Malfoy che mi fissava come preoccupato per la mia saluta mentale “Niente di preoccupante. Ho sognato solo 13 bambini scatenati…”. Mi alzai dal letto con un salto e mi girai a guardare Malfoy,con aria furbetta. Era mio sacrosanto diritto scaricare su di lui un po’ della mia tensione…o no??

Lui mi fissò aggrottando un sopracciglio e domandò con aria confusa,abboccando in pieno: “Vuoi avere 13 bambini??”.

Sorrisi,praticamente al muro e mi avviai per il corridoio. “Perché no…” replicai a bassa voce e  prima di uscire mi rivoltai a guardare Malfoy che era ancora steso sul letto.

Fu una vera soddisfazione vedere che non riusciva a spiccicare parola.

#########

“Ma dov’eri finita?” fa l’accoglienza “calorosa” che Betty mi riservò quando misi finalmente piede in ufficio. La ignorai mentre lei mi seguiva per il corridoio,come un’ombra fastidiosa e chiacchierona che recitava a memoria tutti i miei impegni per i giorni seguenti. Oh cavoli, domani avevo la riunione con il boss,me n’ero scordata… Ma quando raggiunsi il mio ufficio,finalmente le chiusi praticamente la porta in faccia e ignorai il suo gemito di protesta.

Per la prima volta nella mia vita fui sollevata di superare la soglia del mio ufficio e di sbattermi la porta alle spalle. Mi ci poggiai con la schiena e mi strinsi le braccia sul petto. Sola. Finalmente. Avevo chiuso il mondo fuori. Ora potevo fare il punto della situazione.

Vediamo..vivevo con il mio fidanzato e il mio ex che si odiavano a vicenda. La mia migliore amica non sapeva che stava per diventare zia,oltre che madre,ma suo marito lo sapeva,e suo fratello, nonché il mio ex,non voleva che glielo dicessi.

Sospirai scuotendo la testa da sola,come una stupida. Mi aspettavano altre bugie. Era inevitabile se non volevo far venire un arresto cardiaco a Ginny. No,decisamente non era il momento… Dovevo mentirle,dunque.

Per cosa,poi?Per coprire quel bambinone un po’ cresciuto del mio ex che è perfettamente in grado di fare ed avere figli ma non ne vuole sapere di prendere una responsabilità maggiore che fare la spesa? Roba da pazzi.

E pensare che avevo promesso di non mentirle mai più…ma in casi estremi,estremi rimedi. In fondo lo facevo per Ron. Perché sotto sotto gli volevo ancora bene. Più o meno…

E lo facevo anche per Harry. E per Ginny stessa. Se le veniva qualche accidente in gravidanza non credo le avrebbe fatto piacere. In fondo,le stavo facendo un favore. Stavo spostando quelle che dovevano essere le sue preoccupazioni,su di me.

Non ero poi un essere così orribile,se le mentivo,d’ora in poi. Ero solo molto altruista. O almeno, così mi piaceva pensarla…

finito! x ora lasciamo Ron e Malfoy a convivere con la povera Herm,ormai sull'orlo di una crisi isterica che fa sogni strani..:-) per il prossimo chappy prometto di metterci di meno,ad aggiornare..:-) un bacione!

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Capitolo 5
*** Tra moglie e marito... ***


ciauuu! rieccomi qua con il nuovo capitoletto!!!anche se sta volta è leggermente più lungo dei precedenti...!

Comunque lancio il solito "GRAZIE" a tutti!!!!In particolare a chi legge ogni volta,con una pazienza e una costanza che gli invidio..,a chi ha messo la storia tra i preferiti e a chi ha recensito lo scorso chappy!!

Perdonami se non vi rispondo personalmente ma il tempo che ho a disposizione oggi è quello che è e devo scappare..prometto che la prossima volta mi metto in pari!!

E ora vi lascio leggere..un bacione!

“Game over”.

Scatto a sedere,scrollata dal mio sonno da questa sorta di sveglia di cui avrei fatto volentieri a meno.. ma cos’è sta vocina odiosa? Mica sarà di nuovo la play station? Mi sporgo dalla terrazza a guardare in salotto ma prima che riesca a scorgere qualsiasi cosa,alle mie orecchie arrivano solo i seguenti suoni…

“Noooo…ma porca…com’è possibile??Sta volta ero sicuro di farcela…brutto pezzo di..” sbatto la porta a vetri che porta in terrazza e cerco di non ascoltare gli sproloqui che idiota che,purtroppo, conosco fin troppo bene,sta sparando nella stanza accanto.

Mi torno a sedere,mi sbatto gli occhiali da sole sul naso e mi lascio coccolare dal caldo che,al sole,è praticamente soffocante. Ma niente è troppo soffocante o stressante,in confronto a sentire quel povero idiota del mio ex che si dà da far per battere il suo record alla play station…

Roba da pazzi. Tua moglie è incinta,tu te ne vai di casa perché avete litigato e invece di tentare di risolvere le cose tu giochi alla play station. Solo Ron riesce a fare ‘ste cose… Mettendoci giusto un briciolo della logica femminile che ho per forza di cose,non posso fare a meno di pensare a cosa farei io se fossi nei suoi panni..e credo che la prima cosa sarebbe andare dritto da Lavanda e chiarire. Risolvere le cose,insomma.

Ma ai maschi l’idea di parlare delle cose,parlare niente di più semplice, viene mai in mente?? Probabilmente no… sto quasi per alzarmi e andare ad infondere,nel povero cervellino di Ron,un po’ di sano buonsenso quando la sua voce,puntuale come un orologio,arriva dall’altra stanza: “Ma noooo! Brutto aggeggio! Sta volta ce l’avevo fatta,mi hai fatto cadere..!”.

Con un sospiro chiudo a chiave la porta a vetri e cerco di far uscire quella voce insistente e scocciata dalla mia testa. E al diavolo il relax che stavo tentando di mantenere da due ore... Con un sospiro di tiro di nuovo sulla testa gli occhiali da sole e mi rassegno a dis-rilassarmi. E mi rispondo da sola.

No,i maschi a parlare non ci pensano mai. In genere si consolano alla play station,agitandosi ancora di più. E poi a cosa servirebbe ordinargli cosa fare? A nulla. Deve arrivarci da solo. Risolversi i suoi guai per i fatti suoi come tutte le persone normali…

Il guaio vero e proprio è che raramente i maschi lo fanno…

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“Ellie,cos’hai?” domandai dopo una lunga serie di domande mentali del tipo “glielo chiedo o non glielo chiedo?”,concluse con uno strepitoso 1-1 pari. Ma quando ci vuole,ci vuole anche una sana dose di affari degli altri…soprattutto se gli altri sono tuoi amici e se hanno la faccia di chi sta male da ormai troppo tempo.

La mia collega alzò la testa e mi fissò come se non osasse credere alle sue orecchie. Poi domandò, con aria elegantemente confusa e sorpresa: “Che hai detto,scusa?”.

Io non cambiai minimamente la mia espressione. Ero sicura di quello che avevo chiesto. E non mi sarei fatta incastrata da un’abile mossa per farmi ritirare tutto. No. Ormai ero decisa. Volevo sapere per quale motivo la tranquilla,ma serena e allegra Ellie improvvisamente aveva perso il sorriso..

“Ho chiesto che cos’hai” ripetei tranquilla,con un sorriso che speravo la invogliasse a raccontarmi tutto “ultimamente mi sembri meno serena del solito…che succede?”.

Ellie mi fissò a lungo,con i suoi occhi scuri e sinceri e capii che stava valutando come rispondermi. La vidi abbassare lo sguardo e borbottare: “Si vede molto?”.

“Abbastanza…” ammisi con un sorriso d’incoraggiamento. Ellie si incrociò le braccia sul petto e tacque. Ma ormai che sapeva che avevo intuito qualcosa immaginavo che mi raccontasse tutto. Di sicuro non sarebbe stata zitta. La conoscevo troppo bene. Non sapeva mentire,El. Se riuscivo a farle sputare almeno una parte della storia,l’altra me l’avrebbe raccontata subito dopo.

Perché io me lo sentivo che dietro c’era qualcosa di abbastanza grosso da farla stare male. Non sapevo ancora quanto..ma qualcosa che andava più in là di un semplice “essere giù di morale”. Me lo immaginavo. Ma non chiedetemi da cosa.

Ellie prese fiato,mi guardò,spalancando i suoi occhioni sinceri e scuri e borbottò: “Ho chiuso con il mio ragazzo. Definitivamente. E,visto che vivevamo insieme,ora sono tornata da mia madre…”.

Annuì,comprensiva. La potevo capire,ora che vivevo con Malfoy…come avrei reagito se il mio,a quel punto,ex fidanzato mi avesse praticamente cacciata di casa e costretta a tornare da mia madre, mio padre,i suoi apparecchi e la gattaccia,Kelly??

Che poi,ora che ci penso,era proprio quello che era successo a Ron..poveretto. Ora cominciavo davvero a capire la sua situazione. Solo che,nel suo caso specifico,non sarebbe mai tornato da sua madre..lo conoscevo bene. Aveva troppa paura del giudizio della sua grande e confusionaria famiglia per avere il coraggio di tornare a casa dopo aver litigato con la moglie… Quello che mi sfuggiva era come mai era venuto proprio da me…

“Mi dispiace El,davvero tanto..” borbottai,imbarazzata quando notai qualcosa di lucido brillarle negli occhi,ed ero sincera. Ogni tanto,raramente,qualche volta,pure io ero sincera. A parte quando si trattava di coprire qualche amico…ma questa era un'altra storia. 

Ellie mi sorrise,riconoscente,mi sbatté una mano sulla spalla a mo’ di affettuosa pacca e se en uscì dalla stanza chiudendosi piano la porta dietro e lasciandomi lì,come una stupida,persa nei miei pensieri confusi. Confusi da che,poi? Io stavo bene. Mi andava tutto bene. Ma non andava bene per niente a due delle persone che conoscevo meglio al mondo. E allora,in fondo in fondo,non andava poi così bene neppure a me.

Ecco qual’era il mio problema:mi impegnavo davvero quando qualcuno stava male e cercavo di risolvere i problemi di tutti. Con il risultato che ci finivo dentro fino al collo..

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Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Me lo ripetevo da tutta la mattina,come una sorta di ritornello odioso, di tormentone che mi fondeva quei pochi neuroni sopravvissuti. Me lo stavo dicendo da ore ormai, eppure non riuscivo proprio a convincermi…

Mi sentivo un verme. Un essere stupido,egoista e per nulla normale. Insomma…due delle persone a cui volevo più bene,in modi diversi,stavano male,una delle quali viveva pure a casa mia,io cercavo di aiutare,in modi diversi,entrambi,con il risultato che mi ero ritrovata a dover vivere con il mio fidanzato e il mio ex,a dover mentire alla mia migliore amica e che mi toccava pure sorbirmi le partite alle play station di quel troglodita del mio ex.

Chi mi assicurava che questo improvviso tornado che aveva sconvolto le vite di Ron ed Ellie non incontrasse sulla sua scia distruttiva anche la mia,di vita??E soprattutto,chi mi assicurava che non l’avrebbe sconvolta del tutto? No. Non poteva. Non ora che finalmente ero felice della mia vita.

“Oh eccoti..non ti trovavo più..” borbottò Malfoy raggiungendomi nello studio,davanti al computer, rigorosamente spento,senza fare niente. Malfoy sembrò cogliere che qualcosa non andava e mi lanciò un’occhiata delle sue,di quelle che avrebbero incantato persino Fuffi: “Sicura di stare bene?”.

“Io si” replicai con un sorriso che speravo fosse sincero anche se non ne ero del tutto sicura. In fondo, pensai tra me,quella non era un bugia:io stavo bene.

Malfoy si lasciò cadere nella poltrona accanto alla mia e studiò la mia espressione con aria indagatrice: “Quella faccia mica sarà dovuta a Weasley,vero?”.

Scossi la testa,leggermente in ritardo sui tempi della domanda e Malfoy lo interpretò subito come un segnale d’allarme. Figurarsi. “Ok,allora è colpa di Weasley…” borbottò poi,scuotendo più volte la testa “lo sapevo che non era una grande idea farlo venire a vivere qui…”.

“No,no,davvero,non è colpa sua. Sul serio. È che mi dispiace per questa situazione..tutto qui..” azzardai, sperando di essere convincente. Ma era difficile esserlo quando sei di fronte ad un computer spento con una faccia che raramente Malfoy aveva avuto la sciagura di vedermi dal vivo. In genere,espressioni di quel tipo,le tenevo per quando lui non poteva vedermi. Va bene stare insieme, ma l’orgoglio quello ancora non ero riuscita a metterlo a tacere.

Malfoy mi guardò con aria decisa,mentre lo sentivo dire: “Ascolta bene quello che ti sto per dire… Quell’impiastro del mio ex..migliore amico” concluse poi,in fretta,dopo l’occhiata che gli avevo rifilato quando l’avevo sentito dire la parola ex e continuò come se non fosse mai stato interrotto scandendo bene le parole, come chi parla ad una bambina stupida e dispettosa:   “..se litiga con sua moglie,sono affari suoi. Solo ed esclusivamente suoi. E di nessun altro. Meno che mai tuoi. E tu non farai,come tuo solito,in modo che lo diventino,vero?”.

Io spostai lo sguardo sulle tendine appese alla finestra ed evitai accuratamente di rispondere subito. Malfoy aveva ragione. Inutile negarlo. Ma avrei dovuto lasciare che Ron rimanesse in eterno in casa mia senza dargli un minimo aiuto?? No,non potevo.. Ero pur sempre stata la sua migliore amica. Era mio dovere.

Malfoy chinò la testa a raccogliere il mio sguardo e ripetè con lo stesso tono da insegnante d’asilo che spiega qualcosa di estremamente difficile ad un gruppo di bambini idioti: “Tu non farai niente che non sia farlo dormire qui per un po’, vero?”.

“Non posso” ammisi infine girandomi a guardare Malfoy con aria estremamente addolorata. O almeno, così speravo che sembrasse.. volevo che pensasse che non sarei stata bene con la coscienza se non l’avessi fatto. Volevo che lo capisse. “Ron era il mio migliore amico..e anche il mio ex” aggiunsi poi,e sta volta fu Malfoy a rivolgermi un’occhiataccia “non posso non fare niente quando potrei aiutarlo..”.

“Hai presente il detto Tra moglie e marito non mettere il dito?” mi domandò lui con aria sempre più decisa.

“Da quando tu sei così babbano?” insistetti,cercando di sviare la domanda. Eccome se lo avevo presente, quello stramaledetto modo di dire. Era l’esatto riassunto di quello che mi ero ripetuta per tutto il giorno.

“Da quando tu sei così ficcanaso?” replicò lui con l’evidente tentativo di distrarmi dalla mia idea di aiutare Ron.

Sospirai. Ok,aveva ragione. Aveva ragione. Cos’altro potevo dirgli,però? Io volevo aiutare Ron…

“Ok,non farò niente..” promisi cercando di sembrare decisa. In realtà non lo ero affatto. Sapevo che, se me ne fosse capitata l’occasione,non avrei resistito ad aiutare Ron,in qualche modo..

“Ottimo” gongolò Malfoy e mi stampò un bacio prima sulla fronte e poi sulle labbra. Mi lasciai baciare senza grossi risvegli del mio status pensieroso ormai permanente. Ma ormai avevo deciso.

Va bene promettergli che mi sarei contenuta,ma,nel caso proprio non ne avessi potuto fare a meno, avrei aiutato Ron. E nell’istante stesso che lo pensavo,già mi sentivo estremamente in colpa per quello che volevo fare…

##########

Quella sera le mie idee andarono a scontrarsi dritte dritte con la faccia di Ron,dopo cena. Aveva la tipica faccia da funerale. Da documentario sulla morte. Sembrava la rappresentazione umana della parola “tristezza”.

Persino Malfoy se ne accorse. Limitò persino le battutine,mentre stavamo guardando la tv. Io invece evitavo lo sguardo del mio fidanzato mentre avevo attanagliato il mio indice al suo,sul divano. Ron stava seduto alla mia destra,con un’espressione di pura infelicità.

Era strano vederlo così. Era strano vedere così giù il casinista,l’allegro,il pazzoide Ron… Sembravo io quando scoprii che tra me e quell’oca di sua moglie aveva scelto lei. Ma ora stavamo parlando di lui,non di me. Ora la saggia Herm era diventata solo Herm..e il casinista Ron,era diventato il triste Ron. E poi dicono che il tempo sistema tutto… Macché. Il tempo peggiora solo le cose.

Fu mentre mi alzavo per andare a prendere da bere che squillò il telefono. Virai verso il telefono e biascicai un “Pronto” smozzicato,senza riuscire a staccare gli occhi dalla figura afflosciata di Ron.

“Oh ciao Herm,meno male che hai risposto tu..” risposte una voce femminile dall’altra parte della cornetta. Aggrottai le sopracciglia e borbottai un confuso: “Ma chi parla?”.

“Sono Lavanda” rispose la voce facendomi finire un doloroso masso di sensi di colpa dritto sullo stomaco “Ron è lì?”. Il mio sguardo saettò verso di lui,seduto sul mio divano,con aria devastata. Dovevo mentirle? Dovevo dirle la verità? Insomma,cosa dovevo fare???

“Herm,ci sei ancora?” incalzò lei,con un tono leggermente ansioso dall’altra parte del telefono. Sospirai,sentendomi addosso lo sguardo sia di Ron sia di Malfoy. Cominciavo a sentirmi soffocare. Ci mancava solo che Malfoy sentisse quello che stavo dicendo…dubito me l’avrebbe perdonata…

“Si,ci sono ancora” presi fiato per bene e cercai di rispondere sperando che chi mi stava ascoltando, ovvero i due di fronte a me,capissero qualcosa di diverso di quello che volevo dire io “comunque si” aggiunsi,in risposta alla sua domanda,senza avere il coraggio di pronunciare il nome di Ron di fronte a lui.

Sentii Lavanda sospirare di sollievo dall’altra parte della cornetta e mi chiesi come mai,se lei si sentiva sollevata,io mi sentivo così male. Malfoy mi studiava con la coda dell’occhio,gli occhi ancora fissi allo schermo,ma sapevo che entrambi gli orecchi erano ben tesi verso di me. Persino Ron sembrava essersi leggermente ripreso dal suo torpore.

“E…cioè…” attaccò Lavanda con voce incerta e con le idee evidentemente confuse “…come sta?”.

Rimasi spiazzata dalla domanda ma cercai di non darlo a vedere né a chi mi stava ascoltando né a chi mi stava guardando. Se avevano litigato,come avrebbe dovuto stare,secondo lei?

Ma dirlo sinceramente che stava male mi sembrava un po’ esagerato..così optai per un,più diplomatico: “Abbastanza bene”. In realtà,non era affatto così,ma,in fondo,lei che ne sapeva??

“Ah ok…” la sua voce non lasciava trasparire né sorpresa né sollievo,sta volta e per un momento mi sentii tremendamente cattiva a stare lì,di fronte a Ron a parlare con sua moglie senza dire nulla a lui, e senza dire la verità a lei “e…bè…hai notato nulla di strano?”.

Ma che razza di domanda era?? Ovvio che era strano,non capita sempre che mi trovi a parlare con Lavlav di fronte a Ronron. E soprattutto non con loro che sono in rotta. E ancora peggio,non di fronte a Malfoy e per di più al telefono.

“Bè…non saprei…non mi sembra…” risposi,rimanendo sul vago,mentre sia Malfoy che Ron rinunciavano ad ogni tentativo di origliare di nascosto e si voltarono direttamente verso di me. Cercai di non far tremare la voce mentre borbottavo a Lavanda: “Ma adesso sono un po’ impegnata.. ti chiamo io domani,ok?”.

“Ok. E grazie,Herm…” replicò lei e riattaccò subito. Io rimasi lì,con la cornetta in mano e appena sentii il segnale di libero borbottai al vuoto,come una stupida,qualcosa che,almeno speravo,avrebbe convinto quei due ficcanaso: “Ok..ciao Ginny!”. E riappesi anche io,sperando di non aver fatto tremare la voce o peggio di non aver fatto notare che l’ultima battuta era stata detta ad una cornetta muta..

Tornai a sedermi accanto e Malfoy e Ron mi domandò,con aria fintamente innocente,appena mi sedetti: “Chi era?”.

“Ginny” risposi pronta cercando di sembrare il più naturale possibile. Malfoy mi lanciò un’occhiata fugace che evitai con cura,fingendomi attenta a quell’odioso film di cui non avevo capito praticamente niente.

Mi sentivo tremendamente,orrendamente,incredibilmente,in colpa. Ero senza ombra di dubbio,in torto marcio. Ma lo facevo solo per i miei amici. Era una giustificazione valida?? Non lo so. Ma continuavo a contare su quella. E poi,per ora,non avevo ancora fatto nulla di concreto…e soprattutto, Malfoy non ne sapeva ancora niente. Non con certezza almeno.

Con una fitta dolorosa al petto per il senso di colpa che cominciavo a sentire più forte che mai, pensai a cosa mi aveva detto lui,oggi pomeriggio.. “Tra moglie e marito non mettere il dito”.

E io altro che dito...Ci stavo mettendo tutte e due le braccia…

ecco qua,finito!:-) ormai cominciamo ad entrare nel vivo della storia...! voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Io spero proprio di si..!

Ma aspetto le vostre recensioni!!Un mega bacio!

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Capitolo 6
*** Uno sconosciuto di nome Ron ***


ciauuuu!

quanto tempo che non aggiornavo...!vi supplico di perdonare il mio IMMENSO ritardo,ma tra la fine della scuola e poi la partenza x le vacanze nn sn riuscita ad aggiornare prima..!cmq ade sono tornata!!con le vacanze a casa riuscirò ad aggiornare molto in fretta!

ok,intanto sn doverosi i ringraziamenti anche se in ritardissimo!Intanto a tutte le persone che hanno messo la mia ff tra i preferiti(ben 46!)!! Che spero continueranno a leggerla,ade che l'autrice si è decisa a ritornare ad aggiornare in maniera normale..XD

E un grazie speciale a chi aveva recensito(mesi fa..o.o) lo scorso chappy.. :-) ovvero:Hermione17,Cicci 12,tinkerBLOOD e potterina_88_! Grazie davvero! e perdonatemi se nn vi rispondo x bene!prometto che nel prossimo chappy che posterò tra poco lo farò..!un bacionissimo tutto x voi!!:-)

ok e ora vi lascio leggere..!buona lettura!Spero che vi piaccia,spero che mi perdonerete del MEGA ritardo..e spero che recensiate che ci tengo a sapere cosa ne pensate..:-)

Quando tornai a casa dopo una lunga e snervante mattinata di lavoro e sbattei la borsa per terra con la solita “delicatezza”,trovai Ron in salotto, seduto sul mio divano con le mani semiaperte in alto,in quella che sembrava una posizione yoga. Non si preoccupò nemmeno di aprire gli occhi,ma sorrise nella mia direzione come se sapesse esattamente che lo stavo guardando.

“Ciao Herm!” se non altro pareva stesse meglio,notai con sollievo,questo forse rendeva le cose più facili..forse.. “Ginny dice che lo yoga aiuta..sai,forse ha ragione lei,rilassa” Ron sorrise ancora, sempre ad occhi chiusi. Aveva un’aria straordinariamente cretina,ma preferii non dirglielo.

Rimasi zitta. Non sapevo da dove cominciare il discorso. Anzi,non sapevo ancora se lo volevo cominciare. Ma del resto,potevo lasciarlo lì,a fare il fenicottero sul mio divano??

“Ron,ieri sera al telefono era Lavanda,non Ginny”.

Ecco l’ho detto. Brava Herm. Magari un po’ meno diretto la prossima volta…

“E allora?” Ron fece cadere le braccia lungo i fianchi e aprii gli occhi che ora mi fissavano indagatori.

“E allora niente. Mi chiedevo solo se..insomma..ci volessi parlare tu,con lei”. Oh cavoli. Ormai mi stavo ficcando in un vicolo cieco ma non potevo fare marcia indietro ora che mi ero convinta a fare qualcosa. Non sapevo bene cosa. Giusto qualcosa. Per sentirmi meno inutile. E questo era l’unico “qualcosa” che mi era venuto in mente. E allora perché mi sentivo ancora inutile??

Ron mi fulminò con lo sguardo. “E lei vuole parlare con me?” domandò poi alzando un sopracciglio. Era nervoso. Gli tremava la voce. Era un Ron che non avevo mai visto. Posizione yoga a parte.

“Bè,mi ha chiamato lei..immagino di si..” sussurrai ma sentivo di non essere convincente e questo mi fece quasi arrabbiare. Mi sentivo impotente,inutile. Non lo sapevo se lei volesse parlargli. Ma del resto,non sapendo cos’era successo come potevano pretendere che lo sapessi??

“Tu immagini?” domandò Ron con una finta risatina che mi colpì come una forza che non immaginavo. Ma insomma,cosa pretendete da me??

“Si immagino,cosa credi che abbia la palla di vetro?” domandai con la voce che mi si alzava progressivamente senza un vero perché. O forse si. Mi sentivo sempre più inutile. Tutti sfogavano su di me le loro ansie senza darsi la pena di spiegarmi e poi se la prendevano se non riuscivo ad aiutarli. Poi mi calmai. Più o meno. O almeno ci provai. E gli borbottai qualcosa tipo: “Lei mi ha detto di richiamarla,magari se la chiamassi tu…”

Mi accorsi troppo tardi che era la cosa sbagliata da dire. Ron esplose come se lo avessi schiaffeggiato: “Chiamarla,io?? Non credo proprio.. e tu intanto,potresti farti i fatti tuoi,se non ti dispiace. Non sai niente di me,né di lei. Non sai nemmeno perché abbiamo litigato”.

E se ne andò così,nascondendosi nella mia cucina,lasciandomi lì,come una stupida,a riflettere.

##########

Ci misi più di metà pomeriggio per ammetterlo,anche solo a me stessa,ma alla fine lo ammisi. Ron aveva ragione:non sapevo nulla. E visto che lui si rifiutava di collaborare,ora mi toccava pure chiamare Lavanda.

Alzai la cornetta. Composi il numero. Quando mancavano due cifre,sbattei giù il ricevitore con un rumore sinistro. Sospirai.

No,non potevo fare così. Non potevo comportarmi da bambina. Dovevo chiamare. Fosse facile. Herm,lo sai quanti anni hai? 26,certo che lo so. Appunto,i due li hai superati già da un pezzo…è ora di smetterla e fare il tuo dovere senza fare storie. Ho sempre fatto il mio dovere,per una volta posso non farlo. No,ora chiami e fai il tuo dovere,come sai che dovresti fare. No,non mi va. Ti deve andare, fallo per Ron.. Non mi va neanche di farlo per lui dopo quello che mi ha detto. E allora fallo per te stessa,per avere la coscienza a posto.

