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di Oops_hji
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Chapter 1- God Jason ***
Capitolo 3: *** chapter 2 - crepes? ***
Capitolo 4: *** Chapter 3 - Chayn ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 - Stuck in reverse ***
Capitolo 6: *** Chapter 5 - Lies ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 - so come si va dal torto alla ragione ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 - party. ***
Capitolo 9: *** Chapter 8 – auditions. ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 (1)
Prologo





A svegliarmi fu la suoneria del mio telefono, come da copione in questi ultimi giorni ormai…
"buongiorno dormigliona"
"buongiorno un corno, sono le 6.30 Zazà e tu mi stai altamente rompendo le palle"
"sempre acida come sempre vedo eh, sai mi manchi anche tu"2
"grazie del complimento, tu invece sei sempre troppo allegro e togli quell’ ‘anche’ che non mi manchi affato"
"Okok la finisco, parliamo di cose serie- eccoci –papà è a casa?"
"zazà..."
"eh"
"mi spieghi come faccio a saperlo se mi hai appena buttato giù dal letto? Poi dove vuoi che sia a quest’ora.."
"okok ma promettimi che gli stai lontano"
"sì"
"e che non ci parli"
"dio santo che palle che fai...va bene"
"No che palle niente Lot! La conosci anche tu la situazione non fare la bambina."
"va bene...ciuffo"
"E dai Lot, lo sai che odio quando mi chiami così"
"E dai Zazà, lo sai che odio quando ti comporti da mammina protettiva" gli feci il verso.
"Lo sai che a volte sei proprio impossibile?"
"come faccio a non saperlo se me lo ripeti ogni santissimo giorno ciuffo e comunque so badare a me stessa, non ho più bisogno della balia"
"vabbe per stamani sarà meglio che mi arrendo, tanto sei scorbutica...ciao Lot"
"ciao Zazà, ci sentiamo dopo!"
"Vabbene...e comunque prima non scherzavo quando dicevo che mi manchi eh"
"Ok te lo concedo...manchi anche me Zazà!-poi mi ricordai che mi ero dimenticata la cosa più importante- ah Zazà!"
"dimmi"
 
POV ZAZA’
"dimmi"
La senti esitare un po’ ma poi si decise "salutami mamma, quando passi da lei, ok?" dopo qualla domanda mi sentii quasi male, sospirai quasi senza accorgermene e di conseguenza quando gli risposi il mio tono era uno dei più dolci che avessi mai usato in vita mia.
"Va bene, lo farò fidati! Più tardi vedo di passare da lei...-la sentii sorridere dall’altra parte del mondo e dopo quella deviazione tornamo quelli di prima- ora scendi da quel cavolo di letto che se no fai tardi!"
"sisi ora mi alzo ciuffo"
"ciao Lolò" ma quanto potevo essere cattivo? Quanto? Mhuahahahahh...
"okok la smetto di chiamarti ciuffo, ma se mi chiama ancora una volta Lolò giuro che vengo ta te e ti faccio mangiare le tue stesse palle, intesi?"
"ma come sei aggressiva...ora ti lascio che se no a scuola non ci arrivi mai! Ciao Lot"
"ciao Zazà! A dopo" e riattaccò.
 
 
"quella figa di Charlotte?"
"Miller te l’ho gia detto un centinaio di volte, toccala e ti fracasso le palle"
Bhè che dire...la finezza ci accomuna.
"E dai una scopat..."
"Miller, no! Giuro, avvicinati a lei, e sarà l’ultima cosa che fai"
Ed ecco a voi il drogato della scuola, che è di certo l’ultima persona che voglio le stia intorno.  Oddio la devo smettere di parlare da solo...




MY SPACE:
Zaaaalve gente...ok per ora faccio la seria. 
E' la prima ff che pubblico e mi piacerebbe sapere, con il passare dei capitoli cosa ne pensate :))
Allora...so che come capitolo è cortissimo, ma è solo il prologo e quindi i prossimi saranno più lunghi c: so anche che ci si capisce ben poco,
ma tra qualche capitolo la storia inizierà a prendere forma.
Ehm non so che dirvi...mi piacerebbe che recensiste il più opssibile, per sapere cosa ne pensate ma anche per soddisfare
le vostre curiosità (ma se un capitolo finisce con la suspance...ta ta ta ta *musichinainquietante...no ok vevo detto di fare la seria,
dicevo, se qualche capitolo finisce con la suspanse non provate nemmeno a chiedermi come va a finire quel ppezzo che tanto non ve lo dico lalalala).

eeee, che dire, su twittah sono
@xzaynsshrill, se volete mi potete seguire e se chiedete il followback ricambio voletieri.
Ah, non so quando aggiornerò, ma entro lunedì dovrei farcela c: ciauuu,

Giulia.









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Capitolo 2
*** Chapter 1- God Jason ***


(2)
Chapter 1 - God Jason




POV CHARLOTTE
Dopo quella chiamata mi decisi ad alzarmi per iniziare a prepararmi per scuola, la solita scuola che è il terzo anno che frequento e di cui mi sono rotta altamente le palle, sono al terzo anno del linguistico, passata a giugno con la media accettabile del 7.50, il mio liceo è nello stesso plesso del classico e dell’artistico, frequentato da Zayn chiamato communemente (in realtà solo da me, ma poco importa) Zazà, ci conosciamo da quando siamo piccoli e, come io so tutto di lui, lui sa tutto di me...mi pare giusto no? Diciamo che è forse la persona più importante della mia vita. Ho una migliore amica che praticamente striscia ai piedi di Zazà, io e lei ci consciamo da circa 6 anni, e di conseguenza lei conosce da circa 6 anni Zazà e sono quindi sei anni che ci sbava dietro, torna? Si dai, più o meno torna.
Questa mia amica si chiama Emily, un anno meno di me (quindi 15 anni) e frequenta quindi il secondo anno, anche lei del liceo linguistico.
Zazà invece ha la mia stessa età e e frequenta quindi il terzo anno dell’artistico.
Eee...che devo dire? Ah sì, la cosa più importante, io sono Charlotte, chiamata Lot solo da Zazà, Char solo da Emily e suo fratello e il resto delle persone mi chiama Lottie. Capelli nero pece, lisci con dei riflessi rossicci, occhi celesti, con delle striature tra il verde e il gialo vicino la pupilla, fisico accettabile con il mio metro e 67. Farò 16 anni il 22 novembre e oggi è giovedì 24 settembre 2009*.
 
Adesso però mi preparo che se no faccio tardi sul serio e quella bidella del cavolo mi chiude fuori scuola, che non sarebbe poi una tragedia, ma tralasciamo...
Ah, un altra cosa, vivo in Inghilterra, precisamente a Bradford.
Con la mia pigrizia sono riuscita ad essere pronta per le 7.40, con un piccolo particolare, la scuola chiude i cancelli alle 8 e da casa a scuola ho dei fottutissimi venti minuti di cammino, e voi direte un autobus? Scooter? Farsi accompagnare? Gli autobus non ci sono a quest’ora che portano a scuola, lo scooter non ce l’ho e accompagnare non mi accompagnano...quindi non mi resta altro che andare a piedi.
Ore 7.45. MERDA
Scendo le scale a tre a tre rischiano la vita più di una volta e vado alla por...cazzo le chiavi. Risalgo le scale a tre a tre ririschiando la vita, prendo le chiavi e torno giu quasi morta per la fatica delle scale,  in 16 anni di vita sono arrivata alla conclusione che due rampe di scale tra camera e porta d’ingresso sono decisamente troppe se sei in ritardo e te le devi fare a corsa.
Faccio la strada casa scuola tipo a corsa, sono a metà e sono le 7.50 quando la mia salvezza decide di darmi un passaggio.
“Sali Lottie!”
“Jas!” la mi salvezza si camia Jas, ma non Jas di Jasmin, Jas di Jeson, amico di Zazà, che in questo momento mi sposerei. Salgo in macchina e alle 7.59 passiamo i cancelli della scuola.
Missione ‘riuscire ad entrare più o meno in orario’ del 24 set. compiuta.
 
“che hai ora?” Jas che è sempre con me, ma che mi ricorda l’imminente lezione di russo con quella racchia, stronza della Smith.
“russo, tu?” il mio tono alquanto scazzato penso facesse capire il mio amore verso quella materia, anzi verso la Smith...
“matematica e non ti invidio, ma ti lascio che il prof, odia i ritardi”
Ora che ci penso anche la Smith odia i ritardi, ma...una volta in più non cambia nulla quindi entro in classe che sono le 8.10.
 
1°-russo
                                 
2°-italiano
 
3°-matematica
 
Poi suona finalmente la campanella delle 11 che ci annuncia l’intervallo.
Mi affaccio alla classe di Emily, che è davanti alla mia ma non la vedo. Poi mi arriva un messaggio che mi annuncia che quella puttana della mia migliore amica mi ha lasciata da sola in questa gabbia di matti.
Faccio un giro dell’istituto fino ad arrivare il classico, passsando dall’artistico che è praticamente vuoto causa gite, si perchè l’artistico è l’unica scuola al mondo che porta le classi in gita, a fine settembre.
Arrivata al classico trovo Jas con il resto della banda di Zayn e passo quei 15 minuti con loro poi suona la campanella che annuncia l’inizio della quarta ora...e ricomincia la tortura.
UCCIDETEMI ORA, PRIMA CHE ENTRI IN CLASSE VI PREGO, VI SCONGIURO!
“Malik! In classe, subito!”
Tardi.
 
4°-scienze
 
5°-scienze
 
Mi misi al mio solito posto, cioè ultima fila accanto alla finestra, con la voce della Bolzy che mi tartassava i timpani. Almeno avevo le goccioline di pioggia da usare come tranquillante e per due infinite ore alternai il fissare il vetro con i giri su facebook e twitter.
A pranzo andai al nostro solito tavolo, che condividevo con Emily e la banda di Zazà e arrivarono tutti, un po’ alla volta, fino a che non eravamo in sei, ed io quel giorno ero condannata ad ascoltare i loro discorsi sulle chearlider, interessanti per loro, ma direi un po’ meno per me. Io diciamo che mi limitamo a fissarli moolto attentamente fingendo interessamento,  per l’unico motivo che mi ritrovavo con degli amici fighi pazzeschi, pure al mio stesso tavolo ogni santissimo giorno,e puntualmente ogni santissimo giorno io mi rifaccio gli occhi con Jason e Mark, e Emily si stupra Zayn mentalmente.
Come tutte le scuole anche la mia è divisa tipo in caste, tra cui le chearlider e i giocatori di basket che sono i fighi della scuola, mettiamola così. Poi ci sono le persone normali che si limitano ad ammirare i superiori e poi gli sfigati secchioni. Io e Emily in teoria saremmo tra le persone normali, ma in pratica abbiamo una categoria tutta nostra, dove siamo solo io e lei, invidiate pure dalle chearlider perchè usciamo con alcuni tra i cestisti più fighi della scuola, e sono contenta che anche se esco con loro non passo da puttana, tutto ciò per il semplice motivo che uno di loro è mio fratello. Che poi chiariamo una cosa, i cestisti con cui esco io non sono quelli che si portano a letto una ragazza diversa ogni sabato sera, anche perchè se mio fratello si prova a farmi trovare una puttana in casa, prima uccido lei perchè mio fratello è mio, e poi uccido lui perchè sa che odio ste cose è.è
Dopo pranzo abbiamo tutti un’altra ora e poi possiamo uscire da quà.
 
6°-inglese
Finalmente una gioia oltre italiano, anche se all’ultima ora tanto gioia non è, ma meglio di un’altra ora di scienze con la Bolzy!
 
3...2...1...et voilà, signnori e signori la campanella delle 15 non è più un miraggio...ok la finisco, mi dichiaro libera di uscire dal manicomio e vado verso casa, anzi no, io devo andare a sopprimere quella stronza di migliore amica che mi ritrovo quindi devo andare da lei...per mia grande gioia non trovo nessun gentiluomo che mi offre un passaggio quindi mi rassegno a fare 15 minuti a piedi.
 
*2009 perchè è un particolare che mi serve per la storia, diciamo che siamo tornati indietro nel tempo.




I'M HEEERE BITCHEEES!
Saalve a tutte, prima di tutto mi scuso perchè avevo detto che avrei aggiornato entro lunedì,
ma...diciamo che condividere il computer con tuo fratello non è molto ehm...'produttivo' se devi scrivere una storia,
maaa tra un po' mio fratello si compra il pc nuovo e quello che stiamo usando in due diventa di mia proprietà muhahahah
e finalmente farò quello che cavolo mi pare quando voglio...okay non ve ne frega niente quindi basta, passiamo al capitolo.
Questo, in quanto primo capitolo poteva essere un po' noioso o banale forse, non so, dipende da voi...
l'ho già detto nel prologo ma lo ripeto: la storia inizierà a vedersi dal prossimo capitolo in poi, quindi aspettate la prossima settimana per saperne di più :3
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, soooo recensite in tanti dai *occhidacucciolo* 

Vi lascio con:
Mark  

e Jason 

Bene, vi lascio ai vostri pensieri perversi su questi due figono mlmlml
su twittah sono @_xzaynsshrill
BYYYYE,

Giulia. Ah mi stavo per dimenticare una cosa vitale, anzi, me la sono dimenticata. sto modificando il capitolo c.c 
Volevo dirvi che visto che il 19 è l'anniversario dell'uscita del primo singolo dei ragazzi (WMYB), noi directioners in generale abbiamo pensato di far arrivare a 500.000.000 le visualizzazioni del video in questione su youtube, il video ufficiale della vevo che è http://www.youtube.com/watch?v=QJO3ROT-A4E 
Adesso le visualizzazioni sono a 413.362.032 più o meno...che dite lo facciamo questo regalo ai ragazzi??
Forse lo sapevate già ma ci tengo e ve l'ho voluto dire, fate girare a tutte le directioners che conoscete o qualsiasi altra persona che possa aiutarci ;) 

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Capitolo 3
*** chapter 2 - crepes? ***


 (3)
Chapter 2 - crepes?

