Walk the line of my hearts.

di Mary Lunanera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Figura del troll. ***
Capitolo 2: *** Dolori e partenze. ***
Capitolo 3: *** Ricordi ***
Capitolo 4: *** Benvenuta ad Hogwarts ***
Capitolo 5: *** La nuova vita ***
Capitolo 6: *** Pozioni ***



Capitolo 1
*** Figura del troll. ***


Un ragazzo con la divisa sgualcita correva a per di fiato per i corridoi della scuola

Capitolo primo

Un ragazzo con la divisa sgualcita correva a per di fiato per i corridoi della scuola.

Scese le scale dei sotterranei e si fermò davanti alla porta dell’aula. Prese un respiro e si ricompose la cravatta dai colori rosso e oro allentata. I capelli rimasero spettinati perché la battaglia era persa in partenza.

Bussò e aprì:- “Scusi il ritardo professore.”
Lumacorno lo guardò con aria bonaria facendo cenno di entrare:-“Hai fatto nuovamente tardi.

Siamo alle solite, James Potter?”.


“Dato che dobbiamo incontrare un famoso studioso, ho cercato di approfondire la pozione che ha inventato…”Rispose affannato. 
            Si sedette accanto al suo compagno di dormitorio e depose la borsa sotto il tavolo di lavoro.

 Si fece pensieroso. Non riusciva a capire perché tutti incensavano quel mago.
            La porta della classe si aprì senza preavviso. Un uomo vestito di nero, con i capelli biondi entrò

con passo sicuro nell’aula. Lumacorno si illuminò nel vederlo avvicinare alla cattedra: “Sig. Malfoy! Che piacere averla qui!”
            L’uomo strinse la mano al professore facendo un sorriso stentato:- “E’ un piacere rivederla, dopo tanti anni.” -rispose con il tono strascicato. Si girò verso i ragazzi rimasti in silenzio.
            Gli occhi erano
 di un colore indecifrabile, sembravano di ghiaccio. L’aria altezzosa rendeva il volto duro ma bello nell’insieme. Le ragazze presenti facevano apprezzamenti sommessi:- “Che carino, eppure giovane!”

            Il professore si schiarì la voce per richiamare l’ordine tra i banchi:- “Miei cari ragazzi. Vi presento Mr. Draco Lucius Malfoy. Con mia grande gioia, ha accettato di lavorare qui, nella nostra amata scuola,
prendendo il mio posto d’insegnante dal prossimo semestre. Problemi improrogabili mi terranno lontano per molto tempo. Dopo un lungo sospiro aggiunse:-“ Diamogli il nostro caloroso benvenuto.”
            Tutta la classe di pozioni diede il benvenuto in coro.
            Il giovane Grifondoro sbuffò insieme al suo amico:- “Tsz! Sembra che se la tiri un po’ troppo.”
            “Shhh. Sta attento a quello che dici, James.”- sussurrò.
            Il vecchio professore indicò il ragazzo seduto:- “ Ecco il signor Potter, il nostro aspirante pozionista.” Sentendosi chiamare in causa si alzò in piedi fissando l’ospite.
             “Farà parte del programma di viaggio nel Nuovo Mondo; le nostre scorte scolastiche scarseggiano,e i volontari troveranno nuovi ingredienti, molto rare qui in Inghilterra.”- aggiunse.
            Malfoy lo scrutò da capo a piedi:- “Potter. Conosco bene i tuoi genitori.” dichiarò con strafottenza.
            “Anche loro la conoscono bene. E anche il marchio che porta.”- rispose cupo.
            “Signor Potter!” - esclamò Lumacorno. James chinò la testa in segno di resa:- “Mi scuso, per essere stato scortese nei suoi confronti...”
            Draco Malfoy, senza scomporsi, rispose mellifluo : -“Non ho intenzione di perdonarti ragazzino.
Hai una responsabilità. Concluderai tu il programma di ricerca e dovrai selezionare, catalogare tutti i nuovi ingredienti che troverete, in ordine alfabetico su pergamene che, al tuo ritorno consegnerai personalmente in mano mia.”

 Si avvicinò a James obbligandolo a sollevare il viso per guardarlo in faccia:- “Fino ad ora lavoravi limitandoti ad accontentare il tuo

vecchio insegnante. Troppo facile.”- Sogghignava:-“Ma ora, ti accorgerai di quanto è duro creare delle pozioni di livello superiore.”
            Malfoy si allontanò soddisfatto dal giovane e salutò Lumacorno con un cenno della testa, lasciando la classe in un  silenzio irreale.
            “Signor Potter! Come ha osato far arrabbiare proprio il futuro insegnante?!”- lo ammonì: “Mi meraviglio di lei!”
            “Mi dispiace…Prof. Lumacorno…saprò rendere onore alla fiducia che ha riposto in me!”


 
            La data della partenza giunse con l’inizio delle vacanze natalizie. James partì per l’America in aereo. Il mezzo di trasporto babbano era d’obbligo a causa della destinazione: una regione remota del Texas,
priva di qualsiasi abitante del Mondo Magico. Per anni si susseguirono stranieri, estraendo fossili e pietre preziose, ma come punto di riferimento avevano un albergo della zona. L’hotel Daisy.
            L’aereo atterrò nell’aeroporto locale di San Antonio. Il resto dello staff era partito prima con un volo diverso; James immaginò che si erano già messi a lavoro, senza di lui, essendo il più giovane nel gruppo di ricerca
veniva sottovalutato.
            Prese la corriera locale e lo portò in un paese, vicino alla città
di Austin. Il fiume Colorado faceva da sfondo al panorama selvaggio che lo circondava. James si guardò intorno ma non trovò nessuno ad attenderlo:- “Qualcuno dell’hotel non doveva venire a prendermi?”.- In ritardo di mezza giornata sul programma, si sedette su una panchina. Estrasse la sua bacchetta dallo zaino e riponendola nella giacca, a portata di mano. Si sentiva indifeso senza di essa ma, era necessario nasconderla ad occhi indiscreti. Passarono due ore e il cielo si faceva rosso per il crepuscolo.

Riprese la bacchetta:- “Lumos” - esclamò. Guardò la cartina geografica pensando di incamminarsi da solo, visto che aveva perso le speranze di vedere gente dell’ albergo.

 Un rumore indistinto si faceva sempre più vicino a portata di udito, sembrava il galoppo di un cavallo che si dirigeva verso di lui. James nascose la bacchetta mentre gli apparve davanti il muso di un mustang che sbuffava, con un ragazzo in sella.
            “Quella che avevi in mano era una bacchetta magica?” - Domandò il nuovo arrivato.
            James, titubante, non rispose ma fece un cenno affermativo con la testa.
            Il ragazzo sollevò la visiera del cappello da cowboy che indossava:- “Allora sei tu il tipo del Mondo Magico
che devo scortare all’hotel Daisy! E’ tutto il giorno che ti cerco!”
            “Si! Oh certo! Sono James Potter. Sei venuto a prendermi?” - chiese sollevato.
            “E’ da stamattina che ti aspetto nel paese. Comunque, monta su, dietro di me, James Potter!”-rispose con aria seccata.
            “Puoi chiamarmi solo James…”
            “Sali!”
            “Ok..” –Era un ragazzo un po’ troppo autoritario, pensò.
Salì il groppa con difficoltà a causa dello zaino sulle spalle.

