Love the way you lie.

di mitchie Justice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Prologo. ***
Capitolo 2: *** 2. Una luce in fondo al tunnel. ***
Capitolo 3: *** 3. Era il mio angelo custode. ***
Capitolo 4: *** 4. Liam. ***
Capitolo 5: *** 5. Zerrie? No more. ***
Capitolo 6: *** 6. Scommettiamo che...? ***



Capitolo 1
*** 1. Prologo. ***




*per il banner rimedieremo nel prossimo capitolo*

Capitolo 1. Prologo.

Scesi le scale saltando i gradini a due a due, rischiando di rotolare al piano di sotto, e di saltare il primo giorno di scuola. Certo, non che me ne importasse più di tanto, ma… Il flusso dei miei pensieri venne interrotto dal borbottio di mio padre, ubriaco come al solito.
Ubriaco alle sette del mattino, evviva.
Sbuffai, posando la borsa sull’ultimo gradino. “Louis!”, urlai, svegliando probabilmente mezza Londra. Sbuffai di nuovo, non ottenendo risposta, e prendendo al volo mio padre prima che stramazzasse al suolo, ricoperto dal suo vomito. “Louis William Tomlinson, vieni a darmi una mano o no?”, urlai a mio fratello, vedendolo scendere le scale il più lentamente possibile.
Che cazzo è successo?”, mi chiese accorgendosi finalmente di nostro padre.
Gli lanciai un’occhiata omicida. Adoravo il mio gemello, sul serio, ma a volte, quando se ne usciva con le sue domande da idiota, avrei potuto sbattergli la testa contro il muro da quanto mi dava sui nervi. “Mi sembra ovvio, no?”, borbottai mentre mi aiutava a far sdraiare nostro padre sul divano.
Casa nuova, vita nuova, ma lui continua a bere… iniziamo bene l’anno, carotina?”. Risi, dandogli una spinta. Odiavo profondamente quando mi chiamava in quel modo, davvero. “Oh, andiamo Emilyn!”, mi disse dopo un attimo notando com’ero vestita, mentre uscivamo di casa.
Che c’è?”, gli chiesi inarcando un sopracciglio.
Avevo un normalissimo paio di jeans e una felpa blu col cappuccio. Stavo comoda, dove stava il problema? E poi, cosa gliene fregava a lui? La vita era la mia, no? Per quanto mi riguardava potevo anche andare in giro nuda… okay, magari anche no.
Sembri un maschio”, mi fece notare sorridendo sotto i baffi.
Gli diedi un pugno su una spalla, odiavo quando mi prendeva in giro per come mi vestivo. Per come mi coprivo, a dire il vero. Odiavo anche il mio corpo, oltre ai commenti cretini di mio fratello.
Odiavo il mio corpo.
Soprattutto dopo la morte di nostra madre. Lei era l’unica persona che riusciva a dirmi che fossi bellissima senza farmi vomitare. In modo che ci credessi, insomma. E quando lei era morta, prima dell’estate e ci eravamo dovuti trasferire a Londra…
Era come se io fossi caduta nel baratro. Louis continuava a sorridere come se non gli importasse, era sempre stato bravo in questo. Ma io non riuscivo a fingere, non riuscivo a mentire. Perché nonostante i miei diciotto anni, avevo bisogno di mia madre.
O almeno di un padre che non si ubriacasse per dimenticare, magari.
Chiedevo troppo, mi sa.
Non mi accorsi nemmeno che Louis parcheggiava davanti a scuola. Ero persa nei miei pensieri, come al solito. Non volevo nemmeno iscrivermi, a pensarci bene, ma mio padre aveva insistito. In uno dei suoi rari momenti di lucidità.
Volevo solo finire il liceo e iscrivermi in qualche università decente. Bastava che potessi cantare, dipingere o recitare. Possibilmente tutte e tre le cose, ma mi sarei accontentata anche solo di una delle tre, in mancava d’altro.
Scesi dall’auto, al gesto di mio fratello. Si mise gli occhiali da sole e si sistemò i capelli, facendomi quasi scoppiare a ridere. A volte mi chiedevo come potessimo essere fratelli. Gemelli addirittura. Lui era bello, bello davvero. Castano e quei meravigliosi occhi azzurri, in cui chiunque sarebbe potuto affogare. Era magro, appena muscoloso.
Un bellissimo ragazzo. Ma era mio fratello, forse ero di parte.
Io invece… beh, ero una ragazza normale. Castana scura e con dei normalissimi occhi castani. No, non cioccolato o nocciola. Il marrone più insignificante del pianeta. E oltre agli occhi anche il mio fisico era insignificante… adoravo chiudermi in me stessa, nella mia stanza. E cantare, o dipingere.
Migliori amiche? Oddio, non sia mai che qualcuno si avvicini a una come me!
Ma il flusso vorticante dei miei pensieri venne interrotto da una spallata, forte, che quasi mi fece cadere a terra. Ma per fortuna mio fratello mi prese al volo, imprecando. “Attenta dove vai, sfigata”, mi disse la ragazza che era praticamente venuta addosso.
Aggrottai la fronte, fermando Louis, che aveva l’aria di uno che l’avrebbe presa volentieri a schiaffi. “Lascia perdere, Lou”, mormorai stringendogli una mano scuotendo la testa, per poi guardare la Barbie che mi era venuta addosso ridere con le sue amiche.
Altre tre oche, stupide almeno quanto lei.
Sbuffai, entrando a scuola. Sapevo che sarebbe stato l’inferno, ma speravo almeno di riuscire a iniziare senza venire messa al tappeto da una Barbie. “Ci vediamo in mensa, carotina?”, mi chiese Louis sulla soglia dell’aula di chimica. Io avevo letteratura inglese tutta la mattina, così annuii, lasciandogli un bacio su una guancia e regalandogli un sorriso.
Passai la mattinata a cercare di ascoltare, ma le due ragazze dietro di me che mi ridevano praticamente nelle orecchie non aiutavano. Chiusi gli occhi, borbottavano senza sosta dall’inizio della lezione, ma al ragazzo accanto a me non sembravano dare fastidio.
Continuava a prendere appunti come niente fosse.
Ignorale”, mi sussurrò lanciandomi un sorriso, che senza volerlo ricambiai. Insomma, sarò anche stata una sfigata agli occhi di tutti, ma potevo guardarlo, no? E guardandolo con la coda dell’occhio mi accorsi di quanto fosse… bello. Sul serio. “Ah, io sono Zayn, comunque”, aggiunse dopo un attimo porgendomi una mano, sotto al banco.
La strinsi con un mezzo sorriso. “Emilyn, piacere”.
Perrie, piantala di ridere come un’oca”, disse poi voltandosi. E voltandomi anch’io vidi la stessa ragazza che mi aveva presa a spallate quella mattina, prima di entrare.
Malik, ora te la fai con le sfigate?”, gli chiese lei, squadrandomi con un sorriso… un sorriso da stronza. Non saprei come altro classificarlo. “Eri meglio quando stavamo insieme”, la sentii sospirare mentre tornavo a guardare il mio libro, cercando di ascoltare.
Ma non riuscii a trattenermi. “Almeno io non vado in giro vestita come una spogliarellista”, borbottai, facendo ridere Zayn. Ma non feci in tempo a pensare altro che sentii qualcosa di freddo colare lungo la schiena, all’interno della felpa.
Sgranai gli occhi, mentre tutta la classe scoppiava a ridere. Sì, tutti, anche il mio compagno di banco. Trattenni le lacrime, alzandomi. “Signorina, vada a darsi una sistemata”, mi concesse la professoressa. “E lei, Edwards… dal preside, immediatamente!”, aggiunse mentre uscivo in corridoio e mi dirigevo al bagno più vicino, entrando a scoppiando in lacrime, non riuscendo più a trattenermi.
E fortuna che dovevamo iniziare bene l’ultimo anno.



Ehilà belle donne c:
La storia era già stata pubblicata, ma la mia cara collega l'ha voluta cancellare :c
Si chiamava "Behind the storm", abbiamo cambiato titolo...
E, come ho scritto in alto, per il banner rimedieremo...
Cooomunque, fateci sapere che ne pensate, mi raccomando c:
Alla prossima bellezze, xx.

mitchie Justice e fedee_missmalik

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Capitolo 2
*** 2. Una luce in fondo al tunnel. ***



*ancora niente banner, perdonatemi c:*

Capitolo 2. Una luce in fondo al tunnel.

