The Divergent Mockingjay.

di wallflouis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Are you, are you coming to the tree? ***
Capitolo 2: *** La fazione prima del sangue. ***
Capitolo 3: *** Jump into the fog. ***



Capitolo 1
*** Are you, are you coming to the tree? ***


“Are you, are you coming to the tree?
Wear a necklace of rope, side by side with me.
Strange things did happen here.
No stranger would let it be if we met up
At midnight in the hanging tree.”

-Alla mamma non piace sentire questa canzone.- Primrose sorride riflessa nello specchio. Sono passati tre mesi, quindi possiamo levare il panno dalla lastra di vetro posizionata sopra il grande comodino.  Quando ci lasciano la possibilità di usare lo specchio, sono io che accorcio i miei capelli e quelli di Prim, per poi raccoglierglieli in due ordinate trecce bionde nel suo caso. Nel mio, si tratta sempre di un’unica treccia scura.
Prim sa essere sempre così raggiante. E’ felice all’idea di aiutare il prossimo, è felice di essere Abnegante.
Io non posso affermare lo stesso. Aiuto il prossimo solo quando questo è mia sorella, o Gale, il mio migliore amico e anche la sua famiglia…per il resto, non riesco. Non sono come Prim, non provo mai il naturale impulso di sacrificarmi per il prossimo.
Sono forse egoista?

Non lo so.So solo che devo reprimere i miei istinti, tentare, come ho fatto sempre nei miei sedici anni di vita, di aiutare gli altri, perché non posso permettermi di abbandonare (nonostante ci abbia pensato più volte), gli Abneganti.
Da quando nostro padre è morto, mia madre è trasparente, un fantasma…Lei non esiste per noi, per la comunità, si.
Sono io che mi prendo cura di Prim, e non voglio abbandonarla. Anche se questo vuol dire rischiare di non passare l’iniziazione e diventare Esclusa.
Solo la parola mi fa rabbrividire. Non sono fatta per stare tra gli Abneganti.

Forse non sono fatta per nessuna fazione.
Candidi?No, io non sono sempre così onesta.
Pacifici? No, l’unico amico che ho è Gale.
Eruditi?Certo, passare nella fazione nemica…Fuori discussione.
Intrepidi?
Mi perdo un attimo a fissare la mia immagine nello specchio.
Katniss Everdeen, Intrepida.
Non suona poi così male.
Sono sempre stata affascinata dalla loro fazione. Ogni giorno a scuola li osservo saltare giù dal treno in corsa e infiltrarsi urlando nella scuola.
 
Loro sanno cos’è la libertà.

-Katniss, ci sei?- mia sorella mi strattona per la manica della camicia grigia. Mi riscuoto e le sorrido falsamente solo per tranquillizzarla.
-Certo paperella, vai a prendere la borsa, e sistemati la coda. Andiamo a scuola tra mezz’ora.- Prim ride e si infila la camicia grigia nella gonna dello stesso colore.
Rimango sola nella stanza. Lancio una fugace occhiata allo specchio prima di coprirlo. Quella sono io, Katniss Everdeen, occhi grigi tipici della mia fazione, capelli scuri, vestiti grigi.

Rigida. Abnegante. 

***

Fuori di casa ci aspetta Gale appoggiato al piccolo cancelletto di legno bianco. Al suo seguito ci sono tutti i suoi fratelli minori che accolgono Prim come se fosse loro sorella.
Gale mi sorride, ma il suo non è un sorriso sereno. Sembra preoccupato.
Non posso biasimarlo, lo sono anche io.
Oggi è il giorno del Test Attitudinale.
Oggi scopriremo per quale fazione siamo adatti. Oggi ci diranno quale sarà il nostro futuro. Iniziano a sudarmi le mani, non posso sopportare il fatto che il mio avvenire verrà dettato da una macchina.
E se mi dicesse che non sono adatta a nessuna fazione?
 
Gale mi osserva inquieto mentre saliamo sull’autobus, ma so che anche lui sta pensando le stesse cose. Mentre i nostri fratelli si scambiano reciprocamente piccoli favori, io e Gale rimaniamo in silenzio completo. Abbiamo paura entrambi, ma lui lo sa ostentare meglio di me.
Iniziano a tremarmi le mani, e normalmente c’è un solo modo per calmarmi.
Perdermi tra i ricordi.

Chiudo un attimo gli occhi e cerco di pensare a quando ero bambina. Mio padre era ancora vivo, e mi insegnava a tirare con l’arco, dicendo che un giorno, magari, sarebbe servito per aiutare qualcuno, o per difendere degli innocenti.
Non avrebbe mai immaginato che avrebbe fatto di quell’arco, per me, una malattia.
Ancora oggi, quando ho appena un po’ di tempo libero, esco con Gale e ci dirigiamo verso la parte abbandonata della nostra fazione. Lui sta lì, coricato sull’erba, mentre io tiro verso un bersaglio improvvisato.
Solo in quei momenti sono felice, con la costante paura però, di essere scoperta e punita.
Gli Abneganti quando devono punire una violazione, non si lasciano di certo andare all’altruismo.
Un sorriso si fa strada sul mio viso.
-Katnip, che c’è?- mi chiede Gale, mentre cede il suo posto ad un Candido sull’autobus.
Ennesima azione di altruismo da parte sua.
Forse non sono proprio fatta per essere Abnegante. Forse la mia fazione, è un’altra..
-Niente Gale, sto solo…bene.-
Forse sono fatta per il pericolo.

Katniss Everdeen, Intrepida.
 
Non so perché, ma suona sempre meglio.

***

 
Arrivati a scuola, io, Gale ed i nostri fratelli ci separiamo per seguire le lezioni mattutine e rincontrarci poi, in mensa per il Test Attitudinale.  
Mentre passo per il corridoio, rasentando gli armadietti grigi quanto i miei vestiti, qualcosa mi colpisce e finisco a terra.
-Stai attenta, stupida Rigida.- un coro di risa si alza, ma nessuno che mi dia una mano. Tipico, non che mi aspettassi che qualcuno si prostrasse per aiutare un Abnegante.

Qualcuno raccoglie il mio libro di chimica e mi porge la mano.
Un ragazzo dalla camicia rossa e i capelli biondi ordinatamente pettinati mi aiuta a rialzarmi.
Questo sì, che è strano.
-Grazie..- sussurro cercando di distogliere lo sguardo dai suoi occhi così azzurri.
-Peeta.- esordisce sorridendo. Il suo sorriso è diverso da quello di Gale, è più sincero e rassicurante.
-Cosa?-
-Sono Peeta Mellark, tu devi essere Katniss vero?-
-S-si..- evito di chiedergli come faccia a saperlo, non mi importa. Adesso mi importa delle urla che sento provenire dall’entrata della scuola.

Sono arrivati gli Intrepidi.

