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Un ragazzo con la divisa sgualcita correva a per di fiato per i corridoi
della scuola
Capitolo primo
Un
ragazzo con la divisa sgualcitacorrevaa per di fiato per i corridoi della scuola.
Scese
le scale dei sotterranei e si fermò davanti alla porta dell’aula. Prese un
respiro e si ricomposela cravatta dai colori rossoe oro allentata. I capelli rimasero
spettinati perché la battaglia era persa in partenza.
Bussò e
aprì:- “Scusi il ritardo
professore.” Lumacorno lo guardò con aria bonaria facendo
cenno di entrare:-“Hai fatto nuovamente tardi.
Siamo
alle solite,JamesPotter?”.
“Dato che dobbiamo incontrare un
famosostudioso,
ho cercato di approfondire la pozione che ha inventato…”Rispose affannato.
Si sedette accanto al suo compagno di dormitorio e depose la borsa sotto il
tavolo di lavoro.
Si fece
pensieroso. Non riusciva a capire perché tutti incensavano quel mago.
La porta della classe si aprì senza preavviso. Un uomo vestito di nero, con i
capelli biondi entrò
conpasso
sicuro nell’aula. Lumacornosiilluminò
nel vederlo avvicinare alla cattedra: “Sig.Malfoy!Che
piacere averla qui!” L’uomo
strinse la mano al professore facendo un sorriso stentato:- “E’ un piacere rivederla, dopo tanti anni.”
-rispose con il tono strascicato. Sigirò verso i ragazzi rimasti in silenzio.
Gli occhi eranodi
un colore indecifrabile, sembravano di ghiaccio. L’aria altezzosa rendeva il
volto duro ma bello nell’insieme. Le ragazze presenti facevano apprezzamenti
sommessi:- “Che carino,
eppure giovane!” Il professore si
schiarì la voce per richiamare l’ordine tra i banchi:- “Miei cari ragazzi. Vi presento Mr. DracoLuciusMalfoy.
Con miagrandegioia, ha accettato di lavorare
qui, nella nostra amata scuola,prendendoil mio posto d’insegnante dal prossimo semestre. Problemi improrogabili
mi terranno lontanopermolto tempo.” Dopo un lungo sospiro aggiunse:-“ Diamogli il nostro caloroso benvenuto.”
Tutta la classe di pozioni diede il benvenuto in coro.
Il giovaneGrifondoro sbuffò insieme al
suo amico:- “Tsz! Sembra
che se la tiri un po’ troppo.”
“Shhh. Sta attento a quello
che dici,James.”- sussurrò.
Il vecchio professore indicò il ragazzo seduto:- “
Ecco il signorPotter, il nostro aspirante pozionista.” Sentendosi chiamare
in causa si alzò in piedi fissando l’ospite.
“Farà parte del programma di viaggio nel Nuovo Mondo; le nostre scorte
scolastiche scarseggiano,e i volontari troveranno nuovi
ingredienti, molto rare qui in Inghilterra.”- aggiunse. Malfoy lo
scrutò da capo a piedi:- “Potter. Conosco bene i tuoi genitori.”dichiarò con
strafottenza.
“Anche loro la conoscono bene. E anche il marchio che porta.”- rispose cupo.
“SignorPotter!” - esclamò Lumacorno. Jameschinò la testa in segno di resa:- “Mi scuso, peressere
stato scortese nei suoi confronti...” DracoMalfoy,
senza scomporsi, rispose mellifluo : -“Non ho intenzione di perdonarti
ragazzino.Hai una responsabilità.Concluderai tu il
programma di ricerca e dovrai selezionare, catalogare tutti i nuovi ingredientichetroverete, in ordine alfabetico su pergamene che, al tuo ritorno
consegnerai personalmente in mano mia.”
Si
avvicinò aJamesobbligandolo
a sollevare il viso per guardarlo in faccia:-
“Fino ad ora lavoravi limitandotiadaccontentare il tuo
vecchio
insegnante. Troppo facile.”- Sogghignava:-“Ma
ora, ti accorgerai di quanto è duro creare delle pozioni di livello superiore.” Malfoy si
allontanò soddisfatto dal giovane e salutò Lumacorno con un cenno della testa, lasciando
la classe in un silenzio irreale.
“SignorPotter! Come ha osato far arrabbiare proprio il
futuro insegnante?!”-lo ammonì: “Mimeraviglio di lei!”
“Mi dispiace…Prof.Lumacorno…saprò rendere onore
alla fiducia che ha riposto in me!”
La data della partenza giunse con l’inizio delle vacanze natalizie.Jamespartì per l’America in aereo. Il
mezzo di trasporto babbano era
d’obbligo a causa della destinazione: una regione remota del Texas,privadi qualsiasi abitante del Mondo Magico. Per anni si susseguirono
stranieri, estraendo fossili e pietrepreziose, ma come punto di riferimento
avevano un albergo della zona.L’hotel Daisy.
L’aereo atterrò nell’aeroporto locale diSanAntonio.
Il resto dello staff era partito prima con un volo
diverso; Jamesimmaginò che si erano già messi a
lavoro, senza di lui, essendo il più giovane nel gruppo diricercavenivasottovalutato.
Prese la corriera locale e lo portò in un paese, vicino alla cittàdiAustin. Il fiume Colorado faceva
da sfondo al panorama selvaggio chelocircondava.Jamessi guardò intorno ma
non trovò nessuno ad attenderlo:- “Qualcuno dell’hotelnondoveva venire a prendermi?”.- In ritardo di mezza giornata sul
programma, si sedette su una panchina. Estrasse la sua bacchetta dallo zaino e
riponendola nella giacca, a portata di mano. Si sentiva indifesosenzadi essa ma, era necessario nasconderla ad
occhi indiscreti. Passarono due ore eil
cielo si faceva rosso per il crepuscolo.
Riprese
la bacchetta:- “Lumos” - esclamò. Guardò la
cartina geografica pensando di incamminarsi da solo, vistoche aveva perso le speranze di vedere gente dell’ albergo.
Un rumore indistinto si faceva sempre più
vicino a portatadiudito,
sembrava il galoppo di un cavallochesi dirigeva verso di lui.Jamesnascose labacchetta
mentregli apparve
davanti il muso di un mustangchesbuffava, con un ragazzo in sella. “Quella
che avevi in mano era una bacchetta magica?” - Domandò il nuovo arrivato. James, titubante, non
rispose ma fece un cenno affermativo con la testa.
Il ragazzo sollevò la visiera del cappello da cowboy che indossava:- “Allora
sei tu il tipo del Mondo Magicochedevo scortare all’hotel Daisy! E’ tutto il giorno che ti cerco!”
“Si! Oh certo! SonoJamesPotter.
Sei venuto a prendermi?” - chiese sollevato.
“E’ da stamattina che ti aspetto nel paese.Comunque,monta su, dietro di me,JamesPotter!”-rispose
con aria seccata.
“Puoi chiamarmi soloJames…”
“Sali!”
“Ok..”
–Era un ragazzo un po’ troppo autoritario, pensò.Salìil
groppacon
difficoltà a causa dello zaino sulle spalle.
“Parli molto bene la mia lingua. Comesai del Mondo
Magico?”- chiese curioso.
“Bhè, è
naturale. Mia madre è inglese, ed è una strega, avoltefaanche degli
incantesimi.” - confermò.
“Ma allora tua madre si è sposata qui? Immagino che non ci siano molte streghe
nella zona.”
“Non è venutaper sposarsi. Mio
padre era giàmorto quandola
mamma si è accorta di essere incinta.”
