Wish you were here

di PeaceLoveFreedom
(/viewuser.php?uid=493892)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 2: *** Scegli ancora,Sana. ***
Capitolo 3: *** Magari vale la pena. ***
Capitolo 4: *** Il ritorno. ***
Capitolo 5: *** Ho bisogno di un'amica. ***



Capitolo 1
*** Tra sogno e realtà ***


Wish you were here
Il vento soffiava forte contro le finestre impolverate. Il tempo cupo rispecchiava perfettamente il mio stato d’animo.Avevo voglia di dormire e di non pensare per un po’. Al dormire ci avevo rinunciato e per questo cercavo di seguire un film che non mi interessava per niente. Rannicchiata sul letto abbracciavo le mie ginocchia cercando un po’ d’affetto in me stessa...tutto inutile. Guardai l’orologio:erano le tre del mattino. Spensi lo schermo e andai in cucina con l’intento di affogare i dispiaceri nel cibo.Nonostante il freddo glaciale, decisi di mangiare del gelato.Quale rimedio migliore alla depressione? Fu proprio mentre mi voltai affondando il cucchiaino nella scatola ghiacciata che lo vidi. Il suo viso era bello come sempre.Se ne stava seduto sulla sedia vicino la finestra aperta a fissarmi con i suoi meravigliosi occhi ambrati,mentre i suoi capelli venivano mossi dal vento. Il solo vederlo mi metteva i brividi. Istintivamente mi avvicinai a lui.Il mio braccio si allungò verso il suo viso,un riflesso involontario. Mezzo millimetro prima che potessi sfiorarlo la mia mano si bloccò. “Akito..” . Continuava a fissarmi senza proferire parola. C’era qualcosa in me che mi impediva di toccarlo,come se temessi che con un tocco potesse scomparire così com’era apparso. “Perché non mi parli?”. Quel silenzio mi faceva impazzire. Non rispose nemmeno alla mia domanda,ma si alzò e mi strinse fra le sue braccia. Solo in quel momento mi resi conto di trattenere il respiro, quindi cominciai a respirare regolarmente. Il suo profumo dolce invadeva le mie narici. Si staccò da me bruscamente e disse “E’ colpa tua. Sei solo un’egoista.” “Ma cosa dici?Io egoista?” “Sì,è tutta una conseguenza del tuo incredibile ego.” Le lacrime iniziarono a scendere nello stesso momento in cui Hayama iniziava a scomparire pian piano, come se fosse un fantasma,dalle mie braccia.
 Battei le palpebre.Mi ritrovai confusa e imperlata di sudore sul letto.”Era solo un sogno” pensai. Quelle parole mi avevano scombussolata. Infatti, quella non era la prima volta che feci quel discorso con quella stessa persona.Solo che la prima volta ero sveglia. Dopo aver scoperto che Akito e Fuka si erano fidanzati, il mondo mi crollò addosso.Non potei reggere tutto quel dolore,quindi decisi di sparire.Sparire finchè non l’avessi dimenticato.Ma era possibile dimenticare? Lui c’era riuscito.O così credevo..anzi ne ero certa.Gli era bastato la lontananza a coprire tutto ciò che avevamo vissuto.Eppure quando lo incontrai per caso quello stesso tardo pomeriggio in una strada isolata ci abbracciammo,proprio come nel mio sogno, ed era come se nulla fosse cambiato. Quell’attimo,come tutte le cose belle, durò troppo poco. In quel momento mi resi conto che non  potevo più mentire a me stessa e agli altri,che dovevo fare qualcosa. Ma cosa? Avrei avuto la forza di tornare a scuola? Sarei riuscita a vedere quei due insieme senza autodistruggermi? Non ne ero sicura.Eppure non volevo arrendermi. Quel che sembrava un paradosso mi stava distruggendo. Sapevo di dover agire,anzi reagire, ma non sapevo come. Avrei voluto chiamare Naozumi,non so quanto potesse essermi d’aiuto, ma la sua voce così dolce e calma aveva sempre avuto il potere di calmarmi.Tuttavia stava sicuramente dormendo,non avrei mai potuto svegliarlo.Andai in bagno e feci scorrere l’acqua fredda sul mio viso.Rimasi a fissare il flusso dell’acqua limpida per un periodo interminabile mentre il mio pensiero continuava ad andare a lui. Con un movimento brusco posi fine al fluire dell’acqua sperando di poter bloccare anche il flusso dei miei pensieri.Non funzionò. Mi affacciai dalla finestra. Il vento ghiacciato sembrava volesse paralizzare il mio viso, tuttavia quella sensazione di libertà mi piaceva. Fissai le stelle e pensai a quella gita scolastica quando,cadendo da un dirupo, io e Akito ci fermammo a guardare il cielo.Possibile che ogni cosa mi ricordasse lui? Il mio corpo fu scosso da fremiti, quindi decisi di tornare dentro e chiudere la finestra. Mi sdraiai sul letto supina,fissando il soffitto. “Si dice che la notte porti consiglio” mi dissi,”magari domattina avrò le idee più chiare”. Chiusi gli occhi lottando contro il mio cervello che proprio non voleva saperne di distogliere i pensieri da lui,e dopo un periodo che mi sembrò infinito, finalmente mi addormentai.