Questo è troppo.

Feci tacere il mio alter ego interiore che mi torturava da tutta la giornata con il gesto seccato della testa di chi scaccia una mosca.

Perché l’idea di fare 3 temi al giorno come facevo ai tempi di Hogwarts non mi spaventa tanto quanto quella di trovarmi faccia a faccia..ok,al telefono,magari non proprio faccia a faccia.. diciamo,voce a voce,con la donna che mi ha rubato il mio ex fidanzato e poi gli ha praticamente spezzato il cuore e,non so con quale strano incantesimo a me oscuro,lo ha spedito dritto dritto a casa mia??

“Chiama e basta” mi borbottò stancamente Bet dalla scrivania di fianco alla mia,alzando appena lo sguardo nella pausa tra una limatura di unghia e l’altra.

“No” ribattei seccamente e le rifilai un’occhiata disgustata che lei,china sulle sue unghie,che non avrebbero fatto invidia a quelle della Sprite,non colse.

Mi chiedevo come mai si ostinasse a fare finta di curare le sue unghie quando era ovvio che non era così. Mi chiedevo come mai mi facessi riprendere dalla mia segretaria. Mi chiedevo perché quest’ultima nemmeno mi ascoltasse. Mi sembrava di parlare al muro. Solo che il muro in questione parlava a me.

“Non fare la stupida” ribattè Bet,spiccia,ispezionandosi il pollice destro con aria critica,senza degnami di uno sguardo, “devi chiamare,no?E allora fallo. Magari senza rompere la cornetta..a giudicare da come l’hai sbattuta prima,domani dovrò chiamare il tecnico del telefono..”.

Ignorai la battuta e ripresi in mano l’agenda,studiando con aria ansiosa quelle poche cifre. Cifre che, con tutti i miei tentativi,ormai sapevo pure a memoria. Per l’ennesima volta mi sembrava che quelle cifre celassero una sola domanda..ma chi me lo faceva fare?? Chiamare Lavanda perché lei mi doveva chiedere delle cose su Ron..ma insomma..perché lo stavo facendo?? Tanto per incasinarmi meglio la vita..brava,Herm. Complimenti. Missione compiuta.

“Ti disturbo?” intervenne Ellie sbucando da dietro la porta e lanciando un’occhiata stupita in direzione di Bet e delle sue unghie.

“No,dimmi pure..” sospirai,sbattendo via l’agenda e rinunciando totalmente a chiamare. In fondo mica facevo niente di male. Non volevo..intromettermi nella loro vita. Ecco,perfetto. Questa si che era una scusa adatta..! Capito,mio testardo inconscio??

“Potrei fare un salto a casa tua a prendere i fogli dell’intervista che avevi fatto la scorsa settimana? Se mi dai le chiavi non devi neanche scomodarti..” aggiunse,con un sorriso. Non era necessario,lo sguardo scongiurante di Ellie avrebbe incantato chiunque..e lei lo sapeva bene.

Acciuffai le chiavi di casa mia dalla borsa e gliele tirai,con un lancio meravigliosamente storto. “La strada la sai. Vai tranquilla,non ci dovrebbe essere nessuno in casa,Malfoy è al Ministero”.

“Ottimo. Grazie mille Herm!” sorrise Ellie,e sparì dietro la porta,con la stessa leggerezza e velocità di quando era apparsa. Rimasi a guardare la porta che si chiudeva prima di riprendermi dai miei pensieri. Poi tornai al dilemma. Chiamare o non chiamare? This is the problem. Amleto,stupido, Amleto. Almeno mi ricordassi cosa sceglieva lui,alla fine delle sue seghe mentali…

“Chiama. Ora e subito” mi sibilò Bet,improvvisamente in piedi di fronte a me,con la cornetta in mano e l’aria minacciosa “mica ci vuole una laurea..basta spingere i tasti e poi verde. Prima si fa,prima ci si toglie il pensiero...”.

“Non mi tolgo nessun pensiero,ne aggiungerò altri,già lo so. È una certezza,quando c’è di mezzo Lavanda. Tu non la conosci” replicai con una vocetta che suonò molto più lamentosa di quanto realmente volessi. Ora sembravo davvero Lavanda. E non era un bel pensiero,visto il momento.

“Chiama e basta” insisté la mia segretaria con voce piatta avvicinando la cornetta alla mia faccia “non è scappando dai problemi che si risolvono…”

“Da quando sei così filosofica?”.

“Come la famosa pietra?”

“No,Bet,quella era filosofale,non filosofica..”

“Ah già…”.

“Allora,da quando sei così filosofica?”

“Da quando hai paura di fare uno stupido numero?”.

“Da quando mi minacci con una cornetta?”

“E se io ora chiamassi Malfoy e gli dicessi tutto..?”. Bastò quella frase. Potevo resistere a tutto,ma a Malfoy no.

Ci misi due secondi. Presi la cornetta,composi veloce il numero e premetti verde. Bet aveva ragione:ci voleva poco. Erano le conseguenze che dubito si sarebbero cancellate così in fretta.. Ma ci penso solo ora??Herm,non trovi sia un tantino tardi per pensarci?
Segnale di libero.. Ti prego,fà che non risponda,ti prego. Ti prego. Tipregotipregotiprego… “Pronto Herm,sei tu?”.

Cavoli. Neanche la consolazione di non trovarla. Mi ero fatta fregare da una sottospecie di aspirante strega travestita da segretaria.

Come se avesse letto nei miei pensieri,Bet se ne andò dalla stanza come la strega cattiva nei film: a marcia indietro,sogghignando.

##########

“Herm,grazie davvero per avermi chiamato..” belò Lavanda dall’altra parte della cornetta,ma sembrava sincera.

Io evitai accuratamente di rispondere. Dubito che le facesse piacere sapere che per chiamarla ci avevo messo circa 6 ore,46 minuti e 27 secondi e avevo ceduto solo perché minacciata da una cornetta. E soprattutto evitai di dirle che avevo provato a corrompere Ron a chiamala. Meglio evitare.

“Allora..come sta Ron?”. Era una mia impressione o le tremava la voce??

“Bè..sta..” la voce mi morì a metà frase. Che potevo dirle? Come stava Ron? Bene? No,non stava bene. Male?A giudicare da come aggrediva gli altri non stava poi tanto male... O forse si. Avevo sempre visto Ron glissare sul suo stato d’animo. Ed era difficile ora capire se stesse ancora glissando oppure no. E’ difficile capire quando un cretino smette di esserlo e comincia a soffrire sul serio.

“Herm,come sta?”. Era una mia impressione di nuovo o quella voce celava una paura che non mi riuscivo a spiegare?

Aprii la bocca per ribattere ma mi bloccai a metà. Mi stupii a non sapere che dirle. Non sapevo come stesse. L’avevo ospitato,gli avevo piazzato un tetto sopra la testa, aggiungerei il MIO tetto,eppure non avevo la minima idea di come,in realtà,stesse. Incredibile ma vero.

“Non so come sta” replicai calma ma sentendo di essere sincera “davvero,Lavanda,non lo so. Ma ti prometto che glielo chiederò.”

Mi rendevo conto che quella frase era perfettamente fuori luogo. Avevo appena comunicato alla mia ex migliore nemica che mi sarei informata sullo stato d’animo di suo marito con il quale ha litigato,nonché mio attuale coinquilino,che nemmeno sapevo come stesse. Ero una stupida. Invece di fare l’eroina e cercare di fargli pace con Lavanda,perché non mi ero concentrata su come stesse prima?

“Grazie Herm,veramente..” borbottò lei e attaccò prima che avessi il tempo di aggiungere qualcos’altro. Non avrei saputo cosa aggiungere,ma avrei voluto tanto dirle qualcos’altro. Possibile che ora mi facesse pena Lavanda? No,in realtà ce l’avevo con me stessa. Non mi ero preoccupata affatto di come stesse davvero Ron. Avevo seriamente creduto che dandogli un posto dove dormire gli avevo risolto tutti i suoi problemi.

E,tra l’altro,non sapevo nemmeno cosa davvero fosse successo con Lavanda. E non sapevo perché era venuto da me,e non era andato da sua sorella e dal suo migliore amico. Perché proprio io? Perché non era tornato dalla sua Lavlav e ci aveva fatto pace senza mettermi in mezzo?

Non sapevo nulla. Né di questa situazione, né del nuovo Ron. Io conoscevo il Ron dei tempi di Hogwarts. Già. Peccato che ora quello che abitava con me fosse un Ron diverso.

In fondo aveva ragione lui. Il mio ex migliore amico era diventato un mistero per me e io nemmeno me n’ero accorta. Ecco come ci siamo ridotti.

Questa era la dura verità del momento:per me,il mio ex migliore amico,era diventato uno sconosciuto. Uno sconosciuto di nome Ron. Si,eravamo due sconosciuti.

Già…Due sconosciuti che si conoscono da almeno 15 anni.

##########

“Secondo te,quanto ci metterà a far pace con la Brown?” mi domandò Malfoy guadando Ron accigliato dalla porta a vetri dall’altra stanza.

“Guarda che sono sposati..è una Weasley ora” borbottai corrucciata. Avevo imparato a fare la pignola per evitare di replicare. Poggiai la testa sulla spalla di quella roccia aitante e bionda che era Malfoy e lottai con il desiderio di dirgli tutto. Sarebbe stato bello. Mi avrebbe rassicurata. Forse. O forse si sarebbe solo arrabbiato. E allora tacqui. E mi sentivo tremendamente in colpa per questo.

“Ah già..una Weasley..” ghignò e qualcosa si contrasse dolorosamente nel mio stomaco. Non vorrei mentirti,Malfoy. Lo sai,no? No,non lo sai. Come puoi saperlo se non te lo dico? Che ne sai di cosa sto combinando… Ti avevo promesso che ne sarei stata fuori. Non ce l’ho fatta. Troverò mai il coraggio di dirtelo?

“Cosa ti ha detto Weasley di recente?Gli sta passando la depressione?” captai una nota di scherno nelle parole di Malfoy ma evitai di stare a discuterne. Lui,almeno lui,doveva rimanere la mia roccia privata. Lo scoglio a cui potermi aggrappare quando la corrente si faceva troppo forte e rischiavo di essere portata via. Ossia ora.

“No,non mi ha detto nulla” mentii. Non volevo lamentarmi. Non volevo dirgli che mi aveva urlato contro che non lo conoscevo abbastanza per permettermi di dargli consigli. Non erano proprio state quelle le parole,ma parafrasando,il significato era quello.

Cosa potevo fare?

“Scusa torno subito..” sussurrai a Malfoy e gli stampai un bacio sulle labbra prima di aprire la porta e vetri e marciare in direzione di Ron. Quando mi voltai verso di lui notai che Malfoy era rimasto lì a guardarmi da dietro,a braccia incrociate, senza dire una parola. Mi rigirai lentamente e feci il mio ingresso timido nel mio salotto,forte di quello sguardo che mi teneva d’occhio.

Incredibile,mi sentivo vulnerabile a casa mia. Lontana dalla mia roccia. Esposta alle correnti. Uno sguardo non bastava a sorreggermi. Da quando,Herm,sei così fragile? Era stato avere scoperto di avere praticamente perso un ex migliore amico a farmi sentire così male?

Mi avvicinai a Ron lentamente,con un’aria da folletto che avevo preso in prestito da Ellie e mi sedetti di fronte a lui. Ron alzò lo sguardo e sorrise. Sembrava più sereno di questa mattina. Evitai di chiedergli cosa era cambiato. Mi suonava ancora nelle orecchie il suo urlo di questa mattina, accusatorio e reale: “Non sai niente di me,né di lei. Non sai nemmeno perché abbiamo litigato”.

Era vero,non sapevo nulla. Non sapevo nulla di Ron,della sua vita attuale,non sapevo nulla di Lavanda, della loro vita,non sapevo nulla del perché avessero litigato..insomma:non sapevo nulla di nulla.

Avrei dovuto solo chiedergli “Perché avete litigato?” e stare a sentire quello che mi diceva. Non ci voleva poi tanto.. E allora perché non ce la facevo? Perché avevo paura di scoprire cosa era diventato il mio ex migliore amico? Quanto,del vecchio Ron che conoscevo,c’era ancora in lui?

Ron mi fissava interrogativo con quel leggero sorriso sulle labbra e l’unica cosa che riuscii a domandare fu: “Da quando fai yoga?”.

salve!!vi erano mancati i miei chappy??XD ok,ora che mi sono rimessa 1 po' in pari,vi prometto che torno prestissimooo!:-)
ciau a tutti,a presto!un bacione e..una recensioncina anche ina-ina me la lasciate vero?? *okkioni supplicanti* XD ciauuu!

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Capitolo 7
*** Scarpe diem ***


salve gente!

eccomi tornata cn il nuovo capitolo!

sorrate il ritardo ma con le vacanze non sn riuscita a fare di meglio..ma ora sono tornata!!

intanto i soliti ringraziamenti doverosi a chi ha messo la mia ff tra i preferiti(52)e a chi ha recensito lo scorso chappy,ovvero: 

SasiGranger( grazie!!spero continuerai a leggere..!), Hollina(sorry x il ritardo,con le vacanze faccio quel che posso..!spero che ti piaccia questo chappy!fammi sapere.:!), Hermione17 (ma grazie!!spero che non cambierai idea dopo questo chappy..vabbè,buona lettura e dopo fammi sapere!beso!), Virgola(thanksss davvero! spero che continui a paicerti!!aspetto 1 tuo parere!kiss) e TOM THE BEST(eh lo so con le vacanze ho avuto pochissimo tempo..ma ora basta,torno a scrivere!spero che ti piaccia cmq!aspetto 1 parere!)

E ora..buona lettura!!!

P.S. in questo capitolo comincia la storia vera e propria..ovvero gli eventi importanti..vabs spero che vi piaccia!!

aspetto di sentire cosa ne dite!! 

Da quando Ron viveva a casa mia,avevo cominciato a capire appieno il significato della parola “tuttofare”.

Trattasi di persona che viene costretta da altri con metodi più o meno bastardi a fare una marea di cose inutili e/o schifose e/o assurde e/o ai limiti della ragionevolezza.

In una parola: io.

A una settimana dall’arrivo di Ron a casa mia,circa 3 giorni dopo aver parlato con Lavanda,mi ero resa conto di un fatto che fino ad allora non avevo registrato fino in fondo..

In qualsiasi ambiente da me conosciuto,qualsiasi fosse il problema,per tutti la soluzione aveva un solo nome: “Herm”. E io,armata con la mia macchinina alle soglie dell’auto-distruzione per protesta, correvo come una trottola tra l’invasione di topolini della Gazzetta e la lavastoviglie che stava dando i numeri a casa,mentre chiamavo mia madre scusandomi di non potere andare ad una delle sue famose cene.

Risultato: avevo preso 2 multe per alta velocità, ero senza lavatrice, mia madre mi aveva tolto il saluto,causa “mancanza di presenza alle cene da lei organizzate” e per dirla tutta ero alle soglie dello sclero più totale.

E la cosa peggiore è che non potevo nemmeno lamentarmi con nessuno.

O meglio..mi lamentavo con me stessa. Avevo trovata una sorta di amica immaginaria. Se per tutti ero Herm, Mione era il mio alter ego. Quello con cui mi sfogavo quando tutti gli altri erano troppo occupati per badare a me. Lo chiamavano Herm,e Herm si sfogava con Mione. Perfetto no?

In realtà no. Assolutamente no. Mi sentivo stupida,una bambina un po’ cresciuta che continua a fare i giochetti che faceva da piccola anche nel mondo reale. Ero una bambina di 26 anni. E avevo un’amica immaginaria.

Ok,capisco che detto così suona veramente male..sono consapevole del fatto che se i miei parenti/amici/conoscenti l’avessero saputo mi avrebbero fatto ricoverare al San Mungo in 10 secondi netti,ma che ci potevo fare se non potevo sfogarmi con nessuno?

Ginny stava frullando tra un esame e l’altro per il bambino,e non mi andava di interrompere il suo momento idilliaco con qualche protesta fatta per il puro gusto di protestare. Il che,però,escludeva per forza,anche Harry dalla mia lista di persone a cui poter rompere un po’ le balle per lamentarmi.

Non potevo nemmeno contare sulla calma e serena Ellie. Ultimamente il boss la riempiva di lavoro e lei correva come una pazza tra un’intervista e un sondaggio per il giornale. 

Bet neanche a parlarne,non serve che vi spieghi il motivo:se la conoscete avrete senz’altro capito, altrimenti sono felice per voi che non la conosciate.

Non esisteva lamentarmi con i miei:mia madre se ne sarebbe uscita con una frase tipo “se fossi venuta alla cena l’altra sera avresti staccato un po’”;inutile spiegarle che non avevo avuto tempo. Per quanto riguarda mio padre,era impossibile riuscire ad interrompere anche solo momentaneamente il suo contatto visivo con il quotidiano che aveva perennemente in mano. Il massimo che potevo ottenere da lui era un annuire che sapeva tanto,troppo,di disinteresse.

Ron mi faceva troppo pena, anche se da qualche giorno a questa parte era stranamente allegro, quando tornavo a casa la sera. Mi domandavo se avesse cominciato a fare uso di droghe o semplicemente fosse merito della puntata serale di E.R. Medici in prima linea,che lo convinceva che, tutto sommato,c’era chi era ridotto peggio.

Malfoy..bè..era Malfoy.

Quando la sera,a fine delirio giornaliero,provavo ad esternargli le mie lamentale,tanto per farmi consolare un po’, lui cominciava a baciarmi e tanti saluti alla mia voglia di protestare.

Quella mi sarebbe tornata la mattina dopo,a braccetto con l’impossibilità di farlo. Ero assolutamente in trappola. E avevo un fidanzato che aveva un modo di baciare che sarebbe bastato a togliere la voglia di lamentarsi anche a Mirtilla Malcontenta.

Una volta o due avevo contemplato anche l’ipotesi di lamentarmi con Lavanda,ma avevo eliminato per l’idea per qualche semplice motivo:Ron l’avrebbe considerato un bieco tradimento,Malfoy si sarebbe offeso da morire e in quanto a Ginny..bè,potevo dire addio al suo saluto se provavo a confessare tutto alla nostra ex nemica invece che a lei.

Così,un pomeriggio di solitudine in casa,mentre Malfoy era al lavoro e Ron a subirsi una puntata di Beautiful,mi ritrovai a confessarmi con un gatto rossiccio che si rotolava sul mio tappeto.

Riuscite ad immaginare niente di più penoso?

Bè alla fine non era neanche male. Io parlavo e lui si rotolava riempiendosi di polvere che non avevo avuto il tempo o la forza o la voglia di togliere dal tappeto.

“..meno male che esiste il mio gatto che mi ascolta..vero Grattastinchi?” gli borbottai alla fine del mio monologo, con un sorrisetto, seduta a gambe incrociate davanti a lui, mentre nella camera accanto Ron sgranocchiava pop corn come al cinema guardando quella cosa denominata Beautiful a cui avevo paragonato la mia vita tante volte.

Grattastinchi 2 la vendetta,in tutta risposta,si alzo dal tappeto e uscì dalla porta scodinzolando.

Ecco,come non detto.

###########

Certe volte la vita sa essere veramente bastarda.

No,non l’ho letto in un libro. No,non è una citazione. Anche se scommetto che un sacco di gente almeno un paio di volte nella vita l’ha pensato. No,non l’hanno detto al telegiornale. Non sarebbe una notizia,tanto meno una novità. No,non me l’ha detta Malfoy. No, non è per qualcosa che è successo a me. Non direttamente almeno..

Ma spiega per bene,Herm.. Ok,Mione parto dall’inizio..

Dunque,sta mattina ero seduta alla mia scrivania alla Gazzetta,con una segretaria rompiballe dietro la schiena, una collaboratrice sommersa di lavoro di fronte a me,un boss che strillava nel corridoio.. insomma,tutto normale. 

Almeno finché la collaboratrice,tale Ellie,non si alzò e mi si avvicinò con aria stanca: “Herm,non è che avresti l’intervista speciale del mese scorso da qualche parte?Non sai quanto mi servirebbe..”.

Annuì,incapace di dire di no ad una richiesta di Ellie. Come si faceva a dire di no a quegli occhioni? Herm,stai diventando troppo tenera.. Lo so,Mione..colpa di Malfoy.

“Certo,El,ce l’ho a casa. Aspetta ti do le chiavi,puoi andartela a prendere anche adesso se vuoi..” e le lanciai le chiavi che lei afferrò al volo con una bagher direi quasi perfetto. Sorrise.

“Grazie,Herm!Non so davvero come ringraziarti!”.

Sorrisi pure io. Piacevole novità. Qualcuno che mi ringrazia.

Ok,nell’ultima settimana è andata a casa mia a prendere roba varia per ben 5 volte ma sentirsi dire “Grazie!” quando sei alle soglie dello sclero è la cosa migliore che ti possa succedere.

Ellie se ne uscì dalla porta con la sua solita aria leggera e rapida da folletto, con un sorriso a 32 denti stampato in faccia. Mio malgrado,il mio sorriso mi si spense sulle labbra. Come mai era tanto allegra alla prospettiva di una marea di interviste da mettere in ordine?

“Herm,ti cerca il boss. Veloce. Ma sei ancora lì?”. Se fossi stata il basilisco e avessi potuto uccidere con uno sguardo,la mia segretaria a quest’ora sarebbe già all’obitorio da un bel pezzo,ve lo assicuro.

“Dai,coraggio,il boss ha bisogno” chissà perché quando ha bisogno lui tutti devono correre,quando abbiamo bisogno noi,è già tanto se ci ascolta.. “dai rapida,scattante. Cogli l’attimo. Scarpe diem.”

“Carpe diem” le borbottai mentre spegnevo il computer davanti a me e la pietrificavo con lo sguardo senza riuscirci “si dice Carpe diem,non scarpe diem,Bet..” ..una scarpa è quello che ti sto per lanciare io. Ma questo evitai accuratamente di dirlo al alta voce.

Lei sbuffò. “E’ uguale. Dai,ti muovi?”.

Mi alzai più lentamente possibile,tanto per farla sbuffare ancora di più. Mi divertivo a stuzzicarla.

La usavo come valvola di sfogo perché non ne avevo altre. Torturare Betty mi dava una strana soddisfazione che non riuscivo a spiegarmi. Poi,appena voltato l’angolo,immancabilmente mi sentivo tremendamente in colpa.

Mi chiedevo se cominciassi ad impazzire per davvero.

Ma no,Herm non stai impazzendo. Ah no,Mione? No,Herm,assolutamente no. Allora,Mione, ti sembra normale che una parli con il suo alter ego un minuto si e uno no?

“Herm..?”. Bet,davanti a me si girò lentamente,si incrociò le braccia sul petto e mi fissò da sopra la montatura degli occhiali che teneva in bilico sul naso.

“Siii?” feci spazientita,allungando volontariamente la “i” in un monosillabo intriso di arterio,puro e semplice arterio.

“Ma sei ancora qui?Daaai che il boss ti cerca..!”. Sembrava una bambina. Che tirava per mano la mamma che non le voleva comprare il gelato. Pessima associazione di idee. Ma vi immaginate essere la madre di questa donna?

Ok,magari meglio che non ci pensi..potrei tirarle una scarpa sul serio. Sarà meglio che sia lei a cogliere l’attimo e a scappare prima che la strozzi..

“Te la posso dire una cosa,Bet?”.

“Dimmi”.

“Dì al boss che tutta questa fretta può mettersela dove dico io,che io faccio con calma perché tutti pretendono che io corra e non ce la posso fare,ok? Non sono di ferro,io. Vai a dirlo a quello schiavista e bastardo del nostro capo,e intanto che ci sei,digli anche che a farsi chiamare boss sembra ancora più ridicolo. E per concludere,vai anche a dirgli che non ho intenzione di continuare così ancora per molto,la prossima volta che si trovi una schiava romana invece di una giornalista usata come tale”.

Ahhh. Ora che mi ero sfogata stavo decisamente meglio.

Fu un vero piacere vedere Bet aprire e chiudere la bocca incapace di dire qualsiasi cosa. Fu un vero piacere vedere diversa gente nel corridoio girarsi ad ascoltarmi,anche se non era poi così difficile; avevo praticamente urlato. Fu un vero piacere sentirmi addosso quella sensazione di onnipotenza mentre mi giravo indietro per tornare nel mio ufficio tanto per dare un tono ufficiale alla protesta.

Fu un po’ meno un piacere trovarmi davanti il boss in persona di fronte a me,poggiato alla porta del mio ufficio,che mi guardava con l’aria di chi ha visto un fantasma.

Mione,secondo te mi ha sentita? Dubito che esista un solo essere umano di qui ad Hogwarts che non ti abbia sentita,Herm..

Perfetto. Ho colto l’attimo direi. Anche troppo…

Della serie..Scarpe diem.

###########

Chiusi la porta di casa con un calcio che era fin troppo violento.

Ma che ci potevo fare?Avevo letteralmente mandato a quel paese il mio capo che,purtroppo,mi aveva sentita. Inutile darmi della stupida. L’avevo fatto almeno 300 volte per tutto il viaggio in macchina fino a casa e non era servito a nulla,tranne che a farmi sentire ancora peggio.

Vi chiederete come ha reagito lui,immagino..bè..ha detto qualcosa tipo.. “Domani ne parliamo. Nel mio studio. Ore 10.” E se n’era andato. E si era sbattuto la porta dietro.

Non avevo osato replicare. Non avevo proprio aperto bocca. Nemmeno per dire “ok” ad una porta chiusa.

Me ne sono andata in silenzio,come una bambina sgridata che si sente allo stesso tempo offesa e tremendamente in colpa,sotto la sguardo dei miei colleghi,increduli e curiosi,e sotto lo sguardo di Bet,che mi fissava come se mi vedesse davvero per la prima volta.

E forse anche io mi stavo vedendo per la prima volta.

Da quando ero così ribelle,insofferente e,se vogliamo,anche un po’ perfida? Cos’era successo alla vecchia Herm,quella calma e diligente,sempre immersa in una pila di libri che si sarebbe auto-strozzata piuttosto che mandare a quel paese il proprio capo?

Attraversai il mio corridoio a grandi passi,buttando un’occhiata allo studio di Malfoy,nella speranza di vederlo lì,alla scrivania. Pronto a stringermi in un abbraccio di consolazione. Lui forse mi avrebbe capita.
E invece niente. Solo uno studio vuoto..e dei rumori che provenivano dal salotto.

Ma chi era?Malfoy? Magari. Avevo bisogno di lui,ora. Avevo dimostrato che da sola combinavo solo guai,mi serviva un appoggio. Ora e subito. 

Aprii la porta convinta che mi sarei trovata davanti il mio Malfoy,i suoi capelli biondi che adoravo spettinargli per poi ripettinarglieli,quel sorriso che avrebbe tirato su qualsiasi persona al mondo.. e invece no.

