dangerous love

di paginesbiadite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** change your mind ***
Capitolo 2: *** too late to turn back ***
Capitolo 3: *** the choice ***
Capitolo 4: *** i can protect you ***
Capitolo 5: *** destroyed inside ***



Capitolo 1
*** change your mind ***


"allora che fai vieni o no?" 
"ci sarà anche lui?" dissi ansiosa.
"si selena, te l'ho già detto" mi disse taylor sospirando.
"che c'è?" chiesi
"sei incredibile sai? prima vuoi sapere se viene anche justin e poi sicuramente alla festa farai l'indifferente" disse ridendo.
"questo non lo potrai sapere, ci vediamo dopo" attaccai il telefono.


e si che lo sapeva, lo sapeva benissimo....
era circa un'anno che continuavo con questa storia di justin.
non posso dire che ne sono innamorata, ma ogni volta che lo vedo mi fa uno strano effetto al cuore.
però non potevo, qualcosa mi vietava di stringere più di un'amicizia con lui. forse perchè era uno di quei ragazzi che voleva solo divertirsi, uno di quei ragazzi "feste, birra, alcool e cose del genere". 


erano le otto e mezza e ancora non sapevo cosa mettermi per la festa.
aprii l'armadio, lo guardai per cinque secondi e presi dei jeans, un top nero, un coprispalle e delle ballerine.
mi truccai velocemente, mascara, ombretto, lucidalabbra e uscii di casa come un fulmine.

"eccoti qui" taylor mi afferrò per un braccio.
la guardai.
"no, non è ancora arrivato se è questo che ti interessa" disse sorridendo.
"andiamo a prendere qualcosa da bere?" 
"ok" 


era una specie di festa in piscina e io e taylor ci stavamo divertendo un sacco.
ballavamo al bordo piscina quando taylor mi strinse forte il braccio.
la guardai e vidi i suoi occhi spalancati e la sua bocca curva in un sorriso. "oh merda" già sapevo che cosa aveva visto.
mi voltai lentamente....era lì....sul suo motorino, circondato da amici.
bello come sempre, aveva una giacca di pelle nera,dei jeans e indossava occhiali scuri.



lui si voltò e per un'attimo mi sembrò che mi stesse guardando.
eh si, mi stava proprio guardando.
si spostò gli occhiali sui capelli e mi sorrise.
il mio cuore stava facendo un baccano enorme.
scese dal motorino e si avvicinò.
taylor senza farsi vedere sgattaiolò via lasciandomi da sola.
"hei" disse justin con un sorrisetto sulla faccia.
"hei" risposi.
"che ci fai qui tutta sola?" mi chiese.
"veramente sto con..." non feci in tempo a finire la frase che mi accorsi di essere veramente sola, così mi voltai verso taylor e le alzai il dito medio, lei scoppiò a ridere.
"beh...ti andrebbe di fare un giro in moto? ci sono anche dei miei amici" disse voltandosi verso un gruppo di ragazzi con la birra in mano che mi salutavano.
"non lo so...è tardi"
justin scoppiò a ridere "tesoro, sono solo le undici, andiamo" mi mise il braccio intorno alla vita e mi trascinò verso la moto.


quando montai in moto, vidi taylor preoccupata e ondeggiava le mani con violenza,ma non capii.
solo una volta partiti mi arrivò un messaggio.

"selena dio mio, scendi da quella moto, mentre stavate parlando ho visto i suoi amici che prendevano bustine di droga e poi nel retro dei suoi pantaloni ha una pistola"
sorrisi mentre spensi il cellulare pensando che taylor mi stesse solo prendendo in giro, così mi girai per posare il cellulare.
ma il mio sguardo si posò sulla cinta dei suoi pantaloni che era gonfia, così senza farmi notare, alzai un pezzo della sua giacca per vedere meglio.

"oh cazzo era una pistola"


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Capitolo 2
*** too late to turn back ***


cominciai a sudare freddo, non riuscivo a pensare a niente, troppe emozioni una sopra l'altra.
le uniche cose che mi giravano nella testa erano 'mi ucciderà, la mia vita è finita' e cose del genere.


