Welcome to my life.

di Elielihoran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ei, are you Liam Payne? ***
Capitolo 2: *** 2. "Do you want to come to my house?" ***
Capitolo 3: *** 3. "She is different". ***
Capitolo 4: *** 4. "Tell me about you". ***
Capitolo 5: *** 5. "Can I have this dance?" ***
Capitolo 6: *** 5. "What do you think about this?" ***



Capitolo 1
*** Ei, are you Liam Payne? ***


1. "Ei, are you Liam Payne?"




I One Direction si trovavano a Glasgow, in quel preciso momento erano nel bel mezzo di un meet and greet. La ragazza che era appena uscita aveva voluto una foto dove Harry le chiedeva di sposarla e gli altri quattro fingevano invidia verso Harry. I ragazzi erano sfiniti. Avevano passato tutto il pomeriggio a sorridere a ragazzine su di giri, a prenderle in braccio per le foto e ad abbracciarle. E ancora non avevano finito. Ecco, la prossima ragazzina stava entrando. Non appena mise piede nella stanza, i ragazzi urlarono il loro solito ‘ciao, noi siamo i One Direction’, come da copione. Dopo averli abbracciati ed avere avuto l’autografo da ciascuno di loro, la ragazza si avvicinò a Liam e lo abbracciò.
“Liam, mi piacerebbe che tu non ci fossi nella foto. Evita di dire quello che ti ho detto, ci tengo ad avere la foto con gli altri ragazzi” sussurrò al suo orecchio. Liam si sentì male. Finse un sorriso e bisbigliò un ‘nessun problema’ mentre invece c’era rimasto malissimo. Gli occhi gli si appannavano lentamente per via delle lacrime mentre si spostava in modo da non rientrare nella foto.
“Liam! Ma cosa fai?” chiese Zayn, insospettitosi per il comportamento del ragazzo.
“Vado a prendere un po’ d’aria. Non mi sento bene” al suono di quelle parole il sorriso della ragazza si allargò, distruggendo ancora Liam. Si affrettò a varcare la porta sul retro di quel posto di cui già aveva abbastanza. La verità era che Liam si sentiva stanco. Stanco di confrontare inconsciamente la sua popolarità a quella dei suoi amici e notare che la sua era sempre inferiore. Stanco di essere il meno considerato. Stanco che le persone si ricordassero di lui solo quando lasciava la sua fidanzata o stabiliva follow spree su twitter. Stanco di vedere le fan chiedere abbracci a tutti meno che a lui. Liam sorrideva, ma ci rimaneva male. Nessuno aveva mai preferito lui, sin da quando era bambino. E lui continuava a rimanerci male, sin da quando era bambino. La porta sul retro dava su un vicoletto buio, senza case, solo muri di mattoni color terra cotta. Liam si sedette su un gradino e si portò le ginocchia al petto.
Subito sentì dei passi pesanti e rumorosi, e nella sua visuale comparvero un paio di anfibi color inchiostro, rovinati. Salì con lo sguardo, passando da delle gambe magre, avvolte in un paio di leggins stile galaxy, una pancia piatta, praticamente inesistente, ad un viso dai tratti dolci. La ragazza in questione aveva un viso quasi celestiale, a parere di Liam che la guardava senza poter distogliere lo sguardo. I capelli castano chiaro, lo stesso castano di quelli di Liam, erano raccolti in un chignon disordinato, da cui alcune ciocche sfuggivano ricadendo sulla nuca, sulle orecchie e alcuni ciuffi corti sulla fronte. Gli occhi erano chiari, una via di mezzo fra l’azzurro e il verde. Le labbra erano rosee, stese in un sorriso timido.
“Ma tu sei Liam Payne?” chiese timidamente la ragazza con gli anfibi. La sua voce era leggera, dolce, a pendant con i tratti delicati e il fisico esile. Liam sforzò un sorriso e annuì, non gli andava di farsi odiare da un’altra fan. La ragazza prese posto accanto a lui.
“Non mi sembri molto felice..” mormorò insicura. Liam la guardò, come se avesse detto qualcosa di terribile. La ragazza con gli anfibi si sentì a disagio sotto gli occhi più belli che avesse mai visto.
“No, infatti” rispose Liam.
“Scommetto che sei stanco di tutte queste bambinette fanatiche che non fanno altro che gridarti nelle orecchie” quella frase fece sorridere Liam, e nella ragazza montò uno strano senso di orgoglio, per aver strappato un sorriso a quel ragazzo che aveva tutta l’aria di chi non veniva capito.
“Tu non sei una di loro?” chiese il moro, un po’ incerto sul da farsi. Liam si sentì sollevato quando la ragazza incurvò le labbra in un sorriso orgoglioso mentre negava con la testa.
“Non ascolto questo genere di musica.. Senza offesa, la trovo un po’ commerciale” mormorò la mora indicando la sua maglietta over size dei Green Day. Liam sorrise ancora, però rimase in silenzio. Si sentiva felice. Felice di aver trovato una ragazza che  non urlava sapendo chi era, felice che lei non gli avesse chiesto qual’era il problema, felice che lei, in realtà, non aveva chiesto proprio nulla. Aveva capito che Liam non era dell’umore per raccontare qualcosa, e lei non insisteva. Non aveva quella smania, solita in tutte le altre persone, di voler sapere tutto di lui. La ragazza aveva provato a fargli capire che poteva raccontarglielo, e Liam l’aveva capito. Come la ragazza con gli anfibi aveva capito che Liam era simile a lei. Un ragazzo abituato a non parlare con nessuno, abituato ad ascoltare i problemi degli altri e a non menzionare i suoi. A migliorare le giornate altrui, anche a costo di peggiorare le sue, a sorridere nonostante fosse distrutto. Era sempre stata brava, la ragazza, a capire le persone. Probabilmente perché nessuno aveva mai capito lei.
“Come ti chiami?” chiese Liam, dopo un lungo silenzio.
“Neev” rispose semplicemente la ragazza. Liam era deciso a conoscerla, perciò, durante quell’estate che avrebbe trascorso a Glasgow, avrebbe fatto il possibile.
“I ragazzi mi staranno aspettando, Neev. Che ne dici di entrare con me?” chiese Liam guardandola negli occhi.
“D’accordo, Liam Payne. Ma non ti aspettare che canti tutte le vostre canzoni, perché non le conosco” Liam rise, rise contento. Un po’ perché aveva accettato, un po’ perché era felice di aver fatto nuove amicizie. Per lui era difficile fare amicizia con qualcuno senza avere il dubbio, talvolta la certezza di venire usato. Non sapeva ancora perché, ma era certo che lei non lo stesse usando. Quasi contemporaneamente si alzarono dai gradini e Liam si affrettò ad aprire la porta e ad aspettare che Neev entrasse. La ragazza si bloccò a fissare divertita il moro che le teneva la porta, improvvisò un inchino ottocentesco ed entrò. Liam, dal canto suo, rise debolmente per l’inchino goffo della ragazza. Liam fece strada fino alla sala del meet and greet, notando che la ragazza che non l’aveva voluto nella foto era ancora dentro. D’istinto bloccò Neev per un polso, guardando all’interno e scuotendo debolmente la testa. La mora capì che Liam era giù di morale per qualcosa che era accaduto con qualcuno in quella stanza, quindi si avvicinò a lui e gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
“Che ne dici se ci sediamo qui?” disse indicando il divano alla loro sinistra. Il moro, dopo qualche secondo di esitazione, scosse di nuovo il capo e raccontò alla ragazza cosa era accaduto qualche minuto prima che si incontrassero. La ragazza lo guardò allibita per qualche secondo, poi di scatto si alzò dal divano e porse una mano a Liam, che dal basso la guardava interrogativo.
“Avanti Liam Payne, fidati di me. La ragazzina non ha voluto che tu apparissi nella foto? Benissimo. Liam Payne non sarà in quella foto” cercò di convincerlo la ragazza, senza sapere che, in quel momento, Liam Payne aveva piena fiducia nella ragazza con gli anfibi che conosceva da meno di un’ora. Afferrò la mano della ragazza e con un mezzo sorriso si tirò su in piedi ed entrambi fecero il loro ingresso nella stanza. Liam notò subito le espressioni interrogative dei suoi amici e quella sconvolta della ragazza che stava facendo la foto. Spostò lo sguardo su Neev, che con un sorriso sfacciato guardava la ragazzina.
“Liam! Vieni a farti la foto con noi!” squittì la bambinetta bionda. Neev si voltò verso Liam per vedere la sua reazione. Liam dal canto suo non voleva e non sapeva rispondere, quindi la ragazza con gli anfibi capì che era lei a dover parlare.
“Mi spiace, ragazzina. In questo momento Liam Payne non è disponibile. Goditi la tua giornata” appena finito di pronunciare la frase, Neev strizzò l’occhio alla ragazzina e trascinò Liam per il polso fino alle poltrone che si trovavano infondo alla stanza.
Appena gli altri componenti della band finirono di farsi fotografare con quella ragazzina si avvicinarono alle poltrone dove erano seduti a chiacchierare i due mori.
“Liam.. Sai che non ci è permesso fare entrare le fan..” mormorò imbarazzato Niall. Neev si voltò a guardarlo e gli sorrise.
“Oh tranquillo. Io non sono una vostra fan” Liam sorrise fiero, mentre gli altri ragazzi si mandavano occhiate interrogative.
“Allora non capisco..” borbottò Harry. Neev capì che i ragazzi avevano bisogno di chiarirsi a vicenda, quindi si alzò in piedi, raccolse la sua borsa da terra e guardò ad uno ad uno i componenti della band, per poi soffermarsi su Liam.
“Bene, Liam Payne. Io devo andare. Ci si vede in giro ragazzi.” Salutò con la mano e si voltò per andare via. Appena Liam realizzò la situazione si alzò dal divano e con uno scatto fulmineo afferrò il polso della ragazza. Neev si voltò a guardarlo, con un espressione sorpresa dipinta sui suoi tratti delicati.
“Mi scrivi il tuo numero?” chiese Liam, che da un momento all’altro, notarono i ragazzi, aveva perso la sua tipica timidezza.
“Facciamo così” Neev porse a Liam il suo cellulare, il moro lo prese senza capire “memorizza il tuo. Mi faccio sentire appena posso” Liam le sorrise e scrisse rapidamente il suo numero, memorizzandolo sotto il nome di “il ragazzo delle scale”. Appena Neev lo lesse gli sorrise dolcemente e gli diede una pacca sulla spalla, prima di voltarsi e andare via.

Neev ritornava a casa a piedi, con le cuffie nelle orecchie. Era felice. Felice di aver trovato un amico. Perché nonostante Neev fosse una ragazza tutto sommato a posto, simpatica e bella, non aveva amici della sua età. Viveva in un quartiere malfamato di Glasgow, per via di problemi economici. Per quello le persone tenevano lontano lei e la sua famiglia. Neev ci aveva fatto l’abitudine, non se ne preoccupava più di tanto. Non aveva bisogno degli amici, aveva imparato a stare bene anche da sola. Liam Payne però era simpatico, educato e buono. Tutto l’opposto di come lei lo aveva immaginato. Si era avvicinata a lui, poche ore prima, perché l’aveva visto giù di morale. Aveva il numero di telefono di Liam Payne. Molte ragazze avrebbero ucciso per averlo. Neev si era convinta che non l’avrebbe chiamato quel giorno, bensì l’indomani. Era evidente che lui ma soprattutto i suoi amici avevano la costante paura che le persone li usassero. Ovviamente non era il caso di Neev, lei non aveva interesse verso la notorietà, preferiva di gran lunga il suo attuale stato di anonimato. Quando Neev rientrò a casa, ad aspettarla non c’era nessuno, come d’abitudine. Sua madre faceva il capo reparto del supermercato più frequentato a Glasgow e suo padre faceva il benzinaio in un distributore di benzina abbastanza scognito. Lasciò la borsa all’ingresso e si avviò verso la sua stanza. La stanza di Neev era abbastanza piccola, c’era il suo letto, una scrivania con sopra un portatile, un armadio a due ante, una libreria e la sua amata chitarra piena di adesivi, posta accanto alla portafinestra che dava su un balconcino. Neev abitava all’ultimo piano del suo palazzo, quindi durante il corso del tempo, aveva messo dei mattoncini attraverso i quali era solita ad arrampicarsi sul tetto e a guardare le stelle. Lo faceva spesso, quando aveva bisogno di staccare, di urlare, di sfogarsi. Saliva li su, in quel posto di cui tutti ne sconoscevano l’esistenza. Guardava il parco, li vicino. Dove alcune persone portavano a spasso i propri cani, o dove, sotto la luce dei lampioni, i padri portavano i loro figli a giocare a pallone. A Neev piaceva studiare ogni singola persona che vedeva passare. Le piaceva immaginarne vita, lavoro, carattere e stato sentimentale. Neev amava cercare di capire le persone, probabilmente perché mai nessuno aveva cercato di capire lei. 







