Sweet Pandemonium

di Clover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sul Sentiero Dell'Attesa. ***
Capitolo 2: *** Fuga, da chi? ***



Capitolo 1
*** Sul Sentiero Dell'Attesa. ***


fffffff E rieccomi dopo diverso tempo ad aggiungere una nuova storia, cogliendo l'occasione per dirvi che "convivenza forzata" è stata aggiornata e finita... per ora. Spero che questa vi piaccia come le precedenti, perchè il vostro sostegno è indispensabile per andare avanti e migliorare la storia, ed anche Me "scrittrice".
Premetto gia, che più in la ci saranno scene dal raiting rosso, tra cui erotiche e/o cruente.
Questo è un link che porterà direttamente, chi interessato, ad ascoltare la canzone che ho "usato" per questo primo capitolo:  http://www.deadwinter.net/upload/files/Enigma%20-%20Gravity%20of%20love.mp3
Non mi resta che dire: Buona Lettura.

§§§§§§§


Una bandiera dai colori del sole sventola frenetica, giocando contro il vento di quella mattina inoltrata. Più distante, in risposta ve n'è un'altra, del colore del cielo, dove un enorme aquila si muove su quel drappo, sembrando quasi reale.
Possenti zampe si muovono a ritmo, affondando, scavando, sollevando la terra che al loro passaggio sembra voler esaltare quei possenti e fieri destrieri. La lunga distesa verde quindi, lascia il libero accesso ai Cavalieri diretti al castello di Seldor, mentre i raggi solari danno del loro meglio infrangendosi contro le armature di quest ultimi, lasciando che esse brillino in risposta ad ogni singolo frammento di luce.
Una lieve brezza accompagna quella scena, spostandosi dal drappo colorato, alle criniere dei cavalli, ai fini fili d'erba, fin al soldato che sulla torretta da il comando di abbassare il ponte levatoio.
Uno scricchiolio del legno, fa si che chi all'interno delle mura possa prender parte all'arrivo delle Guardie Reali di Dom.
Queste dal canto loro, si limitano a diminuire l'andatura dei loro destrieri, entrando con assoluta calma nel cortile del castello.
Il brusio di voci, le grida gioiose dei bambini, i saluti dei vari soldati e cavalieri rivolti ai nuovi giunti, fanno si che un ometto basso e tarchiato vestito di tutto punto, si faccia largo dalla folla che ormai accerchia le Guardie, senza farsi vedere.
Quindi, tra una gomitata, una spinta ed una leggera imprecazione, Tullio De Borgo si fa spazio avvicinandosi a breve distanza alla Guardia a cavallo precedente le altre tre.
Piegandosi quasi in due, sia per dovuto saluto e quindi inchino di rispetto, sia per il fiatone che blocca ogni sua parola, cerca di parlare con voce sommessa "Che il cielo mi fulmini! Vi aspettavamo non prima di domani!" strabuzza un istante gli occhi, come se qualcuno gli avesse dato una gomitata in pieno stomaco, prima di lasciare che un profonfo respiro preceda le sue parole "Lieto però di rivederVi De Gaulle" un sorriso si fa largo, mostrando la dentatura malaticcia dell'uomo.
La Guardia a cavallo del nero destriero, che nel frattempo ha osservato dall'alto in basso quell'ometto, senza proferire parola, si limita a lasciare le redini sul collo dell'animale, portando poi ambo le mani all'altezza del capo. Subito viene sfilato l'elmo, che ne rivela il volto pallido e la chiara espressione sicura del Comandante delle Guardie Reali, mentre una lieve brezza ne scompiglia i corti capelli corvini.
Il sorriso sprezzante che il Comandante porta, si annulla quando muove le chiare labbra per parlare, chinando lievemente il capo verso il basso "Ius, ser De Borgo..." una pausa, mentre lascia che la lingua passi una volta sola sulle fine labbra, umettandole "Vedo che crescete sempre più..." sarcastico, mentre le chiare iridi squadrano da capo a piedi l'ometto, soffermandosi su ogni minimo particolare.
Questo, si limita a sorridere, abbassando un istante lo sguardo, prima di riportarlo sul Comandante, o più precisamente sul suo mento, data l'incapacità di sostenere il suo sguardo freddo, "Che Volete farci, mi concedo i pochi piaceri che la vita mi ha concesso..."
