Autumn leaves

di Depp_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





PROLOGO
 

La pioggia.
Una delle cose che Karen odiava di più.
Quel picchiettio continuo delle gocce che toccavano qualcosa di solido, il cattivo odore di asfalto bagnato. Tutto questo bastava a provocarle dei mal di testa.
E proprio per questo si domandò perché era lì, a Londra, una città cupa e umida, dove la maggior parte delle volte era la pioggia a diventare padrona del cielo.
La campanella suonò più forte del solito, da farla sussultare. Si guardò intorno, notando che l’unica a essere rimasta in classe era lei. Scostò delicatamente via la sedia dov'era seduta, evitando di riprodurre quel suono assordante di quando una di queste veniva spostata dal suolo, si alzò raccogliendo gli ultimi libri e lasciò la classe del professor Lerman.
I corridoi erano pieni, come ad ogni intervallo, la gente entrava e usciva, l’atrio era sovrastato dal forte rumore delle chiacchiere. L’armadietto era poco distante, si fece avanti scansando la folla e raggiungendolo con successo senza essersi scontrata con qualcuno. Inserì il codice per aprirlo e ripose la maggior parte dei libri, che per un attimo pensò pesassero più del suo peso corporeo. Era sul punto di chiuderlo, quando lo riaprì di scatto ricordando si aver dimenticato il suo Mp3, ma un forte botto la bloccò costringendola ad affacciarsi oltre e vedere una ragazza dai capelli biondi, gonfi, di spalle che si massaggiava la nuca sul punto in cui l’aveva colpita.
« Scusami! » riuscì a dire portandosi una mano alla bocca, tappandola.
La ragazza si voltò. Karen ricordò quel volto, era con lei al corso di letteratura, si chiamava Nina McHill.
« Non preoccuparti. » rispose tra i denti la bionda lasciando la mano ferma sullo stesso punto.
Karen continuò a guardarla sorpresa di non averla vista sbraitare, come di solito faceva con chiunque.
Non sapeva molto di lei, ciò che l’era arrivato all’orecchio erano tutte voci. Non aveva una bella reputazione, soprattutto da quando era stata bocciata al quarto anno a causa del suo comportamento inadeguato.
« Ehi, ma tu sei quella nuova. »
Karen, sorpresa, alzò lo sguardo che fino ad un attimo fa era posato sulle labbra rosso fuoco della ragazza.
Annuì, richiudendo l’armadietto.
« Siamo allo stesso corso di letteratura, giusto? » chiese la bionda, continuando a fissarla in modo interrogativo.
Karen guardò l’orologio, notando che l’intervallo stava per finire, avrebbe voluto prendere una boccata d’aria, leggere qualche riga del libro che stava leggendo, per poi riprendere le dure e noiose lezioni.
Guardò Nina ancora più sorpresa che si ricordasse qualcosa che le riguardava, « Si. » rispose infine dopo lunghi ed interminabili secondi.
La ragazza le sorrise porgendole la mano, che prima, aveva tra i capelli cespugliosi, « Piacere, Nina, ma tutti mi chiamano Nana a causa dell’altezza. »
Karen non poté trattenere un sorriso, uno di quelli sinceri, uno di quelli che non riusciva ad avere da troppo tempo. Rise di gusto. Rise perché il suo corpo glielo permise. Rise davvero. E quella buffa ragazza ne era la causa.
« Piacere, Karen, ma mi chiamano Kay. »
 
Harry sentì il campanello suonare. Con fare annoiato si alzò dal divano ed aprì trovandosi i suoi amici, Liam e Zayn, davanti, con la solita espressione seccata.
« Non è possibile che sei ancora rinchiuso qui! » ringhiò Liam richiudendo la porta alle sue spalle.
Zayn sprofondò nello stesso punto in cui il riccio era seduto un attimo prima e tirò fuori una delle sue sigarette, per poi lanciare il pacchetto a Liam che ne sfilò una a sua volta.
« Vuoi? » offrì il biondino a Harry.
Quest’ultimo scosse la testa e si strinse nelle spalle, « Cosa ci fate qui? »
Zayn scoppiò in una piccola risata, ma rimase ancora in silenzio continuando ad aspirare il fumo della sua sigaretta.
Harry sapeva la risposta. Sapeva perché Zayn restava in silenzio. Sapeva perché Liam continuava a guadarlo con uno sguardo severo.
« Non puoi andare avanti così. Sono passati mesi e tu sei ancora a deprimerti, aspettando chissà quale miracolo. » disse il biondino poggiando una mano sulla spalla dell’amico davanti a lui.
Il riccio calò lo sguardo, mordendosi un labbro e faticando a trattenere quelle dannate lacrime che ogni volta che fuoriuscivano pungevano come tanti piccoli aghi sul suo viso.
« Vi ha chiamati Nana vero? » introdusse Harry.
Liam ignorò le parole dell’amico e si allontanò afferrando il cappotto grigio che spesso Harry indossava per uscire in giornate fredde come quelle.
Zayn tornò in piedi aprendo la porta, nascoseil viso nella grande sciarpa nera e infilò le mani nelle tasche dei jeans prima che congelassero.
« Dobbiamo distrarci, Styles. Quindi ora tu vieni con noi. »
Non era una proposta, era un ordine.
Liam era un tipo tosto, non si lasciava facilmente convincere, non permetteva che gli altri facilmente riuscissero a cambiare programma se lui aveva già deciso. Il tentativo di svignarsela e dire di restare a casa sarebbe fallito miseramente. Rimanere in quel buco gli avrebbe provocato solo altro dolore, riguardare le vecchie foto con Victoria non gli avrebbe migliorato l’umore.
Senza replicare, infilò il cappotto e un cappello, che rimaneva comunque qualche suo riccio ribelle fuori,  afferrò il cellulare e lasciò che gli amici prendessero in mano le redini della sua vita, per quella sera. Cosa che non succedeva frequentemente.
« Dove andiamo? » chiese il riccio mantenendo lo guardo fisso nel vuoto.
Liam sorrise compiaciuto, « Ti piacciono le sorprese? »
Harry accennò un sorriso forzato, « Per niente. » rispose freddo e distaccato.