"siamo arrivati" mi disse justin scendendo dalla moto.
"dove siamo? e perchè i tuoi amici non ci sono?" chiesi ansiosa.
"stai calma ci raggiungeranno più tardi" sorrise poi continuò "siamo vicino a un lago, ci vengo spesso con i miei amici, mi fa stare bene"


quel ragazzo che prima trovavo bellissimo in un'istante si era trasformato. mi faceva paura.

"vieni, sediamoci" disse.
mi sedei vicino a lui ma mi mantenei a distanza.
lui si avvicinò e mi prese il viso tra le mani "sei proprio bella stasera sai?" 
mi baciò. io gli misi le mani dietro la schiena e istintivamente afferrai la pistola e la puntai sul suo petto.


"stai fermo" scattai in piedi.
lui alzò entrambe le mani "stai calma, posa quella pistola"
"voglio solo andarmene via" dissi quasi piangendo.
"dammi la pistola" alzò per un'attimo la voce avanzando verso di me. "non puoi andartene selena, devi restare con me"
"che cosa?" ero confusa, non capivo cosa intendeva. abbassai le mani.
"devi restare con me" mi disse stringendomi il polso.
"NO!" lo scansai bruscamente lasciando cadere la pistola.


pensai fosse pazzo e l'unica cosa che volevo era scappare. così corsi via.
"cazzo" fu la parola che uscì dalla bocca di justin.
lo vidi montare sul suo motorino, il cuore mi batteva forte, stavo piangendo, volevo cercare di afferrare il cellulare per chiamare taylor, ma mi ricordai di averlo lasciato sulla moto.
"perfetto" pensai.


correvo da un pò e i piedi mi facevano veramente male. e non sapevo dove mi trovavo.
così non vedendo più justin,rallentai.


mi fermai vicino a un dirupo.
"lei è selena hevans?" 
erano quattro uomini vestiti di nero che mi avevano praticamente circondata.
"si....come fate a sapere il mio nome? voi chi siete?"
i quattro si guardarono poi si fecero segno e si avvicinarono.
"deve venire con noi" 
"cosa? non ci penso neanche!" indiettreggiai.
uno dei quattro mi afferrò violentemente per i capelli. mi scappò un grido.


"bastardi, lasciatela andare!" gridò justin.
cominciò a prendere a pugni tre dei quattro uomini che, essendo disarmati, si eliminarono subito.
l'uomo che mi teneva per i capelli gridò.
"non fare un'altro passo o la uccido" sfilò una pistola e me la puntò alla testa.

justin abbassò lo sguardo, sorrise e gli sparò alla gamba, poi al petto.
l'uomo non se l'aspettava e mi lasciò violentemente, spingendomi forte.
io barcollai e scivolai nel dirupo, ma mi aggrappai con entrambi le mani a un ramo.


"avanti dammi la mano" mi gridò justin sporgendosi.
"NO! preferisco rimanare qui, HAI UCCISO UN'UOMO!" 
justin rise "oh andiamo" si sporse ancora di più e mi afferrò.


una volta uscita dal dirupo, mi alzai di scatto, liberandomi dalle braccia di justin.
"SEI UN'ASSASSINO! VAI IN GIRO CON UNA PISTOLA IN MANO, MI DICI CHE DEVO RESTARE CON TE, QUANDO TI CONOSCO DA POCO, TE NE VAI IN GIRO CON AMICI CHE SI DROGANO! E MAGARI ADESSO SEI DROGATO ANCHE TU! POI MI PORTI QUI, DOVE QUATTRO PSICOPATICI VOLEVANO RAPIRMI, POI FAI LA PARTE DELL'EROE, QUANDO MAGARI, VOLEVI UCCIDERMI" gli gridai tutto in faccia, d'altronde ero sconvolta.
lui rise "PREGO!" poi aggiunse "non volevo ucciderti selena" si sdraiò a terra.
"BASTA, ME NE VADO" mi voltai di scatto e camminai velocemente.
anche justin si alzò di scatto e mi afferrò un braccio.
"aih mi fai male" mi dimenai.

