Hyperversum- Il conte e la fanciulla

di Ibelieve93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nessun problema! ***
Capitolo 2: *** Marc & Léna ***
Capitolo 3: *** Arrivo! ***
Capitolo 4: *** Pranzo a casa Freeland ***
Capitolo 5: *** Quindi resteremo qui , per chissà quanto tempo! ***
Capitolo 6: *** Marc Maayrkas ***
Capitolo 7: *** Nella villetta dei Martewall ***
Capitolo 8: *** Il codice ***
Capitolo 9: *** Lettere & Duelli ***
Capitolo 10: *** Nel passato del presente ***
Capitolo 11: *** Amare in ogni tempo ***
Capitolo 12: *** Festa a Chatel-Argent ***
Capitolo 13: *** Conoscenze ***
Capitolo 14: *** Decisioni ***
Capitolo 15: *** Il conte e la fanciulla ***



Capitolo 1
*** Nessun problema! ***


Hyperversum-Il conte e la fanciulla




Era tutto pronto . Nessun problema o errore era stato riscontrato .
Hyperversum funzionava come non mai .
“Incredibile! ” esclamò Daniel controllando i parametri del gioco e ogni sua altra funzione “ alla fine ci siamo riusciti , Hyperversum è così obbediente !”
Ian non riusciva crederci, era al settimo cielo e non faceva altro che ringrazio Dio per quella meravigliosa possibilità che gli stava regalando .
“ Marc e Michael ne saranno contenti , Isabeau un po’ meno ma verrà senza problemi !” commentò lui mettendosi a sedere su una sedia imbottita, proprio accanto a quella sulla quale era seduto Daniel , posizionato davanti al suo computer ormai da diverse ore.
Era domenica mattina , Jodie era momentaneamente uscita di casa con Alec e Alexia , i suoi due amati figli , mentre il vecchio Skip se ne stava seduto buono buono a debita distanza dal computer , e dai due giocatori che erano davanti allo schermo piatto di 26 pollici dalle ore quattordici . 
Il castello di Chatel- Argent , anche attraverso lo schermo, riusciva a mostrare tutta la sua singolare bellezza .    
Bandiere con lo stemma del Falco d’Argento sventolavano sulle alte torri , e soldati in uniforme se ne stavano fra gli alti merli rispettando il loro turno di guardia . Era una giorno tranquillo , il cielo era terso e faceva un gran caldo dato era piena estate . Il borgo era brulicante di persone .
Daniel era entusiasta : “ Immagino quanto saranno contenti ! Tutti e due non vedevano l’ora di passare da questa parte , tanto da convincere persino Isabeau !  E Alec e Alexia non fanno altro che ripetermi di voler incontrare i due giovani Ponthieu e la moglie del Falco ! ”
“ E hanno atteso fin troppo !” concluse Ian con un gran sorriso e incrociando le mani dietro la testa.
“Circa…..aspetta , quanti anni?” gli domandò Daniel , voltandosi  verso di lui con una meravigliosa luce negli occhi .
Ian, aggrottando la fronte, fece un rapido calcolo nella propria mente .
“All’incirca quattro anni , o meglio da quando ho voluto rivelare ai miei figli il nostro segreto ” spiegò  
“Non potevo mentire anche a loro . Quando sparivo per venire qui ero stufo di raccontare bugie sopra bugie ! Guillaume era d’accordo con me , beh …..anche se non conosce proprio alla perfezione ogni cosa ! ” Sulle sue labbra apparve una piccola smorfia . 
Daniel rise : “Ricordo ancora le sue parole” , si  schiarì la voce con un rapido colpetto di tosse e prese a imitare il conte , levando il mento “ Tra di noi non dovranno più esserci segreti , sono stato chiaro? Anche i tuoi figli, Jean , dovranno conoscere il tuo più grande segreto . Bisogna condividere ogni cosa con la propria famiglia, è necessario per restare uniti!”
“Finiscila di imitare mio fratello !” sbottò Ian , fingendosi offeso e dandogli una gomitata al fianco “piuttosto vedi di farmi ritornare a casa per cena , altrimenti Isabeau inizierà a fare una delle sue solite ramanzine”
“Agli ordini signor conte” scherzò Daniel , che subito si mise all’opera  .
“ Domani sarò da te per mezzogiorno! Non muoverti dal castello!” ordinò serio il biondo .
Ian annuì , un rapido movimento appena percettibile: “ Non preoccuparti, ci sarò ”
“ Il conte come giustificherà la vostra assenza se dovessero venire a cercarti Etienne o chissà chi ?” si informò Daniel mentre continuava a digitare codici e tutto il necessario per riportare l’amico dall’altra parte .
“Non so , Guillaume inventerà qualcosa !” rispose Ian,  indossando i guanti in fibra ottica e il visore .  
“Quell’uomo è una volpe!”  decretò Daniel , dando un ultimo colpo sulla tastiera : “ è tutto pronto”  
“ Ci vediamo domani allora!” lo salutò Ian
Daniel annuì: “ Falco ci conto, ok ? La mamma e il papà non ti vedono da anni ormai e domani saranno qui a pranzo !”  
Ian gli sorrise: “ Contaci!”….. 








Angolo Autrice 


L'inizio di questa storia è nato così , all'improvviso . Fatemi sapere cosa ne pensate! ;) 
Un bacione! A presto ;) 

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Capitolo 2
*** Marc & Léna ***


“Tornerò, è una promessa!” sussurrò il conte Marc de Ponthieu mentre sfiorava con le labbra una guancia della giovanissima contessa Léna de Sancerre , figlia primogenita di Etienne de Sancerre e Donna Barrat .
“Dovunque voi stiate andando state attento.” gli consigliò con premura la dolce fanciulla , che cercava di mostrarsi forte e risoluta davanti all’imminente partenza del suo promesso sposo.
Il ragazzo annuì  accogliendo le calde e minute mani di lei fra le sue : “ Non temete, tornerò presto per sposarvi . Sarete mia moglie , io non desidero altro.  ”
La contessa sorrise e arrossì leggermente davanti a  quelle parole . Abbassando il capo per un attimo  distolse lo sguardo dagli occhi azzurri e amorevoli del giovane Cavaliere .
Il loro amore era sbocciato un anno prima , durante uno dei soliti tornei che Etienne de Sancerre organizzava per divertirsi e far divertire . Marc era riuscito a vincere e a dedicarle la vittoria . I suoi compagni d’arme si erano congratulati con lui nell’ averlo visto conquistare il cuore di una tra le contesse più ambite di Francia .
Léna de Sancerre aveva solo diciassette anni, ma la sua rara bellezza e la sua dolcezza avevano conquistato i cuori di molti Cavalieri . La contessa non aveva ereditato la spavalderia di suo padre , ma la pazienza e il sorriso di sua madre . Ed era per i suoi sorrisi che spesso Etienne cedeva alle sue richieste, qualunque esse fossero .    
La loro unione fu ben accolta da entrambe le loro famiglie e i giovani non vedevano l’ora di unirsi in matrimonio, nonostante anche Marc fosse molto giovane: aveva da poco compiuto diciannove anni.  
“Tenete” disse lei porgendogli un nastro blu cobalto “ ve ne prego, portatelo con voi per ricordarvi di me!”
Marc accettò il nastro di buon grado : “ Lo farò. Così mi ricorderò di voi e del grazioso abito che indossate  oggi , madame . Vi sta d’incanto, siete bellissima ”
Léna de Sancerre quella mattina , indossava un grazioso abito blu con ricami in oro , i capelli lunghi e lisci color castano chiaro le arrivavano fino alla vita e le incorniciavano il piccolo viso ovale dove due meravigliosi occhi castano-dorati risplendevano alla luce del sole.
“Siete troppo gentile” rispose lei con evidente imbarazzo , fece per aggiungere altro ma il conte gli rubò le ultime parole di bocca donandole un bacio . La fanciulla sgranò gli occhi e si allontanò di un passo : “Signore non qui!” esclamò lei in un sussurro sfiorandosi le labbra con due dita: “ se ci vedesse mio padre potrebbe sfidarvi in un duello all’ultimo sangue seduta stante !” aggiunse scherzosamente
Marc rise piano , poi offrì un braccio alla dama per riprendere il cammino nell’ampio giardino del castello di Sancerre.
                                                                                  *****
Il palafreno nitrì quando Marc tirò le redini per riportarlo al passo , era finalmente arrivato a Chatel-Argent  dopo aver galoppato per tutto il pomeriggio senza mai fermarsi . Era il crepuscolo e il conte respirò con gioia l’aria di casa, ma appena passato il ponte levatoio le sue labbra smarrirono presto il sorriso .
Suo padre e sua madre erano proprio lì, davanti a lui , ad attenderlo. Ma non erano soli.
Il Cavaliere venuto dal futuro , Daniel Freeland , nonché migliore amico di suo padre , e Michel, suo fratello, erano in loro compagnia .
“Marc ?! ” lo chiamò Ian incrociando le braccia , un espressione severa stampata in volto “ Si può sapere dove sei stato fino ad adesso ?! Dovevamo andar via a mezzogiorno , ricordi ? ”
Il ragazzo scese agilmente dal palafreno e sospirò davanti lo sguardo infuriato di suo padre:
“ Ti chiedo perdono per il mio ritardo. ”
Isabeau scosse la testa, furiosa quanto il marito . Indossava un grazioso abito azzurro, la cascata di riccioli biondi sempre pronti a evidenziare la sua bellezza, che nonostante gli anni non era sfiorita affatto .
“ Tuo padre stava per venire a cercarti, ci hai fatto preoccupare”
“ Mi dispiace, ma il conte Etienne de Sancerre non voleva proprio lasciarmi andare!” spiegò con un mezzo sorriso  
Michel trattenne una risata a stento : “Oh si…..immagino quanto il conte sia dispiaciuto per la tua partenza improvvisa e segreta , tanto da non voler lasciarti andare!”
Marc gli rivolse un’occhiataccia che il conte cadetto ignorò del tutto .
Daniel rise e afferrò una spalla del giovane conte con un sorriso: “ Perdonatelo !  Per un po’ non vedrà la sua promessa sposa! ”
Marc gli sorrise , grato del suo appoggio: “E’ un piacere averti qui, zio Daniel!”
Daniel lo guardò con affetto: “ è ora di andare …..siete pronti?” domandò ai presenti
Tutti annuirono decisi.
“Per un po’ non vedremo Chatel- Argent, mi mancherà!” confessò Isabeau
Ian la strinse forte a se: “ Torneremo presto , questa è casa nostra!” .....





Angolo Autrice

Ciaoooo ;) Allora.....cosa ne pensate del nostro Marc e della nostra Léna ? Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione!  A presto ;)  

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Capitolo 3
*** Arrivo! ***


Fu un attimo. La luce del giorno diffusa nella stanza di Ian e Isabeau si sgretolò sotto i loro occhi , per poi ricomporsi nuovamente in meno di un secondo .
Marc spalancò gli occhi assieme a Michel e Isabeau , e la prima cosa che vide fu la graziosa sveglia digitale sul comodino di Daniel che segnava le tredici e trenta .
Erano arrivati a destinazione sani e salvi , ma Marc non aveva fatto in tempo a sentire il proprio corpo spostarsi nel tempo .
Daniel e Ian erano gli unici a ritrovarsi con visore e guanti in fibra ottica al loro posto , ma se ne sbarazzarono subito . Entrambi ormai era così abituati a “saltare” nel tempo che non provavano più alcuna emozione o turbamento.
“Ciò che avevo immaginato era decisamente inferiore a tutto questo!” ammise Marc muovendo le labbra con fatica per lo shock .
Stregoneria? No, non poteva esserlo. Era un miracolo .
Così definiva suo padre quel viaggio .
Incredibile. Ancora non riusciva a crederci, suo padre apparteneva a due “mondi” diversi.  
 “Questa è una camera da letto del vostro tempo ?” domandò Isabeau strabuzzando gli occhi color nocciola.
L’arredamento moderno l’aveva colpita sin dal primo istante.
Era pallida, sconvolta , ma nonostante tutto contenta di essere lì .  
“Si, tesoro. E questa casa un tempo era mia.” Rispose Ian rivolgendole un gran sorriso.  
Daniel si inchinò davanti all’amico con fare scherzoso : “ Si, signor conte ! Bentornato ! Desidera qualcosa? ”
Ian rise : “ Smettila! Adesso è tua , sei tu il padrone di casa . Noi siamo soltanto ospiti. ”
“Per tutti i re di Francia! Quelle sono le …le…macchine di cui ci hai parlato ? E le strade…non sono di terra, ma…quello dovrebbe essere asfalto , giusto?  ”  
Michel aveva aperto l’unica finestra della stanza e stava ammirando ogni singola cosa con grande attenzione e curiosità a partire dalle case , dai vialetti, giardini e strade .  
Ian aveva raccontato alla sua famiglia molte cose sul suo vero tempo , per non far sentir Marc , Michel e Isabeau decisamente “ fuori dal mondo” .
“Esatto” annuì deciso il Falco spostando il peso del corpo su una gamba.   
“ Siamo in una terra ancora inesplorata!” esclamò Isabeau affascinata , i riccioli d’oro ad incorniciarle il viso .
“Si chiama America.” La corresse Daniel facendole un occhiolino.  
“ Oh cavolo!” sbottò Ian all’improvviso.
L’elegante vestito che Isabeau indossava prima di partire per quel “lungo” viaggio si era trasformato in un elegante tajer bianco . Anche lei appena si guardò , lasciò uscire dalla propria bocca un esclamazione di sorpresa, sgomento.  
Michel e Marc guardarono la castellana con occhi scintillanti .“ Madre state veramente bene” ammise il secondogenito
“Mai quanto te fratellino” lo schernì Marc dandogli una gomitata nel fianco.
Michel indossava dei Jeans chiari con sopra una felpa blu . “ Non sto tanto male!” protestò con una smorfia
“ Giacca e un paio di pantaloni invece per te Marc , Hyperversum ha trovato abiti adatti a tutti voi ! Le ragazze di oggi farebbero a botte per ragazzi come te e tuo fratello ! ” disse Daniel mettendosi le mani sui fianchi. 
All’improvviso un clacson suonò .
Il volto di Daniel si illuminò e mostrò un meraviglioso sorriso “Jodie e i ragazzi sono arrivati con mamma e papà! Forza, scendiamo!”
Ian annuì con un sorriso, poi guardando la sua famiglia trasse un profondo respiro: “ Sapete cosa dovete fare. Andrà tutto bene. “
“Nessuno si sta preoccupando” mentì Michel abbassando lo sguardo
“ Martin ci sarà?” domandò Isabeau intrecciando le dita del marito con le sue
“Si , arriverà anche lui insieme a sua moglie”
“Andiamo a conoscere la famiglia del Cavaliere Freeland allora!” esclamò Marc. 




Angolo Autrice 

Ciaoooo! Perdonate la brevità del capitolo , non sono riuscita a scrivere di più ! 
Allooora i nostri sono appena arrivati nel nostro tempo...ma ancora non sanno che dovranno rimanerci per un pò ! Cosa ne pensate dei loro abiti ? XD 
Ringrazio Nymphy Lupin per aver recensito e dubhe01 , marcomoratto98 e Nymphy Lupin per aver inserito questa storia nelle seguite . Ringrazio anche Eli_hope per averla aggiunta tra le preferite! :)  
Un bacio! A presto! ;) 

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Capitolo 4
*** Pranzo a casa Freeland ***