"Oh, immagino... ma dalle Vostre vesti devo dedurre che la vita Vi ha fatto dono di qualcos altro rispetto all'ultima volta che ci siamo incontrati..."
"Esattamente" risponde pronto ser Tullio, gonfiando d'orgoglio il petto "Sono divenuto il Segretario del Re da diversi mesi ormai." Attende una qualche risposta, se non complimento da parte del Comandante per quell'incarico, ma, deve accontentarsi di un'altra squadrata d'occhi, "Ehm... coff coff..." si porta la mano destra chiusa a pugno all'altezza della bocca, cercando di mascherare un finto tossire, "lasciate che chiami lo stalliere per condurre i Vostri destrieri alle scuderie..." volta il capo a destra e manca, cercando qualcuno fra la folla, "Santi numi Alice! Dove sei finita?"
L'attesa dura diversi minuti, attendendo che la persona da lui chiamata si faccia avanti, sotto lo sguardo freddo del Comandante, e dal ridacchiare delle tre Guardie dietro di lui.
Questo provoca l'inevitabile rossore sul viso dell'ometto, che si affretta a rispondere "Dovete perdonarmi, ma questi ragazzi d'oggi sono degli scanzafatiche! ...Alice! Aliceee?!" riprende quindi ad urlare quel nome, portando entrambe le tozze mani all'altezza della bocca, con l'intento d'ampliare la sua voce.
Sospira esasperato, quando una voce si fa largo tra la folla, attirando l'attenzione dell'uomo e delle quattro Guardie, "Eccomi! Eccomi!" una ragazza vestita con abiti maschili avanza tra la gente, spintonando qualcuno da una parte e qualcun'altro dall'altra, "Sto arrivan--" non riesce a proseguire la frase, che un'uomo abbastanza robusto le da una spinta di rimando, facendola finire contro una coscia di uno dei cavalli delle Guardie. Questo per sua fortuna non si mette a scalciare colto di sorpresa, si cimenta invece nell'impennarsi diverse volte, nitrendo seccato mentre la Guardia in sella cerca di calmarlo.
"Io... mi dispiace ser..." si scusa la ragazza, inchinandosi diverse volte, in modo esagerato, tanto da portare i neri capelli sciolti sulle sue spalle, a toccare terra quasi con le punte.
"Tranquilla, non l'avete fatto apposta..." risponde la Guardia, mentre un sorriso divertito si fa largo sul suo giovane volto "Suvvia, potete tranquillizzarvi, davvero." prova a rassicurarla, mentre la ragazza ancora resta china verso loro.
"Alice!" interviene a quel punto l'ometto, afferrandole malamente un braccio. La strattona un poco, cercando di attirare la sua attenzione su di lui, "Hai fatto fin troppi danni oggi! Vedi di darti una mossa e portare i cavalli delle Guardie in scuderia!" quasi un ringhio gli usce fuori, facendo si che il rossore sul volto assuma quasi  una gradazione violacea.
"Subito!"
"Alt." una voce fredda raggiunge i due, portandoli ad alzare entrambi lo sguardo sul Comandante, ancora seduto in sella, "E' sola, non può condurre quattro cavalli da guerra in scuderia, sapete bene che temperamento hanno."
Il Segretario muove le labbra per parlare, ma viene preceduto da Alice "State forse dubitando delle mie qualità Messere?" un tono stizzito esce dalle rosse labbra, in contrasto con il candido volto che le accoglie.
Uno scalpellotto sulla nuca la raggiunge, da parte del Segretario, che, davvero viola in volto, la riprende subito "Modera il tono ragazzina!"
La ragazza non gli risponde, si limita a borbottare qualcosa di incomprensibile ad orecchie estranee, rivolgendosi poi al Comandante "Perdonate la mia mancanza d'educazione..." cerca di usare tutta la finzione necessaria per dar l'idea che sia davvero mortificata, ma il silenzio del Comandante le fa venire l'enorme dubbio di non esserci riuscita.
Rimangono tutti in attesa quindi, quando questo si decide a parlare, "Non scusatevi di qualcosa che non pensate sia giusto..." una pausa, mentre la scruta attentamente dall'alto "Fate bene a difendere il Vostro lavoro, Io stesso risponderei a tono se Venisse a Me rivolta cosa non gradita."
