A Brother To Save

di Paddy_Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I saw the death in my best friend's eyes ***
Capitolo 2: *** A Friendly Welcome ***
Capitolo 3: *** Like a dragon inside me ***
Capitolo 4: *** Expecto Patronum ***
Capitolo 5: *** You Are Not Alone ***



Capitolo 1
*** I saw the death in my best friend's eyes ***


I saw the death in my best friend's eyes



 

 



 

Scendo le scale al buio, per non svegliare nessuno.

L'alba è appena sorta grigia su Londra, illuminando tenue la serie di tetti e comignoli che si staglia fuori dalla finestra di camera mia.

Arrivo nella sala d'ingresso, spingo piano la porta ed esco, respirando una boccata della gelida aria di novembre.

Mi entra dentro, mi brucia i polmoni peggio del Whisky Incendiario, ma non mi fermo, mi limito ad arrotolare meglio la pesante sciarpa attorno al mio volto, avviandomi silenziosamente sul

lastricato imbiancato dal ghiaccio, verso un posto dove smaterializzarmi senza essere visto.

Devo andare a Villa Malfoy, in fretta.

Il Marchio brucia.

Ci vuole al suo cospetto.

Lui chiama e noi accorriamo.

Lui chiama e Regulus Arcturus Black accorre.

 

 

*

 

 

"Regulus, hai visto mio fratello Rabastan?"

"No, mi spiace, sono appena arrivato."

"Ah, non importa, grazie comunque." sospira Rodolphus Lestrange prima di avviarsi lungo uno dei tanti corridoi polverosi di cui è dotata questa casa.

È incredibile quanto assomigli alla mia: stessi soffitti alti e adorni di riccioli di legno dorato, stessi quadri austeri appesi alle pareti ricoperte dalla stessa carta da parati scura, stesse scale in

legno scricchiolanti e stessi maledetti tappeti. O, almeno, quegli ammassi di polvere e Slazar solo sa cos'altro che io so essere tappeti. Forse, però, guardando meglio quello sopra al quale

sto camminando, è arrivato il momento di ricredermi...

Ma c'è una stanza, a Casa Black, che la distingue da tutte le altre, una stanza che la maggior parte degli abitanti di quella casa vorrebbe veder sparire: la camera di Sirius.

Lì dentro, stendardi, sciarpe e drappi rosso-oro pendono dal soffitto e dai muri, dove sono accuratamente attaccate, grazie all'Incantesimo di Adesione Permanente, foto di lui con i suoi

compagni di scuola, di motociclette babbane e di ragazze in bikini. Anche il copriletto e le tende del baldacchino sono state ricolorate con i colori di Grifondoro.

Sirius è sempre riuscito a rendersi insopportabile, ma devo ammettere che ha classe...

Se n'è andato da più di tre anni, lasciando la stanza nel suo consueto e totale disordine, lasciando quella casa per sempre e lasciandoci me.

Vorrei poterlo incolpare per questo, vorrei poter dire che ha sbagliato e che è stato uno stupido a lasciarmi lì, ma non posso. Non posso perchè io avrei fatto la stessa cosa. Non mi sarei

portato dietro un fratello che odio e che ricambia lo stesso sentimento nei miei confronti, una persona che ormai non conosco più, troppo lontana e diversa dal ragazzino che ricordo.

"Regulus, di quà." mi sento chiamare mentre riemergo dai miei pensieri.

Mi volto e vedo Narcissa che mi guarda e mi indica con una mano un corridoio la cui fine si perde nel buio, nonostante le torce appese alle pareti. Ritorno a guardarla: indossa un lungo

vestito di velluto verde e argento, con qualche pizzo chiaro lungo la scollatura e una collana di perle blu notte ad adornarle l'esile collo. I lisci capelli biondi le ricadono sulle spalle, solo le

prime ciocche raccolte dietro la testa, e le incorniciano il volto pallido e gli occhi chiari.

"Sì, scusa. Ero sovrappensiero." le sorrido.

Lei ricambia. "Capisco." mi dice avviandosi.

No, non è vero. Non capisce, non può capire, non può nemmeno immaginare quello che provo.

La seguo lo stesso.

"Allora, come si sta a Casa Malfoy?" le chiedo, giusto per rompere il ghiaccio.

Si è sposata da poco ed è venuta ad abitare in questa villa con Lucius, suo marito.

"Oh, niente male. Lucius è un'ottima compagnia, ma..." esita. "...ammetto che mi manca molto casa mia." sussurra alla fine.

Sono sempre andato d'accordo con Narcissa, io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto speciale e, ogni tanto, sentiamo entrambi il bisogno di confidarci con qualcuno. Ora tocca a me

fare da spalla.

Sto per risponderle con qualche parola gentile, quando una porta si apre in fondo al lungo corridoio, permettendomi di vedere l'interno della stanza.

Sento il sangue gelarsi nelle mie vene e il cuore rallentare di colpo alla vista di ciò che ho davanti. Mi manca il fiato e comincio a non sentire più le gambe. Riesco a intravvedere che anche

mia cugina si è bloccata come me, evidentemente altrettanto sconvolta.

C'è un ragazzo semisvenuto, tremante, con parecchi tagli e graffi sanguinanti sul corpo e sul viso che si trova sollevato a mezz'aria, probabilmente a causa di un incantesimo lanciato dal

Signore Oscuro in persona che lo sta guardando maligno.

Il problema è che quel ragazzo non è altri che Rabastan Lestrange.

"Oh, Regulus e Narcissa, gli ultimi Black che mancavano all'appello. Prego, entrate." ci invita Lord Voldemort con voce suadente, invitandoci a prendere posto su due sedie rimaste vuote.

Solo ora che ho momentaneamente assorbito lo chock, noto che Rabastan è sospeso sopra una lunga tavolata di legno scuro, circondata da molte sedie occupate da altri Mangiamorte

che fissano impietriti la scena. Le ultime braci di un fuoco nel camino all'altra estremità della stanza emanano una luce troppo tenue per illuminarla, così sono state create delle sfere

luminose verdi che danzano verso il soffitto, rendendo l'atmosfera spettrale.

Nagini si accomoda tra le sue spire dall'altra parte della sala, mentre io e Narcissa avanziamo fino ai nostri posi: lei vicino a Lucius, io vicino a Rodolphus.

Lo squadro velocemente: è perfettamente immobile, sembra quasi che non respiri, la schiena ritta e lo sguardo carico di terrore puntato su suo fratello.

"Molto bene." inizia l'Oscuro Signore, chiudendo la porta. "Ora che ci siamo tutti, è giunto il momento di comunicarvi lo scopo di questa riunione."

C'è un momento di pausa, durante il quale Lord Voldemort muove qualche passo e raggiunge Nagini a capotavola.

"Il nostro caro amico Rabastan, quest'oggi, ha commesso un atto a dir poco riprovevole. Durante uno scontro avvenuto tra alcuni Mangiamorte e degli Auror, più precisamente alle tre di

questa notte all'incrocio tra Notturn e Diagon Alley, si è permesso di disarmare uno di loro, di metterlo con le spalle al muro, senza alcuna possibilità di fuga o di ricevere aiuto, e di

rinunciare" aumenta l'enfasi sulla parola " a terminarlo, senza porre dunque fine alla sua miserbile vita."

Un mormorio di stupore e dei versi di disgusto da parte di Bellatrix si leva dalla tavolata, mentre un sorriso macabro prende forma sul volto dell'Oscuro Signore.

Non ho neanche il tempo di pensare, di provare ad immaginare perchè Rabastan abbia compiuto un atto così compassionevole, che credevo di essere il solo in grado di compiere, che

Lord Voldemort mi fornisce la risposta.

"Allora, Rabastan, puoi dirci perchè non hai ucciso Sirius Black?"

Mi si blocca di nuovo il respiro. Il cuore decelera per la seconda volta in una manciata di minuti troppo misera, comincia a girarmi la testa e prendo a sudare freddo.

Perchè è per me che l'ha fatto, non ha ucciso Sirius perchè sa quante notti ho passato in bianco pensando a lui e alle litigate che facevamo nei corridoi. Ha la mia stessa età ed eravamo in

dormitorio insieme; lui è stata l'unico ad offrirmi un po' di sostegno quando ne avevo bisogno e sa che non ho dimenticato mio fratello.

Per questo non l'ha ucciso.

Per questo ora verrà ucciso lui.

Ed è solo colpa mia.

Fortunatamente, il contegno tipico dei Black che mio padre si è impegnato tanto a trasmettermi viene in mio soccorso e riesco a mantenere uno sguardo impenetrabile, anche se mi costa

davvero molto.

Guardo l'Oscuro Signore e mi accorgo che ha gli occhi puntati su di me. Gli restituisco uno sguardo di ghiaccio e poi torno a guardare il corpo di Rabastan: è rivolto verso il soffitto, ma ha

la testa reclinata all'indietro e riesco a cogliere uno sguardo che conferma quello che avevo già capito.

Sto per dire qualcosa, mi sto inventando qualcosa per provare a scusarlo senza riuscire a staccare lo sguardo dai suoi occhi, quando quelle due parole risuonano nella stanza, seguite dal

lampo verde.

E non posso fare altro che restare a guardare la vita scivolare via lentamente dagli occhi del mio migliore amico, guardando la luce spegnersi in essi, impotente.

Poi, c'è solo il tonfo del corpo senza vita di Rabastan che si schianta sul tavolo di legno sotto i nostri occhi e il sussulto di Rodolphus alla mia destra.

E il silenzio.

Dunque, è così.

Io ho rinunciato ad una adolescenza felice, ad essere me stesso, ad avere un fratello...Ho fatto tutti questi sacrifici e molti altri per arrivare a servire un uomo che di umano ha ormai ben poco, animato da ideali di morte e razzismo, capace di uccidere uno tra i suoi più devoti servitori solo perchè ha dimostrato compassione, nonostante sia rigorosamente Purosangue.

Questo è tutto quello che ho realizzato in diciotto anni di vita.

Arrivare a sottomettermi ad un mostro che uccide per divertimento. Perchè è divertimento puro quello che gli è disegnato in faccia su quel sorriso.

Ha ucciso Babbani e Mezzosangue con lo stesso sorriso in faccia, sbandierando che erano feccia che doveva essere eliminata, ma ora non c'è più questa scusa. I Lestrange sono una delle

famiglie Purosangue più antiche d'Inghilterra, ma non ha esitato ad uccidere uno di loro.

È capace di uccidere chiunque, Babbani, Mezzosangue e Purosangue.

Ciò dimostra soltanto che mio fratello aveva ragione, che non esiste nessuna differenza tra questi tre gruppi, come non c'è alcuna differenza nel sorriso che lui fa quando uccide uno di loro,

indipendentemente dal sangue.

Sono stato uno stupido, così accecato dal voler rendere fieri i miei genitori, dal voler riportare onore alla mia famiglia e sono caduto in pieno nella trappola, mi sono fatto marchiare come

una bestia da macello, ho compiuto scelte che un sedicenne non poteva neanche lontanamente comprendere.

Capisco solo ora la grandezza dello sbaglio che ho fatto e vedo il mondo precipitarmi addosso. Sirius aveva provato ad avvertirmi, me l'aveva detto migliaia di volte che era una pazzia,

che non dovevo farlo, che dovevo scappare finche ero in tempo.

Ma io non gli ho dato retta, l'ho ignorato nonostante in fondo avessi paura anche io di quella scelta e ora tutte le sue parole mi rimbombano nella testa, più vere che mai, e mi assordano.

Vorrei solo svenire e non pensare più, perchè se penso che ho buttato via anni della mia vita in questo modo, non posso non odiare i miei genitori che me l'hanno permesso e che anzi mi

hanno incoraggiato a farlo, ma non posso neanche non odiare me stesso, per non aver ascoltato le parole dell'unica persona di quella famiglia marcia che abbia mai tenuto veramente a me.

Ma ora non posso più tornare indietro.

A Voldemort le dimissioni si danno solo con la morte e non sono nemmeno sicuro che con la Magia Nera non riuscirebbe a venirmi a prendere nell'aldilà.

Sirius ha sempre avuto ragione, su tutto.

E per accorgermene ho dovuto assistere all'omicidio di Rabastan, per questo, per tutta la mia insensata stupidità, ora mi merito di essere qui a fissare il corpo morto dell'unico vero amico

che io abbia mai avuto.

Ma è troppo tardi.

Non ho più niente.

Non ho più Rabastan e nemmeno Narcissa può fare qualcosa per consolarmi.

Non ho più dei genitori perchè, ora che ho capito che enorme cazzata sia quella del sange puro, non voglio ritornare a casa, altrimenti sono sicuro che li punirei per avermela messa in testa

e non ho intenzione di uccidere più nessuno.

Non ho più un fratello, perchè Sirius se n'è giustamente andato quando ha capito che ero irrecuperabile.

Non ho più niente.

Ma non ho scelta. Devo andare da lui. È l'unico di cui mi posso ancora fidare a cui come minimo devo chiedere scusa.

Così mi alzo, insieme a tutti gli altri, le gambe ancora tremanti, e sfioro volontariamente la mano di Rodolphus che trovo gelata ed inerme, mentre anche lui barcolla verso l'uscita.

Mi defilo velocemente, fino ai cancelli neri di Villa Malfoy e mi smaterializzo.

La destinazione la conosco bene. Ho passato parecchie ore dall'altra parte della strada, nascosto tra gli alberi, a guardarlo, ad assicurarmi che ritornasse a casa vivo dopo le incursioni con

gli Auror.

Non so se mi perdonerà, ma è la mia ultima speranza.

Io gli voglio ancora bene, perchè mi rendo conto che non posso odiare mio fratello e che in realtà non l'ho mai fatto, nonostante tutte le volte che l'ho detto.

Spero tanto che lui provi lo stesso per me.

O che almeno non mi uccida appena mi vede.

 

 

 

 

 

 

Angoluccio dell'autrice...

 

Beh, ecco cosa succede a deprimersi di domenica sera...

Non so come sia venuta fuori, ma sono veramente stanca di ff dove Regulus affoga in compagnia di qualche Inferuccio, senza nulla togliere a quelle meravigliose che ho appena finito di leggere e che mi hanno fatto venire le lacrime agli occhi.

In questa storia, che vi avviso non sarà troppo lunga, voglio capovolgere la versione dei fatti di zia Jo, quindi preparatevi!!

