You're perfect to me

di Diamond_Love_Horan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Liar ***
Capitolo 2: *** Prison ***
Capitolo 3: *** Accountability ***
Capitolo 4: *** Will you marry me? ***
Capitolo 5: *** Solution ***
Capitolo 6: *** Help ***
Capitolo 7: *** Forgiveness ***
Capitolo 8: *** Incredible ***
Capitolo 9: *** Nightmare ***
Capitolo 10: *** Dream ***
Capitolo 11: *** Presentations ***
Capitolo 12: *** My little Irish ***
Capitolo 13: *** Nightmares and dreams ***
Capitolo 14: *** Slave ***
Capitolo 15: *** I'm afraid ***
Capitolo 16: *** Die young ***
Capitolo 17: *** Oh, okay ***
Capitolo 18: *** Don't worry ***
Capitolo 19: *** First month ***
Capitolo 20: *** AVVISO ***
Capitolo 21: *** i'm a perfect actress ***
Capitolo 22: *** Past ***
Capitolo 23: *** Great news ***
Capitolo 24: *** The big annoucement ***
Capitolo 25: *** Love Me ***
Capitolo 26: *** The Letter ***
Capitolo 27: *** Three months later ***
Capitolo 28: *** Wedding ***
Capitolo 29: *** Luke and Larry ***
Capitolo 30: *** My baby ***
Capitolo 31: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Liar ***


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                          You’re perfect to me

Chapter 1.

Liar

“Come va’?” mi domandò Niall intanto che tornavo a sedermi sul letto “Male” risposi poggiando la testa sul suo petto.
“Perché noi donne dobbiamo avere il ciclo? Insomma, noi dobbiamo partorire, farci la ceretta e metterci i tacchi. Invece voi uomini non dovete fare niente! Non è giusto!” mi lamentai incrociando le braccia;
Niall ridacchiò e mi accarezzò dolcemente i capelli “Non è vero che non dobbiamo fare niente: vi coccoliamo quando non vi sentite bene e vi riempiamo di regali” ribatté il biondo lasciandomi un bacio sulla fronte.
Sorrisi e affondai la faccia nell’incavo del suo collo;
Amavo il profumo di Niall, era così dolce e buono.
Proprio come lui.
Niall continuò ad accarezzarmi i capelli e notò, intanto che un bellissimo sorriso si dipingeva sulle sue labbra rosee “Sai, è da qualche anno che tu e il mio collo siete diventati tanto amici”.
“Mm.. se è per questo anche tu e le mie labbra siete diventati molto amici negli ultimi anni” ribattei portando il viso di fronte al suo.
Quel giorno Niall aveva i capelli un po’ disordinati, con il ciuffo che tendeva verso il basso; I suoi occhioni azzurri erano sempre luminosi, e bellissimi.
Indossava una tuta grigia, e l’accenno di barba cominciava a farsi notare.
“è impossibile non stringere amicizia con le tue labbra” commentò il biondo facendo toccare i nostri nasi;
Gli presi il viso tra le mani e gli domandai sorridendo “è possibile che tu sia dannatamente perfetto anche così?”.
Del rossore si formò sulle guance di Niall e sospirai ricordandomi che il mio angelo biondo aveva così poca autostima nei suoi confronti;
Gli lasciai un lungo bacio sulle fronte e gli ricordai “Sei perfetto, angelo mio. Non sottovalutarti.”
Niall abbassò leggermente lo sguardo;
Lo strinsi fra le mie braccia e gli sussurrai “Non pensare che le ragazze non ti guardino; perché lo fanno, ed anche parecchio. Sono io che le lancio sguardi omicidi per non farle avvicinare.” La risata limpida di Niall fece capolinea nella stanza e non potei fare altro che sorridere anch’io.
Era così dolce il mio angelo biondo.
“Vuoi qualcosa? Una camomilla?” mi domandò Niall sorridendo;
Poggiai la testa su una sua spalla e ridacchiai pensando alla risposta “Mm.. in realtà vorrei delle coccole” risposi strusciando il naso contro il suo collo “Vieni qui” disse il biondo allargando le braccia;
Sorrisi intanto che Niall copriva entrambi con un caldo plaid e sussurrai “è strano che a Settembre faccia così freddo”.
Non mi feci sfuggire una sospetta risata del biondo e gli chiesi sorridendo “Tu ne sai qualcosa, angelo?” Niall mi lasciò un casto bacio sulle labbra e disse, cambiando discorso “Amo quando mi chiami angelo” “Perché lo sei; e non cambiare discorso, angelo” ridacchiai.
“Ti ricordi l’appartamentino che avevamo visto sul giornale?” mi domandò il biondo accarezzandomi la pancia da sopra la maglietta “Si” annuii;
Sapevamo entrambi che la convivenza era una cosa difficile però volevamo provarci;
Non avevamo a disposizione molti soldi ed entrambi, dannatamente orgogliosi, non volevamo chiedere soldi ai nostri genitori. Anche perché, quello della convivenza, era un nostro segreto che avremmo svelato solo quando avremmo avuto in mano le chiavi di un appartamento.
“Possiamo andare a vederlo domani. Per te va bene?” mi chiese Niall entusiasta;
“Certo” concordai.
Avrei passato ventiquattro ore su ventiquattro col mio angelo biondo;
Mm.. Dia, sei sicura di non star sognando?

**

“Zia Dia! Zia Dia!” mi chiamò una vocina esile;
Aprii lentamente gli occhi e sorrisi vedendo Zeus di fronte a me con un gelato in mano.
Il piccolo Horan mi abbracciò e gli domandai sorridendo “Ti piace il tuo gelato, amore?” Zeus annuì sorridendo e Niall domandò guardandosi attorno “Gelato? Chi ha detto gelato?!” ridacchiai divertita e gli dissi “è il gelato di Zeus, Niall. Non farti strane idee, quindi.” Il biondo sbuffò per niente divertito e chiesi sorridendo a Zeus “Dove sono mamma e papà, amore?” “Nonni” rispose il piccolo Horan indicando il piano inferiore;
Mi alzai dal comodo letto matrimoniale e gli domandai porgendogli una mano “Andiamo da mamma e papà, amore?” Zeus annuì sorridendo e mi strinse la mano.
“Anch’io sono piccolo” commentò Niall abbracciandomi da dietro;
Ridacchiai scuotendo la testa e gli domandai “Vuoi andare a prendere il gelato?” il biondo affondò la testa nell’incavo del mio collo e rispose contro la mia pelle “Si, zia Dia.”

“Noi usciamo” avvisò Niall prendendomi per mano “Dove andate?” ci chiese incuriosita Maura “Il piccolo Niall vuole andare a prendere un gelato” risposi ridacchiando.
Il biondo mi sorrise falsamente e concluse “Si, noi andiamo.”
Usciti da casa Horan Niall mi portò a sé e mi domandò “Ti diverti a prendermi in giro?” gli sistemai la maglietta e risposi trattenendo una risata “Mm.. può darsi.”
Non avevo dimenticato quanto Niall ci tenesse alla sua virilità. Era sempre stato così orgoglioso, e se a volte questo era un pregio, altrettante volte era un difetto.
Il biondo provò a prendermi in braccio però indietreggiai e gli dissi scuotendo la testa “No, lo sai che non mi sento molto bene.”
Ed ecco che, dopo il Niall duro, faceva capolinea il Niall coccolone.
L’Irlandese mi abbracciò e mi disse sorridendo “Vorrà dire che, quando ti sentirai meglio, te la farò pagare.”
Risi di gusto e gli annullai le distanze fra le nostre labbra;
Mi godetti ogni secondo di quel meraviglioso bacio e sorrisi ripensando che ormai, negli ultimi tre anni, ogni bacio che ci scambiavamo era sempre più bello e carico di amore.

“Aspetta un secondo, piccola” disse Niall fermandosi davanti alla vetrina di una gioielleria.
Ormai avevo perso il conto di quante vetrine del genere Niall mi aveva costretto a guardare e qualche dubbio iniziavo ad averlo;
“Ti piace quell’anello?” mi domandò il biondo indicando un fedina d’argento con sopra un piccolo diamantino “è semplice..” risposi sorridendo.
Niall fece per parlare e conclusi, interrompendolo “.. ed è semplicemente magnifico.”
Il biondo tornò a sorridere e gli chiesi, sorridendo “A cosa pensi?” Niall scosse la testa sorridendo e rispose, tornando a guardarmi negli occhi “Niente.”
Annuii dubbiosa e il biondo si schiarì la voce, alzai entrambe le sopracciglia e gli domandai “Devi dirmi qualcosa?”.
Niall annuì e raccontò “Ehm.. c’è un mio amico che ha un problema..” “Un tuo amico?” l’interruppi sorridendo “Ehm, si, un mio amico” annuì il biondo “Okay, continua” l’incoraggiai;
“Allora.. lui vorrebbe chiedere alla sua fidanzata di sposarlo, però ha paura che sia un po’ troppo presto.” Annuii e Niall mi chiese “Secondo te, cosa dovrebbe fare?”.
Sospirai e risposi stringendogli una mano “Secondo me dovrebbe chiederglielo. Poi non dovranno sposarsi subito, no?” il biondo annuì sorridendo e mi avvicinai appena al suo viso “E ha un nome, questo tuo amico?” gli domandai alzando un sopracciglio “Ehm.. si, è Chuck” rispose annuendo Niall.
“Chuck è single” gli ricordai “Si è fidanzato da poco” ribatté il biondo “L’ho sentito ieri, e mi ha detto che è single” l’incalzai “Oh, si vede che avranno litigato” disse Niall storcendo il naso.
Niall James Horan, sei un pessimo bugiardo.
“Okay” feci finta di crederci “Andiamo a prendere il gelato?” mi domandò il biondo sollevato “Va bene” concordai annuendo.

Diamond Anne Horan.. mm, suona bene.


**

Ehy!! sono tornata!!!
Ecco a vuoi: You're perfect to me
Yeahhh!!!
Allora, cosa ne pensate??
Mm.. cos'avrà in mente Niall??
Non preoccupatevi, alcuni dubbi di 'Love Me' saranno risolti nei prossimi capitoli :)
Su, fatevi sentire!!
Fra due settimane cancellerò 'Love Me' quindi non saprò chi ha recensito o meno quella storia,
se volete sapere quando aggiorno basta una piccola recensione :)
Vi annuncio le vincitrici del cononcorso:
Fidanzata di Liam: Fiocca_en
Migliore amica di Zayn: TheKingofMullingar
Sorella di Louis: Zimo
Per tutte le ragazze che non hanno vinto, non preoccupatevi:
è possibile che avrò bisogno, in seguito, di nuovi personaggi ;)
Al prossimo capitolo!!!
Baci <3 <3 <3

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Capitolo 2
*** Prison ***


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Chapter 2.

Prison

Capitolo interamente dedicato a Justin.

Justin Pov’s.

Erano passati tre anni.
Tre fottuti anni da quando ero stato messo in prigione per aver sparato a Horan.
Strinsi i pugni e Kyle, il mio compagno di cella, mi domandò ridendo “Cos’è Devine, piangi ancora la tua Diamond?” “Chiudi quel cesso di bocca, Kyle!” tuonai mentre le lacrime rigavano le mie bianche guance.
Tre dannati anni che non rivedevo Diamond.
Presi la foto, che conservavo da tre anni, sotto il cuscino e sorrisi leggermente vedendo che ritraeva la rossa ridere.
Quel sorriso.. quanto mi mancava.
Mi asciugai le lacrime con il dorso di una mano e scossi la testa continuando a guardare quella meravigliosa creatura che avevo fatto soffrire.
Ero un mostro.
Kyle mi mosse un piede che pendeva dal letto e mi domandò, sedendosi accanto a me “Ti manca?”.
“Da quand’è che t’importa?” gli chiesi tirando su col naso;
Kyle era sempre stato un’insensibile.
Ogni volta che piangevo guardando quella foto lui mi prendeva in giro dandomi della ‘checca’.
“Senti.. so che in questi tre anni non ho fatto altro che prenderti in giro per la tua cotta ma.. uff.. anch’io ho un cuore. In realtà.. ti ho preso in giro perché anch’io vorrei essere innamorato, però nessuna ragazza mi calcola.” Confessò Kyle sorridendomi appena.
“Io voglio solo chiederle scusa” sussurrai.
“Chiedile di venirti a trovare” consigliò Kyle.
“Non vorrebbe mai. Non dopo quello che è successo” scossi la testa rassegnato.
“Io credo che accetterebbe, invece” ribatté sicuro Kyle.
“Devine” mi chiamò una guardia, alzai lo sguardo e chiesi “Che vuoi?” “C’è una visita per te, alza il culo e muoviti” i miei occhi s’illuminarono e gli domandai “è una ragazza?” “No, un uomo” concluse la guardia sbuffando.
Che ti credevi Justin? Che Diamond dopo tre anni venisse da te? povero illuso.

“Luke..” sussurrai sconvolto.
Il biondo mi sorrise e mi domandò, dandomi una pacca su una spalla “Come va, Devine?” “Che ci fai qui?” gli chiesi corrugando la fronte.
Non era partito per l’America?
“Volevo salutarti. Sediamoci”.
Ci sedemmo l’uno di fronte all’altro e gli domandai, sorridendo “Diamond come sta’?”.
Il mio unico interesse era solo lei.
Volevo solo sapere come stava e il suo stile di vita da quando ero stato messo in prigione.
“Bene. Domani farà tre anni con Niall” rispose Luke storcendo il naso.
“Oh” sussurrai.
Mi ero completamente dimenticato di Horan;
Mi ero dimenticato che stavano insieme;
Mi ero dimenticato che era grazie a lui se Diamond ora mi odiava.
“So che è difficile” cercò di consolarmi Luke.
“Tu non sai un cazzo, Luke. Io ci sto male! Cazzo! Io amo quella ragazza!” urlai;
Non m’importava che adesso tutti mi stessero guardando, ero incazzato nero.
Il biondo sospirò e gli domandai, calmandomi “E Horan, lui come sta’?”.
“Bene.” Rispose Luke annuendo.
“E la loro vita di coppia?” gli chiesi alzando un sopracciglio; Luke si morse il labbro inferiore e mi raccontò “è da qualche mese che sto ascoltando le loro telefonate, e ho scoperto che vogliono andare a vivere insieme…” strinsi i pugni e il biondo concluse “.. e Niall vorrebbe chiedere a Diamond di sposarlo.”
“No!” urlai battendo un pugno sul tavolo; Le lacrime ricominciarono a rigarmi le guance e sussurrai “Non può portarmela via..” mi presi la testa tra le mani e scossi la testa “No..”.

Flash-Back.

Era il primo giorno di scuola.
Stavo camminando per i corridoi quando la mia attenzione venne catturata da una ragazza dai capelli rossi che stava accettando una sigaretta da due ragazze.
Mi avvicinai appena all’uscita dalla scuola e sorrisi vedendo la rossa tossire dopo aver fatto un tiro con la sigaretta:
Quant’era innocente.
“Bleah! Ora mi puzzerà l’alito!” commentò la rossa facendo delle buffe facce.
Mi avvicinai appena e i nostri sguardi s’incontrarono, la rossa mi sorrise leggermente e le sue due amiche ci lasciarono da soli;
“Ehm.. ciao” la salutai “Ciao” mi salutò lei sorridendo “Sono Justin” mi presentai porgendole una mano “Diamond” disse la rossa stringendomela.
Continuammo a sorriderci e le consigliai, porgendole un pacchetto di caramelle “Di solito queste mascherano bene l’odore. Bè, i miei genitori ancora non mi hanno sgamato quindi credo che funzionino” entrambi ridemmo e Diamond prese una caramella dal pacchetto “Wow! È forte!” commentò lei facendosi aria con una mano “Era il tuo primo tiro?” le domandai incuriosito “Si.. e credo anche l’ultimo”.
“Ehm.. in che classe vai?” le chiesi mettendomi le mani in tasca “1’C.. tu?” “2’E” risposi.
Ci guardammo negli occhi e le domandai, mordendomi il labbro inferiore “Già ti sei ambientata nella scuola?” “No” rise la rossa, tornò seria e mi chiese, arrossendo appena “Ti va di farmela vedere?” “C-certo” balbettai felice.

“E questa è l’aula Magna” conclusi sorridendo “Wow, è enorme questa scuola!” commentò ridendo Diamond “Già” concordai unendomi alla sua meravigliosa risata;
La rossa mi strinse una mano e mi ringraziò, intanto che continuava a sorridere “Grazie per avermi fatto da Cicerone.” “Grazie a te per avermi stretto la mano” Diamond arrossì intanto che si mordeva il labbro inferiore e le domandai, imbarazzato “Ti da fastidio se ti aspetto fuori dalla classe, finite le lezioni?” “No, certo che no. Anzi.. mi farebbe piacere” rispose la rossa intanto che faceva incrociare le dita di una nostra mano “Ti andrebbe di uscire con me.. uno di questi giorni?” le chiesi prendendo coraggio;
Diamond sospirò e mi rispose, dispiaciuta “Mamma non vuole che esca con i ragazzi, sai.. mi ritiene ancora troppo piccola..” “Oh… magari potresti invitare anche le tue due amiche, ed io potrei invitare due miei amici” cercai di risolvere “Domani ti do conferma, allora” concordò la rossa.
“Ti hanno mai detto che sei bellissima?” le domandai sorridendo “Sei il primo” si morse il labbro inferiore Diamond “Ne sono onorato, allora” lo sguardo della rossa si posò sulle mie labbra e deglutì rumorosamente “Mi accompagni in classe? Non voglio fare tardi..” mi chiese lei tornando a guardarmi negli occhi “Certo” annuii.
“Allora.. ci vediamo finite le lezioni?” le domandai sorridendo, Diamond annuì entusiasta e mi lasciò un bacio su una guancia “Ciao, Justin” “Ciao, Diamond” le nostre mani si separarono e, dopo esserci scambiati un ultimo sorriso, mi diressi verso la mia classe.
Felice.


Fine Flash-Back

“Justin” mi chiamò Luke.
Alzai lo sguardo e il biondo mi consigliò “Chiamala, e ricordale i quattro anni che avete passato insieme. Forse cambierà idea” “Forse hai ragione” sorrisi.
Ci salutammo con un abbraccio e domandai ad una guardia “Potrei fare una telefonata?” “Okay” concordò la guardia facendo roteare gli occhi.
Incrociai le dita sperando che il numero di telefono di casa di Diamond fosse sempre lo stesso ed ebbi un tuffo al cuore quando una voce dolce mi domandò “Pronto?”.
La mia Dia..

**

Ehy!!
Ciao a tutte!! <3
Allora, questo capitolo è interamente dedicato a Justin.
Come avrete letto Justin e Diamond hanno avuto una relazione ma..
perchè si sono lasciati??
Grazie x le bellissime recensioni!!!
Baci <3 <3 <3 <3

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Capitolo 3
*** Accountability ***


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Chapter 3.

Accountability

Diamond Pov’s.

“Secondo me le sta meglio l’azzurro” commentai passandomi una mano tra i capelli per la stanchezza “Dici? Insomma.. il marrone..” tentò di persuadermi la signora che continuava a guardarsi allo specchio “L’azzurro le risalta molto gli occhi, signora. Poi ancora non è vecchia, osi.” La signora rise divertita ed annuì, convinta “Mi fido. E, grazie per avermi dato della giovane” ricambiai il sorriso e, dopo che ebbe pagato i suoi prodotti, mi sedetti stremata su una sedia “Giornata faticosa, Dia?” mi domandò Tiffany divertita “Se prima amavo il trucco adesso lo odio” borbottai sbuffando “Oh andiamo, per quello che ci danno è divertente” commentò la bionda sedendosi accanto a me “Ho accettato questo lavoro solo per non pesare economicamente a mia madre” confessai poggiando la testa su una mano.
Odiavo truccare la gente.
Alcune signore erano gentili ed era anche divertente truccarle, però le ragazzine di dodici che volevano fare le grandi non le sopportavo proprio.
“Scusa..” mi disse una signora sorridendo “Come posso esserle utile?” le domandai alzandomi dalla scomoda sedia “Mi chiamo Catherine, fra una settimana mi sposo. Vorrei chiederti se ti andrebbe di truccarmi” mi propose la signora “Io.. ehm” balbettai incerta.
L’unica sposa che avevo truccato era stata Marci, e non mi aveva chiesto un trucco troppo complicato (fortunatamente).
“Se è per i soldi non devi preoccuparti” mi tranquillizzò la signora “No, non è per quello. Ehm.. lei aveva già pensato a qualcosa?” cambiai discorso abilmente “Si. Il mio vestito è bianco e vorrei qualcosa con quelle tonalità” annuì Catherine “Dovrò venire a casa tua tra una settimana?” le domandai iniziando a calmarmi “No, tanto la chiesa è qui vicino. Se per te non è un problema potrei venire qui..” rispose lei mordendosi il labbro inferiore “Alle otto?” chiesi “Perfetto! Mille grazie!” mi ringraziò Catherine entusiasta “Grazie a lei” conclusi prima che la signora uscì.
“E Dia porta a casa altre cento sterline” mi diede un’ancata Tiffany “Sono tutte per l’appartamento” sbuffai ridendo.
La porta del negozio si aprì facendo la solita musichetta stressante e mi morsi il labbro inferiore notando che una testa bionda si stava avvicinando a passo deciso verso di noi.
“Scusa” disse Niall a Tiffany “Mi dica” disse la bionda sorridendo “Sto cercando una ragazza. Mm.. non troppo alta, capelli rossi, labbra carnose..” spiegò Niall trattenendosi dal ridere “Non mi viene in mente nessuna.. ha dei segni particolari?” gli domandò Tiffany reggendogli il gioco “Si. È la mia fidanzata” annuì il biondo.
Arrossii leggermente e la mia migliore amica disse, indicandomi “Tutta per te”.
Scossi la testa ridendo ed abbracciai amorevolmente Niall “Ciao, piccola” mi salutò lui lasciandomi un casto bacio sulle labbra “Ciao, Irlandese” lo salutai sorridendo “Sei pronta?” mi domandò il biondo stringendomi una mano “Vado a cambiarmi e sono subito da te” dissi dirigendomi verso la porta che portava agli spogliatoi.
“Ah, Niall” lo chiamai affacciandomi alla porta, il biondo mi guardò sorridendo e l’avvertii “Ti tengo d’occhio” Niall annuì ridendo ed entrai nello spogliatoio.

“Com’è andata a lavoro?” mi domandò Niall accendendo la macchina “Bene. Sai, una sposa mi ha chiesto di farle il trucco” risposi sorridendo “è una bella cosa” commentò il biondo “A te?” gli chiesi stringendogli una mano “Bene. Però oggi dalle tre alle quattro devo tornare in officina” rispose Niall storcendo il naso “Come mai?” gli domandai triste.
Oggi avremmo dovuto fare la festa ad Ashton che aveva trovato un nuovo lavoro.
“Purtroppo gli affari non vanno molto e bene e non posso lasciare Greg da solo. Poi lui ha anche Zeus a cui badare” mi spiegò il biondo “Riuscirai a venire alla festa?” gli chiesi accarezzandogli una guancia “Lo spero, piccola. Però domani passeremo tutta la giornata insieme, promesso” disse Niall tornando a sorridere “Perché, domani che giorno è?” lo stuzzicai alzando un sopracciglio “Bè, è il giorno in cui hai ammesso di amare questo bel ragazzo” “Ti amo” gli sussurrai a fior di labbra “Ti amo anch’io” confessò il biondo sorridendo.

**

“La banca già vi ha dato l’okay?” ci domandò il proprietario dell’appartamento “Hanno detto che ci avrebbero chiamato entro domani” rispose Niall “Bene. Allora, che ne dite?” ci chiese l’uomo sorridendo “è davvero un appartamento meraviglioso. Sono sicura che ci troveremo benissimo” confermai felice.
“Come avete visto c’è già qualche mobile. Ho pensato che vi sarebbero stati utili per i primi giorni” disse l’uomo poggiando una mano sul divano “è stato un pensiero molto generoso da parte sua. Anche perché non sappiamo con precisione quando potremo traslocare e riuscire a montare tutto” sorrisi.
“Quindi, è un si?” ci domandò l’uomo porgendoci le chiavi dell’appartamento “è un si” confermammo all’usignolo io e Niall.
Il biondo prese in mano le chiavi e, dopo aver stretto la mano all’ex proprietario dell’appartamento, l’uomo uscì lasciandoci da soli.
Nella nostra nuova casa.
“è incredibile” commentai asciugandomi una lacrima “Neanch’io riesco a crederci” confermò Niall abbracciandomi “A-abbiamo una casa tutta n-nostra” singhiozzai “Tutta nostra” ripeté il biondo afferrandomi il viso tra le sue morbide mani.
“Ti amo” sorrisi “Io di più” concluse Niall per poi annullare le distanze tra le nostre labbra.
Finalmente avevamo una nostra casa.
Ora c’eravamo solo noi.
Finalmente…

“Fammi uno squillo quando finisci di lavorare” dissi “Lo farò” annuì Niall.
Il biondo si sporse un po’ in avanti e mi lasciò un dolce bacio sulla testa “Divertiti alla festa” “Lo farò” annuii.
Mi asciugai una lacrima e gli domandai “C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?” “Devi continuare a sorridere. È solo un brutto periodo, vedrai che poi tutto si sistemerà” rispose Niall stringendomi una mano “Okay” annuii;
Ci guardammo negli occhi e l’abbracciai “Se la banca mi chiama ti avviso” “Ciao, piccola” mi salutò il biondo, amaramente “Ciao, amore” lo salutai per poi scendere dalla sua macchina.
Mossi una mano in segno di saluto e Niall mi mandò un bacio, ci scambiammo un ultimo sorriso e bussai al campanello della casa di Ashton “Parola d’ordine?” mi domandò Tiffany “Harry è figo” risposi facendo roteare gli occhi, la bionda mi aprì ed entrai.

“Allora.. com’era l’appartamento?” mi domandò Harry incuriosito “Davvero bellissimo. Appena la banca ci da l’okay cominciamo il trasloco” risposi sorridendo “Ah, la mia Dia sta diventando grande” commentò commossa Tiffany “Smettila” borbottai imbarazzata.
“Quindi dividerai il letto con Horan?” ammiccò Chuck “Si, ma non faremo niente di quello che state pensando.” Risposi per poi tornare a gonfiare un palloncino “Dicono tutti così” ridacchiò Tiffany.
“Niall non ti ha chiesto nulla?” mi chiese Harry inclinando leggermente la testa “Cosa dovrebbe chiedermi?” gli domandai alzando un sopracciglio “Niente..” ridacchiò il biondo seguito da Chuck e Tiffany “Voi non me la raccontate giusta” sospirai.

Niall Pov’s.

Fatti coraggio Horan, devi riuscirci.
Avanti, devi solo entrare e chiedere.
Perché sono così nervoso?!
Presi un grande respiro profondo ed entrai nella gioielleria “Posso aiutarti?” mi domandò un ragazzo alzando un sopracciglio “Ehm, dovrei comprare un anello” risposi “Che tipo di anello?” sospirò il ragazzo “Devo chiedere alla mia fidanzata di sposarmi” arrossii “Il tuo budget?” mi chiese lui “In realtà ne avrei già visto uno..” dissi “Quale?” “Quella fedina d’argento con sopra il diamantino” risposi indicando l’anello “Mm.. okay. Seguimi” concordò il ragazzo.
Che scorbutico.
“Per entrambe le fedi vuoi il diamantino?” mi domandò lui prendendo un foglio “No, vorrei la mia fede senza.” Risposi “Come mai?” mi chiese il ragazzo alzando un sopracciglio “Faccio il meccanico. Non vorrei fare disastri” lui fece roteare gli occhi e mi trattenni dal prenderlo a sberle.
“Cosa vuoi scrivere dentro le fedi?” mi domandò il ragazzo “I nostri nomi e la data di quando ci siamo conosciuti” sorrisi fiero della mia scelta “Vuoi che chieda il divorzio subito?” “Come, scusa?” gli chiesi stringendo i pugni “Insomma, è banale. Lo fanno tutti” “Per noi è una cosa importante” strinsi i denti “Okay. Dimmi i nomi e la data” acconsentì il commesso “Niall e Diamond. 3/09/2013” sorrisi “Okay. Saranno pronte tra due giorni” m’informò il ragazzo “A me servirebbero per domani” insistetti “Dovresti pagare di più, allora” sorrise bastardamente il commesso “Quanto?” gli domandai rassegnato “Mm.. in totale sono ottocento sterline” sospirai e presi i soldi dal portafoglio “Le voglio pronte entro domani pomeriggio” l’avvertii “E saranno pronte” concluse il commesso continuando a sorridere.
“Arrivederci” dissi aprendo la porta “Grazie per averci scelto” disse il ragazzo.
Credimi ragazzo: se non dovessi sposarmi ti ucciderei fregandomene di andare in prigione.

Prossima tappa: Ristorante.

Diamond Pov’s.

La festa per il nuovo lavoro di Ashton stava proseguendo meravigliosamente ma continuavo a stare in pensiero per Niall.
Erano le cinque e lui ancora non mi aveva chiamata.
Entrai in cucina e composi il numero del biondo sulla tastiera del cellulare.
“Pronto?” mi domandò Niall stanco “Niall? Sei ancora a lavoro?” gli chiesi mordicchiandomi un’unghia “Ehm.. ho appena finito” rispose il biondo “Okay.. vieni alla festa?” “In realtà sono un po’ stanco..” confessò Niall “Oh, okay. La banca ti ha chiamato?” “No, ancora no.” Annuii e conclusi “Ci vediamo domani, allora.” “A domani, piccola” agganciai e sbuffai.

Mi stava nascondendo qualcosa.

**

“Mamma! Sono a casa!” dissi entrando in casa “Ciao amore” mi salutò lei allegramente “Com’è andata la festa di Ashton?” mi domandò Emily “Bene” sospirai “C’è qualcosa che devi dirmi?” il telefono di casa suonò ed andai a rispondere.
“Pronto?” domandai.
“Dia?”.
JUSTIN?!
“Justin?” chiesi confusa “Si. So che sembra strano però sono io. Ho bisogno di parlarti” confermò il biondo “N-noi non abbiamo niente da dirci” dissi trattenendo le lacrime “è importante. C’entra con Austin.” Sgranai gli occhi e gli domandai “Cosa c’entra tuo fratello?” “è di questo che voglio parlarti.”
Scossi la testa e Justin mi rassicurò “Siamo in una prigione, Dia. Non può succedere niente.” “Io..” tentennai “Ti prego, Pucci” “V-vengo” balbettai per poi chiudere la telefonata.
“Chi era?” mi domandò mia madre sorridendo “Niall” risposi prendendo le chiavi del mio scooter “Dove vai?” mi chiese lei corrugando la fronte “Devo fare una commissione. Torno fra un’oretta.” Non le diedi il tempo di rispondere che uscii di casa.
Pucci.
Il mio soprannome quando stavamo insieme…


Avanti Dia, devi solo entrare e parlargli.
Non è così difficile..
Entrai nella piccola saletta dove si tenevano gli incontri tra i detenuti e gli ospiti e deglutii appena vidi Justin seduto solo ad un tavolo.
Mi avvicinai lentamente e, quando lo raggiunsi, mi sedetti di fronte a lui.
“Ciao” mi salutò Justin sorridendo “Ciao” sussurrai “Sei cambiata” notò il biondo “Anche tu” confermai.
“Devo dirti una cosa” confessò Justin, annuii e il biondo mi raccontò:
“Non sono stato io né ad accoltellarti né a spararti” risi e gli domandai “Allora chi è stato, Justin?” “Austin. Mio fratello” rispose Justin serio “è impossibile” scossi la testa “Io ero a New York quando è successo tutto questo casino” “E perché ci sei tu in galera, e non Austin?” gli chiesi incrociando le braccia “Perché mi ha ricattato. E non potevo dirgli di no” abbassò lo sguardo il biondo “Che ti ha chiesto?” gli domandai alzando un sopracciglio “Ti avrebbe fatto del male. E non potevo permetterglielo” rispose Justin.
“Hai delle prove?” gli chiesi sospirando “I miei genitori sanno la verità. Io non ti sto mentendo Dia. Andiamo, non potrei mai farti del male. E questo lo sai.” Mi morsi il labbro inferiore e Justin mi mostrò una foto “La conservo sempre. Insieme alla tua” mi asciugai una lacrima guardando la foto che ci ritraeva quando eravamo ancora una coppia e Justin sussurrò, stringendomi una mano “Ti prego Pucci. Credimi. È stato Austin a farci rompere, ricordi? Lui è invidioso del fatto che io e te siamo riusciti a legare, mentre tu e lui no.” Sorrisi leggermente ed annuii “Ti credo, JusJus”.
Ci sorridemmo e, dopo esserci alzati dalle sedie, ci abbracciammo “Ti voglio bene JusJus” singhiozzai “Anch’io Pucci. Anch’io” disse Justin stringendomi forte a sé.
E quell’abbraccio mi ricordava tanto quello che ci eravamo dati al lago, quel giorno che ci eravamo messi insieme.
Il mio JusJus.
Il mio migliore amico.
“Ora devo andare” dissi asciugandomi una lacrima “Io fra due settimane esco. Magari potremmo andare a mangiarci una pizza” propose Justin “Con te, o con il tuo gemello cattivo Austin?” lo presi in giro ridendo “Ti voglio bene, Pucci” “Ti voglio bene anch’io, JusJus” ci scambiammo un ultimo abbraccio poi uscii da quella piccola saletta.
Finalmente avevo di nuovo il mio migliore amico.

JusJus.

****
Ciao a tutte!!!
Grazie mille x le bellissime recensioni!!
Sto piangendo!!!
Dia e Jus hanno fatto pace :)
<3
Mm.. credo che sappiate di già cosa succederà nel prossimo capitolo ;)
P.S. se volete passate da lei :) è una bellissima ff:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2060363&i=1

 

L'abbraccio di Dia e Jus:
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La foto di Dia e Jus quando avevano sedici anni:
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Capitolo 4
*** Will you marry me? ***


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Chapter 4.

Will you marry me?

Sentii delle labbra carnose lasciare dei bacetti su tutto il mio viso e ridacchiai pensando a chi potessero appartenere quelle irresistibili labbra.
Aprii leggermente gli occhi e sorrisi trovandomi davanti il mio angelo biondo; Capovolsi le situazioni mettendomi a cavalcioni su di lui e gli lasciai tanti baci sul viso “Auguri. Auguri. Auguri” ripetei ridendo intanto che le mie labbra si posavano sulla sua morbida pelle.
Gli accarezzai dolcemente i capelli e notai, sorridendo “Ti sei tagliato i capelli” “Ti piacciono così?” mi domandò il biondo accarezzandomi con i polpastrelli di una mano una guancia “Sei sempre bellissimo” commentai lasciandogli un casto bacio sulle labbra.
Ieri avevamo passato insieme si e no tre ore e, forse, il malumore con cui mi ero addormentata la sera precedente era dovuto al fatto che mi mancava tremendamente Niall. Quel ragazzo, in soli tre anni, era diventato una droga. E non potevo farne più a meno.
Presi il suo angelico viso tra le mie mano e annullai la distanza fra le nostre labbra.
Quanto mi erano mancate le sue labbra.
“So che adesso mi prenderai per pazza, però mi sei mancato da morire.” Sorrisi facendo toccare i nostri nasi “Allora siamo entrambi pazzi” commentò Niall stringendomi tra le sue forti braccia.
Anch’io gli ero mancata..
“Ho una bellissima notizia” annunciò il biondo sorridendo, annuii incoraggiandolo a continuare e Niall spiegò “Ieri mi ha chiamato la banca. Abbiamo l’okay. Possiamo iniziare ad arredare la nostra casa.” Involontariamente i miei occhi si riempirono di lacrime e commentai, scoppiando a piangere “Non sai quanto sono felice Niall. Dio, non ci credo che avremo una casa tutta nostra.” Il biondo mi asciugò le lacrime con le sue morbide labbra e mi domandò, sorridendomi dolcemente “Incominciamo questa meravigliosa giornata, insieme?” “I-io.. io dopo vorrei parlarti di una cosa” confessai arrossendo leggermente “Mi devo preoccupare?” mi chiese Niall giocherellando con una ciocca dei miei capelli “No, è solo una cosa che voglio dirti. È più un segreto, diciamo” risposi “Ci eravamo promessi che non ci sarebbero più stati segreti” mi ricordò Niall “è una cosa delicata, questa. Ho aspettato che diventassimo un po’ più grandi, per affrontare questo argomento.” Conclusi alzandomi dal letto.
Non sapevo se Niall avesse capito o meno. Forse avrebbe frainteso, ma fra poche ore gli avrei spiegato meglio tutto.
Spero che non si arrabbi..

**

Per colazione Niall mi aveva portata nello Starbucks in cui, tre anni fa, ci eravamo dati il nostro ‘primo appuntamento’. Ordinammo due frappuccini al cioccolato e due ciambelle: Una al cioccolato ed una alla crema.
L’Irlandese mi aveva informata che, quella sera, mi avrebbe portata a cena fuori; E, a noi, si sarebbero uniti i nostri genitori.
Proprio come tre anni fa.
Per tutta la mattinata non avevamo fatto altro che parlare dei nostri progetti per l’appartamento:
i mobili, il colore delle pareti, ecc…
Avevamo stabilito che la nostra camera sarebbe stata color corallo; E avremmo appeso tutte le nostre foto sulle pareti.
Guardandoci da lontani i passanti forse ci scambieranno ancora per due adolescenti che sognano il loro futuro insieme, e non avevano tutti i torti. Eravamo ancora bambini, alla fine; E stavamo crescendo insieme, felici.
“Allora, di cosa volevi parlarmi, stamattina?” mi domandò Niall addentando la sua cotoletta.
Stavamo pranzando in un ristorantino poco conosciuto a Londra e, nella sala, c’eravamo solo noi due.
Ed un silenzio tombale.
Sospirai e gli strinsi una mano “Ho notato come guardi Zeus, Niall. Ho visto che, infondo, anche tu desideri diventare padre come Greg. E credimi, anch’io invidio tanto Marci per essere una madre. Il punto è che io non posso avverare il tuo desiderio, almeno, non credo.” Niall posò la forchetta sul piatto e mi chiese, non capendo “Che vorresti dire? Non vuoi avere figli?” una lacrima mi rigò una guancia e risposi, scuotendo la testa “Credimi Niall, io vorrei tanto dei bambini.” “E perché non è possibile, allora?” mi domandò confuso il biondo; Mi asciugai le lacrime e gli spiegai, lentamente “Ho una malattia che, purtroppo, non si può curare. In un certo senso ho una probabilità su mille di rimanere incinta. I dottori già mi hanno detto che è impossibile che io abbia dei figli.” Tirai su col naso e continuai “Ho aspettato tre anni per dirtelo perché avevo paura che tu mi lasciassi. Insomma, tu ci tieni tanto alla famiglia e..” Niall non mi fece terminare di parlare che mi abbracciò.
“Sshh.. non devi pensarlo neanche. Io non ti lascerò mai. E non credere che se tu non possa avere figli, io andrei da un’altra donna per averli. Amore, questo non è un problema: Se vogliamo un bambino possiamo adottarlo..” sorrisi intenerita e il biondo continuò, sorridendo “Poi magari potremmo provarci mille volte ad avere un bambino..” scoppiai a ridere e commentai, sorridendo “Grazie per tirarmi sempre su di morale.” Niall mi accarezzò una guancia e mi rassicurò, dicendo “Magari potremmo provarci, quando te la sentirai. Forse siamo fortunati” “Già, forse siamo noi quell’uno su mille” annuii.
Tornammo al nostro pranzo e dissi, sorridendo “Magari avremmo un bel bambino. Insomma, potrebbe essere moro con gli occhi azzurri. Però non molto alto.” Il mio sorriso scomparì:
Avevo appena fatto la descrizione di Justin.
E Niall ancora non sapeva della nostra chiacchierata.
“Mm.. un bel rubacuori, quindi” ridacchiò Niall “Come il padre” commentai baciandogli il dorso di una mano “Si, ma alla fine il padre ha deciso di rimanere fedele per sempre ad una ragazza meravigliosa” disse il biondo facendo intrecciare le dita di una nostra mano “Ti amo” confessai, sorridendo “Ti amo anch’io” concluse Niall per poi tornare al suo pranzo.
Justin? Magari ne avremmo parlato un po’ più avanti..