Di rimando, la ragazza si limita a donargli un sorriso, stavolta sincero, ma che non viene ricambiato.
"Tuttavia...Van, aiutate la Lady a portare i cavalli in scuderia..." guarda una delle tre Guardie, quella protagonista del precedente incidente, per l'esattezza "AssicurateVi  che vengano trattati egregiamente." usa il solito tono pacato ma autoritario, che lo distingue, come sempre.
"Mpf!" una smorfia di disappunto altera i delicati leneamenti della stalliera, portandola a volger capo in tutt'altra direzione.
Il Comandante la fissa un istante, con un'espressione indecifrabile, seguito a sua volta da Tullio, che ha ben poco di indecifrabile vista l'espressione sconcertata "Dopo facciamo i conti!" bofonchia, agitando il tozzo indice della mano destra in direzione d'Alice.
Da parte della stalliera nessuna risposta, si concentra invece nel seguire i movimenti nelle Guardie nello scendere da cavallo. Sul Comandante porta particolarmente la sua attenzione, inclinando lievemente il capo verso la sua destra, costringendo cosi i capelli a seguire quel movimento, lasciandoli ricadere lungo la spalla.
Se ne accorge, ma non ve ne bada altamente, troppo abituato ormai ad avere lo sguardo delle persone puntato addosso, delle donne poi. Riprende a stringere le redini nella mano sinistra, quando libera ambo i piedi dalle staffe, facendo si che la gamba destra possa passare sopra il dorso dell'animale, e raggiungere sul fianco sinistro la gemella.
Scende da cavallo elegantemente, come la sua figura ispira nel solo vederlo. Attende quindi che la ragazza si avvicini, lasciandole poi le redini, "Mi raccomando, trattatelo a dovere."
"Sarà fatto..." mormora lei, afferrando le redini nella mano destra, mentre subito dopo le vengono poste le redini di un altro destriero nella sinistra. Aspetta che l'altra Guardia la raggiunga, donando un secondo l'attenzione al Comandante, "Lieta giornata." cosi si congeda, iniziando a muover passo.
"Lieta giornata a Voi..." è la sua risposta, mentre i loro sguardi si incrociano per una frazione di secondo. Ciò, porta le delicate e morbide gote della ragazza a colorarsi di un rosa pallido, che viene quasi subito esiliato dallo sguardo dell'uomo, quando lei volta velocemente il capo, dritto davanti a se.
Inizia quindi a dirigersi verso le stalle, tenendo strette le redini dei due destrieri che la seguono, seguiti a loro volta dalla Guardia Reale rimasta ad aiutarla.

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Capitolo 2
*** Fuga, da chi? ***


Sul Sentiero Dell'Attesa II Cammina veloce la stalliera, strattonando diverse volte le redini cosi che i due destrieri si adeguino al suo passo, quasi fosse seguita dal demonio in persona. Non bada minimamente a chi incrocia durante quella specie di fuga, o dove mette i piedi, ignora persino la Guardia dietro di lei impegnata a tenere il suo passo.  Percorre diversi metri, prima di degnarsi di rallentare e fermarsi: tutto perchè le scuderie sono li davanti ora, mica per altro. E' nervosa, l'ha fatta innervosire con quel commento, tanto da portarla ad allonarsi il prima possibile dalla sua presenza.
Si gira di scatto, guardando la Guardia che la raggiunge. Una smorfia le altera i delicati lineamenti, prima di parlare "Come fate a vedere con quello?" indica con un gesto del capo l'elmo che la Guardia ancora indossa. Lo guarda attenta, lo guarda abbastanza seccata, in realtà. Colpa del suo superiore, se la prendesse con lui se ha qualcosa da ridire.
"Se invece di scappare me ne avreste dato il tempo, me lo sarei tolto volentieri." borbotta lui come risposta, liberandosi finalmente di quella ferraglia dal capo, mostrando cosi il giovane volto.
Ma non è quello ad attirare la curiosità della ragazza, bensi le puntute che ne caratterizzano la razza elfica "Ma come fate con quelle? Non vi danno fastidio con quel coso?" alterna lo sguardo dalle puntute all'elmo che il Cavaliere tiene sotto il braccio destro, per finire col riportarlo sugli occhi viola, in attesa di risposta.