  “Parli molto bene la mia lingua. Come sai del Mondo Magico?”- chiese curioso.
            “Bhè,  è naturale. Mia madre è inglese, ed è una strega, a volte fa anche degli incantesimi.” - confermò.
            “Ma allora tua madre si è sposata qui? Immagino che non ci siano molte streghe nella zona.”
            “Non è venuta per sposarsi. Mio padre era già morto quando la mamma si è accorta di essere incinta.”
            “Ho capito…scusa se ti ho fatto ricordare un fatto doloroso.”- finì la frase imbarazzato.
            “Figurati. Faceva delle ricerche per il Ministero della Magia. E’ venuta in Texas per lavoro
e si è innamorò di questo Paese. Dopo scoprì della sua gravidanza. Così decise di farmi nascere qui .Perciò, il Texas è il mio Paese natio.”
            “Capisco. Bhe, piacere di conoscerti…” – Ancora non gli aveva detto il nome.
            “Dobbiamo sbrigarci. Sta facendo notte. Aggrappati forte a me d’accordo?”- Diede più spinta al destriero.
            “Va bene.”- James strinse le mani sul petto del ragazzo ma si accorse che aveva… il seno!
            “Non mi sono presentata. Mi chiamo Daisy Morales.” - Il ragazzo era in realtà una donna!
            Il giovane staccò
la presa per la sorpresa e il disagio di averle toccato il petto. Ruzzolò dal cavallo in corsa con un forte tonfo sul terreno.

            “James?!” -La ragazza scese dalla sella, perdendo il cappello e rivelando i suoi lunghi capelli castani.

 Si avvicinò a lui, ancora a terra. 
            “Ti sei
 fatto male? Hai sbattuto la testa?!

            “Ah...non preoccuparti…Sto bene.” -Si rialzò dolorante, ma sorridendo:- “Sono tutto intero…”
            Gli occhi di Daisy si riempirono di lacrime:- “Per fortuna…”
            Era carina con il viso preoccupato. James sentì il cuore battere più veloce: “Hei, ma…Daisy,
ti dico che sto bene, tutto okay.”
            “Va bene…ma ora andiamocene. Presto.” -Asciugò le lacrime con il palmo delle mani, porse il braccio
al ragazzo per rimontare e si rimise il cappello, lasciando i capelli sciolti sulla schiena.
            Il giovane ripensò a quello che era appena successo, alle lacrime che aveva versato per lui,
anche se era, solo un estraneo per lei…si sbagliava, era dolcissima.
            “James. Questa volta tieniti davvero stretto. Devi aggrapparti bene.”- Sorrise e fece l’occhiolino:-“ Ma non stringermi il seno.”
           Sperava di non fare figure di troll, ma iniziava con il piede sbagliato!

 

Credits:
Tutti i personaggi del libro “Harry Potter”, presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate appartengono di diritto all'autrice J.K Rowling,
Il materiale proposto in questa fan fiction è mostrato a solo scopo divulgativo e non è intesa alcuna violazione di copyright.
Tutti i diritti per ciò che è sotto copyright appartengono all'autrice J.K Rowling, e non vengono dall'autrice Mary Lunanera ripresi con scopi di lucro ma solo a fini amatoriali.
I personaggi originali creati da Mary Lunanera appartengono all'autrice che ne detiene i diritti d'autore; ogni citazione od utilizzo di tali personaggi è sottoposta alle leggi sul diritto d'autore e tutelati in quanto opere originali d'ingegno.


 

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Capitolo 2
*** Dolori e partenze. ***


Capitolo due

Capitolo due

 

Arrivarono all’hotel in tarda sera.

James guardò in giro nell’atrio. C’era gente del posto, turisti, ma nessuno della sua squadra. Sicuramente erano ancora in giro per le ricerche.

           Seguì la ragazza al piano superiore, verso una delle stanze prenotate. Si schiuse una delle porte delle camere e apparve una donna eterea, simile a Daisy, ma più matura.-“Sai che ancora non devi alzarti, devi stare a letto, mamma!”- esclamò la ragazza.

           La donna sorrise tranquilla:- “Ormai sto bene. Sono caduta da cavallo tre giorni fa, e non sono malata.”- poi notò il ragazzo dietro sua figlia.

           -“ Oh, abbiamo un nuovo ospite!”.

           -“Scusi il disturbo. Ma io…”

           -“Sei il giovane ritardatario del Mondo Magico?”-Il viso era rassicurante e allegro.

           - “Si...  Mi chiamo James Potter, Signora.”

           -“Daisy cara. Accompagna il signor Potter nella camera più bella del nostro hotel…è un ospite molto particolare.” - rise .

           -“ Hai…ridere mi ha fatto venire una fitta al petto…”

           -“Visto?! Che cosa ti stavo dicendo? Devi stare ancora a riposo.” Accompagnò con cautela la madre, facendola sdraiare sul letto della camera e le posizionò i cuscini dietro la schiena. -“ Non è affatto grave, James. Ma mia figlia si preoccupa troppo per me.” - lo rassicurò vedendolo serio. Il ragazzo iniziò a intuire perché era preoccupata quando cadde a terra.

           Daisy si congedò per recuperare degli analgesici, lasciandoli soli. La signora sospirò e si rivolse al giovane: -“Di cosa ti occupi James?”

           -“Sono uno studente di Hogwarts. Questo è un viaggio studio promosso dalla scuola per delle ricerche.”

           - “ Si, lo so. Devi essere un alunno diligente.”- Fece cenno di sedersi sulla sedia accanto al letto. Lui obbedì.

           -“Mia figlia è instancabile; in questi luoghi si deve lavorare per vivere ma la comunità è cordiale. I nostri vicini ci danno spesso una mano, ma alla fine, siamo sole.”

           -“Come mai ha deciso di vivere in un ambiente diverso da quello in cui è cresciuta? Vivendo come una babbana...Daisy mi ha riferito che è una strega e che lavorava per il Ministero. ”

           La donna guardò il ragazzo come per studiarlo.

           -“Oh! Non sto giudicando male questa terra…mi scusi. Tutti dicono che non so parlare con la gente...”

           -“Affatto, sei un ragazzo onesto e diretto. Ammiro le persone come te.” –osservò:- “Hai già una ragazza?”

           -“No. Non ancora…” -Anche la donna non scherzava con le domande dirette, ma seppe rompere la tensione tra loro.

           -“ A dire il vero, non era mia intenzione di rimanere qui a lungo.”- Il suo sguardo si fece assente e triste.

           -“Sedici anni fa, se non fossi arrivata in Texas, per lavoro e non mi fossi fermata in questo piccolo hotel, per caso…avrei intrapreso un'altra vita.

Un tempo era difficile per maghi e streghe girare indisturbati nel mondo babbano. Come sai, nella zona nascono rigogliosi alberi, piante, piccoli esseri viventi, che hanno proprietà magiche e curative e il Mondo Magico è costretto a trasportarli senza l’aiuto della magia.Un impresa ardua per chi non conosce il modo di vivere babbano. Spesso, maghi oscuri e mercenari, arrivavano per depredare i doni che la natura offriva, uccidendo e cruciando babbani ignari, che si fraponevano tra i loro loschi piani. A tal motivo, venni mandata in questo angolo di mondo insieme a degli Auror. Il compito era impedirne gli omicidi e nascondere con incantesimi di protezione la zona, ai loro occhi.”

           Si soffermò guardando una foto sul comodino: una anziana donna sorrideva insieme alla madre di Daisy.