Invece davanti a me si aprii uno scenario che non avevo previsto. E non me ne accorsi nemmeno subito. L’intero salotto era al buio a parte una minuscola lucina in un angolo.

Successivamente,quello che vidi fu Ron sul divano,in una posa strana..da quando vedeva la tv in quella posizione così scomoda? E perché le sue scarpe erano sparse per la stanza? Non usava più metterle a posto?

Fu una frazione di secondo dopo che mi resi conto che la tv era spenta.

E un’altra frazione di secondo dopo mi resi conto che accanto alle sue scarpe c’erano due scarpe con almeno 10 centimetri di tacco. Assai poco maschili.

Poi collegai il tutto e misi a fuoco anche quella massa di roba marrone che non ero riuscita ad identificare prima. Capelli. Lunghi e lisci. Decisamente non di Ron.

Poi una voce: “Herm???”. Neppure questa apparteneva a Ron. Una voce che avevo sempre sentito calma e ora invece la calma l’aveva persa dal tutto. Una voce che apparteneva ad una ragazza che al momento era vestita solo di un minuscolo top,straordinariamente storto e di un,praticamente invisibile, paio di shorts.

Ron,dal canto suo,era praticamente steso su di lei,con addosso giusto un paio di boxer.

Poi,finalmente,mentre loro due si alzavano in tutta fretta dal mio divano e si rivestivano come meglio potevano,arrivò la mia voce,con un timbro da gallina strozzata mentre fissavo prima Ron poi la ragazza: “Ellie????”.

In quel momento pensai tre cose..

1-     Lavanda,ho come l’impressione che tu sia stata appena tradita..

2-     La mia collega,o ex collega se venivo licenziata il giorno dopo..,aveva avuto incontri ravvicinati in casa mia con il mio migliore amico e io non ne avevo saputo niente fino ad ora..

e 3- ..guardandoli mentre si rivestivano in fretta e si infilavano veloci le scarpe senza avere il coraggio di guardarmi in faccia, non potei far altro che pensare.. ..Scarpe diem!

et voilà!finito 1 altro capitolo!resistete che il prossimo arriva tra poco,sorratemi x i ritardi ma il brutto delle vacanze è che si è sempre in giro e non ho avuto molto tempo per scrivere..!a presto!!

P.S..non me la lasciate una recensioncina?:-)

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Capitolo 8
*** Non esiste peggiore cieco di chi non vuole vedere ***


ciau!!

eccomi qua,sta volta in orario :),con il nuovo capitolo! 

ma prima di parlarvi di questo capitolo,i ringraziamenti..!un MEGA GRAZIE a chi ha messo la ff tra i preferiti(58 persone!)e a chi ha recensito lo scorso chappy,ovvero:
Hollina(hehe sono contenta che ti sia piaciuto..!spero che anche questo chappy,anche se è 1 po' + triste dei precedenti,ti piaccia..!un bacio! fammi sapere), tinkerBLOOD(ciau cara!spero che questo chappy ti tolga 1 po' di dubbi..:) no,spero sopratutto che ti piaccia!e poi che vorrai farmi sapere che ne pensi..!ci conto!a presto!), TOM THE BEST(ma grazie!!spero che questo chappy non ti deluda..! aspetto un tuo commento!!kiss) e Hermione17(ma grazie cara! sono contenta che ti sia piaciuto!in questo chappy dovrei toglierti 1 po' di dubbi.. spero che ti piacerà! aspetto una tua recensione!kiss!).

E ora,vi lascio leggere..!è un capitolo un po' più lungo degli altri,avevo da farmi perdonare tanti ritardi e ho pensato di farlo così :), e un po' più triste degli altri..ma dovrebbe togliervi vari dubbi sulla storia..spero che vi piaccia comunque!! aspetto i vostri pareri,mi raccomando!

Nella mia vita,26 anni di lunga carriera di ficcanasaggine, in cui avevo scoperto di tutto,robe più o meno impensabili,ma non avevo mai, e dico proprio mai, e ripeto mai, beccato qualcuno a tradire la propria moglie. Per di più in casa mia. Per di più se quel qualcuno è il mio ex migliore amico. Per di più con una mia collega.

Per farla breve:nel momento esatto in cui avevo aperto la porta e li avevo visti mi ero irrimediabilmente ficcata in questo gigantesco casino. Che mi piacesse o no.

Mentre li vedevo rivestirsi,passandosi ogni tanto qualcosa dell’altro,senza avere il coraggio di guardarsi in faccia,e tanto meno di guardare me,mi sentivo su una sorta di mondo parallelo. Avevo la mente totalmente annebbiata,non ero più sulla terra come prima.

Ora ero su un nuovo mondo,ed era come se sopra ci fossimo solo io,Ron ed Ellie. Tutto il resto del vecchio pianeta terra l’avevo chiuso fuori dalla porta quando me l’ero lasciata scappare dopo lo shock di quello che avevo visto.

Avevo la testa piena di domande eppure in quel casino totale qualche risposta l’avevo ottenuta. Ecco perché Ellie insisteva tanto per venire a casa mia. Altro che intervista. Ed ecco perché Ron a volte era stranamente allegro. Altro che yoga. Il solo pensiero di loro due che mi avevano presa in giro così mi faceva venire la nausea.

E poi ancora domande,brutte,antipatiche,che davano alla luce sempre nuove verità. Mi sentivo una stupida,una gigantesca idiota..come avevo potuto non accorgermi di niente? Come avevo fatto ad essere tanto cieca?

E Ron? Come aveva potuto tradire Lavanda così? Lavanda era anche incinta,riflettei con una morsa allo stomaco. Non avrei mai pensato nella mia vita di provare pena per lei. E non avrei mai pensato di provare odio per Ron. Aveva tradito la moglie incinta. Che cos’era successo al vecchio Ron? O forse era per questo che avevano litigato. Per Ellie. Ma allora da quanto durava? No,era impossibile. Non potevano conoscersi prima.

Si saranno incontrati una delle volte che Ellie era venuta qui..come avevo potuto non pensare al fatto che Ron ora fosse a casa mia, quando ci mandavo lei per “lavorare”?E Malfoy? Nemmeno lui si era accorto di niente. O si?

Domande,domande,solo domande. L’unica risposta che avevo ottenuto non mi piaceva affatto. Ma era la dura verità. Io mi ero isolata da tutto. Mi ero messa dentro una bolla di vetro, fatta di problemi miei e avevo deliberatamente voltato le spalle al mondo. Non mi ero preoccupata di pensare ai problemi degli altri,non avevo pensato di salvare il salvabile. Avevo pensato solo a me stessa.

Sono un’egoista. Non esiste peggior cieco di chi non vuole vedere,e io non avevo voluto vedere. Era tutto lì davanti a me,tutte le risposte,ma pur di non pensare agli altri ero diventata cieca.

Mi sedetti su una sedia qualsiasi del tavolo del mio salotto,le gambe mi cedevano sotto il peso di quella trista verità, e trovai quella sedia che conoscevo da sempre così dura,inospitale e fredda che mi venne un brivido sulla schiena. Che mi stava succedendo? Perché mi ero così isolata dal mondo esterno? Dov’era finita la Herm che era sempre pronta a pensare a tutti i problemi di tutti?

Le ultime cose che ricordavo del mio mondo erano Malfoy,Harry e Ginny con Lily e il piccolo in arrivo,Ron e Lavanda sposati e felici,Bet e il boss che rompevano ed Ellie sempre allegra.

E ora? Harry e Ginny non li sentivo da secoli. Loro avevano i loro figli,avevano il loro mondo perfetto. E io non avevo avuto abbastanza coraggio da sopportare la loro felicità. A volte la felicità degli altri è pesante. Anche se questi “altri” sono i tuoi migliori amici.

Ron e Lavanda erano un’incognita. Sapevo che avevano litigato ma non sapevo perché. Sapevo che Ron l’aveva tradita ma non sapevo perché. Sapevo che Lavanda voleva far pace con Ron ma non sapevo perché. Sapevo che Lavanda era incinta e che Ron viveva da me. E basta. Non sapevo nulla.

E ora avevo persino un conto in sospeso con il mio capo. Chissà se anche lui avrebbe smesso di rompere e mi avrebbe sbattuta fuori.

Solo Malfoy è rimasto quello che era. Chissà,magari potrei perdere anche lui.. A quel pensiero mi rotolò una lacrima salata e amara lungo la guancia destra.

Davanti a me,Ron mi fissava distogliendo lo sguardo non appena notava che mi ero girata,come timoroso della mia reazione. Accanto a lui,Ellie,seria come non l’avevo mai vista,invece mi fissava dritto negli occhi. Non aveva paura lei. O forse si.

Mio malgrado,mi sfuggì un sorriso. Ellie e la forza di guardare la vita sempre dritto negli occhi. La stessa forza che io non avevo avuto.

E ora mi ritrovavo con un mondo che del mio mondo aveva rimasto ben poco.

Fu Ellie la prima ad avere una reazione decente. Si alzò e si venne a sedere proprio nella sedia di fianco alla mia e mi guardò dritto negli occhi che si stavano progressivamente riempiendo di lacrime. E non sapevo neanche perché stavo piangendo. C’erano troppi motivi validi e allo stesso tempo non validi.

Piangevo per me,per Ron e per quello che aveva fatto,per Ellie e per quello che non mi sarai mai aspettata che facesse,per Ginny ed Harry che erano ormai troppo lontani da me per potermi consolare di nuovo come succedeva da sempre,per la piccola Lily che non vedevo da così tanto, per Lavanda e per il bambino che non ero nemmeno sicura che esistesse, per il mio egoismo, per la paura di perdere anche ciò che mi era rimasto,per la paura del colloquio del giorno seguente con il boss,per la paura.. Avevo paura. Avevo paura di sapere cos’altro ancora mi riservava il futuro.

Ellie mi asciugò con un dito una lacrima solitaria che mi rotolava sulla guancia e mi sorrise. Dove la trovasse la forza di farlo non lo so. “Andrà tutto bene” fu tutto quello che disse e mi abbracciò. Chissà se lo credeva davvero. Di sicuro non avrebbe potuto sorprendermi più di così.

Lei,che era stata beccata in casa mia a farsela con il mio ex migliore amico,lei che consideravo praticamente perfetta e ora aveva sbagliato persino lei,come noi comuni mortali..la stessa Ellie che lavorava con me,mi stava consolando. Non il contrario,come avrebbe dovuto essere.

Ron ci fissava dal divano senza avere la forza o il coraggio di muoversi;Ellie mi stringeva forte, forse cercava in me quella forza che aveva ostentato e invece non aveva più. Era inutile,avrei voluto dirle,nemmeno io quella forza ce l’ho più.

Mi limitavo a farmi stringere,e intanto ripetevo ad alta voce,come una cantilena,sia per me che per lei: “Andrà tutto bene..”

E non ci credevo nemmeno io.

###########

Quella sera la cena non fu un bello spettacolo.

Si sentiva solo un insolito rumore metallico di posate e nient’altro. Né io né Ron avevamo voglia di parlare. Malfoy,di tanto in tanto,faceva qualche tentativo di fare conversazione ma senza troppa convinzione; di solito ero io a spalleggiarlo,quando voleva far dire qualcosa a Ron,ma quella sera non ero in grado. Mi limitavo a cercare di sorridere,e come sforzo,lo sentivo già eccessivo. Speravo che non sembrasse troppo finto quel sorriso che avevo in faccia ma non ne ero affatto sicura.

“Com’è andata oggi al lavoro?” mi chiese Malfoy. Ron si bloccò con la forchetta a mezz’aria ma riuscì ad essere abbastanza svelto da mascherare l’occhiata che mi aveva lanciato.

Gli avevo raccontato tutto. Dopo il mio pianto a dirotto,prima che pensassero che fossi impazzita, avevo dovuto spiegare a lui e ad Ellie tutto quanto. Ron mi aveva sorriso e fu solo grazie al fatto che lo conoscevo da sempre che capii fino in fondo quanto gli fosse costato sorridermi così dopo essere stato beccato alla grande dalla sottoscritta.

Ellie invece mi aveva rassicurato con la sua voce calma e piena,ma dentro di me speravo che non andasse subito alla Gazzetta a difendermi con il boss. Non volevo che mi difendesse con lui come una bambina. Non volevo essere compatita. Odiavo essere orgogliosa ma non potevo farci nulla.

Malfoy mi fissava interrogativo. Ron tornò a concentrarsi sul suo piatto e mi lasciò da sola a vedermela con lo sguardo di Malfoy. Mi odiavo per quello che stavo per dire ma avevo scelta? Certo che ce l’avevo,ma non volevo. E allora riuscì a dire,con la gola secca: “Normale”.

Malfoy parve soddisfatto e si ficcò la forchetta in bocca senza commenti. Ron mi lanciò un’occhiata che voleva dire tutto o niente. Di sicuro non avrebbe detto nulla. Non poteva permettersi di fare la spia. Non lui che aveva fin troppo da nascondere.

Non avevo ancora parlato con lui di quello che avevo visto. Non ci eravamo ancora detti niente. Ci eravamo solo fissati in un silenzio imbarazzato mentre io piangevo come una stupida,qualche ora prima. Eravamo due vigliacchi. Io me ne rendevo conto. Lui non so.

Mentre guardavo Malfoy mangiare,mi sentivo sempre peggio. Volevo dirgli tutto e farmi consolare, come un bambina che si fa stringere dopo aver combinato una marachella. Ma non volevo. Non volevo vedergli quello sguardo di compassione. Nemmeno se ne avevo bisogno.

Non volevo dirgli che rischiavo di perdere anche il lavoro perché sono una stupida. Non volevo che sapesse quello che avevo combinato. E soprattutto non volevo raccontare gli avvenimenti di quel pomeriggio. Non volevo dirgli di Ellie e Ron. Non volevo fare nulla. Eppure pretendevo che lui mi aiutasse. Era un paradosso. E lo sapevo.

Ero una stupida. E lo sapevo. Ero troppo orgogliosa. E lo sapevo. Stavo sbagliando tutto…

E lo sapevo.

##########

“Risponde la segreteria telefonica di Hermione e Draco. Lasciate un messaggio dopo il bip”. Bip.

Pigiai il tasto di attivazione e mi lasciai cadere sulla poltrona più vicina.

Non volevo rispondere al telefono. Per nessun motivo. Poteva essere chiunque. Mia madre,Ginny, Harry, Bet,il boss, Ellie.. qualsiasi persona. Non volevo parlare con nessuno. Avrei fatto volentieri a meno anche di parlare con Ron e Malfoy quella sera.

Ero riuscita ad evitare di parlare direttamente da Ron senza troppi problemi,ma con Malfoy era tutto un altro discorso. Mi ero lasciata baciare e coccolare come sempre,ma non riuscivo a non pensare a quel peso sullo stomaco. Lui non aveva detto nulla. Io invece sapevo che se n’era accorto.

Avrebbe aspettato qualche giorno prima di dirmi qualcosa. Ma se il boss mi avesse detto qualcosa di troppo brutto non sarei riuscita a riprendere a sorridere come se nulla fosse entro pochi giorni. Non ce la potevo fare. Dovevo inventarmi qualcosa. E dirgli la verità non era contemplato.

“Herm,il tuo cellulare..” mi borbottò Ron dal divano dove stava dichiaratamente facendo finta di leggere un libro. E non solo perché Ron che leggeva non si era mai visto.

Mi ripresi dal mio torpore e gli sibilai,prima di uscire dalla stanza: “Gira il libro”.

Mentre mi chiudevo la porta alla spalle,lo vidi girare il libro dal verso giusto e scossi la testa. Andai a vedere chi mi stesse cercando,pronta a sbattere in telefono in faccia a chiunque fosse dall’altra parte della cornetta. Ma mi bloccai non appena vidi il nome che lampeggiava sul display. Lavanda.

Avevo pensato a lei tante volte,al pomeriggio. Mi ero chiesta cosa sapesse e cosa no. Mi ero chiesta perché avesse litigato con Ron. Non l’avevo mai veramente capito. Non potevo non risponderle.

“Pronto?” biascicai rifugiandomi in bagno. Non potevo andare in cucina:c’era Malfoy. Non potevo rimanere nello studio con Ron. E non volevo andare in salotto. Non se potevo evitarlo. Feci girare la chiave del bagno e mi poggiai contro la porta. Mi sentivo una spia in missione segreta.

“Herm,finalmente ti trovo!A casa hai la segretaria..” mi maledii per averla accesa ma rimasi zitta, volevo che fosse lei ad attaccare un discorso,uno qualsiasi,io non ne avevo la forza.“tu come stai?”.

Alla sua domanda mi bloccai. Perché nessuno si preoccupava mai di chiedermelo? Fu in quel momento che capii che era proprio con Lavanda che dovevo parlare. Dovevo sapere la verità su lei e Ron. Fu in quel momento che capii che almeno qualcosa potevo ancora farlo per il verso giusto.

“Come mai Ron è venuto a casa mia?” mi uscì detto,senza nemmeno aver prima risposto alla sua domanda. Dall’altra parte solo silenzio. Ma aspettavo senza dire nulla. Ormai avevo combinato tanti altri casini,uno più uno meno non mi avrebbe cambiato la vita. O almeno,così speravo..

Poi finalmente la risposta: “Possiamo vederci?Parliamo meglio di persona. Se ti va ci vediamo al bar da casa tua tra 10 minuti. Se proprio non vuoi uscire di casa vengo io”. Finalmente un sorriso mi comparve sul viso. Tirai un sospiro di sollievo. Forse, almeno questa,l’avrei risolta..

“No,tranquilla possiamo vederci lì. A tra poco!” e riattaccammo.

Uscii dal bagno sperando che non mi vedesse nessuno. Come una ragazzina ero tornata a barricarmi in bagno per parlare al telefono. Mi scappò un altro sorrisetto mentre andavo a vestirmi. Si,era meglio uscire. Nessuno aveva più bisogno di me di uscire di casa in quel momento.

#########

Che la vita sia un’associazione a delinquere di diversi fattori,sfiga,caso,destino e combinazioni varie,ormai l’avevo capito.

E così,la sera prima di incontrare il mio capo per un molto probabile licenziamento,a cui tremavo solo all’idea,perché io,la mia vita senza la Gazzetta non riuscivo nemmeno ad immaginarla,mi andavo ad incontrare con la mia ex migliore nemica. Se solo qualcuno me l’avesse detto qualche mese prima l’avrei senz’altro mandato al diavolo senza tante cerimonie.

“Ciao Herm!”. Se non mi avesse chiamata per nome,probabilmente nemmeno mi sarei girata. La sua voce non era più quella che ricordavo. Aveva perso l’inflessione da “gnègnè” che odiavo. Era più matura,più adulta. Più seria. Era cambiata. Come tutto, del resto.

Voltandomi,sorrisi alla mia ex compagna di stanza che tanto avevo odiato. La studiai senza farmi notare mentre lei mi stampava due baci sulle guance. Non era cambiata solo la sua voce, anche lei. Era tanto che non la vedevo. Aveva i capelli a caschetto,lisci e perfetti. Sorrisi. Sotto sotto,era sempre la solita Lavanda.

Tuttavia la sua immagine perfetta era rovinata dal suo fisico. Era magra,molto a dire il vero, sembrava tutt’altro che incinta in effetti,sembrava nervosa e agitata. In un certo senso in quel momento sembrava tanto me. Nel suo viso,riconobbi la mia stessa preoccupazione. La mia sapevo qual’era..ma la sua?

Quando si staccò da me dopo i due baci sulle guance andai dritta al punto: “Lavanda,che è successo tra te e Ron?”. Lei rimase sinceramente stupita,vidi le sopracciglia,perfettamente arcuate,schizzarle in alto e la sua espressione si incupì.

“Credevo te l’avesse detto lui..” sussurrò e,in fondo,ammisi,era vero. Ma volevo sentirmelo dire anche da lei. Perché qui c’era qualcosa che non tornava. E me n’ero accorta persino io.

“Solo qualcosina” cercai di rimanere sul vago e scossi la testa “preferirei sentirmi raccontare per bene tutta la storia”. Lei rimase qualche istante a fissarmi con gli occhi perfettamente truccati prima di annuire. Si,in fondo era sempre Lavanda:se non era perfettamente truccata e pettinata non stava bene. Peccato che non sembrasse felice nemmeno così. E forse se ne rendeva conto anche da sola.

“E’ cominciato tutto qualche settimana fa” cominciò lei sedendosi e facendomi segno di imitarla “io non stavo molto bene,lavoravo troppo,ero nervosa..e Ron se ne accorgeva. Cercava di non dirmi nulla ma,sai,Ron è sempre Ron. Se in casa non fa tutto qualcun altro lui non muove un dito..” cercai di reprimere un sorrisetto,nonostante tutto. Ma voi ce la vedete Lavanda a fare i lavori di casa?

“..era un brutto periodo” continuò lei,senza fare caso alle mie espressioni o ignorandole volontariamente “litigavamo sempre. Poi una sera,mi sono sentita male al lavoro e Tony,un collega, mi ha accompagnato a casa” Lavanda sospirò,come se il solo ricordo la facesse sentire male. In quel suo modo di fare,riconobbi la vecchia Lavanda con cui avevo condiviso la stanza,che doveva fare una tragedia per qualsiasi cosa. Sorrisi al pensiero. Qualcosa era rimasto uguale allora..

“E Ron?” domandai subito dopo,tornando seria,colta da un pensiero improvviso. Lavanda colse al volo l’aiuto che le avevo offerto,come incapace di andare avanti da sola: “Ron se l’è presa. Abbiamo litigato di brutto. Ci siamo detti di tutto. Mi ha detto che ero stata una...” la voce le si interruppe mentre mi fissava come indecisa se dire qualcosa oppure no...parve decidere per il si “insomma…una poco di buono,perché mi ero fatta accompagnare a casa da un collega” tacqui. Potevo immaginarmelo. Pure io l’avevo definita così tante volte. E ora quasi quasi me ne pentivo.

“Ma non abbiamo fatto nulla,te lo assicuro!” esclamò poi Lavanda con foga,e sembrava davvero sincera. Non vedevo ragioni per non crederle. Nonostante tutto.

“Lavanda,ti credo,non ti preoccupare..ma Ron non ti ha creduto,vero?” domandai,ma dentro di me sapevo già la risposta.

“No,infatti” lei sospirò “mi ha detto che se stavo davvero male avrei dovuto chiamare lui perché erano affari suoi e non del mio collega. E poi se n’è andato. Ed è venuto da te,immagino.” Annuì. Il resto della storia lo conoscevo anche troppo bene.

“A te cos’ha detto?” mi domandò lei studiandomi da sopra il caffè che si era fatta portare. Non risposi. Stavo guardando prima lei,poi il caffè,cercando di collegare tutto. Ma lei non era incinta?

“Sai,non dovresti bere caffè” le dissi con aria fin troppo di rimprovero e lei strabuzzò gli occhi, sorpresa. “Perché mai?” domandò con una risatina “l’intossicazione alimentare ora mi è passata”.

Fu come prendere un pugno in piena pancia. Intossicazione alimentare???

“Ma tu non eri incinta?” fu tutto quello che riuscii a borbottare e fu con enorme fastidio che vidi Lavanda scoppiare a ridere.

“No,assolutamente no” replicò poi,cercando di tornare seria “o almeno credo” aggiunse poi ma non la stavo già più ascoltando. Ron credeva che fosse incinta. E lei non lo era. E allora per quale motivo se n’era andato?? “è questo che ti aveva detto Ron?” domandò poi lei,capendo tutto.

Annuì lentamente cercando di raccapezzarmi. Lavanda ormai era curiosa quanto me prima di sapere la verità,ma aspettava che fossi io a parlare. La guardai mentre beveva il suo caffè,in attesa: “Ma allora per quale motivo Ron se n’è andato?”.

Lavanda alzò le spalle e sospirò: “Era geloso. Credeva che lo tradissi. Con il mio collega,sai.. perché mi aveva accompagnata a casa. Ma è tutta una sua fantasia,non è mai successo nulla. E se ne sarebbe accorto persino lui,se solo mi avesse ascoltata. Purtroppo non esiste peggior cieco di chi non vuole vedere”.

Mi poggiai allo schienale della sedia. Avevo capito tutto. Molto più di quello che aveva capito Lavanda, se non altro. Ron se n’era andato perché credeva che Lavanda fosse incinta e l’avesse tradito e,con ogni probabilità,credeva anche che il padre del bambino che in realtà non esisteva, fosse il collega di Lavanda. Per questo era venuto a casa mia. E forse anche per questo non si era fatto problemi a tradirla con Ellie.

Mi stavo per sentire male. Era stato tutto un immenso equivoco. Mi sentivo nel bel mezzo di una soap opera. Solo che questa era la vita reale. Non esisteva nessun tasto con cui potevo spegnere la tv. Non esisteva nessuna tv. Solo io e Lavanda,Ron e Ellie e tutto il resto del mondo. E il mio senso di colpa.

Avrei potuto fare qualcosa,ora lo sapevo. Avrei potuto farli chiarire prima,prima che Ron la tradisse. Prima che Ellie magari si illudesse. Chissà se lei sapeva che Ron era sposato..chissà se gliel’aveva detto. Ora ormai la situazione era irrecuperabile. Ma era mio dovere,per essere stata tanto cieca,di cercare almeno di risolvere il risolvibile.

Non dissi nulla,mi limitai a guardare Lavanda e ripetei le sue parole: “Già..non esiste peggior cieco di chi non vuole vedere”.

E io lo sapevo bene.

voilà!finito anche questo capitolo..un po' + triste e malinconico degli altri,ma ormai stiamo entriando nel vivo della storia..!
spero che vogliate continuare a seguire questa storia..!spero di essere riuscita ad incuriosirvi sulla continuazione..se è così,vi aspetto al prossimo capitolo!! e intanto aspetto i vostri pareri che mi sono sempre utilissimi per andare avanti! un bacione!

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Capitolo 9
*** Principio di conservazione della vita ***


salve gente!

rieccomi qua! spero non in ritardo..:) ma con un capitolo tutto nuovo solo per voi! che ovviamente mi auguro vi piaccia..

ma prima,i doverosi ringraziamenti! Intanto GRAZIE a tutte le 62 persone che hanno messo la ff nei preferiti (e grazie anche a chi si è andato a leggere anche Chi l'avrebbe mai detto! GRAZIE!),ma sopratutto grazie a chi ha recensito lo scorso chappy, ovvero: 

tinkerBLOOD (ma grazie cara! spero ti piacerà anche questo..aspetto sempre un tuo parere! grazie ancora per tutti i complimenti, non sai quanto mi facciano piacere! kiss!)