“Allora.. che si fa?” gli domandai intanto che passeggiavamo indisturbati per le strade di Londra tenendoci per mano “Se te lo dico non è più una sorpresa” sorrise Niall guardandomi “Dai..” feci il labbruccio e il biondo fece roteare gli occhi “Okay, volevo portarti al London eye” “Si!!” esclamai battendo le mani.
Amavo il London eye.
Soprattutto quando c’era il tramonto.
“La mia piccola” commentò stringendomi a sé Niall “Il mio principe” sorrisi lasciandogli un bacio sul suo nasino perfetto.
Niall era perfetto.
Anche troppo.. siamo sicuri che non fosse veramente un angelo?
“è deserto.” commentai appena entrammo in una cabina della ‘ruota panoramica’ “Mm.. può darsi che io abbia prenotato una cabina solo per noi” optò Niall abbracciandomi da dietro; Sorrisi intanto che scuotevo la testa e commentai, intanto che gli accarezzavo le mani “Stai spendendo una fortuna per me.. e io non so come fare per sdebitarmi” “Non devi sdebitarti, piccola. Lo faccio perché ti amo” mi rassicurò il biondo.
Esisteva un ragazzo più dolce di lui?
“Sai.. non vedo l’ora che sia stasera” confessò Niall accarezzandomi la pancia “Come mai?” gli domandai poggiando la testa su una sua spalla “è importante il nostro anniversario, e ci tengo che tutto sia perfetto.” Gli lasciai un bacio su una guancia e dissi, guardando il tramonto “Nella nostra camera vorrei un quadro che rappresentasse il tramonto.” “E l’avremo. Esaudirò ogni tuo più piccolo sfizio.” Disse il biondo baciandomi sulla testa.
E più passavano gli anni e più mi rendevo conto di aver trovato un ragazzo unico; Niall sembrava non accorgersene ma lui era veramente unico. Non l’avrei potuto sostituire con nulla al Mondo.
Non conoscevo la perfezione, e poi ti ho visto.
Non credevo nell’amore, e poi hai sorriso.
Ti amo, angelo mio.

**

“Mamma, come sto’?” domandai a mia madre provando il decimo vestito in neanche un’ora “Dia, è il decimo abito che ti provi” sbuffò Emily “è importante, mamma.” Le ricordai.
Spesso mia madre sottovalutava la mia relazione con Niall; Pensava che prima o poi sarebbe finita. Aveva iniziato ad essere così da quando papà era tornato.
“Che dici? Questo, o quello? Insomma, questo è più semplice mentre l’altro è più elegante..” le chiesi in pieno panico “Perché non l’hai chiesto prima a Niall?” mi domandò lei stufa “Perché voglio che sia una sorpresa” risposi cominciando a perdere la pazienza “Metti quello semplice. Non stai andando a prendere il thè con la regina” concluse mia madre prima di uscire dalla mia camera.
Mi misi le mani nei capelli e presi un respiro profondo:
Odiavo quando litigavamo.
Bussarono alla porta e borbottai, con il viso tra le gambe “Avanti.”
“Sei pronta, piccola?” mi domandò mio padre accarezzandomi i capelli “Diciamo” risposi tirando su col naso “Cosa c’è che non va?” mi chiese affettuosamente Robert “Ti piace questo vestito?” gli domandai indicandogli il vestito che indossavo “Certo. Sei bellissima” rispose sorridendo mio padre “A Niall piacerà?” gli chiesi poggiando la testa su una sua spalla “Bè, se non gli piaci allora vuol dire che è gay.” Entrambi ridemmo e gli diedi un bacio su una guancia “Grazie, papà. Sei il migliore” “Tutto per la mia bambina” ci scambiammo un dolce abbraccio per poi scendere le scale.
“Vieni anche tu, Nick?” domandai al moro sorridendo “Certo. Emily ha insistito tanto e alla fine ho ceduto.” Rispose Nick ricambiando il sorriso “Allora.. andiamo?” chiesi mordendomi il labbro inferiore “Andiamo” confermò Robert aprendo la porta di casa.
Speriamo che mamma e papà non litighino..
 
Gli Horan erano sempre stati maniaci della puntualità, cosa che noi Cox non possedevamo.
“Scusate il ritardo” mi scusai sorridendo alla famiglia di Niall che già si era seduta al tavolo che avevamo prenotato “Non preoccuparti. Sei bellissima” mi abbracciò Maura sorridendo “Anche lei è bellissima Maura. Il viola le dona moltissimo” commentai “Quante volte ti ho detto che devi darmi del tu?” mi rimproverò la signora Horan ridendo “Tante” risi anch’io.
Salutai tutti allegramente finché giunsi a lui..
Quella sera era più bello che mai:
Indossava uno smoking nero, una camicia bianca e una cravatta sottile nera; Le scarpe erano perfettamente lucidate e si era rasato la barba.
“Sei bellissima” si complimentò il biondo avvicinandomisi appena “Grazie, anche tu sei bellissimo” arrossii leggermente “Il rosa è un colore che ti dona tantissimo” commentò Niall poggiando una mano su un mio fianco “A te dona parecchio lo smoking” sorrisi aggiustandogli meglio la cravatta. Ci guardammo negli occhi e il biondo posò le sue labbra sulle mie lasciandoci un casto bacio.
Che la serata abbia inizio..


La serata procedeva benissimo.
Niall, Robert, Bobby, Greg e Nick si erano messi d’accordo per andare a vedere la partita dell’Irlanda questa Domenica allo stadio; Mentre noi donne avevamo progettato un’interessantissima giornata di shopping.
Ovviamente: Tutto con le carte dei mariti.
“Io userò la carta di papà, allora” annunciai ridendo “Come mai?” mi domandò alzando un sopracciglio Robert “Perché ancora non ho un marito” risposi ovvia “Ehm, proprio di questo vorrei parlare” si alzò in piedi Niall.
Oddio..
Il biondo mi fece alzare in piedi e mi confessò, stringendomi entrambe le mani “Non passa giorno che io non ricordi quel meraviglioso giorno di Settembre. Non avrei mai pensato d’incontrare una donna come te. Adesso abbiamo il nostro appartamento, un lavoro.. siamo diventati grandi. Te lo propongo proprio oggi, amore mio, perché è un giorno molto importante per noi. È il nostro anniversario. Sono passati tre anni.. ma a me non bastano..” Niall s’inginocchiò e prese da una tasca dei pantaloni una scatolina di velluto blu “.. Io vorrei passare tutto il resto della mia vita con te, amore mio. Quindi.. Diamond Anne Cox, vorresti sposarmi?” il biondo aprì la scatolina e mi asciugai le lacrime che scendevano interrottamente lungo le mie guance.
Mi aveva chiesto di sposarlo..
“Si, mille volte si.” Annuii emozionata; Niall si rialzò in piedi e mi mise l’anello all’anulare della mano sinistra.
Anche il mio angelo stava piangendo, forse anche più di me.
Il biondo mi prese il viso tra le sue mani e, dopo avermi asciugato qualche lacrima, lasciò un dolce bacio sulle mie labbra ricoperte dal rossetto rosa.
Ecco cosa mi nascondeva Niall…
Beh.. è stata la sorpresa più bella della mia vita.
Avrei sposato il mio principe azzurro.. Potevo chiedere di meglio?


****
Okay.. sto piangendo!!
Niall ha chiesto a Dia di sposarlo!! <3
No, non è la fine della storia...
Anzi, e solo l'inizio .. ;)
Come avete letto Emily è molto più distaccata con Dia, questo si capirà nei capitoli seguenti..
Per le ragazze del concorso:
1) non preoccupatevi: apparirete preso.
2) volete che metta il vostro vero nome?
3) posso mettere una vostro foto?
Grazie x le bellissime recensioni!!
Al prossimo capitolo!
Baci <3 <3

Niall l'angelo Horan:
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Il vestito di Dia:
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Le scarpe di Dia:
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Capitolo 5
*** Solution ***


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Chapter 5.

Solution

Inutile dire che la reazione dei nostri genitori fu più che positiva.
“Quindi.. avete comprato un appartamento?” ci domandò Maura intanto che ci sedevamo “Affittato” la corresse Niall continuando a tenermi per mano “Come mai non c’è l’avete detto prima?” ci chiese Nick confuso “Volevamo che fosse una sorpresa. Oggi la banca ci ha anche dato l’okay e possiamo incominciare a comprare i mobili.” Risposi emozionata.
“Beh, dobbiamo brindare” propose Bobby “Ogni scusa è buona per bere” rise Greg scuotendo la testa “Così mi offendi, figliolo” fece il finto offeso il signor Horan; Tutti scoppiammo a ridere e Emily annunciò, alzandosi in piedi “Dato che siamo in vena di annunci anche noi dobbiamo farne uno” Nick l’affiancò e mia madre disse, sorridendo “Io e Nick ci sposiamo.” Sorrisi leggermente e vidi Robert rabbuiarsi “I-io.. io vado un attimo a prendere una boccata d’aria” disse mio padre per poi ‘scappare’ dal ristorante.
Sospirai e lo raggiunsi.
Mi si strinse il cuore vedendo Robert piangere seduto su una panchina e l’affiancai “Papà..” sussurrai abbracciandolo “D-Dia” singhiozzò lui ricambiando l’abbraccio “Sshh.. adesso ci sono io con te.” lo rassicurai intanto che gli accarezzavo i capelli.
Ci guardammo negli occhi e gli domandai, sorridendo “Ehi, dov’è finito il Robert duro di sempre?” Robert scosse la testa e gli chiesi “Sei ancora innamorato di mamma?” mio padre annuì e mi spiegò “Oggi.. oggi volevo chiederle di risposarmi..” “Oddio” sussurrai portandomi una mano davanti alla bocca “Si, lo penso anch’io.” Annuì Robert asciugandosi le lacrime, gli accarezzai una guancia e gli dissi, incoraggiandolo “Papà: so che tu sei ancora innamorato di mamma, però devi voltare pagina. Ho visto come le donne ti guardano, e non avresti nessuna difficoltà a trovare una nuova compagna. Devi solo trovare quella giusta.” “Forse hai ragione” concordò mio padre “Dai, andiamo.” Lo abbracciai e rientrammo nel ristorante.
“Zia Dia! Zia Dia!” mi chiamò Zeus tirandomi appena il vestito, presi in braccio il piccolo Horan e gli domandai sorridendo “Che c’è amore?” tornai a sedermi accanto a Niall e il biondo si avvicinò a noi “Ho sonno” sbadigliò Zeus “Appoggiati a zia, amore.” gli consigliai baciandolo dolcemente sulla testa;
Zeus si addormentò con la testa poggiata al mio petto e Niall mi sussurrò, sorridendo “Saresti una madre perfetta.” “E tu un padre perfetto.” Dissi ricambiando il sorriso.
Mi asciugai una lacrima che scendeva solitaria su una mia guancia e tirai su col naso “Piccola..” sussurrò Niall accarezzandomi una spalla “S-sto bene” balbettai trattenendo le lacrime “Usciamo fuori” disse il biondo alzandosi dalla sedia.
Posai accuratamente Zeus nel passeggino ed uscii fuori con Niall.
“Sfogati” mi ordinò il biondo allargando le braccia; mi fiondai tra le sue braccia e commentai, piangendo “N-non è g-giusto” “Come si può privare ad una donna di diventare madre?!” urlai arrabbiata “perché a me?” sussurrai calmandomi, Niall mi baciò sui capelli e mi sussurrò “Ascolta piccola, so che per te è doloroso accettare il fatto che non puoi avere figli, però devi farlo. Devi alzare la testa e dire: Si, non posso avere figli, però posso essere felice comunque! Piccola, se vogliamo tanto un bambino possiamo adottarlo. Poi non è vero che non puoi avere figli, i dottori ti hanno detto che hai una probabilità su mille.” “E se rimango incinta? Dopo cosa succederà? Il mio corpo non è strutturato per accogliere un bambino. Soffrirà. E soffrirò anch’io.” Spigai incrociando le braccia. Il biondo sospirò e mi strinse entrambe le braccia “Facciamo così: Domani andiamo in Ospedale, parliamo con il ginecologo e vediamo cosa si può fare. Okay?” annuii e Niall mi baciò sulla fronte “Ti amo, piccola. E farò qualsiasi cosa per renderti felice.” “Ti amo anch’io” sorrisi abbracciandolo.

Signori e signore, vi presento la mia ragione di vita: Niall James Horan.

**
“Sicuro che non disturbo?” domandai a Niall togliendomi le scarpe “Piccola, sei la mia futura moglie. Non disturbi mai.” Mi tranquillizzò il biondo sorridendo.
Ci dirigemmo verso la camera di Niall e il biondo mi chiese, stringendomi una mano “Hai il pigiama, piccola?” “Niall, mi hai proposto di venire a dormire da te dieci minuti fa. Spiegami come faccio ad avere il pigiama dietro.” Risi;
“Allora ti presterò una mia maglia, futura signora Horan” disse Niall stringendomi i fianchi “Sai.. potrei prenderci gusto ad essere chiamata così” sorrisi poggiando le mani sulle sue larghe spalle “E io potrei abituarmi a dormire con te ogni notte.” Disse il biondo per poi regalarmi un dolce bacio.
“Ci credi che ci sposiamo?” gli domandai incredula “Mm.. sinceramente? No.” Ammise sorridendo Niall “Neanch’io” concordai mordendomi il labbro inferiore.
Indossai una maglietta di Niall e commentai, buttandomi sul suo letto “Mm.. è comodo” “Si, lo so” annuì il biondo per poi darmi un bacio a stampo; Poggiai una mano dietro alla sua testa e lo spinsi contro di me per far rincontrare le nostre labbra in un dolce e passionale bacio.
“Mm.. piccola” sorrise maliziosamente Niall intanto che faceva sfiorare i nostri nasi “Ne avevo bisogno” mi giustificai scrollando le spalle “Dovresti farti venire questi bisogni più spesso.” Commentò il biondo stringendomi tra le sue braccia;
Sorrisi divertita e Niall mi sussurrò “Niente è perso quando ci credi, il sogno dura finché lo insegui.”
Il mio angelo biondo aveva proprio ragione:
Dovevo inseguire il mio sogno.

**

“Niall?” domandai guardandomi attorno “Ecco la colazione per la mia splendida futura moglie” annunciò il biondo entrando in camera con un vassoio pieno di cibo “Dio quanto cibo!” esclamai ridendo “Tutto per renderti felice.” Disse Niall per poi rubarmi un bacio “Mm.. come mai sei così allegro?” gli chiesi intanto che addentavo una ciambella “Beh, la mia ragione di vita ha accettato di sposarmi e sono felice.” Rispose sdraiandosi accanto a me il biondo “Oggi dobbiamo andare in Ospedale” gli ricordai “Ti ho sistemato i vestiti. Sono in bagno.” “Grazie angelo” lo baciai su una guancia e bevvi un sorso del mio thè freddo.


“Scusi, vorremmo parlare col dottor Jackson” mi rivolsi ad una segretaria sorridendo “Mi scusi, signorina, però il signor Jackson ha appena finito il suo turno.” Rispose la segretaria accavallando le gambe “Oh” annuii sconsolata “Qualcuno mi cerca?” domandò il dottor Jackson sorridendo “Oh, salve dottor Jackson. Ehm, volevamo chiederle alcune informazioni, però possiamo ripassare domani.” Spiegai “Neanche per sogno! Entrate” ci invitò il dottore dentro il suo studio.
Ci sedemmo davanti alla scrivania e il dottor Jackson ci domandò, allegro “Allora, cosa fare per voi due?” presi un respiro profondo e gli ricordai “Lei si ricorda della mia malattia..” “Si, molto bene.” Annuì il dottore “.. però io vorrei tanto avere un figlio, dottore. Non c’è qualcosa che si possa fare?” conclusi nervosa.
Il dottor Jackson si picchiettò con l’indice di una mano il mento e mi domandò “Quanti anni hai?” “Devo compierne ventidue” risposi mordendomi il labbro inferiore “Una cosa si potrebbe fare.. però non è certa.” Spiegò il dottore torturandosi le mani “Non importa, ci dica.” Lo spronò emozionato Niall;
Il dottor Jackson sospirò e ci disse “Esistono delle pillole, se tu le prendi i tuoi ormoni.. come dire? Si ‘allineano’ a quelli normali.” “Dovrei prenderla solo una volta?” chiesi corrugando la fronte “Si, ricorda pur sempre che è un medicinale. Però dovreste fare un sacrificio.” Rispose il dottore “Che tipo di sacrificio?” domandò Niall non capendo “La pillola costa duecento sterline.” Confessò il dottor Jackson.
“Oh” sussurrai delusa.
Non potevamo permetterci degli ‘sfizi’, dovevamo pensare solo al nostro appartamento.
“Potrebbe scriverci il nome?” gli chiese cordialmente Niall “Certo.” Acconsentì il dottore.
Il biondo mise il foglio nel portafoglio e ci alzammo dalle sedie “Grazie mille, dottor Jackson.” Lo ringraziai sorridendo “Tutto per la mia paziente preferita.” Mi scombinò i capelli il dottore.
Uscimmo dall’Ospedale e Niall mi domandò, storcendo il naso “Tu.. cosa ne pensi?” “Non lo so.” Risposi scuotendo la testa “Potrei fare gli straordinari..” propose il biondo “No Niall. Tu non farai niente, chiaro? Non voglio che ti affatichi. Più avanti ci penseremo.” Conclusi.
Avrei potuto avere una famiglia, però nulla era certo.

Avremmo speso duecento sterline per niente?
Oppure ci avrebbero cambiato la vita?

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Capitolo 6
*** Help ***


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                                                                               Chapter 6.

Help

 “Quindi.. cosa farai?” mi domandò Ashton accarezzando la testolina pelosa di Diall; Sospirai e risposi, scuotendo la testa “Non lo so.” Il biondo storse il naso e mi consigliò “Se ti senti pronta fallo.”
“Non è semplice Ashton. Io desidero tantissimo di avere un figlio con Niall, però ho paura. Ho paura di non riuscire ad essere una buona madre; Ho paura di non essere all’altezza.” Confessai sdraiandomi sul letto.
Ashton m’imitò e mi strinse tra le sue braccia “Fiorellino mio, non so cosa dirti. Questa è una decisione che devi prendere con Niall.” Mormorò il biondo intanto che mi accarezzava i capelli “Grazie per esserci sempre, Ash.” Sussurrai tirando su col naso “Sono il tuo migliore amico, fiorellino, se non ci fossi io chi ci dovrebbe essere?”.
Bussarono alla porta e alzai appena il viso dal petto muscoloso di Ashton:
Niall.
“Piccola, perché piangi?” mi domandò l’Irlandese venendomi contro, Niall mi asciugò le lacrime con i pollici delle sue grandi mani e Ashton disse, alzandosi dal letto “Io vado. Ciao Dia.” Il biondo mi diede un piccolo bacio sulla fronte e sorrise leggermente a Niall.
“Allora?” mi chiese Niall guardandomi negli occhi.
Misi Diall tra le mie gambe e sussurrai, accarezzando il pelo morbido dell’husky “Ho paura.”
“Di cosa, piccola?” mi domandò il biondo non capendo “Di crescere.” Risposi dando un bacio sulla testa di Diall “Io.. io non capisco.” Disse Niall sedendosi accanto a me.
Gli strinsi una mano e risposi, accarezzandogliela “Crescere vuol dire assumersi le proprie responsabilità e risolvere i problemi che ci si pongono davanti. Niall, io voglio avere un figlio, però ho paura di non esserne all’altezza.” Il biondo mi lasciò un casto bacio sulle labbra e mi rassicurò, accarezzandomi una guancia “Se staremo insieme, riusciremo a superare tutto. I soldi non sono un problema, piccola; Al nostro bambino non mancherà nulla.” “Sarai un padre meraviglioso.” Commentai accarezzandogli una guancia “E tu sarai una madre perfetta.” Disse Niall per poi annullare le distanze tra le nostre labbra.

Avevano detto che eravamo troppo giovani per amare, ma loro erano troppo vecchi per ricordare.

Mi spostai appena dalle sue carnose labbra e dissi, sorridendo “Io domani devo truccare una sposa. Quindi avrò cento sterline.” “Le altre cento le metto io.” Aggiunse il biondo ricambiando il sorriso “Non ci credo che sta succedendo.” Ammisi scuotendo la testa “Come mai?” mi domandò Niall corrugando la fronte.
Sorrisi e ricordai “Ero quel tipo di libro che nessuno leggeva perché la copertina era brutta. Ma poi sei arrivato tu, e tutto è cambiato.” “Piccola..” sussurrò il biondo con le lacrime agli occhi “La mia vita è migliorata, grazie a te. Angelo. Te ne sono grata.” Dissi stringendogli una mano.
Niall mi strinse tra le sue forti braccia e mi sussurrò, piangendo “Sei tu che mi hai migliorato la vita, piccola. Non so cosa mi sarebbe potuto accadere se non ci fossi stata tu al mio fianco.”

Flash-Back

“Alla fine c’è l’hai fatta ad arrivare!” mi prese in giro Justin abbracciandomi “Ho dovuto mentire ai miei per venire a questa cavolo di festa, Jus. E l’ho fatto solo per te.” gli rinfacciai intanto che gli puntavo un dito contro “Oh, allora grazie per avermi degnato della tua presenza.” Rise il moro.
“Idiota. Vieni qui e baciami.” Risi poggiando le mani sulle sue spalle “Volentieri.” Sorrise Justin per poi annullare le distanze fra le nostre labbra.
“Cosa hai bevuto, Jus? Sai di alcolico!” mi lamentai facendo una smorfia di disgusto “Vodka. Nei vuoi un po’?” mi chiese il moro porgendomi un bicchiere “Ho diciassette anni, Jus. Non posso bere.” Gli ricordai “Dai, fai uno strappo alla regola!” insistette Justin “No, Jus. E neanche tu berrai.” Conclusi poggiando il suo bicchiere sul tavolo.
“Sei cattiva.” Commentò il moro sbuffando “Lo faccio per il tuo bene, Jus.” Dissi prendendolo per mano e trascinandolo in mezzo alla pista da ballo “Pucci..” si lamentò Justin seguendomi.
Sapevo che odiava ballare, però era troppo divertente vederlo mentre cercava di muoversi  a ritmo.
“Andiamo Jus! Lasciati andare!” lo invogliai mentre mi sistemavo i capelli;
Justin mi attirò a sé circondandomi il bacino con un braccio e mi sussurrò, sulle labbra “Ti amo, Pucci.” “Ti amo anch’io Jus.” La distanza fra le nostre labbra venne annullata e poggiai le mani sulle sue spalle.
“Diamond Anne Cox!” urlò mia madre infuriata nera.
Mi spostai impaurita da Justin e deglutii vedendo mia madre avvicinarsi a noi con passo minaccioso “Sei in un mare di guai, signorina!” disse lei prendendomi per un polso “M-mamma.. posso spiegarti..” dissi impaurita “Mi avevi detto che avresti fatto un pigiama party a casa di Tiffany! Non che ci fossero stati anche dei ragazzi!” concluse Emily per poi condurmi fino alla macchina parcheggiata fuori al vialetto della villetta di Tiffany.
“Mamma..” cercai di calmarla; Mia madre si voltò infuriata e mi diede un schiaffo su una guancia “Facevi tanto la santarellina Dia! Dicevi che Tiffany e Jessica si fossero fidanzate e non facevano altro che baciarsi con i ragazzi! Quando invece l’unica troia qui sei tu!” mi portai una mano vicino alla guancia arrossata e gridai, arrabbiata “Ti odio! Sei la madre peggiore del Mondo!”.


Fine Flash-Back.

“Piccola..” mi chiamò Niall scuotendomi una spalla “Eh?” domandai tornando con la testa sulla Terra “Ti eri incantata?” ridacchiò il biondo “Oh si.. stavo pensando.” Risposi sorridendo “A cosa?” mi chiese Niall accarezzandomi una guancia “A come sarebbe stata la mia vita se non mi fossi lasciata con Justin.” Risposi.
Sgranai gli occhi e il biondo mi domandò, trattenendo la rabbia “Tu e Justin cosa eravate?” “Io..  ehm.. te  ne avrei parlato..” spiegai gesticolando “Illuminami.” Disse Niall sedendosi sul letto.
Sospirai e gli raccontai “Io e Justin abbiamo avuto una relazione. È durata quattro anni.” Il biondo annuì e continuai “Dalla prima alla quarta superiore. Poi ci siamo lasciati.” “Come mai?” mi chiese incuriosito Niall “I miei ci hanno beccato ad una festa.” Mi morsi il labbro inferiore “Quindi i tuoi non lo sapevano?” mi domandò il biondo, annuii e Niall mi chiese “E perché non me l’hai mai detto?” “è una cosa irrilevante.. insomma, ormai è finita.” Risposi.
Il biondo annuì e mi domandò, sorridevo “C’è qualcos’altro che devo sapere?” “Ho parlato con Justin..” sussurrai “Cosa?!” mi chiese Niall strabuzzando gli occhi “Calmati. Abbiamo parlato e lui mi ha raccontato come sono andate realmente le cose, tre anni fa.”
Il biondo si sdraiò sul letto e mi domandò, sbuffando “E cosa ti ha detto?” “Che è stato Austin a fare tutto.” “E adesso chi è Austin?” sbuffò Niall “Suo fratello, gemello.” Risposi.
Il biondo rise di gusto e mi spiegò, scuotendo la testa “E tu ci credi? Andiamo Dia, è impossibile! Te l’avrà detto solo per cercare di far pace con te.” “Io.. io gli credo.” Balbettai “Okay, credici. Però non dirmi niente se dopo te ne penti.” Si alzò dal letto Niall “D-dove stai andando?” gli domandai impaurita “A farmi un giro. Ho bisogno di schiarirmi le idee.” Rispose il biondo aprendo la porta della mia camera “Vengo con te.” mi offrii “No, vado da solo.” Concluse Niall per poi uscire dalla mia camera sbattendo la porta.
No.. non poteva essere successo veramente..
Mi buttai sul letto affondando la faccia nel cuscino e incominciai a piangere:
Perché dovevo ritrovarmi sempre da sola?
Perché non potevo essere felice con una persona?
Perché tutti si arrabbiano con me?
Cos’ho fatto di sbagliato?

Aiuto…


***
Ciao a tutte!!
Allora, comincio col dirvi che questo è solo un capitolo
"messaggero" cioè che farà da 'ponte'
x il prossimo capitolo.
Purtroppo Niall e Dia hanno litigato e..
risolveranno?
Ehy, sto incominciando a notare che siete sempre di meno a leggere
e recensire.
Che fine avete fatto???
Al prossimo capitolo!!
P.S. passate di qui:
è una storia bellissima!!

http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=506882

 

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Capitolo 7
*** Forgiveness ***


                                                                        
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                                                                                      Chapter 7.

Forgiveness

                                                    ( Armatevi di fazzoletti )

 “Ciao, Dia. Come mai qui?” mi domandò Maura sorridendo “Salve, Maura. Sa’ dov’è Niall? Dovrei parlargli..” risposi mordendomi il labbro inferiore “Purtroppo Niall non è in casa. Credo che ritorni stasera; In questi giorni lui e Greg hanno molto lavoro in officina.” Mi spiegò lei con un pizzico d’amarezza “Ehm.. potrei parlarle, Maura?” le chiesi arrossendo leggermente “Certo, entra.” annuì Maura invitandomi ad entrare.
Ci sedemmo sul divano e le spiegai “Sono venuta da lei perché credo che mia madre non mi capirebbe..” “Così mi fai preoccupare, Dia. Cos’è successo?” mi domandò Maura preoccupata;
Sospirai e le raccontai “Io e Niall vorremmo avere un bambino.” Maura sorrise dolcemente e mi accarezzò i capelli “Perché tua madre non potrebbe capirti, Dia?” “Forse perché lei mi vede ancora bambina e.. ho paura che non l’accetti.” Confessai torturandomi le mani.
“Se tu e Niall siete convinti di voler un bambino, fatelo. Però dovete esserne sicuri, perché dopo non si può tornare indietro.” Mi spiegò la donna “Io.. io sono sicurissima, Maura. Però ho paura, ho paura di non esserne all’altezza.” Maura rise divertita e mi rassicurò “Non devi preoccuparti, Dia. Ne sarai in grado. Poi se hai bisogno di una mano ci sarò sempre io. Ricordatelo: non sarai mai da sola.” “Grazie, Maura.” La ringraziai sorridendo “Tutto per te, Dia.” Ricambiò il sorriso Maura per poi abbracciarmi.
Avevo sempre considerato Maura come una seconda mamma, e oggi ne avevo la certezza:
Lei era la mia seconda mamma.
“Io e Niall abbiamo litigato; le dispiace se sparpaglio un po’ di petali per terra?” le domandai mostrandole un sacco pieno di petali rossi “Basta che dopo ripuliate.” Rise Maura “Ma.. come mai avete litigato?” mi domandò lei tornando seria “Ho raccontato a Niall del mio ex, e lui si è arrabbiato.” Sospirai “è sempre il solito.” Sbuffò Maura “Io credo che lui abbia ragione.” Storsi il naso “No che non ha ragione! È come se lui ti raccontasse della sua ex. Tu ti arrabbieresti?” alzò appena la voce la donna “No..” sussurrai “Comunque, quanti giorni fa avete litigato?” mi chiese Maura calmandosi appena “Due giorni fa. E sto impazzendo.” Confessai “Su, allora muoviti a preparargli questa sorpresa.” M’incitò la donna ridendo.
Avevo pensato a tutto:
I petali; le candele e le foto.
Poggiai un foglio su un comodino della camera da letto di Niall e sparsi qualche petalo per terra.
Speriamo che basti..

Niall Pov’s.

“Come va con Dia?” mi domandò Greg pulendosi le mani con uno straccio “Non riesco a smettere di pensarla. Ho paura di aver fatto una cazzata.” Ammisi sedendomi su una sedia “Allora chiedile scusa.” Disse ovvio mio fratello “Lo farò. In questi giorni non ha fatto altro che chiamarmi e mi sento incolpa per non averle risposto.” Annuii “Dai, vai a casa. Sei ridotto peggio di uno straccio.” M’incoraggiò Greg “Sicuro?” gli chiesi prendendo le chiavi della mia auto in mano “Sicuro. Vai.” Sorrise mio fratello.
Anche se avvolte litigavamo, ci volevamo sempre un Mondo di bene.
Lui era mio fratello, e ne andavo fiero.

**

Aprii lentamente la porta di casa e corrugai la fronte vedendo dei petali rossi sparsi per terra.
Notai un fogliettino attaccato con dello scotch sulla porta e lo lessi:

“Bentornato a casa, angelo. Sali di sopra:
C’è una sorpresa per te.
- Dia x”


Sorrisi leggermente e salii le scale seguendo il percorso tracciato dai petali rossi;
Arrivai davanti alla porta della mia camera e presi il bigliettino attaccato sulla porta tra le mani:

“Mi dispiace tanto, angelo.
So che dovevo dirti tutto prima, però avevo paura.
Ho preso una decisione, e spero tanto che tu non ci abbia ripensato.
Ti amo, angelo.
- Dia x”


Aprii la porta della mia camera e notai delle candele sparse per tutta la stanza.
Seduta sul letto c’era la mia piccola, con la mia chitarra in mano; Lei mi sorrise dolcemente, per poi iniziare a suonare:

“You’re insecure
Don’t know what for
You’re turning heads when you walk through the door
Don’t need make up
To cover up
Being the way that you are is enough
Everyone else in the room can see it
Everyone else but you
Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
If only you saw what I can see
You’ll understand why I want you so desperately
Right now I’m looking at you and I can’t believe
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
Oh oh
But that’s what makes you beautiful
So c-come on
You got it wrong
To prove I’m right I put it in a song
I don’t why
You’re being shy
And turn away when I look into your eyes
Everyone else in the room can see it
Everyone else but you
Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
If only you saw what I can see
You’ll understand why I want you so desperately
Right now I’m looking at you and I can’t believe
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
Oh oh
But that’s what makes you beautiful
Nana Nana Nana Nana
Nana Nana Nana Nana
Nana Nana Nana Nana
Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
If only you saw what I can see
You’ll understand why I want you so desperately
Right now I’m looking at you and I can’t believe
You don’t know
You don’t know you’re beautiful
Oh oh
But that’s what makes you beautiful”


Ero incredulo di quello che fosse appena successo:
La mia piccola mi aveva appena cantato una canzone;
E avevo le lacrime agli occhi.
Diamond posò la chitarra per terra e mi si avvicinò, mi accarezzò con il dorso di una mano una guancia e mi sussurrò “Tu non lo sai, ma sei bellissimo.” “Piccola..” mormorai trattenendo le lacrime “Sono sicura, Niall. Voglio questo bambino, con te. Voglio una famiglia, con te.” mi lasciò un dolce bacio sulle labbra lei.
Le strinsi una mano e le domandai “L’hai già presa la pillola?” “Si, l’ho già presa.” Annuì lei “I miei sono nella stanza affianco?” le chiesi stringendole i fianchi “Sono usciti. E mi hanno detto che faranno tardi.” Rispose Diamond sorridendo leggermente “E tu, sei pronta?” le domandai lasciandole una scia umida di baci sul collo “Pronta.” Confermò lei stringendomi i capelli.
La presi in braccio e l’adagiai delicatamente sul letto; Le sfilai la maglietta e sorrisi leggendo il mio nome tatuato sul suo petto, proprio sopra il suo cuore.
“Non dovevi.” La rimproverai baciandole il collo “Invece dovevo. E volevo.” Ribatté Diamond sfilandomi la maglietta blu “Ti ha fatto male?” le chiesi baciandole il tatuaggio sul petto “Per te potrei patire anche tutte le pene dell’Inferno.” Rispose lei giocando con i miei capelli “Hai la pelle.. così morbida..” notai sbottonandole i jeans “Ho fatto un bagno di quasi tre ore.” Ridacchiò la rossa “Invece io sono tutto sudato; è ingiusto.” Commentai poggiando i suoi jeans per terra “Mi piaci così tanto quando sei sudato.” Ribaltò la situazione Diamond sedendosi a cavalcioni su di me “Questa è la nostra notte.” Le sussurrai baciandole il collo intanto che lei mi toglieva i pantaloni della tuta “E non sarà l’unica.” Si morse il labbro Diamond intanto che le sganciavo il reggiseno “Così però non mi aiuti.” Ridacchiai baciandole le labbra “Niall..” mi chiamò lei “Mm?” le domandai guardandola negl’occhi “Ti amo. Non m’importa niente se tu hai la tartaruga o meno; se sei dotato o no; se sei una bomba oppure fai schifo: io questa notte voglio solo guardarti negli occhi e sospirare il tuo nome.” “Non preoccuparti piccola mia, ti terrò al sicuro.” Le sussurrai stringendola in un abbraccio “Sarai un padre perfetto.” Mormorò Diamond accarezzandomi i capelli “E tu sarai una madre straordinaria.” Conclusi per poi catturare le sue labbra in un dolce bacio.

Quella sera io e Diamond facemmo l’amore;
Lo facemmo pensando a quando sarebbe bello formare una famiglia;
Pensando al nostro matrimonio;
Alla nostra nuova casa;
Alla nostra nuova vita…
Insieme.

Abbiamo aspettato tre anni, però ne è valsa la pena.


****
Il ritardo?
Ecco il motivo:
Il capitolo più belllo della storia :)
Okay, io sto piangendo..
non so voi, ma veramente reputo questo capitolo il più bello della storia.
Non perchè (finalmente) Dia e Niall fanno l'amore;
Ma perchè si "dichiarano" una seconda volta.
Promettendosi amore eterno.
Ehy, avete fatto 11 recensioni al capitolo precedente..
non deludetemi con questo ;)
E parlo anche a voi lettori silenziosi:
Se il capitolo vi ha fatto emozionare come ha fatto emozionare me,
lasciate una recensione.
Detto questo vi lascio...
Al prossimo capitolo!!
(P.s. passate in questa storia!! è bellissima:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2060363&i=1)
Baci <3 <3 <3

 

Baby you light up my world like nobody else:
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Niall e Diamond mentre dormono:
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Capitolo 8
*** Incredible ***


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                                        Chapter 8.

Incredible

Aprii lentamente gli occhi e sorrisi sentendo una mano calda accarezzarmi il ventre da sotto la maglietta.
Dei leggermi baci furono lasciati sulla mia spalla scoperta e una scia di brividi m’invase completamente;
Mi sdraiai supina e commentai accarezzando la mano di Niall poggiata sul mio ventre scoperto “Ancora non c’è niente lì, angelo.” “Lo so, però sto facendo le prove.” Risi divertita e gli accarezzai una guancia “Buongiorno.” Lo salutai “Buongiorno, vita mia.” Mi salutò il biondo per poi poggiare le sue morbide labbra sulle mie “Non so te, però io ho bisogno di una bella doccia.” Annunciai alzandomi dal letto per stiracchiarmi “Io intanto preparo la colazione, allora.” Annuì Niall alzandosi anche lui dal comodo letto.
Poggiai le mani sulle sue large spalle e gli domandai, mordendomi il labbro inferiore “Allora.. non hai niente da dirmi?” il biondo corrugò la fronte e mi chiese, inclinando leggermente la testa “Cosa dovrei dirti?” “Mm.. non so.. forse un: Oggi usciamo per andare a comprare i mobili dell’appartamento?” proposi alzando un sopracciglio “Okay: oggi andremo a comprare i mobili per il nostro appartamento.” Sorrise Niall “Che bell’idea, angelo.” Commentai lasciandogli un casto bacio sulle labbra “Lo so.” Si vantò il biondo cercando le mie labbra per unirle in un bacio “Ah-ah, Horan. Devi andare a preparare la colazione.” Gli ricordai poggiando l’indice di una mano sulle sue labbra carnose. Niall mi mordicchiò il dito per poi aprirmi la porta “Prima le signore.” Mi spiegò incoraggiandomi ad uscire; Oltrepassai la soglia quando una mano mi lasciò una pacca ben assestata sul mio sedere “Niall!” squittii arrossendo “Ieri sera non ti lamentavi, però.” Ridacchiò il biondo scendendo le scale “Stronzo..” sussurrai entrando in bagno.

Mi spogliai dei pochi indumenti che indossavo e sussultai appena notai un succhiotto sotto il seno destro; Lo sfiorai con i polpastrelli di una mano e sorrisi divertita:
Niall si era ripreso la sua rivincita.
Aprii l’acqua e, quando divenne abbastanza calda, entrai nella doccia.
“Amore..” mi chiamò Niall dall’altro lato della porta “Dimmi, Niall.” Quasi gridai da dentro la doccia “Ho preparato i pancake; Vuoi una mano con la doccia?” notai il tono malizioso della sua voce e risposi, ridendo “No, grazie.” “Sicura? Non vorrei che ti facessi male..” risi ancora più forte e gli domandai, asciugandomi le lacrime “Hai paura che mi affoghi con il getto d’acqua?” “Beh.. non si sa mai..” commentò il biondo “Fai una bella cosa, amore: Prendimi un paio dei tuoi boxer e i miei vestiti di ieri.” Conclusi chiudendo il getto d’acqua.
Indossai l’accappatoio rosso di Niall e il biondo entrò in bagno con tutto il necessario per cambiarmi “Uff… hai già l’accappatoio..” brontolò deluso Niall “Povero il mio piccolo.” Lo presi in giro stringendogli una guancia “Non sei divertente.” Si lamentò il biondo spostando la mia mano “Ci saranno altre occasione per far insieme la doccia, Horan.” Ammiccai indossando un suo paio di boxer gialli “Ti donano i miei boxer.” Commentò divertito Niall “Si, non sono niente male.” Ridacchiai intanto che tiravo su per le gambe i jeans “Oh, e questo qui?” mi chiese il biondo indicando il succhiotto sotto il seno destro “è opera tua.” Risposi togliendomi di dosso il suo accappatoio “Era la mia vendetta.” Mi spiegò Niall ridacchiando “Oh, amore.. non sfidarmi.” L’avvertii intanto che indossavo la maglietta “Altrimenti?” mi domandò il biondo portandomi a sé “Altrimenti i miei denti faranno amicizia con ‘James’” risposi divertita.

Go Diamond go!

Scesi al piano di sotto e Maura mi salutò, allegramente “Buongiorno, Dia.” “Buongiorno, Maura.” Le sorrisi sedendomi a tavola “Dormito bene?” mi domandò lei sedendosi di fronte a me; Niall fece il suo ingresso in cucina e risposi, guardandolo con la coda dell’occhio “Benissimo. Lei?” “Bene, grazie.” Rispose la donna addentando un pancake.
Niall si sedette accanto a me e mi lasciò un bacio su una guancia “A cos’è dovuta tutta questa dolcezza?” gli chiesi alzando entrambe le sopracciglia “Mm.. così. Voglio solo un po’ coccolare la mia futura moglie.” Rispose il biondo scrollando le spalle “Aww, siete così dolci.” Commentò Maura intenerita.
Arrossii leggermente e Niall mi domandò, facendo toccare il suo naso con una mia guancia “Me lo dai un bacino, piccola?” ridacchiai divertita e gli sussurrai, ad un soffio dalle sue labbra “Fai il dolce solo perché hai paura di quello che ti ho detto prima.” Il biondo lasciò un dolce bacio sulle mie labbra e mi sussurrò, sorridendo “Ti amo.” “Aww, Horan. Anch’io ti amo, però se mi fai ancora arrabbiare ti prendo a morsi sul serio.” Conclusi per poi passare l’attenzione sui miei pancake ricoperti di cioccolato.
 

