I killed you

di We_Are_Who_We_Are
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Remember ***
Capitolo 2: *** End... ***



Capitolo 1
*** Remember ***


Avvertimento: tranquilli, non c'è niente di speciale spero solo che vi piacciano questo genere di storie...non uccidetemi,capirete poi u.u ci vediamo sotto cciao bellissimi lettori fighi che leggono le mie storie *leccaculo on* ok basta scusate :o sto facendo solo perdere tempo...


Ultima cosettina: NON HO RILETTO! Già -.- dopo aver scritto ventimila volte la storia non ce la facevo a leggerla ancora, mi veniva la nausea :( sono una pigra io...
Buona letturaaa



Il sole splendeva nel cielo, ero appena tornata a casa dopo la lezione di Yoga, Mi rilassava e tra un esercizio e l'altro potevo sentirmi in pace con me stessa.
Poco dopo il campanello suonò, aprii curiosa, non veniva a trovarmi mai nessuno.
Ero spesso fuori casa per il lavoro,mi teneva occupata,mi serviva per non pensare, per non ricordare. Mi trovai di fronte un uomo, alto,magro, occhi azzurri e un gran sorriso, il mio umore cambiò in pochi secondi, anche solo il suo viso mi rattristava a causa di un ricordo, sapevo bene che per quanto provassi ad eliminarlo , non ci sarei mai riuscita. Subito quest'ultimo riaffiorò nella memoria:
era lui, l'amico dell'artefice della mia insicurezza, della mia tristezza, di tutto ciò che c'era di sbagliato nella mia vita, me lo ricordo, era seduto al primo banco in chiesa in quella triste mattina di 3anni,5mesi e 8 giorni fa...sì, nonostante tutto tenevo ancora il conto.
L'ultima volta che l'avevo visto mi aveva sussurrato dolcemente "condoglianze" e aveva appoggiato una mano sulla mia spalla,tentava di consolarmi, ma invano...
quel giorno desideravo solo far scomparire tutte le persone presenti , volevo così tanto rannicchiarmi in un angolino e piangere come una stupida bambina cresciuta che si trovava di fronte a una voragine, un dolore troppo grande, troppo devastante per lei. Avrei solo voluto cancellare quel giorno, avevo sempre pensato che fosse uno scherzo di cattivo gusto che la vita mi aveva fatto, le conseguenze però non le avevo pagate io, ma il ragazzo più dolce del mondo, lui era il pezzo mancante del mio puzzle,
il quale sarà per sempre incompleto. Stavo per sbattere la porta in faccia all' uomo, ma lui prontamente la fermò con il piede, forse se l'aspettava questa mia reazione, ma cosa avrebbe fatto al posto mio? Lui non era colpevole, ma tutto quello che mi portava alla mente il suo amico bastardo, era ricordo, e io odiavo ricordare. Ero convinta che quelli brutti, quelli che ti logorano il cuore, bisognasse cancellarli ,abbandonarli in un piccolo cassetto della mente e poi svuotarne il contenuto nel dimenticatoio. Questo processo però era molto lento, ci impiegava troppo tempo, e gran parte della vita la trascorrevi rivivendoli, ripensandoci giorno e notte. Mi sbagliavo; era vero che la mente poteva cancellarne una parte ma era altrettanto vero che fossero marchiati a fuoco nel nostro cuore . Non sfruttavo a pieno la mia esistenza da tempo. L'uomo si grattò la barba incolta sul mento e disse:
"Come avrai intuito sono qui per parlare con te"
la sua voce mi fece smettere di pensare e gli fui immensamente grata anche se, sentendo quelle parole mi innervosii e sbottai urlando :
"Di cosa vorresti parlare Andrew? Di come il tuo amico è un abile assassino?!"
Era come se ci fosse una fiamma che mi bruciava lentamente, era quella del rimorso, del rimpianto, dei ricordi e lui e la sua presenza non facevano altro che aumentarla, sarei diventata presto polvere.
"Fammi entrare, ti prego, lo so, al tuo posto farei lo stesso..."
Disse supplicandomi,
"Ma..? " dissi prevedendo come sarebbe andata avanti la frase,
Andrew guardò il pavimento, era imbarazzato
"Ma ...ho un messaggio, da parte di una persona"
avevo capito, lui mi guardò, i suoi occhi azzurri erano lucidi, stava per piangere, me l'aspettavo, la voce si era incrinata, mi sentivo in colpa per come l'avessi trattato.
"Entra " dissi più a me stessa che a lui.
Attraversò la soglia della porta, si guardò intorno spaesato, osservava attentamente la mia casa, era alla ricerca di qualcosa, probabilmente stava cercando le fotografie, mi guardò e disse: "ma le foto..."
" sì... le ho tolte tutte "
Conclusi la frase per lui
la mia preferita era quella sulla mensola principale , c'eravamo tutti e tre io al centro, Jack mi faceva la linguaccia e poi c'era... Le lacrime minacciarono di scendere così decisi di concentrare tutta la mia attenzione sul mio ospite :
"Accomodati pure sul divano"
