Chiedimi se sono felice di coccinella (/viewuser.php?uid=23355)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I concetti astratti di vincere o perdere ***
Capitolo 2: *** Nasi che si allungano ***
Capitolo 3: *** Indovina chi viene a cena? ***
Capitolo 4: *** Cane,gatto e topo ***
Capitolo 5: *** Tra moglie e marito... ***
Capitolo 6: *** Uno sconosciuto di nome Ron ***
Capitolo 7: *** Scarpe diem ***
Capitolo 8: *** Non esiste peggiore cieco di chi non vuole vedere ***
Capitolo 9: *** Principio di conservazione della vita ***
Capitolo 10: *** C'è sempre un briciolo di logica ***
Capitolo 11: *** Houston abbiamo un problema ***
Capitolo 12: *** E' tutto un equilibrio sopra la follia ***
Capitolo 13: *** Mai dire mai ***
Capitolo 14: *** Va bene così. Senza parole. ***
Capitolo 15: *** Come una piccola, vulnerabile, margherita rotta ***
Capitolo 1 *** I concetti astratti di vincere o perdere ***
ciaoooo!come
promesso,rieccomi qua con la continuazione della ff "Chi l'avrebbe mai
detto!" ma,anche se i personaggi rimangono quelli, la storia
è diversa,per cui potete leggerla tranquillametne anche se
non avete letto la parte prima!!
Comunque,ora
vi lascio leggere,spero solo che vi piaccia...buona lettura!!!
Salve gente…!
Vi ricordate di me?
Si,probabilmente,anche se sono passati 3
mesi e mezzo ormai dalle ultime notizie che avete avuto di
me…o forse è meglio
rinfrescarvi un po’ la memoria..ma prima di farlo,
perdonatemi, ma vi pongo un
quesito di fondamentale importanza per la mia salute mentale…
Avete presente i finali delle favole?
Quelli smielati al
massimo,dove tutto,e dico proprio tutto,va a finire bene? Dove tutti i
protagonisti “…vissero per sempre felici e
contenti”? Ecco. Quelli.
Io ci ho messo quasi 26 anni a
capirlo,ma finalmente ci sono
riuscita,quei finali lì,proprio quelli… sono
un’immensa cagata!
Ve lo faccio capire in
maniera,spero,semplice. Vi siete mai
chiesti come mai nelle favole non fanno mai vedere cosa succede dopo la
famosa
frase “e vissero per sempre felici e contenti”?
Come fai ad essere sicuro che
la principessa e il principe vissero davvero felici e contenti per
sempre? In
genere, questa spiegazione ulteriore di quello che succede dopo,non
c’è mai…e
non è un caso! Perché farebbe crollare in meno di
10 secondi netti tutta la
teoria del “vissero felici e contenti”.
Un esempio? Prendiamo la favola di
Cenerentola…come mai non
fanno vedere la nostra adorata Cenerentola alle prese con i litigi col
marito,oppure con la suocera,ammesso che lei avesse una suocera, oppure
con
l’educazione degli eventuali figli,che avrà avuto
di sicuro,perché rientrano
del progetto di “vissero sempre felici e
contenti”,o ancora con il marito che
non spolvera il trono regale nemmeno una volta l’anno??
Semplice. Non lo fanno
vedere perché lì ti crolla il mito delle favole.
Perché nel post-momento di
idillio,prima o poi,arrivi alla fase del dramma casalingo.
E in principe,che,anche se nessuno
l’ha mai ammesso,era un
Mutaforma,diventa l’essere meno collaborativo e presente che
tu abbia mai
conosciuto… anche se questo fenomeno può essere
più o meno pronunciato a
secondi dei soggetti,naturalmente…
Ora,trasferendo tutto questo discorso
alla vita reale,e in
particolare alla mia vita.…la teoria del “vissero
sempre felici e contenti” si
fa ad infrangere contro un dato di fatto….
Voi avete mai conosciuto un principe?
Immagino di no…
Bè,neanche io…ma se per caso vi capitasse di
incontrarne uno,ricordatevi di
chiedergli se lui sa lavare i piatti. E caricare la lavatrice, e
stendere i
panni,e spazzare,e rifare il letto e preparare per cena qualcosa di
commestibile senza ricorrere alla pizzeria o tirare fuori la
bacchetta…
La risposta standard di qualsiasi
uomo alle domande sopra
citate può essere riconducibile ad una delle due seguenti: o
“No” oppure
una,già più articolata ma comunque disarmante,
spiegazione di questo tipo:
“No,ci pensa mia madre/mia moglie/ la mia fidanzata/mia
sorella/la mia
convivente/ la mia colf/il mio elfo domestico/il mio robot
privato”. Punto e
stop. Questo è il massimo che potete riuscire ad ottenere da
un uomo in fatto
di faccende domestiche.
Ora…questo già
succede quando l’uomo in questione è
perfettamente in grado di accendere una lavastoviglie e sa come
funziona una
qualsiasi scopa,con allegato straccio…ma se
l’essere di sesso maschile in
questione non ha assolutamente idea di come funzioni una
lavastoviglie,per non
parlare della scopa e dello straccio,che è ancora convinto
siano oggetti
marziani caduti per sbaglio sulla terra, la questione diventa un
tantino più
complicata…
E per far cadere altra pioggia sul
bagnato,il fatto che
questo uomo si chiami Draco Lucius Malfoy complica ulteriormente e
notevolmente
le cose…
########
Ok,ora che vi ho attaccato i miei
dubbi,posso
presentarmi…anzi,ri-presentarmi. Il mio nome,come forse
già saprete,è Hermione
Granger(anni 26)…ma vi faccio un quadro genere della
situazione della
sottoscritta…sono:giornalista della Gazzetta,amica di Harry
e Ginny Potter(anni
rispettivamente 26 e 25),madrina della loro figlia Lily(anni
3),migliore
amica,per così dire, di Ron Weasley (anni 26),non proprio
fan di sua moglie
Lavanda(anni 26,ma il cervello di una bambina di 2), collega di
Ellie(anni non
ben definiti, ma senz’altro meno dei miei),
“capo”,si fa per dire,della mia
mitica per quanto rompiballe segretaria Betty (non sono autorizzata a
rivelarne
l’età né a voi né a nessun
altro) e,per finire in bellezza, convivente di Draco
Malfoy…
Già così il
quadro è piuttosto incasinato…per non parlare
del fatto che ho una madre che è fissata con le cene,a cui
mi obbliga a
partecipare,un padre che collezione apparecchi e denti finti(manie di
dentistica,non di cannibalismo,chiariamoci),una migliore amica incinta,
un
migliore amico che mi scongiura di fare compagnia alla mia migliore
amica,nonché sua moglie,e,sempre dulcis in fundo,un
fidanzato che di faccende
domestiche ne sa quanto i principi di prima…
Sapete,quando Malfoy mi propose di
vivere insieme,non avevo
calcolato che avevo a che fare con un individuo per cui le faccende
domestiche,e le cose Babbane in generale,erano chiare quanto a me le
regole del
Quiddich. So cosa starete pensando…perché non gli
hai detto di no?
Già…bella
domanda… sarà perché forse voi non
sapete quanto è
difficile dire di no a Malfoy quanto parte con la sua opera di
persuasione,sarà
perché alla fine mi faceva pena,con la sua casa allagata,
motivo per cui era
venuto a vivere da me,anche se ormai è stata sistemata da
mesi oppure sarà
perché sono completamente e irrimediabilmente innamorata di
lui.
Secondo
Ginny,esperta mondiale in fatto di convivenza con
gli uomini,considerato che ha convissuto con i suoi 6
fratelli,più suo padre,e
ora ha un marito,Harry appunto,in merito alle faccende di casa esistono
tre
tipologie di uomini…:
· -il
super
disponibile. È capace di fare tutto lui,tu potresti anche
sparire che la casa
non se ne accorgerebbe neppure,anche se lui si spera di si…
Tipologia assai
rara. Vedi esempio,Harry.
· -il
super
menefreghista. È capace di lasciare lì a marcire
le cose in giro finchè non
arrivano al soffitto..la polvere,per lui,serve a scrivere i messaggi
sulle
mensole,ormai ragnatele di legno, altro che mensole. Tipologia fin
troppo
comune. Vedi esempio,Ron.
· -il
furbo.
Di faccende domestiche ne sa poco o niente,ma finge,o a volte,ma solo a
volte,lo fa davvero, di aiutarti. Tipologia non troppo rara ma in via
d’estinzione. Vedi esempio,Malfoy.
Alla luce di questa divisione in
classi,potete
capirmi…potete,vero? Forse no… ma del resto
nessuno di voi ha mai vissuto con
Malfoy…e nessuno di voi lo farà mai,almeno
finchè sarò in vita io…
###########
“Sono a casa!”
strillai,sbattendomi la porta alle spalle,con
il piede e scaricando lì, direttamente sul pavimento,le tre
borse di plastiche
che stavo portando sul braccio destro,motivo per cui stavo pendendo
verso
destra. Mi guardai in giro, in cerca del mio fidanzato,che dovrebbe
essere in
un posto non ben definito del tragitto Ministero della magia-casa.
Niente. L’unica forma di
vita presente in casa,è il gatto.
Quel coso rosso e peloso così simile al mio vecchio
Grattastinchi che si è
meritato lo stesso nome. Alla faccia della fantasia. E poi mi stupisco
di Harry
e Ginny…i quali due hanno chiamato la propria figlia
Lily,”grandissima”
variazione ai nomi di famiglia,e ora stanno parlando di chiamare
l’altro figlio
in arrivo,considerato che sua madre era al sesto mese di
gravidanza,James… e
ditemi voi se questo significa avere inventiva…
Andai subito ad ascoltare la
segretaria. 2 messaggi. Con un
sospiro,pigiai il tasto di ascolto e mi preparai psicologicamente a
sentire le
solite lamentele di Betty,la mia segretaria…chi non la
conosce non può
capire..,oppure il solito,odiatissimo,invito di mia madre ad una delle
sue
soporifere cene. Roba da spararsi. O buttare la segreteria telefonica
giù dalla
finestra.
Niente di tutto ciò. O
almeno,meglio di quanto mi
aspettassi… Un messaggio era di una pubblicità di
telefoni. Solo l’altro era di
Betty… Lo cancellai senza nemmeno ascoltarlo.
Con un sospiro andai in cucina,con
l’unico scopo di bere
qualcosa,visto che ero ormai vicina al morire per mancanza di
liquidi,quando
sul tavolo della cucina mi si aprì il seguente scenario. Il
tavolo ricoperto di
carte del Ministero. Il colpevole mi venne in mente subito:Malfoy.
Tornai subito nel corridoio,certa che
se fossi rimasta lì
ancora a lungo,avrei potuto rovesciare il bicchiere che tenevo
nell’altra mano
“per caso” sopra tutta quella roba che occupava
senza permesso il MIO tavolo…
Ma no,troppo
perfido…potevo solo aspettare che tornasse il
mio caro “principe” e parlare civilmente..
giusto,Herm,mica puoi scendere al
livello di Lavanda Brown in Weasley. O no?
In questo preciso istante,con una
precisione da fare invidia
a Betty,entrò il mio cosiddetto fidanzato.
Mi vide lì piantata in
mezzo al corridoio,in piedi,con in
mano un bicchiere d’acqua vuoto e mi studiò per
qualche secondo prima di
scuotere la testa e venirmi a stampare un bacio sulle labbra. In tutta
risposta,gli morsi le sue.
Malfoy si allontanò,
vagamente stupido e guardò nel mio
bicchiere con aria curiosa: “Sicura che fosse acqua quella
che hai bevuto?” mi
domandò,con quell’aria da schiaffi che poteva fare
sparire in meno di 10
secondi tutto quello che non sapeva fare in casa. Ce la faceva sempre.
Riusciva
sempre a farsi perdonare,in qualche subdolo modo. Ma allora poi non
sarebbe
stato Draco Malfoy…
“Vorrai dire
l’acqua che per poco non è finita dritta sui
tuoi documenti del Ministero?” replicai cercando di tirare
fuori l’aria
bastarda che mi stavo allenando a fare,in risposta alla sua aria
disarmante da
“tanto alla fine,so già che tu farai quello che
voglio io”.
Malfoy aggrottò le
sopracciglia ma,con mio immenso
dispiacere,non diede altri segni di cedimento.
“Se proprio ci tieni fallo
pure…” replicò con un’aria
menefreghista che mandò in fumo ogni mio tentativo
precedente di ottenere una
reazione un minimo offesa o preoccupata,per le sue cose di lavoro.
Invece
niente. Dovevo aspettarmelo…
Malfoy tentò di baciarmi
ma rimasi con le labbra
ostinatamente chiuse e girai la testa dall’altra parte con
aria offesa da
bambina viziata. Aria che avevo imparato a fare da quando uscivamo
insieme. Non
è poi così difficile. Basta pensare a Lavanda
Brown,e provare ad imitarla.
Ovviamente, non bisogna considerare la vergogna di imitare la tizia che
mi ha
fregato da sotto il naso il mio, all’epoca, fidanzato per
sposarselo.
Malfoy tentò di guardarmi
negli occhi ma io mi girai,decisa.
Sapevo che guardare quegli occhi stupendi sarebbe stato come tradirmi
da
sola..e poi conoscevo questa scena, l’avevo già
vista. Anzi, l’avevo già
vissuta. Lui insisteva,io facevo resistenza,lui insisteva
ancora…alla fine io
cedevo. Come da copione. Ma del resto,avete mai provato a resistere a
Draco
Malfoy? Se come immagino, la risposta è no,evitate di
commentare…
“Una
domanda…” mi sussurrò lui con un ghigno
appena
accennato per cui gli lanciai un’occhiata di puro odio,ma fu
solo un secondo
“…davvero ti importa di più di quello
che c’è di là,che di me?”.
Domanda superflua,pensai tra me e
me…lui sapeva benissimo
quale preferivo tra le due cose, era più che
ovvio… ma mi guardai bene da dire
la cosa ad alta voce. Mi limitai a girarmi appena dalla sua parte.
Grosso
errore.
Malfoy mi batté sul tempo
e mi ritrovai con le sue labbra
sopra le mie neanche 2 secondi dopo… in quella frazione di
secondo decisi di
lasciare perdere e mi lasciai andare. Mi ero arresa. Di nuovo. Come
sempre.
Alla fine l’aveva sempre vinta Malfoy…per
forza,come potevo resistere??
Ma in quell’istante mi
auto-promisi di riuscire a
resistere,la prossima volta. E nello stesso instante in cui lo
pensavo,sapevo
già che la prossima volta le cose sarebbero andate
esattamente come questa… e
anche la volta dopo,e anche quella dopo ancora…
Questo avrebbe dovuto farmi sentire
male…o anche solo
impotente di fronte a Malfoy,che alla fine riusciva sempre ad averla
vinta…e
invece mi sentivo meravigliosamente bene. Alla fine avevo perso si,ma
mi
sentivo fin troppo bene per essere una perdente… in
fondo,vincere e perdere
sono concetti astratti,cambiano a secondi dei casi. O almeno
è quello che penso
io…
E se perdere significava potere stare
tutta tranquilla tra
le braccia di Malfoy,allora sono felice e fiera di essere una
perdente…
ecco qua!finito questo primo
capitolo...!spero solo che vi sia piaciuto,anche se,x ora,era solo una
specie di introduzione...!
comunque le recensioni sn sempre
gradite!!!!!:-) bacio!
P.S. Se alcune cose non vi sono
chiare e non avete letto Chi l'avrebbe mai detto!,la aprte prima,vi
consiglio di farlo..!
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Capitolo 2 *** Nasi che si allungano ***
salve
genteee!eccomi qua con il secondo capitolo!! ma prima,volevo
già cominciare con i ringraziamenti,perchè ve li
meritate proprio!! Grazie a tutte le persone che hanno letto,che hanno
messo tra i preferiti(già 20!)e,ovviamente,a quelle che
hanno recensito,ossia:
Hermione
17(ma graziee!!sono felice che ti abbia continuato a leggere anche la
continuazione dopo avere letto anche tutta la ff Chi l'avrebbe mai
detto..grazie davvero! comunque spero che vorrai commentare anche
questo chappy..!kiss!)
tinkerBLOOD(thanksss!mi
fa davvero piacere che tu abbia deciso di seguire anche questa altra
ff!!e grazie anche x la recensione all'ultimo chappy di Chi l'avrebbe
mai detto! Ora spero solo che questo pezzo ti piaccia..fammi
sapere!!kisses)
potterina_88_(ciauuu!grazie
x avere continuato a seguirmi!!e grazie anche x la recensione finale a
Chi l'avrebbe mai detto! comunque anche io invidio Herm con tutto il
mio cuore..chi non vorebbe un cenerentolo così?? XD spero
che questo chappy ti piaccia!besitos!)
...pallina...(bè
mi fa davvero piacere che tu abbia deciso di continuare a
recensire..!!ora spero solamente che anche la continuazione dell'altra
ff ti piaccia..fammelo sapere!)
witchmelanie(sorrami,nei
personaggi avevo dimenticato d mettere Draco-herm..comunque
si,è ancora una dramione!!ovviamente!! Xd comunque..ma come
hai fatto a collegarti ogni 5 minuti per aspettare il
seguito??accidenti che pazienza...!meriti un mega-super- bacioneee!!
spero che ora tu vorrai continuare a recensire..!kiss!)
fragola1991(grazieee!mi
fa piacere che ti sia piaciuto l'inizio..!spero che anche la
continuazione non sia da meno...! aspetto un tuo parere!!
grazie ancora per continuare a segurimi..!bacioni!)
Ok,ora
vi lascio leggere...un bacio grosso a tutti!:-)
Ok,ora facciamo un
giochino… Pensate alla parola
“convivenza”.
Qual è la prima cosa che vi viene in mente?
Credo di saperlo.. una serie di
parole di questo tipo:
armonia,amore,felicità,aiutarsi a vicenda…e via
dicendo. E,in teoria, potrei
anche darvi ragione. In teoria. Ma in
pratica…bè,la pratica è tutta
un’altra
cosa. E, in genere è anche molto,ma molto molto molto
peggio.
La realtà è che
ti ritrovi in una serie di situazioni da
manuale dell’incazzatura al limite del ragionevole.. ad
esempio,tornare a
casa,dopo 1 giornata alla Gazzetta,con il nervosismo a livelli
paurosi,e devi
anche fare da mediatrice tra il tuo gatto e il tuo fidanzato,che si
giocano il
posto migliore sul divano. E,nella migliore delle ipotesi,dopo circa 3
ore di
ringhi(del felino ma non solo) ti tocca mettere il gatto,che intanto ti
ha
graffiata a sangue,nella sua gabbietta…per quanto riguarda
il fidanzato… bè,lui
ti tocca lavorartelo come puoi…anche se questa,in
genere,è la parte migliore
della manovra di pace… Ma non solo…
Ti ritrovi anche a dover spostare la
tua libreria
preferita,delle 10 che hai in casa,in questo caso particolare un pezzo
insostituibile della mia vita, perché
“qualcuno” vuole mettere al suo posto la
tv… anche se, se tu non glielo avessi spiegato circa 2 mesi
fa,quel qualcuno
non avrebbe mai scoperto nemmeno cos’è una
tv… ma non è finita qui…
Perché mentre sposti la
libreria,devi stare attenta a non
incasinare le carte di lavoro di un certo altro
“qualcuno” o poi rischi di
ritrovarti quella sera stessa a litigare in cucina, brandendo un
mestolo come
arma di difesa. E dopo aver litigato,per un tempo che oscilla dalle 2
alle 3
ore,uno dei due,o anche tutti e due(anche se poi,in quel caso,il
problema non
esiste)vorrete fare la doccia,e vi ritroverete, per
l’ennesima volta, a
discutere di fronte al box della doccia, in bagno… che non
è esattamente il
massimo del romanticismo.
Per non parlare delle discussioni su
chi pulisce,chi
cucina,chi fa tutto…e la risposta,in genere,è
molto simile a qualcosa tipo. “Lo
fai tu,vero?” con allegati quei due occhioni che ti fissano
come nel cartone
Bambi. E tu non puoi dire di no.
Cioè,potresti,volendo…ma non lo fai. Non ci
riesci.
E poi parlano di parità
tra i sessi… No. Noi donne siamo
molto più furbe degli uomini,ma siamo anche molto
più sensibili. E quel punto
di furbizia che ci eravamo guadagnate,va a farsi benedire, distrutto da
quello
di sensibilità. E l’hanno sempre vinta gli uomini.
Tanto per cambiare.
Alla fine io mi arrendo a fare
tutto…al massimo,uso la
bacchetta,quando Malfoy non c’è,tanto
perché lui non lo sappia. Tanto per non
dirglielo. Tanto per farlo sentire un po’ in colpa.
Vi chiederete perché lo
faccio,immagino…già..me lo chiedo
pure io. Per amore,credo. O per stupidità. Che
poi,è quasi la stessa cosa…
#########
Da quando Ginny è
incinta,veramente incinta voglio dire,ossia
da quando il suo pancione ha raggiunto una grandezza considerevole, ha
cominciato a dare i numeri. Chiariamoci: ha sempre dato i numeri,ha
sempre
avuto le sue piccole manie,che vanno dalla cioccolata alla musica,ma
ora le ha
elevate a potenza e poi ancora duplicate.
E quindi eccomi qua,alle 6 del
pomeriggio,a suonare il
campanello di casa Potter ormai ininterrottamente da almeno 20
minuti,per
vedere oggi che sta combinando. Sono arrivata persino a suonare facendo
delle
canzoni.. non so, pigiare mentre pensi ad una canzone e rifare la
melodia.
Finalmente,dopo altri 5 minuti di Jingle Bells, totalmente fuori
stagione tra
l’altro , Harry si degna di venirmi ad aprire.
“Oh
ciao…” mi borbotta,con una faccia da film
dell’orrore
“Ginny è di là…con Ron.
Adesso te la chiamo…”. Altro che manie..molto
peggio.
“No” rispondo
subito,secca,più precipitosa di quanto sia di
solito “non serve..non volevo disturbare..”.
“Raccontane
un’altra…” replica lui con un sorrisino
che
raramente ho avuto la sfortuna di vedergli fare “non sono
mica nato ieri…”. E
così lo seguo in casa sua con un sospiro rassegnato.
Con Ron le cose non sono cambiate. Lo
sopporto giusto il
minimo indispensabile,tanto per non far troppo capire a Ginny e ad
Harry,che
però ormai l’ha capito ugualmente,che ancora non
sono riuscita a superare il
trauma. Loro non se ne rendono conto. Non possono rendersene conto,di
cosa
significa stare con una persona che conosci praticamente da sempre,e
poi
scoprire che ti ha piantato per sposare la tua ex compagna di stanza.
Il fatto
che ora ci sia Malfoy aiuta,certo,ma alla fine non posso,e nemmeno lui
può,cancellare un pezzo della mia vita… posso
solo stare zitta,entrare e
sopportare.
“Ohi…ciao!”
mi borbotta Ron,seduto accanto a sua sorella in
salotto,quando mi vede entrare. Io saluto entrambi con un gesto
distratto della
mano e vado a sedermi accanto ad Harry quasi inconsciamente. Era stato
l’unico
a capirmi,almeno in parte,quando mi ero categoricamente rifiutata di
vedere
Ron,per un po’. Ginny,all’epoca,aveva liquidato
tutto dicendo che lei lo
sopportava da 23 anni…ma,del resto, cosa potevo aspettarmi?
È sempre sua
sorella..
“Come va con
Malfoy?” mi chiede Ron,subito
dopo,interrompendo il silenzio. Alzo la testa e lo fisso sorpresa. Non
aveva
mai avuto il coraggio,o forse la faccia tosta,di chiedermi apertamente
qualcosa
su Malfoy…come se non mi fossi accorta che chiedeva poi
tutto a Harry e Ginny.
“Benissimo”
rispondo con un sorriso,e non è una bugia,ma mi
sento in colpa ugualmente. Sembra quasi che voglia fare pesare tutto a
Ron,che
voglia farlo sentire in colpa o non so che altro,perché sono
felice anche senza
lui,sembra che sia una sfida a chi è più
felice…bè,non dovrebbe esserlo. La
felicità non è una gara. Non si misura in
chili,su una bilancia. È felicità punto.
E poi,alla fine.. io che ne so?
“In che senso
benissimo?” insiste lui,mentre vedo Ginny,da
dietro di lui,aprire la bocca per ribattere, ma io sono più
svelta di lei: “In
tutti i sensi”. E mi sento ancora in mezzo ad una sfida. Mi
sento come se
dovessi dimostrare a qualcuno che sono felice,che sto bene
così…e io odio
dimostrare le cose alla gente. Le cose sono come sono. E le possono
vedere
tutti. Cos’altro dovete controllare?
“Ron,io sto bene. Sono
felice” replico e prima che qualcuno
possa dire qualcos’altro li anticipo “in tutti i
sensi. E tu invece?” attacco
poi,cercando di distogliere l’attenzione da me,anche se mi
sento ancora ben 3
paia di occhi più la televisione che mi fissano.
Ginny,da dietro il mio ex migliore
amico,fa una strana
smorfia,con l’aria di chi vorrebbe sapere più di
quello che sa. Harry si limita
ad aggrottare la sopracciglia. Ne sa quanto me,lui. Ma non è
affatto
consolante. “Benissimo” replica Ron e poi tace.
E,sarà perché
alla tv,davanti alla quale Lily sta dormendo,
baluginano le immagini del film di Pinocchio, o sarà
perché il mio sesto senso
è in crescita…ma mi sembra quasi di vedere il
naso di Ron allungarsi dopo aver
pronunciato la parola “Benissimo”.
E non ci vuole un genio a capire che
non è affatto così…
#########
Tra le tante cose di Malfoy che ho
dovuto,causa forza
maggiore,accettare quella a cui non mi abituerò mai,tra le
tante,sono i suoi
orari da vampiro. Lui è capace di alzarsi la mattina alle 5
per lavorare,
andare a letto ad orari da discoteca ed essere sempre
sveglio,perfettamente
lucido,con la stessa aria terribilmente sexy di prima. Lui,appunto. Io
no.
Così mi ritrovo certe
mattine in piedi alle 5 suonate della
mattina,alla Gazzetta ,cercando di inghiottire quanta più
caffeina possibile. E
al diavolo le manie salutiste. E al diavolo il boss che se ci becca a
bere
qualcosa o mangiare al lavoro ci lincia.
“ ‘giorno
Herm!” mi saluta Ellie,tutta allegra,facendo la
sua solita entrata discreta in ufficio. Eppure non riesco a non notare
i
riflessi color caramello che le passano svelti tra i lunghi capelli
castani.
“Bet?” mi chiede poi lei,con un sorrisetto.
“Già arrivata e
pure parecchio arrabbiata…” replico
restituendole il sorriso che lei sostituisce con una risata stentata
mentre si
va a sedere. A volte vorrei capire cosa nasconde Ellie dietro quelle
risatine.
Non è possibile che sia sempre allegra…o si?
“Come va,El?” le
chiedo,poi,mandando al diavolo ogni dubbio.
Se c’è una cosa che ho capito, è che i
dubbi sono inutili. Servono solo a
complicare la vita. Basta tagliare la testa al toro.
El si gira verso di me,lentamente,e
dalla sua espressione
capisco che l’ho spiazzata. Non si aspettava che le facessi
questa domanda. Non
se lo aspettava da me,la sempre orgogliosa, libromane, romantica,
testona e con
la testa sempre tra le nuvole,Hermione Granger.
“Così
così…” ammette poi con una smorfia
“ma non mi
lamento…”. Ma non mi incanta. “Non mi
lamento” è una frase classica,che vuole
dire esattamente il contrario del significato letterale. Vuol dire che
di cosa
di cui lamentarti ne avresti eccome,però non lo fai.
E non so perché,ma per
associazione di idee,mi viene in
mente Ron. “Benissimo”,ha detto,ma tutti avevamo
capito che non era vero. Anche
Ellie è come lui. E io non li capisco. Ditelo,se le cose non
vanno bene. Ditelo
e basta. Io ero la prima a lamentarmi,quando non andavano bene a
me..che
bisogno c’è di fare finta che sia tutto ok quando
non lo è?
E mentre Ellie si gira,sempre per
associazione di idee,mi
sembra quasi di vedere il suo,di naso,che si allunga…
########
Casa. Finalmente casa. Sbatto la
porta con tutta la rabbia
repressa che ho costretto a rimanere incastrata nei miei nervi,da sta
mattina,senza farla nemmeno vedere. Rabbia,che poi,non è
nemmeno la mia. Che
poi,alla fin fine,è pure peggio. Se sei arrabbiato per
qualcosa di tuo è un
conto, e hai tutte le ragioni per esserlo..ma esserlo per qualcosa che
è
capitato a qualcun altro,che poi neanche sai
cos’è, è tutta un’altra
storia…
Certo che se poi,quando si torna si
trova anche una doccia
che perde da mettere a posto con la bacchetta,senza sapere
assolutamente come
fare,le cose non migliorano.. così eccomi qua, davanti alla
doccia,armata di
bacchetta,senza la minima idea di che incantesimo usare…
“Tutto bene?” mi
strilla Malfoy dall’altra parte dell’appartamento
con una vaga punta di divertimento. E io,in tutta risposta,gli urlo
dietro:
“Si,certo…”.
E,come da copione,visto che ormai
questa giornata è andata
così,anche a me sembra di vedere il mio naso che si
allunga,riflesso nel coso
di plastica che racchiude la doccia…
Ma io non sono come Ron e
Ellie…se ho bisogno,come ora,lo
chiedo aiuto. Seee come no. Infatti. Si vede. Malfoy me l’ha
appena chiesto,e
gli ho detto di no…
Ok,ora proviamo con
l’incantesimo… preparo la bacchetta,la
punto con cura verso il punto dove perde e pronuncio le parole..
nell’istante
dopo che ho fatto questo mossa un fiume d’acqua,
rigorosamente
gelida,ovviamente,si è riversato su di me…per la
prima volta cominciavo a
capire cosa significa essere “fradici”…e
non è esattamente piacevole.
Ok,sono annegata d’acqua..e
ora che faccio??Mi pare ovvio
che non sono assolutamente in grado di riparare sto coso da sola.. io
chiedo a
Malfoy…e al diavolo i nasi che si allungano.. Ma no,non
posso… non posso farmi
aiutare da lui,nemmeno se ora stiamo insieme..è una
questione di principio…
Ma
alla fine aprii la bocca,e senza che lo volessi,ne uscì
un’unica
parola: “Maaalfooooy!”
et voilà!
finito anche il secondo chappy..!spero che vi sia piaciuto,anche se
siamo ancora all'inizio..la vera storia deve ancora arrivare! Comunque
fatemelo sapere,che mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate!!
bacionii!
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Capitolo 3 *** Indovina chi viene a cena? ***
salve
gente! scusate il ritardo..ma ecco qua il nuovo chappy!Tutto da
leggere,e tutto per voi..!:-)
Ma
prima,i soliti doverosi ringraziamenti..! Alle persone che continuano a
leggere,prima di tutto,poi a quelle che hanno messo la ff tra i
preferiti..e sopratutto a quelle che hanno recensito,in particolare lo
scorso chappy! ossia:
Hermione17(ma
grazieee!per i complimenti e anche perchè mi hai un po' dato
un'idea di come cominciare questo chappy.. ovviamente vicino alla
doccia che perde..!:-) thanksss!! e grazie anche per i tuoi
complimenti...sono davvero felice che la ff ti piaccia..!!ti aspetto a
recensire questo chappy!besitos!)
witchmelanie(wow..grazie!!davvero!sono
proprio felice che la ff continui a piacerti..ma ormai siamo all'inizio
vero e proprio della storia.. aspetto un tuo commento!bacio!)
fragola1991(thanks!e
ora eccoci qua al primo vero problema per la nostra Herm..ma ti lascio
leggere in pace il capitolo! e dopo averlo letto,spero vorrai farmi
sapere cosa ne pensi..!a presto!smak)
potterina_88_(ecco
qua il nuovo chappy!ormai la storia comincia sul serio..ma andiamo con
ordine..! intanto,grazie x i tuoi complimenti!! che mi fanno sempre
troppo piacere! e poi per quanto riguarda Ellie e
Ron..bè...di Ron ne sentirai parlare abbastanza in questo ma
sopratutto nei prossimi chappy..per Ellie..bè...per ora,vi
lascio solo immaginare cosa succederà,poi
toccherà anche a lei..:-) aspetto una tua
recensione..!besos!)
tinkerBLOOD(hihi
si proprio povero Ron..!Ma vedrai cosa combinerà il "Povero
Ron" in questo chappy..sempre che Herm non lo uccida prima...XDXD spero
che recensirai anche questo chappy..!bacio!)
Ok,ora
vi lascio leggere...buona lettura!ci sentiamo in fondo..!
Avete mai chiesto aiuto ad un
maschio? Non necessariamente
il vostro fidanzato,va bene anche uno qualsiasi,non stiamo a
formalizzare..
Ecco,quello che avrete ottenuto,dopo un’attesa di circa 20-30
minuti,sarà
senz’altro una frase di questo tipo: “Sicura che ti
serva aiuto?”.
Nooo. Ma va là. Mica mi
serve aiuto. Ti chiamo così,per
sport. Per dare aria alla bocca. Perché sai, non sapevo cosa
fare, allora ti
sto chiamando isterica da 20 minuti…
Ma certo che mi serve aiuto,testa da
calderone …! Ma questo
preferisci non dirglielo.. e gli urli solo un, sempre più
isterico,ormai vicino
ad un ultrasuono: “Si!”.
E,finalmente,lo vedrete
arrivare,piano piano..che sembra
l’inizio di una favola..stile “..cammina
cammina…”. Ma l’importante è
che
arrivi. Con passo da bradipo,ma che arrivi. E lì
c’è la fregatura.
Perché se fosse stata una
tua amica,le avresti già mangiato
la faccia..alla tua amica,però. A lui no. Perché
lo vedi arrivare,con
quell’aria da cane bastonato…e non ce la fai a
prenderla con lui. Neanche sta
volta. Tanto per cambiare.
“Tutto bene?” ti
domanda lui,affacciandosi alla porta. Tu
non replichi. La scena basta,come risposta. Sono tutta bagnata, con un
pezzo
rotto di doccia in mano...fai un po’ tu,caro il mio Malfoy...
secondo te,va
bene? E,per una volta,miracolo,lui capisce.
“Evidentemente
no…” borbotta lui,facendo il suo ingresso
asciutto nel bagno che sembra uscito da una scena del Titanic. La tua
smorfia
di risposta la nascondi dietro alla spalla,voltando il busto a
metà, ma
sperando che lui la noti e ti chieda come mai quella faccia,con aria
possibilmente preoccupata e/o ansiosa di rassicurarti. E
ovviamente,come da copione,lui
non se ne accorge. Ma è un maschio,cosa volevo pretendere?
Ragazze,rassegnatevi, i maschi
viaggiano sul pianeta terra
con fette e fette di prosciutto sugli occhi, non
c’è verso. A parte quando si
tratta di qualcosa che ha a fare con uno o più dei seguenti
argomenti:
calcio,Quiddich,tv o qualsiasi altra cosa interessi al lui in
questione. Lì
tirano fuori occhi al laser. Il prosciutto? Non ho ancora ben capito
dove se lo
nascondano,in quei casi…forse in tasca…
Malfoy si siede accanto a me. Apre la
mano e la schiaffa
contro una pozzanghera d’acqua,quasi divertendosi a bagnarsi
da solo. Sorride.
E bam. I venti minuti passati a strillare contro una porta,tra
parentesi
chiusa, spariscono,frantumati dai suoi denti. Tu neanche ti ricordi
perché sei
bagnata. E perché hai un pezzo rotto di doccia in mano. Hai
completamente
rimosso le ultime 2 ore delle tua vita.. Black out totale. In testa non
hai più
niente. Solo buio. E bagnato.
“Quello l’hai
ridotto così tu?” mi domanda lui,guardando con
aria divertita il pezzo rotto che ho in mano. Annuisco e lo butto
lì per
terra,non lo faccio nemmeno apposta.. o quasi. E lui ghigna e mi
borbotta:
“Accidenti…la Granger che ripara un pezzo di
doccia…che roba…!”.