Risposta che non tarda ad arrivare, quando questo muove qualche passo verso di lei "E' fatto su misura." inarca quindi un sopracciglio, osservandola quasi preoccupato "Possibile non sappiate cose cosi banali?"
Un'alzata delle esili spalle precede la risposta della ragazza "Non mi interessa conoscere il banale." secca, si volta dandogli le spalle, per incamminarsi verso l'interno delle scuderie.
"E cosa Vi interesserebbe conoscere?"
Non risponde subito, si limita a guardarsi intorno, prima di condurre uno dei due destrieri dentro uno dei box liberi, "Mmm..." mugola, afferrando una corda posta su un lato dell'entrata del box, e legando l'altro capo su un anello "Volete sapere cosa mi interesserebbe conoscere in questo momento... o in generale?"
La Guardia si avvicina insieme ai due cavalli, poggiando la spalla destra contro uno dei due destrieri da lui tenuti, "Tutte e due" unica risposta, mentre segue con lo sguardo Alice lasciare l'altro cavallo in un altro box.
"No..." sussurra lei, avvicinandosi "O una o l'altra, se Volete conoscerle entrambe dovete pagare."
"Pagare?" si lascia sfuggire una piccola risata, lasciando che la ragazza prenda dalla sua mano le redini, "Allora Vorrei sapere cosa Vorreste conoscere in questo momento."
Qualche minuto in cui il silenzio fa da padrone. Qualche minuto dove la ragazza sembra pensare seriamente su quella domanda, tanto da portarla ad aggrottare la fronte diverse volte, mentre sistema il terzo cavallo. Alterna lo sguardo dalla Guardia al destriero nero lasciato precedentemente nel box,  prima di muovere le labbra per parlare, "Il nome del Vostro Comandante..."
"Prego?" la Guardia si erge in tutta la sua altezza, scostandosi dal cavallo al suo fianco, "Temo di non aver udito bene..." si scusa, davvero convinto che non sia quella la domanda.
"Ho detto..." stavolta Alice usa un tono di voce più alto, scandendo bene le parole, cosi che l'uomo non abbia eventuali problemi nel capirla "Qual'è il nome del Vostro Comandante?" inizia ad irritarsi sul serio, facilmente percepibile dalla sua voce.
"Oh, avrei fatto meglio a chiedervi la domanda generale" borbotta questo, sispirando "Julian De Gaulle, Comandante delle Guardie Reali di Dom, infame di prima categoria." una pausa, mentre porta un istante gli occhi al soffitto, "Ovviamente, il riferimento all'infame l'ho preso da terze voci."
"Cos'è, Vi state giustificando per una botta di sincerità?" lancia quella frecciatina la piccola Serpe, guardandolo attenta, con la chiara intenzione di cogliere ogni minimo cambiamento nella sua espressione.
E l'espressione della Guardia cambia infatti, ma in un sorriso più che soddisfatto, "Credetemi mia cara, anche se andaste a spifferarlo al Comandante, non ne sarebbe affatto sorpreso..." una pausa, mentre osserva la delusione farsi avanti nella stalliera, "Son cose di cui ogni tanto scherziamo con lui, e cose che gente invidiosa pensa."
"Ne siete forse innamorato? Vi brillano gli occhi" seccata, sempre più seccata, se non addirittura irritata.
Ridacchia, conducendo l'utimo cavallo verso Alice, "Si sono innamorato, ma non di lui."


"Julian..." si, se lo ripete diverse volte, quasi sia una sorta di sortilegio. Si giustifica per quello stupido comportamento, dando la colpa al Comandante stesso d'averla offesa con quella poca fiducia. Quella è la scusa per tutto quell'interesse verso di lui, che per tutta la mattina non l'ha lasciata lavorare in santa pace.  Ripone l'ultima sella sopra una panca, quando una ragazza irrompe nelle scuderie, tappandosi il naso a patata con due dita "Alice, mi chiedo come fate a lavorare qui dentro...". Unico punto stonato di tutto il bel quadretto, quel vestito arancione non si può vedere. La squadra da capo a piedi, senza riuscire a nascondere quella smorfia quando si sofferma sul vestito.
