La prima Edizione degli Hunger Games

di Lily3soldi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** La mattina della Mietitura ***
Capitolo 3: *** La Mietitura ***
Capitolo 4: *** I saluti più dolorosi ***
Capitolo 5: *** Il viaggio ***
Capitolo 6: *** L'arrivo ***
Capitolo 7: *** La preparazione ***
Capitolo 8: *** La Festa in Maschera ***
Capitolo 9: *** L'Allenamento ***
Capitolo 10: *** La Sfilata ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Capitolo 1

Ricordi

Apro gli occhi: distruzione, paura, terrore.

È questo che vedo tutte le notti. Gli incubi mi perseguitano ormai da un anno, non mi lasciano dormire: vedo mia madre, mio padre e la mia adorata sorellina, Destiny. Loro erano l'unica cosa che avevo, l'unica cosa che mi faceva sorridere, andare avanti, di cui mi preoccupavo e ora non ho più niente: nessuno che tiene a me come loro. Vivo nella solitudine più totale.

Ora sono in strada, accovacciata contro il muro che un anno fa chiamavo casa. Avevo una bella vita qui, nonostante la guerra che si combatteva fra Capitol City e i Distretti. Quei cupi tempi li chiamavamo Giorni Bui. Per la mia famiglia questa guerra non creava molti problemi o differenze, anzi, con tutti i bombardamenti e la confusione che c'era per me era molto più facile procurare da mangiare a me e alla mia famiglia alla Cascata. La Cascata era il luogo di ritrovo per me e la mia migliore amica, Sunshine. Io e lei ci passavamo i pomeriggi, per pescare pesci con cui cibarci, raccogliere erbe commestibili e talvolta anche cacciare qualche animale che si trovava nei boschi lì intorno, che poi portavamo a casa per mettere qualcosa sotto i denti. Facevamo tutto questo poichè i nostri genitori non guadagnavano molto e così in un qualche modo tiravamo avanti. Conobbi Sunshine molto tempo fa, in una mattina nebbiosa d'autunno, a scuola. La campanella suonò e tutti si affrettarono ad entrare: era il mio primo giorno di scuola. Avevo legato i capelli rossi in una treccia avvolta su sè stessa, con un bel fiore rosato di lato. Avevo un vestitino di pizzo con le maniche a sbuffo che ricadeva ampio sulla vita e era lungo fino alle ginocchia. Era di un bianco quasi rosato e era in contrasto con i miei capelli rossi. Mia nonna era solita a chiamarmi la sua bambolina. La campanella era suonata e io, tutta sola, mi stavo avviando verso le scalinate che conducevano all'ingresso della scuola. Nella confusione che c'era, inciampai e caddi vicino ad un'altra ragazzina della mia età, dedussi dai suoi movimenti goffi, tipici di chi cerca di non farsi notare. Se non avessi saputo che non era della mia famiglia avrei detto che fosse mia sorella. Solo in una cosa eravamo differenti: i capelli. I miei, rossi e ribelli, spiccavano in tutto il Distretto, mentre i suoi, neri come la pece e lisci, si notavano per la loro brillantezza: sembravano risplendere alla luce del sole. Lei mi tese la mano, in un gesto affettuoso e mi aiutò a rialzarmi. Era davvero carina con il vestito che indossava: era di un chiaro lillino, le maniche le arrivavano fino ai gomiti e la gonna, che svolazzava attorno alle sue ginocchia, sembrava quasi confondersi con l'aria. In ogni modo si presentò, dicendomi di chiamarsi Sunshine Fuhrman. Io la salutai e mi presentai a mia volta. Passammo la nostra prima giornata di scuola insieme, e tutti i giorni a venire stavamo sempre insieme, inseparabili. Per me lei era come una sorella. Tanti ricordi dei mei momenti migliori sono legati a lei. Ma ora nemmeno la mia Sunshine c'è più. Capitol City l'ha portata via in uno dei suoi attacchi contro il nostro distretto, il Distretto 8. Ora i nuovi agenti che ci controllano, i Pacificatori, stanno ai confini del distretto per controllare gli scambi e il continuo passare di gente che avviene. Inoltre controllano anche l'ingresso del padiglione dove tutte le persone sopra i 17 anni vanno a lavorare i tessuti e le varie stoffe che serviranno a produrre abiti sinuosi per gli abitanti della capitale. Io non ho ancora l'età giusta per andarci, ma fra due anni i Pacificatori mi verranno a cercare per costringermi a lavorare in quell'orribile padiglione. Ma la cosa che più mi preoccupa è arrivare a quel giorno, perchè, come punizione per la rivolta che i Distretti avevano innalzato il nostro presidente, Benkis, ha instituito questi giochi, gli Hunger Games, ovvero dei terribili giochi in cui un ragazzo e una ragazza per ogni distretto saranno costretti a combattere dentro un'arena finchè solo il cuore di uno continuerà a battere. L'idea di ciò mi spaventa, perchè avrei preferito di gran lunga essere morta insieme alla mia famiglia. Ecco, lo sto facendo ancora, sto pensando a loro, ai loro volti sconvolti e ai loro occhi pieni di paura durante i loro ultimi istanti di vita, prima che quella maledetta bomba avese messo fine alla loro vita. Quell bomba che avrebbe dovuto far morire anche me, sarebbe stato tutto più semplice. Ma non è successo e ora io sono qui, nella parte abbandonata del mio distretto. Ripenso a tutti i bei momenti che ho trascorso qui e inevitabilmente le lacrime mi rigano le guance.

Clip-Clop. È il rumore di alcuni passi a farmi tornare alla realtà. L'ansia mi sale. E se fosse un Pacificatore? Mi fucilerebbe all'istante, oppure mi porterebbe alla capitale, dove hanno ogni genere di ingegno per la tortura delle persone. L'idea mi spaventa, così mi alzo e con questo semplice movimento le gambe urlano di dolore, sono rimasta ferma troppo tempo e sto congelando, letteralmente, ma al momento ho un'altra priorità. Mi asciugo le lacrime ormai ghiacciate dal freddo che mi penetra nelle ossa e mi dirigo barcollando dietro il mio muro. Sento i passi avvicinarsi, ma non sono quelli che producono un suono qualunque: sono leggeri, affrettati, e veloci. Sono quelli di qualcuno che sa come muoversi senza produrre il minimo rumore, come solo chi caccia da anni sa fare. Una stupida idea mi sale a galla fra tutti i pensieri che da mesi mi angosciano e mi perseguitano senza darmi una minima tregua: e se fosse Sunshine? Lei aveva qual passo leggero e veloce. Sono tentata di saltare fuori dal mio nascondiglio e correrle incontro, di abbracciarla e baciarla, ma poi mi rendo conto che la figura che è vicina a me non è quella di una ragazza, bensì quella di un ragazzo. Si avvicina al mio nascondiglio, guarda dritto in mezzo alla nebbia che ci avvolge e parla:<< Non credi che sia un pò troppo pericoloso per una ragazza venire qui tutta sola in mezzo alla nebbia e al nulla? >>. Ci metto un pò a capire che sta parlando a me, d'altronde chi altro ci potrebbe essere? Esco dal mio nascondiglio, cercando di non sembrare spaventata e rispondo, con una voce un pò roca, sperando solo che non capisca quanta paura mi è venuta in questi ultimi istanti:<< Non credo, ormai sono mesi che ci vengo e nessuno mi ha mai disturbato in questo posto, sai è abbandonato >>. Il ragazzo mi guarda e non posso non rimanere sorpresa di fronte ai suoi occhi: sono verdi e profondi, mi comunicano sicurezza e determinazione. << Lo so >> mi dice << È per questo che ci vengo. Per pensare, per meditare e per cercare di dimenticare >>. Nei suoi occhi vedo la stessa tristezza che è nei miei. Probabilmente anche lui ha perso qui i suoi cari. <>. Mi guarda con uno sguardo sorpreso e incuriosito, come se mi stesse studiando attentamente. << Lo so, solo che tu non sai chi sono io, giusto? >>. La sua risposta mi lascia interdetta. Come fa a sapere chi sono io? E che io non abbia la più vaga idea di chi sia lui? Ma poi un ricordo mi balena alla mente: sua nonna e mia nonna insieme ad altri anziano sul palco del Palazzo di Giustizia che vengono portate via dagli hovercraft di Capitol City e poi il nulla, come se niente fosse mai successo. << Derick Veroy, tua nonna e mia nonna... >>, non trovo il coraggio per proseguire, ma il suo sguardo sembra capirmi. << Già. Mi manca sai? Lei era formidabile, mi parlava spesso di te e della tua famiglia. Forse perchè era in debito con voi >>. Vorrei tanto chiedergli di più ma sto battendo i denti dal freddo e lui sembra notarlo. << Vieni, scaldiamoci un pò >>. Non comprendo subito le sua parole, mi arrivano come in ritardo, ma non appena inizia a muoversi mi offre la sua mano e io non esito a dargli la mia. Questo è il primo gesto di affetto che qualcuno mi offre da un anno.

 

ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!! Sono nuova qui su EFP e questa è la mia prima fanfiction. Questo è il primo capitolo della storia: spero tanto vi ispiri e vogliate continuare a leggerla. Apprezzo molto ogni genere di commento o critica che mi serviranno sicuramente per migliorare. Se avete qualche dubbio o trovate qualche errore scrivetemi e commentate, vi prego voglio sapere cosa ne pensate!! Grazie mille a tutti per aver letto la mia storia!!
Baci a tutti
E possa la fortuna sempre essere a vostro favore.
Lily3soldi

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Capitolo 2
*** La mattina della Mietitura ***


Capitolo 2

La mattina della Mietitura

Vedo Destiny, mi saluta. Sembra felice. La raggiungo e le prendo la mano. La sua piccola mano morida e grassottella, ma appena rovinata dai giochi che si inventa con la terra. La voglio portare alla Cascata, per trascorrere del tempo insieme. Magari potri insegnarle a cacciare qualcosa, ma lei si ferma. I suoi occhi si sono spalancati come in un grido muto. In essi vedo paura, terrore, sbigottimento, orrore. La vedo aprire la bocca come per gridare qualcosa, ma non riesco a sentirla. Il panico mi invade; cerco di strattonarla, di portarla via, ma niente. Si è come impiantata nel terreno, come se avesse messo radici. La tiro con tutta la forza che ho in corpo ma non succede niente, vedo solo lei sconvolta che addita qualcosa. Poi nel cielo, tutto ad un tratto, compaiono degli hovercraft. Ho paura, faccio la prima cosa che mi viene in mente: scappo. Corro via, verso l'unico posto che mi ha fatto sempre sentire libera, me stessa: la Cascata. Mi accorgo che Destiny non si è mossa e così le grido di sbrigarsi, ma invano. Inizia a muovere qualche passo verso di me, come se fosse una bambina che ha appena incominciato a camminare, ma proprio in quell'istante delle bombe vengono scaraventate nel nostro distretto. Fuoco, scoppi assordanti, fumo, cenere, polvere e l'impatto con il terreno mentre sento le mie guance bagnate. Questo è tutto quello che ricordo.

 

Apro gli occhi. È l'alba. Un nuovo giorno sta sorgendo,un giorno terribile: quello della Mietitura. Nessuno sa cosa aspettarsi, ma io, dentro me stessa, sento che sarà un'orribile giornata. Sento che non ci sarà niente di positivo in questra “nuova e incredibile esperienza” che Capitol City ci ha proposto, o meglio imposto. Non c'è da aspettarsi mai niente di buono dalla Capitale, che ci ha sempre disprezzati, soprattutto adesso dopo la nostra rivolta, soprattutto adesso dopo la nostra sconfitta. Con questo pensiero in testa mi alzo dal letto e mi accoccolo sul davanzale della finestra e guardo il panorama di fuori: boschi, fiumi, montagne e anche un tratto di mare. È questo che circonda il Distretto 8. Dopo un anno che vivo qui non mi sono ancora abituata al magnifico paesaggio che posso vedere. Questa era la casa di mia nonna. Un magnifico edificio signorile con ampi portoni decorati molto raffinamente, archi e ghirigori molto all'antica, facciate intere fatte di marmo bianco, il tutto circondato da un giardino enorm ricco di antichi alberi e fontane, sempre pieeno di canti di uccelli che si riposano all'ombra dei freschi rami. Ora ci vivo solo io dato che la mia cara nonna non c'è più. Mi sento molto sola a pensare di essere l'unica abitante di questo magnifico palazzo che un tempo era sempre pieno di persone poiché ospitava una moltitudine di feste e ricevimenti: musica, balli, buffet e tanto divertimento: questo era quello che una volta abitava costantemente fra queste solide mura. Decido di alzarmi e vestirmi per andare a fare un giro alla Cascata, magari faccio anche una nuotata. Per la Mietitura è troppo presto, inizia alle 11.30 nella piazza del Palazzo di Giustizia.

Esco di casa con il mio solito abbigliamento: maglietta, pantaloni comodi, una giacca per mantenere il calore e i miei adorati scarponcini neri, buoni per correre e muoversi in montagna. Mi lego anche i capelli in una semplice coda, in modo da lasciarli un po' liberi. Il sole è appena spuntato da dietro le montagne e io mi avvio verso la piana che segna il confine del Distretto 8. La nebbia si è già ritirata, segno che oggi non sarà una giornata troppo fredda, ma le nuvole in cielo sembrano voler portare tempesta. Sono di un color aranciato che l'alba gli ha conferito. È un paesaggio fantastico, tutto ancora immerso nel sonno con la natura che lo protegge. Solo qualche animale canta lievemente con le loro vocine esili. Scendo lungo il sentiero che arriva ai piedi di una montagna, da me chiamata Rose, poichè è quella dove il sole sorge, provocando un riflesso rosato sulla cima perennemente innevata. Inizio la salita che mi porta al mio luogo preferito. Oggi l'aria è piena di canti di uccelli, soprattutto di Mimi e Ghiandaie. Buon per loro. Non sanno cosa questa mattina porterà a me e a tutti i ragazzi fra i 12 e i 18 anni. Mi avventuro sulla spianata che permette di vedere dall'alto tutta la foresta e il mio distretto. Prendo il sentiero verso sinistra e in meno di 10 minuti raggiungo la Cascata. La Cascata è il luogo in cui ho imparato a sopravvivere, circondata dalla natura che il mio adorato nonno mi ha insegnato ad amare e rispettare. Era tanto che non venivo più qui ed infatti, senza tardare, una tempesta di emozioni mi si scatena dentro: felicità per essere tornata in questo bellissimo luogo, tristezza perchè mi ricorda troppo i bei momenti passati con Sunshine, solitudine perchè la prima volta che vengo qui sola. Per lasciarmi tutti quanti questi pensieri alle spalle mi spoglio, restando in costume che mi ero messa a casa e, senza esitare, mi tuffo nell'acqua. Questa mi lava via tutti i pensieri, tutte le sensazioni che mi perseguitano. Sembra che la corrente del torrente le trasporti via con lei. Immergo la testa sottacqua. Inizialmente tuttoè nero, ma poi vedo i branchi di pesciolini nuotare indisturbati in mezzo alle alghe e mi tranquillizzo. Tutto va bene.

La mattinata trascorre in fretta, troppo in fretta e così sono costretta ad andarmene per prepararmi alla Mietitura. Il presidente ci ha chiesto di vestirci bene per questa occcasione, che deve essere vista come una festa o un onore. Non riesco proprio a pensare razionalmente percò appena entrata in casa vado nella mia camera e apro l'armadio. Cerco il mio unico vestito, ormai rovinato dal tempo, ma che mi ha sempre accompagnato in situazioni eleganti, semore che questa possa essere considerata tale, ma un altro attira la mia attenzione. È bellissimo: azzurrino, con le maniche che cadono libere sui gomiti, con una bellissima gonna in tulle vaporoso che mi copre le ginocchia e con un corsetto semplice ma allo stesso tempo elegante. Non esito un istante: lo indosso e me lo sistemo. È davvero comodo e elegantemente fantastico. Con un passo leggero vado in bagno e mi guado allo specchio: quasi non mi riconosco, quell'abito sembra fatto apposta per me. Non riesco ancora a capacitarmi che la persona che ho appena visto allo specchio sia io. Mi metto delle scarpette bianche con una sfumatura azzurrina e me le allaccio. Tiro indietro i capelli con il fiocchetto preferito di Sunshine. Ecco, penso, sono pronta. Con il cuore a mille esco di casa, alla luce del sole. Proprio sulla cancellata scorgo qualcuno, sembra un ragazzo, ma pare non avermi ancora notata. Io lo ho riconosciuto però. I suoi occhi si alzano e rimangono sorpresi nel vedermi. La sua bocca si apre, emettendo un suono stupito. Sento il suo sguardo su di me, ma non alzo gli occhi, non ancora. Cammino lentamente verso il cancello e ad ogni passo mi sento sempre più imbarazzata. È Derick.