Innanzitutto premetto che cercherò di scrivere i prossimi capitoli più lunghi.Spero inoltre con tutto il cuore che la mia storia piaccia e che siate in molte a recensire. Non sono una scrittrice esperta, ma cerco di impegnarmi al massimo. Ringrazio tutti a prescindere :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Scegli ancora,Sana. ***


Scegli ancora,Sana.


“Naozumi?Sono Sana...Tutto bene? Sìsì ti ringrazio.Hai da lavorare oggi? Non è che avresti voglia di una cioccolata calda?Che bello,allora ci vediamo al solito posto...a dopo!” . Rimisi la cornetta al suo posto. Inizialmente ero titubante al chiamarlo.Ieri notte mi era sembrata una buona idea,ma con la luce del sole tutti i pensieri e i propositi cambiano.Tuttavia ero conscia del fatto che Naozumi era sempre stato un buon amico per me e sapevo che la sua presenza mi avrebbe distratto un po’. Presi il cappotto ed uscii.L’aria gelida penetrava prepotentemente i vestiti e mi raggelava le ossa. Nonostante ciò, non riuscivo a non amare passeggiare in inverno e ammirare i viali alberati o le strade affollate.I toni freddi di quel periodo dell’anno rendono tutto più affascinante. Quando stavo iniziando a non sentire le dita dei piedi arrivai alla grossa caffetteria.Avevo sempre amato quel posto,per cui ci andavo spesso.Il personale non era invadente e l’atmosfera era resa costantemente calma e rilassata dai colori caldi delle pareti e delle mattonelle.Inoltre distava poco da casa mia e non era molto frequentato.Il cambio di temperatura tra l’esterno e l’interno del locale fecero colorare le mie guance di rosso. Naozumi era già arrivato, mi aspettava seduto in uno degli angoli più appartati, cercando di nascondersi dai fans. Indossava un cappellino di lana e una sciarpa che gli copriva gran parte del viso.Quel suo camuffamento mi fece sorridere. I suoi occhi erano di un colore talmente splendente e raro che era impossibile non riconoscerlo qui in Giappone. Andai a sedermi di fronte a lui e osservai la sua espressione pensierosa farsi felice alla vista del mio sorriso. “Sana!Da quanto tempo!” “Oh,Naozumi. Era tanto che aspettavi? Per strada ho incontrato un gattino tutto solo e abbandonato, non ho saputo resistere così gli ho comprato qualcosa da mangiare e...” “Hahaha,Sana Kurata sei sempre la solita!”. Aveva ragione.Ero sempre la solita. Gli sorrisi e ordinammo. Il tempo scorreva velocemente tra chiacchiere sul lavoro e tra una risata e l’altra,finchè all’improvviso, il volto di Naozumi si fece cupo. Capii immediatamente che aveva intenzione di affrontare quel discorso. “Ti trovo bene,Sana. Scherzi e ridi come se niente fosse accaduto. Tuttavia non so se è tutto vero o è solo una maschera e stai fingendo..”.Cercai di dire dissentire ma non me lo permise.”...Mi risulta difficile credere che tu abbia superato tutto.Vorrei piuttosto sapere cosa ti passa sul serio per la mente e capire cosa stai facendo,come te la stai passando insomma.Ma voglio solo la verità.”.Ci misi un po’ per rispondere.Temevo che la voce mi tradisse, non volevo lasciar traperale i miei veri sentimenti.Il groppo che sentivo serrarmi la gola non sembrava voler sparire.Eppure ero un’attrice, non potevo farmi spaventare così da una semplice domanda.In teatro avevo recitato di fronte a mille persone con la tenacia di un leone,se ero riuscita in quello potevo riuscire anche a mentire ora. Presi un lungo respiro e mi schiarii la gola. “Me la passo bene,sul serio. Il lavoro tiene la mia mente occupata e davvero non ho tempo di pensare ad altro.Non devi preoccuparti per me,Nao.Sono forte!”.Non ero totalmente soddisfatta del tono della mia voce e la risata che tentai di fare dopo quelle parole sembrava più un risolino nervoso. Osservai il suo viso cercando di captare uno sguardo o un gesto che mi facessero capire che mi aveva creduto.Non trovai nulla.Abbassò lo sguardo e disse quasi in un sussurro “Sì è vero,sei forte..Ma credo che tu stia solo cercando di evitare il problema, di passargli accanto piuttosto che prenderlo di petto.Non credo che tu stia bene,e mentire a te stessa e agli altri non ti aiuterà.”