 

SPAZIO AUTRICE. 



Saalve a tutti, questa è la prima fan fiction che pubblico, perciò non sono ancora molto 'pratica' c: 
Scusate per gli eventuali errori.
Questo primo capitolo è principalmente incentrato sull'episodio di Glasgow, dove una ragazza al meet and greet ha appunto chiesto a Liam di non apparire nella foto. Ovviamente non è vero che non mi piace la musica che fanno i ragazzi, la adoro. 
Neev ci tiene molto a fare amicizia con i ragazzi, non perchè sono i One Direction. Infatti non è per nulla interessata alla notorietà dei ragazzi. 
Passando oltre, appena imparerò come si fa aggiungerò il banner :D 
Beh, nient'altro da aggiungere. Spero che vi sia piaciuta e mi fareste davvero felice se lasciaste una piiiccola recensione :D 
Babbèèè, sparisco. 

-Eli. c: 




Ps: ci tenevo a lasciarvi una foto di Neev ma non so come si fa :c 

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Capitolo 2
*** 2. "Do you want to come to my house?" ***



2. "Do you want to come to my house?"






“Ragazzi, secondo voi perché non mi chiama?” chiese per l’ennesima volta Liam ai suoi amici, fissando il cellulare che non squillava.
“Oddio Liam! Ti ha detto che si fa sentire quando può, si vede che per ora non può!” sbottò Niall, innervosito dalla monotonia dei discorsi del suo amico. Il moro aspettava la telefonata di Neev da quando lei era uscita dalla stanza del meet and greet poche ore prima. Da un lato gli piaceva che Neev non lo avesse chiamato subito, stava a significare che per lei non era Liam Payne, ma era una persona come un’altra. Dall’altro lato invece l’ansia gli stava divorando lo stomaco. E se non lo avrebbe chiamato? E se non l’avrebbe mai più vista? D’altronde, lui non sapeva nulla di questa ragazza. Sapeva solo il suo nome. Non sapeva quanti anni aveva, non sapeva il suo cognome o il suo indirizzo, ancor meno sapeva il suo numero di telefono. Liam era sicuro, se l’avesse rivista un’altra volta gli avrebbe chiesto il suo cognome, così da poterla rintracciare. Quel pomeriggio, Liam Payne passò il tempo controllando il cellulare ogni singolo secondo. Quando alle sette di sera, appena uscito dalla doccia, controllò per l’ennesima volta il cellulare ci trovò una chiamata persa da un numero che non aveva in rubrica. Sentì montare dentro di lui un senso di felicità mischiato a rabbia. Era arrabbiato con se stesso. Probabilmente aveva perso la telefonata di Neev perché era andato a farsi la doccia. Che stupido. E se Neev si fosse arrabbiata? Digitò rapidamente il codice per sbloccare il cellulare e richiamò il numero. Una voce femminile rispose mormorando un ‘pronto?’ che alle orecchie di Liam sembrò quasi paradisiaco.
“Neev? Neev sei tu?” chiese Liam.
“Ei Liam! Scusami se non ti ho chiamato prima.. Ho avuto.. Da fare.” Mormorò ancora Neev, che dall’altra parte del telefono si torturava il bordo della maglietta. Non aveva saputo resistere più di tanto e aveva chiamato Liam Payne, che, con suo grande sollievo all’inizio non rispose.
“Oh non fa nulla.. Scusami tu se poco fa non ti ho risposto. Mi stavo.. lavando” borbottò Liam, calando visibilmente il tono della voce alla fine della frase. La risata cristallina della mora invase la mente di Liam, costringendolo a pensare a quanto fosse amabile quella risata contagiosa. Infatti cominciò a ridere anche lui.
“Senti Neev, hai programmi per questa sera?” chiese di getto il moro, diventando serio improvvisamente. Neev fece finta di pensarci un attimo.
“No” rispose alla fine. “Che mi proponi, moretto?” Liam rise al suono di quel nomignolo.
“Che ne dici di venire a casa mia, cenare qui e poi ti riaccompagno a casa?”
La ragazza accettò di buon grado quell’invito, e disse a Liam che si sarebbe preparata il più velocemente possibile e, lungo la strada avrebbe comprato le pizze per tutti. Si piazzò davanti all’armadio con le mani sui fianchi e cominciò a scrutare tutto quello che vi era all’interno. Tirò fuori un paio di jeans chiari, schiariti ancor di più sulle ginocchia e cercò una maglia da abbinarci. Alla fine afferrò una canottiera unica tinta, di colore nero e ci mise sopra una camicia a quadri blu e neri sbottonata. Scartò senza pensarci tutte le scarpe eleganti o con i tacchi presenti nella scarpiera e prese le converse rosse. Riempì la borsa di tutto quello che poteva servirle e si incamminò verso casa One Direction.

“Ragazzi!” urlò Liam non appena chiuse la chiamata. “Viene Neev a cena”
“Visto che ti ha chiamato, Liam?” rispose il biondo senza troppo entusiasmo. L’unico a mostrargli un po’ di gioia fu Zayn. Il moro sapeva quanto Liam ci tenesse alla chiamata di quella ragazza, perciò gli diede una pacca amichevole sulla spalla accompagnata da un sorriso dolce, di quelli che solo Zayn sapeva fare. Nei restanti dieci minuti Liam ricattò Harry in modo che andasse ad apparecchiare la tavola, sistemò il disordine che regnava nella sua camera e si cambiò la maglietta.
Quando scese in salotto trovò i ragazzi nel bel mezzo di una partita di Call of duty all’xbox, e non avendo più niente da sistemare si sedette sul divano a guardare i suoi amici giocare. Neev bussò al campanello esattamente cinque minuti dopo, e Liam si precipitò ad aprire. I cartoni della pizza coprivano il viso della ragazza e Liam non poté trattenersi dal ridere.
“Si Liam Payne, quando hai finito di ridere non è che potresti togliermi di mano questi cosi?” sbottò innervosita Neev, che di pazienza non ne aveva mai avuta. Liam, continuando a ridacchiare, prese in mano i sei cartoni della pizza e li portò in cucina.
Neev, non appena il moro la liberò da quei cartoni, entrò in salotto e salutò i ragazzi con uno ciao generale.
“E’ call of duty?” chiese la ragazza, fissando la televisione.
“Lo conosci?” le chiese Louis, anche lui fissando la tv.
“Stai scherzando? E’ il miglior gioco del secolo!” esclamò Neev rubando di mano il joystick a Louis e prendendo a giocare contro Zayn.
“Ei!” si lamentò Louis.
“Avanti Lou, lascia che la faccia perdere! Poi non avrà più voglia di giocare” ridacchiò il moro.
“Oh Zayn, non sai contro chi ti metti..” borbottò la mora muovendo i tasti del joystick. Andò alle spalle dell'avatar di Zayn, che concentrato com’era non fece in tempo a girare la visuale che al suo personaggio arrivò un colpo di pistola. Neev posò il joystick accanto a se e accavallò una gamba sopra l’altra, voltandosi verso Zayn che, dal canto suo, si era buttato all’indietro fino a toccare con le spalle la spalliera del divano. Neev sorrise soddisfatta.
“Vuoi raccontarci com’è che dovevo perdere?” gli chiese Neev facendo ridere tutti i presenti nella stanza.
“Ei Zayn, tu e Neev siete vestiti uguali!” esclamò Niall, scrutando divertito i due ragazzi. Effettivamente, constatò Neev, Zayn portava la sua stessa camicia, solo versione maschile, e sotto aveva una maglia nera.
“Con l’unica differenza che Zayn è ricoperto di umiliazione” urlò la mora ridendo per la sua stessa battuta. Appena finì di ridere, notò l’espressione e il sorriso furbo di Zayn.
“Ei Zayn, che cos…..” non fece in tempo a finire la frase che Zayn se la caricò su una spalla e la sollevò da terra a mo’ di sacco di patate. Neev prese a ridere, unendo la sua risata a quella del moro e muovendo i piedi. Zayn portò Neev in giardino e la posò sull’erba. Neev si sdraiò, e Zayn la imitò.
“Si vedono le stelle..” mormorò Neev.
“Non ci avevo mai fatto caso..” mormorò in risposta il moro, che guardava estasiato il cielo che in quel momento era a pallini.

