Bratja

di chocobanana_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1# Between you and me ***
Capitolo 2: *** 2# Mud ***
Capitolo 3: *** 3# Heal ***
Capitolo 4: *** 4# I have an Idea ***
Capitolo 5: *** 5# Phenomenon ***
Capitolo 6: *** 6# Out There ***



Capitolo 1
*** 1# Between you and me ***


Bratja
 

 
1# Between you and me

 
Arthur versò il tè nero, appena fatto, in una tazza ocra, quella che solitamente usava lui quando era piccolo. La prese tra le dita e la portò nell’altra stanza.
Un uomo dai capelli rossi e gli occhi verde scuro guardava annoiato il soffitto.
“Tieni.” Disse brusco Arthur, porgendogli la tazza.
“Come sei gentile, fratellino.”
L’inglese si era dimenticato quanto potesse essere irritante suo fratello maggiore Ian, e non si aspettava nemmeno quella visita.
Il biondo si appoggiò al muro bianco e sospirò. “Ora mi dici che vuoi?”
Il rosso inarcò un sopracciglio e avvicinò le labbra al liquido scuro, poi sorrise beffardo. “Mi mancava il mio fratellino.”
Arthur rabbrividì, quel genere di risposte non annunciavano mai nulla di buono e lo turbavano solamente.
“Dovrei crederci?” chiese l’altro, con tono acido, mentre cercava di nascondere il timore che provava nei confronti di quello stesso fratello a cui prima era stato profondamente legato.
“Come vuoi.”
Il silenzio scese nella stanza.
Qualche minuto dopo si sentì solo il rumore della tazza che veniva appoggiata sul legno del tavolo, adesso la spalla di Scozia sfiorava quella di Arthur.
“Forse avevo solo voglia di parlare di quello che è successo tra te e me.”  Mormorò serio, stavolta senza nessun sorriso.
“T-tra te e me?” farfugliò confuso  Arthur.
Forse un’idea l’aveva. Un argomento a cui pensava spesso, e che ogni volta lo faceva soffrire. Il momento in cui aveva capito che avrebbero finito per allontanarsi inesorabilmente.
 “Però ora non ho più voglia di parlarne.” Sussurrò all’orecchio del fratello minore, facendolo sussultare. “Mi congratulo per il tè.” Aggiunse poi ironico.
Girò le spalle e varcò la soglia.
Se n’era andato così com’era arrivato: improvvisamente.

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.:Angolo dell'autrice:.
Sera c:
Seconda raccolta su Hetalia *^*
Ho scelto di scrivere una raccolta su Inghilterra e Scozia perché sono due personaggi che amo - anche se il secondo è un fanmade (?).
Mi piace immaginarmi il legame dei due. quello che potrebbe essere successo.
Perché per me Scozia era la persona che ha sempre protetto Arthur, poi si sono allontanato, è una cosa molto triste in effetti.
Ogni  capitolo avrà un prompt diverso.
spero davvero che possa piacervi.
Al prossimo capitolo.
Camy o BananaH_

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Capitolo 2
*** 2# Mud ***


2# Mud

 