“Ho capito…scusa se ti ho fatto ricordare un fatto doloroso.”- finì la frase
imbarazzato.
“Figurati. Faceva delle ricerche per il Ministero della Magia. E’ venuta in
Texas per lavoroesi è innamorò di questo Paese. Dopo scoprì
della sua gravidanza. Così decise di farmi nascere qui .Perciò,
il Texas è il mio Paese natio.”
“Capisco.Bhe,piacere di conoscerti…” – Ancora non
gli aveva detto il nome.
“Dobbiamo sbrigarci. Sta facendo notte. Aggrappati forte a me d’accordo?”-
Diede più spinta al destriero.
“Va bene.”-Jamesstrinse
le mani sul petto delragazzo masi accorse che aveva… il seno! “Non
mi sono presentata. Mi chiamo Daisy Morales.”
- Il ragazzo era in realtà una donna! Il
giovane staccò la presa per la sorpresa e il disagiodiaverle toccato il petto. Ruzzolò dal
cavallo in corsa con un forte tonfo sul terreno.
“James?!” -La ragazza scese dalla sella, perdendo il
cappello e rivelando i suoi lunghi capelli castani.
Siavvicinò
a lui, ancora a terra.
“Ti seifatto male?
Hai sbattuto la testa?!”
“Ah...non preoccuparti…Sto bene.” -Si rialzò dolorante, ma sorridendo:- “Sono tutto intero…”
Gli occhi di Daisy si riempirono di lacrime:- “Per fortuna…”
Era carina con il viso preoccupato.Jamessentì il cuore battere più veloce: “Hei, ma…Daisy,ti dico che stobene, tuttookay.”
“Va bene…ma ora andiamocene. Presto.”-Asciugò le lacrime con il palmo delle mani, porseil braccioalragazzo per rimontare e si rimise il cappello, lasciando i capelli
sciolti sulla schiena.
Il giovane ripensò a quello che era appena successo, alle lacrime che
aveva versato per lui,anchese era, solo un estraneo per lei…si sbagliava, era dolcissima.
“James. Questa volta
tieniti davvero stretto. Devi aggrapparti bene.”- Sorrise e fece l’occhiolino:-“ Ma non stringermi il seno.” Sperava
di non fare figure di troll, ma iniziava con il piede
sbagliato!
Credits: Tutti i personaggi del libro “HarryPotter”,
presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti
ed alcune frasi riportate appartengono di diritto all'autrice J.KRowling, Il materiale proposto in questa fan
fiction è mostrato a solo scopo divulgativo e non è intesa alcuna
violazione di copyright. Tutti i diritti per ciò che è sottocopyrightappartengono all'autrice J.KRowling, e non vengono dall'autrice Mary Lunanera ripresi con scopi di lucro ma solo a fini
amatoriali. I personaggi originali creati da Mary Lunaneraappartengono all'autrice che ne
detiene i diritti d'autore; ogni citazione odutilizzo di tali personaggi è sottopostaalle leggi sul diritto d'autore e tutelati
in quanto opere originali d'ingegno.
James guardò in giro nell’atrio. C’era gente del posto, turisti, ma
nessuno della sua squadra. Sicuramente erano ancora in giro per le ricerche.
Seguì
la ragazza al piano superiore, verso una delle stanze prenotate. Si schiuse una
delle porte delle camere e apparve una donna eterea, simile a Daisy, ma più
matura.-“Sai che ancora non devi alzarti, devi stare a letto, mamma!”- esclamò
la ragazza.
La
donna sorrise tranquilla:- “Ormai sto bene. Sono caduta da cavallo tre giorni
fa, e non sono malata.”- poi notò il ragazzo dietro sua figlia.
-“ Oh,
abbiamo un nuovo ospite!”.
-“Scusi
il disturbo. Ma io…”
-“Sei
il giovane ritardatario del Mondo Magico?”-Il viso era rassicurante e allegro.
-
“Si... Mi chiamo James Potter, Signora.”
-“Daisy
cara. Accompagna il signor Potter nella camera più bella del nostro hotel…è un
ospite molto particolare.” - rise .
-“
Hai…ridere mi ha fatto venire una fitta al petto…”
-“Visto?!
Che cosa ti stavo dicendo? Devi stare ancora a riposo.” Accompagnò con cautela
la madre, facendola sdraiare sul letto della camera e le posizionò i cuscini
dietro la schiena. -“ Non è affatto grave, James. Ma mia figlia si preoccupa
troppo per me.” - lo rassicurò vedendolo serio. Il ragazzo iniziò a intuire
perché era preoccupata quando cadde a terra.
Daisy
si congedò per recuperare degli analgesici, lasciandoli soli. La signora
sospirò e si rivolse al giovane: -“Di cosa ti occupi James?”
-“Sono
uno studente di Hogwarts. Questo è un viaggio studio promosso dalla scuola per
delle ricerche.”
- “
Si, lo so. Devi essere un alunno diligente.”- Fece cenno di sedersi sulla sedia
accanto al letto. Lui obbedì.
-“Mia
figlia è instancabile; in questi luoghi si deve lavorare per vivere ma la
comunità è cordiale. I nostri vicini ci danno spesso una mano, ma alla fine,
siamo sole.”
-“Come
mai ha deciso di vivere in un ambiente diverso da quello in cui è cresciuta?
Vivendo come una babbana...Daisy mi ha riferito che è una strega e che lavorava
per il Ministero. ”
La
donna guardò il ragazzo come per studiarlo.
-“Oh!
Non sto giudicando male questa terra…mi scusi. Tutti dicono che non so parlare
con la gente...”
-“Affatto,
sei un ragazzo onesto e diretto. Ammiro le persone come te.” –osservò:- “Hai
già una ragazza?”
-“No.
Non ancora…” -Anche la donna non scherzava con le domande dirette, ma seppe
rompere la tensione tra loro.
-“ A
dire il vero, non era mia intenzione di rimanere qui a lungo.”- Il suo sguardo
si fece assente e triste.
-“Sedici
anni fa, se non fossi arrivata in Texas, per lavoro e non mi fossi fermata in
questo piccolo hotel, per caso…avrei intrapreso un'altra vita.
Un tempo era difficile per maghi e streghe girare indisturbati nel mondo
babbano. Come sai, nella zona nascono rigogliosi alberi, piante, piccoli esseri
viventi, che hanno proprietà magiche e curative e il Mondo Magico è costretto a
trasportarli senza l’aiuto della magia.Un impresa ardua per chi non conosce il
modo di vivere babbano. Spesso, maghi oscuri e mercenari, arrivavano per
depredare i doni che la natura offriva, uccidendo e cruciando babbani ignari,
che si fraponevano tra i loro loschi piani. A tal motivo, venni mandata in
questo angolo di mondo insieme a degli Auror. Il compito era impedirne gli
omicidi e nascondere con incantesimi di protezione la zona, ai loro occhi.”
Si
soffermò guardando una foto sul comodino: una anziana donna sorrideva insieme
alla madre di Daisy.
-“Molti
morirono negli attentati, io venni colpita di striscio da una maledizione,
ma non mi ritrovarono. Così, il resto della squadra ritornò al Ministero
credendo di essere caduta in battaglia. La precedente proprietaria di questo
albergo mi trovò ferita nel bosco, al confine magico. Era di origine messicana
ma sapeva parlare l’inglese. Curò e rimarginò le ferite con erbe dal potere
curativo. Passammo molto tempo assieme e fui praticamente adottata da lei. Fu
una seconda madre, dopo la morte dei miei genitori.