           -“Molti morirono negli attentati, io venni colpita di striscio da una maledizione,  ma non mi ritrovarono. Così, il resto della squadra ritornò al Ministero credendo di essere caduta in battaglia. La precedente proprietaria di questo albergo mi trovò ferita nel bosco, al confine magico. Era di origine messicana ma sapeva parlare l’inglese. Curò e rimarginò le ferite con erbe dal potere curativo. Passammo molto tempo assieme e fui praticamente adottata da lei. Fu una seconda madre, dopo la morte dei miei genitori.

Era gentile con me; scoprii di aspettare un bambino, da un uomo che era già morto. Si offrì di darmi una mano e un lavoro…avevo l’occasione di andarmene dal Ministero, vivere lontano dalla magia, riscoprendo la vita semplice di ogni giorno. L’ aiutai a gestire l’ hotel. Dopo la sua morte, otto anni fa, siamo io e mia figlia le sole proprietarie...”            

Il ragazzo lasciò la stanza della donna, vedendola affaticata:- “Che donne coraggiose…”

           I giorni passarono. James e il gruppo perlustravano, catalogavano le creature, la fauna locale e gli animali fantastici del luogo. Prelevavano campioni, conservando delicatamente piante, fiori, foglie e uova, utili per le pozioni più rare.

La sera ritornavano nelle stanze, esausti ma soddisfatti delle scoperte, mente lui doveva stilare tutto sulle pergamene, per consegnarle al nuovo antipatico, insegnante. Due giorni prima della partenza, la sera, bussarono alla porta. Daisy usava una vecchia bacchetta. Entrò tenendo sospeso a mezz’aria un vassoio colmo di vivande. Il giovane la osservava con ammirazione. Era carina con i capelli lasciati sciolti, il corpo minuto, le labbra rosse e carnose...

           -“Cosa stai guardando? La cena è pronta.”

           La sua voce sospettosa lo destò dalle fantasie:-“Si…grazie.”

         Posò il vassoio nella tavola adiacente con delicatezza, come se l’incantesimo di levitazione lo facesse sempre.

           -“Ti cambio le lenzuola mentre mangi, va bene?”

           -“Grazie, sei gentile.”

           -“Figurati. E’ il mio lavoro.”

           Mentre il ragazzo mangiava la porta della camera si chiuse, sbattendo con forza.

           -“Si è chiusa da sola…ma non c’è nemmeno un po’ di vento.” -osservò James.

           -“E’ stata chiusa dall’esterno!” Daisy impugnò la bacchetta e pronunciò:- “Alohomora!”

-“ Non si apre... sembra sprangata magicamente, hanno usato un incantesimo non verbale...”

           -“E’ stata mia madre!”

           -“Cosa? A quale scopo?”

           -“Mamma? Apri la porta per favore!”

           La donna, all’esterno si allontanò, tornando ridendo in camera sua.

           -“Ci ha rinchiusi, qui da soli…”- Daisy guardò il ragazzo.

           -“A tua madre piace fare questo tipo di scherzi?”

           -“…Non è uno scherzo. Mamma vuole che venga via con te.” -rispose seria.

           I due giovani si guardarono negli occhi per qualche minuto, in silenzio finché James non parlò:- “Prima o poi tua madre verrà ad aprire la porta, ma perché solo ora ha deciso di farti tornare nel Mondo magico?”

           Daisy abbassò lo sguardo nervosa:-“ Ma io non ho mai pensato di andarmene…di lasciarla sola. Perché me l’ha detto così all’improvviso?”

        James non sapeva che dire. La situazione era imbarazzante per entrambi.

           -“Tuo padre... è morto prima che i tuoi genitori si sposassero, giusto? Secondo me si è pentita di essere partita.”

           -“Non so che dirti. Non parla molto di lui, anche se ho cercato di cominciare un dialogo. Mi disse solo, che era un uomo inglese. Tutto qui. Non so niente: ne quanti anni avesse, quando è morto, il suo nome…io volevo sapere tutto di lui, sapere che tipo d’uomo era. Volevo soltanto sapere la verità.”

           James la guardava teneramente, non riusciva a nascondere i suoi sentimenti. Daisy si voltò verso di lui, imbarazzata dal suo sguardo, come se avesse percepito il suo pensiero.

Improvvisamente si diresse alla porta, pronta a fare un altro tentativo.

           -“Questo scherzo sta durando davvero troppo! Mamma? Apri subito!”- Non avendo nessuna risposta iniziò a colpire con violenza la porta, visto che non riusciva con la magia.

           -“Daisy!”- James la bloccò per un braccio:- “ Non è roba per ragazze come te sfondare una porta a spallate. Sarai tutta un livido. Provo ad aprirla io.”

           -“Non ha importanza! Ce la farò da sola. Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno!”

           Il ragazzo lasciò sfogare l’arrabiatura, poi la fece spostare. Con un'unica spallata scardinò la porta:-“Ecco fatto.”

           Per un istante la ragazza volle dirgli qualcosa, anche un grazie ma le parole rimasero solo muti pensieri. Uscì dalla stanza di corsa per andare nella camera della mamma. James la seguì. Dopo pochi secondi uscì dalla stanza pallida in volto.

           -“Mia madre…Non si muove…Le è successo qualcosa!”

           Il giovane entrando in camera trovò la donna a terra, si chinò e la prese tra le braccia. -“ Dobbiamo chiamare aiuto!”- Ma la ragazza non si muoveva. La madre iniziò a lamentarsi:- “Uh..Daisy…”

           -“Tieni duro mamma!”- esclamò allarmata, come se si fosse destata con la sua voce.

           -“ Cosa si sente Signora? Daisy, chiama immediatamente un medico!”- esclamò James.

La ragazza uscì di corsa diretta verso la hall dell’hotel, per telefonare al dottore.

           -“Non arriverà in tempo…James, guarda...” Aprì la mano e una fialetta di vetro blu, scivolò sul pavimento -“ è una pozione che tenevo da parte…Mi hanno trovato...le persone che mi davano la caccia anni fa. Mia figlia non deve saperlo...e l’unica cosa che posso fare per lei, è simulare la mia morte... per salvarla. James, non lasciare Daisy da sola...stalle accanto...ho predisposto tutto per la mia scomparsa e la sua partenza.... Non farne parola quando tornerà...per il suo bene.Ti prego…c’è stata la mano del destino nel nostro incontro…perciò…” -boccheggiò senza fiato, aggrappata alle spalle del ragazzo.

           -“ Mamma! Il medico sta arrivando con un ambulanza!”

           -“Cara...avvicinati. Devo…dirti una cosa importante…”

           -“Non ti sforzare. Ti prego!” Prese la mano della madre.

           -“Daisy, ascoltami bene, senza agitarti…Per fortuna, ora c’è James che ti sostiene. Il tuo papà…non è morto…”

           -“Cosa?...No…”

           -“Non sto mentendo …e non sto delirando…Ti ho sempre detto che tuo padre era morto…ma in realtà, non è affatto vero…”

           -“Mio padre è vivo?...Ma perché hai deciso di dirmelo adesso? Perché… ora?!”

           -“Piccola mia… non potevo rimanere con lui…”- Tossì provocando degli spasmi:- “Sono…scappata via…Non ho avuto la forza, ma…tu sei diversa da me. Decisi di vivere qui, con te, in pace, ma…mi accorgevo che la tua voglia di scoprire la verità non ci permetteva di continuare la vita tranquilla…”

           Iniziò ad agitarsi tra le braccia del ragazzo:- “Devi andare via da qui…fai parte del Mondo Magico, Daisy…appartieni a quel mondo, cara…Se ti eserciti, un giorno sicuramente…tuo padre…perché lui…” Gli occhi si chiusero, la mano cadde inerme dalle mani della figlia.