C’era qualcosa che gli impediva di alzare lo sguardo dal terreno sconnesso e bagnato.
Forse la consapevolezza di star piangendo, pur non volendo.
Qualcosa che gli bloccava le parole in gola, non permettendogli di uscire.
Qualsiasi cosa avesse chiesto, però, avrebbe avuto paura delle risposta.
Non voleva chiedergli perché stava combattendo, perché non volesse stare più al suo fianco. Erano semplicemente arrivati al punto di rottura di quel legame che era sempre stato un po’ fragile, pur sembrando resistente.
Il ragazzo con i capelli rossi distolse lo sguardo dal fratello minore. Un sorriso malinconico era sul suo viso.
Mosse un passo verso Inghilterra.
“E adesso…?”
Nessuna risposta. Solo il rumore del respiro affannato del biondo, che se ne stava chino, con la testa bassa.
“Non dovresti piangere.” Mormorò l’altro. “Sei pur sempre l’impero Britannico, no?” C’era una nota di disprezzo nella sua voce.
Scozia dischiuse le labbra e fece silenzio per un paio di secondi: si aspettava almeno una minima reazione da parte di Arthur.
“Quando fai così sei ancora più insopportabile.”
Il rosso allungò una mano verso il viso sporco del fratello e lo costrinse a guardarlo. La pelle, prima rosea, ora era tutta incrostata di fango e sangue, ma in fondo avevano appena combattuto, come era successo già altre volte.
Nel momento in cui incrociò gli occhi smeraldo di Arthur, Scozia non poté che provare un profondo dolore.
Probabilmente il suo istinto di violenza venne represso proprio dallo sguardo addolorato e consapevole di Inghilterra.
Lo guardò qualche secondo e poi lo lasciò andare.
Sua maestà non dovrebbe girare con il viso sporco di fango."  Mormorò.
L’inglese per la prima volta alzò il volto, come fosse una sfida nei confronti del fratello maggiore. “Dopo una vittoria, posso permettermelo.”
Scozia rise, poi scrollò le spalle.


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.:Angolo dell'autrice:.
Eccomi con il secondo capitolo (?).
Anche questo mi sa molto di "angst" in effetti :'D comunque è ambientato proprio alla fine di una guerra, e scozia e inghilterra ne hanno combattute molte, in effetti.
E c'è sempre, diciamo, la "gelosia" di scozia. In fondo lui era il più grande, ma finisce a dover sottostare ad Arthur, cosa che non credo gli vada molto a genio.
"Mud" significa fango, ed è il secondo prompt.
volevo ringraziare chi aveva letto e recensito la fic, e anche "madness". 
fatemi sapere che ne pensate ;)
ora vado a studiare italiano e francese - non voglio morireeeeee -.
camy

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Capitolo 3
*** 3# Heal ***


3# Heal
 
Il ragazzo con i capelli rossi si avvicinò alla finestra aperta e respirò l’aria fresca del mattino, poi alzò lo sguardo verso il cielo terso, e pensò fosse strano  non vedere nuvole.
Ed era ancora più bizzarro, per Scozia, non aver sentito lamentele da parte del suo fratellino.
Uscì dalla sua camera e si guardò intorno: di solito, la mattina era sempre in giro per quei corridoi, in attesa di vederlo uscire.
Scozia aggrottò la fronte.
Non si stava preoccupando per Inghilterra, assolutamente no.
Ian si avviò verso la camera di Arthur, e quando ci fu di fronte aprì con forza la porta.
“Stupido bruco che fai ancora a letto?!”
Non ebbe nessuna risposta, solo un gemito sofferente. Il rosso inarcò un sopracciglio quando vide suo fratello completamente nascosto dalle coperte.
Borbottò qualcosa e gli si avvicinò.
Inghilterra se ne stava rannicchiato, con la testa sotto il cuscino.
“Mi dici cos’hai ora?”
Arthur non gli rispose. Ian sospirò e lo costrinse ad uscire dalla sua “tana”, poi si accorse di quanto la fronte del suo “adorato” fratellino scottasse.
“Ci mancava solo la febbre.” Mormorò Scozia. “Vedi tu, devi sempre creare problemi, o ti lamenti o ti ammali.”
Eppure non poteva negare di essere preoccupato per Arthur, in fondo era solo un bambino, e non era colpa sua se si era preso un malanno.
“Vado a prenderti qualcosa di caldo, bruco.”
 
Non era mai stato bravo a prendersi cura delle persone, però ad Arthur ci teneva e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farlo guarire, anche se ,probabilmente ,non l’avrebbe mai ammesso.
 
“Questo tè fa schifo.” Arthur guardò disgustato il fratello maggiore.
Ian lo fissò truce. “Stupido bruco, dovresti solo ringraziarmi!”
“Ma hai tentato di farmi stare peggio!” replicò il più piccolo. Scozia gli scompigliò i capelli e gli diede un buffetto sulla fronte.
“Stai zitto, bruco. Non capisci mai niente.” Ian si alzò farfugliando proteste tra sé e sé.
“Grazie fratellone.” Arthur finì le ultime gocce di tè caldo rimaste e sorrise.
Il rosso arrossì e, senza rispondere nulla, chiuse la porta alle sue spalle.