 

ANGOLO AUTRICE
Cari lettori, siamo giunti alla fine del nostro secondo capitolo: ormai si è capito che fra i nostri due protagonisti c'è un pò di affinità, ma forse tutto cambierà, chi lo sa? Spero che la storia vi piaccia e continuiate a leggerla volentieri. Vi prego di recensire o commentare i miei capitolo, così potrò migliorare e voi avrete una storia più entusiasmante. Vorrei davvero sapere cosa ne pensate! Grazie a tutti per l'attenzione!
Baci (vi aspetto al prossimo capitolo!!!!)
E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!
Lily3soldi

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Capitolo 3
*** La Mietitura ***


Capitolo 3

La Mietitura

Bum-bum, bum-bum. Il cuore mi batte all'impazzata dentro il petto, come se volesse uscire e scappare, andarsene ed essere libero, vivere una vita senza pensieri, senza terribili preoccupazioni. Ma non può; d'altronde come me. Siamo come degli uccellini in gabbia, che svolgono la loro monotona vita senza poter spiccare il volo A interrompere i miei tristi pensieri è la mano di Derick che tiene dolcemente la mia, infondendomi sicurezza e mi fa capire che non sono del tutto sola. Derick mi guida come se fossi una bambina, come se non avessi mai visto niente di questo mondo e ne fossi affascinata. Camminiamo in silenzio, passo dopo passo, e nella mia mente un solo pensiero incombe: qualuno sarà perforza estratto durante la Mietitura e che sia io o qualcun altro, 23 ragazzi moriranno ingiustamente. Qualcosa mi attanaglia le viscere e mi stringe il cuore: non ce la faccio ad andare avanti ma devo. Derick mi strattona dolcemente e mi fa cenno di seguirlo. Dove stiamo andando? La strada per la piazza continua nella direzione opposta, ma nei suoi bellissimi e profondi occhi verdi vedo determinazione e convinzione. Decido di fidarmi e lo seguo, lasciandomi guidare dalla sua mano calda e facendomi trasportare dalle mie emozioni. È incredibile che in così poco tempo ci siamo affezionati l'un l'altro. Quando sono con lui sneto come se niente mi possa far del male, come se possa dire tutto ciò che provo. Con lui è come se sia libera di volare.Cammino mettendo i piedi dove un istante prima c'erano i suoi. Ci stiamo addentrando nel bosco che circonda il Distretto 8, ma capisco che non mi sta portando in mezzo agli alberi dalla sabbia che inizia a scorgersi per terra. Mare. Mi sta portando verso il mare. Nessuno può andarci perchè il mare non fa tecnicamente parte del nostro distretto, poiché si può definire come di proprietà del Distretto 4, ma nessuno di quel distretto ci va mai. Lo so perchè vedo sempre che è tranquillo e libero dalla finestra della mia stanza. Una bella sensazione si fa spazio dentro di me, scacciando via tutte le preoccupazioni assilanti: sto andando a contemplare il mare per la prima volta nella mia vita, e sono veramente contenta che sia lui la pesona con cui condividerò le mie emozioni. Seguo le sue orme nella sabbia. Sento l'odore di sale e una dolce brezza marina mi sposta delicatamente i capelli; poi lo vedo: calmo come una tavola e senza increspature, immenso e imponente che si estende oltre l'orizzonte.Tutto è così calmo! Ci sediamo sulla sabbia in silenzio, un silenzio che però racchiude molti significati, molte parole non dette. Sento la sabbia nelle mani: così calda e liscia, sembra quasi voglia accarezzarmi le mani. In lontananza sento l'infrangersi delle onde sul bagnasciuga. In questo luogo il tempo sembra essersi fermato. Dopo qualche minuto di contemplazione e camla assoluta purtroppo ce ne dobbiamo andare, così Derick mi aiuta ad alzarmi. Mi scuoto il vestito per far andare via tutta la sabbia dal tulle della gonna ma qualche granello rimane intrappolato, creando un effetto mozzafiato. I granelli di sabbia sembrano come brillantini sulla mia gonna. Il sole gioca con questi facendoli come risplendere. La sensazione di pace e armonia che avevo appena provato sciovola via troppo velocemente e mi ritrovo a stringere la mano di Derick. Lui si ferma, mi guarda, mi prende delicatamente il viso fra le mani e mi sussurra con un tono di voce dolcissimo:<< Ehi, Crystal, guardami. Stai tranquilla, tutto andrà per il meglio, vedrai >>. Il mio cuore si tranquillizza un pò ma dentro ho una paura immensa. Lui sa le parole giuste da dire nei momenti come questo. Sa come mi sento e di cosa ho bisogno, per lui sono come un libro aperto. Non dovrei avere paura, anzi dovri essere felice, perchè se venissi estratta le possibilità di un mia morte imminente sarebbero alte e io raggiungerei la mia adorata famiglia. Per un attimo mi lascio cullare da questo pensiero positivo: rivedere Destiny. Oh quanto lo vorrei! Ma lei non vorrebbe che io pensassi a queste cose, così, per lei, cerco di infondermi coraggio e proseguo a passo spedito. << Grazie, per essermi accanto, Derick. Non puoi nemmeno immaginare quanto mi sei di aiuto >>. Lui sorride, felice a questa mia affermazione, ma non risponde, troppo impegnato a vagare nei suoi pensieri. Questo lo capisco dalla sua fronte semore un po' troppo corrucciata, ma sembra così dolce quando pensa! I minuti passano e in men che non si dica raggiungiamo la piazza principale. Appena entriamo molti sguardi si girando verso di noi esaminandoci, ma non me ne preoccupo, sto pensando solo alla mano di Derick nella mia. Qui ci dobbiamo separare. Ho paura, non voglio lasciare la sua mano, ma devo, così allargo le mie dita e inizio ad andare verso la fila delle ragazze che aspettano di essere registrate, ma lui mi trattiene. Mi giro e lo guardo con uno sguardo interrogativo. << Ci vediamo dopo >>, mi dice, << È una promessa >>. Poi mi lascia e lo seguo con lo sguardo, sperando di poter rivedere i suoi occhi, ma non si volta; così mi dirigo al banco allestito per la registrazione. La piazza è già piena, ma molti altri ragazzi devono ancora arrivare. Mi metto in coda e attendo. La fila procede lentamente, un piede dopo l'altro e raggiungo la postazione. Una Pacificatrice sulla trentina mi chiede di darle la mano. Esito, ma poi noto che tutte le altre la offrono senza la minima preoccupazione. Me la prende e se la porta vicino, poi prende un aggeggio di metallo e mi buca il dito, dal quale inizia ad uscire il sangue. Ne fa cadere una goccia su un grosso quaderno e con un apparecchiatura sofisticata registra il mio nome. Poi mi dice di andare a sistemarmi vicino alle altre ragazze quindicenni. Prendo posto e mi inizio a guardare intorno. Le ragazze che mi circondano sono esili e mingherline, segno che in questo ultimo anno hanno patito la fame. Alcune hanno cicatrici visibili sui loro gracili corpi, sono dei ricordi della terribile esplosione che distrusse il nostro distretto un anno fa. Altre sembrano malate, stanche e logorate dalle loro perdite. Io, in confronto, sono più imponente e più muscolosa, segno del tempo passato a cacciare. A prima vista sembro più forte e più sana della altre.La cosa mi sconforta. Se io ho meno di zeropossibilità di sopravvivere, loro come faranno? Sento diversi sguardi su di me e così mi guardo intorno e noto che lo sguardo di parecchi ragazi è posato su di me. Mi sento imbarazzata e così mi guardo le scarpe. Una voce trillante e piena di vitalità mi costrige a guardare sul palco. Una donna un pò tozza è al centro del palco. È vestita in un modo davvero bizzarro: ha un'acconciatura davvero buffa nella quale i suoi capelli, bianchi con strisce argentate, sono tirati all'indietro in una coda alta che si avvolge intorno a sè stessa. Ha una gonna ampia arancione, nel perfetto stile di Capitol City,come la sua camicetta. La donna si dirige verso il microfono e inizia il suo discorso:<< Benvenuti! Benvenuti, benvenuti! Oggi è un giorno davvero speciale, poichè proprio oggi è la prima cerimonia della Mietitura! Siate felici e onorati di rappresentare il vostro distretto alla prima edizione annuale degli Hunger Games!!! >>. Non so cosa si aspettasse, magari un applauso, data la sua interruzione. Giro la testa verso la mia sinistra e scorgo Derick. Mi sta guardando intensamente. Muove le labbra senza produrre alcun suono e dal labbiale capisco che mi sta chiedendo come sto. Come sto? Beh, questo non lo so nemmeno io, sono troppo agitata, così rispondo solo "ok". Sembra avermi capito, così torno a rivolgere la mia attenzione verso il palco. << Adesso è giunto il momento di selezionare un giovane uomo e una giovane donna per rappresentare il Distretto 8 in questo nuovo ed eccitante gioco televisivo. Come dall'antica regola, prima le signore!! >>. Il mio cuore batte a mille mentre la donna si dirige con tutta calma verso la boccia con dentro il mio nome. In quella boccia il mio nome è ripetuto 3 volte, dato che l'età a cui si comincia ad essere estratti è 12 anni e in teoria il mio dovrebbe essere il mio terzo anno. La mano della donna inizia scendere e rovista fra i bigliettini. Ne pesca uno e lo tira fuori, innalzandolo alla luce del sole. Fra me e me continuavo a pregare che quel nome non fosse il mio, ma facendolo mi sentivo l'essere più spregevoledella terra; basti solo pensare che io sto pregando per la morte innocente di un'atra ragazza. La donna torna al microfono e inizia ad aprire il biglieto. Si schiarisce la gola e con la voce pimpante come quella di una bambina pronuncia il nome della ragazza scelta:<< Evy Fuhrman >>. Per un istante ho pensato di essere in salvo, ma poi la terribile verità grava sulle mie spalle come un macigno. Evy Fuhrman. Una ragazzina dodicenne, che entro quella maledetta boccia aveva solo una nomina. Evy Fuhrman, una ragazzina dolce e simpatica e che proprio in questo istante si sta recando verso il palco, dirigendosi verso morte certa. Non posso lasciarla andare! Fuhrman! Perchè proprio lei? Non ci potevo e non ci volevo credere. Non potevo lasciare che la sorella minore della mia migliore amica Sunshine muoia così, come una preda cacciata per il divertimento della gente. Così faccio l'unica cosa che mi viene in mente, l'unica cosa così incoscente che solo io avrei potuto fare: corro verso il centro della piazza, spintonando tutti e grido a gran voce:<< Mi offro volontaria, mi offro volotaria come Tributo!!! >>.


ANGOLO AUTRICE
Bene bene bene! Anche questo capitolo è finito lasciandoci con il fiato sospeso!! Che succederà adesso? Come mai Evy è ancora viva? E dov'è Sunshine? Molte domande, una sola risposta: leggete il seguito! Lo caricherò presto, promesso, quindi preparatevi ad entrare nel vivo degli Hunger Games! Vorrei tanto sapere cosa pensate di questa storia, quindi vi prego: qualche recensione mi farebbe molto piacere!! Bene adesso vi lascio e vi aspetto con il prossimo capitolo! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore! Baci,
Lily

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Capitolo 4
*** I saluti più dolorosi ***


Capitolo 4

I saluti più dolorosi

La testa mi gira e le gambe sembrano non voler reggere il mio peso. Migliaia di domande cercano contemporaneamente una risposta che adesso non troveranno mai. La testa mi fa male e sento il battito del mio povero cuore ovunque. Sono scossa da brividi che si diffondono in tutto il corpo passando dalla schiena. Sono terrorizzata ma non posso darlo a vedere, devo essere forte e determinata in modo che quando gli altri Tributi e gli spettatori della Capitale mi vedranno scorgeranno in me una ragazza forte e sicura di sè. Punto lo sguardo a tutti i ragazzi e le ragazze sotto di me, e noto che tutti guardano sul palco. Inizialmente penso che guardino me ma poi mi rendo conto che almeno i ragazzi pendono dalle labbra della donna che aveva annunciato il nome della piccola e indifesa Evy. Povera Evy, quanto deve essere spaventata! La dolce sorellina di Sunshine che appena ha capito di essere salva mi è corsa in contro gettando le sue magrissime braccia attorno al mio collo. Mi ha abbracciata singhiozzando, e io l'ho confortata con parole dolci. Ma non riesco a pensare a come si possa sentire adesso, riesco solo a pensare a come abbia fatto a tirare avanti in questo lungo anno senza sua sorella, senza i suoi genitori, senza la sua famiglia. Pensavo che anche lei fosse stata segnata sulle liste come una "dispersa". Invece ora è qui e io ho preso il suo posto alla Prima Edizione Annuale degli Hunger Games. Nessuno sa cosa aspettarsi da questo evento. Io sono terrorizzata da quello che potrei affrontare. In televisione il presidente Benkis non ha spiegato bene in cosa consistono ma ha accennato che i ragazzi selezionati come Tributi verranno istruiti durante il viaggio nei treni ultramoderni che ci porteranno a Capitol City, dove si svolgerà queso evento. La voce della donna della Capitale addetta ad estrarre i bigliettini con i nomi dalle maledette bocce mi riporta alla realtà, trascinandomi via dai miei pensieri. Ha già pescato il bigliettino per i ragazzi e si sta dirigendo al microfono per annunciare il nome dello sfortunato ragazzo che condividerà con me questo strazio. Faccio in tempo ad alzare lo sguardo e ha pregare silenziosamente che non sia Derick che la donna annuncia con voce spumeggiante un nome fra tanti: Torak Tafford. Vedo Derick che muove qualche passo avanti e la verità mi sveglia del tutto dai miei pensieri caotici come uno schiaffo in pieno viso. Derick sta per aprire la bocca quando io grido. Non so cosa grido, solo troppo sconvolta da quello che Derick staper fare, ma so di certo che è un urlo forte, che spaventa l'intera piazza. Salto giù dal palco e corro incontro a lui. Non si aspettava che gli sarei corsa incontro così quando tocco il suo corpo indietreggia un attimo, come se dovesse cadere, ma io lo tengo. I suoi occhi verdi mi guardano con durezza. << Crystal, devo farlo. Voglio proteggerti >>. La sua faccia si increspa in un lieve sorriso amaro. Non riesco a trovare le parole, così lo abbraccio. Mi avvicino al suo orecchio e balbetto, insicura e totalmente devastata dalle mie emozioni:<< Non farlo. Non provarci neanche. Io...Io non voglio perdere l'unica cosa che conta che ho al mondo >>. Sento dei passi alle mie spalle e un istante dopo delle braccia forti mi tirano dalla parte opposta di Derick. Immagino sia un Pacificatore, così mi lascio trascinare via. Ecco, e così addio alla figura di ragazza forte e sicura di sè. Risalgo sul palco dove lancio un ultimo sguardo al Distretto 8. La donna dell'estrazione mi dice di stringere la mano all'altro Tributo e così gliela porgo e alzo lo sguardo. Torak mi sta guardando con i suoi occhi. Sono bellissimi: sono grigi come il cielo prima di una tempesta e mi sta scrutando con attenzione. Cerco di sorridere ma quello che esce è più una smorfia. Emette uno sbuffo simile ad una risatina e poi la sua faccia ritorna subito seria e concentrata. Ci spingono verso il portone del Palazzo di Giustizia. Appena varco la soglia una lacrima calda mi riga la guancia. Meno male che nessuno mi ha vista. Mi spingono fino all'Atrio, dove io e Torak ci dividiamo: lui a sinistra e io a destra. Un Pacificatore mi accompagna in un salotto. Al suo interno c'è una finestra. Mi ci dirigo e mi siedo accanto, scrutando il mio amato Distretto 8. Mi dice che mi saranno concesse delle visite, prima della partenza in treno. Io annuisco e lui esce dalla stanza. Tutto lo sconforto e la paura mi pesano sulle spalle e così emetto un sospiro. Fisso la porta, aspettando che si apra, ma non succede. I minuti passano come le ore e io mi sto deprimendo sempre più. Mi alzo e inizio a camminare per la stanza. Dopo quello che mi sembra un'eternità la maniglia della porta si apre e questa cigola. Una ragazzina minuta si fa avanti con gli occhi rossi: è Evy. Affretto il passo e le vado in contro. Apro le braccia e lei ci si tuffa dentro. Io la stringo come mia madre faceva con me: spero tanto che questo gesto la rassicuri. Quando smette di singhiozzare e si tranquillizza alza gli occhioni di un verde come quello degl'alberi e mi dice con la sua vocina:<< Non avresti dovuto farlo, Crystal. Tu non, non...Non dovevi!! >>. Rincomincia a singhiozzare, così mi siedo e la prendo in braccio. << Stai tranquilla Evy, va tutto bene, tu sei salva e stai bene. Tutto si aggiusterà, vedrai >>. << Crystal, così rischierai la vita per me, lo sai?!Io sono arrabbiata con me stessa! Non avrei dovuto permettere che accadesse!! >>. <>. Un singhiozzo spezza le mie parole, e adesso è lei ad abbracciarmi. Si infila la mano in tasca e tira fuori un braccialetto colorato tutto intrecciato con alcuni fili. Questo braccialetto di solito è un segno di rispetto e ammirazione per chi lo porta ed è tipico del nostro distretto. Veramente poche persone lo portano. Questo gesto mi commuove e inizio ad accarzzarle i capelli. Apro la bocca per chiederle come ha fatto a sopravvivere fino ad oggi, ma proprio in questo istante un Pacificatore massiccio entra e preleva di peso Evy, che si agita e grida. Mi alzo di scatto e grido:<< Evy sta calma!!Andrà tutto bene e tornerò a casa per te, lo giuro!!! >>. Non saprò mai se avesse sentito queste parole perchè quella maledettissima porta mi si chiude in faccia esonerandomi dal resto del mondo. Mi accascio in ginocchio e prendo la testa fra le mani. "Una promessa è una promessa e va mantenuta" mi diceva sempre mia sorella, ma questa non ce la farò mai a mantenerla. Basta solo guardare Torak: massiccio così come è sembra un armadio e se tutti gli altri Tributi saranno come lui io avrò zero o forse meno possibilità di vincere e di tornare a casa. Fuori dalla porta si leva un gran trambusto e una voce familiare grida:<< Lasciatemi passare!!Spostatevi, devo vederla!! >>. Mi alzo in piedi per spostarmi dalla porta, che si apre proprio in quell'istante. << Derick!! >> << Crystal!! >>. Mi butto a capofitto fra le sue braccia e lo stringo forte, iniziando a singhiozzare. Lui mi accarezza i capelli e parla con una voce dolcissima che mi rasserena e traquillizza allo stesso tempo:<< Hey, tranquilla, tranquilla. Sono qui, ce l'ho fatta e ora siamo insieme. Non c'è motivo di agitarsi. >>. Che bello averlo qui con me a sorreggermi e consolarmi. Il suo abbraccio mi scalda e caccia via ogni brutta sensazione. << Sto bene. Ci sono. È stato solo... >>. Mi posa delicatamente un dito sulle mie labbra aride e mi asciuga le lacrime. << Shh...Lo so, lo so. Sei così bella, anche quando piangi... >>. Nei suoi occhi vedo un velo di tristezza. << Senti >>, continua << Tu sei forte e puoi vincere, lo so che puoi. So che sei brava con le lance e con i coltelli, quindi esercitati e preparati bene. Prova anche la spada, ti dovresti trovare bene visto che usavi dei bastoni per difenderti nei boschi. Sei veloce, quindi sfrutta la tua velocità. >>. Non ho nemmeno il tempo di chiedergli come facesse a sapere queste cose su di me quando mi caccia in mano un foglietto stropicciato e un nastro per i capelli color pesca nel momento esatto in cui due armadi di Pacificatori lo trascinano via. Derick mi guarda e muove le labbra: "Ti amo", mi dice. Riesco solo a muovere il capo in senso di accenno quando la porta si chiude. Sospiro tristemente e fra me e me mormoro: "Anche io, Derick. Anche io". I minuti che passano sembrano ore e ad ogni battito sento fitte dolorosissime al cuore. Finalmente la donna dei biglietti si presenta alla porta e mi guida ad un auto. Non ci ero mai salita prima, nessuno ce l'ha nel distretto, a parte il sindaco. Mi accomodo in un sedile di pelle e il motore si accende. Vedo Torak seduto dalla parte opposta della donna, con gli occhi leggermente arrossati. Deve avere pianto. Il tragitto fino alla stazione è breve, troppo breve. In men che non si dica vengo spinta dinnanzi un treno. È super-tecnologico e lussuoso. Appena scendo dal treno una miriade di flash e fiumi di parole mi aggrediscono. Cammino a testa bassa avanzando a fatica, fino a che Torak non mi aiuta a spostare tutti questi capitolini invadenti Gli sorrido per ringraziarlo e lui fa lo stesso. Ma esattamente in questo istante un pensiero mi fa soccombere: non tornerò mai più nel mio adorato posto dove sono cresciuta, ma sopratutto non rivedrò più Derick. Entro nel vagone appena in tempo perchè le gambe mi cedono e tutto diventa nero, ma appena un istante prima avevo visto un qualcosa di familiare: una chioma nera come la pece e i capelli risplendenti. Svengo con un dolce e bellissimo pensiero nella mente: Sunshine è qui con me.

