Omicidio al chiaro di luna

di sunako91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** quinto capitolo ***



Capitolo 1
*** primo capitolo ***


Omicidio al chiaro di luna

Omicidio al chiaro di luna                   

 

Serata tranquilla. Pace profonda dopo giorni di tempesta. Il cielo notturno era pieno di stelle e la luna piena brillava, illuminando le strade buie e ogni via. Il vento spazzava leggero gli alberi della piccola piazza vicina, mentre qualche piccola foglia cadeva sull’asfalto della strada. Una macchina passò veloce per quella strada, trascinando con sé quelle foglie secche appena cadute. Si fermò poco dopo davanti ad una casa e, dopo aver suonato con il clacson, ne uscirono due ragazzi, pronti ad entrare in quella macchina. Scherzando e ridendo, erano diretti chissà verso quale meta. Forse una festa o in qualche discoteca, considerando l’orario. L’autovettura ripartì. Percorse il lungo rettilineo del quartiere per poi sparire nella curva a destra, diffondendo nell’aria quel fumo odioso. A che servono, allora, tutti quei cartelli con su scritto “Non inquinare l’aria”? Seguono dopo quella casa, altre di varie dimensioni. C’è chi ha le luci spente ormai a letto da un pezzo, o chi ancora alzato guarda la tv, o ancora c’è chi dorme stanco nel suo studio, dopo aver lavorato fino a tardi. Ed è proprio costui il poliziotto Stefano Torreggiani, chino sulla sua scrivania, tra mille fogli e vari documenti. Il vento aprì lentamente le finestre del suo studio. Quell’aria fresca entrò in quella stanza buia, illuminata solo da una lampada posta sulla scrivania. Spostando delicatamente le tende, quell’aria fresca sfiorò la pelle di Stefano Torreggiani, facendogli provare un brivido di freddo, tanto da fargli aprire gli occhi. Accortosi di essersi addormentato, si guardò in giro e, notando la finestra aperta, si alzò e la chiuse. Ritornò alla sua scrivania e prese uno dei tanti documenti su cui stava lavorando. Ogni documento riguardava lo stesso caso e lo stesso colpevole, ma diverse vittime. Erano già tre settimane che lui e la sua squadra indagavano per scoprire chi fosse il colpevole di tutti gli omicidi successi. Dalle loro indagini, emerse il sospetto che l’assassino sceglieva bene la sua vittima e come ucciderla senza lasciare tracce. Le vittime erano sempre ragazze giovani e belle, uccise in modo diverso e in luoghi diversi. Piano perfetto per non essere scoperti. Guardò i documenti riguardanti le vittime e, vedendo le loro foto, si intristì pensando a quanto erano giovani e a quanta vita avevano davanti. Questo gli diede la carica di portare ancora avanti questo caso e trovare il colpevole che si diverte così tanto a massacrare le sue vittime. Si alzò dalla scrivania e andò a letto, pensando al duro lavoro che lo avrebbe aspettato domattina.

L’ufficio era pieno di agenti in divisa e commissari, tutti immersi nel proprio lavoro. Torreggiani si diresse al suo ufficio, salutando i vari colleghi che incontrava. Seduto alla sua scrivania, venne raggiunto dalla sua collega Nadia Orsani con in mano dei documenti, pronta a spiegargli le ultime scoperte sulla loro indagine, avuta dal laboratorio, su del sangue trovato nell’appartamento della vittima.

 

Orsani – Ciao… disturbo? –

Torreggiani – No no entra pure –

Orsani – Che brutta cera che hai… –

 Torreggiani – Ieri sera ho lavorato fino a tardi. Questo caso mi sta distruggendo. Hai avuto i risultati dal laboratorio? –

Orsani – Si. Sono venuta qui per questo. Purtroppo il sangue è della vittima… –

Torreggiani – Anche questa volta, nessuna traccia dell’assassino!! Maledizione!!

 

Pensavano quindi che quel sangue potesse essere dell’assassino e questo poteva essere un buon indizio per smascherarlo, ma il laboratorio, che l’aveva analizzato, smentì questa loro convinzione perché il sangue apparteneva alla vittima. Non c’erano dubbi. Ogni omicidio veniva fatto in modo perfettamente perfetto. Non venivano trovati né sangue né impronte digitali appartenute all’assassino, nessuna traccia. Si trovavano di fronte a un signore del crimine, un vero esperto. Ma questo non li faceva perdere le speranze. Erano sempre attenti a trovare anche un piccola traccia per trovarlo e fermare questi omicidi. Mentre ne parlavano, arrivò all’improvviso nell’ufficio Roberto Orlandi con la notizia di un nuovo omicidio.

 

Orlandi – Venite! Abbiamo un nuovo omicidio!!

 

Arrivati sulla scena del crimine, Torreggiani si chinò e guardò attentamente la vittima, trovata in un parco da una coppia che passava di lì. La vittima indossava una tuta. Sicuramente si trovava in quel parco per correre e fu sorpresa dal suo assassino.

 

Orsani – La vittima ha dei segni intorno al collo. Causa della morte: strangolamento! –

Torreggiani – Le sue unghie sono state tagliate, questo spiega tutto questo sangue… –

Orlandi – Perché mai l’assassino dovrebbe tagliare le unghie della vittima??