dissi, si sedette impacciato, i suoi gesti, i muoventi mi ricordavano così tanto quelli del suo amico.
"Ok cosa mi devi dire"
Dissi;il cuore aveva accelerato il battito cardiaco
Le mani sudavano e le gambe non riuscivano a stare ferme, continuavano a cambiare posizione, ero nervosa.
Andrew socchiuse gli occhi e iniziò a dire lentamente:
"È da parte di.."
Lo interruppi nuovamente
"sì, l'avevo capito quello" dissi scocciata
"Lui vorrebbe incontrarti e spiegarti perché l'ha fatto...è un uomo distrutto dai sensi di colpa, vive nel rimorso..."
il suo sguardo si incupì, mi guardò, il ricordo dell'amico fece diventare i suoi occhi nuovamente lucidi. Continuò dicendo:
"mi ha detto che..."
Fu nuovamente interrotto dai suoi singhiozzi,ma nonostante ciò voleva proseguire il discorso :
"è difficile sai?!Sentire la gente che bisbiglia quando gli passi vicino oppure vederli commentare ,non avere più nessun rapporto con le persone,..." disse.
Mentre parlava osservava un punto fisso sul pavimento, poi continuò:
"ma sai una cosa? Io non lo lascerei mai al suo destino, quell'assassino è il mio migliore amico e lo sarà per sempre, io e lui contro tutti e tutto"
Le sue parole mi avevano sconvolto, si era sfogato con me, nonostante il tempo passato, le liti e i diverbi, era sempre lo stesso liceale goffo che avevo conosciuto anni fa, quello con un grande cuore che avrebbe fatto di tutto per gli amici, potevo fidarmi di lui, Andrew ci sarebbe sempre stato.
"Andrew, sei una persona vera, una che non vive di apparenze, faresti di tutto per lui, stai soffrendo troppo..." Mi immersi nell'azzurro mare dei suoi occhi, era un uomo distrutto dal suo migliore amico.
"Cosa posso fare per te?"
Dissi senza riflettere troppo.
"Incontralo, vai a trovarlo, ti prego , è messo peggio di me, ti aspetta da tre anni, cinque mesi e otto giorni..."
Ero sbalordita" hai tenuto il conto? " dissi
"Sì, so che l'hai fatto anche tu, ne sono certo," mi fece un bellissimo sorriso. "sì è vero, la sua vita è finita da così tanto tempo"
anche la mia, pensai, ma non mi sembrava il caso di raccontargli i miei disagi; io per esempio non mi sarei mai aperta ad un mio ex amico del liceo come ha fatto lui.
"non solo la sua, in carcere non si vive più"
disse sospirando.
Quella frase non mi fece nessun effetto inizialmente, non so perché ma la mia mente continuava a ripeterla, non riuscivo a togliermela dalla testa, forse anche lui soffriva quanto me... che mi stava succedendo?
Era un assassino, e come tale doveva morire con il suo rimorso.
Andrew insistette dicendo:
"Ti prego, promettimi che ci andrai" non sapevo cosa rispondere, era ovvio che non l'avrei incontrato, andava contro i miei principii, ma non potevo dirglielo, mi aveva aperto il cuore, si era sfogato con me, così optai per un semplice
"ci penserò"
Andrew se ne andò poco dopo.
Mi svegliai nel pieno della notte, avevo sognato di nuovo quella giornata, era tutto così realistico: Dall' uomo che accoltella jack, il quale cade a terra sulla moquette e io, che corro per evitare il tutto, ma non ci riesco, vengo ferita, le gambe cedono e sono in ginocchio e piango, piango e guardo l'artefice di ciò, ha gli occhi spalancati, è ancora incredulo di ciò che ha fatto. Da quel giorno non ho mai più pronunciato il suo nome, attribuendogli quello di assassino.
Mi rilassava guardare il cielo dopo gli incubi, quella notte era scuro, quasi nero, le nubi bianche con leggere sfumature tendenti al blu, lo rendevano magico, ogni notte era diverso, bastava osservarlo attentamente, c'erano stelle brillanti, piccoli punti di luce disposti accuratamente , ma ciò che amavo osservare era quel meraviglioso gioiello chiamato luna, splendeva di luce argentea, ripensai a quella giornata, e pensai che gli uomini sono piccole luci nel Cielo, è come se noi fossimo la luna e tutte le persone a noi care le stelle, alcune brillano di più, altre di meno, altre si spengono per sempre, ma tutte insieme creano uno spettacolo unico, che cambierà sempre, non sarà mai uguale, non si può cancellare una stella, smettere di farla brillare, come non si può fingere che delle persone non esistano; o forse sì... In tutti questi anni il mio cielo era cambiato,l e stelle a me più vicine brillavano sempre meno, e io ero troppo impegnata a pensare ai miei dolori per rendermene effettivamente conto.
ricominciare da zero, era l'unica soluzione, dovevo raccogliere i cocci della mia vita e cercare di concludere un capitolo troppo sofferto, ancora incompleto, sapevo come fare...ma la domanda giusta era: Avevo il coraggio?

