Saga del Rancore Esiliato

di Alexys88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Volto Dal Passato ***
Capitolo 2: *** Il Cuore Confuso Di Rukia ***
Capitolo 3: *** Un Triste Incontro ***
Capitolo 4: *** Ombre Nella Soul Society ***
Capitolo 5: *** Sentimenti Contrastanti ***
Capitolo 6: *** Minaccia Dal Passato ***
Capitolo 7: *** Antiche Rivalità ***
Capitolo 8: *** La Ferita Più Grande ***
Capitolo 9: *** Un Ospite Poco Gradito ***
Capitolo 10: *** L'Invito ***



Capitolo 1
*** Un Volto Dal Passato ***


Dunque… penso sia d’obbligo qualche spiegazione prima di iniziare con questa fanfiction ^^
Siamo Alexys88 e Xemyd, abbiamo deciso di scrivere questa fanfiction a quattro mani perché siamo entrambi
fan sfegatati della serie Bleach e… beh, questa è una nuova saga inventata da noi!
Una saga ambientata durante i 17 mesi di “buco” dalla sconfitta di Aizen.
Lascio un’ultima nota che, magari, i fan sfegatati di Bleach potranno apprezzare:
Durante la lettura vi capiterà di incappare in una “divisione” fatta con questi simboli “♫♪♫♪”. All’inizio di ogni
capitolo li metteremo con, accanto, il titolo della canzone e a quale OST di Bleach appartiene.
Voi vi starete chiedendo “Bene, ma perché lo fate?”, la risposta è semplice:
Quando nel capitolo incapperete in quei simboli, vi consigliamo di leggere quel determinato pezzo diviso,
appunto, dalle note musicali, con la musica di sottofondo che vi suggeriamo all’inizio del capitolo :)
Abbiamo pensato che questa cosa un po’ “interattiva” possa aiutare a rendere magari questa opera un pochino più “reale”.
Ultima precisazione: Questo capitolo è un po’ più corto di quelli che verranno per il semplice motivo che è da
considerarsi più un prologo che altro.
Detto questo, non abbiamo molto altro da aggiungere se non “Speriamo che questa storia sia di vostro gradimento!”


♫♪♫♪ ~ Bleach OST 1 – Burden of the Past


UN VOLTO DAL PASSATO

Quanto tempo era trascorso dall'ultima volta che l'aveva visto? Un mese? Due?
No, solo due settimane.
«Mi sembrava fosse passato molto più tempo... invece sono passate solo due settimane dal nostro "addio"...
evidentemente mi risulta ancora difficile accettare il fatto che tu non puoi vedermi, il fatto che io possa
vedere te è una magra consolazione... non è forse questo ciò che infastidisce anche te... Ichigo?»

Questi erano i pensieri che, al momento, invadevano la mente di Rukia Kuchiki, mentre svolgeva il suo compito da Shinigami.
Una semplice ricognizione, nulla di importante, ma lei sfruttava proprio questi semplici ordini per poter vedere Ichigo.
Era lì, vicino a lei, mentre tornava da scuola e parlava del più e del meno con Ishida, Chad e Orihime.
Sentì una lieve nostalgia attraversare per un istante il suo cuore.
Ne avevano passate tante da quando lei gli aveva donato parte dei suoi poteri da Shinigami.
L'aveva salvata quando stavano per condannarla a morte per via della sua trasgressione delle regole, aveva
aiutato il Seireitei nella lotta contro Aizen, ed era stato proprio quell'ultimo scontro a fargli perdere i poteri.
Un lieve sorriso triste apparve sul suo volto. Era quasi buffa la cosa.
Si era letteralmente distrutto con gli allenamenti per poter sconfiggere l'ormai ex-capitano, ed è stato proprio il
potere che aveva ottenuto a privarlo della possibilità di essere uno Shinigami.
«Forse, alla fine, è meglio così… ti sei guadagnato il diritto di vivere, finalmente, una vita normale… vero, Ichigo?»
Interruppe la sua camminata, fissando in silenzio la schiena del ragazzo che si allontanava assieme agli altri, il
sorriso sul suo viso si accentuò lievemente, mentre annuiva quasi “sollevata”.
«Vivi tranquillo, brutto idiota… ma ricordati che ti tengo d’occhio…»

*°*°*°

Continuò a camminare per le strade di Karakura per verificare la totale assenza di Hollow e intervenire in caso
se ne fosse presentato qualcuno, annuì a sé stessa, quasi sollevata.
«Sembra tutto tranquillo…»
Si ritrovò, senza accorgersene, al parco di Karakura. Decise, quindi, di soffermarsi qualche minuto, sorridendo
allo spettacolo che le si parò davanti.
Vedeva i bambini giocare tranquilli e divertirsi. Nemmeno lei sapeva per quale motivo, ma non le dispiaceva
soffermarsi a osservare scene di semplice vita quotidiana sulla terra.
Le piaceva guardare i bambini mentre si rincorrevano o andavano sull’altalena, lo trovava quasi rilassante.
Sussultò impercettibilmente quando vide una bambina cadere e iniziare a piangere per via di una leggera
sbucciatura sul ginocchio.
Rimase immobile ad osservare la scena, e fu allora che vide la figura di una ragazza avvicinarsi alla bambina ed
inginocchiarsi di fronte a lei, iniziando subito a prendersi cura della lieve ferita.
Sorrise a tale immagine, per ora poteva vedere solo la schiena della ragazza, ma il vederla prendersi così
amorevolmente cura della piccola le fece tornare alla mente i racconti di suo fratello sulla sua ormai defunta sorella.
Ricordava bene l’aspetto di Hisana, aveva perso ore a fissare la foto dentro casa di Byakuya. Dopo aver
scoperto la verità fu intenzionata più che mai a memorizzare ogni singolo dettaglio del viso di sua sorella.
Contrariamente a quanto si possa immaginare lei non era assolutamente in collera con Hisana, né le portava
rancore per averla abbandonata quando era in fasce.
Capiva perché l’aveva fatto, così come capiva per quale motivo fece promettere a suo fratello di non rivelarle la verità.

♫♪♫♪

I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente non appena la ragazza che si stava prendendo cura della
bambina caduta a terra si voltò, permettendo così a Rukia di poter finalmente vedere il suo viso.
La Shinigami spalancò gli occhi sconvolta.
Il volto di quella ragazza…
Era quasi la fotocopia di sua sorella Hisana.
«Non… può essere…»
L’unica differenza era il fatto che Hisana aveva i capelli corti, mentre quella donna aveva dei bellissimi capelli
neri fluenti raccolti in una coda alta.
La vide mentre sorrideva dolce alla piccola di fronte a lei e le asciugava le lacrime, ed immediatamente una
tremenda fitta al cuore la attraversò come un fulmine a ciel sereno.
Le sembrava quasi surreale una cosa simile. Era consapevole del fatto che sua sorella fosse morta anni or sono…
Ma… vedere quella donna… le sembrava quasi che sua sorella si fosse reincarnata.
Il suo corpo cominciò ad essere scosso da vari tremori, un turbine di emozioni contrastanti stava al momento
esplodendo in lei.
Gioia, rabbia, dolore… cosa stava provando realmente in questo momento?
Non lo sapeva nemmeno lei, ciò di cui era consapevole era che non riusciva a distogliere lo sguardo da quel
dolce sorriso, da quei modi di fare così gentili e delicati.
Doveva smetterla, doveva auto convincersi che quella ragazza non era sua sorella, doveva voltarsi e andarsene
il più velocemente possibile.
Ma non ci riusciva.
Aveva sempre desiderato poter avere realmente sua sorella accanto a lei, ed ora, finalmente, poteva averne la possibilità…
«No, Rukia… non è lei… non è Hisana… vattene, non fare sciocchezze… vattene!»
Dentro di lei era in corso una battaglia tra razionalità e puro sentimento.
Voleva andarsene, lo voleva davvero, ma il suo cuore le impediva di muovere anche solo un singolo passo.

♫♪♫♪

«Che palle… odio le ricognizioni…»
Un sonoro sbadiglio uscì prepotente dalla bocca di Renji Abarai mentre, anche lui, era intento al
sopralluogo sulla terra alla ricerca di possibili presenze di Hollow.
Era una cosa che odiava. Non sopportava gironzolare per le strade senza una vera e propria meta.
Questa forse era l’unica parte del suo lavoro di Shinigami che proprio detestava.
Sospirò annoiato per l’ennesima volta prima di inarcare un sopracciglio quando raggiunse il parco di Karakura.
Quei dannati ragazzini che urlavano e correvano come pazzi erano non poco fastidiosi alle sue orecchie.
Grugnì scocciato e subito fece per passare oltre ma, quando notò Rukia completamente immobile
all’ingresso del parco, cambiò subito direzione e si diresse verso di lei.
«Oi, Rukia!»
La Shinigami sussultò appena quando Renji, il luogotenente di suo fratello, si avvicinò a lei.
Lui, senza neanche accorgersi al momento dello stato d’animo in cui si trovava l’amica, incrociò le
braccia scocciato ed emise un sonoro sbuffo.
«Queste ricognizioni sono una vera seccatura! Non pensi anche tu?»
Lo Shinigami inarcò un sopracciglio quando si accorse che l’amica non lo stava degnando di uno
sguardo ma che, senza muoversi di un centimetro, stava fissando con occhi sgranati una ragazza che
aveva, ora, preso in braccio una bambina e stava andando via dal parco.
«Rukia…?» La chiamò di nuovo, senza ottenere risposta.
Sussultò quando la Shinigami, una volta che la ragazza da lei fissata si allontanò dalla sua vista,
scomparve in un batter d’occhio senza degnarlo di una singola parola.

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Capitolo 2
*** Il Cuore Confuso Di Rukia ***


Eccoci di nuovo qui con un altro aggiornamento.
Se, come si suol dire, “Dio ci assiste”, saremo abbastanza veloci con gli aggiornamenti xD sperando che i
problemi non ci vengano a cercare uno dietro l’altro!
Non abbiamo molto da dire al momento, speriamo solo che anche questo capitolo sia di vostro
gradimento! Vi lasciamo alla lettura!


♫♪♫♪ ~ Bleach OST 1 – Will of the heart


IL CUORE CONFUSO DI RUKIA

Era trascorsa una settimana da quando Rukia aveva poggiato gli occhi su quella ragazza che sembrava,
quasi, la fotocopia di Hisana.
Durante i sette giorni la giovane Shinigami non aveva fatto altro che chiudersi nella sua stanza a fissare, in
totale silenzio, la foto di sua sorella. Continuava, comunque, a compiere i suoi doveri, ma cercava di
sbrigarsi ogni singolo giorno per poi tornare a casa e fissare nuovamente quell’immagine. Un velo di
tristezza aveva ormai ricoperto i suoi occhi.
«Rukia… devi riprenderti, maledizione… quella ragazza non era Hisana… mostra un po’ di carattere!»
Era sicuramente più facile dirlo a sé stessa che farlo.
Era consapevole che quella donna non fosse Hisana, lo sapeva, ma allora per quale motivo faceva così male
ricordare il suo viso?
Non riusciva a reagire, era questa la verità.
Si diede nuovamente della stupida da sola.
Ogni volta che c’era da rimproverare Ichigo era sempre pronta a spronarlo a dovere, picchiandolo se
necessario. Perché ora lei stava facendo così fatica a reagire?
«È proprio vero… è facile predicare… ma quando si tratta di sé stessi nessuno è realmente in grado di
reagire a meno che qualcuno non ti spinga di cattiveria a farlo…»

Sospirò per l’ennesima volta. Niente, non c’era niente da fare.
Sotto questo punto di vista era una vera e propria vigliacca.
Un sussulto violento scosse il suo corpo quando un pensiero le balzò alla mente, veloce come un fulmine.
E se sua sorella… si fosse reincarnata in quella ragazza?
Era una possibilità senza ombra di dubbio. Se veramente Hisana era “tornata in vita”, allora forse sarebbe
valsa la pena tentare di risvegliare le memorie dell’anima.
Se ci sarebbe riuscita… avrebbe avuto di nuovo sua sorella accanto, anche se nel mondo reale.
«Potrei tentare… sì… perché no? Non mi interessano le regole, questa è un’opportunità più unica che rara…
potrei finalmente avere mia sorella accanto a me…»


*°*°*°*

Renji era furioso.
Anzi, furioso era dire poco.
Per un’intera settimana aveva provato a parlare con Rukia per capire, principalmente, il motivo del suo
comportamento al parco di Karakura.
E per tutta la settimana la ragazza l’aveva ignorato.
La vedeva svolgere velocemente i suoi compiti da Shinigami per poi tornarsene di corsa a casa.
Non riusciva a capire che diavolo stesse succedendo, ma ora più che mai era intenzionato a scoprirlo.
Entrò dentro casa del suo capitano, camminando velocemente in direzione della stanza dell’amica.
Quando vi arrivò non si preoccupò nemmeno di bussare, spalancò la porta con uno sguardo furibondo.
«Rukia… si può sapere che diavolo ti prende?!» Sbraitò furente.
Trasalì, tuttavia, quando vide l’amica sussultare e voltarsi verso di lui quasi spaventata. In quel momento le
sembrò quasi un bambina colta sul fatto a rubare caramelle. Inarcò un sopracciglio al gesto di lei.
«Re-Renji…»
«Mi sono stufato! È una settimana che provo a parlarti ma tu, puntualmente, ti rintani immediatamente qui
in camera tua non appena finisci il tuo lavoro! Dimmi che accidenti sta succedendo!»
La ragazza fissò lo Shinigami con occhi lievemente spalancati. Non poteva certo dargli torto.
In questa settimana non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo quando, invece, prima che succedesse
quanto accaduto, una volta finito il lavoro si vedevano praticamente tutti i giorni e si aggiornavano
sulle varie novità nel Seireitei.
Abbassò lo sguardo colpevole. Non era certo sua intenzione ignorarlo ma, purtroppo, da quando i suoi
occhi si erano posati su quel volto gentile i suoi pensieri e ricordi erano andati completamente in tilt, e
il turbine di emozioni non faceva altro che massacrarle il cervello assieme al cuore.
«Renji… è… è complicato…»
«Non mi interessa, non mi muovo da qui finche non mi dici cosa sta succedendo!»
Sospirò sconfitta, Renji aveva ragione.
Non poteva assolutamente continuare così, aveva bisogno di parlare con qualcuno altrimenti sarebbe
sicuramente esplosa.
Annuì all’amico, prima di sospirare nuovamente, raccontandogli tutto.
Gli raccontò di aver visto Ichigo e gli raccontò anche di quando aveva visto al parco la ragazza così simile
alla sua ormai defunta sorella.
Il suo sguardo, mentre raccontava i vari avvenimenti, era fisso sul pavimento, in questo modo non ebbe
modo di vedere lo Shinigami sussultare lievemente non appena fece il nome di Hisana.
«Rukia…»
«Forse… è veramente l’anima di mia sorella… se fosse così… allora potrei…»
«Piantala di dire sciocchezze…»
Trasalì quando alle parole del luogotenente, sollevò lo sguardo per fissarlo con occhi lievemente sgranati e
sussultò per l’ennesima volta quando vide il ragazzo fissarla serio, con aria di rimprovero.
«Posso solo immaginare quanto tu muoia dalla voglia di poter rivedere tua sorella, ma sappiamo entrambi
che quella ragazza non può essere lei.»
«Ma…»
«Sai benissimo che quando un’anima o uno Shinigami muore… essi diventano Reishi e vanno ad integrarsi
alla Soul Society… e sai anche che, ogni volta che qualcuno qui muore… una nuova vita sulla terra nasce…»
Cominciò lievemente a tremare alle parole di Renji, digrignò i denti furibonda, sbattendo con forza la mano
sul pavimento e fissando furente l’amico.
«È proprio perché so come stanno le cose che credo che quella ragazza sia l’anima di mia sorella
reincarnata! Lei è morta, quindi è possibile che la sua anima sia finita nel corpo di quella donna!»
«Tua sorella è morta più di cinquant’anni fa! Se fosse davvero accaduto ciò che pensi allora la persona in
questione dovrebbe avere più di cinquant’anni! E quella ragazza dimostrava tutto meno che quell’età!»
«Forse mia sorella ha trovato un modo per ingannare il tempo! Forse è riuscita in qualcosa che noi tutti
crediamo impossibile! Non puoi esserne certo!»
«Stai vaneggiando, Rukia…»
Sussultò pesantemente. Bastarono quelle tre semplici parole a farle rendere conto delle sciocchezze che
stava dicendo.
Abbassò lo sguardo colpevole, ancora una volta aveva parlato senza riflettere. Il desiderio quasi maniacale
di poter rivedere sua sorella l’aveva logorata al punto di immaginare cose che erano praticamente impossibili.
Chiuse gli occhi, sospirando per l’ennesima volta.
Era già accaduta una cosa simile… quando affrontò il nono Espada… Aaroniero…
Ma lì era diverso.
Durante quel combattimento, quando l’Espada aveva preso le sembianze di Kaien, furono il cervello e gli
occhi a volerla convincere del fatto che l’uomo davanti a lei fosse colui che anni prima l’aveva addestrata.
In questo caso era il suo cuore a volerla persuadere di aver visto di fronte a lei l’anima reincarnata di sua
sorella, mentre il cervello cercava di farla pensare razionalmente e di farla rinsavire, non riuscendoci.
Strinse i pugni sulle sue gambe, mentre il corpo della Shinigami venne scosso da nuovi tremori.
Ancora una volta un vero e proprio tornado di emozioni iniziò ad impadronirsi di lei, facendola tremare
ancora di più.
Era confusa, era spaventata.
Non sapeva davvero cosa fare.
Scattò appena quando il luogotenente le mise gentilmente una mano sulla spalla. Sollevò di nuovo lo
sguardo, andando a fissare quello serio dell’amico, che le annuì lievemente.
«Probabilmente io non sono l’uomo adatto per parlare con te di un argomento così delicato… può
sembrare una pazzia… ma ti consiglio di parlarne col Capitano Kuchiki...»
Di nuovo il suo corpo ebbe un leggero scatto.
Parlarne con suo fratello? Non era sicura che fosse la cosa giusta da fare.
Molto probabilmente Byakuya era ancora troppo aggrappato al ricordo di Hisana e, forse, parlare con lui
era a dir poco una pessima idea.
Ma, d’altro canto, si ritrovò ad annuire alle parole di Renji. Aveva ragione, c’era poco da fare.
L’unico con cui avrebbe potuto parlare ed esprimere i suoi timori e la sua confusione era anche l’unica
persona legata a sua sorella forse anche più di lei.
Byakuya Kuchiki. Suo fratello.
Si alzò in piedi, mantenendo lo sguardo a terra prima di sollevarlo e regalare al suo amico un lieve sorriso,
mentre annuiva appena.
«Grazie, Renji… grazie davvero…»
Lo Shinigami, in tutta risposta, ghignò soddisfatto e annuì alle parole della ragazza.
«Ora muoviti a parlare col Capitano… e vedi di tornare ad essere te stessa domani… altrimenti mi arrabbio
veramente…» scherzò il luogotenente.
Renji si alzò in piedi e saluto la Shinigami prima di uscire con calma dalla stanza di lei e, successivamente, dall’abitazione.
Rukia, intanto, raccolse tutto il coraggio necessario prima di iniziare a cercare suo fratello, intenzionata più
che mai a parlargli.

*°*°*°*

Aveva provato dappertutto.
Nella stanza dove vi era l’altare di Hisana, in giardino, in camera di Byakuya, niente.
Non vi era traccia del Capitano, fu allora che le venne in mente di cercarlo in un’ultima stanza. Si
incamminò velocemente, sicura più che mai di trovarlo all’interno.
Non appena arrivò di fronte alla stanza che suo fratello considerava una sorta di “biblioteca”, emise di
nuovo un profondo sospiro cercando di calmarsi, prima di bussare ed aprire lentamente la porta.
Proprio come si aspettava trovò suo fratello di fronte ad una libreria, col volto ora rivolto verso la soglia.
Entrò silenziosamente, tenendo lo sguardo rivolto verso di lui, mentre il Capitano la osservava con i suoi
soliti occhi impassibili.
Gli si avvicinò quasi imbarazzata, sollevando un poco la testa per poter continuare, così da permettere ai
suoi occhi di fissare quelli del fratello.