 “Niall.” Chiamai il biondo fermandomi davanti ad una vetrina che vendeva abiti per bambini. Niall mi abbracciò da dietro e mi domandò, poggiando il mento su una mia spalla “Secondo te sarà un maschio o una femmina?” “Niall, ancora non si sa se sono incinta.” Ridacchiai divertita “Nella mia testa lo sei.” Ribatté il biondo baciandomi su una guancia “A me piacerebbe tanto avere due gemelli. Un maschio e una femmina.” Confessai abbassando leggermente la testa “Piacerebbe tanto anche a me, piccola. Però non abbiamo a disposizione tutto lo spazio che due gemelli richiederebbero.” Mi fece notare Niall “Lo so.” Storsi il naso “Però.. se dovessero essere due gemelli, potremmo togliere il secondo bagno e fare una cameretta.” Propose il biondo accarezzandomi il ventre.
Sorrisi leggermente e gli domandai “E se non uscirà positivo, il test?” “Ci riproveremo.” Ridacchiò Niall baciandomi il collo “Che stupido che sei.” Risi.
Amavo soprattutto questo di Niall: Era divertente.
Aveva sempre la battuta pronta e sapeva smorzare la tensione.

Era perfetto.

“A cosa pensi?” mi domandò il biondo facendomi tornare con la testa sulla Terra “Mm.. ai nomi dei bambini.” Risposi sorridendo “E quali sarebbero?” mi chiese Niall incuriosito “La femmina Casey (Kasee) il maschio Larry.” “Un nome Irlandese e uno Inglese?” corrugò la fronte il biondo “Si. Ti piacciono?” gli domandai poggiando la testa su una sua spalla “Sono dei nomi bellissimi.. però pensavo che.. sarebbe stato bello dare al maschio il mio secondo nome.” Alzò le spalle Niall “James? Si, è un bel nome, però non ti sembra noioso? Insomma.. è una tradizione che non usa più nessuno..” spiegai gesticolando con le mani “Oh.. okay.” Annuì il biondo un po’ triste “Abbiamo tempo per pensarci, angelo. Magari mi fai ricredere.” Cercai di tirarlo su di morale “Certo.” Concordò Niall sforzando un sorriso.
Sapevo di quanto lui fosse patriota e di quanto ci tenesse alle tradizioni, però non mi allettava l’idea di chiamare nostro figlio ‘James’ solo per una stupida tradizione. Mia madre mi chiamò Diamond proprio per farmi riconoscere, nella famiglia.
Adesso avevo un altro dubbio:
Far felice Niall o azzardare a disubbidire alle ‘regole’?

**

“Sei stata assente oggi, piccola.” notò Niall intanto che posava un altro scatolone nella nostra camera “Ero solo sovrappensiero.” Mi giustificai piegando una sua maglietta per poi metterla dentro l’armadio “A cosa pensavi?” mi domandò il biondo posando una foto sulla scrivania “Mm.. un po’ a tutto.” Mentii chiudendo le ante dell’armadio di legno “Ad esempio?” insistette Niall “AI nomi dei bambini.” Confessai sistemando le coperte sul letto “E..?” m’incoraggiò a continuare “Forse.. sarebbe carino chiamare James il maschio.” Sospirai “Davvero?” mi domandò il biondo sorridendo “Si.. insomma, alla fine è un bel nome.” Annuii sistemandomi i capelli.
Niall fece il giro del letto e mi abbracciò “Non sai quanto sono felice che tu abbia accettato. Ho sempre sognato di chiamare mio figlio ‘James’.” Mi confessò il biondo con gli occhi luccicanti “Sono felice di aver risolto questo problema.” Gli sorrisi leggermente uscendo dalla camera “Ma non era un problema.” Notò Niall raggiungendomi in cucina “Ho detto problema? Volevo dire questione.” Cercai di salvarmi in corner intanto che sistemavo i coltelli in un contenitore “Per te era un problema?” mi chiese il biondo affiancandomi “No, non era un problema.” Scossi la testa “Okay.. ordiamo una pizza per cena?” propose Niall prendendo il telefono di casa tra le mani “Certo.” Annuii.
Sorrisi guardandomi attorno e commentai, contenta “Mi piace come sta venendo.” “Anche a me. Hanno detto che entro dopodomani ci porteranno la vasca da bagno, il nuovo letto, il divano e le poltrone.” Ricambiò il sorriso Niall.

Il mio sogno stava prendendo vita…
O si sarebbe trasformato in un incubo?


***
Ciaooo!!!
Grazie infinitamente x le bellissime recensioni!!!
Allora, cosa ne pensate??
La questione 'nome' si risolverà??
Al prossimo capitolo!!
Baci <3 <3
(P.s. passate da lei!! è una bellissima
ff:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2060363&i=1)

 

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Capitolo 9
*** Nightmare ***


Chapter 9.

Nightmare

Niall Pov’s.
Ormai mancavano tre giorni al mio compleanno, e da altrettanti giorni non facevo altro che avere degli incubi.
Sognavo Diamond, con in braccio due bambini che aspettava qualcuno; Cercavo di avvicinarmi, però più gli andavo incontro e più loro si allontanavano.
Ancora non ne avevo parlato con Diamond, pensavo che tutto si rivolvesse…
ma mi sbagliavo.
“Niall..” mi chiamò la rossa sedendosi sul letto “Dimmi, piccola.” le sorrisi poggiando il mio portatile sul comodino “Non sembrano più grosse?” mi chiese Diamond sporgendo leggermente il seno “Mm.. si, effettivamente sembra che hai preso una taglia in più.” Annuii “Forse sarà per l’arrivo del ciclo..” propose lei sdraiandosi affianco a me “Quindi… quando hai il ciclo ti si gonfia il seno?” le domandai corrugando la fronte “Già.” Annuì Diamond poggiando la testa sul mio petto “Ma è un ingiustizia!” sbottai incrociando le braccia “Perché? Vorresti il ciclo per farti crescere ‘James’?” ridacchiò la rossa divertita “No. È un ingiustizia perché durante il ciclo non si può far niente!” esclamai sbuffando “Che pervertito.” Commentò Diamond lasciandomi un dolce bacio sulle labbra “Anch’io ti amo.” Le sorrisi “Ieri ho vomitato, e non avevo mangiato nulla.” Disse la rossa poggiando la testa sul cuscino “Prova a vedere se ricapita ancora… se riaccade possiamo andare dal dottor Jackson.” La rassicurai  spegnendo l’abat-jour sul mio comodino “Okay.” Annuì Diamond chiudendo gli occhi “E il bacio della buonanotte?” le chiese strusciando il mio naso contro il suo collo “Mm.. sei insaziabile Horan! E non parlo solo del cibo.” Sbottò la rossa riaprendo i suoi incantevoli occhi “Lo so.” Sussurrai contro la sua pelle.
Diamond mi lasciò un lungo bacio sulla fronte e mi accarezzò dolcemente le gote “Buonanotte, angelo mio.” “Buonanotte, piccola.” le rubai un bacetto a stampo sulle labbra e ci addormentammo.

“Diamond!” chiamai la rossa correndole incontro “Oh, ciao Niall.” Mi sorrise Diamond voltandosi verso di me “L-loro sono James e Casey?” le domandai sorridendo “Cosa? No! Loro sono Larry e Casey.” Mi corresse la rossa sorridendo “M-ma.. non avevamo deciso di chiamarlo James?” le chiesi corrugando la fronte “Tu, avevi deciso di chiamarlo ‘James’. Io non ero d’accordo, però non ti è importato.” Rispose a tono Diamond “Amore!” una terza voce s’intromise “Ciao, amore mio.” Lo salutò Diamond sorridendo.
Justin.
Il moro le lasciò un dolce bacio sulle labbra e prese in braccio Larry “Il mio campione!” esclamò facendo strusciare i loro nasi “C-che succede?” domandai incredulo “Ho rotto il nostro fidanzamento, Niall. E sono andata da Justin. Lui era felicissimo di chiamare il maschio Larry.” Mi spiegò la rossa stringendo una mano di Justin “Q-quindi.. loro non sono i miei bambini?” le chiesi “No, sono di Justin.” Sorrise Diamond poggiando la testa su una spalla del moro “M-ma perché hai rotto il nostro fidanzamento?” insistetti sull’orlo di una crisi di pianto “Beh.. diciamo che, al contrario tuo, Justin sa proprio come soddisfare i miei bisogni.” Ammiccò la rossa accarezzando con una mano gli addominali di Justin “E stiamo già progettando il terzo.” Sorrise malizioso il moro portando Diamond a sé “E io?” domandai distrutto “Tu? Beh.. tornerai in Irlanda e morirai d’infarto quando saprai che io e Justin abbiamo avuto il terzo figlio e ci siamo sposati.” “E nessuno mi aiuterà?” mi sedetti a terra; Diamond diede al moro Casey e si sedette accanto a me, mi accarezzò una spalla e mi sussurrò “Tu però puoi cambiarlo il destino, Niall. Non lasciarmi tra le mani di Justin; io non lo amo.” “Allora perché ti sposerai con lui?” le domandai piangendo “Per dimenticarti.. ma non ci riuscirò. E quando saprò della tua morte, mi rinchiuderò nella mia camera finché morirò disidratata.” Mi spiegò la rossa storcendo il naso “Io non voglio che accada.” Scossi la testa “Allora parlami! Dimmi che vuoi decidere i nomi insieme!” Diamond mi prese la faccia tra le mani e concluse, piangendo “Niall, tutto questo succederà solo perché tu volevi chiamare il bambino ‘James’.” “è impossibile.” Mi ribellai “Invece è possibile: Starò talmente male al pensiero di non poter scegliere il nome con te che perderò i bambini!” mi spiegò la rossa asciugandosi le lacrime “Quindi.. la Diamond del passato era incinta?” “Erano i tuoi bambini, Niall. Erano due gemelli. Non permettere alla Diamond del passato di perderli. Perché lo rimpiangerà per tutta la vita.” Rispose Diamond sorridendo “Diamond è incinta?” “Non posso dirtelo, Niall. Ti ho aiutato fin troppo.” Scosse la testa la rossa “Ti prego. Io voglio sapere se sarò padre.” La pregai stringendole una mano.
Diamond sorrise e mi accarezzò una guancia “Non preoccuparti: Lo saprai molto presto.” La rossa si rialzò e mi sorrise “Ciao, Niall del passato.” “Ciao, Diamond del futuro.” La salutai sorridendo, Diamond si allontanò ma, appena prima di aprire una porta, mi gridò “Niall! Togli il secondo bagno!”.
Risi.


Mi svegliai di soprassalto e sorrisi guardandomi attorno:
Erano ancora nel ‘passato’.
“Amore.. che c’è?” mi domandò la rossa stropicciandosi con una mano un occhio “Niente.. solo un sogno.” Sorrisi “Torna a dormire.. sono le cinque.” M’invitò lei sbadigliando “Piccola..” la chiamai accarezzandole una guancia “Mm?” mi chiese Diamond accoccolandosi con la testa sul mio petto “Voglio che nostro figlio si chiami Larry.” Affermai sorridendo “E James?” mi domandò la rossa accarezzandomi la pancia “Ho cambiato idea. Voglio che si chiami Larry.” Risposi deciso “Domani ne..” Diamond non riuscì a finire la frase che dovette correre in bagno.
La raggiunsi velocemente e le spostai i capelli dal viso intanto che rigettava nel water “Adesso passa.” Le sussurrai accarezzandole la schiena; Quando la rossa smise di rigettare, ci sedemmo entrambi per terra.
“Mi sento uno schifo.” Commentò Diamond poggiando la testa su una mia spalla “Quando ti dovrebbe arrivare il ciclo?” le domandai baciandola sulla fronte “Domani.” Rispose stremata lei “Domani nel senso di oggi, o domani nel senso di domani?” le chiesi “Mm.. domani nel senso di oggi.” Sbadigliò Diamond “Piccola..” la chiamai “Dimmi.” Sussurrò la rossa chiudendo gli occhi “E se tu fossi incinta?” le domandai baciandole i capelli.
La guardai e sorrisi vedendo che la mia piccola ormai era di già nel mondo dei sogni; la presi in braccio e l’adagiai sul letto, le baciai la pancia e mi sdraiai sul materasso “Buonanotte, vite mie.” Sussurrai per poi riaddormentarmi.
Questa volta non ci fu nessun incubo.
**
Diamond Pov’s.

“Ehi Dia! Ti vedo assonata.” Commentò Tiffany sedendosi accanto a me “Lo sono.” Confermai sospirando “Hai fatto le ore piccole con Horan, eh?” ammiccò la bionda “No. Non ho fatto le ore piccole.” Sbuffai stropicciandomi con le mani gli occhi “Cosa c’è allora?” mi chiese lei corrugando la fronte “è da due giorni che vomito; ogni cosa che mangio mi viene la nausea e ho il ciclo in ritardo.” Risposi “Di quanto il ritardo?” “Di neanche un giorno.. però di solito a me viene di mattina; e ora sono le cinque di pomeriggio!” “Dia.. te lo chiedo perché ci sono passata anch’io.. non è che sei incinta?” “Non è passata neanche una settimana, Tiff.” Scossi la testa “Quando fa una settimana?” mi domandò Tiffany facendomi poggiare la testa su una sua spalla “Il dodici.” Sbadigliai “Ci sono degli esami del sangue che ti dicono se sei incinta. Magari potresti andare a farli il tredici.” Mi spiegò la bionda baciandomi sui capelli “Mm.. okay.” Annuii “Aww, sai che bello avere un piccolo Horan che gironzola per casa.” Commentò Tiffany sorridendo “Basta che non tocca il mio thè, e può fare tutto quello che vuole.” Dissi sull’orlo di riaddormentarmi “Dai, vai a casa. Ti copro io.” M’incoraggiò la bionda “Grazie.” Le sorrisi per poi andare negli spogliatoi.

“Amore..” dissi entrando in casa “Oh, ciao piccolo.” Sorrisi accarezzando la testa pelosa di Diall “Ehi, piccola. che ci fai qui?” mi domandò Niall venendomi incontro “Ero stanca e Tiffany mi copre.” Risposi sbadigliando nuovamente “Oh, come mai? Insomma.. hai dormito stanotte.” Mi chiese il biondo accarezzandomi una guancia “Non lo so, Niall. In questi giorni non so cos’ho.” Risposi sdraiandomi sul divano “Vuoi un thè?” mi domandò Niall stringendomi una mano “Voglio solo un po’ di pace.” Conclusi stanca “Come vuoi, piccola. Se hai bisogno chiamami.” Disse il biondo per poi sedersi su una poltrona.

Finalmente un po’ di pace!

 
Ciao a tutte!!!
1) Scusate x l'immenso ritardo ma in questi giorni
non mi sono sentita bene;
2) Scusate x il capitolo corto; ma è solo di passaggio;
3) grazie mille per le bellissime recensioni!!
Allora, come ho già detto questo è solo
un capitolo di passggio;
Prometto che il prossimo sarà più lungo.
Al prossimo capitolo!!!
P.s. passate da lei:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2060363&i=1
 

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Capitolo 10
*** Dream ***


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(Mille grazie  Jadeorable_Best_Fan_Evah!!)

Chapter 10.

Dream

 “Niall..” sussurrai aprendo leggermente gli occhi “Dimmi, piccola.” S’inginocchiò lui accanto a me “Marci e Maura quando vengono?” gli domandai mentre gli accarezzavo una guancia “Fra un’oretta. Se non ti senti bene però puoi chiamarle e dirle che non vai.” Rispose il biondo baciandomi sulla fronte “Sto meglio. Non preoccuparti.” Lo rassicurai.
Mi stiracchiai e Niall mi chiese, sporgendo il labbro inferiore “Stasera mi fai le coccole, vero?” risi divertita e gli lasciai un piccolo bacio sulla fronte “Tutta la notte.” Sussurrai alzandomi dal divano.
Presi Diall in braccio e chiesi, lasciando un bacio sulla testa dell’husky “Facciamo il bagnetto a Diall?” “Sai come va a finire..” ridacchiò il biondo accarezzandomi i fianchi “Ci rinfrescheremo, allora.” Conclusi portando il cagnolino nel bagno.
Aprii l’acqua e, dopo essermi assicurata che non fosse troppo calda, misi Diall dentro la vasca;
“Mi passi il sapone?” chiesi a Niall intanto che bagnavo l’husky “Quello alla menta o alla vaniglia?” mi domandò il biondo inginocchiandosi accanto a me “Mm.. vaniglia.” Risposi sorridendo.
Amavo fare il bagno a Diall. Era divertentissimo e potevo approfittarne per stare un po’ più vicina al mio Irlandese.
“Come vanno gli affari in officina?” gli chiesi mentre insaponavo una zampetta di Diall “Bene, per fortuna. Un messicano ci ha preso in simpatia e ci sta facendo pubblicità.” Mi raccontò il biondo sorridendo. Amavo quando sorrideva.
Era così… candido.
Senza un’ombra di malizia; era come quello di un bambino.
“Invece in profumeria… come vanno gli affari?” mi domandò Niall distogliendo lo sguardo da Diall “Vanno. D’ora in poi dovrò anche vendere i profumi.” Sbuffai “Sembri una bambina quando fai così.” Sorrise il biondo.
Non era un rimprovero, ma bensì un’affermazione.
“Mm.. è un complimento?” gli chiesi alzando un sopracciglio “Beh.. infondo tu sei la mia bambina.” Si avvicinò appena Niall.
Ogni volta che il biondo mi si avvicinava non capivo più niente; Era come se tornassi a tre anni fa, quando ci eravamo scambiati il nostro primo bacio. E sorridevo ogni volta che ci pensavo; perché infondo, per me, ogni bacio era sempre come il primo.
Entrambi ci dimenticammo di Diall.
Grosso errore.
L’husky si scrollò l’acqua di dosso e ci bagnò completamente.
Risi poggiando la testa su una spalla di Niall e il biondo commentò, unendosi alla mia risata “Sempre il solito combina guai.” Niall mi baciò sulla testa e dissi, prendendo un asciugamano “Dai, asciughiamolo prima che ci faccia un altro bagno.”
Dopo aver asciugato Diall, misi l’husky nella sua cuccetta e borbottai, guardandomi “Devo cambiarmi; non posso uscire così.” “Diall non lo fanno entrare allo stadio. Lo porti con te?” mi domandò Niall togliendosi la maglietta “Okay.” Annuii dirigendomi in camera.
Aprii l’armadio e chiesi, storcendo il naso “Cosa potrei mettermi?” “Mm.. forse la minigonna che ti ho regalato l’anno scorso.” Optò il biondo mentre mi accarezzava i fianchi “Preferisco indossarla quando ci sei anche tu, con me.” Risposi prendendo un paio di shorts “Stasera… io e te… inaugureremo la nuova casa.” Mi mordicchiò il lobo di un orecchio Niall “N-Niall..” balbettai intanto che arrossivo “E non accetto scuse. Voglio stringerti tra le mie braccia e baciarti tutta la notte.” Disse il biondo baciandomi una guancia “O-okay.” Annuii prendendo una maglietta a mezze maniche.
“Dovresti comprarti dei nuovi reggiseni, piccola.” Notò Niall intanto che mi mettevo la maglietta “Non è vero. Questi vanno benissimo.” Ribattei “Piccola, non ti coprono nemmeno un terzo del tuo abbondante seno.” Mi fece notare il biondo “Sempre a specificare, eh?” arrossii “Beh, è un complimento.” Disse Niall alzandosi dal letto “Sorvoliamo.” Feci roteare gli occhi.
Il biondo prese dal suo portafoglio una carta di credito e me la porse “Comprati quello che vuoi.” Mi spiegò “Non voglio pagare con la tua carta di credito.” Ribattei incrociando le braccia “Sono il tuo futuro marito. Dobbiamo dividerci tutto.” “Non voglio.” Scossi la testa “Ti prego.” Mi supplicò Niall.
Il biondo era sempre stato abituato a sommergermi di regali, e ora che eravamo fidanzati ufficialmente voleva che fossi io a scegliere i miei ‘regali’.
“Pagherò con la mia, Niall. Dico sul serio.” Dissi prendendo la borsa “Non esci da questa camera finché non accetti.” Mi minacciò il biondo bloccandomi tra il suo corpo e il muro “Niall..” sussurrai stanca “Voglio solo che tu prenda questa carta di credito, che ti compri quello che vuoi, e che poi stasera me lo fai vedere. Tutto qui.” Mi spiegò Niall poggiando la sua fronte sopra la mia “Perché ci tieni tanto?” gli domandai scuotendo la testa “Perché.. mm.. mi piace l’idea che tu utilizzi i miei soldi. Si, è una cosa strana però mi piace.” Gli lasciai un dolce bacio sulle labbra ed annuii “Va bene, lo farò.” Misi la sua carta di credito nel portafoglio e gli lasciai un altro bacio sulle labbra “Sono così felice che abbiamo una casa tutta nostra.” Sospirai guardandomi attorno “E i sono felice di condividerla con te.” Mi baciò sulla fronte Niall “Mi farai venire il diabete, Horan.” Risi abbracciandolo.
Bussarono alla porta e corsi ad aprire “Cognatina!” esclamò Marci abbracciandomi “Ciao cognatina.” La salutai ridendo “Oh, ancora non ci credo di avere una nuora così bella.” Commentò Maura sorridendo “L’unica bella delle due e lei, Maura.” Sorrisi abbracciando ‘mia suocera’.
“Ehi, mascalzone di un figlio, non mi saluti più?” gli domandò Maura alzando un sopracciglio “Ciao mamma.” La salutò Niall ridendo.
“Che bello il vostro appartamento.” Commentò Greg guardandosi attorno “Grazie Greg. Ci stiamo mettendo l’anima per renderlo ospitale.” Sorrisi e Niall domandò, mettendo il guinzaglio al collare di Diall “Andiamo?” “Certo.” Annuimmo tutti.

**

“Ti vedo un po’ pallida.” Commentò Maura “In questi giorni non mi sento molto bene. Nulla di ché.” Sorrisi “Cos’hai avuto?” mi domandò Marci curiosa “Nausea, giramenti di testa, sbalzi d’umore..” risposi storcendo il naso “Ehm.. Dia, te lo chiedo perché per me sei come una sorella minore, ma.. tu e Niall, l’avete mai fatto?” arrossii leggermente ed annuii “Si.” “Quanto tempo fa?” mi chiese la bionda accarezzandomi una spalla “Ehm.. il sei.” Risposi imbarazzata “Dia.. non è che sei.. incinta?” mi domandò Marci abbassando appena il tono di voce “Oh.. io non lo so. Insomma.. ci avevo pensato però non ci avevo mai creduto molto.” Risposi storcendo il naso “Credo che dovresti fare il test.” Mi suggerì Maura “Lo farò.” Annuii “Ma.. è un bambino voluto?” ed ecco la fatidica domanda.
Non volevo passare per una frettolosa, ma nemmeno per una cretina che si dimenticava le precauzioni.
“Se viene bene, altrimenti… aspetteremo un po’.” Conclusi.
Girammo per il centro di Londra parlando del più e del meno ma, quando ci fermammo davanti ad un negozio che vendeva vestiti per bambini, confessai accarezzandomi la pancia “Però mi piacerebbe così tanto avere un bambino.”
“Vuoi entrare?” sorrise Marci “Si.” Annuii mordendomi il labbro inferiore.
Entrammo nel negozio e commentai, guardandomi attorno “Oddio.. sono tutti bellissimi.” Presi tra le mani un vestitino viola e Maura mi domandò “Vorresti che fosse una femmina?” “Mi piacerebbe tanto avere due gemelli.” Sorrisi “Guarda che carini questi, Dia.” Disse Marci porgendomi due cappellini di lana;
Uno azzurro e uno rosa.
Mi asciugai una lacrima e chiesi, prendendoli tra le mani “Mi prendete per pazza se li compro?” “Ti prendiamo per pazza se non lo fai.” Rise Marci.
Mi diressi verso la cassa e domandai alla commessa “è possibile ricamarci i nomi sopra?” “Certo, che nomi vuole scriverci?” mi chiese la commessa prendendo un foglio e una penna “In quello azzurro ‘Larry’ mentre in quello rosa ‘Casey’.” Risposi un po’ emozionata “Torno fra qualche minuto.” Sorrise lei per poi scomparire dietro ad una porta.
“Quindi vorresti chiamarli Larry e Casey?” mi domandò Maura sorridendo “Li abbiamo decisi io e Niall.” Annuii “Aww, così Larry potrebbe fare compagnia a Zeus.” Sorrise Marci.
“Ecco a lei. Sono dieci sterline.” Sorrise la commessa. Pagai con la carta di credito di Niall e, quando uscimmo dal negozio, commentai sorridendo “Niall piangerà quando li vedrà.” “Si, è molto emotivo.” Rise Maura.
Non sapevo se da lì a poco il mio corpo avrebbe ospitato un bambino, però morivo dal desiderio di tornare in quel negozio.
E, prima o poi, ci sarei tornata.

Mai dire mai, no?

**

“Okay, è sera. Voglio vedere cos’hai comprato.” Annunciò Niall intanto che si sedeva sul letto.
Disposi le tre buste sul letto e gli spiegai “Qui c’è la biancheria.” Indicai la prima busta “Qui un regalo per te.” Indicai la seconda “E qui una sorpresa.” Conclusi indicando la terza.
“Mm.. devo decidere quale vedere per prima?” mi domandò il biondo “No, decido io.” Gli feci la linguaccia.
“Ti piacciono?” chiesi a Niall mostrandogli i reggiseni che avevo acquistato “Molto. Soprattutto quello rosso.” Sorrise malizioso il biondo “Non avevo dubbi.” Risi.
“La tua sorpresa.” Annunciai porgendogli la busta; Niall l’aprì e rise prendendo tra le mani dei boxer con sopra stampate la bandiera dell’Irlanda.
“Grazie, amore.” Sorrise il biondo baciandomi una guancia “E adesso la sorpresa.” Sorrisi eccitata.
Presi dal sacchetto i due cappellini e glieli mostrai “So che ancora non c’è niente qui..” mi accarezzai la pancia “Però ho voluto comprarli. È stato come un impulso e.. ti piacciono?” Niall prese i cappellini tra le mani e, dopo qualche secondo, vidi che si asciugò una lacrima “Dio, tua madre me l’aveva detto che avresti pianto.” Sorrisi abbracciandolo “P-piccola.” Singhiozzò il biondo su una mia spalla “Anch’io ho pianto, angelo. Non so perché, ma anche io ho pianto.” Confessai accarezzandogli i capelli “Io.. io me lo sento, piccola. Io so che, qui dentro..” mi accarezzò il ventre “Ci sono due meravigliosi bambini. I nostri meravigliosi bambini.” Pianse Niall “Lo spero tanto, angelo.” Sorrisi per poi lasciargli un bacio sulla fronte “I cappellini sono meravigliosi, piccola. Non vedo l’ora che Casey e Larry li indossino.” Sorrise il biondo “Dio, Niall.. ora fai piangere me.” Commentai portandomi le mani davanti agli occhi “è la verità, piccola. È la verità.” Sorrise Niall.
Anch’io piansi.

Piangevo, perché desideravo più di qualsiasi altra cosa al Mondo quei bambini.
Piangevo, perché io e Niall saremmo potuti diventare genitori.
Piangevo, perché il mio sogno si stava per realizzare.


 
*****
Ciao a tutte!!
Scusate per il ritardo ma in questi giorni
ho ricevuto una brutta notizia e
non riuscivo a pensare alla storia.
Comunque, ora sono qui!! :)
Premetto che ho pianto anch'io..
Dio, come sono emotiva.
Ve piasa??
Grazie per le bellissime recensioni!!!
Oggi abbiamo due notizie:
1) Passate da lei, se vi va: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2060363&i=1
2) Andate a guardare l'ultimo capitolo di 'Love Me'.
Finalmente posso dire che quella storia è terimanata :)
Al prossimo capitolo!!
Baci <3 <3

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Capitolo 11
*** Presentations ***


Ehy!!! Ciao a tutte!!!
Purtroppo questo non è un vero e proprio capitolo;
Ma in parte.
Vi spiego:
Vi 'presenterò' i protagonisti della storia (si, anche voi ragazze del concorso. nel prossimo capitolo ci sarete) e vi darò qualche anticipazione.
Baci <3 <3



Niall James Horan:
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Diamond Anne Cox:
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Emily (la mamma di Diamond):
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Justin:
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Chuck (Cugino di Diamond. Ne aveva parlato Niall nel 1 capitolo):
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Maria Celeste Alvaro (Fidanzata di Liam):
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Giorgia (la migliore amica di Zayn): Image and video hosting by TinyPic
Austin (fratello di Justin):
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Okay, ora passiamo alle anticipazioni :3

"Ehi Payne! ti sei dato da fare dopo Danielle, eh?" ammiccai "Dia, lei è Celeste: la mia fidanzata." "è impossibile." commentai scuotendo la testa "Cosa?" mi domandò Liam corrugando la fronte "Una ragazza bella come lei non può stare con te." risi divertita "Brutta peste.." disse il castano per poi rincorrermi per tutta casa.
[....]
"Malik! sempre in ritardo!" sbuffai sorridendo "Ehi, sono dovuto passare a prendere questa meravigliosa ragazza, nonchè la mia migliore amica." si difese il moro mettendo un braccio attorno alla ragazza al suo fianco.
[....]
"Lou, da te non me lo sarei mai aspettato." commentai indicando l'orologio che portavo al polso "Ehi, per essere fighi c'è bisogno di tempo." si difese il castano "Mm.. come no." ridacchiai facendo roteare gli occhi "Lei è Simona: la mia sorellina." disse Louis mettendo un braccio attorno al bacino della sorella "Ciao Simo. io sono Dia." mi presentai porgendole la mano.
[...]
"Ehi, hai saputo che gli Horan danno una festa all'Hipster il tredici?" mi domandò Luke sedendosi accanto a me "Horan equivale a Niall; Niall equivale a Diamond... dobbiamo esserci." affermai sicuro "è da tre anni che cerchi di fare questo colpo." mi ricordò il biondo mentre sorseggiava il suo caffè "Questa volta è diverso. è il momento che ho aspettato per tre anni. Assicurati che Robert non abbia con sé la pistola." conclusi sorridendo.
Povero Horan.. chissà come farà senza la sua Diamond.
***
Non posso dirvi più niente!!!
ahahhahaah siete rimaste col fiato sospeso, eh??
Al prossimo capitolo!! (credo che lo posterò Venerdì).
Baci <3 <3

 

 

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Capitolo 12
*** My little Irish ***


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Chapter 12.

My little Irish

In quei giorni ero più allegra del solito.
Forse era perché si stava avvicinando il compleanno di Niall, o forse perché fra due giorni sarei andata dal dottor Jackson per fare degli esami del sangue.
Ogni mattina mi svegliavo sempre qualche minuti prima di Niall, e non riuscivo a credere che finalmente quel piccolo Irlandese era tutto mio; Insomma, è una sensazione bellissima svegliarsi la mattina e trovare la persona che ami affianco a te.
Accarezzai dolcemente i capelli del biondo, e corrugai la fronte appena vidi una crosticina all’attaccatura dei capelli. Non era un brufolo.
Gli lasciai un lungo bacio sulla fronte e gli sussurrai, sorridendo “Sai Niall.. non avrei mai pensato che saremmo finiti per sposarci. Insomma, credevo che tu fossi uno stronzo; invece sei il ragazzo più dolce del Mondo. Amo il fatto che tu ogni mattina mi coccoli tra le tue braccia e mi sussurri cose dolci; amo quando mi chiami ‘piccola’, perché mi fai sentire protetta. Anche se non te lo faccio vedere, io vorrei veramente un bambino con te. Dio, sarebbe bellissimo avere un piccolo Horan che corre per casa e che mi chiama ‘mamma’. Sono sicura che tu sarai il miglior padre del Mondo. Ti amo, mio piccolo Irlandese.” Mi asciugai una lacrima e vidi un sorriso disegnarsi sulle labbra di Niall.
Chissà cosa starà sognando.
“Mm.. credo che questo sia il miglior risveglio di sempre.” Commentò il biondo aprendo gli occhi “Eri sveglio?!” gli domandai arrabbiata. Niall annuì sorridendo e commentai, dandogli le spalle “Sei uno stronzo.” “Fino a poco fa dicevi che ero l’uomo più dolce del Mondo.” M’incalzò il biondo mentre mi abbracciava da dietro “Mentivo.” Ridacchiai divertita “Non si dicono le bugie, in questa casa.” Mi ricordò Niall.
Corrugai la fronte e il biondo incominciò a farmi il solletico sui fianchi; “S-smettila!” urlai intanto che ridevo “T-ti prego!” lo supplicai intanto che mi dimenavo sotto di lui. Niall lasciò un dolce bacio sulle mie labbra e mi disse, facendo toccare le nostre fronti “Buongiorno, piccola.” “Giorno, piccolo Irlandese.” Lo salutai dandogli un bacio sul naso.
Il biondo tornò a sedersi al suo posto e gli chiesi, intanto che si grattava la schiena “Hai mai avuto la varicella, amore?” “No. Perché?” mi domandò Niall confuso “Ho visto che hai una crosticina all’attaccatura dei capelli. Ne hai altre?” gli chiesi alzandogli appena la maglietta.
Ecco, era successo quello che non doveva succedere:
Aveva la varicella.
“Hai la varicella.” Lo informai intanto che guardavo il suo petto coperto in varie zone da crosticine “Sicura? Insomma.. non possono essere brufoli?” mi domandò agitato Niall “No, i brufoli sono diversi. Queste sono crosticine. Non grattarti, peggiori la situazione.” Risposi abbassandogli la maglia “Non è facile.” Borbottò il biondo intanto che si divincolava dal prurito.
Gli accarezzai dolcemente la schiena e sorrisi quando vidi Niall rilassarsi “Povero il mio piccolo Irlandese. Stai qui a letto, chiamo il dottor Jackson.” Gli dissi intanto che mi alzavo dal letto “Stiamo uccidendo quell’uomo.” Ridacchiò il biondo “Ehi, è il suo lavoro.” Mi giustificai intanto che portavo il telefono di casa ad un orecchio.
Niall era il mio piccolo bambino.
Appena mi distraevo un secondo mi combinava un casino.
Però era questo il bello di lui. Era il mio piccolo Irlandese combina guai.
Tornai a sedermi accanto al biondo e gli dissi, appoggiando il telefono su un comodino “Il dottor Jackson arriverà fra una decina di minuti. Ha detto che non devi grattarti.” “è incredibile prendere la varicella a quasi ventiquattro anni.” Sbuffò Niall “Io l’ho sempre detto che tu sei speciale.” Sorrisi per poi dargli un bacio sulla fronte “Piccola.. mi ricordo male io o tu il ciclo già l’hai avuto verso i primi di Settembre?” mi domandò il biondo corrugando la fronte “Pensavo anch’io di avere il ciclo, però era un ‘falso allarme’. Insomma, era uscito un po’ di sangue, però era per altri motivi.” Spiegai poggiando la schiena contro la tastiera del letto “E quando dovrebbe venirti?” mi chiese Niall poggiando la testa sulle mie gambe “Doveva venirmi ieri. Però ancora niente.” Risposi mentre gli accarezzavo i capelli.
Il biondo lasciò un piccolo bacio sul mio ventre e sussurrò, accarezzandolo dolcemente “Ciao Larry, ciao Casey. Sono papà. Non vedo l’ora di potervi prendere in braccio; però non fate soffrire troppo mamma. Papà vi ama tanto.” “Anche mamma vi ama tanto.” Sussurrai poggiando una mano sopra quella di Niall.
Il biondo mi asciugò le lacrime e mi strinse tra le sue braccia “Sarai una madre perfetta.” Mi sussurrò Niall intanto che mi baciava la testa “Lo spero tanto, Nì.” Sospirai intanto che mi rilassavo contro il suo petto “Non mi chiamavi Nì da quando avevamo vent’anni.” Sorrise il biondo “Mm.. sarà la crisi di mezz’età.” Ridacchiai.
Nì era un soprannome buffo; glielo avevo affibbiato perché non riusciva mai a prendere una decisione.
Era sempre tra il sì e il no.
Forse ora lo avrei usato più spesso..
Come avevo predetto, Niall aveva la varicella.
Il dottor Jackson mi prescrisse dei saponi da fargli usare e mi rassicurò, intanto che sfregava i capelli del biondo “Per il tredici non sarà più contagioso.”
Andammo in cucina, e il dottore mi chiese “Vuoi parlarne di persona?” annuii leggermente e ci sedemmo a tavola.
“Da quanto hai la nausea?” mi domandò il dottor Jackson sorridendo “Mm.. qualche giorno. E il ciclo è in ritardo di due giorni.” Risposi storcendo il naso “Dia.. io non voglio fare il guastafeste; però devo dirtelo.” Mi prese le mani e mi confessò “Tu hai sempre quella probabilità su mille. Non pensare di essere incinta, perché se dopo non lo sei potresti anche cadere in depressione. Io spero con tutto il cuore che tu e Niall siate quella coppia su mille, però non è nulla di certo. Si, quelle pillole aumentano le probabilità, però non è nulla di sicuro. Ti spiego: tu hai preso quella pillola, se il tuo corpo l’ha assorbita nel modo corretto allora avresti la stessa probabilità che ha una ragazza ‘normale’ della tua età; però se il tuo corpo in un certo senso ‘rifiuta’ la pillola, tu hai sempre una probabilità su mille.” Deglutii e gli domandai, trattenendo le lacrime “Quindi la nausea e il ciclo ritardato possono essere causati dal ‘rifiuto’ da parte del mio corpo della pillola?” “Sì.” Annuì il dottore.
Mi asciugai velocemente una lacrima e il dottor Jackson si alzò dalla sedia “Dia, adesso non buttarti giù. Ci vediamo il tredici per gli esami, okay?” annuii lievemente e accompagnai il dottore alla porta.
“Amore, mi puoi portare un bicchiere d’acqua, per favore?” mi domandò Niall dalla nostra camera da letto.
Scoppiai.
Non potevo più trattenere il dolore che avevo.
Mi accasciai a terra e continuai a singhiozzare.
Non potevo crederci.
Non volevo crederci.
“Piccola!” quasi gridò il biondo quando mi trovò a terra a piangere; Niall mi strinse fra le sue braccia e sussurrai “I-io v-voglio d-diventare m-mamma.” “Adesso ci sono io con te. Andrà tutto bene.” Mi rassicurò il biondo intanto che mi cullava tra le sue forti braccia.