 

ANGOLO AUTRICE
E dopo qualcosa come 4 mesi mi sono rifatta viva, eggià!!! Bene mi volevo innanzitutto scusare per l'infinita attesa, non ho scusanti. Per farmi perdonare pubblicherò al più presto altri capitoli, in modo da immergervi nelle vicende di Crystal. Nell'ultimo capitolo ci eravamo lasciati con la fatidica e letale frase: "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come Tributo!", lasciandovi con il fiato in sospeso. In questo capitolo ho voluto comunicarvi tutte le sensazioni ed emozioni della ragazza, che sono una marea: agitazione, paura, fierezza, dovere, forza e amore. Una tempesta si è abbattuta sulla nostra protagonista e nemmeno lei sa come reagire. Ce la farà? Mollerà? Ma la domanda principale è: in che cosa consistono questi meledettissimi Hunger Games già molto temuti da tutti gli abitanti dei Distretti? Cosa succederà poi? Ebbene continuate a leggere per scoprirlo! Vi ricordo che sono qui per migliorarmi e ogni critica o commento o sorta di recensione mi renderà molto felice, come una capitolina ad un ricevimento nella dimora presidenziale!! Con questo vi lascio e vi prometto che non vi farò attendere con i prossimi capitoli, quindi continuate a seguirmi!!
E possa la fortuna sempre essere a vostro favore. Baci,
Lily

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Capitolo 5
*** Il viaggio ***


Capitolo 5

Il viaggio


 

Sento una mano accarezzarmi il viso e scostarmi delicatamente i capelli. Non voglio aprire gli occhi, voglio solo rimanere rannicchiata qui al caldo sotto le coperte e lasciare che questa bella sensazione che si è insinuata dentro di me resti il più a lungo possibile. Una voce mi chiama dolcemente e mi costringe a svegliarmi. Appena apro gli occhi vedo un ragazzo seduto sul mio letto, vicino a me. << Derick! >> esclamo un pò sorpresa. Mi rendo conto subito che mi sono sbagliata perchè gli occhi che mi guardano non sono di quel bellissimo verde intenso che esprimono vitalità ed energia, ma sono di un grigio tempestoso: sono quelli di Torak. << Mi dispiace deluderti ma sono Torak >>. A questa frase tutto mi ritorna in mente: i pomeriggi con Derick, la Cascata, la Mietitura e il treno. La paura inizia a farsi strada dentro di me, opprimendomi. Fortunatamente Torak parla e mi risveglia dalle mie preoccupazioni. << Hey, ce la fai ad alzarti? È ora di cena. >> Rimango un pò interdetta a queste parole ma poi mi ricordo che sono svenuta e quindi annuisco. Scosto le morbide lenzuola di seta e appoggio i piedi per terra. Torak mi offre la mano e mi tiro su ma questo movimento mi fa girare la testa e gli occhi mi si appannano. Barcollo leggermente in cerca di qualcosa a cui aggrapparmi ma Torak mi cinge i fianchi per evitarmi una bella caduta e mi guarda con aria preoccupata. << Vieni qua, ti prendo in braccio. Se fare questo minimo movimento ti fa cadere per terra non oso pensare cosa ti potrebbe provocare una camminata fino alla Carrozza Ristorante >>. Non oso protestare perchè non mi sento molto bene. Le sue braccia mi avvolgono e mi infondono calore e sicurezza. Inizia a camminare per il treno che è stranamente silenzioso e questo mi preoccupa un pò. Dopo aver percorso un lungo corridoio arriviamo davanti a una porta di metallo che si apre scorrendo lateralmente non appena noi arriviamo davanti. Deve essere una delle ingegnose invenzioni che sono molto di moda nella Capitale. Entriamo nella sala piena di mobili sfarzosi con un bellissimo tavolo al centro apparecchiato per quattro posti. Torak mi mette giù e mi tira indietro la sedia per farmi accomodare.<< Grazie >> rispondo, sorridendo. Lui mi fa un cenno e si siede di fianco a me. Una fame improvisa inizia a farsi sentire, così, per contrastarla, cerco di diventare curiosa, tanto per distrarmi. << Chi stiamo aspettando? >>chiedo, << Oh, sì, scusa, me ne ero dimenticato. >> mi risponde << Allora questi due posti sono uno per Alaina, ovvero la "presentatrice" della Mietitura del nostro distretto e colei che diciamo ci farà da "balia" a Capitol City. Insomma si assicurerà che arriveremo in orario a tutti gli allenamenti e gli eventi che si terranno per questi Hunger Games. L'altro, beh, è per la persona che ha ottenuto il compito di istruirci riguardo a questi Giochi, dato che il presidente Benkis non ha rivelato i particolari. >>. << Oh, va bene >> rispondo. << Torak, tu cosa ne pensi di questi Giochi? A me mi preoccupano e mi spaventano, perchè so che sarà qualcosa di brutto perchè deve rispecchiare la strage fatta nei Giorni Bui. >> << Sicuramente non sarà una cosa divertente, anzi sarà crudele e spietata ma nessuno sa cosa aspettarsi, quindi credo che nessun Tributo sarà più avvantaggiato degli altri. Il fatto di non sapere cosa aspettarsi mi turba parecchio e mi tormenta >> << Su questo hai ragione >> << Non te lo ho ancora detto, ma è stato molto coraggioso da parte tua cercare di evitare di far offrire quel ragazzo al posto mio. Mi è sembrato molto protettivo e dolce nei suoi confronti e da questo deduco che devi tenere molto a lui >> << Moltissimo >> rispondo. Torak mi guarda e nei suoi occhi leggo tanta tristezza e dolore. Nel guardarlo un pensiero si fa largo fra mille altri: Sunshine. << Torak, per caso non hai visto un'inserviente con i capelli neri, lisci e lucidi che mi assomiglia? >>. Sembra tornare in lui come dopo un incubo. Provo per un attimo a ricordare se tra la folla ci fosse qualcuno che guardava o che cercava con lo sguardo, ma non ricordo nessuno. La guerra di ribellione a me ha portato via la mia famiglia, quindi riesco a comprendere il dolore che prova dentro, che sembra morderti le viscere e stritolare il cuore. << Ehm, no, non che io ricordi. Era tanto importante per te? >> << Era solo che mi era sembrato di vedere una persona... Lei era come una sorella per me, ci confidavamo tutto e stavamo sempre insieme, ma la Capitale me la ha portata via e io...Io... >>. Non riesco a finire la frase. Il solo fatto di aver perso ogni speranza di rivederla mi da la sensazione di avere il peso del cielo sulle spalle. Torak alza lo sguardo, cercando il mio e mi stringe la mano. << Lei ti manca. La ribellione ha portato a molte perdite, ma ricorda, questa era per cercare di avere meglio per tutti. >> << Pensando a lei e alla mia famiglia non riesco a vedere del buono >>. Torak mi guarda con apprensione e sicurezza. << Lo so, ma non sei l'unica ad avere perso qualcuno di imporante per te >>. La sua tristezza sembra coinvolgermi e non riesco a trovare la forza di scrollarmela di dosso. << Tu chi hai perso in quella guerra, Torak? >>. Sembra non volermi rispondere, ma poi si inumidisce le labbra e con una voce un pò roca parla tristemente << Sai, tu me la ricordi, in un certo senso. Lei era... >>; ma proprio mentre aveva trovato il coraggio di aprirsi e confidarsi la porta scorrevole alle mie spalle si apre e dei passi affrettati risuonarono nel vagone. Mi giro di scatto per vedere chi ha interrotto questo delicato momento di intimità fra noi e vengo subito caturata dal colore bianco dei capelli di Alaina. Mentre mi rigiro per tornare a concentrarmi sulla conversazione fra me e Torak, il mio occhio scorge una figura molto famigliare: fisico slanciato ma forte, figura abbastanza alta, occhi verde acqua, passo felpato e dei meravigliosi capelli neri come la pece: liscissimi e lucenti: Sunshine.

Lo shoc del momento è tale che mi alzo di botto, facendo cadere rumorosamente la mia sedia elegantemente intagliata e provocando così un grido di spavento di Alaina, ma al momento non me ne importa. Lei dice qualcosa riguardo al materiale pregiato della sedia che ho appena scaraventato per terra, ma in questo preciso momento la mia unica preoccupazione è quella di raggiungere Sunshine. Barcollo in avanti inciampando parecchie volte poichè le mie gambe non mi vogliono obbedire. La ragazza si avvicina a passo veloce e spalanca le braccia. I nostri sguardi si incrociano e le nostre braccia si richiudono ognuna sulla schiena dell'altra. Quest'abbraccio compensa tutto il tempo perso insieme durante quest'ultimo terribile anno. La prima a parlare è lei, con il suo solito tono scaltro e affettuoso:<< Oh Crystal, non puoi nemmeno immaginare quanto mi sono sentita sola e persa senza di te. Non sai quante volte ho sognato di non rivederti più!! >> << Allora non sai quante volte abbiamo fatto lo stesso sogno >>. << Basta pensare a questo, ora siamo qui insieme e nulla ci potrà più dividere, giusto? >> << Giusto >> rispondo con una voce felice che da tempo avevo perso. A farci sciogliere dal nostro abbraccio è il profumo della cena. Ci accomodiamo a tavola per farci servire. Le portate consistono in una zuppa calda di verdure accompagnata da crostini immersi in essa, a seguire un bel piatto di ravioli con burro belli fumanti, una bistecca di pollo accompagnata da uno strano frutto che mi presetano come ananas e per finire una macedonia di frutta fresca colorata con cioccolato(o almeno credo si chiami così visto che non lo avevo mai assaggiato). Durante la cena seguiamo il consiglio di Sunshine di mangiare il più possibile per mettere su peso perchè ci servirà. La tristezza che avvolgeva il tono della sua voce quando ce lo ha annunciato mi preoccupa molto. Alla fine della cena ci alziamo e ci spostiamo nel vagone con la televisione per vedere la replica delle Mietiture nei vari Distretti. Accendiamo il televisore e io mi rannicchio sul divano, con Torak accomodato vicino a me. << Preoccupata? >> mi chiede, << Solo un pochino. Ho paura di trovarmi altri 22 armadi come te! >>. Lui ride a questa mia affermazione e la cosa mi tira un pò su il morale. Il programma inizia e il presentatore, vestito con una giacca molto elegante e sfarzosa di color giallo canarino come i suoi capelli, inizia a commentare i vari Tributi dei Distretti. Dal Distretto 1 sono stati selezionati dei ragazzi abbastanza grossi ma che non mi preoccupano più di tanto per la loro stazza. La ragazza mi sembra tranquilla e non così eccentrica come mio nonno era abituato a descrivere la gente di quel distretto. In seguito tocca al Distretto 2 e sia il ragazzo che la ragazza hanno un'aria da folli, da superiori. Sono muscolosi e sembrano arroganti. L'idea di incontrarli mi fa sentire a disagio. Dagli altri distretti tutti i ragazzi scelti sembrano normali e non troppo pericolosi messi in confronto con i ragazzi del Distretto 2. Alcune facce mi colpiscono, altri Tributi non mi lasciano un ricordo di loro. Dopo il Distretto 7 è il nostro turno e a me viene un pò di preoccupazione. Questo momento è davvero molto importante perchè gli spettatori iniziano a farsi un idea di chi sono i ragazzi selezionati. Rivivo tutti i momenti della mattinata in modo nitido insieme alla televisione: il nome della sorellina di Sunshine uscire dalla boccia, il mio disperato atto di offrirmi, la mia breve presentazione, il mio abbraccio a Derick mentre lo fermo e la stretta di mano con Torak. Da quel momento non riesco più a continuare a guardare gli altri miei avversari. Solo un Tributo del Distretto 11 mi impressiona: è una ragazzina mingherlina con gli occhi scuri e i capelli biondissimi; dimostra più o meno 13 anni. Quella ragazzina mi intenerisce e non riesco a pensarla come avversaria. Alla fine della presentazione dei Tributi viene il momento di annunciare in che cosa consistono gli Hunger Games. Il presentatore, che di cognome fa Flickerman, si schiarisce la voce e annuncia a gran fiato:"Durante gli Hunger Games 24 ragazzi, 2 per ogni Distretto, dovranno combattere fino alla morte in un arena disegnata da Strateghi che dirigeranno questa lotta alla soprevvivenza. Il vincitore sarà colui il cui cuore batterà ancora dopo la morte degli altri. Gli Hunger Games serviranno come promemoria di tutte le morti e stragiche Panem ha dovuto subire durante la Ribellione". Dopo questo lo schermo si oscura e l'inno di Panem risuona vuoto. Io mi alzo senza dire una parola e vado in camera mia, troppo sconvolta perfino per parlare. Appena la trovo ci entro e mi siedo sul mio letto. Non avevo notato quanto fosse grande e tecnologica. Prendo il cuscino e lo stringo forte e ci grido dentro, cercando una via di fuga per scappare da tutto questo mondo surreale. Dopo un pò sento la porta aprirsi e alzo lo sguardo curiosa di vedere chi è. Vedo Torak. Non dice niente, ma trascina i piedi fino al mio letto e mi si siede di fianco. << Lo sai che stiamo andando a morire? >> mi dice con una voce triste. << Io so che tu hai molte più possibilità di me di vincere >> gli rispondo cupa. << No, Crystal, non puoi lasciarti andare così. Devi combattere contro questo! >>. Ho la gola secca e non riesco a pensare razionalmente, così l'unica cosa che gli dico è:<< Non lasciarmi. Stai qui con me. Ho bisogno di te >>. Ci rannicchiamo vicini sotto le coperte, cullandoci nei nostri pensieri e scaldandoci a vicenda, aspettando che il sonno si impadronisca delle nostre menti, trascinandoci in un mondo dell'oblio, nel mondo dell'inconscio senza preoccupazioni, ma dentro me stessa sapevo molto bene che non mi avrebbe mai concesso questo privilegio, sapevo molto bene che il sonno non sarebbe mai arrivato.