Era gentile con me; scoprii di aspettare un bambino, da un uomo che era
già morto. Si offrì di darmi una mano e un lavoro…avevo l’occasione di
andarmene dal Ministero, vivere lontano dalla magia, riscoprendo la vita
semplice di ogni giorno. L’ aiutai a gestire l’ hotel. Dopo la sua morte, otto
anni fa, siamo io e mia figlia le sole proprietarie...”
Il ragazzo lasciò la stanza della donna, vedendola affaticata:- “Che
donne coraggiose…”
I
giorni passarono. James e il gruppo perlustravano, catalogavano le creature, la
fauna locale e gli animali fantastici del luogo. Prelevavano campioni,
conservando delicatamente piante, fiori, foglie e uova, utili per le pozioni
più rare.
La sera ritornavano nelle stanze, esausti ma soddisfatti delle scoperte,
mente lui doveva stilare tutto sulle pergamene, per consegnarle al nuovo
antipatico, insegnante. Due giorni prima della partenza, la sera, bussarono
alla porta. Daisy usava una vecchia bacchetta. Entrò tenendo sospeso a
mezz’aria un vassoio colmo di vivande. Il giovane la osservava con ammirazione.
Era carina con i capelli lasciati sciolti, il corpo minuto, le labbra rosse e
carnose...
-“Cosa
stai guardando? La cena è pronta.”
La sua
voce sospettosa lo destò dalle fantasie:-“Si…grazie.”
Posò il vassoio
nella tavola adiacente con delicatezza, come se l’incantesimo di levitazione lo
facesse sempre.
-“Ti
cambio le lenzuola mentre mangi, va bene?”
-“Grazie,
sei gentile.”
-“Figurati.
E’ il mio lavoro.”
Mentre
il ragazzo mangiava la porta della camera si chiuse, sbattendo con forza.
-“Si è
chiusa da sola…ma non c’è nemmeno un po’ di vento.” -osservò James.
-“E’
stata chiusa dall’esterno!” Daisy impugnò la bacchetta e pronunciò:-
“Alohomora!”
-“ Non si apre... sembra sprangata magicamente, hanno usato un
incantesimo non verbale...”
-“E’
stata mia madre!”
-“Cosa?
A quale scopo?”
-“Mamma?
Apri la porta per favore!”
La
donna, all’esterno si allontanò, tornando ridendo in camera sua.
-“Ci
ha rinchiusi, qui da soli…”- Daisy guardò il ragazzo.
-“A
tua madre piace fare questo tipo di scherzi?”
-“…Non
è uno scherzo. Mamma vuole che venga via con te.” -rispose seria.
I due
giovani si guardarono negli occhi per qualche minuto, in silenzio finché James
non parlò:- “Prima o poi tua madre verrà ad aprire la porta, ma perché solo ora
ha deciso di farti tornare nel Mondo magico?”
Daisy
abbassò lo sguardo nervosa:-“ Ma io non ho mai pensato di andarmene…di
lasciarla sola. Perché me l’ha detto così all’improvviso?”
James non sapeva che
dire. La situazione era imbarazzante per entrambi.
-“Tuo
padre... è morto prima che i tuoi genitori si sposassero, giusto? Secondo me si
è pentita di essere partita.”
-“Non
so che dirti. Non parla molto di lui, anche se ho cercato di cominciare un
dialogo. Mi disse solo, che era un uomo inglese. Tutto qui. Non so niente: ne
quanti anni avesse, quando è morto, il suo nome…io volevo sapere tutto di lui,
sapere che tipo d’uomo era. Volevo soltanto sapere la verità.”
James
la guardava teneramente, non riusciva a nascondere i suoi sentimenti. Daisy si
voltò verso di lui, imbarazzata dal suo sguardo, come se avesse percepito il
suo pensiero.
Improvvisamente si diresse alla porta, pronta a fare un altro tentativo.
-“Questo
scherzo sta durando davvero troppo! Mamma? Apri subito!”- Non avendo nessuna
risposta iniziò a colpire con violenza la porta, visto che non riusciva con la
magia.
-“Daisy!”-
James la bloccò per un braccio:- “ Non è roba per ragazze come te sfondare una
porta a spallate. Sarai tutta un livido. Provo ad aprirla io.”
-“Non
ha importanza! Ce la farò da sola. Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno!”
Il
ragazzo lasciò sfogare l’arrabiatura, poi la fece spostare. Con un'unica
spallata scardinò la porta:-“Ecco fatto.”
Per un
istante la ragazza volle dirgli qualcosa, anche un grazie ma le parole rimasero
solo muti pensieri. Uscì dalla stanza di corsa per andare nella camera della
mamma. James la seguì. Dopo pochi secondi uscì dalla stanza pallida in volto.
-“Mia
madre…Non si muove…Le è successo qualcosa!”
Il
giovane entrando in camera trovò la donna a terra, si chinò e la prese tra le
braccia. -“ Dobbiamo chiamare aiuto!”- Ma la ragazza non si muoveva. La madre
iniziò a lamentarsi:- “Uh..Daisy…”
-“Tieni
duro mamma!”- esclamò allarmata, come se si fosse destata con la sua voce.
-“
Cosa si sente Signora? Daisy, chiama immediatamente un medico!”- esclamò James.
La ragazza uscì di corsa diretta verso la hall dell’hotel, per
telefonare al dottore.
-“Non
arriverà in tempo…James, guarda...” Aprì la mano e una fialetta di vetro blu,
scivolò sul pavimento -“ è una pozione che tenevo da parte…Mi hanno trovato...le
persone che mi davano la caccia anni fa. Mia figlia non deve saperlo...e
l’unica cosa che posso fare per lei, è simulare la mia morte... per salvarla.
James, non lasciare Daisy da sola...stalle accanto...ho predisposto tutto per
la mia scomparsa e la sua partenza.... Non farne parola quando tornerà...per il
suo bene.Ti prego…c’è stata la mano del destino nel nostro incontro…perciò…”
-boccheggiò senza fiato, aggrappata alle spalle del ragazzo.
-“
Mamma! Il medico sta arrivando con un ambulanza!”
-“Cara...avvicinati.
Devo…dirti una cosa importante…”
-“Non
ti sforzare. Ti prego!” Prese la mano della madre.
-“Daisy,
ascoltami bene, senza agitarti…Per fortuna, ora c’è James che ti sostiene. Il
tuo papà…non è morto…”
-“Cosa?...No…”
-“Non
sto mentendo …e non sto delirando…Ti ho sempre detto che tuo padre era morto…ma
in realtà, non è affatto vero…”
-“Mio
padre è vivo?...Ma perché hai deciso di dirmelo adesso? Perché… ora?!”
-“Piccola
mia… non potevo rimanere con lui…”- Tossì provocando degli spasmi:-
“Sono…scappata via…Non ho avuto la forza, ma…tu sei diversa da me. Decisi di
vivere qui, con te, in pace, ma…mi accorgevo che la tua voglia di scoprire la
verità non ci permetteva di continuare la vita tranquilla…”
Iniziò
ad agitarsi tra le braccia del ragazzo:- “Devi andare via da qui…fai parte del
Mondo Magico, Daisy…appartieni a quel mondo, cara…Se ti eserciti, un giorno
sicuramente…tuo padre…perché lui…” Gli occhi si chiusero, la mano cadde inerme
dalle mani della figlia.
-“Mamma…Mamma?
Mamma svegliati…” Si avvicino al suo viso con gli occhi sbarrati dalla paura. “
no…non respira più…Mamma?! Svegliati! Ti prego!”
Abbracciò
la madre con forza, Le lacrime scendevano copiose, offuscando la vista. “No...