.Alzò lo sguardo e mi fissò.Non so cosa riuscii a leggere sul mio volto, ma capii che non gli piacque visto che il suo tono si addolcì.”Sana io sono tuo amico, tutto ciò che dico o faccio è solo per te.Cerco di fare il meglio affinchè tu sia felice.Non devi fraintendere le mie parole, ma io ti starò vicino e ti aiuterò.Voglio che tu superi questo momento e lo farai anche grazie a me.”. I miei occhi si riempirono di lacrime. Ero commossa.Naozumi si era sempre dimostrato un grande amico per me, e adesso stava riconfermando l’opinione che avevo su di lui.Era un ragazzo speciale. Aprii la bocca per esprimergli tutta la mia gratitudine ma le parole rimasero sospese a mezz’aria mentre il mio cuore perdeva un battito.Vidi la porta aprirsi e vidi spuntare un ciuffo di capelli biondi che mi erano così familiari. Non riuscii a muovermi.Il cuore batteva così forte nel mio petto che sembrava volesse schizzare fuori come una freccia scagliata da un arco. Akito entrò.Improvvisamente sembrò che la stanza fosse diventate più piccola,come se non fosse in grado di contenere la cascata di emozioni che mi balenava dentro.Notai con forte dispiacere che non era solo.Appena scorsi il viso di Fuka ogni parte del mio corpo si raggelò, come durante la passeggiata al freddo,solo che adesso non era causato dall’inverno.Non ero pronta.Non ero affatto pronta a vederli insieme.Avrei preferito qualunque altra cosa, ma non quella. I miei occhi pieni di panico si spostarono immediatamente su Naozumi,il quale doveva aver seguito il mio sguardo poichè anche lui stava guardando in quella direzione. Mi attaccai al suo viso come se fosse un’ancora.Non potevo guardare.Parve capire i miei sentimenti,anche se il suo sguardo mi spaventò.Per un attimo temetti che volesse scagliarsi contro Akito.Ma no,Kamura non avrebbe mai fatto nulla di così impulsivo,non era da lui. Mi indicò un’uscita di emergenza posta esattamente dietro le mie spalle,mi sussurò di andarmene,che al conto ci avrebbe pensato lui. Non ci pensai due volte prima di sgattaiolare fuori.Ma commisi un terribile errore.Prima di andarmene mi affacciai nel locale,un po’ per autolesionismo,un po’ per ringraziare Naozumi con lo sguardo.Ma proprio in quel momento incrociai gli occhi ambrati che tanto spesso sognavo.”Merda”,pensai.Istintivamente iniziai a correre. Non ero sicura che mi avesse riconosciuta.Forse avrebbe capito che ero io alla vista di Nao.Non sapevo se mi stesse rincorrendo oppure no.Una parte di me sapeva che non era così,non avrebbe mai lasciato Fuka da sola, ma l’altra pensava che quello era un comportamento da lui...o forse era quello che speravo. Eppure non mi raggiunse mai.Corsi finchè non mi mancò il fiato. Iniziai a vagare per la città e solo quando iniziai a tremare mi resi conto di aver lasciato il cappotto nella caffetteria.”Adesso non posso di certo tornare indietro..”. Imboccai la strada verso casa attraverso il parco poichè quella era la strada più breve.Era da tanto che non ci tornavo e quel posto mi faceva tornare alla mente molti ricordi. Da lontano intravidi il vecchio e bianco gazebo.Uno strano brivido scese lungo la spina dorsale quando mi accorsi che c’era qualcuno seduto sotto di esso. “Non può essere”,pensai. Con le mani mi sfregai gli occhi,forse erano le lacrime che mi impedivano di vedere bene,forse ero impazzita e quella non era nient’altro che una visione, o forse era solo un altro sogno. Eppure dentro di me sentivo che era lui.Rimasi immobile e incerta in lontananza.Ancora una volta mi trovavo davanti ad una scelta.Sarei dovuta andare ad affrontarlo o scappare?