Spero vi sia piaciuto il capitolo,

a presto.

Anna

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Capitolo 2
*** A Friendly Welcome ***


A Friendly Welcome

 

 

 

 

 

Il lieve fruscio, tipico della materializzazione, accoglie il mio arrivo a Raintown, la piccola cittadina nel nord dell'Inghilterra dove abita Sirius.

La stretta viuzza dal pavimento ciottolato si snoda deserta nell'alba inoltrata, i lampioni che vanno spegnendosi all'arrivo del nuovo giorno.

Esco dal mio nascondiglio dietro al folto gruppetto di querce ormai spoglie e mi avvio verso il cancello della casa, sul lato opposto della strada, sopra al quale un piccolo pettirosso è aggrappato e mi guarda curioso.

Mio fratello abita in un appartamento in un piccolo condominio poco lontano dal centro del paese: le pareti dello stabile sono ricoperte di mattoni faccia vista, che danno alla casa un bel color rosso, facendola spiccare nella luce grigia dell'alba, il tetto in tegole scure è parecchio spiovente e la porta è fatta di un legno color marrone chiaro, forse betulla.

Ci sono quattro appartamenti nella casa: tre abitati da Babbani, uno da mio fratello. Le vetrate sono ampie e nei balconi sottostanti è rimasto impigliato qualche fiocco della spruzzata di neve caduta questa notte.

Varco il piccolo cancello in ferro, lasciando che il pettirosso svolazzi via verso un ramo rinsecchito poco più in là, e mi avvio sul marciapiede che attraversa il piccolo giardino, verso gli scalini che portano all'entrata. Cerco di capire se Sirius è in casa lanciando qualche sguardo attraverso le finestre del suo appartamento, ma non noto nessuno, nonstante ci siano le imposte aperte.

Nel cercare mio fratello, quasi non noto una lastra di ghiaccio chiaro, perfettamente uniformata con il pavimento grigiastro del vilaletto, e rischio di perdere l'equilibrio. Riesco ad evitare di cadere, sciogliendo, però, quell'aria di compostezza che solitamente mi caratterizza, ma forse è un bene. Proseguo verso la porta, adagiata nel suo pallore in cima agli scalini.

Ho come l'impressione che Sirius non mi permetterà di entrare così facilmente, ma credo sia meglio dare l'impressione di non aspettarsi nulla, non vorrei che mi prendesse come una spia.

Salgo il primo gradino e indugio un attimo: tutto normale.

Salgo il secondo e lancio un'occhiata alla finestra: ancora nessuna reazione.

Sto per posare il piede sul terzo, quando la porta si spalanca e compare un'uomo incappucciato.

Nonostante i miei riflessi da cercatore, non riesco neanche a portare la mano alla bacchetta che questi mi ha già rifilato un pugno all'imboccatura dello stomaco, lasciandomi senza fiato.

Non aspetta un secondo e mi disarma, mi spinge dentro e mi blocca le mani dietro la schiena.

"Ora deve chiudere la porta" penso "Posso tentare di liberarmi o almeno di attaccare."

Mentre sento l'uomo allungare una mano verso il pomello, mi volto di scatto e tento di rifiliargli un calcio, ma questi non sembra avere un punto cieco: afferra il mio piede e mi storce la

gamba, facendomi perdere l'equilibrio con un gemito di dolore e lasciandomi cadere di faccia sul pavimento, per poi puntarmi la bacchetta contro e schiantarmi.

Perdo i sensi, un po' per la testata che ho appena mollato alle mattonelle di marmo, un po' per l'incantesimo.

Davvero un bel benvenuto, Sir.

 

*

 

Apro gli occhi lentamente, ma non riesco comunque a mettere a fuoco la stanza: la testa mi fa parecchio male nel punto in cui ha sbattuto contro il pavimento e ho un vago senso di nausea.

Rinvengo a fatica, scoprendomi ammanettato e legato per bene ad una poltrona comodamente piazzata di fronte ad un caminetto, dove un fuoco scoppietta vivace tra pezzi di legno accatastati in perfetto ordine e rametti di pino verdi.

Mi guardo intorno, mettendomi a sedere più comodamente e sgranchiendomi il collo un po' intorpidito: nella stanza ci sono due persone, nessuna delle quali mi aspettavo di trovare qui.

James Potter e Remus Lupin mi fissano in modo non troppo amichevole, un modo che temo non riservino a coloro a cui vogliono offrire la colazione, cosa che il mio stomaco mi ricorda di non aver fatto questa mattina.

"Buongiorno, Regulus." mi saluta il secondo, un tono che conferma, purtroppo, quello che avevo intuto dagli sguardi.

"Salve." riesco a biascicare con la bocca impastata.

"Che ci fai qui?" continua il primo.

"Cerco un rospo di nome Carl, l'hai visto?" rispondo sarcastico.

Forse non dovrei essere così acido, vista la situazione, ma non posso farne a meno.

Io odio Potter. Ma non un odio leggero, come quello che si potrebbe provare verso una persona che proprio non ti sta simpatica, no, io lo odio profondamente. Lui è quello che si è messo tra me e Sirius, lui me l'ha portato via e in questo momento non m'importa affatto se sono io lo scemo che è diventato un Mangiamorte. Nella mia testa c'è solo un ricordo, rimasto ben stampato nella mia mente, che bussa prepotente contro la mia memoria, giusto perchè non mi dava già sui nervi trovarmi quel deficiente occhialuto davanti...

 

 

Era il mio primo anno e l'espresso di Hogwarts di stagliava maestoso davanti a me, una nuvoletta di fumo grigiastro sopra e un macchinista che sbaraitava ai ragazzi di muoversi.

Tanta era la meraviglia a quella vista che non facevo salti di gioia solo perchè altrimenti mio padre mi avrebbe rifilato uno scappellotto: un Black mantiene sempre il contegno.

Salii a bordo poco dopo, perdendo subito di vista mio fratello che era corso via con un ragazzino dai capelli talmente spettinati da far invidia a quelli di Bellatrix la mattina.

Stavo camminando lungo il corridoio in cerca di uno scompartimento libero, visto che il treno era ormai partito, quando vidi la testa dello stesso ragazzino scarmigliato infilarsi in uno poco più avanti.

Mossi qualche passo per curiosità, ben attento ad avvicinarmi abbastanza per sentire, ma in modo da non essere visto.

"Hey, James! Più spettinato che mai!" sentii Sirius e a quelle parole mi sfuggì un sorriso.

"Ma certo, amico! Questa mattina ho evitato la spazzola in tuo onore!" gli rispose l'altro.

Decisi di sporgermi leggermente per osservare la scena, dato che alcuni ragazzi si erano piazzati lì davanti e potevano offrirmi un nascondiglio.

"Allora, pronti per un nuovo anno di malandrinate e punizioni?" chiese Sir con fare solenne. Sorrisi di nuovo: gli veniva bene quella voce da Ministro, la usava anche a casa per sparare stupidate sul coraggio quando sbucava da dietro una porta urlando, facendomi puntualmente sbiancare e urlare come una femminuccia.

"Più pronti che mai, fratello!" disse quello chiamato James, lanciando un braccio attorno alle spalle di Sirius, che sorrise e ricambiò.

"Faremo diventare blu i capelli di Gazza, fratello!" concluse Sir, scoppiarono a ridere insieme agli altri due ragazzi seduti nello scompartimento.

Ero allibito.

Gli era bastato un anno senza di me e si era già trovato un altro fratello per rimpiazzarmi.

No, non era possibile, non il mio Sirius, non il mio fratellone...

Strinsi i pugni con tanta foga da far sbiancare le nocche in un attimo, mentre sul mio volto si dipingeva un'espressione per metà furiosa e per metà tradita.

Mi aveva rimpiazzato.

Ero troppo occupato ad impedire alle lacrime di sbucare dai miei occhi per accorgermi che, il gruppetto di ragazzi che mi nascondeva, si era spostato, lasciandomi totalmente allo scoperto davanti allo sguardo sorpreso di Srius.

Non persi un secondo e corsi via, il più lontano possibile, alla massima velocità consentita dalle mie gambe ancora corte, ignorando la porta che si apriva di scatto e la sua voce che gridava il mio nome.

 

 

"Simpatico come sempre, Black." risponde tagliente.

"Finitela, tutti e due." ci richiama Lupin. "Che sei venuto a fare qui?" aggiunge poi, rivolto verso di me.

"Sto cercando Sirius, ho bisogno di parlargli." gli dico più calmo.

Nenche Lupin mi va proprio a genio, ma tutto sommato era un prefetto come me e ci trovavamo spesso durante le ronde serali in giro per Hogwarts...Mi sta comunque meno antipatico di Potter!

"Perchè lo stai cercando?"

"Devo...scusarmi."

"Bel tempismo." commenta Potter.

Gli lancio un'occhiata assassina, ma Lupin mi blocca prima che possa aggiungere altro.

"Hai fame?" mi chiede, porgendomi un piatto con una brioche e un bicchiere con del succo di zucca.

"Beh...sì. Grazie." rispondo sorpreso: questa non me l'aspettavo. Prima mi tramortiscono, poi mi offrono la colazione? Forse c'è qualcosa nel cibo o nel succo, ci potrebbero aver messo del veleno. No, loro sono Grifondoro, non Serpeverde. Da loro questi giochetti subdoli non me li posso aspettare. Rimane la questione che oggi devo ancora mangiare e il mio stomaco sta brontolando sempre di più, perciò, tanto vale accettare.

Faccio per allungare una mano, quando mi ricordo che sono entrambe legate ai braccioli della poltrona.

"Ehm...come dovrei fare?"

"Oh, sì, scusa." mi sorride Lupin, allungando le catene con un colpo di bacchetta, in modo che io riesca a portarmi il cibo alla bocca da solo.

"Troppo magnanimo." penso, mentre mi dedico alla mia colazione, che a proposito è davvero deliziosa, soprattutto il succo. Ha qualcosa di...Come descriverlo...Diverso. Non sembra normale succo di zucca, è molto più saporito, ma leggero allo stesso tempo.

Finito il veloce pasto, Lupin fa sparire piatto e bicchiere e mi riaccorcia le catene.

"Dunque, Regulus, che cosa sei venuto a fare qui?" mi richiede.

Sto per rispondergli seccato che gliel'ho già detto e che è la verità, ma la mia lingua agisce da sola, ancor prima che riesca ad impedirlo.

"Sono venuto qui a cercare mio fratello. Ho capito di aver sbagliato e che lui aveva ragione su tutto e voglio chiedergli scusa." sputo fuori, contro la mia volontà.

Subito tutto si fa chiaro, a partire dal sapore particolare del succo di zucca.

"Ci avevate messo del Veritaserum?!" chiedo inviperito.

"Sì." mi risponde Potter beato. "Giusto per essere sicuri che non fossi davvero qui in cerca di un rospo di nome Carl, che, a proposito, non ho visto." conclude sorridendo.

"Scusa, ma era necessario. Tu, fino a prova contraria, sei un Mangiamorte. Non potevamo fidarci di te senza fare un piccolo controllo." mi spiega Lupin più gentilmente.

Queste parole non bastano comunque a cancellarmi dalla faccia un'espressione furiosa: qualsiasi cosa mi chiederanno, sarò costretto a dire tutta la verità.

A quanto pare anche i Grifondoro hanno un lato subdolo, cosa di cui mi dovrei essere accorto conoscendo mio fratello e Potter, ma che, forse per la botta in testa, devo essermi scordato.

"Possiamo sapere cosa ti ha fatto cambiare idea?" continua Lupin.

"Come se potessi dirvi di no." rispodo seccato e comincio a raccontargli tutto quello che è successo questa mattina, dal Marchio che bruciava fino all'assassinio di Rabastan. Purtroppo, non riesco ad escludere anche parti parecchio personali, come quanto mi manchi mio fratello.

Finisco il mio resoconto e resto in attesa della risata sarcastica di Potter: gli ho dato abbastanza materiale da prendermi in giro per una settimana e più.

Rimango davvero sorpreso quando, invece, si volta (stava guardando distrattamente fuori dalla finestra) e mi fissa con un'espressione che ho visto di rado sul suo volto: gli occhi trasudano preoccupazione e tristezza insieme e non c'è nessun ghigno ironico ad increspargli le labbra.

Sposto lo sguardo su Lupin e noto che anche lui mi sta guardando con occhi tristi, un triste tendente al disperato che non mi rassicura affatto.

"È tutto quello che sai su Sirius?" mi chiede il primo.

"Sì, perchè?" rispondo io.

Qualcosa non quadra.

Siamo a casa di Sir, ma di lui non c'è traccia e sono più che sicuro che l'interrogatorio me l'avrebbe fatto volentieri. I suoi due migliori amici sono qui e mi hanno appena fatto sputare tutta la verità, tutto quello che so, per sapere per che motivo ero qui. Una vocina nella mia testa, che a proposito ha ripreso a farmi male, mi dice che non avrebbero dato del Veritaserum a qualunque Mangiamorte si fosse presentato sulla porta.

"Dov'è mio fratello?" riesco a sussurrare prima di accorgermi che, per quanto l'abbia detto piano, c'è comunque una nota di panico nella mia voce, panico che non fa che aumentare dopo che Lupin e Potter mi forniscono la peggior risposta che potessi aspettarmi.

"È sparito questa mattina presto, durante lo scontro a Diagon Alley. Non abbiamo idea di dove sia."

 

 

 

 

 

 

 

Angolino autrice...

 

Ed ecco a voi il secondo capitolo.

Insomma, Reg non poteva trovare subito suo fratello, giusto?

Beh, adesso i nostri tre eroi dovranno mettere da parte le divergenze e scoprire dov'è finito il nostro Felpato, ma vi avviso che si vorrà ancora un po'!!:)

Per la foto sotto il titolo, non riesco proprio a non metterla, mi sembra che manchi qualcosa, e non sono riuscita a trovare nulla che riuscisse a collegarsi alla storia. Quando però ho visto quel pettrosso (dato che due di quei bellissimi uccellini soggiornano nel mio giardino ogni inverno) ho pensato che era perfetto, perchè, più o meno, arrivano verso novembre.

Spero vi sia piaciuto questo capitolo,

a presto!