Eccomi qui, con la mia prima storia.
So che questo che ho scritto è poco, troppo poco, ma è il prologo, un accenno alla storia che ne verrà fuori.
Non ho ancora ben chiaro come si svilupperà l'intera vicenda, ma ho molte idee e gli altri capitoli saranno più lunghi.
Spero vi piaccia come inizio.
Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Spero di trovare delle recensioni.
E ... basta.

Non credo ci sia molto da dire, oltre al fatto che per qualunque cosa potete contattarmi su twitter: @liamsflicck
Baci.
Depp c:

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


ATTENZIONE: in questo capitolo della fan fiction sono presenti leggeri argomenti riguardanti la droga.
Niente che possa disturbare, ma ho preferito avvisare c:


CAPITOLO 1
 

Harry sentì un frastuono proveniente dall’esterno del veicolo in cui si trovava. Liam e Zayn erano troppo impegnati a discutere fra loro per accorgersi di cosa stesse succedendo intorno.
Il riccio aprì un finestrino e sbirciò fuori vedendo l’insegna del locale.
Lo avevano portato in uno Strip Club.
Forse prima avrebbe accolto con molto più piacere una serata di questo tipo, ora non gli importava, l’ultimo dei suoi pensieri erano donne che si strusciavano su di lui chiedendo l’elemosina.
« Sorpresa! » esclamò Liam consapevole che forse quello non era più il tipo di serate che preferiva trascorrere il riccio.
Quest’ultimo accennò un sorriso, « L’ho detto che le sorprese non mi piacevano. »
Zayn sbuffò dando un piccolo schiaffo dietro la nuca dell’amico seduto davanti a lui.
Harry fece una smorfia e portò una mano al collo, massaggiandolo.
« Sei diventato gay, per caso? » chiese sghignazzando Liam, lanciando uno sguardo complice verso il moro alle sue spalle.
Il riccio scosse la testa e si strinse nelle spalle, « Come me fuori dai giochi sarebbe più facile per voi avere anche solo una piccola possibilità con le ragazze, ma mi dispiace non lo sono. » scherzò.
« Solo perché hai dei ricci sexy come arma segreta, non vuol dire che non siamo degni avversari. » ribatté Zayn.
Harry rimase in silenzio continuando a guardare fuori dal finestrino.
L’insegna dello Strip Club era viola.
Viola.
Il colore preferito di Victoria. Anche la sua stanza era viola. La maggior parte dei suoi vestiti, e anche qualche ciocca dei suoi capelli.
Quei capelli.
Lo ricordava ancora il loro profumo di rose. Amava la loro morbidezza. Amava quando doveva essere lui a spostare qualche filo castano che le ricadeva sul viso.
Il suo meraviglioso viso.
Con quei lineamenti dolci, la pelle pallida e le labbra rosse senza che mettesse uno stupido rossetto. La paragonava a Biancaneve.
Liam gli schioccò le dita davanti agli occhi così da farlo tornare al mondo reale.
Furioso che gli avesse rovinato quel momento, Harry, si voltò di scatto lanciandogli uno sguardo minaccioso.
Il biondino lo guardò confuso, gli poggiò una mano sulla spalla diventando di colpo serio.
« Harry, tutto bene? » chiese preoccupato dalla sua reazione.
Annuì forzando un sorriso, « Potrebbe andare meglio. » rispose lasciando che i due ragazzi capissero senza aver bisogno di troppe parole.
 
Karen si precipitò al bar vicino a casa sua, non riusciva a studiare con tutto quel macello in casa. La madre che continuava a discutere con il suo nuovo compagno, Ed. Il fratello maggiore che continuava a star fermo su una poltrona a giocare con i suoi stupidi videogiochi e a sbraitare se non riusciva a superare qualche livello.
Aprì la porta del bar, lasciando suonare il campanello che avvisò l’arrivo di un nuovo cliente. La maggior parte dei presenti le puntarono gli occhi addosso, tra questi un cameriere, che a giudicare dall’aspetto sembrava avesse la sua età.
Distolse lo sguardo dal ragazzo e si concentrò su un tavolo appartato che si trovava in alto a sinistra del locale.
Si sedette e aprì il libro di biologia cominciando a leggere il paragrafo che avrebbe dovuto studiare per il compito, che il professor Morrison, avrebbe dato il giorno dopo.
« Vuole ordinare qualcosa? » chiese una voce sconosciuta.
Karen alzò lo sguardo posandolo sullo stesso giovane di un attimo prima.
Rimase in silenzio soffermandosi su quegli ipnotici occhi blu, infine scrutò bene il resto del volto cercando di memorizzarlo, cosa che non era brava a fare.
Scosse leggermente la testa e sorrise cercando si sembrare più naturale possibile, « Un cappuccino, grazie. » sussurrò.
Il ragazzo annuì, « Grazie a te. » disse per concludere prima di darle le spalle e andare via.
La mora rimase a leggere per altri tre minuti, finché non sentì il bisogno di correre in bagno, lasciando incustodito il libro e la piccola borsa che aveva portato con sé.
Provò ad aprire una porta, ma era chiusa a chiave, segno che era occupato. Trattenne lasciando che i rumori provenienti dalla cucina invadessero la sua mente.
Mentre aspettava, sentì delle voci che la incuriosirono a tal punto da farla avvicinare al bagno riservato allo staff.
« E’ roba buona? » disse una voce pulita e sottile.
« Sei uno dei miei migliori clienti, non potrei mai deluderti Lou! Questa, pensa, proviene direttamente dalla Colombia, uno dei migliori posti in cui è prodotta. » continuò una voce molto più doppia e cupa.
« Bene, questa mi basterà per una settimana. »
« Perché non fai un tiro ora? » propose, ancora la stessa voce grossa.
« Okay. Mi raccomando al prossimo carico di hashish avvertimi, è un po’ che non ne faccio uso. » terminò la voce soave.
Pochi minuti dopo la porta si aprì, Karen sobbalzò nascondendosi dietro di essa. Sbirciò vedendo spuntare il viso dello stesso ragazzo che l’aveva servita.
Rimase paralizzata non potendo credere che una persona che sembrava fosse così genuina apparentemente, in realtà facesse uso di queste sostanze.
Il bagno finalmente si liberò ma fu così schifata da quella scena che corse a raccogliere le sue cose e andò via, dirigendosi verso casa.
 
