Come dirti che ti amo?

di vanessaBrane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 l'inizio di tutto. ***
Capitolo 2: *** 2 Caro diario ***
Capitolo 3: *** 3 quell'incidente che cambiò tutto ***
Capitolo 4: *** 4 tra una camminata e una telefonata ***
Capitolo 5: *** 5 Alice, al momento sbagliato! ***
Capitolo 6: *** 6 Lorenzo-che la fine abbia inizio ***
Capitolo 7: *** 7 La vendetta di Giusy ***
Capitolo 8: *** 8 Vane speranze e baci sotto le stelle ***
Capitolo 9: *** 9 Vecchi ricordi di un'amicizia speciale ***
Capitolo 10: *** 10 anche se.. c'è chi non molla ***
Capitolo 11: *** 11 La sfuriata dell'ex gelosa ***
Capitolo 12: *** 12 Conto alla rovescia ***
Capitolo 13: *** 13 L'esame ***
Capitolo 14: *** 14 Anche con mille impicci, si comincia a guidare ***
Capitolo 15: *** 15 Carolina ***
Capitolo 16: *** 16 Quella storia viene a galla ***
Capitolo 17: *** 17 Notti in bianco ***
Capitolo 18: *** 18 Soluzioni e Proposte ***
Capitolo 19: *** 19 Pronti, partenza, via! ***
Capitolo 20: *** 20 I sogni son desideri ***
Capitolo 21: *** 21 Sorpresa! ***
Capitolo 22: *** 22 Un duo un pò speciale. ***



Capitolo 1
*** 1 l'inizio di tutto. ***


Quel sabato era particolarmente nuvoloso e freddo.
Vanessa camminava rapidamente verso il centro della piccola cittadina diretta alla scuola guida, si guardava intorno sognante mentre con il piccolo i-pod mandava avanti spedite le canzoni del suo idolo.
Arrivata salì velocemente i pochi gradini dell'entrata, soffermandosi per un attimo sul nome della scuola guida appena sopra di lei, aprì la porta ed entrò
"Buon pomeriggio" salutò la donna che stava alla reception e si avviò verso la scala.
Il piano superiore era piccolo ma abbastanza da contenere tre aule per le diverse sezioni della patente, lei entrò nella prima aula.
Ancora deserta.
Si siedette a una delle numerose sedie disposte alle pareti -non le piaceva stare in centro, specialmente quando a fare lezione c'era Lui- e con ancora l'i-pod in mano cambiò canzone con una melodia del suo film preferito e a occhi chiusi si lasciò trasportare dai ricordi.


Era il giorno che andò ad iscriversi a scuola guida e compilati tutti i moduli la mandarono a seguire una delle lezioni nell'attesa del medico per una delle visite previste per l'idonietà della patente, si sentiva euforica al pensiero che di li a qualche mese avrebbe potuto avere un auto sua, salì di corsa la piccola rampa di scale ed entrò nell'aula dove si teneva la lezione, senza però sapere che nel preciso istante in cui sarebbe entrata la sua vita sarà sconvolta.
"Oh ciao" disse un ragazzo più o meno qualche anno più grande di lei "sei nuova vero?"
"C c ciao" disse Vanessa abbassando lo sguardo.
Credeva che ad aspettarla ci fosse qualcuno di più "esperto".
"Si, mi sono appena iscritta" gli dice cercando di nascondere l'imbarazzo.
"Allora accomodati pure dove vuoi" gli dice lui sorridendo e porgendogli un minuscolo libretto dove vi erano raffigurati dei segnali stradali.
Lei lo prende e si dirige verso la fila più lontata dalla postazione di lui e si siede.


"Ehilà"
Vanessa sobbalzò dalla propria sedia mentre velocemente si tolse le cuffie e si girò a salutare.
"Ciao Lorenzo" gli sorrise "Oggi in anticipo eh"
"Si, si, stanno arrivando gli altri" le disse mentre si toglieva il giubbotto e lo appendeva alla sedia "Spostati, vieni a sederti qua vicino, non startene in disparte"
Lei si alzò e si avvicinò a lui che, come ormai tutti i sabato e venerdi, gli stava porgendo il libretto con i segnali e poi si sedette nella fila adiacente la scrivania di lui.
Arrivarono gli altri e piano piano si incominciò a fare lezione tra risate e domande.
Ogni volta che Lorenzo gli rivolgeva parola a Vanessa prendeva un colpo mentre piano piano sprofondava nella sedia pentendosi di essersi seduta davanti e non coperta da qualcun'altro.
"Bene!" disse Lorenzo rivogendosi a lei mentre finivano un altro argomento "A te cosa manca ancora?"
"Emh" lei si affrettò a sfogliare l'indice del libro che teneva in mano "i segnali di obbligo e di indicazione" disse con un filo di voce nascondendo ogni tipo di emozione che si presentava senza preavviso.
"Cominciamo allora con i segnali di obbligo" disse lui e ricominciò a spiegare.
Passati altri trenta o quaranta minuti i due argomenti furono conclusi e Lorenzo decise di cominciare a fare qualche quiz e tra i presenti rimasero solo Vanessa Sofia, la ragazza seduta di fianco a lei, e Alessia, che stava seduta dietro mentre gli altri ragazzi andarono ai computer disposti nell'altra aula.
"Bene Alessia vai al computer e cominciamo i quiz" disse  Lorenzo sedendosi nella sedia accanto a quella di Vanessa, lei di canto suo sbiadì ancora di più cercando di non fare vedere che era tesa più che mai si mise a sfogliare il libro che aveva in mano e per un pezzo andò avanti rispondendo alle domande concentrandosi soltanto sullo schermo davanti a se.
"Beh ragazze" disse lui infine "per oggi abbiamo finito dai"
Sorrideva a tutte e tre mentre metteva a posto tutto il disordine combinato nelle ore prima.
"Ci vediamo venerdì allora?" disse una delle due ragazze mentre si affrettavano a uscire tutti assieme
"Si si" risondeva Lorenzo mentre rimaneva indietro a dare l'ultima sistemata.
Uscita fuori Vanessa si sedette ad aspettare la zia che stava andando a prenderla per il brutto tempo e si rimise le cuffie alzando il volume al massimo perdendosi ancora una volta nei suoi ricordi.


"Ehi ciao!" disse Lorenzo il sabato successivo all'iscrizione di lei a scuola guida "Allora sei venuta? Siediti dai"
Lorenzo sorrideva sempre, era di un allegria che trascinava chiunque nelle risate, e a modo suo riusciva a far interessare tutti agli argomenti noiosi quali erano le lezioni per il fogllio rosa. Era semplice ma allo stesso tempo ha attivato in Vanessa un modo di amare che prima d'ora credeva non potesse provare più, i suoi occhi erano stati un fulmine a ciel sereno, un vero e proprio colpo di fulmine, non voleva più staccarsi dalla vista di quel ragazzo che era riuscito dopo tanto con un semplice 'ciao' a farle girare la testa.
Era stato un colpo per lei sapere che lui era li soltanto nei venerdì e sabato quasi come se da lui dipendesse tutto.
Si era seduta poco più avanti nel suo imbarazzo e trascorse tutto il pomeriggio a imprimere nella sua memoria ogni minimo dettaglio di lui.
Due occhi del colore di una castagna appena caduta fuori dal riccio, quei capelli castani che su di lui erano un insieme perfetto, Lorenzo con quei suoi gesti e quei suoi modi di fare che attiravano inequivocabilmente l'attenzione di lei come una pianta attira a se le farfalle più belle, come un fiore attira l'ape.
Lorenzo, nella sua testa soltanto quel nome.
Lorenzo, dentro lei solo il suono della sua risata, delle sue parole, soprattutto quando esse erano dirette a lei.


Si accorse solo un attimo prima che lui, Lorenzo, le si stava avvicinando.
"Ehi sta vanendo a prenderti qualcuno?" le chiese "vuoi che ti accompagni a casa?"
Vanessa si tolse una cuffia frettolosamente e gli cadde l'i-pod dalla mano nella fretta di rispndergli.
"Uh scusa!" disse con un filo di voce "che sbadata, beh sinceramente stanno venendo a prendermi"
Continuava a farfugliare guardandosi i piedi sperando che la terra la inghiottisse all'istante, perchè doveva far sempre quelle figuracce?
"Oh beh, allora aspettiamo qui con te" disse mentre le si avvicinava una ragazzina, la sorellina di lui, "Marica, vieni, non lasciamo sola la nostra Vanessa"
'Oddio' pensò Vanessa, 'la nostra Vanessa' con un accenno di sorriso lo ringraziò 'che bello che si preoccupi a non lasciarmi da sola'.
Subito dopo arrivò sua zia e si affrettò a raccogliere la sua piccola borsa a forma di gufo e salutò Lorenzo e la sorellina.
"Beh a venerdì allora" gli disse con un pò di coraggio "magari riuscirò a dirti quello che provo prima o poi" bisbigliò tra se e salì in macchina mentre i due fratelli la salutavano con la mano.



Angolo autrice:
beh ragazzi che dire? non è chissà che ma capita, eccome se capita una cosa del genere..
Spero vi sia piaciuta un pochino.
V.

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Capitolo 2
*** 2 Caro diario ***


Ciao Charlie


Oggi sono andata alla scuola guida e c'era lui, come ieri, come la settimana scorsa, come spero la settimana prossima.
Finalmente sono andata avanti col programma, anche se a dirla tutta prestavo attenzione a lui più che ai capitoli che spiegava, tra la settimana scorsa e oggi c'è stato un piccolo cambiamento in me sai?
Sono riuscita a parlare quasi come una persona normale, anche se inevitabilmente le mie solite figuracce si fanno vedere puntualmente.
Mi ero ripromessa di essere più aperta davanti agli altri dopo quello che ho passato ricordi?
Ma non so perchè, anche se con qualcun'altro ero di più "me stessa" con Lorenzo non riesco a mantenere quella calma che ho con gli altri.
No! Peggio. Mi sentivo più elettrica che mai oggi seduta accanto a lui, anche quando per un momento si è voltato per prendere il libro (con cui mi stavo coprendo di lato per evitare di dare più attenzione a lui che alle domande) e mi ha sfiorato solo per un attimo, che smbrava non finire più, era come se nel punto esatto dove le nostre mani si erano sfiorate adesso ardeva una fiamma.
Giuro, a ripensarci mi viene da tremare.
Vorrei essere un pò più audace ma quando è nei dintorni sono come stralunata dalla sua persona, anche Alessia se n'è accorta, ha fatto finta di niente ma ho notato come mi guardava per il resto della lezione.
Invece che star qui a lamentarmi vorrei tanto dirgli quello che sento, è strano quanto poco tempo mi ci è voluto per innamorami di lui, credevo non potesse più succedermi dopo di Antonio, ricordi com'ero distrutta allora?
Se ci ripenso ancora fa male, ma so che sono soltanto i ricordi che mi fanno questo effetto, ho smesso di amarlo molto tempo fa.
Sono passati ormai quasi due anni da quella sera.
Quella sera in cui mi è crollato il mondo addosso, quando quel litigio fu l'inizio di un estate pessima, la peggiore dei miei ormai quasi ventuno anni.
Vorrei tornare indietro soltanto per impedirmi di farmi così male, anche se a volte penso che è grazie a quel periodo se adesso sono più impulsiva, adesso non esito più davanti a una marea di gente che è venuta per vedermi suonare, non esito davanti alle persone sedute al bar intente a sorseggiare coca cola e ad ascoltarmi cantare.
Adesso sono un pò meno chiusa con la gente.
Quasi tutti.
Credevo di riuscire a sopportare un'altra ondata di emozioni come quelle che avevo provato tanto tempo fa soltanto perchè sapevo già di cosa si trattava, ma mi sbagliavo.
Solo con uno sguardo mi ha paralizzata dalla testa ai piedi, è riuscito a riattivare in me quei sentimenti che non ho provato per nessun'altro tranne Antonio.
Vorrei dirglielo, urlarlo al mondo intero, ma non ci riesco, potrei provare a scriverlo, ma sono sicura che non riuscirei mai a fargli avere quell'insignificante pezzetto di carta.
Sembra strano lo so, ma non so come spiegare questa cosa, un momento ero lì tutta allegra per la mia iscrizione alla scuola guida e il momento dopo mi sono vista catapultare dentro un vortice di emozioni.
Mi ha spiazzata solo con una parola, un ciao, una cosa che fa abitualmente che si è trasformata in qualcosa di unico.
Non ho altro che quel suo viso nella mente, quella sua voce mi sembra così familiare come se la conoscessi da anni, la riconoscerei tra mille.
Lo riconoscerei tra mille.
Non reggerei vederlo allontanarsi da me, ma credo che se continuo con questa insicurezza non saprò mai se ci fosse una piccola possibilità, un minuscolo raggio di speranza.
Beh, credo di averti annoiato un bel pò stasera con le mie lamentele adesso è meglio che vada a dormire, mi serve una bella dormita tu che dici?

La tua Vanessa.

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Capitolo 3
*** 3 quell'incidente che cambiò tutto ***


Erano passati quattro giorni dall'ultima volta che Vanessa aveva visto Lorenzo, era incredibile il modo in cui gli mancava la sua forte risata.
Era intenta a studiare per l'imminente esame all'università quando si rese conto che era tardi e che se doveva andare a casa di Aurora, una delle ragazze della sua band, per provare assieme al resto dei Kira's Angel i pezzi che avevano in programma per qualche sera dopo ad una gara molto sentita nella loro città, doveva fare in fretta per non arrivare in ritardo alle lezioni di scuola guida.
Mentre camminava verso la casa dell'amica, come al suo solito con le cuffie sparate al massimo, per una volta si stava scervellando su quale dei pezzi provati avrebbero dovuto portare alla gara quel sabato.
"Allora" diceva tra se e se "Kiss the rain non penso"
Camminava velocemente con in mano un foglietto scarabbocchiato con varie canzoni.
"Fireflies a me piace" la segna con una matita "però resta il problema dell'intro" era indecisa, voleva essere a suo agio su quel palco, e cantare a volte le dava qualche difficoltà, specialmente se c'era molta gente ad ascoltarla.
Arrivata a casa dell'amica andò nel garage dove facevano solitamente le prove.
"Hey ragazzi!" disse quasi urlando soffocata dal suono di una chitarra elettrica "ci sono novità?"
"Esattamente" disse Alex, il bassista.
Alex era un ragazzo alto molto più di Vanessa, con due occhi così azzurri da fare invidia al mare e dei capelli neri come l'ebano, il tutto completo con un carattere particolarmente giocoso e una corporatura atletica grazie alla sua seconda passione: il calcio, tempo prima avevano suonato assieme in uno dei concerti della propria scuola, e da allora avevano organizzato un gruppetto che si era rivelata un'assieme di talenti nati.
"Venga che le mostro la playlist madame" le disse sedendosi al computer.
"Voglio cantare Fireflies" disse Vanessa poco convinta "ma dobbiamo organizzare un intro diversa da quella originale"
"Si potrebbe fare" rispose Mirko, lui era il batterista e all'occorrenza cantante, lui era l'esatto contrario di Alex ma allo stesso tempo era un compagno di avventure perfetto.
Come del resto anche Alex, Aurora e Alice.
Erano una band da ormai quasi quattro anni, si erano conosciuti tutti per caso e da una semplice proposta erano nati i Kira's Angel, il bassista Alex, la tastierista e doppia voce Aurora, il batterista o cantante Mirko, la chitarrista e doppia voce Alice e Vanessa, a lei piaceva suonare due strumenti diversi quindi faceva a turno con Mirko alla batteria nelle canzoni che cantava lui e nelle canzoni che cantava lei a volte suonava anche la chitarra, erano in due le chitarriste, lei suonava quella elettrica invece Alice suonava sia quella elettrica che quella acustica.
"Non credo" era arrivata Alice, lei era anche la manager del gruppo "Fireflies è una tonalità maschile Vane" spiegava Alice mentre si affrettava a collegare all'amplificatore la propria chitarra "tu dovresti cantare una di quelle di Avril che abbiamo provato la settimana scorsa ricordi?"
"Si si ricordo" le dava ragione, infondo meglio andare sul sicuro, avrebbe lasciato cantare a Mirko fireflies magari.
"Bene" disse Mirko al resto del gruppo che si accingeva a cominciare le prove "i pezzi da suonare sono tre, due le canta Vane, e una io" mentre parlava gesticolava con le bacchette in mano, era un vizio che aveva anche Vanessa quando era nervosa, le facevano girare sempre tra le dita quasi come degli acrobati.
"Io opto per My happy ending allora" disse Vanessa mentre era già pronta davanti al microfono con la sua inseparabile chitarra.
"Okey, allora la prima è questa" disse Aurora segnandola nella piccola lavagnetta attaccata al muro dietro la batteria mentre sotto scriveva il numero due "Avanti l'altra proposta"
"Potreste fare Take me away" disse un ragazzino entrato nel garage con la bici, era il fratellino di Aurora, Dennis, a volte stava li ad ascoltare le prove dei ragazzi.
"Vero" quasi urlò Alice che stava accendendo proprio in quel momento il microfono "perchè non ci abbiamo pensato prima? Quella canzone è una bomba!"
"Già" disse Vanessa "ma l'assolo di chitarra?" era un pò incerta "a me non pare il caso di mettermi a saltare per tutto il palco però" stava ripensando a quando al concerto di fine anno durante il suo ultimo anno di liceo, la sua compagna di classe era caduta imitando i salti di un famoso chitarrista.
"Vabbè mica devi fare la pazza per forza" rispose svelto Dennis "ho visto come suoni quel pezzo. Secondo me andate sul sicuro"
"Aggiudicato disse Aurora aggiungendo anche Take me away alla lista nella lavagnetta "Manca la tua Mirko" si rivolge al batterista già seduto al suo posto.
"Io propongo A chi mi dice" si ritrovò a dire Vanessa sotto lo sguardo sorpeso di tutti "è da tanto che l'abbiamo suonata vero, ma a me sembra una bella canzone, e poi possiamo fare più stili non sempre le solite canzoni che portano tutti a questi eventi no?"
"Beh possiamo provare allora" disse allegramente Alex "Via con la musica!"
Provarono per tutto il pomeriggio fino a quando alle cinque Vanessa saltò su dal seggiolino della batteria correndo a prendere le sue cose.
"Emh raghii!" gridò "io devo scappare a scuola guida" usci correndo "CI VEDIAMO DOMANI MATTINA!"
Sbam!
"Ops" si sentì una voce molto familiare all'orecchio mentre apriva gli occhi dopo il volo a terra "Sei di fretta a quanto pare"
Era un pò stordita certo, ma non al punto di sentire le voci.
Infatti non l'aveva immaginato, Lorenzo. Era proprio li che le tendeva una mano per alzarsi.
"Scusa" farfugliò mentre allungava la mano "eh si, sono proprio di fretta"
"Beh, per un pezzo posso farti compagnia" gli rispose sorridendo lui "o ti disturbo?"
"No no!" disse imbarazata per il suo tono alto "vieni pure" gli sorrise
"Andiamo allora."
Si incamminarono l'uno di fianco all'altra, lei col cuore in gola, lui con un sorriso da far invidia alle stelle più belle.