Mi perdo ad osservarli, e noto con la coda dell’occhio che Peeta non fa altro che far scorrere lo sguardo da me al gruppo di Intrepidi che è appena arrivato. L’unica cosa che mi impedisce di rimanere lì a contemplare la loro fazione è la campanella.
Prendo il libro e ringrazio Peeta arrossendo in viso.
 
Il mio futuro si sta avvicinando, e ne ho sempre più paura.

 
***

 
Mi catapulto in mensa, consapevole di essere spaventosamente in ritardo. Incontro lo sguardo di Gale. Sembra rilassarsi non appena mi vede arrivare.
-Dove diamine eri finita Katnip? Sei la prossima!-
Quelle parole risuonano nella mia testa come un monito d’inferno. Gale nota immediatamente il mio sguardo terrorizzato e mi stringe la mano.
Vorrei tanto che mia madre mi avesse detto questa mattina che sarebbe andato tutto bene, che non sarebbe successo niente di sbagliato, sarei risultata Abnegante e ne sarei stata fiera.

Ma nulla.
-Katniss Everdeen.-
Il mio nome viene urlato, ed è come se, ad un tratto, la stanza si fosse svuotata. Solo io e la donna completamente tatuata che mi chiama.
Lascio la mano di Gale e mi dirigo verso il mio personale patibolo. Sto per chiudermi la porta alle spalle quando incontro ancora una volta i suoi occhi azzurri.
Peeta.
Hanno un nonsoché di incoraggiante.
Scuoto la testa e chiudo la porta.
Ora ci sono solo io.
Ed è questo quello che mi fa più paura.
 

***

-Katniss, io sono Tori.- La donna che mi sottoporrà al test è innegabilmente un’Intrepida. Indossa abiti scuri: una giacca di pelle nera ed una canottiera stretta marrone scuro.
I capelli scuri, dello stesso colore degli occhi, sono legati e lasciano intravedere, sul collo, un tatuaggio.
Un falco bianco e nero con un occhio scuro.
Sembra meno dura degli altri appartenenti alla sua fazione.
Al centro della stanza c’è una poltrona reclinabile affiancata da una macchina, dove Tori mi indica di sedermi.
-Non preoccuparti..- sorride serena.-Non farà male.- dice mentre mi porge una fialetta con un liquido trasparente.
-Che cos’è? Che mi succederà?- chiedo prima di inghiottire quel liquido.
-Non te lo posso dire, devi fidarti..-
Prendo un profondo respiro e mi verso in bocca il contenuto della fiala. In quel momento, sento tutti i muscoli rilassarsi e gli occhi mi si chiudo.

***

Quando riapro gli occhi mi trovo nella stessa stanza, ma non c’è Tori, e non c’è nessuna poltrona. Solo io ed un tavolo, con sopra due oggetti, due cesti.
In uno ci sono arco e frecce, nell’altro un pezzo di carne.
-SCEGLI.- grida risoluta una voce di donna alle mie spalle.  Non riesco a muovermi, sono paralizzata. Se prendessi la carne? Cosa succederebbe? E se invece prendessi l’arco e le frecce? Potrei salvarmi in qualsiasi modo con quelle..
-VUOI SCEGLIERE?-
-NO.- grido spazientita, senza mia girarmi verso di lei.
-Come vuoi.- la sua voce si dissolve nell’aria, e con lei, anche i cesti.
Alle mie spalle, sento però un ruggito.
Mi giro lentamente.
Una tigre.
Maledizione! Avrei dovuto prendere arco e frecce. Ora sono senza difese, basta un balzo e mi divora. Un balzo, e sono morta.
E’ solo una simulazione Katniss, niente è vero, mi ripeto come se potesse aiutarmi.
Mi accuccio a terra e protendo una mano verso la tigre. Ruggisce ancora con più forza, ma non devo mostrarle la mia paura. Farei ancora peggio.  La sento avvicinarsi, così tengo gli occhi fissi nei suoi.
Sono così trasparenti che riesco a specchiarmici.
Sono poche le cose da fare, ANZI da non fare.
NON devo chiudere gli occhi, o mi assalirà.
NON devo muovermi a scatti o la farò innervosire.
NON devo farle capire che ho paura.
 
Sento qualcosa di bagnato e ruvido che mi accarezza la mano. La tigre mi sta leccando, e la sento fare le fusa.
Ma il nostro idillio finisce molto rapidamente, perché appare una bambina dietro al tigre.
E’ dannatamente simile a Prim.
La tigre la nota ed è pronta ad attaccarla. Se avessi arco e frecce la ucciderei, ma non posso permettere che la bambina muoia, è come se lasciassi Prim morire.
Mi lancio sul collo della tigre e lo stringo, ma in pochi secondi tutto scompare.
Mi guardo attorno incredula. Ora sono un autobus.
 Un uomo al mio fianco mi indica una foto di un assassino sul giornale e mi chiede, insistendo, se lo conosco.
-Ebbene, lo conosci si o no?-
-No.- mento, e lui se ne accorge.
-Stai mentendo!-
-Non è vero, sento le mani sudare, e cerco di asciugarmele sui pantaloni. Perché deve sembrare tutto così reale? Non lo è Katniss, è una simulazione, rimani calma.
-Se lo conosci, puoi salvarmi! Potresti salvarmi davvero, lo conosci? Salvami!-
-Non lo conosco.- sibilo con le mascelle contratte.
E tutto si fa buio.

***

La prima cosa che vedo quando riapro gli occhi, è l’espressione sconvolta di Tori. Mi fissa come se fossi improvvisamente diventata un’altra persona davanti ai suoi occhi.
-Katniss, il tuo risultato è…- deglutisce a fatica, cercando di ostentare le mani tremanti. -Incerto..T-torno subito-
 
Incerto. Non riesco a crederci. Mi sento improvvisamente sprofondare nella poltrona. Porto le ginocchia al petto e ci affondo il viso. Vorrei piangere, ma nel contempo iniziano i conati di vomito.
Solo dopo un tempo che a me è parso interminabile, Tori ritorna da me.
 
