Un dono dalla luna

di xadhoom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sotto al chiaro di luna ***
Capitolo 2: *** - ***
Capitolo 3: *** - ***
Capitolo 4: *** - ***
Capitolo 5: *** - ***
Capitolo 6: *** - ***
Capitolo 7: *** - ***



Capitolo 1
*** Sotto al chiaro di luna ***


Per l'utilizzo di alcuni nomi ho preferito adoperare gli originali, mentre per altri, come nel caso di Madama Chips, ho optato per la "traduzione" in italiano. A parte questa piccola premessa, buona lettura!

Era un giorno come un altro alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: Hagrid accudiva le sue –mansuete- bestiole nel cortile; Pix combinava scherzi ai poveri studenti del primo anno, e non solo; nell’aula di trasfigurazione la professoressa McGonagall spiegava come tramutare una sedia in un pavone…
“BLACK! Questa è la quarta volta che ti richiamo! Dieci punti in meno per i Gryffindor! Vedi di andare a dormire prima, invece di fare macchinazioni a tarda notte con il tuo complice Potter!”
…e Sirius Black dormiva placidamente sul proprio banco…almeno fino a qualche attimo prima.
La classe scoppiò in una sonora risata, accentuata particolarmente dal gruppo degli Slytherin, compresi ovviamente Snape e Malfoy. Ma anche dalla parte dei Gryffindor si levarono risate acute
“Grandioso, vecchio mio! Oggi hai superato te stesso!”
Una veloce occhiata all’orologio e una profonda concentrazione presente sul viso…
“Sei in anticipo di almeno tre ore rispetto alla tua consueta figuraccia mattutina. E’ un record!”
Il ragazzo dai lunghi capelli neri sbadigliò, lanciando uno sguardo torvo al suo amico con gli occhiali.
“Anche se non supera il tuo record di scaricamento da parte della Evans, non è vero, James?”
A quelle parole il viso del giovane mago si corrucciò, fissando di sottecchi la bella creatura artefice dei suoi insuccessi, che stava teneramente accarezzando la sua sedia trasformata.
Un sospiro sfuggì alle labbra di Potter “Si tratta solo di sfortunati approcci!” spiegò all’amico battendosi un pugno sul palmo della mano “Vedrai che prima o poi riuscirò a fare breccia nel suo cuore e allora…Ne vedrai delle belle, amico!”
“Si, di belle ne vedrà la tua povera guancia agli schiaffoni che la rossa ti darà non appena allungherai le mani…” pensò tra sé e sé Black con un sospiro, prevedendo che l’espressione decisa del suo amico non lasciava auspicare alcunché di buono…
Altri guai in arrivo…
Non che gli dispiacesse, certo. Lui era sempre il primo a trascinare la squadra dei Marauders in ogni genere di guaio! Ma la situazione era un po’ cambiata, ora che Remus aveva ricevuto il grado di prefetto. Se per caso Dumbledore, ma più in particolare la McGonagall, avessero scoperto le loro scorribande, il suo caro amico dalla doppia personalità sarebbe stato accusato per primo, essendo lui un sorvegliante della scuola.
E Sirius sapeva quanto quella carica avesse reso felice Remus e gli stessi genitori di lui. Tradire la fiducia del preside, avrebbe significato per il compagno licantropo perdere anche la fiducia dei suoi genitori, soprattutto di sua madre. Così fiera di suo figlio tanto da non riuscire a trattenere le lacrime dalla gioia…
Sorrise, ritrovando nella mente il dolce sorriso dell’amico che sempre aleggiava sulle sue labbra. Solo nella mente, però, perché il fascinoso mago sapeva benissimo che non avrebbe trovato lo sguardo del suo caro compagno nella classe. La precedente luna era stata veramente massacrante per il lupo e quindi ovviamente i suoi effetti si era riprodotti sul povero Remus, il quale stava passando la mattinata in infermeria, sotto le rigide cure di Madama Chips. Chissà come stava…
“Black! Capisco che la sedia sia un comodo appoggio, ma non potresti levare il tuo sedere da lì e cercare di compiere l’incantesimo?!”
“Subito, professoressa!” esclamò immediatamente Sirius, beccato come sempre dall’infallibile occhio vigilante della McGonagall. Cavolo…l’animagus di quella donna non doveva essere un gatto, ma un falco! Aveva sempre gli artigli pronti ad ogni suo attimo di disattenzione…Tralasciando il fatto che i suoi attimi dispersivi erano piuttosto frequenti e che si manifestavano almeno allo scadere di due minuti…
Ma era meglio non innervosire la severa strega. Sirius lo sapeva bene. La sua testa e le precedenti corna che le erano spuntate addosso ne erano un chiaro ricordo…
Con un semplice tocco di bacchetta, la sedia si tramutò in uno splendido pavone dal manto blu, azione che scatenò una serie di gridolini di ammirazione da parte del gruppo di ragazzine dei Gryffondor che gli sbavava dietro dal primo anno…
Le ignorò, come aveva sempre fatto. Non disprezzava essere al centro dell’attenzione, certo, ma ritrovarsi ad essere continuamente osannato da una banda di sbavanti ragazzine solo per il suo aspetto fisico era piuttosto snervante. E poi, a lui interessava solo una certa persona…
“Ehi, paddy!” lo richiamò James, risvegliando la sua attenzione “guarda chi è appena arrivato!”
“Parli del diavolo e spuntano le corna” avrebbe voluto dire Sirius. Anche se quella creatura che adesso stava varcando la porta non assomigliava affatto ad un demone…
I bei capelli color del miele rilucevano in tutto il loro splendore, sprovvisti del solito laccio che li teneva legati e lasciati vagare all’aria aperta; le sottile labbra rosee semi-aperte si trovavano messe in evidenza da quella morbida pelle diafana che pochi avevano il privilegio di toccare, ora leggermente rossa sulla zona delle guance; e infine, due profonde pozze d’ambra vagavano frenetiche nella stanza, come se stessero cercando qualcuno.
L’espressione smarrita e un poco disordinata del prefetto Lupin ebbe il merito di renderlo ancora più dolce agli occhi di Sirius Black, che lo fissava rapito e sognante, anche quando l’oggetto del suo desiderio si allontanò per andare a parlare con la professoressa McGonagall.
“Professoressa…” cominciò, con fare trafelato, riaggiustandosi la cravatta “mi scusi per il ritardo…”
“Lascia stare, Lupin…” disse la professoressa, rivolgendogli uno dei suoi rari sorrisi “vai a posto e cerca di tramutare la tua sedia in un pavone. Ti spiegherà Potter come fare, visto che ha già trasformato la sua…”
Il ragazzo annuì silenziosamente, ringraziando l’insegnante e dirigendosi verso il suo consueto gruppo di amici, che lo aspettava sorridendo.
“Alla buon’ora, Moony!” esclamò James con tono allegro. Poi, abbassando di un poco la voce “Tutto bene?”
“Si, tranquillo…” dichiarò, con il suo consueto sorriso gentile “i graffi superficiali sono già scomparsi e la ferita all’addome non sanguina più. Madama Chips è un’ottima infermiera…Inoltre mi ha riempito di cioccolato fino a scoppiare!”
“Questa poi…” sbuffò contrariato il mago con gli occhiali “a me quando esco infortunato da una partita di Quidditch è già tanto se mi fascia con dolcezza! Oh, beh, suppongo di non possedere il tuo fascino lupesco, Remus…”
“Che ci vuoi fare…Anni d’addestramento. Ma se lo desideri, potresti approfittare di una di queste notti di luna piena per farti mordere…”
“Ah, no!” si affrettò a precisare James “preferisco che qualcun altro mi presti le dovute attenzioni…” e con un gesto della mano indicò la figura rossa poco distante da sé, suscitando l’ilarità di Lupin.
“Beh…” disse questi dopo un attimo “allora forse ti conviene concentrarti sulla Chips!”
“Va al diavolo, Remus!” sbottò finto arrabbiato Prongs, finendo per ridere insieme all’amico. Poi, notando lo sguardo poco rassicurante lanciatogli dalla McGonagall, prese il ragazzo dagli occhi d’ambra per un braccio “Vieni, meglio che ti mostri come trasformare la tua sedia in pollo prima che la professoressa tolga gli altri punti dolorosamente da me guadagnati alll’agognata partita di Quidditch contro gli Slytherin!” sbuffò, trascinandosi dietro l’amico.
“D’accordo…Mi dispiace lasciarti solo qui, Sirius, ci vediamo dopo” esclamò Remus rivolgendo un saluto all’animagus dal pelo felpato, accompagnato naturalmente da un altro paradisiaco sorriso.
Sirius si perse nuovamente in quel dolce viso, maledicendo per un attimo l’essere che lo stava privando della sua visione.
Moony…Dolce, caro Moony…
Lo faceva letteralmente impazzire quel suo sorriso…
Quel suo fare sempre così dolce…
Quelle suo viso incantevole…
Quel suo…
Capito, no?
Era talmente perso in quei pensieri che non si accorse di una mano poggiata sulla sua spalla che lo fece trasalire. Si voltò, per incontrare il viso, stranamente e sospettosamente, serio di James.
“Paddy…” cominciò sottovoce, in modo da poter essere udito solo da lui “capisco che un uomo abbia certi bisogni…Dio sa se non ti capisco! Ma…ti consiglio…non alzarti troppo presto dal banco…o altri capiranno quello che stai provando!” e detto questo diede una pesante pacca alle parti basse del giovane moro, che sussultò all’istante, sbiascicando uno “Stronzo!” e accasciandosi dolorante sul banco.
La McGonagall, interpretando quel gesto come un ulteriore attacco di sonno da parte del ragazzo, tolse altri dieci punti alla casa dei Gryffindor, attribuendo naturalmente una punizione al giovane Black.

“Beh, complimenti Sirius! Sei riuscito a far perdere alla nostra casa venti punti in un sol giorno! Forse sarebbe stato più proficuo se tu fossi finito tra gli Slytherin”
“Guarda che metà della colpa spetta a te!” sbottò scontroso il ragazzo fissando con astio il suo migliore amico “non sarebbe successo niente se tu non mi avessi…”
“Se non ti avesse cosa, Paddy?” chiese curioso Remus, incamminandosi al suo fianco.
La faccia del giovane Black assunse varie tinte, tutte rassomiglianti al rosso, mentre cercava qualche scusa che potesse andare bene per sanare la curiosità dell’amico. Impresa piuttosto ardua, quando ci si ritrova la bocca completamente impastata!
“Ehm…ecco…io…lui…” biascicò, senza riuscire a formulare una frase concreta, sotto gli occhi ambrati del bel Lupin.
“Come, scusa? Non ho capito…”
“Ehm…”
“Ohi, ohi…”
I tre ragazzi si voltarono in direzione di quei lamenti, scorgendo un dolorante Pettigrew con le dita della mano destra fasciate.
Nonostante fossero un po’ dispiaciuti per la sorte dell’amico, i tre marauders non seppero riuscire a rimanere seri di fronte a quel buffo bambino biondo che sussurrava parole di conforto alla sua lesionata mano…
“Cavolo, Peter, certo che non dovevi essere molto simpatico a quel pavone!”
L’interpellato, alzando gli occhi colmi di lacrime, contrasse il viso in una smorfia “Cosa ne sapevo io che toccare le piume della coda di un pavone lo rende estremamente irascibile?!”
“Beh, tu potevi lasciarlo stare…” gli fece notare Remus, dando un’occhiata penetrante ai due sghignazzanti amici in segno di tacere.
“Ma io volevo solo dargli una spazzolata. Con un aspetto più ordinato, magari la McGonagall mi avrebbe elargito qualche punto in più!”
Povero e ingenuo Peter…pensò Black reprimendo a stento un sorriso, riuscendo a non farsi scorgere da Remus. Quel biondino non dimostrava di possedere un grande acume, anzi, talvolta si cacciava in tali guai che erano costretti a intervenire loro tre per toglierlo d’impiccio.
Come quella volta che volle aiutare James a conquistare Lily regalandole delle rose da lui stesso stregate che, a suo parere, avrebbero cantato una romantica canzone per la bella rossa…Peccato che invece i fiori preferirono mordere la Gryffindor sul naso! Le ci volle l’aiuto di Remus per riuscire a nascondere l’evidente morso sulla sua pelle e ovviamente ciò non facilitò i suoi rapporti con Potter…Anzi, ogni volta che si trovavano a lezione di erbologia, la ragazza preferiva stare a chilometri di distanza dal cacciatore dei Gryffindor, fissandolo in cagnesco di tanto in tanto.
Peter si rammaricava ancora dell’accaduto e non faceva che chiedere scusa a James, anche se questi continuava a ripetergli che era tutto passato. Povero Wormtail…In fondo lui aveva cercato solo di aiutare il suo adorato mito…Solo che gli era andata male…
Ma stavolta lui era grato al caro Peter per aver interrotto l’imbarazzante discorso di prima. Almeno adesso avrebbe potuto respirare normalmente. O almeno così credeva…
“Ma, un attimo: ci stiamo dimenticando del discorso di Sirius, non è vero,vecchio mio?” si ricordò improvvisamente il giovane con gli occhiali, dando una forte pacca sulla spalla del soggetto in questione. “Scusaci amico, non ti interromperemo più. Forza, esprimiti bene e dicci tutto!” esclamò sogghignando, beccandosi un’occhiata inceneritrice da parte dell’impacciato Black, maledicendo mentalmente il suo compagno per la sua consueta bastardaggine!
Le iridi di Monny si concentrarono nuovamente su di lui, anch’egli curioso di conoscere il seguito della storia, mandando inconsapevolmente nel panico il giovane Black.
Grazie, James, sei veramente un vero amico! Sbuffò, sapendo bene che il suo inseparabile compagno di avventure non si era comportato in quel modo solo per poterlo deridere…
James era a conoscenza del suo –particolare- interessamento verso il giovane dagli occhi color ambra e lo spronava di continuo a rivelare i suoi veri sentimenti al dolce Moony, stanco probabilmente delle continue esasperazioni che lui gli dava descrivendo ogni volta volta quanto fosse bello Remus, raccontando quanto lo amasse, di quanto desiderasse baciarlo…
“Devi dirle a lui queste cose, non a me! O ti vedrò zitello fino alla fine dei tuoi giorni!” continuava a ripetergli.
Già, dichiararsi…
Ma com’era possibile se ogni qualvolta si decideva a dichiarare i suoi sentimenti quegli occhi d’ambra così caldi lo mandavano in paranoia, facendogli dimenticare quello che voleva dire?
Mica era così facile!
Una voce lontana lo riportò alla realtà “Oooh, Sirius…Ritorna nel mondo dei vivi e raccontaci se anche i morti fanno sesso!”
“Hm, direi che sono al tuo stesso livello…” sghignazzò Black all’indirizzo di James, che assunse un’espressione finto-offesa “Piuttosto…dov’è finito Remus?” chiese non trovando il compagno d’avventure accanto a sé.
Il ragazzo con gli occhiali sbuffò, incrociando le braccia “Mentre tu eri prigioniero nel mondo dei sogni, Remus ha detto che si sarebbe recato in biblioteca per terminare la ricerca del professor Vitius e Peter si è offerto di accompagnarlo. Ti ha anche salutato…possibile che non te ne sia accorto?!”
Le guance del moro si colorirono di un tenue rosso “Ehm…ero impegnato su altri pensieri…”
James sospirò rassegnato, non riuscendo a nascondere un lieve sorriso
“C’entra Remus?”
Il rossore di Black si accentuò ancor più.
“…ci avrei giurato…”
L’animagus con gli occhiali si grattò il capo pensieroso, prima di sbuffare
“Ah, lasciamo perdere e accompagnami!” dichiarò, prendendo il compagno a braccetto.
“Dove?”
“In cucina. Dobbiamo fare rifornimento di dolciumi e bevande per stasera.” Si bloccò, fissando Sirius negli occhi.
“Ti ricordi cosa c’è stasera, vero?”
“Come potrei dimenticarlo…” esclamò il ragazzo in un sospiro “stasera ci sarà ancora la luna piena, quindi Moony…”
“…si tramuterà nel suo gemello cattivo, esatto” finì per lui James, dandogli una rassicurante pacca sulla spalla “Dai, non fare quella faccia. Questo è l’ultimo giorno e poi, se tieni quel muso lungo non farai che sentire Remus ancora più in colpa.”
Sirius abbozzò un sorriso, avvicinandosi a piccoli passi verso una finestra che dava sul cortile.
Com’era limpido il cielo…E pensare che tra neanche poche ore si sarebbe oscurato, mostrando il grande lobo argentato che avrebbe smascherato il caro Remus. E martoriato il suo corpo…
Prongs, notando l’irrigidirsi del corpo dell’amico, gli si pose accanto, circondandogli le spalle con un abbraccio affettuoso
“So come ti senti, Sirius…Anch’io detesto vedere Remus in quelle condizioni…Ma pensa positivo: adesso che sappiamo trasformarci in animali, possiamo tenergli compagnia e impedire che si faccia male…gravemente…” aggiunse dopo un attimo di esitazione, rammentandosi delle profonde ferite di quella mattina sul corpo dell’amico dagli occhi dorati. Il giovane dai lunghi capelli neri strinse violentemente i pugni, sforzandosi di non ripensare ai violenti morsi e graffi che il lupo aveva inflitto al proprio corpo la sera precedente. A nulla erano valsi i loro tentativi di calmarlo. Si comportava ancora in maniera aggressiva con loro, allontanandoli furiosamente da sé. D’altronde, era ancora presto…Remus aveva cominciato a interagire con le loro figure di animagus soltanto da qualche mese. Logico, quindi, che non si fosse ancora abituato a loro.
Scosse il capo energicamente, cercando di scacciare quei brutti pensieri. Basta. Doveva pensare positivo, non voleva che Moony dovesse preoccuparsi persino per lui! Il suo migliore amico si accorse subito del cambiamento d’umore dell’amico, strizzandogli un occhio complice
“Bravo, vecchio mio. Non lasciarti abbattere. E ora andiamo…” esclamò cominciando a scendere le scale “…vediamo se, facendoti ubriacare, riuscirai a saltare addosso a Remus.”
“James...”
“Ok, ok…se preferisci che ti salti addosso lui…”
“JAMES!”

“Hm, ragazzi, questa notte non si preannuncia certo delle migliori…”
La deduzione di Prongs non si poteva rivelare più esatta. Il soffitto della scuola, che rispecchiava il cielo aperto di fuori, era offuscati da lampi, tuoni e fulmini, accompagnati da una simpatica pioggerella che non accennava smettere.
“Ci infradiceremo fino al collo solo per arrivare al Whomping willow!” sbottò, servendosi una terza porzione di torta di zucca.
Il frastuono del cielo coperto da nuvole sembrava intimorire non poco il piccolo Wormtail, che si rivolse ai ragazzi con un tono un po’ tremante
“G-già, hai ragione, James…Questo tempo non è certo rassicurante…” mormorò, guardando con espressione titubante il lupo mannaro accanto a sé e sorseggiando a fatica.
Sirius si accorse immediatamente di quell’occhiata e non poté reprimersi dal maledire Peter mentalmente.
Pezzo d’idiota! Credeva davvero che Remus non lo avesse visto lanciargli quello sguardo spaventato? Non vedeva che i suoi bellissimi occhi d’ambra si erano coperti di un velo di tristezza?
Maledizione!
Come se Remus si fosse scelto quella vita irta di difficoltà! A volte Peter riusciva davvero a farlo innervosire, con quei suoi atteggiamenti timorosi e infantili. Si ricordava il suo volto alla rivelazione della licantropia di Remus: una maschera di paura. Che di certo non gli era diminuita al pensiero di dover passare delle notti in compagnia del feroce animale dai denti aguzzi. Secondo Sirius, Peter aveva accettato di diventare un animagus solo in virtù del grande affetto che, come tutti loro, provava per Remus, anche se talvolta quell’affetto sembrava non infondergli poi tanto coraggio… Scosse la testa, attirando il ragazzo dai capelli color miele a sé
“Beh, Wormtail, ti confesso che con Moony a fianco io non temo nulla. Anzi, mi sento molto più sicuro”
Remus si volse verso l’amico bruno, ringraziandolo con un sorriso.
“Naah…non credergli, Remus. La verità è che ti lusinga affinché tu gli ceda la tua parte di burrobirra questa sera.” commentò James additando il suo migliore amico con fare sprezzante.
“Come ti permetti d’insinuare una cosa del genere, James Potter?!” esclamò falsamente arrabbiato l’accusato fronteggiando l’amico faccia a faccia
“Io queste cose non le faccio mai! Non sono mica come qualcuno che pur di vedere una certa persona nuda si è nascosto nel bagno delle ragazze!”
Il volto di James assunse un’espressione dolorosa “Si, ma tu non sai come quella persona si è pentita dopo, quando una decina di ragazze lo hanno scoperto e per punizione gli hanno fatto crescere degli abbondanti attributi femminili addosso!”
Scoppiarono tutti a ridere, rammentandosi del vistoso petto che Potter aveva dovuto sorbire per almeno tre settimane.
“Beh, James…” sussurrò Black accarezzando il volo dell’amico con fare sensuale “devo ammettere che quella volta non eri niente male …”
“Oh, Sirius…basta che tu mi faccia un fischio e lo sai, io sarò tutto per te!”
“Grazie, caro…”
“Di nulla, amore…”
E sotto gli sghignazzi di Remus e Peter, i due si lanciarono in un appassionante bacio bocca a bocca…Con l’intermezzo di una mano, s’intende.

Arrivarono le sette e i tre marauders si affrettarono a raggiungere il Whomping willow sotto il mantello dell’invisibilità di James.
“Cacchio, che freddo!” si lamentò Peter rabbrividendo.
Prongs lo guardò con sguardo ammaliante, strizzandogli l’occhio
“Se vuoi dopo posso scaldarti io, Wormy…”
“Oh, grazie Prongs, ma non vorrei incorrere nella furia di Sirius…So bene quanto è geloso…” scherzò il biondino indicando con un cenno del capo l’affascinante ragazzo dai lunghi capelli neri.
“Infatti, Peter!” esclamò Black in tono offeso. Infine si rivolse accusatorio verso James “E tu, brutta sgualdrina, mi tradisci così apertamente?!”
Potter assunse un’aria indifesa, fissando il compagno con occhioni da cucciolo “Ma Sirius caro, io ho certi impulsi…E mi dispiace dirtelo, ma tu non sei un granché a soddisfarli!”
“Tze! Incompetente!” sbraitò Sirius voltando il capo offeso, per scoppiare successivamente in una risata assieme agli altri due.
Rendendosi conto di quanto fosse tardi, i ragazzi aumentarono l’andatura, giungendo finalmente a destinazione.
“Maledizione!” ringhiò James additando in alto “la luna è già scomparsa”
I ragazzi seguirono la direzione della mano del compagno, per scoprire con rammarico che l’enorme globo argentato splendeva già alto nel cielo. Quindi il lupo doveva aver preso già il sopravvento su Remus…
“Non ci voleva…” mormorò pensieroso Prongs. “Oh, beh!” esclamò alzando il capo di scatto “vorrà dire che i dolcetti ce li papperemo un’altra volta.”
“Peter” ordinò Sirius ad alta voce “tocca a te”
Obbedendo con un cenno d’assenso, il giovane Pettygrew lasciò che le sue fisionomie umane si modificassero gradualmente, assumendo alla fine l’esatta forma di un topo. Con un guizzo veloce e stando attento a non incorrere in uno dei robusti rami dell'albero, l’animagus andò a toccare la radice nodosa del Whomping willow, bloccando in questo modo per qualche secondo l’enorme trappola mortale che impediva loro l’accesso al rifugio segreto.
“Ok, Sirius, dopo di te…” esclamò galante James inchinandosi al compagno, vedendolo diventare in pochi secondi un grosso cane nero e tramutandosi poi a sua volta in un nobile cervo dal pelo lucido.
In pochi balzi raggiunsero l’amico dalle minuscole dimensioni, percorrendo insieme le scale che conducevano verso lo Shack, dove erano sicuri di trovare il loro amico lupo mannaro. Anche se non sapevano ancora in quali condizioni…
I loro cuori sussultarono all’istante quando si trovarono davanti ad un ringhioso licantropo dall’argenteo pelo con una propria zampa conficcata in quei lunghi e affilati denti, mentre copiose gocce di sangue cadevano incessanti sul pavimento. Subito Prongs e Padfoot si apprestarono a bloccarlo, balzandogli addosso senza troppa grazia e interrompendo quel martirio che il lupo si stava provocando da sé.
Ovviamente l’animale non gradì molto la brusca interruzione e ne diede prova cominciando ad allontanare da sé gli amici che non riconosceva con graffi e ringhi sommessi. Il cervo dalle lunghe corna indietreggiò un poco spaventato, preferendo non avere nulla a che fare con quegli affilati artigli. Sirius invece rimase fermo nella stessa posizione.
Il lupo lo guardava con sguardo torvo e minaccioso, intimandogli di andarsene e sparire. Ma non aveva fatto i conti con la testardaggine di quel grande cane nero.
Questi cominciò infatti ad abbagliargli contro, ma non per cercare di intimidirlo, quanto piuttosto per tentare di farlo ragionare. Le iridi azzurre del cervo osservavano silenziose l’intero scenario, pronte ad intervenire all’aggravarsi della situazione. Nello sguardo del licantropo non compariva nulla che potesse lasciar pensare ad un’improvvisa percezione dell’umanità di Moony e Prongs stava già cominciando a temere il peggio per il suo migliore amico…Quando ad un tratto il lupo smise di ringhiare contro il cane, dandogli le spalle e andandosi ad accucciare in un angolo vicino alla parete, con lo sguardo fisso sul pavimento.
Se James si fosse trovato in forma umana, sicuramente avrebbe tirato un sospiro di sollievo. Volle comunque rivolgere uno sguardo compiaciuto al suo caro compagno d’avventure, riconoscendo che una volta tanto la sua caparbietà era riuscita a compiere qualche cosa di buono…Ma la forma canina di Sirius non lo guardava. La sua attenzione era tutta concentrata sulla figura del lupo mannaro, e più in particolare, sulla sua zampa grondante di sangue.
Con passo deciso ma allo stesso tempo prudente, raggiunse la postazione dell’amico, osservandolo in silenzio per un po’ di tempo per poi chinare la testa verso il basso. Il lupo argenteo, intuendo le sue intenzioni, ritirò la sua zanna ferita dalla lingua del cane, ringhiandogli contro di non provarci neppure. I due animali si fronteggiarono con lo sguardo per un tempo che agli altri due Gryffindor parve infinito. Infine, con un latrato dispiaciuto, il cane si sdraiò a terra, decidendo che era meglio non insistere oltre, accontentandosi di poter rimanere vicino al suo lupo.
Peter emise uno squittio felice di fronte a quella scena, cominciando a zampettare allegro per la piccola stanza. Anche l’animo di Prongs era sereno: giorno dopo giorno la mente di Moony tendeva a non lasciarsi sopprimere da quella della bestia che si celava in lui, lasciando prevalere la sua parte umana. E l’accadimento di quella sera ne era una valida prova.

Passarono buona parte della serata così, Wormtail che si aggrappava barcollante sul nobile manto del cervo, Padfoot che li osservava divertito e lo scontroso licantropo che ringhiava sottovoce, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata al simpatico scenario creatosi. All’improvviso un rumore secco turbò la loro quiete, facendoli sobbalzare precipitosamente. Il cervo alzò in alto la testa, mentre il piccolo topo scendeva in fretta dal suo dorso e si nascondeva tra le lunghe gambe del quadrupede. Anche i rimanenti animali si levarono in piedi, drizzando le orecchie per captare ogni altro sospettoso rumore. Sopra le loro teste percepirono il rumore di passi affrettati che si allontanavano, fino a scomparire del tutto dalla loro portata…
I tre animagus si guardarono straniti: chi mai poteva camminare nel territorio maledetto dello Shack, temuto praticamente da tutti?
Stettero a lungo in completo silenzio, profondamente attenti ad ogni piccolo cambiamento…Inaspettatamente si fece sentire un piccolo lamento lontano, talmente lieve da non essere quasi udibile. Ma l’udito del lupo e del cane è maggiormente sviluppato rispetto agli altri ed infatti essi lo percepirono immediatamente.
Riconoscendo a chi apparteneva quella soffocata preghiera, il licantropo digrignò i denti, avviandosi verso l’uscita che si trovava fortunatamente sigillata. Di fronte all’impossibilità di fuga, l’animale diventò ancora più furioso, cominciando a graffiare e mordere i vari mobili che incrociava sul suo cammino. Il timore che potesse di nuovo ferirsi seriamente fece scattare in azione l’enorme cane, che si avventò sul licantropo con l’intenzione di tenerlo fermo. Ma non fu solo per quello… Prongs lo intuì e con un cenno del capo invitò Wormtail a inseguirlo verso l’uscita, mentre Padfoot teneva impegnato il lupo.
Quando arrivarono ai pressi della porta, riassunsero la loro forma umana, il ché li rendeva incredibilmente a rischio. Aprirono in fretta la serratura, uscendo il più velocemente possibile dallo Shack e dirigendosi risoluti verso il passaggio segreto che portava alla scuola. Giunti a destinazione, Peter osservò perplesso James aprire un altro passaggio segreto, quello della statua della strega orba, non riuscendo a capire cosa avesse in mente.
“James, cosa…?”
“Shhh!” lo interruppe il ragazzo, seguitando a correre lungo il percorso che portava direttamente nella cantina di Mielandia.
Quando si ritrovarono all’aperto, aprendo la chiusa serratura del negozio con un incantesimo, l’improvvisa pioggia accolse i loro corpi, gettando maggiormente nel panico il preoccupato Peter, che si strinse forte nel mantello al pungente vento che gli martoriava le ossa, tenendo comunque un buon passo per non perdere di vista il trafelato compagno che si stava nuovamente movendo.
Come se lo stupore del biondo animagus non fosse già alto, questi si ritrovò improvvisamente davanti alla casa abbandonata dello Shack, nelle cui segrete si trovavano ora Sirius e Remus in forma lupesca.
“James…” sussurrò coi denti che sbattevano, osservando l’amico che si indaffarava a cercare qualcosa nell’erba “James” ripeté, alzando di un poco la voce “che stai facendo? Perché stiamo…?”
“Zitto, Peter! Aiutami piuttosto a cercarlo!”
Il volto del biondo assunse un’espressione perplessa, non capendo a cosa si stesse riferendo l’amico.
“Cercare cosa?”
“Non hai capito? Quello che…AH! Trovato!”
E sotto gli occhi increduli di Peter prese tra le mani una grossa cesta di vimini che conteneva quello che al primo sguardo sembrava proprio…
“Un neonato?!”