TOM THE BEST(hehe ma grazieee!sono proprio felice che ti sia piaciuto! fammi sapere anche su questo..mi raccomando, ci conto!:) bacio)

Virgola(non ti preoccupare ^^ anzi,grazie tutti i complimenti! mi fa sempre piacere leggere quello che ne pensate della mia ff..! aspetto un parere anche su questo chappy..!baci)

E ora ecco il capitolo..:) spero proprio che vi piaccia!

La vita è strana. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Si ha una nuova prova di questo ogni giorno.

Quando sei sicuro di come stanno andando le cose e cominci a farti un’idea di cosa succederà e ti regoli di conseguenza, è il momento che tutto cambia. Quando sei sicuro di cosa fare è il momento che sbagli. Niente è giusto e niente è sbagliato. Tanto tutto cambia.

Come si fa a dire che si sta facendo la cosa giusta se non sai cosa può cambiare prima che tu la faccia? E soprattutto,che ne sai delle conseguenze? Non esistono cose giuste o sbagliate. Solo cose fatte e non fatte.
La vita è una variabile fuori da ogni controllo. E’ straordinariamente imprevedibile. Sia nel bene che nel male. Non ci si può basare su nulla per dire come andrà. Andrà così e basta. Bisogna prenderla come viene,anche se non sai in alcune situazioni né come ci sei entrato né tantomeno come puoi uscirne.

Come il principio di conservazione dell’energia..Nulla di crea e nulla di distrugge,ma tutto si trasforma.

Com’era possibile che nel giro di 24 ore la mia fosse stata catapultata in una nuova dimensione in cui faticavo a riconoscere il mio vecchio mondo? Come avevo potuto permettere tutti questi cambiamenti? Che stavo facendo mentre il mondo cambiava?

In meno di 24 ore rischiavo il lavoro e avevo scoperto davvero di tutto sul conto di Ron e Lavanda e Ellie. E chissà che sarebbe successo nelle prossime 24 ore..potevo aspettarmi di tutto,ormai. Ma non ero pronta. Affatto. Tremavo all’idea del domani. E di sicuro non era per colpa del freddo.

Certo che a volte nella vita non si sa davvero mai..Ron aveva litigato con Lavanda pensando che lei l’avesse tradito,che fosse incinta del suo collega e che non avesse il coraggio di dirglielo. Lavanda non l’aveva tradito,non era incinta ed era lui a non avere capito niente. Ma ora,pensando così,era stato lui a tradire lei..

Certo che la vita ha davvero un pessimo senso dell’umorismo..

#########

 “’giorno Granger..”.

Mi stiracchiai assonnata e sentii qualcosa di umido premermi sulla fronte. Presumibilmente le labbra di Malfoy. A quel contatto sorrisi meccanicamente senza pensare a nulla.

Poteva un bacio cancellare il resto del mondo? A quanto pare.. E per quanto durava l’incanto? Decisamente poco.

Bastò guardarlo negli occhi, senza neppure vederlo del tutto a causa del sonno e della penombra, che la mia mente tornò al presente. Era mattina. Erano le 7. Tra 10 minuti di baci mi sarei alzata, avrei visto Ron e la sua faccia da schiaffi al tavolo della cucina intento a fare colazione. Tra 1 ora Lavanda mi avrebbe chiamata per sapere se avevo avuto il coraggio di dire tutto a Ron. Tra un tempo variabile dall’una alle tre ore anche Ellie mi avrebbe chiamata per chiedermi scusa,ne ero certa..la conoscevo. E,dulcis in fundo,tra 3 ore avrei visto il mio capo per quella che poteva benissimo essere l’ultima volta che lo vedevo o che entravo alla gazzetta,per come mi ero comportata. Come potevo essere tranquilla?

“Ma che hai?” Malfoy si staccò dalla mia fronte e mi guardò. I suoi occhi mi trapassarono. Come le sue parole. Sbrigative,dritte al punto. Non conosceva giri di parole,lui. Pratico e deciso. Una freccia che centra il bersaglio. Non so a cosa mirasse,ma so cosa ha centrato:il mio cuore.

Mi sentivo male, avevo la nausea, avevo dormito poco, avevo paura, avevo voglia di uscire di casa e non andare da nessuna parte pur di non ricevere notizie,di qualsiasi tipo,perché tutte le ultime che avevo ricevuto avevano demolito la mia fiducia nelle novità.. e la cosa pazzesca è che potevo farlo. Razionalmente parlando, io potevo scappare. Chi me lo impediva? Ero maggiorenne. Potevo fare quello che mi pareva, in teoria.

Eppure.. eppure c’era qualcosa che mi fermava. Malfoy. Come avrei retto senza di lui? Non potevo farcela. Ma d’altronde.. come potevo reggere a stargli vicino continuando a mentirgli? Non sapevo cosa dovevo pensare..dovevo sentirmi in colpa? Io? Io che risolvo i casini al mondo e il mio mi ringrazia solo con altri casini??

No,non ero io a dovermi sentire in colpa. Non se Ron e Ellie non si sentivano così. Non avevo tradito nessuno. Non avevo preso in giro nessuno. Non prima di ieri pomeriggio,almeno.. Ora si. Ora avevo tradito la fiducia di Malfoy, anche se lui ancora non lo sapeva. Ora l’avevo preso in giro. Ora si.

“Niente. Solo sonno” sentii dire da qualcosa che assomigliava alla mia voce. Bugiarda, bugiarda, bugiarda.. me lo ripetevo dentro me,come se dirmelo potesse cancellare quello che ero. Ero un verme e lo sapevo. Esiste qualcosa di peggio?

Malfoy mi fissò,in silenzio. Io accettai la sua scelta e non aprii bocca. Preferivo non dargli spunti per farmi l’interrogatorio. Lui non ne cercò nemmeno. Mi guardava e basta. Non mi credeva. Lo leggevo nei suoi occhi. Ma lui cosa leggeva nei miei?

“Me lo diresti se ci fosse qualcosa che non va,vero?” si piegò a raccogliere il mio sguardo e mi oltrepassò da parte a parte. Una lama di ghiaccio. Feci l’impossibile per sostenere il suo sguardo mentre annuivo. Bugiarda, bugiarda, bugiarda.. Pregai che Malfoy non sapesse leggere nel pensiero. Nel dubbio, tentai di chiudere la mente. Impresa impossibile.

Non appena pensai di farlo,in testa mi passano tutte le cose che volevo tenergli nascoste. Perfetto. Lo fissavo sperando che non notasse quella sfumatura di panico nei miei occhi nocciola. Pregai che non pensasse di usare la Legimanzia. Annotai mentalmente di chiedere scusa ad Harry per averlo rimproverato di non sapere fare a chiudere la mente. Ora lo capivo. Ora sapevo che era impossibile.

“Va tutto bene, stai tranquillo. Sono solo stanca” borbottai poco dopo stampando un bacio sulle labbra a Malfoy. E una volta che mi ci fui attaccata fu praticamente impossibile riuscire a staccarle.

Sentivo le sue labbra sulle mie, come se fosse la prima volta. Era così tremendamente bello e semplice.. era così perfetto. Non passavano i brutti pensieri,mentre lo baciavo. Era un momento solo per noi, al riparo da tutte le brutte cose della vita.

“Herm..” la voce di Ron,dal corridoio, intrisa di senso di colpa,e non tristezza come avevo pensato fino a qualche giorno prima, mi chiamava. Lo maledii. Non ora. Non ora che avevo trovato la mia ancora di salvezza. Ci staccammo. Fu come tornare da capo.

Nel momento esatto in cui le nostre labbra si staccarono, nella fessura che avevamo creato passarono rapidi e veloci tutti i brutti pensieri, tutte le mie paure.. tutto.

“Che vuoi Weasley?” la voce di Malfoy suonò rude e sbrigativa mentre mi accarezzava la guancia con l’indice. Un brivido mi partì sulla schiena. Colpa di lui. Lui,l’essere più rude e più dolce del pianeta. Lui, solo lui. Lui che avevo odiato. Lui che è la mia roccia. Lui. Lui che stavo prendendo in giro. Fitta al cuore. Non potevo fare finta di nulla,non ci riuscivo.

Ron entrò nella stanza con l’aria di chi sta camminando sui carboni ardenti. Mi scappò un sorriso che ritirai subito. Non dovevo sorridere del suo stato d’animo. Aveva tradito sua moglie ok,ma l’aveva fatto in buona fede..se esiste una buona fede nel tradimento. Ma non era stata colpa sua. Non del tutto. La vita si era presa gioco di lui. E lui di me. Si, dopotutto, forse potevo anche permettermelo di sorridere..

“Cercavo Hermione” Hermione..tutti cercano lei..tutti pensano che Hermione abbia la risoluzione ai problemi del mondo..certo..ma chi è che si preoccupa dei suoi? “anzi..al telefono c’è qualcuno che la cerca, ed ero venuto a dirglielo. Scusate.”.

Sorrisi meccanicamente. Doveva sentirsi davvero male per chiedere scusa a Malfoy. Lui aggrottò le sopracciglia ma io non lo notai. Ero persa a fissare il vuoto. Sentii solo la voce di Malfoy dire : “Ah si? Chi?”.

“Ginny”.

########

A sentire quel nome alzai di scatto gli occhi. Ginny.

Ginny. La mia Ginny. La Ginny di Harry. La Ginny che mi era sempre stata vicina. La Ginny che avevo visto crescere sotto i miei occhi. Quella che avevo gentilmente lasciato alla sua felicità senza pensare che a volte la felicità non basta se non hai nessuno con cui condividerla. La mia Ginny.

Dieci minuti dopo stavo suonando al suo campanello. Avevo bisogno di vederla. Ora lo sapevo. Aveva dovuto chiamarmi e venirmi a cercare lei perché me ne rendessi conto ma ora lo sapevo. A Malfoy non potevo dire la verità, per quanto mi facesse male, non me la sentivo..a Ginny si. Ginny che aveva sempre saputo tutto di me potevo dire tutto. Per lo meno la parte di verità che non riguardava suo fratello..

“Herm!” Harry comparve sulla porta, alto e magro, con un sorriso sul viso tutto per me. Senza rendermene conto sorrisi anche io. Fu una liberazione. Sapevo ancora sorridere. Strana scoperta.

“Quanto tempo!” esclamò dopo,il sorriso che gli si allargava. Non era arrabbiato, come avevo temuto. Non era offeso. Non ce l’aveva con me. Era solo felice di vedermi. Mi sentii riempire dal sollievo. Forse qualcuno che poteva aiutarmi c’era.

Mi gettai tra le braccia del mio migliore amico, quello vero, quello che mi sorrideva anche dopo che avevo escluso lui e sua moglie della mia vita. Sentii la sua mano premermi sulla schiena e mi sentii di nuovo a casa.

Poi una voce: “Herm!!”. La sentii proprio così:come se avesse due punti esclamativi dopo. Mi staccai da Harry e guardai su per le scale. Ginny era in piedi sul pianerottolo con un enorme sorriso stampato in faccia.

Neanche due secondi dopo me la ritrovai addosso, mentre mi stritolava in uno dei suoi abbracci. Sorrisi, con la testa immersa nei suoi capelli. “Che bello che sei qui!” la sentii strillare mentre mi faceva dondolare a destra e a sinistra. Ginny e la sua pazzia.

Quando si staccò la studiai meglio. Era come la ricordavo, solo ingrassata. E sorridente. E felice. E incinta. La domanda mi uscì spontanea: “Come stai?”.

Ginny rise e vidi i suoi capelli ballarle sulle spalle allegramente. “Grassa, stanca e presa a calci a tutte le ore del giorno” rispose con un sorriso. E poi la domanda fatidica: “Tu come stai?”.

Sorrisi pure io, “Ce le hai un paio d’ore a disposizione per la risposta a questa domanda?”.

########

“Cosa?? Ti vuole licenziare? Ma è pazzo?!” Ginny per poco non rovesciò la teiera mentre scaricava la sua rabbia, tra l’altro non del tutto giustificata, sulla sua tazzina di tè.

“No,Gin, non è detto che mi licenzi, mi deve parlare” la corressi con aria paziente. Ora capivo perché i cinesi e gli inglesi bevono tanto tè. Rilassa. “Però si, probabilmente mi licenzierà”.

“Vedi?!E’ pazzo!” la vide sbattere con forza il cucchiaino sulla tazza e incrociarsi le braccia sul petto con aria offesa. Mi fece sorridere. Ero io che dovevo fare così, non lei. “Ma dai, non ti può licenziare” insistette dopo due secondi di silenzio “tu sei la migliore giornalista che sia mai esistita! La migliore del mondo! Se ti licenzia è pazzo”.

“Abbiamo capito che è pazzo, grazie per avercelo ripetuto per la milionesima volta..” borbottò Harry con un sorrisetto rivolto alla moglie guardando diffidente i biscotti che Ginny aveva spacciato per suoi.

Lei gli rispose con una smorfia, io mi sentii in dovere di chiarire un punto: “Gin,non sono la migliore giornalista del mondo..sono l’unica che conosci, è diverso”.

Ginny mi fissò con aria truce, evidentemente offesa: “Ma per favore! Herm, tu sei la migliore giornalista del mondo. Ok,sei anche l’unica che conosco, ma sei la migliore. E non dire di no” aggiunse, rapida, quando vide che stavo per scuotere la testa “lo sei. Sei nata per fare la giornalista, sei perfetta per quel lavoro”.

Sapevo che lo stava dicendo per farmi piacere ma dentro di me sapevo che lo pensava anche. Fu la presa di coscienza migliore degli ultimi giorni. Lei aveva fiducia in me. Lei credeva davvero che ce la potessi fare. Sorrisi. “Tu non mi hai sentita. L’ho insultato, l’ho offeso, l’ho umiliato davanti a tutti.. mi licenzierei pure io se fossi il capo”.

“Ecco questo magari se eviti di dirlo al tuo boss, per evitare che decida di accontentarti..” borbottò Harry guardandomi ironico. Gli risposi con la linguaccia e lui sorrise. Rituale che succedeva da sempre. Era così bello poterlo ripetere ora, dopo tante preoccupazioni.

“Piantala” gli disse seccamente Ginny ma sapevo che stava scherzando perché ci aggiunse anche un rapido sorriso prima di tornare su di me, con voce decisa e risoluta : “Herm, ti accompagno io al lavoro. Il tuo capo non ti licenzierà. Andrà tutto bene. Mi credi?”.

“Onestamente?” le domandai corrugando le sopracciglia. “No.”

#########

“Ok. Io vi lascio qui”. Harry si girò verso me e Ginny sedute sul sedile posteriore della sua auto e sorrise: “In bocca al lupo,Herm! Ce la farai, lo so!”.

Tu sapevi anche che Malfoy fosse un bastardo e invece è cambiato totalmente. Ma non lo dissi ad alta voce. Sorrisi e mentre scendevo,distolsi lo sguardo quando Ginny si sporse avanti per stampare un bacio sulle labbra ad Harry.

“Eccoci qua” esordì Ginny guardando la sede della Gazzetta come se non l’avesse mai vista prima. Lo feci anch’io. Alzai lo sguardo e quello che vidi fu un luogo dove avevo lavorato praticamente giorno e notte per anni. La stretta al cuore successiva non riuscii né a evitarla né ad ignorarla. Pensare di lasciare quel posto mi faceva star male.

Ginny si voltò verso di me, sorrise e mi abbracciò. Sentivo il suo pancione sotto i vestiti e mi scappò un sorriso. Perché ero fatta così? Perché avevo voglia di ridere e piangere insieme? Perché ero così tremendamente complicata? Perché tutto era così tremendamente complicato?

E pensare che ieri,a quest’ora, stavo uscendo, da sola, nervosa al massimo, non parlavo più con Ginny da un pezzo e stavo per scoprire la verità di Ron,Lavanda e Ellie. E invece ora..bè,c’est la vite,avrebbe detto mia madre..ed è strano che io citi proprio lei,ma mi viene spontaneo.

Quando Ginny si staccò da me e tornò a guardare l’edificio con un’aria indagatoria che non sapevo spiegarmi, sussurrai: “Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

Ginny si girò a guardarmi e sorrise: “E questa cos’è, la pillola di filosofia del giorno?”.

Scossi la testa, con un sorriso che aveva lo scopo di ricambiare il suo, perché io di sorridere ne avevo davvero poca voglia:“No, è il principio di conservazione della vita”.

Ginny mi fissava con un’aria imperscrutabile e borbottò: “Non sapevo esistesse..io ero rimasta al principio di conservazione dell’energia”.

“Questo è una scoperta recente” sussurrai. Non dissi “mia” ma lo aggiunsi mentalmente.

Ginny rimase zitta per una frazione di secondo poi scosse la testa,sorrise e mi diede un bacio sulla guancia con un rumore esagerato: “Ti voglio bene Herm. Tanto. Vai là dentro e falli neri. Noi siamo con te!”.

La guardai e non potei fare a meno di sorridere. Lei era con me. Bello. Peccato che lei non sapesse la verità. Peccato che non avessi il coraggio di dire nemmeno a lei nulla su Ron e Lavanda. L’avrei preoccupata. L’avrei shokkata. Non potevo. Non ora. Tra un decennio o due magari..

Presi il suo abbraccio e mi diressi verso l’ingresso. Non ero pronta affatto. Ma dovevo. Guardai l’orologio. 9.58. Chiusi gli occhi, sospirai e valutai attentamente l’idea di scappare. Non potevo fare nemmeno questo. Non ero una vigliacca. Ero orgogliosa, testarda, dicevo la cosa sbagliata al momento sbagliato..ma non ero vigliacca, questo no.

Quando mi girai Ginny non c’era già più. Mi sentii sola. E piccola. E abbandonata. Ma ero adulta e vaccinata. Ora toccava a me. Ora dovevo far vedere chi era Hermione Granger.

Mi tornarono in mente le parole di Ginny “Vai là dentro e falli neri.”.

Si Ginny, lo farò. Andrò là dentro e li farò neri. Sempre che loro prima non facciano nera me..

E pensando questo varcai la soglia,pronta ad affrontare il mio destino,qualsiasi esso fosse.

et voilà..lasciamo Herm davanti alla Gazzetta..sorratemi per la bastardata di fine capitolo,ma se proseguivo con il racconto questo capitolo era davvero troppo lungo..:) prometto che mi farò perdonare..!

nel frattempo..chi sarebbe così gentile da recensire? non sapete quanto mi faccia piacere leggere quello che pensate! mi aiuta moltissimo! ci conto! ciau alla prossima!

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Capitolo 10
*** C'è sempre un briciolo di logica ***


Salve a tutti!
eccomi qua con un nuovo capitolo tutto per voi!
inanzitutto grazie a tutti voi!
Grazie per leggere la mia ff, per averla messa tra i preferiti, per recensire.. insomma GRAZIE!

E sopratutto un grazie speciale alla mia amica Vale che mi da sempre tutta la forza di cui ho bisogno per scrivere..e un altro grazie super speciale a chi ha recensito lo scorso chappy! Ovvero..

scatty: hihi si ron è sempre tra le balle..! XD coraggio, in questo capitolo non compare nemmeno.. :) no dai scherzo! cmq spero che questo chappy ti piaccia anche se nn c'è il rompiscatole..! fammi sapere!

Hollina: ma grazie! bè spero che questo chappy nn ti deluda! aspetto una tua recensione! a presto!

tinkerBLOOD: massì dai..herm è forte! :) cmq in questo capitolo vedrai che le succede..nn ti anticipo nient'altro.. ti lascio leggere! poi spero mi vorrai far sapere se ti è piaciuto! bacio

Virgola: ma graziee! e grazie anche x i complimenti all'altra mia ff..:) troppo gentile.. spero vorrai recensire di nuovo! aspetto un tuo parere anche su questo capitolo..!kiss!

TOM THE BEST:eccolo qua il nuovo chappy! spero proprio che ti piaccia..è leggermente diverso dal solito,forse.. aspetto la tua recensione mi raccomando! :)

Hermione17: grazie! mah..vi lascio il dubbio su cosa sa o non sa Malfoy..:) per ora in questo chappy scoprirai se Herm viene licenziata o meno..:) e spero che dopo vorrai farmi sapere se ti è piaciuto! baci!

ok ora vi lascio leggere..!
buona lettura!!


Il dubbio di qualcosa di brutto a volte è più angoscioso di una certezza.

_William Shakespeare

Caro, vecchio, Shakespeare.

Ma lui non aveva mai avuto il dubbio di venire licenziato.

Io si.

Quando entrai alla Gazzetta quella mattina mi sentivo peggio di una condannata a morte. Era la prima volta che ci rimettevo piede dopo la grande scenata con il boss.

Avevo creduto.. bè.. avevo sperato che se ne fossero scordati, o almeno che qualcuno evitasse di ricordarmelo.. e invece nulla.

Entrai e capii all’istante che quella storia non era andata affatto dimenticata. Chi mi aveva visto improvvisamente aveva l’incredibile voglia di dirlo a tutti quelli che aveva intorno che ancora non sapevano della mia figuraccia e chi ancora non sapeva nulla si avvicinava in fretta per non sentirsi escluso. A pubblicarlo direttamente sulla Gazzetta l’avrebbe saputo meno gente..

Entrai nel bel mezzo del cicaleccio di svariate decine di giornalisti e collaboratori curiosi. Una, particolarmente incurante di fare poco rumore, esponeva tutta concitata la storia alla sua collega che le piantò una gomitata nelle costole quando mi vide entrare in corridoio. Entrambe si voltarono a guardarmi e sorrisero. Ipocrite.

Mi voltai volutamente dalla parte opposta, fingendo di non averle viste e me ne andai scuotendo la testa.

Le sentii ricominciare a sparlare quando mi stavo chiudendo la porta dietro. Avevo voglia di piangere ma non volevo dare quella soddisfazione a nessuno. Mi sentii improvvisamente sola e piena di nemici. Mi sentii vulnerabile. E avevo paura.

“Buongiorno Annie!”.

Mi voltai di scatto a sentire ancora quell’odiato nome. La sorridente figura di Betty si staglia davanti alla porta. Si esatto, sorridente. Ma come fa? Perché è così tremendamente insensibile a qualsiasi sentimento che abbia anche solo lontanamente a che fare con la tristezza?

“’Giorno Bet” replico, piatta. La guardo mentre mi porta il solito caffè. Guardo pure lui e la bustina di zucchero poggiata di fianco. Mi viene quasi la nausea. Lo spingo via, storcendo il naso. Bet se ne accorge e mi guarda.

“Stomaco chiuso?” domanda poi con aria strana. Segretaria apprensiva e ficcanaso. Ma oggi non ho voglia di discutere. Rispondere è più semplice.

“Si. Sigillato..” borbotto guardando ostile quel banale caffè e vergognandomi quasi di quella battuta pessima. Potrebbe essere l’ultimo che mi prepara Bet.. mi sento male solo a pensarci.

Lei sospira, me lo toglie dalla scrivania e lo beve senza fare commenti. La guardo bere quello che doveva essere il mio caffè e sento una morsa allo stomaco. Davvero potrei non tornare mai più qui?

Ricordi, ricordi. Pensieri tristi e scomodi.

E penso che forse potevo risparmiarmela quella battuta ad alta voce..e penso anche che con il senno di poi sono bravi tutti a tirare le somme.

“Annie, il boss ti cerca” mi annuncia Bet sbucando con la testa dalla porta, prima di uscire e lasciarmi al mio destino.

Uno schiaffo in piena faccia.

Un conto è sapere di dovere affrontare una cosa. Un conto è doverla proprio affrontare.

È come alle interrogazioni quando si estrae. Ogni singolo studente ha paura, ma ha ancora un briciolo di speranza che quella tortura non sia per lui. Ma quando viene fuori proprio il suo numero allora capisce che è troppo tardi. Devi affrontarla e basta. Non puoi più scappare.

Ecco. Mi sento esattamente così. Come se avessero tirato su il mio numero.

Granger.

Colpita e affondata.

Sospiro e mi alzo, come una condannata a morte.

Non mi ero mai trovata impreparata davanti ad un’interrogazione.

Del resto, non avevo mai avuto un’interrogazione che decidesse il mio futuro..

Bet mi studia da sopra la montatura rosso flash dei suoi occhiali: “Paura?”.

La guardo sorpresa da quella domanda inaspettata. Bet che sembra vivere in un mondo tutto suo dove paura e gioia non esistono.Proprio lei, ora mi viene a chiedere se ho paura. Certo che ho paura.

Non rispondo. Puro e semplice orgoglio.

Le passo davanti, ignorandola quasi, con una morsa allo stomaco. Non ho fatto nemmeno due passi fuori dalla porta che la sento sibilarmi: “Ehi Herm..”.

Mi giro. La vedo sorridere. Già lei mica ci perde nulla se me ne vado, penso amaramente. Poi mi pento di quel pensiero cattivo. Non è colpa sua se sono una stupida.

Bet mi guarda e mi sussurra, decisa e incoraggiante: “Sorridi..!”.

Colpita e affondata.

Bet è imprevedibile. È capace di dirti l’ultima cosa al mondo che ti aspetteresti che ti dicesse.

Le faccio una smorfia, mi rigiro e ricomincio a camminare per il corridoio fino alla porta bianca con la targhetta oro dello studio del boss.

Non si è mai vista una nave che affonda senza combattere. Non sono una nave, ma non ho intenzione di affondare.

La Granger è sempre la Granger.

Continuo a camminare fino alla porta del boss e lì mi fermo, prima di bussare.

Ed è solo in quel momento che sorrido.

Grazie Bet.

##########

Questo è l’uomo dell’aria meno simpatica che abbia mai conosciuto.

Ecco quello che pensai del boss la prima volta che lo vidi, anni fa.

Quando sentii in suo “Avanti”, e entrai con l’aria di chi preferirebbe trovarsi in qualsiasi altro posto del mondo invece che lì, e mi ritrovai faccia a faccia con lui,non potei fare a meno di pensare la stessa cosa. Anche dopo tanto tempo.

Lui alzò lo sguardo da una cartellina dall’aria ufficiale e mi fissò burbero. Conoscevo quello sguardo. Ma non l’avevo mai visto così truce. Per la prima volta ebbi davvero paura di lui.

Era un duro dal cuore tenero, come l’aveva definito Ellie. Era un uomo austero ma che sapeva anche scherzare. Ora che fine aveva fatto la parte del “sapeva scherzare” del suo carattere?
”’Giorno Hermione” mi disse, con aria talmente calma da farmi venire i brividi e si lasciò sfuggire persino un sorriso mentre borbottava “Spero che non ti sia stato di troppo disturbo venire fino qui..”.

Non replicai. Non raccolsi l’allusione alla mia scenata sui suoi ordini perentori. Odiavo quell’aria da “mi hai profondamente offeso e ora ne devi pagare le conseguenze”.. cosa credeva, che non le avessi già pagate a sufficienza nelle ultime 24 ore?

Eppure non me la sentii di rispondergli male..sentivo di meritarmela, dopotutto.

Decisi di passare al contrattacco. Avevo fatto una cagata e lo sapevo. Ora tanto valeva mandare al diavolo quel briciolo di orgoglio che già non avevo fatto tacere e cercare di salvare almeno il lavoro.