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Capitolo 4
*** 4 tra una camminata e una telefonata ***


"Allora" disse Lorenzo mentre camminavano lungo la strada per andare alla scuola giuda "domani mattina?"
"Emh" disse Vanessa sulle spine "cosa domani mattina?"
"L'appuntamento con chiunque ci sia dentro il garage di casa Stelti" disse allegramente mentre prendeva il cellulare dalla tasca dei jeans.
"Ah, si. Quello" rispose lei sorpresa, a quanto pare l'aveva notata mentre urlava agli amici le prove dell'indomani mattina "niente, è solo che devo incontrarmi col mio gruppo"
Si sentiva stupida davanti a lui, come se in lei vedesse solo una ragazzina delle elementari tremendamente imbranata.
Voleva riacquistare un pò di sicurezza, infondo quella camminata insieme era solo un'innocente passeggiata tra due amici, era solo lei che la vedeva in un modo diverso? Aveva paura di fare una figuraccia di fronte a lui, ma soprattutto non voleva dover saltare metà delle lezioni solo perchè aveva frainteso il segno di un'amicizia mettendosi in ridicolo davanti a tutti.
Si era accorta appena che aveva risposto a una chiamata, e distinse chiaramente una voce femminile, 'ecco' pensò 'quanto sono cretina da uno a dieci?' mentre tra sè e sè faceva questo piccolo discorsetto sentì chiaramente la voce dall'altro lato del telefono dirgli parole un pò troppo da fidanzata gelosa.
"Cento!" disse prima di riuscire a trattenersi dall'urlare.
Lorenzo chiuse il cellulare con uno scatto accennando a malapena un saluto verso quest'ultimo.
"Emh cento?" disse a Vanessa curioso quanto spavetato dall'improvviso cambio d'umore di lei "cioè?"
Vanessa capì che si era avventurata in un discorso pericoloso se lui era nelle vicinanze quindi si affrettò a trovare una scusa velocissima che sperava reggesse il tempo di trovarne un'altra per cambiare strada.
"Eh?" disse fingendo di non averlo sentito
"Hai detto 'cento!' quasi urlando" rispose lui sempre curioso
"Ah si" gli disse Vanessa "stavo riflettendo su quanto mi verrebbe a costare far aggiustare la mia batteria"
"Batteria?" disse sollevato Lorenzo "suoni?"
"Si si" gli sorrise grata a se stessa per essere riuscita ad allontanarlo dal capire cosa stesse pensando "da piccola ho imparato a suonare la batteria e la chitarra"
"Wow, bello. Mi piacerebbe sentirti suonare" le disse "a me piace la musica però non so ne cantare ne suonare. Diciamo che mi limito ad ascoltare"
Lorenzo le sorrise anche se era un pò imbarazzato, non sapeva se avesse sentito Giusy, la sua ragazza, urlare per tre quarti della telefonata, stavano insieme da molto tempo ormai, però da qualche tempo le cose tra di loro non stavano andando lisce come l'olio, al contrario, ogni cosa era argomento di liti e discussioni, persino su questa povera ragazza che non ha fatto niente di male ha avuto qualcosa da ridire, e per questo le ha chiuso la chiamata in faccia, così impara a prendersela con gli altri, fino a quando se la prendeva con lui, non gli interessava, sapeva com'era fatta, però ultimamente sembrava avercela col mondo intero.
"Beh, io non ho problemi" gli rispose Vanessa "però devo chiedere al resto del gruppo se per loro va bene avere qualche 'spettatore' alle prove"
Vanessa non aveva il coraggio di dirgi che di li a qualche giorno avrebbe partecipato alla gara, sapeva che se l'avesse visto avrebbe perso la concentrazione davanti ad un pubblico immenso ma soprattutto davanti ai giudici di gara.
"Vabbè magari se accettano poi mi fai sapere" disse Lorenzo mentre controllava l'orologio "adesso mi sa che sei arrivata" disse con un sorrisetto
Vanessa non si era nemmeno accorta che l'aveva accompagnata fino alla scuola giuda.
"Oh ma non dovevi per forza venire fin qui solo per farmi compagnia" gli disse.
"Tranquilla non ho perso tempo" le sorrise "mi ha fatto piacere fare quattro passi insieme"
Così dicendo si allontanò salutandola e lei entrò spedita salutando Rita e andando verso Anna, l'istruttrice che insegnava dal lunedì al giovedì, e la saluto allegramente, le piaceva quella donna, aveva quel'aspetto materno che le ispirava fiducia, aveva subito legato molto con lei.
"Ciao Vanessa" disse la donna mentre si alzava dalla scrivania e si dirigevano assieme verso le scale "giusto in tempo oggi eh!"
"Si si" disse Vanessa "me la sono presa comonda" sorrideva, le veniva d'istinto essere allegra durante le lezioni con Anna.
Andarono nell'aula del loro corso dove già c'erano altri ragazzi ad aspettare e fecero lezione tra una risata e una chiacchiera e infine Anna diede loro delle schede da fare per vedere cos'avevano capito della lezione precedente.
Vanessa fece soltanto un errore, solitamente ne faceva o due o niente, stava sempre attenta, le piaceva sentire parlare la gente e apprendeva subito le cose a cui era interessata, però per riuscire a superare i quiz dell'esame non bastava.
Avrebbe dovuto fare sempre zero errori per andare sul sicuro e affrontare l'esame.
Quella serà tra una materia e l'altra entrò su uno dei social network che erano di moda in quel momento e trovò soltanto una notifica:
Lorenzo Bernardi vuole essere tuo amico avete 2 amici in comune.

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Capitolo 5
*** 5 Alice, al momento sbagliato! ***


Quella mattina tutto il gruppo era agitatissimo, mancavano poco più di dodici ore alla loro esibizione e ancora c'erano delle parti che non piacevano loro.
Ad aumentare la tensione c'era un altro fattore: Lorenzo era passato ad assistere alle prove, dopo la chiacchierata di qualche giorno prima in chat aveva deciso di passare quel sabato mattina dal garage dei Kira's Angel per un saluto prima di recarsi alla scuola guida.
Quindi Vanessa, che già era nervosa di suo perchè s'era rotta una corda della sua chitarra, era doppiamente occupata a tentar di non fare figuracce davanti a Lorenzo.
"Ciao ragazzi" disse Lorenzo entrando nel garage, quel giorno era particolarmente inqueto per una discussione avuta circa un ora prima con Giusy.
"Ciao" salutarono i quattro presenti in coro mentre discutevano su come fare con la chitarra rotta.
Al momento nessuno di loro poteva andare a farla sostituire.
"Vi ho beccati in un brutto momento mi sa" disse Lorenzo ascoltando i loro problemi "ma, magari potrei esservi d'aiuto, posso andare io al negozio di articoli musicali per la corda della chitarra"
"Ottima idea!" disse Alex mentre si alzava per accordare il suo basso.
Alice era appena entrata e senza togliersi il giubbotto si rivolse a Lorenzo agitata come gli altri, era stata avvertita poco prima del danno alla chitarra di Vanessa.
"Vado io ad aggiustarla" disse prendendo la custodia fucsia con gli stemmi dei vari gruppi rock che aveva attaccato Vanessa qualche anno prima.
"E' uguale" rispose Lorenzo "per me non ci sono problemi ad andare"
"No, no" disse Alice "Vane, tu devi provare My happy ending no?"
"Esattamente, però ho bisogno della chitarra"
"Usa la mia" rispose Alice "io intanto corro ad aggiustare questa" disse mostrando la chitarra di Vanessa.
Vanessa prese l'altra chitarra e allungò la cintura, Alice era più bassa di lei, e la collegò all'amplificatore fece per suonarla, non era la sua ma meglio di niente.
"Bene" disse mentre Alice usciva dal garage e Lorenzo di sedeva su una delle sedie disposte vicino la parete "si comincia"

Mentre i ragazzi cominciavano a suonare Lorenzo li osservava colpito dalla loro bravura, non era certo un esperto ma capiva quanto amore ci mettessero nelle loro canzoni, si soffermò per quasi tutto il tempo  su Vanessa, l'aveva notata subito, dal primo giorno che s'era iscritta alla sua scuola guida, sarà stato il fatto che si sentiva fuori luogo, che si capiva un miglio lontano che era timida, ma qualcosa in lei lo avevasubito attirato, gli piaceva il modo in cui si esponeva agli altri, sembrava una di quelle ragazze dei libri per adolescenti, la ragazza che all'inizio era invisibile, tutta casa e scuola, che se ne stava sempre in disparte, e alla fine si rivelava una ragazza in gamba e tutti la adoravano, per la sua intelligenza, il carattere, era una ragazza, a quanto aveva capito, che non si apriva facilmente a tutti, aveva la sua cerchia di amici e stop, ci metteva un sacco di tempo a diventare amica con qualcuno, qualcosa probabilmente l'aveva segnata, ma non poteva di certo sapere cosa.
Si era ritrovato notte e giorno ad attimi di pensieri rivolti a lei, 'cosa starà facendo? Chissà se pensa alle lezioni di questi giorni? Le starò simpatico?'
Intanto, il gruppo aveva cambiato canzone, la prima era perfetta a parere di Lorenzo, gli piaceva la sua voce, e anche il modo in cui suonava la chitarra, sembrava fatta apposta per quell'ambiente.

Le prime note di Take me away risuonarono nel garage e Vanessa cominciò a cantare
"Get up. Get out.
Move on, move on. There's no doubt.
I'm all wrong. You're right.
It's all the same with you.
I'm too thin, too fat.
You ask why, so
why, so why, so why, so why?"
Vanessa cantava senza il testo davanti, doveva cominciare a ricordare le canzoni, non poteva trascinarsi sul palco quei fogli.
Mentre cantava cercava di non guardare verso Lorenzo anche se si sentiva inevitabilmente il suo sguardo addosso, 'chissà a cosa pensa? Gli piacerà la nostra musica?'
La canzone continuava mentre Vanessa si esibiva nel suo assolo di chitarra sotto lo sguardo stupito di Lorenzo che, a quanto pare, non se l'era aspettato.
"Don't wanna grow up.
I wanna get out.
Hey, take me away.
I wanna shout out.
Take me away, away, away, away.
Away"
Conclusero anche quella canzone per la terza volta, ne mancava una da provare e infine di nuovo tutte e tre di fila solo col piccolo stacco di chitarra di Alice per permettere a Vanessa e Mirko di scambiarsi i posti.
"Bene" disse Aurora terminando Take me away "adesso aspettiamo Alice mi sa"
"Siete mitici ragazzi" disse Lorenzo applaudendo.
"Thank you" disse Alex "ma, dov'è Ali? Chi la chiama?"
"La chiamo io disse Mirko" e si allontanò col cellulare in mano.
Erano già passati tre quarti d'ora e ancora non era tornata.
Lorenzo si avvicinò a Vanessa e le sorrise dicendo
"Sei un genio lo sai?"
Vanessa si guardava i piedi terrorizzata da una possibile figuraccia in agguato, ma piano piano prese coraggio e gli sorrise cercando di non diventare come la felpa della duff che aveva addosso in quel momento.
"Grazie" gli sorrise "anche se non mi sento di certo Avril Lavigne" scherzò.
Molte volte pensava che avrebbe voluto assomigliarle, era una delle sue cantanti preferite.
"Sei Vanessa Lacone" le rispose "e questo basta"

Le si stava avvicinando lentamente, aveva deciso di scoprire se provava qualcosa per lui, con la speranza che anche lei pensasse le stesse cose che lui pensava di lei voleva rischiare. Anche se c'erano i suoi amici, se sarebbe andata male peggio per lui, se invece no avrebbe ringrazioato il cielo per quel coraggio di farsi avanti così.

"Hey!"
Sussultarono entrambi, che ormai erano così vicini da stare per baciarsi.
"Sono tornata" disse Alice mentre entrava nel garage con in mano la chitarra di Vanessa.
"Possiamo riprendere le prove quindi" disse Alex e tutti tornarono ai propri posti.

Gli era andata male, ma si era ripromesso che le avrebbe detto quello che provava, ma prima c'era una cosa che doveva fare.
'Dobbiamo parlare' premette invio e aspettò la risposa di Giusy.

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Capitolo 6
*** 6 Lorenzo-che la fine abbia inizio ***


Lorenzo era tornato a casa poco dopo l'invio di quel messaggio a Giusy, era deciso a dirle chiaramente tutto quello che stava pensando, secondo lui non valeva più la pena di stare insieme se ogni due parole tre erano paroloni senza senso rivolti a chicchessia.
Era appena arrivato quando lei aveva risposto.
'Di cosa?'
A quanto pare lei non credeva che quella relazione stesse barcollando verso la fine.
Avrebbe dovuto pensarci molto prima di cominciare a comportarsi come un segugio, se avrebbe voluto continuare a stare insieme, senza cercare di impedire a Lorenzo anche di vedere gli amici più stretti solo per la sua gelosia.
'Di noi due' le rispose senza pensarci due volte, rivoleva la sua libertà e la sua vita, indipendentemente dal fatto che provava qualcosa per Vanessa, quella era un altra storia che Giusy non avrebbe dovuto sentire, conoscendola avrebbe fatto scoppiare la terza guerra mondiale contro quella ragazza.
'Dove sei?' gli aveva risposto appena dopo l'invio del suo ultimo messaggio, era agitata.
'A casa, vediamoci tra dieci minuti all'affaccio' premette invio e si mise il giubbotto dirigendosi verso la cucina dove sua madre stava preparando il pranzo, aveva poco più di un ora disponibile prima della chiamata della madre.
"Mamma" disse avvicinandosi a lei dandole un bacio sulla guancia "io esco un attimo, ti serve qualcosa?"
La signora Bernardi si volto a sorridere al figlio, la somiglianza tra di loro era sorprendente, Lorenzo era la sua versione maschile e ringiovanita.
"No tranquillo" rispose "vai pure, però non tornare tardi"
Lorenzo uscì e si diresse verso la sua auto posteggiata poco più lontano dall'ingresso di casa sua, era una peugeot 107 grigia, salì e andò all'affaccio per incontrare Giusy.

Giusy intanto era ancora a casa sua, abitava circa a 100 metri dall'affaccio quindi poteva prepararsi con calma sapendo che Lorenzo ci avrebbe messo un pò ad arrivare, abitava al centro della città, anche se fosse andato in auto ci avrebbe messo dieci minuti solo per arrivare senza contare il tempo di vestirsi e uscire.
"Prega Iddio che non mi dica niente di brutto" diceva tra se e se mentre buttava all'aria mezzo armadio per trovare i suoi jeans preferiti "giuro che se centra quella li, la strangolo!".
Non ne voleva sapere di una possibile rottura, era impossibile secondo lei lasciarsi dopo tutti quegli anni passati insieme, lei già pensava ad un imminente proposta di matrimonio alle porte.
Non voleva che andasse tutto in frantumi.

Arrivato, Lorenzo rimase seduto in macchina ad aspettare l'arrivo di Giusy, come sempre in ritardo, all'inizio gli era piaciuto il fatto di dover aspettare per vederla, ma dopo un pò ha cominciato ad infastdirsi.
Lui era sempre puntuale a qualsiasi evento o uscita avesse partecipato.
'Eccola' pensò mentre la intravedeva pochi metri più avanti 'bene, che la fine abbia inizio'
Scese dall'auto e le si avvicinò, lei gli si avvicinò per baciarlo ma lui si ritrasse e di sedette su muretto.
"Ascolta" cominciò "ho bisogno di un pò di tempo da passare con me stesso"
"Ma.."
"No! Ascolta, non mi interrompere"
Un'altra cosa che non sopportava era essere interrotto mentre parlava.
"E' da un bel pò ormai che mi ritrovo a litigare con te per ogni minimo mio passo, sono stufo di sentirmi urlare contro per qualsiasi mio atteggiamento. Sono stufo di te."
Giusy, da quando avrebbe voluto dire un sacco di cose si zittì fissandolo piena di rabbia.
"Centra quella con cui eri mercoledì vero?" disse con un filo di voce "quella della scuola guida"
Lorenzo si sentì preso con le mani nel sacco ma non voleva mettere in mezzo nessuno tantomeno Vanessa, che non centrava assolutamente niente con lei.
"Adesso che centra lei?" disse alterandosi ma senza scomporsi per non attirare l'attenzione dei passanti "che colpa ne ha quella ragazza? Solo perchè segue le mie lezioni a scuola guida?"
"ME L'HA DETTO ALESSIA COME TI GUARDA!" urlò Giusy al limite della rabbia mentre Lorenzo cercava di farle abbassare il tono "LO SO CHE QUELLA STRAVEDE PER TE! E SONO PIU' CHE SICURA CHE SE NON FOSSE PER QUELLA SGUALDRINA NON DIRESTI QUELLO CHE HAI APPENA DETTO" era stremata da tutto quell'urlare ma la rabbia invece che diminuire aumentava.
"Siamo in mezzo alla strada ti ricordo" disse Lorenzo "se non vuoi abbassare il tono finiamola qui e punto"
"La finiamo qui un cavolo" disse lei abbassando un pò la voce ma risultando lo stesso arrabbiatissima
"Io te l'ho detto, non mi sta più bene essere sempre a tua disposizione e sentirmi ringraziare con parole e gesti scontrosi, a prescidere da chi frequenta o non frequenta la mia scuola guida" detto questo incrociò le braccia in attesa.
"Bene" disse rossa di rabbia Giusy "ma giuro su qualsiasi cosa si possa giurare che se so che tutto questo sta succedendo per quella" ne era convinta ma doveva avere le prove per litigarci per bene "si può scavare la fossa con le sue mani"
"Lascia in pace la gente Giusy!" si irritò Lorenzo "non puoi addossare le tue colpe sugli altri, è ora che tu cresca!"
Fece per allontanarsi ma lo prese per la cintura del giubotto costringendolo a girarsi.
Non fece nemmeno in tempo a girarsi del tutto che gli arrivò uno schiaffo così forte che lo fece barcollare.
"Ahi!" disse massaggiandosi la guancia mentre lei con passo veloce se ne andava borbottando frasi d'odio contro Vanessa "poteva andarmi peggio"
Salì in macchina e si diresse verso casa sua.

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Capitolo 7
*** 7 La vendetta di Giusy ***


Le tre meno venti.
'sono estremamente in ritardo' pensò Vanessa mentre si vestiva alla svelta ancora con i capelli bagnati dalla doccia che aveva fatto pochi minuti prima, si stava preparando per la sera e ovviamente prima doveva andare alla lezione a scuola guida.
"Speriamo che Lorenzo non la tiri per le lunghe" bisbigliò mentre indossava una delle tante felpe tutte buttate sul letto per la scelta, solitamente era strafelice di vederlo ma quel giorno era particolare, alle otto in punto avrebbe dovuto essere sul palco a provare gli strumenti per la gara.
Mentre correva verso il suo scooter blu elettrico ripensò a quella mattinata così strana, aveva creduto di stare per essere baciata da Lorenzo o era solo frutto della sua immaginaione? Avrebbe voluto avere la certezza che non si fosse sbagliata, ma non poteva commettere lo sbaglio di credere a cose che solo lei vedeva.
"Ha detto che sono Vanessa e questo basta" diceva mentre infilava il casco e faceva partire la moto "che cosa vorrà dire?"
"Chiediglielo" si sentì dire dietro le spalle.
La sorella di Vanessa, Nadia sbucò dietro di lei e le sorrise, le due sorelle erano inseparabili, avevano quattro anni di differenza ma per loro non contavano, facevano qualunque cosa insieme, si confidavano tutto e molte volte l'una nascondeva le malefatte dell'altra.
Vanessa solo con altre due persone era così, una era Kira, da cui deriva anche il nome della band, e l'altra è Aurora, insieme loro tre erano il gruppetto più conosciuto della piazza della loro città, cresciute su quella piazza, estate e inverno a ridere con tutti e scherzare, giocando a pallone attirando così i rimproveri dei vecchietti che le sentivano giocare tutti i pomeriggi.
Tempo prima il gruppetto era composto da altre persone, ma quelle inseparabili sono rimaste sempre loro tre, gli altri andavano e venivano ma Vanessa, Kira e Aurora rimanevano sempre, anche dopo quell'orribile giorno in cui il destino decise di portarsi via una di loro, la più allegra, la più spensierata, e anche la più saggia di tutte loro.
"Si vabbè" rispose Vanessa alla sorella "facile a dirsi" la sorella stava uscendo anch'essa con la bici, facevano a turno con la moto fin quando Vanessa l'avesse totalmente deduta alla sorella minore.
"Comunque" disse "sono in ritardo, ci vediamo stasera ciao" e uscì dal garage di casa Lacone.

Intanto Giusy era intenta a cercare notizie su di Vanessa assieme alla sua amica Alessia, la ragazza della scuola guida che credeve che a Vanessa interessasse Lorenzo.
"Troviamola su Facebook!" stava dicendo Alessia mentre erano entrambe sedute sul tappeto della camera di Giusy con il portatile sulle ginocchia.
"Non so come va di cognome, e se non è iscritta?" stava dicendo Giusy mentre digitava il nome del sito su google.
"Io lo so" rispose svelta Alessia "scrivi" dettò il nome della ragazza e guardarono tra i risulati "Eccola!" esclamò Alessia "quella con la felpa rossa è lei!"
"Vista" disse Giusy entrando sul suo profilo "ma ha la privacy, se non siamo amici non possiamo vedere niente!" disse innervosendosi.
"Claudio se non erro ce l'ha tra gli amici" disse Alessia,metre si alzava per prendere il cellulare "lo chiamo aspetta"

"Ciao Vanessa" disse Sofia mentre Vanessa scendeva dalla moto e metteva il casco sotto la sella e le chiavi nella tasca del giubbotto
"Ciao Sof!" disse Vanessa sorridendole, si vedevano una volta a settimana ma erano andate subito molto d'accordo
"Entriamo dai" disse Sofia prendendola sottobraccio.
Fecero lezione assieme ad altre due ragazze e un ragazzo che si era iscritto il giorno prima e il tempo volò tra segnali e domande sulle corsie che sembravano non finire mai.
Alle cinque in punto si salutarono ed uscirono dall'aula tutti insieme e Vanessa scappò verso la sua moto per non perdere nemmeno un 'attimo non si accorse nemmeno che Lorenzo la sorpassò con la sua macchina tant'era immersa nei suoi pensieri.

"Nemmeno mi ha visto da quant'è soprapensiero" mormorò Lorenzo mentre chiudeva la porta di casa salendo le scale per andare in camera sua per studiare, andava alla facoltà di giurisprudenza da cinque anni, gli mancava pochissimo alla laurea, poi avrebbe smesso di andare avanti e indietro tra la sua città e la città universitaria a 45 kilometri da casa sua, non gli piaceva vivere lontano da casa quindi spesso viaggiava.
Si sedette alla scrivania e prese uno del voluminosi libri che stavano in un angolo vicino al computer, e si mise a leggere.
Si sentì un leggero beep e lo schermo del suo cellulare si accese mostrando un nuovo sms in arrivo, il numero era sconosciuto,
'stasera alle ventuno in punto si terrà una gara tra gruppi rock, non dovresti perdetela, ci sarà da divertirsi, è alle scalinate' lesse il messaggio più volte, non aveva idea di chi fosse, non conosceva nessuno a parte il gruppo dei Kira's Angel e loro non avrebbero potuto essere di sicuro.
Non rispose, si rimise a studiare, passò un altra mezz'ora mentre lentamente il cielo scuriva dietro le tende della sua finestra.
"Ho deciso ci vado" disse chiudendo il libro e scendendo in salotto per informare la madre.