Prima di tutto ringrazio chi ha recensito,spero che la storia continui a piacervi :) 
Come avevo promesso il capitolo è un po' più lungo del precedente, e spero di scrivere al più presto il prossimo.
Baci :*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Magari vale la pena. ***


Magari vale la pena.



I miei piedi si muovevano incerti sul terriccio umido che portava al gazebo. Non avevo ancora la sicurezza che fosse lui,seduto li al buio,immobile quasi come se dormisse.Cercavo in tutti i modi di farmi venire in mente qualcosa da dirgli se fosse stato Akito,ma nulla mi sembrava sensato. In che modo avrei giustificato il mio comportamento?Perché scappare così? Più mi avvicinavo,più la vocina che sentivo dentro di me si faceva forte.””Non andare,non andare!” .Appena scorsi il suo viso rabbrividii. Anche questa volta avevo la consapevolezza di non poterlo affrontare,aveva la capacità di disarmarmi.Feci un mezzo giro su me stessa, con l’intenzione di tornare indietro e percorrere la strada più lunga,cercando di non farmi notare.Non funzionò.Non appena cercai di compiere un passo mi sentii chiamare.”Sana”.Mi irrigidii.Sentii dei passi battere veloci sul terreno e farsi sempre più rumorosi,finché non si fermarono.”Sana,perché scappi da me?”.Cercai di liberarmi dalla paralisi e mi voltai.“Oh Akito sei tu?Non ti avevo riconosciuto.”“Non mentirmi.” “Ma sul serio.Te ne stavi seduto al buio,ti avevo scambiato per un maniaco,per questo tornavo indietro.”Mentii spudoratamente e notai dalla sua espressione che se ne accorse.”E alla caffetteria?Perché sei scappata?” “Caffetteria?Forse mi hai confusa con un’altra persona!” “No,Sana.Eri tu.Inoltre ho visto quel tuo amico,Kamura.” .Dopo qualche secondo di esitazionentrovai il coraggio di replicare,ma il mio tono era più pungente di quanto volessi.”E Fuka?L’hai lasciata da sola?Un gentiluomo non si comporta in questo modo.Poverina!”,”Non è sola, è con Tsu e Aya.”,disse.Fece un pausa e aggiunse “Tu,piuttosto, hai lasciato quel tipo da solo,non è stato molto gentile da parte tua.”.Mi stava provocando. “Il nostro era un appuntamento amichevole e avevamo già finito le nostre consumazioni,tu invece eri appena arrivato e hai lasciato la tua ragazza con una coppia invece di stare con lei.”.Ci guardammo in cagnesco per un po’.Nessuno dei due sembrava intenzionato ad abbassare la guardia. Sospirò.Lo guardai incerta mentre si voltava e con il suo fare spavaldo si incamminava verso il gazebo,dandomi le spalle. “Hayama dove credi di andare?Non è educato abbandonare una conversazione in questo modo!”.Urlai furiosa.”Quella non era una conversazione.”.Rispose senza girarsi verso di me.”Non è comunque rispettoso.Sei sempre il solito arrogante!”. Si fermò e girò leggermente il viso verso di me,riuscivo ad intravedere il suo profilo perfetto,notai che quasi sorrideva.”E tu sei sempre la solita stupida.”.Quel commento avrebbe dovuto farmi infuriare,invece un po’ a causa del suo sorriso,un po’ per la sua voce dolce,mi fece piacere.Quel piccolo battibecco mi ricordò il passato,quando litigavamo sempre a quel modo.Con un dito fece segno di seguirlo e io obbedii.Ci sedemmo sotto il gazebo e per un po’ nessuno parlò.Nonostante l’aria fosse tesa,sentivo uno strano impulso percorrere il mio corpo giunzione per giunzione.Avrei voluto chiedergli del suo rapporto con Fuka,di come stavano insieme, se lui l’amasse e se fosse felice...Avrei voluto chiedergli un sacco di cose,tuttavia temevo le sue risposte,quindi decisi di restare in silenzio.A romperlo fu lui.”Non sei cambiata per niente.”.”Beh...Nemmeno tu.”.”E’ diverso,io non ho girato un film in un luogo dimenticato dal mondo.”.”Ma ti sei fidanzato, quest’esperienza avrebbe dovuto cambiarti almeno un po’,no?”.Cercai di ammiccarlo.Non rispose.Era come se cercasse con tutte le sue forze di non toccare quell’argomento,come se fosse lui a star male per quella situazione.Il silenzio piombò di nuovo su di noi.L’atmosfera iniziava a farsi insostenibile,tentai di passare ad argomenti più leggeri. “Come sta andando a scuola?”. “Sono stato sospeso.”. “Che cosa?E perché?”,chiesi stupita.”Ho preso a pugni un insegnante.Se lo meritava.”,replicò con tutto il disinteresse possibile. “Akito sei impazzito?Non puoi picchiare gli insegnanti,devi portargli rispetto!Come hai potuto fare una cosa del genere?”.Ero sconvolta.Il viso mi divenne rosso dalla rabbia.”Sapevo che l’avresti presa male.Ma non credo tu possa arrabbiarti visto che a scuola non ci vai proprio.”.”Io ho un insegnante privato,a scuola non riuscirei a seguire le lezione visto che a causa del film sono rimasta indietro!”.”Kurata tu sei sempre stata indietro con le lezioni.A me sembra tutta una scusa.”Fu lui ad ammiccarmi.”Una scusa?E perché dovrei cercare scuse per non tornare a scuola?”.Anche quella volta non ebbi risposta.”Secondo me dovresti tornare.Fuka..”,si interruppe un secondo,”Tzè,Fuka..” pensai. “...Fuka,Aya e Tsu sentono la tua mancanza.”.Avrei voluto chiedergli se anche lui sentisse la mia mancanza,ma immaginai che non mi avrebbe risposto,quindi rinunciai e mi limitai ad annuire.
Il telefono iniziò a squillare, il display segnava il nome di Rei.Mi resi conto di quanto fosse tardi,il tempo era volato.”Hayama...devo andare.Mi ha fatto piacere rivederti..ciao.”.Mi rispose con un semplice cenno della mano e la cosa non mi stupì.Durante il tragitto verso casa pensai alla conversazione appena avuta. Conoscendolo,quello era il suo modo per dirmi che gli mancavo,voleva che tornassi a scuola. Tuttavia ero troppo in collera con Fuka.Mi sentivo tradita da lei. Aveva capito cosa provo per Hayama,ma non si fece scrupoli a portarmelo via.Pensai a quanto mi mancassero gli altri,e pensai ad Akito.L’atmosfera di quella sera era quasi onirica.Non mi sembrava reale.Non capivo il suo comportamento.Aveva lasciato Fuka per raggiungermi.Possibile che mi amasse ancora?Forse non dovevo perdere del tutto la speranza,magari valeva la pena ritornare a scuola. 