-Scusa se ti ho fatto preoccupare..- inizia prendendo uno sgabello e sedendosi al mio fianco..-Man mano che il test procede, a seconda delle tue azioni, vengono eliminate varie fazioni…ma in tutto il tuo percorso tu ne hai eliminate solo due.-
Due.
Incerto.
Inconcludente.
Esclusa.
Sento il cuore pronto ad esplodermi nel petto. Sento i battiti arrivare fino al cervello. Sto per morire, me lo sento.
-Se avessi scelto la carne, saresti finita in uno scenario diverso, dai Pacifici. Se invece avessi scelto arco e frecce avresti dimostrato un’inclinazione per gli Intrepidi, ma non l’hai fatto. Non sei comunque scappata davanti all’animale, quindi rimane la possibilità di questa fazione.
Hai dimostrato anche una tendenza verso gli Eruditi grazie all’intelligenza della tua reazione di fronte alla tigre.. Come avresti potuto risultare Abnegante visto che ti sei gettata sull’animale per impedirgli di sbranare la  bambina, ma hai rifiutato di dire la verità all’uomo, quindi hai lasciato dei dubbi sulla tua fazione d’origine eliminando però i Candidi.-
-Quindi lei non ha idea di quale sia la mia attitudine? Potrei essere un’Esclusa quindi?-
-Calma Katniss, la mia conclusione…- inizia a spiegare prendendomi la mano.- E’ che hai dimostrato pari predisposizione per Abneganti, Eruditi e Intrepidi. Le persone che ottengono questo genere di risultato vengono chiamate..- Tori abbassa la voce, e conclude la frase in un sussurro, come se avesse paura di ciò che sta per dire. –Divergenti.-
-Ma come è possibile? Io…- rimango senza parole, senza fiato. Mi sto sentendo soffocare in questa stanza.
-Non devi comunicare i risultati a nessuno. E non ti sto dicendo di rivelarli ora, ma mai. La Divergenza è pericolosa, molto pericolosa.
 
-Va bene..- mi alzo, ma sento che le mie gambe non reggeranno il mio peso ancora per molto.
Me ne vado, con l’intento di fuggire dalla scuola. Voglio tornare a casa. Non mi importa di Gale, in questo momento, sento che non riesco a preoccuparmi nemmeno per Prim.
 
Esco dalla saletta, e noto che Gale non c’è. Probabilmente è già entrato.
Meglio per me.
In compenso, incontro per la terza volta gli occhi di Peeta. Abbasso lo sguardo e corro via.
 
Katniss Everdeen.
Abnegante, Intrepida, Erudita.
Divergente. 



Divergent.Insurgent. Allegiant.
Okay, non uccidetemi per questo crossover. Era da un po' che mi girava in testa l'idea e volevo scrivere pure su THG, quindi eccomi qui! Spero vi faccia piacere e, al contrario non vomitare LOL Non sono riuscita a rileggerlo, perché in questo momento ho parecchia fretta e devo fuggire.
Spero davvero vi piaccia perché c'ho messo tutti i miei sette sentimenti c:
Recensite! Vorrei tanto tanto taaanto sapere cosa ne pensate, sono aperta a tutte le critiche del mondo *non siate crudeli per favore ahahha*
Grazie di tutto a tutti c:

Lots of Love

Blackbjrd che se la fugge a fangirlare per il Comic con.

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Capitolo 2
*** La fazione prima del sangue. ***


Divergente.
Com’è possibile che io lo sia? 
Continuo a chiedermelo, mentre cammino verso casa. Ho deciso di non prendere l’autobus. Se arrivo a casa presto, mia madre lo scoprirà grazie al registro automatico e vorrà sapere cos’è successo…Ed io non ho la minima intenzione di spiegarglielo.
 
La Divergenza è una cosa pericolosa, molto pericolosa Katniss, non devi dirlo a nessuno.
Le parole di Tori mi tornano in mente, ed è come se riuscissi a vedere la sua espressione preoccupata, quasi terrorizzata, mentre mi informa della mia diversità.
Infilo le mani nelle tasche dei pantaloni rigorosamente grigi e rallento il passo. Penso che dovrò avvisare Prim, affinché non dica a mamma della mia inspiegabile fuga da scuola.
 
Nel nostro quartiere ci sono così poche macchine che posso permettermi di camminare in mezzo alla strada senza problemi.
Perché proprio a me? Perché non a qualcun altro?
Tori mi ha spiegato che riporterà i risultati a mano. Mi ha promesso di imprimere le lettere della parola “Abnegante” sul mio test, puntualizzando subito dopo, che sta a me decidere se esserlo per il resto della mia vita…o no.
E per la prima volta mi ritrovo a pensare al bene di chi mi sta attorno e non al mio.
Scegliere gli Abneganti vuol dire rimanere al fianco di Prim, come è giusto che sia.
Mia sorella ha bisogno di me, delle mie cure, devo assolutamente prendermi cura di lei.
 
Primrose.
Lei sì, che è una vera Abnegante. Sempre pronta a sacrificarsi per il bene altrui.
Gli Abneganti sono così, ed in un certo senso, quando li osservo dall’esterno, trovo affascinante il loro modo di comportarsi; tutti si aiutano sempre e comunque.
Quando vedo Gale offrirsi di portare la spesa agli estranei, mi innamoro di questa vita.
Ma capisco che non mi appartiene. Non ho mai sentito l’impulso di aiutare un’Abnegante anziana ad attraversare la strada o cose simili.
Poi capisco. Scegliere un’altra fazione vuol dire abbandonare la mia famiglia e Gale.

Per sempre.

E ‘per sempre’ è tantissimo tempo. Non credo che riuscirei a vivere senza vedere Prim, mai più. Verrei dilaniata dal dolore molto prima, probabilmente.
Scuoto la testa come per scacciare il pensiero. Affretto il passo ed arrivo alla zona “abbandonata” della città.
La parte destinata agli Esclusi, coloro che hanno fallito l’iniziazione della propria fazione ed ora vivono in povertà.
Essendo la maggior parte dei governatori della città Abneganti, la nostra fazione ha deciso di riservare una vasta quantità di cibo da donare agli Esclusi settimanalmente, ma alla fine non basta mai.
 
-Ragazzina, hai qualcosa da mangiare?- una voce così roca e bassa  mi fa raggelare. Mi blocco sul posto, annebbiata dal terrore.
Un Escluso, nascosto nel buio di una colonna mi osserva con sguardo torbido.
Vai avanti Katniss, non ascoltarlo, ignoralo, mi consiglia una voce dentro di me. In parte so che dovrei ascoltarla, so che dovrei iniziare a correre il più velocemente possibile per allontanarmi da lui.
Ma questo non è certamente un comportamento degno di una Abnegante, perciò mi limito ad acconsentire con un repentino movimento del capo estraendo una mela dallo zaino.
Gliela porgo. La mia mano trema, e sono così agitata che rischio di far esplodere la mela, per tutta la pressione che sto esercitando.
Il suo braccio si tende verso di me, ma la sua mano, al posto di chiudersi sulla mela, stringe il mio polso, ed in pochi secondi mi ritrovo china ad osservare l’Escluso a pochi centimetri dal suo viso.
 
