A new beginning

di Polly2308
(/viewuser.php?uid=270698)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The escape. ***
Capitolo 2: *** Goodbye Drammen. ***
Capitolo 3: *** A new friend,maybe? ***



Capitolo 1
*** The escape. ***


Chapter one.

‘The escape.’
 
Era un fresco giorno di inizio giugno,la scuola sarebbe finita a poco nel giro di un paio di giorni ed io,Rebecca Hansen,sedicenne,metà inglese e metà norvegese,avevo una folle idea che girovagava nella mia astuta mente. Ero sempre stata una tipa molto attiva che dava sempre voce ai suoi pensieri.

Abito a Drammen,una città di circa 60.000 abitanti a 42 km da Oslo.
Mia mamma si chiama Caroline Smith ed è inglese,mio padre invece è Norvegese per questo siamo qui in Norvegia,lui si chiama Dennis Hansen ed è un noto imprenditore locale.

Ma passiamo ad altre cose,sono circa due anni che sto programmando questa ‘cosa’ che dovrò fare tra una settimana,una fuga e sto risparmiando da allora. Forse vi starete chiedendo perché voglio scappare? Bene,vi accontento. Il motivo principale della  mia fuga è che voglio fortemente realizzare il mio sogno,quello di diventare una famosissima cantante e con  ciò vorrei essere un ispirazione per le persone. I miei genitori sono stati sempre contrari a questo e mio padre mi ha sempre detto che un giorno avrei dovuto prendere il suo posto,ma io non voglio,non mi piace il suo lavoro. Oltre ai miei genitori non  sa nessuno che vorrei essere una cantante,neanche la mia amica Adriana,che per quanto mi dispiaccia dovrò lasciare nel giro di una settimana. Non le dirò della mia partenza,perché so già cosa farebbe. Vorrà impedirmi di partire dicendomi che un giorno realizzerò comunque il mio sogno,ma non è questo che voglio e soprattutto credo che per realizzare i propri sogni si devono fare dei sacrifici perché non si realizzano da un giorno all’altro. Adriana l’ho conosciuta circa sei anni fa alle scuole medie e adesso stiamo per finire il terzo anno di superiori. La considero come una sorella e lasciarla sarà la parte più dura e triste del mio piano.

In questo momento sono nella mia camera e sto valutando alcune città dove poter andare e nella mia lista ci sono Londra,Manchester,Miami,Atlanta e New York. Sono molto indecisa,vorrei andare in America,ma non so se ce la farò con i soldi che ho da parte,e inoltre dovrei compiere 17 anni per il passaporto,invece per la Gran Bretagna serve solo la carta di identità. Sono consapevole però che in America ci sono molte più possibilità,ma cercherò di accontentarmi. Bene ho deciso,si parte per Londra. Subito prendo il mio pc ed ordino il biglietto per il volo. Non prenoterò l’albergo,perché quando sarò li cercherò qualcuno che mi ospiti. Non voglio spendere soldi per l’albergo. Inoltre li cercherò di trovare un lavoro per l’estate e a settembre cercherò di andare a scuola,ma non so ancora come.
Siccome adesso ho un po’ di tempo libero prima di cena inizio a scrivere delle lettere da lasciare qui,una per i miei genitori ed una per Adriana.
Inizio a scrivere e non so perché mi trema la mano e un paio di lacrime iniziano a rigare il mio volto. Sto iniziando ad avere paura di quello che dovrò affrontare,ma non devo abbattermi e devo continuare ad essere determinata.
Mentre sto per finire la prima lettera,quella per i miei genitori,mi sento chiamare dal piano di sotto. E’ mia madre.
M:’Becky,tesoro,scendi che la cena è pronta altrimenti si raffredda!’
R:’Okay mamma scendo subito.’
Nascondo tutto in un batter d’occhio e scendo di corsa le scale dirigendomi poi in cucina dove vedo mia madre già i miei genitori seduti al tavolo che mi aspettano per iniziare a mangiare.