Anna

 

PS: Non so se ho ringraziato tutti quelli che hanno messo in seguite/ricordate/preferite la mia storia, ma se non l'ho fatto lo faccio qui! Grazie a tutti!

Se per caso avete voglia di dirmi giusto due infime paroline sulla storia, sono qui che vi aspetto!!:)

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Capitolo 3
*** Like a dragon inside me ***


Like a dragon inside me

 

 


 

 

La sola azione di respirare mi costa una fatica immensa.

Il mio cuore deve aver deciso che oggi ha voglia di fermarsi, non c'è altra spiegazione, altrimenti non rallenterebbe così all'improvviso per tre volte in due ore scarse.

Eppure sono ancora vivo, la testa che mi fa più male ogni secondo che passa, a serrare i pugni per evitare di tremare come una foglia. La cosa non sembrarebbe normale ad un estraneo, visto che sono seduto su una poltrona davanti ad un fuoco che scoppietta allegro tra pezzi di legno, ma un motivo c'è se nanche l'autocontrollo dei Balck mi impedisce di cadere in preda al panico questa volta.

"C-Cosa?" riesco a stanto a mormorare.

"Sai dello scontro che è avvenuto questa mattina tra Nottutn e Diagon Alley?" mi chiede Lupin, sforzandosi di non far trasparire la paura dalla voce. Purtroppo, gli occhi lo tradiscono: in quei due pozzi color miele riesco a vedere tutta la sua preoccupazione, ed è tanta.

"Sì."

Oh, sì, lo so eccome. C'era anche Rabastan a quello scontro. Il mio migliore amico ha cominciato a combattere contro mio fratello, l'ha messo con le spalle al muro, ma poi ha esitato e non l'ha ucciso. O, almeno, questo è quello che ci ha raccontato Lord Voldemort mentre lo faceva galleggiare a mezz'aria, avendolo prima cruiciato a dovere, per poi ucciderlo con un colpo di bacchetta davanti agli occhi di tutti i Mangiamorte che erano venuti alla riunione, me compreso.

Sì, sapevo di quello scontro.

"C'eravamo anche noi." continuò Potter "Stavamo combattendo in quattro Auror contro sei Mangiamorte. Tuo fratello fronteggiava Lestrange e Avery, ma quando io ho schiantato la Carrow, il secondo si è spostato per attaccare me. Qualcosa deve aver distratto Sirius, visto che Lestrange è riuscito a disarmarlo dopo poco e l'ha messo con le spalle al muro. Io avevo due Mangiamorte davanti, Remus pure e Frank era troppo lontano con l'altro Carrow, così non siamo riusciti ad aiutarlo. Pensavamo che l'avrebbe ucciso, invece Lestrange si è allontanato lanciando la bacchetta di Sir verso Notturn Alley e ha cominciato a combattere contro Frank.

Il perchè ce l'hai spiegato tu."

"In quel momento è successo qualcosa, si è sentita una specie di esplosione e subito è comparsa una densa nebbia nera." continuò Lupin "Nessuno di noi vedeva più niente, cercavamo solo di parare colpi alla cieca. Abbiamo sentito il rumore di uno schiantesimo che andava a segno, un urlo strozzato e sei smaterializzazioni. Quando quel fumo si era diradato, tutti i Mangiamorte se n'erano andati ed era scomparso anche Sirius. Visto che nessuno di noi era stato colpito e che nessuno aveva urlato, abbiamo capito che dovevano aver schiantato lui prima di prenderlo e smaterializzarsi, così non ha potuto opporsi."

Le parole di Lupin sono seguite da un silenzio glaciale.

La mia mente si rifiuta di accettarlo, non può, non può essere vero, non possono aver preso Sirius proprio ora che ho deciso di tornare da lui!

Forse Voldemort ha intuito qualcosa... Ho forse dimostrato poca enfasi durante qualcuno dei suoi ultimi discorsi? Mi sono forse lascitao sfuggire uno sguardo poco convinto alle sue parole? Non mi sembra...allora perchè?! Perchè rapire Sirius? Perchè non dirmi niente questa mattina durante la riunione? Perché?!

"Non ti ha detto niente questa mattina? Nessun accenno, nessun riferimento?" mi chiede Potter, quasi implorante. È destabilizzante vedere quegli occhi così ansiosi, così preoccupati, così immersi nella paura, così lontani da quelli che mi rivolge di solito. Non mi ha mai guardato così, mai.

"No, niente." rispondo. Nenche io l'ho mai guardato così. Non c'è nessuna traccia di astio, di sarcasmo o di invidia nei miei occhi, cosa che di solito aggiungo sempre quando mi rivolgo a lui.

Lupin agita piano la bacchetta e le manette scompaiono dalla poltrona, lasciando le mie mani libere.

Non ha senso, non riesco a trovare un perchè, la mia mente è in caduta libera.

Ho perso Sirius proprio quando finalmente avevo capito i miei errori e volevo tornare da lui per scusarmi.

Una preoccupazione improvvisa mi assale: come faremo a trovarlo se non abbiamo neanche idea di dove si trovi?!

Sbarro gli occhi mentre una seconda morsa mi attanagli ala gola: cosa gli staranno facendo?

"Loro non possono fargli del male!" mi sorprendo a prensare furioso e con le lacrime agli occhi prima di ricordarmi qual'è la realtà. Di sicuro come minimo l'avranno già cruciato o comunque torturato, realizzo con una fitta al cuore.

Il mio fratellone, il mio Sir, disperso da qualche parte in un covo di Mangiamorte schifosi che sbavano per vederlo morto.

"Come mai ora la parola "Mangiamorte" ti fa così schifo? Mi parevi contento di pronunciarla poco tempo addietro..." sussurra una vocina maligna nella mia testa, vocina che ha la spaventosa voce di Mirtilla Malcontenta!

E vocina che ha maledettamente ragione...Ma non è mai tardi per chiedere scusa, posso ancora farmi perdonare da mio fratello, sempre che riesca ancora a trovarlo vivo.

Sento un'altra fitta di dolore nel petto e decido che dobbiamo fare qualcosa.

"Devo tornare lì." dico, anche se poco convinto io stesso delle mie parole. "Devo tornare e riuscire a capire dove l'hanno portato. Ed è meglio che lo faccia prima possibile, altrimenti potrebbero sospettare qualcosa. O forse sospettano già di me." continuo alzando gli occhi su Potter e Lupin che mi guardano con espressioni indecifrabili.

"Sei troppo precipitoso." mi blocca il secondo. "Ci serve un piano. Non possiamo semplicemente piombare lì e chiedere dove hanno messo Sirius. Per prima cosa dobbiamo capire dove l'hanno portato di preciso e che difese ha quel posto, poi potremo pianificare una strategia e salvarlo. Senza contare che, come hai detto tu, probabilmente sospettano già di te."

Noto per la prima volta che la mia razionalità, di solito molto presente in qualsiasi mio atto quotidiano, se n'è allegramente volata su per il camino, ma per fortuna c'è qui Lupin a riportarmi con i piedi per terra.

"Scusa Regulus, ma, per caso, ci sono prigioni segrete sotterranee in ogni casa di Mangiamorte?" mi chiede Potter, una luce negli occhi come se avesse appena avuto un'illuminazione apocalittica.

Sorrido leggermente e rispondo."Beh, a casa mia sono solo io il Mangiamorte eppure c'è un bella serie di gabbiette nei sotterranei, quindi credo che per le famiglie come i Lestrange e i Malfoy sia lo stesso." concludo, aggiungendo nella voce una nota divertita per la faccia che ha appena fatto.

"Ah, grandioso." commenta lui, passandosi una mano tra i capelli e sedendosi nell'altra poltrona, mentre anche Lupin abbozza un sorriso, appoggiandosi con la schiena al muro.

"Una cosa è certa." afferma Potter. "Non possiamo coinvolgere troppa gente dell'Ordine e soprattutto dobbiamo nascondere tutta l'azione a Moody."

"Cosa?!" scatta Lupin, evidentemente sorpreso. "Perchè?!"

"Perchè rinchiuderebbero Regulus in cella e lo interrogherebbero per minimo una settimana, anche due conoscendo Malocchio, prima di decidersi a fidarsi. Noi non abbiamo tempo da perdere. Sirius è in pericolo e dobbiamo salvarlo il prima possibile. Ovviamente, Moody ci farà una paternale a dir poco catastrofica al nostro ritorno, ma sono i rischi del mestiere." conclude lui, ritrovando quell'aria strafottente che sfoggiava ogni giorno ad Hogwarts. Aria che, stranamente, questa volta non mi infastidisce più di tanto.

Si fida di me.

Sta riponendo in me tutta la sua fiducia e, da come mi squadrava mentre parlava, gli sta costando parecchio, ma non ho la minima intenzione di deluderlo. Salverò mio fratello a tutti i costi, lo salverò dalle grinfie di quelli che fino a qualche tempo fa ero così sciocco da chiamare compagni.

Non mi toglieranno il mio Sir.

"E come intenderesti fare, di preciso?" chiede Lupin, ancora non convinto appieno dall'idea.

"Possiamo fidarci di Lily, Alice, Frank, Mary, Emmeline, più noi tre siamo già in otto! E siamo anche abbastanza scaltri da non preparare il piano seduti sulla scrivania di Moody, quindi non vedo il problema." sentenzia, estraendo la bacchetta dalla tasca ed evocando un patronus.

Un regale cervo azzurrino volteggia nel salotto, prima che lui gli affidi il messaggio da portare agli altri e lo faccia saltellare aggraziato fuori dalla finestra, nella luce chiara della mattina ormai giunta a Raintown.

 

*

 

"Scusate il ritardo!" tossicchia una ragazza, vorticando fuori dal camino e sporcando di cenere il tappeto.

"Mary! Tutto a posto?" le domanda Lupin.

"Sì, tranquilli, non è successo niente. Beh, è successo qualcosa in effetti, ma niente di male." si corregge scrollandosi altra cenere dai capelli.

"Mary, questo è Regulus, quello di cui Sir ci parla sempre così bene!" scherza Potter, facendomi l'occhiolino.

"Vorrei informarti che quando è tornato a casa per Natale al primo anno ti ha definito un "saltellante-ranocchio-occhialuto", testuali parole!" sghignazzo di rimando.

Lui si finge offeso e promette che infiocchetterà per bene Sirius una volta ritrovato, mentre io stringo la mano alla nuova arrivata.

"Cosa ti ha trattenuto?"

"La genialità di tua cugina!" mi risponde raggiante. È così felice che mi sorprende non stia saltellando in giro per il salotto!

"Andromeda?" le chiedo sbalordito: com'è possibile che sia già venuta a saperlo anche lei?! Ed è appunto quello che domando alla ragazza che ora si è seduta sulla poltrona che un tempo, vale a dire quattro secondi fa, occupavo io.

"Guarda qui! Mi ha detto che ha ricevuto una soffiata anonima!" dice, allungandomi un bigliettino verde e mettendosi comodamente con le cosce su un bracciolo della poltrona e le gambe a penzoloni.

Le lancio un'occhiata seccata: non sono abituato a vedere una ragazza comportarsi così, quelli sono più i modi di Sirius!

Apro comunque il pezzetto di carta e trovo una sottile scrittura obliqua di color verde smeraldo che riconosco all'istante.

"Cissy..." mormoro invaso da un'immenso moto di gratitudine verso mia cugina.

Ha rischiato tutto, la sua nuova vita, la sua nuova casa, suo marito per aiutarmi a ritrovare Sirius...

"Un giorno troverò il modo di ringraziarla a dovere" mi riprometto, ma ora ho altro a cui pensare e la mia attenzione si sposta tutta su un'altra persona.

Accenno un sorriso sollevato: so dov'è mio fratello.

 

*

 

"Quindi questo è il piano, avete capito tutti?" ci chiede Lily, la giovane ragazza dai capelli rossi in piedi in mezzo al salotto.

È davvero bella: gli occhi verdi smeraldo le risplendono sul volto bianco, spruzzato da qualche lentiggine sul naso e incorniciato dalla chioma vivace che le ricade sulle spalle, liscia ed ordinata. In più, il sole si è deciso a sbucare dalla coltre di nebbia che di solito attanaglia le giornate d'autunno ed ora la illumina con quei dolci raggi dorati tipici delle undici di mattina, facendola sembrare un'apparizione divina.

Sembra che anche Potter la pensi così, perchè non smette di fissarla da quando ha iniziato a riassumere il piano che abbiamo elaborato, cioè da ben quindici minuti abbondanti, penso sorridendo lievemente.

Tutti rispondiamo di sì.

"Mi raccomando, Regulus." aggiunge rivolta a me. "Tu sei il perno di questo piano, devi stare attento più di tutti. Se tu fallisci, noi abbiamo davvero poche possibilità di farcela. Non volevo, non volevamo caricarti di questo peso, ma, viste le misure di sicurezza che dobbiamo aggirare e superare, non riusciamo davvero ad inventarci una strategia migliore."

"Non preoccupatevi." rispondo, sia a lei, sia agli altri che mi guardano con lo stesso sguardo carico di tensione. "Posso farcela." concludo abbozzando un lieve sorriso.

Non voglio ammetterlo davanti a tutti, ma sono molto teso anche io: la mia è una parte complicata e a dir poco fondamentale nel piano, ma c'è in gioco la vita di Sirius e non ho intenzione di commettere il minimo errore.

Mi alzo dalla poltrona sotto lo sguardo di tutti. Le due ragazze chiamate Mary e Emmeline mi sussurrano "Buona fortuna" e "Ce la faremo, vedrai", ed io sono immensamente felice che l'abbiano fatto. Il peso di ciò che sto per fare mi crolla addosso all'improvviso non appena arrivo a reggermi sulle gambe e mi scopro a tremare per un attimo, prima di far ricorso all'autocontrollo "made-in-Black" di cui sono stato dotato nel corso degli anni. Quasi ridacchio al pensiero di sentirmi accessoriato come una scopa da corsa, ma poi mi contengo, vista la situazione.

Afferro il mantello, varco la porta dell'appartamento e muovo qualche passo nell'entrata.

Sto per afferrare la maniglia della porta d'ingresso, quando una voce giunge dalle mie spalle.

"Regulus!" mi chiama Potter con l'aria di essersi appena fiondato sullo stipite di legno in maniera alquanto affrettata.

Mi volto, in attesa.