Ringrazio infinitamente chi recensisce,chi segue e chi legge soltanto.
Per quanto riguarda Fuka,scusatemi ma non ho mai sopportato il suo comportamento,non si è comportata bene e  non so come faccia Sana sia nel manga che nell'anime a considerarla sua amica.(Piccolo sfogo mio :P)
Comunque,spero che questo capitolo vi piaccia.A presto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il ritorno. ***


Il ritorno




Erano ormai passate due settimane quando finalmente riuscii ad ottenere una mattinata libera per poter tornare a scuola.Indossare quella divisa quasi immacolata mi terrorizzava.Non per il completino in sè,ma per quello che significava.Non era un semplice ritorno a scuola, ma era una prova per me stessa, per testare la mia maturità e forza. Ormai ero rassegnata all’idea di quei due insieme.Ma era un’idea,quella che avevo.Vederli insieme sarebbe stata una cosa totalmente diversa.Tuttavia potevo,dovevo farcela. Con il tempo realizzai che l’unico maniera che esisteva per stare vicino ad Hayama era quella di essere sua amica.Amica e basta.Potevo accontentarmi.Rimasi per un po’ ad osservare quell’edificio imponente e ingiallito dagli anni nonostante fossi in ritardo.Almeno avrei trovato i corridoi vuoti.Non sapevo come avrebbero reagito tutti alla mia vista,nessuno era a conoscenza della mia intenzione di tornare,apparte una persona che sicuramente non aveva detto nulla agli altri. Entrai nella grande scuola quasi in punta di piedi,come per assicurarmi che nessuno mi sentisse.So che quel comportamento poteva sembrare stupido,ma il mio cuore batteva all’impazzata e mi impediva di agire con raziocinio. Per mia fortuna, i corridoi erano vuoti come predetto,quindi iniziai a correre verso la mia aula. La lezione era già iniziata,mi scusai con l’insegnante, il quale non  sembrò prestare molta attenzione al mio ritardo o alle mie scuse,in quanto appariva più che altro felice di vedermi.Era proprio buono e il fatto che fossi un’attrice mi aiutava nello scansare le ramanzine. Alzai lo sguardo verso il viso dei miei compagni,tutti adornati da un sorriso.Tutti tranne uno. Tra tutti quei denti bianchi,spiccava la faccia buia e infuriata di Fuka. Andai a sedermi nell’unico banco libero,in fondo all’aula sulla destra,sotto lo sguardo di tutti. Durante la durata delle lezioni mattutine,sentii costante lo sguardo accusatore della mia cosiddetta amica su di me.Cercai di ignorarla come meglio potevo,concentrandomi sulle lezioni e prendendo quanti più appunti potevo.Non appena la voce dell’insegnante fu interrotta dal suono della campanella, il mio banco fu invaso da tutti i miei compagni che mi inondavano di domande.Devo ammettere che quelle attenzioni non mi dispiacevano,anzi, e cercai di rispondere a quante più potevo.Improvvisamente le mani di Fuka batterono con violenza sul mio banco.Ciò dovette bastare alla mandria di persone raggruppata nei miei dintorni che in un batter d’occhio si dileguarono. Quello scatto improvviso mi spaventò un po’,ma cercai di non darlo a vedere,anche quando lei mi disse tra i denti “Cosa ci fai qui?”. “Come sarebbe cosa ci faccio?Anche io ho il diritto di andare a scuola e ricevere un’istruzione.” ,le dissi. In tutta risposta lei sussurrò con uno strano ghigno stampato sul volto “Sappiamo entrambe perché sei tornata.Mi dispiace,non me lo porterai via.”. Mi alzai e mi incamminai verso la porta.Poco prima di attraversare l’uscio, girai leggermente il capo verso di lei e dissi “Tranquilla,cara amica.Io non rubo il ragazzo di nessuno.”.Sparii dietro l’angolo sperando che la frecciatina che avevo lanciato la colpisse in pieno.Ma purtroppo non ebbi la possibilità di controllare la sua espressione.Durante il tragitto llungo i corridoi,sentivo gli sguardi di tutti addosso.Avevo quasi dimenticato che i ragazzi delle scuole medie non erano ancora abituati alla mia presenza. Fortunatamente per me,visto i pensieri che affliggevano la mia mente,nessuno mi fermò e arrivai indisturbata alla mensa.Probabilmente spaventavo gli studenti con la mia espressione.Mentre facevo la fila,cercavo con gli occhi Tsuyashi e Aya.Avevo proprio voglia della risata coinvolgente di Tsu e della voce rilassante di Aya.Riuscii a trovarli.Erano seduti soli ad un tavolo,l’uno di fronte all’altra. “Dov’è Akito?”,pensai.Mi avvicinai a loro con il sorriso più smagliate che potessi fare.”E’ libero questo posto?”. “Sana!Sei sul serio tu?”. Dissero quasi in coro,scattando in piedi.Mi abbracciarono tanto forte da impedirmi quasi di respirare. Mi erano mancati più di quanto pensassi. Mi accomodai, e cercai di prestare quanta più attenzione ai miei amici riuscivo a dare, ma per me era impossibile impedire ai miei occhi di vagare per la sala alla ricerca di quei capelli dorati.Era come chiedere al polo positivo di non lasciarsi attrarre da quello negativo.La conversazione con i due andò avanti spedita e quando mi sembrava che ormai la ricreazione fosse giunta al termine e io non speravo più di vederlo,apparve alle mie spalle,seguito da Fuka.Si sedette accanto a me mormorando un flebile “Ciao.”.Non sapevo come comportarmi,speravo dicesse qualcosa.L’atmosfera era tesa.Sapevo che era successo qualcosa tra loro e sapevo che la causa ero io.Lo capivo dalle occhiate che mi lanciava Fuka.Se avesse potuto uccidermi,lo avrebbe fatto. Può sembrare strano,ma mi sentivo terribilmente in colpa. Sapevo di non aver fatto nulla,eppure non riuscivo ad alzare lo sguardo dal mio vassoio semivuoto. Iniziai a pensare che forse non era stata una buona idea quella di tornare a scuola,forse avrei dovuto continuare a pensare solo al lavoro. Il silenzio era diventato insostenibile non solo per me,anche Tsu e Aya erano visibilmente imbarazzati.Pensai che non era il caso nemmeno di essergli amica.Gli causavo solo problemi. Decisi che era il momento di togliermi di torno,mi alzai,mormorai delle scuse poco credibili e me ne andai. Nessuno tentò di fermarmi.Ero forse diventata di troppo tra i miei stessi amici?Il tempo cambia sul serio ogni cosa. Iniziai a correre verso casa.Sapevo che quella scappatella non mi sarebbe costata cara,questi erano i privilegi di essere un’attrice. Cercai con tutte le mie forze di trattenere le lacrime,eppure quando arrivai a casa il mio viso era un fiume in piena.Mama non mi chiese nulla, mi aveva avvertito che non sarebbe stato facile. Andai da Rei come una furia.Spalancai la porta  della sua camera con più forza del dovuto,tanto che scattò in piedi dalla sedia come una molla. “Non voglio più la mattina libera.Voglio lavorare.Non voglio nemmeno un secondo libero,non voglio avere nemmeno il tempo per respirare.”. Mama irruppe nella stanza, sul viso aveva un’espressione seriosa.”Rei,no.Sana deve crescere,non può scappare dai problemi per sempre.Continuerà ad andare a scuola.”. Sapevo che aveva ragione,sapevo che era la cosa più giusta da fare,ma scoppiai ugualmente in una nuova ondata di lacrime e lasciai la camera sbattendo la porta.
 