Durante la cena regna il silenzio più totale, finchè non  viene rotto da mio padre.
P:’Allora Becky,stiamo pensando alla meta delle vacanze per questa estate,ma non siamo ancora sicuri,stiamo optando per Londra,Madrid oppure Montecarlo,a te dove piacerebbe andare?’
A quelle parole quasi mi strozzo con la mia saliva e mi affretto a rispondere.
R:’direi Montecarlo,cosa ne pensate? E’ una bellissima città e sapete che adoro la Francia.’ Sto per avere un attacco di cuore.
P:’ Perfetto,mi sembra un’ottima idea,allora vada per Montecarlo.’
Me la sono scampata per un pelo. E’ se non me l’avessero chiesto? Cosa sarebbe successo? Forse non sarebbero comunque partititi per il fatto della mia fuga,ma proprio per questo stavo scrivendo quella lettera.
Anzi adesso è meglio che io salga sopra a finire quello che ho iniziato.
R:’Mamma,la cena era buonissima. Adesso vado in camera mi sento molto stanca buonanotte.’
M:’Grazie tesoro,buonanotte anche a te.’
P:’Buonanotte piccola.’
Saluto entrambi con un bacio sulla guancia e mi dirigo in camera mia.

Afferro di nuovo la penna e continuo a scrivere. Dopo circa un’oretta finisco entrambe le lettere e le nascondo nel cassetto per poi dirigermi in bagno per fare una bella doccia e rilassarmi. Dopo la doccia,mi metto sotto le coperte e mi addormento tra mille pensieri. 



Spazio autrice. 

Salve ragazze,questa è la prima fanfiction mia e di mia cugina,
spero vi piaccia e che vi abbia incuriosito almeno un po'.
Ci farebbe piacere se lasciaste qualche recensione,anche critiche.
A presto. c:  
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Goodbye Drammen. ***


Chapter two.

‘Goodbye Drammen.’

One week later.
 
E’ passata una settimana,la scuola è finita,e sono passata al prossimo anno con ottimi voti,almeno questo per i miei genitori,perché tra  un po’ non so se sarebbero più orgogliosi di me,so che li deluderò e deluderò anche la mia migliore amica,la persona a cui tengo di più in assoluto.
In questo momento sono in strada che mi dirigo proprio a casa sua,ma so che non c’è, è in piscina e non ci sono neanche i suoi genitori,per questo ne approfitto per imbucare la lettera nella sua cassetta della posta,dopodiché ritorno a casa per continuare a sistemare le mie valigie. I miei genitori sono entrambi al lavoro e io partirò tra un paio d’ore quindi devo muovermi. 
Sono pronta,esco dalla mia camera e scendo al piano di sotto,mi mancheranno i miei e anche questa casa,una settimana fa non la pensavo così,ma adesso che sto per partire si. 
Lascio la lettera sul tavolo della cucina e mi dirigo all’uscita. Do un ultimo sguardo alla casa e poi esco.
Mi dirigo alla fermata dell’autobus per arrivare all’aereoporto di Oslo.
Sono arrivata,mi sento già in un certo senso smarrita. Prima di partire vorrei mangiare qualcosa così vado in un fastfood nell’aeroporto e ordino qualcosa da mangiare,pago ed esco. Inizio a girovagare un po’ per l’aeroporto mentre mangio il mio panino. All’improvviso sento la voce che chiama i passeggeri per i volo per Londra,do l’ultimo morso al panino e mi avvio.
 
Thirty minutes later.

Sono sull’aereo tra un po’ si parte non vedo l’ora sono molto entusiasta,forse per il fatto che sto facendo questo per realizzare il mio sogno e mi sento fiera di me,ma c’è anche un lato negativo della situazione. Stavo pensando ad Adriana,cosa avrebbe pensato di me? Sicuramente che non ero una buona amica,che l’aveva abbandonata senza neanche salutarla,o senza chiederle di venire per fuggire insieme come farebbero le vere amiche. 
E i miei genitori poi?
Si sarebbero vergognati di avere una figlia come me. Quale figlia a sedici anni scapperebbe di casa da sola? Solo una poco di buono credo.
Mi sento uno schifo per questo. 
 
Punto di vista della mamma di Rebecca.

Sono appena uscita da lavoro e adesso mi trovo nel vialetto di casa, che strano tutte le luci sono spente,forse Becky è uscita o starà dormendo.
Arrivo alla porta e senza suonare tiro fuori dalla borsa le mie chiavi e la apro. 
-’Rebecca sei in casa? Rebecca?’ Non mi risponde,forse è uscita,sarà andata da Adriana,così per assicurarmi decido di chiamare a casa sua.
Poso la borsa sul divano e prendo il telefono di casa componendo il numero.
Finalmente risponde Adriana.
-’Pronto?’
-’Pronto,Adriana sono Caroline la mamma di Rebecca,per caso è da te?’
-’No signora,Rebecca non è qui,mi dispiace.’
-’Va bene grazie,ciao Adriana!’
-’Arrivederci.’
Sto iniziando a preoccuparmi dove può essere? Comunque sia mi fido di lei aspetterò un’oretta. Nel frattempo mi dirigo in cucina per preparare la cena. Entro in cucina e subito noto una lettera sul tavolo, la prendo e la apro. Inizio a leggere.
 