♫♪♫♪

Era dunque giunto il momento per lei di affrontare, una volta per tutte, questa dannata situazione che
stava seriamente rischiando di farla impazzire.
Abbassò lo sguardo, probabilmente parlarne con suo fratello era veramente un’idea sbagliata, ma lei non
poteva tacere, non ce la faceva più.
Voleva sapere da lui cosa doveva fare, come doveva comportarsi.
Avrebbe dovuto ignorare completamente la ragazza e far finta che non fosse mai esistita? Avrebbe dovuto
provare a “parlare” con lei?
Cosa doveva fare?
«Nii-sama… mi dispiace disturbarti…»
«Cosa c’è, Rukia?»
Sussultò appena alle statuarie parole del fratello, come al solito sembrava non mostrare la minima emozione.
Ma ormai ci era abituata, in fondo Byakuya aveva dimostrato in altri modi, più e più volte, di tenere a lei.
Deglutì appena, raccogliendo ancora una volta il coraggio, prima di sollevare di nuovo lo sguardo e tornare,
quindi, a fissare il fratello.
«Io… devo assolutamente parlarti… una settimana fa è accaduta una cosa e… probabilmente non dovrei
parlarne con te ma… sto impazzendo… e ho davvero bisogno che tu mi aiuti a capire cosa fare…»
Proprio come aveva immaginato il fratello non mosse un singolo muscolo, e continuò a fissarla. Lei decise di
sostenere lo sguardo inespressivo del Capitano, facendogli capire che non aveva nessuna intenzione di
lasciar cadere l’argomento e sospirò quando Byakuya annui lievemente alla sua richiesta, dandole
quindi il permesso di parlare.
Raccontò anche al fratello, quindi, degli avvenimenti accaduti una settimana fa e della ragazza che
somigliava in maniera incredibile a sua sorella.
Mentre parlava la massima reazione che ottenne da parte di Byakuya fu solo un quasi impercettibile
allargarsi degli occhi non appena nominò quella ragazza, nulla di più.
Stava per chiedergli cosa fare riguardo alla donna, come comportarsi, ma non ne ebbe il tempo dato che il
fratello cominciò a camminare in direzione della porta da cui lei era entrata.
Rukia si voltò, osservando la schiena di suo fratello, ora immobile sulla soglia.
«Nii-sama…»
«...Dove?»
Sussultò alla domanda. Abbassò lo sguardo, percependo il tono a dir poco glaciale del Capitano.
Sospirò dispiaciuta, convinta più che mai di aver combinato un disastro.
«Al parco di Karakura…» rispose solamente.
Sollevò lo sguardo un istante prima che Byakuya scomparisse dalla sua vista, utilizzando lo Shunpo.

♫♪♫♪

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Capitolo 3
*** Un Triste Incontro ***


Dunque, da questo capitolo cominceremo ad aggiungere più di una canzone di sottofondo quindi, invece
che mettere i titoli delle canzoni all’inizio del capitolo, le metteremo nel pezzo richiesto, almeno vi
aiuterà a seguire meglio l’idea del sottofondo musicale :)


UN TRISTE INCONTRO


«Kimiko-chan! Mi fa piacere rivederti! Tutto bene?»
La ragazza, al sentire il suono del suo nome, si voltò in direzione della donna che l’aveva chiamata e sorrise
gentilmente, abbassando la testa in un lieve inchino in segno di saluto.
«Buon pomeriggio Satomi-san… sì, va tutto bene, sto aspettando Tsubaki.»
«Quella bambina è veramente fortunata ad avere te come baby sitter, non c’è giorno che non parli bene di
te a scuola!»
Kimiko ridacchiò divertita alle parole della donna di fronte a lei, annuendo.
«Cerco solo di fare del mio meglio per far divertire quel piccolo diavolo e dedicarmi a lei con cura…»
Continuò a chiacchierare per un po’ con la madre di uno dei compagni di scuola di Tsubaki, ma
all’improvviso un brivido gelido le percorse la schiena, facendola sussultare lievemente.
Si voltò in direzione dei bambini che ora stavano uscendo da scuola e un lieve cipiglio preoccupato
comparve sul suo volto.
Si guardò intorno, non sapeva nemmeno lei cosa stava cercando, ma non riusciva a togliersi di dosso quella
pessima sensazione.

*°*°*

Byakuya era arrivato in pochi istanti al parco di Karakura, e ora scrutava con attenzione ogni persona che gli
passava davanti.
Era intenzionato più che mai ad appurare la veridicità delle parole della sorella.
Voleva vedere questa ragazza che Rukia sosteneva somigliare incredibilmente alla sua ormai defunta moglie.
Era ben consapevole del fatto che quella donna non poteva, in nessun modo, essere davvero l’anima di
Hisana, la sua razionalità sovrastava completamente qualsiasi tipo di desiderio inconscio.
Sapeva che non poteva essere lei, ma voleva comunque vederla.
E questa era l’unica cosa che non riusciva a spiegarsi.
Non riusciva a capire il motivo di tutto questo accanimento nel volerla vedere, ma al momento decise di
lasciar stare le domande inconsce e di dedicarsi solamente a saziare la sua curiosità, tenendo
comunque ben salda la razionalità nel suo cuore.
Non vi era traccia della ragazza di cui gli aveva parlato Rukia, incrociò le braccia, statuario come sempre. La
sua espressione rimase per tutto il tempo imperturbabile.
Era deciso più che mai a non muoversi da lì finchè non avesse visto quella donna.

*°*°*

♫♪♫♪ ~ Bleach OST1 – Heat of the battle

Kimiko continuò a guardarsi attorno in silenzio, sussultando quando la piccola Tsubaki la chiamò a gran
voce, sorridendo allegra e salutandola con la piccola mano.
Sorrise nervosa e rispose al saluto, aspettandola immobile.
All’improvviso un tremendo rumore alla sua destra la fece voltare, sgranò gli occhi nel vedere l’altalena che
i bambini usavano per giocare nel cortile della scuola distruggersi in un attimo.
«C-cosa…»
Scattò di nuovo, lanciando un lieve gridolino spaventato quando oltre l’altalena si ruppe anche lo scivolo accanto.
Cominciò a spaventarsi, non riusciva a capire cosa stava succedendo.
Le mamme degli altri bambini iniziarono a chiamare immediatamente i figli, spaventate, e lei decise di
seguire immediatamente il loro esempio.
Non aveva intenzione di rimanere ferma senza preoccuparsi della piccola bambina che era sotto la sua
responsabilità al momento.
Chiamò a gran voce una spaventata Tsubaki, gridandole di correre subito da lei.
Vedeva attorno a sé i genitori prendere i figli in braccio e scappare da quel posto che sembrava al momento
quasi posseduto da non si sa quale demonio.
Sgranò gli occhi quando la bambina, spinta involontariamente da un compagno di classe, cadde a terra e
cominciò a piangere.
«TSUBAKI!» gridò con quanto più fiato aveva in gola prima di cominciare a correre verso di lei.
Le sembrò di correre per un tempo a dir poco infinito, sgranò ulteriormente gli occhi quando vide la
bambina sollevarsi di due metri buoni da terra e urlare di puro dolore.
Non riusciva a capire che diavolo stava succedendo, vedeva il corpo della piccola contorcersi e gridare, in
preda alla più totale agonia. Sembrava quasi avvolta in una stretta a dir poco devastante.
Gridò ancora una volta il nome della bambina, iniziando a tremare.
All’improvviso un sonoro schiocco le raggiunse le orecchie, mentre il suo corpo veniva scosso da un
tremendo spasmo. Uno spasmo provocato da una terribile consapevolezza.
Guardava il corpo di Tsubaki ancora sospeso nell’aria, ma cominciò a tremare ancora di più quando vide
quel piccolo corpicino ormai floscio.
I suoi occhi pieni di terrore si andarono ad incrociare con quelli spalancati e vitrei della piccola.
«Tsu… Tsub… ak… i…»
Sentì qualcosa quasi rompersi in lei, e sgranò gli occhi ancora una volta quando comparve l’immagine
evanescente di una grande mano che stringeva in una morsa a dir poco letale il corpo della piccina.
Spostò appena lo sguardo e il suo cuore perse un battito nel vedere in trasparenza la figura di quello che
sembrava, a tutti gli effetti, un mostro.
Lo vide ringhiare e guardare verso di lei, mentre gettava a terra e senza alcun rispetto il corpo della bambina.
Cominciò ad indietreggiare spaventata, sentiva il suo corpo venire scosso da tremendi tremiti di puro panico.
Boccheggiò quando vide il mostro iniziare a dirigersi verso di lei, ringhiando più forte.
Indietreggiò ulteriormente e, senza rendersene conto andò a finire con la schiena contro un muro.
Fissò con puro terrore quel demonio che si stava avvicinando verso di lei.
Non sapeva cosa fare, si guardava intorno alla ricerca di una qualsiasi via di fuga.
Aveva paura.
Chiuse gli occhi e un grido di puro terrore si disperse nell’aria, quasi come una supplica d’aiuto.

♫♪♫♪

*°*°*

Un sussulto impercettibile scosse il corpo di Byakuya quando udì un grido terribile provenire da poco
lontano, inarcò appena un sopracciglio nel vedere donne con i loro figli scappare terrorizzate e parlare
di strani avvenimenti che non riuscivano a spiegarsi.
Non gli ci volle molto a capire cosa stava realmente accadendo.
Un Hollow.
Cercò di sentire se vi erano altri Shinigami in ricognizione, ma sospirò appena quando si rese conto che non
vi era nessuno che poteva assolvere questo fastidioso compito al posto suo.
Scosse la testa, quella ragazza avrebbe dovuto aspettare.
Lui, prima di qualsiasi altra cosa, era uno Shinigami, e aveva un compito da svolgere.

*°*°*

Utilizzando lo Shunpo apparve in pochi attimi nel luogo dove aveva percepito quel grido, e in singolo istante
si frappose tra la ragazza e l’Hollow.
Vide l’Hollow ringhiare furente e spostò per un secondo gli occhi sul corpo inerme della bambina uccisa poco prima.
Portò nuovamente il suo sguardo sul mostro davanti a lui e sfoderò la sua katana.
Di solito gli Hollow uccidevano, o cercavano di uccidere, persone dalla grande forza spirituale.
L’uccidere una bambina in quel modo, senza alcun motivo e ritegno, per lui significava solo una cosa.
«…Imperdonabile…»
In un secondo eseguì un perfetto fendente diagonale, andando, così, a tagliare letteralmente in due parti
l’Hollow, uccidendolo e purificandolo.
Voltò appena la testa in direzione della ragazza dietro di lui, e allargò gli occhi, stupito.
Aveva ragione Rukia.
Quella ragazza era la fotocopia di sua moglie, Hisana.
La guardava in silenzio, mentre era ancora raggomitolata e scossa dalla paura.
Gli occhi della ragazza erano ancora chiusi. Mentre lei continuava a tremare lui si prese tutto il tempo
necessario per riprendersi dallo stupore temporaneo e far tornare, nuovamente, un’espressione
impenetrabile sul suo viso.

*°*°*

♫♪♫♪ ~ Bleach Movie 1 OST – Nothing Anymore

Kimiko era a dir poco sconvolta, tremava senza riuscire a calmarsi.
Si era ormai rassegnata al fatto che sarebbe morta, uccisa da un mostro che forse era persino frutto della
sua immaginazione.
Attese per dei secondi che sembravano quasi interminabili, il colpo che avrebbe posto la parola “fine” alla sua vita.
Ma, invece del colpo, alle sue orecchie arrivò una singola parola.
«…Imperdonabile…»
Sussultò appena, quella voce che arrivò a lei come una sorta di eco sembrava completamente diversa dal
ruggito che aveva sentito.
Tuttavia attese ancora, non aveva il coraggio di aprire gli occhi.
Dopo un paio di minuti riuscì finalmente a raccogliere il coraggio e sollevare lentamente le palpebre.
Sussultò quando non vide più quel tremendo mostro ma, al posto suo, vide in trasparenza una schiena
coperta da un kimono e da un haori.
«M-ma…»
Sollevò lentamente gli occhi, boccheggiando appena quando le sue iridi si scontrarono con degli occhi
gelidi, che sembravano quasi volerle leggere dentro l’anima.
Rimase in silenzio, ancora sconvolta e spaventata da tutti questi strani avvenimenti che si erano susseguiti
l’uno con l’altro.
Chi era quell’uomo? Perché appariva come una figura in trasparenza?
Che stava succedendo?
Voleva provare a chiedere tutto ciò all’uomo di fronte a lui, ma sussultò quando questi si voltò, dandole
completamente le spalle, e cominciò ad allontanarsi.
Rimase basita per qualche secondo, prima di riprendersi e scuotere la testa, allungando una mano verso il
suo anonimo salvatore.
«A-Aspetta! Chi sei?!» gridò.
Voleva corrergli dietro per fermarlo, ma le gambe non rispondevano ai suoi ordini, era ancora troppo spaventata.
Lo guardava, ancora tremando lievemente, mentre si allontanava senza neanche voltarsi a guardarla.
In poco tempo l’uomo, così com’era arrivato, scomparve dalla sua vista.
Sospirò pesantemente, abbassando lo sguardo sul terreno e lasciando, finalmente, cedere le gambe.
Si inginocchiò a terra, cercando di recuperare le forze mentre, senza che se ne rendesse conto, spostò
nuovamente lo sguardo verso il piccolo corpo a terra a pochi metri da lei, fissandola tristemente e
iniziando a piangere.
«Tsubaki…»

♫♪♫♪

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Capitolo 4
*** Ombre Nella Soul Society ***


In questo capitolo cominceremo finalmente a vedere un po’ d’azione :)
Godetevi la lettura!


OMBRE NELLA SOUL SOCIETY


♫♪♫♪ ~ Bleach Movie 2 OST – Start To Investigate

«Non ne posso più… sono stanco di vedere lo scarso operato di quegli idioti senza cervello!»
«Tutte le mie ricerche… in mano a quell’essere ripugnante…»
«Cercate di stare calmi, voi due… prima di fare qualunque cosa dobbiamo studiare bene la situazione e
conoscere i nostri nemici…»
«Io non capisco perché perdere tempo in questo modo… andiamo nel Seireitei, li ammazziamo, e
risolviamo il problema!»
«Soprattutto tu! Datti una calmata!»
«No che non mi calmo! Mi sono rotta le palle di stare qui ferma ad aspettare non so cosa!»
«Tu che dici?»
«Io? Io dico solo che non ce la faccio più a vedere quel coglione comportarsi a quel modo… è solo un
affronto per la mia famiglia…»
«Mh… tuttavia… dobbiamo studiare bene la situazione…»
«Già… è vero che non sono adatti al ruolo che hanno… ma nemmeno possiamo andare ad affrontarli senza
un piano… sono comunque pericolosi…»
«Non è assolutamente accettabile... non sono degni di ricoprire tale titolo!»
«Il loro ultimo scontro è stato a dir poco deludente... sono solo dei buoni a nulla...»
«Tsk... perchè farla tanto lunga e perdersi in chiacchiere? Stanno facendo un pessimo lavoro come Shinigami!»
«Tu cosa ne pensi...?»
«...»
«Credo sia arrivato il momento... di riprenderci il ruolo che ci appartiene di diritto...»

♫♪♫♪

*°*°*°*

Sajin Komamura, capitano della Settima Brigata del Gotei 13, si trovava di fronte quella che sembrava
essere una tomba.
«Tōsen…»
Quello fu l’unica parola che uscì dalla sua bocca animalesca mentre con gli occhi dorati come quelli di un
felino osservava insistentemente quella lapide intagliata nel legno.
Erano passate alcune settimane dalla battaglia della Falsa Karakura, quando affrontò il suo vecchio amico
finendo quasi con l’essere ucciso. Tuttavia Komamura non aveva mai portato rancore all’ex capitano
della Nona Brigata, perdonando il suo tradimento in punto di morte… una morte dalla quale non era riuscito a salvarlo.
Emise un profondo sospiro mentre attorno a lui una forte folata di vento fece svolazzare la parte inferiore
del suo haori, simbolo dei capitani del Gotei 13, e alcuni peli dell sua pelliccia. Probabilmente il suo
aspetto era una caratteristica unica in tutta la Soul Society.
Attorno a lui regnava il silenzio assoluto, interrotto solo dal suo profondo respiro vista l’imponente stazza
che lo contraddistingueva.
Nonostante il turbine di pensieri riguardante il defunto amico, ad occhi estranei Komamura sarebbe
apparso come perso in chissà quale pensiero vista la sua calma apparente.
«Sei tu Sajin Komamura?»
Una voce piuttosto giovane ma dal tono estremamente serio parlò alle spalle di Komamura che,
lentamente, si voltò.
«E chi dovresti essere tu, per spingerti sin qui?»
La tomba di Tōsen era stata costruita in un luogo piuttosto isolato, vicino a delle rocce, con un bosco a
qualche metro di distanza.
Proprio da quel bosco una figura uscì fuori, la stessa che aveva appena posto quella domanda a Komamura.
«Non tarderò a presentarmi ma non hai risposto alla mia domanda… sei tu Sajin Komamura, il capitano
della Settima Brigata?»
L’estraneo sembrò quasi voler prendere in giro Komamura con quelle parole.
Era ben chiaro chi fosse il capitano e che ruolo ricoprisse viste le vesti che indossava.
Komamura decise comunque di rispondere mentre con i suoi occhi dorati si apprestava a scrutare la figura
che era appena apparsa dinnanzi a lui.
Si trattava di un ragazzo, probabilmente vicino ai trent’anni di età almeno in apparenza visto che le
possibilità che fosse un essere umano vivo e vegeto erano estremamente remote.
Aveva dei capelli rossi leggermente più lunghi in prossimità dell’occhio sinistro. L’unico occhio chiaramente
visibile era di un azzurro ghiaccio quasi innaturale e la sua pelle era estremamente pallida.
Il vestito comprendeva un elegante completo nero con tanto di camicia rossa e cravatta, il lungo cappotto
di pelle nera che si muoveva lievemente, seguendo il flusso del vento, e un borsalino nero. Se non
fosse stato per la camicia, l’unico indumento di colore diverso, sarebbe stato completamente vestito
di nero visto che indossava anche un paio di guanti di pelle e delle scarpe piuttosto eleganti a
completare il tutto.
«Si, sono io… adesso sei tu a dover rispondere alla mia domanda…»
Il Capitano sembrò lanciare un ordine verso quel ragazzo piuttosto che una richiesta, ma il giovane
sembrava non essere minimamente intimorito da quella gigantesca presenza.
«Si, effettivamente la maleducazione è qualcosa che non mi si addice…»
Il tono del ragazzo risultava essere piuttosto tranquillo e a tratti anche inquietante visto il silenzio che
regnava attorno ai due.
Mosse qualche passo in direzione di Komamura, mantenendo un portamento composto, quasi a voler
simboleggiare una forte sicurezza dinnanzi ad una figura del calibro di un capitano.
«Ti basti sapere che il mio nome è Yuuma…»
Non aggiunse altro.
Komamura non riusciva a capire cosa potesse volere da lui un tizio così fuori dalle righe per il mondo in cui
attualmente si trovavano.
Tuttavia la risposta non tardò ad arrivare, visto che Yuuma estrasse da sotto il giaccone quello che
sembrava essere un grosso coltello.
«E che sono venuto qui per ucciderti visto che sei indegno di ricoprire la carica di Capitano!»
Istintivamente Komamura portò la destrorsa sul manico della sua Zanpakuto, tenuta sul medesimo fianco
grazie all’obi bianco legato in vita.
Il Capitano non riuscì a dire nulla visto che un enorme pressione dovuta all’enorme Reiatsu esercitata da
Yuuma iniziò a sovrastarlo.
«Questa Reiatsu… ma chi è questo ragazzo?»
Komamura non riuscì a capire cosa stava effettivamente succedendo ma decise di opporsi a lui. Nonostante
non avesse alcuna intenzione di combattere, lo stesso non si poteva dire del suo avversario che
sembrava fare sul serio.
«Sajin Komamura… sto arrivando!»