“Ian!” esclamò Sylvia Freeland con le lacrime agli occhi .
Il ragazzo corse verso di lei e l’abbracciò forte : “ è un piacere rivederti!”
Il colonnello John Freeland , in pensione ormai da qualche anno , si avvicinò al ragazzo che aveva da sempre amato come un figlio , e gli afferrò una spalla: “ Ragazzo mio , era ora! Non vedevamo l’ora di rivederti”
Sylvia annuì  con espressione corrucciata : “ Già , non ne potevamo più di sentirti solo per telefono!”
Ian si grattò il mento, un po’ in imbarazzo : “ Avete perfettamente ragione, ma ho avuto un po’ da fare in questi ultimi anni. ”
“Sei sempre un bel ragazzo…non sei cambiato affatto! Al contrario di noi!” aggiunse la donna  con sincero affetto .
“Tu sei sempre bellissima , Sylvia ! Non sei invecchiata affatto! ” le disse Ian con un meraviglioso sorriso sulle labbra.
La donna parve arrossire e gli tirò uno schiaffetto su un braccio : “ Sei sempre il solito, Ian… non cambi mai.”
Ian rise . “ Credimi, invece sono cambiato in molte cose!”
Ma le sue parole non furono ascoltate dai due coniugi , improvvisamente troppo impegnati ad osservare una ragazza dai lunghi riccioli d’oro che, proprio in quel momento, stava avanzando verso di loro in compagnia di Jodie .
Il Falco si schiarì la voce: “ John, Sylvia…lei è mia moglie Isabeau”
“E’ un piacere conoscerti cara!” esordì la donna al settimo cielo , mentre il colonnello le rivolse un sorriso: “ Una bellissima ragazza, complimenti ” 
Isabeau arrossì appena : “ Vi ringrazio molto.”  Riuscì a dire abbassando lo sguardo .
John l’osservò con più attenzione: “ Hai un’aria familiare…ci siamo già visti da qualche parte?”
Isabeau non rispose , non sapendo cosa dire .
Jodie scambiò un’occhiata con Ian , poi tossì per richiamare l’attenzione di tutti e distrarre il suocero dai suoi pensieri :
“Isabeau è una ragazza meravigliosa. Ho avuto il piacere di parlare con lei più di una volta , anche se per telefono. Segue Ian in giro per il mondo da anni ormai! ”
Sylvia Freeland sospirò : “ Ian ha finalmente messo la testa a posto! Non è più lo scapolo d’oro”
Isabeau guardò il marito confusa e curiosa al tempo stesso, ma non si intromise nel discorso .
Era contenta di conoscere chi aveva cresciuto l’uomo che amava. 
I coniugi Freeland le erano risultati simpatici sin dalle prime parole .   
Era ancora tutto molto confuso e strano per lei…ma lentamente si stava abituando anche al grazioso Tajer bianco che indossava.
“ Già…ha messo la testa a posto. Ma Ian , almeno avresti potuto invitarci al tuo matrimonio” l’ammonì il colonnello
Ian annuì: “ E’ vero…ma è successo tutto così in fretta! Eravamo dall’altra parte del mondo e avevamo molti impegni .”
“ E’ successo anni fa . Avresti potuto informarci almeno …” aggiunse Sylvia allargando le braccia
“A dir la verità non ho mai pensato a …beh…dirvi che…che…” balbettò il conte in difficoltà .
Sylvia scoppiò a ridere : “ Questa è bella! Il nostro Ian che non sa cosa dire!”
John rise a sua volta: “ D’accordo , lasciamo perdere questi discorsi . Ormai è acqua passata . Ian avrà avuto le sue ragioni...ormai è un uomo, sa quello che fa.  Piuttosto andiamo a mettere qualcosa sotto i denti , ho una fame tremenda! ”
“Sono d’accordo” convenne Jodie “ andiamo a sederci a tavola,  prima che Daniel , Martin e i ragazzi facciano piazza pulita!”
“C’è un’altra cosa che devo dirvi” esordì Ian quando entrarono nella sala da pranzo , dove un lungo tavolo era stato apparecchiato e ricoperto da numerose pietanze e bevande .
Sylvia e John annuirono all’unisono: “ Parla pure”
Il ragazzo cercò con lo sguardo Marc e Michel , e chiese loro di raggiungerlo.
“ Loro sono Marc e Michel…sono i miei figli” li presentò con orgoglio ,  appena i due giovani conti gli furono accanto.
Questa volta i coniugi Freeland restarono a bocca aperta , gli occhi sgranati su quei due ragazzi che sorridevano .
“ E’ un onore conoscervi” iniziò Marc prendendo con dolcezza una mano di Sylvia per baciarla sul dorso . 
“ anche per me” aggiunse Michel , ripetendo il gesto del fratello.  
“ Marc…Michel…sono i tuoi figli ? ” domandò John sbigottito indicandoli con un dito .  
Ian sorrise : “ Si , e finalmente potete conoscerli ”
Sylvia rimasta ancora con la mano alzata , era sotto shock  : “ Oh !” esclamò sorpresa
“Marc…è la tua fotocopia!” aggiunse poco dopo , cercando di riprendere il controllo sulle sue emozioni.
“anche Michel non scherza, ma ha gli occhi di sua madre !” notò John spostando continuamente lo sguardo da Marc a Michel.  “ Saranno militari perfetti! Sono ancora in tempo…”
Ian trattenne una risata a stento .
Lo sono già , ma non in questo tempo pensò , ma rispose : “ Loro non hanno alcuna intenzione di diventare militari, John ”
Il colonnello fece una smorfia: “ Anche loro ? Peccato! Davvero un peccato! ”
Sua moglie sbuffò spazientita : “ John lasciali in pace! Saranno guai per te altrimenti ! Tu stai sempre a pensare a come servire la Patria, basta ! ”
“ D’accordo ” si arrese il marito alzando le mani “ mi arrendo definitivamente!”  
Marc e Michel si guardarono .
 “ Non tutto è totalmente diverso dal nostro tempo…le mogli sanno sempre come prendere i loro mariti  ” sussurrò Michel al fratello maggiore
“ Sono d’accordo…”
                                                                    *****
“Cosa c’è ?” domandò Michel a Marc mentre erano seduti a tavola, pronti per dare inizio al pranzo . 
Marc fece spallucce mentre si versava un po’ di vino : “ Mi manca la mia armatura, la mia spada e …Léna” bisbigliò
“Ah! Neanche siamo arrivati qui che già vuoi tornare a casa?”
“Non è questo…volevo venire qui esattamente come te, Michel, ma…non mi fido di quel …gioco ? Perché è un gioco moderno che ci dovrà far tornare a casa , sai ? ”
“ E allora?” domandò il fratello inarcando un sopracciglio
“Se non funzionerà per il viaggio di ritorno ? ”
“Marc! Sei sempre il solito pessimista!” lo definì il fratello dandogli una pacca dietro le spalle “ per una buona volta prova a divertirti senza pensare alle conseguenze”
“ Che faccia che ha tuo fratello!” esclamò Alexia tutto ad un tratto , seduta di fronte ai due giovani conti .
Michel sospirò: “ e non hai ancora visto niente!”
Marc gli rivolse un’occhiataccia : “ Smettiamola… d’accordo?”
Alec , seduto accanto a sua sorella , si intromise nel discorso: “ Marc, lasciali stare…loro non possono capire . Non sanno ancora cosa vuol dire soffrire per amore. ”
Marc fece una smorfia e preferì cambiare discorso : “ Alec …che cos’è questa…cosa?” domandò indicando la posata accanto al cucchiaio
Il ragazzo trattenne una risata: “ Ops…giusto, ehm quella si chiama forchetta!”
“ Serva a cosa precisamente?” chiese in un sussurrò per non farsi sentire da John e Sylvia , non molto distanti.
“A prendere meglio il cibo dal piatto” spiegò Alexia dando una precisa dimostrazione.
 “ Interessante !”
“Per quanti giorni avete intenzione di restare?” domandò improvvisamente John a Ian , e subito Marc tese le orecchie per ascoltare bene la risposta di suo padre .  
“ Domani mattina…ripartiamo subito purtroppo , ho un lavoretto da fare in Asia”
“Isabeau , perché tu, Marc e Michel non restate un po’ con noi prima di raggiungere Ian in Asia ? ” chiese Sylvia con un sorriso. Aveva una gran voglia di conoscere la ragazza che era riuscita a conquistare il cuore del suo amato figlio adottivo.
Isabeau ricambiò il sorriso e senza problemi rispose : “ Mi piacerebbe molto, ma Ian ha bisogno di me…non vorrei lasciarlo andar via da solo”
“ Lei si che è una brava moglie!” scherzò John ritrovandosi addosso lo sguardo infuriato di sua moglie
“che vorresti dire ?” tuonò Sylvia.
“Nulla mamma.  Papà non voleva dire proprio nulla” intervenne Daniel per evitare il peggio.
Jodie rise: “ Sylvia lascia perdere ciò che ha detto John…altre patate? ”
“No , cara…grazie”
“Io devo dirvi una cosa” esordì Martin alzandosi da tavola, deciso a voler cambiare i loro discorsi .
Tutti gli sguardi caddero su di lui.
“ Agata è incinta!” annunciò con emozione
Sua moglie seduta alla sua destra annuì per confermare le sue parole .
Era una ragazza molto dolce dai corti capelli neri ed era stata ben accolta in famiglia .
Ian si alzò e lo raggiunse per abbracciarlo: “ Congratulazioni ”
“ Bravo il mio fratellino ! Auguri a tutti e due! ” esclamò Daniel scompigliando i capelli biondi di Martin .
                                                                                     *****   
Trascorsero una serata piacevole , ricca di risate e racconti . Isabeau si divertì molto , come anche Marc e Michel , che avevano sin da subito stretto una forte amicizia con Alexia e Alec .
A mezzanotte John , Sylvia , Martin e Agata si prepararono per andar via . 
“ Non sparire di nuovo , d’accordo ?” chiese John a Ian in tono severo “ ci conto!” aggiunse uscendo di casa in compagnia di sua moglie.
“Puoi stare tranquillo, ci rivedremo presto ” rispose il ragazzo mentre li accompagnava verso l’auto .  
“ Niente più segreti, chiaro?  ” aggiunse Sylvia scoccandogli un bacio su una guancia.   
“Si…niente più segreti” la rassicurò Ian, e le fece un occhiolino .
                                                                                     *****
“Direi che è andata benissimo!” disse Jodie lasciandosi cadere sul divano, sfinita.
“ Si…è stato bello” ammise Isabeau “ è tutto una novità per me…ma si sta bene qui!”
Ian le rubò un bacio : “ davvero  ti piace ?”
Lei gli sorrise: “ Davvero. Mi piace il luogo da cui vieni ! ”
“ Volete tornare a Chatel- Argent stasera stessa ?” domandò Daniel incrociando le mani dietro la testa e liberando un grosso sbadiglio .
Marc spostò il peso del corpo da una gamba all’altra, ma non disse niente.
Michel fece spallucce .
“Si” rispose Ian per la sua famiglia , ma non notò la gioia negli occhi di suo figlio Marc .
“Già?!” si lamentò Alexia mettendo il brocio.
 “ Si…ma non devi preoccuparti, torneremo spesso adesso che possiamo”  le promise Isabeau
“D’accordo” si arrese la ragazza
Alec batté le mani : “ Bene! A quanto un viaggio per noi Freeland nel medioevo?”
“Mai” fu la risposta secca di Jodie
“ma…mamma…” protestò il ragazzo
“ è troppo pericoloso non se ne parla proprio!”
“Staremo a Chatel- Argent! Non ci succederà niente” cercò di convincerla, ma con scarsi risultati.
“Poi ne parleremo” decise Daniel , prima di rivolgersi nuovamente ad Ian : “ Allora…andiamo nel mio studio ?”
“ Come sempre”… 



Angolo Autrice 

Ciaoooo ! ^^ cosa ne pensate di questo nuovo capitolo ? Piaciuto ? Spero tanto di si! :) 
I nostri hanno trascorso una bella serata, hanno mangiato, bevuto XD ...ma adesso ? ehehehe! 
Dal prossimo capitolo succederanno parecchie cose interessanti! ;)
Un bacione! A presto ;)   

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Capitolo 5
*** Quindi resteremo qui , per chissà quanto tempo! ***


“START” ordinò la voce di Daniel…per l’ennesima volta, ma anche questa volta il gioco si rifiutò di obbedirgli , per chissà quale motivo.
“ Cavolo ! Vuoi partire stupido gioco… Si o Si ?!  e per poco non sferrò un calcio al computer .  Riuscì a controllarsi per miracolo.
Il ragazzo controllò ogni filo, ogni tasto , perfino tutte le opzioni del gioco, non capiva…davvero non riusciva a capire… era tutto a posto, ma appena voleva dar inizio al gioco… ecco che il computer non rispondeva più ai comandi ! Si bloccava sempre allo stesso punto!
“ Che succede?” domandò Ian allargando le braccia esasperato , per poi sbarazzandosi dei guanti e del visore .
L’amico trasse un profondo respiro e scosse la testa: “ cosa ne so io ? Come al solito decide sempre tutto questo…gioco” disse l’ultima parola con enorme fatica, perché avrebbe tanto voluto usare un altro termine poco carino .
“ Non possiamo tornare indietro ?” domandò Marc , gli occhi sgranati e il cuore in gola . Lo sgabello sul quale era seduto traballò per un breve istante.
Isabeau si avvicinò al figlio e gli accarezzò una guancia : “ Non perdiamo la speranza”
Il ragazzo scosse la testa con forza : “ non voglio rimanere qui…non per sempre!”
Michel non disse una sola parola , era preoccupato . A differenza di suo fratello lui era un tipo ottimista…ma tutta quella situazione non era affatto facile da affrontare neanche per lui .
E così, preferiva restar seduto su una sedia posta in un angolo della stanza, con un gomito sul ginocchio e la mano sul mento , in silenzio .
Isabeau cercò lo sguardo di suo marito in cerca di conforto.
Ian la raggiunse e l’abbracciò da dietro baciandole il collo con dolcezza: “ non temere” le sussurrò ad un orecchio “ troveremo il modo per tornare a casa…è la storia a dirlo!” , poi si illuminò  : “ Altrimenti Ty non nascerà mai…giusto Daniel?” domandò alzando la voce . Aveva bisogno del sostegno dell’amico, soprattutto per rassicurare la sua famiglia .
L’americano annuì distrattamente , ancora preso dal computer che non voleva proprio collaborare.
“ Per qualche motivo il gioco ha acconsentito a portarvi qui…e adesso vuole tenervi in questo tempo per fare chissà cosa prima di riportarvi dall’altra parte ! ” dedusse Jodie accanto al marito.
Ian la guardò  : “ Ancora una volta questo benedetto gioco decide le nostre vite!”
Alexia guardava ciascuno dei presenti con attenzione , Alec al suo fianco spostava invece continuamente lo sguardo da un libro all’altro , tutti posti sugli scaffali della libreria in legno sul lato destro dello studio di suo padre.
“ Possiamo leggere il futuro della famiglia Ponthieu. La Storia può aiutarci ! ” Suggerì improvvisamente
Ian scosse la testa lentamente : “ No, non voglio leggere qualcosa sul nostro futuro”
Alexia annuì: “ è vero…ma sarà più facile per voi accettare tutta questa situazione”
“No, no…e no” rispose Ian passandosi una mano sul viso .
Daniel digrignò i denti e si arrese alzando le mani sulla tastiera: “ D’accordo! Io non so più cosa devo fare!”
“Quindi resteremo qui per chissà quanto tempo ” non era una domanda…Isabeau si sforzava nel mantenere un certo contegno, non aveva alcuna intenzione di cedere alle lacrime . Avrebbe affrontato quella difficoltà con tutte le sue forze per amore dei suoi figli , ne aveva già passate tante da quando aveva conosciuto Ian…avrebbe superato anche questa .
“ Sarà meglio imparare qualcosa in più allora ! ” aggiunse levando il mento risoluta.
Marc ridusse gli occhi a due fessure e uscì dalla stanza in tutta fretta, in preda alla rabbia.
Michel fece una smorfia, ma anche in quel momento preferì non aprir bocca.
Jodie e Daniel si guardarono non sapendo cosa dire per risollevar il morale dei loro amici.
Ian si mise le mani sui fianchi : “ Bene. Io vado da Marc”
                                                                       *****
“Cosa c’è che non va?”
Marc si girò di scatto verso suo padre, sorpreso di vederlo lì…in piedi al suo fianco .
Ian gli sorrise e gli sfiorò una spalla quando prese posto al suo fianco sui tre gradini che precedevano la porta d’ingresso di casa Freeland .
“ Allora…cosa c’è?” ripeté in tono dolce
Marc scosse la testa: “ Niente” mentì , ma le pupille tremolanti nei suoi occhi  e i pugni serrati  lo tradivano.
“ So quanto sia difficile per te. Ricordo ancora quando sono arrivato la prima volta nel 1200 . Avevo paura, mi sentivo perso…non sapevo cosa fare, cosa mi sarebbe successo. A differenza tua però…io non sapevo se sarei tornato o meno a casa .”
“Tu credi davvero che noi…torneremo a Chatel-Argent ?” Marc desiderava con tutto il cuore una risposta positiva.
“Si” rispose immediatamente suo padre con un gran sorriso “ senza dubbio ! Non so ancora quando…ma torneremo da zio Guillaume, Etienne… da Léna”
Quel nome fece sussultare il ragazzo.
“ Ti manca molto non è vero?”
“ Non credevo di riuscire ad amare una donna così tanto…non ritenevo possibile innamorarmi della figlia di Etienne de Sancerre.” Ammise con una punta di tristezza nella voce e un sorriso amaro sulle labbra .
“ Tornerai da lei…vi sposerete” promise il padre afferrandogli una spalla
“e nel frattempo cosa faremo qui?” chiese incrociando lo sguardo del Falco
Ian rise. “ troveremo qualcosa da fare, vedrai. Non ci annoieremo… staremo bene ” 




Angolo Autrice 


Ciaoooo ^^ alluuuuura come va? Stasera mentre cercavo...o meglio tentavo di studiare ( ho fallito miseramente XD ) ecco che all'improvviso mi vien voglia di continuare al più presto questa storia . E' un piccolo pezzo, ma importante per la storia . Adesso Ian e la sua famiglia sono bloccati nel nostro tempo :)
Cosa ne pensate?
Ringrazio di cuore Nymphy per le sue recensioni :) e marcomoratto98 per aver inserito questa storia anche nelle preferite e non solo ! Autore preferito ! ...non so cosa dire ! Grazie! ^^ 
un bacione a tutti voi che mi seguite ! ^^ 
A presto ^^ 

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Capitolo 6
*** Marc Maayrkas ***


“Non sarà difficile ” sussurrò Michel a suo fratello Marc.   
“No, niente affatto” rispose il fratello maggiore con una smorfia sulle labbra .
Michel sospirò sonoramente : “ Fratello, mi stai forse prendendo in giro ?”
Marc sorrise , le mani sui fianchi : “ Assolutamente no”
“D’accordo, farò finta di non aver capito .” Concluse il conte cadetto scuotendo la testa .
“ Questo è il posto che chiamano liceo . Carino .” ammise il maggiore passandosi la lingua sulle labbra . Gli occhi azzurri persi fra la moltitudine di studenti distribuiti in ogni angolo dell’istituto : dentro le aule, nei corridoi, davanti gli armadietti…
“Non ho mai visto insieme così tante donne e uomini della stessa età . ” aggiunse piacevolmente sorpreso.
“Alexia e Alec sono stati abbastanza precisi riguardo a…” Michel non terminò la frase , sgranò gli occhi all’improvviso e deglutì a fatica.
Marc lo guardò perplesso: “ Stai bene?”
Il fratello minore annuì, un gesto quasi impercettibile.
“ madame…siete incantevole” disse Michel in un sussurro , ammirato , ammaliato , affascinato da una  ragazza dai lunghissimi capelli biondi e dagli occhi di ghiaccio , che gli era appena passata accanto con l’intento di prendere qualche libro dal suo armadietto poco distante da lui .  
Una gomitata arrivò dritta, dritta fra le costole del giovane .
Michel gemette. “Marc mi vuoi uccidere?” sibilò a denti stretti mentre continuava a guardare la ragazza , che non si era accorta di nulla .  
“ Madame? Dimentica il francese e parla l’inglese! ” lo rimproverò
Michel sbuffò dandogli una piccola spinta : “ E’ inutile, sei noioso”
“ Vedi di non farti venire strane fantasie in testa . Noi andremo via da qui” l’avvisò
“ Tutto bene ?” domandò Alec all’improvviso, appena arrivato in compagnia di sua sorella Alexia.
“ Benissimo” rispose Michel , guadagnando un’occhiataccia da parte di suo fratello.
“Marc, purtroppo non seguiremo le stesse lezioni , ma se hai bisogno di me …beh , sai come trovarmi! ” aggiunse Alec facendogli l’occhiolino.
“ Non riesco a capire. Perché mio padre ha avuto questa idea ridicola !” esclamò Marc furioso chiudendo le mani a pugno.
“ Perché ? Beh , è meglio così per tutti . A casa tutto il tempo vi sareste annoiati!” spiegò Alexia con un sorrisetto sulle labbra. Non era da tutti avere due amici del medioevo, questo la entusiasmava non poco .
“ Non posso neanche usare il mio cognome!” ribatté Marc allargando le braccia esasperato.
“ In teoria…è proprio qui che userai il tuo vero cognome” lo corresse il fratello divertito.
“Ah-ah-ah ma come siamo simpatici Michel!”
“ Sssssssssh  basta! Papà e Ian hanno fatto tanto per dare a voi questa possibilità, perciò non sprecatela!” avvisò Alec sbuffando.  
“ Possibilità? Per far cosa? Io dovevo sposarmi, non stare qui a poltrire ! Conosco la mia storia, ho imparato diverse lingue tra cui l’inglese e il latino. Sono un conte, non una semplice persona!”
“antipatico e modesto è dir poco” sussurrò Alexia al fratello,  seccata.
“ cerca di capirlo, questo mondo è parecchio diverso dal suo. ”
                                                                          *****
“Pensi sia stata una buona idea mandare i nostri figli in quel posto ?” domandò Isabeau a suo marito .
Ian , disteso sul letto accanto a lei , le accarezzò una guancia con dolcezza per poi perdersi completamente nei suoi occhi color nocciola, che lo fissavano con amore : “ Certo. Andrà tutto bene amore mio , non temere . In questo mondo ancora in teoria esisto ! I nostri figli saranno al sicuro,  io e Daniel abbiamo pensato a tutto.”
Lei sorrise:  “ Ma come fai?” domandò la castellana prendendo il volto del marito fra le mani  “ Come riesci a rassicurarmi in tutto?”
“ Ti amo…è semplice. Ti fidi di me” rispose Ian prontamente
“ Qui non ci sarà nessun pericolo neanche per te, vero signor conte ?” domandò lei cercando in tutti i modi di nascondere la sua preoccupazione dietro un tono scherzoso e allegro .
“Nessuno .  E’ un posto sicuro” la rassicurò lui  .  
Isabeau annuì contenta, poi le loro labbra si incontrarono.  
                                                                             *****
“Quindi tu sei il ragazzo nuovo?” domandò una voce giovane, femminile.
Marc si voltò di scatto.
La ragazza bionda che prima suo fratello aveva “notato” nei corridoi , era proprio in piedi davanti a lui e l’osservava con evidente curiosità negli occhi chiari.
Marc trasse un profondo respiro: “ Si, proprio così” disse in un soffio
Lei sorrise e si sedette al suo fianco : “ Ti dispiace se mi siedo qui? Sai , hanno già preso tutti un posto e adesso…beh, è rimasto soltanto questo accanto a te . Purtroppo sono una ragazza che ama spesso fare ritardo! Immagino l’avrai capito vista la situazione ” fece una smorfia , un po’ imbarazzata.
Marc corrugò la fronte: “ Oh, no…puoi sederti qui, nessun problema” disse a fatica
Lei notò subito qualcosa di strano nella sua voce : “ Non sei di qui vero?”
Il ragazzo scosse la testa: “ No, non sono di qui”
Non appartengo neanche a questo tempo se vuoi saperlo
“ Di dove sei?” gli chiese mentre sistemava meglio le sue cose sul banco, dopo aver poggiato lo zaino a terra.
Le donne nel medioevo fanno decisamente meno domande, lo sai?
“ Sono francese” rivelò guardandola di sottecchi.
Gli occhi di ghiaccio della bionda si illuminarono all’istante: “ Davvero?”
Marc annuì sorpreso. Tutto si sarebbe aspettato tranne quell’improvvisa reazione.
“Oh , scusami non mi sono presentata…il mio nome è Cassandra Martewall” e allungò una mano per poter stringere la sua.
Per poco a Marc non venne un colpo . Sgranò gli occhi sbalordito .
Stringendole la mano , come gli aveva insegnato Alec, non riuscì a trattenersi nel dire :  “Tu sei la figlia di…”,  ma si bloccò in tempo .  
Geoffrey . No, non può essere suo padre…ma lei potrebbe essere una sua discendente.
Lei si passò una mano fra i capelli : “ Figlia di…? Per caso conosci mio padre?”
“No…scusa, conosco un'altra persona con il tuo stesso cognome , anzi un’intera famiglia e…pensavo che…”
Lei scosse la testa allargando il sorriso: “ In Francia conosci qualcuno con  il mio cognome? ”
“ Non proprio…è una storia lunga” spiegò , lei lo guardò con sospetto: “ ti offendi se ti dico che sei un po’ strano?”
Forse perché anche tu sembri tanto strana a me ?! Preferisco le donne silenziose, timide e decisamente meno provocanti . Tu sei troppo, come dire…diretta, ecco!  pensò dando un’occhiata a come si era vestita la sua “ nuova amica”, nonché compagna di banco  .
Una minigonna di Jeans  e una graziosa maglietta a mezze maniche,  decisamente troppo scollata per i gusti del giovane conte .
E’ vergognoso il suo modo di vestire!
“ No, non mi offendo. E’ tutto parecchio strano anche per me qui!” si decise a rispondere
Lei rise: “ Ci farai l’abitudine” . “ Ma adesso dimmi…qual è il tuo nome?”
“ Marc Maayrkas”
“ Marc…un bel nome !” disse lei continuando a sorridergli