"Dai dai!" disse Vanessa dietro la porta del bagno di casa Lacone
"Ho quasi finito!" urlò dall'altro lato della porta Federico, il fratello di Vanessa, lui aveva quattordici anni ed era il più piccolo dei quattro figli dei signori Lacone, il più grande era Andrea e aveva ventisette anni, lui viveva a Barcellona e insieme ad alcuni amici gestiva un locale.
"Sbrigati Fede!" gridava Vanessa, erano le sette e ancora doveva vestirsi, stava aspettando gocciolante che il fratello le ridasse il phon che le aveva fregato dalla sua camera mentre lei era nella doccia.
"Ma non puoi farti riccia?" disse Nadia, lei era già pronta per uscire
"Ho finito la mousse" rispose Vanessa "e poi lo stesso mi serve il phon"
"Usa la mia" Nadia andò nella sua camera e le porse la schiuma mentre entravano nella camera di Vanessa.
Si sistemò i capelli e uscirono di corsa tutte e due, Federico le avrebbe raggiunte dopo assieme ad alcuni amici.
Arrivate nella piccola piazza dov'era allestito il palco Vanessa si fiondò verso le scale e le salì due per volta per arrivare dove il suo gruppo discuteva animatamente.
"Che succede?" disse col fiatone per la corsa appena fatta
"Si è aggiunto un gruppo all'ultimo momento" disse Alex mentre Aurora tentava di calmarlo
"Suoneranno prima di noi" stava spiegando Alice "loro, poi i the mystery machine e poi toccherà a noi"
"ma chi sono questi?" domandò Vanessa confusa "da dove escono fuori?"
"Si fanno chiamare i MusicBar. Ma che diavolo di nome è?" disse Mirko mentre faceva girare velocemente le bacchette tra le dita, era nervoso.
"Boh, so solo che una di loro, la cantante è la nipote di uno dei giudici" disse Aurora "non abbiamo speranze, se li saranno di certo comprati!"
"Bando a ciance" disse Vanessa "i iudici sono dieci, non vinceranno di certo per uno!"
La gara iniziò e una ad una passarono le band in scaletta ed arrivò il turno dei MusicBar.
"Signore e signori ecco a voi i MusicBar" stava dicendo il presentatore mentre cinque ragazzi salivano sul palco, Vanessa non si accorse che tra di loro c'era Alessia Sardi, la ragazza che andava a scuola guida con lei.
Il gruppo cominciò a suonare, passata la prima canzone, toccò alla seconda e così la terza.
Al primo accordo della loro ultima canzone i Kira's Angel sobbalzarono all'unisono. Era Take me away, la loro canzone, non era possibie portare due canzoni uguali a quella competizione. Vanessa si guardò intorno, tra il pubblico come aveva pensato c'era Lorenzo, con la sua stessa faccia terrorizzata, gli si avvicinò mentre risuonavano gli accordi che lei tanto accuratamente aveva memorizzato in quei giorni.
"Come stai?" stava dicendo Lorenzo mentre si allontanavano verso gli amici di Lei che la aspettavano più tesi che mai.
Giusy da dietro il suo microfono non se ne accorse.
"Sono confusa, non posso fare dinuovo questa canzone" rispose Vanessa "che facciamo ragazzi?"
"Non so Vane" disse Aurora "Siamo in trappola, non ho idee"
All'improvviso in Vanessa si accese un idea, prese il cellulare e spinse il gruppo dentro la biblioteca li vicina, aperta per la serata.
"Ho un idea!" disse scorrendo nella playlist delle sue canzoni e mettendo Big fan degli Stiff Dylans
"basta solo alzarla di due toni ed è perfetta!" disse Alex "ma la canterai tu no?"
"Ovviamente!" disse Vanessa e si diressero verso il palco mentre l'altra band cominciava con la sua prima canzone.


angolo autore:
raga... chi mi fa sapere a chi piace e a chi no?
è una storia un pò piena di intrighi secondo me, ma la scelta spetta a voi..
con la speranza che il vostro interesse sia sempre presente.
V.

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Capitolo 8
*** 8 Vane speranze e baci sotto le stelle ***


Arrivato il loro turno i Kira's Angel salirono sul palco e Mirko andò al microfono mentre il presentatore annunciava le canzoni e lo avvertì del cambio.
"Bene" disse l'uomo "Allora, loro sono i Kira's Angel e suoneranno per noi My happy ending, A chi mi dice, e al posto di Take me away una canzone appena decisa quindi sarà un improvvisata, Big fan! Buon ascolto, a tra poco" passò il microfono a Mirko e si allontanò.
"Buonasera Ragazzi!" disse Mirko il pubblico cominciò ad applaudire mentre Vanessa cominciò a dare il tempo per permettere a Aurora di cominciare.
Mentre Mirko cominciava a cantare Vanessa diede un'occhiata verso la scalinata e vide la cantante dei MusicBar che la guardava storto 'chissà che diavolo vuole' pensò e cominciò il suo pezzo mentre Mirko cominciava il ritornello.
"A chi mi dice, che tornerai
non credo oramai.
A chi ti dice, che sto
male pensandoti, tu sorridi
voltandoti verso lui"
Cassa, charleston, rullante, qualche colpo sul timpano e via continuando verso l'assolo di Aurora e poi di Alice.
"Sorriderai, nulla ha più
senso ora no, e girerò le città
ma non ti scorderò
oooh"
Finita la canzone Vanessa e Mirko si scambiarono di posto mentre Alice Si esibiva in un assolo spettacolare tra gli applausi del pubblico 'speriamo nel bene pensò Vanessa e prese il microfono.
My happy ending cominciò e tutti a cantare assieme a Vanessa, era stupendo secondo lei quando il pubblico era tanto coinvolto dalla sua musica, si sentiva benissimo a sapere che gli altri apprezzavano quello che lei cantava.
"You were everything, everything that I wanted
We were meant to be, supposed to be, but we lost it
All of the memories, so close to me, just fade away
All this time you were pretending
So much for my happy ending"
Vanessa rivolse il microfono verso il pubblico che cantò.
"oh oh, oh oh, oh oh, oh oh
Oh oh, oh oh"
Conclusero anche questa e Alice si esibì in un altro assolo, stavolta più corto, per dare il tempo a Vanessa di prendere da terra la propria chitarra.
Appena Vanessa fu pronta Alice cedette a lei il posto e Vanessa cominciò a suonare le prime note di Big fan mentre tutti i ragazzi in prima fila saltavano assieme a lei.
"Loose in a most peculiar dream
Selling everything for free
It’s you, It’s you, It’s you
Loose in a most peculiar dream
Selling anything for free
It’s you, It’s you, It’s you
It’s you, It’s you"
Erano quasi alla fine della canzone quando ci fu l'assolo di chitarra elettrica di Vanessa, si fece coraggio e si esibì in un assolo che aveva provato poco tempo prima nella sua camera tra gli applausi dei fratelli minori.
Finita la canzone i ragazzi continuarono con un altro giro di strumenti mentre Vanessa li presentava.
"Alla batteria, Mirko Benassi! Alla tastiera, Aurora Stelti! Alla chitarra, Alice Mattia, Al basso Alex Minasi! Alla voce, Vanessa Lacone!"
Il pubblico urlava ad ogni nome.
Tra gli applausi i ragazzi fecero un inchino e uscirono di scena mentre il presentatore tornava ad annunciare l'ultima band in programma, Vanessa si guardò intorno in cerca di Lorenzo ma non lo vide, tornò a festeggiare assieme agli amici prima di tornare sul palco per il risultato della gara.

Lorenzo stava per avvicinarsi al gruppo quando qualcuno si mise davanti, Giusy assieme ad Alessia e Jessica, la ragazza che era alla chitarra.
"Lo sapevo che saresti venuto" disse "infondo volevi vedermi ancora lo so"
"Si come no" disse Lorenzo senza dar traccia di voler andare dal gruppo dietro di loro
"Siamo stati noi a mandarti l'sms" disse Jessica "quindi sei venuto grazie a Giusy"
"Non sono affari che vi riguardano i motivi che mi hanno spinto a rimanere anche dopo aver visto che specie di gente ha cantato Take me away!" disse quasi urlando un pò per il caos intorno un pò per rabbia "quindi adesso me ne vado e non provate più a rompermi le scatole" se ne andò verso il piccolo bar vicino la piazza e appena vide la sua ex andare verso il palco fece il giro dalla strada opposta e aspettò in cima alle scale dove c'erano le auto e la moto dei Kira's Angel, fortunatamente Giusy non aveva parcheggiato nei dintorni.

"Bene" disse il presentatore "partiamo dal terzo posto, i terzi classificati sono"
Il pubblico fece un coro di 'oooh'
"I MusicBar" disse l'uomo e  Giusy e i suoi amici salirono sul palco a ritirate la coppa e gli applausi, la ragazza era ancora furiosa per essere stata scaricata due volte nel giro di un giorno.
"Al secondo posto abbiamo.."
Un altro coro di 'ooh'
"I The Kira's Angel!"
Il pubblico stavota urlò e applaudì più forte e i ragazzi salirono sul palco anch'essi e presero la coppa per poi fare un inchino verso il pubblico.
"E al pirimo posto" disse l'uomo "Rullo di tamburi prego: i FuriesBoy!"
Applausi. Urla. Ringraziamenti. E tutti diretti verso le proprie auto o moto.
"Bravi" disse Lorenzo che stava seduto sulla moto di Vanessa ad aspettare.
"Grazie" risposero in coro i cinque. Chiacchierarono per un pò dopo aver riposto i loro strumenti nelle auto e se ne andarono lasciando Vanessa sola con Lorenzo, da lontano Nadia aveva visto e aveva deciso di farsi una passeggiata fino a casa inviando alla sorella un sms per dirle di non aspettarla.
"Non te l'ho chiesto prima ma..Come mai sei venuto? Non sapevo ti piacessero certi eventi" disse Vanessa seduta sul muretto della scala
"Una soffiata" rispose Lorenzo con un sorriso "non sapevo che ci foste voi veramente"
"Ah, vabbè quindi è una coincidenza" gli sorrise di rimando
"Già" disse Lorenzo e le si avvicinò piano "era destino che dovessi venire"
Stavolta non c'era nessuno ad interromperli, la baciò per un tempo che sembrava non finisse più.
Vanessa non se l'era aspettato, quindi anche lui provava qualcosa? Gli restituì il bacio senza esitare felice più di prima di aver scelto proprio quella scuola guida tra le tante presenti nella sua città.
Si separarono dopo qualche minuto e si sorrisero.
"E' da un pò che volevo farlo" disse Lorenzo "diciamo dal secondo nostro incontro, il primo è stato troppo breve, lo scervellamento è arrivato dopo"
"Ssh!" disse Vanessa "è la stessa cosa che stavo pensando"
Risero e si baciarono per un altro pò di tempo, alternado qualche chiacchiera a piccoli baci finchè non si resero conto che era tardissimo, quasi l'una del mattino, ormai in giro non c'era più nessuno, e tra l'altro si moriva di freddo.
"Ti accompagno" disse Vanessa mentre prendeva il casco di riserva dentro la sella del suo scooter "non mi pare il caso di passeggiare per queste vie a quest'ora"
Salirono e Lorenzo le spiegò dove abitava, poco più lontano dell'amica Aurora.
"Allora buona notte" disse Lorenzo a bassa voce
"Buona notte" gli sorrise Vanessa e partì verso casa sua.
Quella sera sarebbe stata difficile da scordare.

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Capitolo 9
*** 9 Vecchi ricordi di un'amicizia speciale ***


Era passato qualche giorno da quella sera in cui Lorenzo aveva baciato Vanessa, si erano sentiti con degli sms ma non avevano avuto nemmeno un minuto libero per vedersi, solo il giorno dopo il concerto, domenica mattina, si erano dati appuntamento alla fine della messa e avevano passeggiato per tutto il lungomare parlando di qualunque cosa.

"Vane" disse Aurora mentre entrava nella sua camera "che c'è?"
"Niente" disse Vanessa.
Era seduta a terra con le spalle contro il letto e aveva il libro di geometria analitica sulle ginocchia anche se non gli stava prestando la minima attenzione, i suoi pensieri vagavano da un bel pò nel passato.
Stava pensando a tutti i momenti passati assieme ad Aurora e Kira, le mancava quest'ultima come se gli mancasse l'aria, da qualche tempo a quella parte non riusciva a fare a meno di pensare che il suo unico desiderio fosse quello di poter tornare ai giorni passati assieme a lei.
Era come se le avessero strappato via una parte essenziale di lei, le mancava, e nemmeno lei sapeva quanto.
"Lo so che c'è qualcosa" Aurora si sedette al suo fianco abbracciandola "sono o non sono tua moglie?"
Era da molto che si erano battezzate come 'mogli' entrambe a segno della loro amicizia indistruttibile.
"Hai ragione Rora" le rispose Vanessa abbracciandola di rimando "è che mi manca Lei"
"Ti capisco, anche a me manca un casino in questi tempi" Aurora era l'unica con cui parlava di questo argomento, nemmeno Nadia ne era mai al corrente "crescere è una fregatura!"
"Già" sospirò Vanessa "è brutto sapere che ci sono momenti che non rivivremo più"
"Dobbiamo pensare positivo Và!" le disse "pensa che noi ci saremo sempre l'una per l'altra, che non ci dividerà mai nessuno. Infondo nemmeno Antonio c'è riuscito no? Mesi senza sentirci ma alla fine ci siamo ritrovate subito, anche se dovremmo sentirci di nascosto come abbiamo già fatto. Sorelle per sempre ricordi? Noi siamo i tre moschettieri! Io tu e Kira! Anche se non la vediamo è sempre vicina a noi."
Aurora si alzò tendendo la mano a Vanessa che la afferrò alzandosi, si abbracciarono e mano nella mano uscirono dalla camera di Vanessa.
"Guarda chi si vede" Andrea spuntò dalla porta della camera che divideva con Federico da quando Nadia si era impossessata della sua.
"Il mio fratellone spagnolo" disse Vanessa sorridendo "quando sei tornato?"
"Ciao Andrea!" disse Aurora salutandolo
"Quando voi eravate in camera a scambiarvi segni d'affetto coniugali" disse Andrea ridendo "non lo sapevo che vi foste sposate ahahah"
Andrea si era sempre divertito a stuzzicare le due amiche, quando ancora viveva li aveva confidato a Vanessa che le piaceva Aurora ma in quel periodo non era proprio il caso di farsi avanti, a meno che non voleva far scoppiare una guerra contro Angelo, che a quei tempi era il suo ragazzo.
"Sempre il solito eh" disse Aurora mentre rideva "che c'è non ti piacerebbe avere una cognata come me?"
"Assolutamente" rispose Andrea "anche se al momento devo salutarvi, ho qualcosina da fare bye!" se ne andò lasciando le due amiche a scamiarsi uno sguardo complice mentre scendevano in garage e prendere la moto.
Andarono nella piazza dove da ragazzine giocavano a pallone e si sedettero sullo scivolo dove altre centinaia di volte si erano rifugiate per sfuggire al caos intorno a loro.
"Quanti ricordi questa giostra" disse Aurora mentre si sistemava con le gambe penzoloni sullo scivolo "ti ricordi tutti i palloni che abbiamo perso su quel tetto?"
"Già" rispose Vanessa, seduta con le gambe incriciate e la schiena verso la parete della giostra "Quando pioveva e noi ci intrufolavamo sempre qua dentro, e quando siamo entrate in cinque?"
"Sembravamo i mattoncini di tetris per come eravamo messe"
Risero insieme del ricordo delle molte avventure vissute molti anni prima che le loro vite diventassero così complicate, era da tanto che non ridevano così.
Loro due, il resto del mondo chiuso fuori.
Era bello pensare che tra tutta quella gente che andava e veniva, Aurora per lei c'era sempre e comunque, erano amiche da anni e nessuno avrebbe potuto mai dividerle, l'avevano promesso.
Avevano promesso a Kira, il loro angelo oramai, che per nulla al mondo avrebbero smesso di esserci l'una per l'altra, loro molto più che sorelle, più di semplici amiche, erano un'anima sola divisa in due corpi, era come se il destino avesse deciso che non sarebbero più loro se un giorno si fossero divise.
Si ritrovavano spesso solo loro insieme a ricordare i momenti passati, con un pò di rimpianto ultimamente, ma felici di quell'amicizia che faceva invidia a tutti, sopratutto a quelle persone che tentavano invano di dividerle.
Si sentì un suono e Vanessa prese il cellulare e lo mostrò ad Aurora
"E' Lorenzo" disse leggendo il messaggio appena ricevuto
"Eeeh, non me la racconti giusta" rise Aurora, la prendeva sempre in giro su tutti, ogni persona che vedevano le diceva sempre 'tuo marito guarda!' e Vanessa faceva lo stesso con lei.
'Oggi ci sono io'
'Bene, allora quiz a tutto gas?' rispose e mise nella tasca dei jeans il cellulare, sorrise a Aurora e la spinse per farla scivolare dallo scivolo.
"Ah, ah, la povera Aurora catapultata da uno scivolo per bebè" rise
"Mtch. Sta zitta Và!" disse Aurora alzandosi da terra "se ti prendo ti uccido Lacone"
Vanessa rise e si avvicinò allo scivolo e si sedette ridendo vedendo che Aurora la guardava storto.
"Andiamo a fare un giro dai" disse e scese dirigendosi verso la moto.
Gli arrivò un altro messaggio e lo lessero assieme
'si, preparati perchè tra un pò dico ad Anna di prenotarti l'esame!' Vanessa  si mise a ridere
 "Mi immagino che divertimento" commentò Aurora prendendosi la sua piccola vendetta
"Stavolta mi hai fregata, mi sa che al mio fratellone dispiacerebbe se ti uccidessi quindi stavolta passo" rispose ad Aurora sorridendo "Sei un genio eh" disse mentalmente a Lorenzo mentre scriveva.
Due a uno per Vanessa e il match era appena iniziato, avrebbero avuto un pomeriggio movimentato pensò Vanessa.
'Bah! Ancora è presto ha detto che per ora gli esami li posso sognare' premette invio e salirono in moto.

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Capitolo 10
*** 10 anche se.. c'è chi non molla ***


"Sarò la tua ombra"
"Mi bocceranno ugualmente"
"Fidati, ce la farai"
"No, farò quarantuno errori su quaranta domande"
"Esagerata"
"Il genio qui sei tu"
"Non sono un genio"
"Ma se conosci tutte ste cose alla perfezione"
"Solo perchè devo fare le lezioni"
"Non la vincerò io stavolta mi sa"
"Ecco, vedi che adesso ragioniamo"
Lorenzo sorrise mentre metteva a posto le sedie vedendo che Vanessa stava per arrendersi e acconsentire alla prenotazione del suo esame, era sicuro che ce l'avrebbe fatta, l'aveva notato subito che era brava e aveva visto infatti che apprendeva subito qualunque cosa e dopo, quando ha saputo che era al secondo anno di scienze matematiche, si era impuntato ancora di più sul fatto di convincerla che ce l'avrebbe fatta a superare i quiz per il foglio rosa.
"Mi manca una domanda" disse Vanessa mentre faceva l'ennesimo quiz al computer
"Leggila"
"Il rispetto della distanza di sicurezza è commisurata anche al tipo di veicolo"
"Secondo te?"
"Io sapevo che la distanza di sicurezza dipende dallo stato e non dal tipo" disse, era sicura di sbagliare però lei ricordava di avevr letto in quel modo.
"Due autocarri quando hanno il divieto di sorpasso a quanti metri devono stare lontani?"
"A 100 metri?"
"Esatto. Quindi vedi? Centra anche il tipo di veicolo quindi è vera"
Vanessa mise vero e guardò i risultati, aveva fatto due errori, era ancora sicura di non avere chance per gli esami e Lorenzo non ne voleva sapere di lamentele da parte sua.
Si spostò dal computer e cominciò ad andare avanti e indietro con la sedia - che aveva le ruote - senza dire niente in proposito.
Ancora non aveva superato quello stato di ipertensione che la assaliva quando lui era nelle vicinanze, e il fatto che fossero da soli non aiutava granchè.
Ce la stava mettendo tutta a sentirsi a suo agio, anche se sapeva che ancora era presto, non voleva fare figuracce devastanti.
"Quanti?" disse Lorenzo alzando lo sguardo dai libri che stava sistemando sulla scrivania "non c'è bisogno che mi guardi in quel modo, riconosco quello sguardo, ti ricordo che ho due sorelle e una è la tua copia in carattere e testardaggine"
"D'oh!" disse Vanessa, ma non con il solito tono allegro "ecco appunto. Non ho davvero scampo. Due"
Lorenzo si avvicinò al computer e lesse i due errori, poi lo spense, prese il giubbotto e si avvicinò a Vanessa, gli tese la mano e lei la afferrò alzandosi e uscirono dall'aula.
"Comunque i ciclomotori sono gli scooter e la spia delle luci abbaglianti e blu" le disse Lorenzo mentre scendevano le scale e salutavano Anna seduta alla scrivania.
"Glielo dico?" domandò Lorenzo
"Mi arrendo, fai come credi sia giusto" disse Vanessa rassegnata, non le restava che sperare nel meglio.
"Vabbè dai" le sorrise "aspetta un altro pò, anche se secondo me sei abbastanza preparata"
"Oggi è sabato, entro martedì ti dico se si o no"
"Come desideri" la abbracciò e andarono verso la moto di lei, mise il libro dentro il casco sotto il sellino e andarono verso il corso.
Camminarono lungo la fila di negozi per un bel pò di tempo chiacchierando e ogni tanto, con il terrore di Vanessa che qualcosa andasse storto, stava a Lorenzo di prendere l'iniziativa e darle un bacio o abbracciarla.
Fosse per Vanessa non l'avrebbe nemmeno tenuto per mano, era completamente intontita assieme a lui.
Stavano ancora passeggiando quando passò Alessia in macchina e li vide, girò alla prima curva e sparì.
Lorenzo si accorse di quello che era successo e disse a Vanessa che per quella sera avevano tardato abbastanza e la accompagnò alla moto.
"Và, se Alessia ti dice qualcosa non darle retta okay?" le disse mentre lei si infilava il casco
"Tranqui, me la so cavare, non è la prima volta che qualcuno se la prende con me" gli rispose "se vuole tornarsene a casa con qualcosa di rotto le basta venire a rompermi le scatole" sorrise e lui la abbracciò.
Si salutarono e si divisero, lei andò a casa e lui idem.