Torreggiani – Sicuramente la vittima voleva difendersi in qualche modo… quindi usò l’unica arma a sua disposizione. L’ha graffiato e lui, una volta uccisa, le ha tagliato le unghie, in modo che noi non potessimo individuare dei residui di pelle. Troppo ingegnoso… –

  

Quando ormai Torreggiani perse ogni speranza di trovare qualche traccia, Roberto Orlandi lo chiamò, perché aveva trovato nei capelli della vittima una traccia che gli diede di nuovo la speranza: un capello corto e di diverso colore da quelli della vittima. I capelli della vittima erano biondi, mentre questo era nero.

 

Torreggiani – Portalo subito in laboratorio e fallo analizzare!!

Orsani – Subito!!

 

Questa volta l’assassino aveva fatto un errore, perché questo capello, analizzato in laboratorio, apparteneva a un uomo di nome Tommaso La Rosa. Avendo l’indirizzo della sua abitazione e un mandato di perquisizione, la squadra di Torreggiani si precipitò da questo loro indiziato. La sua abitazione non era proprio una casa, ma una roulotte situata in un quartiere messo piuttosto male. Torreggiani bussò alla porta che venne aperta da un uomo sui quarant’anni. La sua attenzione venne attirata da alcune ferite sulle mani.

 

Torreggiani – Tommaso La Rosa??

Uomo – Si sono io. Cosa volete??

Torreggiani (mostrando il suo distintivo) – Polizia. Abbiamo un mandato di perquisizione. Ci faccia entrare! –

 

L’uomo non voleva perché secondo lui non aveva niente a che fare con le loro indagini e con l’omicidio di qualcuno; ma Torreggiani non aveva minimamente nominato che questa perquisizione era per un omicidio. Rinfacciando questo, l’uomo rimase in silenzio, facendoli passare. Torreggiani e Orsani entrarono nella roulotte, mentre Orlandi rimase con l’uomo. I due nella roulotte, indossarono i guanti di plastica per cercare qualche indizio, ma non era per niente facile trovare qualcosa, perché all’interno tutto era in disordine: lattine di birra sparse da tutte le parti, piatti sporchi nel lavandino e vari oggetti in disordine. Da questo punto di vista, si poteva capire subito che l’uomo viveva da solo. L’odore, poi, non era dei migliori, quindi cercarono di sbrigarsi. Nella cucina non c’era niente. Torreggiani entrò nella camera da letto e lì aprì l’armadio, trovandoci solo vestiti. Vide poi un cassetto socchiuso. L’aprì e vi ci trovò una corda. La prese e la mise in una busta per analizzarla se era la stessa che l’assassino aveva usato per strangolare la vittima. I due uscirono dall’abitazione e Torreggiani ordinò all’uomo di seguirlo in centrale per interrogarlo.

Torreggiani ordinò all’uomo di aspettare fino a quando non fossero arrivati i risultati dal laboratorio. Dopo qualche ora, arrivò la notizia che la corda trovata nell’abitazione del sospettato coincideva con quella usata dall’assassino.

 

Torreggiani – Abbiamo trovato questa corda nella sua roulotte che risulta essere l’oggetto con cui è stata uccisa la nostra vittima. Hai qualcosa da dire??

Uomo - …….-

Torreggiani – Sei stato tu ad ucciderla??

Uomo - ……-

Torreggiani – Ogni traccia trovata si riconduce a te. Perfino il capello trovato nei capelli della vittima. Tutto questo parla chiaro. Sei tu l’assassino!! Allora??

 

L’uomo non aveva nessun interesse alla discussione, anzi aveva un sorriso stampato in faccia, come se fosse felice di aver fatto quell’omicidio e di sentirsi importante, di avere l’attenzione tutta su di sé. Può essere questo il motivo di tutti quei omicidi?

 

Torreggiani – Non hai proprio niente da dire??

Uomo – Come sta sua moglie?? So che siete divorziati… Ha anche un figlio, vero??

Torreggiani – Come sai questo??

Uomo -  ….. –

 

L’uomo non rispose a nessuna delle sue domande. Sorrideva solamente. Torreggiani decise quindi di terminare questo interrogatorio e ordinò al suo collega Giorgio Bernardi di arrestarlo. Gli mise quindi le manette, accompagnate dalle solite parole pronunciate nel momento di un arresto: “Ti dichiaro in arresto per omicidio. Ogni cosa che dirai dovrà essere in presenza del tuo avvocato…”. Quando l’uomo venne portato fuori, Orsani si avvicinò a Torreggiani, sorridente per aver preso finalmente il loro assassino; ma Torreggiani non era per niente felice. Sentiva che c’era qualcosa ancora sotto. Dopo tutti quei omicidi e la difficoltà a trovare tracce, quest’arresto gli sembrò troppo facile da far chiudere definitivamente il caso. Torreggiani pensava al suo comportamento silenzioso e fiero. Perfino nel momento in cui è stato arrestato, l’uomo non si ribellò. Sarà forse un pentimento? No, non può essere. Un uomo che ha ucciso un sacco di ragazze non può pentirsi così all’ultimo momento. Torreggiani aveva un brutto presentimento. Era come se non avevano ancora risolto nulla. Cosa sarebbe successo adesso?