La signora Shimura busso delicatamente alla porta.”Signorina Sana,la vogliono all’ingresso.” ,disse con il suo solito tono dolce. “Oddio..e ora chi è?”,pensai.Avevo paura di chi potesse essere,ero terrorizzata.Non volevo vedere nessuno,volevo restare in camera mia per sempre. Con il viso sprofondato nel cuscino profumato,pensai alle parole di Mama.Dovevo farmi forza. Scesi dal letto e andai all’ingresso.Rimasi sorpresa e felice di vedere Tsuyashi.In mano aveva la mia cartella,solo in quel momento mi resi conto di averla lasciata a scuola,nella furia di scappare. Ci accomodammo in salotto e bevemmo del tè. “Tsu,ti ringrazio davvero tanto!Ma dove ho la testa? Menomale che ci sei tu!”,dissi nel modo più naturale possibile. “Già Sana,sei sempre sbadata.”.Ci fu un attimo di silenzio. “Senti,mi dispiace per la situazione che si è creata oggi,il fatto è che...”,provò a dire, ma lo interruppi.”No,Tsu.Va bene così.Sto pagando le conseguenze delle mie azioni.Sapevo che non sarebbe stato facile, solo che non mi aspettavo di essere così...indesiderata e fuori luogo.”,nascosi il viso nella tazza,mi morsi il labbro nel tentativo di trattenere le lacrime.”Ma Sana tu non sei indesiderata!”.”Tsu,forse non lo sono per te e Aya...”. Rimase in silenzio,non sapeva cosa dire...e io neppure. “Spero solo che tu non abbia intenzione di abbandonare di nuovo la scuola...”,il tono triste della sua voce mi colpì.”Voglio essere sincera con te.Era quelloc he volevo fare.Quando sono uscita da scuola,oggi, l’ho fatto con la convinzione che non vi avrei mai più messo piede.Per fortuna mia madre mi ha fatta ragionare.Non sarebbe una soluzione,non risolverei nulla.Quindi continuerò a venire a scuola.Devo solo capire come comportarmi.So che non sarà per niente facile,ma devo riuscirci.”.Lo guardai negli occhi.”Sono fiero di te,Sana.Cercherò di aiutarti per quanto mi è possibile. La verità è che Akito ha sofferto molto per te,e ha cercato di rimpiazzarti con Fuka.Lei non mi piace molto,in realtà.Ma lui inizialmente sembrava essere...non dico felice,ma sembrava stare meglio.Ma,per quanto lei si sforzi,il loro rapporto non sarà mai come il vostro.Per questo lei ti odia tanto. “
Quelle parole mi colpirono.Anche quando Tsu se ne andò,non riuscii a distogliere i pensieri da ciò che mi aveva detto.Cosa intendeva con “Il loro rapporto non sarà mai come il vostro?”.Forse Akito non era così felice con lei come credevo.Avevo dato per scontato che l’amasse,altrimenti perché starci insieme? Nessun’altra spiegazione mi sembrava possibile.Lui era sempre stato un mistero per me,e probabilmente lo sarà per sempre. Dopo cena,l’unica cosa che volevo era quella di andare a letto.Non vedevo l’ora che quella che mi era sembrata una giornata fin troppo lunga finisse.Ma,visto che le cose non vanno mai come vuoi che vadano,il campanello tuonò nuovamente.Era Naozumi. La sua faccia non mi sembrava per niente rassicurante.Da quel giorno alla caffetteria,non lo avevo più rivisto.Temevo fosse arrabbiato con me per non averlo richiamato o per averlo lasciato lì da solo.Mi chiese di andare a fare due passi. Presi la giacca e lo seguii lungo il viale di casa mia. Camminammo lentamente.Mi sembrava stranamente nervoso e avevo paura di chiedergli cosa fosse successo. “Nao,io non ho ancora avuto modo di ringraziarti e scusarmi per l’altro giorno...”,dissi.”No,non devi. Ma se sono venuto a casa tua,non era di certo per fare semplicemente due passi. Devo parlarti.”. Il suo tono non mi piacque per niente. Quella non era di certo la mia giornata fortunata. Ci sedemmo su una vecchia panchina.Aspettai per vari minuti che parlasse,ma non sembrava averne la minima intenzione.Temporeggiava apertamente. Quella situazione iniziava a spazientirmi troppo. “Allora?Cosa volevi dirmi?”,lo incalzai. “Cercavo le parole adatte per dirtelo, ma non credo esistano. Quindi,ti chiedo di scusare la mia brutalità,ma... sono malato.Volevo parlartene l’altro giorno,ma non ne ho avuto l’occasione.” parlò tutto d’un fiato.”Sono sicura che qualunque cosa tu abbia passerà in fretta,Nao.Non preoccuparti.”,tentai di sorridere,ma inc uor mio sapevo che non era nulla di così semplice.Mi guardò.I suoi occhi mi ipnotizzarono.In essi potei leggere molti sentimenti.Rabbia,rassegnazione,tristezza,paura.”Sana..ho il cancro.”.