Liam uscì dalla cucina, dopo aver sistemato per bene la tavola. Notò che mancava Neev, e subito si stranì.
“Ragazzi dov’è Neev?” chiese il moretto dopo che si accertò che la ragazza non si trovava nemmeno in bagno.
“Ha battuto Zayn a call of duty e lui l’ha presa in spalla e l’ha portata in giardino..” borbottò scocciato Louis. Liam prese un bel respiro. Si sentiva particolarmente possessivo nei confronti della ragazza con gli anfibi conosciuta qualche ora fa. Diciamo che non era troppo contento del fatto che già Zayn ci avesse fatto amicizia. Si avviò verso la portafinestra che conduceva al giardino e man mano che si avvicinava stava attento a fare poco rumore. Vide il suo migliore amico accanto alla ragazza con gli anfibi. I due stavano sdraiati sull’erba, il moro indicava un punto indefinito nel cielo, e la ragazza guardava il cielo quasi rapita, con lo sguardo di una bambina davanti ai regali di Natale. Liam sorrise inconsciamente, quella ragazza li stava conquistando. Stava conquistando tutti e cinque, di sicuro era una ragazza che sapeva come farsi amare dalle persone che la circondavano. Liam si avvicinò a loro mormorando che la tavola era pronta. Neev si rialzò, mentre Zayn non si mosse.
“Avanti Malik, se finisci tutta la pizza poi c’è la sorpresa” esclamò ridendo la ragazza, mentre tendeva una mano a Zayn. I due mori scoppiarono in una fragorosa risata, mentre il ragazzo seduto a terra afferrava la mano e si rialzava.
“La voglio davvero la sorpresina..” mormorò Zayn mettendo su un broncio improvvisato. Liam lo spintonò giocosamente e Neev si limitò a ridere. Quando rientrarono i ragazzi erano già seduti intorno al tavolo, e gli altri tre rimasti presero posto aprendo la scatola della propria pizza.
“Allora Neev, parlaci di te” disse Louis con la bocca piena di pizza, sputacchiando prosciutto qua e la.
“Che volete sapere?” chiese di rimando Neev, addentando la sua pizza.
“Tutto!” urlò Niall, facendo ridere tutti i presenti.
“Magari non proprio tutto.. Inizia dal tuo cognome e dalla tua età” disse Liam.
“Il mio cognome è Davies e ho diciott’anni. Mi sono diplomata l’altro ieri con un novanta meritato” disse sorridendo fiera.
“Dove abiti?” chiese a quel punto Zayn. Neev non seppe che rispondere. Non voleva mentirgli, ma se si fossero allontanati anche loro? Erano le uniche persone che si erano accorte della sua esistenza. Neev prese a boccheggiare, senza sapere se rispondere.
“Io.. Magari ve lo dico un altro giorno” Risposta perfetta, pensò la mora. Non aveva detto nessuna bugia. Semplicemente gliel’avrebbe detto un’altra volta. Nel frattempo Liam guardava di sottecchi la ragazza. Liam era fermamente convinto che la vita della ragazza non era e non era mai stata una vita facile. Non aveva ancora capito se diceva sempre quello che pensava, in realtà, Liam aveva capito ben poco di quella ragazza con gli anfibi, che in dieci minuti di chiacchierata era riuscita a trasmettergli la sicurezza necessaria per affrontare quella situazione. Le era grato, e nella sua testa Liam aveva già deciso di essere suo amico. Voleva essere speciale per lei, voleva essere la prima persona a cui lei si aprisse veramente. E voleva che la ragazza diventasse lo stesso per lui. Le avrebbe rotto le scatole, le avrebbe proposto di passare il suo tempo con lui tutti i giorni, finché non avrebbe saputo tutto di lei e finché lei non avrebbe conosciuto Liam Payne di Wolverhampton. Zayn la pensava quasi come Liam, solo che a Zayn non voleva che lei si aprisse del tutto. Ci aveva passato poco tempo da solo, le era sembrata una buona amica. Neev sapeva ascoltare, e Zayn se n’era accorto. Anche Louis vedeva Neev come una futura buona amica. Aveva notato il sorriso sempre presente sulla bocca della ragazza. Aveva più o meno capito che le piaceva ridere, come del resto piaceva a lui. Niall l’aveva vista mangiare quantità industriali di pizza e patatine, questo a lui bastava per amarla. Harry invece non si era soffermato a pensare a lei più di tanto. Non erano andati oltre il saluto, ma vedendo i suoi amici così presi, di sicuro quella non sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista. Quella sera, Harry Styles era particolarmente distratto da un litigio che era in corso con la sua ultima ‘sveltina’, offesa con lui perché non aveva capito di essere una sveltina.
“Ho finito la pizza!” urlò Zayn con l’ultimo boccone di pizza ancora in bocca. Liam e Neev si scambiarono uno sguardo per poi scoppiare a ridere, seguiti da Zayn, sotto gli occhi sorpresi dei ragazzi che ovviamente non capivano.
“D’accordo Liam, questo ragazzo si è guadagnato una sorpresa” disse Neev tra le risate. Liam annuì e fece segno a Neev di alzarsi. Salirono in camera di Liam, dove il moro prese uno specchietto portatile e lo diede a Neev. Neev schizzò giù dalle scale, senza aspettare Liam, e corse da Zayn.
“Ecco la tua sorpresa!” urlò nell’orecchio del moro, che ancora deglutiva la sua pizza. Il moro prese lo specchietto, se lo rigirò tra le mani, guardandolo come se fosse l’oggetto più prezioso al mondo, e di slancio abbracciò Neev. Guardando la reazione del moro, la ragazza scoppiò a ridere di gusto dandogli alcune pacche sulla schiena.

Dopo cena i sei ragazzi si spostarono in salotto. Si divisero i due divani, Harry stava sdraiato sul divano con la testa sulle gambe di Louis e i piedi su Neev, nell’altro Niall, Liam e Zayn litigavano per chi doveva stare sdraiato.
“Io scommetto che vince Liam” bisbigliò Harry agli amici che gli stavano vicino.
“No. Liam è un tenerone, vincerà Niall” rispose sottovoce Louis.
“Vincerà Zayn.” Mormorò semplicemente Neev. I tre stettero tranquilli a guardare gli altri tre amici a litigare, ognuno facendo il tifo per uno di loro. Neev era convinta che avrebbe vinto Zayn. Durante il tempo che aveva passato in quella casa aveva inquadrato i cinque ragazzi. Louis era quello spiritoso, Niall era quello mangione, Harry era il più piccolo, si era mostrato indifferente alla presenza di Neev all’inizio, poi cominciarono a parlare e a fare amicizia. Zayn era vanitoso, ma non superficiale. L’aveva capito quando stavano sdraiati, lei e Zayn, a guardare le stelle. Liam invece era dolce, buono e sensibile. Durante le riflessioni di Neev, i tre che si litigavano il posto più comodo sul divano arrivarono alla conclusione che sarebbe stato Zayn quello sdraiato. Liam si era tirato fuori dalla discussione, accettando di stare seduto e Zayn aveva ricattato Niall con qualcosa che a Neev era sfuggito.
“Non ho voglia di vedere un film” brontolò Niall.
“Neanche io” assentì Neev.
“Parliamo” propose urlando Louis. Neev ringraziò il cielo che fosse dall’altro lato del divano, perché vide Harry massaggiarsi un orecchio.
“Di che cosa vuoi parlare?” gli chiese Zayn. Niall guardò Neev, e tutti gli altri lo imitarono. Neev sentendosi improvvisamente osservata si affrettò a scuotere la testa e a cambiare discorso.
“Credo di dover tornare a casa..” mormorò imbarazzata spostando le gambe di Harry e alzandosi.
“Ti accompagno..” rispose prontamente Liam. A Neev prese il panico, cosa avrebbe fatto se, vedendo la sua casa, si fossero allontanati da lei?
“Io.. Non c’è bisogno, chiamo un taxi” borbottò.
“Stai scherzando? Avanti andiamo” disse Liam infilandosi un giubbotto di pelle che stava appeso sull’attaccapanni all’ingresso.
“Neev, domani mattina ti aspettiamo per la colazione?” le chiese Harry sorprendendola. Allora non le era del tutto indifferente. Neev sorrise raggiante e annuì. Liam sorrise raggiante alla ragazza aprendo la porta e aspettando che passasse.
“Liam sul serio, non c’è bisogno che mi porti a casa. Davvero, io posso andarci a piedi..” mormorò con un’insicurezza che non le apparteneva. Liam iniziò a dubitare della sincerità della ragazza. Non perché ‘ormai la conoscesse bene’, perché obbiettivamente la conosceva poco e niente, ma perché non sembrava che Neev facesse i complimenti per evitargli il disturbo.
“Vuoi dirmi che cos’hai?” gli chiese allora Liam, mettendo da parte ogni sua preoccupazione di apparire invadente. In realtà, con quella domanda a Neev non l’aveva trovato invadente, l’aveva reputato quasi un amico. Un amico che voleva sapere cosa c’era che la turbasse in quel modo, quindi Neev si sentiva ancora più spaventata da quel che poteva pensare di lei. La mora si prese qualche secondo per considerare le opzioni. Liam non sembrava essere d’accordo sul fatto di non accompagnarla e costatò che qualsiasi cosa avrebbe scelto, avrebbe allontanato Liam.
Neev sospirò e si sedette sugli scalini fuori da casa One Direction.
“Casa mia non è esattamente come la tua..” mormorò una volta che Liam si sedette accanto a lei. 




Ba dum tss. 

Salvee c: ecco il secondo capitolo della mia storia. In questo capitolo è un po' più accentuata l'insicurezza di Neev riguardo la sua casa e la sua famiglia. In realtà io immagino Neev come una ragazza sicura/insicura. Perchè lei è sicura di se quando dice o fa qualcosa, ma è insicura quando deve mostrare qualcosa di cui non va fiera. Lasciate una recensione, mi piacerebbe sapere che ne pensate del capitolo. 
Al di la della storia, vorrei ringraziare  @xnathansvoice che mi è stata un sacco d'aiuto e che ha cercato di spiegarmi come mettere le foto, ma per via del mio grosso handicap continuo a non saperlo fare,ahahah. Se avete tempo passate dalla sua storia 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2043865&i=1, a me piace davvero un sacco :D 
E niente, spero che lascerete una recensione :D 

Baci, elielihoran :D

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Capitolo 3
*** 3. "She is different". ***


 

3. "She is different".





Quella sera Neev si aprì, parlò con Liam di casa sua, di quanto la ragazza non fosse vista di buon occhio dai ragazzi di Glasgow e di come non avesse mai avuto amici veri. Tralasciò il fatto che non andava per nulla d’accordo con la sua famiglia, ma decise che era una questione troppo importante per essere raccontata quella sera. Liam dal canto suo si sentì speciale ad essere uno dei primi amici della ragazza. Liam ascoltò tutto quello che la ragazza aveva da dire, pensando a quanto fossero state stupide le persone che avevano allontanato Neev, che era una ragazza meravigliosa, per quanto ne sapeva lui.
“Comunque io non mi allontanerò da te..” mormorò Liam, appena finì la ragazza finì di parlare “Non per questo almeno. Anzi, mi piacerebbe diventare tuo amico” concluse impercettibilmente. Però Neev sentì, e presa dall’entusiasmo, abbracciò Liam come non aveva mai fatto con nessuno. Liam rimase interdetto dal gesto improvviso della ragazza, ma ricambiò la stretta senza esitare. Appena finì il ‘momento coccole’ Neev si alzò, si pulì i jeans con le mani e poi allungò una mano a Liam.
“Allora Liam Payne, mi accompagni a casa?” il ragazzo afferrò la sua mano e le sorrise dolcemente. Insieme si avviarono alla macchina di lui, ridendo insieme senza un motivo, come due amici di vecchia data.

“Mi piace questo posto..” disse Liam una volta accostata la macchina davanti il portone di Neev. Neev abbozzò un sorriso amaro, che Liam notò.
“Fa schifo..” borbottò la ragazza ridacchiando.
“Non così tanto” rispose Liam trascinando entrambi in una risata.
“Grazie Liam Payne. Sono felice di essermi fermata a parlare con te stamattina” parole sincere, sincere come mai. Neev era davvero felice di aver quasi fatto amicizia con Liam e con tutti gli altri.
“Sono felce anch’io Neev Davies. Ti aspetto domani a casa mia” Liam sorrise amabilmente, sorriso che Neev ricambiò prima di scendere dalla macchina. Tirò fuori le chiavi di casa e le infilò nella serratura, aprendo così la porta. Prima di entrare fece un ampio cenno di saluto al ragazzo che la guardava attraverso il finestrino della sua auto.

Quando Liam ritornò a casa non poté fare a meno di sorridere. Appoggiò le chiavi di casa sul mobiletto accanto alla porta e si avviò verso la cucina per prendersi un bicchiere di succo d’arancia. Ovviamente la cucina non era vuota, e chi poteva esserci se non Niall? Il biondo era intento a mangiucchiare una fetta di torta al cioccolato. Quando si accorse della presenza di Liam, Niall deglutì la torta che aveva in bocca e gli sorrise.
“L’hai accompagnata a casa?” chiese allegro. Liam annuì stendendo le labbra in un sorriso dolce, dovuto alla conversazione avuta con Neev qualche minuto prima.
“E’ speciale, Neev intendo” mormorò Niall addentando la torta “Ci ha conquistati tutti” continuò riflettendo su come si era divertito insieme alla ragazza che il suo migliore amico gli aveva presentato.
“E’ diversa Niall, l’hai notato?” rispose Liam spostando una sedia per sedersi “ci tratta come persone normali, ci tratta come se fossimo.. suoi amici” disse esitando verso la fine della frase.
“Penso che diventerà importante, per ognuno di noi. Abbiamo tre mesi per conoscerla”
Liam annuì con sguardo assente. Rimase a chiacchierare ancora un po’ con il suo migliore amico e poi lo salutò per andare a dormire. Peccato che il suo cervello non ne volesse proprio sapere di spegnersi e dormire, no. Lui continuava a mostrare a Liam le immagini del pomeriggio migliore di tutta la sua vita, a suo dire. Liam stava inerme, sotto le coperte, succube del suo cervello finché lentamente non si addormentò, con l’espressione serena in volto.