Continua…

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Capitolo 2
*** - ***


No, non era possibile…Doveva trattarsi di uno scherzo. Si stropicciò gli occhi, ritornando poi a guardare davanti a sé. Niente da fare. Era ancora lì.
Sirius non riusciva a credere a quello che vedeva: eppure quel minuscolo fagottino dagli sgargianti occhi blu e dal sorriso allegro si trovava proprio sulle rosse lenzuola del letto di James, intento a osservare curioso quello strano ambiente in cui era capitato.
Avvolto in una semplice tunica per neonati color azzurrino chiaro, quel bellissimo bimbo avrebbe incantato chiunque con quella sua espressione tenera e imbambolata e quel sorriso gaio che gli illuminava il volto. Un riso dolce, tenero…
Il sorriso dei bambini, insomma.
Puro e innocente. Chissà se si rendeva conto della situazione nella quale si trovava.
Il moro si lasciò sfuggire un sospiro di desolazione. Possibile che non trascorressero una giornata normale anche quando loro stessi lo volevano?
“Chissà da dove viene…”
La domanda di Potter risvegliò il bel ragazzo dai suoi pensieri, individuando lo sguardo perplesso che l’amico rivolgeva alla creatura. Già, chissà da dove era arrivato quel piccoletto?
Cercando di prestare la massima attenzione, Sirius prese tra le braccia il bambino, portandoselo al petto. Il soggetto in questione, stupito di quell’improvviso cambiamento, guardò con i suoi grandi occhioni azzurri colui che l’aveva sollevato dalla cesta, incrociando un solare sorriso su un fascinoso viso dall’aspetto simpatico.
Il bimbo scoppiò a ridere di gusto, afferrando una delle lunghe ciocche nere di Black che gli ricadevano davanti e tirandola forte.
“Ahi!” si lamentò la vittima tirandosi indietro per reazione, il ché non fece che aumentare le risa del piccolo poppante, il quale cominciò ad agitare allegramente le braccia.
“Si direbbe che tu gli piaccia…” osservò sorridendo James, prima di avvicinarsi alla cesta ormai vuota ed ispezionandola nei minimi dettagli.
“Trovato qualcosa? Ahia! Non tirarmeli così, mi fai male…”
Il giovane cercatore dei Gryffindor scosse la testa in segno negativo, abbandonandosi sul proprio letto
“No, nessun indizio che ci possa far desumere a che tipo di famiglia appartenga”
“Di sicuro non a una nobile…” osservò Sirius, indicando con il capo la leggera tunica nella quale era avvolto il bambino “è troppo modesta e poi, da quel che purtroppo so dalla mia esperienza, i piccoli appartenenti ad una nobile casata indossano una tunica con su impresso lo stemma della famiglia.”
“Anche tu?” domandò l’altro curioso.
“Si…” sibilò lui, affatto entusiasta di raccontare qualche aneddoto sui sui amati parenti “E non farmaci pensare…Era un’orrenda tunica violacea da far vomitare…Sembravo una grossa melanzana col broncio!”
James sghignazzò divertito, mentre il bambino lo guardava, curioso di sapere cosa ci fosse di tanto divertente
“Povero Sirius…” mormorò, dopo essersi ripreso dall’immagine di Sirius-ortaggio “ora capisco perché hai un così pessimo gusto!”
“Ehi!” protestò quello, corrugando le sopracciglia “dillo alla mia famiglia, io sono innocente! Oseresti dire che la mia scelta per Remus è di cattivo gusto?” lo provocò, pronto ad azzannarlo a qualunque battuta offensiva nei confronti del suo lupo mannaro.
“A proposito di Remus…Dov’è?” chiese girandosi attorno. Una mano di Sirius andò a solleticare il minuscolo nasino del bimbo tra le sue braccia, che, lanciando grida festose, cercò di afferrare in una delle sue piccole manine un dito del ragazzo.
“E’ ancora all’infermeria. Peter lo è andato a prendere” Un guizzo divertito attraversò le iridi azzurre di Potter “Chissà come prenderà la notizia…” sogghignò, indicando il piccolo tra le braccia dell’altro
“Che notizia?” chiese una voce improvvisamente.
I due ragazzi si voltarono verso la porta, scorgendo la figura del giovane Remus, la cui bocca letteralmente spalancata lasciava intendere che avesse subito individuato il nuovo elemento. Con passo malfermo e esitante si avvicinò al letto di Prongs, seguito a ruota da Peter, che senza troppe cerimonie si sdraiò accanto a James.
Se le circostanze non fossero state piuttosto problematiche, Sirius sarebbe scoppiato a ridere di fronte allo sconcerto dell’amico licantropo, fin troppo palese con quegli occhioni spalancati e i boccheggi che continuava a fare indicando il bimbo. Dopo vari deglutii e sbattute di palpebre, Remus riuscì a ritrovare la parola.
“C-cos…chi è questo bambino?!”
Bella domanda…Black non aveva la più vaga idea di come rispondergli
“Ehm…ecco, Remus…lui…noi…”
Ma arrivò l’intervento di Prongs a chiarire tutto.
“E’ il figlio segreto di Sirius”
“Ecco, esat…COSA?!” urlò il ragazzo dai capelli corvini scattando in piedi, facendo spaventare ovviamente il bambino “Ehi! No, su, dai, perdonami, non volevo…” sbiascicò velocemente alla creatura urlante tra le sue braccia, per poi rivolgersi frettolosamente al ragazzo dagli occhi ambrati che era improvvisamente impallidito “Remus! Te lo giuro…Non credere a quell’idiota di James…lui…davvero! Lui…Non so neanche chi sia…Credimi, Moony! Io non potrei mai avere un…voglio dire tu…” Rossore, rossore… “Cioè! No! Aspetta…”
Vedere Sirius arrossire e impappinarsi a quel modo sotto lo sguardo perplesso di Remus era uno spettacolo unico! Ma dopotutto James restava il migliore amico di Sirius, quindi, anche se malincuore, aveva il dovere di intervenire…
“Stavo solo scherzando, Moony…” spiegò con un sorriso, che si tramutò in pochi attimi in un’espressione seria “La realtà, purtroppo, è ben più complicata…”
Dopo la dovuta spiegazione, nella stanza cadde un profondo silenzio.
“Allora…” proruppe Remus all’improvviso “questo bambino è stato…” Un groppo in gola. “…abbandonato?”
I tre marauders annuirono silenziosamente.
Remus sembrava profondamente scosso. Sotto lo sguardo attento degli altri ragazzi, si posizionò davanti al bambino ancora tra le braccia di Black. Le sue pozze d’ambra luccicavano, mentre due altre giovani azzurre si rispecchiavano in loro.
“Sirius…” tentennò, mordendosi il labbro, senza tuttavia staccare lo sguardo dal bimbo “io…posso?”
L’interpellato sorrise facendo sì con la testa, passando l’innocente creatura in un altro caldo abbraccio. Il neonato assistette al suo scambio in silenzio, osservando quelle belle pupille dorate che lo stavano fissando con infinita dolcezza.
“Ciao…” si sentì salutato il bimbo da una voce dolce come il miele, mentre due sottili braccia lo cullavano “noi non ci conosciamo…”
Una lieve carezza sul suo piccolo naso, prima che la voce vellutata riprendesse.
“…io sono Remus. Piacere di fare la tua conoscenza…”
E sorrise.
Un sorriso così bello e colmo di luce a cui era impossibile provare indifferenza.
“Ehi! Abbiamo davanti un nuovo conquistatore!” esclamò allegramente James, di fronte alle esclamazioni gioiose del bimbo e ai suoi tentativi di abbracciare il volto di Remus.
Tutti osservarono divertiti la scena, anche se nello sguardo di qualcun altro era presente ben più che semplice divertimento…
La classica accelerata palpitazione e la sensazione di non toccare terra coi piedi travolsero Sirius.
Moony…Con quella sua dolcezza sapeva incantare chiunque. Un professore, uno Slytherin, lui stesso…ehm…, e persino un neonato. Nessuno usciva illeso dalla sua vicinanza. Aveva qualcosa di…magico. Magia a cui pochi avevano l’accesso, però.
La condizione di licantropia teneva imprigionato Remus in una morsa di ferro, facendo leva sullo spirito del ragazzo a non esporsi troppo al prossimo, a rinunciare alle amicizie. Perché poteva essere pericoloso…
Aveva tentato di farlo pure con loro, ma essi non glielo avevano permesso. Pur di non rischiare di perderlo erano stati disposti a tutto. Tenevano troppo alla sua amicizia. Anche se Sirius sperava sempre in qualcosa di più…ehm, ma quello ora non era importante. Ora dovevano risolvere un altro problema, che a quanto pareva riguardava anche la camicia di Remus…
“AUGH!” urlò infatti il licantropo quando si accorse della sostanza bagnata sui propri capi… “Cavolo!” sbottò contrariato, consegnando il pacco gocciolante nelle mani di Sirius, accorso per aiutarlo. E, ovviamente, per prenderlo in giro
“Dai, non prendertela, Moony: ragazzo bagnato, ragazzo fortunato!” esclamò, reggendo il bimbo a debita distanza dai suoi abiti. Il licantropo lo freddò con uno sguardo
“Quello è riferito alle spose…Ti sembro una sposa, io?” sbuffò contrariato allontanandosi da un moro totalmente imbambolato a fissarlo con occhioni sognanti
“Se vuoi ti sposo io…”, questo avrebbe voluto dire Black, ma non era proprio il caso. Specie con un Remus piuttosto scocciato…
Ad un tratto i suoi pensieri si concentrarono sulla figura tra le sue braccia, individuando il nuovo problema creatosi “Ragazzi, e adesso come facciamo con lui?” chiese mostrando il piccolo ai compagni.
“Cavolo!” esclamò James sbattendosi una mano in fronte “non abbiamo abiti per cambiarlo!”
“Risposta esatta. 10 punti a Potter!” disse sarcastico Sirius, mentre il piccolo stava per cadere in una crisi di pianto a causa del suo stato poco confortevole…
“No, no, calmati! Accidenti…” esclamò agitato il ragazzo dai capelli corvini cominciando a cullarlo, sempre a debita distanza “e adesso che facciamo?”
Nessuna risposta pervenne dai tre ragazzi. Come potevano risolvere quel genere di situazione quattro studenti di quindici anni con in testa pensieri del tutto estranei all’accudire un bambino che di sicuro non raggiungeva neppure un anno d’età? Che razza di situazione!
All’improvviso una voce dotata di buon senso decise di prendere in mano la situazione
“Beh, non possiamo mica lasciarlo così…”
Gli sguardi di tutti si concentrarono sulla figura pensierosa di Remus, le cui iridi luccicanti sembravano dimostrare un fulminante lampo di genio.
“James, hai ancora il mantello dell’invisibilità?” chiese velocemente, poggiando le mani sulle spalle del compagno.
Questi lo guardò dapprima un po’ confuso, grattandosi la folta chioma ribelle… “Beh…a meno che non l’abbia dimenticato nella mia ultima –perlustrazione- dalla Evans, direi di si…” mormorò sovrappensiero “Perché?”
“Sirius!” esclamò il licantropo voltandosi verso il moro con uno sguardo più lucente che mai “tu e James vi recherete ad Hogsmeade, al negozio –Magic innocence- con il mantello dell’invisibilità e comprerete tutto l’occorrente per il bambino.”
“Magic innocence?” ripeté pensieroso Sirius, mentre il lupo mannaro gli rubava dalle mani il bimbo, che si dimostrò ben lieto di ritornare tra le braccia del bel castano “E che cos’è?”
“E’ uno dei negozi per bimbi e neonati più forniti di tutto il regno della magia. Lì troverete ogni genere di accessorio per il nostro piccolo ospite. Ma vedete di fare in fretta, non credo che Peter saprà resistere a lungo con lui…” mormorò, sfiorando con un dito la piccola punta del naso del piccolo, che gli rispose con un’allegra risata.
Il volto di Peter assunse un’aria sbalordita e anche un pochino spaventata…
“Cos-cosa?! E perché dovrei occuparmi io di lui?” chiese additando il poppante con fare tremante, come se si fosse trovato di fronte ad una bomba ad orologeria. Un sospiro esasperato sfuggì alle labbra di Remus
“Perché io devo andare a farmi un bagno. Non posso mica rimanere con questa camicia zeppa di pipì per tutto il giorno!”
“Oh, e perché no, Remus? Sai, quella fragranza ti rende così irresistibile…” mormorò con fare sensuale James, lanciando occhiate bramose al giovane licantropo. Sirius sghignazzò, affatto geloso del comportamento del suo migliore amico, conscio che in quell’esagitato cuore c’era spazio solo per una rossa creatura dagli occhi verdi…Ad ogni modo, le occhiate torve del licantropo erano troppo invitanti per non approfittarne.
“Eddai, Remus, non prendertela…” esclamò Padfoot, trattenendosi dal poggiare una mano incoraggiante sulla spalla dell’amico “in fondo la pipì dei bambini è come quella degli angeli…”
“Sarà, ma dubito che quella degli angeli puzzi così tanto…” sbottò Remus facendo una smorfia disgustata. Infine si coprì con un vecchio mantello sgualcito, affatto desideroso di scatenare le risa degli altri ragazzi alla vista del suo aspetto poco edificante. Prima di uscire e recarsi al bagno dei prefetti, fissò intensamente i suoi compagni di stanza, ammonendoli con lo sguardo
“Mi raccomando: non dovete farvi scoprire. Come Mauraders siamo già incasinati fino al collo, figuriamoci come baby-sitters…Appena avrete comprato tutto il necessario, tornerete al dormitorio, IMMEDIATAMENTE. Lasciate perdere qualsiasi tentazione di scherzo agli Slytherin o chiunque altro. Non dovete cacciarvi nei guai, capito?”
“SI, SIGNOR PREFETTO!” esclamarono all’unisono i tre ragazzi scattando sull’attenti.

“Ahio! Cavolo, Padfoot! Fa più attenzione a dove metti le tue pedane!” sbottò James massaggiandosi il piede.
“Scusa, mai tuoi piedi sono talmente grossi che è difficile mancarli!”
“Molto spiritoso” sbottò Prongs mentre l’altro sghignazzava, continuando a camminare per il lungo tunnel che portava alla cantina di Mielandia. Finalmente, dopo altri pestaggi e ulteriori borbottii, arrivarono al luogo designato.
“Ok, ora fa piano, altrimenti ci faremo scoprire…” mormorò Sirius alle spalle del giovane cogli occhiali che stava aprendo con misurata lentezza la botola sopra le loro teste.
“Tranquillo…” rispose con un sussurro, uscendo completamente dalla botola e aiutando l’amico a fare altrettanto “Bene, ora usciamo dal negozio. Cerca di non urtare niente!”
“Tranquillo Prongs, vecchio mio” disse spavaldo Sirius, incamminandosi per primo sotto il mantello “sarò leggero e delicato come una piuma. Non per niente il mio soprannome è Padfoo…ops!”
E sfiorò un barattolone di -lumache liquefose- facendolo cadere a terra.
“Cavoli!” sbottò contrariato, mentre il molliccio dolciume si appiccicava sui suoi calzoni.
“Complimenti, -Padfoot!- Mi sa che dovremo cambiarti nome…Che ne dici di –Grazia elefantiaca-?”
“Finiscila!”
Dopo altri allegri scambi di battute, i due Marauders si decisero ad uscire, prestando attenzione a non farsi toccare da alcuna persona. Sarebbe stato terribilmente problematico se qualche vecchia strega si fosse messa a strillare a squarciagola a causa di un’inspiegabile tocco invisibile…Vagarono per le strade di Hogsmeade per vari minuti, notevolmente spopolata senza tutti quei rumorosi studenti di Hogwarts tra i piedi.
“Chissà come starà Madama Rosmerta…” chiese tra sé e sé il giovane dall’indomabile chioma per rompere il silenzio creatosi.
“Levati la bava dalla bocca, James! Non siamo qui per questo, l’hai dimenticato?”
“Cavolo, Padfoot, il piccolo Remus ha davvero un grande effetto su di te. Stai cominciando a parlare come lui…”
Rossore improvviso sulle guance “Non è questo il punto! Stiamo girando da più di mezz’ora e non abbiamo trovato ancora quello stramaledetto negozio! Dove cavolo sarà…?!”
Cominciò a camminare più velocemente, con aria piuttosto contrariata e un ansimante James tentava di stargli al passo, per impedire che un pezzo di corpo di quell’incosciente uscisse fuori dal mantello dell’invisibilità. Come avrebbe altrimenti spiegato Sirius la sua presenza ad Hogsmeade, quando si sarebbe dovuto trovare a scuola? Frattanto quest’ultimo continuava a borbottare frasi sconnesse ad alta voce, del tutto dimentico della presenza dell’amico…
“Remus non poteva dirci dov’era il negozio invece di farci la solita raccomandazione? Cavolo!”
“Padfoot…”
“D’altronde, perché dovrei prendermela con lui? In fondo potevo chiedergli io dove si trovava …”
“Sirius…”
“Poi io l’adoro quando assume quella sua aria da prefetto che ammonisce tutti…Il suo faccino tutto serio…Adorabile!”
“Ehi, Sirius…”
“Anche se non può competere con il sorriso che gli illumina il volto. In quei casi sembra davvero un angelo o qualche altra figura celestiale…”
“SIRIUUUS!”
“Eh?” esclamò, come scendendo dalle nuvole.
James alzò gli occhi al cielo, pregando con tutta l’anima di non assomigliare a quell’idiota quando pensava alla sua dolce creatura rossa…Con un gesto stizzito indicò alla sua sinistra, per indirizzare lo sguardo ebete che ancora il moro mostrava.
“L’avevamo già trovato ancor prima che tu cominciassi a fantasticare su Remus. Andiamo…” dichiarò, ponendo il mantello dentro le tasche e spingendo il compagno verso l’abnorme insegna di –Magic innocence- “se facciamo tardi, rischiamo di far innervosire il tuo dolce amato. E sai bene quanto è rischioso…”
Con un brivido lungo la schiena scatenato dalle ultime parole di Potter, il giovane maruaders varcò la porta del negozio.
Dovettero ammettere entrambi che Remus non scherzava quando l’aveva definito uno dei migliori negozi per bambini di tutto il mondo della magia. Sugli scaffali erano esposti tutti i possibili accessori per neonati e non: i pannolini autopulenti, quelli che facevano rimbalzare il bambino in caso di caduta, i super-morbidosi… e poi le pomate, i giocattoli, i biberon ed altre meraviglie dagli svariati colori e fragranze.
“Caspita!” esclamò James, a bocca aperta esattamente come il compagno “è il paradiso dei poppanti!”
“Delle piccole creaturine che albergano nel nostro cuore, caro!”
I due giovani quindicenni si voltarono in direzione di quella melensa voce e un gemito strozzato sfuggì al loro controllo. Se pensavano che la Cooman fosse il personaggio più bislacco che avessero mai incontrato, beh, ora avevano trovato una sua degna rivale: una piccola signora con degli enormi occhiali a forma di cuore era comparsa davanti a loro, sfoderando un sorriso talmente gigantesco che le copriva l’intera faccia; il suo abito color rosa confetto le dava un aspetto ancor più comico, unito alle lunghe scarpe rosse coperte di lustrini che s’intravedevano sotto il lungo manto rosa; i capelli grigi cotonati a tal punto da darle qualche centimetro in più d’altezza dimostravano la sua vera età, che doveva essere sulla cinquantina o giù di lì…Sirius e James dovettero faticare molto per non scoppiare a riderle in faccia…
“Benvenuti! Benvenuti miei cari nel mio incantevole negozio delle meraviglie! Qui troverete ogni cosa che potrà soddisfare la gioia di ogni piccola creatura presente nell’universo!”
Potter scambiò un’occhiata perplessa col suo migliore amico, celando con impeccabile maestria un ghigno divertito. Frattanto la vecchia continuava a ciarlare con quella sua voce zuccherosa…
“Io sono la signora Dousis. Potete fare completo affidamento su di me. Eravate in cerca di qualcosa di particolare, bei giovanotti?” chiese, rivolgendo un solare sorriso al giovane Black, che avvertì vari brividi freddi lungo la schiena.
“Ecco…” s’intromise James per togliere d’impiccio l’amico “noi staremmo cercando delle tutine per neonati…o almeno per bimbi piccoli.”
“Ma certo! Ne abbiamo di tutti i tipi. Prego, seguitemi, da questa parte…” celiò con voce allegra, portando i ragazzi verso il fondo del negozio.
“Qui troverete le tutine più splendide di tutto il mondo della magia! Ne abbiamo di tutti i colori: giallo turchino, azzurro cielo, verde prato, viola melanzana…”
“Ehm, grazie, credo che ce la potremo cavare da soli…” si affrettò a dire Sirius, lanciando un’occhiata omicida alla figura del suo amico sghignazzante fino alle lacrime. Quanto avrebbe desiderato strozzarlo! Era assai intenzionato a quell’idea, quando si accorse dell’inusuale silenzio della signora Dousis. Quest’ultima lo stava infatti osservando in maniera piuttosto corrucciata…
“Ehm…” mormorò, imbarazzato da quel penetrante sguardo “qualcosa non va? Se si tratta del mio amico, non si preoccupi: lui è sempre così…”
“Oh, no! Affatto, affatto! Trovo che sia davvero un bel ragazzo, ovviamente non quanto te, mio caro…” lo adulò, sfiorandogli il viso con una languida carezza. Il corpo di Sirius tremò.
“…mi chiedevo soltanto come mai due studenti di Hogwarts fossero entrati nel mio negozio a comperare una tutina per neonati.”
Le risate del giovane Potter si smorzarono in un istante. Ora guardava l’anziana signora con aria decisamente preoccupata, esattamente come Black.
“Non offendetevi, miei cari ragazzi, però è molto strano che due ragazzi entrino nel mio negozio. Così giovani, poi! Cos’avrete? 16, 17 anni?”
“Ehm…pressappoco…” sbiascicò Sirius, mentre goccioline di sudore gli scendevano dalla fronte. Dio, che situazione!
“Lo immaginavo…” asserì annuendo con la testa in modo vigoroso “Ed è davvero molto strano. Voglio dire, è ancora prematuro per voi mettere su famiglia, dico bene? Non avrete forse messo nei guai qualche povera ragazza, VERO?”
La bocca del ragazzo dai lunghi era come impastata, rendendogli impossibile qualsiasi articolazione di parola. Cosa doveva fare? Cosa accidenti si sarebbe dovuto inventare?! Dire la verità? Che avevano trovato un bambino sperduto in mezzo al nulla e che ora stavano cercando di allevarlo? Probabilmente li avrebbero sbattuti in cella con l’accusa di rapimento!
Che fare? Che fare?
“Vede…nostra madre è talmente presa dal nostro nuovo fratellino che non ha tempo di andare a comprare tutto il suo corredo e perciò ha mandato noi. Il signor Dumbledore è stato così gentile da concederci un’autorizzazione per uscire dalla scuola nelle ore di pausa dagli studi. Lei sa quanto è generoso il professor Dumbledore…”
Le parole di James ebbero il merito di illuminare la proprietaria. Le sue guance assunsero un giovanile colore rosa, mentre si toccava nervosamente gli enormi occhiali a forma di cuore
“Certo mio caro che lo so! Ho frequentato anch’io Hogwarts e ti posso assicurare che il professor Dumbledore era la stessa persona benevola e gentile di adesso! Non so che avrei dato per avere qualche anno di più! E lui qualche di meno…”
“Capisco, capisco signora…Un uomo dal carisma eccezionale. Ma vede, proprio perché si tratta di un uomo dalla così meritatissima stima, egli desidererebbe che questa storia della nostra speciale autorizzazione non venisse resa troppo nota…” le raccontò Potter facendosi più vicino a lei, come se le stesse confidando una notizia dalla massima riservatezza.
“Capirà…alla scoperta di una tale grazia nei nostri confronti, gli altri studenti potrebbero ingelosirsi e pretendere anch’essi dei permessi speciali per futili occasioni. Senza contare le calunnie che verrebbero rivolte al nostro caro buon preside…Lei sa quanta mala gente c’è in giro…”
Grandioso d’un James, pensò Sirius osservando l’operato dell’amico. Era riuscito a trovare il punto debole della vecchietta…
Difatti quest’ultima gonfiò orgogliosamente il petto, annuendo vigorosamente con la testa “So, so, mio caro! Non c’è bisogno che tu me lo dica. Esiste gente così malevola in questo mondo!” abbassò notevolmente la voce, in modo da essere udita solo da loro “Specialmente nella vostra scuola. La professoressa McGonagall, la conoscete? Ah, come vi compatisco! Non sapete quanto mi abbia fatto penare durante i miei setti anni ad Hogwarts. Diceva che non avevo tutti i requisiti per essere una buona strega!
Tze! Solo perché non riuscivo a trasfigurare una tabacchiera in uno scarafaggio! A che diavolo servirà, poi…La verità è che era solo invidiosa del particolare trattamento che il professor Dumbledore riservava solo a me. Sapete, lei ha sempre avuto un debole per lui…Ma il caro preside non l’hai mai degnata di uno sguardo. Mai! Capirete, cosa potrebbe mai trovarci in un essere insignificante come quella…”
“Si, talmente insignificante che se ti sentisse ti trasformerebbe in un mollusco rosa!” pensò tra sé e sé Sirius, scoccando alla proprietaria uno sguardo alquanto scettico. Intravide negli occhi del compagno moro la sua stessa incredulità, seppure seguitasse a fissare la signora con profondo interesse. Passarono un buon quarto d’ora a sentire le sprezzanti calunnie contro la loro professoressa di Trasfigurazione, finché finalmente la vecchietta non calmò la sua bocca intrisa di veleno.
“Bene, signora, vedo che siamo perfettamente d’accordo. Ora, se non le dispiace, vorremmo scegliere la tutina per il nostro fratellino. Sa, il nostro intervallo sta per finire…”
“Oh, certamente ragazzi miei. Scegliete pure con calma. Se vi occorre qualcosa basta che mi chiamate.”
E con un sorriso languido al bel Black la signora Dousis si levò finalmente dalla scatole.
Il bel moro, dopo essersi ripreso dall’orrore di quel sorriso, emanò un profondo sospiro
“Cavolo! Non la sopportavo più…Povera McGonagall, l’ha insultata da morire!”
“Già…” sghignazzò James scartando una tutina coloro grigio metallo “penso proprio che la gelosa fosse lei e non la McGonagall…Ehi! Guarda qui: che ne dici?” domandò esibendo una tutina con ricamate addosso delle immagini di frutta canterine.
“Oh, perfetta, se dovessimo utilizzarla per una macedonia! Ma dai, è orrenda! Che gusti hai?”
“Va bene, va bene…era solo un esempio….E che ne pensi di questa?”
La faccia disgustata di Sirius di fronte all’immagine di un dalmata che sembrava più un rinoceronte maculato non lasciava trasparire dubbi. Stessa espressione mostrò per le successive tutine con pesci rossi che ti saltellavano in faccia, quelle con una bocca sorridente che tentava di mordere qualunque mano si avvicinasse, altre con ricamato un bebè con il quale gli altri poppanti potevano interagire e ancora una che emanava bolle colorate in smisurata quantità.
La testa di Black pulsò violentemente quando declinò l’ulteriore capo proposto dal cercatore dei Gryffindor “Cavolo, James…Lily ha ragione ha scaricarti, col pessimo gusto che ti ritrovi…”
L’amico replicò offeso, sostenendo che invece fosse lui ad essere incontentabile. Alla fine di mille peripezie optarono per una tutina blu con incise delle note musicali dalle quali proveniva una dolce ninna-nanna e un’altra azzurro cielo che rispecchiava il tempo all’esterno.
“Ouff…” sbuffò Potter massaggiandosi il collo “almeno questa è fatta. Ora che dobbiamo comprare?”
“Beh, le pappe, il biberon, i pannolini…Ne avremo ancora per un po’…”
Il moro con gli occhiali sprofondò a terra “Oh, no! Guarda quante varietà ce ne sono! Ci impiegheremo tutta la giornata!”
Sirius corrugò la fronte, mentre osservava attento gli ingredienti delle varie pappe presenti
“Spero di no, visto che non ne abbiamo materialmente il tempo. Che ne pensi della pappa –paté di anatra e caviale-?”
“Mah, non saprei…Forse un po’ troppo sofisticata per una bambino…Tu vorresti una culla volante con airbag incorporato?”
“Beh, non saprei…Se però mi permettesse di stendere qualcuno della banda di Malfoy o lui stesso…” sghignazzò Sirius.
“Hm, sono tentato…” scherzò Prongs, vagando con lo sguardo altrove “però io sceglierei questa: piccola, dinamica, con dei piccoli angeli illuminati contro la paura del buio. Perfetta, direi!”
“Beato te che hai già scelto: io non so decidermi tra –ambrosia e miele- e –frutti rossi e rose zuccherate-…” sospirò il ragazzo guardando ora l’uno ora l’altro barattolo.
“Aspetta, però! Questa possiede un folletto guardiano, che ti avvisa nel caso il bimbo stia male…Forse dovrei prendere questa…”
“-La pappa del purgatorio piccante- o –il nettare del limbo salato-?”
“Il biberon è meglio prenderlo con o senza fiammella riscaldante incorporata?”
“I pannolini mille strati sono di certo comodi, ma quelli rimbalzanti lo preverrebbero contro qualsiasi pericolo…”
“Il sapone –baby- che toglie qualsiasi graffio o –il piccolo maghetto- all’aroma di menta piperita?”
“Il ciuccio –sugar- o i mini ciucciotti multi-gusti più uno?”
Si guardarono negli occhi, non sapendo che pesci pigliare. E così…

