Beauty of Serpent - La bellezza del Serpente

di Pachiderma Anarchico
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -1- ***
Capitolo 2: *** •Capitolo 2• ***
Capitolo 3: *** •Capitolo 3• ***
Capitolo 4: *** •Capitolo 4• ***
Capitolo 5: *** •Capitolo 5• ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** -1- ***


 

Lo sguardo cadde sul riflesso nello specchio, il suo riflesso.

Capelli neri come la notte risplendevano ordinati sulla fronte chiara. Il viso, dai tratti delicati e eterei, ospitava due occhi blu acciaio, al momento indecifrabili, e delle labbra piene di un tenue color rosa antico. La figura del suo corpo, nella divisa nera con il simbolo di un serpente verde e argento sul lato sinistro, era nel complesso altezzosa e distinta. La mano sfiorò la bacchetta che portava sempre carezzandola dolcemente, poi la mise sotto la veste uscendo dai dormitori maschili di Serpeverde e si diresse verso la Sala Grande, salendo dal sotterraneo. Stava per entrare nella sala quando un sibilo lo fece voltare di scatto. Un serpente lungo quattro metri di un verde smeraldo scivolava silenzioso verso di lui.

-Nagini- sussurrò il giovane -Non puoi seguirmi fin qui-.

Si avvicinò al rettile e gli tocco affettuosamente la testa. Quello sibilò quasi come se facesse le fusa.

-Torna nei sotterranei e restaci.-

Il serpente annuì e si allontanò nell'attimo in cui una voce profonda parlò dietro di lui.

-Non vai a goderti il banchetto di inizio anno Tom?-

Tom Riddle si voltò per incontrare gli occhi di Albus Silente, che sembravano scrutarlo con circospezione.

-Si certo, ho ritardato a disfare il baule, ma adesso vado- disse lui sicuro e affabile, senza il minimo tentennamento. Si apprestò a dirigersi verso la Sala Grande, la cui porta era proprio davanti a lui. Tom era sicuro che Silente sapesse del serpente, che lo avesse visto in quel momento o ne era a conoscenza da prima, non era importante. Lo sapeva ma aveva taciuto, lo sapeva ma non aveva detto niente.

Qualunque altro insegnante avrebbe sentenziato che un serpente non era ammesso a Hogwarts, gli avrebbe tolto dei punti o la carica di prefetto per aver introdotto un animale di nascosto nel castello, ma lui no.

A che gioco stava giocando?

Molti occhi caddero su lui quando scivolò agilmente fra i tavoli per raggiungere quello della sua casa, Serpeverde, ma lui non ci badò. Era abituato ad essere spesso al centro dell'attenzione per le sue ottime capacità magiche o per aver parlato con un serpente nel parco della scuola.

Si sedette al centro fra due compagni, in mezzo ai soliti compari che si trascinavano ovunque lui andasse, ammirandolo e guardandolo con rispetto.

Gli occhi freddi e imperturbabili di Tom si posarono su Silente, al tavolo degli insegnanti, seduto accanto al preside Dippet, che si serviva tranquillo di arrosto di maiale parlando sommessamente con quest'ultimo.

Che cosa credeva, che si sarebbe accontentato di un rospo?

Eppure, anche se Silente non sembrava volesse denunciare Tom, egli non credeva che avrebbe lasciato perdere. Gli avrebbe rifilato le solite storie sulla lealtà, l'amore e sciocchezze simili?

E proprio mente si serviva di costolette, l'acciaio dei suoi occhi si allacciò al celeste di quelli dell'insegnante, che annuì amichevolmente in segno di bentornato.

Tom annuì di rimando, ma non c'era niente di amichevole nel suo cenno rigido. Socchiuse le palpebre affilando lo sguardo proprio quando una fenice dalle piume scarlatte e gli occhi brillanti compariva sulla spalla di Silente.

Quel pennuto era permesso, la sua Nagini no.

Lo vedremo” pensò, sorridendo pericolosamente.

Che il sesto anno inizi.





Spazio Autrice.
SI, sono le 2.02 di notte che io non ho voglia di andare a letto, per questo vi sbatto questa bella storiella su uno dei miei personaggi preferiti di quella meravigliosa saga che si chiama Harry Potter, ne avete sentito parlare?
Dopotutto, "non ci sarà bambino al mondo che non conoscerà il suo nome".
Si parte dall'inizio del 6°anno di Tom Riddle, ha già aperto la Camera dei Segreti al quinto e Mirtilla Malcontenta è già bella che morta.
Silente è insegnante di Trasfigurazione ed è l'unico a non subire il fascino del giovane Sperverde, cosa che lo irrita non poco xD
Bene, detto questo non so se continuarla o meno, l'ho scritta in un lampo di genio.
Fatemi sapere che ve ne pare, e ricordate,
We Are the HP Generation.

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Capitolo 2
*** •Capitolo 2• ***


Eccomi! Sono un tantino di fretta, ma vorrei ringraziare ugualmente i quattro recensori del mio Prologo:
Sonny_Riddle
Manuela McGranitt
Persaneisuoiocchi
NoLightNoLight


Spero che il primo capitolo vi entusiasmi allo stesso modo. 
Yuri Hiwatari





•Capitolo 1•


I boccoli lucidi color castagno scuro erano legati in una crocchia stretta dietro la testa. Gli occhi azzurro cielo erano puntati con severità sulla cravatta rossa e oro che teneva legata in un nodo perfetto intorno al colletto della camicia candida appena visibile sotto il nero della divisa. Lo squadrava da dieci minuti, cercando eventuali imperfezioni nella sua figura. La pelle, rosea e liscia, splendeva di una scintilla ormai matura, da donna. Le labbra sottili, di un delicato rosa cipria, erano contratte in una linea dura, mentre lei aggiustava le maniche del mantello, o la gonna grigio scuro.
-Minerva, stai maledettamente bene! Allontanati da quello specchio prima che ti schianti!-
Augusta Paciock dovette letteralmente trascinarla giù per le scale che portavano alla sala comune di Grifondoro.
Minerva non era vanitosa o arrogante, ma amava la precisione, su di se soprattutto.
Attraversarono il buco del ritratto per dirigersi nell'aula di Pozioni, nei sotterranei.
-Che voti hai conseguito ai G.U.F.O.?-
Chiese Minerva rimproverando due ragazzini del terzo anno perchè importunavano un quadro che per la disperazione minacciava di impiccarsi.
-Buoni. Non quanto i tuoi ma..-
-Non diciamo sciocchezze, so che mi hai superata in Babbanologia e Cura delle Creature Magiche.-
-Si be..- Augusta sorrise tra l'imbarazzata e il compiaciuta.
Entrarono nell'aula di Pozioni.
Le pareti in pietra erano tappezzate da tante piccole bottigliette con liquidi di vario colore o ingredienti. Alcuni brillavano, altri emanavano vapori, altri si muovevano da soli.
Minerva e Augusta presero posto intorno a uno dei tavoli con alcuni studenti di Grifondoro e pochi di Tassorosso.
-Bentornati!- tuono allegro il professor Lumacorno, panciuto come sempre e vestito di velluto color melanzana da capo a piedi. 
-Vedo che un po' di studenti di tutte le case hanno deciso di continuare a seguire pozioni dopo i G.U.F.O. Abbiamo.. -contò sbirciando fra i tavoli -Sei di Grifondoro.. Quattro di Corvonero.. Tre di Tassorosso e.. Sei di Serpeverde.- il suo sguardo indugio su alcuni ragazzi, poi batté sonoramente le mani.
-Bene, molto bene. Sono stato soddisfatto dei vostri risultati in Pozioni alla fine dello scorso anno e spero che non abbiate ricevuto sorprese spiacevoli riguardo ai voti. Ora, prendete il libro e iniziamo, saranno due anni impegnativi, i M.A.G.O. non scherzano. Oggi prepareremo la pozione Cura Ferite.-
Tutti gli studenti tirarono fuori il loro volume andando al capitolo per preparare pozioni di cura, e cercarono quella richiesta .
-Non é difficile da ottenere ma richiede precisione- continuò Lumacorno. -Il risultato deve essere una pozione fumante di un viola acceso.. Come stai Tom? -Cambiò in un attimo discorso- Passate belle vacanze?-
Minerva, come la maggior parte dei presenti, si voltarono verso un ragazzo che era difficile non notare, con i suoi capelli scuri e il suo portamento elegante, oltre alla fama di eccellente mago che si era creata durante i suoi cinque anni a Hogwarts.I Serpeverde intorno a lui sembravano gongolare dell'attenzione che ormai tutti riservavano loro quando c'era Tom Riddle in giro, ma il ragazzo sembrava non farci caso.
-Niente è più bella di Hogwarts signore- rispose prontamente lui.