Angolo Autrice 


Ciaooooooo ^^ ecco qui un nuovo capitolo di questa storia, un pò bizzarra  ^^
L'ho scritto un pò di fretta! :)  
Vi piace Cassandra? ^^ 
Fatemi sapere cosa ne pensate ;) 
Un bacione a tutti voi che mi seguite <3 
A presto ;) 

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Capitolo 7
*** Nella villetta dei Martewall ***


“ Che fai ? Non mangi?”
Marc sobbalzò e ritornò alla realtà , dopo che si era perso per un paio di minuti nei suoi pensieri .
Si trovava alla mensa della scuola , in compagnia di Cassandra e di altri tre dei suoi compagni di corso . E come ogni giorno, da quando frequentava il liceo, si sedeva assieme a loro in un angolo della sala, intorno ad un comodo tavolo rotondo carico dei loro vassoi colmi di cibi e bevande  di ogni genere , che lui non aveva mai visto prima .  Di quella mensa aveva iniziato a gradire da poco soltanto coca-cola , pizza , patatine  fritte e hot dog .
Hot dog, o meglio cane caldo…perché dar questo nome a questo cibo così buono? Non credo sia fatto di…no, no impossibile, non ci voglio nemmeno pensare!
Insomma, a lui piacevano cibi che molti definivano “ spazzatura”.  
Tutt’intorno , altri ragazzi seduti intorno ad altrettanti innumerevoli tavoli della stessa forma  , ridevano, scherzavano, si lanciavano del cibo tra loro…e discutevano del più e del meno.
Una fila enorme di studenti invece, se ne stava in disparte nella parte opposta ai tavoli . Ogni studente aveva un proprio vassoio in mano , ed era pronto a farsi servire dagli addetti della mensa schierati dietro un lungo bancone carico di cibi fumanti, appena cotti . Quella confusione, quel vociare continuo , veloce …ogni giorno recava un enorme fastidio a Marc , che preferiva di gran lunga luoghi più tranquilli e naturali .
La natura vera… in quella città mancava , nonostante gli immensi giardini in cui si era ritrovato a camminare in compagnia di suo fratello e dei suoi “cugini” . E l’aria era così pesante, cupa… 
Giorno dopo giorno Marc stava veramente sentendo il peso della lontananza…si era pentito di aver scelto di andar a visitare quel tempo , quella nuova terra ancora sconosciuta nel suo tempo .
Sentiva un disperato bisogno di riabbracciare la sua amata Léna , e il non poterlo fare lo innervosiva non poco, parecchio ! E poi …non mancava molto al suo matrimonio e lui era ancora lì , in attesa di tornare . Era inutile, non riusciva proprio ad abituarsi per bene alla nuova realtà, anche se c’erano incredibili vantaggi. Ne erano un esempio i mezzi di trasporto e… non solo : il televisore, internet, i cellulari, i computer…
Eppure…
Quel benedetto gioco moderno! Si ritrovò a pensare chiudendo le mani a pugno per la rabbia .
“ Ehi, cavaliere ? Sto parlando con te!” aggiunse Cassandra con un radioso sorriso sulle labbra, agitava una mano davanti ai suoi occhi per richiamarlo all’attenzione .  
Era da una settimana che la compagna di banco aveva preso a chiamarlo in quel modo, perché rimasta molto sorpresa dai suoi modi gentili ed educati, specialmente nei confronti delle ragazze.
Cassandra affermava che uomini come lui non esistevano più sulla faccia della terra…e come darle torto specialmente quando guardava quel rozzo di  Harry ? 
“Scusami…è che ancora non sono abituato, a tutto questo” si decise a rispondere  allargando le braccia.
Lei rise : “ Le scuole francesi non sono altrettanto grandi come questa?”
Marc si grattò la nuca.
Ma cosa ne posso sapere io?
Non rispose. Si limitò a fare spallucce.   
“ A Parigi gli hamburger non vanno di moda?” scherzò invece Harry, seduto accanto a Cassandra . Un ragazzo biondo, dagli occhi castano scuro , un giocatore di rugby professionista, nonché uno dei tanti spasimanti della Martewall .
Marc aveva scoperto da poco che la ragazza era uno di quelle che tutti definivano Cheerleaders . O meglio, una delle ragazze che secondo lui , facevano di tutto per mettersi in mostra e risollevare l’umore a quei “poveri” uomini corpulenti , che sprecavano tempo ed energie correndo dietro ad una palla ovale durante una partita . Quei giochi per lui , erano decisamente noiosi e senza senso.
Giostre e tornei medievali erano decisamente più entusiasmanti e affascinanti da vedere e provare. Per non parlare delle feste dopo i tornei…le danze, i banchetti…altro che discoteche e pub. Una sera si era lasciato trascinare da Cassandra in uno di quei locali, e per le sue povere orecchie era stato un vero e proprio trauma…per non parlare del modo in cui ballavano le persone ! 
“ A Parigi non mangiavo cibi del genere” rispose con una punta di rabbia nella voce . Era inutile dire che Harry gli stava proprio sulla bocca dello stomaco . Nutriva un’antipatia così forte per quel ragazzo che diverse volte immaginò di sfidarlo a duello , e di vederlo in ginocchio davanti a lui minacciato dalla punta della sua spada mentre tremava e piangeva come un poppante .
Come faceva mio padre a vivere in questo mondo?
“ Beh, non mangiavate roba del genere… ma che muscoli!” si azzardò a dire Rose , seppur arrossendo un poco.
Per poco a Marc non andò di traverso il boccone che aveva appena ingoiato per quell’osservazione .
Cassandra scoppiò a ridere: “ Cavaliere non ti affogare!” gli disse dandogli una pacca sulle spalle.
                                                                                  *****
“ Ian? Sei appena tornato dall’Università ? I tuoi corsi sono ancora strapieni di ragazze , professore ?” scherzò Daniel appena rientrato in casa , dopo una lunga giornata stressante trascorsa a lavorare davanti ad un computer .
Ian se ne stava seduto in cucina , un giornale davanti a gli occhi , i gomiti poggiati sul tavolo e le dita tra i capelli corvini . Sul volto un espressione indecifrabile.
Non ricevendo alcuna risposta, il biondo decise di avvicinarsi all’amico e nel vederlo in quella posizione si preoccupò : “ ehi…tutto bene?” chiese piano con un filo di voce
Ian scosse la testa lentamente e cercò immediatamente il suo sguardo: “ Leggi” gli disse porgendogli un  giornale e indicando un piccolo articolo con un dito .
Daniel afferrò il giornale e iniziò a leggere.  
“ Ty Hamilton…oddio! E’ morto” urlò Daniel sconvolto, scioccato.  
Ian trasse un profondo respiro : “…assassinato. Sua moglie e sua figlia sono salve per miracolo!”
“ Ma perché?!”
“ Nessuno lo sa…è avvenuto in circostanze del tutto misteriose…” rispose Ian con una smorfia dipinta sul volto.
“ Mi dispiace…” disse il biondo sincero . Aveva imparato a voler bene a quel ragazzo, era stato al suo matrimonio perfino!
“Anche a me.” Ammise Ian alzandosi “ Vado da Isabeau”
                                                            *****
“ Ti va di venire a casa mia verso le diciannove ?” domandò Cassandra a Marc davanti la fermata del pullman che avrebbe riportato loro a casa.  
Il conte trasse un profondo respiro : “ N…non lo so, ho…h…ho qualche impegno” balbettò
Lei gli scoccò un bacio su una guancia: “ Forza! Non fare il timido! Possiamo iniziare la ricerca di scienze insieme e poi vedere un bel film seduti in salotto con una montagna di pop corn !”
Marc rimasto irrigidito dal gesto della ragazza , non riuscì a rispondere .
La verità era che lei gli faceva paura. Era così spontanea, sicura di se…neanche un briciolo di timidezza. Sapeva sempre quello che voleva e lo conquistava come poteva.
Di solito sono le ragazze ad essere timide con me…non il contrario!
“Ehi bellezza, vieni con noi oggi?” le domandò un ragazzo dalle orecchie a sventola , ma decisamente robusto e alto di qualche centimetro in più di Marc . Un orecchino all’orecchio sinistro riluceva come il punto luce che aveva su un incisivo . Era circondato da altre due ragazzi , vestiti alla stessa maniera con giacchetta di pelle e catenelle attaccate ai pantaloni larghi e scuri , le mani nascoste in guanti di pelle nera adatti a guidare una motocicletta .
Cassandra si liberò dalla sua stretta quando questo le afferrò un braccio con la forza: “ gira al largo Romolo!” avvisò lei
Lui scoppiò a ridere seguito dai suoi scagnozzi: “ Ti lascerò soltanto se mi risponderai di si”
“ Ti ha detto che non vuole…basta no?” intervenne Marc che aveva ridotto gli occhi a due fessure
Pessima idea. Torna indietro Marc o finirà male…aspetta! Finirà male per lui, non di certo per me!
“ Il piccoletto ha detto qualcosa?” il gradasso fece finta di non aver sentito
Marc fece appena in tempo a fare un cenno a Cassandra , che un pugno lo colpì in pieno viso così forte da fargli appannare la vista . Sentì qualcosa di caldo scendergli dal naso.
“Marc!” lo chiamò preoccupata Cassandra , che aveva sgranato gli occhi alla vista del sangue.
Il conte non ci vide più dalla rabbia . Seguì l’istinto, e non la ragione che invece gli consigliava di utilizzare sempre suo padre.
Saltò addosso a Romolo come un gatto su un topo , e insieme a lui cadde per terra . Rotolarono sul largo marciapiede in un groviglio di braccia e di gambe mentre gli altri due ragazzi ridevano a crepapelle .
“ Ma quello è Marc ? ” chiese incredulo Michel mentre camminava in compagnia di Alec e Alexia .
Anche loro in quel momento erano diretti alla fermata del pullman.
I due fratelli Freeland sgranarono gli occhi : “ Oddio!” dissero all’unisono
Michel roteò gli occhi: “ Il solito impulsivo ! E a chi tocca aiutarlo? Sempre io! Ma non è lui il maggiore ? ” sbottò seccato , lasciando cadere a terra la sua borsa per raggiungere di corsa il fratello e aiutarlo in qualche modo .
Dopo una serie interminabile di pugni, calci e urla anche contro gli altri due amici di Romolo, finalmente Marc e Michel riuscirono ad avere la meglio e ad allontanarsi da loro .
“Non finisce qui!” minacciò Romolo pulendosi gli angoli della bocca con il dorso delle mani. Il labbro rotto e sanguinante e un espressione terrorizzata sui volti dei suoi due amici spilungoni .
Marc ringhiò trattenuto da suo fratello : “ Quando vuoi!”
Michel sospirò : “ Calmati! Ma sei impazzito fratello ? Nostro padre e nostra madre…sono già pronti per una bella ramanzina se non poni fine a questa assurda situazione ! ”
Cassandra si avvicinò ai due fratelli : “ State bene?” domandò scrutandoli con occhi attenti
Michel perse la parola. Completamente rapito per la seconda volta dalla bellezza della ragazza, della stessa età di suo fratello .
“ Bene” rispose per entrambi il fratello maggiore . “ Lui è mio fratello Michel. ”
“ Ciao Michel” disse ritornando al suo solito sorriso , e il conte cadetto cercò di ritornare a respirare: “ Piacere….mad…Cassandra, giusto?”
Lei annuì, per poi avvicinarsi al ragazzo dagli occhi azzurri : “ Marc stai continuando a sanguinare…vieni , casa mia è a due fermate da qui. ”
“ Non devi preoccuparti…” disse lui con un mezzo sorriso
“ E’ successo tutto questo a causa mia, per favore” lo supplicò lei  
Michel guardò il fratello: “ Se vuoi ti accompagno io”
Il maggiore lo fulminò con un’occhiataccia capace di incenerirlo , poi ritornò a posare lo sguardo sull’amica: “ D’accordo…grazie”
                                                                               *****
“ Non è niente di che…davvero” continuava a ripetere Marc mentre Cassandra gli disinfettava un piccolo taglio su una guancia e gli tamponava il naso . Si trovava seduto su un comodo divano di pelle nera , nel salone delle piccola villetta dei Martewall . Era una casetta graziosa, dal pavimento in legno e tappezzata alle pareti da quadri di ogni forma e dimensione . Oggetti in cristallo e di porcellana racchiusi in piccoli mobili sparpagliati un po’ dovunque sembravano fissarli in completo silenzio .
“ Perché l’hai fatto , Marc ? Dovevi lasciarli stare” iniziò lei mettendosi a sedere al suo fianco.
“ Amo difendere le fanciulle in pericolo” ammise con un sorriso mentre si perdeva nei suoi occhi.
Lei scosse la testa sorridendo: “ L’ho detto che sei un cavaliere” sussurrò dolce . I loro volti troppo vicini,  Marc poteva sentire il respiro di lei sul suo viso.
“ Sei diverso da tutti gli altri…” disse lei continuando a guardarlo negli occhi
“ Forse perché sono francese” Scherzò lui , allontanandosi un poco da lei . La vicinanza della ragazza faceva inspiegabilmente battere il suo cuore più veloce del solito
Una ragazza del medioevo…un contatto così vicino…ecco…
Lei sospirò: “ Hai lasciato una ragazza in Francia?” gli domandò con un mezzo sorriso
Si. Non nella Francia del tuo tempo…ma come ha fatto a capirlo?
“ Dai tuoi occhi…riesco a capire che sei innamorato” continuò lei
“ E’ vero…lei si chiama Léna” ammise lui per poi mordersi le labbra “ e mi manca molto”
“ Non verrà a trovarti? O magari tu…potresti andare a trovarla…”
Marc trasse un profondo respiro: “ E’ complicato…è una storia lunga, credimi”
Lei annuì , non facendo altre domande : “ Perfetto! Non resta altro che fare la ricerca di scienze e vederci un bel film , vieni”



Angolo Autrice 


Ciaooooo :) scusate il mega ritardo e la brevità del capitolo! 
Cercherò di aggiornare quanto prima! ^^ 
Grazie di cuore ragazzi! Grazie per le vostre recensioni e per continuare a preferire/seguire questa storia! <3 
Un bacione! A presto ;) 

 

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Capitolo 8
*** Il codice ***


