Tutti al mare.

di Inu_Ran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1:Scelte ***
Capitolo 2: *** Cap. 2: Inuyasha vs il costume. ***
Capitolo 3: *** Cap. 3: Finalmente al mare. ***
Capitolo 4: *** Cap. 4: Ritorno alla normalità. ***



Capitolo 1
*** Cap. 1:Scelte ***


                         Tutti a mare.

Cap. 1: Scelte.

“Inuyasha, voglio tornare a casa.”
L’estate era arrivata alle porte, il caldo era insostenibile. Erano passate tre settimane dall’ultima volta che Kagome era stata a casa sua. Aveva voglia di andare al mare, di lasciare quel mondo fatto di demoni, umani malvagi e creature spaventose. Aveva bisogno di una pausa. Ma come poteva abbandonare tutto, anche se per un giorno, per rilassarsi? Il mezzo demone non le avrebbe permesso di allontanarsi da lui. Un po’ perché voleva trovare tutti i frammenti dello Shikon, per poi sconfiggere Naraku, un po’, anche se non l’avrebbe mai ammesso, poiché la ragazza le sarebbe mancata terribilmente con la conseguenza di essere scontroso con tutti. Tante volte, vista la troppa permanenza nell’altro mondo, era andata a prenderla ma ogni volta succedevano cose assurde: aveva dovuto aiutare il suo fratellino Sota a dichiararsi, quella situazione gli aveva creato un grande imbarazzo, aveva fatto compere con Kagome, un'altra volta le aveva rotto la bicicletta, e per ripararla l’aveva rotta ulteriormente in seguito per avere soldi lavorava per il nonno, ancora non si capacitava di come la rabbia della ragazza fosse svanita non appena le sue compagne avevano lasciato casa sua.
“Devi sostenere altri esami?” 
“No, ma visto che l’estate è arrivata volevo andare al mare.” Rispose la ragazza comprendendo che non sarebbe stato facile convincerlo.
“Allora non se ne parla. Non puoi farti una nuotata nel fiume al villaggio?” chiese il mezzo demone come se quella idea fosse stata geniale.
“Non capisci niente. Ho bisogno di una vacanza, senza la pura che nuotando al villaggio qualcuno mi attacchi o mi rapisca e cose del genere. Perché non vuoi capire? Sei un egoista.”
“Io sarei un egoista? Sei tu che vuoi perdere tempo in cose futili.” Poco lontano da lì Miroku, Shippo e Sango non prevedevano niente di buono. Per questo il monaco decise di aiutare Kagome nella lotta con il suo amico.
“Inuyasha, falla andare. Siamo tutti stanchi,abbiamo bisogno di una pausa. Non siamo come te, noi abbiamo bisogno di riposarci.”prese un profondo respiro e poi continuò”Anzi perché non vai anche tu con Kagome e passi una giornata al mare.” All’udire quelle parole gli occhi di Kagome iniziarono luccicare al solo pensiero di passare una giornata con il mezzo demone, al contrario la povera vittima non prevedeva niente di buono.
“Non esiste. Io non perdo tempo in queste cavolate.” Si girò verso la ragazza e ciò che vide lo fece rabbrividire. 
“Inuyasha.” Disse con occhi omicidi.
“S-si” lui si fece piccolo, non la fisso negli occhi, perché sapeva che la condanna divina stava arrivando.
“A cuccia” una forza a lui conosciuta lo scaraventò al suolo fracassandogli le costole.
“Sei un egoista, antipatico, tu mi lascerai andare perché non mi comandi.” Nel frattempo che parlava metteva la parola ‘ a cuccia’ tra un insulto e l’altro” Io non faccio cose stupide.” La ragazza sbatté i piedi a terra e si diresse verso il pozzo. Il mezzo demone che non riusciva a muoversi pronunciò il suo nome ma venne scaraventato di nuovo al suolo. Kagome salutò i suoi tre compagni e saltò giù. Dopodiché s’incamminò verso casa sua. 

“Ciao Kagome che bello rivederti, come mai sei arrabbiata?” domandò serafica sua madre.
“Niente lasciamo perdere, io vado a rilassarmi. Oggi mangio a casa.” Detto questo andò verso la sua stanza e si buttò a peso morto sul letto. 
-Stupido, idiota, egoista,antipatico- iniziò ad insultare mentalmente , con tutte le parole che conosceva e in tutte le lingue, il mezzo demone. Stanca di pensare si addormentò, più tardi avrebbe trovato altri insulti. 