"Avevi ragione" disse Alessia mentre si precipitava nella camera di Giusy, che era al computer intenta a fare delle ricerche per la scuola - era al quinto anno dell'istituto d'arte, era stata bocciata nel primo anno pechè faceva più caos di quanto studiava - e sorseggiava una cioccolata calda.
Si voltò verso Alessia e la guardò dritta in faccia.
"Voglio i dettagli" disse, non era un ordine, ci teneva ad Alessia, era solo fuori di se per la rabbia.
"Erano assieme sul corso, stavano passeggiando e lui mi ha vista, non so se ancora sono la" le raccontò Alessia
"Ma erano insieme nel senso che si comportavano da fidanzati o erano insieme nel senso che si sono incontrati e stavano scambiando quattro chiacchiere?"
"Boh, erano assieme punto, non è che mi sono fermata a vedere se sembravano due fidanzatini!" Alessia era alterata, possibile che Giusy fosse diventata così scontrosa negli ultimi giorni?
"Bene, lo scopriremo allora"
Si diedero il cinque e si misero all'opera con il computer per cercare informazioni su Vanessa.

"Studio, e tra una ventina di minuti vado a dormire" disse Vanessa mentre era alla scrivania intenta a scribbacchiare numeri e lettere greche.
Era mezzanotte passata e da quel pomeriggio non si erano sentiti, Lorenzo l'aveva chiamata solo per darle la buonanotte, erano sempre a studiare entrambi e non erano per niente appiccicosi, erano d'accordo sul fatto che dovevano avere i propri spazi.
"Io sto guardando un film, ho studiato tutto il pomeriggio da quando sono arrivato a casa, domani mattina allora andiamo assieme a messa?" rispose Lorenzo, la settimana prima si erano incontrati alle undici, quando entrambi erano appena usciti dalla messa, anche su questo andavano molto d'accordo, andavano sempre a messa, e da piccoli lui aveva fatto il chirichetto mentre Vanessa sia da piccola che tuttora canta nel coro.
"Va bene, alle dieci meno dieci ci vediamo nella piazzetta difronte la chiesa okay?" disse Vanessa "ti aspetto vicino la fontana magari, visto che c'è sempre confusione"
"D'accordo" disse Lorenzo dall'altro lato del telefono "ti lascio studiare adesso, buonanotte Và"
"Buonanotte" disse Vanessa e chiuse rimettendosi a studiare.

"Bene" disse Giusy ad Alessia che era rimasta a dormire da lei per attuare il loro piano il giorno dopo "adesso speriamo che non decida di andarci di sera in chiesa"
"Non credo, qua c'è scritto che canta nel coro, e c'è solo di mattina" disse Alessia mentre si infilava nel sacco a pelo "la beccheremo di sicuro la fuori con le sue amichette"
"Ci vedremo presto stronzetta" disse Giusy e spense la luce.

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Capitolo 11
*** 11 La sfuriata dell'ex gelosa ***


"Dai Andrea fammi entrare" stava urlando Vanessa dietro la porta del bagno, come sempre regnava il caos ogni volta che si doveva uscire assieme.
La situazione a casa Lacone la domenica mattina era sempre ingovernabile, ogni volta che serviva il bagno era occupato da qualcun'altro e l'asse da stiro idem, i quattro ragazzi facevano a gara ad accaparrarsi il primo turno nel bagno e gli altri urlavano dietro la porta.
I genitori avevano il loro bagno, nella loro camera, i figli no, solo nella camera di Vanessa c'era da poco, l'avevano ristruttutato da nemmeno un mese, ma ancora non aveva provveduto a portarsi le proprie cose li così da non dover ogni volta litigare con i fratelli.
"Ecco" disse Andrea uscendo e dirigendosi ancora gocciolante verso la propria camera "non c'è bisogno di urlare così, ancora le nove sono"
"Si vabbè, ora mi porto tutta la mia roba in camera mia" sibilò Vanessa e si chiuse in bagno.

Intanto a casa Pinto, Giusy era alle prese con l'armadio.
"Che diavolo mi metto?" disse mentre lanciava in aria maglie, felpe e pantaloni, ogni giorno era una guerra la dentro.
"Boh" rispose Alessia "se hai intenzione di fare casino ti consiglio qualcosa di comodo"
"Se, vabbè" disse sbuffando "non ho intenzione di farmi vedere in giro in tuta da ginnastica"
Scelse un vestitino a righe blu e nere con i collant sotto e un paio di stivali alti, e cominciò a vestirsi mentre Alessia stava sdraiata sul letto a giocherellare col cellulare.
"Allora" fece un giro su se stessa "che ne dici? Non l'ho mai indossata con lui visto che gli dava fastidio vedere quanto poco copriva"
"A me piace" disse Alessia "andiamo?"
"Andiamo"

Alle dieci meno venti in piazza già c'era una marea di ragazzi intenti a chiacchierare tra loro, bambini che correvano giocando e adulti esausti di star dietro loro.
"Ciao ciurmaglia" salutarono Alex e Mirko, arrivati assieme.
"Hola" risposero in coro Vanessa, Alice, Aurora, Nadia, e altri ragazzi del gruppo.
Avevano occupato due delle quattro panchine presenti sulla piazza e c'era chi giocava a pallone chi con le carte chi si esibiva in stacchetti musicali e chi stava seduto a fissare gli altri assorto nella musica del proprio lettore.
"Vane" disse Nadia metre si sedeva dopo l'ennesimo balletto improvvisato "a che ora arriva?"
"Ci dobbiamo vedere alle dieci meno dieci alla fontana, ma da qui lo vedo come arriva non c'è problema" rispose e si rimise le cuffie mentre Nadia tornava dagli altri ragazzi.
"When you smile your eyes show your heart Lost inside a suit torn apart Feeling alone with people around True love is so hard to find now " mormorava mentre ascoltava una canzone che amava da una vita, le era sempre piaciuta, your eyes dei cook da books, era una delle canzoni che aveva segnato la sua infanzia, grazie alla madre che amava i vecchi film e aveva trasmesso alla figlia questo interesse, cosa che non era riuscita con Nadia, lei adorava tutt'altri film.
"Hey non sapevo ti piacessero certi film"
Vanessa sobbalzò tant'era presa dalla musica, alzò lo sguardo e incrociò quello di Lorenzo che sorrideva.
Sempre, sorrideva sempre!
"Ciao, ti aspettavo più tardi" disse Vanessa e si alzò per salutarlo
"Avevo pensato di arrivare prima" rispose Lorenzo "ma stavolta sei stata tu a vincere"
"Capita" rise Vanessa.
Appena suonarono le campane entrarono in chiesa e si diressero verso le scale che portavano alle panche del coro, che stava sopra, si sedettero e ascoltarono e cantarono assieme, ogni tanto Vanessa e Aurora ridacchiavano visto che Lorenzo era tutt'altro che intonato ma a lei piaceva così com'era, non avrebbe mai cambiato nemmeno un capello di lui.
"Non sapevo ti esibissi così bene" rise Vanessa appena si trovarono sulla piazzetta sovraffollata di gente che tornava a casa
"Spiritosa" disse Lorenzo
"Due a zero per Vanessa!" obiettò Vanessa
Si allontanarono e si sedettero sul muretto vicino il campo di calcio dietro la chiesa e gli amici di lei cominciarono a giocare a schiaccia sette, un gioco che facevano sempre in qualsiasi stagione con qualsiasi condizione atmosferica, non c'era niente a fermarli.
"Non mi avevi detto che ti piacciono certe tenute" disse Lorenzo indicando i pantaloncini a scacchi marroni sui pantacollant grigi e il maglioncino con sopra un personaggio della disney
"Beh, sinceramente non ero tanto convinta su questi" indicò i pantaloncini "mi portano due 'cosce di pollo' mi sa"
"Ma sta zitta stai" disse Lorenzo abbracciandola "stai benissimo così, non dire fesserie, sei una ragazza tanto garbata. Sei perfetta"
"Se vabbè, la perfezione non esiste, sopratutto su di me" disse abbassando lo sguardo
"Ssh, cambia discorso e ricordati che mi devi qualcosa, o ti sei scordata?"
"What?" disse con un accento che non sapeva nemmeno lei a quale lingua associare
"Si, si" rispose sorridendo Lorenzo "questo"
La attirò a se e la baciò davanti a tutti gli amici che si misero a ridere e fischiare
"Eeeh" urlò Aurora "niente atti osceni in luogo pubblico!" e tornò a ridere.
Ma quel momento di allegria non era destinato a durare a lungo, in lontananza si vedeva chiaramente che due persone si stavano velocemente avvicinando al gruppetto.
"Hey tu!" urlò così forte Giusy che il suo tono si alzò di un'ottava "finalmente ti ho trovata, razza di sgualdrina!"
Lorenzo provò a mettersi tra le due mentre faceva cenno ai ragazzi di avvicinarsi per, eventualmente, intervenire.
"Ci conosciamo scusa?" disse Vanessa, sapeva che prima o poi avrebbe affrontato qualcosa del genere, aveva avuto conferma ai suoi sospetti quella mattina prima di entrare in chiesa, Lorenzo le aveva raccontato di cosa era capace Giusy.
"NO! Ma preparati ad andartene da dove sei venuta, miss 'Stavo Con Uno Che Non E' Nemmeno Di Qua"
"Ma che diamine vuoi" Vanessa fece per scattare in avanti contro di Giusy ma Lorenzo la bloccò per un braccio
"Non ne vale la pena Vane" le disse nell'orecchio.
Giusy le si avvicinò di colpo e le tirò uno schiaffo, a quel punto Vanessa si liberò da Lorenzo e si lanciò addosso a Giusy che partì anche lei e cercò di prenderla dai capelli, ma non sapeva che Vanessa era insensibile su quel punto di vista, infatti nemmeno ci fece caso e le tirò un pungno in pieno stomaco, così forte da farla piegare in due per il dolore.
Non contenta e iperarrabbiata non tanto per aver urlato il fatto che stava assieme ad Antonio ma per lo schiaffo la spinse per terra e le diede un calcio dritto al ginocchio destro.
"Forse è il caso di fermarla" disse Aurora mentre si tratteneva dall'andare a dare il resto a Giusy
"Vane, lasciala" dissero Alice e Lorenzo contemporaneamente mentre Mirko e Alex si avvicinavano per far alzare Giusy.
Lorenzo trascinò Vanessa verso il muretto e la fece sedere, Alessia non si era nemmeno mossa e non ha nemmeno guardato in faccia Lorenzo e Vanessa, solo si è avvicinata a Giusy poco dopo prendendola sottobraccio e dirigendosi verso la loro auto.
Appena scomparvero il gruppetto riprese a giocare mentre Vanessa si guardava le scarpe chiedendosi se Lorenzo ce l'avesse con lei per come si era comportata.
"Stai calma" disse Lorenzo mentre la abbracciava "non è colpa tua, chiunquè si sarebbe difeso al posto tuo"
"Si ma non così" rispose Vanessa, aveva letteralmente perso le staffe "e poi guarda qui!" indicò la sua maglia "è da buttare ormai"
Nell'afferrarla dai capelli, Giusy l'aveva presa per la maglia e le aveva fatto un enorme buco sul braccio, non si poteva aggiustare una cosa del genere.
"Vabbè, è una maglia" disse Lorenzo "l'importante e che tu stai bene, del resto non mi importa"
"Sicuro che non te le sei presa? Non è da tutti accettare certe liti"
"Si stai tranquilla, sto dalla tua parte" le rispose, si sedette e gli mise un braccio intorno alla vita "non doveva permettersi nemmeno di avvicinarsi a te, non hai nessuna colpa, è lei che si fa i film mentali e addossa le sue colpe agli altri"
"Grazie"
Gli posò la testa sulla spalla e prese l'i-pod, gli diede una cuffia e mise la sua canzone preferita.
"Seamisai quando tutto finisce, seamisai come un brivido triste, come in un film dalle scene già viste, che se ne va, sai sempre quando una storia si è chiusa e non si può più inventare una scusa" canticchiavano assieme.
Infondo quella canzone li accomunava, entrambi erano usciti da una storia durata molto tempo, una storia tormentata, una storia dove l'altro non voleva saperne di chiudere quel capitolo della loro vita lasciando in pace il proprio ex.
Ancora Vanessa non gli aveva raccontato niente, per lei Antonio era come se non esistesse, ma sapeva che prima o poi la domanda 'chi è?' sarebbe saltata fuori e, come la storia di Giusy, sarebbe tornato anche il ricordo di quell'essere che tempo prima era stato il ragazzo di Vanessa.
"Chi lo vuole un gelato?" disse Mirko con il pallone sotto il braccio
"Io" dissero in coro Vanessa e Lorenzo mentre gli altri si accordavano su dove prenderlo.
"Bene si parte"
Risero assieme e si incamminarono in quella bella giornata di inizio marzo.

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Capitolo 12
*** 12 Conto alla rovescia ***


"Ecco fatto" disse Anna cliccando sul riquadro della prenotazione degli esami "tra tre giorni avrai il tuo esame"
"Grazie" rispose Vanessa e inviò un sms a Lorenzo per comunicargli la notizia.
Era martedì, il disastro combinato al campetto era acqua passata ma il giorno prima si era scontrata con Alessia a scuola guida, non erano arrivate alle mani ma se ne erano dette di cotte e di crude, per difendere Giusy, Alessia aveva detto di tutto.
'Brava, andrà benissimo vedrai'
Lorenzo le aveva risposo quasi subito, sapeva che in quel momento era ad una lezione quindi non gli rispose subito ma andò a fare qualche quiz per prepararsi all'imminente esame, ancora non sapeva chi l'avrebbe accompagnata, per arrivare ci avrebbero messo quasi un ora, sperava che ci fosse Anna, perchè con Lorenzo nei paragi non era del tutto in se e non poteva permettersi di sbagliare.

"Ciao compagni!" disse quando tornò a casa e vide che ad aspettarla c'erano i Kira's Angel "che si fa?"
"Siamo venute a prenderti" disse Alice mentre stava sulla sedia della sua scrivania ad andare avanti e indietro "stasera suoniamo ad un diciottesimo, ce l'hanno detto all'ultimo momento ma il genere che dovremmo fare è il tuo preferito"
"Ma mancano meno di due ore alle otto" disse Vanessa
"Non c'è problema, la festeggiata ama Laura Pausini, e vuole solo le sue canzoni, sarà facile per te, è la tua preferita no?" disse e diede un occhiata a tutti i poster appesi nella camera della ragazza.
Era vero, aveva la camera tappezzata di foto, poster, e articoli sulla famosa cantante, era il suo idolo, le uniche foto che non erano della Pausini erano le sue e del gruppo ai vari concerti o eventi o solo qualche foto scattata ogni tanto, e sulle mensole idem, aveva tutti i cd e dvd del suo idolo interrotti ogni tanto da qualche coppa o medaglia vinta tra la musica e lo sport.
Da bambina giocava a basket.
"Bene" disse Vanessa "allora datemi il tempo di una doccia veloce e poi si parte"
"Ti aspettiamo giù in salotto allora, la signora Lacky ha detto che ci prepara un bel dolce dei suoi" disse Mirko
"Ahahah, va bene, va bene" rise Vanessa, 'la signora lacky' era il soprannome che i suoi amici avevano affibiato a sua madre.
Entrò nel bagno mentre le squillava il cellulare, non rispose visto che stava di fretta, scattò la segreteria e parti la sua voce registrata.
"Salve, la segreteria di Vanessa è rotta, io sono il frigorifero se volete lasciarmi un messaggio, dettamelo lentamente e io provvederò ad attaccarlo con le calamite su me stesso così che la mia padrona lo legga"
bip.
"Wow che bel messaggio Và! Hai un'immaginazione che supera di gran lunga il normale. Comunque a parte gli scherzi, credo che tornerò giovedì al posto di venerdì, così ti aiuto a ripassare per l'esame. Vabbè magari poi mi richiami tu. A dopo, ciao bella mia."
Il cellulare si spense e arrivò il solito sms che diceva 'hai un nuovo messaggio nella segreteria'
Vanessa fece una doccia veloce e corse in camera sua per vestirsi, scelse una maglia lunga grigia e beige, larga fino alla vita e stretta dalla vita a metà coscia, con le maniche a pipistrello strette dal polso al gomito e un gufo stampato davanti, un paio di leggins marrone chiaro e le sarpre dal tacco alto che le aveva regalato Aurora per il suo compleanno qualche mese prima, si arricciò e asciugò i capelli, un pò di trucco e corse in salotto dove gli amici facevano a gara per accaparrarsi la fetta di dolce più buona.
"Pronta per partire"
"Bene"
"L'ultima fetta e andiamo giuro!"
"Alex muoviti"
"Va bene, va bene"
Uscirono di casa tutti a braccetto con Alex che azzannava l'ultimo pezzettino di dolce al cacao che aveva preparato la madre di Vanessa e si diressero verso il locale.

"Buona sera" dissero in coro e uno dei camerieri li accompagnò sul piccolo palco destinato solitamente a un qualche dj, sistemarono tutto e fecero la prova strumenti mentre arrivò la sorella della festeggiata.
"Ciao ragazzi" disse agitando una mano "allora questa è la lista delle canzoni che Asia vuole che suoniate, vanno bene per voi?"
"Vediamo" disse Vanessa prendendo la lista "Destinazione paradiso, Io canto, tra te e il mare, il mondo che vorrei, la prospettiva di me, resta in ascolto, come se non fosse stato mai amore, le cose che non mi aspetto, seamisai, viaggio con te, bellissimo così, nei giardini che nessuno sa, un'amico è così, ascolta il tuo cuore, inedito, mi tengo, benvenuto e la mia banda suona il rock" lesse al resto del gruppo che faceva un cenno con la testa ad ogni nome
"Perfetto" dissero assieme
"Vane, proviamo un attimo il mondo che vorrei che non ricordo bene gli accordi" disse Alice
"Si, aspetta un attimino che li troviamo su internet magari"
Prese il cellulare e si accorse del messaggio, trovò la canzone, la scrisse e uscì fuori per richiamare Lorenzo.
""Hey ciao" disse appena rispose
"Ciao" disse lui "che fai?"
"Stiamo suonando ad un compleanno, tutto ok?"
"Oh si si tutto ok, di chi?"
"Una ragazza del mio quartiere, si chiama Asia"
"Iacobello?" disse Lorenzo trapelando un pò di preoccupazione
"Si, la conosci?" rispose Vanessa curiosa e insospettita
"Si" disse Lorenzo "evitala come la peste, è amica di Giusy. E lei è molto peggio fidati."
"Bene, starò in guardia, adesso vado, ti chiamo appena torno a casa, ciao Lore"
"Ciao Và"
Vanessa chiuse ed entrò nella sala in contemporanea di Asia seguita dagli invitati.
"Si comincia" sussurrò e cominciò a cantare "Un viaggio a senso solo senza ritorno se non in volo, senza fermate nè confini, solo orizzonti neanche troppo lontani"

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Capitolo 13
*** 13 L'esame ***


"Quindici minuti alla scadenza della mezz'ora, si preparino gli altri dieci che devono fare esami, lì c'è la lista" disse un uomo sulla cinquantina che si era affacciato alla porta dell'aula dove si svolgevano gli esami di teoria per la patente.
Era Venerdì mattina e Vanessa si trovava assieme a altri due ragazzi della scuola guida di Lorenzo e un altra ventina di ragazzi di altri paesi diversi, aspettava il suo turno più nervosa che mai, era li da appena venti minuti e sembrava un'eternità.
Mentre stava seduta su una delle sedie pieghevoli appoggiate al muro ripensò a qualche giorno prima quando era alla festa di Asia, l'amica di Giusy.

Avevano cominciato a suonare da un bel pò e tutto sembrava filare liscio, Vanessa cantava e non faceva tanto caso al caos intorno a lei, le avevano persino chiesto di cantare qualche canzone 'ballabile' e l'avevano scongiurata di cantarne una di rihanna, a lei non piaceva per niente però l'aveva cantata comunque a modo suo.
Dopo un pò però erano sorti i primi problemi, infatti Asia aveva invitato Giusy che, convinta di essere sempre la numero uno, cominciò a fare frecciatine e cercare di rovinare le performance di Vanessa, tant'era sicura di sè che la sfidò a una gara di karaoke.
Quella ragazza non aveva chissà quale talento, aveva capito Vanessa, ed era una musona, sempre perfettina in ogni cosa, che non rideva mai, sembrava una di quelle ragazze uscite da uno dei suoi film preferiti, quelle che stanno sempre in gruppo a fare le miss perfezione insultando la protagonista che a differenza loro è allegra e piena di vita.
Se ne stava li, con quel miniabito che fosse stato un pò più corto sarebbe andata in giro in mutande
'ma come ha fatto a innamorarsi di una così?' pensava ogni volta che la vedeva, anche se in alcuni sensi erano simili, entrambe avevano capelli castani, stesso taglio e lunghezza, stesso ciuffo sul lato destro, con la differenza che Vanessa lo lasciava cadere sull'occhio mentre Giusy faceva in modo che le contornasse la fronte ricadendo di lato, a entrambe piaceva la musica, anche se una cantava e suonava e l'altra faceva finta senza nemmeno conoscere note e scale.
"Sei una patetica ladra di ragazzi lo sai vero" aveva detto Giusy seguendo Vanessa che era unscita in un momento di pausa per prendere una boccata d'aria, Vanessa l'aveva guardata e si era seduta sul muretto pensando a cosa mai avrebbe potuto risponderle per farla tacere una volta per tutte.
"Non me ne frega un'emerito niente di quello che pensi di me lo sai vero" aveva risposto prendendo il cellulare per vedere l'orario, le undici e mezzo, 'di già? Come vola il tempo' pensò.
Giusy si era avvicinata a lei e la squadrò dalla testa ai piedi senza parlare per qualche istate e poi cominciò a ridere
"Ahahah, ma guardati" diceva mentre si appoggiava al muro "non vedi come sei messa?" intendeva il modo in cui si era vestita quella sera "che cos'è sto gufo? La tua foto? Ahahah, non ti rendi conto che non puoi permetterti certe mise? Ahahah, sei grassa!"
"Senti chi parla" rispose Vanessa senza scomporsi, non le fregava niente di quello che pensava Giusy di lei, infondo perchè doveva lamentarsi di una quarantasei? Non era la fine del mondo non poter fare le sfilate di moda, preferiva essere rotonda che anoressica "tu per portare in giro quel sedere devi portare il pannello dietro per carichi sporgenti?"
Vanessa rise della faccia che aveva fatto Giusy a sentire che anche lei parlava con il linguaggio dei segnali e della scuola guida, come se non se l'avesse aspettato, infondo era vero, era sproporzionata secondo lei, troppo grande sotto e normale sopra, le disse di prendere le misure qualora avesse di nuovo intenzione di vestirsi in quel modo ed entrò per continuare quella serata mentre nella sua testa pensava a cosa avrebbe scritto dopo a Lorenzo, sempre se sarebbe tornata a casa prima che lui andasse a dormire.