           -“Mamma…Mamma? Mamma svegliati…” Si avvicino al suo viso con gli occhi sbarrati dalla paura. “ no…non respira più…Mamma?! Svegliati! Ti prego!”

           Abbracciò la madre con forza, Le lacrime scendevano copiose, offuscando la vista. “No... Non lasciarmi sola, svegliati!”- La voce si trasformò in urla.

           James le rimase accanto, sentendo una fitta di dolore al cuore, vedendo Daisy in quello stato. Non capiva il motivo di far soffrire sua figlia, facendole credere di essere morta, ma lo aveva promesso . Poteva solo mordersi le labbra e raccogliere le sue urla, le lacrime in un abbraccio.

L’ambulanza portò la madre al vicino ospedale della contea. Il medico, un mago sotto falsa identità babbana, amico della donna, venne avvertito tempo prima del folle gesto, e finse di constatare il decesso per un arresto cardiaco.

         Il giorno dopo, venne preparato il funerale. Amici delle due donne, sfilavano davanti al feretro e alla figlia, dispiaciuti nel vederla in quello stato pietoso. Daisy aveva ormai esaurito tutte le forze, dava l’impressione di non essere più presente, quasi uno spirito.

           La sera prima della partenza, James non riuscì a dormire pensandola. Era sola al mondo, non capiva il motivo di tale gesto estremo da parte della madre. Il corpo deposto, ad occhio attento, si riusciva a notare la Trafigurazione fatta su altro cadavere, ma il medico che fece l’incantesimo, presente alla messa funebre, lo prese in disparte, tranquillizzandolo: la donna era nascosta, e niente la legava a sua figlia, nemmeno il cognome, che apparteneva alla vecchia proprietaria del hotel. Comunque c’era un padre, che, magari voleva conoscerla.

Sentì un rumore e una porta dell’atrio che sbatteva. Si affacciò alla finestra e vide una piccola figura, esile, correre  nell’oscurità. Daisy tornò davanti alla tomba della madre. Impugnò la bacchetta, creando dal nulla un incanto di alto livello. L’incantesimo attraversò il suo corpo fino alla punta delle dita, esplodendo in mille colori. La voce divenne un sussurro, gemeva contorcendosi dal dolore. Infine un grido portato via dal vento.

           -“Daisy…” la voce del ragazzo la raggiunse.- “ Diventerai una grande strega. Ora, me ne rendo conto. Vieni in Inghilterra,vieni ad Hogwarts. Insieme a me.

           -“…Non ho mai creato delle magie davanti agli altri.”- Accarezzò la bacchetta della madre. -“L’ho fatto per la mamma, per trovare la via nel regno delle ombre.

           -“Vieni con me, diventerai una grande strega, ne sono certo! E tuo padre lo saprà sicuramente.”

           -“Mio padre…potrò incontrare mio padre?”

           -“Certo. Riconoscerà il potere che crei, forse  é simile al suo.”

           -“Mio padre! Che ha abbandonato me e mia madre?”- chiese con rabbia.

           -“Daisy…”

           -“Non ha importanza...” - cercò di calmarsi:-“Voglio vederlo. Farò di tutto pur di poterlo incontrare!”

           -“Ti starò accanto, lo giuro…non ti abbandonerò!”- L’abbracciò e lei si lasciò andare tra le sue braccia. Le lacrime che credeva esaurite riemersero, ma nascoste al mondo grazie al petto di James.




Credits:

Il personaggio di Daisy è fortemente ispirato alla mia sorellina adottiva Lizzie, che anche lei è autrice di Fan Fiction :)

Tutti i personaggi del libro “Harry Potter”, presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate appartengono di diritto all'autrice J.K Rowling,

Il materiale proposto in questa fan fiction è mostrato a solo scopo divulgativo e non è intesa alcuna violazione di copyright.

Tutti i diritti per ciò che è sotto copyright appartengono all'autrice J.K Rowling, e non vengono dall'autrice Mary Lunanera ripresi con scopi di lucro ma solo a fini amatoriali.

I personaggi originali creati da Mary Lunanera appartengono all'autrice che ne detiene i diritti d'autore; ogni citazione od utilizzo di tali personaggi è sottoposta alle leggi sul diritto d'autore e tutelati in quanto opere originali d'ingegno.