 

ANGOLO AUTRICE
Capitolo dopo capitolo la storia inizia ad intrecciarsi e a prendere forma, articolandosi in maniera letale sotto i nostri occhi. Colpi di scena continuano a susseguirsi lasciandoci sconvolti e senza fiato. Una scioccante notizia ha concluso il capitolo e la lunga giornata di Torak e Crystal. La bomba è esposa, devastando la nostra ragazza del Distretto 8 e abbandonandola in preda alla paura, ai suoi pensieri e ad un sonno inesistente. Come reagirà? Cosa succederà? COme farà ad andare avanti? Beh, continuate a leggere e a recensire la storia, lasciandovi trasportare dalle vostre emozioni. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, quindi scrivetemi e commentate per piacere!!
E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!!
Baci
Lily

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Capitolo 6
*** L'arrivo ***


Capitolo 6

L'arrivo


 

Nuovo giorno, nuova vita. Devo essere forte, nonostante tutto. Devo essere forte e andare avanti nonostante per me non ci sarà più un futuro. Solo uno tornerà a casa e so di certo che non sarò io. Il rumore del treno che sfreccia veloce in mezzo ai campi e la luce tenue del sole fra le tende di pizzo mi sveglia delicatamente, riportandomi subito nella dura realtà. Di fianco a me c'è ancora Torak. Mi ha coccolata e cullata oer tutta la notte rimanendo sempre al mio fianco. Oh Torak, perchè sei così dolce e premuroso nei miei confronti? Così rendi tutto più difficile. Spero solo che sia tu a vincere se io dovessi morire, cosa molto probabile. Con questo grande peso nel cuore mi alzo facendo il minimo rumore e mi dirigo verso il bagno per farmi una bella doccia rilassante. Oggi arriveremo a destinazione: il Centro di Addestramento. Lì cercheranno di insegnarci alcune delle tecniche di sopravvivenza che potranno servirci nell'Arena, dove dovremo lottare per rimanere vivi. Spero di riuscire a cavarmela in qualche modo. Apro l'acqua che inizia a scorrere sul mio fragile corpo. Se solo potessi scappare da tutto questo! Essere libera di fare quello che voglio con le persone che amo. Un pensiero risale dentro di me: mi rimangono solo pochi giorni di vita e poi potrò rivedere la mia adorata famiglia. Dopo tutto quello che ho passato forse finalmente è giunta l'ora di porre fine a tutto. La paura che si era insinuata dentro di me e che ultimamente mi avvoge come un mantello, attirandomi a sé sta svanendo. Ma poi Derick come la prenderebbe? Non posso lasciarlo, non ce la farebbe da solo, come io non ce la farei senza di lui. Non posso darmi per vinta prima ancora di avere iniziato. Almeno devo provare a lottare e magari morire con dignità. Ecco il mio ultimo obbiettivo: lottare senza darmi per vinta. Tutto ad un tratto la mia giornata comincia ad avere un senso.Tutto inizia ad animarsi intorno a me. Capisco che non posso rinunciare a tutto questo così facilmente, non posso lasciare che Capitol City mi faccia morire come una cosa di sua proprietà: la vita è stata dura fino ad adesso, perchè dovrei rinunciarci così facilmente? Perchè dovrei lasciare che altri se la prendano senza il minimo sforzo? Mia madre diceva sempre che nulla è gratis, tutto va guadagnato ed ora inizierò a lottare per guadagnarmi la mia vita, giorno per giorno, cercando di non gettare mai la spugna. Finalmente ho trovato la forza di andare avanti: per i miei amici e conoscenti, per la mia famiglia, ma soprattutto per me stessa, perchè la speranza è sempre più forte della paura. Spengo l'acqua calda e prendo l'accappatoio. Se tutte le docce fanno questo effetto forse dovrei incominciare a trascorrere ore sotto queste! Questo pensiero mi rallegra, forse nella strada senza ritorno che ho imboccato sto anche ritrovando me stessa. Esco dalla doccia vado in camera per vestirmi e prepararmi a questa nuova “grande grande giornata” come piace dire ad Alaina. La stanza si sta animando del colore del sole. I raggi arancioni colorano e danzano sulle pareti e rendono tutto più vivo e allegro. Apro l'armadio e inizio a guardare cosa indossare, sapendo che mi devo vestire con riguardo dato che oggi, alla stazione, e in diretta tv, milioni di persone osserveranno noi Tributi. È una scelta davvero difficile, data la quantità di vestiti che affollano l'armadio. Allungo la mano per prendere un vestito rosso come il sangue, ma una voce mi interrompe facendomi sussultare. << Io prenderei quello verde >>. Torak è dietro di me. Mi giro di scatto, un pò imbarazzata per essere lì di fronte a lui con solo un asciugamano e tutta gocciolante come un cucciolo bagnato. << Risalterebbe molto i tuoi occhi, ma soprattutto i tuoi capelli >>. Ci penso un attimo prima di rendermi conto che ha ragione. << Allora giocherò con i colori >> dico. È un vestito abbastanza corto, arriva appena sopra le ginocchia. Ha un taglio morbido che risalta la mia snellezza e atleticità. Non ha le maniche e mi fascia la vita con un semplice fiocco. Incarna la bellezza della semplicità e armonia. Torak mi guarda con un attrente sorrisetto compiaciuto. Mi da un bacio sulla fronte ed esce dalla camera canticchiando, dicendo che si deve preparare. Mi tolgo l'asciugamano e mi asciugo un pò. Poi tolgo quell'adorabile vestitino verde smeraldo dall'appendiabiti e me lo infilo. Sembra fatto apposta per me, mi calza a pennello. Dopo essermi asciugata un pò i capelli, me li lego in una treccia che scende su una spalla. Mi dirigo poi verso la porta ed esco in corridoio. Appena fuori mi scontro con qualcuno. È Sunshine. Scoppio a ridere di gusto alla vista della sua espressione e non ci vuole molto perchè anche lei sorrida. Sembra che tutto sia tornato ai vecchi tempi. Mi abbraccia ed a modo suo mi da il suo buongiorno con la sua voce fresca e squillante. Appena finito l'abbraccio si stacca e mi guarda con aria stupita. << Ma guardati! Sei incantevole! Non so come descriverti, mi hai lasciata a bocca aperta! Sei meravigliosamente stupenda! >> << Grazie mille Sun, ma sai che la vera bellezza fra noi sei sempre stata tu! Andiamo a mangiare? >>. Con questo dico tutto. Sunshine è nota per la sua bellezza, atleticità e voglia di mangiare, sempre. Il tavolo è apparecchiato come la sera precedente solo che di fianco ci sono tanti tavolini ricolmi di cibo. Alla loro vista mi viene in mente il mio distretto. Durante questo lungo anno tutti hanno faticato non poco per portare in tavola del cibo, ma qui nessuno sembra farci caso. Memore del consiglio di mettere su peso, mi riempio bene il piatto e incomincio a mangiare, pregustando un'abbondante e golosa colazione. Mentre sto per addentare un invitante biscotto glassato, la porta si apre ed entrano Torak e Alaina. Li saluto allegramente e la nostra colazione continua fra risa e allegria fino a che non ci riempiamo tutti la pancia. Quando ho finito mi alzo e vado verso il finestrino. Una grande e imponente montagna si sta avvicinando sempre di più. << Quello è il Passo >> ci informa Alaina << Serve a collegare i distretti alla Capitale >>. È così allora. La Capitale teme un altro attacco da parte dei distretti: c'è qualcosa che teme allora. Durante lo scorrere dei miei pensieri la stanza si oscura per qualche secondo, giusto il tempo di attraversare il Passo. Ci stiamo avvicinando e il mio corpo freme. Non sto più nella pelle di vedere la Capitale. Vengo subito accontentata. Cerco di imprimermi nella mente tutte le immagini che riescono a starci e cerco di ricordare ogni momento: imponenti case colorate, strade affollate, persone stravaganti. La Capitale è una grande e colorata città che sorge attorno ad un lago circondato a sua volta da montagne come il Passo. Una città chiusa in se stessa ma molto affascinante. Torak si alza e si avvicina al finestrino, mettendo il suo braccio sulla mia spalla, senza dire nulla. Mi giro lentamente per vedere la sua reazione di fronte a un qualcosa di così imponente, ma non riesco a leggere in quei tormentosi occhi grigi. Torak si è di nuovo chiuso in se stesso e non lascia trasparire alcuna emozione. La voce di Alaina ci riporta alla realtà:<< Ragazzi forza! Siamo praticamente arrivati! Venite. Ora scenderemo dal treno e vi scorteremo in mezzo alla gente per arrivare al Centro d'Addestramento. Quando scenderete ci sarà una gran confusione e molte persone vorrano parlarvi e conoscervi, se non addirittura saltarvi addosso, senza contare tutte le cose che saranno nuove per voi. Cercate di non apparire come due scolari in visita, qui c'è in gioco la vostra vita. Siate fieri di voi e date l'impressione di essere potenti e misteriosi ma uniti fra voi. Mi raccomando non dovete sembrare troppo emotivi e non lasciatevi coinvolgere >>. Detto questo il treno si ferma e le porte si aprono. Un vociare caotico mi colpisce e cerco subito di assumere un atteggiamento distaccato. Ci sono una miriade di cose nuove: vestiti strani, persone, voci, musica. Quel caos incomincia a stordirmi. Meno male che Torak, sempre rimanendo impassibile, mi prende per mano e mi guida verso l'uscita, facendosi largo fra a folla.

 

La sera è ormai calata quando entro per la prima volta nella camera da letto che sarà stata mia per le prossime settimane. È magnifica e enorme, in perfetto stile Capitol City. Mi accuccio sul letto. Ripenso a tutta la giornata trascorsa e all'incombente prova che dovrò sostenere sostenere domani: dovrò incontrare tutti i Tributi dal vivo. Li dovrò affrontare faccia a faccia.

Qualcuno bussa alla porta fermando per un istante anche tutte le mie paure. È una ragazza molto carina, con la faccia allungata, quasi come un topolino. Nei suoi occhi alleggia una disperazione che coinvolge anche me. Ha un abito rosso e bianco, come una divisa. Adesso capisco: è una Senza-Voce, ovvero una delle tante ragazze catturate dai Pacificatori durante la Ribellione. Inevitabilmente una domanda mi si forma nella mente: “Cosa ha fatto lei che io non mi sia meritata?”. Insomma io ho sempre cacciato nei boschi e sono stata alla Cascata, zone in cui è illegale restarci, senza nemmeno contare il mare, dove ho trascorso pomeriggi fantastici con Derick sulla sabbia. Mi sento in colpa perchè lei ha avuto questa fine mentre io l'ho fatta franca. Un suo cenno della testa mi chiede se può entrare e io le rispondo di sì. In mano ha un braccialetto colorato, un nastro per i capelli e un foglietto stropicciato. Mi alzo di colpo da letto e le corro incontro: la abbraccio. Mi ero completamente scordata dei miei effetti personali! Subito una lacrima mi scorre sulla guancia. Lei si stacca e me la asciuga con fare affettuoso. Poi si gira ed esce silenziosamente, così come è arrivata. Prendo il braccialetto e me lo lego al polso. Sento che questo diventerà il mio portafortuna, o almeno un qualcosa che mi ricorda il mio tanto amato distretto, la mia tanto amata casa. Poi faccio scorrere il nastro color pesca fra le dita e ne assaporo l'odore: questo nastro lo portavo quando mia nonna venne portata via dagli hovercraft di Capitol City. Appena la vidi scompaire in una di quelle navicelle infernali le lacrime incominciarono a sgorgare e subito corsi via, alla Cascata. Mi resi conto di non averlo più in testa soltanto la sera quanto mi slegai la coda per andare a dormire, ma pensai di averlo perso. Invece deve essermi caduto nel tratto fra la piazza e la Cascata e Derick deve averlo trovato e conservato. Questo mi fa pensare al motivo per il quale lui lo abbia conservato. Penso che questo mistero rimarrà per sempre irrisolto, perchè non so quanto sopravviverò nell'Arena. Ma una cosa la so di certo: lotterò per tornare da lui. Mi lego il nastro sullo stesso polso del braccialetto, mentre un forte odore di pesco, l'albero tipico del Distretto 8, mi pervade. Ho ancora in mano la lettera quando sprofondo nel dolce mondo dei sogni.

 

ANGOLO AUTRICE
Eccoci alla fine del sesto capitolo! La nostra splendida Crystal medita molto durante questa lunga giornata e arriva anche a conclusioni molto importanti: la forza di lottare nasce nuovamente in lei, ripensa a Derick, il suo vero amore, e a tutto ciò che dovrà affrontare, ma non si abbatte. Lei ha deciso di lottare. Questo capitolo è di passaggio, o meglio di profonda riflessione. Nonostante il clima teso della Capitale per gli ormai imminenti Giochi, i nostri protagonisti riescono ad avere dei piccoli momenti di felicità, attenuando la paura e la tensione. E a questo punto, come al solito, vi prego di farmi sapere cosa ne pensate: accetto tutto critiche negative e positive per migliorare la mia scrittura e per farvi avere capitoli ancora più entusiasmanti, quindi non siate timidi! Spero che la storia continui ad intrigarvi e rapirvi e spero continuiate a leggere con piacere. Adesso vi lascio con la promessa di farvi avere al più presto il prossimo capitolo, dove inizieremo ad entrare nelle dinamiche di questi Primi Hunger Games con la preparazione dei nostri due Tributi. Vi ricordo che essendo la prima edizione, ci saranno degli eventi in più e diversi da quelli dei settantaquattresimi e settantacinquesimi Hunger Games, quindi sfido la vostra curiosità ed immaginazione ad indovinare quali siano. Grandi abbracci e come sempre....
Possa la fortuna sempre essere a vostro favore!!
Lily

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Capitolo 7
*** La preparazione ***


Capitolo 7

La preparazione



Le morbide coperte di seta bianche risplendono nella camera, illuminate dai primi raggi di sole della giornata. Mi alzo e mi dirigo alla finestra enorme che da sulla città: un ammasso di edifici enormi e rigorosamente bianchi, tutti che si stagliano contro il cielo per decine e decine di metri. Tutte quelle opere sostituiscono i boschi e la florida vegetazione che tanto amo. Il sole sta sorgendo da dietro le montagne che circondano imponenti la Capitale: questa sarà una giornata molto difficile e lunga. Sono già in piedi quando Alaina bussa alla mia porta e mi avverte di tutti i miei impegni di oggi annunciandoli con la sua vocetta acuta e con il suo accento strascicato di queste parti: la sua voce non mi tocca nemmeno, la mia mente sta già vagando per conto suo, senza neache ascoltarla minimamente. Mi risveglio dalla corrente di miei pensieri solo quando Alaina mi incita a vestirmi: mi mette in mano un vestitino nero in pizzo, molto corto e sensuale, con le maniche che mi arrivano ai gomiti. Per i miei gusti è fin troppo corto, infatti provo a protestare ma invano. Nonostante il colore scuro mi piace molto perchè mi risalta i capelli e il fisico. Mi ammiro allo specchio e mi complimento con Alaina per la scelta. Con aria pensierosa annuisce con la testa e si catapulta fuori dalla mia stanza, trascinandomi dietro di lei. Appena fuori sbatto come mio solito contro qualcosa di duro e imponente: Torak. Lui mi sorride ridendo:<< Giornata frenetica eh? >>. Gli sorrido di rimando, rallegrandomi alla sua vista:<< Eggià!! Anche tu sei pieno di impegni oggi? >> << Si devo passare la mattinata a imparare a fare il gentleman e a farmi sistemare dal mio stilista >> dice offrendomi il braccio. Faccio per prenderlo, ma Alaina ci interrompe, sempre con le sue maniere educate e talvolta fastidiose: << Scusatemi ragazzi, ma oggi non è proprio la giornata! Forza signorina, il tuo stilista ci aspetta urgentemente!!! >>. Guardo con aria dispiaciuta Torak, mentre Alaina mi trascina via, ticchettando con le sue scarpe sul pavimento della nostra abitazione.