Solo in quel momento noto i vestiti scuri sbrindellati, un sinistro sorriso che gli rabbuia il volto e la pelle cascante sotto il mento.
-Caspita ragazzina, se sono belli i tuoi occhi…grigi giusto? Come ogni Abnegante che si rispetti.-
Mi sento esplodere. Cerco di ritirare la mano, ma l’Escluso stringe ancora più forte la mano attorno al mio polso, riuscendo a farmi gemere dal dolore.
-Non sei un po’ troppo piccola per andare in giro da sola, ragazzina?- l’astio con cui sputa la parola “ragazzina” mi fa rabbrividire. Il suo alito è acre e nauseante.
Finalmente riesco a liberarmi dalla sua presa con un rapido gesto della mano. Mi giro di spalle per evitare di mostrargli la mia espressione sofferente mentre mi massaggio il polso, diventato irrimediabilmente rosso.
-NON sono una ragazzina…Ho sedici anni.-
-Allora oggi è un giorno importante per te. La vigilia della scelta…- la sua bocca si distende in una smorfia che fa aumentare le rughe sul suo viso.
Ed in quel momento esatto capisco cosa mi aspetta dal futuro.
-Lasciami andare.- la mia voce risuona chiara e severa, con una diversa tonalità rispetto a quella normale. Mi immagino di portare indietro il gomito e di colpirlo in pieno viso; di vedere la mela volare via, di sentire i mie passi veloci risuonare lungo la strada.
Ma prima del previsto, l’Escluso mi congeda freddamente.
-Scegli con giudizio….Ragazzina..-

***

 
Lancio un’occhiata al semplice orologio da polso, uno dei pochi accessori che agli Abneganti è permesso portare. Sono arrivata dieci minuti prima del solito, così mi siedo sui gradini di casa e aspetto che Prim arrivi per spiegarle di non raccontare nulla a mamma.
Per fortuna il tempo passa velocemente, ed in poco tempo riesco a scorgere la dolce figura di mia sorella, rigorosamente accompagnata da Gale.
La abbraccio e le afferro la mano per dirigerci insieme verso la porta di casa, ma Gale mi agguanta per l’avambraccio prima che io possa entrare.
Sorrido a Prim, le dico che la raggiungerò in poco tempo e poi mi concentro su Gale.
-Che vuoi?-
-Che simpatia, ti sembra una risposta da Abnegante?- Gale alza le sopracciglia in segno di disappunto. Odia quando mi comporto male, ma anche lui sa che, in fondo, io non sono fatta per stare tra gli Abneganti.
-Non lo è, e lo sai anche tu.-  incrocio le braccia davanti al petto ed aspetto l’ovvia domanda.
Perché sei scappata?
-Mi spieghi perché sei fuggita da scuola oggi? Cos’è successo al test?-  per fortuna non è permesso comunicare i risultati del Test, perciò posso permettermi di evitare la domanda.
-Lo sai che non c’è permesso parlarne, e sai anche che tu non dovresti chiedere..-
-Con tutte le regole che ignori e trasgredisci, potresti dimenticarti anche di questa, non ti pare?-
-Beh se le cose stanno così, com’è andato il tuo test, Gale?- Scacco matto. Gale ci rinuncia, scuote la testa esasperato e si limita ad abbracciarmi in silenzio.
-Sai che lo faccio per il tuo bene, Catnip..- sussurra lievemente. Gale molto più alto di me, infatti, sembra quasi che stia abbracciando sua sorella minore, e non una ragazza della sua stessa età.
-Lo so, e io non rispondo per il tuo di bene…Solo non parlare a nessuno di quello che è successo oggi… te ne prego..- sussurro con la testa pigiata contro la stoffa della sua camicia grigia.
Stringo i lembi della camicia di Gale tra le mani e cerco di soffocare le lacrime.
Se solo penso che per un momento ho considerato l’idea di abbandonare la mia fazione, di abbandonarlo…
Io e Gale ci congediamo, con la promessa di incontrarci domani mattina, al Centro degli Abneganti.
Passo tutta la notte chiusa in camera, con la testa abbandonata sul cuscino, con la voglia di sprofondare senza più riemergere.
Mi sento inutile sotto lo sguardo dolce di Prim. Lei non capirà mai il senso di indecisione, perché già ora parla come un Abnegante adulto, che ha superato la Cerimonia della Scelta da anni.
In seguito, dopo avermi osservato, anche Prim mi abbandona, perché è arrivata l’ora di andare a letto.
Domani ci aspetta una grande, grande giornata.
 
E’ quello che ha ripetuto mamma per tutta la sera, mentre io restavo chiusa in camera con l’intenzione di rifiutare la cena. Non avrei sopportato l’ennesima sfuriata da parte sua sui Candidi, e su come Jeanine Matthews (il loro capofazione) si diverta a mettere in cattiva luce la nostra fazione, il nostro defunto padre, e il nostro capofazione, Marcus Eaton.
 
Ma in questo momento cerco di non pensarci; cerco di liberare la mia mente da qualsiasi problema e, lentamente, cado in un sonno disturbato dagli incubi.

 
***

Prendiamo un autobus per arrivare al Centro, e una volta la, tutti noi Abneganti cediamo l’ascensore ai Pacifici e ai Candidi, preferendo le scale.
Io, mia madre e Prim guidiamo il gruppo della nostra fazione, anche se io preferire farmi trascinare dato che sento le gambe tremare sotto il gravame del mio peso e le forze venire sempre meno.
Dobbiamo salire venti rampe per arrivare alla Cerimonia della Scelta.
Una volta in cima, la mia famiglia entra per ultima, lasciando passare tutti gli altri; ed alla fine entriamo…
La stanza è divisa in cerchi concentrici; quello esterno è assegnato ai sedicenni di tutte le fazioni. Non siamo ancora considerati membri; con la decisione di oggi diventiamo iniziati e acquisiremo lo status di membri solo se completeremo il rito di ammissione.
Ci disponiamo in ordine alfabetico sulla base del cognome che oggi potremmo abbandonare. Gale si trova a poca distanza da me, ed in posizione parallela a Gale noto un Pacifico agitato che si sta torturando le mani per reprimere il tremore. 
Peeta. 