“Se qualcuno si fosse dato
una mossa prima,non avrei dovuto
farlo io…” replico,secca,ma la mia aria offesa va
a sgretolarsi dritta dritta
contro la sua aria dolce. E tanti saluti all’arrabbiatura.
“Mi dispiace averti
costretta ad usare le tue intoccabili
manine sulla doccia…” insiste lui,con
quell’aria strana che non riesco a capire
se mi sta prendendo in giro o no. Poi sorride. E la domanda resta. Mi
sta
prendendo in giro o no? Ma,con Malfoy,a volte,anzi,praticamente
sempre,è
difficile capirlo…
“Non fa
niente…” replico dopo un po’, simulando
indifferenza,e cercando di non pensare a come è ridotto il
mio bagno “gentile
da parte tua preoccuparti…”. La domanda torna a
farsi sentire, prepotente e
insistente. Lo sto prendendo in giro o no?? Booo. Ma alla fine..che
cosa
cambia? E intanto che ci sono,insisto: “Vedi che sotto sotto
anche tu hai un
lato sentimentale?”.
Malfoy si volta verso di me,come se
nulla fosse. Come se
quel bagno pieno d’acqua,che, tra l’altro, continua
ad uscire dalla doccia
rotta a fiotti,non esistesse. Come se fossimo solo io e lui. E basta.
Si toglie
una ciocca di capelli che gli svolazza davanti agli occhi,e ghigna
divertito:
“Molto sotto sotto…”.
Alzo le spalle,stando al gioco,e
neanche sta volta riesco a
capire se scherzo o no,mentre replico: “No problem. A me
piace scavare..”.
Malfoy ridacchia,schiaffando ancora la mano destra sulla pozzanghera
d’acqua,
giocandoci,come un bambino che non ha mai visto un po’
d’acqua in vita sua.
“Allora siamo a
posto..” lo sento borbottare mentre uno
schizzo d’acqua mi arriva dritto dritto in faccia. Ma
stranamente lo schizzo in
questione non proviene dalla doccia rotta…bensì
da Malfoy. O almeno credo..non
sono ancora molto convinta. Ma Malfoy ora mi guarda con la mano ancora
dentro
quella maledetta pozzanghera,e l’aria da furbetto. Basta
quella per convincermi.
Passo al contrattacco. Gli sasso
contro l’intero contenitore
d’acqua che avevo riempito quando ancora ne cadeva poca.
Praticamente,gli
faccio la doccia. Malfoy neanche prova a ripararsi,la prende tutta,in
piena
faccia,senza muovere un muscolo. Forse aveva capito che,comunque,non
aveva
scampo.
“Finito?” chiede
poi,ironico,dopo che anche l’ultima goccia
gli è arrivata in faccia. Io lo guardo e non so bene come
rispondere. L’unica
cosa che so,è che abbiamo la doccia rotta. E che messo
così è troppo strepitoso
per essere un essere umano. Troppo strepitoso per essere qui con
me…
“Si…”
concedo poi,mio malgrado,tirando via il secchio che ho
svuotato addosso al mio fidanzato e rimettendolo sotto la
doccia,sperando che
possa contenere i danni “tu?”.
“Non
ancora…” sussurra lui e mi si avvicina con in mano
l’altro secchio. Oddio. Mi ero scordata che ce
n’era un altro. Chiudo gli
occhi. Pronta a sentire l’acqua scorrermi addosso.
Bè,pronta…più o meno. Ma non
sento niente. Anzi..quasi niente.
Qualche frazione di secondo dopo
qualcosa,e io ho un’idea
molto precisa di cosa,si poggia sulle mie labbra. E poi bagnato. Sento
l’acqua
che mi casca sui capelli. Ovvio. Non può baciarmi e basta?
No, deve anche farmi
la doccia… Ora comincio a capire come si dovevano sentire i
passeggeri del
Titanic…e non è piacevole. Il bacio,invece,quello
si che è piacevole.
Quando riapro gli occhi mi trovo
davanti Malfoy che mi
fissa,senza dire nulla. “Ti odio…” mi
scappa detto mentre mi strizzo i
capelli,ormai più bagnati della doccia stessa. Malfoy
ghigna. E mi domanda: “In
superficie o solo sotto sotto?”.
“In superficie..”
gli rispondo e non si capisce chi è il
più pazzo. Se lui che mi ha fatto
la domanda,o io che gli ho anche risposto. So solo che lo vedo ghignare
ancora
e lo sento borbottare: “E invece sotto sotto cosa
c’è?”.
Lo guardo alzando un sopracciglio e
ci penso su. Giusto…se
in superficie lo odio..cosa c’è sotto sotto? Alzo
le spalle: “Non saprei…”.
Malfoy sorride e lì mi
scordo totalmente e definitivamente
della doccia,mentre lui mi prende ulteriormente in giro,citando le mie
parole:
“Non c’è problema…tanto a me
piace scavare”.
Ma io mi rispondo da sola. Lui dice
che in superficie c’è
l’odio…mah…forse. Ma in
profondità… bè, a me viene in mente
solo a frase. Amo
et odio. E come risposta,può bastare.
########
“Io lo uccido!”.
L’urlo di Ginny mi arriva anche dall’altra
parte della casa,come un eco lontano, intriso di rabbia. La potenza
della
rabbia non ha confini. Almeno finchè la casa non crolla.
Il tutto per un maledetto messaggio
in segreteria…la parte
incriminata del messaggio,che Ginny ha intercettato prima che arrivasse
a suo
marito,è la seguente: “…Grazie,sei
davvero un amico…ma taci con tua moglie”. E
dal di lì si era scatenato l’inferno. No,non
quello di Dante..molto peggio.
“Magari
c’è una spiegazione…” tento
di rispondere,sperando
che la mia amica senta,strillando forte. Ma non abbastanza forte,a
quanto pare…
“Io lo uccido!”
ribadisce lei,attraversando il corridoio al
piano di sopra con foga. Sento tremare il soffitto e pure la poltrona
su cui mi
sono appollaiata. E sotto il quale si è nascosto il gatto.
“Magari non è
quello che pensi tu…” azzardo,sempre
strillando,con voce incerta. Troppo incerta perché serva a
qualcosa.
“Io lo uccido!”
Ginny non sembra calmarsi mentre scende le
scale due gradini alla volta, con passi pesanti.
“Harry non è il
tipo da nasconderti delle cose,lo sai…”
insisto sempre strillando mentre la mia amica scende dalle scale e
rifila
un’occhiata rabbiosa alla segreteria telefonica.
“Io lo uccido!”
strilla ancora lei,incrociandosi le braccia
a metà tra il petto e il pancione e sottolinea la sua rabbia
con un calcio
isterico alla sedia del salotto.
Mi arrendo. “E allora
uccidilo…”.
“Però lo
amo..” bela Ginny lasciandosi cadere sulla poltrona
di fianco alla mia con aria devastata. La rabbia ha lasciato spazio
all’indecisione. Tipico. Noi donne,sempre a farci duemila
problemi… mai una
volta che facciamo quello che avevamo detto.
Ma mentre vedo la mia amica
lì,a piagnucolare per uno
stupido messaggio in segretaria che,già me lo posso
immaginare,di certo sarà di
Ron che non voleva far sapere qualcosa alla sorella,a me viene in mente
solo
una frase.. Amo et odio. E misteri.
########
Ore 19.27. Momento orrido della
giornata. Tutti due
scazzati dopo il lavoro,tutti e due
esagitati per cose che non centrano nulla con l’altro,tutti e
due che cerchiamo
di farci i cavoli nostri con l’altro. Che non ha
senso,però è così. Uno squillo
del campanello alleggerisce ulteriormente l’atmosfera..
“Herm vai tu?”
bela Malfoy dall’altra parte della casa. Mi
alzo sbuffando. Ma certo. Herm solo quando hai bisogno. E,per quanto
non possa
sembrare vero,quasi quasi mi dispiace che mi avesse strillato qualcosa
tipo
“Ehi Mezzosangue vado io alla porta perché non mi
fido di una non Purosangue”.
Che,lo so,non l’avrebbe mai detto,ma almeno sarebbe stato
meno ipocrita…
Comunque io vado ad aprire. Comunque.
E non sapevo che
quello che mi sarei trovata davanti sarebbe stato qualcosa che mi
avrebbe
complicato parecchio la vita,già abbastanza complicata di
suo…
“Tu??” ho esalato
trovandomi il mio ex migliore amico,o ex e
basta,sul pianerottolo,con la stessa faccia di un profugo scappato a
malapena
da una catastrofe mondiale. Insomma,la sua faccia solita.
“Io” ha ribattuto
Ron alzando le spalle,con una tranquillità
che sfociava nel menefreghismo. Come ha sempre fatto. E allora che ci
fa a casa
mia a quest’ora senza che io ne sapessi nulla?
“Che ci fai qui?”
ho domandato,cercando di far sembrare di
volerlo cacciare via. Anche se poi,alla fine,era così.
Così ho cercato di
ammorbidire un po’ quella frase che mi era scappata:
“Bè vedi sono molto
impegnata con il lavoro…è successo
qualcosa?”.
Ron mi ha guardata per qualche
secondo,con una faccia ancora
più ebete della sua naturale. Stavo giusto per controllargli
il polso per
vedere se respirava,quando ha sputato finalmente la verità.
Ha esalato solo,con
l’aria di un condannato a morte:“Lavanda
è incinta”.
Ehhhhhhh?????????????
Lavanda..quella Lavanda che conosco
io..e Ron..quello che
credevo di conoscere io..aspettano un bambino. E lui è suo
mio pianerottolo
alle 7 passate della sera solo per dirmi questo? No. Qui
c’è qualcos’altro
sotto…già…ma cosa??
“Bè,non dici
nulla?” ha incalzato lui,piantandosi le mani in
tasca. Io,così,d’istinto senza sapere bene il
perché,mi sono voltata
indietro,verso il corridoio. Di Malfoy nessuna traccia. Ma insomma,una
volta
che mi serve non c’è…questa me la paga..
“Accidenti…”
mi è sfuggito prima che riuscissi a collegare
il cervello alla bocca,e ho cercato di rimediare in corner
borbottando,come
un’idiota
“..cioè..congraturazioni!Davvero,Ron!”.
Lui ha fatto una smorfia che solo
vista distorta poteva
avere qualcosa a che fare con un sorriso e ha borbottato:
“Credo che Accidenti
fosse più azzeccato,come commento…ma vedi di
tacere. A parte Harry,sei l’unica
a saperlo”.
Oddio. Una lampadina ha illuminato il
mio cervellino come un
lampo. Oddio. Era Ron..avevo ragione a pensare che fosse lui quello del
messaggio ad Harry…quello per cui Ginny voleva farlo fuori.
Era lui..! E allora
non c’era motivo di preoccuparsi..!
Bè..insomma..ce lo vedete Ron.. padre??
Voglio dire.. riuscite ad immaginare Ron,il “mio”
Ron che conosco da quando
pensava che Hogwarts fosse una squadra di Quiddich,che ha un
figlio??Per non
parlare di Lavanda…quel povero bambino,o bambina,da grande,o
sarà una velina o
un protagonista di Uomini e Donne…
“Ok…”
ho commentato,con particolare presenza di spirito,e ho
concluso con un,a di poco geniale: “E io che
centro?”.
L’espressione di
Ron,d’improvviso,si era rabbuiata. Come
quando mi chiedeva di copiare tutti gli appunti a scuola. E non
è un bel
flashback…
“Bè
ecco…” ha attaccato lui con una faccia da idiota
che non
sto a spiegarvi.. “io e Lavanda abbiamo litigato..e visto che
Harry lo sa e
Ginny no…insomma..posso stare a dormire da te per un
po’?”.
“Un
po’?” ho ripetuto come un pappagallo un
po’ stupido
spalancando la bocca.
“Un
po’…che ne pensi?” ha domandato lui,pure
lui esagitato
come me. E io,sempre istintivamente, come prima,mi sono voltata
indietro verso il
corridoio. E con una precisione estrema,con un tempismo perfetto da
film si è
sentita una voce,piuttosto conosciuta,che ha strillato: “Herm
chi è?”.
Bingo. Adesso siamo davvero a posto.
Io ghignai. Ron
impallidì. E sentivo Malfoy percorrere il corridoio a grandi
passi.
L’esplosione stava per avere luogo. In casa mia. Figurarsi.
Quando Malfoy arrivò,prima
che uno qualsiasi di loro due
avesse il tempo di dire qualsiasi cosa, riuscì a strappare
la prima battuta..e
domandai solo,al mio fidanzato: “Indovina chi viene a
cena?”.
Non
so perché,ma ho la sensazione che questa
“cena” sarà molto,ma
molto,lunga…
povera la nostra
Herm...la aspetta una "cena" lunga e penosa con Malfoy e
Ron..!chissà che succerà..ve lo lascio immaginare
prima che posti..!:-)
comunque spero che recensirete in molti,che mi fa sempre torppo
piacere..! bacioni! alla prossima!
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Capitolo 4 *** Cane,gatto e topo ***
salve!!perdonate
la lunga assenza,ma con la scuola faccio quello che si
può..:-) comunque,ne approffito per farvi i migliori auguri
di buona pasqua!!!(un po' in ritardo..XD) e vi posto questo nuovo
chappy come regalino pasquale!!
Ma
prima,i soliti ringraziamenti!!intanto,a tutte le pers che hanno la mia
storia nei preferiti(davvero tante!),e poi a tutte quelle che la
leggono in silenzio e aspettano ogni volta i miei aggiornamenti..!e
infine,a chi ha recensito lo scorso chappy,ossia:
potterina_88_:
ma grazieee!!la scena della doccia l'ho riscritta quasi 3 volte..non
riscivo a farla venire bene come volevo..chissà se adesso ci
sono riuscita..!XD comunque tranquilla per il ritardo,anche
io,ultimamente,sono parecchio in ritardo ad aggiornare..ma mi
farò perdonare..:-) però,che brava!!avevi intuito
che centrava una gravidanza,vedo!!!:-) mah..sulla reazione di malfoy ti
lascio leggere il chappy..per quanto rigaurda
Herm...bè..ormai,poveretta,gliene sono capitate talmetne
tante..:-) ciau un bacione!
Hermione17:
thanks per tutti i complimenti,più o meno meritati..!!!XD la
scena della doccia è stata dura da scrivere,ci ho messo un
bel po', ma spero che ne sia valsa la pena..:-) e spero anche che
questo nuovo chappy ti piaccia!!fammi sapere!!kissone!
tinkerBLOOD:
grazie x i tuoi complimenti!mi fa sempre piacere sentire i vostri
commenti..:-) per la scena della doccia,come dicevo anche prima,ci ho
messo una vita a scrivere qualcosa che mi piacesse..alla fine,spero di
esserci riuscita..! per quanto rigaurda il litigio tra Ron e Lavlav,si
scoprirà qualcosa di più nei prossimi
chappy..ciau un kiss!
Cicci
12: hihi non ti preoccupare,anzi,sono felice che tu abbia deciso di
seguire anche la seconda parte della storia!:-) bè..tra Ron
e Malfoy non è mai corso buon sangue,quindi aspettati di
tutto..:-) spero che continuerai a recensire,comunque!a presto!
Ok,e
ora vi lascio leggere!!buon chappy!!
Ma che ho fatto di male nella mia
vita per meritarmi tutto questo??
Non bastavano due genitori che
tengono più a qualche
apparecchio e ad uno stupido gatto che a me, non bastavano due migliori
amici
che sono felici,contenti e sposati e farebbero venire dei complessi di
inferiorità sulla felicità persino a Cenerentola
dopo il famoso happy
ending,non bastava un capo odioso e menefreghista,non bastava neanche
una
quasi-collega che è stata appena piantata e che ci ammorba
con le sue
lamentele,non bastava neppure una segretaria fuori come un balcone
che,dei
cavoli degli altri,ormai ne ha fatto una professione e non bastava
neppure un
fidanzato come Draco Malfoy,con tutto ciò che
comporta…no. A quanto pare,non
bastava.
Per cui,ecco qua tornare alla carica
il mio ex migliore
amico/ex fidanzato,che ha appena scoperto che diventerà
padre e ha avuto la
grandiosa idea di litigare con la futura madre,e poi quella di
trasferirsi da
me. E pensare che questa è la prima volta che lo vedo
pensare sul serio…
Oh ma chi sono io??Una specie di
jolly da giocare quando la
gente non sa più dove sbattere la testa?
“Tu che ci fai
qui?” ha esordito Malfoy quando l’ha visto
cincischiare sulla soglia di casa mia, trapassandomi da parte a parte
con lo
sguardo. Fantastico,pure lui se la prende con me??
“Lui vuole rimanere qui.
Per un po’.” ho replicato
io,cercando di mantenere la calma. Ron,dietro di me,sembrava essersi
trasformato in una statua di sale. Tipico. Lascia fare a me il lavoro
sporco.
Stupido vigliacco che non sei altro...
“Qui?Per un
po’?” ha ripetuto Malfoy con voce vacua fissando
prima me poi Ron con l’aria di chi si aspetta che sbuchi
fuori qualcuno da
dietro l’angolo strillando “Sei su Scherzi a
parte!”.
“Solo per un
po’..” ha replicato Ron riacquisendo finalmente
la capacità di parlare e fissando Malfoy come se si
aspettasse un’esplosione.
“Ah,solo per un
po’…” ha ripetuto ancora l’ex
Serpeverde
fissando Ron che sembrava trovare estremamente interessante una ciocca
dei suoi
capelli,senza degnare di uno sguardo me. Mi sentivo di botto
trasparente,come
se avessi indossato il mantello di Harry senza essermene accorta.
Ma dal canto mio,non potei fare altro
che fissarli entrambi,
dal mezzo,sentendomi piuttosto stupida. Fu solo in quel momento che
capii
davvero l’espressione “Trovarsi tra due
fuochi”. E fu solo in quel momento che
sentii di dover infondere alla conversazione un po’ di sano
buonsenso
femminile.
“Lui vuole solo rimanere
qui un po’…solo un po’..”
ripetei
guardando Ron con aria ammonitrice e sperando che fosse davvero
così e poi
precisai,voltandomi verso Malfoy “per motivi personali che
adesso non ci
interessano. E visto che questa,dopotutto,è casa
mia,è inutile che stiate a
fare tutto questo tira e molla, che tanto sono io a decidere cosa
fare”.
“Grazie per il
riassunto” commentò Malfoy con un sorrisetto
ironico,lo sguardo sempre fisso su Ron ma poi finalmente si
degnò di guardarmi
con l’aria di chi aspetta un verdetto importante
“ergo??”.
Sospirai,ringraziando il fatto
che,grazie al cielo,casa mia
era dotata di due stanze per gli ospiti. Ora il problema stava nel far
convivere
insieme la sottoscritta,il suo attuale fidanzato e il ex fidanzato.
Roba che
neanche Beautiful si sarebbe mai sognato…ma
chissà come mai,capitava a me. A
qualche sceneggiatore Hollywoodiano sarei piaciuta da pazzi.
“Ergo,adesso filate tutti e
due dentro casa. Ron tu dormi
nella stanza degli ospiti,l’ultima a destra. Mettitela a
posto da solo.
Malfoy,tu vai a sparecchiare e lava i piatti. Io devo finire di
lavorare”.
Entrambi mi rivolsero uno sguardo
scettico e non si mossero
di un millimetro. A quanto pare, nessuno dei due aveva ancora capito
che,qui
dentro, a comandare ero io. Non l’avevano nelle corde di
prendere ordini da una
donna,stupidi maschilisti trogloditi. Ma adesso la musica cambia.
E per quanto fosse strano dare ordini
a destra e a manca mi
ritrovai a borbottare,come una caricatura, piuttosto feroce,della
Mc.Granitt:
“Andate dentro e fate quello che vi ho detto.
Adesso”.
Ron azzardò un sorrisetto
mentre mi sfilava davanti diretto
alla sua stanza e aprì la bocca per parlare, ma lo feci
tacere con un gesto
della mano. Ormai ero decisa a far valere la mia supremazia
lì dentro. Ma
insomma,ero o non ero la padrona di casa?? “E ricordati che
posso spedirti in
qualsiasi momento dritto da Lavanda…o da Ginny…o
da tua madre” gli borbottai
minacciosa.
Ron sembrò perdere la
voglia di parlare e mi passò davanti
in silenzio. Chissà come mai,la minaccia di farlo andare
dritto da una a caso
delle sue donne,lo aveva improvvisamente ammutolito.
Mentre lui raggiungeva la sua stanza
con l’aria di un cane
bastonato Malfoy si voltò verso di me con aria spossata:
“E’ proprio
necessario?” domandò guardandomi fisso e aggiunse
“voglio dire, non c’è
un’altra alternativa?Avere lo sfregiato qui rischia di essere
una tragedia…”.
“Ti ricordo che sei un
ospite pure tu…” fu tutto quello che
riuscii a dire guardando Ron che si chiudeva la porta alle
spalle,evitando
accuratamente il suo sguardo. Non sapevo cosa mi aveva spinto a dire di
si. Ron
mi aveva fatto soffrire tanto, troppo…e io lo aiutavo. Ma
sarebbe stato giusto sbattergli
la porta in faccia? Mi avrebbe reso davvero felice vederlo andare
via,nei guai?
Ovviamente no. Ovviamente,come sempre, ero troppo buona.
Ovviamente,come
sempre,tutti se ne approfittavano. Ovviamente,come
sempre,l’unica a perderci
ero io.
“Quanto a te,cerca di
controllarti..” ribattei,rivolta a
Malfoy,visto che ormai Ron era fuori portata d’orecchio
“posso sempre sbatterti
fuori di casa..o farti dormire nell’altra camera degli
ospiti..” borbottai
sperando di sembrare decisa e quasi minacciosa. Ma con Malfoy non mi
riusciva.
Malfoy ghignò divertito
cercando di reprimere una risata e
mi si avvicinò lentamente, aprendo le braccia nella mia
direzione. Mi
piazzò le mani sulla schiena e mi strinse
contro di lui,e infine borbottò, più ai miei
capelli che a me: “Non lo faresti
mai…”.
“Scommettiamo?”
gli sibilai a mezza bocca cercando di
divincolarmi. Ma Malfoy nemmeno mi stava ascoltando. Si
limitò a ghignare e
provò ancora a acciuffarmi con stesso abbraccio che avevo
schivato poco prima.
Prevedibilmente,questa volta non mi allontanai.
Mi lasciai catturare dalle sue
braccia,mi ci aggrappai
quasi,come se fosse l’unica ancora di salvezza che mi veniva
offerta. Mi
lasciai stringere come una bambina e accoccolai la mia testa sul petto
di
Malfoy,lì,in piedi,sul mio pianerottolo. E non riuscii a
reprimere un sorriso.
A me stessa non potevo non ammetterlo. Era vero,non l’avrei
mai fatto di
sbattere Malfoy fuori di casa. Ora il problema stava solo nel far
convivere
senza traumi me,lui e Ron. E chiamalo solo.
Eppure mia madre chiamava
“affettuosamente” me e Malfoy,cane
e gatto,perché diceva che litigavamo sempre ma alla fine ci
volevamo bene come
i cani e i gatti. Ma ora cane e gatto stavano crescendo… ora
cos’eravamo? La
risposta la trovai prima del previsto e ci sorrisi su. Semplice.
Cane,gatto e
topo. Sotto lo stesso tetto.
Questa,Lavanda me la paga…
#########
Quella notte non fu molto riposante.
Mi svegliai 16 volte,4
delle quali per un brutto sogno. Mi ritrovavo ad avere gli incubi,come
una
bambina. Cos’era quest’improvviso ritorno al
passato?? Cosa mi stava prendendo?
La mia vita andava bene,fino a ieri
sera. Avevo un lavoro
che adoravo..bè..più o meno. Avevo ancora i miei
amici di sempre...più o meno.
Avevo due genitori che mi volevano bene...molto più o meno.
Avevo due colleghe
che non avrei mai voluto cambiare...sempre più o meno. E
soprattutto avevo un
fidanzato con cui andavo d’amore e d’accordo.
Più o meno. Ma tirando le
somme,la mia vita stava andando bene.
Poi di botto si torna al passato. Mi
ritrovo a dover
ospitare il mio ex a casa mia,a vederlo condividere la casa con il
suo,anzi,nostro,ex-peggior nemico e via dicendo. Fu quando arrivai a
questa
parte del ragionamento,circa sulle 3 di notte,che mi riaddormentai.
Feci un altro strano
sogno…più che strano,era decisamente
orribile. Ero alla Gazzetta,ma i 13 gemelli figli di Ron e
Lavanda(perché
proprio 13,poi?Portava pure sfiga..)mi rincorrevano pregandomi di
ospitarli
tutti e 13 a casa mia. E dietro di loro,Ginny mi inseguiva roteando una
padella, per non averle detto che suo fratello aspettava un
bambino…che poi
erano 13.
“Herm!Herm!”. Ma
quelle voci erano loro o qualcun altro??
Nel dubbio mi rigirai di scatto e cominciai a mollare calci
all’aria.,muovendo
anche le mani avanti e indietro. “Herm!Svegliati!”
All’improvviso la mia mano
destra urtò qualcosa e smisi di scalciare come un cavallo
impazzito. “Ahi!!Ma
insomma,svegliati..!”.
Di botto aprii gli occhi. Mi ritrovai
a fissare un soffitto
conosciuto con gli occhi spalancati. Alla mia destra,un cuscino giaceva
dimenticato. Lo riconobbi per quello che avevo visto sotto la testa di
Malfoy
tutte le volte che mi ero svegliata. Una voce mi raggiunse da sinistra.
Sembrava vagamente preoccupata. E divertita.
“Oh,finalmente…ma lo sai che
picchi duro anche nel sonno?”.
Guardai da dove veniva la fonte di
rumore e mi lasciai
sfuggire un sorrisetto. “Malfoy…”
borbottai guardando il biondo che si
massaggiava la guancia sinistra. Improvvisamente capii. Ecco cosa aveva
urtato
la mia mano. Mentre aprivo bocca per ribattere Malfoy
borbottò sempre tenendosi
la mano sulla guancia: “Lo sai?Dall’ultima volta
che mi avevi preso a
schiaffi,mi ricordavo che facesse meno male…” poi
ghignò e si tolse la mano
mostrando una guancia piuttosto arrossata “Ma da chi hai
imparato a mollare dei
ceffoni così?”.
“Talento
naturale…” riuscii a sussurrare con un sorriso
aggrappandomi alla sua spalla per alzarmi del tutto dalla posizione
scomoda che
avevo assunto “fa molto male?” gli chiesi
poi,preoccupata.
“Più o
meno…ma immagino di riuscire a
sopravvivere…” replicò
lui,con una smorfia “tu piuttosto che stavi sognando per
metterti a fare
un’imitazione distesa di una scena di Million dollar
baby?”.
Ridacchiai e scossi la testa mentre
mi tiravo su a sedere.
Da quando Malfoy sa cos’è Million
dollar baby? Ignorai la domanda,era troppo presto per i miei giri
mentali,e mi
guardai allo specchio allungando il collo. Avevo un’aria a
dir poco devastata
dopo la nottata praticamente in bianco,ma decisi di rispondere alla
domanda di
Malfoy che mi fissava come preoccupato per la mia saluta mentale
“Niente di
preoccupante. Ho sognato solo 13 bambini
scatenati…”. Mi alzai dal letto con un
salto e mi girai a guardare Malfoy,con aria furbetta. Era mio
sacrosanto
diritto scaricare su di lui un po’ della mia
tensione…o no??
Lui mi fissò aggrottando
un sopracciglio e domandò con aria
confusa,abboccando in pieno: “Vuoi avere 13
bambini??”.
Sorrisi,praticamente al muro e mi
avviai per il corridoio.
“Perché no…” replicai a bassa
voce e
prima di uscire mi rivoltai a guardare Malfoy che era
ancora steso sul
letto.
Fu una vera soddisfazione vedere che
non riusciva a
spiccicare parola.
#########
“Ma dov’eri
finita?” fa l’accoglienza
“calorosa” che Betty
mi riservò quando misi finalmente piede in ufficio. La
ignorai mentre lei mi
seguiva per il corridoio,come un’ombra fastidiosa e
chiacchierona che recitava
a memoria tutti i miei impegni per i giorni seguenti. Oh cavoli, domani
avevo
la riunione con il boss,me n’ero scordata… Ma
quando raggiunsi il mio
ufficio,finalmente le chiusi praticamente la porta in faccia e ignorai
il suo
gemito di protesta.
Per la prima volta nella mia vita fui
sollevata di superare
la soglia del mio ufficio e di sbattermi la porta alle spalle. Mi ci
poggiai
con la schiena e mi strinsi le braccia sul petto. Sola. Finalmente.
Avevo
chiuso il mondo fuori. Ora potevo fare il punto della situazione.
Vediamo..vivevo con il mio fidanzato
e il mio ex che si
odiavano a vicenda. La mia migliore amica non sapeva che stava per
diventare
zia,oltre che madre,ma suo marito lo sapeva,e suo fratello,
nonché il mio
ex,non voleva che glielo dicessi.
Sospirai scuotendo la testa da
sola,come una stupida. Mi
aspettavano altre bugie. Era inevitabile se non volevo far venire un
arresto
cardiaco a Ginny. No,decisamente non era il momento… Dovevo
mentirle,dunque.
Per cosa,poi?Per coprire quel
bambinone un po’ cresciuto del
mio ex che è perfettamente in grado di fare ed avere figli
ma non ne vuole
sapere di prendere una responsabilità maggiore che fare la
spesa? Roba da
pazzi.
E pensare che avevo promesso di non
mentirle mai più…ma in
casi estremi,estremi rimedi. In fondo lo facevo per Ron.
Perché sotto sotto gli
volevo ancora bene. Più o meno…
E lo facevo anche per Harry. E per
Ginny stessa. Se le
veniva qualche accidente in gravidanza non credo le avrebbe fatto
piacere. In
fondo,le stavo facendo un favore. Stavo spostando quelle che dovevano
essere le
sue preoccupazioni,su di me.
Non
ero poi un essere così orribile,se le
mentivo,d’ora in poi. Ero solo
molto altruista. O almeno, così mi piaceva
pensarla…
finito! x ora lasciamo
Ron e Malfoy a convivere con la povera Herm,ormai sull'orlo di una
crisi isterica che fa sogni strani..:-) per il prossimo chappy prometto
di metterci di meno,ad aggiornare..:-) un bacione!
|
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Capitolo 5 *** Tra moglie e marito... ***
ciauuu! rieccomi qua con il
nuovo capitoletto!!!anche se sta volta è leggermente
più lungo dei precedenti...!
Comunque lancio il solito
"GRAZIE" a tutti!!!!In particolare a chi legge ogni volta,con una
pazienza e una costanza che gli invidio..,a chi ha messo la storia tra
i preferiti e a chi ha recensito lo scorso chappy!!
Perdonami se non vi rispondo
personalmente ma il tempo che ho a disposizione oggi è
quello che è e devo scappare..prometto che la prossima volta
mi metto in pari!!
E ora vi lascio leggere..un
bacione!
“Game
over”.
Scatto
a sedere,scrollata dal mio
sonno da questa sorta di sveglia di cui avrei fatto volentieri a meno..
ma
cos’è sta vocina odiosa? Mica sarà di
nuovo la play station? Mi sporgo dalla
terrazza a guardare in salotto ma prima che riesca a scorgere qualsiasi
cosa,alle mie orecchie arrivano solo i seguenti suoni…
“Noooo…ma
porca…com’è possibile??Sta
volta ero sicuro di farcela…brutto pezzo di..”
sbatto la porta a vetri che
porta in terrazza e cerco di non ascoltare gli sproloqui che idiota
che,purtroppo, conosco fin troppo bene,sta sparando nella stanza
accanto.
Mi
torno a sedere,mi sbatto gli
occhiali da sole sul naso e mi lascio coccolare dal caldo che,al
sole,è
praticamente soffocante. Ma niente è troppo soffocante o
stressante,in
confronto a sentire quel povero idiota del mio ex che si dà
da far per battere
il suo record alla play station…
Roba
da pazzi. Tua moglie è
incinta,tu te ne vai di casa perché avete litigato e invece
di tentare di
risolvere le cose tu giochi alla play station. Solo Ron riesce a fare
‘ste
cose… Mettendoci giusto un briciolo della logica femminile
che ho per forza di
cose,non posso fare a meno di pensare a cosa farei io se fossi nei suoi
panni..e credo che la prima cosa sarebbe andare dritto da Lavanda e
chiarire.
Risolvere le cose,insomma.
Ma
ai maschi l’idea di parlare delle
cose,parlare niente di più semplice, viene mai in mente??
Probabilmente no… sto
quasi per alzarmi e andare ad infondere,nel povero cervellino di Ron,un
po’ di
sano buonsenso quando la sua voce,puntuale come un orologio,arriva
dall’altra
stanza: “Ma noooo! Brutto aggeggio! Sta volta ce
l’avevo fatta,mi hai fatto
cadere..!”.
Con un sospiro chiudo a chiave la
porta a vetri e cerco di far
uscire quella voce insistente e scocciata dalla mia testa. E al diavolo
il
relax che stavo tentando di mantenere da due ore... Con un sospiro di
tiro di
nuovo sulla testa gli occhiali da sole e mi rassegno a dis-rilassarmi.
E mi
rispondo da sola.
No,i maschi a parlare non ci pensano
mai. In genere si
consolano alla play station,agitandosi ancora di più. E poi
a cosa servirebbe
ordinargli cosa fare? A nulla. Deve arrivarci da solo. Risolversi i
suoi guai
per i fatti suoi come tutte le persone normali…
Il guaio vero e proprio è
che raramente i maschi lo fanno…
#########
“Ellie,cos’hai?”
domandai dopo una lunga serie di domande
mentali del tipo “glielo chiedo o non glielo
chiedo?”,concluse con uno
strepitoso 1-1 pari. Ma quando ci vuole,ci vuole anche una sana dose di
affari
degli altri…soprattutto se gli altri sono tuoi amici e se
hanno la faccia di
chi sta male da ormai troppo tempo.
La mia collega alzò la
testa e mi fissò come se non osasse
credere alle sue orecchie. Poi domandò, con aria
elegantemente confusa e
sorpresa: “Che hai detto,scusa?”.
Io non cambiai minimamente la mia
espressione. Ero sicura di
quello che avevo chiesto. E non mi sarei fatta incastrata da
un’abile mossa per
farmi ritirare tutto. No. Ormai ero decisa. Volevo sapere per quale
motivo la
tranquilla,ma serena e allegra Ellie improvvisamente aveva perso il
sorriso..
“Ho chiesto che
cos’hai” ripetei tranquilla,con un sorriso
che speravo la invogliasse a raccontarmi tutto “ultimamente
mi sembri meno
serena del solito…che succede?”.
Ellie mi fissò a lungo,con
i suoi occhi scuri e sinceri e
capii che stava valutando come rispondermi. La vidi abbassare lo
sguardo e
borbottare: “Si vede molto?”.
“Abbastanza…”
ammisi con un sorriso d’incoraggiamento. Ellie
si incrociò le braccia sul petto e tacque. Ma ormai che
sapeva che avevo
intuito qualcosa immaginavo che mi raccontasse tutto. Di sicuro non
sarebbe
stata zitta. La conoscevo troppo bene. Non sapeva mentire,El. Se
riuscivo a
farle sputare almeno una parte della storia,l’altra me
l’avrebbe raccontata
subito dopo.
Perché io me lo sentivo
che dietro c’era qualcosa di
abbastanza grosso da farla stare male. Non sapevo ancora quanto..ma
qualcosa
che andava più in là di un semplice
“essere giù di morale”. Me lo
immaginavo.
Ma non chiedetemi da cosa.
Ellie prese fiato,mi
guardò,spalancando i suoi occhioni
sinceri e scuri e borbottò: “Ho chiuso con il mio
ragazzo. Definitivamente.
