Whoa 2-This Circle Never Ends

di Aagainst
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

La ragazza stava camminando per strada, di notte. Era dovuta andare a casa di Andreas. Quel tipo le aveva dato la droga da rivendere. Che vita di merda! Prese l’iPod dalla tasca e si mise le cuffiette nelle orecchie. Mise “Miracle” dei Paramore. Le piaceva pensare che la sua vita fosse un miracolo. Anche se non ci credeva.  Odiava la sua vita. Di giorno era una normale studentessa. Di notte diventava una puttana e una spacciatrice. 
Iniziò a piovere. La ragazza era senza giacca e senza ombrello. Sembrava di essere in mezzo al diluvio universale. Si mise al riparo, sotto un portico. Non aveva il tempo per restare lì. Doveva assolutamente tornare a casa. Decise di infischiarsene della pioggia e si mise a correre. Arrivò a destinazione. Casa sua consisteva in un capanno malmesso dove le era stato fornito un letto e una piccola cucina. Si buttò sul letto. Ora doveva solamente aspettare che venissero a prendere la roba.
Bussarono alla porta. Lei aprì. Era Nico. Era venuto a prendere la roba. Entrò, guardandola con aria maliziosa. Alla ragazza vennero i brividi. << E’ tutto qui? >>. La giovane annuì. Il ragazzo la fissò con i suoi occhi azzurri. Si avvicinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio. La ragazza lo spinse via. << Sei impazzito? Scordatelo! Tu sei ubriaco, Nico! >> gridò. Il ragazzo le prese i polsi e le diede uno schiaffo, facendola cadere sul letto. << Allora ridammi i soldi che mi hai fregato! >>. La ragazza gli rifilò un calcio in pancia e riuscì a liberarsi dalla morsa del suo aggressore. Provò a correre, ma Nico le fu addosso. La immobilizzò e…

Federica si svegliò urlando. Si portò la mano sul fianco. La cicatrice le pulsava. Hayley sopraggiunse in camera sua e la trovò tremante, in lacrime. L’abbracciò e la tranquillizzò. Federica si abbandonò in quell’abbraccio e provò a rassicurarsi. << E’ stato solo un incubo. >> le sussurrò la cantante. Federica teneva gli occhi sbarrati e fissava il muro, ansimando. Sì. Era stato tutto solo un brutto sogno.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qua! Allora, come state? Spero che questo sequel vi piaccia. Io lo adoro, sinceramente! Penso sia migliore della prima storia, ma in realtà spetta a voi dare un giudizio. Sarà più violento di "Whoa", su questo vi avverto. Ma anche più lungo. Allora, pronti a tuffarvi nell'avventura? Al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
Era una bellissima giornata. Il cielo era limpidissimo e c’era una piacevole brezzolina. Jeremy svegliò dolcemente Kathryn. << Le frittelle sono pronte. >> le sussurrò all’orecchio. La donna aprì gli occhi e lo guardò teneramente. Si stiracchiò per bene e si alzò. << Speriamo che siano commestibili. >> scherzò lei.  Jeremy finse di essersi offeso e ribatté:<< Dubiti di me? >>. La prese in braccio e la buttò sul letto, tra le proteste della moglie. << Fai bene! >> ridacchiò, iniziando a baciarla. Fu lei a scostarsi. << Sai cosa vorrei? >> chiese lei. << Le mie frittelle? >> provò ad indovinare Jeremy. << Oltre a quello… Chissà perché voi uomini pensate solo al cibo? Comunque, vorrei tanto averti con me per sempre. Giurami che ci sarai per sempre. >>. Il bassista la fissava, a metà tra lo sconvolto e lo stupito. << Io ci sarò. Per sempre. Te lo giuro Kat. Davvero. >>. La donna sorrise e lo baciò. << Bene, ora andiamo a mangiare! >> esclamò l’uomo, recandosi in cucina. << Uomini! Tsk! >> si lamentò Kathryn tra sé e sé.
Dopo colazione Jeremy si recò a casa di Hayley. Dovevano pianificare delle date per il futuro tour. Bussò alla porta. La rossa gli aprì. << Ciao. Taylor è già arrivato? >> << Sì, è là in cucina che sta perdendo a carte con Federica. >>. Jeremy scoppiò a ridere ed entrò. Appena la ragazzina lo vide corse ad abbracciarlo. << Jeremy! Come butta? >> lo salutò. << Tutto bene, grazie! >> rispose il bassista. Taylor li guardò con disappunto. << Allora, come mai lui lo abbracci e invece quando ci sono io imbrogli a carte? >> chiese il chitarrista. << Perché io sono più figo. >> esclamò il bassista. << Comunque non stavo imbrogliando! Sei tu che sei scarso! >> dichiarò Federica. << No, tu stavi barando. Non è possibile che le carte migliori siano finite solo nel tuo mazzo! >> ribatté Taylor, un po’ scocciato. << Non è colpa mia se hai una sfiga grande come una casa! >> rispose la ragazzina. << Andiamo, Federica ha ragione. Taylor, tu non sei proprio un campione… >> disse Jeremy. << Ah, quindi sarei una zappa? Bene, allora vi dico solo una cosa: “Banzai”! >>. Taylor prese un cuscino dal divano e si buttò su Jeremy e Federica. I tre iniziarono una lotta a suon di cuscinate. Hayley non riusciva a smettere di ridere. Si stava sbellicando da morire. Sembravano proprio tre fratelli. La cantante guardò l’orologio e decise che era ora di mettersi al lavoro. Interruppe la lotta tra i tre ragazzi e invitò Federica ad andare a fare un giro. << Uffa, ma perché non posso stare qua? >> << Perché stiamo lavorando! Senti, che ne dici di telefonare a Paul? Magari fate una passeggiatina! >> propose la rossa. Già, Paul. Si era completamente dimenticata che avevano un appuntamento. << Sì, hai ragione. Corro! >> esclamò la sedicenne, uscendo di casa di corsa.
Prese il cellulare: cinque chiamate perse. Richiamò il ragazzo. << Pronto Paul? Ciao, scusami, sto arrivando! >> << Sì, non ti preoccupare. Non sei in ritardo. Fai pure con calma. >> la rassicurò lui. Federica aumentò il passo. Era quasi arrivata al luogo dell’appuntamento, quando un ragazzo le venne addosso. Caddero entrambi per terra. << Ehi, stai attento, pezzo di… >>. Federica si fermò. Quegli occhi. Era lui. Nico. Ma che diavolo ci faceva a Franklin? I due si guardarono. Era cresciuta, ma il ragazzo la riconobbe comunque. << Guarda chi si rivede! Allora è vero che ti sei trasferita negli States! >>. A Federica vennero i brividi. Si mise una mano sul fianco. La cicatrice le faceva di nuovo male. Nico l’aiutò a rialzarsi. << T-t-tu, che ci fai qui? >> gli chiese la ragazza, balbettando. Il ragazzo le sorrise. << Affari. Concludo un lavoro e me ne torno a Verona. >> rispose lui. << Droga? >> domandò Federica. Non c’era sarcasmo nella sua voce. Nico la fissò in silenzio. Il suo sguardo si posò sulla mano della ragazza appoggiata al fianco. << No. Sai, è da un po’ che ho, come dire… lasciato perdere, ecco. >>. Rimasero entrambi in silenzio, uno di fronte all’altra. La tensione era alle stelle. Finalmente Federica riuscì a dire:<< Io ho un appuntamento. Devo andare. Salutami tutti quando torni. >>. Corse via, lasciando Nico in mezzo alla strada senza parole. Il ragazzo sospirò e continuò a camminare.
Quando arrivò al luogo dell’appuntamento Paul le corse incontro. << Finalmente! Ce ne hai messo di tempo! >>.  Provò  a darle un bacio, ma lei girò la testa. << Ehi, tutto bene? >> chiese preoccupato il ragazzo. Federica si girò verso di lui tenendo la testa bassa. Alzò il volto e lo guardò negli occhi. << Sì, tutto a posto. >> mentì. Poi si perse tra le sue labbra.


Angolo dell'Autrice

Buongiorno a tutti. Pubblico questo capitolo nella speranza che qualcuno recensisca. Io credo molto in questa fanfiction e vedere che una ventina di persone leggono, ma nessuno lascia un commentino mi deprime. Quindi, vi prego, ditemi cosa ne pensate. Scusate la sfuriata, ma non è molto carino!
Tornando al capitolo, conosciamo Nico (più o meno) e ritroviamo Paul. Che ne pensate?
Bene, alla prossima! E... Recensite :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
Era tornata a casa. Si sentiva… Sporca. Sporca e spaventata. Si era chiusa in camera sua e aveva messo la musica a tutto volume nelle orecchie. Nico. Era da quasi sei mesi che non lo vedeva. Da quando si era trasferita definitivamente con Hayley che l’aveva dimenticato. L’aveva sotterrato nell’oblio. E invece, ora, si rendeva conto che non era servito a niente. Provare a dimenticare gli orrori del passato era stato tutto inutile. Soffocò le lacrime con il cuscino. L’ultima cosa che voleva era far vedere che c’era qualcosa che non andava. Probabilmente Hayley se ne sarebbe accorta comunque, ma era meglio provare a nasconderlo il più a lungo possibile. Si alzò la maglietta e si guardò il fianco. La cicatrice le dava un fastidio incredibile. Prese una bottiglietta d’acqua e un fazzoletto e la bagnò. Provò un po’ di sollievo. Si stese sul letto e, senza rendersene conto, si addormentò.

Entrarono in casa sua, sfondando la porta. Lei urlò. Walt la prese dai capelli e iniziò a pestarla. Altri tizi si aggiunsero a lui. La picchiarono con violenza inaudita Le tirarono diversi calci alla  faccia. Infine, il colpo finale: Tommaso prese il suo coltello e le pugnalò la pancia. Poi se ne andarono, lasciandola a terra, sanguinante, esanime. Tutto per dei soldi. Per dei fottutissimi soldi! Cadde nel buio, udendo il rumore di alcune sirene: la polizia, probabilmente.

Federica si svegliò. Era tutta sudata. Uscì da camera sua e andò in cucina. I tre musicisti erano ancora al lavoro in sala. Bevve un po’ d’acqua e si sedette su una sedia. Rimase a fissare il muro. Poi chiuse gli occhi. Avrebbe dovuto parlarne con qualcuno. Sapevano così poco del suo passato. Certo, sapevano dell’attentato ai suoi genitori, della finta adozione, dei soprusi, dello spaccio di droga. Ma non aveva raccontato tutto l’orrore che aveva dovuto vivere. No, non era il momento ora. E poi Nico doveva solo concludere degli affari. Poi se ne sarebbe tornato a casa. E ognuno avrebbe continuate a vivere per i fatti suoi, come prima. Ma a chi voleva darla a bere? Federica era rimasta scioccata da quell’incontro. Si alzò e diede un pugno fortissimo contro il frigorifero, facendo cadere un contenitore di vetro che c’era sopra. << Tutto a posto? >> le chiese Hayley, preoccupata. La sedicenne si voltò: i tre cantanti la guardavano, visibilmente turbati. << E’ tutto ok. Ho sbattuto troppo forte il frigo e il contenitore è caduto a terra, ma ho raccolto tutti i pezzi e li ho buttati. Vado a fare un giro. >>. Non se la sarebbero mai bevuta. In più, li avrebbe insospettiti questa sua decisione di uscire nuovamente, essendo lei tornata da meno di due ore. Ma non le importava. Aveva bisogno di uscire. Doveva evadere da quella casa.

Si incamminò verso casa di Paul, ma poi cambiò idea. Se l’avesse vista così avrebbe voluto sapere che cosa stava succedendo. E lei non voleva dirgli niente. Si fermò in mezzo alla strada. Non sapeva dove andare. Si sentì sola e smarrita. Decise di prendere una via a caso. La percorse, fino in fondo. Arrivò all’ultima casa. Chiunque ci abitasse doveva essersi trasferito lì da poco, dato che il giardino era pieno di scatoloni. Si sedette sul marciapiede. Iniziò ad ascoltare un po’ di musica. Si stava perdendo nella canzone che stava  ascoltando, quando qualcuno le fece ombra. Federica alzò lo sguardo. Ancora lui. << Che fai, mi segui? >> gli chiese. << Veramente stavo per farti la stessa domanda. >>. La ragazza non capì. Nico sembrò accorgersene. << Questa è casa mia! >> spiegò. Ora la sedicenne era confusa. << C-casa tua? Ma scusa, hai detto che devi sistemare degli affari e poi te ne torni a Verona. Che te ne fai di una casa qua? >>. Il ragazzo abbassò lo sguardo. Capì il significato delle sue parole. Si sedette accanto a lei. << Ascolta io… >> << Non osare rivolgermi delle scuse! Non provarci! >> lo aggredì. Il suo volto trasudava rabbia e paura. Ma Nico non trovò alcuna traccia di odio. Se ne rallegrò. << Non voglio scusarmi con te. Lo so che ciò che ti ho fatto è orribile e che le scuse non servirebbero a nulla. Voglio solo spiegarmi. Diciamo che c’è stato un cambio di programma e sono costretto a rimanere qui più a lungo. >> dichiarò. << Per chi lavori? >> gli chiese. << Non posso dirtelo. Mi dispiace. E non posso neanche dirti che affari sto trattando. >> rispose. Ci fu un lungo silenzio. Poi Federica domandò:<< Nei tuoi affari… Rientro anche io? >>. La domanda lo aveva spiazzato. Non se l’aspettava. << Io… Ehm… N-no, non credo. >> rispose lui in maniera non troppo convinta. E neanche convincente. Soprattutto per Federica, che scoppiò a ridere istericamente. << Ho una famiglia adesso. Ho una nuova vita. Non permetterò che tu o qualcun altro mi portino via tutto ciò che ho guadagnato in questi sei mesi! Mi hai capito? >>. Si alzò e fece per andarsene, ma Nico la prese per un braccio e la avvicinò a sé. Le mise una mano sulla pancia. Federica provò un brivido. << Sono pronto a farmi perdonare. >> Le sussurrò all’orecchio. La ragazza gli mollò uno schiaffo e corse verso casa. Sì, avrebbe dovuto parlarne con qualcuno. Ma quello non era il momento.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qua! Allora, Nico sta macchinando qualcosa. E Federica ha avuto un altro incubo, abbastanza brutto stavolta. Che cosa può significare? 
Ringrazio 
  • Chocobomb
  • ItsOzzyCobain
  • asktamgh99
per le recensioni!
Mi raccomando, recensite e io andrò avanti. Tanto i capitoli ce li ho già tutti pronti :)

Ciao ciao!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


 
CAPITOLO 3
Erano passati tre giorni da quando aveva incontrato Nico per l’ultima volta. Si sentiva un po’ meglio. Il non vederlo l’aveva leggermente rasserenata. Stava leggendo tranquillamente sul divano. Hayley arrivò e si sedette accanto a lei. Aveva deciso di parlarle. << Sai, non ho potuto fare a meno di notare che sembri un po’… Turbata. >> esordì. Federica alzò lo sguardo. Non se l’aspettava. Sospirò. << Bah, no. Non sono turbata. >> mentì. Hayley non mollò. << Sputa il rospo. Che c’è? >> le richiese. << Che rospo? Non c’è niente. >> rispose la ragazzina. Gli occhi verdi della cantante la penetrarono. Stava per cedere. Ma non doveva. Non poteva. Riuscì ad escogitare qualcosa. << Io sto benissimo. Se ci fosse qualcosa che non va te lo direi, no? >>. Hayley le sorrise. Si, forse Federica aveva ragione, si stava preoccupando per nulla.

Qualcuno bussò alla porta. Taylor andò ad aprire, trovandosi con molta sorpresa Jeremy davanti a lui. << Ciao. E’ successo qualcosa? Hai una faccia… >> << Posso entrare? >> chiese il bassista. Taylor lo fece accomodare in sala. << Allora? Come mai qua? >>. Jeremy tirò fuori un foglio dalle tasche. << Guarda qua! >>. Taylor prese in mano il pezzo di carta e iniziò a leggere: “Ciao Hayley, allora come d’accordo ci troviamo per le 19.00. Ti allego gli accordi. Mi raccomando, non dire niente agli altri. Ti voglio bene.”. Il chitarrista non capiva. << Dove l’hai presa? >> domandò. << E’ una mail che Josh Farro ha inviato a Hayley! L’ho vista per caso sul suo computer e l’ho stampata di nascosto. Sono preoccupato, Tay. >> rispose Jeremy. << Jerm, ascolta, Hayley è una ragazza responsabile. Qui si parla di accordi. Sono entrambi musicisti. Insomma… E poi Josh è sposato. Lo sai che stanno provando a ritornare amici. Secondo me ti stai preoccupando eccessivamente. >> lo rassicurò Taylor.  Il bassista sembrò convincersi. << Ok, ci voglio credere. Senti, ho un’idea. Che ne dici se andiamo tutti da Ciro stasera? Io e Kat, tu, Hayley, Chad e Federica… Ti va? >>. L’idea di andare in pizzeria lo allettava. << Ok. A stasera allora. >>.

Ciro si era superato. Le pizze erano veramente ottime. Ora i cinque amici stavano scherzando tra loro. Federica aveva approfittato della serata per stare un po’ con Paul dato che lavorava come cameriere nella pizzeria. Ciro gli aveva dato il permesso di stare del tempo con la sua ragazza. << Senti, posso farti una domanda? >> le chiese. << Certo. >>. << Bene. Allora è da tre giorni che sei, come dire, strana. E’ tutto ok? >>. Federica abbassò lo sguardo. Non voleva parlarne. Non con lui almeno. << Senti, non voglio parlarne. >>. Il ragazzo fece una strana espressione. << Non è che… Per caso… Sì insomma, non è che ci sia un altro? >>. Fu una doccia fredda. Ma come poteva solamente pensare una cosa simile? >>. Si arrabbiò terribilmente. << Ma come puoi pensare che ci sia un altro? Ma sei impazzito? >> gli urlò contro. << No, solo che mi sfuggi, rifiuti le mie carezze, non mi parli. Credo che sia lecito pensare… >> << Pensare che me la faccia con un altro? Sai che ti dico Paul? Fottiti! >>. La ragazza uscì fuori dalla pizzeria. Era nera dalla rabbia. Diede un calcio ad una lattina che c’era per terra. E poi lo vide. Di fronte a lei. Nico. Si sedettero entrambi sul marciapiede.  << Che vuoi? >> gli chiese in malo modo. << Niente. Solo farmi perdonare per un errore che ho fatto un anno fa. >>. Federica non resistette. Le lacrime  le bagnarono le guance. << Dimmi cosa vuoi Nico! Ti sei già preso tutto ciò di più prezioso per me, ti sei preso me! E ora che vuoi ancora? >> urlò. << Io non voglio niente di speciale, credimi. Voglio il tuo perdono. >> rispose il ragazzo. La sedicenne lo guardò. Quegli occhi. Erano azzurrissimi. Nico si avvicinò pericolosamente. Rimasero in silenzio per un tempo che parve loro interminabile. Poi il ragazzo si sporse. Federica si ritrovò le labbra di Nico sulle sue. Quel bacio, inatteso, non voluto, le riportò alla mente troppi ricordi. Si scostò. << No, ti prego. >> disse con aria spaventata. << Ho paura di te. Ho paura di quello che mi hai fatto. E ora io sono fidanzata, con uno splendido ragazzo. >> << Già, vedo. E’ per questo che eri fuori da sola? >>. La ragazza alzò il braccio per mollargli uno schiaffo, ma Nico glielo bloccò.  << Ascoltami, ti prego! >> la supplicò. << Mi dispiace per tutto. Io non volevo farti del male. Perdonami. >>. Federica lo guardò. Sembrava realmente pentito. Ma come avrebbe potuto realmente fidarsi di lui? Come? << Dimostrami che sei pentito. >> << Ma come? Ti ho appena baciata! >> sbottò il ragazzo. << Non è abbastanza. L’avresti potuto fare semplicemente per portarmi a letto! >> si spiegò lei. << Allora dovrei riprovare. >>. Si gettò su di lei con foga, cogliendola ancora una volta di sorpresa. La strinse a sé con forza e Federica infine cedette. Le passò la sua vita davanti. Rivide quello che Nico le aveva fatto. Prima la violenza, poi la notizia del bambino. E infine il pestaggio in cui quel bambino l’aveva perso. Per sempre. Come avrebbe potuto fidarsi di uno così? Eppure, questa volta, Federica non si scostò. Anzi, lo accolse tra le sue labbra. Si staccarono un attimo e lei vide ciò che non avrebbe voluto mai vedere. Paul era lì, che li stava guardando, con aria disgustata. Iniziò a correre via. La ragazza si alzò, gridando:<< No, Paul, aspetta, non è come credi! >> << E com’è allora? Non penso che ci siano molte altre spiegazioni plausibili. Mi dispiace, ma con te ho chiuso! >> le rispose. << Paul, ti prego, no! Veramente. È solo un conoscente! >> lo supplicò. Ma il ragazzo la ignorò e corse via. Ecco, l’aveva perso, forse per sempre. Rimase lì, in piedi, a scrutare la strada buia. Nico si avvicinò e le cinse la vita. Non rifiutò quell’abbraccio. Ne aveva bisogno.

Hayley non riusciva a prendere sonno. Era emozionatissima. Prese il quaderno che Josh le aveva dato. C’erano tutti gli accordi delle canzoni che suonavano da piccoli.  Lo sfogliò. Quanti ricordi. Un foglietto cadde per terra. Lo raccolse. Era una canzone che non aveva mai visto. La lesse:

When the stars will fall down
I’ll come back
Home to you
I am the moon
And you are the sun that shine
On me
And It’s all so difficult
I want to come back
To you
No I’m like a wanderer
Without you
You are my safe docking
So one day
When the dawn
Will be mine
I’ll come back
To you.


Hayley rimase stupita: era bellissima. “Perché Josh? Perché sei così indeciso con te stesso?” pensò tra sé e sé. Rimise il foglietto nel quaderno e andò a dormire. Pensò a Federica, che era tornata a casa con gli occhi gonfi e rossi. Pensò a Jeremy e a Taylor, che amava come due fratelli. Pensò a Chad, per cui avrebbe dato la vita. E poi la sua mente si posò su di lui. Josh Farro. Sospirò. Finalmente aveva ritrovato la cosa più preziosa che avesse mai avuto: il suo amico.
 

Angolo dell'Autrice

Ahi, ahi, ahi! Federica è nei guai! Ed è solo il terzo capitolo! Solo un errore del momento o qualcosa di più? Mah, questo si capirà più avanti! Povero Paul! 
Mentre Hayley e Josh? Che staranno macchinando? Beh, questo si capirà davvero molto più avanti. Vi avverto: non c'è alcuna Joshley (giusto per non creare inutili illusioni).
Allora, avete un po' capito cosa potrebbe essere successo a Federica? Sì? No? Boh? Beh, comunque nel prossimo capitolo si scoprirà tutto (o quasi).
Ringrazio Chocobomb che ha recensito e che mi segue sempre! Un grazie anche a chi legge silenziosamente, ma vi prego: RECENSITE! Mi serve per migliorare, per vedere se la storia piace e anche per la mia autostima! 
Beh, vi lascio!
Bye bye :) a domani (se recensite)!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
Hayley e Federica stavano pranzando. La cantante sapeva che era successo qualcosa la sera prima. Ma capiva anche che ne avrebbe parlato lei, quando sarebbe stato il momento. Le due si guardarono. Federica posò le posate sul tavolo. << Hayley, posso parlarti? >> chiese. << Certo. >> rispose la rossa. << Possiamo spostarci sul divano? >> domandò, insicura. Hayley annuì. Si sedettero sul divano, una accanto all’altra. Federica non riusciva a parlare. La cantante capì. Le cinse le spalle. << Ehi, non ti preoccupare. Se non è il momento giusto, non importa. >> << No. Devo parlarti ora. Ho combinato un casino. Io ho… Ho tradito Paul. Ma non volevo! Io… Oh, è tutto così complicato! >>. Hayley l’abbracciò. << Perché non mi racconti bene cos’è successo? >>. Federica la guardò. Aveva paura. Se le avesse detto di Nico poi le avrebbe dovuto spiegare anche di tutto il resto. Non voleva. << Non puoi aiutarmi anche se non ti dico tutto tutto? >> le chiese.  La cantante fece “no” con la testa. << Non posso aiutarti se non vuoi essere aiutata. >> affermò. Aveva vinto. Decise che era arrivato il momento di parlare. << Ho rivisto un ragazzo in questi giorni. Un ragazzo che non vedevo da sei mesi. Si chiama Nico Morikov. E’ di origine russa e faceva lo spacciatore, come me. E’ più grande, però. Ha diciannove anni. >> << E abitava a Verona? >> le chiese Hayley. << Sì. Solo che io… Come dire… Ecco… Non facevo solo la spacciatrice. Io… >> Si mise una mano sul fianco. Di nuovo quel dolore insopportabile. << Ti fa male? Fammi vedere. >> dichiarò la cantante. Federica non voleva. Provò a sottrarsi dalle mani della ragazza che le volevano alzare la maglietta. Hayley si spazientì. << Allora! Fai vedere! >> esclamò. La sedicenne cedette. La cantante strozzò un grido. Non l’aveva mai vista. Era una grossa cicatrice che le attraversava tutto il fianco. Era arrossata. Hayley la fissò negli occhi, senza dire una parola. Poi l’abbracciò. Federica iniziò a piangere. << Oltre ad essere una spacciatrice facevo la puttana. >> continuò la sedicenne, tra le lacrime. << Io andavo a prendere la droga e poi Nico veniva a ritirarla. Accadde che mi servivano dei soldi e allora glieli fregai mentre ehm… Beh, hai capito, no? Lui… Non è che stavamo proprio insieme. Penso ci fosse una mezza storia, ma io ero molto più piccola di lui e, a volte, mi sembrava non mi volesse nemmeno. >>. Hayley la ascoltava a bocca aperta. << Una notte Nico entrò. Era ubriaco e parlava di soldi, poi mi chiese di fare delle… Cose. Ma io non avevo il denaro da ridargli. E allora lui mi… Mi… >> << Shh, è tutto a posto! >> le sussurrò Hayley, stringendola a sé. << Rimasi incinta. Ma non glielo dissi. Quel bambino era tutto per me. Tutto! E invece Nico rivoleva solo i soldi. Solo in seguito appresi che non erano suoi, ma della gente per cui lavorava. I suoi compagni entrarono in casa mia, una notte. Mi pestarono a sangue. E uno di loro mi accoltellò la pancia. Il bambino era morto! Mi era stato strappato via, in un colpo solo, la dignità e mio figlio! Ma lui non c’entrava. Non del tutto almeno. Quando seppe del bimbo provò a rimediare in tutti i modi, ovviamente fu tutto abbastanza inutile. Poi sono venuta qua, a Franklin, e  non l’ho più rivisto. Fino a qualche giorno fa. Mi sono scontrata con lui mentre andavo ad un appuntamento con Paul. L’ho rivisto un’altra volta e poi è successa l’ultima cosa che avrei mai immaginato. >> << Ovvero? >> chiese Hayley. << Quando siamo andati in pizzeria ho litigato con Paul e quando sono uscita mi sono ritrovata Nico davanti. Abbiamo discusso e poi mi ha baciata due volte. La prima volta non ci sono stata, ma la seconda io… Io lo volevo, Hayley! Io volevo le sue labbra sulle mie. E quando Paul ci ha scoperti e se n’è andato ho avuto sì paura, ma era come se quel bacio fosse stato, in fondo, una cosa giusta. Io però non voglio perderlo! Paul è il ragazzo che ho amato da quando mi sono trasferita a Franklin, mentre Nico mi ha fatto del male. Ma in fondo è un ragazzo buono! O mio Dio, Hayley! Che cosa faccio? Che cosa faccio? >>. Federica affondò il volto tra le spalle della rossa. Hayley non sapeva cosa dire.  Le prese la testa tra le mani e le disse:<< Ascolta, io non so quale sia la scelta giusta. Ti posso solo dire di seguire il tuo cuore. Chi vuoi accanto a te?>>. La sedicenne rimase in silenzio. Poi rispose:<< Paul. >> << E allora il problema è risolto. Per Nico… Forse dovremmo chiamare la polizia. >> << No! Mi basterà non vederlo più. Proverò a non uscire da sola. >> esclamò la sedicenne. Hayley annuì, non capendo, però, come mai non volesse denunciarlo. << Io devo andare a fare la spesa. Se vuoi accompagnarmi a me va bene. Altrimenti posso chiamare Dak e dirle di farti compagnia per un po’. Quando torno riprendiamo per bene il discorso. >> affermò la rossa, a malincuore. Non avrebbe mai voluto lasciarla lì, così. Ma la dispensa era praticamente vuota.

<< Che cosa ti va di fare? >> le chiese Dakota. << Io… Beh, pensavo di andarmene un po’ a dormire. >> rispose Federica. La migliore amica di Hayley annuì e la lasciò andare in camera. Ma, in realtà, Federica aveva altro in mente. Doveva risolvere quella questione. Una volta per tutte.
 Andò di corsa verso la casa di Nico. Fece fatica a ritrovare la via giusta, ma ci riuscì. Suonò il campanello. Era  agitatissima. Finalmente Nico aprì la porta. << E tu che ci  fai qui? >> chiese con aria sorpresa. << Dobbiamo parlare. >> rispose lei. Il ragazzo la fece entrare. Si sedettero sul divano, uno accanto all’altra. << Ascolta, io ero, cioè sono insieme a Paul. >> esordì Federica. << E per questo che il mio bacio ti è piaciuto? >>. La ragazza alzò lo sguardo. Ma che faccia di bronzo! Eppure non poteva negare che non fosse stato male. Fece l’errore di fissare i suoi occhi azzurri. Stava per cedere. << Ti sto solo chiedendo di non cercarmi più. Dimenticami, ti prego! >> continuò lei. << Veramente sei tu che sei venuta qui. >> osservò lui. Non ce la faceva più. Si alzò in piedi improvvisamente, ma Nico la prese per il braccio e la tirò verso di sé. La baciò. Federica non volle respingerlo. Lo attirò a sé. Lo voleva. Lo desiderava. Nico le sfilò prima la maglietta, poi i pantaloni. Le slacciò il reggiseno. La baciava con sempre più foga. Federica gli tolse la camicia e gli slacciò i pantaloni. Ora Nico era sopra di lei. Fecero l’amore. Non come una puttana e il suo cliente, ma come due amanti, due persone che tenevano l’uno all’altra. Si stava innamorando. Dell’unica persona di cui non doveva innamorarsi.
Federica guardò l’orologio. Era ora di andare. Non voleva, ma prima  o poi Dakota si sarebbe accorta della sua assenza. Si rivestì e andò verso casa. Era andata da Nico per dirgli che lo odiava e se ne andava più confusa di prima. E ora, cosa avrebbe fatto con Paul? E soprattutto, come avrebbe fatto a capire cosa voleva davvero?