**
Niall Pov’s.

Non andai a lavoro, quel giorno.
Non solo per la varicella, ma anche per la mia piccola Diamond.
Da quando il dottor Jackson le aveva detto che poteva non essere incinta, lei aveva pianto fino ad esaurire le lacrime ed addormentarsi su una mia spalla.
Mi faceva male vederla così.
Terribilmente male.
Fra qualche minuto sarebbero venuti i nostri amici e ci avrebbero aiutato a concludere il trasloco, però non ero sicuro che Diamond fosse psicologicamente pronta.
Volevo così tanto rivedere il suo magnifico sorriso; era solare, spontaneo e adorabile.
Era il sorriso di una persona che non voleva far vedere al Mondo che, dentro, stava crollando.
Ma Diamond non sarebbe crollata, no.
Ci sarei stato io a tenerla su.
Amavo quando avevo un po’ di tempo per guardarla:
Era la persona più bella che avessi mai visto.
Stava dormendo beatamente sul nostro letto matrimoniale.
Qualche ciocca di capelli le cadeva sulla fronte, rendendola ancora più adorabile; la bocca rosea era leggermente schiusa; il volto era rilassato.
Le lasciai un bacio sulla fronte e le sussurrai, intanto che facevo aderire la sua schiena contro il mio petto “Piccola.. fra poco vengono i nostri amici. Se non te la senti possiamo rimandare.” “N-no. Sto bene.” Sbadigliò la rossa “Sicura?” le domandai intanto che le accarezzavo i morbidi capelli “Sicura. Ero solo un po’ stanca.” Annuì Diamond.
La rossa si voltò e mi lasciò un dolce bacio sulle labbra “Ti amo, Nì. Sei la mia vita.” “Ti amo anch’io, piccola. E no, tu sei la mia vita.” Entrambi sorridemmo e la presi in braccio “Andiamo in soggiorno, mia principessa?” Diamond rise divertita ed annuì “Certo, mio principe.” Ridacchiò lei.
Non facemmo neanche in tempo ad arrivare in soggiorno, che Diamond scese velocemente dalle mie braccia e corse in bagno.
La raggiunsi e le tolsi i capelli che le cadevano davanti al viso “Andrà tutto bene, piccola. Ora finisce tutto.” Cercai di rassicurarla intanto che rigettava nel water “Respira profondamente.” Le consigliai intanto che delle lacrime le rigavano le bianche guance “N-Nì..” balbettò la rossa “Dimmi, piccola.” “Uccidimi. Mi sento una merda.” Disse Diamond intanto che altre lacrime continuavano a rigarle le guance.
Una pallottola nel cuore avrebbe fatto meno male.
Le presi il viso tra le mani e la costrinsi a guardarmi negli occhi “Ora mi ascolti, Dia. Io non ti ucciderò e tu non ti ucciderai, okay? Se ti senti una merda è perché sei incinta, e io lo so che tu lo sei. Non pensare alle stronzate che ti ha detto il dottor Jackson, noi due avremo i nostri bambini. Te lo giuro sulla mia vita. Non provare a toccare né una lametta né un coltello; perché se lo fai m’incazzo. Capito? Tu non hai ragione per farti del male, vita mia. Tu sei bellissima e vedrai che tutti i dolori passeranno. Se non ci tieni proprio a te stessa, pensa a me. Come farei senza di te? E non dire che mi troverei un’altra, perché sai anche tu che non è così. Giurami che non ti torcerai nemmeno un capello. Giuralo sui nostri bambini.” La rossa rimase qualche secondo a guardarmi negli occhi, forse incredula di vedermi tanto sicuro di me, poi abbassò leggermente lo sguardo ed annuì.
Giuralo sui nostri bambini.” Dissi a denti stretti intanto che le alzavo il mento con un dito.
Diamond mi abbracciò e mi sussurrò, intanto che mi accarezzava i capelli “Te lo giuro sui nostri bambini.” Rilassai le spalle e ricambiai l’abbraccio.
Mi facevo paura da solo.
Da dove avevo tirato fuori tutta quella sicurezza?

Diamond Pov’s.

Niall era la persona più bella che avessi mai conosciuto.
Non perché fosse fisicamente perfetto, ma perché aveva un carattere dolcissimo.
Era premuroso e affettuoso.
Tutto quello di cui io avevo bisogno.
Suonarono al campanello e mi alzai dal comodo divano per aprire la porta.
“Ehi Payne! Ti sei dato da fare dopo Danielle, eh?” ammiccai rivolgendomi alla bellissima ragazza che si trovava al suo fianco “Dia, lei è Celeste: la mia fidanzata.” La presentò Liam “è impossibile.” Commentai scuotendo la testa “Cosa?” mi domandò il castano corrugando la fronte “Che una ragazza bella come lei sta con te.” Ridacchiai “Brutta peste..” disse Liam per poi cominciare a rincorrermi per tutta casa.
“Ti ho presa!” rise il castano intanto che mi caricava su una spalla “Nì! Aiuto!” risi intanto che scalciavo “Qualcuno ha bisogno di aiuto? Superman è qui!” fece il suo ingresso Louis mostrando la maglietta di Superman sotto la camicia di jeans “Aiuto! Vuole farmi il solletico!” gridai mentre continuavo a divincolarmi “Liam, lasciala giù.” Disse semplicemente Niall “Ti libero solo perché non ho voglia di farti il solletico.” Spiegò Liam intanto che mi rimetteva con i piedi per terra.
“Dia, lei è Simona: la mia sorellina.” Disse Louis mettendo un braccio attorno alla vita della sorella “Piacere Simo, io son Dia.” Le porsi la mano “è un piacere conoscerti, Dia.” Strinse la mia mano Simona.
La sorellina di Louis era davvero bellissima:
Capelli biondi, occhi marroni e un angelico viso.
“Ehi bella gente! Zayn Malik è qui presente!” fece il suo ingresso Zayn intanto che teneva per mano una ragazza “Ciao Zayn. Lei chi è?” chiesi al moro “Lei è Giorgia: la mia migliore amica.” Sorrise Zayn “Ciao Giorgia. Io sono Diamond, però chiamami Dia.” Mi presentai “Ciao Dia.” Sorrise timidamente Giorgia.
Anche Giorgia era una bellissima ragazza:
Capelli castani con le punte bionde, grandi occhi marroni e un sorriso che faceva invidia ai dentisti.
Inutile dire che quello fu il miglior pomeriggio di sempre.
Era stupendo avere gli amici al proprio fianco nel momento del bisogno.
Era bello sentirsi apprezzati.

***
Ehi bella gente! la Signora Horan è qui presente!
ahahahhaah, Zayn mi ha contagiata lol.
Dio, ma quanto è bello 'This is us'?!
Io sono scoppiata a piangere quando Niall ha guardato lo schermo!!
Sembrava che mi stesse guardando realmente!!
Comunque, passiamo al capitolo:
Bello lunghino, eh?
Ci ho messo un pomeriggio intero per scriverlo!!
Hahahhaah <3
Spero che vi piaccia u.u
( Se volete passate da lei:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2060363&i=1)
Baci <3 <3

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Capitolo 13
*** Nightmares and dreams ***


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Chapter 13.

Nightmares and dreams

Finalmente il tanto atteso tredici Settembre arrivò.
Poggiai la testa su una mano e sorrisi guardando il mio angelo biondo dormire beatamente.
Gli accarezzai il petto e sorrisi notando il tatuaggio con sopra scritto il mio nome; l’aveva fatto ieri pomeriggio ed era tornato a casa tutto contento dicendomi che aveva una sorpresa per me.
Sapevo quanto Niall fosse contrario ai tatuaggi; diceva che un giorno si sarebbe pentito di averli fatti.
La cosa che mi fece emozionare fu quando mi disse, prima di andare a dormire “Lo sai perché mi sono tatuato il tuo nome, amore mio? Perché io non mi pentirò mai di amarti.”
Lasciai un dolce bacio sulle labbra del biondo e gli sussurrai, mentre gli accarezzavo una guancia “Auguri angelo mio. Ti amo.” Niall aprì leggermente gli occhi e sorrise “Grazie, piccola. Buongiorno.” “Buondì.” Ci sorridemmo e commentai, passando una mano sul suo petto “A te non piacciono i tuoi peli sul petto, però io li trovo sexy.” “Sexy?” ridacchiò il biondo “Si. Ti danno un’aria da cattivo ragazzo.” Mi morsi il labbro inferiore “Mm.. ma io sono un cattivo ragazzo.” Sorrise Niall intanto che si sporgeva per baciare le mie labbra “Davvero?” gli domandai tra un bacio e l’altro “Mm-mm. Non mangio mai le verdure.” Risi divertita e gli lasciai un lungo bacio sulla fronte “Allora devo stare attenta. Sei pericoloso.” Lo presi in giro “Mi stai prendendo in giro?” mi domandò il biondo assottigliando gli occhi “Io? Non potrei mai…” ridacchiai divertita.
Niall passò una mano su un mio fianco e gli chiesi, intanto che facevo intrecciare le nostre dita “Come va la varicella?” “Spero che non sia più contagiosa.” Storse il naso il biondo “Oggi è il tuo compleanno. Che ti va di fare?” gli domandai sorridendo “Non credo che posso dirlo.” Ridacchiò Niall intanto che mi baciava il collo “Mm…” mugolai intanto che sorridevo “Non voglio costringerti, piccola. Se tu vuoi sarò felice di accontentarti.” Risi e gli chiesi, intanto che mi asciugavo una lacrima “Sicuro che non sia il contrario?” “Stronza.” Borbottò il biondo dandomi le spalle.
Gli lasciai un bacio sulla spalla scoperta e gli sussurrai “Scusa.” “Non voglio parlarti.” Disse Niall mettendo il broncio “Neanche guardarmi?” alzai un sopracciglio “No.” Affermò sicuro il biondo.
Sorrisi divertita e mi alzai dal letto, mi tolsi i pantaloncini e li poggiai sulla poltrona “Mi sto spogliando.” L’avvisai intanto che mi toglievo la maglietta “Non m’interessa.” Disse Niall “Okay.” Annuii intanto che sganciavo il reggiseno.
Tornai sul letto e gli sussurrai, intanto che gli accarezzavo una spalla “Sono come mamma mi ha fatta.” Tirai leggermente giù i suoi pantaloni e il biondo si voltò.
Poggiai le mie labbra sopra le sue e gli domandai, sorridendo “Allora, vuoi farmi compagnia o no?” Niall si calò i pantaloni della tuta e poggiò la schiena contro la tastiera del letto “Vieni qui.” M’invitò il biondo battendo una mano su una sua coscia. Mi sedetti a cavalcioni su di lui e gli baciai lentamente il collo “Ti amo.” Gli sussurrai intanto che i miei baci scendevano sul suo petto “Ti amo anch’io.” Mi accarezzò dolcemente i capelli.
Ci guardammo negl’occhi e tornai a baciare le sue labbra perfette “Solo tu riesci a rendermi così felice.” Confessai intanto che facevo sfiorare i nostri nasi “Solo tu, con il tuo modo di fare, riesci a farmi prendere un infarto ogni volta che ti vedo.” Una mia mano accarezzò una sua guancia “Solo tu, con il tuo stupendo sorriso e i tuoi occhioni azzurri, riesci a farmi sciogliere.” Lasciai un dolce bacio sul suo naso “Solo tu, con il tuo viso angelico, riesci a farmi piangere dalla gioia anche con un solo sorriso.” Le mie labbra si posarono sulla sua fronte “Solo tu riesci a farmi battere il cuore così forte.” Presi una sua mano e l’appoggiai sul mio petto “Lo senti? È solo tuo, angelo mio. Tuo e di nessun altro.” Gli asciugai una lacrima che stava rigando il suo bellissimo viso e Niall mi strinse dolcemente la mano “Ti giuro che, cascasse il Mondo, io ti proteggerò. Proteggerò te, amore mio, e i nostri bambini. Sai perché ti amo?” scossi la testa intanto che sorridevo e il biondo concluse, facendo sfiorare le nostre labbra “Perché, quando mi guardo allo specchio, non vedo un granché di uomo. Mai poi arrivi tu, mi abbracci e mi dici < Hai visto quanto sei bello, angelo mio? È per questo che sono tanto gelosa di te. > insomma.. riesci a farmi sentire apprezzato. E questo mai nessuno era riuscito a farmelo sentire.” “Tu sei bellissimo, angelo mio. Sei l’uomo più bello di questo Mondo. E non badare alle critiche degli altri, perché sono solo invidiosi.” “Invidiosi di che?” si asciugò una lacrima Niall “Invidiosi del fatto che tu stai realizzando il tuo sogno, mentre loro no. Invidiosi del fatto che tu non hai mai smesso di sognare, mentre loro si sono arresi alla prima difficoltà. Invidiosi del fatto che tu c’è l’hai fatta, mentre loro no.” Gli presi il viso tra le mani e gli sorrisi “Non dei mai sottovalutarti, okay?” “Okay.” Annuì lui sorridendo.
Accarezzai dolcemente il suo petto e il biondo tossì violentemente intanto che si portava una mano davanti alla bocca “Dio, sto di merda.” Confessò lui poggiando la testa contro il muro “Infatti scotti un po’. Ti prendo il termometro.” Confermai per poi alzarmi dal comodo letto.
Mi rimisi la maglietta addosso e presi il termometro dal cassetto della medicina, che si trovava in bagno.
“Ti preparo un po’ di camomilla e due pancake?” gli domandai intanto lui si misurava la febbre “Non ti affaticare, piccola.” Mi rimproverò Niall “Vado a prepararli. Togli il termometro tra cinque minuti.”
Forse ero strana, però amavo fare la ‘donna di casa’.
Insomma, amavo il fatto di poter cucinare per una persona e di pulire la casa.
Misi una rosellina dentro un piccolo vaso e l’appoggiai sul vassoio. Preparai una camomilla a Niall e, intanto che c’ero, mi preparai un thè;
Misi sui dieci pancake appena sfornati del cioccolato e formai un cuore sopra l’ultimo di essi.
Portai il vassoio in camera e chiesi al biondo, mentre poggiavo il vassoio sulle sue gambe “Quanto hai?” “Neanche trentotto.” Rispose Niall dopo aver sorseggiato la sua camomilla “Vedrai che entro stasera tornerai come nuovo.” Lo rassicurai mentre gli accarezzavo i capelli “Lo spero. Quando devi andare dal dottor Jackson?” mi domandò lui intanto che addentava un pancake “Verso le tre. E tu non puoi venire.” Risposi facendogli la linguaccia “Perché? Insomma, sono io il padre!” protestò Niall “Lo dirò stasera, okay? Voglio farti una sorpresa.” Addentai un pancake “Mi farai morire.” Commentò il biondo scuotendo la testa “Nah, mal che vada ti rinchiuderanno in un manicomio.” Ridacchiai.

**

“Allora, Dia, come va?” mi domandò sorridendo il dottor Jackson “Bene, grazie. Lei?” gli chiesi ricambiando il sorriso “Non c’è male. Niall come sta?” “Bene, la varicella non è più contagiosa.” Risposi.
“Sicura di volerlo sapere?” mi chiese il dottore prendendo tra le mani un foglio “Ho paura.” Confessai mentre mi mordevo il labbro inferiore “Mm.. tu e Niall avete già progettato una cameretta?” mi domandò il dottor Jackson intanto che leggeva il foglio “Si, però dobbiamo ancora comprare i mobili.” Annuii “A te cosa piacerebbe: un maschio o una femmina?” “Beh… mi piacerebbe tanto avere entrambi, però se devo scegliere preferirei un maschio.” Confessai “Di solito le donne preferiscono una bambina.” Ridacchiò il dottore “Sono particolare, lo sa.” Mi unii alla sua risata.
“Progetti per stasera?” mi domandò il dottor Jackson poggiando il foglio sulla scrivania “Ci sarà tutta la famiglia di Niall per il suo compleanno, e sono un po’ agitata.” Risposi mentre cercavo di leggere il foglio “Nah, non devi esserlo. Andrà tutto bene.” Mi tranquillizzò il dottore “Posso.. leggere?” gli chiesi indicando il foglio “A tuo rischio e pericolo.” Ridacchiò lui.
Presi il foglio tra le mani e mi portai una mano davanti alla bocca appena lessi il risultato.
“Oddio.” Commentai piangendo “Ehi, andrà tutto bene. Non piangere.” Mi consolò il dottor Jackson mentre mi abbracciava “Come glielo dico, adesso?” mi misi le mani nei capelli “Con calma. È una cosa delicata e potrebbe reagire nel modo sbagliato.” Mi consigliò lui “O-okay.” Annuii.
Mi alzai dalla sedia e il dottor Jackson rise divertito “Nessuna aveva mai reagito così.” “Beh, penso che sia naturale.” Mi difesi intanto che arrossivo “Vuoi sapere un segreto?” mi domandò lui sorridendo, annuii e il dottor Jackson mi confessò “Ho sempre saputo che tu e Niall eravate quell’uno su mille.” Mi asciugai una lacrima e dissi, mentre aprivo la porta “Mille grazie, dottor Jackson.” “è il mio lavoro. A proposito: ci vediamo tra un mese per la prima ecografia.”

Positivo.

Niall Pov’s.

Alla festa c’erano tutti i miei parenti, e fui felice di presentare a tutti Diamond.
La rossa era rimasta vaga quando era tornata dal ginecologo, e stavo morendo d’ansia.
Tossii violentemente e Diamond subito prese, dalla sua borsa, l’inalatore con cui convivevo da più di dieci anni. Lo portai alla bocca e mi rilassai appena ripresi fiato “Respira piano.” Mi consigliò la rossa mentre mi accarezzava la schiena “Grazie, piccola.” Le sorrisi dolcemente “Sei la mia vita, angelo. Se non mi prendo cura io di te chi deve farlo?” ricambiò il sorriso Diamond.
Le lasciai un casto bacio sulle labbra e commentai, sorridendo “Pensavo che Robert e George si sarebbero presi a pugni. Invece stanno parlando normalmente.” “Menomale.” Sospirò la rossa “Piccola…” la chiamai, Diamond mi guardò e le chiesi, distrutto “Cosa ti ha detto il ginecologo?” la rossa ridacchiò e salì sul palco.
“Scusate, posso avere la vostra attenzione?” domandò Diamond prendendo il microfono in mano “Grazie.” Sorrise la rossa non appena ci fu silenzio.
“Inizio col dire che non potrebbe esserci serata più perfetta di questa. Finalmente conosco tutta la famiglia di Niall, e non vorrei sembrare frettolosa ma sono felice che la sua famiglia sia anche la mia. Rimaniamo sempre in tema: ormai qui siamo tutti grandi e vaccinati, quindi non credo che rimarrete scandalizzati per quello che dirò. Niall: Dio, ti ho fatto rimanere in ansia per tutto il pomeriggio; spero che il mio regalo di compleanno ti piaccia, angelo mio. Sono incinta.”
Mi portai le mani ai capelli mentre sorridevo e corsi incontro alla mia Diamond.
La mia corsa però venne fermata da un black-out e un grido che mi fece accapponare la pelle.
“Diamond!” urlai cercando la rossa tra le tenebre “Niall! Aiuto!” urlò Diamond.
La luce tornò e corsi dietro le quinte del palcoscenico.
“J-Justin?!” strabuzzai gli occhi vedendo il ragazzo puntare una pistola alla testa di Diamond “Sbagliato, amico. Sono Austin.” Sorrise il ragazzo. Mi avvicinai cautamente e Austin strinse Diamond a sé “Fai un altro passo e l’ammazzo.” “Lascia mia figlia!” urlò Robert puntando la pistola contro il ragazzo “Davvero vorresti uccidermi con una pistola giocattolo, Cox?” ridacchiò Austin “Togli le tue mani da mia nipote, pezzo di merda.” Lo intimò George mentre gli puntava la sua pistola contro “Anche la tua è una pistola giocattolo, Young.” Rise il ragazzo “Come caz..?” Robert non finì di parlare che Austin ci raccontò “Sto progettando questo piano da tre anni. E nessuno di voi tre m’impedirà di concludere quello che avevo iniziato.” La rossa cominciò a piangere silenziosamente e il ragazzo concluse, uscendo dalla porta con Diamond “A mai più, Horan.” “Diamond!” urlai mentre le mie guance venivano rigate dalle lacrime “Niall!” urlò lei mentre cercava di divincolarsi “Ti amo! Ti terrò al sicuro, ricordi?! Verrò a cercarti!” le urlai mentre mi avvicinavo appena “Ti amo anch’io, Niall! Chiama Justin!” concluse la rossa prima che Austin la costringesse a salire su un auto nera.
“Diamond!” urlai correndo dietro alla macchina.
“Diamond…” sussurrai accasciandomi a terra, distrutto.
“Diamond.” Piansi portandomi le mani nei capelli.
“Niall, devi chiamare Justin.” Mi consigliò Robert mentre si asciugava le lacrime “Cosa c’entra lui con Diamond?” gli domandai confuso “è il fratello di Justin. Qualcosa saprà.” Rispose George stringendo i pugni.
“Tregua?” chiese Robert porgendo la mano a mio zio “Tregua.” Gli strinse la mano George.

Che la guerra abbia inizio.

***
Ehi! ciao a tutte!!
Grazie x le bellissime recensioni!!
Sconvolgente, vero?
Diamond è incinta u.u
ma... cosa c'entra Justin con suo fratello?
George e Robert propongono una tregua per ritrovare Diamond, ma...
riusciranno a non litigare?
E Niall, cosa farà?
Al prossimo capitolo!!
Baci <3 <3

Passate dalla sua storia?? Grazie <3
 

Diamond e Niall mentre dormono:
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La reazione di Niall quando Diamond dice di essere incinta:
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Capitolo 14
*** Slave ***


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Chapter 14.

Slave

Diamond Pov’s.

Aprii leggermente gli occhi e mi guardai attorno, confusa:
La stanza era buia.
Mi alzai dallo scomodo materasso e la porta della stanza si aprì; mi portai una mano davanti agli occhi non appena la luce entrò in contatto con il mio viso e una risata mi fece accapponare la pelle.
“Buongiorno, principessa. Dormito bene?” mi domandò una voce maschile mentre sentivo i suoi passi avvicinarsi. Spostai la mano e deglutii non appena riconobbi a chi apparteneva quella voce:
Austin.
“Tu!” urlai mentre stringevo i pugni “Si, sono io. Felice di rivedermi?” sorrise il biondo “Se ne fossi in grado, ti prenderei a pugni.” Dissi mentre cercavo di placare la mia rabbia “Oh, povera la mia principessa. Come sta il piccolino?” mi domandò Austin allungando una mano verso la mia pancia; gli strinsi il polso e gli dissi, stringendo i denti “Mio figlio non deve c’entrare nulla in questa storia.” Il biondo ritirò la mano e mi chiese, alzando un sopracciglio “Allora, come va? È dalla quarta superiore che non ci parliamo.” “Starei meglio se fossi accanto a mio marito.” Sputai mentre incrociavo le braccia “Io sto bene, grazie dell’interessamento. Comunque, vuoi qualcosa da mangiare?” “Non sono stupida, Austin. Non mi fiderei di te neanche se stessi per cadere da una montagna.” Risposi secca.
Austin annuì e concluse “Okay. Io sono nella stanza accanto.” “Quando Niall mi troverà, sarai nella merda.” Ringhiai “Sempre se ti troverà, principessa.” Ammiccò il biondo per poi uscire dalla stanza.
Sentii una chiave girare nella serratura e intuii che quello stronzo di Austin mi avesse appena chiusa dentro.
Perfetto.
Mi sedetti sul materasso e mi guardai attorno:
La stanza era piena di attrezzi ginnici.
Mi accarezzai dolcemente la pancia e una lacrima mi rigò il viso mentre pensavo a quanto fosse incredibile il fatto che lì dentro ci fosse un bambino.
“Ehi, ciao amori miei. Oggi c’è solo la mamma con voi, però non preoccupatevi: papà arriverà presto. Vi voglio parlare proprio del vostro papà: si chiama Niall, ed è un uomo meraviglioso. È alto, biondo e con gli occhi azzurri; il classico principe azzurro. È così dolce, amori miei. Sono sicura che durante il parto sverrà.” Ridacchiai divertita e continuai “Spero tanto che lì dentro siate in due; io e papà abbiamo già scelto i nomi: Larry e Casey. Vi piacciono? Oh, non vedo l’ora di sentirvi scalciare, amori miei. Mamma e papà vi amano tanto, non scordatelo mai.” Mi asciugai le lacrime che stavano rigando le mie guance e mi misi in posizione supina.
Chiusi gli occhi e sospirai:
Quanto vorrei che Niall fosse al mio fianco.
M’immaginai di poter accarezzare i suoi morbidi capelli biondi come il grano; di baciare le sue labbra soffici come un petalo di rosa; di guardare i suoi occhi, azzurri come il cielo e profondi come l’Oceano; di poter essere cullata dalle sue forti braccia bianche e di addormentarmi ascoltando la sua angelica voce.
M’immaginai il mio Niall, bello e solare come un angelo, proprio di fronte a me.
Riaprii gli occhi e sospirai realizzando che il mio era solo una fantasia, e non la realtà.
“Ehi, ciao angelo mio. Mi manchi tanto. Non vedo l’ora di riabbracciarti e di risentire il tuo dolce profumo; come va la tua vita senza di me? A me una merda. Sai, oggi ho parlato con Casey e Larry; gli ho parlato di te. Di quanto sei dolce, bello e simpatico. Ho paura da sola, angelo mio. Ti prego vienimi a prendere, perché senza di te non riesco a vivere. Non sai quanto vorrei risentire la tua risata cristallina. Mi raccomando angelo mio: devi essere forte; per entrambi. Perché se tu cadrai, io cadrò con te.
Mi manchi, angelo mio.
Ti amo.”
Sospirai.
La porta della camera si riaprì e voltai pigramente la testa:
Luke.
Il biondo mi sorrise allegramente e si tolse la maglietta, per poi cominciare a fare delle flessioni.
“Come va?” mi domandò Luke intanto che si allenava “Starei meglio se non fossi qui.” Risposi tornando a guardare il soffitto bianco “Il bambino?” m’irrigidii e risposi, mentre stringevo i pugni “Una meraviglia.” “Sono felice per voi. Cosa vuoi che sia, un maschio o una femmina?” mi chiese il biondo incuriosito “Cos’è , un interrogatorio?” sbottai infastidita “No, solo curiosità. L’avevano detto che le donne incinta sono suscettibili.” Sbuffai e ribattei, mentre incrociavo le braccia “Non sono suscettibile. È solo che mi danno fastidio tutte queste domande.” “Austin mi ha detto che non vuoi mangiare.” Cambiò argomento Luke intanto che si rialzava da terra “Preferisco morire di fame, piuttosto.” Sputai indispettita.
Mi dava fastidio quando le persone parlavano di me.
“Siamo ladri, non assassini.” Mi rassicurò il biondo.
Luke si sedette accanto a me e gli dissi, spingendolo giù dal materasso “Puzzi.” “Sei simpatica come una spina nel fianco.” “E tu come togliersi un dente cariato senza l’anestesia.” Ribattei “Se ti vado a comprare una brioches, te la mangi?” mi domandò il biondo alzandosi dallo sporco pavimento “Mm.” Mugolai storcendo il naso “Diamond, te lo ripeto: siamo ladri, non assassini.” Mi rassicurò Luke rimettendosi la maglietta “Quando lavoravi con mio padre eri un assassino.” Gli ricordai “Non potrei mai uccidere una persona indifesa, e questo lo sai bene.” Concluse il biondo per poi uscire dalla mia stanza.
Notai che nessuno aveva chiuso a chiave la porta e ne approfittai per sgattaiolare fuori.
Il corridoio era illuminato dalla luce che filtrava dalle finestre aperte e mi balenò l’idea di scappare dalla finestra. Mi guardai attorno più volte:
Nessuno.
Misi un piede fuori dalla finestra ma, prima che potessi fare lo stesso con l’altro, delle braccia mi strinsero il ventre e mi riportarono dentro casa. Austin mi spinse contro il muro e mi domandò, mentre con una mano stringeva il mio collo “Cosa cazzo pensavi di fare?!” l’aria m’incominciò a mancare e sussurrai, mentre le lacrime rigavano le mie guance “N-non respiro…” il biondo allentò la presa e mi avvertì, intanto che le dita di una sua mano mi accarezzavano il collo “Non devi farlo mai più, okay? Mi hai fatto spaventare, principessa. Potevi farti male, se saltavi. Te lo dirò una volta sola, quindi ascoltami bene: La prossima volta che proverai a scappare, ne pagherai le conseguenze. E non mi limiterò a sculacciarti, principessa.” Austin mi guardò negli occhi e mi chiese, sorridendo “Sono stato chiaro?” annuii mentre abbassavo lo sguardo e il biondo concluse, allontanandosi dal mio corpo “Ora torna nella tua camera. Verrò fra un’oretta per controllare che sia tutto in ordine.” “D-devo pulire?” balbettai “Certo, non crederti di fare la pacchia qui, principessa.” Ridacchiò il biondo.
Austin mi riportò nella mia camera e mi disse, porgendomi una scopa e un sacchetto “Spazza e metti tutta la polvere dentro il sacchetto. Torno tra un’ora, se non sarà tutto pulito ti metterò in punizione.” “Cos’altro vuoi togliermi, eh?! Mi hai già tolto tutto, stronzo!” gli urlai contro.
Fu un attimo.
Una sua mano colpì violentemente una mia guancia facendomi cadere a terra. Il biondo mi prese per la parte superiore del vestito e mi disse, stringendo i denti “Posso toglierti il tuo bel faccino, così vediamo se dopo Niall ti riconoscerà.” Deglutii spaventata e Austin uscì sbattendo la porta.
Mi avvicinai lentamente all’unico specchio nella stanza e trasalii appena guardai la mia immagine riflessa:
La guancia che Austin aveva colpito era diventata rossa e, fra qualche minuto, avrebbero fatto la loro apparizione le sue cinque dita.
Ora ne avevo la certezza:
Ero diventata la sua schiava.

***
Ehy!! ciao a tutte!!
Allora, iniziamo:
In questo capitolo si capisce che Luke
cerca di far scappare Diamond
(es. le lascia la porta aperta)
però la rossa viene catturata da Austin che,
in un certo senso, la costringe ad essere una 'schiava'.
Nel prossimo capitolo ci sarà anche Niall;
che inizierà a pensare ad un piano per trovare Diamond.
Non posso dirvi altro u.u
Grazie x le bellissime recensioni!!
Al prossimo capitolo!!
P.s. se volete passate da lei:

GiovannaNialler
& da lei:

fiocca_en
Baci <3
 

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Capitolo 15
*** I'm afraid ***


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Buon compleanno angelo mio <3 senza di te questa storia non esisterebbe e io avrei già smesso di sognare <3

Chapter 15.

I’m afraid

Niall Pov’s.

Erano passati tre giorni da quando Diamond era stata rapita.
Tre fottuti giorni che io inondavo il suo cuscino di lacrime e pregavo che stesse bene.
Robert e George rimasero a dormire da me in quei giorni; sapevano che ora ero vulnerabile e volevano assicurarsi che non commettessi nessuna sciocchezza.
Stavamo escogitando un piano, ma finché non sapevamo dove si trovasse Diamond non potevamo fare niente.
Quel giorno misi da parte l’orgoglio e annunciai, prendendo la giacca “Andiamo in prigione, da Justin.”
Se Diamond mi aveva detto che dovevo andare da Justin un motivo c’era, e in quel momento volevo solo ritrovare la mia piccola.
Volevo ristringerla fra le mie braccia e baciarla; sussurrarle parole dolci e accarezzarle la pancia; baciare le sue lentiggini e sentirla ridere alle mie battute.
Mi mancava da morire.
Senza di lei ero fragile e vulnerabile, anche un soffio di vento mi potrebbe far cadere.
Odiavo il fatto di non sapere dove lei fosse. Le avevo promesso che l’avrei sempre protetta, ma non stavo mantenendo la mia promessa.
Non potevamo denunciare Austin; i poliziotti non sarebbero stati in grado di risolvere il caso e avremmo perso solo tempo.
E il tempo, in questi giorni, era veramente prezioso.
Cercavo di togliermi dalla testa l’idea che le stessero facendo del male; che la stessero picchiando o, peggio, violentando. Mi venivano le lacrime agli occhi se pensavo alla mia piccola Diamond, fragile ed indifesa, contro quel bastardo.
Pensavo anche al bambino; se Austin gli avesse fatto dal male non avrei esitato ad ucciderlo.
Arrivammo in prigione, e solo guardando la gente che c’era mi si accapponava la pelle.
“Oh, Horan.. qual buon vento?” mi domandò Justin sorridendo “Sai cos’ha fatto tuo fratello?” tagliai corto “Si, è venuto Luke a parlarmene.” Annuì il moro “Ti ha detto dove si trova?” gli chiesi incrociando le braccia “No, però mi ha detto che sta bene. Luke vuole difenderla.” Feci roteare gli occhi e sputai, alzando il tono di voce “Se voleva difenderla non la faceva rapire!” Justin si guardò attorno e mi disse, avvicinandosi al mio viso “Devi andare in caserma; lì dovrai chiedere di un certo ‘Hector York’ dopo che l’avrai trovato digli che ti mando io. Lui ti spiegherà tutto.” “Cosa dovrebbe spiegarmi?” gli domandai corrugando la fronte “Lui sa, Horan. Lui sa tutto.” Rispose il moro tornando a sedersi compostamente “E tu non lo sai? Non abbiamo tempo da perdere.” Lo informò Robert “Purtroppo il mio cervello non è un radar. Andate da lui, non perderete tempo, ve l’assicuro.” Ci assicurò Justin “Perché dovremmo crederti?” gli chiese George alzando un sopracciglio “Perché vi sto dicendo la verità. Io ci tengo a Diamond, e so che se rimane una settimana di più con mio fratello morirà. Dovete sbrigarvi, perché il tempo sta per scadere.” Disse il moro.
“M-morirà?” balbettai sull’orlo di piangere “Non crederti che Austin sia interessato a Diamond, Niall. Lui vuole solo vendetta.” Concluse Justin per poi alzarsi dalla sedia ed uscire dalla sala.
Strinsi i pugni e dissi, alzandomi “Dobbiamo trovare questo ‘Hector York’.” “E se è una trappola?” mi domandò Robert alzando un sopracciglio “è l’ultima speranza che abbiamo.” Conclusi.
Non avrei mai permesso che Austin uccidesse Diamond.
Non avrei mai permesso che la mia piccola soffrisse.
Preparati Austin, perché quando ti troverò, saranno guai.

Diamond Pov’s.

Odiavo quel posto.
La stanza puzzava di sudore e, se dovevo vomitare, avevo un secchio con cui farlo.
Mi sentivo uno schifo; mangiavo pochissimo e bevevo solo in casi estremi;
Avevo paura che mettessero qualcosa nel cibo che mi avrebbe fatto perdere il bambino.
Il mal di schiena mi stava uccidendo lentamente.
La porta della stanza si aprì e socchiusi un occhio per vedere chi fosse:
Luke.
Il biondo mi sorrise dolcemente e mi domandò, sedendosi accanto a me “Come va, Dia?” “Uno schifo.” Risposi alzandomi dallo scomodo materasso “Posso fare qualcosa per te?” mi chiese Luke mentre mi metteva una ciocca di capelli dietro ad un orecchio “Fammi tornare da Niall.”
Quello era il mio unico desiderio:
Tornare a casa da Niall.
Volevo tornare a cucinare per lui; giocare e scherzare con lui; farmi la doccia con lui…
volevo far l’amore con lui.
“Ti prometto che rivedrai Niall molto presto.” Mi rassicurò il biondo mentre sorrideva “Come fai ad esserne sicuro?” gli domandai sospirando “Lo so e basta. Fidati.” Poggiai la testa su una sua spalla e confessai, mentre sorridevo “Mi manca così tanto.” “Non dovrai aspettare molto, te lo prometto.” Luke allargò le braccia e mi chiese, speranzoso “Lo vuoi un abbraccio?” annuii leggermente e il biondo mi strinse fra le sue braccia.
Avevo proprio bisogno di un abbraccio.
“Grazie, Luke. Non sei così male, dopotutto.” Ridacchiai “Voglio solo farti tornare il sorriso.” Mi diede un bacio sulla fronte Luke “Portami Niall, allora.” Abbassai appena lo sguardo “Purtroppo non posso farlo comparire, però puoi parlarmi di lui.” Chiusi gli occhi e raccontai, dopo aver poggiato la testa su una sua spalla “Niall è un uomo perfetto. Prima di andare a dormire mi coccola sempre tra le sue braccia e mi sussurra cose dolci. Spesso, quando sono stressata, mi massaggia la schiena e mi prepara un thè caldo. Il bambino che porto in grembo è voluto; volevamo così tanto una famiglia. Già m’immagino Niall con Larry in braccio… sono sicura che sarà un papà perfetto. Sono così fortuna ad averlo incontrata; se penso che alcune ragazze vengono abbandonate dai fidanzati perché rimangono incinta mi vengono le lacrime agli occhi. Insomma, si, un bambino comporta tanti sacrifici; però porta così tanta felicità. Io.. già m’immagino Larry e Casey alle elementari; alla loro prima cotta; al loro primo quattro; al loro diciottesimo compleanno. Io sono così felice di avere questo bambino. Sono così felice di averlo con Niall.” “E te lo immagini il vostro matrimonio?” mi domandò Luke incuriosito “Si. Niall indosserà un elegante smoking nero con il papillon dello stesso colore; io invece indosserò un lungo vestito bianco da principessa. Inviteremo tutti i nostri parenti ed amici. Vogliamo sposarci a Mullingar, dov’è nato Niall. È un posto bellissimo, e sarei felicissima di potermi sposare lì.” “E la casa? Ti piacerebbe trasferirti a Mullingar con Niall, Larry e Casey?” “Non lo so. Però, se mai dovremo trasferirci, lo dovremo fare prima che i bambini abbiamo sei anni. Non voglio che abbandonino la scuola e i loro amici.”
Riaprii gli occhi e dissi, sorridendo “Grazie per tenermi compagnia, Luke.” “Tutto per te, Dia. Sai… anch’io spero di innamorarmi come te e Niall.” Gli accarezzai i capelli e lo rassicurai “Non preoccuparti: anche tu troverai la tua principessa.” Ci sorridemmo e la porta della stanza si aprì violentemente.
Austin mi prese per un polso e mi disse, portandomi fuori dalla stanza “Tu vieni con me.” “No! Luke!” gridai intanto che cercavo di ribellarmi.
Avevo paura di Austin.
“Cosa vuoi fare, Austin?” gli domandò Luke mettendosi davanti a me “Non ti ci mettere in mezzo, Luke!” gridò Austin incazzato “Cosa vuoi fare?!” urlò Luke stringendo i pugni “Non sono cazzi tuoi!” strillò Austin.
La scena che mi si presentò davanti dopo qualche minuto fu orribile:
Luke steso a terra in una pozza di sangue mentre Austin con in mano una pistola.
“Luke!” urlai mentre m’inginocchiavo vicino al corpo del biondo “D-Dia…” sussurrò Luke “T-ti prego non lasciarmi, Luke.” singhiozzai “Dia, ascoltami. Niall verrà presto a prenderti. Vieni qui.” Abbassai la testa e il biondo mi baciò sulla fronte “Hai la mia benedizione, Dia. Vivi una vita felice con Niall e con i vostri bambini. Veglierò su di voi dal Paradiso, sempre se ci entrerò.” “Ti perdono, Luke. Ti perdono per avermi tormentata per quasi un anno; ti perdono per avermi portata qui.” Piansi “Grazie, Dia. Ricordati: sii felice.” “Ti voglio bene, Luke.” gli sorrisi dolcemente “Anch’io te ne voglio, Dia. Dai un bacio da parte mia ai tuoi bambini. Sono sicuro che saranno bellissimi come te.” Concluse il biondo prima di chiudere gli occhi.
Per sempre.
“Riposa in pace, angioletto.” Sussurrai dopo aver baciato la fronte di Luke.
Luke si era sacrificato per me. Aveva preferito morire piuttosto che lasciarmi nelle grinfie di Austin.
Mi aveva protetta, come un fratello maggiore fa con la sua sorellina.
Luke non era cattivo, fingeva di esserlo.
Avevo le ginocchia e le mani sporche del suo sangue; il sangue di un angelo.
Alzai lo sguardo:
Austin non c’era più.
Presi la pistola che Luke teneva nel retro dei pantaloni e sussurrai, al suo corpo privo di vita “Non preoccuparti, Luke, avrai la tua vendetta.” Mi rialzai in piedi e percorsi il lungo corridoio.
Sentii la voce Austin parlare con qualcun altro e guardai, da dietro la porta semi-aperta, che il biondo stava parlando al telefono.
Vidi la sua pistola poggiata sul tavolo e sorrisi vittoriosa:
è arrivata la tua ora, stronzo.

Niall Pov’s.

“Avete bisogno?” ci domandò un carabiniere alzando un sopracciglio “Stiamo cercando Hector Young.” Dissi col cuore in gola “Sono io. Cosa volete?” ci chiese lui spazientito “Ci manda Justin Devine.” Risposi.
Il carabiniere sorrise e disse, dopo essersi alzato dalla sedia “Seguitemi.”
Hector ci condusse in una sala piena di computer e, dopo essersi assicurato di aver chiuso bene la porta, ne accese uno.
“Justin ha dato a Luke un micro-cip. Se Luke ha fatto tutto secondo i piani dovremmo individuare il posto in cui tengono la tua fidanzata.” Ci spiegò il carabiniere.
Robert e George mi abbracciarono e pregai Dio che Luke avesse fatto tutto secondo i piani.
“Quindi… Luke ha fatto il doppio gioco solo per aiutare Diamond?” domandai incredulo “A quanto pare si.” Annuì Robert “Giuro che abbraccerò quel ragazzo se troveremo Diamond.” Dissi mentre mi asciugavo una lacrima.
“Ecco a voi. Buona fortuna.” Sorrise Hector porgendoci un foglio.
Lo presi in mano e sorrisi:
Sto arrivando, piccola.