 
Cari genitori,
voglio iniziare col dirvi che vi voglio tanto bene,nel corso dei miei anni,dalla mia nascita fino a questo momento,avete fatto di tutto per farmi stare bene. Ma devo dirvi una cosa. Ho quasi paura a dirvelo ma lo devo fare per forza per farvi stare più tranquilli. Ecco,io sono partita,quando leggerete questa lettera probabilmente sarò già sull’aereo. Per quanto voglia,non posso dirvi la mia destinazione,ma sappiate che starò bene,mi prenderò cura di me stessa e starò attenta. Per favore non provate a cercarmi,non dite nulla alla polizia o a chiunque altro. Vi starete chiedendo perché ho deciso di lasciarvi,ecco vi lascio per inseguire il mio sogno,quel sogno che voi volete che io non insegua. Per quanto vi voglio bene,per questo vi odio. Odio il fatto che non volete che io realizzi il sogno della mia vita e ancor di più odio il fatto che se non fossi partita il mio futuro sarebbe stato deciso da voi. Un’imprenditrice? Ma cosa vi salta per la testa?? Io sono sicura di quello che faccio,per la ragazza prudente che sono sempre stata fino a questo momento vi dico che se non fossi stata sicura delle mie capacità non l’avrei mai fatto,non sarei mai scappata. Per la scuola provvederò nel meglio dei modi,promesso. Adesso devo lasciarvi,questo è tutto. Vi voglio bene. 
Rebecca.
PS:Magari tra qualche anno mi vedrete in tv o su qualche rivista,chi lo sa? 

Finisco di leggere la lettera,una scia di lacrime sta già rigando il mio volto,sono delusa,arrabbiata,non lo so neanche io,come ha potuto la mia piccolina fare questo? Sto iniziando anche io però a sentirmi in colpa. Ha ragione,costringerla a non inseguire il suo sogno è brutto e l’ho capito adesso,ma questo non  toglie il fatto che non doveva scappare.
Prendo immediatamente il telefono e chiamo a Dennis,per farlo tornare subito a casa.
 
Punto di vista di Adriana.
 
Sono sul divano di casa mia e sto vedendo la tv,quando rientra mia madre da lavoro con una lettera per me in mano,ogni sera controlla la cassetta della posta.
La lettera è anonima e curiosa come sono la apro. Do’ uno sguardo,questa è la scrittura di Rebecca. Perché mi ha scritto una lettera. A volte proprio non la capisco. Così mi affretto a leggerla.


Cara Adriana,
sto per dirti una cosa che cambierà tutto forse per sempre..
Sono partita,ovvero sono scappata,mi dispiace ma non ce la facevo più a stare qui.
Nessuno sa dove sono diretta,neanche i miei.
Mi mancherai tantissimo,scusami se sono partita senza salutarti,ma avrebbe peggiorato solo le cose. Ti voglio un bene dell’anima e per me sei come una sorella che non ho mai avuto. Ti starai chiedendo anche tu perché scappo. Scappo per realizzare il mio sogno. Non te ne ho mai parlato,avevo paura che tu mi prendessi per una sciocca illusa,ma voglio diventare una cantante e per farlo dovevo andare via di qui. I miei genitori sono sempre stati contrari a tutto ciò per questo anche sono andata via. Sei stata,sei e sono sicura che sarai la migliore amica di sempre,grazie di tutto,di tutto l’affetto che mi hai dato,grazie soprattutto di non avermi abbandonato come ho fatto io. Sono una pessima persona lo so,ma si fanno dei sacrifici nella vita per realizzare i propri sogno. Ti dico solo di continuare a credere nel tuo sogno. Non mollare MAI. Io continuerò a credere in te nonostante tutto e tu crederai in me? Un giorno magari ci rincontreremo. Non ti lascio nessun recapito telefonico,perché ci faremo solo del male entrambe e conoscendoti abbastanza,per il mio bene lo avresti dato ai miei genitori e mi avresti fatta rintracciare. Scusami. Baci.
Rebecca.
 