"Sirius sarebbe tanto fiero di te." sussurra.

E in quel momento sento qualcosa di remoto risvegliarmisi dentro, come un drago che si riscuote da un lungo letargo e, spiegando le ali, evoca fiamme dorate dall'euforia.

"E lo sarà. Mi farò perdonare, fosse l'ultima cosa che faccio." gli rispondo, un sorriso talmente vero sulle labbra come non si vedeva da tempo. Lui annuisce e ricambia, un po' imbarazzato.

"Il sei volte campione di Quidditch di Grifondoro che arrossisce?? Questo mondo è proprio impazzito!" aggiungo inspiegabilmente felice e una smorfia sarcastica in volto.

Anche negli occhi di Potter si risveglia quella scintilla malandrina e la sua linguaccia si fa di nuovo sentire.

"Io? Arrossire?? Ma quando mai??? Mi sa che qualcuno qui si è scolato troppo Whisky Incendiario di recente!!" ribatte.

Ridacchio e apro la porta, iniziando a girare su me stesso per smaterializzarmi, ma riuscendo ad intercettare comunque le parole di Lupin.

"Gli assomiglia tantissimo, vero?"

"Più di quanto crede." gli risponde Potter e trovo l'ombra di un sorriso anche in quelle parole.

E, sorridendo io stesso alla nuova vampata di fuoco del drago dentro di me, inizio la mia missione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cantuccio autrice...

 

Guten Tag!!

Sono tornata sabato dall'Austria e ieri e oggi mi sono precipitata a scrivere il nuovo capitolo!:)

A quanto pare a Merlino devo stare proprio antipatica perchè non sono riuscita neanche ad aprire Internet con il cellulare lassù tra i monti, quindi mi ritrovo a ringraziare qui tutti coloro che hanno messo tra i preferiti/ricordati/seguiti la storia!! Vi adoro!

Beh, che dire, mi è piaciuto tantissimo scrivere questo capitolo, anche se ho saltato la messa per questo...se vi dovesse arrivare una strillettera da mia mamma, vuol dire che non sono riuscita ad eliminarle tutte!;)

Urla a parte, grazie a Narcissa, finalmente il nostro Reg va a salvare suo fratello, ma che cosa avrà scritto lei nel biglietto? Dove sarà Felpato? Quale sarà il geniale piano dei ragazzi?

Beh, se vi va di scoprirlo, non vi resta che aspettare il prossimo capitolo che prometto di sbrigarmi a scrivere!

Se per caso aveste un secondino libero e lasciaste una recensione alla storia, ve ne sarei davvero grata:)

A presto,

Anna

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Capitolo 4
*** Expecto Patronum ***


Expecto Patronum



 

 



 

La docile penombra della viuzza in cui mi sono materializzato mi accoglie assieme al pungente silenzio che penetra l'aria umida prima del temporale.

È quasi buio.

Inizialmente, il piano prevedeva di arrivare lì a mezzogiorno, ma Mary ha obiettato che sarebbe stato più facile defilarsi nell'oscurità e con meno Babbani in giro.

Manca una manciata di secondi alle dieci di sera.

Esco dal mio nascondiglio e attraverso la strada deserta che mi separa dal cancelletto d'entrata.

Sono stato via tutto il giorno senza lasciare uno straccio di biglietto, ma la cosa non mi interessa: la rabbia che ho provato poco dopo aver letto il biglietto di Narcissa mi ribolle ancora dentro e non riesco a provare neanche un briciolo di pietà.

Perchè non è possibile, non è umanamente possibile che possa accadere una cosa del genere. Un'altro fremito mi percorre e serro i pugni nelle tasche del mio cappotto, riuscendo per poco a non sciogliere l'aria di compostezza che mi aleggia attorno: sguardo freddo e impenetrabile, spalle alte, schiena dritta, mento leggermente all'insù e passo silenzioso.

Sirius detesta vedermi così, o forse detestava...

No, no, detesta, detesta.

Una terza ondata di rabbia mi invade e quel drago che prima ruggiva di gioia ora ha solo un'immensa sete, sete di vendetta.

La sottile grafia di mia cugina riappare nella mia mente, dolorosa come una frustata, reale più che mai...

 

È nelle segrete di casa tua, in fondo al corridoio, con Dissennatori e otto Mangiamorte alle entrate in aggiunta alle solite difese delle prigioni e della casa.

Nessuno sospetta di te, per ora.

Regulus, tu sei una stella.

Le stelle brillano.

Un saluto,

Cissy

 

E mentre l'odio ribolle dentro di me, accompagnato dai dieci rintocchi del vecchio campanile della piazza, il nuomero 12 di Grimmauld Place emerge dall'oscurità ormai totale con il solito sfrigolio di mattoni e si erge in tutto il suo abominio sulla via deserta.

Sì, perchè dei genitori non possono, non possono acconsentire all'idea di rinchiudere un figlio nelle segrete. E che non provino a dirmi che non ne sapevano nulla, è matematicamente impossibile che ci sia un ragazzo nelle prigioni senza che neanche l'elfo domestico lo sappia.

Allungo qualche passo sugli scalini e spingo piano la porta, entrando nell'atrio buio della casa.

Sto per tradire tutto e tutti quelli in cui fino a ieri credevo...ed è una sensazione fantastica: è come se avessi delle scintille frizzanti che sfrigolano più o meno all'altezza dei polmoni e la certezza che ciò che sto per fare viola le più antiche e radicate regole della mia Casata mi da una sensazione di euforia mista ad agitazione, che mi annebbia la mente peggio del Whisky Incendiario.

Non mi sono mai sentito più vicino a mio fratello.

Un sorriso sarcastico mi affiora alle labbra ma scompare poco dopo al ricordo di dove si trovi Sirius, giusto in tempo per non essere notato da mia madre (o "quella megera", per utilizzare il nomignolo di Sir) che è appena sbucata fuori da un corridoio.

"Regulus!" esclama lei, sbiancando. "Oh, finalmente sei tornato! Figlio mio, va tutto bene?" si riprende poi, senza avere la minima aria di qualcuno felice di rivedermi.

"Certo, madre. Mi sono solo attardato a rimirare la stella di cui porto il nome." la rassicuro, mentre le scintille nei polmoni sfigolano ancora di più alla bugia che esce dalle mie labbra.

"Vieni, tuo padre è ancora in cucina e Kreacher ci mettono un attimo a prepararti qualcosa." mi invita, allungando un braccio verso la porta della stanza.

Mi sfilo il mantello e ringrazio mio malgrado, avviandomi verso la stanza da cui proviene un sordo scoppiettio di legna nel fuoco, facendo ben attenzione a tenere sotto braccio il cappotto e il contenuto essenziale di una delle sue tasche...

"Regulus! Giornata impegnativa?" mi apostrofa mio padre, dando anche lui segno che sono una visita alquanto inaspettata.

"A dir poco. E voi?" cerco di dialogare.

"Abbastanza, sì." chiude il discorso.

Mi accomodo al mio solito posto mentre Kreacher mi piazza davanti un calice di cristallo con lo stemma dei Black e vi versa all'interno bianco liquido spumeggiante, coronando il tutto con uno dei sorrisi adoranti che rivolge solo a me.

Solitamente, evito di sorridergli solo perchè mio padre non mi permetterebbe mai di abbassarmi al livello di un servo, ma questa volta gli rivolgo uno sguardo pungente che mi sale dal profondo: sono sicuro che anche lui sa.

L'elfo nota questo cambiamento e se ne va intimorito verso le cucine.

Mi guardo un po' in giro e noto che come centro tavola c'è un vaso che suppongo essere di cristallo dal quale spiccano due rose bianche ed un bocciolo altrettanto candido: qualcuno deve essere venuto a farci visita.

Mio padre sta scorrendo svogliatamente il Profeta della Sera a mò di scusa per non rivolgermi la parola, ma per il momento va bene così.

Quando, mezz'ora dopo, ho terminato le mia cena (tralasciandone metà a causa del nodo allo stomaco), decido che è giunta l'ora di entrare in azione.

"Padre ditemi, è avvenuto niente di nuovo?" chiedo, alludendo al giornale che ha in mano.

"No, solo qualche battibecco al Ministero a causa di un'articolo di quella giovane, credo si chiami Rita Skeeter..." risponde vago.

"Peccato, speravo ci fosse qualcosa da festeggiare..." sospiro, lasciando che le parole aleggino per la stanza.

"Per quale motivo?" mi domanda lui dopo poco, mentre mia madre si siede al suo solito posto.

"Perchè sono andato a far visita ai fratelli Carrow e i loro genitori, in memoria della vostra amicizia e dell'ottima serata passata a Natale a Casa Malfoy, mi hanno pregato di portarti questa bottiglia di grappa Poli, arrivata direttamente dall'Italia grazie ad un loro cugino che vive lì." annuncio quasi svogliato estraendo la suddetta bottiglia dal cappotto con un gesto fluido e mostrandola a mio padre. "Sanno che l'hai gradita molto quella sera e speravano che potessi assaggiarla quanto prima. Purtroppo, non c'è nulla da festeggiare con un bel sorso di questa." concludo rattristato, appoggiandola sul tavolo e facendo ondeggiare il suo contenuto cristallino.

Mi sento come uno di quei Babbani che giocano a biliardo (un curioso gioco insegnatomi da un vecchio in un locale durante un appostamento).

Ho appena colpito le palline con l'affusolata asta di legno, sciogliendo la rigorosa formazione a triangolo e dando a ciascuna la chance di andare in buca...ho attizzato la curiosità di mio padre con un solo colpo preciso e le palline scorrono sul tavolo delle possibilità...

"Beh, sembrerebbe scortese non assaggiarla nemmeno, dopo che sono stati così magnanimi da inviarcene una bottiglia, ti pare Walburga?" chiede lui, il desiderio negli occhi rivolti a mia madre.

"Sembrerebbe davvero scortese. Kreacher, porta tre bicchieri da liquore."

...rotolano inarrestabili...

"No, solo due bicchieri. Perdonatemi, ma mi hanno già offerto del Four Roses oggi pomeriggio durante la mia visita, non vorrei esagerare." mi scuso. A loro non sembra importare molto: il sapore degli alcolici piace ad entrambi e un bel sorso di grappa, per di più italiana, è semplicemente irresistibile.

L'elfo riappare con un vassoio e due piccoli bicchieri di cristallo nei quali versa un'abbondante dose di liquido trasparente e li sistema sul tavolo, a metà tra mio padre e mia madre.

...una va nella direzione giusta, manca poco...

Svuotano il bicchiere con una lentezza snervante, ma lo svuotano.

...e, con un sordo tonfo, la piccola sfera scompare all'interno della buca.

"Centro." sussurro.

Sfortunatamente per loro, quella non era normale grappa (e non era nenache italiana!), ma liquore corretto con Pozione Sonnifera ad alta concentrazione di bacche di Aconito, che fovorisce quindi un innaturale, impenetrabile, duraturo sonno per minimo le successive otto ore.

Come previsto, i miei chiudono gli occhi e svengono all'improvviso, cadendo a terra con due tonfi abbastanza pronunciati e accompagnati dal rumore di cristallo che va in frantumi.

Vedo Kreacher impallidire sotto la pelle verdognola (in parte perchè due dei suoi padroni gli sono svenuti davanti al naso, in parte perchè due dei suoi adorati bicchieri con lo stemma dei Black sono andati distrutti) e lo schianto un secondo dopo, facendo svolazzare il suo corpo all'interno dell'armadio in fondo alla stanza.

L'unico modo per aprire una gabbia nelle segrete è avere la chiave: nessun incantesimo, pozione o stregoneria funziona; sono incantate. Purtroppo, l'unica copia delle chiavi delle prigioni è in possesso di mio padre, che la custodisce con la stessa cura con la quale tratta i cimeli di famiglia: ergo è sacra, quasi venerabile.

Mi avvicino al suo corpo e la sfilo dal suo collo a cui è appesa grazie ad una sottile catenella d'argento.

Per prenderla avevo poche possibilità: o lo addormentavo, cosa che pare aver funzionato, o usavo la Maledizione Imperius oppure dovevo cruciarlo. Fortunatamente per lui, oggi mi sento particolarmente buono, quindi niente "Crucio".

Mia madre si sarebbe accorta in fretta che metà del letto era vuoto, quindi ho dovuto addormentare anche lei.

Provo una minima traccia di rimorso per quello che ho fatto, ma la faccio svanire in fretta. In fondo, in confronto a quello che loro avranno sicuramente fatto a mio fratello, questo non è nulla, solo una ninna nanna.

Sto infilando la chiave nella tasca dei pantaloni quando mi giunge il rumore di un'esplosione, segno che la prima squadra è entrata in casa dal passaggio segreto al primo piano; dovrebbe arrivare la seconda a momenti dal passaggio dietro al quadro...e il secondo botto che sento, qualche secondo più tardi, mi conferma che avevo ragione. Mi precipito fuori dalla cucina e comincio a correre verso i sotterranei, dove mi aspetta il resto della festa.

"Tieni duro, Sir. Sto arrivando."

 

*

 

Svolto l'angolo e mi ritrovo davanti il corridoio che porta alle segrete: Auror e Mangiamorte si stanno dando battaglia.

I lampi delle maledizioni volano da una parte all'altra del corridoio e dietro ogni angolo o armatura c'è qualcuno che si nasconde per prendere meglio la mira. I nobili nei ritratti urlano e schiamazzano, ma le loro voci si confondono con quelle dei combattenti e con il rumore degli incantesimi che rimbalzano sul metallo o sulla pietra.

Tra i Mangiamorte riconosco Nott, Avery, Malfoy, uno dei Carrow (quindi ci dev'essere anche l'altro in giro) e una chioma di riccioli neri che suppongo essere Bellatrix. Gli altri due hanno la maschera sul volto e non capisco chi siano.

Conto gli Auror ancora in piedi e noto, con un sospiro di sollievo, che ci sono tutti.

Un lampo rosso mi sfiora l'orecchio e riesco a sentire il calore dell'incantesimo che si schianta sul muro dietro di me. Colui che l'ha lanciato si volta e si toglie inspiegabilmente la maschera, permettendomi di riconoscerlo: è Greyback. Mi squadra per qualche attimo e poi ricomincia a prendere di mira la ragazza chiamata Emmeline.