Cercai di darmi una calmata, davanti al lavandino. E, senza guardarmi allo specchio, mi tolsi la felpa. Ormai da buttare, visto che puzzava di succo all’albicocca da far schifo. Sbuffai, accorgendomi che anche la canottiera era bagnata.
Stavo per toglierla e cercare di darle un senso sotto l’acqua, quando si aprì la porta del bagno, facendomi sobbalzare. Ne entrò una donna sui trent’anni, capelli corti e rosso fuoco. Occhi azzurri.
Stai bene, piccola? Ti ho sentita piangere…”. Allora evidentemente si accorse in che stato fossi e mi prese per mano. “Vieni con me”, mi disse rivolgendomi un sorriso. Ricambiai, più o meno, e la seguii, non sapendo che altro fare. “E’ stata Perrie, immagino…”.
Annuii, accorgendomi di avere anche i capelli bagnati, solo le punte per fortuna, ma erano bagnati. “Giuro che non le ho fatto niente… e poi, nemmeno fossimo all’asilo”.
La donna rise, aprendomi la porta della segreteria e lasciandomi entrare. “Io sono Denise”, mi disse prendendo una canottiera e una felpa da un armadietto. Me le porse, allora non potei far altro se non sorridere. “Ah, e lascia perdere mia nipote…”.
Nipote?”, chiesi inarcando un sopracciglio.
Perrie, è la figlia di mia sorella. Ignorala”, specificò con un mezzo sorriso. “E se ti servisse qualsiasi cosa, mi trovi qui, okay?”, aggiunse mentre velocemente mi sfilavo la mia roba e mettevo i vestiti puliti.
Annuii, riuscendo in qualche modo a sorridere, e uscii da lì.
Nello stesso istante in cui suonava la campanella e tutti uscivano dalle loro classi. Mentre, voltandomi, vidi Perrie uscire sorridente dall’ufficio del preside, come se non fosse successo niente. Come se non mi avesse appena umiliata davanti alla classe.
Cercai di distogliere lo sguardo, senza troppo successo.
Insomma, oggettivamente era una bella ragazza. Biondo platino, non riuscivo a capire se fosse tinta o se quello fosse davvero il suo colore. Poi c’erano quei bellissimi occhi azzurro cielo. Era inutile negarlo, era proprio bella. Solo, magari si vestiva un po’ troppo poco. Affari suoi.
Stavo per voltarmi e andare per la mia strada, davvero. Ma vidi Perrie venire verso di me, con un sorriso da stronza sul suo volto perfetto. Mi trattenni dal farle una smorfia, soprattutto quando mi accorsi che praticamente tutti gli studenti in corridoio si erano fermati a guardarci.
Senti, sfigata”, mi disse con un sorriso falso. Morivo dalla voglia di alzare gli occhi al cielo, ma in qualche modo riuscii a trattenermi. “Sei l’ultima arrivata, e sinceramente non riesco nemmeno a capire se tu sia un maschio o una femmina…”.
Dove vuoi arrivare, Perrie?”, la interruppi inarcando un sopracciglio.
La vidi sgranare gli occhi, forse stupita dal fatto che la avessi interrotta. Metà dal corridoio stava trattenendo il fiato, cosa che mi fece sbuffare. “Non voglio problemi da una sfigata come te, okay? Quindi fammi questo favore e non parlare con nessuno, potresti infettarli con la tua sfigataggine”.
Sfigataggine? Mi morsi un labbro per non ridere.
Non sto scherzando, se ti becco a parlare con qualcuno, anche solo con gli altri sfigati, te la faccio pagare”, mi sussurrò avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Deglutii, mi aveva appena minacciata? Bene, Emilyn.
Sospirai e mi diressi al mio armadietto, aprendolo e prendendo i libri per la lezione del pomeriggio. Teatro. Almeno quello. Ed ero sicura che almeno lì Perrie non ci sarebbe stata. Era troppo oca perché le piacesse il teatro.
Stavo per voltarmi e andare in mensa, quando mi scontrai contro… “Zayn”, mormorai con una smorfia. “Scusa, devo andare in mensa, mio fratello mi aspetta…”.
Ehi, Emilyn, aspetta”. Mi prese per un polso prima che potessi allontanarmi. Ma delicatamente, senza farmi male. Quasi sorrisi. “Volevo scusarmi per il comportamento di Perrie, è una stronza a volte…”.
A volte?”, lo interruppi ridendo amaramente.
Lui inclinò la testa da un lato, sorridendo. “Mi dispiace di aver riso prima, sul serio. Vuoi che ti accompagni in mensa?”. Annuii appena e iniziai a camminare al suo fianco, notando che gli studenti si spostavano al suo passaggio e le ragazze sospiravano. Sorrisi appena, non potei farne a meno. “Che c’è?”.
Niente”, mentii cercando di non ridere. Gli vidi inarcare un sopracciglio. “E’ sempre così?”, gli chiesi alla fine. Zayn mi guardò, non capendo cosa intendessi. “Sospirano sempre al tuo passaggio?”, specificai sorridendo.
Lui rise, annuendo. “E oggi non è niente. Con la giacca di pelle e gli occhiali da sole è peggio, Emy”, mi disse mentre entravamo in mensa. “Ti siedi con me…”. Non fece in tempo a dire altro che Perrie gli fu addosso, posando le sue labbra su quelle di Zayn.
Quasi mi veniva da vomitare. E di certo mi era passata la fame.
Così girai i tacchi e uscii in giardino. Avevo bisogno d’aria.

~

LOUIS.
Mi sedetti in ultima fila. Insomma, filosofia poteva anche essere una delle mie materie preferite, ma… diciamo che non volevo dare troppo nell’occhio. Ripensai per un istante allo sguardo assente di mia sorella in macchina.
A come mi era sembrata triste.
Ma i miei pensieri vennero interrotti dal rumore di una sedia che veniva spostata, al mio fianco, allora mi voltai, vedendo un volto sorridente, contornato da un cespuglio di capelli ricci. E due occhi verde smeraldo che mi fissavano, curiosi. “Sei nuovo, vero?”.
Annuii appena, porgendogli una mano. “Louis, piacere”.
Harry”, ricambiò lui con un sorriso. “Detesto filosofia, non dovrei nemmeno frequentare quest’anno”. Sorrisi, chiedendogli con lo sguardo di continuare. “Mi hanno bocciato l’anno scorso… nell’ultimo compito ho scritto che Freud era un drogato innamorato di sua sorella”.
Risi, non potei farne a meno. “Quello innamorato della sorella era Nietzsche”, gli feci notare. “Ma Freud era un drogato, su questo non posso darti torto”, ammisi facendo spallucce. E facendolo ridere. “E si dice violentasse le sue pazienti…”, aggiunsi alzando gli occhi al cielo.
Harry rise. “Pranzi con noi finita questa tortura?”, mi chiese dopo un po’.
Noi?”.
Me, i miei amici e alcune delle Barbie”, mi spiegò sorridendo. Allora annuii, ricambiando il sorriso e provando a seguire la lezione. Ma ero distratto, il pensiero dell’espressione di Emilyn poco prima, mi faceva rivoltare le viscere. Era stata presa a spallate da una perfetta sconosciuta e mi aveva implorato di non farle niente.
L’avrei presa a pugni. Se non fosse stata una ragazza.
E continuai a pensarci fino all’ora di pranzo. Quando entrando in mensa non la rividi. Al tavolo degli amici di Harry. Seduta sulle ginocchia di un ragazzo con un accenno di barba e i capelli all’insù. Non la ricordavo tanto… bella, porca carota. Proprio un sacco bella.
Zayn, Liam, Niall, Perrie, Amy, Charlie e Jade”, me li indicò uno ad uno. “Ragazzi, lui è Louis, il ragazzo nuovo”. Fu in quell’istante che gli occhi di ghiaccio di Perrie furono nei miei, e quasi non mi sentii mancare.
La vidi mordersi il labbro, sorridendo. E in un secondo mi passò la fame.