Non lasciarmi sola, svegliati!”- La voce si trasformò in urla.
James
le rimase accanto, sentendo una fitta di dolore al cuore, vedendo Daisy in
quello stato. Non capiva il motivo di far soffrire sua figlia, facendole
credere di essere morta, ma lo aveva promesso . Poteva solo mordersi le labbra
e raccogliere le sue urla, le lacrime in un abbraccio.
L’ambulanza portò la madre al vicino ospedale della contea. Il medico,
un mago sotto falsa identità babbana, amico della donna, venne avvertito tempo
prima del folle gesto, e finse di constatare il decesso per un arresto
cardiaco.
Il giorno dopo,
venne preparato il funerale. Amici delle due donne, sfilavano davanti al
feretro e alla figlia, dispiaciuti nel vederla in quello stato pietoso. Daisy
aveva ormai esaurito tutte le forze, dava l’impressione di non essere più
presente, quasi uno spirito.
La
sera prima della partenza, James non riuscì a dormire pensandola. Era sola al
mondo, non capiva il motivo di tale gesto estremo da parte della madre. Il
corpo deposto, ad occhio attento, si riusciva a notare la Trafigurazione
fatta su altro cadavere, ma il medico che fece l’incantesimo, presente alla
messa funebre, lo prese in disparte, tranquillizzandolo: la donna era nascosta,
e niente la legava a sua figlia, nemmeno il cognome, che apparteneva alla
vecchia proprietaria del hotel. Comunque c’era un padre, che, magari voleva
conoscerla.
Sentì un rumore e una porta dell’atrio che sbatteva. Si affacciò alla
finestra e vide una piccola figura, esile, correre nell’oscurità. Daisy
tornò davanti alla tomba della madre. Impugnò la bacchetta, creando dal nulla
un incanto di alto livello. L’incantesimo attraversò il suo corpo fino alla
punta delle dita, esplodendo in mille colori. La voce divenne un sussurro,
gemeva contorcendosi dal dolore. Infine un grido portato via dal vento.
-“Daisy…”
la voce del ragazzo la raggiunse.- “ Diventerai una grande strega. Ora, me ne
rendo conto. Vieni in Inghilterra,vieni ad Hogwarts. Insieme a me.
-“…Non
ho mai creato delle magie davanti agli altri.”- Accarezzò la bacchetta della
madre. -“L’ho fatto per la mamma, per trovare la via nel regno delle ombre.
-“Vieni
con me, diventerai una grande strega, ne sono certo! E tuo padre lo saprà
sicuramente.”
-“Mio
padre…potrò incontrare mio padre?”
-“Certo.
Riconoscerà il potere che crei, forse é simile al suo.”
-“Mio
padre! Che ha abbandonato me e mia madre?”- chiese con rabbia.
-“Daisy…”
-“Non
ha importanza...” - cercò di calmarsi:-“Voglio vederlo. Farò di tutto pur di
poterlo incontrare!”
-“Ti
starò accanto, lo giuro…non ti abbandonerò!”- L’abbracciò e lei si lasciò andare
tra le sue braccia. Le lacrime che credeva esaurite riemersero, ma nascoste al
mondo grazie al petto di James.
Credits:
Il personaggio di Daisy è fortemente ispirato alla mia
sorellina adottiva Lizzie, che anche lei è autrice di Fan Fiction :)
Tutti i personaggi del libro “Harry Potter”, presenti in
questa Fan fiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate appartengono di
diritto all'autrice J.K Rowling,
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all'autrice J.K Rowling, e non vengono dall'autrice Mary Lunanera ripresi con
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appartengono all'autrice che ne detiene i diritti d'autore; ogni citazione od
utilizzo di tali personaggi è sottoposta alle leggi sul diritto d'autore e
tutelati in quanto opere originali d'ingegno.
Londra, Charing Cross Road. Pub il Paiolo Magico.
-“Cosa?!James, ragazzo mio, è ritornato con una ragazza?”- La testa
del vicepreside, Lumacorno appariva dentro il camino
di una delle stanze della locanda.
-“Si, una strega molto
portata in Incantesimi. È laggiù”- indicò la giovane sbalordita, seduta su una
poltrona nell’angolo della stanza.- “Daisy, avvicinati.”- la incitò.
Daisy scosse
energicamente la testa in segno di dissenso.
-“Non insista signor Potter, sarà spaesata, immagino.
Comunque, se sua madre era una strega è strano che non
abbia mai ricevuto nessuna lettera dalla scuola.”
-“Vivevano in un
luogo con altissime protezioni; un motivo plausibile.”
-“Forse, ma mi
stupisce il suo modo così avventato.”
-“Non aveva più
nessuno al mondo…e in un certo senso mi sento responsabile per lei.”
Si rattristò
nel sentire le parole del ragazzo. -Mamma…sono andata via dalla mia terra,
come volevi. Non so quanti anni ci vorranno, ma non mi arrenderò!Troverò mio
padre. Troverò quell’uomo di cui non conosco né nome
né volto…- James
continuò ad informare il professore e si avvicinò a lei,prese
la mano per farle coraggio. -“Staremo al Paiolo Magico, fino alla conferma
della sua iscrizione dalla preside McGranitt.”
-“Va bene signor Potter, nonostante abbia vissuto
per sedici anni in un paese estraneo al Mondo
Magico, sarà ammessa favorevolmente ad Hogwarts.”-
Il volto di HorazeLumacorno
svanì in mezzo al fuoco del camino.
Il giorno dopo James, accompagnò la giovane a DiagonAlley, passando dal retrobottega del Pub.
Rimase affascinata
e stupita dal mondo che le si parava davanti agli occhi: vetrine vivaci e
colorate,pullulanti strade piene di vita, gente vestita con strani abiti
stravaganti ma non erano affatto ridicoli. Dietro le vetrine c’erano esposte
scope di vari modelli, in un’altra si trovavano animali di ogni
natura, un negozio di libri dove abitualmente gli studenti acquistano i libri
di testo magici:Il Ghirigoro. Poi si trovarono davanti ad una sartoria, quella
di Madama McClan, disse James;
accanto ad essa, il negozio di Olivander,
dove si acquistavano le prime bacchette.
Volle tenere
la bacchetta che apparteneva alla madre e decise di non sceglierne una nuova.Il ragazzo capì, e terminarono il giro nel negozio di
scherzi magici -Tiri Vispi Weasley- da suo zio, George.
La ragazza rimase
sbalordita: bacchette trabocchetto, piume della varietà Autoinchiostrante,
Autocorreggente e Rispostapronta,
Sognisvegli Brevettati, il Cannocchiale Tirapugni e PuffolePigme. Erano tutte
invenzioni di George e del suo defunto fratello
gemello Fred.
Acquistarono dolci
e leccornie di tutti i tipi e ritornarono alla locanda per mangiarle.
Le ore
passavano, ma nessuna notizia dalla scuola. Nell’ attesa Daisy decise di andare
a vedere la casa dei nonni, l’indirizzo lo trovò tra i vecchi documenti della
madre .James rimase in
locanda aspettando notizie da Hogwarts. Non avrebbe
voluto lasciarla sola in giro in una città sconosciuta, ma lo tranquillizzò,
affermando che era capace di cavarsela.
Invece, fu
difficile trovare l’abitazione: non era abituata a vivere in una grande metropoli chiassosa, ma chiese ai vari passanti e
riuscì nell’intento.
Una piccola casa a
due piani con giardino… Aveva l’aspetto malandato, disabitata da parecchio
tempo .La madre aveva trascorso la sua infanzia tra quelle mura; i suoi nonni,
che non aveva mai conosciuto si prendevano cura del giardino, ormai pieno
di erbacce e sterpaglie. Sentì una grande
tristezza quando varcò il cancello di legno.