Appena giunte nella sala da pranzo ho giusto il tempo di trangugiare alcune brioches e dei biscotti e di bere una bella tazza di caffèlatte prima che venga spinta fuori per essere istruita dei miei avvenimenti della settimana che precede gli Hunger Games. Alaina, con un fare tutto indaffarato e pensieroso, mi squadra, come per capire cosa fare di me. Ad un certo punto gli occhi le si illuminano, come se avesse avuto un'illuminazione e si appunta il tutto su un quadernino. La mia mattinata si protrae fra lezioni di portamento, di camminata, di sguardo, di sorriso, di conversazione: insomma come diventare una dolce bambolina della Capitale. Dopo ore di fatica, con la mascella distrutta, i piedi massacrati da tacchi vertiginosi, la schiena irrigidita e il collo indolenzito, si può dire che mi sia meritata il pranzo. Quando rientriamo nel nostro appartamento finalmente ritrovo Sunshine e Torak. Appena entro con le maledette scarpe in mano Sunshine scoppia a ridere rumorosamente e con gusto, subito seguita da Torak. Questo contribuisce subito a farmi arrabbiare e, per vendetta, getto le scarpe addosso a loro due, colpendo Sunshine in faccia e Torak in pancia. Così, dopo un lancio impeccabile, mi dirigo in sala da pranzo senza aspettare di essere congedata; mi accomodo sulle sedie rifinite che hanno un aspetto molto moderno e aspetto che mi servano il cibo. Subito dopo arrivano tutti: Alaina dirige il gruppo sempre con la sua aria un po' da altezzosa, poi entrano Torak e Sunshine con gli occhi lucidi, che si reggono a stento in piedi, appoggiandosi l'un l'altro talmente hanno riso. Non li degno nemmeno di uno sguardo. I Senza-Voce iniziano a servire il pranzo con portate molto raffinate e deliziose. Mi abbuffo di buon gusto e mi godo ogni prelibatezza che non avevo mai assaggiato. Alaina, come suo solito, interrompe ogni momento di quiete con la sua voce trillante:<< Bene vi informo che oggi pomeriggio usciremo per la città ed andremo a fare un giro cercando di mettere in atto le lezioni che stamani avete imparato. In seguito vi porteremo a conoscere i vostri rispettivi stilisti che verranno ad abitare qui solo dopo l'evento di stasera >>. Fermo subito Alaina con una domanda, dimenticando quasi del tutto le buone maniere su come esprimermi di questa mattina, ma per ora poco mi interessa: << E di che evento si tratta? >>. La mia curiosità ha avuto il sopravvento ed Alaina non esita un attimo a riprendermi per questo. << Signorina cara quante altre volte dovrò continuare a riprenderti per imparare le buone maniere? Comunque, si tratta di una Festa in Maschera, dove verrete abbinate ad un Tributo di un altro distretto, dato che è un ottimo modo di conoscere i vostri potenziali alleati >>. Con questa notizia rimango scioccata: e se capitassi con il tipo del due dall'aria così folle? Fantastico, ci mancava un'altra preoccupazione da aggiungere alla mia interminabile lista!

 

Il pomeriggio è passato con molta tranquillità, anche se adesso i miei piedi implorano pietà. Io e Torak abbiamo passeggiato mano nella mano nelle lunghe strade di Capitol City, con al seguito diversi gruppi di capitolini incuriositi che schiamazzavano alla vista di noi Tributi. Adesso è quasi ora di cena e sono in una semplice stanza con un lettino nel mezzo. Addosso ho solo un semplice camice azzurrino. Prima di finire qui ho passato alcune ore a farmi torturareda alcuni capitolini del Centro Estetico: erano dei personggi alquanto carini e buffi che si muovevano continuamente attorno al mio corpo, quasi lo conoscessero da anni. Uno si chiama Fineas: è un ragazzo abbastanza giovane, sui 25 anni, molto fisicato e con dei capelli blu notte, che vanno via via schiarendosi sulle punte. Ha un ciuffo ondulato che richiama le onde del mare e alcuni tatuaggi sul suo corpo. Le altre due erano donne: la prima il cui nome mi sembra sia Alyssa è una donna un po' grassottella che correva affrettata da una parte all'altra. Era coperta da un trucco molto pesate che la ringiovaniva, senza lasciar capire la sua età effettiva. Ha i capelli rosa elettrico con alcune meches bionde, probabilmente del suo colore naturale, con capelli liscissimi raccolti accuratamente in uno chignon molto professionale. Infine abbiamo Abigail, la più chiacchierona dei tre che continuava a complimentarsi del mio aspetto, del mio coraggio per essermi offerta volontaria, dell'abbraccio a Derick. Oh Derick, non sai quanto mi manchi, sento di poter essere completa solo quando sono con te. Un ricordo si fa strada nella mia mente: ricordo il foglietto stropicciato nella mano della Senza-Voce e poi...E poi ricordo solo di essermi addormentata come una bambina, con la lettera in mano. Quanto vorei leggere quella lettera, scritta proprio da lui. Ma la leggerò la sera prima di entrare nell'Arena, così mi darà la forza di provare a vincere, per lui. Una porta scorrevole si apre dal nulla ed entra un giovane e molto attraente uomo sulla trentina: capelli ramati con riflessi biondi, fisico scolpito e una buona altezza. È vestito in modo molte semplice per essere della Capitale: maglietta attillata, pantaloni aderenti e stivali in pelle. L'unico trucco che riveste la sua faccia è un semplice eyeliner blu metallico che risalta i suoi occhi color nocciola. Devo dire che è incredibilmente attraente. << Ciao, io sono Rory, sarò il tuo stilista >> dice porgendomi la mano. << Lieta di conoscerti, io sono Crystal >> << Piacere mio. Volevo compimentarmi per il tuo coraggio durante la Mietitura, non è cosa da tutti salvare una ragazzina impaurita e un ragazzo buttandosi nell'ignoto. Vediamo cosa abbiamo qui >>. Mi fa alzare i piedi e con un fare molto principesco si inchina e mi bacia la mano, per poi farmi fare una piroetta dietro l'altra facendomi ridere come una bambina. Poi mi ferma e mi scruta con aria pensierosa. Mi fa accomodare in un'altra stanza dove finalmente mi viene servita la cena, mentre Rory si da da fare per cercare oggetti nella camera. Appena finisco di cenare mi riporta nella camera di prima dove fa volare le sue dita abili e svelte sul mio viso delicato e nei miei capelli. Sembra come un mago che con un tocco di magia mi rende fantastica. Quando ha finito con il trucco e acconciatura, mi infila un vestisto principesco, con un corpetto molto aderente ricamato con perline argentate che finisce con alcune ampie balze di tulle. L'abito mi calza a pennello. È di un color pesca, il mio preferito perchè mi ricorda molto casa mia, e poi è in netto contrasto con il rosso fuoco dei miei capelli ribelli. Rory mi scosta con molta dolcezza i miei boccoli su una spalla e mi poggia con una delicatezza immensa una maschera dello stesso colore del vestito decorata con lo stesso motivo del mio corpetto, con a lato una piuma morbidissima. Mi dirige verso uno specchio e lo scopre dal telo che lo ricopriva. L'immagine che mi ritrovo davanti è quella di una splendida dea vestita superbamente. Il rosso fuoco dei suoi capelli è in perenne contrasto con il delicato colore del vestito che sembra illuminare la sua figura, come se fosse un angelo. E questo angelo emana una forte potenza ed è come se intorno a lei tutto bruciasse. Il suo mondo, anzi il mio, brucia di forza e potenza, di imponenza e magnificenza.



ANGOLO AUTRICE
Buonsalve a tutti, miei cari lettori!! Vi è piaciuto il capitolo? Sì, so che non succede molto a parte che Crystal si deve sottoporre alle torture di Alaina, ma appare anche una nuova figura determinante per la sua sopravvivenza nell'Arena. Avete intuito a chi mi riferisco? Ebbene sì! Il nostro stilista finalmente è comparso!! Benvenuto Rory!! Sarà lui a rendere magnifica più di quanto già non sia la nostra protagonista, e a giudicare dalle sue reazioni, Crystal mi sembra molto contenta di lui! Le ci voleva qualcuno che la facesse sorridere, non è vero?
Volevo solo puntualizzare una cosa: dato che questa è la prima edizione degli Hunger Games in assoluto, ci sono alcune differenze (come vi avevo già annunciato nel capitolo precedente) e la prima di queste è appunto il Ballo in Maschera che descriverò nel prossimo capitolo. Quindi armatevi di una maschera elegante, un bel vestito, magari anche un cavaliere e state pronte ad ogni evenienza! Spero che, come sempre, il mio capitolo e la storia vi abbia entusiasmate e appassionate, quindi vi prego di lasciarmi anche una recensione piccola piccola con tutto ciò che avete provato, sia di positivo che di negativo. Grazie ancora per aver letto la mia storia e vi prometto che a breve aggiornerò di nuovo! Baci a tutti,
E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!!
Lily

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Capitolo 8
*** La Festa in Maschera ***


Capitolo 8

La Festa in Maschera



Il braccio forte e sicuro di Torak avvolge la mia spalla tenendomi al caldo. La notte è fredda: il cielo è nero come la pece e le poche stelle che si scorgono sono in lontananza, oltre le cime delle montagne innevate; dalle nostre bocche il fiato caldo diventa delle nuvolette di fumo. Il buio della notte ci avvolge come un mantello, rischiarato solamente da tutte le luci della Capitale: il panorama è mozzafiato: centinaia di persone assistono a noi Tributi mentre sfiliamo per entrare nel palazzo, o meglio residenza dedicata a tutte le feste ed eventi così eleganti e alla moda di Capitol. Nonostante il contesto sia molto crudele e triste essere qui è per me come un sogno: mi sento veramente come una principessa desiderata e avvolta nel suo perfetto abito. Questo mio pensiero mi risveglia subito un altro ricordo: una giovane, allegra e spensierata bambina seduta sulle ginocchia di un'anziana ed elegante signora dai capelli bianchi come l'aria, mossi leggermente dal vento scherzoso, che coccola la ragazzina sorridendo. La bambina è felice. La signora continua a ripeterle che è la sua bambolina, dolce e perfetta. Apro gli occhi: il freddo rincomincia ad assalirmi, ma la presenza del mio compagno di distretto mi conforta come non mai. Un brivido mi percorre la schiena, ma Torak, prima di entrare dall'enorme e pregiato cancello decorato finemente, si ferma e si mette di fronte a me. << Qualunque cosa succederà stasera, sappi che io ci sarò >>. Detto questo mi abbraccia con fare protettivo e mi bacia sulla fronte. Non so come abbia fatto a capire quello che provo io: è tutto un intrico di emozioni, sentimenti, ricordi, memorie. Nemmeno io so come faccia a dire sempre le parole giuste, a fare i movimenti giusti. Ma di una cosa sono certa: apprezzo molto quello che sta facendo per me. Entriamo attraverso il cancello ritrovandoci in un giardino immenso molto curato, pieno di fontane e fiori di ogni tonalità. La luna fa risplendere tutto: dalle folte chiome degli alberi ai capelli di Torak alla mia pelle. Sembriamo due dei immortali pronti ad affrontare tutte le avversità dell'eternità. Forse è un pensiero stupido, o forse la nostra via di salvezza nell'Arena. Veniamo scortati all'interno della reggia attraversando buona parte dei giardini da una manica di Pacificatori. L'ingresso mi toglie il fiato: un enorme portone rifinito con decorazioni molto antiche ci accoglie nell'entrata. Un enorme sala finemente decorata in rosso è dominata da una scalinata con un tappeto sempre rosso che discende gradino dopo gradino. Un'enorme vetrata domina l'inizio delle scale; da lì si può intravedere molto bene la luna piena di questa sera. Stringo forte la mano di Torak, pregandolo di non lasciarmi. Mi guarda, come rapito da me e mi tocca dolcemente i capelli, poi sento la sua presa sulla mia mano allentarsi e lo vedo allontanarsi nella direzione opposta dalla mia. Vengo portata in una stanza con alcuni divanetti e poltroncine. La stanza è vuota a parte me e un altro Tributo. Vengo lasciata lì in mezzo, mentre sento il rumore della porta richiudersi alle mie spalle. Riconosco subito la ragazza che è raffinatamente seduta sulla poltroncina più vicino all'unica finestra nella stanza: è del Distretto 1, la lussuria. È vestita con un abito bianco molto aderente, finemente decorato con gioielli argentati che luccicano alla luce della luna di questa fredda notte. Sembra assorta nei suoi pensieri. È davvero splendida: una cascata di capelli con perfetti boccoli biondi le ricadono elegantemente sulla schiena scoperta. Ha delle scarpe con un tacco molto alto, tutte ornate con brillantini argento. La ragazza si volta verso di me e mi scruta con i suoi occhi color ghiaccio: sembrano di una tranquillità letale. Si alza e mi viene in contro, con un sorriso in faccia: sembra vero e questo mi rassicura un po', anche se continuo a maledire Alaina per averci fatto arrivare qui con troppo anticipo. La ragazza mi porge la mano:<< Ciao io mi chiamo Alexis, vengo dal Distretto 1. Complimenti al tuo stilista! Sei davvero fantastica! Anzi no, strepitosa!! >>. I suoi complimenti mi lasciano a bocca aperta, davvero non me lo aspettavo. Devo reagire al più presto, dopotutto nonostante non mi piaccia essere messa ala mercé di Capitol City devo seguire i consigli di Alaina e farmi amici tutti coloro che mi possono sembrare dei validi alleati, e di sicuro i distretti più ricchi e più vicini alla Capitale lo sono. Quindi mi riprendo velocemente, e rispondo con voce sicura: << Oh, davvero, grazie mille!! Sono stata molto fortunata ad avere proprio lui come stilista sai? È davvero fantastico! E di sicuro si può dire lo stesso del tuo! Il tuo abito ti risalta e sembri come la luna di stasera, in poche parole splendida! Comunque io sono Crystal, Distretto 8 >> << Oh si lo so! Qui a Capitol non si fa altro che parlare di te e del tuo coraggio durante la Mietitura! Quindi volevo complimentarmi anche io. Devi tenere molto a quella ragazzina e al ragazzo che hai salvato >> << Non sai quanto >> ammetto con voce triste. Derick mi manca ogni giorno sempre più, e se penso che sto lottando giorno dopo giorno nella mia solitudine per tornare da lui, mi sento ancora più sola, ma con almeno una flebile speranza. << Comunque ora siamo qui e ognuno darà il massimo di se stesso per andare avanti penso >> continuo << Io ho quindici anni, tu quanti anni hai? >> dico tanto per dire qualcosa, mi sembra di essere tornata a scuola. Alexis con la sua voce squillante afferma di averne sedici. Ci accomodiamo su uno dei divani continuando a parlare, fino a che non mi ricordo di cosa Alaina ci aveva detto a pranzo: “verrete abbinati ad un Tributo di un altro Distretto”; così, senza farmi scrupoli ma un po' spaventata dalla risposta che riceverò, le chiedo se sa già con quale altro Tributo verrà accoppiato il suo distretto. Mi risponde che ancora non lo sa, lo scopriremo quando noi ragazze verremo chiamate a scendere dalla scalinata di marmo coperta dal tappeto rosso, quando dovremo ballare il primo ballo della serata. Come?! Ballo?! Fortunatamente mia nonna mi diede qualche lezione, anche se non so se mi ricordo ancora i suoi insegnamenti. Sono ancora un po' scioccata da questa rivelazione quando la porta si apre ed entrano altre quattro ragazze: si presentano a loro volta con abiti molto eleganti e acconciature sofisticate. Vengono dai Distretti 2, 3, 4 e 9. La furia che avevo visto nella ragazza del 2 nella cerimonia di Mietitura, sembra un po' diminuita, almeno adesso non incute più tanta paura vestita, pettinata e truccata così. Indossa un vestito rosso fuoco che sembra sprigionare scintille, come il suo sguardo. Ha i capelli raccolti in una semplice coda che le ricade su una spalla. Indossa una maschera molto semplice, rossa con il bordo decorato da un lustrino oro. Si presenta e dice di chiamarsi Fay. Scruta tutti come se ci volesse uccidere con un solo sguardo, cosa comprensibile dato il motivo per cui siamo qui. Le altre si chiamano Vanis, che indossa un abito semplice giallo a balze come la maschera abbinata, Sarah, con un vestito molto sbarazzino viola, corto davanti con uno strascico sul retro, ed infine Jile, abbigliata con un vestito azzurrino con uno spacco fino alla coscia ed una maschera semplice. Piano piano la sala comincia a riempirsi di abiti colorati e da un leggero vociare di ragazze. Alexis non è più a fianco a me, ma una ragazzina molto graziosa, con capelli biondi legati in due trecce e occhi color nocciola, si presenta davanti a me con un vestitino elegante sui colori fra l'arancione e il marroncino. Sembra una flebile fogliolina in autunno, come mi suggerisce la sua maschera. << Scusami, posso sedermi? >> mi dice con la sua vocina tenue, un po' intimidita da me, indicandomi lo spazio vuoto al mio fianco. Le sorrido annuendo e mi presento. Lei, tutta allegra, dice di chiamarsi Jeyne, del Distretto 11: era la ragazzina che mi era rimasta impressa dalla Mietitura. Stiamo iniziando a parlare quando una voce metallica ci ordina di metterci in fila per distretto di provenienza e di uscire dalla sala passando da una porta secondaria, che ci porterà in cima alla scalinata che abbiamo visto arrivando. Elegantemente tutte ci spostiamo di sala in sala, di porta in porta, fino ad arrivare all'inizio delle scale, al secondo piano. Tutte mormorano eccitate, ma io non posso fare a meno di pensare a quanto sia falso tutto questo. Basta solo pensare che fra poche settimane solo uno sopravvivrà e tutti gli altri ventitré saranno morti. L'inconfondibile voce di Ryan Flickerman, mi risveglia dai miei pensieri: sta incominciando a dare il benvenuto a tutti gli abitanti di Capitol City che sono presenti stasera e a tutti coloro che ci stanno guardando da casa. L'ansia si inizia a sentire, l'abito sembra stringersi sempre più, soffocandomi. Mi devo tranquillizzare, devo farlo per gli spettatori ai quali devo apparire sicura e splendida e per gli sponsor perché se faccio colpo sarà più facile ricevere aiuti una volta nell'Arena. Faccio respiri profondi e cerco di controllare tutte le emozioni e i pensieri che in questo momento mi ronzano in testa. Ryan, con un impeccabile smoking giallo intonato ai suoi capelli, inizia a far innamorare il suo pubblico. Sarò mai capace di conquistarli tutti? Non sono mai stata un'abile intrattenitrice, ma proverò a farmi almeno rispettare. Dopo un lungo applauso sento la voce di Ryan annunciare che è finalmente giunto il momento di accoppiare i Tributi, quindi apre una busta con lo stemma di Panem, e inizia ad annunciare i nomi: << Alexis Chuper, Tributo del Distretto 1, e il suo compagno di distretto Ross Pennington, sono stati accoppiati ai Tributi del Distretto 9, Jile McRoy ed Ezra Cougnau >>. Detto questo le due ragazze appena chiamate si dirigono alle due diverse porte della stanza che portano alle due rampe di scale che poi si uniscono nella scalinata con il tappeto rosso. Una volta che sono di fronte l'un l'altra fanno un inchino, chinando il capo, e poi, con lo stesso passo iniziano a scendere la scalinata. Giunte alla fine ognuna si dirige verso il proprio compagno di distretto, con il quale fa una piroetta e poi un altro inchino, per poi dirigersi dall'altro Tributo. Poi, entrambe le coppie si dirigono agli angoli della sala, posizionandosi per iniziare a ballare, accolti da applausi degli spettatori. Il nostro presentatore continua: << Laurely Flitz e Carter Baisen, Tributi del Distretto 10, sono stati accoppiati a Spencer Allen e Iens Butler, del Distretto 5 >> la scena di prima si ripete. << Vanis Hill e Audrey Cruz, Tributi del Distretto 3 , sono stati accoppiati con Kaily Arcade e Carrie Thicke del Distretto 7 >> << Jeyne Sanders e Nathaniel Powell, Tributi provenienti dal Distretto 11, sono stati accoppiati con Ellie Moore e Snow Jenkins, del Distretto 6 >>. Siamo rimasti in otto: due provenienti dal Distretto 2,, due provenienti dal Distretto 4, due del Distretto 12 e infine noi. Ho paura di essere accoppiata con il Distretto 2, in un certo senso mi spaventa e terrorizza. Ma non c'è tempo per la paura: devo chiudere tutte le mie emozioni in una scatola e metterle da parte, perché devo apparire splendente e sicura di me, per Derick. La voce di Ryan interrompe lo scroscio di applausi che riempiva la scala fino a qualche istante fa: << Bene siamo quasi giunti alla fine degli accoppiamenti. Ora abbiamo Fay Miller e Blake Hastings, appartenenti al Distretto 2, accoppiati all'incantevole signorina Crystal Seandeen e al suo affascinante accompagnatore Torak Foster! Un grande applauso anche per loro gentili signori!! >>. La testa mi gira un attimo per lo sconforto, ma reagisco subito: mi dirigo verso la porta per le scale e mi stampo un amabile sorriso in faccia, uno di quello che possa incantare tutti gli spettatori. Scendo le scale con mento in alto, molto elegantemente fino a che non mi ritrovo davanti a Fay. Ci inchiniamo a vicenda come principesse, e ci dirigiamo ognuna dai propri accompagnatori. Non sento più niente, solo il pulsare del mio cuore nelle orecchie, e mi lascio accompagnare da Blake giù dalla scalinata, posizionandoci nella parte opposta della sala di Derick e Fay. Faccio un respiro e alzo lo sguardo, incontrando gli occhi di Blake: azzurri quasi come il ghiaccio e letali. Sembra quasi che brillino di una forza misteriosa che mi rapisce e attira. La dolce e delicata musica inizia e così Blake stringe la presa sulla mia vita e iniziamo a danzare piroettando lievemente per la sala. Le telecamere sono puntate su di noi e riprendono ogni nostro passo. Noto che queste si soffermano spesso su me e Blake, ma d'altro canto lui è un favorito, o meglio il suo distretto lo è. La musica termina e tutta la sala inizia ad applaudire la band. Faccio un inchino a Blake, che mi sorride, entusiasta. Mi offre un braccio e mi accompagna fuori dalla pista, per offrirmi da bere. << Allora, Distretto 8, la ragazza di cui parlano tutti, così coraggiosa da andare in contro all'ignoto, e così sfrontata da mettere in pericolo la sua vita. Cosa mi dici di te? >> << Innanzitutto ho un nome, Distretto 2 >> rispondo con un sorrisetto sfacciato << Ohohoh, impertinente la ragazza. Beh, allora illuminami >> disse, accarezzandomi le ciocche di capelli che escono dall’elaborata acconciatura fatta da Rory. Mi scosto subito, arrossendo inevitabilmente, un po' infastidita dal suo gesto, ma continuando la conversazione. << Crystal. Il mio nome >> << Crystal >> ripete Blake pensieroso << Che nome interessante e prezioso, proprio come te >> << Beh grazie >>. Nella mia testa ripenso a Derick, alle parole di mio nonno che mi metteva sempre in guardia, a Torak e a Sunshine. Non mi lascio trarre in inganno dalle sue parole seducenti, ma decido di stare al gioco per vedere di che pasta è fatto: più amici, o meglio alleati, si riescono ad ottenere più sarà facile nell'Arena. Il mio unico pensiero adesso va all'Arena: sarà il mio luogo di morte? Cosa farò quando sarò faccia a faccia con un altro Tributo? Avrò il coraggio di ucciderlo per riuscire a tornare da Derick? Non so cosà farò o cosa succederà, so solo che ora sono qui e devo giocarmi al meglio tutte le carte che ho, compreso i miei assi nella manica per riuscire ad essere avvantaggiata. Ed essere avvantaggiati in questo mondo significa essere più vicini alla sopravvivenza. Alla vittoria. A Derick.