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Capitolo 3
*** Ricordi ***


Capitolo tre

Capitolo tre


Londra, Charing Cross Road. Pub il Paiolo Magico.
       -“Cosa?! James, ragazzo mio, è ritornato con una ragazza?”- La testa del vicepreside, Lumacorno appariva dentro il camino di una delle stanze della locanda.
          -“Si, una strega molto portata in Incantesimi. È laggiù”- indicò la giovane sbalordita, seduta su una poltrona nell’angolo della stanza.- “Daisy, avvicinati.”- la incitò.
          Daisy scosse energicamente la testa in segno di dissenso.
-“Non insista signor Potter, sarà spaesata, immagino. Comunque, se sua madre era una strega è strano che non abbia mai ricevuto nessuna lettera dalla scuola.”
          -“Vivevano in un luogo con altissime protezioni; un motivo plausibile.”
          -“Forse, ma mi stupisce il suo modo così avventato.”
          -“Non aveva più nessuno al mondo…e in un certo senso mi sento responsabile per lei.”
            Si rattristò nel sentire le parole del ragazzo. -Mamma…sono andata via dalla mia terra, come volevi. Non so quanti anni ci vorranno, ma non mi arrenderò!Troverò mio padre. Troverò quell’uomo di cui non conosco né nome né volto…-
          James continuò ad informare il professore e si avvicinò a lei,prese la mano per farle coraggio. -“Staremo al Paiolo Magico, fino alla conferma della sua iscrizione dalla preside Mc Granitt.”
          -“Va bene  signor Potter, nonostante abbia vissuto per sedici anni in un paese estraneo al Mondo Magico, sarà ammessa favorevolmente ad Hogwarts.”- Il volto di Horaze Lumacorno svanì in mezzo al fuoco del camino.
          Il giorno dopo James, accompagnò la giovane a Diagon Alley, passando dal retrobottega del Pub.
          Rimase affascinata e stupita dal mondo che le si parava davanti agli occhi: vetrine vivaci e colorate,pullulanti strade piene di vita, gente vestita con strani abiti stravaganti ma non erano affatto ridicoli. Dietro le vetrine c’erano esposte scope di vari modelli, in un’altra si trovavano animali di ogni natura, un negozio di libri dove abitualmente gli studenti acquistano i libri di testo magici:Il Ghirigoro. Poi si trovarono davanti ad una sartoria, quella di Madama McClan, disse James; accanto ad essa, il negozio di Olivander, dove si acquistavano le prime bacchette.
            Volle tenere la bacchetta che apparteneva alla madre e decise di non sceglierne una nuova.Il ragazzo capì, e terminarono il giro nel negozio di scherzi magici -Tiri Vispi Weasley- da suo zio, George.
          La ragazza rimase sbalordita: bacchette trabocchetto, piume della varietà Autoinchiostrante, Autocorreggente e Rispostapronta, Sognisvegli Brevettati, il Cannocchiale Tirapugni e Puffole Pigme. Erano tutte invenzioni di George e del suo defunto fratello gemello Fred.
          Acquistarono dolci e leccornie di tutti i tipi e ritornarono alla locanda per mangiarle.
            Le ore passavano, ma nessuna notizia dalla scuola. Nell’ attesa Daisy decise di andare a vedere la casa dei nonni, l’indirizzo lo trovò tra i vecchi documenti della madre . James rimase in locanda aspettando notizie da Hogwarts. Non avrebbe voluto lasciarla sola in giro in una città sconosciuta, ma lo tranquillizzò, affermando che era capace di cavarsela.
            Invece, fu difficile trovare l’abitazione: non era abituata a vivere in una grande metropoli chiassosa, ma chiese ai vari passanti e riuscì nell’intento.
          Una piccola casa a due piani con giardino… Aveva l’aspetto malandato, disabitata da parecchio tempo .La madre aveva trascorso la sua infanzia tra quelle mura; i suoi nonni, che non aveva mai conosciuto si prendevano cura del giardino, ormai  pieno di erbacce e sterpaglie. Sentì una grande tristezza quando varcò il cancello di legno.
            La porta principale della casa si schiuse. Una donna anziana, vestita in modo elegante si affacciò. Fissò il volto di Daisy. Esternando un senso di fastidio la donna si avvicinò:-“ Cosa ci fai nella mia proprietà?”
          Riluttante, spiegò che la casa era un tempo della madre. L’anziana donna sgranò gli occhi: “Mi sembrava che avessi un aria familiare…mi chiamo Phoebe Glendower ”- invitò la ragazza dentro casa.La fece accomodare nel divano. -“Così, anche tu sei come tua madre…come quella svitata?!”- l’apostrofò la donna.
          -“Come…?”- Daisy non riusciva a capire il perché di tanta ostilità.
          -“Senti ragazza, conoscevo i tuoi nonni, mi sono occupata di loro, fino alla morte. Persone perbene che hanno avuto la sfortuna di avere come figlia un ingrata che li ha abbandonati. Loro l’amavano, ma decise di andare via, lontano da tutti e far nascere una bambina dalle origini sconosciute come te.”-
-“Una bambina dalle origini sconosciute…?”- ripeté Daisy.
          -“Ti ha voluto partorire all’Estero, quella sciagurata! Nessuno sa di chi sei figlia. E’ sempre stata così, sin da quando era piccola. Ha sempre voluto fare ciò che voleva,senza preoccuparsi degli altri! E i suoi genitori? Erano entusiasti di avere come figlia una…mezza matta!”- si accese una sigaretta con noncuranza.
          -“Mia madre non era matta come crede! Era una grande donna!”- irruppe Daisy: - “Per quanto riguarda mio padre, si amavano sul serio! Perciò la mamma…”
          -“Vediamo se è vero!”- interruppe la donna.
          Uscì dal salotto e ritornò con una scatola di scarpe. L’aprì e buttò sul tavolo varie foto, dove le immagini si muovevano da sole.- “Queste sono le strane foto che mandava qui. Le ho trovate nella sua vecchia camera; le ho conservate fin ora, senza un motivo. Probabilmente, fra queste, ci sarà anche la foto di tuo padre. Soprattutto questi tre che vengono ritratti con lei.”-
          La ragazza diede un occhiata alle foto indicate. Erano tre ragazzi giovani con delle divise di una scuola,forse quella di Hogwarts.
          -“Questo è tutto. Non so se potrai fartene qualcosa di questo materiale…ora è meglio che vai.”- Si alzò dal piccolo divano, insieme alla ragazza, incamminandosi verso l’uscita della casa. Daisy raccolse tutte le foto e uscirono nuovamente in giardino.
L’anziana donna si rivolse a lei per l’ultima volta: - “Fatti coraggio ragazza…Addio.”-
          Phoebe Glendower  la lasciò sola, con una nuova ferita nel cuore.
          Ritornò al Paiolo Magico che era quasi buio.
          -“Daisy!”-James le andò incontro quando varcò la soglia:-“Come è andata?”- Le chiese stringendola tra le braccia.
          -“…Dopo essere stata per un po’ davanti alla casa …sono andata in giro per la città, non mi sono resa conto del tempo che passava.. .”-mentì nascondendo la busta con all’interno le foto.
            Quella stessa sera, si presentò alla locanda il guardiacaccia e custode delle chiavi di Hogwarts,Rubeus Hagrid.Un gigante con una barba lunga e incolta che lo faceva apparire pericoloso.
          -“James! Porto notizie dalla scuola!”- Con un enorme sorriso gli porse una lettera sgualcita.
          Il ragazzo aprì la busta e lesse il contenuto della pergamena:- “La Preside e il Ministro della Magia
hanno accettato la tua iscrizione ad Hogwarts!”- Prese la ragazza in braccio e la fece girare con entusiasmo,
contagiando anche lei: finalmente, dopo lungo tempo, le apparve sul volto un aperto sorriso.

 

 
Credits:Tutti i personaggi del libro “Harry Potter”, presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate appartengono di diritto all'autrice J.K Rowling,
Il materiale proposto in questa fan fiction è mostrato a solo scopo divulgativo e non è intesa alcuna violazione di copyright.
Tutti i diritti per ciò che è sotto copyright appartengono all'autrice J.K Rowling, e non vengono dall'autrice Mary Lunanera ripresi con scopi di lucro ma solo a fini amatoriali.
I personaggi originali creati da Mary Lunanera appartengono all'autrice che ne detiene i diritti d'autore; ogni citazione od utilizzo di tali personaggi è sottoposta alle leggi sul diritto d'autore e tutelati in quanto opere originali d'ingegno.

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Capitolo 4
*** Benvenuta ad Hogwarts ***


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Capitolo quattro

Capitolo quattro

 

Presi i bauli, lasciarono le stanze. Scesero nel locale e si posizionarono davanti al caminetto, vicino ad Hagrid. Daisy non capiva per quale motivo si doveva entrare dentro un camino.

           James lesse perplessità  nei suoi occhi:- “Abbiamo avuto l’autorizzazione per usare la Polvere Volante che rilascia il Ministero della Magia. Arriveremo a scuola senza problemi.”-le spiegò: - “La Preside ha sbloccato le protezioni nella scuola per il nostro arrivo.

           -“Okay…ma ti avviso, non ho capito nulla di quello che hai detto…” - rispose tesa.

Il ragazzo scosse la testa: Daysi non conosceva Polveri Volanti ed entrate magiche.

           Hagrid li precedette con i bauli, scomparendo in un lampo di luce verde, dentro il camino.

           -“Ora tocca a te Daisy.”

Entrò lentamente -“Ma è polvere di fata per andare sull’Isola Che non C’è?”- cercò di scherzare, anche se era agitata.

           -“Polvere di fata? Non credo che le fate producano polvere. Nei libri non è menzionato… e dove si trova L’Isola Che non C’è?”-chiese James perplesso.

           Sorrise, immaginava che avesse letto la fiaba di PETER PAN. Quando cercò di spiegare, si sentì risucchiare e tirata verso l’alto in mezzo a luci che le sfrecciavano intorno.

           In poco tempo toccò terra, cadendo rovinosamente dentro un caminetto diverso dal precedente. Ricoperta di fuliggine, venne aiutata a rialzarsi dal guardiacaccia.

           -“Succede a tutti la prima volta che viaggiano con la Polvere. Ci farai l’abitudine, con il tempo.”-

           -“Lo spero!”- Rispose la ragazza spazzolandosi la cenere dagli abiti.