E,visto che vivevamo insieme,ora sono tornata da mia
madre…”.
Annuì,comprensiva. La
potevo capire,ora che vivevo con Malfoy…come
avrei reagito se il mio,a quel punto,ex fidanzato mi avesse
praticamente
cacciata di casa e costretta a tornare da mia madre, mio padre,i suoi
apparecchi e la gattaccia,Kelly??
Che poi,ora che ci penso,era proprio
quello che era successo
a Ron..poveretto. Ora cominciavo davvero a capire la sua situazione.
Solo
che,nel suo caso specifico,non sarebbe mai tornato da sua madre..lo
conoscevo
bene. Aveva troppa paura del giudizio della sua grande e confusionaria
famiglia
per avere il coraggio di tornare a casa dopo aver litigato con la
moglie…
Quello che mi sfuggiva era come mai era venuto proprio da me…
“Mi dispiace El,davvero
tanto..” borbottai,imbarazzata
quando notai qualcosa di lucido brillarle negli occhi,ed ero sincera.
Ogni
tanto,raramente,qualche volta,pure io ero sincera. A parte quando si
trattava
di coprire qualche amico…ma questa era un'altra
storia.
Ellie mi sorrise,riconoscente,mi
sbatté una mano sulla
spalla a mo’ di affettuosa pacca e se en uscì
dalla stanza chiudendosi piano la
porta dietro e lasciandomi lì,come una stupida,persa nei
miei pensieri confusi.
Confusi da che,poi? Io stavo bene. Mi andava tutto bene. Ma non andava
bene per
niente a due delle persone che conoscevo meglio al mondo. E allora,in
fondo in
fondo,non andava poi così bene neppure a me.
Ecco qual’era il mio
problema:mi impegnavo davvero quando
qualcuno stava male e cercavo di risolvere i problemi di tutti. Con il
risultato che ci finivo dentro fino al collo..
##########
Andrà tutto bene.
Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Me lo
ripetevo da tutta la mattina,come una sorta di ritornello odioso, di
tormentone
che mi fondeva quei pochi neuroni sopravvissuti. Me lo stavo dicendo da
ore
ormai, eppure non riuscivo proprio a convincermi…
Mi sentivo un verme. Un essere
stupido,egoista e per nulla
normale. Insomma…due delle persone a cui volevo
più bene,in modi
diversi,stavano male,una delle quali viveva pure a casa mia,io cercavo
di
aiutare,in modi diversi,entrambi,con il risultato che mi ero ritrovata
a dover
vivere con il mio fidanzato e il mio ex,a dover mentire alla mia
migliore amica
e che mi toccava pure sorbirmi le partite alle play station di quel
troglodita
del mio ex.
Chi mi assicurava che questo
improvviso tornado che aveva
sconvolto le vite di Ron ed Ellie non incontrasse sulla sua scia
distruttiva
anche la mia,di vita??E soprattutto,chi mi assicurava che non
l’avrebbe
sconvolta del tutto? No. Non poteva. Non ora che finalmente ero felice
della
mia vita.
“Oh eccoti..non ti trovavo
più..” borbottò Malfoy
raggiungendomi nello studio,davanti al computer, rigorosamente
spento,senza
fare niente. Malfoy sembrò cogliere che qualcosa non andava
e mi lanciò
un’occhiata delle sue,di quelle che avrebbero incantato
persino Fuffi: “Sicura
di stare bene?”.
“Io si” replicai
con un sorriso che speravo fosse sincero
anche se non ne ero del tutto sicura. In fondo, pensai tra me,quella
non era un
bugia:io stavo bene.
Malfoy si lasciò cadere
nella poltrona accanto alla mia e
studiò la mia espressione con aria indagatrice:
“Quella faccia mica sarà dovuta
a Weasley,vero?”.
Scossi la testa,leggermente in
ritardo sui tempi della
domanda e Malfoy lo interpretò subito come un segnale
d’allarme. Figurarsi.
“Ok,allora è colpa di
Weasley…” borbottò poi,scuotendo
più volte la testa “lo
sapevo che non era una grande idea farlo venire a vivere
qui…”.
“No,no,davvero,non
è colpa sua. Sul serio. È che mi dispiace
per questa situazione..tutto qui..” azzardai, sperando di
essere convincente.
Ma era difficile esserlo quando sei di fronte ad un computer spento con
una
faccia che raramente Malfoy aveva avuto la sciagura di vedermi dal
vivo. In
genere,espressioni di quel tipo,le tenevo per quando lui non poteva
vedermi. Va
bene stare insieme, ma l’orgoglio quello ancora non ero
riuscita a metterlo a
tacere.
Malfoy mi guardò con aria
decisa,mentre lo sentivo dire:
“Ascolta bene quello che ti sto per dire…
Quell’impiastro del mio ex..migliore
amico” concluse poi,in fretta,dopo l’occhiata che
gli avevo rifilato quando
l’avevo sentito dire la parola ex e continuò come
se non fosse mai stato
interrotto scandendo bene le parole, come chi parla ad una bambina
stupida e
dispettosa: “..se
litiga con sua
moglie,sono affari suoi. Solo ed esclusivamente suoi. E di nessun
altro. Meno
che mai tuoi. E tu non farai,come tuo solito,in modo che lo
diventino,vero?”.
Io spostai lo sguardo sulle tendine
appese alla finestra ed
evitai accuratamente di rispondere subito. Malfoy aveva ragione.
Inutile
negarlo. Ma avrei dovuto lasciare che Ron rimanesse in eterno in casa
mia senza
dargli un minimo aiuto?? No,non potevo.. Ero pur sempre stata la sua
migliore
amica. Era mio dovere.
Malfoy chinò la testa a
raccogliere il mio sguardo e ripetè
con lo stesso tono da insegnante d’asilo che spiega qualcosa
di estremamente
difficile ad un gruppo di bambini idioti: “Tu non farai
niente che non sia
farlo dormire qui per un po’, vero?”.
“Non posso”
ammisi infine girandomi a guardare Malfoy con
aria estremamente addolorata. O almeno, così speravo che
sembrasse.. volevo che
pensasse che non sarei stata bene con la coscienza se non
l’avessi fatto.
Volevo che lo capisse. “Ron era il mio migliore amico..e
anche il mio ex”
aggiunsi poi,e sta volta fu Malfoy a rivolgermi
un’occhiataccia “non posso non
fare niente quando potrei aiutarlo..”.
“Hai presente il detto Tra
moglie e marito non mettere il
dito?” mi domandò lui con aria sempre
più decisa.
“Da quando tu sei
così babbano?” insistetti,cercando di
sviare la domanda. Eccome se lo avevo presente, quello stramaledetto
modo di
dire. Era l’esatto riassunto di quello che mi ero ripetuta
per tutto il giorno.
“Da quando tu sei
così ficcanaso?” replicò lui con
l’evidente tentativo di distrarmi dalla mia idea di aiutare
Ron.
Sospirai. Ok,aveva ragione. Aveva
ragione. Cos’altro potevo
dirgli,però? Io volevo aiutare Ron…
“Ok,non farò
niente..” promisi cercando di sembrare decisa.
In realtà non lo ero affatto. Sapevo che, se me ne fosse
capitata
l’occasione,non avrei resistito ad aiutare Ron,in qualche
modo..
“Ottimo”
gongolò Malfoy e mi stampò un bacio prima sulla
fronte e poi sulle labbra. Mi lasciai baciare senza grossi risvegli del
mio
status pensieroso ormai permanente. Ma ormai avevo deciso.
Va bene promettergli che mi sarei
contenuta,ma,nel caso
proprio non ne avessi potuto fare a meno, avrei aiutato Ron. E
nell’istante
stesso che lo pensavo,già mi sentivo estremamente in colpa
per quello che
volevo fare…
##########
Quella sera le mie idee andarono a
scontrarsi dritte dritte
con la faccia di Ron,dopo cena. Aveva la tipica faccia da funerale. Da
documentario sulla morte. Sembrava la rappresentazione umana della
parola
“tristezza”.
Persino Malfoy se ne accorse.
Limitò persino le
battutine,mentre stavamo guardando la tv. Io invece evitavo lo sguardo
del mio
fidanzato mentre avevo attanagliato il mio indice al suo,sul divano.
Ron stava seduto
alla mia destra,con un’espressione di pura
infelicità.
Era strano vederlo così.
Era strano vedere così giù il
casinista,l’allegro,il pazzoide Ron… Sembravo io
quando scoprii che tra me e
quell’oca di sua moglie aveva scelto lei. Ma ora stavamo
parlando di lui,non di
me. Ora la saggia Herm era diventata solo Herm..e il casinista Ron,era
diventato il triste Ron. E poi dicono che il tempo sistema
tutto… Macché. Il
tempo peggiora solo le cose.
Fu mentre mi alzavo per andare a
prendere da bere che squillò
il telefono. Virai verso il telefono e biascicai un
“Pronto” smozzicato,senza
riuscire a staccare gli occhi dalla figura afflosciata di Ron.
“Oh ciao Herm,meno male che
hai risposto tu..” risposte una
voce femminile dall’altra parte della cornetta. Aggrottai le
sopracciglia e
borbottai un confuso: “Ma chi parla?”.
“Sono Lavanda”
rispose la voce facendomi finire un doloroso
masso di sensi di colpa dritto sullo stomaco “Ron
è lì?”. Il mio sguardo
saettò
verso di lui,seduto sul mio divano,con aria devastata. Dovevo mentirle?
Dovevo
dirle la verità? Insomma,cosa dovevo fare???
“Herm,ci sei
ancora?” incalzò lei,con un tono leggermente
ansioso dall’altra parte del telefono. Sospirai,sentendomi
addosso lo sguardo
sia di Ron sia di Malfoy. Cominciavo a sentirmi soffocare. Ci mancava
solo che
Malfoy sentisse quello che stavo dicendo…dubito me
l’avrebbe perdonata…
“Si,ci sono
ancora” presi fiato per bene e cercai di
rispondere sperando che chi mi stava ascoltando, ovvero i due di fronte
a
me,capissero qualcosa di diverso di quello che volevo dire io
“comunque si”
aggiunsi,in risposta alla sua domanda,senza avere il coraggio di
pronunciare il
nome di Ron di fronte a lui.
Sentii Lavanda sospirare di sollievo
dall’altra parte della
cornetta e mi chiesi come mai,se lei si sentiva sollevata,io mi sentivo
così
male. Malfoy mi studiava con la coda dell’occhio,gli occhi
ancora fissi allo
schermo,ma sapevo che entrambi gli orecchi erano ben tesi verso di me.
Persino
Ron sembrava essersi leggermente ripreso dal suo torpore.
“E…cioè…”
attaccò Lavanda con voce incerta e con le idee
evidentemente confuse “…come sta?”.
Rimasi spiazzata dalla domanda ma
cercai di non darlo a
vedere né a chi mi stava ascoltando né a chi mi
stava guardando. Se avevano
litigato,come avrebbe dovuto stare,secondo lei?
Ma dirlo sinceramente che stava male
mi sembrava un po’
esagerato..così optai per un,più diplomatico:
“Abbastanza bene”. In realtà,non
era affatto così,ma,in fondo,lei che ne sapeva??
“Ah
ok…” la sua voce non lasciava trasparire
né sorpresa né
sollievo,sta volta e per un momento mi sentii tremendamente cattiva a
stare
lì,di fronte a Ron a parlare con sua moglie senza dire nulla
a lui, e senza
dire la verità a lei
“e…bè…hai notato nulla di
strano?”.
Ma che razza di domanda era?? Ovvio
che era strano,non
capita sempre che mi trovi a parlare con Lavlav di fronte a Ronron. E
soprattutto non con loro che sono in rotta. E ancora peggio,non di
fronte a
Malfoy e per di più al telefono.
“Bè…non
saprei…non mi sembra…”
risposi,rimanendo sul vago,mentre
sia Malfoy che Ron rinunciavano ad ogni tentativo di origliare di
nascosto e si
voltarono direttamente verso di me. Cercai di non far tremare la voce
mentre
borbottavo a Lavanda: “Ma adesso sono un po’
impegnata.. ti chiamo io
domani,ok?”.
“Ok. E
grazie,Herm…” replicò lei e
riattaccò subito. Io
rimasi lì,con la cornetta in mano e appena sentii il segnale
di libero
borbottai al vuoto,come una stupida,qualcosa che,almeno speravo,avrebbe
convinto quei due ficcanaso: “Ok..ciao Ginny!”. E
riappesi anche io,sperando di
non aver fatto tremare la voce o peggio di non aver fatto notare che
l’ultima
battuta era stata detta ad una cornetta muta..
Tornai a sedermi accanto e Malfoy e
Ron mi domandò,con aria
fintamente innocente,appena mi sedetti: “Chi era?”.
“Ginny” risposi
pronta cercando di sembrare il più naturale
possibile. Malfoy mi lanciò un’occhiata fugace che
evitai con cura,fingendomi
attenta a quell’odioso film di cui non avevo capito
praticamente niente.
Mi sentivo
tremendamente,orrendamente,incredibilmente,in
colpa. Ero senza ombra di dubbio,in torto marcio. Ma lo facevo solo per
i miei
amici. Era una giustificazione valida?? Non lo so. Ma continuavo a
contare su
quella. E poi,per ora,non avevo ancora fatto nulla di
concreto…e soprattutto,
Malfoy non ne sapeva ancora niente. Non con certezza almeno.
Con una fitta dolorosa al petto per
il senso di colpa che
cominciavo a sentire più forte che mai, pensai a cosa mi
aveva detto lui,oggi
pomeriggio.. “Tra moglie e marito non mettere il
dito”.
E io altro che dito...Ci stavo
mettendo tutte e due le
braccia…
ecco qua,finito!:-) ormai
cominciamo ad entrare nel vivo della storia...! voi cosa ne pensate? Vi
è piaciuto? Io spero proprio di si..!
Ma aspetto le vostre
recensioni!!Un mega bacio!
|
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Capitolo 6 *** Uno sconosciuto di nome Ron ***
ciauuuu!
quanto
tempo che non aggiornavo...!vi supplico di perdonare il mio IMMENSO
ritardo,ma tra la fine della scuola e poi la partenza x le vacanze nn
sn riuscita ad aggiornare prima..!cmq ade sono tornata!!con le vacanze
a casa riuscirò ad aggiornare molto in fretta!
ok,intanto
sn doverosi i ringraziamenti anche se in ritardissimo!Intanto a tutte
le persone che hanno messo la mia ff tra i preferiti(ben 46!)!! Che
spero continueranno a leggerla,ade che l'autrice si è decisa
a ritornare ad aggiornare in maniera normale..XD
E
un grazie speciale a chi aveva recensito(mesi fa..o.o) lo scorso
chappy.. :-) ovvero:Hermione17,Cicci 12,tinkerBLOOD e potterina_88_!
Grazie davvero! e perdonatemi se nn vi rispondo x bene!prometto che nel
prossimo chappy che posterò tra poco lo farò..!un
bacionissimo tutto x voi!!:-)
ok
e ora vi lascio leggere..!buona lettura!Spero che vi piaccia,spero che
mi perdonerete del MEGA ritardo..e spero che recensiate che ci tengo a
sapere cosa ne pensate..:-)
Quando tornai a casa dopo una lunga e
snervante mattinata di
lavoro e sbattei la borsa per terra con la solita
“delicatezza”,trovai Ron in
salotto, seduto sul mio divano con le mani semiaperte in alto,in quella
che
sembrava una posizione yoga. Non si preoccupò nemmeno di
aprire gli occhi,ma
sorrise nella mia direzione come se sapesse esattamente che lo stavo
guardando.
“Ciao Herm!” se
non altro pareva stesse meglio,notai con
sollievo,questo forse rendeva le cose più facili..forse..
“Ginny dice che lo
yoga aiuta..sai,forse ha ragione lei,rilassa” Ron sorrise
ancora, sempre ad
occhi chiusi. Aveva un’aria straordinariamente cretina,ma
preferii non
dirglielo.
Rimasi zitta. Non sapevo da dove
cominciare il discorso.
Anzi,non sapevo ancora se lo volevo cominciare. Ma del resto,potevo
lasciarlo
lì,a fare il fenicottero sul mio divano??
“Ron,ieri sera al telefono
era Lavanda,non Ginny”.
Ecco l’ho detto. Brava
Herm. Magari un po’ meno diretto la
prossima volta…
“E allora?” Ron
fece cadere le braccia lungo i fianchi e
aprii gli occhi che ora mi fissavano indagatori.
“E allora niente. Mi
chiedevo solo se..insomma..ci volessi
parlare tu,con lei”. Oh cavoli. Ormai mi stavo ficcando in un
vicolo cieco ma
non potevo fare marcia indietro ora che mi ero convinta a fare
qualcosa. Non
sapevo bene cosa. Giusto qualcosa. Per sentirmi meno inutile. E questo
era
l’unico “qualcosa” che mi era venuto in
mente. E allora perché mi sentivo
ancora inutile??
Ron mi fulminò con lo
sguardo. “E lei vuole parlare con me?”
domandò poi alzando un sopracciglio. Era nervoso. Gli
tremava la voce. Era un
Ron che non avevo mai visto. Posizione yoga a parte.
“Bè,mi ha
chiamato lei..immagino di si..” sussurrai ma
sentivo di non essere convincente e questo mi fece quasi arrabbiare. Mi
sentivo
impotente,inutile. Non lo sapevo se lei volesse parlargli. Ma del
resto,non
sapendo cos’era successo come potevano pretendere che lo
sapessi??
“Tu immagini?”
domandò Ron con una finta risatina che mi
colpì come una forza che non immaginavo. Ma insomma,cosa
pretendete da me??
“Si immagino,cosa credi che
abbia la palla di vetro?”
domandai con la voce che mi si alzava progressivamente senza un vero
perché. O
forse si. Mi sentivo sempre più inutile. Tutti sfogavano su
di me le loro ansie
senza darsi la pena di spiegarmi e poi se la prendevano se non riuscivo
ad
aiutarli. Poi mi calmai. Più o meno. O almeno ci provai. E
gli borbottai
qualcosa tipo: “Lei mi ha detto di richiamarla,magari se la
chiamassi tu…”
Mi accorsi troppo tardi che era la
cosa sbagliata da dire.
Ron esplose come se lo avessi schiaffeggiato: “Chiamarla,io??
Non credo
proprio.. e tu intanto,potresti farti i fatti tuoi,se non ti dispiace.
Non sai
niente di me,né di lei. Non sai nemmeno perché
abbiamo litigato”.
E se ne andò
così,nascondendosi nella mia cucina,lasciandomi
lì,come una stupida,a riflettere.
##########
Ci misi più di
metà pomeriggio per ammetterlo,anche solo a
me stessa,ma alla fine lo ammisi. Ron aveva ragione:non sapevo nulla. E
visto
che lui si rifiutava di collaborare,ora mi toccava pure chiamare
Lavanda.
Alzai la cornetta. Composi il numero.
Quando mancavano due
cifre,sbattei giù il ricevitore con un rumore sinistro.
Sospirai.
No,non potevo fare così.
Non potevo comportarmi da bambina.
Dovevo chiamare. Fosse facile. Herm,lo sai quanti anni hai? 26,certo
che lo so.
Appunto,i due li hai superati già da un
pezzo…è ora di smetterla e fare il tuo
dovere senza fare storie. Ho sempre fatto il mio dovere,per una volta
posso non
farlo. No,ora chiami e fai il tuo dovere,come sai che dovresti fare.
No,non mi
va. Ti deve andare, fallo per Ron.. Non mi va neanche di farlo per lui
dopo
quello che mi ha detto. E allora fallo per te stessa,per avere la
coscienza a
posto.
Questo è troppo.
Feci tacere il mio alter ego
interiore che mi torturava da
tutta la giornata con il gesto seccato della testa di chi scaccia una
mosca.
Perché l’idea di
fare 3 temi al giorno come facevo ai tempi
di Hogwarts non mi spaventa tanto quanto quella di trovarmi faccia a
faccia..ok,al telefono,magari non proprio faccia a faccia..
diciamo,voce a
voce,con la donna che mi ha rubato il mio ex fidanzato e poi gli ha
praticamente spezzato il cuore e,non so con quale strano incantesimo a
me
oscuro,lo ha spedito dritto dritto a casa mia??
“Chiama e basta”
mi borbottò stancamente Bet dalla scrivania
di fianco alla mia,alzando appena lo sguardo nella pausa tra una
limatura di
unghia e l’altra.
“No” ribattei
seccamente e le rifilai un’occhiata disgustata
che lei,china sulle sue unghie,che non avrebbero fatto invidia a quelle
della
Sprite,non colse.
Mi chiedevo come mai si ostinasse a
fare finta di curare le
sue unghie quando era ovvio che non era così. Mi chiedevo
come mai mi facessi
riprendere dalla mia segretaria. Mi chiedevo perché
quest’ultima nemmeno mi
ascoltasse. Mi sembrava di parlare al muro. Solo che il muro in
questione
parlava a me.
“Non fare la
stupida” ribattè Bet,spiccia,ispezionandosi il
pollice destro con aria critica,senza degnami di uno sguardo,
“devi
chiamare,no?E allora fallo. Magari senza rompere la cornetta..a
giudicare da
come l’hai sbattuta prima,domani dovrò chiamare il
tecnico del telefono..”.
Ignorai la battuta e ripresi in mano
l’agenda,studiando con
aria ansiosa quelle poche cifre. Cifre che, con tutti i miei
tentativi,ormai
sapevo pure a memoria. Per l’ennesima volta mi sembrava che
quelle cifre
celassero una sola domanda..ma chi me lo faceva fare?? Chiamare Lavanda
perché
lei mi doveva chiedere delle cose su Ron..ma insomma..perché
lo stavo facendo??
Tanto per incasinarmi meglio la vita..brava,Herm. Complimenti. Missione
compiuta.
“Ti disturbo?”
intervenne Ellie sbucando da dietro la porta
e lanciando un’occhiata stupita in direzione di Bet e delle
sue unghie.
“No,dimmi pure..”
sospirai,sbattendo via l’agenda e
rinunciando totalmente a chiamare. In fondo mica facevo niente di male.
Non
volevo..intromettermi nella loro vita. Ecco,perfetto. Questa si che era
una
scusa adatta..! Capito,mio testardo inconscio??
“Potrei fare un salto a
casa tua a prendere i fogli
dell’intervista che avevi fatto la scorsa settimana? Se mi
dai le chiavi non
devi neanche scomodarti..” aggiunse,con un sorriso. Non era
necessario,lo
sguardo scongiurante di Ellie avrebbe incantato chiunque..e lei lo
sapeva bene.
Acciuffai le chiavi di casa mia dalla
borsa e gliele
tirai,con un lancio meravigliosamente storto. “La strada la
sai. Vai
tranquilla,non ci dovrebbe essere nessuno in casa,Malfoy è
al Ministero”.
“Ottimo. Grazie mille
Herm!” sorrise Ellie,e sparì dietro la
porta,con la stessa leggerezza e velocità di quando era
apparsa. Rimasi a
guardare la porta che si chiudeva prima di riprendermi dai miei
pensieri. Poi
tornai al dilemma. Chiamare o non chiamare? This is the problem.
Amleto,stupido, Amleto. Almeno mi ricordassi cosa sceglieva lui,alla
fine delle
sue seghe mentali…
“Chiama. Ora e
subito” mi sibilò Bet,improvvisamente in
piedi di fronte a me,con la cornetta in mano e l’aria
minacciosa “mica ci vuole
una laurea..basta spingere i tasti e poi verde. Prima si fa,prima ci si
toglie
il pensiero...”.
“Non mi tolgo nessun
pensiero,ne aggiungerò altri,già lo so.
È una certezza,quando c’è di mezzo
Lavanda. Tu non la conosci” replicai con una
vocetta che suonò molto più lamentosa di quanto
realmente volessi. Ora sembravo
davvero Lavanda. E non era un bel pensiero,visto il momento.
“Chiama e basta”
insisté la mia segretaria con voce piatta
avvicinando la cornetta alla mia faccia “non è
scappando dai problemi che si
risolvono…”
“Da quando sei
così filosofica?”.
“Come la famosa
pietra?”
“No,Bet,quella era
filosofale,non filosofica..”
“Ah
già…”.
“Allora,da quando sei
così filosofica?”
“Da quando hai paura di
fare uno stupido numero?”.
“Da quando mi minacci con
una cornetta?”
“E se io ora chiamassi
Malfoy e gli dicessi tutto..?”. Bastò
quella frase. Potevo resistere a tutto,ma a Malfoy no.
Ci misi due secondi. Presi la
cornetta,composi veloce il
numero e premetti verde. Bet aveva ragione:ci voleva poco. Erano le
conseguenze
che dubito si sarebbero cancellate così in fretta.. Ma ci
penso solo
ora??Herm,non trovi sia un tantino tardi per pensarci?
Segnale di libero.. Ti prego,fà che non risponda,ti prego.
Ti prego.
Tipregotipregotiprego… “Pronto Herm,sei
tu?”.
Cavoli. Neanche la consolazione di
non trovarla. Mi ero
fatta fregare da una sottospecie di aspirante strega travestita da
segretaria.
Come se avesse letto nei miei
pensieri,Bet se ne andò dalla
stanza come la strega cattiva nei film: a marcia indietro,sogghignando.
##########
“Herm,grazie davvero per
avermi chiamato..” belò Lavanda
dall’altra parte della cornetta,ma sembrava sincera.
Io evitai accuratamente di
rispondere. Dubito che le facesse
piacere sapere che per chiamarla ci avevo messo circa 6 ore,46 minuti e
27
secondi e avevo ceduto solo perché minacciata da una
cornetta. E soprattutto
evitai di dirle che avevo provato a corrompere Ron a chiamala. Meglio
evitare.
“Allora..come sta
Ron?”. Era una mia impressione o le
tremava la voce??
“Bè..sta..”
la voce mi morì a metà frase. Che potevo dirle?
Come stava Ron? Bene? No,non stava bene. Male?A giudicare da come
aggrediva gli
altri non stava poi tanto male... O forse si. Avevo sempre visto Ron
glissare
sul suo stato d’animo. Ed era difficile ora capire se stesse
ancora glissando
oppure no. E’ difficile capire quando un cretino smette di
esserlo e comincia a
soffrire sul serio.
“Herm,come sta?”.
Era una mia impressione di nuovo o quella
voce celava una paura che non mi riuscivo a spiegare?
Aprii la bocca per ribattere ma mi
bloccai a metà. Mi stupii
a non sapere che dirle. Non sapevo come stesse. L’avevo
ospitato,gli avevo
piazzato un tetto sopra la testa, aggiungerei il MIO tetto,eppure non
avevo la
minima idea di come,in realtà,stesse. Incredibile ma vero.
“Non so come sta”
replicai calma ma sentendo di essere
sincera “davvero,Lavanda,non lo so. Ma ti prometto che glielo
chiederò.”
Mi rendevo conto che quella frase era
perfettamente fuori
luogo. Avevo appena comunicato alla mia ex migliore nemica che mi sarei
informata sullo stato d’animo di suo marito con il quale ha
litigato,nonché mio
attuale coinquilino,che nemmeno sapevo come stesse. Ero una stupida.
Invece di
fare l’eroina e cercare di fargli pace con
Lavanda,perché non mi ero
concentrata su come stesse prima?
“Grazie
Herm,veramente..” borbottò lei e
attaccò prima che
avessi il tempo di aggiungere qualcos’altro. Non avrei saputo
cosa aggiungere,ma
avrei voluto tanto dirle qualcos’altro. Possibile che ora mi
facesse pena
Lavanda? No,in realtà ce l’avevo con me stessa.
Non mi ero preoccupata affatto
di come stesse davvero Ron. Avevo seriamente creduto che dandogli un
posto dove
dormire gli avevo risolto tutti i suoi problemi.
E,tra l’altro,non sapevo
nemmeno cosa davvero fosse successo
con Lavanda. E non sapevo perché era venuto da me,e non era
andato da sua
sorella e dal suo migliore amico. Perché proprio io?
Perché non era tornato
dalla sua Lavlav e ci aveva fatto pace senza mettermi in mezzo?
Non sapevo nulla. Né di
questa situazione, né del nuovo Ron.
Io conoscevo il Ron dei tempi di Hogwarts. Già. Peccato che
ora quello che
abitava con me fosse un Ron diverso.
In fondo aveva ragione lui. Il mio ex
migliore amico era
diventato un mistero per me e io nemmeno me n’ero accorta.
Ecco come ci siamo
ridotti.
Questa era la dura verità
del momento:per me,il mio ex
migliore amico,era diventato uno sconosciuto. Uno sconosciuto di nome
Ron. Si,eravamo
due sconosciuti.
Già…Due
sconosciuti che si conoscono da almeno 15 anni.
##########
“Secondo te,quanto ci
metterà a far pace con la Brown?” mi
domandò Malfoy guadando Ron accigliato dalla porta a vetri
dall’altra stanza.
“Guarda che sono
sposati..è una Weasley ora” borbottai
corrucciata. Avevo imparato a fare la pignola per evitare di replicare.
Poggiai
la testa sulla spalla di quella roccia aitante e bionda che era Malfoy
e lottai
con il desiderio di dirgli tutto. Sarebbe stato bello. Mi avrebbe
rassicurata.
Forse. O forse si sarebbe solo arrabbiato. E allora tacqui. E mi
sentivo
tremendamente in colpa per questo.
“Ah già..una
Weasley..” ghignò e qualcosa si contrasse
dolorosamente nel mio stomaco. Non vorrei mentirti,Malfoy. Lo sai,no?
No,non lo
sai. Come puoi saperlo se non te lo dico? Che ne sai di cosa sto
combinando… Ti
avevo promesso che ne sarei stata fuori. Non ce l’ho fatta.
Troverò mai il
coraggio di dirtelo?
“Cosa ti ha detto Weasley
di recente?Gli sta passando la
depressione?” captai una nota di scherno nelle parole di
Malfoy ma evitai di
stare a discuterne. Lui,almeno lui,doveva rimanere la mia roccia
privata. Lo
scoglio a cui potermi aggrappare quando la corrente si faceva troppo
forte e
rischiavo di essere portata via. Ossia ora.
“No,non mi ha detto
nulla” mentii. Non volevo lamentarmi.
Non volevo dirgli che mi aveva urlato contro che non lo conoscevo
abbastanza
per permettermi di dargli consigli. Non erano proprio state quelle le
parole,ma
parafrasando,il significato era quello.
Cosa potevo fare?
“Scusa torno
subito..” sussurrai a Malfoy e gli stampai un
bacio sulle labbra prima di aprire la porta e vetri e marciare in
direzione di
Ron. Quando mi voltai verso di lui notai che Malfoy era rimasto
lì a guardarmi
da dietro,a braccia incrociate, senza dire una parola. Mi rigirai
lentamente e
feci il mio ingresso timido nel mio salotto,forte di quello sguardo che
mi
teneva d’occhio.
Incredibile,mi sentivo vulnerabile a
casa mia. Lontana dalla
mia roccia. Esposta alle correnti. Uno sguardo non bastava a
sorreggermi. Da
quando,Herm,sei così fragile? Era stato avere scoperto di
avere praticamente
perso un ex migliore amico a farmi sentire così male?
Mi avvicinai a Ron lentamente,con
un’aria da folletto che
avevo preso in prestito da Ellie e mi sedetti di fronte a lui. Ron
alzò lo
sguardo e sorrise. Sembrava più sereno di questa mattina.
Evitai di chiedergli
cosa era cambiato. Mi suonava ancora nelle orecchie il suo urlo di
questa
mattina, accusatorio e reale: “Non sai niente di
me,né di lei. Non sai nemmeno
perché abbiamo litigato”.
Era vero,non sapevo nulla. Non sapevo
nulla di Ron,della sua
vita attuale,non sapevo nulla di Lavanda, della loro vita,non sapevo
nulla del
perché avessero litigato..insomma:non sapevo nulla di nulla.
Avrei dovuto solo chiedergli
“Perché avete litigato?” e
stare a sentire quello che mi diceva. Non ci voleva poi tanto.. E
allora perché
non ce la facevo? Perché avevo paura di scoprire cosa era
diventato il mio ex
migliore amico? Quanto,del vecchio Ron che conoscevo,c’era
ancora in lui?
Ron
mi fissava interrogativo con quel leggero sorriso sulle labbra e
l’unica cosa che riuscii a domandare fu: “Da quando
fai yoga?”.
salve!!vi erano mancati
i miei chappy??XD ok,ora che mi sono rimessa 1 po' in pari,vi prometto
che torno prestissimooo!:-)
ciau a tutti,a presto!un bacione e..una recensioncina anche ina-ina me
la lasciate vero?? *okkioni supplicanti* XD ciauuu!
|
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Capitolo 7 *** Scarpe diem ***
salve
gente!
eccomi
tornata cn il nuovo capitolo!
sorrate
il ritardo ma con le vacanze non sn riuscita a fare di meglio..ma ora
sono tornata!!
intanto
i soliti ringraziamenti doverosi a chi ha messo la mia ff tra i
preferiti(52)e a chi ha recensito lo scorso chappy,ovvero:
SasiGranger(
grazie!!spero continuerai a leggere..!), Hollina(sorry x il ritardo,con
le vacanze faccio quel che posso..!spero che ti piaccia questo
chappy!fammi sapere.:!), Hermione17 (ma grazie!!spero che non cambierai
idea dopo questo chappy..vabbè,buona lettura e dopo fammi
sapere!beso!), Virgola(thanksss davvero! spero che continui a
paicerti!!aspetto 1 tuo parere!kiss) e TOM THE BEST(eh lo so con le
vacanze ho avuto pochissimo tempo..ma ora basta,torno a scrivere!spero
che ti piaccia cmq!aspetto 1 parere!)
E
ora..buona lettura!!!
P.S.
in questo capitolo comincia la storia vera e propria..ovvero gli eventi
importanti..vabs spero che vi piaccia!!
aspetto
di sentire cosa ne dite!!
Da quando Ron viveva a casa mia,avevo
cominciato a capire
appieno il significato della parola “tuttofare”.
Trattasi di persona che viene
costretta da altri con metodi
più o meno bastardi a fare una marea di cose inutili e/o
schifose e/o assurde
e/o ai limiti della ragionevolezza.
In una parola: io.
A una settimana dall’arrivo
di Ron a casa mia,circa 3 giorni
dopo aver parlato con Lavanda,mi ero resa conto di un fatto che fino ad
allora
non avevo registrato fino in fondo..
In qualsiasi ambiente da me
conosciuto,qualsiasi fosse il
problema,per tutti la soluzione aveva un solo nome:
“Herm”. E io,armata con la
mia macchinina alle soglie dell’auto-distruzione per
protesta, correvo come una
trottola tra l’invasione di topolini della Gazzetta e la
lavastoviglie che
stava dando i numeri a casa,mentre chiamavo mia madre scusandomi di non
potere
andare ad una delle sue famose cene.
Risultato: avevo preso 2 multe per
alta velocità, ero senza
lavatrice, mia madre mi aveva tolto il saluto,causa “mancanza
di presenza alle
cene da lei organizzate” e per dirla tutta ero alle soglie
dello sclero più
totale.
E la cosa peggiore è che
non potevo nemmeno lamentarmi con
nessuno.
O meglio..mi lamentavo con me stessa.
Avevo trovata una sorta
di amica immaginaria. Se per tutti ero Herm, Mione era il mio alter
ego. Quello
con cui mi sfogavo quando tutti gli altri erano troppo occupati per
badare a
me. Lo chiamavano Herm,e Herm si sfogava con Mione. Perfetto no?
In realtà no.
Assolutamente no. Mi sentivo stupida,una
bambina un po’ cresciuta che continua a fare i giochetti che
faceva da piccola
anche nel mondo reale. Ero una bambina di 26 anni. E avevo
un’amica
immaginaria.
Ok,capisco che detto così
suona veramente male..sono
consapevole del fatto che se i miei parenti/amici/conoscenti
l’avessero saputo
mi avrebbero fatto ricoverare al San Mungo in 10 secondi netti,ma che
ci potevo
fare se non potevo sfogarmi con nessuno?