 

 

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Capitolo 2
*** secondo capitolo ***


Il poliziotto entrò nel suo ufficio

Il poliziotto entrò nel suo ufficio. Seduto alla sua scrivania, ripensava al comportamento di quell’uomo, ma soprattutto alle sue uniche parole. Domande su sua moglie e su suo figlio. Com’era a conoscenza del loro divorzio? Perché poi ne sembrava interessato? In quel momento ricordò l’immagine di sua moglie Daniela e suo figlio Nicola. Erano ormai mesi che non li vedeva per via del divorzio. Tutto questo a causa sua. Sua moglie l’aveva scoperto, infatti, nel suo ufficio con la sua collega Orsani. Questa loro storia era nata da poco e durò anche poco, perché al momento del divorzio con la moglie, Torreggiani chiuse anche quella storia con la sua collega, dimenticando ogni cosa. Ogni volta che pensava a tutto ciò, desiderava tornare indietro per non ricadere in quell’errore e continuare a vivere con la sua famiglia, oramai spezzata e priva di felicità. Quei suoi ricordi vennero poi fermati dall’arrivo della sua collega.

 

Orsani – Sei ancora qui… Pensavo che te ne fossi già andato! –

Torreggiani – No, resto ancora un po’ –

Orsani – Dimmi, stai pensando a tua moglie, vero? Quell’uomo te l’ha fatta ricordare! –

Torreggiani – Si ma non è niente. Non ti preoccupare! –

Orsani – Invece si che mi preoccupo!! La colpa è stata mia per tutto quello che è successo!!

Torreggiani – Smettila!! Non aggiungere più altro!! Non è stata solo tua la colpa, anzi è stata solo mia!! Non dovevo tradirla!! Scusa, ma ho bisogno di stare solo… –

 

Torreggiani uscì veloce dal suo ufficio. Entrò in macchina e partì veloce, senza una meta precisa. Era già sera e la città era ormai illuminata dai vari lampioni. Anche quella sera nel cielo c’era la luna piena. Torreggiani gli diede uno sguardo fugace dal vetro della sua macchina per poi puntare lo sguardo sulla strada e sulle varie macchine che arrivavano dal lato opposto, con i loro fari accecanti. Tornato a casa, mise in forno la sua cena. Questo ormai era il suo pasto: cibi congelati pronti dopo averli riscaldati in forno. Ormai era da tanto che doveva mangiare qualcosa di veramente buono, come la cucina di sua moglie. Seduto sulla poltrona, fumava una sigaretta. Non lo faceva da anni. Aveva iniziato dopo il divorzio. In quell’attimo regnava un silenzio come se non ci fosse nessuno in quella casa. Quella casa in cui prima c’era amore, calore, abbracci, baci, giochi, una famiglia insomma. Ora invece quelle quattro mura racchiudevano solitudine e lunghi silenzi. Dopo aver cenato, si buttò stanco sul letto, prendendo subito il sonno, come per cercare per un attimo un po’ di tranquillità, lontano da tutti quei problemi, lontano da questo mondo crudele fatto solo di persone ipocrite che vogliono distruggere il bene delle altre persone, diffondendo in tutti il male. Voleva continuare a vivere quel sogno iniziato qualche anno fa e bloccato poi da un suo errore. E così ogni notte, chiudendo gli occhi, immaginava lui e sua moglie che passeggiavano felici, seguiti dal loro piccolo Nicola. Quella notte, però, questo sogno venne bloccato dal suono del telefono. Torreggiani si svegliò di colpo. Accese la lampada vicina e guardò l’orario: le 03:00. Chi potrà essere a quest’ora? Con gli occhi ancora assonnati, si alzò per andare a rispondere.

 

Torreggiani – Pronto? –

Orlandi – Stefano vieni presto! C’è stato segnalato un altro omicidio! –

Torreggiani – Sei tu… ok arrivo subito… Ciao! –

 

Quella telefonata l’aveva risvegliato e, capendo la gravità della situazione, corse a prepararsi. Venti minuti dopo era già in macchina, pensieroso su questo nuovo omicidio. Come poteva accaderne un altro? Non aveva forse catturato l’assassino? Possibile che quella notte era scappato dalla sua cella? Le risposte poteva averle solo raggiungendo la sua squadra sulla scena del crimine e analizzarne i fatti. Ed ecco che dopo un paio di minuti di macchina, Torreggiani arrivò sul posto. Questa volta l’omicidio era stato operato in una stanza d’hotel. L’hotel in questione era l’Hotel Paradise, il più elegante e costoso nella città. Il posto era pieno di poliziotti e ficcanasi raggruppati, pronti a vedere e sapere ogni cosa. Torreggiani entrò, passando oltre la striscia gialla di delimitazione, sotto gli sguardi di quella gente. Un poliziotto gli fece strada, portandolo al quinto piano e indicandogli poi la stanza dove era avvenuto l’omicidio. Entrando, gli si presentò il cadavere di una giovane ragazza, stesa in un mare di sangue.

 

Torreggiani – allora… chi abbiamo qui??

Orsani – il suo nome è Alice Gentile, 20 anni. È stata trovata morta dalla sua amica… -

Torreggiani – e ora dov’è??

Orlandi – Giorgio la sta interrogando…-

Torreggiani – ok… causa della morte della vittima??

Orlandi – colpo d’arma da fuoco… –

Orsani – c’è un foro proprio sulla fronte… ma non c’è la pallottola

Orlandi – è qui nel muro. Il proiettile ha attraversato tutta la scatola cranica. È morta sul colpo dunque… -

Torreggiani – una morte che non lascia scampo!!

 

Intanto arrivò il loro collega Bernardi dopo aver interrogato la ragazza, spaventata per il ritrovamento dell’amica morta. Bernardi iniziò a raccontare ogni cosa, su come è avvenuto il fatto.