~

Entrai nell’aula di teatro e mi sedetti in ultima fila. Sospettavo che Perrie avesse le sue spie anche lì e di certo non volevo che me la facesse pagare. Avrei fatto a meno, se possibile.
Mi sedetti e chiusi gli occhi, cercando di non pensare al fatto che avevo appena saltato il pranzo. Insomma, probabilmente non avrei mangiato comunque, vista la giornata di merda. Ma…
Il flusso dei miei pensieri venne interrotto dal rumore di una penna, che sbatteva sul mio banco. Aprii gli occhi, mio malgrado. Una ragazza mi guardava, con la testa inclinata da un lato e un mezzo sorriso sulle labbra.
Sai, sei decisamente il mio idolo, da oggi”, mi disse guardandomi con i suoi occhioni da cerbiatto. Mi mordicchiai un labbro per non ridere, nonostante tutto. E lei continuò il suo discorso, senza smettere per un istante di sorridermi. “Hai tenuto testa a Perald sono-figa-e-me-vanto Edwards”.
Risi appena, passandomi una mano tra i capelli. “Emilyn, piacere”.
Oh, io sono Eleonor, ti ho già detto che ti adoro? Sono vittima di bullismo della strega e delle sue amiche cretine da cinque anni”, ammise sedendosi al mio fianco, totalmente girata verso di me.
Mi dispiace”, mormorai, veramente dispiaciuta. Io la conoscevo da un giorno e già non la sopportavo. Figuriamoci sopportare tutto per cinque, lunghissimi, anni. “Da quanto le conosci?”.
Siamo cresciute insieme… una volta eravamo addirittura amiche”.
E…?”. Lasciai la frase in sospeso, aspettando che continuasse.
Ero cotta di Zayn”, mi spiegò arrossendo. Le sorrisi, incoraggiante. “Lui mi aveva chiesto di uscire e Perrie fece di tutto per fargli cambiare idea su di me. Li trovai davanti al cinema che si baciavano, spiaccicati contro una parete…”.
Alzai gli occhi al cielo. Sospettavo che avesse potuto fare una cosa del genere.
Ti piace ancora?”, le chiesi all’improvviso. Lei arrossì violentemente, allora risi, stringendole una mano. “Tranquilla, sarà il nostro piccolo segreto”, ironizzai ricambiando il suo sorriso timido. Come si faceva a non adorarla?
Ehi, vai a casa con tuo fratello allora?”, mi chiese Eleonor una volta finite le lezioni. Mi guardai intorno, nel parcheggio, ma di mio fratello nemmeno l’ombra. Sbuffai, tornando a guardare El, che giocherellava con le chiavi della sua auto.
E va bene, ma domani passo a prenderti io”, le promisi con un sorriso salendo in macchina. Lei rise, accendendo la radio e iniziando a canticchiare, e io con lei. Non riuscivo a farne a meno. Era così solare e allegra che ti veniva voglia di abbracciarla.
Eccoci, principessa”, scherzò dopo una decina di minuti, parcheggiando nel vialetto di casa mia. Mi sporsi per darle un bacio su una guancia e sorrisi. “Mi raccomando, ricordati di passare da me domattina… ti mando l’indirizzo via sms”, aggiunse mentre scendevo dall’auto.
Annuii ridendo e entrai in casa, tranquilla come non mai.
Finché il sorriso non scomparve dal mio volto, vedendo mio padre di fronte a me. Totalmente ubriaco e palesemente incazzato per non so cosa. Deglutii a vuoto, quando poi mi accorsi che teneva tra le mani una mazza da baseball.
Allora, puttanella… com’è andato il primo giorno di scuola?”. Non gli risposi, mi tremavano le gambe. E non potei far altro se non accasciarmi al suolo gemendo, quando sentii la mazza a contatto con il mio fianco. “Ti ho chiesto com’è andata a scuola, rispondimi”, ripeté alzando la voce.
Ma ovviamente non feci in tempo a dire altro che mi tirò su per un polso e mi sbatté contro la parete e mi tirò uno schiaffò tanto forte da spaccarmi il labbro. Sentivo in bocca il sapore del sangue. “Smettila, ti prego…”, dissi in un soffio, iniziando a piangere.
Sei la rovina della famiglia…”, mi urlò prendendomi per il collo. Boccheggiai, ma dopo qualche secondo mi lasciò andare. “E’. Colpa. Tua. Se. Tua. Madre. E’. Morta”.
Ogni parola uno schiaffo.
Chiusi gli occhi, aspettando che la smettesse, non potendo far altro.



Evviva!!! Okay, mi calmo...
Abbiamo ricevuto 6 recensioni per il primo capitolo.
Ci rendiamo conto?? SEI.
Grazie mille a tutti, anche alle lettrici silenziose *.*
Okay, basta. Sono un po' di fretta, quindi scrivo due righe e scappo...
Ci fareste sapere che ne pensate con una recensione?
Più di dieci parole, mi raccomando c:
Alla prossima bellezze... xx.
mitchie Justice e fedee_missmalik

p.s.: continuiamo a SETTE recensioni c:

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Capitolo 3
*** 3. Era il mio angelo custode. ***



 

Capitolo 3. Era il mio angelo custode.

Aspettai che finisse di picchiarmi, che se ne sparisse da dov’era venuto. E, a fatica, mi alzai in piedi. Ma le gambe non mi ressero. Cercai di tornare a respirare normalmente, senza troppo successo. E, rasente al muro, riuscii a raggiungere le scale, in un modo o nell’altro.
Mi chiusi in bagno, scivolando poi contro la porta e accasciandomi contro di essa, sedendomi sul pavimento. Mi sfiorai il labbro inferiore con due dita. Mi aveva spaccato un labbro. Non era mai arrivato a tanto. Mi aveva addirittura presa per il collo, cazzo.
Sarei potuta morire. E i lividi che vidi affiorare sul mio collo quando riuscii a guardarmi allo specchio ne erano la prova. Sospirai, sciacquandomi il viso con l’acqua ghiacciata, anche per lenire il dolore. Poi presi una delle lamette di Louis e chiusi gli occhi, premendola contro la carne pallida dei miei polsi.
Ormai non sentivo nemmeno più niente.
O forse mi ero solo auto convinta di non sentire niente. Mi limitai a chiudere gli occhi e pensare a mamma, lasciando scorrere qualche lacrima, insieme al sangue. Affondai di più la lametta, gemendo appena. E ricordando…
Io e Louis avevamo dodici anni. E la mamma ci stava preparando per la scuola. Mi stava facendo le trecce, quando sentimmo mio padre borbottare dal piano di sopra. La mamma ci disse di andare in macchina… e dopo un paio di minuti ci raggiunse, con un sorriso tirato sul volto.
Stai bene?”, le chiedemmo in coro io e Lou. Lei rise, annuendo.
E noi non potemmo far altro se non ridere con lei, senza curarci troppo del fatto che probabilmente non aveva detto la verità. A me non importava in quel momento. La risata di mia madre era qualcosa di unico, sarei stata a sentirla ridere ore e ore…
Ma i miei pensieri furono interrotti dal bussare contro la porta del bagno. Lo ignorai, anche se probabilmente era mio fratello, e passai in camera mia. Era il mio bagno: una porta dava sul corridoio, l’altra in camera.
Sono in camera!”, dissi a voce alta, fasciandomi velocemente il polso e coprendo la fasciatura con la manica della felpa. “Ehi”, aggiunsi salutando Louis, che se ne stava impalato sulla soglia della mia camera. “Che c’è?”, aggiunsi sedendomi sul letto, cercando di tirare fuori un sorriso.
Che hai fatto al labbro?”.
Merda. Me ne ero quasi scordata. “Sono caduta dalle scale”, mentii prendendo una sciarpa e coprendo velocemente il collo dalle ditate di mio padre. Scossi la testa come a scacciare un brutto pensiero e quando tornai a guardare Louis notai che continuava a fissarmi. “Com’è andata a scuola?”.
E’ stato lui, vero?”, mi chiese sedendosi accanto a me e togliendomi la sciarpa. Rabbrividii al contatto con le sue dita, ma non dissi una parola. Lui era l’unico che sapeva tutto, non c’era bisogno di dire niente. “Vado a…”.
A fare cosa?”, lo bloccai prendendolo per un polso. “Non serve, tanto continuerà a picchiarmi e a incolparmi per la morte di mamma, non la smetterà, e lo sai anche tu, Lou”, gli feci notare passandomi una mano tra i capelli. “Ma se chiedono qualcosa a scuola…”.
Sei caduta dalle scale, okay”, mi disse dandomi un bacio sulla fronte. Gli sorrisi riconoscente, finché non sentii qualcuno ridere dal piano di sotto, allora inarcai un sopracciglio. “Ho invitato alcuni amici… guardiamo un film se vuoi scendere”. stavo per annuire, quando sentii la voce di Perrie.
Amici? Hai invitato Perrie? Allora passo…”.
Sicura?”. Annuii, dandogli un bacio sulla guancia e spingendolo fuori dalla mia stanza, per poi sdraiarmi dal letto, lo sguardo rivolto al soffitto. Mi ritrovai a pensare alla mattinata appena trascorsa a scuola.
A Perrie, Zayn… e a Eleonor.
Era stata davvero gentile a lezione. E quando mi aveva portata a casa. Era adorabile, simpatica e tutto il resto. Motivo per cui cominciai a pensare che forse, e ripeto forse, Eleonor avrebbe anche potuto diventare mia amica. Magari addirittura la mia migliore amica.
Mi riscossi sentendo lo stomaco brontolare.
Non mangiavo da quella mattina a colazione a pensarci bene.
Per cui, scesi le scale e mi diressi in cucina, cercando di non sentire le risatine da oca di Perrie con mio fratello. Cioè, quel figone di mio fratello. Con quella sciacquetta. Andiamo, su. Cercai di non pensarci, comunque. E presi un sacchetto di patatine dalla dispensa. Ma, quando tornai sui miei passi mi schiantai contro Zayn.
Di nuovo. Due volte in quella giornata.
Dovremmo smetterla di incontrarci così”, gli feci notare facendo per superarlo, ma lui mi bloccò per un polso. “Sono caduta dalle scale”, mormorai in un soffio quando sentii le sue dita sfiorarmi il labbro. “Dovresti tornare dalla tua ragazza comunque”, aggiunsi.
Ma non feci in tempo a dire altro che me la trovai addosso. Perrie. Appunto.
Amore, vieni a vedere il film e lascia stare la sfigata”.
Tranquilla, me ne stavo tornando in camera mia”, le feci notare dandole una spallata, che fece sorridere Zayn. “Ah, a proposito, da quanto ho capito stai con Zayn, no? Lascia in pace mio fratello, non lo meriti…”, aggiunsi, per poi tornare sui miei passi, dare un bacio su una guancia a Zayn e tornare in camera mia senza dire altro.
La conoscevo da mezza giornata, Perrie intendo, e già non la sopportavo. Chi diavolo si credeva di essere? Sul serio. Boh, proprio non la capivo. Che problemi aveva? Era bellissima, la più popolare della scuola e ce la metteva comunque tutta per farmi girare le ovaie.
Sbuffai, e un attimo dopo sentii aprire la porta della mia stanza.
Se ne sono andati”, mi disse Louis sdraiandosi accanto a me sul letto e fregandomi una manciata di patatine. Annuii, voltandomi verso di lui per guardarlo nei suoi meravigliosi color cielo. “Devo parlarti di una cosa… che forse non ti piacerà”, mi disse.
Mi misi a sedere, incrociando le gambe. “Dimmi”.
Io, credo che mi piaccia Perrie”, mi disse dopo un’eternità. Rimasi a bocca aperta. Insomma, era normale che la trovasse carina, ma che addirittura gli piacesse… “Lo so che ti ha trattata male, ma…”.
Lo bloccai dandogli un bacio su una guancia. “Tranquillo, non mi da fastidio”, mentii con un sorriso abbastanza convincente. “Davvero, Louis… ora mi lasci dormire, però? Sono stanca, ci vediamo domani”, aggiunsi abbracciandolo. Lui non disse una parola. Solo, si limitò a darmi un bacio sulla fronte e uscire dalla mia stanza.
E io, d’altro canto, mi limitai a chiudere gli occhi e addormentarmi.
Cercando di non pensare a quello che mi aveva detto poco prima Louis.