Neev mise piede in casa, ovviamente vuota, e si chiuse la porta alle spalle. Afferrò il cellulare, decisa a dare la buona notte al suo nuovo amico.
‘Domani ho un impegno per tutta la giornata, che ne dici se andiamo a cena fuori tutti insieme? Buonanotte Liam Payne x.’

Non aspettò nemmeno la risposta, spense il cellulare e fece tutto ciò che era in suo potere per dormire finché non chiuse gli occhi.

La mattina successiva Neev si svegliò di buon mattino, prima delle otto. La verità era che quel giorno era lunedì, e come ogni lunedì Neev Davies andava a fare la cosiddetta ‘clown terapia’ ad un ospedale pediatrico. Da bambina Neev aveva avuto una grave malattia, infatti aveva passato un mese sdraiata su un lettino e attaccata a dei tubi. Non si era divertita, affatto. Non c’era niente da fare ed era stato uno strazio. Erano circa due anni che il lunedì passava la giornata in ospedale, con i suoi amici bambini. Preparò il suo zaino, inserendoci caramelle, carte da gioco e diverse altre cose che piacevano ai bambini. Se lo caricò su una spalla e si avviò verso la fermata del bus. Arrivò giusto in tempo per prendere l’autobus. Neanche dieci minuti che già stava davanti al portone dell’ospedale.
“Neev! Finalmente sei arrivata!”esclamò Matt, il ‘suo bambino preferito’. Neev si voltò e gli sorrise calorosamente per poi prenderlo in braccio e abbracciarlo.
“Come stai oggi, Matt?” gli chiese la mora.
“Lo sai che il lunedì sto sempre bene” le rispose dolcemente il bambino, dandole un bacio sulla guancia. Dal canto suo la ragazza sorrise. Voleva davvero bene a quel bambino, era il fratellino che non aveva mai avuto.
Neev portò il bambino nella sua stanza, salutando tutti gli altri bimbi che vi erano all’interno. Mise il bambino a terra e si sedette sul divanetto rosso. Lentamente il bambino si arrampicò su di lei finché non si sedette sulle sue gambe, accoccolandosi al suo petto.
“Sai Neev, è arrivata una nuova bimba qui. Si chiama Jenny. E’ bellissima..” mormorò il bambino.
“Oh Matt, non è che ti sei preso una bella cotta?” ridacchiò Neev facendo il solletico sul pancino del bambino.
“Dovresti vederla Neev. L’altro pomeriggio abbiamo parlato. Le piace disegnare, neanche lei sa scrivere e ascolta sempre le canzoni degli One Direction. Mi ha confidato che vorrebbe tanto un loro autografo” mormorò sottovoce il bimbo.
“Ti piace tanto, Mattie?” il bimbo annuì.
“Allora credo di poterti fare avere un autografo degli One Direction”
“Lo faresti davvero Neev?” gli chiese strafelice Matt. Neev annuì e il bimbo si lanciò tra le sue braccia, abbracciando quella che lui reputava la sua migliore amica “Non serve l’autografo di tutti e cinque, vedi tu Neev. Il suo preferito è Liam”

Per il resto della mattinata Matt raccontò a Neev della piccola Jenny. All’ora di pranzo Neev mangiò con Matt e i suoi amici, poi si alzò un attimo dal tavolo e tirò fuori il cellulare per chiamare Liam.
“Pronto Liam?” chiese appena lui rispose.
“Ei Neev. Tutto bene?”
“Benissimo. Non posso parlare a lungo. Stasera vi porto a vedere i posti che preferisco, indossate scarpe comode. Sarò sotto casa vostra per le sette e mezza, niente auto o moto. Stasera penso a tutto io” non lasciò nemmeno il tempo a Liam di rispondere che esclamò un ‘ciao’ e attaccò la telefonata, tornando a giocare con Matt.

“Chi era?” gli chiese Harry che da più di mezz’ora stava sdraiato sul divano a contemplare il soffitto.
“Neev..” mormorò Liam sorridendo e ripensando alla loro ‘conversazione’ di poco prima “Stasera ci porta in giro. Ha detto di indossare scarpe comode e che penserà a tutto lei” Liam si lasciò cadere inerme sulla poltrona del salotto, anche lui contemplando il soffitto.

Per i ragazzi il pomeriggio arrivò presto. Invece Neev avrebbe voluto che durasse di più. Amava stare con Matt, e questo pomeriggio Matt aveva deciso di presentarle Jenny, che si era praticamente innamorata di Neev. Verso le sette la mora lasciò l’ospedale, nonostante i bambini l’avessero pregata di restare a cena. Neev aveva un impegno importante a cena, doveva portare in un buon ristorante i suoi nuovi amici.

Era da tre quarti d’ora che Liam spronava i ragazzi a prepararsi. Tra meno di venti minuti sarebbe passata a prenderli Neev e Liam era l’unico pronto. I ragazzi erano parecchio coinvolti in una partita a call of duty e non accennavano a muoversi.
“E’ tardi!” urlò Liam per la decima volta. Niall cliccò il tasto pausa e la schermata si bloccò.
“Avanti, andiamo a prepararci ragazzi” disse il biondo alzandosi e spegnendo la televisione. Non prima di sbuffi sonori e imprecazioni contro Liam, i quattro ragazzi salirono a passo lento di sopra e si chiusero ognuno nelle loro stanze. Liam si concesse qualche minuto per sedersi, con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra. Neanche cinque minuti per godersi il silenzio che il campanello suonò. Gettò un’occhiata all’orologio. Pensò che sicuramente era Neev, in anticipo di dieci minuti, così andò ad aprire la porta. Effettivamente la persona che aveva davanti era proprio Neev, ma diamine quanto era bella. Indossava una canottiera attillata nera, per nulla lunga, che le lasciava scoperta la pancia al di sotto dell’ombelico. Sopra la canottiera portava un gilet sbottonato anch’esso corto fino a poco sotto il seno e di jeans, con delle borchie sul colletto. Portava anche dei jeans chiari lunghi e stretti, sembravano cuciti sulle sue gambe. Liam si soffermò a guardare le scarpe. Erano delle semplici blazer grigio topo, di pelle. Finalmente Liam la guardò in viso. Non era eccessivamente truccata, non portava né rossetto né ombretto, solo una linea sottile di matita nella parte inferiore dell’occhio.
“Ei, siete pronti?” gli chiese la ragazza entrando in casa e guardandosi intorno.
“I ragazzi sono dei ritardatari..” appena Liam finì la sua frase, un biondino sorridente scese le scale di corsa. Neev non poté fare a meno di ammirare il modo in cui il biondo si era vestito. Indossava una semplice maglia bianca, con sopra una camicia scura di jeans sbottonata, dei normalissimi jeans non troppo scuri ma nemmeno troppo chiari e delle blazer bianche. Neev non poté fare a meno di notare che i due ragazzi che erano in quel momento di fronte a lei erano entrambi bellissimi.
“Sono pronto!” urlò il biondo non appena finì di scendere le scale. Poco tempo dopo anche gli altri ragazzi li raggiunsero al piano inferiore e insieme seguirono Neev che camminava esperta per le vie della sua città.






SBAM

Ecco qui il terzo capitolo della mia storia :D Sono consapevole del fatto che i primi capitoli sono piuttosto noiosi e non succede niente di speciale. In questo capitolo ho inserito Matt, che avrà più o meno un ruolo importante nei prossimi capitoli. Ho cercato di rendere un po' più palese il fatto che ai ragazzi Neev fa molta simpatia. Nel prossimo capitolo ci sarà la prima lite. E niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi piacerebbe che lasciaste una piccola recensione, mi farebbe piacere sapere che ne pensate :D Inoltre ci tenevo a ringraziare le ragazze che tengono questa storia tra le preferite/ricordate :D 
Al prossimo capitolo. Elielihoran.<3

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4. "Tell me about you". ***


4. "Tell me about you". 




“Esattamente dov’è che ci stai portando?” chiese Harry alquanto irritato. Da più di venti minuti i cinque ragazzi seguivano Neev che camminava sicura per le strade di quella città semivuota che sembrava conoscere talmente bene. I ragazzi le avevano domandato più volte dove si stesse dirigendo, ma aveva sempre evitato di rispondere, un po’ perché aveva sempre amato essere misteriosa, un po’ per carattere. Neev infatti adorava le sorprese, ma non le venivano fatte spesso, quindi si divertiva a farle agli altri. Potevano essere sorprese inutili, stupide o non gradite, a lei non importava. Aveva sempre amato questo genere di giochi.  
“Siete seccanti. Non ho risposto alle cento domande precedenti, dovrei rispondere a questa?” disse fintamente scocciata, trattenendo a stento un sorriso che spingeva per venire fuori. Harry sbuffò rumorosamente, non era mai stato un tipo paziente, al contrario di Neev. Al suono dello sbuffo di Harry, Neev decise di rivelare ai ragazzi dove si stavano dirigendo.  
“Non potevamo entrare in una di quelle cento gelaterie che abbiamo sorpassato?” sbuffò Louis, sporgendosi in avanti e continuando a camminare facendo penzolare le braccia, assumendo così le sembianze di una scimmia e trascinando i piedi come un bambino stanco.
“Non fare il guastafeste, Louis. Ha detto che è la migliore!” sbottò nervoso Niall, che dopo aver sentito la parola ‘gelateria’ e averla associata a ‘gelato’ quindi a ‘cibo’ aveva messo da parte tutta la stanchezza di cui minuti prima si lamentava. Niall Horan era un vero mangione, mangiava di tutto, pozzo senza fondo, l’aveva etichettato Neev. Con quel visino dolce, quasi angelico. Neev si sentiva rilassata in sua compagnia. Le piaceva Niall, per quel che conosceva di lui. Niall era la persona più buona del mondo, a detta dei suoi migliori amici. Ed era la verità, Niall aveva sofferto così tante volte per così tante cose che stava sempre attento a non dire o fare cose che potessero far star male qualcuno. Metteva la felicità degli altri prima di tutto, spesso anche prima della sua di felicità, beccandosi così le paternali eterne da parte dei suoi amici.
“Visto che sei così entusiasta, caro Niall, facciamo un gioco” propose Neev fermandosi e guardando il biondo negli occhi. Gli altri la imitarono e tutti e cinque presero a guardare Niall, che si trovò ad essere in imbarazzo.
“Di che si tratta?” chiese allora il biondo tentando di spostare l’attenzione degli amici sulla mora. Neev stese le labbra in un sorriso furbo e guardò al di là delle spalle del biondo, lungo la strada che ancora dovevano percorrere per arrivare da Carlo, la gelateria che lei preferiva in assoluto. Spostò lo sguardo alle scarpe di Niall e poi di nuovo sui suoi occhi.
“Facciamo una gara fino a quel palo” esclamò entusiasta indicando un palo a pochi metri da loro “Se vinco io, mi porti sulle spalle fino alla gelateria, se vinci tu ti pago tutti i gelati che ti entrano nella pancia” Niall pensava di avere già la vittoria in tasca, era sempre stato veloce a correre, non conoscendo Neev, però, sconosceva anche le sue abilità motorie. I ragazzi invece, guardavano divertiti la mora con le mani sui fianchi, pensando al fatto che probabilmente Neev avrebbe dovuto chiedere un prestito alla banca per pagare tutti i gelati che Niall avrebbe potuto mangiare.
“Sei sicura Neev? Nella pancia di Niall entrano almeno trenta chili di gelato..” mormorò Zayn. Neev annuì convinta, così il biondo accettò. Entrambi si posizionarono, pronti per partire. Quando Harry diede il via, entrambi schizzarono come se fossero farfalle. Per quasi metà gara Niall si trovò in testa, poi con uno scattò finale Neev lo superò ad una velocità incredibile, quindi vinse la gara. Col fiatone si girò verso il biondino, sorridendo orgogliosa della sua vittoria.
“Non è possibile!” urlò il biondo “Hai le scarpe a reazione? Le ruote? Dove nascondi le ali?” chiese Niall più serio che mai, parlando a scatti per via del respiro affannato. Neev scoppiò a ridere sguaiatamente, sotto gli occhi stupiti degli altri ragazzi, che nel frattempo avevano raggiunto gli amici al ‘traguardo’.
“Girati, Horan. Preparati al tuo nuovo zaino” disse allora la ragazza saltando sulle spalle del biondino, che non si mosse di un centimetro per il semplice fatto che il peso di Neev era praticamente pari a zero.

