Cinque volte in cui Stefan è riuscito a sorprendere Damon e una in cui non l'ha fatto

di Soqquadro04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima volta ***
Capitolo 2: *** La seconda volta ***



Capitolo 1
*** La prima volta ***


Cinque volte in cui Stefan è riuscito a sorprendere Damon e una in cui non l'ha fatto



1. La prima volta

Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.
Paulo Coelho

 

 

«Damon!» la voce della signora Salvatore riecheggia lungo i corridoi di Villa Veritas, mentre chiama il figlio maggiore. È felice: sorride apertamente, gli occhi brillanti, e tiene una mano contro il grembo. Guardando bene, si nota un gonfiore abbastanza considerevole, quasi soffocato dall'abbondanza della gonna dell'abito da casa.

È ferma sulla soglia del portone principale, e fa capolino oltre lo stipite per chiamare nuovamente il bambino, che gioca tranquillamente in giardino.

Lo vede alzare la testa, sorridendo – mette in mostra una piccola finestrella fra gli incisivi superiori, di cui è veramente orgogliosissimo – e poi correre verso di lei, rischiando di inciampare.

Quando la raggiunge, allarga istintivamente le braccia per chiedere un abbraccio. Elizabeth* si china, stringendolo a sé, respirando l'insolito odore di pioggia che lo accompagna.

Gli dà un bacio sulla fronte prima di lasciarlo andare, tenendolo comunque per mano e continuando a carezzarsi piano il ventre dilatato.
Accompagna il figlio fino alle scale, sedendosi sul terzo gradino e invitando Damon a sistemarsi di fronte a lei.

«La mamma ha una sorpresa per te.» sorride ancora, rassicurante, passando le dita fra i morbidi capelli neri del bimbo. Lui inclina il capo di lato, la bocca atteggiata in un sorriso fiducioso.

«Papà ci porta il cioccolato, quando arriva?» Elizabeth gli bacia il naso, intenerita dalla sua espressione speranzosa, e scuote la testa. Damon corruga la fronte, deluso, ma quando lei gli promette che la sorpresa è qualcosa di molto meglio, subito risolleva il visino, impaziente, incitandola con gli occhi a continuare.

«Ti ricordi che ti ho detto, un po' di tempo fa, che presto avresti avuto un fratellino o una sorellina, amore mio?» quando vede il volto del piccolo illuminarsi, Elizabeth non può fare a meno di domandarsi a quale conclusione sia arrivato. Viene esaudita subito dopo.

«Allora è nato! Dov'è, mamma, dov'è?» la donna si impone di non scoppiare a ridere troppo apertamente davanti a quell'adorabile dimostrazione di irrequietezza, e abbassa il capo, accarezzandosi ancora una volta il ventre.

«Non è nato, tesoro, non ancora. È qui.» dice, semplicemente, prendendo la piccola mano di Damon e portandola piano sul suo grembo. Spera che lui riesca a sentirlo, ma non ne è certa: del resto, anche lei stessa è riuscita ad avvertire il primo colpo solo quella mattina. Eppure il piccolo sembra felice di collaborare, perché non appena le dita del fratello maggiore si appoggiano, delicate, sul ventre della madre, lei avverte un colpetto. Il bambino emette un verso strano, a metà fra un gridolino di sorpresa e un guaito ansioso, dandole la conferma di averlo percepito.

Elizabeth avverte una tenerezza immensa stringerle il cuore, mentre Damon porta anche l'altra mano sul pancione, i polpastrelli leggeri che tastano quasi con timore in cerca di un'altra dimostrazione. Che arriva subito dopo, sotto forma di un altro piccolo calcio.
Lui alza gli occhi verso di lei, sorpreso e felice, cercando nel suo sguardo la stessa luce che brilla in fondo alle sue iridi.

«Mi vuole bene, mamma!»

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* Come al solito, metto le mani avanti e avviso che per me mamma Salvatore, in Canon, è Elizabeth ù.ù

N/A - Note dell'Autrice

Buonsalve, lettori ù.ù
Come sempre quando vi ritrovate davanti alle NdA di un mio lavoro, ve ne spiego il motivo: girovagando nella MasterList del The Vampire Geometry Contest, ho trovato questo prompt ("Damon/Stefan - Cinque volte in cui Stefan è riuscito a sorprendere Damon e una volta in cui non l'ha fatto") e il mio lato Defan (quello che mi farebbe fangirlare come una pazza isterica se ci facessero vedere un maledettissimo abbraccio) ha elaborato questa, ehm... cosa.
Ovviamente, Stefan non è propriamente presente, in tutta la sua Stefanosità, perché è ancora un feto che galleggia tranquillamente nel pancione. E che volete farci, dalla prossima OS sarà un bimbo fatto e finito (<3).
Lo so che non è la prima volta che accenno a mamma Salvatore, Damon e Stefan in versione feto, ma non voletemene: quei tre offrono tanti di quegli spunti! *________*
Passiamo alle notizie pratiche, comunque: Elizabeth è incinta di circa diciannove settimane (quattro mesi e mezzo, più o meno), e perciò (mi sono documentata) è già possibile avvertire i piccoli calci del bambino ^_^
Detto questo: ciao a tutti e un abbraccio,
la vostra Soqquadro

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Capitolo 2
*** La seconda volta ***


Cinque volte in cui Stefan è riuscito a sorprendere Damon e una in cui non l'ha fatto



2. La seconda volta


Un abbraccio vuol dire “tu non sei una minaccia.
Non ho paura di starti così vicino.
Posso rilassarmi, sentirmi a casa.
Sono protetto, e qualcuno mi comprende”.
La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero,
guadagniamo un giorno di vita.