♫♪♫♪ ~ Bleach Movie 2 OST – Encirclement Battle

Lo scatto che Yuuma eseguì ricordò qualcosa a Komamura. Quel ragazzo aveva appena utilizzato lo Shunpo,
una tecnica esclusiva degli Shinigami.
«Sa utilizzare lo Shunpo? Non dirmi che…»
La velocità di Yuuma fu tale che Komamura non riuscì a finire di elaborare quel pensiero. Estrasse
velocemente la Zanpakuto, parando quindi l’affondo che il ragazzo aveva appena tentato di eseguire
all’altezza del suo stomaco.
Yuuma sorrise divertito, arrivando quasi a prendersi gioco del capitano.
«Con le tecniche di base te la cavi…»
Komamura decise quindi di passare al contrattacco. Non gli interessava chi fosse quel ragazzo ma stava
attentando alla sua vita e non poteva permettergli di andare oltre.
«Non so chi tu sia ma non ti permetterò di prenderti gioco di me!»
Il capitano della Settima Brigata diede una potente spinta con la lama della sua Zanpakuto a Yuuma che
arretrò di un paio di metri dando l’impressione di perdere momentaneamente l’equilibrio.
«Oooooaaaah!»
Il ruggito di Komamura risuonò per tutta l’area circostante, spezzando il silenzio che li aveva avvolti pochi
attimi prima.
«Todoroke, Tenken!»
Komamura decise quindi di utilizzare il suo Shikai, menando un fendente al vuoto dinnanzi a se.
Con quel movimento un gigantesca lama impugnata da una mano altrettanto grande comparve dinnanzi a
se con l’intento di schiacciare totalmente Yuuma.
L’impatto con il terreno fu violento, tanto che la terra e le rocce colpite finirono con il distruggersi.
Vista la distanza ravvicinata e il tremendo colpo, Komamura fu convinto di aver sconfitto quel misterioso
ragazzo con un solo attacco.
«Ti consiglio di riprovarci…»
Il tono divertito di Yuuma fu ben udibile a Komamura che finì con il voltarsi di scatto.
«Sei sfuggito al mio Tenken?»
Non solo Yuuma era sfuggito al poderoso attacco di Komamura, ma i suoi vestiti non si erano nemmeno sporcati.
L’espressione divertita sul suo volto e la mano sinistra tenuta sul cappello fecero infuriare il capitano che
tentò il medesimo assalto cercando di capire che trucco avesse usato.
«Continuando a tirare colpi a caso non mi prenderai mai, Sajin Komamura!»
Il tono di Yuuma fu una sorta di sfida nei confronti di Komamura che sembrò accettarla, visto che tirò molti altri colpi.
Ogni evocazione di Tenken venne magistralmente schivata da Yuuma quasi senza nessuno sforzo.
«Tu osi definirti Capitano della Settima Brigata? Sei un affronto per il titolo che porti!»
La voce di Yuuma suonò nell’aria quasi fosse il sibilo di un serpente pronto ad azzannare la sua ignara preda.
«Osserva… il vero potere di una Zanpakuto!»
A quelle parole, Komamura realizzò che quello che aveva davanti era uno Shinigami a tutti gli effetti.
Sino a quel momento non aveva pronunciato quella parola ed uno estraneo a quel mondo non sarebbe
stato in grado di conoscere un simile fatto.
«Wakatsu, Kuroana!»
Yuuma mosse velocemente il coltello che aveva nella mano destra, mentre con la sinistra continuava a
reggere il cappello sulla sua testa per impedirgli di volare via.
Con quella mossa aprì quello che sembrava essere un varco dimensionale e senza nemmeno accorgersene
Komamura si ritrovò il coltello conficcato nella schiena.
«La tua Reiatsu è patetica!»
Il ragazzo sembrava essere infuriato per via delle abilità di Komamura, decisamente troppo scarse a suo
parere per uno Shinigami di tale livello.
Komamura, nonostante la pugnalata alla schiena, decise di tentare un ultimo attacco grazie al suo Shikai.
Fece materializzare l’enorme spada di Tenken in verticale dietro di lui, con la lama rivolta verso il basso.
Muovendo la Zanpakuto in un movimento simile ad un affondo verso il terreno, l’enorme spada si mosse
allo stesso modo con l’intento di schiacciare Yuuma.
La distanza era ottimale per impedire a Komamura di essere colpito dal suo stesso attacco.
Inutile dire che l’impatto con il terreno lasciò i segni di quella che sembrava essere una piccola esplosione.
«Sei finito…»
Il dolore del colpo si stava facendo sentire ma Komamura era certo di averlo colpito.
«Non parlare come se comprendessi il reale significato della parola fine…»
Nonostante quel tremendo colpo, Yuuma era riuscito a sfuggire ancora una volta all’attacco di Komamura
grazie all’abilità della sua Zanpakuto.
«Se ti fossi limitato a schivare i colpi della mia Tenken, probabilmente avresti vinto… ma adesso che ho
capito come funziona la tua Zanpakuto non mi resta che colpire tutto quello che mi circonda in modo
da rendere inutili i tuoi spostamenti.»
«E come pensi di fare, Sajin Komamura?»
Komamura non si fece pregare e decise di porre fine a quello scontro.
«Bankai… Kokujō Tengen Myōō!»
Il corpo di Komamura venne avvolto da una densa Reiatsu di colore rosso, indice che la sua potenza stava
aumentando mentre il colossale guerriero che simboleggiava il suo Bankai apparve dietro di lui pronto a combattere.
«E quello oseresti definirlo un Bankai?»
Komamura ignorò le parole del ragazzo, probabilmente voleva solo farlo infuriare ancora di più con lo
scopo di distrarlo e fargli compiere qualche passo falso.
Il Capitano decise di passare subito all’attacco, ordinando al suo Bankai di colpire, con un potente colpo di
spada verso il terreno, Yuuma.
«Hai decretato la tua sconfitta, Sajin Komamura…»
La lama del Bankai di Komamura non raggiunse mai Yuuma perché accadde qualcosa di inaspettato.
«Bankai… Dageki Kuroana!»
Dopo aver pronunciato quelle parole e aver colpito il vuoto con un fendente del suo coltello, il braccio
destro del gigante si staccò dalla medesima spalla.
«Ma che… diavolo…?»
Komamura non poteva credere a quel che stava succedendo.
«Mi spiace Sajin Komamura, ma anche io so usare il Bankai e… conosco il punto debole del tuo!»
Con un altro fendente, il braccio sinistro del gigante fece la medesima fine del destro. Con quei due attacchi
il capo di battaglia venne invaso dal sangue del gigante e soprattutto da quello di Komamura
che si era ritrovato privo di entrambe le braccia.
«Maledetto…»
Privato di due arti su quattro, Komamura non era in grado di continuare lo scontro ma sembrava deciso a
non arrendersi.
«Riconosco che hai una certa determinazione ma il tuo Bankai è totalmente inutile contro il mio… riuscire a
fendere lo spazio, dividendo tutto ciò che viene colpito nella zona interessata… è questo il potere del mio Bankai!»
Komamura quindi realizzò come avesse fatto ad amputare gli arti di un essere così resistente in maniera
così semplice.
«Non te la caverai…»
Il capitano della Settima Brigata giaceva in ginocchio, mentre dalle spalle prive delle braccia ormai mozzate
stava scorrendo una quantità non indifferente di sangue.
«No, Sajin Komamura… sei tu che non te la caverai!»
Yuuma eseguì un rapido movimento con la destrorsa, impugnando la sua Zanpakuto.
Il colpo, orizzontale, non ebbe alcun effetto se non quello di tranciare a metà lo spazio sulla gamba destra
del Bankai di Komamura, amputando anche quella e riversando altro sangue sul campo di battaglia
rendendolo quasi una scena da film horror.
«Grida, Sajin Komamura, grida…»
Il ragazzo si stava letteralmente prendendo gioco del capitano che stava urlando in preda all’agonia più pura.
Il colossale guerriero di Komamura scomparve, simbolo che ormai al capitano era rimasto poco da vivere.

♫♪♫♪

«Hai dunque compreso l’abissale differenza tra me e te?»
Yuuma osservò con un ghigno di puro godimento dipinto sul volto il corpo ormai inerme del Capitano, a
quella visione si lasciò sfuggire una risata intrisa di totale malignità.
«Non sei altro che uno stupido insetto… e, come tale, finirai con l’essere schiacciato!»
Rise più sonoramente, prima di sollevare in aria la sua Zanpakuto, intenzionato come non mai a voler porre
fine all’inutile vita di Komamura.
«Muori... inutile scarafaggio!»
Improvvisamente, però, un rumore fece sussultare Yuuma, il quale digrignò i denti furibondo. Non aveva
più tempo di starsene lì.
Avrebbe voluto tranciare la testa del Capitano e dimostrare, in questo modo, la sua superiorità, ma
purtroppo i passi si facevano sempre più vicini.
Rapidamente nascose il coltello sotto il lungo cappotto, tenendo il cappello sempre con la mano sinistra.
«Capitano Komamura!!!»
Alcuni Shinigami della Settima Brigata stavano accorrendo in aiuto del loro capitano ormai svenuto in un
lago di sangue e privato di tre dei suoi quattro arti.
«Ringrazia il tuo Bankai fin troppo appariscente per averti regalato questi ultimi istanti di vita… addio, Sajin Komamura!»
Pronunciate quelle parole, Yuuma scomparve grazie ad uno Shunpo.
Komamura venne quindi recuperato dai suoi uomini e portato immediatamente alla Quarta Brigata.
Nessuno sapeva se il capitano e l’avrebbe fatta o meno.

*°*°*°*

Yuuma entrò in una stanza debolmente illuminata in cui vi era qualcuno ad attenderlo.
«Bentornato, Yuuma… hai portato a termine il tuo dovere?»
«Non proprio… sono stato interrotto proprio quando ero sul punto di tagliargli la testa… ma dubito che
sopravviverà visto le ferite che ha riportato. »
La figura misteriosa a quelle parole emise un sospiro.
«D’accordo… mi fido del tuo giudizio, sai che non possiamo permetterci errori…»
Yuuma mantenne un’espressione seria sul volto.
«Non c’è alcun motivo di preoccuparsi… ho già in mente qualcosa per indebolirli a dovere.»
«Cosa hai in mente?»
Il ragazzo sorrise sadico.
«La Quarta Brigata si occupa di rimetterli in sesto… Sajin Komamura è in fin di vita quindi…»
«Tolto di mezzo il loro capitano, non avranno più nessuno che riuscirà a rimetterli in piedi…»
«Esattamente…»
Yuuma emise una risata soddisfatta.
«Retsu Unohana… il mio prossimo bersaglio è lei!»



TRADUZIONE DELLE TECNICHE DI YUUMA

Wakatsu, Kuroana!Dividi, Buco Nero
Bankai: Dageki Kuroana Fendente Del Buco Nero

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Capitolo 5
*** Sentimenti Contrastanti ***


Eccoci qui con un nuovo capitolo! :)
Vorremmo dire una cosa… abbiamo notato che la nostra storia viene letta, perché appunto si possono
controllare le visite! Ma quindi ci chiediamo… come mai non recensite? :(
Non è assolutamente necessaria la recensione, ovvio, ma almeno può aiutarci a capire se la storia vi piace o
no, se dobbiamo apportare dei cambiamenti o no, insomma, aiutateci con le recensioni a capire se vi
va bene come scriviamo o se dobbiamo cambiare qualcosa! :)
Detto questo, vi lasciamo al capitolo!

P.S. Piccolo avvertimento, alla fine del capitolo c'è un piccolo Spoiler per chi segue solo il Manga in italiano :) se invece seguite le scan allora non vi abbiamo spoilerato nulla!
Buona lettura!


SENTIMENTI CONTRASTANTI


♫♪♫♪ ~ Bleach OST 3 – Soundscape To Ardor

Byakuya, ancora una volta, era entrato nella stanza dove vi era l’altare della sua defunta moglie, Hisana.
Osservava immobile la foto della donna, cercando quasi un suggerimento sul come comportarsi.
Non poteva negare a sé stesso che l’aver constatato l’esistenza di una ragazza quasi identica ad Hisana
l’aveva scosso sin nel profondo, non riuscendo a credere a quello che i suoi occhi avevano visto.
Sua sorella Rukia, dopo l’accaduto, aveva provato a parlargli più e più volte, ma lui l’aveva deliberatamente ignorata.
Al momento, l’unica cosa che voleva era rimanere da solo a pensare.
Abbassò lo sguardo, tormentato anche lui da sentimenti contrastanti.
Scosse appena la testa, era consapevole del fatto che, al contrario di sua sorella, lui riusciva a controllare
meglio le sue emozioni.
Ma nonostante questo, era deciso più che mai a voler rivedere quella ragazza.
Non riusciva a capirne il motivo, ma doveva rivederla.
Non aveva nessuna intenzione di farsi vedere da lei, ma sentiva il bisogno di vederla, anche se ancora non
riusciva a comprenderne il perché.
Uscì con la sua solita compostezza dalla stanza, prima di dirigersi in totale silenzio fuori di casa e tornare,
ancora una volta, sulla terra.

*°*°*

La cercò quasi tutto il giorno, si diresse prima alla scuola, e successivamente al parco, ma solo al tramonto
riuscì finalmente a rivederla.
La vide entrare nel parco, con gli occhi velati da una profonda tristezza, rivolti al terreno, mentre le altre
mamme con i loro bambini iniziavano ad allontanarsi per tornare nelle loro rispettive abitazioni.
La osservava in silenzio, tenendosi lontano da lei e infine la vide sedersi sull’altalena e dondolare appena.
Si accorse persino del lieve sospiro che sfuggì dalle sue labbra.
«Tsubaki…»
Il sussurro, seppur lieve, non passò inascoltato alle orecchie del Capitano.
Tsubaki? Chi era?
All’improvviso un sussulto scosse il corpo dello Shinigami.
Forse la ragazza stava parlando della bambina uccisa senza la benchè minima pietà dall’Hollow.
Si ritrovò, senza accorgersene, ad abbassare appena lo sguardo anche lui, mentre il suo cuore venne
attraversato da un nuovo sentimento.
Cos’era?
Senso… di colpa?
Sì, probabilmente era quello.
Se solo avesse potuto percepire la presenza di quell’Hollow… forse sarebbe arrivato prima e avrebbe
impedito l’uccisione di una bambina innocente.
Scosse appena la testa, non poteva farci niente purtroppo.
Anche se era uno Shinigami, vi erano comunque delle limitazioni nei suoi poteri ed una di queste era il non
poter avvertire la presenza di un Hollow.
Alzò nuovamente gli occhi, avvicinandosi appena alla ragazza, scrutandola con attenzione.
Era davvero surreale la cosa, il suo volto era uguale a quello di Hisana, la sola differenza erano i capelli
lunghi. Ma il colore di quest’ultimi, quello degli occhi.. erano completamente identici a quelli della sua defunta moglie.
Un lieve moto di nostalgia si impadronì del suo cuore. Il vedere una ragazza così simile ad Hisana in vita gli
aveva fatto pensare a quanto, effettivamente, gli mancasse sua moglie.
Sapeva bene anche lui che doveva reagire, doveva continuare a vivere, sapeva che Hisana non avrebbe
voluto che lui vivesse in questo modo.
Ma, almeno per il momento, non riusciva a farlo.
Riusciva abilmente a controllare le sue emozioni, ma non riusciva a reagire completamente.
Fissò silente la ragazza, allontanandosi di qualche passo non appena la giovane si rialzò in piedi e cominciò
a camminare in silenzio, probabilmente verso casa.
Decise, quindi, di seguirla, probabilmente per controllare che nessun altro Hollow potesse attaccarla, ma in
cuor suo sapeva che stava solo mentendo a sé stesso.
Non sapeva nemmeno lui il motivo, ma sentiva solo il desiderio di seguirla, quasi volesse studiarla in ogni
singolo dettaglio.
Interruppe il suo andare non appena vide la ragazza entrare silenziosamente dentro un appartamento,
quindi annuì senza neanche accorgersene.
Dunque era quella casa sua. Bene, se ne sarebbe ricordato per il futuro.
Sospirò e, in un istante, utilizzò lo Shunpo per scomparire ancora una volta.

♫♪♫♪

*°*°*

Non appena arrivò a casa sussultò appena quando vide Rukia attenderlo all’ingresso.
«Nii-sama…»
Rimase immobile ad osservarla. Leggeva nei suoi occhi la stessa frustrazione che, al momento, stava
tormentando il suo cuore.
Le andò vicino, annuendo.
«Seguimi.»
Un singolo ordine, si limitò a questo mentre camminava con calma in direzione del giardino.
Si fermarono entrambi di fronte al laghetto, osservando la luna riflessa sulla superficie.
Nessuno dei due sembrava voler parlare per primo, ma Byakuya non ci mise molto a rompere il fastidioso
silenzio che si era creato.
«Comprendo il tuo stato d’animo, non hai torto nell’affermare che quella donna…»
Sospirò. Non sapeva con esattezza come continuare il discorso, ma doveva provarci.
Spostò lo sguardo in direzione di sua sorella, e vide che gli occhi di lei erano fissi sul laghetto, ancora una
volta offuscati da un velo di tristezza.
A quell’immagine anche i suoi occhi cedettero lievemente alla tristezza, facendolo sospirare nuovamente.
«Rukia… sappiamo entrambi che quella donna non è Hisana…»
La sorella annuì alle parole del Capitano.
«Sì… lo so… è solo che… per un attimo… ho pensato che fosse mia sorella… la sua anima…»
«Rukia….»
«Io… credo di dovermi scusare per il mio comportamento… ho permesso alle mie emozioni di prendere il
sopravvento su di me, facendomi pensare irrazionalmente… se Renji non fosse intervenuto per farmi
rinsavire… probabilmente avrei finito col commettere una sciocchezza… sono stata un’incosciente… e
di questo mi scuso…»
Byakuya la ascoltò in silenzio, prima di scuotere appena la testa e voltarsi completamente verso di lei.
«Non scusarti… comprendo appieno i tuoi desideri… io so controllarli solo perché ho imparato a farlo…»
Vide la Shinigami voltarsi verso di lui, quasi implorando aiuto.
Lui, di rimando, si limitò a osservarla, con un lieve cipiglio di tristezza ora fisso nei suoi occhi.
«Nii-sama… cosa… cosa dovrei fare io?»
«Tu… dovrai continuare semplicemente a svolgere i tuoi doveri, Rukia… ricordati che prima di qualunque
altra cosa sei e rimarrai uno Shinigami… e cerca, per quanto ti sarà possibile, di ignorare quella
ragazza… il fatto che somigli così tanto a Hisana, è solo una mera coincidenza…»
Vide Rukia abbassare lo sguardo alle sue parole e annuire silenziosamente.
Lui tornò a fissare in silenzio il riflesso della luna, con il cuore ancora ricolmo di sentimenti contrastanti.
Era sicuro di aver detto a Rukia la cosa giusta da fare, ma per ciò che riguardava lui… la storia era un’altra…
Continuava a non capirne il motivo, ma era intenzionato più che mai a continuare a tenere d’occhio quella
misteriosa ragazza.

*°*°*

Senza che Byakuya se ne rendesse conto era trascorso già un mese da quando aveva incominciato a tenere
d’occhio giorno dopo giorno la ragazza.
Sembrava una persona ormai abbandonata a sé stessa, ogni volta che la vedeva sollevare lo sguardo
distingueva senza problemi il perenne velo di tristezza che ormai le aveva offuscato gli occhi.
Continuava silenziosamente a seguirla mentre la vedeva, per la prima volta in queste quattro settimane,
prendere una direzione diversa da quella che prendeva di solito.
Sussultò appena quando la vide dirigersi al cimitero, con tra le braccia un mazzo di camelie bianche.
Sospirò lieve, non gli ci volle molto a capire dove stava andando.
Non appena arrivò di fronte alla tomba della piccolina, vide la ragazza inginocchiarsi davanti ad essa e
posizionare i fiori dentro il vaso che lei stessa aveva provveduto a portare.
«Ciao, Tsubaki…»
La guardò silente, attento a non farsi vedere.
La osservava mentre continuava a prendersi cura amorevolmente dei fiori che aveva portato alla piccolina,
dedicando un’incredibile attenzione nel sistemarli a dovere all’interno del vaso.
La mano della donna, poi, si posizionò in una dolce carezza sulla lapide dove vi era inciso il nome della bambina.
«Mi manchi tanto, tesoro… e mi dispiace davvero per ciò che è successo… se fossi stata più attenta… forse
tutto questo non sarebbe successo…»
Il Capitano a quelle parole scosse la testa, non era certo colpa di quella donna se la piccola era stata uccisa
da un mostro.
Ma lei questo, ovviamente, non poteva saperlo.
La vide mentre si sollevava di nuovo in piedi, porgendo un ultimo saluto, accompagnato da un triste sorriso,
alla tomba, prima di voltarsi ed iniziare ad incamminarsi verso casa.
Fece per seguirla ma sussultò appena quando lo spirito della bambina, con la catena ancora sul petto,
apparve di fronte a lui, scrutandolo curiosa.
«…Cosa?» chiese lui, freddamente.
«Sei un amico di Kimiko-chan?»
La voce della piccola arrivò alle orecchie di Byakuya come un eco. Lo Shinigami scosse la testa alla domanda.
«No…»
«Allora perché la stai seguendo? Sei uno di quei cattivoni che mi ha ucciso?»
Di nuovo fece cenno di diniego con la testa senza, tuttavia, proferire parola.
Il suo silenzio fece imbronciare la piccola, che incrociò le braccia scocciata e sbuffò sonoramente.
«Certo che sei proprio noioso… non parli!»
Byakuya allargò appena gli occhi alle parole della bambina che, nel notare il suo cambio di espressione,
ridacchiò divertita.
«Beh… non fa niente! Sei noioso ma so che non sei un cattivone! Ti ho visto l’altra volta aiutare Kimiko-chan!»
Lo Shinigami rimase in silenzio a fissare la piccola che ora trotterellava attorno a lui, quasi volesse giocare.
«Ehi, signore… proteggerai tu Kimiko-chan da oggi in poi?»
«Perché sei ancora qui sulla terra? Non ti ha fatto nessuno la dovuta sepoltura?» chiese, invece, lui.
La bambina, in tutta risposta, sollevò gli occhi al cielo, portando la manina sul suo mento, come se stesse
pensando a qualcosa.
«Uhm… ora che ci penso ho visto un altro buffo signore, era vestito simile a te, ma aveva degli strani
capelli rossi e dei strani segni in faccia… mi aveva detto che sarebbe tornato, ma alla fine non è più venuto.»

«Renji…»
Sospirò sonoramente. Una volta tornato nel Seireitei avrebbe sicuramente punito quell’irresponsabile che
trascurava i suoi doveri…
«Ehi! Io ho risposto a te! Ma ora è il tuo turno! Proteggerai Kimiko-chan?»
Byakuya sospirò, quella ragazzina gli stava facendo delle domande a cui lui, per primo, non sapeva trovare una risposta.
Proteggere Kimiko? Perché avrebbe dovuto?
Sì, era il dovere di ogni Shinigami proteggere gli esseri umani ma per questo lavoro bastavano i tenenti.
Perché un capitano si sarebbe dovuto scomodare?
Non sapeva rispondere, né alle domande della bambina né a quelle del suo cuore.
Sfoderò, quindi, la sua katana, poggiando delicatamente l’estremità dell’elsa sulla fronte della bambina,
effettuò rapidamente il Konso, e fissò in silenzio la bambina che ora gli sorrideva allegra, iniziando a scomparire.
«Mi raccomando! Prenditi cura di Kimiko-chan!»