Dall’altra parte del pozzo Inuyasha, vivo per miracolo, batteva un piede a terra e picchiettava con le unghie sulla superficie , ormai rovinata, del pozzo. 
“Perché non metti da parte il tuo orgoglio e vai da lei. Credimi un pausa ti sarà utile.” Cercò di convincerlo il monaco ma Inuyasha era troppo orgoglioso. Miroku sbuffò e s’incamminò al villaggio seguito dal piccolo demone volpe, Sango e Kirara. Non appena fu da solo guardò prima a destra, poi a sinistra e solo quando non vide nessuno all’orizzonte si buttò nel pozzo.  Con passo felpato e con una grande agilità si ritrovò davanti la finestra della stanza della ragazza. L’aprì con delicatezza, non voleva farla arrabbiare più  del dovuto, ed atterrò davanti il suo letto. 
“Sta dormendo.“ sussurrò dispiaciuto. Portò una mano sulla sua guancia e, stando attento a non ferirla, l’accarezzò. La sua pelle era candida proprio come la neve. Poi si spostò sui suoi capelli e si rese conto di quanto fossero lisci e vellutati, erano un contrasto con la sua nivea pelle. Senza che il suo cervello gli avesse dato l’ordine passò alle sue labbra, segnandone i contorni. Erano così morbide, rosee, candite … Kami  quanto avrebbe voluto baciarle. Gli occhi di Kagome si schiusero e lui ritrasse immediatamente le mani. La ragazza ancora addormentata non si accorse di nulla e solo quando mise a fuoco l’individuo davanti a lei si sedette.
“Che ci fai qua?” disse con la voce ancora impasta dal sonno.
“Volevo”- metti da parte l’orgoglio, metti da parte l’orgoglio-si ripete mentalmente”sono venuto a farti le mie…”
“Le tue?” chiese sicura che la parola che seguiva era ‘scusa’.
“Le mie scuse. Ho riflettuto che non c’è fretta quindi divertiti a mare. Io torno al pozzo mangia ossa.” La faccia di Inuyasha s’incupì perché di lasciare la ragazza non gli andava proprio. Fece un profondo respiro e spiccò un salto per uscire fuori dalla stanza, ma fu trattenuto da una manica dalla ragazza che lo fissava con un enorme sorriso. 
“Puoi rimanere qua, potremo andare al mare insieme e poi tornare all’epoca Sengoku. Credimi ci divertiremo tantissimo.” Il suo sorriso divenne più grande e lui non ebbe il cuore di dirle di no.
“Va bene.” Disse rassegnato.
“Ascolta prima dobbiamo andare a comprarti un costume, una maglietta e delle scarpe. Non prima di aver pranzato. Meno male che i centri commerciali fanno no stop.” L’ultima parte la disse fra se e se perché il mezzo demone si era bloccato sulla parola ‘costume’, non capiva cosa fosse.
“Kagome, cos’è un costume?”chiese dubbioso.
“Il costume è un indumento che s’indossa quando solitamente si va al mare. Poi ti devo comprare una camicia, non ti preoccupare è una specie di maglietta con i bottoni …”Inuyasha era sempre più confuso”e delle scarpe poiché al contatto con la sabbia i tuoi piedi ti brucerebbero.”
“Tsk, i miei piedi possono resistere a tutto.”
“Si come no? Comunque andiamo a mangiare e poi usciamo.” Alla parola cibo il cervello di lui si staccò. Amava tanto quel cibo ninja, tranne quello troppo piccante. Il pranzo durò un ora in tutta tranquillità se non fosse che Inuyasha mangiava come un animale, del resto era metà cane, senza le posate ma con le mani. Ogni volta che la ragazza lo fissava un enorme gocciolone le spuntava dalla testa mentre sua madre rideva a quella scena. 

“Mamma, noi stiamo andando. Penso che saremo qui all’ora di pranzo.” Prese il cappellino e lo mise sulla testa del mezzo demone.  Dopo dieci minuti furono davanti al centro commerciale. Entrarono e Inuyasha si meraviglio di quante persone fossero lì dentro. Fu trascinato in un negozio e costretto a guardare mille costumi. Non sapeva decidere perché non ne capiva il motivo, la sua veste era perfetta era anche un’armatura quindi perché comprare il costume?. Alla fine Kagome ne scelse tre che erano a pantaloncino: il primo era tutto rosso,abbastanza semplice, l'altro aveva stampati degli enormi fiori azzurri con lo sfondo marrone ed infine l’ultimo era a pallini gialli e blu. L’accompagnò al camerino e gli diede i tre indumenti.
“Provatene uno. Quando hai finito chiamami che voglio vedere come ti stanno.” Disse Kagome chiudendo la tendina rossa del camerino. Inuyasha, ormai solo, prese i costumi e li guardò.
Adesso cosa doveva fare?


Angolo di quella pazza dell’autrice:
Come mi è uscita una cosa del genere? Davvero non ne ho idea XD. Sarà per il caldo in Sicilia, per la voglia di mare ma fatto sta che ho pensato ad Inuyasha al mare, come si comporterebbe?. Spero di non aver fatto i personaggi  OOC. Diciamo che Inuyasha non sempre lascia andare Kagome a casa. Mi sono messa a ridere al pensiero del mezzo demone con in mano un costume, in quell’epoca non erano presenti quindi cosa farà?. Per ora diciamo che è stato piuttosto tranquillo ma il prossimo capitolo sarà una lotta vi dico solo il nome: Inuyasha vs il costume. Ringrazio tutti per aver letto, recensito o messo in una delle tre liste.
Un bacione e alla prossima ^^

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Capitolo 2
*** Cap. 2: Inuyasha vs il costume. ***