Il cerchio successivo è formato da sedie riservate ai nostri familiari ed è ripartito in cinque settori; uno per fazione. L’incarico di presiedere alla Cerimonia ruota di fazione in fazione ogni anno. Quest’anno tocca agli Abneganti: Marcus terrà il discorso di apertura e leggerà i nomi in ordine alfabetico.
Questo significa che io sceglierò prima di Gale, che potrò vedere lo stupore, la delusione e forse anche l’odio colorirgli il viso, nel caso io decidessi di cambiare fazione.
Nel cerchio più interno ci sono cinque coppe di metallo; ognuna contiene l’elemento simbolo della fazione: pietre grigie per gli Abneganti, Acqua per gli Eruditi, terra per i Pacifici, carboni ardenti per gli Intrepidi, vetro per i Candidi.
Negli anni in cui ho frequentato il nostro istituto, mi è stata offerta la possibilità di conoscere ragazzi provenienti da tutte le fazioni.
Ed è nelle pietre grigie che vedo riflessi gli occhi scuri di Gale, nell’acqua l’espressione concentrata di Mags*, nella terra il semplice sorriso di Peeta, nei carboni lo sguardo di sfida di Finnick Odair**, e il volto onesto e schietto di Johanna Mason***.
Quando Marcus chiamerà il mio nome raggiungerò il centro dei tre cerchi senza parlare. Lui mi porgerà un coltello, e io mi farò un taglio nella mano e lascerò gocciolare il sangue nella coppa della fazione che avrò scelto.
Marcus richiama l’attenzione nella sala, e, con un sorriso smagliante, chiede il silenzio per poter cominciare con il suo discorso.
Mentre Marcus inizia a parlare, incontro lo sguardo di Gale che finge di imitare le sue parole “Benvenuti alla Cerimonia della Scelta”, strappandomi così un sorriso.
Sento un fastidio ronzio nella testa, ed inizio a pensare al mio sangue che si riversa sulle pietre, o al mio sangue che sfrigola sui carboni.
L’unica parte del discorso che mi colpisce è quella in cui Marcus elenca le motivazioni per cui ci siamo divisi in fazioni dopo la Grande Pace.
-….Così quelli che davano la colpa all’aggressività fondarono i Pacifici.- non ho mai preso in considerazione la loro fazione, eppure sembrano sempre così calmi e felici, come…Peeta.
-Quelli che incolpavano l’ignoranza divennero gli Eruditi.- loro sono stata l’unica fazione facile da eliminare.
-Quelli che accusavano l’ipocrisia fondarono i Candidi.- Non mi sono mai piaciuti i Candidi.
-Quelli che condannavano l’egoismo fondarono gli Abneganti.- Io condanno l’egoismo, sì. Per questo, molto spesso, condanno me stessa.
-Quelli che incolpavano la codardia divennero gli Intrepidi.- Sono sedici anni che provo ad essere altruista, ma non ci riesco.
Penso al motto impresso sul mio libro di storia: “La fazione prima del sangue”.
Noi apparteniamo alla nostra fazione, qualunque essa sia.
Mi perdo di nuovo finché non vedo il primo ragazzo fare un passo avanti per scegliere la fazione. Mi incanto ad osservare il lento via vai di ragazzi della mia stessa età, che in un gesto repentino decidono cosa fare del proprio destino.

“Katniss Everdeen”.
Il mio nome risuona in tutta la sala. In questo momento mi sembra di ritornare con la mente al giorno precedente, al Test Attitudinale, quando Tori mi ha rivelato di essere una Divergente.
Procedo a piccoli passi, scortata dallo sguardo fiducioso di Gale.
Marcus mi porge il coltello. Lo guardo negli occhi– sono di un blu scuro che fa quasi paura, non come quelli di Peeta, azzurro chiari.- e prendo l’arma. Il fuoco degli Intrepidi e le pietre degli Abneganti, sono entrambi alla mia sinistra; uno davanti a me, l’altro dietro. Tengo il coltello con la mano destra e faccio scorrere la lama sul palmo sinistro. Avverto un forte bruciore che tento di combattere.
Mi porto le mani al petto con il respiro tremante, tendo il braccio proprio tra le due coppe, dove il mio sangue gocciola.
Poi con un singulto che non riesco a trattenere, sposto la mia mano avanti ed il sangue crepita sui carboni.
Sono egoista. Sono coraggiosa.
 
Marcus non mi sorride. Cammino lenta verso la mia nuova fazione e l’unica cosa che riesco a vedere è il sorriso di Prim che annuisce.
Aveva capito tutto sin dal principio e non aveva detto una parola per fermarmi.
Esattamenteciò che ci si aspetta da un’Abnegante.
Mia madre invece mi osserva con un piccolo sorriso spento. Anche lei se lo aspettava, ma Gale…lui no.
Sento il suo sguardo carico di rabbia gravare sulle mie spalle. Stringo i pugni e vado avanti, acclamata dalle grida della mia nuova fazione.
Quando arriva il suo turno, Gale afferra con stizza il coltello e si passa la lama sulla mano. Stringe il pugno e mi guarda mentre lascia colare il sangue nella coppa degli Abneganti come per sfidarmi.
Cerco di sillabare un “mi dispiace” con le labbra, ma lui mi ignora.
Troppo preso ad odiarmi per perdonarmi.
Per un momento credo che tutto sia finito, quando invece arriva il turno di Peeta.
Lo osservo scrupolosamente. Ciocche bionde gli ricadono sugli occhi azzurri.
Sembra davvero così semplice.
Credo che esistano ragazzi con il significato base della propria fazione dipinto in viso, e Peeta sembra uno di questi.
Pacifico fino al midollo.
Ma in un momento capisco che mi sbaglio. Che Peeta non deve essere poi così Pacifico, visto che con un rapido gesto della mano lascia scendere le gocce di sangue nella coppa degli Intrepidi.
Peeta Mellark, Intrepido.
 
Restituisce il coltello a Marcus e subito sembra cercare il mio sguardo. Mi mostra un flebile sorriso e si unisce alla fazione, accompagnato dai mormorii indispettiti dei Pacifici e dagli applausi e grida di incoraggiamento della sua nuova fazione.
Della nostra nuova fazione. 



Angolo scrittrice.
Alloora, questo capitolo ha bisogno di un po' di spiegazioni.. Le parti in corsivo
SOLO DELL'ULTIMA PARTE RIGUARDANTE LA CERIMONIA DELLA SCELTA, sono tratte dal libro. La Cerimonia della Scelta è complicata è ho pensato che era meglio spiegarla tramite parole della Roth. 
PER IL RESTO, anche se il CORSIVO, è assolutamente ROBA MIA.
Pppoi, i personaggi di Hunger Games a cui ho messo l'asterisco, sono perché avevo bisogno di nomi lol ma penso proprio che non compariranno più nella storia. (Sorry Finnick...Do you want a sugar cube?) 
Infine, ringrazio infinitamente le due ragazze che hanno recensito il primo capitolo, perché senza di loro, non avrei avuto la forza di continuare questa storia. E ringrazio anche le quattro persone che hanno inserito la storia tra le seguite :3


INFOOORMAZIONE DI SERVIZIO: Ho chiesto il cambio di Nick, e non so quanto potranno metterci, comunque diventerà "clapton" (vedi: clapton davis, personaggio di Josh Hutcherson in Detention) 
SECONDA INFORMAZIONE DI SERVIZIO, BICOS DU GUSTIS (?) IS MEI CHE UAN. (cit. by mia nonna e la sua dentiera). ho iniziato una long su Josh Hutcherson e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensaaate. 
questo è il link:
----> 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2020254&i=1

Inoltre volevo chiedervi se anche voi avevate visto il trailer di Catching Fire, e se anche voi, non fate altro che sclerare in attesa di poter vedere sul grande schermo Peeta gambadilegno Mellark che si fa sbaciucchiare fal DA' BEST Finnick. 
Eeee come al solito, Recensite! Mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate di questo seguito, se volete che vada avanti o che corra a nascondermi. Se avete delle critiche sono ben accette, come sempre c: *non siate crudeli pls*