Harry era ancora nell’auto, cercando di trovare il coraggio di uscire e raggiungere i suoi amici all’interno del locale notturno.
Poggiò la testa contro lo schienale, chiudendo gli occhi e rilassando ogni muscolo del suo corpo.
La forza di uscire non l’aveva, sarebbe voluto andare in un posto tranquillo, magari su quella collina, dove di solito andava con Victoria.
Ogni volta che si soffermavano a guardare le stelle, Harry scopriva sempre qualche nuovo sentimento nei suoi confronti. Riuscivano ad aprirsi, parlare delle loro paure, le loro insicurezze, cosa avrebbero voluto realmente dalla vita se non fosse stato per i genitori che li ostacolavano, organizzando per loro il futuro che avrebbero intrapreso. Oppure si ritrovavano a parlare semplicemente di musica, la sua più grande passione, come quella della ragazza.
Poi gli venne in mente quando scoprì di essere innamorato di lei.
Fu proprio su quella collina, una delle tante sere dove entrambi cercavano di fuggire dalla realtà.
Mentre continuava a pensare, piano il respiro del riccio si affievolì, i suoni erano lontani e le labbra si schiusero non avendo la forza di tenerle ben serrate. Cadde in un sonno profondo lasciandosi cullare dall’immagine del loro primo bacio.


Ehilà
 

Ecco ciò che aspettavo di pubblicare con ansia, signori e signore: il primo capitolo!
Okay, qui entrano in scena nuovi personaggi, credo anche abbaiate capito chi in particolare.
Lo so, non è granché come capitolo, ma spero comunque che vi piaccia.
Sto già cominciando il secondo, solo che non mi convince, quindi continuerò a scrivere, cancellare e scrivere finché non mi soddisfa pienamente!
Mi scuso, per coloro a cui ho detto che sarei passata a leggere le loro storie, lo farò solo che ci vorrà un po' perché sono mooolto incasinata in questo periodo.
Ringrazio tutte coloro che hanno recensito, hanno inserito la storia fra le SEGUITE/RICORDATE/PREFERITE.
Seguitemi su twitter se vi va: 
@liamsflicck
Ora, smammo, devo rispondere a tutte le bellissime recensioni che avete lasciato.
PS. se a qualcuna di voi interessano storie sui VAMPIRI o seguono THE VAMPIRE DIARIES, vi consiglio di leggere le mie OS:
 You're everything I want to be [Matt&Rebekah]
I intend to be your last [Klaus&Caroline]


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***





CAPITOLO 2
 

Karen con molta calma scese al piano inferiore di casa sua, Ed, il compagno di sua madre, era disteso sul divano con una bottiglia di birra vuota, occupato a dormire e cercare di disturbare la quiete con il suo russare.
Suo fratello, invece, era sulla poltrona intento, a vincere una partita di calcio online.
« Kay, mi fai un piacere? » domandò il biondo sbirciando la sorella da dietro lo schienale.
Karen si voltò di scatto, incrociando gli occhi celesti che la fissavano dal salotto.
« No Niall, non vado a prenderti la cena da Nando’s! » esclamò prima che il biondo potesse pretendere qualche servigio da parte sua.
« Vuoi che rimanga a digiuno? » continuò cercando di farle pietà.
« Di sicuro non muori, con tutto quello che hai ingurgitato oggi.. – prese una pausa pensando a cosa avrebbe dovuto fare quella sera – Vieni a vedere la partita? »
Niall lasciò andare lo joystick e balzò in piedi annuendo con veemenza, « Come potrei perdermela? »
Karen accennò un piccolo sorriso, cercando di non farsi notare dal fratello che continuava a guardarla ma con sguardo assente, segno che erano quei rari momenti in cui rifletteva.
Gli voleva bene nonostante tutte le cose passate, e il fatto che le avrebbe accompagnata alla partita accese un pizzico di felicità in lei.
« Ti ho preparato dei vestiti puliti in camera. » proferì, ricordando la scottatura che si era provocata sulla mano stirando i vestiti a Niall.
La madre era ancora a lavoro, per la maggior parte del tempo non c’era e a occuparsi alle faccende di casa doveva essere lei.
« Grazie Kay. Per tutto. » sussurrò il biondo.
Si avvicinò alle scale per andare a prepararsi. Di colpo, però, si fermò avvicinandosi alla sorella che era ferma sempre nello stesso punto. Posò le labbra sulla guancia pallida di Karen e con la mano sinistra strinse il piccolo volto, tirandolo a sé stampandole un dolce bacio, dopo andò via.
 