Ginny stava frullando tra un esame e
l’altro per il
bambino,e non mi andava di interrompere il suo momento idilliaco con
qualche
protesta fatta per il puro gusto di protestare. Il
che,però,escludeva per
forza,anche Harry dalla mia lista di persone a cui poter rompere un
po’ le
balle per lamentarmi.
Non potevo nemmeno contare sulla
calma e serena Ellie.
Ultimamente il boss la riempiva di lavoro e lei correva come una pazza
tra
un’intervista e un sondaggio per il giornale.
Bet neanche a parlarne,non serve che
vi spieghi il motivo:se
la conoscete avrete senz’altro capito, altrimenti sono felice
per voi che non
la conosciate.
Non esisteva lamentarmi con i
miei:mia madre se ne sarebbe
uscita con una frase tipo “se fossi venuta alla cena
l’altra sera avresti
staccato un po’”;inutile spiegarle che non avevo
avuto tempo. Per quanto
riguarda mio padre,era impossibile riuscire ad interrompere anche solo
momentaneamente il suo contatto visivo con il quotidiano che aveva
perennemente
in mano. Il massimo che potevo ottenere da lui era un annuire che
sapeva
tanto,troppo,di disinteresse.
Ron mi faceva troppo pena, anche se
da qualche giorno a
questa parte era stranamente allegro, quando tornavo a casa la sera. Mi
domandavo se avesse cominciato a fare uso di droghe o semplicemente
fosse
merito della puntata serale di E.R. Medici in prima linea,che lo
convinceva
che, tutto sommato,c’era chi era ridotto peggio.
Malfoy..bè..era Malfoy.
Quando la sera,a fine delirio
giornaliero,provavo ad
esternargli le mie lamentale,tanto per farmi consolare un
po’, lui cominciava a
baciarmi e tanti saluti alla mia voglia di protestare.
Quella mi sarebbe tornata la mattina
dopo,a braccetto con
l’impossibilità di farlo. Ero assolutamente in
trappola. E avevo un fidanzato
che aveva un modo di baciare che sarebbe bastato a togliere la voglia
di
lamentarsi anche a Mirtilla Malcontenta.
Una volta o due avevo contemplato
anche l’ipotesi di
lamentarmi con Lavanda,ma avevo eliminato per l’idea per
qualche semplice
motivo:Ron l’avrebbe considerato un bieco tradimento,Malfoy
si sarebbe offeso
da morire e in quanto a Ginny..bè,potevo dire addio al suo
saluto se provavo a
confessare tutto alla nostra ex nemica invece che a lei.
Così,un pomeriggio di
solitudine in casa,mentre Malfoy era
al lavoro e Ron a subirsi una puntata di Beautiful,mi ritrovai a
confessarmi
con un gatto rossiccio che si rotolava sul mio tappeto.
Riuscite ad immaginare niente di
più penoso?
Bè alla fine non era
neanche male. Io parlavo e lui si
rotolava riempiendosi di polvere che non avevo avuto il tempo o la
forza o la
voglia di togliere dal tappeto.
“..meno male che esiste il
mio gatto che mi ascolta..vero
Grattastinchi?” gli borbottai alla fine del mio monologo, con
un sorrisetto,
seduta a gambe incrociate davanti a lui, mentre nella camera accanto
Ron
sgranocchiava pop corn come al cinema guardando quella cosa denominata
Beautiful a cui avevo paragonato la mia vita tante volte.
Grattastinchi 2 la vendetta,in tutta
risposta,si alzo dal
tappeto e uscì dalla porta scodinzolando.
Ecco,come non detto.
###########
Certe volte la vita sa essere
veramente bastarda.
No,non l’ho letto in un
libro. No,non è una citazione. Anche
se scommetto che un sacco di gente almeno un paio di volte nella vita
l’ha
pensato. No,non l’hanno detto al telegiornale. Non sarebbe
una notizia,tanto
meno una novità. No,non me l’ha detta Malfoy. No,
non è per qualcosa che è
successo a me. Non direttamente almeno..
Ma spiega per bene,Herm.. Ok,Mione
parto dall’inizio..
Dunque,sta mattina ero seduta alla
mia scrivania alla
Gazzetta,con una segretaria rompiballe dietro la schiena, una
collaboratrice
sommersa di lavoro di fronte a me,un boss che strillava nel corridoio..
insomma,tutto normale.
Almeno finché la
collaboratrice,tale Ellie,non si alzò e mi
si avvicinò con aria stanca: “Herm,non
è che avresti l’intervista speciale del
mese scorso da qualche parte?Non sai quanto mi servirebbe..”.
Annuì,incapace di dire di
no ad una richiesta di Ellie. Come
si faceva a dire di no a quegli occhioni? Herm,stai diventando troppo
tenera..
Lo so,Mione..colpa di Malfoy.
“Certo,El,ce l’ho
a casa. Aspetta ti do le chiavi,puoi
andartela a prendere anche adesso se vuoi..” e le lanciai le
chiavi che lei
afferrò al volo con una bagher direi quasi perfetto. Sorrise.
“Grazie,Herm!Non so davvero
come ringraziarti!”.
Sorrisi pure io. Piacevole
novità. Qualcuno che mi
ringrazia.
Ok,nell’ultima settimana
è andata a casa mia a prendere roba
varia per ben 5 volte ma sentirsi dire “Grazie!”
quando sei alle soglie dello
sclero è la cosa migliore che ti possa succedere.
Ellie se ne uscì dalla
porta con la sua solita aria leggera
e rapida da folletto, con un sorriso a 32 denti stampato in faccia. Mio
malgrado,il mio sorriso mi si spense sulle labbra. Come mai era tanto
allegra
alla prospettiva di una marea di interviste da mettere in ordine?
“Herm,ti cerca il boss.
Veloce. Ma sei ancora lì?”. Se fossi
stata il basilisco e avessi potuto uccidere con uno sguardo,la mia
segretaria a
quest’ora sarebbe già all’obitorio da un
bel pezzo,ve lo assicuro.
“Dai,coraggio,il boss ha
bisogno” chissà perché quando ha
bisogno lui tutti devono correre,quando abbiamo bisogno
noi,è già tanto se ci
ascolta.. “dai rapida,scattante. Cogli l’attimo.
Scarpe diem.”
“Carpe diem” le
borbottai mentre spegnevo il computer
davanti a me e la pietrificavo con lo sguardo senza riuscirci
“si dice Carpe diem,non
scarpe diem,Bet..” ..una scarpa è quello che ti
sto per lanciare io. Ma questo
evitai accuratamente di dirlo al alta voce.
Lei sbuffò.
“E’ uguale. Dai,ti muovi?”.
Mi alzai più lentamente
possibile,tanto per farla sbuffare
ancora di più. Mi divertivo a stuzzicarla.
La usavo come valvola di sfogo
perché non ne avevo altre.
Torturare Betty mi dava una strana soddisfazione che non riuscivo a
spiegarmi.
Poi,appena voltato l’angolo,immancabilmente mi sentivo
tremendamente in colpa.
Mi chiedevo se cominciassi ad
impazzire per davvero.
Ma no,Herm non stai impazzendo. Ah
no,Mione?
No,Herm,assolutamente no. Allora,Mione, ti sembra normale che una parli
con il
suo alter ego un minuto si e uno no?
“Herm..?”.
Bet,davanti a me si girò lentamente,si incrociò
le braccia sul petto e mi fissò da sopra la montatura degli
occhiali che teneva
in bilico sul naso.
“Siii?” feci
spazientita,allungando volontariamente la “i”
in un monosillabo intriso di arterio,puro e semplice arterio.
“Ma sei ancora qui?Daaai
che il boss ti cerca..!”. Sembrava
una bambina. Che tirava per mano la mamma che non le voleva comprare il
gelato.
Pessima associazione di idee. Ma vi immaginate essere la madre di
questa donna?
Ok,magari meglio che non ci
pensi..potrei tirarle una scarpa
sul serio. Sarà meglio che sia lei a cogliere
l’attimo e a scappare prima che
la strozzi..
“Te la posso dire una
cosa,Bet?”.
“Dimmi”.
“Dì al boss che
tutta questa fretta può mettersela dove dico
io,che io faccio con calma perché tutti pretendono che io
corra e non ce la
posso fare,ok? Non sono di ferro,io. Vai a dirlo a quello schiavista e
bastardo
del nostro capo,e intanto che ci sei,digli anche che a farsi chiamare
boss
sembra ancora più ridicolo. E per concludere,vai anche a
dirgli che non ho
intenzione di continuare così ancora per molto,la prossima
volta che si trovi
una schiava romana invece di una giornalista usata come
tale”.
Ahhh. Ora che mi ero sfogata stavo
decisamente meglio.
Fu un vero piacere vedere Bet aprire
e chiudere la bocca
incapace di dire qualsiasi cosa. Fu un vero piacere vedere diversa
gente nel
corridoio girarsi ad ascoltarmi,anche se non era poi così
difficile; avevo
praticamente urlato. Fu un vero piacere sentirmi addosso quella
sensazione di
onnipotenza mentre mi giravo indietro per tornare nel mio ufficio tanto
per
dare un tono ufficiale alla protesta.
Fu un po’ meno un piacere
trovarmi davanti il boss in
persona di fronte a me,poggiato alla porta del mio ufficio,che mi
guardava con
l’aria di chi ha visto un fantasma.
Mione,secondo te mi ha sentita?
Dubito che esista un solo
essere umano di qui ad Hogwarts che non ti abbia sentita,Herm..
Perfetto. Ho colto l’attimo
direi. Anche troppo…
Della serie..Scarpe diem.
###########
Chiusi la porta di casa con un calcio
che era fin troppo
violento.
Ma che ci potevo fare?Avevo
letteralmente mandato a quel
paese il mio capo che,purtroppo,mi aveva sentita. Inutile darmi della
stupida.
L’avevo fatto almeno 300 volte per tutto il viaggio in
macchina fino a casa e
non era servito a nulla,tranne che a farmi sentire ancora peggio.
Vi chiederete come ha reagito
lui,immagino..bè..ha detto
qualcosa tipo.. “Domani ne parliamo. Nel mio studio. Ore
10.” E se n’era
andato. E si era sbattuto la porta dietro.
Non avevo osato replicare. Non avevo
proprio aperto bocca.
Nemmeno per dire “ok” ad una porta chiusa.
Me ne sono andata in silenzio,come
una bambina sgridata che
si sente allo stesso tempo offesa e tremendamente in colpa,sotto la
sguardo dei
miei colleghi,increduli e curiosi,e sotto lo sguardo di Bet,che mi
fissava come
se mi vedesse davvero per la prima volta.
E forse anche io mi stavo vedendo per
la prima volta.
Da quando ero così
ribelle,insofferente e,se vogliamo,anche
un po’ perfida? Cos’era successo alla vecchia
Herm,quella calma e
diligente,sempre immersa in una pila di libri che si sarebbe
auto-strozzata
piuttosto che mandare a quel paese il proprio capo?
Attraversai il mio corridoio a grandi
passi,buttando
un’occhiata allo studio di Malfoy,nella speranza di vederlo
lì,alla scrivania.
Pronto a stringermi in un abbraccio di consolazione. Lui forse mi
avrebbe
capita.
E invece niente. Solo uno studio vuoto..e dei rumori che provenivano
dal
salotto.
Ma chi era?Malfoy? Magari. Avevo
bisogno di lui,ora. Avevo
dimostrato che da sola combinavo solo guai,mi serviva un appoggio. Ora
e
subito.
Aprii la porta convinta che mi sarei
trovata davanti il mio
Malfoy,i suoi capelli biondi che adoravo spettinargli per poi
ripettinarglieli,quel sorriso che avrebbe tirato su qualsiasi persona
al
mondo.. e invece no.
Invece davanti a me si aprii uno
scenario che non avevo
previsto. E non me ne accorsi nemmeno subito. L’intero
salotto era al buio a
parte una minuscola lucina in un angolo.
Successivamente,quello che vidi fu
Ron sul divano,in una
posa strana..da quando vedeva la tv in quella posizione così
scomoda? E perché
le sue scarpe erano sparse per la stanza? Non usava più
metterle a posto?
Fu una frazione di secondo dopo che
mi resi conto che la tv
era spenta.
E un’altra frazione di
secondo dopo mi resi conto che
accanto alle sue scarpe c’erano due scarpe con almeno 10
centimetri di tacco.
Assai poco maschili.
Poi collegai il tutto e misi a fuoco
anche quella massa di
roba marrone che non ero riuscita ad identificare prima. Capelli.
Lunghi e
lisci. Decisamente non di Ron.
Poi una voce:
“Herm???”. Neppure questa apparteneva a Ron.
Una voce che avevo sempre sentito calma e ora invece la calma
l’aveva persa dal
tutto. Una voce che apparteneva ad una ragazza che al momento era
vestita solo
di un minuscolo top,straordinariamente storto e di un,praticamente
invisibile,
paio di shorts.
Ron,dal canto suo,era praticamente
steso su di lei,con
addosso giusto un paio di boxer.
Poi,finalmente,mentre loro due si
alzavano in tutta fretta
dal mio divano e si rivestivano come meglio potevano,arrivò
la mia voce,con un
timbro da gallina strozzata mentre fissavo prima Ron poi la ragazza:
“Ellie????”.
In quel momento pensai tre cose..
1-
Lavanda,ho come
l’impressione che tu sia stata appena
tradita..
2-
La mia collega,o ex collega se
venivo licenziata il giorno
dopo..,aveva avuto incontri ravvicinati in casa mia con il mio migliore
amico e
io non ne avevo saputo niente fino ad ora..
e
3- ..guardandoli mentre si rivestivano in fretta e si infilavano
veloci le scarpe senza avere il coraggio di guardarmi in faccia, non
potei far
altro che pensare.. ..Scarpe diem!
et
voilà!finito 1 altro capitolo!resistete che il prossimo
arriva tra poco,sorratemi x i ritardi ma il brutto delle vacanze
è che si è sempre in giro e non ho avuto molto
tempo per scrivere..!a presto!!
P.S..non
me la lasciate una recensioncina?:-)
|
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Capitolo 8 *** Non esiste peggiore cieco di chi non vuole vedere ***
ciau!!
eccomi
qua,sta volta in orario :),con il nuovo capitolo!
ma
prima di parlarvi di questo capitolo,i ringraziamenti..!un MEGA GRAZIE
a chi ha messo la ff tra i preferiti(58 persone!)e a chi ha recensito
lo scorso chappy,ovvero:
Hollina(hehe sono contenta che ti sia piaciuto..!spero che anche questo
chappy,anche se è 1 po' + triste dei precedenti,ti
piaccia..!un bacio! fammi sapere), tinkerBLOOD(ciau cara!spero che
questo chappy ti tolga 1 po' di dubbi..:) no,spero sopratutto che ti
piaccia!e poi che vorrai farmi sapere che ne pensi..!ci conto!a
presto!), TOM THE BEST(ma grazie!!spero che questo chappy non ti
deluda..! aspetto un tuo commento!!kiss) e Hermione17(ma grazie cara!
sono contenta che ti sia piaciuto!in questo chappy dovrei toglierti 1
po' di dubbi.. spero che ti piacerà! aspetto una tua
recensione!kiss!).
E
ora,vi lascio leggere..!è un capitolo un po' più
lungo degli altri,avevo da farmi perdonare tanti ritardi e ho pensato
di farlo così :), e un po' più triste degli
altri..ma dovrebbe togliervi vari dubbi sulla storia..spero che vi
piaccia comunque!! aspetto i vostri pareri,mi raccomando!
Nella mia vita,26 anni di lunga
carriera di ficcanasaggine,
in cui avevo scoperto di tutto,robe più o meno
impensabili,ma non avevo mai, e
dico proprio mai, e ripeto mai, beccato qualcuno a tradire la propria
moglie.
Per di più in casa mia. Per di più se quel
qualcuno è il mio ex migliore amico.
Per di più con una mia collega.
Per farla breve:nel momento esatto in
cui avevo aperto la
porta e li avevo visti mi ero irrimediabilmente ficcata in questo
gigantesco
casino. Che mi piacesse o no.
Mentre li vedevo
rivestirsi,passandosi ogni tanto qualcosa
dell’altro,senza avere il coraggio di guardarsi in faccia,e
tanto meno di guardare
me,mi sentivo su una sorta di mondo parallelo. Avevo la mente
totalmente
annebbiata,non ero più sulla terra come prima.
Ora ero su un nuovo mondo,ed era come
se sopra ci fossimo
solo io,Ron ed Ellie. Tutto il resto del vecchio pianeta terra
l’avevo chiuso
fuori dalla porta quando me l’ero lasciata scappare dopo lo
shock di quello che
avevo visto.
Avevo la testa piena di domande
eppure in quel casino totale
qualche risposta l’avevo ottenuta. Ecco perché
Ellie insisteva tanto per venire
a casa mia. Altro che intervista. Ed ecco perché Ron a volte
era stranamente
allegro. Altro che yoga. Il solo pensiero di loro due che mi avevano
presa in
giro così mi faceva venire la nausea.
E poi ancora
domande,brutte,antipatiche,che davano alla luce
sempre nuove verità. Mi sentivo una stupida,una gigantesca
idiota..come avevo
potuto non accorgermi di niente? Come avevo fatto ad essere tanto
cieca?
E Ron? Come aveva potuto tradire
Lavanda così? Lavanda era
anche incinta,riflettei con una morsa allo stomaco. Non avrei mai
pensato nella
mia vita di provare pena per lei. E non avrei mai pensato di provare
odio per
Ron. Aveva tradito la moglie incinta. Che cos’era successo al
vecchio Ron? O
forse era per questo che avevano litigato. Per Ellie. Ma allora da
quanto
durava? No,era impossibile. Non potevano conoscersi prima.
Si saranno incontrati una delle volte
che Ellie era venuta
qui..come avevo potuto non pensare al fatto che Ron ora fosse a casa
mia,
quando ci mandavo lei per “lavorare”?E Malfoy?
Nemmeno lui si era accorto di
niente. O si?
Domande,domande,solo domande.
L’unica risposta che avevo
ottenuto non mi piaceva affatto. Ma era la dura verità. Io
mi ero isolata da
tutto. Mi ero messa dentro una bolla di vetro, fatta di problemi miei e
avevo
deliberatamente voltato le spalle al mondo. Non mi ero preoccupata di
pensare
ai problemi degli altri,non avevo pensato di salvare il salvabile.
Avevo
pensato solo a me stessa.
Sono un’egoista. Non esiste
peggior cieco di chi non vuole
vedere,e io non avevo voluto vedere. Era tutto lì davanti a
me,tutte le
risposte,ma pur di non pensare agli altri ero diventata cieca.
Mi sedetti su una sedia qualsiasi del
tavolo del mio
salotto,le gambe mi cedevano sotto il peso di quella trista
verità, e trovai
quella sedia che conoscevo da sempre così dura,inospitale e
fredda che mi venne
un brivido sulla schiena. Che mi stava succedendo? Perché mi
ero così isolata
dal mondo esterno? Dov’era finita la Herm che era sempre
pronta a pensare a
tutti i problemi di tutti?
Le ultime cose che ricordavo del mio
mondo erano
Malfoy,Harry e Ginny con Lily e il piccolo in arrivo,Ron e Lavanda
sposati e
felici,Bet e il boss che rompevano ed Ellie sempre allegra.
E ora? Harry e Ginny non li sentivo
da secoli. Loro avevano
i loro figli,avevano il loro mondo perfetto. E io non avevo avuto
abbastanza
coraggio da sopportare la loro felicità. A volte la
felicità degli altri è
pesante. Anche se questi “altri” sono i tuoi
migliori amici.
Ron e Lavanda erano
un’incognita. Sapevo che avevano
litigato ma non sapevo perché. Sapevo che Ron
l’aveva tradita ma non sapevo
perché. Sapevo che Lavanda voleva far pace con Ron ma non
sapevo perché. Sapevo
che Lavanda era incinta e che Ron viveva da me. E basta. Non sapevo
nulla.
E ora avevo persino un conto in
sospeso con il mio capo.
Chissà se anche lui avrebbe smesso di rompere e mi avrebbe
sbattuta fuori.
Solo Malfoy è rimasto
quello che era. Chissà,magari potrei
perdere anche lui.. A quel pensiero mi rotolò una lacrima
salata e amara lungo
la guancia destra.
Davanti a me,Ron mi fissava
distogliendo lo sguardo non
appena notava che mi ero girata,come timoroso della mia reazione.
Accanto a
lui,Ellie,seria come non l’avevo mai vista,invece mi fissava
dritto negli
occhi. Non aveva paura lei. O forse si.
Mio malgrado,mi sfuggì un
sorriso. Ellie e la forza di
guardare la vita sempre dritto negli occhi. La stessa forza che io non
avevo
avuto.
E ora mi ritrovavo con un mondo che
del mio mondo aveva
rimasto ben poco.
Fu Ellie la prima ad avere una
reazione decente. Si alzò e
si venne a sedere proprio nella sedia di fianco alla mia e mi
guardò dritto
negli occhi che si stavano progressivamente riempiendo di lacrime. E
non sapevo
neanche perché stavo piangendo. C’erano troppi
motivi validi e allo stesso
tempo non validi.
Piangevo per me,per Ron e per quello
che aveva fatto,per
Ellie e per quello che non mi sarai mai aspettata che facesse,per Ginny
ed
Harry che erano ormai troppo lontani da me per potermi consolare di
nuovo come
succedeva da sempre,per la piccola Lily che non vedevo da
così tanto, per
Lavanda e per il bambino che non ero nemmeno sicura che esistesse, per
il mio
egoismo, per la paura di perdere anche ciò che mi era
rimasto,per la paura del
colloquio del giorno seguente con il boss,per la paura.. Avevo paura.
Avevo
paura di sapere cos’altro ancora mi riservava il futuro.
Ellie mi asciugò con un
dito una lacrima solitaria che mi
rotolava sulla guancia e mi sorrise. Dove la trovasse la forza di farlo
non lo
so. “Andrà tutto bene” fu tutto quello
che disse e mi abbracciò. Chissà se lo
credeva davvero. Di sicuro non avrebbe potuto sorprendermi
più di così.
Lei,che era stata beccata in casa mia
a farsela con il mio
ex migliore amico,lei che consideravo praticamente perfetta e ora aveva
sbagliato persino lei,come noi comuni mortali..la stessa Ellie che
lavorava con
me,mi stava consolando. Non il contrario,come avrebbe dovuto essere.
Ron ci fissava dal divano senza avere
la forza o il coraggio
di muoversi;Ellie mi stringeva forte, forse cercava in me quella forza
che
aveva ostentato e invece non aveva più. Era inutile,avrei
voluto dirle,nemmeno
io quella forza ce l’ho più.
Mi limitavo a farmi stringere,e
intanto ripetevo ad alta
voce,come una cantilena,sia per me che per lei:
“Andrà tutto bene..”
E non ci credevo nemmeno io.
###########
Quella sera la cena non fu un bello
spettacolo.
Si sentiva solo un insolito rumore
metallico di posate e
nient’altro. Né io né Ron avevamo
voglia di parlare. Malfoy,di tanto in
tanto,faceva qualche tentativo di fare conversazione ma senza troppa
convinzione;
di solito ero io a spalleggiarlo,quando voleva far dire qualcosa a
Ron,ma
quella sera non ero in grado. Mi limitavo a cercare di sorridere,e come
sforzo,lo sentivo già eccessivo. Speravo che non sembrasse
troppo finto quel
sorriso che avevo in faccia ma non ne ero affatto sicura.
“Com’è
andata oggi al lavoro?” mi chiese Malfoy. Ron si
bloccò con la forchetta a mezz’aria ma
riuscì ad essere abbastanza svelto da
mascherare l’occhiata che mi aveva lanciato.
Gli avevo raccontato tutto. Dopo il
mio pianto a
dirotto,prima che pensassero che fossi impazzita, avevo dovuto spiegare
a lui e
ad Ellie tutto quanto. Ron mi aveva sorriso e fu solo grazie al fatto
che lo
conoscevo da sempre che capii fino in fondo quanto gli fosse costato
sorridermi
così dopo essere stato beccato alla grande dalla
sottoscritta.
Ellie invece mi aveva rassicurato con
la sua voce calma e
piena,ma dentro di me speravo che non andasse subito alla Gazzetta a
difendermi
con il boss. Non volevo che mi difendesse con lui come una bambina. Non
volevo
essere compatita. Odiavo essere orgogliosa ma non potevo farci nulla.
Malfoy mi fissava interrogativo. Ron
tornò a concentrarsi
sul suo piatto e mi lasciò da sola a vedermela con lo
sguardo di Malfoy. Mi
odiavo per quello che stavo per dire ma avevo scelta? Certo che ce
l’avevo,ma
non volevo. E allora riuscì a dire,con la gola secca:
“Normale”.
Malfoy parve soddisfatto e si
ficcò la forchetta in bocca
senza commenti. Ron mi lanciò un’occhiata che
voleva dire tutto o niente. Di
sicuro non avrebbe detto nulla. Non poteva permettersi di fare la spia.
Non lui
che aveva fin troppo da nascondere.
Non avevo ancora parlato con lui di
quello che avevo visto.
Non ci eravamo ancora detti niente. Ci eravamo solo fissati in un
silenzio
imbarazzato mentre io piangevo come una stupida,qualche ora prima.
Eravamo due
vigliacchi. Io me ne rendevo conto. Lui non so.
Mentre guardavo Malfoy mangiare,mi
sentivo sempre peggio.
Volevo dirgli tutto e farmi consolare, come un bambina che si fa
stringere dopo
aver combinato una marachella. Ma non volevo. Non volevo vedergli
quello
sguardo di compassione. Nemmeno se ne avevo bisogno.
Non volevo dirgli che rischiavo di
perdere anche il lavoro
perché sono una stupida. Non volevo che sapesse quello che
avevo combinato. E soprattutto
non volevo raccontare gli avvenimenti di quel pomeriggio. Non volevo
dirgli di
Ellie e Ron. Non volevo fare nulla. Eppure pretendevo che lui mi
aiutasse. Era
un paradosso. E lo sapevo.
Ero una stupida. E lo sapevo. Ero
troppo orgogliosa. E lo sapevo.
Stavo sbagliando tutto…
E lo sapevo.
##########
“Risponde la segreteria
telefonica di Hermione e Draco.
Lasciate un messaggio dopo il bip”. Bip.
Pigiai il tasto di attivazione e mi
lasciai cadere sulla
poltrona più vicina.
Non volevo rispondere al telefono.
Per nessun motivo. Poteva
essere chiunque. Mia madre,Ginny, Harry, Bet,il boss, Ellie.. qualsiasi
persona. Non volevo parlare con nessuno. Avrei fatto volentieri a meno
anche di
parlare con Ron e Malfoy quella sera.
Ero riuscita ad evitare di parlare
direttamente da Ron senza
troppi problemi,ma con Malfoy era tutto un altro discorso. Mi ero
lasciata
baciare e coccolare come sempre,ma non riuscivo a non pensare a quel
peso sullo
stomaco. Lui non aveva detto nulla. Io invece sapevo che se
n’era accorto.
Avrebbe aspettato qualche giorno
prima di dirmi qualcosa. Ma
se il boss mi avesse detto qualcosa di troppo brutto non sarei riuscita
a
riprendere a sorridere come se nulla fosse entro pochi giorni. Non ce
la potevo
fare. Dovevo inventarmi qualcosa. E dirgli la verità non era
contemplato.
“Herm,il tuo
cellulare..” mi borbottò Ron dal divano dove
stava dichiaratamente facendo finta di leggere un libro. E non solo
perché Ron
che leggeva non si era mai visto.
Mi ripresi dal mio torpore e gli
sibilai,prima di uscire
dalla stanza: “Gira il libro”.
Mentre mi chiudevo la porta alla
spalle,lo vidi girare il
libro dal verso giusto e scossi la testa. Andai a vedere chi mi stesse
cercando,pronta a sbattere in telefono in faccia a chiunque fosse
dall’altra parte
della cornetta. Ma mi bloccai non appena vidi il nome che lampeggiava
sul
display. Lavanda.
Avevo pensato a lei tante volte,al
pomeriggio. Mi ero
chiesta cosa sapesse e cosa no. Mi ero chiesta perché avesse
litigato con Ron.
Non l’avevo mai veramente capito. Non potevo non risponderle.
“Pronto?”
biascicai rifugiandomi in bagno. Non potevo andare
in cucina:c’era Malfoy. Non potevo rimanere nello studio con
Ron. E non volevo
andare in salotto. Non se potevo evitarlo. Feci girare la chiave del
bagno e mi
poggiai contro la porta. Mi sentivo una spia in missione segreta.
“Herm,finalmente ti trovo!A
casa hai la segretaria..” mi
maledii per averla accesa ma rimasi zitta, volevo che fosse lei ad
attaccare un
discorso,uno qualsiasi,io non ne avevo la forza.“tu come
stai?”.
Alla sua domanda mi bloccai.
Perché nessuno si preoccupava
mai di chiedermelo? Fu in quel momento che capii che era proprio con
Lavanda
che dovevo parlare. Dovevo sapere la verità su lei e Ron. Fu
in quel momento
che capii che almeno qualcosa potevo ancora farlo per il verso giusto.
“Come mai Ron è
venuto a casa mia?” mi uscì detto,senza
nemmeno aver prima risposto alla sua domanda. Dall’altra
parte solo silenzio.
Ma aspettavo senza dire nulla. Ormai avevo combinato tanti altri
casini,uno più
uno meno non mi avrebbe cambiato la vita. O almeno,così
speravo..
Poi finalmente la risposta:
“Possiamo vederci?Parliamo
meglio di persona. Se ti va ci vediamo al bar da casa tua tra 10
minuti. Se
proprio non vuoi uscire di casa vengo io”. Finalmente un
sorriso mi comparve
sul viso. Tirai un sospiro di sollievo. Forse, almeno
questa,l’avrei risolta..
“No,tranquilla possiamo
vederci lì. A tra poco!” e
riattaccammo.
Uscii dal bagno sperando che non mi
vedesse nessuno. Come
una ragazzina ero tornata a barricarmi in bagno per parlare al
telefono. Mi
scappò un altro sorrisetto mentre andavo a vestirmi. Si,era
meglio uscire.
Nessuno aveva più bisogno di me di uscire di casa in quel
momento.
#########
Che la vita sia
un’associazione a delinquere di diversi
fattori,sfiga,caso,destino e combinazioni varie,ormai l’avevo
capito.
E così,la sera prima di
incontrare il mio capo per un molto
probabile licenziamento,a cui tremavo solo
all’idea,perché io,la mia vita senza
la Gazzetta non riuscivo nemmeno ad immaginarla,mi andavo ad incontrare
con la
mia ex migliore nemica. Se solo qualcuno me l’avesse detto
qualche mese prima
l’avrei senz’altro mandato al diavolo senza tante
cerimonie.
“Ciao Herm!”. Se
non mi avesse chiamata per
nome,probabilmente nemmeno mi sarei girata. La sua voce non era
più quella che
ricordavo. Aveva perso l’inflessione da
“gnègnè” che odiavo. Era
più matura,più
adulta. Più seria. Era cambiata. Come tutto, del resto.
Voltandomi,sorrisi alla mia ex
compagna di stanza che tanto
avevo odiato. La studiai senza farmi notare mentre lei mi stampava due
baci
sulle guance. Non era cambiata solo la sua voce, anche lei. Era tanto
che non
la vedevo. Aveva i capelli a caschetto,lisci e perfetti. Sorrisi. Sotto
sotto,era sempre la solita Lavanda.
Tuttavia la sua immagine perfetta era
rovinata dal suo
fisico. Era magra,molto a dire il vero, sembrava tutt’altro
che incinta in
effetti,sembrava nervosa e agitata. In un certo senso in quel momento
sembrava
tanto me. Nel suo viso,riconobbi la mia stessa preoccupazione. La mia
sapevo
qual’era..ma la sua?
Quando si staccò da me
dopo i due baci sulle guance andai
dritta al punto: “Lavanda,che è successo tra te e
Ron?”. Lei rimase
sinceramente stupita,vidi le sopracciglia,perfettamente
arcuate,schizzarle in
alto e la sua espressione si incupì.
“Credevo te
l’avesse detto lui..” sussurrò e,in
fondo,ammisi,era vero. Ma volevo sentirmelo dire anche da lei.
Perché qui c’era
qualcosa che non tornava. E me n’ero accorta persino io.
“Solo qualcosina”
cercai di rimanere sul vago e scossi la
testa “preferirei sentirmi raccontare per bene tutta la
storia”. Lei rimase
qualche istante a fissarmi con gli occhi perfettamente truccati prima
di
annuire. Si,in fondo era sempre Lavanda:se non era perfettamente
truccata e
pettinata non stava bene. Peccato che non sembrasse felice nemmeno
così. E
forse se ne rendeva conto anche da sola.
“E’ cominciato
tutto qualche settimana fa” cominciò lei
sedendosi e facendomi segno di imitarla “io non stavo molto
bene,lavoravo
troppo,ero nervosa..e Ron se ne accorgeva. Cercava di non dirmi nulla
ma,sai,Ron è sempre Ron. Se in casa non fa tutto qualcun
altro lui non muove un
dito..” cercai di reprimere un sorrisetto,nonostante tutto.
Ma voi ce la vedete
Lavanda a fare i lavori di casa?
“..era un brutto
periodo” continuò lei,senza fare caso alle
mie espressioni o ignorandole volontariamente “litigavamo
sempre. Poi una
sera,mi sono sentita male al lavoro e Tony,un collega, mi ha
accompagnato a
casa” Lavanda sospirò,come se il solo ricordo la
facesse sentire male. In quel
suo modo di fare,riconobbi la vecchia Lavanda con cui avevo condiviso
la
stanza,che doveva fare una tragedia per qualsiasi cosa. Sorrisi al
pensiero.
Qualcosa era rimasto uguale allora..
“E Ron?” domandai
subito dopo,tornando seria,colta da un
pensiero improvviso. Lavanda colse al volo l’aiuto che le
avevo offerto,come
incapace di andare avanti da sola: “Ron se
l’è presa. Abbiamo litigato di
brutto. Ci siamo detti di tutto. Mi ha detto che ero stata
una...” la voce le
si interruppe mentre mi fissava come indecisa se dire qualcosa oppure
no...parve decidere per il si “insomma…una poco di
buono,perché mi ero fatta
accompagnare a casa da un collega” tacqui. Potevo
immaginarmelo. Pure io
l’avevo definita così tante volte. E ora quasi
quasi me ne pentivo.
“Ma non abbiamo fatto
nulla,te lo assicuro!” esclamò poi
Lavanda con foga,e sembrava davvero sincera. Non vedevo ragioni per non
crederle. Nonostante tutto.
“Lavanda,ti credo,non ti
preoccupare..ma Ron non ti ha
creduto,vero?” domandai,ma dentro di me sapevo già
la risposta.
“No,infatti” lei
sospirò “mi ha detto che se stavo davvero
male avrei dovuto chiamare lui perché erano affari suoi e
non del mio collega.
E poi se n’è andato. Ed è venuto da
te,immagino.” Annuì. Il resto della storia
lo conoscevo anche troppo bene.
“A te cos’ha
detto?” mi domandò lei studiandomi da sopra il
caffè che si era fatta portare. Non risposi. Stavo guardando
prima lei,poi il
caffè,cercando di collegare tutto. Ma lei non era incinta?
“Sai,non dovresti bere
caffè” le dissi con aria fin troppo
di rimprovero e lei strabuzzò gli occhi, sorpresa.
“Perché mai?” domandò con
una risatina “l’intossicazione alimentare ora mi
è passata”.
Fu come prendere un pugno in piena
pancia. Intossicazione
alimentare???
“Ma tu non eri
incinta?” fu tutto quello che riuscii a
borbottare e fu con enorme fastidio che vidi Lavanda scoppiare a
ridere.
“No,assolutamente
no” replicò poi,cercando di tornare seria
“o almeno credo” aggiunse poi ma non la stavo
già più ascoltando. Ron credeva
che fosse incinta. E lei non lo era. E allora per quale motivo se
n’era
andato?? “è questo che ti aveva detto
Ron?” domandò poi lei,capendo tutto.