Cap. 2: Inuyasha vs il costume.
“Ehm... Kagome. Questo coso dove dovrei metterlo?” chiese dubbioso il  povero Inuyasha che ancora si chiedeva cosa ci facesse lui lì.
“Che domande fai? Dove lo vuoi mettere? In testa?.” Per la ragazza quella era stata una domanda stupida e la sua risposta era ironica, ma il mezzo demone, non colse l’ironia nelle sue parole, e la prese alla lettera. Scelse il costume rosso perché ai suoi occhi era il più normale, non si sarebbe mai messo un costume a fiori o  a pallini aveva una reputazione da mantenere. L’indumento aveva l’elastico quindi  si sarebbe allargato, Kagome l’aveva scelto perché non avrebbe dato fastidio al mezzo demone non pensava che lui invece l’avrebbe usato come cappello,lo prese da entrambe l’estremità e delicatamente lo entrò nella sua testa fino alla fronte. Uscì dal camerino un po’ titubante e incontrò il viso della ragazza che alla sua vista voleva sprofondare. Le commesse ed anche i clienti risero mascherando quanto più potevano la loro ilarità. Kagome si maledisse per averlo portato , voleva sciogliersi per poi unirsi al pavimento. Prese per un braccio Inuyasha e lo trascinò dentro il camerino.
“Idiota non s’infila così. Devi infilarlo dalle gambe.” Disse  come una furia la mora.
“Ma tu avevi detto che dovevo metterlo in testa.” Cercò di giustificarsi.
“Scherzavo. Provalo ma questa volta bene, non possiamo perdere tutto questo tempo.” Sbuffò per poi uscire. Inuyasha si levò la sua veste e la posò delicatamente nello sgabello, cioè prese tutto l’appallottolò per poi buttarla a terra, amava l’ordine.  Prese il costume, e stavolta senza sbagliare parte del corpo, lo entrò dalle gambe. All’inizio del costume c’era un laccio che , anch’esso elastico, finì sotto i piedi del mezzo demone e quando egli l’alzò il laccio partì colpendo l’occhio di Inuyasha. Indietreggiò di qualche passo, toccandosi con una mano la parte  ferita, e inciampò nello sgabello.  Per non cadere, causandosi altro dolore, si tenne alla tendina che come poteva essere prevedibile, se non fosse che il cervello del mezzo demone era ristretto, non solo si ruppe ma cadde anche a terra. Kagome che si era seduta un attimo, cercando di riprendersi dalla brutta figura, si girò di scatto vedendo la scena. Inuyasha mezzo nudo, fortuna che la tenda copriva la parte inferiore, stava disteso a terra con una mano che premeva sull’occhio e imprecando contro quell’indumento  che gli stava causando solo guai. Dire che la ragazza era imbarazzata era poco, aveva anche avuto l’istinto di uscire da lì e fare finta di non conoscerlo, ma la sua coscienza non glielo permise. Si avvicinò a lui e cerco di controllarsi il più possibile, dopo gliel’avrebbe fatta pagare.
“Inuyasha…” contò fino a dieci prima di continuare.” Rivestiti, cambia camerino e riprovati quel dannatissimo costume. Se stavolta combini qualche danno giuro che ti uccido a forza di a cuccia.” A quella parola il suo corpo fu scaraventato a terra ma non fu tanto doloroso perché tanto a terra c’era da un bel po’.
“Va bene.” Disse spaventato Inuyasha. La mora, mentre Inuyasha faceva come gli era stato ordinato, si scusò più e più volte con le commesse dicendo che era inciampato e che non aveva l’intenzione di rompere tutto. La verità era che il mezzo demone voleva uscire Tessaiga e spaccare tutto, magari con un Bakuryuha . Kagome si diresse al posto delle torture, meno male che a quell’orario non c’erano tante persone o gente che la conoscesse,  e dal nuovo e intatto, si sperava, camerino uscì con indosso il costume messo bene. Ai suoi occhi tutta la rabbia che provava un momento prima scomparve e le sembrò che attorno a lei esiste solo il mezzo demone. Ma  non fu il solo a guardarlo, le commesse infatti ammiravano e commentavano lo spettacolo del mezzo demone.  I suoi addominali scolpiti, i lunghi capelli argenti che ricadevano delicatamente sulla sua schiena, era meraviglioso ed era suo. Lanciò delle occhiate minacciose alle altre ragazze che per paura tornarono a fare ciò che avevano interrotto.  Inuyasha si sentiva imbarazzato, troppi lo guardavano ma non erano loro a creargli quella situazione: era Kagome.  Senza l’armatura, con quel misero pezzo di stoffa addosso si sentiva disarmato.
“Stai bene. Questa volta l’hai messo bene, se continui a comportarti bene quando torniamo a casa ti do le patatine.” Disse tutta contenta.
“Non sono  un cane, non faccio quello che mi dici per avere del cibo in cambio.” Però doveva ammettere, almeno a se stesso, che non gli sarebbe dispiaciuto ricevere n pacco di patatine.
“Bene. Allora abbiamo finito con il costume, passiamo alla camicia.” Inuyasha cominciò a sbattere la testa contro il muro. - Perché a me? Perché a me? – si ripete mentalmente.
“Smettila. Ho  preso una camicia color beige, semplice. Devi solo indossarla e possiamo andare. “ Il mezzo demone la prese di mala voglia e s’incamminò al camerino. “ Quelle sono le maniche devi infilarle dalle braccia.” Rise sfottendolo.
“Lo so, ho sbagliato solo una volta.” Non era così idiota infondo. Uscì dopo pochi secondi. Tutto era intatto e la ragazza lo guardò ammirata finché un grosso gocciolone non le spuntò dalla testa. Le braccia erano dentro le maniche, non era strappata l’unica cosa era che il dietro era davanti: era al contrario.
“Senti io non riesco a muovermi bene.” Per confermare la sua tesi allargò il più possibile le braccia. Essa si strappò davanti gli occhi di Kagome che prego tutti i Kami di darle la forza di non ucciderlo.
“Ehm Kagome, hai visto che bella giornata? Perché non ci facciamo una passeggiata?” cercò di sviare discorso perché conoscendola sarebbe finito a terra con una sola parola: a cuccia.
“Non cambiare argomento.” Lo fulminò” prendo un'altra camicia mettila dal lato giusto.” Con calma la prese e gliela passò. Zitto, zitto la provò. Stava benissimo la diede a Kagome e lei andò a pagare, mentre lui si rivestiva. Era passata un ora è Inuyasha aveva:  messo un costume a mo’ di cappello, aveva rotto un camerino, messo una camicia al contrario per poi strapparla. Kagome aveva anche dovuto pagare  il doppio.
“Inuyasha vorrei che tu venissi con me in un posto.” Disse prendendogli una mano e conducendolo nel parcheggio. Guardò a destra e sinistra.
“Scusa, sei ancora arrabbiata?”
“No.” Riguardò di nuovo: nessuno all’orizzonte” A cuccia, a cuccia, a cuccia. Per colpa tua ho dovuto pagare il doppio, senza contare le figuracce che ho fatto. A cuccia.” Prese un profondo respiro e s’incamminò all’interno del magazzino
“Forza Inuyasha andiamo?” disse pacatamente” Tranquillo non sono arrabbiata con te.”
“Dannata.” Sibilò a denti stretti il mezzo demone disteso a terra con la schiena a pezzi.
“Hai detto qualcosa?” Lo fulminò e questo bastò a farlo stare zitto.
“N-no.” Solo dopo dieci minuti il mezzo demone si rialzò, anche se con grande fatica, per poi ritornare in quel posto infernale.
“Ci servono le scarpe e poi abbiamo finito.” Disse tutta contenta. Contenta poiché la giornata stava volgendo al termine. Entrarono in un negozio di scarpe. La mora non cercava calzature particolari ma delle semplici infradito. Afferrò  le prime che le capitarono ma soprattutto le meno care. Erano di gomma, un materiale che sperava avrebbe fermato  il mezzo demone.  Prese  un quaranta e facendolo accomodare sulla sedia gliele porse. Lei però si allontanò attirata da altre scarpe. Inuyasha se le mise e si fece i complimenti per non averle rotte, però le davano un po’ fastidio le face che dividevano l’alluce dalle altre dita. Sollevò di poco la fascia ma con le unghie la ruppe. La ragazza nel frattempo era tornata ma lui con velocità se le tolse.
“Allora come ti stanno?” chiese curiosa. Cos’altro aveva combinato?
“Piccole, non c’è più grande?”chiese per prendere tempo.
“Certo, vado e torno.” Adesso cosa avrebbe fatto? Di finire di nuovo a cuccia non ne aveva l’intenzione. Ne voleva vedere il bel viso di Kagome trasformarsi in una maschera di rabbia e odio. Il suo cervello trovò un'unica soluzione: scappare. Quindi abbandonò tutto ed uscì da quel posto. La mora tornò ,con in mano la scatola delle scarpe, dove aveva abbandonato il mezzo demone ma al suo posto c’erano le infradito, di cui una rotta, ed il nulla. Chiuse le mani a pugno, facendo cadere la  scatola, ed uscì fuori a cercarlo con il solo obbiettivo di  cancellarlo dalla faccia della terra.
 
