Saresti disposto a rischiare?

di Paperetta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Nonostante fossero da parecchi anni in tempo di pace, ed entrambi avessero maturato con l'età una certa pigrizia, gli allenamenti di Goten e Trunks proseguivano ancora con una certa costanza. Goku se n'era andato, di nuovo, e così Goten aveva perso non solo il padre, ma anche il maestro più abile che avrebbe mai potuto desiderare; aveva chiesto più volte a Gohan di combattere insieme, ma suo fratello era sempre stato poco attratto dagli allenamenti e ora più che mai, essendo padre e lavoratore, aveva meno interesse e tempo del solito, perciò l'unica persona con cui avrebbe potuto sfogare il suo desiderio di combattere era Trunks.

Spesso si scopriva ad invidiarlo. Per quanto non fosse anch'egli dedito sette giorni su sette agli allenamenti, poteva di tanto in tanto cimentarsi contro Vegeta e saperlo gli faceva patire ancora di più l'assenza di suo padre.

Un giorno aveva persino avuto l'avventata idea di lamentarsene con sua madre, col risultato che la povera Chichi aveva pianto per una settimana e Gohan lo aveva sgridato.

Goten! Ma ti sembra il caso di dire certe cose alla mamma?”

Non mi importa!” aveva risposto lui, irritato. “Non capisco come facciate ancora a difenderlo. Ci ha mollati così, non si fa vedere da anni e tutto solo per allenare un ragazzino sconosciuto! E non è nemmeno la prima volta che lo fa, ricordi? Anche dopo aver battuto Freezer ha aspettato un anno per tornare mentre tu e la mamma lo aspettavate a casa, e non è voluto tornare in vita dopo Cell. Ho dovuto aspettare sei anni per conoscere mio padre e solo perché voleva allenarsi con chissà chi in mezzo ai morti!”

L'espressione contrariata di Gohan aveva presto lasciato spazio ad una profonda tristezza, non tanto verso se stesso – ormai era abituato alle assenze di suo padre e, in effetti, le proprie esperienze nel corso degli anni lo avevano portato a capirne le ragioni – quanto verso il fratellino; povero Goten, aveva diciotto anni e ne aveva trascorsi solo dieci in compagnia del padre, doveva capire anche la sua frustrazione. Sì, perché tra le tante persone che avevano sofferto per l'improvvisa partenza di Goku c'era anche la piccola Pan, che nell'intero anno successivo aveva trascorso molte notti a piangere e chiedere quando il suo adorato nonnino sarebbe tornato a casa.

Oh papà, guarda cos'hai combinato, pensò Gohan mentre Goten, che nel frattempo si era amaramente pentito di essersi sfogato in quel modo infantile, si era defilato.

Gli allenamenti di Goten e Trunks si svolgevano circa una volta alla settimana e generalmente alla Capsule Corporation; Trunks credeva che Goten gli chiedesse di allenarsi lì per fare un favore a lui e non costringerlo ad andare fino a casa sua e ignorava che la reale ragione fosse evitare gli stessi luoghi in cui era solito allenarsi con Goku.

Una domenica piuttosto calda di fine ottobre, i due ragazzi si trovavano nel cortile di casa Brief. Trunks accese la camera gravitazionale di suo padre, che nel frattempo il padre di Bulma aveva portato a una gravità massima di mille.

Mille? Ti va di scherzare?” chiese Goten con gli occhi sgranati. Trunks diede nella sua solita risata divertita.

Eheh, è sempre il solito! Fa le cose in grande papà, nemmeno la mamma è mai riuscita a farlo desistere”.

E non dirmi che ha fatto fare le cose in grande anche a te?”

Trunks scosse violentemente la testa.

Chi io? Sono collassato a gravità quattrocento” disse, un po' divertito un po' rammaricato. “Credo sia un po' deluso, sai?”

Goten lo guardò attentamente. Non capitava spesso di sentirlo parlare in quei termini di suo padre.

Ma no, non credo” fece, poggiandogli una mano sulla spalla. “Lui è molto più grande ed è pure un Saiyan a tutti gli effetti, sa benissimo che non può importi certi ritmi folli. Fregatene!”

Trunks sorrise.

Hai ragione, forse sto esagerando” disse. Nel frattempo aveva chiuso il portellone della stanza gravitazionale e si era avvicinato alla pulsantiera. “Dunque... facciamo duecento per cominciare?”

 

Qualche ora dopo, un duo di ragazzi stremati e sudati si avviava a fare la doccia, certi che se si fossero presentati in quelle condizioni a tavola Bulma li avrebbe usati per il lancio della pentola.