“Boss, l’ho offesa e non volevo. Mi dispiace. Ero nervosa, non avrei dovuto e lo so, ma mi è scappato. A tutti è concesso di sbagliare, o no?” gli dissi tutto d’un fiato. Mi accorsi da subito dopo aver pronunciato quelle parole che l’avevo sorpreso. Non si aspettava una confessione da parte della giornalista più testona e orgogliosa che avesse.

Si tolse gli occhiali e mi studiò con i suoi occhi scuri, indagatori. Forse cercava di capire se mentivo. Non saprei. Odiavo sentirmi sotto esame. Almeno, quando avevo paura di non superarlo.

Sostenetti il suo sguardo senza fare una piega. Me lo imposi. Non potevo permettermi altri errori.

Il boss non parlò e decisi di insistere: “A tutti è concessa una seconda possibilità..o no?”.

Rimasi in attesa dopo aver pronunciato quelle parole, guardandolo dritto negli occhi. Sentivo che se mi avesse detto “no, sei licenziata” sarei scoppiata a piangere e lo avrei persino implorato. Era assolutamente contro natura per me, piangere in pubblico e tantomeno implorare, ma questa volta c’era troppo in gioco. L’unica parte della mia vita che aveva ancora un verso. Non potevo permettermi di perderla così.

Ci studiamo per almeno 5 minuti buoni, senza dire una parola. Poi il boss si alzò, circumnavigò la sua scrivania e si venne a piazzare esattamente davanti a me. Rimasi a guardarlo, in attesa. Poi parlò: “Si, una seconda possibilità si concede a tutti” sorrise.

Mi sentii volare. Mi sentii libera, e felice, e serena. Avevo ancora il mio lavoro!
Chissenefrega se avevo beccato Ron e Ellie a casa mia, chissenefrega se avevo promesso a Lavanda che l’avrei aiutata.. si sarebbe risolto tutto. O almeno, era quello che speravo.

“Ma.. sappi che questa è l’ultima possibilità che hai. Non me ne fare pentire” continuò il boss. Ma ora sorrideva. E al diavolo l’aria offesa. Non mi faceva paura,ora. Era tornato il capo esigente ma allegro di sempre. “Sei una grande giornalista. Non costringermi a cacciarti fuori”.

Sorrisi. “No boss, non si preoccupi, questa è l’ultima volta che la grande giornalista fa la grande stupida..”.

Lo vidi ridere mentre me ne andavo, chiudendomi la porta alle spalle, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

Ero ancora alla Gazzetta!

Mi sentii libera e soddisfatta. E felice di avere messo da parte l’orgoglio, per una volta.

Avrei voluto gridare. Uscire da quella porta e urlare al mondo che ce l’avevo fatta. Avrei sentito la risata del boss, avrei visto i miei colleghi uscire dalle loro porte per vedere chi li aveva disturbati con quel bizzarro urlo di felicità..

Non ci sarei riuscita, lo sapevo. Non era nel mio carattere.

Incassavo gli Eccezionale con un sorriso. Le punizioni in silenzio. Le delusioni le prendevo così come venivano senza urlare dalla rabbia. Avevo visto il mio migliore amico e la mia collega farsela tranquillamente a casa mia e non avevo il coraggio di sgridarli, di farli sentire in colpa, di punirli almeno con la mia aria offesa, di dire tutto a Malfoy..

Non sono nel mio carattere le cose estreme. Non è nel mio carattere urlare, e piangere, e fare vedere al mondo cosa provavo.

Arrivai in fondo al corridoio che prima avevo percorso con l’aria affranta di chi sa che è condannato e mi sentii stupida. Ce l’avevo fatta. Ero felice. Davvero. Avrei voluto farlo vedere a tutti. Ma non ci riuscivo. Perché? Perché ero così tremendamente controllata?
Mi tornarono in mente le parole di mia madre: “Sei una persona riflessiva e pacata,Herm.. non è un difetto”. E chi lo diceva? Chi aveva il diritto di dire “ma non è mica un difetto”? Si che lo era. Era tenersi tutto dentro. Era gioire e soffrire e non dimostrare agli altri quanto quello che ti succedeva ti facesse stare bene o male. Era sopportare in silenzio la vita, qualsiasi cosa ti mettesse davanti. Era non darsi soddisfazioni, non farsi sentire grandi quando riuscivi a fare qualcosa..

Ero stanca di essere così. Timida, precisa, diligente, pacata, riflessiva..

Volevo essere pazza, per una volta.

Basta ragionare Herm, lasciati andare.

Cominciai a scendere le scale, piano, con calma. Come con paura di cadere. Come sempre.

Sono stanca di essere così. Per una volta vorrei far vedere al mondo cosa provo. Senza paura di cadere. Mostrando agli altri che sono felice e non ho paura di farglielo vedere.

Ero ormai al primo pianerottolo, da dove partiva il corridoio che portava al mio studio. Le persone mi spintonavano a scendere, frettolose e distratte, ma mi fermai lì, decisa. Gettai lo sguardo oltre la porta a vetri. C’era la porta del mio studio, in fondo a destra. Era ancora mia. Domani sarei tornata qui a lavorare, e anche dopodomani, e anche il giorno seguente. Sempre.

Sorrisi. E sentii il cuore riempirsi di gioia e sollievo. E sentii che ce la potevo fare, che essere me stessa non era troppo difficile. E invece che aspettare di essere dai Potter, nel salotto davanti a Ginny, ed Harry, e Lily, dove sarei senz’altro riuscire ad urlare di gioia, mi lasciai andare.

Urlai tutta la mia gioia e saltai persino sul posto, piegando le ginocchia e tirando indietro le gambe come una ballerina un po’ imbranata che prova i suoi primi passi, sentendomi i capelli volarmi sulle spalle, liberi come me.

Urlavo, si urlavo. In un luogo pubblico. Per le scale della Gazzetta. Urlavo per me, perché ero felice, perché ce l’avevo fatta.. urlavo per Ron e per Lavanda e per Ellie.. urlavo per ciò che io sapevo e loro no.. urlavo per Betty che mi diceva di sorridere e ne aveva bisogno anche lei.. urlavo per Ginny e per Harry che credevano in me anche quando combinavo il più grosso dei casini.. e urlavo per Malfoy. Malfoy che mi baciava quando ero triste, Malfoy che mi prendeva in braccio e mi portava di peso in giro per casa, Malfoy che avevo tanto odiato, Malfoy che non lavava i piatti, Malfoy che aveva preso Ron in casa solo per me, Malfoy che si prendeva cura di me anche quando io ero silenziosa, e misteriosa, e non gli dicevo nulla della miriade di cose che dovevo dirgli. Scusami, Malfoy.

Urlavo, si urlavo. E la gente intorno si girò a guardarmi, chi rideva, chi sorrideva, chi mi studiava diffidente, chi mi guardava male. Non mi importava.

Feci i gradini di corsa, saltai a piedi pari gli ultimi 3, atterrando appena e ripartendo subito di corsa, ridendo e urlando. Come una bambina. Dispettosa ed entusiasta. Non mi sentivo stupida. Mi sentivo felice. Libera.

Da quanto tempo non saltavo tre gradini insieme? Troppo.

Da quanto tempo non mi concedevo il lusso di urlare quando volevo farlo? Dai tempi di Fuffi probabilmente..

Da quanto tempo non facevo ciò che mi passava per la testa di fare? Meglio che non ve lo dica..

Oggi è il tuo giorno, Herm.

Ignora la gente per le scale che ti guarda come se fossi pazza. Ignorala. Lei non ti conosce, lei non sa, lei non può giudicare.

Tu non sei pazza, sei felice, sei nervosa, sei arrabbiata.. sei tante cose. Ma non sei pazza.

E se anche fosse.. come diceva quella frase bella che non ricordo di chi fosse.. C’è sempre un briciolo di logica nella follia. Non so se fossi pazza, ma era consolante sapere che c'era sempre un briciolo di logica.

E mentre salto gli ultimi 2 gradini, sempre a piedi pari, sempre urlando, sempre finalmente me stessa, forse pazza o forse no, ho un solo pensiero..

Se solo mi vedesse mia madre.

e finito anche questo chappy..! 

era 1 po' diverso dal solito forse..Herm ormai sta sclerando XD..ma spero vi sia piaciuto comunque!!

aspetto le vostre recensioni che nn sapete davvero quanto mi aiutano!!

un bacio!

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Capitolo 11
*** Houston abbiamo un problema ***


eccomi qua con un nuovo capitolo! la scuola mi rende impossibile la vita ma mi sono impegnata a postarvi qualcosa almeno prima di natale.. e spero di riuscire anche a postare un altro chappy prima delle feste :)

intanto, partiamo con i ringraziamenti.. grazie alle 66 persone che hanno la storia tra i preferiti, a quelle che hanno scoperto solo ora la prima parte della ff e la stanno leggendo e recensendo, non sapete quanto mi faccia piacere! e ovviamente il grazie più grande a chi legge questa ff e la commenta..! in particolare a chi ha commentato lo scorso chappy, ovvero:

Hollina (xD eh si!poveretta..!dai si riprenderà presto vedrai..! bacio)

Virgola(grazie!che cara! spero che anche questo capitolo ti piaccia allora..bè, fammi sapere!!)

TOM THE BEST(hehe a chi non piacerebbe sfogarsi di tutto :) almeno a herm ho voluto toglierle il piacere xD grazie x i complimenti! spero continuerai a seguire la ff!)

tinkerBLOOD (thanks, davvero! bè in questo capitolo ci saranno degli sviluppi sul triangolo ron-lavanda-ellie.. ti ho incuriosita eh?xD allora spero almeno che ti piacerà quello che ho scritto..!bacio)

ladyherm( ma grazieee! troppo gentile! allora spero vorrai continuare a leggere la ff! :) e ovviamente aspetto un tuo parere anche su questo capitolo..!)

gelb_augen (xD si ci ho messo un po' per decidere se continuarla o meno.. alla fine ho deciso di si per voi lettori! ve lo dovevo un ringraziamento per come avete seguito la scorsa parte, e poi mi avevano scongiurato di continuarla..e vi ho accontentato! :) grazie x i complimenti! allora spero continuerai a seguire Herm&co anche in questa ff..! aspetto una tua recensione! kiss)

E ora vi lascio leggere.. :) buona lettura gente!

“Per la nostra giornalista preferita, che per fortuna è ancora una giornalista, ip ip hurrà!”.

Harry alzò il bicchiere al soffitto e Ginny lo imitò con la sua acqua da brava donna incinta e un urletto non ben identificato che assomigliava terribilmente a quelli di Bet.

Lanciai ad entrambi un’occhiata che doveva sembrare compassionevole e invece capii al volo che non ero riuscita nell’intento. Non riuscivo a sostenere quell’aria di sufficienza che avrei voluto; mi ridevano anche le orecchie, e non era un eufemismo. Ero tutto un sorriso. Tutti i dubbi dei giorni scorsi sembravano appartenere a secoli prima.

La cosa bastarda della vita è che ci si mette un secolo ad abituarsi alle cose brutte, dieci secondi ad abituarsi alle cose belle. E la fregatura è che il tempo che ci si mette ad abituarsi è lo stesso per cui poi durano; le cose brutte un secolo, le cose belle dieci secondi.

Non avevo mai sperimentato una cosa bella che durasse più di dieci secondi. Prima di Malfoy.

Finirà così anche con lui? Saranno solo i dieci secondi più belli della mia vita, o c’è una qualche remota speranza che quei dieci secondi possano prolungarsi per un po’ di più?

“Herm! Dai, brinda!” Harry mi sbatte in mano un bicchiere colmo fino all’orlo, tutto sorridente. Mi verrebbe da dirgli “guarda che sono io quella che dovrebbe avere la tua faccia soddisfatta, non tu” ma non mi va di demolire così la sua allegria. Lui che è allegro, che ci resti. Almeno lui.

Lo afferro e sorrido, sentendomi terribilmente stupida. Avrei un buon motivo per essere felice, per quale cavolo di motivo sono così? Per quale motivo non riesco mai a lasciarmi andare? Paura di perdere Malfoy, paura di perdere tutto, paura che ce cose cambiano.. paura, semplicemente. Perché la paura è sempre più forte del presente?

Guardo Harry e Ginny che cercano di spiegare alla piccola Lily perché non può bere dei liquori e sembra tutto così facile. Ma oggi non riesco nemmeno ad invidiarli. Non oggi.

Oggi ho fatto qualcosa di buono anche io. Ho cominciato a sistemare i casini che ho creato nell’ultimo periodo. Ok, è ancora presto per dire che ho sistemato tutto, rimane ancora la questione Ron e Ellie, quella di Lavanda e tutto il resto, ma dovevo pure cominciare da qualche parte, no?

Oggi sono fiera di me. Magari durerà solo oggi, ma è già qualcosa.

“Dai, tutti pronti per l’ultimo brindisi e poi a nanna!”.

Alzo lo sguardo sui miei amici e li vedo ficcare in mano a Lily un bicchiere di banalissima acqua per farla stare buona e guardarla sperandosi che si addormenti presto. E mi sento di troppo in quel quadretto familiare. Cosa centro io con la loro vita felice?

Mi chiedo se un giorno qualcuno, guardandomi, si sentirà mai di troppo nella mia vita.. Ne dubito. La mia vita è sempre stata un porto di mare. Chiunque arriva, alloggia, fa casini e poi se ne va. E lascia a me a sistemarne i cocci.

Vedi esempio: Ron. Ma ce ne sono altri mille.

Sta volta sarà diverso. Non possono essere solo dieci secondi. Non può essere solo un’illusione. No, sarà davvero diverso. Deve essere diverso. L’ho promesso a me stessa

Harry alza il bicchiere verso il soffitto e strilla: “Cento giorni come questo!Cin cin!”.

..e che i miei famosi dieci secondi di felicità durino almeno un minuto. Cin cin.

##########

Percorsi il corridoio in punta di piedi ma imbranata come sono, inciampare nella mia borsa poggiata a terra fu quasi scontato. Strinsi un’imprecazione tra i denti e cercai di aprire la porta della camera da letto senza fare rumore. La sentii scricchiolare ugualmente.

Mi ritrovai immersa nel buio, con nelle orecchie il suono odioso di una porta che scricchiola nel silenzio totale. Sperai che Malfoy non si fosse svegliato. Gli avrei dovuto dare troppe spiegazioni.

Gli avevo solo detto che ero andata da Ginny e non sapevo quanto avesse capito dalla mia felicità fuori luogo. Per lui, i casini con il boss, non erano nemmeno mai esistiti. Mi sentivo ancora un verme per non avergli detto nulla, ma ora che tutto si era risolto per il meglio ero certa di avere fatto bene, dopotutto. Perché preoccuparlo per nulla? La vocina dentro la mia testa rispose “Perché state insieme”. La misi a tacere. Stasera no. Stasera era tutto perfetto. O almeno, così mi piaceva crederlo.

Malfoy dormiva. Scossi la testa. E io che continuavo a preoccuparmi di non svegliarlo quando sapevo perfettamente quanto avesse il sonno pesante. Mi avvicinai e gli rimboccai le coperte come ad un bambino piccolo.

Mi piaceva guardarlo dormire. Mi faceva sentire serena e tranquilla. Sembrava così grande e allo stesso tempo indifeso. Mi dava l’impressione che proteggesse me e allo stesso tempo, che avesse bisogno di me per essere protetto. L’amore dovrebbe essere così. Sentirsi in grado di proteggere e allo stesso tempo, sentirsi vulnerabili.

Ormai abituata al buio, poggiai la testa sul cuscino ma continuai a guardarlo dormire. Mi chiesi a quale dei dieci secondi fossimo ora. Sei? Sette? Quanti ne avevo ancora davanti a me?  E soprattutto, perché dovevano proprio essere solo dieci?

Malfoy aprì a metà un occhio e studiò il mio cuscino controllando che fossi tornata. Quando si accorse che ero sveglia e lo stavo guardando, anche al buio, vidi le sue sopracciglia scattare in alto.

“Come mai ancora sveglia?” borbottò ancora assonnato ma gli feci segno di non parlare e si zittì.

“Dimmi che non saranno solo dieci secondi..” sussurrai, sentendomi terribilmente stupida. Anche al buio mi sembrò di vedere la faccia spaesata di Malfoy. Già, cosa ne poteva capire lui?

Sorrise, con aria assonnata da zombie, ma sembrava il più bel zombie che avessi mai visto: “Herm, in un giorno ci sono milioni di secondi” ma il tono con cui l’aveva detto lasciava intendere che pensasse che fossi sbronza o completamente fatta. Perché quando sei sincero ma gente pensa che sei pazzo?

“Dimmi che saranno davvero milioni di secondi” insistetti, petulante. Ho paura Malfoy, avrei voluto dirgli, ma lo pensai solamente. Dimmi che ti potrò trovare ancora qui per ancora un bel po’. E non guardarmi come se mi fossi fatta della coca.

Come era prevedibile, Malfoy non capii quello che stavo dicendo, ma disse l’unica cosa che volevo sentirmi dire: “Certo, ci saranno davvero milioni di secondi” e poi aprii la bocca per chiedermi qualcosa, spiegazioni probabilmente, ma gli feci ancora segno di tacere. Ubbidì. Rimase in silenzio a guardarmi, con le sopracciglia ancora aggrottate ma senza fare ulteriori domande.

Gli stampai un bacio sulla fronte e, perfettamente sveglia e ancora vestita di tutto punto, spostai il cuscino per stargli più vicino. Nella speranza che ce ne siano davvero dei milioni, di secondi davanti a noi. E se anche fossero solo dieci, qualsiasi questo fosse dei dieci secondi voglio godermelo fino in fondo.

Malfoy sembrava non capire ma non aggiunse altro. Mi poggiò la testa sulla sua spalla e richiuse gli occhi. Non seppi dire dopo quanto si riaddormentò.

Io non riuscii ad imitarlo. Sembrava così difficile chiudere gli occhi. Come se poi lui potesse sparire. Come se domani mattina non l’avrei più trovato qui.

“Buonanotte, Malfoy” sussurrai dopo un bel po’ di contemplazione, ormai quasi addormentata, senza che potesse sentirmi. Mi accoccolai sulla sua spalla, come se a starci sopra potessi impedirgli di andare via, e chiusi gli occhi.

La sveglia contava i secondi, insistente, ma non l’ascoltai. Ne avevamo ancora milioni davanti a noi. Me l’aveva promesso lui.

E un Malfoy mantiene sempre le sue promesse. *

#########

“Herm..posso chiederti un favore?”.

Figuriamoci. Questa frase è un ritornello.

Mi sento come un jolly per risolvere casini. Avete un problema?Non temete!C’è Herm qui, pronta a risolverlo..

Sembra una pubblicità. Invece è la mia vita.

“Dimmi El” sospiro, rassegnata. Dimmi pure, mia cara collega, con cui il mio migliore amico ha fatto le corna a sua moglie.., mi verrebbe da dirle.

Cattiva, Herm. Non giudicarla male. Non dire cose di cui ti potresti pentire.

Perché il mondo può fare quello che vuole e io no?

Perché tu sei superiore.

Sono stanca di essere superiore.

Hermione Granger è nata sentendosi superiore. Non puoi essere stanca di essere te stessa.

Metto a tacere le due parti del mio corpo e presto attenzione alla mia collega. Dopo che hai abituato la gente ad essere il risolvi casini per tutti è logico che si aspettino che tu continui a farlo. Come fai a spiegare alla gente, al mondo, che sei stufa di essere presa come una rubrica di consigli?

Ellie mi guarda dritto negli occhi e mi sento arrossire per essere così egoista. È una mia amica, dovrei essere felice di aiutarla. O almeno non dovrei lamentarmi. Ma è anche la mia amica che mi sta causando o mi causerà tanti altri guai con Ron e Lavanda.

Lo so che non dovrei darci peso ma questo dettaglio proprio non riesco ad ignorarlo. Sarà perché non è affatto un dettaglio.

“Herm..io so di avere causato dei problemi a Ron e a te” complimenti, ottima deduzione.. ma non glielo dico neanche questa volta. Ironia sprecata. Inutile sottolineare un errore evidente che è anche già stato sottolineato. “ma credimi che voglio fare di tutto per risolverli..”.

Avrei tanto voluto non mettermi a ridere, ma non ce l’ho fatta. Mi è uscita fuori una risata brutta, che sa di scherno e di presunzione. Mi sento di nuovo cattiva. Prendere in giro chi sbaglia.. Vergognati Herm.

Lo so, scusami cervello, non lo farò più.

Torno la brava e docile Herm, e le sorrido con aria dispiaciuta: “Scusa, non volevo riderti in faccia. Ma permetti che ti dica una cosa.. andare a letto con un uomo sposato e poi pretendere che non ci siano conseguenze è un po’ troppo..”.

Ellie si accascia su sé stessa come se le avessi tolto l’ultima speranza che aveva. Mi dispiace quasi vederla così. Poi mi ricordo di Lavanda. Possibile che stia dalla parte di Lavanda, ora? Cavoli. Sto davvero male. Prima mi sono innamorata di Malfoy e ora sto dalla parte di Lavanda Brown.

Che fine ha fatto la vecchia Herm? Quella che odiava tutta questa gente? Niente, sparita.

Ellie abbassa la testa come un cucciolo che ha combinato un disastro. Fa tenerezza vederla così. “Herm, lo so che ho davvero combinato un casino..ma Ron e sua moglie erano in crisi.. e io tengo davvero a lui..”.

E sembra sincera. E magari lo è.. ma ha sbagliato. E’ giusto fare qualcosa di sbagliato per amore? In fondo, cos’è veramente giusto o sbagliato? E chi sono io per decidere se una cosa è giusta o no?

“El, non devi giustificarti con me.. ormai quello che è fatto è fatto. Non ha senso che ti dica che hai sbagliato di nuovo..” ..anche se lo penso. Nessuna di noi due disse queste ultime parole ma tutte e due le pensammo.

Gli occhi di Ellie cominciarono a diventare gradualmente sempre più liquidi. Mi mordicchiai il labbro, senza sapere bene cosa fare. Odio prendermela con qualcuno mentre piange. Anche se so che ha torto marcio. Vuol dire solamente infierire.

Bet si affaccia alla porta prima che possa dire qualsiasi altra cosa: “Ehi,Herm.. c’è qualcuno che ti cerca”.

Lancio un’occhiata a Ellie che sta tirando fuori dalla borsa un fazzoletto di carta. E’ girata, ma immagino che stia piangendo. Mi rigiro verso Bet: “Non ora, Bet, ti prego”. Almeno l’umiliazione gliela voglio risparmiare.

“Dice che è urgente..” insiste Bet, tamburellando le dita sulla porta, come se fosse lei quella impaziente. Sbuffo e le ripeto: “Non ora,Bet. Chiunque sia, digli che torni dopo”.

“Non serve, Herm, davvero” interviene Ellie girandosi verso di me con aria supplicante “digli che venga pure,io me ne vado subito”.

Bet non aspettava altro. “Ok” borbotta ed esce, andando presumibilmente a chiamare chiunque mi stesse cercando. Sbuffo ma la ignoro e mi giro verso la mia collega. Ha gli occhi rossi ma il fazzoletto sul naso. Finge persino di soffiarselo.

Eh certo. Prima si combinano i casini e dopo si piange, penso guardandola. E mi sento in colpa da sola.

Cattiva, Herm. Non giudicare le persone con la stessa facilità con cui giudichi te stessa.

Scusa, cervello.

Rimango così a guardala fingere di soffiarsi il naso senza sapere che dirle. E’ così facile consolare qualcuno quando ha ragione. E quando ha torto?

Non faccio in tempo a dirle qualcosa che la porta si apre. Ed entra l’ultima persona al mondo che mi aspettavo di vedere lì.

“Lavanda?!?” è tutto ciò che riesco a dire fissando la donna sulla porta. Persino Ellie si gira a guardare chi è appena entrato. La vedo sbiancare. E ha un aspetto strano, pallida e con gli occhi rossi per le lacrime, ma non posso che condividere la sua espressione attonita.

Lavanda, ferma sulla porta, guarda sospettosa quella sconosciuta che la fissa in modo strano, ma non aggiunge altro. E mi domando quanto entrambe abbiano capito di chi è l’altra..

La nuova arrivata pare poi lasciar perdere Ellie e annuisce. Mi sorride, come giustificandosi: “Non sapevo dove trovarti..”.

A casa. Al cellulare. Ovunque. Avrebbe potuto trovarmi ovunque. Ma non doveva venirmi a cercare qui. Non al lavoro. Non davanti a Ellie.

Dì qualcosa, Herm.

Mi giro automaticamente a guardare la mia collega. Sta guardando Lavanda con la stessa espressione con cui ero solita studiarla io ai tempi di Hogwarts. Provo un moto di affetto insensato verso Ellie. Ora sa anche lei cosa vuol dire odiare quella donna. Peccato che ora dovrebbe essere lei ad odiare Ellie,non viceversa.

La mia collega si alza lentamente, senza distogliere gli occhi da Lavanda rimasta ferma sulla porta, in attesa, e mi abbozza un sorriso: “Scusatemi, io ora me ne vado.. grazie di tutto Herm, davvero..ci vediamo dopo..” ma non ha nemmeno il tempo di alzarsi completamente dalla sedia che è proprio Lavanda ad interromperla: “Nono, rimanga pure.. devo parlare di alcuni miei problemi sentimentali con Hermione ma è una cosa veloce. Non serve che se ne vada..”.

All’espressione “problemi sentimentali” io e Ellie ci scambiamo un’occhiata eloquente. Ha capito perfettamente chi ha davanti. Ecco perché voleva uscire. Ma non ha scelta. La sento sussurrare un “ok” e risedersi dov’era, tenendo ben stretto in mano in fazzoletto.

Guardo prima lei e poi Lavanda. E sento che sta per avere il via un discorso che potrebbe smascherare tutte le bugie delle persone in quella stanza. E mi chiedo che cavolo abbia di speciale Ron per riuscire a creare casini così complessi.

Dì qualcosa, Herm.

“O-ok” è tutto ciò che riesco a balbettare, girando le spalle a Ellie e vedendomi costretta a guardare in faccia Lavanda e cercando di assumere un tono normale “dimmi pure”. Mi ucciderei per quella frase. Ma che altro potevo dire?

Lavanda si chiude la porta alle spalle e si siede sulla poltroncina di fronte a me. Io e la Ellie la studiamo in attesa. Poi dice l’unica cosa che assolutamente non doveva dire: “Si tratta di Ron”.

Se solo avessi potuto sapere cosa sarebbe successo dopo avrei tappato la bocca a Lavanda con le mie stesse mani. Ma non sarei mai arrivata in tempo lo stesso.