Erano ore che cercava in ogni angolo della città. Era stanca e preoccupata. Con il tempo la rabbia era andata via lasciando il posto alla paura. Paura che quel cretino si cacciasse in altri guai o ancora peggio che scoprissero la sua vera natura. Arrivò davanti al parco comunale, che era desolato, e si avviò verso le altalene. Da bambina le aveva sempre amate. Si sedette su una di esse e cominciò a dondolarsi.  Gli occhi fissi sul suolo notarono un’ombra  a lei familiare. Era lui: era tornato. Alzò il viso e spostò i capelli che le erano caduti davanti la faccia. Gli occhi di Inuyasha  erano coperti da un velo di tristezza e dispiacere. Per quanto avesse odiato quei posti gli dispiaceva aver causato tutti quei problemi a Kagome.
“Mi dispiace.” Sussurrò”Ma mi posso fare perdonare con questo.” Porse un gelato alla ragazza, che prima nascondeva dietro la schiena, e si sedette accanto a lei. A quel gesto gli occhi s’illuminarono e la rabbia scomparve completamente.
“Grazie. Tranquillo non ce l’ho con te, capisco che questo mondo per te è estraneo ed io invece di aiutarti ti ho continuamente sgridato. Posso chiederti come hai fatto a pagare il gelato?” chiese curiosa la mora. Lui non aveva soldi, eppure quello che stringeva in mano era un gelato.
“Semplice. Un tizio mi ha chiesto se volevo uno di questi ed io, perché stavo morendo dalla fame, ho risposto di si. Ho scelto due gusti a caso e poi sono andato via.” Ecco svelato il mistero:Inuyasha aveva rubato il gelato. Perché dopo averlo preso il poveretto aveva chiesto i soldi ma il mezzo demone era già scomparso tra i tetti della città.   L’idea che il mezzo demone  avesse rubato non le andava a genio però doveva  ammettere che era stato molto dolce e questo la fece arrossire. La faccia di Inuyasha si distese ed un piccolo sorriso gli comparve sulla faccia, era contento che la ragazza non fosse arrabbiata con lui, lo capiva dalla sua espressione. Si alzarono entrambi dopo aver finito il gelato e s’incamminarono verso casa. Ad un certo punto la ragazza si fermò e sbatte una mano sulla fronte.
“Ci siamo scordati qualcosa per coprirti le orecchie: un cappello oppure una cuffia, qualunque cosa.  Dobbiamo tornare al centro commerciale.” A quelle parole lui, senza degnarla di uno guardo, proseguì verso l’abitazione.
“Vuoi scappare di nuovo? “ disse la mora, fermandolo per un braccio.
“Io non ci torno, sto tornando a casa tua.” La risposta l’aveva innervosita non poco e gridò con tutto il fiato che aveva: a cuccia.
“Anche a costo di trascinarti per i capelli torneremo lì.” E così come aveva promesso afferrò i suoi lunghi capelli e si tirò dietro il mezzo demone che era ancora a terra. Quel giorno per Kagome era stato stressante, sbuffò al pensiero di andare l’indomani al mare con Inuyasha eppure non riuscì a smettere di sorridere.
 
Angolo dell’autrice:
Finalmente ci sono riuscita =).  Due giorni fa avevo scritto il continuo della storia e solo ieri avevo completato il capitolo ma per sbaglio avevo cancellato il finale, oggi mi è toccato riscriverlo u.u. Scrivere questo capitolo mi ha fatto ridere e spero che anche voi vi siate divertiti. Inuyasha è imbranato eppure fino la fine Kagome non riesce a tenergli il muso. Nel prossimo andranno a mare però per quel capitolo dovrete aspettare un paio di giorni perché ho degli impegni. Vi ringrazio per aver letto e recensito.  Un bacione Inu_Ran

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Capitolo 3
*** Cap. 3: Finalmente al mare. ***