-Oh certo certo- Lumacorno fece un gran sorriso come se il suo studente avesse scoperto un nuovo incantesimo per creare Ananas Canditi dal nulla. -Non ne dubito e.. Bè..? Buon lavoro!- Sbottò come risvegliatosi da un sogno e aver notato che c'erano anche altre persone in quel luogo.
Augusta cominciò a leggere velocemente le istruzioni prendendo un tronchetto e sfilacciandolo con un coltello, *Newton Scamander, un Tassorosso intelligente ma un tantino scontroso, aggiungeva velocemente gli ingredienti nel calderone scuro, e il liquido bianco al suo interno diventò di un tenero lilla. I Corvonero poco più in là, che dividevano il tavolo con i Serpeverde, avevano già una sottile striscia di fumo bianco emanata dal loro calderone. Ma Minerva osservava Riddle con la coda dell'occhio che, con espressione rilassata, tagliava velocemente a pezzetti dei cornetti rossi. Il professore di Pozioni stravedeva per lui, nonostante lei avesse ricevuto il massimo ai G.U.F.O. in quella materia. Per lui il giovane Serpeverde era l'emblema dello studente e del mago perfetto. Attento, capace, sveglio e talentuoso. Scosse la testa e si apprestò a seguire alla lettera le indicazioni del libro, e man mano che i minuti passavano la sua pozione diventava sempre più viola. Augusta non era famosa per la pazienza e quando la sua posizione non cambiava minimamente tonalità da un vivo color magenta, si passò nervosamente una mano fra i capelli ricci e sbirciò il lavoro di Minerva, a cui mancava solo il fumo. 
-Bene Coran-  sentenziò il professor Lumacorno passando accanto ad uno studente di Corvonero.
Una lieve nebbiolina iniziò ad alzarsi della pozione di Minerva.
-Finnigan la tua pozione sibila?-
-È vero professore, sentiamo uno strano rumore..- disse perplesso uno studente di Grifondoro accanto a lui.
Per un momento Tom si guardò intorno accertandosi che il sibilo non provenisse da qualche altra cosa,  ma poi sì pensò che Nagini non l'avrebbe mai disubbidito. 
Minerva mise un po' della sua pozione viola brillante e fumante in una fialetta, la chiuse con un tappo di sughero magico e la poggiò sul tavolo nell'istante in cui la pozione di Finnigan scoppiò imbrattando studenti e muri.
Lumacorno saltò dietro la scrivania.
Augusta urlò e si coprì il viso dietro il calderone.
Finnigan si trovò con la faccia viola mentre gli fumavano i capelli.
I Serpeverde ridevano sprezzanti e i Corvonero scuotevano infastiditi la testa. 
Ognuno aveva un po' di pozione sulla propria divisa, e a Newton Scamander era schizzata sulla faccia, ustionandolo incontrollabilmente.
-Hai creato una pozione Eslodente ragazzo mio.- Lumacorno cinse le spalle di Scamander offrendosi di accompagnarlo in infermeria, mentre quello lanciava imprecazioni a destra e a manca.

-Lasciate una fiala con la vostra pozione sulla cattedra.- Ordinò prima di uscire.

*§Δ*

-Che è successo?- chiese Pamela Parkinson quindo Tom entrò nella sala comune di Serpeverde con la divisa nera macchiata di fumante pozione viola.
-Uno scambio tra una pozione Esplodente e una Curante. Com'è possibile confonderle? La ricetta e il metodo di preparazione sono totalmente differenti.- disse marcando le ultime due parole con estrema chiarezza.
Pamela emise una risatina si spostò la liscia chioma nera di lato, puntò la bacchetta contro le macchie sulla divisa.
-Tergeo- disse ad alta voce e la pozione venne risucchiata dalla punta della bacchetta.
-Non sanno fare i maghi questi Tassorosso.-
-Vado a Trasfigurazione. Nagini?- chiese prendendo il foglio con su scritti gli orari delle lezioni.
-È nel dormitorio e..-
-Perfetto- la interruppe sbrigativo. -A Trasfigurazione Grifondoro e Serpeverde quest'anno.-
-Oh che gioia.- disse sarcastico Dolohov, un ragazzo dai capelli lisci color mogano e la corporatura robusta.
-Meglio muoversi, la McGranitt sarà già li dal suo "professore preferito"- alzò seccato gli occhi al cielo.
-La prefetta di Grifondoro dici?- Pansy fece una smorfia. -È una so-tutto-io, rispetta sempre ogni tipo di regola e stravede per Silente.-
-E Silente stravede per lei.- concluse Dolohov perentorio. 
-Però stravede anche per te Tom.-
Pamela lo guardò maliziosa.
Tom alzò lo sguardo dagli orari -Per me?-
-Ovvio, sa benissimo che sei il migliore, li capisce subito i grandi lui. Le potenzialità eccezionali della magia.-
-E tu?- chiese Dolohov con scherno, sicuro di una risposta negativa e qualche risata maligna. -Stravedi per Silente?-
Tom lo guardò con un'espressione sottile, un sorriso enigmatico gli increspava appena le labbra mentre nei suoi occhi aleggiavano una punta di compassione e il luccichio di un sapere che sembrava avesse capito solo lui.

-Sarei uno sciocco a non stravedere per Silente.-




*
Newton Scamander ("Newt" Artemis Fido Scamander) è un magizoologo e autore di Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli
Ho pensato a lui perchè è il nonno del marito di Luna Lovegood, Rold Scamander. Nel libro non è menzionato, ma su internet è facilmente trovabile poichè la Rowling ha svelato l'albero genealogico di alcuni personaggi.
Nella mia storia, che è nel passato, la generazione di Tom Riddle, è uno studente del 6° anno molto dotato. E' un Tassorosso Purosangue.

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Capitolo 3
*** •Capitolo 3• ***


 


 

 