Arrivata suono il campanello più volte, fino a che Emily non si degna ad aprirmi e saltarmi addosso...
“amore mio!”
“Eh no bella, togli quel tono da gatta morta che questa me la paghi!”
“non attacca eh?”  oh che sorpresa...
“come non attacca mai con me Emy, ancora non ci arrivi che non è con quel bel visino che ti ritrovi che te le perdono tutte? Almeno mi potevi avvisare ieri sera che non venivi, almeno...che so...andavamo da qualche parte!”
“ok...crepes??”
“vaffanculo stronza, non cambiare discorso”
“guarda che se non le finisco io eh...”
“oh al diavolo, vada per le crepes. Però questa me la lego al dito, sappilo...”
“sisi va bene- sospira con fare teatrale- le crepes ti addolciscono sempre”
“e finiscila, ti ho detto che non è finita quì, ho solo fame ecco!”
“se lo dici tu...”
“Che dormivi per caso?”
“sì, perchè?”
“mh no niente, solo..si nota”
Alle mie parole si affacciò in corridoio per mettersi davanti lo specchio che si trovava lì...
“cazzo, quando avevi intenzione di dirmelo??”
“ma te l’ho detto!” aveva un ‘pochino’ di mascara colato che si era sicurmmente messa per andare a fare colazione non so dove e i capelli ‘leggermene’ e dico leggermente arruffati.
“sei fortunata che non mi hai fatto uscire conciata così...se no altro che zucchero, ti ci mettevo il veleno per topi su quella crepe”
“mi stupisco sempre di tutto l’amore che c’è tra voi due ragazze” OH.MIO.DIO. IL. MIO. POVERO. CUORE. e lui da dove diavolo salta fuori?
“cazzo Chris, devi imparare ad avvertire quando riporti quel tuo bel culo a casa, mi hai fatto prendere un infarto” emily.
“anche la tua finezza mi stupisce di continuo sorellina”
“E tu da dove diavolo spunti fuori?”
“dalla porta di casa mia Char” embhè ha ragione, domanda stupida...
Lui è Christian Speedle, 18 anni, fratello di Emily...gran pezzo di fico con un piccolo dettagl
“Allora? Crepes sorellina?”
“ma dove li metti tutti i dolci che mangi Chris??”
“faccio palestra...e lo sai benissimo Char” embhè ha ragione lui, di nuovo, domanda stupida mia, di nuovo...niente di strano
“gnegne, non fare il fighetto solo perchè hai un fisico mozzafiato.”
“mh non sono l’unica ad avere un fratello con il fisico mozzafiato e lo sai, il tuo è pure meglio del mio, un pensierino ce lo farei...” pensavo che fosse morta la ragazza
“oh andiamo basta con questi commenti è pur sempre mio fratello...ah Chris!”
“cosa?”
“a cuccia e non fare pensieri perversi su Zazà” esatto, ecco il piccolo dettaglio che vi stavo per dire ma mi hanno  interrotto. Chris è gay...

Passammo il pomeriggio con chiacchiere e risate tra una crepes e l’altra, distruggendo mezza cucina alla famiglia Speedle...tanto non dovevo pulire io.
“chriiis, bello di Char!”
“che vuoi?”
“mi accompagni a casa??”
“no, devo studiare Char”
*occhi dolci mode on*
“Non attacca...>>
*lacrimuccia* “eddai, mi vuoi far fare mezz’ora di cammino a piedi? Sig-sig..”
“oh al diavolo- va a prendere la giacca -odio i tuoi occhi”
“me se li ami, cosa vuoi?”
“ok forse li amo, ma odio te..”
“ma se mi ami, cosa vuoi?”
“ok forse non ti od- si ferma e ci pensa su –che diamine stiamo facendo?”
“non lo so, ma finiamola quì, che è meglio”
“dai andiamo, muoviti!”
“arrivo!! Emyyyy, io vado. CI VEDIAMO DOMANI A SCUOLA!!”
“fifi, fomani fenfo.” sisi, domani vengo- ingorda di un’amica
“stronza quella crepes da dove spunta??”
“niente che ti riguardi, ora va su!”
“ah Emy, alla fine non mi hai detto perchè non sei venuta oggi...”
“Non ci arrivi? Non ha senso venire a scuola e non poter guardare il culo a tuo fratello!” è sempre la solita, vabbene che gli muore dietro perchè, si lo ammeto mio fratello è un gran pezzo di fico, però è ur sempre mio fratello, mi fa venire i conati di vomito sentire ‘ste cose...e a volte i commenti sono ancora più spinti, bleh. Devo andarmene da quà o gli vomito sul vialetto, che pensandoci sarebbe un giusta punizione, così imparaa ad avvisare quando fa ‘forca’*
“FACCIO FINTA DI NON AVER SENTITO, CIAO EMY!”
“ciao Lolò” e mi chiuse la porta in faccia...senza darmi il tempo di uciderla. Ora gli vomito sul vialetto sul serio...
“la tua faccia in questo momento è stupenda”
“ti ci metti pure tu?- salii in macchina di fianco al guidatore -Tra voi è mio fratello non so chi è peggio..”
“ah no, su quello non ci piove, il migliore a romperti le palle è di certo Zayn”
“si...forse hai ragione”
“io ho sempre ragione dolcezza” disse con fare ammiccante.

“Chris?”
“Si?”
“giuro che se mai diventereai etero ti sposo”
“...”
“che c’è?”
“è che per una volta mi aspettavo un intervento serio da parte tua”
“sono ser- mi suona il telefono  -ia”
“Zazà, ti posso dire una cosa?”
“ciao anche a te...”
“sei troppo protettivo”
“ciao koala!” Chris u.u
“Chris! Perchè lo chiami koala?”
“grazie sorellina”
“si chiama ciuffo!”
“ahahahahah batti cinqahh sistaahh” ahh la dolce e soave risata di Tim...
“andate a fare in culo, tutti e due” ahh la dolce e soave voce di Za, no aspetta. Ok niente, scherzavo.
“ti vogliamo bene anche noi Zayn”
“no aspetta, parla per te chris”
“sei sempre dolce come uno yoghurt scaduto Lot, comunque- eccoci di nuovo –dove sei?”
“Davanti casa in questo preciso istante, aspetta un attimo - ... – ciao Speedle!” lo saluto con due baci sulla guancia e scendo di macchina con un sorriso stampato in faccia, causato dalle varie scenette che siamo soliti fare io e Chris, e dal fatto che era di nuovo al tellefono con mio fratello...sì, avete capito bene, voglio un bene dell’anima a Zazà anche se non lo dimostro, ma daltronde sono fatta così e lui lo sa.
“almeno se mi devi proprio chiamare per cognome chiamami Speed”
“ok Speedle”
“ma hai sentito che ho detto?”
“ciao speedle”
“ah sei un caso perso, ciao Char! Ciao Zà!”
Ovviamente dietro tutto qusto c’era mio fratello che se la rideva, come tutte le santissime volte poi lo sentimmo urlare un “CIAO SPEEDLE” attraverso il mio telefono...siamo una bella coppia di cretini insieme si. Deve essere una cosa di famiglia...
 

“allora Zazà...- infilai le chiavi di casa nella serratura e aprii la porta di casa diretta in camera –tutto ok?”
“tutto ok,  tutto ok. La devi finire di scroccare passaggi alla gente...”
“e dai è più forte di me lo sai anc...merda”  nonono non ora, non di nuovo, non senza Zayn, ditemi che non troverò altre bottiglie come questa in cucina
“lot! Che c’è?”
Me ne fregai di mio fratello che chiedeva la mia attenzione e mi diressi praticamente a corsa, per quanto potevo fare a corsa 10 metri, in cucina alla ricerca di mio padre, ma lì non c’era
“Papà! Dove sei” abbassai il tono di voce sull’ultima parola trovando disteso sul divano in salotto che si stava scolando una bottiglia di non so che cosa e non potei far altro che notare le una, due, tre...sette, otto..dieci bottiglie contando quella che aveva in mano e quella in corridoio.
“papà no, di nuovo no! Cazzo!” Urlai, a voce bassa, non so quanto sia possibile ma ne fui capace...
“CHARLOTTE YASMIN MALIK CHE DIAVOLO STA’ SUCCEDENDO?” merda mi ero dimenticata Zayn

POV ZAZA’ (Zayn)

Merda merda merda merda, cazzo! Non ora, non con Charlotte da sola...
“Zayn, papà è ubriaco. Dieci di, di..non lo so di cosa, cazzo!” non riuscivo più a movermi, la paura mi stava divorando dentro, non dovevo venire quà! Lo sapevo che sarebbe andata a finire così e se solo quell’uomo, che ci ostiniamo a chiamare padre, la tocca in mia assenza non me lo perdonerò mai.
Ho paura io, figuriamoci lei...

“ooooh no charlotte, non sono ubriaco dai. Vedi mi reggo ancora in pied- un tonfo e del rumore di vetro rotto dell’altra parte del telefono poi la sua odiosa risata –ahahahah no evidente no, non mi reggo in piedi. Bhe si, forse ho esagerto un po’, ora però devo andare in bagno”
“andiamo dai, ti accompagno” la sua voce tremava, di paura, di rabbia, forse anche verso di me che non ci sono quando serve, di frustazione...
Sentii i suoi passi, lenti che salivano le scale, accompagnati da quelli di nostro padre lenti e pesanti che la seguivano, evidentemente si stavva aggrappando a lei, noi riusciva a stare in piedi fermo, figuriamoci a salire le scale...
Poco dopo sentii dei passi affrettati, sempre pesanti, quindi di Geoff, nostro padre, e poi lui che rimetteva anche l’anima. Non potevo vedere ma avrei giurato che mia sorella qualche lacrima la sesse versando.
“oddio che schifo” charlotte, e nonostante la situazione sul mio viso si dipinse un sorriso divertito, è sempre la solita, non si smentisce mai.
Sentii mio padre tirare l’acqua del water, poi silenzio, un silenzio interminabile che mi sava facendo patire le pene dell’inferno...
“papà andiamo dai, ti porto a letto”
“no”
“papà...”
Non rispose, dieci secondi di silenzio poi “si forse hai ragione, meglio che andiamo a letto” brutto coglione bastado leva quel plurale se no torno a  casa e ti finisco di botte.
Due coppie di passi, il cigolare del letto matrimoniale, i passi di mia sorella che si affrettavvano a uscire dalla stanza ma che dopo due secondi vengono bloccati.
“resta con me piccolina”
“papà no, ho da fare”
“e dai, c’è qualcosa di più importante del tuo paparino?” con quella voce, acuta, tipica di quando è ubriaco, qualsiasi cosa che dice mi faceva salire il nervoso...
“evidentemente si- grazie a dio quella ragazza un po’ di ragione ce l’ha e disse ciò soltanto in un sussurro poi riprese –dai papà lasciami, mi fai male. Sul serio...ho da fare” ci fu un attimo di silenzio poi sentii i suoi passi uscire dalla stanza chiudere la porta e poi un suo singhiozzo...

“Lot! Ehi!” sussultò, non si ricordava nemeno che la chiamata era ancora attiva.
“zayn!”
“ti ha toccata? Stai bene? Ti ha fatto male? Dorme? Che fa? Charl...”
2zayn zayn zayn, calmati. Sto bene sul serio- tirò sul col naso e mi fece sorridere, me la immaginai a  sedere per terra che si stropicciava gli occhi, come una bambina e sorrisi al solo pensiero che non fosse accaduto niente –solo, avevo paura, tutto qui”
“sicura?”
“si zayn si, sto bene tranquillo. Non è successo niente, ora vado a mettere a posto ok?”
“ok vai, chiamami. Qualsiasi cosa, lo sai.”
“lo so loso, ciao Ciuffo”
“ciao Lolò”
Oddio che ansia, menomale che due giorni e sono a casa, anche se mi dispiace lasciare l’America...

Allora, non ci avrete capito una minchia quindi mi provo a spiegarvi qualcosa, prima di tutto io sono Zayn Jawad Malik, ho 16 anni fatti il 12 gennaio, sono in gita con la scuola in America e sabato torniamo a Bradford,e sono il fratello di Lottie, si, siamo entrambi del ’93 ma io di gennaio e lei di novembre, logicamente è possibile, diciamo che i miei ci hanno dato dentro, ma questo è il meno.
Non so come iniziare, ehm allora. Nostra madre (mia e di Charlotte) è morta quando avevamo 10anni  per un tumore al seno, è in un cimitero quà in america perchè è morta quà, in quanto in inghilterra non avevano i mezzi per effettuare la chemioterapia 9 anni fa, quando abbiamo scoperto del tumore (per quello Charlotte stamattina mi ha chiesto di salutarla, sono nella stessa città di mia madre in un certo senso). Eravamo molto legati a lei e lo siamo tutt’ora...
Geoff dal giorno da quando abbiamo scoperto del tumore ha iniziato ad ubriacarsi spesso, poi da quando nostra madre, nonchè sua moglie, è morta e noi siamo tornati a Bradford dopo tre anni che eravamo in America, ha iniziato a bere giorno e notte, spesso esagera, come poco fa. Piu di una volta ci ha picchiati quando eravamo piccoli, e ,essendo Charlotte una bella ragazza anche a 10 anni, iniziò anche a violentarla sfogando i suoi “bisogni” su di lei. Io sono sempre stato impotente, tutt’ora non sono del tutto alla pari di forza con nostro padre, non posso fare molto, ma cerco almeno di prenderne più io che mia sorella, in quanto è l’unica cosa che posso fare. Quando la violenta però posso fare ancora meno (uso il presente perchè continua a fare quello che ha iniziato 6 anni fa ancora oggi), non sono mai riuscito ad aiutarla e questo mi fa sentire terribilmente in colpa tutte le volte...mia sorella l’ho praticmente cresciuta io, da quando nostra madre è dovuta andare in America, e forse io sono dovuto crescere troppo in fretta per, appunto, occuparmi di mia sorella, mi sono perso parte dell’essere bambini ma di mia volontà. E’ vero, abbiamo la stessa età e avremmo potuto crescere insieme, aiutarci a vicenda, solo che io non l’ho permesso, non volevo che smettesse di vivere la vita come doveva solo per starmi accanto e non rimpiango tutt’ora la scelta che ho fatto. Lo rifarei mille e più volte per mia sorella. Ho passato la metà o meno casini con mio padre rispetto a lei e almeno quello glielo dovevo...abbiamo provato anche a denunciarlo, ma essendo minorenni e Geoff amico dell’arma inglese nessuno ha mai voluto darci una mano, e le uniche persone che sanno di tutto questo sono i fratelli Speedle.

*fare forca, lo usiamo nel mio paese...è come marinare, bigiare, la scuola...insomma saltare un giorno o più di scuola. Sono abituata a quello e qualsiasi altro termine non mi suona bene, è brutto da scrivere perchè non è ce sia proprio italiano, ma capitemi... c.c

 

HOLAA CHICASSS
Non so se l’avete capito ma, SONO DI FIRENZEEE! YEEEP. Amo la mia città e le porto rispetto u.u conoscete firenze? Vi piace come città?? Che la amo è dire poco, c’è nessuno di firenze?