Cap. 3: Finalmente al mare.
Veloce, veloce, sempre più veloce. Il vento sbatteva prepotente  sul suo bel viso e spettinava i lunghi capelli corvini . Era stata una buona mezz’ora davanti allo specchio a sistemarsi. Voleva essere bella. Voleva essere perfetta. Lo voleva solo per lui. Ma lui aveva pensato di portala sulla schiena correndo a più non posso e tutti i suoi sforzi ,per essere notata, erano andati a farsi benedire. La mattina non era iniziata nel migliore dei modi, infatti Kagome era stata svegliata alle cinque del mattino dal mezzo demone poiché la ragazza gli aveva detto che dovevano partire presto. Quindi la mora l’aveva  spedito a cuccia ed era tornata a dormire come se nulla fosse. Per farsi perdonare aveva accettato di essere portata da lui fino la spiaggia, in quel modo sarebbero arrivati presto ma non l’avrebbe mai ammesso. Giunti finalmente al posto tanto atteso, Inuyasha la fece scendere e si guardò attorno curioso. Un enorme portone stava davanti a loro e sopra vi era una scritta. Alla sua destra un grande piazzale ospitava delle strane cose con quattro ruote.
“Andiamo, questo è un lido una volta entrati troveremo il mare.” Disse Kagome, l’ultima volta aveva combinato solo casini e lei non aveva fatto altro che rimproverarlo, anche se aveva tutte le ragioni possibili, ma aveva preso la decisione di spiegargli tutti i posti che avrebbero visitato o altri oggetti a lui sconosciuti, per non farlo sentire diverso: per farlo sentire a casa. Gli prese le mani e lo condusse all’intero fino ad un piccolo banchetto ove stava seduto vicino un uomo. L’uomo era piccolo, i capelli e la lunga barba erano bianchi.
“Salve, due ingressi, un ombrellone e due sdraio.” Disse gentilmente per poi prendere due pezzi di carta che vennero dati dall’uomo. Continuarono a camminare finche non giunsero davanti un enorme distesa di azzurro e dorato. Il mezzo demone si levò le infradito, che erano del nonno di Kagome visto che quel giorno non avevano avuto la possibilità di comprarle, e con fare beffardo guardò la mora.
“Andiamo, mi sto togliendo le scarpe perché non le sopporto più. Ti dimostrerò che non mi servono, io non sono un stupido essere umano, non mi farò male per un po’ di sabbia.” Detto questo s’incamminò ma fu subito costretto a tornare indietro fino la passerella poiché la sabbia scottava troppo. La ragazza poggiò le infradito a terra e camminò verso  la spiaggia. Evitò intenzionalmente battute sarcastiche per non fare arrabbiare il mezzo demone con la conseguenza di rovinare tutta la giornata. Lesse il biglietto: vi era scritto il numero tre. Si diresse verso l'ombrellone e le sdraio del medesimo numero e poggiò accanto la sua borsa del mare.
"Bene Inuyasha, la camicia è meglio se la dai a me, non vorrei si strappasse di nuovo." l'ultima parola fu sottolineata dalla ragazza reduce dall'esperienza con il mezzo demone e i capi di vestiario. Lui fece come gli era stato detto e si spogliò, tenendo solo il costume. La ragazza dopo aver poggiato delicatamente la camicia nella borsa, si tolse con pacatezza il suo vestito bianco, mostrando tutta la sua bellezza. L’unica cosa che la copriva  era un semplice bikini rosso. Alla vista della ragazza Inuyasha s’imbambolò e continuò a fissarla non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel corpo così perfetto. La ragazza notò il rossore presente sul viso di lui e non riuscì a trattenere un sorriso.
“Come sto Inuyasha? Ti piaccio?” chiese curiosa della sua risposta. Il mezzo demone prese la tovaglia che era sopra la sdraio e la tirò, con poca delicatezza, addosso la ragazza.
“Copriti. Non lo vedi che sei nuda?”        
-Inspira, espira. Inspira, espira. Calma Kagome.- si ripete mentalmente ma la ragione non ebbe il soppravvento ed il povero malcapitato finì con la faccia sulla sabbia a causa del suo a cuccia.
“A mare ci si va vestiti così. Potevi anche farmi un complimento cosa ti costava?” sbuffò e poi s’incamminò verso il mare” Io vado a fare il bagno, quando ti sarai rialzato raggiungimi. Stai attento a non perdere il cappello mettilo bene. Ci manca solo che scoprano che tu sei un mezzo demone.” Arrivata fino la battigia mise un piede per sentire se l’acqua fosse fredda ma fu costretta a ritirarlo subito. Non era fredda ma congelata. Inuyasha che era riuscito ad alzarsi ed aveva visto tutta la situazione ebbe un’idea: aveva trovato un modo per vendicarsi. Prese in braccio la ragazza e andò più lontano possibile dal bagnasciuga. Lui al contrario non sentiva freddo, stava abbastanza bene.
“Mettimi giù oppure dico quella parola.”
“Fallo. Dimmi a cuccia. Ma sappi che così finiremo entrambi in  acqua e da quello che ho capito tu non ne hai tanta voglia.” Rise il mezzo demone, per una volta era lui quello che dettava le condizioni e la mora doveva arrendersi all’evidenza.
“ Lo sai che quando saremo fuori sarai tu quello a soffrire?” rise malignamente la ragazza.
“Kagome io volevo essere gentile ma tu non fai altro che insultarmi e minacciarmi di morte… quindi buon bagno.” E lasciò cadere la ragazza. Un’ondata di freddo le penetrò nelle ossa, risalì velocemente e cercò di levarsi l’acqua dal viso per vedere meglio. Diede le spalle al mezzo demone e incominciò a singhiozzare. Mille sensi di colpa attraversarono la mente di Inuyasha. Odiava veder piangere una ragazza. Odiava, specialmente, veder piangere lei,soprattutto se era lui la causa dello stato d’animo della mora.
“Ehi Kagome, non c’è bisogno che piangi. Ti do una mano ad alzarti” si abbassò di poco in modo da non bagnarsi anche lui e porse la mano in direzione della ragazza. Kagome si girò di scatto, afferrò l’arto e lo tirò verso il basso.
“Scemo non stavo piangendo, volevo solo buttarti in acqua.” Il mezzo demone risalì subito e vide Kagome fargli la linguaccia per poi incominciare a ridere. Anche lui fu contagiato da tanta felicità e spensieratezza, si sentì sollevato nel constatare che lei non era triste. Iniziarono una battaglia spruzzandosi l’acqua finché esausti non uscirono dirigendosi verso le sdraio. Lei prese un telo da mare e si asciugò dopodiché lo passo a lui. Inuyasha, invece, si scrollò l’acqua proprio come un cane. Se un momento prima Kagome era semi asciutta successivamente si ritrovò tutta bagnata. Quella vacanza non la stava facendo rilassare anzi era più nervosa e stressata di prima.
“Inuyasha usa questa stramaledettissima tovaglia e non ti comportare come un cane.” Disse furiosa per poi coricarsi sulla sdraio.
“Mettiti sulla sdraio, rilassati e prenditi il sole.” E lui indifeso, poiché sapeva che se avesse tirato troppo la corda sarebbe finito spiaccicato sulla sabbia, eseguì gli ordini come un bravo cagnolino.
Era passata all’incirca un ora ed ormai la spiaggia era piena di gente ed il mezzo demone, con grande stupore da parte di Kagome, era stato zitto e buono.
“Kagome?” ecco le ultime parole famose.
“Si, dimmi.” Disse irritata poiché era stata disturbata .
“Ho caldo.”
“Mettiti sotto l’ombrellone.” Il mezzo demone si posizionò sotto esso ma non ebbe un gran sollievo.
“Ho ancora caldo. Sarà anche per i capelli, forse.” Quei capelli erano veramente lunghi per non contare che doveva tenersi in testa quello stupido copricapo.
“Tagliali.” Rispose secca lei ormai satura di quel discorso.
“Va bene, lasciamo perdere ora non ho più caldo.” Non avrebbe mai tagliato i suoi capelli a lui piacevano
”Ma mi sto annoiando.” Ecco che un problema si risolveva e subito ne spuntava un altro.
“Inuyasha ti hanno mai detto che sei insopportabile?”
“Ma io mi annoio, ho bisogno di movimento. Non posso stare fermo senza far niente.”
“Scava, fai un enorme buca.”
“Perché?”
“Ti fidi di me?Fallo e poi ti dirò il motivo.” Non esisteva un vero motivo ma almeno lui avrebbe fatto qualcosa e non avrebbe rotto più. Inuyasha annui poco convinto ed iniziò l’operazione buca: si accucciò e con gli arti superiori iniziò a mandare la sabbia indietro per poi usare successivamente anche le gambe. Con movimenti veloci riuscì in poco tempo a scavare una buca talmente profonda che se avesse continuato sarebbe potuto arrivare dall’altra parte del mondo. Si girò fiero verso la ragazza.
“Hai visto Kagome? Non sono stato troppo bravo?” la mora sputò un po’ di sabbia a con uno sguardo poco rassicurante inveì contro Inuyasha.
“Bravo un corno. Mi hai buttato tutta la sabbia addosso. Inuyasha sono stanca la mia pazienza si è esaurita, vai a cuccia.”  Prese l’orologio dentro la borsa e si accorse di come il tempo fosse volato.
“Inuyasha andiamo a mangiare.” Il poverino era ancora a terra a mangiare la sabbia”smettila di giocare con la sabbia. Non te la mangiare perché non è poi così tanto buona.” Rise prendendosi gioco del mezzo demone. In fin dei conti non era brutta quella giornata, stare con lui la stava rendendo felice.
 