*°*°*

Non appena tornò nel Seireitei, dopo aver fatto avere alla piccola il suo posto nella Soul Society, inarcò un
sopracciglio allo spettacolo che gli si parò davanti.
Sembravano tutti in agitazione e non riusciva a capirne il motivo.
Vide Renji accorgersi di lui e correre immediatamente nella sua direzione.
«Capitano Kuchiki!»
«Cosa sta succedendo?»
«Il Capitano Komamura...!»

*°*°*

Unohana sospirò lievemente, un attimo prima di entrare nella sala dove, come di consuetudine, si trovava
il Capitano Yamamoto.
Chinò appena la testa in segno di rispetto, avvicinandosi a lui.
«Capitano Yamamoto…»
«Dimmi… come sta il Capitano Komamura?»
Annuì alla domanda del vecchio, rassicurandolo.
«È ancora vivo… se la caverà, ma avrà bisogno di molto tempo per guarire completamente…»
Yamamoto sospirò appena, annuendo lievemente alle parole della donna.
«Capitano Yamamoto…»
La voce di Unohana attirò, ancora una volta, la sua attenzione.
«Cosa c’è?»
«Le ferite riportate dal Capitano Komamura… io... credo di averle già viste in passato…»

*°*°*

«Cos’è che ti tormenta?»
«Sono stanco di stare fermo ad aspettare… quello stronzo di Kuchiki deve pagare!»
Una lieve risata divertita riecheggiò nell’aria.
«Lo odi davvero così tanto?»
«Odio lui e tutta la sua schifosa famiglia… il Clan Kuchiki non merita assolutamente tutte le onorificenze che
ha ricevuto! »
«Comprendo il tuo astio, e non ho intenzione di frenarlo… tuttavia… ti invito solo a riflettere prima di
agire… Kuchiki Byakuya è pur sempre un Capitano del Seireitei… e, assieme a Zaraki Kenpachi, è uno
dei più forti… di conseguenza, per affrontarlo, è necessario disporre di un asso nella manica, qualcosa
da usare contro di lui al momento opportuno.»
L’interlocutore, a quelle parole, rispose con una lieve risata maligna.
«Credo, in tutta onestà, di averlo già trovato questo “asso nella manica”…»

*°*°*

♫♪♫♪ ~ Bleach Movie 3 OST – Fade To Black A02

Era ormai notte fonda.
Unohana stava camminando tranquilla in direzione di casa sua, dopo aver parlato a lungo con Yamamoto.
Non riusciva a non pensare alla particolarità di quelle ferite, era sicura di averle già viste in passato.
Sì, ma dove?
«Retsu Unohana…»
Bloccò immediatamente la sua camminata non appena sentì una voce alle sue spalle.
Si girò con calma, osservando con freddezza l’individuo che si era parato di fronte a lei.
«Chi saresti tu?»
Lo sconosciuto ridacchiò divertito e fece un lieve inchino di fronte alla donna, in segno di rispetto, ma quel
gesto, più che rispettoso, sembrava quasi canzonatorio.
«Il mio nome è Yuuma… e sono venuto qui per ucciderla.»
Unohana allargò appena gli occhi alle parole di quel ragazzo che aveva sfoderato la propria Zanpakuto.
«Capisco…»
Lentamente la donna portò una mano ai suoi capelli, sciogliendo lentamente la treccia che li legava e
rivelando, così, la cicatrice che di solito era celata dalla sua lunga chioma corvina.
In un attimo il suo sguardo, da tranquillo e gentile, divenne truce e intriso di malignità.
«Fammi dunque vedere ciò che sai fare, Yuuma…»

♫♪♫♪

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Capitolo 6
*** Minaccia Dal Passato ***


Chiediamo entrambi scusa per il ritardo, ma abbiamo avuto qualche piccolo problema in questi due giorni,
adesso tutto sistemato! Quindi pronti per il nuovo capitolo! Speriamo vi piaccia! :)


MINACCIA DAL PASSATO


Era ormai notte fonda nel Seireitei.
Sembrava quasi surreale il silenzio che si era creato, ormai erano tutti sprofondati nel regno di Morfeo.
Questa pace, tuttavia, venne turbata da una tremenda esplosione che risuonò per tutto il Seireitei,
svegliando bruscamente chiunque stesse dormendo.
Improvvisamente la maggior parte degli Shinigami uscirono dai loro rispettivi alloggi, e sgranarono gli occhi
nel notare una tremenda colonna di Reiatsu dal colore del sole invadere il cielo.
Solo tre di loro, tuttavia, si sbrigarono a raggiungere quella tremenda Reiatsu, preoccupati di ciò che poteva
essere successo.
Shunsui Kyoraku, Jūshirō Ukitake e Zaraki Kenpachi.
Corsero il più velocemente possibile in direzione di quella terribile Reiatsu, e i primi due sgranarono gli
occhi allo spettacolo che gli si parò davanti.
Retsu Unohana era lì, in piedi, come se nulla fosse successo, con i capelli nuovamente legati da una lunga treccia.
Ricoperta di sangue, così come erano intrise di sangue le pareti attorno a lei.
«C-Capitano Unohana…»
«Vi chiedo scusa per avervi svegliato… evidentemente non sono riuscita a controllarmi come avrei voluto…»
Kenpachi, a quelle parole, emise un grugnito scocciato, avvicinandosi alla donna e guardandosi intorno.
«Insomma… hai già fatto tutto da sola…»
La donna sorrise gentilmente alle parole del Capitano, e annuì in risposta.
«Temo di sì, Capitano Kenpachi… purtroppo le ho tolto il divertimento, e mi scuso di questo…»
«Tsk…» furono le uniche parole che proferì il Capitano prima di allontanarsi, scocciato per essere stato
svegliato e, soprattutto, per aver perso la possibilità di poter finalmente combattere contro qualcuno.
Lascio quindi Unohana da sola assieme a Ukitake e Kyoraku, i quali si avvicinarono a lei.
«Capitano Unohana… che cosa è successo?»
La donna, a quella domanda, assunse ora un’espressione seria, guardando calma i due Capitani di fronte a lei.
«Sono stata attaccata… da una persona che non ricordavo chi fosse fino a che non ha cominciato a combattere…»
I due Capitani rimasero in silenzio, in attesa di Unohana e del proseguimento della sua spiegazione.
«Questa persona… era un ex-capitano del Seireitei… il suo nome… era Yuuma…»

*°*°*

Shigekuni Genryūsai Yamamoto.
Il Capitano della prima compagnia era affacciato alla balconata della caserma della Prima Brigata.
Era preoccupato per via della tremenda colonna di Reiatsu che aveva veduto pochi istanti prima.
Sapeva bene che gli altri capitani non avrebbero tardato un singolo istante a intervenire, tuttavia non
riusciva a togliere dal suo cuore un tremendo presentimento che ormai l’aveva invaso.

♫♪♫♪ ~ BLEACH OST 3 – Anguish

Sussultò appena quando avvertì una presenza materializzarsi alle sue spalle.
«È molto che non ci vediamo… Capitano Yamamoto…»
Il Capitano, al sentire il suono di quella voce, sospirò appena, voltandosi lentamente per osservare la figura
nascosta nell’oscurità.
Del suo interlocutore nulla era visibile, se non la parte inferiore del suo vuolto illuminata appena da un lieve raggio lunare.
Il ghigno di pura malignità dipinto sul suo volto fu in grado di far comparire un leggero brivido lungo la
schiena del vecchio Capitano.
«Che cosa ci fai qui… Hiroku?»
L’altro ridacchiò divertito alla domanda che celava una qualche sorta di minaccia.
«Stà calmo, vecchio… non sono venuto qui per combattere…»
Yamamoto osservò truce l’ombra di fronte a lui, attento comunque a qualunque tipo di movimento da
parte dell’altro.
«Non ho intenzione di ucciderti, se è questo che ti preoccupa… anche se non nego che te lo meriteresti…
per via delle tue scelte che, sai, ultimamente… si sono rivelate molto discutibili…»
«Di cosa stai parlando?»
«Dei nuovi Capitani che hai scelto per il Seireitei… nessuno… nessuno di loro è all’altezza del ruolo…»
«E queste tue convinzioni sono date da cosa?» Chiese gelido il Capitano della Prima Brigata.
L’altro, col nome di Hiroku, ringhiò furente, sbattendo un pugno contro una colonna accanto a lui.
«Non provarci nemmeno vecchio! Siamo entrambi consapevoli della pessima figura che quegli inetti hanno
fatto contro Aizen! Sono stati sconfitti! Vi siete ridotti a farvi aiutare da un sostituto Shinigami! Un
sostituto si è rivelato più forte di qualsiasi Capitano!»
Yamamoto, alle parole dell’uomo davanti a lui, scosse leggermente la testa, sospirando appena.
«A parte esprimere la tua ingiustificata frustrazione… c’è qualche altro motivo che ti ha spinto a venire qui?»
Hiroku, a quella domanda, incrociò le braccia e appoggiò la schiena alla colonna che, pochi secondi prima,
aveva colpito con un pugno.
«Ingiustificata frustrazione?»
Il vecchio annuì, fissando serioso l’interlocutore.
«Sostieni che gli uomini e le donne da me scelti non sono degni di essere dei Capitani… io sono più che
sicuro del contrario… tu non conosci la loro vera potenzialità, Hiroku…»
Hiroku, dopo quelle parole ridacchiò divertito, scuotendo appena la testa.
«Molto bene… se la pensi così che ne dici di una sfida allora?»
Yamamoto inarcò un sopracciglio, non riusciva davvero a capire dove voleva andare a parare quell’uomo.
«Una sfida?»
«Esattamente… sono più che sicuro che i miei uomini riusciranno senza problemi a sconfiggere uno dopo
l’altro tutti i tuoi cosiddetti “Capitani”… e se ciò avverrà… tu cederai il posto di Capitano della Prima
Brigata a me… e sarai esiliato dal Seireitei…»
Il vecchio Capitano, a quelle parole, scosse la testa e si voltò, dando le spalle al suo interlocutore.
«Sei completamente pazzo se pensi che io possa accettare una sfida del genere…»
La risata maligna di Hiroku riecheggiò per tutta la sala, facendo rabbrividire un’altra volta Yamamoto, il
quale rimase immobile mentre l’uomo si avvicinò a lui.
«E’ un vero peccato, vecchio… perché per me… la sfida è già cominciata…»
Yamamoto sgranò gli occhi a quelle parole, voltandosi di scatto, ma ciò che trovò alle sue spalle non fu nulla
di diverso se non: il totale vuoto.
Hiroku, così com’era apparso, scomparve dalla vista del vecchio, che digrignò furioso i denti, deciso più che
mai a prendere provvedimenti.

♫♪♫♪

*°*°*

Il giorno seguente, Byakuya, nonostante l’attacco al Capitano Komamura e al Capitano Unohana, era ancora
una volta sulla terra.
Gli era bastato sapere che entrambi erano ancora vivi.
Sapeva benissimo che, se ci fosse stata qualche emergenza, il Capitano Yamamoto avrebbe sicuramente
convocato una riunione.
Non avendo ricevuto nessun tipo di chiamata, aveva deciso di dedicarsi ancora una volta a quella misteriosa ragazza.
La stava seguendo ormai da quasi tre ore, e in tutto questo tempo la donna non aveva fatto altro che
dedicarsi a faccende come fare la spesa, shopping o altro.
Il Capitano si ritrovò quasi a prendersi a schiaffi mentalmente da solo.
Vi erano sicuramente cose molto più interessanti da fare che seguire quella ragazza per tutta Karakura.
Non riusciva, tuttavia, a fare a meno di seguirla.
Il solo vederle il volto gli ricordava incredibilmente Hisana.
Un lieve cipiglio confuso si dipinse sul volto di Byakuya quando vide la ragazza entrare in un parco.
Continuò, comunque, a seguirla, non capendo il motivo del cambio di direzione preso dalla ragazza.
Fino ad un attimo fa sembrava si stesse dirigendo verso casa, perché questo cambio repentino di strada?
Scosse mentalmente la testa, decidendo di non pensare al motivo, ma sussultò quando la ragazza, nel
punto più isolato del parco, si voltò e incrociò le braccia al petto, con espressione visivamente scocciata.
«Sinceramente… non ne posso più! È più di un mese che mi segui! Sei uno stalker o qualcosa del genere,
per caso? Esci fuori!» Gridò al nulla, quasi imbestialita.
Quelle parole fecero allargare leggermente gli occhi al Capitano per lo stupore.
Che si stesse davvero riferendo a lui?
«Sto parlando con te! Razza di tipo strano con gusti veramente discutibili in fatto di moda!»
Decisamente si stava riferendo a lui…
Il suo sguardo tornò per l’ennesima volta ad essere impassibile prima di decidere di mostrarsi finalmente
agli occhi della ragazza.
La vide sospirare scocciata e annuire, lui la osservava calmo, mentre lei sembrava quasi scrutarlo.
«Era ora…»
Rimase immobile, statuario come sempre, non aveva intenzione di proferire la benchè minima parola
davanti a lei.
Prima che lei potesse, comunque, dire qualsiasi cosa, una risata maligna echeggiò alle loro spalle,
costringendo Byakuya, quindi, a voltarsi lentamente nella direzione di quel suono.
Di fronte a lui apparve un uomo che sembrava avere più o meno la sua stessa età.
Il lungo cappotto nero dallo stile prettamente vittoriano fasciava il suo corpo quasi come una seconda
pelle, mentre i decori argentati su di esso riflettevano la luce del sole che filtrava tra le fronde degli alberi.
Byakuya continuava ad osservare in silenzio l’uomo di fronte a lui, i suoi occhi si andarono a scontrare con
quelli viola della figura misteriosa.
«Kuchiki Byakuya… finalmente…»
Il Capitano rimase in silenzio, non rispondendo, era intento più che mai ad analizzare ogni singolo dettaglio
dell’individuo di fronte a lui.
L’uomo, in risposta al suo silenzio, ridacchiò divertito e incastrò il suo bastone da passeggio, che sembrava
quasi il simbolo della sua appartenenza a una qualche famiglia nobiliare, nell’angolo del gomito e ora,
con le mani libere, fece canzonatorio un lieve applauso di fronte al Capitano.
Il suono uscì fuori ovattato per via degli eleganti guanti bianchi che l’uomo indossava.
«Non potevo di certo aspettarmi una risposta immediata… la tua famiglia è ben conosciuta per i suoi silenzi…»
Byakuya rimase, ancora una volta, impassibile alla provocazione, e continuò a fissare con freddezza
l’individuo di fronte a lui.
Una forte folata di vento fece muovere prepotenti sia l’haori dello Shinigami che il cappotto lungo fino alle
caviglie dell’uomo, rivelando gli eleganti pantaloni neri e degli stivali neri, anch’essi da nobiluomo.
Lo sconosciuto si passò una mano tra i corti capelli neri tirati all’indietro prima di cominciare, poi, a
“giocare” con uno dei due ciuffi che gli ricadeva davanti al volto.
«Erano anni che aspettavo questo momento…»
«Chi è lei?» decise, infine, di chiedere lo Shinigami.
L’uomo, in tutta risposta, ghignò maligno e si inchinò di fronte a Byakuya, mostrando ancora una volta le
sue eleganti movenze, trattenendo ancora il bastone col braccio.
«Il mio nome è Hideaki… e sono colui che eliminerà definitivamente ogni traccia della famiglia Kuchiki…»

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Capitolo 7
*** Antiche Rivalità ***


Eccoci tornati! Questa volta tornerà l’azione! Non abbiamo altro da dirvi se non “BUONA LETTURA!” :)


ANTICHE RIVALITÀ


Byakuya, dopo quelle parole, indurì lievemente lo sguardo in direzione del suo interlocutore di nome Hideaki.
L’uomo di fronte a lui ghignò maligno e incrociò le braccia, fissando il Capitano tranquillo.
Un silenzio quasi inquietante si era creato tra i due, mentre la ragazza dietro Byakuya li osservò con un
misto di confusione e paura, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
Kimiko osservava i due, indietreggiando leggermente.
Non le stava piacendo per niente l’atmosfera che si stava creando mano a mano che i secondi passavano.
Byakuya rimase immobile, osservando l’uomo di fronte a lui.
«Posso chiederle il motivo per cui porta rancore nei confronti della mia famiglia?»
Hideaki, a quella domanda, digrignò furioso i denti, lanciando una tremenda occhiata intrisa di odio allo
Shinigami di fronte a lui.
«Prima di rispondere pretendo una conferma da te… mi confermi di essere il nuovo Capo della famiglia
Kuchiki, nonché un Capitano del Seireitei?»
Byakuya annuì alla domanda.
«Esatto… sono il capitano della Sesta Brigata… nonché il nuovo Capo della famiglia Kuchikiì…»
L’uomo, alle parole dello Shinigami, dipinse nuovamente un ghigno di pura malignità sul suo volto, e afferrò
con decisione il suo bastone da passeggio con la mano sinistra, mentre con la destra afferrò
saldamente l’impugnatura.
Byakuya avvertì il pericolo e portò immediatamente una mano sull’elsa della sua Zanpakuto, mentre
Hideaki sfoderò in un attimo, la sua katana nascosta dentro il suo bastone.
«Kuchiki Byakuya… oggi mi divertirò a calpestare il tuo onore!»

*°*°*

Yamamoto osservò in silenzio i Capitani che, alla sua convocazione, arrivarono in poco tempo alla sala della
caserma della Prima Brigata.
Tranne Komamura sembrava che fossero tutti presenti, ma subito notò l’assenza di uno di loro, e inarcò un sopracciglio.
«Dov’è il Capitano Kuchiki?» chiese fintamente calmo.
Il Capitano SoiFon, a quella domanda, fece un passo avanti e fissò seriosa Yamamoto.
«Capitano Yamamoto… abbiamo cercato dappertutto il Capitano Kuchiki ma non siamo riusciti a trovarlo…»
Yamamoto, alla rivelazione della donna, sgranò gli occhi ed intuì immediatamente la gravità della
situazione, ricordando perfettamente le parole di Hiroku.
Si alzò in piedi, furioso come non mai.
«Trovate il Capitano Kuchiki! Cercatelo anche sulla terra, se necessario!»
A quegli ordini i capitani presenti in sala sgranarono gli occhi, osservando Yamamoto confusi, non riuscendo
a capire il motivo di così tanta furia da parte sua.
SoiFon, che aveva preso parola in precedenza, scosse appena la testa.
«Ma… Capitano Yamamoto…»
«TROVATELO!»