Annuì lentamente cercando
di raccapezzarmi. Lavanda ormai
era curiosa quanto me prima di sapere la verità,ma aspettava
che fossi io a
parlare. La guardai mentre beveva il suo caffè,in attesa:
“Ma allora per quale
motivo Ron se n’è andato?”.
Lavanda alzò le spalle e
sospirò: “Era geloso. Credeva che
lo tradissi. Con il mio collega,sai.. perché mi aveva
accompagnata a casa. Ma è
tutta una sua fantasia,non è mai successo nulla. E se ne
sarebbe accorto
persino lui,se solo mi avesse ascoltata. Purtroppo non esiste peggior
cieco di
chi non vuole vedere”.
Mi poggiai allo schienale della
sedia. Avevo capito tutto.
Molto più di quello che aveva capito Lavanda, se non altro.
Ron se n’era andato
perché credeva che Lavanda fosse incinta e
l’avesse tradito e,con ogni
probabilità,credeva anche che il padre del bambino che in
realtà non esisteva,
fosse il collega di Lavanda. Per questo era venuto a casa mia. E forse
anche
per questo non si era fatto problemi a tradirla con Ellie.
Mi stavo per sentire male. Era stato
tutto un immenso
equivoco. Mi sentivo nel bel mezzo di una soap opera. Solo che questa
era la
vita reale. Non esisteva nessun tasto con cui potevo spegnere la tv.
Non
esisteva nessuna tv. Solo io e Lavanda,Ron e Ellie e tutto il resto del
mondo.
E il mio senso di colpa.
Avrei potuto fare qualcosa,ora lo
sapevo. Avrei potuto farli
chiarire prima,prima che Ron la tradisse. Prima che Ellie magari si
illudesse.
Chissà se lei sapeva che Ron era sposato..chissà
se gliel’aveva detto. Ora
ormai la situazione era irrecuperabile. Ma era mio dovere,per essere
stata
tanto cieca,di cercare almeno di risolvere il risolvibile.
Non dissi nulla,mi limitai a guardare
Lavanda e ripetei le
sue parole: “Già..non esiste peggior cieco di chi
non vuole vedere”.
E
io lo sapevo bene.
voilà!finito
anche questo capitolo..un po' + triste e malinconico degli altri,ma
ormai stiamo entriando nel vivo della storia..!
spero che vogliate continuare a seguire questa storia..!spero di essere
riuscita ad incuriosirvi sulla continuazione..se è
così,vi aspetto al prossimo capitolo!! e intanto aspetto i
vostri pareri che mi sono sempre utilissimi per andare avanti! un
bacione!
|
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Capitolo 9 *** Principio di conservazione della vita ***
salve
gente!
rieccomi
qua! spero non in ritardo..:) ma con un capitolo tutto nuovo solo per
voi! che ovviamente mi auguro vi piaccia..
ma
prima,i doverosi ringraziamenti! Intanto GRAZIE a tutte le 62 persone
che hanno messo la ff nei preferiti (e grazie anche a chi si
è andato a leggere anche Chi l'avrebbe mai detto!
GRAZIE!),ma sopratutto grazie a chi ha recensito lo scorso chappy,
ovvero:
tinkerBLOOD
(ma grazie cara! spero ti piacerà anche questo..aspetto
sempre un tuo parere! grazie ancora per tutti i complimenti, non sai
quanto mi facciano piacere! kiss!)
TOM
THE BEST(hehe ma grazieee!sono proprio felice che ti sia piaciuto!
fammi sapere anche su questo..mi raccomando, ci conto!:) bacio)
Virgola(non
ti preoccupare ^^ anzi,grazie tutti i complimenti! mi fa sempre piacere
leggere quello che ne pensate della mia ff..! aspetto un parere anche
su questo chappy..!baci)
E
ora ecco il capitolo..:) spero proprio che vi piaccia!
La vita è strana. Non mi
stancherò mai di ripeterlo. Si ha
una nuova prova di questo ogni giorno.
Quando sei sicuro di come stanno
andando le cose e cominci a
farti un’idea di cosa succederà e ti regoli di
conseguenza, è il momento che
tutto cambia. Quando sei sicuro di cosa fare è il momento
che sbagli. Niente è
giusto e niente è sbagliato. Tanto tutto cambia.
Come si fa a dire che si sta facendo
la cosa giusta se non
sai cosa può cambiare prima che tu la faccia? E
soprattutto,che ne sai delle
conseguenze? Non esistono cose giuste o sbagliate. Solo cose fatte e
non fatte.
La vita è una variabile fuori da ogni controllo.
E’ straordinariamente
imprevedibile. Sia nel bene che nel male. Non ci si può
basare su nulla per
dire come andrà. Andrà così e basta.
Bisogna prenderla come viene,anche se non
sai in alcune situazioni né come ci sei entrato
né tantomeno come puoi uscirne.
Come il principio di conservazione
dell’energia..Nulla di
crea e nulla di distrugge,ma tutto si trasforma.
Com’era possibile che nel
giro di 24 ore la mia fosse stata
catapultata in una nuova dimensione in cui faticavo a riconoscere il
mio
vecchio mondo? Come avevo potuto permettere tutti questi cambiamenti?
Che stavo
facendo mentre il mondo cambiava?
In meno di 24 ore rischiavo il lavoro
e avevo scoperto
davvero di tutto sul conto di Ron e Lavanda e Ellie. E
chissà che sarebbe
successo nelle prossime 24 ore..potevo aspettarmi di tutto,ormai. Ma
non ero
pronta. Affatto. Tremavo all’idea del domani. E di sicuro non
era per colpa del
freddo.
Certo che a volte nella vita non si
sa davvero mai..Ron
aveva litigato con Lavanda pensando che lei l’avesse
tradito,che fosse incinta
del suo collega e che non avesse il coraggio di dirglielo. Lavanda non
l’aveva
tradito,non era incinta ed era lui a non avere capito niente. Ma
ora,pensando
così,era stato lui a tradire lei..
Certo che la vita ha davvero un
pessimo senso
dell’umorismo..
#########
“’giorno
Granger..”.
Mi stiracchiai assonnata e sentii
qualcosa di umido premermi
sulla fronte. Presumibilmente le labbra di Malfoy. A quel contatto
sorrisi
meccanicamente senza pensare a nulla.
Poteva un bacio cancellare il resto
del mondo? A quanto
pare.. E per quanto durava l’incanto? Decisamente poco.
Bastò guardarlo negli
occhi, senza neppure vederlo del tutto
a causa del sonno e della penombra, che la mia mente tornò
al presente. Era
mattina. Erano le 7. Tra 10 minuti di baci mi sarei alzata, avrei visto
Ron e
la sua faccia da schiaffi al tavolo della cucina intento a fare
colazione. Tra
1 ora Lavanda mi avrebbe chiamata per sapere se avevo avuto il coraggio
di dire
tutto a Ron. Tra un tempo variabile dall’una alle tre ore
anche Ellie mi
avrebbe chiamata per chiedermi scusa,ne ero certa..la conoscevo.
E,dulcis in
fundo,tra 3 ore avrei visto il mio capo per quella che poteva benissimo
essere
l’ultima volta che lo vedevo o che entravo alla gazzetta,per
come mi ero
comportata. Come potevo essere tranquilla?
“Ma che hai?”
Malfoy si staccò dalla mia fronte e mi guardò.
I suoi occhi mi trapassarono. Come le sue parole. Sbrigative,dritte al
punto.
Non conosceva giri di parole,lui. Pratico e deciso. Una freccia che
centra il
bersaglio. Non so a cosa mirasse,ma so cosa ha centrato:il mio cuore.
Mi sentivo male, avevo la nausea,
avevo dormito poco, avevo
paura, avevo voglia di uscire di casa e non andare da nessuna parte pur
di non
ricevere notizie,di qualsiasi tipo,perché tutte le ultime
che avevo ricevuto
avevano demolito la mia fiducia nelle novità.. e la cosa
pazzesca è che potevo
farlo. Razionalmente parlando, io potevo scappare. Chi me lo impediva?
Ero
maggiorenne. Potevo fare quello che mi pareva, in teoria.
Eppure.. eppure c’era
qualcosa che mi fermava. Malfoy. Come
avrei retto senza di lui? Non potevo farcela. Ma d’altronde..
come potevo
reggere a stargli vicino continuando a mentirgli? Non sapevo cosa
dovevo
pensare..dovevo sentirmi in colpa? Io? Io che risolvo i casini al mondo
e il
mio mi ringrazia solo con altri casini??
No,non ero io a dovermi sentire in
colpa. Non se Ron e Ellie
non si sentivano così. Non avevo tradito nessuno. Non avevo
preso in giro
nessuno. Non prima di ieri pomeriggio,almeno.. Ora si. Ora avevo
tradito la
fiducia di Malfoy, anche se lui ancora non lo sapeva. Ora
l’avevo preso in
giro. Ora si.
“Niente. Solo
sonno” sentii dire da qualcosa che
assomigliava alla mia voce. Bugiarda, bugiarda, bugiarda.. me lo
ripetevo
dentro me,come se dirmelo potesse cancellare quello che ero. Ero un
verme e lo
sapevo. Esiste qualcosa di peggio?
Malfoy mi fissò,in
silenzio. Io accettai la sua scelta e non
aprii bocca. Preferivo non dargli spunti per farmi
l’interrogatorio. Lui non ne
cercò nemmeno. Mi guardava e basta. Non mi credeva. Lo
leggevo nei suoi occhi.
Ma lui cosa leggeva nei miei?
“Me lo diresti se ci fosse
qualcosa che non va,vero?” si
piegò a raccogliere il mio sguardo e mi
oltrepassò da parte a parte. Una lama
di ghiaccio. Feci l’impossibile per sostenere il suo sguardo
mentre annuivo.
Bugiarda, bugiarda, bugiarda.. Pregai che Malfoy non sapesse leggere
nel
pensiero. Nel dubbio, tentai di chiudere la mente. Impresa impossibile.
Non appena pensai di farlo,in testa
mi passano tutte le cose
che volevo tenergli nascoste. Perfetto. Lo fissavo sperando che non
notasse
quella sfumatura di panico nei miei occhi nocciola. Pregai che non
pensasse di
usare la Legimanzia. Annotai mentalmente di chiedere scusa ad Harry per
averlo
rimproverato di non sapere fare a chiudere la mente. Ora lo capivo. Ora
sapevo
che era impossibile.
“Va tutto bene, stai
tranquillo. Sono solo stanca” borbottai
poco dopo stampando un bacio sulle labbra a Malfoy. E una volta che mi
ci fui
attaccata fu praticamente impossibile riuscire a staccarle.
Sentivo le sue labbra sulle mie, come
se fosse la prima
volta. Era così tremendamente bello e semplice.. era
così perfetto. Non
passavano i brutti pensieri,mentre lo baciavo. Era un momento solo per
noi, al
riparo da tutte le brutte cose della vita.
“Herm..” la voce
di Ron,dal corridoio, intrisa di senso di
colpa,e non tristezza come avevo pensato fino a qualche giorno prima,
mi
chiamava. Lo maledii. Non ora. Non ora che avevo trovato la mia ancora
di
salvezza. Ci staccammo. Fu come tornare da capo.
Nel momento esatto in cui le nostre
labbra si staccarono,
nella fessura che avevamo creato passarono rapidi e veloci tutti i
brutti
pensieri, tutte le mie paure.. tutto.
“Che vuoi
Weasley?” la voce di Malfoy suonò rude e
sbrigativa mentre mi accarezzava la guancia con l’indice. Un
brivido mi partì
sulla schiena. Colpa di lui. Lui,l’essere più rude
e più dolce del pianeta.
Lui, solo lui. Lui che avevo odiato. Lui che è la mia
roccia. Lui. Lui che
stavo prendendo in giro. Fitta al cuore. Non potevo fare finta di
nulla,non ci
riuscivo.
Ron entrò nella stanza con
l’aria di chi sta camminando sui
carboni ardenti. Mi scappò un sorriso che ritirai subito.
Non dovevo sorridere
del suo stato d’animo. Aveva tradito sua moglie ok,ma
l’aveva fatto in buona
fede..se esiste una buona fede nel tradimento. Ma non era stata colpa
sua. Non
del tutto. La vita si era presa gioco di lui. E lui di me. Si,
dopotutto, forse
potevo anche permettermelo di sorridere..
“Cercavo
Hermione” Hermione..tutti cercano lei..tutti
pensano che Hermione abbia la risoluzione ai problemi del
mondo..certo..ma chi
è che si preoccupa dei suoi? “anzi..al telefono
c’è qualcuno che la cerca, ed
ero venuto a dirglielo. Scusate.”.
Sorrisi meccanicamente. Doveva
sentirsi davvero male per
chiedere scusa a Malfoy. Lui aggrottò le sopracciglia ma io
non lo notai. Ero
persa a fissare il vuoto. Sentii solo la voce di Malfoy dire :
“Ah si? Chi?”.
“Ginny”.
########
A sentire quel nome alzai di scatto
gli occhi. Ginny.
Ginny. La mia Ginny. La Ginny di
Harry. La Ginny che mi era
sempre stata vicina. La Ginny che avevo visto crescere sotto i miei
occhi.
Quella che avevo gentilmente lasciato alla sua felicità
senza pensare che a
volte la felicità non basta se non hai nessuno con cui
condividerla. La mia
Ginny.
Dieci minuti dopo stavo suonando al
suo campanello. Avevo
bisogno di vederla. Ora lo sapevo. Aveva dovuto chiamarmi e venirmi a
cercare
lei perché me ne rendessi conto ma ora lo sapevo. A Malfoy
non potevo dire la
verità, per quanto mi facesse male, non me la sentivo..a
Ginny si. Ginny che
aveva sempre saputo tutto di me potevo dire tutto. Per lo meno la parte
di
verità che non riguardava suo fratello..
“Herm!” Harry
comparve sulla porta, alto e magro, con un
sorriso sul viso tutto per me. Senza rendermene conto sorrisi anche io.
Fu una
liberazione. Sapevo ancora sorridere. Strana scoperta.
“Quanto tempo!”
esclamò dopo,il sorriso che gli si
allargava. Non era arrabbiato, come avevo temuto. Non era offeso. Non
ce
l’aveva con me. Era solo felice di vedermi. Mi sentii
riempire dal sollievo.
Forse qualcuno che poteva aiutarmi c’era.
Mi gettai tra le braccia del mio
migliore amico, quello
vero, quello che mi sorrideva anche dopo che avevo escluso lui e sua
moglie
della mia vita. Sentii la sua mano premermi sulla schiena e mi sentii
di nuovo
a casa.
Poi una voce:
“Herm!!”. La sentii proprio così:come se
avesse due punti esclamativi dopo. Mi staccai da Harry e guardai su per
le
scale. Ginny era in piedi sul pianerottolo con un enorme sorriso
stampato in
faccia.
Neanche due secondi dopo me la
ritrovai addosso, mentre mi
stritolava in uno dei suoi abbracci. Sorrisi, con la testa immersa nei
suoi
capelli. “Che bello che sei qui!” la sentii
strillare mentre mi faceva
dondolare a destra e a sinistra. Ginny e la sua pazzia.
Quando si staccò la
studiai meglio. Era come la ricordavo,
solo ingrassata. E sorridente. E felice. E incinta. La domanda mi
uscì
spontanea: “Come stai?”.
Ginny rise e vidi i suoi capelli
ballarle sulle spalle
allegramente. “Grassa, stanca e presa a calci a tutte le ore
del giorno”
rispose con un sorriso. E poi la domanda fatidica: “Tu come
stai?”.
Sorrisi pure io, “Ce le hai
un paio d’ore a disposizione per
la risposta a questa domanda?”.
########
“Cosa?? Ti vuole
licenziare? Ma è pazzo?!” Ginny per poco
non rovesciò la teiera mentre scaricava la sua rabbia, tra
l’altro non del
tutto giustificata, sulla sua tazzina di tè.
“No,Gin, non è
detto che mi licenzi, mi deve parlare” la
corressi con aria paziente. Ora capivo perché i cinesi e gli
inglesi bevono
tanto tè. Rilassa. “Però si,
probabilmente mi licenzierà”.
“Vedi?!E’
pazzo!” la vide sbattere con forza il cucchiaino
sulla tazza e incrociarsi le braccia sul petto con aria offesa. Mi fece
sorridere. Ero io che dovevo fare così, non lei.
“Ma dai, non ti può
licenziare” insistette dopo due secondi di silenzio
“tu sei la migliore
giornalista che sia mai esistita! La migliore del mondo! Se ti licenzia
è
pazzo”.
“Abbiamo capito che
è pazzo, grazie per avercelo ripetuto
per la milionesima volta..” borbottò Harry con un
sorrisetto rivolto alla
moglie guardando diffidente i biscotti che Ginny aveva spacciato per
suoi.
Lei gli rispose con una smorfia, io
mi sentii in dovere di
chiarire un punto: “Gin,non sono la migliore giornalista del
mondo..sono
l’unica che conosci, è diverso”.
Ginny mi fissò con aria
truce, evidentemente offesa: “Ma per
favore! Herm, tu sei la migliore giornalista del
mondo. Ok,sei anche
l’unica che conosco, ma sei la migliore. E non dire di
no” aggiunse, rapida,
quando vide che stavo per scuotere la testa “lo sei. Sei nata
per fare la
giornalista, sei perfetta per quel lavoro”.
Sapevo che lo stava dicendo per farmi
piacere ma dentro di
me sapevo che lo pensava anche. Fu la presa di coscienza migliore degli
ultimi
giorni. Lei aveva fiducia in me. Lei credeva davvero che ce la potessi
fare.
Sorrisi. “Tu non mi hai sentita. L’ho insultato,
l’ho offeso, l’ho umiliato
davanti a tutti.. mi licenzierei pure io se fossi il capo”.
“Ecco questo magari se
eviti di dirlo al tuo boss, per
evitare che decida di accontentarti..” borbottò
Harry guardandomi ironico. Gli
risposi con la linguaccia e lui sorrise. Rituale che succedeva da
sempre. Era
così bello poterlo ripetere ora, dopo tante preoccupazioni.
“Piantala” gli
disse seccamente Ginny ma sapevo che stava
scherzando perché ci aggiunse anche un rapido sorriso prima
di tornare su di
me, con voce decisa e risoluta : “Herm, ti accompagno io al
lavoro. Il tuo capo
non ti licenzierà. Andrà tutto bene. Mi
credi?”.
“Onestamente?” le
domandai corrugando le sopracciglia. “No.”
#########
“Ok. Io vi lascio
qui”. Harry si girò verso me e Ginny
sedute sul sedile posteriore della sua auto e sorrise: “In
bocca al lupo,Herm!
Ce la farai, lo so!”.
Tu sapevi anche che Malfoy fosse un
bastardo e invece è
cambiato totalmente. Ma non lo dissi ad alta voce. Sorrisi e mentre
scendevo,distolsi lo sguardo quando Ginny si sporse avanti per stampare
un
bacio sulle labbra ad Harry.
“Eccoci qua”
esordì Ginny guardando la sede della Gazzetta
come se non l’avesse mai vista prima. Lo feci
anch’io. Alzai lo sguardo e
quello che vidi fu un luogo dove avevo lavorato praticamente giorno e
notte per
anni. La stretta al cuore successiva non riuscii né a
evitarla né ad ignorarla.
Pensare di lasciare quel posto mi faceva star male.
Ginny si voltò verso di
me, sorrise e mi abbracciò. Sentivo
il suo pancione sotto i vestiti e mi scappò un sorriso.
Perché ero fatta così?
Perché avevo voglia di ridere e piangere insieme?
Perché ero così tremendamente
complicata? Perché tutto era
così tremendamente complicato?
E pensare che ieri,a
quest’ora, stavo uscendo, da sola,
nervosa al massimo, non parlavo più con Ginny da un pezzo e
stavo per scoprire
la verità di Ron,Lavanda e Ellie. E invece
ora..bè,c’est la vite,avrebbe detto
mia madre..ed è strano che io citi proprio lei,ma mi viene
spontaneo.
Quando Ginny si staccò da
me e tornò a guardare l’edificio
con un’aria indagatoria che non sapevo spiegarmi, sussurrai:
“Nulla si crea e
nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Ginny si girò a guardarmi
e sorrise: “E questa cos’è, la
pillola di filosofia del giorno?”.
Scossi la testa, con un sorriso che
aveva lo scopo di
ricambiare il suo, perché io di sorridere ne avevo davvero
poca voglia:“No, è
il principio di conservazione della vita”.
Ginny mi fissava con
un’aria imperscrutabile e borbottò:
“Non sapevo esistesse..io ero rimasta al principio di
conservazione
dell’energia”.
“Questo è una
scoperta recente” sussurrai. Non dissi
“mia”
ma lo aggiunsi mentalmente.
Ginny rimase zitta per una frazione
di secondo poi scosse la
testa,sorrise e mi diede un bacio sulla guancia con un rumore
esagerato: “Ti
voglio bene Herm. Tanto. Vai là dentro e falli neri. Noi
siamo con te!”.
La guardai e non potei fare a meno di
sorridere. Lei era con
me. Bello. Peccato che lei non sapesse la verità. Peccato
che non avessi il
coraggio di dire nemmeno a lei nulla su Ron e Lavanda.
L’avrei preoccupata.
L’avrei shokkata. Non potevo. Non ora. Tra un decennio o due
magari..
Presi il suo abbraccio e mi diressi
verso l’ingresso. Non
ero pronta affatto. Ma dovevo. Guardai l’orologio. 9.58.
Chiusi gli occhi,
sospirai e valutai attentamente l’idea di scappare. Non
potevo fare nemmeno
questo. Non ero una vigliacca. Ero orgogliosa, testarda, dicevo la cosa
sbagliata al momento sbagliato..ma non ero vigliacca, questo no.
Quando mi girai Ginny non
c’era già più. Mi sentii sola. E
piccola. E abbandonata. Ma ero adulta e vaccinata. Ora toccava a me.
Ora dovevo
far vedere chi era Hermione Granger.
Mi tornarono in mente le parole di
Ginny “Vai là dentro e
falli neri.”.
Si Ginny, lo farò.
Andrò là dentro e li farò neri. Sempre
che loro prima non facciano nera me..
E pensando questo varcai la
soglia,pronta ad affrontare il
mio destino,qualsiasi esso fosse.
et
voilà..lasciamo Herm davanti alla Gazzetta..sorratemi per la
bastardata di fine capitolo,ma se proseguivo con il racconto questo
capitolo era davvero troppo lungo..:) prometto che mi farò
perdonare..!
nel
frattempo..chi sarebbe così gentile da recensire? non sapete
quanto mi faccia piacere leggere quello che pensate! mi aiuta
moltissimo! ci conto! ciau alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** C'è sempre un briciolo di logica ***
Salve a tutti!
eccomi qua con un nuovo capitolo tutto per voi!
inanzitutto grazie a tutti voi!
Grazie per leggere la mia ff, per averla messa tra i preferiti, per
recensire.. insomma GRAZIE!
E sopratutto un grazie speciale alla mia amica Vale che mi da sempre
tutta la forza di cui ho bisogno per scrivere..e un altro grazie super
speciale a chi ha recensito lo scorso chappy! Ovvero..
scatty: hihi si ron è sempre tra le balle..! XD coraggio, in
questo capitolo non compare nemmeno.. :) no dai scherzo! cmq spero che
questo chappy ti piaccia anche se nn c'è il rompiscatole..!
fammi sapere!
Hollina: ma grazie! bè spero che questo chappy nn ti deluda!
aspetto una tua recensione! a presto!
tinkerBLOOD: massì dai..herm è forte! :) cmq in
questo capitolo vedrai che le succede..nn ti anticipo nient'altro.. ti
lascio leggere! poi spero mi vorrai far sapere se ti è
piaciuto! bacio
Virgola: ma graziee! e grazie anche x i complimenti all'altra mia
ff..:) troppo gentile.. spero vorrai recensire di nuovo! aspetto un tuo
parere anche su questo capitolo..!kiss!
TOM THE BEST:eccolo qua il nuovo chappy! spero proprio che ti
piaccia..è leggermente diverso dal solito,forse.. aspetto la
tua recensione mi raccomando! :)
Hermione17: grazie! mah..vi lascio il dubbio su cosa sa o non sa
Malfoy..:) per ora in questo chappy scoprirai se Herm viene licenziata
o meno..:) e spero che dopo vorrai farmi sapere se ti è
piaciuto! baci!
ok ora vi lascio leggere..!
buona lettura!!
Il
dubbio di
qualcosa di brutto a volte è più angoscioso di
una certezza.
_William
Shakespeare
Caro, vecchio, Shakespeare.
Ma lui non aveva mai avuto il dubbio
di venire licenziato.
Io si.
Quando entrai alla Gazzetta quella
mattina mi sentivo peggio
di una condannata a morte. Era la prima volta che ci rimettevo piede
dopo la
grande scenata con il boss.
Avevo creduto.. bè.. avevo
sperato che se ne fossero
scordati, o almeno che qualcuno evitasse di ricordarmelo.. e invece
nulla.
Entrai e capii all’istante
che quella storia non era andata
affatto dimenticata. Chi mi aveva visto improvvisamente aveva
l’incredibile
voglia di dirlo a tutti quelli che aveva intorno che ancora non
sapevano della
mia figuraccia e chi ancora non sapeva nulla si avvicinava in fretta
per non
sentirsi escluso. A pubblicarlo direttamente sulla Gazzetta
l’avrebbe saputo
meno gente..
Entrai nel bel mezzo del cicaleccio
di svariate decine di
giornalisti e collaboratori curiosi. Una, particolarmente incurante di
fare
poco rumore, esponeva tutta concitata la storia alla sua collega che le
piantò
una gomitata nelle costole quando mi vide entrare in corridoio.
Entrambe si
voltarono a guardarmi e sorrisero. Ipocrite.
Mi voltai volutamente dalla parte
opposta, fingendo di non
averle viste e me ne andai scuotendo la testa.
Le sentii ricominciare a sparlare
quando mi stavo chiudendo
la porta dietro. Avevo voglia di piangere ma non volevo dare quella
soddisfazione a nessuno. Mi sentii improvvisamente sola e piena di
nemici. Mi
sentii vulnerabile. E avevo paura.
“Buongiorno
Annie!”.
Mi voltai di scatto a sentire ancora
quell’odiato nome. La
sorridente figura di Betty si staglia davanti alla porta. Si esatto,
sorridente. Ma come fa? Perché è così
tremendamente insensibile a qualsiasi
sentimento che abbia anche solo lontanamente a che fare con la
tristezza?
“’Giorno
Bet” replico, piatta. La guardo mentre mi porta il
solito caffè. Guardo pure lui e la bustina di zucchero
poggiata di fianco. Mi
viene quasi la nausea. Lo spingo via, storcendo il naso. Bet se ne
accorge e mi
guarda.
“Stomaco chiuso?”
domanda poi con aria strana. Segretaria
apprensiva e ficcanaso. Ma oggi non ho voglia di discutere. Rispondere
è più
semplice.
“Si. Sigillato..”
borbotto guardando ostile quel banale
caffè e vergognandomi quasi di quella battuta pessima.
Potrebbe essere l’ultimo
che mi prepara Bet.. mi sento male solo a pensarci.
Lei sospira, me lo toglie dalla
scrivania e lo beve senza
fare commenti. La guardo bere quello che doveva essere il mio
caffè e sento una
morsa allo stomaco. Davvero potrei non tornare mai più qui?
Ricordi, ricordi. Pensieri tristi e
scomodi.
E penso che forse potevo
risparmiarmela quella battuta ad
alta voce..e penso anche che con il senno di poi sono bravi tutti a
tirare le
somme.
“Annie, il boss ti
cerca” mi annuncia Bet sbucando con la
testa dalla porta, prima di uscire e lasciarmi al mio destino.
Uno schiaffo in piena faccia.
Un conto è sapere di
dovere affrontare una cosa. Un conto è
doverla proprio affrontare.
È come alle interrogazioni
quando si estrae. Ogni singolo
studente ha paura, ma ha ancora un briciolo di speranza che quella
tortura non
sia per lui. Ma quando viene fuori proprio il suo numero allora capisce
che è
troppo tardi. Devi affrontarla e basta. Non puoi più
scappare.
Ecco. Mi sento esattamente
così. Come se avessero tirato su
il mio numero.
Granger.
Colpita e affondata.
Sospiro e mi alzo, come una
condannata a morte.
Non mi ero mai trovata impreparata
davanti ad
un’interrogazione.
Del resto, non avevo mai avuto
un’interrogazione che
decidesse il mio futuro..
Bet mi studia da sopra la montatura
rosso flash dei suoi
occhiali: “Paura?”.
La guardo sorpresa da quella domanda
inaspettata. Bet che
sembra vivere in un mondo tutto suo dove paura e gioia non
esistono.Proprio
lei, ora mi viene a chiedere se ho paura. Certo che ho paura.
Non rispondo. Puro e semplice
orgoglio.
Le passo davanti, ignorandola quasi,
con una morsa allo
stomaco. Non ho fatto nemmeno due passi fuori dalla porta che la sento
sibilarmi:
“Ehi Herm..”.
Mi giro. La vedo sorridere.
Già lei mica ci perde nulla se
me ne vado, penso amaramente. Poi mi pento di quel pensiero cattivo.
Non è
colpa sua se sono una stupida.
Bet mi guarda e mi sussurra, decisa e
incoraggiante:
“Sorridi..!”.
Colpita e affondata.
Bet è imprevedibile.
È capace di dirti l’ultima cosa al
mondo che ti aspetteresti che ti dicesse.
Le faccio una smorfia, mi rigiro e
ricomincio a camminare
per il corridoio fino alla porta bianca con la targhetta oro dello
studio del boss.
Non si è mai vista una
nave che affonda senza combattere.
Non sono una nave, ma non ho intenzione di affondare.
La Granger è sempre la
Granger.
Continuo a camminare fino alla porta
del boss e lì mi fermo,
prima di bussare.
Ed è solo in quel momento
che sorrido.
Grazie Bet.
##########
Questo è l’uomo
dell’aria meno simpatica che abbia mai
conosciuto.
Ecco quello che pensai del boss la
prima volta che lo vidi,
anni fa.
Quando sentii in suo
“Avanti”, e entrai con l’aria di chi
preferirebbe trovarsi in qualsiasi altro posto del mondo invece che
lì, e mi
ritrovai faccia a faccia con lui,non potei fare a meno di pensare la
stessa
cosa. Anche dopo tanto tempo.
Lui alzò lo sguardo da una
cartellina dall’aria ufficiale e
mi fissò burbero. Conoscevo quello sguardo. Ma non
l’avevo mai visto così
truce. Per la prima volta ebbi davvero paura di lui.
Era un duro dal cuore tenero, come
l’aveva definito Ellie.
Era un uomo austero ma che sapeva anche scherzare. Ora che fine aveva
fatto la
parte del “sapeva scherzare” del suo carattere?
”’Giorno Hermione” mi disse, con aria
talmente calma da farmi venire i brividi
e si lasciò sfuggire persino un sorriso mentre borbottava
“Spero che non ti sia
stato di troppo disturbo venire fino qui..”.
Non replicai. Non raccolsi
l’allusione alla mia scenata sui
suoi ordini perentori. Odiavo quell’aria da “mi hai
profondamente offeso e ora
ne devi pagare le conseguenze”.. cosa credeva, che non le
avessi già pagate a
sufficienza nelle ultime 24 ore?
Eppure non me la sentii di
rispondergli male..sentivo di
meritarmela, dopotutto.
Decisi di passare al contrattacco.
Avevo fatto una cagata e
lo sapevo. Ora tanto valeva mandare al diavolo quel briciolo di
orgoglio che
già non avevo fatto tacere e cercare di salvare almeno il
lavoro.
“Boss, l’ho
offesa e non volevo. Mi dispiace. Ero nervosa,
non avrei dovuto e lo so, ma mi è scappato. A tutti
è concesso di sbagliare, o
no?” gli dissi tutto d’un fiato. Mi accorsi da
subito dopo aver pronunciato
quelle parole che l’avevo sorpreso. Non si aspettava una
confessione da parte
della giornalista più testona e orgogliosa che avesse.
Si tolse gli occhiali e mi
studiò con i suoi occhi scuri,
indagatori. Forse cercava di capire se mentivo. Non saprei. Odiavo
sentirmi
sotto esame. Almeno, quando avevo paura di non superarlo.
Sostenetti il suo sguardo senza fare
una piega. Me lo
imposi. Non potevo permettermi altri errori.
Il boss non parlò e decisi
di insistere: “A tutti è concessa
una seconda possibilità..o no?”.
Rimasi in attesa dopo aver
pronunciato quelle parole,
guardandolo dritto negli occhi. Sentivo che se mi avesse detto
“no, sei
licenziata” sarei scoppiata a piangere e lo avrei persino
implorato. Era
assolutamente contro natura per me, piangere in pubblico e tantomeno
implorare,
ma questa volta c’era troppo in gioco. L’unica
parte della mia vita che aveva
ancora un verso. Non potevo permettermi di perderla così.
Ci studiamo per almeno 5 minuti
buoni, senza dire una
parola. Poi il boss si alzò, circumnavigò la sua
scrivania e si venne a
piazzare esattamente davanti a me. Rimasi a guardarlo, in attesa. Poi
parlò:
“Si, una seconda possibilità si concede a
tutti” sorrise.
Mi sentii volare. Mi sentii libera, e
felice, e serena.
Avevo ancora il mio lavoro!
Chissenefrega se avevo beccato Ron e Ellie a casa mia, chissenefrega se
avevo
promesso a Lavanda che l’avrei aiutata.. si sarebbe risolto
tutto. O almeno,
era quello che speravo.
“Ma.. sappi che questa
è l’ultima possibilità che hai. Non
me ne fare pentire” continuò il boss. Ma ora
sorrideva. E al diavolo l’aria
offesa. Non mi faceva paura,ora. Era tornato il capo esigente ma
allegro di
sempre. “Sei una grande giornalista. Non costringermi a
cacciarti fuori”.
Sorrisi. “No boss, non si
preoccupi, questa è l’ultima volta
che la grande giornalista fa la grande stupida..”.
Lo vidi ridere mentre me ne andavo,
chiudendomi la porta
alle spalle, con un sorriso che andava da un orecchio
all’altro.
Ero ancora alla Gazzetta!
Mi sentii libera e soddisfatta. E
felice di avere messo da
parte l’orgoglio, per una volta.
Avrei voluto gridare. Uscire da
quella porta e urlare al
mondo che ce l’avevo fatta. Avrei sentito la risata del boss,
avrei visto i
miei colleghi uscire dalle loro porte per vedere chi li aveva
disturbati con
quel bizzarro urlo di felicità..
Non ci sarei riuscita, lo sapevo. Non
era nel mio carattere.
Incassavo gli Eccezionale con un
sorriso. Le punizioni in
silenzio. Le delusioni le prendevo così come venivano senza
urlare dalla
rabbia. Avevo visto il mio migliore amico e la mia collega farsela
tranquillamente
a casa mia e non avevo il coraggio di sgridarli, di farli sentire in
colpa, di
punirli almeno con la mia aria offesa, di dire tutto a Malfoy..
Non sono nel mio carattere le cose
estreme. Non è nel mio
carattere urlare, e piangere, e fare vedere al mondo cosa provavo.
Arrivai in fondo al corridoio che
prima avevo percorso con
l’aria affranta di chi sa che è condannato e mi
sentii stupida. Ce l’avevo
fatta. Ero felice. Davvero. Avrei voluto farlo vedere a tutti. Ma non
ci
riuscivo. Perché? Perché ero così
tremendamente controllata?
Mi tornarono in mente le parole di mia madre: “Sei una
persona riflessiva e
pacata,Herm.. non è un difetto”. E chi lo diceva?
Chi aveva il diritto di dire
“ma non è mica un difetto”? Si che lo
era. Era tenersi tutto dentro. Era gioire
e soffrire e non dimostrare agli altri quanto quello che ti succedeva
ti
facesse stare bene o male. Era sopportare in silenzio la vita,
qualsiasi cosa
ti mettesse davanti. Era non darsi soddisfazioni, non farsi sentire
grandi
quando riuscivi a fare qualcosa..