Dopo un iniziale smarrimento, ricordo il biglietto di Narcissa..."Nessuno sospetta di te, per ora."...perfetto, posso usare la cosa a mio favore.

Mi posiziono alle spalle del gruppetto di Mangiamorte più vicino e lancio qualche incantesimo verso Emmeline, centrando accidentalmente Greyback e mandandolo a terra con il pelo bruciacchiato, dove la ragazza lo disarma e lo blocca con delle catene.

Corro in direzione della porta delle prigioni in fondo al corridoio, senza però riuscire a raggiungerla, e lancio un incantesimo appena sopra la spalla di Lupin, colpendo Nott in pieno petto. Ripeto la scenetta un altro paio di volte e così riesco a bloccare anche i fratelli Carrow. Tutto sembra funzionare: nel caos della battaglia nessuno sembra accorgersi che sto stendendo quelli sbagliati. O almeno è quello che spero...

Qualche secondo dopo sento uno schiantesimo centrarmi in pieno petto e spedirmi dritto contro la dura, solida, gelata parete di pietra. Alzo lo sguardo ancora intontito e vedo Bellatrix che si dirige furiosa verso di me: se sopravvivo, devo assolutamente ricordarle che non fa parte del galateo digrignare i denti come un cane.

"TU!" urla per sovrastare il rumore della battaglia "TU! Schifoso, piccolo traditore! Expelliarmus!" mi disarma appena riesco a rimettere mano sulla bacchetta, ora volata a circa quattro metri di distanza da me.

"Come-hai-osato!?" ringhia ogni parola, gli occhi che mandano lampi d'odio.

Merlino mi odia, ormai è chiaro, non c'è altra spiegazione.

Perchè, se tra tutta la gente che sta combattendo, proprio la più svitata si accorge che faccio il doppio gioco, allora Merlino, e forse anche Morgana, devono detstarmi.

"Bella domanda!" riesco a biascicare, la voce a metà tra sarcastica e dolorante.

In certi momenti mi sento davvero vicino a mio fratello...

"Come ti permetti, razza di verme!! Crucio!"

Non riesco a scansarmi in tempo e l'incantesimo mi centra in pieno. Un dolore acuto e stridente si fa strada tra le ossa e mi attanaglia il respiro. Riesco solo ad urlare mentre mi contorco, i pugni serrati e le lacrime agli occhi. Perdo la cognizione di tutto e di tutti, vedo solo macchie sfocate muoversi davanti a me. Bellatrix non accenna a voler molare, anzi, ripete di nuovo la formula senza lasciarmi pace e di nuovo un dolore immenso mi investe, facendomi quasi svenire.

Poi, improvvisamente, tutto quel dolore cessa e vedo la sagoma di quella che, purtroppo, è mia cugina crollare a terra con un rantolo, come una marionetta a cui vengono tagliati i fili. Un uomo mi si avvicina, mentre un altro respinge le maledizioni dirette a noi.

Socchiudo gli occhi.

"James..."

"Sono qui, tranquillo." mi sorride, mentre mormora qualche incantesimo che mi fa sentire un po' meglio. Sono ancora stordito e non mi sento le gambe, ma riesco a mettermi a sedere.

Mi sfugge un altro gemito quando mi aggrappo a Potter e mi rialzo, prendendo la bacchetta che mi porge. Mi sostiene per qualche altro attimo mentre sussurra altri incantesimi e io riesco finalmente a reggermi in piedi.

"Grazie."

Mi sorride e mi da una pacca sulla spalla, poi riprendere a combattere con Lupin di fianco.

Faccio un po' il punto della situazione: dalla parte dei Mangiamorte, Greyback, Nott e i Carrow sono a terra; dalla parte degli Auror, Emmeline, Frank e Alice sono a terra e Lily e Mary stanno per essere accerchiate...ma non è questo a catturare la mia attenzione: la via per i sotterranei è momentaneamente incustodita.

Senza pensarci mezzo secondo di più, prendo a correre più veloce che posso verso la porta in fondo al corridoio, praticamente volando sul pavimento.

Vedo con la coda dell'occhio due incantesimi che schizzano verso di me, ma un Protego li ferma prima ancora che io pensi di evocarlo. Mi volto un attimo mentre prendo le chiavi dalla tasca e vedo Potter che mi fa cenno di andare.

Non faccio neanche in tempo a rispondergli che uno schiantesimo l'ha spedito a terra, centrandolo in pieno. Mi blocco, come pietrificato, mentre la bacchetta gli vola via dalle mani e lui guarda terrorizzato l'incappucciato che torreggia sopra di lui, l'unico che non sono ancora riuscito a riconoscere. Questi alza la bacchetta e lo sento pronunciare l'incantesimo.

"Avada..."

"Stupeficium!"

Il lampo rosso colpisce l'uomo sul petto, tanto forte da schiantarlo contro il muro, e solo quando vedo il mio braccio puntato in quella direzione e la bacchetta levata mi rendo conto che sono stato io ad urlarlo: ho reagito d'istinto, non me ne sono reso conto.

Quando il Mangiamorte urta contro le pareti del corridoio, la maschera gli vola via dal volto e finalmente lo riconosco: Rodolphus Lestrange.

La mia mente si blocca e cade in preda ad un gelo innaturale, rimango fermo, immobile, troppo sconcertato per fare qualsiasi cosa: non è possibile...

"Non è possibile!!" urlo più forte che posso: lo sconcerto ha lasciato posto ad una rabbia che raramente provo...

Avery e Malfoy si bloccano al suono della mia voce e vengono subito schiantati da Mary e Remus. Così cala il silenzio nel corridoio: tutti i Mangiamorte sono stati disarmati, tre quarti sono a terra svenuti e gli altri sono immobilizzati da catene; gli Auror si sono fermati all'istante e il loro sguardo corre tra me e Rodolphus.

"No, non dopo quello che ti ha fatto!" esplodo.

Nei miei occhi c'è sorpresa, ma anche qualcosa di più amaro, credo un misto tra delusione e dolore. "Rodolphus..." inizio, la sorpresa e il disgusto che mi animano. "...ha ucciso tuo fratello! Quel pazzo che chiami "padrone" ha ucciso Rabastan! Come puoi ancora essergli fedele!" ringhio con tutto l'odio che riesco ad incanalare in quelle parole.

"Se l'ha ucciso, allora meritava di morire." sussurra lui dopo poco, con il fiatone, gli occhi puntati nei miei con un'espressione fredda, troppo fredda anche per un Lestrange.

Questa non me l'aspettavo. "Cosa?!" riesco solo a biascicare, improvvisamente senza parole.

"Non puoi dire sul serio." mi riprendo poco dopo. "Non puoi, non puoi..."

Non ce la faccio, è impossibile che l'abbia detto davvero. Sento di nuovo la rabbia prendermi: il mio migliore amico è morto e non ho intenzione di lasciare che quel bastardo di suo fratello non faccia niente per vendicarlo.

"Era tuo fratello! Ci sei cresciuto insieme! Non puoi non provare niente, non puoi essere così cieco da non accorgertene...era tuo fratello!!" urlo ancora.

Sembra che il tempo si sia bloccato. Nessuno osa interrompermi e io non ho intenzione di fermarmi. Deve provare qualcosa, deve fargli male la morte di Rabastan: se io sto facendo tutto questo per Sirius anche se è ancora vivo, lui non può restarsene lì, a farsi dare ordini come un soldato dalla persona che ha ucciso suo fratello! È...impossibile!

"Io non sono un traditore, Black." mi accusa di rimando. "Se il Signore Oscuro l'ha ucciso, significa che aveva un buon motivo per farlo, ecco tutto."

Non so più cosa dire, non so più come reagire. Sento solo un odio immenso prendere fuoco dentro di me e vorrei solo che quel drago che sento ruggire nella mia testa sbucasse fuori per davvero, incenerendo quell'uomo lì disteso contro il muro.

Anche sulla faccia di Potter c'è dipinto lo stesso disprezzo e disgusto che immagino esserci sulla mia e, nè mi stupisco, nè lo fermo quando colpisce Rodolphus con uno schiantesimo, facendolo svenire del tutto.

Mi accorgo che le mie mani tremano, così le serro più forte che posso, facendo sbiancare le nocche.

Sposto appena lo sguardo dal corpo di Lestrange e mi accorgo con la coda dell'occhio di un movimento sulla sinistra.

Troppo tardi.

Un secondo dopo, Remus crolla a terra, colpito da un "Petrificus Totalus" e viene subito seguito da Mary ed Emmeline.

Malfoy, Avery e Amycus Carrow si sono ripresi e, nel momento di pausa che c'è stato, si sono riappropriati delle bacchette.

"Vai!" mi urla Potter, prima di girarsi e parare all'ultimo un "Impedimenta" di Malfoy.

Faccio scattare la serratura e spingo la porta delle prigioni, mettendovi piede dentro.

Un freddo innaturale mi investe all'improvviso mentre me la richiudo alle spalle e mi sento gelare il sangue nelle vene.

Le parole di Narcissa mi tornano alla mente..."È nelle segrete di casa tua, in fondo al corridoio, con Dissennatori"...me n'ero dimenticato.

Vedo una decina di sagome scure fluttuare verso di me e richiamo alla mente un ricordo felice: la prima volta che Sirius mi ha portato sul tetto di nascosto a guardare le stelle.

Il ricordo vivido di quella notte mi invade e un sorriso mi compare sul volto. Sto per pronunciare l'incantesimo, quando il mio sguardo cade su una figura nell'ultima cella, stesa ed immobile, appena illuminata dalla luce proveniente dal corridoio.

"Dovrebbe essere Sirius." penso.

Poi, un dubbio più gelido di qualsiasi Dissennatore si fa strada nella mia mente.

"Se non ha visto che sono arrivato, allora vuol dire che..." penso.

"No..." sussurro subito dopo, gli occhi sbarrati e il corpo scosso dai tremiti.

E, prima che riesca a reagire, passa quell'attimo in cui avevo ancora il tempo di fare qualcosa e cado nella trappola dei Dissennatori. Il ricordo felice scivola via dalla mia mente, sostituito da altri, mentre le sagome scure si avvicinano sempre di più.

La mia testa viene invasa da innumerevoli immagini, una peggiore dell'altra...vedo il corpo di Rabastan cadere morto sul tavolo, davanti ai miei occhi...vedo gli occhi preoccupati di Remus, quando mi ha detto del rapimento di Sirius...vedo James cadere a terra, centrato dallo schiantesimo...vedo mio fratello immobile. Morto.

Le gambe cedono, non mi reggo più in piedi e cado sul pavimento, tremante, le lacrime che scendono inarrestabili sul mio volto. Non sento più le voci e gli incantesimi dal corridoio, non sento più neanche il battito del mio cuore o il mio respiro affannato. C'è solo un silenzio di tomba e il freddo che mi entra nel corpo e nella mente.

Ho paura.

Ho perso.

Sirius è morto.

Non ho più nulla per cui combattere.

Non riesco a pensare a nient'altro.

Vedo un Dissennatore arrivarmi di fianco e so che tra poco non avrò più un'anima. Un solo pensiero vortica nella mia testa: l'ultima persona che voglio vedere è Sirius.

Sposto lo sguardo su di lui e...vedo che si sta muovendo. Si volta verso di me e mi guarda, sorpreso e dolorante: è vivo.

Di nuovo, le parole di Narcissa vengono in mio soccorso..."Regulus, tu sei una stella. Le stelle brillano..."

Non mi serve altro, solo gli occhi di mio fratello puntati su di me, le parole di mia cugina nelle orecchie e il mio drago che sputa fiamme d'euforia nella pancia.

"Expecto Patronum!" urlo.

E dalla mia bacchetta esce un'accecante bagliore di raggi di luce bianca che si consolidano poco dopo in una forma che il mio Patronus non aveva mai assunto: un cane.

Quel drago dentro di me ruggisce di nuovo dalla gioia e i Dissennatori fuggono all'indietro emettendo strilli acuti. Per sicurezza, evoco delle calde fiamme dorate per tenerli alla larga.

Mi rialzo e corro verso la cella di Sirius, infilo la chiave e faccio scattare la serratura, per poi fiondarmi dentro.

"Sir..." sussurro, crollandogli di fianco.

"Reg, ma che Merlino..." cerca di chiedermi, mentre si mette seduto a fatica. Non riesco ad aspettare ancora e, senza neanche lasciargli il tempo capire, mi lancio tra le sue braccia e finiamo a terra tutti e due.

Comincio a singhiozzare, mentre lui mi stringe a sè come non faceva da tempo e mi accarezza piano i capelli.

"Reg..."

Rimango lì così, stringendolo forte: l'ho trovato, ed è vivo...

Dopo non so quanto mi sciolgo dall'abbraccio e mi tiro su, asciugandomi le lacrime dalle guance con due veloci manate e aiutandolo a sedersi.

Ci guardiamo per un attimo, ma poi la porta del corridoio si spalanca ed entrano Potter e tutto il seguito.

Prendo Sirius per un braccio e ci alziamo, uscendo dalla gabbia e incrociando gli altri.

"Sirius! Stai bene!" esclama Potter, abbracciandolo di slancio.

"Sì, sì, sto bene, ma cosa..."

Un'esplosione arriva dal fondo del corridoio, interrompendo Sirius per la seconda volta, e, con mio sommo orrore, vedo mio padre sbucare fuori dal fumo, la bacchetta levata e uno sguardo furioso negli occhi.

"Maledizione! Perchè si è già svegliato!?" penso, afferrando veloce la bacchetta.

"Tu..." sibila, rivolto a me.

Sirius mi guarda come a chiedermi il perchè della situazione, ma non mi sembra il momento di entrare nei particolari.

"Tu hai messo dell'Aconito nella grappa!!" esclama furioso.

Mio fratello sbarra gli occhi e mi guarda spaesato: io, il caro, piccolo, diligente cocco di papà che gli rifilo un sonnifero a tradimento. A pensarci bene, la cosa fa un po' ridere.

"Come-hai-osato?" strilla in un modo che non gli appartiene, bloccandosi a metà tra la porta e il nostro gruppo.

"Ma come, papà? Io ti faccio un regalo e tu mi parli così?"

Sono un cretino.

Un colossale, immenso cretino.

Non so neanche come abbiano fatto ad uscirmi di bocca quelle parole, giuro che non me ne sono reso conto e, dalla faccia che ha fatto mio padre, non se le aspettava neanche lui.