"forse non hai capito che non puoi andartene, devi restare con me o altrimenti verranno a cercarti e ti uccideranno"








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Capitolo 3
*** the choice ***


"che cosa? chi? chi mi ucciderà?" dissi balbettando.
"hai visto quei uomini? ne arriveranno altri, sono pericolosi selena, non è uno scherzo" mi disse lui tenendomi la mano.
"voglio andare a casa" sbottai.
"non puoi" 
"ho detto che voglio andare a casa"

justin sbuffò e ci incamminammo verso la sua moto.

eravamo arrivati sotto casa, scesi dalla moto e mi tolsi il casco.
mi voltai verso justin, e senza aspettare aprii il portone ed entrai in casa.
"non c'è di che" borbottò lui.

i miei non mi fecero tante domande, sul perchè avessi ritardato, così mi infilai subito nelle coperte.
l'unica cosa che volevo era dormire.

mi svegliai alle otto del mattino, aprii le finestre e osservai fuori per un'istante.
vidi justin, la moto non c'era più, al suo posto ci stava una macchina nera, lui era su una panchina e dormiva.
così mi misi i primi abiti che mi capitarono davanti e uscii di casa.


"hei" mi sedetti vicino a lui spingendolo con le dite.
lui sobbalzò e io non trattenni una risata.
"che ci fai qui?" proseguii.
"non posso lasciarti sola" disse sbadigliando.
"ok" alzai gli occhi al cielo "ancora con questa storia? devi lasciarmi stare!"
"vieni entriamo in macchina" disse.


entrai in macchina mi girai verso di lui, incrociai le braccia e gli dissi "voglio spiegazioni"
"certo che le vuoi" lui sorrise ruotando la testa dal lato opposto.
"allora dammele, perchè sono in pericolo? cosa vogliono da me? e poi perchè questa macchina? che fine ha fatto la moto?" ero agitata, molto.
"loro ti vogliono perchè pensano che sei una mia complice, loro vogliono questo" estrasse dalla mano una piccola capsula.
"complice? e cos'è questa?" indicai la capsula.
"questa racchiude un potere enorme, loro la vogliono, ma vogliono anche te, perchè pensano che tu rivelerai dove sono, come mi muovo, ciò che so...." abbassò lo sguardo.
"e tu cosa sai?" lo guardai preoccupata, non sapevo se credergli.
"so il codice per aprire questa capsula, vedi?" mi indicò una specie di contenitore che conteneva la capsula, aveva una serie di numeri da combinare per sbloccarlo."solo con quel codice puoi aprire la capsula e accedere al suo potere" se la rimise in tasca.
"e io cosa dovrei fare?" 
"devi rimanere con me"
"ma cosa succede se mi catturano e io non rispondo alle loro domande?" chiesi ansiosa.
"ti uccideranno" esclamò lui.
alzai gli occhi al cielo "grandioso" 

vidi che sul cellulare di justin era apparso una specie di radar.
dei puntini rossi si avvicinavano al un puntino verde.
"cazzo" esclamò lui.
"che succede?"
"stanno arrivando" mi guardò.


io sorrisi, non riuscivo a crederci.
così uscii dalla macchina in lacrime, sbattei la portiera, justin si era affacciato dal finestrino.


"che cosa stai facendo?" disse preoccupato.
"non morirò per te" dissi tra le lacrime.







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Capitolo 4
*** i can protect you ***


non feci in tempo a fare due passi che due auto nere arrivarono slittando sull'asfalto. ero pietrificata.
"merda" esclamò justin.
scese dalla macchina velocemente, mi prese per un braccio e mi trascinò in macchina.
chiuse le portiere e con la stessa velocità mise in moto.