Ellie sentendo il nome di Ron emette un suono strozzato che assomiglia terribilmente ad un singhiozzo. Gli occhi di Lavanda saettano su di lei.

Fa qualcosa, Herm.

Qualcosa cosa?

Qualsiasi cosa!

Incredibile come, quando serve, non mi venga in mente assolutamente nulla.
Rimango a guardarle, impotente, finchè Lavanda non fa la domanda cruciale, guardando fisso gli occhi arrossati di Ellie con aria indagatrice: “Tu conosci Ron?”.

Oh ca… voli.

Houston abbiamo un problema…

*Titolo di un capitolo della prima parte della storia, “Chi l’avrebbe mai detto”.

voilà finito..! spero vi sia piaciuto..!

e come ho detto prima spero di riuscire presto a postare un nuovo chappy..conto sul riposo natalizio e sulla mia ispirazione :) XD

e ovviamente conto su di voi per i vostri pareri e le recensioni! fatemi sapere..:) alla prossima!bacioni!

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Capitolo 12
*** E' tutto un equilibrio sopra la follia ***


salve gente!

rieccomi qua, un po' in ritardo.. spero che mi perdonerete.. anzi, per farmi perdonare questo capitolo è un po' più lungo dei precedenti, così non potete non perdonarmi :) XD

Scherzi a parte, ovviamente, vi ringrazio! Grazie a tutte le persone che hanno messo la mia ff tra i preferiti,a quelle che hanno letto e sopratutto a quelle che hanno recensito lo scorso capitolo..! ovvero:

Hollina: a chi lo dici! Draco è al di sopra di qualsiasi giudizio :) grazie! spero che recensirai anche questo capitolo ovviamente! kiss

gelb_augen: ma grazie cara! questa volta il capitolo è più lungo del soliti..ovviamente spero che ti piaccia! e inoltre, da questo capitolo, sopratutto nei prossimi, vedrai molto più spesso Draco e Herm da soli..non posso ancora svelarti nulla, ma lo scoprirai alla fine di questo capitolo :) grazie mille per tutti i complimenti! aspetto un tuo parere! baci!

TOM THE BEST: hehe povera Herm..XD sono davvero contenta che ti piaccia!spero vorrai recensire anche questo chappy..:)

Virgola: non ti svelerò se Lavanda scopre qualcosa..ti lascio leggere! :) lo scoprirai nel capitolo..! spero che ti piaccia,ovviamente! un bacio!

Ok, e ora vi lascio leggere..!

Piccola premessa: oltre ad essere un po' più lungo dei precedenti, questo capitolo ha un'altra particolarità..alla fine, succede qualcosa che introduce altri avvenimenti importanti che accadranno..è troppo presto perchè vi possa dire altro,anche perchè voglio che sia una sorpresa, o non c'è più gusto :), ma non spaventatevi se vi sembrano strani,alcuni avvenimenti.. capirete poi..:) spero di non avervi spaventato..:) XD

buona lettura!

Mi sono sempre chiesta come mai la gente usasse l’espressione “l’aria si tagliava con un coltello” riferito ad una situazione. Mi sono sempre chiesta, ma come fai a tagliare l’aria con un coltello? Chissà che coltello enorme ti servirebbe.. e se anche avessi un coltello così grande, come fai a tagliare tutta l’aria?

Quella mattina, per la prima volta, mentre Lavanda studiava Ellie con aria interrogativa, fui io stessa a pensare che l’aria si potesse tagliare con un coltello. E capii perché nessuno si fosse mai chiesto di che razza di dimensioni avrebbe dovuto essere quel benedetto coltello.

Semplicemente perché bastavano poche parole a tagliare l’aria. E le parole fanno molto più male dei coltelli.

“Allora? Conosci Ron?” incalzò Lavanda, rivolta alla mia collega riportandomi alla realtà.

Ellie mi lanciò un’occhiata disperata,cercando aiuto,ma non potei far altro che lanciarle una smorfia e guardarla annuire.

“Oh..” è tutto ciò che uscì dalla bocca di Lavanda.

Per un attimo,un fantastico attimo, pensai di aver scampato la visione di Ellie costretta ad ammettere tutto..

“..e come fai a conoscerlo?”.

Come non detto.

Da dov’era la mia collega proveniva solo silenzio.

Il mio sguardo saettò su di lei, che guardava Lavanda con l’aria di chi si aspetta di venire ucciso da un momento all’altro, senza avere la forza di aprire bocca, con un’espressione di puro spavento stampata in faccia. Voldemort, in confronto, era uno dei Teletubbies.

Improvvisamente ebbi l’idea.

Non era perfetta, e neanche chiara.. era un cumulo di probabilità fortunate nella mia testa.. ci voleva troppo culo perché funzionasse..ma, in fondo, che avevo da perdere?

“Scusatemi, torno subito”.

Scattai in piedi e le lasciai lì, cercando di ignorare l’espressione interrogativa sulla faccia di Lavanda e lo sguardo di odio negli occhi di Ellie. Avrei voluto dirle che non la stavo abbandonando, era solo una ritirata che sarebbe andata a suo favore.. o almeno,era quello che speravo.. ma qualsiasi parola davanti a Lavanda poteva essere un arma a doppio taglio.

Mi chiusi la porta alle spalle, sperando che non si fucilassero in mia assenza, tirai fuori il cellulare e composi veloce un numero.

Segnale di libero e nessuna risposta.

Ti prego, rispondi, ti pregotipregotipregotipregotipr..

“Pronto?”.

“Ginny! Grazie al cielo hai risposto..sono in un mare di guai”.

Sentii la mia amica ridere dall’altra parte della cornetta. Mi era mancata quella risata..

“Come sempre, Herm..!”. ..le sue battutine un po’ meno. “Che hai combinato sta volta?”.

“Io niente” e le parole mi colpirono per la loro verità. Già, io non avevo combinato niente. E per quale strano motivo ci finivo sempre in mezzo?

“E allora dov’è il problema?”.

Come potevo spiegarle che il problema era che la moglie e l’amante di suo fratello ora erano nel mio ufficio, presumibilmente a scannarsi a vicenda?
Senza contare che Ginny, di Ellie, non sapeva nulla. Meno che mai del tradimento. E soprattutto, non doveva saperlo. O probabilmente le avrebbe causato un aborto spontaneo. O un infarto. O entrambi.
Dovevo inventarmi una scusa. Una scusa credibile. Sentii la mia mano tremare. Sperai ardentemente che il cellulare non mi cadesse di mano.. anche se forse era l’ultima delle catastrofi che potevano accadere.

Calma, Herm. Calma, calma, calma. Sii convincente.

“Ho un problema con Bet. Mi sta stressando in una maniera spropositata..”. Non poteva funzionare. Cominciai ad avere caldo. Era troppo debole come scusa. Una segretaria che  rompe ero perfettamente in grado di metterla a posto da sola. Meglio peggiorare la situazione..

“..ed è passata Lavanda in ufficio, per chiedermi una cosa e non so più come liberarla dalle grinfie di Bet”. Se non altro, Lavanda era davvero in ufficio. Una bugia in meno. Bastava poco per sentirsi la coscienza meno sporca.. o forse non bastava affatto.

“Lavanda?” fece Ginny “da quando Lavanda sa dell’esistenza di un quotidiano?Mi sono persa qualche pezzo?”.

Lei scherzava, ma non sapeva quanto ci era andata vicino. Di pezzi se n’era persa parecchi.
Per un attimo, contemplai la possibilità di dirle la verità.. come gliel’avrei detto?

Oh si, tuo fratello ha fatto le corna a sua moglie con la mia collega, perché pensava che fosse incinta e lei invece non lo era.

No, decisamente non potevo dirglielo.

“No,era venuta a chiedermi di Malfoy. Ron le ha detto che ora ci frequentiamo e sai Lavanda com’è fatta..se non sa tutto non è felice” inventai. Intrecciai due dita dietro la schiena e guardai l’orologio. Erano già passati un paio di minuti. Dovevo sbrigarmi.

Ginny rise ma decise di darmi retta: “Lavanda è incorreggibile. Ma io che dovrei fare?”.

“Chiama la Gazzetta, non il mio ufficio, la sede centrale. E chiedi di Lavanda. Dì che sai che è nell’ufficio di Hermione Granger, e che vorresti che te la chiamassero. Poi, quando ti ha detto che sta venendo a chiamarla, attacca.” Ok, mi rendo conto che sembra un discorso da pazzi..ma che altro potevo fare?

“Herm.. hai bevuto?”.

“No, Ginny, davvero. Richiamami al cellulare per la pausa pranzo e ti spiego tutto, ma ti prego fai come ti ho detto”.

Ron me la pagherà. Tutto questo per coprire le sue scappatelle con Ellie.. me la pagherà cara, molto cara. E sarà lui a spiegare a sua sorella tutta la storia, io me ne tirerò fuori prima che lei scopra tutto e sarà Ron a doverle raccontare tutto quanto. Mi attaccai a quella speranza con la stessa forza con cui stavo stritolando il cellulare.

“Ok, come vuoi. Ma sappi che se Bet non la pianta di rompere la ucciderò io,se non vuoi farlo tu..”.

Mi sarei messa a saltare dalla gioia. Era andata. Bè, almeno, la parte A del piano.

“Grazie, Ginny, grazie davvero! Sei un’amica!”.

“E tu una pazza” aspettò una mia risposta che non arrivava e poi riattaccò.

Non ebbi la forza di negare. Aveva perfettamente ragione. Ero una pazza. Ma poteva anche funzionare.. Ero pazza, ero abbastanza sana da ammetterlo, ma in mondo girava così. Non potevo far altro che adeguarmi. Mi tornò in mente la canzone di Vasco..”la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”. *

E’ tutto un equilibrio sopra la follia. E io ero pazza. Bè, direi che sono a cavallo allora.

L’occhio mi cadde sull’orologio. Erano passati più di cinque minuti. Lavanda aveva già ucciso Ellie?

Mi ricacciai il cellulare in tasca e spalancai la porta del mio ufficio con più forza di quanta ne serviva. Lavanda e Ellie si girano di scatto a guardarmi. Se non altro, nessuna delle due era morta..

“Era una cosa urgente” borbottai a mò di scusa “che mi sono persa?”.

Fu Lavanda a rispondermi: “Oh nulla. Appena te ne sei andata è venuta la tua segretaria..com’è che si chiama?” non aspettò una risposta e andò avanti da sola, senza accorgersi della mia faccia, grazie al cielo “Vabbè, è venuta a prendere delle carte e Ellie l’ha aiutata a trovarle. Tutto qui”.

Guardai El in cerca di una conferma. Era ancora paurosamente bianca ma non sembrava così disperata come se avesse confessato tutto a Lavanda. Bet le aveva evitato il dramma. Le avrei dovuto dare un aumento, prima o poi…

“Comunque..” riattaccò Lavanda prima che riuscissi a trovare un qualsiasi argomento di conversazione “..come fai a conoscere mio marito, scusa?”.

Non ebbi la forza di girarmi a guardare la faccia della mia collega,la sentii solamente sussurrare un flebile: “Io…bè…ecco…”. Strinsi di nuovo due dita dietro la schiena e pregai che Ginny si sbrigasse.

“Tu?” incalzò Lavanda, ora curiosa. Prima che riuscissi a sentire la risposta di Ellie suonò il mio citofono.

Mi ci attaccai, tirandolo praticamente giù dal piedistallo e ci scandii dentro un speranzoso: “Si?”.

“Hermione Granger? C’è una telefonata per una certa Lavanda che dovrebbe essere nel suo ufficio”.

Se avessi avuto Ginny lì, in quel momento, avrei potuto abbracciarla e non mollarla più. Mi aveva salvato anche sta volta. E non sapeva quante cose invece le avevo tenute nascoste.. ma non era quello il momento per pensarci..

“Lavanda?” ripetei, girandomi a guardarla con aria interrogativa. Ero una pessima attrice. Sperai solo che Lavanda fosse ancora ingenua come una volta…

“Si, Lavanda. Può farla venire qui?”.

Lavanda mi stava ancora guardando con aria interrogativa, per cui decisi di spiegarle: “Chiedono di te al telefono nella sede centrale. Puoi andare a sentire chi è?”.

Mi studiò come se fossi impazzita ma poi annuì: “Si, certo, vado”.

Fu con estrema soddisfazione che annunciai all’addetta: “Si, arriva subito”, prima di vederla sparire fuori dalla mia porta, salutandoci con un gesto della mano.

Neanche il tempo di veder sparire Lavanda che Ellie si riprese dal suo torpore e attaccò con un quasi isterico: “Ora tu mi spieghi tutto”.

Decisi di riassumere: “Per evitare che tu dovessi dirle cose che lei non dovrebbe sapere o peggio inventarti altre scuse, ho chiesto ad una mia amica di chiamarla all’ufficio dalla parte opposta e riattaccare. Così Lavanda non scoprirà che è lei ma ora è fuori gioco per almeno una decina di minuti”.

Ellie rimase a guardarmi come se non credesse alle sue parole.

“Hai fatto tutto questo da sola? Per me?”.

“Bè..si” ammisi, cercando di non sembrare troppo compiaciuta e minimizzai “ma ora, se fossi in te, io me ne andrei di qui prima che torni..”.

“Oh si, certo..me ne vado subito” Ellie si illuminò; scattò in piedi e volò aggraziata fino alla porta. Era incredibile; riusciva ad avere un aria da velina anche in mezzo a tanto casino.

Era ormai sulla porta quando si girò e mi abbagliò con uno dei suoi sorrisi. “Ehi, Herm..”.

“Eh?”.

“Grazie, Herm. Davvero. Mi hai salvato un’altra volta anche se sai che ho fatto a quella donna..”.

“Oh,non è stato un problema mentire a Lavanda…l’ho odiata per anni” ammisi, ma cercavo di minimizzare. Mi faceva piacere sentirmi ringraziare ma non volevo esagerare. 

El sorrise ma insistette: “Grazie lo stesso. Non importa se l’hai odiata, mi hai coperta anche se tutto quello in cui hai sempre creduto ti diceva il contrario..grazie”.

Improvvisamente sentii di avere fatto la cosa giusta. Cominciai persino a sentirmi meglio. Era la prima volta che qualcuno mi riconosceva di aver fatto i salti mortali per lui. Non era male. Mi faceva sentire finalmente apprezzata.

Sorrisi ad Ellie e mi resi conto che, nonostante tutto, era una delle poche persone, oltre a Ginny che ormai mi conosceva da una vita, a capirmi davvero.

“Ehi, Ellie..”.

Si girò, già con una mano sulla maniglia. “Dimmi”.

“Grazie”.

Sorrise, ma non sembrava capire. “Di cosa?”.

“Di avermi ringraziata”.

Continuava a non capire ma parve rinunciarci. Mi sorrise di nuovo. “Prego”. E la vidi sparire oltre la porta, lontano da Lavanda

Io mi sedetti sulla mia scrivania e mi concessi di sentirmi soddisfatta.

Ce l’avevo fatta.

Ok, dovevo ancora un mare di spiegazioni a Ginny, mi sentivo ancora in colpa per Lavanda e, ovviamente, mi sentivo terribilmente in colpa per Malfoy e per tenerlo all’oscuro di tutto.. ma ce l’avevo fatta.

E qualcuno mi aveva ringraziato.
Era sempre una vittoria. Magari in piccolo, magari meno importante..ma pur sempre una vittoria.

Ce l’avevo fatta.

Herm, allora non sei così idiota come sembri..!

Mi fai un favore, cervello?

Quale?

Taci.

#########

C’è una controindicazione ad essere dei geni che risolvono i casini al mondo intero.

Distrugge.

Dico sul serio, tra lo stress e tutto il resto, ero completamente a pezzi. Decisamente,stanca morta.

Motivo per cui crollai sul divano non appena arrivai a casa. Malfoy non c’era e Ron era chissà dove. Avevo preso l’abitudine di ignorare che faceva o dove andava. Avevo imparato che certe volte era meglio non sapere piuttosto che finirci dentro fino al collo. Se anche si ficcava nei guai, sta volta, se ne sarebbe dovuto tirar fuori da solo.

Ero tranquilla a questa prospettiva. Avevo fatto il mio dovere, almeno in parte. Per le bugie ci avrei pensato poi. Per ora, potevo rilassarmi.

Dormivo persino tranquillamente. Niente incubi. Era tutto troppo perfetto per durare.

Fui svegliata dalla suoneria insistente e odiosa del mio cellulare. Mi svegliai di botto e guardai chi era a rompere una povera pazza che dormiva in pace. Con mia grande sorpresa, sul display brillava la parola “Malfoy”.

“Pronto?” risposi, a metà tra il preoccupato e il curioso.

Come mai mi chiamava? Sarebbe stato a casa tra mezz’ora, che c’era di così fondamentale da chiamarmi ora?

“Herm,ti disturbo?Sei a casa?”.

“Non mi disturbi,non ti preoccupare” mentii, improvvisamente sveglia, ma in fondo non era nemmeno una bugia. Malfoy non disturbava mai. Aveva il potere di potermi rompere le scatole quanto voleva senza che io protestassi. “Si, sono a casa, perché?”.

Sentii Malfoy sospirare e qualche rumore di fondo confuso. Ma che stava succedendo?

Lasciai perdere i giri di parole e andai dritta al punto. “Malfoy…che c’è?”.

“Solo un po’ di stress al lavoro” rispose lui ma sembrava vago, come se non avesse detto tutto quello che c’era da dire.

Oh, approposito.. nel caso non ve l’avessi ancora detto, Malfoy lavorava con suo padre al Ministero ma non parlava spesso del lavoro. Era come se non gli piacesse parlarne. Non avevo mai capito perché, ma poi pensavo a Bet e mi convincevo che nemmeno a me piaceva parlare di lei.

“Solo un po’ di stress al lavoro?” ripetei, poco convinta.

“Si...bè…molto stress” si corresse lui e poi tacque. Non replicai. Volevo lasciare che fosse lui ad interrompere quel silenzio.

“Herm” attaccò lui, improvvisamente “ho una proposta da farti”.

Oddio.

Oddio, oddio, oddio.

Oddio.

“Che proposta?” biascicai.

“Facciamoci una vacanza. Tre o quattro giorni lontano dal lavoro e dallo stress, solo io e te”.

Se non mi fossi svegliata completamente con la suoneria odiosa avrei pensato che stessi ancora sognando.

Una vacanza? Io e Malfoy? Magari. Sarebbe stato perfetto. Un paio di giorni lontano da tutto sto casino.. un sogno.

“Sarebbe l’ideale. Io posso chiedere qualche giorno di vacanza tra un paio di settimane..”.

Non mi lasciò nemmeno finire: “Herm, non hai capito…ora e subito. Se vuoi partiamo anche domattina. Quattro giorni via da tutto, io e te”.

Ora?

Come avremmo fatto? Come io avrei fatto? Il lavoro..avrei dovuto chiedere un permesso..sempre se me lo davano..e poi c’era da risolvere la questione di Ellie, Lavanda e Ron..e spiegare tutto a Ginny..e poi,Ron… avremmo lasciato Ron a casa? Casa mia, solo con Ron a fare da guardia per quattro giorni??

“E Ron? Lo lasciamo qui?”.

“Naturalmente. Ho detto io e te, Weasley non deve venire” replicò Malfoy con una punta di acidità in quelle parole che mi fece strano. Che gli era preso? La vacanza, quattro giorni via.. perché?

“Siamo io e te anche qui” obbiettai, debolmente “dove dovremmo andare?”.

“Pensavo ad una vacanza rilassante per distrarci da tutto. Anche da Weasley. Penserà lui a casa tua” ..come se potessi fidarmi.. chiederò a Ellie di occuparsene lei. Tanto immagino che verrà molto spesso se noi ce ne andiamo.. ma Malfoy continuava, imperterrito, ignaro dei tanti problemi pratici che mi frullavano in testa: “Pensavo a qualcosa di romantico. Parigi, magari”.

Bastò quello.

Io e Malfoy. E Parigi. Lontano dal casino, da tutto. Io e lui e basta. Quattro giorni.

Improvvisamente i problemi pratici sparirono. Avrei preso un permesso dal lavoro..se non me l’avessero concesso mi sarei finta malata..avrei parlato con Ginny al mio ritorno..avrei risolto anche la storia di Ellie,Ron e Lavanda al mio ritorno.. poteva aspettare. Tutto poteva aspettare. 

Ginny aveva ragione.

Ero pazza sul serio.

“Allora? Herm? Ci stai? Ci sarebbe un volo domattina…prenoto?”.

Parigi. Io e Malfoy. Domattina.

Era una follia.

“Si, prenota. Io e te e Parigi non può aspettare”.

Non osavo credere alle mie orecchie.

Domattina sarei partita per Parigi. Con Malfoy. Lasciando qui più problemi di quanti ne avessi avuti in tutto il resto della mia vita messa insieme.

Ero pazza, decisamente.

Ma, in fondo, è tutto un equilibrio sopra la follia, no?

* La stupenda canzone in questione è Sally – Vasco Rossi :)

et voilà! capitolo finito..!

ora avrete capito a cosa mi riferivo con avvenimenti che cambiano un po' la storia.. in realtà introducono altri avvenimenti che accadranno poi di cui però non posso dirvi nulla :) comunque,non temete, Herm sarà in mezzo ai guai anche a parigi!

N.B.  l'idea di parigi la devo ad una mia amica che mi ha dato questo piccolo consiglio..era troppo romantico per rifiutare :) grazie cara!

detto questo,ovviamente spero che vi sia piaciuto questo capitolo e aspetto i vostri pareri!

baci! alla prossima

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Capitolo 13
*** Mai dire mai ***


rieccomi qua! spero di essere stata abbastanza veloce per le vostre aspettative..:)

vi avevo promesso che ci sarebbero state più parti solo con Draco e Herm ma prima di cominciare il loro viaggio, dove di sicuro manterrò la promessa :), era necessaria una spiegazione tra Ron ed Herm.. ma vi assicuro che tutte le parti Draco-Herm che vi ho promesso arrivano presto!

e intanto vi ringrazio immensamente per continuare a seguire la ff, per chi l'ha messa nei preferiti e sopratutto per chi ha recensito lo scorso chappy ovvero: Hollina (ma graziee! si, poverini hanno bisogno di riposo..! spero che anche questo chappy ti piaccia..un bacio!) e gelb_augen (grazie mille cara! uau troppi complimenti!! tranquilla,arriva presto la descrizione della loro vacanza ma prima c'è una parte che non avevo previsto che però mi sentivo in dovere di mettere..comunque i prossimi capitoli,almeno un paio,saranno tutti sulla loro vacanza quindi puoi stare tranquilla! aspetto un tuo parere anche per questo chappy, un bacio!).

E ora vi lascio leggere..buona lettura a tutti! ^^


“E quand’è che dovreste partire?”.

Sospirai. Un pomeriggio a ripeterglielo e ancora non aveva capito? Possibile che nessuno mi ascoltasse mai fino in fondo?

“Tra un paio d’ore, Ron, è da ieri che te lo ripeto. Apri le orecchie, una volta ogni tanto. O fai finta di ascoltare solo quando sei con Ellie?” sbottai gettando una pila di maglie perfettamente piegate sul mio letto, di fianco ad una valigia aperta.

Ron mi fulminò con lo sguardo e si guardò intorno come se avessi appena nominato Voldemort nei tempi in cui non voleva che dicessimo il suo nome: “Potresti smetterla di urlare?” protestò, rivolgendo occhiate preoccupate alla porta “non conviene né a te né a me che Malfoy sappia qualcosa di questa storia”.

Giusto, ma preferii non dirglielo. Gli rivolsi un sorrisetto ironico mentre tiravo fuori i vestiti dall’armadio con un semplice incantesimo: “Se hai fatto cose di cui poi ti vergogni evidentemente non erano le cose giuste da fare”.

Ignorò la provocazione. Si andò a sedere in fondo al mio letto,incrociandosi le braccia sul petto.

“Non me ne vergogno” sussurrò “ma non sono neanche sicuro che fosse la cosa giusta da fare”.

Tra una maglia e l’altra,ci misi qualche istante per metabolizzare la sua risposta. Non se ne vergognava ma non voleva nemmeno prendersi la piena responsabilità di quello che aveva fatto. Tipico comportamento da Ron.

“In poche parole, hai illuso Ellie che ti importasse davvero qualcosa di lei e contemporaneamente anche cornificato Lavanda, senza essere sicuro di voler fare nessuna delle due cose. Geniale, Ron” replicai ironica.

Sei una bisbetica rompiscatole moralista sputasentenze.

Sono solo onesta, caro cervello.

No, Herm, sei una stronza.

Non è vero..!

Si invece.

Fu quando vidi la faccia di Ron che mi accorsi che forse, solo forse, ero stata davvero un tantino stronza.

Mollai la maglia che avevo in mano lì dov’era, lasciai che fosse la mia bacchetta a finire di fare la valigia e andai a sedermi di fianco a Ron in fondo al letto, cercando di ignorare la sua aria abbattuta.

Non lo vedevo così da quando Fleur rifiutò il suo invito al Ballo del Ceppo, al quarto anno, e successivamente lo rifiutai anche io. Sorrisi debolmente a quel ricordo.

Erano passati circa 12 anni da quel giorno ma in quel momento mi sembravano molti di più.

“Scusami, non volevo dire quello che ho detto..” gli mormorai incrociandomi le braccia intorno alle gambe e cercando di intercettare il suo sguardo che puntava il vuoto mentre aggiungevo un poco convinto “stavo solo scherzando”.

Ron scosse la testa con un sorrisetto triste sul volto e finalmente alzò lo sguardo su di me. “Si che volevi dire quello che hai detto. Ti conosco da secoli,sai? Hermione Granger non ha mai detto parole a caso”.

Fu il mio turno di scuotere la testa: “No,Ron. Questa Hermione Granger dice anche cose a caso. Per poco non mi sono fatta licenziare,per questo..” gli ricordai, amara. Mi bruciava ancora quella volta. Avevo parlato a vanvera una volta nella vita e per poco non mi facevo licenziare. Non era nelle mie corde dire cose a caso. Avrei dovuto allenarmi a farlo senza ficcarmi nei guai ogni volta…

“Non esistono due Hermione Granger, Herm. Non esiste quella che di Hogwarts e questa, non sono due persone diverse. Sei sempre tu. E so per certo che non dici cose a caso” insistè lui, fissandomi dritto negli occhi, togliendomi ogni forza per replicare. Ok, aveva ragione, avevo sempre detto quello che pensavo per quanto fosse crudele, antipatico, difficile. Non avevo fatto eccezione neanche questa volta. E lui lo sapeva.

“Da quando sei così filosofo?” borbottai interrompendo il silenzio che si era creato. Sapevo che gli faceva male…almeno quanto ne faceva a me vedergli quell’espressione amareggiata.  

Riuscii a strappargli un sorriso. Ma sapeva ancora di tristezza.“Non sono filosofo, è che ti conosco”.