“Quanta cavolo di roba avete preso?!” esclamarono meravigliati Remus e Peter quando gli altri Marauders scaricarono la tonnellata di mercanzia comprata sul letto di Wormtail.
Il bimbo sembrava entusiasta di tutti quegli acquisti, contrariamente all’esasperazione che dimostrava il bel lupo mannaro che lo reggeva tra le braccia
“Avrete svaligiato il negozio e speso un capitale…” sbuffò quest’ultimo, poggiando la testa contro una spalliera del letto.
La testa di James scosse negativamente “Affatto! La proprietaria del negozio ci ha fatto un ottimo sconto! Sai, le eravamo simpatici…” spiegò, scambiando con Sirius un sorriso complice.
Frattanto Wormtail rovistava curioso tra la massa colorata e rumorosa sul suo letto a baldacchino
“Il sapone magico all’essenza di camomilla -che farà dormire sonni tranquilli ai vostri figli- La copertina auto-climatizzata –per notti soffocanti o raggelanti-? -La pappina alle erbe magiche che risolverà ogni suo problema di stitichezza-?! Diavolo, ma che avete comprato?!” sbottò incredulo.
Al contempo il bimbo, al sentire nominare la cibaria, scoppiò a piangere rumorosamente, affetto da profondi morsi allo stomaco.
“Ok, ho capito, piccolo. Adesso mangerai, tranquillo…” gli sussurrò dolcemente Remus avendo intuito il motivo del suo lamento “James adesso ti preparerà un bel pranzetto…Mi raccomando, non dargli quella alle erbe, però!” lo ammonì minacciando con lo sguardo il suo compagno occhialuto “ha già svolto un servizio sulla mia camicia. Non ci tengo che lo faccia anche ai miei pantaloni, in forma più solida magari…”
“Mah, io ho sentito dire che la pupù dei bambini è piuttosto liquida…Potremmo fare un esperimento….Ok, ok, messaggio ricevuto, non ti arrabbiare!” rise James abbassandosi per evitare la colluttazione con un flacone di magico borotalco.
“Ok, vediamo…cosa ti preparo?” disse tra sé e sé Potter vagando con lo sguardo tra le innumerevoli pappine comprate.
“Ti aiuto io!” si offrì entusiasta Peter, affiancandosi all’amico e dirigendosi con lui verso il bagno per non sporcare la camera.
Sembravano tutti avere un’occupazione soddisfacente da compiere, tranne…
“Ehi! E io che faccio?”
Due profonde pozze d’ambra si soffermarono sulla figura imbronciata di Sirius, reprimendo a stento un sorriso di divertimento.
“Se vuoi, puoi aiutarmi a cambiarlo…” gli disse invece con un tono tanto dolce da far sciogliere il giovane animagus come neve al sole, facendogli accettare subito l’offerta senza pensare agli aspetti secondari che avrebbe comportato quell’operazione…

I Marauders si erano sempre considerati dei ragazzi svegli pronti a qualsiasi tipo di situazione. Infatti qualunque complicazione avessero affrontato, erano sempre riusciti a superarla, vuoi per il loro grande ingegno o per la consueta fortuna sfacciata.
Ma nessuna delle due stavolta sarebbe potuta servire… Black e Lupin si guardarono, ognuno leggendo il dubbio negli occhi dell’altro.
Come diavolo si cambiava un neonato?
“Ehm…” tossicchiò il ragazzo dai lunghi capelli corvini “prego, Moony, ti lascio campo aperto…”
“Cosa?! Io non ho la minima idea di come si cambi un pannolino! Sono figlio unico, lo sai bene…”
“Beh, non pretenderai che lo sappia io! Nessun membro della –nobile- famiglia dei Black si è mai sporcato le mani con pupù e pipì di bambini. Neanche se si trattava dei propri figli…” replicò con tono amaro, trovando molto interessante osservare il cielo oltre la finestra.
Alla sua dichiarazione seguì un periodo di silenzio, con Black girato di spalle a Lupin e il bimbo che osservava curioso e confuso la scena. Ad un tratto Sirius sentì una gentile presa sulla sua spalla, che lo fece sussultare. Si voltò, per incontrare due stupende pozze d’orate che lo fissavano con dolcezza, accompagnate da un sorriso altrettanto tenero.
Sirius si ritrovò incantato di fronte a tale meravigliosa visione: Dio, se era bello in quel momento…Si chiese come riuscì poi, rimbambito com’era, a sentire la voce vellutata dell’amico rivolgersi a lui
“In ogni famiglia c’è sempre una mela marcia. Tu se l’eccezione che conferma la regola, Sirius. Anche se, nel tuo caso, la mela è cresciuta bella e forte, rifiutando la corruzione con i bruchi e lo sfregio degli uccelli. Tu sei speciale, Paddy…”
Se quello era un sogno, non voleva essere svegliato. Moony, il suo dolce Moony lo credeva un essere speciale! Osare sperare che quel sogno corrispondesse a realtà era una pazzia…Ma la voce del suo amico era reale, come le parole che ne seguirono…
“Sei diverso dalla tua famiglia, Sirius. Ed è per questo che sono sicuro che ti sporcherai le mani senza fiatare!” dichiarò spingendolo verso il bimbo, facendolo barcollare un attimo.
Lo sguardo di Black ora era tutt’altro che sognante e imbambolato…Diabolico d’un Remus! L’aveva fatto apposta! La risata dell’amico non contribuì certo a migliorare la situazione, anche se dopo, con la sua vicinanza, riuscì a riguadagnare qualcosa
“Dai, non fare quella faccia imbronciata…” esclamò sistemandosi al suo fianco “ti aiuto lo stesso…”
Il sorriso ritornò sul volto del moro, seguito subito però da un’espressione di disgusto quando si cimentò a togliere l’involucro nauseante che ricopriva il piccoletto da chissà quanto tempo.
“AUW!” sibilò il prefetto tappandosi il naso con una mano quando il compagno gli porse l’involucro da buttare. Sirius sogghignò apertamente “Hai voluto tu che lo cambiassi io, no? A buttare pannolini deve pensarci il mio aiutante…”
L’occhiataccia torva che ricevette non fece che incrementare la sua ilarità
“ ‘esta me la aghi, ‘ius…” mormorò con voce nasale il licantropo, reggendo il primo regalo del neonato a debita distanza.
Il moro lo osservò un attimo allontanarsi, sempre col sorriso sulle labbra, per poi tornare ad occuparsi dell’esserino in fronte a lui
“Bene, piccolo…” gli sussurrò con voce incerta “ora vediamo cosa riesce a combinare di buono Padfoot…”
All’inizio le cose seguirono una linea positiva, fin quando si trattò di ripulire il bimbo e passargli il borotalco magico contro le infiammazioni che sembrava divertirlo, tanto da farlo giocare con le piccole nuvolette bianche che gli arrivavano in faccia. Il difficile iniziò all’allacciamento del pannolino…
“Credi che si metta così?” chiese Padfoot, con un’espressione assai perplessa sul volto.
“No. Non vedi che gli da fastidio? Proviamo a girarlo dall’altra parte…” suggerì il licantropo sollevando per un attimo il bambino.
“Macché! Nemmeno questa posizione funziona!”
“Che diavolo! Le abbiamo provate tutte, come cavolo si infilerà questo coso?” sbottò fissando in cagnesco l’oggetto di tanta pena.
“Forse dovremmo provarlo su un altro soggetto…” propose maliziosamente il giovane Black.
“Ottima idea, Sirius. Sdraiati e vediamo come ti sta” “Veramente io mi riferivo a te!”
Remus scosse negativamente la testa “Ah, no. Spiacente, Paddy, ma i lupi mannari non si fanno mettere le mani addosso da nessuno”
Un luccichio pericoloso accese le iridi del compagno. “Ne sei tanto sicuro?”
Alcuni passi indietro e uno sguardo d’avvertimento… “Paddy…fermo…non ci provare…stai lì…Fermo Sirius!”
E in breve tempo si ritrovarono sul letto di Prongs, il licantropo schiacciato sotto il peso del giovane Black.
“Sirius!” esclamò in tono arrabbiato Remus che mal si accompagnava col sorriso divertito stampato in volto “smettila subito!”
Cercò di sfuggire alla presa dell’amico, ma questi lo inchiodò per i polsi contro le rosse lenzuola.
“Non ci penso neanche!” sorrise, tentando di tenerlo fermo “cambiare il pupo non mi è piaciuto e dato che sei stato tu a farmi questa ingiustizia meriti una punizione!”
Parole pericolose, Sirius…Specialmente ad un bel ragazzo orgoglioso con la forza di un lupo dentro il corpo. Senza neanche il tempo di capire come, Padfoot si ritrovò catapultato sul letto, con un trionfante Moony sopra di lui.
“Veramente, dato che il pacco puzzolente l’ho dovuto reggere io per maggior tempo rispetto a te, credo proprio che sia tu ad aver bisogno di una…”
Viso pericolosamente vicino all’altro…
“…punizione…”
Stupore si stampò nelle grandi iridi azzurre dietro le lenti del cercatore dei Gryffindor. Poi, assumendo un falso atteggiamento deluso, incrociò le braccia al petto scotendo lievemente la testa.
“No, no, proprio non va bene…Capisco che abbiate bisogno di sfogare i vostri impulsi, ma potreste farlo in un altro momento e in un altro luogo, misericordia! Davanti a lui…” e con un gesto teatrale indicò il bimbo che stava osservando i due giovani stesi sul letto con sguardo confuso “…che esempio date al nostro giovane bambino? Non mi stupirei se da grande abbracciasse la –carriera- di maniaco…”
Remus si staccò immediatamente da Sirius, rossissimo in faccia come il compagno dai lunghi capelli corvini, anche se quest’ultimo avrebbe voluto fulminare il suo migliore amico con lo sguardo
“Guarda che per diventare maniaco basterebbe che seguisse le tue orme, signor guardone di bagni femminili!” ringhiò furente mentre Moony ritornava a badare al piccolo “Noi stavamo solo scherzando…” mormorò, sentendosi avvampare ulteriormente.
“Davvero?” gli sussurrò ad un orecchio il giovane Potter in modo da poter essere udito solo da lui “e io che pensavo che ti fossi finalmente deciso a dichiararti! Certo, sarebbe stata un po’ maniaca come dichiarazione, ma sempre meglio di niente…”
“Crepa, James!” sbottò il moro lanciandogli un’occhiata torva. Poi, ritrovando un tono di voce normale, riprese con più calma e ad alta voce “Remus e io stavamo cercando di capire come cavolo si mettono questi stramaledetti pannolini!” esclamò, gettandone uno in faccia all’amico.
“Già…” mormorò pensieroso Lupin lasciando che il piccolo giocherellasse con il suo indice sinistro “non siamo ancora arrivati ad una soluzione…”
“E dovremmo trovarla in fretta” esclamò, affiancandosi all’amico dagli occhi ambrati e osservando il pargoletto “se non ci sbrighiamo rischia di prendere freddo…”
“Ragazzi…”
I due Marauders si voltarono in direzione del terzo, che li fissava con un’espressione che era un misto tra la compassione e desolazione "...non avete visto le figure animate sul retro che vi spiegano come fare?”
Un vento gelido passò sopra le teste dei due inetti…

“Roba da matti…” mormorò ancora James osservando l’operato dei due amici, che finalmente riuscirono a –impacchettare- il bimbo.
“Meta!” esclamò Sirius gettandosi esausto sul letto di Prongs “finalmente…”
“Sei contento, piccolino?” gli sussurrò dolcemente Remus cullandolo dolcemente, mentre il bimbo lo ricambiava con un tenero sorriso.
“Certo che è contento!” saltò su Black come se avesse tutt’ad un tratto recuperato le energie “Non è vero, piccolino?” e, poggiandosi intenzionalmente ad una spalla del licantropo, cominciò a solleticare il mento del soggetto in questione che, spinto da chissà quale causa…
“AUGH!” strillò il moro allontanandosi di scatto e reggendosi dolorante il dito “mi ha morso!”
“Beh, è logico…Deve avere una fame da lupo…” scherzò James strizzando l’occhio a Moony “E mi ha fatto ricordare perché ero venuto di qua: venite, la pappa è pronta…”


Continua…

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Capitolo 3
*** - ***


“Quant’è carino…”
“Wormtail, è la decima volta che lo ripeti!”
Un lieve rossore salì alle gote del Marauders biondo, non riuscendo a reprimere comunque lo sguardo intenerito rivolto verso il tenero bimbo che esibivano anche tutti gli altri. Era uno spettacolo dalla dolcezza indescrivibile osservare quella creatura dai grandi occhi azzurri lasciarsi tranquillamente imboccare dalle dolci mani di Remus e agitare allegramente le braccia ad ogni faccia buffa che il Marauder esibiva per farlo mangiare.
“Non dovresti criticare in questo modo Peter, Prongs…” esclamò improvvisamente Sirius, togliendo l’attenzione generale dal bebè “o forse sei solo geloso che Wormy non ti tenga più in considerazione?”
Le iridi di James si tinsero di stupore, poggiandosi un braccio sulla fronte con gesto teatrale:
“Mio caro Sirius, Peter…” spiegò, mettendo una mano sulla spalla dell’amico in questione “…non mi tradirebbe mai! Piuttosto tu dovresti provare gelosia” con un ampio gesto indicò il piccolo dalle labbra sporche di pappa –ai gamberetti e pesto-
“Adesso non sei più il bello di Hogwarts!” sghignazzò, mentre l’orgoglio del moro si rifiutava d’incassare l’accusa.
Rivolgendo una falsa occhiata torva al suo migliore amico, si apprestò a rispondergli a tono
“Spiacente, James, ma a meno che il piccolo non subisca un’improvvisa crescita d’età, io rimarrò sempre il più gran figo di tutte le scuole!”
A seguito della dichiarazione, seguì un lungo fischio…
“Non mi credete?!” sbottò, assumendo un’espressione indignata “tu guarda che amici….Moony!”
L’interpellato si voltò curioso, dopo aver slegato il bavaglio dal collo del piccolo. Incrociò lo sguardo fiammeggiante dell’amico, non capendo il perché di tanto ardore…
“Tu sei tra le persone che io maggiormente stimo, Remus…”
“…e apprezzi…”
“Zitto, James!…Allora, scegli tu!” dichiarò, indicando se stesso e il piccino tra le braccia del compagno “chi è più affascinante: io o lui?”
Il giovane dai begli occhi ambrati sbatté per vari secondi le palpebre confuso. Guardò prima il suo amico dalla lunga criniera nera, poi il bebè, poi ancora Sirius e poi il pargolo…Dopo essersi soffermato sul primo, sfociò in un profondo sospiro…
“Accidenti…mi dispiace talmente ferire i sentimenti dei più piccoli…”
Un sorriso di trionfo aleggiò sul volto di Black, mentre gli altri Marauders sgranavano gli occhi scioccati.
Il naso del piccolo si avvicinò a quello di Remus, sul quale quest’ultimo diede un piccolo bacio “…ma al cuore non si comanda, vero, principino mio?” mormorò stringendoselo al petto, mentre Sirius sprofondava in un baratro e James incassava i soldi della scommessa da Peter…
All’improvviso dalla pozza nera per terra risorse il giovane animagus, guardando il licantropo con occhioni da cucciolo bastonato:
“Ma Moony!” si lamentò, inginocchiandosi vicino a questi “avevi detto che ti dispiaceva ferire i cuori dei più piccoli…”
Due pozze d’ambra si rispecchiarono in due gemelle lacrimose, sorridendogli amabilmente
“E così è, Sirius…” gli confidò, facendogli una tenera carezza “perché come potrei chiamare altrimenti un poppante che si accinge a fare simili gare con un bimbo di soli pochi mesi ma dotato di un cervello maggiormente sviluppato del primo?!”
Il volto di Black assunse una lieve sfumatura rossa, mentre Prongs e Wormtail se la ridevano alla grossa. Alle risa si aggiunse anche il lupo mannaro e poco dopo, pure lo stesso Sirius.
“Auw, va beh, ho perso il titolo…” rise, incrociando lo sguardo allegro di Remus “però meglio tu di quel fetente di Malfoy!” e affermato questo, baciò l’estremità del naso del bimbo, che gli sorrise di rimando.
All’improvviso un orrendo sospetto pervenne alla mente di James
“Ehi, ragazzi…Che ore sono…?”
Il pensiero poco rassicurante si espanse…Quattro occhi si precipitarono sull’orologio sul comodino del licantropo, scoprendo con orrore…
“Oh, no! Siamo in ritardo!”

“Maledizione!” sbottò James mentre cercava d’infilarsi disperatamente la lunga tunica nera “questa è la quarta volta in una settimana! La McGonagall ci spennerà vivi!”
“No, non preoccuparti…spennerà vivo me! Voleva che la incontrassi prima della lezione per discutere sulla mia punizione. Come minimo mi trasformerà in un lombrico…” “Beh, così forse risulterai più affascinante!” ghignò James, chinandosi per evitare un cuscino lanciato da un rabbioso Sirius.
“Finitela! Non è questo il momento…” li rimproverò Remus raccogliendo i vari libri sparsi sul suo letto “sbrighiamoci o rischieremo di peggiorare la situazione! E pensare che Dumbledore mi ha nominato pure prefetto…”
“Un Marauder rimane sempre un Marauder, Moony…” decretò James, mentre Peter piangeva disperato.
“Ragazzi…” mormorò con voce disperata “non riesco a trovare la mia bacchetta! Non è più sul comodino…”
“Perché ce l’hai nei pantaloni, volpe!” gli fece notare Prongs afferrandolo per un braccio “andiamo, svelti!”
Con la grazia di quattro elefanti si precipitarono verso l’uscita, quando un improvviso lamento li fece arrestare. Il volto improvvisamente pallido di Prongs cercò sostegno nello sguardo degli altri, che non trovò…
“Ragazzi…” biascicò, sentendo le forze venir meno “e adesso cosa facciamo con lui?”

“Moony, mi deludi profondamente: non avevi un’altra idea da proporci?”
Questi gli indirizzò un’occhiata molto espressiva, costringendo l’amico a frenare la lingua. I quattro ragazzi correvano frettolosamente per i vuoti corridoi di Hogwarts… Vuoti, perché tutti gli studenti si trovavano a lezione. A parte loro, ovviamente…
“Ragazzi, bisogna trovare una scusa piuttosto credibile o stavolta la McGonagall ci costringerà a fare la manicure alla Cooman…Sirius, affretta il passo!”
Peter rabbrividì alle parole del compagno dalla pettinatura ribelle, augurandosi che la professoressa di trasfigurazione non fosse così sadica
Le sue labbra tremarono quando diede sfogo ai suoi pensieri: “Perché ho la bruttissima sensazione di una catastrofe totale…?”
“Perché sei un menagramo! Sirius, muoviti!” esclamò il moro, chiamando con l’unica mano libera dai libri il compagno diversi metri più indietro, che sembrava estremamente affaticato dalla grossa borsa che gravava sulla sua spalla destra.
“Dov’è quella maledetta aula di trasfigurazione?!” sbottò James, mentre Remus lanciava uno sguardo carico di preoccupazione dietro sé.
“Tutto bene, Sirius?” chiese, avendo notato il respiro dell’amico farsi sempre più affannato.
Black si rispecchiò nelle pozze d’ambra del compagno, perdendocisi dentro come ogni volta…Vedere la preoccupazione negli occhi di Remus e indirizzata proprio alla sua persona avrebbe estasiato Sirius, in un’altra situazione. Ma non in quella…
La spalla sulla quale poggiava la cinghia della borsa gli faceva un male cane, ma non poteva mostrarsi debole di fronte al suo dolce lupetto.
“Si, tranquillo…Mi chiedevo solo come riusciremo a non farlo scoprire”, mormorò guardando in basso, incontrando il viso addormentato del piccolo…
“Come avrete capito, l’incantesimo –Stuperifom- richiede un grande quantitativo d’energia. Ora, per…”
La voce della McGonagall fu stroncata da uno sbattere di porta, seguito dall’ingresso di quattro giovani ragazzi col fiatone e l’aspetto trasandato.
L’espressione della professoressa non poteva apparire più nera in quel momento…
“Bene, bene…Potter, Black…i due ritardatari di routine. Stavo in pena…ancora qualche minuto e avrei pensato che foste malati…Ma con voi c’è anche il signor Pettigrew. Alla fine sono riusciti ad incastrare anche lei. Ma quello che mi delude maggiormente è lei, signor Lupin!”
Remus assunse un’aria profondamente imbarazzata e colpevole, mentre la vice-preside lo squadrava con disapprovazione.
Povero Moony…si ritrovò a pensare Sirius, terribilmente dispiaciuto per la situazione. Di certo non aiutavano le risatine che Malfoy, Snape e la sua banda lanciavano dal loro gruppetto. Guarda che sorrisini idioti…Quanto avrebbe voluto cavargli i denti!
Voltò lo sguardo di scatto sul suo povero licantropo, struggendosi alla vista del suo compagno in quello stato: Le sue stupende pozze d’ambra colme di dispiacere, il suo viso afflitto e chinato verso il basso come in gesto di scusa e le sue carnose labbra martoriate dai bianchi denti… Nooo! Non quelle labbra che Sirius avrebbe tanto voluto assaporare per scoprire se fossero realmente morbide come lo erano nei suoi sogni…
Ehm, ma non doveva divagare! Piuttosto…
“E’ colpa mia, professoressa McGonagall!” esplose, beccandosi lo sguardo di tutti i soggetti presenti in quell’aula.
L’insegnante di trasfigurazione interruppe la sua ramanzina, portando il suo sguardo ora interrogativo e corrucciato sul giovane Black.
“Vede…ieri sera ho fatto un po’ tardi e così il tempo per fare i compiti si è ridotto essere tra le prime ore del mattino…” spiegò, mentre vide di sfuggita gli occhi stupiti del licantropo osservarlo “e i compiti erano veramente lunghi e difficili, ovviamente escluso il suo, professoressa! “ si affrettò a precisare con un sorriso, scatenando le risate della classe.
“E siccome le mie palpebre cominciavano ad appesantirsi, Remus ha avuto il buon cuore di aiutarmi. Ecco perché siamo arrivati tardi…Sa, essendo Mo…Remus!, quello che di solito ha il compito di svegliarci in tempo, che non sempre gli riesce con me!, abbiamo finito col arrivare in ritardo. Ma la colpa è soltanto mia.
Beh, professoressa…A meno che lei non si sia al servizio del capo della casa degli Slytherin, penso non le convenga togliere punti ai Gryffindor, se non vuole perdere la coppa…” terminò con un sorriso, scatenando –oohhh!- di ammirazione da parte della sezione femminile dell’aula. Ovviamente a parte la professoressa McGonagall…
“Ti assicuro, Black, che la qui presente presidentessa dei Gryffindor non stringe alleanze di questo genere. Certo avrei maggior agevolezza se non dovessi punire uno sbruffoncello e il suo degno compare almeno due volte al giorno!” sbottò, scoccando un’occhiata esplicita a lui e al ragazzo dalla chioma ribelle, che finsero di guardare altrove.
“A parte questo, potrei conoscere il motivo delle tue ore piccole di ieri, Black?” chiese con voce innocente, affatto consona allo sguardo indagatore che sfoderava…
Per un istante l’animagus non seppe cosa rispondere…Cavolo, quella strega riusciva sempre a fregarlo! Che s’inventava? Un appuntamento con qualche bella ragazza? Si, così si sarebbe assicurato cento punti in meno alla casa, dato che erano vietati appuntamenti notturni in qualsiasi luogo…
E poi non voleva fanfaronarsi davanti a Remus…Voleva che lui capisse che nel suo cuore non c’era spazio che per i suoi dolci occhioni d’ambra…
Così belli e caldi…Uniti alle sue carnose labbra che da tempo immemore desiderava baciare…
Dio…come avrebbe voluto poterlo stringere a sé e… Auuugh! Ci stava ricadendo! Concentrazione, concentrazione ci voleva!
Che diamine doveva dire? Cosa cavolo si poteva inventare?!
“Direi che qui subentro io, professoressa!”
Per un’altra volta l’attenzione fu nuovamente spostata. L’insegnante sospirò, avvertendo un forte mal di testa…James invece appariva più sorridente che mai, tanto che strizzò l’occhio di nascosto al suo compare.
“Sa, io cerco sempre di far colpo su una certa persona e…” I due mori si guardarono perplessi l’un l’altro, per poi fissare interrogativi la donna
“Ne ho abbastanza delle vostre spiegazioni che, detto per inciso, mi stanno facendo perdere ore preziose di lezione, quindi siete pregati di accomodarvi ai vostri posti e chiudere quelle vostre dannate boccacce!”
I due animagus sorrisero entusiasti, per una volta assolutamente concordi con l’ordine della professoressa.
Scambiarono uno sguardo d’intesa anche con Wormtail, al settimo cielo per essere riuscito a sfuggire ad una sicura punizione, mentre Moony…
Il volto di Moony traspariva un velo di tristezza, che non sfuggì al giovane Padfoot, al quale non passavano mai inosservati i cambiamenti d’umore del licantropo . Stava per chiedergli cos’avesse, quando all’improvviso una notizia del tutto imprevista non giunse alle sue orecchie.
“Cosa?” biascicò incredulo insieme agli altri tre Marauders, sperando che la McGonagall stesse scherzando…
“Mi avete sentito benissimo” proclamò questa, sedendosi alla cattedra “cinque punti verranno tolti a Gryffondor per ciascuno di voi. Le regole, come tali, vanno rispettate. Ah, Black, terminata la lezione fermati un attimo qui, dobbiamo ancora discutere sulla tua punizione per esserti addormentato ieri…”
A nulla valsero i tentativi di farle cambiare idea, fatto che fece crepare dalle risate il gruppo degli Slytherin capitanati da Malfoy e Snape e innervosire a dir poco gli studenti della casa dei Gryffondor.
“Questa è la volta buona che ci linciano…” mormorò Prongs sprofondando nel banco, mentre vagava con lo sguardo verso un gruppo di femmine dei Gryffondor. Intercettò lo sguardo della persona che gli interessava e certo il carico d’odio e disprezzo che lesse in quelle verdi pupille non contribuì a farlo sentire meglio.
“Ragazzi, dobbiamo assolutamente recuperare questi punti…” meditò Wormtail cercando di non farsi scorgere dalla McGonagall che intanto era ritornata a spiegare. D’un tratto si girò verso Remus, come folgorato da una grande idea
“Remus! Tu sei un prefetto: potresti togliere qualche punto alla casa degli Slytherin per impedir loro di superarci troppo nella graduatoria! E poi potresti farlo anche con i…” ma si bloccò, quando vide il fermo sguardo del lupo mannaro.
“Levatelo dalla testa, Peter! Non è mia intenzione agire slealmente per recuperare i punti perduti. Cercherò di darmi maggiormente da fare nello studio…
Piuttosto…” sussurrò, a voce talmente bassa da poter essere udito solo da loro “come sta il piccolo?”
Tutti indirizzarono lo sguardo verso Sirius, che a sua volta lo diede alla borsa sulle sue ginocchia…
“Tutto ok…” bisbigliò, tranquillizzando gli animi dei compagni “…il bimbo se la sta dormendo alla grossa. Dovrò ringraziare il professor Vitious per quell’incantesimo sul sonno…”
“Si, però se ti ricordi dura solo un'ora…” rammentò preoccupato il biondo, tormentandosi le mani.
“Beh, allora speriamo che lui decida di prolungare il soggiorno da Morfeo…” decretò Remus, cominciando a provare l’incantesimo –Stuperifom-…