Allooooora, passando al capitolo, ci sono più informazioni quì che in tutta la storia ewe vi è piaciuto il colpo di scena?? Ve lo aspettavate?  Dai dai dai, sono curiosa...che ne dite della storia?
Poi ci tenevo a sapere un’altra cosa...vi va bene/piace il modo in cui scrivo? Cioè, volete più pparticolari, ne volete meno, va bene così...non so, qualsiasi cosa. Ci tengo e è anche un modo per migliorarmi, quindi serve a me, e a voi per apprezare ancora di più la storia...
Vi ho fatto un casino di domande quindi RECENSITE ragazze, vi prego...ci tengo J
Ah, già...buon ferragostooo! Non ho ancora scoperto l’utilità di questa festa in 15 anni di vita, ma vabbe, come potrei non fare gli uguri alle mie lettrici?
Embhè si, non ho nient’altro da fare a ferragosto che non pubblicare il capitolo, mentre il 99% delle persone che conosco è in vacanza...comunque pace, io aggiorno, chissene di ferragosto u.u

Avete visto i TCA??? Io sono riuscita a vedere solo l’esibizione dei ragazzi in bse e ammeto che non è stata nelle migliori, ma hanno bisogno di riposo quei poveri cristi no? Sono umani anche loro e sono più o meno a metà di un tour mondiale...menomale che anno le 5 settimane di vacanza!

Detto questo, vi lascio come la settimana scorsa ai vostri pensieri poco casti coooon CHRISTIAN, ma andateci piano che è gay...ahahaha
Byyye girlssss, vi lovvo tutte,

Giulia.

Christian...  me piasaaaaa

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Capitolo 4
*** Chapter 3 - Chayn ***


Attenzione, capitolo dolce con rischio diabete...


(4)
Chapter 3 - Chayn 




POV CHARLOTTE
 
Mi rigiravo nel letto da ormai un ora, cercando una posizione realmente comoda per riuscire a prendere sonno, ma quella notte ormai era stato deciso che io non dovessi dormire. Sono le 3.30 di notte, ieri sera, con mio padre che dormiva stranamente tranquillo, riuscii a mettere a posto il casino che c’era in salotto in circa un ora, poi, dovo vari messaggi di quello zuccone di mio fratello che andavano da ‘Lot tutto bene?’ a ‘Se vuoi torno a casa prima’, e dopo averlo convinto che poteva tranquillamente restare e che in un giorno non morivo, mi decisi a infilarmi con il mio amato computer sotto le coperte per proteggermi dal freddo pungente di quel settembre. Iniziai controllare tutte le foto che avevo fatto quell’estate, e che avevo scaricato sul computer poco dopo l’inizio della scuola me che non avevo ancora avuto il tempo di ricontrollarle tra test di ingresso, amici che ti trascinanoo fuori casa giorno e notte senza il tuo consenso, non che mi dispiaccia molto, sia chiaro...e allenamenti.
E qui troviamo due cose che non vi ho detto...allenamenti e foto. Atletica leggera e foto sono la mia vita da anni, esatto, atletica leggera, non molto conosciuta a livello giovanile ma, che dire inizi, con la scusa di star fuori casa il più possibile e poi ti innamori. Poi c’è la fotografia, è la mia vita in tutti i sensi, è una passione tramandata da mio padre quando ancora era il padre perfetto...ne avevo casa piena fino a qualche anno fa, poi piano piano, io e mio fratello, le abbiamo messe via la maggior parte perchè o faceva troppo male passare in corridoio e vedere certe foto, averle sul tavolino in vetro davanti al divano che anche con la tv accesa con il tuo programma preferito riesci a fissare solo quelle fottute foto o semplicemente perchè alcune erano davvero ma davvero troppo imbarazzanti da mostrare a chiunque entrasse in casa nostra...tipo noi due a 3/4  anni nudi a fare il bagnetto insieme, cioè, ma si puo?
Comunque, tornando a noi è finita che mi sono addormentata così, tra una foto e l’altra.
Ormai sconfitta dell’idea che da quì all’ora di scuola non avrei più dormito uscii da camera e girellai un po’ per casa, ovviamente finendo prima in cucina a sgranocchiare patatine poi in salotto a guardare la tv con un enorme coppa di gelato. *^*
Di lavorare sulle foto non mi andava...
Arrivai anche a chiamare mio fratello che appena si rese conto che quà erano le 5 di mattina iniziò a preoccuparsi facendo domande ridicole...tanto è zayn no?
Alla fine ce la feci ad arrivare alle 7 mi preparai per un altro giorno di scuola, doccia, trucco leggero, vestiti e alle 7.30 uscii di casa nella più assoluta calma arrivando così al cancello verso le 7.50 e trovandoci tutta la banda compresa Emily fortunatamente.
La giornata di scuola passò abbastanza normalmente tra un’occhiatina a Jason e una a Mark per rifarsi gli occhi e uscire dal mondo per 10 secondi.
Dopo una più che pallosa lezione di Fisica la campanella delle 3 p.m. si decise a suonare e a liberarci dal manicomio.
Scroccai un passaggio a Jason pur stando più lontana di lui dalla scuola, ma lo sapete sono pigra. Fino alle 17 passai il tempo per lo più a studiare dato il compito di Russo il giorno dopo, compito fatto esclusivamente per ‘capire a che livello siete  per farmi  un idea di come procedere con il programma’ testuali parole del nuovo professore, che poi immaginatevelo detto da un omino più largo che lungo (?) alto massimo 1.50 con una voce tipo alla bagnino del bagno accanto in ‘bagnomaria’, avete presente? No eh, comunque una parola, INQUIETANTE...quell’uomo mette i brividi. Che poi pure stronzo è...vabbe lasciamo perdere.
 
 
Mio padre non era in casa, il che è stato un bene direi.
Insomma alle 5 p.m. preparai velocemente la borsa per gli allenamenti e alle 5.10 p.m. uscii di casa e mi diressi al campo sportivo, tanto erano 5 minuti a piedi e gli allenamenti cominciavano alle 5.30 p.m.
 
 
Tornai a casa trasciando le gambe, prima o po ci lascio le penne su quella pista, e con ancora i capelli umidi dalla doccia che erano le 20 passate, mio padre non c’era ancora tornato e mi chiesi se fosse in atto una delle sue scappatelle che duravano qualche giorno...non sarebbe stato un problema mio, anzi sarei stata un po’ tranquilla per qualche giorno, poi domani torna Zayn.
Cenata (?) presi il computer e ripresi le foto da dove ero rimasta cancellando così le foto indecenti e poi iniziai a lavorarci un po’ su con Photoshop, ma non per  rendere più bella la gente, anzi, a volte qualche bastardata a mio fratello la facevo, Photoshop lo usavo più per modificare colori, luce e quant’altro.
In un’ora avevo fatto circa 3/4 foto, poi me ne capitò davanti una stupenda, eravamo io e zayn al lago, con l’acqua fino alla vita io e un po’ più sotto lui, di profilo che ci guardavamo, nella foto dopo io mi ero girata dopo aver sentito lo scatto della fotocamera e nella terza decisi quindi di dare un bacio sulla guacia a mio fratello che guardava in camera sorridendo, indicandomi con un dito e con l’altra mano sulla mia schiena, ovviamente non le avevo scattate io, eravamo con i ragazzi...chiunque ci avrebbe scambiati per una coppia innamorata se non si notasse la nostra somiglianza, avevamo gli stessi tratti del viso, gli stessi occhi se non che io li avevo azzurri e lo stesso, o quasi, colore di capelli.
Presi la terza e la misi come sfondo, la caricai sul telefono e su Facebook taggandolo...gli dovevo la vita a quel ragazzo molto probabilmente.
 
 
 
Le ore del giorno dopo passarono abbastanza velocemente se si escludeva quella di Russo, anche se il compito me lo aspettavo più complicato, fore sappiamo più russo noi del prof.
Uscii da scuola con Emily e suo fratello, Charity (troia della scuola che fa concorrenza  a Emily con mio fratello e che sta altamente sulle palle a tutti noi), Jason, Mark, Simon e Daniel, era l’1.00 p.m., andammo a mangiare un panino al volo e poi con le macchine di Jason e Christian andammo all’aeroporto Leeds-Bradford.
Quel giorno tornava la classe di Zayn e l’arrivo era previsto alle 2 p.m. all’aeroporto, si fecero le due e una voce meccanica annuciò il volo “il volo 613 proveniente da LA con arrivo previsto per le 2 p.m. arriverà con un ritardo da stabilire causa atterraggio non possibile al momento”.
“Cosa significa quello che ha detto?” e questa chi diavolo è? Voce da oca, voce da oca, voce da...
“Diamine Charity- a già, Charity, non riesco a cipre i motivo per il quale sia con noi, cioè, chi è stato il cretino che la ha chiamata? Si facia avanti e lo castro, che se quest’oca rompe ancora la minchia e no so chi è stato li castro tutti –vuol dire che quel volo è in ritardo, ci sei?”
“Volo? Quale volo?”
 
ok
 
Espira
 
Inspira
 
Espira
 
Inspira
 
Calmati non uccidere nessuno,magari dopo, quì ci sono troppi testimoni.
 
Espira
 
Ins... “zayn è in ritardo, capisci così?” cazzo se mi interrompono però non mi calmano, mi stanno fumando le orecchie credo...
 
Era passata un ora e mezza dell’ora dell’arrivo e noi eravamo stravaccati su quelle cazzo di poltroncine dove è più comodo sedersi su un bradipo ossuto (?)
“il volo 613 proveniente da LA con arrivo previsto per le 2 p.m. è in fase di atterraggio, si prega di attendere i passeggeri al ‘gate 4’”.
Oddio finalmente, che poi noi eravamo sfiniti, figuriamogi quei poveretti passeggieri che hanno dovuto fare praticamente 13 ore di volo, secondo me non esce nessuno, poi metteteci anche il Jetleg. Un suicidio insomma...
 
Eravamo a trenta metri circa dal gate 4, fermi a guardare tutti quelli che entravano in aeroporto da lì fono a che non vedemmo sbucare il viso stravolto della Williams e dietro di lei le terze dell’artistico con in mezzo qualche altro professore e a chiudere la fila il professor Collins, vidi Zayn che si immerse alla nostra ricerca abbastanza insonnolito, mi appoggiai al muro aspettando che mi notasse mentre gli altri gli andavano in contro quasi comprendomi la visuale, li salutò tutti ma sembrava stese cercando una persona, bhà chi sa chi cercava...stavo quasi per farmi avanti visto che sembrava proprio non vedermi quando lo vidi puntare gli occhi nella mia direzione con un sorriso che gli andava da orecchio a orecchio, come anche il mio a questo punto. Mi staccai dal muro con la spinta di un piedi e iniziai a camminare verso di lui tranquillamente, come fece anche lui, si fino a che non arrivò a dieci metri da me e iniziò a corricchiare, gli saltai addosso provocando una rovinosa caduta da parte sua e una tranquilla da parte mia causa un corpo che aveva attutito l’atterraggio a suolo. Sentii un suo gemito abbastanza prolunguato e scoppiai in una sonora risata quando mi resi conto che avevo un gionocchio sulle sue palle lol
Mi spostai dal suo corpo e mi misi distesa di fianco a lui guardandolo, stavo ancora ridendo ma lui mi gelò con un’occhiataccia, per circa 3 secondi, poi ripresi a ridere con la scenetta di prima che andava all’infinito nella mia testa guadagnandomi gli insulti della gente a cui bloccavo il passaggio. Piano piano la risata stava scemando (?) e una mano tesa mi si presentò davanti, alzai lo sguardo e notai un paio di occhi ambrati ridotti a due fessure, a mo’ di sfida. Nah, lo conoscevo troppo bene, non mi avremme mai fatto alzare decentemente, come minimo mi avrebbe lasciato la mano quando ero a mezz’aria, quindi decisi saggiamente di alzarmi da sola, guardando la sua aria delusa con un sorriso strafottente.
“contina a dormire va’, Jawaad, ma intanto la sorellina ti fotte” Jassssson *-* mon amour
“stronza vieni quà” così dicendo mi prese a forza un braccio e mi tirò a se stringendomi in un coccoloso abbraccio.
“sembra che non vi vedete da un anno” Daniel fu quasi assassinato a forza di manate da Christian e Emily per quel commento...poverino.
Insomma dopo un po’ ci staccammo decisi a tornare a casa, salutammo un po’ di gente che conoscevamo e qualche professore sopportabile poi andammo verso le nostre macchine. Io e zayn eravamo in macchina con gli Speedleloro davanti e noi dietro, arrivammo a casa dopo un faticosa mezz’ora passata col tenere sveglio mio fratello.
“ma hai dormito almeno in aereo?”
“no, quello accanto a me ha russato per tutto il tempo”
“ahahah sei un fottuto sfigato”
“e tu sei una fottuta stronza”
“lo so, lo so”
“ma che ore sono là?”
“6 di mattina”
“Quindi è come se tu fossi stato sveglio tutta la notte secondo i tuoi orari?”
“vedo che ci arrivi”
“nervosetto il ragazzo?”
“no, cioè si, boh, capiscimi cazzo! Non dormo da 24, ho appena passato 13 ore in aereo e devo aspettare un pomeriggio per dormire, ti sembra normale?”
“nervoso”
“Yaser?”
“hai pure smesso di chiamarlo papà?”
“non se lo merita un trattamento così lussuoso”
“andiamo zayn, è pur sempre nostro padre!”
 
POV ZAYN
 
“sì, un padre che ci ha finito di botte e che ti ha usato come un giocattolo facendo tutto quello che gli andava di fare su di te!”
Cazzo, sono un idiota che non capisce un cazzo.
“zayn ti prego non...” andai da lei e l’abbracciai da dietro.
“no scusami, ho esagerato, davvero”
“si ma hai ragione alla fine, comunque non lo so dov’è. E’ da giovedì sera che non lo vedo.”




CE L'HO FATTAAA
Salve gente, lo so che ho fatto passare un settimana e mezza, ma ero senza ispirazione...
Comunque, Chayn, se non lo avete capito, sta per Charlotte e Zayn e questo è un capitolo tutto Chayn lol penso di avere dei seri problemi mentali, comunque, tralasciando la cosa...che ne dite? :3 finalmente abbiamo i due fratelli insieme dopo due capitoli, vi piacciono insieme o no? E Charity che fine farà? Bhà io lo so, ma voi dovete aspettare un po'.

Poi, passiamo a un po' di cronaca...non so da dove partire, sono successe troppe cose.
Allora, intanto la più bella, Zayn e Perrie, si sono pro Zerrie, li amo insieme, mi sembrano perfetti. Ancora non ho capito se hanno annunciato un futuro matrimonio, o un fidanzamento ufficiale come si usa in america e non so se mei lo capirò, sono contenta per loro lo stesso.
Poi c'è Sophia con il nostro Liam, io, personalmente, non ci vedo niente di male in lei, l'ho sempre difesa, e se Liam sta bene con lei per me è più che ok. Spero solo che liam non si sia incazzato troppo per gli insulti, ho letto qualche rumors che non mi piace...
C'è il bacio di Harry alla premiere, che non so cosa dire, non si sono più visti insieme e non so nemmeno chi sia lei, c'è Louis che ha una faccia da morto alla premiere mentre sta con Eleonor :/ poi c'è niall che sta lì buono buono che si fa i cazzi sua...
E poooi, stasera, cioè, stanotte i VMA. Non penso di guardarli in diretta perchè sono alle 3.00, comunque c'è la replica domani sera alle 22.00.