Nina velocemente scattò verso la camera di Harry dando un frivolo saluto alla madre che era in cucina a preparare la cena.
Il riccio era ancora sdraiato sul suo letto, con le cuffie nelle orecchie che riproducevano le note di give me love, di Ed Sheeran. Uno dei cantanti preferiti di Harry, mentre quella era una delle canzoni che gli ricordava Victoria.
Era perfettamente cosciente che ripensarla non avrebbe fatto altro che provocargli ancora più dolore, ma qualcosa dentro di lui gli impediva di andare avanti, di dimenticare, di vivere. In fondo erano passati solo pochi mesi.
La bionda irruppe nella stanza facendo sobbalzare Harry, che senza volerlo premette il tasto pausa sul suo Ipod. Infastidito dalla sua presenza in un momento di totale relax, sfilò le cuffie e assunse una posizione eretta, pronto ad ascoltare la ragazza senza, però, prestarle molta attenzione. Come sempre d’altronde.
Nina era capace di dire più di mille parole in cinque minuti, la sua parlantina divertiva molte persone e proprio per questo i ragazzi erano una delle cose che non mancavano nella sua vita. Una volta fu capace anche di far ammutolire un professore durante un’interrogazione dove per la prima volta ebbe un voto positivo, anche se parlò di tutto, tranne che l’argomento del giorno.
« Stasera tu vieni alla partita di calcio, quindi muovi quelle chiappe e vestiti! » disse sedendosi alla punta del letto, incrociando le gambe ed assumendo un’espressione dura.
« Non ne ho voglia, Nana. Per questa sera, passo. » rispose il riccio infilando la testa sotto il cuscino.
Nina lo fulminò con il suo sguardo truce, non accettava facilmente un no, non avrebbe lasciato stare e non l’avrebbe fatto nemmeno questa volta.
Harry la paragonava spesso a Liam, erano molto simili: determinati, cocciuti e appassionati del cartone della Disney, Toy Story.
« Ora tu infili una maglia, dei bei jeans e indossi delle belle scarpe. Non accetto obbiezioni!  » ribatté tirando via con forza il cuscino che giaceva sulla testa del riccio.
Harry sbuffò e lentamente si voltò verso Nina, calando leggermente il capo e strofinando gli occhi gonfi, che ancora faticavano a riaprirsi.
« Sei una rompipalle. »
Con un gesto flebile scombinò i capelli, ravvivando i ricci scomposti, tornò in piedi e afferrò i vestiti che erano posti su una sedia. Annusò la maglia prima di indossarla, arricciò il naso per il cattivo odore che emanava. Non era di sudore ma di patatine fritte. Lo indossò ugualmente, fregandosene del fetore di frittura.
« Ti voglio bene anch'io. » rispose infine la bionda.
Uscì e raggiunse la sua stanza lasciando che Harry finisse di prepararsi.
Il riccio non ci mise molto.
Guardò l’orologio che puntava le sei e trenta del pomeriggio, la partita sarebbe iniziata una mezz’ora dopo.
Aprì la finestra, lasciando entrare la leggera brezza autunnale che gli provocò un brivido che pervase tutto il corpo. Osservò per interminabili minuti il cielo cupo.
Amava l’aria fredda, la pioggia, lo mettevano di buon umore. Amava la sua città.
Passò, nuovamente, una mano fra i ricci scombinati, e con l’altra sfilò il pacchetto di sigarette che aveva nella tasca dei jeans neri. Tirò fuori una di queste e la portò alle labbra, serrandola bene in modo che non potesse cadere. Lanciò il pacchetto mezzo vuoto sul letto disfatto e accese la sigaretta aspirando il più possibile, lasciando penetrare il fumo nei polmoni.
Suo padre gli ripeteva sempre che non era una cosa buona fumare, che provocava tumori ma Harry lasciava scorrere quelle parole. Non gli importava i danni che provocavano queste cicche, non gli importava ciò che diceva suo padre, erano l’unica cosa a dargli un po’ di sollievo.
 