ANGOLO AUTRICE
Ed eccoci alla fine dell'ottavolo capitolo!! Le cose iniziano a farsi intriganti, e la nostra Crystal inizia a farsi sempre più astuta. Ma il fatto di essere astuta spesso corrisponde a sottostare ai giochi della Capitale e questo non è una buona cosa. Ma niente panico! Presto la nostra vera protagonista capirà la strategia giusta!!! In questo capitolo compare anche una nuova figura con un lato misterioso alquanto sviluppato. Avete capito di chi parlo? Vi do qualche indizio: capelli biondi, alto, occhi di ghiaccio...Naturalmente sto parlando di Blake! Che idee vi siete fatti sul suo conto? Bravo ragazzo o malvagio come il presidente? Beh, per ora posso dirvi soltanto che piano piano si delineerà anche il suo personaggio. Ma come sono misteriosa oggi!! Sarà forse per la presenza di Blake nella mia mente? Chi lo sa! Ahahahahah!! Comunque, tornando a noi, penso che siete piuttosto curiosi di come andrà a finire questa serata speciale, ma lo scoprirete soltanto nel prossimo capitolo! Mi dispiace ma dovrete aspettare ancora qualche giorno! Come sono crudele!! Ma vi giuro solennemente che tutti i vostri dubbi saranno soddisfatti nel prossimo capitolo, che arriverà a breve, quindi grazie mille per aver letto la mia storia ( siete sempre più numerosi :') ) e come sempre vi incito a recapitarmi qualche vostra recensione per rendere felice una povera ragazza! Grazie ancora di tutto! Baci
E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!
Lily

 

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Capitolo 9
*** L'Allenamento ***


Capitolo 9

L'Allenamento

L'odore del caffè mi porta piano piano a svegliarmi, dolcemente. Sento un'altra persona nel mio letto. Mi giro su un fianco e la guardo. Ricordo la tempesta che infuriava costantemente nelle sue pupille, rispecchiando i sentimenti e le emozioni che invano ha tentato di nascondermi fino a ieri, quando alla fine è ceduto e mi ha raccontato tutto. Torak: il possente ragazzo del Distretto 8 che ha perso tutto per colpa di Capitol City. Tutti gli avvenimenti di ieri sera si fanno strada nella mia mente, lentamente, come se volessero portarmi alla riscoperta di quello che è successo ieri sera: l'ansia nello scoprire la coppia di Tributi con i quali avremmo dovuto ballare, la chiacchierata con Blake e tutte le mie valutazioni al riguardo. Continuo a pensare che lui sia un ottimo alleato, non solo perché è dotato fisicamente, ma anche perché so che nel Distretto 2 tutti i ragazzi e le ragazze vengono duramente allenati per poi diventare Pacificatori, poiché è proprio da quel Distretto che la Capitale preleva tutte le sue guardie. Blake potrebbe sempre tornare utile nell'Arena. É scontato poi che mi allei con Torak: non so cosa succederà, ma so che se io morirò desidero ardentemente che lui vinca, tornando a casa vittorioso, aiutando tutte le persone nel nostro Distretto che stanno morendo di fame. Lo guardo mentre dorme a fianco a me, nel mio letto: sembra così rilassato e tranquillo, ma un pensiero si fa strada nella mia mente: come farò a vincere? Non posso ucciderlo, e il solo pensiero che qualcuno provi a farlo mi fa salire una rabbia che non riesco a descrivere. Chiudo gli occhi. Quante volte ho sperato che tutto questo fosse solo un terribile incubo! Ma non è così e devo convivere sapendo che mi dovrò sporcare le mani e stare al gioco di quelli della Capitale. Questo pensiero non fa che irritarmi sempre più, così decido di alzarmi e di farmi una doccia. Mi stiracchio facendo scrocchiare un po' le ossa e guardo fuori dalla finestra: vedo solo palazzi e strade e in lontananza il profilo delle montagne. Quanto mi manca passare del tempo alla Cascata! Lì si che mi sentivo libera, mentre qui, ogni mia mossa sembra essere inquadrata e registrata. In effetti mi sento sempre osservata da quando sono arrivata qui. Mi sfilo i pantaloni e la maglietta del pigiama e chiudo delicatamente la porta del bagno, cercando di non svegliare Torak. Oh povero Torak! Lui ne ha passate tante, troppe, e tutte per colpa di Capitol City. Ieri sera si è finalmente riuscito ad aprire con me, levandosi uno dei tanti pesi che si portava appresso da molto. Mi ha confessato che la sua famiglia venne uccisa dai Pacificatori: suo padre venne frustato fino alla morte davanti ai suoi occhi, poiché venne accusato di essere un ribelle, sua madre e sua sorella vennero uccise con un colpo di pistola alla testa. Quando menzionò sua sorella i suoi occhi si rabbuiarono e vidi molto dolore dentro di essi. Doveva essere molto legato a lei. Gli chiesi anche la sua età, invitandolo ad aprirsi con me, facendogli capire che di me si può fidare, ma come risposta ottenni solo un “quindici, come te”, accompagnato da un sorriso amaro. A quanto pare non si riesce ancora ad aprirsi del tutto, ma forse con il tempo mi confiderà tutto ciò che ha tralasciato perché non era ancora pronto. Non posso fare a meno di chiedermi quanto tempo ci sia rimasto a disposizione, perché ogni cosa che guardo qui mi ricorda solamente che io sono qui per dare divertimento ai capitolini con la mia morte, non per godermi il lusso che mi offrono, perché a breve tutto questo svanirà, lasciando solo qualche ricordo vago. Lascio la mia mente libera di vagare, mentre mi concentro sulle goccioline d'acqua che cadono e scorrono sul mio corpo, talmente calde da farmi rabbrividire, ma talmente piacevoli da farmi dimenticare tutto ciò che mi circonda. Molti frammenti di ricordi mi passano davanti ai miei occhi chiusi, facendomi sorridere, fino a che uno si ferma e inizia a scorrermi davanti, facendomi rivivere quel momento per un'altra volta. Sono vestita con l'abito color pesca che Rory ha fatto per me, in occasione del Ballo in Machera di ieri sera, e sto parlando con Blake. Mi ricordo di come la sua voce cercasse di suonare seducente e attraente, come se volesse avvicinarmi a lui. Avevamo in mano dei bicchieri con, al loro interno, del vino pregiato mi disse lui. Mi sembra si chiami Champagne. Lui ne bevve un sorso ed io lo imitai: le bollicine della bevanda mi riempirono la bocca, per poi scorrere lungo la gola, dissetandomi solo in una minima parte. Eravamo impegnati in una discussione, riguardo questi Hunger Games, che lui aveva iniziato. << Allora Crystal, che ne pensi? Insomma, siamo qui, ventiquattro ragazzi, ognuno con sogni e ambizioni, cosa intendi fare? Ormai tutta Capitol City parla di te, del tuo atto eroico durante la Mietitura, ma nessuno sa cosa aspettarsi né da questi giochi, né dai loro Tributi favoriti >> << Tributi favoriti? >> chiesi io con aria disorientata << Sì, i Favoriti, ovvero i ragazzi preferiti da quelli che contano qui, da quelli che possono fare la differenza fra vivere o morire là dentro, nell'Arena. Tutti si sono innamorati di te per il tuo gesto, ma stanno anche scommettendo su quelli che sembrano più portati per la vittoria >> << Ovvero? >> chiedo alzando un sopracciglio << Ovvero Alexis e Ross, dell'Uno, Alan del Quattro e la ragazza del Sette, Kaily. Quindi splendore, ti avverto da subito stai in guardia da questi, potrebbero essere la tua salvezza come la tua fine. >> Dei brividi si fecero strada lungo la mia spina dorsale, facendomi rabbrividire, ma mi impegnai a portare avanti la conversazione, dopotutto più informazioni avevo più ero in vantaggio. << E che mi dici di te Blake. Come devo considerare il Distretto 2? >>. Blake mi si avvicinò, scrutandomi impenetrabile ma anche incuriosito da me. << Non lo so, Crystal >> disse, toccandomi i capelli e scostandomeli dal viso. Chiusi gli occhi, pensando fermamente a Derick, a casa, mentre Blake proseguiva << Ma possiamo scoprirlo insieme, domani agli allenamenti. Ma ora, vi vuoi concedere questo ballo? >> Annuii, ancora frastornata da ciò che mi aveva appena detto: era un invito per un alleanza o per qualcosa di più? Non ho ancora trovato una risposta a tutto questo insieme di pensieri e ricordi, ma spero che presto tutti si sgroviglierà. Ma presto o tardi che sia dovrò dire questo a Torak, nonostante tutto io e lui siamo alleati. Spengo la doccia ed esco, tutta gocciolante e un po' infreddolita. Mi avvolgo in uno dei tanti asciugamani nel bagno ed esco, aspettandomi di trovare Torak sveglio, ma sta ancora dormendo. Doveva proprio essere distrutto, sia fisicamente che mentalmente. Sempre con il mio passo leggero mi dirigo verso l'armadio e inizio a guardare cosa indossare. Mi accorgo subito di una tuta nera, molto aderente e comoda, con i bordi rossi e il numero del mio distretto in un quadrato bianco sulla schiena e sulla manica a sinistra. Attaccato ad essa c'è un biglietto, con scritto “Allenamenti”. Penso subito che sia opera di Rory e il mio viso si illumina da un sorriso. Stacco il bigliettino e lo poggio sulla scrivania di fianco al mio guardaroba. Mi dirigo in bagno e inizio a vestirmi velocemente. Subito dopo mi lego i miei capelli rossi e indomabili in una coda alta, appuntando qualche mollettina per tenere fermi i ciuffi ribelli. Appena esco dal bagno mi accuccio sul letto vicino a Torak, pensando al modo più divertente per svegliarlo. L'alba è passata da un bel po' e il cielo sta iniziando a ritornare del suo colore naturale, di un azzurro leggero, con qualche nuvola passeggera. Prendo in mano il mio cuscino, brandendolo come un arma, e inizio a riempirlo di cuscinate, facendolo finalmente svegliare. << Eh? Cosa? >> esclama lui, tirandosi su. << Buongiorno principessa! Era ora che ci degnassi della tua presenza! >> gli ribadisco io, con un sorriso scherzoso sulle labbra. << Divertente! >> continua lui << Ma vediamo come te la cavi con questo! >> dice sfoderando le mani. Inizialmente non capisco ma poi inizia a farmi il solletico, facendomi ridere a crepapelle. << Non si deve mai svegliare una principessa in quel modo! Tu, schiava, ora me la pagherai! >> dice Torak con lo stupido accento capitolino. Ci mettiamo a ridere come due bambini spensierati e per un po' nessun pensiero mi tormenta, ma poi siamo costretti a fermarci per due motivi: il primo è che non abbiamo più fiato talmente abbiamo riso e gridato, e il secondo è che Alaina è entrata nella mia camera gridandoci contro per il chiasso, il che non fa altro che aumentare le nostre risate. << Signorini, sto parlando seriamente! Tra poco sarà servita la colazione e vi dovete sbrigare! Torak forza, fuori di qui e vai a prepararti! >> ci sbraita contro la nostra accompagnatrice. A questo punto lui si alza e sgattaiola fuori con l'aria di chi è stato colto in fragrante, senza smettere di ridacchiare. Nella tranquillità della mia camera noto la confusione che abbiamo creato nella nostra lotta: il letto è completamente disfatto, il mio pigiama è per terra insieme all'asciugamano umido e il pavimento è ricoperto dalle piume del mio cuscino. Inizio a mettere in ordine la camera, sperando che così facendo si mettano in ordine anche le mie idee. Una volta terminato mi dirigo verso la sala da pranzo e noto che il tavolo è pieno di pietanze varie. Nessuno però è ancora arrivato, così memore delle regole di buona educazione di Alaina mi siedo e aspetto gli altri, nonostante la fame. Presto arriva anche Torak con la sua stilista, Martia, che sta parlando animatamente con Rory. Li saluto sfoggiando un enorme sorriso e Torak, non appena mi vede sghignazza. Gli rivolgo uno sguardo interrogativo, e lui, in tutta risposta si avvicina e mi toglie qualche piuma dai capelli. Rido anche io, lasciandomi andare per qualche attimo. I Senza-Voce ci iniziano a servire non appena Alaina entra nella sala, con un'aria ancora lievemente irritata, probabilmente dallo schiamazzare mio e di Torak di prima. Pazienza. Inizio a riempirmi il piatto delle prelibatezze che affollano la tavola quando mi accorgo che Sunshine non è tra noi. << Dov'è Sun? >> chiedo con la bocca semipiena, provocando uno sbuffo di Alaina << Un po' di contegno signorina! >> mi rimprovera << Sunshine non è con noi perché doveva sbrigare delle commissioni in quanto vostra Mentore >> mi spiega la nostra accompagnatrice. Il tempo passa e in men che non si dice sono le nove meno un quarto. È ora di scendere per andare nella palestra del Centro di Addestramento. Tutta la serenità ritrovata questa mattina viene meno e le gambe iniziano a farsi molli, come se non volessero sorreggere il mio peso. Mi appoggio a uno dei tanti divanetti che arredano il nostro lussuoso appartamento, aspettando Torak e Alaina. Non appena il ragazzo arriva mi ricordo che devo parlargli di Blake e dei nostri possibili alleati. Inizio il discorso e lui mi ascolta annuendo ogni tanto. << Allora? Secondo te perché Blake mi ha messa in guardia? >> gli chiedo, sperando vivamente di ottenere una risposta che riordini i miei pensieri. << Non lo so, ma so di certo che ha ragione. Insomma, basta rifletterci un attimo: quelli del Distretto Uno non possono non essere amati: sono molto legati alla Capitale, sia economicamente che non. Il Distretto Quattro è specializzato nella pesca, quindi è ovvio che i suoi Tributi sappiano pescare e quindi maneggiare un'arma. Il Distretto Sette è quello del legname e là ognuno sa maneggiare un'ascia o un'accetta. La mia teoria invece è quella di allenarci insieme, senza brillare troppo perché potremmo essere subito visti come delle minacce e quindi tra le prime persone da eliminare nell'Arena, ma dobbiamo anche iniziare a farci delle idee di chi potrebbe essere pericoloso e chi no. Questa panoramica aiuterebbe molto. >>. Annuisco pensierosa, ha davvero ragione. Torak è davvero un bravo calcolatore.