“ Non ne posso più di Marc !” sbuffò Alexia passandosi una mano fra i capelli ramati . Quel ragazzo le faceva salire una rabbia! Ormai erano lì da mesi, possibile che non si era ancora abituato a quella vita senz’altro più bella di quella che poteva vivere nel Medioevo ?
Per il momento, Hyperversum aveva deciso di tenerli in esilio in quella realtà , quindi era inutile lamentarsi di continuo e chiedere di provar il gioco ogni ora !
Cavolo, non poteva accettarlo e basta? Michel era decisamente più ottimista e simpatico di lui! Era divertente guardare la televisione con il conte cadetto, vedere le espressioni buffe che faceva quando notava alcune pubblicità un po’ “calde” per lui…
“ Nessuno ha il coraggio di vedere quel benedetto codice ? Così da far mettere l’anima in pace a quel ragazzo odioso che non ha ancora capito che con quella Léna si può sposare comunque ?” disse tra sé e sé .
“ Capirai poi! Che bellezza rara la sua Léna…” aggiunse mentre afferrava il codice dal terzo scaffale nella libreria nello studio di suo padre .
Si era chiusa all’interno della stanza per essere sicura che nessuno la sgridasse prima ancora di leggere qualcosa del futuro della famiglia che stavano ospitando .
Aprì il codice miniato prendendo un ampio respiro e iniziò a cercare…qualunque cose che le facesse capire che presto il conte odioso di nome Marc se ne sarebbe tornato a casa per fare chissà cosa per la storia con la sua dama adorata .
“Possibile che sono l’unica a non temere il futuro in questa famiglia?” si domandava mentre le pagine scorrevano veloci fra le sue dita.
Era quasi a metà del codice quando notò il ritratto di Marc de Ponthieu
“oh, finalmente” commentò soddisfatta
Iniziò a far scorrere gli occhi sulla meravigliosa calligrafia e i disegni colorati negli angoli . Quel libro era una copia dell’originale , ma era comunque stupefacente.  
Non capiva molto , dato era in latino,  ma qualcosa suo padre e sua madre su quella lingua “morta” gliel’avevano insegnata…
I suoi occhi si soffermarono su una data,  scritta appena qualche pagina seguente dopo il ritratto del ragazzo dagli occhi blu.
Il suo cuore ebbe un fremito, i suoi occhi si spalancarono. Una mano corse a tapparle la bocca.
Ciò che aveva scoperto la lasciò senza fiato.
“No, non può essere…” disse con un nodo in gola. Cercò altre rispose e lesse tra le righe qualcosa che ancor di più le fece venir ansia .
Cosa doveva fare adesso che sapeva quella sconvolgente verità ?
Doveva dirlo a Ian ? A suo padre ? A Marc ?
No, era impossibile! Perché?
Alexia scosse la testa e si lasciò cadere su una sedia ancora scioccata da ciò che aveva appena appreso.
                                                                                  *****
“ Sono stato bene con te Cassandra” ammise Marc .
“Anch'io con te ” ripose la ragazza sulla soglia di casa sua .
La serata era stata favolosa . Marc aveva scoperto che Cassandra aveva davvero un cuore d’oro. Era una ragazza comune per quel tempo, anche se non per lui . Ed era anche molto dolce , a suo modo.
Aveva appreso che Cassandra aveva perso i suoi genitori quando aveva soltanto quattordici anni, e adesso viveva con sua zia materna nella villetta nella quale era nata e cresciuta .
Ciò che l’aveva lasciato sconvolto era però la strana morte dei genitori di lei …non potevano essersi suicidati ,così… senza motivo.
Stavano bene economicamente, si amavano, erano una famiglia unita…
Cassandra e sua zia , che aveva conosciuto e con cui aveva parlato per qualche minuto , parlavano di omicidio , ma la polizia non voleva sentir loro ragioni ed avevano archiviato il caso .
Ora, nel Medioevo era facile togliere la vita ad un uomo…anche lui poteva definirsi assassino. Certo, non aveva mai ucciso a sangue freddo, ma l’aveva pur sempre fatto, anche se per salvarsi la vita.
In quell’ epoca in cui stava vivendo però , le cose funzionavano diversamente . Chi toglieva la vita…era un assassino, basta. Ma perché quello sconosciuto avrebbe dovuto togliere la vita ai genitori di Cassandra Martewall ?
In mente gli ritornarono le parole di suo padre riguardo un certo Ty . Suo padre gli aveva parlato di un ragazzo che era ritornato nel medioevo e che apparteneva alla loro famiglia…una cosa del genere. Anche lui era stato assassinato … Poteva essere solo una coincidenza ?
In quel caso anche lui e Cassandra rischiavano grosso? Ma chi voleva la loro morte ?
Scosse la testa mentre una goccia d’acqua gli colpì il viso . Stava per venire a piovere.  
Perfetto adesso dovrò sentire mia madre!
E iniziò a correre per raggiungere la fermata del pullman, che l’avrebbe riportato a casa Freeland .
                                                                                     *****
“ Papà, ti devo parlare…è importante” esordì Alexia.
Daniel alzò lo sguardo dal giornale che stava leggendo comodamente seduto sul divano nel salone.
“ Dimmi pure…cosa c’è?” le domandò curioso .
Alexia si torturò le mani per l’ansia.
“ Ho fatto una cosa che non dovevo fare, ma…” continuò mentre il cuore le martellava forte nel petto .
Daniel piegò il giornale e lo mise sul tavolino alla sua destra.
“ Vieni” le disse indicandole il posto accanto lui .
Alexia deglutì e si mise a sedere al suo fianco.
“ papà…ho letto il codice…quel codice”
Daniel sgranò gli occhi: “ Cosa hai fatto tu?” domandò con il tono di voce un po’ alterato
“ Ecco io..io..”
“ Tu cosa Alexia ? Cosa ti avevamo detto io ed Ian?”
“ Io…lo so, lo so ma Marc...lui non smette di lamentarsi . Così ho cercato di capire quanto lui e la sua famiglia saranno importanti per la storia , tanto che Hyperversum si decida a funzionare e a far ritornare loro a casa !”
Daniel si alzò e si mise le mani sui fianchi , si passò la lingua sulle labbra e incontrò gli occhi verdi di sua figlia
“  Che hai scoperto?” le domandò
Alexia scosse la testa: “ Una cosa terribile…per quello che ho capito”
Il volto di Daniel diventò improvvisamente pallido: “ Che intendi?”
“ Marc…lui morirà quattro giorni prima del suo matrimonio a causa di un incendio che scoppierà al castello di Chatel-Argent . A far scoppiare l’incendio saranno alcuni sicari della famiglia di Gant . Il loro odio…non finirà mai contro Ian! “
Daniel si afferrò i capelli biondi e ribelli con le mani, gli occhi lucidi : “ Oddio” fu il suo primo commento “ ma perché?” domandò alzando lo sguardo verso l’alto.
Alexia scosse la testa: “ Non lo so, ma…perché Hyperversum allora non funziona? Deve pur esserci un motivo…”
Daniel si chinò su sua figlia e le afferrò le spalle: “ Tu, tesoro mio, non dovrai mai dire nulla ad Ian o ad Isabeau , promesso ? “
Lei annuì: “ Stai tranquillo, non lo farò…ma Marc”
In quel momento, conoscendo il futuro del ragazzo, non riusciva più ad odiarlo, a non sopportarlo , anzi…Alexia aveva scoperto di volergli bene, almeno un pò. Si stava affezionando a Marc in qualche modo. E lui non poteva morire, era così giovane!
“ Marc, lui nemmeno dovrà sapere nulla” le sussurrò il padre in tono dolce
“Ma…” provò lei a protestare
Daniel scosse la testa: “ la storia per lui vuole questo, non possiamo modificare nulla…tesoro, è per il bene di tutti”  
“ Ciao!” salutò in quel momento il conte appena rientrato a casa bagnato dalla testa ai piedi. I capelli corvini incollati sulla fronte .  
Alexia incontrò i suoi occhi azzurri , e non riusciva a darsi pace.
Daniel cercò subito di riprendere quell’espressione serena che aveva abbandonato dopo le parole di sua  figlia , e salutò a sua volta: “ Ciao Marc” ma la voce gli tremava, era evidente.
Marc aggrottò la fronte: “ State bene? Siete pallidi” notò il ragazzo mentre si faceva avanti.
Alexia trasse un profondo respiro e si alzò : “ Si, tutto bene. Tu ?”
“ Bene” rispose lui , ma aveva perfettamente capito che c’era qualcosa che padre e figlia volevano nascondergli.
“ Siete sicuri di stare bene?” richiese
Alexia abbassò lo sguardo : “ Si, levati dai piedi” gli rispose prima di andarsene al piano di sopra.
Marc si voltò verso Daniel, che si sforzava di sorridergli: “ Ian, Isabeau e tuo fratello sono di sopra…se hai bisogno di me invece…io sono qui”
Il conte inarcò un sopracciglio: “ Grazie”
Daniel fece spallucce: “ Figurati” rispose , sedendosi nuovamente sul divano e recuperando il giornale dal tavolino



Angolo Autrice



Ciaooooo ^^ Allora, cosa ne pensate di questo nuovo capitoletto? ^^ 
Cosa succederà adesso? 
Il nostro Marc morirà oppure no ? E chi sta cercando di far fuori i Ponthieu e i Martewall?
Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^
Grazie a Nymphy e _Spring_ per le loro recensioni <3 e a tutti voi che continuate a leggerla ^^
Un bacione, a presto ;) 

 

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Capitolo 9
*** Lettere & Duelli ***


“Maayrkas quanto vale Pgreco?”
Marc deglutì. Era del tutto impreparato .
Il giorno prima non era riuscito a studiare, sia per via del raffreddore che aveva beccato dopo aver corso sotto la pioggia per tornare a casa, sia per lo strano clima che aleggiava tra i Freeland .
Daniel, Alexia…avevano un’aria strana, decisamente .
Nascondevano qualcosa , lui ne era consapevole...ed era più che evidente . 
Cassandra , seduta al suo fianco da brava compagna di banco , non vedendo partecipazione da parte dell’amico , nascose un sorrisetto divertito sotto una mano per non farsi notare dalla professoressa dai capelli color grigio perla .
“Allora ? Signor Maayrkas…non lo sa ? Mi stupisce che lei non sappia una cosa così banale , dati i suoi voti in storia , scienze , latino e…filosofia. Ha una bella media di voti, sa ? ”
La professoressa Branc , con gli occhialini a mezza-luna alla punta del naso , non faceva altro che puntarlo ogni qual volta ne aveva la possibilità .
Aveva perfettamente capito che la sua materia non interessava minimamente al giovane conte ereditario di un intero feudo, che non attendava altro che il suo ritorno .
Marc sbuffò e fece spallucce.
Cassandra gli afferrò la mano destra, che in quel momento era poggiata sul banco,  e suggerì la risposta: “ 3,14”
“3,14” urlò il giovane non appena sentì il suggerimento.
La professoressa inarcò un sopracciglio: “ Perfetto Maayrkas, non le farà male una bella F “
Il conte roteò gli occhi seccato : “ Grazie” sibilò alla professoressa di matematica , che aggiunse : “ Comunque la ringrazio Martewall , immagino che anche a lei per quel suggerimento inopportuno  non si dispiacerà troppo nel ricevere una f ”
Cassandra la guardò in malo modo .
“ Grazie , non dovevi” le disse comunque Marc mostrandole un mezzo sorriso
“ Quella cornacchia la finirà di tormentarti prima o poi…cavaliere” rispose lei  con un occhiolino.
“ ti piace chiamarmi proprio in quel modo , eh ?” osservò il ragazzo  
Lei fece spallucce: “ Sai com’è . Ti si addice . M’intriga .  E ancora di più mi vien voglia di chiamarti in questo modo da quando ho approfondito un argomento di storia, sai per recuperare quel mio brutto voto.”
Marc sbiancò.
Deglutì e provò a chiedere: “ ossia ?”
Cassandra si voltò completamente verso di lui , per poter discutere meglio.
“ Sai bene che stiamo studiando il Medioevo in questo semestre . Siamo arrivati a qualche anno dopo la crociata Albiginese e …ho fatto un approfondimento sulle origini della mia famiglia, dato a quei tempi esisteva un certo barone di nome Geoffrey Martewall da cui sembra proprio che io discenda . Wow! Discendo da un nobile! Un barone inglese ! E non solo…questo Geoffrey, devo dire un bel soggetto dato il suo dipinto che ho trovato su Internet , sembra proprio che sia stato un amico di certi conti francesi…”
Oh ! No! NO !
“ Tu assomigli molto ad un ragazzo conte e cavaliere che…beh, ha vissuto in quel tempo! Magari discendi anche tu da una famiglia nobile in qualche maniera ! Magari proprio da quella casata, dato che un certo Jean Marc de Ponthieu , per l’appunto francese, sembra essere la tua fotocopia . “
Marc trasse un profondo respiro di sollievo.
Mio padre, ha visto mio padre…
“ Stai bene? Sei pallido come un cencio!” sbottò lei
Lui si riscosse e ritornò a rivolgerle il suo solito sorriso: “ Oh sì, certo!”
“Buona conversazione! Martewall, Maayrkas…al prossimo compito vedremo quanto sarete bravi!”
Ignorò volutamente quella donna , che se fosse vissuta nel suo tempo avrebbe di certo perso la lingua per essersi rivolta a lui in quella maniera .
Oh, quanto mi mancavano i vecchi tempi. Letteralmente .
 “ Ascolta” proseguì Cassandra bisbigliando “ ieri sera in casa mia sono entrati dei ladri.”
Marc si fece incredibilmente attento: “ Come…cosa?”
“ Non hanno rubato niente, per lo meno per quello che io e mia zia siamo stati in grado di controllare, ma ho trovato la foto di quel barone di cui discendo…proprio quel Geoffrey , con un coltello conficcato sulla gola!” 
“Questa storia non mi piace. Prima i tuoi, poi…questa cosa…e quel Ty”
“Chi è Ty?” domandò lei incuriosita arpionando le dita intorno al braccio del giovane conte , che trasalì all’istante a quel contatto così ravvicinato , e fece dei leggeri colpetti di tosse per dissimulare l’imbarazzo.
“Nulla di importante” sminuì lui “ è solo che inizio a pensare anch’io che i tuoi non si siano tolti la vita”
“ Cosa mi consigli di fare?”
“ Ancora non so. Ma devi stare attenta”
“ Mi piace quando ti preoccupi per me” se ne uscì fuori lei, alitandogli sul collo per poi scoccargli un bacio su una guancia .
“Cas..io…ehm, io…”
Marc! Cosa ti prende? Non hai mai balbettato in tutta la tua vita! Ma questa ragazza non tiene al suo onore? A …a come può essere vista da tutti gli altri uomini….voglio dire…
“ Harry ci sta osservando” le fa notare
Cassandra mostrò un sorrisetto malizioso : “ è geloso”
“ meglio non farlo arrabbiare , non credi? Non vorrei fare a pugni per difendermi un’altra volta…”
“ Non credo che tu avresti problemi nel difenderti” ribatté
E’ molto diretta la ragazza…ormai dovrei averlo capito bene , dovrei esserne abituato, no? Eppur ogni qual volta mi sembra così strana!
“ Se lo dici tu ” si arrese , e lei gli diede una spinta scoppiando a ridere: “ Cavaliere come siamo noiosi questa mattina! Cosa ti prende? Oggi dopo le prove con il gruppo delle ragazze , ti andrebbe di accompagnarmi a lezione di scrima?”
Marc sgranò gli occhi: “Scherzi?”
“ Ho la faccia di una che scherza?” e gli fece l’occhiolino “ non sarò brava in storia ma mi sono sempre piaciute le vicende di spade, battaglie e archi da guerra”
“Forse perché non hai mai visto una vera battaglia” disse spontaneo il ragazzo, che subito dopo si tappò la bocca con una mano
Cassandra lo guardò in modo strano: “ Perché…le vere battaglie come sarebbero ? Sentiamo! Esperto in battaglie medievali…forza, su” lo invitò con tono di sfida.
Marc si ricompose: “ Non belle da vedere, decisamente. Ci sarebbe  troppa brutalità e sangue per una donna”
“da quanto mi piaceva quel tuo atteggiamento verso il gentil sesso adesso…sembra che tu consideri la donna quale essere inferiore”
“Le donne nel Medioevo non avevano molte possibilità di parlare o fare cose da uomini” tagliò corto lui
Cassandra trasse un profondo respiro: “ Oggi sarà diverso. Vedrai quanto sarò brava con la spada…e sai cosa ti dico? Ti sfido a duello Marc Maayrkas”
Il conte inarcò un sopracciglio
Sta sfidando me! Me ? Una donna? Questo è un affronto che non posso accettare !
Il mio povero onore!
“ Io non combatto contro una donna” spiegò in poche parole
“ Oggi lo farai. Niente storie! E poi non vedo l’ora di veder quel tuo bel sederino cadere a terra!”
“ Non immagini neanche chi tu stia sfidando” le bisbigliò ad un orecchio
Un conte cavaliere, nipote di uno dei feudatari maggiori di Francia…e giovane falco d’argento dei sovrani di Francia
Lei guardò di sbieco il compagno di banco : “ Chi? Un ragazzo che sarà presto battuto da una donna in un incontro di spada?”
                                                                                      *****
Quanto mi era mancato maneggiare una spada?
Oh, avevo perso il conto!
A dir il vero però , non era comunque soddisfatto di quel che gli avevano permesso di maneggiare.
La lama non era affilata, ed era fin troppo leggera rispetto alla spada che era solito portare al fianco.
“ Come spada è davvero scarsa” decretò  
Cassandra di fronte a lui rise di gusto: “ Sei incredibile Cavaliere!” esclamò scuotendo il capo “ piuttosto mettiti in posizione di difesa…il mio attacco non tarderà ad arrivare”
Si trovavamo in un campo di addestramento ultra moderno all’aperto .
Intorno a loro dei piccoli e brevi combattimenti infuriavano sull’erbetta fresca .
Marc notò che quella sorta di addestramento che i maestri impartivano ai loro giovani allievi, non era neanche la metà di quel che suo padre  , suo zio e perfino Etienne e Geoffrey, l’ avevano costretto a sopportare.
Scosse la testa divertito.
Una spada mirò dritta alla sua spada, e per lui fu facile capirlo .
Lo spostamento d’aria era stato percettibile , assieme al movimento goffo della sua avversaria.
Schivò facilmente il colpo . Ingaggiando un vero e proprio duello con lei .
Cassandra teneva la spada con entrambe le mani, l’elsa era ad una mano e mezza proprio come quella del suo avversario , che invece la maneggiava con una mano sola .
L’altra mano era tenuta dietro la schiena.
Marc sorrideva quando parava gli affondi della giovane , che infuriata ancor di più , triplicava i suoi sforzi per metterlo K.O .
“ Sei brava” si congratulò lui .
Cassandra fece cozzare le lame ancora una volta, e dopo averle viste intrecciate a mezz’aria, spinse con tutte le sue forze verso l’avversario,  per poi piroettare su se stessa  e provar a far un affondo ad una gamba del ragazzo .  All’ultimo momento , decise di  prendere di mira la spalla sinistra .
Non riuscì nel suo intento.
Marc , prontamente ,  si girò di lato non appena vide la lama cambiar direzione e fermò l’assalto .   
Cassandra lo guardò accigliata indietreggiando : “ Come hai fatto? Ogni volta che mi alleno con qualcuno…nessuno mai è stato in grado di resistere a questa mossa! Ho vinto dei tornei!”
Era sconvolta .
“ Hai fatto lezioni di scrima in Francia?” domandò piantando la spada nel terreno.
Marc fece una smorfia: “ Più o meno…Sì”
“Wow” era veramente affascinata. “ potresti battere anche un maestro, sei davvero bravo! Hai un portamento singolare quando maneggi una spada .”
Era affascinata , molto colpita . “ Sei una continua scoperta” ammise lei
Marc sospirò : “ Anche tu. Sei una degna avversaria, devo ammetterlo”
Però! Sarebbe bello se anche nel Medioevo si duelli con donne come lei
Cassandra gli passò accanto, ormai pronta a lasciar il campo : “ lo so” rispose con un gran sorriso sulle labbra
 “Dai, ti riaccompagno a casa con il mio rottame” scherzò lei , riferendosi alla sua auto
Marc scosse la testa divertito.
Cassandra possedeva in realtà un  bel mezzo color grigio perla, e seder su quei sedili in pelle era piacevole.
“Ehi, c’è qualcosa tra i tergicristalli” notò lei “guarda…c’è scritto “per Marc”  “
Il conte inarcò un sopracciglio , per poi afferrare quella sorta di lettera indirizzata a lui.
Con curiosità l’aprì e iniziò a leggerne il contenuto: “ Abbiamo Alexia Freeland…se vuoi vederla ancora viva, ti consigliamo caldamente di venire al capannone abbandonato , in aperta campagna… quindi fuori città .”
E la lettera terminava con una scritta, che fece gelar ancor di più il sangue al giovane Marc : “i figli di Gant, colui che tuo padre e il cavaliere Freeland hanno umiliato e ucciso.
P.s. porta con te anche la giovane Martewall…saremo felici di sistemar per sempre anche la famiglia di quel barone inglese che si faceva tanto il gradasso! ”
I figli di Gant? Come ? Non è possibile! Qui?…Non ci posso credere!
Hanno preso Alexia! Devo informare mio padre e Daniel
 