Angolo dell'Autrice

Salve! Allora, Federica si è altamente complicata la vita da sola. Altro che confusione, qui c'è un caos totale. Mi dispiace aver fatto fare la figura della pirla a Dakota. Insomma, non si è nemmeno accorta che Federica aveva lasciato la stanza. Ma, oh, pazienza. Si riscatterà, ne sono sicura!
Che ne pensate di questo capitolo? Si scopre bene il rapporto che c'è stato tra Federica e Nico e direi che questo è importante. E si scopre anche che la nostra amata sedicenne non ha la dote dell'ubbidienza. 
Un grazie enorme a Chocobomb! Grazie davvero, vedere una tua recensione sempre, in ogni minimo capitolo, mi riempie il cuore. Davvero, grazie!
Un grazie anche a chi legge, ma, non mi stancherò mai di dirlo, recensite per favore! Vi prego! 
Vabbé, vi lascio! Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


 
CAPITOLO 5
Il telefono squillò. Hayley rispose. << Pronto, chi parla? >> << Buongiorno, sono la professoressa Keirth, la preside della scuola che Federica frequenta. >>. Hayley deglutì. Che cosa poteva essere accaduto? << E’ successo qualcosa? >> chiese. Non era sicura di volerlo  sapere. << Federica è oggetto di una forte sanzione disciplinare. Gradirei parlare con lei nel mio ufficio. Arrivederci >>. La cantante si vestì per uscire. Ma che diamine poteva essere successo? Entrò nell’ufficio della preside. Federica era seduta su una sedia con un’aria a metà tra lo strafottente e l’impaurito. << Buongiorno. >> salutò la cantante. << Buongiorno. Prego, si accomodi. >> rispose la Keirth.  << Che cosa ha fatto? >> chiese Hayley. << Vengo subito al dunque. Federica è stata ritrovata a minacciare un suo compagno con un coltellino dopo averlo picchiato. Ovviamente abbiamo deciso di sospenderla dalle lezioni per una settimana. >>. Hayley si girò verso Federica. Non era possibile! Ma perché?

<< Si può sapere che ti è preso? >> le chiese la rossa, fermando la macchina. << Non sono affari tuoi! >> urlò Federica. << Sì che sono affari miei! Da quando sei venuta da me sei diventata un affare mio! Lo capisci, sì o no? Rispondimi! >>. Vedendo che la ragazzina la ignorava, la prese per un braccio. Se ne pentì subito. Federica era piena di lividi e di tagli. << Chi è stato? >> le chiese. Ormai la sua arrabbiatura era diventata preoccupazione. << Nessuno. Sono caduta da sola. >> rispose la sedicenne. Ma la cantante non le credette. << Mi credi una stupida? Avanti, dimmi chi è stato! Ti prego! Se c’è un problema ne possiamo parlare insieme e provare a risolverlo. Lo sai che non ti giudico. Ma devi rispondermi, o non ne verrai mai fuori! >>. La rossa era preoccupatissima. Non capiva cosa stava succedendo e avrebbe voluto aiutarla. Si guardarono negli occhi, per un lunghissimo tempo. << Mi dispiace Hayley. Non posso >> mormorò Federica. Improvvisamente, la ragazzina aprì lo sportello della macchina e corse via, lasciando la cantante in macchina da sola, incredula e incapace di reagire.
Jeremy e Taylor giunsero di corsa  a casa di Hayley. La cantante era seduta sul divano, visibilmente preoccupata. C’era anche Chad, che spiegò loro cosa fosse successo.  I ragazzi non volevano credere a quello che avevano sentito. << Ma è impazzita di colpo? >> chiese Taylor. Hayley lo guardò. << Non penso. E’ successo qualcosa, ne sono sicura. Qualcosa che ha a che fare con il suo passato e con questo Nico. >> << Chi è Nico? >> domandò Jeremy.  Solo in quel momento Hayley realizzò di non aver parlato con nessuno del dialogo che avevano avuto lei e Federica. Sospirò. Non le andava di parlare di cose così private. Ma doveva farlo. Raccontò ai ragazzi che cosa Federica le aveva detto riguardo al suo passato. I giovani rimasero di sasso. << Hayley, tu sai come rintracciare questo Nico? >> chiese Chad. La ragazza scosse la testa. << Andiamo alla polizia. >> propose Taylor.

Federica si stava asciugando i capelli. Nico la fissava. Era bellissima. Era arrivata da lui di corsa, per chiedere aiuto. Le aveva offerto ospitalità e lei si era rilassata. E ora lì, davanti a lui, così inerme, così innocente. Si avvicinò e iniziò a baciarla sul collo. La ragazza continuava a usare il phon, come se niente fosse. Nico continuava a baciarla. Federica mise l’asciugacapelli per terra e posò le labbra sulle sue. Si scambiarono un lunghissimo bacio. La ragazza si sentiva felice. Si staccò. Lo fissò negli occhi. << Senti, c’è una cosa che non ti ho mai chiesto. >> disse Federica, mentre intrecciava le dita tra i capelli del ragazzo. << Perché hai deciso di fare questa vita? Insomma, tu la mia storia la sai, ma io non so nulla di te. >>. Nico le sorrise. << Avevo quattordici anni, mia madre era morta e mio padre era un alcolizzato… Sai, quando mi chiesero se volessi venire in Italia non c’ho pensato molto. Conobbi della gente e iniziarono ad assegnarmi alcuni lavoretti. Semplicemente scoprii che spacciando avrei guadagnato molto di più. Fine. >>. La ragazza fece un’espressione delusa. << Tutto qui? Hai deciso di vivere così per convenienza? >> << Sì, esatto. Tutto qui. E tu, invece? Come mai mi tratti così? Insomma, dopo tutto quello che ti ho fatto… >> << Vedi >> lo interruppe la ragazza << Io so che sei un bravo ragazzo sotto sotto. E io non ti ho mai dato una seconda possibilità. E ora io te la voglio offrire, Nico. Io… Lo so, te l’avrei dovuto dire prima, quando ero ancora a Verona, ma… Io ti amo. >>. Quell’ultima frase lo spiazzò. Provò a dire qualcosa. << Fede, io devo dirti che… >> << Shh! >> fece lei, interrompendolo. Sentirono un rumore. Sirene. Sirene di volanti della polizia. Entrarono nella casa sfondando la porta. I due ragazzi urlarono, spaventati. Nico provò a prendere la pistola, ma due agenti gli puntarono le loro armi contro, facendolo desistere dalla sua idea. << State commettendo uno sbaglio! >> esclamò mentre lo portavano fuori. Federica lo seguì, scortata da degli agenti. << Ma che cazzo fate? Nico! Nico! >> pianse lei, con tutto il fiato che aveva in corpo. Quando uscì una mano robusta la afferrò: Chad. << Ora si torna a casa ragazzina! E bada di non fare altri scherzi del genere. >>. Era visibilmente arrabbiato. << Dov’è Hayley? >> chiese scontrosamente la sedicenne. << A casa, che ti aspetta! Ci hai fatti preoccupare. Sali in macchina! >> ordinò. << Oh, ti sei addirittura preoccupato? Oh, mio Dio, dove andremo a finire? Chad Gilbert che si preoccupa per me! >> l o prese in giro lei. << Ho detto: Sali in macchina! >> urlò il chitarrista. Federica diede un’occhiata a Nico, mentre lo facevano entrare a forza dentro la volante. Poi salì in macchina, in lacrime.

Josh guardava Jenna. Era bellissima mentre dormiva. Le stava per fare la sorpresa più bella di sempre. Lui e Hayley si erano messi d’accordo per fare un piccolo spettacolino in occasione dell’anniversario della prima volta che si erano incontrati. Si raggomitolò fra le coperte. Le diede un bacio sulla guancia. “L’amore. Che inguaribile mistero.”.

Angolo dell'Autrice

Ehilà! Allora, Federica è una combinaguai di prima categoria che sta mettendo a dura prova Hayley. E, soprattutto, che ha scelto con chi stare. Ma Nico stava per dire qualcosa prima che lo interrmopessero i poliziotti. Chissà!
Josh è un vero dolcioso :) lo so che dovrei odiarlo con tutte le mie forze, ma andiamo, un po' di pace anche a lui! E Chad... Ahahah, lui lo maltratto (niente di personale). Chi legge anche "The Miracle" capirà che questo è il secondo capitolo in cui lo tratto male ahah! Poverino!
Tra qualche capitolo (6 per l'esattezza) si entrerà di più nel vivo dell'azione, ma già dal prossimo si scopriranno delle cose molto torbide. Quindi.... Preparatevi!
Ringrazio
Chocobomb e spero che qualcun altro inizi a recensire. Mi farebbe piacere sapere la vostra opinione, è bruttissimo vedere che c'è gente che legge, ma non poter leggere nemmeno un commentino. Vi prego (*occhi da cucciolo*).
E, dopo essermi abbassata a un tale livello, Au revoir! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
Hayley non sapeva cosa fare. Federica non le parlava più. Era stufa di quella situazione. Doveva chiedere aiuto a qualcuno, ma non aveva la più pallida idea di chi sentire. Provò a telefonare a Jeremy, ma non rispose nessuno. “E se chiedessi a Taylor?” pensò tra sé e sé. Ma scartò l’idea: che ne sapeva lui di adolescenti ribelli e, per di più, di sesso femminile? Abbandonò subito l’opzione Chad: lui e Federica si odiavano a morte. Poi le venne in mente l’unica cosa che poteva fare. Chiamò sua madre, d’altronde lei aveva cresciuto una ragazza ribelle e, per di più, che a diciassette anni andava in tour. Compose il numero e, non appena sentì che la signora aveva alzato la cornetta esclamò: <<  Ciao mamma, ho un problema. >> << Che succede Hay? >> chiese la signora Williams, preoccupata e incuriosita allo stesso tempo. << Federica non mi parla più. Anzi, non parla più con nessuno di noi. Neanche con Tay e Jerm! E per lei erano come fratelli! Mi serve assolutamente il tuo aiuto. In più non mangia e… Mi sento in colpa. >> spiegò, tutto d’un fiato.  << E va bene. Arrivo subito! Tu, intanto, fatti una camomilla e tranquillizzati. >> rispose la donna. La rossa si sentì sollevata. Sua madre le infondeva sicurezza.

Bussarono alla porta. Hayley aprì. << Ciao tesoro, allora dov’è Federica? >> chiese la madre entrando. << Camera sua è da quella parte. Vieni. >>. La cantante la condusse dalla ragazzina. Aprirono la porta. Federica era seduta sul letto, abbracciata ad un cuscino, in lacrime. La testa era affondata nel cuscino. La signora Williams entrò, facendo cenno alla figlia di restare fuori. Si sedette sul letto, accanto a lei. La sedicenne non disse nulla, né si mosse. Rimasero così, in silenzio, per dieci minuti. Poi, la signora Williams prese la parola. << Hayley è molto preoccupata per te. Non mangi, non le parli, non la ascolti, le nascondi segreti, scappi di casa. Sai, a me non importa più di tanto quello che fai. Insomma, è la tua vita. Ma lascia che ti racconti una cosa. >>. Federica si voltò, per la prima volta da quando la donna era entrata, verso la sua interlocutrice. << Quando Hay mi disse che aveva deciso di prendere in affido una ragazzina orfana e, per di più straniera, mi arrabbiai terribilmente. Non capivo. Mia figlia che si improvvisava mamma. Ti odiavo, non lo nascondo. Non volevo che qualcuno me la portasse via, capisci? Eppure, quando tu scappasti in Italia Hayley stava talmente male che capii che tu valevi veramente molto per lei. E quando tornasti ne fui molto felice, sul serio. Imparai a volerti bene e ad apprezzarti, come se fossi stata mia nipote. >>.Federica abbassò lo sguardo. La donna continuò:<< Penso che dovresti renderti conto di quanto tu stia facendo del male a persone che darebbero tutto per te. Solo questo. >>. Si alzò e fece per andarsene. << Il ragazzo che ho minacciato si chiama Andrew Drew. E’ lui che mi ha fatto questi lividi. Lui ha… Scoperto alcune cose del mio passato e voleva portarmi a letto. E io non ci sono stata. Così ha fatto la stronzata di minacciarmi. Io ho reagito e l’ho preso a pugni, poi lui ha tirato fuori il coltello e io mi sono difesa. Mi ha ferita ma io sono cresciuta facendo a botte. Sono stata abbastanza veloce e l’ho atterrato. Poi gli ho preso il coltello, ma non l’ho minacciato. Sì, gliel’ho puntato contro, ma non gli avrei fatto nulla. Volevo andare dalla preside, ma quel figlio di puttana e la sua cricca di amici hanno rivoltato la storia come un calzino! E questo è tutto. >>.La donna si girò. Federica era in piedi. La signora Williams l’abbracciò. E la ragazzina si sentì un po’ meno sola.

Nico era seduto. A Hayley era stato permesso di avere un breve colloquio con lui. Lo guardò e pensò come poteva essere possibile che Federica avesse scelto lui invece che Paul. “Sto iniziando a diventare come mamma” pensò. Le scappò un sorriso. La ragazza si sedette. Erano solo lei, il ragazzo e un poliziotto. << Allora, voglio sapere che intenzioni avevi con lei. >> esordì Hayley, dura. Nico la guardava, con aria strafottente. << Hayley Williams, la cantante dei Paramore… Federica me ne ha parlato. >>. Era irritante.  << Rispondi alla mia domanda. >>. La cantante si stava innervosendo. << Vuoi sapere se avevo intenzione di portarla in Italia? Sì, hai ragione. La gente per cui lavorava si dà il caso che conoscesse quelli per cui lavoro io. Mi avrebbero dato 10000 euro a lavoro ultimato. Ma poi, quando l’ho rivista io… Mi è nato qualcosa dentro. Penso di essermi innamorato sul serio. Non l’avrei mai portata via. Non le potrei mai fare del male! >> << Eppure so che qualcosa le hai fatto! >> ribatté la rossa. La cantante non si fidava più di tanto. La inquietava quel ragazzo. Le faceva paura. Nico la fissò. << Io so a cosa ti riferisci. Ti dico che sono pentito di quello che le ho fatto! Mi odio per questo! Ma lei mi sta dando una seconda possibilità. Lo capisci? >>. Hayley si sentiva uno schifo. Iniziava a comprendere il motivo per cui Federica non l’aveva mai odiato. E perché lo stava amando. << E ora? Ti rilasceranno a breve. Cosa vuoi fare? >> gli chiese. << Voglio fare ciò che è giusto. Non voglio che soffra per causa mia. Io le voglio bene. E se questo vuol dire che dovrò fare dei sacrifici, li farò molto volentieri. >>. Il tempo era  scaduto. La cantante si alzò e se ne andò. Si sentiva sollevata. Non era poi così male. In fin dei conti era solo un ragazzino. Di diciannove anni, ma era palese che non fosse di mentalità troppo adulta. Eppure non era un mostro. E questo la rendeva un po’ più tranquilla. Salì in macchina  e tornò a casa. Entrò e non credette ai propri occhi: sedute a un tavolo Federica, Erica, Mckayla e sua madre giocavano a carte. E ovviamente stava vincendo Federica.  Ridevano e scherzavano. Sì, finalmente la situazione forse stava migliorando. Solo un paio di cose la turbavano: chi erano le persone per cui lavorava Nico? E quanto sarebbero stati disposti a rischiare per riprendersi Federica? Ma soprattutto, avrebbe dovuto raccontarle la verità?

Angolo dell'Autrice

Eccomi qua! Allora, questi prossimi capitoli sembreranno noiosi e inutili. Ma è impressione: saranno invece molto importanti, per vari motivi. In questo, ad esempio, si scopre lo scopo di Nico. E ora voglio un vostro parere: che ne pensate del nostro ragazzo? E di Hayley? Ma, soprattutto, avete visto che cambiamento la signora Williams? L'avevamo incontrata in "Whoa" e il rapporto con Federica era totalmente diverso. Un bel salto di qualità, insomma!
Ringrazio ItsOzzyCobain per la recensione e Chocobomb per le belle parole :)
Ringrazio anche chi legge, ma vi prego, recensite! MI distruggete l'autostima! Assassini ;) (sto scherzando, obviously... per la maggior parte XD).
Grazie anche a nami24_love che ah inserito la storia nelle preferite :)
Bene, mi eclisso! Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


 
CAPITOLO 7
Il giorno dopo Hayley ricevette la notizia che i Paramore avrebbero dovuto rilasciare un’intervista per il giornale locale. I tre ragazzi si recarono alla redazione verso le tre del pomeriggio. Era da tantissimo che non rilasciavano interviste per i loro concittadini. Entrando si erano ritrovati ragazzini, gli stessi che con “All We Know Is Falling” avevano stupito dapprima tutta l’America e, in seguito, il mondo intero, raggiungendo un successo insperato e, forse, inizialmente mai inseguito. Hayley si commosse. La squadra era totalmente cambiata. Eppure erano riusciti comunque a rimanere coerenti con loro stessi e con la loro musica. Jeremy, in particolare, dopo aver vissuto un periodo lontano dalla band, per poi ritornare, per poi capire che lui senza la musica, senza i Paramore, non sarebbe mai stato Jeremy Davis. Ed era uscito fuori  “Riot!”. E proprio in occasione di quell’album avevano rilasciato l’ultima intervista al Tennessean.
<< Benvenuti ragazzi! >> li salutò la giornalista che li avrebbe intervistati. << Il mio nome è Jessica Goldern. >>. Jessica era una donna sui trent’anni, bionda, alta, magra, con gli occhi verdi e con una marea di lentiggini sul volto. << Salve. Io sono Hayley e loro sono Jeremy e Taylor. E’ un  nuovo acquisto della redazione? Non ho mai letto suoi articoli. >> esordì la cantante. << Sì, sono stata assunta poco tempo fa. E sono molto emozionata di avervi qui, davanti a me. Prego, accomodatevi. >>. I tre ragazzi si sedettero su un divanetto. << Bene. Iniziamo l’intervista chiedendo come mai avete deciso di intitolare l’album “Paramore”. >>. I tre musicisti erano già stufi, ancora prima di cominciare.

Josh era al settimo cielo. Se tutto fosse andato secondo i piani, quello sera avrebbe cantato con Hayley per Jenna. La cosa lo elettrizzava al solo pensiero. E gli metteva anche un po’ di paura, a dire il vero. Era da più di due anni che non cantava  con la rossa. Ripassò le canzoni un’ultima volta. Di lì a poco  sarebbe tornata sua moglie e  non voleva di certo rovinarle la sorpresa. Sentì la porta aprirsi. Era lei. Chiuse gli spartiti e si fiondò in salotto. << Ciao amore! >> la accolse. << Ciao Josh. >>. La ragazza fece per andare in camera, ma il ragazzo la bloccò. << Non puoi andare in camera! >> esclamò. << Perché? >> chiese Jenna, sospettosa. << Perché… Perché… Perché ho lavato per terra! >> rispose. Era la bugia più grossa che si fosse mai inventato in vita sua. << Tu hai… Lavato per terra? Josh, non ci credo! >> disse lei, alquanto incredula. Josh era nel panico. << Sì, ho lavato per terra perché mi ero portato un bicchiere di latte su di sopra,  ma l’ho rovesciato tutto sul pavimento. E quindi ho pulito. Che c’è di strano? >> << Il fatto che tu pulisca, Josh. Comunque mi fido. Allora, io appoggio la roba sul divano. La porti su te dopo, ok? >> << Ok. >> rispose Josh. Fece un sospiro di sollievo: pericolo scampato. Salì in camera e nascose gli spartiti. Mancavano solo sei ore e poi sarebbe riuscito a salire nuovamente su un palco dopo anni. Era contento.

L’intervista era finita. Jessica non aveva fatto altro che domande sul contenuto dell’album e sulle loro vite personali. Taylor si era incartato già alla prima domanda. Parlare di sé non era il suo forte. D’altronde era per quello che faceva il musicista. << Ci vediamo stasera alle 20.00 da Ciro, ok? >> dichiarò Hayley. << Ehm… Scusa la domanda, ma come mai? >> chiese Jeremy. << Volevo solo invitarvi in pizzeria. Tutto qua. >> mentì lei. << Avanti, cosa c’è sotto? >> domandò Taylor. Hayley sentì su di sé gli sguardi dei due ragazzi. Fece un gran bel respiro e iniziò a dire la verità:<< Josh mi ha chiesto di cantare per sua moglie, stasera. Voleva farle una sorpresa in occasione dell’anniversario di quando si sono incontrati. >> << Aspetta, Josh chi? >> domandò Jeremy, sospettoso. << Ehm… Josh Farro. Andiamo ragazzi, mi ha chiesto un favore! E ormai siamo ritornati ad essere amici. No? >>. La ragazza li stava supplicando con lo sguardo più cuccioloso che avesse mai fatto di partecipare alla festa. I ragazzi non poterono resistere. << E va bene. Porto anche Kat! Allora ci vediamo dopo! >> si arrese Jeremy. Hayley era al settimo cielo.

La serata stava procedendo a meraviglia. Josh e Hayley avevano cantato le canzoni che eseguivano prima di diventare famosi. C’era un bel po’ di gente, ma poche erano le persone famose. C’erano i loro amici, quelli più veri. << Vorrei cantare un’ultima canzone. Signori e signore, questo è un pezzo che non canto ormai più da due anni. A differenza delle altre la canterà principalmente Hayley. >> disse il chitarrista. << Josh, ma che stai facendo? >> gli sussurrò la rossa. << Sto per cantare una delle più belle canzoni che abbiamo mai scritto. >> le rispose. << No Josh, non l’abbiamo nemmeno provata! E poi scusa, ma potevi almeno dirmelo! >> continuò lei. << Tranquilla, la mia band la conosce e io mi sono esercitato! >> bisbigliò lui. << Sì, ma… >> << Signore e signori, “My Heart”! >> presentò lui, ignorandola. Hayley sperò fino all’ultimo di aver capito male. Invece Josh iniziò  suonare. E lei si trovò costretta a iniziare a cantare:

 I am finding out that maybe I was wrong
That I've fallen down and I can't do this alone
Stay with me, this is what I need, please?

Hayley si voltò verso  Josh. Erano anni che non cantavano insieme quella canzone.

Sing us a song and we'll sing it back to you
We could sing our own but what would it be without you?

Le stava venendo una grande malinconia. Sentiva la nostalgia dei vecchi tempi.

I am nothing now and it's been so long
Since I've heard the sound, the sound of my only hope
This time I will be listening.

Lanciò un’occhiata a Chad. Il ragazzo le sorrise. Sì, si era sentita persa quando i Farro se n’erano andati. Si era sentita persa quando Federica era entrata nella sua vita e poi era scappata via. Eppure aveva sempre avuto un punto fisso. E aveva sempre avuto il terrore di perderlo.

Sing us a song and we'll sing it back to you
We could sing our own but what would it be without you?

Cantare il ritornello le spezzava il cuore. Cantare una canzone per la moglie del suo ex ragazzo le spezzava il cuore. Ma sapere di averlo ritrovato come amico la faceva stare meglio. Era vero però: per un periodo si era chiesta come avrebbe fatto senza di lui. E, in fin dei conti, non aveva mai trovato una risposta. Che le piacesse o no le cose erano cambiate, i Paramore erano cambiati. Lei era cambiata.

This heart, it beats, beats for only you
This heart, it beats, beats for only you
This heart, it beats, beats for only you
My heart is your's

Quella parte. Le piaceva da impazzire. Era così… Intima. Quando erano ancora insieme le suonava come una verità assoluta. E ora lei associava quelle parole a tutt’altro: alla sua famiglia, al suo ragazzo, alla sua band. Ma non poteva più cantarle per lui. Sarebbe stata una bugia.

This heart, it beats, beats for only you
My heart is your's
(My heart, it beats for you)

Lo screamo di Josh arrivò, puntuale. Le scosse l’anima. E la risvegliò, accendendole un fuoco interiore. Una lacrima solcò il suo viso, ma nessuno se ne accorse. Forse Josh, anche se Hayley non poté mai avernela certezza. Il gusto salato della lacrima le inondò la bocca. Era al limite.

This heart, it beats, beats for only you
(It beats, beats for only you. My heart is your's)
My heart, my heart is your's
(Please don't go now, Please don't fade away)
My heart, my heart is your's
(Please don't go now, Please don't fade away)
My heart is your's

La canzone si trasformò in una gara. Lo screamo di Josh rincorreva la voce soave di Hayley. Si fermavano a malapena per respirare e poi ricominciavano. Non potevano fermarsi. Non dovevano.

My heart is your's
(Please don't go now, Please don't fade away)
My heart is your's
My heart is...

Le due voci si fermarono. I due ragazzi si guardarono negli occhi e si scambiarono un sorriso. Scesero dal palco, fra gli applausi del pubblico. Josh si buttò fra le braccia di Jenna, che gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Il ragazzo fece una strana espressione. << Tutto bene? >> gli chiese la rossa. << Niente. Tutto a posto. >> le rispose il ragazzo. << Vado un attimo fuori >> disse Hayley a Chad. C’era piuttosto freddo. E lei aveva dimenticato la sciarpa a casa. Sentì dei passi e si girò, istintivamente. Erano Josh e Jenna. << Ciao Hay. Sai, dopo l’esibizione di stasera, Jenna ci teneva a dirti una cosa. >> esordì il chitarrista. << Cosa? >> chiese la rossa. Josh e Jenna si guardarono intensamente. Poi lui le fece un cenno e lei, preso un bel respiro, dichiarò:<< Aspettiamo un bambino. Il primo. >>. Hayley sorrise in modo sincero e abbracciò Jenna. Era contenta per loro. La canzone era stata una grande prova. E lei l’aveva superata.
Ritornò da Chad. Lo prese in disparte e lo baciò. << Ti amo. >> gli disse. E ne era certa.