Karen era sugli spalti, seduta di fianco ad un uomo molto grasso che emanava un fetore insopportabile, non c’erano altri posti liberi, quindi dovette accontentarsi di quello che aveva trovato. Niall era dietro occupato a rimorchiare una ragazza.
I giocatori erano usciti dagli spogliatoi finalmente, Karen notò uno in particolare, il numero diciassette, Tomlinson, gli pareva già averlo visto da qualche parte ma non ricordava precisamente dove. Il fischio dell’arbitro la portò alla realtà, così da distogliere lo sguardo da quel ragazzo e cominciare a seguire la partita.
Dopo un po’ la mora sentì una voce famigliare gridare contro uno dei giocatori della squadra avversaria. Si voltò e riconobbe i capelli biondi cotonati, il viso pallido e le labbra ricoperte da un rossetto rosso fuoco.
Nina era di fronte a lei con un’espressione alquanto infuriata, non riusciva a star ferma un secondo, continuava ad agitarsi. Karen avrebbe voluto salutarla ma per un attimo ebbe paura. Paura che non la riconoscesse, che non le avrebbe rivolto una parola, che scappasse per evitarla.
Rivolse lo sguardo al campo, non facendo minimamente caso alle pedine che correvano indietro a una palla, nonostante le stesse guardando, era troppo impegnata a riflettere su come avrebbe dovuto comportarsi.
Tornò a rivolgere l’attenzione alla bionda, che le parve più calma.
« Ehi! » sentì pronunciare dalla stessa voce di prima.
Karen fu sorpresa che proprio Nina, le avesse rivolto parola, e lei che aveva paura di parlarle. Per un attimo pensò quanto stupido fosse porsi tutti quei problemi.
« Ciao. » la salutò cordialmente.
Nina le accennò un sorriso e subito dopo allungò il braccio verso di lei, con in mano stretta una busta di popcorn. Si mosse così bruscamente da far cadere alcuni di questi per terra.
Karen ricambiò il sorriso, scosse la testa rifiutando gentilmente i popcorn statele offerti.
« Sei sola? » chiese la bionda ritirando il braccio ed infilando un po’ di popcorn in bocca.
Karen annuì, ma poi si ricordò di suo fratello e lo indicò con un cenno della testa.
Per alcuni attimi la ragazza di fronte a lei rivolse l’attenzione verso la partita, che sembrava stesse andando bene per la squadra del ragazzo con il numero diciassette.
La bionda si voltò nuovamente, « Oh - sussurrò poi rivolgendo l'attenzione al biondo dietro di loro - Che aspetti? Vieni qua. » la invitò a sedersi di fianco a lei battendo due colpi secchi sulla panchina.
Karen non ci pensò due volte, soprattutto per levarsi quella puzza di gorgonzola di torno.
« Allora, Kay, andrai alla festa di Louis dopo la partita? » domandò Nina prestando comunque attenzione al campo.
Karen sorrise imbarazzata, « In realtà, no. »
La bionda la guardò stupida per la risposta negativa, lasciando leggermente schiuse le labbra e bloccando di colpo la mano con il popcorn che stava per infilare in bocca.
« Come puoi non venire alle feste di Louis? » chiese quasi amareggiata.
La mora arrossì, « Non amo le feste. » ammise, cercando di nascondere il viso completamente rosso nella sciarpa rossa.
Nina le poggiò una mano sulla spalla con fare materno, scuotendo la testa verso destra e sinistra.
« Non preoccuparti, ti salverò io Kay! » esclamò determinata.
Karen non poté trattenere la risata, era molto divertente. Non era come le altre ragazze, che qualche volta la prendevano in giro, che facevano a gara per vedere chi si beccava il ragazzo migliore o chi si vestiva meglio. Non era una di quelle ragazze che credevano di essere le regine della scuola.
Era diversa, era speciale.
Per un attimo pensò che quella ragazza potesse diventare un’amica.
Karen vide gli occhi di Nina spostarsi su qualcosa o qualcuno dietro di se.
« Domanda, ci sono Hot Dog più schifosi di questi? » chiese una voce calda e rauca dietro le spalle della mora.
« L’Hot Dog di per se è una schifezza. » rispose sghignazzando la bionda.
Karen si voltò incontrando delle iridi verdi, splendenti come lo smeraldo, e ne rimase incantata, finché il ragazzo non si fece spazio per sedersi in mezzo alle due.
La mora rimase in silenzio, scrutando per bene il volto dello sconosciuto. Quando sorrise, notò delle piccole fossette che comparivano solo in quel caso, i capelli erano sparati all’indietro e avevano dei ricci alquanto strani, che non avrebbe definito proprio ricci. Le labbra erano sottili ma carnose.
« Nana » richiamò il ragazzo sconosciuto.
« Si? » rispose quest’ultima.
« Chi è lei? » chiese rivolgendole l’attenzione.
« Oh lei è … » Karen non diede il tempo alla bionda di rispondere che finì la frase per lei.
« Piacere, Kay. » si fece avanti porgendogli la mano.
Il ragazzo la guardò accennando un piccolo sorriso, si decise e infine la strinse molto delicatamente come se fosse un oggetto prezioso.
« Piacere mio Kay, io sono Harry. » si presentò.


Ehilà!!
Buongiorno/Buonpomeriggio/Buonasera a tutte quelle che apriranno e si fileranno il mio capitolo. VI RINGRAZIO DI CUORE!
Allora, crede che ora abbiate un quadro più chiaro della storia. Karen e Niall sono fratelli, e che finalmente la nostra ragazza incontra Harry sono-molto-figo Styles.
Era ora no?
Okay, già ho scritto metà del prossimo capitolo e appena sarà definito del tutto lo pubblicherò.
Comunque volevo parlarvi, per ringraziarvi ovviamente!
Grazie a coloro che hano inserito la mia storia fra le SEGUITE/RICORDATE/PREFERITE.
Grazie ai lettori 'silenziosi'.
Grazie alle bellezze che recensiscono.
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, mi farebbe piacere e accetto critiche.
Seguitemi su twitter, menzionatemi e ricambio: twitter.
PS. le mio due OS: You're everithing I want to be & I intend to be your last.
PPS. Chi ha letto l'ospite di Stephanie Mayer? Io lo trovo fantastico, lo sto ancora finendo c':

 