Angolo Autrice
 
Ciaooooo ^^  oh , da quanto tempo non aggiornavo questa storia :/
Era da molto che non riprendevo in mano le vicende di Ian e famiglia , ma oggi ecco un nuovo capitolo  :)
Chiedo scusa a tutti voi che seguivate  ;) spero ci siate ancora ^^ 
Aspetto le vostre recensioni , e ringrazio coloro che hanno recensito lo scorso capitolo assieme a tutti gli altri che preferiscono e seguono
Un abbraccio ^^
A presto ;)  

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Capitolo 10
*** Nel passato del presente ***


“Alec? Alec ? Dove sono i miei genitori e Daniel ? Michel ? ” domandò Marc con il cuore in gola . 
Era corso a casa Freeland il prima possibile , per avvisare i suoi e tutti i componenti della famiglia di Daniel riguardo la questione “rapimento di Alexia”. 
Aveva liquidato Cassandra, dicendole che aveva un mucchio di cose da fare per i suoi genitori per l'indomani , ed era in ritardo. 
Il giovane conte non sapeva cosa fare, cosa pensare , se non avvisare le persona care. 
Avevano Alexia! 
La figlia del Cavaliere Freeland, uno dei più fedeli cavalieri di suo padre. 
I figli di Gant si erano fatti avanti ormai , e bramavano vendetta . 
Marc sapeva perfettamente cosa era successo ai tempi in cui suo padre insieme a Daniel pose fine alla vita di quel che si ostinava a ritenere un buon crociato, ma non era altro che un miserabile! 
Lo sapeva, l'aveva sempre saputo. 
Tuttavia non capiva come facessero ad essere in quel tempo, nel ventunesimo secolo. 
Come era possibile tutte quella faccenda?
Qualcosa gli sfuggiva, di certo non quadrava. 
Alec guardò il conte con altrettanto allarme: “ Non so dove siano, ma mi dici cosa succede?”
Marc sbuffò e si mise le mani sui fianchi: “ Hanno preso Alexia”
Alec spalanca la bocca, per poi riaversi ed acquisire un certo contegno: “ Come sarebbe a dire hanno Alexia? Dov'è mia sorella?”
Marc puntò lo sguardo nei suoi occhi: “ I figli di Gant. Vogliono vendetta”
“Eh? Amico, siamo nel ventunesimo secolo” ribatté il ragazzo , che ancora non si era spostato davanti la porta d'ingresso per far entrare uno dei suoi ospiti in casa. 
“ Non so nemmeno io come tutto questo possa essere possibile. Ma dobbiamo andare, ed alla svelta anche! Sai guidare? Sai arrivare a quel posto che mi hanno comunicato?”
Alec osservò il foglio che Marc gli stava mostrando e dopo un po' annuì per entrambe le domande. 
“Sì” rispose muovendosi per recuperare le chiavi della sua auto. “ ma durante il tragitto avviseremo Ian e mio padre”
“ Sono d'accordo”

                           *****  
Il posto era un po' angusto, maleodorante, per nulla rassicurante...ed isolato. 
Non c'erano case attorno, né strade importanti. 
Soltanto campi e piccole stradine di campagna. 
Avevano scelto bene il luogo d'incontro. 
Marc trasse un profondo respiro ed aprì la portiera dell'auto per raggiungere il capannone. 
Alec gli afferrò una mano: “ Non siamo riusciti a rintracciare né tuo padre né il mio, sarebbe meglio tornare indietro...qui non c'è linea. Non potranno mettersi in contatto con noi e noi altrettanto con loro”
Marc lo fulminò con lo sguardo: “ Vuoi davvero abbandonare tua sorella? Quelli non scherzano. Uccideranno Alexia se non andiamo”
“ Forse è questo che vogliono! Tutti noi lì, appassionatamente” ipotizzò Alec “ io voglio bene mia sorella e non l'abbandonerai mai ma sarebbe più saggio se si occupassero di questa faccenda i nostri genitori”
“ Io sono un conte, un cavaliere. Non un codardo. Se qualcuno mi sfida...io non mi tiro indietro. Non ho paura di morire”
Alec roteò gli occhi: “ Classico comportamento da cavaliere , ammirevole...ma non servirà a molto visto che siamo in un'epoca in cui esistono le pistole!” 
“ Tu credi che siano i discendenti di Gant ? ” domandò Marc incuriosito . “ quindi...sono uomini , come dire, moderni?” 
“ Non lo so Marc. Sta di fatto che non sono di certo persone affidabili” 
“Quindi...?” 
“ Quindi conviene comunque aspettare...sia se sono discendenti di quel folle, sia se sono i suoi figli venuti dal Medioevo o non so come...sono abbastanza confuso a riguardo. A rigor di logica non dovrebbero esistere, cioè non potrebbero essere qui. A meno che non sia un'associazione nata contro di noi già nel Medioevo ? Che sia una vendetta reiterata nel tempo ?” 
Marc lo guardò inarcando un sopracciglio: “ Credo che tu abbia esagerato con i film di fantascienza!” 
“Non che questa situazione non si possa definire tale” precisò il ragazzo tamburellando le dita sullo sterzo. 
All'improvviso qualcuno bussò al finestrino della portiera aperta , proprio accanto a Marc ed  il conte sgranò gli occhi azzurri quando si ritrovò Cassandra davanti al naso . 
“ Tu cosa ci fai qui?” domandò d'istinto
“Si dia il caso che io potrei farti la stessa tua identica domanda” ribatté lei con una smorfia sulle labbra 
“ Devi andare via da qui, Cassandra” le suggerì Marc, preoccupato. 
“ Non dovevi svolgere delle faccende urgenti per i tuoi? Ho capito male io?” domanda lei 
Marc scende dall'auto per guardarla meglio in faccia: “ Non è sicuro per te questo posto. Ti prego, puoi andare via?”
“Questa tua richiesta non è carina Cavaliere”
“Oddio sa di te?” chiese Alec da dentro l'auto , spaventato
Marc lo rassicurò con un rapido gesto di diniego.
“ Come? Sapere di te? In che senso? Cosa mi nascondi Francese? ” s'impuntò lei , sbattendo uno stivale sul terreno. 
Marc la trovò decisamente molto carina in “modalità” arrabbiata , non che non lo fosse anche in altre situazioni. 
Tuttavia ancora non riusciva ad abituarsi alla sua sfacciataggine , ai suoi modi poco femminili , e al suo concetto di vestirsi...se quello ERA vestirsi. 
Marc non credeva che indossare dei pantaloncini corti , una camicetta abbastanza scollata e degli stivaletti potessero rientrare nel concetto di vestirsi. 
“ Sei arrivato finalmente . Conte Marc de Ponthieu , figlio del Falco d'Argento.”
Quella voce fece gelare il sangue nelle vene a Marc e ad Alec, che scendendo dall'auto molto lentamente si avvicinò all'amico . 
Cassandra inarcò un sopracciglio: “ Come? De Ponthieu? Conte? Cosa sta succedendo qui ? ” 
Strabuzzò gli occhi in direzione del compagno di banco in cerca di risposte ,  ma Marc non aveva occhi che per l'interlocutore . 
“ Allora? Alexia?” domandò facendo un passo avanti con fare minaccioso . 
Il ragazzo ridacchiò. 
Era alto, spalle larghe, capelli corti e neri ed il naso aquilino. 
Occhi scuri , e non dovevano essere molto differenti dal colore del suo animo. 
Un altro ragazzo avanzò al fianco di questo per dargli man forte , era la sua copia perfetta  . 
Marc comprese che erano fratelli gemelli . 
“ Sì , siamo gemelli se ti stai chiedendo questo” se ne uscì fuori il primo. 
“ Il mio nome è Adolphe , proprio come quello di mio padre mentre il suo Françuas . Eravamo solo bambini di un anno quando tuo padre ha pensato bene di ucciderlo. Siamo coetanei tutti e tre come vedi ” 
Marc deglutì, mentre il secondo fratello gemello lo fulminò con lo sguardo: “ ha offeso l'onore di nostro padre e adesso soffrirà perdendo tutto ciò che ha di più caro”
“ Come potete essere qui?” domandò Marc scioccato “ Voi non potete...” 
“ Non possiamo cosa?” e scoppiarono a ridere “ pensi che soltanto tuo padre sia stato fondamentale nella storia?” 
“Oddio! Voi...voi...state dicendo che vostro padre...er....era di questo mondo ma ...è arrivato nel Medioevo?” balbettò Alec
Quelli annuirono: “ Esatto. Nostro padre è riuscito a ritornare e a ricoprire il suo reale ruolo nel Medioevo grazie ad Hyperversum proprio come voi” 
“Non è possibile” sussurrò Marc scioccato 
“Nostro padre non è più tornato da noi...e nostra madre ci ha spiegato il motivo. Ci ha raccoltato tutta la storia. Tutto quello che mio padre è riuscito a riferirle! Lei ci aveva chiesto di non vendicare la sua morte, ma noi non possiamo ignorare tutto questo. Non possiamo affatto. Nostro padre poteva cambiare la storia e tuo padre glielo ha impedito” 
“ Per fortuna! Mio padre fa del suo meglio per non distruggere la storia di questo mondo. Lo fa perchè nel futuro ci sia questo che state vivendo! Vostro padre non vi ha raccontato che era un assassino. Per ricchezze aveva disonorato la sua divisa” tuonò Marc duro. 
“ Adesso basta! Adesso andremo nel Medioevo e finiremo la questione lì. Così non ci saranno problemi con la legge se dovesse succedere qualcosa...di non gradito! Siamo cavalieri rispettati lì , ormai . Abbiamo un piccolo esercito pronto a marciare verso Chatel-Argent” 
Marc scosse la testa allarmato: “ La mia gente non c'entra nulla con questa faccenda” 
“ Io non capisco” ripeteva invece e continuamente Cassandra al fianco del conte. 
Quei discorsi erano senza senso per lei. Non avevano un filo logico, possibile , umano. 
“ Guarda . C'è anche la discendente del caro Geoffrey Martewall” 
E a quel nome la ragazza guardò i due gemelli ancor più sorpresa e confusa. 
“ Ci risparmierà il lavoro. Faremo sparire dalla faccia delle Terra tutti i Ponthieu , i Freeland e i Martewall” 
“ Io non lo permetterò!” avvisò Marc 
Adolphe tirò fuori una pistola e la puntò contro i ragazzi : “ Adesso venite con me” 
Alec deglutì : “ E se non...non” esordì , ma lasciò la frase in sospeso. 
Entrando nel capannone fu un vero sollievo per i due ragazzi, Marc ed Alec,  veder Alexia correre verso di loro. 
Anche se in lacrime, sembrava star bene .
“ Tutto bene?” si accertò il fratello 
Lei annuì sollevata .  
“ Benvenuti nel nostro rifugio. Qui entriamo ed usciamo dal Medioevo da un pò di anni , attraverso questo computer ed ovviamente grazie a Hyperversum. Sapete, sapevamo che prima o poi i Ponthieu, o meglio dire i Maayrkas , si sarebbero fatti tutti avanti in questo mondo in qualche modo . La nostra attesa è stata ripagata,  perchè ora...se voi siete riusciti a venire qui , anche noi riusciremo a portarvi lì . 
E non solo...distruggeremo tutta la vostra reputazione . 
I Sancerre e tutti gli altri amici di tuo padre , Marc, sapranno che non siete altro che degli imbroglioni . ” 
Marc digrignò i denti: “Adesso basta!”
“ Basta ? No, è solo l'inizio Marc . Tu, apri il gioco” disse Adolphe al fratello , che si era seduto in postazione . 
Cassandra era sempre più in allarme: “ Lasciateci andare.” 
Ma non fu ascoltata. 
“ Cosa ne dici se entriamo nel gioco qualche giorno prima del tuo bel matrimonio? Magari qualche settimana prima ? ” 
Marc indietreggiò : “ Non penserete di far male anche a Léna” 
“ Dipenderà da te” minacciò 
“E' tutto pronto” annunciò il gemello con una certa soddisfazione. 
Alexia , fra le braccia di Alec , scosse la testa: “ Non funzionerà” augurò 
Ma un attimo dopo, non appena i due gemelli diedero il via al gioco, a far loro da tetto non era il capannone bensì il castello di Chatel-Argent. Come la prima volta, Marc non aveva avuto il tempo di rendersi conto del suo spostamento nel tempo. 
Si guardò attorno. C'erano Alec, Alexia, Cassandra...tranne i gemelli.
I fratelli Freeland si guardavano intorno con sollievo e curiosità al tempo stesso mentre Cassandra era sull'orlo di una crisi di panico e per questo motivo Marc le afferrò le spalle con premura, per darle tutto il conforto, il sostegno possibile : “ Ehi non preoccuparti andrà tutto bene. Prometto che ti riporterò a casa sana e salva ”
Lei annuì a stento ancor sotto shock: “ mi fido di te . Dove siamo ora? ” 
Marc sorrise : “ Nel mio castello”    
  



Angolo Autrice 


Ciaooo ragazzi ^^ come va ? Piaciuta la sorpresa ? ^^
Gant è come Ian...o meglio non proprio come Ian, cioè...era una persona moderna che aveva un certo ruolo per il Medioevo ma non era assolutamente un personaggio buono come il nostro conte cadetto o meglio conosciuto come il falco del re ^^  
Ha senso quel che ho scritto? Si capisce ? Direi di sì ^^ 
Chiedo venia , sono un pò stanca :)
Mi piacerebbe leggere i vostri pareri riguardo questa storia... ^^ 
Ringrazio chi preferisce e segue e ringrazio tanto federica170212 per aver recensito lo scorso capitolo ;) 
Alla prossima ;) 
 

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Capitolo 11
*** Amare in ogni tempo ***


Cassandra Martewall



Non sapevo cosa stava accadendo .

Niente era reale .

Niente poteva esserlo ai miei occhi .

Ero una ragazza nata in età contemporanea ed il medioevo non poteva più aver parte nella storia .

Era illogico.

Ed invece quel che si mostrava al mio sguardo era decisamente incantevole e reale .

A partire da quei meravigliosi stendardi del Falco d'Argento , in quel momento scossi da quel piacevole vento primaverile .

Le alte ed imponenti torri del castello di Chatel-Argent , quei perfetti merli presenti tutt'intorno alla costruzione , dove si potevano intravedere alcuni soldati di guardia ,ed altri in marcia per andare chissà dove .

Cavalieri alti e arroganti stretti nelle loro armature , attraversavano il ponte levatoio in groppa ai loro fedeli destrieri come se niente potesse fermar la loro avanzata .

Hyperversum.

Alexia ed Alec mi avevano spiegato ogni cosa.

Sorrisi. No, come potevo credere ad una cosa del genere? Eppure ero lì.

Indossavo un ampio vestito celestino con una piccola coda per nascondere quelle scarpette basse , e un corpino stretto colmo di ricami bianchi e raffinati .

E lui...Marc era un personaggio storico realmente esistito .

Era sui libri di storia , ed era diventato per uno strano scherzo del destino anche il mio compagno di banco.

Avevo da sempre avuto un vero Cavaliere al mio fianco e non me ne ero mai accorta.

Come potevo pensare ad una cosa del genere ?

Lui non era un discendente dei Ponthieu...lui era il primogenito di Jean Marc de Ponthieu .

E conosceva il mio lontano parente , Geoffrey Martewall .

Adesso si spiegava la sua bravura nell'arte della spada, i suoi modi gentili verso le ragazze, la sua maturità rispetto a tutti gli altri ragazzi che conoscevo .

Marc aveva combattuto in vere battaglie , guerre .

Marc era il padrone di quel meraviglioso castello che mi stava ospitando.

Lui era il Conte Marc de Ponthieu. Il giovane Falco del Re.

"Stai bene?" domandò una voce alle mie spalle.

Mi voltai verso il nuovo arrivato .

Fino a quel momento ero rimasta a guardare il paesaggio fuori dalla finestra della stanza che mi era stata assegnata .

Marc era proprio lì , davanti a me.

Indossava una tunica bianca, aveva una spada legata in cintura .

I capelli corvini umidi , forse aveva appena terminato un bel bagno.

I suoi occhi azzurri erano...non so.

Trasmettevano una forza ed una determinazione che prima di quel momento non avevo mai notato.

"Bene. Sto digerendo pian piano tutta questa situazione" esordii ancora un pò confusa dalla sua presenza " sai, ho sempre amato la Francia , la sua storia . Non solo perché mia madre era di origini francesi , ma proprio perché...non so, ma c'è qualcosa in questa terra che mi conquista da sempre . "

Sorrisi: " Cavolo Marc, tu sei un vero conte"

Sorrise anche lui : " Sono lieto che tu finalmente conosca chi sono realmente"

"Non ho sbagliato a chiamarti Cavaliere sin da subito" aggiunsi io avvicinando a lui.

Era così bello.

Marc aveva catturato la mia attenzione sin dal primo giorno. Qualcosa mi legava particolarmente a lui.

Cos'era? Amore?

No, non potevo amare un ragazzo del medioevo...tra l'altro prossimo alle nozze con Léna de Sancerre.

Era la dama che amava, che aveva lasciato in Francia, ma non del mio tempo...del SUO tempo.

Lui non sarebbe mai stato mio.

Il mio amore per lui era impossibile.

Come potevamo amarci attraverso il tempo ?

Come si poteva realizzare una cosa del genere ?

" Siamo a cinque giorni dal mio matrimonio" parlò lui all'improvviso " ma non temere tu tornerai prima a casa . Alexia e Alec troveranno il modo. Vedrai"

Mi stava rassicurando, che dolce .

Ma il fatto era che non avrei più potuto rivederlo se fossi andati via . Ciò mi scuoteva l'anima.

Avevo iniziato ad amare quel vecchio mondo.

Avevo iniziato ad amare lui, ed era inutile negarlo.

Erano ormai giorni che ero lì .

Avevo imparato le antiche usanze, a mangiare senza forchetta, ad arrossire davanti un complimento.

Abituarsi ad essere una donna del medioevo non mi era risultato difficile.

Ovviamente lo shock continuava ad esserci , niente internet , niente cellulari, niente pc o mp3 niente tecnologia insomma , ma...lui era con me, assieme ad Alexia e Alec.