"Bene" disse l'uomo che si era affacciato prima "i prossimi dieci della lista si facciano avanti e entrino"
Vanessa e altri nove ragazzi e ragazze si alzarono ed entrarono nell'aula dove stavano disposti dieci computer in due file da cinque ognuno a cinquanta centimentri di distanza, Vanessa prese posto in quello più vicino alla porta mentre Anna si sedette alla scrivania assieme ad altri istruttori.
"Bene ragazzi, le regole le conoscete tutti" disse l'uomo "avete trenta minuti per rispondere alle quaranta domande, quando avrete finito vi diremo subito se avrete il foglio rosa, servirà solo il tempo di correggere e stampare la lista" fece un cenno a un ragazzo che stava tra le due file di ragazzi terrorizzati che guardavano il computer davanti a loro "si comincia" disse e il ragazzo premette un tasto su un telecomando e iniziarono i quiz.
I secondi scorrevano e Vanessa rispondeva alle domande che le figuravano davanti, molte ormai le conosceva benissimo, a darle qualche difficoltà erano alcuni segnali, gli incroci e l'assicurazione, sperava vivamente che non le sarebbero capitate domande difficilissime o magari le fosse capitato qualcosa che aveva già fatto il giorno prima.
Ecco, la prima domanda sull'assicurazione, la lesse, 'i massimali della polizza di assicurazione R.C.A. (responsabilità civile auto) sono le somme di denaro che l'impresa assicuratrice riscuote ogni anno dal proprio cliente'
"E mo?" bisbiglia tra sè "non mi ricordo"
Mise falso con la speranza di averla indovinata e andò avanti con la lettura, tante delle domande erano facili, alcune sembravano battute, specie quella che diceva 'il pannello in figura indica l'orario di apertura delle chiese' e c'era un pannello con gli orari e una croce di lato, lei sapeva già che era messo sotto un segnale che era valido solo nei giorni festivi e rise tra se della domanda stupida e continuò, le mancavano circa sei domande e mancavano di già dieci minuti, si affrettò a rispondere e rilesse tutte e quaranta le domande per verificare di non aver sbagliato a mettere vero o falso.
"Tempo scaduto" disse l'uomo e fece alzare i ragazzi facendoli uscire nell'atrio ad attendere i risultati assieme agli altri.
Uscirono e Vanessa si diresse nel bagno poco distante assieme ad Anna, voleva sciacquarsi il viso era ansiosa di sapere com'era andata.
"Calma e sangue freddo" disse Anna sorridendole "sei brava, hai studiato molto, ce la farai"
"Lo spero" disse Vanessa e sorrise "ieri Lorenzo mi a fatto impazzire tutto il giorno davanti a quel libro"
"Ci tiene a te" disse Anna e si diressero fuori "io l'avevo capito dal primo giorno"
Vanessa le sorrise e si avvicinò agli altri ragazzi che stavano leggendo il foglio attaccato alla bacheca, era stata promossa, però aveva fatto un errore, un'incrocio, tipico, sorrise e abbracciò gli altri due ragazzi della sua scuola guida che erano passati anche loro e intonarono il coro di 'we are the champion' mentre Anna diceva che era ora di tornare a casa.
In macchina per tutto il tragitto fino al loro paese cantarono a squarciagola qualsiasi canzone passasse alla radio contenti di essere riusciti a superare un esame importante come quello, anche Anna festeggiò con loro appena arrivati, fecero un giro un pò più lungo e si fermarono in una delle migliori pasticcerie del paese e presero un caffè e un dolcetto tutti assieme per concludere i festeggiamenti e poi ognuno andò alla propria casa.
"Anna" disse Vanessa prima di andare "non dire niente a Lorenzo, pomeriggio glielo voglio dire io"
"Certamente"
"Grazie" disse e sorridendo si diresse verso casa.
Quel pomeriggio andò a scuola guida e Anna le diede il foglio rosa, salì in aula e come se niente fosse si sedette alla scrivania, era ancora sola ma Lorenzo a momenti sarebbe arrivato.
"Hey" disse Lorenzo appena arrivò "allora?"
"Sessanta minuti" rispose Vanessa e rise
"Scema" disse Lorenzo e la abbracciò "com'è andato l'esame?"
"Un errore" disse Vanessa e le mostrò il foglio rosa
"Brava a Vanessa! Visto? Che ti dicevo io? Sei bravissima" gli diede un bacio e in quel momento entrò Alessia che li vide abbracciati e cominciò a mormorare contro Vanessa.
"Se hai qualcosa da dire dilla in faccia" disse Vanessa, abbracciando Lorenzo ancora più forte per dispetto a quell'arpia "non piace a nessuno chi parla alle spalle della gente"
Alessia si alzò di scatto e quasi urlò per la stizza di vedere i due assieme.
"C'è che sei una maledettissima sgualdrina ecco che c'è" disse
"Ah si davvero? E tu chi saresti? Una santa?" disse Lorenzo "No Và, zitta un attimo, vediamo che cosa gli prude alla signorina qui, credo proprio che non l'abbia capito che sia lei che la sua amichetta si stanno solo rendendo ridicole a questo punto"
Alessia lo guardò storto e prese la borsa e fece per andarsene
"Ecco brava vattene" disse Vanessa "che delle invidiose ne ho abbastanza, e anche lui"

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Capitolo 14
*** 14 Anche con mille impicci, si comincia a guidare ***


Qualche giorno dopo Vanessa era a casa, stava seduta in bagno, dentro la vasca vestita di tutto punto, alla fine era riuscita a portare tutte le sue cose nel bagno della sua camera e quindi la madre non avrebbe più potuto cacciarla ogni volta che la vedeva li distesa con i libri in mano. Era un vizio quello di leggere dentro la vasca da bagno, si rilassava e riusciva a studiare meglio, cosa che non poteva fare nel resto della casa.
Stava leggendo uno dei suoi libri preferiti e stava distesa dentro la vasca da quasi due ore, gli squillò il cellulare e si alzò per andare in camera a rispondere.
"Si?"
"Vanessa sono Anna"
"Oh ciao, dimmi tutto"
"Pomeriggio Marco è libero, se vuoi puoi cominciare a fare le giude"
"Oh si, è perfetto, dimmi a che ora e ci sarò"
"Alle tre e mezzo"
"Bene"
Chiusero la conversazione e guardò l'orologio sulla sua scrivania, era l'una e mezzo, aveva due ore prima di andare alla sua prima lezione di guida, tornò nel bagno e si mise difronte allo specchio guardandosi dritta negli occhi
"Ora tocca a te Likò!"

"Allora" disse Marco mentre Vanessa si allacciava la cintura e controllava gli specchietti "quando avvii il motore il cambio deve essere in folle e devi tenere premuto al massimo il pedale della frizione"
"Eh" disse Vanessa "sembra facile"
Fece quello che le aveva detto l'istruttore e fino all'accensione dell'auto andò tutto liscio, l'uomo le spiegò come funzionava il cambio delle marce e lei mise la prima, però non avrebbe mai immaginato che poi doveva procedere lentamente quando liberava il pedale della frizione, infatti l'auto fece uno scatto in avanti e si spense.
"Ops" disse lei "sempre danni faccio"
"Ma no tranquilla" rispose Marco "è normale all'inizio, riprova, ma stavolta lentamente"
Ricominciò, pedale, chiavi girate, la peugeot 207 che prende vita, mette la prima marcia e lentamente toglie il piede dal pedale, cominciano a camminare molto lentamente mentre lei tiene il piede destro sull'accelleratore con un minimo di pressione.
"Brava visto che ce l'hai fatta" sorride l'istruttore "adesso però se aumenti un pò la velocità, i pedoni non ci superano" scherzò
"Ah, ah!" disse Vanessa "va bene"
Accellerò, adesso andavano a quaranta kilometri orari, erano sul lungomare della sua città, a quell'ora era deserto, quindi nessun pericolo, percorsero tutti i due kilometri prima di vedere il primo ostacolo per lei, la rotonda, doveva girare per non finire sul marciapiede, rallentò mentre cominciava a sentirsi nervosa, ruotò piano lo sterzo mentre percorreva la curva a poco più di venti, a metà della rotonda però si spense di nuovo l'auto.
"D'oh!" disse Vanessa
"Riparti dai, è normale, è la prima volta, stai calma e andiamo"
Tentò di ripartire ma si era fatta prendere dal senso di insicurezza, si appoggiò al sedile e fece qualche respiro profondo per calmarsi e ricominciò di nuovo a camminare, fecero qualche giro del lungomare finchè Vanessa non si fosse sentita abbastanza sicura
"Te la senti di guidare in mezzo al traffico?"
"Emh, non saprei" disse incerta "non ti sembra un pò presto"
"Vabbè dai per oggi hai guidato abbastanza" sorride Marco e le fa cenno di parcheggiare, si scambiano di posto e ritornano alla scuola guida.
"Guarda chi c'è" disse Anna appena entrarono "com'è andata la prima lezione schumacher?"
"Ahahah, vabbè, schumacher, a malapena cammino a trenta!" rise Vanessa e le raccontò quell'oretta a girare sul lungomare tra l'auto che si fermava e lei che imprecava.
"Dai, che piano piano ce la farai"
"Speriamo, intanto adesso scappo a casa" disse Vanessa e si direse verso l'uscita "Ciao!"
"Ciaoo"
Camminò per un pezzo di strada dirigendosi verso casa di Alice, era una bella giornata primaverile e aveva deciso di fare un giro assieme alle sue amiche in centro.
Stava camminando con le cuffie alle orecchie come al suo solito mentre ripensava alla sera prima quando era uscita assieme a Lorenzo, solo loro due, erano andati al cinema e poi in pizzeria, non aveva capito niente del film visto che era intenta a  non cedere al nervosismo ma andava bene comunque, non le piaceva quel genere aveva acconsentito solo per passare un pò di tempo assieme a lui.
"Hey!" si sentì dire da dietro l'orecchio destro "aspetta"
Si girò di scatto e si trovò difronte Antonio, l'ex, erano mesi che non si incrociavano per strada, aveva pensato che se ne fosse andato, ma a quanto pareva la condanna a vederlo in giro continuava.
"Che diavolo vuoi?" disse acida "non rompere, non ho niente di cui parlare assieme a te!"
"Invece si" rispose lui "mi è giunta voce che esci con Bernardi dell'autoscuola"
"E quindi?"
"Non mi piace affatto"
"Affari tuoi! Io faccio quello che mi pare, quindi aria"
Fece per allontanarsi ma la trattenne per un braccio, lei si liberò e prese a camminare, era distante da casa di Alice quasi un centinaio di metri.
"Sono affari miei eccome" disse Antonio camminando dietro di lei "appartieni a me"
"Fidati" disse Vanessa camminando più svelta "convinto tu. Adesso ti pregherei di lasciarmi in pace, o chiamo Andrea"
"Ad Andrea sto simpatico"
"Si" rise Vanessa "come un mandato di cattura alle tre di notte"
Percorse gli ultimi mentri che la dividevano da casa di Alice e si infilò nel giardino chiudendo il cancello facendo in modo che il ragazzo-colla stesse dall'altro lato.
"Adesso se non ti dispiace avrei un appuntamento" disse e si allontanò "a mai più rivederci"
Suonò e attese che le aprissero mentre Antonio tentava di farla avvicinare ma lei lò ignorò e gli sbattè la porta in faccia mentre Alice se la rideva a guardare la scena dietro la tenda.
"Barcolla ma non molla eh" disse Alice quando si diressero in camera sua
"Esatto" affermò Vanessa "se l'è presa con Lorenzo ma non gli ho dato modo di continuare e me ne sono andata, mi è spuntato dietro all'improvviso, maledetto, che se ne torni da quella vacca e mi lasci in pace, che è? Si è stancato della 'donna matura' e vuole tornare alle ragazzine? Che si impicchi, grandissimo cretino!"
Dopo essersi sfogata per bene, Vanessa, disse che voleva farsi un giro, e si misero d'accordo per andare al centro commerciale, chiamarono Aurora e tutte e tre saltarono in autò e partirono.
'Oggi niente scuola guida eh' le scrisse Lorenzo dopo un pò
'Dettagli! Ho preferito il centro commerciale'
'Brava, brava. Ci vediamo stasera allora? Mi devi raccontare com'è andata la guida oggi'
'Certo. Alle otto a piazza duomo va bien?'
'Benissimo, a dopo allora.'
Chiuse il cellulare e scesero dall'auto dirette al negozio di strumenti musicali.

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Capitolo 15
*** 15 Carolina ***


Sabato pomeriggio Vanessa era assieme ad Aurora a casa e stavano rovistando nell'armadio della ragazza per trovare qualcosa da indossare quella sera, avevano organizzato una festicciola nella pizzeria di Mirko, per Federico che compiva 15 anni.
Si erano messi d'accordo con gli amici di quest'ultimo per organizzargli una festa a sorpresa, avevano portato soltanto il necessario per mettere un pò di musica e eventualmente cantare al karaoke, non avevano il locale tutto per loro vrebbero avuto a loro disposizione solo una parte tanto per stare un pò in compagnia.
Vanessa aveva scelto di indossare i jeans di hello kitty che le aveva regalato sua madre l'anno prima, erano di un blu chiaro con hello kitty stampata sul lato sinistro tra le tasche posteriori e il fianco dei pantaloni e arrivava fino quasi al ginocchio tutto in swaroski, non le piaceva chissà quanto hello kitty ma quei pantaloni erano i suoi preferiti, dopo aver indossato i jeans, frugò tra le maglie e trovò esattamente quello che voleva, era una maglietta con le maniche a tre quarti, con una scollatura a V e una striscia elastica che stringeva poco più giù della scollatura per poi scendere fino a poco più giù della cintura allargandosi, era verde con dei disegni che sembravano gli scarabocchi dei bambini dell'asilo, se l'era ritirata da un catalogo di vestiti che arriva ogni mese a casa sua da un abbonamento della madre.
"E per finire" disse aprendo la scarpiera che aveva messo dentro il bagno per fare un pò di spazio "le scarpe!"
Scelse un paio di sandali con le zeppe neri, quelli che aveva indossato il giorno del matrimonio della sua zia preferita.
Vestita di tutto punto scelse orologio, qualche braccialetto, una collana con delle farfalle e scesero in salotto.
"A quanto pare siamo le prime" disse Aurora "rilassiamoci un pò prima di cominciare a cantare a squarciagola come al solito"
"Beh, stasera passo" rispose Vanessa "ho mal di testa, e poi lo sai che quando c'è nelle vicinanze Lorenzo imbambolisco del tutto"
Riseso mentre si sedevano sul divano e facevano zapping con telecomando nei vari canali di musica.

"Hey!" dissero Alex e Mirko mentre provavano i microfoni
Erano le otto circa e ancora il locale era deserto, gli amici di Federico sarebbero arrivati per le otto e mezzo, le ragazze salutarono e si avvicinarono agli amici per dare una mano, intanto dietro di loro erano entrati i primi clienti dei signori Benassi, un ragazzo e una ragazza si diressero verso un tavolo apparecchiato per otto persone e si sedettero parlottando tra loro.
"Prova, prova" diceva Aurora al microfono "moglie, vieni a darmi una mano con i microfoni, cantiamo qualcosa"
Vanessa che era seduta davanti al computer a sistemare le playlist della musica da mettere come sottofondo chiuse quelle cartelle e aprì il programma del karaoke e mise una canzone a caso, che risultò essere una di Riccardo Cocciante, era la canzone che aveva cantato in un famoso programma una delle sue cantanti preferite, la conosceva già, ma da quando aveva sentito Emma Marrone cantarla si era praticamente innamorata di quella canzone, fece partire la base e si avvicinò ad Aurora che stava davanti il telo posto contro il muro per far si che si vedesse per bene il proiettore e si misero a cantare sulle note di 'Bella senz'anima'
"E adesso siediti su quella seggiola,
stavolta ascoltami senza interrompere,
è tanto tempo che volevo dirtelo,
vivere insieme a te è stato inutile,
tutto senz'allegria senza una lacrima"
Mentre cantavano arrivarono gli amici di Federico e dietro di loro Alice e il suo ragazzo, e poco dopo Lorenzo assieme alla sorellina Marica, gliel'aveva detto Vanessa di portarla dopo che quel pomeriggio a scuola guida passò le due ore sbattendo i piedi a terra urlando che Lorenzo non la portava mai con se, se l'era portata di la e le aveva detto che poteva venire di chiederlo ai genitori se le davano il permesso, Lorenzo aveva ceduto alle advance delle due e aveva acconsentito.
"Povero diavolo che pena mi fa, e quando a
letto lui ti chiederà di più glielo concederai
perchè tu fai così, come sai fingere se ti fa comodoooo..
E adesso spogliati come sai fare tu, ma non illuderti io non ci casco più,
tu mi rimpiangerai bella senz'animaaa, na na na"
Conclusero la canzone e un applauso inaspettato le colpi mentre si giravano per posare i microfoni, il locale era quasi pieno, mancavano soltanto quattro persone del gruppetto di prima e Federico e Andrea, si avvicinarono ai tavoli disposti a ferro di cavallo dove stavano seduti gli amici e Aurora corse a sedersi vicino ad Alex mentre Vanessa era tra Lorenzo e Marica, quest'ultima aveva fatto di tutto per sedersi vicino alla nuova amica, preferiva lei anche perchè gliele passava tutte.
"Mi piace troppo la tua voce" disse Marica mentre la abbracciava, Lorenzo ci aveva rinunciato per il momento "posso cantare anche io con te?"
"Marica smettila adesso" disse Lorenzo, non voleva che la sorellina facesse baccano "non è il caso"
"Dai, dai, dai" insisteva
"Dai, Lore, è piccola, lasciala divertire un pochino" disse Vanessa e gli sorrise
"No, stai seduta li." poi si rivole a Vanessa "non le passare tutti i vizi tu, che poi non ti molla più e non la smette"
"Solo per stavola" gli disse piano nell'orecchio "dopo farà quello che vuoi tu, non vedi che è contenta se le dici che può cantare?"
Si fece coraggio e lo guardò dritto negli occhi, e gli sorrise, lui la guardò per un attimo e si arrese
"Va bene, ma dopo non ti devi muovere da li" acconsentì.
Poco dopo arrivarono anche i due fratelli e cominciarono con i festeggiamenti, nemmeno si accorsero che le persone che mancavano nell'altro tavolo erano proprio i nemici numero uno di Vanessa e amici, anche degli altri ma loro ce l'avevano a morte soltanto con Vanessa e Aurora, quasi tutti, c'era Antonio, che all'inizio aveva fatto di tutto per farla stare male e poi si era pentito ed era tornato indietro.
La serata proseguiva allegramente nella loro 'zona' anche se c'era Carolina, una ragazzina d circa diciassette anni che per sfortuna di Vanessa, era cugina alla lontana dei fratelli Lacone, che faceva frecciatine verso Vanessa, ma quest'ultima aveva imparato a fregarsene.
"Ma che vuole quella nanerottola?" le chiese Lorenzo avvicinandosi alla sua ragazza
"Le prude il fatto che qualunque cosa mi faccia io ne esco sempre come se nulla fosse" rispose Vanessa "poi ti spiego tutto"
Marica si alzò quando il cameriere portò via il suo piattò e trascinò Vanessa al computer per farsi mettere una canzone mentre Lorenzo si girava a guardarla storto perchè stavano parlando, Vanessa le mise una canzone per bambini 'le tagliatelle di nonna pina' e le diede il microfono
"Canta con me!" disse Marica trattenendola per una mano.
"La prossima la cantiamo insieme promesso. Adesso però questa cantala tu" le sorrise e andò a sedersi dinuovo.
Marica cantava bene anche se era ancora piccola, non prendeva dal fratello, che a differenza non sapeva cantare per niente, mentre Marica cantava il cameriere aveva portato via gli altri piatti e i ragazzi spostarono i tavoli per ballare, erano già le undici di sera e 'il tavolo degli invidiosi' era pronto per andare via, Vanessa si avvicinò a Marica e appena finì la canzone mise la playlist che aveva scelto assieme ad Aurora e accese le luci cominciarono tutti a ballare.
Ballarono per un pò e poi mentre i ragazzi ancora pieni di energia continuavano a saltare e ballare Vanessa uscì fuori seguita poco dopo da Lorenzo.
"Allora?" le disse Lorenzo
"Ti devo raccontare un pò di cose prima che quella gente cominci a sparare cavolate" rispose Vanessa e cominciò a raccontargli tutto dall'inizio.