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.:angolo di una banana natalizia:.
sera c:
Il mio angolino ha un nome stupido (?) come me (?).
dai su, che questo terzo capitolo lo trovo "fluff", e ci voleva, scrivere sempre "angst" mi deprime :'D
ogni tanto anche io cambio (?) e questo prompt mi ha aiutata - e Makichan mi ha aiutata-.
infatti. dico infatti. makichan questo capitolo te lo dedico però se non ti piace puoi anche picchiarmi, sappilo.
comunque spero di poter aggiornare in modo più continuo durante queste feste c:
Un grazie speciale a chi recensisce e anche a chi segue la fic, ma grazie anche a chi la legge solamente :')
auguri a tutti eh <3
Lasciatemi un commentino se vi va <3
camy

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Capitolo 4
*** 4# I have an Idea ***


4# I have an idea
 
Ian aveva girato lo sguardo verso suo fratello, incredulo.
Doveva aver sentito male, sicuramente era così, non aveva pronunciato quelle assurde parole.
Arthur lo guardava impaziente, mentre il suo viso diventava sempre più rosso man mano che passavano i minuti.
Scozia gli avrebbe sicuramente riso in faccia, e poi l’avrebbe preso in giro, non si sarebbe stupito, eppure aveva sentito il bisogno di fare quella richiesta.
Aveva avuto  un’idea e l’aveva semplicemente espressa.
Perché sperava davvero che potesse funzionare, che il loro legame in quel modo potesse diventare più forte.
Invece, probabilmente, quella sera qualcosa si spezzò nel loro rapporto.
“Non me l’hai chiesto davvero.” Ian scosse la testa e poggiò sulle lenzuola il libro che stava leggendo.
Arthur annuì debolmente e distolse lo sguardo.
“Si, me l’hai chiesto.”
Il ragazzo con i capelli rossi si alzò dal letto e si avvicinò al fratello minore. “Mi chiedo se tu abbia idea di cosa significhi quello che mi hai chiesto.” Mormorò.
“Si che lo so.” Rispose l’altro.
Sperava davvero che si potessero risolvere tutti i conflitti che si erano creati tra di loro. Però, ci credette inutilmente.
Arthur sentì un brivido lungo la schiena nel momento in cui Scozia fece aderire le proprie labbra alle sue.
“Se hai paura puoi anche tirarti indietro, ora.”
E poi sarebbe stato tardi. L’inglese scosse la testa, non sarebbe scappato.
Il rosso sorrise debolmente e lo baciò di nuovo.
In fondo anche lui sbagliò, perché sapeva che quella richiesta non avrebbe portato nulla di buono, che li avrebbe distrutti, entrambi, ma lui lo desiderava e basta.
L’unica persona di cui realmente gli importasse qualcosa.
Ian fece stendere Arthur sul letto, mentre con le labbra gli percorreva il collo.
Gesti pieni di calore, che però sembravano freddi come il ghiaccio.
In poco tempo i loro vestiti furono lasciati sul pavimento.
Piacere, poi solo dolore, lacerante come la lama di un coltello.
Un’idea di cui Arthur si sarebbe sempre pentito.
Ma lui voleva  amare Ian, voleva essere suo.
Gli aveva semplicemente chiesto di cancellare la sua purezza, e di farlo diventare solo e soltanto suo.
Arthur dopo non riuscì più a guardarlo negli occhi, perché c’era qualcosa  che faceva male, un sentimento che decise di ignorare e di tenere segreto: l’amore illegittimo che provava per il fratello, quello che l’aveva sempre protetto.
 