           Si guardò intorno; era una stanza buia, piena di oggetti sinistri alle pareti: Corna di animali, ragnatele e crini argentei erano l’attrazione principale.

           -“Questa è casa mia!”- disse il guardiacaccia.

           La ragazza fece un sorriso di circostanza, vedendo la sua espressione orgogliosa. Nello stesso istante apparve James. Uscì dal camino senza sporcarsi, al contrario di lei.

           -“Che ne pensi? Ti sarà sembrato di stare dentro un calderone rimescolato, ma è la maniera più veloce per viaggiare.

           Daisy lo guardò scettica. “Oh si… davvero splendido se ti piace essere frullata, con la sensazione di nausea perenne!”

           James e Hagrid scoppiarono in una fragorosa risata:-“Bene. La scuola ci aspetta!”- il guardiacaccia aprì la possente porta della casa. Davanti a Daisy si spalancò un panorama innevato.

           - “E’ bellissimo…” -Non aveva mai visto la neve. Nel Texas non era consuetudine ammirare prati bianchi e il freddo pungente. Ebbe un brivido e strinse a sé il soprabito.

           Hagrid fece strada ai due ragazzi verso il sentiero ripido che portava alla scuola. Alla sinistra si estendeva a perdita d’occhio un grande lago, a destra, una folta foresta attirò l’attenzione della giovane.

           -“Quella è la Foresta Proibita” –disse Hagrid- “Non andare mai da sola. Ci sono delle creature molto timide che non amano esser disturbate.

           -“Timide?!”- fece eco James: - “Questo è l’ultimo aggettivo che avrei usato per definire i tuoi amici!”

           -“Questione di punti di vista.”-boffonchiò Hagrid con una scrollata di spalle.

           La ragazza non emise una parola durante il tragitto verso la scuola. Lo sguardo era fisso sul castello che torreggiava su di loro, man mano che si avvicinavano. Arrivarono davanti ad un circolo di pietre monoliti.

- “E’ un posto incantato…”- sussurrò.

         -“Si, è bellissimo. Ogni volta che torno è un emozione, come la prima volta.”-

           Oltrepassarono il ponte sospeso entrando nel cortile d’ingresso.

           -“Questa sarebbe una Scuola di Magia…?- esalò senza fiato la ragazza, guardandosi attorno.

           James prese la sua mano:- “Non è solo una scuola per noi.”

La porta di quercia dell’entrata si schiuse lentamente. Una giovane donna dai capelli corvini, vestita di verde li andò incontro con passo lento.

-“Benvenuta Miss Morales, lieta di conoscerla. Sono Selene Hedwig, docente in questa scuola.”- disse pragmatica.

        -“Professoressa…”- James fece cenno di saluto.

        -“Mister Potter, bentornato. Il suo viaggio è stato fruttuoso, a quanto vedo. Lanciò una fugace occhiata alla ragazza e incominciò a spiegare le regole alla nuova arrivata.

-“Non avendo l’età dei ragazzi del primo anno,sarà smistata nello studio della Preside. Per tutto il tempo che passerà qui, si ricordi che la sua Casa sarà come la sua famiglia. Essendo una fuoricorso, le lezioni saranno intense, in modo da rimetterla al passo con i suoi coetanei.”        

Notando la sua titubanza, la professoressa continuò:-“Alloggerà nei dormitori della sua Casa e passerà il tempo libero nella Sala Comune o nelle attività extra scolastiche, a sua scelta.”

        Hagrid rimase ai piedi della scalinata di marmo, mentre i ragazzi seguirono l’insegnante sulle scale, che si muovevano come se avessero un volere proprio.

- “Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuna ha una nobile storia e ciascuna di esse ha sfornato maghi e streghe di prim’ordine.”- Daisy seguiva le parole della Hedwig con interesse sempre più crescente.

        Arrivarono al terzo piano e percorsero un lungo corridoio. -“Per lei abbiamo fatto un eccezione, il Consiglio Direttivo della scuola verificherà il suo talento, decidendo in che anno inserirla.”

        -“Devo sostenere un esame d’ammissione?”-chiese preoccupata.

        -“ Aspetti qui per cortesia.”-  disse con indifferenza, senza degnarla di risposta.

        Lasciò i due ragazzi soli nel corridoio, scomparendo dietro ad una porta. Faceva buio presto, nei mesi invernali. Come se la scuola fosse consapevole dello scorrere del tempo, candele e torce appese al muro si illuminarono, producendo ombre suggestive.

- “Daisy, non posso entrare con te nell’ufficio della Preside. Mi è stato negato…nel frattempo, porterò le mie ricerche al professore di Pozioni. Ti verrò a cercare appena posso, lo prometto.

        -“Stai tranquillo…hai già fatto abbastanza, per una ragazza conosciuta da poco più di una settimana. Te ne sono grata.”- Accennò un sorriso:-“Sono qui, grazie a te. E avrò la possibilità di trovare mio padre, giusto?”

        -“Giusto…ora devo proprio andare. Non temere, la Preside, sembra severa ma è una strega che sa il fatto suo. Allora…a dopo.”

        James s’incamminò nel lungo corridoio, girandosi di tanto in tanto, verso di lei. Nonostante si allontanasse, Daisy lo seguiva con lo sguardo, alzando la mano per salutarlo. Non poteva lasciarla in così. Tornò indietro, andandole incontro. Si ritrovarono vicinissimi. Sollevò il mento alla giovane, delineandole con la punta del dito le labbra, quasi volesse sincerarsi che fossero vere.

        Daisy arrossì. Sebbene si trattasse di un gesto semplice, era la cosa più sensuale che un ragazzo le avesse mai fatto.

        -“James…”-sussurrò.

Sorrise e chinò il capo su di lei, schiudendo le labbra con un bacio intenso e tenero al tempo stesso. Daisy sentì venir meno le forze, lasciandosi andare tra le sue braccia.

        Il ragazzo si scostò dall’intimo contatto, titubante:-“A più tardi…”-

Ritornò sui suoi passi e scomparve dietro l’angolo del corridoio.

        La professoressa Hedwig uscì dalla stanza e lei tornò con i piedi per terra.- “La Preside l’attende nel suo ufficio.

        Ancora sognante,seguì l’insegnante ed entrarono in una camera circolare, piena di oggetti che fluttuavano, quadri che raffiguravano uomini anziani che si muovevano da una parte all’altra delle tele appese. La donna, era seduta dietro ad una scrivania raffinata, ricolma di libri e al centro un vecchio cappello a punta, con un enorme strappo vicino al bordo.

        La Hedwig fece un inchino e se ne andò, chiudendosi la porta dietro di sé.

La Preside si alzò dalla sua sedia, avvicinandosi alla ragazza:-“Benvenuta Signorina Daisy, mi chiamo Minerva McGranitt. Ti attendevamo da tempo.”

        -“Mi conosce?”-chiese sbalordita.

        -“No, conoscevo tua madre, una ragazza generosa. Finalmente sei nella scuola che eri destinata a frequentare.”- Dirigendosi al tavolo, prese il vecchio cappello. I quadri intorno alle due donne,guardarono con curiosità.

        -“Questo che ho in mano è il Cappello Parlante. Esiste fin dai tempi della nascita della scuola. Poggiandolo sulla testa ti smisterà in una delle quattro Case.

        La ragazza chinò il capo e lo indossò. Ci fu un attimo di silenzio, rimanendo in attesa. Il cappello si contrasse sulla testa:-“ Sei coraggiosa e hai un bel cervello”- le sussurrò una vocina all’orecchio- “. Hai talento da vendere. Molto interessante…- Daisy sperò di entrare nella Casa di James, chiunque fosse stata.