Angolo dell'Autrice

Buonasera! Allora, questo capitolo è un po' particolare, anche perché è totalmente assente Federica! Solo Paramore! Wow! Allora, come ve ne pare? Josh e Jenna genitori! A proposito, complimentoni a Jeremy e Kat! Tanto per restare in tema, ahahah! Insomma, ragazzi, che ne pensate? Vi è piaciuto? Fatemelo sapere, mi raccomando!
Ringrazio Chocobomb per la recensione! Grazie <3
Poi ringrazio anche chi legge, ma, come al solito, vi ricordo di lasciarmi il vostro parere (anche negativo, se vi va!).
Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8
Federica era tornata a scuola. Ma si era trovata spaesata. Mentre attraversava il corridoio sentì tutti gli sguardi della scuola posarsi su di lei. Udì il bisbigliare di alunni e professori. Si fermò e chiuse le mani a pugno. Avrebbe voluto urlare. Andrew Drew le passò davanti, lanciandole un sorrisetto strafottente. Purtroppo non erano riusciti ad inchiodarlo e per tutti era stato più comodo incolpare lei, la ragazzina straniera. Lei, l’ex criminale. Lei, l’ex puttana. Per fortuna arrivò Erica. << Eccoti, dai che siamo in ritardo! Su! >> la spronò. << Sì, andiamo. Cosa abbiamo adesso? >> << Biologia. >> le rispose la ragazzina. Arrivarono in classe al suonare della campanella. L’insegnante, la signora Jordan, le guardò con aria seccata. Le due ragazze si sedettero. La lezione cominciò. Stavano studiando il Dna. Federica lanciò un’occhiata ad un banco vuoto, quello di Paul. << Non è venuto? >> chiese a Erica. << No. Sai, ha scoperto di te e Nico e ha detto che, dato che oggi ritornavi a scuola, non voleva vederti per un po’. Penso che rimarrà a casa un paio di giorni. E’ comprensibile, d’altronde, no? >>. Federica alzò gli occhi al cielo. No, non era comprensibile. Doveva capire che era finita. Doveva capire che non poteva andare avanti a mentire a sé stessa solo per non farlo dispiacere. E la cosa valeva anche per Nico. L’ora di biologia finì e lei non aveva ascoltato niente. Aveva combinato un bel casino. << Ehi, stasera che ne dici di andare da Luke? Dà una festa a casa sua! >> propose Erica. << Hayley ha una festa tra celebrità e dovrò andarci anche io. Non è che ne abbia voglia, ma devo. Ci verranno un sacco di persone famose. >> rispose l’italiana. << Ma così passerai il venerdì da sola! >> esclamò Erica. << Beh, tecnicamente ci saranno un centinaio di persone. >>. La sorella di Hayley la fissò. Poi disse:<< Allora verrò anche io! E no, non provare a fermarmi. Hay è la mia sorella maggiore e, come tale, deve esaudire i miei desideri. Vedrai che dirà di sì. >>
<< Assolutamente no! >> sbottò Hayley alla richiesta di Erica. << Non posso portarti con me. >> << E perché Federica sì? Almeno così avrà un po’ di compagnia. No? >>. La cantante alzò gli occhi al cielo. << E va bene. Ma avvisa papà. E penso che dopo ti dovrai fermare a dormire da me, quindi vai a prepararti le cose che ti possono servire per stanotte. >>. Erica sorrise, compiacendosi della sua vittoria. << Mi devo vestire elegante? >>. Hayley non le rispose nemmeno.
Era una festa di alta classe, organizzata da Taylor Swift. Aveva prenotato un albergo a cinque stelle. C’erano un sacco di celebrità, da Bono a Bruce Springsteen, a Noel e Liam Gallagher. E poi, ovviamente, c’erano Taylor e Jeremy con Kat. Federica e Erica si sentivano altamente fuori posto. Improvvisamente, Hayley corse verso un ragazzo, saltandogli praticamente in braccio. << Josh! Che sorpresa! Oh, ciao Oli, ci sei anche tu! >>.  Era Josh Franceschi, il cantante degli You Me At Six. E c’era anche Oliver Sykes dei Bring Me The Horizon accanto a lui. Federica adorava la musica di entrambi i gruppi. E aveva un buonissimo rapporto con Josh. << Ciao Hay! Sì, lo so che avevamo detto che non venivamo, ma alla fine abbiamo deciso di fare un giro. Siamo partiti dall’Inghilterra ieri. E abbiamo telefonato a Taylor stamattina! Non è stata molto contenta quando ha saputo di dover riprenotare i nostri posti. >>. Il solito pazzo. Forse era per questo che l’amicizia tra Josh e Hayley era così solida. Entrambi avevano la stessa pazzia. Era una di quelle pazzie sane, ma era pur sempre pazzia. Taylor Swift si avvicinò a loro. << Ciao ragazzi. Se volete accomodarvi, c’è un tavolo completamente libero là in fondo. >>. Si sedettero e guardarono il menu. << Allora, come antipasti ci sono: fagottini ai peperoni e olive, uno sformato alle verdure e degli stuzzichini, sia di carne che di pesce, poi abbiamo una zuppa con non riesco-a-capire-cosa e della pasta con i funghi e i pomodori secchi. Di secondo ci sono vitello tonnato e costine d’agnello e, per finire, della millefoglie! >> lesse Jeremy. << Però. Meno male che tra un po’ inizieremo ad esibirci, così bruceremo la cena di stasera. >> scherzò Taylor. Hayley si voltò verso Josh e Oliver. << Allora, come va? Oliver, ho ascoltato il nuovo singolo, “Shadow Moses”. E’ stupendo, complimenti. >> << Grazie Hay. E’ bello sapere che ti sia piaciuta. >> ringraziò il cantante. Erica guardava Federica. Si era accorta che c’era qualcosa che non andava. << Non ci pensare! Sistemeremo tutto, vedrai! >> le bisbigliò. L’italiana sorrise forzatamente. << Ehi, Federica! Sai la novità? >> esordì Josh. << No. >> rispose lei, un po’ svogliata. << Andremo in Italia a suonare. Mi puoi insegnare qualche parola strana? >> chiese. << Beh, la più lunga è “psiconeuroendocrinoimmunologia”, che è il nome di una disciplina scientifica. “Stella” è una parola stupenda. E poi adoro anche ”pioggia”. Mi piace come suona. E per salutarci tra amici noi diciamo “ciao”. >>. Federica sospirò. Non lo voleva ammettere, ma l’Italia le mancava. In fin dei conti era pur sempre la sua terra natale. << Scusate, vado un attimo in bagno. >> disse. In realtà andò nel parco dell’albergo. Si sedette su una panchina. Sentì un rumore di passi: Erica. La sorella di Hayley si sedette accanto a lei. << Fortuna che dovevi andare in bagno. >> osservò. << Non volevo far preoccupare Hay. E poi avevo bisogno di un po’ d’aria. Per schiarire le idee. >> chiarì Federica. Erica la guardò. << Sai, ho deciso.  Parlerò con Paul. Deve capire che non gli voglio male. Solo, non posso fingere a me stessa per non ferirlo. Io tengo a lui, ma con Nico c’è molto più che amore. Nico ha vissuto con me per anni, sa tutto quello che ho passato. E, allo stesso tempo, dovrò decidere anche cosa fare con lui. Non posso fare finta di nulla. Noi due… Cristo, per poco diventavo la madre di suo figlio. >> spiegò. Erica guardò l’ora. Poi propose:<< E se andassimo subito? Tanto gli adulti parlano, parlano e non si accorgono di nulla. >> propose. << E se ci beccano? >> << Mi assumerò io tutta la responsabilità! Andiamo. >>. Prese l’italiana per un braccio e la fece alzare dalla panchina. Corsero via dall’albergo. Per fortuna non erano lontani da dove dovevano andare. Citofonarono. << Chi è? >> chiese la voce metallizzata di Paul. << Sono Erica .Aprimi. >>. Paul aprì la porta e si trovò davanti sì Erica, ma anche Federica. Provò a chiudere, ma l’italiana lo fermò. << Ti prego, devo parlarti. Perché non voglio che finisca così. >> << E di cosa? Senti, con te non ricomincerò mai! Mi hai tradito! Mi hai fatto sentire uno schifo! >> urlò lui. << Tu non puoi capire! Io non volevo farti sentire così. Solo che Nico… Nico è l’unico che può capire cosa ho vissuto! >> provò a spiegarsi lei. << Ma tu non mi hai mai fatto partecipe del tuo passato! >> sbottò lui. Era molto arrabbiato. << Sarebbe stato troppo complicato. >> si giustificò Federica. << Ma questo non significa che io non tenga a te. Io ti voglio bene, Paul. E te ne vorrò sempre. Non voglio perderti. Ti prego! >>. Paul ripensò a tutto quello che era successo tra loro. A come si erano conosciuti, al colpo di fulmine che aveva avuto non appena l’aveva vista. Pensò a come per lui lei era importante. << Io… Neanche io voglio perderti. Magari non era destino. Sai, io Hayley la conosco da un sacco di tempo e conosco anche Josh Farro. Quando si sono lasciati si percepiva che si era creata una distanza tra i due. E io non voglio finire così. >>. Si abbracciarono in modo sincero. << Promettimi solo una cosa. >> << Cosa? >> chiese lei. << Promettimi che con Nico sarai felice. >>. Federica aveva le lacrime agli occhi dalla contentezza. Dalla bocca le uscì solo un flebile:<< Sì. >>. Erica li osservava in silenzio. Era felice per loro due. E poi è brutto vedere i tuoi due migliori amici litigare. Diede un’occhiata  all’orologio e sobbalzò. Dovevano assolutamente tornare alla festa. << Non per interrompere questo momento, ma dobbiamo andare. E di corsa! Ciao Paul, ci vediamo domani! >>. Prese Federica per un braccio e la condusse fuori. L’italiana fece a malapena in tempo a salutare Paul, che rimase imbambolato sulla soglia a guardarle mentre correvano via.
 Le due ragazze arrivarono al tavolo. Erica aveva ragione: i musicisti non si erano accorti di nulla. Si sedettero al tavolo. << Dove siete state? Hanno appena portato il dolce e ve l’abbiamo preso, ma vi siete perse i secondi! >> chiese Hayley. Federica e Erica si scambiarono un sorriso da complici. << Ad aggiustare una cosa. >> rispose l’italiana. I ragazzi ricominciarono a mangiare, non potendo capire il significato di quella frase.

Angolo dell'Autrice

Buon ferragosto a tutti! Oggi sarà un giorno di pranzi, griglliate, festa, giochi e Whoa 2! Sì, perché io aggiorno pure di ferragosto :)
Allora, Erica la stimo e anche Paul. Sono due bravi ragazzi. E poi, guarda un po' chi c'é... Josh Franceschi e Oliver Sykes. Dato che questa storia l'ho scritta un bel po' di tempo fa, i Bring Me The Horizon avevano rilasciato solo "Shadow Moses", quindi l'album doveva ancora uscire (piccola spiegazione sul perché Hayley sostiene di aver ascoltato il nuovo singolo). In più, piccolo spoiler, Josh lo troveremo in Whoa 3! Sì, ho iniziato a stilare la scaletta della terza (e presumo ultima) storia di questa serie.
Scrivetemi cosa ne pensate, mi raccomando. Grazie a Chocobomb per la recensione, vi chiedo di fare altrettanto :)
Au Revoir!

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9
<< Ehi, sveglia! >> urlò Erica. Federica cadde dal letto. << Ma sei fuori? Mi hai fatto avere un infarto! >> le gridò lei. Erica rise. << Io sono sveglia da due ore e mi sto rompendo a vederti ronfare! E poi russi! >> << Non è vero! >> negò l’italiana. << E poi, scusa, ma non potevi stare con Hayley? >> chiese. << E’ andata da Jeremy e Taylor. Avevano da lavorare per il video. Le solite questioni burocratiche. >> rispose Erica. << E tu, quand’è che vengono a prenderti? >> domandò Federica. A questa domanda Erica si fece scura in volto. Federica si avvicinò. << Ehi, tutto bene? >> << Papà vorrebbe trasferirsi. Ma mamma no. Continuano a litigare. McKayla ora è da mia nonna. Starò qui per altri tre giorni come minimo. Ma a me sta bene così. Sono sicura che tutto si risolverà! Perché tutto si risolve, sempre. Me l’ha insegnato Hay. >>. Erica alzò il viso e sorrise. Che grinta che aveva. << Tu, invece, che intenzioni hai con Nico? >> chiese. << Non lo so. Lo rilasciano oggi, esattamente tra un paio d’ore. >> rispose. << Hay ritorna tra un bel po’. Che ne dici di andare da lui? >>. Federica la guardò, strabuzzando gli occhi. << Ok, tu sei uscita di testa stamattina! Sei impazzita? >> esclamò.  << Ma no. Scusa, prima o poi dovrai parlargli. Via il dente, via il dolore. Gli parli subito ed è fatta. No? >>. La semplicità con cui Erica metteva giù ogni cosa lasciava ogni volta Federica di stucco. Era un modo di vivere a cui nessuno avrebbe potuto dire di no. Nemmeno lei. << E va bene. Mi vesto, faccio colazione e poi andiamo. >>.
Nico era emozionato. Non avrebbe mai creduto di essere rilasciato così presto. Aveva avuto paura. Molta paura. << Allora, andiamo? >>. A parlare era stato un agente di polizia. Nico odiava i poliziotti e li ammirava allo stesso tempo. Li ammirava perché il loro è un lavoro importante, ma li odiava per motivi vari: innanzitutto, la sua “professione” e la polizia non sarebbero mai potuti andare d’accordo. E poi odiava quando i poliziotti non entrano a fondo nelle situazioni. Si ricordava fin troppo bene la prima volta che l’avevano beccato rubare. Aveva sedici anni. E gli avevano dato del criminale, del cattivo ragazzo. Ma chi erano loro per giudicarlo? Aveva rubato, era vero, ma perché sennò i suoi “tutori” l’avrebbero pestato. E questo un poliziotto non l’avrebbe mai capito. Lo sbirro lo scortò fuori. Quando uscì il vento gli scompigliò i capelli. Aria. Ne sentiva la mancanza. Ora doveva solamente andare a casa. Si incamminò, quando una voce lo chiamò. Si girò: Federica. Gli stava correndo incontro. Nico restò immobile. Era spaventato. La ragazza lo raggiunse. Erica rimase distante. << Che vuoi? >> chiese Nico in malo modo. << Parlarti. Subito. >> rispose lei. << Senti, è meglio che mi lasci in pace. Io ti porto solo guai. Abbiamo fatto uno sbaglio. Devo andare. E questa volta per sempre. >>. Nico fece per andare, ma lei lo bloccò per un braccio. << Non te la caverai così anche questa volta. Io so quali erano i tuoi piani. Io so che tu dovevi portarmi in Italia. Eppure sono venuta qui lo stesso. >> << Beh, hai fatto male. >> sibilò lui. Lo schiaffo arrivò immediatamente. Non voleva tirarglielo. Solo che non ne poteva più di vederlo scappare. Ogni volta che le faceva male, ogni volta che preferiva andarsene in realtà ci rimetteva lui. Solamente lui. Era come se sapesse solo scappare. Da sé stesso. E lei lo amava così tanto che avrebbe voluto salvarlo dal suo continuo fuggire.  Si guardarono negli occhi. Nico iniziò a piangere. Federica lo abbracciò. << Ehi, va tutto bene, tranquillo. Ci sono qua io. >> gli sussurrò. La sua voce. La adorava. Si staccò da quell’abbraccio. E la guardò negli occhi. << Io devo andare a casa. Se vuoi accompagnarmi. >> le propose. << E Erica? >> chiese lei. << Può venire anche lei se vuole. Io devo solo sistemarmi un po’ e riposarmi. >> << Ora vado a chiederle. >> affermò. L’italiana andò dall’amica e le chiese che cosa avesse intenzione di fare. << Vai tranquilla. Io non c’entro niente. Ricorda solo di non tornare a casa troppo tardi, altrimenti Hay si incavola. E raccontami tutto dopo. >>.
Casa di Nico era piuttosto lontana dal carcere. Camminarono per mezz’ora. E in quella mezz’ora non si dissero nulla. Continuavano a guardarsi tra loro. E i loro sguardi dicevano molto più che mille discorsi. Quando arrivarono, si fermarono di fronte alla porta. Nico aprì. << Beh, io ti saluto. Domani penso che partirò. Grazie di tutto. >> << Perché scappi sempre? >> gli chiese. << Perché non so fare altro. >> rispose lui. << Non è vero. Tu credi di non spere fare altro. >> ribatté Federica. << Senti, io sono solo uno schifosissimo ragazzo che prova a fare il criminale spacciando droga. Nient’altro. >> dichiarò Lui. << No. Tu sei molto più di questo. Tu sei Nico Morikov, il ragazzo russo che mi ha fatto perdere la testa, Nico Morikov, il ragazzo buono che prova a rimediare ogni volta che fa un errore. Tu sei Nico Morikov, il ragazzo che amo. >>. Il ragazzo non riuscì a rispondere, che le labbra di Federica erano già sopra la sue. Entrarono in casa, continuando a baciarsi. Federica non avrebbe mai voluto staccarsi da quelle labbra. Si trovarono sul divano, senza neanche ricordarsi come erano arrivati fin lì. Nico iniziò a svestirla, con delicatezza. E lei lo lasciò fare. Era giusto così. Le baciò il corpo, soffermandosi sulla cicatrice. Alzò la testa e gliela accarezzò. << Non ti succederà mai più nulla del genere. Te lo prometto. >> le sussurrò dolcemente. Si tolse la maglia. E lei gli tolse i pantaloni. Si guardarono negli occhi. E poi, lei lo accolse dentro di sé. Nico rivide la sua vita: le violenze del padre, il suo viaggio disperato per l’Italia, l’inizio del suo lavoro come spacciatore, l’incontro con Federica, che non aveva mai capito quanto fosse stato importante. E poi, la tragedia del bambino di lei. Si era sentito un verme. E poi i suoi “datori di lavoro”, che l’avevano costretto ad andare a Franklin per riportarla indietro. Lui non aveva avuto il coraggio di dire di no. Ma quando l’aveva rincontrata, l’aveva amata. Da subito.
Si staccarono, stremati. Nico la guardò. Ora era certo. Non voleva più scappare. Voleva vivere.
 
Angolo dell'Autrice

Aggiorno annche se non ha recensito nessuno, perché poi starò via una settiimana. Che ne pensate del capitolo? Di Nico? Di Federica? E poi, devo ammetterlo, amo come ho caratterizzato Erica, non so perché. Mi piace come personaggio, lo ammetto.
Allora, per favore, RECENSITE. Non so più come supplicarvi, sul serio. E' importante! Spero che qualcuno inizierà a farlo, perché è davvero brutto vedere gente che legge e che non commente. Davvero :(
Grazie a chi legge. Arrivederci alla settimana prossima!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10
Nico si svegliò. Era contento. Dopo ciò che era successo il pomeriggio del giorno prima aveva deciso di non partire più. Si vestì e fece colazione. Era proprio una bella giornata. C’era il sole, in cielo non c’era neanche una nuvola e lui aveva iniziato a ritrovare sé stesso. Andò fuori in giardino. C’era una bella brezzolina. Un gatto entrò in giardino. Nico lo chiamò e lo accarezzò. Adorava i gatti. Gli venne in mente quando sua madre gli comprò il suo primo micio. L’aveva chiamato Zar. Sorrise. Sua madre era stata la persona migliore del mondo. Sentì qualcosa cadere in casa. Il rumore lo ridestò dai suoi pensieri. Entrò e trovo un piatto rotto sul pavimento. << Ma che cavolo… >> qualcuno lo afferrò per le spalle e lo buttò a terra. Nico si girò, dolorante. << Brandon, che ci fai tu qui? >> chiese, rivolto al suo aggressore. << Ciao Nico. Vedo che sei stupito che io sia qua a Franklin. >>. Brandon Roskim era il fratello più piccolo di Mattew Roskim. Ed era molto più cattivo. Aveva ventitré anni, ma era spietato. E Nico lo temeva. << Allora, dov’è la ragazza? >> sibilò. Nico indietreggiò, strisciando sul pavimento. << L-l-lei non è qui. >> balbettò. Brandon batté le mani e subito comparve un uomo enorme. Sarà stato alto almeno due metri. Lo scagnozzo lo prese dalla maglietta e lo sbatté con forza contro il muro. << E allora dov’è? >> chiese Roskim. Fece un sorriso. Nico rabbrividì. Si fece forza. Non doveva cedere. << Non lo dirò mai! >>. Lo sgherro di Brandon gli tirò un pugno nello stomaco. Il ragazzo si sentì svenire, ma il suo aggressore lo tirò su e lo sbatté nuovamente contro la parete. << Vedo che Rufus ti ha preso in simpatia. Di solito i pugni li dà molto più forti >>.  Per tutta risposta Nico vomitò. << Uhm, ragazzo delicato, a quanto vedo.  Allora, proviamo a prendere la questione da un punto di vista diverso. Verrà in Italia? >>. Nico alzò lo sguardo, in segno di sfida. << Non la farei mai tornare in quell’inferno. Mai! >> gridò. Roskim fece un cenno a Rufus. L’omone gli sferrò un pugno in faccia. Nico cadde rovinosamente sul pavimento. Brandon lo prese dai capelli. << Forse non mi sono spiegato. Sei venuto qui per riportarla in Italia. E tu non puoi disobbedire, Nico. Non a chi ti ha accolto quando sei scappato dalla Russia. >> << Me ne fotto della tua accoglienza! >> disse il russo a denti stretti. Rufus gli mollò uno schiaffo. Nico era al limite della sopportazione. Sputò sangue.

<< Allora, dov’è che hai appuntamento con Nico? >> chiese Paul a Federica. << Al parco. Ma non so cosa mettermi. >> << Vestiti normalmente. Tanto… >> disse Erica. << In che senso, scusa? >> sbottò Federica, girandosi. Erica divenne paonazza. << Cioè, tanto non credo che guardi a come sei vestita. Penso. Presumo. >>. Federica e Paul alzarono gli occhi al cielo. << Va bene, ho capito. Mi accompagnate? >> chiese l’italiana. << Che? Ma sei impazzita? Scusa, ma è un appuntamento tra te e Nico! Noi cosa c’entriamo? >> domandò Paul. << Già, cosa c’entriamo noi? >> chiese Erica. << Non me la sento di andare da sola. Per favore. Solo accompagnare. Poi ve ne andate per i fatti vostri. >>. Federica fece gli occhi dolci. Erica conosceva benissimo quello sguardo, dato che gliel’avevano insegnato lei stessa e Hayley. E la sua caratteristica è che è irresistibile. << E va bene. Ma poi ce ne andiamo. >> cedette Paul. << Grazie! >>. Federica li abbracciò entrambi.

<< Allora, dov’è? >>. Brandon stava perdendo la pazienza. << O me lo dici o, appena la prendo, l’ammazzo! >> minacciò Roskim. << Falle del male e giuro che… >> << Che cosa giuri? Tu non sei proprio nella condizione di fare minacce! L’hai capito  o no? >> gli mollò la testa e la fece sbattere contro il pavimento. << Allora? Ti sei deciso? Cosa la difendi a fare? E’ solo una puttanella! >> << E tu allora perché la vuoi così tanto? Eh? >>. Roskim si stava innervosendo. Lo prese dal colletto della maglietta. Lo guardò dritto negli occhi. << Perché per colpa sua l’unico fratello che mi restava si è beccato una pallottola nel cervello! E io esigo vendetta! Mi hai capito? >> urlò. Nico non abbassò lo sguardò. Non voleva dargliela vinta. << E tu pensi che io te la consegnerò? Non le farò mai del male! >> << Se i miei ricordi non sono errati, tu le hai già fatto molto male. Mi riferisco a un certo bambino… >>. Nico avrebbe voluto saltargli addosso e ammazzarlo. Ma non ne aveva le forze. Brandon continuò:<< Allora, collabori o no? >>. Il ragazzo lo guardò, dritto negli occhi.  Fece uno dei suoi sorrisetti strafottenti. << No. >> rispose. << Molto bene. Rufus, finisci il lavoro. Ti aspetto in macchina. >> ordinò Roskim.

I tre ragazzi stavano aspettando Nico da ormai un’ora. Federica era pensierosa. << Magari ha trovato traffico. >> suggerì Erica. << Non ha la macchina. >> ribatté Federica. << Magari si è dimenticato. >> disse Paul. << No, non è da lui. Non si è mai dimenticato di fare qualcosa. E non è mai arrivato in ritardo. Gli deve essere successo qualcosa. E io devo scoprire cosa. >>. Si alzò e iniziò a correre. << Aspetta, dove vai? >> chiese Erica. << A casa sua! >> rispose l’italiana. Arrivati all’inizio della via rischiarono di essere investiti da un’automobile nera che filava a tutta birra. Federica rimase paralizzata. Quella macchina aveva un che di terribilmente familiare. << Ehi, tutto bene? >> chiese Paul. << Non lo so. >> rispose lei. << Dai, andiamo. >> incitò Federica. Arrivarono a casa di Nico. La porta era aperta. Entrarono. C’era un silenzio inquietante. Erica sobbalzò: c’erano tracce di sangue ovunque. << Deve essere qui, da qualche parte! >> esclamò disperatamente Federica. << L’ho trovato! >> annunciò Paul dalla cucina. Le due ragazze entrarono. Nico era a terra, in un lago di sangue. Federica corse verso di lui. << Presto, chiamate l’ambulanza! >> supplicò.

Hayley raggiunse i ragazzi in ospedale. Federica era distrutta. Le si avvicinò e l’abbracciò. << Come sta? >> chiese. << E’ fuori pericolo, ma lo tengono ancora sedato. L’hanno pestato a sangue. >> spiegò. << Stai tranquilla ora. >>. Federica aveva un’aria molto pensierosa. Quella macchina… Lei l’aveva già vista. Poi capì dove. << Devi portarmi dal poliziotto che conduce le indagini! Subito! >> esclamò. << Ma che stai dicendo? >> si preoccupò la cantante. << Forse so chi è stato a ridurre Nico così! Ti prego, accompagnami. >>. Paul, Erica e Hayley si guardarono. << E va bene, andiamo. >> disse la rossa.
<< E così tu saresti in grado di identificare la macchina dell’autore del pestaggio in questione? >> chiese il detective Brown. << Sì. Devo solo vedere i filmati della telecamera che c’è a inizio via. >> rispose Federica. << Va bene! Reynolds! Falle vedere i filmati! >>. L’agente Reynolds le fece vedere i video ripresi dalla telecamera. Voleva essere sicura della sua intuizione, così li rivide almeno per venti volte. << Allora, che ci dici? >> chiese Brown. << La macchina appartiene a Brandon “Corvo Nero”. >> dichiarò la ragazzina, mesta. << Cioè? >> le domandò il poliziotto. << Ha presente Mattew Roskim? >> << Il pazzo criminale che aveva messo in piedi una specie di mafia internazionale? Sì. >> rispose Brown. << Bene. Sa, io mi ricordavo di averlo già visto da qualche parte. E questo perché Brandon è suo fratello. E di sicuro sarà qui per una sola cosa: la vendetta. >>.

Angolo dell'Autrice

Buongiorno a tutti! Eccomi qua, ritornata dalle vacanze. La situazione si è animata, e non di poco. D'altronde, Nico non poteva essere andato a Franklin da solo. E questo Brandon... Beh, vi anticipo che è molto, ma molto cattivo. Malvagio, oserei dire. 
Fatemi sapere la vostra su questa svolta. Insomma, che ve ne pare?
Ringrazio Chocobomb che ha pazientemente atteso questo capitolo e che recensisce sempre. Grazie!
Grazie anche a chi legge, vi chiedo di recensire, almeno una volta. Ve lo chiedo col cuore, davvero. Non fate gli insensibili, please :)
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11
Hayley, Federica ed Erica tornarono a casa. Si sedettero sul divano e si guardarono, in silenzio. La cantante prese la parola:<< Allora, abbiamo deciso che voi due è meglio che andiate da Josh e Jenna. La loro casa è abbastanza grande per accogliervi entrambe e loro si sono resi disponibili. >> << Perché non Jerm e Kat? O Taylor? >> chiese Erica. << Kat deve tornare in Inghilterra in questi giorni e Jeremy e Taylor hanno da lavorare. Non c’è altra soluzione. Chad abita troppo lontano e non me la sentivo di mandarvi fin laggiù. Mi dispiace, ma è meglio che non restiate qua con me. Io sono costretta a lasciarvi spesso da sole e potrebbe essere molto pericoloso. >> spiegò la rossa. Federica non voleva andare da Josh, non solo perché sarebbe stata costretta a lasciare quella che ormai era diventata casa sua. E nemmeno perché avrebbe dovuto separarsi da Hayley. No, quello che non voleva vedere era Jenna incinta. Le ricordava troppo lei un anno prima. E le ricordava troppo suo figlio, quel figlio che non aveva mai potuto conoscere, ma che aveva amato come mai avesse fatto prima. << Io non voglio andare da Josh e Jenna. Lei è incinta e magari le daremo fastidio! >> esclamò. Hayley capì che cosa frullasse nel cervello della ragazzina, ma era consapevole di ciò che si dovesse  fare. << Prometto che non ci starete per molto. E ora andate a preparare le valigie e tutto quello che pensate vi potrà servire, che partiamo tra poco. >>. Le ragazze ubbidirono. Federica si sentì morire. Quello era stato l’unico posto in cui si era sentita accolta e Hayley era stata la sola persona che  fosse riuscita a darle una speranza, un motivo per andare avanti. E non voleva perdere tutto proprio ora.
Casa Farro era di poco più grande di quella di Hayley. L’unica differenza era che aveva due piani, ma le dimensioni erano più o meno le stesse. Jenna salutò le ragazze calorosamente. << La vostra camera è di sopra, vicino alla nostra. >> annunciò. Hayley le salutò. Si avvicinò a Federica e l’abbracciò:<< Ricordati che non sei sola. E che, a volte, avere davanti ciò che ci fa stare più male è un invito ad andare avanti e superare gli ostacoli. >> le bisbigliò. L’italiana trattenne le lacrime. Riuscì a dirle a malapena “Ciao”. E quando Hayley se ne andò avrebbe voluto sparire. << Allora, cosa mangiate per cena? >> chiese Jenna. << Va bene tutto. >> rispose Erica.
Dopo cena Josh propose di vedere un film, ma Federica salì in camera. Voleva stare da sola. Voleva pensare, riflettere. Soprattutto, voleva ricordare. Ormai aveva capito che provare a dimenticare era solo un’enorme perdita di tempo. Si mise a guardare fuori dalla finestra. Pioveva e non c’era nemmeno una stella in cielo. Tutto era coperto di nuvole. Tutto era così cupo. Perché tutta questa sofferenza? Almeno fosse stata certa che sarebbe servita a qualcosa. Ma ormai non era più sicura di niente. Iniziava a dubitare perfino del suo nome. Era tutta colpa sua. Se non fosse mai scappata da Verona non sarebbe mai successo nulla e non avrebbe sconvolto la vita di nessuno. Odiava la sua vita. Che senso aveva vivere, se ad ogni cosa bella ne seguivano dieci orribili? Andò in bagno e fissò quell’immagine nello specchio. Perché? Perché non poteva vivere come tutti gli altri? Perché non poteva avere un po’ di serenità? Perché ovunque andasse si creava sempre qualche casino? Fu un attimo. Vide le lamette che Josh usava per farsi la barba. Ne prese una e se l’avvicino al polso. Doveva farlo. Chiuse gli occhi e subito gli venne in mente Jenna col pancione. Pensò istintivamente a suo figlio. Riaprì gli occhi e li posò sulla lametta. No. Non era quello che voleva veramente. Rimise tutto a posto e andò  in camera sua. Si inginocchiò vicino al suo letto e, per la prima volta, iniziò a pregare. E, finalmente, capì perché Hayley le aveva detto che non sarebbe mai stata sola.

Nico si svegliò. La testa gli faceva malissimo. Si girò e rimase sorpreso: al suo fianco c’era Paul. << Ma che ci fai tu qui? >> chiese con voce flebile. << Beh, ti serviva un po’ di compagnia, no? E poi, voglio sapere chi frequenta Federica, essendo lei la mia migliora amica. >> rispose il ragazzo. << Tu devi essere Paul, giusto? Hai l’aria del bravo ragazzo. Non come me, insomma. >>. Scappò da ridere a tutti e due. << Sai, fino a stamattina ti odiavo. I motivi penso che tu li possa comprendere da solo. >> disse Paul. << E cos’è che ti ha fatto cambiare idea? >> chiese Nico. << Vedere lei che ti vuole così bene da fregarsene di ciò che dice la gente. Ho capito che se voglio renderla felice non posso odiarti. E mi sono sforzato di vederti in un modo diverso. >> rispose Paul. Nico fece una smorfia di dolore mentre tentava di mettersi seduto. Paul l’aiutò. << Grazie. Ma ci sei solo tu? >> << No, mi ha accompagnato Hayley. Solo che adesso lei è andata un attimo a fare un giro. Torna subito. >>. Nico era stupito. Non se l’aspettava che potesse stare a cuore a qualcuno.  Chiuse gli occhi. Si addormentò, pensando che, comunque potesse andare, vivere non è inutile. Mai.

Angolo dell'Autrice

Capitolo cortissimo! Ma credo abbastanza intenso. Paul lo faranno santo per me, ahah! A me colpisce pubblicare questo capitolo, l'ho scritto in un momento di estrema crisi e mi stupisco che a scrivere l'ultima frase sia stata io. 
Voi? Che ne pensate? Fatemi sapere!
Ringrazio Chocobomb per la recensione! Una domanda: la volete la terza storia? E, se la scrivo, la recensirete? 
Alla prossima e recensite e rispondete alla mia domanda!