*°*°*

Byakuya svanì letteralmente da sotto gli occhi di Kimiko e Hideaki grazie allo Shunpo, con l’intento di
colpire quest’ultimo alle spalle e di porre così fine al combattimento con una sola mossa.
«Sei lento… Kuchiki Byakuya!»
Hideaki infatti non si lasciò prendere alla sprovvista.
Voltandosi di scatto, mise la propria lama sulla traiettoria del fendente diagonale sferrato da Byakuya alle
sue spalle, con il chiaro intento di tagliarlo in due.
Non appena le due lame di scontrarono, ci fu un leggero scintillio.
Quella reazione causò un cambiamento nello sguardo sempre impassibile di Byakuya, che rimase incredulo
a quel che aveva appena assistito.
Dire che Kuchiki Byakuya fosse lento era un po’ come dire che il sole sorge ad Ovest, ovvero una sciocchezza.
Eppure Hideaki era riuscito a dimostrare con i fatti le parole da lui pronunciate.
«Impegnati di più… altrimenti non avrò gusto nello schiacciarti!»
Ruotando il polso destro, Hideaki fece compiere un movimento semicircolare e in orizzontale alla lama della
propria Zanpakuto, con il chiaro intento di ferire Byakuya al fianco destro.
Il Capitano però, riuscì a spostarsi indietro il necessario per evitare di esser colpito, puntando al tempo
stesso il dito indice della mano sinistra verso il suo avversario.
«Hado No Yon… Byakurai!»
Un sottile fascio di energia luminosa scaturì dal dito di Byakuya, dirigendosi a gran velocità verso Hideaki il
cui volto mostrava sempre quel ghigno malefico, indice di un sicurezza non indifferente.
«Hado No Yon… Byakurai!»
Il nobiluomo contrattaccò con lo stesso incantesimo di Byakuya, bloccandole e causando una piccola
esplosione che alzò un gran polverone sull’area circostante.
Quella folata di vento improvvisa costrinse Kimiko a trovare riparo dietro un albero, mentre i suoi occhi non
riuscivano a staccarsi da quelle due figure che avevano preso a battersi in quel modo a lei tanto assurdo.
Cosa stava succedendo? Perché stavano combattendo? E chi era davvero l’uomo che l’aveva salvata?
Non riusciva davvero a capire.
Quando quello strano uomo l’aveva salvata qualche settimana prima non pareva aver avuto nessun tipo di
problema nel combattere, perché adesso, invece, sembrava molto più in difficoltà?
Molte erano le domande nella testa della ragazza, ma nessuna di esse sembrava avere una risposta logica.
Intanto Byakuya, conscio della presenza della ragazza, decise di utilizzare nuovamente lo Shunpo per
allontanarsi da li e affrontare quell’avversario insidioso senza doversi preoccupare troppo di lei,
sperando nel buon senso della ragazza di allontanarsi da quel luogo ormai divenuto pericoloso per via del loro scontro.
«Non amo ripertermi… sei lento!»
Stavolta Hideaki apparve esattamente davanti a Byakuya, facendolo trasalire.
Hideaki ridacchiò di pura malvagità, leccandosi le labbra, quasi pregustando il momento in cui avrebbe
finalmente macchiato il terreno col sangue dello Shinigami.
Byakuya, dal canto suo, non fece in tempo a spostarsi, dovendo quindi deviare un affondo mirato al suo cuore.
La lama di Senbonzakura si scontrò nuovamente con quella della Zanpakuto avversaria, deviandola quel
poco che bastava per evitare di essere colpito.
«Perfino il tuo modo di difenderti mi disgusta! Ti difendi come un ratto quando è messo alle strette!»
Nonostante tutte quelle provocazioni, Byakuya non sembrò cedere rimanendo come al solito impassibile
nello sguardo e nell’espressione.
Il Capitano fece un balzo all’indietro, portando il combattimento, quindi, in una fase di stallo.
«Un branco di luridi ratti… ecco cosa siete voi del Clan Kuchiki!» ringhiò rabbioso il suo avversario.
A quelle ultime parole, Byakuya non si scompose minimamente, rimanendo con la katana bel salda nella
mano destra.
«Posso chiederle il motivo di tanto accanimento verso il Clan Kuchiki?»
A quelle parole, Hideaki sembrò esplodere.
«Non fare lo stronzo con me, Kuchiki Byakuya! Mi ritieni così inferiore a te da ignorarmi? Il mio nome è
Hideaki Tokugawa e non provare a dire stronzate del tipo “Non so chi tu sia!”… sai benissimo chi sono!»
Nel sentire quel cognome, Byakuya allargò leggermente gli occhi rimembrando l’antica rivalità tra i due
clan, i Kuchiki e i Tokugawa.
«Voi merde del clan Kuchiki… Sempre fieri del vostro operato, sempre acclamati da tutto e tutti come eroi e
nobili guerrieri! E per cosa? Per un lavoro decisamente inferiore come qualità a quello del clan Tokugawa!»
A quel punto, Byakuya iniziò a capire il motivo di tanto odio nei suoi confronti da parte di Hideaki, tuttavia i
suoi occhi non mutarono espressione, continuò a fissare freddamente l’uomo di fronte a lui, non
lasciando trasparire alcun tipo di emozione.
«Il clan Tokugawa vi è sempre stato superiore e siamo stati trattati come feccia solo per mettere in risalto
voi del clan Kuchiki! Quel tuo sguardo… Mi fa veramente incazzare!»
L’espressione di Hideaki esprimeva benissimo tutto il suo rancore verso il clan Kuchiki.
Li odiava, c’era poco da fare.
Nonostante avesse passato anni ad allenarsi, affinchè la sua famiglia ottenesse il giusto rispetto che
meritava, il clan Kuchiki sembrava quasi essere sempre un passo avanti a lui, persino quando non era
assolutamente possibile una cosa del genere.
«Ma adesso basta… cancellerò la tua merdosa esistenza per sempre e con essa il nome dei Kuchiki!»
A quelle parole, Byakuya rimase immobile attendendo una mossa da parte dell’avversario.
Non aveva alcuna intenzione di attaccare per primo e rischiare, in questo modo, di rimanere scoperto e
permettere quindi ad Hideaki di approfittarne.
Rimase fermo, attento a qualsiasi mossa da parte dell’uomo.
Ciò che avvertì, però, lo fece trasalire.
Un enorme Reiatsu venne esercitata dal suo avversario, una Reiatsu pari alla sua se non addirittura superiore.
«Hinote… Senrai!»
A quelle parole, la Zanpakuto di Hideaki mutò forma, andando ad aggrapparsi ai suoi avambracci
trasformandosi così in un paio di tonfa dalle lame affilate.
Gli occhi di Hideaki sembravano quasi voler fulminare Byakuya con solo il singolo sguardo, mentre l’uomo
continuava a fissare lo Shinigami, digrignando i denti, furioso.
«Diamo il via alla caduta del Clan Kuchiki!»

*°*°*

Rukia e Renji si trovavano assieme sul tetto di una casa di Karakura intenti a discutere di una certa
faccenda, ignari del trambusto generato dal Capitano Comandante nella Soul Society e dell’assenza di
Byakuya alla riunione da lui indetta.
Ciò che Rukia stava spiegando a Renji, non era altro che la storia di sua sorella Hisana e di quel che era
successo assieme a Byakuya.
Renji non si era mai intromesso più di tanto in quella storia per una questione di rispetto nei confronti della
ragazza e soprattutto del suo Capitano.
Tuttavia l’aver avuto la situazione più chiara in quella faccenda, gli aveva permesso di avere una visione più
chiara del dilemma che aveva attanagliato l’amica e suo fratello nell’ultimo periodo.
«Certo che è un bel casino! »
«Renji!»
Rukia sembrò quasi rimproverarlo con quel richiamo.
«Scusami, ma non posso fare a meno di pensarlo! E poi ammetterai anche tu che-…?!»
Le parole gli morirono in gola quando avvertì quell’immensa Reiatsu provenire in direzione del parco di Karakura.
Anche Rukia sembrò accorgersene e ogni discorso da loro intrapreso divenne improvvisamente secondario.
Era raro sentire una cosa del genere e visto che, probabilmente, erano i più vicino a quel luogo decisero d’intervenire.
«Andiamo a vedere, Rukia!»
La ragazza non se lo fece di certo ripetere e assieme all’amico partì alla volta del parco grazie allo Shunpo.

*°*°*

♫♪♫♪ ~ BLEACH MOVIE 2 OST – Showing Off

«Chire, Senbonzakura…»
Byakuya decise di impegare le sue risorse migliori in quel combattimento visto che il suo avversario
sembrava intenzionato a fare lo stesso.
La lama di Senbonzakura si disperse in quelle che sembravano essere un centinaio di lame, dalla forma e dal
colore dei petali di ciliegio.
Ogni singolo petalo venne mosso in direzione di Hideaki con il chiaro intento di lacerargli la carne, grazie ad
un singolo movimento dell’elsa della katana.
«Non sottovalutarmi!»
Quell’urlo venne seguito da un ghigno da parte di Hideaki che probabilmente non era affatto intimorito
dallo Shikai di Byakuya.
Non appena le lame conversero su di lui, Hideaki cominciò a far roteare ad una velocità incredibile i suoi
tonfa, dai quali partirono quelle che sembravano essere delle vere e proprie scosse elettriche.
Ogni scossa fu piccola e veloce, il necessario per bloccare ogni singolo petalo di Senbonzakura rendendo
quindi vano l’attacco di Byakuya.
«Allora che ne pensi, Kuchiki Byakuya? Stai per caso pensando a come fuggire? Hai finalmente compreso
l’enorme differenza che c’è tra il Clan Tokugawa e il Clan Kuchiki?»
Byakuya si limitò a scuotere appena la testa mentre rigenerava la lama di Senbonzakura, facendola tornare
una semplice katana almeno nell’apparenza.
Il suo silenzio sembrò far imbestialire ancora una volta Hideaki, che al momento si era dimostrato in grado
di neutralizzare ogni tecnica del Capitano.
«No… penso solo che lei sia un pazzo… il fatto stesso che lei voglia dimostrare a tutti i costi la superiorità
della sua famiglia dimostra appieno la sua più che palese immaturità… Il Clan Kuchiki non ha bisogno di
dimostrarle niente, non è per questo che sto combattendo contro di lei in questo istante…»
A quelle parole, Hideaki scoppiò in una sonora quanto malata risata.
«Quante belle parole! Ma la verità è che sei solo un fottuto debole! Mostri le zanne ma non hai il coraggio di mordere!»
Una nuova provocazione da parte di Hideaki che come al solito non diede alcun risultato nelle espressioni di Byakuya.
«Anche se non rispondi alle mie provocazioni avverto senza troppi problemi il tuo desiderio omicida nei
miei confronti… avanti… utilizza il tuo Bankai!»
Il Capitano ignorò quasi quelle parole, si limitò ora a fissare quasi truce il suo avversario, palesemente
scocciato dalla quantità di chiacchiere senza senso che uscivano dalla bocca del suo avversario.
Decise, quindi, di tagliare corto sul discorso.
«Che sciocchezza… La differenza tra le nostre abilità è come l’oceano… immensa e profonda a tal punto da
non poter essere compresa…»
Nonostante le difficoltà avute, Byakuya dimostrò fermezza in quelle parole, chiaramente convinto di poter
vincere quello scontro così arduo.
Hideaki, alle parole del Capitano, scosse la testa, ridacchiando quasi divertito.
Fece spallucce, fissando con sufficienza lo Shinigami di fronte a lui.
«Kuchiki Byakuya, sei solo un debole cialtrone!»
«Chire, Senbonzakura…»
Byakuya, nonostante le continue accuse al suo nome, rimase comunque composto ma provava, tuttavia,
una rabbia silenziosa nel sentire le parole di Hideaki che miravano solo ed esclusivamente ad infangare
continuamente il suo onore di Capo della famiglia Kuchiki.
Usò ancora una volta il suo Shikai provando, questa volta, ad attaccare l’avversario sfruttando interamente
le sue lame cercando, quindi, di attaccarlo da più direzioni.
Hideaki non disse nulla, si limitò semplicemente a neutralizzare l’attacco come aveva fatto in precedenza,
ma stavolta qualcosa andò diversamente.
Byakuya non era più dinnanzi a lui, aveva sfruttato il suo Shikai come distrazione ed ora, grazie allo Shunpo,
si era spostato alle sue spalle.
«Hado No Sanjuusan… Sokatsui!»
Il Capitano provò un colpo a bruciapelo alle spalle di Hideaki, il quale grazie alla sua velocità si voltò in un
istante in modo da fissare negli occhi lo Shinigami quasi in segno di sfida, mentre incrociò le braccia davanti a se.
L’incantesimo di Byakuya venne neutralizzato senza difficoltà grazie ai fulmini generati dai tonfa di Hideaki.
Ancora una volta la lama di Senbonzakura tornò al suo posto.

♫♪♫♪

«Quei due… sono dei mostri…»
Kimiko stava osservando l’intero combattimento da dietro un albero, sentiva il suo corpo tremare nel
vedere una tale potenza distruttiva da parte di entrambi.
Non riusciva a capire per quale motivo non era ancora fuggita, ma non riusciva a convincere il suo corpo a
muoversi e ad allontanarsi il più rapidamente possibile.
Voleva fuggire, sapeva che più sarebbe rimasta lì, più avrebbe rischiato la vita.
Ma allora… perché non si muoveva?
Forse ciò che la bloccava era l’aver notato una cosa.
Ovvero… nonostante entrambi sembravano combattere alla pari, Hideaki sembrava giocare piuttosto che
combattere seriamente.
«Avanti, stronzo! Usa il tuo Bankai e facciamola finita!»
Byakuya non rispose a quelle parole. Non voleva usare il Bankai perché era consapevole della potenza
distruttiva di Senbonzakura, sapeva che l’unico punto sicuro era, appunto, la “zona sicura” di 85 cm
attorno a lui, chiunque si fosse trovato al di fuori della zona sicura sarebbe stato in pericolo di vita.
I suoi occhi si spostarono per un singolo istante verso la ragazza nascosta dietro a un albero.
Per tutto il tempo del combattimento aveva quasi sperato che la donna decidesse di fuggire e allontanarsi,
ma visto che si trovava ancora lì, non poteva assolutamente usare il Bankai.
Voleva a tutti i costi evitare di coinvolgere Kimiko in quella battaglia, una battaglia che non doveva in alcun
modo riguardarla.

♫♪♫♪ ~ BLEACH MOVIE 2 OST – Treachery

«Come immaginavo…»
Hideaki ghignò maligno ancora una volta.
«Non hai intenzione di utilizzare il tuo Bankai perché sei solo un debole! Metti troppo cuore all'interno
della battaglia e sarà proprio questo cuore a permettermi di vincere.»
Byakuya fece per rilasciare nuovamente il suo Shikai, ma si fermò non appena Hideaki innalzò
ulteriormente la sua Reiatsu.
«Bankai…»
L’uomo lanciò immediatamente i suoi tonfa verso il cielo, i quali sembrarono scomparire dalla vista di
Byakuya e, in pochi istanti, il cielo sembrò quasi oscurarsi attorno a loro, mentre una quantità
incredibile di fulmini cominciò quasi a ringhiare attorno a Hideaki, che osservava lo Shinigami quasi con
la promessa silenziosa che, dopo il suo prossimo colpo, Byakuya sarebbe caduto ai suoi piedi senza vita.
«Senrai Ketsurui!»
Byakuya allargò gli occhi stupito, non aspettandosi una tale potenza, tuttavia, nonostante la maestosità del
Bankai del suo avversario, rimase comunque concentrato, pronto a schivare la prossima mossa.
Hideaki, quindi, alzò la mano destra verso il cielo accumulando ogni singolo fulmine sul palmo e, in pochi
secondi, li plasmò, facendo prendere loro la forma di una gigantesca lancia fulminante.
«Addio…»
Contrariamente a ciò che si aspettava il Capitano, Hideaki non lanciò il colpo contro di lui. La destrorsa
dell’uomo venne fatta calare bruscamente verso destra, dando via alla corsa di quell’attacco verso la
stessa Kimiko, la quale osservava con puro terrore quell’arma che si stava avvicinando
pericolosamente e velocemente a lei.
«Bakudo No Nanajuusan… Tozansho!»
In pochi istanti un’enorme piramide di Reiatsu apparve attorno al corpo di Kimiko con il chiaro intento di proteggerla.
Byakuya aveva effettuato quell’incantesimo per impedire alla ragazza di essere coinvolta nella sua battaglia,
e sperava davvero che la forza del Bankai di Hideaki non fosse superiore alla resistenza del suo incantesimo.
Hideaki nel vedere quell’andazzo sorrise maligno.
«Non solo sei lento… ma sei anche schifosamente prevedibile!»
Con queste parole Hideaki compì un lieve ma rapido movimento con la stessa mano con cui aveva lanciato
la saetta in direzione della ragazza e, in quello che sembrò solo un singolo istante, la lancia scomparve
dalla vista di Byakuya.
Il capitano rimase basito nel vedere la ragazza ormai fuori pericolo, dato che l’arma fatta di saette non era
più rivolta verso di lei.
«Con questo dichiaro la fine del Clan Kuchiki…»
Le parole di Hideaki fecero trasalire lo Shinigami che, tuttavia, non ebbe il tempo neanche di realizzare cosa
stesse realmente accadendo.
Non fece in tempo a schivare ne tantomeno a difendersi.
Quel colpo fu troppo veloce anche per lui e mantenere l’incantesimo difensivo su Kimiko gli era costato caro.
Sentì improvvisamente un dolore lancinante alla schiena, un dolore talmente forte da fargli spalancare gli
occhi come mai prima d’ora.
Le sue pupille si assottigliarono dallo sconvolgimento mentre vide dal suo petto fuoriuscire quella lama
violacea composta da pura elettricità.
La grandezza di quella lama forgiata da fulmini era stata in grado di tagliargli la schiena per tutta la sua lunghezza.
Era stato trapassato da parte a parte e parecchio sangue iniziò a sgorgare da quella ferita, creando una
pozza ai suoi piedi che, velocemente, si allargava sempre di più.
Byakuya rimase completamente immobile, con la mano che, fino a poco fa aveva creato la barriera di
fronte la ragazza, ancora sollevata nella sua direzione.
Attorno a lui sembrava quasi essersi fermato il tempo, mentre gli occhi ormai completamente sgranati
continuavano a fissare basiti la fin troppo grande lama di plasma che fuoriusciva dal suo petto.
Improvvisamente, oltre il tremendo dolore provocato dal taglio, cominciò a sentire anche la pura agonia
provocata dalle terribili scosse elettriche che stavano percorrendo il suo corpo senza sosta.
Tuttavia, nonostante l’incredibile tormento provocato, al Capitano non uscì nemmeno un suono dalla sua
bocca, se non un leggero spasmo.
Segno più che evidente evidente che, ormai, faceva fatica a respirare.

♫♪♫♪


TRADUZIONE DELLE TECNICHE DI HIDEAKI

Hinote, Senrai! - Folgora, Mille Fulmini
Senrai Ketsurui - Mille Fulmini Del Pianto Di Sangue


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Capitolo 8
*** La Ferita Più Grande ***


Eccoci qui con un nuovo aggiornamento! Speriamo che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! :)
Buona lettura!


LA FERITA PIÙ GRANDE


Ancora una volta Kimiko si era ritrovata a chiudere gli occhi, completamente terrorizzata nel vedere quella
tremenda lancia diretta a velocità incredibile verso di lei.
«Bakudo No Nanajuusan… Tozansho!»
Sussultò quando avvertì i suoni quasi isolarsi attorno a lei, aprì velocemente gli occhi prima di sussultare
alla vista di quella che sembrava a tutti gli effetti una barriera attorno a lei.
Si guardò attorno, confusa, non riusciva davvero a capire cosa stesse succedendo.
«Con questo dichiaro la fine del Clan Kuchiki…»
A quelle parole la giovane sussultò pesantemente, avvertendo perfettamente la tremenda malignità celata
da delle semplici parole.
Udì immediatamente un leggero boccheggiare a poca distanza da lei e si voltò rapidamente, sgranando gli
occhi in puro terrore quando vide l’uomo che l’altro giorno l’aveva salvata venire trafitto mortalmente
da quella terribile arma.
Rimase completamente sconvolta a fissare la figura dello Shinigami ancora in piedi con la mano diretta verso di lei.
La consapevolezza di ciò che era accaduto ci mise qualche istante a razionalizzarsi nella sua mente.
Non appena realizzò ciò che era davvero avvenuto sgranò ulteriormente gli occhi, iniziando a tremare ancor
di più di quanto già non tremava.
Calde lacrime cominciarono a scorrere nuovamente lungo le sue guance, ed immediatamente portò le mani
alla testa, stringendo tra le dita i suoi stessi capelli, quasi volesse farsi male da sola per potersi
finalmente svegliare da ciò che non le sembrava altro se non un incubo.
In un singolo attimo spalancò la bocca e gridò con quanto più fiato avesse in gola, scuotendo la testa, non
volendo credere neanche per un secondo a ciò che stava vedendo.

*°*°*

Quando Renji e Rukia arrivarono finalmente sul luogo dello scontro, entrambi sgranarono gli occhi allo
spettacolo che gli si parò davanti.
Rimasero immobili, increduli nel vedere quell’arma che ancora era conficcata nel corpo di Byakuya, e nel
vedere il Capitano completamente immobile, con ancora la mano diretta verso la ragazza dentro la barriera.
Rukia rimase letteralmente immobile, sconvolta dalla tremenda visione.
Non riusciva davvero a credere a ciò che i suoi occhi le stavano mostrando.
No, non Byakuya.
Non suo fratello.
«C… Capit… ano K… uch… iki…» sussurrò un incredulo Renji.
Lo Shinigami continuava a fissare senza muoversi il corpo immobile del suo capitano, dire che era sconvolto
era un semplice eufemismo.
Sussultò quando vide Hideaki ridere maligno e avvicinarsi lentamente verso Byakuya.
«Sono davvero sorpreso… nonostante tutto sei ancora vivo…»
Renji sussultò nel notare la mano di Byakuya, diretta verso la ragazza, abbassarsi lentamente, cadendo
senza forze contro il fianco dello Shinigami che rimaneva, tuttavia, ancora immobile e in piedi sulle sue
gambe, mentre il sangue continuava a sgorgare dalla terribile ferita.
«Beh… direi che abbiamo giocato abbastanza… è arrivato il momento di farla finita… una volta per tutte…»
Il luogotenente spalancò ulteriormente gli occhi nel notare Hideaki sollevare una mano verso il cielo e
afferrare nuovamente un altro fulmine, plasmandolo velocemente in una katana.
«Addio… Kuchiki Byakuya…»
Fissava Hideaki mentre portava il braccio all’indietro, sembrava deciso più che mai a lanciare un affondo
dritto nel cuore del suo capitano.
No, non poteva permettere una cosa del genere.
Digrignò i denti furibondo, sfoderando immediatamente la sua Zanpakuto.
«HOERO! ZABIMARU!» gridò con quanto più fiato aveva in gola prima di lanciarsi immediatamente contro l’avversario.
Hideaki schivò con estrema facilità il colpo di Renji, facendo colpire il terreno all’uomo mentre lui, con un
rapido balzo all’indietro, si allontanò tranquillamente dallo Shinigami.
«Non ti permetterò di farlo…»
«Renji Abarai…» Di nuovo un perfido ghigno si dipinse sul volto di Hideaki «Dimmi… come ci si sente ad
essere il luogotenente di uno schifoso scarafaggio?»
Il luogotenente, a quelle parole, ringhiò furioso e si lanciò nuovamente all’attacco dell’uomo di fronte a lui.
«NON TI PERMETTO DI PARLARE IN QUESTO MODO DEL MIO CAPITANO!»
Hideaki schivò di nuovo con tranquillità il colpo di Renji prima di apparire alle sue spalle e calciarlo con forza
alla schiena, scagliandolo a terra a qualche metro di distanza.
«Stà calmo, porcospino rosso… invece di perdere tempo a dimostrare la tua incapacità… ti consiglio di
utilizzarlo per dare un ultimo saluto all’insetto alle tue spalle… ormai non gli è rimasto molto da vivere…»
L’uomo cominciò a ridere di pura perfidia prima di scomparire dalla vista del luogotenente grazie allo Shunpo.
Renji digrignò i denti, infuriato come mai in vita sua.
Sussultò appena quando avvertì un rumore alle sue spalle e, subito, si voltò.
Sentì il suo cuore mancare un battito allo spettacolo che gli si parò davanti agli occhi.