La porta
principale della casa si schiuse. Una donna anziana, vestita in modo elegante
si affacciò. Fissò il volto di Daisy. Esternando un senso di fastidio la donna
si avvicinò:-“ Cosa ci fai nella mia proprietà?”
Riluttante, spiegò
che la casa era un tempo della madre. L’anziana donna sgranò gli occhi: “Mi
sembrava che avessi un aria familiare…mi chiamo PhoebeGlendower ”- invitò la
ragazza dentro casa.La fece accomodare nel divano.
-“Così, anche tu sei come tua madre…come quella svitata?!”-
l’apostrofò la donna.
-“Come…?”- Daisy
non riusciva a capire il perché di tanta ostilità.
-“Senti ragazza,
conoscevo i tuoi nonni, mi sono occupata di loro, fino alla morte. Persone
perbene che hanno avuto la sfortuna di avere come figlia un
ingrata che li ha abbandonati. Loro l’amavano, ma decise di andare via,
lontano da tutti e far nascere una bambina dalle origini sconosciute come te.”-
-“Una bambina dalle origini sconosciute…?”- ripeté Daisy.
-“Ti ha voluto
partorire all’Estero, quella sciagurata! Nessuno sa di chi sei figlia. E’
sempre stata così, sin da quando era piccola. Ha
sempre voluto fare ciò che voleva,senza preoccuparsi
degli altri! E i suoi genitori? Erano entusiasti di
avere come figlia una…mezza matta!”- si accese una
sigaretta con noncuranza.
-“Mia madre non era
matta come crede! Era una grande donna!”- irruppe
Daisy: - “Per quanto riguarda mio padre, si amavano
sul serio! Perciò la mamma…”
-“Vediamo se è
vero!”- interruppe la donna.
Uscì dal salotto e
ritornò con una scatola di scarpe. L’aprì e buttò sul tavolo varie foto, dove
le immagini si muovevano da sole.- “Queste sono le
strane foto che mandava qui. Le ho trovate nella sua vecchia camera; le ho
conservate fin ora, senza un motivo. Probabilmente, fra queste, ci sarà anche
la foto di tuo padre. Soprattutto questi tre che vengono
ritratti con lei.”-
La ragazza diede un
occhiata alle foto indicate. Erano tre ragazzi giovani con
delle divise di una scuola,forse quella di Hogwarts.
-“Questo è tutto.
Non so se potrai fartene qualcosa di questo materiale…ora è meglio che vai.”-
Si alzò dal piccolo divano, insieme alla ragazza,
incamminandosi verso l’uscita della casa. Daisy raccolse tutte le foto e
uscirono nuovamente in giardino.
L’anziana donna si rivolse a lei per l’ultima volta: - “Fatti coraggio
ragazza…Addio.”- PhoebeGlendower la lasciò sola, con una nuova ferita
nel cuore.
Ritornò al Paiolo
Magico che era quasi buio.
-“Daisy!”-James le andò incontro quando
varcò la soglia:-“Come è andata?”- Le chiese stringendola tra le braccia.
-“…Dopo essere
stata per un po’ davanti alla casa …sono andata in giro per la città, non mi
sono resa conto del tempo che passava.. .”-mentì nascondendo la busta con
all’interno le foto.
Quella
stessa sera, si presentò alla locanda il guardiacaccia e custode delle chiavi
di Hogwarts,RubeusHagrid.Un gigante con una barba lunga e incolta che lo faceva
apparire pericoloso.
-“James! Porto notizie dalla scuola!”- Con un enorme sorriso gli porse una lettera sgualcita.
Il ragazzo aprì la
busta e lesse il contenuto della pergamena:- “La Preside e il Ministro
della Magia
hanno accettato la tua iscrizione ad Hogwarts!”-
Prese la ragazza in braccio e la fece girare con entusiasmo,
contagiando anche lei: finalmente, dopo lungo tempo, le apparve sul volto un
aperto sorriso.
Credits:Tutti i
personaggi del libro “HarryPotter”,
presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate
appartengono di diritto all'autrice J.KRowling, Il materiale proposto in questa fan fiction è mostrato a solo scopo
divulgativo e non è intesa alcuna violazione di copyright. Tutti i diritti per ciò che è sotto copyright
appartengono all'autrice J.KRowling,
e non vengono dall'autrice Mary Lunanera ripresi con
scopi di lucro ma solo a fini amatoriali. I personaggi originali creati da Mary Lunanera
appartengono all'autrice che ne detiene i diritti d'autore; ogni citazione od utilizzo di tali personaggi è sottoposta alle leggi sul
diritto d'autore e tutelati in quanto opere originali d'ingegno.
Presi i bauli, lasciarono le
stanze. Scesero nel locale e si posizionarono davantial caminetto, vicino ad Hagrid.
Daisy non capiva per quale motivo si doveva entrare dentro un camino.
James lesse perplessità nei suoi occhi:- “Abbiamo avuto l’autorizzazione per usare la Polvere Volanteche rilascia il Ministero della Magia. Arriveremo a scuola
senza problemi.”-le spiegò: - “La
Preside ha sbloccato le protezioni nella scuolaper il nostro arrivo.”
-“Okay…ma ti avviso, non ho capito nulla di quello che hai
detto…” - rispose tesa.
Il ragazzo scosse la testa: Daysi
non conosceva Polveri Volanti ed entrate magiche.
Hagrid li precedette con i bauli, scomparendo in un lampo
di luce verde, dentro il camino.
-“Ora
tocca a te Daisy.”
Entrò lentamente -“Ma è
polvere di fata per andaresull’Isola Che non C’è?”-
cercò di scherzare, anche se era
agitata.
-“Polvere
di fata? Non credo che le fate producano polvere. Nei libri non è menzionato… e
dove si trovaL’Isola Che non C’è?”-chiese James perplesso.
Sorrise,
immaginava che avesse letto la fiaba di PETER PAN. Quando
cercò di spiegare, si sentì risucchiare e tirata verso l’alto in mezzoa luci che le sfrecciavano intorno.
In
poco tempo toccò terra, cadendo rovinosamente dentro un caminetto diverso dal
precedente. Ricopertadi fuliggine, venne
aiutata a rialzarsi dal guardiacaccia.
-“Succede
a tutti la prima volta che viaggiano con la Polvere. Ci farai
l’abitudine, con il tempo.”-
-“Lo
spero!”- Rispose la ragazza spazzolandosi la cenere dagli abiti.
Si
guardò intorno; era una stanza buia, piena di oggetti
sinistrialle pareti: Corna di animali, ragnatele e
crini argentei erano l’attrazione principale.
-“Questa
è casa mia!”- disse il guardiacaccia.
La
ragazza fece un sorriso di circostanza, vedendo la sua espressione orgogliosa. Nello
stesso istante apparve James. Uscì dal camino senza
sporcarsi, al contrario di lei.
-“Che ne pensi? Ti sarà sembrato di stare dentro un calderone
rimescolato, ma è la manierapiù veloce per viaggiare.”
Daisy
lo guardò scettica. “Oh si… davvero splendido se ti piace essere frullata, con
la sensazionedi nausea perenne!”
James e Hagrid scoppiarono in una
fragorosa risata:-“Bene. La scuola ci aspetta!”- il guardiacaccia aprìla possente porta della casa.Davanti a Daisy si spalancò un panorama innevato.