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12
Brandon era nervoso. Rufus aveva sbagliato a lasciare vivo Nico. Ora aveva la polizia alle calcagna. Ma non poteva fermarsi proprio in quel momento. Gli mancava pochissimo per raggiungere la sua vendetta. Doveva assolutamente trovarla e poi le avrebbe fatto pagare tutto. Mattew era stato un grande fratello. Era stato lui a tirarlo su, a crescerlo.  E per colpa di quella ragazzina gliel’avevano tolto nel peggiore dei modi. Si alzò dal letto e si vestì. Prese una maglietta a caso e dei jeans. Era stato costretto a nascondersi in un sudicio albergo. Meno male che aveva molti contatti con i vecchi compagni di suo fratello. Prese la pistola e la caricò. Adorava il rumore metallico del caricatore. Lo considerava un perfetto antistress. All’improvviso sentì bussare alla porta. Aprì. Era Carlo. << Ah, sei tu. Che vuoi? >> chiese, in malo modo. << Niente, solo sapere se posso fare qualcosa per te, capo. >>. Carlo era il braccio destro di Brandon, un tipo viscido e senza scrupoli. Era abbastanza alto, muscoloso e atletico, ma non era troppo intelligente. Agiva spesso con impulsività, piuttosto che usando il cervello. Brandon lo teneva con sé solo perché era sicuro che gli sarebbe andato dietro come un cagnolino. << Sai cosa puoi fare? Vai a cercare dove si trova ora Federica.  E non tornare fino a quando non l’hai trovata! Mi hai capito? >> ordinò Brandon, urlando. Carlo tremava come una foglia. << Allora, sei ancora qui? Corri! >> sbraitò Roskim. Lo sgherro corse via. Brandon rimase nuovamente solo in quel tugurio. Diede un pugno alla parete. Ci mancava poco che facesse un buco. Aveva voglia di spaccare tutto. Il dubbio si stava insinuando in lui, pericoloso come non mai. Era davvero giusto tutto quello che stava facendo? Ne valeva davvero la pena? Scacciò immediatamente quei pensieri. Niente doveva insinuarsi in lui di così pericoloso. Doveva portare a termine la sua vendetta. Doveva rendere giustizia a Mattew. Ma, in fondo, era quella davvero giustizia? E era lui un uomo? O era un animale, dotato solamente di istinto? Era rimasto molto sorpreso da Nico. Nessuno l’aveva affrontato in quel modo. Mai. E, in fin dei conti, contro Nico lui aveva perso. La cosa gli faceva molta paura. E lo irritava alquanto. Nico aveva trovato qualcosa che gli facesse dire “No” anche davanti a una minaccia di morte. Ma che cosa aveva trovato? E perché Brandon non ce l’aveva? Lui aveva sempre tutto, lui poteva procurarsi sempre tutto. Eppure ora si era accorto che Nico aveva qualcosa che a lui mancava. E non capire cosa lo mandava in bestia. Guardò fuori dalla finestra. La città era viva, ignara di quello che stava succedendo. “Che la guerra abbia inizio” pensò tra sé e sé.
Ciro stava spazzando nel suo locale, quando Hayley entrò. << Guagliòncella, come state? >> chiese. Come al solito parlava metà in napoletano e metà in inglese. Alla cantante scappò un sorriso. Non riusciva mai a capire tutto quello che diceva. << Signorì, tutto bene? >> insistette il napoletano. << Sì, sono solo un po’ preoccupata. E non so dove sbattere la testa. >> rispose la rossa. << Signorì, qua ci vuole proprio un buon caffè. Mo’ ve lo preparo subito. >>. Ciro le preparò il caffè. E che caffè. << Grazie. >> ringraziò Hayley. Adorava lo spirito di Ciro. Non l’aveva mai visto lamentarsi. << Allora signorì, come vi sentite? Il mio caffè ha fatto il miracolo? >>. La rossa sorrise. << Meglio, grazie. Ciro, posso chiederti una cosa? Ti manca mai Napoli? >> domandò lei. << Mi manca tutti i giorni. Sapete, la mia famiglia è un poco strana. I miei genitori sono napoletani DOC, ma si sono dovuti trasferire qua a Franklin. Quando mamma rimase incinta di me, decisero che dovevo nascere a Napoli, e così fu. Tornavo in Italia dai nonni ogni anno, ma ora non me lo posso permettere. Ma è difficile che casa nostra non ci provochi nostalgia. >>. Quel napoletano era un uomo molto saggio e buono e la cantante era sempre rimasta ammirata da ciò. << Invece te ne faccio io una di domanda: chi è quel tipo che ti sta fissando da fuori? >> chiese Ciro. << Quello? Ah, è l’agente Reynolds. Mi fa da scorta. La polizia me l’ha appioppato come protezione. >> rispose Hayley. << Beh, è giovane. E non è nemmeno brutto. Un pensierino potresti anche farlo. >> scherzò il napoletano. << Non dire cavolate, lo sai che sono già impegnata. >> ribatté la cantante. << Come vuoi. Beh, il caffè te l’ho offerto io, quindi… Ci vediamo e statemi bene! >> la salutò, mentre lei usciva dal suo bar. Sospirò. “Prima o poi però dovrei tornarci a Napoli” rifletté tra sé e sé.  
Hayley e l’agente Reynolds erano in macchina. Stavano andando a casa, quando un’auto li tamponò. Il poliziotto scese dalla macchina e iniziò a urlare. << Ehi! Guardate cosa avete fatto! Sono un poliziotto, patente e libretto, prego! >>. Dall’altra automobile scese un ragazzo mingherlino e ossuto. << Senti, levati dalle palle! >> ribatté, con una voce alquanto stridula. Reynolds si innervosì. << Ehi, non mi parli così! Ora aggiungerò anche resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. E se continui così ti sbatto dentro! >>.  Il ragazzo tirò fuori una pistola e gliela puntò alla tempia. Sorrise,  strafottente. Reynolds tremava, come un bambino. Hayley vide tutto, aprì la portiera della macchina e iniziò a correre, ma Carlo spuntò da un vicolo, fermandola. << Chi dei due ci serve? >> chiese il ragazzo ossuto. << Lei. >> affermò il braccio destro di Brandon. << Ottimo. Bye bye poliziotto! >>.
 
Angolo dell'Autrice

Un po' cliffi come finale. Un po' tanto. Ahah sono malvagia! Allora, ve l'aspettavate? Hayley rapita! E Reynolds? Ma soprattutto, che ne pensate del nuovo cattivo? Penso sia molto più profondo e controverso.  Confesso che mi piace molto, è un personaggio più completo rispetto a Mattew Roskim ("Whoa").
Ringrazio Chocobomb per la recensione, troppo gentile :) 
Grazie a chi legge, ma non fate i cattivi, recensite! Ci leggiamo al prossimo capitolo!
Bye bye!

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13
Where did you go? 
Where did you go? 
Where did you go?
 

 
Era stata Dakota a trovare il corpo di Reynolds. I suoi assassini l’avevano spostato a casa di Hayley. La zona era stata circondata da poliziotti e giornalisti. Dakota era rimasta sconvolta, non solo per aver trovato un cadavere. Sulle pareti erano state, infatti, tracciate delle scritte usando il sangue dello sfortunato poliziotto. La polizia stava ancora cercando di decodificare un messaggio. La ragazza era fuori, seduta su una sedia. Tremava e piangeva, disperata. Che fine aveva fatto Hayley? E perché lasciare un cadavere a casa della sua migliore amica? << Josh! >> esclamò, correndo verso il ragazzo. << Ehi! Come stai? >> le chiese lui. << Come vuoi che stia? Piuttosto, dove sono gli altri? Jeremy, Taylor… Dove sono? >> domandò lei, agitata. << Sono in Inghilterra. Mentre la madre di Hayley è alla centrale di polizia. McKayla è con lei, mentre Federica e Erica in macchina con Jenna. >> rispose Josh. << E’ stato orribile! >> si disperò Dakota. Il ragazzo la abbracciò. Chissà dov’era finita Hayley. << Signori, ci dovete seguire in centrale. >> li informò il detective Brown.

Crash, crash... burn, let it all burn 
This hurricane's chasing us all underground 

Il detective chiamò Josh in ufficio e lo fece accomodare. << Abbiamo decodificato il messaggio. Legga. >> affermò Brown, porgendogli un foglietto. Il chitarrista lo prese e incominciò a leggere. << ”Solo il sangue ripagherà  l’omicidio, il misfatto più grave. Solo la vendetta darà la giustizia. La luce crea e ombre e le ombre sono create dalla luce. Nulla è perduto, se non il bene più prezioso.” Ma che significa? >> chiese il musicista. << Significa che vogliono la ragazzina e in cambio ci daranno Hayley. Senta, lo so che potrebbe essere un grosso rischio, ma potremmo provare a sfruttare la soluzione per… >> << Ma lei è pazzo? Federica ha solo 16 anni! E non le permetterò di  esporla a rischi simili! >>. Josh era fuori di sé. Voleva salvare Hayley, ma non sacrificando Federica. << Va bene. Ma ci pensi. Non si tratta di un gioco. >> disse Brown.

Where is your God? 
Where is your God? 
Where is your God? 

 
Erano tornati a casa da un paio d’ore. Federica ed Erica erano sedute in giardino, immobili. << Io devo andare da lui. >> dichiarò l’italiana, spiazzando Erica. << Che cosa stai dicendo? Sei uscita di testa? >>. Federica scosse il capo. << No. Ma sono l’unica soluzione possibile per salvare Hayley. Ed è inutile nascondersi! Non verranno mai a cercarmi, ma sarò io a dover andare da loro! >>. Erica non trattenne le lacrime. << Quella è gente che uccide! E poi, cosa pensi di fare? Andare lì, così? E dopo? >>. Federica la guardò. Come avrebbe voluto non essere arrivata a questo. Ma Brandon non voleva Hayley. Voleva lei. E andare dritti da lui voleva dire salvare una vita, quella di colei che l’aveva accolta. << Sai, non avevo idea che Brandon fosse il fratello di Mattew Roskim. Eppure fidati, è molto peggio del fratello. E’ molto più cattivo. Si tratta di gente che non ha scrupoli, Erica! >> esclamò l’italiana. << Appunto! Hayley è mia sorella e la voglio salvare anche io! Ma questo non significa che tu debba morire! Io non voglio perderti!! >> si disperò Erica. << E che cosa pensi di fare? Io sono l’unica soluzione, che ti piaccia o no! >>. Erica rimase ammutolita, mentre Federica andò in camera e si sedette sul letto. Si era portata a casa di Josh una foto dei suoi genitori. La guardò. Suo padre, dopo un attentato nei suoi confronti era sparito, lasciandola in balia dei fratelli Roskim. Ma sua madre… Dio, come le mancava. Sospirò. Aveva paura. Non voleva morire, ma il suo sacrificio era necessario. Non vedeva altre possibilità. Erica non poteva capire. Era una questione tra lei e Brandon.

Tell me would you kill to save a life? 
Tell me would you kill to prove your right? 
Crash, crash... burn, let it all burn 
This hurricane is chasing us all underground 

 
<< Permesso? >> chiese Erica aprendo la porta. L’italiana le fece segno di sedersi accanto a lei. << Non volevo farti arrabbiare, solo che non voglio che ci rimetta anche tu! >> << E’ tutto a posto, non ti preoccupare. Pensi davvero che io voglia morire? Solo, è una situazione complicata. Prima Nico, poi Hayley. Colpiranno tutti quelli che mi sono vicini, uno a uno. E’ un gioco in cui chi perde muore. >> spiegò Federica. << Se proprio devi andare, allora verrò anch’io! Non ti lascio da sola! >> affermò Erica, lasciando spiazzata l’italiana. << Non se ne parla! Nemmeno per sogno! >> ribatté. << Ti ripeto che Hay è mia sorella e voglio salvarla anche io! Non ci andrai da sola! E non potrai farmi cambiare idea! >>. Erica era serissima e molto determinata. Federica abbassò lo sguardo e scosse la testa. << Tu uccideresti per vivere? Perché io ho una pistola che ho intenzione di usare. Non credere che ti accoglieranno a braccia aperte. Quindi, rispondimi: tu uccideresti per salvare la tua vita? >> << P-penso di sì. Insomma, è la mia vita.>> rispose Erica. << Non esserne così sicura. >>. Improvvisamente, l’italiana prese la pistola e la puntò alla tempia di Erica. << Ma che fai? >> urlò Erica, spaventata. << Ti spiego una cosa. Vedi, ora io posso decidere se farti vivere o no. Sono io la padrona del tuo destino. Io decido per te. Io, solo io. Tu sei in grado di fare questo? >>. Abbassò l’arma. Erica si sentiva svenire. << La situazione cambia se, invece, ci sono due persone, una di fronte all’altra. Entrambe sono armate. L’unica cosa che si può fare è sperare di essere più veloci del tuo avversario. L’unica cosa che ti può salvare è il tuo istinto. Questa è una guerra. E nella guerra tutti tornano bestie. L’uomo non esiste più. Ci riduciamo a schifosi animali, che agiscono tramite un unico istinto: sopravvivere. E, a volte, sopravvivere significa uccidere. Sei pronta per tutto questo? Sei pronta per decidere se è più importante vivere o sopravvivere? >>. Federica se ne andò, lasciando Erica da sola, estremamente confusa.

Do you really want? 
Do you really want me? 
Do you really want me dead or alive to torture for my sins? 


 
Hayley era terrorizzata. Non riusciva a capire dove si trovasse. Era rinchiusa in una stanza con una piccola finestrella e un materasso come letto. Sentì rumori di passi. La porta si aprì. Entrò un ragazzo, abbastanza alto, muscoloso, dai capelli rasati da un lato. Avrà avuto più o meno la sua età.<< Buongiorno signorina Williams. Lei non sa chi sono io, ma io la conosco molto bene. Mi presento. Il mio nome è Brandon Roskim. Sa, credo che lei conoscesse bene mio fratello. >>. Hayley trasalì, ricordandosi di Mattew. << Mattew Roskim, il bastardo che per poco non mi ammazzava? Sì, lo conoscevo. E devo dire che siete proprio uguali. Siete due bastardi! >>. Brandon le tirò un calcio allo stomaco, mozzandole il fiato. La guardò, schifato. La prese per i capelli. << Sei fortunata che mi servi viva. >> sibilò. Poi se ne andò, lasciandola da sola, tremante. << ”Stay with me, this is what I need, please” >>  canticchiò per farsi coraggio. Ma scoppiò a piangere.

Angolo dell'Autrice

Buongiorno! Allora, Reynolds era morto, sì.Pace all'anima sua. Mentre Federica è determinata nella sua follia. E Erica non è da meno. Ma Hayley? Cioè... Povera! Ok, lo so che sono io che scrivo, ma mi sento crudele, ahah. 
Allora, le frasi in corsivo sono versi tratti da "Hurricane" dei 30 Seconds To Mars. Se volete ascoltarla:
LINK:
http://www.youtube.com/watch?v=mdJDPepGOAM
Grazie a Chocobomb per la recensione! Volevo spronarvi a recensire, perché non è bello vedere 18 persone che leggono e 1 sola recensione. Pensate se succedesse a voi! Sì, lo so, non sono simpatica oggi, però questa cosa mi demoralizza parecchio.
Ci vediamo al prossimo capitolo! Bye bye!

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14
Paul era rimasto sconvolto. Erica gli aveva raccontato le intenzioni di Federica. E lui si era sentito così debole, così piccolo, che non riusciva più a parlare. << Tu che intenzioni hai? >> riuscì a chiederle, con un immenso sforzo. << Io… Non ne ho idea. So che vorrei salvare mia sorella. Ma sono consapevole del fatto che non so cosa fare se dovessi impugnare un pistola. Insomma, sinceramente la considero una pazzia. Ma lei lo farà. >> rispose. << Secondo te dovremmo seguirla? >> domandò Paul, quasi sottovoce. << In fin dei conti Federica non ha tutti i torti. Loro la stanno aspettando. E l’unica soluzione è che lei vada lì. >> continuò. << Ma forse sarebbe meglio chiedere alla polizia! >> esclamò Erica.  << Non può. E’ una questione  tra lei e Brandon. La polizia sarebbe solo d’intralcio. Non capisci che qui si tratta di una guerra vera e propria? Una guerra tra Roskim e chiunque abbia provato a cambiare vita. E’ una guerra per la vita. E Federica vuole la vita, non la morte.  Per lei, appoggiarsi alla polizia rappresenterebbe la morte! >>. Erica e Paul si guardarono negli occhi. La ragazza sospirò. Aveva una paura matta. Eppure c’era qualcosa dentro di lei che le stava dicendo di dare ragione all’amico. La restante parte di lei, però, la implorava di restare razionale, di non collaborare ad una simile pazzia. << Io non ci riesco Paul! E’ una cosa troppo grossa. Lei stessa mi ha fatto ragionare sul fatto che sarà tutta una questione di freddezza e… >> << Anche io avrei detto queste cose. Ma perché ti voglio bene. Lei ti vuole bene e ha voluto proteggerti. E’ normale. Ma noi dobbiamo aiutarla, o davvero rischia di morire! Ma aiutarla non significa impedirle di andare da Brandon, perché è quello che lei deve fare. >>. Tra Paul ed Erica calò il silenzio. La ragazza chiuse gli occhi. Inspirò profondamente. Poi disse:<< E va bene. Ma sappi che dovrete aiutarmi, perché non so dove riuscirò a tirare fuori il coraggio. >>.

Federica era nella sua stanza. Stava lucidando la pistola. Sapeva che le sarebbe servita. Aveva paura che Jenna o Josh salissero da lei. Non avrebbero preso bene la cosa. E poi non aveva voglia di dare spiegazioni. Le venne in mente che non aveva la minima idea di come fare ad andare da Brandon. Non sapeva nemmeno  dove fosse. Come diamine avrebbe fatto a trovarlo? E in più come sarebbe mai riuscita a scappare di casa con Josh e Jenna che le stavano incollati come francobolli? Si buttò sul letto. Doveva riuscire ad escogitare qualcosa. Non poteva certo saltare dalla finestra: era troppo alto. Si sarebbe sicuramente rotta il collo. E questo non rientrava nei suoi piani. Sentì qualcuno salire le scale. Nascose la pistola e si sedette. << Ah, Jenna, sei tu? Mi hai spaventata. Che c’è? >> chiese alla donna. << Solo parlare un po’, tutto qua. >> rispose lei. Federica sospirò. Non ne aveva la minima voglia. Sorrise nervosamente, ma Jenna sembrò non accorgersene. << Come stai? >>. Federica trasalì: le stava davvero chiedendo come stava? Cioè, avevano appena rapito Hayley, pestato a sangue Nico e ucciso un uomo per causa sua e lei le chiedeva come stava? C’era con il cervello o no? << Come vuoi che stia? >> sbottò. Si rese conto di aver esagerato col tono di voce. << Scusa. Solo che mi sembra un po’ ovvia la risposta. >>. Jenna abbassò lo sguardo, dopo essersi resa conto della stupidità della domanda. << No, scusami tu. Ho fatto una domanda del cavolo. Volevo solo sapere se potevo fare qualcosa. >>. La ragazzina posò l’occhio sul grembo di Jenna. La pancia era cresciuta notevolmente. << Come ci si sente? >> chiese. << A far cosa? >> << A ospitare una come me. Una che è stata solo capace di attirare guai addosso a tutti coloro che mi stanno intorno. >>. Jenna rimase spiazzata.<< Sai, penso che ospitarti possa essere una grande opportunità. Per ognuno di noi. E non importa quanto possa essere difficile. Credo che sia anche per questo che Hayley ti abbia preso con sé. Ha capito che dentro di te c’è un mondo e che questo mondo può arricchirci tutti. Mi sento di rispondere solo questo. >>. L’italiana deglutì. << Beh, Erica è di sotto e salirà tra poco. Buona notte. >>. Le baciò la fronte e se ne andò. Federica rimase sola. Doveva sbrigarsi. Prese la pistola e la mise nella fondina che legò ai jeans. Aprì la finestra e guardò giù. Era un bel salto. Fece un respiro profondo. Stava per superare il limite del non-ritorno.  Aveva paura. Non sapeva che cosa sarebbe successo. E neanche le importava. Prese la rincorsa. Stava per saltare, quando qualcuno la prese per un braccio, facendola cadere per terra. Era stata Erica a fermarla. Le due ragazzine si guardarono negli occhi. << Perché mi hai fermata? >>. Erica la fissò. << Perché ti saresti solo fatta male. E basta. Vuoi davvero andare da Brandon? Io non ti fermerò. E verrò con te. Ma tu ti devi fidare di me. >> rispose. << E che cosa avresti  intenzione di fare? >> chiese Federica. << Aspetteremo che Josh e Jenna si siano addormentati. Poi ce ne andremo. Ci serviranno dei soldi. Ho visto che Josh tiene dei risparmi in un barattolo. So che rubare non è carino, ma restituiremo tutto. Dovremo agire svelte e in silenzio. >>.
Erano le una circa, quando Erica e Federica uscirono di casa. Avevano “preso in prestito” cento dollari. Non molto, ma almeno qualcosa avevano. Corsero via, velocemente. << Dove stiamo andando? >> chiese l’italiana. << Al parco! >> rispose Erica. Arrivarono a destinazione. Ad attenderli c’erano Paul e Nico. << E voi cosa ci fate qui?>> domandò Federica. << Ti aiutiamo. E Nico sa dove si trova Brandon. >> rispose Paul. << Non se ne parla! E Nico, tu dovresti essere in ospedale! Sei stato pestato, maledizione! >> si arrabbiò lei. Il russo le si avvicinò e le prese le braccia. << Fede, sto bene. Mi avrebbero dimesso tra due giorni. E senza me Hayley non riuscirai a salvarla, lo sai. >> le disse. << Almeno Paul. Almeno lui resti a casa. >> sbottò la ragazza. << Non se ne parla nemmeno! >> la rimproverò lui. Federica si guardò intorno. Sospirò.<< Non perdiamo tempo allora. Nico, dove si trova quel lurido bastardo? >> chiese l’italiana. << Memphis. E’ a Memphis. >>.
 
Angolo dell'Autrice

Buonasera! Eccocmi con un nuovo capitolo! Certo che Jenna ha fatto proprio una domanda idiota. Ma la risposta che dà poi a Federica la riscatta un pochino, o no?
Che ne pensate dei quattro ragazzi? Stanno facendo una stupidaggine o è davvero l'unica cosa da fare?
Un grandissimo ringraziamento a Chocobomb! Grazie per la recensione fantastica!
Vi invito a recensire, anche negativamente. Voglio migliorare il più possibile, quindi le vostre recensioni mi servono! Grazie :)
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15
I quattro ragazzi erano riusciti a noleggiare una macchina. Nico avrebbe guidato fino a Memphis, essendo l’unico dotato di patente. Il viaggio sarebbe durato tre ore e poi avrebbero dovuto trovare una sistemazione in città. Partirono verso le sei del mattino. Avevano dormito a casa di Nico. Alla partenza il sole non era ancora sorto. Paul ed Erica si addormentarono subito. Il viaggio proseguì in silenzio per un po’, poi Federica chiese:<<  Nico, sei sicuro che ti avrebbero dimesso nel giro di un paio di giorni? >> << Che importa? >> rispose il ragazzo. << Nico, importa eccome! Tu sei ancora dolorante. Continui a fare smorfie e a toccarti il fianco! Non stai bene! >> esclamò lei. << Fede, piantala! Ho diciannove anni, so badare a me stesso. E poi, so io dove si trova Brandon, non tu. Quindi servo. Dai, mettiti a dormire anche tu. >>. Federica sbuffò.  Era molto preoccupata. Sapeva che Nico non si sarebbe mai tirato indietro, ma così rischiava veramente la vita. E non voleva perderlo.
<< Roger, chi è questa bimbetta? >> chiese Brandon. << Si chiama Federica, signore. Abita dai Gervasi. E’ la figlia di quello scienziato, ha presente? Quello che fa parte degli Hardcore. >>. Roger era un ragazzetto di appena diciassette anni, alto, biondo e dalla carnagione chiarissima. In realtà Roger non era il suo vero nome. Ma nessuno sapeva come si chiamasse in realtà. << Oh, sì. Fammela vedere. >> ordinò l’uomo. La bambina si avvicinò a Brandon. << Quanti anni hai? >> le chiese. << Dieci e mezzo. Ne compio undici tra una settimana. >> rispose Federica. Brandon sorrise, ma la bambina rabbrividì, non capì nemmeno lei il perché. << E’ perfetta. Roger, devi farla conoscere a Han! Devi farla entrare nel tuo giro, assolutamente! >> esclamò. << Ma suo padre era in un altro giro e… >> << Osi contraddirmi? >> sibilò l’uomo. << N-n-no signore. >> balbettò Roger. << Bene. E ora fuori! >>. Il ragazzo prese la bambina per mano e la portò fuori da quell’edificio. << Ora ti porto a casa, che ne dici? >> propose. Federica scosse la testa. << Lo so che ti picchiano, ma… Aspetta, se vuoi puoi stare da me per un po’. Mamma ha fatto i biscotti! >>. La bambina sorrise e annuì, tutta contenta.
<< Fede, Ehi! >>. Una voce la richiamò. << Che c’è Nico? >> chiese, assonnata. << Stavi piangendo. Sognato qualcosa di brutto? >> domandò lui. << No. Non del tutto almeno. >> rispose lei. Si guardò intorno. Paul e Erica ronfavano beatamente. << Provo a riaddormentarmi. >> annunciò lei, prima di ricadere tra le braccia di Morfeo.
Arrivarono a Memphis verso le dieci, a causa del traffico. Trovarono alloggio in un piccolo albergo a mezza stella. Non era un granché, ma almeno avevano un tetto sulla testa. Avevano preso due stanze, una per le ragazze e l’altra per i ragazzi. << Cosa facciamo ora? >> chiese Paul. << Allora, Brandon si trova in un vecchio stabile in zona industriale. Ma non possiamo andare così. Io e Federica abbiamo una pistola, ma te ed Erica non sapete neanche cosa voglia dire sparare. E poi ci servono delle munizioni! Ma niente paura. Conosco uno che potrebbe procurarcele. Il problema è che non abbiamo lo straccio di un soldo. Abbiamo speso quasi tutto per la macchina e per l’albergo. Quindi, non ho la più pallida idea di dove trovare il denaro per le armi e per le altre cose che ci servono! >> rispose il russo.  Erica sospirò. << Lo sapevo che sarebbe stata una follia. >> urlò. << Tutta questa trovata è stata un’enorme cavolata! Ora basta, torniamo a casa e mandiamo la polizia a fare cose tipo queste! >>. La ragazza era fuori di sé. Federica la prese e la portò con sé, fuori dall’albergo. La fece sedere su una panchina. Erica scoppiò a piangere. << Non ce la posso fare! >> urlò tra le lacrime. Federica si sedette accanto a lei. << Guarda che ho paura anch’io. Ma non possiamo mollare proprio ora! Siamo arrivati fin qua e se ce ne andiamo non riusciremo mai a salvare Hayley! Non puoi mollare ora! >> esclamò l’italiana. << Ma non hai detto che la tengono sotto ostaggio per farti venire da loro? >> chiese Erica. Federica sospirò. << Ci sono tre regole per trattare con Brandon: la prima è non trattare, la seconda è non credere a tutto quello che ti dice. >> << E la terza? >> chiese Erica. << Beh, la terza è avere sempre una mano sulla pistola. Ma finora in pochi l’hanno fatto. Penso nessuno, a dire la verità. >> rispose l’italiana. << La uccideranno lo stesso, vero? >> domandò la sorella di Hayley. L’italiana annuì. << E’ per questo che non posso coinvolgere la polizia. Brandon lo verrebbe a sapere e sarebbe lei a rischiare. Ma per salvarla, Erica, servi anche tu! E non hai idea quanto. Ti prego! Ti aiuterò io. Ma non mollare! >>. Erica smise di piangere. Federica aveva ragione. Doveva assolutamente andare a salvare sua sorella. << Va bene. Non mollerò! >>. Le due ragazze si abbracciarono. << Come facciamo per i soldi? >> chiese Erica. << Vuoi sapere la verità? Non ne ho la più pallida idea. >> dichiarò l’italiana.
Josh e Jenna erano corsi dal detective Brown non appena si erano svegliati, verso le dieci e mezza. Si erano immediatamente accorti che Erica e Federica erano scomparse. E, con loro, i soldi nel barattolo. Avevano immediatamente capito che erano scappate. << Credo  che siano andate da Brandon. Ci sono arrivate altre due segnalazioni: la prima riguarda Paul. E’ scomparso anche lui. La seconda riguarda Nico. E’ scappato dall’ospedale. Probabilmente Federica ha convinto gli altri ad andare a salvare Hayley. >> spiegò il detective. << Ma così si faranno ammazzare! >> gridò Jenna. << Mi dispiace, ma noi non possiamo fare nulla. Proveremo a cercarli, ma non garantisco niente. Mi dispiace. >>. Il detective li lasciò nell’ufficio, soli, increduli di quanto stesse accadendo. << Bisogna capire dove sono andati! >> disse Josh. << Sì, ma come? >> chiese Jenna. << Non lo so. Ma dobbiamo riuscirci. Dobbiamo. >>.
 

Angolo dell'Autrice

Buongiorno! Capitolo un po' di passaggio. Josh e Jenna si sono accorti che Federica e Erica se ne sono andate (*ride* ahahah). Le troveranno? Boh! Passiamo invece al sogno di Federica: tenetevi a mente Roger! Comparirà nella prossima fan fiction e sarà un personaggio fondamentale! Quindi, non buttatelo nel dimenticatoio!
Che altro? Ah, già! Erica! Beh, chissà se la ragazza si tirerà indietro o non mollerà!
Grazie a Chocobomb per la recensione! Un ringraziamento anche a chi legge. Ci terrei ad avere il vostro parere, anche se negativo!  Quindi, recensite!
Alla prossima!