"Abitudine forse, e badate potrei offendermi veramente... devo ancora finire di pulire..." prende quindi una spazzola, avvicinandosi al destriero del Comandante.
"Oh no no!" la ferma la ragazza, bloccandole un braccio con la mano libera, "Serve aiuto nelle cucine, quindi filate a lavarvi e raggiungetemi."
"Non sono una cuoca." borbotta, scansando la mano. Sembra che quel giorno si divertano tutti a cercare di staccarle un braccio, peccato che le serva per lavorare. Si muove lungo il fianco dell'animale. Lo osserva interessata, passando delicatamente il palmo di una mano lungo il pelo lucido "Come sei bello..." inizia quindi a spazzolarlo, prestando quella poca attenzione necessaria all'altra ragazza, in modo da non farla alterare e doverle tappare la bocca con la spazzola stessa.
"Vi ripeto, dovete venire! I due garzoni stanno male, Isa e Amelia si stanno gia occupando di parte del banchetto e..e..."
Viene subito interrotta da Alice, che la guarda accigliandosi "Quale banchetto?"
"Oh! Quello in onore delle Guardie no?" la guarda incredula, come fosse la cosa più ovvia del mondo "Il Nostro Signore desidera che vengano trattate con i guanti... sapendo che servirà lui il loro aiuto."
"Ah ecco... dovrei impersonificarmi cuoca per riempire la pancia di quel pallone gonfiato."
"Chi?" non la capisce, ovviamente, tanto da portarla ad insistere con le sue domande "Pallone gonfiato? Chi è?"
La stalliera lascia che un sospiro sia la prima risposta, concentrandosi apparentemente sul destriero "Nessuno, oggi non è giornata... probabilmente domani mi sveglierò con il piede giusto e lo definirò... la bellezza fatta persona."
"A volte non Vi capisco..." mormora l'altra ragazza affranta, prima di rigirare i tacchi e dirigersi verso l'uscita, "Vedete di finire in tempo per la cena... almeno."
"Sicuro." borbotta la stalliera, continuando a spazzolare. Ne ha proprio voglia di chiudersi dentro le cucine per preparare leccornie, oltre al danno anche la beffa. Si guarda intorno, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, mentre uno strano se non buffo pensiero si fa man mano avanti nella sua mente. Si scosta quindi dall'animale, andando a prendere uno sgabello, ed affiancarlo nuovamente.
"Ti farò bellissimo!" esclama convinta, sorridendo apertamente. Sale sopra lo sgabello in perfetto equilibrio, volta verso il collo dell'animale, che dal canto suo la scruta con quegli occhi profondi e svegli,  "Vedrai." allunga le mani sulla criniera, afferrando delicatamente una piccola ciocca scura. Intona una melodia con la voce, iniziando ad intrecciare piccole ciocche tra loro, strette, perfette.


Qualche ora dopo, le scuderie splendono alla perfezione. Ogni cavallo è lindo e pinto, con la sua razione d'acqua e fieno. Soltanto il destriero del Comandante sembra avere qualcosa in più: la criniera divisa interamente in tante piccole treccine perfette, arrotolate su loro stesse, quasi sia un cavallo da mostra.
"Ecco fatto!" batte le mani più volte fra loro, mentre un'espressione più che soddisfatta accompagna i suoi gesti  "Lavoro terminato, ora posso andarmene a riposare."
Dimentica della richiesta della cuoca, Alice si avvia verso l'esterno delle scuderie, sciogliendo nuovamente i lunghi capelli neri. E' calma ora, o semplicemente cosi stanca da toglierle la voglia di brontolare sull'argomento d'interesse di quella giornata.  Permalosità allo staro puro. Questa è la verità, anche se normalmente nasconde tale caratteristica con le sue belle paroline: stavolta non le è stato concesso farlo.  Ecco quello che le da maggiormente fastidio.
Si allontana a passo lento dalle scuderie, camminando lungo le mura del castello che danno sul lato est. Giocherella con un piccolo sasso mente cammina, prendendolo di tanto in tanto a calci.