Detto questo, che è anche troppo, me ne vado e vi lascio con Zayn al Today Show.

Byyyyeee,
Giulia.

Su twitter sono
@_xzaynsshrill



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Capitolo 5
*** Chapter 4 - Stuck in reverse ***


(5)
Chapter 4 - Stuck in reverse


 
High up above or down below 
when you're too in love to let it go 
but If you never try you'll never know 
Just what your worth.
Lights will guide you home 

and ignite your bones 
And I will try to fix you.

Fix you-Coldplay


 



Erano le 9 di sera  ed ero da circa 15 minuti davanti all’armadio per scegliere cosa mettere quel sabato sera a causa di un messaggio.
 
Solita ora al solito posto!
Passa Jas da te. Non accetto un no.
-Em
 
Solita ora stava per le 10 e quindi dovevo essere pronta per le 9.30, solito posto stava per il Davis, è da quando abbiamo iniziato ad andare a ballare che andiamo lì, conosciamo il proprietario, Davis appunto, l’entrata non costa tanto e non è mai strapieno di gente, quindi ne approfittiamo.
Passiamo spesso i vari saboto sera in modi del genere, e ormai siamo fissa da Davis. L’abitudine è di trovarsi là verso le dieci, organizzandosi con le macchine, conoscendo l’ambiente siamo sempre stati sicuri di perderci di vista anche solo dopo 10 minuti quindi abbiamo deciso che almeno ci ritroviamo verso l’1 al bar per qualsiasi imprevisto e poi alle 2.30 ci ritroviamo fuori dal locale, anche solo per stare fuori dalla mischia per un po’ prima di andarcene. Abbiamo sempre fatto così dopo che un Simon ubriaco marcio rimase a dormire davanti alla porta del locale perchè noi non eravamo abbastanza lucidi da pensare a cose del genere...
 
Passai altri 10 minuti davanti all’armadio poi finalmente mi decisi e mi buttai sul celeste indossando questi file:///C:/Users/User/Documents/Giulia/editor%20-%20Polyvore.htm e rubai la felpa College blu a mio frartello.
So già che rimpiangerò un paio di All Star già da inizio serata.
 
Scesi quelle odiose scale lentamente imprecando contro qualsiasi cosa mi venisse in testa, poi quando trovai mio fratello a guardarmi e ridere, gli insulti se li prese tutti lui.
Alzai un sopracciglio “cosa hai da ridere tanto?”
“No niente, tranquilla”
“sarà meglio per te”
“esci?”
“no, ho intenzione di guardarmi un bel film qui a casa- quanto cavolo può essere stupido –tu piuttosto, vieni?”
“credi davvero che stasera riuscirei a reggere un sabato sera a ballare?”
“in effetti no, sei vecchio, non sei da viaggi dall’altra parte del mondo”
“ti ricordo che abbiamo la stessa età”
“hai dieci mesi più di me- sentii da fuori il clacson della macchina di Jason, 9.35. –e a quanto pare si fanno sentire, io vado”
“Jas?”
“sì, notte Zà”
“notte”
“Ah Char...!”
“Che c’è?”
“La felpa la rivoglio indietro eh!”
“sisi tranquillo, ritorna a casa”
 
In macchina oltre che Jason mi trovai anche Mark, Simon e Daniel quindi c’era anche Chris con Em.
In 20 minuti arrivammo, trovando già gli altri due ad aspettarci, 5 minuti di fila poi riuscimmo ad entrare.
Lasciai borsa e felpa nel guardaroba all’entrata, poi avviammo direttamente al bancone, visto che c’erano più under 15 che 17enni e 18enni messi insieme di andare a ballare subito non se ne parlava proprio, passammo poco più di un’ora a parlare tranquillamente tra di noi seduti ad un tavolo, io nn andai oltre i tre drink, non avevo intenzione di andarci giù pesante, diciamo che no n vado molto d’accordo con gli ubriachi, ho sempre avuto paura delle conseguenze, e per conseguenze non intendo il post-sbornia,  al contrario di Jason che iniziò ad andarci giù pesante da subito.
Verso le 11-11.30 la serata iniziò ad animarsi e un po’ per volta iniziammo a buttarci in pista, magari a conoscere gente.passai la maggior parte del tempo con dividendomi tra Em e Chris, con Chris eravamo quasi diabetici, poi lo spedii a trovarsi un bel ragazzo e mi ritrovai a ballare con Emily, sembravamo- o forse lo eravamo sul serio –delle pazze e riuscii pure a farmi rovinare il vestito da un coglione patentato, ed ubriaco,  con un intero bicchiere di tequila, così che dovetti andare in bagno a cercare aleno di rimediare al danno orami fatto ma ovviamente la cosa risultò impossibile così andai a mettermi la felpa per cercare di coprire almeno un po’ quella macchia e uscii per prendere una boccata d’aria.
 
L’aria di Bradford a mezzanotte e mezza non era certamente delle più calde del mondo, c’era quel tipico freddo pungente che ti entra anche nelle ossa e tu non puoi fare nient’altro che stringerti nella cosa più calda che indossi in quel momento, come fosse un’ancora di salvezza.
Passai un quarto d’ora buono a fissare una coppia di fidanzati che erano a venti metri da me, nel cortile del pub poi sentii la ghiaia dietro di me scricchiolare e due mani posarmisi sui fianchi in un tocco leggero.
Non avevo la più pallida idea di chi fosse, forse anche perchè non ero più completamente sobria, fatto stà che mi lasciai avvolgere dalle due braccia di una persona decisamente più alta di me, iniziai a sentire il suo fiato sul collo contornato da una scia di umidi baci al sapore di gin lemon, presi le sue mani, che erano sulla mia pancia con le mie e iniziai a slacciarle dalla mia vita, non ero sobria ma non sarei andata oltre, magari era pure un cesso. Sotto il mio tocco sentii la presenza di un braccialetto, sussultai quando lo riconobbi e lui ebbe il tempo di riallacciare le sue braccia ai miei fianchi e tornare a fare quello che stava facendo prima.
 
“dai jason, non voglio”
“oh certo che vuoi”
“no, jason non so quanti gin lemon ti sei scolato ma evidentemente erano troppi, sei ubriaco fradicio, mio amico e io non voglio fare niente con te”
“è vodka lemon stupida”
Ottimo, non si ricorda nemmeno cosa ha bevuto, probabilmente soli 5 minuti fa.
“okok, ma resta il fatto che sei ubriaco marcio e...”
“...e tu non vuoi fare niente con me, ho capito. Ma io non la penso proprio così” mi prese per il polso e mi trascinò dentro con forza facendomi male al polso e dirigendosi al piano superiore, verso il privè.
“Jason non fare il bambino, lasciami andare e torniamo giù”
Baci baci e solo baci erano la sua risposta ai miei richiami e intanto la mia felpa era finita su uno dei divanetti.
 
POV CHRISTIAN
 
Ero con Julian da tutta la sera ormai, lo avevo trovato solo al bancone subito dopo aver lasciato Charlotte con mia sorella era simpatico
“conosci quella mora laggiù? Mica male”
Ma non era decisamente il mio tipo, non mi piacciono i bisex...
“no non la conosco e non me ne importa niente. Comunque devo andare.” Era già l’1 così, decisamente amareggiato, andai al nostro solito tavolo trovandoci Mark con la maglia al contrario e ordinando un capiroska.
“cosa hai da guardare?”
“mh, hai la magli al contrario”
“merda”
“ohhoh spogliarellooo”
Scoppiai in una sonora risata, dopo la sua espressione e dopo l’affermazione di Simon –in compagnia di Daniel -fatta con una voce piuttosto da donna che aveva fatto girare tutta la plebe di sesso femminile presente al momento verso la nostra direzione, ovviamente compreso me...tanta roba quel ragazzo.
“Chris non si  guarda”
“ah ah ah non rompre il cazzo Em, piuttosto dove sono Char e Jason? è già tardi”
“non lo so, comunque dovrebbero essere insieme, ho visto Jas tirarsi dietro Char verso il privè- puntai il mio sguardo verso Daniel, che aveva parlato –credo che Jas sia ubriaco marcio”
 
Cazzo, zayn mi uccide.
 
Gardai mia sorella poi feci i graini due a due e spalancai la porta del privè, trovando Jason che vomitava in un angolo e la sua maglia e la felpa di Char per terra.
 
 
POV CHAR
 
La musica giungeva ovattata dal piano di sotto, motivo in più per cui a quell’ora non c’era nessuno nel privè. Mi aveva spinto contro il muro e aveva iniziato a toccarmi ovunque preso dalla foga e dall’eccitazione. Aveva lasciato vari succhiotti su tutto il mio collo e poi mi ero ritrovata senza vestito, mentre luui si era levato la maglia. Ubriaco com’era non riusciva a sganciarmi il reggiseno, fino a quando non si bloccò improvvisamente mettendosi una mano sulla bocca.
Afferrai al volo l’occasione e mi liberai dalla sua morsa, mi rivestii il più in fretta possibile e mentre lo guardavo - da 5 metri di distanza –rimettere l’anima la porta si spalancò con un tonfo sordo rivelando la figura di Christian seguito da Emily, si guardarono intorno per 10 secondi per collegare i vari elementi.
Jason si era seduto a terra e mi guardava con sguardo perso.
Mi sfilai le scarpe e le presi in mano, andandomene da quella stanza verso il bagno che c’era al piano di sopra prima che inizassero a fare domande e itanto che me ne andavo vidi gli altri 3 che salivano le scale allarmati dalla preoccupazione di Christian.
Mi sciacquai la faccia non curante del trucco sciolto a causa del sudore e, perchè no, di qualche lacrima.
Lacrime amare in cui era rinchiusa tutta la paura e la frustrazione del momento, mio padre non bastava a quanto sembra.
Poco dopo arrivò Emily che, prima mi porse la ‘mia’ felpa, poi mi strinse in un abbraccio pieno di scuse inutili che non mi doveva.
 
 
 
Ce ne andammo dal locale che erano le 2.35, Christian mi riccompagnò a casa mentre Mark aveva preso la macchina di Jason e riaccompagnato gli altri a casa, non gli avevo voluto dire niente della storia di mio padre anche dopo l’accaduto di quella sera. Jason avrebbe dormito a casa di qualcuno dei ragazzi.
 
Entrata in casa trovai Zayn che dormiva sul divano in boxer con solo una coperta addosso, probabilmente si era provato ad aspettarmi...con scarsi risultati direi. Bevvi un bicchiere d’acqua per cercare di calmarmi de tutto con l’intento di non far capire niente di quello che era successo a mio fratello, si sarebbe arrabiato troppo con l’amico per una cazzata fatta da ubriaco di cui si pentirà sicuramente.
 
“zayn...” era a pancia in giù con la testa girata verso la televisione accesa, con 5 di volume, e quindi girato anche verso di me in quel momento.
“zayn svegliati”
Un suono indefinito provenì dalla sua bocca prima che si girasse completamente dall’altro lato.
“zayn dai svegliati, sono stanca e non ho voglia di passare mezz’ora a cercare di svegliarti solo perchè so che se ti lascio quì domani avrai un diavolo per capello”
“mmhh”
“zayn alza il culo”
“che c’è?!”
“coglione io andrei sul letto a dormire, buonanotte”
Già ero nervosa e lui con quel suo cazzo di tono scazzato in quel momento non aiutava così mi alzai da terra dove mie ero seduta e mi diressi verso camera.
“ehi ehi ehi aspetta” ci mise 10 secondi buoni a realizzare con che tono avevo detto l’ultima frase ma poi si alzò e mi prese per un polso, lo stesso polso di prima, dove Jason mi aveva lasciato il livido giusto due ore fa o poco più.
Sussultai a sentire la sua presa decisa, decisa ma non forte da far male, se solo non ci fosse il livido le cose sarebbero state più semplici da nascondere, per fortuna c’era solo la fioca luce che proveniva dal corridoio e zayn era troppo addormentato per accorgersi della mia reazione.
“che è successo Lot?”
“Niente Zazà, sono solo stanca, tutto qui”
“sicura? Non mi sembri molto lucida”
“zayn, te l’ho detto, sono stanca e tu non sei da meno, quindi andiamo a dormire che è meglio”
“va bene, come vuoi- mi baciò sulla testa come faceva sempre –notte Lot.”
“buonanotte Zazà”
 
Ero sotto le coperte da almeno mezz’ora ma non riuscivo comunque a chiudere occhio, ero troppo tesa. L’unico pensiero che mi circolava intesta era come avrei fatto a tenere tutto nascosto a Zayn, è vero che io sono terribilmente brava a mentire, ma è altrettanto vero che lui è terribilmente bravo a capire quando mento e quando qualcosa non va per il verso giusto, ed è l’unico che ci riesce completamente.
Mi alzai e andai a fare un giro per la casa soffermandomi per 5 minuti buoni sulla stanza dei miei, poi andai in quella di mio fratello. Il suo petto si alzava ed abbassava ad un ritmo regolare, al contrario di prima era sdraiato sul fianco destro con una mano sotto al cuscino e l’altra che teneva la coperta che gli era finita all’altezza della vita, ovviamente sempre in boxer. Spostai quest’ultima e mi ci infilai sotto, con la schiena contro il suo petto e mi tirai la coperta fino al mento. Forse lo avevo svegliato, ma non me ne importai tanto. Sentii il suo petto che aderiva contro la mia schiena e due braccia che mi circondavano la vita lentamente e dolcemente, mi addormentai così, in un nulla, come una bambina che aveva ritrovato il suo peluche senza il quale non può dormire.


 
OMi sento una merda, e lo sono.
Sono tre settimane che non aggiorno e sono mortificata, ma tra il fatto che 
i miei mi hanno detto che andavamo in vacanza il giorno prima di partire, tra 
che dovevo ancora finire i compiti delle vacanze,
tra che è ricominciato l'inferno,
non hho trovato un attimo ne per avvisarmi ne per screvere prima
di oggi.
Scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate scusate.
SORRATEMIIIIIII PLIIIIIISZ

Volevo pensare cosa ne pensate del capitolo, se fa schifo, se è accettabile o se 
in un certo senso mi sono fatta ripagare per il ritardo. Mi basta
solo questo.

Detto questo, ringrazio chi recensisce, chi l'ha messa nei preferiti, nelle seguite
o nelle ricordate..un'ENORME 
THANK YU!