~

E mi svegliai la mattina dopo, stranamente allegra, nonostante il dolore al viso e al fianco. Soprattutto al fianco. Ma non me ne curai. Mi infilai un paio di jeans e una canotta aderente, con sopra una maglia a maniche corte più larga. Almeno non ero vestita né da spogliarellista, né da maschio.
Era già un passo avanti, no?
Scesi le scale, ignorando il borbottio sconclusionato di mio padre, ubriaco, di nuovo, alle sette del mattino. Ma sarà? Insomma, non è normale che uno beva a quell’ora no? Come non è normale che una persona beva per dimenticare la propria ex moglie morta. Esistono tanti altri modi per dimenticare. E lui si ostina a bere come una spugna. E a picchiarmi. Ma vabbè, quella è un’altra storia.
Louis, dobbiamo passare a prendere Eleonor prima di andare a scuola”, gli dissi dandogli un bacio su una guancia e bevendo un bicchiere di succo di frutta. “Una ragazza che ho conosciuto ieri al corso di teatro… è carina, magari potresti uscirci”, scherzai passandomi una mano tra i capelli.
Non riuscirai a farmi passare di mente il sorriso di Perrie”.
Sbuffai, prendendo la borsa e il telefono, per poi uscire di casa e salire in macchina. Un paio di minuti e mio fratello mi raggiunse, sorridendo come un ebete. Alzai gli occhi al cielo, era ridicolo. Gli diedi l’indirizzo di El e la andammo a prendere, nel più completo silenzio.
Non avevo voglia di discutere con mio fratello. Non per Perrie. E non alle otto del mattino. Ma lui di certo non voleva abbandonare l’argomento. Scese dall’auto ancora con quel sorriso da ebete sulle labbra, sotto lo sguardo incredulo di Eleonor, che quasi non gli scoppiò a ridere in faccia.
Ma che ha?”, mi chiese prendendomi sottobraccio. “Ah, e non mi hai detto come ti sei spaccata il labbro… a casa ho una pomata che sgonfia ogni tipo di livido possibile e immaginabile…”.
Sbuffai, indicando Perrie con la testa, che ci veniva incontro. “L’abbiamo perso”, scherzai mentre Perrie lo abbracciava, lanciandomi un’occhiata di fuoco. “Sono caduta dalle scale, comunque”, aggiunsi con un mezzo sorriso.
Ma dentro di me speravo solo che ci credesse.
Allora, Louis, che ne dici di venire con me e lasciar perdere le sfigate?”.
Vidi l’espressione di mio fratello cambiare radicalmente. Sembrava incazzato sul serio. Cosa che, dentro di me, mi fece sorridere. Ma quasi non mi strozzai con la saliva, vedendo Perrie dargli un bacio su una guancia. E mio fratello arrossire. Ma la cosa che mi fece più male fu vederlo andare via con lei, senza riuscire a dire una parola.
Mi veniva da piangere, ma El mi rassicurò stringendomi una mano.
Quasi non me ne accorsi. Il mio Lou aveva appena scelto lei, Perrie Edwards, e non me… ma da quando? Eravamo sempre stati io e lui contro il mondo, soprattutto dopo la morte di mamma. Era il mio angelo custode, lo era sempre stato.
Era. Quindi non lo è più?


 


Ehilà, pelle pampine (?)
Scrivo due righe di corsa che mia mamma mi chiama per la cena...
Grazie mille a chi ha recensito, un sacco grazie.
Grazie a chi ha messo la storia tra le tizie/caie/sempronie.
Grazie, da parte di entrambe c:
Ora sparisco bella gente...
Aggiorniamo a 10 recensioni.
Alla prossima, xx.
mitchie Justice e fedee_missmalik.

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Capitolo 4
*** 4. Liam. ***


Capitolo 4. Liam.
 

Andiamo Emy”, mi disse Eleonor continuando a stringermi una mano e trascinandomi lungo i corridoi. Ero come in trans però. Non riuscivo a smettere di pensare a quell’oca di Perrie e al bacio che aveva dato poco prima a mio fratello. Sbuffai, sedendomi al mio posto.
Non ti siedi El?”, le chiesi con un mezzo sorriso. Zayn non era ancora arrivato, e nemmeno Perrie a quel che poteva vedere. “Oh, andiamo… per favore. Non vorrai lasciarmi un’altra giornata di fianco a Zayn spero”, la implorai sporgendo il labbro, ancora dolorante, in fuori. Lei rise, e dopo qualche secondo mi accontentò, sedendosi al mio fianco. “Grazie”.
Insomma, sapevo che probabilmente era ancora cotta di Zayn, ma davvero. Non potevo sedermi accanto a lui. Perrie mi odiava, in un modo o nell’altro. Non volevo che pensasse che ci avrei provato col suo ragazzo. Bellissimo o meno, non mi andava che mi prendesse di mira più di quanto non avesse già fatto.
Di niente, marmocchia”, scherzò lei, facendomi ridere.
Ma non feci nemmeno in tempo a risponderle che vidi Zayn e Perrie comparire l’una in braccio all’altro. Incollati in tutto e per tutto, labbra incluse. Mi passai una mano nei capelli, cercando di ignorarli e continuando a parlare con Eleonor.
Quello sarebbe il mio posto, Calder”, sbraitò Zayn facendo scendere Perrie dal loro abbraccio. Lei sbuffò, scocciata da quell’interruzione, e si sedette sul suo banco, accavallando le gambe. “Andiamo, sloggia”, continuò lanciandole un’occhiata di fuoco.
Eleonor non poté far altro se non alzarsi e andare al suo posto, ma prima che si allontanasse troppo la presi per un polso. “Zayn, andiamo… puoi sederti accanto alla tua ragazza”, gli feci notare. Alla mia proposta Perrie si aprì ad un sorriso riconoscente.
Un sorriso vero per una volta. Un sorriso adorabile, che ricambiai. Un sorriso riconoscente addirittura. Si capivo da chilometri che era contenta che non mi stessi mettendo in mezzo. E la cosa mi fece sorridere, davvero.
Mi secca ammetterlo, ma la sfigata ha ragione”, disse Perrie spingendo Eleonor a risedersi, per poi andare al suo posto. L’unico rimasto in piedi era Zayn, che sembrava più o meno dispiaciuto da quello che era appena successo. “Andiamo amore, siediti…”.
Io… mi dispiace, Eleonor”, mormorò con un mezzo sorriso sedendosi di fianco a Perrie. Sospettavo che con quel sorriso El sarebbe potuta svenire, ma si trattenne in qualche modo. Si trattenne dallo svenire, ma non dal sorridere come un’ebete tutta l’ora.
E’ stato carino da parte loro, no?”, mi fece notare a fine lezione.
Sì, magari Perrie non è così male”, scherzai ridendo.
Adesso… magari non esageriamo piccola”, ribattè lei prendendomi sottobraccio e trascinandomi alla lezione successiva. Canto. Morivo dalla voglia di cantare. Aiutava a dimenticare… beh, qualsiasi cosa negativa spariva quando cantavo. Non vedevo l’ora.