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16
Hayley fu svegliata da un rumore di passi. Aprirono la porta della sua stanza e gettarono un bambino dentro. Chiusero subito la camera. Il bimbo si sedette in un angolino. La cantante gli si avvicinò, ma lui si accucciò ancora di più. Era piccolo e gracile. I suoi capelli erano scuri e gli occhi erano due buchi neri. Iniziò a piangere, spaventato. << Ehi, stai tranquillo, andrà tutto bene. >> lo rassicurò lei, accarezzandolo piano. Lo abbracciò e lui si strinse alla cantante. Si asciugò le lacrime con la manica della maglietta e  tirò con il naso. << Io sono Hayley. Tu come ti chiami? >> chiese la rossa. Il piccolo la guardò, tutto impaurito. Era a dir poco terrorizzato. << Mi chiamo Kevin e ho dieci anni. Dov’è la mia mamma? >>. La ragazza rimase spiazzata. Non sapeva cosa rispondergli. << Tua mamma verrà presto, vedrai. Come si chiama? >> domandò, provando a iniziare una conversazione. << Si chiama Grace. Lei sa suonare il violino, lo sai? >>. Hayley sorrise. << Io so cantare. >> esclamò. << Perché sei qui? >> chiese il bambino. La cantante abbassò lo sguardo. << Perché… Beh, perché… Perché dobbiamo risolvere delle… Questioni.>> rispose. << Mi hanno detto che mi hanno portato qui perché mamma ha deciso così. Ma io non ci credo.  Me l’avrebbe detto, e poi sarebbe qui con me. Forse hanno ragione loro, però. Forse non mi vuole più. >>. Kevin si accucciò e scoppiò a piangere. Hayley l’abbracciò e gli baciò il capo. << Vedrai, verrà presto. Ti vuole bene. >>. Udirono un rumore: Carlo era venuta a prenderla. Estrasse la pistola e la colpì alla tempia. << Hayley! >> urlò il bambino, vedendola stesa. << Alzati. Muoviti, su! >> abbaiò il braccio destro di Brandon. La cantante si alzò, massaggiandosi il punto dolente e si incamminò verso la porta. Kevin si aggrappò al suo braccio: non voleva lasciarla andare. Ma l’uomo la condusse fuori. << Non ti preoccupare. Tornerò subito. >> lo rassicurò lei. Carlo la portò da Brandon. La sbatté a terra, ai piedi del suo capo. Brandon la prese per il polso e la fece alzare. << Che cosa vuoi da me? >> urlò lei, disperata. Era stanca, non ne poteva più di quello strazio. << Solo parlare un pochino. Siediti. >> rispose lui, con un tono pacato. La fece sedere su una sedia. << Voglio sapere una cosa: cos’è successo alla mamma di quel bambino? >> chiese Hayley. << Ah, Grace? Beh, diciamo che ha pagato il suo debito. Sai, mi doveva un bel po’ di soldi. E io do sempre la possibilità di pagare. >>. Sogghignò. Alla cantante vennero i brividi. Non aveva avuto scrupoli  a rendere orfano un bambino di soli dieci anni. Che cosa avrebbe fatto a Federica? E a lei? << Che cosa hai intenzione di fare adesso? >> chiese. << Aspetterò. So che si trovano qui a Memphis. >> rispose Brandon. << S-s-si trovano? >> balbettò lei, stupita. << Già, si trovano. Ah, non lo sapevi? Federica, Nico e Paul sono venuti a cercarti. Oh, e dimenticavo… C’è anche tua sorella, come si chiama? Erica, mi pare. >> disse lui, accendendosi una sigaretta. A Hayley crollò il mondo addosso. << Non osare far loro del male brutto bastardo! >> gli urlò contro. << Ti ripeto, sei fortunata a servirmi viva. Se dipendesse dal mio istinto ti avrei già spaccato la faccia. >>. Hayley gli lanciò uno sguardo carico di odio. << Che ne sarà di Kevin? >> gli chiese. << Mah, chi lo sa. Probabilmente lo metterò a lavorare per me. Non è male, sai. Ci si abitua dopo un po’. >> << Federica non si è mai abituata, però. >> replicò Hayley, lasciando Brandon, per un attimo, interdetto. << Federica è sempre stata una ragazza speciale. Non è mai stata… Disciplinata. >> fece lui. A Hayley scappò, involontariamente, un sorriso. Effettivamente Federica non era mai stata disciplinata. Ed era una ragazzina piuttosto difficile da gestire. La preoccupazione arrivò. Prorompente. Federica ed Erica erano le due cose più importanti della sua vita. Se solo avessero osato toccarle… << Bene, il nostro colloquio finisce qui. Carlo, riportala nella stanza. >> ordinò Brandon. << E il bambino? >> chiese Carlo. << Lascialo con lei. >> << Ma capo… >> replicò il suo braccio destro. << Niente “Ma”! Obbedisci e basta! >> abbaiò. Carlo la riportò nella stanza. << Hayley! >>. Il bimbo le corse incontro e l’abbracciò. La cantante gli accarezzò il capo. Come avrebbe fatto a capire, un bimbo così piccolo, che sua madre non c’era più? << Avete parlato di mia mamma? >> chiese. << S-sì. >> balbettò Hayley. << Come sta? Mi verrà a prendere? >>. La cantante doveva inventarsi qualcosa, e alla svelta. << Tua mamma sta bene, ma ora deve sbrigare delle faccende. Non preoccuparti. Ora stenditi sul materasso e prova a riposarti. >>. Kevin chiuse gli occhi. << Hayley. >> la chiamò. << Sì? >> << Ti voglio bene. >>.

Nico era riuscito a racimolare dei soldi lavando delle macchine, mentre Erica e Federica avevano lavato dei pavimenti di alcuni negozi. Paul aveva fatto il parcheggiatore, con un buon successo. Non avevano preso molti soldi, ma Nico era certo che sarebbero stati abbastanza. << Chiamerò il mio contatto per le armi. Mi deve anche un paio di favori, quindi penso che i soldi basteranno. >>.

Nico portò le armi in albergo. Erano quattro pistole, un bel po’ di munizioni e dei coltelli. << Dovremo…. Sparare? >> chiese Erica. << Io… Boh, spero di no >>. sbottò Paul. Federica e Nico si guardarono, preoccupati. << Allora, aspetteremo stanotte. Andremo in macchina fino alla zona industriale, poi proseguiremo a piedi fino allo stabile. Dovremo agire nell’ombra. Soprattutto agiremo in gruppo. Non dovremo mai separarci. Paul ed Erica staranno sempre dietro me e Federica.  Dovremo essere rapidi e silenziosi. E sì, probabilmente dovremo sparare. >> spiegò il russo.

Federica guardò fuori dalla finestra. “And in the freefall I will realize I'm better off when I hit the bottom.” pensò tra sé. La Guerra stava per iniziare. E lei doveva vincere.
 
Angolo dell'Autrice

E' mezzanotte e io pubblico ahah! Allora, Hayley ha un nuovo compagno di cella. Che ne pensate di Kevin? Per me è cucciolissimo. 
Federica, invece, si sta preparando alla Guerra, come l'hanno definita loro. Aspettative? Dubbi? Curiosità? Cosa vi aspettate dal prossimo capitolo? Fatemelo sapere con una recensione.
Ringrazio Chocobomb per il grande sostegno e per l'immensa gentilezza. Spero che qualcuno si unisca :)
Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


CAPITOLO 17
Nico parcheggiò la macchina a circa duecento  metri dallo stabile, in modo da non farsi vedere. I quattro ragazzi scesero dall’auto. Le nuvole coprivano la luna, rendendo tutto più buio. Era la notte ideale per muoversi. L’oscurità avrebbe permesso loro di passare ancora più inosservati. Erica e Paul erano agitatissimi, mentre Federica e Nico sembravano più rilassati. Ma era tutta apparenza. L’italiana aveva molta più paura di quanta ne dava a vedere. Era terrorizzata che potessero fare del male ai suoi amici e a Hayley. Si incamminarono verso lo stabile. Era una costruzione usurata, praticamente a pezzi. << Di qua. >> bisbigliò Nico. Li condusse verso una porticina. << Questa è un’entrata secondaria. Entreremo di qui. >>. Estrasse dalla tasca un coltello e lo usò per forzare la serratura.  La porta si aprì. Nico, Paul ed Erica entrarono, mentre Federica rimase fuori, guardandosi attorno. Si sentiva osservata. << Dai, entra! Muoviti! >> sussurrò Paul. L’italiana seguì gli amici. I quattro ragazzi si trovarono in una stanza piena di armi. << E questo che cavolo è? >> esclamò Nico. << Sembra un arsenale. E’ pieno di armi di precisione. >> continuò. << Contrabbando d’armi. Nico, che tu sappia,  Brandon contrabbanda armi? Guarda qua! Sono tutti armamenti da guerra! >> affermò Federica. << Beh, i Roskim fanno un po’ di tutto, quindi potrebbe essere! >> rispose il ragazzo. << Sento dei passi! >> dichiarò Erica. << Ehi, voi! Chi cavolo siete? >>. Tre uomini armati entrarono. << Adesso fate i bravi e venite con noi dal capo. >> ghignò il più grosso. Federica fece un cenno a Nico. I due ragazzi estrassero velocemente le pistole e spararono, uccidendo i tre uomini.  << Via! Andiamo! >> gridò Federica. Paul ed Erica erano rimasti di sasso, così Federica e Nico li strattonarono via. I quattro ragazzi percorsero lo stabile, ma non trovarono nessuna traccia di Hayley. << Dove può essere, Nico? >> sbraitò Erica. << Non lo so, io pensavo fosse qui. A meno che… Ma certo. C’è una stanza che Brandon usa come cella. E’ da questa parte, ma bisogna fare attenzione. E’ in un’ala sempre piena dei suoi sgherri. >>. I quattro ragazzi andarono verso il lato nord dello stabile. Dopo aver percorso uno stretto corridoio, si trovarono di fronte a una porta di ferro. Era impossibile da scassinare. << Arriva qualcuno, attenzione. >> bisbigliò Paul. Si addossarono al muro. Un uomo passò. Aveva con sé un mazzo di chiavi allacciato alla cintura. Nico lo prese dal collo e lo stordì, soffocandolo. << Ora abbiamo le chiavi! >> dichiarò, soddisfatto.

Hayley e Kevin sentirono la porta aprirsi. Avevano preparato un piano di fuga: mentre i loro carcerieri entravano per prendere i piatti della cena, loro glieli avrebbero tirati addosso, mettendoli K.O. Si avvicinarono all’ingresso, pronti a colpire. La cantante stava per far abbattere il primo piatto sulla testa di chi stava entrando, ma si bloccò. << Federica? >> esclamò, sorpresa. Le due si abbracciarono. Era contentissima di vederla. Alzò lo sguardo, notando anche gli altri. << Ma allora è vero. Perché non avete chiamato la polizia? >> chiese. << Ti avrebbero ammazzata! E comunque cos significa “Allora è vero”? >> domandò Federica. << Brandon mi aveva detto che voi quattro stavate venendo qui. >> rispose Hayley. I quattro ragazzi si guardarono. << E come cavolo faceva a saperlo? Noi non l’abbiamo detto a nessuno! >> esclamò Nico. << Beh, non ha importanza. Dai, andiamocene, prima che Carlo arrivi. >> disse la rossa. << Sì, hai ragione! >> fece Federica. << Kevin, vieni! >> lo incitò Hayley. I sei procedettero verso l’uscita. Erano praticamente arrivati alla porticina dalla quale erano entrati, quando qualcuno sparò. I ragazzi si voltarono. Era Carlo con dieci uomini. << Guarda, guarda. Vi invito a non opporre resistenza e a seguirmi. >> sibilò. << Altrimenti? >> domandò Nico, urlando. << Altrimenti vi ammazzeremo, uno a uno. >>  rispose il braccio destro di Brandon, sogghignando. << Ragazzi, li vedete quei bidoni? >> sussurrò Federica. Gli altri fecero “sì” con  la testa. << Bene. Al mio via dovete buttarvici dietro. Uno. Due. >>. La ragazza fermò il conteggio. Carlo aveva tirato fuori la pistola e li stava minacciando. La ragazza mise una mano sul manico della sua arma. << Tre. VIA! >> urlò. Si buttarono dietro ai bidoni e Federica e Nico iniziarono a sparare. Carlo e i suoi uomini risposero al fuoco. Si creò una vera e propria sparatoria. << Non riusciremo mai a scappare se non miriamo a qualcuno. Non possiamo fare solo fuoco di copertura! >> urlò Nico a Federica. << Sì, hai ragione! >>. La ragazza aggiustò il tiro e colpì uno degli uomini dei suoi avversari, ferendolo. << Copritevi, idioti! >> sbraitò Carlo. Anche Erica e Paul iniziarono a sparare, mentre Hayley e Kevin si erano nascosti. Nico ne colpì altri due, uccidendoli. Carlo tirò fuori un walkie-talkie. << Capo, abbiamo un problema nell’arsenale! Ci servono dei rinforzi immediati. >>. I ragazzi si trovarono assediati. Nico frugò nelle tasche, disperatamente. << Che cosa stai facendo? >> gridò Hayley. << Sto cercando una cosa! Ah, eccola! >>. Il russo aveva trovato una bomba a mano. << E quella da dove spunta? >> gli chiese Federica. Nico la ignorò e tirò la bomba. << Dai, andiamo! >> incitò Nico. I sei uscirono e iniziarono a correre, ma trovarono qualcuno a sbarrargli la strada. Trovarono Brandon. L’unica arma carica era quella di Erica. << Buonasera. >> salutò il più piccolo dei Roskim con sarcasmo. Erica estrasse la pistola. << Spara Erica! Spara! >> la incitò Federica. Erica la puntò verso Brandon. << Dai, sparami, e tutto finirà. Avanti ragazzina. Non dirmi che non hai il coraggio  per farlo. >> la provocò il criminale. Erica rimase immobile. Capiva solo ora il discorso che le aveva fatto Federica sull’uccidere per salvarsi. No, non sarebbe mai stata capace di togliere la vita a qualcuno. << Tempo scaduto! >> esclamò Brandon. La ragazza sentì un dolore fortissimo al fianco: Brandon le aveva sparato. << Erica! >> urlò Hayley, gettandosi su di lei. Brandon le puntò la pistola alla tempia. Caricò l’arma. Stava per sparare, quando Federica urlò:<< No! Hai vinto! Hai vinto! >>. Il criminale sogghignò. L’afferrò per un braccio e corse via, sparendo nell’oscurità della notte.

Nico, Kevin e Paul fissavano Hayley che sorreggeva Erica. Per fortuna l’aveva colpita solo di striscio. Volutamente? << Dobbiamo scoprire dove sono andati! >> esclamò Paul. Scesero nell’arsenale per vedere se potevano prendere delle armi. Le due bombe che Nico aveva tirato aveva ucciso tutti. Sentirono un gemito provenire da un cumulo di macerie. Le spostarono e trovarono un uomo: Carlo era ancora vivo. << Dove sono andati? Rispondi! >> gli urlò Paul. Carlo ghignò. << Non lo saprai mai! >> sibilò. << Brutto stronzo, parla! >>. Paul era fuori di sé. Prese un fucile e glielo puntò in bocca. Carlo si levò il ghigno dalla faccia. << Parla! >> urlò Paul. << E va bene. Brandon aveva un piano di fuga. Stanno andando a Tijuana. >> << Bravo, Ci voleva così tanto? >> sibilò Nico. I due ragazzi legarono Carlo e poi uscirono da Hayley, Kevin ed Erica. La cantante aveva chiamato la polizia e l’ambulanza e i paramedici avevano fasciato sua sorella. << Allora, dove sono andati? >> chiese Hayley. << A Tijuana. >> rispose Paul. << In Messico. >>.

Angolo dell'Autrice

adesso Chocobomb mi ammazza! Ahahah! Lo so che non era il finale che ti aspettavi, ma la storia è ancora abbastanza lunga, quindi preparatevi ad altre sorprese. Dai,  per lo meno Hayley e Kevin sono liberi :)
Allora, cosa vi aspettate nel prossimo capitolo? Fatemelo sapere con una recensione, mi raccomando!
Grazie mille a Chocobomb per il sostegno e le bellissime recensioni. Aggiungetevi anche voi lettori silenziosi, però! Please :)
Alla prossima!

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


 
CAPITOLO 18
Federica si svegliò. Era stata narcotizzata. Non riusciva a vedere bene e non capiva dove si trovasse. Mise meglio a fuoco. Era in un camion.  << Buongiorno! >>. La ragazza si girò. Prese un colpo: era Josh. << E tu che diamine ci fai qui? >> gli chiese. << Mi ero messo a cercarvi e mi hanno rapito. Dov’è Erica? >>. Federica abbassò lo sguardo. << Ehi! Rispondimi! Dove si trova? >> insistette il musicista. << Brandon le ha sparato. Ma era con Hayley e gli altri. Non penso che sia morta. >>. Josh tirò un sospiro di sollievo. Almeno erano riusciti a trovare Hayley e Erica era con lei. << Tu sai dove siamo diretti? >> domandò Federica. << No, non sono riuscito a capirlo. E non si riesce a vedere fuori. >> rispose Josh. La ragazza sbuffò. Non capiva: Brandon aveva avuto la possibilità di consumare la sua vendetta. Aveva avuto, finalmente, la possibilità di ucciderla. E perché non l’aveva fatto? Federica guardò Josh. << Posso farti una domanda? Non ti manca mai essere nei Paramore? >>. Il musicista sgranò gli occhi. Non si aspettava una domanda del genere in una simile situazione. << Beh, io… E’ difficile da spiegare. Insomma, a volte sì. Ma vedi, col tempo ho capito che i Paramore non erano il mio posto. E poi… Non mi sembra il momento per… >> << Ok, se non vuoi rispondermi basta dirlo. >>. Josh scoppiò a ridere e Federica lo seguì. << Ehi, ci siamo fermati! >> esclamò la ragazza. Aprirono il rimorchio. La luce li investì, accecandoli per un attimo. << Ben arrivati a Tijuana signori. Vi invito cordialmente a scendere se volete evitare una pallottola in fronte. >> sogghignò Brandon. Federica si morse il labbro. Iniziava ad odiare quel suo sarcasmo. I due prigionieri scesero dal camion. Si trovavano su un’altura da cui si poteva vedere tutta la città. << Dove cavolo ci troviamo? >> domandò l’italiana. << A Tijuana, ragazza mia. In Messico. E ora vi dovremo portare ai vostri alloggi. >> rispose Brandon. Federica avrebbe voluto togliergli quel sorrisetto dalla faccia con un bel pugno. E come le bruciava il non poterlo fare. Misero loro dei cappucci in testa. Li fecero salire su un’automobile. Proseguirono il viaggio per un tempo interminabile. Federica provò a prendere dei punti di riferimento, come odori o sensazioni, ma senza vista era impossibile. La macchina si fermò due o tre volte, dando loro ogni volta l’impressione che fossero arrivati. Ma quando ripartivano si domandavano in quanto tempo sarebbero giunti a destinazione. Quando finalmente arrivarono, li buttarono in una stanza. Incatenarono loro mani e piedi e, solo allora, tolsero loro i cappucci. Josh trasalì. Colui che gli  aveva tolto il suo cappuccio non era una persona qualunque. << Detective Brown! Ma che diamine fa? >>. Il poliziotto li guardò. Nel suo sguardo Josh notò della vergogna. << Faccio ciò per cui mi pagano. Brandon mi dà un bel po’ di soldini per lavorare per lui, sai? >> sibilò lui. << Ma lei è un poliziotto! Si è svenduto a quel maledetto bastardo per dei maledetti soldi? >> lo aggredì il musicista. Il detective Brown abbassò lo sguardo. << Sai, quando non si riesce ad arrivare a fine mese perché il tribunale ti impone di dare un’enorme somma alla tua ex moglie e ti obbliga a pagare pure tutte le tasse i soldi fanno comodo. Ho iniziato per questo. Poi, però, mia moglie è morta. Sarei potuto uscirne, ma guadagnavo il triplo rispetto al mio lavoro di poliziotto. Mi conveniva mollare? Io direi di no. >> rispose. << Lei mi fa schifo. >> sibilò Josh. << Beh, la cosa è reciproca. Davvero credeva, signor Farro, di poter cercare una ragazza coinvolta negli affari di Brandon Roskim passando inosservato? Lei non ha la più pallida idea di come funzioni il mondo! E’ solo uno di quegli stupidi che pensa che tutto si risolverà, prima o poi. Ma la vuole sapere la verità? Niente si risolve. La felicità è solo una schifosa utopia. L’unica cosa che conta è riuscire ad avere un bel po’ di soldi in tasca. D’altronde, non mi venga a raccontare che fa il musicista solo perché le piace farlo. >>. Josh fece una smorfia. Era rimasto disgustato da quel discorso. Ma, in fin dei conti, Brown aveva anche un po’ di ragione. D’altronde, quante volte aveva litigato con Hayley per i soldi mentre era ancora nei Paramore?. Guardò Brown allontanarsi. Diede uno sguardo a Federica. << Chissà come stanno gli altri. >> mormorò la ragazza. << Già. >> rispose Josh.

Hayley non sapeva che fare. Era tornata a casa, o meglio, era tornata a Franklin, perché la sua casa era ridotta in uno stato tale che la rendeva inabitabile. Era stata costretta a trasferirsi da Dakota insieme a Kevin. Avrebbe voluto andare a Tijuana, ma da sola era una pazzia. E Erica aveva bisogno di lei. La ferita non l’aveva messa in pericolo, fortunatamente, ma i suoi genitori non facevano nient’altro che litigare. E, se a McKayla bastava restare dai nonni, per Erica non era così. Sua sorella aveva bisogno di lei. Guardò fuori dalla finestra. << Posso fare qualcosa per te Hay? >> le chiese la sua migliore amica. << Se vuoi fare qualcosa puoi sempre prenotarmi dei biglietti per Tijuana. >> rispose. Non c’era sarcasmo nella sua voce. << Hayley, non dire cretinate. >> La rimproverò Dakota. << Cretinate? Lo sai che anche Josh è sparito? Eh? E anche il detective Brown! >>. Dicendo quell’ultima parola, Hayley  si paralizzò. << Ehi, tutto bene? >> chiese Dakota. << Devo telefonare subito a Jenna! Passami il cellulare! >> esclamò la rossa. << Sì, va bene, ma calmati! >>. La ragazza non riusciva a comprendere che cosa stesse succedendo. Le passò il telefonino. La cantante compose un numero. << Dai, rispondi! Ah, ciao Jenna! Senti, ho bisogno di chiederti una cosa! >> << Hayley, forse non è il momento più opportuno. Josh è scomparso e io sono disperata. >> rispose Jenna. << Ascolta, forse so dove si trova Josh, ma tu devi rispondere a questa mia domanda: quando Federica e Erica sono scappate, voi siete andati a sporgere denuncia al detective Brown? >> << Sì, perché? >>. Hayley non rispose. Ora capiva come Brandon sapeva che i ragazzi erano a Memphis. << Jenna, ti prometto che riavrai tuo marito molto presto! >> affermò. << Hayley ma che vuoi dire? >>. La cantante attaccò. << Dakota, per favore, chiama immediatamente Jeremy e Taylor e dì loro che li aspetto a Tijuana! >> esclamò. << E tu dove vai? >> le chiese l’amica. << A prendere Nico. >>. Hayley stava per aprire la porta, quando Dakota la bloccò per un braccio, cogliendola di sorpresa. << Che c’è? >> le chiese la rossa. << C’è che non puoi coinvolgere un ragazzino in una cosa così. Ha già rischiato di morire una volta Erica! Non pensi alle conseguenze? E Kevin? Lo lasci a me, tanto sono la tua migliore amica, faccio tutto quello che mi chiedi! No, non funziona così! Ti capisco, ma perché non vai dalla polizia? >> << Perché è la polizia il problema! E’ corrotta! E’ stato Brown a far rapire Josh e a far uccidere Reynolds. Chi mi dice che non ce ne siano altri come lui alla centrale? Non posso fidarmi stavolta, mi dispiace. Ma Nico mi serve, E’ lui che ha parlato con Carlo, è stato lui con gli altri che mi ha salvato la vita! Dakota, ho solo questa chance per salvare ciò che mi sta più a cuore. Ti prego, fammi andare! >>. Dakota sospirò. Stavolta Hayley non le aveva fatto nessuna faccina per intenerirla e non le aveva imposto nulla. Hayley era lì, davanti a lei, che le stava chiedendo un favore. Grosso, ma pur sempre un favore. << E va bene! A Kevin ci penso io. Ora vai. Ma non tornare senza Josh e Federica, o mi arrabbio. Vai! >>.  Hayley corse via, sotto lo sguardo di Dakota, più confusa che mai.

Angolo dell'Autrice

Capitolo lungo e un po' di passaggio. E, a parte la prima parte, penso anche un po' noiosetto. Ma è necessario
Allora, c'è anche Josh! Poverino, poveretto, perfino da rapito deve subire le domande sui Paramore ahahah. Federica una ne fa e cento ne pensa. Ma parliamo di Hayley? Insomma, per quanto riguarda le follie, non è da meno rispetto a sua sorella e sua "figlia". Insomma, ne vedremo delle belle.
Grazie a Chocobomb per le recensioni! Vi prego, si aggiunga qualcuno! Recensite, non abbiate paura!
Alla prossima!

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


 
CAPITOLO 20
<< Muoviamoci, o perdiamo l’aereo! >> esclamò Hayley, mentre Nico saliva in macchina. << Veniamo anche noi! >>. Hayley si voltò. << No, Erica! Hai già rischiato di morire una volta. Non te lo permetterò. >> la rimproverò la cantante. << Tu non mi dici cosa fare. Io e Paul veniamo, che vi piaccia o no. >>. Nico ed Hayley si guardarono. Non c’era il tempo per discutere. << Salite. Ora vedremo che fare. >>. In realtà, era più che convinta di lasciarli all’aeroporto, una volta arrivati.  << I miei non la prenderanno bene. >> rifletté Paul. << Paul, o ci stai, o non ci stai. >> ribatté Erica. << Ovvio che ci sto. Solo, sai  com’è, sto scappando di casa per la seconda volta per andare in Messico a scontrarmi con un pazzo criminale! Credo che mi ammazzino quando tornerò a casa. Sempre che torni a casa. >> << Non dire cazzate, Paul! >> lo sgridò la ragazzina. Arrivarono all’aeroporto e corsero dentro. Presero i biglietti << E’ meglio che andiamo subito a fare il check-in! >> esclamò Hayley. Improvvisamente l’altoparlante annunciò qualcosa. << La signora Hayley Williams è pregata di recarsi immediatamente dalla polizia aeroportuale. >>. E ora come faceva? << Paul, tu sei minorenne, vero? >> chiese preoccupata. << Beh, veramente no. Ho diciotto anni. >>. La risposta di Paul spiazzò tutti. << Ma come, sei in classe con me e Federica! >>  sbottò Erica. << Sì, ma sono stato bocciato! Due volte. E alle elementari. >>. Hayley l’abbracciò! << Ehm.. perché mi stai abbracciando? >> chiese Paul. << Perché ora sono più tranquilla. Sei maggiorenne, quindi non mi possono dire nulla. Aspettatemi qui. >>. La cantante corse dalla polizia. Era sollevata dalla notizia della maggiore età di Paul. Questo voleva dire che non potevano esserci ripercussioni legali su di lei per averlo portato in aeroporto. Era però preoccupata. Non capiva cosa volesse la polizia da lei. << Buongiorno, sono Hayley Williams. E’ successo qualcosa? >> chiese ai poliziotti. Gli agenti gli indicarono un bimbo: Kevin. Una ragazza in tenuta militare si avvicinò alla cantante. << Salve, sono il capitano Mary Reynolds. Sono io che ho trovato il bambino. E lui mi ha detto di cercare lei. >>. Hayley pensava di aver sentito male. << Ha detto Reynolds? >> << Sì, perché? >> chiese la ragazza. << Per caso è parente di Mark Reynolds? >> chiese la cantante. << Sì, è mio fratello. Lo conosce? Sa, io sono appena tornata dall’Afghanistan e non ho sue notizie da  mesi. Come sta? >>. Hayley inspirò profondamente. Si decise. << E’ morto. Mi dispiace. >>.  Mary tentò di trattenere le lacrime. << Scusi, io… Io prenderei il bimbo e me ne andrei. >>. Hayley prese Kevin e si allontanò dalla postazione della polizia. << Aspetti! >>. La cantante si voltò. Era Mary. << Mi dica almeno come è morto. >> << Mi doveva fare da scorta. Un pomeriggio, mentre stavamo tornando a casa, sono venuti a rapirmi. Ha provato a proteggermi, ma gli hanno sparato. >>. Tra le due calò il silenzio. Il volto della militare si fece duro. << Chi è stato? Chi è stato ad ucciderlo? >> << Un componente della banda dei Roskim. So solo che ora hanno preso due tra le cose più importanti che ho. Mi scusi, ho un aereo da prendere. Mi dispiace. >>. Fece per andarsene, ma la militare la bloccò ancora. << La ringrazio. Di tutto. Ecco, questo è il mio numero. >>. Hayley si sentì in imbarazzo. Non rispose. Le accennò un sorriso e se ne andò, raggiungendo gli altri. << Alleluia! Ma dove sei stata? >> le chiese Erica. << Guardate chi c’è! >>. Hayley mostrò Kevin. << Bene. Andiamo a casa? >> disse Paul. Nico si arrabbiò: << Sei un idiota! Insomma, non pensi che forse Federica ha bisogno di noi? >> << No, aspetta! Ha ragione! Chiamo subito Jerm e Taylor. Stavamo per combinare un pasticcio. >> ribatté la cantante.

Il viaggio era stato annullato, anche perché Kevin li aveva seguiti fino all’aeroporto. Hayley era in camera sua. Non riusciva a prendere sonno. “Il pensiero che possano farti del male mi uccide!” pensò tra sé e sé mentre teneva fra le mani una foto di Federica. Sentì dei passi. Kevin entrò. Col pigiama sembrava ancora più piccolino. Il bimbo si sedette sul letto. << Ho avuto un brutto sogno. C’era mia mamma che stava giocando con me e poi dei tipi l’hanno trascinata giù per le scale e l’hanno picchiata. >> piagnucolò. Hayley lo guardò, con uno sguardo carico di tenerezza. Lo abbracciò. << Non tornerà, vero? >> chiese il bambino, alzando gli occhi. Hayley sospirò. Parlare ad un bimbo della morte di sua madre non sarebbe stato facile. << Sai, a volte non va tutto per il verso giusto. E a volte le persone se ne vanno troppo presto. Ma non perché vogliono loro, ma perché sono costrette. Tua madre non voleva andarsene da te. Ma l’hanno costretta ad andare da un’altra parte. Ora è in un bellissimo posto. Un bellissimo posto. >>. Kevin aveva capito. Scoppiò a piangere. La cantante lo lasciò sfogare. Le venne in mente la sera che Federica si confidò con lei, raccontandole, per la prima volta, una parte del suo passato. Quanto le mancava. << Secondo te mamma mi sta guardando? >> chiese Kevin. Hayley lo strinse a sé. << Secondo me ci sta guardando e sta pensando a quanto sei in gamba e a quanto sia stato bello poterti stringere tra le sue braccia. >>. Kevin smise di piangere. << Posso dormire con te stanotte? >> le chiese. Hayley gli fece  spazio tra le coperte e lo fece stendere al suo fianco. Kevin l’abbracciò, addormentandosi subito.