Eccomi con un nuovo capitolo.Come promesso,mi sto impegnando a scriverli più lunghi. :)
Spero che questo capitolo e la storia in generale vi piaccia e che qualcuno recensisca...anche se dovete farlo negativamente[xD].Mi piacerebbe molto conoscere le vostre opinioni.
Alla prossima,baci :*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Ho bisogno di un'amica. ***


Ho bisogno di un'amica.

 

Neurofibrosarcoma e schwannoma*.
Così lo chiamò. Successivamente mi spiegò che era una rara forma di cancro alla colonna vertebrale.Continuò a parlare ma ormai non lo ascoltavo più.
Scoppiai in lacrime e lo abbracciai. Improvvisamente tutti gli altri problemi mi sembravano così insignificanti.Mi sentii quasi in colpa per avrgli dato tanto peso.
Naozumi mi strinse forte mentre mi carezzava i capelli e la schiena dolcemente,come se volesse consolarmi e darmi forza.Sapevo che i ruoli erano invertiti,io avrei dovuto consolarlo, e lui avrebbe dovuto essere quello in lacrime.  Eppure aspettò pazientemente che mi calmassi. Poi,sempre abbracciati,mi sussurrò “Sana, io ho bisogno di te. Quando il medico ha fatto la diagnosi...ero andato li per dei semplici dolori alla schiena.Al massimo pensavo fosse un’ernia. Quando mi ha detto che si trattava di cancro...sono scappato.Quindi non so nulla. Devo riandare dal dottore,devo parlare con lui.Solo che..ho paura di andarci da solo.So che forse ti sto chiedendo troppo, ma vorrei che tu venissi con me.”.
Alzai lo sguardo verso il suo viso. “Quando hai l’appuntamento con il medico?”. Dissi con l’intonazione più forte e sicura di cui ero capace.
“Devo ancora prenotare...Domani chiamo,ora è tardi.”
“Va bene, vengo da te domani mattina prima di scuola.Non sarai solo in niente.” Dissi prendendogli le mani e stringendole forte.Mi sorrise e mi sembrò il regalo più grande che potesse farmi. Cercai di cogliere ogni singola sfumatura del suo viso e di imprimerla bene nella mente.All’idea che avrei potuto non vedere più quella faccia così familiare e calorosa mi si strizzava il cuore. Mi sentivo a pezzi. Era come se una banda di bufali impazziti mi avesse travolta e calpestata.Il dolore era talmente forte che sembrava essere strabordato anche sul piano fisico.Se queste erano le miei emozioni, non osavo immaginare quali potessero essere i sentimenti di Nao.Il suo sguardo era vuoto.Mi guardava ma era come se non mi vedesse.Lo abbracciai di nuovo. Tra di noi non ci era mai stato contatto fisico, eppure non mi sentivo per niente a disagio mentre lo stringevo tra le mie braccia.Sembrava così fragile...
Improvvisamente sembrò rinsavire. “Si è fatto tardi. Tua madre si chiederà dove ti sei cacciata. E’ meglio se ti accompagni a casa.”. Disse con una smorfia sul viso che voleva essere un sorriso.
“No,Nao.Non c’è bisogno che mi accompagni.Posso cavarmela da sola.Anzi no, sai che faccio?Sono io ad accompagnare te. Infondo sono grande e grossa e...”
“Sana,per favore”, mi interruppe.”Non trattarmi come se fossi...malato. Non ho bisogno di compassione nè di iperprotezione. Ho solo bisogno di un’amica.Della tua amicizia e vicinanza.Quini,non fare storie e lascia che ti accompagni a casa.”.
Quelle parole mi fecero riflettere.Non dovevo trattarlo come se fosse un bambino.Dovevo solo stargli accanto senza diventare ossessiva.Aveva bisogno di me.Della Sana di sempre,quella piena di vita e di energia.Sì,dovevo tornare quella Sana per lui.”Hai ragione,scusami. Coraggio,andiamo.”. Gli sorrisi e afferrai la sua mano,e praticamento lo trascinai fino a casa mia.