•Capitolo 3•



Tom Riddle scese a colazione il giorno seguente con un cipiglio abbastanza seccato. Presto sarebbe ricominciato il Quiddich, con le sue selezioni, il suo accanito tifo e i motivetti che le Case si inventavano per scoraggiare un giocatore del team avversario. Come se non bastasse il preside Dippet lo annunció a tutta la scuola quella mattina, e Tom dovette sforzarsi di non lanciare maledizioni a chiunque sorridesse e si desse pacche sulle spalle alla luce di quella  lieta notizia, Serpeverde compresi. Che cosa c'era di utile o vantaggioso nel volare su una scopa? Non l'aveva mai capito. C'erano altri modi per volare, modi più sicuri, più veloci, di effetto. Su una scopa eri vulnerabile a qualsiasi incantesimo lanciato da qualcuno con una buona mira, eri completamente scoperto alle intemperie del tempo, potevano lanciare il malocchio sulla scopa e tu saresti finito con il naso per terra senza neanche rendertene conto.  Quella Mc Granitt invece ad esempio, era elettrizzata all'idea di far parte nuovamente della squadra di Quiddich di Grifondoro. Dal quarto anno giocava sui manici di scopa a Hogwarts, e quest'anno si vociferava che potesse diventare capitano. Solo che la conferma ufficiale sarebbe arrivata fra qualche giorno. Come se a lui importasse qualcosa. La Mc Granitt era una strega mediocre, a rincorrere illusioni e sogni. Brillante e sveglia, lo metteva in dubbio; ambizione, ne aveva da vendere. Ma mancava di quella scintilla.. Di quel fascino.. Di quella unicità. Attaccata agli "amici", ai voti e ai libri, non sarebbe mai andata lontana senza un aiuto. Attaccarsi a chi ti puó tradire è un errore fatale. Poggiarti a chi puó cadere, letale. Alleati sempre, amici mai. Era questa la frase che più rappresentava Tom Riddle. La disse Silente, al terzo anno, quando Tom, in un attimo di cieca rabbia, non controlló i suoi poteri, che si aizzarono contro una sua coetanea Corvonero. Ella doveva aver in qualche modo "ferito" Tom. Nel bel mezzo di una sfuriata gli sputó contro che lui era solo un orfano che si era ritrovato mago, un Mezzosangue che non la avrebbe superata in Difesa Contro le Arti Oscure mai più. Quando Silente accorse per fermare la magia di Tom sulla ragazza, tutti i suoi compari Serpeverde erano pronti a raccontare la loro versione dei fatti, in cui Tom era ovviamente sempre innocente. Pronti a sacrificarsi per lui, pronti a prendersene la colpa. Eppure non uno, neanche uno di loro,  conosceva il perchè il controllato, freddo calcolatore Tom Riddle, capace di mascherare così bene i suoi pensieri e i suoi sentimenti, avesse reagito così. Pronti a salvarlo senza sapere perchè, ammirati dall'aura di potere che aleggiava intorno a lui. Silente riconobbe degli alleati in quei ragazzi, ma non degli amici. Degli amici veri avrebbero saputo cosa aveva scatenato in Tom quella reazione, mentre degli alleati facevano il loro dovere senza fare troppe domande, senza pretendere troppe risposte.

 

Un quarto d'ora dopo l'accaduto, nel suo studio, Silente aveva detto a Tom quelle esatte parole: “Alleati sempre, amici mai”.

Ed era ancora vero, tre anni dopo. Sulla soglia dei suoi diciassette anni, era ancora così, perchè Tom Riddle non aveva mai desiderato farsi degli amici, non aveva mai desiderato sostegno o conforto. Cadeva e si alzava da solo. I suoi compari Serpeverde erano un valido aiuto certo, ma lui non aveva bisogno di raccontare in giro i suoi problemi o svelare i pensieri che vagavano nella sua mente, come gli altri sentivano in dovere di fare. Parlare di se, delle proprie paure, dei propri problemi, era come un modo per dire: “Anche io ho punti deboli”, e questo non rientrava proprio nei suoi voleri. Come previsto le lezioni e gli argomenti di studio erano molto più difficili in vista dei due anni che avrebbero preparato gli studenti per gli esami finali, i M.A.G.O., già il primo giorno vennero assegnati molti compiti e i professori premevano di far capire agli studenti che rispettare i tempi e saper destreggiare il lavoro in base alle ore a propria disposizione era importante, ma ovviamente quasi tutti rimandavano il lavoro da fare.

-Penso di lasciare Divinazione- disse Dolohov ad un certo punto, consultando l'orario delle materie quella mattina.

-Non capisco neanche perchè tu abbia seguito Divinazione fino a ora Dolohov, è una meteria così inutile- osservò saccente Pamela Parkinson. -Non trovi Tom?- Chiese con un tono di voce completamente diverso, dolce e civettuolo. Il ragazzo gettò una pigra occhiata all'orario delle lezioni posato sotto la sua mano.

-Io in più oltre alle materie obbligatorie seguirò Aritmanzia, Cura delle Creature Magiche e Babbanologia-.

-Seguirai Babbanologia?- La ragazza sgranò gli occhi.

Molte facce di Serpeverde si voltarono all'udire quella notizia.

-Sentito Cygnus?- Dolohov sorrise beffardo, come se avesse vinto una scommessa con il compagno che aveva appena chiamato.

Cygnus Lestrange si voltò e guardò infastidito Dolohov, poi si volse verso Tom.

-Non puoi seguire Babbanologia, non tu. E' la materia più disonorevole, spregevole e lurida..-

-Da molti crediti Lestrange- ribbattè tranquillamente Tom.

-Ma..- Cygnus sembrava aver bisogno d'aria.

-Allora la frequenterò anche io-.

Cygnus guardò la ragazza che si era appena alzata. -Anche tu Pam?-

-Se Tom dice così, deve essere vero. Vado ad informare il professor Silente di questo cambio di programma..-

-Lascia, vado io- Tom prese l'orario di Pamela e il suo e si diresse fuori dalla Sala Grande insieme ad altri studenti che avevano finito di fare colazione.

Il professor Silente era già scomparso dal tavolo degli insegnanti, ma ci volevano ancora dieci minuti perchè qualunque lezione iniziasse, quindi Tom decise di andare nel suo studio. C'erano buone probabilità che si trovasse li, circondato da quegli strani oggetti che scintillavano e emanavano sottili spirali di vapore.

Arrivato davanti la porta al terzo piano nell'ala non proibita agli studenti, scoprì che anche qualcun altro aveva avuto la stessa idea di recarsi da Silente in quel momento.

Minerva McGranitt attendeva davanti la porta in legno di ciliegio.

Il ragazzo si poggiò al muro accanto la porta guardando distrattamente il pavimento. Minerva gli lanciò una breve occhiata, prima che la porta si aprì e Argus Gazza, il guardiano della scuola, disse loro che il professore era pronto a riceverli, entrambi.

Come avesse fatto il professore di Trasfigurazione a sapere che era arrivato anche Tom non lo sapeva, ma il ragazzo non si era mai posto troppe domande sulla magia e su chi la praticava abilmente come Silente. Alcune persone erano nate per fare i maghi, punto e basta.

I due ragazzi varcarono la soglia e Gazza, con il suo viso lungo e ispido e il suo sguardo indagatore e tignoso, chiuse la porta dietro le loro spalle.

-Che piacevole sorpresa- Silente sorrise amabile facendo segno ai due di avvicinarsi.

Gli allievi avanzarono verso la scrivania, ma il Serpeverde fu il primo a parlare.

-Io e la mia compagna Pamela Parkinson vorremmo aggiungere una materia a quelle già studiate- posò gli orari sulla scrivania e sorrise con una punta di sfida guardando Silente negli occhi- Babbanologia-.

Minerva voltò di scatto il viso verso di lui, sorpresa e interrogativa.

-Tu..-

-Io.-

Tom sorrise, un sorriso pungente come le zanne di un serpente.

-Credevo che..non ti interessasse la Babbanologia- Ribbattè la Grifondoro, per non dire esplicitamente “I babbani”.

-Le cose cambiano, McGranitt-.

-Alcune no, Riddle-.

Il serpente e il grifone si guardarono sostenendo lo sguardo a vicenda, l'uno severo, l'altro sferzante.

-Scelta ammirevole, Tom- commentò Silente come se niente fosse. Restituendo lui i due orari.

-Grazie, professore.- Riddle prese le carte e fece un'espressione di cordiale saluto, poi si voltò e uscì dall'ufficio, non prima di aver riservato a Minerva un impercettibile sguardo tagliente.

 

*§Δ*

 

Quel pomeriggio, dopo Difesa Contro le Arti Oscure, Babbanologia si rivelò essere esattamente quello che i Serpeverde si aspettavano. Un elogio al mondo Babbano e a come essi non fossero così diversi dai maghi, con la loro intelligenza nell'adattarsi a diversi climi e ambienti anche inospitali e la loro capacità di inventare e scoprire sempre nuove cose.

Come se tutto ciò non bastasse, si videro assegnare anche un tema: “Come superare le divergenze fra Maghi e Babbani in questo secolo”.

-Che materia rivoltante- sbottò Dolohov alla fine della lezione, dopo essersi unito a loro. Presto molti Sperverde avrebbero seguito quella materia, con Tom Riddle che entrava e usciva da quella classe. Poi quelli più vicini a lui avrebbero fatto qualsiasi cosa per conquistare la sua approvazione.