 

Bernardi – Allora la ragazza dice che questa sera lei e la vittima erano state invitate ad una festa nella discoteca all’ultimo piano. Durante la serata si sono allontanate per prendere una boccata d’aria. Si sono fermate davanti una finestra nel corridoio, e lì hanno fatto la conoscenza di due uomini. Tutti e quattro sono andati a prendere qualcosa da bere al bar e, poco dopo, la ragazza ha visto la vittima allontanarsi con uno dei due uomini, mentre lei è rimasta a chiacchierare con l’altro. Dopo essersi salutata con l’uomo, è salita nella sua stanza e ha trovato la nostra vittima. Questo è tutto ciò che mi ha riferito… -

Torreggiani – ok! Se ne avremo bisogno la richiameremo. Ora mettiamoci a lavoro. Non dobbiamo tralasciare nessuna traccia!! Dobbiamo trovare qualsiasi cosa!! Fate analizzare questo sangue, la pallottola, il corpo della vittima e analizzate tutta la stanza!! Dobbiamo assolutamente avere delle prove!!! Dobbiamo fermare questo assassino!! Avete capito??

 

I tre si misero subito a lavoro. Torreggiani uscì dall’albergo e entrò nella macchina, pronto a dirigersi al suo ufficio per sapere se l’uomo arrestato era fuggito o si trovava ancora lì. Arrivato, seppe che l’uomo non era fuggito e così lo chiamò per interrogarlo. L’uomo aveva ancora quel sorriso fiero, orgoglioso; ed era proprio questo sorriso che faceva infuriare Torreggiani. Era come se l’uomo in quel modo giocava, si divertiva, prendendo in giro i protagonisti, cioè Torreggiani e la sua squadra.

 

Torreggiani – Questa notte è stata uccisa un’altra ragazza!! Una ragazza di 20 anni!! So che sai, quindi parla!!

Uomo - ………. –

Torreggiani – Perché non dici niente?? Ti diverte tutto questo?? Tutto questo è per caso un gioco per te? –

Uomo – Gioco… Questa è la parola adatta!! Ahahaahahh!! Siete così stupidi… Indagate per ogni omicidio come se la soluzione si trovasse dietro l’angolo… ma so che tu, Stefano, sei intelligente, quindi ti propongo di giocare con me… -

Torreggiani – Giocare?? Non ci penso minimamente!!

Uomo – Bene… allora sappi che molte ragazze moriranno… -

Torreggiani – Mi stai forse dicendo che se io non partecipo a questo gioco, molte ragazze saranno uccise??

Uomo – Wow!! L’hai capito!!

Torreggiani (prendendolo per il bavero della maglia)  – Stammi a sentire!! Non farò nulla di tutto ciò!! E poi hai per caso dimenticato che tu sei chiuso qui?? Ti ho preso, sei nelle mie mani e potrei ucciderti quando e come voglio!!

Uomo – Uccidermi non fermerà questi omicidi!! E comunque non hai forse dimenticato che io sono rimasto tutto il tempo qui e non ho potuto uccidere nessuno??

Torreggiani – Tu non lavori da solo, vero??

Uomo – Ahahahha!! Wow mi congratulo con te!! Hai capito anche questo!!

Torreggiani - ……… -

Uomo – Allora hai un’unica possibilità: giocare!! Se non lo farai sappi che ci saranno molte vittime!! Se decidi di uccidermi, sappi che i miei non smetteranno di compiere omicidi… La scelta è tua, Stefano!!

 

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Capitolo 3
*** terzo capitolo ***


Molte persone si preoccupano, sono agitate, nervose per molti problemi, che alla fine hanno tutti

Molte persone si preoccupano, sono agitate, nervose per molti problemi, che alla fine hanno tutti. Sono sempre gli stessi problemi, e se, agli occhi degli amici, non sono importanti o non serve agitarsi perché alla fine questi problemi non sono particolarmente gravi, tutti si preoccupano lo stesso. Questo perché questi problemi avvengono nel nostro presente, infatti se in futuro si ricordano, non hanno mai la stessa importanza che hanno nel presente. Stefano Torreggiani si trovava invece in una situazione diversa da tutto ciò. Il problema questa volta non riguardava una sola persona, ma riguardava la vita di tutti. Se egli poi accettava questa proposta, doveva prendersi la responsabilità di tutti, perché a un suo solo piccolo errore, poteva perdere questo cosiddetto gioco e rischiare la vita di molti. La decisione dunque era solo la sua. Rimase così in silenzio per riflettere sul da farsi, mentre l’uomo, dinnanzi a lui, sorrideva, come se sapeva già la sua risposta ed era pronto con altri dei suoi piani. Passarono pochi minuti e Torreggiani gli diede la risposta.

 

Torreggiani – Ok ho deciso, parteciperò a questo tuo gioco… -

Uomo – Bene!! Ottima decisione, proprio quella che speravo!! Ora devi solo scoprire la mia prossima vittima… Non serve a niente indagare sull’ultimo omicidio, perché la tua squadra non troverà nessuna traccia, e questo tu lo sai benissimo… Non ne avete mai trovato… -

Torreggiani – Questo è vero, ma ti ricordo che una traccia l’abbiamo avuta e con essa abbiamo preso te!!

Uomo – Ahahhahahh!! Tu credi davvero che uno come me avrebbe fatto l’errore stupidissimo di lasciare un suo capello in quelli della vittima?? E poi quello di non sbarazzarsi dell’arma??

