Com'erano gli Dei da piccoli?

di Maya_FigliaDiAtena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Zeus ***
Capitolo 2: *** Afrodite ***
Capitolo 3: *** Ares ***
Capitolo 4: *** Artemide ***
Capitolo 5: *** Efesto ***



Capitolo 1
*** Zeus ***


COM’ERANO GLI DEI DA PICCOLI?

Cosa direste se aveste l’opportunità di sapere com’erano gli Dei da piccoli? Tutto in questa pazza e demenziale raccolta di one-shot!

ZEUS

-Papà, papà! – chiamò Zeus –Ade ha di nuovo trasformato in scheletro il mio cagnolino! –
Crono alzò gli occhi al cielo –Cosa t’importa del cagnolino? Io ho grandi progetti, dominerò il mondo! E ha fatto bene Ade a trasformare quel cane, l’ho sempre odiato! –
Zeus si sentì frustrato, preferiva sempre Ade, quello. Allora decise di andare un po’ a giocare con Poseidone. Ma non lo trovò, il padre stava lodando anche lui per aver appena affondato una barca (Poseidone l’aveva fatto per sbaglio, e non ne andava certo fiero).
“Ma perché mio padre loda sempre i miei fratelli e mai me?” pensò Zeus, afflitto. Man mano che cresceva, Zeus (e in seguito anche i suoi fratelli) cominciarono ad odiare profondamente il padre e un giorno, quando i tre origliarono i suoi progetti per ricostruire il mondo, discussero.
-Non possiamo permettergli di rovinarci tutto quello che abbiamo- aveva affermato Zeus. Poseidone annuiva.
-Già. Non voglio che tutti i miei modellini di barche vengano rovinati! – Ade annuì a sua volta.
-Hai ragione, e poi tra una settimana esce l’album delle figurine! E’ ancora inedito in tutta la Grecia! – Zeus alzò gli occhi al cielo.
-Allora fratelli, per difendere ciò che abbiamo di più caro (e no, non intendo né i tuoi stupidi modellini, né quel tuo album), dobbiamo uccidere nostro padre. Ma, come ben sapete cari lettori e lettrici, i tre fratelli ebbero la meglio: spezzettarono il loro padre in una miriade di pezzi e lo gettarono nel tartaro. Che la decisione di Zeus di uccidere il padre sia stata colpa dell’infanzia alle spalle dei fratelli?
 

 
Spazio della figlia di Atena:
Salve a tutti comuni mortali, mortali con il dono della vista, mezzosangue, mostri e Dei. Come inizio non è molto divertente, ma il seguito sarà uno spasso (avrà come protagonista una dea abbastanza frivola). Lasciate qualche recensione, e ditemi se vi piace questa mia idea.
Che la vostra spada resti affilata,
Maya, figlia di Atena.
 

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Capitolo 2
*** Afrodite ***


Afrodite

-Mamma! – esclamò Afrodite, sfogliando il giornale dell’Apon –guarda che bel colore di matita! E quello smalto…semplicemente divino! Quale si intona meglio ai miei occhi? – Era era (scusate il gioco di parole) disperata. Quella ragazza pensava solo al trucco e ai ragazzi.
-Afrodite! – la richiamò la madre –Basta guardare trucchi e creme! O ti sequestro tutti gli specchi! –
Afrodite allora posò il giornale, anche se di malavoglia.
-Adesso finisci di lavare i piatti! – le ordinò la madre. Afrodite andò, anche se non ne aveva per niente voglia. Dopo un po’ la madre la vide disperata, che si stringeva la mano. Allarmata, corse verso di lei.
-Cos’hai, Afrodite?! – quasi gridò.
Tra un singhiozzo e un altro la bambina non riusciva a parlare.
-Cos’è successo? Ti sei fatta male? Ti hanno aggredita? Artemide ti ha di nuovo rubato i rossetti? –
La bambina fece di no con la testa. A quel punto Era esplose.
-Porco Segugio Infernale, ti vuoi decidere a parlare?
-La candeggina! M-mi ha…rovinato l-lo…smalto! –

 
Spazio per la figlia di Atena:
Ho deciso di non raccontare cosa fece Era per punire Afrodite. Non sarebbe giusto nei suoi confronti. Lasciatemi tante recensioni e ditemi se vi è piaciuto! Nel prossimo   one-shot torneremo nell’infanzia di un dio…battagliero.
Che la vostra spada resti affilata,
Maya, figlia di Atena