-I babbani, inutili esseri senza alcuna traccia di magia- gli fece eco la Parkinson.

-Anche tu sembri senza alcuna traccia di magia Parkinson, eppure eccoti qua- rispose una Tassorosso dello stesso anno che stava uscendo da quell'aula con un gruppo di compagni.

-Lascia stare Sprite, neanche so perchè persone del genere posseggano la magia- disse ad alta voce Augusta Paciock, in modo che tutti in quel corridoio sentissero, soprattutto i Serpeverde.

Il gruppo dei Grifondoro sorpassò quello dei Serpeverde guardandoli in cagnesco.

-Oh Augusta- cominciò Pamela, con voce falsamente compassionevole -Forse hai qualche strana malattia mentale..Passare il tuo tempo con Mezzosangue..Dopotutto, cosa ci si aspetta da una traditrice del proprio sangue come te?- e sorrise beffarda.

-Serpe di nome e di fatto, stronzetta di una gargoyle..!-

Augusta sembrava pronta a scagliarsi contro di lei, e Pamela stava effettivamente per farlo, se una mano sul suo braccio non l'avesse fermata, in una morsa glaciale.

Tom guardava inespressivo i Grifondoro, e impedì a Pamela di saltare addosso ad Augusta, che rimase stupita da quel gesto.

-Dai Augusta andiamo..- la esortò velocemente Minerva ad un tratto, con voce sommessa.

In quel momento arrivò Gazza con dei fogli in mano, i capelli sottili come spaghetti e crespi che dondolavano sulla sua testa scialba.

-Dove va Signor Gazza?- Chiese cordialmente la Tassorosso Sprite, con quelli della sua casa che seguivano Babbanologia dietro ai Serpeverde.

-Non sono..affari..vostri..- ansimò lui camminando velocemente. Poi si fermò, pensando che forse quelli erano proprio fatti loro. Si voltò e alzò il mento, come se fosse ammirato di trovarsi davanti tanto pubblico disposto ad ascoltarlo.

-Sto andando ad attaccare questi fogli nelle Sale Comuni, comunicazioni del Preside- esordì con voce pomposa e fiera.

-Ci può dire cosa c'è scritto?- Chiese più spazientita Augusta.

Gazza ci riflettè su un momento, poi sbattè altezzoso le palpebre e lisciò con aria teatrale i fogli e li alzò in modo che tutti potessero leggere.

 

Constatando la necessità della difesa in questi tempi dall'aria oscura, io, Preside Armando Dippet, insieme a tutto il corpo insegnanti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, do l'autorizzazione per istituire un Club dei Duellanti, a cui tutti gli studenti sono tenuti a prendervi parte, cosi ché insieme possiamo affrontare le eventuali forze che tentano di penetrare le nostre difese.”

Il Preside: Armando Dippet

Il Vicepreside: Albus Silente

 

-Parla di Grindelwald- sussurrò Augusta a una Minerva che fissava ancora il foglio di pergamena.

Pamela sorrise sprezzante e guardò i Grifondoro.

-Questa si che è una deliziosa idea- si leccò aggressiva le labbra scrutandoli tutti.

Tom non mostrò espressione, neanche la più piccola emozione passò sui suoi bei lineamenti . Guardò i Tassorosso dietro di loro, i Grifondoro accanto e senza proferir parola avanzò da solo lungo il corridoio, scomparendo alla vista mentre si inoltrava in un altro.

Nagini lo aspettava.

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Capitolo 4
*** •Capitolo 4• ***


 

 



"Quando un uomo è troppo affascinante due sono le cose: o è un principe azzurro o un serial killer"











•Capitolo 4


-Ti rendi conto di com'è quella Pamela?! Mi fa salire i nervi a fior di pelle-.

Augusta e Minerva erano nella sala comune di Grifondoro quella sera, intente a scrivere un tema per Erbologia, o almeno Minerva lo era, perchè Augusta lasciava cadere la piuma ogni due minuti per esprimere il suo disappunto verso la Serpeverde che si era quasi lanciata su di lei.

-Non che tu ci stessi andando leggera- disse Minerva china sulla pergamena lunga già fin quasi a terra.

-Ma l'hai vista?-

-Abbiamo visto soprattutto te Augusta cara- disse Albert Weasley avvicinandosi.

-Sicura di non voler lasciare Hogwarts per frequentare un corso di boxe?- riprese Cesar, accostandosi al suo fratello gemello.

Entrambi i Weasley erano di Grifondoro, avevano i capelli rossi e una profonda passione nell'infrangere le regole.

-Zitti tutti e due, se lo sarebbe meritato un bel pugno sulla faccia-

-Oh attento Cesar- riprese Albert con finto tono preoccupato -Potrebbe prendere a pugni anche noi..-

-Oh no!-

-Potremmo finire questo tema per il professor Beery?-

-Minerva non hai bisogno di noi- sorrise uno.

-Ci riesci benissimo da sola- sorrise l'altro.

Infatti Minerva aveva girato la pergamena per continuare a scrivere dall'altro lato.

-Come fai a scrivere così tanto dei funghi?- sbotto Augusta, che era arrivata solo a metà e non sapeva cos'altro scrivere-.

Minerva arrotolò la pergamena e la poggiò sul tavolo, poi si alzò passandosi le mani sulla divisa nera e liscia.

-Io scendo sotto, ci vediamo a cena- arrivò davanti il ritratto che si aprì per lasciarla uscire, e si voltò -Ah, se non sai cosa dire dei funghi, puoi estrapolare qualche idea dal mio tema Augusta- la ragazza sorrise e si diresse fuori, mentre il ritratto si chiudeva dietro di lei.

-Estrapolare qualche idea..- disse Albert in tono pensieroso, osservando Augusta.

-A me pare piuttosto che lo stia copiando tutto-.

 

*§Δ*

 

-Non vedo l'ora che inizi questo Club dei Duellanti- un piccolo gruppo di Serpeverde avanzava verso il limitare della Foresta Proibita per la lezione di Cura delle Creature Magiche, e Pamela stava esprimendo ad alta voce i suoi pensieri, in modo che tutti potessero sentirla -Così se mi capita fra le mani quella Augusta..- Sorrise malignamente.

Il professor Silvanus Kettleburn era un mago abbastanza avanti con l'età, aveva perso un braccio per la sua caratteristica di sottovalutare le creature che puntualmente si rivelavano le più pericolose. E sembrava volesse far fare ai suoi studenti la stessa fine. Inconsapevolmente certo, infatti era un mago pieno di entusiasmo, ed era amato da studenti e professori.

Nei minuti che seguirono il professore di Cura delle Creature Magiche si trovò accerchiato da allievi di Serpeverde, Corvonero, Grifondoro e Tassorosso, i meno numerosi.

-Speriamo non sia un altro Fiammagranchio- mormorò Carter Diggory a un compagno di casa.

Il professore teneva in mano un foglio e lo guardava con aria contrariata.

-La quarantacinquesima verifica, guarda un po' tu!-

Gli studenti si guardarono tra loro con aria rassegnata. Tutti sapevano che Kettleburn era in rapporti tesi con il preside Dippet, e aveva raggiunto il notevole numero di quarantacinque verifiche da parte sua.

-Non c'è da preoccuparsi tranquilli!- ripose in fretta la carta nella tasca del suo giaccone color melanzana e si schiarì la voce, mentre dalla foresta una creatura di singolare aspetto avanzava verso di loro. -Questa splendido esemplare è un Occamy-.

Un essere dalle gambe di uccello e il corpo di serpente piumato stava davanti a loro, squadrandoli con gli occhi gialli, facendo schioccare il becco dorato.

Alcuni lo guardavano a bocca aperta, mentre altri cercavano nel suo corpo le parti pericolose da cui avrebbero dovuto stare alla larga, poiché il professor Kettleburn non avrebbe mai presentato ad una sua lezione o nella sua vita una creatura innocua.