 
“Rei aspettami qui.Non ci vorrà molto.Quando avrò finito,scendo e mi accompagni a scuola.D’accordo?”. Quasi urlai mentre contemporaneamente lottai con la cintura di sicurezza che non sembrava avere intenzione di slacciarsi.
“Sì,sì.Va bene.Cerca solo di non saltare la scuola” Disse premuroso come sempre. Non gli avevo ancora detto il perché della mia visita mattutina a Naozumi.
“Non preoccuparti.Nella peggiore delle ipotesi salto la prima lezione!”. Non gli diedi il tempo di replicare che già mi ero catapultata fuori dalla macchina e in un batter d’occhi mi ritrovai a fissare quell’enorme edificio nel quale viveva il mio amico.Presi un grande respiro e suonai il campanello.Attesi un paio di minuti e sentii la voce disturbata provenire dal citofono “Sana, sei tu?Sali pure.”.
Quasi volavo talmente salivo le scale velocemente. Nao era fuori la porta di casa sua,ancora in pigiama. Mi buttai al suo collo e quasi lo strozzai.Mi fece accomodare. “Sai,non ti ho visto spesso con la divisa della scuola,anzi forse questa è la prima volta che te la vedo addosso... Ti sta molto bene,sai?” Mi disse.
Arrossii simultaneamente.I complimenti mi avevano sempre messa in imbarazzo. “Oh andiamo,non esagerare!”. Accompagnai queste parole con una pacca sulla spalla esile del mio giovane amico.Me ne pentii all’istante.”Oddio Nao scusami,non volevo farti male!Sono una stupida,non avevo proprio pensato di poterti far male colpendoti la schiena!”.Ero mortificata.
“Tranquilla,è tutto ok”. Disse tossendo.Si voltò leggermente verso di me,mostrandomi i denti come per farmi capire che stava bene. “Piuttosto,passami il cellulare,così chiamo il dottore.”.
“Subito!”.Gli passai il telefono con la testa calata.Lo osservai comporre con attenzione i numeri sulla tastiera,come se il telefono potesse esplodere alla prima mossa sbagliata.Posai la mia mano sul suo braccio,sperando di trasmettergli un po’ di forza e sicurezza. Mi sorrise,il che mi bastò a farmi sentire un po’ meglio.Compose il numero e fissò il vuoto con il cellulare vicino l’orecchio.
Capii che il dottore rispose dal sussulto di Nao,che quasi scattò in piedi.Gli strinsi il braccio più forte.
“S..Salve dottore. Sono Naozumi,il ragazzo al quale l’altro giorno...sì esatto. Senta,volevo prendere un appuntamento..il prima possibile,sì.Domani pomeriggio?Perfetto.Arrivederla Dottore.”.
 
 
 
 
 
 
 
 
*Il tipo di tumore l’ho preso dal film 50 e 50,quello con il fighissimo Joseph Gordon-Levitt.
Scusatemi tanto se il capitolo non è molto lungo,ma ci tenevo ad aggiornare stasera visto che non lo faccio da tanto. Ho fatto i test per l’università e ho quasi superato la febbre quindi sono momentaneamente libera e teoricamente posso aggiornare più spesso.
Spero che questo capitolo vi piaccia visto che mi ha dato qualche problema con la stesura  e di essere riuscita ad andare accapo nei momenti giusti :) (lillixsana)
Grazie a chi recensisce,a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti e a chi legge.
Un bacio :*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2050992