Erano quasi arrivati quando si imbatterono in Vegeta.

Ciao pa'” fece Trunks. Vegeta parve sorpreso di vedere anche Goten.

Ciao. Cosa ci fai qui Goten? Non ditemi che vi stavate allenando! Potrei anche decidere di piangere”. Entrambi i ragazzi risero e annuirono; l'espressione di Vegeta divenne un sorriso fin troppo simile a un ghigno malvagio che non fece loro una buona impressione.

Perché quel ghigno, Vegeta?”

Perché ho tutta l'intenzione di battermi con voi due nel pomeriggio, e non sperate di poter rifiutare”.

Cosa?” esclamarono in coro, guardandosi con rassegnazione e spavento. “E perché?”

Perché sono anni che non faccio un combattimento come si deve e sono certo che contro voi due messi insieme sarà molto divertente. Sì, avete capito cosa intendo”.

Messi insieme detto con quel tono poteva voler dire una cosa sola che non piacque a nessuno dei due.

La fusione?”

Dai Vegeta, non la facciamo da anni! Ci vuole tempo per rifarla come si deve!” protestò Goten, trovando nell'amico un tacito assenso.

Vegeta non volle sentire scuse. Ottennero solo qualche ora in più per prepararsi e così quella sera verso le sei erano di nuovo nel cortile di casa ad esercitarsi, in attesa del loro avversario.

Avevano impiegato alcune ore per imparare ancora una volta a portare la propria aura allo stesso livello e ad eseguire correttamente tutti i passi della posa.

Uffa, è tremendamente stancante” fece Goten, steso a terra. “Non ha senso batterci se siamo a pezzi”.

Già”. Trunks era nelle sue stesse condizioni; aveva solamente voglia di farsi un'altra doccia e infilarsi a letto, ma non voleva deludere di nuovo suo padre facendo la figura dello sfaticato. “Dai, facciamo la fusione e togliamoci il pensiero”.

In piedi a una distanza di alcuni metri l'uno dall'altro, trasformati in Super Saiyan, si concentrarono e in pochi passi furono un tutt'uno, per la prima volta dopo tanti anni.

Fu una sensazione strana, completamente diversa rispetto a quando erano bambini. Gotenks, che ovviamente era più alto, più forte e anche meno arrogante rispetto a prima, provava una insolita sensazione di disagio. Non riuscì a metterla bene a fuoco e non seppe darsene spiegazione, ma pareva quasi vergognarsi di se stesso; era come se alle due parti di cui era composto provocasse imbarazzo il trovarsi l'uno nel corpo dell'altro, e una serie di pensieri che gli attraversarono la mente in quegli istanti non fecero altro che confermarlo: Goten e Trunks che si facevano la doccia insieme ma senza riuscire a guardarsi in faccia; Trunks che sorrideva gentile e il cuore di Goten che accelerava all'improvviso; la paura da parte di entrambi di entrare in contatto così stretto con il corpo dell'altro, ma anche il desiderio di poterne conoscere tutti i pensieri ed i sogni più nascosti.

Gotenks scosse la testa, sconvolto.

No... non voglio restare così... devo tornare normale! Subito!

Ma la fusione sarebbe durata altri ventotto minuti e questo breve lasso di tempo gli parve così eterno da farlo uscire di testa. Camminava avanti e indietro, prendeva a pugni tutto ciò che gli capitava a tiro e ogni minuto lanciava sguardi disperati al grande orologio che sovrastava la porta sul retro.

Basta! Basta! Devo tornare normale, non ce la faccio più!

Poi, quando ormai le gambe gli avevano ceduto per lo stress e si era ritrovato in ginocchio per terra, la fusione terminò e i due ragazzi riottennero il controllo del proprio corpo, catapultati qualche metro più in là.

Si guardarono negli occhi. Nessuno dei due si azzardò a fiatare.

Rimasero così per un tempo indeterminato, fissandosi con uno sguardo strano. Era uno sguardo incredulo, curioso, ma soprattutto colpevole.

Poi, all'improvviso, Goten si alzò e si voltò.

Scusa... di' a Vegeta che ero troppo stanco per combattere...” disse e se ne andò più veloce che poté, lasciando Trunks seduto sull'erba, ancora basito.

In quel momento, Goten sapeva di provare qualcosa per Trunks. Trunks sapeva di provare qualcosa per Goten.

Ed entrambi sapevano che l'altro ricambiava.