Torreggiani – Non dirmi che l’hai fatto… -

Uomo – Proprio così!! L’ho fatto di proposito perché ero sicuro che mi avresti preso, e poi volevo, una volta incontrati, proporti il mio gioco. È andato tutto secondo il mio piano… –

Torreggiani – Complimenti… sei molto ingegnoso, anzi di questo me ne sono reso conto con i primi omicidi. Però sono sempre con la convinzione che il crimine perfetto non esiste!! Ogni assassino, anche il più abile, può commettere un errore che gli costerà molto… -

Uomo – Sei molto perspicace, ma sappi che da ora il tuo destino e quello di molti è già segnato e alla fine dovrai fare una scelta… -

Torreggiani – Quale scelta??

Uomo – Devi capirlo da solo… -

 

Domande e risposte. Destino o fato. Vivere o morire. Paura. Mistero. Voglia di giustizia. Lotta. Tutto ciò vive non solo in Torreggiani ma in tutti coloro che devono rischiare la propria vita e salvare quella dell’altro.

Torreggiani si trovava nel suo studio. Seduto sulla sua poltrona, con lo sguardo perso, rivolto verso la finestra, pensieroso, pronto a cercare una soluzione!! Aveva preso la responsabilità su tutti, quindi doveva stare attento a quello che gli si presentava davanti, riflettere su ogni decisione da prendere. Si trovava proprio sull’orlo di un baratro, una situazione che con un minimo errore poteva scatenarsi l’inferno, qualcosa che l’avrebbe avuto sulla coscienza per molto tempo. Interruppe i suoi pensieri l’arrivo di Nadia Orsani, che aprì violentemente la porta del suo ufficio, in cerca di risposte.

 

Orsani – Perché hai fatto concludere il caso??

Torreggiani – Nadia… -

Orsani – Perché ci hai fatto concludere le indagini?? Non eri forse tu quello che diceva di trovare e trovare prove?? Perché questa decisione tutto a un tratto??

Torreggiani – Scusa, hai ragione, ma ora dobbiamo affrontare un'altra questione… Dove sono Roberto e Giorgio??

Orsani – Di là, che aspettano risposte come le voglio io!!

Torreggiani – Le avrete, quindi spostiamoci nell’altro ufficio. Chiama anche Roberto e Giorgio!!

 

Torreggiani si alzò dalla sua scrivania, mentre la Orsani uscì dal suo ufficio per chiamare Orlandi e Bernardi. I quattro entrarono in una stanza molto più grande delle altre, che veniva usata per le riunioni importanti. Un grande tavolo era situato al centro, c’era anche una lavagna, una televisione e vari mobili. La stanza era colma di silenzio. Nessuno proferiva parola. Tutti e tre aspettavano che Torreggiani iniziasse a parlare, mentre egli, nella propria mente, cercava le parole adatte per spiegare una situazione così delicata. Ed ecco che, dopo un paio di minuti, Torreggiani iniziò a parlare, raccontando per filo e per segno ciò che era successo poco prima. I suoi colleghi lo ascoltavano in silenzio e ad ogni sua parola, essi si rendevano conto del perché egli aveva concluso quel caso. Quando poi finì il suo discorso, Torreggiani si rivolse a loro con una semplice domanda, sperando poi che la loro risposta fosse positiva.

 

Torreggiani – Questo è tutto. Voi potete pensarla come volete, ma sono stato costretto a prendere questa decisione. Allora, siete con me??

Rimasero un attimo in silenzio per riflettere, e questo silenzio aveva fatto credere che la loro risposta fosse contraria alla sua, ma poi fu Orlandi a rompere quel silenzio.

 

Orlandi – Come puoi chiederci se siamo con te?? Certo che siamo con te!! Siamo una squadra, sei tu quello che prende le decisioni e comanda e noi ti dobbiamo seguire!!

Bernardi – Hai ragione!! Siamo una squadra e la squadra è più forte di un singolo. Quattro persone riescono a lavorare meglio di una sola!!

Orsani – Già è vero!! Scusa se me la sono presa con te, dovevo prima chiederti il motivo e non reagire in quel modo… -

Torreggiani – Non preoccuparti. Avrei reagito anche io in quel modo. Bene, io direi di iniziare subito con il lavoro!!

Orlandi – Scusa, ma come si fa a prevenire un omicidio??

Torreggiani – Dovremo innanzitutto analizzare tutti gli omicidi. Trovare un qualcosa che li collega, qualcosa per cui le vittime hanno in comune, e poi, capendo ciò, potremo capire chi saranno le prossime vittime!!

Orsani – Ottima pensata!!

Torreggiani – Bene, se siamo tutti d’accordo, iniziamo subito!!

 

Bernardi e Orlandi iniziarono a controllare le cartelle delle prime vittime, cercando un qualcosa che li accomuna, cosa per niente facile e veloce.