“Parlatemi di voi” disse Neev, interrompendo il silenzio che si era creato e facendo dondolare le gambe, che penzolavano dalla schiena del povero Niall, che da più di dieci minuti camminava con la ragazza sulle spalle e le mani sotto le cosce di lei, per tenerle alte. Neev dal canto suo non poteva essere più comoda. Teneva il mento poggiato sulle sue braccia, che stavano intorno al collo Niall soffiando il suo respiro caldo su di esso. Neanche a Niall dispiaceva quella posizione. Neev Davies pesava davvero poco, in più gli piaceva sentire la guancia di lei contro la sua, a cui ogni tanto veniva regalato qualche tenero bacio scoccato dalle labbra rosee della mora.
“Caspita..” mormorò Harry realmente stupito “Ragazzi, da quant’era che qualcuno non ce lo chiedeva?” disse sottovoce, passandosi una mano tra i riccioli castani e soffiando una flebile risatina.
“Di solito tutti sanno tutto di noi. E’ fastidioso conoscere qualcuno e non poter presentarsi” continuò Louis tristemente. Era da ben tre anni che nessuno chiedeva ai ragazzi come si chiamassero, quanti anni avessero, qual’era il loro colore preferito o semplicemente se preferivano dormire la domenica oppure svegliarsi di buon mattino. Tutti conoscevano ogni singolo dettaglio della vita di quei cinque ragazzi, per questo alla domanda di Neev si trovarono un po’ impreparati, nessuno di loro sapeva da dove cominciare.
“Sono Liam” cominciò Liam con voce neutra, come se si trovasse in un ritrovo per alcolisti anonimi “Liam James Payne. Non ho mai finito gli studi e non mi sono mai laureato. Quando ero piccolo sognavo di diventare un avvocato di successo oppure volevo fare il pompiere, volevo andare a lavoro tutte le mattine e mettere da parte i soldi per comprare una casa. Non ho mai fatto nessuna di queste cose, sono diventato un cantante. Dal punto di vista economico, la mia vita non è poi così difficile. Ho dato una festa per i miei sedici anni, non si è presentato nessuno. Non ero esattamente il prototipo di ragazzo popolare, tutt’altro, venivo picchiato, senza un apparente motivo. Quando salgo sul palco e vengo acclamato da tutte quelle persone, penso ai miei genitori. Al fatto che non li vedo quasi mai. Gli mando regali su regali, ma so che per loro il regalo più grande è un po’ del mio tempo. So che mia madre è orgogliosa di me, ma so anche che mi vorrebbe accanto a lei. Un po’ di giorni fa ho incontrato una ragazza che ha fatto una serie di cose giuste. Ha fatto la domanda giusta, la domanda che ci voleva per gli One Direction. Una domanda che non veniva posta da troppo tempo. Si tratta di un semplice ‘parlatemi di voi’. Ho una fobia cronica per i cucchiai, quelli che riflettono la mia immagine, sono spaventosi. Sono piuttosto superstizioso, penso che non riuscirei mai a fare qualcosa di importante senza mangiare almeno una caramella gommosa. Credo alla legenda del filo rosso, quella giapponese. ‘Ognuno è legato all’anima gemella da un filo rosso invisibile’. Infine, la mattina, appena sveglio faccio almeno trenta flessioni, ho l’ansia di non piacere a chi mi sta intorno.” alla fine delle sue confessioni, Liam prese un lungo respiro. I ragazzi guardarono stupiti il moro, che dal canto suo si sentiva bene. Non capitava spesso che Liam James Payne si aprisse in questo modo con qualcuno, neanche ai ragazzi aveva mai detto tutte quelle cose, fino a quel giorno. Harry si trovò seriamente a pensare che Neev fosse una specie di miracolo, un qualcosa di celestiale, divino, paradisiaco. Niall in testa stava ancora riformulando le parole del suo migliore amico, ci pensò un momento e gli venne un dubbio.
“Perché ti picchiavano?” chiese ingenuamente. Il povero biondo non credeva di aver fatto qualcosa di male, fin quando non ricevette un calcio da Neev, una pacca di rimprovero da Zayn, uno spintone da Harry e Louis si limitò a dire che era la persona più inopportuna del mondo.
“Niente” mormorò poi. Liam dal canto suo nemmeno aveva sentito, era nel suo mondo di ricordi, per gran parte ricordi brutti. A risvegliarlo fu la voce di Neev che finalmente annunciava agli amici  che erano arrivati alla tanto famosa gelateria.
“Ve lo offro io il gelato!” esclamò Neev contenta e pagò il gelato per tutti meno che per lei. Quella sera non aveva fame, infatti non aveva intenzione di cenare. Voleva chiedere a Liam quell’autografo per Matt, ma non ne aveva il coraggio. Non voleva neanche deludere Matt, ma ci avrebbe parlato. Gli avrebbe spiegato che non era facile e che era una cosa che non poteva fare. Prima di uscire dall’ospedale aveva parlato con i medici per vedere se il cancro al polmone di Mattie stesse migliorando. I medici avevano scosso il capo sconsolati, avevano anche confidato a Neev che il tempo che rimaneva a Matt Jones era meno di un anno. Neev cercava di non pensarci, ma le era impossibile. Matt era praticamente suo fratello e non ci si rassegna mai all’idea di un fratello con i giorni contati.
“Domani mattina usciamo!” esclamò a quel punto Neev. Non avrebbe chiesto l’autografo a nessuno dei ragazzi, li avrebbe direttamente portati la. Gli avrebbe presentato Matt, per lo più per presentargli una delle persone che amava di più che per aiutare Matt a conquistare Jenny. Sorrise entusiasta per la sua idea.
“Ci vuoi di nuovo prendere in ostaggio, bella bionda?” le chiese scherzando Louis, passando un braccio intorno alle spalle di Neev. Neev in tutta risposta rise divertita.
“Prima di tutto, caro il mio Tomlinson, non sono bionda” esclamò la mora sorridendo a trentadue denti. La testa di Liam spuntò dall’altro lato, con un’espressione divertita che Neev trovò adorabile.
“Però sei bella!” urlò pizzicandole un fianco e facendola letteralmente saltare in aria.
“Si. Si, lo sono” si pavoneggiò giocosamente la mora. Fu un attimo. Neev colpì con il palmo della mano la punta del cono gelato che Louis stava leccando. Il gelato rimasto si spalmò in maniera piuttosto omogenea intorno alla bocca e sul naso di Louis. Il ragazzo sgranò gli occhi, di sottofondo partirono le risate isteriche degli altri, mentre Neev cercava di trattenere un sorriso, sforzi inutili, scoppiò a ridere chiassosamente sotto lo sguardo truce di Lou. Il  moro si passò un dito sull’angolo destro della bocca, trovandolo cosi completamente sporco di gelato al pistacchio. Spostò ancora lo sguardo su Neev, che faceva strani rumori per non ricominciare a ridere sguaiatamente.
“Lo trovi divertente?” le domandò Louis con una finta calma, mentre si avvicinava minacciosamente a Neev, che mano a mano indietreggiava “Vieni qui, Neev!”
“Che vuoi, Louis? Allontanati!” esclamò lei tendendo le braccia avanti e cercando di stabilire un’ulteriore distanza.
“Voglio solo darti un bacio! Su dai, vieni qui!” Neev cominciò a scappare, ma sfortunatamente Lou le afferrò un lembo della camicia costringendola a fermarsi. Mentre la mora cercava di divincolarsi, Louis la tirò a se e l’abbracciò da dietro, cominciando a strofinare la sua bocca sulla guancia di lei, che in meno di tre secondi si ritrovò uno strato di gelato verde e appiccicoso.
“Louis” urlò in preda alle risate “Louis smettila!”  ma Louis si stava divertendo troppo per smettere, quindi cominciò a farle il solletico sui fianchi, facendo contorcere Neev.
“Louis ti prego!” ripeteva urlando Neev, bloccata tra le braccia del ragazzo “Louis! Mi scappa la pipì!” urlò allora. Louis sollevò subito le mani e indietreggiò schifato, col naso arricciato in una smorfia di disgusto.
“Che razza di donna urlerebbe queste cose?” la canzonò Liam. Neev si voltò lentamente e lo guardò in cagnesco.
“Che razza di uomini non aiutano una ragazza in pericolo?” rispose lei urlando. Cominciò a camminare pestando i piedi, fingendosi offesa. Il bello dei ragazzi, direbbe una persona adulta, e che ci vuole niente perché si affezionino a qualcuno. Perché i ragazzi, i giovani in generale, vogliono bene a tutti quelli che li circondano, perché sono giovani. Non hanno ancora quella diffidenza tipica di un adulto. In quel momento, i One Direction si stavano affezionando a Neev, le stavano volendo bene. Contemporaneamente, anche Neev si stava affezionano, li avrebbe abbracciati tutti, se solo nel suo DNA ci fosse un pizzico in più di dolcezza, magari anche un po’ di riluttanza.  



Hi! 

Perdonatemi, sono consapevole dello schifo che è venuto fuori, per giunta sono in ritardissimo! Questo capitolo è stato difficile da scrivere, l'ho riscritto almeno cinque volte. Ho la testa piena di idee, soltanto che siamo solo al quarto capitolo e ho paura che siano un po' premature, quindi le scrivo e poi le cancello,ahahahah. E' un capitolo un po' di passaggio, non succede niente di eclatante. Più in la mi piacerebbe far prendere alla storia una piega diversa.. Sono indecisa se renderla una storia a tratti triste o magari con capitoli d'azione, con sparatorie e nascondigli (?), non so se mi sono fatta capire,ahahah. Oppure potrei semplicemente scrivere di una storia d'amore tra Neev e uno dei ragazzi, voi che cosa preferite? 
Comunque, tornando al capitolo, mi avevate chiesto se avrei dato spazio anche agli altri ragazzi, oltre che a Liam. Ebbene si,ahahah. Diciamo che in questo capitolo Liam c'è e non c'è, è molto più incentrato su Niall e Neev, con un po' di Louis (?),ahahahah. Comunque tutti i ragazzi diventeranno importanti per Neev, in modi diversi ovviamente :D 
Per via delle mie indecisioni sulla piega da  far prendere alla storia, sto cercando di non rivelare niente su Neev, ed evitare magari di parlare della sua famiglia, delle persone che frequenta, della gente che conosce proprio perchè sono indecisa D: 
Al solito, se vi va lasciate una recensione, fatemi sapere cosa ne pensate, cosa dovrei sistemare. Vi chiedo anche di aiutarmi e di farmi sapere che piaga volete che la storia prenda. Grazie sempre a chi recensisce e a chi mette la storia nelle preferite/ricordate/seguite. 


Baci, Elielihoran. <3 <3 <3 

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Capitolo 5
*** 5. "Can I have this dance?" ***


5."Can I have this dance?"