Arrivando alla fine della lezione i Marauders, grazie al talento dei due scapestrati e alla conoscenza del licantropo, riuscirono a recuperare cinque punti ciascuno, rimediando un poco al disastroso punteggio che loro stessi avevano provocato; la McGonagall concesse loro persino un sorriso, rivolto solo a Lupin, però, che riuscì ad esporre correttamente la biografia del creatore dell’incantesimo –Stuperifom-.
“Ben fatto, Moony…” si complimentò James a bassa-voce quando l’amico ritornò a sedersi “con questo tuo intervento abbiamo recuperato già 15 punti! Ora, vediamo…settimana prossima ci sarà Gryffondor contro Ravenclaw e poiché ci giocherà il sottoscritto, la vittoria è assicurata e con lei i punti extra!”
“Viva la modestia…” mormorò Sirius, fingendo di prendere nota dei compiti assegnati “però devo ammettere che non giochi poi tanto da schifo…”
“Come –tanto da schifo-?!” protestò il compagno.
“…quindi ciò dovrebbe andare a nostro vantaggio” s’intromise Peter, facendo qualche rapido calcolo sul foglio davanti a sé.
“Esatto, ma per questo non dobbiamo più cacciarci nei guai, specialmente VOI DUE!” disse Remus, calcando bene le ultime parole e squadrando i due mori in questione “se possedete un po’ d’orgoglio complessivo, come è, contribuirete a far vincere Gryffindor anche quest’anno. Siamo intesi?”
“Si, mamma-prefetto…” mormorarono chinando la testa, suscitando l’ilarità di Peter, e anche di Remus.
“U-uugh?”
I quattro si bloccarono…Cos’era stato quel verso? Tesero nuovamente l’orecchio… Nulla, probabilmente era stato un rumore da fuori…Difatti la finestra era aperta…
“Auh?”
Di nuovo! Ma che…
“Grooown!”
Stavolta il rumore suscitò vari risolini da parte di buona parte della classe, di cui per fortuna la McGonagall non si accorse. James alzò gli occhi al cielo “Per la miseria, Peter! Controlla il tuo stomaco, che diamine!”
L’accusato arrossì improvvisamente, mentre Padfoot si accinse a dare man forte all’amico “Ha ragione, Peter! Cerca di resistere: manca poco all’ora di pranzo. Oppure si tratta di un problema fisiologico?”
“Piantatela, voi due! Sapete che poi si offende…” li rimproverò Lupin con aria severa, poggiando una mano sulla spalla dell’amico dalle guance infuocate. Quest’ultimo cercò di darsi un contegno, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi: “Scusami, Wormy…ma lo sai che ti voglio bene, in senso platonico ovviamente e…”
“Auuuuh?!”
Il discorso rimase troncato a metà…Di nuovo…
I ragazzi giudicarono impossibile che provenisse dal gruppo di Malfoy, per quanto lo considerassero capacissimo di simili versi. Ma, come loro, essi guardavano a destra e a sinistra dell’aula, per cercare di carpire nuovamente il rumore…
“A-auuuuuuhhh…”
Stavolta la tonalità risultò maggiormente alta, tanto che se ne rese conto persino la McGonagall, che lasciò perdere per un attimo di aiutare uno Slytherin nella riuscita dell’incantesimo e tese anch’essa l’orecchio. E questo allarmò non poco Remus…
“Ragazzi…” mormorò, soffermando uno sguardo trapelante di rabbia e nervosismo sui più scapestrati dei Marauders “se è uno dei vostri soliti scherzi, vi avverto: smettetela subito! O finiremo nei guai.” “E’ la verità, Remus!” esclamò Sirius, dando man forte all’amico “Non siamo stati noi!”
Il bel ragazzo dagli occhi ambrati scrutò attentamente i compagni, indeciso se credergli o meno. Ma quando incontrò le grandi iridi di Sirius, annuì.
“Scusate…” mormorò, abbassando il capo e sentendosi un poco in colpa “ma allora che cos’è questo verso?”
Nessuno dei due rispose. Non riuscivano proprio a capire cosa…?
“Ragazzi…”
Tre paia d’occhi si concentrarono su Wormtail, il cui viso era diventato estremamente pallido…
“Temo che sia…”
Alzò un dito su Sirius, indirizzandolo verso il basso “…lui…” mormorò, folgorando le menti degli altri Marauders. Maledizione! Se n’erano completamente scordati, si ritrovò a pensare il giovane dai lunghi capelli corvini chinando il capo di scatto, incontrando due grandi pozze azzurre assonnate che guardavano confusamente davanti a sé. Quando il bimbo si rese conto di essere osservato, concentrò la sua attenzione su quella testa mora che gli sembrava vagamente familiare…Ma si! Era quel ragazzo dalla faccia simpatica…
Fu rallegrato dalla sua vista, tanto da emanare un grido festoso che invece scatenò brividi di panico al suo indirizzato.
Sirius assunse un’aria terrorizzata, cercando con lo sguardo l’aiuto dei compagni: “E adesso che facciamo?!”
Frattanto il bimbo, incurante di trovarsi in una situazione piuttosto complicata, volle richiamare l’attenzione del quindicenne su di sé, incitandolo con alte grida
“Uaaaahhhh…”
“Uuuahh! Accidenti, quanto sono stanco!” esclamò James, compiendo un ampio gesto di sbadiglio “Mi perdoni, professoressa. Sa, i postumi dell’altra sera…”
Il sorriso che sfoderò difficilmente avrebbe funzionato con la McGonagall, tuttavia questa decise di lasciare perdere quel piccolo scapestrato e riconcentrarsi sulla lezione, non prima di aver raggelato con lo sguardo lo studente.
“Bene, ora riproviamo assieme l’incante…”
“GUUUAEEEE…!”
“…EEEHI, Evans! Mia bellissima! Che ne diresti di uscire con me, domani?!”
"POTTER!” gridò la McGonagall con espressione furente, mentre la rossa in questione cercava di nascondersi dalla vista di quell’idiota che a quell’esclamazione era addirittura balzato in piedi.
Il ragazzo socchiuse gli occhi, sfoderando uno smagliante sorriso: “Mi scusi, professoressa…Ma siccome ad ogni dichiarazione d’amore la Evans mi risponde con epiteti assai poco galanti, pensavo che davanti a lei forse sarebbe stata un poco più dolce…” terminò strizzando l’occhio alla sua bella, il ché scatenò in lei la scintilla…
La giovane si alzò infatti in piedi di scatto, fulminando il moro con lo sguardo dopo essersi rivolta all’insegnante: “Mi rincresce incredibilmente, professoressa, ma…SE PENSI CHE USCIRO’ MAI UN GIORNO CON TE, NON DUBITARE, LO FARO’! MA SOLO PER VENIRE AD ASSISTERE AL TUO FUNERALE, SCHIFOSISSIMO E VANESIO VERME!” Terminata la sfuriata la Gryffindor si risedette, lasciando un James completamente stravolto e spiazzato e una McGonagall abbastanza confusa, anche se trapelava una certa aria divertita.
Trascorsi alcuni attimi di silenzio, interrotti solo dai mormorii d’accordo e conforto rivolti a ciascuno dei due studenti, la caparbia strega ritrovò l’uso della parola: “Bene, Potter, direi che hai ricevuto la tua risposta…Ora lasciamo da parte ogni distrazione e, lo ripeterò per l’ultima volta!, concentriamoci sulla lezione. Potter, torna e sederti e non temere: non ti infliggerò alcun castigo. Penso che tu sia stato già punito a sufficienza…” dichiarò, osservando la faccia ancora pietrificata del quindicenne, il quale venne richiamato alla realtà con uno strattone di Pettigrew, sbattendolo sulla sedia.
“Diavolo, James! Si può sapere che ti è preso?!” sbiascicò il biondo asciugandosi il sudore dalla fronte.
“Fa silenzio, Peter. Il suo intervento ha fatto si che non ci scoprissero…” sbottò Remus, ritornato a respirare normalmente.
Scoccò uno sguardo colmo ti timore verso il suo compagno dai lunghi capelli corvini, che teneva la mano sinistra dentro la borsa sulle sue ginocchia.
“Tutto bene, Sirius?”
Il moro annuì, un po’ accigliato.
“Si, se avessi saputo prima che ci voleva così poco per farlo calmare…” sibilò, fissando torvo quella creaturina succhiare il suo dito come se fosse stato un ciucciotto “Per fortuna l’intervento di Prongs ci ha parato il fondoschiena. Perdonami, amico…” mormorò, fissando dispiaciuto il suo mio migliore amico dal volto ancora paralizzato “non volevo che la Evans ti desse così addosso. Cerco che ha proprio un bel caratterino…”
Il bel giovane dagli occhi ambrati sbuffò.
“Io al suo posto avrei fatto la stessa cosa…”
“Davvero?” chiese sgomento Padfoot, guardando con interesse il licantropo.
In lui si stava formando il pericoloso desiderio di provare le parole di Lupin dichiarandosi a sua volta, quando un sospiro da parte del ragazzo al suo fianco lo fece desistere.
“Ehi, amico…” mormorò, sfoderando un sorriso incoraggiante al capo chino di Prongs “non fare quella faccia…vedrai, andrà meglio la prossima volta…”
“James…” si unì Remus con voce triste, poggiando una mano sulla spalla del compagno.
Sembrava veramente giù…Certo, sapevano bene quanto la Gryffindor dalla criniera rossa gli piacesse, ma non si sarebbero mai aspettati una simile reazione…In fondo, ricevere insulti dalla ragazza stava diventando un fatto all’ordine del giorno per l’animagus…Ma stavolta sembrava esserci rimasto veramente male…
“Ragazzi…” sussurrò infine il soggetto che sembrava in preda alla disperazione “…l’amo da impazzire!”
Per miracolo i tre Marauders non caddero a terra… “Co-come?!” sbiascicò incredulo Peter, mentre gli occhi di James cominciavano a brillare.
“Avete visto come mi ha risposto?!” mormorò eccitato, non curante degli sguardi sgomenti dei suoi amici “E con che tono! Non credevo si sarebbe azzardata con la McGonagall presente…E’ veramente una ragazza straordinaria… Dev’essere mia!”
La decisione che si leggeva nei suoi occhi non lasciava presagire futuri rosei…Moony e Padfoot si scambiarono un’occhiata divertita. James rimaneva pur sempre James…

“Per oggi è tutto ragazzi, ringraziando il cielo… Potete andare. Black, rimani un attimo, per favore, dobbiamo discutere della tua punizione…”
Una nuvola di depressione si abbatté sul ragazzo dai lunghi capelli corvini. Lasciò la preziosa borsa nelle mani di James, il quale gli sussurrò un –in bocca al lupo- e si trascinò coi piedi fino alla cattedra, dove l’insegnante stava sistemando le sue cose.
“Bene, Black…penso di avere già una mezza idea su cosa farti fare…” dichiarò, guardando di sottecchi il volto afflitto dello studente.
“A me va bene tutto, basta che non si tratti di pulire le scarpe a Snape o Malfoy, …”
Un lieve sorriso si accennò sulle labbra della McGonagall. “Tranquillo, non sono così sadica, per tua fortuna…No, dovrai solamente pulire e sfamare gli animali di Hagrid e aiutarlo in alcune sue faccende…Black, cosa ti prende?” chiese, notando il pallore improvviso che aveva assunto il giovane.
Quest’ultimo deglutì, sforzandosi di non urlare… “Professoressa…lei mi fa sembrare il pulire le scarpe a Snape una cosa piacevole…” mormorò, scatenando un piccolo riso dall’insegnante “dico sul serio, professoressa! Le bestie di Hagrid sono un vero pericolo pubblico. Una volta una sua –talpira- ha quasi staccato il naso di Peter a morsi solo perché le si era avvicinato troppo!”
La strega finì di sistemare le sue carte con assoluta tranquillità, facendo sorgere il sospetto a Sirius che il suo obbiettivo fosse proprio eliminarlo…Ma improvvisamente la donna riprese a parlare
“Sono sicura che sarai più accorto di Pettigrew, Black, e che saprai applicare i tuoi studi di –cura delle creature magiche- in modo corretto…Ora, se mi vuoi scusare, ho una riunione di lavoro col professor Dumbledore. Buona giornata, Black…” disse, afferrando la borsa e dirigendosi a gran passi verso la porta.
Il giovane Marauders stava meditando al suicidio, quando la voce dell’insegnante lo richiamò inaspettatamente…
“Oh, Black?”
“Mh?” mugugnò lui, voltandosi verso la porta.
“Non credere che non abbia capito che oggi ti sei comportato da idiota, peggio del solito, solo per difendere il signor Lupin…”
Il volto dell’animagus divenne rosso acceso, non sapendo cosa ribattere…Dopotutto c’aveva completamente azzeccato!
“Mi raccomando solo di una cosa, Black…” esclamò infine la McGonagall prima di andarsene definitivamente “cerca di non influenzarlo negativamente…Altrimenti rovineresti uno dei miei prefetti preferiti.”
Lasciato solo ai propri pensieri, il ragazzo poté finalmente lasciarsi cadere su una sedia. Poggiò una mano sul proprio cuore, pregando che i battiti riprendessero un ritmo regolare. Che razza di situazione!
La McGonagall aveva smascherato subito i suoi veri sentimenti. Cavolo, ma li lasciava trapelare così facilmente?! Se così era, doveva assolutamente rimediare, altrimenti…
“Sirius?”
Una voce tanto angelica non poteva che appartenere ad una persona…Si voltò di scatto, con fretta impaziente, totalmente dimentico dell’insegnante di trasfigurazione, perdendosi negli occhi più belli che fossero mai nati…Ma stavolta avevano qualcosa di diverso…Una luce diversa, come se…ci fosse qualcosa che li rattristasse. Si, tristezza era il sentimento che individuò avvicinandosi all’amico dalle iridi ambrate, subito abbassate non appena il moro gli si era fatto vicino…
“Remus…che hai?” chiese con una nota di preoccupazione nella voce, poggiandogli una mano sulla spalla. Il licantropo tentennò un poco, trovando terribilmente interessante guardare la punta delle proprie scarpe… “…che…punizione ti ha affibbiato, la McGonagall?”
Il moro sgranò gli occhi, sorridendo allegro allegro all’amico. “Niente di preoccupante, l’incubo Snape è scongiurato…” scherzò, riuscendo a far sorridere lievemente l’altro “dovrò solo occuparmi delle creature di Hagrid…Remus? Remus?! Ti senti bene?!” chiese, scrollando preoccupato il compagno, il quale aveva assunto un pericolante colorito bianco…
Il giovane dagli occhi ambrati si portò una mano sulla fronte, cercando di respirare in modo normale.
“Sirius…” mormorò, ritrovando il coraggio di guardare l’amico in faccia “è troppo pericoloso! Le creature di Hagrid, non sono…beh…”
Black sorrise.
“Non sono docili come me, intendi?”
L’altro lo guardò bieco, facendo un gesto spazientito con la mano
“Sirius, non scherzare su una cosa così seria! Ti rendi conto che i suoi animali rischierebbero di ferirti gravemente o…”
Tremò, serrando un attimo le palpebre.
“Devo parlare con la McGonagall! Chissà, forse riesco a convincerla a cambiarti punizione…Che ne so, massimo ti farà pulire qualche bagno oppure riordinerai la camera da letto della Cooman…Certo, quest’ultima non è un granché come punizio…”
Il torrente delle sue parole fu bloccato da una mano di Sirius, che gentilmente si era posata sulle sue labbra. Guardò confuso l’amico, che a sua volta lo stava fissando con estrema dolcezza.
“Tranquillo, Remus…vedrai che non mi succederà niente di male…” “Ti ho detto di non preoccuparti…Figurati se la McGonagall mi farebbe fare qualcosa di pericoloso…Voglio dire, ne sarebbe capace, soprattutto nei miei confronti, ma non credo sia malvagia fino a questo punto…Aspetta un attimo, ma stiamo parlando della McGonagall?! Oh, cacchio!”
esclamò, cominciando a temere una qualche losca vendetta nei suoi confronti.
La sua preoccupazione cessò quando sentì la fresca risata di Lupin giungergli alle orecchie.
“E adesso si può sapere perché ridi? Oseresti sperare in una mia prossima scomparsa?!” ringhiò finto arrabbiato, beandosi di quella dolce visione che si manifestava davanti a lui.
Il lupo mannaro si asciugò le lacrime dagli occhi, cercando di ritornare serio
“No…ah ah!…E’ solo che tu riesci sempre a farmi ridere…”
L’altro sembrò meditare un attimo… “Allora forse farei carriera come comico…”
Remus scosse la testa con aria divertita. Poi, inspiegabilmente, un nuovo velo di tristezza si dipinse sulle due stupende pozze d’ambra.
“…tu cerchi sempre di farmi sentire meglio…Io invece riesco solo a procurarti guai…”
Sirius sgranò gli occhi, guardandolo confuso. “Che stai dicendo?”
Al di fuori della finestra, gli studenti chiacchieravano felici, ridendo e scherzando spensierati. Il prefetto si avvicinò a quelle voci, portando lo sguardo sull’allegro scenario e lasciando che i luminosi raggi del sole lo riscaldassero. In quel momento non poteva apparire più bello agli occhi di Sirius…
“E’ a causa mia se…la McGonagall ti ha dato questa punizione”
Il moro non riuscì a trapelare il suo stupore “Cosa?!”
“E’ così, Sirius!” esclamò con impeto il lupo mannaro, voltandosi a fronteggiarlo “Credi che non abbia capito che oggi tu ti sia esposto in prima persona solo affinché la professoressa non se la prendesse con me?!”
Il panico e il rossore avvolsero l’animagus dai lunghi capelli corvini. Accidenti! Ma allora si notava veramente così tanto! E adesso? Calma, Sirius, non farti prendere dal panico…Potresti spiegargli tutto prima che ti insulti definendoti un maniaco e chissà, magari sarebbe indulgente e…
“Ti sono grato per quello che fai, sei un vero amico, ma non posso permetterti di continuare in questo modo…”
Amico?! Aspetta un attimo…Ma allora non aveva capito niente! Che sollievo…
“…Sirius? Sirius, mi stai ascoltando?” chiese Lupin al rumoroso sospiro che l’amico lanciò
“Eh? Ah! Si, si, certo! Però trovo che tu ti stia facendo dei complessi per nulla.”
“Per nulla?!” esclamò Remus sgranando gli occhi “Sirius, tu non sai quello che dici! A causa mia rischiavi di ricevere un'ulteriore punizione e poi i punti persi…”
“Remus!”
Il ragazzo tacque, incrociando lo sguardo gentile che l’amico, ora con le mani appoggiate alle sue spalle, gli rivolgeva.
“La mia punizione è dovuta solo alla mia tendenza di…lasciare momentaneamente la classe con la mente per andare a fare quattro chiacchiere con Morfeo…” spiegò, scatenando una piccola risatina in entrambi “e riguardo ai punti persi…beh, quelli sapevamo che ce li avrebbe tolti in partenza, conoscendola”
Remus annuì lievemente, ritornando finalmente col suo solito gentile sorriso sulle labbra. Sentì le calde mani dell’amico sfiorargli le guance, sorprendendolo un poco… “Ecco, così…Ritorna ad essere il dolce e sorridente Moony che conosco…E non t’azzardare più a dire che mi procuri guai, chiaro?” disse con tono fermo, ma con un’espressione dolce sul volto.
L’amico rispose sorridendo, facendo qualche passo indietro. “D’accordo, allora d’ora in poi dirò che sei tu a procurarli a me!”
“Cosa?!” ringhiò, prima di rincorrere il suo lupo mannaro dietro la porta.


Continua…

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Capitolo 4
*** - ***


Ridendo e scherzando, inciampando ma continuando a rincorrersi, i due Marauders canini arrivarono nella sala da pranzo della scuola, dove gli altri studenti si stavano già servendo dei vari e deliziosi manicaretti.
“Finalmente, ragazzi! Ancora un po’ e avrei pensato di denunciare la McGonagall…” esclamò James quando i suoi amici si sedettero al tavolo dei Gryffindor.
Remus gli rispose con un lieve sorriso, cominciando a riempire il proprio piatto di profumanti patate al forno, passando poi il vassoio a Sirius, come a domandargli se ne volesse anche lui. L’animagus dal pelo felpato rimase incantato ad osservarlo…troppo a lungo, forse. Il suo migliore amico, infatti, gli lanciò uno sguardo molto esplicito, facendolo arrossire…
“Non deve essersi trattata di una punizione così severa, se sorridi a quel modo…” gli mormorò all’orecchio il cercatore dei Gryffindor “o forse nel tuo buon’umore c’entra Remus?”
Il rossore sulle gote dell’affascinante ragazzo aumentò, confermando in questo modo i sospetti dell’amico. Quest’ultimo sbatté un pugno sul tavolo, sfoderando un sorriso colmo di compiacimento.
“E bravo Padfoot! Non c’è solo segatura in quel cervello canino, allora!”
A giudicare dall’espressione, l’animagus non sembrò molto lusingato da quelle parole, ma prima che potesse replicare il moro riprese il suo discorso.
“Hai fatto la classica dichiarazione: -Ti amo-, oppure gli sei saltato addosso e l’hai baciato con passione?”
La bocca di Sirius toccò terra, anche se apparve solo una semplice particolarità rispetto alla tinta rosso accesso che si era sparsa su tutto il suo volto.
“C-che stai dicendo?!” sbottò, cercando di tenere il tono della voce il più basso possibile, guardando fugacemente il compagno licantropo per sincerarsi che non li stesse ascoltando. Fortunatamente una Gryffindor dai capelli color fieno lo stava intrattenendo in una animata conversazione…Un attimo…una gryffondor dai capelli color fieno?! Ma allora era quella ragazza innamorata perdutamente di Remus!
“Ehilà! Come va?!” gridò, provocando un piccolo attacco di panico ai due ragazzi e smorzando le loro chiacchiere.
Il lupo mannaro fissò con espressione sorpresa il suo amico irruente che in quel momento, sebbene lo avesse sempre considerato un ragazzo allegro, stava sfoderando un tale sorrisone che gli copriva l’intera faccia.
“Ehm…bene…” biascicò, rispondendo alla domanda del compagno “Sirius, questa è Laertia Godrey, non so se la conosci…E’ una mia compagna di…”
“Di Aritmanzia! Certo! Piacere, io sono Sirius Black, un carissimo amico di Remus, giusto Remus?!” esclamò, guardando con occhioni scintillanti l’interpellato, aspettando ansiosamente la sua conferma.
“C-certo…”
“Sai, io e Remus siamo amici da tanto, ma tantissimo tempo!” esclamò, calcando l’accento su quelle parole, come se si fosse trattato di un avvertimento…Come in realtà era, del resto…
“Ci siamo conosciuti già dal primo anno, quindi siamo amici da ben cinque anni. Mentre tu, sei fai Aritmanzia devi conoscerlo da appena due anni, giusto?!”
“S-si…” mormorò quella, spaventata a morte dall’abnorme sorriso del moro che si era frapposto tra lei e il suo compagno di corso.
“Ma allora devi conoscere anche la Evans! Sai, quella rossa dagli occhi verdi, quella carina…La conosci? Mi hanno detto che è molto brava pure lei…Naturalmente non può competere con Remus, non trovi?! Tornando alla Evans, hai notato anche tu che caratterino possiede? Riesce sempre a zittire James con le sue frecciatine…”
Ma che diavolo prendeva a Sirius? Si chiese il giovane dagli occhi ambrati, non riuscendo a ricordare di aver mai visto Sirius comportarsi in quel modo con una ragazza e per di più in sua presenza…Probabilmente nemmeno Laertia giudicava normale il comportamento del ragazzo, a giudicare dall’espressione stralunata e spaventata che aveva. Beh, come darle torto…L’animagus dal pelo felpato continuava a gridarle delle domande una di seguito all’altra e senza senso logico…Almeno così appariva a Lupin…
Si, perché lo scatenato agire di Black aveva il preciso intento di tenere quella stramaledetta ragazzina lontana dal suo Moony! Anche a costo di apparire uno sciocco e di dar spettacolo davanti a tutta Hogwarts. Come del resto stava facendo…
Fortunatamente intervenne un’anima pia a porre rimedio alla situazione…
“Miei giovani compagni, è ora di andare!” decretò all’improvviso una voce, sospendendo il torrente di parole di Black. Le mani di Potter si posero sulle spalle di Moony e Padfoot, riservando invece un allegro sorriso alla più che confusa Gryffindor…
“Ci devi perdonare, Godrey, ma abbiamo molti compiti arretrati da finire. Sai, la celebrità costa parecchi sforzi…”
E senza dare alla ragazza il tempo di rispondere, trascinò i suoi amici lontano dalla ressa… Sirius non riuscì a trattenere un sorriso di soddisfazione per essere riuscito a tenere il dolce Remus lontano dalle spire delle Godrey ed era talmente euforico di ciò che si accorse solo dopo della voce che stava sussurrando al suo orecchio…
“La prossima volta trova un modo meno imbecille di dirmi che sei ancora a un punto morto col tuo bello…” gli sussurrò James alla veloce, per non insospettire troppo Remus “…o finirai per fargli fraintendere tutto…”
L’allusione nelle parole dell’amico non sfuggì al giovane Black. Non gli piacevano certi discorsi, specie se c’era di mezzo il suo tenero lupo mannaro, ma perse l’occasione di chiarirsi col suo migliore amico quando incrociò lo sguardo lanciatogli dalla McGonagall seduta al tavolo dei professori. In esso poté scorgere rassegnazione, divertimento e…, no, doveva trattarsi di un’illusione ottica!, un misto di tenerezza e compiacimento. Non ricordava che la professoressa lo avesse mai guardato in quel modo…Sembrava quasi…lo sguardo di una mamma…
No, che stava dicendo?! La McGonagall??! Quella che ad ogni sua battuta per…-intrattenere le lezioni-, gli faceva scontare interi pomeriggi in compagnia delle oscure minacce di morte da parte della Cooman?! Naaah! Impossibile!
Oscure trame nei suoi confronti si stavano formando nella sua mente, prima che un forte colpo alla testa lo riscosse. Quando aprì gli occhi, provò un certo senso di inquietudine…Specialmente perché non era abituato a vedere James con le lacrime agli angoli degli occhi e fazzoletto alla mano.
“Sirius…” mormorò il moro con gli occhiali poggiandosi una mano sulla fronte “sapevo che tutte quelle ore di solitudine a fantasticare su Remus ti avrebbero portato alla pazzia...Ma, non immaginavo che ti saresti messo a fumare erbe strane con la Cooman!”
“Ma va al diavolo, James!” sbottò, ridendo della completa idiozia del migliore amico.
Certo che ne sparava di scemenze…All’improvviso avvertì la mancanza di qualcosa. O di qualcuno… Vagò con lo sguardo avanti e indietro, tentando di individuare la persona mancante
“Dov’è Remus?”
“Dopo averti visto in quello stato, ha preferito andare ad occuparsi di un poppante meno problematico…” spiegò, beccandosi una linguaccia da parte di Black “un bamboccio, sempre dagli occhi azzurini, ma con un briciolo di fedeltà superiore a quella di qualcuno di mia conoscenza…”
L’allegria si spense sul volto dell’animagus, lasciando il posto ad una forte inquietudine
“Che stai dicendo?! Io sono FEDELISSIMO a Remus! NON ESISTE NESSUN ALTRO AL QUALE TENGA COSI’ TANTO! IO AMO RE…!”
“E parla piano, stupido! O vuoi dichiararlo a tutta la scuola, buongiorno, professor Vitius, bella giornata, vero?” sorrise verso l’insegnante, con ancora la mano tappata sulla bocca di Sirius. Allontanatosi il prof, l'animagus del cervo concesse all’amico la facoltà di respirare…
“AUFF! Ma sei impazzito?! Ancora un po’ e andavo a rimpinzare il gruppo di spiriti di Hogwarts!” si lamentò Black respirando a fondo, non riuscendo comunque a modificare l’espressione seria di Prongs.
“Forse il tuo cervello aumenterebbe di spessore in quel caso! Almeno eviteresti di urlare ai quattro venti un amore non ancora dichiarato e di far credere alla luce della tua vita che tu ci provi con la Godrey!”
“Senti, ho solo alzato la voce, e anche se mi avessero sentito, non mi importerebbe! Non ho vergogna del mio amor…CHE HAI DETTO?!”
All’improvviso sembrò che l’aria attorno a lui fosse diventata irrespirabile, provocandogli una forte sensazione di vertigine…
“CHE DIAVOLO VAI BLATERANDO?? Io che ci provo con la Godrey?! Ma lo sai che la detesto al pari di Snape, per i suoi continui approcci appiccicaticci a Moony!”
“Allora hai un modo veramente idiota nel dimostrarlo! Inoltre hai scatenato le risa di tutta la sala, con le tue urla….” raccontò, passandosi una mano tra la sua folta chioma ribelle.
D’un tratto le sue iridi si illuminarono, ricordandosi di un particolare… “Però la tua demenza stavolta è stata utile”
Black lo fissò interrogativo “Che intendi dire?”
“Dico che la sofferenza sul volto del nostro Remus era un po’ troppo accentuata, per un semplice –amico-” sghignazzò l’animagus con espressione soddisfatta.
Finalmente non avrebbe più avuto attacchi di diabete a causa dei continui racconti dei sogni dell’amico, nei quali era sempre, SEMPRE presente Moony! Per carità, voleva bene a Sirius come ad un fratello…Ma non ce la faceva più a sorbirsi i suoi lamenti struggenti sul suo –impossibile- amore…Che a James non era mai parso tale…però lo sembrava ancora per Sirius…
“Che hai, vecchio mio?” domandò, notando l’aria stranamente afflitta del compagno, i cui occhi guardavano insistentemente per terra.
L’interpellato non osò alzare lo sguardo, mordicchiandosi le labbra con fare nervoso…
“Beh, pensavo che forse…il dolore di Remus non era diretto verso me…ma alla Godrey…”
James volse le mani al cielo in segno di disperazione… “Sirius, perché ti devi complicare così tanto la vita?!” Lo sguardo del giovane dai lunghi capelli corvini si coprì di tristezza
“Perché Remus è troppo importante…”
Passò un piccolo lasso di tempo di assoluto silenzio, interrotto solo dal profondo sospiro sfuggito alle labbra dell’animagus dalla forma di cervo e dal rumore dei suoi passi quando si sedette per terra in parte all’amico.
“Lo amo, James…” sussurrò Sirius, con voce strozzata “Lo amo da impazzire…Vorrei essere sempre al suo fianco, confortarlo teneramente nelle notti di luna piena e stringerlo a me, confidandogli tutto il mio amore. Nei miei sogni riesco a farlo…”
Rise, per sfogare la sua amarezza, sotto lo sguardo dolente del compagno, che non sopportava vedere il proprio migliore amico in quelle condizioni.
“…però solo in quei casi…Nella realtà non oserei mai…”
“Perché, Sirius?”
“Perché non voglio perderlo!”
L’urlo era uscito inconsapevole dalle sue labbra. Guardò stupito il compagno, non riuscendo a spiegarsi il proprio comportamento…
“Non voglio perderlo…” disse, stavolta a voce più bassa “sapere che non potrò mai avere il suo amore mi fa impazzire, ma…”
Serro i pugni con forza “…perdere anche la sua amicizia…No, sarebbe troppo!”
Il suo corpo prese a tremare lievemente, anche nel momento in cui Potter gli circondò le spalle in un abbraccio protettivo.
“…i suoi severi richiami tutte le mattine perché non mi sveglio…
I suoi calci sotto il tavolo quando mi addormento durante le lezioni…
Il calore del suo corpo quando mi circonda ogni volta che la mia maledetta famiglia vuole rammentarmi il suo disprezzo…
Il suo sorriso che mi accompagna tutte le mattine e mi saluta la sera…
No, James. Non posso perdere tutte queste cose meravigliose. E dato che non riuscirò mai a smettere d’amarlo, beh, vorrà dire che continuerò ad essergli amico e ad amarlo in silenzio…limitandomi a sfogare i miei istinti in sogno…”
Sghignazzò, contagiando anche l’amico al suo fianco. “Ecco perché hai sempre un rivolo di bava che ti scende dalla bocca al mattino…” scherzò, accentuando le risate di Black, sulla cui schiena diede un’energica pacca “Ma ascolta il vecchio, e incredibilmente sexy, saggio: non perdere la speranza. Il dolore di chi soffre per amore, credimi, Sirius, lo so riconoscere molto bene. Quindi, preparati: perché il futuro ti riserverà molte sorprese…”
E s’incamminò, lasciandosi dietro uno stupito Padfoot, totalmente all’oscuro del significato di quelle parole. Nemmeno il sorriso enigmatico che avvistò sul volto di James quando lo raggiunse riuscì a chiarirgli qualcosa…
“Ehi, Sirius…”
“Si, James?” chiese trepidante, sperando in qualche aiutino.
“Ma cosa sogni precisamente di notte su Remus?”
No, decisamente non era un aiuto…