******

NdA
Vi informo che questa fic è la prima che scrivo nel fandom di Dragon Ball, alla veneranda età di 22 anni e mezzo: non è mai tardi per cominciare, no?xD
Più o meno una volta all'anno vengo presa da undesiderio spasmodico di riguardarmi almeno un centinaio di puntate e quindi puntualmente mi viene voglia di leggere fic; questa volta però ho pensato di scriverne una io! Ho trovato all'ultimo un contest multifandom sul forum di EFP e avevo ventiquattr'ore per scrivere qualcosa di decente; ancora non ci credo, ma in circa sette/otto ore ho scritto una storia a due capitoli che mi soddisfa anche! o_o Considerando che sono secoli che non riesco a scrivere niente, è un miracolo xD
Ovviamente il fatto che non soddisfi me non significa che possa piacere per forza agli altri, quindi se c'è qualcosa che secondo voi non va bene vi prego di farmelo sapere (non me la prendo mai per i giudizi negativi e se anche non li condivido resto sempre educata xD)!

Comunque, non so voi ma ho cominciato ad appassionarmi terribilmente a questa coppia! Trovo che ci starebbero benissimo insieme *.* E trovo anche che, per quanto la GT sotto molti aspetti mi piaccia abbastanza, Goten e Trunks siano stati caratterizzati un po' così... soprattutto Goten, che è diventato un idiota totalmente marginale =(
Perciò, se scriverò altre storie, sicuramente non mi baserò su quelle puntate!

A presto con il secondo e ultimo capitolo!:D

P.s. ci vuole ancora un po' per gli esiti del contest, vi farò sapere ;D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Trascorsero diversi mesi. Era pieno inverno ormai e la neve aveva ricoperto il paesaggio circostante; non fosse stato per le sue abilità di combattente, Goten non sarebbe mai riuscito a ritrovare la propria casa in mezzo a quell'oceano bianco.

Era appena tornato da scuola e con suo profondo dispiacere avrebbe avuto vacanza per tre giorni. Era sempre stato un po' svogliato, ma in quel periodo qualunque scusa era buona per costringersi a tenere la mente impegnata e pensare ad altro; e con altro intendeva qualunque cosa che non fosse Trunks.

Non l'aveva più sentito da quella domenica di ottobre, neanche una telefonata o un messaggio sul cellulare. Fu fin troppo difficile per lui, era abituato a sentirlo almeno una volta alla settimana, a farsi un giro assieme in città o in qualche posto lontano da scoprire e non potergli nemmeno mandare un sms per quattro lunghi mesi si era rivelato uno strazio. Erano sempre stati inseparabili, amici per la pelle, come si dice tra ragazzini; avevano affrontato le sfide più difficili e folli ed avevano persino imparato ad unire i propri corpi in un unico essere.

Goten si era convinto che quelle strane sensazioni che aveva cominciato a provare quando stava accanto a Trunks fossero qualcosa di momentaneo, una normale conseguenza di quelle che gli adulti chiamavano crisi adolescenziali; pensava di aver dimenticato tutto e invece, senza che se ne accorgesse, era rimasto tutto lì, sopito nella sua mente, ridestandosi nel momento in cui erano di nuovo entrati l'uno nel corpo dell'altro. Ora, per colpa di quella maledetta fusione, Trunks aveva scoperto quello che pensava di lui.

Sì, ma anche lui prova lo stesso, si era detto. Anche Trunks provava le stesse cose e aveva scoperto i pensieri di Goten. Era sollevato e felice che non fosse un sentimento a senso unico, eppure si sentiva ugualmente uno schifo.

Perché è sbagliato. Non dovresti pensare queste cose di Trunks e nemmeno lui di te...se lo scoprisse qualcuno...

Lo stava perdendo. Stava perdendo la persona che più di ogni altra gli era stata vicina in diciotto anni di esistenza, con cui aveva condiviso tutto e per la quale non avrebbe esitato a morire.

Stava perdendo la persona più importante della sua vita.

 

Il pugno fu così forte da spedirlo dritto contro il muro, che si frantumò in un boato.

Trunks si rialzò a stento, tenendosi il braccio destro che gli doleva terribilmente.

Ti stai rammollendo, Trunks!” esclamò Vegeta, qualche metro più in là. “Non ti ho mai steso così in fretta come in questi giorni”.

Scusa...”

Lascia perdere le scuse e vedi di impegnarti! Non mi interessa se siamo in periodo di pace; un Saiyan deve essere sempre pronto a combattere”.