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Capitolo 16
*** 16 Quella storia viene a galla ***


"Tempo fa quando ancora ero alle prime armi con il liceo piacevo a un ragazzo, io nemmeno lo consideravo a quei tempi anche se eravamo amici.
Passarono gli anni e piano piano cominciò a piacermi, all'inizio non lo dissi a nessuno a parte Aurora, poi però se ne accorsero tutti gli altri del gruppo e fecero di tutto per far si che glielo dicessi, e dopo che glielo dissi non ci siamo visti per molto e se ci vedevamo nemmeno ci salutavamo.
Poi dopo quasi un anno si fece avanti lui e ci siamo messi insieme, sembrava andare tutto per il verso giusto, la prima uscita il primo bacio"
Vanessa gli stava raccontando tutto mentre se ne stavano seduti in macchina, non avrebbe voluto ricordare ma alla fine l'ha dovuto fare per forza
"lui aveva persino insistito per conoscere i miei genitori e i miei fratelli, specialmente Andrea visto che è il più grande, dopo qualche mese però ho notato che Carolina cominciava a frequentare spesso casa mia e usciva ancora più spesso assieme a mia sorella, a quei tempi stava assieme a Mirko che l'aveva conosciuto alla mia festa dei diciotto anni, e così anche Mirko cominciò a venire più spesso a casa mia finchè non abbiamo deciso di farlo entrare nel nostro gruppo come secondo batterista e cantante.
Assieme a Carolina però se ne veniva sempre quella iena della madre, e piano piano trovò il modo di mettersi in mezzo ogni volta che uscivo con lui o semplicemente passava da casa mia. Passarono alcuni mesi e un giorno abbiamo avuto un incidente, e c'era anche lei, io ho fatto finta di stare bene per non avere tutti addosso notte e giorno mentre quando ero da sola so io il dolore che sentivo, e questa sgualdrina di nome Teresa Antoniani, alias la madre di Carolina Lacone, ha fatto di tutto per far credere che lei stesse malissimo e per far sentire in colpa Antonio, il mio ex ragazzo.
E' riuscita a metterci contro e a farci lasciare mentre lei faceva i suoi comodi, io ho fatto finta di niente anche se dentro stavo malissimo.
Lui però dopo un pò si è rifatto vivo e io gli avevo detto di starmi alla larga perchè non avevo intenzione di ritornare assieme a lui e lui si è incazzato e se n'è tornato a casa sua mentre quella iena architettava cose per mandare a mille pezzi la mia reputazione.
Ha cominciato a dire in giro di tutto su di me, cose che nemmeno io sapevo vedi te, mi ha presa in tutti i modi, mentre la gente le rideva in faccia perchè non ci credeva, lei ingravava ancora di più i suoi racconti fino a quando un giorno non ci ho litigato e le ho detto in quasiasi modo possibile che è una sgualdrina da quattro soldi e che non si doveva più permettere di insultarmi sennò l'avrebbe pagata cara.
Da quel giorno un pò ha abbassato le ali anche se sotto sotto ancora so che con le oche delle sue amichette lecca culo ancora sparla di me, ma non me ne frega, la mia coscienza è pulitissima e del giudizio degli altri me ne frego.
Fine"
Finì il discorso senza farsi interrompere nemmeno una volta e si voltò a guardare Lorenzo in faccia per vedere la sua espressione.
"Tutto qui?" disse lui "credevo di peggio"
"Vabbè, lo sai come sono fatta no?" rispose lei tranquilla, si era aspettata una scenata "sono un angioletto"
Lui la abbracciò e rimasero li seduti sulla peugeot di lui per un tempo indeterminato, si sentiva solo il rumore dei loro respiri.
"Lo sai che è passato già un mese?" disse Lorenzo
"Un mese?" rispose interrogativa Vanessa, possibile che il tempo voli così in fretta? "davvero?"
"Si si"
"Oddio! Me ne ero completamente dimenticata. Ma dove ho la testa? Scusa"
"Tra le nuvole hai la testa, per questo mi piaci così tanto" sorrise lui, e le aprì lo sportello per poi sendere e fare il giro dell'auto "non devi scusarti, non è la fine del mondo, scendiamo dai, avranno chiamato i cani poliziotto per rintracciarci"
"Basterebbe solo Leo a trovarmi" rise Vanessa ricordandogli il suo pastore belga, aveva due anni e mezzo, era il suo amore dormiva assieme a lei anche, aveva la sua cuccia sotto la finestra della sua cameretta.
"Già, l'unica volta che l'ho visto ti ricordi che voleva saltarmi addosso perchè mi sono avvicinato a te"
Risero del ricordo del cagnone che rincorreva Lorenzo per tutta la spiaggia, alla fine non gli aveva fatto niente voleva solo conoscerlo bene per assicurarsi che la padrona era al sicuro ma Lorenzo quando poteva prendeva le distanze, non amava particolarmente gli animali, al contrario di Vanessa che li amava.
"Ahah, si si, aiutooo questo cane mi vuole ammazzare" rise Vanessa prendendolo in giro
"Spiritosa"
"Ahahahah!"
Entrarono nella pizzeria, la festa stava per arrivare al termine i ragazzi stavano tutti attorno al tavolo a vedere Federico che apriva i regali, si avvicinarono e si unirono a loro.
Vanessa gli aveva regalato il nuovo cd dei Linkin Park, erano i suoi preferiti, mentre Lorenzo quello di Jax, altro cantante preferito dal più piccolo dei Lacone.
Finiti i festeggiamenti tornarono tutti a casa e Vanessa si chiuse nel suo bagno seduta sul tappeto lilla con accanto Leo, lo carezzava mentre si inviava messaggi con Lorenzo, parlarono per un pò, soprattutto del fatto che gli aveva raccontato quella sera, si sentiva più a suo agio nel doverlo scrivere invece che dirlo a voce quindi aggiunse altri dettagli anche, Lorenzo era comprensivo ma ogni tanto si faceva sfugire che non era d'accordo, Vanessa non ci fece caso e continuarono a parlare per un bel pò fin quando Vanessa si accorse che erano le quattro del mattino, si alzò dal tappeto e velocemente si intrufolò nella vasca e si fece un bagno caldo mentre Leo dormiva tranquillo ai piedi del suo letto, 'oramai tanto vale passarmela tutta in bianco sta nottata' disse tra se e finito il bagno accese il computer sedendosi alla scrivania, entrò su facebook e trovò una richiesta d'amicizia.
"Domenico Corriglia" disse piano tra se "lo conosco? Boh"
Cliccò sul suo profilo e spucciò tutte le sue foto prima di rendersi conto di chi era.

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Capitolo 17
*** 17 Notti in bianco ***


Domenico Corriglia  04:37
Ciao
Vanessa Lacone 04:40
Ciao
Domenico Corriglia 04:41
Come stai?
Vanessa Lacone 04:43
Bene, bene.
Domenico Corriglia 04:44
Sei sicura? Non mi pare

'Ma che ne puoi sapere tu di cosa mi passa per la testa' sussurrò Vanessa mentre se ne stava seduta sulla poltroncina all'angolo della sua camera con il computer sulle ginocchia, una cappuccino poggiato sulla sedia accanto e le cuffie con la sua colonna sonora delle notti in bianco: beethoven e yiruma.
La notte prima non aveva dormito nemmeno, e gli avvenimenti di quel giorno peggioravano la situazione della ragazza, aveva avuto una discussione con Lorenzo, per colpa di quel cretino di Antonio, che l'aveva seguita fino alla scuola guida. Lorenzo non aveva tollerato vedere la sua ragazza perdere la pazienza e sentirle dire parole che non erano del tutto adatte a una ragazza di vent'anni anche se aveva tollerato le insinuazioni di Antonio fin quando non era ora di andare a casa e tutti erano usciti compresi Vanessa Lorenzo e Antonio.
E Vanessa come se non bastasse si era arrabbiata ancora di più perchè aveva dovuto subirsi la ramanzina su quanto dovrebbe essere educata una ragazza come lei 'come se non se l'aspettava da una che suona rock' si diceva tra se mentre Lorenzo ripeteva per l'ennesima volta che non gli piaceva vederla in certi aspetti, lei si era alzata e se n'era andata a casa, le era andata bene perchè era in moto quindi non avrebbe avuto nessuno alle calcagna, si rinchiuse in camera sua e uscì soltanto per farsi uno degli innumerevoli cappuccini, non aveva nemmeno cenato, e non dormiva dalla mattina del giorno prima.

Vanessa Lacone 04:48
No, non sono sicura per niente, la vita mi fa schifo!!

Non aveva nessuna voglia di parlare con Domenico, infondo era amico di Antonio, e quello bastava per tenerlo alla larga, ma lo aveva conosciuto da prima sembrava un tipo a posto, sperava solo di non doversi pentire di avergli accettato la richiesta d'amicizia.
Si alzò per andare in bagno e si sciacquò il viso, mentre si asciugava gli arrivò un'altro sms, non voleva leggerlo immaginava già cosa c'era scritto, l'ennesima ramanzina da parte di Lorenzo o di Aurora e Alice, sperò pensassero che stesse dormendo e tornò nella camera, Leo le aveva fregato il posto sulla poltrona così lei si sistemò alla scrivania e si portò la tazza per far si che il cane non la buttasse a terra saltando sulla sedia.
Guardò lo schermo del computer che era andato in standby e cliccò sul suo account per mettere la password e ritornare al gdr con cui giocava spesso assieme ad Aurora per vedere se ci fosse qualche novità riguardante il suo personaggio, un mezzelfo di nome Jonah.

Domenico Corriglia 04:50
Che è successo? Sei tanto allegra di solito, se vuoi parlare con qualcuno non ti fare problemi, dimmi pure, ti ascolto volentieri e magari ti posso essere d'aiuto.
Ah dimenticavo, puoi dormire sonni tranquilli con Antonio non ci parlo più, non ti ho aggiunta ai miei amici per farmi i fatti tuoi :)

'Ah bene? disse tra sè Vanessa 'almeno posso risparmiarmi un'altra guerra' vide che non era più in linea, non rispose, chiuse solo la pagina del social network e scrisse sul motore di ricerca il nome di un film che le piaceva e finì per guardarsi una delle puntate che si era persa della quinta serie, era l'ultima puntata, la sera che l'avevano trasmessa lei era a casa di Aurora e stavano suonando, le era venuto in mente dopo che sarebbe rimasta con il dubbio del finale della quinta serie del suo film preferito.
"Dai Eva!" sibilò piano mentre carezzava Leo che intanto si era accoccolato accanto a lei sul letto "fagli vedere quanto ancora ci tieni a Marco"
Nello schermo del computer si vedeva chiaramente Eva, una dei protagonisti de I Cesaroni che tentava di ritornare assieme a Marco per l'ennesima volta, ma lui diceva chiaramente che non ne voleva sapere e che era innamorato dell'altra, Maya, e Eva piangendo gli ripeteva che loro due erano destinati assieme, che erano una famiglia, ma niente, Marco correva verso Maya.
"Che finale da schifo" disse Vanessa quando richiuse il computer guardando l'orologio, le sei del mattino "spero che nella prossima serie aggiustino le cose!"
Posò il computer a terra e sprofondò sotto le coperte carezzando Leo che dormiva al suo fianco, le aveva lasciato un minuscolo spazio che bastava a malapena a stare di fianco.
"Meno male che tu non mi abbandonerai mai, piccolo mio" diceva mentre lo carezzava., Leo si svegliò e iniziò a leccarle le mani "Dai Leo! Non leccare."
Il cane scese dal letto di Vanessa e prese uno dei numerosi giochini che aveva nella sua cuccia e lo portò a lei che lo lanciò nel corridoio, Leo corse fuori e sbattè contro Andrea che si era appena alzato.
"Hey mi hai investito!" disse al cane e si affacciò nella camera della sorella "Mattiniera? Sono vent'anni che dobbiamo buttarti giù da quel letto. Che hai? Stai male?"
"No, no" rispose Vanessa alzandosi per scendere assieme al fratello maggiore in cucina "non avevo sonno e Leo mi ha sfrattata dal letto"
"Sicura?"
"Tranquillo fratello" disse cercando di essere disinvolta "porto un pò fuori Leo così corre un pò"
"Come vuoi" Andrea si fece un caffè e tornò in camera mentre Vanessa si era vestita e stava mettendo il guinzaglio al cane, erano quasi le sette, sarebbe rimasta in spiaggia per un bel pò, amava starsene seduta in riva al mare con le cuffie e guardare le onde infrangersi contro gli scogli del piccolo pontiletto, si mise un giubbino e uscì, non faceva freddo era quasi maggio.
Si diressero verso la spiaggia Leo saltellando contento come sempre quando usciva assieme a Vanessa e quest'ultima con le cuffie alle orecchie ascoltando la sua playlist preferita.
Mentre camminavano Vanessa ripensava agli avvenimenti di quei giorni, Antonio le aveva detto che avrebbe fatto di tutto per rendere la sua vita un inferno in terra, non voleva lasciarle vivere la sua vita in pace, lei sospettava che dietro questo ci fosse quella iena di Teresa ma non poteva dar luce ai suoi sospetti visto che non aveva nessuna prova, quindi doveva subirsi quegli attacchi difendendosi quanto più le fosse possibile, ed essendo al centro dell'attenzione di tutti non era così facile.
"Leo, tu si che mi capisci, cosa devo fare?" diceva al suo cane mentre lo liberava e gli lanciava un bastone, gli aveva insegnato a riportarglielo,
Giocarono per un pò e poi fecero una lunga passeggiata per tutti e due i kilometri di spiaggia avanti e indietro, il sole era già alto, e un'altra ragazza aveva portato anche il cane a fare una passeggiata sulla spiaggia.
Vanessa stava seduta su un tronco portato li dal mare qualche settimana prima e osservava i due cani giocare assieme, l'altro era un cucciolo di pastore tedesco, aveva all'incirca sette mesi dedusse Vanessa, quindi non c'era pericolo che i due cominciassero a litigare, Leo era un giocherellone, stava bene persino con il gatto che avevano trovato una decina di anni prima e portato a casa Vanessa e un'amica, l'avevano tenuto e cresciuto come un figlio, e con Leo andavano d'accordissimo, molte volte dormivano anche nella stessa cuccia.
"Dai Leo andiamo" chiamò Vanessa mentre prendeva i guinzaglio dalla tasca e si avvicinava al cane, Leo trotterellò fino a lei e si sedette a guardarla, gli mise il guinzaglio e si diressero verso casa.
"Vediamo quale battaglia mi spetta oggi."

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Capitolo 18
*** 18 Soluzioni e Proposte ***


"Sali"
"Dov'è Marco?"
"Oggi guidi con me"
"Ma non hai lezione?"
"C'è mio padre"
Vanessa stava seduta su una delle sedie a dondolo del bar vicno la scuola guida e si era alzata appena aveva visto l'auto con la scritta scuola guida, che aveva gia guidato diversi giorni prima, aspettandosi di trovare Marco, l'istruttore che le aveva fatto le guide già altre volte, ma al posto di Marco dalla macchina scese Lorenzo, era appena tornato da un'altra lezione di guida che aveva appena fatto all'altro ragazzo che era stato all'esame assieme a lei.
'Ecco ci siamo, adesso come minimo mi ucciderà' pensò Vanessa mentre si avvicinava all'auto.
"Non ho mai guidato in mezzo al traffico, e ho problemi con le marce" disse abbassando lo sguardo ostinandosi a guardarsi le scarpe, che erano di un rosa evidenziatore.
"C'è sempre una prima volta" disse Lorenzo e la invitò a salire nel lato del passeggero "al ritorno guiderati tu fino a qui, adesso sali che si comincia e scordati il percorso perchè con me non ci andrai di sicuro"
Vanessa salì e si allacciò la cintura mentre Lorenzo metteva in moto e partiva.
"Perchè non hai risposto al telefono ieri sera?" domandò calmo Lorenzo mentre si dirigevano verso la periferia della cittadina, aveva un tono calmo ma Vanessa sospettava che avesse in serbo per lei un'altra ramanzina, conoscendolo.
"Stavo dormendo" disse la ragazza, ma le sfuggì uno sbadiglio che non passò inosservato a Lorenzo anche se stava guidando
"Non mentire" rispose "si vede da un miglio che stai morendo di sonno"
"Vabbò non avevo voglia di sentire nessuno!"
"Bastava dirlo, non è la fine del mondo"
Arrivati in una zona dove c'era poco traffico si fermarono sul bordo della strada, Lorenzo si voltò verso Vanessa e la fissò per un attimo
"Te la senti di guidare?" le chiese vedendo che la ragazza sbadigliava a non finire "non mi pare il caso di lasciarti al volante"
"Infatti"
"Bene, allora ci prenderemo una giornata di riposo"
Lorenzo scese dall'auto e fece il giro aprì lo sportello e fece scendere Vanessa, chiuse le sicure dell'auto e s'incamminarono verso il porticciolo li vicino, la rabbia gli era passata, voleva solo trovare un qualche modo per non far si che succeda un casino un giorno si e l'altro pure.
Camminarono avanti e indietro per quasi un'ora senza dire una parola, Vanessa era stanchissima a malapena si reggeva in piedi, lui se ne accorse e la convinse a tornare a casa, tornarono all'auto e la accompagnò.
"Vane, vedi che non ce l'ho con te comunque." le disse prima che lei scendesse dall'auto, erano fermi sotto casa di lei "ci ho ripensato, non dico che anche io avrei risposto con quel tono e quelle parole ma ci avrei potuto andare molto vicino. Non è colpa tua se ti ha attaccato continuamente, perdere la pazienza è normale, soprattutto se il limite della tua è  così basso" le sorrise e scese facendo il giro dell'auto per aprirle lo sportello e accompagnarla fino alla porta "vai a dormire vai, che tra dieci secondi ti addormenti in piedi"
"Sempre se non c'è Leo che è in pieno possesso del mio letto"
"Vabbè lo cacci"
"Eh no, al massimo mi fa spazio e dormiamo assieme"
Vanessa non voleva che mancasse niente al suo cane, compresi i vizi, non le interessava che dormisse assieme a lei, Leo obbediva soltanto a lei, senza nemmeno ci fosse stato il bisogno di addestrarlo, aveva scelto lei come padrona, la adorava come lei adorava lui.
"Mamma mia, questo cane mi farà impazzire" disse Lorenzo e rise, si salutarono e lui se ne andò mentre Vanessa entrava a casa.
Ad accoglierla c'erano soltanto Leo e Maya, Maya era il gattone nero con un solo ciuffo di pelo bianco sul petto, quello che tempo prima avevano trovato ancora piccolissimo, di appena due mesi, in una stradina di campagna, da quando lo trovarono era come se la famiglia Lacone avesse avuto un quinto figlio, e la stessa cosa valeva per Leo, lui era il sesto figlio.
A differenza di Maya però, Leo era un regalo, era l'ultima cosa che era rimasta a Vanessa da quando aveva rotto con Antonio definitivamente, aveva buttato qualsiasi cosa, anche alcuni vestiti, però Leo era Leo, quel cane non l'avrebbe mandato via per niente al mondo.
Leo l'avevano adottato in canile quando aveva due mesi e mezzo, Vanessa all'inizio voleva adottare un'altro cane, era già grande e si chiamava Rocky, non avevano accettato di fargli passare gli ultimi anni di vita assieme a lei perchè aveva bisogno di molte attenzioni per via di un'operazione che gli era costata una zampa, lei aveva pregato tutti di poter adottare lui ma non volle nessuno così quando tornarono a casa e Vanessa si era rinchiusa in un silenzio tombale Antonio era tornato al canile e aveva scelto Leo che era appena arrivato assieme ai cinque altri cuccioli e l'aveva portato direttamente da Vanessa, che, all'inizio non voleva saperne ma dopo un pò Leo aveva fatto in modo di piacerle, da quel giorno Leo è come se fosse il suo migliore amico peloso.
"Ciao!" si abbassò per salutare Leo e prese in braccio Maya "giovanotto ti sei alzato da quel divano eh" disse al gatto, Maya era il gatto più pigro che Vanessa avesse mai visto, a parte Garfield ovviamente.
"Andò in camera sua si tolse le scarpe e si distese sul letto mettendo la vibrazione al cellulare, erano le sei, i genitori sarebbero tornati a momenti.
"Vabbè dai, di dormire se ne parla stasera, adesso sospetteranno che sperpero il loro denaro se non mi vedono studiare, la media del 28 non gli basta mi sa"
Si sedette alla scrivania e prese i libri cominciando a fare esercizi ricordando formule su formule.
Dopo circa una ventina di minuti i genitori tornarono dai rispettivi lavori.
"Vanessa! Andrea!" disse la madre dalle scale
"Ci sono solo io" rispose Vanessa dalla sua stanza alzandosi e scendendo a salutare "Quando sono tornata Andrea non c'era, sarà uscito con gli amici, Nadia mi ha mandato un messaggio dicendo che stasera esce con le amiche e Federico sta giocando a calcetto al campo dietro la chiesa"
"Bene" rispose la signora "e tu?"
"Stavo studiando"
"Va bene"
Vanessa tornò in camera sua e si mise al computer, si collegò sul social network di sempre e si mise a giocare ad uno dei tanti giochi che aveva a dsposizione.

Domenico Corriglia 18:47
Wee, allora?
Vanessa Lacone 18:48
Cosa?
Domenico Corriglia 18:50
Ieri non mi hai più risposto, tutto bene?
Vanessa Lacone 18:54
Oh si, avevo spento il computer, sorry :)
Comunque grazie per il supporto ma non mi va di parlare di quello che penso con nessuno a parte il mio cane e la mia migliore amica.
Domenico Corriglia 18:55
Ah, ok. Ho capito, fai bene a non dire gli affari tuoi a nessuno, brava, posso comunque dirti una cosa?
Vanessa Lacone 18:58
Dimmi
Domenico Corriglia 19:00
Volevo sapere se per caso ti andasse di uscire una sera di queste.
Domenico Corriglia 19:48
Ci sei??