        -“La decisione è stata presa,GRIFONDORO!”-esclamò il cappello. Le venne tolto dalla testa e ricollocato nel suo posto abituale.

        -“Grifondoro?” –tentennò Daisy.

        -“Si, congratulazioni. Sei nella stessa Casa del signor Potter.”-

        La giovane ne fu felice. Non immagina che il Cappello Parlante teneva in considerazione anche i desideri dei ragazzi che lo indossavano. Improvvisamente un fantasma attraversò la parete dietro la Preside.

        -“Oh mio Dio! Che cos’è quello?” –gridò spaventata. Era uno spirito, di colore bianco, perlaceo e leggermente trasparente. Indossava una calzamaglia e sorrideva sornione. -“ Una nuova fanciulla farà parte della mia nobile Casa! Ne sono lieto. Piacere, Sir Nicholas de Mimsy-Porpington. Per servirla.” si inchinò e la sua testa penzolò ad un lato del collo.

        -“Santo cielo!”-  si allontanò spaventata andando a sbattere con le spalle al muro.

        -“Non avere timore Daisy,” -la tranquillizzò- “ è il fantasma della Casa Grifondoro. Con il passare dei giorni farai la conoscenza di tutti i fantasmi della scuola; scoprirai, che non sono affatto terrificanti.”

-“Chiamerà un prefetto per portarla al settimo piano, dove alloggerà insieme ai suoi nuovi compagni.”

        -“Splendido! Non differisco oltre e mi reco immediatamente ad interloquire senza differite.”-Il fantasma si dileguò attraverso la parete di fronte.

Il viso della McGranitt si fece più dolce:- “Benvenuta ad Hogwarts,Signorina Daisy.”

        -“Grazie…”La ragazza sorrise sentendosi davvero la benvenuta, dopo tanto tempo.

        Uscì dall’ufficio e si ritrovò nuovamente nei corridoi del castello. Dalle finestre ammirò il grande cortile interno, ricoperto dal candido manto, aveva voglia di toccare la neve, per la prima volta. Arrivata a destinazione, si sedette in una panchina:- “Questa scuola d’ora in poi sarà la mia nuova casa…e potrò rimanere accanto a James, come voleva la mamma…”-pensò tristemente “-Mamma, ho fatto come mi hai detto . Anche se ho voglia di tornare a casa, dove vivevamo felici, resisterò alla tentazione di andarmene e gettarmi a cavallo per correre nei campi immensi e soleggiati, e piangere, piangere…”-

        Prese dalla tasca interna del soprabito la bacchetta della madre. Sotto la pallida luna della prima oscurità, invocò un incanto che le insegnò la madre fin da piccola. Piccole farfalle trasparenti danzavano intorno alla ragazza come una leggera nuvola spostata da una brezza fatta solo di colori.

        Un uomo, dai capelli biondi si incamminava nei corridoi interni, diretto, con passo sicuro nei suoi alloggi. Venne attirato da un gioco di colori che arrivavano dal cortile interno. Si affacciò e vide una giovane ad occhi chiusi che si lasciava trasportare dalla sua stessa magia. La luna faceva risplendere il suo viso, trasformandola quasi in un essere ultraterreno, circondata da piccoli fiori e farfalle che le danzavano intorno, simile ad una ninfa della primavera.

        Un piccolo Doxy in letargo, infastidito dai colori, uscì da una delle siepi del cortile. Volò verso di lei e diede un morso alla mano che teneva la bacchetta. La ragazza urlò dal dolore, dal dito fluì un po’ di sangue. Istintivamente si portò il dito verso la bocca per leccare la ferita, ma il polso venne trattenuto da un uomo apparso dal nulla: bello, ma con occhi cupi e freddi.

        -“Non devi leccarti.”- l’ammonì severo:-“ I Doxy possiedono del veleno.”

Prese dal mantello una piccola fiala. Fece scivolare un paio di gocce dorate sui piccoli taglietti del dito di Daisy. Infine usò un fazzoletto e lo avvolse nella mano della ragazza.

        -“Leccare una ferita non è così igienico come si pensa.”- Trattenne la mano della ragazza nella sua per qualche secondo:-“Le mani sono molto importanti per una strega, ricordalo.”-

        Daisy riuscì solo a dire un timido “Grazie”. Si chiese chi fosse il misterioso uomo che si stava allontanando. Le dava la sensazione che leggesse la mente, nell’intimità della sua anima.

 

Credits:

Tutti i personaggi del libro “Harry Potter”, presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate appartengono di diritto all'autrice J.K Rowling,
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Tutti i diritti per ciò che è sotto copyright appartengono all'autrice J.K Rowling, e non vengono dall'autrice Mary Lunanera ripresi con scopi di lucro ma solo a fini amatoriali.
I personaggi originali creati da Mary Lunanera appartengono all'autrice che ne detiene i diritti d'autore; ogni citazione od utilizzo di tali personaggi è sottoposta alle leggi sul diritto d'autore e tutelati in quanto opere originali d'ingegno.

 

                        

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Capitolo 5
*** La nuova vita ***


Le vacanze di Natale finirono

Con questo capitolo, termina la fase di presentazione al pubblico di Daisy, inserendola in tutto e per tutto nella vita all'interno di Hogwarts.  Non è un tipino che si fa mettere i piedi in testa e tanto meno ama le ingiustizie, ponendosi in prima persona davanti a delle scelte, per proteggere chi ama.

Un grazie va alla mia sorellina adottiva Lizzie, per aver fatto nascere nella mia testa un personaggio che le assomiglia.

Buona lettura.

 

 

 

Capitolo cinque

 

Le vacanze terminarono. I ragazzi tornarono a scuola dopo due settimane passate con i parenti.

La Casa Grifondoro ebbe una sorpresa. Una giovane, seduta sulla poltrona, vicino al caminetto, con pile di libri che le facevano da cornice. Nemmeno l’avvicinarsi del caposcuola riuscì a distoglierla dalla lettura.

-“Scusami. Dico a te!”

         Daisy sollevò la testa e guardò chi la stava disturbando:- “Tu chi saresti?”- chiese sospettosa.

-“Sono il prefetto della Casa Grifondoro! Sarebbe cortezza dire, chi sei tu! e che ci fai in mezzo a questi libri, sparsi per la Sala!”

 I compagni guardavano la scena in silenzio, aspettandosi la sfuriata che abitualmente faceva  loro. La ragazza stava per alzarsi per affrontare il pomposo studente, quando James fece capolino dai dormitori:-“ Matthew, scusa il caos. Rimettiamo in ordine.”

-“Potter, che significa? E lei chi sarebbe?”- indicò la giovane.

Si schiarì la voce, in modo che anche gli altri compagni di Casa riuscissero a sentire:-“ Ragazzi, lei si chiama Daisy Morales, viene dall’ America, e d’ora in poi sarà una nostra compagna.”- Tutti la fissarono incuriositi, altri con sospetto.

-“Sono stato io a portare i libri dalla biblioteca. – si avvicinò all’amico-“ Matt! è un genio! In un solo giorno ha appreso varie materie, che noi normalmente studiamo nell’arco dell’anno!”. Il caposcuola non credeva alle sue orecchie.

-“Incredibile, vero? Incontrare una strega così dotata non è un fatto di tutti i giorni. Il resto te lo spiegherò in privato…” –fece cenno dietro di lui. I ragazzi ascoltavano con interesse ogni parola.