Trunks non rispose. Sapeva che controbattere non sarebbe servito a niente, se non a far infuriare suo padre, perciò decise di sopportare e continuare ad allenarsi finché non ne avesse avuto abbastanza.

Il fatto era che in quei giorni non gli andava proprio. Fino a poco più di una settimana prima era stata una valvola di sfogo; era stato lui stesso a cercare Vegeta e a chiedergli di sottoporlo a duro allenamento, così da smettere di pensare a Goten e concentrarsi esclusivamente su come schivare i calci di suo padre, ma da una decina di giorni aveva perso persino la voglia di alzarsi dal letto, perché quando scopri di provare una forte attrazione fisica e mentale ricambiata verso il tuo migliore amico, che è pure un ragazzo come te, e tu sei figlio di un uomo orgoglioso e severo e lui del suo peggiore rivale, essere invitati entrambi a una festa di compleanno non è di certo il modo migliore per dimenticare il tutto.

Due giorni dopo sarebbe stato trascinato a forza a casa di Gohan per il compleanno di Pan e sapeva con assoluta certezza che anche Goten sarebbe stato nelle sue stesse condizioni; costretto a vederlo, combattuto tra il desiderio di volare via a tutta velocità e il bisogno fisico di appoggiare la testa sulla sua spalla e lasciarsi abbracciare.

Era quello il suo sogno ricorrente negli ultimi giorni. Si trovavano in un luogo sperduto tra le montagne e gli alberi, in piedi sotto la pioggia, e Trunks appoggiava la testa china sulla spalla di Goten, che piano piano lo stringeva e gli diceva che sarebbe andato tutto bene.

Era solo un sogno, infatti. Un'illusione. Non sarebbe andato bene proprio niente, anzi il rischio era di allontanarsi sempre di più ed essere scoperti da qualcuno – Vegeta era il primo dell'elenco di chi non avrebbe mai dovuto sapere niente.

Sarei costretto a non vederlo più... Non potrei sopportarlo!

Tuttavia, si era rassegnato a incontrarlo. Non poteva accampare scuse, ma soprattutto non avrebbe fatto un torto del genere alla piccola Pan per un proprio capriccio, perciò avrebbe sopportato e finto di ridere e scherzare con il suo vecchio amico d'infanzia, finché quello strazio non sarebbe finito.

E intanto continuava a sognarlo...

 

Improvvisamente il tempo parve accelerare. I due giorni trascorsero così veloci che Trunks si chiese se sua madre non avesse inventato una macchina del tempo anche in quell'epoca.

Stanco per le scarse ore di sonno, rassegnato, preoccupato e anche molto, molto felice all'idea di rivedere Goten dopo quattro mesi, si diresse con un certo anticipo verso casa Son.

Se doveva passare la serata sotto il suo stesso tetto lo avrebbe affrontato prima, da solo e lontano dal mare di invitati e curiosi che si sarebbero riversati in quella zona. Non gli aveva inviato nemmeno un messaggio; temeva che sarebbe scappato e non si sarebbe fatto trovare fino all'arrivo degli altri, quando non avrebbero più avuto un attimo di privacy, perciò preferì la vecchia tattica della visita a sorpresa.

Arrivò verso le sette e mezza, quando il sole stava tramontando e l'aria si faceva ancora più fredda. Atterrò davanti a casa sua e cercò di avvicinarsi più lentamente che poté. Dopo qualche secondo di indecisione bussò alla porta.

Chi è?” chiese Chichi dall'altra parte.

Sono Trunks. Goten è in casa?”

La donna aprì la porta e lo accolse con un bel sorriso materno.

Oh, ciao Trunks! Bulma e Vegeta non sono con te?”

No, loro arrivano all'ora giusta” disse, ridacchiando nervoso e portandosi una mano dietro la testa in segno di imbarazzo. “Scusa se sono in anticipo, ma volevo vedere Goten prima. È in casa?”

Chichi scosse la testa.

No mi dispiace. È uscito un'oretta fa ma non so dove sia andato, mi ha solo detto che sarebbe tornato in tempo per la festa”.

Che abbia imparato a prevedere il futuro?, pensò Trunks. Ringraziò Chichi e si levò in aria, concentrandosi nel tentativo di percepire l'aura di Goten. Fortunatamente non l'aveva azzerata del tutto; pensò che, se la sua intenzione fosse stata non farsi trovare da lui, si sarebbe reso completamente irrintracciabile e per questo forse voleva proprio che lo trovasse.

E infatti, quando qualche minuto dopo lo raggiunse vicino ad alcune grotte, pareva quasi che lo stesse aspettando.