 

Neev non aveva ancora preso la patente per il semplice fatto che suo padre glie l’aveva categoricamente vietato. Il padre di Neev non è un uomo con il quale si può discutere. Fin troppo testardo, cattivo, rude e violento per capire che non tutti hanno le stesse opinioni. Una volta aveva provato ad opporsi ad una delle sue costrizioni, ma non aveva ottenuto niente, a parte un labbro sanguinante e un occhio nero. Da quella volta aveva sempre evitato anche solo di guardarlo negli occhi.
Quindi i sei ragazzi avevano preso la macchina di Louis per arrivare all’ospedale. Avevano provato a convincere Louis a far guidare Liam che era nettamente più prudente, ma niente. Sfrecciavano sulle strade di Glasgow ed è inutile precisare che quando la macchina accostò sul lato della strada opposto a quello dove vi era l’ospedale, tutti si sentirono più sollevati. La mora aveva spiegato ai ragazzi che li avrebbe portati all’ospedale per presentargli qualcuno ed i ragazzi non avevano fatto domande o opposto resistenza. Stavano varcando l’entrata dell’ospedale e ovviamente tutti seguivano Neev che era l’unica che sapeva dove andare. Arrivarono davanti al reparto pediatrico, non molto distante dall’ingresso. Neev fece cenno ai ragazzi di aspettarla dentro una stanza vuota mentre lei si allontanava un attimo. Era una semplice stanza di ospedale, due letti, un tavolino con delle sedie per bambini e un divanetto basso, anch’esso per bambini. I ragazzi si guardavano intorno con aria smarrita, cominciavano a non capire più niente. Neev fece il suo ingresso in stanza tenendo per mano due bambini. Un bambino con i capelli marroni e gli occhi verdi, chiari quasi quanto quelli di Harry, e una bambina con i capelli biondi e gli occhi marroni. Se si guardava il bambino, lo si poteva vedere che non stava bene. Si vedeva dal sorriso debole e dagli occhi stanchi, nonostante fosse quasi ora di pranzo. La bambina invece aveva un aspetto migliore, non bello, ma migliore.
“Visto chi vi ho portato?” prese parola allora la mora. Gli occhi della bimba diventarono lucidi mentre camminava a grandi passi per abbracciare i ragazzi, che nel frattempo si erano abbassati per riuscire a guardare la bimba. La reazione del bambino invece fu totalmente differente. Abbracciò Neev e l’abbracciò con tutta la forza che un bambino gracile come lui poteva avere. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime mentre abbracciava il bambino che le mormorava dei ‘grazie di essere qui’ sommessi per via delle lacrime. A nessuno dei ragazzi sfuggì quella scena e di colpo si sentirono quasi onorati di essere li, perché evidentemente quello era un mondo in cui Neev non ammetteva estranei. La mora sollevò il bambino da terra e la stessa cosa fece Harry con la bambina.
“Lui è Matt e lei è Jenny” li presentò ai suoi amici. Matt fece segno a Neev di metterlo giù, e una volta che i suoi piedi toccarono terra si avvicinò a Liam, quello con i muscoli più evidenti, per via della canottiera che portava.
“Quando diventerò grande sarò muscoloso e bello come te!” esclamò entusiasta mostrando i suoi bicipiti gracili al ragazzo, che con una pacca giocosa gli sorrise teneramente e gli rispose che sicuramente lui sarebbe diventato più bello. Neev in realtà stava trattenendosi dall’esplodere. Era una delle poche a sapere che probabilmente Mattie non sarebbe mai diventato grande.

Quando lasciarono l’ospedale, i ragazzi avevano parecchio legato con i due bambini, ma purtroppo l’orario delle visite era terminato, quindi dovettero andar via. I One Direction parlottavano tra loro di quanto graziosi fossero quei bambini mentre Neev era così sovrappensiero che non cercava nemmeno di rendersi partecipe o almeno di fingersi interessata alle persone intorno a lei.
“Perché sono in quell’ospedale?” gli chiese ad un tratto Harry, riscuotendola e trascinandola di nuovo alla cruda realtà. Si zittirono tutti, aspettando la risposta che proprio la mora non si sentiva di dare, ma doveva darla.
“Jenny ha la leucemia e Mattie il cancro. Diciamo che a Matt resta più o meno un anno di vita.. Circa” mormorò la mora guardando in alto per evitare alle lacrime di cominciare a fuoriuscire dai suoi occhi ormai strapieni. I ragazzi rimasero a dir poco sconvolti, ovviamente avevano capito che i due bambini non stavano bene, dato che praticamente vivevano in ospedale, ma nessuno di loro riusciva a pensare che la vita del bambino avesse un limite praticamente certo.
“Non.. Non si può fare nulla per curarlo?” domandò incerto Louis. Per risposta ricevette soltanto un cenno negativo dalla testa di Neev, che non riusciva neanche più a parlare. La mora si passò velocemente una mano sotto gli occhi e sorrise debolmente.
“Andiamo alle giostre?” chiese d’un tratto, fingendosi euforica. Liam, per un motivo apparentemente inesistente, strinse a se la ragazza, che si accucciò dolcemente al suo petto caldo dove subito trovò conforto. La mora gli posò le mani sul petto solido e muscoloso, stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche
“Ci vediamo in macchina..” mormorò Louis trascinandosi dietro i restanti tre componenti della band.
“Fa male..” mormorò Neev contro il petto di Liam, prendendo a singhiozzare sommessamente. Il ragazzo la strinse ancora di più se “non è giusto, Liam! Non è così che deve andare. E’ solo un bambino!” mormorò distrutta. Il corpo esile nella ragazza era scosso ad intervalli regolari dai singhiozzi che proprio non riuscivano a cessare. Il ragazzo le lasciò semplicemente un bacio sulla fronte e la cullò finché non si calmò definitivamente. Mandò un messaggio ai ragazzi dicendogli di aspettarli a casa e si sedette su una panchina poco distante e Neev non esitò neanche un po’ a seguirlo. Questa volta non fu Liam a muoversi per primo e a stringerla, Neev lo strinse forte, forte per quanto i singhiozzi lo ritenessero possibile. Nella sua testa la ragazza lo stava ringraziando, e Liam, che non era mai stato un ragazzo stupido, stava ricambiando la stretta accarezzandole le guancie e sussurrandole numerose volte che lui c’era e ci sarebbe stato.
“Allora, Liam Payne, andiamo a casa?” esclamò Neev tendendogli una mano mentre con l’altra si asciugava le guancie. Liam prontamente l’afferrò e si incamminarono verso casa dei ragazzi.

“Siamo arrivati!” urlò Liam non appena entrò in casa. Le teste dei ragazzi sbucavano ad una ad una dalle varie porte della casa “Avete preparato il pranzo?” le ‘testoline fluttuanti’ si mossero contemporaneamente in un segno di negazione, che fece sbuffare Liam “E cosa pensate di mangiare?” chiese allora esasperato.
“Pizza!” urlarono i ragazzi all’unisono.
Dopo pranzo, i ragazzi decisero di riposarsi. Si accamparono alla meno peggio in salotto e dormirono fino a sera. Il primo a svegliarsi fu Zayn, che pensò bene di svegliare anche tutti gli altri, avendo constatato l’orario.

“Ceni qui, Neev?” le chiese Harry, facendo capolino dalla cucina.
“Si!” rispose urlando l’irlandese al posto della mora, che gli sorrise.
“Programmi per stasera?” chiese pimpante Louis, sedendosi sul divano accanto a Neev e passandole un braccio intorno alle spalle.
“Ragazzi, stasera ci ubriachiamo” urlò Zayn entrando in salotto con tre casse di vodka.

“Bene, il gioco è questo” disse Harry mentre riempiva di vodka sei bicchieri “A turno facciamo delle domande al primo che inizia, se la risposta non sarà soddisfacente, quello a cui è stata fatta la domanda dovrà bere tutto d’un sorso il contenuto del bicchiere” guardò tutti uno ad uno assicurandosi che fossero d’accordo e che avessero capito per poi distribuire i bicchieri.
“Benissimo. Iniziamo a fare le domande a Neev” esclamò ridendo Niall. La mora roteò gli occhi, se l’aspettava. Sorrise divertita e fece cenno agli altri di procedere.
“Come mai non ti piaceva la nostra musica?” la prima domanda venne dalla bocca di Harry, anche questa, Neev se l’aspettava. Sorrise prima di rispondere.
“Mi sembravate montati e convinti, in realtà odiavo voi, non la vostra musica” scoppiò a ridere, trascinando anche tutti gli altri.
“Bevi, babbana” urlò Harry indicando il bicchiere con fare teatrale. Neev sollevò il bicchiere e bevve senza fare obbiezioni tutto d’un sorso, come previsto dalle regole. Vide la stanza girare in modo anormale, non era abituata a bere alcolici e il fatto di aver bevuto velocemente non aveva affatto migliorato la situazione. Mentre Harry le riempiva di nuovo il bicchiere, lei cercava di mettere a fuoco la visuale, per quanto potesse essere possibile.
“Dove hai dato il tuo primo bacio?” stavolta la domanda arrivò da Niall, Neev lo guardò come se fosse un alieno. Non per la sua domanda, ma perché vedeva tre irlandesi e proprio non riusciva a capire quale dei tre doveva guardare negli occhi. Decise che, per non sembrare strabica, abbassare lo sguardo sulle sue mani sarebbe stata la cosa migliore, anche se l’avrebbe fatta sembrare insicura e debole.
“Mai dato” mormorò con voce instabile per via dell’alcool. I ragazzi giudicarono ancora la domanda “non soddisfacente” e Neev dovette bere ancora. Sapeva benissimo che lo stavano facendo apposta, solo per farla bere. Ma ciononostante lei non si opponeva, un po’ perché non le andava di obbiettare e un po’ perché quella sera voleva proprio ubriacarsi. Dopo i primi tre turni, i nostri sei protagonisti erano già totalmente brilli, così decisero di fermarsi la con la partita e accendere la televisione. Il primo programma che capitò fu High School Musical 3, nella parte in cui Troy e Gabriella si trovavano sulla terrazza della scuola. Quando la musica iniziò, Liam si piazzò davanti a lei e le allungò una mano.
“Posso avere questo ballo?” le chiese quanto più dolcemente potesse, dato lo stato in cui si ritrovava. La mora afferrò la sua mano e cominciarono a ballare lentamente. Entrambi erano dell’avviso che muoversi come i protagonisti del film non era una buona idea: di sicuro sarebbero finiti a terra. Lui mise le mani sui fianchi di lei, lei intorno al collo di lui, ed insieme cominciarono a dondolare teneramente. I ragazzi, attorno a loro, ballavano anche loro in coppia, soltanto che a loro non importava di cadere, si stavano divertendo. Al contrario, per Liam e Neev, quella era una cosa un po’ più seria, un ballo che, a mente lucida, sarebbe stato voluto, ma mai chiesto.
“Davvero non hai mai baciato un ragazzo?” bisbigliò Liam, poggiando la fronte su quella di Neev. Lei scosse la testa lentamente, per evitare di apportare cambiamenti alla posizione che avevano assunto, in cui lei si stava trovando talmente bene da non voler tornare lucida mai più. Liam fece scontrare anche i loro nasi.
“E in questi diciott’anni non hai mai desiderato baciare qualcuno?” le domandò ancora, guardando le sue labbra rosee.
“No” mormorò lei in risposta “fino ad adesso almeno” sorrise dolcemente, passando inconsciamente la lingua sull’labbro inferiore e prendendo a studiare la forma delle labbra del ragazzo che la stava tenendo stretta, trovandole incredibilmente ipnotizzanti.
“Quindi se io ti baciassi tu..” non poté finire la frase. La mora mise un po’ di pressione nella mano che aveva dietro il collo di Liam, facendo si che lui delicatamente abbassasse la testa, in modo da arrivare a baciare le sue labbra. Un bacio delicato, dolce. Il primo, per Neev. Non poteva, ovviamente, metterlo a confronto con qualche altro bacio, ma quel bacio, ne era certa, era unico.
Si sa, gli ubriachi e i bambini dicono sempre la verità. Fanno sempre quello che si sentono. Ma che succede se gli ubriachi sono due?