Si blocca, quando delle voci la raggiungono, portandola a guardarsi attorno, ma nulla, non riesce a rivelarne la fonte. Resta in attesa, mentre le voci man mano si avvicinano, apparendo più chiare, tanto da portarla ad indentificarne il timbro. Le riconosce, iniziando ad arretrare senza voltarsi. Continua a guardare verso l'angolo dove dovrebbero apparire da un momento all'altro delle persone.  E' infatti la cuoca, che si dirige nuovamente alle scuderie, quindi da lei. Non l'ha ancora vista, troppo impegnata a parlottare con l'altra donna che l'affianca.
"Ma..." un sussurro da parte d'Alice, mentre rigira i tacchi iniziando a corre in direzione opposta a quella presa.
Supera le scuderie, lanciando un'occhiata fugace nell'interno, ma con scarso risultato. Continua a correre in modo da allontanarsi il prima possibile, facendo il giro del cortile. Quasi finisce a terra nel cercare di evitare di scontrarsi con alcune persone impegnate nel loro viavai quotidiano, incuranti del fatto che lei stia scappando.
"Io! Mettermi a cucinare!" quasi urla, tanto la stanno gia prendendo per matta con quella corsa da salto a ostacolo, "L'avveleno!" devia, dirigendosi verso una porta in legno, apparentemente massiccio. Ma non la ferma neanche quello, mentre allunga un braccio, spalancandola, "Addio!" soddisfatta, se la richiude alle spalle. Si traquillizza, sicura che non l'abbiano sentita. Respiri profondi seguono, cercando di prendere maggior aria possibile. Muove la testa quasi affranta, riprendendo a camminare verso l'interno del castello.
Sorpresa nel non trovare nessuno in giro, evidentemente tutti troppo occupati a preparare il banchetto, "Sono solo Guardie..." borbotta, continuando a camminare per il corridoio principale. Quasi inquietante inizia ad essere quel silenzio, mentre solo i suoi passi rieccheggiano fra le mura. Continua, quando le sembra di sentire che altri passi si siano aggiunti ai suoi.
Si volta di riflesso, aspettandosi di trovarvi qualcuno, ma nulla. "Fantasmi?" ridacchia, guardandosi intorno, cercando chi si diverte a seguirla. Silenzio, non c'è davvero nessuno. "Bene." borbotta, guardandosi alle spalle un'ultima volta prima di proseguire.
"Alice!" ecco, una voce adesso ha spezzato quel fragile silenzio. Allora qualcuno c'è.  
Riprende a voltarsi, sospirando "Si?" spalanca le palpebre quando si ritrova la cuoca infondo al corridoio "Oh no!", quasi grida riprendendo la sua corsa, in direzionde delle scale portanti al piano superiore.
"Alice! E' inutile scappare! Vi metterò tutta la servitù alle calcagna!"
"Come no!" ormai solo le loro urla fanno da protagoniste a quella fuga. Lei fugge, la cuoca la rincorre. Lei ha dalla sua parte la comodità degli abiti maschili, la cuoca quell'abito color arancio utile soltanto a rallentarle i movimenti. Ride, mentre inizia a salire le scale due a due, seguita dalla cuoca.
"Alice perfavore!"
"Nessun favore! Sono stanca!" le urla, senza voltarsi. Si ferma giusto quando arriva al piano superiore, dopo aver compiuto l'ultimo gradino. Respira, cercando di riprendere aria, prima di correre in direzione del corridoio di destra.  
Supera diverse stanze, apparentemente vuote, fino a quando non incrocia un'altra ragazza, intenta a passare uno straccio colmo d'acqua sul pavimento, "Ho appena lavato li! Non passateci con quegli stivali!" quasi le urla dietro. Almeno adesso le urla sono aumentate. Lei, la cuoca, e quella delle pulizie. Chi manca?
"Oh mi dispiace! Però mi inseguono!" si giustifica, fingendo d'esser dispiaciuta mentre continua a correre. Volta il capo, cercando di guardarsi indietro, cercando di intravedere la cuoca... che si, la sta ancora rincorrendo. "Non demorde!" esclama sorpresa, senza nascondere quel sorrisetto divertito. Impegnata com è a guardarsi le spalle, non si accorge del secchio posto proprio al centro del corridoio, tanto dal finire con l'inciamparci sopra.