"VANESSA!!"
Dalle scale veniva un baccano infernale, la ragazza si alzò di corsa e scese sotto e vide che la madre teneva in braccio Maya che respirava a fatica, corse verso il telefono e chiamò subito la veterinaria e le disse quello che stava succedendo.
"Arrivo subito" disse la donna e riattaccarono mentre la madre di Vanessa, Emilia, tentava di rassicurare l'animaletto.
Non passarono nemmeno dieci minuti che si sentì il campanello e un'attimo dopo Maya era stato visitato e curato dalla veterinaria, mentre dormiva un pò più tranquillo la donna spiegò a Vanessa e Emilia quello che aveva il gattone nero, in quel periodo un sacco di gatti stavano prendendo una malattia che dava loro problemi a respirare e mangiare, così prescisse al gatto una serie di punture da fare ogni giorno e disse alle due padrone di non fargli assolutamente toccare del cibo solido, avrebbero dovuto comprare delle pappette per i bambini o degli omogeneizzati per non farlo sforzare molto.
"Stai attenta Emilia" disse la dottoressa alla madre di Vanessa "Maya è vecchio, ha bisogno di più attenzioni adesso che è in questo stato, temo sia difficile se riesce a resistere, guarire in poco tempo"
"Faremo il possibile per lui Chiara" disse Emilia e le due si salutarono mentre Vanessa tornava in camera sua, quella giornata non voleva finire.

Vanessa Lacone 20:02
Scusa, ho avuto un contrattempo, comunque non penso proprio di essere disponibile, mi dispiace ma ho altro per la testa.

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Capitolo 19
*** 19 Pronti, partenza, via! ***


"Andrea?"
Vanessa era entrata nella stanza del fratello maggiore, non era sicura che fosse in casa ma voleva fare quattro chiacchiere con lui, spinse la porta piano ma vide che la stanza era vuota, solo vestiti sparsi per tutta la camera e i due computer dei fratelli uno sul letto di Federico e l'altro sulla scrivania.
Uscì e se ne andò in camera sua ricordandosi di quante volte la madre le aveva detto di rimettere in ordine il caos di felpe, libri, cd e matite, le piaceva un sacco disegnare, e i suoi disegni incompleti erano tutti sulla scrivania sparsi qua e là.
Si mise a lavoro raccogliendo le felpe e attaccandole alle stampelle appese nell'armadio, gettando via tutti i fogli sparsi dentro il cassetto della scrivania e mettendo al loro posto i disegni e gli innumerevoli astucci con le matite, rifece il letto e mise il computer sulla scrivania a fianco ai libri dell'università, finito di rimettere in ordine la camera tirò fuori da sotto il letto la valigia e la aprì lasciandola su due sedie a fianco al letto e aprì l'armadio fissandolo.
"Due settimane" disse a nessuno in particolare "quella valigia è piccola ma ci dovete entrare" diceva mentre afferrava tre delle sue felpe e le piegava mettendole dentro la valigia, poi prese delle maglie e altre tre magliette a maniche corte, era metà aprile e sicuramente avrebbe fatto caldo quando andava alle lezioni, infilò anche quelle in valigia e vide che già aveva occupato più della metà dello spazio che aveva a disposizione, avrebbe dovuto portare con se anche qualcosa da mangiare tipo latte, pasta o roba del genere, non aveva nessuna voglia di andare a fare la spesa appena arrivatà nella città universitaria, il più vicino supermercato era a kilometri di distanza e lei era a piedi e doveva anche stare attenta a non perdersi.
Scelse una tuta e tre paia di jeans e li ficcò in valigia, si ricordava che nella sua stanza affittata per andare a lezione aveva lasciato un pigiama e tre cambi di biancheria, considerato che faceva caldo avrebbe fatto a turno usando una cosa e la sera lavarla per poi trovarla asciutta il giorno dopo, con quattro tenute diverse se la sarebbe cavata alla grande.
Scese in cucina e prese il sacchetto della spesa che aveva lasciato la madre sul tavolo per farlo trovare già pronto alla figlia e tornò in camera, avevano preso un pacco di pasta, una bottiglia di succo di frutta alla pesca, un pacco di biscotti, due scatolette di pelati, un pacco di riso due barattoli di condiriso e le scatolette del mais, non amava mangiare carne o pesce, e aveva pensato di non trattenersi a lungo visto che le lezioni erano quasi al termine e quelle erano in parte obbligatorie, tolse quella roba dal sacchetto della spesa e lo sistemò come meglio potè nella valigia e la chiuse per bene.
La prese e la portò all'ingresso lasciandola a fianco al portaombrelli e controllò per l'ennesima volta che il biglietto del treno fosse quello giusto, poi tornò in camera e prese la borsa a tracolla che usava per andare all'università, era la borsa che aveva comprato l'ultimo anno di liceo, afferrò i libri rimasti fuori dalla valigia e li mise dentro assieme alla borsa a forma di gufo con cui usciva spesso e dove c'era tutto il necessario tra documenti e i soldi per comprare biglietti dell'autobus per girare in città, il computer e altro.
Finito di preparare anche la tracolla portò anche quella nell'ingresso la poggiò sulla valigia e uscì.
Quei giorni erano stati pesantissimi e l'annuncio che avrebbe dovuto seguire quelle lezioni obbligatorie le avevano offerto una buona via di fuga.
"Mamma" disse mentre attraversava il piccolo giardino e infilandosi le cuffie alle orecchie "vado a correre, ci vediamo più tardi"
"Va bene, vedi di non cacciarti dei guai e torna presto che domani mattina alle otto parte il treno"
"YES!"
Andò fino al lungomare a passo normale poi cominciò a correre mentre faceva mente locale con gli avvenimenti di quei giorni.
Aveva litigato con Lorenzo a causa di Antonio, aveva litigato con il gruppo perchè non rispondeva ai messaggi loro, poi però avevano fatto pace con entrambe le parti.
Doveva evitare qualsiasi percorso in cui poteva incrociare quell'essere, senza successo perchè poco dopo lo incrociò nella stessa strada dove lei correva, ma non aveva fatto in tempo a dirle qualcosa che lei accellerò la corsa fino a lasciarselo completamente alle spalle.
Trascorse l'intero pomeriggio a correre poi quando decise che per quel giorno aveva corso abbastanza, scese in spiaggia e si sedette sulla riva, correre la rilassava, era come quando giocava a calcio con gli amici, le piaceva ed era un modo per sfogarsi.
Correndo ascoltava la sua musica preferita, e la maggior parte delle canzoni erano quelle che aveva registrato insieme ai suoi amici.
"Vanessa!"
Lei si girò di scatto e vide l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare, anche lui era andato a correre aveva notato, ma prima non l'aveva visto, era appena arrivato dedusse Vanessa, anche se difficilmente qualcuno scendeva in spiaggia.
"Ciao" disse lei togliendosi una cuffia e abbassando il volume del lettore.
"Come stai? Non ti sei più collegata poi" disse Domenico
"Oh bene grazie, è che ho un bel pò da fare in questi giorni" rispose lei e gli disse che voleva camminare e non starsene li seduta così si alzò e si mise in marcia sulla sabbia, aveva letto che faceva bene camminare in spiaggia.
Il ragazzo continuava a camminarle a fianco.
"Quindi devi partire?"
"Esatto, domani"
"E quando torni?"
"Non lo so, devo studiare un sacco e le mie lezioni sono obbligatorie"
"Anche tu con questa università, anche mia sorella è sempre sui libri. Credo stia impazzendo."
"E' la vita di chi studia" Vanessa si era rassegnata a portarselo dietro per tutti i due kilomentri di spiaggia, si era praticamente incollato "con libri che sembrano mattoni chi non impazzirebbe"
"Già"
Camminarono velocemente per tutto il percorso poi Vanessa guardò l'orologio e vide che erano quasi le otto, aveva corso per tre ore e mezza, era stanchissima ma si sentiva un pò meglio mentalmente.
Le aveva fatto bene quella corsa, prese il cellulare per controllare l'arrivo di qualche messaggio e infatti ce ne erano tre:
'Dove sei finita?'
'Moglie, non dovevamo uscire?'
'Domani mattina a che ora parti?'
Erano Alice, che probabilmente era passata da casa sua, Aurora, che voleva uscire ma Vanessa se ne era scordata e Lorenzo che era tornato dall'università quel pomeriggio sicuramente all'orario della arrivo del messaggio.
"Va bè" disse a Domenico "io devo andare, ci si vede. Ciao"
"Ah, okey. Ciao."
Si allontanò un bel pò poi inviò un messaggio uguale a tutti e tre:
'passa da casa mia tra dieci minuti'

"Allora non ci vedremo per un bel pò" disse Lorenzo mentre stava seduto sulla moto di Vanessa che stava parcheggiata fuori casa sua "nemmeno il tempo di tornare mi hai dato"
"Lo so Lore" rispose Vanessa "ma mica l'ho scelto io di mettere queste lezioni obbligatorie, lo sai che studio da sola a casa  no?"
"Si, si. Lo so. Va bè dai, si è fatto tardissimo" disse guardando l'orologio "adesso è meglio che vado"
Si abbracciarono e si diedero appuntamento alla mattina dopo alla stazione, poi Vanessa entrò in casa e mise il guinzaglio a Leo per portarlo fuori e fece uscire Maya in giardino per fare un giretto nell'erbetta che adorava tanto, aveva notato che non era migliorato granchè da quando era venuta la veterinaria a visitarlo, respirava ancora a fatica anche dopo le punture che gli stavano facendo e il fatto che non magiasse cibo solido.
"Maya, stai attento eh" disse e uscì con Leo.

"Dai che faccio tardi!" disse Vanessa al fratello piccolo che le aveva fregato l'ultimo succo alla pesca rimasto in frigo "prenditene un'altro al bar. Io tra quindici minuti devo prendere il treno"
"Eh no, a scuola ci vado a piedi e non ne ho il tempo"
"Come sei antipatico!"
Si arrese e andò all'ingresso a prendere la felpa, dopo che la indossò prese la tracolla e la valigia e li portò in macchina, mentre la madre scendeva e si sedeva in autò Vanessa salutò tutti, specialmente Leo e Maya, e sal in macchina.
"Al tuo ritorno ho una sorpresa per te" disse Andrea e rientrò.
Arrivata in stazione c'era una marea di gente che andava e veniva, professori, studenti che tutti i giorni venivano da città diverse, e gente che partiva o tornava dai loro viaggi.
"Mancano dieci minuti" disse la madre "io sono già in ritardo, te la cavi da sola vero?"
"Si si tranquilla" sorrise Vanessa "mi siedo ad aspettare tanto non manca molto"
"Allora stai attenta li"
Si salutarono e Vanessa si diresse verso il binario dove arrivava il suo treno e si sedette.
Le squillò il cellulare e lo cercò dentro la tracolla, lo prese e guardò il numero, era Lorenzo, rispose e il ragazzo le disse che non si sarebbero potuti incontrare alla stazione per un imprevisto.
Vanessa riattaccò, e si alzò mentre si voltava per l'improvviso fischio del treno che rallentava per fermarsi al binario davanti a lei, salì e si sedette in uno scompartimento vuoto poggiò la valigia a terra di fronte a lei, la tracolla sulle sue gambe e si mise le cuffie.
Il treno partì sulle prime note di 'Due anelli' cantata da Niccolò Centioni.

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Capitolo 20
*** 20 I sogni son desideri ***


"Chi non muore si rivede!"
"Ciao" sorrise Vanessa a una delle sue coinquiline, Angela, stava seduta sul piccolo divanetto a guardare la televisione e a magiare un'insalata verde assieme a degli amici.
 Era appena arrivata dopo la lunga camminata che aveva dovuto affrontare dalla fermata dell'aubus fino a casa sua senza contare la noiosissima lezione a cui aveva partecipato prima di avviarsi verso casa, abitava a un kilometro e mezzo dall'università e dalla fermata degli autobus, e le navette che la portavano fino alla piccola piazzetta a una cinquantina di metri da casa sua aveva orari diversi dai suoi e molte volte doveva affrontare quelle camminate interminabili per andare a lezione, o in alternativa arrivare con larghissimo anticipo e molto presto.
Dopo aver salutato tutti si diresse nella piccola camera con le mura azzurre che aveva scelto quando era andata a visitare quella casa assieme ai genitori nei giorni dopo essersi iscritta all'università, non aveva pensato al fatto di dover arrivare sempre esausta dopo un'intero giorno a gironzolare tra lezioni, biblioteca e mensa senza pensare a quanto odiasse quelle stradine deserte di notte, le era andata bene per certi versi perchè Eva, l'altra coinquilina, era al suo stesso indirizzo e anno quindi non era quasi mai da sola.
Chiuse la porta e posò la tracolla sul letto e aprì la valigia sparpagliando tutto sul tavolo messo contro il muro mentre stava seduta sulla sedia dove aveva attaccato la maglia autografata del suo calciatore preferito, prese le cose da mangiare e le portò in cucina posandole dentro l'anta della dispensa che faceva parte delle sue cose e tornò in camera a mettere nel piccolo armadio i vestiti che si era portata dietro per quelle due settimane poi mise i libri e il computer sulla scrivania e attaccò la borsa all'attaccapanni dietro la porta e spinse la valigia vuota sotto il letto.
Si distese sul letto e guardò il display del cellulare, era quasi mezzogiorno e mezzo, aveva anche una chiamata senza risposta di sua madre e una di Lorenzo.
'Prima mi cacci la scusa che non puoi venire per una chiamata dalla scuola guida e poi mi chiami? Ammazzati, mo aspetti tu. Lo so che probabilmente eri con quella scansafatiche e asina di Giusy' pensò e mise il blocco al cellulare appoggiandolo sul comodino a fianco al letto, si girò verso la parete guardando il mini poster di Marco de I Cesaroni, l'aveva attaccato il primo giorno in cui aveva portato la sua roba in quell'appartamento assieme a una foto di lei e Laura Pausini di quando era andata ad un suo concerto e con immensa fortuna era riuscita a raggiungerla e ad avere una foto insieme a lei e un autografo, 'alla mia futura collega' aveva scritto, e un'altro ritaglio di giornale dove c'era raffigurata tutta la sua squadra di calcetto delle superiori con l'articolo che avevano scritto su una gazzetta quando avevano vinto le finali di un campionato scolastico.
"Tu si che sei il migliore" disse rivolta verso l'attore e si tolse gli occhiali per poi infilare la testa sotto il cuscino.

Era seduta su una panchina sul ponte universitario intenta a scribacchiare su un libro, stava aspettando Aurora, anche lei studiava alla sua stessa università però avevano scelto indirizzi diversi, Vanessa amava i calcoli e la logica, iscritta a scienze matematiche, mentre Aurora studiava scienze della formazione.
Aurora era a lezione, si erano messe d'accordo quella mattina per andare a magiare assieme al bar dell'università, ma la lezione di Vanessa finiva mezz'ora prima di quella di Aurora così la ragazza si ritrovò seduta sulla panchina di fronte l'aula dove l'amica seguiva la propria lezione e aveva cominciato a sottolineare quello che doveva studiare per il prossimo esame.
"Ciao" sentì dire, alzò lo sguardo e vide che di fronte a lei c'era un ragazzo di circa una trentina d'anni che le sorrideva
"Tu sei Vanessa vero?" le chiese, lei si tolse le cuffie che teneva sempre alle orecchie e si alzò per guardarlo bene, non credeva ai suoi occhi.
"Oh mio Dio! Marco? Sei davvero tu?" disse arrossendo fino alla punta dei piedi, il ragazzo si tirò indietro di un passo per darle aria senza smettere di sorridere
"Sinceramente mi chiamo Matteo, però se preferisci chiamami pure Marco, infondo anche nella vita reale il metodo Cesaroni mi è utile" disse, era Matteo Branciamore, in carne e ossa, Vanessa credeva di svenire da un momento all'altro quando le tese la mano per salutarla.
"Non ci posso credere" gli disse "Come fai a conoscermi? Come mai tra tutta la gente ti sei fermato proprio qua, davanti a me!"
"Hey calma, c'è una spiegazione, tranquillizzati. Volevo solo chiederti una cosa, e ho preferito farlo di persona"
La prese sottobraccio e la guidò sul ponte universitario mentre con l'altra mano teneva la borsa della ragazza che si era offerto di portarle vista la quantità di cose che la rendevano pesante.
"Ma Aurora?" disse Vanessa mentre camminava a fianco a quel ragazzo che tanto aveva sognato da anni "Mi starà aspettando, devo andare da lei"
"Sa già dove ti può trovare, ho pensato a tutto io"
Camminarono per un pò mentre Matteo le raccontava della sua musica e dei suoi film, soprattutto quelli che Vanessa amava in particolare, arrivati quasi alla fine del ponte si diressero verso un bar li vicino e si sedettero a un tavolo ordinando una ciambella ciascuno.
"Ti ho cercata perchè ho ascoltato una canzone cantata da te e mi è piaciuta molto, così ho preso informazioni su di te per rintracciarti, sai non è facile capire chi è che canta o suona nei video postati su youtube, e credo che tu ne sappia qualcosa visto che mi hai riempito di domande su Marco e le sue passioni.
Spero non ti dispiaccia il fatto di essermi intromesso così nella tua vita, ti chiedo scusa perchè sai, mi sono fatto i fatti tuoi da quando ho ascoltato quella canzone."
Vanessa ascoltava attentamente ogni parola, era al settimo cielo e non voleva alzarsi da quella sedia per niente al mondo, all'improvviso il ragazzo si zittì, prese un sorso del tè che aveva ordinato e guardò l'orologio.
"Vabbè arrivo al punto, mi sa che stiamo facendo un pò troppo tardi, la tua amica sta per arrivare e io ho un impegno" la guardò dritta negli occhi "Vorresti cantare una canzone insieme a me?"

"Oddio!" urlò Vanessa
"Hey!" disse Angela "ti sei addormentata, scusa se ti ho svegliata ma c'è Aurora, è appena arrivata"
"Dormigliona alzati che sono le tre e mezzo!"
"Sorry, sono stanchissima" disse Vanessa ripensando al sogno, sembrava così reale, sospirò e prese il cellulare, nessuna chiamata, la madre l'avrebbe chiamata dopo.
Si alzò e salutò l'amica, Angela era tornata in camera sua a studiare così le due amiche se ne andarono in cucina a fare uno spuntino.
"Allora?" disse Aurora "com'è andata? Noiosa la lezione eh"
Aurora mancava raramente alle lezioni, anche se ultimamente ne aveva saltate molte, come del resto anche Vanessa, aveva preso l'abitudine di stuzzicare l'amica sul fatto che la matematica fosse noiosa, ma Vanessa non si buttava giù, infondo le piaceva moltissimo studiare quella materia, a scuola era sempre stata la prima della classe senza nemmeno impegnarsi più di tanto.
"Diciamo, potevo benissimo farmi tutto a casa, ma quella serpe ha messo le firme" disse Vanessa mentre metteva sul fuoco un pentolino con dell'acqua
"E dimmi dimmi, con Lorenzo?"
"Lascia perdere vah!" sbattè l'anta della dispensa che aveva aperto per prendere due bustine di ciobar "Ce ne sono due di serpi in circolazione, e mi sa che ci sta cascando in pieno il tuo amico"
"Cioè"
"Giusy"
"Vuole botte?"
"Mi sa di si"
Le ragazze si guardarono negli occhi come a comunicare telepaticamente poi afferrarono le loro tazze per versare la cioccolata quasi pronta, Vanessa si era portata la tazza della sua sqadra del cuore e un'altra con il suo segno zodiacale per riserva, infatti si era rivelata un'ottima idea quella di portarne due visto che stava sempre con Aurora, anche lei aveva pensato bene di fare il bis di tazze, molte volte dormivano insieme quindi si erano attrezzate per bene.
"Va bè Vanè. Intanto che sei qua pensa a studiare e divertirti con me che poi quando torniamo a casa glielo facciamo vedere noi di che cosa siamo capaci eh"
Aurora le diede una pacca sulla spalla e tornò a sorseggiare la propria cioccolata.