Ero stanca di essere così.
Timida, precisa, diligente,
pacata, riflessiva..
Volevo essere pazza, per una volta.
Basta ragionare Herm, lasciati
andare.
Cominciai a scendere le scale, piano,
con calma. Come con
paura di cadere. Come sempre.
Sono stanca di essere
così. Per una volta vorrei far vedere
al mondo cosa provo. Senza paura di cadere. Mostrando agli altri che
sono
felice e non ho paura di farglielo vedere.
Ero ormai al primo pianerottolo, da
dove partiva il
corridoio che portava al mio studio. Le persone mi spintonavano a
scendere,
frettolose e distratte, ma mi fermai lì, decisa. Gettai lo
sguardo oltre la
porta a vetri. C’era la porta del mio studio, in fondo a
destra. Era ancora
mia. Domani sarei tornata qui a lavorare, e anche dopodomani, e anche
il giorno
seguente. Sempre.
Sorrisi. E sentii il cuore riempirsi
di gioia e sollievo. E
sentii che ce la potevo fare, che essere me stessa non era troppo
difficile. E
invece che aspettare di essere dai Potter, nel salotto davanti a Ginny,
ed
Harry, e Lily, dove sarei senz’altro riuscire ad urlare di
gioia, mi lasciai
andare.
Urlai tutta la mia gioia e saltai
persino sul posto,
piegando le ginocchia e tirando indietro le gambe come una ballerina un
po’
imbranata che prova i suoi primi passi, sentendomi i capelli volarmi
sulle
spalle, liberi come me.
Urlavo, si urlavo. In un luogo
pubblico. Per le scale della
Gazzetta. Urlavo per me, perché ero felice,
perché ce l’avevo fatta.. urlavo
per Ron e per Lavanda e per Ellie.. urlavo per ciò che io
sapevo e loro no..
urlavo per Betty che mi diceva di sorridere e ne aveva bisogno anche
lei..
urlavo per Ginny e per Harry che credevano in me anche quando combinavo
il più
grosso dei casini.. e urlavo per Malfoy. Malfoy che mi baciava quando
ero triste,
Malfoy che mi prendeva in braccio e mi portava di peso in giro per
casa, Malfoy
che avevo tanto odiato, Malfoy che non lavava i piatti, Malfoy che
aveva preso
Ron in casa solo per me, Malfoy che si prendeva cura di me anche quando
io ero
silenziosa, e misteriosa, e non gli dicevo nulla della miriade di cose
che
dovevo dirgli. Scusami, Malfoy.
Urlavo, si urlavo. E la gente intorno
si girò a guardarmi,
chi rideva, chi sorrideva, chi mi studiava diffidente, chi mi guardava
male.
Non mi importava.
Feci i gradini di corsa, saltai a
piedi pari gli ultimi 3,
atterrando appena e ripartendo subito di corsa, ridendo e urlando. Come
una
bambina. Dispettosa ed entusiasta. Non mi sentivo stupida. Mi sentivo
felice.
Libera.
Da quanto tempo non saltavo tre
gradini insieme? Troppo.
Da quanto tempo non mi concedevo il
lusso di urlare quando
volevo farlo? Dai tempi di Fuffi probabilmente..
Da quanto tempo non facevo
ciò che mi passava per la testa
di fare? Meglio che non ve lo dica..
Oggi è il tuo giorno, Herm.
Ignora la gente per le scale che ti
guarda come se fossi
pazza. Ignorala. Lei non ti conosce, lei non sa, lei non può
giudicare.
Tu non sei pazza, sei felice, sei
nervosa, sei arrabbiata..
sei tante cose. Ma non sei pazza.
E se anche fosse.. come diceva quella
frase bella che non
ricordo di chi fosse.. C’è sempre un briciolo di
logica nella follia. Non so se fossi pazza, ma era consolante sapere che c'era sempre un briciolo di logica.
E mentre salto gli ultimi 2 gradini,
sempre a piedi pari,
sempre urlando, sempre finalmente me stessa, forse pazza o forse no, ho
un solo
pensiero..
Se solo mi vedesse mia madre.
e finito anche questo
chappy..!
era
1 po' diverso dal solito forse..Herm ormai sta sclerando XD..ma spero
vi sia piaciuto comunque!!
aspetto
le vostre recensioni che nn sapete davvero quanto mi aiutano!!
un
bacio!
|
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Capitolo 11 *** Houston abbiamo un problema ***
eccomi
qua con un nuovo capitolo! la scuola mi rende impossibile la vita ma mi
sono impegnata a postarvi qualcosa almeno prima di natale.. e spero di
riuscire anche a postare un altro chappy prima delle feste :)
intanto,
partiamo con i ringraziamenti.. grazie alle 66 persone che hanno la
storia tra i preferiti, a quelle che hanno scoperto solo ora la prima
parte della ff e la stanno leggendo e recensendo, non sapete quanto mi
faccia piacere! e ovviamente il grazie più grande a chi
legge questa ff e la commenta..! in particolare a chi ha commentato lo
scorso chappy, ovvero:
Hollina
(xD eh si!poveretta..!dai si riprenderà presto vedrai..!
bacio)
Virgola(grazie!che
cara! spero che anche questo capitolo ti piaccia allora..bè,
fammi sapere!!)
TOM
THE BEST(hehe a chi non piacerebbe sfogarsi di tutto :) almeno a herm
ho voluto toglierle il piacere xD grazie x i complimenti! spero
continuerai a seguire la ff!)
tinkerBLOOD
(thanks, davvero! bè in questo capitolo ci saranno degli
sviluppi sul triangolo ron-lavanda-ellie.. ti ho incuriosita eh?xD
allora spero almeno che ti piacerà quello che ho
scritto..!bacio)
ladyherm(
ma grazieee! troppo gentile! allora spero vorrai continuare a leggere
la ff! :) e ovviamente aspetto un tuo parere anche su questo
capitolo..!)
gelb_augen
(xD si ci ho messo un po' per decidere se continuarla o meno.. alla
fine ho deciso di si per voi lettori! ve lo dovevo un ringraziamento
per come avete seguito la scorsa parte, e poi mi avevano scongiurato di
continuarla..e vi ho accontentato! :) grazie x i complimenti! allora
spero continuerai a seguire Herm&co anche in questa ff..!
aspetto una tua recensione! kiss)
E
ora vi lascio leggere.. :) buona lettura gente!
“Per la nostra giornalista
preferita, che per fortuna è
ancora una giornalista, ip ip hurrà!”.
Harry alzò il bicchiere al
soffitto e Ginny lo imitò con la
sua acqua da brava donna incinta e un urletto non ben identificato che
assomigliava terribilmente a quelli di Bet.
Lanciai ad entrambi
un’occhiata che doveva sembrare
compassionevole e invece capii al volo che non ero riuscita
nell’intento. Non
riuscivo a sostenere quell’aria di sufficienza che avrei
voluto; mi ridevano
anche le orecchie, e non era un eufemismo. Ero tutto un sorriso. Tutti
i dubbi
dei giorni scorsi sembravano appartenere a secoli prima.
La cosa bastarda della vita
è che ci si mette un secolo ad
abituarsi alle cose brutte, dieci secondi ad abituarsi alle cose belle.
E la
fregatura è che il tempo che ci si mette ad abituarsi
è lo stesso per cui poi
durano; le cose brutte un secolo, le cose belle dieci secondi.
Non avevo mai sperimentato una cosa
bella che durasse più di
dieci secondi. Prima di Malfoy.
Finirà così
anche con lui? Saranno solo i dieci secondi più
belli della mia vita, o c’è una qualche remota
speranza che quei dieci secondi
possano prolungarsi per un po’ di più?
“Herm! Dai,
brinda!” Harry mi sbatte in mano un bicchiere colmo
fino all’orlo, tutto sorridente. Mi verrebbe da dirgli
“guarda che sono io
quella che dovrebbe avere la tua faccia soddisfatta, non tu”
ma non mi va di
demolire così la sua allegria. Lui che è allegro,
che ci resti. Almeno lui.
Lo afferro e sorrido, sentendomi
terribilmente stupida.
Avrei un buon motivo per essere felice, per quale cavolo di motivo sono
così?
Per quale motivo non riesco mai a lasciarmi andare? Paura di perdere
Malfoy,
paura di perdere tutto, paura che ce cose cambiano.. paura,
semplicemente.
Perché la paura è sempre più forte del
presente?
Guardo Harry e Ginny che cercano di
spiegare alla piccola
Lily perché non può bere dei liquori e sembra
tutto così facile. Ma oggi non
riesco nemmeno ad invidiarli. Non oggi.
Oggi ho fatto qualcosa di buono anche
io. Ho cominciato a
sistemare i casini che ho creato nell’ultimo periodo. Ok,
è ancora presto per
dire che ho sistemato tutto, rimane ancora la questione Ron e Ellie,
quella di
Lavanda e tutto il resto, ma dovevo pure cominciare da qualche parte,
no?
Oggi sono fiera di me. Magari
durerà solo oggi, ma è già
qualcosa.
“Dai, tutti pronti per
l’ultimo brindisi e poi a nanna!”.
Alzo lo sguardo sui miei amici e li
vedo ficcare in mano a
Lily un bicchiere di banalissima acqua per farla stare buona e
guardarla
sperandosi che si addormenti presto. E mi sento di troppo in quel
quadretto
familiare. Cosa centro io con la loro vita felice?
Mi chiedo se un giorno qualcuno,
guardandomi, si sentirà mai
di troppo nella mia vita.. Ne dubito. La mia vita è sempre
stata un porto di
mare. Chiunque arriva, alloggia, fa casini e poi se ne va. E lascia a
me a
sistemarne i cocci.
Vedi esempio: Ron. Ma ce ne sono
altri mille.
Sta volta sarà diverso.
Non possono essere solo dieci
secondi. Non può essere solo un’illusione. No,
sarà davvero diverso. Deve
essere diverso. L’ho promesso a me stessa
Harry alza il bicchiere verso il
soffitto e strilla: “Cento
giorni come questo!Cin cin!”.
..e che i miei famosi dieci secondi
di felicità durino
almeno un minuto. Cin cin.
##########
Percorsi il corridoio in punta di
piedi ma imbranata come
sono, inciampare nella mia borsa poggiata a terra fu quasi scontato.
Strinsi
un’imprecazione tra i denti e cercai di aprire la porta della
camera da letto
senza fare rumore. La sentii scricchiolare ugualmente.
Mi ritrovai immersa nel buio, con
nelle orecchie il suono
odioso di una porta che scricchiola nel silenzio totale. Sperai che
Malfoy non
si fosse svegliato. Gli avrei dovuto dare troppe spiegazioni.
Gli avevo solo detto che ero andata
da Ginny e non sapevo
quanto avesse capito dalla mia felicità fuori luogo. Per
lui, i casini con il
boss, non erano nemmeno mai esistiti. Mi sentivo ancora un verme per
non
avergli detto nulla, ma ora che tutto si era risolto per il meglio ero
certa di
avere fatto bene, dopotutto. Perché preoccuparlo per nulla?
La vocina dentro la
mia testa rispose “Perché state insieme”.
La misi a tacere. Stasera no.
Stasera era tutto perfetto. O almeno, così mi piaceva
crederlo.
Malfoy dormiva. Scossi la testa. E io
che continuavo a
preoccuparmi di non svegliarlo quando sapevo perfettamente quanto
avesse il
sonno pesante. Mi avvicinai e gli rimboccai le coperte come ad un
bambino
piccolo.
Mi piaceva guardarlo dormire. Mi
faceva sentire serena e
tranquilla. Sembrava così grande e allo stesso tempo
indifeso. Mi dava
l’impressione che proteggesse me e allo stesso tempo, che
avesse bisogno di me
per essere protetto. L’amore dovrebbe essere così.
Sentirsi in grado di
proteggere e allo stesso tempo, sentirsi vulnerabili.
Ormai abituata al buio, poggiai la
testa sul cuscino ma
continuai a guardarlo dormire. Mi chiesi a quale dei dieci secondi
fossimo ora.
Sei? Sette? Quanti ne avevo ancora davanti a me?
E soprattutto, perché dovevano proprio essere
solo dieci?
Malfoy aprì a
metà un occhio e studiò il mio cuscino
controllando che fossi tornata. Quando si accorse che ero sveglia e lo
stavo
guardando, anche al buio, vidi le sue sopracciglia scattare in alto.
“Come mai ancora
sveglia?” borbottò ancora assonnato ma gli
feci segno di non parlare e si zittì.
“Dimmi che non saranno solo
dieci secondi..” sussurrai,
sentendomi terribilmente stupida. Anche al buio mi sembrò di
vedere la faccia
spaesata di Malfoy. Già, cosa ne poteva capire lui?
Sorrise, con aria assonnata da
zombie, ma sembrava il più
bel zombie che avessi mai visto: “Herm, in un giorno ci sono
milioni di
secondi” ma il tono con cui l’aveva detto lasciava
intendere che pensasse che
fossi sbronza o completamente fatta. Perché quando sei
sincero ma gente pensa
che sei pazzo?
“Dimmi che saranno davvero
milioni di secondi” insistetti,
petulante. Ho paura Malfoy, avrei voluto dirgli, ma lo pensai
solamente. Dimmi
che ti potrò trovare ancora qui per ancora un bel
po’. E non guardarmi come se
mi fossi fatta della coca.
Come era prevedibile, Malfoy non
capii quello che stavo
dicendo, ma disse l’unica cosa che volevo sentirmi dire:
“Certo, ci saranno
davvero milioni di secondi” e poi aprii la bocca per
chiedermi qualcosa,
spiegazioni probabilmente, ma gli feci ancora segno di tacere.
Ubbidì. Rimase
in silenzio a guardarmi, con le sopracciglia ancora aggrottate ma senza
fare
ulteriori domande.
Gli stampai un bacio sulla fronte e,
perfettamente sveglia e
ancora vestita di tutto punto, spostai il cuscino per stargli
più vicino. Nella
speranza che ce ne siano davvero dei milioni, di secondi davanti a noi.
E se
anche fossero solo dieci, qualsiasi questo fosse dei dieci secondi
voglio
godermelo fino in fondo.
Malfoy sembrava non capire ma non
aggiunse altro. Mi poggiò
la testa sulla sua spalla e richiuse gli occhi. Non seppi dire dopo
quanto si
riaddormentò.
Io non riuscii ad imitarlo. Sembrava
così difficile chiudere
gli occhi. Come se poi lui potesse sparire. Come se domani mattina non
l’avrei
più trovato qui.
“Buonanotte,
Malfoy” sussurrai dopo un bel po’ di
contemplazione, ormai quasi addormentata, senza che potesse sentirmi.
Mi
accoccolai sulla sua spalla, come se a starci sopra potessi impedirgli
di
andare via, e chiusi gli occhi.
La sveglia contava i secondi,
insistente, ma non l’ascoltai.
Ne avevamo ancora milioni davanti a noi. Me l’aveva promesso
lui.
E un Malfoy mantiene sempre le sue
promesse. *
#########
“Herm..posso chiederti un
favore?”.
Figuriamoci. Questa frase
è un ritornello.
Mi sento come un jolly per risolvere
casini. Avete un
problema?Non temete!C’è Herm qui, pronta a
risolverlo..
Sembra una pubblicità.
Invece è la mia vita.
“Dimmi El”
sospiro, rassegnata. Dimmi pure, mia cara
collega, con cui il mio migliore amico ha fatto le corna a sua
moglie.., mi
verrebbe da dirle.
Cattiva, Herm. Non
giudicarla male. Non dire cose di cui
ti potresti pentire.
Perché il mondo
può fare quello che vuole e io no?
Perché tu sei
superiore.
Sono stanca di essere
superiore.
Hermione Granger
è nata sentendosi superiore. Non puoi
essere stanca di essere te stessa.
Metto a tacere le due parti del mio
corpo e presto
attenzione alla mia collega. Dopo che hai abituato la gente ad essere
il
risolvi casini per tutti è logico che si aspettino che tu
continui a farlo.
Come fai a spiegare alla gente, al mondo, che sei stufa di essere presa
come
una rubrica di consigli?
Ellie mi guarda dritto negli occhi e
mi sento arrossire per
essere così egoista. È una mia amica, dovrei
essere felice di aiutarla. O
almeno non dovrei lamentarmi. Ma è anche la mia amica che mi
sta causando o mi
causerà tanti altri guai con Ron e Lavanda.
Lo so che non dovrei darci peso ma
questo dettaglio proprio
non riesco ad ignorarlo. Sarà perché non
è affatto un dettaglio.
“Herm..io so di avere
causato dei problemi a Ron e a te”
complimenti, ottima deduzione.. ma non glielo dico neanche questa
volta. Ironia
sprecata. Inutile sottolineare un errore evidente che è
anche già stato
sottolineato. “ma credimi che voglio fare di tutto per
risolverli..”.
Avrei tanto voluto non mettermi a
ridere, ma non ce l’ho
fatta. Mi è uscita fuori una risata brutta, che sa di
scherno e di presunzione.
Mi sento di nuovo cattiva. Prendere in giro chi sbaglia..
Vergognati Herm.
Lo so, scusami cervello, non
lo farò più.
Torno la brava e docile Herm, e le
sorrido con aria
dispiaciuta: “Scusa, non volevo riderti in faccia. Ma
permetti che ti dica una
cosa.. andare a letto con un uomo sposato e poi pretendere che non ci
siano
conseguenze è un po’ troppo..”.
Ellie si accascia su sé
stessa come se le avessi tolto
l’ultima speranza che aveva. Mi dispiace quasi vederla
così. Poi mi ricordo di
Lavanda. Possibile che stia dalla parte di Lavanda, ora? Cavoli. Sto
davvero
male. Prima mi sono innamorata di Malfoy e ora sto dalla parte di
Lavanda
Brown.
Che fine ha fatto la vecchia Herm?
Quella che odiava tutta
questa gente? Niente, sparita.
Ellie abbassa la testa come un
cucciolo che ha combinato un
disastro. Fa tenerezza vederla così. “Herm, lo so
che ho davvero combinato un
casino..ma Ron e sua moglie erano in crisi.. e io tengo davvero a
lui..”.
E sembra sincera. E magari lo
è.. ma ha sbagliato. E’ giusto
fare qualcosa di sbagliato per amore? In fondo,
cos’è veramente giusto o
sbagliato? E chi sono io per decidere se una cosa è giusta o
no?
“El, non devi giustificarti
con me.. ormai quello che è
fatto è fatto. Non ha senso che ti dica che hai sbagliato di
nuovo..” ..anche
se lo penso. Nessuna di noi due disse queste ultime parole ma tutte e
due le
pensammo.
Gli occhi di Ellie cominciarono a
diventare gradualmente
sempre più liquidi. Mi mordicchiai il labbro, senza sapere
bene cosa fare. Odio
prendermela con qualcuno mentre piange. Anche se so che ha torto
marcio. Vuol
dire solamente infierire.
Bet si affaccia alla porta prima che
possa dire qualsiasi
altra cosa: “Ehi,Herm.. c’è qualcuno che
ti cerca”.
Lancio un’occhiata a Ellie
che sta tirando fuori dalla borsa
un fazzoletto di carta. E’ girata, ma immagino che stia
piangendo. Mi rigiro
verso Bet: “Non ora, Bet, ti prego”. Almeno
l’umiliazione gliela voglio risparmiare.
“Dice che è
urgente..” insiste Bet, tamburellando le dita
sulla porta, come se fosse lei quella impaziente. Sbuffo e le ripeto:
“Non
ora,Bet. Chiunque sia, digli che torni dopo”.
“Non serve, Herm,
davvero” interviene Ellie girandosi verso
di me con aria supplicante “digli che venga pure,io me ne
vado subito”.
Bet non aspettava altro.
“Ok” borbotta ed esce, andando
presumibilmente a chiamare chiunque mi stesse cercando. Sbuffo ma la
ignoro e
mi giro verso la mia collega. Ha gli occhi rossi ma il fazzoletto sul
naso.
Finge persino di soffiarselo.
Eh certo. Prima si combinano i casini
e dopo si piange,
penso guardandola. E mi sento in colpa da sola.
Cattiva, Herm. Non giudicare
le persone con la stessa
facilità con cui giudichi te stessa.
Scusa, cervello.
Rimango così a guardala
fingere di soffiarsi il naso senza
sapere che dirle. E’ così facile consolare
qualcuno quando ha ragione. E quando
ha torto?
Non faccio in tempo a dirle qualcosa
che la porta si apre.
Ed entra l’ultima persona al mondo che mi aspettavo di vedere
lì.
“Lavanda?!?”
è tutto ciò che riesco a dire fissando la donna
sulla porta. Persino Ellie si gira a guardare chi è appena
entrato. La vedo
sbiancare. E ha un aspetto strano, pallida e con gli occhi rossi per le
lacrime, ma non posso che condividere la sua espressione attonita.
Lavanda, ferma sulla porta, guarda
sospettosa quella
sconosciuta che la fissa in modo strano, ma non aggiunge altro. E mi
domando
quanto entrambe abbiano capito di chi è l’altra..
La nuova arrivata pare poi lasciar
perdere Ellie e annuisce.
Mi sorride, come giustificandosi: “Non sapevo dove
trovarti..”.
A casa. Al cellulare. Ovunque.
Avrebbe potuto trovarmi
ovunque. Ma non doveva venirmi a cercare qui. Non al lavoro. Non
davanti a
Ellie.
Dì qualcosa,
Herm.
Mi giro automaticamente a guardare la
mia collega. Sta
guardando Lavanda con la stessa espressione con cui ero solita
studiarla io ai
tempi di Hogwarts. Provo un moto di affetto insensato verso Ellie. Ora
sa anche
lei cosa vuol dire odiare quella donna. Peccato che ora dovrebbe essere
lei ad
odiare Ellie,non viceversa.
La mia collega si alza lentamente,
senza distogliere gli
occhi da Lavanda rimasta ferma sulla porta, in attesa, e mi abbozza un
sorriso:
“Scusatemi, io ora me ne vado.. grazie di tutto Herm,
davvero..ci vediamo
dopo..” ma non ha nemmeno il tempo di alzarsi completamente
dalla sedia che è
proprio Lavanda ad interromperla: “Nono, rimanga pure.. devo
parlare di alcuni
miei problemi sentimentali con Hermione ma è una cosa
veloce. Non serve che se ne
vada..”.
All’espressione
“problemi sentimentali” io e Ellie ci
scambiamo un’occhiata eloquente. Ha capito perfettamente chi
ha davanti. Ecco
perché voleva uscire. Ma non ha scelta. La sento sussurrare
un “ok” e risedersi
dov’era, tenendo ben stretto in mano in fazzoletto.
Guardo prima lei e poi Lavanda. E
sento che sta per avere il
via un discorso che potrebbe smascherare tutte le bugie delle persone
in quella
stanza. E mi chiedo che cavolo abbia di speciale Ron per riuscire a
creare
casini così complessi.
Dì qualcosa, Herm.
“O-ok”
è tutto ciò che riesco a balbettare, girando le
spalle a Ellie e vedendomi costretta a guardare in faccia Lavanda e
cercando di
assumere un tono normale “dimmi pure”. Mi ucciderei
per quella frase. Ma che
altro potevo dire?
Lavanda si chiude la porta alle
spalle e si siede sulla
poltroncina di fronte a me. Io e la Ellie la studiamo in attesa. Poi
dice
l’unica cosa che assolutamente non doveva dire: “Si
tratta di Ron”.
Se solo avessi potuto sapere cosa
sarebbe successo dopo avrei
tappato la bocca a Lavanda con le mie stesse mani. Ma non sarei mai
arrivata in
tempo lo stesso.
Ellie sentendo il nome di Ron emette
un suono strozzato che
assomiglia terribilmente ad un singhiozzo. Gli occhi di Lavanda
saettano su di
lei.
Fa qualcosa, Herm.
Qualcosa cosa?
Qualsiasi cosa!
Incredibile come, quando serve, non
mi venga in mente
assolutamente nulla.
Rimango a guardarle, impotente, finchè Lavanda non fa la
domanda cruciale,
guardando fisso gli occhi arrossati di Ellie con aria indagatrice:
“Tu conosci
Ron?”.
Oh ca… voli.
Houston abbiamo un
problema…
*Titolo
di un capitolo della prima parte della storia, “Chi
l’avrebbe
mai detto”.
voilà finito..! spero
vi sia piaciuto..!
e come ho detto prima spero di
riuscire presto a postare un nuovo chappy..conto sul riposo natalizio e
sulla mia ispirazione :) XD
e ovviamente conto su di voi per
i vostri pareri e le recensioni! fatemi sapere..:) alla
prossima!bacioni!
|
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Capitolo 12 *** E' tutto un equilibrio sopra la follia ***
salve
gente!
rieccomi
qua, un po' in ritardo.. spero che mi perdonerete.. anzi, per farmi
perdonare questo capitolo è un po' più lungo dei
precedenti, così non potete non perdonarmi :) XD
Scherzi
a parte, ovviamente, vi ringrazio! Grazie a tutte le persone che hanno
messo la mia ff tra i preferiti,a quelle che hanno letto e sopratutto a
quelle che hanno recensito lo scorso capitolo..! ovvero:
Hollina:
a chi lo dici! Draco è al di sopra di qualsiasi giudizio :)
grazie! spero che recensirai anche questo capitolo ovviamente! kiss
gelb_augen:
ma grazie cara! questa volta il capitolo è più
lungo del soliti..ovviamente spero che ti piaccia! e inoltre, da questo
capitolo, sopratutto nei prossimi, vedrai molto più
spesso Draco e Herm da soli..non posso ancora svelarti nulla, ma lo
scoprirai alla fine di questo capitolo :) grazie mille per tutti i
complimenti! aspetto un tuo parere! baci!
TOM
THE BEST: hehe povera Herm..XD sono davvero contenta che ti
piaccia!spero vorrai recensire anche questo chappy..:)
Virgola:
non ti svelerò se Lavanda scopre qualcosa..ti lascio
leggere! :) lo scoprirai nel capitolo..! spero che ti
piaccia,ovviamente! un bacio!
Ok,
e ora vi lascio leggere..!
Piccola premessa:
oltre ad essere un po' più lungo dei precedenti, questo
capitolo ha un'altra particolarità..alla fine, succede
qualcosa che introduce altri avvenimenti importanti che
accadranno..è troppo presto perchè vi possa dire
altro,anche perchè voglio che sia una sorpresa, o non
c'è più gusto :), ma non spaventatevi se vi
sembrano strani,alcuni avvenimenti.. capirete poi..:) spero di non
avervi spaventato..:) XD
buona
lettura!
Mi sono sempre chiesta come mai la
gente usasse
l’espressione “l’aria si tagliava con un
coltello” riferito ad una situazione.
Mi sono sempre chiesta, ma come fai a tagliare l’aria con un
coltello? Chissà
che coltello enorme ti servirebbe.. e se anche avessi un coltello
così grande,
come fai a tagliare tutta l’aria?
Quella mattina, per la prima volta,
mentre Lavanda studiava
Ellie con aria interrogativa, fui io stessa a pensare che
l’aria si potesse
tagliare con un coltello. E capii perché nessuno si fosse
mai chiesto di che
razza di dimensioni avrebbe dovuto essere quel benedetto coltello.
Semplicemente perché
bastavano poche parole a tagliare
l’aria. E le parole fanno molto più male dei
coltelli.
“Allora? Conosci
Ron?” incalzò Lavanda, rivolta alla mia
collega riportandomi alla realtà.
Ellie mi lanciò
un’occhiata disperata,cercando aiuto,ma non
potei far altro che lanciarle una smorfia e guardarla annuire.
“Oh..”
è tutto ciò che uscì dalla bocca di
Lavanda.
Per un attimo,un fantastico attimo,
pensai di aver scampato
la visione di Ellie costretta ad ammettere tutto..
“..e come fai a
conoscerlo?”.
Come non detto.
Da dov’era la mia collega
proveniva solo silenzio.
Il mio sguardo saettò su
di lei, che guardava Lavanda con
l’aria di chi si aspetta di venire ucciso da un momento
all’altro, senza avere
la forza di aprire bocca, con un’espressione di puro spavento
stampata in
faccia. Voldemort, in confronto, era uno dei Teletubbies.
Improvvisamente ebbi
l’idea.
Non era perfetta, e neanche chiara..
era un cumulo di
probabilità fortunate nella mia testa.. ci voleva troppo
culo perché
funzionasse..ma, in fondo, che avevo da perdere?
“Scusatemi, torno
subito”.
Scattai in piedi e le lasciai
lì, cercando di ignorare
l’espressione interrogativa sulla faccia di Lavanda e lo
sguardo di odio negli
occhi di Ellie. Avrei voluto dirle che non la stavo abbandonando, era
solo una
ritirata che sarebbe andata a suo favore.. o almeno,era quello che
speravo.. ma
qualsiasi parola davanti a Lavanda poteva essere un arma a doppio
taglio.
Mi chiusi la porta alle spalle,
sperando che non si
fucilassero in mia assenza, tirai fuori il cellulare e composi veloce
un
numero.
Segnale di libero e nessuna risposta.
Ti prego, rispondi, ti
pregotipregotipregotipregotipr..
“Pronto?”.
“Ginny! Grazie al cielo hai
risposto..sono in un mare di
guai”.
Sentii la mia amica ridere
dall’altra parte della cornetta.
Mi era mancata quella risata..
“Come sempre,
Herm..!”. ..le sue battutine un po’ meno.
“Che
hai combinato sta volta?”.
“Io niente” e le
parole mi colpirono per la loro verità.
Già, io non avevo combinato niente. E per quale strano
motivo ci finivo sempre
in mezzo?
“E allora
dov’è il problema?”.
Come potevo spiegarle che il problema
era che la moglie e
l’amante di suo fratello ora erano nel mio ufficio,
presumibilmente a scannarsi
a vicenda?
Senza contare che Ginny, di Ellie, non sapeva nulla. Meno che mai del
tradimento. E soprattutto, non doveva saperlo. O probabilmente le
avrebbe
causato un aborto spontaneo. O un infarto. O entrambi.
Dovevo inventarmi una scusa. Una scusa credibile. Sentii la mia mano
tremare.
Sperai ardentemente che il cellulare non mi cadesse di mano.. anche se
forse
era l’ultima delle catastrofi che potevano accadere.
Calma, Herm. Calma, calma,
calma. Sii convincente.
“Ho un problema con Bet. Mi
sta stressando in una maniera
spropositata..”. Non poteva funzionare. Cominciai ad avere
caldo. Era troppo
debole come scusa. Una segretaria che
rompe ero perfettamente in grado di metterla a posto da
sola. Meglio
peggiorare la situazione..
“..ed è passata
Lavanda in ufficio, per chiedermi una cosa e
non so più come liberarla dalle grinfie di Bet”.
Se non altro, Lavanda era
davvero in ufficio. Una bugia in meno. Bastava poco per sentirsi la
coscienza
meno sporca.. o forse non bastava affatto.
“Lavanda?” fece
Ginny “da quando Lavanda sa dell’esistenza
di un quotidiano?Mi sono persa qualche pezzo?”.
Lei scherzava, ma non sapeva quanto
ci era andata vicino. Di
pezzi se n’era persa parecchi.
Per un attimo, contemplai la possibilità di dirle la
verità.. come gliel’avrei
detto?
Oh si, tuo fratello ha fatto le
corna a sua moglie con la
mia collega, perché pensava che fosse incinta e lei invece
non lo era.
No, decisamente non potevo dirglielo.
“No,era venuta a chiedermi
di Malfoy. Ron le ha detto che
ora ci frequentiamo e sai Lavanda com’è fatta..se
non sa tutto non è felice”
inventai. Intrecciai due dita dietro la schiena e guardai
l’orologio. Erano già
passati un paio di minuti. Dovevo sbrigarmi.
Ginny rise ma decise di darmi retta:
“Lavanda è
incorreggibile. Ma io che dovrei fare?”.
“Chiama la Gazzetta, non il
mio ufficio, la sede centrale. E
chiedi di Lavanda. Dì che sai che è
nell’ufficio di Hermione Granger, e che
vorresti che te la chiamassero. Poi, quando ti ha detto che sta venendo
a
chiamarla, attacca.” Ok, mi rendo conto che sembra un
discorso da pazzi..ma che
altro potevo fare?
“Herm.. hai
bevuto?”.
“No, Ginny, davvero.
Richiamami al cellulare per la pausa
pranzo e ti spiego tutto, ma ti prego fai come ti ho detto”.
Ron me la pagherà. Tutto
questo per coprire le sue
scappatelle con Ellie.. me la pagherà cara, molto cara. E
sarà lui a spiegare a
sua sorella tutta la storia, io me ne tirerò fuori prima che
lei scopra tutto e
sarà Ron a doverle raccontare tutto quanto. Mi attaccai a
quella speranza con
la stessa forza con cui stavo stritolando il cellulare.
“Ok, come vuoi. Ma sappi
che se Bet non la pianta di rompere
la ucciderò io,se non vuoi farlo tu..”.
Mi sarei messa a saltare dalla gioia.
Era andata. Bè,
almeno, la parte A del piano.
“Grazie, Ginny, grazie
davvero! Sei un’amica!”.
“E tu una pazza”
aspettò una mia risposta che non arrivava e
poi riattaccò.
Non ebbi la forza di negare. Aveva
perfettamente ragione.
Ero una pazza. Ma poteva anche funzionare.. Ero pazza, ero abbastanza
sana da
ammetterlo, ma in mondo girava così. Non potevo far altro
che adeguarmi. Mi
tornò in mente la canzone di Vasco..”la vita
è un brivido che vola via, è tutto
un equilibrio sopra la follia”. *
E’ tutto un equilibrio
sopra la follia. E io ero pazza. Bè,
direi che sono a cavallo allora.
L’occhio mi cadde
sull’orologio. Erano passati più di cinque
minuti. Lavanda aveva già ucciso Ellie?
Mi ricacciai il cellulare in tasca e
spalancai la porta del
mio ufficio con più forza di quanta ne serviva. Lavanda e
Ellie si girano di
scatto a guardarmi. Se non altro, nessuna delle due era morta..
“Era una cosa
urgente” borbottai a mò di scusa “che mi
sono
persa?”.
Fu Lavanda a rispondermi:
“Oh nulla. Appena te ne sei andata
è venuta la tua segretaria..com’è che
si chiama?” non aspettò una risposta e
andò avanti da sola, senza accorgersi della mia faccia,
grazie al cielo “Vabbè,
è venuta a prendere delle carte e Ellie l’ha
aiutata a trovarle. Tutto qui”.
Guardai El in cerca di una conferma.
Era ancora paurosamente
bianca ma non sembrava così disperata come se avesse
confessato tutto a
Lavanda. Bet le aveva evitato il dramma. Le avrei dovuto dare un
aumento, prima
o poi…
“Comunque..”
riattaccò Lavanda prima che riuscissi a trovare
un qualsiasi argomento di conversazione “..come fai a
conoscere mio marito,
scusa?”.
Non ebbi la forza di girarmi a
guardare la faccia della mia
collega,la sentii solamente sussurrare un flebile:
“Io…bè…ecco…”.
Strinsi di
nuovo due dita dietro la schiena e pregai che Ginny si sbrigasse.
“Tu?”
incalzò Lavanda, ora curiosa. Prima che riuscissi a
sentire la risposta di Ellie suonò il mio citofono.
Mi ci attaccai, tirandolo
praticamente giù dal piedistallo e
ci scandii dentro un speranzoso: “Si?”.
“Hermione Granger?
C’è una telefonata per una certa Lavanda
che dovrebbe essere nel suo ufficio”.
Se avessi avuto Ginny lì,
in quel momento, avrei potuto
abbracciarla e non mollarla più. Mi aveva salvato anche sta
volta. E non sapeva
quante cose invece le avevo tenute nascoste.. ma non era quello il
momento per
pensarci..
