Sì, voglio fare la scrittrice

di Una Certa Ragazza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lascia che il tuo sogno bruci ***
Capitolo 2: *** Arte Poetika ***
Capitolo 3: *** Myricae e vastità ***
Capitolo 4: *** Liberi versi liberi ***



Capitolo 1
*** Lascia che il tuo sogno bruci ***


Eccomi qui con un'altra raccolta! L'altra non è terminata, ma probabilmente non lo sarà mai: come dice Paul Valery "Una poesia non è mai finita, è solo abbandonata", forse vale anche per le raccolte...
Bene, dedico queste poesie alle mie amiche. Non dirò di loro che "sono le persone migliori che potessi incontrare", perchè questo non posso saperlo. Sicuramente se non le avessi incontrate sarei diversa da come sono adesso, e quindi la me di adesso deve loro moltissimo: il mio punto di vista sul mondo è stato in parte costruito da tutte le esperienze che abbiamo fatto insieme.
Grazie, ragazze, per esserci e per essere così maledettamente supportive di una povera scribacchina :)






Che il tuo sogno bruci


Lascia che il tuo sogno bruci
Non lasciartelo contare
Dal tempo e dal dolore
Lascia che ti faccia male
Come amore, come sale
Non proibirgli di essere ferita
È naturale addolorarti.
Lascia che il tuo sogno bruci
Che ti frantumi l’anima, che cresca
Se necessario a scapito di te.
Lascia che il tuo sogno bruci
Come in trappola tra sole e ghiaccio
Non aspettarti che la piaga si sani
Ma che il disegno sia meraviglioso.

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Capitolo 2
*** Arte Poetika ***


E' passato tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, amati lettori! Fiumi di statistica ci hanno diviso, deserti di fisica medica ci hanno allontanato.... per troppo tempo siete stati di là dal mare della biologia molecolare! (E rischierete di tornarci, se non mi deciderò a spegnere il computer e tornare al lavoro).
Insomma, dopo aver blaterato a vanvera, posto un'altra poesia. Mi è piuttosto cara, forse perchè non mi ha stufato e mi pare ancora significativa nonostante tutti gli anni passati da quando l'ho scritta. La maggior parte delle mie poesie non può vantare questo discutibile privilegio.
Il titolo è riferito alle poesie dei poeti maledetti, che erano piuttosto affezionati al tema dell'arte poetica. In particolare, prende spunto da A. Rimbaud.



Arte poetika

 

Un giorno descriverò una nota

L’infinito, il vuoto

Un sentimento senza corpo

Un batter d’ali, un ciglio

Un salto

E allora camminerò sull’orlo

E guarderò la vertigine negli occhi.

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Capitolo 3
*** Myricae e vastità ***


Ciao a tutti! Sono successe tante cose da quando ho aggiornato l'ultima volta, molte delle quali sono curiose e affascinanti ma dovranno aspettare un'altra sede.
Certo è che il quinto elemento, la sfiga, è sempre con me, ma per ora tutto sommato è una sfiga bella: grazie ad essa ho sempre un sacco di cose da raccontare, e di sicuro non mi annoio mai.
Lasciando questi discorsi poco significativi, avverto qui, come già fatto da altre parti, che ho finalmente concluso la mia prima multicapitolo (grazie al cavolo, era una raccolta di drabbles!) e ho iniziato a pubblicare un romanzo su EFP. Però ora la smetto di essere noiosa e di fare pubblicità gratuita perché ho rotto le scatole persino a me stessa, fate voi.
Peace and love a tutti quanti, anche se la Juve è stata eliminata dalla Champions.

NOTA al TITOLO: Myricae è anche una raccolta di poesie di Pascoli. In latino indica quelle pianticelle apparentemente insulse che si arrampicano sui muri delle case, e propio per questo ha - nel caso di Pascoli, di cui io sono solo una banale citazione - assunto il significato di "cosa di poco conto". Come a dire, la dignità delle cose semplici.






Myricae e vastità

 

Perché ti devo dire che poesia

È solo traccia scura sulla strada

È solo una parola sopra il vuoto

Che per un attimo ricorda che c’è un senso?

Poesia di certo è questo eppure è poco

Perché è profumo e ciottolo, è conchiglia

È pianticella piccola, è titano.

Perché devo decidere che il mondo

Sta tutto in una scatola da scarpe

Oppure è spazio solo del sublime

Si guarda da lontano in mezzo a un tuono?

Del mondo sono i grandi sentimenti,

La luce ed il ricordo di un’estate

La polvere su un viso e l’infinito.

Voglio spiar dal buco della porta

E allontanarmi e diventar distante.

Non posso rinnegare il mio sentire.

Pensare come posso da me stessa

Ma mentre annoto il vivere

Da sola porsi limiti, nessuno.

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Capitolo 4
*** Liberi versi liberi ***





Liberi versi liberi

 

Vorrei fuggire da questi versi liberi

Che fanno

Che vanno, volevo dire,

Su e giù

E non mi lasciano quietare.

Vorrei tornare alla vecchia metrica latina

Saperla fare!

Mi basterebbe solo una terzina

Dantesca,

Abbandonata in un cantuccio,

Qualcosa con cui tenere il tempo.

Un metro lirico

Per misurare pazzia e normalità, la vita.

E invece qualcuno

Ha perso il ritmo tempo fa e siamo

Una battuta avanti

O indietro.

Siamo tutti discordanti in uno splendore di lingue diverse,

di Babeli.

Meraviglioso, esauriente.

Un endecasillabo

Sarebbe un’ottima coperta.

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