Lots of Love


Clapton (che si ostina a Don't dance(?) )

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Capitolo 3
*** Jump into the fog. ***


-Perché l’hai fatto?-
Vedo Gale sussurrare qualcosa scoraggiato. Giurerei di aver visto i suoi occhi, grigi almeno quanto i miei, diventare opachi, lucidi…ma forse è stata tutta immaginazione.
L’immaginazione di una ragazza che da qualche minuto non è più “Katniss l’Abnegante”, ma “Katniss l’Intrepida”.
Sento l’impulso di chiedergli scusa, di fargli capire che non volevo realmente abbandonarlo, ma che avevo bisogno di sentire la vita che sto conducendo, finalmente mia.  Vorrei poter abbracciare per un’ultima volta sia Prim che Gale, ma so che lui rifiuterebbe qualsiasi contatto da parte mia.
Probabilmente ora mi odia, anche se non ne ha le ragioni. Lui ha scelto di vivere dell’aiuto reciproco, mentre io ho scelto di vivere di adrenalina.
Lascio che la folla di Intrepidi, una delle più numerose presenti all’interno della sala, mi inghiotta, ed in un secondo mi ritrovo immersa tra decine di ragazzi come me. Anche se “come me” rimane sempre un concetto ben lontano dalla realtà.
Io sono in pericolo, e lo sarò per ogni giorno della mia vita ormai. Da quando il Test Attitudinale mi ha dichiarata Divergente, ho imparato a guardarmi le spalle.
Essere Divergenti è rischioso, molto, ma non di certo per gli altri.
Ma per il Divergente stesso.
La Divergenza è anche sinonimo di morte, e se voglio rimanere viva, devo imparare a mentire su me stessa da ora in poi.
 
Non appena noto il gesto di Gale, la rabbia sale, sento il bisogno di stringere i pugni per evitare di scattare e spingerlo via da Prim.
Non voglio che la abbracci come se dovesse consolarla dall’aver perso una sorella.
Non voglio che mi tratti come se fossi appena morta davanti agli occhi di tutti.
Non deve avvicinarsi a mia sorella; lei ha capito il mio atto, lei mi ha sorriso, lui invece, si è limitato a giurarmirancore con un solo sguardo.

***

Sento di ritornare alla realtà quando un Intrepido mi spinge in avanti per spronarmi a muovermi con il resto del gruppo. Se ne stanno andando via.
Ormai la Cerimonia, tra brusii di disapprovazione, applausi, urla di gioia e dolorosi silenzi, si è conclusa, quindi ogni fazione può ritornare alla propria sede accompagnata dai nuovi membri.
In realtà noi non siamo ancora membri, e, come iniziati, valiamo molto poco all’interno della fazione.
Se è possibile, io valgo ancora meno di un Iniziato che ha deciso di rimanere fedele alla propria vecchia vita; in quanto trasfazione, la vita tra gli Intrepidi sarà molto difficile, e dovrò trovare il modo di farmi valere se voglio essere riconosciuta.
 
Non appena le porte del salone vengono spalancate, tutti gli Intrepidi si riversano sulle scale correndo e saltando tra i due corrimani.
Eppure, ero convinta che solo gli Abneganti preferissero le scale all’ascensore, ma d’altra parte, non è possibile dare sfogo alla propria vena ribelle in un loculo due metri per tre.
Inizio a correre anche io, imitando il comportamento dell’Iniziato Intrepido davanti a me. Sono meno veloce dei veri Intrepidi, ma la più veloce rispetto agli altri trasfazione. Correre mi fa sentire libera, ed è proprio per questo che ho cambiato fazione.
Volevo avere la possibilità di sentirmi finalmente emancipata.                                
Finalmente ci troviamo fuori dall’edificio, e in un momento solo riesco a sentirmi una persona completamente diversa.
Una persona migliore.
Continuo a correre e, più aumento di velocità, più un sorriso si fa strada sul mio viso.
-Non vorranno mica farci saltare sul treno…in corsa?- un trasfazione dei Candidi corre a perdifiato con la paura, dipinta in volto, di non riuscire a superare questa prova.
Ed ecco che il mio sorriso scompare; inizio a sentire le gambe molli, una morsa dolorosa al fianco mi toglie il respiro e la vista inizia ad annebbiarsi.
Vorrei provare almeno a rispondergli, ma appena il mio sguardo cade sul treno che aumenta di velocità, mi sento morire soffocata, come se mi fosse cresciuto un nodo in gola indissolubile. Non saltare sul treno significa diventare Esclusi, e forse rischiare di finire direttamente sotto le rotaie si potrebbe rivelare una previsione migliore che vivere il resto della mia vita privata di qualsiasi cosa.
 
Senza pensarci, salto.
Riesco ad aggrapparmi alla maniglia del portellone, ma non sono al sicuro con il corpo dentro al vagone. Il vento contro il mio viso ha la potenza di uno schiaffo, e ciocche di capelli scuri mi scivolano fuori dalla treccia coprendomi il viso.
Sento le mani scivolare. In quel momento, un unico pensiero mi fa raggelare il sangue dal terrore.
Non ce la posso fare.
Cerco di concentrare tutta la mia forza nelle braccia, ma sembra non essere abbastanza. Strizzo gli occhi per lo sforzo disumano, ma prima che io possa finire sotto le rotaie del treno due forti braccia mi afferrano e mi tirano nella carrozza.
Salva.
Il treno devia improvvisamente e mi ritrovo accasciata sul ragazzo che mi ha salvato la vita.
Peeta.
Scatto in piedi per evitare di mostrarmi anche solo minimamente rossa in viso per colpa sua. Nessuno deve pensare che io sia particolarmente emotiva o debole.
Gli do le spalle e mi limito a sussurrare un debole “grazie” che finisce seppellito sotto l’incessante rumore del treno che sfreccia sulle rotaie.
La base degli Intrepidi è lontana, e per evitare di cadere fuori dal portellone durante una curva, mi siedo appoggiando la schiena alla parete, ed aggrappandomi con le braccia ad un sedile ormai distrutto.
Osservo tutti gli Iniziati, e noto che mancano due di noi.
Due di noiche non ce l’hanno fatta.
Due di noiche forse hanno preferito non tentare nemmeno, piuttosto che morire dilaniati dal metallo arrugginito del treno.
Due sedicenni che ormai sono diventati Esclusi.
Rabbrividisco e chiudo per un momento gli occhi, lasciandomi cullare dagli sbalzi costanti del treno.