♫♪♫♪ ~ BLEACH OST 2 – Compassion

Byakuya era di fronte a lui, inginocchiato, con ancora la lancia conficcata nel corpo.
Le iridi di ghiaccio dello Shinigami erano ormai quasi completamente chiuse, il suo fisico stava ormai
cominciando a cedere ed arrendersi alla tremenda agonia che stava provando.
Non appena la tremenda arma plasmata dai fulmini scomparve, subito il suo corpo fu scosso da un
tremendo spasmo e nuovo sangue si andò ad unire a quello già ai suoi piedi, fuoriuscendo sia dalla
terribile ferita che dalle sue labbra.
Lo sguardo del luogotenente si andò ad incrociare per un singolo istante con quello quasi completamente
vitreo del suo capitano, Renji ebbe un sussulto quando Byakuya chiuse completamente gli occhi,
cominciando a cadere in avanti, verso il terreno.
Rukia aveva ascoltato lo scambio di battute tra Renji e Hideaki ma, tuttavia, non aveva rimosso per un
singolo istante lo sguardo da suo fratello.
Non poteva essere assolutamente possibile una cosa del genere.
Suo fratello era uno degli Shinigami più forti del Seireitei, come aveva potuto uno sconosciuto ridurlo in
questo modo? Come poteva esserci riuscito?
Sussultò appena quando vide il corpo del Capitano inginocchiarsi, la lancia sparire e nuovo sangue sgorgare
dalla tremenda ferita.
Gridò con tutto il suo fiato quando i suoi occhi notarono il corpo di Byakuya cominciare a cadere in avanti.
«NII-SAMA!!!»
In un singolo istante utilizzò lo Shunpo per portarsi subito di fronte suo fratello, bloccando quindi col suo
corpo la sua caduta a terra.
Gli occhi della Shinigami si allargarono in puro terrore non appena sentì il flebile respiro del Capitano e la
sua pelle così terribilmente fredda.
«Nii-sama…»
Rukia si voltò immediatamente verso il suo amico con uno sguardo che sembrava ormai sull’orlo delle lacrime.
«Renji… dobbiamo assolutamente portarlo dal Capitano Unohana!»
Renji alle parole della ragazza annuì, si avvicinò a lei e si caricò velocemente sulle spalle il corpo di Byakuya.
Entrambi erano pronti a tornare nella Soul Society, ma Kimiko afferrò rapidamente una manica del kimono
di Rukia, facendola trasalire appena.
«C… chi siete? Cosa… cosa volete fargli…!?»
Rukia scosse la testa, strattonando appena il braccio per cercare di far lasciare la presa alla ragazza che,
ormai, stava piangendo terrorizzata già da tempo.
«Ora non è il momento, donna!»
«VOGLIO SAPERE CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO! CHI SIETE E COSA AVETE INTENZIONE DI FARE CON
LUI!» Gridò istericamente una confusa Kimiko.
Rukia digrignò i denti, non aveva tempo da perdere, voleva sbrigarsi a portare suo fratello dal Capitano
Unohana, voleva salvarlo.
«Rukia… ci penso io al Capitano Kuchiki… tu puoi rimanere qui…»
La Shinigami si voltò sconvolta alle parole di Renji, fissandolo basita.
Scosse la testa, lanciando una tremenda occhiataccia all’amico.
«È mio fratello!»
«E io sono il suo luogotenente! Il mio dovere è quello di proteggere il Capitano Kuchiki! Ci penserò io a
portarlo dal Capitano Unohana, tu rimani qui a verificare la sicurezza di questa zona… e approfittane
pure per spiegare la situazione a questa ragazza… se lo merita dopo ciò che le è successo…»
Sussultò. Renji aveva ragione.
Abbassò lo sguardo colpevole, annuendo lievemente.
Non poteva negare il fatto che la donna meritasse un qualsiasi tipo di spiegazione.
In poco tempo aveva assistito all’attacco di un Hollow e a quello che sembrava essere stato un terribile
scontro tra suo fratello e quell’uomo chiamato Hideaki.
Sollevò nuovamente lo sguardo, fissando supplicante l’amico.
«Renji… aiuta mio fratello… te ne prego…»
Lo Shinigami, a quelle parole, ghignò e annuì.
«Non ti preoccupare… non lo lascerò morire… hai la mia parola, Rukia…»
Con queste ultime parole il luogotenente scomparve, lasciando ormai sole le due ragazze.

♫♪♫♪

Kimiko rimase immobile, tenendo ancora tra le dita la stoffa della manica di Rukia.
Il suo corpo era ancora scosso dai tremori, mentre fissava in cerca di risposte la donna di fronte a lei.
La Shinigami, in tutta risposta, la fissò per qualche secondo prima di sospirare e chiudere gli occhi,
pensando bene a cosa poteva dirle per farle comprendere appieno la situazione.
«Onestamente… non so bene da dove cominciare… quindi forse è meglio se tu mi chiedi ciò che vuoi sapere…»
Kimiko lasciò lentamente andare il kimono di Rukia, annuendo alle sue parole.
Si mordicchiò il labbro inferiore in segno di nervosismo, mentre pensava con attenzione alle domande da
porre alla ragazza davanti a lei.
«C… che cosa… che cosa siete voi?»
Rukia guardò seriamente la ragazza di fronte a lei, sospirando appena.
Le sembrava quasi di essere tornata indietro nel tempo, a quando aveva dovuto spiegare ad Ichigo tutto quanto.
Questo pensiero le fece sfuggire un mezzo sorriso, scosse la testa al ricordo di quegli episodi con quel
ragazzo così dannatamente irascibile.
«Noi siamo Shinigami…»
«Shinigami…?»
Rukia sospirò pesantemente, passandosi una mano tra i capelli.
Così non poteva andare.
Grugnì scocciata all’idea di dover raccontare tutto quanto da capo ancora una volta.
L’aveva già fatto con Ichigo, ripetere tutto di nuovo non le andava a genio, ma non poteva fare altrimenti.
«Spero solo che questa ragazza non sia una testa dura come Ichigo…»
La Shinigami tornò nuovamente a fissare la ragazza, incrociando le braccia e sospirando di nuovo.
«Ricominciamo da capo… quando hai cominciato a vedere noi… hai cominciato anche a vedere i fantasmi, per caso?»
Kimiko a quella domanda portò gli occhi al cielo, pensando per qualche minuto agli avvenimenti dell’ultimo
mese, sussultò quando sembrò ricordarsi una cosa.
«Solo uno… era un vero rompiscatole, si infilava nel bagno di casa mia ogni volta che dovevo farmi la
doccia… è stato qualcosa di veramente stressante…»
Rukia annuì alle parole della ragazza, tralasciando commenti sul comportamento assai discutibile di quel fantasma.

♫♪♫♪ ~ BLEACH OST 1 – Creeping Shadow

«Quando una persona muore… essa diviene, ovviamente, un’anima, l’anima di una persona viene definita
comunemente “Plus”… questi Plus sono come il fantasma che hai visto tu in questi giorni. Queste
anime devono ricevere il Konso da parte di noi Shinigami per accedere a quella che viene chiamata
Soul Society… se invece questa sepoltura non viene effettuata… in breve tempo la catena del fato che,
comunemente, spunta dal petto…» Rukia indicò il punto esatto dove vi si trovava la catena di cui
parlava prima di riprendere con la spiegazione. «Inizia a corrodersi, dando quindi inizio alla
trasformazione in Hollow… un Hollow è un anima di una persona ormai corrotta dalla malvagità…
questi Hollow hanno un foro sul petto, a simboleggiare la perdita del loro cuore umano, e una
maschera sul viso, che simboleggia la perdita della loro identità… il compito di noi Shinigami è quello di
fare da tramite alle anime e condurle alla Soul Society attraverso il Konso, oppure di sconfiggere e
purificare gli Hollow… per fare in modo che anche le loro anime perdute vengano ammesse alla Soul Society…»
Kimiko era rimasta in silenzio, ad ascoltare con attenzione ogni singola parola di Rukia.
La fissava senza aprire bocca.
La spiegazione da parte di Rukia era stata sicuramente molto sintetica, ma la Shinigami non aveva
intenzione di spiegare alla ragazza anche degli Arrancar e di altri argomenti che non la riguardavano
minimamente.
Ciò che doveva principalmente sapere era chi erano gli Shinigami.

♫♪♫♪

«Ok… non ho capito un accidente… in sintesi… siete persone di cui ci si può fidare o no?!»
Inoltre, spiegare anche degli Arrancar o altro ad una che sembrava avere una testa ancor più dura di quella
di Ichigo, sembrava un compito praticamente impossibile nonché inutile.
Rukia sospirò sconsolata, quasi deprimendosi.
Per quale motivo doveva sempre ritrovarsi a spiegare la situazione a delle teste dure?! Le sembrava
davvero di essere tornata indietro nel tempo, solo che questa ragazza sembrava davvero più “lenta” di Ichigo…
«Facciamola ancora più semplice… siamo coloro che proteggono la razza umana senza che quest’ultima se
ne renda conto… quindi sì, di noi ci si può fidare…»
«E ci voleva tanto a farla così facile? Mi bastava sapere questo!»
«Vai a fare del bene e a cercare di spiegare le cose in modo chiaro… non ottieni mai niente, Rukia…»
La Shinigami sospirò un’ultima volta e scosse la testa, ignorando la voglia di risponderle a tono.
Al momento aveva altre priorità a cui pensare.
«Ora, scusami ma devo andare…»
«Aspetta… un’ultima cosa…»
Rukia inarcò un sopracciglio quando la ragazza la bloccò di nuovo, inclinò appena la testa, chiedendo
silenziosamente alla ragazza cos’altro voleva adesso.
Kimiko, in tutta risposta, abbassò lo sguardo imbarazzata, non sapeva bene come spiegarsi, ma doveva provarci.
Sospirò e sollevò nuovamente gli occhi sulla Shinigami di fronte a lei.
«So che forse ti chiedo molto ma… potresti farmi sapere poi… come sta quel ragazzo? È la seconda volta
che mi salva la vita rischiando la sua… e… vorrei sapere se sta bene…»
Rukia sussultò appena alla richiesta di Kimiko, si lasciò scappare un piccolo sorriso.
Testa dura o no, quella ragazza sembrava seriamente preoccupata per suo fratello.
Si limitò, quindi, ad annuire prima di scomparire da davanti a lei e rientrare immediatamente nel Seireitei.

*°*°*

Hiroku rimase immobile all’interno di quella che sembrava una casa abbandonata, non si mosse di un
centimetro nemmeno quando Hideaki apparve alle sue spalle.
«…Dunque?» sì limitò a chiedere.
Hideaki, in tutta risposta, fece spallucce, scuotendo la testa e lasciandosi andare ad un sospiro quasi deluso.
«È andata esattamente come prevedevo… Kuchiki Byakuya non sarà più un problema…»
Hiroku ghignò maligno alle parole del suo interlocutore, annuendo appena mentre continuava a fissare il
nulla fuori dalla finestra, organizzando mentalmente la prossima mossa.
Hideaki sbuffò e si appoggiò con la schiena contro un muro, incrociando le braccia e fissando tranquillo Hiroku.
«E ora?» gli chiese senza troppe remore.
«Ora… dobbiamo aspettare… ho già mandato Daiichi nel Seireitei… deve prelevare delle informazioni dal
dipartimento di ricerca e sviluppo… informazioni che potranno rivelarsi molto utili nei prossimi giorni
per pianificare la nostra prossima mossa…»

*°*°*

♫♪♫♪ ~ BLEACH MOVIE 2 OST – Baddest Presentiment

L’uomo di nome Daiichi attese la notte prima di entrare silenziosamente all’interno del dipartimento di
ricerca e sviluppo.
Si guardò attorno, sbuffando scocciato.
Era palesemente contrariato da come era stato trasformato il luogo dove, sino a qualche anno fa,
trascorreva la maggior parte del tempo, dedicandosi interamente alle sue ricerche.
Non appena raggiunse il computer centrale iniziò immediatamente ad esaminare il suo contenuto,
intenzionato più che mai a scoprire quanto più possibile su ciò che riguardava i nuovi capitani e come
poterli attaccare.
Improvvisamente un tremendo brivido freddo percorse la sua schiena nell’accorgersi di una presenza
piuttosto potente alle sue spalle.
«Sai… non è molto carino curiosare nelle ricerche degli altri…»

♫♪♫♪


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Capitolo 9
*** Un Ospite Poco Gradito ***


Ecco a voi un nuovo capitolo! Stavolta un bel combattimento di Mayuri! Buona lettura! :)


UN OSPITE POCO GRADITO


Kurostuchi Mayuri, Capitano della Dodicesima Brigata del Gotei 13, si era trattenuto al laboratorio anche
quella notte. Essendo uno scienziato, lo Shinigami considerava quel posto come la sua casa primaria
dove trascorreva anche diversi giorni senza uscire per dedicarsi a qualche nuova ricerca.
Tuttavia era sempre stato un uomo, ammesso che lo fosse viste le modifiche che il suo corpo aveva subito
nel corso del tempo, piuttosto prudente e non lasciava mai nulla al caso. Quella notte utilizzò la sua
capacità di mimetizzarsi con l’ambiente circostante per seguire quel misterioso intruso, fino al
computer centrale del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo.
Cosa stava cercando? Quella domanda passò in secondo piano non appena Mayuri vide quell’estraneo
tentare di rubare i dati su ogni ricerca da lui effettuata nel corso del tempo e secondo egli stesso, il
laboratorio di uno scienziato è più importante della sua stessa vita.
«Sai… non è molto carino curiosare nelle ricerche altrui…»
L’uomo si girò, sorpreso probabilmente dalla presenza dello stesso scienziato che l’osservava con uno
sguardo inquietante e un sorriso al limite del sadico.
«Kurostuchi Mayuri…»
A quelle parole, Mayuri allargò leggermente gli occhi assumendo una chiara espressione pensierosa che
andò a spegnere il sorriso che gli si era dipinto in volto.
«Oh? Conosci il mio nome?»
Lo scienziato era piuttosto certo di non aver mai visto l’uomo dinnanzi a se. Capelli lunghi raccolti in una
sorta di codino sul dietro e con un ciuffo abbastanza trasandato sulla fronte, occhi sottili ed analitici
coperti da un paio di lenti che probabilmente simboleggiavano la miopia dell’uomo. A completare il
tutto vi era un camice da medico, subito saltato agli occhi di Mayuri, accompagnato da alcuni vestiti
eleganti ma alquanto logori per la loro fattura originaria.
«Certo che conosco il tuo nome… conoscenza, è una dote che possediamo entrambi!»
A quelle parole, Mayuri sorrise alzando entrambe le mani quasi avesse trovato un nuovo giocattolo. Le dita
dello scienziato si muovevano convulsivamente mentre l’inquietante sorriso dorato persisteva sul suo
volto dipinto di bianco e nero, accompagnato da quegli occhi dorati e totalmente inumani.
«Interessante, davvero interessante! Tuttavia c’è una cosa che mi sfugge…»
«E quale sarebbe?»
«Il tuo nome!»
Daiichi sorrise quasi sarcastico a quella domanda. Nonostante fosse penetrato nel suo territorio così
facilmente e avesse cercato di rubare i suoi dati, Mayuri se la stava davvero prendendo comoda nei
suoi confronti.
«Ti basti sapere che mi chiamo Daiichi… ti ho regalato una nuova informazione, ampliando la tua
conoscenza quindi potresti anche lasciarmi finire quel che ho iniziato, non credi?»
Il sorriso di Mayuri si spense in un attimo, quasi offeso dalle parole di Daiichi.
«Sei stupido per caso?»
Daiichi sorrise, quasi in gesto di scuse.
«Beh, io ci ho provato… vorrà dire…»
Invisibile sotto il camice, era risposta la sua Zanpakuto. L’uomo sfoderò una katana, puntandola contro Mayuri.
«Che prenderò quello per cui sono venuto qui e me ne andrò, ammazzandoti se necessario!»
Mayuri sembrò infuriarsi a quel gesto, poggiando la mano sull’elsa della propria Zanpakuto senza però estrarla.
«Entri nel mio territorio, tenti di trafugare i dati delle mie ricerche e mi punti contro la tua arma… Tutto
questo è oltraggioso!»
Daiichi utilizzò lo Shunpo arrivando davanti a Mayuri in un istante e troncandogli di netto il braccio che era
andato a poggiarsi sulla Zanpakuto.
«Cosa…?»
L’espressione esterrefatta di Mayuri non lasciava spazio ad alcun dubbio. Non si aspettava sicuramente una
mossa del genere dal suo avversario che si stava chiaramente rivelando un avversario di alto livello.
Lo scienziato utilizzò a sua volta lo Shunpo, evitando un colpo diretto al suo collo che aveva il preciso scopo di decapitarlo.
«Sei veloce, scienziato…»
Daiichi sembrò sbeffeggiare il suo avversario, cambiando in modo radicale l’atteggiamento di pochi attimi prima.
«Di te posso dire, invece, che sei estremamente fastidioso.»
Il tono di Mayuri rimase calmo, come se ciò che era appena successo non l’avesse minimamente toccato. Il
braccio troncato era il sinistro, quindi non perse alcun tempo a trovare una soluzione. Da una tasca
interna del kimono, estrasse una siringa iniettandosi uno strano liquido verde in prossimità dell’arto
mozzato. In pochi istanti si rigenerò, come se non fosse mai stato staccato.
«Ma che diavolo…?»
«Sono uno scienziato… studio, osservo e comprendo… tu invece non sembri avere alcun valore, nemmeno
come la più infima delle cavie…»
Mayuri era visibilmente seccato dall’”inutilità” del suo avversario. Non riusciva a trovare un modo per
rendere utile la sua presenza, quindi decise di toglierlo di mezzo del tutto.
Portò l’arto appena rigenerato sull’elsa della Zanpakuto finendo con l’estrarla del tutto. La teneva ben salda
e con la lama rivolta verso il basso.