- “E’
bellissimo…” -Non aveva mai visto la neve. Nel Texas non era consuetudine
ammirare prati bianchi e il freddo pungente. Ebbe un brivido e strinse a sé il
soprabito.
Hagridfece strada ai due ragazzi
verso il sentiero ripido che portava alla scuola. Alla sinistra si estendeva a perdita
d’occhio un grande lago, a destra, una folta forestaattirò l’attenzione della giovane.
-“Quella
è la Foresta Proibita”
–disse Hagrid- “Non andare mai da sola. Ci sono delle
creaturemolto timide che non amano esser disturbate.”
-“Timide?!”- fece eco James: - “Questo è
l’ultimo aggettivo che avrei usato per definire i tuoi amici!”
-“Questione di punti di vista.”-boffonchiòHagrid con una scrollata di spalle.
La
ragazza non emise una paroladurante il tragitto verso la
scuola. Lo sguardo era fisso sul castello che torreggiava su di loro, man manoche si avvicinavano. Arrivarono
davanti ad un circolo di pietre monoliti.
- “E’ un posto incantato…”- sussurrò.
-“Si, è
bellissimo. Ogni volta che torno è un emozione,come la prima volta.”-
Oltrepassarono
il ponte sospeso entrando nel cortile d’ingresso.
-“Questa
sarebbe una Scuola di Magia…?- esalò senza fiato la ragazza, guardandosi
attorno.
James prese la sua mano:- “Non è
solo una scuola per noi.”
La porta di quercia dell’entrata si schiuse
lentamente.Una giovane donna dai capelli corvini,
vestita di verde li andò incontro con passo lento.
-“Benvenuta Miss Morales,
lieta di conoscerla. Sono Selene Hedwig,
docente in questa scuola.”- disse pragmatica.
-“Professoressa…”- James fece cenno di saluto.
-“MisterPotter, bentornato. Il suo viaggio è stato fruttuoso,
a quanto vedo.” Lanciò una fugace occhiataalla ragazza e incominciò a spiegare le regole alla nuova
arrivata.
-“Non avendo l’età dei ragazzi del primo anno,sarà smistata nello studio della Preside. Per tutto il
tempo che passerà qui, si ricordi che la sua Casa sarà
come la sua famiglia.Essendo una fuoricorso, le lezioni saranno
intense, in modo da rimetterla al passo con i suoi coetanei.”
Notando la sua titubanza, la professoressa
continuò:-“Alloggerà nei dormitori della sua Casa e
passerà il tempo libero nella Sala Comune o nelle attivitàextra scolastiche, a sua scelta.”
Hagrid
rimase ai piedi della scalinata di marmo, mentre i ragazzi seguirono l’insegnante
sulle scale,che si muovevano come se avessero un
volere proprio.
- “Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuna
ha una nobile storia e ciascuna di esse ha sfornato
maghi e streghedi prim’ordine.”-
Daisy seguiva le parole della Hedwig con interesse
sempre più crescente.
Arrivarono al terzo
piano e percorsero un lungo corridoio. -“Per lei abbiamo fatto un eccezione, il Consiglio Direttivo della scuola
verificherà il suo talento,decidendo in che anno
inserirla.”
-“Devo sostenere un
esame d’ammissione?”-chiese preoccupata.
-“ Aspetti qui per
cortesia.”-disse
con indifferenza, senza degnarla di risposta.
Lasciò i due ragazzi
soli nel corridoio, scomparendo dietro ad una porta. Faceva buio presto, nei
mesi invernali. Come se la scuola fosse consapevole dello scorreredel tempo, candele e torce appese al muro si
illuminarono, producendo ombre suggestive.
- “Daisy, non posso entrare con te nell’ufficio
della Preside. Mi è stato negato…nel frattempo, porterò
le mie ricerche al professore di Pozioni. Ti verrò a cercare appena posso, lo prometto.
-“Stai
tranquillo…hai già fatto abbastanza, per una ragazza conosciuta da poco
più di una settimana.Te ne sono grata.”- Accennò un sorriso:-“Sono qui, grazie a te. E avrò la
possibilitàdi trovare mio
padre, giusto?”
-“Giusto…ora devo proprio
andare. Non temere, la Preside,
sembra severa ma è una stregache sa il fatto suo. Allora…a dopo.”
James
s’incamminò nel lungo corridoio, girandosi di tanto in tanto, verso di lei.Nonostante si allontanasse, Daisy lo seguiva con lo
sguardo, alzando la mano per salutarlo.Non poteva lasciarla in così. Tornò indietro, andandole
incontro. Si ritrovarono vicinissimi. Sollevò il mento alla giovane, delineandole con la punta del dito le labbra, quasi
volesse sincerarsi che fossero vere.
Daisy arrossì. Sebbene
si trattasse di un gesto semplice, era la cosa più sensuale che
un ragazzo le avesse mai fatto.
-“James…”-sussurrò.
Sorrise e chinò il capo su di lei, schiudendo le
labbra con un bacio intenso e teneroal tempo stesso.
Daisy sentì venir meno le forze, lasciandosi andare tra le sue braccia.
Il ragazzo si scostò
dall’intimo contatto, titubante:-“A più tardi…”-
Ritornò sui suoi passi e scomparve dietro l’angolo del corridoio.
La professoressa Hedwig uscì dalla stanza e lei tornò con i piedi per
terra.- “La Preside
l’attende nel suo ufficio.”
Ancora sognante,seguì l’insegnante ed entrarono in una camera circolare,
piena di oggetti che fluttuavano, quadriche
raffiguravano uomini anziani che si muovevano da una parte all’altra delle tele
appese.La donna, era seduta
dietro ad una scrivania raffinata, ricolma di libri e al centroun vecchio cappello a punta, con un enorme
strappo vicino al bordo.
La Hedwig
fece un inchino e se ne andò, chiudendosi la porta dietro di sé.
La
Preside si alzò dalla sua sedia, avvicinandosi alla
ragazza:-“Benvenuta Signorina Daisy, mi chiamo Minerva
McGranitt.Ti attendevamo
da tempo.”
-“Mi conosce?”-chiese sbalordita.
-“No, conoscevo tua
madre, una ragazza generosa. Finalmente sei nella scuola che eri
destinata a frequentare.”-Dirigendosi al tavolo, prese
il vecchio cappello. I quadri intorno alle due donne,guardarono
con curiosità.
-“Questo che ho in mano
è il Cappello Parlante. Esiste fin dai tempi della nascita della scuola. Poggiandolosulla testa ti smisterà in una delle quattro Case.”
La ragazza chinò il capo
e lo indossò. Ci fu un attimo di silenzio, rimanendo in
attesa. Il cappellosi contrasse sulla testa:-“
Sei coraggiosae
hai un bel cervello”- le
sussurrò una vocina all’orecchio- “. Hai talento da vendere. Molto
interessante…”- Daisy
sperò di entrare nella Casa di James,
chiunque fosse stata.
-“La decisione è
stata presa,GRIFONDORO!”-esclamò il cappello. Le venne tolto dalla testae ricollocato
nel suo posto abituale.
-“Grifondoro?”
–tentennò Daisy.
-“Si, congratulazioni.
Sei nella stessa Casa del signor Potter.”-
La giovane ne fu felice.
Non immagina che il Cappello Parlante teneva in
considerazione anche i desideridei ragazzi che lo
indossavano. Improvvisamente un fantasma attraversò la parete dietro la Preside.
-“Oh mio Dio! Che cos’è quello?” –gridò spaventata.Era uno spirito,
di colore bianco, perlaceo e leggermente trasparente. Indossava una calzamagliae sorrideva sornione. -“ Una nuova fanciulla farà parte della mia nobile Casa! Ne sono lieto.