 

Orlandi – Allora, qui abbiamo Giulia Greco 20 anni, trovata morta in una piscina. Causa della morte annegamento…-

Bernardi – Secondo caso, Chiara Amato 20 anni, trovata morta nel suo appartamento. Causa della morte: colpo alla testa… -

Orlandi – Terzo caso, Anna Bianchi 20 anni, morta sul colpo dopo essere precipitata dal suo balcone… -

Bernardi – Quarto caso, Teresa Rossi 20 anni, morta per strangolamento… -

Orlandi – Ultimo caso, Alice Gentile 20 anni causa della morte colpo d’arma da fuoco… -

Bernardi – A prima vista possiamo dire che la cosa che accomuna ogni vittima sono gli anni… -

Orlandi – Già, ma mi sempre troppo semplice da capire. Gli assassini scelgono bene ogni loro vittima e cercano sempre di svolgere un omicidio perfetto, in modo da non farsi scoprire. Se un assassino sceglierebbe la propria vittima secondo gli anni, non sarebbe mai un omicidio perfetto. L’omicidio perfetto è quello quando l’investigatore non riesce a trovare il modo per incastrare il colpevole, tanto che è stato così ingegnoso e calcolatore da non sbagliare nulla e da far impazzire l’investigatore che non riesce a trovarlo!!

Bernardi – Sei davvero molto informato… -

Orlandi – Non dirmi che non guardi neanche un telefilm su questo?? E poi è anche il tuo lavoro… Devi ancora imparare molto tu… -

 

Torreggiani entrò nella stanza, seguito dalla Orsani, che teneva tra le mani vari moduli riguardanti la vita privata delle loro vittime.

 

Torreggiani – Avete scoperto qualcosa voi??

Orlandi – Per ora ancora niente. Da questi documenti possiamo solo dire che le vittime avevano la stessa età. Tutto il resto sono una diversa dall’altra per quanto riguarda il loro lavoro, il fisico, il colore dei capelli… -

Torreggiani – Solo questo non basta . Dovremo guardare anche questi moduli… -

 

Iniziarono quindi questa ricerca disperata, riflettendo su qualsiasi dettaglio e confrontarlo con un altro. Dopo quasi cinque ore di duro lavoro, Orlandi e Bernardi fecero una pausa, appisolandosi sul divano vicino. La Orsani si allontanò un attimo per prendere qualcosa da bere, mentre Torreggiani era ancora immerso in quel duro lavoro, non preoccupandosi della sua stanchezza e dell’orario. Sfogliava e leggeva moduli su moduli senza fermarsi, fino a quando poi si fermò, portandosi le mani sulla faccia, stanco per aver lavorato tutta la giornata. La Orsani entrò di nuovo nell’ufficio e si avvicinò a Torreggiani.

 

Orsani – Stefano fermati un attimo, riposati!! Se sei stanco non potrai continuare!!

Torreggiani – No non posso farlo!! Devo continuare! Quel pazzo potrebbe far commettere un omicidio anche domattina!!

Orsani – Ma non vedi che non riesci a tenere neanche gli occhi aperti??

Torreggiani – Si hai ragione. Mi riposerò per qualche minuto… -

 

Torreggiani si coricò sul divano vicino, chiudendo gli occhi. La Orsani accese la televisione, posizionandola sul canale dove veniva trasmesso il telegiornale di quell’ora, mantenendolo a volume basso. Il telegiornale stava trasmettendo notizie politiche riguardanti le elezioni vicine. Un giornalista diceva che uno dei politici aveva ritirato la sua candidatura, a causa della morte della figlia. Torreggiani sentendo questa notizia, aprì gli occhi, ascoltando più attentamente quel fatto. Quando poi il giornalista fece il cognome di questo politico, Torreggiani si alzò di scatto, perché era lo stesso di una delle ragazze.

 

Torreggiani – Rossi?? Può essere che… -

Orsani – Che hai scoperto??

Torreggiani – Hanno appena detto che il ministro Rossi si è ritirato perché è morta sua figlia… è sua figlia è proprio una delle nostre vittime. Che lavorano fanno i padri delle altre vittime??

Orsani – Amministratore, giudice, avvocato, sindaco… -

Torreggiani – Tutti lavori importanti quindi… questo sarà ciò che li accomuna!! I loro padri sono gente importante e famose. Dobbiamo capire chi è la prossima!!! Presto cerca quale politico ha una figlia di 20!! –

Orsani – Subito!!!

Torreggiani – Se la mia supposizione è esatta, abbiamo trovato la ragazza!!

Orsani – Ok!! C’è un solo politico che ha una figlia di 20. Il suo nome è Claudia Manfredi… -

Torreggiani – Bene bel lavoro!!!

 

Torreggiani uscì subito dall’ufficio, per andare subito da quell’uomo e riferirgli ciò che aveva scoperto, e sapere poi se aveva vinto questo “gioco”. Torreggiani gli raccontò tutto e l’uomo, dopo averlo ascoltato, scoppiò in una risata, come per far capire che quella era la prima cosa e che ce ne sarebbero state altre.

 

Uomo – Ahahhahahh!! Complimenti hai capito in fretta!! Pensavo che ci avresti impiegato più tempo!!

Torreggiani – Non è stato facile infatti… Ora la finirai con questi omicidi vero?? –

Uomo – Finirla?? È ancora l’inizio del gioco… -

 

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Capitolo 4
*** quarto capitolo ***


Torreggiani si trovava nel suo studio e pensava alle ultime parole di quell’uomo

Torreggiani si trovava nel suo studio e pensava alle ultime parole di quell’uomo. Questo gioco non era per niente finito. Cosa poteva accadere ora?? Quell’uomo così tanto calcolatore e pianificatore poteva escogitare qualsiasi cosa, quando, come e dove voleva. Ora il poliziotto non sapeva davvero che pesci prendere. Non aveva nessun indizio a sua disposizione. Solo una frase del nemico. Un avvertimento da spingerlo a stare attento a tutto, perché, in un secondo, poteva far causare il caos più totale. Ormai conosceva bene quell’uomo, la sua capacità di far realizzare tutto quello che desiderava. Un pazzo con scopi omicidi da allontanare da una società. E quest’uomo era capitato proprio sulla sua strada. Per la prima volta Torreggiani, che aveva sempre saputo cosa fare in momenti delicati come questi e aveva sempre trovato una soluzione a tutto, non sapeva che fare. Non riusciva a pensare a niente, a nessuna strategia per fermarlo. Mentre pensava a tutto ciò, entrò nel suo ufficio la Orsani che rimase in silenzio, fissandolo per poi parlargli, capendo i suoi pensieri.