Ed eccovi qui sani e salvi, proprio bravi, siete sopravvissuti a questo polpettone descrittivo(?) beh spero vi sia piaciuta, credo che questa sarà la mia ultima storia... Perché mentre scrivevo sentivo di dover utilizzare dei termini e paragoni mooolto simili a quelli delle vecchie storie...poi non mi convince la cosa delle stelle... Ma quello che non sopporto è il mio scarso utilizzo di nuovi termini, avrò utilizzato minimo minimo 539372618392 volte la parola ricordare u.u ma questo è il meglio che posso fare... Beh per quanto riguarda la storia avrà ancora un capitolo, è quello conclusivo(devo ancora scriverlo u.u) ho deciso di dividerli perché poi la storia era troppo pesante... E poi... Niente... Ciao genteee, popolo di fun.atics :) un'ultima domandaaa ( dai sopportatemi ancora per poco u.u )
qualcuna di voi va al concerto di Milano o Ferrara?? :)

Scompaio con il mantello dell'invisibilità u.u ciaooooooo

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Capitolo 2
*** End... ***


  Avvertimenti:
Allora vi dico il solito:
"non ho riletto" e  il "spero vi piaccia la storia" detto questo grazie per aver aperto questa pagina e...
Ci vediamo sotto genteee :)



secondo capitolo di I KILLED YOU

godetevelo(?)

Attraversai le strisce pedonali, il mio passo era spedito, non pensavo a niente,nella mia mente rimbombava solo il ticchettio delle scarpe con il tacco che avevo scelto quella mattina.
 Di solito, quando le indossavo temevo di cadere, ma non oggi:
 ero sicura di me,non so esattamente dare un motivo al mio stato d'animo,era così e basta;
per troppo  mi ero distratta e avevo perso tempo nel cercare di dare un significato,una motivazione a ciò che mi accadeva, ma la realtà era che non potevo ricevere una risposta soddisfacente a ogni mia domanda.
Arrivai a destinazione. vidi la porta di vetro del carcere, liscia,senza fronzoli ed essenziale,c'era scritto tirare,e così feci: entrai e subito vidi un poliziotto in uniforme, mi sorrise gentilmente e mi disse:
"Buongiorno,posso esserle utile?"
feci a mia volta un sorriso e risposi cordialmente:
 "Cercavo un uomo,un  certo Ruess.. So che questo è l'orario per le visite,quindi... eccomi qui" 
L'uomo si era mostrato cortese fin dal primo istante,ma quando pronunciai quel nome qualcosa in lui cambiò e disse:
"Lavoro qua dentro da più di 5 anni, e le posso assicurare che non ho mai sentito nessuno con quel cognome  in questa struttura" 
non potevo crederci,ero stupefatta;
ribattei subito:
"Ma è impossibile,Controlli meglio!"
L'uomo mi chiese il nome completo,diceva che magari potevano aver sbagliato a scrivere il cognome e consultò il computer dove vi era l'elenco di tutti quelli registrati.
ci mise pochi minuti anche se a me sembrarono  eterni,ero così tesa.
 