-Professore, mi scusi per il ritardo- una voce vellutata si levò da dietro il covo di studenti, e Tom Riddle si unì al gruppo dei Sperverde.

-Oh non preoccuparti Tom- Kattleburn fece un gesto noncurante con la mano. -Diffuso in Estremo Oriente e in India, l'Occamy è una creatura che si regge su due gambe di uccello, presenta il corpo di un serpente piumato e ha il becco con cui raccoglie cibo e attacca i nemici. La lunghezza del corpo arriva fino ai quattro metri e mezzo e si nutre di topi e uccelli, qualche volta di scimmie. È aggressivo nei confronti di chi gli si avvicina, soprattutto se a difesa delle proprie uova, dal guscio di puro argento..-

Perchè era arrivato in ritardo?” Minerva aveva smesso di ascoltare il professore per guardare di sottecchi Riddle, che negli anni precedenti non aveva mai fatto un ritardo se non in rare volte, e invece quest'anno ne vantava uno ogni quattro lezioni. Studiando la sua figura, sembrava che non ci fosse niente che non andasse. Slanciato, dalla pelle eterea e i capelli corvini un po' più lunghi del solito, che si intonavano alla perfezione con la divisa scura, donando alla sua pelle un lucentezza quasi surreale. Le guance incavate e i lineamenti delicati come sempre, le labbra piene, gli occhi magnetici cerchiati di.. “Si stava davvero perdendo nei dettagli del viso di Tom Riddle? Tom Riddle! Scosse la testa e si diede un doloroso pizzicotto su un braccio, poi tornò a guardare il professore. Voleva solo sapere il perchè arrivava in ritardo, tutto qui. Era anche un prefetto, voleva coglierlo a fare qualcosa di sbagliato.

-Quindi oggi voi dovrete prendere le uova che l'Occamy custodisce, servono per curare vari malanni. Forza forza, dividetevi, ho messo a vostra disposizione molte cose per distrarre la creatura. Lavoro di squadra, forza forza!-

Ma cercare di sottrarre le uova ad un Occamy si rivelò molto più difficile a farsi che a dirsi. Beccava qualsiasi cosa si avvicinasse al suo becco e le zampe erano muniti di formidabili artigli.

I Tassorosso provarono ad attirare la sua attenzione con topi e uccelli morti, ma egli non si spostava mai di più di un metro dalla sua covata d'argento.

Ogni volta che faceva qualche passo, i Grifondoro dietro cercavano di afferrare un uovo, ma quello saltava verso di loro schioccando minaccioso il becco e graffiando il terreno con gli artigli, e quelli dovevano darsela a gambe a tutta velocità. I Corvonero dal canto loro, li osservavano a braccia conserte, scuotevano la testa con un cipiglio contrariato o prendevano appunti, di cosa poi?

Dopo l'ennesimo tentativo in cui Augusta si ritrovò con il sedere per terra nella foga di allontanarsi, nei suoi attimi di selvaggio coraggio misto a follia, avanzò a grandi passi a pugni chiusi verso l'Occamy gridando a destra e a manca le parole meno raffinate del mondo e parlando delle decine di botte che si sarebbe trovata sul fondoschiena quella sera.

I Serpeverde ridacchiavano mentre l'animale scuoteva aggressivo le piume verde foglia.

-Perchè non venite voi?!- Sbottò Augusta, dirigendosi anche verso di loro con l'aria di chi voleva iniziare una rissa.

-Perchè non ci calmiamo?- ripose Tom in tono amabile, guardando sia gli studenti della sua casa che quelli del Grifondoro.

Andò davanti ad Augusta e guardò l'Occamy, che ora seguiva con i suoi occhi gialli e attenti due di Tassorosso che si sbracciavano per cercare di farlo andare verso la loro direzione.

Uno di loro sollevò quello che sembrava un pezzo di scimmia con una smorfia e lo dondolò evitando di guardare quello che teneva in mano, e l'Occamy, un po' riluttante, si allontanò dalle uova.

Tom si avvicinò ed esse silenziosamente, senza fare movimenti bruschi e senza parlare, tese una mano verso un uovo grande quanto quello di uno struzzo dal sottile guscio argenteo, si piegò e lo sfiorò con la punta delle dita, quando l'Occamy si voltò, deciso a lasciar perdere quello che gli offrivano i Tassorosso e a tornare a guardia delle sue uova. Quando vide il ragazzo intendo a sottrargliele si protese veloce contro di lui, preparandosi a colpire con l'acuminato becco e i poderosi artigli ricurvi, ma Tom scattò alzando la testa esattamente con avrebbe fatto un serpente. La creatura si bloccò sorpresa e intimidita davanti al sibilo acuto, minaccioso e temibile che uscì dalle labbra del Serpeverde, poi indietreggiò, mentre Tom continuava a fissarla con le pupille color acciaio dilatate.

Gli studenti intorno trattennero il respiro. Il professore li guardava con tanto d'occhi. Tom si sollevò e fece un gesto elegante verso la covata, guardando Augusta.

-Prego-.

 

*§Δ*

 

Hogwarts ultimamente era a corto di pettegolezzi. La Gazzetta del Profeta riportava le solite notizie sull'ignorare l'esatta posizione di Grindelwald e la protezione che il Ministero della Magia doveva garantire ai babbani, e gli ultimi accordi presi con il governo di questi. Quindi era prevedibile che la notizia di Tom che allontanava con la sua sola persona una creatura come un Occamy, classificata XXXX (su XXXXX), ovvero pericolosa, si diffuse rapidamente sulla bocca dei suoi studenti.

In Sala Grande, a cena, il vociare era alto e continuo, regnava un' aria rilassata e tutti si servivano di considerevoli porzioni di cibo.

Pamela, da quando quella mattina erano tornati al castello dopo la lezione di Cura delle Creature Magiche, guardava Tom con aria ammirata, e i Serpeverde che erano stati presenti all'accaduto erano smaniosi di riferire quanto successo ai propri compagni.

-Ma sentiteli, ora si vantano pure- borbottò Augusta ad alta voce infilandosi in bocca una patata, dopo aver squadrato ostile per dieci minuti buoni le Serpi.

-Se non ci fosse stato lui la lezione si sarebbe conclusa come tutte quelle del professor Kattleburn, cioè con qualcuno che andava in infermeria per gravi ustioni, lesioni di livello 1 o perdita momentanea dei capelli. Te lo ricordi no, cosa è successo al quarto anno a Lisa Habbot, di Tassorosso- rispose Minerva in tono pratico.

-Lisa Habbot..Quarto anno..Cura delle Creature Magiche..- riflette Augusta guardando in un punto imprecisato su di lei -Uuuh..Come dimenticarlo-.

-Appunto- Minerva prese il calice dorato davanti a lei e se lo portò alle labbra.

-Guardate il professore come si entusiasma a raccontare qualcosa di interessante successo in una delle sue lezioni che non siano ferite o perdita degli arti- osservò divertito Albert guardando il tavolo degli insegnati, dove un elettrizzato Kattleburn parlottava animatamente con il professore di Erbologia Herbert Beery alla sua sinistra e Horace Lumacorno alla sua destra.

Alcuni insegnanti commentavano positivamente interessati alla vicenda, altri, come il preside Armando Dippet, scuotevano la testa rassegnati all'imprudenza di Kattleburn.

Silente invece aveva un'espressione pacata e dialogava con la professoressa di Rune Antiche.

Che cosa si aspettavano?” Pensò Tom più tardi, mentre si dirigeva verso la sala comune di Serpeverde affiancato da Dolohov e Cygnus. “Si impressionavano per poco questi maghi. Era l'erede di Salazar Serpeverde, che cosa si aspettavano, che si mettesse a sbattere le braccia come un corvo o a scavare la terra come un tasso?”

-Tom..- Dolohov interruppe il flusso dei suoi pensieri, infastidendolo non poco.

-Che cosa c'è Dolohov- chiese Tom brusco.