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***





CAPITOLO 3
 

Harry era al volante. Cercava di concentrarsi sulla strada, ma non riusciva a evitare di guardare nello specchietto retrovisore che rifletteva sull’immagine di Karen.
Non negava che quella ragazzina uscita fuori dal nulla gli suscitasse curiosità e interesse.
Nina in tanto scambiava qualche parola con lei.
« Allora, Kay, tu sei la sorella di Horan. Non me lo sarei mai aspettata! » disse eccitata.
« Oh nemmeno io mi aspettavo che mi capitasse un fratello come lui, credimi. » scherzò la mora.
Sul volto di Harry si disegno un dolce sorriso. Nina, sorpresa rimase a guardarlo, non vedeva uno di quei sorrisi da troppo tempo.
« Come fate a conoscerlo? » chiese curiosa Kay facendosi sfuggire uno sguardo nello specchietto retrovisore dove era imprigionata l’immagine degli occhi del riccio.
Quest’ultimo, causalmente, incrociò lo sguardo della ragazza che arrossì in volto.
« Lo abbiamo conosciuto … » prima che la bionda potesse finire la frase, Harry la fermò.
« In un bar. » si affrettò a dire.
Nina gli lanciò uno sguardo confuso, poi capì che non era giusto affrontare quell’argomento se lui non voleva. In fondo quella graziosa ragazza alle sue spalle era solamente una sconosciuta.
Karen annuì ricordando le volte in cui Niall usciva in tarda sera.
« Cosa farai quando prenderai il diploma? » continuò con l’interrogatorio, Nina.
Harry rimase in silenzio, continuando a guidare e, ogni tanto, a dare una sbirciatina a Karen.
« Beh, mancano due anni al diploma, per ora so solo che mi piace scrivere. – prese una pausa portando dietro l’orecchio un ciuffo dei suoi capelli corti - Forse, chissà un giorno diventerò una scrittrice. »
In realtà desiderava questo da tutta una vita, solo che non si riteneva tanto capace da poter diventare ciò che più desiderava.
« Mi raccomando, scrivi di noi, vedrai che i lettori impazziranno! » disse ironica la bionda, per poi affacciarsi fuori dal finestrino dando un forte urlò.
Harry scoppiò in una piccola risata, « E poi con un personaggio sexy come il sottoscritto, chi ragazza non vorrà leggere il tuo libro? »
Karen sorrise, compiaciuta della modestia dei due ragazzi posti davanti a lei.
« Se un giorno scriverò, perché no. Siete proprio una bella coppia, - commentò osservando prima Nina che faceva rientro nel veicolo sedendosi in modo composto, poi Harry, dal quale non poteva nascondere l’attrazione nei suoi confronti – da quanto tempo state insieme? » chiese credendo che i due fossero fidanzati.
Entrambi scoppiarono a ridere dando una veloce occhiata a Karen, che si sentì in imbarazzo.
« No, guarda che ti sbagli! » esclamò divertita Nina.
« Noi siamo fratellastri, i nostri genitori si  sono sposati qualche anno fa. » continuò Harry per lei.
Ci fu silenzio.
Karen non osò aprire bocca, lasciò che le note della canzone che davano alla radio riempissero l’intera macchina.
Di colpo, l’auto, si fermò.
« Siamo arrivati! » strillò entusiasta la bionda sfrecciando fuori e raggiungendo l’enorme casa a qualche metro da noi.
« Vedrai, ti divertirai, Louis non delude mai nessuno. » la incoraggiò il riccio uscendo dall’auto.
Karen sospirò dando un’altra veloce occhiata all’esterno.
Harry gli aprì lo sportello anteriore e gli porse la mano per aiutarla a scendere dalla grande jeep. La mora la fissò qualche secondo, poi la afferrò, e in quel momento sentì come se la sua pelle stesse bruciando a contatto con la sua.
 
Karen, in mezzo a tutta quella gente si sentì un pesce fuor d’acqua. Nina era riuscita a trascinarla alla festa di Louis, anche se lei non sapeva ancora come fosse il suo volto. Continuava a guardarsi intorno, ma non c’era ombra né di Nina né di Harry. Sentì la gola secca, aveva sete, molta. Si avvicinò al banco delle bevande, ma di acqua non ce n’era l’ombra, tutti alcolici.
Lasciò stare l’idea di bere qualcosa, alzò il capo, scocciata della situazione che si era creata e vide il volto di Harry.
Era completamente sudato, i capelli gli ricadevano sul viso, barcollava, segno che aveva bevuto molto, e a stento si reggeva in piedi.
Karen si fece avanti afferrando un suo braccio e cingendolo intorno alle sue spalle.
« Ehi, che ci fai qui? » domandò il riccio tra un singhiozzo e l’altro.
Karen si fece forza sulle gambe e cercò di trascinare via il ragazzo dagli alcolici.
Rimase in silenzio, era troppo imbarazzata per rispondere.
In lontananza vide un piccolo angolo abbastanza sfollato, dove era posto un divano che per poco non cadeva a pezzi, meglio di niente, continuò a farsi strada in mezzo a tutta quella gente e finalmente riuscì a farlo accomodare.  Gli sistemò un cuscino e lo fece stendere in modo che potesse riposare.
Non era una che aveva molto a che fare con questo tipo di situazioni, ma dalle condizioni pietose di Harry capì quanto avesse esagerato.
Fece per andarsene, avrebbe cercato Nina, avvisato di Harry per poi tornare a casa, ma la voce di quest’ultimo la fermò.
« Vic, Vic, ti prego, non lasciarmi. » disse quasi in un sussurro.
Karen alzò un sopracciglio assumendo un’espressione interrogativa. Si domandava perché l’avesse chiamata in quel modo.
Scosse la testa lasciando andare via quei pensieri, comprese che era troppo ubriaco per capire lei chi fosse realmente, dove si trovavano e cosa stessero facendo.
Harry continuava a dimenarsi cercando di afferrare qualcosa con le mani sudaticce.
Uno sconosciuto diede uno spintone alla ragazza, che si avvicinò abbastanza che Harry riuscì ad afferrarla e trascinarla sul divano affianco a lui.
Il riccio poggiò una mano sul suo viso accarezzandola, « Vic, ti ricordi quando abbiamo fatto l’amore? E quando ci siamo dati il primo bacio? Ti ricordi di me vero? Tu non puoi dimenticarmi. Io non l’ho fatto! »
Le ultime due frasi le pronunciò con un tono di voce più doppio, che per un attimo Karen si spaventò. Cercò di dileguarsi da quella stretta, ma fu un tentativo inutile.
Il volto del ragazzo improvvisamente si fece molto più vicino al suo, che Karen poté sentire la forte puzza di alcool che aveva ingerito.
Quello, però, fu un dettaglio che tralasciò, perché ciò che la rese completamente immobile su quel divano, furono le labbra rosee di Harry che sfioravano le sue.
Improvvisamente il ragazzo lasciò la presa e gli occhi si chiusero, cominciò a russare, segno che si era addormentato di colpo.
Karen fece un lungo sospiro e piano spostò il braccio del ragazzo dal suo bacino.
Tornò in piedi, cercando di riprendere l’equilibrio. Velocemente raggiunse la porta e corse via cominciando la lunga strada che l’avrebbe riportata a casa.
Si toccò la bocca e ripensò all’accaduto di un attimo prima: quelle labbra, quelle grandi mani che le cingevano i fianchi e quel nome, Vic.