L’indomani mattina la prima a svegliarsi fu Neev. Quando decise che era arrivata l’ora di alzarsi, cercò di fare il minimo rumore possibile. Si alzò in piedi, ma i postumi della sbornia della sera prima resero la sua impresa un tantino più complicata, ma riuscì comunque ad alzarsi senza svegliare nessuno. Scese giù in cucina e scrisse velocemente un biglietto dove spiegava ai ragazzi che se n’era dovuta andare subito e non aveva potuto neanche salutarli. Scrisse anche di chiamarla non appena si sarebbero svegliati tutti.
Neev stava cercando di prepararsi psicologicamente alla sfuriata di suo padre. Non aveva mai voluto che lei stesse fuori fino a tarda notte, figuriamoci che rincasasse al mattino. Di sicuro adesso era arrabbiato, seduto sul divano ad aspettare sua figlia. Quando Neev aprì la porta, notò che le sue previsioni erano state impeccabili. Suo padre era seduto sul divano, teneva le braccia incrociate sul petto mentre la scrutava entrare e chiudersi la porta alle spalle. La calma prima della tempesta, pensò Neev.
“Dove sei stata?” le chiese suo padre alzandosi dal divano, con un tono glaciale.
“Scusami papà, ho perso la cognizione del tempo e mi sono scordata di avvisarti” mormorò lei abbassando lo sguardo. Suo padre si avvicinò a lei.
“Dove hai dormito?” chiese ancora, ignorando le scuse della figlia.  
“A casa di alcuni miei amici..” mormorò Neev, spaventata come non mai.
“A casa di alcuni tuoi amici? Ragazzina, mi sembrava di essere stato chiaro quando ho stabilito il tuo coprifuoco, eh?” urlò lui, Neev provò a rispondere, ma subito le arrivò un ceffone in pieno viso. O la mano di suo padre era troppo grande, o la sua testa troppo piccola. Infatti, Neev ne era certa, le sarebbe venuto un occhio nero l’indomani. Trattenne le lacrime, sapendo che se avesse pianto sarebbe arrivato un altro colpo.
“Hai bevuto, ragazzina?” un altro schiaffo, sempre dallo stesso lato. Il labbro cominciò a bruciarle, e sentì il sapore del sangue in bocca. Cavolo, che stupida che era stata! Si era dimenticata di sciacquarsi la bocca, o quantomeno di mangiare qualcosa per alleviare la puzza. Suo padre l’afferrò per i capelli e la trascinò violentemente fino alla sua stanza, poi, con un colpo ben assestato sulla pancia, la spinse dentro e chiuse la porta a chiave. Neev si guardò allo specchio. Labbro gonfio e spaccato, il lato destro del suo viso era di un colore rosso acceso, anormale per chiunque. Sollevò la maglietta, un’enorme chiazza viola le colorava la pancia piatta. Si stese sul letto e si addormentò praticamente subito.
Quando si svegliò la prima cosa che fece fu guardarsi allo specchio. Il labbro adesso era gonfio e tagliato, con un po’ di sangue incrostato intorno al taglio. Il suo occhio destro era al centro di un enorme cerchio color inchiostro e aveva anche un livido sulla fronte. Sollevò la maglietta. Adesso la chiazza era più grossa e più scura. Decisametne raccapricciante. Tirò fuori un pacchetto di fazzoletti, ne prese uno ed iniziò a togliere il sangue dal labbro. Ad opera terminata, i cambiamenti erano minimi, ma non ebbe il tempo di soffermarcisi per via del cellulare che squillava: Liam.
Non aveva ancora avuto il tempo di pensare a Liam! Al bacio della sera prima, chissà se Liam se lo ricordava! Lei lo stava rivivendo giusto in quel momento. Le poche parole che si erano scambiati, le mani di lui sui fianchi di lei e quelle di lei dietro al collo di lui. Le sue labbra. Le aveva studiate. Erano belle. Non sembravano morbide, a vederle. Ma al tatto, caspita se erano morbide! Umide com’erano, ricordava perfettamente come si erano mosse lentamente sulle sue.
Rispose al telefono, cercando di nascondere il dolore che provava nel muovere le labbra.
“Neev!” esclamò la voce di Liam “Te ne sei andata presto!”
“Lo so, scusatemi” rispose lei, veramente dispiaciuta “Non ho nemmeno avuto il tempo di salutarvi..” chissà se ricordava il bacio, chissà se gli era piaciuto. Di una cosa Neev era certa, non avrebbe accennato al bacio, non di sua iniziativa.
“Senti Neev..” la voce del ragazzo si fece improvvisamente scura e seria “Credo che dovremmo parlare di quello che è successo ieri sera..” la risposta a tutte le sue domande era arrivata, Liam ricordava. “Hai da fare adesso? Ci incontriamo?” Cosa? Incontrarsi? No! Non poteva incontrarlo, non conciata in questo modo! Non con questa faccia, non con queste ferite. Boccheggiò per un momento, finchè non trovò le parole per rispondere che per quel giorno non poteva uscire. Liam, dal canto suo, aveva fretta di sapere cosa pensasse di quel bacio, quindi le disse di farsi trovare pronta alle tre e mezza. Lo disse con un tono che non ammetteva rifiuti, e per si e per no, le chiuse anche il telefono in faccia. Neev adesso si trovava in un vicolo cieco. Non aveva modo di dare buca a Liam, ma, d’altro canto si sa, il trucco, se usato bene, può fare miracoli. 



BUONASERA! 

Sono riuscita ad aggiornare! Lo so, sono in ritardissimo, ma all'inizio non sapevo porprio cosa far capitare finchè SMBAM, ispirazione ahahahahah. 
Ci sono parecchi colpi di scena in questo capitolo? Che ne pensate della nuova coppia 'Neam'? ahahahahah. A me piace un sacco :') 
Purtroppo per loro non sarà così facile (SPOILER) :(  E Mattie?:( io lo adoravo :'( 
Comunque sia la storia sta incominciando a prendere un po' di colore, secondo me :D 
Spero che questo capitolo vi sia piacito tanto quanto a me è piaciuto scriverlo :D 
Grazie sempre a chi recensisce e a chi mette la storia tra le preferite/ricordate/seguite :D Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo :) 
Se avete del tempo libero e avete voglia, vi lascio i link delle altre mie FF (1. 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2183044&i=1 2. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2170279&i=1) e della mia OS (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2131598&i=1
Al solito, ci vediamo al prossimo capitolo!<3 Grazie sempre!! 

Much love, Elielihoran <3 <3 <3 






 

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Capitolo 6
*** 5. "What do you think about this?" ***


5. "What do you think about this?"



 