~

LOUIS.
Mia sorella sembrava più serena, più felice. Nonostante quello che era successo con papà il giorno prima. E nonostante quello che le avevo detto riguardo Perrie. Sembrava che la odiasse sul serio. E non potevo biasimarla, Perrie la trattava di merda… l’avrei odiata anch’io.
Se non fosse stata tanto bella.
Se i suoi capelli non fossero stati tanto biondi.
Se i suoi occhi non fossero stati del colore del cielo d’estate.
Se le sue labbra…
Ma i miei pensieri vennero interrotti dalla voce di Harry, che si sedeva al mio fianco. “Sei tra noi, Tomlison?”, mi sentii dire. Vidi Harry passarmi una mano davanti al viso, come a svegliarmi, allora finalmente mi riscossi da… Perrie. “A che pensavi?”, mi chiese passandosi una mano tra i ricci.
Mmm, niente in particolare…”.
Lui rise, facendomi quasi prendere un colpo. “Non mi fai fesso, Louis”, mi disse grattandosi il collo, come se stesse cercando di non scoppiarmi a ridere in faccia. “Ho visto come guardi la Edwards”, aggiunse. Colpito e affondato. “Andiamo, la guardi con un’aria da pesce lesso…”.
Risi, mio malgrado. “Io, credo di provare qualcosa per lei”, ammisi arrossendo.
Vidi il mio compagno di banco aprire la bocca e poi richiuderla, non sapendo che dire. Arrossii ancora di più, se possibile. “Senti, so che non la conosci, ma… lei è una di quelle che aspira alla popolarità. Sta con Zayn solo perché è il più popolare della scuola”.
Sembra quasi che tu sia geloso di lui”.
Harry rise. “Beh, sì. È il mio migliore amico, ma è tutta la vita che lo vedo stare al centro dell’attenzione, sono… stanco”, ammise chiudendo gli occhi. “Sono stanco di non essere io quello più desiderato dalle ragazze, di essere il secondo in tutto”.
Gli strinsi una spalla, con un mezzo sorriso. “Non serve a niente essere gelosi”.
Lo so… solo, vorrei essere al suo posto”.
Con Perrie al tuo fianco magari”, tirai a indovinare. Lui annuì con un sorriso triste. “E magari di lei non ti importa niente”, continuai scarabocchiando sul bordo del libro di filosofia. Lo vidi annuire di nuovo allora sorrisi, ma non riuscii a dire nient’altro. Mi limitai a seguire la lezione.

~

Me ne stavo al centro del palco, cercando di smettere di tremare. Davvero, non capivo cosa mi avesse preso. Tenevo gli occhi chiusi per non guardare i volti dei miei compagni di corso. Ma comunque mi tremava la mano, stretta sul microfono. Feci un respiro profondo, ma comunque non riuscivo a calmarmi. E non ne capivo il motivo.
Signorina, se vuole andare a prendere aria…”.
Non me lo feci ripetere due volte, e praticamente scappai dal palco, corsi via dal teatro senza riuscire a fermarmi. E mi schiantai contro… No, non contro Zayn. Strano. “Scusami”, mormorai continuando a camminare, ma mi sentii prendere per mano.
Tutto bene, Emy?”. Gli rivolsi un’occhiata interrogativa, non riuscendo a capire come conoscesse il mio nome. “Ero a casa tua ieri”, mi spiegò con un mezzo sorriso, lasciandomi la mano. “Mi chiamo Liam”, aggiunse con un altro sorriso.
Sono andata nel pallone… non riesco a cantare porca carota”.
Lui rise. “Sono nel pallone quanto te. Se vuoi cantiamo insieme”, mi propose inclinando la testa da un lato, come ad aspettare la mia risposta. Tentai un sorriso e annuii, passandogli il testo.
L’ho scritta io, ma possiamo cambiare canzone…”. Lui mi bloccò con un gesto della mano, senza smettere di sorridere. “Perché lo stai facendo?”, gli chiesi lasciando che mi trascinasse di nuovo sul palco.
Aiuto sempre le ragazze in difficoltà”, mi disse facendomi l’occhiolino. Un attimo e stavo cantando, senza esitazioni, problemi di voce o altro. Seduta su uno sgabello, e senza tremare.
 

Wake up to the blue sky
Grab your shades
And let’s go for a ride
Breakfast by the ocean
We’ll do lunch at Sunset & Vine
 
Every day’s a dreaming California
Every night the stars come out to play
Wish that I could always feel this way
 
There’s something about the sunshine, baby
I’m seeing you in a whole new light
Out of this world for the first time, baby
Ohhh it’s alright
[…]

 
Mi accorsi a malapena degli applausi, dell’abbraccio di Liam e di tutto il resto. Mi lasciai trascinare. Mi accorsi che era andata bene solo quando mi sentii tirare in un abbraccio da Eleonor.
Sei stata meravigliosa”, mi disse dandomi un bacio su una guancia. “E tu sei stato adorabile, Payne”, aggiunse abbracciando anche Liam, mentre io li guardavo incredula. “Che c’è?”.
Non pensavo frequentassi l’elite”, scherzai prendendola sottobraccio.
Lei rise, facendo ridere anche me. “Ho litigato solo con Perrie e Zayn, non ho detto di aver litigato con tutta la scuola… e poi Liam sa come rendersi adorabile”, aggiunse facendogli l’occhiolino. “E non pensare male, siamo solo grandi amici”. Alzai gli occhi al cielo, ma le credevo, nonostante ogni mia cellula urlasse “sesso” a vederli abbracciati.
Bellezze, mi accompagnereste all’aeroporto? Devo andare a prendere…”.
Niall!”, lo interruppe El iniziando a saltellare come una cretina. “E’ suo cugino, ed la dolcezza fatta persona”, aggiunse sedendosi in mensa. Mi sedetti accanto a lei, aspettando che Liam andasse al tavolo di Perrie… invece si sedette davanti a noi, sorridendomi appena.
Allora, vieni con noi?”, mi chiese addentando una mela.
Volentieri”, mormorai bevendo un sorso di soda.
Detto fatto. Una volta finita la pausa pranzo Liam ci prese sottobraccio e, guardandosi attorno per assicurarsi che i professori non ci vedessero, ci trascinò per il parcheggio, fino alla sua auto, facendomi ridere. “State per saltare un paio d’ore, è un problema?”.
Assolutamente no”, gli dissi saltando in macchina con un sorriso.
E mezz’ora dopo stavo assistendo a una delle scene più dolci dell’universo. Un abbraccio tra cugini che quasi mi fece commuovere. Eleonor scosse la testa sorridendo. “Ogni volta che si rivedono si abbracciano per ore… sono troppo dolci”. Annuii sorridendo. Era vero, erano troppo dolci. Avrei potuto commuovermi.
Così, passai il pomeriggio più normale degli ultimi anni. Con Liam, El e Niall, che come aveva detto la mia nuova migliore amica, era la dolcezza fatta persona. Dolce, simpatico e… che avrebbe potuto mangiarmi se avesse voluto. Passammo tutto il pomeriggio a girovagare per il centro di Londra. E, anche se non avevo mio fratello con me, mi sentii bene, in pace con me stessa.
Grazie per il pomeriggio Liam”, mormorai abbracciandolo una volta davanti casa mia. Lui rise, scompigliandomi i capelli. Era stato dolcissimo a cantare con me, e ancora più dolce a farmi passare il pomeriggio con lui e il cugino.
Di niente, piccola”, mormorò dandomi un bacio su una guancia.
Entrai in casa, non sapendo che aspettarmi, e quando mi accorsi di essere finita tra le braccia di mio padre quasi non mi prese un colpo. Mi stava davvero abbracciando? “Papà, che…?”.
Ho pensato che te ne fossi andata”, mi disse continuando a stringermi. Mi veniva da piangere. “Ho visto tornare solo tuo fratello e ho pensato… mi dispiace per averti fatto del male, ieri e tutte le altre volte”, continuò, senza staccarsi da me.
A quel punto stavo piangendo.
Ti ho perdonato un attimo dopo”, ammisi dandogli un bacio su una guancia.
Grazie…”.
Ce lo guardiamo un film, gente?”, ci interruppe Louis avvicinandosi per abbracciarmi. Annuii con un sorriso, asciugandomi le guance dalle lacrime. “Una scatenata dozzina, va bene papà?”, gli chiese mentre io mi buttavo sul divano ridendo. La giornata non sarebbe potuta andare meglio.
E quando mi addormentai, a metà film, con la testa sulla spalla di mio padre, pensai a mia madre. A quanto amava le serate cinema in famiglia. A quanto sarebbe stata fiera di vederci in quel momento perfetto. Chiusi gli occhi e la rividi, allora mi addormentai felice, in pace.