♫♪♫♪ ~ BLEACH OST 2 – Shadow’s Masquerade

«Kakimushire… Ashisogi Jizō!»
La lama della Zanpakuto di Mayuri cambiò radicalmente, trasformandosi in un piccolo tridente dorato con il
volto di un neonato disegnata sulla guardia. Una piccola nube di fumo viola venne emessa dalla bocca
dell’infante, simbolo che lo Shikai dello scienziato era stato totalmente attivato.
«Affascinante!»
Quelle furono le parole di Daiichi nel vedere come la Zanpakuto di Mayuri venne portata al rilascio iniziale.
«Permettimi di essere cortese con te e di mostrarsi qualcosa di altrettanto affascinante…»
Daiichi portò la lama della Zanpakuto esattamente davanti al suo volto, con la lama rivolta verso l’alto,
sotto lo sguardo curioso di Mayuri.
«Tokasu, Setsuyo Enjin!»
La lama si dissolse in polvere lasciando visibile solo l’elsa della Zanpakuto e subito dopo tornò al suo posto.
Mayuri inclinò il collo leggermente di lato assistendo a quel fenomeno.
«Beh? Tutto qua?»
Sembrava piuttosto deluso dall’esibizione di Daiichi, arrivando a pensare che lo stesse prendendo per i fondelli.
«Purtroppo, non noto in te nulla di affascinante…»
Appena pronunciate quelle parole, Mayuri puntò il braccio destro verso Daiichi. L’uomo si mise in posizione
ma accadde qualcosa che non si aspettava minimamente.
Il braccio dello scienziato saettò verso di lui, collegato al corpo del suo possessore tramite alcuni cavi
metallici che sembravano estendersi secondo il suo volere. La mano andò ad afferrare violentemente
il collo di Daiichi, stringendolo quasi a volerlo soffocare. Infine, Mayuri si limitò a tirare la sua
Zanpakuto mirando al petto dell’uomo e centrandolo in pieno. I suoi occhi divennero vitrei e cadde a
terra non appena lo scienziato lo lasciò andare.
«Che perdita di tempo…»
Il braccio allungato sfilò la spada dal petto di Daiichi e il tutto tornò al suo possessore.
Mayuri si girò, ma non appena fece per andarsene vide una lama spuntargli dal petto. Incredulo, non c’era
altra parola per descriverlo.
«Cosa?!»
Daiichi si era rialzato, come se non sentisse il peso della ferita che aveva appena ricevuto.
«Studi, osservi ma non comprendi… sicuro di essere uno scienziato?»
Non appena l’uomo sfilò la lama dal petto di Mayuri, quest’ultimo mosse qualche passo avanti finendo con
il girarsi verso il suo assalitore.
«Come fai a muoverti? La mia Ashisogi Jizō…»
Daiichi rise soddisfatto.
«Si, la tua Ashiogi Jizō mi ha colpito! Un duro colpo, ma non fatale!»
Mayuri serrò i denti, irritato da ciò che stava succedendo.
«Anche se il colpo non è letale, non dovresti comunque riuscire a muoverti! »
Daiichi non si mosse, scuotendo la testa mentre Mayuri constatò come la ferita appena subita non fosse
letale, viste anche le modifiche apportate al suo stesso corpo.
«Sei un inetto, Kurostcuhi Mayuri! Il potere della mia Setsuyo Enjin è quello di non farmi provare alcun
dolore e…»
Sorrise sadico nei confronti dello scienziato.
«Può scambiare le funzioni degli organi e del sistema nervoso stesso! Quindi il tuo colpo ha solamente
contribuito a stimolare il mio stomaco mettendomi un po’ di fame… come vedi, io so cosa vuol dire
conoscenza a differenza di te!»
Quello era un imprevisto decisamente scomodo. Dunque i poteri della Zanpakuto di Mayuri si stavano
rivelando del tutto inutili contro quell’avversario anche se lo scienziato realizzò che tutto quello era
accaduto quando Daiichi aveva inalato la polvere rilasciata dalla sua Zanpakuto al momento di sparire.
L’espressione sul viso dello scienziato mutò ancora, tornando a sorridere.
«Affascinante! Adesso hai acceso il mio interesse… mostrami qualche altra tua abilità!»
Mayuri sembrò quasi provocare Daiichi che teneva le redini del combattimento tra le sue mani. Tuttavia lo
scienziato sembrò spingersi fino al limite quando…
«Bankai… Konjiki Ashisogi Jizō!»
Non appena pronunciò quelle parole, la spada tornò alla sua forma originale emettendo però
un’inquietante luce rossa. In pochi istanti, alle spalle dello scienziato, apparve il gigantesco bruco con
il volto da bambino, nonostante le incredibili dimensioni del Bankai, la stanza non subì nessun danno,
visto che il salone in cui si stavano sfidando era il più grande di tutto il Dipartimento di Ricerca e Sviluppo.
«Ed ecco infine il Bankai dello scienziato… »
Mayuri, nonostante quelle parole sembrò piuttosto soddisfatto della sua scelta. Non appena mosse il
braccio destro in avanti, il bruco iniziò a sputare una grossa quantità di veleno dalla sua bocca andando
ad inondare Daiichi.
«Hai parlato di dolore e funzioni vitali, giusto?»
Lo scienziato sapeva bene che nessuna di quelle due cose era in relazione al veleno del suo Bankai e presto
avrebbe visto quel fastidioso intruso stramazzare al suolo, completamente consumato dalla tossina.
Tuttavia, Daiichi, nonostante fosse sommerso da quella nube di veleno viola, si mosse puntando la
Zanpakuto verso Mayuri.
«Bankai… Sosei Setsuyo Enjin!»
Non appena pronunciò quelle parole, un grosso triangolo verde apparve ai suoi piedi rinchiudendolo in una
lunga colonna di energia del medesimo colore.
«Osserva, scienziato… Medicina e scienza racchiuse in una singola abilità!»
Mayuri inclinò leggermente la testa verso destra, interessato a quel che il suo avversario stava facendo.
Osservò senza battere ciglio quella colonna triangolare di energia verde, intuendo subito che non si
trattava di una forza distruttiva.
Le ferite precedentemente inferte da Mayuri scomparvero dal corpo di Daiichi.
«Oh…»
Quell’esclamazione fu l’univo verso che uscì dalla bocca di Mayuri, quando notò che il veleno sputato dal
suo Bankai non aveva avuto il minimo effetto.
«Allora, è tutto qui quello che hai, scienziato?»
Mayuri rimase in silenzio ad osservare il suo avversario. Non gli ci volle molto a capire che ogni suo danno
era stato ripristinato e che l’uomo dinnanzi a lui era tornato al massimo della sua forma.
«Vai!»
Il Capitano mosse nuovamente la sua lama verso Daiichi e in quel preciso istante, il suo Bankai fece
fuoriuscire delle lame da sotto al collo prima di cominciare una furiosa corsa verso quell’intruso così sgradevole.
«E’ tutto inutile!»
Daiichi saltò, portandosi quindi all’altezza della testa del Bankai di Mayuri. Affiancandosi ad esso, non gli ci
volle molto a conficcargli la Zanpakuto su una tempia e a fare in modo che partendo da li gli
squarciasse tutto un fianco uscendo illeso da quell’assalto.
Il bruco con il volto da bambino cadde a terra con un sonoro tonfo e scomparve, segno che persino il Bankai
di Mayuri era stato neutralizzato in tutto e per tutto.

♫♪♫♪

«Nessuno riesce ad eguagliare le mie capacità curative che unite alla mia abilità con la spada mi rendono il
tuo avversario numero uno, scienziato! Il mio Bankai… Ha il potere di rigenerarmi annullando gli effetti
di qualsiasi veleno e riparando i tessuti danneggiati!»
A quel punto Mayuri rimase nuovamente in silenzio, rinfoderando la Zanpakuto e osservando con sguardo
vuoto Daiichi.
«Arrivati a questo punto, scienziato, direi che è inutile proseguire con le nostre Zanpakuto! Che ne dici di…?»
«Taci…»
L’ordine di Mayuri fu piuttosto chiaro tanto che Daiichi si zittì immediatamente.
«Non vedi che sto pensando?»
Daiichi esplose a ridere.
«Mi domando se tu ti renda conto della situazione in cui ti trovi!»
Mayuri agitò la mano davanti a se, come a voler zittire il suo interlocutore.
«Sei rumoroso… la mia Zanpakuto non è altro che uno strumento, che si è rivelato inadeguato a questa esigenza… »
A quel punto lo scienziato allargò le labbra in un nuovo, inquietante ghigno.
«Molto bene scienziato… hai perfettamente ragione! Farò in modo di staccarti la testa e assieme a lei quel
tuo fastidioso sorriso!»
Daiichi quindi puntò il palmo della mano sinistra verso Mayuri che non si mosse di un millimetro.
«Hado No Hachijuuhachi… Hiryu Gekizoku Shinten Raihou!»
Pronunciate quelle parole, dalla sua mano partì un grosso raggio di energia simile ad un laser. Il suo
obiettivo era solo uno.
Mayuri non si mosse, venendo quindi investito dalla potenza di quel raggio.
Tale scena causò un’altra risata da parte di Daiichi.
«Ridotto in polvere! Ecco la fine di Kurotsuchi Mayuri! Ahahahah!»
«Ho detto che sei rumoroso…»
Il fumo dell’esplosione si diradò, mostrando un Mayuri perfettamente integro nonostante quell’attacco.
«Ma che diavolo…?»
«Bakudo No Hachijuuichi… Danku!»
Una grossa barriera trasparente era servita a proteggere Mayuri che non aveva minimamente accusato il colpo.
«Non è possibile! Sai usare il Kido? Secondo le mie informazioni, tu…»
«Mi sto domandando se tu sia veramente stupido o se fai solo finta di esserlo!»
A quelle parole, Daiichi trasalì totalmente spiazzato.
«Sono uno scienziato, è ovvio che conosca il Kido… Uno scienziato deve intraprendere tutte le strade
possibile per ampliare la propria conoscenza e il Kido non fa alcuna eccezione!»
Mayuri si diede alcune pacche con le mani sull’Haori, all’altezza delle ginocchia.
«Purtroppo il Kido non si è mai rivelato utile ai miei fini scientifici quindi tendo a non utilizzarlo non
sapendo che farmene…»
In quel frangente, dunque, si erano invertiti i ruoli tra i due sfidanti. Stavolta era stato lo stesso Mayuri a
mettere in difficoltà Daiichi.
«Maledetto…»
Mayuri osservò piuttosto deluso il suo avversario.
«Allora, tutto qui? Quello era l’incantesimo più potente di cui disponi?»
Il tono utilizzato dallo scienziato non era provocatorio ma piuttosto curioso, cercando di capire se doveva
aspettarsi qualcos’altro dal suo avversario.
Daiichi non rispose, dando quindi una silenziosa conferma al Capitano riguardo il suo incantesimo migliore.
«Allora direi che abbiamo finito! Conosco soggetti più interessanti su cui mi piacerebbe lavorare e tu non
sei tra questi…»
«Non dire assurdità, scienziato! Io sono ancora qui e a quanto pare non disponi di mosse abbastanza forti da uccidermi!»

♫♪♫♪ ~ BLEACH OST 3 – Quincy’s Craft

Non appena Daiichi terminò quella frase, un rumore simile ad un Bip Bip iniziò a provenire da sotto il
kimono di Mayuri.
Lo scienziato tirò fuori da una tasca interna una sorta di telecomando con un piccolo schermo su di esso.
«Lascia che ti dica una cosa, tu non sei uno scienziato…»
A quel punto Mayuri premette un tasto e due piccole esplosioni apparvero sulle spalle di Daiichi
mozzandogli quindi le braccia.
L’uomo prese ad urlare, inginocchiandosi mentre dalle ferite iniziarono a fuoriuscire fiotti di sangue che
sporcarono il pavimento.
«Che diavolo mi hai fatto?»
Mayuri sorrise soddisfatto.
«A quanto pare ci sono riuscito…»
Premette un altro tasto e stavolta furono le caviglie di Daiichi ad esplodere, facendogli quindi perdere
anche i piedi. Il sangue che sgorgava dalle parti mozzate aumentò mentre l’uomo continuava ad urlare.
«Che tu sia maledetto, Kurotsuchi! Cosa mi hai fatto? Il mio Bankai… Perché non ha funzionato?!»
Mayuri non cambiò espressione.
«Il tuo Bankai ha funzionato eccome, invece… Non riesci nemmeno a riconoscere se le tue stesse tecniche
vanno a segno o meno? In verità ti ho utilizzato per un piccolo esperimento.»
A causa delle ferite riportate, Daiichi non era più in grado di reggersi in piedi ne tantomeno sfoderare la sua
Zanpakuto per curarsi.
«Cosa… cosa mi hai fatto…?»
«Ho inserito delle micro bombe all’interno del veleno di Konjiki Ashisogi Jizō e devo dire che il tentativo è
andato a buon fine!»
«Perché? Perché il mio Ban…?»
Mayuri lo interruppe con un lieve cenno scocciato, quasi volesse palesare quanto fosse insignificante
l’intelligenza del suo avversario paragonata alla sua.
«Perché il tuo Bankai non le ha rimosse? Semplice… non le ha riconosciute! Le micro bombe sono innocue
fino al momento dell’esplosione, quindi non sono state considerate dannose per te nel momento in cui le hai inalate!»
A quel punto Daiichi ricordò di come aveva inizialmente respirato il veleno del Bankai di Mayuri,
permettendogli così di attuare il suo piano.
«Spero che tu abbia capito il significato della parola Scienziato…»
Mayuri premette nuovamente un tasto e stavolta l’intero corpo di Daiichi esplose. Le micro bombe lo
ridussero in pezzi, sparpagliando i suoi resti qui e la. Organi e sangue erano letteralmente gettati
ovunque sul pavimento, segno che non aveva fatto una bella fine.

♫♪♫♪

«Nemu… Nemu!»
Mayuri chiamò a gran voce e visibilmente infastidito il suo Tenente nonché sua figlia.
«Sì, Mayuri-Sama…»
La ragazza arrivò in pochi secondi al cospetto di Mayuri.
«Ripulisci questo disastro e butta ciò che resta di questo inetto nella spazzatura…»
«Come desidera…»
Mayuri lasciò quindi il compito a Nemu di ripulire il tutto mentre si apprestava a lasciare il centro del
Dipartimento di Ricerca e Sviluppo.

*°*°*

Il Capitano Retsu Unohana sospirò lievemente.
Il suo sguardo era fisso sul pavimento, era seriamente preoccupata per ciò che stava succedendo, per
ridurre in questo modo il Capitano Kuchiki di certo non era un problema da prendere sottogamba.
Silenziosamente entrò in una camera debolmente illuminata da una lanterna.
Richiuse lentamente la porta prima di avvicinarsi piano al letto dove giaceva un dormiente Byakuya.
Lo osservò senza far rumore, controllando le bende che fasciavano il petto dello Shinigami, che sembrava
ormai essere completamente fuori pericolo.
Sospirò lievemente, scuotendo la testa.
All’improvviso un leggero movimento da parte di Byakuya la fece sussultare appena, rimase immobile senza
parlare, per permettere così al Capitano di svegliarsi con la dovuta tranquillità.
Il Capitano mosse di poco la testa prima di sollevare lentamente le palpebre che sembravano
incredibilmente pesanti, un lieve sibilo di dolore gli sfuggì dalle labbra. Quella ferita al petto si stava
facendo sentire con prepotenza.
Voltò di poco la testa, notando finalmente la presenza della donna accanto a lui.
«Capitano Unohana…» sussurrò, alzandosi a poco a poco a sedere, cercando di ignorare il dannato dolore
provocato dalla ferita.
Si appoggiò allo schienale del letto, sospirando non appena riuscì a trovare un minimo di sollievo da tutto quel dolore.
«Capitano Kuchiki… come si sente?»
La domanda della Shinigami lo riportò alla realtà. Non ricordava cosa fosse successo da quando Hideaki era
riuscito a colpirlo con il suo Bankai.
Non riusciva a rimettere insieme i frammenti dei suoi ricordi confusi che, al momento, vagavano nella sua mente.
«Come… sono arrivato qui da lei?»
«È stato portato qui da me dal luogotenente Abarai… mi sento in dovere di aggiungere che è arrivato
appena in tempo, quando è giunto qui, Capitano Kuchiki, lei era a un passo da una morte ormai certa…»
Byakuya annuì appena alle parole di Unohana e, subito dopo, chinò appena la testa in segno di rispetto nei
confronti della donna di fronte a lui.
«La ringrazio per avermi salvato la vita, Capitano Unohana…»
La Shinigami sorrise gentilmente e scosse la testa.
«Non lo dica nemmeno, Capitano Kuchiki… piuttosto… non ha risposto alla mia domanda, come si sente?»
Il Capitano mosse lentamente una mano, andando a toccare con cautela le bende attorno al suo petto,
sentiva il sangue ancora fresco inumidirgli le dita, sospirò appena, prima di tornare con lo sguardo sulla
donna di fronte a lui ed annuire alla sua domanda.
«Sto bene, credo che, grazie alle sue incredibili abilità curative, mi basteranno solamente due giorni di riposo…»
Unohana, a quelle parole, abbassò lo sguardo e scosse la testa, prima di tornare di nuovo con gli occhi sullo
Shinigami, fissandolo seriosa.
«Temo che non avrà tutto questo tempo…»
A quelle parole, Byakuya rimase impassibile come sempre osservando la donna che terminò la frase.
«Il Capitano Comandante ha indetto una riunione di tutti i Capitani del Gotei 13 ed esige la sua presenza…»
Byakuya, alla comunicazione di Unohana, annuì e lentamente e con cautela si alzò in piedi, indossando
nuovamente le sue vesti di Capitano, facendo attenzione alle bende e a non fare movimenti accentuati
per evitare la possibilità di riaprire le ferite.
Si incamminò, quindi, assieme alla Shinigami, verso la riunione straordinaria richiesta da Yamamoto.


TRADUZIONE DELLE TECNICHE DI DAIICHI

Tokasu, Setsuyo Enjin - Dissolvi, Polvere Vitale
Sosei Setsuyo Enjin - Polvere Vitale Della Rinascita

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Capitolo 10
*** L'Invito ***


Eccoci dunque giunti a un altro capitolo! Durante il mese di Agosto aggiorneremo con un po’ di lentezza
dato che comunque anche noi partiamo e andiamo al mare :P speriamo che anche questo capitolo sia
di vostro gradimento!

L’INVITO

Yamamoto rimase in silenzio, fissando i capitani che erano radunati di fronte a lui, non sapeva bene come
cominciare il discorso né come spiegare la situazione, ma doveva assolutamente farlo, ne andava della
sicurezza di tutti.
«Dunque… immagino vi stiate chiedendo per quale motivo siete stati radunati qui…»
Il Capitano Kyoraku si schiarì appena la tosse, richiamando l’attenzione del vecchio Capitano.
«Yama-jii… prima di qualunque cosa credo di parlare a nome di tutti se chiedo un aggiornamento sullo stato
di salute del Capitano Komamura.»
Yamamoto annuì a quelle parole, fissando Kyoraku, aveva ragione, prima di tutto doveva aggiornarli sulla
situazione di Komamura, spostò quindi gli occhi sugli altri capitani, annuendo di nuovo.
«Il Capitano Komamura è stato curato dal Capitano Unohana… lascio quindi la parola a lei…»
La donna annuì in rispetto e fece un passo avanti, fissando Yamamoto con espressione seria.
«Sì… il Capitano Komamura ha riportato ferite estremamente gravi… ma ora è fuori pericolo di vita… è stato
curato al massimo delle mie possibilità… tuttavia avrà bisogno di molto tempo per rimettersi,
credo di non esagerare se dico che forse gli sarà necessario da un periodo di sette mesi a un anno
prima della completa guarigione…»
Yamamoto sospirò lievemente, annuendo alle parole della donna, guardandola mentre questa
indietreggiava nuovamente, tornando in riga con gli altri Capitani, in attesa ora della sua spiegazione sul
motivo di questa convocazione straordinaria.
«Molto bene…»
«Detesto interrompere ma prima che si cominci il discorso ho una cosa da dire, probabilmente collegata a
quanto ci sta per comunicare, di conseguenza molto più importante delle condizioni del Capitano Komamura.»
Yamamoto corrugò lievemente la fronte, osservando ora colui che l’aveva interrotto.
Gli altri capitani si voltarono, come lui, verso Mayuri, rimanendo ora in silenzio, in attesa della sua “cosa da dire”.
«La scorsa notte sono stato attaccato… qualcuno è entrato nel Dipartimento di Ricerca e Sviluppo e ha
cercato di rubare tutti i dati delle mie ricerche… e questo sconosciuto aveva sia una Zanpakuto che un
Bankai… Capitano Yamamoto… vuole gentilmente spiegarci sta succedendo?»
Il tono di Mayuri lasciava ben poco spazio all’immaginazione, era a dir poco seccato da tutto ciò.
Era uno scienziato, e come tale aveva il bisogno quasi viscerale di avere ogni singola informazione, dato che
anche il minimo dettaglio poteva rivelarsi non poco importante e, il non essere a conoscenza di tutti i
particolari, lo faceva davvero infastidire.
Gli altri capitani, tranne Byakuya e Unohana, trasalirono appena alle parole dello scienziato.
Una Zanpakuto e un Bankai? Cosa diavolo stava succedendo?
I due che rimasero impassibili erano a conoscenza del possedimento di una Zanpakuto e di un Bankai da
parte dei loro avversari, dato che una aveva affrontato e sconfitto uno di loro e l’altro aveva
rischiato di morire proprio per colpa del Bankai del suo avversario.
Si voltarono quindi, tutti, di nuovo verso Yamamoto, che sospirò e abbassò lo sguardo sul pavimento,
annuendo ancora una volta.
«Prima di spiegarvi il motivo… vi annuncio sin da ora che ho intenzione di dichiarare lo stato di massima
allerta…» dichiarò il vecchio, facendo sussultare lievemente i Capitani di fronte a lui, tuttavia
gli altri rimasero in silenzio, permettendogli di continuare.
«Coloro che vi hanno attaccati o che vi attaccheranno… sono ex-capitani del Seireitei…»
I Capitani, alle parole di Yamamoto, rimasero in silenzio, curiosi di ascoltare il resto della spiegazione del
loro Capitano Comandante.