****
Ciao a tutte!!
Scusa per il ritardo ma in questi giorni sto
finendo i compiti delle vacanze -.-
Allora, che ve ne pare??
Ho interrotto tutto sul più velo, vero?
ahahaah sono malefica u.u
Povero Luke :( giuro che ho pianto quando
ho scritto la scena tra Luke e Diamond.
Non so se è una bello o cattiva notizia...
ma... la storia finirà fra poco (credo verso il
ventesimo capitolo) ma...
ci dopo ci sarà una sorpresa u.u
non posso dirvi nient'altro :)
Quindi.. al prossimo capitolo!!
Baci <3 <3
Se volete passate da loro:

GiovannaNialler
& da lei:

fiocca_en

Niall cucciolo Horan <3:
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Capitolo 16
*** Die young ***


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Chapter 16.

Die young

Diamond Pov’s.

Paura.
Quello era l’unico sentimento che riuscivo a provare in quel momento.
Aprii lentamente tutta la porta e Austin alzò lo sguardo dal pavimento bianco; il biondo rimise il cellulare in una tasca dei jeans e mi domandò intanto che incrociava le braccia “Che vuoi?” “C-cosa volevi prima?” balbettai mentre cercavo di reggere il suo sguardo glaciale.
I suoi occhi azzurri erano l’opposto di quelli di Niall:
Gli occhi di Austin sembravano più color ghiaccio; ti mettevano in suggestione e credo che questo a lui piacesse. Gli occhi di Niall, invece, erano di un azzurro limpido come il cielo; non ti mettevano sotto pressione, anzi, ti facevano rilassare.
Gli occhi erano solo una piccola cosa che amavo di Niall.
“Mm… volevo solo qualcuno con cui sfogarmi.” Scrollò le spalle Austin “E-e perché io?” la paura mi giocò ancora un brutto scherzo.
Odiavo quando sembravo vulnerabile agli occhi degli altri. Soprattutto a quelli di Austin.
Il biondo ridacchiò e rispose, intanto che mi spostava una ciocca di capelli dietro ad un orecchio “Mm… con te è più divertente. Ah, non illuderti che con te potrei sfogarmi sessualmente; non sei il mio tipo.” “Neanche tu, se è per questo.” Ribattei mentre stringevo i denti.
Sapere che Austin non provava attrazione fisica nei miei confronti era un gran sollievo, però rimaneva sempre il fatto che le sue sudice mani, in un modo o nell’altro, sarebbero finite sul mio corpo.
“Meglio. Tornatene nella tua camera, non ti ho dato il permesso per rimanere qui.” Mi ordinò il biondo mentre si allontanava di qualche passo dal mio corpo “No.” Mi ribellai.
Austin alzò un sopracciglio e mi domandò, divertito “Mi stai sfidando, puttanella?” gli puntai la pistola contro e risposi, mentre respiravo a fatica “Si. E puttanella lo vai a dire alla troia che ti scopi.” Il biondo guardò accigliato la pistola e mi chiese, mentre alzava un sopracciglio “Davvero avresti il coraggio di spararmi?” “Non lo so. Però posso provarci.” Sorrisi divertita.
Austin tornò a guardarmi negli occhi e sussurrò, sorridendo “Allora fallo.”
Strinsi i pugni e gli domandai, esasperata “Perché mi hai rapita? Perché hai fatto tutto questo?” “Per avere la mia vendetta. Horan ha un solo punto debole, e io ho scoperto qual è.” Rispose il biondo continuando a sorridere “Cioè?” gli chiesi corrugando la fronte.
Non capivo di cosa stesse parlando.
Perché voleva vendicarsi? Cosa gli aveva fatto Niall?
“Tu. Sei tu il suo punto debole.” Confessò Austin.
Io?
Perché io? Ero davvero così importante per Niall?
Paura.
Avevo sempre più paura.
“Perché dovresti vendicarti?” gli domandai mentre abbassavo la pistola.
Se fino a pochi minuti fa volevo solo sparargli, ora volevo solo sapere cosa fosse successo realmente tra Austin e Niall.
“Lui non te l’ha raccontato?” mi chiese sorpreso lui “Non te lo starei chiedendo, altrimenti.” Risposi ovvia.
“Tuchè.” Ridacchiò Austin.
Sospirai e il biondo mi raccontò “Niall non mi volle modificare la motocicletta, così persi una gara importante.” “Quanto tempo fa?”
Perché Niall non mi aveva detto nulla?
“Tre anni fa. Il tre Settembre.” Rispose Austin.
Il giorno in cui ci conoscemmo.
Il giorno in cui Niall iniziò a far parte della mia vita.
Il giorno in cui partì l’incubo che vivemmo per un anno intero.

Perché non me ne aveva parlato?
Perché?!
Feci cadere la pistola a terra e, dopo di essa, anch’io raggiunsi il pavimento.
Mi presi la testa fra le mani e urlai, mentre le lacrime rigavano le mie guance “Perché?!” “Non è colpa tua, Diamond. È solo che ti sei trovata nel luogo sbagliato al momento sbagliato.” Mi spiegò il biondo.
Scossi la testa freneticamente e sussurrai, mentre guardavo un punto indefinito della stanza “Perché?”.
Austin si abbassò alla mia altezza e mi sussurrò, intanto che mi accarezzava una guancia “Sai come potresti vendicarti? Potresti lasciarlo. Ricomincerai una nuova vita. Senza di lui. Senza più problemi. Non ti piace quest’idea, Diamond? Non vorresti vivere una vita tranquilla come tutte le altre? Non sei stufa di essere sempre quell’uno su mille? Accetta il mio consiglio: fatti una nuova vita. Senza di lui.”
“Non posso.” Mormorai mentre la mia mente continuava a mostrarmi ricordi “Invece puoi. Sei forte.” Sorrise il biondo “Non posso.” Ripetei “La mia vita è Niall.” Conclusi, intanto che un sorriso si formava sulle mie labbra.
“Vuoi davvero passare il resto della tua vita con un uomo che ti ha mentito per tutto questo tempo? Sai quanti altri segreti potrebbe nasconderti?” mi domandò Austin mentre corrugava la fronte “Non me l’ha detto proprio per non farmi centrare niente in questa situazione. Lui me l’ha nascosto per il mio bene. Ha mentito per difendere la sua famiglia.” Mi accarezzai la pancia con una mano.
“Non mi lasci altra scelta, Diamond.” Concluse il moro sospirando.
Non capii le sue intenzioni finché non mi ritrovai le sue mani attorno al mio collo mentre cercava di strangolarmi.
“A-Austin.” sussurrai mentre l’aria cominciava a mancarmi “Sshh Dia. Vedrai che fra poco tutto passerà.” Sorrise il biondo intanto che applicava più pressione attorno al mio collo.
Provai a ribellarmi però ogni movimento che compivo invogliava Austin sempre di più a stringere.
Notai la pistola a pochi centimetri da me e sussurrai sorridendo “è brutto quando le persone sono invidiose.” Il biondo corrugò la fronte e conclusi, puntandogli la pistola contro “Ci vediamo all’inferno, stronzo.” Premetti il grilletto senza esitare.
Un solo colpo e spezzai una vita.
Un solo colpo e salvai due vite.

Un solo colpo e risolvi la maggior parte dei miei problemi.
Il corpo privo di vita di Austin si accasciò a terra e mi toccai il collo:
Bruciava.
Respirai lentamente e sussurrai, accarezzandomi la pancia “Spero che tu stia bene, piccolo.”
Guardai la porta e mormorai, stremata “Vorrei solo che tu varcassi quella porta, ora.”
Spalancai gli occhi quando la porta d’ingresso si aprì violentemente e il mio angelo biondo entrò con una pistola in mano.
“Sto impazzendo.” Commentai portandomi una mano sopra la testa “Diamond!” esclamò Niall abbracciandomi “Lo so che sei uno stupido sogno, Niall. Adesso mi risveglierò e sarò ancora su quel materasso scomodo in questa diavolo di casa.”  Dissi mentre i miei occhi si riempivano di lacrime “No. Sono qui piccola. Sono io. Ti porterò fuori da questa casa, te lo giuro.” Disse il biondo prendendomi il viso tra le mani “Forse sei un angelo e io sono morta. Sei un angelo?” gli chiesi intanto che gli accarezzavo una guancia “No, piccola. Non sei morta.” Sorrise Niall. Continuai ad accarezzare una sua guancia e il biondo mi domandò, preoccupato “Ti ricordi di me, vero?” “Certo, tu sei Niall.” Sorrisi “Il tuo futuro marito e il futuro padre di nostro figlio.” Specificò Niall intanto che mi guardava negli occhi “Non sono stupida, Niall. Mi ricordo chi tu sia.” Sbuffai mentre facevo roteare gli occhi “Scusa, è che ho avuto paura che tu non ti ricordassi di me.” Si giustificò il biondo “Come mai potrei dimenticarmi della persona che mi ha cambiato la vita?” gli domandai per poi poggiare le mie labbra sulle sue.
“Mi sei mancata.” Sussurrò Niall prendendomi per mano “Anche tu.” Sussurrai sorridendo. Il biondo mi aiutò a rialzarmi e George commentò, ridacchiando “Tale padre tale figlio.” Corrugai la fronte e lo zio di Niall mi indicò col mento il cadavere di Austin “Stava cercando di uccidermi. È stata legittima difesa.” Spiegai mentre mi sfioravo il collo con i polpastrelli di una mano “Hai delle chiazze viola.” Notò il biondo spostandomi la mano da davanti al collo “Lo so.” Abbassai lo sguardo “Tu… ti senti bene?” mi chiese Robert preoccupato “Si. Insomma, non credo che sia successo niente.” Risposi accarezzandomi la pancia “Magari dopo facciamo un salto dal dottor Jackson.” Propose Niall premuroso “Okay.” Sussurrai.
Il biondo mi accompagnò fuori da quella dannata casa e mi aiutò a salire sul fuoristrada di mio padre “Vieni qui.” M’invitò Niall allargando le braccia; poggiai la testa sul suo petto e avvolsi il suo bacino con le mie braccia “Non sai quanto mi sei mancata.” Sussurrò il biondo dopo avermi baciato sulla testa “Avevo così paura di non rivederti mai più.” Mormorai mentre qualche lacrima scendeva dai miei occhi “Non pensarci più. Ora sono qui.” Mi rassicurò Niall.
“Tu portali a casa, Robert. Io mi occupo dei due cadaveri.” Annunciò George dopo che mio padre fu salito sul suo fuoristrada nero “Dobbiamo seppellire Luke.” m’intromisi “Diamond…” mi chiamò Robert sospirando “Lui mi ha difesa, papà. Ha impedito che Austin mi facesse del male. Lui… ha sacrificato la sua vita per me.” Dissi mentre le lacrime ricominciavano a rigare le mie guance “Okay. Parlerò col becchino del cimitero più vicino.” Annuì George “Grazie.” Sussurrai sforzando un sorriso.
Niall mi strinse a sé e mi accarezzò la pancia “Come stanno i miei piccoli?” “Spero bene.” Risposi mentre poggiavo una mano sopra alla sua “Non vedo l’ora di poterli prendere in braccio.” Sorrise il biondo “Anch’io.” Concordai mentre il sorriso tornava a formarsi sulle mie labbra “Io… so che forse sto correndo un po’ troppo, però la settimana prossima vorrei andare a parlare col parroco di una chiesa per il nostro matrimonio.” Annunciò Niall intanto che si mordeva il labbro inferiore “Io vorrei sposarmi a Mullingar.” Sorrisi “Davvero? Insomma, lo fai per me oppure è una tua volontà?” mi chiese il biondo mentre i suoi occhi s’illuminavano “è una mia volontà. E ti conviene assecondarla; sono una donna incinta e sono molto pericolosa.” Risposi puntandogli un dito contro “Ai suoi ordini, mia principessa.” Ridacchiò Niall per poi baciarmi sulla fronte “Voglio sposarmi nella chiesa vicino alla tua vecchia casa.” Specificai “Sono sicuro che il parroco sarà entusiasta di celebrare il nostro matrimonio.” “Però dovremo chiedergli se potremo affrontare il corso pre-matrimonio anche qui a Londra.” Ricordai “Andrà tutto bene, ne sono sicuro.” Assicurò il biondo.
Mi sarei sposata nella chiesa dei miei sogni.
Con l’uomo dei miei sogni.

Okay, se è un sogno non svegliatemi.

*****
Ciao a tutte!!!
Scusate per l'immenso ritardo ma Lunedì ho
iniziato la scuola e non avrò molto tempo per
aggiornare.
Vi chiedo scusa in anticipo per i ritardi dei
prossimi capitoli.
Scusate.
Passiamo al capitolo:
Finalmente Austin non c'è più !
E Dia e Niall dovranno decidere la data
del matrimonio (prende i fazzoletti e va a
piangere in un angolino)
Mille grazie per le bellissime recensioni!!!
Se volete passate da loro:
GiovannaNialler
& da lei:

fiocca_en
Al prossimo capitolo!!!
Baci <3

 
"Ci vediamo all'inferno, stronzo."
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Capitolo 17
*** Oh, okay ***


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                                                 Chapter 17.

Oh, okay.


Diamond Pov’s.

Anche se ero stata ‘via’ per qualche giorno, appena rientrai nel mio appartamento mi sembrò che fossero passati anni.
Mi era mancato il profumo di Niall e sorrisi mentre le mie narici respiravano quel dolce odore;
Mi guardai attorno e il biondo mi chiese mentre uno splendido sorriso faceva capolinea sulle sue labbra “Ti è mancata la nostra casa?” intrecciai le braccia attorno al suo collo e sussurrai, intanto che i nostri nasi si sfioravano “Di più tu.” Niall mi accarezzò con i pollici delle suoi mani i fianchi e mi lasciò un piccolo bacio sulla punta del naso “Anche tu, piccola. Non sai quanto sono felice di averti di nuovo al mio fianco.” “Ho parlato con Austin.” dissi di punto in bianco.
Volevo delle spiegazioni.
Il biondo corrugò la fronte e gli domandai mentre alzavo un sopracciglio “Cos’è questa storia che truccavi le moto?” Niall sospirò e, dopo avermi superata, si sedette sul divano “Rispondimi.” Dissi mentre mi sedevo accanto a lui “Non voglio parlarne.” Disse secco il biondo “Perché? Cosa mi nascondi?” ero sull’orlo di piangere.
Davvero Niall non si fidava di me?
Lui, di tutta risposta, si passò le mani tra i capelli biondi. Odiavo quando faceva così: mi faceva sentire inutile. Volevo solo consolarlo e Niall, ovviamente, si chiudeva in sé stesso; sapevo di quanto lui fosse timido, ma ormai ci conoscevamo da tre anni e ci saremmo dovuti sposare.
“Per favore, non costringermi. È un argomento di cui non voglio parlare.” “Oh, okay.” Annuii.
Perfetto.
Mi alzai dal divano e il biondo mi supplicò “Ti prego, non arrabbiarti. Non voglio litigare.” “Non sono arrabbiata.” Lo tranquillizzai mentre mi dirigevo verso il corridoio che portava alle camere da letto “Invece lo sei.” Ribatté Niall “Sono delusa.” Sputai per poi chiudermi in camera.
Mi sdraiai sul morbido letto e chiusi gli occhi mentre stringevo il cuscino del biondo tra le mie braccia.
Odiavo quando litigavamo.
Dopo quasi cinque giorni passati d’inferno, ecco la mia ricompensa:
Una litigata.
Pensavo che saremmo rimasti sul letto a coccolarci e a mangiare della cioccolata, ma purtroppo il mio pensiero non si realizzò.
Ero da sola;
sdraiata sul nostro letto;
con in grembo il nostro bambino;
e con tante domande che mi frullavano per la testa.
Chiusi gli occhi e bussarono alla porta della camera “Vuoi parlare?” gli domandai ancora con gli occhi chiusi “Vorrei solo che tu capissi che per me quello è un tasto dolente, Dia. Ti prego, non essere arrabbiata con me. Io voglio solo renderti felice.” Spiegò Niall dall’altra parte della porta.
“E secondo te quello del mio baby-sitter, Austin, aver ritrovato mio padre dopo diciotto anni non sono stati per me tasti dolenti, Nì? Perché io devo per forza parlartene mentre tu non puoi?” gli chiesi mi accarezzavo dolcemente il ventre “Io… ti prego Dia, non farmene parlare. È passato ormai, pensiamo al futuro.” “Come puoi pretendere di pensare ad un futuro mentre il passato continua a tormentarti?” m’innervosii.
Anche Austin doveva essere il mio passato, però è tornato e stava per distruggere il mio futuro.
Alla fine, tutti gli scheletri nell’armadio escono fuori.
“Non ti ho detto niente perché volevo solo proteggerti.” Disse Niall “Non ti ho chiesto perché non me l’hai detto prima; ti ho chiesto perché non vuoi parlarne.” Riaprii gli occhi e mi misi di fronte alla porta.
Sentii il respiro del biondo farsi pesante e sussurrai, mentre poggiavo la fronte sulla porta “Non ti fidi di me, vero? Dovevo immaginarlo, infondo per te io dovevo solo essere una scopata. Non è così?” “Non è così. Lo sai anche tu.” Ribatté Niall deciso “Mi stai uccidendo, Niall. Questo lo sai, vero?” “Io voglio solo renderti felice.” Sussurrò il biondo “Allora parlami del tuo passato. Sono la madre di tuo figlio e quasi tua moglie.” Mi asciugai una lacrima e Niall concluse “Non posso.” “Benissimo.” Aprii la porta della camera e, dopo aver superato il biondo, mi diressi verso la cucina.
“Dove stai andando?” mi domandò Niall mentre mi prendeva per un polso “Da qualcuno che si fida di me.” Risposi liberandomi dalla sua presa e prendendo le chiavi del mio motorino “Ti prego, non andartene.” Mi pregò il biondo con gli occhi lucidi “Mi stai costringendo a farlo.” Conclusi uscendo dalla porta d’ingresso.
Buffo, vero? La porta principale si chiama d’ingresso ma poi la gente esce sempre da quella porta; forse l’hanno chiamata così perché si dovrebbe solo entrare in casa. Un po’ come nel cuore; si dovrebbe solo entrare nel cuore di una persona, non poterci anche uscire.
Sarò uscita dalla porta d’ingresso, però non credo che sarei mai riuscita ad uscire dal cuore di Niall.
Niall era fatto per amare, non per odiare; non meritava di soffrire, e già mi stavo prendendo a schiaffi da sola per averlo fatto.
Non l’ho fatto per cattiveria, credetemi, sono la prima che vuole solo vedere il sorriso sul viso di Niall, però non potevo rimanere con lui senza avere delle risposte. In realtà, tutto questo lo stavo facendo per lui:
Quando sarebbe stato pronto sarebbe venuto da me e ne avremmo parlato.
Mi misi il casco in testa e, prima di partire, guardai il nostro balcone:
Niall era lì che mi guardava.
Gli indicai con un dito l’anello di fidanzamento e urlai, in modo che potesse sentirmi “Non è un addio! Quando sarai pronto ne parleremo!” “Torna su!” gridò a sua volta il biondo “Hai bisogno di tempo per pensare! credimi: è meglio per entrambi!” “Tornerai, vero?!” sorrisi e conclusi, dopo essere salita in sella al motorino “Ti amo! Non dimenticarlo mai!”.

Niall Pov’s.

Guardai Diamond mentre si allontanava sempre di più e sussurrai, sorridendo “Ti amo anch’io.”
Tornai in salone e Diall mi saltò addosso “Ehi, ciao piccolo.” Lo salutai mentre mi sedevo sul divano con il cucciolo in braccio “Sono stato un’idiota ad averla lasciata andare, vero?” gli domandai mentre gli accarezzavo la testa “Si, lo sono stato.” Mi risposi da solo.
Sospirai e gli chiesi “Ora che dovrei fare?” Diall sbadigliò e il piccolo husky si accucciolò ai piedi del divano “Già, forse dovrei dormire.” Annuii.
Mi sdraiai e chiusi gli occhi:
Buio.
Quella era la mia vita senza Diamond.
Buia.
Lei era la mia stella polare; non mi sarei mai perso con lei.
Almeno, non avrei perso il senno.
Sbadigliai e sussurrai, prima di finire tra le braccia di Morfeo “Perdonami.”

“Dove sono?” domandai mentre mi guardavo attorno.
Era una stanza completamente bianca.
“Ehi, è bello rivederti.” Sorrise Diamond mentre mi si avvicinava “Sei la Diamond del futuro?” le chiesi mentre i miei occhi luccicavano increduli “Già. Fai un passo avanti e due indietro, eh?” ridacchiò la rossa “Cosa devo fare?” le domandai esasperato “Parlale. So che è difficile, Niall, però devi farlo.” Mi consigliò Diamond mentre mi accarezzava una spalla “Io… credo di non poterci riuscire.” Scossi la testa “Invece ci riuscirai. Facciamo così: Io ti svelo tutto quello che vuoi sapere sul futuro e tu, appena ti svegli, vai da Diamond. Okay?” mi porse la mano la rossa “Okay. Voglio vedere la mia futura famiglia con Diamond.” Risposi stringendole una mano “Più o meno fra quanti anni?” mi domandò lei alzando un sopracciglio “Fra… mm… diciannove anni.” Annuii sorridendo.
Diamond sospirò e, dopo avermi affiancato, una parete iniziò a colorarsi.
Sorrisi mentre guardavo la parete colorarsi e mi vennero le lacrime agli occhi appena mi vidi seduto su un divano con Diamond al mio fianco; un ragazzo dai boccoli castani poggiò la testa su una spalla della rossa e un altro ragazzo dai capelli biondi poggiò la testa sulle sue ginocchia. Diamond sorrise dolcemente e accarezzò i capelli di entrambi i ragazzi. Una ragazza dai capelli castani si sedette sulle mie ginocchia e, dopo aver dato un bacio sulla guancia di Diamond, ne diede uno anche a me.
“è bello essere una famiglia numerosa.” Ridacchiò la rossa “Io preferirei essere figlio unico.” Borbottò il ragazzo biondo “Dici così, però alla fine sai che non potresti vivere senza Casey e Larry, Luke.” sorrise Diamond “Mm… si, alcune volte è bello avere un fratello.” Annuì Luke “Gemello.” Aggiunse Larry mentre ridacchiava “Ehi, non escludetemi!” esclamò Casey mentre incrociava le braccia “Ti voglio bene, sorellina.” Le sorrise Luke “Anch’io.” Si unì Larry “Anch’io vi voglio bene, fratelloni.” Sorrise Casey.
“E noi vi amiamo.” Conclusi io.
La parete tornò ad essere bianca e scoppiai a piangere.
La mia famiglia.
Larry, Casey e Luke.
Tre figli.
“Carini i nostri bambini, vero?” sorrise Diamond “Tre? Wow! Sono proprio bravo!” risi divertito “Simpatico.” Sbuffò la rossa “Io… sono veramente felice.” Sorrisi “Anche Diamond lo sarà, fidati. Ora vai da lei e parlale.” Ricambiò il sorriso Diamond “Tre figli. Come faremo a mantenerli?” le domandai corrugando la fronte “Stai facendo troppe domande, Niall, ora vai da Diamond.” Concluse la rossa per poi scomparire.


Aprii lentamente gli occhi e sorrisi notando che ero ancora sdraiato sul divano.
Guardai fuori dalla finestra e vidi che ormai la sera era calata; mi alzai dal divano e mandai un messaggio a Diamond:

“Dove sei? Devo parlarti <3.”

“Sono in giro. Sei sicuro di volermi parlare o è solo una scusa per farmi tornare?”.

“Sono sicuro. Vuoi che ti venga a prendere? <3”.

“No, arrivo fra dieci minuti.”


Sorrisi e corsi in camera; mi spogliai velocemente ed indossai una camicia bianca e un jeans chiaro.
Mi sistemai i capelli e mi sedetti su una poltrona in attesa della mia piccola.

Diamond Pov’s.

Mi avviai verso il mio motorino e corrugai la fronte notando che due uomini erano appoggiati ad esso.
Mi avvicinai e dissi, cercando di essere gentile “Scusate, ma dovrei salire sul mio scooter.” “Oh, certo. Scusa.” Annuì un uomo mentre si spostava dal mio motorino “Niente.” Sorrisi mentre prendevo il casco da sotto la sella.
Cercai le chiavi dello scooter dentro la borsa ma, non appena le ebbi trovate, un panno bianco venne portato con forza contro al mio viso. Cercai di divincolarmi e di non respirare ma tutto sembrava inutile contro la forza del mio aggressore; i polmoni cominciarono a bruciarmi e dovetti respirare.
Prima di chiudere gli occhi sussurrai, esausta “Niall. No, non di nuovo.”
Poi solo buio.

Niall Pov’s.

Perché Diamond ci metteva tanto?
****
Ciao a tutte!!
Aww, i miei mi hanno detto che mi mandano a
Madrid l'estate prossima in un College per imparare
meglio lo spagnolo <3 *Balla 'Best Song Ever'*
Torniamo al capitolo:
Ormai i colpi di scena sono di casa, no?
ahhahah.
Chi saranno i due uomini?
Cosa vogliono?
Niall e Diamond si rivedranno?
Questa volta non ne sono molto sicura.
Mille grazie per le bellissime recesioni!!
Baci <3 <3
P.s. se volete passate da loro:

GiovannaNialler;
fiocca_en &

Cherolhoran
 
Diall (è un husky nano):
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"Tre? Wow! Sono proprio bravo!":
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Capitolo 18
*** Don't worry ***


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Chapter 18.

Don’t worry

Diamond Pov’s.

Riaprii lentamente gli occhi e corrugai la fronte appena vidi un soffitto bianco con qualche crepa.
Mi sedetti sullo scomodo materasso e mi guardai attorno:
Buio.
Cercai di scendere dal letto però una manetta legata ad una mia caviglia me lo impediva.
Mi misi le mani nei capelli e chiusi gli occhi:
Buio. Buio. Buio.
Riuscivo a pensare solo a quello.
La porta della camera si aprì e mi voltai per vedere chi fosse appena entrato:
Un uomo dai capelli neri.
Lui sorrise, mostrandomi qualche dente scheggiato, e constatò “La principessina si è svegliata.”
Rabbrividii appena pronunciò quel soprannome.
Cercai di liberare la mia caviglia dal gelido metallo della manetta ma l’unica cosa che riuscii a fare fu quella di suscitare una roca risata all’uomo dai capelli neri “Serve la chiave, principessina. Dormito bene?” “C-cosa vuoi da me?” gli domandai con gli occhi appannati dalle lacrime.
L’uomo si sedette in un angolino del letto e esclamò, intanto che scrutava i miei occhi “Cazzo, sei identica a Robert!” “Come fai a conoscere mio padre?” lui sorrise nuovamente e mi rispose, mentre scrollava le spalle “Robert mi deve un po’ di soldi; finché lui non pagherà, tu starai qui con noi.” “Noi?” domandai confusa.
Non ero una cima in matematica, però sapevo che per dire ‘noi’ dovevano esserci almeno due persone, e per il momento io ne vedevo solo una.
Un uomo dai capelli biondi fece il suo ingresso nella stanza e rispose, dopo essersi seduto in un altro angolo del letto “Si, noi.”
Cercai di allontanarmi dai miei due aggressori, però ottenni scarsi risultati poiché loro si avvicinarono maggiormente.
“Hai ragione Tom! Cazzo, è identica a Robert!” esclamò sorridendo l’uomo biondo “Razza d’idiota! Le hai appena detto il mio nome!” si alterò Tom “Scusa, Tom.” L’uomo dai capelli neri sbuffò e mi lasciai scappare un sorriso:
Sembravano il gatto e il topo.
“Ehi! È un sorriso quello? Avanti! Non nasconderlo!” rise l’uomo biondo mentre poggiava una mano su un mio ginocchio; spostai la mano da sopra il mio ginocchio e sibilai, mentre stringevo i pugni “Non toccarmi.” Il biondo alzò le mani al cielo intanto che ridacchiava e Tom disse, dopo essersi alzato dal letto “Andiamo, idiota, lasciamo la principessina da sola.” “Ma io voglio rimanere con lei.” Sorrise malizioso il biondo.
Deglutii e mi allontanai il più possibile dall’uomo biondo “Non preoccuparti, avrai molto tempo per rimanere con lei.” Lo rassicurò Tom mentre mi faceva un occhiolino “Mm… Robert non poteva mettersi nei guai prima?” sghignazzò il biondo intanto che raggiungeva Tom sull’uscio della porta “Torniamo dopo, principessina, fai la brava.” Concluse l’uomo dai capelli neri per poi chiudere la porta.
Buio.
Mi allungai verso un comodino ed accesi una piccola lampada; sempre meglio di niente.
Sospirai e poggiai la testa su un cuscino, chiusi gli occhi e sussurrai “So che non puoi sentirmi, Niall, però io ho bisogno di te. Ho bisogno di sentire la tua angelica risata; di ammirare i tuoi magnifici occhi; di accarezzare i tuoi morbidi capelli e di baciare le tue piccole labbra. Ti prego, salvami. L’hai già fatto una volta, puoi fare un bis? Ti aspetto, amore mio. Anzi, ti aspettiamo.”
Una lacrima rigò una mia guancia e mi accarezzai la pancia da sopra la maglietta “Ti amo.” Mormorai, mentre le mie lacrime continuavano a rigare le mie bianche guance.
Avevo così paura, senza di Niall.
Mi sentivo persa; vuota; inutile.
Possibile che avrei pagato oro pur di ricevere un suo abbraccio?
Portai le braccia attorno al mio bacino e simulai un abbraccio.
Ne avevo così tanto bisogno, in quel momento.
Riaprii gli occhi e mi asciugai le lacrime; mi rannicchiai sul materasso e feci l’unica cosa che in quel momento potevo fare:
Dormire.

“Niall!” urlai ridendo mentre correvo incontro al biondo “Ehi, piccola.” Mi salutò Niall intanto che mi stringeva in un abbraccio “Ma cosa hai fatto?! Sei diversissimo!” sorrisi intanto che lo squadravo da capo a piede “Non preoccuparti, piccola, fra diciannove anni capirai.” Corrugai la fronte e il biondo mi accarezzò una guancia “Ascoltami Diamond: tu non devi crollare, okay? Fallo per i nostri bambini. Fallo per me. Promettimi che non crollerai.” “Non è così facile, Niall.” Sospirai intanto che abbassavo lo sguardo “Lo so, però insieme possiamo fare tutto.” Disse il biondo per poi alzarmi il mento con un dito “Andrà tutto bene, Nì? Ti rivedrò?” gli domandai mentre le lacrime ricominciavano a rigare le mie guance “Non posso dirtelo, piccola. Mi dispiace.” Sospirò Niall “Ti prego, ho bisogno di saperlo.” Lo supplicai.
Niall mi lasciò un bacio sulla fronte e concluse, sorridendo “Fallo per i bambini.”
“Nì!” urlai piangendo.


“Nì!” urlai piangendo.
Mi guardai attorno e notai che mi trovavo ancora nella ‘mia’ camera.
La porta della camera si aprì e l’uomo biondo mi domandò, preoccupato “Cos’è successo? Perché hai urlato?” “Niente. È stato solo un sogno.” Risposi scuotendo la testa “Mi hai fatto preoccupare.” Disse il biondo sedendosi vicino a me “Non preoccuparti di me.”
L’uomo mi strinse una mano e disse, intanto che io cercavo di liberarmi dalla sua presa “Sai, principessina, se fai gli incubi potrei dormire con te. Così non ti spaventerai.” “No.” Dissi secca mentre cercavo di ribellarmi “Oh, principessina, perché sei così fredda? Sai, credo di sapere come poterti riscaldare.” Sgranai gli occhi e gli ricordai “Sono incinta.” “Mm… ma non c’è solo quel modo, principessina.” Sorrise maliziosamente il biondo mentre avvicinava il suo viso al mio “T-tu sei un pervertito! Ho solo ventidue anni!” urlai mentre mi divincolavo “E io solo trenta, principessina.” Disse il biondo bloccandomi per i polsi.
Il biondo mi spinse contro il materasso e si mise a cavalcioni sopra di me “Sai, non ho mai provato con una donna più piccola di me. Sarà divertente.” Confessò lui intanto che lasciava umidi baci sul mio collo “Sono fidanzata.” Dissi mentre le lacrime mi rigavano le guance “Ma lui ora non c’è.” Sghignazzò il biondo mentre baciava una mia guancia “Io lo amo.” Sussurrai “L’amore è una merda.” Sentii il suo naso sfiorare il mio e gli domandai, intanto che ci guardavamo negli occhi “Sono una donna incinta, non hai un cuore?” “Si che c’è l’ho, principessina, e in questo momento mi sta dicendo di baciarti.” “Quello è il tuo cazzo, non il tuo cuore.” Sputai per poi rifilargli una ginocchiata sul basso ventre.
Il biondo mi prese per i capelli e urlò, arrabbiato “Sei una puttana!” Tom entrò di corsa nella camera e ordinò, mentre serrava una mascella “Lasciala stare, Frederick. Non erano questi i piani.” “Mi ha dato una ginocchiata!” si lamentò Frederick “Ti ha ricordato che quello che stavi per fare non rientrava nei nostri piani.” Disse Tom incrociando le braccia “Ti è andata bene, puttana.” Mi ringhiò contro Frederick per poi scendere dal letto “Vattene nella tua camera, idiota, e vedi di lasciarla stare: lei non rientra nei nostri piani.” Concluse l’uomo dai capelli neri.
Il biondo uscì infuriato dalla camera e Tom mi rassicurò, dicendo “Non preoccuparti, lui non ti toccherà mai più. Noi vogliamo solo i nostri soldi, tu sei solo un invogliamento a far mantenere a tuo padre la sua parola data. Vuoi qualcosa da mangiare? Anche mia moglie era incinta e mangiava per tre persone!” sorrisi leggermente ed annuii “Torno fra una decina di minuti, allora.” Concluse Tom per poi alzarsi dal letto “Tom.” Lo chiamai, l’uomo mi guardò e gli dissi “Grazie.” “So come ti senti, e ti capisco.”

**

Dopotutto, Tom non era male.
Mi aveva dato qualche consiglio sulla gravidanza e si era reso disponibile per qualsiasi cosa mi servisse.
“Quanto rimarrò qui?” gli domandai storcendo il naso. Tom mi aveva dato carta bianca sui miei bisogni, però su quel foglio non potevo scriverci il nome ‘Niall’.
“Non lo so, piccola Cox. Cercherò di rendere il tuo soggiorno qui il più gradevole possibile.” Rispose Tom mentre estraeva una piccola chiave da una tasca dei jeans “Io… vorrei tornare da Niall. Mi manca tanto, Tom. Insomma, non ho avuto neanche il tempo di dirgli ‘ciao’ prima di essere ‘prelevata’ contro la mia volontà. Cazzo, prendetevela con il diretto interessato, non con la sua famiglia.” Mi misi le mani nei capelli e l’uomo dai capelli neri mi liberò la caviglia dalla manetta “Mi dispiace, piccola Cox, però questo è il nostro lavoro. Mi dispiace per il tuo fidanzato, ma questa è la vita.” “Una vita di merda.” Commentai sospirando “Buonanotte, piccola Cox.” Mi salutò Tom mentre usciva dalla porta “Notte, Tom.” Lo salutai.
L’uomo chiuse la porta a chiave e mi guardai attorno:
Buio.
Non avevo mai odiato così tanto il buio in vita mia.
In quel momento avevo bisogno di certezze, e le uniche certezze che avevo erano quelle che sarei rimasta in quella casa per molto tempo e che non avrei rivisto Niall per altrettanto tempo.
Anche troppo.
Mi sdraiai completamente sul letto e mormorai, mentre mi accarezzavo la pancia “Buonanotte, angelo mio. Ti amo. Buonanotte, angioletti miei, la mamma vi ama.”
E, dopo essermi asciugata una lacrima solitaria, mi addormentai.
Inconsapevole del fatto che avrei vissuto in quella camera delle emozioni che avrei dovuto vivere insieme a mio marito, nel nostro appartamento.

Anche Niall si addormentò, dopo una faticosa giornata alla ricerca della sua amata.
Anche lui sussurrò un ‘Buonanotte’ a sua moglie e agli angioletti che lei portava in grembo.
Anche lui si asciugò una lacrima solitaria, per poi addormentarsi.
Anche lui, era inconsapevole del fatto che i prossimi giorni, se non mesi, sarebbero stati i peggiori della sua vita.
Anche lui aveva un’unica certezza:
L’avrebbe cercata anche per tutta la vita, ma alla fine, l’avrebbe trovata.
E non l’avrebbe più lasciata scappare da lui e dal suo passato.

 

****
Ciao a tutte!!!
Scusate per l'immenso ritardo ma la scuola
incomincia a rompere le scatole (maledetta me e quel
giorno che ho deciso di iscrivermi ad un liceo).
Che ne pensate??
Tom è veramente così buono?
E Frederick?
Robert pagherà il suo 'debito'?
Ma soprattutto:
Quanto tempo ci vorrà,
per pagarlo?
Grazie per le bellissime recensioni!!
Se volete passate da loro:

GiovannaNialler;
fiocca_en &

Cherolhoran
Baci <3
 

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Capitolo 19
*** First month ***


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Chapter 19.

First month
(Nel capitolo è presente una scena di violenza; se non volete non leggete.)

Diamond’s Pov.

Era passato un mese.
La pancia incominciava a vedersi;
I capelli incominciavano a scurirsi e il mio cuore cadeva a pezzi lentamente.
Era da una settimana che Tom si comportava in modo strano e la mia paura nei confronti di Frederick aumentava giorno dopo giorno. Tom aveva chiamato mio padre, spiegandogli la situazione, e Robert aveva perso le staffe.
Papà mi aveva promesso che, entro due mesi, avrebbe risolto tutto, però, come il tempo passava, anche la mia speranza incominciava a diminuire.
Ogni giorno pensavo a Niall, al mio piccolo angelo biondo; Gli parlavo dei bambini, di quanto la mia pancia stesse crescendo e di quanto fossi emozionata all’idea che, fra otto mesi, avrei preso tra le braccia i miei piccoli. Però, ogni sera, gli dicevo anche quanto lui mi mancasse e di quanto avessi bisogno delle sue braccia in questo momento.
Sognavo e risognavo il nostro matrimonio a Mullingar, la nostra casa lì in Irlanda e i nostri bambini.
Non avevo più fatto sogni ‘strani’, però avrei preferito mille volte quei sogni agli incubi che mi tormentavano da oltre due settimane.
Sognavo Austin.
Sognavo che lui mi portasse via Niall e i miei bambini, lasciandomi da sola.
La porta della camera si aprì e Tom entrò silenziosamente, l’uomo si sedette sul letto e mi annunciò “Starò via per due giorni.” Sgranai gli occhi e gli domandai “E Frederick? Non voglio stare da sola con lui; sai che mi fa paura.” “Purtroppo devo andare, piccola Cox. Non preoccuparti, Frederick starà nella sua camera per la maggior parte della giornata.” Mi rassicurò Tom mentre sforzava un sorriso “Va tutto bene, Tom?” gli chiesi premurosamente “Non sono affari tuoi, piccola Cox.” Concluse l’uomo per poi uscire dalla camera.
Non avevo mai visto Tom in quello stato; era sempre stato allegro e disponibile, mentre ora era triste e menefreghista.
Sentii la porta d’ingresso chiudersi con un forte tonfo, avvertendomi che Tom fosse uscito di casa.
Mi alzai lentamente dal letto e aprii la porta della camera, mi guardai attorno e tirai un sospiro di sollievo non vedendo Frederick nei paraggi.
Scesi silenziosamente le scale e mi diressi verso la cucina:
Avevo un certo languorino.
Mi preparai velocemente un panino al burro d’arachidi e, dopo avergli dato un morso, sentii qualcuno scendere le scale; m’immobilizzai e il respiro accelerò velocemente. I passi erano sempre più vicini.
Lui era dietro di me.
Deglutii e continuai a masticare il boccone di panino che avevo in bocca; delle muscolose braccia mi avvolsero il bacino e, se prima il mio cuore batteva velocemente, nel giro di pochi minuti forse avrei rischiato un arresto cardiaco.
“Mi sei mancata tanto, principessina.” Sussurrò Frederick per poi posare le sue labbra su una mia guancia.
Immobile.
“Avremo la casa tutta per noi…” Mormorò il biondo sorridendo.
Immobile, ancora.
“E ci divertiremo tanto.” Concluse l’uomo ridendo.
Immobile.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua, principessina? Perché non mi parli?” mi domandò Frederick stringendo appena la presa “M-mi fai male.” Sussurrai sommessamente “Oh, è vero che qui dentro c’è un piccolo. Sarà una gioia poterlo prendere in braccio prima del padre.” “Non lo farai.” Scossi la testa “Chi lo dice?” ridacchiò il biondo divertito.
“L-lasciami stare, Frederick.” Mi lamentai mentre provavo a fuggire dalla sua presa di ferro “Okay.” Mi liberò l’uomo. Corsi nella mia camera e cercai di regolarizzare il respiro:
Avevo paura.
Chiusi gli occhi e sospirai.
Era stato tutto fin troppo facile.
La porta della camera si aprì e caddi sul pavimento freddo.
Avevo parlato troppo presto.
Frederick entrò sorridendo con delle corde in mano e sgranai gli occhi impaurita, mi alzai velocemente dal pavimento e, non appena cercai di correre via, il biondo mi prese per la maglietta e mi spinse violentemente contro il letto; Frederick si sedette a cavalcioni su di me e notai uno strano luccichio nei suoi occhi neri. La mia maglietta si era strappata e il biondo mi sussurrò, avvicinando il suo viso al mio “Oh, ci divertiremo così tanto, principessina.” Aprii la bocca per gridare ma, prima che potessi emettere alcun suono, una bandana fu appoggiata dentro di essa, per poi essere legata dietro ai miei capelli.
Aiuto.
Frederick legò i miei polsi contro la tastiera del letto e continuai a scalciare intanto che le lacrime rigavano le mie guance “Fai la brava principessina, altrimenti ti farò ancora più male.” Mormorò il biondo dopo essersi tolto la maglietta.
Frederick mi calò i pantaloni e mi spinse violentemente dall’altra parte del letto, facendomi ritrovare in posizione prona “Che bel culetto che hai, principessina.” Sghignazzò il biondo mentre accarezzava un mio gluteo; uno schiaffo ben assestato arrivò su di esso e urlai dal dolore “Sshh principessina, il peggio deve ancora arrivare.” Ridacchiò Frederick.
Sentii il rumore della sua cintura slacciarsi e le lacrime salate continuarono a rigare le mie guance;
Il biondo tornò sul letto e, frettolosamente, mi abbassò le mutandine “Peccato che il tuo fidanzatino non sia qui, ora, sarebbe stato divertente vedere la sua faccia.” Concluse Frederick, per poi penetrarmi da dietro violentemente.
Urlai dal dolore e il biondo continuò il suo ‘lavoro’ non badante del fatto che stesse appena violentando una donna indifesa, il cui unico sogno era quello di tornare a casa.