Non ero sola.

"Léna arriverà questa sera assieme a suo padre. Ci sarà una piccola festa. Ha saputo che sono tornato e..." aggiunse quando non vide da parte mia alcuna risposta

"Perfetto" esclamai io a quel punto.

Una bella festa medievale. Non sapevo danzare in coppia , ma da vedere sarebbe stato bellissimo.

Ciò che mi avrebbe fatto star male sarebbe stato lui...in compagnia di Léna.

"Marc per quanto riguarda i figli di Gant?" chiesi un pò preoccupata

Lui sospirò: " Ho rafforzato le difese intorno al castello. Se proveranno ad attaccarmi io sarò pronto. Non distruggeranno Chatel-Argent "

Ero troppo vicina a lui in quel momento per comprendere fino in fondo le sue parole.

Avrei voluto baciarlo.

Quella sua autorità , compostezza , che traspariva dalle sue parole mi faceva impazzire.

Ma lui non era mio.

Trassi un profondo respiro ed indietreggiai .

Se fossimo stati nel mio tempo non avrei esitato un secondo a baciarlo, ma qui...lui come avrebbe preso quella mia mossa?

Il suo modo di ragionare era un pò...antico.

                                                                       *****

"Alec come facciamo? Marc forse morirà e noi non possiamo stare qui con le mani in mano . I figli di Gant incendieranno il castello."

Alexia era preoccupata, andava su e giù per la stanza del fratello.

Alec dal canto suo era seduto sul suo letto a baldacchino con sguardo assorto .

" Alec?" chiamò la sorella irata

" Sì , ho capito! Ma cosa possiamo fare se non riusciamo ad avvertire i nostri ?" ricordò il giovane esasperato

" Non voglio che...che finisca così. E noi ? Che fine faremo? Moriremo così ? Qui ? " aggiunse la ragazza preoccupatissima

"Questo mio preoccupa ancora di più, nonostante questo posto sia pazzesco. " ammise il fratello rabbrividendo.

"Dobbiamo fare anche noi la nostra parte. Dobbiamo difendere il castello e Marc" decisa Alexia

"Ma sei matta?" esclamò Alec scattando in piedi " non so neanche tenere una spada in mano"

"Ma perché hyperversum fa tutti questi casini?" disse fra sé e sé Alexia portandosi le mani fra i capelli.

"Léna è qui" comunicò il fratello osservando la carrozza in avvicinamento attraverso i vetri dell'unica finestra presente nella sua stanza.

Alexia sospirò: " Papà deve far qualcosa assieme ad Ian, alla svelta"

                                                                         *****

"Dove sono finiti Marc , Alec ed Alexia? Michel dimmi tutto ciò che sai" sbraitò Ian fuori controllo.

Michel guardò i suoi genitori ed infine Jodie e Daniel

Fece spallucce: "Io non ne so niente. Davvero"

In quel momento si trovavano nel salone di casa Freeland.

Ian e Daniel in piedi al fianco del giovane conte e Isabeau e Jodie sedute sul divano ed entrambe preoccupatissime.

" Come sarebbe a dire che non sai niente?" ribatté Daniel mettendosi le mani sui fianchi

Michel annuì: " Quel che ho detto Daniel" rispose a tono

Ian scosse la testa: " Devono essere andati chissà dove. Magari non so...con amici in qualche discoteca"

Jodie scosse la testa: " Alexia non è tipo da discoteche. Non si allontana mai senza dirmi nulla. Ian sono preoccupata. Non è stata mai una ragazzina irrespondabile, e come lei Alec."

Isabeau guardò il proprio marito.

La nobildonna sapeva mostrarsi forte e risoluta anche in quei momenti , ed era anche questo che Ian amava di lei

" Marc sa quello che fa. Dovunque siano dobbiamo avere fiducia"

Daniel in quel momento aveva lo sguardo fisso sul pavimento.

Aveva una strana sensazione.

Sua figlia era venuta a conoscenza della morte di Marc poco prima del suo matrimonio. Ty era stato assassinato.

Gli era perfino giunta voce dei coniugi Martewall , che erano scomparsi in circostanze non ancora del tutto chiarite.

Per molti non era stato solo un incidente a porre fine alle loro vite .

Nella villa dei Martewall c'era persino stata una rapina ultimamente, ma i ladri non avevano preso nulla.

Ponthieu , Martewall...due cognomi, un'alleanza in passato.

E se qualcuno volesse vendicarsi contro quelle due famiglie ? E se attraverso i Ponthieu e i Martewall era stata presa di mira anche la famiglia Freeland , fedele alleata di Jean Marc de Ponthieu ?

Erano troppe le domande a cui dare risposta.

Passato e Presente si stavano mescolando e stavano presentando una realtà decisamente troppo strana per il cavaliere Freeland.

Daniel si grattò la nuca, poi salì le scale ed andò davanti al computer senza dire una parola a tutti gli altri.

" E se fossero riusciti ad azionare il gioco ?" si domandò , iniziando a ticchettare sui tasti della tastiera.

Poco dopo una risposta si degnò a raggiungerlo.

Daniel notò un fogliettino sulla sua scrivania , che ricordò di non aver lasciato in precedenza , ne era sicuro . Non era suo .

La calligrafia era di Alec, senza alcun dubbio.

- Qualcuno ha preso in ostaggio Alexia. Marc pensa siano i figli di Gant, possibile?

Dato nessuno di voi ha risposto alle nostre chiamate, noi andremo in uno dei capannoni abbandonati fuori città, in periferia. Con la speranza che vediate almeno questo avviso o che rispondiate alle nostre chiamate ancor prima di leggere questo bigliettino , Alec -

Saltò dalla sedia e corse giù urlando all'intera famiglia: " Sappiamo dove sono andati. Non ci resta che andare da loro"...



Angolo Autrice 

Buongiorno ^^ , o meglio dovrei dire buon pomeriggio ^^ 
So bene di essere in enorme ritardo , ma l'ispirazione per questa storia non è sempre presente . 
Spesso non riesco proprio a metter qualche parola assieme per riuscire a portarla avanti ma altre volte grazie a Dio anche l'ispirazione per questa storia arriva :) <3 
Che dire ? Spero con tutto il cuore che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto :) 
La prima parte ho voluto scriverla dal punto di vista di Cassandra , e spero sia stato gradito ;) 
Inoltre ora sappiamo senza alcun dubbio che la nostra fanciulla si è innamorata del giovane conte. 
Ora, cosa succederà? 
Non resta che dirvi grazie di cuore per coloro i quali seguono e preferiscono questa storia ^^ 
E un grazie particolare a Federica che ha recensito il capitolo precedente :) 
Al prossimo capitolo ;) 
Un bacione a presto ;) 

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Capitolo 12
*** Festa a Chatel-Argent ***


Cassandra Martewall


La festa era cominciata .

Marc se ne stava in cima alla rampa di scale che garantiva l' accesso all'ampia sala da ballo in cui parlottavano e danzavano gli invitati .

Non si era cambiato, ma possibile che lo trovassi ancor più bello ?

Scossi la testa portandomi una mano sulla fronte.

Cassandra dovresti smetterla, mi rimproveravo...ma senza successo.

Marc mi aveva letteralmente conquistata, senza saperlo.

Prelevai un biscottino dal gigantesco buffet , che i servitori avevano preparato con minuziosità , e cercai di trovar posto da qualche parte .

Vidi da lontano Alec ed Alexia avanzare a braccetto verso di me.

I loro volti erano tirati, tesi, come se da non momento all'altro aspettassero di vedere chissà cosa.

" Tutto bene?" domandai loro

Alexia rispose con un versetto che non mi rassicurò per niente.

" Benissimo" rispose Alec , rivolgendo un'occhiataccia alla sua sorellina

" Sembrate così strani...sicuri di star bene?"

" Ma certo. Siamo solo preoccupati per te, il fatto di dover essere qui non deve essere cosa semplice " spiegò Alexia , cercando di darsi un contegno.

" Non deve essere facile anche per voi, anche se già un pochino eravate abituati a tutta questa situazione assurda che Hyperversum crea ogni tanto..."

"Oh, sì...puoi dirlo forte. Tuttavia ho fiducia nei nostri genitori, spero che mio padre sia riuscito a trovare quel bigliettino che gli avevo lasciato sulla scrivania vicino al computer" sussurrò a denti stretti Alec, per non farsi ascoltare da alcuni nobili in piedi ed accanto a noi.

" Lo spero davvero dato quel che succederà" si lasciò sfuggire Alexia ed io mi preoccupai

"Sapete cosa succederà? " domandai con il cuore in gola...loro conoscevano la storia di Marc dunque..." voglio sapere ogni cosa" decretai con una leggera smorfia dipinta sul volto.

Il corpetto stretto che ero stata quasi costretta ad indossare faceva un gran male!

Alexia sbiancò seguita da suo fratello.

"Ehm no...non succederà niente di ché davvero, sul serio...no problem" balbettò Alec

Inarcai un sopracciglio diventando sospettosa: " Voi due non me la contate giusta"

" Tutto bene qui?" domandò Marc piazzandosi accanto a me

Sussultai sorpresa nel ritrovarmelo a meno di un centimetro dalla sottoscritta.

I due fratelli annuirono, ed io imitai loro aggiungendoci anche un bel sorrisetto.

Marc si concentrò solo su di me : " Devo presentarti una persona" mi disse prendendomi una mano fra le sue per poi far il bacio-mano.

Fu davvero dura dopo quel gesto far un pensiero coerente .

Mi lasciai guidare per la sala ricambiando sorrisi e saluti pur non conoscendo anima viva.

Quando mi ritrovai un uomo alto, dalle spalle larghe, biondo ed occhi chiari il mio cuore fu sul punto di perdere i battiti: " Geoffrey Martewall " sussurrai a fior di labbra, io ero una sua discendente...e lui era...wow! Bell'avo che avevo, eh! Niente male , era...cavolo , di persona era decisamente sublime !

Mi sorrise , seppur a stento. Doveva essere un uomo un pò rigido, sempre sull'attenti .

D'improvviso mi prese anche lui la mano destra e sul dorso pose un breve e piccolissimo bacio: " La vostra fama vi precede, mademoiselle . Marc mi ha molto parlato di lei , e posso dirle che la sua bellezza è da lasciar senza fiato , perfino superiore a come vi ha descritta. Sono incantato "

Un momento. Marc aveva fatto cosa?

Mi voltai a guardare il giovane conte che un pò in imbarazzo aveva preso a grattarsi la nuca.

Ritornai a guardare Geoffrey : "Oh, lei è troppo gentile con me monsieur " Lui annuì con un rapido gesto del capo : " Adesso devo andare. Mi dispiace non poter godere ancora un pò della vostra compagnia , ma questioni urgenti richiedono la mia attenzione , seduta stante . "

Oddio, sentir parlare e parlare in quel modo era davvero troppo strano per me .

Annuii semplicemente, ancora un pò sconvolta dalla sua presenza e dal fatto che Marc gli avesse parlato di me.

"Andiamo Geoffrey, rimani ancora un pò" l'invitò Marc.

Il barone scosse la testa , ma alzò il calice d'oro che avevano stretto nel pugno destro in saluto: " Alla prossima. Salutami Ian"

Ian. Chissà quando sarebbe corso in nostro aiuto il padre di Marc.

O meglio...in mio aiuto e dei fratelli Freeland, Marc era a casa sua.

Sospirai.

"Immagino quanto siano noiose per te queste feste ma..." esordì Marc rimasto al mio fianco

"No, nessuna noia. Mi piace. E' tutto così gioioso, luminoso, lussuoso." spiegai facendo un ampio gesto per indicar l'intera sala.

Rise.

Era bello sentirlo ridere

"Mi fa piacere" esclamò

"Marc...io devo dirti una cosa" ripresi poco dopo...

Ah sì ? Davvero dovevo dirgli qualcosa?

Cosa precisamente, di grazia?

Bocca che hai combinato assieme a quell'altra impazzita della tua lingua?

Prese a fissarmi attentamente negli occhi e fu fantastico immergersi in quell'Oceano blu da togliere il fiato .

" Dimmi, sono qui"

" Io...tu mi piaci"

Oh cavolo...l'avevo detto?

Sicuro?

Deglutì , vidi il suo pomo d'Adamo spostarsi appena

" Lo so, è assurdo...tu fra cinque giorni ti sposerai con Léna ma...io non potevo non dirtelo. Lo so, adesso penserai che sono una poco di buono. Il fatto è che non riuscivo più a tenerlo nascosto e..."

non riuscivo a trovare le parole per concludere.

"ssssh " sussurrò mettendomi un dito sulle labbra per poi afferrarmi il volto con entrambe le mani , mandando qualche ciocca dei miei capelli dietro le orecchie. " hai fatto bene a dirmelo. E non ti reputo assolutamente una poco di buono. Ho imparato qualcosa dal tuo tempo e...va bene così."

Mi accostò le labbra ad una guancia: " Tuttavia una storia tra noi sarebbe impossibile. Io appartengo a questo tempo, tu appartieni al ventunesimo secolo. Non sarebbe giusto. "

Sospirai ed abbassai il capo: " Lo so, ma..."

Lui scosse la testa e trasse un profondo respiro: " Non possiamo non sarebbe normale"

" Tuo padre l'ha fatto" ribattei

Lui si sforzò di sorridermi : " Cass , la storia di mio padre è stata ben differente. Credimi"

" Tu tieni a me?" domandai guardandolo dritto negli occhi, dovevo saperlo con certezza .

Non mi aveva respinta del tutto .

Aveva messo in mezzo soltanto il tempo .

E poteva il tempo aver voce in capitolo se anche lui ricambiava gli stessi sentimenti per me ?

Dovevo saperlo.

Lui distolse lo sguardo : " Sono confuso" disse , prima di allontanarsi da me per andar ad accogliere Etienne de Sancerre e famiglia.

Léna era arrivata

 

                                                                                                                   *****

Ian passeggiava avanti ed indietro all'interno del capannone.

Aveva raggiunto, assieme agli altri , il luogo in cui si erano recati Alec e Marc per ritrovare Alexia , ma di loro non c'era neanche una più piccola traccia, in quel luogo deserto c'era solo un computer accesso, nel bel mezzo del nulla ,  sommerso da almeno tre centimetri di polvere.

" Che facciamo?" domandò Daniel con le mani sui fianchi

Ian continuò a camminare, quattro passi avanti e tre indietro: " Dobbiamo andar a Chatel- Argent...questa storia non mi piace. I figli di Gant, Alexia rapita."

Jodie sbiancò e afferrò un braccio del marito: " Alexia e Alec . Non possiamo lasciarli lì, dobbiamo andare"

Daniel scosse la testa: " No, andremo solo io ed Ian"

" Se qualcuno dovesse farsi male io sarò molto utile, lo sai" provò ad insistere

" No, non se ne parla. Andrò io e riporterò i nostri figli qui"

" Non puoi dire ad una madre di stare ferma a guardare. Io vengo"

" Jodie ha ragione, al suo posto avrei fatto lo stesso" s'intromise Isabeau risoluta , al fianco di Ian .

" D'accordo andiamo tutti , è deciso" concluso Michel, che si avviò verso il computer assieme agli altri

" Dite che riusciremo a tornare indietro?" domandò poi Isabeau

" Prima non ne avevo alcuna certezza, ma adesso Marc e Alec ed Alexia sono tornati indietro perché a noi dovrebbe impedire di fare altrettanto?" rispose Ian

" Daniel a lavoro" ordinò Jodie , già pronta per riabbracciare i suoi figli



Angolo Autrice 

Ciaoooo , ok...sono in ritardissimo ma prima di ieri sera non sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo per questa storia ;)
E' passato più di un mese dal capitolo precedente , ma spero che almeno questo nuovo capitolo vi sia piaciuto ;) 
Devo darvi una notizia non mancano molti capitoli alla fine , anzi al massimo tre o quattro circa ^^ 
quindi vedremo finalmente come si concluderà questa avventura , che spero- nonostante i ritardi- stia continuando a piacervi un pochettino ;) 
Ringrazio chi preferisce e segue questa ff , ed inoltre ringrazio molto federica per aver recensito il capitolo precedente ^^
Al prossimo capitolo ^^
Un bacione a presto ;) 



 

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Capitolo 13
*** Conoscenze ***


Cassandra Martewall

 

Léna de Sancerre era una "tipica" donna medievale .

Arrossiva davanti un complimento , non guardava mai dritto negli occhi un uomo , non s'interessava di politica, di campagne militari...di guerre.

Dava del voi a chiunque , persino al suo ragazzo nonché futuro sposo , con il quale avrebbe dovuto condividere ogni singolo giorno restante della sua vita .

Indossava un abito blu cobalto , principesco , da fiaba , quindi sfarzoso...arricchito da un'elegante collana intorno al collo , e da graziosi orecchini dove spuntavano tranquillamente dei piccoli zaffiri .

Portamento ammirevole ed elegante , nonostante la sua timidezza .

Bei capelli castano chiaro lunghi fino in vita , occhi grandi che infondevano dolcezza .

Era quindi , oltre ad essere una classica dama del 1200 d.C. in tutto e per tutto , anche molto ma molto bella .

Nel mio tempo sarebbe potuta essere benissimo capo Cheerleaders .

Ammirata da tutta la scuola .

La sua bellezza naturale ammaliava , ed io in tutta onestà , in confronto a lei non ero poi tanto carina per sperare di conquistare in maniera completa il cuore del giovane conte Marc de Ponthieu .

Loro erano una coppia perfetta , io non potevo averne parte .

Come speravo di competere ?

Trassi un profondo respiro.

Fu come ricevere una pugnalata in pieno petto quando Léna prese ad avanzare per la sala in compagnia di lui , a braccetto, che non aveva occhi che per lei .

Sentii gli occhi inumidirsi.

Io, Cassandra Martewall , discendente di quel gran figo di Geoffrey Martewall , stavo male per questioni di cuore ?

Tra l'altro stavo male per un ragazzo che nel mio tempo non era altro che polvere ?

Assurdo, ridicolo.

Molti ragazzi pretendevano da me delle attenzioni , che io non volevo dare loro, ed alla fine ero io stessa a pretendere attenzioni da un ragazzo che neanche pensava a me .

Un promesso .

Mi diedi quasi una manata in fronte e scossi la testa con un sorriso amaro sulle labbra.

" Lascia che ti presenti Léna de Sancerre " mi disse Marc , all'improvviso .

Sussultai sorpresa , come aveva fatto a raggiungermi in maniera così rapida ?

Quanto ero rimasta ferma a pensare?

"Mio signore " lo rimproverò Lèna dandogli un colpetto su un braccio con il ventaglio chiuso : " avete spaventato una vostra ospite "

Sforzandomi di sorridere scossi la testa : " Oh, non importa. Marc è sempre così impulsivo, sono abituata "

Léna ricambiò il sorriso , seppur a stento.

Era rimasta un pò scossa per il fatto che mi fossi rivolta al suo promesso con il tu e nn con il voi.

Accennando un brevissimo inchino, che io imitai subito dopo, provai a far finta di nulla presentandomi : "Cassandra"

"Marc mi ha molto parlato di te , poco prima . Sono felice che nel suo lungo viaggio abbia incontrato un'amica che non vedeva da quando era solo uno scudiero "

Inarcai un sopracciglio , cosa ?