“Lavanda?”
ripetei, girandomi a guardarla con aria
interrogativa. Ero una pessima attrice. Sperai solo che Lavanda fosse
ancora
ingenua come una volta…
“Si, Lavanda.
Può farla venire qui?”.
Lavanda mi stava ancora guardando con
aria interrogativa,
per cui decisi di spiegarle: “Chiedono di te al telefono
nella sede centrale.
Puoi andare a sentire chi è?”.
Mi studiò come se fossi
impazzita ma poi annuì: “Si, certo,
vado”.
Fu con estrema soddisfazione che
annunciai all’addetta: “Si,
arriva subito”, prima di vederla sparire fuori dalla mia
porta, salutandoci con
un gesto della mano.
Neanche il tempo di veder sparire
Lavanda che Ellie si
riprese dal suo torpore e attaccò con un quasi isterico:
“Ora tu mi spieghi
tutto”.
Decisi di riassumere: “Per
evitare che tu dovessi dirle cose
che lei non dovrebbe sapere o peggio inventarti altre scuse, ho chiesto
ad una
mia amica di chiamarla all’ufficio dalla parte opposta e
riattaccare. Così
Lavanda non scoprirà che è lei ma ora
è fuori gioco per almeno una decina di
minuti”.
Ellie rimase a guardarmi come se non
credesse alle sue
parole.
“Hai fatto tutto questo da
sola? Per me?”.
“Bè..si”
ammisi, cercando di non sembrare troppo compiaciuta
e minimizzai “ma ora, se fossi in te, io me ne andrei di qui
prima che
torni..”.
“Oh si, certo..me ne vado
subito” Ellie si illuminò; scattò
in piedi e volò aggraziata fino alla porta. Era incredibile;
riusciva ad avere
un aria da velina anche in mezzo a tanto casino.
Era ormai sulla porta quando si
girò e mi abbagliò con uno
dei suoi sorrisi. “Ehi, Herm..”.
“Eh?”.
“Grazie, Herm. Davvero. Mi
hai salvato un’altra volta anche
se sai che ho fatto a quella donna..”.
“Oh,non è stato
un problema mentire a Lavanda…l’ho odiata
per anni” ammisi, ma cercavo di minimizzare. Mi faceva
piacere sentirmi
ringraziare ma non volevo esagerare.
El sorrise ma insistette:
“Grazie lo stesso. Non importa se
l’hai odiata, mi hai coperta anche se tutto quello in cui hai
sempre creduto ti
diceva il contrario..grazie”.
Improvvisamente sentii di avere fatto
la cosa giusta.
Cominciai persino a sentirmi meglio. Era la prima volta che qualcuno mi
riconosceva di aver fatto i salti mortali per lui. Non era male. Mi
faceva
sentire finalmente apprezzata.
Sorrisi ad Ellie e mi resi conto che,
nonostante tutto, era
una delle poche persone, oltre a Ginny che ormai mi conosceva da una
vita, a
capirmi davvero.
“Ehi, Ellie..”.
Si girò, già
con una mano sulla maniglia. “Dimmi”.
“Grazie”.
Sorrise, ma non sembrava capire.
“Di cosa?”.
“Di avermi
ringraziata”.
Continuava a non capire ma parve
rinunciarci. Mi sorrise di
nuovo. “Prego”. E la vidi sparire oltre la porta,
lontano da Lavanda
Io mi sedetti sulla mia scrivania e
mi concessi di sentirmi
soddisfatta.
Ce l’avevo fatta.
Ok, dovevo ancora un mare di
spiegazioni a Ginny, mi sentivo
ancora in colpa per Lavanda e, ovviamente, mi sentivo terribilmente in
colpa
per Malfoy e per tenerlo all’oscuro di tutto.. ma ce
l’avevo fatta.
E qualcuno mi aveva ringraziato.
Era sempre una vittoria. Magari in piccolo, magari meno importante..ma
pur
sempre una vittoria.
Ce l’avevo fatta.
Herm, allora non sei
così idiota come sembri..!
Mi fai un favore, cervello?
Quale?
Taci.
#########
C’è una
controindicazione ad essere dei geni che risolvono i
casini al mondo intero.
Distrugge.
Dico sul serio, tra lo stress e tutto
il resto, ero
completamente a pezzi. Decisamente,stanca morta.
Motivo per cui crollai sul divano non
appena arrivai a casa.
Malfoy non c’era e Ron era chissà dove. Avevo
preso l’abitudine di ignorare che
faceva o dove andava. Avevo imparato che certe volte era meglio non
sapere
piuttosto che finirci dentro fino al collo. Se anche si ficcava nei
guai, sta
volta, se ne sarebbe dovuto tirar fuori da solo.
Ero tranquilla a questa prospettiva.
Avevo fatto il mio
dovere, almeno in parte. Per le bugie ci avrei pensato poi. Per ora,
potevo
rilassarmi.
Dormivo persino tranquillamente.
Niente incubi. Era tutto
troppo perfetto per durare.
Fui svegliata dalla suoneria
insistente e odiosa del mio
cellulare. Mi svegliai di botto e guardai chi era a rompere una povera
pazza
che dormiva in pace. Con mia grande sorpresa, sul display brillava la
parola
“Malfoy”.
“Pronto?”
risposi, a metà tra il preoccupato e il curioso.
Come mai mi chiamava? Sarebbe stato a
casa tra mezz’ora, che
c’era di così fondamentale da chiamarmi ora?
“Herm,ti disturbo?Sei a
casa?”.
“Non mi disturbi,non ti
preoccupare” mentii, improvvisamente
sveglia, ma in fondo non era nemmeno una bugia. Malfoy non disturbava
mai.
Aveva il potere di potermi rompere le scatole quanto voleva senza che
io
protestassi. “Si, sono a casa, perché?”.
Sentii Malfoy sospirare e qualche
rumore di fondo confuso.
Ma che stava succedendo?
Lasciai perdere i giri di parole e
andai dritta al punto.
“Malfoy…che c’è?”.
“Solo un po’ di
stress al lavoro” rispose lui ma sembrava
vago, come se non avesse detto tutto quello che c’era da
dire.
Oh, approposito.. nel caso non ve
l’avessi ancora detto,
Malfoy lavorava con suo padre al Ministero ma non parlava spesso del
lavoro.
Era come se non gli piacesse parlarne. Non avevo mai capito
perché, ma poi pensavo
a Bet e mi convincevo che nemmeno a me piaceva parlare di lei.
“Solo un po’ di
stress al lavoro?” ripetei, poco convinta.
“Si...bè…molto
stress” si corresse lui e poi tacque. Non
replicai. Volevo lasciare che fosse lui ad interrompere quel silenzio.
“Herm”
attaccò lui, improvvisamente “ho una proposta da
farti”.
Oddio.
Oddio, oddio, oddio.
Oddio.
“Che proposta?”
biascicai.
“Facciamoci una vacanza.
Tre o quattro giorni lontano dal
lavoro e dallo stress, solo io e te”.
Se non mi fossi svegliata
completamente con la suoneria
odiosa avrei pensato che stessi ancora sognando.
Una vacanza? Io e Malfoy? Magari.
Sarebbe stato perfetto. Un
paio di giorni lontano da tutto sto casino.. un sogno.
“Sarebbe
l’ideale. Io posso chiedere qualche giorno di vacanza
tra un paio di settimane..”.
Non mi lasciò nemmeno
finire: “Herm, non hai capito…ora e
subito. Se vuoi partiamo anche domattina. Quattro giorni via da tutto,
io e
te”.
Ora?
Come avremmo fatto? Come io
avrei fatto? Il
lavoro..avrei dovuto chiedere un permesso..sempre se me lo davano..e
poi c’era
da risolvere la questione di Ellie, Lavanda e Ron..e spiegare tutto a
Ginny..e
poi,Ron… avremmo lasciato Ron a casa? Casa mia, solo con Ron
a fare da guardia
per quattro giorni??
“E Ron? Lo lasciamo
qui?”.
“Naturalmente. Ho detto io
e te, Weasley non deve venire”
replicò Malfoy con una punta di acidità in quelle
parole che mi fece strano.
Che gli era preso? La vacanza, quattro giorni via.. perché?
“Siamo io e te anche
qui” obbiettai, debolmente “dove
dovremmo andare?”.
“Pensavo ad una vacanza
rilassante per distrarci da tutto.
Anche da Weasley. Penserà lui a casa tua” ..come
se potessi fidarmi.. chiederò
a Ellie di occuparsene lei. Tanto immagino che verrà molto
spesso se noi ce ne
andiamo.. ma Malfoy continuava, imperterrito, ignaro dei tanti problemi
pratici
che mi frullavano in testa: “Pensavo a qualcosa di romantico.
Parigi, magari”.
Bastò quello.
Io e Malfoy. E Parigi. Lontano dal
casino, da tutto. Io e
lui e basta. Quattro giorni.
Improvvisamente i problemi pratici
sparirono. Avrei preso un
permesso dal lavoro..se non me l’avessero concesso mi sarei
finta malata..avrei
parlato con Ginny al mio ritorno..avrei risolto anche la storia di
Ellie,Ron e
Lavanda al mio ritorno.. poteva aspettare. Tutto poteva aspettare.
Ginny aveva ragione.
Ero pazza sul serio.
“Allora? Herm? Ci stai? Ci
sarebbe un volo
domattina…prenoto?”.
Parigi. Io e Malfoy. Domattina.
Era una follia.
“Si, prenota. Io e te e
Parigi non può aspettare”.
Non osavo credere alle mie orecchie.
Domattina sarei partita per Parigi.
Con Malfoy. Lasciando
qui più problemi di quanti ne avessi avuti in tutto il resto
della mia vita
messa insieme.
Ero pazza, decisamente.
Ma, in fondo, è tutto un
equilibrio sopra la follia, no?
*
La stupenda canzone in questione è Sally – Vasco
Rossi :)
et voilà! capitolo
finito..!
ora avrete capito a cosa mi
riferivo con avvenimenti che cambiano un po' la storia.. in
realtà introducono altri avvenimenti che accadranno poi di
cui però non posso dirvi nulla :) comunque,non temete, Herm
sarà in mezzo ai guai anche a parigi!
N.B. l'idea
di parigi la devo ad una mia amica che mi ha dato questo piccolo
consiglio..era troppo romantico per rifiutare :) grazie cara!
detto questo,ovviamente spero
che vi sia piaciuto questo capitolo e aspetto i vostri pareri!
baci! alla prossima
|
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Capitolo 13 *** Mai dire mai ***
rieccomi
qua! spero di essere stata abbastanza veloce per le vostre
aspettative..:)
vi
avevo promesso che ci sarebbero state più parti solo con
Draco e Herm ma prima di cominciare il loro viaggio, dove di sicuro
manterrò la promessa :), era necessaria una spiegazione tra
Ron ed Herm.. ma vi assicuro che tutte le parti Draco-Herm che vi ho
promesso arrivano presto!
e
intanto vi ringrazio immensamente per continuare a seguire la ff, per
chi l'ha messa nei preferiti e sopratutto per chi ha recensito lo
scorso chappy ovvero: Hollina (ma graziee! si, poverini hanno bisogno
di riposo..! spero che anche questo chappy ti piaccia..un bacio!) e
gelb_augen (grazie mille cara! uau troppi complimenti!!
tranquilla,arriva presto la descrizione della loro vacanza ma prima
c'è una parte che non avevo previsto che però mi
sentivo in dovere di mettere..comunque i prossimi capitoli,almeno un
paio,saranno tutti sulla loro vacanza quindi puoi stare tranquilla!
aspetto un tuo parere anche per questo chappy, un bacio!).
E
ora vi lascio leggere..buona lettura a tutti! ^^
“E
quand’è che dovreste partire?”.
Sospirai. Un pomeriggio a
ripeterglielo e ancora non aveva
capito? Possibile che nessuno mi ascoltasse mai fino in fondo?
“Tra un paio
d’ore, Ron, è da ieri che te lo ripeto. Apri le
orecchie, una volta ogni tanto. O fai finta di ascoltare solo quando
sei con
Ellie?” sbottai gettando una pila di maglie perfettamente
piegate sul mio
letto, di fianco ad una valigia aperta.
Ron mi fulminò con lo
sguardo e si guardò intorno come se
avessi appena nominato Voldemort nei tempi in cui non voleva che
dicessimo il
suo nome: “Potresti smetterla di urlare?”
protestò, rivolgendo occhiate
preoccupate alla porta “non conviene né a te
né a me che Malfoy sappia qualcosa
di questa storia”.
Giusto, ma preferii non dirglielo.
Gli rivolsi un sorrisetto
ironico mentre tiravo fuori i vestiti dall’armadio con un
semplice incantesimo:
“Se hai fatto cose di cui poi ti vergogni evidentemente non
erano le cose
giuste da fare”.
Ignorò la provocazione. Si
andò a sedere in fondo al mio
letto,incrociandosi le braccia sul petto.
“Non me ne
vergogno” sussurrò “ma non sono neanche
sicuro
che fosse la cosa giusta da fare”.
Tra una maglia e l’altra,ci
misi qualche istante per
metabolizzare la sua risposta. Non se ne vergognava ma non voleva
nemmeno
prendersi la piena responsabilità di quello che aveva fatto.
Tipico
comportamento da Ron.
“In poche parole, hai
illuso Ellie che ti importasse davvero
qualcosa di lei e contemporaneamente anche cornificato Lavanda, senza
essere
sicuro di voler fare nessuna delle due cose. Geniale, Ron”
replicai ironica.
Sei una bisbetica rompiscatole
moralista sputasentenze.
Sono solo onesta, caro
cervello.
No, Herm, sei una stronza.
Non è vero..!
Si invece.
Fu quando vidi la faccia di Ron che
mi accorsi che forse,
solo forse, ero stata davvero un tantino stronza.
Mollai la maglia che avevo in mano
lì dov’era, lasciai che
fosse la mia bacchetta a finire di fare la valigia e andai a sedermi di
fianco
a Ron in fondo al letto, cercando di ignorare la sua aria abbattuta.
Non lo vedevo così da
quando Fleur rifiutò il suo invito al
Ballo del Ceppo, al quarto anno, e successivamente lo rifiutai anche
io.
Sorrisi debolmente a quel ricordo.
Erano passati circa 12 anni da quel
giorno ma in quel
momento mi sembravano molti di più.
“Scusami, non volevo dire
quello che ho detto..” gli
mormorai incrociandomi le braccia intorno alle gambe e cercando di
intercettare
il suo sguardo che puntava il vuoto mentre aggiungevo un poco convinto
“stavo
solo scherzando”.
Ron scosse la testa con un sorrisetto
triste sul volto e
finalmente alzò lo sguardo su di me. “Si che
volevi dire quello che hai detto.
Ti conosco da secoli,sai? Hermione Granger non ha mai detto parole a
caso”.
Fu il mio turno di scuotere la testa:
“No,Ron. Questa
Hermione Granger dice anche cose a caso. Per poco non mi sono fatta
licenziare,per questo..” gli ricordai, amara. Mi bruciava
ancora quella volta.
Avevo parlato a vanvera una volta nella vita e per poco non mi facevo
licenziare. Non era nelle mie corde dire cose a caso. Avrei dovuto
allenarmi a
farlo senza ficcarmi nei guai ogni volta…
“Non esistono due Hermione
Granger, Herm. Non esiste quella
che di Hogwarts e questa, non sono due persone diverse. Sei sempre tu.
E so per
certo che non dici cose a caso” insistè lui,
fissandomi dritto negli occhi,
togliendomi ogni forza per replicare. Ok, aveva ragione, avevo sempre
detto
quello che pensavo per quanto fosse crudele, antipatico, difficile. Non
avevo
fatto eccezione neanche questa volta. E lui lo sapeva.
“Da quando sei
così filosofo?” borbottai interrompendo il
silenzio che si era creato. Sapevo che gli faceva
male…almeno quanto ne faceva
a me vedergli quell’espressione amareggiata.
Riuscii a strappargli un sorriso. Ma
sapeva ancora di
tristezza.“Non sono filosofo, è che ti
conosco”.
Impossibile negarlo. Ma ero cambiata
e lui era troppo
depresso per rendersene conto. La vecchia Hermione Granger non avrebbe
tenuto
nascoste così tante cose. Né tantomeno avrebbe
quasi rischiato di perdere il
lavoro in quella maniera idiota come invece aveva fatto la nuova
Hermione
Granger. Eppure aveva ragione Ron…ero sempre io. O no?
Decidi di essere sincera fino in
fondo con lui, fedele
all’Hermione Granger che ero stata e che, forse, ero ancora.
“Anch’io ti
conosco, ma non ti capisco” non mi sfuggì la sua
espressione confusa mentre mi ascoltava, ma la ignorai “avevi
Lavanda, avevi
una vita senza bugie, avevi quello che, credo, volevi. Che bisogno
c’era di
incasinare tutto per Ellie?”.
“Da quando difendi
Lavanda?” domandò lui, con una smorfia
divertita “sia io che te sappiamo benissimo quanto
l’hai odiata e ora ti trovo
qui a farle da avvocato difensore. Forse hai ragione tu, e sei cambiata
per
davvero allora..”.
Mi lasciai andare ad un sorriso. Si che eravamo cambiati. Sia io che
lui. Ma
Ron non aveva smesso di eludere le domande, forse non avrebbe smesso
mai.
“Non hai risposto alla mia
domanda” gli feci notare, calma
“Non è questione di difendere o no
Lavanda… sei tu, Ron. Non ti saresti mai
comportato così, tempo fa. Perché l’hai
fatto?”.
Ron mi guardava negli occhi e non
rispondeva. Decisi di
insistere finchè la sua sicurezza vacillava. “Che
ti era preso? Cosa speravi di
ottenere?.
“Non lo so”
ammise lui “non ero soddisfatto della mia vita o
forse solamente di me stesso”.
“Senza offesa, ma quando
mai sei stato soddisfatto di te,
scusa?” lo provocai con un sorrisetto.
“Mai, appunto”
concordò Ron con un’espressione riconoscente
che mi lasciò interdetta. Lo avevo appena accusato di
essersi sempre ritenuto
un vero schifo e lui mi guardava riconoscente. Roba da pazzi.
“Nella mia vita
non ho avuto molte occasioni per sentirmi davvero orgoglioso di
me”.
“Ma non è
ver..” tentai di dire, ma fu più rapido lui ad
interrompermi: “Si che è vero. Herm, sono
cresciuto con una marea di fratelli
che mi superavano in tutto,ho avuto per migliore amico il ragazzo che
ha
incantato il mondo intero e la ragazza che ne sapeva più di
tutto il resto di
Hogwarts messo insieme, e non negare.. io scomparivo sempre, al
confronto”.
Non replicai. Inutile negare, ma non
me la sentivo di dargli
ragione apertamente. A parte che non mi sentivo quella ragazza ma se
anche mi
fossi sentita così non gli avrei dato ragione comunque. Mi
faceva troppa pena.
Non l’avevo mai sentito parlare così…
ma del resto, forse non ero mai stata ad
ascoltarlo abbastanza per sentirlo parlare così.
Ron proseguì, come se
parlare potesse farlo stare meglio,
senza guardarmi negli occhi, a bassa voce: “E vogliamo
parlare di ragazze? Da
Fleur Delacour a te è tutta una lunga lista di
disastri”.
Ci provai, giuro che ci provai, ma
proprio non riuscii a non
arrossire. Per fortuna Ron non parve accorgersene, immerso
com’era nei suoi
pensieri.
“Bè, con me non
è un disastro completo…insomma,vivi a casa
mia ora” replicai, cercando di ironizzare e riuscii persino a
strappargli un
sorriso un po’ più convinto.
“Andiamo, Herm…
io ci ho provato con te e Fleur. Lei ha
sposato mio fratello e tu stai con il mio peggior nemico. Non mi sembra
un
grosso successo”. Mi lasciai andare ad una mezza risata e Ron
la divise con me.
Cominciavo a sentirmi meno a disagio, nonostante tutto.
Era assurda quella situazione. Io e
Ron a parlare di noi, di
quello che era stato, seduti sul letto che condividevo con Malfoy. Ai
tempi di
Hogwarts tutto ciò non l’avrei mai creduto
possibile. Ma nella vita mai dire
mai, come volevasi dimostrare.
“Non parlarne
così, mi sento più stronza di quello che sono
realmente...” borbottai e lui scoppiò
definitivamente a ridere. Se non fosse stato
per quel senso di colpa avrei persino potuto sentirmi meglio..
“Se fossi stata davvero
stronza non mi avresti aiutato come
hai fatto, Herm” e mi sorrise, con un affetto che forse avevo
dimenticato.
Preferii non ricordargli che non
avrei voluto aiutarlo e
decisi di riportarlo al discorso iniziale: “E comunque non
è vero che con le
donne hai sempre fatto disastri…con Lavanda andava
bene”.
Ron alzò le sopracciglia,
tornando di botto triste: “Lavanda
si è sempre accontentata di qualsiasi maschio le passasse
sotto al naso, per
quanto mi possa volere bene o amare che dir si voglia, non mi ha mai
veramente
scelto. A lei andava bene chiunque che la amasse e io la
amavo.”
“Stai parlando al
passato..” gli feci notare cercando di non
sembrare troppo critica.
“Lo so. Ci sono volte che
ho avuto la netta impressione che
stesse con me solo perché nessun altro aveva avuto il
coraggio di sposarla..”.
A quelle parole, Ron mi fece una pena immensa. Quelle stesse parole,
più o
meno, le avevo dette anche io, tante volte, parlando con Ginny di loro
due. In
quel momento, in un solo istante, mi pentii di ogni volta che le avevo
pronunciate.
Hai ragione, cervello, sono una
stronza..
Sono il tuo cervello, mica a
caso, Herm. Se Hermione
Granger ha sempre ragione, a maggior ragione anche il suo cervello ha
sempre
ragione.
..ma ora non tirartela
troppo per favore..
“E litigavamo, per
questo” proseguì Ron, ormai calato nella
parte del narratore “E poi facevamo pace. E in qualche modo
le cose andavano
sempre più o meno bene. Finchè non ho incontrato
Ellie..” e sorrise.
Non trovai la forza di replicare. Lo
lasciai proseguire da
solo, come in un monologo: “Ellie è uscita con me
perché voleva, nonostante
sapesse che fossi sposato. Non l’ha fatto perché
non ha trovato nessun altro e
non mi ha scaricato per il mio peggior nemico”.
”Non ti ho scaricato per il tuo peggior nemico”
sbottai, offesa “è successo
tutto dopo..!”.
Ron sorrise e scosse la testa:
“Non ti sto accusando. Sai
cosa voglio dire. Lei ha scelto proprio me. Non mi era mai capitato
prima di
sentirmi così.. apprezzato? Si, credo che sia la parola
giusta”.
Non trovai la forza di replicare.
Conoscevo Ellie. E’ una
ragazza dolce, è riuscita a capire persino me… se
davvero Ron le piaceva, di
sicuro l’avrà fatto sentire davvero apprezzato. Di
sicuro più della fredda
Lavanda.
Ron sospirò.
“Questo intendevo quanto ti ho detto che non me
ne vergogno ma non so se ho fatto la cosa giusta” mi
guardò dritto negli occhi
e sorrise lievemente “è che mi sento in colpa. Da
morire”.
Improvvisamente sentii che io e lui
sotto sotto ci
assomigliavamo. Ai tempi di Hogwarts eravamo magnificamente diversi,
ora invece
sembravamo assomigliarci più di quanto pensassi. Lui si
sentiva in colpa e io
pure. Lui non sapeva se faceva la cosa giusta e io pure.
“So cosa vuoi
dire” dissi infine e davanti alla sua
espressione confusa lo ripetei, a voce più alta
“sul serio, so cosa vuoi dire”.
“Ma tu sei Hermione Granger
e in qualche modo te la cavi
sempre” borbottò amaro e si indicò
“Io sono Ronald Weasley. E la mia autostima
sai meglio di me che è sempre stata sottozero.”
“Questo non
centra” replicai, decisa. Se c’era una cosa di
cui ero sicura era questa: io non ero così forte come
sembrava. E per quanto
riguarda Ron, non credo che fosse così debole come pensava.
“Non credo che tu fossi
così ma se anche fosse,hai detto che
sei cambiato, Ron… dimostra che sai cavartela sempre.
Dimostra chi sei a te
stesso”.
Mi guardò pieno di
speranza con aria indecisa: “Credi
davvero che ce la posso fare?”.
“Assolutamente
si” risposi convinta “io credo in te, sei tu
che non ci credi”. Non era esattamente vero.. meglio
risparmiargli che
ultimamente lo avevo sempre considerato poco o niente.. ma qualcosa era
cambiato, mentre mi raccontava i suoi pensieri. La situazione di Ron
era peggiore
di quanto pensassi. Ma ora, se non altro, lo capivo di più.
“Ho dei buoni motivi per
non crederci” borbottò forse più a
sé stesso che a me “non sono Harry Potter il
ragazzo che è sopravvissuto e
neanche la bravissima Hermione Granger. Come faccio a credere in me con
questi
termini di paragone?”.
“Ron, ascoltami
bene..” attaccai, sentendomi tutt’altro che
bravissima, con tutto quello che stavo combinando.. “la
bravissima Hermione
Granger, come la chiami tu, è la persona più
incasinata che tu conosca e dico
sul serio. Tu puoi risolvere tutto quanto, ce la farai, te lo assicuro.
Ma devi
credere in te stesso”.
“Hai idea di come si
fa?” si lasciò scappare, esasperato “Tu
sai sempre tutto, Herm..”
Scossi la testa, con un mezzo
sorriso, sentendomi
terribilmente saggia: “Neanche mezza. Non so sempre tutto
come non lo sai tu.
Devi scoprirlo da solo, Ron. Se ti fa piacere saperlo, per quattro
giorni hai
la casa tutta per te. Potrai prendertene cura e dimostrarti fin da
subito che
ce la puoi fare”.
Ron sorrise e mi guardò
riconoscente: “Bè, messa così potrei
anche farcela…”. Gli sorrisi, incoraggiante.
Mi guardò per un
po’ prima di borbottare un imbarazzato:
“Bè..grazie,Herm!”.
Sorrisi di nuovo anche io mentre la
mia bacchetta finiva di
farmi la valigia e la chiudeva con uno schiocco. La afferrai, guardai
l’orologio e mi girai a guardare Ron: “Devo andare.
Devo andare da Malfoy al
lavoro e poi andiamo all’aeroporto… ma quando
torno prometto che ti aiuto a
risolvere i tuoi casini”.
Come se non l’avessi
già fatto fin adesso…
Cervello, ce la puoi fare a
stare zitto, ogni tanto?
Ron sorrise e mi passò la
giacca che avevo buttato sul
letto: “Lascia stare i miei casini…divertiti,
piuttosto. Grazie per l’offerta,
ma se anche dovessi accettare ci pensiamo tra quattro giorni.”
Afferrai la giacca, me la infilai e
sospirai: “Temo che
passeranno anche troppo presto, questi quattro giorni…
tu,comunque,il mio
numero ce l’hai. Chiama in caso di emergenza.”
“Tipo se ti brucio la
casa?”.
”Esattamente”.
Sorrise, divertito. “Non
sei poi cambiata così tanto, Herm.
Mi fa piacere..”.
“Lo prendo come un
complimento” dissi, finta diffidente ma
gli concessi un sorriso in risposta al suo, prima di Smaterializzarmi.
L’ultima cosa che vidi di
casa mia, fu la faccia sorridente
di Ron.
E per ora, mi bastava.
###########
Aereo.
In mezzo alle nuvole con tutto un
mondo sotto di noi.
Meta: Parigi.
Io completamente sdraiata sul suo
sedile. O piuttosto,
direttamente su di lui.
Malfoy che mi accarezza i capelli
mentre guardo fuori dal
suo finestrino.
Un sogno.
“Ehi, che fai,
dormi?” lo sento scuotermi per un fianco
ridendo piano, cercando di non disturbare nessuno dei silenziosi
signori che ci
stanno intorno.
“Se stavo davvero dormendo,
mi avresti appena svegliato..”
borbottai, puntellandomi con il gomito per tirarmi su e guardarlo in
faccia.
Lo vidi ghignare e mi
sfuggì un sorriso. Tanto per rovinare
la finta di aria di rimprovero che avevo cercato di creare. Fatica
sprecata. Il
suo ghigno cancellava qualsiasi mia espressione, vera o finta.
“E avrei fatto
bene” insistette lui indicando il finestrino
alla sua destra “non ti puoi perdere il paesaggio che si vede
dall’aereo”.
Mi persi per un attimo nel grigio dei
suoi occhi; mi
ricordava un po’ le nuvole che stavo guardando fuori dal
finestrino e mi venne
spontaneo dirglielo: “Ti assicuro che non è niente
in confronto al paesaggio
che si vede in questo momento” gli sussurrai fissandolo
dritto negli occhi.
Da quando sei
così romantica, Herm?
Sempre a rompere, maledetto
cervello?
Da quando sei
così romantica, Herm?
Lo sono sempre stata. E’
solo che non lo dicevo
apertamente. E ora taci
rompiscatole.
Malfoy mi sorrise e mi
baciò. E, ascoltami bene maledetto
cervello che dice che non sono romantica, in quel momento mi
sentii volare
per davvero. Per l’aereo, per lui.. in tutti i sensi.
Rimasi ad occhi chiusi anche quando
sentii Malfoy staccarsi
e anche se non lo stavo guardando sapevo che lui mi stava guardando. In
quel
momento, a non so quanti metri di altezza, piena di pensieri in testa,
ma tra
le sue braccia, mi sentii perfettamente protetta. Sorrisi.
“E io ti assicuro che tutto
il paesaggio che vedevi tu prima
non è nulla in confronto di quello che vedo io
ora” sussurrò lui, ai miei occhi
chiusi. Li riaprii, senza smettere di sorridere e provai a baciarlo ma
si
scansò. Mi guardò divertito e mormorò:
“..e comunque stavi dormendo!”.
Provai a dargli un pizzicotto ma fu
più svelto lui a
intrappolarmi le mani. Scoppiamo entrambi a ridere, mentre cercavo di
liberarne
almeno una per colpirlo. Una signora dietro di me alzò gli
occhi dal libro che
stava leggendo e mi fulminò con lo sguardo.
Lasciai perdere il tentativo di
liberarmi le mani e mi
riaccucciai su Malfoy. “E comunque non stavo
dormendo..” borbottai a voce
bassa, guardando fuori.
Lo sentii ridere piano ma non rispose. Ricominciò a giocare
con i miei capelli.
Prendeva una ciocca e se la rigirava intorno al dito fino in fondo, la
mollava
e ricominciava da capo. Lo lasciai fare, abbandonando ogni pensiero
inutile.
Mi lasciai cullare
dall’aereo, in una specie di tranquilla
dormi-veglia.
In realtà, non stavo
dormendo. Stavo pensando. A me, a lui,
al mondo. A tante cose.
In aereo ti senti così
libero e leggero. Sei troppo fuori
dal mondo per avere qualcosa da fare; non esiste lavoro, non esiste il
cellulare
che tanto è spento… esisti solo tu, il cielo e
tutto quanto sotto di te. E ti
senti di botto al di sopra di tutti i casini del mondo. E forse,
è solo lì che
capisci che momenti come questo non sarebbero tanto belli senza tutti
quei
casini…
Mi tornò in mente Ron e
tutti i discorsi che avevamo
fatto...il suo “peggior nemico”, come
l’aveva chiamato, un tempo era anche il
mio. Ora era il mio pseudo-cuscino per il viaggio e per tutte le notti
che
avevamo passato. Ed era perfetto così, nonostante tutto
quanto.
Ripensai alla Hermione Granger che
ero ad Hogwarts, a Krum,
a Ron, a Harry, a tutti i ragazzi che avevano messo piede nella mia
vita…di
tutti loro, Malfoy era l’ultimo che avrei preso in
considerazione. Ma del
resto, mai dire mai.
Sentii Malfoy poggiare la testa
contro la mia,
presumibilmente guardando fuori, ma non mi girai a controllare. Era
più bello
così. Abbracciati a guardare fuori. Io e Malfoy e un mondo
intero sotto di noi.
Da sogno.
E pensando questo, chiusi davvero gli
occhi. Volando.
In tutti i sensi.
..finito anche questo
chappy!
prometto
solennemente che nel prossimo capitolo avrete un intero capitolo tutto
Draco-Herm ve lo assicuro!:)
per
ora aspetto le vostre recensioni! a presto!
|
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Capitolo 14 *** Va bene così. Senza parole. ***
salve
gente!
ecco
qua il nuovo capitolo! mi avete mandato persino delle e-mail per
chiedermi qualcosa di dolce tra Draco e Herm..bè, ho fatto
il possibile per accontentarvi! anche se,ovviamente,essendo Draco ed
Herm non potete non aspettarvi qualche battibecco..:)
comunque
sia, intanto GRAZIE a tutti voi che leggete ogni volta! grazie a tutte
le persone che hanno messo la ff tra i preferiti! e ovviamente un mega
grazie a chi ha recensito, ovvero:
Hollina:
graziee! eccolo qua il capitolo dolcioso che tanto avevate chiesto..XD
spero di essere stata all'altezza delle vostre aspettative :)
gelb_augen:
sempre troppo gentile..! thanks! spero che ti piaccia anche questo
capitolo..fammi sapere! baci
bambi92:
grazie! spero che continuerai a recensire allora..! :)
TOM
THE BEST: ahhh non sai quanto lo vorrei anch'io..!XD mi accontento di
scrivere ff su di lui invece :) in questo capitolo comunque avrai tutta
la dolcezza (spero XD) che cercavi..! e ovviamente spero che ti
piaccia..!
Sklupin:
ma grazie! cerco di farla assomigliare alla Herm della Row ma in
versione più cresciuta, cercando di immaginarmi come
sarebbe... sperando di riuscirci XD se aspettavi momenti di
Draco&Herm da soli, questo capitolo è tutto per
loro! allora aspetto una tua recensione a questo chappy..!:) fammi
sapere se ti piace
ok
vi lascio leggere..XD buona lettura a tutti!
Rumore di qualcosa che sbatte contro
i vetri.
Pioggia.
Sposto la tenda pesante e apro la
finestra. Qualche goccia
mi colpisce in faccia ma la ignoro.
Piazzo i gomiti sul davanzale e poggio la testa sulle mani. La manica
del pigiama
mi si bagna al contatto con la pioggia ma non ci faccio caso.
Mi è sempre piaciuta la
pioggia. Sa di malinconia. Sa di
cioccolata calda e dei pomeriggi con Ginny. Mi ha sempre dato una
sensazione di
tranquillità.
Oggi, una volta tanto, non ho bisogno
di sentir piovere per
essere tranquilla.. basta questa piccola certezza a farmi sorridere.
Una goccia con una mira migliore
delle altre mi centra
l’occhio sinistro.
Giù in strada una signora
con una baguette sottobraccio
attraversa di corsa la strada tenendo per mano una bambina.
Più a sinistra da dentro
un baracchino con una grande
scritta luminosa “Crepes”, un signore si copre la
testa con un giornale per non
bagnarsi.
Buongiorno, signora con la
baguette. Buongiorno, bambina.
Buongiorno, omino delle crepes.
Da un punto impreciso dietro di me
sento arrivare il respiro
lento e regolare di Malfoy.
La sveglia segna le 6. 54.
Suonerà tra esattamente 6 minuti.
Ma non ho voglia di aspettare, oggi.
Richiudo la finestra, mi tiro dietro
la tenda e ciabatto
fino al letto.
Malfoy, che ha il sonno troppo
pesante per essere svegliato
dalla pioggia, stringe il suo cuscino senza sapere di essere osservato.
Mi butto di traverso sul letto e gli
stampo un bacio umido
sulla fronte. Buongiorno, Malfoy.
Stranamente basta a farlo svegliare.
Mi guarda, con gli occhi ancora
assonnati e la voce
impastata. “Hai i capelli umidi”.
Ok, forse non è
così addormentato come sembra…
“Piove” rispondo
semplicemente ma non sembra che gli importi
più di tanto. Mi fa segno di avvicinarmi e mi circonda con
le sue braccia,
poggiando la testa sulla mia spalla.