Rufus entrò nella cella e prese Federica. << Mettila giù, brutto schifoso! >> urlò Josh. L’uomo gli rifilò un calcio, mettendolo subito a tacere. Mise un cappuccio in testa alla ragazzina e la condusse da Brandon. << Inginocchiati al tuo padrone! >> le gridò, sputandole addosso. Le tolse il cappuccio. Federica era ai piedi di un Brandon strafottente che, prendendola dai capelli, le sibilò:<< Tu sei una mia proprietà. Che ti piaccia o no. >>. La buttò all’indietro. << Non capisco. Hai la possibilità di uccidermi per vendicarti, ma non lo fai! Perché? >>. Roskim la squadrò dall’alto al basso. Poi si accucciò, in modo da essere al suo stesso livello. << Perché sarebbe troppo facile per te cavartela così. No, io voglio sentirti urlare, voglio sentirti invocare la morte, voglio che tu la desideri così tanto da odiare la vita stessa. Solo così mi sentirei appagato. >>. Si rialzò e prese un’asta di ferro con un’estremità rotonda. Solo allora Federica si accorse del braciere su cui era stata posta l’asta. Provò a divincolarsi per scappare, ma non ci riuscì. Brandon si avvicinò e le tolse la maglietta, facendola restare in canottiera. << Non ti preoccupare, sentirai solo un gran male! >> sogghignò. Federica chiuse gli occhi. Quando il ferro bollente le toccò la pelle urlò, straziata. Brandon allontanò l’asta e le guardò il marchio. << Ora arriva la parte divertente. >>. Tirò fori un coltello. L’italiana capì e rimase immobile. Non voleva dargli anche questa soddisfazione. Sentì la lama inciderle la pelle bruciata. Soffocò un grido. Brandon continuò l’opera per circa dieci minuti, rovinandole completamente la pelle.  << Portatela via! >> ordinò Brandon, una volta finito. Le rimisero il cappuccio in testa e la buttarono nuovamente nella sua cella. Federica si inginocchiò, dolorante. Chiuse gli occhi. << Cosa stai facendo? >> le sussurrò Josh. Federica si voltò. Lo guardò, con i suoi occhi scuri. << Sto pregando. >>. 

Angolo dell'Autrice

Eccomi qua! Allora, vi piace questo capitolo? A me è piaciuto molto scrivere la fine e la parte in cui Hayley parla con Kevin. Insomma, povero piccolo, non è bello scoprire che la propria madre è morta. Meno male che c'è la nostra Willi.
Ricordatevi anche di Mary! E' importante!!
Allora, ringrazio Chocobomb per la recensione, gentilissima come sempre :). Ti dedico il capitolo :) Grazie di cuore!
Sollecito tutti a recensire! Grazie anche ad ItsOzzyCobain che ha ricominciato la lettura! Grazie mille!
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


 
CAPITOLO 20
Hayley si svegliò. Kevin aveva dormito abbracciato a lei tutta la notte. << Buongiorno. >> sussurrò la cantante. Il bimbo aprì gli occhi, sbadigliando per bene. << Dai, vai a vestirti. Io vado giù a fare colazione. >> bisbigliò. << Va bene. >>. Hayley sorrise. Quel bambino era piccolissimo.
Dopo la colazione, Hayley e Dakota si buttarono sul divano. << Sai, ho deciso cosa fare. Partirò, solo io. Non coinvolgerò nessuno. >> << Hay, ne abbiamo già parlato, sai cosa ne penso! >>. Dakota non voleva lasciarla partire. Ma Hayley le prese le mani e la guardò dolcemente. << Sai, ieri mentre osservavo Kevin ho capito che ci sono delle cose che bisogna fare che noi non vogliamo. E partire è una di queste. Ti chiedo solo di avere cura di te e di Kevin. Solo questo. Ma ti prego, non impedirmi di farlo. Ti supplico. >>. Dakota era arrabbiatissima. << Se vuoi andare vai ora. Ma non so se ti potrò mai perdonare per questo! Ieri non sei neanche  partita! >> << Ma è diverso! Ora so perché lo faccio! >>. Dakota aveva uno sguardo duro. Si alzò e prese Kevin per un braccio. << Andiamo Kevin. Hayley deve sbrigare un paio di cose. Se ne andrà per un po’. >>. Kevin fece una faccia stranita. << Dopo torna, vero? >> chiese a Dakota. La ragazza lanciò uno sguardo cattivissimo a Hayley. << Sì. Tornerà. Le conviene. >> disse, dura.

Hayley era in aeroporto. Prese il cellulare e compose il numero di Chad. << Risponde la segreteria telefonica di Chad Gilbert. Al momento non sono disponibile, vi preghiamo di lasciare un messaggio o richiamare più tardi. >> << Al diavolo! >> imprecò la cantante. Stava per chiamare Jeremy e Taylor, quando le venne un’idea. Compose un numero sul cellulare. << Pronto? >> risposero dall’altra parte del telefono. << Capitano Reynolds, buongiorno. Sono Hayley Williams. Sono riuscita a trovare il suo numero e ho pensato di chiamarla. >>. Silenzio. La cantante pensò che Mary avesse riattaccato. << Scusi, non capisco. Lei mi conosce appena. >> ribatté, finalmente, la militare. << Sono in aeroporto. Sto per partire per Tijuana e mi chiedevo se le andava di venire con me. >>. Hayley si stava domandando perché l’avesse chiamata. << Allora, facciamo così, io non sto capendo niente, ma vengo in aeroporto e la raggiungo. >>.

Hayley era seduta ad un tavolo. Mary arrivò e si sedette di fronte a lei. << Allora, iniziamo con le domande. La prima: possiamo darci del “tu”? >> le chiese la militare. << Certo. >> rispose la rossa, accennando un sorriso. << Bene. Ora arriva la seconda domanda: perché vuoi che venga con te a Tijuana? Cosa cerchi in Messico? >>. Hayley si guardò intorno. Si sentiva maledettamente osservata. E sì che a Franklin ormai nessuno faceva più caso a lei. Era una della città, la conoscevano in tantissimi. Eppure era certa che qualcuno la stesse spiando. Avvicinò la sedia al tavolo. << Sono sulle tracce di Brandon Roskim. Ha rapito un mio caro amico e la ragazza che avevo in affido. E ha ucciso tuo fratello e ferito mia sorella. Non voglio la vendetta, voglio solo riprendermi ciò che mi è stato tolto. >> spiegò a bassa voce. << E io? Vuoi che venga con te? >>. Hayley abbassò lo sguardo. Ma cosa aveva pensato di fare? << Sì, io… Ho bisogno di qualcuno che venga con me. Qualcuno di esperto nel gestire situazioni del genere. E non posso chiamare la polizia. Ma tu non potresti venire in veste di militare. Quindi, ti lascio andare, il mio cervello ha partorito l’ennesima cazzata. >>. Si alzò e fece per andarsene, ma Mary la chiamò. << Ascolta, io ci sto. Ho capito cosa vuoi fare e io voglio trovare il bastardo che ha fatto fuori Mark. Dovrei avere ancora dei contatti a Tijuana. Solo, dove lo trovo il biglietto? >>. Hayley estrasse un biglietto dalla tasca dei pantaloni. << Ne avevo già presi due. In realtà, li ho presi per sbaglio. Abbiamo ancora cinque ore prima del decollo. >>. Ad entrambe le ragazze scappò un sorriso. << Ho capito, vado a fare le valige. >> esclamò Mary.

Arrivarono a Tijuana in serata. Hayley era stata solo a Città del Messico e rimase molto colpita. Era una città che voleva sembrare ordinata, ma era caotica, frenetica. Si fermò a guardare il muro* che segnava il confine con gli Stati Uniti e pensò a tutte quelle persone che, ogni notte, cercavano di superarlo per riuscire a raggiungere una speranza. Si chiese se lei avesse mai potuto avere quel coraggio.  << Hayley, andiamo! >>. Mary la riportò alla realtà. << Sì, arrivo. Stavo pensando, scusami. >>. La cantante sospirò, dando un’ultima occhiata al muro e si incamminò verso l’albergo. << Eccoci arrivati! Che te ne pare? >> chiese Mary. << Niente male! >>. Era un albergo a tre stelle, nuovo e pulito. Le due ragazze andarono in camera e iniziarono a preparare un piano. << Allora, il mio contatto ci farà avere delle armi. >>. Hayley fece una smorfia: non aveva mai impugnato un’arma. Mary capì. << Niente paura, per te ho preso armi piccole e non troppo potenti. >> continuò. << Domani dovremo poi andare a capire in che zona di Tijuana si trovano. Non sarà facile. I Roskim erano affiliati a vari cartelli e i restanti terranno la bocca chiusa per paura. Ma sono sicura che troveremo qualcosa. Basterà trovare il modo di farli parlare. >>. A Hayley venne un brivido. Non era più molto sicura di quello che stava per fare. Mary se ne accorse. << Ehi, guarda che non ucciderò nessuno, stai tranquilla. E la tortura è contro i miei principi. Solo, ricordati di una cosa: io qua sono una civile, non una militare. Tutto quello che faremo sarà contro la legge e non ci saranno gli Stati Uniti a proteggerci. Nemmeno se ci dovessimo beccare una pallottola nel cervello. Da oggi io e te saremo due fantasmi. Non esisteremo. Per nessuno. >>. La cantante annuì. Si morse il labbro e alzò lo sguardo al soffitto. Aveva paura. Ma doveva ritrovare Josh e Federica. A qualunque costo. << Ok, si gioca come vuoi tu. Io non mi fermerò e non mi tirerò indietro. >> affermò. << Ottimo. Ora, a dormire, che domani ci aspetta una dura giornata. >>.

Federica riusciva a vedere la luna dalla finestrella della cella. Questo le dava gioia. Josh era incredibilmente riuscito ad addormentarsi. Lei invece no, il marchio le aveva fatto infezione e le faceva malissimo. Eppure aveva una buona sensazione. Sentiva che stavano venendo a salvarli. << Like the moon we borrow our light, I am nothing but a shadow in the night, if you let me I will look and try, to let your glory and mercy shine. >>canticchiò. Che il senso della vita fosse tutto lì?

*  http://it.wikipedia.org/wiki/Tijuana#Il_muro Link della pagina di Wikipedia che spiega bene la situazione a Tijuana e la storia del famoso muro che separa la città messicana da San Diego

Angolo dell'Autrice

*Musica di Indiana Jones* Hayley e Mary alla riscossa. Allora, che ve ne pare? Un po' improbabile forse, ma... Anche io vorrei che la Willi venisse a salvarmi. E Dakota... E' un'amica vera! Si è riscattata dall'errore con Federica (quando non si è accorta che era scappata di casa). E, a proposito di Federica, lei e Josh sono sempre lì, all'inferno. Ma... Ne vedremo delle belle! Promesso!
Grazie a Chocobomb e ItsOzzyCobain (bentornata!) per le due bellissime recensioni! Spero che si aggiunga qualcun altro.
Domani è domenica e, se aggiorno, aggiornerò nel tardo pomeriggio. 
Alla prossima gente! 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


CAPITOLO 21
<< Hayley è andata dove? >> sbraitò Chad. Era arrabbiatissimo. Come aveva potuto la sua ragazza non dirgli niente? E come aveva potuto Dakota non avvisarlo? << E’ andata… E’ andata in Messico a salvare Josh e Federica. Ma io le avevo detto di non farlo. >> confessò la ragazza. Chad sbuffò. Suonarono alla porta. << Vado ad aprire. >> esclamò Dakota, cogliendo al volo l’occasione per allontanarsi dal musicista. Aprì. Sulla soglia c’era un ragazzo alto e biondo. << Desidera? >> gli domandò. << Agente Young, dei federali. Mi deve seguire. >> rispose. Dakota sgranò gli occhi. << E perché? >> chiese. << Beh, sbaglio o era lei che ospitava la signorina Williams? >>.

Lo sapeva. Non doveva lasciarla partire. Ora si ritrovava in un gran casino, in mezzo a tutti quegli agenti federali. Va bene fare la migliore amica, ma non prenderle al posto di qualcun altro. L’agente Young si avvicinò. << Se vuole seguirmi in ufficio… >> disse. Dakota sforzò un sorriso e lo seguì. Nell’ufficio c’erano anche Taylor, Chad, Jeremy, Nico, Paul, Erica e il piccolo Kevin. Dakota si sedette accanto al bambino. Li avevano messi a sedere lungo un tavolo. Improvvisamente entrò un uomo abbastanza alto, impettito, vestito totalmente di scuro. A Paul venne da ridere. << Man In Black! Ahah! >> fece sottovoce. << Zitto idiota! >> lo zittì Erica, dandogli una gomitata. << Buongiorno. Sono l’agente speciale Frank Oll. Signor Young, mi può passare il telecomando, per favore? >>. Il ragazzo gli passò un telecomando. L’agente Oll fece vedere delle foto. Ritraevano Hayley con una ragazza. L’agente Oll prese la parola. << Questa, signori, è Hayley Williams. Mentre quest’altra ragazza è il capitano Mary Reynolds. Di sicuro vi ricorderete suo fratello. Ora vi devo porre una domanda: qualcuno di voi la conosce? >>. Si guardarono tutti fra loro, spaesati. Nessuno di loro l’aveva mai vista. Nessuno a parte Kevin. Il piccolo alzò timidamente la mano. << Io la conosco, signore. L’ho conosciuta in aeroporto mentre cercavo Hayley. >> esclamò. << Hayley in aeroporto? E cosa ci faceva la signorina Willliams in aeroporto? Era sola? >> chiese Oll, interessato. << No, c’erano anche Paul, Nico e Erica! >> rispose il bambino. Paul capì subito che stava per raccontare che cosa volesse fare Hayley e gli diede un calcio. << Ahia! >> urlò Kevin. Oll guardò Paul. << Perché gli hi tirato un calcio? >> domandò. << Non l’ho fatto apposta. >> rispose il ragazzo. Il federale si avvicinò. << Forse hai paura che si sappia in giro che eri con Hayley Williams in aeroporto, pronto a partire per il Messico! >>. I tre ragazzi si guardarono. << Non è come sembra. Le spiegheremo tutto. >> affermò Erica.

Era già mezzogiorno e Hayley e Mary non avevano cavato un ragno dal buco. Avevano provato a chiedere ad alcuni abitanti di Tijuana affiliati ai vari cartelli, ma nessuno aveva aperto bocca. Hayley iniziava a perdere le speranze. In più, il contatto di Mary non l’aveva ancora chiamata. Si sedettero su una panchina. C’erano undici gradi, ma il sole era piuttosto forte. Il telefono di Mary squillò. La ragazza rispose. << Ned, alla buon’ora! Dove cavolo eri finito? >>. Hayley provò a origliare, ma non sentì nulla. << Ok, allora ci troviamo lì? Ottimo! Grazie, sei un amico! >>. La militare attaccò. Dobbiamo andare. Era il mio contatto. Ha tutto ciò che gli avevamo chiesto. Ma dobbiamo sbrigarci. >>. Andarono di corsa al luogo dell’appuntamento: un vecchio magazzino abbandonato. << Ned! >>. Mary gli corse incontro. Hayley squadrò il ragazzo. Era poco più grande di lei. Era alto, palestrato, un vero marine. << Lo sai quanto rischio? >> chiese Ned a Mary. << In che senso? >> domandò la ragazza. << L’esercito ti ha beccata! Siete due ricercate ora, a meno che non facciate fuori Roskim. In questo caso, il merito andrà comunque tutto all’esercito americano. >>. Mary alzò lo sguardo al cielo. Era in una bruttissima situazione. In entrambi i casi la sua carriera era ormai compromessa. << Io andrò fino in fondo Ned. Si tratta di giustizia. Grazie per le armi. >>. Mary prese gli armamenti e fece per andarsene, quando Ned la afferrò per un polso. << Si tratta di giustizia o di vendetta? >>. Gli occhi del ragazzo erano duri. Lei era un suo superiore, ma sapeva che in quel momento era molto più debole. Abbassò il volto, come se provasse vergogna. Sospirò. << Lo scoprirò. Te lo prometto. Ma ora lasciami andare. >>. Il marine la mollò e guardò le due ragazze allontanarsi. Scosse la testa. << Speriamo in bene. >> mormorò.

<< Abbiamo provato tutti gli affiliati. Non ci resta molta gente a cui chiedere. Anzi, sinceramente non saprei più cosa fare. >> affermò Mary. Ormai era sera. E il tempo iniziava a stringere. << Anzi, aspetta, ho un’idea. >>. La cantante la seguì, senza capire. Arrivarono a una vecchia casa. Mary bussò. Una donna aprì. << Buenas dias! Como estas? Dónde está Raoul? >>. Un uomo era dietro la donna. Vide Mary e iniziò a correre. << Hayley, bloccalo! >> gridò la ragazza. Raoul la spinse via e corse per la strada. Le due ragazze lo inseguivano, ma era velocissimo. << Fermati o sparo! Maledizione Raoul sono io! Cazzo, fermati, non ti faccio nulla stavolta! >>. Raoul continuò a correre. << Fanculo! >> imprecò Mary. Estrasse la pistola e sparò in aria. L’uomo inciampò per lo spavento e cadde per terra. La militare lo prese e lo portò a casa. << Ma si può sapere che cazzo fai? >>. Raoul la guardava, spaventato. Mary lo spinse sul divano. La donna che le aveva aperto la porta era rimasta pietrificata. Raoul le fece segno di uscire. << Che cosa vuoi da me? >> chiese l’uomo alla militare. << Voglio sapere dove si trova Brandon Roskim. So che tu lo sai! >>. Raoul abbassò lo sguardo. << Dai, su, voglio un posto! >> lo incitò la ragazza. Ma Raoul non parlava. Hayley si era stancata. Prese la pistola e gliela puntò alla tempia. << Allora, vuoi saperla una cosa? In questo schifoso paese lei non è militare…. Quindi non deve rispondere a nessuno. Io sono una normale civile. E perciò posso fare quel cazzo che voglio. Perciò, o mi dici dove tengono il mio ex ragazzo e la ragazza che ho in affido, o il tuo cervello diventerà una massa di piombo! >>. Raoul iniziò a tremare e a sudare. Hayley stava per premere il grilletto. << No, no, ok. Sì ti dirò tutto! Farò tutto quello che vuoi. >>. La cantante sorrise, divertita. Si avvicinò al suo volto. << Dove si trova Brandon Roskim e dove ha portato Josh e Federica? >>. Chiese, mostrando le fotografie dei due rapiti. << Il ragazzo non l’ho mai visto, mentre lei è venuta qui questa mattina, verso le cinque. Mia moglie fa l’infermiera e lei aveva una ferita infetta al braccio. Se non l’avessero portato qui probabilmente l’avrebbe perso. L’hanno lasciata qui e poi l’abbiamo accompagnata al suo alloggio. >> raccontò Raoul. << Dove? Mi serve un posto, un nome, qualsiasi cosa! >> lo aggredì la cantante. Il messicano abbassò lo sguardo. << Dai Mendoza. >> mormorò.

<< Ma cosa ti è preso prima? >> chiese Mary a Hayley mentre si dirigevano verso l’albergo. << Ehm… In realtà stavo bluffando! Però, se ci hai creduto anche te, devo dire che ho recitato bene. >> rispose. << Invece, posso farti io una domanda? >> domandò la cantante. << Certo. >> affermò la militare. << Beh, ecco, tu sei già stata a Tijuana, vero? >>. Mary deglutì. << Sì, ci sono già stata. Due anni fa rimasi qua per otto mesi. Fecero un attentato, io rimasi ferita e rimasero uccisi sei miei compagni. Erano stati i Mendoza. Sono uno dei cartelli più importanti e noi eravamo quasi riusciti ad annientarlo. Ritornai negli Stati Uniti e rimasi a Franklin fino a dieci mesi fa, quando andai in Afghanistan. Raoul era il mio informatore. Lui non fa parte di nessun cartello, ma è sempre in mezzo quando c’è un casino. Non chiedermi perché. >>. Le due ragazze arrivarono all’albergo. << Cosa facciamo adesso? >> chiese Hayley. << Ci prepariamo per combattere. E so già a chi chiedere aiuto. >>.

Angolo dell'Autrice

Buonasera! Allora, Hayley è tosta! Ma secondo voi, sarebbe davvero riuscita a sparare ad uno come Raoul? Quell'uomo mi fa tenerezza, ahahah! E Mary... Certo che tra il fratello e i compagni non è stata molto fortunata. 
Nel caso ve lo chiedeste... Young è lo stesso Young di Whoa! Ma qui è un po' più furbo. E Kevin... Awww, quel bambino mi fa diventare la dolciosità in persona. Lo adoro! Invece, vorrei un parere su Chad: per voi lo sto maltrattando troppo? No, perché nella prossima fanfiction ne scriverò di cotte e di crude (non è uno spoiler, nooooo!).
Ringrazio Chocobomb per la recensione e invito anche gli altri a recensire! Mi piacerebbe sapere il vostro parere, anche se negativo.
Bien (tanto per rimanere in Messico, ahah), alla prossima!

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


CAPITOLO 22
Federica si guardò il braccio. La medicazione sarebbe stata da cambiare, ma non poteva pretendere più di tanto. Insomma, Brandon l’aveva addirittura portata a curare l’infezione. Non poteva chiedere di più, lo sapeva. Si guardò intorno. Josh non c’era. Cadde nel panico. Dov’era finito? O meglio, cosa gli avevano fatto? Brown entrò nella cella con la cena. << Dov’è Josh? >> chiese disperatamente la ragazzina. << Non ti preoccupare.  E’ in buone mani. >> rispose sogghignando. Federica era stufa. Quel tipo le provocava una sensazione di vomito. Lo fissò negli occhi. << Ho detto: dov’è Josh? Pretendo una risposta seria! Non me ne frega niente del mio futuro. Ma lui sta per diventare padre, maledizione! Lei non si vergogna? Si è svenduto al primo che ha trovato per dei soldi! Io mi farei schifo al posto suo. >>. L’uomo le diede uno schiaffo. << Stai zitta! >> urlò.  << No, io non sto zitta! Lei non sa chi è veramente Brandon Roskim. E’ un uomo che non ha scrupoli! E lui mi vuole solo per vendetta. Josh non c’entra nulla. La prego! >>. Gli occhi della ragazza lo stavano perforando. Non riuscì a sostenere quello sguardo. Le lasciò la cena per terra e uscì di corsa dalla cella.

Decise di fare una passeggiata per Tijuana. Perché si stava angosciando così? Era Brandon il vero responsabile di tutto. Lui aveva solamente obbedito a degli ordini. Ma chi voleva prendere in giro? Lui era diventato un peccatore, uguale a tutti quelli che aveva sbattuto in prigione in quegli anni. E se ne rendeva conto solo ora, solo dopo essere stato invaso da quegli occhi, così scuri e timorosi, eppure così certi. Si rese conto di essere stato guardato per la prima volta. Non si era sentito così da anni. Si guardò intorno. Chi era lui? Era davvero un criminale? O era semplicemente Lance Brown, il detective che aveva imparato ad amare il suo lavoro nonostante i pericoli? Era davvero convinto di quello che faceva? O ci stava ripensando? I soldi valevano davvero tutto quel sangue, tutta quell’innocenza? O forse lo faceva perché non voleva aprire gli occhi e vedere che stava vivendo dentro un incubo, mascherato da sogno? Non aveva capito che il punto non è fare ciò che si vuole, ma ciò che è giusto? Si sentì, improvvisamente, pervaso da un enorme senso di smarrimento. Cosa aveva fatto? Non solo aveva svenduto sé stesso, ma aveva reso possibile che uccidessero un suo agente e rapissero Josh Farro. Capì cosa doveva fare . Ritornò indietro e si recò alla cella di Federica. Entrò, sotto lo sguardo stupito della ragazza. << Guardi che il piatto me l’hanno già portato via! >> esclamò l’italiana. L’uomo le mise una mano sulla bocca e le fece segno di tacere. Le guardò la medicazione. << Merda! >> imprecò sottovoce. << Che c’è? >> chiese la ragazza. << La tua spalla si sta infettando di nuovo. Devi andare via da qui, ok? Esci da questa cella e vai a destra, sempre dritto. Lì c’è un’uscita. Josh ti aspetterà davanti al municipio. Vai, corri! >>. La ragazza si alzò e si diresse sulla soglia della porta. Si voltò indietro. << Vai! >> la incitò Brown. Federica iniziò a correre. Vide l’uscita. Era così vicina, quando comparve Rufus. << Come sei scappata? Eh? Adesso ti sistemo io! >> sbraitò l’uomo. Federica era pietrificata. E ora? Agì d’istinto, tirando un calcio. L’energumeno cadde a terra. << Brutta troia! >> urlò, tenendosi una mano sui pantaloni. Estrasse la pistola e sparò, colpendola alla gamba. Ma lei non si fermò, ormai era praticamente libera. << Allarme! La ragazza è fuggita! >> sentì urlare. Rufus aveva dato l’allarme. E tra poco le sarebbero stati tutti addosso. Continuò a correre, più veloce che poteva. Ma la gamba le faceva un male terribile. Non poteva assolutamente fermarsi, ormai Brandon e i Mendoza le erano praticamente addosso. Vide passare un pick up. << La prego, mi aiuti! >> gridò. La portiera si aprì. << Josh? Ma Brown mi aveva detto che ti avrei trovato vicino al municipio! >> << Anche io pensavo fosse la soluzione migliore, ma poi ho avuto come la sensazione che sarebbe stato meglio prendere un pick up. Avanti sali! >>. La ragazza non se lo fece ripetere due volte. Partirono a tutta birra, lasciando Brandon e i Mendoza a bocca asciutta. Arrivarono in città. << Penso che sia meglio andare a cercare un ospedale. >> rifletté Josh guardandole la gamba e il braccio. << Non importa, sto bene. Forse è meglio che torniamo a casa. Non pensi? >>. Josh la fissò. << No, tu non stai bene! La gamba è ferita e la tua spalla è infetta. Dobbiamo fare qualcosa. >>.

Hayley era pronta ad attaccare la casa dei Mendoza. Avevano chiesto aiuto a Ned, che aveva detto sì solo perché voleva proteggerle. La cantante era spaventata. Non aveva mai sparato a nessuno. Mary le mise una mano sulla spalla, per tranquillizzarla. << Andrà tutto bene. >> le sussurrò. Hayley le sorrise. << Allora, pronte? Al mio tre. Uno. Due. Tre. >>. I tre corsero alla casa. Bussarono in malo modo. Aprì Ramon Mendoza in persona. << Chi siete? >> chiese. << Il tuo peggior incubo! >> rispose Ned, puntandogli una pistola alla testa. Mendoza indietreggiò. << No, aspettate. Che volete? >> << Sapere dove si trovano Brandon e le due persone che ha fatto rapire! Subito! >> urlò il ragazzo. Hayley era nervosissima, quando vide una cosa che non si sarebbe mai aspettata: la figlia di Mendoza. Era una ragazzina che avrà avuto la stessa età di McKayla. Si girò, dando un’occhiata a Ned. Il ragazzo sembrava sul punto di esplodere. << Cazzo, parla! O ti ammazzo! Mi hai capito? Sei un criminale, a nessuno importerà della tua morte! >>. La cantante lo bloccò, prima che sparasse. << Ma che fai? >> chiese stupita Mary. << Impedisco a Ned di fare cavolate! >> rispose la rossa. Si voltò verso Mendoza. << Io ti ho salvato la vita. Ora tu mi dirai dove si trovano! >>. Il criminale sospirò. << Non sono qui! Sono scappati! E Brandon è sulle loro tracce! Io l’ho solo ospitato! >> << Come scappati? E dove? >> si disperò la cantante. << Non ne ho idea. So solo che a liberarli è stato Lance Brown. >> rispose Mendoza. << Non ha senso. Perché? >> chiese Mary.  Il criminale fece spallucce. << Boh. Ma, sapete, non credo potrete chiederglielo.>>. I tre rabbrividirono: lo avevano ucciso. Ned tirò fuori dalla giacca un registratore. << Non so se verrai mai condannato per i tuoi crimini, ma di sicuro per esserti reso complice di un noto criminale, questo sì. >>. Mendoza sbiancò. Avevano registrato tutto. Ogni singola parola poteva essere usata contro di lui. L’avevano incastrato. E lui era costretto a guardarli mentre se ne andavano.

Hayley si addormentò a fatica. Ripensò a quando Federica era stata sospesa. Si era arrabbiata moltissimo. Ma ora le sarebbe solo bastato riaverla. Tutti sapevano solo ripeterle che non era sua figlia e che lei non doveva sentirsi sua responsabile. Ma per lei, Federica era una figlia. Forse, addirittura qualcosa di più.
 
Angolo dell'Autrice

Ehilà! Aggiorno mentre sto ascoltando i Paramore al SummerSonic nel lontano 2010 (penso)... Allora, quanti di voi domani andranno al concerto? Io non ci andrò, sob :( Vabbé, mi porto Milano nel cuore.
Posso dire che un po' mi dispiace per Brown? Insomma, si redime e pam! lo uccidono! Insomma, sono stata un po' stronza. Ma Federica e Josh... Sono riusciti a scappare. Ma lei è ferita! E Hayley? Ce la farà a ritrovarli? 
A queste e altre domande, troverete la risposta solo se recensirete e se continuerete a leggere :)
Grazie a Chocobomb per le recensioni!
Alla prossima :)

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


CAPITOLO 23
Taylor era stato invitato a casa di Nico. Bussò alla porta. Gli aprì Paul. << Ciao! Nico mi aveva chiamato. >> dichiarò. << Sì, entra pure. >>. Il chitarrista entrò . << E lui, che ci fa qua? >> chiese stupito. Sul divano, infatti, c’era Zac, tranquillamente seduto. << Che cosa significa? >>. Nico lo fece sedere. << Significa che vi stiamo per chiedere un favore. Hayley, Josh e Federica sono nei guai. >>. Zac e Taylor si guardarono. << Non se ne parla nemmeno! Non con lui almeno! >> dissero all’unisono. << E dai! Vi preghiamo! >> supplicarono i ragazzi. I due musicisti si guardarono. Erano ormai più di due anni che non si parlavano. Anzi… Che si evitavano. Si detestavano. Già accettare il fatto che Hayley frequentasse Josh era stato uno sforzo immane, non potevano chiedere loro di fare un viaggio insieme. Taylor prese Erica da un braccio e la condusse in disparte. << Lo so che tua sorella è in pericolo e so anche quanto tu sia legata a Federica, ma non puoi chiederci questo! E, in più, Zac deve occuparsi di Jenna. E’ incinta, Erica! Lo capisci o no? E tu hai solo sedici anni e mezzo! >>. Erica avevo uno sguardo serio e duro. << Pensavo che ci tenessi a Hayley e a Federica. E credevo anche che tutto questo fosse più importante dei rancori che nutrite uno verso l’altro. >>. Taylor rimase spiazzato. Lanciò un’occhiata a Zac. Si fecero un cenno d’intesa. << E va bene. Ma penso che ne dovremmo parlare prima con Oll. Non voglio finire nei casini. >> esclamò il chitarrista. 