Impossibile negarlo. Ma ero cambiata e lui era troppo depresso per rendersene conto. La vecchia Hermione Granger non avrebbe tenuto nascoste così tante cose. Né tantomeno avrebbe quasi rischiato di perdere il lavoro in quella maniera idiota come invece aveva fatto la nuova Hermione Granger. Eppure aveva ragione Ron…ero sempre io. O no?

Decidi di essere sincera fino in fondo con lui, fedele all’Hermione Granger che ero stata e che, forse, ero ancora.

“Anch’io ti conosco, ma non ti capisco” non mi sfuggì la sua espressione confusa mentre mi ascoltava, ma la ignorai “avevi Lavanda, avevi una vita senza bugie, avevi quello che, credo, volevi. Che bisogno c’era di incasinare tutto per Ellie?”.

“Da quando difendi Lavanda?” domandò lui, con una smorfia divertita “sia io che te sappiamo benissimo quanto l’hai odiata e ora ti trovo qui a farle da avvocato difensore. Forse hai ragione tu, e sei cambiata per davvero allora..”.
Mi lasciai andare ad un sorriso. Si che eravamo cambiati. Sia io che lui. Ma Ron non aveva smesso di eludere le domande, forse non avrebbe smesso mai.

“Non hai risposto alla mia domanda” gli feci notare, calma “Non è questione di difendere o no Lavanda… sei tu, Ron. Non ti saresti mai comportato così, tempo fa. Perché l’hai fatto?”.

Ron mi guardava negli occhi e non rispondeva. Decisi di insistere finchè la sua sicurezza vacillava. “Che ti era preso? Cosa speravi di ottenere?.

“Non lo so” ammise lui “non ero soddisfatto della mia vita o forse solamente di me stesso”.

“Senza offesa, ma quando mai sei stato soddisfatto di te, scusa?” lo provocai con un sorrisetto.

“Mai, appunto” concordò Ron con un’espressione riconoscente che mi lasciò interdetta. Lo avevo appena accusato di essersi sempre ritenuto un vero schifo e lui mi guardava riconoscente. Roba da pazzi. “Nella mia vita non ho avuto molte occasioni per sentirmi davvero orgoglioso di me”.

“Ma non è ver..” tentai di dire, ma fu più rapido lui ad interrompermi: “Si che è vero. Herm, sono cresciuto con una marea di fratelli che mi superavano in tutto,ho avuto per migliore amico il ragazzo che ha incantato il mondo intero e la ragazza che ne sapeva più di tutto il resto di Hogwarts messo insieme, e non negare.. io scomparivo sempre, al confronto”.

Non replicai. Inutile negare, ma non me la sentivo di dargli ragione apertamente. A parte che non mi sentivo quella ragazza ma se anche mi fossi sentita così non gli avrei dato ragione comunque. Mi faceva troppa pena. Non l’avevo mai sentito parlare così… ma del resto, forse non ero mai stata ad ascoltarlo abbastanza per sentirlo parlare così.

Ron proseguì, come se parlare potesse farlo stare meglio, senza guardarmi negli occhi, a bassa voce: “E vogliamo parlare di ragazze? Da Fleur Delacour a te è tutta una lunga lista di disastri”.

Ci provai, giuro che ci provai, ma proprio non riuscii a non arrossire. Per fortuna Ron non parve accorgersene, immerso com’era nei suoi pensieri.

“Bè, con me non è un disastro completo…insomma,vivi a casa mia ora” replicai, cercando di ironizzare e riuscii persino a strappargli un sorriso un po’ più convinto.

“Andiamo, Herm… io ci ho provato con te e Fleur. Lei ha sposato mio fratello e tu stai con il mio peggior nemico. Non mi sembra un grosso successo”. Mi lasciai andare ad una mezza risata e Ron la divise con me. Cominciavo a sentirmi meno a disagio, nonostante tutto.

Era assurda quella situazione. Io e Ron a parlare di noi, di quello che era stato, seduti sul letto che condividevo con Malfoy. Ai tempi di Hogwarts tutto ciò non l’avrei mai creduto possibile. Ma nella vita mai dire mai, come volevasi dimostrare.

“Non parlarne così, mi sento più stronza di quello che sono realmente...” borbottai e lui scoppiò definitivamente a ridere. Se non fosse stato per quel senso di colpa avrei persino potuto sentirmi meglio..

“Se fossi stata davvero stronza non mi avresti aiutato come hai fatto, Herm” e mi sorrise, con un affetto che forse avevo dimenticato.

Preferii non ricordargli che non avrei voluto aiutarlo e decisi di riportarlo al discorso iniziale: “E comunque non è vero che con le donne hai sempre fatto disastri…con Lavanda andava bene”.

Ron alzò le sopracciglia, tornando di botto triste: “Lavanda si è sempre accontentata di qualsiasi maschio le passasse sotto al naso, per quanto mi possa volere bene o amare che dir si voglia, non mi ha mai veramente scelto. A lei andava bene chiunque che la amasse e io la amavo.”

“Stai parlando al passato..” gli feci notare cercando di non sembrare troppo critica.

“Lo so. Ci sono volte che ho avuto la netta impressione che stesse con me solo perché nessun altro aveva avuto il coraggio di sposarla..”. A quelle parole, Ron mi fece una pena immensa. Quelle stesse parole, più o meno, le avevo dette anche io, tante volte, parlando con Ginny di loro due. In quel momento, in un solo istante, mi pentii di ogni volta che le avevo pronunciate.

Hai ragione, cervello, sono una stronza..

Sono il tuo cervello, mica a caso, Herm. Se Hermione Granger ha sempre ragione, a maggior ragione anche il suo cervello ha sempre ragione.

..ma ora non tirartela troppo per favore..

“E litigavamo, per questo” proseguì Ron, ormai calato nella parte del narratore “E poi facevamo pace. E in qualche modo le cose andavano sempre più o meno bene. Finchè non ho incontrato Ellie..” e sorrise.

Non trovai la forza di replicare. Lo lasciai proseguire da solo, come in un monologo: “Ellie è uscita con me perché voleva, nonostante sapesse che fossi sposato. Non l’ha fatto perché non ha trovato nessun altro e non mi ha scaricato per il mio peggior nemico”.
”Non ti ho scaricato per il tuo peggior nemico” sbottai, offesa “è successo tutto dopo..!”.

Ron sorrise e scosse la testa: “Non ti sto accusando. Sai cosa voglio dire. Lei ha scelto proprio me. Non mi era mai capitato prima di sentirmi così.. apprezzato? Si, credo che sia la parola giusta”.

Non trovai la forza di replicare. Conoscevo Ellie. E’ una ragazza dolce, è riuscita a capire persino me… se davvero Ron le piaceva, di sicuro l’avrà fatto sentire davvero apprezzato. Di sicuro più della fredda Lavanda.

Ron sospirò. “Questo intendevo quanto ti ho detto che non me ne vergogno ma non so se ho fatto la cosa giusta” mi guardò dritto negli occhi e sorrise lievemente “è che mi sento in colpa. Da morire”.

Improvvisamente sentii che io e lui sotto sotto ci assomigliavamo. Ai tempi di Hogwarts eravamo magnificamente diversi, ora invece sembravamo assomigliarci più di quanto pensassi. Lui si sentiva in colpa e io pure. Lui non sapeva se faceva la cosa giusta e io pure.

“So cosa vuoi dire” dissi infine e davanti alla sua espressione confusa lo ripetei, a voce più alta “sul serio, so cosa vuoi dire”.

“Ma tu sei Hermione Granger e in qualche modo te la cavi sempre” borbottò amaro e si indicò “Io sono Ronald Weasley. E la mia autostima sai meglio di me che è sempre stata sottozero.”

“Questo non centra” replicai, decisa. Se c’era una cosa di cui ero sicura era questa: io non ero così forte come sembrava. E per quanto riguarda Ron, non credo che fosse così debole come pensava.

“Non credo che tu fossi così ma se anche fosse,hai detto che sei cambiato, Ron… dimostra che sai cavartela sempre. Dimostra chi sei a te stesso”.

Mi guardò pieno di speranza con aria indecisa: “Credi davvero che ce la posso fare?”.

“Assolutamente si” risposi convinta “io credo in te, sei tu che non ci credi”. Non era esattamente vero.. meglio risparmiargli che ultimamente lo avevo sempre considerato poco o niente.. ma qualcosa era cambiato, mentre mi raccontava i suoi pensieri. La situazione di Ron era peggiore di quanto pensassi. Ma ora, se non altro, lo capivo di più.

“Ho dei buoni motivi per non crederci” borbottò forse più a sé stesso che a me “non sono Harry Potter il ragazzo che è sopravvissuto e neanche la bravissima Hermione Granger. Come faccio a credere in me con questi termini di paragone?”.

“Ron, ascoltami bene..” attaccai, sentendomi tutt’altro che bravissima, con tutto quello che stavo combinando.. “la bravissima Hermione Granger, come la chiami tu, è la persona più incasinata che tu conosca e dico sul serio. Tu puoi risolvere tutto quanto, ce la farai, te lo assicuro. Ma devi credere in te stesso”.

“Hai idea di come si fa?” si lasciò scappare, esasperato “Tu sai sempre tutto, Herm..”

Scossi la testa, con un mezzo sorriso, sentendomi terribilmente saggia: “Neanche mezza. Non so sempre tutto come non lo sai tu. Devi scoprirlo da solo, Ron. Se ti fa piacere saperlo, per quattro giorni hai la casa tutta per te. Potrai prendertene cura e dimostrarti fin da subito che ce la puoi fare”.

Ron sorrise e mi guardò riconoscente: “Bè, messa così potrei anche farcela…”. Gli sorrisi, incoraggiante.

Mi guardò per un po’ prima di borbottare un imbarazzato: “Bè..grazie,Herm!”.

Sorrisi di nuovo anche io mentre la mia bacchetta finiva di farmi la valigia e la chiudeva con uno schiocco. La afferrai, guardai l’orologio e mi girai a guardare Ron: “Devo andare. Devo andare da Malfoy al lavoro e poi andiamo all’aeroporto… ma quando torno prometto che ti aiuto a risolvere i tuoi casini”.

Come se non l’avessi già fatto fin adesso…

Cervello, ce la puoi fare a stare zitto, ogni tanto?

Ron sorrise e mi passò la giacca che avevo buttato sul letto: “Lascia stare i miei casini…divertiti, piuttosto. Grazie per l’offerta, ma se anche dovessi accettare ci pensiamo tra quattro giorni.”

Afferrai la giacca, me la infilai e sospirai: “Temo che passeranno anche troppo presto, questi quattro giorni… tu,comunque,il mio numero ce l’hai. Chiama in caso di emergenza.”

“Tipo se ti brucio la casa?”.
”Esattamente”.

Sorrise, divertito. “Non sei poi cambiata così tanto, Herm. Mi fa piacere..”.

“Lo prendo come un complimento” dissi, finta diffidente ma gli concessi un sorriso in risposta al suo, prima di Smaterializzarmi.

L’ultima cosa che vidi di casa mia, fu la faccia sorridente di Ron.

E per ora, mi bastava.

###########

Aereo.

In mezzo alle nuvole con tutto un mondo sotto di noi.

Meta: Parigi.

Io completamente sdraiata sul suo sedile. O piuttosto, direttamente su di lui.

Malfoy che mi accarezza i capelli mentre guardo fuori dal suo finestrino.

Un sogno.

“Ehi, che fai, dormi?” lo sento scuotermi per un fianco ridendo piano, cercando di non disturbare nessuno dei silenziosi signori che ci stanno intorno.

“Se stavo davvero dormendo, mi avresti appena svegliato..” borbottai, puntellandomi con il gomito per tirarmi su e guardarlo in faccia.

Lo vidi ghignare e mi sfuggì un sorriso. Tanto per rovinare la finta di aria di rimprovero che avevo cercato di creare. Fatica sprecata. Il suo ghigno cancellava qualsiasi mia espressione, vera o finta.

“E avrei fatto bene” insistette lui indicando il finestrino alla sua destra “non ti puoi perdere il paesaggio che si vede dall’aereo”.

Mi persi per un attimo nel grigio dei suoi occhi; mi ricordava un po’ le nuvole che stavo guardando fuori dal finestrino e mi venne spontaneo dirglielo: “Ti assicuro che non è niente in confronto al paesaggio che si vede in questo momento” gli sussurrai fissandolo dritto negli occhi.

Da quando sei così romantica, Herm?

Sempre a rompere, maledetto cervello?

Da quando sei così romantica, Herm?

Lo sono sempre stata. E’ solo che non lo dicevo apertamente. E ora  taci rompiscatole.

Malfoy mi sorrise e mi baciò. E, ascoltami bene maledetto cervello che dice che non sono romantica, in quel momento mi sentii volare per davvero. Per l’aereo, per lui.. in tutti i sensi.

Rimasi ad occhi chiusi anche quando sentii Malfoy staccarsi e anche se non lo stavo guardando sapevo che lui mi stava guardando. In quel momento, a non so quanti metri di altezza, piena di pensieri in testa, ma tra le sue braccia, mi sentii perfettamente protetta. Sorrisi.

“E io ti assicuro che tutto il paesaggio che vedevi tu prima non è nulla in confronto di quello che vedo io ora” sussurrò lui, ai miei occhi chiusi. Li riaprii, senza smettere di sorridere e provai a baciarlo ma si scansò. Mi guardò divertito e mormorò: “..e comunque stavi dormendo!”.

Provai a dargli un pizzicotto ma fu più svelto lui a intrappolarmi le mani. Scoppiamo entrambi a ridere, mentre cercavo di liberarne almeno una per colpirlo. Una signora dietro di me alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e mi fulminò con lo sguardo.

Lasciai perdere il tentativo di liberarmi le mani e mi riaccucciai su Malfoy. “E comunque non stavo dormendo..” borbottai a voce bassa, guardando fuori.
Lo sentii ridere piano ma non rispose. Ricominciò a giocare con i miei capelli. Prendeva una ciocca e se la rigirava intorno al dito fino in fondo, la mollava e ricominciava da capo. Lo lasciai fare, abbandonando ogni pensiero inutile.

Mi lasciai cullare dall’aereo, in una specie di tranquilla dormi-veglia. 

In realtà, non stavo dormendo. Stavo pensando. A me, a lui, al mondo. A tante cose.

In aereo ti senti così libero e leggero. Sei troppo fuori dal mondo per avere qualcosa da fare; non esiste lavoro, non esiste il cellulare che tanto è spento… esisti solo tu, il cielo e tutto quanto sotto di te. E ti senti di botto al di sopra di tutti i casini del mondo. E forse, è solo lì che capisci che momenti come questo non sarebbero tanto belli senza tutti quei casini…

Mi tornò in mente Ron e tutti i discorsi che avevamo fatto...il suo “peggior nemico”, come l’aveva chiamato, un tempo era anche il mio. Ora era il mio pseudo-cuscino per il viaggio e per tutte le notti che avevamo passato. Ed era perfetto così, nonostante tutto quanto.

Ripensai alla Hermione Granger che ero ad Hogwarts, a Krum, a Ron, a Harry, a tutti i ragazzi che avevano messo piede nella mia vita…di tutti loro, Malfoy era l’ultimo che avrei preso in considerazione. Ma del resto, mai dire mai.

Sentii Malfoy poggiare la testa contro la mia, presumibilmente guardando fuori, ma non mi girai a controllare. Era più bello così. Abbracciati a guardare fuori. Io e Malfoy e un mondo intero sotto di noi. Da sogno.

E pensando questo, chiusi davvero gli occhi. Volando.

In tutti i sensi.

..finito anche questo chappy!

prometto solennemente che nel prossimo capitolo avrete un intero capitolo tutto Draco-Herm ve lo assicuro!:) 

per ora aspetto le vostre recensioni! a presto!

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Capitolo 14
*** Va bene così. Senza parole. ***


salve gente!

ecco qua il nuovo capitolo! mi avete mandato persino delle e-mail per chiedermi qualcosa di dolce tra Draco e Herm..bè, ho fatto il possibile per accontentarvi! anche se,ovviamente,essendo Draco ed Herm non potete non aspettarvi qualche battibecco..:)

comunque sia, intanto GRAZIE a tutti voi che leggete ogni volta! grazie a tutte le persone che hanno messo la ff tra i preferiti! e ovviamente un mega grazie a chi ha recensito, ovvero:

Hollina: graziee! eccolo qua il capitolo dolcioso che tanto avevate chiesto..XD spero di essere stata all'altezza delle vostre aspettative :)

gelb_augen: sempre troppo gentile..! thanks! spero che ti piaccia anche questo capitolo..fammi sapere! baci

bambi92: grazie! spero che continuerai a recensire allora..! :)

TOM THE BEST: ahhh non sai quanto lo vorrei anch'io..!XD mi accontento di scrivere ff su di lui invece :) in questo capitolo comunque avrai tutta la dolcezza (spero XD) che cercavi..! e ovviamente spero che ti piaccia..!

Sklupin: ma grazie! cerco di farla assomigliare alla Herm della Row ma in versione più cresciuta, cercando di immaginarmi come sarebbe... sperando di riuscirci XD se aspettavi momenti di Draco&Herm da soli, questo capitolo è tutto per loro! allora aspetto una tua recensione a questo chappy..!:) fammi sapere se ti piace

ok vi lascio leggere..XD buona lettura a tutti!

Rumore di qualcosa che sbatte contro i vetri.

Pioggia.

Sposto la tenda pesante e apro la finestra. Qualche goccia mi colpisce in faccia ma la ignoro.
Piazzo i gomiti sul davanzale e poggio la testa sulle mani. La manica del pigiama mi si bagna al contatto con la pioggia ma non ci faccio caso.

Mi è sempre piaciuta la pioggia. Sa di malinconia. Sa di cioccolata calda e dei pomeriggi con Ginny. Mi ha sempre dato una sensazione di tranquillità.

Oggi, una volta tanto, non ho bisogno di sentir piovere per essere tranquilla.. basta questa piccola certezza a farmi sorridere.

Una goccia con una mira migliore delle altre mi centra l’occhio sinistro.

Giù in strada una signora con una baguette sottobraccio attraversa di corsa la strada tenendo per mano una bambina.

Più a sinistra da dentro un baracchino con una grande scritta luminosa “Crepes”, un signore si copre la testa con un giornale per non bagnarsi. 

Buongiorno, signora con la baguette. Buongiorno, bambina. Buongiorno, omino delle crepes. 

Da un punto impreciso dietro di me sento arrivare il respiro lento e regolare di Malfoy.

La sveglia segna le 6. 54. Suonerà tra esattamente 6 minuti. Ma non ho voglia di aspettare, oggi.

Richiudo la finestra, mi tiro dietro la tenda e ciabatto fino al letto.

Malfoy, che ha il sonno troppo pesante per essere svegliato dalla pioggia, stringe il suo cuscino senza sapere di essere osservato.

Mi butto di traverso sul letto e gli stampo un bacio umido sulla fronte. Buongiorno, Malfoy.

Stranamente basta a farlo svegliare.

Mi guarda, con gli occhi ancora assonnati e la voce impastata. “Hai i capelli umidi”.

Ok, forse non è così addormentato come sembra…

“Piove” rispondo semplicemente ma non sembra che gli importi più di tanto. Mi fa segno di avvicinarmi e mi circonda con le sue braccia, poggiando la testa sulla mia spalla.

“Ma sei andata fuori?” mi borbotta da dietro. Non demorde. Malfoy fino in fondo.

“Non proprio”.

A quanto pare decide di lasciare perdere. Lo sento lasciarsi andare del tutto sulla mia spalla.

Poggio anch’io la testa sul cuscino, sentendo il suo respiro caldo che mi passa tra i capelli, il suo braccio che mi stringe sulla vita. Forse dorme, forse no. Non ho voglia di controllare.

Non sono neanche le sette. Sono abbracciata a Malfoy. Piove.

Non ho voglia di muovere un muscolo. Fosse per me starei così per quattro giorni interi.

Ma chi mi garantisce che tutto questo durerà?

Non ho voglia di cercare una risposta. Non ho voglia di pensare. Avrei voglia di parlare…mi fa paura in silenzio. Lascia troppo spazio ai pensieri. Bisogna essere perfettamente in pace con sé stessi per poterselo permettere. Vorrei dire qualcosa, qualsiasi cosa..ma non voglio neanche svegliare Malfoy… mi rassegno a stare in silenzio, ascoltando la pioggia.

Chiudo gli occhi ma non dormo. Come se non tenere gli occhi aperti potesse cancellare i tuoi pensieri. Ma in fondo sono solo le sei di mattina, perché preoccuparsi?

La sveglia comincia a suonare ma sono più svelta di lei e la spengo subito. Malfoy continua a dormire sulla mia spalla.

Richiudo gli occhi e sorrido da sola, come un cretina.

Buongiorno, Hermione.

Buongiorno, Parigi.

##########

La cosa più rilassante delle vacanze è la consapevolezza stessa di essere in vacanza.

Alla fine, se ci pensi, cose di cui preoccuparti ne hai lo stesso. Però visto che sai di essere in vacanza le prendi con tutto un altro spirito.

Persino il solito messaggio di Bet mi suonava più bello del solito. Miracoli delle vacanze.

Malfoy invece non riescono a cambiarlo nemmeno le ferie. Rompiscatole, testardo, ironico, adorabile. Lo stesso Malfoy di sempre, insomma.

“Chiudi la finestra, fa freddo” protesta in risposta alle mie finestre spalancate, e le va a chiudere. Sbuffo ma non replico. Io le finestre le voglio aperte. Inutile dire che Malfoy non la pensa come me.

Mi siedo sul letto a gambe incrociate in posizione offesa e lo guardo infilarsi la giacca dall’altra parte della stanza e guardarsi allo specchio al volo. Ma non perdo occasione di stuzzicarlo.. “inutile che ti guardi allo specchio, tanto sei brutto” ..no, non sono cambiata nemmeno io.

Ridacchia e mi ghigna dal muro. Capelli ancora mezzi spettinati, giacca elegante, espressione ironica. Faccia da schiaffi. Bello da morire.

Mi guarda ironico e apre leggermente le braccia: “Allora, sono così brutto?”.

“Orribile” rispondo cercando di sembrare convinta. Ma è normale questo caldo sulle guance?

“Sei diventata rossa” osserva lui con calma alzando un sopracciglio.

“Ho caldo” gli faccio le spallucce ostentando indifferenza. Maledetto rossore. Mesi e mesi con Malfoy non mi hanno ancora abituato alla sua visuale tutte le mattine. E’ un colpo ogni giorno. Un bellissimo colpo, ovviamente, ma pur sempre un colpo. Non si può essere così tanto belli. Non come lo è lui. Non è giusto.

“Si come no..” mi asseconda lui mentre attraversa la stanza in tre falcate e si viene a sedere sul letto accanto a me. Mi bacia piano e mi mordicchia un po’ il labbro superiore. Quando si stacca rimane poggiato al mio naso e alza piano un sopracciglio: “Allora? Sono ancora così brutto?”.

“No..direi di no..” sussurro piano, incapace di articolare un discorso sensato. Non può farmi questo effetto ancora. Non può sembrarmi la prima volta che mi bacia ogni volta.

Lui ghigna, soddisfatto. A salvarmi prima della sua risposta arriva lo squillo del mio cellulare.

“Dì all’amante di chiamare più tardi che ora potrei sentire cosa vi dite…” mi borbotta Malfoy prima di alzarsi e andare a finire di vestirsi.

“Simpatico…” gli lancio un sorrisetto ironico e apro il flip del cellulare “gli dirò che mi chiami mentre dormi così siamo al sicuro..”. Sullo schermo lampeggia la parola Ginny. Pigio verde.

“Ciao Gin” calco la parola Gin con tutta la forza che riesco a metterci. Malfoy ridacchia guardandomi: “Che fine ha fatto l’amante?” mi chiede con aria fintamente confusa.

“Taci stupido” gli sibilo quando mi passa davanti cercando di tirargli un calcio. Niente da fare; lo scansa ridendo. Il suo sorriso mi abbaglia. Non sento neanche il saluto di Ginny. Anzi, non sento proprio niente.

Poi riemergo come da una trance è finalmente riesco a capire quello che dice la mia amica..

“Herm, ci sei?”.

Cerco di concentrarmi sulla conversazione, girandomi verso il muro per non guardare il sorriso di Malfoy e non rischiare di distrarmi. “Si, Gin, ci sono. Dimmi”.

Improvvisamente torna in blocco tutto l’entusiasmo della mia amica che aveva trattenuto quando ci eravamo salutate all’aeroporto: “Cavoli Herm, sei a Parigi! Non posso crederci!Com’è lì? Bello? Che fate?”.

“Calmati per favore, sembra un interrogatorio! E’ bello qui, cioè…piove, ma è bello” non specifico di cosa sto parlando ma pare capire al volo.

“Oh si, è bello…soprattutto Malfoy suppongo, giusto?” replica lei ridacchiando.

“Bè si, quello è sottinteso” sorrido alla cornetta mentre Malfoy rientra nella stanza e mi guarda curioso. Lo ignoro facendo finta di essere immersa in una fitta conversazione.

“E’ lì vero? E’ per quello che non parli?” sento la mia amica ridere ancora, come se il fatto che non volessi parlare liberamente con Malfoy in ascolto potesse divertirla. Anzi, la divertiva decisamente a giudicare da come rideva. Forse era la gravidanza che rendeva tutti più idioti del solito…

Decisi di tagliare corto: “Si esatto…tu piuttosto come stai?”.

“Oh bene, James cresce. E scalcia. Soprattutto scalcia, per ora” replica con tutto il suo entusiasmo materno mentre Malfoy articola le parole “Con chi parli?” a bassa voce.

“Che bello, Ginny!” e spingo più che posso sul “Ginny” a mò di risposta. Malfoy pare capire. Fa finta di tirare un sospiro di sollievo e dal suo labiale capisco che mi aspetta di sotto.

“Ma non pensare che non mi sia preoccupata anche per te…tu e Malfoy tutti soli a Parigi…avevate bisogno di un aiuto dai tuoi amici, no?”.

Non capisco il significato di quelle parole ma mi preoccupano già. “In che senso?”.

Ginny ride e sento la voce di Harry dall’altra parte della cornetta dirle: “Dai, diglielo..!”.

“Dirmi cosa?”.

“Oh nulla” risponde lei noncurante mentre Malfoy esce dalla stanza chiudendo la porta con uno schiocco “una cosuccia che vi ho mandato. Come pensierino dei tuoi amici”.

“Che tipo di cosuccia?” le domando preoccupata. Come risposta mi arriva solo una risata.

“Dovrebbe arrivarti domattina sul presto” è tutto quello che decide di dirmi “che cos’è, ovviamente, è una sorpresa..comunque fanne buon uso!”.

“No Gin, aspetta…” cerco di dirle ma è troppo tardi. Ha riattaccato.