Ehilà.
Premettendo il fatto che questo caitolo non è un granché, almeno spero vi sia piaciuto!
Allora, analizziamo il fatto:
Karen ha una cotta per Harry e questo credo che lo abbiate capito tutti.
Harry, incosciamente, parla di Vic. Kay si incuriosisce.
Secondo voi cosa accadrà nella prossima puntata? hahah.
Tornando a noi; ringrazio tutte le bellissime persone che recensiscono ( tra poco o più tardi corro a rispondere, mia madre mi da il tormento ç-ç ).
Ringrazio chi SEGUE/RECENSISCE/PREFERISCE la mia storia.
GRAZIE MILLE DI CUORE.

Il capitolo successivo è quasi pronto.
Vi confesso che ho un'altra FanFic che sto progettando.
Vi dico solo i protagonisti: Miley e Harry c:
Detto questo, io smammerei.
Bacii 'Depp'

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***




 

CAPITOLO 4

Karen poggiò il dito sul campanello di casa Styles. Non sapeva se bussare o correre via. Aveva le guance in fiamme. Il pensiero di rivedere Harry dopo la festa dell’altra sera le provocava imbarazzo, ma la cosa peggiore era che non riusciva a smettere di pensarlo.
Aspirò ed espirò, lentamente e dopo un po' trovò il coraggio di bussare. Sentì dei rumori provenire verso lei. Il suo cuore cominciò a battere forte e aveva le mani sudate. Sperava vivamente non spuntasse la testa riccia che tanto voleva evitare.
« Oh mio angelo! » esclamò Nina abbracciandola forte a sé.
Karen, per un attimo rimase ferma, rigida, poi, dopo essersi guardata per bene attorno, si lasciò andare un sorriso e ricambiò l’abbraccio.
« Lerman mi ucciderà se non gli porto la relazione. – si morse il labbro inferiore e calò la testa, dandole l’impressione di una bambina – Accomodati, e facciamo presto. Fra un po’ arriverà Harry con i suoi amici, addio studio. »
La mora annuì.
Entrarono in casa. Karen rimase sorpresa di quanto fosse bella, niente in confronto alla sua.
Nina osservò la faccia stupita che fece l’amica, « Si lo so, è una reggia. » disse allargando le braccia e girando su se stessa.
« Ho notato. » continuò Karen non staccando gli occhi dall’immenso salone.
Su una parete che conduceva alle scale, Kay, notò tante foto fisse al muro. Notò la somiglianza di Nina con sua madre, Harry quando era piccolo che non aveva i capelli ricci come ora e vide anche il suo sorriso, quanto fosse diverso da quello attuale, quando fosse brillante e contagioso.
Karen era abbastanza intelligente da capire che qualcosa non andava, che anche quando parlava, Harry, non era sincero. E quel qualcosa doveva aver a che fare con il nome che continuava a pronunciare al party: Vic.
 
Harry si trovava sul portico di casa, esitando a entrare, voleva prima finire la sigaretta. Fece qualche passo in avanti osservando la casa dei suoi vicini.
Le luci erano tutte spente, poi la porta improvvisamente si aprì e la figura di Louis si fece sempre più vivida negli occhi di Harry.
Sussultò rivedendolo. Andava alle sue feste, questo è vero, ma non lo incrociava mai. Non credeva, però, fosse così doloroso.
La testa di Louis si alzò e i suoi occhi incrociarono quelli del riccio, che aveva ancora l’aria di uno che aveva appena visto un fantasma.
Con un piccolo cenno della mano Harry salutò il ragazzo dall’altra parte della strada, ma questo si voltò facendo finta di nulla e andò via.
Harry non fece peso all’accaduto, non biasimava il suo comportamento. Aveva già troppi pensieri per la testa, ci mancava solamente Louis Tomlinson.
Gettò via la cicca e sfilò le chiavi dal cappotto. Aprì la porta e vide Zayn seduto sul costoso divano di casa sua, in mezzo a Nina e l’amica della quale non ricordava il nome.
« Ehi Hazza, non mi avevi detto che Nana avesse un nuova amica! » strillò Zayn dall’altra parte della stanza, indicando con l’indice la ragazza nuova voltata verso di lui.
Liam si unì poco dopo con, in mano una birra, « Come ti chiami? » chiese.
Poi si voltò nella direzione dell’amico appena rientrato e lo salutò con un cenno del capo. Harry ricambiò.
« Karen. » disse quasi in un sussurrò la mora cercando di nascondere la sua timidezza.
« Ecco, vedi, Karen – scandì bene il suo nome – Zayn ci prova con te. » concluse poi portando la birra alle labbra.
Il moro lo fulminò con lo sguardo, pensando che oramai alla sua tattica di abbordare era andata a farsi fottere, mentre Nina scoppiò in una risata, godendo del momento di fallimento di Zayn.
« Povero. – lo compatì la bionda dandole una pacca sulla spalla con fare materno – E poi non hai pensato potesse avere già il ragazzo? » continuò a prenderlo in giro Nina.
Harry la guardò a sottecchi, non negò a se stesso la curiosità di sapere se avesse un ragazzo o meno.
« Ce l’hai? » si affrettò a dire Zayn.
Karen lanciò una piccola e veloce occhiata a Harry , ancora posto davanti alla porta principale.
Harry notò un filo d’imbarazzo nell’espressione che assunse Kay in quel momento.
« No, nessun ragazzo. » rispose evitando lo sguardo dei presenti.
Zayn sorrise compiaciuto, Nina lo guardò e fece una smorfia di disgusto, Harry fu soddisfatto della sua risposta ma cercò di opprimere i suoi interessi.
Liam si voltò, e fissò attentamente Harry. Non gli ci volle molto per capire il suo interesse verso quella ragazza, Karen. Liam ancora non riusciva a realizzare l’idea che finalmente gli interessasse una ragazza dopo Victoria.
 