“Finalmente, dov’eravate finiti?” si lamentò Peter quando i restanti Marauders varcarono la porta del dormitorio.
Il ragazzo con gli occhiali rise con vocetta stridula, aggrappandosi sensualmente agli abiti di Black “Perdonaci del ritardo, Wormtail, ma Sirius voleva farsi perdonare del suo atteggiamento distaccato di questi giorni…E devo dire che ci è riuscito perfettamente…Dio, se un drago a letto, Sirius!” esclamò, saltandogli praticamente addosso.
Mentre la scenetta suscitò un forte attacco di risa da parte del biondo Marauder, il giovane appartenente alla nobile casata scoccò all’animagus uno sguardo seccato.
“A dire il vero dovresti fare TU qualcosa per farti perdonare, visto il tuo comportamento –lascivo- che perdura da tantissimo tempo!”
“Ma tesoro…io amo solo te. Certo, di tanto in tanto concedo il mio corpo a più anime, però…”
“Dovrai fare mooolto, per farti perdonare!” ringhiò, unendosi poi alla risate generale del gruppo.
Gruppo, però, si accorse Sirius, a cui mancava un componente… “Dov’è Remus?”
Peter frenò il proprio attacco di risa, indicando con una mano la porta del bagno
“Il piccolo ha avuto un…piccolo incidente di percorso, così Remus ha pensato che era ora che il pupo dovesse fare un bagno” raccontò, storia che fece riflettere molto l’animagus del cane nero.
Precisi calcoli si stavano compiendo infatti nella mente di quest’ultimo, per una volta non tanto idioti…Se Remus era assieme al piccolo, probabilmente si trovava di ottimo umore. Per cui, perché non approfittarne…?
“Cosa fai, Sirius?” chiese il giovane Pettigrew osservando l’amico dai lunghi capelli corvini avvicinarsi alla porta del bagno.
“Devo chiarire una cosa con Remus…Ne approfitterò per dargli una mano col bambino…” spiegò, poggiando una mano sulla maniglia.
“Cerca di non approfittarti anche di qualcos’altro!” gli gridò dietro James, beccandosi lo sguardo interrogativo di Peter e gli insulti rabbiosi di Black.

“Ok, ci siamo…” pensò mentalmente, prendendo un grosso respiro “vai e cerca di non commettere altre cretinate!” Spalancò di scatto la porta, chiudendosela immediatamente dietro di sé.
“Ciao, Remus, volevo parlaaaaah!”
Probabilmente il cuore del ragazzo scoppiò nel suo petto quando si rese conto che il corpo del bimbo era mollemente adagiato nella schiumosa acqua della vasca assieme a Remus. Rimase totalmente pietrificato a fissare l’incantevole scena davanti a sé, finché l’urlo improvviso di Lupin lo riscosse dalle sue –innocenti- fantasie…
“SIRIUS! Che cosa ci fai qui?!” domandò il ragazzo di cui erano coperte soltanto le zone maggiormente intime, fissando l’amico con occhi colmi di stupore.
Il bimbo invece sembrò contento dell’improvvisata, tanto che lanciò grida festose all’indirizzo del giovane in piedi. Ma le parole espresse dal lupo mannaro sembrarono un’accusa alle orecchie di Sirius, tanto che si girò precipitosamente mentre un furioso rossore gli inondava le guance.
“E’ che…ecco…volevo dir…non intendevo entrare e…ci mancherebbe! Non mi permetterei mai…però…io volevo…vedi…oh, accidenti!” esclamò, afferrando di scatto la maniglia.
“Aspetta, Sirius!”
Il richiamo di Remus bloccò le sue intenzioni di fuga, anche se non osò nel modo più assoluto voltarsi verso di lui.
“Non c’è motivo che tu ti scusi…E poi mi hai visto già altre volte nudo, no?” chiese, mentre uno scroscio d’acqua e i lamenti del piccolo si facevano sentire.
“Si…però…ecco…
Oh, cacchio! Però non sai che il mio sguardo si ipnotizza su di te ogni volta che ti vedo in tutto il tuo splendore!” disse soltanto nella sua testa, mentre le sue gote si infiammavano ancora più.
Rumori di cui non capiva la provenienza e mugugni di proteste giunsero alle orecchie di Black, aumentando i battiti del suo cuore. Il moro era terrorizzato all’idea che il bel licantropo potesse sentirli, talmente rimbombavano nel suo petto…Dio, che situazione! Certo, non che non l’avesse immaginata altre volte, però…Non in quel modo!
“Sirius…”
Un richiamo…Un tocco vellutato sulla sua guancia infuocata…Si voltò, incatenando le sue iridi azzurre con le due stupende pozze d’ambra che tanto amava.
Il volto di Remus non avrebbe potuto apparire più splendido di quel momento, con le piccole ciocche bagnate che gli ricadevano sull’ampia fronte e gli incorniciavano il viso. Abbassando lo sguardo incontrò le sue carnose labbra, racchiudenti il più meraviglioso e dolce dei sorrisi, al pari o addirittura superando, quello di un angelo. Forse rimase incantato a fissarlo troppo a lungo, dato che il sorriso di Lupin si accentuò, soffocando a stento una risata.
“Sirius, ma che ti prende?” rise, toccandogli la spalla “sono così orribile da bagnato?”
“NO!” urlò, facendo indietreggiare Remus un poco spaventato.
Anche il piccolo, stretto tra le braccia del licantropo, guardava Black con una strana espressione, come se stesse analizzando il suo strano comportamento…Accorgendosi dello sguardo interrogativo dell’amico, il moro cercò di trovare qualcosa da rispondergli, tentando con tutte le forze di non pensare al seducente corpo di Remus che si presentava ai suoi occhi, coperto solo da un asciugamano legato alla vita.
“Vedi…Remus…” cominciò, sotto lo sguardo attento di quest’ultimo “…io ero venuto per…scusarmi…del mio comportamento di prima con la Godrey…”
Le iridi di Lupin furono attraversate da uno strano bagliore, ma prima che Sirius potesse con sofferenza paragonarlo ad uno sguardo di dolore per la ragazza amata, il ragazzo gli diede le spalle, poggiando il bambino sull’ampio bordo del lavandino e cominciando ad asciugare la piccola creaturina.
“Scusarti?” ripeté “E di che? Anzi, dovrei essere io a scusarmi: se avessi saputo che ti piaceva la Godrey…”
“CHE STAI DICENDO?!” gridò, provocando un sussulto da parte dell’amico.
Questi si voltò di nuovo verso di lui, sgomento e preoccupato di quei continui cambi d’umore “Sirius, da quando è diventata tua abitudine alternare la voce a sussurri e grida spacca timpano?!”
L’accusato arrossì, abbassando lo sguardo…Accidenti, ma che gli stava prendendo? Possibile che fosse così rimbambito quando si trattava di parlare con Remus? E in più lui credeva che fosse innamorato di quella odiosa di una Godrey…
No, no! Doveva assolutamente chiarirsi…Alzò lo sguardo deciso, imponendosi di non abbassarlo finché non avesse terminato il suo discorso.
“Scusa, ho reagito male…Ma anche tu, credere che mi piaccia quella smorfiosa di una Godrey…”
“Laertia non è una mocciosa, Sirius.” lo rimproverò Remus scoccandogli un’occhiataccia torva “E’ una persona gentile e intelligente. Lo sapresti anche tu se la conoscessi.”
Una profonda fitta gli colpì il cuore, talmente forte che non riuscì a formulare la prossima frase senza un tono di amarezza e scontrosità
“A me sembra che lei sia molto più interessata a conoscere TE!” sbottò, restituendogli lo sguardo accigliato “Me?” ripeté, guardandolo incredulo.
“Si, te! Cavolo, Remus, non hai visto con che occhi ti guarda? Sembra lo sguardo famelico di uno squalo sotto le sembianze di un pesce lesso! O della Cooman, il che è la stessa cosa…”
Contrariamente alle sue aspettative, il suo amico scoppiò a ridere, lasciandosi andare a un’allegra risata che durò per una buona manciata di secondi.
“Che esagerazione, Padfoot…” disse, migliorando notevolmente l’umore dell’animagus quando lo chiamò con il suo soprannome, che dalla sua voce assumeva una tonalità così dolce…
“Paragonare qualcuno alla Cooman…penso che non esista offesa più grande!” scherzò, riuscendo ad ottenere il sorriso di Sirius “e poi ti sbagli: non è innamorata di me. Ma, anche se lo fosse, non mi importerebbe, dato che che a me non piace…”
“Non ti piace?!” esclamò Sirius, avvicinandosi all’amico come se non avesse capito bene.
“No. Voglio dire…è una buona amica, ma proprio non è il mio tipo. Trovo che sarebbe impossibile che io mi innamorassi di lei…Spero che anche per lei sia così, altrimenti non saprei proprio cosa risponderle. Non vorrei ferire troppo i suoi sentimenti…”
Terminato il discorso, il volto di Lupin si contrasse in un’espressione pensierosa, talmente concentrata che non si accorse dell’enorme sorriso di sollievo e felicità che alloggiava sul viso del moro. Sembrava che il suo cuore si fosse alleggerito di un peso…Remus non l’amava! Tipe come la Godrey non erano il tipo che gli piacevano! Già, ma allora quale era il modello di persona che adorava? Scosse energicamente la testa. Non era il caso di porsi anche quel problema, adesso…La sua voce riscosse l’amico dai suoi pensieri, azzeccando in maniera perfetta quali fossero state le sue preoccupazioni
“Tranquillo, Moony. Sono sicuro che anche nel caso lei ti confessasse il suo amore, tu sapresti trovare la giusta maniera per non ferire i suoi sentimenti. Sei una persona troppo gentile e altruista per fare del male a qualcuno…”
Le sue ultime parole erano state pronunciate in un sussurro, ma avevano sortito un benevolo effetto su Remus, tanto che la sua inquietudine era sparita per lasciare posto ad un solare sorriso colmo di gratitudine. Tutto per lui…Il riflesso azzurro si perse in quello d’ambra per un lasso di tempo che a Sirius parve un solo magico e meraviglioso secondo, però qualcun altro sembrò non pensarla allo stesso modo…
“UUUHHHEEE! UUUHEEEEE!”
Quegli alti lamenti riportarono i due ragazzi alla realtà, facendo loro ricordare della presenza del piccolo e ancora svestito bambino che stava movimentando le loro vite.
“Perdonami, piccolo…Ti ho lasciato al freddo per troppo tempo, mi dispiace…” mormorò Remus con tono desolato, prendendolo in braccio e cercando di farlo smettere di piangere.
“E’ anche colpa mia, sono io che ti ho distratto.” aggiunse Sirius, cercando con lo sguardo qualcosa nella stanza, che ad un tratto individuò “dai, ti aiuto a vestirlo, così faremo…ahia!”
Si portò la mano sinistra sull’altra, massaggiandosi la parte indolenzita di quello che ero stato il primo atto violento del bambino. Anche il giovane prefetto osservava senza capire la creaturina tra le sue braccia, la quale indirizzava a Sirius uno sguardo assai poco amichevole.
“Piccolo, perché hai dato quel brutto schiaffo alla mano di Sirius?” domandò, girandolo per poterlo fissare in viso “Lui voleva soltanto vestirti…”
Per tutta risposta il piccolo si strinse ai suoi vestiti, strusciandosi amabilmente contro il suo petto, esprimendo ora un’espressione soddisfatta.
“Non riesco a capire…” mormorò il lupo mannaro “Neanche io!” ribatté stizzito l’altro, continuando a massaggiarsi la parte lesa.
Da parte dell’amico dagli occhi ambrati sfuggì una risatina di scherno
“Eddai, Sirius…Non mi dire che ti ha fatto male” “E invece te lo dico!” replicò, guardando torvo il piccolo, che immediatamente gli restituì l’occhiata.
Sembrava strano visto la sua età, ma quel mocciosetto aveva una forza niente male! Ne era testimone la sua pelle, che aveva raggiunto un vivace colore rosso nel punto in cui era stata colpita. Come diavolo faceva un bambino di pochi mesi a possedere una simile potenza? Nel frattempo Remus non la smetteva più di canzonarlo e scoppiare ripetutamente a ridere.
“Il grande Sirius Black che si fa mettere sotto da un bambino! Ahi ahi…la tua fama si sta indebolendo, Padfoot…”
“Taci, Remus!” ringhiò, non facendo altro che accentuare l’ilarità del compagno.
“Chissà cosa direbbe Snape se venisse a conoscenza di questo fatto…” meditò con uno strano sorriso, provocando brividi freddi all’animagus “Sono sicuro che mi farebbe tutti i compiti di pozioni fino alla fine dell’anno se gli raccontassi tutto nei minimi dettagli…”
“COSA?!”

Continua…

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Capitolo 5
*** - ***


“Ragazzi…che fame avevo!”
“Sai che novità…” sghignazzò James, imporporando le gote del povero Peter.
“Quanto vorrei che Remus fosse qua!” sbottò, essendo il licantropo la solita buon’anima che lo difendeva dagli scherni degli altri Marauders…
“A chi lo dici…”
Un lungo sospiro seguì a quelle parole, provocando un’occhiata carica di sorpresa da parte dell’animagus biondo e una di esasperazione dall’altro occhialuto. Le deliziose pietanze poste nei piatti d’oro sembravano non interessare minimamente l’animagus del cane, tanto che giocherellava senza interesse con i suoi bocconcini di pesce ai ferri e verdure fritte
La ragione della sua malinconia era una: Remus. Quel capriccioso d’un bimbo aveva intrappolato il ragazzo dalle iridi ambrate nella sua morsa, costringendolo a rimanere nella loro stanza a nutrirlo e facendogli saltare la cena! Il suo Moony…lui che era sempre così gracilino e aveva tanto bisogno di nutrirsi…Oh, Dio! Sembrava una vecchia nonna diabetica con una passione incestuosa per il suo nipotino…
Quando invece lui amava, con tutta la forza del suo cuore, quel dolce e adorabile lupetto dal sorriso splendente, dalla voce angelica e armoniosa, dal corpo esile ma scattante, dal…
“Sirius, perché trovi tanto erotica una verdura?”
Il suo corpo trasalì, riprendendosi dalla sua mentale fantasticheria. Voltò lo sguardo, scorgendo un James alquanto serio che lo fissava preoccupato…
Arrossì, avvertendo il timore che l’amico fosse riuscito a leggergli nella mente
“C-che diavolo stai dicendo, James?!”
“Avevi una faccia talmente lussuriosa che temevo saresti balzato sul tavolo e avresti dato vita al più strano rapporto carnale mai visto ad Hogwarts…”
Sapeva che non era una buona cosa, ma l’impulso di strozzare il suo migliore amico si stava rivelando veramente forte! Le sue intenzioni dovevano essere ben visibili, a giudicare dall’improvviso allontanamento dalla sua persona da parte del cercatore dei Gryffindor.
“Ehi, calma amico…” si affrettò a dire Potter prima che il ragazzo gli saltasse addosso “stavo solo scherzando…So bene che il soggetto dei tuoi sogni possiede un sex appeal maggiore di quello di un vegetale! Ehi, stai andando a fuoco?”
Sirius cercò di riprendere un po’ dell’autocontrollo che gli era rimasto, azione particolarmente difficile, con delle guance rosse come pomodori che non accennavano a schiarirsi. La bocca del compagno occhialuto si contrasse in un sospiro…
“Temo che la verdura dovrà aspettare ancora molto di essere colta…Ehi, Peter, guarda là!”
“Cosa?” non fece in tempo a chiedere il biondo, che l’oggetto che aveva scatenato l’interesse dell’amico si era avvicinato al loro tavolo.
“Evans! Finalmente! Sapevo che prima o poi saresti venuta a dichiararti!” esclamò James con un sorriso a trentadue denti, il quale avrebbe voluto apparire il più irresistibile possibile.
Speranza, però, del tutto annullata. Il volto improvvisamente scuro della rossa, infatti, lasciava capire molte cose…
“Non sono ancora pronta per essere ricoverata al San Mungo, Potter! Sono venuta a cercare Lupin…non è con voi?”
“Andiamo, cosa ti inventi su per venirmi a trovare, eh?”
Un fulmine carico d’avvertimenti attraversò quelle grandi iridi verdi, diminuendo progressivamente la sfacciataggine dell’animagus e riuscendo a chiudergli per un secondo quella boccaccia. Sembrava che il ragazzo dovesse soccombere sotto lo sguardo della Evans, quando finalmente Peter, trovato un po’ di coraggio contro quella furia, non decise di intromettersi… L’espressione furente lasciò il posto ad un volto interrogativo
“Come mai? Non sta bene, forse?”
Il biondo Marauders per un attimo non seppe cosa rispondere…Che doveva dirgli? Che Remus era alle prese con un bambino di cui ignoravano il nome e la provenienza? Sarebbe stato come confessare alla McGonagall di non aver fatto i compiti per quel giorno! Per di più la Evans era un prefetto e di quelli più severi…
Ma allora, che s’inventava? Stava per cadere nel panico, finché non intervenne una voce che, una volta tanto, giunse appropriata.
Una mano infatti si posò prepotentemente sulla spalla della Gryffindor, avvicinandola ad un petto non molto muscoloso, ma dal cuore assai palpitante.
“Lascia perdere Remus, Evans e pensa ad un luogo dove andare con l’affascinante sottoscritto!”
Gli occhi di lui trapelavano un’intensa luce carica d’amore, quelli di lei…odio puro.
“L’unico posto in cui andrò con te sarà l’inferno, temo!” sbottò, lanciando una manata all’intrusa sulla sua spalla e liberandosi così da quell’attanagliante presa.
Contrariamente alle sue aspettative, il volto di James si contrasse in una smorfia di pura gioia
“Allora sei d’accordo anche tu che saremo insieme nell’aldilà, eh Evans?!”
Le iridi della rossa sgranarono stupite, e un poco irritate, mentre le mani di Pettigrew cercarono di smorzare una risata che stava sfuggendo alle labbra. Con un gesto stizzito della mano e una qualche parola sussurrata che sembrava essere –idiota!-, l’animo della prefetto non riuscì più a sopportare un secondo di più la demenza del moro, decidendo quindi di allontanarsi a gran passi.
“Per favore, Pettigrew, di’ a Lupin che devo parlargli al più presto. Mi può trovare più tardi alla biblioteca…e tu, Potter, non azzardarti a venire! O smorzerò i tuoi istinti in maniera molto netta!” minacciò, scomparendo dalla vista dei due.
I brividi scatenati da quelle parole non erano ancora scomparsi dalla schiena di Peter…Cavolo, quella ragazza possedeva veramente un caratterino fuori dal comune! Si chiese se almeno questo fosse riuscito a spaventare e, soprattutto desistere da ulteriori tentativi, il compagno dalla pettinatura ribelle, ma a quanto pareva…
“Oh…quella ragazza mi farà morire! Deve essere ASSOLUTAMENTE mia!”
…proprio no.
L’animagus dalla forma di cervo si passò una mano tra quegli assurdi capelli, avvertendo ancora quel poco di calore rimasto che era riuscito a strappare alla sua creatura celestiale. Dio, com’era bella! L’amava, oh si, senza alcun dubbio! Ed era certo che anche lei in fondo al suo cuore provasse qualcosa per lui. Certo, piuttosto in fondo, però era già un risultato!
L’euforia proprio non ne voleva sapere di abbandonare il suo corpo...Il giovane sembrò sfoderare energia da tutti i pori anche quando si girò verso il suo migliore amico
“Ehi, Sirius! Tu credi…Ma che stai facendo?”
La domanda non ricevette risposta, mentre il giovane dai lunghi capelli neri continuava a esaminare piuttosto attentamente un cibo e poi, senza alcun preavviso, lo buttava dentro il suo grande tovagliolo coloro rosso fuoco. Potter cominciò a pensare che la pazzia avesse preso d’assalto il cervello del suo compagno e il fatto che quest’ultimo mormorasse parole senza senso non poteva che aumentare i suoi timori.
“Questo no…questo è troppo grosso, no, non ci sta…Questo…No, il suo orrendo colore mi ricorda un altrettanto disgustoso Slytherin…Invece queste sembravano avere un buon odore, chissà se…”
Si bloccò, avvertendo due paia d’occhi impresse su di lui. Alzò lo sguardo, spaventandosi un poco alla vista dei suoi due più cari amici muniti di aglio e croce di legno. I suoi occhi rimasero un attimo a guardare in silenzio un Potter dall’apparenza spiritata e un Pettigrew terribilmente a disagio e imbarazzato da una simile pagliacciata.
“Beh?!” sbottò, destandosi dallo stupore “che cavolo vi prende, adesso?”
“Silenzio, creatura infernale!” urlò James, piazzandogli la croce a pochi millimetri dalla fronte “Ed esci dal corpo del nostro idiota, ma pur sempre amico…”
“Grazie, è bello sapere quanto i tuoi amici ti apprezzano…”
“Esci o abbietta creatura! Lascia la mente di questo giovane, se mai ne ha avuta una! Esci, e lascia che Sirius ci spieghi perché cavolo sta saccheggiando la tavola dei Gryffindor! Oh, no!”
S’avvicinò di scatto al moro dalla nobile casata, guardandolo sospettoso mentre l’altro cercava di ritrarsi sempre più…
“Non è che appartieni alla casa degli Slytherin?! Ciò spiegherebbe il tuo comportamento”
La croce si abbassò sotto il peso della mano di Black, mentre i suoi occhi azzurri si rivolgevano al cielo. “James, quanto volte ti devo dire di non bere del succo di zucca avariato? E stammi lontano, per la miseria! Vuoi farmi morire asfissiato? Quanto cavolo di aglio hai mangiato?”
L’interpellato sembrò non condividere l’opinione sull’ortaggio, tanto che ne addentò un altro pezzetto. Peter invece pareva essere del tutto concorde con l’animagus del cane, visto il modo piuttosto disgustato con cui allontanò l’aglio postogli sulle spalle…
“Beh, Sirius, non sapevo quanto fossi infestato, così ho voluto abbondare…” spiegò, togliendosi finalmente dalla faccia quell’espressione spiritata “e poi non sai che l’aglio fa molto bene alla salute? Inoltre è utilizzato anche a scopo terapeutico…”
“Se è per curare la pazzia, direi che ha fallito, guardandoti…” sbottò, beccandosi una linguaccia da parte dell’offeso.
All’improvviso il ricordo di una cosa molto importante folgorò la sua mente, facendogli scordare quel pazzoide e rimettendolo all’opera. Prese la bacchetta e trasfigurò un suo capello dolorosamente strappato in un grande bicchiere d’argento, che colmò con del rinfrescante succo di zucca.
“Ora ti metti pure a fare magie! Mi spieghi che stai combinando?”
Black sospirò, squadrando il suo migliore amico con un’occhiata esplicita. A quel punto il ragazzo capì, sorridendo con aria compiaciuta e sfondando la schiena di Sirius con un’energica pacca.
“E bravo Padfoot! Ma guarda che questo non basterà per convincerlo a venire a letto con te…”
“TANTO NON SONO QUESTE LE MIE INTENZIONI, BRUTTO PEZZO D’IDIOTA!”
“Ehi…” s’intromise Peter, avendo capito anche lui lo scopo del compagno “ma allora quelli sono per Remus.”
“Esatto…” biascicò il giovane allungando una mano verso il cesto di pane bianco.
“Ma allora perché James ha detto –per convincerlo a venire a letto con te-?”
La mano di Sirius si bloccò a metà strada, assumendo un pallore molto simile a quello dei cadaveri. Colore che si stava spandendo su tutto il suo corpo…
“Ehm…James scherzava! Sai com’è fatto…” farfugliò, cercando con lo sguardo quello dell’amico per fulminarlo, il quale invece stava innocentemente fischiettando.
“Ora andiamo o rischieremo di far morire Remus di fame…” dichiarò, afferrando tutto il contenuto del tovagliolo e alzandosi.
“Ok, andiamo…” sghignazzò James stiracchiandosi “credo che ormai che il nostro caro Moony ne avrà abbastanza della peste…”
A quelle parole la mente di Peter si illuminò, ricordandogli qualcosa…
“Ehi, ragazzi, a proposito della peste…”
Ma fu smorzato sul nascere da un’occhiata raggelante di Sirius.
“Non ora, Peter. Remus aspetta…”
“Ma…è una cosa importante…il bambino…”
“Meglio che lasci perdere, Wormtail…”
Il Marauder biondo guardò sorpreso il compagno, che invece pareva assai divertito dalla situazione. Per quanto si sforzasse, però, non riusciva ad ogni modo a comprendere lo strambo comportamento del giovane Black…Che si fosse veramente rincretinito come sosteneva sempre James?
L’affermazione che quest’ultimo fece in seguito, poi, non contribuì a chiarirgli le idee
“Il cane ha la luna per la testa…”