-Perchè il pennuto di Silente ci sta guardando?-

Tom si voltò verso l'uccello scarlatto che teneva le zampe strette pigramente intorno una fiaccola appesa al muro di pietra delle segrete.

-Non parla con gli uccelli Dov..- Cygnus guardò Tom -Non parli con gli uccelli vero?-

Ma Tom guardava la Fenice che teneva delicatamente nel becco un foglietto di pergamena lucida piegato.

Si avvicinò con cautela.

-Fanny, quello è per me?- Tom allungò lentamente una mano.

A quelle parole la Fenice fece cadere dolcemente la pergamena sul suo palmo aperto, emettendo un verso basso e musicale.

Tom guardò l'uccello, poi aprì il foglio. Una sottile grafia sghemba gli chiese di recarsi nell'ufficio del professore di Trasfigurazione.

-Problemi?- Dolohov osservava Tom, mentre Cygnus non perdeva di vista l'uccello, come se potesse cavargli un occhio da un momento all'altro.

-No- mise il foglio nella divisa -Andate voi, io vi raggiungo più tardi- e in quel momento Fanny volò giù dalla fiaccola e si posò sulla sua spalla.

Cygnus indietreggiò e Dolohov fissava sorpreso la Fenice di Albus Silente, capo della casa di Grifondoro sulla spalla di Tom Riddle, erede di Serpeverde.

Tom osservò visibilmente meravigliato l'uccello dalle sfumature dorate, poi si inoltò nel corridoio di pietra che portava nella sala di ingresso.

-Fanny, hai le ali, vola- salì le scale con la Fenice che non accennava a volersi muovere.

-Vuoi portata fino al terzo piano, che c'è, Silente ti fa stancare?- Chiese ironico. Era un' abitudine parlare con gli animali affascinanti, ma Tom sapeva che se anche Fanny non gli rispondeva come i suoi amati rettili, poteva capire tutto e percepire tutto. Erano animali molto intelligenti, le Fenici.

Tom giunse davanti l'ufficio del suo insegnante di Trasfigurazione e bussò aspettando che la Fenice scendesse dalla sua spalla, ma invano. Infatti l'uccello ricambiò il suo sguardo tranquillamente.

La porta si aprì senza che qualcuno dovette toccarla per farlo ecil giovane entrò.

-Oh grazie per aver riportato Fanny Tom- disse Silente osservandolo attraverso gli occhiali a mezzaluna, con un sorriso appena accennato sulla labbra.

-Guardi, è come se non avessi scelta. Adesso la sua deliziosa Fanny scende?- chiese con una punta impercettibile di impazienza.

-Certo certo, Fanny lascia in pace il signor Riddle per favore-.

La Fenice si diede una piccola spinta e volò sul suo trespolo vicino la finestra, appollaiandosi.

-Signorina McGranitt- salutò Silente continuando a guardare Riddle.

Tom si voltò incontrando lo sguardo stupito di Minerva, che si chiedeva perchè fossero stati convocati insieme.

-Vi ho fatti venire qui a quest'ora piuttosto tarda- iniziò Silente con voce affabile. Tom doveva ammetterlo: era un esperto dialogatore. -Perchè a noi insegnanti servirebbe una mano. Un piccolo favore, niente che richieda grandi sacrifici o perdite di tempo- il professore studiò entrambi, perfettamente immobili ad ascoltarlo.

-Potreste accompagnare i ragazzi del terzo anno di Serpeverde e Grifondoro ad Hogsmeade domattina?-

-Noi..due?- chiese Minerva incerta, indicando prima lei e poi il Serpeverde affianco a lei.

-Voi due- confermò Silente con un cipiglio quasi ironico, velato da un'espressione cordiale. -Quali meglio dei Prefetti delle case in questione con due delle più buone medie scolastiche.

Silente osservò minerva attraverso gli occhiali a mezzaluna, gli occhi azzurri gentili e penetranti.

-Solo per questa volta, solo per domani, alle dieci. Ovviamente se avete impegni improrogabili o questioni scolastiche irrimandabili troveremo una soluzione, non preoccupatevi- Albus Silente sorrise mentre Tom Riddle spostava lo sguardo su Fanny, tranquilla e beata, che emise un verso melodioso.

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Capitolo 5
*** •Capitolo 5• ***


Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male.

Friedrich Nietzsche






•Capitolo 5•




Andare ad Hogsmede con.. Lei.

Silente era forse impazzito?

Capiva perchè avrebbe dovuto scegliere lei, capiva perchè avrebbe dovuto scegliere lui, ma perchè proprio lui con lei?

Erano di due Case diverse, Sperverde e Grifondoro, che si davano battaglia praticamente da sempre, erano due maghi completamente diversi, persino le loro caratteristiche fisiche erano diverse: lui occhi blu acciaio, lei cobalto, lui capelli neri come la notte, lei color mogano con riflessi castagno..Per non parlare del fatto che non si stavano per niente simpatici, anzi, secondo il suo parere lei non avrebbe mai suscitato il ben che minimo interesse in lui, e lei dalla sua parte non lo avrebbe mai guardato senza quei soliti occhietti accusatori e quell'aria di perenne sospetto.

Perchè far fare a Tom Riddle e a Minerva McGranitt qualcosa insieme?

Per giunta con i ragazzini del terzo anno sempre alle calcagna.

Non che gli dispiacesse uscire e mostrare a chi ancora non ne aveva avuto il privilegio il mondo della magia, ma perchè con “lei”?

“Chi capiva quel mago dal cappello a punta era bravo” pensava Tom la mattina seguente, mentre si preparava a scendere in Sala Grande prima dell'uscita.

“Avrei dovuto rifiutare...E allora perchè dannazione non l'ho fatto?!”

Si malediva il Serpeverde mentre si dirigeva verso il tavolo della sua Casa.

Forse Minerva suscitava in lui qualche dubbio, se un mago come Albus Silente sembrava interessato a lei, era molto probabile che nascondesse qualche capacità nascosta.

“Magari magia oscura..”

“Si, magia oscura quella lì, come se fosse possibile” si schernì l'attimo dopo per aver pensato che la McGranitt potesse avere una cosa tanto affascinante nei suoi interessi e soprattutto nel suo potenziale.

La colazione fu breve.

Quelli del terzo anno avevano una gran fretta, e dopo che il professor Lumacorno raccolse i permessi furono lasciati liberi di andare, a patto di ascoltare sempre i Prefetti e di ubbidire ai loro comandi.

Mentre uscivano dai cancelli di Hogwarts non poche facce notarono che i due individui che con meno probabilità si sarebbero mai visti a meno di cinque metri di distanza l'uno dall'altro, adesso camminavano quasi affianco per “collaborare”.

La voce sorpresa di chi aveva visto quella scena sarebbe vagata in meno di un'ora per tutta Hogwarts.

In quella scuola i pettegolezzi volavano più veloci dei gufi.

 

*§Δ*

 

Tom non dovette parlare molto durante il tragitto, faceva tutto lei e dava ordini nevrotici perchè aveva paura di perdere qualche ragazzino per strada, come se avessero cinque anni.

Poi se qualcuno era troppo vivace avrebbe sempre potuto immobilizzarlo con una fattura di scarsa intensità, ma lei queste cose “non le faceva”.

Neanche lui, almeno fino a quando non lo costringevano. Ad esempio in quel momento avrebbe tanto voluto zittire quei due che gridavano con una bella fattura Orcovolante. Sai che scena, i terzini non sapevano neanche cos'era una fattura Orcovolante, si studiava al quinto anno, e vedere le loro facce spaventate e allibite sarebbe stato almeno divertente.

Ma anche lui era un prefetto, e non lo era certo diventato perchè aveva aggredito dei ragazzini con delle fatture di dubbia forza.

Lui non usava mezzucci da quattro soldi per le sue magie.

Era del parere che se qualcosa si doveva fare, si doveva fare bene.

Quindi eccolo li, a girare per Hogsmede con una fila di studenti di Hogwarts dietro di lui, più piccoli e per giunta chiassosi, e con un Prefetto per giunta di Grifondoro al fianco.