Oddio,sono in lacrime non riesco a smettere,butto a terra la lettera e corro fuori casa,non ho una meta precisa corro solo,devo sfogarmi. Sono felice lo stesso per lei,sono la sua migliore amica e voglio che stia bene e che realizzi il suo sogno,ma ho paura,paura di non rivederla mai più,paura che si dimentichi di me e soprattutto paura che le accada qualcosa di brutto. Lei è stata l’unica persona in tutta la mia vita che mi ha accettata per quella che sono,lei era la mia unica amica,non ne avevo di altre. Per me c’è sempre stata,era una persona fantastica e adesso credo di averla persa. Ma per la persona abbastanza ottimista che sono,spero di rivederla un giorno. Ha detto che vuole diventare una cantante,magari andrò ad un suo concerto. Ho finito di correre da un po’ e adesso sto girovagando un po’ in giro quando mi accorgo di essere arrivata fuori casa sua,vedo le luci accese e decido di entrare. Non riesco neanche ad immaginare come stiano i genitori. Lei era la figlia modello e adesso cosa penseranno di lei? 


Spazio autrici.
Salve ragazze!
Come prima cosa volevamo ringraziavi per tutte le 
recensioni lasciate al primo capitolo,e ringraziare
coloro che hanno messo la storia tra le 
seguite/preferite.

Passando al capitolo invece,
esso si concentra soprattutto sulle due lettere
scritte dalla protagonista e sui punti di vista della 
mamma e della migliore amica.
Spero tanto che vi sia piaciuto.
Beh che altro dire,se volete lasciate una recensione. c: 
Alla prossima!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** A new friend,maybe? ***


Chapter three.
‘A new friend,maybe?’

 

Punto di vista di Justin.

J:’Ciao zia,ci rivedremo presto,prometto che ti verrò a trovare anche l’anno prossimo,grazie mille per avermi ospitato.’ Dico cercando di essere più gentile possibile.
Z: ‘Va bene Justin,ricorda che qui sei sempre il benvenuto.’ Dice mentre mi stringe in un forte abbraccio.
Lei è mia zia Sarah la sorella di mia mamma,vive qui in Norvegia in una piccola cittadina vicino la capitale ed ogni anno d’estate la vengo a trovare anche perché adoro questo posto,è molto tranquillo.
Adesso sono diretto all’aereoporto per la seconda tappa del mio tour estivo,se così si può chiamare,vado a Londra a trovare il mio amico Rayan,è li per il college con sua sorella.
Sono appena arrivato fuori l’aereoporto,pago il taxi ed entro. Subito sento la voce metallica che annuncia l’ultima chiamata per il volo per Londra e inizio a correre.
 
Finalmente sono sull’aereo e siamo partiti da poco,affianco a me c’è una bellissima ragazza altro che quel brutto vecchio che avevo affianco durante il viaggio Toronto-Oslo. Puzzava anche,mi viene la nausea solo a ripensarci.
 
Punto di vista di Rebecca.

L’aereo è decollato da una decina di minuti,e più passa il tempo più mi sale l’ansia,in più c’è un ragazzo affianco che non la smette di guardarmi,ma che vuole?
Devo ammettere però che è davvero carino. Ad un tratto parla.
X: ‘Anche tu in viaggio da sola?’ mi chiede gentilmente.
R:’Si.’ Rispondo timidamente. Non ho mai parlato con gli sconosciuti.
X:’Comunque piacere io sono Justin.’ Dice presentandosi,porgendomi la mano. La stringo.
R:’Piacere mio,sono Rebecca.’
J:’Bel nome Rebecca,mi piace.’ Mi fa l’occhiolino e arrossisco.
J:’Come mai vai a Londra?’ Mi chiede. Quanta confidenza?
R:’Ero stanca di stare nella mia città..e tu? ‘ chiedo.
J:’Vado a trovare un amico,è li per il college.’
R:’ Capisco,di dove siete originari?’ Faccio così una domanda a caso,ormai ci ho preso gusto e in più ne approfitto dato che inizio ad annoiarmi a morte.
J:’Siamo Canadesi,tu invece?’ Mi chiede sorridendomi.
R:’Abito in Norvegia,ma sono per metà inglese,perché mia mamma lo è.’ Ricambio il sorriso.
 
Twenty minutes later.