Scusa, Niall.
Scusa, papà.
scusa, mamma.
Scusa, Nick.
Scusa, Maura.
Scusa, Bobby.
Scusa, Greg.
Scusa, Marci.
Scusa, Tiffany.
Scusate, se sono venuta al Mondo. So di essere un errore.
Spero che la vostra vita migliori, senza di me.
Vi ho solo portato guai, e ora ne sto pagando le conseguenze.
Scusatemi, amori miei, non volevo che voi avesse una mamma come me.
Scusa, Luke.
Forse, fra poco ci rivedremo.
Sarebbe bello, non è vero?
Oppure anche per te sono un errore?
Forse lo credi anche tu, poiché è a causa mia se tu non sei più su questo Mondo.
Scusa, Justin.
Sei stato il mio primo amore, i quattro mesi che abbiamo passato insieme lì porterò per sempre dentro il mio cuore.
Sei fantastico.


Chiusi gli occhi e Frederick uscì da me. Il biondo si rivestì lentamente e, dopo avermi slegato i polsi, mi disse “Ora sei mia, principessina. Vatti a lavare, non voglio che la mia donna puzzi.” “Non sono tua.” Sibilai stringendo i pugni “Potrei fare un bis, se continui a contraddirmi.” Mi avvisò Frederick serrando la mascella “Fai schifo.” Sputai acidamente “Farò pure schifo, ma tu ora sei mia. Ora vatti a lavare, oppure farò in modo che tu ritorni con la pancia piatta.” Mi portai le braccia davanti alla pancia e dissi “Lui non c’entra niente.” “Appunto, ora vai a farti una doccia, altrimenti c’entrerà eccome.” Concluse il biondo per poi uscire dalla camera.
Mi sentivo sporca.
Privata di ogni felicità.
Riuscivo a stento a camminare, e farmi una doccia fu un’impresa più che ardua.
Indossai un vestito, che Frederick aveva lasciato sul lavandino prima che entrassi in bagno.
Uscii dal bagno e il biondo commentò, sorridendo “Guarda quanto è bella la mia donna.” “Fino a poco fa mi chiamavi puttana.” Gli ricordai “Vuoi che torni a chiamarti così e a scoparti violentemente, principessina? Dimmelo, perché lo faccio senza problemi.” Alzò un sopracciglio Frederick “Cosa vuoi?” gli domandai corrugando la fronte “Che tu sia la mia donna, semplice. Pulirai, stirerai, cucinerai e farai tutte le altre cose che fanno le donne, ma solo per me. Se Tom ti chiederà qualcosa non dovrai farlo, intesi?” “E cosa ci guadagno? Un mal di schiena?” sbottai infastidita “Protezione. Vuoi che il tuo bambino stia bene si o no?” rispose il biondo sorridendo vittorioso “Come faccio a sapere che non menti?” incrociai le braccia “Se volevo rovinarti la vita, a quest’ora tu staresti piangendo sulla tomba del tuo fidanzatino.” “Non toccare Niall!” urlai arrabbiata “Allora fa come ti dico.” Concluse Frederick.
Storsi il naso: la sua donna? Non suonava affatto bene.
“Io amo Niall.” Scossi la testa “Non ti sto chiedendo di metterti con me; ti sto chiedendo di essere la mia donna, ovvero la mia domestica. Dei tuoi sentimenti me ne fotto, puoi odiarmi come amarmi, a me non cambia.” Spiegò Frederick “Okay.” Annuii.
Se questo voleva dire proteggere il bambino e Niall, allora sarei stata la sua domestica.
Si fa tutto per la famiglia.
“Eccellente. Vai a prepararmi un panino, ho fame.” “Va bene.” Annuii per poi dirigermi in cucina.
Scusa, Niall.
Ma lo sto facendo per i nostri bambini.

Spero che tu stia bene, amore mio.
Mi manchi.
è da un mese che non ti vedo, e sto impazzendo.
Ogni giorno, con Robert, controllo tutte le chiamate effettuate dai tuoi aggressori. So che prima o poi faranno un passo falso, e io verrò a salvarti.
Ti amo, piccola mia.
Dai un bacio anche ai piccolini da parte mia.


***
Buona domenica a tutte!!!
Come va?
Siete riuscite a prendere i biglietti? io si :) per il 28.
Se non siete riuscite a prenderlo mi dispiace, ma sappiate che arriverà anche il vostro anno
dove, finalmente, potrete coronare il vostro sogno.
Credete nel never say never, perchè io l'ho fatto e non me ne sto pentendo.
Detto, questo:
Che ne pensate del capitolo?
Non so in quante di voi l'hanno letto, ho cercato di non andare troppo nel dettaglio,
poichè poteva anche farvi schifo (a me ne avrebbe fatto).
Ho visto che state diminuendo; come mai?
Insomma, la storia vi annoia?
Mi dispiace se vi sta annoiando, se volete potete mandarmi un consiglio;
sarei felice di sapere la vostra opinione.
Se volete passate da loro:
GiovannaNialler;
fiocca_en &

Cherolhoran

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Capitolo 20
*** AVVISO ***


Ciao a tutte. Questo, purtroppo, non è un capitolo. In questi giorni ho ricevuto tantissimi messaggi sulla storia: A molte di voi 'piace' il fatto che Diamond sia tra le mani di Tom e Frederic; ad altre no. Mi hanno detto che si stanno annoiando e vogliono più momenti 'Diall' e meno di 'azione e complotti'. Io, sinceramente, non so che fare. In entrambi i casi ho già un'idea su cosa scrivere. Però vorrei un vostro consiglio, e non dite che devo decidere io perché sono la scrittrice; voglio che siate voi a decidere il futuro della storia. Mi farebbe piacere che voi recensiste scrivendo come vi piacerebbe che la storia continuasse. Non so... volete che Diamond torni subito a casa; il parto; il matrimonio. .. A voi la scelta. Se mi chiederete di cancellarla, io lo farò. Al prossimo capitolo (o comunicazione della decisione). Baci <3 <3

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Capitolo 21
*** i'm a perfect actress ***


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Chapter 20.

I’m a perfect actress


Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
Ormai i mesi passavano come i minuti.
Avevo festeggiato in quella lurida topaia il mio ventiduesimo compleanno.
La pancia era diventata grandissima; da qualche settimana riuscivo anche a sentire i calci che il mio piccolo mi dava.
Non ne potevo più di stare in quel lurido posto con quei due luridi bastardi.
Stavo escogitando un piano da due mesi, e oggi l’avrei messo in piano.
Aprii lentamente la porta della mia camera e mi guardai attorno più volte:
Nessuno.
Feci cadere un mobiletto per terra e urlai più forte che potei.
Tom e Frederick corsero subito da me e l’ultimo mi domandò, mentre mi accarezzava un braccio “Ehi, perché hai urlato?” mi portai le mani sulla pancia e confessai, intanto che finte lacrime mi rigavano gli occhi “M-mi si sono r-rotte le acque.”
Frederick corse a prendere il telefono di casa e Tom mi consigliò “Respira lentamente. Così, brava.”
Continuai a piangere e balbettai “H-ho p-paura.” “Non devi averne. Adesso ti portiamo all’Ospedale.” Mi rassicurò lui “E come?! In macchina ci metteremo troppo tempo!” gridai.
Dovevano per forza chiamare un’ambulanza; sapevo che Niall avrebbe ascoltato quella telefonata e si sarebbe precipitato da me.
Almeno, così speravo.
“Cazzo, Fred! Muoviti a chiamare l’ambulanza!” urlò Tom agitato “Cinque minuti ed è qui!” urlò dal piano di sotto Frederick.
Il biondo tornò al piano di sopra e mi disse “Non preoccuparti, ho appena chiamato. Arriveranno tra cinque minuti.” Annuii leggermente e, giusto per rendere ancora più credibile la cosa, urlai nuovamente.
“Calmati, bimba, fra poco arrivano.” Mi accarezzò la schiena Frederick.
Rabbrividii al suo tocco e sussurrai “N-non t-toccarmi.”
Odiavo essere toccata, grazie a lui.
Mi aveva violentata di nuovo, il mese scorso, ed io non avevo potuto fare nient’altro che subire e piangere.
Il biondo ritirò la mano e chiusi gli occhi.
Niall.
Il mio angelo dai capelli biondi.
Ti prego, dimmi che hai sentito la telefonata e ora sei in viaggio verso di me.
Ti prego, salvami.
Suonarono al campanello e Frederick corse al paino di sotto mentre Tom mi aiutava a scendere le scale “Dov’è la donna?” domandò un uomo entrando in casa “E-eccomi.” Sussurrai.
Alzai lo sguardo e sorrisi tra me e me:
Il mio piano stava funzionando; quello, davanti a me, era George mascherato perfettamente da medico.
Lo zio di Niall mi si avvicinò e mormorai, impaurita “F-faccio da sola, grazie.”
Uscii lentamente dalla casa e George mi sussurrò, mentre mi faceva sedere su una sedia a rotelle “Sei stata un’attrice perfetta.” Sorrisi lievemente e lo zio di Niall mi portò verso gli sportelli dell’autombulanza.
“Ehi, non dovrebbe caricarla dietro?” intervenne Tom mentre corrugava la fronte “Oh, il posto sarà occupato da voi, in realtà.” Ridacchiò George.
Frederick e Tom corrugarono la fronte ma, neanche il tempo di parlare, che gli sportelli posteriori dell’ambulanza di aprirono e due colpi di pistola furono indirizzati verso i due uomini.
Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai lentamente ai due corpi privi di vita di Frederick e Tom. Niall e Robert scesero con un balzo dall’ambulanza e il biondo mi corse incontro appena mise piede a terra; portai le mani davanti al suo petto e sussurrai, mentre scuotevo la testa “N-non t-toccarmi.” “Piccola.” Sussurrò Niall triste “H-ho paura, Niall. Per favore, non toccarmi.” Gli spiegai mentre le lacrime rigavano le mie bianche guance “Io non voglio farti del male, piccola.” Mi rassicurò il biondo avanzando appena “Ti prego.” Lo supplicai indietreggiando.
Niall annuì e notò, intanto che un magnifico sorriso si dipingeva sulle sue labbra “La pancia è cresciuta. Già scalciano?” annuii timidamente e solo allora mi accorsi di quanto il suo sorriso mi fosse mancato.
Mi accarezzai la pancia e sussurrai “Si, da una o due settimane. Non mi danno tregua.” “Vorrei poter sentire i loro calci.” Confessò il biondo “Non sforzarmi, per favore.”
Ci guardammo negli occhi e Robert mi chiese, preoccupato “Cos’è successo? Che ti hanno fatto?” abbassai la testa.
Mi vergognavo del fatto che qualcun altro avesse potuto toccare il mio corpo.
“F-Frederick. Mi ha violentata, due volte.” Sussurrai per poi scoppiare in un pianto liberatorio.
Mi portai le mani davanti alla faccia e Niall urlò più volte, imprecando contro Frederick.
Mi tolsi le mani da davanti alla faccia e vidi il mio piccolo angelo piangere con la schiena appoggiata all’ambulanza. Mi avvicinai lentamente a lui e gli accarezzai leggermente una guancia “Ti prego, non piangere. Io ti amo. Pensiamo al nostro futuro, ora.” “Come possiamo pensare al futuro se non vuoi nemmeno che io ti tocchi?” mi domandò Niall mentre si asciugava le lacrime “Dammi solo un po’ di tempo, Nì. Tutto tornerà come prima, te lo prometto.” Il biondo annuì svariate volte e gli strinsi un polso; sospirai e portai la sua mano sotto la rotondità della pancia.
Un piccolo calcetto.
Niall riacquistò il suo splendido sorriso e mi chiese, incredulo “Davvero l’ha fatto? Dio, è una cosa incredibile.” Sorrisi anch’io e spostai la sua mano dal mio corpo “Io so che tu non sei cattivo, Nì; è il mio corpo che non si fida più di nessuno.” Spiegai “Ti amo, piccola. Non ti sforzerò.” “Grazie.” Sussurrai riconoscente.
Mi guardai attorno e domandai, sforzando un sorriso “Possiamo andare dal dottor Jackson?” “Non ti senti bene?” mi chiese preoccupato Niall “Vorrei prenotare l’ecografia; ormai sono già al quinto mese e potremmo sapere anche il sesso del bambino.” Risposi allegra “Secondo me sono due bei maschietti.” Confessò il biondo “Oddio, tre uomini in casa? Impazzirò.” Risi divertita.

**

Arrivammo in una decina di minuti all’Ospedale e domandai alla segretaria “Il dottor Jackson può ricevere?” “Dovrebbe aspettare dieci minuti. Lei è…?” “Horan, Diamond Anne Horan.” Risposi sorridendo.
“Oh, eccola qui, signora Horan. Come mai non è venuta in questi cinque mesi per le ecografie?” mi chiese la segretaria sorridendo “Piccoli disguidi.” Conclusi.
Mi sedetti insieme a Niall sulle sedie nella sala d’aspetto e sorrisi intenerita vedendo una bambina giocare con il suo papà “Sono così dolci.” Sussurrai ad un orecchio del biondo “Presto toccherà anche a noi.” Sorrise Niall “Sono così emozionata all’idea di poter tenere il nostro bambino in braccio.” Confessai “Anch’io non vedo l’ora di poterli prendere in braccio.” “Perché parli sempre al plurale?” gli domandai sorridendo “Intuito maschile, piccola.” Ridacchiò il biondo.
Gli lasciai un piccolo bacio all’angolo delle labbra e gli sussurrai “Ti amo. Scusa se sono un disastro.” “Tu non sei un disastro, piccola. Sei la donna più bella e dolce di tutto l’Universo, e presto sarai anche la madre dei nostri piccoli… e mia moglie.” “Voglio andare a vivere a Mullingar.” Dichiarai “Ricordi? Esaudirò ogni tuo più piccolo desiderio.” Ci sorridemmo e mi chiesi come, in questi cinque mesi, fossi riuscita a vivere senza il mio angelo biondo.
Mistero.
“I signori Horan, pensavate di fuggire in Irlanda senza prima salutarmi?” ridacchiò il dottor Jackson mentre ci faceva entrare nel suo studio “Scusi, dottore, però abbiamo avuto dei piccoli disguidi.” Mi scusai.
“Non preoccuparti, Dia. Allora, vediamo cosa c’è qui dentro?” annuii intanto che ridevo e mi sdraiai sul lettino; mi alzai leggermente la maglietta e Niall rimase in piedi accanto a me.
Il dottor Jackson mise un po’ di gel freddo sulla mia pancia e, dopo qualche secondo, poggiò sopra di essa una specie di ‘mouse’.
Girai leggermente la testa e qualche lacrima iniziò a bagnare il mio viso intanto che sentivo il cuoricino del mio piccolo battere regolarmente.
“Oh, Dia, tu cosa vedi?” mi domandò il dottor Jackson sorridendo “Mm… delle ombre.” Ridacchiai “Questo è un cuore, no?” m’indicò un cuoricino il dottore “Si.” Annuii “E questo?” mi chiese lui divertito.
Spalancai gli occhi e domandai, incredula “S-sono due?” “Mm… vediamo come saranno, questi due piccoli monelli.” Sorrise il dottor Jackson intanto che muoveva il ‘mouse’ sulla mia pancia.
“Allora… questo è un maschietto.” Annunciò il dottore indicando il primo genito “E questo…” il dottor Jackson assottigliò gli occhi ed esclamai, mentre piangevo “Un maschietto!”.
“Congratulazioni, signori Horan, sono due maschietti.” Dichiarò il dottor Jackson.


***
I'm back!!
Ehi <3 <3
Mille grazie per i consigli, si sono rivelati utilissimi :)
Finalmente Dia e Niall sono tornati insieme
Yeahhhh!!
Però... Dia ha paura del contatto fisico;
Questa sua 'fobia' passerà?
Aww, sono due maschietti <3
Al prossimo capitolo!!
P.s se volete passate da loro:

GiovannaNialler;
fiocca_en

Cherolhoran
&

Think positive
Baci <3 <3

 

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Capitolo 22
*** Past ***


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Chapter 21.

Past

Diamond’s Pov

Eravamo in macchina di Niall di ritorno dall’Ospedale.
Mi accarezzai la pancia dolcemente e sorrisi pensando che, lì dentro, ci fossero due piccoli maschietti.
“è davvero incredibile.” Commentai mentre continuavo a sorridere “Anch’io non riesco a crederci.” Confessò il biondo spostando lo sguardo dalla strada su di me, per poi tornare nella posizione iniziale.
“Domani andiamo in quel negozio che vende abiti per bambini?” gli domandai allegra; volevo riprendere la mia vita da dov’era stata interrotta, volevo ripartire dal giorno in cui ho detto a Niall di essere incinta.
“Certo. Ogni tuo desiderio.” Sorrise Niall amorevolmente “E… quando andremo in Irlanda?” gli chiesi mentre mi mordevo il labbro inferiore “Io… pensavo che tu ci avessi ripensato…” quasi sussurrò il biondo imbarazzato “No, non ci ho ripensato. Allora…?” “Quando vuoi tu. Insomma, vuoi finire prima la gravidanza oppure no?” mi domandò Niall ritornando a sorridere “Vorrei che ci sposassimo mentre aspetto ancora Luke e Larry; non so se sarà possibile, però mi piacerebbe.” Confessai sognando ad occhi aperti “Forse ci riusciremo entro tre mesi… insomma, la chiesa di don Tuama non ha molta ‘popolarità’ a Mullingar.” Ipotizzò il biondo “Niall…” Niall spense l’auto e dissi, sorridendo “Ti amo. Sono felice di essere tornata a casa, da te.” Il biondo ricambiò il sorriso e disse “Anch’io ti amo, piccola mia.” Niall si avvicinò appena e mi domandò, disperato “Posso baciarti? È da cinque mesi che non lo faccio, e mi sei mancata così tanto.” Arrossii e gli lasciai un casto bacio sulle labbra “Per il momento è il massimo che posso offrirti.” Sussurrai delusa di me “A me basta e avanza.” Mi tranquillizzò il biondo.
Finalmente, dopo cinque mesi, rientrai nel nostro appartamento; Diall mi saltò addosso e commentai, ridendo “Piccolo! Anche tu mi sei mancato.” Baciai ripetutamente la testolina dell’husky per poi riappoggiarlo per terra.
“Vuoi farti un bagno caldo?” mi propose Niall dopo aver chiuso la porta d’ingresso “Preferirei lavarmi a pezzi. Sai, sono impacciata e non vorrei scivolare.” Confessai arrossendo leggermente “Ti preparo il bagno, allora.” Sorrise il biondo per poi dirigersi verso il bagno.
Mi guardai attorno e sorrisi vedendo che ero di nuovo a casa, tra le braccia del mio angelo senza ali.
Andai nella nostra camera da letto e presi dall’armadio una maglietta di Niall ed un mio pantalone della tuta; mi avvicinai al bagno e chiesi, aprendo leggermente la porta “Posso entrare?” “Non dovresti neanche farle queste domande.” Rispose il biondo dall’altra parte della porta.
Entrai lentamente nel caldo bagno e gli domandai “Ti dispiace se prendo una tua maglietta, Nì? Io non ho niente che mi entra.” “No, affatto. Magari domani possiamo andare anche a comprare qualche vestito per te.” Suggerì Niall poggiando delle salviette sul lavandino “Okay.” Quasi sussurrai.
Il biondo mi sorrise e si raccomandò “Se ti serve qualcosa non esitare a chiamarmi. Vado a preparare la cena.”

**
Niall’s Pov.

Portai il cellulare tra una spalla e l’orecchio intanto che cucinavo e aspettai impaziente che, dall’altra parte del telefono, mi rispondessero.
“Nialler! Da quanto tempo, amico! Come sta’ Diamond? Mi hanno detto che è incinta!” disse pimpante Kay, il mio migliore amico “Ehi, ciao Kay. Dia sta bene, si, è incinta. Senti amico… potresti farmi un favore?” gli domandai cupo “Certo! Dimmi pure.” “Potresti parlare con don Tuama e chiedergli se, fra tre mesi, riuscirebbe a celebrare un matrimonio?”.
“Ti sposi?! Finalmente hai messo la testa apposto, amico!” rise Kay “Si, ho messo la testa apposto. Tu, invece? Come va a Mullingar?” “Tutto noioso, come sempre. Io? Beh, ancora non ho incontrato quella giusta.” Sospirò il mio migliore amico “Non preoccuparti, arriverà anche il tuo momento.” Sorrisi mentre apparecchiavo la tavola “Sai, non avrei mai creduto che tu, dopo quell’incidente a rugby, saresti stato in grado di avere figli.” Confessò Kay un po’ triste “Già, anch’io pensavo che non sarebbe mai accaduto; invece, la mia Diamond è in dolce attesa di due maschietti.” Sorrisi divertito “Due maschi?! Alla faccia, Horan! Ti sei dato da fare!” risi sonoramente e conclusi, intanto che portavo i piatti in tavola “Ora devo andare, amico. Ci sentiamo domani, okay?” “Certo, ciao grande Horan! Dio, appena Jaxson lo verrà a sapere morirà!” rise Kay.
Agganciai e Diamond entrò in cucina lentamente; Le sorrisi e le domandai “Va bene quello che ho cucinato?” la rossa annuì e si sedette a tavola.
“Devi dirmi qualcosa?” mi chiese lei dopo aver addentato un po’ del suo pesce “Cosa vuoi sapere?” sospirai.
Sapevo che, prima o poi, quel giorno sarebbe arrivato.
“Tutto. Chi è Kay? Mm?” mi domandò Diamond inclinando leggermente la testa “Okay, ti dirò tutto.” Annuii.

Flash-Back.

“Attento alla palla, Niall!” urlò Kay indicandomi un giocatore che si stava per avventare sulla palla caduta a terra; mi buttai a terra spostando la palla dal piede dell’avversario, però la sua scarpa mi colpì in pieno nel basso ventre.
Urlai dal dolore e mi piegai in due mentre boccheggiavo in cerca di aria “Cazzo!” urlai mentre le lacrime mi rigavano le guance bianche “Portate del ghiaccio! Subito!” urlò Jaxson per poi inginocchiarsi vicino a me “Ehi, amico, va tutto bene?” mi domandò Kay preoccupato.
Scossi la testa e mi poggiarono del ghiaccio sul basso ventre “Dio, che male!” urlai dal dolore togliendo immediatamente il ghiaccio “Ho paura che sia una cosa seria.” Confessò il mister preoccupato “Chiamiamo un’ambulanza?” domandò il mister dell’altra squadra “Si, è meglio sapere l’opinione di un esperto.” Annuì il mio mister.
 Mi portarono all’Ospedale e, dopo le analisi, mi annunciarono che ero diventato quasi del tutto sterile.
Piansi giorno e notte, e con me piansero i miei genitori e mio fratello Greg.
Non avrei mai potuto avere dei figli.
Il giorno successivo mi dimessero e andai a lavorare nell’officina di mio padre con mio fratello.
Amavo le moto!
Spesso le modificavo e, in un mese, riuscivo a guadagnare molti soldi.
Modificai le moto di Kay e Jaxon, e la voce che io modificassi moto si diffuse velocemente per Mullingar.
Una sera, un ragazzo dai capelli biondi entrò nell’officina e mi domandò “Potresti modificare la mia moto, Horan?”.
Era lui, Austin.
Il ragazzo che, invece che colpire la palla da rugby, aveva colpito un’altra palla.
La mia, purtroppo.
“Neanche morto!” sputai innervosito; era colpa sua se ero diventato quasi del tutto sterile.
“Andiamo, Horan, è stato un’incidente!” si giustificò Austin “Vattene! Oggi smetto di modificare moto! Al diavolo tutti, io me ne vado da questo posto!” gridai arrabbiato più che mai.
Il biondo mi prese per il colletto e mi avvertì “Sappi che tornerò, Horan. Non ti libererai di me così facilmente.”
Dopo un anno mi trasferii a Londra, insieme a mio fratello, ed una notte, incontrai la ragazza dei miei sogni.
La mia futura moglie.”


Fine Flash-Back.

Guardai Diamond e dissi “Mi dispiace di non avertelo detto prima, piccola, però è un tasto doloroso questo. Spero che tu mi capisca.” La rossa si alzò dalla sua sedia e si sedette su una mia gamba, prese una mia mano e l’appoggiò sulla rotondità della sua pancia “Li senti, angelo? Sono i tuoi figli. Loro ti faranno dimenticare il passato, e ti faranno vivere un futuro migliore. Ti amo, angelo mio.” Sorrisi mentre sentivo qualche calcetto venire dato alla pancia della mia piccola e le domandai, sull’orlo di scoppiare a piangere “Posso baciarti, piccola?” “Non devi neanche farle queste domande.” Sorrise lei per poi unire le nostre labbra in un lento e romantico bacio.
Quando ci spostammo, ci guardammo negli occhi e poi ci abbracciammo.
Ecco, era questa la vita che volevo:

Tra le braccia della mia ragione di vita.

***
Ciao a tutte!!
Mille grazie per le bellissime recensioni!!
Oddio, You're perfect to me ha raggiunto lo stesso
numero di recensioni di Love Me.
Adesso piango :')
Passando al capitolo:
Niall ha confessato a Diamond di essere quasi
completamente sterile;
E, forse, la fobia della nostra Dia sta lentamente passando.
Ho una sorpresa per voi u.u
*Rullo di tamburi*
Ecco a voi il trailer della storia:

Trailer You're Perfect To Me FF Diamond_Love_Horan
*Spazio pubblicità*

GiovannaNialler;
fiocca_en

Cherolhoran
&
Think positive
La casa di Niall e Diamond:
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Capitolo 23
*** Great news ***


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Chapter 22.

Great news

Diamond’s Pov.

Credo di averlo già detto un milione di volte, però lo ripeto:
Niall è il ragazzo più perfetto che esista su questo pianeta.
Erano le due di notte ed avevo un certo languorino; accarezzai timidamente una guancia del biondo e sussurrai “Angelo…” Niall aprì leggermente gli occhi e mi domandò, preoccupato “Che succede piccola? Ci sono problemi con i bambini?” scossi la testa per tranquillizzarlo e ammisi “Ho voglia di un frappè.”
Il biondo guardò la sveglia e mi chiese, ridacchiando “Alle due di notte?” “Fa niente, torna a dormire.” Scossi la testa riappoggiando la testa sul cuscino.
Sentii Niall alzarsi dal materasso e gli domandai, confusa “Dove vai?” “Di solito Nando’s fa orario continuato. Come lo vuoi il frappè?” mi chiese lui mentre s’infilava un paio di scarpe da ginnastica “Al cioccolato.” Mi morsi il labbro inferiore “Torno fra cinque minuti.” Sorrise Niall per poi uscire di casa.
Mi alzai anch’io dal letto e camminai finché non fui davanti allo specchio; mi alzai leggermente la maglia e sorrisi vedendo il pancione con dentro i miei due piccoli uomini.
Era davvero incredibile il fatto che, dentro di me, ci fossero due piccole creature che ben presto avrei dovuto accudire e coccolare. Ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che presto sarei diventata mamma.
Forse, non credevo che presto Niall sarebbe diventato mio marito e il padre dei nostri figli.
Quel ragazzo meraviglioso, tra tutte le donne del Mondo, aveva scelto me.
Me.
La ragazza che di prima mattina ha tutti i capelli scompigliati e che dorme con il pigiamone della nonna.
Me.
La ragazza che se deve uscire indossa una felpa e un jeans.
Me.
La ragazza che piange davanti ad un film d’amore.
Me.
La ragazza che aveva paura di ricevere un’altra delusione d’amore.
Lui, su tutte le ragazze delle Terra che avrebbe potuto avere, aveva scelto me.
Era una sensazione bellissima quella che provavo; le emozioni che provavo non si poteva descrivere, si potevano solo vivere.
Spero che tutti, prima o poi, sentano quello che sento io, perché è una cosa meravigliosa sentirsi amati.
Mi passai una mano fra i capelli ormai completamente castani e sorrisi guardando il mio riflesso:
Forse, alla mia età, le donne preferivano non avere ancora una relazione del tutto stabile, mentre io fra quattro mesi avrei tenuto fra le braccia due terzi delle mie ragioni di vita e mi sarei sposata.
Avevo sempre pensato che il ‘lieto fine’ avvenisse solo nelle favole, ma mi sbagliavo.
Il ‘lieto fine’ esisteva, eccome.
“A cosa pensi?” mi domandò Niall poggiandosi con una spalla contro alla porta; mi voltai verso di lui e risposi, sorridendo “Che sei sexy con i miei occhiali da vista.” Il biondo si tolse gli occhiali e ridacchiò appena si accorse di non aver indossato la sua montatura “Ne ho presi due. Uno al cioccolato ed uno alla fragola.” Annunciò Niall porgendomi un frappè “Non mi piace quello alla fragola.” Arricciai il naso “Allora lo berrò io.” Sorrise il biondo per poi porgermi il frappè al cioccolato “Quindi… mi fai compagnia?” gli domandai mentre tornavo a stendermi sul letto “Certo.” Annuì Niall imitandomi.
“Niall…” dissi voltandomi verso di lui “Vuoi dei biscotti?” mi domandò lui “No. Volevo solo dirti grazie. Insomma, tu sei così perfetto e… e ancora non riesco a credere che tu abbia scelto me.” Confessai stringendogli una mano “Grazie.” Sussurrò il biondo sorridendo “Per cosa?” gli chiesi corrugando la fronte “Per aver dato una possibilità ad un pazzo come me.” Entrambi ridemmo e gli accarezzai una guancia “Io amo i pazzi.” Mi morsi il labbro inferiore “Beh, io amo le ragazze che vogliono un frappè alle due di notte.” Gli tirai un cuscino addosso e gli chiesi, esasperata “Me lo rinfaccerai per tutta la vita?” “Nah, voglio solo farti un po’ arrabbiare.” Scrollò le spalle Niall.
Poggiai la testa su una sua spalla e gli domandai “Tu credi nel lieto fine?” il biondo mi circondò le spalle con un braccio e confessò “Si. Sinceramente ci credo. Ho sempre sognato di avere un lieto fine con la persona che amo.” Niall mi baciò su una guancia e mi chiese “Vuoi essere il mio lieto fine?” arrossii leggermente e posai i nostri frappè sul mio comodino; accarezzai una guancia al biondo e risposi, soffiando sulle sue labbra rosee “Si, voglio avere un lieto fine con te.” Niall mi accarezzò la pancia per poi poggiare le sue labbra su di essa; gli accarezzai i morbidi capelli e il biondo consigliò, dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte “Ora dormiamo, domani sarà un giorno impegnativo.” Annuii leggermente e poggiammo la testa sui morbidi cuscini, Niall mi strinse a sé e mi sussurrò, mentre mi accarezzava i capelli “Buonanotte, vite mie.” “Buonanotte, angelo.” Mormorai, per poi cadere tra le braccia di Morfeo.
O meglio: tra le braccia del mio angelo biondo.

**
Niall’s Pov.

Era strano, però il frappè alla fragola mi aveva aiutato a dormire.
O forse era stata la certezza che Diamond fosse al sicuro tra le mie braccia che mi fece dormire tanto bene stanotte.
Mi guardai attorno e corrugai la fronte notando che la mia piccola non era più al mio fianco.
Mi alzai lentamente dal comodo letto e uscii dalla nostra camera da letto, non prima di aver controllato l’orario sulla sveglia:
Le dieci di mattina.
Sorrisi vedendo la mia piccola principessa sorseggiare un thè mentre era seduta sul divanetto che affacciava alla finestra; presi una coperta pesante e la posai sul piccolo corpo della mia amata “Fa freddo, devi coprirti.” Le ricordai mentre mi sedevo dall’altra parte del divanetto “Buongiorno.” Mi salutò Diamond sorridendo “Giorno, piccola.” Ricambiai il saluto.
Guardai fuori dalla finestra e commentai, sorridendo “Certo che mi mancherà tutto questo.” La rossa corrugò la fronte e ridacchiai divertito “Mi ha chiamato Kay alle otto. Don Tuama celebrerà il nostro matrimonio il 22 Maggio alle nove di mattina.” Annunciai.
Diamond si asciugò velocemente una lacrima e posò la tazza di thè per terra; si sedette tra le mie gambe e confessò, incominciando a piangere “Dio, non ci credo.” Si portò una mano davanti alla bocca e la strinsi fra le mie braccia “Neanch’io ci credo.” Ammisi unendomi al suo pianto “C-ci sposeremo.” Singhiozzò lei incredula “Si, finalmente anche noi avremo il nostro lieto fine.” La baciai sulla testa.
Era incredibile.
Avrei sposato la mia principessa fra giusto tre mesi.
Adesso dovevamo preparare tutto:
Il ricevimento, il pranzo, la musica, i testimoni, i vestiti, gli inviti…
Ci saremmo sposati nella stessa chiesa dove i miei genitori e i miei nonno si sposarono; ci saremmo sposati nella mia Mullingar, in quel paese che mi aveva donato così tanta felicità.
“Piccola.” Sussurrai mentre accarezzavo le braccia di Diamond “Dimmi.” Sorrise lei poggiando la testa sul mio petto “Ci trasferiremo lì? Insomma, i nostri bambini nasceranno a Mullingar e vivranno lì?” le domandai.
Quella domanda mi stava assillando da giorni.
Avrei così tanto voluto che i nostri bambini fossero andati nella mia stessa scuola e avrebbero giocato nella mia stessa società di rugby.
“Io… ci stavo pensando, però tu come farai col lavoro? Insomma, non puoi lasciare Greg da solo.” Mi spiegò la rossa sospirando “Forse… potrei convincerlo a venire ad abitare con noi a Mullingar.” Optai.
Sapevo che Greg aveva in mente già da un paio di mesi di tornare in Irlanda, forse questo l’avrebbe convinto del tutto.
“E se dirà di no? Come faremo?” mi domandò Diamond alzando leggermente la testa per potermi guardare “Più avanti vedremo. Per il momento pensiamo al presente.” Conclusi sorridendo.
“Niall…” sussurrò la rossa “Mm?” le chiesi “Sai quanto costa un matrimonio, vero?” mi domandò lei mordendosi il labbro inferiore “Si, lo so.” Annuii.
Ecco la lama nel cuore.
Volevo rendere quel giorno perfetto; volevo che Diamond si sentisse una principessa, però la nostra disponibilità economica non me lo permetteva.
“Come faremo? Insomma, ci sono così tante cosa da fare e noi… beh, non abbiamo una disponibilità molto vasta.” “Di solito il vestito della sposa lo paga il papà della sposa.” Cercai di alleviare la situazione “E il banchetto? Gli inviti? Le decorazioni? Come faremo con quelle?” m’incalzò Diamond.
Chiusi gli occhi e confessai, scuotendo la testa “Non lo so. Però escogiterò qualcosa.”
“Forse… potremmo rimandare.” Propose lei “Tu vuoi rimandarlo?” le domandai riaprendo gli occhi “No.” Ammise la rossa abbassando lo sguardo “Il matrimonio si celebrerà. Te lo giuro, piccola: avremo il matrimonio dei nostri sogni.” La rassicurai.
In realtà stavo cercando di convincere più me stesso.
Come avremmo fatto?
“Io ho già pensato ai testimoni.” Ammise lei “Chi saranno?” le sorrisi mentre le accarezzavo i capelli “Tiffany sicuramente; stavo pensando o a Justin o a Ashton.” M’irrigidii appena sentii quel nome uscire dalle labbra di Diamond e le domandai, sorridendo “Vorresti che il tuo ex fidanzato ti facesse da testimone?” “Ehi, è anche mio amico. Comunque ancora non ne sono sicura.” Confessò lei mordendosi il labbro inferiore “Io vorrei chiedere a Kay e Jaxson.” Ammisi “E i ragazzi?” mi domandò Diamond confusa.
Sorrisi divertito e le risposi, stringendole una mano “Loro faranno qualcos’altro, piccola.”
Oh, faranno qualcosa in cui sono imbattibili.

***
Ciao a tutte!!
Scusate per l'orario indecente ahahhaha
Comunque, l'importante è che, finalmente, sono riuscita ad
aggiornare <3 <3
Allora, che ne pensate??
Niall e Diamond riusciranno, finalmente, a sposarsi?
E, cosa succederà prima del matrimonio?
E Louis, Zayn, Liam e Harry cosa faranno al matrimonio
Diall? <3 <3
Mille grazie per le splendide recensioni!!
Al prossimo capitolo <3
Baci <3

 
“A cosa pensi?” mi domandò Niall poggiandosi con una spalla contro alla porta; mi voltai verso di lui e risposi, sorridendo “Che sei sexy con i miei occhiali da vista.” Il biondo si tolse gli occhiali e ridacchiò appena si accorse di non aver indossato la sua montatura.
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Capitolo 24
*** The big annoucement ***


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Chapter 23.

The big announcement

Diamond’s pov.