Lo sapevo che saresti venuto prima” disse subito, senza voltarsi.

E io sapevo che lo avresti previsto”.

Entrambi sorrisero debolmente.

Mi sa che ci conosciamo fin troppo bene noi...” fece Goten e Trunks non riuscì a capire se in quelle parole vi fosse più affetto o senso di colpa.

Tra i due ragazzi calò uno di quei silenzi imbarazzanti ed interminabili che per legge di natura piombano tra chi deve affrontare un discorso difficile e non sa da dove iniziare.

Trunks osservava la figura del suo amico seduto su una roccia, la schiena dritta e lo sguardo rivolto verso un punto imprecisato della boscaglia, in una posa seria e per certi versi più adulta rispetto al suo solito. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma non gli veniva in mente nulla di sensato e la cosa lo urtava particolarmente.

Per sua fortuna, fu Goten a cominciare. Anche se la domanda che gli fece lo mise più in difficoltà di quel silenzio stressante.

E ora cosa facciamo, Trunks? Dobbiamo smettere di vederci, far finta che non sia successo niente?”

Respirò a fondo. Come faceva a rispondergli se lui stesso avrebbe voluto chiedergli la medesima cosa?

Non lo so... non so più niente da quattro mesi a questa parte”.

Quindi non escludi che dovremmo fare così?” chiese Goten. Perché accidenti non si girava a guardarlo?

Penso che il nostro cervello dovrebbe suggerirci di fare così, sì” rispose. Ora fu Goten a trarre respiri profondi.

E a te andrebbe bene?”

Ho detto che dovrebbe suggerircelo il cervello, ma lo sai che sono sempre stato piuttosto impulsivo”.

Goten si voltò. Aveva un'espressione mista di stupore e sollievo. Probabilmente temeva che volesse allontanarlo, Trunks lo capì appena lo guardò negli occhi.

Non voglio che smettiamo di vederci, Goten”.

Nemmeno io” rispose. “E allora perché è così difficile, accidenti? Da un giorno all'altro non riesco neanche a guardarti in faccia!”

Trunks si avvicinò. Goten si irrigidì nella sua posizione, come se avesse paura di farsi male. Erano a un metro di distanza, troppo poco perché i loro cuori non cominciassero a battere, se possibile, ancora più forte.

È difficile perché è sbagliato... è sbagliato per tutti gli altri... te lo immagini se lo scoprisse qualcuno? Mio padre ti ammazzerebbe – non è una figura retorica: ti ucciderebbe, letteralmente”.

Grazie ma questo non mi aiuta, sai?” protestò Goten. Non riusciva nemmeno ad essere ironico, cosa che già gli veniva difficile anche in situazioni meno angoscianti.

Non aiuta nemmeno me: il primo che finirebbe all'altro mondo sarei io...”

Siamo già morti una volta, in effetti: non è stato poi così male alla fine, no?”

Sorrisero tutti e due.

Saresti disposto a rischiare, Trunks?” chiese. Nelle sue parole scorse quasi una supplica, come se volesse sentire solo una risposta. E non sapendo quali parole scegliere, trovò un modo molto più efficace.

E tu saresti disposto?” chiese, e lo baciò.

Fu talmente rapido che Goten non poté scostarsi; si limitò a sgranare gli occhi, preso alla sprovvista, e poi a chiuderli. Lo trascinò giù dalla roccia e si appoggiò contro di lui, baciandolo con più vigore, stringendolo forte. Goten lo abbracciò a sua volta, si lasciò trasportare da un impeto così intenso che quando si fermarono, e le loro labbra si separarono, ancora umide, gli mancava il respiro.

Trunks, io...”

Se è questo che ti perderesti, saresti disposto a rischiare?”

Si guardarono negli occhi, che in quel momento parevano come una potente calamita.

Sì” rispose.

Trunks sorrise ancora.

E allora rischiamo”.


***
NOTE - Chiedo venia per aver postato il secondo capitolo dopo un po' di tempo: tra un esame e l'altro mi son dimenticata! =(
Comunque, così finisce la storia! Che si è classificata in posizioni intorno alla metà/fine della classifica, ma andrà meglio la prossima volta :P
So che la parte finale è un po' affrettata, ma avevo trovato il contest il giorno della chiusura delle consegne, per cui ho dovuto scriverla in qualche ora: comprendetemi!xD

A presto, spero, con qualche nuova fic, anche se non ho idea del fandom su cui scriverò xD E grazie per le recensioni ;D

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