 

Orsani – Cosa intendi fare ora??

Torreggiani - ……..-

Orsani – Senti, forse dovresti… -

Torreggiani – Non ho bisogno di suggerimenti su ciò che devo fare!! Sono io quello che deve prendere le decisioni!!

Orsani – Ok, come vuoi, volevo solo darti una mano… ma visto che non vuoi nessun aiuto, fai tutto da solo… -

Torreggiani – Scusa, non ce l’ho con te. Il fatto è che non riesco a trovare una soluzione… Abbiamo scoperto quella che doveva essere la sua vittima, ma ora siamo di fronte a qualcosa che non possiamo cercare come prima, ma dobbiamo solo aspettare una sua mossa. E questo è proprio il problema. Ciò che mi fa rabbia!!! Può accadere di tutto senza che noi possiamo fare qualcosa… -

Orsani – Hai ragione su questo, ma non devi dimenticare che tu hai salvato la vita a una ragazza. Se non avresti capito chi era questa vittima, questa sarebbe morta ora!!! Quindi non ti abbattere come se non hai concluso niente di buono!! –

Torreggiani – Forse avrò salvato la vita di una ragazza, ma non ho fermato l’assassino!!

 

La Orsani era sempre preoccupata per lui. Quando lui aveva qualche problema, lei era sempre pronta a chiedergli la causa dei suoi problemi e dargli un aiuto, per non vederlo sempre in quello stato, preoccupato e abbattuto, perché in fin dei conti, lei lo amava veramente, anche dopo quello che era successo con sua moglie. Solo che lui aveva preferito chiudere ogni rapporto, non pensando alla realtà dei suoi sentimenti. Lei non preferì dirgli niente per non complicare di più le cose e, preferì dunque, tenersi tutto dentro.

Arrivò poi all’improvviso Orlandi con in mano il telefono.

 

Orlandi – Stefano!!! Una telefonata per te!! Presto!!

Torreggiani – Pronto??

// - Ahahahaahahh!!

Torreggiani – Chi sei??

// - Non importa chi sono!! Ti ho chiamato per dirti che ho qui con me qualcuno molto importante per te… -

Torreggiani – Che cosa intendi??

// - Ahahahaahha!!

Torreggiani – Parla!!

// - Ho qui tua moglie e tuo figlio… -

Torreggiani – Che cosa??

// - Se non ci credi, senti con le tue orecchie!!

Daniela – Stefano!!

Nicola – Papà!!

Torreggiani – Daniela!!! Nicola!! –

Daniela – Ti prego vieni a salvarci!!!

Nicola – Papà ho paura!!

// - Credo che tu abbia ascoltato abbastanza… -

Torreggiani – Ehi tu!! Lasciali andare!! Se gli tocchi un solo capello io… -

// - Calma!! Calma!! Non gli abbiamo fatto niente… ma se li vuoi rivedere, dobbiamo scendere a un compromesso… -

Torreggiani – Cosa vuoi?? Soldi??

// - Niente di tutto ciò, anche se la cosa mi alletta… comunque ti propongo uno scambio… -

Torreggiani – Quale scambio??

// - Se vuoi rivedere tua moglie e tuo figlio, devi ridarci il nostro capo!!!

 

Torreggiani rimase un attimo in silenzio, ma subito dopo diede la sua risposta. Questa volta non c’era il tempo per riflettere!! Egli avrebbe fatto qualsiasi cosa per riavere salva la sua famiglia!!

 

Torreggiani – Ok!! Lo lascerò libero… -

// - Bene! Ci vediamo questa sera alle 23 vicino la benzina sull’autostrada Salerno Reggio Calabria!!

 

Tu-tu-tu-tu-tu-tu

Torreggiani sentì dentro le sue orecchie il suono del telefono appena chiuso da quell’uomo. Lo chiuse e si alzò dalla sua sedia, più furioso che mai!! Con passò veloce, si diresse verso Tommaso La Rosa, che si trovava nella sua cella, coricato sul letto. Torreggiani entrò dentro la sua cella e lo prese dal bavero della maglia.

 

Torreggiani – Tu!!! Hai dato l’ordine ai tuoi uomini di rapire la mia famiglia!! Per questo mi avevi chiesto di loro!! Allora?? 

La Rosa – Tu cosa pensi??

Torreggiani – Maledetto!!!

 

Torreggiani gli diede un pugno in pieno viso, facendolo cadere per terra. Quando stava per sferrare un altro pugno, venne bloccato da Orlandi e Bernardi.

 

Orlandi – Stefano!! Vuoi calmarti?? Smettila!! Questo non è l’atteggiamento giusto!!

Bernardi – Se vuoi che salviamo la tua famiglia, devi stare prima calmo e poi agire di conseguenza!!