Non ho idea di cosa possa regalarmi quella pazza. “Fanne buon uso” mi ha detto. La lista delle cose che potrebbe mandarmi di cui, secondo lei, dovrei fare buon uso è troppo lunga.

Non mi resta che aspettare domattina, nell’ansia di vedere cosa c’è dentro…

Ci mancava solo la sorpresa di Ginny…

Con un sospiro rassegnato, mi infilo la giacca e mi preparo a scendere di sotto da Malfoy.

Ma prima di andare di sotto, riapro la finestra.

##########

“Non hai mai visto la Gioconda? Sul serio?”.

“No, mai. E’ inutile che mi guardi con quella faccia..i maghi non vengono a guardare la Gioconda..”

“Bè, dovrebbero…dimmi che almeno sai cos’è il Louvre, ti prego.!.”.

“Se vuoi te lo dico ma non ti assicuro che sia la verità”.

“Spiritoso.. dimmelo se è vero”.

“Allora non te lo dico”.

“Malfoy, sei venuto a Parigi un sacco di volte e non sai cos’è il Louvre?? Non ci posso credere!”.

“Credici”.

“Ma non esiste..! Adesso andiamo al Louvre. Poche storie”.

“Ma cos’è sto Louvre?”.

“Un museo. Uno dei più importanti che esistano. Tutte le persone normali lo conoscono”.

“Io non lo conosco”.

“Tu non sei una persona normale infatti”.

“Sempre la solita decisa Hermione Granger, eh?”

“Sempre. Ti avevo avvertito prima che cominciassimo a uscire ma non mi hai dato retta”.

“Sono un uomo spericolato”.

“Se non ti preoccupo io non puoi certo farti spaventare da un innocuo quadro…”

“Ah la Gioconda è un quadro?”.

“Si che è un quadro.. non posso crederci che non hai idea di cosa sia!”.

“E’ la terza volta che lo dici..credici e basta..!”

“Veramente era la seconda…”

“Sei sempre così precisina?”.

“Assolutamente si. Quando mi hai chiesto di venire a Parigi sapevi cosa ti aspettava..”

“L’ho già detto che sono un uomo spericolato, no?”.

“Si direi di si. Quindi ora poche storie, uomo spericolato… Louvre e crepes!”.

“Non c’è qualcos’altro da fare? Che ne so…un bel Basilisco, un drago, un’incontro con tua madre..?”.

“Al momento no ma l’ultimo te lo procuro quando torniamo a casa se non vieni al Louvre subito.

“Ok… dov’è questo Louvre?”.

###########

 “Coraggio, ammettilo che ti è piaciuto…!”.

Malfoy mi guarda dal gradino sopra il mio delle scale mobili della piramide del Louvre e non risponde. Alza un sopracciglio come guardandomi con aria di sufficienza e si rigira in avanti.

Salgo sul suo stesso scalino mentre le scale ci portano fuori e lo giro verso di me poggiandogli una mano sulla nuca.

“Ehi che fai? Niente atti osceni in luogo pubblico” mi prende in giro lui scansando la mia mano.

“Ammettere che avevo ragione io secondo te sarebbe un atto osceno?”.

“No, quello non è un atto osceno, è un atto inaccettabile”. Malfoy ride da solo della sua battuta mentre usciamo dal museo.

“Non faceva ridere” replico con una smorfia “la verità è che tu non sai perdere”.

“So perdere benissimo, altrimenti sta mattina sarei rimasto nella stanza fino a dopo che tu te ne sei andata..”.

“Sarebbe a dire?” lo rimbecco mentre lui si ferma nel bel mezzo della piazza, vicino a qualche turista che scatta foto a tutto spiano e si gira a guardarmi sorridendo, aprendo l’ombrello sopra di noi.

“Sarebbe a dire che so benissimo che hai riaperto la finestra dopo che me ne sono andato anche se ti avevo detto che faceva freddo”.

“E questo vorrebbe dire che sai perdere?”.

Annuisce, mi passa l’ombrello e si ficca le mani in tasca senza togliermi gli occhi di dosso. Odio quando fa così. Non riesco a pensare con lucidità se mi guarda in quel modo…

“Esatto, significa che sapevo che avrei dovuto adattarmi ma ho lasciato perdere, altrimenti sarei rimasto lì a fare la guardia alla finestra. Ergo so perdere.”.

“No, ergo stai cercando delle scuse per non ammettere che avevo ragione io” lo riprendo svelta. Inutile. Io voglio che ammetta che ho ragione. E voglio che lo faccia ora. E voglio che mi dica che dopotutto gli ha fatto piacere che l’ho portato al museo. E voglio anche che mi dica che d’ora in poi le finestre le può anche sopportare aperte. Uffa, voglio troppa roba…

Malfoy alza gli occhi al cielo con un gesto teatrale che, devo ammetterlo, gli riesce benissimo. “Merlino Granger, sei insopportabile..!”

“Senti chi parla!”. Avrei voluto aggiungere qualcosa, credo, ma non ne ho avuto il tempo. Malfoy si gira e mi bacia, togliendomi l’ombrello di mano e lasciandolo cadere giù . Ci abbracciamo sotto l’acqua, con l’ombrello poggiato per terra, inutile.

“Ma non ero insopportabile, scusa? E tu mi baci? ” lo riprendo scansandomi, finta offesa, mentre l’acqua mi cade dai capelli sulla giacca bagnandomi tutta.

Malfoy mi guarda per un po’ in silenzio. Poi sorride. 

“Se non fossi così insopportabile non mi piaceresti così tanto…”

Avrei potuto accontentarmi, certo, avrei potuto, ma allora poi non sarei io…

“Ma non è vero che sono insopportabile..!” protesto incrociandomi le braccia sul petto e riservandogli un’occhiataccia.

Malfoy scuote la testa e cerca di sciogliermi le braccia incrociate. Le stringo di più tra di loro fino quasi a farmi male ma lui è più forte di me e decido di lasciarlo fare. Mi prende le mani, fregandosene altamente della pioggia che cade e mi bacia.

Provo a fare resistenza, a mordergli il labbro, a stringere le labbra. Non funziona nessuna delle tre cose. In qualche oscuro modo riesce a baciarmi lo stesso.

“E comunque non sono insopportabile…” borbotto a due centimetri dalle sue labbra. 

“Si che è vero che sei insopportabile…ma se ti consola sei anche bellissima” replica lui e ridacchia “e ora zitta, Granger”. E mi ribacia.

Lascio perdere la storia dell’insopportabile e mi lascio baciare. Gli passo una mano tra i capelli bagnati e non mi importa nemmeno di tutta quell’acqua che ci sta cadendo addosso. Siamo io e lui e basta. L’acqua, i turisti, Parigi, il resto chissenefrega.

Gli mordo piano le labbra come ultima, piccola, vendetta per avermi dato dell’insopportabile.

Malfoy si stacca all’improvviso e mi guarda per qualche secondo senza dire nulla. Per un attimo mi chiedo seriamente se non gli ho fatto male…poi lui sorride: “Ok, hai vinto. Da domani ti lascio aprire tutte le finestre che vuoi. Soddisfatta?”.

Fosse stato un giorno normale l’avrei preso in giro per avermela data vinta…ma non oggi. Con quell’ultima vittoria in tasca lo bacio senza rispondere. Senza aggiungere nulla,una volta ogni tanto.

Lo stringo e lo ribacio, sotto la pioggia. E sta volta non ho paura di tutto quel silenzio.

Va bene così.

Senza parole.

 et voilà..finito..!

naturalmente spero che vi sia piaciuto!

so che è un capitolo più mieloso del solito, ma ogni tanto ci dev'essere qualche capitolo un po' sdolcinato..o no?:) 

aspetto comunque tutti i vostri pareri! un bacio!

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Capitolo 15
*** Come una piccola, vulnerabile, margherita rotta ***


salve a tutti!

eccomi qua con un nuovo capitolo tutto per voi :)

ma prima, i ringraziamenti!

volevo davvero, davvero, davvero ringraziare le persone che seguono questa ff..sia chi l'ha inserita tra i preferiti, tra le storie seguite, che chi la legge ogni volta, che ci recensisce..grazie sul serio a tutti! in particolare, a chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero:

Hollina: thanks! spero che anche questo sarà all'altezza :) fammi sapere!kiss

gelb_augen: grazieee! troppo gentile =) spero che ti piacerà anche questo capitolo..! se eri curiosa di sapere quale fosse il regalo di ginny di sicuro sarai accontentata!XD aspetto una tua recensione allora! baci

TOM THE BEST: bè forse per quello ci vorrà ancora un po'..hihi comunque grazie!XD spero che vorrai recensire anche questo chappy..:) 

e ora vi lascio leggere...buona lettura a tutti!

“Non ci posso credere!”.

“A cos’è che non puoi credere?” mi riprende Malfoy con la testa che sbuca dalla porta del bagno.

Mi giro rapida verso di lui, coprendo con la mia schiena una scatola poggiata sul letto. “No, niente...non ti preoccupare”.  Maledizione. Credevo di averlo pensato e invece ho detto sul serio “non ci posso credere” ad alta voce. E Malfoy ovviamente ha sentito. Ovviamente. Quando c’è qualcosa che non deve sapere la scopre subito…

Mi guarda sospettoso per un attimo poi decide di darmi retta e se ne torna in bagno chiudendosi la porta alle spalle borbottando qualcosa che assomiglia ad un “Mah”. Con un sospiro di sollievo riapro la scatola che avevo cercato di coprire con il mio corpo dalla sua visuale.

Dentro questa scatola bianca c’è la cosa che Ginny mi ha detto che mi aveva mandato. Ora capisco perché ridevano tanto, lei e Harry…

Lei aveva detto che era una “cosuccia” e che dovevo farne buon uso. Sulla questione del buon uso decido di sorvolare, ma bisogna che una volta tornata, le spieghi cosa intendo io per “cosuccia”…

Io, per “cosuccia” intendo una cosa piccola e innocua, un pensierino, niente di strano, niente che dovrei nascondere da Malfoy. Io per “cosuccia” di certo non intenderei il completo vertiginoso interamente di pizzo nero e rosa che è nella scatola di fronte a me…

Scuoto lievemente la testa. Ok, la gravidanza l’ha fatta impazzire del tutto. Ma Harry? Non poteva impedirglielo? Fa l’eroe per delle cagate e quando serve se ne sta buono buono. Schifoso traditore.

Richiudo velocemente la scatola prima che Malfoy esca dal bagno e la veda. La incastro tra le coperte dell’albergo che sono nell’armadio, sperando che mai si sogni di andare a vedere là dietro.

Quando mi giro dopo aver chiuso l’anta, sul parquet della camera un bigliettino bianco mi guarda, insolente. Riconosco al volo la scrittura. Ha fatto proprio le cose per bene, quella schifosa…

 

“Mi ucciderai per questo? Chissà…

Secondo me ti tornerà utile.
Parigi è la città dell’amore, quattro giorni da sola con Malfoy non puoi lasciarli correre così senza una serata speciale..! Noi, da bravi amici, non lo permetteremo.

Su Herm, datti da fare!. :) E sono sicura che in fondo in fondo ci ringrazierai…forse. :)

A presto,                                                                                       Gin & Harry. ”

 

Quando richiudo il biglietto non so se ridere o piangere.

Niente da fare, Ginny è completamente andata. La gravidanza le ha bruciato anche quei due o tre neuroni che non erano già morti dopo anni e anni di convivenza con Ron.

Quanto ad Harry..-dubito che questo foglio sia opera sua, ma me la prenderò anche con lui al mio ritorno…Ci mancava solo il completo sexy…

Con un sospiro rassegnato nascondo il biglietto vicino alla scatola, in fondo all’armadio e lo richiudo appena in tempo, prima di Malfoy entri nella stanza. Appena in tempo. Quando esce dal bagno, mi lancia un’occhiata curiosa prima di andarsi a infilare le scarpe ma sono più veloce di lui a distogliere lo sguardo.

Con la coda dell’occhio noto che continua ad osservarmi e solo dopo un po’ si dedica finalmente alle scarpe. Tiro un sospiro di sollievo mentre maledico Ginny e le sue idee strambe.

Io paro il culo a suo fratello, a sua cognata e ai loro segreti pur di non farle prendere un colpo e lei mi manda un completo sexy.. Grazie tante Ginny…

E con questi pensieri rabbiosi apro le finestre prima di uscire, senza nemmeno riuscire a godermi il fatto che per la sua “promessa” Malfoy non può nemmeno andarle a richiudere.

###########

“Non trovi che i francesi abbiano un naso orribile?”.

Ridacchio con la testa poggiata sulla spalla di Malfoy e non apro nemmeno gli occhi per accertarmi di quella critica.

Sento il sole che mi filtra tra le ciglia ma non mi da fastidio. Sono in uno stato in cui potrebbe anche arrivare Rita Skeeter in persona e prendermi a picconate che la ignorerei.

Dopo il Louvre ho deciso di concedere a Malfoy una tregua e l’ho trascinato ai giardini più grandi di tutta Parigi. Inutile dire che stare stesi su un prato in nullafacenza gli è sembrato di gran lunga meglio che girare tutte le opere d’arte di Parigi.

Malfoy mi molla un pizzicotto sul braccio in attesa di una risposta. Il solito rompiscatole. Mai un secondo di pace…

Facendo uno sforzo immenso per aprire gli occhi, decido di controllare quanto è fondata la sua critica. Guardo il mezzobusto di pietra che sta indicando. Ok, ha un brutto naso. Ma un sacco di gente al mondo ha un brutto naso e non è francese.

Faccio finta di non capire che sta parlando della statua e replico: “A dire la verità io a francesi mica guardo il naso…”. Malfoy mi stringe un po’ di pancia con due dita e con l’altra mano mi fa il solletico.

“Ehi, sto scherzando!” cerco di allontanarmi un po’ da lui e liberarmi delle sue mani ma non c’è verso. E’ difficile cercare di evitare ciò che è tutto quello che vuoi. “Dai mollami…ho detto mollami! Ahia!”.

Mi pianta la faccia a due millimetri dal naso mentre cerco di riprendere fiato e mi sibila: “Tu ai francesi non dovresti guardare nemmeno il naso. Figurati il resto…”.

Scuoto leggermente la testa ma non replico. Mi piace vederlo geloso. E’ egoista, lo so, ma mi piace. C’è qualcosa nella sua gelosia che mi riempie allo stesso tempo di orgoglio e tenerezza.

“Stavo scherzando” mi difendo allontanando le sue mani dalla mia pancia per evitare dell’altro solletico a sorpresa “non ci guarderei mai…soddisfatto?”.

Mi fa una smorfia poco convinta ma decide di lasciarmi stare. Mi fa riappoggiare sulla sua spalla e comincia a giocare con i miei capelli.
Io richiudo gli occhi lasciando perdere i nasi, i francesi e tutto il resto.

Sento Malfoy che dietro di me canticchia qualcosa. Non ho voglia di chiedergli cosa. Mi sento in uno strano stato di pace, come se galleggiassi. In genere mi capita due o tre volte l’anno e sempre e solo in piscina, quando ti tieni al bordo con le mani e muovi la testa al pelo dell’acqua, sentendoti improvvisamente leggera e in pace con il mondo. Ecco, ora sto così. Solo che non sono in piscina.

Malfoy gioca con le margherite intorno a noi, poggia la mano sull’erba e la muove in piccoli cerchi, facendole ondeggiare. Mi perdo a guardarlo, incantandomi a seguire le traiettorie delle sue mani.

“A che pensi?” lo sento chiedermi dopo qualche minuto di silenzio.

Mi riprendo dalla mia trance e lo guardo strappare una margherita e poggiarmela in testa, ma senza smettere di guardarmi curioso. “Alle margherite” replico semplicemente. Inutile spiegargli che mi ero persa nei miei pensieri su tutto e niente solo perché mi sento in un mondo a parte di serenità… non capirebbe. O forse è a me che piace pensare che non capirebbe, come scusa per non dirglielo.

“Alle margherite?” mi guarda scettico come se non le considerasse un argomento abbastanza interessante per perderci interi pensieri.

“Si alle margherite” insisto, e mi esce fuori uno strano tono di sfida che non avevo programmato. Decido di addolcire un po’: “Pensavo ad un giochino babbano che si fa con le margherite…”.

Non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che un suono metallico e insistente interrompe le mie parole. Malfoy si fruga in tasca, alla ricerca del suo cellulare ultimo modello.

Apre il flip, guarda chi lo sta chiamando… e lo richiude.

“Dicevi?” mi borbotta rificcandoselo in tasca e sorridendomi come se quel cellulare non avesse mai suonato.

Può incantare sé stesso se gli fa piacere, ma non me.

“Perché non hai risposto?”.

“Non stavi dicendo questo” mi riprende lui con un sorriso strano, come se volesse assecondarmi.

“Prima no, ma ora sto dicendo questo. Perché non hai risposto?” insisto, testarda senza ricambiare il sorriso. C’è qualcosa che non va. Non so cosa, ma c’è qualcosa che non va. Non l’ho mai visto non rispondere al cellulare.

“Non volevo interromperti”.

Non lo ascolto nemmeno. Se non avesse voluto interrompermi l’avrebbe spento direttamente…

“Tu non hai risposto dopo che hai visto chi era. Era qualcuno che non volevi sentire?”

Malfoy scuote la testa con aria noncurante “Non era nessuno di degno di nota”.

Ah! Beccato. Allora era per quello che non aveva risposto, non per non interrompermi. Ci ho preso.

Senza volerlo la mano mi si stringe su una margherita innocente che stritolo cercando di calmarmi.

E’ solo una telefonata. Solo una telefonata. Una innocua telefonata.

Ma chi era? Perché non ha risposto? Perché potevo sentire? Perché?

Niente, non funziona.

Malfoy nota il mio silenzio improvviso e quella rigidità che ho assunto e mi si avvicina, mettendomi un braccio dietro la schiena. “Non era nessuno di degno di nota, davvero”.

“Chi era?” insisto, girandomi a guardarlo. Lui mi fa un sorrisetto veloce e poi si perde a guardare il vuoto.

“Granger, ho detto nessuno di degno di nota. Siamo in vacanza dai, non ti preoccupare…”

“Lo decido io se è qualcuno di degno di nota o no” replico veloce, alzando in tono involontariamente. Persino Malfoy rimane sorpreso da quello scoppio improvviso.

Calma, Herm, stai calma…

“Non ti facevo così sospettosa” mi sibila con una durezza negli occhi che mi fa stringere qualcosa nello stomaco. E mi sento in colpa. Da morire.

“Tu dimmi chi era. O non devo saperlo?” aggiungo poi con aria di sfida, stringendo in pugno intorno alla margherita che ho ancora in mano.

Malfoy si irrigidisce ancora di più, allontanandosi da me. “Hai così poca fiducia in me da voler controllare chi mi chiama?”.

Mi guarda con i suoi occhi grandi e grigi, da cucciolo…e la forza di dire di si non ce l’ho.

Lo guardo aggrottare le sopracciglia senza dire nient’altro. Non è mancanza di fiducia, la mia. È paura.

E se è una donna? Una più bella di me, più divertente di me, più interessante di me? Una meno rompiscatole di me, meno sospettosa, meno testarda? Una migliore di me?

“Guardami” mi sento dire, mentre mi gira la guancia verso di lui “ti fidi di me o no?”.

Si che mi fido, Malfoy. Vorrei avere così tanta fiducia anche in me stessa…, avrei voluto dirgli. Non ci riesco, apro la bocca ma non ne esce niente. 

Troppo orgogliosa per ammettere di avere paura che lui trovi qualcuna di meglio di me.

“Chi tace acconsente…” mi borbotta lui togliendomi la mano dalla guancia. Malfoy si alza, mi lancia un ultimo strano sguardo che noto solo con la coda dell’occhio e se ne va.

Cammina piano, verso chissà dove, ma se ne va. Non si gira indietro. Mi lascia lì seduta, con una margherita maciullata stretta in mano e una stretta più forte proprio sul cuore.

In testa mi frulla solo una domanda…sono io che sono una pazza isterica che si allarma per tutto o è lui che mi sta nascondendo qualcosa che non vuole che io sappia? E se è così, perché non vuole che io lo sappia?

Non so rispondermi.

Apro piano la mano. Sul mio palmo, una margherita spiegazzata, con i petali rotti e lo stelo storto.

Qualsiasi sia la risposta, io ora sto esattamente come lei.

Come una piccola, vulnerabile, margherita rotta.

############

Non rimango lì seduta in mezzo alle margherite. Mi sento fuori posto in questo parco pieno di famigliole felici. E non torno in albergo.

Ho bisogno di stare da sola. Anzi, non è che ho bisogno di stare da sola, sono da sola.

Questa verità non mi fa nemmeno sentire peggio. E’ la paura ad avere il controllo di tutta la mia mente.

Ho paura di avere esagerato, di avere interpretato chissà cosa dove non c’era nulla. Ho paura di perderlo.

E non ho niente a cui attaccarmi per rassicurarmi. Cammino, per i boulevard di Parigi. Cammino e basta.

Non so verso dove, verso cosa, per fare che, ma cammino. Come se potesse aiutarmi…

Improvvisamente suona il mio cellulare, mi vibra in tasca, piccolo rompiscatole. Lo apro, con aria assente e non perdo nemmeno tempo ad arrabbiarmi alle parole “Casa Ginny” che mi lampeggiano sullo schermo.

Pigio verde ma non dico nulla. E’ Ginny a parlare: “Ehi, Herm! Allora, è arrivata la sorpresa? Non ci hai detto nulla, ci siamo preoccupati! Che ne dici, ti è piaciuto? Eh, Herm? Herm? Ci sei?”.

Non ho avuto la forza di dire nulla. E’ stato il rumore di qualche lacrima e di un involontario tirare su col naso a parlare per me. Ma Ginny capisce ugualmente.

“Ehi, che è successo? Hai litigato con Malfoy?”.

“No, piango così, perché mi diverte..” le borbotto strizzandomi gli occhi con rabbia. Riesci ancora a fare l’ironica, Herm? “si certo, Ginny, ho litigato con Malfoy…”

“Oh…mi dispiace. Come mai?”.

E glielo spiego. Dall’inizio, dal brutto naso dei francesi, fino alla mia camminata senza una meta.

“Dimmi la verità, Gin…” le borbotto infine, ricacciando le lacrime “..secondo te ho esagerato?”.

Silenzio. Ci mette qualche secondo prima di articolare una risposta e il tono calmo che usa mi fa chiaramente capire che la risposta è si.

“No Herm è che…non hai risposto quando ti ha chiesto se avevi fiducia in lui…devi capire che si sia arrabbiato…”

“Gin, tu avresti paura a rispondere al cellulare davanti ad Harry?”.

“No. Ma Harry non è Malfoy”.

Che risposta è? L’amore è amore. Se è davvero amore. Ed è questa domanda che mi martella dentro. E’ davvero amore quello che prova Malfoy? E non sono sicura di volerla sapere la risposta.

“Herm, ascolta, avete esagerato tutti e due. Prova a chiedergli scusa per non avergli risposto e quando si sarà calmato fatti spiegare chi era…”

Detto così sembra così facile, così razionale.

“Dovrei addossarmi tutta la colpa?” le chiedo, cercando di sopprimere quel po’ di orgoglio che mi è rimasto dopo aver pianto per i viali di Parigi con tutti che si giravano a guardarmi.

“Preferisci stare lì a piangerti addosso?”.

#############

Malfoy non è tornato in albergo.

Mi lavo la faccia e spero che per quando torni sia già tornata normale. O almeno mi siano già passati gli occhi rossi.

Forse ha ragione Ginny…se davvero mi fido di lui devo fidarmi al cento per cento. Ma se lui non vuole farmi morire di crepacuore, non potrebbe semplicemente dirmi chi era e farla finita?
E quando tornerà, cosa gli devo dire? Devo fare l’arrabbiata, la triste, la pentita? Ginny, la mia consulente matrimoniale, ha solamente detto “Fai come se nulla fosse, chiedi scusa e cerca di fare tornare le cose alla normalità”.

Improvvisamente, mentre cammino su e giù per la camera ho un’idea improvvisa. Non c’è niente di normale ma forse sarebbe talmente sorpreso da lasciare da parte il muso…

Herm…sei impazzita?

Devo fare pace con lui, caro cervello. Hai idea di come fare?

Non come faresti tu.

Posso rischiare, una volta nella vita, o no?

Non ho risposte.

Decido in fretta. Sta volta rischio.

Apro l’armadio, afferro il pacchetto di Ginny e corro in bagno.

############

Due ore, dieci minuti e quaranta secondi dopo, finalmente una chiave si muove nella toppa.

E compare Malfoy.

Non mi guarda. E’ come se non ci fossi. Lui si toglie il giubbotto, le scarpe, và in bagno, esce, spegne in cellulare e si siede sul letto di fianco a me, senza dire una parola.

Mi sistemo le coperte che ho addosso e lo guardo. Non ricambia.

Ok, prima parte del piano. Pronti, via…

“Scusami…” gli sussurro tenendo d’occhio le sue reazioni “me la sono presa per niente e non ti ho detto che mi fido di te. Ma è così, io mi fido di te”.

Praticamente, è come se parlassi da sola… una statua sarebbe più loquace.

E va bene…seconda parte del piano…

“Sei ancora arrabbiato, vero? Ok, per farmi perdonare revoco la storia del lasciare aperta la finestra. Lo deciderai tu, va bene?”.

Niente. Sto parlando da sola.

Finalmente biascica qualcosa, con lo sguardo perso nel vuoto e l’aria da bambino offeso: “Anche tu sta mattina mi hai nascosto qualcosa…ora siamo pari”.

Oh certo, il pacchetto di Ginny…quindi era solo per vendetta?

Speravo di non arrivare a questo punto ma non ho altra scelta dopo quello che ha detto. Con un sospiro mi rassegno ad usare la terza parte del piano. Maledetta Ginny…me la pagherai…

“Era solo una cosa che mi ha mandato Ginny…ma se non ti giri non puoi vedere cos’è…”.

Mi stampai in faccia un ghigno dei suoi, mentre Malfoy si girava verso di me, aggrottando le sopracciglia e alzava leggermente le coperte che avevo addosso, notando com’ero vestita. O meglio..svestita.

Quando i suoi occhi incrociarono il pizzo nero e rosa, tutta la sua espressione mutò da “arrabbiata” a “molto sorpresa”. “Come vedi, io non ti nascondo niente…” gli sussurrai suadente con aria da ballerina del Moulin Rouge. Cosa mi tocca fare…

Eppure, fu con estrema soddisfazione che vidi Malfoy sorridermi, scuotere la testa e baciarmi.

Dopotutto, Ginny sarà anche pazza..

..ma i suoi regali sono tremendamente utili.

et voilà, finito!

Hope you like it =) e spero che vogliate recensire..!

fatemi sapere che ne pensate! alla prossima! baci a tutti

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