-Avelyn non far esplodere i cappelli in testa alle persone ho detto!-

Gridò lei ad un tratto, mentre un marmocchio dai capelli biondo cenere levava in aria la bacchetta, palesemente indeciso su come avrebbe potuto usarla tra vicoli e negozi e provocando piccole esplosioni in testa ad alcuni maghi seduti davanti il bar di Fortebraccio.

-La finisci di raccontare la storia di Hogsmede? La conosco a memoria- sbottò all'improvviso Tom mentre lei si dilungava su tutti i particolari delle origini del primo insediamento umano in quel posto.

Minerva lo guardò di traverso con un cipiglio contrariato.

-Tu la conosci- rispose con il tono di chi la sapeva lunga -ma loro no-.

-La impareranno da soli o gliela insegneranno in Storia della Magia, se non si addormentano, ora lasciali respirare- disse lui con voce noncurante senza guardarla.

-Da soli..? E se si perdono? Silente ci ha affidati..-

-Lo so che non vuoi deludere il tuo insegnante preferito, infatti Hogsmede è piccolo e se qualcuno di loro si allontana lo fermo io. Rilassati- la guardò, allargò le braccia e si sedette ad un tavolino davanti il bar di Fortebraccio.

-Non vi sopporto a voi Serpeverde..Anzi no, non sopporto te e quelli come te-.

Lui voltò di scatto il viso verso di lei con un'espressione indecifrabile sul volto etereo, poi le sue labbra si dischiusero in un sorriso che divenne presto un ghigno.

-Nessuno è come me-.

Minerva sospirò scuotendo la testa e si guardò intorno nervosamente.

Erano del terzo anno dopotutto..non erano poi così piccoli..forse poteva fare una pausa. Ma breve.

Si voltò verso la campagna che circondava il villaggio. Senza rendersene conto era arrivata alla periferia di Hogsmede, alla fine del suo territorio. Dinnanzi a lei si estendeva un manto di erba verde brillante e colline lussureggianti. Stava per tornare nella via principale quando un sibilo la bloccò, mozzandole il respiro.

Un serpente lungo almeno quattro metri di un giallo brillante gli bloccava il passaggio, sibilando minaccioso. Le pupille scarlatte erano fisse su di lei e mentre ergeva il collo sembrava avesse tutta l'aria di attaccare.

Minerva rimase immobile, sapeva che l'ultima cosa da fare davanti a un serpente era muoversi o fare gesti bruschi, anche se aveva una gran voglia di scappare.

Non poteva difendersi a mani nude, non poteva prendere la bacchetta e non poteva allontanarsi.

Quel rettile era enorme e molto sveglio, forse aveva anche fame. Era vicinissimo a lei.

“Magari non è velenoso..” sperò la ragazza, ma anche se non lo fosse stato, se un serpente voleva uccidere uccideva.

L'avrebbe morsa fino a farle perdere i sensi o peggio.

Il cuore le batteva all'impazzata, scalpitava nel petto sapendo che non c'era via di fuga.

Quando il serpente color del sole aprì la bocca per scattare e colpirla, l'ultima cosa che la Grifondoro vide prima di chiudere gli occhi con forza furono i suoi denti aguzzi e appuntiti come aghi.

Ma invece di avvertire il dolore freddo e penetrante dei denti del rettile che gli perforavsno la pelle, Minerva sentì due prese salde e sicure sulle sue spalle e scattò voltandosi spaventata.

Si trovò a sbattere contro il corpo di Tom, che era dietro di lei e doveva averla toccata. Con un gesto del genere, repentino e ansioso, Minerva pensò che il serpente l'avrebbe attaccata subito, ma quando voltò lentamente il viso per verificare la posizione dell'animale, quello era fermo come una statua, ancora nella posizione in cui lo aveva lasciato lei prima di nasconderlo alla vista, che fissava gli occhi acciaio del ragazzo dietro di lei.

Il rettile sembrava ipnotizzato dal suo sguardo, e quando il Serpeverde gli fece un cenno secco con la testa, lui strisciò via tra l'erba, scomparendo alla vista.

-Stai bene?- le chiese lui a mezza voce, senza neanche constatare se effettivamente il serpente se n'era andato.

Ma certo che se n'era andato, aveva ubbidito ai suoi ordini, come tutti i rettili.

Poi con i serpenti aveva una sintonia particolare, quell'animale non poteva discutere i suoi comandi, punto e basta.

La ragazza che gli stava difronte era ansante e affannata come se avesse corso per metri senza mai fermarsi, e invece si era trovata davanti un comunissimo serpente.

Per lui era semplice, ma doveva ricordarsi che per gli altri non lo era.

Se i serpenti gli piacevano tanto era anche per la loro capacità di prendersi quello che volevano, di uccidere con uno scatto repentino che la preda neanche aveva il tempo di vedere.

Erano interessanti..e lo era anche la Grifondoro che gli stava davanti..stranamente.

Con il viso accaldato dallo spavento, il respiro corto e l'espressione del viso che cambiò dalla sorpresa all'imbarazzo al cipiglio contrariato di sempre.

-Si- si accorse di avere gli occhi penetranti del Serpeverde a qualche centimetro dai suoi e si affrettò a ricomporsi.

-Sto bene- disse rigidamente con una nota altezzosa nella voce.

-Mm allora perchè mi stringi così forte?- ribbattè lui con la sua voce vellutata.

-Io..Io..Io non stringo nessuno..!- e si allontanò di colpo da lui. -Andiamo prima che ci diano per dispersi- disse in un tono che non ammetteva repliche, alzando il mento e procedendo a passo spedito.

Lui alzò gli occhi al cielo e la seguì. Aveva anche manie di protagonismo.

Il ritorno al castello fu meno movimentato.

Sulla strada di non si incontrarono ostacoli e il rientro previsto per mezzogiorno fu rispettato.

I ragazzi erano tutti sani e salvi, anche con un piccolo intervento di Minerva che aveva raddrizzato un orecchio a un ragazzino che chi sa con quale magia gli avevano cambiato i connotati.

-Minnie!- la salutò Augusta appena varcò la soglia della Sala d'Ingresso.

-Ti sei persa la lezione più noiosa di Storia della Magia.

-Oh Augusta, nessuna lezione è noiosa-

-Fidati, questa lo è stata-.

 

*§Δ*

 

Minerva era davanti il ritratto della Signora Grassa che controllava il passaggio per la sala comune di Grifondoro. Avevano cambiato la parola d'ordine mentre era ad Hogsmede e Augusta con la sua solita diligenza se l'era scordata, e ora era andata da qualche parte in qualche punto della scuola a chiederla ai loro compagni di Casa, mentre lei se ne stava li davanti ad aspettare una smemorata.

-Per le mutande di Merlino!- mormorò esasperata dopo minuti e minuti di attesa.

-Non credevo che la Prefetta di Grifondoro nonché ottima giocatrice di Quiddich e detentrice di una delle medie scolastiche più alte di Hogwarts nella storia di tutti i tempi usasse un simile linguaggio-.

Una voce inconfondibile e insopportabile con il suo timbro affabile e il suo colore persuasivo la portò ad alzare gli occhi al cielo e a voltarsi.

Tom se ne stava poggiato alla ringhiera delle scale con le braccia incrociate, i capelli corvini gettati di lato e uno sguardo sarcastico e magnetico e con la situazione in pugno.

Minerva scosse la testa e fece per voltarsi quando lui la fermò con una parola.

-Prego-

-Per cosa?-

-Per averti salvato la vita-.

Lui le riservò un sorriso che sapeva di provocante e fece per andarsene.

Minerva si voltò stranita quando lui le fu nuovamente dietro, silenzioso come le tenebre e veloce come la nebbia, tanto che la fece sobbalzare.

-La parola d'ordine è Ibis-.

 

*§Δ*

 

Minerva Mcgranitt rivolgeva senza interesse i suoi occhi verso il soffitto sopra il suo letto.