 

É mezzogiorno e sono seduta ad uno dei tanti tavoli nella palestra del Centro di Addestramento. La prima mattinata di allenamenti è andata; ora restano solo altri tre giorni. Io e Torak non ci siamo separati neanche per un attimo: lui ha insistito nel fare tutto ciò che volevo, seguendomi in ogni postazione ed io non ho ribattuto. La sua presenza al mio fianco in un certo senso, mi conforta. Questa mattina abbiamo seguito diversi corsi: appena entrati nella palestra una donna possente ci ha dato alcune regole da seguire prima di iniziare gli Allenamenti: innanzitutto non bisogna scontrarsi con gli altri Tributi, il momento per quello arriverà nell'Arena, poi bisogna seguire alcuni corsi obbligatori e inoltre diversi istruttori saranno a nostra disposizione per imparare le varie discipline. Mentre la donna parlava, mi ritrovai a guardare ventidue facce sconosciute, schierate in un cerchio carico di tensione. L'idea che solo uno di loro sarebbe stato ancora vivo mi fece accapponare la pelle. Così, quasi incondizionatamente, mi ritrovai a valutare con occhio critico tutti i miei possibili avversari, appuntandomi mentalmente quali avrebbero potuto essere i loro punti di forza e quali quelli deboli. Molti sembravano spaesati e spaventati quasi quanto lo era io, ma io, a differenza degli altri non lo diedi a vedere. Assunsi un'aria tranquilla ma pronta a combattere, sperando che almeno qualcuno credesse alla mia espressione. La maggior parte degli altri Tributi era veramente tesa e tradivano ansia: continuavano a spostare il peso da una gamba all'altra, il loro sguardo era basso e deglutivano in continuazione. Mentre facevo scorrere lo sguardo su tutti loro, venni intercettata da un paio di occhi azzurri come il ghiaccio che mi fissano. È incredibile quanto quello sguardo mi metta in soggezione ogni volta che me lo sento addosso. Mi sento quasi nuda, spoglia, come se volesse capire i miei segreti più intimi. La connessione venne interrotta quando il ragazzo dallo sguardo glaciale mi fece un occhiolino. Ritornai velocemente alla realtà, realizzando che era Blake quel ragazzo. Così, cercando di togliermi quel pensiero dalla mente, io e Torak iniziammo l'allenamento. La prima postazione che decidemmo, o meglio decisi di affrontare era un percorso di agilità. Sia io che Torak ce la cavammo molto bene e così iniziammo a provare un po' di tutto: un corso di nodi, uno di sopravvivenza, uno di spade. Nonostante tutte le mie preoccupazioni, ce la cavammo molto bene, pur sempre mascherando le nostre abilità migliori, ovvero la lotta corpo a corpo per Torak e i coltelli e le lance per me. La vera difficoltà arrivò all'ora di pranzo, quando ci venne chiesto di pranzare con quelli che si possono definire i Favoriti. Fortunatamente Torak prese in mano la situazione e decidemmo così di accettare. Ecco perché ora sono qui seduta con il mio vassoio di cibo davanti e Torak al mio fianco. Il gruppo era formato da noi due, Blake e Alexis, Sarah ed Alan del Quattro e da Kaily e Carrie del Sette. Con mia sorpresa i Tributi dell'Uno non vennero a pranzare con noi, forse perché erano infastiditi dal fatto che Tributi provenienti da distretti così lontani dal loro potessero far parte della concorrenza. Per tutto il pranzo Blake non ha fatto altro che fissarmi, cosa che ritengo molto snervante. << Allora cosa vuoi fare adesso? >> mi chiede Torak qualche minuto più tardi. Ormai il gruppo si era sciolto, ognuno andando in direzioni diverse. << Non lo so, ma adesso tocca te a scegliere la postazione. Io per oggi ho dato >> rispondo sorridendo al mio compagno. << Ok, perché non iniziamo con il tiro con l'arco? >> << Certo perché no? >>. Quello fu l'inizio di una marea di risate: all'inizio Torak non riusciva a scoccare una freccia e io continuavo a ridere a crepapelle, invece che tentare di aiutarlo, e questo lo fece soltanto innervosire, ma poi mentre cercavo di aiutarlo, qualcuno ci interrompe. << No, non così, devi alzare di più il gomito e tendere di più la corda >>. Mi volto, incontrando di nuovo quegli occhi freddi: è Blake. È mai possibile che quel ragazzo sia sempre così vicino a me? Sbuffo, venendo così rimproverata da Torak. La nostra tattica è quella di sembrare simpatici e aperti verso tutti. Blake mi guarda stranito, quasi infastidito dal mio gesto. Per rimediare al mio errore intervengo subito: << È quello che cerco di fargli capire da più di un ora, ma non gli entra proprio in testa! Vero, Torak? >>. Lui mi guarda con l'aria di chi non ha colpe, anche se sa benissimo che ce le ha. È incredibile come riesca a fingere e a reagire ad ogni genere di situazione, è davvero assurdo. A me ci vorrebbe un corso di una decina di anni se non di più! Tralasciando tutto ciò, sfrutto il fatto di essere stati interrotti per darmi un'occhiata in giro. Vedo Alexis insieme ai Tributi dell'Uno e al ragazzo del Quattro. La ragazza del Distretto della pesca è insieme a quelli del Sette. Bene, nonostante tutto i Favoriti continuano a rimanere uniti. Il resto dei Tributi è sparso per la palestra, alcuni formano piccoli gruppetti di quattro o meno persone, altri rimangono con il proprio compagno di distretto o peggio, soli. Non so proprio come facciano a rimanere da soli e a sopportare tutto questo. Io non ce la farei senza Torak. Questo mi porta a guardarlo, impegnato con Blake nella sua lezione di tiro con l'arco. Analizzo ancora una volta la scena: i due gruppi di Favoriti si stanno impegnando con le armi come spade, lance e lotta corpo a corpo, un altro gruppo formato dai ragazzi del Dieci e del Dodici è nel settore della sopravvivenza, i Tributi del Tre stanno cercando invano di accendere un fuoco, i Tributi del Cinque e del Nove sono ognuno per conto proprio, mentre Jeyne e il suo compagno dell'Undici si stanno preparando a fare il percorso di agilità. Guardo la ragazzina con cui ho parlato ieri sera muoversi con destrezza e un'indiscutibile velocità nel tracciato, facendomi rimanere allibita. Quella ragazzina sa davvero il fatto suo. Vengo riscossa dal mio stato di osservazione da un grido di gioia di Torak: ha centrato il bersaglio a 20m di distanza in pieno. Non so come abbia fatto ma lui è davvero al settimo cielo e ora sta ringraziando Blake. A quanto pare è davvero un ottimo maestro. Si stanno dando un cinque: solo ora noto quanto possano essere simili: sono quasi alti uguali, ma Torak lo supera di qualche centimetro, ma Blake è più muscoloso. Sarà frutto dei duri allenamenti da Pacificatore che ha tenuto nel Due. Mi concentro: voglio provare a tirare anche io. Chiudo per un attimo gli occhi, ripensando alla Cascata e a quando cacciavo là. Lascio defluire ogni emozione o sentimento, provando solamente libertà. Apro lentamente gli occhi, prendendo la mira. Trattengo il fiato e tendo l'arco e finalmente lascio andare la freccia. Va a conficcarsi nel collo del manichino a 15m di distanza. Rimango stupita. << La nostra coraggiosa eroina del Distretto Otto allora non è solo famosa, se la cava anche con le armi >> esclama Blake. Vedo Torak un po' infastidito dalle parole del ragazzo, così cerco di tranquillizzarlo con lo sguardo. << Perché Blake, credevi che fossi tutta immagine e niente azione? Anche io ho i miei assi nella manica >> << Bene allora, non vedo l'ora di conoscerli tutti >> dice mentre se ne va, dandoci le spalle. Perché esce sempre di scena con quelle sue frasi ambigue? Mi fa solamente irritare. Mi avvicino a Torak, dandogli una pacca sulla spalla. << Allora? >> gli dico << Dove andiamo adesso? >>. Lui si guarda intorno, ispezionando la palestra. << Là. Voglio andare là >> dice indicando la parte opposta a dove siamo noi ora. Mi alzo in punta di piedi per vedere dove sta indicando e mi accorgo che in quella zone c'è un qualcosa che non mi sarei mai aspettata di vedere. Laggiù c'è una piscina. Spalanco gli occhi, per capire se quello che vedo è solo frutto della mia immaginazione o meno. No, è proprio una piscina. Mi trattengo dall'emettere un gridoletto di gioia: finalmente qualcosa di famigliare che posso fare! Quanto mi è mancato nuotare. Torak capisce subito che non sto più nella pelle e così ci dirigiamo verso quella zona. In men che non si dica mi tuffo in acqua, scoprendo che le tute forniteci dai nostri stilisti sono anche impermeabili. Appena il mio corpo tocca l'acqua ogni pensiero lascia la mia mente e mi abbandono nel liquido trasparente. Sento tutte le preoccupazioni defluire, anche quelle più difficili da dimenticare, come la Sfilata che ci sarebbe stata fra poche ore, il cui pensiero mi tormentava da tutta la giornata.



ANGOLO AUTRICE
Bene bene bene! Quante rivelazioni in questo capitolo!! Piano piano stiamo scoprendo sempre più sul passato di Torak, ci stiamo chiarendo un pò le idee. Quanta tristezza! Giuro che mentre scrivevo singhiozzavo! Ma tornando a noi, o meglio a loro, l'atmosfera sta entrando sempre più in quella che viene descritta dalla Collins: la tensione, la rivalità, i sentimenti, le paure. Insomma il breve tempo rimasto ai nostri protagonisti inizia a venire meno e l'ansia inizia ad insinuarsi fra loro. Con l'inserimento del misterioso Blake nella vita di Crystal, tutto diventa ancora più confuso. Ma non vi disperate! Presto tutti i dubbi saranno sciolti e tutto andrà per il verso giusto (o almeno spero, ahahahahah). Nel prossimo capitolo vedremo i nostri Tributi preferiti sfilare davanti a tutta Capitol City nei loro abiti! Chissà come saranno?! Continuate a leggere per scoprirlo! Bene ora volevo solo dirvi un immenso grazie a chi continua a leggere la mia storia, è sempre un piacere vedere che il proprio lavoro viene apprezzato! Come sempre, prima di chiudere, vi incoraggio a lasciarmi una recensione anche piccola piccola, ma che mi farebbe contentissima! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi siate divertiti nel leggerlo e nell'immaginarvi i personaggi e le loro avventure! Quindi ora vi lascio con un abbraccio e tanti baci!
E, come sempre, possa la fortuna sempre essere a vostro favore!
Lily

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Capitolo 10
*** La Sfilata ***


Capitolo 10

La Sfilata


 