Neev non avrebbe permesso a Liam di vedere i suoi lividi. Aveva pensato di coprirli con il trucco, ma ovviamente fuori diluviava, perciò con molte probabilità il trucco si sarebbe sciolto e addio copertura. Si stava scervellando da ormai tre quarti d’ora cercando una soluzione al suo problema. Finì, non si sa come, a pesare a Zayn. Zayn! Era lui la sua soluzione. Compose velocemente il numero del moro, che rispose al quarto squillo. Neev constatò di averlo svegliato quando sentì il suo tono irritato e parecchio infastidito. Pazienza, tanto si sarebbe dovuto svegliare lo stesso.
“Zayn! Sei da solo?” gli chiese la mora, non poteva permettersi di rovinare il suo piano. Zayn mugolò qualcosa, che Neev tradusse come un si. Spiegò velocemente a Zayn di inventare una scusa a Liam e di venire a casa sua il prima possibile. Poi attaccò la chiamata. Zayn sbuffò e si sporse dalle lenzuola bianche per guardare l’orario. Lanciò il telefono sul comodino e nascose il viso nel cuscino, mugolando qualcosa del tipo ‘sono solo le dodici’. Tuttavia il moro non tardò ad alzarsi, dopotutto, dal tono di Neev aveva capito che era qualcosa di abbastanza serio. Sotto la doccia pensò ai modi più efficaci di tenere Liam a casa. E fu proprio mentre si sistemava il suo adorato ciuffo, che gli venne il lampo di genio che avrebbe potuto salvare la sua amica da un ‘pericolo’ a lui sconosciuto. Uscì velocemente dal bagno e si diresse verso la camera di Niall. La trovò vuota, quindi facendo due più due, capì dove sicuramente si trovasse l’amico irlandese. Scese velocemente le scale e si fiondò in cucina, dove trovò l’amico biondo che sonnecchiava sul suo panino con la nutella. Lo svegliò con una pacca sul collo, che lo fece saltare in aria gridando un ‘sono sveglio’ per niente veritiero. Zayn sorrise sotto lo sguardo di fuoco di Niall.
“Senti un po’, carissimo ‘sono sveglio’” lo canzonò il moro sorridendo divertito “Ho bisogno del tuo aiuto”
“Di che si tratta?” gli chiese allora il biondino, decisamente poco interessato.
“Dimmi Niall, come ti senti?” gli chiese Zayn, sorridendo furbo.
“Bene.. Perché?” inutile dire che Niall era piuttosto confuso, ma conosceva Zayn, aveva sempre perso un bel po’ di tempo prima di arrivare al sodo.
“Mi serve che tu stia male, o meglio, che tu finga di stare male. Devi tenere Liam a casa finchè non torno. Intesi?” il biondino annuì senza chiedere di più, sapeva perfettamente che Zayn non avrebbe detto altro. Prima fase conclusa. Non appena mise piede fuori dalla cucina, si ritrovò Liam in pantaloncini con una mano tra i capelli.
‘lupus in fabula’ pensò Zayn.
“Liam!” esclamò “Abbiamo un problema!” quasi urlò trascinandolo in cucina, dove Niall aveva ripreso a sonnecchiare. Liam si guardò attorno confuso per un momento e Zayn ne approfittò per colpire la mano su cui Niall aveva poggiato la testa, facendogli quasi sbattere la fronte sul tavolo e svegliandolo ancora una volta.
“Sappiamo tutti che Niall non regge l’alcool molto bene. Sta male e devi aiutarlo” disse velocemente Zayn, sistemandosi le chiavi della macchina nella tasca posteriore dei jeans.
“Non puoi farlo tu?” gli chiese sbuffando il povero Liam che passava sempre il post sbornia a fare da balia ad uno dei suoi amici.
“Io sto uscendo, starò fuori tutto il pomeriggio!” gli rispose il moro.
“No, no, no. Zayn aiutalo tu, devo uscire dopo pranzo!” esclamò Liam, tentando di uscire dalla cucina.
“Liam, lo sai, se lui dovesse sentirsi male io vomiterei con lui. Devi badarci tu finchè io non torno!” detto questo, il moro uscì di casa per dirigersi verso casa di Neev. Aveva messo il ferro dietro la porta. Liam non si sarebbe mosso da casa, sapeva benissimo che gli altri componenti della band erano troppo irresponsabili per badare ad un malato, non avrebbe mai lasciato Niall in balìa degli altri tre. Mise in moto l’auto, soddisfatto del suo lavoro, e si diresse verso casa di Neev. Nel frattempo la pioggia era cessata, adesso il cielo scozzese era limpido e azzurro. Il moro scese dalla macchina, si appoggiò alla portiera e disse a Neev di scendere. Quando la vide rimase scioccato. Il viso dai tratti dolci era coperto da un bel po’ di graffi e qualche livido, mentre le labbra, di solito rosee e delicate, erano gonfie e tagliuzzate. Si avvicinò velocemente a lei e la bloccò per le spalle. In un secondo, i peggiori pensieri mai fatti attraversarono la sua testa. Che qualcuno di loro, durante la sbornia l’avesse picchiata? Se fosse stato proprio lui a picchiarla?
“Chi è stato?” riuscì soltanto a chiedere. Neev sbuffò frustrata, mormorando un ‘mio padre’ che mise un taglio ai film mentali di Zayn e che lo tranquillizzò un po’.
“E come mai non volevi che Liam venisse?” le chiese mantenendo lo sguardo sulla strada davanti a se.
“Ieri sera ci siamo baciati, mentre ballavamo un lento” cominciò a raccontare, facendo frenare Zayn bruscamente. Entrambi scoppiarono a ridere per la reazione del moro, che riprese poi a guidare “Dio Zayn, è stato meraviglioso” lo guardò con sguardo sognante per poi poggiare i piedi sul cruscotto.
“E quindi? Perché non l’hai voluto vedere?” le chiese il moro, più confuso di prima.
“Ridotta in questo modo?” chiese retorica, alludendo al suo viso malconcio “Andiamo, sii serio. Liam è.. è bellissimo, in ogni suo movimento, gesto o tratto. Io non sono niente di speciale già di mio, poi ridotta così non.. non potrei mai fargli una buona impressione” mormorò la ragazza torturandosi una ciocca dei capelli e guardando in basso. Zayn, che intanto aveva guidato fino a quella che era la loro meta, parcheggiò la macchina e sorrise.
“Liam non è così superficiale, te l’assicuro” cercò di rassicurarla lui, e nel frattempo entrambi scendevano dalla macchina e percorrevano quel breve tratto di strada per arrivare ad un grosso cancello verde, che segnava l’entrata di un piccolo parco. Non era il più bel parco di Glasgow, ma vi era molto verde. Tra l’altro, non essendo un parco molto frequentato e quindi non rovinato da carte a terra e mozziconi di sigarette, le panchine perfettamente verdi bottiglia, senza neanche una scritta, si confondevano nel verde del prato estivo. Pochi metri più avanti, vi era un lago artificiale, quel giorno particolarmente azzurro per via del cielo d'un tratto limpido. Il sentiero che conduceva al lago era sterrato, di sabbia e sassolini che puntualmente entravano nelle scarpe dei frequentatori. Nel lato del lago opposto a quello dove si trovavano i due amici, vi era una sorta di boschetto composto da un bel po’ di alberi fitti. Tuttavia, anche se quello veniva chiamato da tutti ‘il boschetto’, anche all’entrata e in tutto il resto del parco vi erano parecchi alberi. Neev ne riconobbe uno, dove la corteccia era stata incisa da due iniziali. M+L. Ogni volta che varcava la soglia di quel parchetto, camminava velocemente verso quell’albero. Le piaceva immaginare i volti di L ed M. Chissà se L è il ragazzo o la ragazza, si domandava sempre. Il suo cervello aveva escluso in partenza che si potesse trattare di due ragazze o di due ragazzi. Lei li aveva immaginati come due innamorati. Chissà se erano solo amici o magari qualcosa di più, chissà se adesso si parlavano ancora. Il rumore di un legnetto secco spezzato dalla scarpa di Zayn la riportò a quella che era la realtà. Neev sospirò.
“Si ma, cavolo. E’ bello, simpatico, famoso e ricco. Non vorrà mai una come me.. Io non sono nessuno e, sinceramente, non so con quale coraggio ne sto parlando con te perché anche tu ti sei fidanzato con una ragazza famosa e bella, alla tua altezza..” Sputò fuori tutto d’un fiato, rispondendo all’affermazione di Zayn di poco prima. Quest’ultimo scosse la testa, con un sorriso amaro sulle labbra.
“Sono certo che mi sarei innamorato di Perrie in ogni caso, anche se fosse stata una criminale. Liam è una persona normale e da tale si innamora nello stesso modo in cui ti innamori tu” mormorò Zayn infilando le mani nelle tasche anteriori dei jeans.
“Parli già di amore, ma io lo conosco da meno di un mese. Non può essere amore. E comunque nessuno vorrebbe una come me.. Insomma, sono piena di problemi. Le persone si fanno sempre carico dei miei problemi, giurano sempre di potermi salvare e poi vanno via. Insomma, non che io li biasimi, tutti ci stanchiamo di risolvere problemi irrisolvibili che non ci riguardano. Ci sono abituata, hanno tutti ragione ed io.. Quel bacio è sicuramente stato uno sbaglio, sicuramente non gli sarà piaciuto e..” Zayn le poggiò una mano sulla bocca, zittendola. La guardò esterrefatto.
“Glie l’hai chiesto?” la mora rimase interdetta. Effettivamente no, non aveva minimamente considerato l’idea che magari Liam provasse i suoi stessi sentimenti.
“Dovresti parlarci” riprese Zayn “Oggi stesso” affermò convinto. Neev lo guardò negli occhi e Zayn le sorrise incoraggiante. La mora sbuffò e tirò fuori il cellulare dalle tasche, componendo velocemente il numero di Liam.
“Pronto?” rispose quest’ultimo, al sesto squillo. La ragazza attivò il viva voce.
“Ei Liam, sono Neev”
“Oddio Neev! Sei arrabbiata? Hai tutte le ragioni del mondo! Niall sta male e non posso muovermi da casa finché non arriva Zayn, scusami io..” Neev guardò Zayn cercare invano di trattenere le risa, finché non esplose. Cadde addirittura dalla panchina, contorcendosi e tenendosi la pancia con le mani.
“Tranquillo, so tutto. Zayn è con me, adesso torna. Di a Niall che Zayn dice di smetterla, capirà da solo. Preparati, ti aspetto sotto casa tua tra un quarto d’ora” la mora attaccò la chiamata prendendo a ridere con Zayn mentre entrambi si rotolavano nell’erba fresca.

“Brutto stronzo!” urlò Liam non appena Zayn mise piede in casa “Non hai idea di quello che mi ha fatto passare, quell’irlandese cospiratore!” urlò esasperato Liam. Zayn dal canto suo scoppiò di nuovo a ridere mentre batteva il cinque all’amico biondo.
“Scendi, che la tua ragazza ti aspetta” gli rispose. Le guance di Liam divennero color porpora. Prese velocemente la giacca e uscì chiudendosi la porta alle spalle. Neev lo stava aspettando seduta sul muretto, mentre smanettava col suo cellulare. Liam sorrise inconsciamente, si avvicinò a lei e senza dire niente si sedette accanto alla mora che alzò lo sguardo e gli sorrise.
“Allora? Che volevi dirmi?” chiese lei, rompendo il silenzio e guardando Liam negli occhi. Cavolo se erano belli. Erano castani, ma non quel castano anonimo, diffuso e semplice. Un color mogano che trasmetteva allegria e appagava chiunque li guardasse. Un tipo di castano rilassante, che trasmetteva sicurezza.
“Che hai in faccia?” chiese sconvolto il moro, notando il viso della ragazza.
“Niente, una lite. Dimmi tutto..” rispose lei rimanendo sul vago e facendo capire a Liam che non voleva assolutamente parlare di quello che era accaduto al suo viso tumefatto.
“Ieri sera.. Noi.. io.. Non so se ti ricordi del lento..” mormorò, d’un tratto imbarazzato. Neev poggiò la mano sopra quella di Liam, cercando di tranquillizzarlo.
“Me lo ricordo..” sussurrò.
“Ti ricordi tutto?” domando il moro, anche lui sussurrando. La ragazza annuì, voltando lo sguardo altrove e lasciando che l’insicurezza e il timore prendessero il sopravvento dentro di lei.
“Pensi che sia stato uno sbaglio, non preoccuparti. Facciamo finta di niente, amici come prima” disse velocemente, mettendo su un sorriso troppo largo, troppo tirato per risultare credibile.
“Tu pensi questo?” le chiese Liam, stando attento a non trasmettere neanche un pizzico della delusione che aleggiava in lui. La mora rimase in silenzio e a Liam bastò così, capì tutto. Capì il motivo della recita di Niall, della fuga di casa di Zayn di quel mattino, capì di cosa Neev e Zayn avevano parlato. Capì ogni cosa, azzeccando inconsapevolmente tutto nei minimi dettagli. Si alzò di scatto cominciando a camminare verso casa, a passo lento, come di solito si usa fare nelle processioni. Neev entrò in panico, dove andava? Perché se ne stava andando? Si alzò anche lei, correndo dietro il suo amico che nel frattempo distava pochi metri dalla porta. Lo bloccò per un polso e li fu tutto fulmineo. La bocca del moro si aprì in un sorriso, che durò meno di un secondo. Proprio come aveva predetto lui. Si girò di scatto e appoggiò le labbra su quelle di Neev, che realizzò il tutto pochi secondi dopo, sorridendo contro le labbra del moro. Le mani di quest’ultimo si mossero. La destra cercava la mano di Neev e la sinistra si allacciava attorno alla vita di lei. Quando si staccarono, Liam fece combaciare le loro fronti, guardando gli occhi limpidi e ancora socchiusi di lei. Neev dal canto suo, guardava rapita le labbra da cui si era appena staccata.
“E di questo che ne pensi?” bisbigliò il ragazzo stringendole la mano. Neev sorrise.
“Discreto” mormorò scherzando. Liam la sollevò da terra, facendola girare.
“Discreto?” chiese alzando un sopracciglio e facendole il solletico “Non so se hai idea di quali labbra hai baciato” scherzò lui divertito dal modo di contorcersi della ragazza che si dimenava e gridava una serie di ‘basta, Liam ti prego’. Ma Liam non aveva la minima intenzione di smettere, finché le mani della mora gli bloccarono i polsi e intrecciarono le dita alle sue. Si guardarono negli occhi e Neev lo baciò di nuovo. Stavolta fu un bacio veloce, a fior di labbra.
“Bellissimo” mormorarono entrambi all’unisono, scoppiando poi a ridere e giocando a rincorrersi come due bambini.
 


 

BBBUONASERAAA

Scusate per il ritardo clamoroso, ma è stato un periodo piuttosto pesante in quanto a scuola. Comunque sono riuscita ad aggiornare. Spero che questo capitolo vi piaccia, perchè io ci ho lavorato davvero tantissimo! Ho perso parecchio tempo a riflettere sul fatto che magari potreste trovarlo un po' prematuro, ma alla fine ho deciso che comunque questa sarà una storia non troppo lunga e soprattutto non incentrata sulla coppia Leev, e non posso anticiparvi nient'altro ahahahah. E' tutto calcolato ahahahahah. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto! Voleva principalmente mettere in risalto il bel rapporto che c'è tra Zayn e Neev anche col fatto che Zayn è stata la persona con cui Neev ha voluto confidarsi. Tuttavia ne Zayn ne Liam hanno chiesto di più sui lividi di Neev, ma mi serviva così per gli eventi che farò accadere fra un po'. Neev e Liam alla fine hanno parlato e si sono pure baciati, ma vi avverto: CREDO che passerà un po' di tempo prima che i nostri cari amici si mettano insieme. Ringrazio sempre chi recensisce e mette la storia tra le preferite-ricordate-seguite. Siccome sono già stata interrogata nelle materie principali, il pomeriggio ho un bel po' di tempo libero, perciò se avete qualche fan fiction che avete voglia di farmi leggere datemi il link perchè passo volentieri :D 
E niente, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, se lo trov
ate prematuro oppure no. Comunque a me piace molto :D

Vi lascio sempre il link dell'altra mia FF 'Six degrees of separation' (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2183044&i=1).
Mi servirebbe inoltre qualche anima pia disposta a creare il banner delle mie due FF e a spiegarmi un po' di cose, dato che sono un po' down e non capisco niente ahahahah. 

Grazie sempre, Elielihoran <3

 

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