Augusta si era addormentata appena aveva poggiato la testa sul cuscino, dopo aver parlato per una un'ora buona senza fermarsi e lanciando cuscini alle altre che volevano dormire.

Minerva invece si era trovata a vagare con la mente per pensieri e riflessioni su cui non avrebbe mai pensato di potersi soffermare.

Aveva sempre considerato i Serpeverde palloni gonfiati con la fissazione per il sangue puro e la discriminazione per tutti gli altri maghi, come se loro fossero gli unici degni di acquisire il sapere magico.

Ma Tom era diverso.

Non ostentava vanità e non era saccente o spocchioso.

Era orgoglioso di certo, ma non quell'orgoglio insopportabile e pretenzioso era..un orgoglio di dignità. Un orgoglio di qualcuno che si era fatto rispettare per quello che era e a “dispetto” di ciò che era, nonostante il suo passato fosse dubbio e incerto, probabilmente triste.

E Minerva non poteva negare che quando aveva ordinato a quel serpente di allontanarsi era stato sensazionale.. Era strano certo, che riuscisse a parlare con i rettili, e non era un segno che godeva sempre di una buona reputazione nel mondo della magia, ma era una capacità molto rara che non passava mai inosservata. E neanche Minerva era riuscita ad ignorare il fatto che Tom Riddle, in qualche modo possibile solo a lui, era straordinariamente fuori dal comune.

Nei suoi occhi c'era qualcosa si singolare.. Qualcosa di magico.

Ma di magico per davvero.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6






La Sala Grande era gremita di studenti in divisa nera in attesa che iniziasse la prima lezione del Club dei Duellanti.

Le voci di mille timbri diversi si mescolavano, si lasciavano, si incatenavano e si rincorrevano creando un'armonia di parole ed esclamazioni che si protraeva fino all'alto soffitto.

Tom osservava l'eccitazione che lo circondava con sguardo noncurante.

Era consapevole che fuori dalle mura di Hogwarts si preparava una guerra. Forse la prima guerra magica. Ma sapeva anche, in un angolo occulto e compiacente del suo animo, che fino a quando Silente respirava nessun grande mago poteva definirsi "l'unico e solo".

In un certo senso ammirava e provava nello stesso tempo un profondo fastidio per il professore dalla lunga barba rossiccia, ammantato dalla sua aurea di profondo sapere magico ed esperienza secolare.

Era persino un amico di Grindelwald, il promotore di tutta l'agitazione, prima che entrambi scegliessero strade diverse.

Come Albus Silente potesse essere stato affascinato da una persona naturalmente portata al male, rimaneva un mistero.

Un mistero che attraeva Tom e spesso i suoi pensieri.

A quanto aveva capito in sei anni,

Silente era capace di destreggiarsi in ogni tipo di Magia, anche quella oscura. Cosa rendeva quest uomo tanto potente?

Il protagonista delle sue riflessioni era già sul lungo soppalco adibito come spazio per duellare, invitando tutti gli studenti al silenzio.

-Questo è il Club dei Duellanti- annunció la voce chiara e maestosa di Silente. -Come ben sapete, per cause esterne tutti i professori hanno convenuto che insegnare a combattere, in questi tempi funesti, deve essere la priorità. Il vostro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure ed io ci preoccuperemo di questo insegnamento. Gli studenti verranno scelti per anno, quindi non preoccupatevi, non capiterete mai con qualcuno di livello superiore al vostro.-

I Serpeverde più grandi sghignazzavano sguazzando nella loro aria di superiorità.

Da quel momento in poi si susseguirono coppie di maghi che, sotto il controllo e le indicazioni degli insegnanti, si lanciavano fatture di base o malocchi elementari.

Tom li osservava tutti attentamente, non perchè credeva di trovare in quelle presenze qualcosa di più, o di scoprire in quelle magie qualcosa di particolare, ma per constatare che, nonostante la semplicità degli incantesimi in se, nessuno pareva spiccare singolarmente.

Spesso quelli più grandi avevano una padronanza migliore, ma dinnanzi agli imprevisti e alle sorprese non riuscivano ad essere abbastanza veloci per reagire.

Duellare, ovvero combattere, non era da tutti.

Perché non importa quanti incantesimi conosci o quanto bene li esegui, nel duello conta la forza, i riflessi, la potenza, l'intelligenza, tutte cose che non sempre un approfondito studio poteva conquistare.

Dolovh avanza sul soppalco per lottare contro una ragazza di Tassorosso.

Fischi e risate, tifo e incitamenti, cori improvvisati.

Non mi unisco a loro.

Studio invece il mio compagno di casa, lo osservo, osservo la sua forza, ma anche i suoi errori.

Uno tra tutti, sottovalutare chi hai difronte.

Dolovh lo aveva fatto nell'istante in cui la strega della casa del Tasso si era fatta avanti.

Mai sottovalutare l'avversario.

Sopravvalutare se stessi, sempre.

Sottovalutare gli altri, mai.

Ad un tratto qualcuno ha chiamato il mio nome.

Non mi sono reso conto che l'incontro è finito.

A giudicare dall'aria che tira intorno, penso che sia stata contemplata la parità.

Adesso tutti gli occhi sono fissi su di me.

Salgo sul palco, in attesa.

-Augusta Paciock- chiamó il professore di Difesa Contro le Arti Oscure.

Augusta volse lo sguardo verso Tom e si apprestó a salire, ma una mano la trattenne.

-Augusta vorrei andare io.-

-Ma.. Minerva..-

La strega voltó gli occhi cangianti verso il Serpeverde.

-Per favore amica mia.- mormoró quella di rimando, in un tono in bilico tra la concessione e la fermezza.

Augusta la guardó per un breve istante, prima di annuire di malavoglia.

-È tutto tuo.-

La Grifondoro salì sul soppalco trovandosi difronte al mago che la osservava con distaccato interesse.

-Pronti?- chiese il professore allontanadosi un po'.

-Bacchette alla mano.-

I due maghi si misero in posizione. Si inchinarono l'uno davanti all'altro e avanzarono verso le rispettive estremità.

Nell'aria aleggiava tensione quasi palpabile.

Tutti gli occhi erano posati su di loro, spalancati per non perdere neanche un dettaglio.

Silente si sistemó vicino al professore di Difesa Contro le Arti Oscure, all'apparenza tranquillo e fiducioso.

-Ragazzi solo per disarmare. Tre..due..uno..-

Uno schiocco, due lampi argentati e dorati in combinazione, impatto frontale e due bacchette volarono nell'aria nello stesso istante.

Tom guardó la sua mano vuota che un attimo prima brandiva la bacchetta, poi la mano altrettanto vuota della strega difronte a lei.

-Rufus, questi due diventeranno dei grandi maghi.- sorrise pacatamente Silente. -Adesso fermali.-

-Ma, Silente, il secondo turn..-

-Fermali Rufus. Fidati di me.-

Il collega lo osservó inizialmente perplesso, poi si alzó e con il suo corpo anche la voce.

-Complimenti ragazzi. Velocità, forza e precisione eccellenti. Dieci punti a Serpeverde e dieci punti a Grifondoro, ora..-

Il professore continuava a parlare, ma le parole non arrivavano a Tom, che continuava a vedere davanti agli occhi l'immagine della sua bacchetta che volava in aria.

Scese dal soppalco.

Non avvertì le parole e le esclamazioni dei suoi compagni, ma voltó lo sguardo di smeraldo verso la strega, verso Minerva.

Era riuscita a disarmarlo.

E ad un tratto due forze contrastanti si insinuarono prepotenti dentro di lui.

Due forze diverse e complementari, in lotta per il primato del suo animo.

Da un lato una profonda ammirazione per quella strega più capace di quanto pensasse.

Forse anche qualcosa in più, ricordando la maestria dell'incantesimo e la grazia con cui mosse la bacchetta.

Dall'altra peró, l'indignazione più nera per ció che lei era riuscita a fare e lui si era lasciato fare.

Lo aveva sorpreso, preso in contropiede.

Non sarebbe successo di nuovo.

 

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