"ci stanno seguendo?" mi girai per guardare dietro.
"non lo so" disse lui guardando nello specchietto.


correvamo abbastanza veloci quando....
"baamm" una delle due auto nere ci aveva colpito in pieno la parte dietro della macchina.
"figli di puttana" disse justin stringendo i denti.
poi sterzò rapidamente, facendomi sbattere la spalla sulla portiera.
correvamo velocemente e il mio cuore stava esplodendo.
l'altra macchina ci aveva raggiunto, eravamo stretti ai lati.
prendemmo una scorciatoia che ci liberò da quelle auto.


le avevamo seminate e justin mi disse "dobbiamo saltare"
mi girai verso di lui ancora sconvolta dall'affermazione "che cosa?"
"senti, non succederà niente, io rallenterò un pò, vedi quella curva?" la indicò "dopo quella ci sta un fiume, la macchina ci finirà dentro, e tu non vuoi andare con lei giusto?" mi guardò per un'istante "e poi non dobbiamo lasciare tracce" mi sorrise.


era incredibile, in quella situazione lui rideva, e per un'istante mi sollevò il morale, dico per un secondo, perchè in quel momento lo odiavo, con tutto il mio cuore.

"va bene...credo" fu l'unica cosa che riuscì a dire.
la macchina rallentò, justin prese la pistola, mi guardò e disse "pronta?" 
annuì ma con una faccia alquanto sconvolta.
"tre...due...uno" 
la macchina fece la curva "ORA!" gridò.
entrambi ci buttammo sull'asfalto, la macchina come preannunciato finì nel fiume con un rumore assurdo.
avevo il braccio coperto di graffi e un labbro spaccato "e menomale che non era niente, pff" pensai.
justin arrivò verso di me anche lui con qualche graffio, mi fece alzare in piedi poi disse "vieni, qui ci sta un bosco, non dobbiamo farci vedere"


percorremmo un pò di metri a piedi,  con la coda dell'occhio vedemmo le due macchine nere così ci buttammo dietro ad un'albero per nasconderci.
justin mi mise la mano sulla bocca e mi fece gesto di stare in silenzio.
poi controllò che le macchine se ne fossero andate e mi disse di venire.


"vieni ci sta il fiume, dobbiamo rinfrescarci" 
"pff" borbottai "dobbiamo rinfrescarci" imitai la sua voce, irritata.


lo vidi mentre si toglieva la maglietta e si buttava nel fiume.
ero rimasta lì a osservare la scena come un'idiota.


"vieni?" mi chiese lui sorridendo.
"no, non ci penso neanche!" indietreggiai.
"di cosa hai paura?" si avvicinò.
"non mi tolgo i vestiti" esclamai incrociando le braccia.
"e chi ti ha detto di toglierteli?" sorrise, scattò fuori, mi prese in braccio e prima che potessi protestare mi buttò in acqua.


"sei veramente incredibile" sorrisi spruzzandogli l'acqua in faccia.
"lo so" si immerse in acqua per poi sbucare a un centimentro da me.


sentii le sue braccia avvolgere la mia vita e stringermi.
voleva baciarmi e lo volevo anche io, ma allo stesso tempo lo odiavo per quello che aveva fatto.
"ti odio lo sai?" dissi sorridendo e scansandolo, per poi dirigermi sulla terra ferma.
lui rimase cinque secondi immobile nell'acqua, chinò la testa e gli sfuggì una risata.


anche lui mi raggiunse poi esclamò "aspetta qui" e scappò via.
"dove stai andando? vuoi lasciarmi qui sola?" gridai.
"non preoccuparti, non lo farei mai" gridò anche lui.


io sorrisi.
poi mi misi seduta vicino a un masso, contemplai per un paio di minuti la superficie dell'acqua.
"prendi" justin mi lanciò degli abiti "non sono il massimo lo so, ma sono meglio dei tuoi vestiti bagnati"
"dove li hai presi?" chiesi.
"non importa, mettiteli" 
girai gli occhi al cielo.


"non davanti a te" sbottai.
lui si era già cambiato, aveva una camicia rossa e dei pantaloni neri.
poi alzò entrambi le mani "prometto di non guardare" 
"si certo come no" dissi. lui sorrise. poi proseguii "torno subito" 
"non ti allontanare" mi disse preoccupato.
"si mamma" gli dissi ridendo.


avevo percorso pochi metri e mi ero nascosta dietro un'albero.
cominciai a mettermi gli abiti che mi aveva dato, una maglietta nera e dei jeans.
dopo essermi messa i pantaloni, mi stavo sistemando la maglietta quando...