 
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.:Angolo di una banana:.
sera c:
non chiedetmi come sia nato questo capitolo così pieno di angst -headcanondellasottoscritta-.
Si perché Arthur la sua prima volta è stato con Ian secondo me -wtf- e lo dico pur shippando FrUk fino alla morte :''
E Scozia non gli ha saputo dire no, anche se sapeva che era sbagliato (?) e che poi sarebbe nati altri conflitti tra loro due, ed in effetti ciò ha solo peggiorato tutto.
Che cosa romantica (?). -lasmettodidireidiozie-.
E comunque mi piace scrivere questa raccolta -anche se non so ancora quanti capitoli saranno - e adoro Inghilterra e Scozia, assolutamente <3
Ho cercato di evitare un alzamento di rating all'arancione, però secondo me prima o poi sarò costretta ad alzarlo :''
be', auguri di buon anno a tutti :D
E grazie a chi legge e recensisce c: 
camy

 

 

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Capitolo 5
*** 5# Phenomenon ***


5# Phenomenon

 
La leggera brezza mattutina continuava a muovere i fili d’erba del prato ed a creare piccole onde nel lago di Loch Ness.
Ian sospirò e lanciò un’occhiata stizzita al fratello minore: quella discussione non aveva senso, anche perché sapeva di aver ragione.
Arthur scosse la testa. “Non esiste ti dico, sennò lo vedremmo tutti.” Affermò serio.
“Ma allora sei stupido! Ti dico che c’è!”
“E allora perché dopo secoli e secoli nessuno l’ha mai visto?!” Ribatté l’inglese incrociando le braccia al petto.
“Vista.” Replicò Ian. “Chi ti dice che io non abbia visto Nessie?!”
Inghilterra guardò perplesso suo fratello maggiore, che ricambiò lo sguardo con aria di sfida.
“Dai, accettalo.” Iniziò il biondino, “Il mostro di Loch Ness è solo una stupida leggenda, una specie di strana creatura  che gli scozzesi vorrebbero usare come fenomeno da baraccone, ma che purtroppo non esiste.” Concluse, convinto di avere centrato perfettamente il punto.
Ian si alzò dall’erba e  puntò gli occhi verde scuro in quelli del minore. “Nessie non è uno stupido fenomeno da baraccone.” Mormorò nervoso. “Lei c’è davvero.”
Arthur fece spallucce; suo fratello di solito manteneva sempre la calma, però quando si parlava della creatura di quel lago perdeva spesso le staffe. Sembrava quasi ridicolo in un certo senso.
“In quel lago non c’è assolutamente niente.”
Ian rimase in silenzio, poi afferrò Inghilterra per un braccio. “Se vuoi ti mando a controllare.” Disse, poi iniziò  a trascinare l’inglese verso la riva.
“Sei impazzito?!” Urlò Arthur.
“Guarda che Nessie non ti mangia.”
Però il problema sarebbe stato arrivarci vivo da Nessie.
“Non è quello il problema!” Esclamò il minore agitandosi. “Ian, lasciami andare!”
Il rosso non fece una piega.
“Ian non so nuotare!” gridò l’inglese, arrossendo leggermente.
Scozia lo guardò stupito per qualche secondo, poi lo lasciò andare. “Guarda che non ti avrei buttato in acqua, poi sai che noia venirti a riprendere.” Borbottò.
 “Ma sarebbe stata colpa tua.” Replicò Arthur.
“Chiudi  la bocca, la prossima volta ti butto in acqua e ti lasciò lì.” Mormorò, tornando a stendersi sull’erba.
Inghilterra sospirò, poi si sedette vicino al fratello: maledetta Nessie, stavolta lo aveva quasi messo in guai seri, anche se Ian l’avrebbe salvato in ogni caso, poco ma sicuro; per quanto potesse sembrare antipatico non lo avrebbe lasciato annaspare nel lago, in fondo era sempre suo fratello minore.
 
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.:angolo dell'autrice:.

Giorno (?). 
Scusate il ritardo con cui ho aggiornato, ma ho avuto un brutto blocco ;uuuu;
Questo capitolo non ha senso, e avrei voluto svilupparlo di più, però poi non sarebbe stata una flashfic (?). Peccato. 
Ho preferito scrivere qualcosa di "divertente", per così dire, perché ne avevo bisogno :')
Spero davvero che il mio stupido blocco passi presto e definitivamente.
Blocco e scuola si sono coalizzati contro di me .-. uffa (?).
Comunque spero di avervi strappato un sorriso :') Io amo questi due <3 C'è troppa poca ScotEng nel mondo (?). Anche se ultimamente li preferisco come fratelli -cosìpossoaverelafruksenzaproblemi-
A presto (spero spero spero spero)
Camy

p.s. ricordatevi che Ian è la persona più dolce del mondo eh (?).