Passarono alcuni giorni e Vanessa era sempre più indaffarata nelle sue lezioni tanto da passare l'intera giornata in giro per l'università assieme a alcuni suoi colleghi e ad Aurora quando non aveva le proprie lezioni, non aveva trovato altro tempo per andare a correre nè tantomeno poteva suonare quindi si era ritrovata dopo cinque giorni a non sopportare nemmeno una porta che sbatteva.
"Hey" disse Eva affacciandosi alla porta della sua camera dove stava seduta sul tappeto sotto la finestra "ma è possibile che te sparisci sempre"
Vanessa alzò lo sguardo e poggiò il computer sulla mensola più bassa della libreria che aveva a fianco e si alzò per andarle incontro.
"Scusa Eva, è che sono stanchissima, adesso vengo a darti una mano a cucinare dai" le sorrise "così tra un pò mi dirai che sto sempre tra i piedi"
"Dai dai, vieni a mangiare con noi invece, solo perchè i miei amici non coincidono coi tuoi mica vuol dire che ti sfratteremo dalla cucina"
"Ma non è questo" disse Vanessa mentre prendeva il computer e lo portava in cucina "è che non ho tanta voglia di stare in compagnia, e ho un sacco da studiare come ben sai, visto che anche tu sei al mio stesso punto, o sbaglio?"
"Vero" la prese sottobraccio e la tirò in cucina con lei "però stasera siamo in pausa e ci devi essere anche tu, siamo tutte dai"
"Va bene, va bene, però non staccarmi via il braccio che mi serve per suonare la chitarra"

"Dai!!" urlò Aurora mentre aumentava il passo verso un'autobus fermò alle pensiline "sbrigati o dovremo aspettare altre tre ore!"
"Arrivo!" disse Vanessa mentre trascinava dietro di sè la valigia e tentava di non far scivolare via la tracolla che, nel caos dell'ultimo momento, aveva riempito malamente
Riuscirono a salire sul pulman per un soffio e dopo aver trovato due posti vicini si sedettero e Vanessa si affrettò a mettere in ordine la borsa e tirare fuori l'i-pod.
Erano trascorse le due settimane e le ragazze stavano tornando a casa, era Maggio inoltrato ormai e faceva un caldo incredibile, Vanessa non vedeva l'ora di poter correre verso la spiaggia e fare un bel tuffo a mare direttamente dal pontiletto come facevano ogni anno d'estate.
"Finalmente, adesso ci possiamo pure rilassare un pò" disse Aurora "tanto ci vogliono due ore e mezzo prima di arrivare a casa"
"Già" disse Vanessa mettendosi le cuffie e abbandonandosi contro lo schienale "non vedo l'ora di arrivare"
"Vane" disse Aurora togliendole una cuffia "raccontami un pò, che t'ha detto?"
"Già vero, ancora ti dovevo dire" disse Vanessa e abbassò il volume della musica voltandosi verso l'amica e abbassando la voce per non farsi sentire dai vicini di sedile "allora, stamattina quando mi sono alzata mi ha chiamata, dimmi te se alle sette del mattino uno si alza con il proposito di rompere le scatole a me!
Comunque, appena ho risposto ha subito insinuato che non gli volevo rispondere per chissà quale osceno motivo, l'ho lasciato parlare e per un pò mentre mettevo a posto la valigia e ha detto che con lei non c'è niente che le mie sono preoccupazioni inutili, ma io sinceramente non ci credo, secondo me c'è qualcosa sotto, ho visto cosa pubblica lei e ha in mente qualcosa, non vorrei sbagliarmi ovviamente, però lo sento, c'è qualcosa che non va, va bene il fatto che sono solo quasi tre mesi che stiamo insieme e premetto, anche se lo sai già, che le mie storie non sono esattamente un 'vissero felici e contenti', ma non lo vedo come prima, credo si stia trasformando come è successo con Antonio, prima tutto rose e fiori e adesso stanno rimanendo solo le spine!
Non so Rora, sembra fatto apposta sempre io ci rimetto"
"Secondo me affronti il problema dalla parte sbagliata, parlaci e vedi di risolvere, non voglio vederti ancora soffrire, sei la mia migliore amica!"
"Grazie moglie" la abbracciò "ti voglio bene"
"Anche io"
Le due rimasero ferme ad ascoltare musica per tutto il resto del tragitto, si erano messe d'accordo per uscire quella sera e magari Vanessa avrebbe affrontato una volta per tutte quella conversazione che ha sempre evitato.
Arrivate scesero dall'autobus e tornarono a casa ognuna con i rispettivi genitori dopo i saluti scambiatosi con entrambi.
"Com'è andata?" chiede la signora Lacone
"Bene" rispose Vanessa "adesso se ne parla per fine Giugno, parto una ventina di giorni prima degli esami così ripasso per bene"
"Va benissimo, vedi di studiare per bene, non voglio che fai la fine di tuo fratello Andrea"
"Ma se sta benissimo"
"Si infatti. E' un grandissimo" fece un attimo di silenzio "scansafatiche!"
"Se lo dici tu"
Arrivate a casa trovarono l'intera famiglia ad aspettarle, era l'ora di pranzo quindi Vanessa non ebbe nemmeno il tempo di cambiarsi che la madre la chiamò che era pronto.
"Pomeriggio che programmi hai?" chiese Andrea alla sorella
"Sto da Alice, suoniamo un pò poi stasera ci facciamo un giro"
"Va bene" rispose il fratello e si sedette al solito posto
"Perchè?" domandò curiosa Vanessa
"Così" disse evasivo "ero curioso"
"Ah, ok"

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Capitolo 21
*** 21 Sorpresa! ***


"Mamma esco!" urlò Vanessa dall'ingresso di casa sua mentre poggiava su un tavolino il guinzaglio di Leo e lo carezzava sulla testa "sono da Alice che suoniamo"
"Va bene" disse la madre affacciandosi dalla cucina "non fare tardi come al solito"
"Emh, stasera avevamo pensato di andare in pizzeria"
"Naturalmente" disse la madre rassegnandosi "d'accordo però porta anche Nadia, è da tanto che non uscite"
"Va bene, dille di venire da Alice quando torna più tardi"
Uscì e salì sulla moto parcheggiata davanti al cancello di casa sua, si mise il casco e partì, prima di andare da Alice passò a prendere Aurora che, per l'ennesima volta, rimase senza l'auto a causa del fratello maggiore che l'aveva presa per uscire con la fidanzata - odiosa secondo Vanessa e Aurora - andarono da Alice e aprirono la saracinesca per non sentirsi come in una sauna a causa del caldo di metà Maggio, erano solo le tre ragazze ancora e visto il solito ritardo dei ragazzi se la presero comoda mentre aspettavano.
Vanessa era seduta su uno degli amplificatori tenendo la chitarra di Alice sulle gambe e canticchiava la canzone Parole Nuove della colonna sonora del suo film preferito, la sua chitarra classica l'aveva lasciata a casa visto che non la usava quasi mai e quella elettrica la lasciava direttamente da Alice quando non le serviva a casa per provare qualche nuovo pezzo,  mentre suonava Aurora stava seduta sul muretto con l'i-pod a tutto volume e canticchiava anche lei qualcosa in inglese, non riusciva a distinguere bene che canzone fosse perchè nella testa al momento aveva quest'altra canzone, invece Alice stava seduta sul seggiolino della batteria e ogni tanto batteva qualche colpetto, Mirko aveva provato a insegnarle a suonarla ma la ragazza preferiva la chitarra.
"Vane, ma poi avete parlato?" chiese Alice dopo un pò
"No, mi ha detto se più tardi può passare da qua ma ancora non gli ho risposto, sto aspettando che apre l'edicola per farmi una ricarica"
"Ogni scusa è buona eh"
Alice sapeva già che tra Vanessa e Lorenzo non era tutto rose e fiori.
Dopo una ventina di minuti arrivarono gli altri e cominciarono a suonare, Vanessa aveva preferito cantare solamente, non aveva voglia di sudare dietro una batteria, specialmente se dopo avrebbe dovuto incontrare Lorenzo, la scaletta di quel giorno comprendeva solo canzoni italiane e quasi tutte senza chitarre elettriche, Vanessa voleva prepararsi per bene un paio di canzoni perchè a Giugno prima di partire per gli esami avrebbe partecipato a un concorso che c'era tutti gli anni e che comprendeva soltanto ragazzi del suo paese.
"Facciamo L'esigenza di te?" domandò Aurora mentre sfogliava il raccoglitore dove teneva tutti gli accordi
"Si si, voglio provare questa e una di Laura per il concorso se siete d'accordo" rispose Vanessa
"Allora si comincia!" disse il gruppetto in coro.
I ragazzi cominciarono a suonare però il cellulare di Vanessa squillava ripetutamente e smisero per darle il tempo e il silenzio necessari per rispondere.
"Si?" disse lei
"Vanessa, sono Marco"
"Oh si mi dica"
"Sto passando a prenderti per fare la guida, tra quindici minuti sono davanti casa tua"
"Ehm, io non sono a casa, ma posso arrivare, aspetto fuori"
"A dopo"
"Ciao" disse e spense il cellulare riponendolo dentro la custodia, poi si rivolse agli amici "devo andare a fare la guida, questione di mezz'ora e torno, voi contunuate pure senza di me"
Uscì dal garage di Alice e salì sulla moto, si mise il casco e partì verso casa sua.

"Eccomi" disse l'istruttore scendendo dalla macchina e cedendo il posto guida a Vanessa "prego"
"Thank you" sorrise Vanessa e salì.
Fecero un giro della città e qualche pacheggio e inversione, Vanessa aveva fatto già abbastanza guide e ormai guidava bene, anche se ogni tanto c'era qualche piccolo errore, ma l'istruttore diceva che era normale.
"Va bene per oggi" disse Marco mentre cominciava a scrivere qualcosa su un blocchetto "possiamo rientrare"
Vanessa si diresse verso casa di Alice e si fermò li davanti tra la macchina di Mirko e quella di.. 'Lorenzo? e che ci fa qui?'
Firmò il foglietto che stava scrivendo l'istruttore e scese salutandolo, fece il giro dell'auto e salì sul marciapiede camminando verso il garage che era aperto e si sentiva qualcuno che batteva sulla batteria tanto per far qualcosa.
"Hey!" dissero quando entrò "record! Sono tre quarti d'ora che se scappata via"
"Sorry amigos, quando la scuola guida chiama Vanessa risponde"
"E non solo Vanessa" disse Lorenzo che stava seduto sullo sgabello che usavano quando dovevano cantare e suonare la chitarra classiaca contemporaneamente "mi è appena arrivato il richiamo da Anna"
"Ah!"
Lorenzo salutò la ragazza con un bacio sulla guancia e gli altri con un cenno della mano e sparì oltre il muretto di casa Mattia.
"Allora?" disse Vanessa agli amici senza dare segno di insicurezza "che si fa?"
"Stavamo pensando alla gara del mese prossimo Vane" disse Aurora "e se ci iscrivessimo tutti? Ognuno canta da solo ovviamente"
Vanessa si sedette sullo sgabello dove prima c'era seduto Lorenzo e li guardò per un pezzo poi sorrise, nella sua mente si stava già formando la scena di loro cinque su quel palco e delle faccie di chi cantava contro di loro.
"Ragazzi" disse "ditemi che già state immaginando la faccia di Paola quando scoprirà che saremo al completo e non solo io come l'anno scorso"
"Ahahahahahahah"
Si sentì una risata generale e dopo un pò i ragazzi si calmarono e si misero al lavoro per trovare le canzoni da provare, stavolta però senza gli strumenti, avrebbero provato con le basi musicali.
Aurora scelse 'Non è stata colpa mia' di Laura Bono e 'Spaccacuore' di Laura Pausini, Alice scelse 'Doppiamente fragili' e 'Qui' di Anna Tatangelo, Mirko scelse 'Francesca' di Dj Francesco e 'If i had you' di Adam Lambert, Alex scelse 'Falling in love again' dei Eagle eye cherry e 'Urlando contro il cielo' di Ligabue, Vanessa ci mise di più a scegliere perchè ogni volta si pentiva della scelta e cambiava dinuovo, alla fine decise di cantare 'Walkin on sunshine' di Katrina and the Waves e 'L'esigenza di te' di Emma Marrone.
Passarono parte del pomeriggio a provare e riprovare solo quelle canzoni per migliorarle, erano già le sette e mezzo quando Nadia arrivò maledicendo il caldo che c'era stato per tutta la giornata, la sorellina di Vanessa era andata a giocare a calcio con la squadra della sua scuola e quando era andata al garage di Alice era appena uscita dalla doccia, infatti aveva ancora i capelli gocciolanti tra l'acqua e la schiuma che aveva messo.
"Sono arrivata" urlò da dietro il muretto
"Bene!" disse Alice al microfono "mettiti pure in fila con gli altri che mi aspettano" disse e Vanessa fece partire la base di 'Doppiamente fragili'
"Ho soltanto la mia età fra le mani, pochi amici e due o tre guai, e chi se li prende mai.
Scrivo favole a metà sopra i fiori, che nessuno legge mai.
E corro forte fino a quando vedo il mare."
Alice cantava sulle note della canzone scelta mentre Vanessa e gli altri discutevano tra loro, stavano decidendo dove trascorrere la serata, erano indecisi sul fatto di provare ad andare alla pizzeria vicino casa di Mirko che si era aperta da poco.
Parlottarono per un pò mentre Alice provava poi quando anche lei smise di cantare chiusero il garage e si avviarono alle rispettive case per prepararsi alla serata, Vanessa stava in moto assieme a Nadia quando incontrarono il fratello maggiore per strada.
"Hey fratellone dove vai?" disse Vanessa rallentando e fermandosi a fianco al fratello
"Da un amico, ho fretta sinceramente, ci vediamo dopo"
Andrea si allontanò con passo spedito e si diresse dentro la reception di un albergo vicino la stazione ferroviaria.
"Ah beh, se lo dici tu" disse Vanessa e ripartirono.

Erano seduti tutti al tavolo più vicino alla televisione della pizzeria nuova e stavano chiacchierando tra loro mentre guardavano la tv e aspettavano le pizze, Vanessa dava le spalle alla porta quindi non poteva vedere cosa stava per accedere di lì a poco.
Andrea entrò nella piezzeria seguito a due persone, il gruppo l'aveva notato ma lui aveva fatto segno di non dire niente alla sorella, la persona che era assieme ad Andrea le si avvicinò e le toccò leggermente la spalla , lei si girò pronta a dirne una delle sue pensando fosse il cameriere, che era amico suo, a prenderla in giro ma rimase con la bocca aperta alla vista di quella persona che per anni aveva sognato di incontrare.
"Ma tu sei" disse
"Esatto"
"ODDIO!"

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Capitolo 22
*** 22 Un duo un pò speciale. ***


Vanessa aveva gli occhi fissi sul suo attore preferito, lo aveva sempre immaginato nei panni di un personaggio televisivo molto famoso in quei tempi o su numerosi palchi a fare concerti qua e la, ma mai aveva immaginato di trovarselo davanti a tenderle la mano presentandosi.
"Oddio...Non è possibile" stava balbettando in quell'attimo in cui si era alzata per piazzarsi difronte al ragazzo
"Si, si. Adesso però magari ti siedi e ti calmi va bene?" disse l'attore e le fece cenno di sedersi e prendere un bicchiere d'acqua.
I ragazzi se la ridevano, sapevano della sorpresa che le aveva voluto fare Andrea, il fratello più grande, e avevano acconsentito a tenere la ragazza all'oscuro di tutto, sapevano che per lei sarebbe stata la sorpresa più bella di una vita riuscire a conoscere l'attore che tanto l'aveva fatta sognare in quegli anni.
"A quanto pare sei esattamente come Andrea ti ha descritta" disse il ragazzo sedendosi a fianco a Vanessa e parlandole dritta negli occhi "io comunque, anche se credo tu sappia benissimo chi sono, sono Matteo, Matteo Branciamore, ma credo tu mi conosca meglio con il nome di Marco Cesaroni"
Matteo disse tutto lentamente per dare il tempo a Vanessa di riappropriarsi del proprio cervello, alcuni ragazzi si erano avvicinati riconoscendolo ma Andrea e gli altri li fecero allontanare per lasciare un pò di spazio ai due di parlare.
"Giuro che non ci credo ancora" disse Vanessa un pò più sicura "come lo sai? Cioè, di essere il mio attore, nonchè cantante, preferito? Cioè, dai, il fiato così me l'avrebbe fatto perdere solo un'altro cioè il tuo compagno d'avventure, Rudi, Niccolò Centioni. "
Lui le sorrise e le raccontò tutta la storia, che aveva incontrato Andrea una sera quando era a fare una mini vacanza in spagna, che si erano fermati a parlare in un pub e che Andrea all'inizio non l'aveva riconosciuto, le raccontò che la sera stessa dopo aver capito che lui non era solo un'attore ma era il preferito della sorella gli aveva chiesto se avesse avuto qualche giorno libero per farle una sorpresa perchè la vedeva ogni giorno più giù da quando quell'essere del suo ex ragazzo le aveva spezzato il cuore e l'aveva abbandonata a se stessa, e della decisione che aveva preso poco dopo di passare un pò di tempo con questa ragazza dai capelli castani e gli occhi verdi che amava la musica e amava la sua famiglia e i suoi amici.
"Così sono partito poco tempo dopo per Roma e tra i mille impegni con il film e con la casa discografica ho preso qualche giorno libero per passare a farti un salutino"
Finì di raccontare e prese un sorso della coca cola che si era fatto portare e attese la risposta della ragazza che ancora stentava a credere a quello che le stava succedendo.
"Beh, disse lei, devo ammettere che è la sorpresa più bella che potessi ricevere, grazie tantissimo per aver speso per me un pò del tuo tempo, significa moltissimo per me credimi, non capita tutti i giorni che il tuo idolo ti bussi sulla spalla per poi dirti che ha fatto ore di viaggio solo per stare un pò con te e parlare."
"Capita" rispose Matteo e le scompigliò i capelli sorridendo "sei una ragazza simpatica sai?"
"Grazie" sorrise abbassando lo sguardo, stava per diventare color aragosta
"Beh, che ne dici di darmi un assaggio di quello che sai fare prima che ti dica quello che avevo in mente?"
Matteo si alzò e le tese una mano, lei la afferrò confusa ma lieta dell'attenzione che quel ragazzo le stava dedicando.
"Che ne dici di cantare una canzone assieme?"
"Cosa?"
"Io e te, un duetto, tanto il karaoke qui ce l'hanno, io canto, tu canti, che c'è di sbagliato?"
"Beh, c'è che tu sei un cantante e io solo una ragazzina a cui piace la musica"
"E' qui che ti sbagli Vanessa, se ti piace cantare non ti resta che provare, vuoi diventare una cantante? Fai un provino no? E cosa c'è di meglio in un curriculum di un duetto con Matteo Branciamore? Infondo tutti hanno cominciato così, io anche ero un ragazzino che strimpellava la chitarra nella sua stanza, ricordi? Fai il pesce pilota! Come dice il mio alterego!"
Matteo la spinse verso l'angolo del karaoke e fece partire la base di una canzone della seconda stagione de I Cesaroni e prese i microfoni, ne porse uno a Vanessa e cominciarono a cantare.
"Sdraiati sul tetto, la notte io e te, a stretto contatto"
La canzone era quella che Marco ed Eva avevano scritto insieme quando si erano accorti di amarsi e dovevano nascondersi dai genitori che non approvavano la loro decisione.
"Io e te sul fondo di una barca che ci culla in un mare di guai.
Ma perchè non lo possiamo dire, cosa c'è in noi due che non va,
forse è che ci invidiano l'amore e ne fanno un problema di età"
E poi Vanessa prendendo un pò di coraggio cominciò a cantare nel ritornello assieme a Matteo
"E noi non lo diciamo e noi ci nascondiamo se il mondo non è ancora pronto per noi,
magari verrà il giorno e finirà l'inverno ma intanto noi comunichiamo così"
"Soli sulle tegole di terracotta"
"Che riscalda il tetto e miagola la gatta"
"Ma ad un tratto scende il fresco della notte"
"E sotto le stelle ci facciamo il letto"
Insieme "dentro il cuore batte e qui tutto è perfetto"
Lui "Sei talmente bella"
Lei "eh lo so"
"Che io mi sento brutto"
Assieme "Solo per un bacio"
"Grido come un matto, perchè mi ritrovo innamorato cotto"
Cantarono il pezzo che Vanessa adorava con qualche incertezza di lei, che lentamente prendeva confidenza con quella musica mentre tutti li guardavano chi ammirato da quel duetto così particolare e faceva qualche video per immortalare quel momento, che per Vanessa era meravoglioso e indimenticabile, chi invidioso della scena che gli si presentava davanti.
Nel momento in cui avevano iniziato a cantare era entrata Teresa assieme alla figlia Carolina e rimasero impietrite alla vista di Vanessa che cantava assieme a quel cantante, loro sapevano che lei lo adorava e molte volte l'avevano fatta star male dicendo che lei non aveva speranza di conoscerlo o solo di vederlo da vicino, ma alla vista di quella scena su di loro era calato un velo di invidia spesso quanto un piumone.
"Sdraiati sul tetto mi piace stare con te,
a stretto contatto,
sdraiati sul tetto."
Dopo che quella canzone finì il ragazzo ne fece parire un'altra, ma stavolta era una che Matteo Branciamore aveva cantato assieme a Niccolò Centioni, era Parole Nuove, un'altra delle canzoni che facevano parte della colonna sonora del film I Cesaroni.
"Dicono che senza amare non si può comporre una canzone,
il miglior plettro è la passione,
per ritrovar le corde di una nuova ispirazione devi soffrire un altro pò"
Cominciò a cantare per poi lasciare un pò di spazio alla ragazza per cantare anch'essa visto che nella prima canzone non aveva cantato granchè
"E galleggiare infondo al pozzo che ha scavato un'ossessione,
soltanto al buoi cerchi il sole,
in equilibrio instabile sul ciglio di un burrone,
ma io non voglio andare giù, e guardo su"
Cantarono assieme il ritornelo e la seconda strofa per poi arrivare quasi alla fine della canzone
"Fuori dall'oblò vedo una schiera di stelle che mi pregano di usare altre parole più belle,
niente amore niente mare, sole e sale perchè
musica e parole sono sbronze dentro stanze piene d'api e zanzare, ridono dei nostri sforzi ma lo so,
che se sbalanco la porta, non ti dico,
fuori dall'oblò vedo una schiera di stelle che mi pregano di usare altre parole più belle,
niente amore niente mare, sole e sale perchè
musica e parole sono sbronze dentro stanze piene d'api e zanzare,
ridono dei nostri sforzi ma lo so, che se sbalanco la porta
non dicono di no"
Finita la canzone tutti i presenti tranne mamma e figlia cominciarono ad applaudire e congratularsi per la splendida esibizione dei due e gli amici si strinsero attorno al tavolo per sedersi assieme a loro due per continuare la loro cena mentre Carolina fece per avvicinarsi all'attore per provare a chiedergli di farle un autografo ma prima di lei arrivò Vanessa e lui la prese sottobraccio per portarla verso il tavolo e sedersi lasciando la ragazzina impalata a qualche passo da loro con la bocca aperta.
"Poi ti spiego perchè non l'ho fatta avvicinare" gli disse mentre si sedevano "adesso c'è troppa confusione"
"Tranquilla" rispose Matteo "adesso avrei un pò di fame, quindi mangiamo, dopo avrei anche io qualcosa da dirti"
"Perfetto"
Il cameriere portò loro le pizze e cominciarono a mangiare tra chiacchiere e qualche risata, Carolina e la serpe di sua madre se ne erano andate mormorando su quanto potesse essere patetica la gente senza però capire che le prime ad essere davvero patetiche agli occhi di tutti in quella pizzeria erano proprio loro due.

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