-“ Va bene James, ma devi raccontare tutto!”- si sistemò la cravatta e porse la mano a Daisy:-“ Sono Matthew Loganach, piacere di conoscerti.”

-“ Matthew…”- Strinse la sua mano.- “Scusami per prima. Non sono incline a rispondere con cortesia agli estranei.

-“Avremo modo di conoscerci. Avanti ragazzi, nei dormitori e preparatevi per la cena!”- La piccola folla si disperse, ma guardavano sempre con curiosità la nuova arrivata.

Daisy sospirò. Sperava che l’ attenzione su di lei finisse presto, il ragazzo fece spallucce e l’aiutò a mettere a posto i libri in un angolo.

Quella sera, in sala Grande c’era fermento. Il chiacchiericcio era nell’aria. La studentessa scese a cena indossando i nuovi abiti rosso e d’oro, accanto c’era  sempre James che la condusse nel loro tavolo. Fece conoscenza con suo fratello minore Albus, sua sorella Lily, i cugini Rose e Hugo Weasley. Li trovò simpatici, stava bene in loro compagnia.

I docenti prendevano posto di fronte alle quattro tavolate degli studenti. Il nuovo insegnante di Pozioni riconobbe la ragazza incontrata nel cortile, il giorno prima. “Una nuova Grifondoro, cos’altro poteva essere!” pensò. Con una smorfia continuò a mangiare. La professoressa Hedwig accanto a lui si sporse per parlargli.-“ La cena non è di suo gradimento, signor Malfoy?”

-“Ottima. Spero che il dessert lo sia ugualmente.” –Un ghigno si dipinse sul suo viso.

-“ Come sempre… sarà mia premura portarlo di persona nei suoi alloggi, stasera.”- sorrise maliziosa ritornando al suo posto.

Poco dopo, a Daisy le venne assegnato l’alloggio definitivo, una delle stanze destinate ai prefetti, non essendoci posto nei dormitori delle torrette. Fece amicizia con nuove compagne di Casa; le indicarono i vari luoghi che avrebbe trovato nella scuola: le aule per seguire le lezioni…e i posti discreti, se un giorno si sarebbe appartata con qualche ragazzo. La giovane divenne rosso fuoco, suscitando risate dalle sue interlocutrici. La prima prova era stata superata: gradualmente, cercare di adattarsi alla nuova vita.

Il mattino seguente, in sala comune, Lily che si era scoperta del suo stesso corso, l’attendeva per andare insieme alla sua prima lezione. Pozioni.

 

 

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Capitolo 6
*** Pozioni ***


Capitolo sei

Capitolo sei

 

         L’aula di pozioni era situata nelle celle sotterranee della scuola. La classe faceva venire la pelle d’oca: in un angolo si ergeva un gargoyle che dalla bocca riversava acqua in un acquaio per lavarsi le mani, lungo le pareti erano allineati barattoli pieni di animali morti e piante che Daisy riconosceva. Erano gli esemplari che James riportò dal suo viaggio, gli utili ingredienti per preparare le pozioni. L’aula era così fredda che gli studenti potevano vedere il vapore del loro respiro.

         -“Questo posto è da brividi…come fate a resistere?”- chiese a Lily e Rose che prendevano posto nelle sedie.

         -“Tranquilla Daisy, con l’andare del tempo ci farai l’abitudine. La tranquillizzarono.

         Gli studenti del terzo anno presero posto tra i tavoli, davanti ai loro calderoni e alle provette. Era la prima lezione del nuovo insegnante di pozioni, tutti erano curiosi di ascoltarlo.

Il professore entrò nell’aula dalla porta che dava direttamente al suo studio. Si avvicinò alla cattedra, senza degnare di una sguardo i ragazzi, poi con la bacchetta fece levitare i libri, che avrebbero usato nel suo corso.

         -“Oggi, voglio mettere alla prova il vostro livello di apprendimento. So per certo che prof. Lumacorno era magnanimo con chi non riusciva a terminare le pozioni; con me, scordatevelo. Pretendo impegno e concentrazione mentre siete nella mia aula; osserverò ognuno di voi. Chi non sarà capace di completare le pozioni in tempo,verranno detratti punti dalle vostre Case e il giorno dopo esigerò una descrizione dettagliata degli ingredienti che avete trattato, scritti i bella grafia, su fogli di pergamena.”

         Ci fu un brusio generale, fermato dallo sguardo del professore che finalmente guardava i ragazzi.

         Daisy riconobbe l’uomo, lui che qualche giorno prima le aveva curato il morso del doxy. Il professore passò in rassegna con lo sguardo tutti  i ragazzi, soffermandosi per qualche istante su di lei. I suoi occhi erano freddi, come ricordava.

-“Inizieremo con una semplice pozione, che il mio predecessore vi avrà di certo insegnato al primo anno: la pozione per curare i foruncoli. Da quello che vedo, la maggior parte di voi, non sa neanche di cosa si tratta”.- ghignò riferendosi a un gruppo di studenti in piena pubertà ormonale.

-“ Quali sono gli ingredienti che dovrete usare?”- chiese, passando tra i banchi.

Le mani dei ragazzi si alzavano timidamente.

-“Coraggio, è semplice.”- si fermò accanto a Lily Potter-Immagino che lei lo sappia, signorina Potter. Ha un fratello che, a quanto si vocifera, è il primo della classe in pozioni.

-“Occorrono…ortiche,za-zanne di serpente, lumache cornute…e aculei di p-porcospino.” Disse timidamente.

-“Si, ma voglio sapere il metodo di preparazione.” -Lily fece scena muta.- “Davvero deludente.

Daisy vedendo la ragazza in difficoltà alzò la mano arrabbiata.

-“Bene, Signorina Morales, giusto? Vuole illuminarci lei?”- disse mellifluo.

-Per la pozione contro i foruncoli servono: ortiche secche, zanne di serpente in polvere, lumache cornute stufate e aculei di porcospino da aggiungere solo dopo aver tolto il calderone dal fuoco.

-“Noto che ha fatto i compiti a casa, signorina. Molto brava, ma solo in teoria. Tutti possono ripetere a memoria da un libro.”- si allontanò per ritornare al centro della classe.

Daisy si sentì umiliata dalla sua affermazione. Sapeva di non aver mai fatto pratica ma, aveva studiato come una matta in quei giorni per essere all’altezza degli altri compagni. Ma per quel insegnante non era sufficiente.

La ragazza preparò una pozione perfetta, nonostante fosse la prima volta che maneggiava gli ingredienti: anche a casa sua capitava di preparare tisane e pomate con erbe medicinali e constatò che non cambiava più di tanto, solo fare molta attenzione con pungiglioni e veleni.

Il preparato venne messo nelle ampolline e lasciato sul tavolo, per la visione del compito da parte del professore. Terminato il tempo della lezione, i ragazzi lasciarono l’aula per recarsi a Trasfigurazione.

Malfoy studiò ogni preparato degli studenti, assegnando il voto che meritavano. Infine, prese il lavoro del nuovo acquisto della scuola: colore, consistenza e odore erano giusti. Nessun errore. Sotto il calderone notò un pezzo di pergamena accartocciata, un passaparola con Rose Weasley e Lily Potter:

-Non te la prendere Daisy, sappiamo che sei in gamba.

-Non sono offesa…ma gli farò rimangiare tutto il veleno che ha sputato, quel serpente!

 James Potter ha scovato una rivale caparbia- pensò sorridendo.

 

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