Ricordo che su twitter sono @_xzaynsshrill
byee,

Giulia.
 

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Capitolo 6
*** Chapter 5 - Lies ***


(6) 
Chapter 5 - Lies
 
 
Bound at every limb by my shackles of fear
Sealed with lies through so many tears
Lost from within, pursuing the end
I fight for the chance to be lied to again.
 
Lies-Evanescence
 
 
11.40 a.m.
 
Il mattino dopo mi svegliai nella stessa posizione in cui mi ero addormentata, con la differenza che il letto a una piazza e mezzo era un po’ grande per me soltanto.
Ancora con gli occhi chiusi tastai il letto accanto a me e lo trovai ancora caldo, quindi non doveva essersi alzato da molto.
Mi stesi in modo da guardare il soffitto color cielo e riavvolsi un po’ il nastro riguardante la serata precedente, un brivido mi percorse da capo a piedi mentre ripensavo a quello che stava per succedere, poi mi venne in mente quale era stato l’unico modo in cui ero riuscita a prendere sonno e sospirai, con un debole sorriso. Chiunque ci avesse visto ci avrebbe sicuramente scambiato per una felice coppia di fidanzatini, mi scappava da ridere al solo pensiero.
Quando eravamo piccoli, eravamo soliti dormire insieme. Crescendo iniziavamo a dormire insieme solo dopo gli incubi e da quando è iniziato tutto il casino spesso la sera ci rifugiavamo uno tra le braccia dell’altro. Piano piano la cosa è diventata molto meno frequente, ma a quanto pare non avevamo perso il vizio.
Decisa ad alzarmi mi scostai le coperte di dosso e un brivido mi percorse di nuovo, un forte e prolungato brivido di freddo che mi accompagnò fino a che non mi infilai sotto il getto di acqua calda della doccia stando attenata a non bagnarmi i capelli. Mi fasciai il corpo con un’asciugamano e mi diressi in camera incociando Zayn che usciva da camera sua, probabilmente avendo avuto l’intenzione di venirmi a chiamare dato che si erano fatte le 12.15 p.m.
Mi gurdò con fare curioso e al tempo stesso  preoccupato, e forse ne sapevo anche il motivo.
“dieci minuti e scendo!”
Non gli diedi il tempo di dirmi qualcosa ne di replicare alla mia affermazione che, con la mia miglire espressione tranquilla, apro la porta di camera mia e subito dopo me la richiudo alle spalle.
Mi infilai un maglione, un paio di jeans e le mie amate pantofole pelose a forma di panda.
Feci per raccogliermi i capelli in una crocchia disordinata quando notai un particolare di fondamentale importanza.
 
I succhiotti.
 
Avevo due segni lividi sulla parte destra del collo e uno a sinistra. Mi tolsi il maglione rimanendo così in reggiseno e controllai, ne avevo uno sulla spalla che il vestito mi aveva lasciato scoperta la sera prima e uno 5 centimetri sotto il seno sinistro, ma quelli non erano un problema.
Ora dovevo pensare a come coprire quelli sul collo, fino a che stavo in casa una sciarpa era esclusa perchè avrebbe dato troppo nell’occhio quindi andai in bagno ed armeggiai per un po’ con il fondotinta dello stesso colore della mia pelle fino ad ottenere un risultato abbastanza accettabile.
Scesi giù seguendo l’odore nauseante di bruciato, quindi, o la casa stava andando a fuoco, o mio fratello aveva preparato a colazione.
Varcai –nemmeno fosse il confine di una trincea- la soglia della cucina e l’occhio mi cascò subito sui fornelli.
Sospirai pesantemente e presi la padella dalle mani di mio fratello e buttai nella pattumiera tutto quello che c’era dentro, poi presi l’impasto fatto qualche giorno fa e preparai velocemente  sei pancake piuttosto grandi, li divisi in due piatti e ci versai un po’ di sciroppo d’acero su ognuno. Il tutto senza essermi girata verso mio fratello che mi osservava con lo sguardo. Nessuno dei due aveva aerto bocca, e pure mosche e zanzare avevano deciso di non farsi sentire. Mi appoggiai con i palmi delle mani sul marmo del piano cottura e sospirai, di nuovo.
“avanti che c’è Zà?” girai piano la testa verso di lui e incatenai il mare con l’ambra dei nostri occhi.
“perchè sei venuta da me stanotte?”
Domanda più che lecita, in effetti era strano che mi comportassi così quando mio padre non era in casa. Ma, ripeto, lui non doveva sapere ninte.
“perchè? E’ così strano?”
“in effetti si, è strano. Mi devo preoccupare?”
Sbuffai sonoramente e mi girai completamente verso di ui con le braccia inrociate e l’espressione annoiata. “no, tutto bene!”
“ma –un sorriso cattivo gli si dipinse in volto improvvisamente e la cosa non mi piaceva, no, non era proprio una buona cosa- ammettilo!”
“ammettere cosa?”
“dai, su, ammettilo!”
“ma cosa?”
“ti sono mancato, vero?”
L’affermazione mi fece sospirare di sollievo, mi girai, presi in mano i due piatti e li posai uno al mio posto e uno al suo sotto il suo sguardo attento che non mi lasciava un attimo.
Andai ad aprire il frigo per prendere il succo di mele e, con una mano ancora dentro, mi girai verso Zayn sbuffando, non potendone più dei suoi occhi su di me.
“ok, va bene, va bene. Bandiera bianca.”
“allora?”
“si, mi sei mancato, ok?”
“no, ti voglio più convinta”
Alle sue parole mi rigirai di scatto verso di lui e lo trucidai con lo sguardo, facendogli intendere che bastava e avanzava.
Lui diventò serio, smettendola di scherzare.
“ok va bene.  Scherzavo, non è necessario che ti arrabbi così”
Abbassai lo sguardo sui pancake che avevo davanti e ne mangiai due forchettate, poco convinta dalla piega che stava prendendo quella coversazione.
“Lo so scusa, è che...mh no niente, lascia perdere”
Improvvisamente non avevo più molta fame ed il mio primo pensiero in quel momento non era di certo il brunch.
“mi spieghi che succede?”
“non succede niente Zayn, non lo so, forse mi sono solo svegliata male”
Mi guardò abbastanza –per non dire ‘molto’- diffidente. Io che mi svegliavo male dopo aver passato la notte a dormire con lui non era molto passabile ma lasciò perdere seguendo il mio precedente suggerimento.
 
 
I giorni stavano passando come dei normali giorni di inzio ottobre, sempre più freddi quì a Bradford. Troppo normalmente rispetto a quello che era successo qualche giorno pirma. L’unica differenza da prima di sabato sera era che in quasi una settimana non avevo osato incrociare il verde degli occhi di Jason.
Quel giovedì pomeriggio eravamo seduti a un tavolino del  The Queen, ormai diventato il nostro punto fisso di ritrovo da anni, tutto lo staff lo conoscevamo, gli ci avevamo lasciato più soldi noi che tutta la città messa assiame ormai, dato che era anche un pub e nelle sere in cui non abbiamo voglia di andare al Davis siamo lì.
Eravamo tutti. E per tutti intendo tutti.
“l’avete vista la partita di ieri?”
“cazzo si, united-city 2009. Penso sia stata la partita più bella della sto...”
“Mi spieghi come cazzo fai Char? e tu Jason? Non ti senti un verme? EH? Spiegatemi come fate a comportarvi così perchè io non ci arrivo!”
Chris aveva azato troppo la voce, tutti si erano voltati verso di noi e l’ammonizione da parte di Jenny, la proprietaria, non tardò ad arrivare.
Io passavo lo sguardo tra Jason, Christian e Zayn, temendo la reazione di quest’ultimo dopo che tutta la verità sarebe saltata fuori, perchè sì, era sicuro, a quel punto sarebbe saltata fuori.
Jason aveva orami puntato lo sguardo sulle sue scarpe e non accenava a voler cambiare soggetto.
Christian fissava me in cerca di spiegazioni notando l’espressione confusa di zayn.
“Io...non...oh andiamo Chris, ero ubriaco e non è successo niente”
“Ubriaco? Pensi di giustificarti così?”
“qualcuno mi spiega di cosa state parlando? Visto che ha quanto ho capito sono l’unico a non saperlo e riguarda mia sorella?”
Si girò verso di me, in cerca di spiegazioni ma non aprii bocca, ne tantomeno ricambia il suo sguardo. Da quando era iniziata la conversazione mi ero limitata a fissare la sigaretta di Simon, sul posacenere nel centro del tavolo, che si stava spegnendo a causa della disattenzione del suo proprietario che stava seguendo la conversazione.
“Ragazzi andiamo fuori che è meglio, c’è troppa gente e Jenny ci sbatterebbe fuori comunque” Mark era il più calmo, o almeno lo sembrava. È sempre stato il più bravo agestire questo tipo di situazioni.
“Prima mi spiegate cos’è sta storia e poi andiamo fuori.”
“andiamo Zayn non fare il bambino, usciamo da quà e parliamo decentemente”
Senza salutare come nonstro solito ci alzammo velocemente e una volta fuori, dirigendoci verso il parco centrale di Bradford, il primo a parlare fu Jason.
“la storia è un po’ complicata”
“il realtà non lo è per nulla –christian prese la parola, guardando l’amico colpevole con sguardo omicida. Andò verso di lui, che era in testa a gruppo, e lo fece girare verso gli altri afferrandolo violentemente per un braccio- se diciamo che questo deficiente ha quasi violentato tua sorella”
Io osservavo la scena dal fondo del gruppo, senza dare segno di vita. Fu un attimo, vidi gli occhi di mio fratello spalancarsi, il suo sguardo sconcertato passare su di me velocemente, come per accertarsi che fossi sempre viva, poi si scaraventò contro Jason dando l’impressione di volerlo uccidere, e forse fu davvero così.
Lo aveva letteralmente appiccicato al muro che era dirmpetto a noi, le mani strette in una morsa sulle sue spalle, che davano l’impressione di potersi frantumare da un momento all’altro contro il muro data la presa ferrea di Zayn.
Le nocche bianche. La vena del collo dilatata al massimo per permettere il passaggio del sangue eccessivamente veloce in quel momento.
Si sussurravano parole tra di loro che erano gli unici a poter udire, poi evidentemente Jason disse qualcosa di profondamente sbagliato che accese la miccia insieme alla sua espressione menfreghista.
Mio fratello  Zayn staccò una mano dalla rispettiva spalla dell’altro e la portò, chiusa a pugno
, sulla guancia di lui. Con una velocità impressionante.
Tutto questo una volta sola, non avevano iniziato a picchiarsi e a fare scena per strada, uno perchè sapeva di meritarselo, l’altro perchè non si abbassava a quei livelli.
Zayn se ne andò, senza dire niente, lasciando solo una spallata addosso a me, che stava per ‘io e te facciamo i conti dopo’, e la calca di gente che si era formata intorno a noi a bocca aperta.
 
 
POV ZAYN
 
Come diavolo era potuto succedere?
 
Era circa mezz’ora che avvevo lasciato il gruppo ed ea circa mezz’ora che continuamo a chiedermelo, ma io dico, per una sera che non ci sono quella stupida si fa mettere i piedi in tesa così? Non è normale!
Come non è normale il tuo ragionamento.
Ben arrivato alter ego.
Non cambiare argomento. Non puoi darle la colpa, non l’ha di certo fatto di sua spontanea volontà!
Ti prego basta, è l’unico pensiero che mi salva dal dire che...
Avanti dillo. Ammettilo.
Il rumore delle chiavi nella toppa mi fece ‘risvegliare’ dai miei pensieri.
Dio adesso mi metto pure a parlare da solo.
Mi alzai dal letto e scesi di fretta le scale, probabilmente è stata colpa mia ma il fatto che non abbia detto niente non la salva affatto.
“perchè non mi hai detto nulla??!”
 
 
POV CHAR
 
Sossultai nel sentire la sua voce, il suo tono alto, mi aveva sorpreso, non mi appettavo fosse in casa. Il bicchiere d’acqua quasi mi cadde di mano. Non sarebbe stata una conversazione rose e fiori.
“per evitare il teatrino che hai messo in atto in mezzo alla strada e da Jenny!”
“e ti sembra un motivo valido??”
“sì, lo sai quanto me che odio quelle situazioni!”
“a tal punto da farti violentare e tenerti tutto dentro? Anzi no. Ero l’unico a non saperlo a quanto pare.”
“no, è diversa la cosa, gli unici a saperlo erano i ragazzi perchè c’erano, erano con me al Davis quella sera! Tu non c’eri, non potevi saperlo!”
“si, bene mettiamola così. Stavo male e dovevo venire lo stesso per fare da balia a te!”
“ma mi senti quando parlo? TI senti?”
“che abbia capito o no quello che hai detto i fatti sono questi, è da quando è morta mamma che va avanti così, ti ho cresciuto io! Ti ho aiutato in tutto, anche nelle cose più banali che potevi benissimo fare da sola!”
“e me ne fai una colpa? Io non ti ho mai chiesto nulla.”
“se la metti così io me ne vado, cavatela da sola adesso”
Furono cinque secondi, andò al piano di sopra, prese il giubbotto, torno giù e quasi fece scardinare la porta.



 
Zaaalve
TATATATA colpo di scena
So che ci ho messo un po' ma diciamo che l'anno scolastico
poteva iniziare meglio e quella di matematica
rompe le palle essendo ad uno scientifico, mi dispiace se vi scoccia
la mia lentezza da bradipo, se me lo chiedete posso provare a velocizzare i tempi.
Anyway...
Il nostro amato fratellone se ne va, e adesso?
Voi cosa vi aspettate da questa strana piega che stanno prendendo i capitoli?
So che siamo già al 5° capitolo e il resto del gruppo non c'è
ma vi assicuro che tra un po' arrivano anche loro.
Come sempre mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e colgo l'occasione per ringraziare
chi ha recensito fino ad ora, chi ha messo la storia nelle preferite, seguite o ricordate.

Su twittere sono @xzaynsshrill , qualsiasi cosa potete chiedermela anche lì, se mi seguite ricambio
volentiere se me lo chiedete.
Ho parlato anche troppo, quindi mi levo dalle palle.
CIIIIIAAAAAAU,

Giulia.



 

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Capitolo 7
*** Chapter 6 - so come si va dal torto alla ragione ***


(7)
Chapter 6 - So come si va dal torto alla ragione.
 