"Le posso garantire che nelle nostre strutture non c'è nessuno che corrisponda a quel nome" iniziarono a sorgermi ulteriori dubbi:
"Ma come?C'è un uomo, uno alto magro,un certo Dost, viene ogni giorno a trovarlo." Ero abbastanza preoccupata.. 
"Che io sappia non è mai venuto nessuno,io ho i turni pomeridiani e posso assicurarle di non aver mai visto quest'uomo." 
Mi sentivo male,la testa girava,cercavo nella mia mente una spiegazione logica a tutto ciò,ma non riuscivo a trovarla:
"Ma hanno rilasciato recentemente un uomo con quel nome?" 
Il poliziotto sbuffò pesantemente, fece un respiro profondo e mi guardò
"Senta, non esiste nessuno con quel nome qui dentro,non c'è mai stato nessuno che si chiamasse Nate Joseph Ruess, quidi,se non le dispiace la inviterei a uscire" disse con voce seccata e un sorrisino bastardo sulle labbra 
Uscii pensierosa, non capivo più niente.
 
Decisi allora di andare a casa di Andrew, per avere delle spiegazioni, perché  mi aveva mentito? ogni passo che facevo era sempre più pesante,l'angoscia aumentava e la testa pulsava, sapevo che se avessi continuato a camminare con quelle scarpe, a causa del mal di testa, mi sarei slogata sicuramente una caviglia,così le tolsi. 
Giunsi finalemnte nel quartiere di Andrew,il respiro era affannato e avevo la sensazione che  le gambe avrebbero ceduto da un momento all'altro. 
Arrivai all'abitazione e suonai il campanello si affacciò un uomo dalla finestra del piano superiore, feci un respiro profondo per rilassarmi e gli dissi:
"Scusi il disturbo,cercavo un certo Andrew Dost... Abita qui non é vero?" L'uomo mi guardò per qualche secondo,si grattò la barba e disse:
"No...non conosco nessuno che abbia quel nome, mi dispiace" ci rimasi male,davvero male e dissi:
"Cosa? Lei deve conoscere Andrew!Abita qui da una vita!" 
L'uomo mi guardò e disse: 
"Non so di cosa stia parlando,se ne vada via subito!"
 Nelle sue parole notai un velo cattiveria,effettivamente come potevo biasimarlo?
stavo impazzendo? o forse...Si era trasferito senza dirmi niente.?
Decisi così di raggiungere casa mia.
Quando fui nella strada 
parallela alla mia abitazione, vidi il profilo di un uomo girato  di schiena  che suonava al mio campanello,mi avvicinai cauta e gli dissi :
"Ha bisogno di qualcosa?" 
Quando si girò riconobbi i suoi occhi verdi,i capelli erano corti ma per il resto non era cambiato di una virgola,era... Nate.
 i nostri sguardi si incrociarono,
Sentii la rabbia crescere istante dopo istante, lui dopo molto rispose:
"Ma che cazzo di fine avevi fatto?!ti sto aspettando da troppo tempo"
Si mise a piangere,era molto arrabbiato,le lacrime gli rigavano il viso angelico, dovevo ammetterlo,sembrava così innocente,così puro, se avessi detto a un perfetto sconosciuto che l'uomo di fronte a me era un assassino sicuramente non mi avrebbe creduto.
per un attimo ebbi l'istinto di abbracciarlo forte forte e di sussurrargli che io c'ero,e che non l'avrei mai più abbandonato,fortunatamente mi ripresi da quello stato, feci qualche passo verso di lui e gli urlai:
 "Io che cazzo ho fatto?! E tu?!  Sembro matta!hai ucciso jack cosa ci fai qui fuori?!"
 mi avvicinai ulteriormente, ero a pochi centimetri da lui, i nostri visi si scrutavano,avevamo tante, troppe domande da porci, ma non volevamo interrompere quell'istante così bizzarro, dovevo ammetterlo, ero attratta da lui,dai suoi bellissimi occhi,erano una calamita per me,non potevo fare a meno di guardarli, dalle sue labbra perfettamente rosate ero affascinata da ogni singola cellula di Nate Joseph Ruess 
lo stomaco era in subbuglio, le gambe stavano per cedere,ma questa volta non era per colpa dei giramenti di testa, le mani erano sudate, ma allo stesso tempo sentivo una rabbia devastante nei suoi confronti,era come se io rappresentassi due persone completamente diverse: la bambina alle prese con la sua prima cotta e la donna piena di rimorsi e rimpianti che covava dentro di sè per troppo tempo rabbia.
Credevo fosse impossibile provare odio e amore contemporaneamente.
ora so di essere l'impossibilità in persona.
continuavo a  pormi la stessa domanda ininterrottamente nella testa: Perchè? Perchè ogni volta che lo vedevo provavo gli stessi sentimenti di una volta? Erano passati anni e lui restava il mio punto debole.
 i nostri nasi si sfioravano, lo guardai nuovamente nei suoi occhi verdi,e mi chiesi che cosa stessi facendo, mi meravigliavo del mio comportamento, come potevo fare una cosa del genere a Jack? Così sfiorai le sue labbra con le mie e gli sussurrai: "Dovresti essere in carcere a marcire, assassino" Lui era sconvolto,mi guardava perplesso, non riuscì a proferire parola evidentemente si aspettava altro da me,ingenuo da parte sua.
Mi allontanai e gli diedi uno schiaffo in faccia