 

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Capitolo 6
*** 6# Out There ***


6#Out There
 
Arthur si mosse pigramente, stanco e assonnato, verso l’altro lato del letto.
Cercava di afferrare le coperte con le dita, per coprirsi.
Appena sentì il pile morbido sotto la mano, strinse la presa.
Non riusciva a ritrovare il calore che aveva perso durante la lunga dormita; si era tolto più e più volte il lenzuolo da dosso.
Ancora spossato, rotolò piano verso la figura che stava al suo fianco.
Sbadigliò.
Avvertì il proprio corpo aderire alla schiena del fratello maggiore e si avvinghiò a lui come aveva fatto tante e tante volte, magari in circostanze diverse.
Ian, dal canto suo, per quanto burbero fosse, non aveva mai rifiutato gli abbracci del minore, al massimo sbuffava, fingendo di essere seccato da quel modo di fare da bambino.
“Svegliati, pigrone.” Borbottò lo scozzese, voltandosi verso Arthur.
L’altro spalancò i grandi occhi verdi e sbuffò, insonnolito. “Che noia che sei.”
Arthur amava godersi quei ritagli di mattinata, quelli in cui entrambi erano sereni, in cui non aleggiava nessuna tensione e non c’era traccia di nervosismo.
Ian sembrava perfino essere più dolce –sempre se quella era la parola adatta a lui-.
L’inglese cercava di vivere ogni attimo come potesse essere l’ultimo passato così, stesi l’uno al fianco dell’altro, vicini.
Il respiro del biondo si scontrava sulla pelle di Ian.
Il rosso si alzò sulle braccia. “È tardi.” Mormorò.
Diede una bacio sulla fronte del fratellino e sgusciò via dalla presa, si sarebbe concesso altri cinque minuti se l’orologio non avesse segnato le dieci in punto.
Arthur protestò. “Poi sono io quello antipatico e sempre di fretta.”
“Non sono frettoloso, sono puntuale e basta.” Ribatté Ian, seccato.
L’inglese bofonchiò qualcosa che il più grande non riuscì a recepire.
Lo scozzese si vestì velocemente, non staccando gli occhi dalle lancette della sveglia.
Arthur lo fissò qualche minuto, continuando a recuperare le forze perdute durante la notte.
Tra poco si sarebbe alzato anche lui. Sarebbe stata una giornata come le altre, all’insegna del lavoro.
Ian gli accarezzò i capelli, in un goffo segno d’affetto, poi uscì.
Arthur lo vide sparire dall’altra parte dell’uscio. “Là fuori non è così.” Borbottò, quasi rammaricato.
Prima Ian era sempre pronto a confortarlo, adesso Arthur doveva aspettare che lui tornasse a casa e che la porta si chiudesse alle sue spalle. Fuori da quella casa, Ian preferiva ignorare quello che provava per il fratello minore.
L’inglese si chiedeva ancora perché, ma sapeva di essere ad un passo dalla risposta. Soluzione che lo portava a ragionare su quanto quel loro rapporto fosse sbagliato. 
Meglio tenerlo chiuso tra quattro mura.

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.:Angolo dell'autrice:.

Seraaa-- dopo un sacco di tempo ecco l'aggiornamento di questa raccolta cwc
ultimamente mi è venuta voglia di ScotEng-- e quindi ho scritto.
Sì. Tutto ciò è stato partorito in nave, mentre tornavo a casa dopo quindici giorni di mare e sole  -bruciature coffcoff-.
grazie a Reby che ha controllato che fosse tutto a posto, ultimamente sono insicura su quello che scrivo cwc
Esco da un altro bruttissimo blocco-- 
Però sono felice di essere, mh, tornata (?).
Spero vi sia piaciuta-- ora corro già a scrivere il prossimo capitolo gn.
camy

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