Eccoci bella gente c:
Come promesso, a 10 recensioni.
A proposito, grazie a chi ha recensito...
E a chi ha messo la storia tra le tizie/caie e sempronie.
Che dire? Ce la lasciate una recensione, vero? Vero??
Okay, la smetto.
Continuiamo a 10 recensioni...
A presto, xx.
mitchie Justice e fedee_missmalik.

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Capitolo 5
*** 5. Zerrie? No more. ***




 

Capitolo 5. Zerrie? No more.
 

Mi svegliai la mattina dopo per la luce che entrava dalle finestre, sul divano, con la testa appoggiata alle gambe di Louis. Aprii gli occhi e scossi la testa, notando che mio padre non c’era da più. Poteva anche essere andato a ubriacarsi, per quanto ne sapessi.
Svegliai Louis con un bacio su una guancia e andai di sopra a cambiarmi, poi tornai da sotto e notai che mio fratello era già uscito, così lo seguii in macchina. “Buongiorno”, gli dissi con un sorriso. Mio padre mi aveva abbracciata la sera prima. Non succedeva da… boh, non ricordo nemmeno l’ultima volta che ci eravamo abbracciati. Forse quando era viva mamma.
’Giorno, carotina”. Sbuffai, facendolo ridere, ma dopo un attimo risi anch’io, non potei farne a meno. E lasciai che guidasse in silenzio fino a scuola. Ero stanca per aver dormito sul divano, non ero in vena di parlare.
Ma ovviamente Eleonor non era dello stesso parere. “Emy!”, esclamò appena scesi dall’auto. Scossi la testa con un sorriso, abbracciando prima lei, poi Liam, e infine Niall, dando a tutti un bacio su una guancia. “Andiamo a lezione, piccola?”, mi chiese prendendomi sottobraccio.
Stavo per annuire, ma mi interruppi quando vidi… “Stormo di oche a ore dodici”, mormorai facendo ridere tutti. Tutti tranne Louis, che mi lanciò un’occhiataccia quando si accorse che mi riferivo a Perrie e le altre. Gli feci la linguaccia.
E mi aspettavo che Perrie saltasse addosso a mio fratello, come tutte le mattine ormai.  Così rimasi a bocca aperta quando la vidi fermarsi a pochi metri da noi e guardare Niall, sorpresa. La vidi abbracciarlo. Poi si staccarono come se non fosse successo niente.
Andiamo in classe”, mi disse Louis, visibilmente incazzato, prendendomi per mano, e trascinando con noi anche Eleonor, che sembrava sconvolta almeno quanto me da quello che era appena successo.
Lo strattonai. “Datti una calmata, Lou”, gli dissi facendolo voltare verso di me. “Calmati”, ripetei abbracciandolo. Lui si rilassò visibilmente, finché non sentimmo Perrie e Zayn urlare. Ero confusa, parecchio. E dall’espressione di El e Lou anche loro erano confusi.
Allora si avvicinarono Jade, Charlie e Amy. Le uniche che non sembravano minimamente confuse in quel frangente. “Confuse, sfigate?”, mi chiese Jade sporgendo il labbro in fuori.
Parecchio da troia.
Jade, piantala”, la interruppe Louis alzando gli occhi al cielo.
E va bene… Perrie e Niall stavano insieme, prima di Zayn”, ci disse arrotolandosi un boccolo perfettamente laccato intorno a un dito. “E quest’estate Perrie è stata in Irlanda”.
E…?”, le chiesi, curiosa. Non che mi interessasse, ma…
Si sono incontrati e Niall l’ha salvata da una figuraccia, a quanto ne sappiamo”, continuò Charlie, rivolgendomi addirittura un mezzo sorriso. “E, ovviamente, sono finiti a letto insieme”. Ovviamente. Come se fosse normale.
Una scopata senza sentimento, è da Perald”, mi fece notare Liam mentre le oche si allontanavano. Risi, ma Louis si irrigidì al mio fianco. Sbuffai, passandomi una mano tra i capelli. ma in sostanza lo ignorai, completamente.
Zayn, è finita!”, sentimmo dire da Perrie. Inutile dire che mio fratello si aprì in un sorriso a trentadue denti. Beh, a me un po’ dispiaceva per Zayn. Era stato carino con me, al contrario di quella finta bionda cotonata.
Ma perché?”, urlò Zayn di rimando.
Anche da lontano riuscivo a notare che stava stringendo i pugni e che serrava la mascella. Molto, molto sexy, detto tra noi. Sexy e incazzato. Un mix letale. Ma che sto dicendo? Dovrei smetterla.
La risposta di Perrie non tardò molto ad arrivare. “Quest’estate sono stata in Irlanda, e ci siamo rivisti… ti basti sapere che mi ha salvata da una figura di merda colossale”, gli disse, agitando la mano, come per dire che non era importante. Davvero, non capivo come potesse piacere a Louis. Non ci arrivavo.
E…?”.
Perrie rise. Piegata in due dalle risate. Sembrava quasi posseduta a dire il vero. “Ci siamo baciati… ed è possibile che ci sia andata a letto”, gli disse, sostenendo il suo sguardo. “Quindi, è finita”, ripeté col solito sorriso da troia, superandolo.
Io credevo che saremmo rimasti insieme per sempre!”.
Lei rise, prendendo sottobraccio Niall e camminando verso l’ingresso della scuola. “Lo credevi davvero… ma che carino!”, la sentii dire mentre con Eleonor e Liam la seguivamo, diretti in classe. Avevo una voglia tremenda di prenderla a schiaffi, ma la presa di Liam sulla mia mano mi fece cambiare idea.
Cercai seguire la lezione, ma il fatto che Zayn non ci fosse mi fece pensare. C’era davvero rimasto male? O lo faceva apposta? Poteva succedere di tutto con quei due. Boh, proprio non capivo.
Lasciai passare il tempo senza nemmeno degnarmi di ascoltare.
E lasciai che El e Liam mi trascinassero in mensa. Allora mi accorsi di Zayn. Ma solo perché si mosse non appena mi vide arrivare, o non mi sarei accorta della sua presenza. Ma in qualche modo riuscii a sedermi al tavolo con gli altri. E a mangiare senza guardarlo.

~

LOUIS.
Spostai la sedia strusciandola a terra e mi sedetti, ignorando le occhiate di metà classe per il rumore che avevo appena fatto. Sentii la mano di Harry sulla spalla, ma la scostai con una smorfia. Non volevo parlare con nessuno, non dopo aver visto Perrie e Niall abbracciati.
Certo, sapere che aveva lasciato Zayn era un sollievo, ma…
Che hai, Lou?”, mi chiese. Mio malgrado mi voltai verso di lui, rivolgendogli un sorriso appena accennato. “Ne puoi parlare con me, lo sai. Se hai litigato con Emy…”.
E’ per Perrie”, ammisi scarabocchiando sul bordo del libro.
Che è successo?”.
E’ sbucato dal nulla un certo Niall, e Perrie stamattina mi ha ignorato completamente”. Con mi sorpresa Harry rise, passandosi una mano tra i capelli. eppure, a pensarci bene, me l’aveva detto… “E ha lasciato Zayn, per Niall… almeno penso”, aggiunsi. A quelle parole lo vidi irrigidirsi.
E sei arrabbiato… perché?”, mi chiese voltandosi completamente verso di me, nonostante ormai fosse entrata la professoressa. Decisi di scriverglielo, non mi andava di essere ripreso dalla prof. Non in filosofia.
Niall… mi sento come se me l’avesse rubata”, scrissi velocemente.
Vidi Harry sorridere, scuotendo la testa leggermente. Decisi di ignorarlo. E rimasi del mio pensiero, dato che Harry non mi aveva degnato di una risposta. Niall non era giusto per Perrie, lo vedevo da come la guardava. Così passai la mattinata con quel pensiero fisso in testa.