D’accordo…Peter Wormtail, membro dei Maraudes, non era mai stato un granché nelle prestazioni fisiche, lo ammetteva senza problemi…
Ma che bisogno c’era di correre come dei forsennati?!
“James…” biascicò, cercando di riuscire a respirare mentre correva “non ce la faccio più…”
“Non dirlo a me!” sbottò il cercatore dei Gryffindor, maggiormente portato per volare su una scopa che nella corsa “è quel pazzo scatenato che ha le ali al posto dei piedi! Forse è posseduto per davvero…”
“Ti ho sentito, sai?!”
Dannato d’un James! Sempre con la battuta pronta…Ma non importava…Non in quel momento. Presto avrebbe rivisto Remus, l’avrebbe sfamato e il lupetto lo avrebbe baciato con passione come ringraziamento…
No, forse l’ultima di parte non si sarebbe avverata…Però, come sarebbe bello se…Cavolo! Ancora…Si lasciava divagare dalla sua fantasia con troppa facilità.
E poi, perché sognare, quando la creatura dei propri sogni non era un miraggio ma una stupenda realtà? Euforico da un tale pensiero, fece volante gli ultimi passi che lo separavano dal dormitorio, beccandosi le occhiate sconcertate dei Gryffindor presenti nella sala comune.
Ecco, ci siamo! Pensò quando finalmente si trovò davanti all’agognata porta, che spalancò con non troppa delicatezza…
“Remus! Siamo torna…”
“Sirius, fermati!”
“AAAAAH!”
Le urla e il suono inconfondibile di un tonfo a terra, velocizzarono il passo dei restanti Marauders e quando questi giunsero finalmente a destinazione…beh, non seppero se ridere o prendere una macchina fotografica.
Per chissà quale svariato motivo, il famoso, affascinante, osannato dalle ragazze…, insomma, Sirius Black, giaceva malamente a terra, le gambe sul letto di Potter e una strana sostanza marrognola sparsa sulla testa del moro, la quale impediva di vedere l’espressione, sicuramente poco allegra, del ragazzo.
La fragorosa risata di James si sparse per la stanza, scatenando quella di Peter e anche quella, seppur maggiormente celata, di Remus. Questi stava appoggiato contro una parete, reggendo tra le mani il bimbo avvolto in un asciugamano, anch’esso particolarmente divertito dall’esilarante scena.
Passato un certo periodo di tempo, intrattenuto dalle risate dei tre Marauders, l’unico biondo tra loro riuscì a calmarsi, trattenendosi ancora la pancia per il gran ridere.
“Oddio, questa scena era da immortalare…” biascicò, avvicinandosi ad un divertito Lupin “ma si può sapere come ha fatto a finire in quella posizione e…in quello stato?!”
Remus tentò di reprimere ulteriori risate, soprattutto al grugnito poco amichevole che era seguito alla domanda di Wormtail
“Vedi…Prima del vostro arrivo, io e il piccolo stavamo giocando con i folletti…”
“I folletti?!” chiese l’animagus del topo stupito, mentre James si piegava a terra dal ridere.
“Si, i folletti, quelli che si possono richiamare con il pendaglio magico…Comunque, folletti a parte, ad un certo punto il piccolo ha avuto una piccola…perdita liquida e io inizialmente non me ne sono accorto. Così ha finito per bagnare il pavimento e Sirius…”
“Entrando come una furia è scivolato e finito a gambe all’aria!” terminò Peter per lui, sotto il sottofondo delle risate di Potter, che scatenarono ulteriori ringhi da parte di Black. Quest’ultimo decise finalmente di sedersi in una posizione un po’ più normale, anche se non riuscì a fermare la cascata marrone che gli colava dai capelli.
Le ambrate iridi di Remus si riempirono di compassione e tenerezza a quella vista. Depose con delicatezza il pargolo tra le braccia di Peter, con relative proteste da parte del primo e si chinò in parte allo strano essere. Questi non osò alzare lo sguardo, ma ebbe un fremito improvviso quando avvertì il tocco di un tessuto passare sul suo volto.
Alzò finalmente lo sguardo, incrociando il viso del suo affascinante Moony e il suo dolce sorriso
“Non vorrai rimanere in questo stato, vero Sirius? Chissà cosa penserebbero le tue ammiratrici vedendoti così…”
“Probabilmente penserebbero che è caduto dentro un buco molto particolare!” rise James, non curandosi d’un Black furioso con la chiara intenzione di avventarsi su di lui, bloccato fortunatamente dalle braccia del licantropo.
“A tal proposito, Remus…cos’è quella sostanza sulla faccia di Sirius?” chiese Peter, osservando l’operato di pulitura del compagno “Non sarà mica…”
“No, non è quello che pensi…” sghignazzò, interrompendosi subito all’occhiataccia del compagno dai lunghi capelli neri “è solo il resto della pappa –ambrosia e miele- che avevo momentaneamente appoggiato sul letto di James…”
A quelle parole le risa del cercatore dei Gryffindor si spensero
“Oh, cavoli! Questo smorza di molto il mio divertimento….” mormorò seccato, avvertendo il suono inconfondibile di un fulmine “Calma, Padfoot, scherzavo…resta lì fermo dove sei, eh?”
L’improvviso avvicinarsi dell’animagus del cane non tranquillizzò Potter, visto che con due balzi si nascose dietro Wormtail, affatto rinfrancato da un simile gesto. Il furioso Black s’apprestava difatti a saltar loro addosso, quando una ferma presa sulla sua spalla lo arrestò
“Sta fermo, Sirius o sporcherai ancor più il pavimento!”
All’ordine di Remus, il ragazzo si bloccò immediatamente, ritornando in posizione seduta e lasciando che il compagno licantropo terminasse l’opera di pulitura sul suo viso. Non che gli dispiacesse, certo…Avvertire il dolce tocco di Remus sulla sua pelle, anche se per mezzo di un fazzoletto, era una sensazione meravigliosa…
“E-ehm!”
…che forse manifestava un po’ troppo chiaramente visto l’espressione divertita sul volto di James.
“Beh, penso che io e Wormtail ce ne andremo in biblioteca, vero, vecchio mio?”
“Eh? Ma perché? Non abbiamo nulla da fare in…”
“Si, che lo abbiamo!” sorrise, tappando con forza forse eccessiva la bocca del biondo “e porteremo con noi anche il piccolino, così Remus potrà concentrarsi solo sull’operazione pulizia del caro Padfoot!”
“Sei impazzito?! Come possiamo portarlo in un luogo pubblico?”
“Basterà nasconderlo sotto il mantello dell’invisibilità e applicargli l’incantesimo silenziatore…”
Ma fu un urlo acuto quello che si levò dal bimbo appena le braccia di James lo tolsero da quelle di Peter. Credendo che volesse restare tra le braccia del Marauder biondo, il moro mollò la presa, ma il pianto del bambino non si placò.
“Che diavolo gli è preso?” sbottò James grattandosi il capo “un minuto prima era tranquillissimo e ora…”
“Magari ha ancora fame…” ipotizzò Peter, i cui timpani stavano sorbendo una dura prova.
Il ragazzo dalle iridi ambrate scosse la testa, alzandosi in piedi
“Ne dubito, già non ha voluto tutta la pappa di prima…”
Con espressione dolce si postò davanti al piccolo, rivolgendogli uno dei suoi più gentili sorrisi
“Mi vuoi dire cosa c’è, eh?”
Nel momento in cui si trovò nell’abbraccio di Remus, il piccolo cessò di piangere, gratificando i timpani di tutti i presenti.
“E’ strano…” mormorò il giovane con gli occhiali, notando il completo cambiamento del bimbo, ora tutto preso a strusciarsi contro la camicia del lupo mannaro “…si direbbe che non ti voglia lasciare, Moony…”
“Temo che l’uscita in biblioteca sia da rimandare…Beh, Remus, ha quanto pare hai uno spasimante piuttosto giovane ai tuoi piedi!” rise l’animagus del topo, mentre il soggetto in questione coccolava dolcemente la creaturina tra le sue braccia.
“Ehm, andiamo, Wormtail…qualcuno potrebbe interpretare male le tue parole…”
Quel –qualcuno- del discorso di James non era certo un destinatario qualsiasi…La sua voce infatti era intervenuta subito dopo l'apparizione di una violenta corrente elettrica apparsa attorno al corpo di Black. Il giovane cercatore aveva già visto Sirius in versione furente, ma mai così irato. I suoi occhi erano ridotte a due fessure nere, da cui traspariva una collera furiosa mal repressa e non era difficile immaginare a chi fosse indirizzata… I desideri del moro, infatti, erano tutti fissi su un’unica azione: strozzare quel dannato poppante che gli aveva portato via l’angelo della sua vita! Sentimento forse un po’ eccessivo, ma d’altronde, nessuno poteva permettersi di separarlo dal dolcissimo Moony…il quale ora rivolgeva tutte le sue attenzioni proprio al suo –rivale- in amore…
Ma perché, perché proprio con un poppante doveva rivaleggiare?!
Ignaro del profondo stato dolorante del compagno, Remus continuava a soddisfare i capricci del piccolo, coprendolo di carezze e amorevoli complimenti. Potter, pur essendosi accorto delle cascate di lacrime sgorganti dagli occhi di Sirius, non poté non trattenere una risata di fronte ai gridolini compiaciuti del poppante, conscio che se al suo posto ci fosse stato l’animagus del cane, i gridolini sarebbero stati il doppio.
“Certo che è proprio capriccioso il piccolo…” sghignazzò, porgendo una mano al suo migliore amico per farlo alzare e toglierlo da quello stato penoso.
Seppure con qualche riluttanza, Black accettò l’offerta dell’amico, anche se ripiombò subito col sedere a terra, a causa dello strillo acuto scappato a Peter.
“Per la miseria, Peter! Se hai fame basta dirlo…” si lamentò il giovane dai lunghi capelli neri, massaggiandosi la parte lesa.
Il biondo non si preoccupò di rispondergli, seguitando a indicare il bambino con insistenza, come a richiamare l’attenzione sul loro giovane ospite.
“Mi è tornato in mente quello che volevo dirvi…”
Black lo fissò accigliato, finalmente in piedi grazie all’aiuto di Prongs.
“E c’è bisogno di urlare, per questo?!”
“Nonostante tutti i nostri provvedimenti per prenderci cura del piccolo, ci siamo scordati la cosa più importante”
I tre restanti Marauders guardarono il loro giovane compagno biondo, con sguardi colmi di perplessità. La voce di Prongs dette sfogo alla domanda che ognuno di loro stava mentalmente pensando
“Cioè?”
“Non gli abbiamo dato un nome”
La bocca di Sirius si aprì come per replicare qualcosa, ma non una parola ne uscì. Era vero, finora avevano sempre chiamato la creaturina che aveva invaso le loro già animate vite con epiteti teneri e sdolcinati…Ma, come la stessa osservazione di Pettigrew stava a testimoniare, non potevano continuare così.
“Dobbiamo trovargli un nome…” meditò ad alta voce Remus portandosi il bimbo davanti al volto “ma quale?”
Già, quale? Non era una scelta semplice. E forse nemmeno corretta. In fondo loro non erano i suoi genitori, che diritto avevano? Però quello sembrava un problema che per ora pareva secondario alle menti dei Marauders…Infatti esse stavano divagando tra i nomi più assurdi.
“Che ne dite di Salet?” propose Peter, dopo un attimo di completo silenzio.
“Si, nome adattissimo per un cane…Salet, qui bello!” esclamò il cercatore dei Gryffindor ad un animale immaginario, scatenando le risa di Sirius e Remus e l’offesa di Peter.
“Beh, scegli tu, allora!” sbottò, incrociando le braccia. James parve meditare un attimo, con un’espressione molto concentrata in viso, prima che questa sfociasse in un sorriso trionfante.
“Trovato! Vi suona bene Shirley?”
“Nel caso dovessimo scoprire che ha cambiato sesso può darsi…Ma da, James, è troppo femminile!” sbottò Sirius, mentre le risa degli altri Marauders si espandevano per la stanza “io pensavo che Silver forse…”
Ma il lungo lamento del piccolo gli impedì di continuare “Si direbbe che non apprezzi il tuo suggerimento, Padfoot…” sorrise il licantropo, dando qualche pacca alla schiena del piccolo per placare il suo pianto, mentre il viso di Sirius si contraeva in una smorfia imbronciata.
Quando finalmente le carezze di Lupin sortirono l’effetto sperato, il giovane licantropo capì dallo sbadiglio della piccola creatura che era giunto il momento per lei di visitare il regno dei sogni.
“Ragazzi, riparleremo di questa faccenda domani mattina. Ora è meglio andare a dormire…” dichiarò, non prima di aver dato un buffetto affettuoso alla guancia di Sirius per toglierlo dal suo malumore, tentativo che ovviamente sortì l’effetto sperato.
“Perfettamente d’accordo! Buonanotte a tutti!” vociò con allegria, saltellando in aria fino al suo letto, sotto lo sguardo stranito di Peter, quello divertito di Remus che poggiò il bambino nella culla e quello disperato di James
“Va, beh…lasciamo perdere certi istinti canini…”
“CREPA, JAMES!”
“…e buon sonno a tutti. Mia dolce Lily, aspettami! Sto arrivando da te!” e si tuffò sotto le coperte.
“Lily?” ripeté il ragazzo dalle iridi ambrate in procinto di coricarsi, chiedendo la risposta al giovane Black tramite un’occhiata divertita.
“Già…” asserì il moro, ricambiando l’occhiata “ogni notte il nostro Prongs sogna la cara Lily, vivendo con lei le più incredibili –avventure-….”
“Beh, almeno in sogno Lily non lo rifiuterà…” sghignazzò il licantropo, contagiando Sirius.
“Non ci scommetterei troppo…James al mattino si sveglia di un umore nero…”
“VI HO SENTITO!”
Il ringhio di Potter avrebbe dovuto smorzare le loro risate, però ciò che ottenne fu solo di aumentarle. Il ragazzo dai lunghi capelli neri affondò la faccia nel cuscino, mentre Remus si tappò la bocca con la mano sinistra, entrambi nel tentativo di smorzare le risa.
“Dai, basta, Sirius o sveglieremo Jean-Paul…”
La fronte di Black si corrugò
“Jean-Paul?”
Remus sorrise, un poco imbarazzato “Pensavo che come nome potesse andare, no?”
Sirius si perse nella contemplazione delle gote leggermente arrossate e dal timido sorriso del dolcissimo Moony, lasciandolo con un’espressione da ebete sul volto.
Com’era carino…Avrebbero acconsentito a chiamare il bimbo anche –Sibillo-, versione femminile del nome della Cooman, se a Remus fosse piaciuto…
“Beh, allora buonanotte, Sirius…”
E affermato questo, il lupo mannaro spense la luce, non riuscendo a vedere così gli occhi sgorganti di lacrime dell’animagus, privato del suo sole.
Sospirò, stendendosi completamente. In fondo, non aveva senso vagare con la fantasia…Come sempre gli diceva James, doveva decidere a trasformare i suoi sogni in realtà. Già, ma se l’altra persona non fosse stata d’accordo?
Oh, cacchio! Non doveva fare simili ragionamenti a quell’ora…Dopo non riusciva più a prendere sonno…

Cinquantadue civette, cinquantatre civette, cinquantaquattro civette…
Ecco, stava accadendo…Finalmente le palpebre cominciavano ad appesantirsi…
Cinquantanove civette, sessanta civette…
…sempre più pesanti…Morfeo alle porte pronto ad accoglierlo…
“UUUUEEEH!”
…che si allontanava, salutandolo con la mano…
“No…Morfeo…aspetta, io ho sonno…”
Ma a nulla valsero le sue suppliche. Il dio del sonno lo abbandonò, riportandolo alla dura realtà. La quale lo aspettava con una sorpresa particolarmente squillante…
“Dai, tesoro, che cosa c’è, eh?”
La voce del più affascinante angelo disceso in terra lo convinse a spalancare completamente le palpebre, accecandolo per un attimo. Piano a piano, riuscì a mettere a fuoco l’immagine del lupo mannaro davanti a sé, vicino alla culla del bambino assieme agli altri due ragazzi, con il piccino tra le braccia. A quanto pareva il pianto del piccolo aveva svegliato tutti. E come non avrebbe potuto…Sembrava la voce della Cooman in stato comatos…ehm, spiritico.
Affatto desideroso di lasciare il suo caldo rifugio, si vide costretto ad alzarsi, visto che quei lamenti acuti non accennavano a smettere.
“Che cavolo gli prende, si può sapere?” sbottò, colmando la distanza tra i suoi compagni e fissando in cagnesco la fonte dei loro problemi “e cosa combina James?”
L’interpellato, rivolgendogli una linguaccia di sbieco, ritornò a puntare la bacchetta sulla porta. Dopo qualche secondo, sotto l’esclamazione di –Isolatae!-, dalla bacchetta dell’animagus uscì una nebbiolina rossastra, che andò ad espandersi sulla porta e sulle pareti circostanti, scomparendo dopo pochi minuti.
Peter continuava a guardare il cercatore dei Gryffindor con perplessità, mentre i volti di Black e Lupin si accesero, dimostrando di aver capito l’operato dell’amico.
“Eh bravo Prongs!” esclamò Sirius battendo una mano sulla spalla del ragazzo “un incantesimo per rendere insonorizzata la stanza. Geniale!”
Il petto dell’autore dell’incantesimo si gonfiò, grato come sempre di ricevere elogi
“Grazie, grazie…Modestamente il mio è un cervello di tutto rispetto…”
“Ah si?” chiese sarcastico Peter incrociando le braccia al petto “e allora perché non lo usi per risolvere QUESTO problema?”
E con un dito indicò la creatura urlante ancora nell’abbraccio di Remus, che invano lo cullava nel tentativo di calmarlo
“Non funziona…” si disperò volgendo lo sguardo verso i suoi amici “forse ha fame…”
“Allora prepariamogli subito qualcosa, diamine! Ho un sonno da morire, io!” sbottò Sirius con voce acida.
Inaspettatamente il capo di Lupin si abbassò, con lo sguardo rivolto verso terra
“Mi dispiace…” sussurrò, chiaramente riferito al suo compagno dai lunghi capelli neri, il quale rimase spiazzato da una simile frase.
Dannazione! Forse era stato un po’ troppo brusco…A giudicare dall’espressione torva che James gli lanciava pareva di si. Agitò freneticamente le mani, poggiandole poi sulle spalle di Remus
“Moony! Guarda che non è mica colpa tua! Mi dispiace se hai pensato questo, perdonami! Non volevo…utilizzare quel tono…Sono uno stupido! Scu…”
Ma a quel punto il bimbo decise di alzare la tonalità dei suoi lamenti, facendo arretrare Sirius di qualche passo.
“Sul fatto della tua stupidità, siamo tutti d’accordo, Padfoot…” s’intromise James con un sorriso “ma ora cerchiamo di porre rimedio ad un problema maggiormente risolvibile del tuo”
E sotto le minacce di morte del giovane moro, Potter passò un biberon a Remus, che lo ringraziò con un sorriso
“Beh? E adesso che c’è?”
La domanda del licantropo non ottenne ovviamente risposta, ma il rifiuto del bimbo era abbastanza chiaro: ad ogni avvicinamento del biberon la sua bocca si scostava, esprimendo dei mugugni di protesta e diniego. All’ennesimo tentativo il prefetto rinunciò, alzando lo sguardo afflitto verso i compagni.
“Non ha fame…”
I due più scapestrati Marauders caddero nello sconforto assieme al licantropo, Peter invece sembrò riflettere attentamente
“Forse ha solo avuto un incubo. In effetti adesso si è calmato…prova a metterlo giù, Remus.”
Il marauder castano ubbidì, ma appena il piccolo toccò le lenzuola, le sue grida si levarono acute.
“No, non vuole proprio saperne di dormire” decretò, riappoggiandolo contro il proprio petto
James sospirò, passandosi una mano sulla sua pettinatura ribelle
“Beh, mica vorrà restarsene sveglio tutta la notte, no?”


Continua…

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Capitolo 6
*** - ***


La nascita del mondo. L’esistenza di Dio.
Quesiti che l’uomo si era sempre posto, fin dai giorni più antichi. E che ancora, nonostante fossero passati secoli e gli uomini possedessero solo qualche frammento di verità ipotizzabile, tormentavano i loro animi. Sembra che l’essere umano abbia una sorta di vocazione nel cercare risposte agli interrogativi più irrisolvibili, intricati, come la formazione dell’universo, lo scopo della vita…
“Perché? Perché non dorme?!”
…o altri dilemmi complicati…
Come quando la Evans rifiutava il suo amore, ora Potter desiderava mettere la testa sotto un grosso Ippogrifo e lasciare che l’animale lo sollevasse un poco dal suo dolore…Quel dannato moccioso dalle potenti corde vocali non smetteva di piangere, tamburellando la sua povera testa già provata da una giornata faticosa e intensa.
“Non c’è la faccio più…” mormorò, poggiandosi entrambe le mani sulla fronte
“No, io invece mi sto divertendo…”
Panico e stupore avvolsero il giovane cercatore dei Gryffindor, temendo che la pazzia avesse preso definitivamente il sopravvento sul suo migliore amico.
“Padfoot…vecchio mio…davvero ti stai divertendo?”
“Certo che no, cretino!” sbraitò una cupa figura dalle profonde occhiaie e dai capelli spettinati, voltandosi per fronteggiare l’amico “sono più di cinque ore che quel dannato marmocchio ci sta straziando e non accenna a smettere, purtroppo! Ho un sonno della malora; sono stanco; domani, anzi, questo pomeriggio!, devo pure scontare due ore di punizione con le creature demoniache di Hagrid
E per di più quello ronfa tranquillamente!” ringhiò, indicando con un gesto stizzito la figura placidamente addormentata sul proprio letto.
James toccò per mezzo della sua bacchetta la pancia del biondo Marauder, che sembrò non accorgersi di nulla, seguitando a dormire
“In effetti sta dormendo…”
“No, sta russando! E io non lo sopporto più!”
“E io non sopporto più te, Sirius! Vuoi calmarti?!”
L’attenzione generale si concentrò sulla figura del licantropo, seduto al bordo del suo letto e con le mani indaffarate a preparare uno strano liquido caldo
“Se non te ne fossi accorto, siamo tutti stanchi e quello che non ci occorre sono i tuoi lamenti alle cinque del mattino!” sbottò, mentre i lamenti del piccolo accompagnavano le sue parole.
Un profondo senso di depressione si unì alla spossatezza di Black. Oltre al fisico dolorante, ora ci si metteva anche il cuore. Remus aveva ragione, ma perché non cercava di comprenderlo un poco? Era distrutto e l’unico modo che aveva per non impazzire era sfogare i suoi lamenti a gran voce…Ma capiva che ciò potesse risultare molto seccante per i suoi compagni altrettanto provati…L’unico che comunque conservava un poco della sua solita allegria era James
“Caspita, Moony…direi che il soprannome che abbiamo scelto per te, anche se si tratta solo di una presa in giro, ti si adatta perfettamente…” scherzò, zittendosi subito non appena ricevette l’occhiataccia del soggetto in questione.
“Ad ogni modo è stupefacente che Peter riesca a dormire con tutto questo chiasso…” disse cambiando argomento, affatto desideroso di incrementare l’irritazione del lupo mannaro.
“Peter è sempre Peter, James…” decretò con un sospiro Lupin, guardando in direzione di un’anima afflitta coperta da nuvole di depressione.
Sospirò, scotendo lievemente la testa “E adesso che c’è, Sirius?”
L’essere dalle parvenze umane risorse sotto quella nube nera, non osando tuttavia sostenere lo sguardo del compagno.
“E’ depresso perché l’hai sgridato, Remus!”
D’improvviso la nube si diramò, lasciando il posto ad una tempesta carica di tuoni e fulmini inspiegabilmente desiderosa d'abbattersi sull’animagus del cervo. Frattanto le labbra del licantropo si contrassero in un piccolo sorriso, ritornandogli la solita aria gentile
“Non volevo offenderti, Padfoot, mi dispiace…Ma sono stanco anch’io, quindi vediamo di venirci incontro, ok?” domandò con voce dolce, facendo ritornare la serenità nell’animo di Sirius.
L’umore di quest’ultimo era infatti notevolmente migliorato, tanto che saltellò felice per tutto il tragitto fino al letto di Remus, dove si sedette in parte all’amico
“D’accordo, Moony. Ti farei pure un massaggio alle spalle e ti cullerei tra le mie braccia se servisse a farti stare meglio” disse, tralasciando ovviamente l’ultima parte del discorso.
Si limitò invece ad osservare l’operato del suo dolce lupacchiotto, il quale, a giudicare dal sorriso trionfante impresso sul suo volto, sembrò aver terminato la sua opera.
“Che cos’è quello, Remus?” chiese curioso James, osservando la strana poltiglia gialla contenuta in un piccolo pentolino.
“Ho preparato la tisana –Sogni bimbeschi-, una delle tanti varianti che avete svaligiato al negozio…” spiegò Remus con espressione concentrata, come se stesse riflettendo
“Davvero?!” esclamarono contemporaneamente i due Marauders più scapestrati, cominciando un’inusuale danza “allora i nostri sonni sono salvi!”
“Forse…”
“Come?!” dissero in coro, bloccandosi subito.
Il bel castano però non rispose loro subito. Afferrò invece una lunga ampolla a forma di serpente, analizzandola con profonda attenzione
“Mi sembra che questo preparato non debba essere fatto bere al bambino…”
Sirius e James sgranarono gli occhi stupiti “No? E allora come diavolo funziona?” chiese confuso il secondo.
“Prova a leggere l’etichetta…” consigliò l’animagus del cane, portandosi dietro al lupo mannaro per osservare anch’egli.
“Si…-Grazie per avere scelto il nostro prodotto, dolcissime mamme e adorabili padri di tutto il mondo”
“Mi conoscono già…” si pavoneggiò James con orgoglio
“Finiscila, Prongs…Tu non sei padre e se aspetti la Evans non lo sarai mai.”
“Non ti permettere, Sirius…” cominciò minaccioso Potter, prima che la voce di Remus lo soprafacesse.
“-Sogni bimbeschi, favoloso prodotto dagli stupefacenti effetti duraturi per almeno dodici ore…-”
“Nel senso che riuscirebbe a far rinsavire la Cooman per mezza giornata?”
“James, vuoi fare silenzio, per favore?! Continua, Remus…”
“…-è di facile utilizzazione. Basta versare il contenuto dell’ampolla in un apposito contenitore e lasciarlo sul fuoco per un buon quarto d’ora. Infine, pronunciate l’incantesimo Musis e il dolce tepore del nostro prodotto riuscirà ad addormentare senza complicazioni i vostri amori e scaldare i vostri cuori-”
“-Scaldare i vostri cuori-?” ripeté Sirius, scambiando un’occhiata con Lupin “che intende dire?”
“Non lo so…Scopriamolo”
Prese la bacchetta dal suo comodino, avvicinandola al caldo pentolino, pronunciando a voce ferma “Musis!”
…e un bagliore accecante invase l’intera stanza.
“Che succede?!” biascicò James coprendosi gli occhi con un braccio “cos’è questo bagliore?”
“Non ne ho idea…” mormorò Sirius, anch’esso accecato da quella luce “Remus, sei sicu…?”
Ma non riuscì a terminare la frase poiché questa gli morì in gola.
Forse si era addormentato e ora stava vivendo in un sogno…Perché era certo che quel gigantesco omone pelato dalla pelle dorata e vestito secondo la moda indiana prima non ci fosse stato!
La stessa espressione sbigottita che si era impossessata di lui era presente anche sulle facce degli altri due Marauders svegli, mentre Pettigrew continuava a ronfare. Da dove diavolo era sbucato fuori quell’essere?! Stava per domandarlo quando quello strano individuo fece una cosa che rese il moro ancor più allibito
“P-piccino mio, son arrivato io
Ad alleviaaare i tuoi sogni, dormi piccino mioooo”
Stava…stava cantando?!
Le bocche dei tre studenti raggiunsero terra. Nel frattempo quella strana, sorridente essenza gialla svolazzò attorno alla culla del bambino, come se volesse accarezzarlo
“La nooootte è arrivaaaata
E con lei il tuo soooonno
Che ti porterààààà tra i mondi degli unicoooorni.
Dooooormi piccino mioooo
Con le steeeelle giocheraaaaai, bel bambino miooooo
Seeee tu verraaaai a dormir con meeeee
Dooooormi piccino mioooo
Son arrivato ioooo
Assieeeeeme alla notte, per sognar con teeeeee”
“Guarda che la notte è già passata da un pezzo…” gli fece notare James, frenato da una gomitata nello stomaco da parte di Remus.
Con un cenno del capo gli indicò di guardare attentamente l’operato di quello strano essere
“Guarda…” sussurrò, cercando di usare il tono più basso possibile “sembra che la sua –ninna nanna- stia facendo effetto”
Il bambino infatti aveva cessato di piangere e ora guardava il grande omone che s’aggirava intorno e sopra la sua culla, con uno sguardo assonnato e le palpebre calanti James non riuscì a trattenere il proprio entusiasmo
“SI! FINALMENTE RIUSCIR…!”
Tempestivamente arrivarono le mani di Black e Lupin a tappargli la bocca, con un tale impeto da sbatterli tutti e tre per terra. L’animagus rimase spiazzato da un simile gesto, fino a che non udì la voce del suo migliore amico soffiargli nell’orecchia
“Questa è la nostra unica possibilità di dormire, James. E se tu ce la farai sfumare, ti assicuro che aiuterò la Evans a tenerti a bada da lei!”
E dopo la crudele minaccia che avrebbe disintegrato il cuore di uno dei Marauders, tutti e tre si voltarono per assistere all’atto finale della –canzone-
“…Dooooormi o tesoooooorooooo
Io saròòòòòò
Con teeeeeeeeeeeeeeeeee….”
E gli occhi del piccolo finalmente si chiusero, lasciandolo nel mondo dei sogni. Gioia e commozione avvolsero i tre Gryffindor, unendoli in un abbraccio collettivo
“Ragazzi…” mormorò il cercatore in singhiozzi “ce l’abbiamo fatta…”
“…eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee….”
“Si, finalmente riusciremo a dormire. Morfeo, aspettami…” sussurrò con voce sognante Black, che non si decideva a sciogliersi dall’abbraccio di Remus
“…eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee…”
“Ehm, ragazzi…” tentennò il lupo mannaro “ma quando smette?”
“….eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee….”
“Accidenti!” esclamò Sirius alzandosi in piedi “gli si è incantato il disco!”
“Ehm…scusi, signo…fantas…insomma, quello che è, il suo compito è finito, grazie. Può smettere”
Ma l’omone sembrò non aver per nulla sentito le parole di James. Continuò a dare sfogo alla sua voce con profondo ardore, allargando le braccia in alto. Sirius corrugò la fronte un po’ seccato
“Ma non la finisce più!”
“Quasi quasi era meglio il pianto del bimbo…”
“Ragazzi…” proruppe Remus, con una nota d’allarme nella voce “si sta svegliando…”
Gli occhi dei due mori saettarono di scatto sulla figura del piccolo. La voce di quel dannato gigantesco giallognolo stava, in effetti, sortendo un effetto non desiderato: la creatura della culla seguitava a fare smorfie e mugugnare infastidito nel sonno, come se avvertisse qualcosa che non gli piaceva…o sentisse qualcuno…
“…eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee…”
Presi dal panico, i due studenti più ribelli di tutta Hogwarts decisero d'intervenire
“Ehi, tizio, ti dispiacerebbe piantarla, per favore?! Rischi di svegliarlo!” sbraitò Black movendo freneticamente le braccia, in segno di tacere
“Senti, hai veramente una bellissima voce, anche se la ninna-nanna faceva un po’ pena, ma adesso piantala! Ti prometto che verrò a vedere il tuo esordio nella lirica, se prometti di tacere!”
“...eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee...”
“Non ne vuole sapere!” si lamentò disperato James, mettendosi le mani nei capelli
“Facciamo qualcosa!” saltò su Sirius, gettando uno sguardo inquieto alla culla “ci dev’essere un modo per…”
“Finitem canto!”
D’improvviso lo stesso bagliore che si era presentato alla comparsa di quella strana creatura apparì, rendendo nuovamente ciechi i due Marauders. Infine, dopo alcuni secondi, la luce se ne andò…
Il ragazzo dai lunghi capelli neri fissò confuso il suo migliore amico, leggendo nel suo sguardo la stessa perplessità. Poi, colti da un folgore, si voltarono entrambi verso sinistra, scorgendo un’ampolla nelle mani di un Remus sorridente.
“Bastava recitare quest’incantesimo per farlo svanire…” spiegò, per poi lasciarsi cadere sul letto “Sono distrutto ragazzi…buonanotte” decretò, addormentandosi di colpo sotto gli sguardi straniti degli amici
Le uniche due persone sveglie si scambiarono un’occhiata, per poi scoppiare in una risata soffocata
“Bravo il nostro Moony ma…poco resistente.” sghignazzò James raggiungendo a carponi il proprio letto “Dovrai tenerne conto quando farete sesso, Padfoot…”
“Crepa, James!” ringhiò Sirius, sedendosi sul bordo del letto di Remus.
Osservò la figura del dolce lupetto profondamente addormentato, con un dolcissimo sorriso impresso sulle labbra
“Guarda com’è tenero…è talmente stanco che si è addormentato con la boccetta ancora tra le mani…” sorrise, togliendogli dalle mani l’oggetto in questione
Passò una mano dentro quella meravigliosa criniera castana sparpagliata sul cuscino, perdendosi in quella meravigliosa visione
“Ehi, Sirius: come amico di Remus, mi sento in dovere di proteggerlo da ogni tentativo di stupro. Perciò, lascialo immediatamente o…”
S’interruppe, sostituendo la sua "mal dimostrante serietà" con un sorriso tenero e divertito.
“Guarda guarda…dice dice, ma poi si comporta come un vero maniaco…” mormorò tra sé e sé all’indirizzo della persona placidamente addormentata sul petto del lupo mannaro e con una mano ancora persa nei capelli di questi.
A quanto pareva il grande Sirius Black si era arreso alle lusinghe di Morfeo…Il giovane ragazzo con gli occhiali rimase qualche attimo ancora ad osservare quella romantica scenetta, scotendo poi la testa
“Oh, beh! Per una volta verrò a meno del mio dovere d’amico…” dichiarò, mettendosi sotto le coperte.