 
 

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Capitolo 3
*** Ares ***


Ares

-Papà, papà- chiamò Ermes, in lacrime –Ares mi ha fatto di nuovo male con la spada! –piagnucolò, mostrando un graffio abbastanza profondo nel braccio. Subito arrivò Ares.
-Padre, non è colpa mia! E’ un mollaccione! Si, sa chiacchierare, ma è soltanto un pappamolle! – Allora Zeus punì Ares, per aver fatto male e Ermes, che era indifeso.
-Per questo non potrai usare la spada per tre settimane! – proclamò Zeus, infuriato. Ares si avvicinò ad Ermes e gli sussurrò, spaventandolo a morte.
-Questa me la paghi, pivello! – e se ne andò furente, lasciando il povero fratello lì terrorizzato all’idea di dover battersi di nuovo con lui. Ares, per prima cosa, andò a vedere le scarpe con le ali che avevano regalato a Ermes. Preso dall’ira, gli tagliò le ali. “Dovevo vendicarmi” pensava. Appena Ermes lo scoprì si incavolò davvero
-Quelle scarpe me le aveva regalate la mamma! Dice che sarò destinato ad essere il messaggero degli dei- Su Ares le parole di Ermes non fecero alcun effetto; anzi il fratello si rotolò per terra, ridendo a crepapelle.
-Cos’hai Ares? – gli domandò Ermes –Invidioso? –
Ares si ricompose, senza però riuscire a trattenere un sorriso
-Invidioso? Per Zefiro! A me papà ha detto che sarò il grande e prestigioso Dio della Guerra- si vantò –tutti gli eserciti mi pregheranno prima di fare qualsiasi battaglia. Ma tu hai un futuro importante, davvero. Bello essere un postino! –e rise di nuovo, incurante delle risposte del fratello.
 

Spazio della figlia di Atena:
Oh, Dei dell’Olimpo, il nostro Ares non cambierà mai! Avrete sicuramente notato la pazienza di Ermes, sempre oltraggiato e sbeffeggiato dal fratello. Spero vi stiate divertendo! Quale Dio o Dea visiteremo dopo? Posso solo dirvi che…ha fatto voto di castità (lo so, sono più di una, ma così non rovino la sorpresa). Lasciatemi tante recensioni con critiche e consigli!
Che la vostra spada resti affilata,
Maya, figlia di Atena.

 

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Capitolo 4
*** Artemide ***


ARTEMIDE

-Ti prego, ti prego, smettila! – la piccola Artemide pregava Apollo, suo fratello gemello –Non posso sentire un’altra delle tue poesie! – Apollo era indignato.
-Mi addolora, che non apprezzi la mia…- s’interruppe all’improvviso –Eccolo, arriva. Un haiku! – e chiuse gli occhi, concentrato. Artemide invece lo implorava di star zitto. Poi Apollo parlò –Sono stupendo/più del mio sole…-
-…meglio che sto zitto- concluse Artemide. Apollo la guardò torvo –Hai rovinato la mia arte, sorellina- Lei lo fulminò con lo sguardo, pieno di odio e disprezzo
-NON-SONO-LA-TUA-SORELLINA! –gridò contro di lui –E non provare mai più a chiamarmi così! –
Lui sorrise e le disse –Continuerò a chiamarti così…tanto cosa puoi farmi? –
Oh, Dei! Credetemi quando vi dico che sarebbe stato meglio se si fosse stato zitto! Artemide lo guardò rabbiosa, strinse il suo bellissimo arco d’argento. D’istinto, incoccò una freccia e, prima che potesse pensare, inseguì suo fratello per tutto l’Olimpo, scagliandogli frecce. Apollo mormorava qualche “Scusa” ma lei se ne infischiava e continuava ad inseguirlo gridando
-Stupido maschilista e sessista che non sei altro! Le donne sono brave quanto gli uomini! Ma che dico? Molto meglio, molto più scaltre, meno distraibili e molto più temprate! –
Dopo un po’, Artemide (così piccola, ma così saggia) si disse che non era il giusto modo di dispendere energie, così smise di inseguire il linguacciuto fratello. Questo subito scivolò accanto a lei –Artemide- disse, dispiaciuto –scusami tanto, non volevo…e dai, lo sai che non volevo…-
Ma lei lo interruppe –Vai al Tartaro! –
E con questo bellissimo augurio, si mise sotto la sua quercia a pensare. “Basta, io ho chiuso con gli uomini!” gridava nella sua testa “Giuro sullo Stige che non avrò mai più niente a che fare con loro! Luridi, meschini, avidi, approfittatori!”. A distoglierla dai suoi pensieri, fu Afrodite.
-Artemide!- esclamò gioiosa –Il ragazzo che guardavi l’altro giorno mi ha detto di chiederti se ti andava di uscire con lui. Secondo me è…-
-No- tagliò corto Artemide –Non voglio uscire con nessuno, io! –
Afrodite rimase sconvolta perché quello, per lei, era un vero affronto! E proprio da qui nasce la rivalità tra Afrodite e Artemide che, come sappiamo, mantenne la sua promessa per l’eternità.
 