I know how it goes,
I know how it goes from wrong to right.
[...]
We can make it till the end.
[…]
I see what it’s like for day and night,
never together.
‘Cause you see your things in a different light like us.
[…]
 
You and I – One Direction
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il mattino dopo, mi svegliai presto. In realtà non mi ero mai realmente addormentata, nemmeno quando, verso le 4, avevo sentito la porta della camera davanti alla mia aprirsi e chiudersi, segno che almeno Zayn era tornato.
Mi alzai che erano le 6 passate da poco e ,dopo una doccia e un’abbondante passata di correttore, uscii di casa il più silenziosamente possibile.
Triplicai la lunghezza del tragitto che facevo di solito la mattina e arrivai a scuola che erano circa le otto meno dieci.
Notai mio fratello nei corridoi soltanto una volta nei quindici minuti di pausa.  Io ero con tutto il solito gruppo nelle nostre amate scale. Dopo i primi cinque minuti però Simon andò con Mark a cercare mio fratello; sono più che sicura che lo abbiano trovato, come sono sicura che ci abbiano parlato, ciò non cambia però che nemmeno a mensa si fece vivo.
E non cambia nemmeno il fatto che c’era qualcosa dentro di me che stava iniziando a dilaniarmi pezzo per pezzo.
Paura, rimorso, senso di colpa o qualsiasi altra cosa che fosse.
In 16 anni di vita mai era successa una cosa del genere, mai un litigio di quel tipo, mai tante ore lontani con l’odio che ci faceva da tramite, che forse non era nemmeno odio, o almeno spero che fosse qualcosa di meno intenso dell’odio.
Il tragitto casa-scuola lo feci in compagnia del mal di testa , stavolta però non tentai di allungaro, anzi, imboccai tutte le scorciatoie a me conosciute a passo di marcia, con l’intenzione di gettarmi il prima possibile sul divano del salotto.
Solo a 100 metri da casa mi resi conto che tutte le mie fatiche erano state vane, in quanto le chiavi della porta d’ingresso si trovavano, quasi d’abitudine, ancora nello svuotatasche sul mobile di fianco alla porta, esattamente dove le avevo lasciate il giorno prima.
Ero seduta sui gradini davanti alla porta di casa e 15 minuti e tante sbirciate all’orologio dopo Zayn mi si parò completamente davanti.
Un occhiata, niente di più e niente di meno, solo un leggero abbozzo di sorriso causato forse dalla consapevolezza che non avrei mai perso il vizio di lasciare le chiavi a casa.
Semplicemente aprì la porta e si diresse in cucina, mentre io, di parola, mi fiondai sul divano a peso morto. Posizione fetale, un po’ più aperta, e le mani in mezzo alle gambe.
Giusto due secondi prima di addormentarmi mi vidi davanti una tazza di cioccolata calda fumante e, ci avrei scommesso, senza zucchero.
Mi tirai un po’ su e presi la tazza con entrambe le mani, nell’intento di scaldarle appena uscite dal piccolo rifugio.
Alzai gli occhi sul suo viso sservandolo attentamente sperando di trovarci un segno di vita, ma tutto ciò che vidi fu una spessissima maschera di freddezza, allora capii, stava aspettando me: lui il primo passo lo aveva fatto dimostrandomi che lui era lì, adesso toccava a me.
 
 
“Ehi Zazà- si girò verso di me curioso con le sopracciglia aggrottate, anche perchè in queste situtazioni ero solita non parlare - litigheremo mai noi due?”
Se posibile le sue sopracciglia si incurvarono ancora di più “perchè me lo chiedi?”.
“Non so, così”
“Bhe, è possibile. Sai, abbiamo 11 anni e chi sa quanti da passare insieme, dubito che sarà tutto rose e fiori.”
“Allora promettimi una cosa- appiccicai ancor più la mia schiena al suo petto –non importa quale sarà  il motivo della litigata, oppure chi sarà che avrà torto. Promettimi che non mi lascerai mai andare, ti prego”
Una volta sentita la mia supplica mi prese le mani e mi fece girare compeatamente verso di lui.
Io tenevo lo sguardo basso, avevo troppa paura che mi lasciasse anche lui e non volevo che quella paura me la leggesse negli occhi, perchè, lo sapevo, ne avevo talmente tanta che se ne sarebbe potuto accorgere anche nel buio di quella stanza alle due del mattino.
Mi strinse le mani con una sola delle sue,mentre  con l’altra mi sollevò il viso fino a permetterci di guardarci negli occhi.
“ti giurò mille volte sul bene che voglio alla mamma, che farò qualsiasi cosa per averti con me ovunque, di tutto.”
“Allora se la metti così, tu farai il primo passo, mentre il resto spetterà a me”
“Ai sui ordini mia principessa”
 
Se ne era ricordato, non riuscivo a credere che si era ricordato di quella promessa fatta con quella tipica voce dei bambini quando chiedono ai genitori un giocattolo nuovo, solo che non lo chiedevo ai miei genitori e tantomeno chiedevo un giocattolo nuovo.
 
POV ZAYN
 
Furono i dieci secondi più lunghi della mia vita, aveva capito.
Lo avevo visto dal suo sguardo.
Probabilmente in quei secondi rivisse quel momento, quel  giuramento. Quello fatto a 11 anni, forse troppo grandi per un giuramento del genere, ma troppo piccoli per sapere già come funzionava il mondo.
Eppure non ce la feci.
Appena stava per aprire bocca, girai i tacchi e me ne andai.
Troppo codardo.
Troppo codardo perchè mi ero reso conto di quello che stavamo facendo. Di quello che io stavo facendo.
Avevo paura, sì. Paura di non riuscire più a reggere quella situazione che, con l’ingenuità tipica dei bambini avevamo affrontato, ma, adesso, adolescenti che capivano piano piano che cosa avevano intorno, quella situazione ci stava sgretolando pezzo per pezzo.
Così ero fuggito, dimenticandomi che non c’è una vera via di fuga per i problemi, credendo che magari, allontanando mia sorella, la principale vittima di tutto, mi sarei allontanato anche da tutto quello che ci stava asfissiando in tutta la sua immensità. Dimenticandomi anche che l’artefice dei nostri problemi era anche mio padre e quella era mia sorella.
 
Ma soprattutto non pensai che non sarei resistito nemmeno quei fottuti 10 secondi sapendo di averla lasciata da sola, ad affogare nei pensieri, mentre io sarei affogato nei sensi di colpa.
 
 
 
 
Da quel momento la routine era tornata ad essere la stessa della sera precedente, il che stava a significare che saremmo rimasti entrambi chiusi in camera, o ameno per quanto riguarda me.
 
Quando me l’ero lasciata alle spalle mi sono  azzardato a girare lo sguardo un’ultima volta verso di lei,
eppure non avrei dovuto. Il viso contratto in un misto di delusione, dolore, addirittura terrore;  tutte quelle emozioni lì, su quel viso, dove non avrei mai e poi mai voluto vederle, distrussero anche me, la consapevolezza, poi, che la colpa era solo e soltanto del mio comportamento di merda, del mio egocentrismo, era la cosa che, tra tutte, faceva più male, eppure, nonostante questo, non ebbi il coraggio di fare dietro front, di andare da lei e dirle che andava tutto bene, che io c’ero, che ero e sarei sempre rimasto lì, accanto a lei a sorreggerla. Nonostante questo, avevo continuato per la mia strada, certo, mi era passato per la mente quel pensiero, ma furono quei millesimi di secondo che a volte sono troppo pochi per condizionare le tue scelte, troppo pochi per permetterti di fare la cosa giusta.
 
L’avevo delusa.
Gli avevo fatto male.
Gli avevo messo addosso il terrore di essere rimasta sola.
 
 
Per 15 ore fui ostaggio di questi pensieri, non chiusi occhio e me ne accorsi solo quando l’incessante suono della sveglia mi catapultò fuori da quel baratro, dove ero arrivato a toccare il fondo.
Fu tutto esattamente come la mattina precedente, mi alzai che lei era già uscita, non sapevo dove fosse, molto probabilmente a scuola, ma non ero più sicuro nemmeno di quello.
Effettivamente a scuola non c’era.
Probabilmente sapevo anche dove fosse, e stavo combattendo una terribile guerra civile dentro me stesso.
Cosa dovevo fare? Andare da lei, rassicurarla, tornare ad essere i fratelli di prima, quelli che dipendono l’uno dall’altro e sopra tutto scusarmi, oppure tornarmene a casa, scappare di nuovo credendo di risolvere tutto e deluderla?
La risposta in questo caso era più che palese.
Saltai le ultime due ore senza dire nulla a nessuno.
Feci a corsa tutta la strada, prendendomi tutte le imprecazioni immaginabili e pure qualche borsate da delle vecchie, ma almeno arrivai al parchetto nella metà del tempo  che mi serviva per andarci a piedi.
Afferrai con una mano la grata del cancello per mantenere l’equilibrio e poi vi appoggiai anche la fronte nel tentavivo di riprendere un po’ di fiato.
Un minuto dopo, con ancora un po’ di fiatone, lasciai il mio appiglio ed entrai dentro guardandomi intorno.
Era un parco enorme, pieno di aceri che in questo periodo dell’anno coloravano tutto di colori caldi come il rosso. C’erano quei pochi, ma essenziali, giochi per bambini e delle panchine tutto intorno al perimetro.
Non era molto conosciuto e quindi nemmeno tanto affollato, poi erano le due di pomeriggio e di consegenza era vuoto, eccetto una persona.
C’era uno degli aceri che spiccava tra tutti perchè probabilmente aveva più anni degli altri ed era talmente grande che una sola perona non poteva essere in grato di circondarlo per intero con le proprie braccia. Potevamo dire che quello era ormai il nostro acero.
 
 
“Aspettami Zazà!!”
“Andiamo Char, sei troppo lenta! Prova a prendermi!”
“Uffa! Ma sei trop..ahio!Ma che fai? Perchè ti sei fermato?”
“...”
 
 
 
Avevamo si e no 6 o 7 anni e ci eravamo fatti a corsa ormai tuttoo il giro del quartiere dell’East Bowling.
Mi era venuta addosso ed eravamo finiti entrambi a terra, ma nonostante questo io non avevo distolto lo sguardo da quella meraviglia.
Avevamo iniziato a passarci tutti i nostri pomeriggi, amavo l’acero centrale, quello più grande e, qualche annno dopo, quando lei aveva avuto in mano la sua prima macchina fotografica passavamo le ore ad osservare ogni minimo particolare per poi impegnarsi a immortalare tutto in infiniti scatti, in un certo senso mi ero appassionato anche io alla fotografia in quei pomeriggi, ma non ero gran che con la macchina fotografica in mano, quindi preferivo lasciarla a lei.
Mi avvicinai lentamente all’albero centrale, accompagnato dallo scricchiolio del tappeto di foglie che avevo sotto i piedi.
Troovai Charlotte che dormiva, schiena appoggiata all’acero, ginocchia piegate e ani tra le cosce, come suo solito.
Mi sedetti accanto a lei, cercando un modo per svegliarla, ma non ce ne fu bisogno, le foglie fecero più rumore del previsto.
Aprì gli occhi di scatto ed ebbe un sussulto di paura appena mi vide, per poi tranquillizzarsi quando si rese conto che non ero un pedofilo che l’avrebbe stuprata  ed agitarsi di nuovo quando si rese conto che ero io.
 
Presi in mano una delle foglie rosse ed iniziai a giorcarci, nel tentativo di non dover alzare lo sguardo ed incontrare i suoi occhi, poi “scusa”.
“No, tranquillo, non importa”
“Non intendevo quello, non per averti spaventato, cioè, non volevo spaventarti, ma lo ‘scusa’ era per tutto”
“Anche il mio non importa non era per quello sai?”
“Oh andiamo, non puoi comportarti così. Sbraitami contro, urla, mandami al diavolo, tutto quello che vuoi ma non dire che non importa.”
“Ma non importa sul serio, alla fine è stata anche colpa mia. A parte il fatto che di Jason te lo dovevo dire, ma per il resto, ho preteso troppo. Questa situazione è troppo grande per entrambi ed è normale che tu non voglia entrarci.”
“Sono tuo fratello, e proprio perchè questa situazione ti sta schiacciando, che ci devo essere dentro anche io. L’abbiamo sempre sostenuta insieme, e insieme continueremo a farlo.
E poi, anche se non volessi entrarci sarebbe troppo tardi, ci sono già dentro, e una volta dentro non ne uscirò più, se non insieme a te.”
 
POV CHAR
 
“non ne uscirò più, se non insieme a te”
 
Mi sembrava di avere un disco in testa, erano cinque minuti che aveva pronunciato quella frase, cinque minuti che quelle nove parole mi vagavano in testa, cinque minuti che non vedevo più niente per gli occhi appannati.
“E’ che io non ce la faccio più Zay”
Lo dissi con voce rotta, rotta dal pianto, dalla disperazionee, dalla rabbia, da tutte le cose che mi stavano passando in testa, che non erano altro che il confronto tra il prima e il dopo della morte di mamma. Il confronto tra i tempi felici, e i tempi peggiori della mia vita.
Due ere completamente contrastanti, il peggio era che non avevo la più pallida idea di quale delle due avrebbe vinto e con quale delle due avrei dovuto convivere per il resto della mia vita.
 



 
Sì, ci ho messo più di un mese per scrivere
sta cagata di capitolo.
Mi starete odiando perchè vi ho fatto aspettare un'eternità
per un capitolo del genere, ma
haimè, ho fatto il possibile.
Il fatto è che siamo a metà trimestre e i 
professori rompono il cazzo.
Adesso me ne vado.
Twitter: @_zaynsshrill

Domani è il mio comlyyyy hihihihih

Ciau,
Giulia.

(Sì, ho spoilerato alla grande, ma è stato più forte di me)







 

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Capitolo 8
*** Chapter 8 - party. ***


(8)
Chapter 8 - party.
Well my friend it seems we've come too far to disagree 
My knees feel weak and I fell too fast 
The tide is high but we swam in too deep 
To catch your breath you tear me apart piece by piece 
You can take away all this mess 

And I could never think anything less of you.