« Credo sia ora di andare. » disse Karen rivolgendosi più a se stessa che ai presenti.
Nina era troppo impegnata a flirtare con Zayn.
Liam guardava il suo profilo facebook.
Harry era l’unico che riuscì realmente a sentirla.
« E’ tardi. Ti riaccompagno io. » si fece avanti il riccio raccogliendo la sua borsa e mettendola in spalla.
Karen arrossì leggermente sulle gote e annuì, « Grazie. »
Uscirono dalla casa ma nessuno si scomodò a salutarla. Karen non ci fece molto peso, era troppo impegnata a guardare il ragazzo qualche passo più avanti di lei.
Ripensò ai ragazzi, gli piacevano. Per la prima volta dopo tanto tempo aveva passato una bella serata e questa volta non con Niall, non con Jodie – sua madre – non con le sue cugine dell’Irlanda. Con persone sconosciute, diverse, della vita reale.
« Allora, niente ragazzi in giro? » chiese improvvisamente Harry.
Kay lo guardò sorpresa della domanda. Rimase ferma, incantata dai suoi movimenti, anche solo per accendere una stupida sigaretta.
Non gradiva il cattivo odore che emanavano, ma il profumo di Harry era così buono da rendere gradevole qualsiasi cosa.
Karen si strinse nelle spalle, cercando di assumere una posizione meno goffa, « No, per ora. » si limitò a dire.
Harry fece fuoriuscire il fumo girando la testa dalla parte opposta della ragazza di fianco a lui.
« Delusione? » continuò ad insistere sull’argomento.
Karen continuava a osservarlo. Non riusciva ad immaginare nulla in quel momento più perfetto di Harry Styles. Sia avesse un’aria trasandata o si fosse messo in tiro, il suo fascino non lo abbandonava mai.
« Probabilmente mi innamorerò sempre di qualcuno che ama qualcun altro.» confessò.
Si. Le storie d’amore non erano il suo forte.
« Oh, capisco. – rispose per poi prendere una breve pausa – Senti, Kay, giusto? »
Karen annuì, pensando che forse solo quella sera, Harry, avesse imparato definitivamente il suo nome.
« Scusami per quella notte alla festa. Ho bevuto molto, ma non abbastanza per non ricordare nulla. »
« Non preoccuparti. » ribatté la mora mostrandogli un dolce sorriso.
Non faceva altro che pensare quella sera, per vari motivi. Ciò che la incuriosiva di più, però, fu quel nome, di quella persona che scambiò per lei: Vic.
« Ti starai domandando perché continuavo a chiamarti Vic, vero? » continuò con un tono di voce, questa volta, più debole.
Kay lo guardò stupita. Si chiedeva come avesse intuito. Era così facile leggerle in volto?
« In realtà … non posso negarlo. »
Harry forzò un sorriso, cercando di nasconderle il dolore che lo divorava.
« Victoria, la mia ragazza. » mormorò voltando il viso verso la strada ancora una volta.
Karen sentì il mondo crollarle addosso.
Aveva la ragazza. Che stupida, pensò. Riesaminò la confessione fatta a Harry riguardo alle sue avventure amorose, aveva centrato in pieno.
« Si. – annuì – Vedi lei si è … - gli si formò un nodo in gola prima di finire la frase – suicidata, qualche mese fa. »
A Karen le si formò un groppo, non riuscì a spiccare parola. Di scatto cercò di osservare l’espressione del riccio, che provava di nascondersi in tutti i modi. Ma una piccola lacrima che cadde dal viso fino al suo cappotto grigio, lo tradì.
La ragazza si fermò di scatto, cominciò a piangere pensando a quanto dolore si provasse a perdere la persona che si ama. Quella persona che consideri parte di te. Una delle cose più importanti della tua vita.
Tra qualche singhiozzo riuscì solamente a dire, « Mi dispiace. »
Harry si bloccò, non sentendo più i passi leggeri di Karen al suo fianco.
Si morse il labbro inferiore, disegnando sul viso una smorfia di dolore. Strinse così forte da sentire il sapore metallico del suo sangue in bocca.
« Non dovevo dirtelo. Scusami. » disse poi pentendosi di ciò che aveva parlato poco prima.
Karen era immobile, senza sapere cosa fare, « Parlare con degli sconosciuti, a volte, è un buon modo per alleviare il dolore. »
Provò a confortarlo. Non era molto, ma tentò.
Harry si voltò, non sapeva che reazione avrebbe dovuto avere con le parole che gli aveva detto Kay. Riuscì solo a visualizzare, anche solo per un attimo, il volto di Victoria, come se quelle fossero state parole sue.
Karen era speciale, e lui lo aveva appena capito.


PERDONO PER IL RITARDO!
Ero fuori casa in questi giori e non ho avuto modo di aggiornare.
Questa capitolo fa cagare, ma è abbastanza fondamentale.
Ho notato il calo di recensioni, spero che la storia non vi stia annoiando.
Allora, cosa ne pensate di Karen? Ed Harry? La sua confessione?
Si, lo so, è triste. :(
Sappiate che ho in mente una ONE-SHOT scritta dal punto di vista di Vic, la pubblicherò presto ma prima ci vogliono altri capitoli per arrivarci.
Ora smammo.
Bacii 'Depp' c:

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