Pov Nate
La mia mano sfiorò  la guancia ferita,a confronto di ciò che provavo dentro di me,la delusione che questa ragazza mi aveva arrecato, il resto era niente.
incredibile,cos'avevo fatto di male?La guardai:si reggeva a stento sulle gambe,infatti dondolava da un piede all'altro, non stava bene, si accorse dei miei sguardi e infatti si sedette sul marciapiede. 
cercai di pensare a tutto tranne che a quello schiaffo: lei parló di un certo Jack,capì immediatamente di chi di trattava e mi venne subito un idea così le dissi "vieni,ti mostro una persona,però prima devi seguirmi" 
Lei mi guardò male,e poi il suo sguardo divenne cupo "io non verrò mai con te "
Le sue parole mi ferirono,ma non era del tutto colpa sua,lei era diversa,e io,per quanto mi sforzassi non avrei mai potuto capirla,nemmeno tra un milione di anni,ed era questo che mi addolorava, non poterla aiutare,tutto il resto non importava: non importava se molta gente si era fermata a guardare la sua scenata,non importava dello schiaffo e come mi trattasse,io cercavo sempre di giustificarla anche se avevo iniziato a pensare che provasse nei miei confronti odio puro.
 "Bene" dissi
 "Se non vuoi venire con me ti porterò con la forza " lei era abbastanza impaurita, cercò di biascicare una specie di  " No,tu non..."
Ma subito la presi in braccio: si divincolava,ma sapevamo entrambi che non sarebbe riuscita a liberarsi dalla mia presa,sembrava una principessa,la più bella di tutte. sì accomodò sul sedile   dell'auto e partimmo in tutta velocità.
Pov elizabeth