"ferma dove sei!" qualcuno mi aveva puntato la pistola e io istintivamente alzai le mani.
mi voltai per vedere chi era.... non lo avevo mai visto in vita mia.
"ehi!" era justin. "mi ha seguito fin qui" pensai.
"justin" l'uomo gli sorrise.
"scooter, posa quella pistola, non è pericolosa" 
"la conosci?" chiese.
"si, lasciala andare" 
"scusami" mi disse riposando la pistola.


io corsi dietro justin.
"selena lui è scooter, un mio amico" disse mettendomi la mano dietro la schiena.
"piacere, scusa se ti ho fatto prendere uno spavento" mi porse la mano, che io strinsi.


"che ci fai qui?" chiese a justin.
"quei bastardi ci hanno inseguiti fino a qui" disse.
"ancora loro? e lei cosa centra?" 
"pensano che sia mia complice, e così adesso la vogliono per arrivare a me"
"justin posso parlarti un secondo?" disse scooter facendo cenno con la mano.


io rimasi immobile al mio posto.
si erano messi dietro una roccia, e io mi avvicinai per sentire che cosa stavano dicendo.
le uniche cose che sentii erano "hai fatto uno sbaglio a portarla, devi lasciarla andare, tanto non gli faranno niente, manderò qualcuno a sorvegliarla, dobbiamo risolvere questa cosa noi due, dobbiamo sbarazzarci di quei bastardi" disse scooter "non lo so, dici che ho veramente sbagliato? allora forse hai ragione" 


non potevo credere alle sue parole, dopo tutto questo, voleva lasciarmi andare e risolvere tutto da solo?
ormai mi sentivo coinvolta, non solo fisicamente, non volevo lasciarlo a combattere quei tizi da solo, non volevo che gli succedesse niente di male.


"NO" gridai raggiungendoli. "non puoi liberarti di me, non voglio lasciarti ammazzare quelle persone, non voglio che tu ti faccia male, ormai io sto con te, e non me ne frega un cazzo se mi vuoi proteggere...." feci una pausa "vuoi proteggermi? bene, allora fammi stare con te, ti ricordi cosa mi avevi detto ? 'devi stare con me o altrimenti ti uccideranno, solo io posso proteggerti' BENE io sto con te, perchè so che lì fuori, quelli mi prenderanno e io non dirò niente su di te e allora mi uccideranno" gli gridai tutto in faccia piangendo, ero arrabbiata, prima mi aveva costretto ad uscire con lui, poi quei uomini con le  pistole, la fuga, la macchina, e adesso questo. lo odiavo.

lui non mi disse niente e mi strinse forte.
io affondai la faccia nella sua camicia.


"sei sicura di quello che stai facendo?" mi disse con un tono dolce.
"si...ti prego non lasciarmi, non voglio che ti facciano del male" lo guardai in faccia.
"selena, tu non puoi proteggermi" mi disse.
"si che posso..." mi liberai del suo abbraccio e mi sedetti sotto un'albero.
poi guardai scooter che disse "bene, domani sarà una lunga giornata, venite in macchina, vi porto a casa mia"


mi sedetti dietro, appoggiai la testa sul finestrino, il cielo era tutto nero ma brillava di stelle.
vidi justin che dal posto davanti si girò verso di me sorridendomi.
io non sorrisi, ma chiusi solo gli occhi.


"io posso proteggerti justin"  mi addormentai.