Era così strano il fatto di dover invitare i propri parenti nella propria casa per parlare.
Almeno, per me era strano, poiché tutti avrebbero visto per la prima volta la casa che con Niall avevo costruito con fatica.
Entrambi non sapevamo come i nostri parenti avrebbero reagito appresa la notizia della nostra partenza; e questo mi faceva molto paura.
Speravo con tutto il cuore che tutti fossero d’accordo con la nostra scelta e che ci avrebbero appoggiato.
Sospirai e Niall mi domandò, sedendosi accanto a me sul divano “Cosa c’è, piccola?” poggiai la testa su una sua spalla e confessai, chiudendo gli occhi “Ho paura che reagiranno male.”
Il biondo mi lasciò un dolce bacio sulla fronte e mi tranquillizzò dicendo “Non preoccuparti, saranno felici della nostra decisione. Ormai Londra è diventata un po’ troppo pericolosa per noi; cambiare aria era l’unica scelta che potevamo fare per garantire un futuro ai nostri bambini.”
Annuii leggermente e Niall sussurrò, baciandomi una guancia “Perché non ci facciamo una bella doccia insieme? Di solito l’acqua rilassa.” Arrossii violentemente e confessai, sorridendo “Sono incinta dei nostri due bambini, dovremo sposarci ed io ho ancora vergogna a farmi vedere nuda davanti a te.” Il biondo mi baciò la punta del naso e mi accarezzò una guancia “è questo che ti rende unica.” Mi morsi il labbro inferiore e gli lasciai un casto bacio sulle labbra “Passi all’adulazione per ottenere il tuo scopo?” gli domandai sorridendo “Possibile.” Ricambiò il sorriso Niall.
Mi alzai mentre ridevo sonoramente e mi avviai verso il bagno; aprii la porta ma le braccia del biondo mi strinsero da dietro impedendomi di muovermi “è un si?” “Si.” Sussurrai accarezzandogli una mano.
Niall mi prese in braccio e gli domandai, mentre facevo toccare i nostri nasi “Non sono pesante?” “Sto facendo le prove per quando ti dovrò portare dentro la nostra nuova casa dopo sposati.” Sorrise il biondo per poi chiudere la porta con un calcio.
Tornai con i piedi per terra e commentai, guardandomi allo specchio “Ormai i miei capelli sono tornati marroni.” “Sei sempre bellissima.” Mi sorrise Niall lasciandomi dei baci sul collo “Dovrò rifarmi la tinta.” Sussurrai mentre chiudevo gli occhi “Potrei fartela io.” Si propose il biondo abbassandomi i pantaloni della tuta “Così avrò la testa di Louis quando avete giocato al gioco della bottiglia.” Ridacchiai divertita “Ehi, guarda che ho dovuto usare la tua tinta per fare quel capolavoro a Louis.” Borbottò Niall mentre mi accarezzava dolcemente la pancia da sotto la maglietta “Me ne ero accorta.”
Riaprii gli occhi e fermai le mani di Niall impegnate a sganciarmi il reggiseno; gli tolsi la maglietta di dosso e confessai mentre baciavo la pelle candida del suo petto “Non avrei mai creduto di poterlo fare. Soprattutto a te.”
Mi fermai appena sopra l’ombelico e gli calai i pantaloni grigi “Mi è mancato il nostro rapporto, il nostro amore, la nostra intimità, le nostre risate… mi è mancato tutto di noi.” Confessai accarezzandogli una guancia leggermente ruvida per via della barba.
Il biondo strinse la mia mano e ne baciò il dorso, mi sorrise dolcemente e confessò “A me sei mancata tu, piccola mia.”
Niall si mise in ginocchio e baciò la mia pancia, appena sopra l’ombelico “Mi siete mancati soprattutto voi due, amori miei. Papà non vede l’ora di potervi prendere in braccio e cullarvi finché non vi addormentate.” Mi asciugai velocemente una lacrima e commentai, commossa “Oh, Nì…” “Non sai quanto ho sognato di poter formare una famiglia, piccola di mia. Non sai quanto desidero questi due meravigliosi bambini; desidero così tanto di poter essere felice, insieme a te a loro. Non sai quanto ho aspettato questo momento, e nessuno potrà mai farvi del male. Vi proteggerò a costo della mia vita. Siete la cosa più meravigliosa che io abbia, e non potrei mai perdonarmi il fatto che qualcuno potrebbe farvi del male.”.
M’inginocchiai anch’io e sussurrai, accarezzandogli la nuca “Non sai quanto ho desiderato di avere un marito come te. Sono fortunata ad avere te, angelo; non credo di poter vedere la mia vita con qualcun altro che non sia tu. Ti amo, e questo sentimento non cambierà mai.”
Gli lasciai un dolce bacio sulle sue perfette labbra rosee e gli domandai, sorridendo “Ora ci facciamo questa doccia rilassante?” il biondo annuì mentre sorrideva teneramente e mi aiutò a rialzarmi.
Dopo esserci disfatti degli ultimi indumenti che indossavamo Niall aprì il getto dell’acqua e aspettò che l’acqua raggiungesse una temperatura media.
Entrambi entrammo nella doccia e il biondo prese del bagnoschiuma tra le mani, ne versò un po’ su una mano per poi insaponarmi le spalle e le braccia; Poggiai la testa su una sua spalla e Niall ne approfittò per baciarmi e mordicchiarmi il collo.
Gemetti leggermente non appena i suoi denti entrarono in contatto con la mia pelle sensibile e sussurrai “Fra p-poco verranno i nostri, Nì. Non credo che mio padre sarà felice di vedere la propria figlia con un succhiotto.” Il biondo rise divertito facendo vibrare il petto e mi baciò su una tempia “Non vedo l’ora che saremo in Irlanda, soli soletti.”
E sotto quella doccia, il posto più improbabile del Mondo, io e Niall tornammo a essere finalmente quelli di una volta.
Sotto quella doccia, Niall mi fece tornare a tre anni fa, quando eravamo ancora due adolescenti.
Sotto quella doccia, ci siamo dati il nostro ultimo bacio da Diamond e Niall.
Da ora in poi, saremmo stati il Sig. e la Sig.ra Horan.

**
Indossai un comodo vestito a maniche lunghe prémaman che Ashton mi aveva fatto trovare fuori casa qualche oretta fa.
Tornai in salone e dissi, togliendo i piedi di Niall da sopra un basso comodino posizionato davanti al sofà “Non si mettono i piedi sul tavolo, angelo.” “Inizi a comportarti da moglie?” ridacchiò il biondo alzandosi in piedi e cingendomi i fianchi con le sue mani “Ti ricordo che fra tre mesi sarò ufficialmente la Sig.ra Horan.” Gli ricordai sorridendo “Non vedo l’ora.” Sussurrò Niall per poi poggiare le sue labbra sulle mie.
Bussarono al campanello e dissi, allontanandomi svogliatamente dal mio angelo biondo “Vado ad aprire. Non mettere i piedi sul tavolino.”
Aprii la porta d’ingresso e Ashton chiese, guardandosi attorno “Scusi, devo aver sbagliato casa. Stavo cercando la mia migliore amica rompipalle diciannovenne che piange perché il suo fidanzato non l’ha chiamata per darle la buonanotte.” Gli tirai un pugno su una spalla e commentai, ridendo “Sei uno stronzo, Ash.” Il biondo mi abbracciò calorosamente e confessò, guardando la mia pancia “Wow! Ma cosa c’è lì dentro? Un’intera squadra di rugby?!” scossi la testa divertita e chiusi la porta intanto che Ashton salutava amichevolmente Niall.
“Allora, quanti sono li dentro? Cinque?” mi domandò il mio migliore amico divertito “Due. Sono due maschietti.” Risposi sorridendo “Aww, che cosa tenera. Ehi, ma che bel vestito!” gli lasciai un bacio sulla guancia e confessai “Si, ho buon gusto.” Entrambi ridemmo e bussarono nuovamente al campanello.
Andai ad aprire e arrossii leggermente:
Era Justin.
Il biondo allargò le braccia e mi domandò, divertito “Andiamo, Pucci, sono uscito da quattro mesi dal carcere; voglio le coccole.” Sorrisi lievemente e strinsi il moro in un affettuoso abbraccio “Mi sei mancato.” Gli sussurrai “Anche tu, Pucci.” Confessò Justin.
Ci sorridemmo imbarazzati e il moro andò a salutare il mio futuro marito e il mio migliore amico.
Non ebbi neanche il tempo di chiudere la porta che essa si aprì:
I ragazzi erano arrivati.
“Wow!” esclamò Louis ridendo appena vide il mio pancione “Si, è enorme.” Annuii unendomi alla sua risata “Ti abbiamo portato un piccolo regalino.” Intervenne Giorgia porgendomi una scatolina blu e bianca “Non dovevate.” Li rimproverai prendendo il regalo tra le mani “Oh, non lamentarti ed aprilo!” rise Harry.
Niall mi affiancò e aprii lentamente la scatolina:
Due ciucci.
Sorrisi intenerita e Simona spiegò, sorridendo “Niall ci aveva detto che erano due maschietti, allora abbiamo pensato di regalarvi due ciucci. Speriamo che vi siano utili.” “Serviranno parecchio.” Risi divertita.
Abbracciai tutti e portai il regalo nella camera da letto.

Presto arrivarono anche tutti gli altri:
Mamma, Nick, papà, Maura, Bobby, Marci, Greg, Tiffany e Harry.
Strinsi una mano di Niall e annunciai, sorridendo “Io e Niall vorremmo spiegarvi del perché di questa ‘riunione’.” Tutti mi guardarono attenti e il biondo continuò “Abbiamo pensato che, per i bene dei bambini, sarebbe meglio andarcene da Londra. In questi giorni ho parlato con dei miei amici in Irlanda, e loro mi hanno assicurato che don Tuama celebrerà il nostro matrimonio, il 22 Maggio.” Mi asciugai una lacrima e conclusi, emozionata “Quindi… abbiamo deciso di trasferirci in Irlanda, a Mullingar. I bambini nasceranno e cresceranno lì e speriamo di poter essere finalmente felici.”
Mia madre si portò una mano davanti alla bocca e supplicai, con le lacrime agli occhi “Per favore, capiteci. Londra non è un posto sicuro per noi. Noi vogliamo solo il bene dei nostri bambini.”
Greg sorrise e confessò, stringendo una mano di Marci “Beh, dato che siamo in tema anche noi abbiamo un annuncio da farvi: anche noi ci trasferiamo, torniamo a Mullingar. Lo stavamo progettando da un po’ di mesi, e sapere che anche mio fratello e sua moglie hanno preso la nostra stessa decisione ci da ancora più fiducia.”
Mi asciugai le lacrime che rigavano le mie guance e Maura mi strinse una mano “Non preoccuparti, Dia, ci saremo noi con voi. Se sarà necessario torneremmo anche noi in Irlanda, per aiutarvi nei preparativi. Siamo felici che i nostri nipotini cresceranno in un posto meraviglioso come Mullingar, e sono ancora più felice del fatto che tu e Niall vi sposerete nella stessa chiesa in cui mi sono sposata con Bobby. Vi auguro il meglio, perché ve lo meritate.” “Grazie.” Sussurrai piangendo per poi abbracciarla.
“Quando partirete?” mi domandò mia madre con la testa china “Forse fra una settimana. Staremo per un po’ con i nonni di Niall, quando troveremo casa ci trasferiremo.” Risposi ansiosa.
Non stava reagendo come speravo.
“Quindi è un addio? Non tornerete più a Londra?” mi chiese lei alzando la testa.
“Torneremo, ve lo promettiamo. Cercheremo di passare tutti i Natali insieme e altre festività.” S’intromise Niall “Pensavo che non mi avresti mai abbandonata, Dia.” Confessò mia madre con gli occhi lucidi.
“Non ti sto abbandonando, mamma. Lo sto facendo per i miei figli. Voglio garantirgli un futuro migliore di quello che potrebbero avere qui. Tu sei una mamma, capiscimi.” Cercai di convincerla.
Emily scosse la testa e disse, alzandosi “Scusami, amore, però ora non riesco a capirti.” Mi alzai anch’io ma lei uscì velocemente dall’appartamento “Ci penso io.” Mi tranquillizzò Nick seguendo mia madre.
Mi risedetti sul divano e scoppiai a piangere:
Ecco di cosa avevo paura.
Non potevo perderla, lei era la persona più importante della mia vita.
“Vedrai che tutto si aggiusterà.” Mi sussurrò Niall abbracciandomi “Lo spero, Nì.” Mormorai tirando su col naso.
“Lo spero.”


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Capitolo 25
*** Love Me ***


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Chapter 23.

Love Me

Diamond’s pov.

Era passata una settimana dal giorno in cui demmo a tutti il nostro ‘sconvolgente’ annuncio.
Marci e Greg avevano deciso di trasferirsi con noi in Irlanda, e Maura ci offrì gentilmente di alloggiare temporaneamente nella sua casa.
Avevo provato numerose volte a chiamare mia madre, però lei non rispondeva.
Sinceramente non potevo più aspettare a partire:
Lei avrebbe dovuto accettarlo, prima o poi. Sono pur sempre sua figlia, no?
L’unica buona notizia era che Niall era tornato a lavorare in questa settimana; lui e Greg avrebbero trasferito l’officina a Mullingar e Bobby si era offerto di aiutarli.
Versai un abbondante quantità di croccantini nella ciotola del mio piccolo husky e Diall corse allegro verso la sua cena “Piano, piccolo.” Risi divertita mentre accarezzavo il pelo morbido dell’husky.
Mi sciacquai velocemente le mani e versai gli spaghetti in due piatti di ceramica.
Il rumore della porta aprirsi mi fece sorridere e portai i due piatti verso il tavolo “Piccola, sono a casa.” La voce dolce di Niall mi confermò il fatto che il mio futuro marito fosse appena rientrato da lavoro.
Il biondo fece capolinea in cucina e annunciai, sorridendo “Ho preparato la cena.” Niall sorrise dolcemente e mi lasciò un casto bacio sulle labbra “Mille grazie, amore. Mi sei mancata tanto.” “Anche tu.” Ammisi mordendomi il labbro inferiore.
Ormai mi ero abituata al fatto che Niall stesse con me ventiquattro ore su ventiquattro, e ora dovevo riabituarmi al suo orario di lavoro, così come presto mi sarei dovuta riabituare al mio.
Il biondo mi accarezzò lentamente la rotondità della pancia e mi domandò “Hanno fatto i bravi i miei amori, oggi?” “Mm… gli è mancato tanto il loro papà.” Ammisi circondandogli il collo con le mie braccia “Oh, ma adesso papà è tornato a casa e li coccolerà per tutta la serata.” Sorrise Niall per poi far incontrare le nostre labbra in un dolce bacio.
Diall si aggrappò con le zampette anteriore al jeans del biondo e Niall rise divertito per poi lasciare un dolce bacio sulla testolina dell’husky “Anche tu mi sei mancato, piccolo.”
Il biondo, galantemente, mi aiutò a sedermi sulla sedia, proprio come fece nel nostro primo appuntamento, poi si sedette di fronte a me.
“Non ti mancano i vecchi tempi, Nì?” gli domandai sorridendo malinconicamente “Il nostro primo appuntamento, la tua festa dei vent’anni, Austin che si fingeva Justin, Robert che torna dopo diciannove anni, Luke, la collana con lo Yin e Yang, quando mi hai regalato Diall, Little Things, il nostro primo bacio, quando ti ho medicato le ferite che ti aveva fatto Austin, l’espulsione, il tuo ritorno dall’Irlanda, il lago con gli amici… non ti mancano?” raccontai, ricordandomi dei meravigliosi momenti passati insieme.
Niall rimase a fissare il vuoto, forse troppo concentrato a ricordare, e ne approfittai per aggiungere “Quando hai fatto da spogliarellista per l’addio al nubilato di Marci, il mio vent’esimo compleanno quando sei saltato fuori dalla torta, la vacanza insieme a Dublino, il tuo mini concerto con i ragazzi nella cantina di Ashton, gli One Direction, ti ricordi? Il nome che avevate scelto per la vostra band. Forse abbiamo ancora il vostro primo cd da qualche parte negli scatolini… aspetta, come si chiamava? Ah, si: Up All Night.”
Il biondo spostò lo sguardo su di me e confessò “Abbiamo troppi ricordi a Londra.” “Abbiamo vissuto tre anni della nostra storia, qui, Nì.” Gli ricordai “A Mullingar ne avremo molti di più.” Disse Niall prendendo una forchetta in mano “Quindi… vorresti dimenticare tutto? Tutto il nostro passato qui?” gli domandai incredula.
La nostra storia era proprio basata qui a Londra, non poteva dimenticare tutto.
“No, non dimenticherò niente. Ormai Londra è il passato.” “Mi prometti che non ti scorderai mai degli One Direction? Di quei cinque ragazzini che facevano gli scemi cantando?” gli chiesi.
Niall mi strinse una mano, per poi lasciare sul dorso di essa un bacio “Non potrò mai dimenticarli, amore. Anche se ora non siamo più uniti come band, lo saremo sempre nel cuore. È ovvio che prima o poi doveva finire, tutto questo, sapevamo che saremmo diventati grandi e che avremmo avuto altre responsabilità a cui pensare; però sapevamo anche che, quando tutto sarebbe finito, noi saremmo rimasti sempre uniti.”
Sorrisi e confessai, guardandolo nei suoi meravigliosi occhi di un colore indescrivibile “Sareste diventati milionari se non aveste rifiutato il provino ad X-Factor.” “Cosa me ne potevo fare dei soldi se avevo te?” mi domandò Niall stringendo entrambe le mie mani “L’ho sempre detto che tu eri un angelo.”
“Sono l’angelo sceso dal cielo per renderti felice.”
Annuii.
Niente di più vero.

**
“Greg mi ha detto che oggi sei uscita insieme a Marci e mamma.” Iniziò un discorso Niall mentre si toglieva la maglietta sporca di grasso di macchine “Già.” confermai prendendo la sua maglietta tra le mani e mettendola nella cesta dei panni sporchi che si trovava in bagno “Hai comprato qualcosa?” mi domandò il biondo incuriosito “Mm-mm.” Annuii mentre gli porgevo il suo pigiama pulito e profumato “Adoro quando metti l’ammorbidente.” Confessò Niall dopo aver indossato la maglia del pigiama.
Presi da sotto il letto tre buste e dissi, mentre versavo il contenuto sul letto matrimoniale “Ecco il mio shopping.”
Il biondo prese un paio di scarpine in mano e confessò, incredulo “Sono minuscole…” “Così non avranno freddo ai piedini.” Spiegai intenerita dalla scena.
Niall mi strinse fra le sue braccia e mi sussurrò, mentre lasciava bollenti baci sul mio collo “Vorrei così tanto fare l’amore con te, ora.” “N-Niall.” Gemetti.
Sapevamo che potevamo fare l’amore anche durante la gravidanza, ma mi sentivo a disagio sapendo che dentro di me ci fossero due creaturine.
Il biondo mi accarezzò dolcemente le spalle e mormorò, baciando la mia mascella “è l’ultima notte a Londra, piccola.” Mi ricordò Niall.
“Ho paura.” Proprio come la nostra prima volta.
“Con me, non dovrai mai avere paura di nulla.” Proprio come tre anni fa.
“Oh, Niall.” Sussurrai incantata dai suoi meravigliosi occhi, proprio come la prima volta che ci eravamo incontrati “Oh, Diamond.” Sussurrò il biondo per poi poggiare le sue morbide labbra sulle mie, proprio come il nostro primo bacio.
Mi lasciai spogliare dalla sue mani, quelle mani che solo loro avevano il permesso di toccarmi; mi lasciai accarezzare dalle sue labbra, quelle labbra che solo io potevo baciare.
Ed ora, eravamo lì, su un letto, privi di tutto tranne che del nostro amore, come la nostra prima volta.
Niall lasciò un dolce bacio sulla rotondità della mia pancia e mormorò, guardandomi negli occhi “Amami. Amami come non hai mai fatto. Amami come se questa fosse la nostra ultima notte insieme. Amami come tuo marito, e non più come Niall.”
“Sei così perfetto…” sussurrai mentre gli accarezzavo una guancia bianca “Tu sei perfetta per me.” Sorrise mio marito.
E la nostra ultima notte a Londra fu indimenticabile.
Nessuno avrebbe mai scoperto il nostro segreto.
Per fortuna che i muri non potevano parlare…

**
Gli addii non erano mai piaciuti a nessuno.
Dovevo salutare i miei genitori e i miei amici; li avrei rivisti fra tre mesi, ed era troppo tempo.
Niall parcheggiò davanti al cimitero di una città fuori da Londra e mi domandò “Sicura?” annuii e risposi “Sicura.” Scesi dalla macchina e rivolsi un ultimo sorriso al biondo, per poi avviarmi all’interno del cimitero.
Camminai a passo lento fra le numerose tombe finché arrivai davanti a quella che cercavo.
M’inginocchiai davanti ad essa e sussurrai, sorridendo “Ehi, ti avevo promesso che sarei venuta a trovarti. Purtroppo non potrò più venirti a trovare, però ti prometto che ti parlerò ogni sera. Ti racconterò della mia giornata e di come procede la mia vita senza di te. Hai visto che pancione? Sono due gemellini: Larry e Luke. Si, Luke, lo chiamerò proprio come te, angioletto, perché senza di te io ora non sarei più qui. Oggi parto per Mullingar con Niall, spero che li la nostra vita proceda senza imprevisti. Mi manchi tanto. Ora devo andare, fra tre ore devo prendere l’aereo. Costudirò sempre una tua foto. Ti voglio bene, angioletto. Riposa in pace e, per favore, proteggi i miei bambini, fai si che loro non patiscano tutto quello che abbiamo dovuto patire noi.”
Baciai la foto che raffigurava la stupenda persona con cui avevo appena parlato e una scia di brividi mi fece drizzare la schiena, sentii una mano calda accarezzarmi una spalla e mi voltai:
Nulla.
Sospirai e mi alzai da terra, sempre una mano caldo mi accarezzò una spalla e chiusi gli occhi.
Le mani scesero dalle mie spalle alla mia pancia e accarezzarono dolcemente la rotondità di essa, mi lasciai scappare un sorriso e le mani scomparirono, lasciando il posto a un leggero venticello che mi spettinò i capelli.
Riaprii gli occhi e sussurrai, sorridendo “Ciao, Luke.”
 

“Papà, perderemo l’aereo se continui ad abbracciarmi.” Risi mentre Robert continuava a stringermi fra le sue braccia “Scusa, è che non riesco a sopportare il fatto che, ora che ti ho ritrovata, ti perderò.” Si scusò mio padre lasciandomi lo spazio per respirare “Tu non mi perderai, papà. È la scelta migliore per i bambini, lo sai.” “Si, lo so. Ora vai, non voglio che tu perda l’aereo che ti condurrà a una vita migliore.”
M’incamminai verso Niall che aveva tra le mani le nostre valige ma una voce fin troppo familiare mi fece fermare.
“Dia!” mi voltai di scatto e mia madre mi abbracciò mentre continuava a piangere “Mamma.” Sussurrai con le lacrime agli occhi “Scusami, amore mio, dovevo capirti e non arrabbiarmi. Voglio solo il bene per te, ti prego perdonami.” “Non hai nulla da farti perdonare.” La rassicurai mentre la stringevo in un altro abbraccio.
“I passeggeri del volo delle dieci per Dublino sono pregati di dirigersi verso le apposite strutture per il check-in.”
Guardai Emily e lei mi baciò sulla fronte “Hai la mia benedizione, amore mio, vai da tuo marito e conduci una vita felice con lui e i vostri figli. Ricordati, però, che fra tre mesi tornerò per assicurarmi che tutto proceda per il verso giusto.” Annuii e le lasciai un ultimo bacio su una guancia.
Strinsi una mano di Niall e annunciai, sorridendo “Andiamo a Dublino.”
Andiamo a riprenderci la nostra vita.
Andiamo a garantire un futuro migliore ai nostri figli.
Andiamo a sposarci.
Andiamo a diventare una famiglia.
Andiamo a essere felici.
Per sempre.


**
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Ho voluto dedicare questo capitolo alla mia prima storia:
'Love Me', con il quale ho avuto la forza di descrivere le mie emozioni per una persona meravigliosa: Niall James Horan.
Se andate a vedere i primi capitoli di 'Love Me' potrete notare qualche cambiamento, poiché ho deciso di 'restaurarla'.
Ho unito 'Love Me' e 'You're perfect to me' in una singola serie, chiamata appunto 'Love Me'.
Questo capitolo, inoltre, è dedicato soprattutto a tutte le Directioners, nella parte in cui Diamond e Niall parlano degli 'One Direction'.
Ho voluto affrontare la questione dello 'scioglimento' della band poiché, più avanti, capirete perchè la storia parla di cinque ragazzi normali invece di parlare di cinque ragazzi che hanno realizzato il loro sogno.
Grazie per le bellissime recensioni <3 siete sempre dolcissime e vi amo <3
Ci tenevo a specificare che Harry Styles e Harry (solitamente accompagnato con Tiffany) sono due persone completamente differenti.
Cercherò di essere più specifica, per evitare confusione in seguito.
Mi aspettavo un pò più recensioni per il capitolo precedente, però avete ragione anche voi: ho pubblicato il capitolo nella settimana scolastica e non tutte hanno la possibilità di leggerlo e recensirlo.
Poichè oggi ho deciso di pubblicare la Domenica, riusciamo ad arrivare a dieci recensioni?
Mi farebbe molto piacere se accadesse <3
Detto questo mi ritiro, poiché ho un muscolo strappato alla spalla destra e sto patendo le pene dell'inferno a scrivere al computer, però, ehi, per voi questo ed altro <3
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci <3
*Spazio pubblicità* GiovannaNialler; fiocca_en Cherolhoran & Think positive

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Capitolo 26
*** The Letter ***


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Chapter 25.

The Letter

Adesso, Londra era solo un puntino.
Mi asciugai velocemente una lacrima e mi morsi il labbro inferiore; non avrei mai creduto di poter lasciare la mia città natale.
Londra era la città dove ero nata e cresciuta, e mi faceva male sapere di doverla abbandonare.
Sorrisi guardando Niall dormire beatamente con la testa poggiata su una mia spalla e gli lasciai un leggero bacio tra i morbidi capelli biondi.
Per il momento ce la saremmo dovuti cavare da soli, poiché il resto della famiglia Horan ci avrebbe raggiunto a Mullingar fra una settimana.
Poggiai la mia borsa sulle gambe per prendere l’mp3 da dentro di essa ma una lettera bianca attirò la mia attenzione: Non ricordavo di avere nessuna lettere dentro la mia borsa.
La presi fra le mani e lessi una grande scritta rossa sul retro della busta:

‘A Pucci’

Deglutii rumorosamente e estrassi la lettera dalla busta:

‘Ciao, Pucci. Quando leggerai questa lettere probabilmente sarai sull’aereo per Dublino, oppure sarai già a Mullingar nella tua nuova casa con tuo marito.
Ti scrivo perché non ho il coraggio di dirti tutte queste cose a parole; sai che sono sempre stato timido, nonostante il mio aspetto da << Bad-boy >> .
Ti amo, Pucci.
Non ti ho mai dimenticata, piccolina mia; pensavo che andando in America tutto si risolvesse, ma ho sentito solo di più la tua mancanza.
Ci hanno allontanati con la forza, e non volevo che la nostra storia finisse così.
Anzi, non volevo che finisse.
Non ti ricordi quando, in terza superiore, sognavamo il nostro futuro insieme? Mi dicevi sempre che volevi andare a Verona, per vedere il balcone di Romeo e Giulietta, e io ti avrei portata in quel posto magico; ti avrei portata anche in capo al mondo, piccolina mia.
Ti ricordi quando, a sedici anni, siamo andati al lago insieme a Tiffany, Jessica, Harry e Josh? È lì che ci siamo dati il nostro primo bacio; oh, non potrò mai dimenticarmi quel momento:
Tu eri appoggiata con la schiena alla corteccia di un albero, ti presi in braccio e ti lasciai un lieve bacio sulle labbra, che poi divenne sempre più passionale.’


Ero sicura che, in quel momento, avessi le guance più rosse delle orrende divise delle hostess.
Guardai con la coda dell’occhio Niall e sospirai vedendo che il mio angelo biondo stesse dormendo;
tornai a guardare la lettera e decisi di andare avanti, a mio rischio e pericolo.

‘Ti ricordi quando ti ho portato una rosa per San Valentino? Oh, mi sei saltata addosso piangendo.
Mi avevi detto che nessun ragazzo l’aveva mai fatto, e mi lasciasti un dolce bacio sulle labbra per poi abbracciarmi come facevi con Teddy, il tuo pupazzetto di peluche.
Questo Niall lo sa? Sa che hai un pupazzo di nome Teddy che stringi quando hai paura?’


No…

‘Ti ricordi quando, il giorno del nostro quarto anniversario, quasi facemmo l’amore?
Oh, piccolina mia, eri così bella quella sera:
Avevi i capelli sciolti, con il ciuffo trattenuto all’indietro da una mollettina; indossavi una camicetta nera, davvero provocante per i miei gusti; le gambe erano fasciate da un pantalone bianco fin troppo stretto- sai della mia gelosia nei tuoi confronti, piccolina – e indossavi ai piedi delle zeppe nere, che ci facevano sembrare della stessa altezza.
Ti portai al cinema, dove ti sedetti sulle mie gambe e ti coccolai per tutta la durata del film; andammo a vedere quel documentario su Michael Jackson, il tuo cantante preferito, e mi costrinsi a cantare insieme a te tutte le sue canzoni.
Poi, ti portai al Mc Donald – scusa se non ti ho portata in un ristorante di lusso, però avevo paura che mi avresti preso per un riccone – e, infine, ti portai a vedere le stelle, sul punto più alta di una collina.
Ti spogliai lentamente, e tu spogliasti me con altrettanta calma; quando, ormai eravamo privi di ogni vestito, il tuo cellulare cominciò a suonare.
Era tua madre, e voleva che tu tornassi a casa.
Eri così dolce quando, davanti alla porta di casa tua, ti scusasti per quello che fosse successo, e ti dovessi rassicurare con un dolce bacio, per poi darti la buonanotte.’


Mia madre aveva sempre avuto un ottimo tempismo…

‘E io, ora, ti sto scrivendo questa lettera piangendo, piccolina mia, perché so che tu appartieni ad un altro uomo.
Pagherei tutto l’oro del mondo pur di averti di nuovo al mio fianco.
So che quello che sto per proporti è una completa follia, però pensaci:
Scappiamo insieme.
Metti da parte l’orgoglio e torna da me, il tuo JusJus, il tuo primo ragazzo.
Ti amo alla follia, Pucci, non dimenticarlo mai.
Non verrò al tuo matrimonio, poiché sarebbe troppo duro vedere la donna che amo sposare un uomo che non sono io.
Non sai quante volte ho sognato il nostro matrimonio, e non sai quante altre volte ho sognato che i bambini che adesso porti in grembo fossero i miei.
Ti prego, pensaci.
Ti amo.

Sempre tuo,
Justin.’


Pensaci.
Pensaci.
Rimisi la lettera nella borsa e mi portai le mani davanti alla faccia.
Pensaci.
Cosa dovevo pensare? Non avrei mai potuto abbandonare mio marito, non dopo tutto quello che avevamo passato per essere finalmente felici, insieme.
Non avrei mai potuto abbandonare i miei bambini; quelle due piccole creature che erano il frutto del mio amore con Niall.
Pensaci.
E cosa sarebbe stata la mia vita con Justin? Lui era stato il mio primo amore, però il mio cuore apparteneva ad un’Irlandese.
E se scegliessi lui, che cosa accadrebbe?
Cosa racconterei ai miei figli? Mi odierebbero a vita. E mi odierei anch’io.
Justin mi potrebbe portare anche in capo al Mondo per rendermi felice; però a Niall bastavano due parole per rendermi felice: ‘Ti amo’.
Non avrei mai potuto negare a Niall di crescere i figli che aveva così tanto desiderato.
Non avrei mai potuto negargli di diventare padre.
Niall era troppo importante per essere sostituito; Gli unici uomini che avrebbero potuto fargli competizione sarebbero stati Luke e Larry.
No, non avrei mai fatto una cosa del genere.
Non avrei mai fatto una cazzata del genere.
Justin poteva tersi i soldi per sé.
Non mi sarei mossa da Mullingar per nulla al mondo.
I miei pensieri vennero distratti da dei piccoli mugolii da parte di Niall e sorrisi vedendo il mio angelo biondo stiracchiarsi dopo la lunga dormita.
Gli lasciai un dolce bacio sulle labbra e il biondo commentò, mettendomi un braccio attorno alle spalle “Mm… che bel risveglio, piccola.” Poggiai la testa su una sua spalla e Niall mi baciò la fronte.
Insostituibile.
Questa era la parola che descriveva nel migliore dei modi Niall.
Sempre dopo Perfezione, ovviamente.

“Si prega ai gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza. L’atterraggio all’aeroporto di Dublino da voi scelto avverrà fra pochi minuti.”

Guardai fuori dal finestrino e strinsi forte una mano di Niall “Siamo a casa.” Gli sussurrai, con le lacrime agli occhi.


**
Ciao a tutte!!
Allora, eccovi allegata una foto della nostra Dia a sedici/diciassette anni:

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Spero che vi piaccia il capitolo, perchè sarà un passaggio molto ultile per i capitoli successivi (vi tengo sulle spine, ehhehehe).
Per fortuna il dolore alla spalla è passato, così posso scrivere più velocemente e pubblicare prima ;)
è bello quando ricevo recensione dalle ragazze che ci sono state sin dal primo capitolo di 'Love Me'.
Insomma, mi sento come una professoressa quando rincontra un vecchio alunno :')
Ormai, come ben potete notare, le recensioni sono quasi tutte da "Lover nuove" (=fan di 'Love Me' hahaha si, lo so: sono strana; ho dato un nome alle poche ragazze che seguono le mie storie).
Fatto sta che sono più che contenta delle recensioni che mi inviate, e sono ancora più contenta che il capitolo precedente è riuscito ad arrivare a 11 recensioni.
Spero di riceverne altrettante belle <3
Ah, penultima cosa:
Molto probabilmente la storia si concluderà al capitolo 30 ma... ci sarà una sorpresa ;)
Al prossimo capitolo!!
Baci, Lover <3<3


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GiovannaNialler;
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Capitolo 27
*** Three months later ***


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Chapter 26.

Three months later…
Due giorni prima del matrimonio.

“Ricordati che fra due giorni ci dovremo sposare, e che sei incinta.” Mi puntò un dito contro Niall, sull’uscio della porta “E tu ricordati che fra due giorni ci dovremo sposare e che presto sarai padre.” Ridacchiai divertita.
Era il giorno del nostro addio al nubilato e Niall sarebbe uscito con i suoi amici e parenti, mentre io e le mie amiche saremmo rimaste nell’appartamento che, un mese fa, avevamo comprato a poco prezzo.
“Due giorni.” Sussurrò sorridendo il biondo mentre mi accarezzava dolcemente i fianchi “Non ci credo neanch’io.” Ammisi circondando il suo collo con le braccia “Ti amo.” Mi ricordò Niall poggiando le sue labbra sulle mie “Anch’io ti amo.” Sorrisi lasciandogli un altro bacio.
Quei tre mesi erano stati i più belli di tutta la mia vita:
Maura ci aveva ospitati per quasi due mesi e ci aveva aiutato economicamente a comprare l’appartamento il mese scorso; Marci e Greg avevano comprato l’appartamento sul nostro stesso pianerottolo; l’officina ‘Irish’ andava a gonfie vele, sembrava che qui a Mullingar non ci fosse nemmeno un meccanico; trovai anch’io lavoro, come commessa di un negozio per bambini.
Insomma, tutto era perfetto.
“Greg, lo affido a te.” Sospirai guardando il maggiore “Non preoccuparti, cognatina, Niall berrà solo una birra.” Mi rassicurò Greg mettendo un braccio attorno alle spalle del biondo “Divertitevi.” Gli sorrisi, per poi chiudere la porta.
“Oh, finalmente solo donne!” esclamò Marci prendendo dal frigo due bottiglie di Vodka “Si fanno sentire tre anni di matrimonio, eh?” la punzecchiò Tiffany divertita “Greg non mi fa mai bere! Ogni tanto anch’io voglio divertirmi!” si difese la bionda sedendosi sul divano “E lo faremo, ma senza di queste.” M’intromisi rimettendo le bottiglie nel frigorifero “Oh, sei ingiusta!” commentò Marci incrociando le braccia “Vogliamo ricordare il tuo addio al nubilato?” l’incalzai tornando a sedermi sul divano.
Oh, di certo la scena di Marci e Tiffany che ballavano sul tavolo della cucina completamente ubriache non si sarebbe dimenticata facilmente.
“Come va con Niall?” mi domandò sorridendo Maura, la mia seconda mamma “Benissimo. Finalmente riusciamo a permetterci le cose per i bambini e presto ti restituiremo i soldi che ci avevi prestato per la casa.” La rassicurai “Figurati! Se non lo faccio per mio figlio per chi lo devo fare?” ridacchiò la donna.
“Sei pronta per il matrimonio?” mi chiese mia madre accavallando le gambe “Sì. Sono pronta per il grande giorno.” Annuii convinta.
Mi morsi il labbro inferiore e domandai, stufa del silenzio che era calato “Che facciamo?” “Non lo so… c’è qualche novità?” chiese Tiffany.
“Ashton si è fidanzato.” Annunciai sorridendo.
Eh già, anche il mio migliore amico aveva trovato la sua anima gemella; si chiamava Travis e aveva vent’otto anni.
“Oh, sono così felice per lui.” Commentò mia madre entusiasta; aveva sempre voluto bene a Ashton, quasi come un figlio.
“Ho sentito che il suo fidanzato lavora in un’azienda importante.” Disse Tiffany “Davvero? In quale?” le domandò Marci inclinando leggermente la testa “Qualcosa che ha a che fare con il giornalismo… ora non ricordo.” Rispose a metà la mia migliore amica.
“Sono così carini insieme.” Commentai sorridendo “Ashton è sempre stato un bravo ragazzo.” Annuì Emily.
Suonarono al campanello e corrugai la fronte “Aspettavate qualcuno?” chiesi mentre mi dirigevo verso la porta “No.” Risposero tutte in coro.
Aprii lentamente la porta e una lacrima mi rigò una guancia appena riconobbi la persona che aveva bussato:
Justin.
Il moro mi sorrise lievemente e mi domandò “Possiamo parlare? Solo dieci minuti, promesso.” Sospirai ed annuii “Torno subito.” Sorrisi alle mie ospiti per poi uscire dall’appartamento.
Appena chiusi la porta d’ingresso alle mie spalle l’unica cosa che fummo capaci entrambi di fare fu quella di abbracciarci; Justin mi strinse con una mano la nuca e io poggiai la testa sul suo petto palestrato.
“è da tanto che non ci vediamo.” Constatò il biondo portando le mani sui miei fianchi.
L’unica cosa che fui capace di fare fu annuire.
“Oh, ho sempre amato il viola sopra di te.” Mi ricordò Justin squadrandomi da capo a piede “Me lo dicevi sempre.” Sussurrai abbassando lo sguardo.
“Hai letto la lettera?” ecco la fatidica domanda.
“Sì.” Annuii leggermente “Io sono qui, Pucci. Ora devi decidere tu: io o Niall.” “Per me siete entrambi importanti.” “Non potremo condividerti, Diamond. Devi decidere.” Disse Justin passandosi una mano tra i capelli.
“Non posso scegliere te.” Mormorai mentre le lacrime cominciavano a scendere dai miei occhi “Tratterò i bambini come se fossi io il padre, Pucci. Li amerò più della mia stessa vita.” Mi rassicurò il biondo asciugandomi le lacrime con i pollici delle sua mani “Non posso privare Niall di diventare padre.” Scossi la testa “Lui potrà venirli a trovare ogni volta che vorrà. I bambini staranno con il loro papà inconsapevolmente.” Sorrise Justin “So cosa si prova a non avere un padre, Justin, e non voglio che questo accada anche ai miei bambini. Questi bambini sono il frutto del mio amore con Niall.” Dissi togliendogli le mani da sopra le mie guance “Allora perché non me lo dici in faccia, eh? Perché non mi dici che scegli Niall?” “Forse perché lei non vuole scegliere realmente me.” S’intromise una voce dolce e calma.
Niall.
“N-Nì.” Sussurrai con le lacrime agli occhi “Ho letto la lettera, Diamond. Perché non me ne hai mai parlato?” mi chiese Niall con voce calma “Pensavo che non fosse una cosa importante. Io ho scelto te, Nì.” Risposi, avvicinandomi a lui.
L’Irlandese mi prese le mani tra le sue e mi consigliò “Tu ami ancora Justin, Diamond. Lo guardi come non hai mai guardato me; vai con lui, ti renderà felice.” “Io amo te, Nì.” Gli strinsi le mani “Lo dici solo perché sei incinta dei miei figli. Se non lo fossi sono sicuro che tu avresti scelto Justin.” Confessò il biondo, mentre una lacrima rigava una sua bianca guancia.
No…
Non poteva piangere;
Gli angeli non potevano piangere.
“Ti prego, Nì, credimi. Io amo solo e soltanto te. Justin è solo un amico, tutto qui. Sei tu l’uomo con cui voglio passare il resto della mia vita.” Piansi disperatamente.
Non potevo perderlo, non ora che tutto andava per il verso giusto.
Niall chiuse gli occhi, intanto che le nostre fronti si toccavano, e sospirò pesantemente “Sappi, che se ora mi lascerai, io mi ucciderò. Te lo giuro sui nostri bambini, lo farò se tu non mi crederai.” Dissi tramante.
Gli occhi del biondo si riaprirono e gli domandai, trattenendo le lacrime “Allora, cosa hai deciso? Mi credi o vuoi che ti dimostri che senza di te non posso vivere?”.
“Ho bisogno di sentirtelo dire.” Sussurrò Niall piangendo.
“Ti amo, Nì. Ti amo! Ti amo!” quasi gridai, sorridendo “Ancora.” Mormorò il biondo guardandomi negli occhi “Ti amo! Ti amo, amore mio! Amo solo e soltanto te!” urlai, ancora più felice.
Niall mi si avvicinò appena e sussurrò, sulle labbra “Dimostramelo.” Gli asciugai con i pollici delle mie mani le lacrime che avevo fatto arrossare i meravigliosi occhi del mio angelo e posai le mie labbra sulle sue, unendole in un dolce e passionale bacio.
E quando urlai ‘Ti amo’ ero sincera; l’avrei gridato anche in mezzo alla strada.
Non mi vergognavo di amare una persona più di me stessa.
Alla fine l’amore è come un tuffo dal trampolino:
L’impatto con l’acqua potrebbe far male, ma se non ci tuffiamo non lo sapremo mai.
Separai le nostre labbra e Niall sussurrò, sorridendo “Ancora.” “Quello alla prima notte di nozze.” Ridacchiai, per poi lasciargli un bacio sulla fronte.
“Immagino che tu abbia preso la tua decisione.” S’intromise Justin “Mi dispiace, Jus, ma io amo Niall.” Dissi mentre stringevo una mano del mio angelo “Se mai vorrai parlare… sappi che sarò sempre felice di sentire la tua voce.” Concluse il biondo, per poi scendere le scale che lo avrebbero condotto al cancello d’uscita del palazzo.
“Nì.” Chiamai il mio angelo giocando con le nostre mani intrecciate “Mm?” mugolò Niall sorridendo “E se festeggiassimo il nostro addio al nubilato, insieme? Solo noi due…” sussurrai l’ultima frase sensualmente, mordendomi il labbro inferiore “Mm-mm.” Mugolò d’approvazione il biondo, stringendomi i glutei con le sue mani “Dia?” mi domandò una voce femminile alle spalle.
Sobbalzai e mi spostai da Niall imbarazzata “Dimmi, Marci.” Le sorrisi cercando di nascondere l’imbarazzato “Che ne dici se facciamo salire gli uomini e rimaniamo tutti insieme?” propose lei, ammiccando maliziosa “Oh, che bella idea!” commentai allegra, guardando il biondo “Davvero bellissima.” Concordò Niall.
Tutti gli uomini tornarono in casa e dissi, sorridendo “Tu entra, io rimango un attimo qui.” Il biondo annuì e mi lasciò un bacio sulla fronte, per poi entrare in casa.
Guardai fuori dalla finestra e sussurrai “Ciao, Luke. Fra due giorni mi sposo, bello, vero? Sono così emozionata all’idea di diventare la moglie del mio angelo. Non sai quanto desidero che tu fossi qui accanto a me, ora, e non in cielo. Mi manchi tanto, Luke, se ci riesci vienimi a trovare in sogno. Sarebbe bello poter parlare faccia a faccia. Ora ti devo lasciare, c’è il mio addio al nubilato che mi aspetta. Ti voglio bene, Luke. Buonanotte.”
Chiusi leggermente gli occhi e una mano calda mi accarezzò una guancia.
Prima di rientrare in casa sentì un debole ‘Notte’.
Infondo, non parlavo proprio da sola.