Strano,era bastato un attimo per placare in parte, l'odio che provavo nei suoi confronti,guardavo distrattamente fuori dal finestrino, ero assorta nei miei pensieri, ma alla fine avevo capito tutto: un sogno doveva essere così, era  tutto troppo strano,fuori controllo,illogico, in poche parole Pazzo. Volevo sapere come sarebbe andata a finire,così domandai A Nate:
"Ma tu...da quando sei uscito dal carcere? E poi dov'è Andrew Dost?!"
 Mi scrutò  per un istante con quei suoi occhi verde smeraldo, poi tornò a guardare concentrato la strada e disse:
"Sai cosa c'è?ho capito come posso vivere senza indossare mutande,come posso dormire la notte con le lenti a contatto,come posso tranquillizzarmi durante gli attacchi di panico, ma una delle poche cose che non ho ancora capito sei tu e credo che non ci riuscirò mai, diciamo che tu vedi tutto diversamente, perchè le cose a volte non sono così semplici, non credo di poter rispondere a questa domanda per il momento, mi dispiace"
Ero stupita,non ebbi nemmeno il tempo per controbattere  che la macchina si fermò: 
eravamo arrivati.
 

Pov Nate
lei aveva smesso di fare domande,fissava il vuoto da tempo e non voleva parlarmi,ecco,si era isolata,di nuovo.
L'aveva sempre fatto,era il suo modo per non ammettere un problema,e per lei era normale stare zitta per ore ed ore,immaginando di fare chissà cosa. Sono sempre stato incuriosito da lei,chissà cosa le passava per la testa. 
Scendemmo dalla macchina.
Odiavo venire qui, perchè ogni volta dovevo spiegarle cosa stesse succedendo, la sua reazione era sempre la stessa: il silenzio
Arrivammo di fronte a una casetta a schiera, mi fermai e dissi:"Siamo arrivati" stavo camminando qualche metro più avanti,quando mi raggiunse e afferrò il mio braccio, ci guardammo per qualche istante, era bellissima, mi disse: "Come posso fidarmi ancora di te?"
In quel momento decisi di fare qualcosa che forse mi sarebbe costato caro in futuro,afferrai delicatamente le sue mani, erano così piccole in confronto alle mie,le lunghe dita affusolate erano irrigidite, forse aveva paura di me,ma non mi importava,per una volta volevo essere egoista,e dopo anni e anni passati a starle accanto,forse, potevo concedermi questo privilegio: Mi avvicinai ulteriormente a lei e le diedi un dolce bacio sulla bocca,le sue labbra erano soffici, sapevano di menta
avevo un disperato bisogno di lei in quel momento.
Tutt'ora credo che sia stato uno degli istanti  più dolci e indescrivibili che abbia mai avuto in vita mia.
 

Pov elizabeth
Mi baciò,non so ancora spiegarmi il perchè ma ricambiai, nella mia mente iniziarono a scorrere le immagini dell'omicidio di Jack, così mi fermai,ero impaurita, lui se ne rese conto,
per la seconda volta nella mia vita provavo terrore, quello  in cui  sei impotente, non riesci a muoverti, troppi brividi percorrono la tua schiena, gli occhi sono spalancati,e il tempo si ferma.
perchè non riuscivo ad avere il controllo di me stessa?
Nate,accortosi della situazione si avvicinò a me e sussurrò al mio orecchio:
"Non farei mai del male alla ragazza che amo." Non sapevo cosa dire,ero senza parole. 
Nate pov
Lei mi sorrise,la conoscevo bene e quello era il suo modo di ringraziarmi,era sincera,potevo percepirlo nei suoi occhi color oceano, così limpidi e grandi, non mi sarei mai stancato di lei e delle sue stranezze.
ero stufo di tenermi tutto dentro,anche se probabilmente lei non ricambiava il mio sentimento ,per me fu una liberazione.
Le porsi la mano,lei la accettò quasi subito e percorremmo i pochi passi che ci separavano dal campanello.
Jack ci aprì la porta, era da un po' che non lo vedevo,ma non era cambiato di una virgola.
 