Angolo dell’autrice:
Avevo detto che si sarebbe conclusa con 3 capitoli ma stava diventando troppo lungo quindi ho deciso di farne un altro, se no avrei dovuto aggiornate tra un’altra settimana e già vi ho fatto attendere abbastanza. In questo capitolo sono arrivati al tanto atteso mare ma la giornata è lunga ed ancora non è finita. Ho introdotto qualche scena un po’ dolce tra i due, non possono passare un giorno odiandosi XD sarebbe inverosimile. Anche Inuyasha è rimasto estasiato da Kagome ma la reazione al suo abbigliamento non era quello che si aspettava da lui. Povera Kagome un po’ mi dispiace =)- me perfida- XD. Non vi rubo altro tempo prezioso, un bacione e un grazie enorme quanto il mondo a tutti.
Notte Inu_Ran ^.^

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Capitolo 4
*** Cap. 4: Ritorno alla normalità. ***


Cap. 4: Ritorno alla normalità.
“E’ piccante ed orribile, non si può mangiare. Si può sapere perché non mangiato quel cibo ninja che mi piace tanto? Io lo preferisco.” Disse soddisfatto il mezzo demone. La ragazza però non concordava con lui, aveva passato un ora, mentre Inuyasha giocava anzi torturava il gatto, a preparare un pranzetto che sperava gli sarebbe piaciuto. Invece come ogni volta non aveva che criticato tutto dicendo che un semplice cibo come il ramen fosse più buono della sua splendida cucina. Certo non cucinava benissimo ma almeno si aspettava un complimento.
“Inuyasha, sei uno stupido. Ed io un’illusa che continua a sperare che tu un giorno riuscirai a farmi un complimento. “ disse ormai piena d’ira.
“ Tu mi hai chiesto se mi piacesse il cibo e io ho espresso il mio parere. In realtà tu non vuoi sentire la verità ma che era buono. La prossima volta non chiedermelo perché finisce sempre che mi mandi a cuccia.” Inuyasha aveva fatto un discorso di senso logico che stupì Kagome. Ma lei non avrebbe mai lasciato l’ultima parola al mezzo demone.
“Ci sono modi e modi. Potevi dirmi che non ti piaceva poiché lo trovavi piccante e preferivi mangiare il ramen. Tu, invece, hai detto che era orribile e immangiabile. Non è carino da parte tua. “ ribatté.
“Hai  ragione, ti chiedo scusa non volevo offenderti.”
“E’ strano ogni volta litighiamo ma non discutiamo. Oggi invece siamo riusciti a parlare ed esprimere entrambi i nostri pareri senza che io me ne andassi o tu fossi a terra per colpa mia.” Disse fiera del miglioramento che stava prendendo il loro rapporto. Dovevano capirsi, risolvere i problemi parlando e non infuriandosi o scappare. Forse entrambi stavano crescendo anche se il mezzo demone non era così piccolo d’età.
“ Lo so. Io cerco di parlare ma tu sei una ragazzina capricciosa che non riesce ad esprimersi. Sai dovresti imparare a controllarti, segui il mio esempio.” La cosa più assurda era che tutto ciò che le diceva non era un scherzo, era convinto.
“A cuccia.” Due parole e un buco sul terreno questo fu il risultato delle belle parole di Inuyasha.
“Parla quello che riesce ad esprimersi bene. Quello che prima agisce e poi pensa, se ci riesce ad usare il cervello per pensare.” Il loro rapporto era fatto di litigi, più o meno gravi, eppure ogni volta ne uscivano più forti di prima. Ormai era totalmente inutile costringerlo a mangiare qualcosa che non avrebbe gradito perciò prese i soldi e con al seguito il “cane” penso di comprare, in un bar lì vicino, un gelato. Doveva sdebitarsi del gelato che le aveva dato ieri. Ma una volta all’interno del bar il mezzo demone si mangiò, oltre il gelato: una pizzetta, un po’ di grissini e provò alcuni dolci. La mora dovette buttarlo fuori dal bar perché non voleva spendere altri soldi.
“Gli ultimi dolci erano buoni.” Disse tutto contento come un bambino. Il viso era disteso, rilassato, un piccolo sorriso gli dava un’aria più allegra e dolce e Kagome per questo motivo non era riuscita a resistere alla richiesta del mezzo demone di comprare i dolci ed altre cose. Ma aveva dovuto poi fare i conti con i soldi che scarseggiavano.
“Si ma mi hai quasi lasciato al verde.” Sbuffò mostrando lo scontrino al mezzo demone che a quel gesto non fece una piega.
“Verde? Ti sbagli l’unica cosa che hai addosso di colorato è rosso.” Possibile che gli doveva spiegare sempre tutto?
“Lasciamo perdere. Visto che non possiamo fare il bagno che ne dici di fare un giro in canoa?” il mezzo demone inclinò la testa ed un enorme punto interrogativo apparse sopra la sua testa.
“Sarebbe?” chiese dubbioso.
“E’ un imbarcazione a remi. Vieni andiamo a prenderne una.” Se il punto interrogativo era uno adesso ne erano spuntati altri. La ragazza si diresse verso la battigia, leggermente più lontano dalle loro sdraio, e chiese se gentilmente poteva darle un canoa. Dovette pagare perché questo non era compreso nel biglietto che le aveva dato l’omino all’entrata. Altri soldi che scomparivano. Inuyasha si sedette davanti mentre la ragazza si accomodò dietro. Cominciarono a remare. Destra, sinistra. Destra, sinistra. Erano arrivati già oltre le boe, finché accanto a loro comparve un pedalo. Due ragazzi salutarono la ragazza e le fecero dei complimenti.
“Perché non vieni da noi, ti divertiresti di più? Non ti secca stare lì sopra e remare? Noi andiamo più veloce. Dai, vieni.” La ragazza non ebbe il tempo di  rispondere che la canoa iniziò a muoversi prima lentamente poi sempre più velocemente. Inuyasha era diventato rosso di gelosia e voleva dimostrare quanto fosse veloce e bravo. Così Kagome non avrebbe mai espresso il desiderio di salire su quella strana imbarcazione. Non gli l’avrebbe permesso, questo era sicuro, ma voleva sentirsi dire che era bravissimo. Superò di molto il pedalo e si girò per fare una linguaccia.
“Allora chi è che andava lento? Hai visto Kagome non sono stat…” Kagome era sparita. Il suo posto era vuoto. Forse qualcuno l’aveva presa mentre era troppo concentrato a vincere quella stupida gara, dove però gareggiava da solo. Si guardò attorno finché non vide una testa uscire dall’acqua. Remò con la stessa velocità di prima ma non riuscì a frenare ed andò a sbattere con la mora.
“Kagome non ti vedo dove sei?” la cercava come un disperato, era sicuro di averla vista là.
“Scemo sono qua. Non solo mi butti giù dalla canoa ma mi arrivi anche addosso. Cerchi di uccidermi?”
“No, non lo farei mai. Come sei finita qua? E’ stato qualcuno?”