Doveva essere passata almeno una mezz’ora, prima che un frettoloso pugno si abbattesse sulla porta di una camera da letto, quasi sfondandola...
“Chi è?! Che c’è?!” esclamò James alzandosi di scatto a mezzo busto, con un occhio aperto e l’altro no.
Il violento rumore scosse pure Sirius, rubandolo un’altra volta dal regno di Morfeo
“Ti giuro che non è colpa mia…Oh, valli a capire ‘sti dei…” mormorò, alzandosi un poco sulle braccia e aprendo mezza palpebra.
E quello che riuscì a vedere dal suo occhio semi-aperto sembrò significare la realizzazione dei suoi più intimi desideri…o dei più terrificanti incubi…
Il dolce viso addormentato di Remus giaceva a pochi centimetri dal viso di Black, bloccando ovviamente qualsiasi funzione cerebrale di quest’ultimo. L’afrodisiaco odore dell’affascinante prefetto lo stordì, mentre il suo sguardo si perdeva nella contemplazione di quel volto perfetto, di quei capelli fini come il fieno e incantatori come serpenti, di quel collo sottile e bianco, cui avrebbe tanto voluto dare un morso…Ma ciò che catturava la sua totale attenzione erano quelle labbra…quelle bellissime labbra sottili e rosee…così invitanti…così vicine…
Non si rese neanche conto di quello che stava facendo. Voleva solo avvicinarsi, avvicinarsi al volto di quel meraviglioso angelo sempre presente nel suo cuore e assaggiare quei frutti proibiti…Prima di rispecchiarsi in due profonde pozze d’ambra assonnate.
“Hu?”
Gocce di sudore scivolarono sul collo del giovane Gryffindor…
Panico…panico…
Dannazione! Cosa gli diceva ora?
-Ciao Remus, scusa ma volevo baciarti…-. Si, poteva andare…avrebbe solo perso la parte in mezzo alle gambe!
Intanto il lupo mannaro, non ancora del tutto sveglio, si stava stiracchiando e sfregando gli occhi, con un’espressione così dolce da togliere nuovamente la concentrazione in Sirius. Lupin si mosse con l’intenzione di muovere una gamba, ma si trovò ostacolato da qualcosa…o precisamente dalla gamba di qualcuno…
Sgranò d’improvviso gli occhi, fissando con una strana espressione la persona sopra di lui…
“S-sirius…?”
“Ehm…ciao Moony…”
“C-cosa ci fai…sopra…?”
Black si mordicchiò le labbra…Bene, e ora?
“Eh…vedi…ecco…Ero stanco…tanto stanco!…e alla fine…mi sono addormentato…su di te.”
“Ah…”
“Già…”
Silenzio imbarazzante…Sguardi sfuggenti…
“Beh…” tentennò Remus, trovando il coraggio di guardarlo negli occhi “sei comodo?”
La risata di Sirius si perse nell’aria, accompagnata da quella di Remus
“Non c’è male…Ignoravo che un lupo mannaro possedesse anche il requisito della comodità…”
Uno strano luccichio, che non sfuggì alle iridi dell’animagus, attraversò le pupille del licantropo
“I lupi mannari possiedono molti requisiti, Paddy…non sai quanti.”
Il tono usato da Lupin suscitò molti interrogativi alla mente di Sirius, ma non fece in tempo a riordinarli che un rumore improvviso li fece sobbalzare
Sembrava il rumore di violenti pugni picchiati contro una porta…La loro porta
“Insomma! Qualcuno si decide ad aprirmi? Lupin, ci sei? Devo parlarti”
Quella voce inconfondibile non poteva che appartenere… “L’Evans!” gridò James svegliandosi del tutto, balzando dal letto con un salto e fiondandosi dritto verso la porta. “James, fermati!” L'ordine di Remus bloccò l’interpellato con una mano sulla maniglia
“E perché?” chiese euforico, gli occhi colmi di una luce brillante “ti rendi conto di chi c’è dietro quella porta, Remus? La Evans! E’ la consolidazione di tutti i miei sogni”
“E in questi tuoi sogni è anche incluso che tu la incontri in mutande, James?”
Potter abbassò lo sguardo, accorgendosi finalmente dell’avvertimento che gli voleva dare l’amico. In mutande! Come poteva accogliere la sua meravigliosa rossa con solo delle mutande addosso? Al contempo il soggetto del suo amore seguitava a gridare
“Insomma, devo covare un uovo prima che vi decidiate ad aprirmi?! Che diavolo state aspettando?!”
“Nulla, mia cara, sono subito da te! Giusto un attimo…” biascicò, correndo verso il proprio letto con una tal foga da non accorgersi del recipiente di borotalco per terra, su cui finì irrimediabilmente per inciampare.
“Ehi, Prongs: guarda che la tua bella è fuori dalla porta, non sul pavimento” gli fece notare Black, che non si era perso un solo istante dell’esilarante, a suo avviso, capitombolo del suo amico.
Ridacchiò con quanto fiato aveva in gola, beccandosi l’occhiata torva dall’animagus del cervo, che cercava al contempo di indossare la sua vestaglia rossa e gialla, i colori dei Gryffndor, in fretta e furia. La risata del ragazzo dai lunghi capelli corvini sembrava non accennare a spegnersi, seguita da quella un poco più celata di Remus, anch’egli con le lacrime agli occhi. James gettò loro uno sguardo di sbieco, che tramutò poi in uno strano sogghigno
“Ridete, ridete pure, cari i miei Marauders. Ma sarò solo io a godermi dell’espressione allibita della Evans quando, entrando, vi vedrà così avvinghiati!”
Un violento rossore colorò le guance dei due ragazzi, accorgendosi solo in quel momento dell’imbarazzante situazione che avrebbe potuto avverarsi. Si staccarono immediatamente, seppur Sirius non osò lasciare l’invitante letto reso ancor più accogliente dal bel licantropo. Il giovane cercatore, intanto, era ormai pronto per ricevere la sua graditissima ospite, sul volto impresso un caloroso sorriso di benvenuto
“Aspetta!” urlò inaspettatamente il licantropo, frantumando i timpani al compagno moro che gli sedeva accanto.
James si chinò verso il basso, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro “E adesso che c’è? La vestaglia è trasparente e quindi mi si vedono le mutande?”
Non una parola uscì dalle labbra del licantropo. Si limitò semplicemente ad indicare il motivo del suo urlo, che si rivelò…
“Il bambino!” esclamarono all’unisono i due mori, presi dal panico.
“Ok, stiamo calmi!” ragionò James, precipitandosi verso il proprio baule ed estraendo un lungo mantello “Basterà nascondere il pupo sotto il mantello dell’invisibilità ed è fatta…”
“E se per caso si svegliasse?” disse con voce ancora allarmata Black “come spiegheresti alla tua sagace e soprattutto prefetto ligia al dovere il pianto di un bambino invisibile?
“Su questo non c’è da preoccuparsi, Sirius…La tisana ha effetto per dodici ore, ricordi?” gli fece notare Remus, non riuscendo comunque a togliere il dubbio dall’amico “Non so…e se invece non durasse così a lungo?”
“Beh, è passata solo mezz’ora, dubito duri così poco…” ragionò il ragazzo dagli occhi ambrati ad alta voce “e poi è garantito. Non ci ha assicurato forse che avrebbe fatto addormentare senza preoccupazioni i nostri tesori?”
Sirius cercò di non perdersi nuovamente nell’irresistibile sorriso del compagno
“Aveva assicurato anche che avrebbe riscaldato i nostri cuori, ma a me ha solo portato il gelo…”
“Eddai, Sirius, non rompere!” s’intromise il ragazzo occhialuto, coprendo la culla col mantello “ok, fatto…Ora, avete altri –aspetta!- prima che apra?”
“Beh, ci sarebbe l’aspetta per il tuo orribile aspetto ma…”
James rivolse al moro una buffa smorfia, prima di aprire la porta con uno smagliante sorriso
“Evans adorata! Che gioia poterti finalmente…” Il sorriso sul volto del Gryffindor lasciò il posto a cascate di lacrime
“Come?! Non sei dunque venuta per gettarti tra le mie braccia, Evans?” mormorò con voce piagnucolosa
Il soggetto in questione gli gettò un’occhiata sprezzante “L’unico maniera per farmi gettare tra le tue braccia, Potter, sarebbe munirmi di un pugnale!” sbottò acida, mentre l’altro piangeva disperato.
“Ehm, mi cercavi Lily?” s’intromise Remus alzandosi, accorrendo in soccorso di James
La prefetto abbandonò per un attimo la sua espressione truce, assumendo quasi un’espressione gentile
“Si, ma da ieri. Non te l’ha detto Potter?” domandò, gettando un'occhiata di disprezzo verso il cercatore dei Gryffindor, che preferì nascondersi dietro al corpo dell’animagus del cane, che si godeva divertito la scena.
“No…si vede che se n’è dimenticato” sorrise Remus, mentre lo sguardo della Gryffindor non accennava a diminuire il suo disprezzo.
“Me lo sarei dovuta aspettare! Non dovevo fidarmi di te!”
L’aria si stava facendo piuttosto pesante…Un licantropo imbarazzato, una prefetto incavolata nera, un cercatore in lacrime e un animagus assai divertito non facevano certo un simpatico quadretto…Per fortuna una testa sana decise di prendere in mano la situazione
“Allora…per cosa mi cercavi, Lily?”
A quella domanda la ragazza spostò lo sguardo, fissandolo sul compagno dagli occhi ambrati
“Devo riferirti una cosa…ma è piuttosto delicata…”mormorò, guardando gli –intrusi-.
“Ehi, puoi dire tutto quello che vuoi, anche che la McGonagall si tinge i capelli! Noi saremo muti come una tomba!” esclamò James, con la ritrovata sfacciataggine
“Quando vorrei che tu fossi SEMPRE muto, Potter…” mormorò, non troppo a bassa voce “no…senti, Remus. Ne parliamo domani, d’accordo?”
“Domani? E perché non…?”
“Sono impegnata tutto il giorno, mi dispiace. Sai, in qualità di prefetto devo allestire e assistere alla festa di compleanno del Fantasma Sanguinario degli Slytherin. Dumbledore ha voluto ad ogni costo organizzare questa festa e dato che tutti erano così –entusiasti- di parteciparvi, ha –invitato- personalmente fantasmi, professori e…” finì, indicando se stessa “…prefetti, uno per ogni casa”
“Mi dispiace, Lily, ma non ti invidio proprio…” sghignazzò Remus, strappando un piccolo sorriso alla compagna.
“Se vuoi posso farti io da cavaliere, Evans, così non ti sentirai troppo giù!” esclamò improvvisamente il giovane occhialuto, frapponendosi tra lei e Lupin.
“Grazie, la compagnia del fantasma sanguinario sarà sufficiente…” decretò la rossa, perdendo in un lampo il sorriso
“Allora ci vediamo domani, Remus. Black…” salutò, facendo un cenno al moro “…Potter…” biascicò, accompagnando il saluto con tono e sguardo carichi di odio.
Ed infine uscì, lasciando un James stranamente eccitato. “Oh, ragazzi, ragazzi! L’avete visto?! Mi siete testimoni, eh?! Mi ha salutato!”
“Già, e che saluto…Somigliava a quello che io mi scambio sempre con Malfoy…” sghignazzò Sirius, beccandosi un’occhiata di rimprovero, ma anche un poco divertita, da parte del prefetto.
Al contempo l’animagus del cervo seguitava a saltellare di qua e di là, urlando il nome dell’essere dei suoi sogni. I due compagni si scambiarono uno sguardo, tornando poi a tornare ad osservare il divertente spettacolo che si presentava ai loro occhi. Quel tornado non cessava più di saltare e gridare, trascinando a terra qualunque oggetto mobile che incrociasse il suo tormentato cammino. Un giornale cadde a terra e…
“Yawn!…Buongiorno, ragazzi, è già ora di alzarsi?” mugugnò Peter, sbadigliando rumorosamente.
Potter si bloccò. Remus e Sirius smisero di sorridere. E tutti e tre fissarono ad occhi sgranati il quarto componente del gruppo, senza mormorare una parola
“Beh…” esclamò l’osservato, spostando lo sguardo da un Marauders all’altro “che succede?”
“Che cavolo di sonno pesante è il tuo?!”

Continua…

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Capitolo 7
*** - ***


James Potter si era sempre considerato una persona generosa e altruista e, sebbene qualcuno avrebbe potuto definire questo giudizio un peccato di superbia, come avrebbe sicuramente fatto una certa testa rossa, le azioni compiute dal moro avevano quasi sempre dimostrato la veridicità di quelle parole.
Dal momento in cui il suo migliore amico aveva compreso i suoi reali sentimenti per un certo lupo mannaro, le giornate del cercatore dei Gryffindor avevano sempre seguito il seguente corso:

ore 7- I quattro malandrini si destano al suono della sveglia. Sirius si siede accanto al suo letto con guardo estasiato, causato dal dolce buongiorno pronunciato dal caro Remus nei suoi confronti.
ore 7.5- L'aurea nera di Sirius si rivolge contro di lui perché secondo il parere del cagnaccio Remus lo ha salutato con tono più gentile rispetto a lui.
ore 8.10- Disperato tentativo di evitare i cuoricini che il corpo di Black emana alla vista del suo dolce Moony che mangia una tartina al miele, a parere del giovane dai lunghi capelli corvini, con indescrivibile grazia
ore 8.12- Imprecazioni di Black per il caffé versato, da lui stesso, sul vestito, a causa di una certa distrazione lunare...
ore 9- Alti lamenti espressi da un cadavere con il volto appoggiato sul banco per essere stato collocato distante dal dolce Moony.
ore 11- Acuti e insopportabili gridolini di gioia da parte di Sirius per essere riuscito a prendere posto accanto a Remus durante la lezione di erbologia.
ore 11.15- Prevedibile allontamento di Sirius da Remus. Il primo viene fatto sedere dall'insegnante al I banco, a causa della palese disattenzione di cui sembra esser preda il giovane discendente della casata Black. Assolutamente scontato il lamento sconsolato del cane nero...
ore 12.15- Ulteriori fantasticherie espresse da Sirius al suo orecchio durante la pausa pranzo. Sirius afferma che l'odore della pelle di messer Lupin assomiglia a quello di un dolcissimo lampone. Conseguente furto della sua crostata ai lamponi, con suo evidente disappunto.
ore 13.30- Inizio delle lezioni pomeridiane e delle manifestazioni di rammarico da parte di Black per il fatto di non seguire gli stessi corsi di Remus.
ore 14- Sirius sottolinea l'assenza di Lupin.
ore 14.15- Black dichiara che il colore marrone della sua bacchetta è assolutamente incomparabile ai dolci occhi ambrati del suo lupetto.
ore 14.30- Black risottolinea l'assenza di Lupin.
ore 14.45- Al posto di scrivere la formula pronunciata dalla McGonagall Sirius disegna omini rassomiglianti Remus. Subitanea punizione a Sirius da parte della professoressa di trasfigurazione accompagnata, da un po' di tempo, da un misterioso sorrisetto disegnato sul volto dell'insegnante nell'osservare il disegno dell'allievo scavezzacollo
ore 15- Black lamenta l'assenza di Lupin.
ore 15.15- La testa del moro viene colpita da un enorme mazza fatta apparrire dalla McGonagall a mezz'aria per svegliare Sirius dal profondo sonno in cui era caduto. Il giovane si asciuga la bava che gli cola dal labbro. Assoluto rifiuto di Potter di farsi raccontare il sogno appena avuto dal depravato amico.
ore 15.30- Black si arrabbia per l'assenza di Lupin.
ore 16- Tentativo di fuga da parte di Sirius durante la pausa nell'ora di trasfigurazione per andare a cercare Remus. Tentativo fallito.
ore 16.15.- Black piange e pure James, ma questi non per l'assenza di Lupin...

Insomma, per farla breve, non passava giorno che il giovane rampollo della casata Black non gli narrasse il suo smisurato amore per il loro comune amico. Agli inizi era sempre stato Potter a incoraggiare l'amico a parlargli della sua cotta per Remus, poiché in principio Sirius stentava a farlo e per tal motivo James si divertiva a stuzzicarlo. Ora che l'animagus del cane aveva raggiunto una certa tranquillità nel raccontare al suo migliore amico i suoi sentimenti, il divertimento era cessato e per quanto potesse voler bene a quel giovane, il giocatore di Quidditch non riuscì più a trattenere quella frase
"BASTA, SIRIUS! E' un'ora che continui a piagnucolare, non ne posso più! A furia di sentirti mi è venuto il diabete..."
Uno sguardo torvo fu puntato contro il giovane che indossava gli occhiali "Non oserai dirmi che tu sei completamente indifferente al fatto che Remus e la TUA, per modo di dire, Evans, sono insieme?!"
Potter sbuffò, contando mentalmente le volte che quel giorno avrebbe voluto strangolare il suo migliore amico
"Sono andati ad una riunione dei prefetti, Padfoot, non ci vedo nulla di strano, visto che entrambi rientrano in quella categoria!"
"Ma ti sfugge il fatto che terminata la riunione andranno a bersi una burrobirra nel parco di Hogsmeade e la Evans ci ha esplicitamente informato che intende stare DA SOLA con Remus!"
"EH?" gridò sorpreso James "e quando avrebbe affermato una simile mostruosità?!"
"Nel momento in cui tu eri piegato in due a terra in seguito al calcio che la tua cara rossa ti ha dato nell'attimo in cui hai cercato di darle un bacio di benvenuto..." Il giovane Black sogghignò, ripensando alla scena "sarò stupito se in seguito a questa botta potrai ancora avere dei figli, Prongs..."
Ma l'amico sembrava non averlo sentito, perso com'era in quel turbine d'emozioni in cui era caduto
"Lily...oh, no! Bisogna fare qualcosa...la mia dolce Lily...in compagnia di Remus...oh, mamma mia, non oso neanche pensarci!"
"Ehi! Cosa vorresti insinuare?!" ringhiò Black "Remus non le farebbe mai del male, al contrario è necessario preoccuparsi di quello che quella strega potrebbe fare al MIO e ribadisco MIO Moony!"
"Non t'azzardare a rivolgerti a Lily in quel modo sai?!"
I due giovani si scambiarono uno sguardo rabbioso, ognuno deciso più che mai a difendere la persona che teneva la chiave del loro cuore, quando un fulmine attraversò le loro menti.
Il cuore del ragazzo dai lunghi capelli neri cominciò a battere sempre più velocemente, mentre la sua schiena veniva attraversata da un brivido
"Oh mio dio...e se..."
"Se..." continuò Potter per lui "se gli avesse dato appuntamento per..."
"dichiararsi...e Remus non si sentisse affatto imbarazzato o anzi..."
"...allora quei due..."
"finirebbero per..."
"FIDANZARSI!" urlarono in coro, stringendosi con foza le mani.
Le pupille del giovane cercatore erano colme degli stessi sentimenti che animavano gli occhi di Black: paura, sgomento, terrore...
"No..." mormorò Sirius, scotendo lievemente la testa "non può essere...il mio Moony..."
"...Lily...dolce, tenera Lily...davvero non sarà mai mia?" "le sue labbra...non potrò mai assaporare quei piccoli boccioli?"
"I suoi capelli rossi, splendenti come il fuoco...ho potuto passarvi solo una volta la mano e dopo la mia pelle si è riempieta di pustole...oh, quanti ricordi con la mia Lily!"
"Le nostre chiacchiarate prolungate fino a tarda notte cessaranno...perché...lui dormirà da lei? O lei da lui?!"
La piccola fiamma dell'amore che albergava nei due giovani esitava a spegnersi del tutto, conscia del profondo affetto che animava l'animo dei due e sicura che ben presto sarebbe stata alimentata da un altro sentimento.
"...Remus...no...non posso permettere che finisca così..."
"Evans...io...non posso nutrirmi soltanto di eventi passati..."
Ben presto una luce illuminò le iridi dell'affascinante Black, un ardore che sembrò risvegliare anche lo stesso Potter, il quale ora sfoderava uno sguardo risoluto e colmo di speranza.
"No! Non sia mai che James Potter getti la spugna!"
"Remus, perdonami, ma prima di metterti assieme alla Evans dovrai venire a conoscenza di quello che provo per te!"
"Mi hai trasformato in ogni essere possibile in questi anni: in un poppante, in un verme, persino in Snape! Ugh, quante lacrime ho versato non appena mi sono trovato davanti a uno specchio..."
"Innumerevoli notti in bianco passate a pensare a te non possono esser state prive di frutti! Lotterò!"
"Si! Ben detto, Padfoot!" gridò James, balzando in piedi sul letto "non posso aver sopportato ogni genere di umiliazione e le tue continue melensaggini per niente!"
"Ehi!"
"Oh, scusa, vecchio mio, ma da amico devo dirti che quando fantastichi su Remus sei proprio una lagna..."
"Perché, tu quando parli della Evans pensi di essere me...?"
La porta improvvisamente si aprì, lasciando la scena a Peter Pettigrew, completamente esausto dopo due intere ore di ripetizione di Incantesimi...Il biondo era stato certo che prima o poi, se la lezione non fosse terminata, sarebbe trapassato sul banco. Ma questo non si era verificato e ora, ringraziando la sua buona stella, poteva finalmente riposarsi
"Peter!"
...o forse la sua buona stella non era proprio tale a giudicare dagli enormi,ed inquietanti, sorrisi che i due giovani mori gli stavano indirizzando in quel momento... Ancora un poco frastornato da quel inusuale saluto, Peter si ritrovò a boffonchiare un "S-alve ragazzi"
Avvertendo brividi freddi lungo la schiena il piccolo marauders si accorse di stare indietreggiando man mano che i suoi compagni si stavano avvicinando. Di tutte le espressioni che avrebbero potuto mostrare, quelle che ora sembravano essersi impossessate di Sirius e James erano in assoluto le sue meno preferite. Quei sorrisi erano infatti un concentrato di decisione, azioni spericolate, guai, McGonagall e sicura punizione...
Incurante dell'evidente timore impresso sul volto di Peter, il giovane cercatore dei gryffindor passò una mano attorno alle spalle dell'amico appena arrivato "Peter! Vecchio mio! Tornato dalle lezioni? Non sarai mica stanco, vero?"
"Ehm...ecco...io"
"Ma certo che no, James!" lo interruppe Black "non vedi com'è in forma il nostro Wormtail?!"
Il giovane interpellato non cercò nemmeno di replicare all'affermazione dell'animagus del cane, forse in conseguenza della violenta pacca sulla schiena che gli aveva dato il moro, azione che gli aveva quasi smorzato il respiro.
"Perfetto!" continuò Potter, incurante delle difficoltà respiratorie del compagno "allora sarà pronto per la nostra prossima avventura, vero Peter?"
"Q-quale avventura, ragazzi?" chiese tremante il ragazzo, avvertendo già dolori anticipati
"Oh, un'inezia...semplicemente andare a spiare l'incontro di Lily col nostro Remus"
Il meno audace dei Marauders si sentì venir meno... Con una voce che tradiva un evidente tremore l'animagus del topo cercò di replicare "M-ma...non credete che...Remus e Lily potrebbero non gradire la nostra...?"
"Sciocchezze!" dichiarò improvvisamente Sirius, mettendo in questo modo a tacere l'amico "ti preoccupi troppo, Wormtail...Bene, visto che siamo tutti d'accordo, che ne dite di andare?"
"Ottima idea, vecchio mio, meglio non perdere tempo" e con passo risoluto si avviò alla porta affiancato da Black, quando il debole squittio di un topo li costrinse a voltarsi
Peter si stava mordicchiando un dito con fare nervoso, nell'indecisione di confessare quel che pensava...però le parole uscirono dalle sue labbra prima che potesse reprimerle
"M-ma ragazzi...e lo scopo di que-questo spionaggio?"
Sirius e James si scambiarono uno sguardo e Peter temette per la propria vita di fronte all'espressione seria che i due avevano assunto. Ma si preoccupò maggiormente quando li vide tornare a sorridere
"Ma è chiaro no?" esclamarono all'unisono "per aiutarli a capire che il loro sarebbe un amore errato!"
Il biondo sbatté le palpebre confuso. Decisamente aveva passato troppe ore a incantesimi, pensò mentre si lasciava trascinare dagli altri marauders...