You break me - Ed Sheeran


 
 
22 novembre 2009
 
“Chi sa come mai c’è la luce accesa quando non ci dovrebbe essere nessuno, eh Em...”
“Oh andiamo – sbuffo e mi trucidò con lo sguardo – non fare la difficile, lo sai che sono dei coglioni. Devi accontentarti cara mia.”
Tirai fuori le chiavi dalla borsa e feci scattare la serratura della porta d’ingresso, e subito mi invase un enorme boato di: ‘SORPRESA’ per festeggiare quello che dovrebbe essere il mio copleanno.O almeno credevo... quest’anno me l’avevano fatta, ed io ero rimasta con la tipica faccia da pesce lesso, appoggiata allo stipite del portone.
C’era silenzio, troppo silenzio per essere il mio compleanno, e le luci erano ancora tutte spente, ad eccezione per quella della cucina che, a quanto pare, avevano lasciato accesa di proposito.
Girai gli occhi verso Em, e non mi stupii di vedere la sua faccia delusa. Era una pettegola assurda, se c’era qualche sorpresa da fare nessuno gli diceva mai niente, non resisteva, era scientificamente provato: appena sapeva qualcosa, che riguardasse te stesso o no non faceva differenza, te lo veniva a dire.
“Ma che diavolo hanno in mente?”
“Non guardare me, tu ne dovresti sapere di più di me”
 
Okay, facciamo un passo indietro e vi spiego. Come avrete capito era il mio compleanno, erano più o meno le sei di pomeriggio e, in teoria, i ragazzi si sarebbero dovuti impegnare ad organizzarmi qualcosa, visto che io non amavo festeggiare il mio compleanno con grandi cose, mi bastavano una pizza e gli amici, ma loro erano dei festaioli assurdi, e come si dice ‘carpe diem’, in questo caso ‘carpe pars’ (chi sa il latino non mi uccida per favore, io non lo so, ho usato google traduttore e moto probabilmente ho detto la cazzata dell’anno, quindi...scusatemi.), ‘cogli la festa’ (spero...lol).
Era capitato di domenica e non avevo visto nessuno dei ragazzi in tutta la giornata.
Qualsiasi occasione avessero per fare festa, di certo non la sprecavano.
Torniamo a noi...
 
 
 
Ci voltammo perchè sentimmo lo strombettio di un clacson dietro di noi, un taxi.
Dopo essermi accorta che il conducente ci stava facendo segno di salire, guarda Emily abbastanza, per non dire molto, persa, ovviamente non potè fare altro che ricambiare lo sguardo...
Salimmo sul taxi e invertimmo i normali ruoli tassista-passagero chiedendo “Dove ci porta?”
Lui rise, e al sentirlo ridere mi resi conto che avevo dato del ‘lei’ al mio migliore amico.
“Chris cosa diavolo avete intenzione di fare?”
“Chi è Chris?”
Alzai gli occhi al cielo e “Sappi che dopo ti picchierò, ora pensa a non farci morire va...”
“Finiscila di lamentarti Em- si tappò all’improvviso la bocca con una mano e ci guardò con gli occhi di un bambino che aveva detto una paraloccia davanti ai suoi genitori- emh, si emh non so come ti chiami quindi non dirò il tuo nome.”
 
 
Furono quasi due ore di viaggio, arrivammo che erano le 8 p.m. circa, ormai già buio da un pezzo.
Alla fine ci ritrovammo a Blackpool, una città a circa 79 Mi da Bradford, sul mare, sì, quest’anno avevano puntato sul mare, appena entrammo in città, ci vollero circa 15 minuti per arrivare alle spiaggie, ovviamente non c’era nessuno- era novembre –ad eccezione di un gruppetto di quattro ragazzi che circondavano un falò.
L’autista scese con noi dal taxi e una volta che ci fu davanti si tolse il berretto che gli aveva tenuto in ombra il viso per tutto il viaggio.
Mi guardai un po’ intorno, era un posto bellissimo, e poi io ho sempre amato il mare, anche se qui in Inghilterra non c’è proprio il clima adatto, i ragazzi non si erano ancora accorti del nostro arrivo, evidentemente troppo impegnati ad abbrustichire marshmellow.
Ritornai con gli occhi puntati su Chris con un sorriso enorme appicicato in faccia.
“Sei troppo stupido Chris, ti fai sgamere subito.”
Quell’affermazione scatenò una grande ilarità da parte sua, che gli impose di gettare la testa all’indietro e socchudere gli occhi, proprio come facevo anche io.
Subito dopo venne verso di me e mi rinchiuse in un abbraccio augurandomi buon compleanno, non feci in tempo a ringraziarlo che mi prese per i fianchi e io mi ritrovai senza poggiare più i piedi a terra e a cercare qualcosa a cui aggrapparmi per avere maggior stabilità e, inevitabilmente, ad urlare.
“Chi è che è stupido eh? Ripetilo se hai il coraggio nana.”
Diamine, quel ragazzo cambiava stato d’animo più velocemente di una donna col ciclo.
“Ehy! Non sono nana”
Eravamo faccia a faccia, io avevo le mani sulle sue spalle e le gambe aggrovigliate intorno al suo bacino e lui mi reggeva dalle cosce.
“E...”
“E tu sei tanto stupido”
“Ah si? Allora adesso vediamo chi è lo stupido.”
“No, Chris? Che vuoi aaahhhh”
Non so come ci era riuscito ma mi aveva tolto le gambe da attorno il suo bacinoe mi aveva preso a mo’ di sposa, aveva poi iniziato a correre verso il mare con me in braccio che continuavo ad urlare.
“No, amore mio, ti voglio tanto bene ma non fare quello che stai pensando.”
“Non voglio le tue suppliche nana”
“Okok Chris, ti voglio tanto bene e tu lo vuoi a me- ormai aveva le scarpe in acqua, fece per lasciarmi andare –aaahhh no Chris sei tanto intelligiente.”
Trattenni il fiato e strinsi gli occhi, ormai pronta all’impatto con l’acqua fredda, pensando di non avere fatto in tempo a dire quella frase, ma aprii gli occhi e mi ritrovai ancora tra le braccia del mio amico, che, con il fiatone a causa della corsa e del mio peso, sorrideva sornione.
“Piaciuto lo scherzetto?”
Feci la seconda faccia da pesce lesso della giornata.
“Adesso chi è lo stupido qua Cher?”
“Vaffanculo frocio, questa me la paghi.”
Mi feci mettere giù e mi diressi verso i ragazzi sempre con gli occhi rivolti verso Chris, che stava cercando di non scoppiare a ridere.
“Ehy cogliona! A chi hai detto frocio?”
Non lo calcolai nemmeno di striscio e mi misi a sedere tra mio fratello e la mia migliore amica, che mi aveva lasciato il posto accanto a lui nonostante la sua cotta colossale, mentre Christian si sedeva di fronte a me, tra Simon e Daniel.
“Avete finito il teatrino? Adesso li posso fare gli auguri a mia sorella?”
Il tono era scherzoso, o almeno doveva sembrare, perchè si notava abbastanza che Zayn era palesemente geloso, pur sapendo che era tutta gelosia infondata dato l’orientamento sessuale del ragazzo.
“Ovvio, è tutta tua.” E mentre Zayn fingeva di non essere affetto da gelosia da fratello ‘maggiore’, Christian fingeva di essere arrabbiato con me per quell’offesa, anche se sapeva che non era stata detta con nemmeno un filo di cattiveria.
Ci fu un attimo di silenzio, giusto un attimo in cui tutti si erano guardati in modo molto molto strano ai miei occhi, un attimo in cui non avrei di certo potuto pensare che si sarebbero gettati tutti su di me per festeggiare i miei 16 anni, alzando chili e chili di sabbia, scavalcando il fuoco come leoni del circo (ovviamente con la grazia di 10 elefanti) e insabbiando tutti quei marshmellow.
Mi ritrovai letteralmente a mangiare la sabbia, soffocando a causa dei,  Dio solo sa quanti, chili sopra di me.
Si alzarono dopo un po’ sollecitati dalle mie urla di supplica, alcuni rotolando semplicemente sulla sabbia e spostandosi al mio fianco.
 
 
 
Passammo quasi metà serata tra pizza, cola, marshmellow e cazzate.
Poi verso le 10-10.30 vidi Simon alzarsi e venire tranquillamente verso di me, mi scombussolò un po’ i capelli e poi mi superò.
“Ehy! Dove vai adesso?”
“Torno subito tranquilla, non me ne vado.”
 
Tempo due minuti che sentii l’attacco di una delle mie canzoni preferite fatto a chitarra acustica.
Mi girai di colpo verso Simon, dietro di me, che aveva al collo il suo gioiellino e stava suonando You break me  di Ed Sheeran.
Si mise al suo posto tra Chris e Mark, continuando a suonare quella canzone stupenda e dopo i sei secondi di introduzione la voce di mio fratello superò decisamente il rumore delle onde del mare intonando quella canzone che, da quante volte gliela avevo fatta ascoltare, aveva ormai imparato a memoria sicuramente.
Ho sempre amato la sua voce, probabilmente è l’unica cosa che ha preso da nostra madre, e, inutile dirlo, il canto è l’unica cosa che ci è rimasto di lei, quindi ci teniamo molto entrambi, io posso dire di cavarmela, ma non sono niente in confronto a mio fratello, un po’ come la fotografia tra me e lui, solo che i ruoli sono invertiti. Siamo legati alla fotografia e al canto allo stesso modo, una passione dovuta al padre e l’altra alla madre, io prevalgo nella fotografia e lui nel canto, niente di più equo.
Continuava a guardare me facendomi cenno di cantare con lui e lo accontentai, anche se titubante,  dopo la prima strofa cantando il ritornello con lui.
 
 “’Cause you break me
You numb me
You still seem to stun me
This pain has outrun me
You are all I have left”
 
Convinto ormai che non avrei smesso, troppo presa dalla mia canzone preferita, smise di cantare alla terza strofa, mi girai lanciandogli un’occhiata tutt’altro che consenziente e notai il suo sguardo di sfida e quel suo cavolo di ghigno rivolti a me, sapeva quanto odiassi cantare in pubblico, da sola suprattutto, ma una sfida era una sfida e non gliel’avrei data vinta, così cantai terza strofa e ritornello leggermente in falsetto ottenendo una smorfia di Zayn credeva avrebbe vinto quella sottospecie di sfida.
 
“Exorcise these demons
But they keep talking to me
I am no believer
But I believe you will relieve me
I believe you will relieve me
And that’s what’s going on.
 
‘Cos you break me
You numb
You still seem to stun me
This pain has outrun me
You are all that I have left.”
 
Finimmo poi insieme  con gli ultimi due ritornelli.
Il resto della serata lo passammo proprio in quel modo, cantando e suonando le nostre canzoni preferite e quelle che ci piacevano di più del momento davanti a un fuoco, stile americanissimissi[...]missimissimo.
 
Eravamo immersi completamente in quell’atmosfera; avete presente quando siete con il vostro gruppo di amici? Quando passate da una cazzata all’altra, magari pure prendendosi in giro a vicenda? Quando si crea quel clima dove ti dimentichi di tutto oltre che delle persone con cui sei? Quando nonostante tutto il resto stia andando male l’unica cosa che riesci a fare è scherzare con i tuoi migliori amici? Quando li guardi divertirsi tra loro, e tu sei lì che non riesci a staccare gli occhi dai loro volti, che non riesci a non sorridere e non fai altro che pensare ‘ragazzi quanto vi amo’? Quando c’è quell’intesa tale che andrebbe bene anche non dare voce ai pensieri perchè gli sguardi bastano? Quando...quando ti rendi conto che tutto ciò di cui hai bisogno è lì intorno a te? Quando la consapevolezza che LORO (sottolineo in tutti i modi possibili quel ‘loro’ perchè l’importante sono proprio loro) ci sono,  e ci saranno, ti impedisce di cadere a pezzi? Quando sai che non ci sarà mai una volta che con loro non ti scapperà una risata, perchè sì, loro sono il tuo mondo?
In quel momento l’atmosfera era quella, e sono convinta che non ci sia cosa più bella al mondo.
 
 
 
Mi svegliai per il freddo e per la vibrazione del cellurare che reclamava il suo diritto a ricaricarsi.
 
23/11, 4.25 a.m.
Batteria scarica, ricaricare.
 
Mi guardai un attimo intorno.
Il fuoco si era spento e di conseguenza si gelava, gli altri dormivano tutti.
Sicuramente il fuoco si era spento a causa di una folata di vento perchè di legna ce n’era ancora.
Presi le chiavi della macchina di Daniel dalla tasca dei suoi skinny e andai alla ricerca di un foglio, tornata alla spiaggia cercai in tutte le tasche che aveva zayn un fottuto accendino, tentativi che servirono soltanto a svegliarlo perchè dell’accendino nemmeno l’ombra.
 
“mmh che diavolo stai facendo Lot?”
“Dove hai l’accendino?”
“Non ce l’ho.”
“come sarebbe a dire che non hai l’accendino? Tu hai sempre l’accendino!E poi come lo avete acceso prima il fuoco??”
Diamine stavo tremando di freddo e viene a dirmi che non ha l’accendino.
“E’ finito il liquido Lot.”
“Dimmi che stai scherzando.”
Ero ancora accovacciata davanti a lui quando mia lascia andare con il culo a terra sbuffando sconsolata, infreddolita e parecchio, ma parecchio assonnata.
“Ma prima non era più caldo?”
“E secondo te perchè io stavo cercando l’accendino? Idiota.”
Si guardò intorno, notò il fuoco spento e “ooh”.
“Eh sì, ooooh.”
“Dai vieni qua Miss isterica” alzò un braccio, mentre l’altro era a reggergli la testa.
Mi distesi su un fianco e mi appiccicai con la schiena al suo petto, un suo braccio mi stringeva all’altezza della pancia e l’altro mi passava sotto il collo cercando di farmi smettere di tremare, anche se fallì.
“Ho sempre odiato il tuo essere così freddolosa”
 
11.30 a.m.
 
“Ehy piccioncini, svegliatevi.”
“Daii, sei perfido!”
“Ooh, come sono carini.”
“Forse stanotte hanno fatto altro e non hanno dormito”
“E smettila Dan!”
 
Più o meno i commenti che mi arrivavano al cervello erano tutti di quel genere, e sì, erano tutti commenti dei miei migliori amici.
Avevo un sonno tremendo, mi faceva male tutto e, indovinate...avevo freddo e tutti quei loro sussurri mi stavano urtando altamente il sistema nervoso così biascicai un “Finitela coglioni” alla meno peggio scatenando le loro risate.
 
“Allora sei sveglia 16enne...”
 
Sentii dietro di me Zayn lamentarsi, ancora nel mondo dei sogni, e poi strinse la presa delle sue braccia fino a soffocarmi senza rendersene conto soprattutto perchè aveva le mani sopra il mio stomaco.
“Zay...Zayn svegliati...Zayn cazzo mi stai uccidendo.”
La sua presa si allentò fino a lasciarmi andare e poi ancora mezzo addormenato scostò il giubbotto che ci faceva da coperta e si mise a sedere, sì, perchè, non so quando, mi ero svegliata sempre più infreddolita, svegliando anche lui che era stato costretto a sfilarsi il giubbotto e a mettero sopra di noi per evitare che diventassi un ghiacciolo con un cuore.
Si girò verso di me mentre stavo cercando di riprendere fiato e scoppiò a ridere mentre gli altri ci intimavano di alzarci e aiutarli a mettere in macchina tutto quello che avevano portato.
 
 
 
 
25 dicembre 2009
00.30 a.m.
 