“Ma sei andata
fuori?” mi borbotta da dietro. Non demorde.
Malfoy fino in fondo.
“Non proprio”.
A quanto pare decide di lasciare
perdere. Lo sento lasciarsi
andare del tutto sulla mia spalla.
Poggio anch’io la testa sul
cuscino, sentendo il suo respiro
caldo che mi passa tra i capelli, il suo braccio che mi stringe sulla
vita.
Forse dorme, forse no. Non ho voglia di controllare.
Non sono neanche le sette. Sono
abbracciata a Malfoy. Piove.
Non ho voglia di muovere un muscolo.
Fosse per me starei
così per quattro giorni interi.
Ma chi mi garantisce che tutto questo
durerà?
Non ho voglia di cercare una
risposta. Non ho voglia di
pensare. Avrei voglia di parlare…mi fa paura in silenzio.
Lascia troppo spazio
ai pensieri. Bisogna essere perfettamente in pace con sé
stessi per poterselo
permettere. Vorrei dire qualcosa, qualsiasi cosa..ma non voglio neanche
svegliare Malfoy… mi rassegno a stare in silenzio,
ascoltando la pioggia.
Chiudo gli occhi ma non dormo. Come
se non tenere gli occhi
aperti potesse cancellare i tuoi pensieri. Ma in fondo sono solo le sei
di
mattina, perché preoccuparsi?
La sveglia comincia a suonare ma sono
più svelta di lei e la
spengo subito. Malfoy continua a dormire sulla mia spalla.
Richiudo gli occhi e sorrido da sola,
come un cretina.
Buongiorno, Hermione.
Buongiorno, Parigi.
##########
La cosa più rilassante
delle vacanze è la consapevolezza
stessa di essere in vacanza.
Alla fine, se ci pensi, cose di cui
preoccuparti ne hai lo
stesso. Però visto che sai di essere in vacanza le prendi
con tutto un altro
spirito.
Persino il solito messaggio di Bet mi
suonava più bello del
solito. Miracoli delle vacanze.
Malfoy invece non riescono a
cambiarlo nemmeno le ferie.
Rompiscatole, testardo, ironico, adorabile. Lo stesso Malfoy di sempre,
insomma.
“Chiudi la finestra, fa
freddo” protesta in risposta alle
mie finestre spalancate, e le va a chiudere. Sbuffo ma non replico. Io
le
finestre le voglio aperte. Inutile dire che Malfoy non la pensa come
me.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate
in posizione offesa e
lo guardo infilarsi la giacca dall’altra parte della stanza e
guardarsi allo
specchio al volo. Ma non perdo occasione di stuzzicarlo..
“inutile che ti
guardi allo specchio, tanto sei brutto” ..no, non sono
cambiata nemmeno io.
Ridacchia e mi ghigna dal muro.
Capelli ancora mezzi
spettinati, giacca elegante, espressione ironica. Faccia da schiaffi.
Bello da
morire.
Mi guarda ironico e apre leggermente
le braccia: “Allora,
sono così brutto?”.
“Orribile”
rispondo cercando di sembrare convinta. Ma è
normale questo caldo sulle guance?
“Sei diventata
rossa” osserva lui con calma alzando un
sopracciglio.
“Ho caldo” gli
faccio le spallucce ostentando indifferenza.
Maledetto rossore. Mesi e mesi con Malfoy non mi hanno ancora abituato
alla sua
visuale tutte le mattine. E’ un colpo ogni giorno. Un
bellissimo colpo,
ovviamente, ma pur sempre un colpo. Non si può
essere così tanto belli. Non
come lo è lui. Non è giusto.
“Si come no..” mi
asseconda lui mentre attraversa la stanza
in tre falcate e si viene a sedere sul letto accanto a me. Mi bacia
piano e mi
mordicchia un po’ il labbro superiore. Quando si stacca
rimane poggiato al mio
naso e alza piano un sopracciglio: “Allora? Sono ancora
così brutto?”.
“No..direi di
no..” sussurro piano, incapace di articolare
un discorso sensato. Non può farmi questo effetto
ancora. Non può sembrarmi
la prima volta che mi bacia ogni volta.
Lui ghigna, soddisfatto. A salvarmi
prima della sua risposta
arriva lo squillo del mio cellulare.
“Dì
all’amante di chiamare più tardi che ora potrei
sentire
cosa vi dite…” mi borbotta Malfoy prima di alzarsi
e andare a finire di
vestirsi.
“Simpatico…”
gli lancio un sorrisetto ironico e apro il flip
del cellulare “gli dirò che mi chiami mentre dormi
così siamo al sicuro..”.
Sullo schermo lampeggia la parola Ginny. Pigio verde.
“Ciao Gin” calco
la parola Gin con tutta la forza che riesco
a metterci. Malfoy ridacchia guardandomi: “Che fine ha fatto
l’amante?” mi
chiede con aria fintamente confusa.
“Taci stupido”
gli sibilo quando mi passa davanti cercando
di tirargli un calcio. Niente da fare; lo scansa ridendo. Il suo
sorriso mi
abbaglia. Non sento neanche il saluto di Ginny. Anzi, non sento proprio
niente.
Poi riemergo come da una trance
è finalmente riesco a capire
quello che dice la mia amica..
“Herm, ci sei?”.
Cerco di concentrarmi sulla
conversazione, girandomi verso
il muro per non guardare il sorriso di Malfoy e non rischiare di
distrarmi.
“Si, Gin, ci sono. Dimmi”.
Improvvisamente torna in blocco tutto
l’entusiasmo della mia
amica che aveva trattenuto quando ci eravamo salutate
all’aeroporto: “Cavoli
Herm, sei a Parigi! Non posso crederci!Com’è
lì? Bello? Che fate?”.
“Calmati per favore, sembra
un interrogatorio! E’ bello qui,
cioè…piove, ma è bello” non
specifico di cosa sto parlando ma pare capire al
volo.
“Oh si, è
bello…soprattutto Malfoy suppongo, giusto?”
replica lei ridacchiando.
“Bè si, quello
è sottinteso” sorrido alla cornetta mentre
Malfoy rientra nella stanza e mi guarda curioso. Lo ignoro facendo
finta di
essere immersa in una fitta conversazione.
“E’ lì
vero? E’ per quello che non parli?” sento la mia
amica ridere ancora, come se il fatto che non volessi parlare
liberamente con
Malfoy in ascolto potesse divertirla. Anzi, la divertiva decisamente a
giudicare da come rideva. Forse era la gravidanza che rendeva tutti
più idioti
del solito…
Decisi di tagliare corto:
“Si esatto…tu piuttosto come
stai?”.
“Oh bene, James cresce. E
scalcia. Soprattutto scalcia, per
ora” replica con tutto il suo entusiasmo materno mentre
Malfoy articola le
parole “Con chi parli?” a bassa voce.
“Che bello,
Ginny!” e spingo più che posso sul
“Ginny” a mò
di risposta. Malfoy pare capire. Fa finta di tirare un sospiro di
sollievo e
dal suo labiale capisco che mi aspetta di sotto.
“Ma non pensare che non mi
sia preoccupata anche per te…tu e
Malfoy tutti soli a Parigi…avevate bisogno di un aiuto dai
tuoi amici, no?”.
Non capisco il significato di quelle
parole ma mi
preoccupano già. “In che senso?”.
Ginny ride e sento la voce di Harry
dall’altra parte della
cornetta dirle: “Dai, diglielo..!”.
“Dirmi cosa?”.
“Oh nulla”
risponde lei noncurante mentre Malfoy esce dalla
stanza chiudendo la porta con uno schiocco “una cosuccia che
vi ho mandato.
Come pensierino dei tuoi amici”.
“Che tipo di
cosuccia?” le domando preoccupata. Come
risposta mi arriva solo una risata.
“Dovrebbe arrivarti
domattina sul presto” è tutto quello che
decide di dirmi “che cos’è, ovviamente,
è una sorpresa..comunque fanne buon
uso!”.
“No Gin,
aspetta…” cerco di dirle ma è troppo
tardi. Ha
riattaccato.
Non ho idea di cosa possa regalarmi
quella pazza. “Fanne
buon uso” mi ha detto. La lista delle cose che potrebbe
mandarmi di cui,
secondo lei, dovrei fare buon uso è troppo lunga.
Non mi resta che aspettare domattina,
nell’ansia di vedere
cosa c’è dentro…
Ci mancava solo la sorpresa di
Ginny…
Con un sospiro rassegnato, mi infilo
la giacca e mi preparo
a scendere di sotto da Malfoy.
Ma prima di andare di sotto, riapro
la finestra.
##########
“Non hai mai visto la
Gioconda? Sul serio?”.
“No, mai. E’
inutile che mi guardi con quella faccia..i
maghi non vengono a guardare la Gioconda..”
“Bè,
dovrebbero…dimmi che almeno sai cos’è
il Louvre, ti
prego.!.”.
“Se vuoi te lo dico ma non
ti assicuro che sia la verità”.
“Spiritoso.. dimmelo se
è vero”.
“Allora non te lo
dico”.
“Malfoy, sei venuto a
Parigi un sacco di volte e non sai
cos’è il Louvre?? Non ci posso credere!”.
“Credici”.
“Ma non esiste..! Adesso
andiamo al Louvre. Poche storie”.
“Ma
cos’è sto Louvre?”.
“Un museo. Uno dei
più importanti che esistano. Tutte le
persone normali lo conoscono”.
“Io non lo
conosco”.
“Tu non sei una persona
normale infatti”.
“Sempre la solita decisa
Hermione Granger, eh?”
“Sempre. Ti avevo avvertito
prima che cominciassimo a uscire
ma non mi hai dato retta”.
“Sono un uomo
spericolato”.
“Se non ti preoccupo io non
puoi certo farti spaventare da
un innocuo quadro…”
“Ah la Gioconda
è un quadro?”.
“Si che è un
quadro.. non posso crederci che non hai idea di
cosa sia!”.
“E’ la terza
volta che lo dici..credici e basta..!”
“Veramente era la
seconda…”
“Sei sempre così
precisina?”.
“Assolutamente si. Quando
mi hai chiesto di venire a Parigi
sapevi cosa ti aspettava..”
“L’ho
già detto che sono un uomo spericolato, no?”.
“Si direi di si. Quindi ora
poche storie, uomo spericolato…
Louvre e crepes!”.
“Non
c’è qualcos’altro da fare? Che ne
so…un bel Basilisco,
un drago, un’incontro con tua madre..?”.
“Al momento no ma
l’ultimo te lo procuro quando torniamo a
casa se non vieni al Louvre subito.”
…
“Ok…
dov’è questo Louvre?”.
###########
“Coraggio,
ammettilo
che ti è piaciuto…!”.
Malfoy mi guarda dal gradino sopra il
mio delle scale mobili
della piramide del Louvre e non risponde. Alza un sopracciglio come
guardandomi
con aria di sufficienza e si rigira in avanti.
Salgo sul suo stesso scalino mentre
le scale ci portano
fuori e lo giro verso di me poggiandogli una mano sulla nuca.
“Ehi che fai? Niente atti
osceni in luogo pubblico” mi
prende in giro lui scansando la mia mano.
“Ammettere che avevo
ragione io secondo te sarebbe un atto
osceno?”.
“No, quello non
è un atto osceno, è un atto
inaccettabile”.
Malfoy ride da solo della sua battuta mentre usciamo dal museo.
“Non faceva
ridere” replico con una smorfia “la
verità è che
tu non sai perdere”.
“So perdere benissimo,
altrimenti sta mattina sarei rimasto
nella stanza fino a dopo che tu te ne sei andata..”.
“Sarebbe a dire?”
lo rimbecco mentre lui si ferma nel bel
mezzo della piazza, vicino a qualche turista che scatta foto a tutto
spiano e
si gira a guardarmi sorridendo, aprendo l’ombrello sopra di
noi.
“Sarebbe a dire che so
benissimo che hai riaperto la
finestra dopo che me ne sono andato anche se ti avevo detto che faceva
freddo”.
“E questo vorrebbe dire che
sai perdere?”.
Annuisce, mi passa
l’ombrello e si ficca le mani in tasca
senza togliermi gli occhi di dosso. Odio quando fa così. Non
riesco a pensare
con lucidità se mi guarda in quel modo…
“Esatto, significa che
sapevo che avrei dovuto adattarmi ma
ho lasciato perdere, altrimenti sarei rimasto lì a fare la
guardia alla
finestra. Ergo so perdere.”.
“No, ergo stai cercando
delle scuse per non ammettere che
avevo ragione io” lo riprendo svelta. Inutile. Io voglio che
ammetta che ho
ragione. E voglio che lo faccia ora. E voglio che mi dica che dopotutto
gli ha
fatto piacere che l’ho portato al museo. E voglio anche che
mi dica che d’ora
in poi le finestre le può anche sopportare aperte. Uffa,
voglio troppa roba…
Malfoy alza gli occhi al cielo con un
gesto teatrale che,
devo ammetterlo, gli riesce benissimo. “Merlino Granger, sei
insopportabile..!”
“Senti chi
parla!”. Avrei voluto aggiungere qualcosa, credo,
ma non ne ho avuto il tempo. Malfoy si gira e mi bacia, togliendomi
l’ombrello
di mano e lasciandolo cadere giù . Ci abbracciamo sotto
l’acqua, con l’ombrello
poggiato per terra, inutile.
“Ma non ero insopportabile,
scusa? E tu mi baci? ” lo
riprendo scansandomi, finta offesa, mentre l’acqua mi cade
dai capelli sulla
giacca bagnandomi tutta.
Malfoy mi guarda per un po’
in silenzio. Poi sorride.
“Se non fossi
così insopportabile non mi piaceresti così
tanto…”
Avrei potuto accontentarmi, certo,
avrei potuto, ma allora
poi non sarei io…
“Ma non è vero
che sono insopportabile..!” protesto incrociandomi
le braccia sul petto e riservandogli un’occhiataccia.
Malfoy scuote la testa e cerca di
sciogliermi le braccia
incrociate. Le stringo di più tra di loro fino quasi a farmi
male ma lui è più
forte di me e decido di lasciarlo fare. Mi prende le mani, fregandosene
altamente della pioggia che cade e mi bacia.
Provo a fare resistenza, a mordergli
il labbro, a stringere
le labbra. Non funziona nessuna delle tre cose. In qualche oscuro modo
riesce a
baciarmi lo stesso.
“E comunque non sono
insopportabile…” borbotto a due
centimetri dalle sue labbra.
“Si che è vero
che sei insopportabile…ma se ti consola sei
anche bellissima” replica lui e ridacchia “e ora
zitta, Granger”. E mi ribacia.
Lascio perdere la storia
dell’insopportabile e mi lascio
baciare. Gli passo una mano tra i capelli bagnati e non mi importa
nemmeno di
tutta quell’acqua che ci sta cadendo addosso. Siamo io e lui
e basta. L’acqua,
i turisti, Parigi, il resto chissenefrega.
Gli mordo piano le labbra come
ultima, piccola, vendetta per
avermi dato dell’insopportabile.
Malfoy si stacca
all’improvviso e mi guarda per qualche
secondo senza dire nulla. Per un attimo mi chiedo seriamente se non gli
ho
fatto male…poi lui sorride: “Ok, hai vinto. Da
domani ti lascio aprire tutte le
finestre che vuoi. Soddisfatta?”.
Fosse stato un giorno normale
l’avrei preso in giro per
avermela data vinta…ma non oggi. Con quell’ultima
vittoria in tasca lo bacio
senza rispondere. Senza aggiungere nulla,una volta ogni tanto.
Lo stringo e lo ribacio, sotto la
pioggia. E sta volta non
ho paura di tutto quel silenzio.
Va bene così.
Senza parole.
et voilà..finito..!
naturalmente
spero che vi sia piaciuto!
so
che è un capitolo più mieloso del solito, ma ogni
tanto ci dev'essere qualche capitolo un po' sdolcinato..o
no?:)
aspetto
comunque tutti i vostri pareri! un bacio!
|
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Capitolo 15 *** Come una piccola, vulnerabile, margherita rotta ***
salve
a tutti!
eccomi
qua con un nuovo capitolo tutto per voi :)
ma
prima, i ringraziamenti!
volevo
davvero, davvero, davvero ringraziare le persone che seguono questa
ff..sia chi l'ha inserita tra i preferiti, tra le storie seguite, che
chi la legge ogni volta, che ci recensisce..grazie sul serio a tutti!
in particolare, a chi ha recensito lo scorso capitolo, ovvero:
Hollina:
thanks! spero che anche questo sarà all'altezza :) fammi
sapere!kiss
gelb_augen:
grazieee! troppo gentile =) spero che ti piacerà anche
questo capitolo..! se eri curiosa di sapere quale fosse il regalo di
ginny di sicuro sarai accontentata!XD aspetto una tua recensione
allora! baci
TOM
THE BEST: bè forse per quello ci vorrà ancora un
po'..hihi comunque grazie!XD spero che vorrai recensire anche questo
chappy..:)
e
ora vi lascio leggere...buona lettura a tutti!
“Non ci posso
credere!”.
“A
cos’è che non puoi credere?” mi riprende
Malfoy con la
testa che sbuca dalla porta del bagno.
Mi giro rapida verso di lui, coprendo
con la mia schiena una
scatola poggiata sul letto. “No, niente...non ti
preoccupare”. Maledizione.
Credevo di averlo pensato e
invece ho detto sul serio “non ci posso credere” ad
alta voce. E Malfoy
ovviamente ha sentito. Ovviamente. Quando c’è
qualcosa che non deve sapere la
scopre subito…
Mi guarda sospettoso per un attimo
poi decide di darmi retta
e se ne torna in bagno chiudendosi la porta alle spalle borbottando
qualcosa
che assomiglia ad un “Mah”. Con un sospiro di
sollievo riapro la scatola che
avevo cercato di coprire con il mio corpo dalla sua visuale.
Dentro questa scatola bianca
c’è la cosa che Ginny mi ha
detto che mi aveva mandato. Ora capisco perché ridevano
tanto, lei e Harry…
Lei aveva detto che era una
“cosuccia” e che dovevo farne
buon uso. Sulla questione del buon uso decido di sorvolare, ma bisogna
che una
volta tornata, le spieghi cosa intendo io per
“cosuccia”…
Io, per
“cosuccia” intendo una cosa piccola e innocua, un
pensierino, niente di strano, niente che dovrei nascondere da Malfoy.
Io per
“cosuccia” di certo non intenderei il completo
vertiginoso interamente di pizzo
nero e rosa che è nella scatola di fronte a me…
Scuoto lievemente la testa. Ok, la
gravidanza l’ha fatta
impazzire del tutto. Ma Harry? Non poteva impedirglielo? Fa
l’eroe per delle
cagate e quando serve se ne sta buono buono. Schifoso traditore.
Richiudo velocemente la scatola prima
che Malfoy esca dal
bagno e la veda. La incastro tra le coperte dell’albergo che
sono nell’armadio,
sperando che mai si sogni di andare a vedere là dietro.
Quando mi giro dopo aver chiuso
l’anta, sul parquet della
camera un bigliettino bianco mi guarda, insolente. Riconosco al volo la
scrittura. Ha fatto proprio le cose per bene, quella
schifosa…
“Mi ucciderai per
questo? Chissà…
Secondo me ti
tornerà utile.
Parigi è la città dell’amore, quattro
giorni da sola con Malfoy non puoi
lasciarli correre così senza una serata speciale..! Noi, da
bravi amici, non lo
permetteremo.
Su Herm, datti da fare!. :)
E sono sicura che in fondo in
fondo ci ringrazierai…forse. :)
A presto,
Gin & Harry. ”
Quando richiudo il biglietto non so
se ridere o piangere.
Niente da fare, Ginny è
completamente andata. La gravidanza
le ha bruciato anche quei due o tre neuroni che non erano
già morti dopo anni e
anni di convivenza con Ron.
Quanto ad Harry..-dubito che questo
foglio sia opera sua, ma
me la prenderò anche con lui al mio ritorno…Ci
mancava solo il completo sexy…
Con un sospiro rassegnato nascondo il
biglietto vicino alla
scatola, in fondo all’armadio e lo richiudo appena in tempo,
prima di Malfoy
entri nella stanza. Appena in tempo. Quando esce dal bagno, mi lancia
un’occhiata curiosa prima di andarsi a infilare le scarpe ma
sono più veloce di
lui a distogliere lo sguardo.
Con la coda dell’occhio
noto che continua ad osservarmi e
solo dopo un po’ si dedica finalmente alle scarpe. Tiro un
sospiro di sollievo
mentre maledico Ginny e le sue idee strambe.
Io paro il culo a suo
fratello, a sua cognata e ai loro
segreti pur di non farle prendere un colpo e lei mi manda un completo
sexy..
Grazie tante Ginny…
E con questi pensieri rabbiosi apro
le finestre prima di
uscire, senza nemmeno riuscire a godermi il fatto che per la sua
“promessa”
Malfoy non può nemmeno andarle a richiudere.
###########
“Non trovi che i francesi
abbiano un naso orribile?”.
Ridacchio con la testa poggiata sulla
spalla di Malfoy e non
apro nemmeno gli occhi per accertarmi di quella critica.
Sento il sole che mi filtra tra le
ciglia ma non mi da
fastidio. Sono in uno stato in cui potrebbe anche arrivare Rita Skeeter
in
persona e prendermi a picconate che la ignorerei.
Dopo il Louvre ho deciso di concedere
a Malfoy una tregua e
l’ho trascinato ai giardini più grandi di tutta
Parigi. Inutile dire che stare
stesi su un prato in nullafacenza gli è sembrato di gran
lunga meglio che
girare tutte le opere d’arte di Parigi.
Malfoy mi molla un pizzicotto sul
braccio in attesa di una
risposta. Il solito rompiscatole. Mai un secondo di pace…
Facendo uno sforzo immenso per aprire
gli occhi, decido di
controllare quanto è fondata la sua critica. Guardo il
mezzobusto di pietra che
sta indicando. Ok, ha un brutto naso. Ma un sacco di gente al mondo ha
un
brutto naso e non è francese.
Faccio finta di non capire che sta
parlando della statua e
replico: “A dire la verità io a francesi mica
guardo il naso…”. Malfoy mi
stringe un po’ di pancia con due dita e con l’altra
mano mi fa il solletico.
“Ehi, sto
scherzando!” cerco di allontanarmi un po’ da lui e
liberarmi delle sue mani ma non c’è verso.
E’ difficile cercare di evitare ciò
che è tutto quello che vuoi. “Dai
mollami…ho detto mollami! Ahia!”.
Mi pianta la faccia a due millimetri
dal naso mentre cerco
di riprendere fiato e mi sibila: “Tu ai francesi non dovresti
guardare nemmeno
il naso. Figurati il resto…”.
Scuoto leggermente la testa ma non
replico. Mi piace vederlo
geloso. E’ egoista, lo so, ma mi piace.
C’è qualcosa nella sua gelosia che mi
riempie allo stesso tempo di orgoglio e tenerezza.
“Stavo
scherzando” mi difendo allontanando le sue mani dalla
mia pancia per evitare dell’altro solletico a sorpresa
“non ci guarderei
mai…soddisfatto?”.
Mi fa una smorfia poco convinta ma
decide di lasciarmi
stare. Mi fa riappoggiare sulla sua spalla e comincia a giocare con i
miei
capelli.
Io richiudo gli occhi lasciando perdere i nasi, i francesi e tutto il
resto.
Sento Malfoy che dietro di me
canticchia qualcosa. Non ho
voglia di chiedergli cosa. Mi sento in uno strano stato di pace, come
se
galleggiassi. In genere mi capita due o tre volte l’anno e
sempre e solo in
piscina, quando ti tieni al bordo con le mani e muovi la testa al pelo
dell’acqua, sentendoti improvvisamente leggera e in pace con
il mondo. Ecco,
ora sto così. Solo che non sono in piscina.
Malfoy gioca con le margherite
intorno a noi, poggia la mano
sull’erba e la muove in piccoli cerchi, facendole ondeggiare.
Mi perdo a
guardarlo, incantandomi a seguire le traiettorie delle sue mani.
“A che pensi?” lo
sento chiedermi dopo qualche minuto di
silenzio.
Mi riprendo dalla mia trance e lo
guardo strappare una
margherita e poggiarmela in testa, ma senza smettere di guardarmi
curioso.
“Alle margherite” replico semplicemente. Inutile
spiegargli che mi ero persa
nei miei pensieri su tutto e niente solo perché mi sento in
un mondo a parte di
serenità… non capirebbe. O forse è a
me che piace pensare che non capirebbe,
come scusa per non dirglielo.
“Alle
margherite?” mi guarda scettico come se non le
considerasse un argomento abbastanza interessante per perderci interi
pensieri.
“Si alle
margherite” insisto, e mi esce fuori uno strano
tono di sfida che non avevo programmato. Decido di addolcire un
po’: “Pensavo
ad un giochino babbano che si fa con le
margherite…”.
Non faccio nemmeno in tempo a finire
la frase che un suono
metallico e insistente interrompe le mie parole. Malfoy si fruga in
tasca, alla
ricerca del suo cellulare ultimo modello.
Apre il flip, guarda chi lo sta
chiamando… e lo richiude.
“Dicevi?” mi
borbotta rificcandoselo in tasca e sorridendomi
come se quel cellulare non avesse mai suonato.
Può incantare
sé stesso se gli fa piacere, ma non me.
“Perché non hai
risposto?”.
“Non stavi dicendo
questo” mi riprende lui con un sorriso
strano, come se volesse assecondarmi.
“Prima no, ma ora sto
dicendo questo. Perché non hai
risposto?” insisto, testarda senza ricambiare il sorriso.
C’è qualcosa che non
va. Non so cosa, ma c’è qualcosa che non va. Non
l’ho mai visto non rispondere
al cellulare.
“Non volevo
interromperti”.
Non lo ascolto nemmeno. Se non avesse
voluto interrompermi
l’avrebbe spento direttamente…
“Tu non hai risposto dopo
che hai visto chi era. Era
qualcuno che non volevi sentire?”
Malfoy scuote la testa con aria
noncurante “Non era nessuno
di degno di nota”.
Ah! Beccato. Allora era per quello
che non aveva risposto,
non per non interrompermi. Ci ho preso.
Senza volerlo la mano mi si stringe
su una margherita
innocente che stritolo cercando di calmarmi.
E’ solo una
telefonata. Solo una telefonata. Una innocua
telefonata.
Ma chi era?
Perché non ha risposto? Perché potevo
sentire? Perché?
Niente, non funziona.
Malfoy nota il mio silenzio
improvviso e quella rigidità che
ho assunto e mi si avvicina, mettendomi un braccio dietro la schiena.
“Non era
nessuno di degno di nota, davvero”.
“Chi era?”
insisto, girandomi a guardarlo. Lui mi fa un
sorrisetto veloce e poi si perde a guardare il vuoto.
“Granger, ho detto nessuno
di degno di nota. Siamo in
vacanza dai, non ti preoccupare…”
“Lo decido io se è qualcuno di degno di
nota o no” replico
veloce, alzando in tono involontariamente. Persino Malfoy rimane
sorpreso da
quello scoppio improvviso.
Calma, Herm, stai calma…
“Non ti facevo
così sospettosa” mi sibila con una durezza
negli occhi che mi fa stringere qualcosa nello stomaco. E mi sento in
colpa. Da
morire.
“Tu dimmi chi era. O non
devo saperlo?” aggiungo poi con
aria di sfida, stringendo in pugno intorno alla margherita che ho
ancora in
mano.
Malfoy si irrigidisce ancora di
più, allontanandosi da me.
“Hai così poca fiducia in me da voler controllare
chi mi chiama?”.
Mi guarda con i suoi occhi grandi e
grigi, da cucciolo…e la
forza di dire di si non ce l’ho.
Lo guardo aggrottare le sopracciglia
senza dire nient’altro.
Non è mancanza di fiducia, la mia. È paura.
E se è una donna? Una
più bella di me, più divertente di me,
più interessante di me? Una meno rompiscatole di me, meno
sospettosa, meno
testarda? Una migliore di me?
“Guardami” mi
sento dire, mentre mi gira la guancia verso di
lui “ti fidi di me o no?”.
Si
che mi fido, Malfoy. Vorrei avere così tanta fiducia anche
in me
stessa…, avrei
voluto dirgli. Non ci riesco,
apro la bocca ma non ne esce niente.
Troppo orgogliosa per ammettere di
avere paura che lui trovi
qualcuna di meglio di me.
“Chi tace
acconsente…” mi borbotta lui togliendomi la mano
dalla guancia. Malfoy si alza, mi lancia un ultimo strano sguardo che
noto solo
con la coda dell’occhio e se ne va.
Cammina piano, verso
chissà dove, ma se ne va. Non si gira indietro.
Mi lascia lì seduta, con una margherita maciullata stretta
in mano e una
stretta più forte proprio sul cuore.
In testa mi frulla solo una
domanda…sono io che sono una
pazza isterica che si allarma per tutto o è lui che mi sta
nascondendo qualcosa
che non vuole che io sappia? E se è così,
perché non vuole che io lo sappia?
Non so rispondermi.
Apro piano la mano. Sul mio palmo,
una margherita
spiegazzata, con i petali rotti e lo stelo storto.
Qualsiasi sia la risposta, io ora sto
esattamente come lei.
Come una piccola, vulnerabile,
margherita rotta.
############
Non rimango lì seduta in
mezzo alle margherite. Mi sento
fuori posto in questo parco pieno di famigliole felici. E non torno in
albergo.
Ho bisogno di stare da sola. Anzi,
non è che ho bisogno di
stare da sola, sono da sola.
Questa verità non mi fa
nemmeno sentire peggio. E’ la paura
ad avere il controllo di tutta la mia mente.
Ho paura di avere esagerato, di avere
interpretato chissà
cosa dove non c’era nulla. Ho paura di perderlo.
E non ho niente a cui attaccarmi per
rassicurarmi. Cammino,
per i boulevard di Parigi. Cammino e basta.
Non so verso dove, verso cosa, per
fare che, ma cammino.
Come se potesse aiutarmi…
Improvvisamente suona il mio
cellulare, mi vibra in tasca,
piccolo rompiscatole. Lo apro, con aria assente e non perdo nemmeno
tempo ad
arrabbiarmi alle parole “Casa Ginny” che mi
lampeggiano sullo schermo.
Pigio verde ma non dico nulla.
E’ Ginny a parlare: “Ehi,
Herm! Allora, è arrivata la sorpresa? Non ci hai detto
nulla, ci siamo
preoccupati! Che ne dici, ti è piaciuto? Eh, Herm? Herm? Ci
sei?”.
Non ho avuto la forza di dire nulla.
E’ stato il rumore di
qualche lacrima e di un involontario tirare su col naso a parlare per
me. Ma
Ginny capisce ugualmente.
“Ehi, che è
successo? Hai litigato con Malfoy?”.
“No, piango
così, perché mi diverte..” le borbotto
strizzandomi gli occhi con rabbia. Riesci ancora a fare
l’ironica, Herm? “si
certo, Ginny, ho litigato con Malfoy…”
“Oh…mi dispiace.
Come mai?”.
E glielo spiego.
Dall’inizio, dal brutto naso dei francesi,
fino alla mia camminata senza una meta.
“Dimmi la
verità, Gin…” le borbotto infine,
ricacciando le
lacrime “..secondo te ho esagerato?”.
Silenzio. Ci mette qualche secondo
prima di articolare una
risposta e il tono calmo che usa mi fa chiaramente capire che la
risposta è si.
“No Herm è
che…non hai risposto quando ti ha chiesto se
avevi fiducia in lui…devi capire che si sia
arrabbiato…”
“Gin, tu avresti paura a
rispondere al cellulare davanti ad
Harry?”.
“No. Ma Harry non
è Malfoy”.
Che risposta è?
L’amore è amore. Se è davvero amore. Ed
è
questa domanda che mi martella dentro. E’ davvero
amore quello che prova
Malfoy? E non sono sicura di volerla sapere la risposta.
“Herm, ascolta, avete
esagerato tutti e due. Prova a
chiedergli scusa per non avergli risposto e quando si sarà
calmato fatti
spiegare chi era…”
Detto così sembra
così facile, così razionale.
“Dovrei addossarmi tutta la
colpa?” le chiedo, cercando di
sopprimere quel po’ di orgoglio che mi è rimasto
dopo aver pianto per i viali
di Parigi con tutti che si giravano a guardarmi.
“Preferisci stare
lì a piangerti addosso?”.
#############
Malfoy non è tornato in
albergo.
Mi lavo la faccia e spero che per
quando torni sia già
tornata normale. O almeno mi siano già passati gli occhi
rossi.
Forse ha ragione Ginny…se
davvero mi fido di lui devo
fidarmi al cento per cento. Ma se lui non vuole farmi morire di
crepacuore, non
potrebbe semplicemente dirmi chi era e farla finita?
E quando tornerà, cosa gli devo dire? Devo fare
l’arrabbiata, la triste, la
pentita? Ginny, la mia consulente matrimoniale, ha solamente detto
“Fai come se
nulla fosse, chiedi scusa e cerca di fare tornare le cose alla
normalità”.
Improvvisamente, mentre cammino su e
giù per la camera ho
un’idea improvvisa. Non c’è niente di
normale ma forse sarebbe talmente
sorpreso da lasciare da parte il muso…
Herm…sei
impazzita?
Devo fare pace con lui, caro
cervello. Hai idea di come
fare?
Non come faresti tu.
Posso rischiare, una volta
nella vita, o no?
Non ho risposte.
Decido in fretta. Sta volta
rischio.
Apro l’armadio, afferro il
pacchetto di Ginny e corro in
bagno.
############
Due ore, dieci minuti e quaranta
secondi dopo, finalmente
una chiave si muove nella toppa.
E compare Malfoy.
Non mi guarda. E’ come se
non ci fossi. Lui si toglie il
giubbotto, le scarpe, và in bagno, esce, spegne in cellulare
e si siede sul
letto di fianco a me, senza dire una parola.
Mi sistemo le coperte che ho addosso
e lo guardo. Non
ricambia.
Ok,
prima parte del piano. Pronti, via…
“Scusami…”
gli sussurro tenendo d’occhio le sue reazioni “me
la sono presa per niente e non ti ho detto che mi fido di te. Ma
è così, io mi
fido di te”.
Praticamente, è come se
parlassi da sola… una statua sarebbe
più loquace.
E
va bene…seconda parte del piano…
“Sei ancora arrabbiato,
vero? Ok, per farmi perdonare revoco
la storia del lasciare aperta la finestra. Lo deciderai tu, va
bene?”.
Niente. Sto parlando da sola.
Finalmente biascica qualcosa, con lo
sguardo perso nel vuoto
e l’aria da bambino offeso: “Anche tu sta mattina
mi hai nascosto qualcosa…ora
siamo pari”.
Oh certo, il pacchetto di
Ginny…quindi era solo per
vendetta?
Speravo di non arrivare a questo
punto ma non ho altra
scelta dopo quello che ha detto. Con un sospiro mi rassegno ad usare la
terza parte
del piano. Maledetta Ginny…me la
pagherai…
“Era solo una cosa che mi
ha mandato Ginny…ma se non ti giri
non puoi vedere cos’è…”.
Mi stampai in faccia un ghigno dei
suoi, mentre Malfoy si
girava verso di me, aggrottando le sopracciglia e alzava leggermente le
coperte
che avevo addosso, notando com’ero vestita. O meglio..svestita.
Quando i suoi occhi incrociarono il
pizzo nero e rosa, tutta
la sua espressione mutò da “arrabbiata”
a “molto sorpresa”. “Come vedi, io non
ti nascondo niente…” gli sussurrai suadente con
aria da ballerina del Moulin
Rouge. Cosa mi tocca fare…
Eppure, fu con estrema soddisfazione
che vidi Malfoy
sorridermi, scuotere la testa e baciarmi.
Dopotutto, Ginny sarà
anche pazza..
..ma i suoi regali sono tremendamente
utili.
et voilà,
finito!
Hope
you like it =) e spero che vogliate recensire..!
fatemi
sapere che ne pensate! alla prossima! baci a tutti
|
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