Piacere,SirNicholas de Mimsy-Porpington. Per servirla.” si
inchinò e la sua testa penzolò ad un lato del collo.
-“Santo cielo!”-
si allontanò spaventata andando a sbattere con le spalle al muro.
-“Non avere timore Daisy,” -la tranquillizzò- “ è il fantasma della Casa Grifondoro. Con il passare dei giornifarai la conoscenza di tutti i fantasmi della scuola; scoprirai,
che non sono affatto terrificanti.”
-“Chiamerà un prefetto per portarlaal settimo piano, dove alloggerà insieme ai suoi nuovi
compagni.”
-“Splendido! Non
differisco oltre e mi reco immediatamente ad interloquire senza differite.”-Il
fantasma si dileguò attraverso la parete di fronte.
Il viso della McGranitt
si fece più dolce:- “Benvenuta ad Hogwarts,Signorina
Daisy.”
-“Grazie…”La ragazza
sorrise sentendosi davvero la benvenuta, dopo tanto tempo.
Uscì dall’ufficio e si
ritrovò nuovamente nei corridoi del castello. Dalle finestre ammiròil grande cortile interno, ricoperto
dal candido manto, aveva voglia di toccare la neve, per la prima volta.
Arrivata a destinazione, si sedette in una panchina:-
“Questa scuola d’ora in poi sarà la mia nuova casa…e potrò rimanere accanto
a James, come voleva la mamma…”-pensò tristemente “-Mamma, ho fatto come mi hai detto .
Anche se ho voglia di tornarea casa, dove vivevamo felici, resisterò alla tentazione di
andarmene e gettarmi a cavallo per correre nei campi immensie soleggiati, e piangere, piangere…”-
Presedalla tasca interna del soprabito la
bacchetta della madre. Sotto la pallida luna della
prima oscurità, invocò un incantoche le insegnò la madre fin da piccola. Piccole farfalle trasparenti
danzavanointorno alla
ragazza come una leggera nuvola spostata da una brezza fatta solo di colori.
Un uomo, dai capelli
biondi si incamminava nei corridoi interni, diretto,
con passo sicuro nei suoi alloggi.Venne attirato da un gioco di colori che
arrivavano dal cortile interno. Si affacciò e vide una giovane ad occhi chiusi
che si lasciava trasportare dalla sua stessa magia. La luna faceva risplendere
il suo viso, trasformandola quasi in un essere ultraterreno, circondata da
piccoli fiori e farfalle che le danzavano intorno, simile ad una ninfa della
primavera.
Un piccolo Doxy in letargo, infastidito dai colori, uscì da una
delle siepi del cortile. Volò verso di lei e diede un morso alla mano che
teneva la bacchetta.La ragazza urlò dal dolore,
dal dito fluì un po’ di sangue. Istintivamente si portò il dito verso la
boccaper leccare la ferita,
ma il polso venne trattenuto da un uomo apparso dal
nulla: bello, ma con occhi cupi e freddi.
-“Non devi leccarti.”-
l’ammonì severo:-“ I Doxy
possiedono del veleno.”
Prese dal mantello una piccola fiala.Fece scivolare un paio di gocce dorate sui piccoli taglietti
del dito di Daisy. Infine usò un fazzoletto e lo avvolse nella mano della ragazza.
-“Leccare una ferita non
è così igienico come si pensa.”- Trattenne la manodella ragazza nella sua per qualche secondo:-“Le
mani sono molto importanti per una strega, ricordalo.”-
Daisy riuscì solo a dire
un timido “Grazie”. Si chiese chi fosse il misterioso
uomo che si stava allontanando.Le dava la sensazione che leggesse la mente, nell’intimità della sua anima.
Credits:
Tutti i personaggi del libro “HarryPotter”,
presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti ed alcune frasi riportate
appartengono di diritto all'autriceJ.KRowling,
Il materiale proposto in questa fan fiction è mostrato a
solo scopo divulgativo e non è intesa alcuna violazione di copyright. Tutti i diritti per ciò che è sottocopyrightappartengono all'autriceJ.KRowling,
e non vengono dall'autrice MaryLunaneraripresi con scopi di lucro ma solo a
fini amatoriali. I personaggi originali creati da MaryLunaneraappartengono all'autrice che ne
detiene i diritti d'autore; ogni citazione odutilizzo di tali personaggi è sottopostaalle leggi sul diritto d'autore e
tutelati in quanto opere originali d'ingegno.
Con questo capitolo, termina la fase
di presentazione al pubblico di Daisy, inserendola in tutto e per tutto nella vita all'interno di Hogwarts.Non è un tipino che
si fa mettere i piedi in testa e tanto meno ama le ingiustizie, ponendosi in
prima persona davanti a delle scelte, per proteggere chi ama.
Un grazie va alla mia sorellina
adottiva Lizzie, per aver fatto nascere nella mia testa un personaggio che le
assomiglia.
Buona lettura.
Capitolo cinque
Le vacanze terminarono. I ragazzi
tornarono a scuola dopo due settimane passate con i parenti.
La Casa Grifondoro ebbe una sorpresa. Una giovane, seduta sulla poltrona, vicino al caminetto, con pile
di libri che le facevano da cornice. Nemmeno l’avvicinarsi del
caposcuola riuscì a distoglierla dalla lettura.
-“Scusami. Dico a te!”
Daisy
sollevò la testa e guardò chi la stava disturbando:- “Tu
chi saresti?”- chiese sospettosa.
-“Sono il prefetto della Casa Grifondoro!
Sarebbe cortezza dire, chi sei tu! e che ci fai in mezzo
a questi libri, sparsi per la Sala!”
I
compagni guardavano la scena in silenzio, aspettandosi la sfuriata che
abitualmente facevaloro.
La ragazza stava per alzarsi per affrontare il pomposo studente, quando James fece capolino dai dormitori:-“Matthew, scusa il caos. Rimettiamo in
ordine.”
-“Potter,
che significa? E lei chi sarebbe?”- indicò la giovane.
Si schiarì la voce, in modo che
anche gli altri compagni di Casa riuscissero a sentire:-“
Ragazzi, lei si chiama Daisy Morales, viene dall’
America, e d’ora in poi sarà una nostra compagna.”- Tutti la fissarono
incuriositi, altri con sospetto.
-“Sono stato io a portare i
libri dalla biblioteca.” – si avvicinò all’amico-“ Matt! è un genio! In un solo giorno ha appreso varie materie,
che noi normalmente studiamo nell’arco dell’anno!”. Il caposcuola non credeva
alle sue orecchie.
-“Incredibile, vero? Incontrare
una strega così dotata non è un fatto di tutti i giorni. Il resto te lo spiegherò in privato…” –fece cenno dietro di lui. I ragazzi ascoltavano
con interesse ogni parola.
-“ Va bene James,
ma devi raccontare tutto!”- si sistemò la cravatta e porse la mano a Daisy:-“ Sono MatthewLoganach, piacere di conoscerti.”
-“ Matthew…”-
Strinse la sua mano.- “Scusami per prima. Non sono
incline a rispondere con cortesia agli estranei.”
-“Avremo modo di conoscerci. Avanti
ragazzi, nei dormitori e preparatevi per la cena!”- La piccola folla si disperse, ma guardavano sempre con curiosità la nuova
arrivata.
Daisy sospirò. Sperava che l’ attenzione su di lei finisse presto, il ragazzo fece
spallucce e l’aiutò a mettere a posto i libri in un angolo.