Pov elizabeth
Mi venne da svenire non appena lo vidi :
"Jack! Oh mio dio"
 Il cuore batteva a mille, d'un tratto un'emozione che non sentivo da tempo invase il mio corpo:
Gioia,Ero troppo contenta,corsi ad abbracciarlo.
 Nate guardò la scena, dalla sua espressione capii che c'era rimasto male dal mio comportamento,
Ma in quel momento non gli diedi molta importanza, e dissi:
" Jack,non mi sembra vero tutto questo!" Non mi sarei mai voluta risvegliare da quel sogno.
  Lui rispose:
"Sono rimasto qui tutto il tempo,non me  ne sono mai andato" quando parlò fui colpita da dei brividi lungo tutta la schiena,l'abbracciai ancora e mi misi a piangere dalla felicità, mi era tremendamente mancata la sua splendida voce,mi era mancato lui, il mio angelo,mi sbagliavo, ora il puzzle era completo, sentivo di amarlo, ma non appena guardai Nate iniziai a dubitare un po' dei miei sentimenti verso Jack che  d'un tratto mi disse:
"Stai  calma Elizabeth, entrate pure". In quel momento non mi importava come fosse arrivato  lì, ma il fatto che ci fosse e sapevo dentro di me che non mi avrebbe  lasciata di nuovo. 
Entrammo nell'abitazione,era molto spaziosa,essenziale,proprio come piaceva a Lui. 
Ci sedemmo sul divano del salotto.
Avevo tantissime domande da porre,perché non stavo più capendo niente,sapevo che tutto era un sogno, ma volevo che avesse comunque una sua logica.
"Jack"lo chiamai,"Perchè? Insomma..tu sei..morto,no?"
Lui fece un respiro profondo e guardò Nate,sembrava quasi che si stessero comunicando un messaggio segreto,qualcosa di indecifrabile per me.
 
Pov Jack
Ogni tanto Elizabeth veniva a casa mia,sembrava quasi una bambina desiderosa di ascoltare le favole inventate dai genitori. Era così indifesa,e io ogni volta dovevo spezzarle il cuore. ciò mi addolorava.
La prima volta che la incontrai  fu in panetteria,lei era lì con Nate a prendere il pane,era in silenzio,fissava il vuoto, come la maggior parte delle volte, si vedeva che era "diversa da tutte le altre" era assorta nel suo mondo, tanto che mentre uscì, mi urtò,mi guardava con quegli occhioni  blu,lei si scusò ,e io le feci un sorriso rassicurante poi entrò anche Nate e a sua volta mi porse le sue scuse.
Da quella volta diventammo amici 
Ogni tanto lui viene da me,perchè sente il bisogno di avere attimi di normalità con qualcuno, ma più che altro vuole che racconti a Elizabeth una storia:
La verità.
 
"Elizabeth" dissi, lei si voltò contenta, non sapeva che le avrei distrutto tutto ciò  in cui credeva in pochi istanti.
lei stessa voleva capire la situazione,infatti mi disse: "Ti prego,ho delle domande da porti,spiegami tutto,così questo sogno avrà una sua logica finalmente"
Inspirai ed espirai per tranquillizzarmi 
"Aspetta!" Disse Nate d'un tratto
"Voglio essere io a farlo"
Ci scambiammo sguardi carichi di tensione
Non l'avevo mai visto così serio.
 