Amica d'infanzia ?

Guardai Marc con aria interrogativa .

Il conte si stava grattando la nuca, con aria innocente , ma carica d'imbarazzo .

Ma guarda un pò !

Che si era inventato per giustificare la mia presenza qui ?

" Oh, anche per me è stato un piacere " risposi , assecondando il suo " piano" ?!

Marc...oh, Marc . Io e te siamo un completo disastro.

*****

Chatel-Argent era lì , all'orizzonte .

E mostrava la sua straordinaria bellezza anche da molti metri di distanza .

La luna piena ne illuminava le torri alte ed imponenti , che svettavano verso il cielo estivo sgombro da qualsiasi altra cosa che non fossero stelle e luna .

Le bandiere con lo stemma del Falco d'Argento sventolavano appena.

Quella sera anche il vento era piacevole, dolce.

Soffiava a stento sulle campagne, nel borgo .

Ian , Daniel , Jodie , Isabeau e Michel avanzavano verso il castello carichi di speranza.

" Sembra che ci sia una bella festa " osservò Michel , osservando gran parte del castello illuminato " mio fratello starà festeggiando la nostra assenza. Che caro"

Ad Isabeau scappò un risolino e si allungò per scompigliare i capelli del suo secondogenito .

Ian invece sospirò: " Beh , almeno sappiamo che non è successo niente di grave"

Daniel si morse il labbro inferiore.

Un gran peso sul cuore gli proibiva di rilassarsi come il resto della compagnia.

Jodie lo fissò attentamente mentre avevano ormai quasi raggiunto il primo ponte levatoio.

" Cosa c'è? " chiese preoccupata " quando sei silenzioso vuol dire che qualcosa non va"

Daniel scosse la testa: " So...Io , o meglio Alexia , mi ha informato su quanto accadrà questa stessa notte...siamo ormai prossimi al matrimonio. A mezzanotte saremo a meno quattro ."

"Quindi?" ribaté lei incuriosita " cosa succederà di così tanto brutto? Se tutto è andato per il meglio fra poco i nostri figli saranno di nuovo con noi."

" Ed i figli di Gant ?" rimbeccò lui " nel nostro tempo avevano preso in ostaggio nostra figlia , qui ?

Dove saranno finiti ? Non penso che Marc abbia organizzato questa festa se Alexia fosse stata ancora in pericolo."

Jodie trasse un profondo respiro: " Questo non dovrebbe farti sentire meglio ? "

"Sì...e no" rispose il biondo passandosi una mano fra i capelli " i figli di Gant ...dove sono finiti? E poi perché Alec ha scritto figli e non discendenti ?"

Ian s'intromise nel discorso: " Ho pensato anch'io a tutto questo. Non ne ho la più pallida idea, chiederemo ogni cosa a Marc, Alec ed Alexia non appena ne avremo la possibilità."

" Padre, cos'è quella luce?" domandò Michel aguzzando la vista, ed indicando con un cenno del capo una sorta di luce che brillava nell'oscurità .

Una luce diffusa e creata da fiaccole accese, e guidate da uomini incappucciati che silenziosamente avanzavano verso il castello .

Non c'erano molti soldati di guardia nei dintorni , oltre le sentinelle poste sui punti più alti del castello .

Daniel sentì il sangue gelarsi nelle vene: " Oh, no...no" esclamò con il cuore in gola

Ian gli afferrò una spalla: " Tu sai qualcosa che io non so, vero?"

Daniel guardò l'amico dritto negli occhi: " Ian, sai bene che non possiamo cambiare il corso della storia."

L'amico annuì: " Certo , lo so. "

Isabeau avanzò verso di loro: " Succederà qualcosa che non potremo cambiare per il vostro futuro , è così ?"

Jodie sgranò gli occhi : " No, non può essere..." aveva l'aria di chi avesse compreso ogni cosa.

Daniel abbassò lo sguardo e si mise le mani sui fianchi: " Questa notte...Marc non...morirà "

"NO" sbottò Ian " Non è possibile, non può essere vero. Come puoi saperlo? Marc..." era incredulo.

Isabeau sbiancò e barcollò e Michel le cinse le spalle per infonderle coraggio .

" Mio fratello cosa?" era l'unico a non aver capito .

Daniel trasse un profondo respiro: " Marc , secondo "la storia" morirà questa notte . Chatel-Argent sarà messa a ferro e fuoco dai figli di Gant"

Michel sgranò gli occhi: " Vuoi dire che quegli individui incappucciati distruggeranno il mio castello e uccideranno mio fratello ?"

" Alexia ha letto in questo modo " fu la risposta

Ian sbattè uno stivale per terra .

Indossava i suoi consueti indumenti medievali , che il gioco aveva provveduto a dare anche al resto del gruppo .

" Io non posso abbandonare mio figlio, che la storia cambi pure" disse furioso , passandosi una mano fra i capelli corvini .

Michel annuì: " Sono d'accordo...e direi di cominciare a fermare quei balordi"

Daniel richiamò l'attenzione di tutti con dei colpi di tosse: " Con quali armi? E' una follia . "

Isabeau prese parola: " Al castello allora , prepariamoci ad affrontare quei signori e difendere la nostra casa . Ma dobbiamo arrivare prima di loro , forza " 



Angolo Autrice 


Ciaoooooo ^^ 
*me tanto contenta* sono riuscita ad aggiornare questa storia prima di un mese :) 
Siamo sempre più vicini alla conclusione , qualche altro capitolo... ^^ 
Secondo voi cosa succederà adesso ? 
Fatemi sapere cosa ne pensate ;) 
Sarebbe bello conoscere il vostro parere. 
Ringrazio tantissimo federica per continuare a recensire ^^
Al prossimo capitolo ;) 
Bacione <3 

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Capitolo 14
*** Decisioni ***


Cassandra Martewall

 

Danzava con lui in un mare di sorrisi ed applausi scroscianti.

Sarei voluta essere io al suo posto.

Avere un braccio di Marc intorno ai miei fianchi , le dita intrecciate con le sue , e volteggiare nella sala sfarzosa senza pensieri ed in totale libertà.

Solo sogni. Solo e soltanto illusioni.

Il mio amore per lui era quel tanto e discusso amore impossibile che poche ragazze sulla faccia della Terra riuscivano a conquistare concretamente , a coronare

Alec e Alexia presero a scrutarmi con occhi attenti .

"Qualcosa non va?" mi domandò Alec , pensieroso

"No, va tutto alla grande" mentii io

Alexia sospirò: " Credo che tu non abbia molte possibilità"

Aveva capito tutto. Ogni cosa. Ovvio, era una ragazza.

Il sesto senso.

Abbassai lo sguardo avvilita: " Non dire una sola parola a nessuno"

Lei mi guardò triste: " No, non ti preoccupare. Non servirà"

"ma perché tu e tuo fratello fate così tanto i misteriosi?" sbottai io all'improvviso, era chiaro che sapessero qualcosa che io ignoravo .

"Noi, ecco...lei.." esordì Alec , ma si fermò non appena gli ospiti e la musica cessarono di colpo.

Sgranai gli occhi quando nella sala entrarono Ian, Daniel, Isabeau , Jodie e Michel...

*****

"...non c'è altro tempo" con queste parole Ian concluse il suo discorso, passeggiando avanti ed indietro davanti a tutti noi .

Ci trovavamo in una piccola saletta , non molto distante dalla grande sala da ballo in cui avevamo lasciato il resto degli ospiti .

Stavano per attaccarci di sorpresa , o meglio non più di sorpresa, ma coglievo tra le parole di Ian sfumature di una profonda preoccupazione che non potevano riguardare solo come causa l'imminente attacco da parte dei figli di Gant .

Era fin troppo teso .

Guardava Marc come se volesse dirgli altro , aggiungere qualcosa di veramente molto importante .

Accanto a lui , Isabeau cercava di mostrarsi forte e risoluta nei suoi abiti abituali , da dama medievale .

Era incredibile quanto la contessa fosse bella , nonostante l'età .

Marc , dal canto suo , raccontò al gruppo che era appena riuscito a raggiungerci ogni cosa riguardo al rapimento di Alexia e l'identità di quel Gant.

Almeno Alexia e Alec mi avevano informata su tutto al riguardo, altrimenti in quel discorso non avrei capito nulla.

Etienne guardò l'amico Ian e gli afferrò una spalla: " Come intendi procedere? Io sono pronto a condurli sgarbatamente fuori dalle tue terre. Questo è un affronto vero e proprio."

Ian annuì : " Tutto questa storia sta incominciando a stancarmi" e guardò di sottecchi Daniel che se ne stava seduto su una poltrona con la testa sorretta da un pugno chiuso.

Jodie stringeva tra le sue braccia Alexia e Alec che erano più che contenti di rivedere i loro genitori.

In quel momento mi mancò terribilmente avere una famiglia, una famiglia tutta mia.

Avevo perso i miei...e per quanto ne sapevo per colpa di quel che era successo proprio intorno al 1200, incredibile .

Qui, era già stato deciso il destino dei miei ?

No, qualsiasi cosa sarebbe successo adesso non dovevo più guardare al passato, ma al presente.

Al mio presente.

Presto sarei ritornata a casa , e sarebbe andato tutto per il meglio.

Certo, Marc...lui...ma doveva andare così .

Per forza.

" Bene , noi circonderemo a cavallo l'intero castello . Se alcuni tenteranno di entrare , o chi si è intrufolato già qui tenterà di darsi alla fuga , beh , tutti incontreranno le nostre spade . Saremo in grado di prenderli senza problemi " propose Marc .

Il padre annuì con un rapido gesto del capo.

" Io controllerò il castello dall'interno, e andrò a dare un'occhiata anche nelle torri" informo Michel

" Isabeau, Donna, Léna, Alexia, Alec e Cassandra...voi non uscirete da questa stanza. E' la più sicura dopotutto" ordinò Ian

Lo guardai piegando il capo di lato , si aspettava che io rimanessi lì con le mani in mano ?

" So combattere" informai tutto loro " sono brava , so maneggiare la spada"

Marc si avvicinò a me e mi afferrò una spalla: " Questo non è un gioco, qui si tratta di ferire e forse uccidere del tutto...no, non verrai con noi"

" Io vengo." se c'era una cosa che non sopportavo era quando qualcuno voleva per forza dare a me degli ordini.

" Il castello...dite che...voglio dire , secondo la storia. " intervenne Alexia, terrorizzata all'idea di non so cosa.

Cosa sapevano tutti che io non riuscivo a cogliere?

Anzi, che io , Marc, Léna ,Etienne e Donna non riuscivamo a cogliere ?

Donna , la madre di Léna...anche lei una donna decisamente cordiale e di rara bellezza- nonostante veniva dal mio tempo, da come mi era stato riferito un momento prima da Alec- fece un passo avanti : " Io potrò dare cure mediche ai feriti, non voglio stare qui senza poter essere utile in qualche modo.

Vidi Etienne sbuffare: " Mai una volta che ti rassegni a comportarti come una qualunque donna del tuo rango"

Lei sorrise al marito : " Mi conosci, io sono fatta così" e con quel sorriso avrebbe conquistato chiunque.

*****

Alla fine nessuno era rimasto in quel salottino .

Isabeau, Jodie , Léna e Donna si sarebbero occupate dei feriti ,in compagnia di Alexia, che presto non avrebbero fatto altro che arrivare .

Alec avrebbe dato una mano a qualche arciere schierato sulla torre ovest , essendo pratico del tiro con l'arco grazie agli insegnamenti di suo padre .

Io avrei seguito gli uomini a cavallo intorno al castello , per proteggerne in ogni modo possibile le mura assieme a Ian , Etienne e Marc .

Michel sarebbe rimasto all'interno del castello assieme ad un pugno di soldati per assicurarsi che nessuno fosse entrato , che qualcuno entrasse e che facesse del male a qualcuno .

Gli ospiti...loro...qualcuno si diede da fare assieme a noi .

Altri decisero di fermarsi nella sala in attesa di notizie.

Molti cavalieri si schierarono al nostro fianco in poco tempo .

Io l'unica donna.

Mi guardavano straniti, come se venissi da un altro modo.

Era vero.

Venivo da un altro tempo.

Dove la donna aveva trovato il suo posto.

La parità con il sesso maschile.

" Cosa c'è?" domandai infastidita ad un cavaliere che se la rideva con alcuni dei suoi amichetti, non potevano avere più dell'età di Michel.

Lui fece spallucce: " Niente, ma se saranno in tanti durante l'attacco...nessuno penserà a proteggere una dama . Questo non è il vostro posto, madonna. "

Sbuffai : " Vedrai di cosa sono capaci le dame , uomo di poca fede"

Marc si affiancò a me , in groppa al suo destriero bianco.

Indossava un'armatura leggera, proprio come la sottoscritta..,che comunque continuava a navigare all'interno di quell'ammasso di ferraglia , dato era stata fatta a misura di uomo tutto muscoli .

Un uomo come lui.

Era ancora più bello sotto la luce pallida, chiara, della luna piena .

I suoi capelli corvini venivano leggermente illuminati e scossi dal vento estivo, e gli regalavano un aspetto ancor più da cavaliere medievale .

Mi rivolse un rapido sorriso mentre sfoderava la spada dal fodero attaccato alla cintura.

" Certo che sei una testa dura tu, eh?" mi domandò scuotendo la testa.

" Io so quel che faccio" risposi

" Lo spero davvero" mi disse , e lessi preoccupazione in quei suoi occhi azzurri , meravigliosi.

M'incantai un momento, poi scossi la testa e ritornai a guardare in avanti .

Il mio destriero, scalciava un pochetto...fortuna sapevo cosa significasse andare a cavallo.

Le campane presero a suonare nella notte qualche minuto dopo.

Alcune urla nel borgo giunsero fino a noi...che eravamo schierati ancora davanti l'ultimo ponte levatoio...il ponte che conduceva direttamente all'interno del cortile del castello.

Diverse pattuglie erano state mandate in avanti per proteggere il borgo...chissà se sarebbero riuscite nel loro intento.

Quelle povere persone...ed il tutto per la vendetta di due soli uomini ?

L'uomo era caduto proprio in basso in questi tempi...non che molti uomini si salvassero nel mio di tempo...ma almeno le cose era un pò diverse.

"Pronta?" mi disse Marc non appena i primi nemici fecero per raggiungerci.

Urlando e brandendo le loro armi in pugno.

" Puoi ancora andare via, fanciulla . So quanto tu sia brava a combattere ma non voglio che ti accada niente"

Gli sorrisi: " E' stata una mia scelta conte , andrà tutto bene. Sono brava, l'hai detto anche tu"

"Marc" aggiunsi subito dopo " io ti amo" e lanciai il mio cavallo al galoppo




Angolo Autrice 

Ciaoooo ^^ ebbene sì...la battaglia contro i figli di Gant ha avuto inizio , ed adesso ? :) 
Cassandra cosa farà ? Marc ? Ian e Daniel che ormai sanno ogni cosa ? 
Ringrazio come sempre federica per le sue recensioni , senza di lei per me sarebbe ancora più difficile portare a termine questa storia <3 
Al prossimo capitolo :)
Un bacione a presto ;)   

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Capitolo 15
*** Il conte e la fanciulla ***


Cassandra Martewall

 

Ti amo

Gli avevo confessato questo , prima di lanciare il mio destriero al galoppo.

Oddio. Ma cosa avevo fatto ?

Cosa?

Il mio cuore aveva urlato quelle due parole , prendendo possesso delle mie labbra, per la paura di non poter più ammettere a voce quel che custodiva gelosamente e segretamente dentro di sé.

Io amavo Marc.

Era sbagliato, era illogico, era innaturale, ma io amavo Marc.

Amavo Marc con tutto il mio essere, nonostante la mente mi volesse proibire a tutti i costi di non farlo.

Ma adesso che gli avevo urlato i miei sentimenti, come avrei potuto guardarlo in faccia e fare finta di non avergli detto nulla ?

E lui ?

Che opinione si era fatto sul mio conto?

Nel suo tempo non erano le donne a dichiararsi.

Ammetto che anch'io avrei preferito che fosse stato lui a farlo, ma se non provava quel che provavo io, come poteva?

Eppure...cosa avevo fatto ?

Forse avevo rovinato tutto, perfino la nostra amicizia.

Sentii gli occhi inumidirsi.

Scossi la testa , no, non potevo pensarci in quel momento.

Dovevo concentrarmi sullo scontro imminente, bastava quello al momento .

Impugnai l'elsa della mia spada con decisione , dato era ancora riposta nel fodero che avevo attaccato alla mia cintura , e mi preparai a tirarla fuori al momento opportuno.

L'andrenalina in circolo era tale da farmi vedere con maggiore nitidezza ogni cosa che mi si parava davanti.

Urlai con tutte le mie forze quando entrai nella mischia.

E se all'inizio ero sicura di voler affrontare quello scontro per salvare Chatel-Argent , dopo qualche minuto iniziai a credere al contrario, fermamente.

Le mie certezze presero a crollare, vacillare, una dopo l'altra, proprio come le mura del castello che ben presto fu preso in assalto.

Una parte dei cavalieri era stata sopraffatta dagli avversari , spietati fino al midollo.

Fu dura riprendermi quando per sbaglio affondai la spada nel corpo di un uomo , forse un mio coetaneo, fino a stroncare la sua giovane vita.

Avevo sentito concretamente la sua pelle lacerarsi per colpa della mia lama , il suo urlo agghiacciante diffondersi nell'aria circostante , ed avevo ben visto i suoi occhi terrorizzati perdere lentamente luce, fino a diventare vitrei .

Il tonfo del suo corpo privo di vita a contatto con il terreno mi fece rabbrividire.

Scesi da cavallo e mi lasciai cadere in ginocchio accanto al suo corpo.

Aveva gli occhi sbarrati ed aveva assunto una posizione innaturale.

Prima di lui mi ero imposta di ferire non di uccidere.

Ed adesso che per sbaglio avevo ucciso una persona, un uomo, non riuscivo più a riprendere il controllo sulle mie azioni.

Io avevo ucciso, avevo privato un uomo della sua vita.

Ero un'assassina.

Io Cassandra Martewall ero un'assassina.

Come avrei fatto a vivere con questo fardello ?

Come avrei potuto fare finta di niente?

Avrei dovuto riflettere prima di gettarmi in questa situazione.

Era inevitabile uccidere qui.

" Cassandra" urlò qualcuno al mio fianco.

Una lama cozzò con un'altra proprio sopra la mia testa.

Marc mi aveva appena salvato la vita da uno sgherro dei gemelli Gant

Il giovane conte riuscì a disarmare l'uomo ed a ucciderlo.

Anche Marc era un assassino.

Per la prima volta mi resi conto di cosa significasse vivere realmente nel Medioevo.

Qui era semplice uccidere ed era semplice festeggiare per qualsiasi bazzecola.

Marc mi tirò su per un braccio e mi condusse sul suo cavallo.

" Vai via da qui fanciulla. Allontanati" urlò per farsi sentire, dato l'incredibile frastuono.