Alla fine dopo la nottata in spiaggia sono stata per quasi una settimana con il raffreddore, a volte qualche linea di febbree parecchie prese in giro da parte di Zayn sul fatto che non reggessi una notte a dormire all’aperto, però ne è comunque valsa la pena.
Quando siamo tornati a casa abbiamo trovato nostro padre, palesemente ubriaco e forse pure fatto, che ci aveva accolti con un “pensavo di aver perso anche voi”, chi sa se è vero che in vino veritas.
 
Quel 24 dicembre eravamo sul divano in salotto a guardarci il primo film di natale che ci era capitato a tiro, tanto era più per tradizione, uno valeva l’altro, anche perchè ormai li sapevamo tutti a memoria.
Quando ci rendemmo conto che era scoccata la mezzanotte ormai già da un pezzo ci voltammo verso l’albero di natale che diffondeva quell’atmosfera natalizia tanto quanto bastava per rendere il salotto un po’ più vivo e allegro del solito.
Sotto non c’era niente, ad eccezzione di una scatolina, grande quanto il palmo della mia mano, poggiata su una busta da lettere completamente bianca.
La busta era per Zayn, quindi la scatolina era per me. Sono quasi sempre riuscita e scoprire i regali di natale di Zayn prima del 25 dicembre, eppure non avevo la più pallida idea di cosa ci potesse essere li dentro. Non era mai uscito di casa senza dirmi dove andava o senza dirmi niente, e visto che non riusciamo a passare ognuno le bugie dell’altro non sapevo da dove aveva tirato fuori quel pacchetto.
Prendemmo la coperta di Pile che ci copriva, la poggiammo a terra, di fianco ai regali, e ci mettemmo a sedere.
“Dai- mi porse la scatolina –apri.”
 La presi abbastanza titubante, sono abbastanza perspicace per queste cose di solito, ma non sapevo cosa aspettarmi.
La aprii lentamente e guardai Zayn prima di guardare cosa conteneva, si stava assassinando il labbra inferiore conn i denti, in attesa di una mia reazione.
Abbassai gli occhi sulla scatola e, giuro, stavo per ammattire.
Era una collana, aveva un qualcosa di retrò.
Era una macchina fotografica, tipo quelle degli anni ’90, con altri due ciondoli: il contorno di un cuore stilizzato e una piastrellina con un’incisione che non notai subito (http://img0.etsystatic.com/020/0/6602008/il_570xN.542781574_do9c.jpg).
 
“Tu, sei un pazzo, quanto diavolo hai speso?”
Aveva un gomito poggiato sul ginocchio e la testa poggiata sul palmo della mano.
Non mi rispose e continuava a guardarmi in un modo che non riuscii a capire, sembrava come ci fosse altro e lui stesse aspettando che ci arrivassi da sola.
E ci arrivai.
Un lampo mi passò per il cervello, veloce, leggero e istantaneo, un immagine. Capii anche perchè la macchina fotografica era degli anni ’90. L’immagine, non tanto nitida, era quella di mia madre che indossava quella collana.
L’incisione era T.M.
Trisha Malik.
“Dove l’hai trovata?”
“Nel vecchio cassetto di mamma. Stavo pensando a cosa regalarti quando me ne sono ricordato, quindi sono andata a cercarla.”
Presi lo slancio e mi gettai addosso a lui, facendoci finire tutti e due per terra e scatenando la sua risata.
“Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie.Ti adoro.”
“Ok, adesso alzati però, che pesi.”
“Sei impossibile, tutte le volte che ti faccio un complimento riesci a farmelo ritirare in meno di dieci secondi.”
Me la agganciò, poi gli diedi la busta.
“Adesso tocca a te.”
Lo vidi cambiare espressione settordici volte. Da curioso a perplesso. Da perplesso a stupito. Da stupito a perplesso, di nuovo. Da perplesso a incredulo e poi confuso. Quando inizio a capirci qualcosa iniziò a tremare leggermente.
Poi, a fine lettera, quando lesse il mittente era di nuovo incredo.
Fece per ricominciare da capo a leggere la lettera, evidentemente non ci credeva, ma glielo strappai di mano.
“Dai che hai capito, non importa che la rileggi. La domanda l’ho fatta io, il video ho caricato uno di quelli che ti ho fatto io e....bhe era un’e-mail, se non ci credi ho l’orignale nel pc.”
“To: Charlotte Malik
 
Abbiamo visto il video che ci hai inviato. Pensiamo che tu abbia le qualità per pertecipare alle audizioni della settima stagione del programma che si svolgeranno a luglio 2010 in sei diverdse date e luoghi, quali: Glasgow ( SECC , 9 giugno), Birmingham ( LG Arena , 13-14 Giugno) , Londra ( ExCel di Londra , 21-24 giugno), Dublino ( Convention Centre Dublin , 28 giugno), Cardiff ( International Arena , 2 luglio), e Manchester ( Manchester Central , 9-11 luglio).
Ti invitiamo a partecipare nell’arena/teatro a te più vicina.
Le audizioni avverrano dalle 9 a.m. alle 7 p.m.
Se ti servono più informazioni puoi contattarci tramite e-mail, faremo il possibile per rispondere alle tue domande.
 
La redazione.
 
From: xfactoruk.”


 
Alloooooora,
ci tengo a dire che io di come funziona per le audizioni di x factor ne so poco,
però mi pare di aver capito che per la settima stagione uk tutti quelli 
che volevano partecipare alle audizioni hanno fatto un video da mandare alla redazione del
programma, e così, me la sono un po' lavorata.
Ringrazio tutti quelli che recensiscono, chi ha inserito la storia tra le preferite,
ricordate o seguite.
Come sempre vi chiedo di lasciare una recensioncina (?) in modo che possa capire un 
po' come sta andando la storia, anche 11 paroline mi bastano lol
Detto questo, vi  lascio e ci vediamo al capitolo 8,

Giulia.


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Capitolo 9
*** Chapter 8 – auditions. ***


(9)

Chapter 8 - auditions.

E tutto va come deve andare

o per lo meno così dicono

e tutto va come deve andare

o per lo meno me lo auguro [...]

 

Scaraventati in pasto

a una realtà che qualche anno dopo

avrebbe già riscosso il suo tributo

da sola o con le quattro letterine magiche [...]

 

Come deve andare - 883

 

9 luglio 2010

6.48 a.m.

 

THIRD PERSON

Erano le 6.48 del primo giorno di audizioni e i due Malik erano appena arrivati alla stazione centrale di Manchester uno con la certezza che sarebbe andata bene, anche se era comunque un po’ in ansia, e l’altro con il panico alle stelle e senza la più pallida idea di come sarebbe andata e con il rimpianto di aver lasciato fare alla sorella quella pazzia. Si erano svegliati  alle 4.30 per prendere il treno delle 5.32 a Bradford anche se ovviamente uno di loro non aveva assulotamente dormito.

 

Arrivati alla stazione fecero il chilometro, che li separava dall’arena, a piedi fino a trovarsi davanti una folla immmensa di persone.

 

POV CHAR

 

“oddio...-immersa nella folla feci un’intero giro di 360° per poi tornare a guardare la facciata principale dell’arena, o almeno quello che riuscivo a scorgere, attraverso la gente, della facciata principale-...quanta cavolo di gente c’è?”

“cosa ti aspettavi, l’audience di una recita scolastica? Adesso capisci perche sono così agitato?”

“sì, cioè no, ma non credevo ci sarebbe stata così tanta gente, e comunque sta’ tranquillo che passi di sicuro.”

“Facile dirlo, non sei tu che devi cantare davanty a Simon Cowell, Louis Walsh e Natalie Imbruglia!”

“ok, ok, ho capito il concetto, non è sicuro che passerai ma non serve a niente agitarsi così tanto”

“Grazie eh!”

“Dio sei peggio di una cinquant’enne in menopausa, allora cosa vuoi che ti dica?”

“Se vuoi ce ne possiamo tornare a casa fratellino bello”

“Ok, se vuoi ce ne possiam- -no, sto ceppo che ce ne torniamo a casa adesso, mi hai fatto svegliare alle quattro del mattino e adesso fai la tua audizione e gli spacchi i culi a tutti questi quà intorno.”

 

“oh scusami!”

“no, tranquillo non importa!”

Mi girai verso il ragazzo che era appena arrivato, smilzo, bassino, capelli castani e occhi color cielo...uhm carino.

“Char? Hey?”

“Ehm cosa?”

“Dicevo: lui è Louis, Louis lei è mia sorella Charlotte”

“oh scusami- sarà una giornata lunga, sì -ero...sovrappensiero.”

“no, figurati. Chi è qui per il provino?”

“lui”

“io...purtroppo”

“oh e cosa canti?- sapete cosa vuol dire che non aspettò nemmeno la risposta? Iniziò ad uscirgli dalla bocca una raffica di parole –di dove siete? Quanti anni avete? Siete gemelli (?)? da dove venite, oh l’ho già chiesto. Che sc.”

“Louis louis louis! Fermati!”

“Aahahahahahahhah scusatemi, quando sono agitato tendo a parlare troppo.”

Non lo avevo notato.

“Allora, ricomincio. Piacere, sono louis tomlinson, vengo da Doncaster, canto ‘hey there delilah’, ho diciannove anni e sono nato il 24 dicembre”

“Bene, io sono Zayn Malik, vengo da Bradford, canto ‘let me love you’, quella di Mario, ho diciasseteanni compiuti il 12 gennaio.”

“Io sono Charlotte, sorella di quest’ominide, non canto nulla, vengo dal suo stesso posto, faccio diciassette anni a novembre.”

“Ma quindi, subito dopo che è nato lui, vostra madre...?”

“Veramente no, sono nata di sette mesi, e mi avranno tipo concepito ad aprile.”

“ooh. Vabbeh ehm, io adesso devo andare, un mio amico mi sta aspettando. Buona fortuna zayn!”

“Anche a te!”

 

“Certo che qua c’è gente strana...”

 

 

 

Stavo vagando per l’arena da una decina di minuti, non aveva una destinazione precisa, giravo con la macchina fotografica al collo (le macchine fotografiche, scusate, c’è anche la collana...) osservando gli unici tre vortici di emozioni che le persone li dentro emanavano: ansia, felicità e delusione.

Scattai qualche foto in qua e là, quelle che misembravano più opportune; c’erano due scene in particolare che mi avevano colpito, una era quella tanto bella quanto banale dove c’era una donna giovane (che probabilmente aveva passato la sua audizione) che abbracciava la figlia di massimo 3 anni. Era banale si, ma al tempo stesso era bella perchè dalla mia posizione riuscivo a percepire tutte quelle emozioni che ci erano racchiuse; poi c’era l’altra, erano due ragazzi che perlavano e ridevano tra di loro, appena più grandi di me, forse semplicemente due amici, o forse qualcosa di più, in quel momento non lo potevo sapere, non stavano facendo niente di particolare, eppere mi sentivo come in dovere di cogliere quel momento, anche se probabilmente non li avrei più rivisti...sta di fatto che uno dei due lo conoscevo.

 

“Loueh! Com’è andata l’audizione?”

“Oh ciao Char, non l’ho fatta ancora”

“ah no? Mi sembravi così spensierato...pensavo l’avessi già fatta.”

“Diciamo che me ne ero dimenticato per cinque minuti, e tuo fratello?”

“Oh merda Zayn...! Ehm non so dove sia, l’ho perso di vista, anzi corro a cercarlo.”

Ero letteralmente corsa via, con l’incredulità dei due che faceva da sfondo, avevo appena svoltato l’angolo quando sentii l’urlo di Louis.

“E’ STATO UN PIACERE CONOSCERTI CHAR!”

 

Andai di corsa nel dietro le quinte, dove trovai Zayn che faceva avanti e indietro con il testo di Let me love you in mano, poi mi venne incontro.

“Ma dove diavolo eri?!”

“Scusa- gli indicai la macchina fotografica –lo sai che perdo la cognizione del tempo”

Sbuffò, per poi tornare a misurare il parquet con grosse falcate.

“E non mi far sentire in colpa, non mi sono persa niente.”

“Ma non è quello il problema! E’ che, ah lascia fare.”

“ehy ehy, guardami;  guardami Zazà- gli presi il mento con due dita e feci in modo che mi guardasse negli occhi –andrà tutto bene, occhey? Lo sai: io sono qua, non me ne vado da nessuna parte.”

Lo baciai, a stampo ovviamente, era tanto che non lo facevo, è una cosa nata da piccoli, quando eravamo tutti e due bambini, quando ancora in famiglia non c’erano problemi. In realtà non mi ricodo perchè lo facemmo, forse per provare, o forse per sbaglio. All’inizio fu strano, insomma mi ero baciata con mio fratello! Poi quando iniziai a crescere inizia anche a prenderlo come un gesto d’affetto, mi resi conto che un bacio a stampo non era niente di sconvolgente. Era più un modo di dimostraci l’affetto che provavamo quando un abbraccio non era più sufficiente. Come i ‘ti amo’ che a volte ci erano scappati, non erano quei ‘ti amo’ da innamorati, valevano di meno, o forse di più, non sono mai stata realmente innamorata di qualcuno.

 

“MALIK!”

 

“in bocca al lupo fratellone.”

 

THIRD PERSON

 

S: “Ciao, come ti chiami?”

“Il mio nome è Zayn.”

S: “Zayn...cos’hai intenzione di cantare?”

“Canto ‘let me love you’ di Mario”

 

“…You're the type of woman (deserves good things),

Wrist full of diamonds (hand full of rings),

Baby you're a star (I just want to show you, you are),

You should let me love you…”

S:  “Louis, si o no?”

L: “Mmh, si!”

“Grazie”

S: “Nicole?”

N: “Si”

“Grazie”

S: “Zayn, io dico di si”

“Grazie”

 

Esatto, Zayn Malik fu preso ad x-factor. Dopo le audizioni però c’erano i bootcamp da affrontare.

Ok, vi saluto e poi vado ad uccidermi, sempre se non lo farete prima voi

perchè il capitolo è cortissimo, ed era una vita che non mi rifacevo viva (?).

Comunque volevo ringraziare tutte le persone che seguono, hanno nei preferiti o nelle ricordate la storia

e  ringrazio anche chi ha recensito i precedenti capitoli.

Devo dire due cose:

primo, premetto che non seguo xfactor (sono una poveraccia senza sky) e

quindi non sono sicura di come finzionano le cose, se c'è qualcosa che non 

 vi torna assolutamente (nei prossimi capitoli, ovviamente) me lo potete tranquillamente dire

e cercerò di correggere alla meglio;

secondo, riguardo a Louis e all'altro ragazzo, tra qualche capitolo la storia si incentrerà anche su quell'argomento

(non a caso si chiama "Don't want to hide the truth"), e se a qualcuno di voi da fastidio e non

reggete proprio a leggere oscenità del genere,

potrete smettere di leggere. Chi vuole capire capisca...

Giulia.

Su twitter sono @hij_ops

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