Incrocio per sbaglio lo sguardo di Sirius che, invece, è pura sorpresa e ammirazione.

"Cosa?!" biascica mio padre.

No, decisamente non se le aspettava.

Vedo un lampo di rabbia nei suoi occhi e so già cosa sta per succedere: prima che Sirius scappasse di casa, quello era il lampo che vedevo prima che...

"Cruci..."

Non gli lascio nemmeno il tempo di pronunciare la maledizione; la sua bacchetta vola in risposta al mio silenzioso "Expelliarmus" e atterra direttamente nella mano di Potter.

"Figlio degenere! Come ti permett..."

"Come mi permetto?! Come mi permetto?! " urlo.

E no, papà, questa non la dovevi dire.

"Se non te ne fossi accorto..." continuo furioso, facendo qualche passo verso di lui "...quello che teneva suo figlio rinchiuso in una prigione sotto casa con dei Dissennatori a farlgi la guardia eri TU!! Come hai potuto tu fare una cosa del genere?! E io che ti credevo, che ti davo ragione, che ad Hogwarts sono finito nella Casa sbagliata solo per renderti fiero di me!!" urlo con tutto il fiato che posso.

Tutti i presenti sbarrano gli occhi, mio padre compreso.

Ormai l'ho detto, non posso tirarmi indietro.

"Credo che sia ora di dirti un paio di cose che non ti avevo ancora raccontato, papà! Sì! Neanche io dovevo finire in Serpeverde! Che orrore, eh? Nessuno dei tuoi figli che porta avanti la tradizione! Il Cappello Parlante voleva mettermi in Grifondoro!" continuo. Non può più fermarmi, ora. "Ma io gli ho chiesto di non farlo e sai perchè? Solamente per colpa TUA! Solo perchè non volevo che mi guardassi come guardavi Sirius! Mi sono rovinato la vita per colpa TUA! È colpa tua se siamo arrivati qui!"

Mi blocco: sto tremando dalla rabbia e ho gli occhi lucidi.

Mio padre mi guarda, gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa: teoricamente, questa sarebbe la sua espressione di massima sorpresa.

C'è un silenzio di tomba nel corridoio, nessuno si muove. Sento un movimento alla mia sinistra e poi la mano di Sirius sulla mia: lui è con me, è il momento, ora o mai più.

"Non voglio più avere niente a che fare con te! Mai più! Io qui non ci torno, me ne vado. Per-sempre." sentenzio, incrociando le dita con quelle di mio fratello.

Potter lancia la bacchetta di mio padre a qualche metro dalla porta del corridoio, ma lui non da segno di averla vista: non intende staccare lo sguardo da me e Sirius.

Non riesco a capire: cos'è? Rabbia, odio, delusione...rimpianto?!

Decido che non m'interessa, io e mio fratello gli voltiamo le spalle e ci avviamo verso la seconda uscita delle prigioni, il resto del gruppo che ci segue, nostro padre immobile.

Apriamo il secondo passaggio e lasciamo che i ragazzi escano, seguendoli poco dopo aver lanciato un'ultima occhiata all'uomo che è rimasto pietrificato in mezzo al corridoio.

E poi ce ne andiamo, correndo sulle scale di pietra, fino a quando non usciamo di nuovo nella notte: sta diluviando.

Ad uno ad uno, tutti si smaterializzano verso la destinazione che avevamo definito prima di partire, cioè casa di Sirius.

Rimaniamo sotanto io e mio fratello, ormai fradici sotto le ondate d'acqua che ci si riversano addosso. All'improvviso, un tuono squarcia l'aria, facendomi sobbalzare dalla paura.

Sirius mi prende per mano, io lo guardo negli occhi, quegli occhi uguali ai miei, e ci scambiamo un sorriso, mentre lui mi abbraccia e ci smaterializziamo, lasciandoci alle spalle lo scoscio della pioggia.

 

 

 

 

 

 

 

Cantuccio autrice...

 

E salve a tutti!!

Devo ancora finire i compiti delle vacanze ma sono comunque qui!!

Comunque, finalmente Regulus ritrova Sirius che era niente meno che a casa Black!!! L'aiuto di Narcissa è di nuovo fondamentale per il nostro Reg, che alla fine riesce a dire tutto a suo padre e a Sirius e se ne va, felice e tranquillo.

Per il patronus di Reg, beh quando ho visto quella foto, mi si è sciolto il cuore, non potevo non metterla...

- Nota 1: non so se l'Aconito favorisca veramente il sonno, ma era un nomignolo che mi piaceva per un'erbetta e quindi l'ho messo.

- Nota 2: Reg-DOVEVA-ESSERE-un-Grifondoro!!!!

Nessuno.Alzi.Un.Sopracciglio. Non potete dire di no, insomma, avete visto cos'ha fatto??

- Nota 3: Spero che a nessuno di voi stesse simpatico Rodolphus, perchè ho intenzione di farlo finire male...muhahahahaha!!

Beh, questo è tutto, credo che concluderò la storia con un po' di spiegazioni, quindi massimo un atro capitolo, ma, se mi venisse l'ispirazione, potrebbero essercene altri!!:)

Ringrazio con l'anima, il cuore e il resto del mio corpo quella meravigliosa persona che ha recensito la storia fino ad ora, e cioè Sorting Hat, le 2 che l'hanno messa tra le preferite, l'1 tra le ricordate, le 11 tra le seguite e coloro che danno solo una letta!!

Wow, siete tantissimi!! :D

Se vi andasse di lasciarmi un commentino, vi sarei infinitamente grata!!!

Tornerò con il prossimo capitolo, nel frattempo godiamoci quel poco di vacanze che ci restano!!!

Anna

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Capitolo 5
*** You Are Not Alone ***


You Are Not Alone



 

                                                                        





 

Mi sveglio dopo quelle che sono sembrate ore da un sonno pesante e senza sogni: da quello che percepisco tenendo gli occhi chiusi, sono sdraiato su un letto abbastanza morbido e dalle lenzuola che profumano di lavanda. Tento di muovere un po' le mani e le gambe, ma la cosa mi costa più fatica di quanto pensassi: ho le membra indolenzite e pesanti e devo sforzarmi enormemente anche per spostare i piedi di qualche centimetro...

Apro gli occhi lentamente e subito non riesco a mettre a fuoco nulla, vedo solo il buio nero tutt'intorno a me. Sbatto le palpebre un paio di volte e pian piano il buio da nero si fa bluastro, permettendomi di cogliere qualche elemento del luogo in cui mi trovo: il mio è l'ultimo di una discreta serie di letti bianchi e ordinati che prosegue per tutta la stanza, illuminata fiocamente dalla luce che proviene dalla notte stessa e che invade questo posto attraverso le ampie vetrate che si susseguono ad intervalli regolari lungo la parete, incorniciate da leggere tende bianche.

C'è una porta in fondo alla stanza.

È un luogo familiare e sono certo di esserci già stato, ma, all'improvviso, sento una fitta di dolore alla testa e tutto si sfoca di nuovo, mentre io combatto inutilmente per non svenire, riaccasciandomi sul cuscino. Sento un movimento sulla mia sinistra e una voce familiare che mi chiama, poi, con un gemito, precipito di nuovo in un sonno profondo.

 

*

 

"Reg!" sussurro, balzando a sedere sul mio letto.

Non finisco neanche di pronunciare il suo nomignolo, che si è già riaccasciato sul cuscino con un gemito e si è riaddormentato.

Mi alzo silenziosamente e mi siedo a fianco a lui sulle lenzuola, posandogli una mano sulla fronte e sentendola calda e sudata: ha ancora la febbre.

Mi allungo verso il comodino e prendo la scodella con l'acqua fresca e un fazzoletto di cotone, lo inumidisco e glielo poso piano sul volto, dopo avergli scostato i capelli. Sussulta appena al contatto con l'acqua fresca, ma poi si tranquillizza.

"Tranquillo, va tutto bene fratellino..." gli sussurro, accarezzandogli la guancia ancora bollente con la mano umida.

Ora ne ho avuto la conferma: la pazzia tipica dei Black ha contagiato anche lui, alla fine.

Non trovo altra spiegazione, perchè è impossibile che qualcuno sano di mente tradisca Voldemort mentre è all'apice del suo potere!!

Eppure, l'ha fatto.

Contro ogni mia previsione.

Ha disertato e ha rischiato la vita.

Il tutto per salvare me.

Il suo corpo è scosso da un altro fremito e io non posso fare altro che bagnare ancora il fazzoletto e posarglielo piano sul volto.

Maledizione! Madama Chips riesce a rimettere in forma un Lupo Mannaro dopo una trasformazione e non riesce a far stare un po' meglio lui?!

"È una cosa totalmente diversa, signor Black. Suo fratello in appena venti ore ha subito una serie di schock non trascurabili, senza poi contare che ha partecipato ad uno scontro con dei Mangiamorte, è stato cruciato e poco dopo assalito dai Dissennatori. Ho curato le sue ferite, ma tutti i fattori sopracitati hanno contribuito ad esaurire le sue energie, facendolo crollare in un breve coma da cui, le assicuro, si riprenderà presto. Sempre questo calo di forze ha scatenato un'improvvisa febbre che non posso contribuire a curare più di così."...mi rimbombano ancora nella mente le parole dell'infermiera.

"Davvero illuminante! Si vede che ha studiato, la ragazza!" sibilo, furioso.

Reg geme di nuovo, gli riappoggio il fazzoletto umido sulla fronte e gli prendo una mano tra le mie. Lui risponde alla stretta, quasi aggrappandosi a me, e io ripercorro tutto quello che mi ha raccontato James quando mi sono svegliato questa mattina...

 

La luce chiara dell'infermeria accoglie il mio risveglio.

Rinvengo lentamente, stiracchiandomi tra le lenzuola, finchè una massa di capelli incontrollabilmente sparati mi vola addosso.

"SIRIUS!!"

"Sì, James, sono io. Credevo che dopo quasi dieci anni sapessi riconoscermi..." riesco ad esalare, mentre le mie riserve d'ossigeno chiedono umilmente pietà.

James si stacca da me e mi aiuta a mettermi seduto.

"Come ti senti?"

"Beh, direi che ora che respiro di nuovo sto molto meglio, grazie..."

Sorride e mi abbraccia di nuovo.

"Sir, ho avuto così tanta paura..." sussurra piano contro il mio collo.

"Lo so, mi dispiace di avervi fatto preoccupare." rispondo, stringendolo più forte.

Mi dispiace davvero tanto. Posso solo immaginare quanto l'ho fatto soffrire e non ne avevo la minima intenzione.

James si stacca dall'abbraccio e, inspiegabilmente, ha in mano un pezzo di cioccolata.

"E quella da dove l'hai tirata fuori?! Stai diventando come Remus!" esclamo, ridendo.

Anche Ramoso comincia a ridere e mi accorgo solo ora che aveva gli occhi lucidi.

"Allora, razza di cornuto, mi vuoi dire cos'è successo?" domando in fretta, spostando gli occhi su Regulus.

"Beh, preparati, è una lunga storia! Allora, ci eravamo appena materializzati tutti e otto a casa tua, quando Regulus ti è svenuto tra le braccia, così senza preavviso: probabilmente, era troppo stanco. Questo almeno te lo ricordi?" mi chiede il mio migliore amico.

"Sì, questo sì. E poi abbiamo deciso di venire ad Hogwarts perchè qui c'è Silente, che è l'unico mago che Voldemort teme."

"Esatto. Ed eccoci qui, in infermeria. Bene, allora devi sapere che, da quello che ci ha raccontato, ieri è stata davvero una giornataccia per tuo fratello.

Verso le cinque di mattina è stato chiamato a Villa Malfoy insieme agli altri Mangiamorte da Voldemort...ha sentito bruciare il Marchio Nero." risponde Ramoso alla mia espressione interrogativa.

Annuisco: mi ero scordato di quel trucchetto.

"Una volta arrivati tutti, si è tenuta una riunione", continua James " per discutere di Lestrange, quello che non ti ha ucciso durante lo scontro a Diagon Alley. Voldemort lo ha cruciato e poi, mentre lo teneva sospeso a mezz'aria sopra al tavolo dove erano riuniti i presenti, gli ha chiesto come mai ti aveva risparmiato."

"Me lo sono chiesto anch'io!"

"Tuo fratello ci ha spiegato il perchè: se ti ricordi, aveva la stessa età di Regulus ed, essendo Serpeverde, erano in dormitorio insieme. Erano anche molto amici, tanto amici da spingere tuo fratello a raccontargli tutto quello che succedeva a casa vostra, compresa la tua fuga. A quanto pare, Sir, la notte che te ne sei andato, lui ci è rimasto davvero male perchè ha detto a Lestrange che gli mancavi tanto e che comunque non ti avrebbe mai potuto dimenticare...e non fare quella faccia, quante volte te l'avevo detto io!?"

Uno strano calore mi invade il petto, mentre annuisco piano, totalmente spiazzato: allora non mi odiava, stava solo fingendo...

"Ok, torniamo a noi. Quando Lestrange si è reso conto che eri tu ieri mattina a Diagon Alley, non se l'è sentita di ucciderti perchè sapeva che Regulus ti voleva ancora bene. Qualcuno di quei Mangiamorte ha pensato di portarlo al cospetto di Voldemort perchè fosse punito e, già che c'era l'occasione, hanno preso anche te."

"E poi? Cos'ha fatto a Lestrange?"

James ammutolisce e mi guarda, mentre un sorriso triste si fa strada sul suo volto. "È così difficile da immaginare?" sussurra appena.

"L'ha ucciso..." mormoro io.

"...davanti a tutti i presenti alla riunione, tuo fratello incluso, lasciando cadere il suo corpo a peso morto sul tavolo."

Un silenzio gelido sibila nell'infermeria: non ho parole.

Mio fratello era stato costretto a vedere il suo migliore amico morirgli davanti...è orribile, troppo orribile perchè sia vero...

James riprende piano. "Beh, diciamo che lì Regulus ha capito di aver sbagliato ad unirsi ai Mangiamorte per servire un uomo che uccide solo per divertimento. Ha detto che sorrideva, Sir. Dopo averlo ucciso, Lui ha guardato tuo fratello...sorridendo."