“Si, un idiota con delle orecchie da cane,  dei capelli argentati e con gli occhi color oro.  Lui ha incominciato a remare talmente veloce che sono scivolata finendo in acqua. Poi lo stesso idiota, sottolineo, idiota mi è arrivato addosso con la canoa. Per caso lo conosci?” l’ironia della ragazza era palpabile. Il mezzo demone non fece fatica a comprendere di chi parlasse e l’aiutò a risalire. Ma la mora doveva vendicarsi e quindi cercò di spingerlo ma non era così facile come lei credeva e si ritrovò di nuovo in acqua.
“Non è facile buttarmi giù.”
“Inuyasha a cuc…” si buttò in acqua e le premette la sua mano sulla sua bocca. Erano vicini. Dannatamente vicini. Kagome sentiva il suo respiro solleticarle il collo. Inuyasha non voleva essere mandato di nuovo a cuccia ed era sceso dalla canoa ma quando aveva messo la sua mano su quelle delicate labbra si era bloccato.
“Scus-a io… cioè io non  che…” il cervello di Inuyasha ormai non pensava più. La vicinanza lo stava confondendo, l’unica cosa che voleva fare era baciarla. Ma poi pensava che non era giusto per kikyo, non era giusto per Kagome che avrebbe sofferto per un suo capriccio. Ma allora perché diavolo non riusciva a muoversi? A sistemare la situazione fu la ragazza che andò verso la canoa sedendosi davanti.  Cominciò a remare per allontanarsi dal mezzo demone , che ancora era rimasto fermo in acqua.
“Stavolta ti lascio io qui.” Ma non era veloce e non ci volle molto che Inuyasha la raggiunse. Era ancora troppo imbarazzato per salire e sedersi dietro di lei, non che Kagome non fosse rossa in faccia per questo era salita sulla canoa per non baciare  il mezzo demone, ma si attaccò e cominciò a nuotare spingendo, anche se di poco, la canoa. Quando arrivarono sul bagnasciuga diedero la canoa al bagnino e ritornarono alle loro sdraio. Nel tragitto la mora  notò che stavano organizzando una partita di beach volley. Prese per il braccio Inuyasha e lo condusse fino al campo.
“Scusate possiamo partecipare?”
“Certo bellezza. Tu sarai in squadra con quelle due ragazze e con il tuo ragazzo.” A quella parola la sua faccia divenne rossa e cercò di chiarire che Inuyasha era solo un amico. Lo prese in disparte e gli spiego come funzionava quel gioco: le mosse, come segnare punti, le regole e tutto ciò che c’era da sapere. La partita iniziò ed il primo a battere fu Inuyasha. Tirò la palla in alto ed arrivata all’altezza giusta per battere il genio la scoppiò con le unghie. Si giustificò dicendo che era già sgonfia da prima. La mora prese il suo posto e con eleganza la mandò dall’altra parte. La palla, dopo molti passaggi, venne intercettata dal mezzo demone che per la seconda volta, stavolta con un palleggio, riuscì a scoppiarla di nuovo. La partita proseguì , anche se la squadra di Inuyasha, tranne Kagome, era un po’ restia a passargli il pallone. Ma quando essa non poteva essere presa da nessuno se non da un mezzo demone che poteva compiere lunghi salti, Inuyasha fece un slancio prendendo con agilità e con un formidabile bagher la palla la rimandò agli avversari. Ma gli altri non furono da meno e riuscirono con un muro a fare punto alla squadra del mezzo demone.
“Sei scemo Inuyasha, era fuori campo. Se tu non l’avessi presa a quest’ora avremmo fatto punto.” Disse furiosa Kagome mentre Inuyasha si fece piccolo piccolo.
“Kagome tu puoi rimanere ma lui no. Abbiamo un altro amico che entrerebbe volentieri per giocare. Non possiamo continuare a giocare con lui, non sa neanche le regole fondamentali.” Disse una ragazza che era nella loro squadra.
“No, io…” ma venne subito interrotta dal mezzo demone.
“Kagome stai tranquilla, completa la partita io sarò qui ad aspettarti.”
“Non dirlo neanche per scherzo. Io non gioco con delle persone che ti escludono solo perché non sai giocare. Andiamo lasciamo questi stupidi a quest’inutile gioco.” Detto questo prese a braccetto Inuyasha, che a quel contatto divenne rosso, e ritornarono alle loro sdraio.
“E’ tardi. Inuyasha passami la tovaglia, torniamo a casa.” A quelle parole la faccia del mezzo demone s’illuminò: finalmente quella tortura era giunta al termine. Lei gli passò gli indumenti e insieme si diressero verso casa. Non presero nessun mezzo pubblico ne lei si fece portare da lui ma camminarono.
“Perché non hai continuato a giocare? A me non davi nessun fastidio, mi rendo anche conto di averti causato tanti guai in questi giorni.”
“Perché io sono uscita con te, per passare un po’ di tempo insieme a te. Posso giocare a beach quando voglio ma non posso stare da sola con te sempre. Ci sono sempre Miroku, Sango e Shippo non che questo mi disturbi sia chiaro.”rispose semplicemente come se quella fosse la risposta più ovvia senza rendersi conto che aveva ridato il sorriso ad Inuyasha. Era felice che lei amasse stare in sua compagnia, che lo perdonasse anche se: era egoista e non la lasciava andare facilmente, rompeva camerini, strappata indumenti, la buttava in acqua, le faceva spendere soldi e bucava tutto ciò che aveva tra le mani. A lei non le importava perché amava qualunque cosa di lui. Durante il tragitto non parlarono molto e tornati a casa furono accolti da tutta la famiglia della ragazza.
“Allora com’è andata la giornata?” il mezzo demone si aspettava le lamentele della sua compagna invece, con sua enorme sorpresa, venne persino elogiato da lei.
“E’ stato bellissimo. Inuyasha è stato dolce e mi ha portato in braccio fino in acqua.” Il mezzo demone divenne rosso come un peperone e si voltò dall’altra parte. La cena passò tranquillamente tra i commenti della madre, i discorsi che nessuno ascoltava del nonno e le domande imbarazzanti di Sota. Una volta finito Kagome accompagnò il mezzo demone in bagno e gli consegnò i suoi vecchi indumenti. Fu finalmente felice di poterli indossare, senza quelli si sentiva vulnerabile.
“Inuyasha vado a prendere un futon così non dormirai sul freddo pavimento.” E s’incamminò alla ricerca dell’oggetto quando tornò però trovò Inuyasha coricato sul suo letto che dormiva. Non aveva il coraggio di svegliarlo, era così dolce quando dormiva, e decise che per una notte avrebbe dormito lei a terra, del resto quando lui veniva nella sua epoca lo faceva spesso. Dopo pochi minuti anche lei si ritrovò tra le braccia di Morfeo.
 