Stiamo parlando del più e del meno da un po’,è un ragazzo davvero dolce e gentile,è diverso dagli altri,in senso buono,mi ha detto che i suoi genitori si sono separati quando aveva pochi mesi e che non è molto ricco per questo oltre ad andare a scuola,lavora. Non credevo si fidasse così tanto di me da dirmi queste cose,così decido anche io di parlargli un po’ di me,sento che con lui posso parlare tranquillamente senza essere giudicata,non so. Può sembrare strano perché lo conosco più o meno da una mezzora,ma è un bravo ragazzo. Inoltre ho bisogno di parlare con qualcuno.
 
R:’Justin?’ Richiamo la sua attenzione.
J:’ Dimmi.’
R:’Devo dirti una cosa.’ Dico abbassando la testa iniziandomi a torturare le  mani.
J:’ Cosa?’ Mi chiede un po’ preoccupato,così alzo la testa e  cerco di tranquillizzarlo con un sorriso.
R:’Io..ecco..io vado a Londra perché sono scappata di casa,adesso posso sembrarti una poco di buono che a sedici anni scappa di casa credendo di potersela cavare da sola,ma ho un motivo..’
J:’ Capisco,ti andrebbe di parlarne?’
Faccio cenno di si con la testa e inizio a raccontargli tutto,mentre gli parlo a poco a poco sento che mi si toglie un peso dal petto,mi sento più libera.
J:’ Allora dove alloggerai a Londra?’ Mi chiede curioso.
R:’ Io non ho un posto preciso,non ho prenotato nessun albergo. Una volta arrivata avrei cercato qualcuno che mi ospitasse,non so.’ Dico un po’ preoccupata.
J:’ Capisco..uhm.’
Lo vedo pensieroso,chissà a cosa pensa. Inizio ad essere paranoica,non va affatto bene Rebecca!
J:’Ho un’idea!’ Dice ad un tratto facendomi prendere un colpo. Poi continua.
J:’ Potresti venire a stare dal mio amico con me,il suo appartamento è molto granse e inoltre ha una sorella che abita li con lui e potreste diventare amiche,non so.’
R:’ Sicuro che sia un’ottima idea?Potrei essere d’intralcio e non voglio.’
Era senz’altro una bella idea,ma che potevo farci,se avessi dato fastidio? Poi non lo conosco nemmeno,comunque fatto sta che devo arrangiarmi e devo cogliere ogni occasione che mi ritrovo davanti.
 
J:’Posso chiamarlo per chiedergli che ne pensa appena scendiamo dall’aereo,che ne dici?’ mi chiede sorridendo.
R:’ Va bene. Grazie.’ Gli faccio un cenno di testa.
Questo ragazzo è davvero gentile. Strano che gli sconosciuti siano gentili. Di solito sono scorbutici,almeno secondo le mie passate esperienze.
R:’Ehi,io vorrei riposare un po’ ti dispiace?’ dico sbadigliando. Sono stanchissima,stanotte non ho dormito granché e inoltre questo pomeriggio prima di partire ho dovuto sbrigare alcune ‘faccende’ e sistemare meglio la mia roba.
J:’No,certo riposati,se vuoi puoi appoggiarti sulle mie gambe,starai più comoda,le poltroncine della classe turistica non sono un granché,tanto io non mi addormento.’ Mi dice arrossendo un po’. Aw è troppo dolce.
R:’Ehmm,va bene.’ Rispondo debolmente e mi sistemo.
Dopo un po’ mi addormento.
 
Punto di vista di Justin.
Questa ragazza è meravigliosa,soprattutto è coraggiosa,vista l’età,non che io sia vecchio,abbiamo solo un anno e mezzo di differenza niente di che. E’ dolce e simpatica e sento che di lei mi posso fidare. Mi va di darle una mano e cercherò di fare il possibile. Oltretutto è anche bellissima,è una ragazza semplice con occhi e capelli castani,ma ha un viso particolare che la rende bellissima. 



Spazio Autrice.
Salve ragazze!
Come prima cosa volevo scusarmi per il ritardo ABISSALE,
sono passate ben due settimane e mi dispiace da morire.
Comunque..come seconda cosa vorrei ringraziare tutti 
coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate
e soprattutto coloro che hanno recensito,non posso ancora crederci,
il secondo capitolo ha ricevuto ben 15 recensioni e il primo 16!!
Non potrei chiedere di meglio davvero.
Non ho altro da aggiungere,spero che questo capitolo vi piaccia.
PS: Se voltete lasc
ALLA PROSSIMA!!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2062406