Ramoso si blocca di nuovo, guardandomi incredulo e forse pentendosi all'istante di avermelo detto: non devo sembrare un ritratto dela salute, anche perchè ho la strana sensazione di avere un macigno sui polmoni che mi impedisce di respirare.

James mi appoggia una mano sulla spalla e io gli faccio cenno di continuare.

"Regulus ci ha detto di essersene andato e di essere venuto a casa tua. Anche io e Remus eravamo lì, perchè non sapevamo cosa fare e sospettavamo che qualcuno dei Mangiamorte ci sarebbe andato. Appena è arrivato io sono andato alla porta e...beh, Sir devi capirmi, io...ehm...io...io l'ho steso." sussurra alla fine James passandosi una mano nel vespaio che ha in testa.

Sbarro gli occhi per la sorpresa.

"Non avevo idea che avesse disertato!" esclama, torturandosi le mani.

"James, sei un pericolo pubblico!" gli rispondo ancora scioccato, mentre un sorriso involontario si apre sul mio volto.

"Grazie Sir, mi sei mancato tanto anche tu. Comunque, l'ho steso e si è ripreso dopo una decina di minuti, non così tanto! Alla fine, era solo uno schiantesimo! Gli abbiamo chiesto che ci faceva lì e mi ha risposto che stava cercando un rospo di nome Carl, giusto per farmi saltare i nervi. A proposito, ringrazia Remus se non l'ho strangolato in quel momento...ma si può sapere che Merlino hai da ridere?!"

James interrompe il suo racconto e mi guarda con un'espressione a metà tra il furioso e il divertito che, diciamocelo, non è poi così convincente. Io non contribuisco a far sembrare la scena meno ridicola: sto tentando con tutto me stesso di non scoppiargli a ridere in faccia, purtroppo producendo una smorfia piuttosto assurda che mi tradisce subito.

"Tu...lui...Carl..." provo a scusarmi...ma non ce la faccio e comincio a ridere come un idiota, buttandomi sul letto.

"Wow, Felpato, sono felice di vedere che sette anni di istruzione magica ti hanno reso capace di formare frasi di senso compiuto." commenta Ramoso fingendosi offeso, mentre un comincia a ridacchiare anche lui.

Poi non resiste più, prende a farmi il solletico e si lancia sul letto, abbandonando ogni pietà nei confronti del povero convalescente che c'è steso sopra.

Nobel per la delicatezza, Ramoso, te lo sei meritato!

"Jam...basta... ti prego...Ramoso..." tento di fermarlo tra una risata e l'altra, senza successo.

A quanto pare, quel gran cornuto del mio migliore amico ha voglia di scherzare...bene, adesso gli faccio io uno scherzetto...

"Jam...ahia!" gemo con voce improvvisamente tremante, mentre mi porto una mano al fianco.

James si blocca subito e il sorriso sul suo volto si spegne in un attimo.

"Sir! Sir, ti ho fatto male?!" la voce spaventata, appoggia anche lui una mano sul mio fianco, mentre il suo respiro accelera.

Emetto un altro gemito e ghiudo gli occhi.

"Sirius...scusa, fratello non volevo, davvero..." sussurra lui in preda al panico.

E in quel momento scoppio di nuovo a ridere, mentre vengo colpito da una potente cuscinata che mi sono giustamente meritato.

Mi metto a sedere sul letto, un ghigno malandrino in faccia.

"Cretino..." sibila James, lanciandomi il cuscino, anche se è visibilmente sollevato.

"E poi?" lo incoraggio.

"E poi Remus gli ha chiesto, più gentilmente, perchè era lì." riprende il racconto "Lui gli ha risposto che doveva parlarti e, per essere sicuri che non ci mentisse, Rem gli ha fatto fare colazione, aggiungendo del Veritaserum nel succo di zucca."

"Non l'ha presa bene, vero?"

"No, ma ormai non poteva più mentirci, così gli abbiamo chiesto di nuovo per quale motivo era venuto e ci ha raccontato dell'assassinio di Lestrange. La cosa strana era che non aveva idea che ti avessero rapito, gliel'abbiamo detto noi. Non lo sapeva."

"Strano..."

"Già. Comunque, gli abbiamo raccontato dello scontro e si è subito offerto di provare a scoprire dov'eri. L'abbiamo fermato e abbiamo deciso di chiamare gli altri e di architettare un piano meno avventato e soprattutto di farlo all'insaputa di Moody."

James si blocca ed io, mentre realizzo quanto sia assurda la cosa, tento di esplicitare il mio stupore. A quanto pare, la mia espressione l'ha già fatto per me.

"Non guardarmi così, Felpato! Non potevamo dirglielo, altrimenti avrebbe interrogato Regulus per minimo due settimane: noi non potevamo permetterci di perdere tempo, eri in pericolo!"

"E Moody che vi ha detto quando ha scoperto tutto?"

"Ti dico solo che ha cominciato la ramanzina verso mezzanotte e l'ha finita alle tre." ribatte sconsolato.

"Ma vi ha puniti? Non può farlo! Volevate solo salvarmi!"

"No, non ci ha puniti. Ci ha detto che siamo stati degli irresponsabili, che potevamo farci uccidere e ha minacciato di buttarci fuori dall'Ufficio Auror se lo facciamo un'altra volta, ma alla fine, anche secondo lui, l'azione non era niente male. È perfino arrivato a dirci che servono persone come noi, ci ha definiti "menti astute in questo mondo di vermi", testuali parole." ridacchia.

"Davvero poetico..."

"Lasciamo stare...Comunque, ti dicevo, abbiamo chiamato Lily, Alice, Franck, Emmeline e Mary che è arrivata con un bigliettino da parte di tua cugina Andromeda. L'aveva ricevuto da Narcissa e c'era scritto che eri a casa tua e che c'erano Dissennatori e Mangiamorte all'ingresso delle prigioni."

"Narcissa ha fatto la spia??"

"Sì, pare che tuo fratello fosse in buoni rapporti con lei."

"Beh, sì, è vero, loro andavano piuttosto d'accordo, ora che ci penso..."

"Allora abbiamo elaborato il piano che, come ormai avrai capito, consisteva nell'addormentare i tuoi con del sonnifero nella grappa, prendergli la chiave, superare Mangiamorte e Dissennatori e uscire per l'altro passaggio."

"Per curiosità, di chi è stata l'idea del sonnifero?"

"So che sembra davvero assurdo, ma è stata di Regulus! Si vede che è tuo fratello!" esclama James.

Sbarro gli occhi di nuovo: quel ragazzo mi stupisce di più ogni minuto che passa!

"Cosa?!" chiedo. "L'angioletto di casa che da un sonnifero a mio padre?!"

"Già, è stato geniale..." comincia James tutto allegro, ma il suo volto si oscura subito dopo. "Sai, non l'ha presa molto bene quando ha scoperto che erano i vostri genitori a tenerti prigioniero...era a dir poco furioso."

Senza che nemmeno me ne accorga, sorrido lievemente, e James capisce al volo il perchè.

"Noi eravamo divisi in due gruppi e abbiamo cominciato a dare battaglia ai Mangiamorte. Ad un certo punto è arrivato tuo fratello ed è riuscito a stenderne quattro facendo finta di stare ancora dalla loro parte, ma, poco dopo, Bellatrix se n'è accorta."

"Tra tutti i Mangiamorte che c'erano lì, Bellatrix l'ha visto?!"

"Sì, sembra assurdo, vero? Comunque se n'è accorta, l'ha schiantato contro il muro e l'ha...ehm...cruciato."

Tutt'un tratto mi sento svenire.
"Cruciato?" sussurro sconvolto, mentre la temperatura dell'infermeria scende di dieci gradi buoni.

"Sì..." mi risponde piano James. Mi studia per un attimo per valutare la mia reazione, ma poi lo incito a proseguire. "Io e Remus ci siamo fiondati lì e l'abbiamo fermata, ma era già quasi svenuto. L'ho rimesso in piedi con qualche incantesimo, però...insomma, l'ha racchettato per bene..."

Annuisco piano, dando un altro morso alla mia cioccolata per tirarmi su e Ramoso riprende.

"Era quasi riuscito ad arrivare alla porta dei sotterranei, quando l'unico Mangiamorte che non si era tolto la maschera mi ha centrato in pieno con uno schiantesimo. Tranquillo, sto bene..." mi rassicura, vedendo la mia espressione preoccupata. "Regulus l'ha disarmato e schiantato appena in tempo, ma...gli è volata via la maschera: era Rodolphus Lestrange, il fratello di Rabastan."

Il pezzo di cioccolata che ho in bocca mi va di traverso.

"C-Cosa?" tossisco.

"Già, da non crederci. Sembrava che...cosa c'è, Sir?"

James si blocca, vedendo che ho spalancato gli occhi in un lampo di comprensione, trattenendo il respiro.

Mi è appena tornato in mente un ricordo, quello che credevo fosse solo un'allucinazione dovuta ai Dissennatori...

"Jamie, per caso, Regulus ha detto qualcosa a Lestrange? Qualcosa riguardo...all'essere fratelli?" chiedo sottovoce, quasi avessi paura che mi rispondesse di no. Perchè, se mio fratello ha davvero detto quelle cose, allora...

"L'hai sentito?" s'illumina James.

"Sì, sì, ho...ho sentito tutto..." sussurro, fissando le lenzuola con le lacrime agli occhi.

Sento la mano di Ramoso sulla mia spalla e, guardandolo, sorrido senza rendermene conto. Mi ritrovo tra le braccia di James, a singhiozzare come un bambino, felice come sono stato poche volte.

"Mi vuole ancora bene, Jamie..." riesco a singhiozzare.

"Certo che ti vuole bene, è tuo fratello!" mi risponde, come se fosse la cosa più ovvia.

E capisco che ha ragione, perchè neanche io l'ho mai odiato veramente. Quello che ho sempre provato era tristezza, rimpianto per non averlo salvato, per non averlo protetto come avrei dovuto, ma mai odio...

 

Il ricordo scompare, mentre accarezzo la mano di Reg, sempre stretta alla mia.

Ho le lacrime agli occhi e il cuore che batte a mille, così prendo il collare che mi hanno regalato James e Remus e me lo metto al collo, trasformandomi in Felpato per calmarmi un po'. Ho bisogno di calmarmi, di pensare a mente fredda, così divento un cane nero e salgo sul letto, acciambellandomi contro il fianco di mio fratello.

Mi rilasso un po' alla volta e, quando il mio respiro torna regolare, decido di rimanere sotto forma di cane e di vegliare su Regulus finchè non si sveglia. Rimango lì così per ore, ad ascoltare il suo respiro regolare, finchè il primo sole novembrino sbuca all'orizzonte.

"Ti prego, svegliati. Svegliati, Reg, mi manchi tanto..." sussurro, pregando che mi senta davvero.

Come in risposta alla mia preghiera, lo sento agitarsi un po' sul letto, per poi aprire gli occhi.

Quella sensazione di calore nel petto si fa sentire di nuovo e mi alzo di scatto, posandogli il naso bagnato sul palmo della mano.

Apre un po' la bocca. "Sirius..." esala piano.

"Sono qui! Sono qui, Reg." penso, alzandomi e dandogli una leccatina sulla guancia.

Si sveglia del tutto e si mette a sedere sul letto, per poi dedicarmi un'espressione stupita.

Mi rendo improvvisamente conto di essere ancora un cane, ma non posso trasformarmi davanti a lui, così mi siedo anche io e lo guardo, in attesa.

"Ciao." sussurra, squadrandomi.

Gli rispondo con un piccolo mugolio e poi gli do un'altra leccatina.

Lui sbarra gli occhi e poi ridacchia. "E tu chi saresti?"

Alzo un po' la testa, mostrandogli il collare e la medaglietta con il mio soprannome inciso sopra.

Reg la prende e legge "Felpato, eh? E da dove sbuchi fuori tu?"

Detto ciò, comincia a grattarmi dietro le orecchie e lungo il collo, cosa che, lo ammetto, mi piace da morire! Produco una serie di versi di consenso, mentre mio fratello ride della mia faccia felice.

"Ti piace?" mi chiede ridacchiando.

Rispondo con qualche leccatina più che esaustiva, per poi lasciarmi cadere addosso a lui: se c'è una cosa che mi manda in estasi, sono le grattatine!!

Rimaniamo lì così, io tranquillamente sdraiato sul suo petto, lui che mi coccola ridendo: era da tantissimo tempo che non stavo così vicino a mio fratello e, lo ammetto, mi è mancato da morire. Poi, però, l'incantesimo finisce e Reg si blocca.

"Un momento, che ci facciamo ad Hogwarts?" chiede, rendendosi conto che questa è l'infermeria.

Io mi alzo piano e lo guardo, indeciso se trasformarmi o rimanere Felpato. Opto per la seconda e indico col muso un plicco di fogli appoggiato sul comodino di fianco al letto. Lui lo prende e legge: è il resoconto che ha fatto Madama Chips sulle sue condizioni di salute.

"Breve coma?!" esclama all'improvviso.

Io mi avvicino un po' e gli appoggio il muso sul collo per rassicurarlo.

"Aspetta, ma oggi che giorno è?" chiede, sporgendosi per guardare il calendario dove l'infermiera segna con una sbarretta i giorni passati.

"Il 17 novembre?! Ho dormito più di ventiquattr'ore?" si rivolge a me.

Io annuisco e mi accoccolo di nuovo sul suo petto: sì, le ventiquattr'ore peggiori della mia vita.

Regulus ricomincia ad accarezzarmi, per poi bloccarsi di nuovo.

"Sirius!" sussurra, quasi spaventato.

Mi alzo di scatto, sentandomi chiamato in causa, per poi ricordarmi che lui non sa che sono io.

"Oh no, se n'è andato. È già andato via..." sussurra afflitto, guardando il mio letto vuoto e afferrando la mia cartella medica.

"Beh, almeno si è ripreso in fretta..." dice piano, dando un'occhiata ai fogli e riappoggiandoli sul comodino, per poi spostare lo sguardo su di me.

"Tu l'hai visto, vero?" mi chiede "Se se n'è già andato, allora non voleva vedermi." mormora, ranicchiandosi con le ginocchia contro il petto.

"No! No, sono qui, sono io! Non me ne sono andato!" penso.

Sto per ritrasformarmi in umano quando Reg parla di nuovo, ma questa volta ha la voce incrinata.