Classico volo d'angelo, mentre finisce a terra, scivolando sul pavimento con le braccia in avanti. Le due donne si bloccano nel vederla scivolare amabilmente lungo il pavimento, colpa dell'acqua, sfilando davanti qualcuno proveniente da un'altro corridoio.
Sfiga, pura sfiga.
"Maleeee!" si lamenta la stalliera, cercando di alzarsi. Si, si è tranquillamente spiaccicata contro il pavimento, oltre ad essersi inzuppata e graffiata. Si mette in ginocchio, guardandosi le mani "Che graffi..." borbotta, quando una presenza attira la sua attenzione.
Parte dagli stivali, sino a salire, incontrando il volto dell'ultima persona che avrebbe voluto assistesse a quel perfetto volo. Rimane a bocca aperta a guardarsi il Comandante, come fosse chissà quale visione. Un "Oh no..." esce dalle labbra della ragazza, rimanendo immobile come una statua, mani sempre alzate a mezz'aria.
La cuoca la raggiunge, alternando lo sguardo da lei all'uomo, con la sua solita espressione indecifrabile. Almeno ha l'accortezza di non ridere ed infierire.
"Comandante." un inchino da parte della cuoca, che va presto a trasformarsi in una postura più eretta, mentre porta le mani sui fianchi, "Allora Alice..."
"Complimenti." la voce dell'uomo blocca la cuoca, portandola a zittirsi all'istante, lasciando la parola a lui, "Non ho mai incontrato persona più capace di Voi nel volare."
Alice non risponde, si limita ad aprire e chiudere più volte la bocca come per parlare, ma alcun suono le esce. La sta prendendo tranquillamente in giro, e lei non può rispondere. Ingiustizia. Cerca d'alzarsi in piedi, distogliendo l'attenzione da lui, "Grazie" si pulisce i vestiti, ma inutilmente dato che ormai sono bagnati.
Gli sta augurando mentalmente ogni male che le capita a tiro, per quella sorta di umiliazione subita. Con tutte le persone cui poteva cadere davanti, proprio lui.
"Non è giornata..." borbotta, senza avere il coraggio di guardarlo. Altro appunto: non riesce nemmeno a tenere lo sguardo, del tutto innaturale da parte sua.
"Almeno la prossima volta ci pensate due volte prima di scappare dai doveri." interviene nuovamente l'altra donna, picchettando il piede destro contro il pavimento. Si volta verso il Comandante, guardandolo "Desiderate qualcosa? Devo chiamarvi il Segretario?"
L'uomo tiene gli occhi ancora puntati sulla stalliera, con quell'espressione di pura soddisfazione nel vederla cosi. La esilia un istante, andando a guardare la cuoca, "In effetti..." torna a guardare Alice, tenendo fermo lo sguardo su di lei, che dal canto suo fa di tutto per distoglierlo. "Procuratemi delle pergamene... tutto l'occorrente per scrivere, dato che nella stanza che mi è stata offerta, risultano mancanti..." una pausa, attendendo quasi che la cuoca apprenda, o Alice? Il dubbio è presente in tutte e due le donne, dato che continua a tenere gli occhi puntati sulla stalliera. "Prima fate cambiare la qui presente stalliera, quei vestiti bagnati non sono un granche... e fatemi portare tali cose da lei."
Le due donne rimagono ancora silenziose, una con una chiara espressione omicida che cerca di nascondere, l'altra si limita a portarne una più confusa. Un brivido freddo percorre la schiena di quella che porta lo sguardo omicida, quando ode le ultime parole del Comandante, seguendolo con lo sguardo allontanarsi, "Bisogna che qualcuno le insegni a sapersi comportare, e la fortuna vuole che ora io sia qui."
Continua a guardarlo allontanarsi in direzione della sua stanza, prima di portare uno sguardo spaventato sulla cuoca "Quello mi torturerà!"





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I_s : Grazie, spero continui a piacerti..
Kira Chan: Aristocratico?? Lui? XD Eh si, se la tira parecchio il Comandante U_U tocca dargli una lezione. Per quanto riguarda il fatto se hai bevuto o meno... sinceramente.............
Luli: Anticipazioni? Difficile dato che scrivo i capitoli man mano XD eh gia è tanto che non mi sia ancora venuto il blocco d'ispirazione, anche se a quel punto avrei a chi rivolgermi infondo.


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