 
Elizabeth pov
"Ti dirò tutto quello che vuoi sapere,ma prima devi raccontarmi la tua di tua storia" disse Nate.
Era molto doloroso ricordare, i ricordi fanno sempre male,perchè di solito quelli che ti rimangono impressi sono sempre i più brutti... Ma dovevo sapere la verità,quindi iniziai a parlare:
"Sono sostanzialmente sola, tu Nate, hai ucciso crudelmente Jack, il mio fidanzato...credo di non averlo mai superato veramente, poi d'un tratto compari all'improvviso, ecco perché sono fermamente convinta che tutto questo sia un sogno, niente ha senso qui,
sono una donna infelice che passa la maggior parte del tempo al lavoro per riempire la giornata,quando torno da casa sono esausta e non c'è mai nessuno ad aspettarmi."
Mi interruppi per un istante e poi continuai:
"Nate,con impegno sono riuscita a sbatterti in  carcere, Mi ero ripromessa
Di non vederti mai  più, fin quando un giorno,Dost,un amico,venne a casa mia e mi disse che dovevo andare a vedere come stavi disse che volevi parlarmi.
Ero  talmente rancorosa nei tuoi confronti che a volte mi sembrava quasi di sentirti parlare in casa mia,
ma credo fosse tutto frutto della mia immaginazione. Da tutta questa vicenda ho capito che cambiare è necessario,devo andare avanti,anche se sto affondando come una pietra,
il mio  passato dev'essere il suono 
dei miei piedi sul terreno, per un nuovo inizio, e una nuova vita."  Quando finii di parlare Nate era stupito,era lì che mi fissava con la bocca aperta.
"La verità..."fece una pausa,potevo notare quanto fosse difficile da parte sua pronunciare quelle parole. "é un'altra" concluse la frase. 
Ero stanca di quella situazione così dissi:
"Nate,capisco non dev'essere facile, ma sono stufa di sentire giri di parole,ti prego vai al punto non mi importa quanto possa fare male." Lo guardai dritto negli occhi,stavo per piangere. "rendimi felice,ti prego."Dissi
"Non sarai felice se ti racconterò la verità"rispose
"Nate,lei ha il diritto di sapere" aggiunse Jack
Nate fece qualche respiro profondo giusto per tranquillizzarmi, prese la mia mano e la intrecciò con le dita della sua, mi accarezzò una guancia e dopo qualche istante parlò:
"Elizabeth questo non è un sogno, é tutto vero, Jack non è mai morto, questo Andrew di cui parli,probabilmente non esiste nemmeno."
Ero stupefatta"Ma che cosa stai..."non ebbi nemmeno la forza di finire la frase,ero incredula,le sue parole mi avevano spiazzato.
sono sempre stata fermamente convinta che le persone fossero tali grazie ai loro ricordi,la loro identità  era basata soprattutto su quelli,se Nate mi stava raccontando la verità,io chi ero?
Lo guardai,ero consapevole, sapevo che Nate presto avrebbe tagliato per sempre il filo logoro al quale ero aggrappata da anni e chi gliel'aveva permesso ero stata io.
"Elizabeth... quelle sono tutte allucinazioni, tu sei schizofrenica..."
E  il mondo per la seconda volta mi crollò addosso






 Se siete arrivati fin qui...
Vi ringrazio di cuore e se non vi siete stancati di leggere ho ancora un paio di cose da scrivervi:
 
Inizialmente la storia doveva essere banale, lei che va da lui, si parlano, lui le confessa che l'ha sempre amata e lei... Scappa con le lacrime che le rigano il viso e comprende di non poterlo perdonare e decide di non volerlo vedere mai più hahahahahahah
consolatevi,  sarebbe finita male comunque perché (secondo me) sono quelli i finali più belli u.u
Poi mi sono detta:"questo sarà un sogno della protagonista,si sveglierà e si ritroverà Jack accanto".
Infine ho avuto un' illuminazione divina grazie a un libro che mi è toccato leggere per le vacanze estive... C'era un capitolo dedicato alla schizofrenia  boh questa ""malattia"" mi ha affascinato
Credo che il 90% di voi preferisse i primi due finali ecco perché mi scuso con voi... 
Ma  questo è il mio piccolo mondo(?) e qui (solo qui) per una volta le cose possono andare come dico io 
 
Per quanto riguarda la storia...
Boh io ho un odio puro nei confronti della protagonista ed è strano perché l'ho inventata io e...
#mistero
Allora formicaaccesaspenta è stato molto freddo,infatti mi piace il suo comportamento, perchè fa capire quanto sia tutto così SURREALE *riferimentiallamiaprimaffpuramentecasuali* 
Il Nate di questa storia è tanto forse un po' troppo sdolcinato u.u
Spero vi siate immaginate ogni singola scena tra lui e Elizabeth che poi mi sono letta 5 volte il capitolo prima e mi sono resa conto che lei non aveva ancora un nome hahahahahahaha
Andrew... Lui credo sia stato il mio personaggio preferito in tutta questa storia, il suo intervento è stato breve ma intenso(?) poi scopri che è un illusione della protagonista... Che tristezza gente... Ma capitemi, quando scrivo mi immedesimo in quelle ragazze  depresse perché questa è la vita(?) 
 
Grazie
Di
Tutto
Gente
Alla
Prossima
Avventura


volo via con la polvere di fata di Trilli

ps: se vi va fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione ;)

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