"E come biasimarlo, mi odierei anch'io! Che stupido! Ho sperato che salvandolo si sarebbe sistemato tutto...dopo anni che lo tratto male ho pensato che bastasse una notte! Sono stato così..."

L'ultima parola si perde tra i singhiozzi, mentre cela la testa tra le gambe.

Un momento, ma io non lo odio, non potrei mai, non dopo tutto quello che ha fatto per salvarmi. Perchè pensa che lo odi?!

Mi avvicino e cerco il suo viso: lo trovo rigato dalle lacrime. Mi accoccolo contro di lui e lascio che si sfoghi, mentre mi abbraccia e piange contro la mia spalla: devo capire perchè pensa che io lo odi.

Dopo qualche minuto riesce a biascicare qualcosa.

"I-Io non volevo t-trattarlo così! Non volevo, ma ho dovuto! La notte che se n'è andato gli ho detto che ero felice, che lo detestavo, che non vedevo l'ora che varcasse quella soglia..."

È vero, mi ha detto questo ed altro...e mi ha fatto più male di cento Maledizioni Cruciatus. Mi ha ferito, quella notte. Non me ne andavo da quella casa solo perchè pensavo di importare ancora a qualcuno, ma, dopo quelle parole, ho fatto lo zaino e sono scappato via, spinto dal dolore, ho corso più lontano che potevo, lontano da lui. Dopo ore che correvo sotto la pioggia, mi sono fermato sotto un lampione e ho pianto fino all'alba.

"N-Non pensavo nulla di ciò che ho detto..." sussurra Regulus.

Mi blocco, riemergendo dai miei pensieri e sento le lacrime di felicità premere ai miei occhi: se non pensava nulla di ciò che mi ha detto...

Mi stacco dall'abbraccio per guardarlo in volto, mentre lui si asciuga le guance con due manate veloci.

"Lo so." annuisce guardandomi. "Lo so, sono stato un cretino e sono il primo ad ammetterlo, ma non so come dirglielo. Io...ho paura che non serva a niente, che alla fine del discorso mi dica che non ha intenzione di perdonarmi e che mi odierà per sempre. Io...io non riuscirei a sopportarlo...non posso..."

La voce gli si affievolisce e qualche altra lacrima gli riga di nuovo il volto. Mi spingo più vicino e gli regalo una leccatina per consolarlo: perchè è così convinto che io lo odi?!

Lui mi sorride "È facile parlare con te." mi dice, mentre riprende a coccolarmi. "Vorrei che fosse così facile anche con Sir. Una volta lo era, sai? Qualsiasi cosa succedesse, potevo sempre andare da lui e raccontargliela. Ci mettevamo sul suo letto e lui mi coccolava e mi spiegava quello che non capivo...era il fratellone migliore che potessi desiderare. E sono riuscito a perderlo." sussurra, gli occhi ancora lucidi.

"No, non è vero, non mi hai perso Reg!" penso, esasperato.

"Ma non è stata solo colpa mia." sibila subito dopo. La sua voce è diventata affilata come un coltello e nei suoi occhi c'è disprezzo allo stato puro.

"La colpa è anche di San Potter, il suo migliore amico...da quando l'ha conosciuto, Sir si è dimenticato di me."

Sbarro gli occhi e lo guardo meglio: non può pensare davvero che...

"Era suo degno compare, lo ammetto. Anche lui bravo a scuola, anche lui strafottente e anche lui con la passione per gli scherzi: praticamente perfetto! Sono finiti in punizione insieme non so quante volte! Hanno fatto tanti di quegli scherzi...ci credo che preferisse lui a me."

Regulus sposta gli occhi su di me e, dalla sua espressione, devo fargli proprio pena. A quanto pare, la mia faccia deve esprimere tutto quello che penso, e sto pensando davvero tante cose.

Crede davvero che preferisca James a lui? Pensa che lo abbia rimpiazzato con James e che mi sia dimenticato di avere un fratello?

"Non è possibile, ma dove l'hai messa l'astuzia dei Serpeverde!? L'hai lanciata fuori dalla finestra?!" penso esasperato.

Io non l'ho trascurato, non mi sono mai dimenticato di lui...o forse sì. Beh, magari non dimenticato, ma tralasciato...

"Non puoi negarlo, Sirius. Durante le vacanze del primo anno ti sei praticamente sempre chiuso in camera a parlare con James con lo specchietto!!" mi sussurra una vocina malefica nella mia testa, vocina che, stranamente, ha la stessa, odiosa tonalità di quella di Remus-versione-prefetto-perfetto!

Mi sento un verme: è vero, l'ho trascurato, l'ho fatto soffrire senza neanche accorgermene...

"Non fare quella faccia lì" sbotta Regulus ad un certo punto, costringendosi a sorridere. "Era solo un mio momento nero, tra un po' mi passa...vorrei solo riuscire a dirgli tutto questo. Magari capirebbe..."

"Oh, sì che capisco!" penso, mentre decido che è ora di tornare umano.

Così salto giù dal letto, mi ritrasformo e mi ci siedo sopra, piantando gli occhi in quelli esterrefatti di mio fratello.

"Ciao, Reg! Lo sai che sono un Animagus?" cinguetto felice.

Dalla faccia di mio fratello, l'idea non gli aveva neanche lontanamente sfiorato l'anticamera del cervello.

"N-No..." miagola, la voce un tantino spaventata.

Ridacchio e gli prendo una mano tra le mie. "Non mi hai perso Reg, io ti voglio bene. È vero, la notte che sono scappato...quello che mi hai detto mi ha fatto male, lo ammetto, ma non lo pensi davvero, giusto?" gli chiedo.

Lui scuote la testa, ancora incredulo.

"Non potrei mai odiarti e non l'ho mai fatto! E poi ti sei fatto quasi uccidere per provare a salvarmi, come potrei odiarti?!"

Lui non risponde, si limita a fissarmi, ranicchiato dietro le ginocchia.

"Reg, io non preferisco James a te." continuo, accarezzandogli una guancia. "È quello che ti avevo provato a spiegare sul treno al tuo primo anno: voi due siete diversi. Siete due persone diverse e quindi provo sentimenti diversi per ognuno di voi. James è alla pari di un fratello per me, questo sì, ma non vuol dire che sia in grado di sostituirti. Tu sei il mio fratellino, quello che si ranicchiava nel mio letto durante i temporali, quello a cui leggevo le favole, quello a cui prendevo i biscotti dal ripiano più alto perchè non ci arrivavi...James non potrebbe mai prendere il tuo posto."

"Davvero?" sussurra Regulus.

"Davvero." lo rassicuro io. "Ammetto che ti ho un po' trascurato quando sono tornato a casa per Natale al primo anno, ma ti giuro che non l'ho fatto di proposito. Ero solo troppo esaltato all'idea di avere qualcun altro di cui potermi fidare, con cui condividere qualcosa. Non avrei mai pensato che saremmo arrivati a questo."

Mi accorgo di aver spostato gli occhi sulle lenzuola del letto mentre mi perdevo tra i miei pensieri, ma ora li riporto in quelli di mio fratello.

"N-Nemmeno i-io." singhiozza in risposta.

Vedo solo ora che sta piangendo di nuovo e mi si stringe il cuore: lo sto facendo soffrire tantissimo...

"No, no, non piangere. Reg, va tutto bene...vieni qui." gli concedo alla fine, mentre si lancia tra le mie braccia singhiozzando.

"M-Mi dispiace t-tanto, S-Sir..." dice tra un singhiozzo e l'altro.

"Non importa, Reg va tutto bene..."

Per quanto tenti di rassicurarlo, continua a versare lacrime, così comincio a cullarlo piano, accarezzandogli i capelli come da bambini.

Dopo un po' si calma e si accoccola meglio contro il mio petto, senza mollare la presa sulla mia felpa, come se avesse paura che me ne andassi. Rimaniamo così, in silenzio, semplicemente abbracciati per non so quanto tempo...so solo che era da tanto che desideravo stringerlo di nuovo, sentire il suo profumo, i suoi capelli neri così simili ai miei...era da tanto che rivolevo il mio Reg.

Poi lo sento muoversi e lascio che si sciolga dall'abbraccio, mentre punta gli occhi ancora lucidi nei miei...quegli occhi, gli stessi che ho io, lo stesso grigio, lo stesso freddo che sa diventare così caldo...

"Sirius, scusami. Ti prego, mi dispiace tantissimo, sono stato un cretino, scusa. Mi sono fidato di quattro sconosciuti e non del mio fratellone, ho sbagliato, mi dispiace..." comincia, la voce che si affievolisce sempre di più.

Gli prendo il volto tra le mani quando vedo che sta per piangere di nuovo e gli porto un ciuffo corvino dietro l'orecchio.

"A-Allora n-non sei a-arrabbiato con m-me?" sussurra, quasi avesse paura della risposta.

Sorrido dolcemente e scuoto la testa. "No, non più. Non dopo tutto quello che hai passato per salvarmi, fratellino."

Riesco a vedere i suoi occhi illuminarsi al suono di quella parola che non sentiva da tempo, prima che si lanci di nuovo verso di me, sedendosi sulle mie gambe e appoggiandosi al mio petto, come quando eravamo piccoli.

"Sai Reg, sei più pesante di una volta..." constato.

Lui ride e solo ora mi rendo conto che era da una vita che non lo sentivo ridere, che non lo vedevo così felice...e in un attimo comincio a fargli il solletico. Lo stendo sul letto e continuo a farlo ridere, perchè quella risata mi è mancata troppo e ora la voglio risentire, anche se questo significa far diventare mio fratello rosso come una ciliegia!

Insomma, me lo deve!

Gli lascio riprendere fiato qualche secondo, ma lui ne approfitta e si alza di scatto, incrocia le braccia dietro il mio collo e si ributta sul letto, trascinandomi con lui.

"Ah, te la ricordi questa mossa!" riesco ad esalare, mentre affondo la faccia nel cuscino.

Lui allenta un po' la presa, così che possa permettere all'ossigeno di visitare di nuovo il mio corpo.

"Sì, direi di sì!" ghigna soddisfatto, un ghigno pericolosamente simile al mio. "Adesso posso batterti, Sir, devi stare attento!"

Sorrido, ricordando come non riuscisse mai a stendermi quando eravamo bambini.

"Oh, Merlino! Come farò ora?" la voce teatrale e gli occhi inchiodati nei suoi.

Mi prende di nuovo da dietro il collo, ma, questa volta, è per abbracciarmi.

Lo stringo meglio che posso, visto che siamo ancora distesi sul letto, e poi lo bacio piano sulla fronte.

Lo guardo meglio e vedo che ha di nuovo gli occhi umidi, come me.

Gli accarezzo una guancia.

"Dimmi che non te ne andrai mai più, Sir." sussurra. La sua voce trema e la sua mano stringe la mia.

"Mai più." giuro, incrociando le dita con le sue. "È una promessa."

Mi siedo sul letto lasciandogli fare lo stesso e poi mi ricordo di un paio di cose che volevo dirgli...

"Sai Reg, se urli qualcosa vicino alla porta dei sotterranei, quella cosa rimbomba per tutte le segrete." dico criptico, lasciando che ci arrivi da solo.

Lo vedo avvampare all'improvviso. "Hai sentito quello che ho detto a Rodolphus?" miagola, ammirando l'interessantissimo mazzo di fiori che c'è sul mio comodino.

"Già, credo che anche i Babbani del numero 24 l'abbiano sentito..." ridacchio.

"Io prendo le tue difese e tu mi ringrazi così?!" esclama lui, fingendosi offeso.

"Assolutamente no! Vorrei solo che mi ripetessi in che Casa voleva smistarti il Cappello Parlante!" rincaro la dose.

Lo vedo arrossire di nuovo. "Grifondoro." sussurra.

"Reg, sono fiero di te." gli dico prima di prendergli la mano.

"Anche se ho chiesto al Cappello di mettermi in un'altra Casa?"

"Diciamo che sono fiero di quello che hai fatto nelle untime trentasei ore." preciso ridacchiando.

Sorride anche lui, prima di rabbuiarsi.

"E adesso? Che cosa succederà? Lui mi darà la caccia..."

"...e io gli impedirò di prenderti, fosse l'ultima cosa che faccio. Non sei più da solo, Reg." gli dico, guardandolo negli occhi.

"Lo so." sussurra prima di abbandonarsi di nuovo tra le mie braccia.

"Ti voglio bene, fratellone."

"Ti voglio bene, fratellino."

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice...

Ta daaaaaa!!!!

E, finalmente, ce l'ho fatta! Mi dispiace per averci messo così tanto col capitolo finale, ma ogni volta che lo finivo non mi piaceva e l'ho riscritto tante, tante, tante volte...

Comunque, sì, questa è la fine della storia. Spero vi sia piaciuta e vi invito a recensire per farmi saprere cosa ne pensate di quest'ultimo capitolo che è stato un'odissea!

Ero indecisa sul finale, ma alla fine ho optato per la scena dolce...

La maggior parte del capitolo è narrato dal punto di vista di Sirius, tranne l'inizio, narrato invece da Regulus (spero si capisca). So che negli altri non era così, ma qui dovevo parlare del suo risveglio e poi mi è venuta l'idea di Felpato e non potevo non metterla!!

So che è a dir poco chilometrico e non riesco a credere di aver scritto tutto io...

Un'altra parte che non mi convince è quella in cui James racconta tutto a Sirius. So che per voi magari è noiosa perchè sapete già cos'è successo nella storia, ma l'ho messa perchè anche loro sono "fratelli", non volevo che in tutta la storia non ci fosse neanche un momento dedicato solo a loro due.

Sono totalmente innamorata della parte in cui Regulus parla a Felpato: mi è venuta in mente mentre confidavo al mio cane quanto ero disperata perchè non mi veniva nessuna idea che mi piacesse!

Sì, i cani sono davvero i nostri migliori amici!

E con questa perla di saggezza chiudo anche l'ultima nota!

Non so quando scriverò di nuovo perchè giovedì comincio la prima superiore e con il mio masochismo acuto mi ritufferò sui libri peggio della Pellegrini, ma troverò il modo di aggiornare, presto o tardi. Non perdete la speranza!!:)

Ringrazio tutti quelli che hanno seguito/preferito/ricordato e recensito la storia!

Ciao!!:)

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