Spazio per la figlia di Atena:
Ave mezzosangue, mostri, mortali, mortali con il dono della vista, Dei e mezzomezzosangue (Anna love). Ci tengo a precisare che l’idea dell’inseguimento non è mia. Non mi sembra giusto prendermi il merito di un’idea che non ho avuto io (quindi tante grazie a giascali). Ah già, dimenticavo. Bravissima giascali per aver indovinato di che Dea avrei parlato. E così abbiamo scoperto il vero motivo per cui Artemide ha fatto voto di castità e preferisce la compagnia delle donne. Spero vi sia piaciuto, aspetto le vostre stupende recensioni con ansia! Il prossimo Dio/Dea è un po’…emarginato.
Che la vostra spada resti affilata,
Maya, figlia di Atena.

 

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Capitolo 5
*** Efesto ***


EFESTO

Il povero piccolo Efesto camminava, più triste che mai, con in spalla il suo fagotto pieno di attrezzi di lavoro, che servivano a costruirsi i giocattoli da solo. Non aveva una casa, visto che la madre (la Dea Era), l’aveva scagliato giù dal Monte Olimpo dopo aver visto la sua faccia, ancora neonato. “Non sono un grande esempio di bellezza” pensava Efesto, sconsolato “ma non mi sembra un buon motivo per scaraventarmi giù dall’Olimpo!”. Allora Efesto, un giorno, incontrò Apollo, suo fratello.
-Apollo- lo chiamò il bambino.
-Che c’è? – rispose Apollo.
-Secondo te perché la mamma ha scaraventato me e non te dall’Olimpo? –
Apollo esplose in una fragorosa risata –Che domande sciocche mi fai! – e, tra una risata e un’altra, biascicò –Perché io sono bellissimo come un cigno, mentre tu sei brutto come uno scarafaggio! –
Il povero Efesto, ovviamente, si sentì maltrattato e oltraggiato, così estrasse dal suo fagotto un robot che aveva costruito e, pigiando pochi pulsanti per dargli i comandi, corse dietro Apollo per un’ora intera (pare proprio che essere inseguito sia il suo forte), pizzicandogli le gambe. Da quel giorno, Efesto capì che sull’Olimpo non era il benvenuto, così si creò un regno tutto suo, dove non aveva bisogno di nessuno di quegli stupidi che lo avevano sempre emarginato, escluso e maltrattato. E così, Efesto, si rifugiò nell’Etna, insieme ai suoi fabbri ciclopi, e inventò dei veri capolavori d’ingegneria. Povero Efesto! Non si meritava di essere trattato così solo perché era un po’ bruttino!

 
Spazio della figlia di Atena:
Ave, mortali, mezzosangue, mezzomezzosangue, mortali con il dono della vista, mostri e Dei! Che dire? Povero, povero Efesto! Mi è sempre dispiaciuto molto per lui. Poi sua madre, Era, che è la dea della famiglia, non dà un bell’esempio gettando via il figlio dall’Olimpo per il suo aspetto (gesto degno di Afrodite!). Cosa ne pensate? Recensite, domandate e consigliate, potrei utilizzare le vostre idee per il prossimo one-shot, che avrà come protagonista una dea…sapiente.
Che la vostra spada resti affilata,
Maya, figlia di Atena.

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