♫♪♫♪ ~ BLEACH MOVIE 2 OST – Feudal Society

«In passato vi erano otto capitani che avevano delle capacità a dir poco eccezionali, svolgevano il loro
lavoro con enorme dedizione, io stesso rimasi stupito dalla loro forza e determinazione… tuttavia, dopo un
po’ di tempo, notai una cosa terribile… ovvero che, nonostante le loro abilità fossero già
incredibilmente potenti, essi continuavano ad allenarsi senza sosta, volevano raggiungere picchi di
grandezza sempre più alti, cercavano sempre di più di aumentare la loro potenza distruttiva, quasi
provassero una sorta di piacere sadico nel distruggere gli Hollow… mi resi conto forse troppo tardi che se
avessero continuato avrebbero potuto persino prendere il sopravvento sul Seireitei… e tentare una rivolta…»
Gli altri Shinigami rimasero in silenzio, ascoltando pazientemente ogni singola parola da parte del loro Comandante.
«Decisi quindi di privarli della loro carica di Capitani e di bandirli dal Seireitei una volta per tutte, esiliandoli
sulla terra… costringendoli quindi a mimetizzarsi tra i comuni esseri umani…» Yamamoto
sospirò, prima di continuare «Qualche giorno fa ho ricevuto la visita di quello che, tra di
loro, è senza dubbio il capitano più forte… Hiroku… egli mi ha comunicato che lui e gli altri hanno
osservato per molto tempo il vostro operato… e ha rivelato che tutti loro sono estremamente
scontenti dei vostri risultati e sono, di conseguenza, intenzionati più che mai ad
uccidervi… così da dimostrare di essere migliori di voi…»
A quelle parole Ukitake fece un passo avanti, scuotendo la testa.
«Genryūsai-dono… chi sono loro per poterci definire inadatti al nostro attuale ruolo? È dunque per loro che
lei ha intenzione di dichiarare lo stato di massima allerta?»
Yamamoto annuì alla domanda di Ukitake.
«Esattamente… sono avversari molto pericolosi… vi basti pensare a come hanno ridotto il Capitano
Komamura… e a ciò che è successo al Capitano Kuchiki…»
Byakuya, a quelle parole, sussultò impercettibilmente, prima di abbassare appena lo sguardo.
Era vero, era stato quasi ucciso dal Bankai di Hideaki, non poteva negarlo, tuttavia…
La voce di Yamamoto lo riportò alla realtà, facendo tornare i suoi occhi sulla figura del vecchio rimase in
silenzio, attendendo gli ordini.
«Dunque… da adesso in poi vi chiedo di fare molta attenzione a come vi muovete… è ovvio che dovrete
cercarli e sconfiggerli, dato che loro faranno lo stesso… ma cercate di essere molto cauti… sono stato
abbastanza chiaro?»
Tutti annuirono, non c’era sicuramente altro da aggiungere.

♫♪♫♪

*°*°*

Byakuya, dopo la riunione, si diresse silenziosamente verso casa, camminando lentamente per non rischiare
di aprire nuovamente le sue ferite.
Non appena arrivò vide Rukia corrergli immediatamente incontro.
«Nii-sama… come...»
«Sto bene… la ferita ha bisogno di ancora un paio di giorni per guarire completamente, ma me la caverò…» la interruppe lui.
Rukia, a quelle parole, sorrise sollevata e annuì, in tutta risposta Byakuya si congedò da lei, dicendo di
essere stanco e di aver bisogno di riposo.
Ma nel suo cuore sapeva che era solo una scusa per allontanarsi dalla sorella e starsene per un po’ di tempo da solo.
Entrò nella sua stanza, lasciando il preciso ordine di non essere disturbato per nessun motivo.

♫♪♫♪ ~ BLEACH OST 3 – Soundscape To Ardor

Lentamente si stese sul letto, decidendo comunque di concedere il dovuto riposo al suo corpo, non
volendosi sforzare troppo e rischiare di peggiorare la sua attualmente precaria situazione.
I suoi occhi, tuttavia, rimasero aperti a fissare il soffitto, le parole di Yamamoto continuavano a ronzargli in testa.
Aveva rischiato davvero di morire, il Bankai di Hideaki era di una potenza incredibile, mai prima d’ora si era
ritrovato a dover affrontare avversari così forti.
Tuttavia la domanda che al momento gli stava prepotentemente perforando la testa era un’altra.
Per quale motivo aveva rischiato così tanto solo per salvare quella ragazza?
Sì, era senza ombra di dubbio uno Shinigami e, come tale, il suo compito era quello di proteggere gli esseri
umani, ma era davvero questa la sua unica ragione?
Ricordava perfettamente cosa era successo quando Hideaki aveva lanciato il suo Bankai in direzione della ragazza.
Aveva agito d’istinto.
Non era assolutamente da lui agire d’istinto e preoccuparsi solo ed esclusivamente di un’altra persona oltre
che di sé stesso.
Perfino contro l’espada Zommari, nonostante fosse preoccupato per sua sorella, era riuscito a mantenere la
calma e agire razionalmente, comportandosi in modo tale da riuscire, durante il combattimento, a
difendere sia sé stesso che lei.
Perché allora con quella ragazza non è stato possibile?
Si era preoccupato solo della salvezza di lei, senza preoccuparsi minimamente della sua stessa vita.
Un errore quasi madornale da parte sua, poco ma sicuro.
Sospirò pesantemente, con gli occhi ancora immobili sul soffitto, senza trovare nessuna risposta alle sue fin
troppo insistenti domande.

♫♪♫♪

*°*°*

«Allora Kisuke, cosa ne pensi?»
A quella semplicedomanda un sospiro non tardò ad arrivare in risposta.
«Yoruichi-San… credo che questa faccenda sia più complicata del previsto…»
Yoruichi Shihoin e Kisuke Urahara erano intenti a discutere, presso il negozio di quest’ultimo, riguardo a ciò
che gli aveva comunicato Rukia Kuchiki.
Byakuya che si faceva sconfiggere così facilmente non era certo cosa da poco.
Tuttavia non sapevano ancora nulla di ciò che stava realmente accadento, entrambi avevano percepito
l’incredibile Reiatsu di Hideaki ma non erano arrivati in tempo, riuscirono solo a vedere Rukia scomparire
con lo Shunpo e una ragazza allontanarsi dal parco di Karakura.
Ricordavano poi la visita della sorella di Byakuya, che chiese loro se avevano qualche informazione riguardo
appunto l’uomo che aveva quasi ucciso suo fratello, ma entrambi non seppero davvero cosa rispondere.
Urahara sospirò lievemente, scuotendo la testa.
«Secondo quanto ci ha comunicato Kuchiki-san, l’avversario di suo fratello è riuscito a ridurlo in fin di vita…»
A quelle parole Yoruichi sospirò pesantemente.
«Se il piccolo Byakuya è stato sconfitto a quel modo, significa che non dobbiamo sottovalutare queste persone…»
Sul tavolo che li divideva erano poggiate due tazze di the, ma nessuno dei due sembrava avere alcuna
intenzione di bere, entrambi erano preoccupati, e soprattutto erano estremamente frustrati dal fatto
che non sapevano assolutamente nulla dell’attuale situazione.
Improvvisamente Yoruichi si alzò da terra mentre Kisuke la seguì con lo sguardo.
«Che ne dici di fare due passi? Chissà, magari tornare sul luogo dello scontro potrebbe fornirci qualche
indizio al riguardo…»
Urahara increspò le labbra in un piccolo sorriso, prima di alzarsi anche lui.
«Non ti smentisci mai, ex-capitano delle Forze Speciali…»
Yoruichi si lasciò scappare un lieve ghigno divertito prima di voltarsi, dando le spalle all’uomo e aprendo la
porta sul retro che li avrebbe condotti all’esterno.
«Finiscila di dire idiozie… piuttosto, hai comunicato alla Soul Society quel poco che abbiamo scoperto?»
Urahara mosse qualche passo, raggiungendo l’amica e annuendo alle sue parole, assieme alla donna
entrambi uscirono fuori dal negozio, guardandosi attorno.
«Certo, esattamente tre ore fa! Anche se brevi quei picchi di Reiatsu erano ben percepibili… non so bene
cosa sta succedendo ma queste non sono certamente cose da lasciare inosservate…»
Non erano riusciti a scoprire altro, ma questo non aveva impedito ad Urahara di informare la Soul Society al riguardo.
Nonostante tutto, aveva ancora qualche contatto all’interno del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo quindi
non gli era stato difficile inviare quel messaggio.
Inoltre, con la sconfitta di Aizen, l’intero Gotei 13 poteva chiudere un occhio sulle passate azioni di Kisuke
Urahara e Yoruichi Shihoin.
I due raggiunsero l’entrata principale del negozio, si fermarono per un istante per definire le ultime cose
prima di iniziare nuovamente a dirigersi verso il parco di Karakura.
Tuttavia appena fuori dalla proprietà, entrambi trasalirono appena alla figura che gli si parò davanti.
Una ragazza dai capelli biondi raccolti in una lunga coda alta e gli occhi azzurri stava sorridendo gentilmente
e allegra ai due che le si erano fermati rimanendo ad osservarla.
I suoi abiti entravano in perfetta contraddizione col suo volto quasi fanciullesco.
L’aderente corpetto di pelle metteva perfettamente in risalto il petto di lei, lasciando non poco spazio
all’immaginazione, mentre la quasi inesistente minigonna nera lasciava completamente libere le sue lunghe
e atletiche gambe, e i lunghi stivali andavano a completare un look non esattamente sobrio. In
vita, appesa ad un grosso cinturone, vi era una katana dall’elsa viola riposta con attenzione nel suo fodero nero.
«Shihoin Yoruichi e Urahara Kisuke… rispettivamente ex-capitani della Seconda e della Dodicesima Brigata, dico bene?»
A quelle parole, la mano di Urahara andò lentamente a serrarsi attorno al manico del suo bastone da
passeggio, all’interno del quale era celata Benihime, la sua Zanpakuto.
Non aveva intenzione di abbassare la guardia, non dopo ciò che aveva saputo di quello che era successo a Byakuya.
La sconosciuta, nel notare le azioni di Kisuke, scosse la testa e alzò le mani, quasi in segno di resa.
«Tranquilli… sono qui solo per inoltrarvi una richiesta.»
Yoruichi portò le braccia sotto il seno, incrociandole e lasciando fissi su quella ragazza i suoi particolari occhi
dorati, non nascondendo la sua diffidenza, il solo tono che aveva usato quella sconosciuta non lo
convinceva affatto, sembrava gentile, ma dietro quella gentilezza pareva celarsi una malignità quasi
del tutto insospettabile.
Fu Urahara a prendere la parola.
«Allora signorina… com’è che ti chiami?»
Il tono dell’uomo rimaneva sempre molto frivolo, non lasciando quindi intuire i suoi pensieri o emozioni.
«Il mio nome è Setsuko.»
La ragazza sembrava apparire piuttosto allegra e solare agli occhi dei due, tuttavia nessuno degli ex-capitani
si lasciò ingannare da quel tono piuttosto rilassato, entrambi non riuscivano ad eliminare quel
tremendo presentimento che ormai si era celato in loro.
Nonostante la gentilezza nella tonalità di voce di lei, qualcosa sembrava non quadrare.
«Oh, molto bene signorina Setsuko… hai detto che sei qui per inoltrarci una richiesta… di che si tratta?»
Setsuko sorrise di nuovo, annuendo, prima di incrociare le braccia sotto al prosperoso seno contenuto dal corpetto.
«Giusto… voi due siete ex-capitani, è un dato di fatto! Quindi… Che ne direste di unirvi a noi?»
La ragazza sorrise gentile mentre osservava i suoi interlocutori osservarla quasi confusa, lei ridacchiò,
scuotendo la testa.
«Avete ragione, scusatemi… se vi faccio solo la domanda senza spiegarvi la situazione non potete capire…»
La giovane, quindi, iniziò a raccontare ad Urahara e Yoruichi del loro piano e della loro scontentezza
riguardo i nuovi Capitani del Seireitei e del loro deplorevole comportamento contro Aizen.
A quel racconto i due ex-capitani rimasero del tutto impassibili, ascoltando in silenzio tutte le spiegazioni di Setsuko.
Alla fine di tutto, la ragazza dai lunghi capelli biondi ridacchiò e osservò gentile i due davanti a lei.
«Bene… ora vi ho informati di tutto… dunque… vi unirete a noi?»
Gli occhi di Setsuko sembravano essere ricolmi di speranza una volta posta quella domanda, quasi
aspettasse delle caramelle come una bambina.
Urahara rimase in silenzio, fissando serio la ragazza di fronte a lui, ecco dunque il motivo per cui Byakuya
era stato sconfitto, aveva affrontato un ex-capitano del Seireitei.
Kisuke sussultò lievemente non appena sentì Yoruichi, accanto a lui, sospirare quasi scocciata.
«Sei venuta fin qui per inoltrarci quest’assurda proposta?»
Setsuko sembrò imbronciarsi a quelle parole, emise un leggero sbuffo, sembrando davvero una bambina
contrariata e offesa.
«Non è assurda! Siete stati banditi dal posto che era vostro di diritto! Non vi fa rabbia la cosa?!»
Urahara scosse la testa alle parole della ragazza di fronte a lui, portando una mano sul cappello e fissando
da sotto di esso Setsuko con occhi estremamente seri.
«Signorina Setsuko… purtroppo abbiamo trasgredito alle leggi della Soul Society, leggi rigide forse ma che
non dovevano essere messe in discussione… con che coraggio potremmo ripresentarci li, a
reclamare un ruolo che non è più nostro?»
A quelle parole la ragazza, da sorridente che era, sembrò quasi incupirsi completamente, lasciò cadere le
braccia lungo i fianchi, mentre gli occhi ora assunsero un’espressione quasi glaciale.
«Ho capito, quindi il vostro è un rifiuto categorico…»
Non appena pronunciata quella frase, una potente Reiatsu investì i corpi di Yoruichi e Urahara, facendoli trasalire.
«Kisuke!»
Urahara estrasse prontamente Benihime dal suo bastone, ecco quindi il motivo del suo pessimo
presentimento, quella ragazza sembrava innocente ma, all’interno, sembrava quasi celarsi un vero e
proprio demonio.
«Se non volete allearvi con noi, non ho quindi altra scelta se non quella di considerarvi una minaccia…»
Yoruichi nel sentire quella terribile Reiatsu digrignò i denti, preparandosi immediatamente al
combattimento, ma subito sussultò pesantemente a ciò che avvertì un attimo dopo.
Altre due potenti Reiatsu si erano scatenate esattamente nei pressi del parco e del fiume di Karakura,
complicando così la situazione.
L’ex-capitano delle Forze Speciali si voltò immediatamente verso Urahara.
«Kisuke, va! A lei ci penso io!» ordinò categorica.
Urahara sorrise e annuì, sicuro più che mai delle potenzialità della donna, e in un attimo svanì con uno
Shunpo, lasciando quindi Yoruichi da sola contro Setsuko.
La donna fissò quindi seria il suo avversario, mentre la ragazza dai capelli biondi sorrideva divertita, sicura di sé.
Yoruichi quasi ringhiò, posizionandosi, pronta a combattere.
«Non permetterò che questa pazzia vada oltre…»
Setsuko ridacchiò maligna alle parole della donna, incrociando nuovamente le braccia sotto al seno.
«Shihoin Yoruichi… sei pronta a morire?»
A quelle parole Yoruichi sorrise di rimando, sicura anche lei delle sue potenzialità.
«Non userei con così tanta sicurezza queste parole, se fossi in te…»
«Molto bene… allora sono pronta a dimostrarti che le mie non sono solo parole!»
In un attimo la ragazza sfoderò immediatamente la sua Zanpakuto, pronta a combattere.
Yoruichi non si lasciò impressionare, utilizzò subito uno Shunpo e si portò quindi dietro al suo avversario
con l’intento di colpirla con un calcio.

*°*°*

Rukia sbuffò scocciata, erano ore che ormai girava per Karakura cercando di trovare Kimiko.
Aveva promesso alla ragazza che le avrebbe comunicato le condizioni di suo fratello, ma era più facile a dirsi
che a farsi, contrariamente a Byakuya lei non sapeva dove abitasse Kimiko, e cercarla per tutta la
città era come cercare un ago in un pagliaio.
Sussultò quando vide, finalmente, la ragazza uscire dal supermercato.
Cominciò quindi a seguirla silenziosamente, con l’intento di scoprire dove abitasse.
Non appena raggiunse la sua abitazione Kimiko sbuffò scocciata.
«Avete il vizio di pedinare le persone, voi Shinigami?»
Rukia sussultò, capendo che si stava riferendo a lei uscì quindi allo scoperto, sospirando pesantemente.
«Se non usciamo allo scoperto è solo per evitare di farti apparire una pazza… dato che solo tu e pochissimi
altri sono in grado di vederci…»
Kimiko a quelle parole inarcò un sopracciglio prima di portare l’indice alle labbra, pensando effettivamente
alle parole della Shinigami.
«Beh… sì non hai tutti i torti… in effetti se mi vedessero parlare da sola mi prenderebbero sicuramente per pazza…»
Rukia sospirò sconsolata, scuotendo la testa.
«È decisamente peggio di Ichigo questa ragazza…»
La Shinigami scosse la testa, tornando a fissare la ragazza di fronte a lei.
«Ad ogni modo… mi avevi chiesto di farti sapere le condizioni di mio fratello…»
Kimiko a quelle parole sussultò pesantemente, avvicinandosi subito alla Shinigami e afferrando
preoccupata una mano di lei, facendo confondere Rukia per via del suo strano comportamento.
«Come sta…?»
Rukia rimase in silenzio per qualche momento, stupita dal tono estremamente preoccupato della ragazza, si
lasciò scappare quasi un mezzo sorriso, e scosse la testa lievemente.
«Sta bene… non preoccuparti… ha solo bisogno di qualche giorno di riposo…»

*°*°*

♫♪♫♪ ~ BLEACH MOVIE 2 OST – Encirclement Battle

«Aaaaah…!»
Yoruichi andò a schiantarsi contro un muro sulla destra, gemendo di puro dolore. Aveva riportato diverse
ferite alla schiena, alle spalle e agli arti.
Cercò di rialzarsi ma digrignò i denti quando si accorse che il suo corpo non faceva altro che tremare per via
del troppo sforzo e del troppo dolore.
Iniziava seriamente ad accusare la stanchezza della battaglia, ma ciò che la irritava davvero era il fatto che
Setsuko era ancora illesa, e la osservava divertita.
«Allora, tutto qui?»
La ragazza mosse qualche passo in avanti mentre Yoruichi si risollevò a fatica sulle sue gambe, ansimando
pesantemente mentre il suo corpo era scosso da vari tremori.
«Come diavolo fa? Non riesco a leggere i suoi movimenti…»
Setsuko ridacchiò divertita e si leccò le labbra, pronta a porre fine a quella fin troppo facile battaglia.
«Addio, ex-capitano della Seconda Brigata…»
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, venne letteralmente travolta da qualcosa che la fece schiantare al
muro opposto a quello distrutto precedentemente da Yoruichi.
«Tu…?»
Qualcuno aveva appena salvato Yoruichi da morte certa.
Setsuko si staccò dal muro contro il quale si era schiantata, constatando successivamente che non era stata
travolta da qualcosa, ma bensì colpita con un calcio da qualcuno.
«Come hai osato intrometterti…?!»
Una figura minuta vestita con un haori bianco, con i capelli corti e solo due trecce con attaccati due anelli
alle estremità ora fissava seriosa la ragazza che ricambiava il suo sguardo serio con uno
estremamente furente.
Yoruichi osservava stupita il kanji del numero due sulla schiena della donna di fronte a lei…
Soi Fon…
L’aveva appena appena salvata da morte certa.
«Sembra che io abbia fatto in tempo, Yoruichi-sama…»
Formale come sempre, Soi Fon concentrò tutta la sua attenzione sulla ragazza che aveva colpito e che stava
avanzando verso di lei.
«Capitano della Seconda Brigata e attuale leader delle Forze Speciali… Soi Fon! Te la farò pagare per ciò che
hai fatto…»
I sottili occhi di Soi Fon sembrarono scrutare il suo avversario con una precisione quasi maniacale.
Yoruichi ringhiò furente, scuotendo la testa.
«Soi Fon… vattene! Non hai speranza di…?»
«Yoruichi-sama, la smetta!»
Soi Fon interruppe bruscamente la donna alle sue spalle, la quale sgranò gli occhi quasi impressionata.
«Sono qui per compiere il mio dovere… questi ribelli, il Capitano Comandante Yamamoto ci ha mandati qui
nel mondo terreno per occuparcene!»
Setsuko ridacchiò e si leccò le labbra alle parole del Capitano di fronte a lei, la ragazza, ormai ripresasi dalla
furia iniziale, sembrava essere nuovamente divertita dalla situazione.
Yoruichi, di rimando, sussultò appena alle sue parole, osservando la schiena della sua attuale salvatrice preoccupata.
«Occuparvene? Chi altro c’è assieme a te, Soi Fon?»
Soi Fon a quella domanda estrasse quindi la sua Zanpakuto dal fodero tenuto sulla schiena, fissando glaciale
il suo ormai prossimo avversario, determinata più che mai a sconfiggerla.
«Non importa chi altro sia venuto qui con me… la prego solo di non interferire e di osservare…»
Setsuko osservò tranquillamente la Shinigami di fronte a lei, di nuovo sicura delle sue capacità e sicura che
il suo prossimo scontro sarebbe stato, forse, ancora più facile del precedente.
«Yoruichi-sama… osservi progressi che ho ottenuto in quest’ultimo secolo!» ringhiò l’attuale Capitano delle
Forze speciali prima di effettuare la sua prima mossa.
«Jinteki Shakusetsu… Suzumebachi!»
Il guanto artigliato color nero e oro comparve sul suo braccio destro ma Setsuko non sembrava esserne
minimamente impensierita.
La ragazza ghignò nuovamente, mantenendo le braccia incrociate sul petto e annuendo alla Shinigami.
«Si, credo che sarà altrettanto divertente ucciderti…»

♫♪♫♪

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