Paulo Coelho*

 

Non è mai stato contento come in questo momento che il giardino di Villa Veritas sia così enorme.
Damon Salvatore è rintanato in un angolo remoto del prato, la schiena poggiata contro la corteccia nodosa di un tronco d'albero e gli occhi chiusi. Ha il respiro affannato e la mente in subbuglio, e un'acredine che col tempo gli diventerà fin troppo familiare gli stringe il cuore.

Le urla di Giuseppe risuonano ancora nelle sue orecchie – le sue stesse grida di risposta sovrastate dalla voce più profonda dell'adulto – e il rumore secco della sua mano che gli colpiva la guancia fa da sottofondo. Anche se il bruciore dello schiaffo è quasi sparito del tutto, l'orgoglio ferito continua a fare male – non ha fatto nulla per ribellarsi, dannazione. È rimasto zitto. E si è allontanato, ignorando i richiami.

Come un codardo.

Damon sbuffa, scostandosi un poco per poi lasciarsi ricadere contro l'albero.
Non è stato un codardo. Lo sa, in fondo, e sa anche che è solo. Può permettersi di eliminare quella corazza. Può ammettere, almeno a se stesso, che non ha reagito per un buon motivo.

Stefan. L'ha fatto per Stefan.

Se si allontanasse dalla casa, per qualsiasi motivo, perderebbe Stefan.
E non può, proprio non può, lasciarlo solo.

Sospira ancora, portandosi le ginocchia al petto e poggiando la fronte su di esse.

Apre gli occhi, perdendosi in riflessioni astratte mentre lo sguardo si rilassa e la mente vaga, calmata dall'angolo buio – relativamente buio, perlomeno – che è riuscito a creare raggomitolandosi in quel modo.
Spesso Stefan gli chiede perché non chiami Giuseppe papà, o anche solo padre.

Anche sorvolando sul fatto che non sa se glielo permetterebbe, Damon non può spiegare al fratellino quella rabbia cieca, l'amarezza, senza che quella dolce, incondizionata fiducia nell'uomo che lui può chiamare papà crolli.

E non vuole distruggere ora quel mito infantile che lo porta a idealizzare e idolatrare quello che, per un certo tempo, è stato anche il suo eroe. Non adesso: è troppo presto.
È così concentrato che non si rende conto dei passi che gli si avvicinano, decisi, e della figurina alta sì e no un metro e mezzo che lo osserva a testa alta. Un piccolo ometto orgoglioso, con il visino preoccupato e una smorfia strana a deformare le labbra da cherubino.

Stefan si avvicina al fratello maggiore, sedendosi lì accanto, e mentre Damon alza la testa di scatto, allarmato, si limita a emettere un piccolo sbuffo e, beh... lo abbraccia.
Semplicemente, gli cinge il torace con le braccia, strofinando il volto sulla sua spalla e stringendolo a sé con tutta la forza che ha. Che non è molta, in effetti, ma questo è un dettaglio trascurabile.

Damon sgrana gli occhi, confuso, e fissa corrucciato l'altro, che nel mentre ha alzato il capo.
Fissando quelle iridi verdi, tenere e che non lo giudicano, sente un grandissimo peso sollevarsi dal suo petto.
Stefan corruga la fronte, scontento da un dettaglio di cui non tarda a farlo partecipe.

«Tu e papà non dovete litigare, Damon. Dopo tu sei triste, e non mi piace quando tu sei triste, perché poi sono triste anche io

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* Vi giuro che non è volontario questo utilizzare frasi di Coelho. Non lo faccio di proposito, ma sono così belle che quando le trovo... :D

N/A - Note dell'Autrice

Buonsalve, lettori ù.ù
Questa raccolta non avrà un aggiornamento fisso settimanale, o almeno così ho decretato io, onnisciente autrice ù.ù
Quindi non preoccupatevi se il capitolo è arrivato, ecco ù.ù
Stefan è ancora nella versione dolce, coccolosa e non bipolare, ed è perciò altamente adatto al Fluff il più zuccheroso possibile... infatti, come avrete notato, in questa OS non è che mi sia risparmiata XD
Prima di dileguarmi: grazie a chi Ricorda, Segue, Preferisce e a quelle sette, adorabili personcine che hanno recensito lo scorso capitolo (e io che mi aspettavo una media di due commenti XD).
A presto,
la vostra Soqquadro

 

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