<< Quindi, se ho ben capito, voi due volete andare a Tijuana a prendere la Williams e la Reynolds e, se vi avanza tempo, anche i due rapiti? >> chiese Oll. Taylor e Zac annuirono. << Ok, ma non vi mando da soli! Young, vieni qui! >>. Il giovane agente si avvicinò. << Che c’è capo? >> domandò, curioso. << Ti piace il Messico? >> chiese Oll. Young rimase stupito. << In che senso? >> domandò. << Allora, accompagnerai questi  due signori a Tijuana. Finalmente lavorerai sul campo, non sei contento? >> affermò, dandogli una pacca sulla spalla. Il giovane sbiancò. << Ti aspetto in ufficio per le istruzioni! >> disse, mentre usciva dalla stanza. Young rimase immobile, completamente impietrito. << A me non sembra molto contento! >> bisbigliò Zac a Taylor. << Già. Comunque, mettiamo in chiaro una cosa: facciamo questa tregua, poi ognuno come prima! >> affermò il chitarrista. << Affare fatto! >> disse Zac stringendogli la mano. << L’aereo parte tra sei ore. >> annunciò Young, mormorando. << E’ il caso di prepararci! >> suggerì Taylor.

Federica si svegliò . A dire il vero, non che avesse dormito moltissimo: la gamba le faceva male da impazzire. Se la guardò. Josh gliel’aveva fasciata con un pezzo di stoffa. Sorrise. Era stato gentile. Pensò a Brown. Chissà come mai li aveva aiutati. Di sicuro l’avevano già fatto fuori. Un po’ le dispiacque. In fondo non era cattivo.  Probabilmente era entrato, senza accorgersene, in un circolo vizioso e non aveva più saputo come uscirne. Si girò verso Josh. << Buongiorno. >> la salutò il musicista, dandole un bacio sulla fronte. << Sai, quando mio figlio nascerà spero che non si metta nei guai come fai tu. >> le bisbigliò, scherzando. Federica gli tirò un pugnetto sul braccio. << Sei uno stupido! >> ribatté lei, ridendo. Josh sospirò. << Senti, che ne dici di andare al consolato? Lì troveremo di sicuro un modo per ritornare a casa. >> suggerì il musicista. Federica annuì. Come idea non era per niente male. Josh accese la macchina: Non avevano soldi, così non erano riusciti a dormire in albergo.  Arrivarono al consolato e corsero da una segretaria. Federica si sedette su una sedia. << Buongiorno. Cosa posso fare per voi? Avete un appuntamento? >> domandò la donna. << No. Noi… Vogliamo essere rimpatriati. Sono Josh Farro e sono stato rapito e condotto a Tijuana con la forza insieme a quella ragazzina. Non so se i telegiornali ne abbiano parlato. >> spiegò lui. La segretaria sbiancò. << Ha detto che di cognome fa Farro? >> gli chiese. << Sì, perché? >> domandò Josh, stupito. << E’ appena passato di qua un tale di nome Zac Farro. E le assomigliava pure. Era insieme a un altro ragazzo e a un agente federale. >> << C-cosa? >> balbettò il musicista. << Senta, si sistemi in quel corridoio. Vedrò come aiutarvi, ok? >> esclamò la donna. Josh e Federica si sistemarono in una sala d’attesa. Josh si mise la testa fra le mani. Non poteva credere che suo fratello fosse venuto a cercarlo. Doveva chiamarlo, ma non aveva il cellulare. Si voltò verso Federica. Era pallida, aveva assolutamente bisogno di un medico. Il pezzo di stoffa era zuppo di sangue. Si alzò e si recò nuovamente verso la segretaria. << Senta, posso fare una chiamata? >> domandò. << Sì certo. >> rispose la donna, porgendogli un telefono. Josh compose il numero del fratello. << Rispondi, dai! >> supplicò. << Pronto, ciao Zac, sono Josh! Che diamine ci fai in Messico? >> chiese, non facendolo nemmeno parlare. << Sono venuto a cercarti con Taylor. Ma tu? Da dove chiami? Josh, dove diavolo sei? >> chiese il fratello. << Sono al consolato con Federica! >> rispose. << Ok,  allora arriviamo subito! C’è anche Hayley? >>. Josh perse un battito. << Hayley? Perché dovrebbe esserci Hayley? >> domandò, preoccupato. << Ah, non sai niente? Beh, appena arriviamo ti spiego. A dopo. >> << A dopo. >>. Attaccò. Josh era preoccupatissimo: Hayley era a Tijuana. Ma perché?

Angolo dell'Autrice

Salve! Allora, lo so che in realtà Taylor e Zac sono rimasti in buoni rapporti... Ma io me ne sono altamente fregata per rendere il tutto un po' più divertente, ahah! Sono cattiva, lo so, muahahahahah! 
Bene, bene, bene... Quindi Josh e Federica sono arrivati al consolato, Taylor e Zac li stanno per raggiungere con Young... E Hayley e Mary? Eh, vedrete, vedrete.. Nel prossimo capitolo vedrete!
Ringrazio Chocobomb per le recensioni e chiunque stia leggendo. Un ringraziamento anche ha chi ha inserito le storie nelle preferite/ricordate/seguite. Dato che state seguendo la storia, perché non recensite? Insomma, mi piacerebbe un vostro parere!
Alla prossima! Ah, e complimenti a chi è andato al concerto, spero vi siate divertiti tutti! 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


CAPITOLO 24
Zac e Taylor arrivarono al consolato di corsa. Josh li abbracciò con le lacrime agli occhi. << Come sta Jenna? >> chiese al fratello. << Bene. L’abbiamo lasciata da Dakota. Il pancione sta crescendo. >> rispose il batterista, con un sorriso. << Allora, cos’è questa storia di Hayley? >> domandò Josh. Zac e Taylor sospirarono. Alla fine, il chitarrista prese coraggio. << E’ venuta a cercarvi con la sorella di Mark Reynolds, il poliziotto ucciso. E’ un capitano dell’esercito e i federali hanno detto che l’unica cosa da fare è aspettare che ritornino dato che sono irrintracciabili. >> spiegò. << E voi non l’avete fermata? Che razza di amici siete? >> si arrabbiò il maggiore dei fratelli Farro. << Ha agito di nascosto, lo sapeva solo Dakota! E lei è stata zitta! Mi dispiace Josh! >> si giustificò Taylor. << Dobbiamo assolutamente trovarle prima che lo faccia Brandon! Ma prima, dobbiamo assolutamente trovare un ospedale per Federica. La sua gamba sta peggiorando! >> disse Josh. Il ragazzo si avvicinò alla segretaria. << Scusi, mi sa dire dov’è l’ospedale? >> chiese. La donna si guardò intorno. Poi rispose:<< Senta, ho sentito la vostra storia. Non penso che vi convenga andare in ospedale. Qui c’è un elevato tasso di corruzione. Vi posso chiamare un medico, ma l’ospedale è troppo rischioso. >>. Josh alzò gli occhi al cielo. << E va bene, ma faccia presto. La ragazza sta malissimo! >>.

Hayley, Mary e Ned camminavano per un mercato. C’erano ovunque bambini che giocavano per la piazza. Le bancarelle erano colme di merce di tutti i tipi, dalla frutta ai pigiami. Un ragazzino con lo skateboard si scontrò con Ned. << Mi scusi, signore! >> si scusò il piccolo, rialzandosi. << Figurati. >> rispose il ragazzo, mettendosi istintivamente una mano nella tasca. << Prima, però, ridammi il portafoglio. >> affermò, serio. Il ragazzino, per tutta riposta, salì sullo skateboard e iniziò a scappare via. << Beh, che fate? Aiutatemi a riprenderlo! >>  gridò Ned. I tre americani iniziarono a inseguire il ragazzino messicano, con enorme fatica. Il ragazzino si intrufolava con la sua tavola tra le bancarelle, mentre i ragazzi inciampavano tra la folla. << Perché non tiriamo fuori le armi, maledizione? >> suggerì Ned. << Ma sei impazzito? Avrà quattordici anni! >> esclamò Mary. L’inseguimento continuò. Il ladruncolo urtò, facendole cadere a terra, delle casse di frutta da delle bancarelle. I tre americani scivolarono, ma si rialzarono subito, continuando ad inseguirlo. Il ragazzino entrò in un vicolo. Si trovò in una strada senza uscita. << Cazzo! >> imprecò. Si girò. Ormai l’avevano preso. I tre ragazzi si mantennero a distanza. << Vado io. >> si propose Mary. << Su, dammi il portafoglio. Fai il bravo. >> sussurrò. Il ragazzino si guardava intorno, in cerca di una via di fuga. La militare si stava avvicinando sempre di più. Lui la fissò negli occhi. Si portò la mano alla bocca e fischiò. Mary rimase interdetta e, con lei, anche Hayley e Ned. Improvvisamente, cinque ragazzini si avventarono sui tre americani, malmenandoli. << Ora basta! >>. Ned tirò fuori la pistola e la puntò contro una ragazzina. I giovani si fermarono. Hayley abbassò il braccio dell’amico. << Ned, calmati. >> gli sussurrò. Il militare abbassò la pistola. << Il mio nome è Miguel! Ecco, tieni il tuo portafoglio! >> disse il ragazzino tirando ciò che aveva rubato a Ned. << Ehi, non crederai di cavartela così, vero? >> urlò il ragazzo, afferrandolo per un braccio. << Chingate!* >> sbottò Miguel. << Adesso io ti… >> << Fermo Ned! >> lo bloccò Mary. << E tu e i tuoi amici ora ci date qualche spiegazione se non volete seguirci dalla polizia! >> continuò la militare. << Ok. Io sono Miguel, poi ci sono Matias, Paco, Ricardo,  Jago e lei è l’unica ragazza, Anita. Siamo una banda. Sei fratelli non di sangue che lottano per la sopravvivenza. Il capo è Jago, è il più grande. Ha diciassette anni. Non siamo criminali, ma avevo fame. Mi dispiace. Non rubo quasi mai! >> spiegò Miguel. << Va bene, ok. Io sono Mary, lui è Ned e lei è Hayley. Siamo americani. >> << Hayley Williams? >>. Si girarono tutti. Era stata Anita a parlare. La ragazzina diventò paonazza per l’imbarazzo. << S-sono una f-fan d-dei P-Paramore. >> balbettò. << Vuoi dirmi che hai provato a derubare una persona di spettacolo? Puñetas!* >> urlò Jago a Miguel. << Ehi, è tutto a posto, tranquilli! E poi non era neanche mio il portafoglio! >> li calmò la rossa. << Sentite, voi conoscete tutto di Tijuana? >> chiese Mary. << Tutto di tutti! E anche altro! >> rispose Matias. La militare mostrò ai ragazzini le foto di Josh e Federica. << No, non li conosco. Mi dispiace. >> disse Jago. << Ehi, qualcuno di voi li conosce? >> chiese ai suoi compagni. I ragazzini si passarono le fotografie. << Ehi, ma questi sono i due che sono scappati ai Mendoza! >> << Tu li conosci, Paco? >> chiese Hayley, ansiosa. << Ne parlano gli adulti. Mio padre ha detto che sono scappati probabilmente al consolato! E’ li che vanno tutti gli americani! >>. Hayley non ci voleva credere. Finalmente sapeva. << Grazie ragazzi. Siete stati fantastici! Dai, andiamo! >>. Gli americani iniziarono a correre. << Ehi, non ci date nemmeno una ricompensa? >> gridò Miguel. << Beh, non vi facciamo andare dentro… Consideratela una ricompensa! >> rispose Ned, strizzando l’occhio. << Comunque tenete, dai! >>. Diede loro una banconota da 20 pesos. Miguel sorrise, soddisfatto.

Josh, Zac e Taylor stavano per uscire. Il medico aveva fasciato per bene la gamba e la spalla di Federica e aveva fermato l’infezione. << Dai, magari riusciamo a trovarli! >> esclamò Josh. I tre ragazzi uscirono. Taylor si scontrò con una ragazza. << Ehi, stia attent… Hayley? >>  << Taylor? Taylor! Zac! E Josh! >>esclamò la cantante, sorpresa: si erano ritrovati. << Dov’è Federica? >> chiese la cantante. << E’ dentro! >> rispose Zac. Rientrarono. La cantante corse incontro a Federica, abbracciandola. La guardò. Era molto dimagrita ed era pallida, probabilmente a causa delle numerose violenze che aveva dovuto subire. Si fissarono, rimanendo in silenzio. A Hayley veniva da piangere. Dalla gioia.


*Chingate: Fottiti.
* Puñetas: Stupido.

Angolo dell'Autrice

E' iniziata la scuola. Perciò non vi troverete più il capitolo alla mattina presto. Forse riuscirò ad aggiornare prima di scuola, ma non credo. 
Allora, che ne pensate? Direte: si sono ritrovati, è finita, lieto fine, yuppi! E io: muahahahahah, vi piacerebbe! No, mancano ancora dei capitoli, sei mi pare (sì, lo so, dovrei saperlo!). 
Grazie a
Chocobomb per le recensioni e per avermi sempre seguita, fin dall'inizio. Non piango se si aggiunge qualcuno, eh!
Vado. Alla prossima!

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


 
CAPITOLO 25
Erano tornati a Franklin da una settimana e tutto stava andando perfettamente. Le ferite di Federica si erano trasformate in semplici cicatrici, Hayley era potuta tornare a casa sua, Kevin si era trasferito da lei e nessuno aveva più avuto notizie su Brandon Roskim. Insomma, la vita stava ritornando a essere quella di un tempo, quella normale.

Qualcuno bussò alla porta. Hayley aprì. << Ciao Mary! Che ci fai qui? >> chiese la cantante, stupita di quella visita. << Posso entrare? >> domandò la militare. << Certo, accomodati pure. Siamo solo noi due, Federica è da Paul con Erica e Kevin è andato con lei. >> puntualizzò la rossa. Le due ragazze si accomodarono sul divano. << Posso offrirti qualcosa? Un caffè? Del tè? O, se vuoi, dovrebbe essere rimasto un pezzo di torta da qualche parte. >> propose, avviandosi verso la cucina. << No, grazie, sono a posto. Non è una visita di piacere. O meglio, mi fa piacere vederti, ma non sono qui per salutarti. >> spiegò Mary. << Ah, no? Beh, allora, perché sei qui? >> chiese Hayley, agitandosi. << Da quando siamo tornati dal Messico ho chiesto se i federali potessero rintracciare Roskim. Se n’era occupato Young, hai presente, no? >>. La cantante annuì. Aveva paura di ciò che stava intuendo. << Continua. >> disse. << Beh, ecco, erano riusciti a trovarlo. Era ancora a Tijuana. Sono riusciti a parlare con il governo messicano e hanno inviato una squadra per prenderlo. Beh, è sparito. S-P-A-R-I-T-O! Sparito! Non si trova più da nessuna parte. E, sai com’è, abbiamo pensato che potesse essere venuto fin qui eludendo ogni controllo. Hanno mandato me a dirtelo. Sarete messi sotto scorta immediatamente, così come tutti gli altri. Mi dispiace Hayley. >>. La cantante era rimasta pietrificata. Si sentiva sprofondare nuovamente in un incubo. Trattenne le lacrime: non poteva mostrarsi debole e vulnerabile.  << Va bene. Ma Federica non dovrà sapere nulla. Nessuno dei ragazzi dovrà saperlo. Nemmeno Nico. E il tutto dovrà avvenire nel modo più discreto possibile. Promettimelo! >> esclamò, dura. I suoi occhi verdi si scontrarono con quelli, scuri, della militare. << Promesso. Non sapranno nulla e non si sentiranno oppressi. Ma è necessario proteggervi. >> promise Mary. << Io vado. Allora ci sentiamo. Stammi bene e salutami tutti. >>. La militare se ne andò, lasciando Hayley sola e confusa. Non poteva succedere proprio in quel momento. Mancavano pochi giorni e i Paramore avrebbero iniziato il tour. Sarebbero dovuti andare in Tailandia, ma con la scorta dietro sarebbe stata dura. D’altronde non potevano di certo controllare ogni minima persona che sarebbe venuta al concerto. Ma di annullare il tour non ne aveva voglia.  Si sentì, improvvisamente, sola e vulnerabile. Chiamò Chad. << Pronto, ciao Chad. Potresti venire qui subito? >> chiese.  << Sì, arrivo subito. Ma che succede? >> domandò il fidanzato. << Te lo spiego dopo. >> mormorò la rossa, riattaccando. Il ragazzo arrivò dopo un quarto d’ora. << Ehi, tutto bene? >> le chiese, vedendola turbata. La cantante guardò per terra. << E’ passata Mary. Roskim è ancora a piede libero. Ci metteranno tutti sotto scorta. Rischieremo di nuovo la vita, Kevin e Federica non avranno una vita normale e saremo costretti ad annullare il tour. I ragazzi e i fan mi odieranno. E io non so cosa fare. >>. Hayley iniziò a piangere. Chad l’abbracciò, affettuosamente. << Ehi, va tutto bene. Vedrai che non ti odierà nessuno. Anche perché è impossibile odiarti. Non ti preoccupare. >>. Chad la prese in braccio e la buttò sul divano. Si sedette accanto a lei e iniziò ad accarezzarle dolcemente la fronte. << Io di sicuro non ti odio. Anzi… >> le bisbigliò, iniziando a baciarla. Hayley non oppose resistenza e rispose con passione. << Ti amo, Chad. >> affermò la ragazza. Squillò il telefono. La  rossa si sporse per prenderlo. << Ignoralo. >> sussurrò il ragazzo, bloccandole il polso. Ripresero a baciarsi, ma il telefono riprese a squillare con insistenza. Hayley lo prese di malavoglia. << Pronto? >> rispose. << Buongiorno signorina Williams. Si ricorda di me? >>. A Hayley si raggelò il sangue: quella voce… << Chi è? >> chiese Chad. Ma la ragazza non rispose.<< Chi tace acconsente. Posso quindi continuare a parlarle. Sa, devo ammettere che siete stati tutti molto bravi a sfuggirmi. Ma io lo sono di più. La avverto: credo che dovrà spostare il tour. O annullarlo. Dipende da lei. O mi dà Federica oppure me la prenderò io. Allora, che mi dice, signorina Williams? Vale di più la sua vita da star o la ragazzina? Vale davvero  la pena, per lei, rovinarsi la vita per una stupida troietta? >> << Vai al diavolo, porco! >> urlò Hayley. << Ha fatto la sua scelta, signorina Williams. Va bene, la rispetto. Allora ci rivedremo.  A presto. E complimenti per il nuovo singolo. >> sogghignò l’interlocutore. Hayley spense il telefono e lo buttò via, sul pavimento. Rimase impietrita, a fissare il vuoto. << Chi era? Porca miseria Hayley, rispondimi! >> gridò Chad, scuotendola. La ragazza gli si buttò al collo, in lacrime. << Roskim. Era Brandon Roskim. >>.

Angolo dell'Autrice

Siete fortunati! Windows mi è appena andato in crash e questo capitolo rischiava di andare perduto per sempre, insieme agli altri. Quindi, dovreste recensire tutti solo per questo!
Allora, io non sono felice se non torturo i miei personaggi sino alla fine. Ahah. Roskim è tornato. E vuole la sua vendetta. Riusciranno Hayley e Federica a cavarsela?
Un applauso a me che sono riuscita a non rendere Chad odioso!! Yuppiee! Brava a me!
Grazie a Chocobomb per le recensioni e per la gentilezza!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


CAPITOLO 26
<< Quindi Roskim l’ha chiamata? >> chiese Oll a Hayley. << Sì. Ha detto che si prenderà Federica da solo se non gliela do io. Quello vuole uccidere. E’ già un miracolo se siamo ancor tutti vivi dopo il Messico. >> si disperò la rossa. << Non si può fare proprio nulla per rintracciarlo? >> domandò Chad. << Purtroppo è letteralmente scomparso. Non riusciamo a capire nemmeno noi. L’unica cosa che suggerisco di fare è tenervi tutti quanti sotto scorta. Soprattutto Hayley e Federica. Se necessario, mi vedrò anche costretto a non farvi uscire di casa. >> sentenziò Oll. << Ma le ragazze hanno la scuola! E io ho il tour! >> protestò la cantante. << Beh, la scelta è vostra! Io terrei di più alla vita, ma io non sono voi. >> rispose l’agente federale. Hayley annuì, sconsolata. << Va bene. Ha ragione lei. Mi scusi. >> mormorò. << Si figuri. E non si preoccupi, i miei agenti sono gente scelta. Penso che chiederò anche all’agente Reynolds. Lei è una militare ben addestrata. Vedrà che lo prenderemo presto. >> la rassicurò Oll.

Era sera. Brandon era seduto sul letto, in una sudicia camera d’albergo. Guardò fuori e ripensò a suo fratello Mattew. << Ti vendicherò! Te lo prometto! La ucciderò questa volta. Non avrò dubbi. >>. Prese una vecchia foto. Erano lì, sorridenti, tutti e tre i fratelli Roskim. La loro forza risiedeva nell’essere uniti. Insieme avevano affrontato la perdita dei loro genitori. Insieme avevano creato un impero d’affari. E ora, cos’era rimasto? Solo lui, Brandon Roskim, il più giovane. L’impero si stava sgretolando. Ed era compito suo rimetterlo in piedi, salvarlo. E, per farlo, doveva uccidere l’unica persona che fosse responsabile di questo crollo: lei, Federica, la ragazzina che scappò da Verona e dalla sua condizione di schiava. Ormai non era più vendetta. No, ormai si trattava di una necessità, di sopravvivenza. O l’impero o lei. Non sarebbero potute esistere tutte e due le cose. O l’autorità o la libertà. O la forza o l’anima. O un mondo o l’altro. O lui come Dio o il vero Dio. Questa volta non ci sarebbero state menzogne. Questa volta, non ci sarebbero stati sconti. Era l’ultima partita. L’ultimo atto di una sfida iniziata troppo tempo prima. E al vincitore sarebbe spettata la più grande ricompensa: la vita. Il perdente non sarebbe mai stato ricordato, neanche come martire. In realtà, questa volta non sarebbe stato ricordato nessuno, né il vincitore, né il vinto. Brandon si alzò e iniziò a gironzolare per la camera. “ Dai pensieri più profondi spesso si origina l'odio più mortale.1” pensò tra sé e sé. Adorava la filosofia e le lettere classiche. Se avesse  potuto, si sarebbe laureato in quelle. Ma non aveva mai avuto la possibilità di andare all’università. << “La guerra è madre di tutte le cose e di tutte regina; e gli uni rende dèi, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi.2” >> disse a voce alta. Quanto era vera quella frase. Si appoggiò al vetro della finestra. Era al quinto piano di una palazzina. Si sentiva stranamente oppresso. Decise di uscire. Si coprì, in modo da non farsi riconoscere e scese per strada. Iniziò a camminare. Saranno state le sei. I negozi erano aperti, la città era viva. Ma lui, lui era morto dentro. O no?

Si sedette su una panchina. Il sole stava tramontando. Si guardò intorno. Era in un parco e ovunque c’erano bambini che giocavano. Improvvisamente, un pallone lo colpì. << Ahi! >> urlò. Un bimbo si avvicinò. Avrà avuto dieci anni. << Mi scusi, signore. Non l’ho fatto apposta. Mi dispiace. >> si scusò. Brandon lo guardò. Nessuno si era mai scusato con lui. Gli occhi del piccolo gli trapanarono il cervello. Sentì qualcosa bagnargli le guance. Erano… Lacrime. Ma cosa gli stava succedendo? Lui era Brandon Roskim, non poteva piangere. << Non pensavo di averla colpita così forte. Mi dispiace. >> disse il bambino. << Aspetti qui! >>. Il criminale non capiva. Restò sulla panchina, a piangere, guardando il piccolo che si allontanava. Gli aveva lasciato la palla. La prese in mano. Nemmeno lo conosceva, come poteva lasciargli un oggetto che di sicuro era molto prezioso per lui? Lo vide ritornare, con un grosso cono gelato in mano. << Ecco! Vaniglia e cioccolato! Quando sono triste funziona sempre! >>. Brandon non poteva crederci. Gli aveva fatto un regalo. << Perché? >> gli chiese, istintivamente. << Mamma mi ha insegnato che bisogna volere bene a tutte le persone. Questo vuol dire che quando stanno male, bisogna tirarle su. E lei non sta bene, vero signore? >> chiese il piccolo. << Ora sto meglio. Deve essere una donna in gamba tua madre. Come si chiama? >> domandò. << Si chiama Helen. E’ morta l’anno scorso. >> rispose il piccolo. Brandon lo guardò. Era un bambino incredibilmente sereno. << E tu, come ti chiami? >> chiese Roskim. << Mattew! >> rispose il bimbo con voce squillante. Brandon ebbe un sussulto. Mattew se ne accorse. << Ho detto qualcosa che non va? >> chiese. << No, non hai detto nulla. E’ che mi manca mio fratello. Anche lui si chiamava Mattew. E’ morto. >> rispose Brandon. << Perché parli al passato? Tuo fratello è ancora con te. Come mia mamma è con me. Anzi, sono sicuro che ora sono insieme che ci stanno guardando. >>. Brandon lo fissò, spiazzato. “Allora la salvezza ha questa forma? Quella di un bambino?” pensò. << Io ora devo andare. E’ stato un piacere conoscerla signor… >> << Brandon. Brandon Roskim. Il piacere è tutto mio. Sei un bravo bambino. >> affermò l’uomo. << E lei è una brava persona. Arrivederci! >> lo salutò Mattew, sorridendogli. Brandon guardò Mattew allontanarsi. Poi si alzò e corse via, all’albergo. Entrò in camera sua e si inginocchiò sul pavimento, in lacrime. Aveva appena incontrato la salvezza. Non era mai stato così felice in vita sua, così sereno. E allora, perché aveva appena scelto di rifuggirla?

1Socrate
2Eraclito

Angolo dell'Autrice

Capitolo quasi del tutto interamente dedicato a Brandon. Il perché? Beh, perché sotto sotto siamo tutti un po' come lui. Sappiamo qual è il bene e facciamo, invece, il male. Ovviamente non sempre, ma molto spesso. Almeno, per me è così.
Che ne pensate? Vi piace, vi fa schifo... Dite la vostra senza paura
Grazie a Chocobomb per le recensioni :)
Alla prossima :)

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


 
CAPITOLO 27
Notte. La luna e le stelle erano coperte da nuvole minacciose di pioggia. Hayley, Federica, Kevin e Erica erano a casa. La cantante guardava fuori dalla finestra, angosciata. Temeva il peggio. Sentiva che Brandon poteva essere lì da un momento all’altro. << Non ti preoccupare, ci siamo qua noi. >> la rassicurò Mary. Si era aggregata anche lei alla scorta. Hayley le sorrise. << Sono preoccupata per loro. >> affermò, guardando le due ragazze e il bambino. << Capisco. Ma siamo tutti o militari o federali. Se Brandon prova solo ad avvicinarsi lo prenderemo di sicuro. >>. La cantante ritornò a guardare fuori. I suoi occhi scrutavano l’orizzonte buio, in cerca di qualcosa che non sapeva neanche lei cosa potesse essere. Vide le grandi iridi di Federica riflettersi nel vetro. Andò verso di lei e l’abbracciò. Non voleva che le ragazze provassero lo stesso sentimento di angoscia che provava lei.  << Siete tranquille, vero? >> chiese loro. Federica ed Erica si guardarono. Annuirono, poco convinte. Federica prese Hayley per un braccio e la condusse in disparte. << Che c’è? >> domandò la cantante. << E me lo chiedi? Senti, io… Insomma, è tutta colpa mia se c’è tutto questo casino. Per cui, ti prego, voglio farla finita. >>. La cantante la fissava, perplessa. << Sinceramente, non riesco a capire di cosa tu stia parlando. >>. Federica sudava freddo. Deglutì, guardandosi attorno. << Consegnami a lui. Ti supplico! Solo così sarà finita!  >>. Hayley era basita. Non poteva chiederle una cosa simile. << Non lo farei mai. Piuttosto morirei. Ma non ti consegnerei mai e poi mai a Roskim! Ricordalo! E, per favore, non parliamone più!  >>. Federica la prese per il braccio. << No, non ne parlo più io! Hayley è me che vuole! Ti prego! E’ giusto così! Io sono una sua proprietà, non sarei mai dovuta scappare! Devo pagare le conseguenze delle mie azioni! Io sono sua! >> esclamò. << Ma che stai dicendo? Non è vero! >> ribatté la rossa. La ragazzina le mostrò il marchio che le aveva fatto Brandon.  << Non lo vedi? Questo l’ha fatto sopra ad un altro marchio. Io gli appartengo, Hayley.>> << No! Ti prego, smettila di dire così! >> la supplicò la cantante. Federica la guardò, dura. << E’ giunta l’ora che io inizi a prendermi le mie responsabilità. Mi dispiace. >>. Detto questo, si diresse verso la porta e uscì, sotto lo sguardo in lacrime di Hayley. << Cazzo, rincorrila! >> urlò Mary. La militare la inseguì, ma il buio della notte l’aveva già inghiottita. Federica sapeva cosa avrebbe dovuto fare. Quella era l’ultima notte. Era la notte. La sua notte. La notte in cui la verità sarebbe venuta a galla.