Torreggiani – Ok, ok mi calmo… vado un po’ fuori a prendere una boccata d’aria…-

 

Torreggiani uscì dalla cella e, arrivato nel corridoio, salì le scale, per poi ritrovarsi davanti una porta. Era la porta che portava sulla terrazza. L’aprì e la richiuse alle spalle. Camminando a passo lento, raggiunse la ringhiera. Si sporse in avanti, appoggiandosi, e guardò di sotto tutte quelle macchine in movimento, tutte quelle persone con i loro affari da sbrigare. Anche Torreggiani aveva degli affari che però doveva sbrigare quella sera.

Si alzò improvvisamente il vento. A contatto con esso, i suoi capelli svolazzarono e provò un brivido di freddo. Non aveva il cappotto, ma questo non lo faceva andare via. Voleva rimanere solo, lontano da tutti quei pensieri. Voleva essere proprio come il vento. Libero, senza essere fermato da nessuno. Forte da poter spingere ogni cosa. Questo però era uno dei suoi tanti desideri.

Tra sé e sé, non si rese conto che qualcuno lo guardava dall’interno, dietro la porta. Era la Orsani, sempre più preoccupata per lui. Questa volta decise di non avvicinarsi, perché si rese conto che in quel momento non poteva far nulla per lui. Lo avrebbe però sempre appoggiato in qualsiasi sua decisione.

 

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Capitolo 5
*** quinto capitolo ***


22:30

22:30. Torreggiani entrò nella macchina con la sua squadra. Orlandi teneva vicino Tommaso La Rosa, in modo da controllarlo. Arrivarono vicino la benzina alle 22:50. Nessuna macchina in vista. Per quella strada non ne passava nessuna. Dopo un po’ iniziò a piovere a dirotto. Sembrava non finire mai, ma durò solo 5 minuti. Alle 22:55 arrivò la macchina che teneva in ostaggio la famiglia di Torreggiani. Uscirono dalla macchina 2 uomini: quello che era alla guida e quello che stava vicino. Uscirono anche Torreggiani e Bernardi. I quattro non si spostavano dalla loro macchina. Si guadavano minacciosi da lontano. Tutto intorno dominava l’oscurità. La poca luce proveniva dai lampioni vicini, dalle luci a neon della benzina o anche dalla luna piena, tonda e perfetta come sempre. Quel momento poteva anche essere rinchiuso in un quadro. Uomini pronti a combattere, illuminati dalla luce della luna intorno al buio totale. Quella luna sembrava un riflettore con lo scopo di puntare la sua luce verso la cosa più importante che ha davanti, come a illuminare i protagonisti di quella scena. Ad un tratto, uno dei due uomini fece segno con la testa all’altro di far uscire dalla macchina la moglie e il figlio di Torreggiani. I due uscirono dalla macchina e Torreggiani li vide.

 

Torreggiani – Daniela!!

Daniela – Stefano!!

// - Dov’è il nostro capo??

Torreggiani – Nella macchina!!

// - Fallo uscire!!

 

Tommaso La Rosa uscì dalla macchina con Orlandi e la Orsani. Rimase vicino a loro, ancora in manette.

 

// - Bene!! Ora possiamo avviare lo scambio… Voi lascerete andare il nostro capo e noi ti daremo la tua famiglia… -

Torreggiani – Ok, va bene… -

 

Tommaso La Rosa iniziò a camminare verso loro, mentre la moglie e il figlio di Torreggiani iniziò a camminare verso di lui. Piano e in silenzio. L’uomo passò poi vicino alla donna con il figlio. Ognuno si stava avvicinando alla loro parte. Quando mancava solo qualche metro, Daniela sorrise a suo marito, convinta di essere finalmente salva. Ma prima di poter avvicinarsi a lui, l’uomo, dall’altra parte, tirò dalla sua giacca una pistola e un secondo dopo, era pronto a puntarla verso Torreggiani. Egli se ne accorse, e con un passo svelto gettò a terra la moglie e il figlio, mentre uno sparo vibrò nell’aria. Un altro sparo. Questa volta di Orlandi. Un altro di Bernardi. E un altro ancora del nemico. Sangue per la strada. Molto sangue. Torreggiani aprì gli occhi e vide quei uomini a terra morti. Abbassò la testa e i suoi occhi videro la sua mano piena di sangue. Non sentiva nessun dolore, quindi il sangue non poteva essere il suo. Vide poi Daniela ma lei non aveva nessuna ferita, ma solo anche lei sangue. Lo shock più grande fu invece quello di vedere suo figlio. Il sangue veniva da lui. La pallottola l’aveva colpito proprio alla testa. Inutile chiedersi se era ancora vivo. La marea di sangue già parlava chiaro. Quell’autostrada era diventata luogo di forti grida, lamenti, pianti. Ma tutto ciò non poteva certo restituire la vita al piccolo Nicola.

Dopo la morte del loro piccolo figlio, Torreggiani e sua moglie si riunirono e presero la decisione di donare tutti gli organi del loro piccolo, perché desideravano almeno che una parte di egli vivesse in altre persone, salvandole come lui aveva salvato i suoi genitori. Ora una piccola anima si dissolveva nell’aria, felice di aver salvato i suoi genitori e di poter salvare tutti coloro a cui serviva un organo. E con questa situazione, Torreggiani capì ciò che Tommaso La Rosa intendeva sulla scelta da fare. La scelta era: vivere o morire. In tutti e due i casi, lo si fa per amore degli altri, e questo ce lo dimostra Nicola.               

 

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