Incontrai i suoi occhi azzurri: " No, non voglio" dissi , seppur fra le lacrime.

" Ho detto , vai via" ribadì offrendomi le redini del suo cavallo.

" Tu dove andrai?" chiesi con il cuore in gola

Mi sorrise appena: " Vado a difendere la mia gente e la mia casa"

Non mi lasciò il tempo di dire altro, corse via.

Lontano da me.

Mi lasciò sola, in groppa al suo destriero.

                                                                                                                 *****

Daniel non ricordava da quanti anni avesse appeso l'arco alla parete , ma poco importava.

Ora aveva avuto il bisogno di riprenderlo.

Ancora una volta si ritrovava a combattere per le persone che amava e ad uccidere per farlo.

Alec sapeva cavarsela piuttosto bene con l'arco.

Aveva proprio insegnato bene il tiro con l'arco a suo figlio.

Non poteva che esserne fiero.

Il ragazzo era al suo fianco, scoccava numerose frecce al minuto senza mia fermarsi.

Sotto di loro , i nemici avevano difficoltà ad assalire le mura.

Ma comunque i loro dardi non erano abbastanza per fermare quell'intera avanzata violenta, micidiale, che stava spazzando via ogni altra difesa del castello, pezzo per pezzo.

Una torre era in fiamme, un'altra era sul punto di esplodere.

Il biondo si guardava intorno e provò panico.

" Cosa sai sull'attacco di oggi? Riusciremo a vincere?" domandò a suo figlio.

Alec scosse la testa: " Oltre la morte di Marc non ne sappiamo molto."

Oltre la morte di Marc.

Daniel si sentì mancare davanti a quelle parole.

Chissà Ian come stava affrontando tutta questa situazione.

Stavano forse favorendo la storia già scritta oppure la stavano modificando?

Scosse la testa e cercò di individuare dall'alto il suo amico.

Ian , dove sei finito? Con Etienne ? Pensò

                                                                                                                   *****

Isabeau stringeva un panno umido sulla gamba di un soldato.

Sembrava essere una ferita molto grave, ma la dama non voleva darsi per vinta.

Erano da ore ormai che lei, Donna, Jodie, Léna e Alexia si davano da fare per salvare quanti più uomini feriti possibili.

A tutte loro si era aggiunta anche la madre di Beau, nonché ormai sposa di Geoffrey.

Una mano in più accorsa per salvare altre vite , nonostante il Leone in quel momento non ci fosse.

Geoffrey aveva lasciato il castello poco prima dell'attacco, ed ancora non aveva avuto modo di raggiungere i suoi amici poiché ancora ignaro di tutta quella situazione . Tuttavia presto sarebbe stato avvertito dal suo scudiero , ed i suoi amici avrebbero avuto una spada in più al loro fianco.

                                                                                                                      *****

"Cosa succede?" domandò Etienne, il volto ed il resto del corpo madidi di sudore.

Osservava lo sguardo preoccupato del suo compagno d'armi.

"Mio figlio" disse Ian semplicemente.

Aveva appena intravisto Marc entrare nel castello.

Non poteva lasciarlo solo, non quella notte.

Sapeva quanto fosse bravo ed abile con la spada , ma la storia affermava che quella notte qualcosa sarebbe stata più forte di lui in quella zona del castello messa a ferro e fuoco dai nemici.

"Quanto vorrei che fossero qui anche i nostri amici" confessò Etienne scuotendo il capo

Ian strinse più forte l'elsa della sua spada: " Andiamo, seguimi" disse procedendo ad ampi passi verso l'ampia breccia creata nelle mura del castello

                                                                                                         *****

Michel guidava i soldati come meglio poteva.

Non era riuscito a proteggere un'ala del castello, ma quel che rimaneva...sapeva bene che avrebbe dato la vita pur di difenderlo.

" Gant non avrai mai la mia casa" si ritrovò ad urlare in un salone, ormai in fiamme.

I mobili erano stati ribaltati ed inghiottiti dalle fiamme, assieme alle tende delle larghe finestre tutt'intorno.

Il sudore gli imperlava la fronte per il calore sprigionato dall'incendio , e con un veloce gesto della mano destra si asciugò , per non essere infastidito continuamente dalle numerose goccioline che gli grondavano sul volto.

Era circondato dal fuoco, sì, ma non si sarebbe arreso così facilmente.

Si spostò nell'atrio successivo, là le fiamme non erano ancora arrivate.

Da quel punto avrebbe respinto tutti i suoi nemici.

I gemelli Gant , entrati nel castello già da diversi minuti, non si fecero attendere.

Sorridevano mentre avanzavano verso di lui.

" Questa notte sarà vendetta Chatel-Argent sarà nostra."annunciarono

Michel scosse la testa: " No, questa notte sarà giustizia. Chatel-Argent resterà in mano ai Ponthieu" e urlando andò loro incontro con la spada sguainata.

I gemelli presero a difendersi bene.

Ma due contro uno non era di certo uno scontro alla pari.

In aiuto del fratello corse Marc, forte della sua spada e della sua esperienza.

"Fratellino, che piacere rivederti" esordì il più giovane.

Marc rispose con un cenno del capo.

"Oh, ma guarda. Primo e secondogenito. Oggi Ian vedrà la morte dei suoi figli." tuonò Adolphe.

"Mai" si oppose Marc digrignando i denti.

Con ancora più violenza si scontrarono, facendo incrociare le loro spade a mezz'aria.

La battaglia imperversava tutt'intorno.

" Non avrete mai il nostro castello" ringhiò Michel.

Ma uno dei gemelli riuscì a ferire il secondogenito ad una spalla ed a disarmarlo con una veloce torsione del polso.

Poi spinse il ragazzo contro un muro , e riuscì ad avere la meglio su di lui ben presto ricoprendolo di calci e pugni per gustarsi ancora di più il momento in cui avrebbe inferto il colpo finale.

Marc si ritrovò così costretto a mettersi in mezzo, tra loro e suo fratello, che ormai era sul punto di perdere i sensi.

"Michel" urlò disperato, senza voltarsi.

Voleva assicurarsi che suo fratello stesse bene.

Il conte cadetto non parlò, né si mosse. Era accasciato contro il muro.

Marc mostrò i denti tenendo la spada dritta davanti a sé : " State lontano da lui" minacciò

Adolphe e Françuas sghignazzarono.

Fu proprio quando colpì Fraçuas al basso ventre con un fendente che Marc si ritrovò la spada di Adolphe piantata nel fianco destro.

Al primogenito del falco del re mancò il fiato per un istante, sia per la fredda lama , sia per il dolore che l'assalì subito dopo .

" Addio Marc de Ponthieu" sibilò Adolphe con un gran sorriso sulle labbra , ed era sul punto di rigirare la lama nel carne del giovane per affondarla fino all'elsa , quando qualcosa gli spuntò dal petto.

Adolphe era stato colpito alle spalle da un colpo di spada.

" I miei figli non si toccano" disse Ian sfilando via la sua arma.

Françuas, disteso a terra e con le mani sulla ferita, urlò per la perdita del fratello.

"E' finita ormai" decretò Ian avanzando minaccioso verso di lui .

Alzò la spada sul giovane pronto a calarla : " Il castello non apparterà mai a Gant. Sarà sempre dei Ponthieu"

Fece per abbassare la spada che stringeva forte , con entrambe le mani , quando Marc urlò:

" No, papà"

Aveva una mano sulla ferita per fare rallentare la fuoriuscita del sangue e l'altra intorno l'elsa della spada del gemello , che era riuscito a ferirlo e che in quel momento giaceva esanime sul pavimento.

" Basta spargimenti di sangue. Permettigli di ritornare a casa, e che la perdita di suo fratello possa fargli capire che la vendetta non porterà mai nessuno da nessuna parte."

Ian scosse la testa: " E' un assassino, uccide a sangue freddo ."

" Per questo non devi ucciderlo." proseguì suo figlio, seppur dolorante.

Ian ci pensò su un attimo.

La paura di perdere suo figlio in effetti l'aveva quasi spinto ad uccidere quel ragazzo, che poteva benissimo avere soltanto qualche anno in più del suo primogenito.

"Rimarrà qui per il resto dei suoi giorni , allora." decise infine.

Ma proprio in quel momento , il gemello superstite urlò: " Help"

Una mela rossa galleggiante si formò sul palmo della sua mano destra insanguinata , disorientando per un attimo padre e figlio.

Françuas ridacchiò, approfittando di quel momento di distrazione: " Non mi prenderete mai." e detto ciò , prima ancora di sparire attraverso il tempo , si protese verso Marc per infliggergli un colpo letale.

Ma il giovane non riuscì nel suo intento.

Un corpo era riuscito da fare da scudo al giovane Ponthieu.

Un corpo che si rivelò essere quello di una donna.

Nello stesso istante Françuas aveva trovato la morte per mano di Etienne, comparso dal nulla.

"Stregoneria" aveva urlato il padre di Léna " che vada all'inferno." e la mela di Hyperversum sparì dalla mano del giovane Gant , che non aveva neanche avuto il tempo di digitare il codice.

Il suo corpo piombò per terra nello stesso istante in cui Marc urlò disperato il nome della discendente di Geoffrey Martewall.

"Cassandra"

La ragazza gli franò fra le braccia, la lama era riuscita ad infilarsi fra due costole.

" No, no. Ti avevo detto di andare via, perché sei tornata indietro? Eh ?" disse il giovane conte con voce roca.

Lei gli sorrise a stento, decisamente più debole di quanto si fosse mai aspettata: " Non devi preoccuparti per me. E' giusto che sia andata così."

"Giusto per chi? Non lascerò che tu perda la vita Cassandra, non così." promise Marc

Ian si chinò sui ragazzi.

"Papà possiamo fare qualcosa? Qualsiasi cosa, ti prego" implorò sia con la voce che con gli occhi.

Ian guardò Etienne.

Il conte scuoteva la testa: " Una ferita del genere." commentò in tono cupo " non può essere guarita. " proferì Etienne.

Ian serrò la mascella.

Forse la medicina medievale non poteva fare nulla...ma la moderna sì.

Scambiò un'occhiata con suo figlio Marc.

" Chiama Daniel" sussurrò il primogenito.

Ian annuì , e si allontanò a grandi passi seguito a ruota da Etienne


Cassandra Martewall


Non avevo avuto altra scelta.

Non potevo lasciare che quel ragazzo uccidesse Marc.

Non poteva privare il mondo della sua esistenza, diventata così importante per me .

No, non potevo.

Non volevo.

Ma adesso avevo paura , una grande ed incredibile paura di morire, che non riuscivo a mettere a tacere.

Il mio corpo era scosso da singhiozzi violenti, oltre che dal dolore che cercavo d'ignorare come potevo.

Marc cercava di consolarmi.

"ssssh , andrà bene. Vedrai..." mi sussurrava continuamente, stringendomi forte a sé fra le sue braccia per cullarmi dolcemente.

Sentivo il calore del suo respiro sulla pelle, era piacevole nonostante tutto.

" Non stare qui, sei ferito anche tu...devi andare." riuscii a dire , seppur non volevo affatto che si allontanasse da me.

Marc scosse la testa: " Non è profonda, io non mi allontanerò da te. Non ti lascerò qui da sola. Devo proteggere la mia fanciulla come posso" e si sforzò di sorridermi.

" Un conte salvato da una fanciulla...incredibile ma vero." pensai io ad alta voce.

" Tieni duro. Daniel sta arrivando. Tornerai nel tuo tempo e i medici ti guariranno"

Tornerai.

Soltanto io, senza di lui.

Ero troppo debole , anche soltanto per continuare a piangere.

Non sentivo neanche più il dolore.

Sentii un pezzo di stoffa sul torace pronto a comprimermi la ferita.

Marc si era tolto l'armatura e si era sfilato la tunica, per me.

Una mano mi sfiorò la fronte, poi una guancia con dolcezza : " Non mollare, io sono qui"

Qualcosa mi toccò le labbra, qualcosa di morbido, fresco.

Labbra.

Labbra contro labbra.

Ero troppo debole per accorgermi di altro.

Le palpebre erano calate sui miei occhi.

Poi delle voci risuonarono per l'intero salone.

"Presto , presto"

"Oddio, no."

" Non rimane molto tempo, forza"

"Si salverà?"

"Deve..."

Una luce fortissima riuscì a scuotermi per un istante dalle braccia del sonno.

Un rosso capace di riuscire a farsi notare anche attraverso le mie palpebre chiuse. Poi il buio.

                                                                                                  *****

Riaprii gli occhi sbattendo le palpebre più volte.

Ero viva? Ero morta?

Sapevo soltanto di essere distesa su una superficie soffice, liscia.

Mi mossi appena ed una mano afferrò prontamente una delle mie.

" Finalmente ti sei svegliata" mi sussurrò una voce dolce. " quasi non ci speravo più"

Il mio cuore – che scoprii grazie a Dio ancora attivo-aumentò i battiti senza darmi alcun preavviso.

Marc, proprio lui , ed era seduto accanto a me.

Mi scrutava con attenzione con quei suoi meravigliosi occhi azzurri che si ritrovava.

"Cosa ci fai qui?" mormorai , a stento.

Mi trovavo in una stanza ospedale, ne ero certa.

Nel mio tempo.

Gli ospedali non esistevano nel medioevo e per di più il conte era vestito con jean e camicia.

Marc mi mostrò un bellissimo sorriso: " Ho pensato di rimanere qui con te."

"E' gentile da parte tua, ma la mia convalescenza potrebbe durare tanto." risposi, dopo essermi schiarita la voce.

" Non hai capito?" disse scuotendo la testa allargando il sorriso " starò qui con te , per sempre"

Cuore in gola.

Cosa aveva appena detto?

Naaaa, mi stavo sbagliando.

Ho sentito male. Per forza.

" Stai bene?" mi chiese improvvisamente serio e preoccupato.

"Benissimo" riuscii a dire come un'automa.

Rise dolce : " Oh, bene. Perché non voglio che tu stia male ancora."

"Ma Léna ? I tuoi ? Michel ? Chatel-Argent?" iniziai ad elencare, sconvolta, scioccata.

Marc sospirò: " Ho capito che il mio posto è qui, accanto a te. Il vederti ad una passo dalla morte ha chiarito molto cose."

Scossi la testa confusa: " Non capisco"

" Per la storia sarei dovuto morire quella notte. Ed invece eccomi qui, accanto a te vivo...grazie a te."

"Ancora non capisco. Ho cambiato la storia ? " ribadii

Lui mi afferrò una mano e strinse forte : "No. Mesi fa , ero riuscito a venire qui, inspiegabilmente, assieme alla mia famiglia per una visita breve, di poco conto , e per il solo scopo di capire a grandi linee da quale tempo provenisse mio padre.

Hyperversum sembrava funzionare alla perfezione , ed invece ci ha costretto a rimanere qui per mesi. In quel tempo ti ho conosciuta. Poi sono arrivati i figli di Gant e tutta la mia famiglia,compreso il sottoscritto, ecco che riesce -sempre inspiegabilmente- a ritornare nel Medioevo. In conclusione? La storia non è stata cambiata.

La storia ha ottenuto quel che voleva. Tu dovevi essere lì a salvarmi la vita quella notte.

Perché tu mi avresti riportato qui con te. Così dovevano andare le cose.

Questo è da sempre stato il mio posto. Sin da quando sono nato."

Continuai a guardarlo senza dire una sola parola.

"Nel mio tempo i miei sono in lutto." spiegò divertito, si grattò la nuca " e per quel che riguarda Léna. Ho capito di non amarla quanto amo un'altra donna dai capelli color grano e lo sguardo alla Geoffrey Martewall " mi guardò di sottecchi "Io amo te Cassandra, solo e soltanto te."

Spalancai la bocca, poi mi ricomposi: " Ti prego, ripeti l'ultima cosa che hai detto"

Mi scoccò un bacio sulle labbra rubandomi tutti l'aria che avevo inspirato.

" Ti amo , Cassandra" scandì per bene.

Deglutii. Quelle tre parole per me.

Le parole tanto attese, in tutta la mia vita, erano appena state pronunciate.

" Sarà Michel a sposarsi con Léna" continuò in tono allegro, facendomi un occhiolino " ma non dirgli nulla quando lo vedrai apparire ogni tanto nel salotto di casa Freeland assieme ai miei . Lui non ne è a conoscenza."

" Ah" commentai semplicemente

"Alexia ed io abbiamo dato una sbirciatina al codice" confessò

Scoppiai a ridere, e mi fece anche male...ma poco ci badai.

Ero troppo contenta

" Ma...ma...tutto questo è impossibile."

Lui mi sfiorò la fronte con le labbra: " No. E' la realtà. Odiavo questo posto all'inizio, ma adesso grazie a te...incomincio ad amare tutta quest'atmosfera moderna"

" Ma come farai senza duelli, balli e dame?"

" Chi ha detto che dovrò rinunciare ai balli ? Fra qualche giorno mi pare di capire di averne già uno assieme alla mia dama, qui presente. Almeno così mi hanno riferito Alec ed Alexia. Sai, ormai abito assieme a loro. Daniel mi ha praticamente adottato."

Gli sfiorai le labbra con un dito: " Aspetta un attimo. Intendi dire che andremo al ballo di fine anno?"

Annuì : " Certo"

" Non ha niente di medievale" spiegai

Lui rise: " Lo so." poi aggiunse in tono ironico : " Niente ricchi obesi e parrucche finte, dame imprigionate in quei corpini ultra stretti , che sono obbligate ad indossare. Lo so, perfettamente. E' un vero peccato."

" E' vero quei corpini erano così stretti" confermai , ridendo assieme a lui

" Sarà il ballo più bello della mia vita" concluse serio, guardandomi dritto negli occhi.

Gli sfiorai una guancia grata per le sue bellissime parole.

" Ho paura che tu possa rimpiangere la tua vecchia vita" ammisi mordendomi il labbro inferiore.

"Hai detto bene, vecchia vita. Non rischierò più la vita per una semplice offesa o chissà cos'altro. Andrà bene così, sarò impegnato comunque. Tu richiedi molte attenzioni"

"Ti amo conte" dissi posando lo sguardo sulle sue labbra.

Si avvicinò ancora una volta a me : " Ti amo anch'io mia dolce fanciulla"   




                                                                                     Fine 

Angolo Autrice 

Ciaoooooo ^^ 
Sì, siamo proprio arrivati alla fine di questa storia :)
Marc e famiglia , dopo quasi un anno, hanno finalmente compreso le azioni di "Hyperversum" e spero con tutto il cuore che questa storia vi sia piaciuta , nonostante qualche ritardo nel postare i capitoli , qualche errore sparso qua e là. 
L'ispirazione per questa ff era nata così, all'improvviso...in quel primo agosto 2013 :) 
Una storia che per me non doveva essere pesante, complessa , ma semplice e leggera da scrivere e da leggere ;)
Ringrazio di cuore federica che con le sue recensioni mi ha spinta a continuare, a tutti coloro che l'hanno recensita in precedenza ;)  
Ringrazio le sei persone che l'hanno preferita e le sei che l'hanno seguita <3
Grazieeee *_____* 
Un bacioneeeee <3   

 

 

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