Quella sera, in sala Grande
c’era fermento. Il chiacchiericcio era nell’aria. La studentessa scese a cena indossando
i nuovi abiti rosso e d’oro, accanto c’era sempre James che la
condusse nel loro tavolo. Fece conoscenza con suo fratello minore Albus, sua sorella Lily, i cugini Rose
e HugoWeasley. Li trovò simpatici, stava bene in loro compagnia.
I docenti prendevano
posto di fronte alle quattro tavolate degli studenti. Il nuovo insegnante di
Pozioni riconobbe la ragazza incontrata nel cortile, il giorno
prima. “Una nuova Grifondoro, cos’altro poteva essere!” pensò. Con una
smorfia continuò a mangiare. La professoressa Hedwig
accanto a lui si sporse per parlargli.-“ La cena non è
di suo gradimento, signor Malfoy?”
-“Ottima. Spero che il dessert
lo sia ugualmente.” –Un ghigno si dipinse sul suo viso.
-“ Come sempre… sarà mia
premura portarlo di persona nei suoi alloggi, stasera.”- sorrise maliziosa
ritornando al suo posto.
Poco dopo, a Daisy le venne assegnato l’alloggio definitivo, una delle stanze
destinate ai prefetti, non essendoci posto nei dormitori delle torrette. Fece
amicizia con nuove compagne di Casa; le indicarono i vari luoghi che avrebbe trovato nella scuola: le aule per seguire le
lezioni…e i posti discreti, se un giorno si sarebbe appartata con qualche
ragazzo. La giovane divenne rosso fuoco, suscitando risate dalle sue
interlocutrici. La prima prova era stata superata: gradualmente, cercare di
adattarsi alla nuova vita.
Il mattino seguente, in sala
comune, Lily che si era scoperta del suo stesso corso, l’attendeva per andare
insieme alla sua prima lezione. Pozioni.
Credits:
Tutti i personaggi del libro “HarryPotter”,
presenti in questa Fan fiction, gli avvenimenti ed
alcune frasi riportate appartengono di diritto all'autriceJ.KRowling, Il materiale proposto in questa fan fiction è mostrato a solo scopo
divulgativo e non è intesa alcuna violazione di copyright. Tutti i diritti per ciò che è sottocopyrightappartengono all'autriceJ.KRowling,
e non vengono dall'autrice MaryLunaneraripresi con scopi di lucro ma solo a
fini amatoriali. I personaggi originali creati da MaryLunaneraappartengono all'autrice che ne
detiene i diritti d'autore; ogni citazione odutilizzo di tali personaggi è sottopostaalle leggi sul diritto d'autore e
tutelati in quanto opere originali d'ingegno.
L’aula
di pozioni era situata nelle celle sotterranee della scuola. La classe faceva
venire la pelle d’oca: in un angolo si ergeva un gargoyle
che dalla bocca riversava acqua in un acquaio per lavarsi le mani, lungo le
pareti erano allineati barattoli pieni di animali
morti e piante che Daisy riconosceva. Erano gli esemplari che Jamesriportò dal suo viaggio, gli
utili ingredienti per preparare le pozioni. L’aula era così fredda che gli
studenti potevano vedere il vapore del loro respiro.
-“Questo posto è da brividi…come fate a
resistere?”- chiese a Lily e Rose che prendevano posto
nelle sedie.
-“Tranquilla Daisy, con l’andare del
tempo ci farai l’abitudine.” La tranquillizzarono.
Gli studenti del terzo anno presero posto tra i tavoli, davanti ai loro calderoni e alle
provette. Era la prima lezione del nuovo insegnante di
pozioni, tutti erano curiosi di ascoltarlo.
Il
professore entrò nell’aula dalla porta che dava direttamente al suo studio. Si
avvicinò alla cattedra, senza degnare di una sguardo i
ragazzi, poi con la bacchetta fece levitare i libri, che avrebbero usato nel
suo corso.
-“Oggi, voglio mettere alla prova il
vostro livello di apprendimento. So per certo che prof.
Lumacorno era magnanimo con chi non riusciva a
terminare le pozioni; con me, scordatevelo. Pretendo impegno e concentrazione
mentre siete nella mia aula; osserverò ognuno di voi. Chi non sarà capace di
completare le pozioni in tempo,verranno detratti punti
dalle vostre Case e il giorno dopo esigerò una descrizione dettagliata degli
ingredienti che avete trattato, scritti i bella grafia, su fogli di pergamena.”
Ci fu un brusio generale, fermato dallo
sguardo del professore che finalmente guardava i ragazzi.
Daisy riconobbe l’uomo, lui che qualche
giorno prima le aveva curato il morso del doxy. Il professore passò in rassegna con lo sguardo tuttii ragazzi,
soffermandosi per qualche istante su di lei. I suoi occhi erano freddi, come
ricordava.
-“Inizieremo con una semplice pozione, che il mio
predecessore vi avrà di certo insegnato al primo anno: la pozione per curare i
foruncoli. Da quello che vedo, la maggior parte di voi, non sa neanche di cosa
si tratta”.- ghignò riferendosi a un gruppo di
studenti in piena pubertà ormonale.
-“ Quali sono gli ingredienti che dovrete usare?”- chiese,
passando tra i banchi.
Le mani dei ragazzi si alzavano timidamente.
-“Coraggio, è semplice.”- si fermò accanto a Lily Potter- “ Immagino che lei lo
sappia, signorina Potter. Ha un fratello che, a
quanto si vocifera, è il primo della classe in pozioni.”
-“Occorrono…ortiche,za-zanne di serpente, lumache cornute…e aculei di
p-porcospino.” Disse timidamente.
-“Si, ma voglio sapere il metodo di preparazione.” -Lily fece scena muta.- “Davvero deludente.”
Daisy vedendo la ragazza in difficoltà alzò la mano
arrabbiata.
-“Bene, Signorina Morales, giusto?
Vuole illuminarci lei?”- disse mellifluo.
-Per la pozione contro i foruncoli servono: ortiche secche,
zanne di serpente in polvere, lumache cornute stufate e aculei di porcospino da
aggiungere solo dopo aver tolto il calderone dal fuoco.”
-“Noto che ha fatto i compiti a
casa, signorina. Molto brava, ma solo in teoria. Tutti possono
ripetere a memoria da un libro.”- si allontanò per ritornare al centro
della classe.
Daisy si sentì umiliata dalla sua affermazione.
Sapeva di non aver mai fatto pratica ma, aveva
studiato come una matta in quei giorni per essere all’altezza degli altri
compagni. Ma per quel insegnante non era sufficiente.
La ragazza preparò una pozione perfetta, nonostante fosse la
prima volta che maneggiava gli ingredienti: anche a casa sua capitava di
preparare tisane e pomate con erbe medicinali e constatò che non cambiava più
di tanto, solo fare molta attenzione con pungiglioni e veleni.
Il preparato venne messo nelle
ampolline e lasciato sul tavolo, per la visione del compito da parte del
professore. Terminato il tempo della lezione, i ragazzi lasciarono l’aula per
recarsi a Trasfigurazione.
Malfoy studiò ogni preparato degli
studenti, assegnando il voto che meritavano. Infine, prese il
lavoro del nuovo acquisto della scuola: colore, consistenza e odore erano
giusti. Nessun errore. Sotto il calderone notò un pezzo di pergamena accartocciata, un passaparola con Rose Weasley e Lily Potter:
-Non te la prendere Daisy, sappiamo che sei in gamba.
-Non sono offesa…ma gli farò
rimangiare tutto il veleno che ha sputato, quel serpente!
JamesPotterha scovato una
rivale caparbia- pensò
sorridendo.