<< Roger, perché stiamo andando in stazione? >> chiese Federica. << Dobbiamo ritirare della roba e poi ce ne andiamo. >> rispose il ragazzo. La ragazzina lo seguì fino al luogo dell’appuntamento. Lì trovò alcuni dei Jumpers, una gang affiliata ai Metalcore. Federica aiutò Roger a ritirare la droga e la caricò in macchina. << Bene, possiamo andarcene. >> affermò il ragazzo. Improvvisamente, sopraggiunsero dei poliziotti. << Mani in alto! >>. Il ragazzo, preso dal panico, estrasse una pistola e sparò, colpendo uno degli agenti. << Scappa! >> gridò a Federica. La ragazzina iniziò a correre. Corse a perdifiato, senza mai voltarsi indietro. Uno dei poliziotti la inseguiva. Scansò un paio di barboni, poi vide i bidoni dell’immondizia. Li buttò a terra, ostacolando il poliziotto. Continuò a correre, senza riuscire a seminare l’agente. Si trovava in mezzo alla strada. Una macchina stava arrivando, quando qualcosa la tirò al marciapiede, buttandola al suolo. Si voltò: non c’era nessuno. Nemmeno il poliziotto.

Ripensare a quella notte le fece venire i brividi. Aveva sempre saputo chi l’aveva salvata. Eppure, non aveva mai voluto crederci. E, da quel momento in poi, non sarebbe importato più. Stava per attraversare la strada. C’era una fitta nebbia. Vide due fari, due bagliori gialli in tutto quel nero. Si fermò. In quel momento, si preparò all’impatto, questa volta voluto. Ma, improvvisamente, una mano l’afferrò, trascinandola via.  L’avevano salvata di nuovo. Perché?  A lei serviva la maledizione, non la salvezza. Non lo capivano che lei non voleva essere salvata? Si girò di scatto per vedere chi l’avesse afferrata, ma cadde per terra dallo stupore: Brandon. Brandon Roskim. Colui che l’avrebbe voluta uccidere le aveva appena salvato la vita. C’era qualcosa che non andava. Decisamente.  << Ok, adesso mi spieghi perché! >> esclamò Federica. Per tutta risposta il criminale la rialzò da terra. << Ehi, mi hai sentito? Cazzo, rispondi! >> urlò. << Sei uno stronzo, proprio come tuo fratello! >>. Brandon si voltò di scatto e alzò il braccio per mollarle uno schiaffo, ma si bloccò. Non era quello che doveva fare. << Vai a casa! Subito! >> le ordinò. La ragazza era allibita. << Ma ti sei bevuto il cervello? >> domandò. Ma Brandon non rispose. Estrasse una pistola. << Ti conviene andare. Perché potrei cambiare idea. >>.

Hayley e Mary erano sul divano, preoccupate, incredule e allibite allo stesso tempo. Non avevano voluto chiamare Oll. Avevano deciso di aspettare un po’. << E’ meglio avvertirlo, ora. Mi dispiace. >> affermò la militare. Hayley si alzò e fece per andare a telefonare, quando qualcuno bussò alla porta. Le ragazze aprirono. << Federica! >> esclamarono. << Posso dormire qui lo stesso, vero? >> mormorò l’italiana. Hayley la abbracciò. << E’ se non resti che mi arrabbio. >> le sussurrò dolcemente in un orecchio. L’accompagnò in camera da letto. Erica e Kevin stavano già dormendo. Si sedettero piano sul letto, per non svegliarli. Federica si mise il pigiama e si infilò sotto le coperte. << Mi dispiace, perdonami. >> mormorò la ragazzina. << Shh. Non è il momento, ora. Non ha importanza. Qualunque cosa tu abbia fatto non ha importanza. >> le sussurrò. La cantante la guardava dolcemente, carezzandole i capelli con fare materno. A Federica scapparono alcune lacrime. << Ehi, è tutto a posto. >> le bisbigliò Hayley. << Non è vero. Perdonami. Stavo per… >>. La rossa l’abbracciò, improvvisamente, zittendola. La cullò tra le sue braccia, dolcemente. Canticchiò, per farla calmare. Federica chiuse gli occhi e scivolò tra le braccia di Morfeo.

Federica era al bar di Edo, il vero punto di ritrovo per i Metalcore. Roger entrò. Ana lo guardò male. Si alzò e gli tirò uno schiaffo. << Devi smetterla di coinvolgerci nelle tue stronzate! Hai capito? >> gli urlò. Poi prese per un braccio Federica e la condusse a casa sua. Avevano appena un anno e mezzo di differenza, ma Ana sembrava sempre la più dura fra le due. Forse lo era. Federica si sistemò sul divano. Ana le mise una coperta addosso e se ne andò. La più piccola chiuse gli occhi, chiedendosi come un uomo così malvagio potesse riuscire a salvare una vita. E pensò che, alla fine, Brandon forse era più umano di quanto credeva.


Angolo dell'Autrice

Allora, questo capitolo era totalmente diverso in origine. Ma penso che così renda di più. E' molto complesso, anche perché ci sono questi ricordi di Federica che si collegano a ciò che le sta succedendo. Almeno, dovrebbe essere così, spero di essere riuscita a scrivere bene.
Brandon, Brandon, Brandon... L'ho detto nel capitolo precedente, è un po' quello che saprebbe cos'è il bene e fa ciò che è male. Insomma, a me piace come personaggio. Federica, invece, qui è il sinonimo della disperazione. E il fatto che sia Brandon a salvarla deve far riflettere.
Allora, che ne pensate? Fatemelo sapere con una recensione! Ormai siamo agli sgoccioli:  mancano tre capitoli e un epilogo. Poi passeremo a Whoa 3, se ne avete voglia. Qui conosceremo tanti nuovi personaggi e approfondiremo di più quelli vecchi... E poi, faremo anche la conoscenza di Roger e Ana. Se volete la storia, fatemelo sapere. 
Bene, pongo fine  questo lunghissimo Angolo dell'Autrice ringraziando Chocobomb per le recensioni e la gentilezza!
Alla prossima! 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


CAPITOLO 28
<< Ti dico che mi ha salvato la vita! >> esclamò Federica. Hayley la guardava, perplessa. Come poteva credere che uno come Brandon Roskim avesse salvato la vita a una persona? Non era possibile. << Anche ammesso che ti abbia salvato la vita, è pur sempre un criminale che ti ha rapito e stava per uccidere Erica! Lo capisci o no? Non puoi salvare tutti! >>. L’italiana abbassò lo sguardo.  << Non è che voglia salvarlo. E’ che ora gli devo la vita. Lo sai cosa vuol dire? >> le chiese. << Federica, io capisco. Ma bisogna essere realisti. >> << Realisti o no, lui mi ha salvato la vita. E io sono in debito con lui. Questa è la realtà. >>. Hayley non capiva. << Federica, se la polizia riuscisse a beccarlo, allora forse tutta questa storia arriverà ad avere una fine! >>. L’italiana sospirò. Sentiva che c’era qualcosa che non andava in tutta quella storia. << Io però gli dovrò la vita Hayley. E questo non posso ignorarlo. >>. Detto questo si recò in camera sua, lasciando la cantante piuttosto sconvolta.

L’agente Christoph Young era alla ricerca disperata di un indizio. Doveva trovare Roskim. In Messico non era stato brillante e si era pure perso. Che razza di federale era? Eppure Roskim era proprio sparito. Del tutto. << Ehi, ciao. Ancora al lavoro? >> gli chiese la Reynolds. << Oh, ah… Ciao Mary. Sì, so che è da ieri che sono qua, ma non riesco a trovare uno schifoso indizio! Non è possibile, non può essere scomparso così! E’ un uomo, non un fantasma! >> << Io invece porto delle novità. Ieri Federica è scappata di casa. >> disse Mary. << Che? >> fece Christoph. << No, aspetta, non è questa la notizia. Poi è tornata. Il punto è che stava per finire sotto una macchina. E indovina chi l’ha salvata? >>. Il federale si grattò la testa, confuso. Non ne aveva la più pallida idea. << Non lo so. >> rispose. << Roskim in persona. E nessuno riesce a capire il perché. Prima cerca di farla fuori e poi la salva. Comportamento alquanto strano, non trovi? >> << Sento puzza di bruciato. >> rifletté Christoph. Il ragazzo si immerse nuovamente nei documenti che stava analizzando. << Se solo riuscissi a trovare un collegamento, anche piccolo. >> si disperò. Mary si avvicinò al ragazzo e lo guardò. << E se risentissimo Federica? Secondo me non ci ha detto tutto. >> propose. Christoph annuì. << Sì, ma voglio risentire anche Nico. Ne parlo subito con Oll. Aspettami qui. >>. Il ragazzo si alzò e andò a cercare Oll. Mary era rimasta sola nell’ufficio. Si guardò attorno, per accertarsi che nessuno potesse vederla. Quando ne fu sicura, si avvicinò alla scrivania e iniziò a sfogliare tutti i documenti sparsi sul tavolo. Trovò quello che stava cercando e lo prese, infilandoselo in tasca. Controllò di avere la pistola carica e attese che Christoph tornasse. << Tutto bene? >> chiese il ragazzo, notando agitazione negli occhi della ragazza. << Sì, tutto ok. Io ora devo andare. Vado da Hayley. Ciao. >>.

Federica era con Nico. << Vedrai che lo prenderanno. >> la rassicurò il russo. << Non è quello. E’ solo che ora mi sento in debito. Gli devo la vita, Nico. Lui mi ha salvata. E non capisco perché. Ho paura che faccia tutto parte di un suo piano perverso. Eppure non riesco a non pensare che avrebbe potuto uccidermi o lasciarmi finire investita. Non capisco Nico. Non capisco. >>. La ragazza posò la testa sulle spalle del fidanzato. Nico le accarezzò il capo, affettuosamente. << Andrà tutto bene. Ti prego, calmati. >> le sussurrò lui, dolcemente. << E se stesse tramando qualcosa? >> ragionò lei. << Può darsi. Ma non ti devi preoccupare. La polizia ti sta proteggendo e, in più, ci sono qui io. Vedrai, non succederà nulla. >> la rassicurò. L’abbracciò e le diede un bacio, ma la ragazza si scostò subito. << Scusa. Forse è meglio che io torni a casa. Ci vediamo domani. >>. Federica si liberò dall’abbraccio di Nico. << Mi dispiace. >> mormorò. << Ehi, stai tranquilla. A domani. >> la salutò il ragazzo. 

Federica arrivò a casa. La porta era stranamente aperta. L’italiana si spaventò.  Varcò la soglia e vide Hayley a terra in un lago di sangue e Mary con la pistola in mano.

Angolo dell'Autrice

Non uccidetemi! Lo so, è cortissimo e la fine è orribile! Ma non vi preoccupate, è tutto sotto controllo! Siccome questo finisce così, vi metto un piccola anticipazione del prossimo, per farmi perdonare:

"
Federica si scoprì a piangere. Si asciugò le lacrime con le maniche della felpa, ma non riusciva comunque a smettere. Non voleva perderla. [...] Kevin entrò e si buttò fra le sue braccia. Federica lo guardò. << Non ti preoccupare. Lei non se ne andrà. >> lo rassicurò."

Ecco fatto. Allora, grazie a Chocobomb per la gentilezza e le recensioni! 
Alla prossima!

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


 
CAPITOLO 29
<< Che cazzo hai fatto? >> urlò Federica. << Non è come sembra! Ti prego, credimi! >> supplicò Mary. L’italiana arretrò, con le lacrime agli occhi. << L’hai ammazzata! Stammi lontana! >> << Non è vero! L’ho trovata così! Ti prego, credimi! Ho chiamato il 911, tra poco arriverà anche l’ambulanza! Ma credimi! >>. La militare ora la stava implorando. Ma Federica scosse la testa. << No! >> gridò. Avrebbe voluto scappare via, allontanarsi da lei. Eppure rimase come pietrificata. << Ti prego! Rimani qui. E’ stato Brandon, ne sono sicura. >>. La sirena dell’ambulanza e quella della volante della polizia coprì l’urlo di disperazione di Federica. Quando Oll entrò trovò Hayley per terra, Mary con una pistola in mano e Federica in ginocchio, urlante. << Capitano Reynolds, ci deve seguire. Mi dispiace. >>. Mary non oppose resistenza e si consegnò ai federali. << Ah, Young. >> continuò Oll << Ha già chiamato i familiari della signorina Williams? E badi anche alla ragazzina. >> << Lo faccio subito. >> rispose Christoph.

Quando la signora Williams arrivò in ospedale, trovò solo Jeremy, Taylor e Nico. << Come sta Hayley? E dov’è Federica? >> chiese preoccupata. << Hayley è ancora in sala operatoria, non sappiamo nulla.  Federica è là, sulle scale. >> rispose Jeremy. La donna si voltò e vide la ragazzina seduta sulle scale dell’ospedale, con il mento appoggiato alla ringhiera. Aveva gli occhi gonfi e rossi. << Non vuole stare con nessuno. >> affermò Nico. << Nemmeno con me. >> aggiunse, amareggiato. In quel momento  i medici uscirono dalla sala operatoria. Con loro c’era un lettino su cui era adagiato il corpo gracile di Hayley. Federica fece uno scatto, urlando: << Come sta? >>. Il chirurgo si voltò verso gli adulti, con aria dispiaciuta. << Posso solo dire che noi abbiamo fatto il possibile. Ora dovrà superare la notte. Ha perso tantissimo sangue e quindi non garantisco nulla. Mi dispiace. >>. Il dottore se ne andò. Federica si accasciò al suolo. Avrebbe voluto morire. Niente sarebbe stato come prima. Niente. “Lasciatemi qui“ pregò la sua mente. Invece, la presero in braccio e la portarono a misurarsi la pressione e a prendere un calmante. << Non lo voglio. >> disse all’infermiera che glielo offrì. << Dai, non fare i capricci. Lei non vorrebbe vederti così. >> sussurrò Taylor. << Tu non sai cosa vorrebbe lei! >> gridò l’italiana, voltandosi di scatto. Mai, nemmeno quando era stata torturata in Messico, aveva sperimentato una così profonda disperazione. Ma ora sentiva di stare per perdere tutto ciò che aveva di più prezioso. Si divincolò da Taylor e si diresse verso la stanza di Hayley. Lei era lì, stesa sul letto, tutta intubata. I capelli rossi incorniciavano il volto pallido. Si sedette accanto alla cantante e rimase a guardarla, sospirando di tanto tanto. Si ricordava ancora quando si erano incontrate, la prima volta.

Hayley si sedette su una sedia e offrì l’altra a quella misteriosa ospite. << Come ti chiami? >>. Silenzio. << Ok, domanda sbagliata? Beh, da dove vieni? >>. Silenzio. << Un’altra domanda sbagliata? Beh, posso almeno sapere perché hai impegnato così tanto Ray e sei venuta qui? Per un autografo? >>. Silenzio. << Ok, allora chiamo la polizia. >>. << No! >> Hayley si era alzata per prendere il cellulare. Si voltò: la ragazzina era in lacrime e la guardava con uno sguardo pieno di paura, come per chiederle aiuto. La cantante si mise vicino a lei. La fissò negli occhi. << E va bene. Ma devo sapere chi sei per aiutarti. >>. La ragazzina abbassò lo sguardo.1

Federica si scoprì a piangere. Si asciugò le lacrime con le maniche della felpa, ma non riusciva comunque a smettere. Non voleva perderla. Non voleva lasciare l’unica persona che aveva puntato su di lei fin dall’inizio. Non in quel modo. Ripensò agli ultimi avvenimenti. Qualcosa non le tornava. In fin dei conti, perché Mary avrebbe dovuto spararle? Avevano condiviso un viaggio in Messico e la militare aveva fatto loro da scorta. Non aveva senso. E poi, continuava a rimanere un mistero il motivo per cui Brandon l’avesse salvata. Di sicuro non l’aveva fatto perché le voleva bene. Ma allora qual era, se c’era, il secondo fine? E se avesse risparmiato la sua vita per colpirla proprio dove le avrebbe fatto più male? La ragazzina strinse i pugni e si guardò intorno. No, non l’avrebbe vinta lui. Non questa volta. Kevin entrò e si buttò fra le sue braccia. Federica lo guardò. << Non ti preoccupare. Lei non se ne andrà. >> lo rassicurò.

<< Per l’ennesima volta, che ci faceva in casa Williams con una pistola in mano? >>. L’gente Oll stava perdendo la pazienza. << Glielo ripeto, facevo parte della scorta. Mi ha autorizzato lei a collaborare con i federali. >> si difese Mary. << Peccato che non l’abbia autorizzata a rubare documenti e a sparare alle persone! >>. La militare abbassò lo sguardo. << Io posso spiegare tutto. >> esclamò. << Già. Può spiegarmi come mai in questo documento che lei ha rubato ci sono delle prove del fatto che l’esplosione che la vide come vittima in Messico qualche anno fa potrebbe  vederla coinvolta? >> << Lei non sa nulla! >> urlò la militare, alzandosi. << Si sieda. >> ordinò Oll. << E ora mi spieghi con calma che cosa significa tutto questo. E’ l’ultima occasione che le do. >>. Mary sospirò. << E va bene. Quel giorno avrei dovuto prevedere ogni cosa. Avevamo ricevuto minacce continue e i segnali erano evidenti. Avevamo abbastanza prove per arrestare tutto il cartello dei Mendoza, ma io decisi di aspettare. Ma loro non aspettarono. Fui l’unica superstite. Il documento che ho rubato dimostra solo il mio temporeggiamento, ma non l’ho preso solo per questo. Il documento è il rapporto del caso e potrebbe essere una prova schiacciante contro Roskim. >>. Oll e Young si guardarono. Oll sospirò. << E va bene, le voglio credere. Ma intanto, dovrà chiarire la sua posizione, perché Hayley Williams rischia la morte. E io devo trovare il colpevole. Quindi, ora voglio sapere cos’è successo, per filo e per segno. >>.

1"Whoa", capitolo 1

Angolo dell'Autrice

Ehilà! Ehm... Lo so, questo capitolo non risolve nulla... Ma è il penultimo! E poi, Oll è un poliziotto simpatico, dai! Ok, lo so che volevate che Hayley si risvegliasse, ma non uccidetemi! Che poi, come fareste senza il prossimo capitolo? Eh!
Allora ringrazio Chocobomb e Icon Of The Darkness per le recensioni! grazie mille! 
Alla prossima!



 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


CAPITOLO 30
Brandon stava raccogliendo tutte le sue cose. Aveva vinto. Ora la vendetta era compiuta. Anche lei aveva provato ciò che aveva dovuto subire lui. Peccato solo che non fosse riuscito a sparare bene a Hayley. Ma non gli importava più di tanto. Non aveva tempo per i rimpianti. Non in quel momento, almeno. Finì di chiudere lo zaino dove avevo messo gli indumenti. Stava per aprire la porta e andarsene, quando udì un rumore. Si voltò, ma non vide nessuno. Fece spallucce e prese la valigia quando sentì qualcosa di duro premere contro la sua schiena: una pistola. Si girò: Federica. << E tu che ci fai qui? >> chiese sorpreso. << Non avrai davvero pensato che mi sarei bevuta la tua messinscena, spero! O davvero pensavi di farmi  credere che Mary avesse sparato a Hayley? >>. Brandon sorrise: dopotutto era una ragazza in gamba. Si voltò di scatto, sorprendendola, e le rubò la pistola. << E tu pensavi davvero di potermi fregare così? >>. Federica deglutì. Ora sì che si metteva male. << Vedi, la vendetta è un piatto che va gustato freddo. E io mi dovevo vendicare per bene. Ma Hayley non è morta, maledizione! >>. Brandon imprecò. << E tu, invece, dovevi solo rimanere a guardare! Ah, se ti odio! Per colpa tua mio fratello è morto! >> << Non è vero! Tuo fratello è morto per colpa sua! E’ lui che mi ha rapita, che ha ucciso i miei genitori, che stava per uccidermi! Solo lui! Non cercare scuse, perché altrimenti è troppo facile! >> ribatté lei. Brandon agitò la pistola, senza sparare. << Tu sei la causa! Sei una lurida puttana! >> urlò. Federica si schiacciò contro la parete. Perché diamine era scappata ed era andata da lui? Non riusciva a trovare una risposta. << Come hai fatto a trovarmi? >> le chiese. La domanda la riportò alla realtà. << In casa ho trovato un biglietto da visita dell’albergo. Non ho dovuto sforzarmi particolarmente per capire che non fosse di Hayley o di qualche nostro amico. >> rispose. Brandon la squadrò, ridendo istericamente. << Ops, ho fatto un errore! Pazienza, vorrà dire che non ne farò più altri. Capito? >>. Le accarezzò il mento con la pistola, poi le tirò uno schiaffo. << Tu ora dovrai morire, lo sai? >> disse. Federica inspirò profondamente. << Non ti spaventa l’idea? >> chiese Brandon. << E a cosa servirebbe? Se è solo per farti divertire di più, beh, allora non ci contare. Io non ti supplicherò mai! Avevo tutto e i tuoi fratelli me l’hanno tolto. Quando poi ho ritrovato quello che cercavo sei venuto tu a togliermelo! Ma ora basta! L’unica cosa che potrai togliermi ora è la vita, nient’altro >>. Brandon sputò per terra. << Beh, non posso certo ammazzarti qua. Quindi ora vieni giù con me. E non fare scherzi, capito? O la nostra amichetta ti farà un bel buco. >> disse, indicando la pistola. I due uscirono dall’albergo e salirono sulla macchina che l’uomo aveva rubato. Brandon mise in moto. Appena la macchina iniziò a muoversi, Federica  aprì la portiera e iniziò a correre. << Porca puttana! >> imprecò Roskim. Spense l’auto e iniziò a inseguirla. Federica correva disperatamente. Non aveva armi ed erano in una zona semideserta. Prese il cellulare dalla tasca e compose il numero di Taylor, ma rispose la segreteria telefonica. Provò allora a chiamare Jeremy, ma inciampò e il cellulare cadde, rompendosi. L’italiana si rialzò velocemente e continuò a correre, correre e correre. Correre per vivere.

<< Capo, Federica è scomparsa! Pensiamo che sia andata a cercare Roskim. >> esclamò Young. << Cosa? >>. Oll era rimasto esterrefatto. << Il signor York ha trovato una chiamata persa sul cellulare. Ha provato a richiamare, ma il telefono della ragazzina era spento.>>  << Avete provato a rintracciarla tramite il gps? No? Beh, che aspettate, un caffè? Muoversi! >>.  Oll si sedette sulla sedia, attendendo il riscontro di Young. << Ecco, l’ho trovata! E’ vicino all’hotel Fraser! >> esclamò. << Bene, andiamo subito! E chiami anche la Reynolds, potrebbe esserci utile! >>. Christoph annuì e obbedì agli ordini.

Federica era riuscita a nascondersi dentro a una casa abbandonata. Aveva paura, tantissima paura. E le si era rotto il cellulare. Sperava che almeno Taylor avesse avvisato qualcuno. Sentì Brandon urlare:<< Vieni fuori! >>. Cercò di respirare il più piano possibile. Indietreggiò un po’, quando qualcuno la prese, mettendole la mano davanti alla bocca. Federica provò a divincolarsi. << Tranquilla, sono io. Sono Mary! >>. L’italiana tirò un sospiro di sollievo e l’abbracciò. << Mary, io volevo solo prenderlo! Hayley come sta? >>. La militare le accarezzò la testa. << E’ fuori pericolo, ma non si è ancora svegliata. Però ora il problema principale non è questo. >> bisbigliò. << Hai ragione, dobbiamo uscire da qui. Sei sola? >> chiese l’italiana. << No, Christoph è fuori che mi copre le spalle. C’è una porta, sul retro. Dobbiamo muoverci, però. >>. Le due ragazze si diressero verso l’uscita. Attraversarono la porta e uscirono, provando a non farsi vedere da Brandon. Inutilmente. Roskim iniziò a sparare. << Christoph, porca miseria, spara! Muoviti! >> ordinò Mary tramite un walkie-talkie. Christoph sparò, colpendo Roskim alla spalla sinistra. << Maledetto bastardo! Crepa! >>. Il criminale sparò,  colpendo l’agente in pieno petto. << No! >> esclamò la Reynolds. << Avanti signorina, ora ha l’occasione di vendicare suo fratello! Non ne vuole approfittare? Spari, su! >>. Sembrava quasi una supplica. Mary tirò fuori la pistola e fissò Roskim. Scosse la testa. << Non ti ucciderò. Mio fratello non lo vorrebbe. Mi dispiace, ma non ti faciliterò la pena. Marcirai in una prigione, come qualsiasi criminale sulla faccia della terra dovrebbe fare. >>. Brandon guardò le due ragazze. Scoppiò a piangere, come un bambino. Rialzò lo sguardo, con odio. << Io non marcirò in prigione! >>. Prese la pistola e la puntò contro Federica. << Ora, o mi dai la ragazza o le sparo! E lo faccio, tanto non ho nulla da perdere! Quindi su, lancia la pistola verso di me! Muoviti! >>. Mary lanciò controvoglia l’arma a terra e Federica si avvicinò a Roskim. << Bene! Hasta la vista! Ahahah! >>. Iniziò a correre, tenendo sotto tiro l’italiana. Federica era disperata: stava per perdere tutto, di nuovo. No, non poteva finire così. Non questa volta. Tirò un calcio a Brandon facendogli cadere la pistola. La prese, ma Roskim le mollò un pugno, atterrandola. Prese la pistola, la caricò e fece per sparare. << E ora, dì pure addio a tutti! >>. Fu un attimo. Uno sparo. Brandon cadde a terra, morto. Federica non credette ai propri occhi quando vide Christoph Young dirigersi verso di lei. << Ma tu non eri… >> << Morto? Mai sentito parlare di giubbotto antiproiettile? >>. Federica sorrise e corse verso Mary. La militare l’abbracciò. << E’ finita! >> esclamò la militare. << No, non ancora! Andiamo all’ospedale! >> mormorò la diciassettenne.

Vicino al letto di Hayley c’erano tutti, Taylor, Jeremy, Kat, Josh e Zac, la sua famiglia, Kevin, Dakota, Mary e Chad. E poi lei, Federica. Erano lì da ore, ormai. << Io vado un po’ a casa, non ce la faccio più a vederla così. >>annunciò Chad. A poco a poco se ne andarono tutti. Rimasero solo Federica e Josh. << Avevo paura di rinnamorarmi di lei. >> ammise il chitarrista. << Cosa? >> sbottò Federica. << E’ il motivo per cui ho lasciato la band. E solo ora capisco quanto sia stato stupido. Io amo Jenna. Ma Hayley, è come se fosse mia sorella. E mi manca, da impazzire! >>. Josh scoppiò a piangere. Federica si mise a fissare Hayley. Le mancava tutto di lei: il suo sorriso, la sua gioia, la sua voce, i suoi abbracci, persino i suoi rimproveri. Si voltò verso Josh. << Fede… >> sentì mormorare. << Perché mi chiami? >> chiese al musicista. << Io non ti ho chiamata. >>. Capirono subito. Si voltarono. Si era svegliata! << Hayley! >>. Federica si tuffò sulla cantante. “Ora è finita“ pensò tra sé e sé l’italiana.

Angolo dell'Autrice

Ehilà! Allora, l'ultimo capitolo! Poi metterò l'epilogo, che è fondamentale per introdurre la terza fanifiction! 
Dunque, passiamo alle cose serie: Hayley si è svegliata, gente! E a spararle era stato Roskim! Perché? Per la vendetta. E aveva salvato Federica per poter colpirla ancora di più nel profondo. Insomma, un cattivo veramente... Cattivo. Ma, tutto è bene quel che finisce bene. E poi c'è lui: Josh. Allora, che ve ne pare? Credo che non sia nulla di nuovo né di originale, quindi.... Giudicate voi!
Ringrazio Chocobomb e Icon Of The Darkness per le recensioni e il sostegno! 
Ci leggiamo all'epilogo!

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


EPILOGO
Federica era seduta sul letto. Tra poche ore sarebbe dovuto andare, per l’ennesima volta a sentire sua Hayley cantare. Finalmente la situazione era ritornata ad essere normale. Hayley aveva deciso di accogliere a casa sua anche Kevin. Sarebbero diventati una famiglia. Ma nel frattempo c’era una cosa chiamata tour mondiale. E, per l’italiana, il tutto era un po’ pesante. Doveva continuamente spostarsi e ascoltare le stesse canzoni. Certo, le prime dieci volte poteva essere divertente. Ma dopo un po’ iniziava a essere noioso, anche perché era costretta a stare perennemente dietro le quinte, anche quando avrebbe preferito restare a dormire. Eppure, avrebbe fatto questo e altro per poter passare del tempo con Hayley e i suoi “zii”, ovvero Jeremy e Taylor.  << Allora, sei pronta per stasera? >> le chiese la cantante. << Sì. Kevin invece è in bagno, si sta preparando. >> rispose, sorridendo. Quella sera avrebbero cantato a Milano. Era il 10 giugno e c’era molto caldo. Ma, per Federica, quella sarebbe stata LA serata. Era la prima volta che tornava in Italia dopo  un sacco di tempo. E la cosa la emozionava molto. << Kevin, muoviti, non voglio arrivare tardi al mio concerto! >> lo spronò Hayley. Il piccolo uscì dal bagno con un sorrisetto sulle labbra. << Dai, mettetevi le scarpe, che andiamo! >> << Agli ordini! >> scherzò Federica.
Uscirono e si diressero verso l’Ippodromo. Mentre erano in macchina Federica iniziò a canticchiare. << Ain’t it fun living in a real world? >>. Hayley la guardò, stranita. << Che c’e? >> chiese la ragazzina. << Nulla, non ti preoccupare. >> rispose la rossa, ridacchiando. Sì, Federica ne era convinta. La realtà è bella. E lei ci viveva dentro.

Angolo dell'Autrice

Ehilà! E anche la seconda fanfiction è andata! Allora, che ve ne pare? Vi è piaciuta, vi ha fatto schifo, vi è sembrato un delirio... Avanti, fatemi sapere!

E ora... I ringraziamenti!

A chi ha inserito la storia nelle preferite:
Icon of the darkness

a chi ha inserito la storia nelle seguite:


ChocoBomb 
icon of the darkness 
ItsOzzyCobain 
Snow17 
Taylor99
 

A chi ha inserito la storia nelle ricordate:

ItsOzzyCobain

Un grazie anche a chi ha recensito:

ItsOzzyCobain, Icon Of The Darkness e Chocobomb!

Un grazie particolare a Chocobomb, che mi segue sempre e mi sprona ad andare avanti Grazie!

E, non meno importante, un ringraziamento ai Paramore. La loro musica è ciò che mi fa tirare avanti e riflettere, ma anche divertire! Quindi, la dedico a loro!

Ci vediamo con il seguito: Whoa 3

 

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