**
Buonasera!!
Eccomi con un altro capitolo :)
Ve l'avevo detto che il capitolo precedente sarebbe molto servito ;)
Presto ci sarà il matrimonio Diall, aww <3 <3
Mille grazie per le bellissime recensioni!!
Chiedo scusa a tutte le ragazze che mi chiedono di leggere o pubblicizzare le loro storie ma, in questi giorni, mi connetto molto raramente.
Prometto che lo farò Martedì, poiché avrò assemblea e non farò niente :)
Al prossimo capitolo!
Baci, Lover <3


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Capitolo 28
*** Wedding ***


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Chapter 27.

Wedding

22 Maggio- Mullingar

Ero così nervosa.
Non avevo neanche avuto il tempo di salutare Niall che Marci, Maura, Emily e Tiffany ‘cacciarono’ di casa il biondo.
Presi con cura il vestito che avevo scelto il mese scorso tramite una web-cam con i miei genitori e Maura;
rimasi in intimo, mentre Maura e Emily mi aiutavano ad indossare il vestito.
Presto la gravidanza sarebbe finita e avrei tenuto fra le braccia i miei due piccoli angioletti.
Marci mi aiutò a calzare le meravigliose ballerine bianche che avevo scelto sotto al vestito; avevo scelto le ballerine poiché, essendo all’ottavo mese di gravidanza, avevo una paura terribile di inciampare sui tacchi.
Tiffany mi posò sulla testa il velo che, prima di entrare in chiesa, avrei dovuto abbassare; mi guardai allo specchio e una lacrima mi rigò una guancia:
Finalmente, il grande giorno, era arrivato.
Anche mia madre pianse.
Aprii la porta d’ingresso per scendere le scale e sobbalzai appena mi ritrovai davanti l’ultima persona che mi sarei mai aspettata di incontrare:
Justin.
“Non sono qui per litigare. Volevo solo farti gli auguri.” Mi sorrise il moro, guardandomi numerose volte da capo a piede “Grazie.” Sussurrai debolmente, abbassando lo sguardo “Niall è un uomo veramente fortunato.” Le mani di Justin si posarono sulle mie guance e il moro mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte “Se ami una persona, devi lasciarla andare. Io l’ho fatto con te, spero che tu vivrai una bellissima vita con Niall, perché ve la meritate. Auguri, Pucci.”
“Ti voglio bene, Jus.” Confessai, sorridendogli “Quando nascono i gemellini inviami una loro foto. Sono sicuro che tu e Niall sarete dei genitori perfetti.”
“Ogni tanto, vienici a trovare.” Lo invitai, mentre gli accarezzavo una guancia “Lo farò.” Annuì il moro, stringendomi la mano “Ora devo andare.” Notai, guardando Marci e Tiffany indicarmi l’orologio che segnavano le otto e quaranta.
“Non voglio farti arrivare in ritardo il giorno del tuo matrimonio.” Sorrise Justin, spostandosi da davanti alla porta per farmi passare.
M’incamminai verso le scale e dissi, voltandomi con la testa verso di lui “Allora… ciao, Justin.” “Ciao, Diamond.” Mi salutò Justin, ponendo fine alla nostra conversazione.
E sapevo che, scendendo quelle scale, avevo appena distrutto il ponte che Justin aveva provato a ricostruire tra di noi.
Salii velocemente in macchina, dove ad attendermi c’era mio padre e Nick, entrambi vestiti con uno smoking nero.
Mi condussero fino all’ingresso della chiesa dove, come accordatoci, Nick entrò, aspettando che la marcia nuziale cominciasse, mentre Robert mi porse un braccio;
La marcia nuziale iniziò.
Tutti si alzarono e i miei occhi subito vennero catturati da quelli di Niall, che mi aspettava all’altare.
Camminai lentamente lungo la navata e, a metà di essa, venni affiancata anche da Nick, che presi sottobraccio.
Robert mi aveva concepito, Nick mi aveva accompagnata per metà della mia vita, ed ora entrambi dovevano lasciarmi ad un altro uomo:
Mio marito.
Robert mi baciò, da sopra il velo, la fronte “Sono così fiero di te, bambina mia.” Mi sussurrò lui, con le lacrime agli occhi “Ti voglio bene, papà.” Sussurrai a mia volta.
Affiancai Niall e ci rivolgemmo un timido sguardo.
Don Tuama incominciò a celebrare la messa, spesso facendo qualche battutina per smorzare la tensione, ma il mio cuore non vedeva l’ora di arrivare alla fine, dove finalmente sarei diventata la Signora Horan.
Ci inginocchiammo e, quando sentii delle risatine alle spalle, mi voltai verso Tiffany e Marci, che a loro volta m’indicarono con lo sguardo le suole delle scarpe di Niall; mi sporsi leggermente e ridacchiai leggendo la scritta che il biondo aveva fatto sulla suola delle scarpe:
‘Ora, lei è mia.’
Anche Niall si lasciò scappare una leggera risata e la messa continuò, dopo quell’attimo di divertimento.
Arrivò il momento di scambiarci le promesse:
Niall sorrise, mentre Greg gli porgeva un quadernino, e, dopo avermi guardato per qualche secondo, cominciò a leggere:


‘Cara Diamond, quando ti leggerò queste promesse vorrà dire che avrai accettato di diventare la moglie di questo pazzo. Ti amo, Diamond, più di quanto tu possa mai immaginare; darei la vita per te, e molto altro, se ce ne fosse bisogno. Presto diventeremo marito e moglie ma, soprattutto, diventeremo genitori di due meravigliosi gemelli. Ti prometto di diventare un marito responsabile e ordinato; ti prometto che non ti farò più trovare in giro varie cartacce e, soprattutto, ti prometto di diventare l’uomo che hai sempre sognato.
So di non essere perfetto ma tu, Diamond, lo sei; ai miei occhi tu sei perfetta, perfetta per me.
Ti prometto che alla sera laverò tutti i piatti; ti prometto che ti massaggerò la schiena ogni volta che ne avrai bisogno; ti prometto che avrai la vita dei tuoi sogni; ti prometto di amarti, anche se questo lo sto già facendo da tre anni; ti prometto di amarti per sempre e di essere fedele.
Ti prometto tutte queste cose, oggi, 22 Maggio, davanti ai nostri parenti e amici.
Ti amo, Diamond, non scordarlo mai.’
Mi asciugai velocemente le lacrime e Marci mi passò il quadernino su cui avevo scritto le mie promesse, sorrisi debolmente al biondo e incominciai a leggere:
‘Caro Niall, oggi è il giorno più bello di tutta la mia vita.
Sto sposando te, l’uomo che amo più di me stessa, e non posso chiedere di meglio.
Probabilmente ora starò piangendo ma capiscimi: è da tre anni che aspetto questo momento.
Ti prometto che, quando tornerai da lavoro, ti farò trovare la cena pronta; ti prometto di diventare la moglie che hai sempre desiderato; ti prometto che, se Dio lo vorrà, di farò diventare padre tante altre volte, perché i bambini sono una benedizione dal cielo e non potrò mai desiderare una vita senza di loro.
Ti prometto che, quando starai per crollare, io ti rialzerò, proprio come un grattacielo, perché non posso immaginarmi una vita senza di te.
Ti prometto di amarti per tutto il resto della mia vita e di esserti fedele.
Ti sei sempre sottovalutato, ma tu, ai miei occhi, sei perfetto; perfetto per me.
Ti amo Niall, più di quanto tu possa mai immaginare.’
Anche Niall pianse.
Arrivò il momento di scambiarci gli anelli e sorrisi vedendo Zeus portarci il cuscino con sopra le nostre fedi;
accarezzai la piccola testolina del mio nipotino e Zeus tornò dai suoi genitori, che ci guardavano sorridendo.
Niall prese la mia fede tra le mani e disse, ripetendo le parole di Don Tuama “Prendi, Diamond, questo anello come simbolo del mio amore. Con questo, ti giuro di starti accanto e rimanerti fedele per sempre, finché morte non ci separi.”
Presi la fede del biondo tra le mani e ripetei “Prendi, Niall, questo anello come simbolo del mio amore. Con questo, ti giuro di starti accanto e rimanerti fedele per sempre, finché morte non ci separi.”
Misi l’anello all’anulare di Niall e Don Tuama annunciò, sorridendo “Col potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. Ora, puoi baciare la sposa.”
Il mio angelo biondo mi alzò il velo e lasciai che le lacrime di gioia continuassero a rigare le mie guance.
Niall si abbassò leggermente e lasciò un piccolo bacio sulla mia pancia “Nì…” sussurrai sull’orlo di scoppiare a piangere “Finalmente.” Sussurrò il biondo, prima di posare le sue labbra sulle mie.
Finalmente…
Finalmente eravamo marito e moglie.
“Vi presento il Signor e la Signora Horan.” Annunciò il prete.
Strinsi una mano di Niall e il biondo mi disse, indicandomi i ragazzi “Ecco cosa avrebbero fatto i ragazzi.” Sorrisi vedendo Louis, Zayn, Liam e Harry cantare dolcemente le parole di ‘Little Things’ e sussurrai, incredula “La prima canzone che mi hai cantato…”
Intanto che i ragazzi cantavano, il fotografo ‘improvvisato’ Harry (il fidanzato di Tiffany) ci scattò numerose foto.
“Ashton!” andai incontro al mio migliore amico “Auguri, pasticcino.” Mi sorrise il biondo, lasciandomi un bacio su una guancia “E questo bell’uomo chi è?” domandai, rivolgendomi all’uomo che teneva dolcemente la mano di Ashton “Lui è il mio fidanzato: Travis. Travis, lei è la mia migliore amica: Diamond.” Ci stringemmo la mano e Travis mi lasciò un timido bacio su una guancia “Auguroni, Diamond. Tu e Niall siete davvero una bellissima coppia.” Arrossii.
Il ristorante si rivelò una scelta davvero ottima:
Il cibo era tutto squisito, più della prima volta in cui con Niall andammo a cenare, e tutti erano entusiasti della nostra torta matrimoniale.
Mi misi in mezzo alla sala e aspettai che le donne della sala si riunissero dietro di me, in attesa del lancio del bouquet.
“Uno…” dissi, voltandomi per darle le spalle “Due…” piegai i gomiti e conclusi, ridendo “Tre!” lanciai all’indietro il mazzo di fiori e scoppiai a ridere non appena vidi chi l’aveva preso:
Ashton.
Il biondo arrossì e propose “Magari potresti rilanciarlo…” “E perché mai?” s’intromise Travis, mettendogli un braccio su un fianco “Beh… magari potrei darlo a Tiffany…” suggerì Ashton “Io e Harry non abbiamo ancora programmato nulla.” Sorrise la bionda “Ma io e te si.” Annunciò Travis, sorridendo al biondo.
Dopo qualche secondo Ashton si rese conto dell’accaduto e saltò in braccio al fidanzato “Oddio!” esclamò piangendo.
Sarebbe stato divertente vedere il matrimonio del mio migliore amico; magari anche lui si sarebbe sposato in bianco.
“Tu!” mi indicò Ashton, ridendo “Sarai la mia testimone.” Annunciò il biondo.
Abbracciai il mio migliore amico e gli sussurrai “Ne sarei onorata, piccolo.”
Aprii le danze con Robert.
“Sei diventata una donna, ormai.” Sospirò mio padre “Sarò sempre la tua bambina.” Lo rassicurai, poggiando la testa sul suo petto “Presto sarò anche nonno.” Mi ricordò lui “E io mamma.” Sussurrai.
“Potrei rubarle sua figlia?” domandò la dolce voce di mio marito.
“Ormai è tua moglie, figliolo.” Sorrise amaramente Robert, prima di lasciarmi a Niall.
“Oh, sento i bambini scalciare.” Ridacchiò il biondo, accarezzandomi la rotondità della pancia “Sono felici che i loro genitori si sono sposati.” Sorrisi, posando le braccia attorno al suo collo “Mi hai promesso di rendermi padre tante altre volte.” Sorrise maliziosamente Niall “Tutte le volte che vorrai. Così tu dovrai pulire la casa, stirare i panni, portarmi un frappè alle due di notte e massaggiarmi la schiena.” Ridacchiai divertita “Forse, più avanti, potremmo progettare anche un terzo figlio.” Optò il biondo “Per il momento pensiamo ai due che stanno per venire.” Conclusi, poggiando le mie labbra sopra le sue.
Tu sei perfetto per me.


**
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Ehi ehi! rieccomi qui!
Finalmente Diamond e Niall si sono sposati <3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto <3
La storia non è ancora finita
!
Quindi... Al prossimo capitolo!!
Baci <3
*Spazio pubblicità*

GiovannaNialler; fiocca_en Cherolhoran;Think positive & TiniloveNiall

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Capitolo 29
*** Luke and Larry ***


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Chapter 28.

Luke and Larry

Fra pochi giorni avrei dato alla luce i miei due bambini, quei due angioletti che sognavo di prendere in braccio da nove mesi.
Niall era elettrizzato all’idea di diventare genitore almeno il doppio di me; avevamo preparato la valigia, con dentro i vestiti per i due nascituri.
Ero così emozionata: sarei diventata mamma.
Intanto, Ashton stava organizzando il suo matrimonio.
Ci trovavamo nell’appartamento che il mio migliore amico aveva affittato per starmi vicino in questi giorni, sfogliando una rivista di abiti da sposo; dall’altra parte di Mullingar, intanto, Niall si trovava nel nostro appartamento insieme a Travis, impegnati in chissà cosa.
“Quindi… ti sposerai in bianco?” domandai ad Ashton, curiosa di ricavare qualche particolare prezioso sul vestito dello sposo “Possibile.” Ridacchiò il biondo, non staccando gli occhi dalla sua rivista “Sei uno stronzo, Ash. Sono la tua migliore amica e non mi dici niente!” mi lamentai, incrociando le braccia sotto il seno “Andiamo, pasticcino, lo sai che ti voglio bene. Però questa volta non posso dirti niente; lo sai anche tu che hai la lingua troppo lunga.” Mi ricordò Ashton, alludendo al giorno in cui, involontariamente, confessai a Travis che il mio migliore amico aveva una cotta nei suoi confronti.
Arrossii, mettendo poi il muso “Andiamo, pasticcino, non mettere il muso. Okay, va bene: mi sposerò in bianco.” Risi entusiasta, per poi saltargli in braccio.
“Lo sapevo! Lo sapevo!” esclamai prendendo in giro Ashton.
Un forte dolore al ventre mi mozzò il fiato, facendomi piegare in due dal dolore “Pasticcino, stai bene? Che succede?” mi domandò il biondo, preoccupato “Ash…” mormorai, stringendogli un braccio “M-mi si sono rotte le acque.” Annuncio.
Ashton sgranò gli occhi, colto in contropiede dalla mia rivelazione inaspettata.
“Chiamo subito Niall e Travis.” Disse il biondo, prendendo da una tasca dei jeans stretti il cellulare “Cazzo, Ash! Sto per partorire e tu chiami?! Portami all’Ospedale e chiamali quando siamo in macchina!” gridai, irritata dal comportamento del mio migliore amico.
Non gli avrei mai risposto così, però stavo per partorire ed avevo una certa urgenza.
“Oh, si. Scusa…” “Ash!” lo richiamai ringhiando.
Il biondo mi accompagnò velocemente alla porta; prendemmo l’ascensore e, in pochi secondi, ci ritrovammo nel sotterraneo del condominio dove si trovavano tutte le macchine dei condomini.
Presi il cellulare del mio migliore amico mentre lui era indaffarato a guidare; composi il numero di Niall per poi portarmi il cellulare accanto ad un orecchio.
“Ehi, piccola. Che succede?” mi domandò Niall “Nì: stai per diventare padre.” Gli comunicai.
“I-io… O Dio, Diamond, dici sul serio?” sbuffai, facendo roteare gli occhi “No, guarda: ti sto prendendo in giro. Certo che dico sul serio, Niall!”
Gemetti dal dolore, portandomi una mano sul ventre “State andando all’Ospedale St. Patrick?” mi chiese il biondo, agitato “Sì, Nì. Tu ci raggiungi lì?” gli domandai, rilassandosi leggermente “Arrivo fra una decina di minuti.” Annuii, per poi chiudere la telefonata.

Sarei diventata madre.
E questa cosa mi impauriva.

**

“Dove cazzo è Niall?!” quasi urlai, dopo aver superato un’altra dolorosa contrazione “Sta arrivando, Dia. Respira, stai calma.” Mi tranquillizzò Ashton, stringendomi una mano.
Entrambi guardammo il piccolo computer che segnava l’arrivo di una contrazione.
“H-ho paura, Ash.” Ammisi, tirando su col naso “No, pasticcino. Guardami: sarai una madre perfetta. Ci sono io con te, e ci sarà anche Niall presto.” Il biondo mi asciugò le lacrime, per poi lasciarmi un bacio sulla fronte.
“Diamond!” urlò il mio angelo biondo, correndo verso di me “Piccolo.” Sussurrai, stringendo Niall tra le mie braccia “Stai tranquilla, ci sono io accanto a te. Presto diventeremo genitori.” Annuii.
Un’altra contrazione mi fece piangere dal dolore.
“Allora, vogliamo farli nascere sì o no questi bambini?” alzai lo sguardo, per poi scoppiare a ridere vedendo il dottor Jackson.
“Lei è pazzo, dottore. È venuto da Londra solo per questo?” gli domandai, poggiando la schiena contro il cuscino “Ovvio. Mi sarei sentito in colpa non venendo qui.”
Il dottore guardò il piccolo computer, premette un pulsante e annunciò “Possiamo andare in sala parto.” Strinsi la mano di Niall e il biondo mi lasciò un casto bacio sulle labbra “Siamo entrati in due, ed usciremo in quattro.” Mi sorrise mio marito.
Delle infermiere mi portarono in sala parto, fecero vestire Niall e mi comunicarono che, fra pochi minuti, avrei dovuto incominciare a spingere.
Mio marito mi strinse una mano, sorridendomi “Dai, piccola, pensa a Luke e Larry. Fra poco potrai prenderli in braccio.” M’incoraggiò il biondo.


Spinsi.
Spinsi.
Spinsi.
Le lacrime mi rigarono le guance.
Le grida riempirono la stanza.
Poggiai la schiena sul cuscino, sfinita, e l’unico suono che si udì nella sala fu il pianto di un neonato.
Niall lasciò la mia mano, mentre mi riposavo sul cuscino per pochi minuti.
“Piccola, devo farti conoscere una persona.” Mi sussurrò il biondo.
Aprii lentamente gli occhi, per poi sorridere vedendo mio marito con in braccio Luke.
Niall mi poggiò il neonato sulle braccia.
Sorrisi, vedendo quanto piccola fosse quella creaturina; gli baciai ripetutamente la fronte, mentre le lacrime di gioia mi facevano singhiozzare.
Accarezzai leggermente la testolina con pochi capelli biondi di Luke.
Un’ostetrica mi si avvicinò, ma strinsi maggiormente Luke al mio petto “Signora, non può tenere il bambino intanto che partorisce.” Mi spiegò lei “Starà tra le braccia di suo padre, allora.” Conclusi, per poi ridare Luke a Niall.
“è tutto suo padre.” Sussurrai, sorridendo.


Pochi minuti dopo, un altro pianto fece capolinea nella sala.

Niall tagliò il cordone ombelicale, assistette al primo bagnetto di Larry e poi mi porse il mio bambino.
Larry e Luke era l’uno l’opposto dell’altro.
Luke aveva i capelli biondi, mentre Larry i capelli castani.
Gli occhi presto avremmo scoperto di che colore fossero.

“Amore della mamma.” Sussurrai a Larry, mentre gli stringevo una manina.
“I nomi?” domandò il dottor Jackson, sorridendo “Luke James Horan e Larry Horan.” Annunciai, sorridendo.
“Piccola…” sussurrò Niall, con gli occhi lucidi “Te l’avevo promesso, angelo.” Gli ricordai.
Ci scambiammo un piccolo bacio, per poi tornare con lo sguardo sui nostri bambini.
“è incredibile di cosa sia capace la natura.” Ammisi, incredula “Già.” concordò il biondo.
“Niall?” “Dimmi.” Gli accarezzai una guancia ruvida, ci lasciai su un bacio e confessai “Ora, sono felice.” Niall ricambiò il sorriso, mi strinse la mano e annuì “Anch’io, ora, sono felice.”

Felicità.
Una parola, otto lettere e un immenso significato.
Benvenuti al Mondo, Luke James e Larry Horan.

 

 

 

LOOK AT ME!
Ciao a tutte ragazze!!
Scusate per l'immenso ritardo
ma queste settimane sono state
piene di verifiche e non ho proprio
avuto tempo per aggiornare.
Finalmente Luke e Larry sono nati!
Aww <3
Mille grazie per le magnifiche recensioni!!
Cercherò di aggiornare al più presto <3
Riusciamo ad arrivare a 10 recensioni?
Baci <3

 

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Capitolo 30
*** My baby ***


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My baby

Sorrisi, notando la piccola manina di Larry che stringeva il mio mignolo.
Era incredibile quello che era appena accaduto: ero diventata madre.
Lasciai un lieve bacio sulla testolina del mio piccolo, per poi passare a coccolare Luke.
“Ti amo.” Sussurrò una roca voce alle mie spalle, facendomi sorridere “Ti amo anch’io.” Dissi, voltandomi verso il mio angelo.
Niall lasciò un dolce bacio sulle mie labbra, per poi prendere in braccio Luke “Ti assomiglia molto.” Noto “Larry invece è tutto uguale a te.” Sorride il biondo.
Bussarono alla porta e Niall si affrettò ad aprire “Ehi, piccolina.” Mi sorrise mia madre, entrando insieme a Nick e Robert.
“Ehi, nonnina.” La presi in giro; ci abbracciammo affettuosamente.
“Auguri, bambina mia.” Mi sorrise mio padre, baciandomi la fronte “Grazie, papà.” Ricambiai il sorriso.
I tre si avvicinarono ai bambini, inteneriti da cotanta dolcezza.
“Lui è Larry.” Dissi, indicando il bambino dai capelli marroni “E lui è Luke James.” Continuai, indicando il bambino tra le braccia di mio marito.
“Luke?” chiese Robert, con un velo di tristezza “Luke James.” Annuii.
Luke…
Larry emise un urletto, facendomi sussultare “Piccolo.” Risi, intanto che lo prendevo in braccio; il mio piccolo aprì leggermente gli occhi, facendomi portare una mano davanti alle labbra “Nì, vieni.” Dissi. Niall si avvicinò e sussurrai, incredula “Ha un occhio azzurro e uno marrone.”
Il piccolo ci guardava, con un pollice in bocca “Può danneggiare la vista?” chiesi, preoccupata “Andrò a chiamare il dottor Jackson.” Mi tranquillizzò mio marito.
Un altro urletto uscì dalla bocca di Larry “Hai fame, piccolo?” sorrisi, accarezzandogli le morbide guance “Noi usciamo, allora.” Disse mia madre “Ci vediamo dopo.” Li salutai.
Dopo che furono usciti mi scoprii un seno e allattai il mio piccolo.
‘È incredibile’ pensai.

“Hanno preso la tua famelicità.” Commentai, rivolgendomi al lungo allattamento di Luke e Larry.
“Forse il tuo latte è troppo buono.” Ammiccò Niall, posando Luke nella culla.
Arrossii “Sei sempre il solito.” Borbottai, sorridendo “Ti sei ripresa dal parto? Hai sofferto parecchio.” Mi domandò il biondo, accarezzandomi il viso “Niente che una buona dormita non possa risolvere.” Lo rassicurai, stringendogli la mano “Domani parlerò col dottor Jackson per gli occhi di Larry.” Disse Niall, storcendo il naso “Ho paura per il mio piccolo.” Sussurrai, guardando Larry dormire beatamente nella sua culla “Andrà tutto bene, te lo prometto.” Mi rassicurò il biondo.
Annuii, però credendoci poco.
Bussarono alla porta e Niall andò ad aprire “Posso entrare?” domandò un Justin incerto “Vuoi vederlo?” chiese il biondo, guardandomi “Sì.” Sussurrai, annuendo.
Il moro entrò nella stanza, con una scatola in mano “Ehi, come va?” mi domandò “Bene, grazie. Tu? Come mai ancora a Mullingar?” gli chiesi “Mi hanno avvisato del tuo parto, allora sono corso il prima possibile qui.” Mi sorrise.
Annuii, poi Justin mi porse la scatola “è un pensierino per i bambini, spero che ti piaccia.” “Non dovevi disturbarti.” Lo rimproverai, intanto che sciolsi il fiocco della confezione.
Aprii la scatola, trovandoci dentro due orsacchiotti; essi avevano sopra una maglietta blu e, su di essa, c’erano i nomi ricamati dei miei bambini ‘Larry’ e ‘L. James’.
“Sono sicura che li adoreranno. Grazie, Justin.” Gli sorrisi, dolcemente “Di niente, Diamond.”
Ci guardammo negli occhi.
Scorsi nei suoi la tristezza e il rammarico; non erano luminosi come sempre, no.
E guardando quegli occhi, mi rivenne in mente il giorno in cui ci eravamo fidanzati.

“Jus? Dove sei?” chiesi, guardando nel bungalow appartenente a Justin e Harry.
“Boh!” esclamò il moro alle mie spalle, facendomi urlare dalla paura “Sei uno stronzo!” gridai, con il cuore che batteva a mille.
Per lo scherzo o per lui?
“Andiamo, volevo solo spaventarti.” Spiegò Justin, stringendomi una mano “Stavo per morire d’infarto!” esclamai, arrossendo subito dopo per via delle nostre mani intrecciate “Mi dispiace.” Sussurrò il moro, facendo toccare i nostri nasi “Non ti perdonerò così facilmente.” Sorrisi, facendomi desiderare.
Justin poggiò le mani sui miei fianchi, facendomi arrossire maggiormente “Adoro quando arrossisci per causa mia.” Sussurrò il moro, lasciando un bacio su entrambe le mie guance.
“Jus.” Mormorai “Dimmi, Pucci.” Sorrise Justin.
“Ti amo.” Sussurrai, incrociando le braccia attorno al suo collo “Ti amo anch’io, Pucci.” Disse lui a bassa voce, quasi come se fosse un segreto.
Il nostro segreto.
“Se ti bacio mi dai uno schiaffo?” domandò Justin, preoccupato per la sua faccia “Te lo do se non mi baci immediatamente.” Ridacchiai.
Il moro baciò lentamente le mie labbra, facendomi credere di aver appena varcato le porte del Paradiso.
Il mio primo bacio a lui, il mio primo fidanzato.


“Puoi lasciarci da soli due minuti?” chiese Justin a Niall “Non credo sia una buona idea.” Si oppose il biondo, stringendo i pugni “Nì.” Lo chiamai “Solo due minuti.” Dissi.
Il biondo lasciò un’occhiataccia a Justin, per poi uscire dalla porta.
Eravamo soli.
“Non me ne sono mai andato da Mullingar.” Confessò Justin, a bassa voce “Torna a Londra, Jus.” Lo pregai, sapendo dove voleva andare a parare “Non è facile come sembra.” Sospirò il moro, passandosi una mano tra i capelli “Lo so, ma tu puoi farcela.” Lo incoraggiai, sorridendo.
Justin si avvicinò ai bambini, soffermandosi soprattutto su Larry “Sono davvero adorabili.” Mormorò il moro, accarezzando una manina di Larry “Sono i miei piccoli.” Sorrisi.
“Spero di poterti rivedere presto, Diamond.” Disse Justin, spostandosi dai bambini “Magari a Londra.” Aggiunse “Spero di poterti vedere con una donna al tuo fianco, Justin.” Sospirai, passandomi una mano sulla faccia “Possibile.” Ridacchiò lui.
“Justin…” lo chiamai, intanto che il moro si era avvicinato alla porta “Dimmi.” Sorrise lui “Torna a Londra, per sempre.” Marcai le ultime parole.
Il suo sorriso si spense “Sono passati due minuti.” Disse Niall, entrando nella stanza “è un addio?” domandò Justin, non importandosi dell’ingresso del biondo “Sì.” Annuii, decisa “Addio, Diamond.” Disse lui, mentre una lacrima rigava una sua guancia “Addio, Justin.” Conclusi.
Justin uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
“Piccola…” sussurrò Niall, avvicinandomisi “Ho sonno, Nì. Ne parliamo domani.” Lo precedetti.
“Buonanotte, mogliettina.” Sorrise il biondo, baciandomi una guancia “Notte, paparino.” Ricambiai il sorriso.

Niall’s pov.

Mi assicurai che Luke e Larry stessero dormendo profondamente, prima di lasciarmi cadere sulla poltrona situata affianco al letto di mia moglie.
Non ebbi neanche il tempo di fare mente locale degli avvenimenti successi in quella meravigliosa giornata che i miei occhi si chiusero, facendomi cadere in un sonno profondo.

“Diamond!” sorrisi, andando incontro alla rossa “Ehi, ciao Nì.” Mi salutò lei allegramente “Hai visto i bambini?” le domandai “Sono degli amori.” Confermò Diamond.
“è l’ultima volta che ci vedremo, Niall.” Mi avvisò lei “Perché?” le chiesi, corrugando la fronte “Devi vivere la tua vita da solo, Niall.”
“Qual è il tuo ultimo desiderio?” mi domandò Diamond, sorridendo.
“Voglio vedere la vita di Diamond senza di me.” Risposi.
Lei annuì, dopo poco mi comparve davanti una camera da letto, che non era né la mia né quella della rossa.

“Piccola! Sono a casa!” una voce maschile annunciò “Arrivo!” rispose Diamond.
La rossa uscì dal bagno e il ragazzo nella camera da letto.
Luke.
“Ho una bellissima notizia!” sorrise Diamond “Amo quando sei così felice.” Ricambiò lui il sorriso, posandole un bacio sulle labbra.
“So che è un po’ presto però… sono incinta!” annunciò lei, con un sorriso che le partiva da un orecchio e le finiva dall’altro.
“Piccola…” sussurrò Luke, sedendosi sul letto “Non sei felice?” chiese Diamond, sedendosi accanto a lui “Certo che lo sono, piccola… però, ho paura per il bambino. Insomma, sai che il mio lavoro non è per niente sicuro.” Sospirò il biondo.
La rossa gli strinse una mano, come per rassicurarlo “Sono sicura che sarai il miglior padre del Mondo. Ti amo, Luke.” “Ti amo anch’io, Diamond.” Sorrise Luke, per poi lasciarle un bacio sulle labbra.


Guardai Diamond, con le lacrime agli occhi: Lei avrebbe avuto una bellissima vita anche senza di me.
“Vuoi sapere la fine della loro storia?” mi domandò lei “Si sposano e vivono felici, no?” ipotizzai “Diamond morirà, al terzo mese di gravidanza; tuo zio le sparerà mentre abbracciava Luke. Luke si suiciderà.” Raccontò Diamond.
“M-mio zio?” chiesi, incredulo “Le hai salvato la vita, Niall.” Mi sorrise lei, poi scomparve.


Mi sveglia con il fiato corto e il cuore a mille.
I bambini stavano emettendo dei mugolii, prossimi agli urletti per la fame; mi alzai velocemente, prendendo entrambi in braccio.
“Ehi, amori di papà, avete fame?” gli chiesi, sorridendo.
Entrambi portarono il pollice alla bocca, facendomi capire che la loro fosse una risposta affermativa.
“Adesso svegliamo piano la mamma, allora.” Sussurrai.
Mi avvicinai al letto dove dormiva mia moglie, sentendomi un po’ in colpa nel doverla svegliare.
“Piccola.” Sussurrai, scuotendole una spalla “Nì, che succede?” chiese lei ancora assonata “I piccoli hanno fame.” Risposi.
Diamond si mise a sedere, poggiando la schiena sul cuscino.
“Dammi prima Larry, dopo la prima poppata passami Luke; alla seconda facciamo la stessa cosa della prima.” Mi spiegò lei.
Sorrisi, vedendola allattare i nostri figli.
Ci guardammo negli occhi, facendomi provare tutto quello che avevo sentito il giorno in cui ci eravamo conosciuti.
Ora ne ero certo:
Era lei che mi aveva salvato la vita.


**
Ciao a tutte!
Scusate per l'immenso ritardo ma ogni volta
che scrivevo il capitolo non mi piaceva e lo
cancellavo :c
Finalmente ho trovato una versione che mi piace
e ho deciso di postarla :)
Spero che piaccia anche a voi <3
Mi dispiace dirlo, ma il prossimo capitolo sarà
quello finale.
Non ci credo che anche questa storia finirà :c
Scusate se non vi ho risposto alle recensioni, ma
perdonatemi col fatto che ho avvisato tutte le meravigliose
persone che hanno recensito il capitolo precedente <3
Un milione di baci,
Diamond_Love_Horan <3


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Niall & Larry
 

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Capitolo 31
*** Epilogo ***


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Epilogo


Sixteen years later…

“è pronto!” annunciai, posando anche l’ultimo piatto sulla tavola.
Luke e Casey si precipitarono a sedersi, aspettando impazienti di mangiare.
La porta d’ingresso si aprì, rivelando una chioma riccioluta entrare “Larry!” esclamai, correndogli contro “Perché sei arrivato così tardi?” gli chiesi “H-ho perso la metro.” Rispose Larry, tenendo il capo basso “Larry, guardami.” Gli imposi.
Il moro alzò il viso, rivelandomi un occhio nero “Come hai fatto?” gli domandai “Sono caduto.”
“Vieni, ti medico l’occhio.” Sospirai “E voi non mangiate finché non torniamo!” avvertii i tre seduti a tavola.
Entrammo in bagno, lo feci sedere sul cornicione della vasca e presi il disinfettante “Come fai a procurarti un occhio nero cadendo?” gli chiesi.
“Come procede qui?” domandò Luke, poggiandosi allo stipite della porta “Credo che in una settimana dovrebbe guarire.” Risposi, buttando nel cestino l’ovatta imbevuta di disinfettante.
“Larry, posso parlarti?” chiese Luke “C-certo.” Balbettò il più piccolo, seguendo il maggiore nella loro camera da letto.
Sapevo che fosse sbagliato, ma lo feci ugualmente.
Mi avvicinai alla porta, cercando di udire la maggior parte della loro conversazione.
“Le hai detto chi è stato?” domandò Luke “N-no.” Rispose Larry “Non dovevi dire quelle cose a Frank.” Sospirò il maggiore “Scusa, ma non mi sono trattenuto.” Disse mortificato il moro “Domani ci parlo io.” Lo rassicurò il biondo “Grazie, fratellone.” “La prossima volta chiamami se sei nei casini, non faccio football per niente.” Ridacchiò Luke, provocando una risatina anche al fratello.
Poggiai la schiena contro il muro affianco alla porta, aspettando che i miei due gemellini uscissero.
Quando la porta si aprì, sorrisi trovando Luke e Larry abbracciati “Amo quando andate d’accordo.” Confessai “Noi amiamo quando tu sei felice.” Sorrise Larry, per poi abbracciarmi.
“Dai, andiamo a tavola.” Conclusi.

“Noi andiamo a lavoro!” esclamò Niall, mettendo un braccio attorno alle spalle di Casey “State attenti.” Mi raccomandai “Anche noi usciamo.” Disse Luke “Insieme?” chiesi “Andiamo a prendere un gelato.” Annuì Larry “State attenti.”
Rimasi da sola in casa, continuando a strofinare la spugna sui piatti.
Era da un annetto che Casey andava a lavoro con Niall; le piaceva molto la meccanica e l’avevamo iscritta apposta in una scuola dove si studiava quella materia.
Larry e Luke frequentavano la stessa scuola, ovvero quella dove Niall si era diplomato.
Luke aveva una passione incredibile per lo sport, in modo particolare per il football americano.
Larry, invece, non aveva una passione ben precisa; gli piaceva scrivere, ma suonava anche.
Ormai avevo perso tutti i contatti con i miei amici:
Tiffany e Harry erano rimasti a Londra, con la loro bambina;
I ragazzi dovevano essere in America, tentando la carta della fortuna lì.
Solo Ashton era rimasto a Mullingar, con suo marito Travis.
Mi asciugai le mani, per poi dirigermi verso la parete dove avevamo deciso di appendere tutte le nostre foto.
Sorrisi, ricordandomi di quei magici momenti:
Il primo Natale di Luke e Larry;
Il loro primo compleanno;
Casey in braccio a Luke e successivamente a Larry;
I miei tre angioletti, nel loro primo giorno di scuola elementare;
Luke alzato dai compagni con in mano la coppa del torneo.
Mi asciugai una lacrima, incredula che ormai tutto quel tempo sia passato.

Ma la storia di Luke, Larry e Casey è tutt’altra storia;
che forse vi racconterò…

 
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Buon 2014!
Anche un altro anno è passato, e con
lui anche 'You're perfect to me'.
Sono desolata di interrompere questo bellissimo
giorno, ma purtroppo devo dirvi una cosa che
non va presa sotto gamba:
Nei giorni precedenti ho assistito a due casi:
1) Una ragazza ha avuto la brillante idea di
riscrivere pari pari la mia storia, cambiando solo
i nomi ai personaggi (bannata).
2) una ragazza mi ha inviato un messaggio, chiedendomi
gentilmente di poter riscrivere la mia storia cambiando
solo i nomi (NO)
La storia è il frutto della mia fantasia;
In più è stata scritta secondo le caratteristiche di
Niall Horan, e dei sentimenti che provo per lui.
Non credo che avrebbe senso riscrivere la storia
solo con un altro componente della band.
Tutte abbiamo la fantasia, dobbiamo solo
imparare ad usarla.
Detto questo, vi mando un bacione.
(Alla prossima?)
Diamond_Love_Horan

 

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