~

Posso sedermi?”, mi sentii chiedere. Alzai lo sguardo, incontrando quello di Zayn, nello stesso momento in cui Harry e Louis si sedevano al nostro tavolo. Gli sorrisi timidamente, annuendo.
Come stai?”, gli chiesi, ignorando l’occhiata di Liam. Era appena stato scaricato, volevo solo essere gentile, che c’era di male? Comunque, lo ignorai, continuando a guardare Zayn, aspettando una risposta.
Sono stato meglio”.
Mi dispiace per Perrie…”, mormorai stringendogli una mano, da sopra il tavolo. Sorrisi appena, ma non feci in tempo a dire altro che vidi Liam alzarsi in piedi e trascinarmi via, con Eleonor. “Scusami”.
Dobbiamo fare le prove per canto”, mentì Liam rivolgendo un sorriso a tutti. Tranne che a Zayn. Feci una smorfia. Prima mio fratello con Niall, ora lui con Zayn. Ma che avevano tutti quel giorno? L’unica normale sembrava Eleonor, a questo punto.
Che ti è preso?”, chiesi a Liam sulla soglia dell’aula canto, mentre la mia migliore amica entrava, lasciandoci da soli. “Voglio una spiegazione, Liam”, mormorai alzandomi in punta di piedi per guardarlo negli occhi.
Niente, tranquilla…”.
Tranquilla un corno! Stavo parlando con Zayn”.
Non mi piace, okay?”, sbottò entrando anche lui in classe e lasciandomi lì, da sola. Sbuffai. Oh, chi se ne frega. Tenevo a Liam, per quel poco che lo conoscevo. E non mi piaceva litigare con lui, in nessun caso. Nonostante ci conoscessimo da meno di una settimana.
Comunque, decisi di lasciar perdere, per quel momento.
Cantai al meglio quel pomeriggio. Cosa molto strana. Ma, chiudendo gli occhi e cercando di non pensare a niente… beh, riuscii a cantare Yellow raincoat senza stonare. E senza scoppiare a piangere. Riuscii a tenere in mano la chitarra senza tremare. Un miracolo.
E parlai con Eleonor molto tranquillamente, di ritorno da scuola. Dimenticai Zayn, Perrie, Liam, mio fratello e tutti gli altri. Eravamo solo io e Eleonor fino a casa, e ridere e canticchiare come due cretine. “Ci vediamo domani, meraviglia”, mi disse Eleonor abbracciandomi, davanti casa mia.
A domani, El”, mormorai dandole un bacio su una guancia. Entrai a casa ignorando Louis, che tanto non aveva bisogno di dire una parola. Lo guardai salire su per le scale e sbuffai, andando in cucina. “Ciao, bell’uomo”, salutai mio padre con un bacio su una guancia. “Cosa cucini di buono?”.
Pensavo di ripetere la serata di ieri”, mi disse speranzoso. Annuii sorridendo. Mi andava una serata in famiglia. “Tuo fratello?”, mi chiese dopo un attimo. Addentai una fetta di pane e indicai il piano di sopra con la testa. Lo vidi irrigidirsi e stringere i pugni.
Ci vado a parlare io, calmati”, mormorai superandolo e correndo al piano di sopra. Mi fermai davanti alla sua stanza e abbassai la maniglia. Poi sbuffai, aveva chiuso a chiave. “Lou-Lou”, lo chiamai bussando leggermente. “Andiamo, Louis!”, riprovai alzando la voce.
Che vuoi?”. Me lo ritrovai davanti con le lacrime agli occhi.
Papà voleva passare la serata insieme”, mormorai asciugandogli una guancia con un pollice. “Se vuoi dopo ne parliamo”, aggiunsi facendo per stringergli una mano, ma lui ritrasse, facendomi sussultare.
Non voglio parlare con te… non hai fatto altro se non insultare la donna che amo”, mi disse alzando la voce. Alt. Che? La donna che amo? “Almeno abbi la decenza di non insultarla davanti a me, la prossima volta”, aggiunse, sbattendomi la porta in faccia.
Lasciai scorrere qualche lacrima e scesi le scale, sconvolta da quello che mi aveva appena detto. E quasi non mi schiantai contro mio padre. “Non vuole scendere… e non vuole parlare con me”, aggiunsi sdraiandomi sul divano e chiudendo gli occhi.
Un attimo e venni colpita da uno schiaffo.
E un altro. Un altro ancora.
Finché non trovai la forza di reagire e mi alzai in piedi. “Vado a dormire da Liam, ci vediamo domani”, borbottai prendendo la borsa e uscendo di casa. Sentii a malapena le urla di mio padre.
E’ colpa tua…”.
Se mamma è morta, sì!”, sbottai prendendo il telefono e facendo il numero di Eleonor. Niente. Poteva anche essere morta per quanto ne sapevo. Sbuffai, facendo poi il numero di Liam. “Liam…”, mormorai sentendo la linea libera.
Piccola, che è successo?”, mi chiese preoccupato.
Lo so che abbiamo quasi litigato oggi, ma…”.
Emy, dove sei?”, mi chiese sentendo che non riuscivo a spiccicare parola. Mi guardai intorno, cercando di capire. Scossi la testa, confusa. “Sei per strada? Puoi venire da me, okay?”.
Davvero?”, mormorai ricominciando a piangere.
Sì, piccola… non importa se litighiamo, puoi contare su di me, lo sai”. Chiusi la telefonata e iniziai a correre, avendo finalmente capito dove mi trovassi. Un quarto d’ora dopo ero tra le braccia del mio migliore amico. “Che è successo?”, mi chiese asciugandomi le guance con i pollici.
Posso restare per stanotte?”, mormorai abbracciandolo.
Lo sentii annuire contro i miei capelli, allora mi rilassai visibilmente. “Stavo per guardare un film, ti va?”, mi chiese prendendomi una mano e portandomi al piano di sopra, in quella che doveva essere la sua camera da letto. Annuii sedendomi sul letto e abbracciandomi le gambe. “Lilli e il vagabondo va bene?”.
Risi, più o meno, poi annuii, battendo sul letto accanto a me, per spingere Liam a sdraiarsi con me. “Grazie, Liam”, mormorai sdraiandomi e posando la testa sul suo petto. Lo sentii sorridere, allora chiusi gli occhi e mi rilassai, addormentando un paio di minuti dopo.



 


Ehilà, eccoci qua, in uno schifosissimo ritardo, ma ci siamo.
Tra l'altro, dovevamo aggiornare a dieci recensioni e ci siamo accontentate di sette, amateci c:
Allora, che ne pensate del capitolo? A me sinceramente piace abbastanza...
Ora devo dileguarmi bellezze, ci vediamo presto, compatibilmente con gli impegni di entrambe!
Alla prossima, fateci sapere che ne pensate con una recensione, mi raccomando.
Continuiamo a 10 recensioni c:
xx mitchie Justice e fedee_missmalik.

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Capitolo 6
*** 6. Scommettiamo che...? ***




Capitolo 6. Scommettiamo che…?