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Capitolo 5
*** destroyed inside ***


aprì gli occhi, il cinguettio degli uccelli mi risuonava nelle orecchie.
"dove siamo?" chiesi a justin, seduto vicino a me, anche lui con gli occhi semiaperti, evidentemente si era svegliato poco prima di me.
"a casa di scooter" sbadigliò, si alzò dalla sedia e scostò le tende dalla finestra fancendo entrare molta luce.
"mmmh" mi lamentai coprendomi la faccia con la coperta,  troppa luce si era schiantata sulla mia faccia.
"andiamo, devi alzarti non fare i capricci" justin si sedette vicino a me e mi picchiettò la schiena con le mani.
"si si mi alzo" contro la mia volontà scostai la coperta e mi misi in piedi, indossavo ancora gli abiti della scorsa notte.
"ci sono dei vestiti dentro quell'armadio" disse justin indicandolo.
lo aprì "ma sono da uomo!" esclamai.
lui rise "non dovrebbero starti male", mi voltai innervosita, mi fece l'occhiolino.
"devo cambiarmi" incrociai le braccia.
"va bene"
si appoggiò al muro dietro il letto.
"esci da questa stanza" dissi con un tono autoritario.

lui alzò le mani "ai tuoi ordini tesoro" mentre uscì dalla porta sorrise.

scesi le scale, la casa di scooter era enorme, era impossibile pensare che solo una persona potesse vivere lì.
sentì delle voci provenire dal salone.

"adesso cosa facciamo?" disse justin con tono preoccupato.
"dobbiamo togliere di mezzo quei bastardi" esclamò scooter.
mi avvicinai.
"hei guarda chi c'è" scooter mi sorrise.
"te l'avevo detto che ti sarebbero stati bene" disse justin guardandomi.
"stai zitto" gli dissi sedendomi vicino a scooter.

certo, perchè secondo lui io con una felpa lunga quanto il mio corpo e  con dei pantaloni nei quali centrerebbero due persone, stavo bene. 
certo, come no.


"allora? cosa dobbiamo fare?" chiesi ansiosa.
"tu niente, io e scooter andremo a risolvere questa faccenda" la sua espressione era diventata seria.

"che cosa? NO!" gridai a justin.
"è vero sel, è meglio così, tu rimarrai qui finchè non avremmo sistemato le cose, questa casa è fuori da ogni loro radar, non ti troveranno mai" esclamò scooter guardando justin.
"ma non voglio, non voglio che andiate lì a farvi uccidere, e se poi non tornate? io come faccio?" stavo sull'orlo di piangere mi alzai di scattò e mi precipitai da justin, anche lui si alzò, stavamo a un centimentro di distanza "non voglio che ti succeda niente, non puoi farmi questo, non puoi andartene ad uccidere quelli, sono tantissimi e voi siete solo due, pensi veramente di riuscirci?" gli gridai tutto in faccia con gli occhi pieni di lacrime. 
"si! è l'unica soluzione, tu non devi essere coinvolta, non lo capisci? non posso rischiare che ti facciano del male selena!" anche lui gridò.
"e io non posso rischiare di perderti" urlai spingendolo per passare, corsi via.
justin si risedette sul divano passandosi le mani sul viso.

erano passate le dieci, ero sdraiata sul letto e non avevo fame, la testa mi esplodeva,le lacrime mi bruciavano il viso.
"non posso perderlo" dissi tra me e me.

i miei pensieri si bloccarono....qualcuno stava bussando alla porta.
"ti ho portato la cena tesoro" disse justin entrando con un vassoio pieno di cibo.
"non ho fame" mi voltai.
justin sospirò posando il vassoio su un tavolino e si sedette ai piedi del letto.
mi misi seduta anche io,lo guardai.

"non renderlo più difficile selena" mi chiese.
non risposi, abbassai gli occhi.
mi prese una mano e si avvicinò.

"non puoi farlo.. non voglio perderti" mi scese una lacrima.
"non mi perderai" passò la mano sulla mia guancia.
Si avvicinò sempre di più, stavo per scansarmi quando mi afferrò per un braccio, mi baciò e gli misi le mani intorno al collo.

passammo il resto della serata a baciarci come due veri innamorati.
a farci carezze e ad asciugarci le lacrime, per poi ritrovarci abbracciati sul letto.


il giorno dopo non sentì più gli uccelli cantare, sentì solo il rumore della pioggia.
aprì gli occhi e non vidi nessuno vicino a me, ma solo un biglietto.


lo aprì "tesoro non arrabbiarti, torneremo presto. justin"






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