"Di tutte le idee che ti potevano venire in mente, James, questa è la più idiota!"
"Stai ancora brontolando?!" chiese esasperato il cercatore dei gryffindor "certo che ne hai di fiato...forse in futuro Remus sarà grato di questa tua resistenza..."
"Va al diavolo, James!" strillò imbarazzato il moro, prima di essere zittito dal compagno
"Parla piano, testone! O finiremo per farci scoprire!"
"Non sia mai che Remus capisca che ci sono veramente io sotto queste vesti!"
L'abile piano escogitato dai due marauders per spiare il loro compagno assente e la rossa gryffindor non si sarebbe potuto realizzare senza un adeguato travestimento. Sarebbe stato impensabile presentarsi nel parco di Hogsmeade nelle loro vesti di studenti, poiché sicuramente le loro "vittime", se li avessero scoperti, avrebbe potuto sospettare qualcosa...E anche perché se Lily si fosse trovata di fronte Potter se ne sarebbe tornata immediatamente ad Hogwarts...
L'unica parte dolente dello stratagemma, almeno per quanto riguardava il giovane della casata dei Black, erano state le necessarie trasformazioni subite per non farsi riconoscere. E bastava solo osservare che erano state attuate dal ragazzo con gli occhiali per spiegare la gravità della questione...
Le labbra di Sirius si lasciarono sfuggire un sospiro "Certe volte sono tentato di credere che la tua demenza sia stata causata dalle continue mazzate che la Evans ti ha dato...o forse questo è solo un mio disperato tentativo di credere che tu una volta fossi normale..."
"La vuoi finire?!" scattò James " Ti ricordo che torneremo normali non appena berremo un goccio di questa pozione!" spiegò, esibendo la boccetta contenente il liquido in questione
"E poi non capisco cos'hai da lamentarti!" sbuffò, riponendo l'ampolla in una tasca "avanti! Spiegami cosa c'é che non va nelle trasformazioni che ho attuato!"
"Tanto per cominciare il vestito costellato di fiori rosa non ti dona affatto..." avrebbe voltuto commentare Black, ma preferì mordersi la lingua.
Se in quel momento qualche slytherin avesse capito chi erano veramente, il moro sarebbe sprofondato dalla vergogna: chi mai avrebbe potuto pensare che quella grassa donna col vestito a fiori, cappellino di paglia e occhiali dalla montatura rosa fosse in realtà l'abile cercatore dei gryffindor? Se la squadra di quidditch lo fosse venuta a sapere James sarebbe stato impossibilitato a giocare per mesi...
Del suo stato avrebbe invece preferito non parlare. La giustificazione della sua trasformazione da parte di Potter era stata "Chi mai sospetterebbe di una mamma che porta a spasso il suo bambino?" e così Black si era ritrovato mutato in un moccioso...vestito alla marinara, coi boccoli biondi e un lecca-lecca in mano...decisamente James doveva smetterla di guardare vecchi film babbani...
La condizione peggiore, ad ogni modo, era stata probabilmente riservata a Peter, visto che si ritrovava impossibilitato persino a parlare, anche perché se lo avesse fatto avrebbe scatenato il panico generale. Di norma un neonato non parla...Un sentimento di pietà cominciò a impossessarmi dell'animo del giovane moro, sensazione che svanì non appena il ragazzo notò l'espressione pacifica con la quale l'animagus del topo si stava gustando il suo biberon nel passeggino accanto al reale bambino che i marauders custodivano, fortunatamente vittima di un profondo sonno.
I pensieri del giovane Black furono riscossi dal grido di James "Eccoli! Sono lì! Seduti su quella panchina!"
Lo sguardo dello studente dai lunghi capelli corvini seguì il dito dell'amico. Intenti a bere e chiacchierare allegramente sedevano Lily e Remus, totalmente ignari di essere osservati...
In quel momento la rossa stava raccontando qualcosa al ragazzo in parte a lei, il quale ascoltava incoraggiandola a continuare con un sorriso. Santo cielo, si ritrovò a pensare Black, quant'era bello il suo Moony: il sole illuminava i suoi lunghi capelli raccolti in una coda, rendendolo simile a un angelo disceso in paradiso...quanto avrebbe voluto avvicinarsi per accertare la reale esistenza dell'amato...
"Goddric, tesoro, non rimanere lì impalato, vieni qui a sederti accanto alla mamma!"
...di colpo improvvisamente il moro si ritrovò all'inferno...
Con lentezza esasperante l'animagus del cane si voltò in direzione di quella voce, scorgendo un inquietante sorriso dipinto sul volto dell'amico...
Deglutì più volte "James? Ma sei impazzito? Ahia!"
"Tesoro, non rivolgerti alla mamma con quelle brutte parole, altrimenti la borsa della tua mammina potrebbe di nuovo rompersi sulla tua testa..." spiegò candidamente James prima di avvicinare il piccolo Sirius a sé e mormorargli nell'orecchio "dobbiamo comportarci come se fossimo mamma e figlio, altrimenti le altre persone che sono nel parco potrebbero insospettirsi..."
La mente del finto bambino fu liberata da ogni genere di dubbio e il giovane, sfoderando il suo più affascinante sorriso, si affrettò a sedersi a fianco della "madre", la quale gli sorrise con compiacimento
"Bravo il mio tesoro" dichiarò a voce alta. Poi, con un sussurro "Vedi qualcosa di preoccupante?"
"No, per adesso stanno solo parlando, anche se non riesco a sentire una parola di quello che si dicono...Non potremmo avvicinarci un po'?"
"Sarebbe troppo rischioso...non scordare che quei due rientrano nel gruppo dei ragazzi più svegli di Hogwarts" lo avvertì James mentre cercava qualcosa dentro la borsa "Ecco! L'ho trovato. Prendi tesoro"
Black guardò con perplessità il piccolo cartone di latte che l'amico gli stava porgendo "Che ci dovrei fare con quello?"
"Per apparire il più normali possibili ho materializzato tutto l'occorente per una salutare merenda nel parco, la quale prevede del latte per te" mormorò il cercatore dei gryffindor, per continuare a voce alta "Bevi il tuo latte, tesoro, ti farà bene"
"Bevitelo tu. A me non piace. Aho!"
La "signora" tornò a sorridere, poggiando per la seconda volta la borsa per terra "Tesoro, non fare arrabbiare la mamma...bevi il tuo latte"
"Ma bevilo tu, porca miseria!" piagnucolò Sirius massaggiandosi la testa dolorante, che in seguito ricevette un altro colpo
"Vedi di non rompere troppo le scatole alla mammina, caro"
Una signora che passò davanti a loro spingendo un passeggino in quel momento non poté evitare di guardare Potter allibita di fronte al suo atteggiamento nei confronti del "figlio". James si voltò subito verso di lei sfoggiando il più cortese dei sorrisi
"Non si preoccupi, signora, è abituato a prenderle. Con quella testaccia dura che si ritrova ormai le sberle non hanno più alcun effetto su di lui"
"Spero con tutto il cuore che tu sia sterile..." borbottò Black mentre osservava la signora allontanarsi il più velocemente possibile.
"Non dire sciocchezze, in futuro saprò dimostrarmi un ottimo padre..."
"Fino ad ora abbiamo appurato che sei una pessima madre..." commentò ironico l'animagus. Improvvisamente le sue iridi blu si spalancarono di scatto
"DANNATA STREGACCIA! Stai lontano da lui! Hmpf!"
"Chiudi quella ciabatta, dannazione! Non vi preoccupate, signore, sono solo i geni di suo padre" sorrise il moro a una coppia di donne che li fissava con stupore.
Quando finalmente tutti ebbero distolto l'attenzione dalle loro persone, James tolse la mano dalla bocca di Sirius, il quale poté così tornare a respirare.
Fissandolo in cagnesco borbottò "Mi vuoi dire che diamine ti è preso per urlare in quel modo?"
"La Evans stava provando a baciare Remus"
"COSA?!"
"Si, anch'io ti voglio bene, mamma" esclamò il bimbo saltando in piedi sulle gambe della madre e facendo aderire la testa di lei sul suo petto. Dopo vari tentativi Potter riuscì a liberarsi da quell'abbraccio "Anf, anf, stavi cercando di strozzarmi?!"
"Sei tu che hai cominciato a urlare..." mormorò Black, le cui labbra, dopo aver osservato attentamente la coppia poco distante da loro, si lasciarono sfuggire un sospiro di sollievo "Falso allarme. La Evans voleva solo sistemare il colletto di Remus"
Il viso di James si illuminò "E' sempre così carina...Anche a me l'ha fatto, una volta"
"James, guarda che in quell'occasione la Evans stava cercando di strozzarti..."
"Non è vero!"
Black sospirò "James, eri diventato viola..."
"La mia pelle assume sempre quella tonalità quando Lily è vicina alla mia persona"
"No" si trovò a pensare il rampollo della casata Black "solo quando sei prossimo alla morte...". Scosse la testa. Inutile stare a discutere con l'amico, doveva piuttosto trovare il modo d'avvicinarsi all'amato senza causare sospetti. Si alzò di scatto
Il moro con gli occhiali lo guardò "Che c'è tesoro, ti scappa la pipì?"
Un violento rossore colorò le guance di Sirius "Ma che dici?!"
"La pupù allora? Guarda, pulcino, se mi prometti di non fare troppo rumore, puoi andare dietro quel cespuglio..."
"JAM-EHM, MAMMA!" gridò il giovane nel più completo imbarazzo. Cosa aveva mai commesso di così malvagio? Lasciando da parte le risatine di sottofondo che sentiva, l'animagus del cane materializzò di nascosto, poiché un bambino della sua età non poteva ancora praticare la magia, una palla, sotto lo sguardo perplesso del cercatore dei gryffondor
"Voglio giocare con la palla, mamma. Ops, è caduta laggiù. Vado a riprenderla!" dichiarò allontanandosi di corsa
"Si-ehm, Goddric, torna subito qui!"
"Goddric..ma porca miseria, che gli costava affibbiarmi un nome più decente?!" pensò con desolazione. Nel frattempo la bacchetta del giovane studente continuava a produrre un leggero venticello allo scopo di allontanare sempre più la palla, finché questa non finì contro i piedi di una persona...
Il giovane Lupin abbassò lo sguardo perplesso, per poi portarlo su quel bizzarro bambino che lo stava fissando con insistenza. Dopo aver sbattuto un paio di volte le palpebre, Remus sorrise gentilmente "E' tua questa palla, piccolo?"
L'interpellato non rispose. Si limitava a guardare ad occhi sgranati il giovane davanti a lui. Remus rise, divertito dalla buffa espressione che il bimbo mostrava.
"Ehi, guarda che non ti mangia mica, sai? Remus è un bravo ragazzo"
Le pupille del soggetto in questione si allargarono, se era possibile, ancor più. Sirius non riusciva a credere che quella voce vellutata appartenesse alla Evans! L'aveva sempre giudicata una ragazza fredda e perfettina e mai si sarebbe aspettato di vedere un sorriso così cortese sul suo volto. Vero che Remus aveva sempre sottolineato questo lato del carattere della rossa e che in effetti quest'ultima aveva sempre dimostrato un atteggiamento distaccato soltanto nei confronti di James...
"Ehi, sei ancora con noi?"
La domanda del licantropo lo fece sussultare. Da quanto tempo era rimasto preda dei propri pensieri? La domanda rimase priva di risposta nel momento in cui si trovò sotto il naso la sua palla. Alzando lo sguardo incontrò due paia di gemelle d'ambra che lo osservavano con dolcezza
"Allora" chiese Remus "la rivuoi questa palla?"
"Eh?! Ah, si, grazie!" scattò Black. Afferrò subito l'oggetto, dandosi mentalmente dell'idiota per non aver approfittato del momento per toccare le esili mani dell'amico...
Il suo sguardo si posizionò di nuovo sul dolce ragazzo che gli stava di fronte e Sirius sentì accellerare i battiti del proprio cuore. Com'era bello il suo Remus. Quel sorriso, quell'espressione serena, quegli occhi...Erano talmente vicini che gli sarebbe stato sufficiente allungare un passo per poter poggiare le proprie labbra su quelle dell'altro e concretizzare finalmente il suo sogno d'amore...oltre ad assicurare a Remus la galera per atti di pedofilia...
Ignaro del motivo per cui calde lacrime avevano cominciato a rigare il volto del bambino, il giovane studente picchiettò con la mano la panchina sulla quale era seduto "Perché non ti siedi qui, tra me e la mia amica? Hai sete? Desideri della burrobirra?"
"Ma che dici, Remus?!" esclamò Lily, mentre il bambino si sedeva euforico sulla panchina assieme a loro "un bambino della sua età non può bere una simile bevanda. Tieni" aggiunse dopo aver rovistato nella sua borsa "avevo giusto portato con me una bottiglietta di latte"
L'iniziale gioia di essere seduto a fianco del dolce licantropo e la contentezza di potersi gustare la sua bevanda preferita furono in breve sostituite da un forte senso di nausea alla vista di quel liquido bianco. Dalla bocca di Sirius stava per uscire una risposta affatto consona a un bambino così piccolo, ma il viso sorridente di Remus lo zittì. Ringraziando educatamente la studentessa dai lunghi capelli rossi, e dopo aver cercato di sopprimere il malessere che provava, bevve tutto d'un fiato quel liquido che tanto odiava.
Remus e Lily si lasciarono sfuggire una risatina "Ti piace proprio il latte, eh?" osservò la seconda divertita "E guarda che combinazione!" esclamò Remus afferrando la propria borsa "Anch'io mi ero portato appresso questa sostanza che sembri tanto gradire. Tieni! E' tutta tua!"
E dopo che copiose lacrime ebbero testimoniato la gioia che in quel momento dominava il cuore del giovane Black, il bimbo cominciò a bere i tre involucri di latte offertigli.
Che sfortuna dell'accidente! si trovò a pensare il finto bimbo con rabbia, in genere Remus non beveva mai latte e quella volta doveva per forza essersene provvisto in abbondanza!
Le maledizioni contro il destino avverso che l'animagus stava formulando nella sua mente furono interrotte da una questione
"Ti sei perso, bimbo?"
Sirius si volse di scattò verso la rossa "Eh?"
"Ho chiesto se ti sei perso..." continuò la giovane "è strano che tu sia in questo grande parco da solo. Immagino che tu sia stato accompagnato da tua madre e poi ti sia allontanato da lei, vero? Chissà come starà in pena..."
Il ragazzo sbatté le palpebre confuso, indeciso su cosa dire "Ecco...veramente..."
"Goddric, tesoro!"
In meno di cinque secondi Sirius trovò il modo di sviare la domanda di Lily e allo stesso tempo di morire soffocato...
L'impeto con il quale quella signora comparsa dal nulla stava stringendo il bambino lasciò un poco perplessi i due studenti di Hogwarts. Particolarmente quando il colore della pelle del bimbo cominciò ad assumere tonalità violacee...
"Ehm, signora..." tentennò Lily "deduco che lei sia la madre di questo bambino..."
"Oh, ma certo!" esclamò il soggetto interpellato rivolgendo totalmente la sua attenzione verso la ragazza, non curandosi del violento impatto con la terra che toccò al piccolo liberato dalla sua stretta "vi ringrazio infinitamente per averlo trovato! Il mio cuore stava letterarlmente morendo dal dolore!"
"Che hai trasmesso a me non appena ti sei fatto vivo..." mormorò a bassa voce Sirius, il quale ricadde subito disteso quando la borsa della signora vestita di rosa lo colpì "accidentalmente" alla nuca.
"Il mio Goddric fa sempre preoccupare la sua povera mamma, scappa di continuo..."
"Forse nel tentativo di sopravvivere..." concluse tra sé e sé la rossa, mentre osservava Remus aiutare il bambino ad alzarsi.
Del tutto ignaro delle sensazioni di sgomento suscitate dal suo arrivo, James si sedette senza alcun invito sulla panchina e in conseguenza di ciò, Sirius fu costretto a rimanere in piedi, a causa dell'ampia mole di sua "madre"
"Allora, stavate facendo un pic-nic nel parco?" cinguettò allegramente Potter "spero che mio figlio non vi abbia causato disturbo..."
"Oh, no signora, non si preoccupi" si affrettò a dichiarare la ragazza "suo figlio è un bimbo davvero educato. Piuttosto, gradirebbe qualcosa da bere? Una burrobirra, magari?"
Al settimo cielo per essere trattato con una simile gentilezza dalla creatura dei suoi sogni, che in genere lo avrebbe accolto con un ringhio nelle sue reali fattezze, il cercatore dei gryffindor scosse la testa
"No, nulla, sono a posto, cara Evans..."
I presenti caddero nel più assoluto silenzio. Gocce di sudore scivolarono lungo il collo di James, mentre Sirius tratteneva l'istinto omicida che covava nei confronti del suo migliore amico
Lily batté le palpebre un paio di volte prima di domandare "Come conosce il mio cognome?"
Un vortice nero si generò sotto la figura dell'animagus del cervo "Ecco...vede..." cominciò a balbettare "io...ho un figlio più grande che...che frequenta Hogwarts, ecco! E mi ha parlato spesso di una giovane ed affascinante gryffindor dai lunghi capelli rossi come il fuoco e gli occhi simili a due smeraldi di nome Lily Evans e non appena ti ho visto ho subito dedotto che dovevi essere tu quella ragazza! Del resto hai la stessa età del mio...Cornelio!, e poi indossi l'uniforme di Hogwarts e la cravatta dei gryffindor..."
"Cornelio?!" pensò inorridito Sirius mentre la studentessa arrossiva lusingata "Lei è troppo gentile..."
"Ma no! Ripeto solo quello che Corneliuccio mi ha riferito! E noto che aveva perfettamente ragione!"
Lily sorrise, un po' imbarazzata "La ringrazio..vorrei anche ringraziare suo figlio...qual'è il suo cognome?" James cadde nuovamente nel panico "Ehm, ecco...Brodis! Cornelio Brodis, un ragazzo splendido, modestamente ha preso dalla sottoscritta"
Nel suo intimo il cercatore dei gryffindor si complimentò per l'acuta intelligenza che gli era stata donata. Ricordava benissimo che nei gryffindor un ragazzo si chiamava proprio così e nel caso la Evans gli avesse voluto fare un giorno delle domande sarebbe stato sufficiente convincere il giovane a tenergli il gioco in cambio della promessa di far parte della squadra di Quidditch. Anche se il giovane Potter sapeva da sé che non avrebbe mai rispettato quell'impegno, era certo che quando in futuro si sarebbe presentata l'occasione ormai Lily sarebbe stata innamorata di lui e quindi il problema non sarebbe più stato tale. Si, era un genio...
Sirius pure cominciava a meditare sul fatto che non ci fosse solo segatura in quel cervello. L'idea gli sembrava buona, anche lui aveva sentito parlare di questo gryffindor, anche se non ricordava in quale contesto...
"Brodis?" ripeté la ragazza "si, mi è parso di averlo già sentito...un ragazzo molto dotato per lo sport, se non erro..."
"Eccome!" la incoraggiò James "un vero portento! Io e suo padre ci auguriamo che in futuro possa far parte di una famosa squadra di Quidditch! Una consolazione in vista dei sicuri fallimenti che invece ci porterà qualcun altro..."
"EHI!" protestò il giovane Black, avendo capito perfettamente chi era il misterioso individuo a cui l'amico faceva accenno
Remus tossicchiò "Suvvia, signora, non dica così...Suo figlio ha uno sguardo così intelligente..."
La rabbia mutò in breve in un'immensa letizia. Moony aveva detto che aveva uno sguardo intelligente! Certo, Sirius comprendeva di essere nelle fattezze di un bambino, ma il suo sguardo non era mica cambiato...
La gioia, ad ogni modo, fu stroncata dall'ulteriore commento dell'animagus del cervo "Solo apparenza, Remus. Se qualcuno dovesse aprire quella sua testaccia, faticherebbe a trovare qualcosa di perfettamente funzionante...In testa Goddric ha in mente solo i lupi, anzi, un lupo..."
Le guance del giovane si colorarono di un rosso acceso. Quel...quell'idiota! Si stava solo divertendo alle sue spalle! Lo poteva notare dal sorrisetto idiota che gli copriva l'intero volto!
Allo scopo di mettere la parola fine a quell'imbarazzante situazione Lily cercò di cambiare argomento "Ehm, così lei ha due figli, signora Brodis?"
"Chi? Ah, io! Ehm, no, veramente ne ho quattro. Gli altri due sono ancora piccoli. Uno è uno scarto della natura, ma l'altro! Dovrebbe vedere che begli occhietti che ha..."
Sirius sghignazzò "Perché non glieli mostri, mamma? Così almeno non cadranno vittima di qualche mal intenzionato..."
"Che diavolo stai dicendo, God...? Oh, porca di quella vacca! Li ho dimenticati là!" e urlato ciò si precipitò nel luogo in cui aveva abbandonato il sangue del suo sangue.
"Però..." commentò Remus "che linguaggio colorito sfodera tua madre..."
Lily, dopo qualche attimo di assoluto silenzio, si volse anch'essa verso il bambino "Dimmi, Godric, come si chiamano i tuoi fratellini?"
"Oh...ehm...Alexander e...Efestione..." geniale, si ritrovò a pensare...In questo modo i suoi genitori sarebbe apparsi due appassionati di epica babbana, con una certa predilezione per le coppie omosessuali...
"E rieccoci qui!" squillò James comparendo di nuovo dal nulla "non vi abbiamo fatto attendere, vero? Vi presento i miei tesurucci! Parabba e Giuliandro!"
Sirius si pietrificò
Lily osservò interrogativamente la neo-arrivata "Veramente suo figlio Godric li ha appellati diversamente..."
Un acuto sentimento di panico catturò il cuore del cercatore dei gryffindor "Oh..ah!...sa, io e mio marito abbiamo dato ai nostri tesurucci due nomi...infatti Cornelio si chiama anche Gennaro e Goddric Sirillo"
Il giovane Sirius era indeciso se vomitare per la pietosa scusa trovata dal suo migliore amico o per il secondo nome che quest ultimo gli aveva assegnato...
La studentessa di Hogwarts, frattanto, si era avvicinata al passeggino per osservare le due minuscole creaturine che vi erano all'interno, seguita da Remus. Dopo qualche secondo di silenzio, durante il quale i due marauders travestiti persero dieci chili, la ragazza si rivolse nuovamente a James
"Davvero un'ottima scelta...ma le dispiace ricordarmi i primi nomi dei suoi figli più piccoli? Temo di essermeli scordata..."
Il moro avrebbe voluto confessare di essere pure lui preda della più completa ignoranza. Incapace di trattenere il tremolio della sua voce, dalle labbra del giovane sotto false vesti cominciarono a uscire deboli balbetìi "Ecco...loro...si chiamano..."
Dopo che il giovane ebbe deglutito più e più volte il volto della rossa sembrò illuminarsi "Che sciocca! Ora ricordo: Alexander e Efestione, non è vero, Potter?"
"Esatto!" eslcamò con tono sollevato James "esatto, proprio quelli! Nomi un po' assurdi, ma...ma...." La voce dello studente diventò sempre più bassa fino a spegnersi del tutto.
Un silenzio sovrumano circondò le quattro figure, interrotto solo dal rumore del vento tra le foglie, elemento che appariva al giovane Sirius come l'annuncio di un violento uragano, che in quella circostanza sarebbe stato scatenato da una furia umana...L'animagus del cane al proposito non aveva dubbi: bastava guardare il sorriso dipinto sul volto di Lily, simile a quello della morte quando si trova davanti a una sua prossima vittima.
I piedi di James retrocedettero di qualche passo, come se una forza invisibile li spingesse...o forse erano solo influenzati dall'inquietante aurea che circondava la fanciulla dai capelli rossi
Il giovane cercatore, dopo numerosi tentativi, sembrò ritrovare l'uso della parola "Evans..." balbettò "posso spiegare..."
La mano di Lily improvvisamente si posò delicatamente sulle labbra del moro e sia questi che Sirius furono stupiti da quel gentile gesto. Conoscendo il suo carattere, i due marauders erano certi che la prima azione della rossa avrebbe assunto le vesti di un pugno...
L'espressione beota di James lasciava facilmente intendere in quali condizioni si fosse ridotto il cervello del moro in seguito a quel gesto, mentre quella del giovane Black mostrava una certa inquietitudine, causata da quell'enigmatico sorriso che la studentessa sfoggiava "Potter..."
L'interpellato ebbe il sospetto di essersi completamente sciolto nell'udire il suo nome pronunciato da quella voce tremendamente sensuale...Deglutì più e più volte, incapace di ragionare "S-si, Evans?"
"Ti sei trasformato in donna solo per potermi spiare, non è vero?" mormorò la rossa mentre le sue esili dita sfioravano i lineamenti di James
Completamente preda di un estasi indescrivibile che aveva minato le sue capacità mentali, il cercatore dei gryffindor non potè far altro che rispondere in maniera affermativa.
Sul volto di Sirius si dipinse una nota di puro terrore, della quale era totalmente ignaro il giovane Potter, completamente assorto dalle dolci carezze della sua amata, le cui labbra si erano ora incredibilmente avvicinate all'orecchio del moro
"E i due bimbi nella culla non sono altri che Black e Pettigrew, non è vero?" mormorò, prima di posare i suoi verdi occhi sulla figura del bambino più grande, al quale sembrò di essere stato colpito da un fulmine "questo bambino, chi è? Remus, oltre al semplice fatto che si trova qui con me, non accetterebbe mai di prendere parte a un simile piano..."
In tutta la sua vita Black non aveva mai avvertito un simile terrore...Che dire? Che fare?! Se la Evans avesse scoperto che in realtà era lui a impersonare quel bimbo che or ora stava osservando con sospetto, la sua reazione non si sarebbe certo risolta in un sincero complimento per quell'inusuale trasformazione...E inoltre, lo sguardo di Sirius si posò per un fugace momento sulla figura di Lupin: il solo pensiero che Remus potesse scoprire la verità gettò l'animagus del cane nell'angoscia più totale. O meglio, in una profonda vergogna...Solo i suoi boccoli biondi sarebbero stati in grado di far ridere Remus alle sue spalle per almeno una settimana e questo non doveva accadere! Lui desiderava che il lupetto si innamorasse e non ridesse di lui! Accidenti a James e...
"Credo che sia davvero un normale bambino, Lily..." sopraggiunse la voce del terzo marauders, rimasto completamente zitto fino ad allora "non vedo quale altra spiegazione potrebbe esserci..."
L'amore di Sirius per il bel licantropo si raddoppiò in quel preciso istante. Dolce, caro Remus, si ritrovò a pensare Black, sempre pronto a toglierlo dai guai, anche se in maniera inconsapevole, questa volta...
Frattanto lo sguardo di Lily era tornato su James "E' vero? Hai veramente..." mormorò la rossa scostando un ciuffo di capelli dalla fronte del ragazzo davanti a sé "convinto questo bambino a tenerti il gioco?"
Il moro, che non aveva sentito una parola a causa del prededente tocco dell'amata, si ritrovò ad annuire nonostante le parole di Lily non corrispondessero affatto a verità. La mente del moro era completamente persa ad osservare quelle incantevoli iridi verdi incantenate alle sue e l'animagus del cervo credeva in quell'istante che non sarebbe potuto essere più felice di così, finché il corpo di Lily si appoggiò completamente al suo
"Potter...hai organizzato tutto questo solo per potermi vedere..." mormorò, tenendo con indescrivibile delicatezza il volto del moro tra le sue mani "sai come giudico questo tuo piano?"
James si stupì di essere riuscito a ritrovare l'uso della parola solo per rispondere con un debole "No", mentre la sua mente galappova libera nelle più assurde e libidinose fantasie
Lily sorrise con maggior calore e dopo aver inspirato profondamente, disse "TALMENTE IDIOTA CHE CREDEVO CHE NEPPURE UNA MENTE COSI' LIMITATA COME LA TUA AVREBBE POTUTO IDEARLO!"
Sirius dovette tapparsi di scatto le orecchie per evitare di rimanere completamente sordo, azione che purtroppo il cercatore dei gryffindor non aveva potuto imitare a causa della ferma stretta con cui la Evans lo teneva prigioniero.
"FRA TUTTE LE SCEMPIAGGINI CHE POTEVI COMMETTERE, QUESTA E' SICURAMENTE LA PEGGIORE!" tuonò la Evans, il cui sorriso aveva lasciato il posto ad una rabbia talmente acuta che le guance della studentessa avevano assunto lo stesso colore dei suoi capelli
"Non solo hai costretto i tuoi compagni ad assumere le fattezze di neonati, ma hai corrotto un innocente bambino solo per poter spiare una conversazione privata tra me e una persona che dovrebbe rappresentare uno dei tuoi migliori amici" gridò
Il colorito del volto di James aveva assunto tonalità molto pallide, mutamento che il giovane Black non sapeva se attribuire al dolore provocato dalla stretta della Evans o al terrore che l'amico doveva sicuramente provare di fronte a quegli smeraldi carichi d'ira.
"E-vans..." mormorò con voce flebile l'animagus del cervo, le cui mani avevano cominciato a tremare "p-permettimi di spie...spiega...spiegart..."
"Siegarmi?!" ripetè ad alta voce la studentessa, attirando su di sé l'attenzione di tutti i passanti "ma certo, Potter, ascolterò con piacere le tue delucidazioni..."
L'abbassamento del tono di voce della ragazza lasciò sperare al moro che ci fosse una possibilità di non finire sepolto sotto terra, ma le sue speranze si sciolsero come neve al sole nel momento in cui vide la rossa afferrare con furia la propria bacchetta
"...ma non prima di averti impartito una lezione indimenticabile!"
"Augh!" e in seguito a quell'urlo tutti gli spettatori poterono solo osservare una figura allontanarsi sempre più, seguito da una miseriosa sagoma rossa da cui sembravano provenire numerose scintillle...


Continua...

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