***

 
-Tu pensi…pensi di aver fatto la scelta giusta?- senza guardarmi, Peeta mi risveglia, solo con un sussurro. Continua a fissare fuori dal portone del treno, stringendo gli occhi quando la luce del sole lo colpisce dritto in viso.
Ogni volta che lo osservo mi sembra di conoscerlo da una vita, come se al posto di Gale, ci fosse stato lui, nella nostra fazione, in tutti questi anni.
Peeta Mellark un Abnegante.
Scuoto la testa sorridendo per scacciare via la malsana idea. Tutt’ora mi sembra completamente inspiegabile il fatto che Peeta sia entrato a far parte degli Intrepidi.
Per me rimarrà sempre il Pacifico che, qualche giorno fa mi ha aiutato a rialzarmi nel bel mezzo del corridoio, quando, al contrario, nessun altro lo avrebbe fatto.
-Io credo di si…almeno, fino a che non mi costringeranno ad ammazzare qualcuno, suppongo..- prosegue, come se volesse spronarmi a rispondere.
Mentre lui continua ad osservare il paesaggio modificarsi alla velocità della luce al di fuori del treno, ne approfitto per osservarlo.
I capelli biondi, mossi dal vento, gli ricadono sugli occhi socchiusi. Sembra un ragazzo dolce, e non capisco come potrà in futuro…massacrare qualcuno…
Peeta ha parlato di uccidere persone, e io so di non essere negli Intrepidi per questo, ma per avere la libertà che mi è sempre stata negata.
-Suppongo…- sussurro per non farmi sentire dalla Candida che si trova al mio fianco..-di sì. Volevo poter essere me stessa, e loro me ne daranno la possibilità, credo..-
Con una sola domanda, Peeta è riuscito a farmi dubitare per intero della mia scelta.
E se si trattasse solo di fare del male a persone innocenti?
Inizio a pensare a Prim, a l’immagine di qualcuno che le fa delmale, un Intrepido che la picchia e quasi mi viene da piangere.
Nascondo il viso tra le mani; nessuno deve vedere le lacrime rigarmi il viso.
Non fanno esattamente parte del concetto di “coraggioso”.
Sento una mano posarsi con delicatezza sulla mia spalla per poi esercitare una leggera pressione.
-Katniss..- pronuncia il mio nome con una punta di preoccupazione mista a solidarietà nella voce.
Non so perché, ma sentire Peeta pronunciare il mio nome, in quella maniera così serena, mi fa sentire meglio.
-Sto bene, solo..- Peeta mi interrompe, serio in viso, non lasciandomi finire la frase.
-Dobbiamo saltare sul tetto, o falliremo ancora prima che l’iniziazione sia cominciata- dice indicando il tetto di un edificio non molto lontano dal punto in cui il treno si trova ora.
 
Inizio ad avere paura.
E se mancassi il tetto anche solo di un centimetro? Cadrei nel vuoto.
In un momento vedo me stessa, stesa sull’asfalto, braccia e gambe in posizioni innaturali, immersa in una pozza di sangue che continua ad allargarsi, come se stesse divorando l’asfalto sui cui giaccio.
No, non posso sbagliare, devo farcela per forza.
Ma alla fine, la verità è che non ho nessuno per cui “lottare”.
Ho abbandonato l’unica persona per cui valeva la pena combattere, per cui avrei cercato di correggere ogni male al mondo, nella mia vecchia fazione.
Cerco di non immaginare Prim perché farebbe troppo male rivederla mentre mi sorride incoraggiante.
Appena riapro gli occhi vedo una mano che mi invita ad alzarmi.
La afferro, ma appena in piedi, non la lascio.
Per il momento non ne avrei il coraggio, e a Peeta non sembra dispiacere la mia determinazione a non lasciare la sua mano.

***

Siamo in piedi, tutti in fila pronti davanti al vano del treno.
In questo momento, tutti gli Iniziati sono attraversati da un solo pensiero.
“Dobbiamo farcela, dobbiamo arrivare a quel tetto vivi.”
Peeta mi stringe la mano con intensità; forse anche lui inizia ad avere paura, anche se, ora, sembra molto più determinato di me all’idea di saltare.
-Hey Rigida…- la voce della Candida che prima era il mio fianco mi richiama; posso sentire il disprezzo con cui ha rimarcato lo sgradevole appellativo di “Rigida”. –Che c’è, te la fai così sotto all’idea di saltare, che hai bisogno della mano del biondino?-
-Smettila Dolly..- la rimbecca seriamente un ragazzo dai capelli scuri, appoggiato con la schiena ad un’asta nel bel mezzo del treno.- la Rigida ed il suo innamorato saranno venuti qui per stare assieme, e ora si tengono la mano come due sventurati amanti…quanta dolcezza c’è nel loro senso di morte vicina..- entrambi scoppiano una risata carica di disprezzo.
Mi volto immediatamente ad osservare Peeta per capire cosa gli stia passando per la testa.
Lui si limita ad osservare quel sottile spazio che c’è tra il treno ed il tetto che dovremmo raggiungere.
Una linea sottile quanto quella che divide la vita dalla morte.
Dalla nostra morte, in questo caso.
-Non ascoltarli, sono solo due idioti.-
-Non credevo che ad un Pacifico fosse permesso giudicare due persone così aspramente.- Scherzo rimembrando quanto i Pacifici fossero inclini a trovare un lato positivo anche nel più infimo uomo.
-Ma io non sono più un Pacifico, ricordi?- Il tetto è vicino e mi accorgo di quanto Peeta sia molto più consapevole di me di aver abbandonato definitivamente quello che era per concedersi una nuova vita. –Pronta a saltare? Se vuoi saltiamo insieme..-
Annuisco; forse insieme possiamo farcela, senza trascinarci l’un l’altro nel profondo baratro dell’annullamento eterno.
-Al tre.- grido per sovrastare il rumore del treno che aumenta di velocità sterzando sulle rotaie.
-Uno!-
-Due..- sono sempre più sicura. Finalmente riesco a inquadrare chiaramente la situazione.
Io sono Katniss, un’Iniziata Intrepida. Questo salto rappresenta il passo iniziale verso una nuova vita; la mia vita da Intrepida in cui potrò andare incontro ad ogni limite, senza mai aver il terrore di pensare troppo a me stessa e troppo poco alle persone che mi circondano.
-Tre!- grida Peeta trascinandomi con sé verso la bruciante ghiaia di cui è cosparso il tetto.
Mi ritrovo inginocchiata, con le mani graffiate, ma pur sempre pronta a rialzarmi. Un dolore mi attraversa le braccia ma sto bene.
Peeta è atterrato quasi in piedi, e non appena si risolleva del tutto, mi sorride.
Non riesco nemmeno a rialzarmi che qualcosa, o meglio, qualcuno mi piomba sulla schiena, facendomi sbattere il viso sul pavimento con estrema veemenza.
 