Il giorno seguente: preparato il mangiare e salutato tutti si diressero verso il pozzo. Miroku, Sango, Kirara e Shippo aspettavano pazienti i loro amici che  sapevano sarebbero tornati presto. Infatti essi uscirono dal pozzo e vennero accolti dai loro amici che gli rivolsero tante domande specialmente a Kagome poiché Inuyasha era restio a comunicare.
“Kagome perché non passate altri giorni al mare a noi non ci dispiace.”la mora a sentire quelle parole s’irrigidì. Passare una giornata con Inuyasha andava bene ma una e basta magari più avanti le sarebbe piaciuto rifarlo ma per adesso basta.
“Miroku non scherzare. Dobbiamo cercare le schegge della sfera e sconfiggere Naraku, non abbiamo tempo da perdere con queste sciocchezze.” A quelle parole i tre compagni tremarono e il mezzo demone fu sorpreso.
“ Aiuto Kagome  si è trasformata in Inuyasha.” Disse il cucciolo di volpe tremando. Inuyasha lo inseguì e incominciò a picchiarlo ma fu messo a terra da un a cuccia della mora.
“Ora le cose sono tornate come prima.” sbuffò rassegnata Sango.
“ Su, avanti andiamo a cercare Naraku.” Disse Miroku proseguendo con al suo fianco Sango e la sua fidata compagna Kirara a loro si unì Shippo che si posiziono sulla spalla del monaco. Kagome invece aspettò che il mezzo demone si riprendesse dall’ a cuccia.
“Kagome, non dovevi farlo. Ed io che sono stato al tuo fianco questi giorni senza lamentarmi.” Si rialzò senza fatica, ormai abituato a quelle situazioni, e si scrollò un po’ di terra rimasta sul suo abito.
“Hai ragione.” E si issò in punta di piedi e diede un bacio, sulla guancia, ad Inuyasha.”Grazie, Inuyasha.” Sorrise per poi correre in direzione dei suoi compagni lasciando il mezzo demone imbambolato.
-Alla fine non è stato così male il mare. – pensò tra sé e sé il mezzo demone.
“Ehi Kagome se vuoi per me possiamo tornare a mare.” Disse inseguendola.
“ Ma se mi hai detto che ti sei seccato a stare nel mio mondo.” Si fermò un secondo a fissarlo.
“Bé, forse ho cambiato idea.”
“A te non interessa il mare a te ti è  piaciuto il b…” non riuscì a completare la frase che le guance le andarono a fuoco.” Vai a cuccia maniaco.” Di nuovo a terra: la normalità stava tornando. Lo sorpassò e s’incamminò verso Miroku e gli altri con un enorme sorriso stampato sul volto. Mentre il povero Inuyasha stava disteso a terra.
“Aspettami. Non andatevene senza di me. Kagome, dannata perché l’hai fatto?”
“A cuccia.”
Si decisamente la normalità era ritornata.
 
Angolo dell’autrice:
E’ finita. Vi dico la verità un po’ mi dispiace perché mi stavo divertendo a scrivere ma ho già un’altra storia da completare e mi dispiacerebbe lasciarla a metà. Ho messo più parti romantiche ma alla fine ho deciso che non si sarebbero baciati. Anche se alla fine Kagome ha trovato un modo per ringraziarlo. Inuyasha è un furbetto ed appena gli è stato dato un bacio ha cambiato idea sul mare :D.  Ringrazio tutti per aver letto, recensito e messo in una delle tre liste, grazie di tutto.
Un bacione e buona serata a tutti ^^.
P.S. per chi seguisse l’altra mia storia tornerò con il nuovo capitolo tra due settimane circa =).

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