Abigale mi spazzola i capelli con una delicatezza immensa, facendomi rilassare. L'unico suono che sento è quello del mio cuore che batte sicuro, anche se so che la donna che mi sta pettinando non ha chiuso bocca un attimo da quando ci siamo rincontrate. Di sicuro mi starà raccontando delle nuove mode che sono in voga nella Capitale: vestiti colorati, tatuaggi su ogni parte del corpo, capigliature bizzarre e naturalmente la colorazione del corpo con colori più spigliati come giallo, verde o rosso. Il solo pensiero di come si concia la gente di Capitol City credendo di essere alla moda mi fa sorridere: davvero non si rendono conto di quanto possono essere ridicoli? Sono costretta a riaprire gli occhi quando Abigale mi comunica che ha finito, e mi informa che la pettinatura finale mi sarà fatta dopo che avrò indossato il mio abito. Continua a ripetere cinguettando quanto sarò meravigliosa una volta che lei, Fineas e Alyssa avranno finito. E naturalmente mancherà ancora il tocco finale di Rory. Fingo di essere emozionata almeno la metà di quanto non lo è lei, cosa che la rende molto felice. Finalmente appena esce trovo un po' di pace. Appena finiti gli allenamenti io e Torak siamo stati divisi per essere preparati per la Sfilata. Quando ci penso mi sento persa: comi mi devo comportare? Devo salutare tutti oppure mostrarmi distaccata da questo evento? Non ne ho la minima idea, ma spero che Torak sappia cosa dobbiamo fare. Deve saperlo, lui ha sempre la giusta strategia per tutto. Sentire l'eco dei propri pensieri è sempre confortante, ma purtroppo non dura a lungo, poiché i miei tre aiuto stilista sono appena rientrati parlando freneticamente dell'evento di stasera, non stando più nella pelle. Hanno con loro svariati trucchi e iniziano ad applicarmi sulla faccia creme su creme, continuando a illustrarmi la loro funzione, ovviamente senza che io presti loro la minima attenzione. Sorrido e annuisco, ogni tanto mi mostro interessata, altre volte sorpresa, ma la verità è che l'idea di trovarmi di fronte a tutta Capitol City per giocarmi la possibilità di avere qualche sponsor nell'Arena mi terrorizza. E se poi non mi amano? Sarà davvero dura là dentro, stando a quanto dice Blake. Ma da quando do retta a lui? Dirigo i miei pensieri verso Derick: chissà come si sente adesso. Saprà quanto sono agitata in questo momento? Come si sente lui ora? Avrà capito l'importanza di questo momento? Sì a tutte le risposte: lui è sempre stato in grado di capirmi e di cogliere ogni mio pensiero, quindi ora deve essere agitato e ansiosamente preoccupato quanto me. Dio, quanto mi manca! Il solo pensiero di non rivederlo più mi fa mancare il respiro. Scaccio questa brutta sensazione e cerco di ascoltare i bizzarri discorsi dei miei aiuto stilista. Sembrano così buffi tutti indaffarati nel loro lavoro, ma apprezzo veramente quello che stanno facendo: mi stanno aiutando ad apparire bellissima per guadagnare molti sponsor perché qui, a Capitol, l'aspetto esteriore conta molto. Dopo quella che a me sembra un'eternità Alyssa mi annuncia che hanno finito. Mi alzo, dirigendomi verso lo specchio che è nella stanza e mi osservo: sulle palpebre ho un trucco semplice, bianco, che diventa sempre più complesso e colorato prolungandosi anche dopo la fine dell'occhio, facendo diventare il mio sguardo molto seducente e sicuro. Il prolungamento è fatto da moltissimi brillantini tutti di colori diversi che posizionano uno sull'altro, dando un effetto mozzafiato. Sulle guance ho un fard che risalta i miei zigomi, mentre sulle labbra ho un rossetto rosso come il sangue. Lo devo ammettere, i miei preparatori si sono davvero superati: sono davvero seducente ed attraente, ed è tutto merito loro. Mi giro, in modo da trovarmeli davanti e sussurro un grazie, abbracciandoli tutti insieme. Loro, da veri capitolini, iniziarono a fare dei versetti compiaciuti, dicendo che non vedevano l'ora di andare a raccontare ai preparatori degli altri Distretti che loro erano stati abbracciati da una delle Favorite, anzi no dalla più bella. Arrossisco a questa loro affermazione e li ringrazio ancora fino a quando non escono dalla stanza, lasciandomi nelle mani di Rory. Appena arriva gli sorrido e gli regalo un caloroso abbraccio. << Sei pronta splendore? >> mi chiede con il suo sguardo dolce << Pronta per cosa? >> gli domando incuriosita << Ovviamente per colorare la Sfilata! E per far vedere a tutta Capitol City chi è la vera bellezza >>; ciò che sta facendo per me è davvero ammirevole, ma voglio che Rory capisca che il merito del mio successo è e sarà soltanto il suo << La mia bellezza non sarà altro che lo specchio di tutto il tuo lavoro, nel quale ci metti così tanto amore e passione. Io sarò solo la tua musa, che ispirerà le tue opere e che ti renderà unico e speciale, perché è quello che sei e ti meriti solo il meglio >>. Alcune lacrime cercano di farsi strada, ma le trattengo, in quanto non voglio rovinare il lavoro perfetto di Fineas, Alyssa e Abigale. << Oh Crystal >> sussurra il mio stilista, avvicinandosi a me e stringendomi in un abbraccio << Non ti meriti tutto questo. Non è giusto per niente e io farò del mio meglio per rinfacciare al presidente Benkis quanto sia codardo. Farò di te il mio filo con il quale intreccerò gli abiti che ti renderanno perfetta, come una dea, come un angelo, come nessuna ragazza potrà mai essere >>. Rimaniamo abbracciati fino a quando il tempo sembra non esistere più: mi sembra di aver ritrovato in lui una parte di mio padre, una parte della mia famiglia che da troppo ho perso, alla quale non sono riuscita a dire addio o che le volevo bene e senza la quale mi sono sentita più sola e persa che mai. Ma con Rory tutto sembra diverso, tutto sembra migliore e so, che nel bene o nel male, lui sarà sempre dalla mia parte. Rory mi fa indossare la sua creazione: è un vestito con paiettes oro, che luccicano sotto le luci della stanza. É davvero magnifico: ha una forma a sirena, che mi stringe la vita e si allarga sulle ginocchia, mentre lascia libera la schiena. Ha due spalline che sul retro si incrociano creando una specie di triangolo con le punte arrotondate, mentre davanti la scollatura è profonda, ma non troppo. Correda il tutto con degli orecchini pendenti e un anello, che mi mette sul medio della mano sinistra. È abbastanza vistoso, ma richiama i colori del mio trucco. << Durante la Sfilata, quando sarai a metà, bacia l'anello e alza il braccio, tenendo per mano quella di Torak >> mi comunica il mio stilista. Annuisco sempre più curiosa di quello che potrà accadere in quel momento. Come sempre, scopre lo specchio nella stanza e mi ci porta davanti: la figura della ragazza che ho di fronte è un qualcosa di magnifico, sensazionale, spettacolare. Sembra una dea, potente nel suo vestito che la fascia perfettamente, sottolineando la sua eterna bellezza e perfezione. Non ho parole, Rory si è davvero superato. Lo abbraccio e lui stringe me, fino a quando non è arrivato il momento di acconciarmi. Il mio stilista mi fa accomodare su una sedia e inizia ad intrecciare i miei capelli come se li conoscesse da sempre: li riesce a domare e sistemare come se niente fosse, come fa un domatore di leoni con le sue belve e mi sento davvero fortunata ad avere qualcuno come lui al mio fianco. Una volta terminato il risultato è davvero mozzafiato: è una pettinatura che prende spunto da quelle classiche , ma essendo comunque veramente originale ed unica. È come una treccia formata da altre trecce che continuano ad intrecciarsi fra loro. Non so cosa dire, ma Rory sembra capire cosa provo adesso: gratitudine. Una gratitudine immensa che so resterà impagabile. Per sempre. I miei occhi sprizzano scintille e sono pronta a far infiammare tutti i capitolini e a fargli capire cosa è la vera bellezza. << Falli secchi splendore >> mi dice affettuosamente Rory prima di lasciarmi nelle mani di Alaina che, nel frattempo, è arrivata per scortarmi alla Sfilata.

Le porte dell'ascensore si aprono, lasciandomi davanti a dodici carri con due cavalli neri ognuno. Sento la mano di Alaina che mi incita a camminare e ad andare verso il mio carro, l'ottavo. Mentre cammino, noto che sulla mia testa ci sono diverse grate, alcune che si aprono verso il cielo, dove un ammasso di colori grida, eccitato. Sono tutti capitolini che si sgolano vedendomi arrivare. Non capisco cosa dicono, sento tutto ovattato. Il mio cuore inizia a battere, sempre più forte, sempre più veloce. L'ansia inizia a farsi sentire, come se stesse iniziando a divorarmi. Faccio alcuni respiri profondi, chiudendo gli occhi. Ora sono vicino al mio carro, ma di Torak non c'è ancora traccia. Alaina mi abbraccia dicendomi che sono fantastica e che tutto andrà per il meglio. Non devo far altro che sorridere alla folla che è già pazza di me, la coraggiosa ragazza del Distretto Otto. Le sorrido ed annuisco, sembrando contenta, anche se è il contrario di come mi sento. Mentre la vedo sgambettare lontano sui suoi vertiginosi tacchi, mi avvicino a uno dei cavalli che dovrà trainare il mio carro nella Sfilata, durante la quale percorreremo le strade principali della città, fino al Palazzo della Giustizia della Capitale; insomma un percorso di una mezzora dove sarò costretta a sorridere a tutte queste persone che non vogliono altro che vedere la mia morte. << Come siamo finiti qui, eh? >> chiedo al cavallo. Lui sembra decisamente molto più tranquillo di me. Inizio a far scorrere la mia mano sul suo corto e morbido pelo, aspettando impaziente l'arrivo di Torak. All'improvviso sento delle mani avvolgermi da dietro, toccando la pelle della schiena scoperta dal vestito. Rabbrividisco quando il respiro caldo sul mio collo. << Finalmente sola, eh? Il tuo compagno non ti ha mollata un attimo in questi giorni >>. Impallidisco e divento rigida. Nessuno mi aveva mai toccato così, eccetto Derick. Un conato di vomito mi assale, ma riesco a contenermi. Mi giro lentamente, sapendo già la persona che mi sarei ritrovata davanti. Maledico mentalmente Alaina per essere sempre così dannatamente in anticipo. Un paio di occhi azzurri mi scrutano, facendomi mancare il respiro talmente sono indagatori. Sorrido: un sorrido falso che esprime tutto il mio disprezzo verso questi Giochi e verso la Capitale. Blake è vestito con un'armatura aderente, che ricalca i suoi possenti muscoli. Questa somiglia molto a quella dei gladiatori, schiavi che molti anni prima del dominio di Panem, combattevano in delle Arene per il divertimento del popolo. So che la sua armatura è sul modello di quella di un gladiatore perché spesso, a casa, prendevo illegalmente in prestito qualche libro da scuola e li leggevo in segreto. La Capitale infatti, non vuole che conosciamo il passato, o meglio cosa c'era prima di essa, ma più tenta di nascondere qualcosa, più la curiosità aumenta. È semplicemente un fatto proporzionale. È così che funziona per me. La sua armatura richiama in tutto e per tutto la potenza dei Guerrieri che anni e anni prima si scontravano e combattevano con armi e spade leggendarie. Essa gli ricalca i muscoli pettorali e addominali, lasciandogli scoperte le braccia possenti, come per mostrare a tutti i suoi bicipiti. Il tutto è ornato da un mantello lungo fino alle sue caviglie, bianco come il resto della sua armatura. Collego subito il fatto che il colore del suo costume è come quello dei Pacificatori, spesso provenienti dal Distretto Due. Ai polsi ha dei bracciali neri bordati con il bianco della sua armatura. Devo ammettere che così Blake incute davvero timore. Sono sollevata dal fatto che almeno adesso riesco a guardarlo negli occhi grazie ai tacchi vertiginosi che indosso. Dietro le sue spalle scorgo Fay, la sua compagna di Distretto, che ci sta fissando con fare omicida. << Stai attento oppure nell'arena ti ritroverai a tradimento con un pugnale nel cuore >> dico io con fare sbarazzino, indicando con un lieve movimento del capo a Fay. << Tranquilla so badare a me stesso >> mi risponde lui con aria severa. << Buon per te >> gli rispondo << Ma io terrei comunque gli occhi ben aperti >> << Cos'è questa, una minaccia? >> << Mh... Potrebbe >> affermo misteriosa. Nei suoi occhi vedo la sua eccitazione e voglia di farsi notare. Blake alza gli occhi e guarda dietro di me. Mi giro anche io e noto Torak con Martia e Rory che si stanno avvicinando. << Stai attenta Crystal perché che tu lo voglia o meno, per vincere, c'è solo un modo: ucciderli tutti >> sussurra il ragazzo prima di ritirarsi e dirigersi verso il suo carro. Rimango paralizzata alle sue parole: “ucciderli tutti”. Sono terrorizzata, ma una parte di me, quella con ancora un briciolo di razionalità sa che ha ragione. Solo uno può sopravvivere e c'è solo una regola: uccidere o venire ucciso. Le dure parole di Blake continuano a risuonarmi in testa quando vedo Torak di fronte a me. << Tutto bene? >> mi domanda protettivo. Mi riscuoto velocemente dal torpore dei miei pensieri ed annuisco. Lui mi accarezza il viso. << Sei stupenda >> mi dice << Tutto merito di Rory >> rispondo sorridendo. Devo ammettere che sia lui che Martia si sono superati: Torak indossa una tuta aderente fatta dello stesso materiale del mio vestito. Ha una cintura nera che gli stringe la vita e delle parti rinforzate placcate nere sulle spalle e sulle gambe. Indossa un paio di stivaletti sempre neri. È davvero magnifico. Mi offre il suo braccio e, dopo aver abbracciato i nostri stilisti, iniziamo a salire sul nostro carro, sempre a braccetto. << Salutate il pubblico, ma non troppo. Vogliamo che sembriate come se non foste interessati >> ci comunica Martia << E Crystal, ricordati il bacio! >> mi ammonisce Rory. Sorridiamo in segno di assenso, mentre vedo Alaina e Sunshine correre verso di noi per salutarci. È da stamattina che non vedo Sun, chissà dove è stata, mi chiedo. Un attimo prima che un boato mi spacchi le orecchie vedo Sunshine gridarmi << Bacio! >> e io glielo mando. È come una ricorrenza fra noi due. Ogni volta che alla Cascata ci separavamo per cacciare, lei mi gridava di volere un bacio e io glielo mandavo ridendo. È come un portafortuna, e i dolci pensieri che quella parola mi ha risvegliato non fanno altro che farmi sentire felice. Cerco lo sguardo di Torak, per incoraggiarlo e lui mi guarda, incoraggiando me. << Saremo i migliori >> mi dice. Non faccio altro che sorridergli, aspettando che anche il nostro carro esca dalla “scuderia” dove eravamo in attesa. In men che non si dica ci ritroviamo nel caos più totale: una marea di voci che grida, acclamando i Tributi. Inizio a salutare, senza però farmi desiderare troppo. Al mio fianco vedo Torak fare lo stesso. Dopo parecchi saluti, mi accorgo che siamo quasi a metà percorso: il momento è giunto. Chissà cosa ha architettato Rory. Sono davvero curiosa di scoprirlo, così mi preparo a fare ciò che lui mi ha ordinato. Sciolgo il mio braccio da quello di Torak, cercando la sua mano. La intreccio alla sua, grande e forte. Porto l'anello alla bocca, ricordandomi di respirare. Lo bacio e alzo le nostre braccia. È fatta penso. Qualunque cosa i nostri stilisti abbiano progettato adesso succederà. Sento un boato immenso, che fa quasi tremare la terra sotto di noi. Noto che molti capitolini si sono alzati in piedi e stanno indicando qualcosa. Imbocchiamo la strada per arrivare al Palazzo della Giustizia, e continuo a mostrarmi indifferente, fino a quando non realizzo cosa sia successo. Ai lati della strada ci sono diversi stendardi che proiettano i Tributi di ogni distretto. Mi accorgo che in questo momento siamo ripresi io e Torak. Inizialmente non capisco se siamo realmente noi o meno: quelli sullo schermo sono due divinità: alla ragazza dall'anello scendono dei fili di metallo che è come se fossero tessuti insieme alla manica. Si intrecciano, collegandosi all'abito. Dal suo anello scendono una cascata di colori che, passando attraverso i fili di metallo, colorano l'abito che inizialmente era dorato di una miriade di tonalità diverse. Ogni volta che un colore ne incontra un altro, si forma una tonalità diversa e nuova, che dipinge l'abito sempre di un colore diverso. Nell'abito del ragazzo succede lo stesso, solo che i colori vengono diffusi dall'unica manica della tuta che indossa, la manica del braccio destro, il braccio che tiene per mano quello della ragazza. È come se i colori danzassero sui loro vestiti. Mi rifiuto di credere che siamo io e Torak. Non è possibile che qualcuno sia in grado di fare questo, nemmeno Rory o Martia, ma l'hanno fatto. Hanno lasciato tutta Capitol City a bocca aperta. Nessuno si aspettava che noi rubassimo la scena a tutti. Nessuno si aspettava che il Distretto Otto colorasse e sovrastasse la moda della Capitale. Cerco sostegno negli occhi di Torak per capire come comportarmi. Lui mi guarda, sorpreso almeno quanto me e mi sorride. Poi lancia un urlo, come quelli che si fanno prima di una battaglia e poi ride. La sua risata contagia anche me e adesso è arrivato il momento di mostrarci superiori. Guardiamo fissi davanti a noi, sempre tenendo le braccia alzate, permettendo ai colori di giocare sui nostri abiti. Non c'è dubbio, siamo i migliori. Torak, come sempre, aveva ragione.

Scendiamo dal nostro carro sprizzando felicità da tutti i pori. Torak mi abbraccia e mi alza, facendomi fare un giro in aria attorno a lui. Presto ci raggiungono anche Alaina, Sunshine, Rory e Martia. Gli corro in contro, sempre tenendo la mano di Torak e ci abbracciamo stretti, compresa una sbigottita Alaina. Ma in questo momenti non mi importa niente, perché il loro lavoro è stato fantastico. Perché il loro lavoro ci sta permettendo di avere qualche, anzi molte speranze in più nell'Arena. Perché il loro lavoro mi ha fatto sentire più vicina che mai alla vittoria.

 


ANGOLO AUTRICE
Mamma mia che entrata in scena d'effetto!!! Vi è piaciuta la descrizione degli abiti e la Sfilata? Mi sono impegnata molto, quindi spero di avervi dato una buona immagine del momento. Non so che dire! In questo momento mi mancano le parole, sono commossa! Siete sempre di più!! :') Non ho molto da commentare su questo capitolo, ma spero solo che vi siate divertiti a leggerlo quanto io a scriverlo. Mi piacerebbe però sapere le vostre opinioni sul mio operato! Volevo solo anticiparvi due informazioni: la prima è che, se avete notato, i capitoli si stanno allungando volta dopo volta ( ihihihihih, mea culpa ) e poi..Rullo di tamburi...Finalmente fra tre capitoli entreremo nell'Arena!! Lo so vi ho fatto penare e per la durata di altri tre capitoli continuerò a intrigarvi( ? ) o almeno spero, ma poi ci sarà solo sangue e violenza! Ahahahah no parlerò anche dei pensieri di Crystal e della sua vicinanza con gli altri Tributi, ma per ora dovete aspettare ancora un pochino. Spero di avervi incuriositi e intrigati e quindi vi bando baci da Panem e, come sempre...
Possa la fortuna sempre essere a vostro favore!!
Lily

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