Piccola, dobbiamo andare a scuola”, mi sentii sussurrare la mattina dopo. Aprii gli occhi lentamente, trovandomi davanti Liam, che mi accarezzava i capelli. “Buongiorno”, mormorò rivolgendomi un sorriso… stupefacente a dir poco. Allora mi ricordai del perché avessi dormito da lui, e feci una smorfia.
’Giorno”, borbottai scendendo dal letto e passandomi una mano tra i capelli.
Ti ho recuperato dei vestiti di mia sorella, dovrebbero andarti bene… sono di sotto se hai bisogno, okay?”, mi chiese, una mano sulla maniglia della porta. Annuii appena, cercando di sorridere.
Liam?”, lo chiamai prima che uscisse. “Grazie”, mormorai.
Lo vidi alzare gli occhi al cielo con un sorriso, allora mi rilassai e mi preparai per la scuola. Liam mi aveva preparato un paio di jeans scuri, una canotta bianca e un cardigan rosso. E un paio di scarpe col tacco, rosse. Non troppo alte. Che sarei riuscita a portare senza difficoltà.
E meno di un’ora dopo eravamo nel parcheggio, con Liam che mi stringeva una mano per impedirmi di picchiare mio fratello. Sbuffai, mi stava davvero ignorando dopo quello che era successo la sera prima? Insomma, andiamo…
Problemi con Louis?”, mi chiese Eleonor comparendo dal nulla. Annuii, e Liam la lanciò un’occhiataccia, come a farle capire di non dover toccare l’argomento. Stavamo camminando verso l’ingresso, quando all’improvviso calò in silenzio su tutto il parcheggio.
Una cosa surreale a dire il vero.
E quando mi voltai per capire, la vidi. Perrie, mano nella mano con Niall, che si dirigevano verso l’ingresso, passando tra tutti gli studenti in silenzio. Quasi come se non se ne fossero nemmeno accorti. Vidi mio fratello serrare la mascella, ma non me ne curai più di tanto. Riuscivo solo a vedere il sorriso di Perrie.
Lo stesso sorriso che mi aveva rivolto qualche giorno prima, quando avevo proposto a Zayn di sedersi accanto a lei, in modo che Eleonor potesse sedersi con me. Un sorriso vero. Sembrava come se durante la notte parte della sua stronzaggine fosse scomparsa.
Era più serena, ancora più bella… se possibile.
Beh, direi che Perrie non sarà un problema, sembra più…”.
Tranquilla e meno stronza?”, interruppi Liam sorridendo mentre entravamo a scuola. Lui rise, per poi annuire. “Se Niall le fa questo effetto mi auguro che stiano insieme per sempre”, scherzai una volta davanti all’aula di algebra. Io e El avevamo teatro, per cui ero costretta a salutare Liam… e mio fratello, Harry e Zayn. Evviva.
Ci vediamo a mensa, splendori?”, ci chiese Liam salutando prima Eleonor poi me con un abbraccio. Annuii sorridendo. Non potei farne a meno. Lo vidi farmi l’occhiolino, allora risi e sparii per i corridoi con Eleonor.
Ma non prima di aver salutato Harry e Zayn.
Senza degnare Louis di uno sguardo.

~

ZAYN.
Mi rimase impresso il sorriso di Emy per tutta la lezione. Certo non riuscivo a capire perché fosse arrivata a scuola con Liam. O perché non degnasse il fratello di uno sguardo. Doveva essere successo qualcosa, sicuramente.
Presi a disegnare i suoi occhi sul bordo del quaderno, soprappensiero.
Quando venni interrotto da Harry, il mio vicino di banco oltretutto. Che mi fissava apertamente dall’inizio della lezione. “Ci sei rimasto male, Malik? La Edwards non ti vuole più, fattene una ragione”.
Serrai la mascella. Mi ero quasi dimenticato di Perrie e Niall. Quasi. Ma ovviamente Harry non aveva intenzione di passarci sopra. Anche se era il mio migliore amico, sapeva essere uno stronzo quando voleva. E quella era una di quelle volte. Mi azzardai a guardarlo, allora mi accorsi che sorrideva… “Che vuoi, Styles?”.
Farti capire che non sei più nessuno ora che Perrie ti ha lasciato”. Trattenni una risata, mascherandola con un colpo di tosse. “Andiamo, non c’è niente da ridere… era grazie a lei se eri così popolare, Malik”.
Se avesse continuato a chiamarmi per cognome gli avrei tirato un pugno.
Poi mi resi conto di quello che aveva appena detto. E risi, senza curarmi troppo del resto della classe. “E’ esattamente il contrario, Styles, e lo sai anche tu”, gli feci notare con un sopracciglio inarcato. “Prima di me Perrie non era nessuno, era solo una sfigata… molto bella ma pur sempre una sfigata”, mi corressi, cercando di tenere il tono di voce non troppo alto.
Mi stai dicendo che…?”.
Potrei far diventare popolare anche la più sfigata delle sfigate”, gli dissi, sicuro di me. Avrei potuto far diventare popolare chiunque, e senza troppa difficoltà. Lo sapevo io. E lo sapeva anche Harry, in fondo. “Dammi un nome e lo faccio, se ci tieni tanto”, aggiunsi con un sorriso. “Dammi un nome e la faccio diventare più popolare di Perrie”.
Conoscevo Harry fin da bambini. E sapevo com’era fatto.
Non avrebbe detto di no a una scommessa nemmeno sotto tortura.
Come sapevo che avrebbe voluto essere al mio posto. Era geloso di me, della mia popolarità, e del fatto che io fossi stato con Perrie. Lo sapevo. Lo sapevano tutti a dire il vero. Non che avesse fatto granché per nasconderlo, in tutti quegli anni.
E va bene… scommetto 500 dollari che non riesci a far diventare più popolare di Perrie… oh, chi ti pare, non ha importanza”. Rise, passandosi una mano tra i ricci. “Chiunque tu scelga, devi far sì che venga eletta reginetta del ballo di Natale”, aggiunse, mordendosi il labbro per non ridere.
Ci sto”, gli dissi, senza esitare. “Ma ci serve un testimone…”.
Stavo per continuare, ma la voce di Liam, dietro di noi, mi interruppe. “E’ una cazzata, e lo sapete entrambi”, ci fece notare scuotendo la testa. Lo ignorai, tornando a guardare Harry. Quando mi venne un’idea. Geniale.
Allora vorrà dire che ci farai da testimone, okay Payne?”. Harry rise, battendomi il cinque sotto al banco. “Ti assicurerai che io mi comporti bene con la ragazza in questione, se proprio ci tieni… allora?”.
Continuo a credere che sia una cazzata…”.
Oh, lo sai”, gli fece notare Harry mostrando le fossette. “Noi due siamo nati per fare un mucchio di cazzate, e tu sei nato per pensare che lo siano e tenerci a bada”, gli disse, riuscendo a farlo ridere. “E’ così dall’asilo, Liam, non finirà mai”, aggiunse, nello stesso momento in cui il suono della campanella riempiva l’aria.
Così saltammo l’ora successiva, vagando tutti e tre per i corridoi. Per quanto mi riguardava stavo cercando di concentrarmi sulle ragazze, cercando allo stesso tempo di ignorare le proteste di Liam.
Beh, c’è sempre Jennifer”, mormorai indicando con la testa una ragazza del quarto anno. Jennifer Clarke, la classica sfigata. Capelli rosso fragola, ricci, sempre legati in una coda. Dei banalissimi occhi castani e un fisico non esattamente da modella. Con Perrie l’avevamo presa in giro tante di quelle volte che ormai avevo perso il conto.
Jennifer palla-di-lardo Clarke?”, mi chiese Harry ridendo. “Non ci pensare nemmeno, è troppo facile che tu prenda la prima racchia e la faccia diventare reginetta… e poi, l’hai detto anche tu, Perrie era bella, anche da sfigata”.
Alzai gli occhi al cielo, ma dopo un attimo annuii.
In fondo Harry non aveva tutti i torti.
Allora, chi mi suggerisci?”, mi arresi sistemandomi il ciuffo con le dita.
Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che vedemmo Emy e Eleonor scendere le scale, e Perrie fare lo sgambetto a Emy, facendola rovinare al suolo. In quell’istante tutti scoppiarono a ridere, tranne Harry che inclinò la testa da un lato, per poi annuire.
Non ci pensate nemmeno”.
Ignorai le proteste di Liam e strinsi la mano di Harry, come a voler dire che il nostro patto era stato stretto. E mi feci largo tra gli studenti che ancora ridevano, riuniti intorno a Emy, ancora per terra, e Eleonor, che la stava aiutando a raccogliere i libri.
Lascia Eleonor, la aiuto io”, mormorai abbassandomi al loro livello e scacciandola con un gesto della mano. E in quell’istante gli studenti nel corridoio si zittirono, alcuni tornarono a fare quello che stavano facendo. Porsi una mano a Emy, che mi guardava incredula, tra le lacrime.
Incredula come Eleonor, Liam e la maggior parte degli studenti. Perrie e le sue lecchine, comprese. Ma prese la mia mano e lasciò che la aiutassi ad alzarsi, un mezzo sorriso sul volto.
Grazie”, mormorò arrossendo.
Vuoi che ti accompagni a casa?”. La vidi voltarsi appena verso Eleonor e Liam, per poi tornare a guardare me con un sorriso appena accennato. Raccolsi la sua borsa e le porsi il braccio, da perfetto gentiluomo, facendola ridere. “Almeno se sei con me la stronza ti lascerà in pace…”.
Oh, beh… allora grazie due volte”, scherzò Emy salendo in macchina.
Sorrisi di rimando, per poi voltarmi e fare l’occhiolino a Harry, a due macchine di distanza dalla mia. Lo vidi scuotere la testa con un sorriso e salire in macchina. Allora salii sulla mia e accompagnai Emy a casa.




Siamo viveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee c;
Oddio, non sembra vero che sto postando, dopo un'eternità.
Comunque, grazie a chi ha recensito ragazze, siete l'amore.
Speriamo in altrettante recensioni c:
E speriamo, ovviamente, che il capitolo vi piaccia.
Alla prossima, xx.
mitchie Justice e fedee_missmalik

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