Per un momento vedo tutto nero e sento di non poter comandare nessuna parte del mio corpo.
E’ come si mi avessero gettato l’intero vagone da cui solo saltata, addosso. Il peso sulla schiena scompare, ma la vista rimane annebbiata e percepisco i suoi ovattati.
Sento qualcuno chiamare il mio nome, ma credo di avere gli occhi troppo gonfi per riconoscere di chi si tratta.
Non appena riesco a scorgere il mondo che mi circonda in maniera più nitida, mi passo le mani sul viso bruciante per rimuovere anche da esso la ghiaia.
Un graffiomi attraversa la guancia e non appena lo sfioro, un tremito di dolore misto ad eccitazione mi pervade.
Un graffio del genere non può che darmi un aspetto più Intrepido, penso.
 
La prima cosa che vedo sono Peter e Dolly che si danno il cinque, lei che urla di avermi usata come tappeto per atterrare e lui che ride e mi indica come se fossi un fenomeno da circo.
Per la seconda volta nella giornata, mi ritrovo pronta a stringere i punti ed affondare le unghie nel palmo della mano, tutto per reprimere la rabbia che vorrei sfogare sopra l’espressione da presuntuoso di Peter.
Ad interrompermi ci pensa Max, uno dei Capi-fazione, che ci da il benvenuto spiegando come tutte la nostra vita sta per cambiare.
In meglio per alcuni, in peggio per altri.
Max lancia un’occhiata rapida giù dal tetto e poi squadra tutti noi. Non si lascia scappare nemmeno un Iniziato e, quando il suo sguardo si posa su di me, mi sento inspiegabilmente debole.
E’ come se Max avesse la capacità di leggermi nel pensiero, di trovare ogni mia singola paura ed urlarla davanti a tutti gli altri per rendermi più debole.
-Qui sotto sapete che c’è?- molti iniziati scuotono la testa, Peter, invece, continua a darsi di gomito con Dolly.
-Qui sotto c’è l’entrata del nostro complesso residenziale. Solo da lì potrete accedere all’interno del palazzo. E c’è solo un modo per arrivare li sotto… Volete indovinare quale?- il sottile gioco mentale di Max mi spaventa.
Passeggia davanti a noi come se aspettasse solo che qualcuno,  preda della disperazione più totale, prenda lo slancio per gettarsi giù dal tetto.
E forse è proprio questo che vuole… che ognuno di noi si getti dal tetto.
-Scale per caso?- scherza Peter, venendo immediatamente fulminato da Max.
-Non scherzerei tanto se fossi in te, trasfazione. L’unico modo per scoprire cosa vi aspetta all’interno della nostra base è saltare giù dal tetto. E forse sarai proprio tu a piombare nel vuoto per primo…o stai pensando di aver sbagliato fazione?- inizio ad ammirare Max. Una delle poche persone capaci di far capire a Peter che lui non vale più di nessun’altro.
Peter è un trasfazione, e come tutti noi, la sua identità ufficiale di Intrepido è appesa ad un filo.
Osservo per un momento il cornicione.
Forse sotto mi aspetta il vuoto, o forse una protezione…forse c’è dell’acqua, non lo so. Quello che so è che non lascerò di certo a Peter l’onore di scoprirlo per primo.
Strappo le maniche della camicia attirando lo sguardo di Peeta su di me.
-Katniss che vuoi fare?- sussurra preoccupato, ma fingo di non averlo sentito. Avanzo e appena supero Peter gli lancio la stoffa delle maniche dritta in viso.
Salgo sul cornicione e chiudo gli occhi per un momento.
Non sto per morire, non lo permetterebbero.
Questo sarà il salto che segnerà la mia divisone definitiva dalla mia vecchia vita. Con questo, sarò pronta davvero per l’iniziazione degli Intrepidi.
In un secondo piego le ginocchia e salto.
Le orecchie fischiano e sento la stoffa della camicia gonfiarsi, fino a che qualcosa mi impedisce di andare ancora più in fondo.
Rimango impigliata… in una rete.
Ma certo, con questo impediscono agli iniziati di sfracellarsi al suolo, con una rete.
 
Un ragazzo dai capelli ramati e gli occhi scuri mi tende la mano.
-Una Rigida che salta per prima. Non si era mai visto. Complimenti..-sorride incoraggiante, pur rimanendo serio con lo sguardo. Afferro la sua mano e finalmente mi trovo sul cemento.
Noto una folla dietro alle sue spalle, da cui spunta una ragazza.
- una Rigida, che da inizio alle danze, beh complimenti ragazza mia… Quattro, lo annunci tu o io alla folla?-
-Lauren..- la richiama il ragazzo..- Allora, come ti chiami?-
La sua voce profonda mi spinge a pensare. Non sono più una Everdeen, da oggi in poi sono solo Katniss.
-Katniss..-
Quattrosi gira verso la folla e grida: “A saltare per prima: Katniss”.
Poi si gira verso di me e mantiene il suo sorriso.
-Benvenuta tra gli Intrepidi, Katniss.-
 







Angolo scrittrice.
Ma Buonsalve! ^^ Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma ero ferma a metà capitolo senza capire come uscirne lol Vi annuncio con piacere che questo è
l'ultimo capitolo che si rifà alla prima parte di Divergent. D'ora in poi via alla libera ispirazione, yee. Dal quarto capitolo ci saranno solo riferimenti a Divergent come trama, con i personaggi di Hunger Games c: Mi distaccherò il più possibile dal libro, lo giuro. lol

Io vi
dichiarerò amore eterno. Non ho mai avuto cinque recensioni per un solo capitolo! E' come se Un Peeta ricoperto di Rune mi chiedesse di fare un giro giù per il Pozzo degli Intrepidi mentre stringe un Tridente.
Insomma, è
assurdo per me c':
E festeggio pure il fatto che il primo capitolo sia stato visualizzato
150 volte.. Io vi aaaamo. 
Ringrazio davvero infinitamente coloro che hanno recensito i capitoli, e anche le otto dolci personcine che l'hanno inserita tra le seguite, 
perché senza tutti voi, non avrei avuto la forza di continuare questa storia.

INFORMAZIONE DI SERVIZIO: *non ve ne fregherà* ma sabato parto finalmente per il mare! Sono tra-incasinata con tutti i compiti che ho, ma partirò per Lerici lol Quuuindi non potrò aggiornare ne scrivere per tutta la settimana. Prevedo che mi porterò un quaderno per eventuali appunti, ma forse fino alla fine delle prossime due settimane non riuscirò ad aggiornare, non uccidetemi lol

SECONDA INFORMAZIONE DI SEEEEERVIZIO: Se volete, io sono su twitter (amo quel social), @hutchssmjle , quindi se volete insultarmi, oppure anche solo menzionare ci sono sempre ^^

Eeee come al solito, Recensite! Mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate di questo seguito, se volete che vada avanti o che corra a nascondermi. Se avete delle critiche sono ben accette, come sempre c: *non siate crudeli pls*

Lots of Love


Clapton (che si ostina a Don't dance(?) )

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